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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 15 luglio 2021

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: DOC. XXII, N. 42 E DDL N. 2561

Doc. XXII, n. 42 – Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle cause dello scoppio della pandemia di COVID-19 e sulla congruità delle misure adottate dagli Stati di origine del virus SARS-CoV-2 per evitarne la propagazione nel mondo

Discussione sulle linee generali: 7 ore e 30 minuti.

Relatori 40 minuti (complessivamente)
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 10 minuti
Gruppi 5 ore e 10 minuti
 MoVimento 5 Stelle 41 minuti
 Lega – Salvini premier 39 minuti
 Partito Democratico 36 minuti
 Forza Italia – Berlusconi presidente 35 minuti
 Fratelli d'Italia 32 minuti
 Italia Viva 32 minuti
 Coraggio Italia 32 minuti
 Liberi e Uguali 31 minuti
 Misto: 32 minuti
  L'Alternativa c’è 12 minuti
  Centro Democratico 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione dei Verdi 4 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-Rinascimento ADC 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  Azione - +Europa - Radicali Italiani 2 minuti
  MAIE - PSI 2 minuti

Ddl n. 2561 – Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia

Tempo complessivo: 19 ore e 30 minuti, di cui:

• discussione sulle linee generali: 9 ore e 30 minuti;
• seguito dell'esame: 10 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 30 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 32 minuti 1 ora e 20 minuti (con il limite massimo di 12 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 7 ore e 8 minuti 6 ore e 40 minuti
 MoVimento 5 Stelle 49 minuti 1 ora e 7 minuti
 Lega – Salvini premier 48 minuti 59 minuti
 Partito Democratico 47 minuti 47 minuti
 Forza Italia – Berlusconi
 presidente
47 minuti 43 minuti
 Fratelli d'Italia 53 minuti 1 ora e 13 minuti
 Italia Viva 46 minuti 28 minuti
 Coraggio Italia 46 minuti 27 minuti
 Liberi e Uguali 45 minuti 24 minuti
 Misto: 47 minuti 32 minuti
  L'Alternativa c’è 19 minuti 12 minuti
  Centro Democratico 8 minuti 5 minuti
  Facciamo eco – Federazione
  dei Verdi
5 minuti 4 minuti
  Noi con l'Italia - USEI-
  Rinascimento ADC
5 minuti 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 3 minuti
  Azione - +Europa - Radicali
  Italiani
3 minuti 2 minuti
  MAIE - PSI 3 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 15 luglio 2021.

  Ascani, Battelli, Bergamini, Boschi, Brescia, Brunetta, Campana, Cancelleri, Carfagna, Carinelli, Casa, Castelli, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Ehm, Fassino, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Gerardi, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Melilli, Molinari, Molteni, Morelli, Mulè, Mura, Muroni, Nardi, Nesci, Occhiuto, Olgiati, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rampelli, Rizzo, Andrea Romano, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Scutellà, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadoni, Speranza, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Testamento, Vignaroli, Viscomi, Zanettin, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 14 luglio 2021 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   ALESSANDRO PAGANO: «Modifiche al codice civile in materia di disciplina del contratto di agenzia nel settore assicurativo e di durata dei contratti di assicurazione, per la promozione della concorrenza e della trasparenza nei rapporti contrattuali con i consumatori» (3209).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge BRUNO ed altri: «Disposizioni per la promozione e il sostegno delle attività teatrali negli istituti penitenziari» (2933) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Rospi.

Ritiro di sottoscrizioni a proposte di legge.

  In data 14 luglio 2021 la deputata Ermellino ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
   SODANO ed altri: «Modifiche al testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, prevenzione, cura e riabilitazione dei relativi stati di tossicodipendenza, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, in materia di disciplina della coltivazione, dell'uso e del commercio della cannabis e dei suoi derivati» (2813).

Annunzio di una proposta di modificazione al Regolamento.

  In data 15 luglio 2021 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di modificazione al Regolamento d'iniziativa dei deputati:
   GEBHARD, PLANGGER, SCHULLIAN ed EMANUELA ROSSINI: «Modifiche agli articoli 5, 14 e 16 del Regolamento relative alla costituzione di una componente formata dai deputati appartenenti alle minoranze linguistiche all'interno del Gruppo misto e alla rappresentanza della stessa negli organi della Camera» (Doc. II, n. 23).

  Sarà pubblicata e trasmessa alla Giunta per il Regolamento.

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera pervenuta in data 14 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 2 del decreto-legge 15 marzo 2012, n. 21, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 maggio 2012, n. 56, concernente l'esercizio di poteri speciali inerenti agli attivi strategici nei settori dell'energia, dei trasporti e delle comunicazioni, l'estratto del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 13 luglio 2021, recante l'esercizio di poteri speciali, con prescrizioni, in relazione alla notifica delle società Taiwan Cement Corporation e Engie EPS SA avente ad oggetto l'acquisizione indiretta da parte di Taiwan Cement Corporation di una partecipazione rappresentativa del 60,48 per cento del capitale sociale di Engie EPS.

  Questo documento è trasmesso alla X Commissione (Attività produttive).

Trasmissione dal Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 8 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, comma 6, lettera c), numero 12), della legge 31 luglio 1997, n. 249, la relazione sull'attività svolta e sui programmi di lavoro dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, aggiornata al 30 aprile 2021, predisposta dalla medesima Autorità (Doc. CLVII, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alla VII Commissione (Cultura) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 15 luglio 2021, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta dell'8 luglio 2021, sul disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 14 giugno 2021, n. 82, recante disposizioni urgenti in materia di cybersicurezza, definizione dell'architettura nazionale di cybersicurezza e istituzione dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale (atto Camera n. 3161).

