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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato B

Seduta di Martedì 15 febbraio 2022

ATTI DI INDIRIZZO

Mozioni:


   La Camera,

   premesso che:

    il settore automobilistico, vanto dell'economia italiana che ha rappresentato per decenni un fattore incrementale importante in termini di prodotto interno lordo nazionale, vive da anni una profonda crisi, amplificata ulteriormente dalla pandemia, proprio nel momento in cui dovrebbe entrare nel vivo il processo di transizione ecologia;

    l'industria automobilistica è un settore che dà lavoro, tra diretti e indotto, a circa un milione di persone, ma allo stato attuale, come evidenziato anche dalle maggiori rappresentanze sindacali, attraversa una crisi strutturale, data dall'assenza di piani industriali e dal ritardo negli investimenti;

    in base ai dati dell'Archivio nazionale dei veicoli e del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, nello scorso mese di gennaio sono state immatricolate 107.814 autovetture a fronte di 134.198 immatricolazioni dello stesso mese dell'anno precedente, con una diminuzione di quasi il venti per cento (19,7 per cento);

    le certificazioni rilasciate dagli uffici della motorizzazione nel mese di gennaio 2022, mostrano come, invece, i trasferimenti di proprietà sono stati 348.137 a fronte di 259.244 passaggi registrati a gennaio 2021, con un aumento del 34 per cento;

    il volume globale delle vendite mensili, pari a 455.951, ha quindi interessato per il 23,65 per cento vetture nuove e per il 76,35 per cento vetture usate;

    il Centro Studi Promotor ha evidenziato che «La gravità della situazione è messa bene in luce dal fatto che, se si proietta il dato del gennaio scorso sull'intero 2022, si ottiene un volume di immatricolazioni, per l'intero 2022, di 1.198.000 autovetture con un calo del 17,8 per cento sul 2021»;

    così come evidenziato dallo stesso centro studi, «l'attuale situazione del mercato dell'auto è, dunque, assolutamente anomala, non solo perché per livello di immatricolazioni ci riporterebbe agli anni Sessanta del secolo scorso, ma anche perché l'andamento del settore rischia di essere in netto contrasto con quello dell'economia»;

    in particolare, il prodotto interno lordo italiano nel 2021 è cresciuto del 6,5 per cento rispetto all'anno precedente e il mercato dell'auto è cresciuto del 5,5 per cento, ma per il 2022, mentre ci si attende secondo Bankitalia una crescita del prodotto interno lordo del 3,8 per cento, il mercato dell'auto, se non si inverte la tendenza in atto, potrebbe far registrare un calo del 17,8 per cento;

    purtroppo con la pandemia, molte fabbriche si sono fermate e produttori di conduttori e semiconduttori, hanno spostato la domanda su altri settori; sono venuti meno gli investimenti e non si è stati in grado di garantire il necessario e prevedibile avanzamento tecnologico legato al settore; il tema della transizione di tutto il processo collegato all'auto, con il cambio dei motori, la digitalizzazione e la connettività rappresenta una rivoluzione nei processi che riorganizzerà il settore nel giro di pochi anni;

    servono le risorse per poter garantire gli impegni assunti dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica, recependo una delle indicazioni contenute nel pacchetto per il clima della Commissione europea e che prevedono che entro quattordici anni dovrà concludersi l'eliminazione progressiva della vendita di auto nuove con motore a combustione interna; nello specifico, dal 2035 in avanti, in Italia, potranno essere prodotte e commercializzate solo auto nuove mosse da motori elettrici o a idrogeno;

    nel mese di luglio 2021 il Consiglio dei ministri dell'Unione europea ha presentato il piano fit for 55: un cospicuo pacchetto di misure pratiche, legislative e normative volte ad accelerare la transizione ecologica e che impatta con forza sul settore della produzione e commercializzazione di automobili stanti i due passaggi fondamentali che lo costituiscono; la riduzione – entro il 2030 – del 55 per cento delle emissioni dei gas serra delle automobili e del 50 per cento di quelle dei veicoli commerciali rispetto ai valori riscontrati nel 1990, e l'abbandono — entro il 2035 — della produzione e vendita di automobili e veicoli commerciali con motore a benzina, gasolio e ibrido;

    il cosiddetto pacchetto fit for 55 rappresenta una sfida enorme per il settore dell'automotive che necessiterà di investimenti cospicui e di un efficace ammodernamento tecnologico; in tale ambito, occorre non dimenticare che al fine di poter accompagnare adeguatamente i processi di transizione, occorrono strumenti formativi e di aggiornamento delle competenze, non solo per istruire i giovani, ma anche per poter garantire un adeguamento delle competenze dei lavoratori più anziani;

    per poter garantire un adeguato coordinamento con gli orientamenti europei è sempre più evidente la necessità di un diverso approccio alla mobilità: si è in particolare rilevato come i trasporti pubblici contribuiscano in modo significativo alle emissioni che alterano il clima, e anche per ciò che concerne il settore dei trasporti pubblici occorre rinnovare il parco automobilistico con mezzi meno inquinanti e diretti a favorire l'utilizzo di modalità di trasporto ad impatto zero, come la mobilità ciclistica e la micromobilità elettrica, tutte misure che hanno un impatto significativo sul bilancio degli enti locali;

