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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Giovedì 8 luglio 2021

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    la multinazionale Whirlpool, leader mondiale nel settore degli elettrodomestici, ha sei stabilimenti in Italia, tra cui quello di Napoli coinvolto in una lunga vertenza che trae origine dall'improvvisa volontà della società di cedere lo stabilimento e, dunque, disattendere l'accordo sul piano industriale, siglato nel mese di ottobre 2018, che impegnava l'azienda a mantenere i livelli occupazionali e ad avviare un progetto di sviluppo e di rilancio della produzione del sito napoletano, investendo circa 17 milioni di euro per il triennio 2019-2021;

    dopo più di due anni di gestione della vertenza Whirlpool di Napoli – tra tavoli di concertazione presso il Ministero dello sviluppo economico, mobilitazioni dei lavoratori e iniziative parlamentari per mantenere l'attenzione sulle problematiche industriali ed occupazionali dello stabilimento campano – di fatto, sono falliti tutti i tentativi dei diversi governi che, in questi anni, si sono succeduti, per addivenire a delle soluzioni;

    il 31 ottobre 2020, nel corso di un incontro tra Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero dello sviluppo economico, Whirlpool e rappresentanze sindacali di categoria, la Società non ha voluto aderire alla proposta dei rappresentanti del Governo di rivedere il proprio piano industriale nella prospettiva di una continuazione dell'attività aziendale sul sito campano e ha ribadito l'intenzione di chiudere il sito di Napoli, comunicando, altresì, la volontà di ricorre alla cassa integrazione con causale Covid-19, per fronteggiare le conseguenze derivanti dall'impatto dell'emergenza sanitaria;

    la produzione del sito di Napoli è stata poi cessata nel novembre 2020 e le retribuzioni ai 355 lavoratori sono state corrisposte, fino al 31 dicembre 2020. Ad oggi, resta ferma la volontà dell'azienda di avviare le procedure di licenziamento per questi dipendenti, in un territorio che sul fronte dell'occupazione è già fortemente penalizzato: andranno persi circa mille posti di lavoro considerando le ripercussioni anche sull'indotto;

    queste persone si andranno ad aggiungere a centinaia di lavoratori che, in Campania, terminate le casse integrazioni Covid-19 e venuto meno il blocco dei licenziamenti, subiranno le conseguenze delle difficoltà delle aziende del settore produttivo artigianale, di quello turistico e del commercio; difatti, i sindacati hanno più volte sollecitato un tavolo di crisi permanente in regione per adottare tutte le iniziative necessarie per contrastare la minaccia di una vera e propria «macelleria sociale» ed individuare un piano di politiche attive e formative finalizzato alla ricollocazione di queste persone;

    quello che sembra l'epilogo della vertenza Whirlpool è un pericoloso precedente, insieme ad altre vicende speculari, poiché si perviene alla conclusione che in Italia gli accordi di politica industriale possono essere violati, procedendo alla chiusura discrezionale di un'azienda, con tutto ciò che ne consegue, e senza addurre alcun valido motivo a fondamento di tale gravosa scelta;

    questo caso è quindi emblematico della necessità di individuare ulteriori strumenti da adottare per la gestione e il superamento delle vertenze aziendali per escludere il ripetersi di condotte come quelle assunte dalla multinazionale americana che, oltre a recare ovvi pregiudizi ai lavoratori coinvolti e al tessuto economico sociale dei territori interessati, tradiscono anche la legittima aspettativa delle istituzioni al buon fine dei piani industriali accordati, dopo lo svolgimento di lunghe e complesse interlocuzioni;

    si ritiene che sussistano le condizioni affinché lo stabilimento di Napoli possa essere rilanciato, poiché non si è di fronte ad un comparto in crisi; al contrario, la fase attuale è caratterizzata da un'importante ripresa del mercato del grande elettrodomestico, che, nei primi tre mesi del 2021, ha registrato un aumento delle vendite del 29,5 per cento (dati Gfk), con prospettive di ulteriore crescita per i prossimi mesi considerando che la domanda continua ad essere alta;

    per gli stessi siti Whirlpool in Italia, è emerso un netto aumento della produzione e un'esponenziale crescita di volumi; pertanto, la fabbrica di lavatrici di Napoli potrebbe assorbire una parte di quella domanda, impiegando i propri 355 lavoratori, e potenziare la sua tenuta con il rientro in Italia di produzioni delocalizzate in Polonia, come era stato previsto originariamente dal piano industriale;

    oltretutto, il rilancio del sito Whirlpool di Napoli per salvaguardare i posti di lavoro diretti ed indiretti, è favorito anche dagli investimenti previsti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr);

    va quindi individuato un nuovo accordo con la multinazionale americana, che assicuri la ripresa delle attività del sito campano e, a tal fine, è necessario che Whirlpool non proceda ai licenziamenti e faccia ricorso alla cassa integrazione come prevista dal decreto-legge n. 99 del 2021, che reca misure a tutela del lavoro e di sostegno alle imprese,

impegna il Governo:

1) nell'ambito di un tavolo di concertazione, ad individuare con la società un accordo in sintonia con gli obiettivi previsti nel piano industriale sottoscritto dalla multinazionale Whirlpool il 25 ottobre 2018 per il triennio 2019-2021, che consenta la salvaguardia dei livelli occupazionali dello stabilimento industriale di Napoli attraverso il rilancio produttivo dello stesso, allo scopo di escludere la definitiva chiusura della fabbrica e le gravi conseguenze che comporterebbe sul piano sociale ed economico in un'area territoriale già interessata da una grave crisi, anche considerando che, nonostante l'emergenza pandemica, la Whirlpool Italia ha visto un aumento della produzione e del lavoro – in linea con lo stato di salute del comparto degli elettrodomestici – e che il rilancio dello stabilimento di Napoli è ulteriormente favorito dagli effetti degli investimenti provenienti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza;

2) proprio alla luce del caso Whirlpool, ad adottare iniziative, per quanto di competenza, che consentano una più adeguata gestione e il superamento delle crisi industriali, in particolare con l'obiettivo di svolgere efficaci trattative e valorizzare gli accordi negoziali con le imprese, per escludere che le stesse, arbitrariamente e senza ragionevoli motivi, decidano poi di disattendere i piani industriali che sottoscrivono, tra l'altro, anche nelle ipotesi in cui abbiano beneficiato di agevolazioni, incentivi e contributi pubblici a diverso titolo.
(1-00501) «Lollobrigida, Meloni, Rizzetto, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Butti, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Deidda, Delmastro Delle Vedove, De Toma, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rotelli, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».