  Questo parere è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea

  La Commissione europea, in data 14 luglio 2021, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di regolamento del Consiglio recante sospensione temporanea dei dazi autonomi della tariffa doganale comune sulle importazioni di taluni prodotti industriali nelle Isole Canarie (COM(2021) 392 final), corredata dai relativi allegati (COM(2021) 392 final – Annexes 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Regioni frontaliere dell'Unione europea: laboratori viventi dell'integrazione europea (COM(2021) 393 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE) 2020/2222 del Parlamento europeo e del Consiglio in relazione all'infrastruttura transfrontaliera che collega l'Unione e il Regno Unito attraverso il collegamento fisso sotto la Manica (COM(2021) 402 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti). Questa proposta è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 14 luglio 2021;
   Progetto di bilancio rettificativo n. 4 del bilancio generale 2021 – Aggiornamento delle entrate in seguito all'entrata in vigore il 1o giugno 2021 della decisione (UE, Euratom) 2020/2053 del Consiglio relativa al sistema delle risorse proprie dell'Unione europea, alle previsioni rivedute relative alle risorse proprie e altre entrate (COM(2021) 444 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  Il Ministero della transizione ecologica, con lettere in data 8 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi dei commi 3 e 6 del medesimo articolo 19, dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale, nell'ambito del Ministero della transizione ecologica:
   all'ingegnere Laura D'Aprile, l'incarico di capo del Dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi;
   alla dottoressa Maria Carmela Giarratano, l'incarico di capo del Dipartimento per il personale, la natura, il territorio e il Mediterraneo.

  Queste comunicazioni sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 9 luglio 2021, ha trasmesso la comunicazione concernente la revoca dell'incarico di livello dirigenziale generale, conferito al dottor Giovanni Leonardi, di direttore della Direzione generale della ricerca e dell'innovazione in sanità, nell'ambito del Ministero della salute.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla XII Commissione (Affari sociali).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 9 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento all'ingegnere Pasquale D'Anzi, ai sensi del comma 4 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di direttore della Direzione generale per la motorizzazione, per i servizi ai cittadini e alle imprese in materia di trasporti e navigazione, nell'ambito del Dipartimento per i trasporti e la navigazione del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla IX Commissione (Trasporti).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 9 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento al dottor Pietro Celi, ai sensi dei commi 4 e 10 del medesimo articolo 19, dell'incarico di livello dirigenziale generale di consulenza, studio e ricerca, nell'ambito del Ministero dello sviluppo economico.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla X Commissione (Attività produttive).

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettere in data 9 e 12 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, le comunicazioni concernenti il conferimento, ai sensi dei commi 4 e 6 del medesimo articolo 19, dei seguenti incarichi di livello dirigenziale generale, nell'ambito del Ministero della giustizia:
   al dottor Lorenzo Del Giudice, l'incarico di vice capo del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi;
   al dottor Claudio Giovanni Scorza, l'incarico di vice capo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità;
   al dottor Roberto Tartaglia, l'incarico di vice capo del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria;
   all'ingegnere Vincenzo De Lisi, l'incarico di direttore della Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati, nell'ambito del Dipartimento dell'organizzazione giudiziaria, del personale e dei servizi.

  Queste comunicazioni sono trasmesse alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla II Commissione (Giustizia).

Richiesta di parere parlamentare su proposta di nomina.

  Il Ministro della transizione ecologica, con lettera in data 14 luglio 2021, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 1, del regolamento di cui al decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare 21 maggio 2010, n. 123, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del dottor Stefano Laporta a presidente dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) (97).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 4 agosto 2021.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

RELAZIONE DELLE COMMISSIONI III (AFFARI ESTERI E COMUNITARI) E IV (DIFESA) SULLA DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI IN MERITO ALLA PARTECIPAZIONE DELL'ITALIA A ULTERIORI MISSIONI INTERNAZIONALI, ADOTTATA IL 17 GIUGNO 2021 (ANNO 2021) (DOC. XXV, N. 4) E SULLA RELAZIONE ANALITICA SULLE MISSIONI INTERNAZIONALI IN CORSO E SULLO STATO DEGLI INTERVENTI DI COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO A SOSTEGNO DEI PROCESSI DI PACE E DI STABILIZZAZIONE, RIFERITA ALL'ANNO 2020, ANCHE AL FINE DELLA RELATIVA PROROGA PER L'ANNO 2021 (DOC. XXVI, N. 4) (DOC. XVI, N. 5)

