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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 30 giugno 2021

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEGLI ARGOMENTI IN CALENDARIO

Mozione n. 1-00421 - Iniziative di competenza a favore di Patrick Zaki, con particolare riferimento al conferimento della cittadinanza italiana

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 49 minuti
 Lega – Salvini premier 43 minuti
 Partito Democratico 35 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 31 minuti
 Fratelli d'Italia 22 minuti
 Italia Viva 21 minuti
 Coraggio Italia 20 minuti
 Liberi e Uguali 17 minuti
 Misto: 23 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n. 1-00452 - Iniziative volte a commemorare il centenario della traslazione del Milite ignoto all'Altare della Patria

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 49 minuti
 Lega – Salvini premier 43 minuti
 Partito Democratico 35 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 31 minuti
 Fratelli d'Italia 22 minuti
 Italia Viva 21 minuti
 Coraggio Italia 20 minuti
 Liberi e Uguali 17 minuti
 Misto: 23 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Pdl n. 544-2387-2692-2868-2946-3014 – Ridefinizione della missione e dell'organizzazione del Sistema di Istruzione e formazione tecnica superiore in attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (P.N.R.R.)

Seguito dell'esame: 7 ore e 30 minuti.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 6 minuti
(con il limite massimo di 9 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 49 minuti
 MoVimento 5 Stelle 55 minuti
 Lega – Salvini premier 47 minuti
 Partito Democratico 38 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 25 minuti
 Italia Viva 23 minuti
 Coraggio Italia 22 minuti
 Liberi e Uguali 19 minuti
 Misto: 25 minuti
  L'Alternativa c’è 9 minuti
  Centro Democratico 4 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

Conto consuntivo della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2020 e progetto di bilancio della Camera dei deputati per l'anno finanziario 2021

Tempo complessivo: 13 ore, di cui:
• discussione sulle linee generali: 7 ore;
• seguito dell'esame: 6 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Deputati Questori 1 ora 30 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 4 minuti 57 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 46 minuti 4 ore e 8 minuti
 MoVimento 5 Stelle 34 minuti 46 minuti
 Lega – Salvini premier 34 minuti 41 minuti
 Partito Democratico 32 minuti 33 minuti
 Forza Italia – Berlusconi
 presidente
32 minuti 30 minuti
 Fratelli d'Italia 31 minuti 21 minuti
 Italia Viva 31 minuti 20 minuti
 Coraggio Italia 31 minuti 19 minuti
 Liberi e Uguali 30 minuti 16 minuti
 Misto: 31 minuti 22 minuti
  L'Alternativa c’è 11 minuti 7 minuti
  Centro Democratico 5 minuti 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione
  dei Verdi
4 minuti 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
4 minuti 3 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali
  Italiani
2 minuti 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti 2 minuti

Pdl n. 2763 - Disposizioni concernenti la rinegoziazione dei contratti di locazione di immobili destinati ad attività commerciali, artigianali e ricettive per l'anno 2021 in conseguenza dell'epidemia di COVID-19

Seguito dell'esame: 6 ore.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 5 minuti
Tempi tecnici 10 minuti
Interventi a titolo personale 55 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore
 MoVimento 5 Stelle 44 minuti
 Lega – Salvini premier 38 minuti
 Partito Democratico 32 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 29 minuti
 Fratelli d'Italia 21 minuti
 Italia Viva 19 minuti
 Coraggio Italia 18 minuti
 Liberi e Uguali 16 minuti
 Misto: 23 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

Mozione n. 1-00498 - Iniziative volte a potenziare il contrasto ad infiltrazioni mafiose con particolare riferimento alla realizzazione dei progetti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 49 minuti
 Lega – Salvini premier 43 minuti
 Partito Democratico 35 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 31 minuti
 Fratelli d'Italia 22 minuti
 Italia Viva 21 minuti
 Coraggio Italia 20 minuti
 Liberi e Uguali 17 minuti
 Misto: 23 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

(*) Al tempo sopra indicato si aggiungono 5 minuti per l'illustrazione della mozione.

Mozione n. 1-00456 - Iniziative in relazione al caso di Julian Assange

Tempo complessivo, comprese le dichiarazioni di voto: 6 ore (*).

Governo 25 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 5 minuti
Interventi a titolo personale 59 minuti
(con il limite massimo di 8 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 4 ore e 21 minuti
 MoVimento 5 Stelle 49 minuti
 Lega – Salvini premier 43 minuti
 Partito Democratico 35 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 31 minuti
 Fratelli d'Italia 22 minuti
 Italia Viva 21 minuti
 Coraggio Italia 20 minuti
 Liberi e Uguali 17 minuti
 Misto: 23 minuti
  L'Alternativa c’è 8 minuti
  Centro Democratico 3 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 3 minuti
  Noi con l'Italia -
  USEI-Rinascimento ADC
3 minuti
  Minoranze Linguistiche 2 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

(*) I tempi sono stati in parte utilizzati nella seduta del 14 giugno 2020.

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 30 giugno 2021.

  Amitrano, Ascani, Ascari, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Cancelleri, Carfagna, Carinelli, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Lollobrigida, Lombardo, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Muroni, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Scutellà, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso, Tateo, Testamento, Vignaroli, Zanettin, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Ascani, Ascari, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Cancelleri, Carfagna, Carinelli, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Muroni, Nardi, Nesci, Occhiuto, Orlando, Paita, Palazzotto, Parolo, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Scutellà, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Tabacci, Tasso, Tateo, Testamento, Vignaroli, Zanettin, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 29 giugno 2021 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   GRIMALDI ed altri: «Modifica all'articolo 596 del codice penale, in materia di causa di non punibilità del reato di diffamazione con il mezzo della stampa» (3180);
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CUNIAL: «Modifiche agli articoli 2, 9, 41 e 53 della Costituzione in materia di stabilità climatica e di riduzione dell'impronta ecologica» (3181);
   VALLASCAS: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulla privatizzazione della società Tirrenia di navigazione e sulla gestione dei servizi di trasporto marittimo per la continuità territoriale delle isole» (3182).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di inchiesta parlamentare.

  In data 29 giugno 2021 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa del deputato:
   MORASSUT: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'omicidio di Simonetta Cesaroni» (Doc. XXII, n. 57).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge CIRIELLI ed altri: «Abrogazione degli articoli 613-bis e 613-ter del codice penale, in materia di tortura e istigazione del pubblico ufficiale a commettere tortura, e introduzione di una circostanza aggravante comune per i pubblici ufficiali» (494) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Caretta.

  La proposta di legge DE MARIA ed altri: «Modifiche alla legge 3 agosto 2004, n. 206, e altre disposizioni in materia di benefìci in favore delle vittime del terrorismo» (2935) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Quartapelle Procopio.

  La proposta di legge SARLI ed altri: «Disposizioni per la tutela dei grandi carnivori e la promozione della convivenza con essi» (2966) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Maurizio Cattoi.

Assegnazione di un progetto di legge a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, il seguente progetto di legge è assegnato, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:
   I Commissione (Affari costituzionali):
  PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CUNIAL ed altri: «Modifiche agli articoli 2, 9, 41 e 53 della Costituzione in materia di stabilità climatica e di riduzione dell'impronta ecologica» (3181) Parere delle Commissioni VI, VIII, X e XII.

Assegnazione del programma di lavoro della Commissione europea e della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.

  La comunicazione recante il programma di lavoro della Commissione per il 2021 – Un'Unione vitale in un mondo fragile (COM(2020) 690 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 690 final – Annexes 1 to 4), di cui è stato dato annuncio nella seduta del 30 ottobre 2020, e la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4), annunciata in data odierna, sono assegnate, per l'esame generale, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e, per l'esame delle parti di rispettiva competenza, a tutte le altre Commissioni permanenti nonché al Comitato per la legislazione.

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 28 giugno 2021, ha comunicato, ai sensi dell'articolo 8-ter, comma 4, del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, che è stata autorizzata, in relazione a un intervento da realizzare tramite un contributo assegnato per l'anno 2017 in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale, una variante non onerosa del progetto «Sicurezza alimentare per bambini malnutriti nelle scuole e comunità vulnerabili in East e West Bellessa – Regione di Amhara – Etiopia».

  Questa comunicazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 24 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2021 (Doc. LXXXVI, n. 4).

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 24 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione consuntiva sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, riferita all'anno 2020 (Doc. LXXXVII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa a tutte le Commissioni permanenti e alla Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 28 giugno 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione (INVALSI), per l'esercizio 2019, cui sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 429).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministero della difesa.

  Il Ministero della difesa ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 21 giugno 2021, ai sensi dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questi decreti sono trasmessi alla IV Commissione (Difesa) e alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 29 giugno 2021, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   proposta di regolamento del Consiglio che modifica il regolamento (UE, Euratom) n. 609/2014 al fine di migliorare la prevedibilità per gli Stati membri e di chiarire le procedure di risoluzione delle controversie al momento della messa a disposizione delle risorse proprie tradizionali e delle risorse proprie basate sull'IVA e sull'RNL (COM(2021) 327), che è assegnata in sede primaria alle Commissioni riunite V (Bilancio) e XIV (Politiche dell'Unione europea);
   relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sullo stato di avanzamento dei preparativi per la piena attuazione delle nuove basi giuridiche per il sistema d'informazione Schengen (SIS) a norma dell'articolo 66, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2018/1861 e dell'articolo 79, paragrafo 4, del regolamento (UE) 2018/1862 (COM(2021) 336 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali);
   relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Relazione completa al Parlamento europeo e al Consiglio sull'impiego della garanzia dell'Unione del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) e sul funzionamento del fondo di garanzia del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) (COM(2021) 337 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: S. 2207 – CONVERSIONE IN LEGGE, CON MODIFICAZIONI, DEL DECRETO-LEGGE 6 MAGGIO 2021, N. 59, RECANTE MISURE URGENTI RELATIVE AL FONDO COMPLEMENTARE AL PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA E ALTRE MISURE URGENTI PER GLI INVESTIMENTI (APPROVATO DAL SENATO) (A.C. 3166)

A.C. 3166 – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2-quater, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 – recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti – come modificato dal Senato e in fase di conversione in legge alla Camera, così recita: «Con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, da adottare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabiliti:
     a) le modalità di assegnazione delle risorse di cui al comma 2, lettera c), punto 4, finalizzate all'erogazione di contributi in favore delle imprese del settore ferroviario merci e della logistica che svolgono le proprie attività sul territorio nazionale. I contributi sono destinati al finanziamento, in misura non superiore al 50 per cento, dell'acquisto di nuovi carri, locomotive e mezzi di movimentazione per il trasporto merci ferroviario anche nei terminal intermodali, nonché al finanziamento, nella misura del 100 per cento, di interventi destinati all'efficientamento eco-sostenibile di raccordi ferroviari di Rete ferroviaria italiana Spa»;
    la regione Emilia-Romagna ha individuato, nel nuovo Piano regionale integrato dei trasporti, in corso di approvazione, l'area di Piacenza quale importante polo a vocazione logistica, che necessita tuttavia di potenziamento della capacità di movimentazione merci. Detta regione ha inoltre individuato lo scalo di Piacenza Le Mose tra gli Impianti principali del Sistema del trasporto merci regionale, giusto quanto indicato nell'Accordo di programma tra Gruppo FS e regione Emilia-Romagna del 28 luglio 2009;
    la città di Piacenza rappresenta un importante snodo di passaggio ed impianto di terminalizzazione merci del sistema ferroviario italiano, per quanto riguarda i traffici sia nazionali che internazionali nord-sud, con un trend di crescita delle merci trasportate via ferro nel bacino afferente l'impianto che negli ultimi anni ha registrato una significativa crescita. Non a caso, la predetta città di Piacenza è stata individuata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti come «Città Territorio Snodo», qualifica correlata alla sua posizione strategica, sulla linea ferroviaria Milano-Bologna e lungo il percorso di due primarie arterie autostradali: la A1 Milano-Napoli e la A21 Torino-Brescia. Essa risulta compresa tra due piattaforme transnazionali, la Tirreno-Brennero, (La Spezia-Parma-Verona) e il «Corridoio 24 dei due mari» (Genova-Rotterdam), nonché collocata in prossimità del Corridoio Paneuropeo 5 tra Torino e Verona;
    RFI, in accordo con i Soggetti interessati, ha partecipato ad un tavolo tecnico per l'elaborazione di un'ipotesi progettuale per il potenziamento infrastrutturale del nuovo Polo Logistico Le Mose, comprendente interventi da realizzarsi per successive fasi funzionali, con l'obiettivo finale dell'attivazione di una stazione merci a servizio del predetto Polo Logistico e la contestuale graduale dismissione dell'attuale fascio merci, che insiste nella stazione di Piacenza;
    RFI ha inoltre avviato un progetto di rinnovo tecnologico della linea ferroviaria Bologna-Piacenza e dei singoli apparati di stazione, tra cui l'impianto di Piacenza, da realizzarsi per fasi e traguardato dal Piano Commerciale del Gestore Infrastruttura nell'orizzonte temporale 2022-2026;
    il comune di Piacenza, in coerenza con gli indirizzi definiti dalla legge regionale 24/2017, nell'ambito dello sviluppo del nuovo Polo Logistico del Ferro intende inoltre promuovere la realizzazione di un processo di rigenerazione urbana focalizzato sulla riconversione ad uso pubblico di aree attualmente strumentali all'esercizio ferroviario, per restituire ai propri cittadini nuovi e adeguati luoghi di socializzazione e fruizione della città, prevedendo altresì aree di sosta per i flussi veicolari provenienti da nord della stazione, sgravando del traffico di attraversamento i settori urbani a sud della stessa e ponendosi in stretto rapporto con le future funzioni urbane e connessioni viarie sostenibili, legate al nuovo Piano urbanistico generale, con il parco del Po e il sistema della Mura;
    con delibera n. 397 del 29 novembre 2019, la giunta comunale di Piacenza ha approvato il protocollo d'intesa tra: Rete Ferroviaria Italiana Spa (RFI), FS sistemi urbani, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione Emilia-Romagna ed il comune di Piacenza per avviare il percorso finalizzato alle fasi di sviluppo del nuovo «Polo del Ferro» e alla connessa rigenerazione urbana,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare adeguate risorse economiche per le finalità di cui al sopra citato protocollo d'intesa e, in ogni caso, di concretamente attivarsi affinché possa trovare piena attuazione il «Polo del ferro» nella città di Piacenza, individuata – come detto – oramai da diversi anni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti come «Città Territorio Snodo».
9/3166/1Foti, Lucaselli.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2-quater, del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59 – recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti – come modificato dal Senato e in fase di conversione in legge alla Camera, così recita: «Con decreto del Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, da adottare, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabiliti:
     a) le modalità di assegnazione delle risorse di cui al comma 2, lettera c), punto 4, finalizzate all'erogazione di contributi in favore delle imprese del settore ferroviario merci e della logistica che svolgono le proprie attività sul territorio nazionale. I contributi sono destinati al finanziamento, in misura non superiore al 50 per cento, dell'acquisto di nuovi carri, locomotive e mezzi di movimentazione per il trasporto merci ferroviario anche nei terminal intermodali, nonché al finanziamento, nella misura del 100 per cento, di interventi destinati all'efficientamento eco-sostenibile di raccordi ferroviari di Rete ferroviaria italiana Spa»;
    la regione Emilia-Romagna ha individuato, nel nuovo Piano regionale integrato dei trasporti, in corso di approvazione, l'area di Piacenza quale importante polo a vocazione logistica, che necessita tuttavia di potenziamento della capacità di movimentazione merci. Detta regione ha inoltre individuato lo scalo di Piacenza Le Mose tra gli Impianti principali del Sistema del trasporto merci regionale, giusto quanto indicato nell'Accordo di programma tra Gruppo FS e regione Emilia-Romagna del 28 luglio 2009;
    la città di Piacenza rappresenta un importante snodo di passaggio ed impianto di terminalizzazione merci del sistema ferroviario italiano, per quanto riguarda i traffici sia nazionali che internazionali nord-sud, con un trend di crescita delle merci trasportate via ferro nel bacino afferente l'impianto che negli ultimi anni ha registrato una significativa crescita. Non a caso, la predetta città di Piacenza è stata individuata dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti come «Città Territorio Snodo», qualifica correlata alla sua posizione strategica, sulla linea ferroviaria Milano-Bologna e lungo il percorso di due primarie arterie autostradali: la A1 Milano-Napoli e la A21 Torino-Brescia. Essa risulta compresa tra due piattaforme transnazionali, la Tirreno-Brennero, (La Spezia-Parma-Verona) e il «Corridoio 24 dei due mari» (Genova-Rotterdam), nonché collocata in prossimità del Corridoio Paneuropeo 5 tra Torino e Verona;
    RFI, in accordo con i Soggetti interessati, ha partecipato ad un tavolo tecnico per l'elaborazione di un'ipotesi progettuale per il potenziamento infrastrutturale del nuovo Polo Logistico Le Mose, comprendente interventi da realizzarsi per successive fasi funzionali, con l'obiettivo finale dell'attivazione di una stazione merci a servizio del predetto Polo Logistico e la contestuale graduale dismissione dell'attuale fascio merci, che insiste nella stazione di Piacenza;
    RFI ha inoltre avviato un progetto di rinnovo tecnologico della linea ferroviaria Bologna-Piacenza e dei singoli apparati di stazione, tra cui l'impianto di Piacenza, da realizzarsi per fasi e traguardato dal Piano Commerciale del Gestore Infrastruttura nell'orizzonte temporale 2022-2026;
    il comune di Piacenza, in coerenza con gli indirizzi definiti dalla legge regionale 24/2017, nell'ambito dello sviluppo del nuovo Polo Logistico del Ferro intende inoltre promuovere la realizzazione di un processo di rigenerazione urbana focalizzato sulla riconversione ad uso pubblico di aree attualmente strumentali all'esercizio ferroviario, per restituire ai propri cittadini nuovi e adeguati luoghi di socializzazione e fruizione della città, prevedendo altresì aree di sosta per i flussi veicolari provenienti da nord della stazione, sgravando del traffico di attraversamento i settori urbani a sud della stessa e ponendosi in stretto rapporto con le future funzioni urbane e connessioni viarie sostenibili, legate al nuovo Piano urbanistico generale, con il parco del Po e il sistema della Mura;
    con delibera n. 397 del 29 novembre 2019, la giunta comunale di Piacenza ha approvato il protocollo d'intesa tra: Rete Ferroviaria Italiana Spa (RFI), FS sistemi urbani, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, regione Emilia-Romagna ed il comune di Piacenza per avviare il percorso finalizzato alle fasi di sviluppo del nuovo «Polo del Ferro» e alla connessa rigenerazione urbana,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare adeguate risorse economiche per le finalità di cui al sopra citato protocollo d'intesa e, in ogni caso, di concretamente attivarsi per dare attuazione al «Polo del ferro» nella città di Piacenza, individuata – come detto – oramai da diversi anni dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti come «Città Territorio Snodo».
9/3166/1. (Testo modificato nel corso della seduta)  Foti, Lucaselli.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca «Misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti»;
    in particolare, vengono determinate le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare, per gli anni dal 2021 al 2026, per 1,4 miliardi di euro, al finanziamento di servizi digitali della Pubblica amministrazione;
    si tratta di risorse economiche che si aggiungono a quelle stanziate nel PNRR sulla Missione 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, Componente 1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione;
    tali risorse aggiuntive sono previste per lo sviluppo dell'offerta di servizi digitali delle pubbliche amministrazioni in favore di cittadini, residenti e imprese, allo scopo di rafforzare ed estendere servizi già esistenti. Si prevede altresì di introdurre nuovi servizi, quali la Piattaforma unica di notifiche digitali e la sperimentazione in ambito mobilità (Mobility as a Service) per migliorare l'efficienza dei sistemi di trasporto urbano;
    si ritiene che in materia di interventi relativi ai servizi digitali della pubblica amministrazione, la priorità, rispetto ad ogni tipologia di intervento, resta dotare l'apparato di server che garantiscano adeguate condizioni di sicurezza dei dati di cui è in possesso l'amministrazione e i servizi che è tenuta ad erogare;
    al riguardo, ormai è noto che il 93-95 per cento dei server della pubblica amministrazione non sono in condizioni di sicurezza. Già lo scorso mese di dicembre 2020, il rapporto di Agenzia per l'Italia Digitale (Agid), ha riferito una situazione che porta alla netta bocciatura dei siti della pubblica amministrazione italiana in cyber security;
    pertanto, sarebbe irragionevole e pericoloso continuare ad estendere i servizi digitali della pubblica amministrazione, quando ancora non esiste un apparato informatico che risponda a minimi livelli di sicurezza. La macchina amministrativa attualmente è esposta al rischio di attacchi informatici attraverso i quali possono essere rubati dati sensibili, credenziali di pagamento e bloccati servizi pubblici erogati a mezzo web, con gli ovvi gravi danni che si determinerebbero in primis ai cittadini;
    già nella attuale situazione che vede l'Italia impegnata nel contrasto alla pandemia COVID-19, non di rado la pubblica amministrazione, si è dimostrata impreparata e non in grado di adempiere alla prestazione di servizi mediante il sistema digitale, soprattutto se destinati ad un importante numero di utenti. In tali occasioni, si sono verificate anche violazioni della privacy di alcuni utenti, i cui dati non erano garantiti da un efficace sistema di sicurezza;
    è evidente che bisogna riparare a detta situazione, che vede le pubbliche amministrazioni inadempienti rispetto all'osservanza di disposizioni obbligatorie di cyber security;
    qualsiasi intervento in materia di digitalizzazione non può prescindere dall'assicurare, innanzitutto, dei servizi protetti rispetto all'archiviazione, la trasmissione, l'elaborazione di risorse e dati,

impegna il Governo

nel fare ricorso alle risorse stanziate in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione, ad adottare prioritariamente ed urgentemente iniziative che garantiscano la sicurezza e la protezione dei sistemi informatici, anche dotando l'amministrazione del necessario personale che abbia competenze adeguate e specifiche in materia di cyber security.
9/3166/2Rizzetto.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca «Misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti»;
    in particolare, vengono determinate le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare, per gli anni dal 2021 al 2026, per 1,4 miliardi di euro, al finanziamento di servizi digitali della Pubblica amministrazione;
    si tratta di risorse economiche che si aggiungono a quelle stanziate nel PNRR sulla Missione 1 Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo, Componente 1 Digitalizzazione, innovazione e sicurezza della pubblica amministrazione;
    tali risorse aggiuntive sono previste per lo sviluppo dell'offerta di servizi digitali delle pubbliche amministrazioni in favore di cittadini, residenti e imprese, allo scopo di rafforzare ed estendere servizi già esistenti. Si prevede altresì di introdurre nuovi servizi, quali la Piattaforma unica di notifiche digitali e la sperimentazione in ambito mobilità (Mobility as a Service) per migliorare l'efficienza dei sistemi di trasporto urbano;
    si ritiene che in materia di interventi relativi ai servizi digitali della pubblica amministrazione, la priorità, rispetto ad ogni tipologia di intervento, resta dotare l'apparato di server che garantiscano adeguate condizioni di sicurezza dei dati di cui è in possesso l'amministrazione e i servizi che è tenuta ad erogare;
    al riguardo, ormai è noto che il 93-95 per cento dei server della pubblica amministrazione non sono in condizioni di sicurezza. Già lo scorso mese di dicembre 2020, il rapporto di Agenzia per l'Italia Digitale (Agid), ha riferito una situazione che porta alla netta bocciatura dei siti della pubblica amministrazione italiana in cyber security;
    pertanto, sarebbe irragionevole e pericoloso continuare ad estendere i servizi digitali della pubblica amministrazione, quando ancora non esiste un apparato informatico che risponda a minimi livelli di sicurezza. La macchina amministrativa attualmente è esposta al rischio di attacchi informatici attraverso i quali possono essere rubati dati sensibili, credenziali di pagamento e bloccati servizi pubblici erogati a mezzo web, con gli ovvi gravi danni che si determinerebbero in primis ai cittadini;
    già nella attuale situazione che vede l'Italia impegnata nel contrasto alla pandemia COVID-19, non di rado la pubblica amministrazione, si è dimostrata impreparata e non in grado di adempiere alla prestazione di servizi mediante il sistema digitale, soprattutto se destinati ad un importante numero di utenti. In tali occasioni, si sono verificate anche violazioni della privacy di alcuni utenti, i cui dati non erano garantiti da un efficace sistema di sicurezza;
    è evidente che bisogna riparare a detta situazione, che vede le pubbliche amministrazioni inadempienti rispetto all'osservanza di disposizioni obbligatorie di cyber security;
    qualsiasi intervento in materia di digitalizzazione non può prescindere dall'assicurare, innanzitutto, dei servizi protetti rispetto all'archiviazione, la trasmissione, l'elaborazione di risorse e dati,

impegna il Governo

nel fare ricorso alle risorse stanziate in materia di digitalizzazione della pubblica amministrazione, a valutare l'opportunità che siano adottate iniziative che garantiscano la sicurezza e la protezione dei sistemi informatici, anche dotando l'amministrazione del necessario personale che abbia competenze adeguate e specifiche in materia di cyber security.
9/3166/2. (Testo modificato nel corso della seduta)  Rizzetto.


   La Camera,
   premesso che:
    il Senato, in prima lettura del provvedimento in titolo, ha approvato una norma che stanzia 35 milioni di euro in tre anni per il rinnovo delle flotte navali private che attraversano lo Stretto di Messina. In particolare, verranno stanziati 10 milioni nel 2022, altri 10 nel 2023 e i restanti 15 milioni nel 2024;
    la citata norma, rientrante nella strategia di ripresa sostenibile e innovativa del PNRR, dovrebbe operare un miglioramento delle performance ambientali, promuovere una ricaduta occupazionale su tutto il settore della cantieristica navale italiana, nonché potenziare i collegamenti con le isole e tutte le autostrade. Un effetto diretto e significativo della misura in questione però è rappresentato da un indubbio vantaggio per le società private di trasporto marittimo che potranno avvalersi di risorse finanziarie pubbliche per rendere migliore e più competitivo il servizio offerto, con conseguente incremento dei passeggeri a bordo e, dunque, di utili;
   considerato che:
    da diversi anni, le società di trasporto marittimo che attraversano lo Stretto sono davvero molto poche, al punto da poter considerare quest'area dal punto di vista commerciale, di fatto, in un regime quasi di monopolio. Circostanza questa che non consente ovviamente ai residenti delle due sponde dello Stretto di poter godere dei vantaggi di un mercato concorrenziale, con applicazione di prezzi di trasporto competitivi;
    il finanziamento in questione si pone come un diretto beneficio per le società private, pur se produrrà indotto ed effetti positivi in quel settore, sarebbe opportuno, in un'ottica di equilibrio tra utenza e fornitore del servizio, favorire almeno per i residenti delle città metropolitane di Messina e Reggio Calabria, l'applicazione di tariffe di trasporto calmierate,