   La Camera,

   premesso che:

    il patrimonio cinematografico e teatrale italiano costituisce uno dei più importanti asset culturali del nostro Paese, un patrimonio da preservare con cura ed una risorsa viva e pulsante da valorizzare con la massima attenzione, anche in considerazione dell'importanza sempre maggiore che la cinematografia ha assunto nel mondo della comunicazione e dell'industria culturale mondiale;

    l'educazione alla «lettura» dell'immagine audiovisiva, la conoscenza della cultura filmica e delle sue implicazioni nel contesto socio-economico sono elementi di fondamentale importanza, così come la cognizione e la conoscenza delle tecniche e dei mestieri per i quali le nostre «botteghe d'arte» sono tra le più apprezzate al mondo. Questo ambito, centrale per la nostra cultura, ha tutte le caratteristiche per rientrare a pieno diritto tra gli elementi da preservare attraverso l'insegnamento scolastico curricolare negli istituti superiori, a cominciare da quelli ad indirizzo artistico;

    l'insegnamento delle discipline cinematografiche e teatrali può assumere una funzione centrale nell'azione di contrasto all'analfabetismo iconico e nel contribuire alla costruzione di una cultura audiovisiva che ponga al centro gli studenti e le loro attuali esigenze culturali e formative, per giungere alla formazione di cittadini dotati di senso critico, oltre che di un pubblico consapevole, in grado di affrontare positivamente la rivoluzione digitale in atto, favorendo inoltre i giovani nell'individuazione di percorsi professionali alternativi a quelli tradizionali;

    l'utilizzo degli strumenti audiovisivi è diventato – anche e soprattutto grazie alla diffusione dei social network – una pratica diffusissima tra giovani e giovanissimi e le competenze relative a questi linguaggi si rivelano, oltre che necessari, molto richiesti;

    lo sviluppo della conoscenza dei codici audiovisivi e delle tecniche di narrazione e drammatizzazione teatrale può offrire opportunità espressive inedite e con finalità finanche terapeutiche, sia in considerazione delle esigenze relazionali di ragazzi e ragazze con bisogni educativi speciali che, in generale, di una generazione profondamente segnata anche dalla recente pandemia ed il cui fabbisogno in termini di comunicazione consapevole, aperta e positiva, rappresenta un'occasione indispensabile per il superamento di conflitti interiori che l'arte del teatro sugella attraverso percorsi di autostima tesi anche a scongiurare piaghe come il bullismo;

    in alcuni Paesi europei, come la Francia, da oltre 20 anni e sin dalle scuole elementari è impartita l'educazione all'immagine, al cinema, al teatro e all'audiovisivo come materia scolastica, a ribadire un esempio di buone pratiche in ambito educativo;

    l'opportunità e la necessità di introdurre – all'interno dei percorsi scolastici curriculari – l'educazione al teatro e al cinema quale patrimonio identitario di cui non è possibile fare a meno in una formazione culturale moderna ed efficace sono state già oggetto di positiva discussione, per la presentazione di un ordine del giorno a prima firma Acunzo, n. 9/00682-A-005, nella seduta del 2 maggio 2019, nel quale si impegnava il Governo pro tempore a valutare la possibilità di introdurre, nell'ambito della materia educazione civica «l'educazione al teatro e al cinema, quale patrimonio identitario di cui non è possibile fare a meno, in una moderna formazione culturale» che nonostante l'approvazione del Governo sembra non aver ancora prodotto gli effetti auspicati;

    si registrano richieste sempre più numerose e importanti da parte di tutti i settori del teatro e della cinematografia perché vengano finalmente introdotti tali insegnamenti, richieste alle quali si è aggiunto recentemente l'accorato appello da parte dell'Accademia del Cinema italiano – Premi David di Donatello;

    la volontà di far entrare il cinema nel piano dell'offerta formativa è stata ampiamente ribadita da numerosi provvedimenti legislativi, tra i quali:

     la legge 13 luglio 2015, n. 107, la cosiddetta «Buona scuola», che prevede il potenziamento delle competenze anche nell'arte del cinema, nelle tecniche e nei media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni;

     la legge 14 novembre 2016, n. 220, «Disciplina del cinema e dell'audiovisivo», che dispone e sostiene l'educazione all'immagine nelle scuole;

    la legge n. 220 del 14 novembre 2016, che prevede di sostenere, per un importo complessivo pari ad almeno il 3 per cento della dotazione del Fondo per il cinema e l'audiovisivo, il potenziamento delle competenze inerenti cinema, tecniche e media di produzione e di diffusione delle immagini e dei suoni, nonché l'alfabetizzazione all'arte, alle tecniche e ai media di produzione e diffusione delle immagini;

    il decreto legislativo 13 aprile 2017, n. 60, in attuazione della legge 13 luglio 2015, n. 107, che prevede di promuovere all'interno dell'offerta formativa degli istituti scolastici le attività teoriche e pratiche, anche con modalità laboratoriale, in ambito artistico, musicale, teatrale, cinematografico, sia a livello nazionale che internazionale;

    con l'attuazione della legge n. 107, il linguaggio cinematografico, la storia e l'estetica del cinema, la produzione di documentari, cortometraggi o mediometraggi entrano a pieno titolo nel Piano dell'offerta formativa delle scuole di ogni ordine e grado;

    in attuazione della già citata legge n. 220 del 2016 è stato sottoscritto nel 2018 un Protocollo d'intesa dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e del Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, che ha dato il via al Piano nazionale cinema e immagini per la Scuola, che prevedeva l'erogazione di oltre 37 milioni di euro in tre anni tramite l'emanazione di più bandi rivolti a enti, fondazioni, associazioni e scuole di ogni ordine e grado, con una partecipazione notevole di progetti finanziati,

impegna il Governo

1) ad adottare iniziative volte a prevedere, negli istituti artistici, per estenderlo successivamente a tutti gli istituti superiori, l'insegnamento delle discipline cinematografiche e teatrali per non meno di un'ora settimanale.
(1-00502) «Acunzo, Provenza, Fiano, Nobili, Mollicone, Mariani, De Lorenzo, De Girolamo, Lapia, Melicchio, Frate, Siani, Sangregorio, Rizzetto, Paxia, Cecconi, Tasso, Berardini, Deidda».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta scritta:


   CAPITANIO, DONINA, FURGIUELE, FOGLIANI, MACCANTI e TOMBOLATO. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   Dazn è un servizio di streaming online di eventi sportivi, attivo in Italia dal 1° luglio 2018, con sede principale nel Regno Unito;

   il 26 marzo 2021, all'esito della procedura di assegnazione dei diritti tv della Lega Serie A per il triennio 2021-2024, Dazn è risultato aggiudicatario per una cifra di 840 milioni di euro a stagione; il passaggio alla trasmissione in streaming degli eventi sportivi comporterà una forte pressione sul traffico internet rischiando di impattare il regolare funzionamento delle reti degli operatori di telecomunicazioni. Il problema attualmente è infatti rappresentato dal modello di distribuzione centralizzato proposto da Dazn agli operatori che prevede la distribuzione del segnale da pochi punti di origine – principalmente a Roma e Milano – che risultano quindi lontani dalla maggioranza dei clienti;