Risoluzioni

   La Camera,
   discussa la relazione delle Commissioni III (Affari esteri e comunitari) e IV (Difesa) all'assemblea sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali per l'anno 2021, adottata il 17 giugno 2021 (Doc. XXV, n. 4), e la Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita al periodo 1o gennaio-31 dicembre 2020, anche al fine della relativa proroga per il periodo 1o gennaio-31 dicembre 2021, deliberata il 17 giugno 2021 (Doc. XXVI, n. 4), adottate ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
   richiamati gli approfondimenti istruttori svolti e le comunicazioni del Governo sull'andamento delle missioni internazionali autorizzate per il 2020 e sulla loro proroga per l'anno in corso, nonché sulle missioni da avviare nel 2021, svolte il 7 luglio 2021 nell'ambito dell'esame dei sopra citati provvedimenti davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica;
   premesso che:
    in seguito all'avvento delle Primavere Arabe e alla caduta del regime di Gheddafi, nel 2011 la Libia è precipitata in una condizione di conflitto militare e grave instabilità politica che la comunità internazionale per quasi un decennio non è stata in grado di gestire;
    gli scontri, susseguitisi negli anni tra le forze affiliate al GNA (Government of National Agreement) a sostegno dell'ex primo ministro Fayez al-Serraj, con base a Tripoli, e quelle dell'auto-proclamato LNA (Libyan National Army) del generale Khalifa Haftar con base a Tobruk, hanno peggiorato la situazione di insicurezza del Paese, politicamente frammentato e dilaniato da un lungo conflitto civile;
    durante il conflitto, le milizie, i gruppi armati e le forze di sicurezza in guerra fra loro hanno commesso gravi violazioni del diritto internazionale, compresi crimini di guerra e violazioni sistematiche dei diritti umani. Nei combattimenti sono state utilizzate armi trasferite illecitamente dai Paesi terzi che hanno sostenuto una delle due fazioni nonostante l'embargo totale stabilito dalle Nazioni Unite nel 2011;
    dopo un lungo stallo, durante il quale sembrava azzerata ogni possibilità di considerare credibile un processo di stabilizzazione del Paese, il 23 ottobre 2020 a Ginevra è stato raggiunto un accordo per il cessate il fuoco tra LNA e GNA che ha permesso l'inizio ufficiale delle consultazioni politiche tra le parti libiche con l'inaugurazione del «Libyan Political Dialogue Forum»;
    a marzo 2021 il Forum, che riunisce 75 rappresentanti dell'intero spettro sociale e politico libico, ha eletto Abdelhamid Dbeibah a capo del nuovo esecutivo nazionale di transizione incaricato di traghettare il Paese alle elezioni previste per dicembre 2021;
    i progressi ottenuti rappresentano ad oggi l'unica via percorribile per una transizione credibile verso la pace e la stabilità in Libia e per questo vanno tutelati e sostenuti. Tuttavia desta preoccupazione la battuta di arresto subita in questi giorni per il mancato accordo tra le parti sulla Base costituzionale necessaria per le elezioni di dicembre, nonché la minaccia del generale Haftar di attaccare nuovamente Tripoli in caso di fallimento del processo;
    in questo contesto gli accordi stipulati dall'Italia con il precedente esecutivo guidato da al-Serraj e in generale le politiche migratorie dell'Unione europea hanno di fatto affidato alla Libia, in una scelta più ampia di esternalizzazione delle frontiere, la gestione dei flussi migratori lungo la rotta del Mediterraneo centrale e quindi la frontiera meridionale dell'Unione. Questo si è tradotto purtroppo in una violazione continuata dei diritti fondamentali di coloro che hanno tentato e tentano di attraversarla;
    la condizione di decine di migliaia di rifugiati, richiedenti asilo e migranti in Libia rimane infatti drammatica: esposti ad arresti arbitrari e rapimenti per mano delle milizie, sono regolarmente vittime di trafficanti di esseri umani e di abusi da parte di gruppi criminali collusi con le autorità. Il prolungarsi di questa situazione di instabilità ha determinato un peggioramento della condizione di vita delle persone migranti nel Paese esponendoli a rischi sempre maggiori;
    nei centri di detenzione amministrati dalla direzione per la lotta alla migrazione illegale e nei tanti luoghi di reclusione non ufficiali i prigionieri vengono sottoposti a sfruttamento, minacce, lavoro forzato, tortura e altre violenze, inclusi stupri, spesso allo scopo di estorcere denaro alle famiglie in cambio del loro rilascio;
    come sottolineato, fra gli altri, dal Rapporto 2020-21 di Amnesty International, le condizioni dei detenuti sono disumane, di sovraffollamento e mancanza di cibo, acqua e cure mediche. La situazione sanitaria nei centri di detenzione si è ulteriormente aggravata a causa della diffusione del Covid-19;
    a Tripoli, le condizioni dei centri di detenzione sono degenerate a tal punto da costringere Medici Senza Frontiere ad annunciare la sospensione, a giugno 2021, delle loro operazioni di assistenza medico-umanitaria a causa dei rischi per il proprio personale e dei numerosi episodi di violenza subiti dai migranti prigionieri che si rivolgevano all’équipe di MSF;
    nel maggio del 2020 il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato esplicitamente una forte preoccupazione per la condizione di rifugiati e migranti non solo nelle prigioni clandestine dei trafficanti, ma anche «nelle strutture di detenzione sotto il controllo del Ministero dell'interno», e ha esortato gli Stati membri a rivedere le politiche a sostegno del ritorno dei rifugiati e migranti in quel Paese;
    chi riesce a fuggire dai centri di detenzione non ha altra alternativa che tentare la fuga attraverso il mare verso le coste europee affidandosi alle reti di trafficanti, che spesso sono gli stessi che gestiscono i centri e che li liberano in cambio del pagamento di ingenti somme di denaro. Al momento, infatti, non esiste alcuna via di accesso legale al continente europeo;
    gli stessi centri vengono regolarmente ripopolati grazie all'intercettazione in mare di migranti e rifugiati da parte della Guardia costiera libica, che opera nella zona di competenza SAR dichiarata autonomamente dalla Libia senza che sussistano i requisiti fondamentali previsti dalle convenzioni internazionali, a partire dall'esistenza di un POS (Place of Safety) dove far sbarcare le persone soccorse. L'ONU, la Commissione europea, il Consiglio d'Europa infatti hanno più volte dichiarato che la Libia non può in nessun caso essere considerato un porto sicuro;