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) nell'ambito della «Missione 2: Rivoluzione verde e transizione ecologica», prevede la componente (M2C2), «Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile» con risorse pari a 23,78 miliardi di euro;

    tale componente si divide a sua volta in cinque ambiti di intervento, tra i quali l'ambito 4, relativo allo sviluppo di un trasporto locale più sostenibile, che reca complessivamente una previsione di spesa di 8.580 milioni di euro, e l'ambito 3, relativo alla sperimentazione dell'idrogeno per il trasporto stradale e nel trasporto ferroviario ed all'investimento nei bus elettrici, con una previsione di spesa di 830 milioni di euro;

    è di tutta evidenza l'inadeguatezza delle risorse stanziate e la necessità di una ulteriore specifica destinazione per le attività di ricerca e sviluppo nel settore dell'automotive, anche avvalendosi di programmi e progetti da definire con i consorzi interuniversitari che esprimono competenze specifiche sui temi della mobilità futura,

impegna il Governo:

   1) ad adottare iniziative per rifinanziare l'«ecobonus» e a introdurre ulteriori nuovi e adeguati incentivi al fine di sollecitare i cittadini nella sostituzione di auto a motore termico e maggiormente inquinanti, con l'obiettivo di facilitare il rinnovo del parco auto nazionale in chiave di mobilità sostenibile;

   2) ad adottare iniziative per garantire agli enti locali il sostegno economico necessario, attraverso nuove e adeguate risorse, atte a consentire la riconversione alla elettrificazione dei mezzi adibiti alla mobilità nell'ambito del trasporto pubblico;

   3) a promuovere un'articolata azione di politica industriale, che preveda la individuazione di tutti i siti produttivi dell'indotto automobilistico italiano tradizionale, ormai a rischio di smantellamento, con l'obiettivo di individuare la tipologia delle attuali produzioni e la collocazione nella supply chain, atte a valutare le ipotesi di riconversione al ciclo produttivo della nuova industria globale dell'automotive, valutando a tal fine la costituzione di un gruppo di lavoro misto tra i Ministeri dello sviluppo economico, delle infrastrutture e mobilità sostenibili e dell'università e della ricerca, in collaborazione anche con le università italiane;

   4) ad assicurare che tale azione complessiva di politica industriale e di impulso alla ricerca preveda una concertazione tra industria e università, attraverso la condivisione di specifici progetti;

   5) ad adottare iniziative per garantire processi di aggiornamento costanti delle conoscenze, con particolare attenzione ai lavoratori anziani, attraverso l'erogazione di programmi di formazione continua, essenziali per rispondere alle esigenze di sviluppo delle tecnologie legate ai nuovi paradigmi della mobilità e per allineare nel lungo termine le abilità richieste dal mercato con quelle della forza lavoro;

   6) a individuare precise assegnazioni di risorse del Pnrr in ambito di ricerca e sviluppo nel settore dello sviluppo futuro dell'automotive, da definire con i consorzi interuniversitari che esprimono competenze specifiche sui temi della mobilità futura;

   7) a destinare il venti per cento dei fondi a disposizione di CDP Venture Capital al settore della mobilità futura, facilitando l'incontro tra le start-up assegnatarie e le società dell'indotto automobilistico italiano;

   8) a definire politiche di incentivazione specifiche per le imprese del settore, con l'obiettivo di sostenerle nell'azione di riconversione industriale delle lavorazioni e, specificamente, nell'assunzione di nuovo personale, giovane e qualificato.
(1-00587) «Lollobrigida, Meloni, Butti, Albano, Bellucci, Bignami, Bucalo, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, De Toma, Deidda, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Ferro, Foti, Frassinetti, Galantino, Gemmato, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rampelli, Rizzetto, Rotelli, Giovanni Russo, Rachele Silvestri, Silvestroni, Trancassini, Varchi, Vinci, Zucconi».


   La Camera,

   premesso che:

    i cambiamenti climatici, anche quale causa e moltiplicatore di altri rischi ed emergenze ambientali e sociali, rappresentano una sfida decisiva e ineludibile per tutti i Paesi e per l'umanità. È peraltro ormai condivisa la necessità che, accanto agli ambiziosi ma necessari obiettivi di contrasto al global warming, si debbano inevitabilmente affiancare iniziative volte, comunque, a sostenere quei territori e quei comparti produttivi che più di altri hanno oggettive difficoltà alla riconversione e al loro drastico adattamento produttivo in questa fase di transizione verde;

    proprio con questa consapevolezza, nell'ambito dello stesso Green Deal europeo, l'Unione europea si è attivata per fornire un sostegno finanziario e assistenza a favore dei soggetti più colpiti dal passaggio all'economia verde. Si tratta del cosiddetto «meccanismo per una transizione giusta», che contribuirà a mobilitare risorse per il periodo 2021-2027 nelle regioni più penalizzate;

    a tal fine, è stato istituito un «Fondo per una transizione giusta» che dovrebbe aiutare i Paesi dell'Unione europea a far fronte all'impatto sociale ed economico della transizione verso la neutralità climatica. Il pacchetto di investimenti comprende 7,5 miliardi di euro dal quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e 10 miliardi di euro supplementari dallo strumento europeo per la ripresa;

    la sostenibilità ambientale è ormai una esigenza ineludibile da tutti riconosciuta, ma la sostenibilità ambientale deve essere perseguita parallelamente con la sostenibilità economica e occupazionale. È quindi necessario prevedere, sia in ambito nazionale che europeo, lo stanziamento di specifiche ulteriori risorse finanziarie volte a sostenere la transizione verde, in particolar modo per quei settori che hanno estrema difficoltà ad abbattere le emissioni di anidride carbonica, al fine di aiutarli nella realizzazione di progetti di decarbonizzazione, e per cercare di contenere gli inevitabili elevati costi economici e sociali conseguenti al loro difficile adattamento alla transizione energetica. Senza questo supporto, molte imprese rischieranno di finire fuori mercato;