   il 24 giugno 2021 il Consiglio dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha adottato un atto di indirizzo finalizzato a evitare fenomeni di congestione della rete, conseguente ai picchi di traffico, che potrebbero verificarsi in corrispondenza della trasmissione simultanea di uno o più eventi calcistici e prevenire i disservizi per gli abbonati e contrastare il degrado della qualità del servizio di accesso ad Internet per tutti gli utenti;

   l'Autorità prendendo atto della situazione e dei rischi per tutti gli utenti di Internet ha quindi imposto a Dazn una modalità diversa di distribuzione del segnale ossia un modello distribuito attraverso una cosiddetta «content delivery network», che consenta di minimizzare il ritardo nella fruizione dei contenuti richiesti preservandone la qualità. Mediante l'installazione di server presso un numero di nodi di ciascun operatore il traffico internet generato potrà essere gestito dagli operatori che rafforzeranno la propria capacità sulle tratte di rete più esposte;

   non è al momento noto di quali strumenti possa avvalersi l'Autorità in caso di inadempimenti da parte di Dazn, non essendo stato ancora pubblicato il suddetto atto di indirizzo;

   l'Autorità ha inteso adottare un preventivo provvedimento anche in ragione del fatto che, ad avviso del Consiglio, è necessario vigilare «sulle decisioni e sulle iniziative assunte dalle parti valutandone gli effetti, per i profili di competenza, sulle dinamiche concorrenziali e sulla qualità del servizio riservandosi di intervenire anche in via d'urgenza, ricorrendone i presupposti, a tutela degli utenti e del mercato»;

   è noto come, a normativa vigente, gli assegnatari di diritti sportivi non sono assoggettati alle disposizioni già previste per i fornitori di servizi di comunicazione elettronica, con riferimento alle condizioni contrattuali, alla qualità del servizio e alle procedure di risoluzione extragiudiziaria delle controversie, nonché a meccanismi di indennizzo in caso di disservizi;

   l'intervento dell'Autorità è, quindi, indicativo della necessità di tutelare gli utenti nei confronti degli operatori della comunicazione che offrono i prodotti audiovisivi oggetto di assegnazione, a prescindere dalla piattaforma utilizzata per la diffusione degli stessi –:

   se il Governo intenda assumere iniziative normative al fine di fornire all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni i necessari poteri atti ad assicurare il rispetto dell'indicazione formulata, anche al fine di garantire il corretto funzionamento delle reti di comunicazioni elettroniche, tutelando al tempo stesso i consumatori.
(4-09766)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   CASSINELLI. — Al Ministro della cultura, al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   l'archivio di Stato di Genova conserva archivi notarili che rappresentano tuttora il fondo più celebrato, universalmente noto, per l'antichità e la quantità delle minute (imbreviature) medievali;

   possiede un patrimonio unico per lo studio delle vicende politiche, dell'attività commerciale e dell'evoluzione della società di tutto il mondo conosciuto nel Medioevo e nell'età moderna. Ad essi si aggiunge la documentazione cartografica e quella proveniente dagli uffici e dagli organi statali dell'Ottocento e del Novecento;

   l'Archivio conserva attualmente circa 40 chilometri lineari di documenti;

   la collaborazione con tutte le associazioni culturali genovesi ha contribuito ad allargare la platea di quello che si è affermato come uno dei più importanti poli culturali della città, recentemente aperto anche alle scuole di ogni ordine e grado;

   la crisi di questo grande istituto, dovuta a carenze di personale non più sostenibili, è un gravissimo danno per la città e la sua cultura;

   è in corso la digitalizzazione con personale interno dei cartolari notarili medievali per l'attuazione del sito Notariorum itinera, che offre agli studiosi la possibilità di studiare le carte da remoto;

   sarà avviato a breve un progetto di riversamento su digitale dei microfilm realizzati negli anni precedenti sul patrimonio documentario dell'Archivio;

   nell'ambito del piano triennale lavori pubblici è stata rivolta al Ministero la richiesta di finanziamento per la digitalizzazione delle liste di leva, ma essa non è stata accolta;

   sono stati avviati contatti con l'IIT-Istituto italiano di tecnologia per la collaborazione in progetti innovativi con IIT Humanities di Venezia, con utilizzo di intelligenza artificiale. Tra questi: la lettura e trascrizione automatica di testi medievali attraverso lo studio di sistemi da predisporre all'uso; la digitalizzazione di manoscritti chiusi per permettere lo studio delle carte compattate dall'umidità o danneggiate da incendi; la digitalizzazione di manoscritti il cui inchiostro è stato cancellato o gravemente dilavato;

   tali iniziative sono di difficile realizzazione per la carenza numerica di personale e per l'insufficienza di macchine e tecnici adeguati al progetto di sviluppo tecnologico –:

   quali iniziative il Governo intenda assumere, in relazione alla problematica suddescritta, per fronteggiare la carenza di personale e di finanziamenti all'Archivio di Stato di Genova, considerato dalla comunità scientifica nazionale e internazionale un grande archivio, per proseguire col processo di digitalizzazione che può salvare e valorizzare l'inestimabile patrimonio storico custodito presso questa eccellenza culturale italiana.
(4-09769)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SNIDER e RIBOLLA. — Al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 55-quinquies del decreto-legge n. 50 del 2017 reca disposizioni sulle prestazioni previdenziali erogate ai lavoratori italiani transfrontalieri in Svizzera;

   in particolare, il comma 1 — integrando l'articolo 76 della legge n. 413 del 1991 — dispone che la ritenuta unica del 5 per cento sulle rendite corrisposte in Italia da parte dell'assicurazione invalidità, vecchiaia e superstiti Svizzera (Avs), maturata sulla base anche di contributi previdenziali tassati alla fonte in Svizzera, venga applicata dagli intermediari italiani interessati anche sulle somme corrisposte in Italia dalla previdenza professionale per la vecchiaia, i superstiti e l'invalidità svizzera (Lpp). Tra le somme sono, altresì, ricomprese le prestazioni erogate dai diversi enti o istituti svizzeri di prepensionamento (maturate anche sulla base di contributi previdenziali tassati alla fonte in Svizzera ed erogate in qualsiasi forma);

   con risposta ai due rispettivi interpelli n. 904-255/2019 e n. 286/2019, l'amministrazione finanziaria ricorda come la normativa tributaria italiana preveda che costituiscono redditi di lavoro dipendente «le pensioni di ogni genere e gli assegni ad esse equiparati» (articolo 49, comma 2, lettera a) del TUIR) e, pertanto, anche le prestazioni professionali ricevute, derivanti dalla costituzione di una forma previdenziale obbligatoria (Lpp), vengono qualificate come pensioni. Le medesime, infatti, rientrano a tutti gli effetti nella categoria fiscale dei redditi di lavoro dipendente come in precedenza indicato a nulla rilevando la diversa modalità di erogazione (in forma capitale ovvero in forma di rendita);