    secondo i dati riportati dall'organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM), soltanto nei primi sei mesi del 2021 sono state intercettate quasi 15.000 persone nel Mediterraneo centrale. In tutto il 2020, secondo la stessa fonte, le intercettazioni sono state 11.821;
    le operazioni della Guardia costiera libica non possono quindi essere considerate vere operazioni di SAR volte al salvataggio dei migranti e rifugiati in pericolo di naufragio. Al contrario, queste sono operazioni di intercettazione, spesso violente, come testimoniato da ultimo da un video ripreso dall'aereo di ricognizione della Ong Sea-Watch pochi giorni fa, nel quale la motovedetta libica Ras Jadir, donata dall'Italia nel 2017, viene ripresa mentre spara dei colpi su un barcone carico di persone tentando di speronarlo;
    il Segretario Generale dell'ONU l'anno scorso ha chiesto dunque di interrompere la cooperazione per la cattura dei migranti in mare esortando gli Stati membri «a rivedere le politiche a sostegno del ritorno di rifugiati e migranti in quel Paese». Nonostante tutto ciò, l'Italia, Malta e l'agenzia europea Frontex hanno intensificato il sostegno alla Guardia costiera libica a cui vengono segnalati i barconi da intercettare anche all'interno di SAR europee;
    già nel 2019, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa Dunja Mijatovic ha presentato 35 raccomandazioni agli Stati membri dell'organizzazione, e in particolare a quelli che sono anche membri dell'Unione europea, affinché rispettino il giusto equilibrio tra il diritto di controllare i confini e il dovere di proteggere le vite e i diritti delle persone soccorse nel Mediterraneo. Una di queste chiedeva agli Stati membri dell'Unione europea di sospendere ogni collaborazione con la Libia finché non sarà provato che non siano violati i diritti umani delle persone sbarcate sulle sue coste;
    il 5 aprile dello stesso anno il Direttore Generale dell'OIM António Vitorino ha dichiarato: «I migranti, compresi uomini, donne e bambini che sono detenuti in condizioni spesso subumane», osservando che «la Libia non è un posto sicuro per rimpatriare i migranti che hanno tentato e fallito il raggiungimento dell'Europa»;
    le violazioni organizzate e continuate da parte delle autorità libiche sono ora oggetto di un'indagine della Corte penale internazionale per crimini contro l'umanità;
    alla luce di queste considerazioni qualsiasi azione volta a riportare le persone salvate in mare in Libia quindi si configura come respingimento verso un luogo non sicuro in violazione delle Convenzioni e del diritto internazionale. Va ricordato infatti che l'articolo 19 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea (Protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione), prevede che «Le espulsioni collettive sono vietate» e «Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti»;
    lo stesso principio di non respingimento è sancito dall'articolo 33 della Convenzione di Ginevra sui rifugiati del 1951, integrato dall'articolo 3 della Convenzione ONU contro la tortura, quindi richiamato dai Regolamenti europei n. 656/2014 e 1624/2016, che impedisce di respingere una persona verso uno Stato dove la sua vita sarebbe in pericolo o dove essa rischi di essere sottoposta a tortura o altro trattamento inumano o degradante. Questo divieto è stato interpretato dalla Corte europea dei diritti umani come applicabile anche ai casi di respingimento in alto mare. È quindi evidente come respingere una nave con persone soccorse verso un territorio dove queste persone potrebbero subire una violazione di diritti fondamentali costituisce un atto illecito;
    il Regolamento di Frontex n. 656/2014 definisce il Place of Safety come il «... luogo in cui si ritiene che le operazioni di soccorso debbano concludersi e in cui la sicurezza per la vita dei sopravvissuti non è minacciata, dove possono essere soddisfatte le necessità umane di base e possono essere definite le modalità di trasporto dei sopravvissuti verso la destinazione successiva o finale tenendo conto della protezione dei loro diritti fondamentali nel rispetto del principio di non respingimento...»;
    quando le autorità italiane sollecitano la responsabilità SAR «libica», con riferimento alle persone che, trovandosi a bordo di gommoni in acque internazionali, sono state segnalate per prima alle autorità italiane, e dunque ricadono già sotto la giurisdizione italiana, indipendentemente dallo stato di bandiera dei mezzi civili o militari che vengono coinvolti nel soccorso, realizzano a tutti gli effetti una consegna (rendition) di quelle stesse persone alle autorità di un Paese che non garantisce un luogo di sbarco sicuro, che non aderisce alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati, nel quale sono note le collusioni tra autorità statali e trafficanti, e che, non da ultimo si trova in una fase di instabilità politica e di gravi violazioni dei diritti umani anche ai danni della popolazione libica;
    la collaborazione con il centro di coordinamento libico (JRCC) contraddice quindi le norme internazionali in materia di diritti umani e diritto dei rifugiati, innanzitutto perché i migranti corrono il pericolo di essere sottoposti a tortura e trattamenti inumani e degradanti in Libia, come descritto sopra, e in secondo luogo perché le stesse autorità libiche potrebbero respingere i migranti verso i loro Stati di origine, dove potrebbero nuovamente essere sottoposti a tortura, trattamenti inumani e degradanti e persecuzioni, in violazione alle norme sulla tutela dei diritti umani e dei diritti dei rifugiati;
    a ulteriore riprova dell'estrema pericolosità della rotta centrale del Mediterraneo laddove sorvegliata esclusivamente dalle autorità libiche, anche quest'anno si conferma la tendenza di brusca crescita del tasso di mortalità evidenziata dall'UNHCR. Nella prima metà del 2021, infatti, il numero di persone morte nel Mediterraneo centrale è triplicato rispetto all'anno precedente;
    ciononostante, l'Italia e gli altri Stati membri dell'Unione europea hanno di fatto ritirato tutti gli assetti governativi di salvataggio in mare e hanno continuato a fornire supporto alle Guardia Costiera e ad altre autorità libiche preposte al contenimento dei flussi migratori in uscita dal Paese. Questo avviene anche tramite la donazione di motovedette d'altura, come nel caso della Ras Jadir menzionata sopra e della Ubari-660, che a maggio 2021 ha aperto il fuoco contro i pescherecci italiani Artemide e Aliseo;