    tra i numerosi settori produttivi fondamentali per l'economia del nostro Paese che più difficilmente riescono ad adeguarsi alla transizione energetica, vi sono, per fare un solo esempio tra i tanti, i grandi impianti industriali e i poli per la raffinazione del petrolio presenti sul territorio nazionale. Nella sola Sicilia detti poli assorbono quasi il 46 per cento della capacità di raffinazione del Paese;

    in questo ambito si ricorda che la legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021), all'articolo 1, comma 159, ha introdotto una importante norma volta a favorire gli investimenti nelle regioni del meridione da parte delle imprese operanti nel settore della raffinazione e bioraffinazione;

    in dettaglio, il citato articolo 1, comma 159, ha previsto che: «Al fine di promuovere lo sviluppo industriale e occupazionale nelle regioni del Mezzogiorno attraverso il mantenimento e l'aumento dell'occupazione, il miglioramento della qualità degli investimenti e l'adeguamento delle attività ai cambiamenti economici e sociali, entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, il Ministro dello sviluppo economico, assicurando il coinvolgimento delle imprese, degli enti locali e delle regioni interessati, attiva la procedura per la stipulazione di un accordo con il settore della raffinazione e della bioraffinazione, finalizzato alla promozione degli investimenti da parte delle imprese operanti in tale settore per la realizzazione di iniziative volte a perseguire gli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile mediante l'utilizzo di quota parte delle risorse derivanti dal gettito delle accise e dell'imposta sul valore aggiunto»;

    la suddetta importante disposizione di legge, a un anno dalla sua approvazione, è praticamente rimasta lettera morta;

    in questa prima fase le energie da fonti rinnovabili non sono in grado di sopperire alle necessità di tutta una serie di industrie (raffinazione, cemento, acciaio, chimica e altro) e di mezzi di trasporto (aerei, navi, treni). Sono settori estremamente difficili da elettrificare e quindi da decarbonizzare. Ridurre il loro impatto climatico è però una priorità, se il mondo vorrà rispettare gli impegni di contenimento del riscaldamento globale, visto che emettono un'alta quantità di gas serra;

    seppur insufficiente, ma che va comunque nella giusta direzione, si evidenzia che la legge di bilancio 2022 (legge n. 234 del 2021), prevede uno stanziamento di 150 milioni di euro a decorrere dall'anno 2022 per sostenere le imprese, con particolare riguardo a quelle che operano in settori ad alta intensità energetica, per la realizzazione di investimenti per l'efficientamento energetico, e per il riutilizzo per impieghi produttivi di materie prime e di materie riciclate,

impegna il Governo:

1) a dare piena attuazione a quanto previsto dal comma 159 dell'articolo 1 della legge 30 dicembre 2020, n. 178 (legge di bilancio 2021), che ha introdotto un'importante norma volta a favorire gli investimenti nelle regioni del Meridione da parte delle imprese operanti nel settore della raffinazione e bioraffinazione, al fine di perseguire gli obiettivi della transizione energetica e dello sviluppo sostenibile, estendendo dette previsioni anche ad altre aree territoriali interessate dalle medesime problematiche, attivando le opportune risorse già individuate dalla citata norma;

2) ad avviare le opportune iniziative, anche nell'ambito dell'Unione europea, per l'istituzione di un fondo per la decarbonizzazione, finalizzato a uno specifico sostegno per quei settori produttivi che, per le specifiche caratteristiche produttive, hanno oggettive evidenti difficoltà ad abbattere le emissioni di anidride carbonica e a riconvertirsi, con conseguenze negative in termini economici e occupazionali, con particolare riguardo ai settori dell'autotrasporto, dell'agricoltura, della pesca e dei settori maggiormente energivori;

3) ad adottare iniziative per prevedere che le risorse del suddetto fondo per la decarbonizzazione siano cumulabili con le risorse nazionali ed europee, volte a sostenere e agevolare le imprese nella ristrutturazione produttiva e per la riconversione ai fini della transizione energetica;

4) ad adottare iniziative presso le competenti sedi europee per valutare l'utilizzabilità di quota delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza per interventi legati alla fase di transizione ecologica volti a supportare, anche economicamente e per un periodo temporalmente limitato, progetti di riconversione attualmente esclusi dalla possibilità di utilizzo dei fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza che siano in ogni caso in linea con gli obiettivi di decarbonizzazione nei tempi stabiliti, al fine di consentire la riconversione del settore a partire dagli asset esistenti verso la produzione di carburanti avanzati e innovativi ecologici ed a basso contenuto di carbonio, che prevedano anche l'utilizzo di materie prime biologiche e di rifiuti non altrimenti recuperabili o riciclabili nel rispetto del principio Dnsh e del criterio Iluc salvaguardando al contempo i livelli occupazionali esistenti;

5) ad adottare iniziative per prevedere i necessari strumenti incentivanti volti a stimolare l'utilizzo di carburanti avanzati e innovativi ecologici ed a basso contenuto di carbonio nel trasporto pesante, marittimo e dell'aviazione, al fine di incrementare la relativa domanda e rendere economicamente vantaggiosa la riconversione del settore petrolchimico;

6) ad avviare un serio e costante confronto con il mondo imprenditoriale, le parti sociali e quei settori produttivi maggiormente colpiti dagli oneri della transizione verde, al fine di individuare le più opportune strategie e iniziative volte a sostenerle nel percorso di decarbonizzazione, favorendo altresì il cambiamento professionale e tecnologico attraverso la formazione, la riqualificazione e l'aggiornamento delle competenze dei lavoratori;