impegna il Governo

a prevedere negli atti di sua competenza disciplinanti le modalità di accesso al finanziamento citato in premessa, misure atte a favorire da parte delle società di trasporto marittimo private, beneficiarie degli incentivi pubblici, l'applicazione di tariffe di favore per i residenti delle città metropolitane di Messina e Reggio Calabria, interessate nell'attraversamento dello Stretto.
9/3166/3D'Uva, Dieni.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera d), del decreto-legge in fase di conversione ha previsto un fondo di 1.455,24 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 gestiti del Ministero della cultura per un programma di interventi fra cui: «Percorsi nella storia – Treni storici e Itinerari culturali», legato al completamento di alcuni cammini e alla messa in opera di alcune ferrovie turistiche;
    in vista dell'approvazione del PNRR i due rami del Parlamento si erano espressi entrambi con la richiesta di un ampliamento di tale intervento, in particolar modo per i cammini, visto che già nelle bozze del PNRR la scelta effettuata dal Governo pare sia stata quella di concentrarsi esclusivamente su 5 cammini già in fase avanzata di progettazione, a discapito di un rilancio dell'intero settore;
    l'atlante dei cammini ideato dal Ministero della cultura, oltre a non essere aggiornato da parecchi anni, fotografa una situazione italiana che vede il Meridione d'Italia quasi del tutto assente, nonostante una gran vivacità progettuale in tali territori, condensatasi attorno all'esperienza della Rete dei cammini del Sud;
    negli ultimi anni il tema dei cammini è al centro dell'attenzione di molti turisti di tutte le età, un trend che risulta in aumento a causa della pandemia di cui beneficeranno maggiormente altri Stati europei che hanno puntato su un lavoro sinergico per creare un'intera rete di cammini, come ad esempio accaduto in Spagna dove il cammino di Santiago è diventato l'ossatura per un marketing unico ed oggi al suo interno ritroviamo sentieri che pur non avendo nessun legame con il cammino di Santiago vengono presentati all'interno di un unico brand,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di destinare eventuali risorse residue del fondo complementare per potenziare l'intervento «Percorsi nella storia – Treni storici e Itinerari culturali» con particolare riferimento a un aumento dei progetti nel Sud Italia.
9/3166/4Masi.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera d), del decreto-legge in fase di conversione ha previsto un fondo di 1.455,24 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 gestiti del Ministero della cultura per un programma di interventi fra cui: «Percorsi nella storia – Treni storici e Itinerari culturali», legato al completamento di alcuni cammini e alla messa in opera di alcune ferrovie turistiche;
    in vista dell'approvazione del PNRR i due rami del Parlamento si erano espressi entrambi con la richiesta di un ampliamento di tale intervento, in particolar modo per i cammini, visto che già nelle bozze del PNRR la scelta effettuata dal Governo pare sia stata quella di concentrarsi esclusivamente su 5 cammini già in fase avanzata di progettazione, a discapito di un rilancio dell'intero settore;
    l'atlante dei cammini ideato dal Ministero della cultura, oltre a non essere aggiornato da parecchi anni, fotografa una situazione italiana che vede il Meridione d'Italia quasi del tutto assente, nonostante una gran vivacità progettuale in tali territori, condensatasi attorno all'esperienza della Rete dei cammini del Sud;
    negli ultimi anni il tema dei cammini è al centro dell'attenzione di molti turisti di tutte le età, un trend che risulta in aumento a causa della pandemia di cui beneficeranno maggiormente altri Stati europei che hanno puntato su un lavoro sinergico per creare un'intera rete di cammini, come ad esempio accaduto in Spagna dove il cammino di Santiago è diventato l'ossatura per un marketing unico ed oggi al suo interno ritroviamo sentieri che pur non avendo nessun legame con il cammino di Santiago vengono presentati all'interno di un unico brand,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di destinare eventuali risorse residue del fondo complementare per potenziare l'intervento «Percorsi nella storia – Treni storici e Itinerari culturali» con particolare riferimento a un aumento dei progetti nel Sud Italia.
9/3166/4. (Testo modificato nel corso della seduta)  Masi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento attualmente in esame in aula prevede, all'articolo 2, il rifinanziamento del Fondo per lo sviluppo e la coesione, ed in particolare il comma 1-bis stabilisce la destinazione di una quota parte delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione 2021-2027 pari a complessivi 700 milioni di euro, per investimenti in molteplici settori ed in particolare è previsto alla lettera « a) 35 milioni di euro per l'anno 2022, 45 milioni di euro per l'anno 2023, 55 milioni di euro per l'anno 2024, per realizzazione di una unica Rete di interconnessione nazionale dell'istruzione che assicuri il coordinamento delle piattaforme, dei sistemi e dei dati tra scuole, uffici scolastici regionali e Ministero; l'omogeneità nell'elaborazione e trasmissione dei dati, il corretto funzionamento della didattica digitale integrata e la realizzazione e gestione dei servizi connessi alle attività predette»;
   tenuto conto che:
    è da tempo fortemente auspicata dagli operatori della scuola, la implementazione di una piattaforma informativa ministeriale unica che agevoli l'interazione con i sistemi informativi delle singole scuole, non solo a livello amministrativo per una più semplice ed immediata gestione dei dati ma che funga anche da repository dei materiali didattici delle scuole oltre che prevedere sistemi di videocollegamento e classi virtuali in cui facilitare l'interazione tra docenti e studenti;
    ad oggi, però, assistiamo ad una situazione anomala poiché il sistema informativo sopra citato riguarda e coinvolge le istituzioni scolastiche di tutto il territorio nazionale ad eccezione della regione Valle D'Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di porre in essere tutte le più adeguate iniziative volte ad assicurare il coinvolgimento della regione Valle D'Aosta e delle province autonome di Trento e Bolzano che, anche se connotate da una spiccata autonomia, fanno parte della Nazione e sarebbe quindi importante coinvolgerle anche per avere sempre a disposizione una fotografia reale ed aggiornata della situazione scolastica italiana.
9/3166/5Casa.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera b) del decreto-legge n. 59 del 2021 determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia) per complessivi 1.780 milioni di euro per gli anni dai 2021 al 2026 da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    i suddetti investimenti complementari ricadono nella strategia della Missione 5 (Inclusione e coesione), Componente 3 (Interventi speciali di coesione territoriale) del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che presenta 1,98 miliardi di euro (risorse PNRR) e 2,43 miliardi di euro (risorse del Fondo Complementare);
    non esiste collegamento ferroviario diretto tra Roma e i capoluoghi di provincia Rieti e Ascoli Piceno e l'unica strada tra la Capitale e le due città che attraversa l'area del cratere sismico venutosi a creare con il terremoto del 2016, funzionando da collegamento naturale più breve tra Roma e la costa adriatica, è una strada a due corsie, una per senso di marcia, la strada statale 4 Salaria, teatro di numerosi incidenti;
    non esiste collegamento ferroviario diretto tra Roma e il capoluogo d'Abruzzo, L'Aquila, impiegando mediamente in treno, passando per l'Umbria, una durata di 3 ore e 30 minuti;
    il Reatino e la Val Vibrata, la Valle del Tronto e il Piceno rientrano nelle «aree di crisi industriale complessa» riconosciute dal Ministero dello sviluppo economico;
    la ripresa economica, lo sviluppo del turismo e il contrasto allo spopolamento delle aree colpite dal sisma del 2009 e del 2016 sono strettamente connessi a degli adeguamenti infrastrutturali ineludibili, stante anche l'alto grado di pendolarismo, il basso indice di dotazione infrastrutturale di questi territori e la vicinanza con la Capitale;
    la tratta ferroviaria «Passo Corese-Rieti» è un'infrastruttura strategica presente nella «legge obiettivo» n. 443 del 2001 e compresa nell'ambito dei «Corridoi trasversali e dorsale appenninica» alla voce «sistemi ferroviari» con delibera del Cipe n. 121 del 2001;
    risulta approvato il primo stralcio funzionale del progetto che prevede la realizzazione di una nuova linea per il collegamento diretto tra Roma e Rieti, a semplice binario elettrificato lungo 49 chilometri dalla stazione di Fara Sabina-Montelibretti alla stazione di Rieti della linea Terni-L'Aquila-Sulmona;
    nel 2002 nell'intesa generale quadro tra Governo e regione Lazio, l'opera è compresa tra le «infrastrutture di preminente interesse nazionale»;
    il Cipe, con delibera n. 124 del 2003, prende atto dei pareri favorevoli con prescrizioni espressi sia dalla regione Lazio che dal Ministero per i beni e le attività culturali approvando il progetto preliminare;
    il Cipe approva il progetto definitivo del primo stralcio funzionale con delibera n. 105 del 2006;
    la «Nuova linea Passo Corese-Rieti» è inserita nel contratto di programma RFI 2007-2011 con un costo di 792 milioni di euro e una disponibilità di 90 milioni di euro;
    Rfi con aggiornamento al contratto di programma 2007-2011, propone lo spostamento «temporaneo» di tali risorse sul «Quadruplicamento della tratta Rho-Parabiago», confermata con delibera del Cipe n. 33 del 2010, tratta quest'ultima inserita recentemente tra le opere finanziate dal PNRR;
    la «nuova linea Passo Corese-Rieti» è presente nel contratto di programma 2017- 2021 dopo l'annuncio del «progetto certo nella sua realizzazione» dato in conferenza stampa a Rieti il 17 ottobre 2017 in presenza del Ministro pro tempore Delrio, del presidente della regione Lazio Zingaretti, del presidente della regione Marche Ceriscioli e dell'amministratore delegato di Rfi Gentile, finanziata per 4 milioni di euro sui 792 previsti, mentre il finanziamento dei restanti è previsto successivamente all'anno 2026;
    la sostenibilità e la resilienza delle infrastrutture e dei sistemi a rete sono centrali nella strategia del PNRR che prevede l'adozione di modalità di trazione innovative nel trasporto passeggeri, basate sull'elettrificazione e sulla sperimentazione dell'uso di treni a idrogeno; da un lato, ciò stimolerebbe la crescita e lo sviluppo di realtà locali nella produzione e distribuzione di un vettore energetico pulito ed indispensabile alla transizione energetica, in territori ricchi di acqua, materia prima per produrre idrogeno verde, come il Centro Italia; dall'altro, permetterebbe di elettrificare le tratte ferroviarie senza necessariamente ricorrere alle ingombranti linee aeree di contatto e ai fili di catenaria, generando significativi risparmi nella fase di investimento, soprattutto nelle aree orograficamente montagnose, e garantendo al contempo la massima sostenibilità ambientale delle opere infrastrutturali da riqualificare o da costruire ex-novo;
    il Tavolo di Coordinamento e confronto per la sperimentazione dell'idrogeno in ambito ferroviario, istituito presso la Direzione generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ha compilato la lista delle tratte potenzialmente suscettibili di conversione alla trazione ferroviaria a idrogeno in diverse regioni, tra cui linea Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona in Umbria, Lazio e Abruzzo, linea che si intersecherebbe con la futura Passo Corese-Rieti, che potrebbe quindi essere anch'essa concepita come linea ferroviaria percorsa da treni a idrogeno, con un costo di realizzazione sensibilmente minore a quello deliberato dal CIPE nel 2006;
    il «Coordinamento per la Ferrovia Salaria», un gruppo spontaneo di cittadini, forze economico-sociali ed amministratori locali del Centro Italia sta portando avanti iniziative di sensibilizzazione e promozione per la realizzazione dell'infrastruttura ferroviaria lungo l'antica strada consolare romana attraverso il «Manifesto per la realizzazione della Ferrovia Salaria». Per completare il percorso della ferrovia, concepita già nell'ottocento, che collega in maniera più breve il Tirreno (da Roma) e l'Adriatico, mancano appena 49 chilometri tra Rieti e Fara in Sabina (RI), e 90 chilometri tra Ascoli Piceno e Antrodoco (RI). Una volta realizzata, essa collegherà la Capitale, l'aeroporto di Fiumicino e lo snodo logistico di Passo Corese con San Benedetto del Tronto e tutta l'altra realtà metropolitana che comprende le province di Ascoli, Fermo e Teramo, e altre realtà del Centro Italia, come L'Aquila, Rieti e Amatrice;
    la richiesta della realizzazione dello studio di fattibilità per la linea «Antrodoco-Ascoli Piceno» è entrata tra le osservazioni dell'8a Commissione del Senato nel parere favorevole sull'Aggiornamento del Contratto di Programma 2017-2021 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nel maggio del 2020;
    Roma Capitale, i capoluoghi di Ascoli Piceno e Rieti, i comuni di Acquasanta Terme (AP), Antrodoco (RI), Arquata del Tronto (AP), Civitella del Tronto (TE), Colli del Tronto (AP), Cupra Marittima (AP), Folignano (AP), Maltignano (AP), Micigliano (RI), Monsampolo del Tronto (AP), Montegallo (AP), Monteprandone (AP), Roccafluvione (AP), San Benedetto del Tronto (AP), Valle Castellana (TE), Venarotta (AP), e la provincia di Ascoli Piceno hanno adottato delle delibere e memorie di giunta per aderire al «Manifesto per la realizzazione della Ferrovia Salaria»;
    altre associazioni di categoria, sindacati e numerose realtà economiche e sociali del territorio hanno aderito al «Manifesto per la realizzazione della Ferrovia Salaria» come, a titolo di esempio: l'UNCEM, Confindustria Centro Adriatico, Confcommercio Ascoli Piceno, Coldiretti Ascoli Piceno-Fermo, il Consorzio Universitario Piceno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Assoturismo-Confesercenti Abruzzo, la UIL – distretto di Rieti e della Sabina Romana, il Bacino Imbrifero Montano del Tronto, il Consorzio Turistico dei Monti Gemelli, l'Ordine dei commercialisti, degli architetti, degli ingegneri, degli avvocati della provincia di Ascoli Piceno, l'Ordine degli ingegneri e l'Ordine degli avvocati della provincia di Rieti, il Fondo Ambiente Italiano Marche, Italia Nostra sezione di Ascoli Piceno, l'AViS ed il CONI della provincia di Ascoli Piceno,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di destinare parte delle risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b), al finanziamento e alla realizzazione in tempi certi della progettazione esecutiva della nuova tratta ferroviaria Passo Corese-Rieti e dello studio di fattibilità della nuova tratta ferroviaria Antrodoco-Ascoli Piceno, anche con riferimento alle tecnologie innovative legate all'uso dell'idrogeno verde di cui in premessa, e di aprire un tavolo di concertazione con Rete Ferroviaria Italiana, le istituzioni e i rappresentanti dei territori interessati dal nuovo corridoio trasversale appenninico.
9/3166/6Gabriele Lorenzoni, Cataldi, Corneli, Emiliozzi, Francesco Silvestri, Scerra, Terzoni, Roberto Rossini, Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera b) del decreto-legge n. 59 del 2021 determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia) per complessivi 1.780 milioni di euro per gli anni dai 2021 al 2026 da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    i suddetti investimenti complementari ricadono nella strategia della Missione 5 (Inclusione e coesione), Componente 3 (Interventi speciali di coesione territoriale) del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che presenta 1,98 miliardi di euro (risorse PNRR) e 2,43 miliardi di euro (risorse del Fondo Complementare);
    non esiste collegamento ferroviario diretto tra Roma e i capoluoghi di provincia Rieti e Ascoli Piceno e l'unica strada tra la Capitale e le due città che attraversa l'area del cratere sismico venutosi a creare con il terremoto del 2016, funzionando da collegamento naturale più breve tra Roma e la costa adriatica, è una strada a due corsie, una per senso di marcia, la strada statale 4 Salaria, teatro di numerosi incidenti;
    non esiste collegamento ferroviario diretto tra Roma e il capoluogo d'Abruzzo, L'Aquila, impiegando mediamente in treno, passando per l'Umbria, una durata di 3 ore e 30 minuti;
    il Reatino e la Val Vibrata, la Valle del Tronto e il Piceno rientrano nelle «aree di crisi industriale complessa» riconosciute dal Ministero dello sviluppo economico;
    la ripresa economica, lo sviluppo del turismo e il contrasto allo spopolamento delle aree colpite dal sisma del 2009 e del 2016 sono strettamente connessi a degli adeguamenti infrastrutturali ineludibili, stante anche l'alto grado di pendolarismo, il basso indice di dotazione infrastrutturale di questi territori e la vicinanza con la Capitale;
    la tratta ferroviaria «Passo Corese-Rieti» è un'infrastruttura strategica presente nella «legge obiettivo» n. 443 del 2001 e compresa nell'ambito dei «Corridoi trasversali e dorsale appenninica» alla voce «sistemi ferroviari» con delibera del Cipe n. 121 del 2001;
    risulta approvato il primo stralcio funzionale del progetto che prevede la realizzazione di una nuova linea per il collegamento diretto tra Roma e Rieti, a semplice binario elettrificato lungo 49 chilometri dalla stazione di Fara Sabina-Montelibretti alla stazione di Rieti della linea Terni-L'Aquila-Sulmona;
    nel 2002 nell'intesa generale quadro tra Governo e regione Lazio, l'opera è compresa tra le «infrastrutture di preminente interesse nazionale»;
    il Cipe, con delibera n. 124 del 2003, prende atto dei pareri favorevoli con prescrizioni espressi sia dalla regione Lazio che dal Ministero per i beni e le attività culturali approvando il progetto preliminare;
    il Cipe approva il progetto definitivo del primo stralcio funzionale con delibera n. 105 del 2006;
    la «Nuova linea Passo Corese-Rieti» è inserita nel contratto di programma RFI 2007-2011 con un costo di 792 milioni di euro e una disponibilità di 90 milioni di euro;
    Rfi con aggiornamento al contratto di programma 2007-2011, propone lo spostamento «temporaneo» di tali risorse sul «Quadruplicamento della tratta Rho-Parabiago», confermata con delibera del Cipe n. 33 del 2010, tratta quest'ultima inserita recentemente tra le opere finanziate dal PNRR;
    la «nuova linea Passo Corese-Rieti» è presente nel contratto di programma 2017- 2021 dopo l'annuncio del «progetto certo nella sua realizzazione» dato in conferenza stampa a Rieti il 17 ottobre 2017 in presenza del Ministro pro tempore Delrio, del presidente della regione Lazio Zingaretti, del presidente della regione Marche Ceriscioli e dell'amministratore delegato di Rfi Gentile, finanziata per 4 milioni di euro sui 792 previsti, mentre il finanziamento dei restanti è previsto successivamente all'anno 2026;
    la sostenibilità e la resilienza delle infrastrutture e dei sistemi a rete sono centrali nella strategia del PNRR che prevede l'adozione di modalità di trazione innovative nel trasporto passeggeri, basate sull'elettrificazione e sulla sperimentazione dell'uso di treni a idrogeno; da un lato, ciò stimolerebbe la crescita e lo sviluppo di realtà locali nella produzione e distribuzione di un vettore energetico pulito ed indispensabile alla transizione energetica, in territori ricchi di acqua, materia prima per produrre idrogeno verde, come il Centro Italia; dall'altro, permetterebbe di elettrificare le tratte ferroviarie senza necessariamente ricorrere alle ingombranti linee aeree di contatto e ai fili di catenaria, generando significativi risparmi nella fase di investimento, soprattutto nelle aree orograficamente montagnose, e garantendo al contempo la massima sostenibilità ambientale delle opere infrastrutturali da riqualificare o da costruire ex-novo;
    il Tavolo di Coordinamento e confronto per la sperimentazione dell'idrogeno in ambito ferroviario, istituito presso la Direzione generale per il trasporto e le infrastrutture ferroviarie del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, ha compilato la lista delle tratte potenzialmente suscettibili di conversione alla trazione ferroviaria a idrogeno in diverse regioni, tra cui linea Terni-Rieti-L'Aquila-Sulmona in Umbria, Lazio e Abruzzo, linea che si intersecherebbe con la futura Passo Corese-Rieti, che potrebbe quindi essere anch'essa concepita come linea ferroviaria percorsa da treni a idrogeno, con un costo di realizzazione sensibilmente minore a quello deliberato dal CIPE nel 2006;
    il «Coordinamento per la Ferrovia Salaria», un gruppo spontaneo di cittadini, forze economico-sociali ed amministratori locali del Centro Italia sta portando avanti iniziative di sensibilizzazione e promozione per la realizzazione dell'infrastruttura ferroviaria lungo l'antica strada consolare romana attraverso il «Manifesto per la realizzazione della Ferrovia Salaria». Per completare il percorso della ferrovia, concepita già nell'ottocento, che collega in maniera più breve il Tirreno (da Roma) e l'Adriatico, mancano appena 49 chilometri tra Rieti e Fara in Sabina (RI), e 90 chilometri tra Ascoli Piceno e Antrodoco (RI). Una volta realizzata, essa collegherà la Capitale, l'aeroporto di Fiumicino e lo snodo logistico di Passo Corese con San Benedetto del Tronto e tutta l'altra realtà metropolitana che comprende le province di Ascoli, Fermo e Teramo, e altre realtà del Centro Italia, come L'Aquila, Rieti e Amatrice;
    la richiesta della realizzazione dello studio di fattibilità per la linea «Antrodoco-Ascoli Piceno» è entrata tra le osservazioni dell'8a Commissione del Senato nel parere favorevole sull'Aggiornamento del Contratto di Programma 2017-2021 tra il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI (Rete Ferroviaria Italiana) nel maggio del 2020;
    Roma Capitale, i capoluoghi di Ascoli Piceno e Rieti, i comuni di Acquasanta Terme (AP), Antrodoco (RI), Arquata del Tronto (AP), Civitella del Tronto (TE), Colli del Tronto (AP), Cupra Marittima (AP), Folignano (AP), Maltignano (AP), Micigliano (RI), Monsampolo del Tronto (AP), Montegallo (AP), Monteprandone (AP), Roccafluvione (AP), San Benedetto del Tronto (AP), Valle Castellana (TE), Venarotta (AP), e la provincia di Ascoli Piceno hanno adottato delle delibere e memorie di giunta per aderire al «Manifesto per la realizzazione della Ferrovia Salaria»;
    altre associazioni di categoria, sindacati e numerose realtà economiche e sociali del territorio hanno aderito al «Manifesto per la realizzazione della Ferrovia Salaria» come, a titolo di esempio: l'UNCEM, Confindustria Centro Adriatico, Confcommercio Ascoli Piceno, Coldiretti Ascoli Piceno-Fermo, il Consorzio Universitario Piceno, la Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno, Assoturismo-Confesercenti Abruzzo, la UIL – distretto di Rieti e della Sabina Romana, il Bacino Imbrifero Montano del Tronto, il Consorzio Turistico dei Monti Gemelli, l'Ordine dei commercialisti, degli architetti, degli ingegneri, degli avvocati della provincia di Ascoli Piceno, l'Ordine degli ingegneri e l'Ordine degli avvocati della provincia di Rieti, il Fondo Ambiente Italiano Marche, Italia Nostra sezione di Ascoli Piceno, l'AViS ed il CONI della provincia di Ascoli Piceno,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di destinare parte delle risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari di cui all'articolo 1, comma 2, lettera b), al finanziamento e alla realizzazione in tempi certi della progettazione esecutiva della nuova tratta ferroviaria Passo Corese-Rieti e a valutare l'opportunità dello studio di fattibilità della nuova tratta ferroviaria Antrodoco-Ascoli Piceno, anche con riferimento alle tecnologie innovative legate all'uso dell'idrogeno verde di cui in premessa, e di aprire un tavolo di concertazione con Rete Ferroviaria Italiana, le istituzioni e i rappresentanti dei territori interessati dal nuovo corridoio trasversale appenninico.
9/3166/6. (Testo modificato nel corso della seduta)  Gabriele Lorenzoni, Cataldi, Corneli, Emiliozzi, Francesco Silvestri, Scerra, Terzoni, Roberto Rossini, Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame prevede disposizioni inerenti agli interventi del Piano nazionale per gli investimenti, integrandolo con risorse nazionali. Il testo introduce anche misure urgenti per gli investimenti, che riguardano, tra gli altri, i seguenti ambiti: servizi digitali e cittadinanza digitale; tecnologie satellitari ed economia spaziale; riqualificazione edilizia residenziale pubblica; interventi per le aree del terremoto; «Ecobonus e Sismabonus»; infrastrutture e mobilità sostenibili; investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali e per altri interventi in materia; salute, ambiente e clima; contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo; iniziative di ricerca per le tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale;
    non sono tuttavia previste disposizioni specifiche per sostenere tutte quelle strutture e organizzazioni la cui attività è svolta principalmente per e con gli animali, le quali sono state pure fortemente colpite dagli effetti economici derivanti dalla pandemia;
    in particolare, le strutture che operano nel mondo dell'accudimento degli animali da compagnia e della difesa delle biodiversità – a causa della contrazione delle donazioni private e della sospensione delle attività ricettive al pubblico – sono state private di ogni fonte di sostentamento e ciò ha reso di fatto molto più difficile per tali strutture garantire i livelli essenziali di assistenza, foraggiamento e cura degli animali, nonché il benessere degli stessi animali cui la loro attività è rivolta;
    appare opportuno un intervento mirato a garantire i livelli essenziali di assistenza e di cura degli animali, prevenire casi di abbandono e mancanza di cure per motivi economici, evitando che, a causa dell'attuale crisi economica, vi sia una riduzione nell'attenzione al benessere degli stessi,

impegna il Governo:

   a destinare, attraverso ulteriori iniziative normative, parte delle risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, all'incremento del Fondo per la tutela del benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia, istituito ai sensi dell'articolo 8 della legge del 14 agosto 1991, n. 281, al fine di favorire i livelli essenziali di assistenza e di cura degli animali di affezione e mitigare i problemi connessi al fenomeno del randagismo;
   a valutare l'opportunità di garantire un sostentamento economico minimo alle organizzazioni che si occupano dell'accudimento degli animali di affezione e non ricevono sussidi statali, al fine di finanziare le spese di sterilizzazione degli animali e tutte le altre spese per la cura e il sostentamento degli stessi.
9/3166/7Flati.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame prevede disposizioni inerenti agli interventi del Piano nazionale per gli investimenti, integrandolo con risorse nazionali. Il testo introduce anche misure urgenti per gli investimenti, che riguardano, tra gli altri, i seguenti ambiti: servizi digitali e cittadinanza digitale; tecnologie satellitari ed economia spaziale; riqualificazione edilizia residenziale pubblica; interventi per le aree del terremoto; «Ecobonus e Sismabonus»; infrastrutture e mobilità sostenibili; investimenti strategici sui siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali e per altri interventi in materia; salute, ambiente e clima; contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo; iniziative di ricerca per le tecnologie e percorsi innovativi in ambito sanitario e assistenziale;
    non sono tuttavia previste disposizioni specifiche per sostenere tutte quelle strutture e organizzazioni la cui attività è svolta principalmente per e con gli animali, le quali sono state pure fortemente colpite dagli effetti economici derivanti dalla pandemia;
    in particolare, le strutture che operano nel mondo dell'accudimento degli animali da compagnia e della difesa delle biodiversità – a causa della contrazione delle donazioni private e della sospensione delle attività ricettive al pubblico – sono state private di ogni fonte di sostentamento e ciò ha reso di fatto molto più difficile per tali strutture garantire i livelli essenziali di assistenza, foraggiamento e cura degli animali, nonché il benessere degli stessi animali cui la loro attività è rivolta;
    appare opportuno un intervento mirato a garantire i livelli essenziali di assistenza e di cura degli animali, prevenire casi di abbandono e mancanza di cure per motivi economici, evitando che, a causa dell'attuale crisi economica, vi sia una riduzione nell'attenzione al benessere degli stessi,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di destinare, attraverso ulteriori iniziative normative, parte delle risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari al PNRR, all'incremento del Fondo per la tutela del benessere e per la lotta all'abbandono degli animali da compagnia, istituito ai sensi dell'articolo 8 della legge del 14 agosto 1991, n. 281, al fine di favorire i livelli essenziali di assistenza e di cura degli animali di affezione e mitigare i problemi connessi al fenomeno del randagismo;
   a valutare l'opportunità di garantire un sostentamento economico minimo alle organizzazioni che si occupano dell'accudimento degli animali di affezione e non ricevono sussidi statali, al fine di finanziare le spese di sterilizzazione degli animali e tutte le altre spese per la cura e il sostentamento degli stessi.
9/3166/7. (Testo modificato nel corso della seduta)  Flati.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge n. 59 del 2021 prevede «Misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti»;
    in particolare, l'articolo 1 dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    tra gli interventi che si ritengono necessari e che non sono specificatamente previsti dal predetto decreto, rientrano quelli diretti ad attuare un piano di misure urgenti volte alla tutela dei territori montani che maggiormente hanno subito le conseguenze negative dei cambiamenti climatici;
    appare evidente che a favore di una sempre maggiore coesione e perequazione sociale di queste aree ad altissimo valore paesaggistico e turistico, devono essere previsti investimenti specifici mirati al completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, alla digitalizzazione ed innovazione della pubblica amministrazione, allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi digitali del Paese (datacenter e cloud), oltre che interventi per lo sviluppo delle reti 5G e per una digitalizzazione inclusiva contro il digital divide; generare crescita nei territori rurali e montani va a vantaggio di tutti e contribuisce al contrasto delle sperequazioni territoriali che non sono solo Nord-Sud, ma anche tra aree montane ed aree urbane;
    ulteriori misure che si ritengono necessarie attengono al tema della protezione ambientale e della mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici dei territori montani, la cui condizione geologica ed idrogeologica è palesemente sempre più compromessa da fenomeni di dissesto franoso e di smottamento; tali situazioni di fragilità territoriale interessano anche aree circostanti agli impianti idroelettrici la cui urgenza manutentiva si aggiunge a quella ambientale in stato di forte degrado;
    siffatto degrado generalizzato incide particolarmente sullo stato di salute delle infrastrutture e delle vie di comunicazione tra le aree montane con conseguenti ripercussioni e disagi nei collegamenti tra le varie comunità già fortemente colpite dalla crisi pandemica;
    appare, pertanto, imprescindibile prevedere ulteriori risorse finanziare da destinare in favore delle comunità montane individuando specifici progetti di intervento con carattere di urgenza valutando, a tal fine, l'opportunità di ricorrere alla nomina di commissari con poteri in deroga all'attuale legislazione in materia per garantire finalizzazione delle risorse e tempistiche perentorie,

impegna il Governo

a prevedere, nei prossimi provvedimenti economici, lo stanziamento di adeguate risorse finalizzate all'attivazione di misure ed interventi a favore delle politiche di coesione sociale e territoriale di tutte le aree montane interessate oltre che risorse dirette a garantire tutti gli interventi relativi al ripristino dell'efficientamento funzionale degli impianti idroelettrici localizzati nell'ambito di tali territori e vitali per l'approvvigionamento idro-energetico.
9/3166/8Elisa Tripodi, Sut.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge n. 59 del 2021 prevede «Misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti»;
    in particolare, l'articolo 1 dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    tra gli interventi che si ritengono necessari e che non sono specificatamente previsti dal predetto decreto, rientrano quelli diretti ad attuare un piano di misure urgenti volte alla tutela dei territori montani che maggiormente hanno subito le conseguenze negative dei cambiamenti climatici;
    appare evidente che a favore di una sempre maggiore coesione e perequazione sociale di queste aree ad altissimo valore paesaggistico e turistico, devono essere previsti investimenti specifici mirati al completamento della rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, alla digitalizzazione ed innovazione della pubblica amministrazione, allo sviluppo delle infrastrutture e dei servizi digitali del Paese (datacenter e cloud), oltre che interventi per lo sviluppo delle reti 5G e per una digitalizzazione inclusiva contro il digital divide; generare crescita nei territori rurali e montani va a vantaggio di tutti e contribuisce al contrasto delle sperequazioni territoriali che non sono solo Nord-Sud, ma anche tra aree montane ed aree urbane;
    ulteriori misure che si ritengono necessarie attengono al tema della protezione ambientale e della mitigazione dei rischi idrogeologici e sismici dei territori montani, la cui condizione geologica ed idrogeologica è palesemente sempre più compromessa da fenomeni di dissesto franoso e di smottamento; tali situazioni di fragilità territoriale interessano anche aree circostanti agli impianti idroelettrici la cui urgenza manutentiva si aggiunge a quella ambientale in stato di forte degrado;
    siffatto degrado generalizzato incide particolarmente sullo stato di salute delle infrastrutture e delle vie di comunicazione tra le aree montane con conseguenti ripercussioni e disagi nei collegamenti tra le varie comunità già fortemente colpite dalla crisi pandemica;
    appare, pertanto, imprescindibile prevedere ulteriori risorse finanziare da destinare in favore delle comunità montane individuando specifici progetti di intervento con carattere di urgenza valutando, a tal fine, l'opportunità di ricorrere alla nomina di commissari con poteri in deroga all'attuale legislazione in materia per garantire finalizzazione delle risorse e tempistiche perentorie,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, nei prossimi provvedimenti economici, lo stanziamento di adeguate risorse finalizzate all'attivazione di misure ed interventi a favore delle politiche di coesione sociale e territoriale di tutte le aree montane interessate oltre che risorse dirette a garantire tutti gli interventi relativi al ripristino dell'efficientamento funzionale degli impianti idroelettrici localizzati nell'ambito di tali territori e vitali per l'approvvigionamento idro-energetico.
9/3166/8. (Testo modificato nel corso della seduta)  Elisa Tripodi, Sut.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera b), del provvedimento in esame determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia) per complessivi 1.780 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    la norma non individua l'entità delle risorse da destinare singolarmente alle due aree terremotate del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia);
    i suddetti investimenti complementari ricadono nella strategia della Missione 5 (Inclusione e coesione), Componente 3 (Interventi speciali di coesione territoriale) del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che presenta 1,98 miliardi di euro (risorse PNRR) e 2,43 miliardi di euro (risorse del Fondo Complementare);
    nel corso della legislatura in corso sono stati adottati diversi interventi a favore delle popolazioni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dal sisma verificatosi a far data dal 24 agosto 2016 e varie misure a favore del terremoto avvenuto in Abruzzo nel 2009;
    esigenze analoghe presentano le aree del terremoto del 2017 e del 2018 (isola di Ischia, comuni della provincia di Campobasso e comuni della provincia di Catania),

impegna il Governo

ad adottare le più opportune misure, affinché interventi analoghi a quelli previsti per le aree del terremoto del 2009 e del 2016 possano essere previsti anche per le aree del terremoto del 2017 e del 2018.
9/3166/9Federico.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera b), del provvedimento in esame determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia) per complessivi 1.780 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    la norma non individua l'entità delle risorse da destinare singolarmente alle due aree terremotate del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia);
    i suddetti investimenti complementari ricadono nella strategia della Missione 5 (Inclusione e coesione), Componente 3 (Interventi speciali di coesione territoriale) del Piano nazionale di ripresa e resilienza, che presenta 1,98 miliardi di euro (risorse PNRR) e 2,43 miliardi di euro (risorse del Fondo Complementare);
    nel corso della legislatura in corso sono stati adottati diversi interventi a favore delle popolazioni dei territori delle regioni Abruzzo, Lazio, Marche ed Umbria, interessati dal sisma verificatosi a far data dal 24 agosto 2016 e varie misure a favore del terremoto avvenuto in Abruzzo nel 2009;
    esigenze analoghe presentano le aree del terremoto del 2017 e del 2018 (isola di Ischia, comuni della provincia di Campobasso e comuni della provincia di Catania),

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare le più opportune misure, affinché interventi analoghi a quelli previsti per le aree del terremoto del 2009 e del 2016 possano essere previsti anche per le aree del terremoto del 2017 e del 2018.
9/3166/9. (Testo modificato nel corso della seduta)  Federico.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera h), determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, da destinarsi, negli anni dal 2021 al 2026, per complessivi 1.203,3 milioni di euro;
    visto che tali risorse sono finalizzate al finanziamento dei «Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo» e, in particolare che, attraverso le modifiche introdotte in Senato, si è precisato che il 25 per cento delle predette somme è destinato esclusivamente alle produzioni biologiche italiane ottenute conformemente alla normativa europea e a quella nazionale di settore;
    ritenuto che tale ultima disposizione appare sbilanciata rispetto all'obiettivo del PNRR che è quello di potenziare tutti i contratti di filiera e di distretto al fine di rafforzare il comparto agricolo ed agroalimentare nella sua totalità, pur considerando comunque fondamentale la valorizzazione delle produzioni biologiche nazionali,

impegna il Governo

a prevedere, nei prossimi provvedimenti utili, una redistribuzione delle somme destinate ai contratti di filiera e distrettuali del comparto agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo, anche, se necessario, ricalibrando la specifica misura introdotta durante l'esame in Senato, affinché sia rafforzato, senza eccezioni, tutto il comparto primario.
9/3166/10Gagnarli, L'Abbate, Gallinella, Maglione, Bilotti, Cadeddu, Cassese, Cillis, Alberto Manca, Marzana, Pignatone, Parentela.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera h), determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari di competenza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, da destinarsi, negli anni dal 2021 al 2026, per complessivi 1.203,3 milioni di euro;
    visto che tali risorse sono finalizzate al finanziamento dei «Contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo» e, in particolare che, attraverso le modifiche introdotte in Senato, si è precisato che il 25 per cento delle predette somme è destinato esclusivamente alle produzioni biologiche italiane ottenute conformemente alla normativa europea e a quella nazionale di settore;
    ritenuto che tale ultima disposizione appare sbilanciata rispetto all'obiettivo del PNRR che è quello di potenziare tutti i contratti di filiera e di distretto al fine di rafforzare il comparto agricolo ed agroalimentare nella sua totalità, pur considerando comunque fondamentale la valorizzazione delle produzioni biologiche nazionali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, nei prossimi provvedimenti utili, una redistribuzione delle somme destinate ai contratti di filiera e distrettuali del comparto agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo, anche, se necessario, ricalibrando la specifica misura introdotta durante l'esame in Senato, affinché sia rafforzato, senza eccezioni, tutto il comparto primario.
9/3166/10. (Testo modificato nel corso della seduta)  Gagnarli, L'Abbate, Gallinella, Maglione, Bilotti, Cadeddu, Cassese, Cillis, Alberto Manca, Marzana, Pignatone, Parentela.


   La Camera,
   premesso che:
    il superamento dei divari territoriali è uno degli elementi trasversali del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la priorità su questo tema è stata posta da tutte le forze politiche del Parlamento;
    una percentuale significativa delle risorse complessive assegnate all'Italia nell'ambito del cosiddetto Recovery Fund è legata ai bassi livelli di reddito e occupazione presenti nelle aree del Mezzogiorno;
    a mero titolo esemplificativo, con riferimento alla M2-C1-I.1.2 «Progetti faro per l'economia circolare», a pagina 861 del piano trasmesso alla Commissione europea si afferma che «tra i criteri di ammissibilità per i progetti sarà specifico che il 60 per cento delle risorse verrà destinato al centro-sud del Paese» mentre con riferimento alla M2-C2-I.4.1. «Rafforzamento mobilità ciclistica», a pagina 972 si chiarisce che «almeno il 50 per cento delle risorse sarà desinato al Mezzogiorno»;
    l'articolo 1, comma 2-bis, inserito nel corso dell'esame del decreto-legge al Senato, prevede che sia riservato almeno il 50 per cento delle risorse per gli investimenti relativi al rinnovo dei bus e almeno l'80 per cento delle risorse per gli investimenti destinati al rafforzamento delle linee ferroviarie regionali al Mezzogiorno;
    in alcune misure è stato dunque già previsto un vincolo di destinazione per il Mezzogiorno e il superamento dei divari territoriali mentre in altre ci si riferisce a «stime» di risorse indirizzate a tal scopo;
    porre ulteriori vincoli di destinazione a favore del superamento dei divari territoriali non potrebbe che essere in linea con le finalità del Piano e con l'interesse del Paese,

impegna il Governo

ad incrementare le risorse da destinare al Mezzogiorno, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tramite ulteriori vincoli di destinazione territoriali superiori al 34 per cento per quegli stanziamenti che verranno assegnati mediante bandi o che saranno oggetto di successivo riparto.
9/3166/11Varrica, Ficara.


   La Camera,
   premesso che:
    il superamento dei divari territoriali è uno degli elementi trasversali del Piano nazionale di ripresa e resilienza e la priorità su questo tema è stata posta da tutte le forze politiche del Parlamento;
    una percentuale significativa delle risorse complessive assegnate all'Italia nell'ambito del cosiddetto Recovery Fund è legata ai bassi livelli di reddito e occupazione presenti nelle aree del Mezzogiorno;
    a mero titolo esemplificativo, con riferimento alla M2-C1-I.1.2 «Progetti faro per l'economia circolare», a pagina 861 del piano trasmesso alla Commissione europea si afferma che «tra i criteri di ammissibilità per i progetti sarà specifico che il 60 per cento delle risorse verrà destinato al centro-sud del Paese» mentre con riferimento alla M2-C2-I.4.1. «Rafforzamento mobilità ciclistica», a pagina 972 si chiarisce che «almeno il 50 per cento delle risorse sarà desinato al Mezzogiorno»;
    l'articolo 1, comma 2-bis, inserito nel corso dell'esame del decreto-legge al Senato, prevede che sia riservato almeno il 50 per cento delle risorse per gli investimenti relativi al rinnovo dei bus e almeno l'80 per cento delle risorse per gli investimenti destinati al rafforzamento delle linee ferroviarie regionali al Mezzogiorno;
    in alcune misure è stato dunque già previsto un vincolo di destinazione per il Mezzogiorno e il superamento dei divari territoriali mentre in altre ci si riferisce a «stime» di risorse indirizzate a tal scopo;
    porre ulteriori vincoli di destinazione a favore del superamento dei divari territoriali non potrebbe che essere in linea con le finalità del Piano e con l'interesse del Paese,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di incrementare le risorse da destinare al Mezzogiorno, nell'ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, tramite ulteriori vincoli di destinazione territoriali superiori al 34 per cento per quegli stanziamenti che verranno assegnati mediante bandi o che saranno oggetto di successivo riparto.
9/3166/11. (Testo modificato nel corso della seduta)  Varrica, Ficara.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, la lettera e) dell'articolo 1, comma 2, prevede – nell'ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari – una dotazione complessiva ingente di 2.387,41 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026, da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della salute, con riferimento a programmi e interventi in materia di salute, ambiente e clima, per un «ospedale sicuro e sostenibile», per un «ecosistema innovativo della salute»;
    a tale proposito si ritiene opportuno riportare quanto emerso da un'analisi condotta dal MES del Sant'Anna di Pisa che ha evidenziato che in Italia, dall'inizio del 2020, si è verificato un calo notevole di interventi chirurgici, in particolare quelli per i tumori al seno, colon, prostata, polmone, retto, utero, melanoma, tiroide, oltre quelli riguardanti le malattie cardiovascolari, a causa delle posticipazioni dei ricoveri e degli interventi programmati, considerati non urgenti, per l'emergenza COVID-19. Questo purtroppo ha causato effetti collaterali, come il peggioramento delle condizioni mediche dei pazienti e il ritardo nelle diagnosi tempestive di malattie gravi spesso scoperte solo in sala operatoria;
    oltre che nel settore chirurgico, il Coronavirus ha provocato ritardi e tagli ad altre cure: dal 2020 è saltata una diagnosi su dieci, sono calati del 10 per cento i nuovi trattamenti, sono diminuite del 30 per cento le visite specialistiche e del 22 per cento le richieste di esami diagnostici;
    la pandemia ha avuto pesanti conseguenze sulla salute degli italiani, anche per motivi economici: la paura di contrarre il virus associata alle difficoltà di accesso agli ospedali o agli ambulatori, per le fasce di popolazione economicamente più fragili, ha significato non avere più riferimenti per prendersi cura della propria salute;
    è indispensabile, da parte degli ospedali, riprogrammare e intensificare i servizi offerti per ridurre gradualmente l'arretrato, rimanendo allo stesso tempo sempre preparati per l'ingresso dei pazienti COVID-19, ma è altrettanto urgente investire sempre più nella medicina territoriale, garantendo un'assistenza primaria e preventiva come alternativa all'ospedalizzazione, attraverso una rete di servizi di base che dovrebbe comprendere case della comunità, ospedali di comunità, consultori, centri di salute mentale, centri di prossimità contro la povertà sanitaria, per potere affidare agli ospedali solo le esigenze sanitarie acute, post acute e riabilitative,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di intervenire con ogni soluzione e ulteriore investimento al fine di sviluppare piani di recupero e implementando strategie per ripristinare l'attività chirurgica, di ricovero e di controllo, in modo sicuro ed efficiente nelle strutture ospedaliere e ambulatoriali;
   a considerare ogni possibile soluzione e ulteriore intervento per migliorare l'efficacia nel rispondere ai bisogni di cura, alla luce delle criticità emerse durante la pandemia, potenziando i servizi per la prevenzione sanitaria e l'integrazione fra servizi sanitari e sociali per garantire equità di trattamento alle fasce di popolazione più in difficoltà, nell'erogazione delle prestazioni sanitarie.
9/3166/12Ianaro.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera e), e comma 7-ter del provvedimento all'esame, relativo a interventi in materia di salute ed ambiente, di sicurezza delle strutture sanitarie e per un ecosistema innovativo della salute, prevede lo stanziamento di 51,49 milioni per il 2021, 128,09 milioni per il 2022, 150,88 milioni per il 2023, 120,56 milioni per il 2024, 46,54 milioni per il 2025 e 2,45 milioni per il 2026;
    riguardo agli interventi relativi ai profili sanitari connessi con le problematiche dell'ambiente e del clima, la versione finale del PNRR prevede «la definizione entro la metà del 2022, a seguito della presentazione di un disegno di legge alle Camere,» di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l'approccio One-Health,