    per questo motivo è possibile sostenere che il Governo italiano, continuando a finanziare e supportare il sistema d'intercettazione della Guardia costiera libica e di fatto anche quello di detenzione dei rifugiati e migranti, si renderebbe corresponsabile delle violenze, delle torture e delle sistematiche violazioni dei diritti descritte finora, oltre che di azioni di respingimento illegali in violazione di tutte le convenzioni internazionali a tutela dei diritti umani;
    inoltre, diversi report di organizzazioni non governative e numerose inchieste giornalistiche testimoniano come siano spesso le stesse milizie ed in particolare quelle delle città costiere a gestire sia i traffici di esseri umani che le attività di intercettazione della Guardia costiera. In particolare un rapporto del Segretario Generale dell'ONU al Consiglio di Sicurezza dell'anno scorso viene segnalato un alto rischio di infiltrazione e di legami tra il personale della Guardia costiera libica e le milizie che gestiscono il traffico di esseri umani;
    un caso emblematico in questo senso è quello di Abdurahman al-Milad, detto al-Bija, noto trafficante di esseri umani il cui ruolo è stato minuziosamente raccontato dal quotidiano Avvenire e in particolare dai giornalisti italiani Nello Scavo e Nancy Porsia, finiti sotto scorta nel nostro Paese per le minacce ricevute in seguito alle loro inchieste. Al-Bija è stato contemporaneamente a capo delle milizie di Zawiya, a supporto del Governo di Al Serraj a difesa di Tripoli, e della Guardia costiera Ovest a controllo dell'area da Tripoli a Zuwara, uno dei principali punti di partenza per le coste europee. Secondo un rapporto delle Nazioni Unite, gli uomini di Bija sono responsabili di violenze inaudite, stupri, estorsioni, torture, omicidi e vendita di esseri umani come schiavi;
    in un documento a disposizione della Procura presso la Corte penale internazionale in Olanda riportato da Avvenire si legge che alcuni dei suoi uomini avrebbero beneficiato del programma UE di addestramento e che le sue forze erano state destinatarie di una delle navi fornite dall'Italia. Si ricorda a tal proposito che Bija è stato ricevuto e accolto in Italia come esponente della Libyan Coast Guard e con tale ruolo ha partecipato ad incontri ufficiali;
    a seguito delle accuse di crimini contro l'umanità avanzate dalla Corte dell'Aja, Bija è stato arrestato a Tripoli, inoltre l'ONU e l'Unione europea hanno disposto diverse sanzioni a suo carico, prevedendo anche il congelamento dei beni (richiesta mai eseguita dalle autorità governative libiche). Il trafficante è stato scarcerato nell'arco di pochi mesi e da poco è stato promosso dalle autorità di Tripoli al grado di maggiore della Guardia costiera a Zawyah;
    le milizie implicate nel traffico di esseri umani sono le stesse che, guidate da logiche tribali e di potere basato sul controllo di porzioni di territorio e delle attività economiche illegali a queste collegate, contribuiscono all'insicurezza e instabilità del Paese, minacciando il processo di transizione pacifica inaugurato a Ginevra. In considerazione di ciò, la prosecuzione della Missione di Supporto alla Guardia costiera libica finanziando e rafforzando indirettamente tali milizie contribuisce ad indebolire il processo di stabilizzazione della Libia;
    in termini di oneri finanziari, il Governo nella recente deliberazione del Consiglio dei Ministri ha deciso di mantenere il proprio sostegno e di prorogare la Missione di supporto alla Guardia Costiera Libica incrementando il finanziamento da euro 10.050.160 a euro 10.479.140, per un totale di euro 32.6 milioni di euro dal 2017, anno della firma dell'accordo Italia-Libia. A questi vanno aggiunti i costi sostenuti dai contribuenti italiani per le missioni navali nel Mediterraneo, nessuna delle quali ha compiti di ricerca e soccorso in mare: per l'anno 2021, euro 39.7 milioni destinati a EUNAVFOR MED Irini (scheda n. 6/2021), euro 46.7 milioni per la missione bilaterale di assistenza e supporto (scheda n. 18/2021) e euro 95.9 milioni per Mare Sicuro (scheda n. 34/2021) quest'ultima con un incremento delle risorse di oltre 15 milioni di euro senza alcuna variazione del personale e degli assetti coinvolti;
    il fragile cessate il fuoco raggiunto ad ottobre scorso dovrebbe essere l'occasione per definire un Piano di evacuazione, coordinato a livello europeo, di tutti i migranti e rifugiati detenuti arbitrariamente attraverso dei veri corridoi umanitari, proponendo inoltre un piano di riforme che metta fine alla loro detenzione obbligatoria e automatica. Ciò rappresenterebbe un investimento non solo più utile al miglioramento della condizione dei diritti umani nel Paese, ma anche della situazione socio-politica, oltre che un impegno sicuramente più coerente con l'articolo 10 della Costituzione italiana e con la Carta europea dei diritti dell'uomo;
    alla luce di quanto fin qui esposto appare del tutto evidente l'urgenza di sospendere tutti gli accordi con la Libia in materia di controllo dei flussi migratori fino a quando non verranno ripristinate le condizioni minime di sicurezza e non vi siano garanzie sufficienti sul rispetto dei diritti umani. Continuare in questo contesto la collaborazione con delle pseudo istituzioni libiche preposte al controllo delle frontiere significherebbe renderci corresponsabili delle violenze che subiscono i migranti e i richiedenti asilo che vengono respinti grazie anche al contributo e al supporto logistico e al finanziamento, anche del Governo italiano, in luoghi di detenzione, di tortura che sono e sembrano sempre di più veri e propri campi di concentramento;
    alla luce delle considerazioni che precedono, non si autorizza la proroga della missione bilaterale di assistenza alle istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi (scheda n. 48/2021).
(6-00193) «Palazzotto, Bersani, Boldrini, Bruno Bossio, Cecconi, Conte, De Lorenzo, Dori, Ehm, Fassina, Fioramonti, Fornaro, Fratoianni, Fusacchia, Lattanzio, Lombardo, Magi, Muroni, Orfini, Pastorino, Pini, Pollastrini, Raciti, Rizzo Nervo, Sarli, Stumpo, Suriano, Termini, Timbro, Trizzino, Benedetti».