7) a garantire che la Presidenza del Consiglio dei ministri assuma il coordinamento dei Ministeri interessati, anche attraverso l'apertura di un tavolo permanente per l'individuazione delle più efficaci iniziative normative e strategie degli interventi volti a sostenere in particolare quei comparti e settori produttivi maggiormente in difficoltà nella progressiva decarbonizzazione in conseguenza delle loro caratteristiche produttive, quali il settore petrolchimico e della bioraffinazione;

8) ad avviare tutte le iniziative nell'ambito dell'Unione europea, volte ad implementare le risorse del «Fondo per una transizione giusta» per sostenere i territori maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica, anche al fine di ricomprendere ulteriori territori italiani in aggiunta a quelli già individuati dai piani territoriali per una transizione giusta.
(1-00588) «Prestigiacomo, Fregolent, Galli, Ruffino, Federico, Pezzopane, Timbro, Maraia, Sut, Barelli, Braga, Buratti, D'Attis, Bagnasco, Brambilla, Calabria, Fitzgerald Nissoli, Labriola, Lorenzin, Mazzetti, Morassut, Morgoni, Nevi, Pellicani, Pittalis, Polidori, Rotondi, Rotta, Saccani Jotti, Spena, Squeri, Maria Tripodi, Marrocco, Moretto, Gagliardi, Binelli, Lucchini, Andreuzza, Patassini, Benvenuto, Ficara, Scerra».

ATTI DI CONTROLLO

PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

Interrogazione a risposta orale:


   D'UVA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro per il sud e la coesione territoriale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo 1, comma 196, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, al fine di favorire la coesione sociale e lo sviluppo economico nei comuni particolarmente colpiti dal fenomeno dello spopolamento e per i quali si riscontrano rilevanti carenze di attrattività per la ridotta offerta di servizi materiali e immateriali alle persone e alle attività economiche, ha denominato un fondo, inizialmente istituito per il sostegno alle attività economiche, artigianali e commerciali, denominandolo «Fondo di sostegno ai comuni marginali»;

   il 14 gennaio 2022 è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri che ripartisce le risorse del citato fondo, attualmente dotato complessivamente di 180 milioni euro. Le risorse finanziarie sono state assegnate a 1.187 comuni, selezionati per le loro condizioni particolarmente svantaggiate, con un tasso di crescita della popolazione negativo sia nel lungo sia nel breve periodo, con un Indice di vulnerabilità sociale e materiale (Ivsm) superiore alla media e con un livello di redditi della popolazione residente inferiore alla media;

   il decreto ha individuato 1.101 comuni del Sud, ai quali andranno oltre 171 milioni di euro (il 95,2 per cento del totale), 52 comuni dell'Italia centrale (per 5,5 milioni di euro) e 34 del Nord (3,1 milioni di euro);

   le risorse potranno essere utilizzate, stando al decreto, per tre categorie di interventi nei territori soggetti a spopolamento: adeguamento di immobili comunali da concedere in comodato d'uso gratuito per l'apertura di attività commerciali, artigianali o professionali; concessione di contributi per l'avvio di attività commerciali, artigianali e agricole; concessione di contributi a favore di chi trasferisce la propria residenza e dimora abituale nei comuni delle aree interne, come concorso per le spese di acquisto e ristrutturazione dell'immobile (massimo 5.000 euro a beneficiario). Tali comuni, inoltre, potranno concedere gratuitamente i propri immobili da adibire ad abitazione principale o per svolgere lavoro agile;

   molti comuni italiani individuati nel decreto, soprattutto a Sud, non hanno spesso la titolarità di tanti beni immobili (a volte non ne hanno affatto) appartenenti al patrimonio disponibile da concedere in comodato d'uso gratuito a persone fisiche o giuridiche, per l'apertura di attività commerciali, artigianali o professionali. Questo fattore ovviamente incide in maniera significativa sulla «spendibilità» delle risorse e sull'efficacia dello strumento posto in essere che, in questo modo, non riesce a raggiungere le finalità perseguite dal Fondo. Risulta importante, a parere degli interroganti, trovare delle soluzioni per soddisfare la forte richiesta dei giovani operatori economici di ottenere nuovi spazi per promuovere le loro attività e, dunque, ottenere un reale sviluppo dei comuni marginali;

   il Dipartimento per le politiche di coesione provvede all'erogazione del Fondo, mentre l'Agenzia per la coesione territoriale assume il compito di monitorare, con controlli a campione, l'effettivo utilizzo delle risorse e quindi anche prendere atto delle oggettive difficoltà degli enti locali beneficiari di promuovere gli interventi indicati nel decreto del Presidente della Repubblica del 14 gennaio 2022;

   i comuni del Sud rappresentano il 95 per cento degli assegnatari del Fondo in questione –:

   se il Governo non ritenga, mediante l'Agenzia per la coesione, di verificare e valutare tutte le difficoltà e le criticità legate agli interventi ammessi nel decreto del Presidente della Repubblica di ripartizione del «Fondo di sostegno ai comuni marginali» e, di conseguenza, adottare iniziative per prevedere per le stesse finalità, nuovi utilizzi delle risorse in questione, come la costruzione di nuove infrastrutture su aree pubbliche.
(3-02755)

Interrogazioni a risposta scritta:


   FITZGERALD NISSOLI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo n. 16 della Costituzione sancisce il diritto per i cittadini italiani di circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale nonché di uscire dal territorio della Repubblica e di rientrarvi;

   la direttiva (UE)2004/38/CE ha tra gli obbiettivi quello di proteggere il diritto alla coesione familiare e il diritto del cittadino dell'Unione europea e dei suoi familiari di farsi accompagnare o raggiungere dal familiare durante i suoi soggiorni in Italia e nella Unione europea;

   il decreto legislativo 6 febbraio 2007, n. 30 – che ha recepito la citata direttiva – prevede che per i familiari del cittadino comunitario non aventi la cittadinanza di uno Stato membro dell'Unione europea e che intendano soggiornare per più di tre mesi, venga rilasciata la carta di soggiorno, la quale serve non solo a documentare il diritto del familiare a soggiornare in Italia, ma è indispensabile per poter soggiornare nell'intera area Schengen per più di 90 giorni ogni 180 giorni;

   lo stesso decreto legislativo indica, all'articolo 10, comma 3, lettera c), che per il rilascio della carta di soggiorno è richiesto l'attestato della richiesta d'iscrizione anagrafica del familiare cittadino dell'Unione;

   tuttavia, la legge 27 ottobre 1988, n. 470, prevede che i cittadini italiani residenti all'estero vengano iscritti nei registri Aire, e definisce (articolo n. 9, comma 2) «residenti nella circoscrizione consolare i cittadini italiani che, hanno la dimora abituale nella circoscrizione stessa, anche se ne sono temporaneamente assenti per motivi che non comportano trasferimento di residenza»;

   la citata legge indica all'articolo n. 4, comma 1, dispone che la cancellazione dalle anagrafi degli italiani residenti all'estero viene effettuata «per iscrizione nell'anagrafe della popolazione residente a seguito di trasferimento dall'estero»;

   da quanto a conoscenza dell'interrogante, numerosi comuni non accettano l'iscrizione anagrafica per familiari di cittadini residenti all'estero non iscritti nei loro registri della popolazione residente;

   da comunicazioni intercorse con funzionari del Ministero dell'interno risulterebbe impossibile per un cittadino italiano iscritto all'Aire fare una iscrizione anagrafica di un familiare non cittadino dell'Unione europea a meno di non cancellare la propria iscrizione Aire e di trasferire la residenza in Italia;

   va sottolineato che l'ordinamento Aire è anagrafico e stato concepito negli anni '50 e sembra non corrispondere più nella lettera al mondo globale e mobile di oggi, ancor di più dopo la pandemia che ha reso diffuse forme di lavoro da remoto che facilitano ulteriormente i viaggi e la mobilità;

   da quanto riportato emerge che la lettera delle norme e la prassi restrittiva ostacolano per il cittadino italiano iscritto all'Aire l'esercizio del suo diritto di soggiorno e circolazione nonché il suo diritto di coesione con il suo familiare non cittadino dell'Unione europea imponendogli – di fatto:

    a) qualora effettui un soggiorno di più di tre mesi continuativi oppure ripetuti soggiorni ravvicinati, di trasferire la propria residenza abituale e centro degli interessi vitali dall'estero in Italia, e quindi cancellarsi dal registro Aire e dichiararsi residente abituale presso qualche comune;

    b) qualora risieda abitualmente all'estero ma annualmente trascorra una lunga stagione in Italia (per esempio estate o inverno) di cancellarsi ripetutamente dall'Aire ad ogni soggiorno, per poi riscriversi ad ogni ritorno all'abituale residenza all'estero –:

   quali iniziative si intendano adottare per tutelare il diritto del familiare non-UE di cittadino italiano iscritto all'Aire ad accompagnarlo (o raggiungerlo), predisponendo una procedura di rilascio della carta di soggiorno che non ostacoli – di fatto – l'esercizio di questo diritto (eventualmente prevedendo che l'iscrizione anagrafica prevista per i familiari dei cittadini si effettui presso il consolato di competenza).
(4-11360)


   SAPIA. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della salute, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro per gli affari regionali e le autonomie. — Per sapere – premesso che:

   nella seduta del consiglio regionale della Calabria del 14 dicembre 2021 è stata approvata la legge regionale n. 32 del 2021, recante «Istituzione dell'ente di governance della sanità regionale calabrese denominato "Azienda per il governo della sanità della Regione Calabria-Azienda Zero"»;

   nello specifico, il gruppo consiliare De Magistris Presidente ha lamentato il mancato rispetto dell'articolo 39 dello Statuto e degli articoli 63 e 66 del regolamento regionale, in base ai quali la proposta di legge annunciata dal presidente del consiglio regionale andava affidata alle competenti commissioni consiliari per il necessario e dovuto parere istruttorio preventivo, la stessa non rivestendo i caratteri della straordinaria necessità ed urgenza;

   secondo l'interrogante, l'Azienda Zero configura, stando all'articolato di legge, una vera, antitetica ed illegittima sovrapposizione e/o complementarietà di poteri tra la figura del Presidente della giunta regionale e quella del Commissario ad acta per l'attuazione del piano di rientro dal disavanzo sanitario regionale cui è sottoposta la regione Calabria, atteso che – ai sensi dell'articolo 120, secondo comma, della Costituzione, nella novella della legge costituzionale n. 3 del 2001, dell'articolo 8, comma 1, della legge n. 131 del 2003, dell'articolo 4, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 159 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 222 del 2007, dell'articolo 2, comma 88, della legge n. 191 del 2009 nonché per effetto delle pronunce, ex plurimis, della Corte costituzionale (cfr. n. 123 del 2011; n. 110 del 2014; n. 278 del 2014; n. 272 del 2015) – per tutta la durata della gestione commissariale, i poteri amministrativi, organizzativi e gestionali, nonché normativi (articolo 2, comma 80, della legge n. 191 del 2009) del Commissario ad acta vanno tenuti al riparo da ogni interferenza degli ordinari organi di gestione della regione;