impegna il Governo

ad investire maggiori risorse nell'ambito della promozione della salute, incentivando corretti stili di vita, per prevenire l'insorgere di malattie e la loro conseguente cronicizzazione, e nell'ambito della prevenzione della salute, sia primaria che secondaria, intraprendendo azioni di riduzione dei fattori di rischio psicosociali e conseguentemente diminuire l'impatto che le patologie possono avere sulla vita dei cittadini.
9/3166/13D'Arrando.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera e), e comma 7-ter del provvedimento all'esame, relativo a interventi in materia di salute ed ambiente, di sicurezza delle strutture sanitarie e per un ecosistema innovativo della salute, prevede lo stanziamento di 51,49 milioni per il 2021, 128,09 milioni per il 2022, 150,88 milioni per il 2023, 120,56 milioni per il 2024, 46,54 milioni per il 2025 e 2,45 milioni per il 2026;
    riguardo agli interventi relativi ai profili sanitari connessi con le problematiche dell'ambiente e del clima, la versione finale del PNRR prevede «la definizione entro la metà del 2022, a seguito della presentazione di un disegno di legge alle Camere,» di un nuovo assetto istituzionale per la prevenzione in ambito sanitario, ambientale e climatico, in linea con l'approccio One-Health,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di investire maggiori risorse nell'ambito della promozione della salute, incentivando corretti stili di vita, per prevenire l'insorgere di malattie e la loro conseguente cronicizzazione, e nell'ambito della prevenzione della salute, sia primaria che secondaria, intraprendendo azioni di riduzione dei fattori di rischio psicosociali e conseguentemente diminuire l'impatto che le patologie possono avere sulla vita dei cittadini.
9/3166/13. (Testo modificato nel corso della seduta)  D'Arrando.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 1, del presente provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, finalizzato ad integrare con risorse nazionali per complessivi 30.622,46 milioni di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);
    il medesimo articolo, al comma 2, prevede la ripartizione delle risorse nazionali del predetto Piano nazionale per gli investimenti, individuando i programmi e gli interventi ricompresi nel Piano medesimo e stabilendo la ripartizione annuale delle risorse assegnate a ciascuno di essi;
    in particolare il medesimo comma 2, lettera e), stanzia complessivi 2.387,41 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 a favore del Ministero della salute per una serie di interventi e programmi complementari al PNRR;
    in ambito sanitario, la Missione 6 del PNRR si articola in due componenti, consistenti nel rafforzamento delle prestazioni della sanità territoriale e nello sviluppo di una più efficace integrazione tra tutti i servizi socio-sanitari, attraverso l'implementazione dei sistemi di telemedicina e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. La strategia delle misure incluse in questa componente dovrebbe consentire il rinnovamento e l'ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi;
    lo stesso Governo ha manifestato la propria attenzione sugli investimenti nella sanità digitale prevedendo ad esempio all'articolo 11, decreto-legge n. 34 del 2020, alcune misure urgenti proprio per lo sviluppo dei fascicoli sanitari elettronici, che rappresentano degli strumenti fondamentali sia per il diritto dei cittadini di tenere sotto controllo la propria storia clinica, sia per mettere a disposizione del Servizio sanitario nazionale un notevole insieme di dati e documenti digitali sanitari e socio-sanitari;
   considerato che:
    per consentire al personale sanitario o all'assistito la consultazione dei documenti del FSE relativi a eventi clinici che hanno avuto luogo in regioni o province autonome diverse da quella di residenza dell'assistito è stata predisposta l'Infrastruttura nazionale per l'interoperabilità dei FSE (INI). Tale infrastruttura, progettata dall'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) e realizzata presso il Ministero dell'economia e delle finanze, consente inoltre il trasferimento dei FSE in capo a regioni o province autonome diverse in caso di cambio di residenza dell'assistito;
    tuttavia, a fronte di tale contesto tecnologico e organizzativo sul FSE, si evidenziano ancora ampi squilibri e frammentazioni tra le diverse regioni, sia in termini di fruizione del servizio da parte dei cittadini, sia in termini di interoperabilità regionale nel trasferimento dei dati e documentazione riguardanti la propria storia clinica che richiederebbero un più efficace coordinamento a livello nazionale;
    seppur la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica rappresentino gli strumenti chiave per la modernizzazione e il miglioramento del Servizio sanitario nazionale, tuttavia la percentuale di cittadini che ad oggi hanno attivato il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) è ancora bassa rispetto al totale degli assistiti del Servizio sanitario nazionale, così come risulta ancora scarso il numero dei medici e degli operatori sanitari che lo utilizzano nell'esercizio della professione,

impegna il Governo:

   a) a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e della normativa dell'Unione europea, l'opportunità di migliorare l'interoperabilità tra le regioni, con particolare riferimento allo scambio di informazioni relative ai fascicoli sanitari elettronici;
   b) a promuovere delle attività di sensibilizzazione dei cittadini e di formazione del personale sanitario riguardo all'utilizzo del fascicolo sanitario elettronico.
9/3166/14Mammì.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 1, del presente provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, finalizzato ad integrare con risorse nazionali per complessivi 30.622,46 milioni di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR);
    il medesimo articolo, al comma 2, prevede la ripartizione delle risorse nazionali del predetto Piano nazionale per gli investimenti, individuando i programmi e gli interventi ricompresi nel Piano medesimo e stabilendo la ripartizione annuale delle risorse assegnate a ciascuno di essi;
    in particolare il medesimo comma 2, lettera e), stanzia complessivi 2.387,41 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 a favore del Ministero della salute per una serie di interventi e programmi complementari al PNRR;
    in ambito sanitario, la Missione 6 del PNRR si articola in due componenti, consistenti nel rafforzamento delle prestazioni della sanità territoriale e nello sviluppo di una più efficace integrazione tra tutti i servizi socio-sanitari, attraverso l'implementazione dei sistemi di telemedicina e digitalizzazione del servizio sanitario nazionale. La strategia delle misure incluse in questa componente dovrebbe consentire il rinnovamento e l'ammodernamento delle strutture tecnologiche e digitali esistenti, il completamento e la diffusione del Fascicolo sanitario elettronico (FSE), una migliore capacità di erogazione e monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza (LEA) attraverso più efficaci sistemi informativi;
    lo stesso Governo ha manifestato la propria attenzione sugli investimenti nella sanità digitale prevedendo ad esempio all'articolo 11, decreto-legge n. 34 del 2020, alcune misure urgenti proprio per lo sviluppo dei fascicoli sanitari elettronici, che rappresentano degli strumenti fondamentali sia per il diritto dei cittadini di tenere sotto controllo la propria storia clinica, sia per mettere a disposizione del Servizio sanitario nazionale un notevole insieme di dati e documenti digitali sanitari e socio-sanitari;
   considerato che:
    per consentire al personale sanitario o all'assistito la consultazione dei documenti del FSE relativi a eventi clinici che hanno avuto luogo in regioni o province autonome diverse da quella di residenza dell'assistito è stata predisposta l'Infrastruttura nazionale per l'interoperabilità dei FSE (INI). Tale infrastruttura, progettata dall'Agenzia per l'Italia Digitale (AgID) e realizzata presso il Ministero dell'economia e delle finanze, consente inoltre il trasferimento dei FSE in capo a regioni o province autonome diverse in caso di cambio di residenza dell'assistito;
    tuttavia, a fronte di tale contesto tecnologico e organizzativo sul FSE, si evidenziano ancora ampi squilibri e frammentazioni tra le diverse regioni, sia in termini di fruizione del servizio da parte dei cittadini, sia in termini di interoperabilità regionale nel trasferimento dei dati e documentazione riguardanti la propria storia clinica che richiederebbero un più efficace coordinamento a livello nazionale;
    seppur la digitalizzazione e l'innovazione tecnologica rappresentino gli strumenti chiave per la modernizzazione e il miglioramento del Servizio sanitario nazionale, tuttavia la percentuale di cittadini che ad oggi hanno attivato il Fascicolo sanitario elettronico (FSE) è ancora bassa rispetto al totale degli assistiti del Servizio sanitario nazionale, così come risulta ancora scarso il numero dei medici e degli operatori sanitari che lo utilizzano nell'esercizio della professione,

impegna il Governo:

   a) a valutare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica e della normativa dell'Unione europea, l'opportunità di migliorare l'interoperabilità tra le regioni, con particolare riferimento allo scambio di informazioni relative ai fascicoli sanitari elettronici;
   b) a promuovere, nel rispetto di compatibilità di finanza pubblica, delle attività di sensibilizzazione dei cittadini e di formazione del personale sanitario riguardo all'utilizzo del fascicolo sanitario elettronico.
9/3166/14. (Testo modificato nel corso della seduta)  Mammì.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2, lettera c), numero 12, del decreto-legge in esame destina 300 milioni di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, in favore della Strategia Nazionale Aree interne, con riferimento al programma per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade includendo la manutenzione straordinaria e situazioni di limitazione della circolazione;
    il decreto 1o aprile 2019 «Dispositivi stradali di sicurezza per i motociclisti (DSM)», del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è volto a tutelare i motociclisti disciplinando l'installazione sulla rete stradale nazionale di appositi Dispositivi salva motociclisti (DSM) che, per le loro specifiche tecniche, mirano a mitigare gli effetti dell'urto di un motociclista sul guardrail;
    le barriere continue in oggetto presentano dal lato del traffico una superficie continua sia in senso orizzontale che verticale per un'altezza di almeno 80 cm dal piano viabile;
    in particolare, il decreto ministeriale citato prevede l'obbligo di installare barriere salva-motociclisti su tutte le curve circolari caratterizzate da un raggio minore di 250 metri nei casi di interventi di nuova costruzione, di adeguamento di tratti stradali esistenti che comportano varianti di tracciato o anche di rinnovo delle barriere di sicurezza stradali su tratti significativi, oppure su strade esistenti non soggette ad interventi ma dove siano avvenuti nel triennio almeno cinque incidenti con morti o feriti, che abbiano visto il coinvolgimento di motoveicoli o ciclomotori;
    fonti di stampa riportano che da fine ottobre 2019 sussiste una collaborazione tra l'associazione MotorLab Idee in Movimento e il comune di San Lazzaro (BO), con l'obiettivo di aumentare la sicurezza stradale. Grazie alla sinergia tra pubblico e privato e alle donazioni di tanti cittadini e sostenitori nell'ambito del progetto «Adotta un DSM», avviato dall'associazione MotorLab, sei curve sul territorio di San Lazzaro e ulteriori 234 metri di strada sarebbero stati già messi in sicurezza, grazie all'installazione dei dispositivi salva-motociclisti sul territorio,

impegna il Governo

a valutare le opportune iniziative volte all'implementazione e all'istallazione sulle strade del territorio nazionale dei dispositivi di sicurezza per i motociclisti (DSM).
9/3166/15Rizzo.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame, oltre a implementare in termini di risorse economiche il Piano nazionale di ripresa e resilienza, mira a fornire risposte chiare alla necessita sistemica di mettere l'intero Paese nella condizione di dotarsi di una struttura necessaria alla programmazione e alla realizzazione dei progetti che verranno attuati a seguito dei trasferimenti dei fondi comunitari;
    in questa fase, e al fine di attuare in tempi certi i progetti del PNRR, appare evidente come la pubblica amministrazione, che giocherà un ruolo fondamentale all'interno della governance del piano, dovrà rispettare le scadenze temporali per la realizzazione delle linee di intervento e per farlo dovrà dotarsi di una struttura molto più efficiente di quella che ha caratterizzato il nostro Paese fino alla fase pre-pandemica ed anche durante l'emergenza sanitaria;
    quanto in premessa non solo servirà all'Italia per dare slancio alla ripresa in seguito alle conseguenze delle restrizioni che si sono rese necessarie per contenere il contagio da Coronavirus, ma servirà anche alla Commissione europea che dovrà valutare l'efficacia del PNRR, soprattutto per stabilire in che misura gli investimenti finanziati riusciranno a produrre un reale cambiamento ed un reale rilancio;
    l'obiettivo, dunque, è quello di non trasformare i fondi comunitari in spese improduttive, che collidono con gli obiettivi del Recovery Fund. Tra essi, relativamente al ruolo della pubblica amministrazione, se ne rilevano almeno due decisamente importanti: la digitalizzazione e la riforma della burocrazia verso un modello di amministrazione semplificata;
    in questi giorni particolare preoccupazione destano gli interventi che vedranno coinvolti in maniera diretta gli enti locali che, in molte realtà italiane, versano in una condizione di pre-dissesto o dissesto finanziario;
    un caso particolare riguarda la regione Sicilia dove, a lanciare il grido d'allarme nei giorni scorsi, è stata proprio la sezione regionale dell'Associazione nazionale dei comuni italiani. Secondo l'ANCI Sicilia, infatti, la mancata applicazione del federalismo fiscale e di interventi perequativi avrebbero penalizzato decine di comuni, non mettendoli in condizione di chiudere i bilanci e, di conseguenza, di garantire i servizi essenziali ai cittadini;
    tra le maggiori criticità segnalate dai sindaci siciliani, che nelle scorse settimane hanno chiesto l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri, professor Mario Draghi, vi è la riduzione dei trasferimenti regionali e nazionali, la difficoltà di gestione dei tributi locali, il ritardo dei pagamenti dei debiti commerciali e la forte carenza di figure professionali nei servizi finanziari, negli uffici tecnici e nei servizi sociali;
    con la situazione prospettata dall'ANCI Sicilia, e tenendo conto della necessità di utilizzare in maniera quanto più proficua possibile le risorse comunitarie che saranno erogate all'Italia già dai prossimi mesi, è motivo di preoccupazione che in regioni come appunto la Sicilia, la realizzazione dei progetti finanziati dal Recovery Fund potrebbe esporsi a rischi non indifferenti, di fatto allontanandosi dagli obiettivi del Piano stesso. Le difficoltà legate ai bilanci degli Enti, al personale impiegato ed alla piena funzionalità della macchina amministrativa dei comuni in situazioni di dissesto e pre-dissesto finanziario, potrebbero seriamente pregiudicare l'iter di attuazione dei progetti,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di aprire un tavolo di confronto con la regione Sicilia, l'ANCI Sicilia ed i rappresentanti degli enti locali, al fine di individuare delle possibili soluzioni che scongiurino il rischio di trasformare i fondi del Recovery Fund in spese improduttive per i comuni della regione e, soprattutto, di non raggiungere gli obiettivi che il PNRR ha previsto per rilanciare il Paese.
9/3166/16Cardinale.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell'economia, già approvato in prima lettura dal Senato, prevede all'articolo 2, comma 1-bis, lettera d), la destinazione di 30 milioni di euro per l'anno 2022, 35 milioni di euro per l'anno 2023 e 50 milioni di euro per l'anno 2024, per investimenti per il miglioramento della qualità dell'aria (in considerazione del perdurare del superamento dei valori limite relativi alle polveri sottili (PM10) e dei valori limite relativi al biossido di azoto (NO2), di cui alla procedura di infrazione n. 2015/2043, e della complessità dei processi di conseguimento degli obiettivi indicati dalla direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008); le risorse sono assegnate in coerenza con il riparto di cui al comma 14-ter dell'articolo 30 del decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 giugno 2019, n. 58;
    al riguardo si evidenzia che, l'ultima classifica dell'Agenzia europea dell'ambiente, ha definito «preoccupante» la qualità dell'aria di numerose aree del territorio nazionale, in particolare quelle ricomprese all'interno della pianura padana, dal momento che la concentrazione di polveri sottili supera i 25 microgrammi per un lungo periodo, partendo dalla soglia limite indicata dall'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) di 10 microgrammi di polveri pm 2,5 ogni metro cubo d'aria (con particolare attenzione alle città di Modena, Parma, Piacenza, Verona, Milano e Brescia);
    secondo uno studio effettuato da ISPRA nel 2018, la causa della formazione del particolato in pianura padana, risulta per il 34 per cento determinata dai trasporti delle merci e per il 20 per cento al riscaldamento (17 per cento a biomasse), per il 19 per cento da agrozootecnia,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di considerare le zone citate nella premessa, al fine di considerarle quale criterio prevalente per l'attribuzione delle somme relative agli investimenti per il miglioramento della qualità dell'aria, in considerazione del perdurare del superamento dei valori limite relativi alle polveri sottili (PM10) e dei valori limite relativi al biossido di azoto (NO2) di cui alla procedura di infrazione n. 2015/2043;
   a valutare altresì l'opportunità di stabilire, affinché l'erogazione dei fondi indicati ai sensi dell'articolo 2, comma 1-bis, lettera d), in precedenza richiamati, siano vincolati a piani di passaggio delle merci da gomma a ferro, ad arresto per il riscaldamento e teleriscaldamento a biomasse, alla progressiva riduzione dei capi animali allevati nelle zone indicate a cui destinare i previsti fondi.
9/3166/17Zanichelli.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto Rilancio) ha introdotto una detrazione pari al 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici (Superbonus);
    la detrazione può essere chiesta per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente sostenute dal 1o luglio 2020 al 30 giugno 2022 da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo e in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta nell'anno 2022;
    gli immobili delle case di riposo sono tra le strutture che necessitano maggiormente delle agevolazioni fiscali introdotte dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, ma le barriere d'accesso alla maxidetrazione hanno notevolmente rallentato l'inizio dei lavori di ristrutturazione;
   considerato che:
    l'articolo 33, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, ha allargato la platea dei beneficiari del Superbonus 110 per cento, semplificando i problemi burocratici legati alla richiesta per usufruire della detrazione e ricomprendendo le unità immobiliari che: a) svolgano attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali, e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscano alcun compenso o indennità di carica; b) siano in possesso di immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4, a titolo di proprietà, nuda proprietà, usufrutto o comodato d'uso gratuito, a condizione, in quest'ultimo caso, che il contratto sia regolarmente registrato in data certa anteriore alla data di entrata in vigore della presente disposizione;
    in sede di conversione del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, tutte le forze politiche hanno avvertito la necessità di prorogare i termini per usufruire del bonus 110 per cento;
    tale proroga è stata però circoscritta solo per determinati interventi immobiliari: per gli interventi effettuati dalle persone fisiche (al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche), entro il del 30 giugno 2022, nella misura di almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, il Superbonus 110 per cento spetta anche per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 (anziché fino al 30 giugno 2022); i condomini saranno agevolati con il Superbonus per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022, purché siano stati realizzati almeno il 60 per cento dei lavori entro il 30 giugno 2022; per le case popolari sono previste due differenti scadenze, a seconda della percentuale di lavori ultimati al 30 giugno 2023: se è stato realizzato meno del 60 per cento dei lavori, il Superbonus spetterà per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023; se sia stato ultimato più del 60 per cento dell'intervento complessivo, il Superbonus spetterà per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023;
    tra i destinatari delle proroghe risultano essere esclusi però gli interventi immobiliari ricompresi dall'articolo 33 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77,

impegna il Governo

a ricomprendere dal prossimo provvedimento utile, tra i destinatari delle proroghe per usufruire del bonus 110 per cento, gli interventi relativi alle unità immobiliari che: a) svolgono attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali, e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscano alcun compenso o indennità di carica; b) siano in possesso di immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4, a titolo di proprietà, nuda proprietà, usufrutto o comodato d'uso gratuito.
9/3166/18Comaroli.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020 (cosiddetto decreto Rilancio) ha introdotto una detrazione pari al 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici (Superbonus);
    la detrazione può essere chiesta per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente sostenute dal 1o luglio 2020 al 30 giugno 2022 da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo e in quattro quote annuali di pari importo per la parte di spesa sostenuta nell'anno 2022;
    gli immobili delle case di riposo sono tra le strutture che necessitano maggiormente delle agevolazioni fiscali introdotte dell'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, ma le barriere d'accesso alla maxidetrazione hanno notevolmente rallentato l'inizio dei lavori di ristrutturazione;
   considerato che:
    l'articolo 33, del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77, ha allargato la platea dei beneficiari del Superbonus 110 per cento, semplificando i problemi burocratici legati alla richiesta per usufruire della detrazione e ricomprendendo le unità immobiliari che: a) svolgano attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali, e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscano alcun compenso o indennità di carica; b) siano in possesso di immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4, a titolo di proprietà, nuda proprietà, usufrutto o comodato d'uso gratuito, a condizione, in quest'ultimo caso, che il contratto sia regolarmente registrato in data certa anteriore alla data di entrata in vigore della presente disposizione;
    in sede di conversione del decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, tutte le forze politiche hanno avvertito la necessità di prorogare i termini per usufruire del bonus 110 per cento;
    tale proroga è stata però circoscritta solo per determinati interventi immobiliari: per gli interventi effettuati dalle persone fisiche (al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arte o professione, con riferimento agli interventi su edifici composti da 2 a 4 unità immobiliari distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche), entro il del 30 giugno 2022, nella misura di almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, il Superbonus 110 per cento spetta anche per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022 (anziché fino al 30 giugno 2022); i condomini saranno agevolati con il Superbonus per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022, purché siano stati realizzati almeno il 60 per cento dei lavori entro il 30 giugno 2022; per le case popolari sono previste due differenti scadenze, a seconda della percentuale di lavori ultimati al 30 giugno 2023: se è stato realizzato meno del 60 per cento dei lavori, il Superbonus spetterà per le spese sostenute fino al 30 giugno 2023; se sia stato ultimato più del 60 per cento dell'intervento complessivo, il Superbonus spetterà per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023;
    tra i destinatari delle proroghe risultano essere esclusi però gli interventi immobiliari ricompresi dall'articolo 33 del decreto-legge 31 maggio 2021, n. 77,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, quantificandone le occorrenti risorse, di ricomprendere dal prossimo provvedimento utile, tra i destinatari delle proroghe per usufruire del bonus 110 per cento, gli interventi relativi alle unità immobiliari che: a) svolgono attività di prestazione di servizi socio-sanitari e assistenziali, e i cui membri del consiglio di amministrazione non percepiscano alcun compenso o indennità di carica; b) siano in possesso di immobili rientranti nelle categorie catastali B/1, B/2 e D/4, a titolo di proprietà, nuda proprietà, usufrutto o comodato d'uso gratuito.
9/3166/18. (Testo modificato nel corso della seduta)  Comaroli.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto in esame all'articolo 1, comma 2, lettera b), determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia) per complessivi 1.780 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze;
    la Commissione ambiente, con parere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza Doc. XXVII, n. 18, espresso in data 21 marzo 2021, ha chiesto nell'ambito della Missione 5, componente III «Interventi speciali di coesione territoriale», di valutare l'opportunità di incrementare le risorse assegnate alla linea progettuale 1 (strategia nazionale per le aree interne) e alla linea progettuale 2 (Interventi per le aree del terremoto), in particolare promuovendo l'avvio di un vero e proprio «cantiere Centro Italia» e di politiche di sostegno all'insieme delle aree terremotate, promuovendo un'azione complessiva di rigenerazione e di contrasto allo spopolamento e al declino sociale ed economico in corso, cui connettere un'incisiva iniziativa per rendere città e borghi delle aree del terremoto sicuri, accoglienti, attrezzati, connessi e sostenibili, anche con interventi specifici per una mobilità più efficiente e sostenibile, di recupero e riqualificazione energetica degli edifici, la realizzazione di servizi digitali, lo sviluppo di sistemi fotovoltaici, di un'illuminazione urbana ecocompatibile, di impianti e reti tecnologiche adeguate, di valorizzazione del territorio, in particolare delle risorse, forestali e boschive, con un finanziamento aggiuntivo di almeno 1 miliardo di euro,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, anche nell'ambito di eventuali rimodulazioni di spesa, di destinare risorse aggiuntive al finanziamento delle aree colpite dagli eventi sismici del 2009 (Abruzzo) e del 2016 (Centro-Italia).
9/3166/19Pezzopane, Morgoni, Morani, Verini, Braga.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame, decreto-legge n. 59 del 2021, a tema «Misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti», dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), prevedendo diverse misure che definiscono l'attuazione degli investimenti previsti dal suddetto Piano;
    in particolare, l'articolo 1, comma 2, lettera b), determina le risorse da destinare alle aree colpite da eventi sismici, mentre l'articolo 1, comma 2, lettera c), n. 12, si occupa della strategia nazionale Aree Interne, con la previsione di diversi interventi. Quest'ultimo punto è da considerarsi integrativo rispetto all'investimento previsto nel PNRR nell'ambito della Missione 5, Componente 3 «Interventi speciali di coesione territoriale» per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne;
    come noto, il tessuto socio-economico della regione Marche, già indebolito da un antico ritardo infrastrutturale e dalla mancanza di politiche attive ed efficaci di sostegno alle imprese, provato inoltre dal dramma di una stretta creditizia derivata da vicende bancarie a livello regionale, ha subito, oltre alla crisi pandemica, gli effetti devastanti dal sisma 2016. I fattori evidenziati, assieme alla composizione del tessuto economico, formato per lo più da piccole e medie imprese, non hanno consentito alla struttura economica regionale di reggere al violento impatto della crisi pandemica, tanto da presentare una caduta più rapida, in termini di indicatori economici – anche relativamente al prodotto pro capite – rispetto alle altre regioni;
    questo scenario si aggiunge a notizie già preoccupanti in sede di nuova programmazione pluriennale dei fondi strutturali europei, dove la Commissione, nello stabilire i nuovi criteri per la suddivisione delle regioni europee nelle tre categorie (in buono stato economico, in transizione e in stato economico negativo), sembra aver inserito la regione Marche nella categoria «in transizione» verso una condizione economica negativa;
    la regione presenta inoltre diverse aree di crisi industriale complessa, distribuite sull'intero territorio, quali Area di crisi della provincia di Pesaro Urbino, Area di crisi ex A. Merloni, Area di crisi del Piceno-Val Vibrata, area di Crisi Fermano-Maceratese, nonché aree in cui si stanno verificando gravissime crisi industriali, come l'Alta Vallesina;
    pertanto, in termini di interventi per la coesione sociale e al fine di incentivare la ripresa delle aree colpite dagli eventi sismici e delle aree interne, si ritiene fondamentale la possibilità di istituzione, anche nella regione Marche, dello strumento delle Zone economiche speciali, in territori così drammaticamente feriti e in difficoltà, al fine di dare un solido impulso all'economia locale ed all'occupazione, trattenendo l'imprenditoria locale, che sta ormai provvedendo, come molti recenti casi insegnano, a delocalizzare all'estero, e anzi di invertire la tendenza attraendo nuova imprenditorialità,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di permettere l'istituzione di ZES (Zone economiche speciali) nelle regioni meno sviluppate ed in transizione così come individuate dalla normativa europea, ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e delle aree colpite da gravi calamità naturali; tra le regioni che potranno avanzare tale richiesta viene ricompresa la regione Marche, in quanto regione in transizione, e che, oltre ad essere stata gravemente colpita dagli eventi sismici del 2016, presenta diverse aree di crisi industriale complessa distribuite sull'intero territorio.
9/3166/20Albano.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame, decreto-legge n. 59 del 2021, a tema «Misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti», dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), prevedendo diverse misure che definiscono l'attuazione degli investimenti previsti dal suddetto Piano;
    in particolare, l'articolo 1, comma 2, lettera b), determina le risorse da destinare alle aree colpite da eventi sismici, mentre l'articolo 1, comma 2, lettera c), n. 12, si occupa della strategia nazionale Aree Interne, con la previsione di diversi interventi. Quest'ultimo punto è da considerarsi integrativo rispetto all'investimento previsto nel PNRR nell'ambito della Missione 5, Componente 3 «Interventi speciali di coesione territoriale» per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne;
    come noto, il tessuto socio-economico della regione Marche, già indebolito da un antico ritardo infrastrutturale e dalla mancanza di politiche attive ed efficaci di sostegno alle imprese, provato inoltre dal dramma di una stretta creditizia derivata da vicende bancarie a livello regionale, ha subito, oltre alla crisi pandemica, gli effetti devastanti dal sisma 2016. I fattori evidenziati, assieme alla composizione del tessuto economico, formato per lo più da piccole e medie imprese, non hanno consentito alla struttura economica regionale di reggere al violento impatto della crisi pandemica, tanto da presentare una caduta più rapida, in termini di indicatori economici – anche relativamente al prodotto pro capite – rispetto alle altre regioni;
    questo scenario si aggiunge a notizie già preoccupanti in sede di nuova programmazione pluriennale dei fondi strutturali europei, dove la Commissione, nello stabilire i nuovi criteri per la suddivisione delle regioni europee nelle tre categorie (in buono stato economico, in transizione e in stato economico negativo), sembra aver inserito la regione Marche nella categoria «in transizione» verso una condizione economica negativa;
    la regione presenta inoltre diverse aree di crisi industriale complessa, distribuite sull'intero territorio, quali Area di crisi della provincia di Pesaro Urbino, Area di crisi ex A. Merloni, Area di crisi del Piceno-Val Vibrata, area di Crisi Fermano-Maceratese, nonché aree in cui si stanno verificando gravissime crisi industriali, come l'Alta Vallesina;
    pertanto, in termini di interventi per la coesione sociale e al fine di incentivare la ripresa delle aree colpite dagli eventi sismici e delle aree interne, si ritiene fondamentale la possibilità di istituzione, anche nella regione Marche, dello strumento delle Zone economiche speciali, in territori così drammaticamente feriti e in difficoltà, al fine di dare un solido impulso all'economia locale ed all'occupazione, trattenendo l'imprenditoria locale, che sta ormai provvedendo, come molti recenti casi insegnano, a delocalizzare all'estero, e anzi di invertire la tendenza attraendo nuova imprenditorialità,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di permettere l'istituzione di ZES (Zone economiche speciali) nelle regioni meno sviluppate ed in transizione così come individuate dalla normativa europea, ammissibili alle deroghe previste dall'articolo 107 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e delle aree colpite da gravi calamità naturali; tra le regioni che potranno avanzare tale richiesta si valuti la possibilità di ricomprendere la regione Marche, in quanto regione in transizione, e che, oltre ad essere stata gravemente colpita dagli eventi sismici del 2016, presenta diverse aree di crisi industriale complessa distribuite sull'intero territorio.
9/3166/20. (Testo modificato nel corso della seduta)  Albano.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 1, approva il Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    i commi da 2 a 2-decies provvedono a ripartire il Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse e il relativo profilo finanziario annuale. In particolare, sono previsti finanziamenti per interventi nei settori delle infrastrutture e dei trasporti e per la Strategia Nazionale Aree interne, con riferimento al programma per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade, nello specifico sono previsti l'estensione delle strade statali, provinciali e comunali qualora queste ultime rappresentino l'unica comunicazione esistente tra due o più comuni appartenenti all'area interna;
    le risorse impiegate per le regioni del Sud e stanziate risultano essere ancora insufficienti a garantire un adeguato sviluppo infrastrutturale e ad assicurare una connessione efficiente di tutto il territorio italiano, rendendo fluidi e veloci gli scambi commerciali e concorrendo a colmare lo storico divario con il Nord della Nazione;
    la provincia di Messina risulta oltremodo «dimenticata» dagli investimenti infrastrutturali, in modo particolare le coste tirrenica e nebroidea dove esiste ancora, la linea ferroviaria ad unico binario nella tratta Patti-Castelbuono, non esiste un aeroporto (i più vicini sono Palermo e Catania), né strade di collegamento veloci per ridurre i tempi di percorrenza;
    le ipotesi di sviluppo del territorio, soprattutto nebroideo, inserito nel perimetro Snai (area interna) sono esclusivamente in ambito turistico ed agroalimentare e qualsiasi investimento turistico da parte di privati risulterebbe vanificato dalla mancanza di collegamenti veloci con i porti ed aeroporti o con collegamenti veloci ferroviari,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di prevedere negli interventi di finanziamento:
    a) il completamento del doppio binario sulla tratta Messina-Palermo, ultimando nello specifico il segmento Patti-Castelbuono;
    b) il miglioramento della strada intervalliva di collegamento Nebrodi-Catania che parte da Ponte Naso e arriva a Randazzo (Catania) per collegarsi con l'asse viario veloce che arriva direttamente in aeroporto, riducendo i tempi di percorrenza.
9/3166/21Bucalo.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 1, approva il Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    le risorse impiegate per la messa in sicurezza degli edifici scolastici e la costruzione di strutture nuove risultano essere ancora insufficienti a garantire un adeguato ed efficiente piano di edilizia scolastica su tutto il territorio italiano,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, attraverso ulteriori iniziative normative, maggiori finanziamenti per la costruzione di nuovi edifici scolastici e la messa in sicurezza di quelli esistenti sull'intero territorio nazionale.
9/3166/22Frassinetti.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    le risorse nazionali degli interventi del Piano sono ripartite come riportato al comma 2 dell'articolo 1 che individua i programmi e gli interventi ricompresi nel Piano medesimo e stabilisce la ripartizione annuale delle risorse assegnate a ciascuno di essi;
    nello specifico, alla lettera c), sono assegnati complessivi 9.760 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili da destinare a programmi e progetti tra cui figurano, in particolar modo, al numero 3 il rafforzamento delle linee regionali;
    il rilancio del sistema economico italiano non può prescindere dal potenziamento degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, in particolar modo quelli necessari allo sviluppo della mobilità urbana;
    a tal proposito si evidenzia la necessità di investire sull'ammodernamento del sistema del trasporto pendolare, le cui modalità di organizzazione sono state profondamente modificate dall'insorgere della pandemia. Occorrerebbe rendere più efficace e capillare il predetto sistema, utilizzando le risorse stanziate attraverso il suddetto Piano nazionale per gli investimenti complementari,