   La Camera,
   udita la relazione delle Commissioni III e IV (DOC. XVI, n. 5) sulla Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia a ulteriori missioni internazionali (Doc XXV, n. 4), nonché sulla Relazione analitica sulle missioni internazionali in corso e sullo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, riferita all'anno 2020, anche al fine della relativa proroga per l'anno 2021 (Doc XXVI, n. 4), adottate il 17 giugno 2021, ai sensi, rispettivamente, degli articoli 2 e 3 della legge 21 luglio 2016, n. 145;
   richiamate le comunicazioni del Governo sulla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, di cui alla citata Deliberazione, svolte il 7 luglio 2021, davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nonché gli ulteriori approfondimenti istruttori svolti dalle medesime Commissioni;
   preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo – in ordine all'operazione di supporto umanitario in Libano denominata Emergenza Cedri – Task Force CEDRI;
   premesso che:
    si deve evidenziare criticamente il ritardo con il quale la Deliberazione è nuovamente sottoposta all'esame ed all'autorizzazione parlamentare, con il rischio di vanificare l'efficacia del rapporto Parlamento-Governo nella definizione dei prioritari indirizzi di politica estera, di cui la partecipazione alle missioni internazionali costituisce una direttrice fondamentale che – grazie all'interazione virtuosa tra leva diplomatica, strumento militare e interventi di cooperazione allo sviluppo – consente al nostro Paese di salvaguardare l'interesse nazionale e promuovere la stabilizzazione e il rafforzamento del dialogo attraverso un approccio multilaterale;
    al riguardo, considerate anche le criticità sottolineate in merito al meccanismo delineato dalla legge 21 luglio 2016, n. 145, recante Disposizioni concernenti la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, un aderente rispetto delle prescritte tempistiche permetterebbe un più efficace controllo degli eventuali aggiustamenti che dovessero rendersi necessari rispetto al l'autorizzazione iniziale;
    il mutevole scenario internazionale ed i relativi equilibri geopolitici correlati, amplificano la necessità di un continuo e generale riallineamento degli obiettivi strategici delle missioni internazionali al fine di rendere efficaci le attività condotte all'estero, garantendone l'aderenza agli interessi nazionali;
    a tal riguardo la Deliberazione sulle missioni internazionali s'inserisce in uno scenario di sicurezza reso più complesso e volatile dall'emergenza pandemica e nel quale i due pilastri della politica di sicurezza e difesa dell'Italia, UE e NATO, sono entrambi impegnati in un inevitabile processo di riflessione strategica per incrementare le sinergie virtuose e meglio definire i rispettivi ruoli nell'ambito delle dinamiche globali attuali;
    in tale contesto, gli obiettivi prioritari delle missioni internazionali sono la stabilizzazione delle crisi in atto, la gestione ordinata dei processi di transizione ed il sostegno ad agende riformiste inclusive;
    l'esperienza pregressa ha fatto emergere l'importanza di concentrare gli interventi in contesti che rivestono particolare interesse per la sicurezza nazionale, sia dal punto di vista politico che economico. Per tali considerazioni gli assetti nazionali sono schierati, anche nel corrente anno, nelle missioni che il Governo valuta rispondenti agli interessi vitali nazionali e della sicurezza internazionale, avendo quali obiettivi ultimi il contrasto al terrorismo e la stabilizzazione dell'area del Mediterraneo allargato;
    per il raggiungimento di queste finalità risulta sempre più importante che la partecipazione di personale militare alle operazioni di pace all'estero contempli anche compiti di addestramento e di collaborazione con le autorità locali e si svolga in sinergia con i diversi attori che nei vari teatri operativi sono impegnati nella risoluzione delle problematiche di carattere economico e sociale dei Paesi coinvolti;
    nell'ambito dello sforzo profuso negli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione, all'interno delle iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario, è strategico per il nostro Paese destinare una parte dei fondi agli enti multilaterali ma anche alle organizzazioni non governative italiane, coinvolgendo le loro reti e rappresentanze, al fine di sostenere il sistema di rapporti costruiti con le comunità locali e la loro conoscenza della realtà in loco;
    a tal proposito particolarmente significativo appare il contributo dato dal personale femminile presente nei diversi teatri operativi, in linea con la risoluzione n. 1325 e seguenti delle Nazioni Unite su «Donne, Pace e Sicurezza» che per la prima volta menziona il contributo delle stesse nella risoluzione dei conflitti per una pace durevole e fissa tra i vari obiettivi l'adozione di una «prospettiva di genere» e una maggiore partecipazione delle donne nei processi di mantenimento della pace e della sicurezza;
    nel Mediterraneo allargato, le missioni internazionali rivestono un ruolo fondamentale a supporto della nostra strategia multidimensionale, tesa, nel lungo periodo, a contribuire alla stabilizzazione dei Paesi che si affacciano sulle sponde sud ed est del Mediterraneo, valorizzando l'integrazione tra la componente civile e militare dei nostri interventi e mettendo a sistema i fora multilaterali incentrati sulla regione in cui il nostro Paese è presente e attivo;
    su impulso italiano maggiore attenzione viene inoltre dedicata al fianco sud dell'Alleanza, sia in termini di pianificazione militare (per assicurare l'adeguata reattività in caso di minacce immanenti), sia di rafforzamento del dialogo politico e della cooperazione pratica con i Paesi partner della regione MENA. Al riguardo, l’hub NATO per il Sud di Napoli contribuisce a valutare, analizzare, seguire e rispondere in modo particolarmente efficace alle sfide del quadrante meridionale;
    in questo contesto il nostro Paese sostiene con convinzione il processo di stabilizzazione in Libia, assicurando sostegno ai negoziati politico-diplomatici nel contesto della Conferenza di Berlino, all'Operazione EUNAVFOR MED Irini, di cui ospita il Quartier generale e cui fornisce il Comando operativo, ed all'azione delle Nazioni Unite, attraverso la Missione UNSMIL, nell'obiettivo primario di promuovere il dialogo intra-libico ed assicurare l'effettivo svolgimento delle elezioni nazionali previste il 24 dicembre 2021 e la concreta attuazione dell'accordo sul cessato il fuoco a partire dal ritiro di tutti i combattenti e i mercenari stranieri dalla Libia, perseguendo al contempo l'obiettivo del disarmo, smobilitazione e reintegro delle milizie nel contesto di un processo di riforma del sistema di sicurezza libico e dell'affermarsi di condizioni generali di rispetto e tutela dei diritti umani. In tale contesto il Governo verificherà dalla prossima programmazione le condizioni per il superamento della missione di cui alla scheda 48, per trasferirne le funzioni, nel caso queste si verificassero, ad altre missioni per consolidare il ruolo dell'Italia in Libia, razionalizzando la struttura di comando e potenziando il ruolo europeo;
    in un contesto mediorientale ancora altamente instabile, è doveroso l'impegno a sostegno del Libano, dove l'Italia resta impegnata nel contesto UNIFIL ed ha contribuito a rendere possibile il superamento della gravissima crisi derivante dalla drammatica esplosione del 4 agosto 2020 presso il porto di Beirut grazie alla missione umanitaria «Emergenza Cedri»;