   per contro, la legge regionale approvata prevede una sussidiarietà tra il Presidente della giunta ed il Commissario ad acta per il piano di rientro, nella fattispecie coincidenti nella persona del Presidente Roberto Occhiuto, per quanto concerne la nomina degli organi gestionali della neo costituita Azienda Zero, essendo, nella fattispecie, esclusiva, in capo al Commissario ad acta, la nomina degli organi gestionali di rango regionale (cfr. articolo 2, comma 83, della legge n. 191 del 2009;

   la legge regionale approvata, ponendo in essere la creazione di un unico organo di gestione sanitaria accentrata, si sovrappone strutturalmente ai poteri ed alle funzioni delle aziende sanitarie provinciali, dirette da commissari nominati secondo le norme di cui al decreto-legge n. 150 del 2020, convertito dalla legge n. 181 del 2020;

   secondo l'interrogante, l'Azienda Zero, che di fatto si sovrastruttura al dipartimento tutela della salute della Regione Calabria, determina un accentramento di poteri funzionale alla gestione della spesa corrente, del personale, delle consulenze, degli appalti, degli acquisti di beni e servizi (in surroga alla stazione unica appaltante);

   l'articolo 11 della citata legge regionale prevede un maggiore onere finanziario di 700.000,00 euro nel triennio 2022-2024, generico e non dettagliato, con corrispondente riduzione della spesa per le funzioni dell'Azienda Zero, in parte sottratte a quelle già esercitate dalle aziende del servizio sanitario regionale, il che, secondo l'interrogante, sconfina nell'assoluta genericità contabile, in netto contrasto con i princìpi della contabilità analitica e patrimoniale –:

   se il Governo non ritenga di promuovere la questione di legittimità costituzionale con riferimento alla legge della regione Calabria n. 32 del 2021, ai sensi dell'articolo 127 della Costituzione.
(4-11364)


   PAPIRO e PERCONTI. — Al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   l'11 dicembre 2021, a Ravanusa (AG), una fuga di gas ha causato un'esplosione che ha fatto crollare una palazzina, provocando la morte di 9 persone – tra cui una donna al nono mese di gravidanza – e devastando un intero quartiere;

   il 17 dicembre 2021 a Ravanusa si sono tenuti i funerali di Stato delle vittime della strage di Ravanusa;

   per la strage è stata aperta un'inchiesta condotta dalla procura di Agrigento per disastro colposo e omicidio colposo plurimo;

   i funerali di Stato sono regolamentati dall'articolo 2 della legge 7 febbraio 1987, n. 36, e dalla circolare della Presidenza del Consiglio dei ministri del 18 dicembre 2002, che stabiliscono che «Le spese sono a carico del bilancio della Presidenza del Consiglio dei Ministri»;

   l'avvocato Salvatore Loggia, che rappresenta i familiari di tre delle vittime della tragedia di Ravanusa, confermando la notizia anticipata dal Tg2, rivelando che i familiari delle 9 vittime (10 tenendo conto che una donna era incinta e prossima al parto) dello scoppio nella condotta del gas a Ravanusa dovranno pagare il conto, o lo hanno già fatto, alle onoranze funebri ha dichiarato: «La solidarietà si è fermata in piazza Primo Maggio. Ai familiari delle vittime è arrivato il conto dei funerali solenni da pagare: 10 mila euro a vittima. Si pensava che le istituzioni facessero la loro parte. Il costo non è mai stato trattato tra i parenti e i titolari delle onoranze funebri»

   per alcune vittime le somme sono state anticipate dallo studio legale che segue i parenti nella vicenda giudiziaria, per altri dalla ditta dove lavora un familiare, mentre altri parenti devono ancora pagare; a quanto sembrerebbe le istituzioni e l'Italgas non si sono fatte carico delle spese dei funerali di Stato –:

   se siano a conoscenza di quanto accaduto e se non ritengano di dover adottare iniziative per sostenere le famiglie delle vittime;

   quali iniziative di competenza siano state assunte dal Governo per constatare la veridicità dei fatti;

   quali procedure vengano istruite per la celebrazione dei funerali solenni e se, nel caso specifico, sia stato seguito il corretto iter procedurale, anche in relazione al rispetto del principio di libera concorrenza.
(4-11369)

AFFARI ESTERI E COOPERAZIONE INTERNAZIONALE

Interrogazione a risposta scritta:


   UNGARO e MIGLIORE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   l'articolo di «Italiannetwork» del 2 febbraio 2022 riporta che, durante i lavori della plenaria del Consiglio generale degli italiani all'estero (Cgie), nel nuovo criterio delle assegnazioni sulla distribuzione del numero dei consiglieri assegnati ai singoli Paesi, è emersa la carenza rappresentativa nel Consiglio in alcune aree del mondo;

   l'articolo 13 della legge 6 novembre 1989, n. 368 concernente l'istituzione del Consiglio generale degli italiani all'estero prevede l'elezione diretta dei consiglieri del Cgie da parte dei componenti dei Comites nel mondo, con il fine di rappresentare le istanze delle comunità italiane all'estero presso le nostre istituzioni e facilitare la partecipazione attiva alla vita politica nel Paese;