impegna il Governo

a potenziare e ammodernare il sistema del trasporto pendolare, facendo leva su un sistema più efficace e capillare incrementando l'offerta attraverso le nuove tecnologie ed assicurando i collegamenti anche verso i piccoli centri abitati, che costituiscono un patrimonio di inestimabile ricchezza dell'intero territorio nazionale.
9/3166/23Lollobrigida, Foti, Ferro, Zucconi, Galantino, Rotelli, Silvestroni.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    le risorse nazionali degli interventi del Piano sono ripartite come riportato al comma 2 dell'articolo 1 che individua i programmi e gli interventi ricompresi nel Piano medesimo e stabilisce la ripartizione annuale delle risorse assegnate a ciascuno di essi;
    nello specifico, alla lettera c), sono assegnati complessivi 9.760 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026 al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili da destinare a programmi e progetti tra cui figurano, in particolar modo, al numero 3 il rafforzamento delle linee regionali;
    il rilancio del sistema economico italiano non può prescindere dal potenziamento degli investimenti pubblici e delle infrastrutture, in particolar modo quelli necessari allo sviluppo della mobilità urbana;
    a tal proposito si evidenzia la necessità di investire sull'ammodernamento del sistema del trasporto pendolare, le cui modalità di organizzazione sono state profondamente modificate dall'insorgere della pandemia. Occorrerebbe rendere più efficace e capillare il predetto sistema, utilizzando le risorse stanziate attraverso il suddetto Piano nazionale per gli investimenti complementari,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di potenziare e ammodernare il sistema del trasporto pendolare, facendo leva su un sistema più efficace e capillare incrementando l'offerta attraverso le nuove tecnologie ed assicurando i collegamenti anche verso i piccoli centri abitati, che costituiscono un patrimonio di inestimabile ricchezza dell'intero territorio nazionale.
9/3166/23. (Testo modificato nel corso della seduta)  Lollobrigida, Foti, Ferro, Zucconi, Galantino, Rotelli, Silvestroni.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    alcune associazioni di categoria del comparto edilizio hanno richiamato l'attenzione mediatica sull'aumento dei prezzi che sta interessando le materie prime utilizzate;
    un fenomeno di estremo rilievo, considerato che i rincari record dei materiali per le costruzioni stanno mettendo a rischio la prosecuzione dei cantieri in corso, già rallentati dal difficile reperimento di alcune tipologie di materiali, come i ponteggi in ferro, riducendo ulteriormente i margini delle imprese di appalti pubblici e privati, già limitati da una crisi decennale;
    il rincaro più evidente dei prezzi riguarda l'acciaio e il ferro, con un innalzamento record del 117 per cento del prezzo del tondo per cemento armato tra novembre 2020 e aprile 2021; in aggiunta, il prezzo del polietilene è salito del 48 per cento tra novembre 2020 e febbraio 2021; quello del rame del 17 per cento, mentre il petrolio e i suoi derivati fanno registrare un incremento del 34 per cento, nello stesso periodo di riferimento; infine, incrementi di prezzi si sono verificati anche in relazione ai prodotti legati all'impiantistica e ai serramenti;
    l'ultimo rapporto dell'Ocse ha correlato questo fenomeno all'improvviso incremento della domanda del settore delle costruzioni in Cina; nei primi mesi della pandemia i valori dei prezzi delle materie prime sono crollati del 20-30 per cento e la Cina, essendo ripartita per prima dopo l'esplosione della pandemia, è stata anche la prima a fare scorte e da ciò sarebbe derivato un effetto al rialzo sul prezzo di tutta la filiera dell'acciaio, a livello mondiale, in quanto la Cina rappresenta oltre il 50 per cento della produzione e del consumo mondiale di tale materiale;
    a ciò si aggiungono gli effetti della pandemia, che ha comportato scarsità di offerta per le continue chiusure industriali e commerciali e, al contempo, i primi segnali della ripresa che ha consentito un aumento della domanda molto evidente;
    i fenomeni di rialzo dei prezzi hanno coinvolto anche i mercati internazionali e non sono determinati, almeno in via principale, da dinamiche interne al mercato italiano; non a caso, anche Francia, Germania e Regno Unito stanno assistendo a tali rincari;
    di diverso avviso è il Cresme, secondo il quale alle dinamiche internazionali si aggiungono, invece, anche fattori legati al mercato interno, come la forte domanda per materiali e prodotti per l'edilizia e per gli impianti collegati, come quelli termoidraulici; a questa forte domanda contribuiscono in misura rilevante gli incentivi fiscali per l'edilizia, fra cui il bonus facciate e il superbonus;
    sempre secondo quanto analizzato dal Cresme, «Tutte le linee di prodotto hanno mostrato incrementi importanti, con una ripresa ancora più marcata per le soluzioni dedicate alla manutenzione e al ripristino delle facciate esterne. Il contesto appare oggi molto favorevole, grazie soprattutto al pacchetto di agevolazioni fiscali per la riqualificazione edilizia che sta svolgendo un ruolo trainante. Bene tutti i canali di vendita. Continua la performance brillante del canale diretto di vendita b2c, ed aumenta il contributo dell’e-commerce; prosegue la tendenza di crescita per i prodotti smart e connessi; ancora positiva la performance del settore macchine, persino nel confronto con lo stesso periodo del 2019. Al livello geografico, la crescita è generalizzata. In questa fase, tuttavia, emergono difficoltà legate all'aumento dei prezzi delle materie prime e alla poca disponibilità delle stesse, con conseguente rallentamento nei tempi di approvvigionamento in cantiere»;
    le associazioni di categoria del settore metallurgico hanno recentemente fatto luce sulla strategicità del rottame come vera materia prima alla base della manifattura italiana, sostenendo che è alla scarsità di quest'ultimo, e alla conseguente impennata dei prezzi, che molte imprese stanno guardando con preoccupazione in queste settimane. Il rottame ferroso è alla base del ciclo produttivo dell'acciaio da forno elettrico, vale a dire la maggioranza dell'acciaio italiano, visto che l'unico ciclo integrale attivo in Italia, quello di Taranto, oggi contribuisce a sole 4 milioni di tonnellate sulle 24 di output nazionale. Ma di rottame vivono, sempre più, anche gli impianti siderurgici turchi, russi, ucraini, cinesi, e così, mentre la Cina produce il 60 per cento dell'acciaio mondiale, buona parte del rottame europeo, una vera e propria ricchezza, finisce altrove e viene esportato invece di essere valorizzato: l'Europa esporta 17 milioni di tonnellate di rottame ferroso, materiale da riciclo fondamentale e l'Italia, grande importatore, esporta comunque circa 400 mila tonnellate di rottame, un patrimonio che andrebbe tesaurizzato. Alcuni Paesi come Russia, Ucraina, Egitto, India e Vietnam hanno imposto dazi all’export di rottame, altri lo hanno addirittura vietato, soluzioni non percorribili in Europa ma che fanno riflettere sulla necessità di approntare politiche idonee a modulare il trend dell’export per meglio gestire i periodi di picco del costo dell'acciaio;
    anche il Presidente della Fiec (Federazione europea dei costruttori), Thomas Bauer, ha sollecitato la Commissione europea ad adottare delle opportune iniziative, in primis per sollecitare gli Stati membri dell'Unione europea ad implementare i meccanismi di revisione dei prezzi per i contratti in corso; in secondo luogo, per adottare una raccomandazione che solleciti l'adeguamento dei termini di fine lavoro, o un documento guida indirizzato ai Paesi membri per calmierare queste dinamiche;
    infatti, il fenomeno dell'incremento dei prezzi delle materie prime potrebbe causare ritardi o blocchi nell'attuazione dei progetti legati al Recovery Fund;
    l'introduzione della misura di incentivazione del Superbonus 110 per cento è stata più volte messa in correlazione con recenti dati economici e occupazionali incoraggianti per il settore, tanto da richiederne la proroga al 2023 da parte del mondo imprenditoriale e associazionistico di categoria;
    il predetto aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali propri del comparto edilizio è al momento avvertito quale possibile elemento di disinnesco del potenziale espansivo del Superbonus 110 per cento sull'economia;
    in relazione all'aumento dei prezzi delle materie prime impiegate nel comparto edilizio, ai sensi del comma 27-ter dell'articolo 216 del decreto legislativo n. 50 del 2016, ai contratti di lavori affidati prima dell'entrata in vigore del medesimo decreto e in corso di esecuzione continua ad applicarsi l'articolo 133 del soppresso decreto legislativo n. 163 del 2016;
    in attuazione del citato articolo il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile rileva con proprio decreto le variazioni percentuali annuali dei singoli prezzi dei materiali da costruzione più significativi relativamente ai contratti di lavori affidati, prima dell'entrata in vigore dell'attuale codice dei contratti e in corso di esecuzione;
    il Ministero si avvale della Commissione consultiva centrale per il rilevamento del costo dei materiali da costruzione, la quale, sulla base dell'attività istruttoria effettuata dalla competente Direzione generale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha il compito di esprimere un parere in ordine alla sussistenza delle circostanze eccezionali che hanno causato le variazioni di prezzo dei materiali da costruzione più significative;
    per i contratti relativi al nuovo codice, il comma 1 dell'articolo 106 del medesimo codice, prevede, in linea generale, che le modifiche e le varianti dei contratti di appalto in corso di validità devono essere autorizzate dal Rup;
    in caso di variazioni in aumento o in diminuzione dei prezzi, le stesse possono essere valutate solo per l'eccedenza rispetto al 10 per cento rispetto al prezzo originario e comunque in misura pari alla metà;
    la possibilità di aggiornamento dei prezzi, dunque, è rimessa agli accordi tra le parti, ferma restando l'impossibilità di modificare la natura generale del contratto;
    con riferimento ai prezzari l'articolo 23, comma 16, del citato decreto legislativo n. 50 del 2016 prevede che, per i contratti relativi a lavori, il costo dei prodotti, delle attrezzature e delle lavorazioni è determinato sulla base dei prezzari regionali aggiornati annualmente. Tali prezzari cessano di avere validità il 31 dicembre di ogni anno e possono essere transitoriamente utilizzati fino al 30 giugno dell'anno successivo, per i progetti a base di gara la cui approvazione sia intervenuta entro tale data. In caso di inadempienza da parte delle regioni, i prezzari sono aggiornati, entro i successivi trenta giorni, dalle competenti articolazioni territoriali del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, sentite le regioni interessate,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di adottare un meccanismo di compensazione urgente e straordinario delle maggiori spese sostenute dalle imprese per i lavori eseguiti nell'anno 2021, attraverso il quale mitigare l'incremento superiore all'8 per cento dei prezzi medi delle materie prime nel settore edile;
   a valutare l'opportunità di prevedere appositi stanziamenti da erogare alle stazioni appaltanti per compensare le aziende delle maggiori spese sostenute per l'acquisizione delle materie prime;
   a valutare politiche mirate a tesaurizzare il patrimonio rappresentato dal rottame ferroso, per arginare le bolle speculative nei periodi di limitata disponibilità della materia prima sui mercati e di conseguente picco dei costi.
9/3166/24Prisco.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    vengono ripartite le risorse del Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    nello specifico, l'articolo 1, comma 2, lettera c), n. 12, destina 300 milioni di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, in favore della Strategia nazionale aree interne, con riferimento al programma per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade. La disposizione punta al miglioramento e alla sicurezza della mobilità e dell'accessibilità della rete stradale, potenziando l'accessibilità delle aree interne;
    da qualche anno risulta operativa l'autostrada Pedemontana che ha velocizzato i collegamenti del nord Lombardia, pur nell'evidente incompiutezza dell'opera. Da tempo si parla della realizzazione del secondo lotto della tangenziale di Como, inizialmente previsto e poi «dimenticato» per marchiani errori progettuali;
    il secondo lotto risulta strategico in quanto collegherebbe in modo organico la A9 alla zona sud est di Como; in passato numerose sono state le promesse legate alla realizzazione dell'opera e alla sua gratuità; il territorio, le aziende, gli automobilisti necessitano di velocizzare i collegamenti che risultano lenti a causa dell'insufficienza della rete viaria ordinaria; essendo opera di interesse strategico, gli interroganti avevano già in passato sollecitato il Governo nazionale a un importante intervento economico,

impegna il Governo

a stanziare risorse nazionali complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza da destinare al secondo lotto della tangenziale di Como (autostrada Pedemontana).
9/3166/25Butti.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    vengono ripartite le risorse del Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    nello specifico, l'articolo 1, comma 2, lettera c), n. 12, destina 300 milioni di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, in favore della Strategia nazionale aree interne, con riferimento al programma per il miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade. La disposizione punta al miglioramento e alla sicurezza della mobilità e dell'accessibilità della rete stradale, potenziando l'accessibilità delle aree interne;
    da qualche anno risulta operativa l'autostrada Pedemontana che ha velocizzato i collegamenti del nord Lombardia, pur nell'evidente incompiutezza dell'opera. Da tempo si parla della realizzazione del secondo lotto della tangenziale di Como, inizialmente previsto e poi «dimenticato» per marchiani errori progettuali;
    il secondo lotto risulta strategico in quanto collegherebbe in modo organico la A9 alla zona sud est di Como; in passato numerose sono state le promesse legate alla realizzazione dell'opera e alla sua gratuità; il territorio, le aziende, gli automobilisti necessitano di velocizzare i collegamenti che risultano lenti a causa dell'insufficienza della rete viaria ordinaria; essendo opera di interesse strategico, gli interroganti avevano già in passato sollecitato il Governo nazionale a un importante intervento economico,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare risorse nazionali complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza da destinare al secondo lotto della tangenziale di Como (autostrada Pedemontana).
9/3166/25. (Testo modificato nel corso della seduta)  Butti.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del PNRR, per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    tra le Strategie di una nuova stagione della mobilità, presentate e ufficializzate dal ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, per il settore del trasporto aereo, il riferimento strategico è stato individuato nel Piano strategico degli aeroporti, in coerenza con la strategia del Cielo Unico Europeo e tra le linee d'azione all'interno della strategia «Integrazione modale e intermodalità» sono previste accessibilità ai nodi e interconnessione tra le reti; riequilibrio della domanda verso modalità di trasporto sostenibili, e promozione dell'intermodalità;
    il prolungamento della linea A della metropolitana di Roma all'aeroporto di Ciampino e la conversione della linea ferroviaria regionale FL4 nella tratta Albano Laziale-Ciampino in metropolitana leggera è un progetto conseguenziale alla valorizzazione del patrimonio esistente che il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili prevede nelle priorità assegnata agli obiettivi di sicurezza, qualità ed efficientamento delle infrastrutture, assicurando continuità ai programmi di manutenzione e promuove l'utilizzo di tecnologie e sistemi innovativi per ottenere – in tempi brevi e a costi contenuti rispetto agli investimenti infrastrutturali – incrementi di capacità, velocizzazione di collegamenti esistenti, maggiore sicurezza sulle reti di trasporto e creazione di nuovi servizi per una migliore esperienza di viaggio;
    a seguito degli ordini del giorno n. 9/02305/057 e n. 9/01334-AR/234, entrambi accolti dal Governo, nonché in relazione all'interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-02760, si ritiene necessario considerare come opera primaria il potenziamento e la conversione della linea ferroviaria FL4 con il raccordo della linea A della metropolitana di Roma, presso l'aeroporto di Ciampino nell'ambito del programma Next Generation EU;
    la città metropolitana di Roma Capitale necessita di una mobilità capace di fronteggiare le sfide pandemiche e il distanziamento fisico necessario a contrastarle, nonché capace di assorbire con moderne ed efficaci linee metropolitane, sia il flusso turistico che quello pendolare, e di convertire le attuali linee ferroviarie regionali in metropolitane leggere, in modo particolare quelle a sud della Capitale denominate FL4, che servono un bacino di utenza di mezzo milione di abitanti,

impegna il Governo

a predisporre gli interventi infrastrutturali necessari per il prolungamento della metropolitana «linea A» da Anagnina a Ciampino Aeroporto, nonché le relative opere di nodo di scambio dei capolinea e l'adeguamento della stazione di Ciampino, nell'ambito delle opere infrastrutturali finanziate e finanziabili mediante le risorse del PNRR e del relativo Fondo complementare di cui al decreto-legge oggetto della presente legge di conversione.
9/3166/26Silvestroni.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del PNRR, per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    tra le Strategie di una nuova stagione della mobilità, presentate e ufficializzate dal ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile, per il settore del trasporto aereo, il riferimento strategico è stato individuato nel Piano strategico degli aeroporti, in coerenza con la strategia del Cielo Unico Europeo e tra le linee d'azione all'interno della strategia «Integrazione modale e intermodalità» sono previste accessibilità ai nodi e interconnessione tra le reti; riequilibrio della domanda verso modalità di trasporto sostenibili, e promozione dell'intermodalità;
    il prolungamento della linea A della metropolitana di Roma all'aeroporto di Ciampino e la conversione della linea ferroviaria regionale FL4 nella tratta Albano Laziale-Ciampino in metropolitana leggera è un progetto conseguenziale alla valorizzazione del patrimonio esistente che il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili prevede nelle priorità assegnata agli obiettivi di sicurezza, qualità ed efficientamento delle infrastrutture, assicurando continuità ai programmi di manutenzione e promuove l'utilizzo di tecnologie e sistemi innovativi per ottenere – in tempi brevi e a costi contenuti rispetto agli investimenti infrastrutturali – incrementi di capacità, velocizzazione di collegamenti esistenti, maggiore sicurezza sulle reti di trasporto e creazione di nuovi servizi per una migliore esperienza di viaggio;
    a seguito degli ordini del giorno n. 9/02305/057 e n. 9/01334-AR/234, entrambi accolti dal Governo, nonché in relazione all'interrogazione a risposta immediata in Commissione n. 5-02760, si ritiene necessario considerare come opera primaria il potenziamento e la conversione della linea ferroviaria FL4 con il raccordo della linea A della metropolitana di Roma, presso l'aeroporto di Ciampino nell'ambito del programma Next Generation EU;
    la città metropolitana di Roma Capitale necessita di una mobilità capace di fronteggiare le sfide pandemiche e il distanziamento fisico necessario a contrastarle, nonché capace di assorbire con moderne ed efficaci linee metropolitane, sia il flusso turistico che quello pendolare, e di convertire le attuali linee ferroviarie regionali in metropolitane leggere, in modo particolare quelle a sud della Capitale denominate FL4, che servono un bacino di utenza di mezzo milione di abitanti,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di predisporre gli interventi infrastrutturali necessari per il prolungamento della metropolitana «linea A» da Anagnina a Ciampino Aeroporto, nonché le relative opere di nodo di scambio dei capolinea e l'adeguamento della stazione di Ciampino, nell'ambito delle opere infrastrutturali finanziate e finanziabili mediante risorse da reperire con un nuovo veicolo legislativo.
9/3166/26. (Testo modificato nel corso della seduta)  Silvestroni.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    il provvedimento è stato approvato dal Senato, in prima lettura, il 17 giugno 2021, con l'introduzione di varie modifiche al testo;
    nei sette articoli di cui il testo è composto sono riportati importanti interventi dal punto di vista strategico e di investimenti nel settore dei trasporti e dell'ambiente ma come è emerso nessuno di questi, a differenza di altre regioni o province italiane, è dedicato a servizi nella regione Sardegna;
    in particolare, non sono citati progetti riguardanti la transizione ecologica, la logistica, i trasporti e l'energia da realizzare nell'area della città metropolitana di Cagliari e opportunamente presentati all'attenzione del Governo;
    l'economia delle isole è spesso in gran parte basata sul turismo e sulle attività ad esso correlate e questo, come si può intuire, dal punto di vista energetico si traduce in una domanda di energia concentrata in particolari periodi dell'anno. Questa caratteristica, unita all'insularità stessa e alle specifiche condizioni geografiche e climatiche, porta le isole a dover affrontare delle sfide energetiche di non sempre facile soluzione;
    il Green Deal europeo, che mira a rendere l'Europa climaticamente neutra e proteggere il nostro habitat naturale, ha riconosciuto la necessità di accelerare la transizione verso l'impiego totale di fonti di energia pulita in tutte le isole dell'Unione Europea e nelle regioni più remote. La FCH JU (Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking), visto il successo legato all'esperienza delle Hydrogen Valleys, intende ora dimostrare le potenzialità dell'idrogeno e delle tecnologie a esso associate per le isole, in termini di decarbonizzazione, crescita economica e creazione di nuovi posti di lavoro;
    le schede presentate dalla città metropolitana di Cagliari prevedono iniziative sull'uso dell'idrogeno nei settori energetico, dei trasporti e dell'industria con la realizzazione di un laboratorio e di una centrale nell'area industriale di Macchiareddu;
    l'area industriale di Macchiareddu è candidata a diventare la prima « Green Valley italiana» grazie anche alle iniziative tra le eccellenze locali nello scenario locale industriale, energetico, della ricerca e istituzioni;
    sono state inoltre presentate le schede sulla mobilità sostenibile (60 milioni di euro) per i comuni di Elmas, Pula, Assemini, Decimo e gli altri comuni sul completamento della rete della metropolitana leggera (700 milioni di euro) ed estenderla fino a Pula e Villa San Pietro;
    progetti concreti, nell'indirizzo previsto nel PNRR e nel decreto oggetto dell'ordine del giorno,

impegna il Governo

a valutare e sostenere le iniziative contenute nelle schede progettuali presentati dalla città metropolitana di Cagliari, in particolare quelle legate alla transizione ecologica e alla mobilità sostenibile, ad esempio la centrale per la produzione di idrogeno e il completamento della rete di metropolitana leggera.
9/3166/27Deidda.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    il provvedimento è stato approvato dal Senato, in prima lettura, il 17 giugno 2021, con l'introduzione di varie modifiche al testo;
    nei sette articoli di cui il testo è composto sono riportati importanti interventi dal punto di vista strategico e di investimenti nel settore dei trasporti e dell'ambiente ma come è emerso nessuno di questi, a differenza di altre regioni o province italiane, è dedicato a servizi nella regione Sardegna;
    in particolare, non sono citati progetti riguardanti la transizione ecologica, la logistica, i trasporti e l'energia da realizzare nell'area della città metropolitana di Cagliari e opportunamente presentati all'attenzione del Governo;
    l'economia delle isole è spesso in gran parte basata sul turismo e sulle attività ad esso correlate e questo, come si può intuire, dal punto di vista energetico si traduce in una domanda di energia concentrata in particolari periodi dell'anno. Questa caratteristica, unita all'insularità stessa e alle specifiche condizioni geografiche e climatiche, porta le isole a dover affrontare delle sfide energetiche di non sempre facile soluzione;
    il Green Deal europeo, che mira a rendere l'Europa climaticamente neutra e proteggere il nostro habitat naturale, ha riconosciuto la necessità di accelerare la transizione verso l'impiego totale di fonti di energia pulita in tutte le isole dell'Unione Europea e nelle regioni più remote. La FCH JU (Fuel Cell and Hydrogen Joint Undertaking), visto il successo legato all'esperienza delle Hydrogen Valleys, intende ora dimostrare le potenzialità dell'idrogeno e delle tecnologie a esso associate per le isole, in termini di decarbonizzazione, crescita economica e creazione di nuovi posti di lavoro;
    le schede presentate dalla città metropolitana di Cagliari prevedono iniziative sull'uso dell'idrogeno nei settori energetico, dei trasporti e dell'industria con la realizzazione di un laboratorio e di una centrale nell'area industriale di Macchiareddu;
    l'area industriale di Macchiareddu è candidata a diventare la prima « Green Valley italiana» grazie anche alle iniziative tra le eccellenze locali nello scenario locale industriale, energetico, della ricerca e istituzioni;
    sono state inoltre presentate le schede sulla mobilità sostenibile (60 milioni di euro) per i comuni di Elmas, Pula, Assemini, Decimo e gli altri comuni sul completamento della rete della metropolitana leggera (700 milioni di euro) ed estenderla fino a Pula e Villa San Pietro;
    progetti concreti, nell'indirizzo previsto nel PNRR e nel decreto oggetto dell'ordine del giorno,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di valutare e sostenere le iniziative contenute nelle schede progettuali presentati dalla città metropolitana di Cagliari, in particolare quelle legate alla transizione ecologica e alla mobilità sostenibile, ad esempio la centrale per la produzione di idrogeno e il completamento della rete di metropolitana leggera.
9/3166/27. (Testo modificato nel corso della seduta)  Deidda.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    nello specifico vengono ripartite le risorse del Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si disciplinano, inoltre, le modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    gli asili nido hanno un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini, favoriscono l'inclusione riducendo le disuguaglianze legate al contesto sociale, economico e culturale di origine, influiscono positivamente sullo sviluppo cognitivo dei bambini incrementandone la capacità di apprendimento;
    inoltre, la presenza dei servizi legati alla prima infanzia sul territorio consente ai genitori di conciliare la vita lavorativa con quella familiare;
    per questi motivi dovrebbe essere garantita un'offerta adeguata sul territorio nazionale di strutture dedicate ai servizi educativi per la prima infanzia, valutando la possibilità di stanziare a tale scopo presso il Dipartimento per le politiche della famiglia, risorse adeguate, di predisporre programmi volti a potenziare la rete nazionale degli asili nido e di incrementare i servizi per la prima infanzia ad essa correlati,

impegna il Governo

a prevedere il potenziamento della rete nazionale degli asili nido e l'incremento dei servizi per la prima infanzia ad essa correlati.
9/3166/28Galantino, Ferro.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    nello specifico vengono ripartite le risorse del Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si disciplinano, inoltre, le modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    gli asili nido hanno un ruolo fondamentale nella crescita dei bambini, favoriscono l'inclusione riducendo le disuguaglianze legate al contesto sociale, economico e culturale di origine, influiscono positivamente sullo sviluppo cognitivo dei bambini incrementandone la capacità di apprendimento;
    inoltre, la presenza dei servizi legati alla prima infanzia sul territorio consente ai genitori di conciliare la vita lavorativa con quella familiare;
    per questi motivi dovrebbe essere garantita un'offerta adeguata sul territorio nazionale di strutture dedicate ai servizi educativi per la prima infanzia, valutando la possibilità di stanziare a tale scopo presso il Dipartimento per le politiche della famiglia, risorse adeguate, di predisporre programmi volti a potenziare la rete nazionale degli asili nido e di incrementare i servizi per la prima infanzia ad essa correlati,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere il potenziamento della rete nazionale degli asili nido e l'incremento dei servizi per la prima infanzia ad essa correlati.
9/3166/28. (Testo modificato nel corso della seduta)  Galantino, Ferro.


   La Camera,
   premesso che:
    all'articolo 1 del provvedimento in esame si apportano modifiche all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, in materia di detrazione pari al 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica e di misure antisismiche sugli edifici ovvero il cosiddetto « Superbonus»;
    secondo quanto si evince dalla normativa in materia e dalle circolari dell'Agenzia delle entrate che hanno introdotto relativi chiarimenti di carattere interpretativo nonché da note di stampa specializzata, a seguito dell'introduzione della predetta misura sono sorte, di fatto, alcune problematiche per soggetti interessati all'esecuzione di interventi di rimozione delle cosiddette «barriere architettoniche» in favore di persone con disabilità;
    l'articolo 119 del citato decreto introduce una detrazione pari al 110 per cento delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica (anche attraverso interventi di demolizione e ricostruzione) e di misure antisismiche sugli edifici (anche per la realizzazione di sistemi di monitoraggio strutturale continuo a fini antisismici) e individua le tipologie e i requisiti tecnici degli interventi oggetto di beneficio, l'ambito soggettivo di applicazione dell'agevolazione nonché gli adempimenti da porre in essere ai fini della spettanza della stessa;
    ai predetti interventi, cosiddetti «trainanti», secondo la normativa vigente possono usufruire del Superbonus anche una serie di interventi cosiddetti «trainati» (ma solo se eseguiti congiuntamente ad almeno uno di quelli trainanti) e cioè quelli per efficientamento energetico (ecobonus), nei limiti di spesa previsti dalla legislazione vigente per ciascun intervento, nonché (norma introdotta alla legge di bilancio 2021) quelli finalizzati alla eliminazione delle barriere architettoniche, aventi ad oggetto ascensori e montacarichi, alla realizzazione di ogni strumento che, attraverso la comunicazione, la robotica e ogni altro mezzo di tecnologia più avanzata, sia adatto a favorire la mobilità interna ed esterna all'abitazione per le persone portatrici di handicap in situazione di gravità, anche ove effettuati in favore di persone di età superiore a sessantacinque anni, per l'installazione delle colonnine di ricarica dei veicoli elettrici, per l'installazione di impianti solari fotovoltaici anche su strutture pertinenziali agli edifici;
    appare evidente che, benché la ratio della normativa in oggetto sia condivisibile poiché persegue gli obiettivi delle politiche di efficientamento energetico, essa risulta indirettamente penalizzante per talune persone con disabilità poiché per usufruire del Superbonus 110 per cento per interventi di rimozione delle barriere architettoniche devono necessariamente attuare interventi cosiddetti «trainanti»,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare provvedimenti normativi di propria competenza volti a destinare risorse che favoriscano la rimozione delle barriere architettoniche per le persone con disabilità disponendo, in particolare, anche la modifica della normativa citata in premessa e prevedendo incentivi e detrazioni fiscali esclusivamente destinati a interventi in tal senso e non subordinati all'esecuzione di altre tipologie di intervento così come disposto per la fruizione dell'attuale Superbonus 110 per cento.
9/3166/29Gemmato, Bellucci, Ferro, Galantino, Zucconi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    le norme approvano il Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026. Le risorse nazionali degli interventi del Piano sono ripartite per il raggiungimento di numerosi obiettivi;
    per quanto riguarda il settore primario è attribuita al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali una dotazione pari a 1.203.300 euro;
    il provvedimento è strettamente connesso con le misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentato all'Unione europea il 30 aprile 2021. In tale atto, relativamente ai Parchi Agrisolari – M2-C1-II.2.2 – è previsto lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro, da erogarsi nel quinquennio 2021-2026;
    a questo riguardo si ritiene che un nuovo sviluppo del fotovoltaico in agricoltura, con l'integrazione di reddito che ne deriva, potrà essere lo strumento con cui le aziende agricole potranno mantenere o migliorare la produttività e la sostenibilità delle produzioni e la gestione del suolo, riportando, ove ne ricorrano le condizioni, ad attività agro pastorale anche terreni marginali. Potrà inoltre essere un'occasione di valorizzazione energetica dei terreni abbandonati, marginali o non idonei alla produzione agricola che, in assenza di specifici interventi, sono destinati al totale abbandono;
    conseguentemente l'ulteriore sviluppo del fotovoltaico realizzato su superfici diverse dalle coperture dovrà essere accompagnato da una corretta pianificazione a livello territoriale e regionale. Questa pianificazione, che deve preservare il proseguimento delle attività agricole, anche in ottica di promozione del turismo e della tutela della biodiversità, potrà definire le regole per l'utilizzo del suolo a soli scopi energetici di aree agricole abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione;
    l'agro-fotovoltaico, per evitare ulteriore consumo di suolo agricolo, deve essere sviluppato prioritariamente nelle aree marginali agricole, o a rischio di abbandono, a causa di scarsa redditività. Potrebbe rappresentare una occasione di sviluppo e integrazione dell'attività agricola con l'attività energetica anche nelle aree produttive, tenendo conto delle caratteristiche del territorio, sociali, industriali, urbanistiche, paesaggistiche e morfologiche, con particolare riferimento all'assetto idrogeologico ed alle vigenti pianificazioni,

impegna il Governo

in attuazione delle iniziative per lo sviluppo di impianti agro-fotovoltaici, ad adottare misure volte a garantire l'efficacia e l'efficienza delle scelte effettuate utilizzando le « best practices» in uso a livello internazionale quindi in grado di far operare in forma sinergica le forme dette di produzione di energia con le attività agricola, senza inficiarne qualità e produttività, adottando ulteriori misure premiali nei casi in cui vengano rimesse in produzione aree considerate marginali o comunque a basso reddito o a scarsa vocazione agricola.
9/3166/30Bond.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    le norme approvano il Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026. Le risorse nazionali degli interventi del Piano sono ripartite per il raggiungimento di numerosi obiettivi;
    per quanto riguarda il settore primario è attribuita al Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali una dotazione pari a 1.203.300 euro;
    il provvedimento è strettamente connesso con le misure previste nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) presentato all'Unione europea il 30 aprile 2021. In tale atto, relativamente ai Parchi Agrisolari – M2-C1-II.2.2 – è previsto lo stanziamento di 1,5 miliardi di euro, da erogarsi nel quinquennio 2021-2026;
    a questo riguardo si ritiene che un nuovo sviluppo del fotovoltaico in agricoltura, con l'integrazione di reddito che ne deriva, potrà essere lo strumento con cui le aziende agricole potranno mantenere o migliorare la produttività e la sostenibilità delle produzioni e la gestione del suolo, riportando, ove ne ricorrano le condizioni, ad attività agro pastorale anche terreni marginali. Potrà inoltre essere un'occasione di valorizzazione energetica dei terreni abbandonati, marginali o non idonei alla produzione agricola che, in assenza di specifici interventi, sono destinati al totale abbandono;
    conseguentemente l'ulteriore sviluppo del fotovoltaico realizzato su superfici diverse dalle coperture dovrà essere accompagnato da una corretta pianificazione a livello territoriale e regionale. Questa pianificazione, che deve preservare il proseguimento delle attività agricole, anche in ottica di promozione del turismo e della tutela della biodiversità, potrà definire le regole per l'utilizzo del suolo a soli scopi energetici di aree agricole abbandonate, marginali o non idonee alla coltivazione;
    l'agro-fotovoltaico, per evitare ulteriore consumo di suolo agricolo, deve essere sviluppato prioritariamente nelle aree marginali agricole, o a rischio di abbandono, a causa di scarsa redditività. Potrebbe rappresentare una occasione di sviluppo e integrazione dell'attività agricola con l'attività energetica anche nelle aree produttive, tenendo conto delle caratteristiche del territorio, sociali, industriali, urbanistiche, paesaggistiche e morfologiche, con particolare riferimento all'assetto idrogeologico ed alle vigenti pianificazioni,

impegna il Governo

in attuazione delle iniziative per lo sviluppo di impianti agro-fotovoltaici, a valutare l'opportunità di adottare misure volte a garantire l'efficacia e l'efficienza delle scelte effettuate utilizzando le « best practices» in uso a livello internazionale quindi in grado di far operare in forma sinergica le forme dette di produzione di energia con le attività agricola, senza inficiarne qualità e produttività, adottando ulteriori misure premiali nei casi in cui vengano rimesse in produzione aree considerate marginali o comunque a basso reddito o a scarsa vocazione agricola.
9/3166/30. (Testo modificato nel corso della seduta)  Bond.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    nello specifico vengono ripartite le risorse del Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si disciplinano, inoltre, le modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    l'articolo 1, comma 2, lettera l), determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare, per gli anni dal 2021 al 2024, per complessivi 210 milioni di euro, al finanziamento di piani urbani integrati gestiti dal Ministero dell'interno;
    a tal proposito è necessario evidenziare che il sostegno a Roma Capitale è rilevante per l'intero territorio nazionale, e che nella relazione approvata per l'Assemblea della Camera dalla Commissione bilancio, in vista dell'adozione, da parte del Governo, del PNRR, tra le indicazioni specifiche formulate sulla base dei rilievi espressi dalle Commissioni permanenti, è stata evidenziata «l'urgenza di assicurare a “Roma Capitale”, insieme al riassetto della Città metropolitana, l'individuazione di un percorso volto a definire uno specifico statuto normativo, assegnando ad essa risorse adeguate, in modo da consentire alla stessa di far fronte alle esigenze di investimento che derivano dalla sua specificità e peculiarità, garantendole altresì una maggiore autonomia nella gestione del proprio territorio, in considerazione del suo ruolo e anche in vista del prossimo Giubileo»;
    le stesse priorità sono state richiamate in un successivo atto di indirizzo approvato dall'Assemblea stessa. Tuttavia tali indicazioni non sono state inserite dal Governo nella versione definitiva del PNRR, nella quale si trova infatti un unico accenno a Roma Capitale, che si limita a riconoscere ad essa una somma pari a 500 milioni di euro per il Giubileo del 2025;
    a Roma Capitale dovrebbero essere garantiti poteri e risorse finanziarie non in occasione di eventi particolari, ma strutturalmente per il suo ruolo di capitale, come accade per le capitali di molti altri Paesi,

impegna il Governo

a stanziare le adeguate risorse, complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, da destinare a Roma Capitale per il miglior assetto delle funzioni amministrative che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri.
9/3166/31Meloni, Lollobrigida, Rampelli, Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    nello specifico vengono ripartite le risorse del Fondo tra le amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si disciplinano, inoltre, le modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    l'articolo 1, comma 2, lettera l), determina le risorse del Piano nazionale per gli investimenti complementari, da destinare, per gli anni dal 2021 al 2024, per complessivi 210 milioni di euro, al finanziamento di piani urbani integrati gestiti dal Ministero dell'interno;
    a tal proposito è necessario evidenziare che il sostegno a Roma Capitale è rilevante per l'intero territorio nazionale, e che nella relazione approvata per l'Assemblea della Camera dalla Commissione bilancio, in vista dell'adozione, da parte del Governo, del PNRR, tra le indicazioni specifiche formulate sulla base dei rilievi espressi dalle Commissioni permanenti, è stata evidenziata «l'urgenza di assicurare a “Roma Capitale”, insieme al riassetto della Città metropolitana, l'individuazione di un percorso volto a definire uno specifico statuto normativo, assegnando ad essa risorse adeguate, in modo da consentire alla stessa di far fronte alle esigenze di investimento che derivano dalla sua specificità e peculiarità, garantendole altresì una maggiore autonomia nella gestione del proprio territorio, in considerazione del suo ruolo e anche in vista del prossimo Giubileo»;
    le stesse priorità sono state richiamate in un successivo atto di indirizzo approvato dall'Assemblea stessa. Tuttavia tali indicazioni non sono state inserite dal Governo nella versione definitiva del PNRR, nella quale si trova infatti un unico accenno a Roma Capitale, che si limita a riconoscere ad essa una somma pari a 500 milioni di euro per il Giubileo del 2025;
    a Roma Capitale dovrebbero essere garantiti poteri e risorse finanziarie non in occasione di eventi particolari, ma strutturalmente per il suo ruolo di capitale, come accade per le capitali di molti altri Paesi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare adeguate risorse, concomitanti al Piano nazionale di ripresa e resilienza, da destinare a Roma Capitale per il miglior assetto delle funzioni amministrative che Roma è chiamata a svolgere quale sede degli organi costituzionali nonché delle rappresentanze diplomatiche degli Stati esteri.
9/3166/31. (Testo modificato nel corso della seduta)  Meloni, Lollobrigida, Rampelli, Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ed altre misure urgenti per gli investimenti reca misure di finanziamento complementari al PNRR medesimo nella misura di circa 30 miliardi di euro, andando a colmare tutti quei progetti di investimento che non è stato possibile includere nel PNRR, ancorché necessari;
    tra le priorità enucleate nel PNRR figura anche, in buona parte, la sostenibilità ambientale, la quale è tuttavia rappresentata anche dalla tutela del patrimonio ambientale, forestale e boschivo nazionale;
    per la predetta voce di spesa, a fronte di numerose richieste avanzate dall'opposizione parlamentare, gli investimenti previsti sono scarsi e poco ambiziosi per la dimensione del PNRR medesimo e per l'attenzione che il medesimo tema ha ottenuto presso competitor nazionali come la Repubblica francese;
    dal 2001 al 2020 41 segherie hanno cessato la propria attività nel nordest italiano, sia per l'eccessivo frazionamento del mercato e dell'assenza di vere e proprie strategie centralizzate di gestione del legno, che per la scarsa competitività del comparto nazionale a fronte degli altri operatori europei;
    conseguentemente alla progressiva riduzione delle segherie italiane, sono accresciute le quote di mercato a beneficio della concorrenza straniera, in particolar modo delle segherie austriache, anche in virtù degli 800.000 metri cubi di legname lavorato l'anno contro la capacità produttiva di 8.000 metri cubi l'anno da parte italiana, che nel caso dei produttori di maggiori dimensioni raggiunge solo i 60.000 metri cubi;
    è obiettivo del PNRR rilanciare le filiere produttive nazionali in ottica sostenibile, con particolare riguardo per quei settori che possono fornire benefici a catena ed a cascata per altre filiere produttive;
    in tal senso il legno è stato riportato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen come questo materiale sia particolarmente importante nell'ambito di una edilizia maggiormente sostenibile;
    il settore di lavorazione del legno, in Italia, ha un saldo commerciale di 10 miliardi di euro circa, terzo al mondo dopo Cina e Polonia, ed è tuttavia basato su una fortissima importazione di legno, equivalente all'80 per cento della lavorazione totale;
    la superficie forestale, in Italia, è fortemente cresciuta negli ultimi cinquant'anni, arrivando a ricoprire il 38 per cento del territorio italiano, superando anche la superficie destinata ad uso agricolo;
    a fronte di una maggiore crescita del patrimonio forestale nazionale, non è migliorato il controllo esercitato dalla Nazione sulle aree boschive medesime, con il risultato che numerose aree necessitano di appositi interventi di censimento e manutenzione per ridurre i rischi di dissesto idrogeologico e circoscrivere i danni che la fauna selvatica può apportare alle attività agricole circostanti,