    resta essenziale l'impegno italiano, sotto il profilo sia militare sia civile, nella lotta al terrorismo di matrice fondamentalista e al Daesh, attivo in Iraq, Siria e anche nell'Africa saheliana, occidentale ed orientale. Alla luce delle decisioni assunte in sede europea con riferimento alla crisi in Mozambico, ed alla costituenda missione EUTM nel Paese, anche l'Italia potrebbe dare il proprio contributo. Oltre alle future attività di training militare in ambito UE, restano cruciali in tale ottica i programmi nei settori agricolo, sanitario, dell'istruzione, dello sminamento umanitario e del rafforzamento della governarne locale ed è indispensabile un approccio multidimensionale che coinvolga attivamente la società civile nei processi di pace, includendo donne e giovani come chiedono le risoluzioni delle Nazioni Unite n. 1325 e n. 2250, e successiva su Donne Pace e Sicurezza e su Giovani Pace e Sicurezza;
    nel Sahel la situazione securitaria appare particolarmente critica nella «zona delle tre frontiere» (Niger, Mali, Burkina Faso) e nell'area del bacino del Lago Ciad, area nella quale confluiscono Nigeria, Niger, Camerun e Ciad, dove si assiste ad un aumento delle attività del gruppo terroristico Boko Haram nei confronti delle popolazioni civili, nonché di altri gruppi terroristici che hanno giurato fedeltà al sedicente Stato islamico;
    con riferimento alle missioni in corso di svolgimento nel Sahel si legge un orientamento volto alla stabilizzazione dell'area attraverso un accresciuto sforzo di carattere militare e un contributo alla stabilizzazione della Regione attraverso le Missioni della PSDC (EUCAP Sahel Niger, EUCAP Sahel Mali, EUTM Mali), pur essendo sempre complicato raggiungere un equilibrio tra sicurezza e sviluppo. È auspicabile che si rafforzi significativamente anche un approccio che abbia al centro la pace e la protezione, mettendo in risalto i fattori di conflitto nella regione;
    a tutela dei propri interessi strategici nel Golfo e nel Corno d'Africa, dove desta particolare preoccupazione l'attuale crisi nella regione del Tigrai in Etiopia, suscettibile di incidere negativamente sulla stabilità dell'intera regione, l'Italia deve assicurare sostegno politico alla missione europea EMASOH nello Stretto di Hormuz e alle missioni UNSOM ed EUCAP in Somalia, oltre al contributo assicurato alla Missione EUTM Somalia, a forte componente italiana, e all'Operazione EUNAVFOR Atalanta;
    l'iniziativa multinazionale europea EMASOH, volta a salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza delle navi che transitano nell'area dello Stretto di Hormuz richiederà un'attenta considerazione in ordine alle modalità con le quali poter supportare efficacemente l'azione che la Marina è chiamata a svolgere, soprattutto dal punto di vista logistico;
    l'Italia ha dato seguito alle decisioni assunte in ambito NATO per porre termine alla missione « Resolute Support» (RSM) in Afghanistan dove, come emerso nelle comunicazioni del Governo, risulta completato il ritiro dei militari italiani; l'Italia resta impegnata anche sul piano bilaterale e della cooperazione allo sviluppo a sostegno del processo di pace intra-afghano, della società civile locale e dei diritti fondamentali, in particolare per le donne, i minori e le minoranze; l'Italia continuerà a concorrere in sede NATO al confronto sull'esito della missione e sulle modalità per continuare a sostenere il processo democratico in Afghanistan;
    nell'ottica di un approccio multidimensionale alle crisi, attento anche alla prevenzione dei conflitti, allo strumento della mediazione e alle attività di stabilizzazione post-conflitto, l'Italia prosegue nel contributo al Fondo fiduciario del Dipartimento per gli Affari politici e il consolidamento della pace, al Peacebuilding Fund e all'Ufficio delle Nazioni Unite per la prevenzione del genocidio e delle altre atrocità di massa; allo stesso modo è importante valorizzare lo strumento del peace building civile, valutando per il futuro uno stanziamento ad hoc, anche tenuto conto di quanto previsto dalla legge 11 agosto 2014, n. 125;
    nello stesso spirito si persegue l'obiettivo di assicurare la massima coerenza dell'azione italiana a sostegno della PSDC militare e di quella civile (volta a favorire lo sviluppo di capacità presso Paesi terzi), garantendo un impegno sul campo tramite una nostra presenza in quasi tutte le missioni europee attualmente in essere e al rafforzamento della cooperazione NATO-UE, in particolare nel contrasto alle minacce ibride e per rafforzamento del fianco sud dell'Alleanza;
    resta costante l'azione condotta dall'Italia, volta a favorire la stabilizzazione dell'area dei Balcani Occidentali e del Partenariato orientale, attraverso specifici interventi a sostegno della cooperazione a livello regionale, in particolare a favore dell'Iniziativa Adriatico-Ionica (IAI) e del Fondo dell'iniziativa centro-europea (InCE), presso la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), al fine anche di contrastare la penetrazione di attori terzi, statuali e non, con interessi e valori divergenti da quelli dell'Occidente;
    la complessità e le interconnessioni tra le diverse aree di instabilità evidenziano la necessità di uno sforzo coordinato, sistemico e con visione pluriennale. Appare inoltre, necessario garantire la stabilità delle risorse da destinare alle attività addestrative ed esercitative connesse con l'approntamento e il mantenimento dell'operatività delle forze ad elevata prontezza;
    per quanto concerne il futuro impegno dello strumento militare nelle operazioni e nelle missioni all'estero, si condividono le considerazioni espresse dal Capo di Stato maggiore della Difesa con particolare riferimento alla necessità di una sempre maggiore integrazione delle operazioni fuori dai confini nazionali e dell'attività di cooperazione internazionale, al fine di sviluppare influenza ed ottimizzare l'impiego dello strumento militare per salvaguardare in maniera più diretta ed incisiva gli interessi nazionali;
    autorizza, per il periodo 1o gennaio-31 dicembre 2021, la prosecuzione delle missioni internazionali in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno ai processi di pace e di stabilizzazione, di età ai punti 4.1, 4.2 e 4.3 della Relazione analitica (Doc. XXVI n. 4), di seguito riportate:
  Europa
  Quanto alle missioni internazionali delle forze armate
   NATO Joint Enterprise (scheda n. 1/2021);
   European Union Rule of Law Mission in Kosovo – EULEX Kosovo – (scheda n. 2/2021);
   EUFOR ALTHEA (scheda n. 3/2021);
   United Nations Peacekeeping Force in Cyprus – UNFICYP (scheda n. 4/2021);
   NATO Sea Guardian (scheda n. 5/2021);
   EUNAVFOR MED operazione Irini (scheda n. 6/2021);
  Quanto alle missioni internazionali delle forze di polizia
   European Union Ride of Law Mission in Kosovo – EULEX Kosovo – personale di Polizia di Stato (scheda n. 43/2021);
   United Nations Mission in Kosovo – UNMIK – personale di Polizia di Stato (scheda n. 44/2021);
   Missione di cooperazione delle Forze di polizia nei Paesi dell'area balcanica e alla missione di cooperazione bilaterale denominata «Missione di assistenza alla polizia albanese», personale della Polizia di Stato (scheda n. 45/2021);
  Asia
  Quanto alle missioni internazionali delle forze armate
   NATO Resolute Support Mission, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce rossa (scheda n. 7/2021);
   United Nations Interim Force in Lebanon – UNIFIL (scheda n. 8/2021), impegnando il Governo a continuare a sostenere convintamente le autorità e la popolazione libanesi nello sforzo per la ricostruzione e la stabilizzazione socio-economica del Paese;
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze armate libanesi – MIBIL (scheda n. 9/2021);
   Missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza palestinesi (scheda n. 10/2021);
   European Union Border Assistance Mission in Rafah – EUBAM Rafah (scheda n. 11/2021);
   Coalizione Internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh (scheda n. 12/2021);
   NATO Mission in Iraq (NM-I) (scheda n. 13/2021);
   European Union Advisory Mission in support of Security Sector Reform in Iraq – EUAM Iraq (scheda n. 14/2021);
   United Nations Military Observer Group in India and Pakistan – UNMOGIP (scheda n. 15/2021);