   pertanto, alle somme corrisposte in Italia o in Svizzera (Stato in white list) da enti pensionistici svizzeri trova piena applicazione il sopramenzionato articolo 76, comma 1-bis, legge n. 413 del 1991, che ha, di fatto, uniformato il trattamento fiscale afferente alle somme corrisposte quale «secondo pilastro» o prepensionamento al trattamento fiscale originariamente previsto per le rendite Avs;

   tuttavia, con successiva risoluzione n. 3/E del 27 gennaio 2020, l'Agenzia delle entrate ha ribaltato il proprio orientamento interpretativo, ritenendo che, siccome le rendite Avs vengono canalizzate in Italia attraverso determinati istituti di credito, mentre le prestazioni Lpp sono «direttamente corrisposte ai beneficiari, mediante accreditamento sui rispettivi conti correnti aperti in Italia», risulta così giustificata la possibilità di applicare un trattamento fiscale differenziato qualora sono erogati su conti detenuti in Svizzera –:

   quali iniziative di competenza anche di carattere normativo, intenda adottare al fine di risolvere il contrasto interpretativo esposto in premessa, nonché di prevedere che le rendite Avs (1o «pilastro») e le pensioni (2o «pilastro» o prepensionamenti), in qualunque forma erogate siano assoggettate alla sopracitata ritenuta unica del 5 per cento anche nei casi in cui l'accredito avvenga su conto corrente svizzero.
(5-06381)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta scritta:


   CIRIELLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   in data 28 giugno 2021 venivano eseguite 52 misure cautelari nei confronti di funzionari e agenti di polizia penitenziaria del carcere di Santa Maria Capua Vetere, indagati, tra l'altro, per il reato di tortura nei confronti dei detenuti, per fatti accaduti il 6 aprile 2020 nel reparto Nilo del prefato istituto di pena;

   in precedenza era avvenuta una manifestazione di protesta posta in essere da alcuni detenuti del Reparto Nilo, il 5 aprile 2020, attuata mediante un barricamento delle persone ivi ristrette;

   la vicenda giudiziaria sin da subito balzava alle cronache per le modalità plateali di notifica degli «avvisi di garanzia» agli agenti avvenute sostanzialmente innanzi ai detenuti e ai familiari di quest'ultimi, con auto di servizio piazzate al centro del viale di accesso del penitenziario;

   la spettacolarizzazione delle modalità di notificazione non solo esponeva gli indagati al pubblico dileggio, ma, di fatto, delegittimava l'intero corpo della polizia penitenziaria, alimentando, altresì, il rischio di accadimenti pregiudizievoli per l'ordine e la sicurezza dell'istituto di pena;

   a seguito dei provvedimenti cautelari, svariati organi di stampa nazionali divulgavano, oltre a numerosi atti di indagine, i dati anagrafici e le foto dei tesserini personali di riconoscimento degli agenti penitenziari prospettandoli già «colpevoli» ed esponendoli, in uno ai loro familiari al rischio di violente ritorsioni, attacchi verbali e fisici, senza possibilità di replica e difesa;

   nell'attesa che venga accertata la sussistenza delle ipotesi delittuose nella competente sede giurisdizionale, la vicenda in parola desta allarme per la evidente violazione del principio di presunzione di innocenza e della normativa in materia di trattamento dei dati personali, offrendo, giustamente, l'ennesima occasione per denunciare l'inadeguatezza dell'attuale sistema carcerario, che, al di là delle vuote dichiarazioni di facciata dei responsabili del dicastero succedutesi negli anni, permangono evidenti;

   infatti, la pubblicazione degli atti di indagine, la prospettazione degli indagati quali già colpevoli e la diffusione dei dati anagrafici e delle foto dei tesserini di servizio rappresenta, apertamente, una grave violazione del principio di presunzione di innocenza sancito dall'articolo 27 della Costituzione secondo cui l'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva;

   lo stesso Garante nazionale delle persone private della libertà si è espresso sull'episodio ritenendo inaccettabile la gogna mediatica riservata agli indagati che «rischia di esacerbare il clima negli istituti»;

   oltretutto, la normativa in materia di trattamento dei dati personali a fini giornalistici individua alcuni parametri entro cui assicurare il rispetto di diritti e libertà fondamentali garantiti dall'articolo 2 della Costituzione;

   in particolare, l'articolo 137 del decreto legislativo n. 196 del 30 gennaio 2003, come modificato dal decreto legislativo 101 del 2018, individua, in caso di diffusione comunicazione di dati personali per finalità giornalistiche, il limite dell'essenzialità dell'informazione riguardo a fatti di interesse pubblico;

   e ancora, l'articolo 8 delle Regole deontologiche relative al trattamento di dati personali nell'esercizio dell'attività giornalistica prevede che, fatto salvo il limite dell'essenzialità dell'informazione, il giornalista non fornisca notizie, né pubblichi immagini che possano risultare lesive della dignità della persona, a meno che non risulti giustificato da motivi di interesse pubblico o da comprovati motivi di giustizia e polizia;

   infine, l'articolo 14 del decreto del Presidente della Repubblica n. 15 del 2018 prevede che la diffusione di dati personali è consentita quando è necessaria per le finalità di polizia di cui all'articolo 3 dello stesso decreto del Presidente della Repubblica fermo restando l'obbligo del segreto di cui all'articolo 329 del codice di procedura penale e fatti salvi i divieti previsti da altre disposizioni di legge o di regolamento ed è comunque effettuata nel rispetto della dignità della persona;

   appare dunque evidente che la diffusione delle fotografie e dei dati anagrafici degli indagati si ponga in netta collisione con i principi cui dovrebbe uniformarsi il diritto di cronaca quali quelli di essenzialità dell'informazione, di pertinenza e di non eccedenza con evidente pregiudizio per gli operatori del corpo di polizia penitenziaria travolti da una campagna diffamatoria e di odio che, non solo mortifica il duro lavoro svolto quotidianamente, tra l'altro, in condizioni disagevoli e precarie, ma mette a repentaglio l'incolumità dell'intera categoria –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare al riguardo, anche valutando l'avvio di iniziative ispettive presso la competente procura in relazione alla divulgazione dei dati anagrafici nonché degli altri atti di indagine; se non intenda adottare iniziative normative per rendere più stringente, anche mediante un più adeguato sistema sanzionatorio, la tutela dei dati sensibili e la disciplina dell'utilizzo di informazioni derivate da fughe di notizie su indagini giudiziarie.
(4-09764)