impegna il Governo

ad incrementare il Fondo complementare PNRR e destinare le maggiori risorse a un fondo per interventi di forestazione ed imboschimento, di superfici agricole e non agricole, per la tutela e la manutenzione delle aree boschive, di miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale, disponendo anche misure di censimento e scansione volumetrica del patrimonio forestale medesimo e prevedendo altresì risorse per la costruzione di appositi distretti logistici per la produzione lignicola nelle aree rurali ed a valle, considerate anche le necessità in termini di materie prime di cui in premessa.
9/3166/32Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ed altre misure urgenti per gli investimenti reca misure di finanziamento complementari al PNRR medesimo nella misura di circa 30 miliardi di euro, andando a colmare tutti quei progetti di investimento che non è stato possibile includere nel PNRR, ancorché necessari;
    tra le priorità enucleate nel PNRR figura anche, in buona parte, la sostenibilità ambientale, la quale è tuttavia rappresentata anche dalla tutela del patrimonio ambientale, forestale e boschivo nazionale;
    per la predetta voce di spesa, a fronte di numerose richieste avanzate dall'opposizione parlamentare, gli investimenti previsti sono scarsi e poco ambiziosi per la dimensione del PNRR medesimo e per l'attenzione che il medesimo tema ha ottenuto presso competitor nazionali come la Repubblica francese;
    dal 2001 al 2020 41 segherie hanno cessato la propria attività nel nordest italiano, sia per l'eccessivo frazionamento del mercato e dell'assenza di vere e proprie strategie centralizzate di gestione del legno, che per la scarsa competitività del comparto nazionale a fronte degli altri operatori europei;
    conseguentemente alla progressiva riduzione delle segherie italiane, sono accresciute le quote di mercato a beneficio della concorrenza straniera, in particolar modo delle segherie austriache, anche in virtù degli 800.000 metri cubi di legname lavorato l'anno contro la capacità produttiva di 8.000 metri cubi l'anno da parte italiana, che nel caso dei produttori di maggiori dimensioni raggiunge solo i 60.000 metri cubi;
    è obiettivo del PNRR rilanciare le filiere produttive nazionali in ottica sostenibile, con particolare riguardo per quei settori che possono fornire benefici a catena ed a cascata per altre filiere produttive;
    in tal senso il legno è stato riportato dalla Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen come questo materiale sia particolarmente importante nell'ambito di una edilizia maggiormente sostenibile;
    il settore di lavorazione del legno, in Italia, ha un saldo commerciale di 10 miliardi di euro circa, terzo al mondo dopo Cina e Polonia, ed è tuttavia basato su una fortissima importazione di legno, equivalente all'80 per cento della lavorazione totale;
    la superficie forestale, in Italia, è fortemente cresciuta negli ultimi cinquant'anni, arrivando a ricoprire il 38 per cento del territorio italiano, superando anche la superficie destinata ad uso agricolo;
    a fronte di una maggiore crescita del patrimonio forestale nazionale, non è migliorato il controllo esercitato dalla Nazione sulle aree boschive medesime, con il risultato che numerose aree necessitano di appositi interventi di censimento e manutenzione per ridurre i rischi di dissesto idrogeologico e circoscrivere i danni che la fauna selvatica può apportare alle attività agricole circostanti,

impegna il Governo

a prevedere di incrementare il Fondo complementare PNRR e destinare le maggiori risorse a un fondo per interventi di forestazione ed imboschimento, di superfici agricole e non agricole, per la tutela e la manutenzione delle aree boschive, di miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale, disponendo anche misure di censimento e scansione volumetrica del patrimonio forestale medesimo e prevedendo altresì risorse per la costruzione di appositi distretti logistici per la produzione lignicola nelle aree rurali ed a valle, considerate anche le necessità in termini di materie prime di cui in premessa.
9/3166/32. (Testo modificato nel corso della seduta)  Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, recante misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) ed altre misure urgenti per gli investimenti reca misure di finanziamento complementari al PNRR medesimo nella misura di circa 30 miliardi di euro, andando a colmare tutti quei progetti di investimento che non è stato possibile includere nel PNRR ancorché necessari;
    secondo i dati ISTAT relativi agli ultimi censimenti nazionali il fenomeno di spopolamento che sta affliggendo l'Italia pare proseguire senza sosta: nel solo 2019 sono stati registrati 175.000 italiani in meno rispetto al 2018, l'equivalente della popolazione di un capoluogo di provincia o di un comune di grandi dimensioni;
    a fronte di questo dato, l'ISTAT ha altresì segnalato un costante incremento dell'età media, con particolare incidenza nei piccoli comuni situati nelle aree montane, interne e rurali;
    in Italia il 72 per cento degli oltre 7.000 comuni italiani conta meno di 5.000 abitanti, nella fattispecie, quasi 4.200, oltre metà dei comuni italiani, ricadono nelle aree interne, coprendo il 60 per cento della superficie nazionale ed ospitando circa 13 milioni di abitanti (oltre il 20 per cento della popolazione residente);
    oltre l'80 per cento dei comuni nelle aree interne e montane non ha nessuna scuola superiore statale, il 39 per cento non ospita neanche una scuola media;
    nella maggior parte dei casi questi comuni hanno accesso a servizi essenziali quale personale amministrativo e strutture scolastiche unicamente condividendoli con altri comuni;
    la mancanza di risorse a disposizione per queste amministrazioni ne pregiudica irrimediabilmente la possibilità di erogare ai cittadini servizi fondamentali, prevalentemente di emanazione statale centrale, e conculca la possibilità di poter elaborare efficaci misure di contrasto ai fenomeni dello spopolamento sociale, demografico ed economico che lentamente sta spegnendo intere comunità;
    tale stato dell'arte ha costituito una sperequazione fattuale e sostanziale tutta a danno dei piccoli comuni situati nelle aree interne, montane e rurali, i quali necessitano tuttora di necessarie infrastrutture materiali ed immateriali (dai collegamenti stradali alla connessione a banda ultra-larga);
    il PNRR resta una misura di pianificazione votata, tra le altre, al sostegno delle aree rurali, modello di sostenibilità economica ed ambientale, eppure le risorse messe a terra anche nel contesto del Fondo complementare non rispondono alle necessità dei piccoli comuni medesimi,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare, anche con apposito Fondo o potenziamento di quelli già esistenti, nell'alveo del PNRR, adeguate risorse a tutela delle necessità dei piccoli comuni sin qui delineate, elaborando misure di sostegno economico, burocratico ed amministrativo per le zone montane economicamente svantaggiate e dotando, in particolare, le amministrazioni che ne necessitano delle adeguate risorse umane, anche in deroga alle normative vigenti, per far fronte ai nuovi oneri amministrativi, burocratici e gestionali derivanti dall'attuazione del PNRR medesimo.
9/3166/33Ciaburro, Caretta.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti di investimenti;
    l'articolo 1, comma 1, del presente disegno di legge dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, finalizzato ad integrare con risorse nazionali per complessivi 30.622,46 miliardi di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'articolo 2 incrementa le risorse del Fondo sviluppo e coesione relative alla programmazione 2021-2027 di un importo complessivo di 15,5 miliardi per le annualità dal 2022 al 2031;
    il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza all'articolo 1, comma 2, lettera c), numero 12), introduce il finanziamento per 300 milioni di euro negli anni 2021-2026, della Strategia nazionale aree interne, nell'ambito del programma finalizzato al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza stradale;
    tale intervento integra l'investimento già previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui alla Missione 5 «Inclusione e coesione» – Componente 3 «Interventi speciali di coesione territoriale» per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne per un importo complessivo di 825 milioni di euro per il periodo 2021-2026;
    la ripresa della Nazione, fortemente colpita dalla grave crisi degli ultimi anni e ancor più dall'emergenza epidemiologica ancora in atto, dovrebbe partire necessariamente dal potenziamento e miglioramento delle aree territoriali del Sud Italia, in particolare della regione Campania che pur essendo fulcro di importanti attività produttive e turistiche, presenta ancora molte zone caratterizzate da uno stato di abbandono e spopolamento;
    in particolare, al fine di migliorare la mobilità, la sicurezza e l'accessibilità alle reti stradali, riqualificare i territori e rilanciare l'economia, sarebbe auspicabile destinare parte delle risorse anche per il completamento in provincia di Salerno della strada provinciale 417 «Aversana» che rappresenta un'arteria fondamentale per il territorio e che potenzierebbe il collegamento del capoluogo e delle zone limitrofe con il Cilento e con l'aeroporto di Salerno;
    tra gli investimenti infrastrutturali occorrerebbe altresì prevedere risorse in favore del progetto «Strada del Parco»- Collegamento svincolo A3 Campagna/Vallo della Lucania, in particolare finalizzate all'esecuzione del collegamento stradale Vallo della Lucania – Aquara e Aquara — Autostrada A3; tale progetto consentirebbe di creare un collegamento diretto tra le aeree costiere del territorio del Cilento con l'asse nazionale autostradale al fine di garantire maggiore sviluppo economico e sociale delle aree interne, attualmente isolate,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere tra gli interventi infrastrutturali anche il completamento della strada provinciale 417 Aversana e l'esecuzione dei collegamenti stradali Vallo della Lucania – Aquara e Aquara – Autostrada A3 di cui al progetto «Strada del Parco – Collegamento svincolo A3 Campagna-Vallo della Lucania», al fine rimuovere o quanto meno attenuare gli squilibri economici e sociali in cui versa il territorio e favorire la ripresa delle attività produttive e turistiche.
9/3166/34Cirielli.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti di investimenti;
    l'articolo 1, comma 1, del presente disegno di legge dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, finalizzato ad integrare con risorse nazionali per complessivi 30.622,46 miliardi di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'articolo 2 incrementa le risorse del Fondo sviluppo e coesione relative alla programmazione 2021-2027 di un importo complessivo di 15,5 miliardi per le annualità dal 2022 al 2031;
    il Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza all'articolo 1, comma 2, lettera c), numero 12), introduce il finanziamento per 300 milioni di euro negli anni 2021-2026, della Strategia nazionale aree interne, nell'ambito del programma finalizzato al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza stradale;
    tale intervento integra l'investimento già previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui alla Missione 5 «Inclusione e coesione» – Componente 3 «Interventi speciali di coesione territoriale» per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne per un importo complessivo di 825 milioni di euro per il periodo 2021-2026;
    la ripresa della Nazione, fortemente colpita dalla grave crisi degli ultimi anni e ancor più dall'emergenza epidemiologica ancora in atto, dovrebbe partire necessariamente dal potenziamento e miglioramento delle aree territoriali del Sud Italia, in particolare della regione Campania che pur essendo fulcro di importanti attività produttive e turistiche, presenta ancora molte zone caratterizzate da uno stato di abbandono e spopolamento;
    in particolare, al fine di migliorare la mobilità, la sicurezza e l'accessibilità alle reti stradali, riqualificare i territori e rilanciare l'economia, sarebbe auspicabile destinare parte delle risorse anche per il completamento in provincia di Salerno della strada provinciale 417 «Aversana» che rappresenta un'arteria fondamentale per il territorio e che potenzierebbe il collegamento del capoluogo e delle zone limitrofe con il Cilento e con l'aeroporto di Salerno;
    tra gli investimenti infrastrutturali occorrerebbe altresì prevedere risorse in favore del progetto «Strada del Parco»- Collegamento svincolo A3 Campagna/Vallo della Lucania, in particolare finalizzate all'esecuzione del collegamento stradale Vallo della Lucania – Aquara e Aquara — Autostrada A3; tale progetto consentirebbe di creare un collegamento diretto tra le aeree costiere del territorio del Cilento con l'asse nazionale autostradale al fine di garantire maggiore sviluppo economico e sociale delle aree interne, attualmente isolate,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, compatibilmente con il quadro di finanza pubblica, di prevedere tra gli interventi infrastrutturali anche il completamento della strada provinciale 417 Aversana e l'esecuzione dei collegamenti stradali Vallo della Lucania – Aquara e Aquara – Autostrada A3 di cui al progetto «Strada del Parco – Collegamento svincolo A3 Campagna-Vallo della Lucania», al fine rimuovere o quanto meno attenuare gli squilibri economici e sociali in cui versa il territorio e favorire la ripresa delle attività produttive e turistiche.
9/3166/34. (Testo modificato nel corso della seduta)  Cirielli.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    l'articolo 4 del disegno di legge in esame disciplina interventi di finanziamento in materia di linee ferroviarie legate all'alta velocità;
    secondo la normativa europea, una linea ferroviaria può essere definita ad alta velocità se questa permette una velocità maggiore o uguale a 250 km/h, mentre le linee che permettono velocità inferiori sono chiamate linee convenzionali;
    in Italia i treni che raggiungono questa velocità sono i Frecciarossa e i Frecciargento di Trenitalia e Italo di Ntv;
    l'Italia con circa 1.095 chilometri di lunghezza totale di linee utilizzate per l'alta velocità, ovvero il 6,53 per cento sul totale di rete ferroviarie presenti, si trova enormemente indietro rispetto a Nazioni come la Spagna, la quale con i suoi 3756 km utilizzati per l'alta velocità (pari al 24,31 per cento del totale della sua rete ferroviaria nazionale), detiene il primato in Europa in questo contesto;
    da giugno 2020, grazie ad una decisione da parte di Ferrovie dello Stato SpA, il treno «Frecciarossa 1000» ha unito Roma e Pavia passando per la Versilia, l'Argentario e il levante ligure, zone a forte attrazione turistica;
    lo sviluppo sociale e turistico italiano è fortemente correlata alla realizzazione ed il potenziamento dell'alta velocità, oltre che dalla presenza costante e cospicua di un numero consono di treni che vengono messi in servizio con fermate ripetute nell'arco della giornata, e per tutto l'anno, garantendo agli utenti, turisti e non, l'utilizzo costante degli stessi;
    sebbene l'annuncio ed il relativo inserimento a partire dal giugno 2020 del «Frecciarossa 1000», la collocazione « una tantum» dell'alta velocità solo su alcune direttrici inevitabilmente esclude località e porzioni di regioni che non potranno usufruirne;
    la costa tirrenica ad oggi risulta essere maggiormente penalizzata rispetto a quella adriatica soprattutto se teniamo da conto che le Frecce che servono la tratta tra Milano e la costa romagnola sono 36 al giorno, 18 in andata e 18 in ritorno;
    la costa tirrenica è principalmente contraddistinta, invece, dall'operato di 3 treni Frecciabianca fatiscenti e senza i giusti comfort, i quali sono in servizio dal 1985 in andata e ritorno da Genova, oltre ad un Frecciarossa da Pavia;
    coloro che viaggiano vogliono farlo in totale sicurezza e con il giusto comfort, fattori fondamentali per avere un turismo di qualità,

impegna il Governo

a prevedere, mediante atti normativi futuri, il potenziamento dell'alta velocità sulla costa tirrenica, e in particolare in Versilia, al fine di incentivare la mobilità alle persone e ai soggetti economici di una regione ad alta vocazione turistica.
9/3166/35Zucconi.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca disposizioni urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    l'articolo 4 del disegno di legge in esame disciplina interventi di finanziamento in materia di linee ferroviarie legate all'alta velocità;
    secondo la normativa europea, una linea ferroviaria può essere definita ad alta velocità se questa permette una velocità maggiore o uguale a 250 km/h, mentre le linee che permettono velocità inferiori sono chiamate linee convenzionali;
    in Italia i treni che raggiungono questa velocità sono i Frecciarossa e i Frecciargento di Trenitalia e Italo di Ntv;
    l'Italia con circa 1.095 chilometri di lunghezza totale di linee utilizzate per l'alta velocità, ovvero il 6,53 per cento sul totale di rete ferroviarie presenti, si trova enormemente indietro rispetto a Nazioni come la Spagna, la quale con i suoi 3756 km utilizzati per l'alta velocità (pari al 24,31 per cento del totale della sua rete ferroviaria nazionale), detiene il primato in Europa in questo contesto;
    da giugno 2020, grazie ad una decisione da parte di Ferrovie dello Stato SpA, il treno «Frecciarossa 1000» ha unito Roma e Pavia passando per la Versilia, l'Argentario e il levante ligure, zone a forte attrazione turistica;
    lo sviluppo sociale e turistico italiano è fortemente correlata alla realizzazione ed il potenziamento dell'alta velocità, oltre che dalla presenza costante e cospicua di un numero consono di treni che vengono messi in servizio con fermate ripetute nell'arco della giornata, e per tutto l'anno, garantendo agli utenti, turisti e non, l'utilizzo costante degli stessi;
    sebbene l'annuncio ed il relativo inserimento a partire dal giugno 2020 del «Frecciarossa 1000», la collocazione « una tantum» dell'alta velocità solo su alcune direttrici inevitabilmente esclude località e porzioni di regioni che non potranno usufruirne;
    la costa tirrenica ad oggi risulta essere maggiormente penalizzata rispetto a quella adriatica soprattutto se teniamo da conto che le Frecce che servono la tratta tra Milano e la costa romagnola sono 36 al giorno, 18 in andata e 18 in ritorno;
    la costa tirrenica è principalmente contraddistinta, invece, dall'operato di 3 treni Frecciabianca fatiscenti e senza i giusti comfort, i quali sono in servizio dal 1985 in andata e ritorno da Genova, oltre ad un Frecciarossa da Pavia;
    coloro che viaggiano vogliono farlo in totale sicurezza e con il giusto comfort, fattori fondamentali per avere un turismo di qualità,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere, mediante atti normativi futuri, il potenziamento dell'alta velocità sulla costa tirrenica, e in particolare in Versilia, al fine di incentivare la mobilità alle persone e ai soggetti economici di una regione ad alta vocazione turistica.
9/3166/35. (Testo modificato nel corso della seduta)  Zucconi.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 1, comma 2 e seguenti del presente disegno di legge di conversione stanzia – con riferimento agli anni dal 2021 al 2026 – notevoli risorse (pari a 30.622,46 milioni di euro), concernenti, tra gli altri, servizi digitali, cittadinanza digitale e competenze digitali; rinnovo delle flotte di bus, treni e navi; rafforzamento delle linee ferroviarie; miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza delle strade, mediante manutenzione ordinaria e straordinaria; riqualificazione dell'edilizia residenziale pubblica; piano di investimenti strategici su siti del patrimonio culturale, edifici e aree naturali; costruzione e miglioramento di padiglioni e spazi per strutture penitenziarie per adulti e minori;
    tali aree di allocazione delle risorse vengono poi maggiormente dettagliate ai commi 2-bis e seguenti dell'articolo 1 del provvedimento;
    in data 6 maggio 2021, la Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la mozione unitaria n. 1-00212 (Nuova formulazione), concernente iniziative volte al superamento delle barriere architettoniche, che impegna il Governo – per quanto di sua competenza – ad assicurare il diritto all'accessibilità, all'accomodamento ragionevole e alla progettazione universale, in attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia con legge n. 18 del 2009, nonché – tra le altre – della legge n. 67 del 2006;
    ciò con particolare riferimento proprio alla digitalizzazione, all'accessibilità ai trasporti e alla viabilità pubblica, all'eliminazione delle barriere architettoniche relativamente a spazi e a edifici pubblici, ivi inclusi la residenzialità pubblica e il patrimonio culturale e naturale;
    risulta, dunque, essenziale che l'accessibilità e l'accomodamento ragionevole e la progettazione universale siano posti a fondamento dei progetti da realizzare negli ambiti individuati dal provvedimento in esame,

impegna il Governo

a porre in essere tutte le iniziative necessarie a garantire che gli interventi finanziati con l'impiego delle risorse stanziate con il presente provvedimento siano realizzati dando piena attuazione al diritto all'accessibilità delle persone con disabilità e secondo i principi dell'accomodamento ragionevole e della progettazione universale.
9/3166/36Vitiello, Noja.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 3 dell'articolo 1 proroga al 30 giugno 2023 il termine per avvalersi della misura del Superbonus per gli Istituti autonomi case popolari-IACP comunque denominati, nonché per gli enti aventi le stesse finalità sociali. Agli IACP, a condizione che siano stati effettuati, lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023;
    nulla è stato previsto, invece, per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa e le cooperative sociali;
    la cooperativa di abitazione è già riconosciuta quale soggetto destinatario delle categorie di incentivi della pubblica amministrazione riferite alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di cui all'articolo 22 del decreto-legge n. 133 del 2014;
    alcune criticità interpretative, con riferimento al perimetro di applicazione della misura del superbonus, si è posta, invece, con riferimento alle cooperative sociali a seguito della risposta resa dall'Agenzia delle entrate sull'istanza di interpello n. 253/E del 15 aprile 2021 in cui viene adottata una interpretazione restrittiva della normativa vigente, sostenendo che: «qualora la cooperativa (...) corrisponda retribuzioni per un importo non inferiore al cinquanta per cento dell'ammontare complessivo di tutti gli altri costi tranne quelli relativi alle materie prime e sussidiarie, rientrando tra le ipotesi di esenzione dalle imposte sui redditi di cui al citato articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica, n. 601 del 1973, non potrà beneficiare del superbonus, né potrà esercitare l'opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione»;
    la lettura fornita dall'Agenzia, che non trova corrispondenza nella disciplina di riferimento, limita fortemente il diritto delle cooperative sociali di fruire del superbonus, addirittura conducendo, sostanzialmente, alla quasi totale esclusione di tale categoria dal beneficio riconosciutogli dalla normativa vigente. Si stima, infatti, che circa l'80 per cento delle cooperative sociali potrebbero rientrare nella fattispecie che l'Agenzia ritiene esclusa,

impegna il Governo:

   ad estendere la proroga prevista dall'articolo 1, comma 3, del provvedimento in esame per gli Istituti autonomi case popolari-IACP anche alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa e alle cooperative sociali di cui all'articolo 119, comma 9, rispettivamente lettere d) e d-bis) del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;
   a valutare l'opportunità di una norma di interpretazione autentica che assicuri l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 119, commi da 1 a 8, e 121 del citato decreto-legge n. 34 del 2020 alle cooperative sociali, quali organizzazioni non lucrative di utilità sociale di diritto ai sensi dell'articolo 10, comma 8, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, anche nel caso di esenzione totale dalle imposte sui redditi, ai sensi dell'articolo 11, comma 1, primo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica del 29 settembre 1973 n. 601.
9/3166/37Bellucci.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 3 dell'articolo 1 proroga al 30 giugno 2023 il termine per avvalersi della misura del Superbonus per gli Istituti autonomi case popolari-IACP comunque denominati, nonché per gli enti aventi le stesse finalità sociali. Agli IACP, a condizione che siano stati effettuati, lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023;
    nulla è stato previsto, invece, per le cooperative di abitazione a proprietà indivisa e le cooperative sociali;
    la cooperativa di abitazione è già riconosciuta quale soggetto destinatario delle categorie di incentivi della pubblica amministrazione riferite alla produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per interventi di efficienza energetica di cui all'articolo 22 del decreto-legge n. 133 del 2014;
    alcune criticità interpretative, con riferimento al perimetro di applicazione della misura del superbonus, si è posta, invece, con riferimento alle cooperative sociali a seguito della risposta resa dall'Agenzia delle entrate sull'istanza di interpello n. 253/E del 15 aprile 2021 in cui viene adottata una interpretazione restrittiva della normativa vigente, sostenendo che: «qualora la cooperativa (...) corrisponda retribuzioni per un importo non inferiore al cinquanta per cento dell'ammontare complessivo di tutti gli altri costi tranne quelli relativi alle materie prime e sussidiarie, rientrando tra le ipotesi di esenzione dalle imposte sui redditi di cui al citato articolo 11 del decreto del Presidente della Repubblica, n. 601 del 1973, non potrà beneficiare del superbonus, né potrà esercitare l'opzione per lo sconto in fattura o per la cessione del credito corrispondente alla detrazione»;
    la lettura fornita dall'Agenzia, che non trova corrispondenza nella disciplina di riferimento, limita fortemente il diritto delle cooperative sociali di fruire del superbonus, addirittura conducendo, sostanzialmente, alla quasi totale esclusione di tale categoria dal beneficio riconosciutogli dalla normativa vigente. Si stima, infatti, che circa l'80 per cento delle cooperative sociali potrebbero rientrare nella fattispecie che l'Agenzia ritiene esclusa,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di estendere la proroga prevista dall'articolo 1, comma 3, del provvedimento in esame per gli Istituti autonomi case popolari-IACP anche alle cooperative di abitazione a proprietà indivisa e alle cooperative sociali di cui all'articolo 119, comma 9, rispettivamente lettere d) e d-bis) del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77;
   a valutare l'opportunità di una norma di interpretazione autentica che assicuri l'applicazione delle disposizioni dell'articolo 119, commi da 1 a 8, e 121 del citato decreto-legge n. 34 del 2020 alle cooperative sociali, quali organizzazioni non lucrative di utilità sociale di diritto ai sensi dell'articolo 10, comma 8, del decreto legislativo 4 dicembre 1997, n. 460, anche nel caso di esenzione totale dalle imposte sui redditi, ai sensi dell'articolo 11, comma 1, primo periodo, del decreto del Presidente della Repubblica del 29 settembre 1973 n. 601.
9/3166/37. (Testo modificato nel corso della seduta)  Bellucci.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 2 dell'articolo 1 stanzia nel Piano nazionale per gli investimenti complementari 132,9 milioni di euro, per gli anni dal 2022 al 2026, per la costruzione ed il miglioramento di strutture penitenziarie per adulti e minori;
    come ben sappiamo, il più grave problema dell'esecuzione penale in Italia è, senza ombra di dubbio, il sovraffollamento, tenuto conto che nelle nostre carceri sono presenti 10.000 detenuti in più rispetto alla capienza regolamentare. Ma a tale, ormai nota, situazione si aggiunge, tra gli altri, il preoccupante fenomeno dell'introduzione di telefoni cellulari all'interno degli istituti penitenziari;
    secondo i dati forniti dal Ministero della giustizia, in tre anni nelle carceri italiane sono quadruplicati i casi di detenuti trovati in possesso di un telefono cellulare: erano 355 nei primi nove mesi del 2017 e sono diventati 1.412 a fine settembre 2019, con 317 telefoni rinvenuti nella regione Campania e 92 nella regione Sicilia;
    un'operazione portata a termine dalla polizia penitenziaria nel carcere di Secondigliano, che ospita detenuti «definitivi» e condannati per reati di mafia, ha portato alla luce un ingente quantitativo di telefoni cellulari all'interno delle celle di detenzione, una circostanza assai inquietante se si pensa che tra i 1.400 detenuti che affollano la struttura la maggior parte è composta da appartenenti al circuito cosiddetto di «alta sicurezza» e affiliati alla camorra;
    tale situazione viene da tempo denunciata dai sindacati della polizia penitenziaria, che evidenziano come ogni giorno gli agenti siano costretti a controllare, nell'ambito dei circa 400 colloqui tra detenuti e parenti, circa 1.500-2.000 persone. Nelle sale per i colloqui, inoltre, non ci sono vetri divisori e ciò agevola sicuramente il passaggio di sostanze o di oggetti;
    la disponibilità di telefoni cellulari consente ai detenuti non solo di commettere e di commissionare reati, ma anche di svolgere una sorta di attività commerciale, permettendo ad altri detenuti di effettuare telefonate alla famiglia, oltre i limiti imposti dall'ordinamento penitenziario, in cambio di sigarette, di alimenti o di bevande ovvero dietro promessa di ricevere altri vantaggi;
    nel corso dell'audizione presso la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere alla Camera dei deputati, il procuratore di Napoli Giovanni Melillo, parlando di alcune carceri del territorio, ha denunciato: «Il carcere è il luogo dove lo Stato esercita una assai limitata capacità di controllo. Sono fuori controllo, vi dominano le organizzazioni mafiose, i cellulari vi entrano quotidianamente e non li sequestriamo neanche più talmente tanti sono. In alcune carceri vi sono autentiche piazze di spaccio»;
    imporre il divieto di avere a disposizione un apparecchio di telefonia mobile in carcere significa impedire che le persone detenute possano mantenere comunicazioni con l'esterno, continuando a gestire traffici illeciti; a impartire o a ricevere ordini e, in definitiva, possano continuare a delinquere,

impegna il Governo

a destinare quota parte delle risorse nazionali degli interventi del Piano nazionale per gli investimenti complementari di cui all'articolo 1 del decreto-legge in esame ripartite nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della giustizia, pari ad almeno euro 10 mila annui, alla schermatura elettronica delle strutture penitenziarie.
9/3166/38Ferro, Varchi, Maschio.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    torna ad aumentare il sovraffollamento dei penitenziari italiani, dopo il calo registrato nel 2020. A segnalare il fatto in Parlamento, il Garante dei detenuti Mauro Palma, che ha presentato, alla presenza della ministra Marta Cartabia, la Relazione annuale sulle carceri. Il problema dell'eccessivo affollamento dei detenuti «desta nuovamente preoccupazione», ha confermato la Ministra della giustizia;
    dopo il boom a inizio 2020 e il successivo calo, il problema sembra riproporsi. La Guardasigilli ha sottolineato come il sovraffollamento sia una questione «da affrontare su una pluralità di fronti»;
    il problema sovraffollamento delle carceri può essere compiutamente affrontato a valere sulle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza mediante la costruzione di nuovi istituti detentivi,

impegna il Governo:

a reperire le risorse atte a incrementare la missione n. 2 del PNRR e a sviluppare il Piano di edilizia carceraria al fine di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri.
9/3166/39. (Nuova versione) Lucaselli.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    torna ad aumentare il sovraffollamento dei penitenziari italiani, dopo il calo registrato nel 2020. A segnalare il fatto in Parlamento, il Garante dei detenuti Mauro Palma, che ha presentato, alla presenza della ministra Marta Cartabia, la Relazione annuale sulle carceri. Il problema dell'eccessivo affollamento dei detenuti «desta nuovamente preoccupazione», ha confermato la Ministra della giustizia;
    dopo il boom a inizio 2020 e il successivo calo, il problema sembra riproporsi. La Guardasigilli ha sottolineato come il sovraffollamento sia una questione «da affrontare su una pluralità di fronti»;
    il problema sovraffollamento delle carceri può essere compiutamente affrontato a valere sulle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza mediante la costruzione di nuovi istituti detentivi,

impegna il Governo:

a reperire le risorse all'interno della missione n. 2 del PNRR e a sviluppare il Piano di edilizia carceraria al fine di risolvere il problema del sovraffollamento delle carceri.
9/3166/39. (Testo modificato nel corso della seduta) (Nuova versione) Lucaselli.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30 6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 3 dell'articolo 1 proroga al 30 giugno 2023 il termine per avvalersi della misura del Superbonus per gli Istituti autonomi case popolari-IACP comunque denominati, nonché per gli enti aventi le stesse finalità sociali. Agli IACP, a condizione che siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. La norma prevede inoltre che per gli interventi effettuati dai condomini la detrazione del 10 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori;
    sebbene tali modifiche debbano essere considerate come un segnale positivo, è indubbio ritenere che le disposizioni in questione non siano ancora sufficienti per garantire uno slancio propulsivo delle iniziative economiche in materia: senza un provvedimento di proroga al 2023, infatti, nonché senza una congrua estensione della misura anche ad altre categorie di immobili, come, ad esempio, gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettive, non è possibile assicurare la conclusione dei lavori, con il rischio tangibile di blocco degli interventi in atto, in particolare per quegli più complessi ed articolati;
    in particolare, gli investimenti sugli edifici con finalità ricettive che necessitano di lavori di rigenerazione e riqualificazione energetica, come opere di isolamento termico sugli involucri, sostituzione degli impianti di climatizzazione degli ambienti e interventi antisismici, sono essenziali per il posizionamento competitivo delle nostre imprese e per rilanciare l'offerta nei mercati nazionali e internazionali;
    lo scopo è non solo quello di sostenere l'economia e l'occupazione nazionale, ma anche di promuovere il turismo sostenibile in Italia cogliendo un'opportunità per accelerare la ripartenza post-COVID del settore turistico-ricettivo, uno dei più gravemente colpiti dalla pandemia,

impegna il Governo:

   a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di prevedere la proroga del Superbonus 110 di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 fino al 31 dicembre 2023;
   ad estendere la possibilità di fruire dell'agevolazione prevista dal meccanismo del cosiddetto Superbonus 110 per cento anche agli alberghi e alle strutture turistico-ricettive.
9/3166/40Rampelli.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30 6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 3 dell'articolo 1 proroga al 30 giugno 2023 il termine per avvalersi della misura del Superbonus per gli Istituti autonomi case popolari-IACP comunque denominati, nonché per gli enti aventi le stesse finalità sociali. Agli IACP, a condizione che siano stati effettuati lavori per almeno il 60 per cento dell'intervento complessivo, la detrazione spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023. La norma prevede inoltre che per gli interventi effettuati dai condomini la detrazione del 10 per cento spetta anche per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2022 indipendentemente dallo stato di avanzamento dei lavori;
    sebbene tali modifiche debbano essere considerate come un segnale positivo, è indubbio ritenere che le disposizioni in questione non siano ancora sufficienti per garantire uno slancio propulsivo delle iniziative economiche in materia: senza un provvedimento di proroga al 2023, infatti, nonché senza una congrua estensione della misura anche ad altre categorie di immobili, come, ad esempio, gli immobili destinati allo svolgimento di attività turistico-ricettive, non è possibile assicurare la conclusione dei lavori, con il rischio tangibile di blocco degli interventi in atto, in particolare per quegli più complessi ed articolati;
    in particolare, gli investimenti sugli edifici con finalità ricettive che necessitano di lavori di rigenerazione e riqualificazione energetica, come opere di isolamento termico sugli involucri, sostituzione degli impianti di climatizzazione degli ambienti e interventi antisismici, sono essenziali per il posizionamento competitivo delle nostre imprese e per rilanciare l'offerta nei mercati nazionali e internazionali;
    lo scopo è non solo quello di sostenere l'economia e l'occupazione nazionale, ma anche di promuovere il turismo sostenibile in Italia cogliendo un'opportunità per accelerare la ripartenza post-COVID del settore turistico-ricettivo, uno dei più gravemente colpiti dalla pandemia,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di:
    valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa al fine di prevedere la proroga del Superbonus 110 di cui all'articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020 n. 34 convertito con modificazioni dalla legge 17 luglio 2020, n. 77 fino al 31 dicembre 2023;
    estendere la possibilità di fruire dell'agevolazione prevista dal meccanismo del cosiddetto Superbonus 110 per cento anche agli alberghi e alle strutture turistico-ricettive.
9/3166/40. (Testo modificato nel corso della seduta)  Rampelli.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 2 dell'articolo 1 stanzia nel Piano nazionale per gli investimenti complementari 132,9 milioni di euro, per gli anni dal 2022 al 2026, per la costruzione ed il miglioramento di strutture penitenziarie per adulti e minori;
    nessuno stanziamento è previsto per l'edilizia giudiziaria e sicurezza nei palazzi di giustizia italiani, nonostante numerosi siano i casi di palazzi di giustizia «insicuri», di strutture inadeguate, di uffici inospitali e insalubri, di luoghi di lavoro non rispondenti alla dignità di quanti vi operano o li frequentano come utenti;
    l'inadeguatezza infrastrutturale della Giustizia italiana ne ritarda e complica il funzionamento;
    altro dato spesso denunciato riguarda le difficoltà di gestione delle procedure di manutenzione e funzionamento degli edifici giudiziari a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 190 del 2014 in virtù della quale le spese obbligatorie degli uffici giudiziari previste dalla legge n. 392 del 1941 sono state trasferite, a decorrere dal 1o settembre 2015, dagli enti locali al Ministero della Giustizia, che a sua volta le ha, in massima parte, delegate alle Corti d'Appello che devono, quindi, occuparsi della gestione diretta del funzionamento degli uffici sotto il profilo logistico, della manutenzione e dei servizi;
    ciò ha comportato per i dirigenti degli uffici e per quelli dei servizi di cancelleria, in mancanza di professionalità amministrative e tecniche idonee a tale attività e formate appositamente per svolgerle, l'assunzione di compiti e mansioni che esulano dalla loro specifica competenza, che si aggiungono al loro naturale impegno istituzionale, compiti che si sostanziano nelle procedure di scelta del contraente, nella stipula di contratti di appalto di servizi (manutenzione) e di forniture e nella verifica della corretta esecuzione degli stessi;
    escludendo casi isolati di prassi virtuose introdotte in singoli tribunali, in tutte le realtà giudiziarie permangono gravi criticità che attengono al discrimine stesso tra attività amministrativa e giurisdizionale,

impegna il Governo:

   a stanziare adeguate risorse per la messa in sicurezza e ammodernamento dei Palazzi di Giustizia;
   a prevedere misure di semplificazione per le procedure di manutenzione e funzionamento degli edifici giudiziari.
9/3166/41Maschio, Varchi.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, il comma 2 dell'articolo 1 stanzia nel Piano nazionale per gli investimenti complementari 132,9 milioni di euro, per gli anni dal 2022 al 2026, per la costruzione ed il miglioramento di strutture penitenziarie per adulti e minori;
    nessuno stanziamento è previsto per l'edilizia giudiziaria e sicurezza nei palazzi di giustizia italiani, nonostante numerosi siano i casi di palazzi di giustizia «insicuri», di strutture inadeguate, di uffici inospitali e insalubri, di luoghi di lavoro non rispondenti alla dignità di quanti vi operano o li frequentano come utenti;
    l'inadeguatezza infrastrutturale della Giustizia italiana ne ritarda e complica il funzionamento;
    altro dato spesso denunciato riguarda le difficoltà di gestione delle procedure di manutenzione e funzionamento degli edifici giudiziari a seguito dell'entrata in vigore della legge n. 190 del 2014 in virtù della quale le spese obbligatorie degli uffici giudiziari previste dalla legge n. 392 del 1941 sono state trasferite, a decorrere dal 1o settembre 2015, dagli enti locali al Ministero della Giustizia, che a sua volta le ha, in massima parte, delegate alle Corti d'Appello che devono, quindi, occuparsi della gestione diretta del funzionamento degli uffici sotto il profilo logistico, della manutenzione e dei servizi;
    ciò ha comportato per i dirigenti degli uffici e per quelli dei servizi di cancelleria, in mancanza di professionalità amministrative e tecniche idonee a tale attività e formate appositamente per svolgerle, l'assunzione di compiti e mansioni che esulano dalla loro specifica competenza, che si aggiungono al loro naturale impegno istituzionale, compiti che si sostanziano nelle procedure di scelta del contraente, nella stipula di contratti di appalto di servizi (manutenzione) e di forniture e nella verifica della corretta esecuzione degli stessi;
    escludendo casi isolati di prassi virtuose introdotte in singoli tribunali, in tutte le realtà giudiziarie permangono gravi criticità che attengono al discrimine stesso tra attività amministrativa e giurisdizionale,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di:
    stanziare adeguate risorse per la messa in sicurezza e ammodernamento dei Palazzi di Giustizia;
    prevedere misure di semplificazione per le procedure di manutenzione e funzionamento degli edifici giudiziari.
9/3166/41. (Testo modificato nel corso della seduta)  Maschio, Varchi.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 82 miliardi di euro al Mezzogiorno sui 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, corrispondenti a una quota del 40 per cento. Data la finalità del Piano nazionale per gli investimenti complementari, volto ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, appare necessario che il monitoraggio della ricaduta territoriale sia esteso all'intero quadro del PNRR, anche ai fini della verifica della legge sulla quota di investimenti ordinari da allocare nel Mezzogiorno in proporzione alla popolazione residente;
    come osservato dalla Svimez, una distribuzione territoriale delle risorse più favorevole al Mezzogiorno, e più coerente con l'obiettivo europeo della coesione territoriale (pari al 50 per cento), non solo avrebbe l'effetto di incrementare significativamente la crescita del PIL meridionale e di attivare un ulteriore incremento di posti di lavoro, ma determinerebbe anche una maggiore crescita complessiva dell'economia nazionale di circa un punto percentuale;
    il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno sono uno dei tre obiettivi trasversali del PNRR e rientrano tra gli obiettivi individuati anche nelle Raccomandazioni della Commissione europea formulate nei confronti dell'Italia;
    in tale ottica si inseriscono anche le Zone Economiche Speciali (ZES), regioni geografiche localizzate nel Mezzogiorno dotate di una legislazione economica di vantaggio;
    ad oggi risultano istituite le seguenti ZES: regione Campania; regione Calabria; Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata; Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise; Sicilia occidentale; Sicilia orientale; regione Abruzzo. È in fase finale l'istituzione della ZES regione Sardegna,

impegna il Governo:

   a garantire che, per tutte le misure disposte dal PNRR e per le linee di intervento indicate nel Piano complementare, ciascuna missione e ciascun programma di investimento sia orientato a favorire l'impegno della coesione territoriale attraverso una coerente allocazione delle risorse nel rispetto della legge sulla quota di investimenti ordinari da destinare al Mezzogiorno in proporzione alla popolazione residente, anche attraverso un monitoraggio costante e puntuale di verifica della quota prevedibile ed effettiva allocata per ciascun intervento;
   ad incrementare, attraverso ulteriori interventi normativi, le risorse destinate all'investimento 4 – Interventi per le Zone Economiche Speciali (ZES) contenuto nella Missione 5 Componente 3.
9/3166/42Varchi, Maschio.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    il Piano nazionale di ripresa e resilienza destina 82 miliardi di euro al Mezzogiorno sui 206 miliardi ripartibili secondo il criterio del territorio, corrispondenti a una quota del 40 per cento. Data la finalità del Piano nazionale per gli investimenti complementari, volto ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, appare necessario che il monitoraggio della ricaduta territoriale sia esteso all'intero quadro del PNRR, anche ai fini della verifica della legge sulla quota di investimenti ordinari da allocare nel Mezzogiorno in proporzione alla popolazione residente;
    come osservato dalla Svimez, una distribuzione territoriale delle risorse più favorevole al Mezzogiorno, e più coerente con l'obiettivo europeo della coesione territoriale (pari al 50 per cento), non solo avrebbe l'effetto di incrementare significativamente la crescita del PIL meridionale e di attivare un ulteriore incremento di posti di lavoro, ma determinerebbe anche una maggiore crescita complessiva dell'economia nazionale di circa un punto percentuale;
    il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno sono uno dei tre obiettivi trasversali del PNRR e rientrano tra gli obiettivi individuati anche nelle Raccomandazioni della Commissione europea formulate nei confronti dell'Italia;
    in tale ottica si inseriscono anche le Zone Economiche Speciali (ZES), regioni geografiche localizzate nel Mezzogiorno dotate di una legislazione economica di vantaggio;
    ad oggi risultano istituite le seguenti ZES: regione Campania; regione Calabria; Ionica Interregionale nelle regioni Puglia e Basilicata; Adriatica Interregionale nelle regioni Puglia e Molise; Sicilia occidentale; Sicilia orientale; regione Abruzzo. È in fase finale l'istituzione della ZES regione Sardegna,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di:
    garantire che, per tutte le misure disposte dal PNRR e per le linee di intervento indicate nel Piano complementare, ciascuna missione e ciascun programma di investimento sia orientato a favorire l'impegno della coesione territoriale attraverso una coerente allocazione delle risorse nel rispetto della legge sulla quota di investimenti ordinari da destinare al Mezzogiorno in proporzione alla popolazione residente, anche attraverso un monitoraggio costante e puntuale di verifica della quota prevedibile ed effettiva allocata per ciascun intervento;
    incrementare, attraverso ulteriori interventi normativi, le risorse destinate all'investimento 4 – Interventi per le Zone Economiche Speciali (ZES) contenuto nella Missione 5 Componente 3.
9/3166/42. (Testo modificato nel corso della seduta)  Varchi, Maschio.


   La Camera,
   premesso che:
    il presente provvedimento interviene in numerose materie al fine di ottemperare all'esigenza di emanare misure urgenti relative al Fondo complementare al PNRR e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra le missioni del PNRR la numero due è rappresentata dalle misure inerenti la rivoluzione verde e transizione ecologica;
    dei 235,12 miliardi del PNRR il 30 per cento è destinato agli investimenti per il contrasto al cambiamento climatico per una cifra di poco inferiore ai 70 miliardi;
    la transizione ecologica rappresenta una sfida centrale che procede in parallelo con il rinnovamento di interi settori produttivi e modelli di consumo;
    come riportato dall'ISTAT nel suo report pubblicato ad aprile in un anno, a febbraio 2020 allo stesso mese del 2021, l'Italia ha subito una diminuzione degli occupati pari a 945 mila unità a causa delle ricadute economiche della pandemia;
    la transizione energetica avrà un notevole impatto sul settore automobilistico la cui decarbonizzazione porterà a sostanziali variazioni in termini di ciclo produttivo e di fattori produttivi impiegati;
    nel mese di maggio l'amministratore delegato di Daimler Otto Kallenius ha lanciato un appello per avviare un dibattito aperto e congiunto sull'impatto che l'elettrificazione avrà sui posti di lavoro nel settore automobilistico;
    la transizione energetica e l'elettrificazione della mobilità rappresentano processi irreversibili verso una società più sostenibile la cui sostenibilità le cui conseguenze sull'occupazione e sul mercato del lavoro riferito a taluni settori non devono essere ignorate,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di inserire nei futuri provvedimenti delle misure volte a favorire la riconversione di quelle figure professionali le cui competenze risultano obsolete rispetto alle mutate esigenze dei settori maggiormente coinvolti nella transizione energetica al fine di favorire la ricollocazione occupazionale limitando quindi il rischio di un'impennata della disoccupazione in determinate categorie professionali.
9/3166/43Mantovani.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    l'articolo 1, comma 2, lettera f), assegna al Ministero dello sviluppo economico 6.880 milioni di euro suddivisi in: «Polis» – case dei servizi di cittadinanza digitale per un totale di 800 milioni di euro, «Transizione 4.0» per un totale di 5.080 milioni di euro, accordi per l'innovazione per un totale di 1.000 milioni di euro;
    la tutela del settore editoriale è rilevante sia per l'economia del settore che per la salvaguardia del pluralismo informativo e del diritto dei cittadini a formarsi le proprie libere opinioni,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di garantire, all'interno dei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, interventi per il settore editoriale volti al sostegno alla transizione al digitale, con contributi sulle spese per la multimedialità, per la gestione delle piattaforme, per la formazione digitale, per il miglioramento dell'efficienza aziendale; misure per favorire il ricambio generazionale; la consegna a domicilio delle pubblicazioni, con un piano sinergico fra editori, distributori, operatori postali e edicolanti per la creazione di una rete logistica efficiente ed economicamente sostenibile; l'informatizzazione e la modernizzazione delle edicole, con una Rete digitale tra editori, distributori e punti vendita per l'offerta di servizi aggiuntivi al mercato e per l'implementazione dei servizi delle Pubbliche amministrazioni.
9/3166/44Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra gli investimenti da finanziare particolare anche in campo energetico, con particolare riferimento all'ambito eolico;
    l'energia eolica offre diversi vantaggi e, primo fra tutti, quello di essere un'energia pulita che non inquina e non produce rifiuti;
    la possibilità di installare degli impianti eolici nel mar Ionio è sicuramente di importanza vitale sia per coprire una parte del fabbisogno energetico del territorio, sia per offrire una modalità di sviluppo alternativa alla zona di Taranto e salvaguardarne i lavoratori,

impegna il Governo

a destinare, nell'ambito delle risorse disponibili, un adeguato finanziamento volto alla progettazione e alla realizzazione di un polo energetico localizzato nel Mar Ionio composto da impianti eolici offshore galleggianti, al fine di contribuire allo sviluppo delle energie rinnovabili del nostro Paese e al progresso produttivo della città di Taranto, oltre alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
9/3166/45De Toma.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra gli investimenti da finanziare particolare anche in campo energetico, con particolare riferimento all'ambito eolico;
    l'energia eolica offre diversi vantaggi e, primo fra tutti, quello di essere un'energia pulita che non inquina e non produce rifiuti;
    la possibilità di installare degli impianti eolici nel mar Ionio è sicuramente di importanza vitale sia per coprire una parte del fabbisogno energetico del territorio, sia per offrire una modalità di sviluppo alternativa alla zona di Taranto e salvaguardarne i lavoratori,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di destinare, nell'ambito delle risorse disponibili, nel quadro delle compatibilità di finanza pubblica, un adeguato finanziamento volto alla progettazione e alla realizzazione di un polo energetico localizzato nel Mar Ionio composto da impianti eolici offshore galleggianti, al fine di contribuire allo sviluppo delle energie rinnovabili del nostro Paese e al progresso produttivo della città di Taranto, oltre alla salvaguardia dei livelli occupazionali.
9/3166/45. (Testo modificato nel corso della seduta)  De Toma.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    all'interno di tale Fondo il Governo non ha inteso inserire un'importante opera strategica per il nostro Paese, che da anni genera discussioni e valutazioni politiche ad ampio raggio: il ponte sullo Stretto di Messina;
    ciò appare alquanto strano, se si pensa che nei giorni scorsi, a seguito dell'interrogazione parlamentare, presentata dall'eurodeputato Fdi-Ecr Vincenzo Sofo, sulla rilevanza strategica del ponte sullo Stretto di Messina, il commissario europeo ai trasporti Valean ha confermato che il collegamento tra Calabria e Sicilia rientra nella rete transeuropea dei trasporti Ten-T ed è dunque considerata di importanza unionale dall'Unione europea. Tuttavia lo stesso commissario ha rilevato come questa opera non sia tuttora presente nell'elenco dei collegamenti da realizzare per il completamento della rete. Si tratta di un'assenza paradossale visto che la Commissione chiede il completamento del Ten-T entro il 2030 ma senza questa opera ciò è impossibile;
    l'assenza del ponte sullo Stretto di Messina tra i progetti finanziati con il Fondo complementare al PNRR è stato rilevato anche dalla relatrice nella sua proposta di parere in Commissione Trasporti alla Camera, il 23 giugno 2021,

impegna il Governo

a reperire le adeguate coperture finanziarie all'interno delle risorse del Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e reinserire tra i progetti finanziati le opere, anche di natura preliminare, inerenti la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina come collegamento stabile, viario e ferroviario.
9/3166/46Rotelli, Trancassini, Silvestroni, Bucalo, Varchi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    all'interno di tale Fondo il Governo non ha inteso inserire un'importante opera strategica per il nostro Paese, che da anni genera discussioni e valutazioni politiche ad ampio raggio: il ponte sullo Stretto di Messina;
    ciò appare alquanto strano, se si pensa che nei giorni scorsi, a seguito dell'interrogazione parlamentare, presentata dall'eurodeputato Fdi-Ecr Vincenzo Sofo, sulla rilevanza strategica del ponte sullo Stretto di Messina, il commissario europeo ai trasporti Valean ha confermato che il collegamento tra Calabria e Sicilia rientra nella rete transeuropea dei trasporti Ten-T ed è dunque considerata di importanza unionale dall'Unione europea. Tuttavia lo stesso commissario ha rilevato come questa opera non sia tuttora presente nell'elenco dei collegamenti da realizzare per il completamento della rete. Si tratta di un'assenza paradossale visto che la Commissione chiede il completamento del Ten-T entro il 2030 ma senza questa opera ciò è impossibile;
    l'assenza del ponte sullo Stretto di Messina tra i progetti finanziati con il Fondo complementare al PNRR è stato rilevato anche dalla relatrice nella sua proposta di parere in Commissione Trasporti alla Camera, il 23 giugno 2021,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative al fine di individuare le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina estendendo, così, la rete dell'alta velocità fino alla Sicilia.
9/3166/46. (Testo modificato nel corso della seduta)  Rotelli, Trancassini, Silvestroni, Bucalo, Varchi.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame approva il Piano nazionale per gli investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    per il comparto sanitario, si tratta di ulteriori 2,39 miliardi di euro rispetto a quanto già stanziato con il PNRR;
    le «terapie avanzate» sono terapie geniche e cellulari definite dal Regolamento (CE) n. 1394/2007 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 13 novembre 2007, sui medicinali per terapie avanzate recante modifica della direttiva 2001/83/CE e del regolamento (CE) n. 726/2004;
    si tratta di terapie fortemente innovative, possono essere «curative» o «trasformative», ossia in grado di modificare la storia naturale della patologia di un paziente, e sono « one shot», ossia vengono somministrate in una unica soluzione presso centri altamente specializzati e ad alto costo;
    rispetto ai farmaci tradizionali, la caratteristica di queste terapie è che esse sono molto più complesse da ricercare, sviluppare, produrre, distribuire ed offrire al pubblico e ai sistemi sanitari;
    le terapie avanzate sono attualmente finanziate con il «Fondo Innovativi» istituito dalla legge n. 232 del 2016, con una dotazione di 500 milioni per i medicinali innovativi non oncologici e 500 milioni di euro per i medicinali innovativi oncologici;
    entro il 2030, si stima che saranno lanciate fino a 60 nuove terapie avanzate a livello globale, capaci di curare oltre 350.000 pazienti;
    le terapie avanzate, a differenza dei farmaci tradizionali, presentano un evidente disallineamento temporale tra i costi iniziali e i benefici che si producono nel tempo, tale da poter sostenere che le terapie avanzate hanno una evidente caratteristica di spesa di investimento;
    la valutazione economica e contabile abituale, fondata sulla stima del costo dei farmaci e delle terapie tradizionali, è poco adatta alle terapie avanzate e alle loro particolari caratteristiche tecnologiche e industriali;
    la Commissione Affari Sociali della Camera dei deputati ha approvato un parere relativo al Documento di Economia e Finanza per il 2021 con il quale si impegna il Governo, tra l'altro, ad incrementare le risorse necessarie per assicurare equo accesso alle nuove terapie avanzate a tutti i pazienti che risultino eleggibili;
    le Commissioni riunite Bilancio e Politiche UE del Senato hanno approvato, al punto 6.6.3 del parere finale sul PNRR (schema di relazione), il preciso impegno rivolto al Governo di inserire quale ulteriore obiettivo di rilievo nell'ambito della «missione 6» la definizione di nuove forme di finanziamento e sostenibilità in grado di garantire l'accesso alle terapie innovative al più ampio numero di pazienti potenzialmente eleggibili, individuando nuovi modelli di accesso per quelle terapie che hanno anche una evidente componente di investimento per il servizio sanitario,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di inserire le terapie avanzate nei progetti di innovazione da finanziare su base strutturale nella pianificazione sanitaria e ad istituire presso il Ministero dell'economia e delle finanze un tavolo interministeriale con il Ministero della salute e con la partecipazione di AIFA, avente l'obiettivo di individuare innovativi modelli di finanziamento e pagamento delle terapie avanzate, adeguati alle caratteristiche intrinseche delle stesse e che ne garantiscano un equo accesso a tutti i pazienti potenzialmente eleggibili.
9/3166/47Noja.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti di investimenti;
    l'articolo 1, comma 1, del presente disegno di legge dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, finalizzato ad integrare con risorse nazionali per complessivi 30.622,46 miliardi di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'articolo 2 incrementa le risorse del Fondo sviluppo e coesione relative alla programmazione 2021-2027 di un importo complessivo di 15,5 miliardi per le annualità dal 2022 al 2031;
    il piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza all'articolo 1, comma 2, lettera c), numero 12), introduce il finanziamento per 300 milioni di euro negli anni 2021-2026, della Strategia nazionale aree interne, nell'ambito del programma finalizzato al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza stradale;
    tale intervento integra l'investimento già previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui alla Missione 5 «Inclusione e coesione» – Componente 3 «Interventi speciali di coesione territoriale» per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne per un importo complessivo di 825 milioni di euro per il periodo 2021-2026;
    la ripresa della Nazione, fortemente colpita dalla grave crisi degli ultimi anni e ancor più dall'emergenza epidemiologica ancora in atto, dovrebbe partire necessariamente dal potenziamento e miglioramento delle aree territoriali del Sud Italia, in particolare della Campania che pur essendo fulcro di importanti attività produttive e turistiche, presenta ancora molte zone caratterizzate da uno stato di abbandono e spopolamento;
    in particolare, al fine di migliorare la mobilità, la sicurezza e l'accessibilità alle reti stradali, riqualificare i territori e rilanciare l'economia, sarebbe auspicabile destinare parte delle risorse anche per la Tangenziale Dragonara-Potenza;
    l'opera già oggetto di studi e progettazione di fattibilità garantirebbe una necessaria viabilità di drenaggio dei volumi di transito dei veicoli generati dai principali generatori di flussi quali gli uffici di rappresentanza ed amministrativi della regione Basilicata, il polo scolastico degli istituti superiori della città capoluogo e diversi altri poli produttivi a vario titolo e di rilievo nazionale;
    la tangenziale collegherebbe, in maniera agevole, il principale centro amministrativo della regione Basilicata sito in Via Verrastro al raccordo autostradale Potenza Sicignano all'altezza dell'uscita Potenza-Ovest;
    l'intervento garantirebbe inoltre uno snellimento del trasporto extraurbano perseguendo l'obiettivo di un efficientamento nei costi del trasporto pubblico locale consentendo di contro l'opportunità di raggiungere a conservazione di spesa aree svantaggiate;
    l'opera costituirebbe un vero e proprio corridoio con l'asse nazionale autostradale al fine di garantire maggiore sviluppo economico e sociale delle aree interne, attualmente isolate,

impegna il Governo

a considerare l'opportunità di prevedere tra gli interventi infrastrutturali anche un finanziamento destinato alla realizzazione della tangenziale Dragonara-Potenza al fine di rispondere concretamente alla missione del PNRR che tra gli altri scopi ha anche quello delle infrastrutture per una mobilità sostenibile in Basilicata laddove, proprio il gruppo Stellantis, ha sviluppato un polo di eccellenza per il mercato delle autovetture ibride ed elettriche.
9/3166/48Caiata.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame prevede misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti di investimenti;
    l'articolo 1, comma 1, del presente disegno di legge dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, finalizzato ad integrare con risorse nazionali per complessivi 30.622,46 miliardi di euro, per gli anni dal 2021 al 2026, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza e l'articolo 2 incrementa le risorse del Fondo sviluppo e coesione relative alla programmazione 2021-2027 di un importo complessivo di 15,5 miliardi per le annualità dal 2022 al 2031;
    il piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza all'articolo 1, comma 2, lettera c), numero 12), introduce il finanziamento per 300 milioni di euro negli anni 2021-2026, della Strategia nazionale aree interne, nell'ambito del programma finalizzato al miglioramento dell'accessibilità e della sicurezza stradale;
    tale intervento integra l'investimento già previsto nel Piano nazionale di ripresa e resilienza di cui alla Missione 5 «Inclusione e coesione» – Componente 3 «Interventi speciali di coesione territoriale» per il rilancio e la valorizzazione delle aree interne per un importo complessivo di 825 milioni di euro per il periodo 2021-2026;
    la ripresa della Nazione, fortemente colpita dalla grave crisi degli ultimi anni e ancor più dall'emergenza epidemiologica ancora in atto, dovrebbe partire necessariamente dal potenziamento e miglioramento delle aree territoriali del Sud Italia, in particolare della Campania che pur essendo fulcro di importanti attività produttive e turistiche, presenta ancora molte zone caratterizzate da uno stato di abbandono e spopolamento;
    in particolare, al fine di migliorare la mobilità, la sicurezza e l'accessibilità alle reti stradali, riqualificare i territori e rilanciare l'economia, sarebbe auspicabile destinare parte delle risorse anche per la Tangenziale Dragonara-Potenza;
    l'opera già oggetto di studi e progettazione di fattibilità garantirebbe una necessaria viabilità di drenaggio dei volumi di transito dei veicoli generati dai principali generatori di flussi quali gli uffici di rappresentanza ed amministrativi della regione Basilicata, il polo scolastico degli istituti superiori della città capoluogo e diversi altri poli produttivi a vario titolo e di rilievo nazionale;
    la tangenziale collegherebbe, in maniera agevole, il principale centro amministrativo della regione Basilicata sito in Via Verrastro al raccordo autostradale Potenza Sicignano all'altezza dell'uscita Potenza-Ovest;
    l'intervento garantirebbe inoltre uno snellimento del trasporto extraurbano perseguendo l'obiettivo di un efficientamento nei costi del trasporto pubblico locale consentendo di contro l'opportunità di raggiungere a conservazione di spesa aree svantaggiate;
    l'opera costituirebbe un vero e proprio corridoio con l'asse nazionale autostradale al fine di garantire maggiore sviluppo economico e sociale delle aree interne, attualmente isolate,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prevedere tra gli interventi infrastrutturali anche un finanziamento destinato alla realizzazione della tangenziale Dragonara-Potenza al fine di rispondere concretamente alla missione del PNRR che tra gli altri scopi ha anche quello delle infrastrutture per una mobilità sostenibile in Basilicata laddove, proprio il gruppo Stellantis, ha sviluppato un polo di eccellenza per il mercato delle autovetture ibride ed elettriche.
9/3166/48. (Testo modificato nel corso della seduta)  Caiata.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    la prosecuzione delle misure adottate dalla Camera dei deputati in questi ultimi anni di razionalizzazione e induzione delle spese complessive per il funzionamento della Camera dei deputati, dovrebbe, consentire anche quest'anno di poter restituire al bilancio dello Stato le somme derivanti dalle economie di spesa accertate nell'esercizio precedente;
    da diversi anni la Camera, con propri atti di indirizzo, impegna il governo ad impiegare le risorse restituite al bilancio dello Stato per il sostegno ai territori e alle popolazioni duramente colpite dagli eventi sismici del centro Italia iniziati il 24 agosto 2016;
    considerate le ulteriori difficoltà che le zone terremotate hanno subito in conseguenza dell'emergenza COVID-19,

impegna il Governo

ad assumere iniziative normative al fine di destinare anche le eventuali risorse restituite dalla Camera dei deputati al bilancio dello Stato nell'anno 2021 alla ricostruzione dei territori e al sostegno delle popolazioni colpite dai suddetti eventi sismici.
9/3166/49Baldelli, Terzoni, Patassini, Pezzopane, Trancassini, Annibali, Parisse, Fassina, Schullian.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento esaminato reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    le norme approvano il Piano nazionale per gli investimenti complementari finalizzato ad integrare con risorse nazionali gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza per complessivi 30.622,46 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026. Le risorse nazionali degli interventi del Piano sono ripartite per il raggiungimento di numerosi obiettivi;
    per quanto riguarda il settore primario è attribuita al Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali una dotazione pari a 1.203.300 euro da utilizzare per il necessario sostegno ai contratti di filiera e distrettuali per i settori agroalimentare, della pesca e dell'acquacoltura, della silvicoltura, della floricoltura e del vivaismo;
    a questo proposito si segnala che le filiere della zootecnia stanno subendo da tempo, ben prima della pandemia in corso, che comunque ha reso più grave la situazione, un costante aumento delle quotazioni di cereali e farine proteiche vegetali, le principali materie prime agricole per il settore zootecnico, che ha caratterizzato anche gli ultimi mesi del 2020, e prosegue anche nel 2021. Ciò sta causando un effetto a cascata sugli approvvigionamenti e sui prezzi dei prodotti agro-alimentari-zootecnici a danno delle imprese di trasformazione e dei consumatori finali;
    a titolo di esempio, si riportano alcuni andamenti dei costi in questo anno. Il prezzo del mais ha fatto registrare un incremento del 22 per cento; il grano tenero del 20 per cento, le quotazioni della farina di soia sono cresciute del 26 per cento e quelle della crusca del 41 per cento. Aumenti che sono ancor più elevati se raffrontati con quelli dell'anno precedente, rispettivamente 23 per cento, 25 per cento, 45 per cento e 68 per cento;
    il continuo, forte rialzo dei prezzi delle materie prime agricole rappresenta un campanello di allarme non solo per i rischi di approvvigionamento che possono riguardare un Paese come il nostro, ancora dipendente dai mercati esteri per il proprio fabbisogno, ma può appesantire ancor più la già difficile situazione competitiva della zootecnia nazionale. Problematiche che andrebbero pertanto a sommarsi alla già complicata congiuntura che l'Italia sta attraversando;
    il nostro Paese che sconta un deficit di materie prime che oggi ha raggiunto un allarmante 60 per cento. E la tendenza rappresenta una tendenza in grado di indebolire fortemente l'Italia, che ha nel settore dell'agroalimentare uno dei suoi principali capisaldi economici e di immagine;
    il settore mangimistico italiano ha già dovuto assorbire autonomamente il rincaro delle commodities agricole e dei costi dovuti all'emergenza sanitaria. In un contesto di prolungato rialzo dei prezzi, di incertezza produttiva e di consumi stagnanti, è fondamentale tutelare il settore al fine di prevenire e scongiurare le inevitabili ricadute a valle della filiera, e pertanto sui consumatori, destinatari finali dei nostri ottimi prodotti, sani, sicuri e di qualità che l'industria di trasformazione continua a garantire,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare ulteriori interventi a sostegno della filiera zootecnica, in considerazione della crescita dei costi delle materie prime narrate in premessa, con specifico riferimento al settore mangimistico.
9/3166/50Spena, Nevi, Anna Lisa Baroni.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra le risorse complementari da ripartire, una fetta dovrebbe essere riservata al ristoro delle imprese del settore edile; negli ultimi mesi si sta assistendo, infatti, a rincari record dei materiali, che rischiano di mettere a rischio i cantieri in corso e che sta riducendo ulteriormente i margini di guadagno delle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici e privati, che già vivono, come e più di altri comparti produttivi, una forte crisi;
    bisogna ricordare che il settore colpito duramente dalla pandemia, ancora oggi risente, tra l'altro, della grave crisi iniziata nel 2007-2008;
    gli aumenti di prezzo talvolta sfiorano addirittura il 150 per cento rispetto allo scorso anno. Tale incremento è cominciato a fine 2020 e riguarda soprattutto metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, calcestruzzo e bitumi. Un esempio su tutti: il tondo per cemento armato fa segnare un incremento del 117 per cento tra novembre 2020 e aprile 2021,

impegna il Governo

a istituire, in un prossimo provvedimento utile, un Fondo presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, cui possano accedere le stazioni appaltanti e, di conseguenza, le imprese del settore edile che hanno registrato maggiori spese per i lavori eseguiti nell'anno 2021 a causa dell'incremento dei prezzi delle materie prime.
9/3166/51Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra le risorse complementari da ripartire, una fetta dovrebbe essere riservata al ristoro delle imprese del settore edile; negli ultimi mesi si sta assistendo, infatti, a rincari record dei materiali, che rischiano di mettere a rischio i cantieri in corso e che sta riducendo ulteriormente i margini di guadagno delle imprese aggiudicatarie di appalti pubblici e privati, che già vivono, come e più di altri comparti produttivi, una forte crisi;
    bisogna ricordare che il settore colpito duramente dalla pandemia, ancora oggi risente, tra l'altro, della grave crisi iniziata nel 2007-2008;
    gli aumenti di prezzo talvolta sfiorano addirittura il 150 per cento rispetto allo scorso anno. Tale incremento è cominciato a fine 2020 e riguarda soprattutto metalli, materie plastiche derivate dal petrolio, calcestruzzo e bitumi. Un esempio su tutti: il tondo per cemento armato fa segnare un incremento del 117 per cento tra novembre 2020 e aprile 2021,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di istituire, in un prossimo provvedimento utile, un Fondo presso il Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, cui possano accedere le stazioni appaltanti e, di conseguenza, le imprese del settore edile che hanno registrato maggiori spese per i lavori eseguiti nell'anno 2021 a causa dell'incremento dei prezzi delle materie prime.
9/3166/51. (Testo modificato nel corso della seduta)  Trancassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    ai sensi dell'articolo 121 del decreto Rilancio, per i lavori effettuati nel 2021, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione fiscale, il contribuente può scegliere di monetizzare subito il bonus Irpef riconosciuto: optare, cioè, per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto o per la cessione di un credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni;
    la cessione del credito e lo sconto diretto da parte dell'impresa si applicano per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, riqualificazione energetica, adozione di misure antisismiche rientranti nel sismabonus, recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti;
    per gli interventi sopra elencati che danno diritto al Superbonus 110 per cento è possibile esercitare l'opzione relativamente alle detrazioni spettanti per le spese sostenute nell'anno 2022; sarebbe utile, per i contribuenti e per tutta la filiera economica che dal Superbonus sta traendo benefici, che questa opzione fosse prorogata anche per le spese sostenute nel 2023; ciò permetterebbe un più immediato utilizzo dell'agevolazione fiscale da parte dei cittadini e una più celere ripresa di uno dei settori economici più colpiti dalla pandemia,

impegna il Governo

a prorogare, attraverso ulteriori iniziative normative, fino al 2023 l'opzione per la cessione o per lo sconto in fattura in luogo delle detrazioni fiscali per gli interventi cui spetta l'agevolazione Superbonus al 110 per cento.
9/3166/52Bignami.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    ai sensi dell'articolo 121 del decreto Rilancio, per i lavori effettuati nel 2021, in luogo dell'utilizzo diretto della detrazione fiscale, il contribuente può scegliere di monetizzare subito il bonus Irpef riconosciuto: optare, cioè, per un contributo sotto forma di sconto sul corrispettivo dovuto o per la cessione di un credito d'imposta corrispondente alla detrazione spettante, ad altri soggetti, ivi inclusi istituti di credito e altri intermediari finanziari, con facoltà di successive cessioni;
    la cessione del credito e lo sconto diretto da parte dell'impresa si applicano per i lavori di recupero del patrimonio edilizio, riqualificazione energetica, adozione di misure antisismiche rientranti nel sismabonus, recupero o restauro della facciata degli edifici esistenti;
    per gli interventi sopra elencati che danno diritto al Superbonus 110 per cento è possibile esercitare l'opzione relativamente alle detrazioni spettanti per le spese sostenute nell'anno 2022; sarebbe utile, per i contribuenti e per tutta la filiera economica che dal Superbonus sta traendo benefici, che questa opzione fosse prorogata anche per le spese sostenute nel 2023; ciò permetterebbe un più immediato utilizzo dell'agevolazione fiscale da parte dei cittadini e una più celere ripresa di uno dei settori economici più colpiti dalla pandemia,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di prorogare, attraverso ulteriori iniziative normative, fino al 2023 l'opzione per la cessione o per lo sconto in fattura in luogo delle detrazioni fiscali per gli interventi cui spetta l'agevolazione Superbonus al 110 per cento.
9/3166/52. (Testo modificato nel corso della seduta)  Bignami.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    nello specifico vengono ripartite le risorse del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si disciplinano, inoltre, le modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    il provvedimento dispone finanziamenti in materia di ricerca sanitaria e interventi oltre che investimenti nei servizi sanitari di prossimità e a tutela della salute, dell'ambiente e della sicurezza delle strutture sanitarie;
    il provvedimento manca di finanziamenti adeguati per le strutture e per i professionisti in esso impegnati e che sono in prima fila esposti al pericolo di contagio, ad esempio i farmacisti collaboratori sono una categoria esposta ad un alto rischio, e spesso dimenticati. Da oltre un anno sono in prima linea al banco delle farmacie per la vendita di farmaci, esposti al pericolo di contagio in quanto sempre a contatto con la clientela;
    con l'offerta da parte delle farmacie del test sierologico rapido e della possibilità di vaccinare, alla categoria dei farmacisti collaboratori sono state affidate ulteriori gravose responsabilità che, tuttavia, non risultano in alcun modo ricompensate nonostante il notevole aumento del carico di lavoro e l'aggravarsi del rischio di contagio, il dato è reale, sono infatti al terzo posto nella triste classifica dei deceduti all'interno di professioni sanitarie per COVID-19 dopo medici e infermieri,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di migliorare la tutela di tutte le categorie maggiormente esposte, stanziando risorse nazionali, complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza, a categorie quali i farmacisti collaboratori in forza della loro indispensabile attività di contrasto alla diffusione del virus COVID-19.
9/3166/53Vinci.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento dispone l'approvazione del Piano nazionale per gli investimenti, complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026 (comma 1);
    nello specifico vengono ripartite le risorse del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si disciplinano, inoltre, le modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    il provvedimento dispone finanziamenti in materia di ricerca sanitaria e interventi oltre che investimenti nei servizi sanitari di prossimità e a tutela della salute, dell'ambiente e della sicurezza delle strutture sanitarie;
    il provvedimento manca di finanziamenti adeguati per le strutture e per i professionisti in esso impegnati e che sono in prima fila esposti al pericolo di contagio, ad esempio i farmacisti collaboratori sono una categoria esposta ad un alto rischio, e spesso dimenticati. Da oltre un anno sono in prima linea al banco delle farmacie per la vendita di farmaci, esposti al pericolo di contagio in quanto sempre a contatto con la clientela;
    con l'offerta da parte delle farmacie del test sierologico rapido e della possibilità di vaccinare, alla categoria dei farmacisti collaboratori sono state affidate ulteriori gravose responsabilità che, tuttavia, non risultano in alcun modo ricompensate nonostante il notevole aumento del carico di lavoro e l'aggravarsi del rischio di contagio, il dato è reale, sono infatti al terzo posto nella triste classifica dei deceduti all'interno di professioni sanitarie per COVID-19 dopo medici e infermieri,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di migliorare la tutela di tutte le categorie maggiormente esposte, stanziando risorse nazionali, concomitanti al Piano nazionale di ripresa e resilienza, a categorie quali i farmacisti collaboratori in forza della loro indispensabile attività di contrasto alla diffusione del virus COVID-19.
9/3166/53. (Testo modificato nel corso della seduta)  Vinci.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra gli investimenti da finanziare riteniamo che sarebbe utile dare spazio a idee innovative in ambito agritech;
    dagli ultimi dati forniti da CB Insights si capisce che il settore agri-food tech è in forte espansione e ha avuto un incremento esponenziale negli ultimi 5 anni. A dare la spinta al comparto agri-food tech l'innovazione di nuove tecniche di produzione e distribuzione: tecnologie di precisione, packaging intelligente, serre idroponiche, vertical farm;
    i finanziamenti che lo Stato ha messo in campo fino a oggi sono stati abbastanza limitati, facendo riportare un certo ritardo del settore nel nostro Paese; tuttavia i dati delle start-up e delle PMI è in crescita;
    una ricerca di Simbiosity realizzata per Seed&Chips e riportata da Nova, registra che il 22 per cento delle startup presenti in Italia sull'agri-food sono legate all’agritech e alla trasformazione del prodotto, il 18 per cento all'economia della conoscenza, il 16 per cento alla distribuzione; dati importanti che fanno capire che il settore è vitale e che bisogna a tutti i costi lavorare su investimenti e innovazione per farlo crescere e diventare di importanza strategica per tutta l'economia nazionale,

impegna il Governo

a utilizzare quota parte del fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza per il finanziamento di start-up e PMI innovative nel settore agri-food tech, con sede legale e fiscale in Italia.
9/3166/54Rachele Silvestri, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    tra gli investimenti da finanziare riteniamo che sarebbe utile dare spazio a idee innovative in ambito agritech;
    dagli ultimi dati forniti da CB Insights si capisce che il settore agri-food tech è in forte espansione e ha avuto un incremento esponenziale negli ultimi 5 anni. A dare la spinta al comparto agri-food tech l'innovazione di nuove tecniche di produzione e distribuzione: tecnologie di precisione, packaging intelligente, serre idroponiche, vertical farm;
    i finanziamenti che lo Stato ha messo in campo fino a oggi sono stati abbastanza limitati, facendo riportare un certo ritardo del settore nel nostro Paese; tuttavia i dati delle start-up e delle PMI è in crescita;
    una ricerca di Simbiosity realizzata per Seed&Chips e riportata da Nova, registra che il 22 per cento delle startup presenti in Italia sull'agri-food sono legate all’agritech e alla trasformazione del prodotto, il 18 per cento all'economia della conoscenza, il 16 per cento alla distribuzione; dati importanti che fanno capire che il settore è vitale e che bisogna a tutti i costi lavorare su investimenti e innovazione per farlo crescere e diventare di importanza strategica per tutta l'economia nazionale,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità del finanziamento di start-up e PMI innovative nel settore agri-food tech, con sede legale e fiscale in Italia.
9/3166/54. (Testo modificato nel corso della seduta)  Rachele Silvestri, Caretta, Ciaburro.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    il 28 maggio dello scorso anno i Ministri della giustizia e della difesa e il direttore dell'Agenzia del demanio hanno sottoscritto l'atto che avrebbe consentito al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria di acquisire la caserma per la costruzione di una nuova struttura carceraria a Grosseto; per tali opere di costruzione e trasferimento sono necessari dei fondi, parte dei quali sono ancora da reperire;
    il fondo complementare del PNRR prevede una cifra di circa 130-133 milioni per costruzione e miglioramenti di strutture penitenziarie; attingere a tali risorse sarebbe sbocco naturale di tutto l’iter inerente la nuova struttura carceraria di Grosseto; si tratta di una struttura importante, che potrebbe dar sollievo e soluzione al sovraffollamento sia del vecchio carcere, sia degli altri del circondario,

impegna il Governo

a destinare quota parte delle risorse complementari del PNRR al trasferimento del carcere di Grosseto.
9/3166/55Donzelli.