   a seguito della scadenza del mandato dell'attuale consiliatura, la Dgit (Direzione generale per gli italiani all'estero e le politiche migratorie) ha previsto il rinnovo del Consiglio nel periodo tra il 3 al 23 aprile 2022 per la convocazione delle assemblee paese per il rinnovo del Cgie. Circa duemila «grandi elettori» all'estero comprendenti i consiglieri dei Comites e i membri delle associazioni, saranno chiamati ad eleggere 43 consiglieri, suddivisi per Paese in base al numero di cittadini iscritti all'Aire e che, insieme ai 20 di nomina governativa, dovranno comporre il nuovo Consiglio generale degli italiani all'estero;

   nella nuova tabella delle rappresentanze predisposta dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale non si prevede l'introduzione dei consiglieri Cgie delegati per l'Africa, per l'Asia orientale e per l'America centrale, escludendo così la rappresentanza e la partecipazione politica attiva presso le nostre istituzioni da parte dei concittadini italiani residenti nei Paesi sopracitati;

   l'interpretazione del servizio dell'ufficio giuridico, del contenzioso e dei trattati internazionali desume che, fino al momento dell'insediamento del nuovo Consiglio generale, l'attuale Cgie debba limitarsi a svolgere l'ordinaria amministrazione e non dovrebbe quindi attingere a parte dei fondi assegnati al capitolo 3131 della Tabella VI del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale per evitare contenziosi col nuovo Cgie, al contrario di come è avvenuto al termine della scorsa consiliatura, quando la funzionalità del Cgie si era esaurita con l'ultima data utile delle assemblee Paese convocate –:

   quali iniziative di competenza intenda adottare il Ministro interrogato, affinché vengano assegnati, prevedendo anche come ipotesi la nomina governativa, un consigliere Cgie delegato rispettivamente presso Africa, Asia orientale e America centrale, con il fine di garantire la rappresentanza e la partecipazione attiva alla vita politica nel nostro Paese da parte delle collettività italiane nelle aree interessate;

   quali iniziative intenda adottare il Governo affinché il Consiglio generale degli italiani all'estero attualmente in carica possa usufruire dei fondi previsti, come successo in passato, fino al rinnovo del medesimo Consiglio generale degli italiani all'estero previsto in data 23 aprile 2022.
(4-11353)

CULTURA

Interrogazione a risposta scritta:


   BELOTTI. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   il rettore dell'Università per stranieri di Siena Tomaso Montanari in occasione della Giornata del Ricordo è tornato a diffondere tesi negazioniste tanto che il 9 febbraio 2022, proprio a ridosso della data della commemorazione, ha organizzato il convegno «Uso politico della memoria e revanscismo fascista: la genesi del Giorno del Ricordo»;

   sulla rivista online Micromega Montanari ha voluto sottolineare che «L'università fa il suo mestiere di ricerca ed espressione del pensiero critico senza schierarsi politicamente. Sono molti giornali che purtroppo non stanno facendo il loro, di dovere, cioè raccontare fatti documentandosi ed esprimere opinioni non strumentali. Stanno invece facendo campagna politica seguendo gli interessi dell'estrema destra che si annuncia ormai maggioranza tra i votanti. Attenzione, maggioranza tra i votanti e non nel Paese»;

   ad avviso dell'interrogante, le dichiarazioni del rettore, evidentemente, non restituiscono alcuna ricostruzione oggettiva degli avvenimenti storici; pertanto ogni successiva dimostrazione di pensiero critico non può che risultare di parte, soprattutto riguardo al dramma delle foibe, considerato che continua a propagandare tesi politiche e drammaticamente negazioniste umiliando così, per l'ennesima volta, il ricordo delle migliaia di italiani innocenti uccisi nelle Foibe;

   Montanari non è nuovo a queste esternazioni: ad agosto aveva dichiarato che «Non si può nascondere che alcune battaglie revisioniste siano state vinte, grazie alla debolezza politica e culturale dei vertici della Repubblica. La legge del 2004 che istituisce la Giornata del Ricordo (delle Foibe) a ridosso e in evidente opposizione a quella della Memoria (della Shoah) rappresenta il più clamoroso successo di questa falsificazione storica»;

   tali affermazioni sono gravi in quanto umiliano la memoria di migliaia di italiani infoibati e sviliscono la Giornata del Ricordo, approvata a larga maggioranza dopo decenni di oblio su un dramma storico che ha visto vittime le popolazioni istriano giuliano dalmate;

   Montanari negli anni si è reso protagonista di pesanti prese di posizioni arrivando anche a definire Zeffirelli un «insopportabile mediocre», Oriana Fallaci «orrenda», Franceschini «il peggior ministro della cultura che abbiamo avuto» e in tempi più recenti sui social (12 marzo 2021) sul Governo in carica si è espresso con un eloquente «Draghi ha già rotto il c....». A seguito delle polemiche riferite alle sue dichiarazioni sulle foibe dello scorso anno, ha definito «eterna cloaca fascista» coloro che ne chiedevano le dimissioni da rettore;

   Montanari è membro del Comitato tecnico scientifico delle belle arti istituito presso il Ministero della cultura e, dal 21 ottobre 2020 con nomina del Ministro per la cultura, è anche presidente della Fondazione Archivio Museo Richard Ginori;