   BELLUCCI. — Al Ministro della giustizia, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro per le pari opportunità e la famiglia. — Per sapere – premesso che:

   una maxi inchiesta della magistratura sulla cooperativa toscana «Serinper» ha portato alla luce quello che viene eloquentemente definito il «lager» di Massa Carrara, con «bimbi senza cibo e letti, insulti e calci agli ospiti delle strutture»;

   dagli stralci delle intercettazioni dell'inchiesta «Accoglienza», allegate agli atti dell'udienza preliminare che dovrà decidere sul rinvio a giudizio dell'ex vicepresidente Benassi e altri dieci indagati, pubblicati su alcune testate giornalistiche locali, emerge la vergogna di quanto avveniva all'interno della cooperativa: «Questo non è cibo: neanche in tempo di guerra gli davano cibo così»; «La mia paura è che venga fuori che i ragazzi dicano che non mangiano, che gli viene dato solo il brodo, perché stasera è arrivata non una vellutata, ma dell'acqua sporca [...] e le porzioni davvero non erano sufficienti per i ragazzi»;

   la Serinper è una cooperativa a cui fanno capo ben 13 strutture di accoglienza della zona, deputate ad ospitare bimbi, ragazzi e madri in gravi difficoltà familiari, sanitarie, psicologiche ed economiche;

   per Benassi, più minori entravano nelle strutture, più saliva il fatturato e così era pronto ad accogliere anche soggetti con problemi psichiatrici, che necessitavano di cure specialistiche in strutture adeguate;

   il sistema corruttivo messo in piedi, che avrebbe coinvolto anche due sindaci e un giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Firenze, aveva fatto lievitare i ricavi della Serinper dai 215mila euro del 2011 a più di 2,7 milioni di euro nel 2017; in particolare, l'ex giudice Russo, secondo la pubblica accusa, in cambio di alcuni favori avrebbe «violato in modo sistematico e continuativo i suoi doveri d'ufficio, avrebbe riferito ai dirigenti della Serinper l'esistenza delle indagini e avrebbe omesso di segnalare al Tribunale per i minori “le gravi irregolarità di cui aveva avuto notizia diretta”»;

   gli investigatori parlano di una vera e propria «mission», che prevedeva le dimissioni dell'utente «solo in caso di nuovi inserimenti [...] a prescindere dalla guarigione o meno del minore»;

   tale vicenda riporta alla mente la dolorosa vicenda «Angeli e Demoni» e, purtroppo, sono diverse le somiglianze negli atti secretati tra l'inchiesta di Bibbiano e quella della Lunigiana, come, ad esempio, le parole, che non hanno bisogno di commento, di Benassi sui pazienti: «Sono i soliti psichiatrici di merda! Andrebbero sciolti nell'acido, ma poi non avremmo di che vivere: ci toccherebbe fare chissà cosa...»; «A zampate... a calci in bocca... quel marocchino di m... qual è! Se c'avete bisogno chiamatemi che vengo a trascinarlo fuori dal cancello per gli orecchi»; uno dei ragazzi, considerato problematico, è stato addirittura abbandonato alla stazione;

   nell'inchiesta della magistratura, oltre ai vertici della «Serinper», sono coinvolti anche alcuni dipendenti, come nel caso di alcune educatrici che, parlando tra loro di medicine somministrate, ammettono di non aver avuto alcuna cura nella consegna: «“Forse ho sbagliato a fare la terapia”; “le ho dato delle goccine che non doveva avere [...] così si sente male, guarda dovrò costituirmi (e i carabinieri annotano che la donna ride, ndr)” e l'altra le risponde: “Gliene hai date di più? Meglio, meglio: dai, è uguale”» –:

   se il Governo sia a conoscenza dei gravi fatti esposti in premessa e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere, anche normative, per scardinare «un sistema», quello dell'accoglienza di bimbi e ragazzi in difficoltà affidato a interessi privatistici che nulla hanno a che fare con l'interesse del minore e il sostegno della famiglia, che sta assumendo i contorni di un fenomeno a macchia d'olio;

   se non ritenga di dover adottare iniziative di competenza per avviare un monitoraggio dell'attività di tutte le strutture operanti sul territorio.
(4-09765)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interpellanza urgente (ex articolo 138-bis del regolamento):


   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, per sapere – premesso che:

   gli interventi per la salvaguardia di Venezia sono stati affidati mediante una concessione di sola costruzione al Consorzio Venezia Nuova, costituito dalle più grandi imprese di costruzione del territorio nazionale;

   il Consorzio doveva farsi carico della progettazione preliminare, definitiva ed esecutiva del sistema di paratoie mobili, Mose, e degli interventi diffusi per la salvaguardia della Laguna di Venezia;

   dopo i gravi fenomeni corruttivi che hanno caratterizzato parte della gestione della concessione di costruzione affidata al Consorzio Venezia Nuova il contratto di concessione, in un primo momento, e il consorzio Venezia Nuova, a seguire, sono stati sottoposti al commissariamento;

   i commissari hanno provveduto in assoluta autonomia alla gestione contabile e amministrativa del Consorzio, nonché alla fase di ultimazione dei lavori;

   anche questa gestione commissariale è andata in crisi, posto che le risorse allocate dallo Stato per ultimare i lavori non hanno coperto i lavori realizzativi delle opere e neppure i costi di gestione del Consorzio;

   i commissari hanno generato un legittimo affidamento per le imprese minori, sopravvissute agli scandali, che avrebbero ultimato l'opera;

   la gestione commissariale ha condotto a una fase in cui imprese tra i 10 e i 20 milioni di euro di fatturato hanno accumulato crediti per diversi milioni di euro;

   con il decreto ministeriale n. 518 del 19 novembre 2020, adottato ai sensi dell'articolo 95, comma 18, del decreto-legge, cosiddetto «agosto», n. 104 del 2020, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 126 del 2020 è stata nominata una nuova, figura commissariale con il mandato specifico di ultimare i lavori;

   a seguito di tale nomina, il nuovo commissario, incaricato di completare la più importante opera idraulica italiana, ha siglato ordini e incaricato aziende, prospettando il pagamento in misura ridotta del 60 o 70 per cento del credito originario;

   le conseguenze di una tale gestione, finalizzata alla realizzazione dell'opera, ad avviso degli interroganti fanno prospettare un probabile fallimento delle imprese coinvolte nei lavori di ultimazione, oltre che causare la dispersione di immense risorse dello Stato, che ad oggi ha investito importanti risorse economiche, senza ottenere alcun completamento di un'opera così fondamentale per la città di Venezia e non solo –:

   quali iniziative di competenza il Ministro interrogato intenda adottare per completare l'opera idraulica del Mose, fondamentale per la città di Venezia;

   se siano disponibili ad oggi risorse economiche sufficienti al completamento dell'opera pubblica di cui in premessa.
(2-01275) «Lupi, Schullian».