   La Camera,
   premesso che:
    il disegno di legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare da 30,6 miliardi finalizzato ad integrare con risorse nazionali il Piano nazionale di ripresa e resilienza, stabilendone la ripartizione, unitamente a misure urgenti per gli investimenti;
    il 28 maggio dello scorso anno i Ministri della giustizia e della difesa e il direttore dell'Agenzia del demanio hanno sottoscritto l'atto che avrebbe consentito al Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria di acquisire la caserma per la costruzione di una nuova struttura carceraria a Grosseto; per tali opere di costruzione e trasferimento sono necessari dei fondi, parte dei quali sono ancora da reperire;
    il fondo complementare del PNRR prevede una cifra di circa 130-133 milioni per costruzione e miglioramenti di strutture penitenziarie; attingere a tali risorse sarebbe sbocco naturale di tutto l’iter inerente la nuova struttura carceraria di Grosseto; si tratta di una struttura importante, che potrebbe dar sollievo e soluzione al sovraffollamento sia del vecchio carcere, sia degli altri del circondario,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di destinare quota parte delle risorse complementari del PNRR al trasferimento del carcere di Grosseto.
9/3166/55. (Testo modificato nel corso della seduta)  Donzelli.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento all'esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    il decreto destina una parte delle risorse alla costruzione e al miglioramento di padiglioni e spazi per strutture penitenziarie per adulti e minori; a questa previsione andrebbe aggiunta una specifica norma che stabilisca una ripartizione ulteriore dei fondi, riservandone una parte per la costruzione di nuovi Istituti a custodia attenuata per madri (ICAM);
    costituite in via sperimentale nel 2006 per consentire alle detenute madri che non possono usufruire di alternative alla detenzione in carcere di tenere con sé i loro figli, si sono rivelate molto utili; e una struttura che non ricorda in alcuna maniera il carcere, essendo simile ad un asilo nido, in cui i bambini possono trascorrere serenamente il periodo di «carcerazione» insieme alle loro madri;
    tutelare e preservare la salute fisica e mentale dei bambini la cui genitrice è detenuta, infatti, è obbligo morale dello Stato;
    in Italia, esistono attualmente pochi centri a custodia attenuata: costruirne di nuovi, così come costruire nuovi edifici penitenziari in genere e rinnovare e migliorare gli esistenti, evitando tra l'altro il fenomeno del sovraffollamento delle carceri, sarebbe un atto di civiltà di cui ogni buon Governo dovrebbe farsi carico,

impegna il Governo

a destinare una parte delle risorse complementari del PNRR alla costruzione e ammodernamento degli istituti penitenziari e, in particolare, alla costruzione e organizzazione di nuovi Istituti a custodia attenuata per madri (ICAM).
9/3166/56Delmastro Delle Vedove, Varchi.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge 6 maggio 2021, n. 59, reca misure urgenti elative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    uno degli obiettivi trasversali del Piano nazionale di ripresa e resilienza è la digitalizzazione;
    l'infrastrutturazione in banda larga è conditio sine qua non per il raggiungimento degli obiettivi di digitalizzazione;
    l'emergenza pandemica ha mostrato le conseguenze sociali delle disuguglianze digitali, causando l'emarginazione scolastica e difficoltà lavorative;
    i divari digitali hanno una dimensione territoriale: basti pensare che se il 76 per cento delle famiglie italiane dispone di una connessione internet, la percentuale è dell'80 per cento nelle aree metropolitane ma del 70 per cento nei piccoli comuni, e del 67 per cento in Calabria. Il diverso livello di accesso alla rete non è solo un problema di capacità di spesa delle famiglie. Il luogo dove si vive, infatti, determina il tipo di connessione di cui si può disporre, legata al grado di urbanizzazione. E la situazione è diversificata e problematica anche all'interno di un'area metropolitana densamente popolata come quella di Roma;
    come indicano i dati Agcom elaborati da Mapparomap per la tecnologia di connessione FTIH il comune di Roma ha una copertura del 96 per cento: delle 155 zone urbanistiche, ben 103 hanno copertura totale, 23 ce l'hanno superiore al 90 per cento, mentre altre 25, quasi tutte esterne al GRA, sono caratterizzate da una elevata variabilità della copertura che oscilla tra l'80 e il 10 per cento. Tre zone urbanistiche (Porta Medaglia, Prima Porta, S. Cornelia e Martignana, quest'ultima però non è di fatto abitata), non sono coperte affatto da connessione in fibra ottica fino all'interno delle unità immobiliari;
    per la connessione internet inferiore a 30 mbps, nel comune di Roma la media delle famiglie interessate è dell'8,9 per cento, nettamente più bassa rispetto alla media degli altri comuni della città metropolitana che è del 62,6 per cento. Le zone urbanistiche di Roma con il maggior numero di famiglie che non hanno a disposizione una connessione in banda ultra-larga sono quelle più esterne (Porta Medaglia, S. Maria di Galeria e Castel Romano tra 98 e 100 per cento), e numerose zone extra-GRA hanno valori tra 40 e 87 per cento. Ben 50 zone urbanistiche, soprattutto nella città consolidata, ben coperta dalla banda ultra-larga, hanno valori inferiori al 5 per cento, mentre in 72 zone la percentuale è tra 5 e 20 per cento;
    le disuguaglianze digitali hanno quindi diverse dimensioni, territoriali, sociali, economiche, generazionali, che si sommano tra di loro e che determinano notevolissime disparità nell'accesso a internet;
    portare la banda, ultralarga nei territori che ne sono ancora privi è solo il primo indispensabile passo per affrontare il problema sociale in numerosi quartieri di Roma,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità, di adottare iniziative volte alla revisione degli incentivi per la domanda di connettività, anche introducendo uno specifico Fondo per la riduzione delle disuguglianze digitali nei territori periferici delle città italiane.
9/3166/57Osnato, Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    l'articolo 1, comma 2, lettera f), assegna al Ministero dello sviluppo economico 6.880 milioni di euro suddivisi in: «Polis» – case dei servizi di cittadinanza digitale per un totale di 800 milioni di euro, «Transizione 4.0» per un totale di 5.080 milioni di euro, accordi per l'innovazione per un totale di 1.000 milioni di euro;
    i dati dell'OCSE riferiti all'anno 2020 riportano che l'Italia è al quartultimo posto per alfabetizzazione digitale. Solo il 21 per cento degli italiani ha un livello di alfabetizzazione sufficiente. Il 30 per cento della popolazione non utilizza Internet e cresce il numero degli analfabeti funzionali, e che la pandemia da COVID-19 non ha fatto che aggravare questa già difficile situazione; gli italiani si sono adattati a telelavoro e didattica a distanza con molte più difficoltà che nelle altre nazioni; solo il 13 per cento degli italiani utilizza l’online per le procedure amministrative (media UE: 30 per cento). Inoltre, solo l'8 per cento delle PMI vende anche online (il dato in Germania è del 23 per cento). A ciò si aggiunge anche che solo il 60 per cento dei dipendenti di imprese private italiane sa utilizzare bene i software da ufficio (Office, CSM, CRM e così via);
    riteniamo che utilizzare nuovi media e tecnologie in modo corretto ed efficace non è solo una competenza tecnica ma include preparazione in diversi settori, quali sicurezza online, comunicazione online, alfabetizzazione mediatica, creatività e socialità,

impegna il Governo

a utilizzare quota parte del fondo complementare al PNRR per iniziative volte all'alfabetizzazione digitale, al fine di garantire una sempre maggiore competenza e partecipazione di tutti i cittadini di tutte le età alla società sempre più digitalizzata.
9/3166/58Montaruli, Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    l'articolo 1, comma 2, lettera f), assegna al Ministero dello sviluppo economico 6.880 milioni di euro suddivisi in: «Polis» – case dei servizi di cittadinanza digitale per un totale di 800 milioni di euro, «Transizione 4.0» per un totale di 5.080 milioni di euro, accordi per l'innovazione per un totale di 1.000 milioni di euro;
    i dati dell'OCSE riferiti all'anno 2020 riportano che l'Italia è al quartultimo posto per alfabetizzazione digitale. Solo il 21 per cento degli italiani ha un livello di alfabetizzazione sufficiente. Il 30 per cento della popolazione non utilizza Internet e cresce il numero degli analfabeti funzionali, e che la pandemia da COVID-19 non ha fatto che aggravare questa già difficile situazione; gli italiani si sono adattati a telelavoro e didattica a distanza con molte più difficoltà che nelle altre nazioni; solo il 13 per cento degli italiani utilizza l’online per le procedure amministrative (media UE: 30 per cento). Inoltre, solo l'8 per cento delle PMI vende anche online (il dato in Germania è del 23 per cento). A ciò si aggiunge anche che solo il 60 per cento dei dipendenti di imprese private italiane sa utilizzare bene i software da ufficio (Office, CSM, CRM e così via);
    riteniamo che utilizzare nuovi media e tecnologie in modo corretto ed efficace non è solo una competenza tecnica ma include preparazione in diversi settori, quali sicurezza online, comunicazione online, alfabetizzazione mediatica, creatività e socialità,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di utilizzare quota parte del fondo complementare al PNRR per iniziative volte all'alfabetizzazione digitale, al fine di garantire una sempre maggiore competenza e partecipazione di tutti i cittadini di tutte le età alla società sempre più digitalizzata.
9/3166/58. (Testo modificato nel corso della seduta)  Montaruli, Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    nei territori colpiti dal sisma del centro Italia 2016 e 2017, la crisi economico-sociale-demografica già esistente prima dei gravissimi fenomeni sismici si è acuita in modo esponenziale in quanto i residenti e gli amministratori locali si trovano a dover affrontare sotto il profilo etico, relazionale, sociale, patrimoniale ed imprenditoriale la catastrofe del sisma che ha interessato e continua ad interessare queste zone;
    è evidente che una situazione di tal genere deve essere necessariamente affrontata con misure di natura straordinaria che favoriscano la ripresa economica, anche e soprattutto mediante la realizzazione di nuovi investimenti;
    l'istituzione temporanea di una Zona Franca Urbana all'indomani dell'evento calamitoso per sostenere le attività economiche esistenti, permettendo anche l'insediamento di nuove attività, non è sufficiente per il pieno rilancio sociale ed economico di un territorio vasto qual è quello delle quattro regioni colpite dal sisma del 2016 e del 2017;
    le comunità locali in ogni loro componente, dall'istituzionale all'associativa, dall'università all'impresa, dalla politica alla rete degli stakeholders nel suo complesso hanno evidenziato la necessità di una ZESS per la necessaria trasformazione dei vantaggi competitivi in economia della rinascita;
    l'obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo economico del territorio soprattutto attraverso l'insediamento di specifici comparti di attività economiche, l'adozione di nuove soluzioni tecnologiche, il miglioramento della competitività, la transizione ecologica e la creazione di nuovi posti di lavoro; il sistema di agevolazioni dovrebbe riguardare semplificazioni burocratiche e sconti fiscali e contributivi, anche modulati progressivamente su criteri di asimmetrie territoriali;
    l'emergenza COVID-19 ha permesso la riscoperta di un turismo soft, di piccoli borghi da riscoprire dove è possibile coniugare cultura, produzioni artigiane ed enogastronomia di qualità, ricompresi in un ambiente incontaminato; sono in corso iniziative per valorizzare la montagna per 4 stagioni, ragionando su un comprensorio sciistico unico marchigiano con una prospettiva unitaria di promozione turistica;
    le zone del cratere sono in ottimo posizionamento geografico, dato che si pongono come punto baricentrico per l'Italia centrale, tra il mare Adriatico e Tirreno, in contatto e collegamento con Roma, in presenza di un sistema aeroportuale pur rendendosi necessari interventi a livello stradale e ferroviario;
    nella proposta di regolamento dei fondi strutturali per il prossimo bilancio di lungo termine dell'Unione europea, 2021-2027 le Marche insieme all'Umbria sono state retrocesse a regioni in transizione raggiungendo l'Abruzzo, per le Marche il calo di Pil dal 2014 è stato di oltre 10 punti;
    la creazione di una ZES può ritenersi giustificata anche perché mutuata da altre esperienze (come quella polacca) che hanno creato zone su basi non esclusivamente economiche ma anche tecnologiche e culturali;
    la ZESSisma è un qualificato strumento per arrestare il declino economico e sociale della vasta area interessata dal sisma del 2016; territorio con un importante patrimonio artistico, culturale e naturale; i benefici attesi sarebbero in misura nettamente superiore alle possibili perdite erariali, posto che le entrate fiscali che verrebbero meno nella fase iniziale sarebbero fortemente superate nel breve periodo dalla crescita economica diretta ed indiretta, con un saldo complessivo di gran lunga positive;
    sul tema il gruppo Lega, oltre ai numerosi interventi legislativi realizzati, ha segnalato attraverso ordini del giorno rivolti al Governo protempore la necessità di istituire una ZES Odg 9/02211-A/105 del 28 novembre 2019, Odg 9/02305/094 del 23 dicembre 2019, Odg 9/02700/187 del 12 ottobre 2020;
    in data 23 dicembre 2020 è stata presentata la PDL n. 2840 a prima firma Patassini ed altri «agevolazioni fiscali per la ripresa sociale ed economica dei comuni colpiti dagli eventi sismici verificatisi nell'Italia centrale negli anni 2016 e 2017», prevedendo misure fiscali e di semplificazioni amministrative; basandosi sulle caratteristiche morfologiche e socio economiche dei territori appenninici in senso ampio, al fine di far ripartire il trend di sviluppo da troppo tempo fermo,

impegna il Governo:

ad istituire una zona economica a fiscalità agevolata nel Centro Italia, ovvero una ZES ai sensi della legge n. 91 del 2017, stabilendo le modalità di funzionamento e governo tra cui la misura di esenzione dalle imposte dirette, indirette e tributi locali le condizioni che disciplinano l'accesso per ogni soggetto ai benefici previsti, l'ente deputato al coordinamento generale degli obiettivi di sviluppo strategici insieme alle regole per la sua composizione e funzionamento e la durata.
9/3166/59Patassini.


   La Camera,
   premesso che:
    nei territori colpiti dal sisma del centro Italia 2016 e 2017, la crisi economico-sociale-demografica già esistente prima dei gravissimi fenomeni sismici si è acuita in modo esponenziale in quanto i residenti e gli amministratori locali si trovano a dover affrontare sotto il profilo etico, relazionale, sociale, patrimoniale ed imprenditoriale la catastrofe del sisma che ha interessato e continua ad interessare queste zone;
    è evidente che una situazione di tal genere deve essere necessariamente affrontata con misure di natura straordinaria che favoriscano la ripresa economica, anche e soprattutto mediante la realizzazione di nuovi investimenti;
    l'istituzione temporanea di una Zona Franca Urbana all'indomani dell'evento calamitoso per sostenere le attività economiche esistenti, permettendo anche l'insediamento di nuove attività, non è sufficiente per il pieno rilancio sociale ed economico di un territorio vasto qual è quello delle quattro regioni colpite dal sisma del 2016 e del 2017;
    le comunità locali in ogni loro componente, dall'istituzionale all'associativa, dall'università all'impresa, dalla politica alla rete degli stakeholders nel suo complesso hanno evidenziato la necessità di una ZESS per la necessaria trasformazione dei vantaggi competitivi in economia della rinascita;
    l'obiettivo è quello di accelerare lo sviluppo economico del territorio soprattutto attraverso l'insediamento di specifici comparti di attività economiche, l'adozione di nuove soluzioni tecnologiche, il miglioramento della competitività, la transizione ecologica e la creazione di nuovi posti di lavoro; il sistema di agevolazioni dovrebbe riguardare semplificazioni burocratiche e sconti fiscali e contributivi, anche modulati progressivamente su criteri di asimmetrie territoriali;
    l'emergenza COVID-19 ha permesso la riscoperta di un turismo soft, di piccoli borghi da riscoprire dove è possibile coniugare cultura, produzioni artigiane ed enogastronomia di qualità, ricompresi in un ambiente incontaminato; sono in corso iniziative per valorizzare la montagna per 4 stagioni, ragionando su un comprensorio sciistico unico marchigiano con una prospettiva unitaria di promozione turistica;
    le zone del cratere sono in ottimo posizionamento geografico, dato che si pongono come punto baricentrico per l'Italia centrale, tra il mare Adriatico e Tirreno, in contatto e collegamento con Roma, in presenza di un sistema aeroportuale pur rendendosi necessari interventi a livello stradale e ferroviario;
    nella proposta di regolamento dei fondi strutturali per il prossimo bilancio di lungo termine dell'Unione europea, 2021-2027 le Marche insieme all'Umbria sono state retrocesse a regioni in transizione raggiungendo l'Abruzzo, per le Marche il calo di Pil dal 2014 è stato di oltre 10 punti;
    la creazione di una ZES può ritenersi giustificata anche perché mutuata da altre esperienze (come quella polacca) che hanno creato zone su basi non esclusivamente economiche ma anche tecnologiche e culturali;
    la ZESSisma è un qualificato strumento per arrestare il declino economico e sociale della vasta area interessata dal sisma del 2016; territorio con un importante patrimonio artistico, culturale e naturale; i benefici attesi sarebbero in misura nettamente superiore alle possibili perdite erariali, posto che le entrate fiscali che verrebbero meno nella fase iniziale sarebbero fortemente superate nel breve periodo dalla crescita economica diretta ed indiretta, con un saldo complessivo di gran lunga positive;
    sul tema il gruppo Lega, oltre ai numerosi interventi legislativi realizzati, ha segnalato attraverso ordini del giorno rivolti al Governo protempore la necessità di istituire una ZES Odg 9/02211-A/105 del 28 novembre 2019, Odg 9/02305/094 del 23 dicembre 2019, Odg 9/02700/187 del 12 ottobre 2020;
    in data 23 dicembre 2020 è stata presentata la PDL n. 2840 a prima firma Patassini ed altri «agevolazioni fiscali per la ripresa sociale ed economica dei comuni colpiti dagli eventi sismici verificatisi nell'Italia centrale negli anni 2016 e 2017», prevedendo misure fiscali e di semplificazioni amministrative; basandosi sulle caratteristiche morfologiche e socio economiche dei territori appenninici in senso ampio, al fine di far ripartire il trend di sviluppo da troppo tempo fermo,

impegna il Governo:

a valutare l'opportunità di istituire una zona economica a fiscalità agevolata nel Centro Italia, ovvero una ZES ai sensi della legge n. 91 del 2017, stabilendo le modalità di funzionamento e governo tra cui la misura di esenzione dalle imposte dirette, indirette e tributi locali le condizioni che disciplinano l'accesso per ogni soggetto ai benefici previsti, l'ente deputato al coordinamento generale degli obiettivi di sviluppo strategici insieme alle regole per la sua composizione e funzionamento e la durata.
9/3166/59. (Testo modificato nel corso della seduta)  Patassini.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    l'articolo 1 del decreto-legge, nell'ambito dei 9,7 miliardi di euro attribuiti al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, destina 250 milioni di euro complessivi nell'arco di sei anni, dal 2021 al 2026 in merito ai collegamenti dell'ultimo–penultimo miglio ferroviario-stradale, relativi ai porti di Venezia, Trieste, Civitavecchia, Ancona e Napoli;
    alla luce delle documentazioni disponibili e da quanto dichiarato nel corso di audizioni parlamentari dai presidenti delle autorità portuali e dai rappresentati di Ferrovie dello Stato, la cifra stanziata appare insufficiente per rendere davvero funzionale l'interconnessione logistica delle infrastrutture portuali,

impegna il Governo

a specificare, tramite l'adozione di un successivo provvedimento, gli interventi che si intendono realizzare con le risorse stanziate di cui in premessa.
9/3166/60Pella, Siracusano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    l'articolo 1 del decreto-legge, nell'ambito dei 9,7 miliardi di euro attribuiti al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, destina 250 milioni di euro complessivi nell'arco di sei anni, dal 2021 al 2026 in merito ai collegamenti dell'ultimo–penultimo miglio ferroviario-stradale, relativi ai porti di Venezia, Trieste, Civitavecchia, Ancona e Napoli;
    alla luce delle documentazioni disponibili e da quanto dichiarato nel corso di audizioni parlamentari dai presidenti delle autorità portuali e dai rappresentati di Ferrovie dello Stato, la cifra stanziata appare insufficiente per rendere davvero funzionale l'interconnessione logistica delle infrastrutture portuali,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di specificare, tramite l'adozione di un successivo provvedimento, gli interventi che si intendono realizzare con le risorse stanziate di cui in premessa.
9/3166/60. (Testo modificato nel corso della seduta)  Pella, Siracusano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    il PNRR e il fondo complementare di cui al presente provvedimento destinano risorse rilevanti alla transizione ecologica e allo sviluppo della mobilità sostenibile;
    nella relazione approvata dalla Commissione Bilancio alla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza nella seduta del 30 marzo 2021, tra le indicazioni generali ai fini della stesura definitiva del piano, la numero 21) prevede l'inclusione tra gli investimenti di quelli già oggetto di uno specifico pronunciamento parlamentare, con riferimento specifico alla mozione n. 1-00370 approvata dalla Camera dei deputati il 28 luglio 2020, relativa alla realizzazione dell'idrovia da Padova a Venezia,

impegna il Governo

ad individuare le risorse necessarie alla realizzazione dell'idrovia Padova-Venezia nell'ambito degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e di quelli del piano complementare.
9/3166/61Caon.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    il PNRR e il fondo complementare di cui al presente provvedimento destinano risorse rilevanti alla transizione ecologica e allo sviluppo della mobilità sostenibile;
    nella relazione approvata dalla Commissione Bilancio alla proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza nella seduta del 30 marzo 2021, tra le indicazioni generali ai fini della stesura definitiva del piano, la numero 21) prevede l'inclusione tra gli investimenti di quelli già oggetto di uno specifico pronunciamento parlamentare, con riferimento specifico alla mozione n. 1-00370 approvata dalla Camera dei deputati il 28 luglio 2020, relativa alla realizzazione dell'idrovia da Padova a Venezia,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di individuare le risorse necessarie alla realizzazione dell'idrovia Padova-Venezia nell'ambito degli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e di quelli del piano complementare.
9/3166/61. (Testo modificato nel corso della seduta)  Caon.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    il Fondo complementare è stato inserito dal Governo su richiesta di Forza Italia al Ministro dell'economia e delle finanze in occasione della sua audizione in Parlamento e ciò sia per rendere coerente il PNRR a quanto fatto negli altri Paesi della Unione europea, sia per consentirne una adeguata organicità propositiva evitando in tal modo il vincolo temporale del 2026 per alcune delle proposte contenute;
    la finalità del PNRR è quella di rilanciare l'economia italiana, fortemente depressa dagli effetti prodotti dalla pandemia da COVID-19, tramite una serie di investimenti e politiche strutturali suddivise in sei macro missioni;
    la finalità del piano complementare, di cui al presente decreto, è quella di garantire risorse aggiuntive per la realizzazione di ulteriori investimenti e misure che non potevano essere direttamente finanziabili con i fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF);
    l'articolo 4 del provvedimento in esame finanzia con una spesa complessiva di 9,4 miliardi di euro la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Salerno-Reggio Calabria e contestualmente si assicurano in Sicilia interventi per la realizzazione di una rete ferroviaria ad alta velocità Palermo-Messina-Catania; in tal modo si costruiscono le condizioni per un concreto e misurabile rilancio della offerta ferroviaria ma in modo incomprensibile questa azione annulla del tutto la caratteristica fondamentale richiesta proprio dalla Unione Europea e cioè la «organicità» della proposta: senza il Ponte sullo Stretto non solo viene meno la funzionalità e l'efficienza del Corridoio comunitario delle Reti TEN – T ma, addirittura, si azzerano tutte le convenienze generate dalla realizzazione delle due tratte ad alta velocità in Sicilia e in Calabria;
    il ponte sullo Stretto può rappresentare una grandissima occasione di sviluppo per l'Italia e non solo per la Calabria e la Sicilia, permettendo tra l'altro di intercettare il traffico merci che, dal canale di Suez, oggi si dirige verso Gibilterra per puntare sui porti del Nord Europa, quando invece la Sicilia con il porto di Augusta collegato all'alta velocità potrebbe rappresentare un hub strategico nel Mediterraneo e quindi per uno sviluppo di quei territori, del Mezzogiorno e per il Paese; senza il Ponte crolla automaticamente la convenienza logistica del sistema insulare e un simile danno produce un crollo annuale del PIL di oltre 6 miliardi di euro. Un simile dato da solo denuncia la improcrastinabilità dell'opera;
    l'assenza del ponte, dopo l'inserimento del Fondo complementare, dopo cioè che si è voluto dare al PNRR una misurabile organicità e dopo che, come detto prima, sono venute meno clausole temporali sul completamento dell'opera, crea seri e motivati interrogativi sulla presenza di altri interventi privi di elaborati progettuali, privi di un avallo comunitario in quanto non inseriti nelle reti TEN – T, privi di organicità e, soprattutto, con avvio solo di lotti non funzionali;
    l'opera del ponte, di cui si dispone del progetto definitivo approvato, è ricompresa nel programma europeo delle reti Trans European Network (TEN-T). A tal proposito si ricorda che nel 2003, il Gruppo di Alto Livello per la rete di trasporto transeuropea (TEN-T) includeva il ponte sullo Stretto tra i 18 progetti prioritari a livello europeo da rendere operativi entro il 2020, e al dicembre dello stesso anno, il Consiglio dei ministri dei trasporti europei approvava la proposta della Commissione UE del 1o ottobre 2020 di revisione delle Reti TEN, che prevedeva anche la realizzazione del ponte sullo Stretto;
    la Conferenza delle regioni e delle province autonome, nell'approvare all'unanimità il documento sul Recovery Fund, ha espressamente indicato, tra le opere strategiche prioritarie, il ponte sullo stretto di Messina;
    la Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati, nel parere approvato al presente decreto-legge ha inserito una specifica osservazione nella quale, tra l'altro, si chiede al governo di individuare adeguate risorse finanziarie per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina come collegamento stabile, viario e ferroviario,

impegna il Governo

ad individuare le risorse necessarie finanziamento del ponte sullo stretto di Messina come collegamento stabile viario e ferroviario, e a procedere alla realizzazione dell'opera con la tempistica prevista per gli altri investimenti finanziati con il Piano nazionale di ripresa e resilienza.
9/3166/62Prestigiacomo, Siracusano, Bartolozzi, Pella, Cannizzaro, D'Attis, Mandelli, Paolo Russo, Alessandro Pagano, D'Ettore, Trizzino, Versace, Occhiuto, Valentini, Baldelli, Nevi, Perego Di Cremnago, Polidori, Porchietto, Rosso, Rotondi, Tartaglione, Vito, Milanato, Angelucci, Aprea, Bagnasco, Barelli, Anna Lisa Baroni, Battilocchio, Bond, Brambilla, Calabria, Cannatelli, Caon, Cappellacci, Casciello, Casino, Cassinelli, Cattaneo, Cortelazzo, Cristina, Fasano, Fascina, Fatuzzo, Ferraioli, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Giacometto, Giacomoni, Giannone, Labriola, Marrocco, Martino, Mazzetti, Musella, Novelli, Orsini, Palmieri, Pentangelo, Pittalis, Polverini, Rossello, Ruggieri, Saccani Jotti, Sarro, Elvira Savino, Sandra Savino, Sozzani, Spena, Squeri, Torromino, Maria Tripodi, Zanettin, Zangrillo, Molinari, Cecchetti, Coin, Parolo, Zicchieri, Capitanio, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Carrara, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Centemero, Cestari, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Fantuz, Ferrari, Fiorini, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Gastaldi, Gerardi, Germanà, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Lucentini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Mariani, Maturi, Micheli, Minardo, Morrone, Moschioni, Murelli, Panizzut, Paolin, Paolini, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ravetto, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Snider, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Viviani, Raffaele Volpi, Zanella, Zennaro, Ziello, Zoffili, Zordan.


   La Camera,
   premesso che:
    il decreto-legge in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti;
    il Fondo complementare è stato inserito dal Governo su richiesta di Forza Italia al Ministro dell'economia e delle finanze in occasione della sua audizione in Parlamento e ciò sia per rendere coerente il PNRR a quanto fatto negli altri Paesi della Unione europea, sia per consentirne una adeguata organicità propositiva evitando in tal modo il vincolo temporale del 2026 per alcune delle proposte contenute;
    la finalità del PNRR è quella di rilanciare l'economia italiana, fortemente depressa dagli effetti prodotti dalla pandemia da COVID-19, tramite una serie di investimenti e politiche strutturali suddivise in sei macro missioni;
    la finalità del piano complementare, di cui al presente decreto, è quella di garantire risorse aggiuntive per la realizzazione di ulteriori investimenti e misure che non potevano essere direttamente finanziabili con i fondi del dispositivo per la ripresa e la resilienza (RRF);
    l'articolo 4 del provvedimento in esame finanzia con una spesa complessiva di 9,4 miliardi di euro la realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Salerno-Reggio Calabria e contestualmente si assicurano in Sicilia interventi per la realizzazione di una rete ferroviaria ad alta velocità Palermo-Messina-Catania; in tal modo si costruiscono le condizioni per un concreto e misurabile rilancio della offerta ferroviaria ma in modo incomprensibile questa azione annulla del tutto la caratteristica fondamentale richiesta proprio dalla Unione Europea e cioè la «organicità» della proposta: senza il Ponte sullo Stretto non solo viene meno la funzionalità e l'efficienza del Corridoio comunitario delle Reti TEN – T ma, addirittura, si azzerano tutte le convenienze generate dalla realizzazione delle due tratte ad alta velocità in Sicilia e in Calabria;
    il ponte sullo Stretto può rappresentare una grandissima occasione di sviluppo per l'Italia e non solo per la Calabria e la Sicilia, permettendo tra l'altro di intercettare il traffico merci che, dal canale di Suez, oggi si dirige verso Gibilterra per puntare sui porti del Nord Europa, quando invece la Sicilia con il porto di Augusta collegato all'alta velocità potrebbe rappresentare un hub strategico nel Mediterraneo e quindi per uno sviluppo di quei territori, del Mezzogiorno e per il Paese; senza il Ponte crolla automaticamente la convenienza logistica del sistema insulare e un simile danno produce un crollo annuale del PIL di oltre 6 miliardi di euro. Un simile dato da solo denuncia la improcrastinabilità dell'opera;
    l'assenza del ponte, dopo l'inserimento del Fondo complementare, dopo cioè che si è voluto dare al PNRR una misurabile organicità e dopo che, come detto prima, sono venute meno clausole temporali sul completamento dell'opera, crea seri e motivati interrogativi sulla presenza di altri interventi privi di elaborati progettuali, privi di un avallo comunitario in quanto non inseriti nelle reti TEN – T, privi di organicità e, soprattutto, con avvio solo di lotti non funzionali;
    l'opera del ponte, di cui si dispone del progetto definitivo approvato, è ricompresa nel programma europeo delle reti Trans European Network (TEN-T). A tal proposito si ricorda che nel 2003, il Gruppo di Alto Livello per la rete di trasporto transeuropea (TEN-T) includeva il ponte sullo Stretto tra i 18 progetti prioritari a livello europeo da rendere operativi entro il 2020, e al dicembre dello stesso anno, il Consiglio dei ministri dei trasporti europei approvava la proposta della Commissione UE del 1o ottobre 2020 di revisione delle Reti TEN, che prevedeva anche la realizzazione del ponte sullo Stretto;
    la Conferenza delle regioni e delle province autonome, nell'approvare all'unanimità il documento sul Recovery Fund, ha espressamente indicato, tra le opere strategiche prioritarie, il ponte sullo stretto di Messina;
    la Commissione trasporti, poste e telecomunicazioni della Camera dei deputati, nel parere approvato al presente decreto-legge ha inserito una specifica osservazione nella quale, tra l'altro, si chiede al governo di individuare adeguate risorse finanziarie per la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina come collegamento stabile, viario e ferroviario,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative al fine di individuare le risorse necessarie per realizzare un collegamento stabile, veloce e sostenibile dello Stretto di Messina estendendo, così, la rete dell'alta velocità fino alla Sicilia.
9/3166/62. (Testo modificato nel corso della seduta)  Prestigiacomo, Siracusano, Bartolozzi, Pella, Cannizzaro, D'Attis, Mandelli, Paolo Russo, Alessandro Pagano, D'Ettore, Trizzino, Versace, Occhiuto, Valentini, Baldelli, Nevi, Perego Di Cremnago, Polidori, Porchietto, Rosso, Rotondi, Tartaglione, Vito, Milanato, Angelucci, Aprea, Bagnasco, Barelli, Anna Lisa Baroni, Battilocchio, Bond, Brambilla, Calabria, Cannatelli, Caon, Cappellacci, Casciello, Casino, Cassinelli, Cattaneo, Cortelazzo, Cristina, Fasano, Fascina, Fatuzzo, Ferraioli, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Giacometto, Giacomoni, Giannone, Labriola, Marrocco, Martino, Mazzetti, Musella, Novelli, Orsini, Palmieri, Pentangelo, Pittalis, Polverini, Rossello, Ruggieri, Saccani Jotti, Sarro, Elvira Savino, Sandra Savino, Sozzani, Spena, Squeri, Torromino, Maria Tripodi, Zanettin, Zangrillo, Molinari, Cecchetti, Coin, Parolo, Zicchieri, Capitanio, Andreuzza, Badole, Basini, Bazzaro, Bellachioma, Belotti, Benvenuto, Bianchi, Billi, Binelli, Bisa, Bitonci, Boldi, Boniardi, Bordonali, Claudio Borghi, Bubisutti, Caffaratto, Cantalamessa, Caparvi, Carrara, Castiello, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Centemero, Cestari, Colla, Colmellere, Comaroli, Comencini, Covolo, Andrea Crippa, Dara, De Angelis, De Martini, D'Eramo, Di Muro, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Donina, Fantuz, Ferrari, Fiorini, Fogliani, Lorenzo Fontana, Formentini, Foscolo, Frassini, Furgiuele, Galli, Gastaldi, Gerardi, Germanà, Giaccone, Giacometti, Giglio Vigna, Gobbato, Golinelli, Grimoldi, Gusmeroli, Iezzi, Invernizzi, Lazzarini, Legnaioli, Liuni, Lolini, Eva Lorenzoni, Loss, Lucchini, Lucentini, Maccanti, Maggioni, Manzato, Marchetti, Mariani, Maturi, Micheli, Minardo, Morrone, Moschioni, Murelli, Panizzut, Paolin, Paolini, Patassini, Patelli, Paternoster, Pettazzi, Piastra, Picchi, Piccolo, Potenti, Pretto, Racchella, Raffaelli, Ravetto, Ribolla, Rixi, Saltamartini, Snider, Stefani, Sutto, Tarantino, Tateo, Tiramani, Toccalini, Tomasi, Tombolato, Tonelli, Turri, Valbusa, Vallotto, Viviani, Raffaele Volpi, Zanella, Zennaro, Ziello, Zoffili, Zordan.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    il decreto destina 80 milioni di euro complessivi nel triennio 2021-2023 al rinnovo ovvero all'acquisto da parte di RFI Spa di navi impiegate nel traghettamento dello Stretto di Messina per servizi ferroviari e di collegamento passeggeri e merci;
    ulteriori 35 milioni complessivi nel triennio 2022-2024 sono destinati al rinnovo delle flotte navali private adibite all'attraversamento dello stretto di Messina;
    per entrambe le misure non è immediatamente comprensibile la motivazione dell'intervento con riferimento alla natura del fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal momento che gli interventi finanziati con le risorse del fondo complementare saranno assoggettate alle medesime regole e procedure attivate per gli interventi finanziati con il PNRR, sia in termini di natura dell'investimento che di monitoraggio,