   personale militare, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce rossa, impiegato negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa per le esigenze connesse con le missioni internazionali in Medio Oriente e Asia (scheda n. 16/2021);
  Quanto alle missioni internazionali delle forze di polizia
   European Union Police – Coordination Office far Palestinian Police Support – EUPOL COPPS (scheda n. 46/2021), personale della Polizia di Stato;
 Africa
  Quanto alle missioni internazionali delle forze armate
   United Nations Support Mission in Lybia – UNSMIL (scheda n. 17/2021);
   Missione bilaterale di assistenza e supporto in Libia (scheda n. 18/2021);
   Missione bilaterale di cooperazione in Tunisia (scheda n. 19/2021);
   United Nations Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali – MINUSMA (scheda n. 20/2021);
   EUTM Mali (scheda n. 21/2021);
   EUCAP Sahel Mali (scheda n. 22/2021);
   EUCAP Sahel Niger (scheda n. 23/2021);
   Missione bilaterale di supporto nella Repubblica del Niger (scheda n. 24/2021);
   Forza multinazionale di contrasto alla minaccia terroristica nel Sahel denominata Task Force TAKUBA (scheda n. 25/2021);
   United Nations Mission for the Referendum in Western Sahara (MINURSO) (scheda n. 26/2021);
   Multinational Force and Observers in Egitto – MFO (scheda n. 27/2021);
   European Union Training Mission Repubblica Centrafricana – EUTM RCA (scheda n. 28/2021);
   Missione UE antipirateria denominata Atalanta (scheda n. 29/2021);
   EUTM Somalia (scheda n. 30/2021);
   EUCAP Somalia (scheda n. 31/2021);
   Missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale, gibutiane e dei funzionari yemeniti (scheda n. 32/2021);
   Personale impiegato presso la base militare nazionale nella Repubblica di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa e zone limitrofe (scheda n. 33/2021);
  Quanto alle missioni internazionali delle forze di polizia
   European Union Bordar Assistance Mission in Libya – EUBAM LIBYA (scheda n. 47/2021), personale della Polizia di Stato;
   Missione bilaterale di assistenza nei confronti delle Istituzioni libiche preposte al controllo dei confini marittimi, personale della Guardia di finanza (scheda n. 48/2021), impegnando il Governo a verificare dalla prossima programmazione le condizioni per il superamento della suddetta missione, trasferendone le funzioni ad altre missioni per consolidare il ruolo dell'Italia in Libia, razionalizzare la struttura di comando e potenziare il ruolo europeo, tenuto conto che la Missione bilaterale MIASIT Libia, frutto della riconfigurazione della precedente Operazione «Ippocrate», è finalizzata a fornire assistenza e supporto al Governo libico allo scopo di incrementare le capacità delle Istituzioni locali, in armonia con le linee di intervento decise dalle Nazioni Unite, mediante supporto sanitario e umanitario, security force assistance e stability policing, nonché ad agevolare attività di formazione e addestramento sia in Italia che in Libia e tenuto conto che la graduale attribuzione alla missione Irini della funzione di formazione e addestramento delle unità navali libiche preposte al controllo dei confini marittimi sarà possibile una volta sottoscritto un Memorandum tra Irini e le Autorità libiche relativo alle attività di training nell'ambito del contrasto al traffico di esseri umani.
  Potenziamento di dispositivi nazionali e della Nato
   Dispositivo aeronavale nazionale apprestato per la sorveglianza e la sicurezza dei confini nazionali nell'area del Mediterraneo centrale, denominato Mare Sicuro, comprensivo della missione in supporto alla Marina libica richiesta dal Consiglio presidenziale – Governo di accordo nazionale libico (scheda n. 34/2021);
   Dispositivo aeronavale nazionale per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nel Golfo di Guinea (scheda n. 35/2021);
   Dispositivo NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 36/2021);
   Dispositivo NATO per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza (scheda n. 37/2021);
   Dispositivo NATO in Lettonia (Enhanced Forward Presence) (scheda n. 38/2021);
   NATO Implementation of the Enhancement of the Framework for the South (scheda n. 39/2021);
   Air Policing della NATO per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza (scheda n. 40/2021);
   Esigenze comuni a più teatri operativi delle Forze armate (scheda n. 41/2021);
   Supporto info-operativo a protezione delle Forze armate – PCM AISE (scheda n. 42/2021);
  Interventi di cooperazione allo sviluppo per il sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione
   Iniziative di cooperazione allo sviluppo e di sminamento umanitario (scheda n. 49/2021);
   Interventi di sostegno ai processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza (scheda n. 50/2021);
   Partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per la pace e la sicurezza (scheda n. 51/2021);
   Contributo a sostegno delle forze di sicurezza afghane, comprese le forze di polizia (scheda n. 52/2021);
   Interventi operativi di emergenza e di sicurezza (scheda n. 53/2021);
    autorizza, altresì, per il periodo 1o gennaio – 31 dicembre 2021 la partecipazione dell'Italia alle seguenti cinque nuove missioni, di cui alla Deliberazione del Consiglio dei ministri del 17 giugno 2021 (Doc. XXV, n. 4), di seguito riportate:
  Europa
  Quanto alla partecipazione di personale civile e delle forze di polizia
   European Union Advisory Mission Ukraine – EUAM Ukraine – personale del Ministero della giustizia (scheda n. 43-bis/2021)
  Africa
  Quanto a missioni e impegni operativi internazionali
   United Nations Assistance Mission in Somalia – UN SOM (scheda n. 31-bis/2021);
  Quanto alla partecipazione di personale civile e delle forze di polizia
   European Union Border Assistance Mission in Lybia – EUBAM LIBYA – personale civile del Ministero della Giustizia (scheda n. 47-bis/2021);
   European Union Border Assistance Mission in Lybia – EUBAM LIBYA – personale del Corpo della Guardia di finanza (scheda n. 47-ter/2021)
  Potenziamento dispositivi nazionali
   Dispositivo aeronavale nazionale apprestato per attività di presenza, sorveglianza e sicurezza nello Stretto di Hormuz nell'ambito dell'iniziativa multinazionale europea denominata European Maritime Awareness in the Strait of Hormuz – EMASOH (scheda n. 35-bis/2021);
    e autorizza infine, per il periodo 15 agosto-21 novembre 2020 la partecipazione dell'Italia alla seguente missione:
  Asia
   Partecipazione di personale militare all'operazione di supporto umanitario in Libano denominata Emergenza Cedri – Task Force CEDRI (scheda n. 9-bis/2021), nei termini richiesti dal Governo nella Deliberazione del Consiglio dei Ministri del 17 giugno 2021 e chiariti dallo stesso nella seduta dell'8 luglio 2021.
(6-00194) «Migliore, Ferrari, Quartapelle Procopio, Maria Tripodi, Ripani, Iovino, Ermellino».