INTERNO

Interrogazione a risposta orale:


   DONZELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   si apprende dalla stampa che nel comune di Santa Maria a Monte, presso la località Tavolaia (Pisa), da sabato 3 luglio 2021 si è svolto un rave party non autorizzato, proseguito per alcuni giorni, con circa 6 mila persone provenienti da diverse parti d'Europa, che si sono accampate con tende e camper, con musica e balli no stop, droga e alcol, senza alcun rispetto dei distanziamenti e delle norme anti-Covid –:

   cosa sia stato fatto per impedire l'accaduto;

   se le istituzioni avessero ricevuto segnalazioni o informazioni di polizia e/o intelligence in merito all'organizzazione di tale evento e sull'arrivo in Italia di così tante persone da altre nazioni;

   se sia stato verificato il rispetto delle normative internazionali anti-Covid da parte dei partecipanti provenienti dall'estero e in caso contrario quali iniziative di competenza siano state assunte;

   se sia a conoscenza dell'eventuale uso o circolazione di droga durante l'evento;

   come si giustifichi in questo contesto la decisione del Governo di mantenere chiuse le discoteche.
(3-02393)

Interrogazioni a risposta scritta:


   D'ORSO, VILLANI, SCANU, BALDINO, ASCARI e MARTINCIGLIO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   dal 1° luglio 2021 sono riprese le esecuzioni degli sfratti relativamente ai provvedimenti di rilascio degli immobili precedenti al 29 febbraio 2020; dal 1° ottobre 2021 riprenderanno le esecuzioni degli sfratti riguardanti i provvedimenti di rilascio degli immobili emessi tra il 1° marzo 2020 e il 30 settembre 2020, mentre quelli disposti per il periodo che va tra il 1° ottobre 2020 e il 30 giugno 2021 verranno messi in esecuzione dal 1° gennaio 2022;

   secondo i dati forniti dall'Unione inquilini e da altri sindacati dal 1° luglio saranno circa 80.000 i provvedimenti che andranno in esecuzione, a Roma il prefetto ha dichiarato che dal 1° luglio saranno 4.500 gli sfratti che andranno in esecuzione;

   non può tacersi che, purtroppo, le consistenti risorse stanziate dal precedente Governo nel corso del 2020 destinate ai fondi contributo affitto e morosità incolpevole trasferite alle regioni ai fini dell'erogazione ai beneficiari per larga parte non sono state ancora assegnate agli aventi diritto per consentire loro di tacitare o alleviare la morosità ed evitare lo sfratto;

   i comuni saranno travolti da una domanda di alloggi di edilizia residenziale pubblica a canone sociale che non saranno in grado di soddisfare per garantire il passaggio da casa a casa alle famiglie con sfratto;

   le prefetture saranno chiamate a gestire una situazione difficile vista la mole di richieste di uso della forza pubblica che si riverseranno sulle forze dell'ordine e la ripresa delle azioni di rilascio rischia di diventare un problema di ordine pubblico, sicché si rende necessario prevedere l'attivazione presso le prefetture di percorsi di gradualità per le esecuzioni degli sfratti –:

   se il Governo sia a conoscenza dei fatti sopra esposti e quali iniziative di competenza ritenga opportuno adottare per evitare situazioni di tensione sociale e, in tale contesto, se non ritenga necessario fornire indicazioni alle prefetture affinché vengano attivati tavoli di crisi per sostenere percorsi di gradualità nel rilascio degli immobili già previsti dalla normativa vigente e vengano definiti specifici protocolli.
(4-09761)


   PAROLO e IEZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   la carenza di segretari comunali sta, da anni, generando molteplici criticità nei comuni italiani posto che tale figura assume un'importanza cruciale ai fini del corretto espletamento delle funzioni direttive degli enti locali;

   in Parlamento la questione è stata affrontata più volte anche con atti di sindacato;

   il concorso COA6 ha avuto una durata temporale di oltre due anni e ancora oggi non si è nella possibilità di immettere in ruolo i vincitori;

   allo stato attuale, gli idonei del concorso dovranno ancora sostenere un corso di 6 mesi, un tirocinio di 2 mesi, con esame orale finale: in sostanza, la normativa vigente permetterebbe di aver in servizio i nuovi segretari nell'estate del 2022;

   è necessario accelerare l'immissione in ruolo dei vincitori del concorso, valutando la possibilità di effettuare la formazione parallelamente alla presa di servizio;

   la criticità è particolarmente accentuata nei comuni fino a 10.000, tale situazione per i comuni sopra 3.000 abitanti, stanti le regole attuali, non potrebbe essere sanata neppure dall'immissione in ruolo dei vincitori del concorso, anche in considerazione del fatto che il combinato disposto dei provvedimenti in materia non consentirebbe agli stessi di avere sede in comuni con convenzioni per complessivi 3.000 abitanti –:

   quando avverrà l'immissione in ruolo dei nuovi segretari vincitori di concorso; se sia intenzione del Governo valutare l'adozione delle iniziative di competenza per l'immissione in ruolo dei nuovi segretari nel caso di comuni fino a 10.000 abitanti e di convenzioni tra comuni con popolazione non superiore a 10.000 abitanti in luogo degli attuali 3.000.
(4-09767)


   CANTALAMESSA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   domenica 13 giugno 2021 la stampa locale, e non solo, è stata costretta a raccontare l'oscena esibizione del boss Pasquale Cristiano del clan degli Amato-Pagano ad Arzano: una festa di comunione con pregiudicati in Ferrari e Lamborghini che bloccano il traffico cittadino;

   Cristiano, citato peraltro nell'ultima ordinanza di custodia cautelare che ha portato in carcere trentuno persone a Melito, da un anno agli arresti domiciliari, in occasione della comunione del figlio avrebbe, infatti, usufruito di un permesso per partecipare alla celebrazione in chiesa;

   l'uomo, alla guida di una Ferrari in corteo con una Lamborghini guidata dal presunto capo zona di Frattamaggiore, e accompagnato da altre auto di grossa cilindrata, avrebbe scorrazzato rumorosamente per oltre mezz'ora per le strade della cittadina;

   per agevolare il passaggio del corteo, i guardaspalle avrebbero bloccato gli incroci e fermato il normale traffico veicolare;

   la scena è stata immortalata dagli stessi protagonisti in filmati postati sui social e condivisi e commentati da numerosi utenti;

   l'amministrazione comunale di Arzano (Napoli) è retta, dal febbraio 2019, da un commissario straordinario a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione camorristica; il terzo negli ultimi dieci anni;

   sin dall'insediamento della neoeletta amministrazione, la stessa è stata oggetto di particolare attenzione da parte della prefettura e di uno stretto monitoraggio da parte delle forze dell'ordine dedite a monitorare la camorra e la malapolitica;

   la pressione investigativa ha portato a importanti risultati, ma purtroppo c'è da constatare come il radicamento e la riproducibilità criminale fanno di Arzano un caso nazionale;

   durante il periodo di emergenza epidemiologica da Covid-19, per scelta del Ministro della giustizia pro tempore, molti detenuti socialmente pericolosi hanno beneficiato delle misure alternative alla detenzione;

   la maggior parte dei detenuti scarcerati è tornata nel proprio comune di origine per scontare la detenzione domiciliare, o le misure cautelari, nella propria abitazione e nello stesso ambiente criminale nel quale sono cresciuti;

   anche ad Arzano ha fatto rientro un esponente, ritenuto di primo piano, del clan camorristico locale; si tratta dell'associazione a delinquere ritenuta di esercitare un tale controllo del territorio e una tale forza intimidatoria da indurre il Ministero dell'interno a sciogliere il consiglio comunale e commissariare l'amministrazione ai sensi dell'articolo 143 del Testo unico degli enti locali (Tuel);

   nel mese di ottobre 2021 si dovrebbe votare per il rinnovo del consiglio comunale oggi commissariato –:

   se il Governo sia a conoscenza della delicata situazione su esposta e quali iniziative di competenza, anche precauzionali, intenda adottare per evitare che esponenti della criminalità organizzata, o imputati per gravi reati e in stato di custodia cautelare, continuino a beneficiare del regime della detenzione o degli arresti domiciliari negli stessi comuni in cui si trova il loro centro di interessi criminali, nonché per rafforzare i controlli delle forze dell'ordine per escludere il rischio concreto di un pesante condizionamento malavitoso nelle nuove consultazioni elettorali.
(4-09768)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazione a risposta scritta:


   BIGNAMI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria (Crea) istituito con decreto legislativo 29 ottobre 1999, n. 454, è il più importante centro italiano di ricerca e sperimentazione nel settore agroalimentare;

   il Crea sottoposto alla vigilanza del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, è dotato di autonomia scientifica, statutaria, organizzativa, amministrativa e organizzativa, amministrativa e finanziaria ed è articolato in 12 Centri di ricerca ai quali si affianca un'amministrazione centrale;

   ogni Centro di ricerca ha un proprio direttore, nominato dal consiglio di amministrazione, che viene scelto sulla base di una valutazione comparativa dei curricula scientifici e professionali presentati, integrata da un colloquio; la durata della carica è quattro anni ed è rinnovabile per una sola volta (articolo 16 dello Statuto - articolo 11 del regolamento Crea);

   in data 1o giugno 2021, in applicazione del decreto del direttore generale del 30 aprile 2021, è stata indetta una procedura selettiva comparativa per la nomina dei direttori dei centri di ricerca del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria;

   il compenso onnicomprensivo relativo all'incarico di direzione di cui al bando sopra richiamato è fissato in 130.000,00 euro lordi, di cui una parte fissa pari a 100.000,00 euro e una parte variabile, da corrispondere in funzione dei risultati raggiunti, pari a 30.000,00 euro;

   i contratti dei direttori sono scaduti il 14 giugno 2021 non rinnovati, pur avendo i direttori ricevuto valutazioni positive ogni anno;

   sarebbe stato opportuno, a parere dell'interrogante, individuare tali incarichi già all'interno dell'organico del Crea in modo da conseguire un risparmio sul compenso complessivo –:

   se risulti che tra i direttori dei centri di ricerca vi siano dei dipendenti Crea e, in caso affermativo, quanti siano;

   per quali ragioni si sia ritenuto necessario bandire nuovi concorsi non essendo specificate nei bandi di concorso capacità professionali diverse dal bando precedente, anziché individuare tali direttori tra i dipendenti Crea già in possesso di requisiti specifici;

   se non si ritenga che i nuovi concorsi, essendo aperti anche a candidati esterni, possano comportare un notevole e ingiustificato esborso aggiuntivo.
(4-09760)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   FEDERICO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   il 16 gennaio 2021 è stata costituita la società Stellantis, frutto della fusione tra i gruppi automobilistici Fca e Psa;

   all'impegno iniziale, enunciato dall'amministratore delegato Tavares, di non chiudere nessuno stabilimento ha fatto seguito l'annuncio di una riorganizzazione degli impianti del gruppo, in particolare quelli italiani perché troppo costosi, mentre non è dato ancora conoscere il piano industriale;

   appaiono molto preoccupanti le notizie riportate dalla stampa locale e dai sindacati di categoria con riguardo allo stabilimento di Termoli in merito all'incrementato ricorso alla cassa integrazione non solo presso l'unità motori ma anche presso l'unità cambi e al ripetuto rinvio dell'avvio della lavorazione del nuovo motore ibrido Gse che, a quanto pare, non partirà prima del mese di settembre 2021;

   la situazione di grande incertezza relativa alla situazione dello stabilimento di Termoli, come degli altri stabilimenti del gruppo in Italia, sia con riguardo ai volumi produttivi delle singole unità produttive che con riguardo ai futuri livelli occupazionali, è fortemente aggravata dalla perdurante assenza del piano industriale;

   l'annunciato piano per l'elettrificazione, definito da Tavares radicale e rivoluzionario, ad oggi ancora non noto, appare in ogni caso suscettibile di ricadute non chiare per quanto riguarda gli stabilimenti italiani atteso che in merito alla produzione di batterie sembrerebbe che la scelta di Stellantis sia caduta sulla Spagna;

   il settore automotive riveste rilevanza strategica per l'economia italiana ed è in grande misura dipendente dalle attività di Stellantis ed è pertanto doveroso porre la massima attenzione sulle ripercussioni che le scelte operate dalla medesima siano idonee ad avere sugli impianti presenti sul territorio, anche nell'ambito del tavolo permanente dell'automotive istituito presso il Ministero dello sviluppo economico;

   lo stabilimento di Termoli è una delle più importanti realtà produttive della regione Molise –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda intraprendere al fine di avviare un tavolo di confronto con Stellantis e le organizzazioni sindacali per addivenire alla pronta condivisione di un piano industriale che sia idoneo a rispondere alle sfide della mobilità del futuro, salvaguardando i livelli occupazionali e la produzione degli stabilimenti italiani, con particolare riguardo a quello di Termoli.
(4-09763)

TRANSIZIONE ECOLOGICA

Interrogazione a risposta in Commissione:


   DAGA. — Al Ministro della transizione ecologica. — Per sapere – premesso che:

   il 26 giugno 2021, una scossa di terremoto di magnitudo 3.9 sulla scala Richter si è verificata in Francia, nei pressi di Strasburgo. Le analisi dei sismologi francesi hanno evidenziato che si tratta in parte di terremoti «innescati» ossia dovuti a modificazioni irreversibili nel sottosuolo. A dicembre 2020, l'impianto geotermico binario di Strasburgo, dopo un terremoto di magnitudo 3,5, è stato definitivamente chiuso per ordine della prefettura, che lo ha ritenuto pericoloso. Fonroche, la società che gestisce l'impianto, ha ammesso che le scosse erano legate all'attività dell'impianto geotermico. Dopo la chiusura forzosa dell'impianto si sono susseguiti due fenomeni sismici «indotti» di assestamento di magnitudo 2,5 il 25 dicembre e dopo quasi due mesi un altro di magnitudo 3,5;

   il Consiglio dei ministri, il 31 luglio 2019, ha autorizzato la società Itw Lkw Geotermia Italia spa; relativamente all'impianto pilota geotermico binario nel Comune di Castel Giorgio (Terni), il quale utilizzerà una tecnologia simile a quella dell'impianto di Strasburgo chiuso d'urgenza perché ritenuto pericoloso;

   gli impianti geotermici «binari» non rilasciano in atmosfera emissioni climalteranti, ma riemettono nel sottosuolo il fluido geotermico, operazione che potrebbe causare una sovrapressione del pozzo e l'innesco di sismicità, come avvenuto a Strasburgo;