impegna il Governo

ad adottare, successivamente all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, provvedimenti finalizzati a specificare le modalità di impiego delle risorse stanziate e il relativo cronoprogramma delle misure riportate in premessa.
9/3166/63Siracusano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    il decreto destina 80 milioni di euro complessivi nel triennio 2021-2023 al rinnovo ovvero all'acquisto da parte di RFI Spa di navi impiegate nel traghettamento dello Stretto di Messina per servizi ferroviari e di collegamento passeggeri e merci;
    ulteriori 35 milioni complessivi nel triennio 2022-2024 sono destinati al rinnovo delle flotte navali private adibite all'attraversamento dello stretto di Messina;
    per entrambe le misure non è immediatamente comprensibile la motivazione dell'intervento con riferimento alla natura del fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza, dal momento che gli interventi finanziati con le risorse del fondo complementare saranno assoggettate alle medesime regole e procedure attivate per gli interventi finanziati con il PNRR, sia in termini di natura dell'investimento che di monitoraggio,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare, successivamente all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, provvedimenti finalizzati a specificare le modalità di impiego delle risorse stanziate e il relativo cronoprogramma delle misure riportate in premessa.
9/3166/63. (Testo modificato nel corso della seduta)  Siracusano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    l'articolo 1 del decreto-legge, nell'ambito dei 9,7 miliardi di euro attribuiti al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, destina 1,4 miliardi di euro complessivi nell'arco di sei anni, dal 2021 al 2026, allo sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici;
    al fine di garantire un efficiente utilizzo delle risorse stanziate appare opportuno specificare in maniera più puntuale le misure che si intendono realizzare,

impegna il Governo

ad adottare, successivamente all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, provvedimenti finalizzati a specificare le modalità di impiego delle risorse stanziate e il relativo cronoprogramma.
9/3166/64Marrocco, Siracusano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza;
    l'articolo 1 del decreto-legge, nell'ambito dei 9,7 miliardi di euro attribuiti al Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, destina 1,4 miliardi di euro complessivi nell'arco di sei anni, dal 2021 al 2026, allo sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici;
    al fine di garantire un efficiente utilizzo delle risorse stanziate appare opportuno specificare in maniera più puntuale le misure che si intendono realizzare,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare, successivamente all'entrata in vigore della legge di conversione del decreto-legge in esame, provvedimenti finalizzati a specificare le modalità di impiego delle risorse stanziate e il relativo cronoprogramma.
9/3166/64. (Testo modificato nel corso della seduta)  Marrocco, Siracusano.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare, al Piano nazionale di ripresa e resilienza e ad altre misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, all'articolo 1, comma 2 alla lettera e) si prevede una dotazione complessiva di 2.387,41 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026, da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della salute, con riferimento a programmi e interventi relativi a: «salute, ambiente, biodiversità e clima; verso un ospedale sicuro e sostenibile e ecosistema innovativo della salute»;
    durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 è stato evidenziato come gli effetti negativi della pandemia sull'assistenza per i pazienti neoplastici devono essere inscritti anche in un contesto di generale carenze strutturali e di altrettanto gravi ritardi nell'adeguamento e nell'ammodernamento, tecnologico e di processo del Servizio sanitario nazionale in ambito oncologico;
    durante la pandemia è emerso ancor di più la persistente e inaccettabile disuguaglianza territoriale, con riferimento all'accesso all'assistenza oncologica che si proietta anche sul fronte della sanità digitale, generando ulteriori disparità nella disponibilità e diffusione dell'innovazione;
    i programmi di telemedicina che, durante l'emergenza sanitaria, hanno rappresentato una valida alternativa ai consulti e alle visite compresi nei percorsi di follow-up, e che potrebbero diventare uno strumento per il potenziamento delle attività ordinarie, presentano un eccessivo grado di variabilità territoriale, addirittura nell'ambito di un medesimo servizio sanitario regionale,

impegna il Governo:

   ad adottare per quanto di sua competenza misure volte a garantire un più ampio accesso alla medicina di precisione ed alla profilazione genica (anche mediante NGS, Next-Generation, Sequencing), fondamentale per la personalizzazione della terapia in ambito oncologico;
   ad adottare iniziative per dare un nuovo impulso all’iter per l'istituzione della Rete nazionale dei tumori rari e a garantire il pieno funzionamento degli Ern – European Reference Networks, reti di riferimento per le malattie e i tumori rari a livello dell'Unione europea, anche attraverso specifici finanziamenti;
   a predisporre finanziamenti adeguati per uno sviluppo uniforme della telemedicina per i servizi della sanità digitale in generale e per il settore oncologico in particolare, nell'ottica di uniformare i programmi.
9/3166/65Carnevali.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento in esame reca misure urgenti relative al Fondo complementare, al Piano nazionale di ripresa e resilienza e ad altre misure urgenti per gli investimenti;
    in particolare, all'articolo 1, comma 2 alla lettera e) si prevede una dotazione complessiva di 2.387,41 milioni di euro per gli anni dal 2021 al 2026, da iscrivere, per gli importi e le annualità indicati, nei pertinenti capitoli dello stato di previsione del Ministero della salute, con riferimento a programmi e interventi relativi a: «salute, ambiente, biodiversità e clima; verso un ospedale sicuro e sostenibile e ecosistema innovativo della salute»;
    durante l'emergenza epidemiologica da COVID-19 è stato evidenziato come gli effetti negativi della pandemia sull'assistenza per i pazienti neoplastici devono essere inscritti anche in un contesto di generale carenze strutturali e di altrettanto gravi ritardi nell'adeguamento e nell'ammodernamento, tecnologico e di processo del Servizio sanitario nazionale in ambito oncologico;
    durante la pandemia è emerso ancor di più la persistente e inaccettabile disuguaglianza territoriale, con riferimento all'accesso all'assistenza oncologica che si proietta anche sul fronte della sanità digitale, generando ulteriori disparità nella disponibilità e diffusione dell'innovazione;
    i programmi di telemedicina che, durante l'emergenza sanitaria, hanno rappresentato una valida alternativa ai consulti e alle visite compresi nei percorsi di follow-up, e che potrebbero diventare uno strumento per il potenziamento delle attività ordinarie, presentano un eccessivo grado di variabilità territoriale, addirittura nell'ambito di un medesimo servizio sanitario regionale,

impegna il Governo:

   a valutare l'opportunità di:
    adottare per quanto di sua competenza misure volte a garantire un più ampio accesso alla medicina di precisione ed alla profilazione genica (anche mediante NGS, Next-Generation, Sequencing), fondamentale per la personalizzazione della terapia in ambito oncologico;
    adottare iniziative per dare un nuovo impulso all’iter per l'istituzione della Rete nazionale dei tumori rari e garantire il pieno funzionamento degli Ern – European Reference Networks, reti di riferimento per le malattie e i tumori rari a livello dell'Unione europea, anche attraverso specifici finanziamenti;
    predisporre finanziamenti adeguati per uno sviluppo uniforme della telemedicina per i servizi della sanità digitale in generale e per il settore oncologico in particolare, nell'ottica di uniformare i programmi.
9/3166/65. (Testo modificato nel corso della seduta)  Carnevali.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento prevede l'approvazione di una serie di misure economiche per investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    in particolare si prevedono una serie di ripartizioni del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si individuano una serie di modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    ai fini del monitoraggio degli investimenti previsti dal Piano complementare è prevista l'emanazione di un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze entro trenta giorni con l'individuazione per ciascun intervento o programma degli obiettivi iniziali, intermedi e finali, in relazione al cronoprogramma finanziario e in coerenza con gli impegni assunti nel PNRR;
    tra gli interventi che si ritengono necessari, un sostegno specifico a Roma Capitale appare rilevante e non più procrastinabile, tra le indicazioni specifiche espresse e formulate dalle Commissioni permanenti è stata evidenziata l'urgenza di garantire a Roma Capitale insieme al riassetto della Città metropolitana, una serie di misure idonee a definire uno specifico intervento normativo, finalizzato per far fronte al piano di investimenti necessari per un riassetto del territorio sotto ogni profilo, in vista del prossimo giubileo ma anche in vista della futura candidatura di Roma Capitale per l'EXPO 2030,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità a stanziare le adeguate risorse complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza da destinare a Roma Capitale per migliorare l'assetto delle sue funzioni.
9/3166/66Baldino.


   La Camera,
   premesso che:
    il provvedimento prevede l'approvazione di una serie di misure economiche per investimenti complementari, finalizzato ad integrare, con risorse nazionali, gli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), per complessivi 30,6 miliardi di euro per gli anni dal 2021 al 2026;
    in particolare si prevedono una serie di ripartizioni del Fondo tra le Amministrazioni centrali competenti, individuando i programmi e gli interventi cui destinare le risorse ed il relativo profilo finanziario annuale;
    si individuano una serie di modalità per l'attuazione degli investimenti previsti dal Piano, ai quali si applicano, in quanto compatibili, le medesime procedure di semplificazione e accelerazione, nonché le misure di trasparenza e conoscibilità dello stato di avanzamento, stabilite per il PNRR;
    ai fini del monitoraggio degli investimenti previsti dal Piano complementare è prevista l'emanazione di un decreto del Ministero dell'economia e delle finanze entro trenta giorni con l'individuazione per ciascun intervento o programma degli obiettivi iniziali, intermedi e finali, in relazione al cronoprogramma finanziario e in coerenza con gli impegni assunti nel PNRR;
    tra gli interventi che si ritengono necessari, un sostegno specifico a Roma Capitale appare rilevante e non più procrastinabile, tra le indicazioni specifiche espresse e formulate dalle Commissioni permanenti è stata evidenziata l'urgenza di garantire a Roma Capitale insieme al riassetto della Città metropolitana, una serie di misure idonee a definire uno specifico intervento normativo, finalizzato per far fronte al piano di investimenti necessari per un riassetto del territorio sotto ogni profilo, in vista del prossimo giubileo ma anche in vista della futura candidatura di Roma Capitale per l'EXPO 2030,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità a stanziare adeguate risorse concomitanti al Piano nazionale di ripresa e resilienza da destinare a Roma Capitale per migliorare l'assetto delle sue funzioni.
9/3166/66. (Testo modificato nel corso della seduta)  Baldino.


   La Camera,
   premesso che:
    solo l'11,5 per cento dei musei statali ha effettuato la catalogazione digitate del proprio patrimonio; quanto alla strumentazione digitale, il 43,7 per cento dei musei statali ha un sito web, il 65,9 per cento ha un account social, mentre solo il 9,8 per cento offre la possibilità di una visita virtuale,
    il settore della cultura ha subito un grave contraccolpo a causa dell'emergenza sanitaria da COVID-19: i nostri musei, i nostri siti archeologici che in tanti ci invidiano sono rimasti chiusi, senza poter accogliere la moltitudine di visitatori a cui siamo abituati ogni anno, causando ingenti perdite al comparto cultura, che va sostenuto;
    le nostre opere artistiche potrebbero essere fruibili anche sul cloud e in realtà virtuale, ma il problema dell'Italia è l'arretratezza nella transizione digitale, un gap che ci auguriamo venga colmato in tempi brevissimi per permetterci di essere competitivi con il resto dell'Europa,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di garantire misure volte alla digitalizzazione del sistema museale e della cultura nei progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche istituendo un sistema informatico museale.
9/3166/67Patelli, Mollicone.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 114 della Costituzione assegna a Roma il ruolo di Capitale. Tuttavia, come si sa, è rimasta in larga parte inattuata la previsione secondo cui «la legge dello Stato disciplina il suo ordinamento»;
    con i governi di centrosinistra sono state approvate norme per quantificare il maggior onere che grava sul comune di Roma per l'esercizio delle funzioni connesse al ruolo di Capitale della Repubblica e prevede che, ogni anno, il comune di Roma concordi direttamente con il Ministero dell'economia e delle finanze le modalità e l'entità del concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica;
    si tratta di misure che vanno nella giusta direzione ma sono ancora insufficienti per garantire a Roma poteri, funzioni e risorse paragonabili a quelli della altre capitali europee;
    nell'ambito della I Commissione è stata avviata una ampia discussione sul ruolo e sull'ordinamento di Roma capitale;
    in attesa di una proposta organica, i Fondi del PNRR costituiscono una occasione straordinaria per realizzare un finanziamento strutturale di alcune grandi voci di spesa che interessano Roma,

impegna il Governo

ad aumentare i Fondi per il finanziamento delle più significative spese di investimento della Capitale, in particolare in tema di mobilità, opere pubbliche, cablatura, riqualificazione delle zone periferiche e transizione ecologica.
9/3166/68Gualtieri, Campana, Madia, Morassut, Orfini, Piccoli Nardelli, Prestipino, Mancini, Lorenzin.


   La Camera,
   premesso che:
    l'articolo 114 della Costituzione assegna a Roma il ruolo di Capitale. Tuttavia, come si sa, è rimasta in larga parte inattuata la previsione secondo cui «la legge dello Stato disciplina il suo ordinamento»;
    con i governi di centrosinistra sono state approvate norme per quantificare il maggior onere che grava sul comune di Roma per l'esercizio delle funzioni connesse al ruolo di Capitale della Repubblica e prevede che, ogni anno, il comune di Roma concordi direttamente con il Ministero dell'economia e delle finanze le modalità e l'entità del concorso alla realizzazione degli obiettivi di finanza pubblica;
    si tratta di misure che vanno nella giusta direzione ma sono ancora insufficienti per garantire a Roma poteri, funzioni e risorse paragonabili a quelli della altre capitali europee;
    nell'ambito della I Commissione è stata avviata una ampia discussione sul ruolo e sull'ordinamento di Roma capitale;
    in attesa di una proposta organica, i Fondi del PNRR costituiscono una occasione straordinaria per realizzare un finanziamento strutturale di alcune grandi voci di spesa che interessano Roma,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare adeguate risorse concomitanti al Piano nazionale di ripresa e resilienza per il finanziamento delle più significative spese di investimento della Capitale, in particolare in tema di mobilità, opere pubbliche, cablatura, riqualificazione delle zone periferiche e transizione ecologica.
9/3166/68. (Testo modificato nel corso della seduta)  Gualtieri, Campana, Madia, Morassut, Orfini, Piccoli Nardelli, Prestipino, Mancini, Lorenzin.


   La Camera,
   premesso che:
    i Fondi del PNRR costituiscono una occasione straordinaria per realizzare un finanziamento strutturale di alcune grandi voci di spesa che interessano le grandi città, soprattutto per opere che investono le zone periferiche;
    si tratta di interventi necessari per diminuire le disuguaglianze, già presenti all'interno delle grandi città, che si sono accentuate durante la crisi per il COVID-19;
    uno dei settori più delicati da questo punto di vista riguarda l'accessibilità e la velocità della rete,

impegna il Governo

a prevedere nell'ambito dei fondi del PNRR apposite risorse da dedicare alla cablatura delle zone periferiche della Capitale.
9/3166/69Mancini, Campana, Gualtieri, Lorenzin, Madia, Morassut, Orfini, Piccoli Nardelli, Prestipino.


   La Camera,
   premesso che:
    i Fondi del PNRR costituiscono una occasione straordinaria per realizzare un finanziamento strutturale di alcune grandi voci di spesa che interessano le grandi città, soprattutto per opere che investono le zone periferiche;
    si tratta di interventi necessari per diminuire le disuguaglianze, già presenti all'interno delle grandi città, che si sono accentuate durante la crisi per il COVID-19;
    uno dei settori più delicati da questo punto di vista riguarda l'accessibilità e la velocità della rete,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di stanziare adeguate risorse concomitanti al Piano nazionale di ripresa e resilienza da dedicare alla cablatura delle zone periferiche della Capitale.
9/3166/69. (Testo modificato nel corso della seduta)  Mancini, Campana, Gualtieri, Lorenzin, Madia, Morassut, Orfini, Piccoli Nardelli, Prestipino.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Chiarimenti in ordine al rispetto dei principi di trasparenza, condivisione e imparzialità nei processi decisionali relativi all'emergenza sanitaria – 3-02365

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:
   in data 24 giugno 2021 si è tenuta in Consiglio di Stato la prima udienza conseguente all'impugnazione promossa dal Ministero della salute di una delle sentenze del tribunale amministrativo regionale del Lazio, con cui il Ministero è stato condannato alla produzione di documenti di cui era stata negata l'ostensione in seguito ad accessi agli atti promossi dai deputati di Fratelli d'Italia;
   al di là della procedura giurisdizionale che seguirà nelle sedi appropriate il proprio iter, è importante comprendere le ragioni per le quali il Ministero della salute ha ispirato la propria azione, ad avviso degli interroganti, alla totale assenza di trasparenza e condivisione dei processi decisionali che hanno connotato la conduzione da parte del Ministero della preparazione e della risposta alla pandemia fin dall'inizio dell'emergenza;
   al di là delle dichiarazioni che il Ministro interrogato ha speso, è un fatto incontrovertibile che sia sulla richiesta di esibire i verbali della task force, sia sulla richiesta di produrre il piano di cui parlò a Il Corriere della Sera Andrea Urbani, direttore della programmazione del Ministero, sia sul tema del mancato aggiornamento del piano, sia sui verbali del Comitato tecnico-scientifico che ancor oggi non sono integralmente pubblici, solo per citare alcuni casi, il Ministro interrogato, ad avviso degli interroganti, abbia mancato di uniformarsi a quei principi di trasparenza che devono connotare l'azione del decisore politico in materia di sanità pubblica, ai sensi della decisione 10827/2013/UE e del Regolamento sanitario internazionale;
   è, inoltre, necessario precisare che queste domande interessano tutti gli italiani, visto che sia ai sensi del Regolamento sanitario internazionale, sia della stessa decisione, la popolazione è il primo partner per fronteggiare una pandemia e che, con una corretta e trasparente condivisione di dati e informazioni, la popolazione può essere posta nelle condizioni di adottare comportamenti corretti che aiutino a limitare la diffusione della pandemia;
   al contrario, il Ministero della salute, fin dall'inizio della gestione della emergenza, ha connotato la propria azione, ad avviso degli interroganti, all'assenza di trasparenza e condivisione delle informazioni, come dimostra la mancata ostensione, se non all'esito di condanne giudiziali, di documenti rilevanti;
   questo ha determinato, ad avviso degli interroganti, che i territori e le popolazioni realizzassero iniziative ad alto rischio diffusivo promosse dalle autorità locali che hanno funzionato da amplificatore del virus –:
   per quale motivo il Ministero della salute abbia attuato, fin dalla fase iniziale della emergenza e ancora oggi, quella che agli interroganti appare una sistematica violazione delle disposizioni internazionali e comunitarie finalizzate a garantire piena trasparenza, condivisione e imparzialità rispetto alla popolazione sui processi decisionali realizzati dal Governo. (3-02365)


Iniziative volte a evitare sperequazioni territoriali nell'erogazione del reddito e della pensione di cittadinanza – 3-02366

   LUPI e COLUCCI. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   i nuovi dati Istat, riportati a partire dalla ricerca su «Spesa per consumi delle famiglie 2021», segnalano l'esistenza di 2.007.000 nuclei famigliari in povertà assoluta. Di questi, 775.000 nel Mezzogiorno;
   il report Inps 2021 su reddito e pensione di cittadinanza indica per il 2020 1.574.579 nuclei beneficiari di almeno una mensilità. Di questi, 942.394 nel Mezzogiorno;
   lo stesso report Inps segnala per il 2020 26.160 redditi/pensioni di cittadinanza revocate e 258.067 decaduti dal diritto (totale 284.236). Di questi, nel Mezzogiorno rispettivamente 10.754 e 146.324 (totale 157.078);
   tale misura mostra uno squilibrio molto significativo in termini di distribuzione territoriale: se a livello nazionale i percettori risultano essere il 64,8 per cento dei nuclei famigliari potenzialmente bisognosi di sostegno economico, il gap tra i territori appare molto pronunciato;
   l'insieme dei due strumenti – reddito di cittadinanza e pensione di cittadinanza – appare addirittura eccedente la quota dei nuclei famigliari in povertà assoluta presenti nel Mezzogiorno (818.603 nuclei contro i 775.000 segnalati in povertà assoluta da Istat); diversamente, la capacità di copertura del bisogno nelle regioni del Nord è inferiore al 30 per cento dei nuclei famigliari e addirittura di poco superiore al 20 per cento degli individui;
   tali dati mostrano che la misura, per le sue caratteristiche, introduce una significativa sperequazione territoriale ai danni delle regioni del Nord, mentre appare addirittura eccedente il numero dei nuclei in condizione di povertà assoluta nel Mezzogiorno: notazione che pone probabilmente con più forza l'urgenza di controlli ancora più stringenti circa l'effettivo diritto di accesso alla misura, che già si è dimostrata inefficace riguardo alla capacità di reinserire i beneficiari nel mercato del lavoro –:
   quali iniziative intenda adottare per superare l'evidente sperequazione citata in premessa che inevitabilmente provoca uno spreco di risorse economiche pubbliche, oltre che un fallimento delle politiche attive del lavoro. (3-02366)


Iniziative volte a potenziare il sistema di prevenzione del lavoro irregolare e a garantire il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro con riferimento al settore edile – 3-02367

   VISCOMI, INCERTI, CARLA CANTONE, GRIBAUDO, LACARRA, LEPRI, MURA, SERRACCHIANI, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   con comunicato pubblicato sul sito del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, si è data notizia della firma, il 25 giugno 2021, del decreto ministeriale che definisce un sistema di verifica della congruità dell'incidenza della manodopera impiegata nella realizzazione di lavori edili, in attuazione di quanto previsto dall'accordo collettivo del 10 settembre 2020 sottoscritto dalle organizzazioni più rappresentative per il settore edile e in ottemperanza di quanto disposto dall'articolo 8, comma 10-bis, del decreto-legge n. 76 del 2020;
   la verifica della congruità si riferisce, in fase di prima applicazione, all'incidenza della manodopera relativa allo specifico intervento realizzato nel settore edile, avendo come riferimento gli indici minimi di congruità riportati nella tabella allegata al citato accordo collettivo del 10 settembre 2020, sia nell'ambito dei lavori pubblici che di quelli privati eseguiti da parte di imprese affidatarie, in appalto o subappalto, ovvero da lavoratori autonomi coinvolti a qualsiasi titolo nella loro esecuzione;
   la firma del suddetto provvedimento rappresenta un significativo passo in avanti nella lotta e nella prevenzione del lavoro irregolare e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in un settore fondamentale per la ripresa economica del nostro Paese, ma che, allo stesso tempo, registra alti indici di irregolarità e sinistrosità. Basti pensare che, come denunciato nell'appello della Fillea Cgil rivolto alle massime cariche istituzionali del Paese del 10 marzo 2021, solo nei primi mesi del 2021 nel settore dell'edilizia si è registrato un incremento degli infortuni mortali di oltre il 180 per cento rispetto al 2020;
   misure di tale natura, oltre a costituire un'evidente garanzia per la tutela dei diritti e della sicurezza dei lavoratori dell'edilizia, rappresentano un efficace strumento per il contrasto di forme di concorrenza sleale nei confronti delle aziende sane che rispettano le regole in materia salariale, contributiva e di sicurezza sul lavoro, a maggior ragione in vista dell'ingente programma di investimenti che potranno essere realizzati, grazie alle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza –:
   quali urgenti e ulteriori iniziative intenda adottare al fine di potenziare il sistema di prevenzione del lavoro irregolare e garantire il rispetto delle disposizioni in materia di sicurezza del lavoro nel settore dell'edilizia, anche in vista dell'attuazione del programma di investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza e, più in generale, in tutti quei settori dove ancora si registrano alti tassi di irregolarità e sinistrosità. (3-02367)


Iniziative di competenza in relazione alle condizioni di lavoro e salariali nel comparto della logistica – 3-02368

   DE LORENZO e FORNARO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   il 18 giugno 2021 Adil Belakhdim, 37enne sindacalista SiCobas che stava partecipando a una manifestazione davanti ai cancelli del centro logistico Lidl di Biandrate nel novarese, è stato travolto da un camion che ha cercato di forzare il picchetto dei lavoratori che protestavano legittimamente;
   si tratta dell'ennesimo grave dramma che colpisce il mondo del lavoro e, in particolare, quello della logistica, dove da troppo tempo le condizioni di sfruttamento si sono fatte sempre più pressanti e c’è da restare sgomenti che, ancora oggi, chi si batte per i diritti dei lavoratori debba pagare con la vita il suo impegno;
   anche a seguito di questa vicenda il Ministro interrogato, approfondendo i temi della logistica, ha dichiarato che è «la logica dell'esternalizzazione, quella che produce un doppio regime che ha portato a questi episodi di scontro: il tuo dipendente con un contratto regolare negoziato con i sindacati e il dipendente dell'appaltatore con un altro contratto, ammesso che gli venga applicato». Con l'algoritmo che governa la logistica «c’è il rischio di avere sulla carta un bel contratto firmato e poi un algoritmo digitale che scandisce orari e turni. Un algoritmo dentro il quale nessuno è in grado di guardare e che diventa il vero contratto da rispettare»;
   per questo, sempre dalle dichiarazioni del Ministro interrogato, è stato aperto un tavolo con la filiera per avere un confronto su questo, ed è stata annunciata una task force con Ispettorato nazionale del lavoro, Inps, Agenzia delle entrate e rappresentanti degli altri Ministeri competenti per affrontare le criticità di un settore in cui diritti e tutele sono spesso violati;
   secondo il Ministro interrogato i grandi gruppi devono responsabilizzarsi anche per i piccoli. Non possono limitarsi ad affermare che quello che accade fuori dalle loro aziende non li riguarda, perché se essi cambiano il modo di organizzare la logistica, cambiano naturalmente le logiche del subappalto, al quale spesso ricorrono con il sistema del massimo ribasso –:
   quali iniziative di competenza intenda adottare, coinvolgendo le rappresentanze sindacali e le parti datoriali, affinché vengano affrontati tutti i temi relativi alla logistica e si superino tutte le forme di «giungla» contrattuale e salariale ora presenti. (3-02368)


Elementi in merito all'annunciata riforma degli ammortizzatori sociali e agli investimenti per le politiche attive del lavoro, anche in relazione alle iniziative in tema di sospensione dei licenziamenti – 3-02369

   CIPRINI, CUBEDDU e INVIDIA. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   la scadenza del blocco dei licenziamenti è stata fissata dall'articolo 8, comma 9, del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 69 del 2021, al 30 giugno 2021;
   si segnala, al riguardo, che il MoVimento 5 Stelle ha assunto iniziative in sede parlamentare finalizzate alla sospensione dei licenziamenti, anche in attesa della prospettata riforma degli ammortizzatori sociali;
   dal 1o luglio 2021 le aziende con accesso alla cassa integrazione ordinaria avranno la possibilità di disporre licenziamenti sia collettivi sia individuali, anche per motivi economici;
   il Governo ha annunciato l'intenzione di prorogare il blocco dei licenziamenti, in maniera selettiva, favorendo le aziende che operano nel settore dell'abbigliamento, delle calzature e del tessile; tuttavia, al fine di superare l'eventuale vaglio di incostituzionalità, determinato da un eventuale blocco ai licenziamenti in favore di alcuni settori, il Governo starebbe valutando la possibilità di applicare un indicatore consistente nella valutazione dell'incidenza media della cassa integrazione, ossia favorendo, in maniera trasversale, le aziende che hanno maggiormente fatto ricorso alla «cassa integrazione guadagni COVID» rispetto all'uso medio, in un determinato periodo di tempo;
   alcuni sindacati hanno espresso forti perplessità riguardo a questo metodo, sino a ritenere che possa esserci un aumento dell'utilizzo della cassa integrazione e della disoccupazione –:
   se intenda fornire maggiori dettagli circa i tempi dell'annunciata iniziativa di riforma degli ammortizzatori sociali, nonché dell'avvio degli investimenti sulle politiche attive del lavoro previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza, anche in relazione alla sospensione dei licenziamenti e ai relativi rischi sociali. (3-02369)


Iniziative per la tutela dei lavoratori dell'azienda ex Ilva, con particolare riferimento alla sospensione delle procedure di cassa integrazione – 3-02370

   D'ALESSANDRO, PAITA, LIBRANDI, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO e VITIELLO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi la città di Genova è stata teatro di tensioni e proteste da parte dei lavoratori dell'ex Ilva per contestare la scelta dei vertici aziendali di fare nuovamente ricorso alla cassa integrazione per 13 settimane, che interesserà 981 addetti a Genova e fino a 4.000 a Taranto. La decisione aziendale prevede, inoltre, il ricorso alla cassa integrazione ordinaria e non alla cosiddetta «cassa COVID», legata alle difficoltà economiche dovute alla pandemia;
   in questo quadro si inserisce la recente decisione del Ministro della transizione ecologica che il 28 giugno 2021 ha firmato un decreto che obbliga la società ex Ilva all'adeguamento ambientale della batteria 12 di Taranto, uno degli impianti che producono coke per alimentare gli altoforni, i cui lavori sarebbero dovuti terminare entro il 2017. Il Ministero ha respinto la richiesta di proroga di ArcelorMittal al 31 gennaio 2022, imponendo l'immediata messa a norma dell'impianto ad alto impatto ambientale;
   il 30 giugno 2021 è attesa la convocazione del consiglio di amministrazione di Acciaierie d'Italia con l'entrata di 3 rappresentanti dello Stato, come conseguenza del nuovo assetto societario che vede ArcelorMittal al 62 per cento e Invitalia al 38 per cento. Una scelta del Governo che testimonia la volontà di investire nel settore dell'acciaio, asse strategico per il rilancio economico del nostro Paese;
   il Governo ha investito oltre 400 milioni nel nuovo assetto societario dell'ex Ilva, frutto della volontà di promuovere l'acciaio, i cui stabilimenti di Taranto, Genova e Novi rappresentano un polo strategico per il rilancio del settore e dell'intera filiera manifatturiera;
   in questo quadro, anche a fronte dell'annunciata decisione del Ministro Giorgetti di anticipare l'incremento della partecipazione di Invitalia al 60 per cento rispetto alla finestra di maggio 2022, il Governo ha chiesto ai vertici dell'ex Ilva di «soprassedere» con la scelta della cassa integrazione, in attesa del vertice al Ministero dello sviluppo economico previsto l'8 luglio 2021, richiesta che al momento è stata respinta –:
   quali iniziative intenda adottare per agevolare le relazioni tra l'azienda e le rappresentanze dei lavoratori e per difendere migliaia di posti di lavoro nel settore dell'acciaio alla vigilia dell'insediamento del nuovo consiglio di amministrazione dell'ex Ilva che vede la presenza di Invitalia, anche facendo sì che si pervenga all'immediata sospensione della procedura per la cassa integrazione annunciata dai vertici di ArcelorMittal. (3-02370)


Iniziative per salvaguardare i livelli occupazionali dell'azienda ex Embraco, anche alla luce dell'imminente scadenza degli ammortizzatori sociali – 3-02371

   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   la vicenda di Embraco, l'azienda brasiliana del gruppo Whirlpool, che nel 2017 ha deciso di licenziare 417 operai del suo stabilimento a Riva di Chieri (Torino) per trasferire la produzione di compressori per frigoriferi in Slovacchia, sembra essere senza fine;
   alla fine degli anni ’90 lo stabilimento impiegava circa 2.500 persone, ma nel 2000 Whirlpool lo cedette alla sua controllata Embraco ed iniziarono le difficoltà. Nel 2004, Embraco apre uno stabilimento in Slovacchia e annuncia 812 esuberi, lasciando a casa 420 addetti. Nel 2014, quando minaccia nuovamente di lasciare l'Italia, la regione, per farle cambiare idea, firma un protocollo di intesa di 2 milioni di euro e in cambio Embraco si impegna a fare nuovi investimenti, ma nel frattempo il numero dei dipendenti si è ridotto. Nel 2017, la società annuncia una riduzione della produzione nello stabilimento di Riva di Chieri poi confermata, a gennaio 2018, dalla decisione di spostare la produzione in Slovacchia e gli oltre 400 operai sono raggiunti dal licenziamento collettivo;
   il resto è storia più recente: Whirlpool destina un assegno di oltre 50 milioni di dollari per la reindustrializzazione del sito di Riva di Chieri, nel frattempo abbandonato dalla società controllata Embraco Europe; Embraco incarica una società di Randstad (Sofit) di individuare imprenditori solidi capaci di garantire l'attività, sotto il controllo del Ministero dello sviluppo economico e di Invitalia;
   la scelta ricade su Ventures, la società israelo-cinese che produce sistemi per la depurazione delle acque e robot per la pulizia a secco dei pannelli solari, che garantisce la conferma di tutti gli operai;
   dopo 14 mesi l'attività produttiva non è affatto ripartita e, ancora oggi, non sembra esserci alcun segnale positivo per i 409 lavoratori della ex Embraco, ceduta dalla Whirlpool al gruppo cino-israeliano Ventures;
   il 22 luglio 2021 agli operai scade la cassa integrazione –:
   se e quali iniziative di competenza intenda adottare per salvaguardare i livelli occupazionali della ex Embraco, anche alla luce dell'imminente scadenza degli ammortizzatori sociali. (3-02371)


Elementi in ordine alla procedura per il conferimento al dottor Bruno Giordano di un incarico direttivo presso l'Ispettorato nazionale del lavoro – 3-02372

   POLVERINI, OCCHIUTO, ZANGRILLO e D'ATTIS. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   come riportato da numerose fonti di stampa nel mese di maggio 2021, il Ministro interrogato aveva annunciato pubblicamente l'intenzione di procedere alla nomina alla direzione dell'Ispettorato nazionale del lavoro del magistrato dottor Bruno Giordano, esperto in diritto della sicurezza sul lavoro;
   ad oggi l'annunciata nomina del dottor Giordano non è stata ancora ufficializzata e le procedure per la sua messa fuori ruolo dalla magistratura risultano ancora non completate;
   il tema della sicurezza sul lavoro, anche alla luce dei recenti incidenti verificatisi, costituisce una priorità da perseguire con tutti gli strumenti a disposizione del Governo, ad iniziare dall'efficace funzionamento delle istituzioni preposte ad assicurarla –:
   quale sia lo stato dell'arte della procedura per il conferimento dell'incarico di cui in premessa al dottor Bruno Giordano e se vi siano circostanze ostative in tal senso. (3-02372)


Iniziative per la creazione di nuovi posti di lavoro, alla luce delle ricadute occupazionali dell'emergenza pandemica – 3-02373

   DE GIROLAMO. – Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. – Per sapere – premesso che:
   il Governo ha recentemente annunciato il permanere del blocco dei licenziamenti solo per alcune categorie lavorative, in particolare per il settore tessile e per la filiera della moda, fino al 31 ottobre 2021;
   a causa della grave pandemia da COVID-19 che ha pesantemente colpito il nostro Paese, soprattutto sotto l'aspetto sanitario ed economico, si è dovuto ricorrere a strumenti eccezionali per supportare i lavoratori e anche le imprese con strumenti, quali i ristori, che però si sono dimostrati purtroppo insufficienti;
   miliardi di euro sono stati destinati ad una forma di assistenzialismo secondo gli interroganti cronico, quale il reddito di cittadinanza, e solo un ristretto numero di beneficiari ha trovato lavoro, sancendo il fallimento dello strumento dei cosiddetti « navigator»;
   è necessario che il Governo si adoperi per far ripartire concretamente le imprese –:
   quali iniziative intenda portare avanti il Governo per creare nuovi posti di lavoro nel Paese. (3-02373)