   il parere positivo della Commissione tecnica Via/Vas all'impianto pilota geotermico di Castel Giorgio risale al 31 ottobre 2014. L'iter autorizzativo dell'impianto geotermico pilota di Castel Giorgio è stato oggetto di precedenti interrogazioni parlamentari, che hanno ben messo in evidenza le criticità ambientali dell'impianto (interrogazione a risposta in Commissione n. 5-04086 presentata dall'interrogante e interrogazione a risposta scritta n. 4/03472 del senatore Battistoni);

   oltre trenta sindaci dei comuni limitrofi all'area interessata, vari rappresentanti della provincia di Viterbo, della regione Umbria e della regione Lazio e numerose associazioni di liberi cittadini hanno presentato diversi ricorsi al Tar. Con l'ultima sentenza n. 1897 del 16 febbraio 2021, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dei comuni di Acquapendente, Allerona, Bolsena, Castel Giorgio, Castel Viscardo, Grotte di Castro, Montefiascone e Orvieto, riconoscendo l'illegittimità della deliberazione del Consiglio dei ministri del 31 luglio 2019 e bloccando l'autorizzazione rilasciata alla società Itw-Lkw Geotermia Italia spa all'impianto pilota geotermico binario nel comune di Castel Giorgio;

   la società Itw-Lkw ha presentato ricorso presso il Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar. La sentenza avrà sarà emessa il prossimo 16 settembre e sarà una sentenza definitiva;

   lo stesso Ministro dello sviluppo economico pro tempore, in data 18 settembre 2020,nella risposta all'interrogazione n. 4-03472, ha concluso rimandando «al Ministero dell'ambiente ogni ulteriore e nuova valutazione relativamente alla sismicità dei luoghi interessati dall'impianto di “Castel Giorgio”» –:

   se il Ministro interrogato, alla luce dei fatti sopra riportati e in nome del principio di precauzione, non reputi opportuno predisporre una nuova e più attenta valutazione di impatto ambientale, anche alla luce di quello che è accaduto a Strasburgo.
(5-06382)

TURISMO

Interrogazione a risposta scritta:


   MIGLIORE. — Al Ministro del turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della cultura, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'Associazione italiana Alberghi per la gioventù (Aig) ente storico e patrimonio del Paese, è stata costituita con l'intervento, tra gli altri, dei rappresentanti del Ministero dell'interno, del commissario straordinario dell'Enit, della direzione generale del turismo, del commissario nazionale gioventù italiana, con apporto economico da parte dello Stato, come fondo di dotazione;

   è ente morale (decreto del Presidente della Repubblica 1o giugno 1948), su proposta del Presidente del Consiglio e del Ministro per gli affari esteri, ed è stato riconosciuto quale ente assistenziale a carattere nazionale con decreto del Ministro dell'interno; infine, con il decreto-legge n. 97 del 1995 è stato riconosciuto definitivamente ente culturale;

   l'Italia, attraverso Aig, è membro della International Youth Hostel Federation;

   si è sempre occupata di agevolare la promozione della cultura italiana, dei siti paesaggistici, culturali e dei siti riconosciuti patrimonio dell'Unesco, anche attraverso la rete della IYHF;

   dal 1° luglio 2019 l'Aig si trova in procedura fallimentare (n. 492/2019), avviata dal tribunale di Roma;

   il 26 giugno 2019 il tribunale di Roma ha respinto la domanda di omologa del concordato in continuità avviata con ricorso ai sensi dell'articolo 161 della legge fallimentare, e depositata in data 30 giugno 2017, nonostante l'approvazione del piano da parte della maggioranza dei creditori, pronunciatisi a favore di Aig e della sua solvibilità, oltre che a favore della concreta possibilità di un suo pronto rilancio e sviluppo;

   l'Agenzia delle entrate e l'Inps hanno espresso il proprio assenso all'omologazione del piano, anche in virtù dell'elevata patrimonializzazione dell'ente, dell'interesse sociale e della salvaguardia del livello occupazionale;

   il valore ex articolo 79 del decreto del presidente della Repubblica 602 del 1973 del patrimonio immobiliare dell'ente ammonta a 21.941.662,36 euro e la stessa associazione, anche recentemente, è stata oggetto di lasciti testamentari;

   l'ente si è opposto alla procedura fallimentare, depositando il ricorso in Corte di cassazione;

   per evitare la definitiva chiusura, in fase di conversione del decreto-legge «Salva imprese», fu approvata all'unanimità nelle Commissioni riunite 10a e 11a del Senato della Repubblica, su conforme parere espresso dal Governo, una norma che introduceva misure urgenti a salvaguardia del valore e delle funzioni dell'ente e tale norma fu stralciata dal maxi-emendamento con l'impegno del Governo a ripresentarla in successivo provvedimento;

   la sottosegretaria per i beni e le attività culturali e per il turismo pro tempore durante il mandato del precedente Governo, rispondendo agli atti di sindacato ispettivo presentati, ha ribadito che «Il Governo, oggi come un anno fa, è disponibile a valutare positivamente un'analoga proposta normativa per affrontare e risolvere l'attuale situazione dell'Associazione italiana alberghi della gioventù e salvaguardare le attività e le funzioni che questa svolge»;

   tutte le forze politiche, a più riprese, si sono attivate in tal senso;

   con atto n. 9/2305/99, la Camera ha impegnato il Governo pro tempore ad adottare misure a salvaguardia;

   la situazione è stata aggravata dalla pandemia, con il rischio di depauperare il patrimonio mobiliare e immobiliare dell'Ente, anche in considerazione del fatto che la curatela ha avviato le procedure per la dismissione di quello immobiliare –:

   se il Governo, anche a seguito delle reiterate sollecitazioni da parte del Parlamento (compreso un ordine del giorno accolto alla Camera) intenda assumere iniziative, anche a tutela del marchio storico, del patrimonio immobiliare dell'ente e del personale dipendente;

   se non ritenga opportuno adoperarsi al fine di salvaguardare le funzioni di un ente che svolge un prezioso ruolo sociale ed educativo, oltre a essere opportunità di conoscenza del nostro Paese, a livello nazionale e internazionale, garantendone anche crescita e coesione sociale.
(4-09762)

Apposizione di una firma ad una mozione.

  La mozione Fornaro e altri n. 1-00499, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 6 luglio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Manzo.

Apposizione di firme ad interrogazioni.

  L'interrogazione a risposta scritta Lovecchio n. 4-09682, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 30 giugno 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Faro.

  L'interrogazione a risposta scritta Spessotto e Cabras n. 4-09748, pubblicata nell'allegato B ai resoconti della seduta del 7 luglio 2021, deve intendersi sottoscritta anche dalla deputata Sarli.

Ritiro di un documento del sindacato ispettivo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: interrogazione a risposta scritta Ciaburro n. 4-09510 dell'11 giugno 2021.