   Montanari il 23 agosto ha annunciato le sue dimissioni dal Consiglio superiore dei beni culturali, del quale faceva parte in qualità di presidente del Comitato tecnico-scientifico per le belle arti, «per denunciare l'arroganza del ministro Dario Francescani» che ha voluto nominare Andrea De Pasquale, direttore della Biblioteca nazionale centrale di Roma, come soprintendente dell'Archivio centrale dello Stato ma continua ad essere membro dello stesso Comitato;

   i ruoli istituzionali presso il Ministero per la cultura non possono essere affidati ad un professionista che benché abbia titoli adeguati, manca completamente della visione e dello spessore che dovrebbero caratterizzarne il ruolo –:

   se il Ministro interrogato, per quanto di competenza, non ritenga di stigmatizzare le reiterate gravissime affermazioni del professor Montanari che umiliano migliaia di vittime innocenti infoibate e screditano la Giornata del Ricordo;

   se, poiché il contegno assunto dal professor Montanari contrasta con i valori e lo spirito delle istituzioni che è chiamato a rappresentare, non ritenga opportuno adottare le iniziative di competenza per sollevarlo dagli incarichi di componente del Comitato tecnico-scientifico delle belle arti e di presidente della Fondazione Ginori.
(4-11367)

DISABILITÀ

Interrogazione a risposta scritta:


   LONGO. — Al Ministro per le disabilità, al Ministro del lavoro e delle politiche sociali, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   l'Isee è stato istituito dall'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, cosiddetta «legge Salva Italia» e dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013;

   ai sensi della sentenza n. 842/2016 del Consiglio di Stato (Sentenza n. 842/2016), «[...] l'indennità di accompagnamento e tutte le forme risarcitorie servono non a remunerare alcunché, né certo all'accumulo del patrimonio personale, bensì a compensare un'oggettiva ed ontologica (cioè indipendente da ogni eventuale o ulteriore prestazione assistenziale attiva) situazione d'inabilità che provoca in sé e per sé disagi e diminuzione di capacità reddituale. Tali indennità o il risarcimento sono accordati a chi si trova già così com'è in uno svantaggio, al fine di pervenire in una posizione uguale rispetto a chi non soffre di quest'ultimo e a ristabilire una parità morale e competitiva. Essi non determinano infatti una “migliore” situazione economica del disabile rispetto al non disabile, al più mirando a colmare tal situazione di svantaggio subita da chi richiede la prestazione assistenziale, prima o anche in assenza di essa. Pertanto, la “capacità selettiva” dell'Isee, se deve scriminare correttamente le posizioni diverse e trattare egualmente quelle uguali, allora non può compiere l'artificio di definire reddito un'indennità o un risarcimento, ma deve considerarli per ciò che essi sono, perché posti a fronte di una condizione di disabilità grave e in sé non altrimenti rimediabile.»;

   la legge 26 maggio 2016, n. 89, ha introdotto nel decreto-legge n. 42 del 2016 l'articolo 2-sexies, il quale specifica che dal reddito disponibile vanno esclusi i trattamenti erogati da amministrazioni pubbliche in ragione di una condizione di disabilità; pertanto, i trattamenti assistenziali, previdenziali, indennitari (incluse carte di debito), a qualunque titolo erogati da amministrazioni pubbliche in ragione della condizione di disabilità (cioè le cosiddette prestazioni di assistenza), laddove non siano già inclusi nel reddito complessivo ai fini Irpef, sono esclusi dalla nozione di «reddito disponibile» di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011. Se i suddetti trattamenti sono percepiti per ragioni diverse dalla condizione di disabilità, sono da includere nella nozione di reddito disponibile riportata nell'articolo 5 del decreto-legge citato. Ai sensi dall'articolo 4, comma 4, lettere b), c) e d), del citato decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 2013, è applicata la maggiorazione dello 0,5 al parametro della scala di equivalenza. Sono escluse le indennità percepite a seguito di risarcimento danni a favore della persona con disabilità, poiché vengono indicate solo le prestazioni di assistenza;

   nonostante ciò, ancora oggi succede che le somme risarcitorie per la morte di un genitore vengano calcolate ai fini dell'Isee anche se i figli sono dei minori e le somme sono vincolate fino alla maggiore età dal giudice tutelare;

   per non penalizzare minori e disabili è indispensabile, dar seguito alla sentenza del Consiglio di Stato disponendo almeno lo scorporo delle somme ottenute a titolo di risarcimento danni –:

   se i Ministri interrogati non ritengano, con urgenza, di predisporre le necessarie iniziative affinché l'Isee venga effettivamente calcolato secondo la vigente disciplina normativa, ovverosia secondo quanto previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 159 del 5 dicembre 2013, nel testo risultante dalle sentenze del Tar Lazio, Sez. I, n. 2454/15, n. 2458/15 e n. 2459/15 e del Consiglio di Stato con Sentenza 842/2016, chiarendo che, nel caso in cui i sistemi informatici dell'Inps calcolassero illegittimamente l'Isee, sarà onere dell'amministrazione provvedere al corretto ricalcolo, disapplicando l'Isee illegittimamente fornito dall'Inps.
(4-11362)

ECONOMIA E FINANZE

Interrogazione a risposta scritta:


   BITONCI, STEFANI, LAZZARINI e ZORDAN. — Al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   il comune di Padova con la determina n. 2021/78/0387 del 7 dicembre 2021 ha autorizzato una campagna di sensibilizzazione e informazione sull'emergenza Coronavirus e la terza dose vaccinale. Con successiva determina n. 2022/78/0037 del 7 febbraio 2022 ha, inoltre, disposto realizzazione di installazioni temporanee nel territorio comunale per la presentazione di nuove opere e comunicazioni istituzionali del comune di Padova;

   a parere degli interroganti, entrambi gli atti hanno mere finalità promozionali e di persuasione e nessuno scopo informativo, ampiamente esaurito con precedenti comunicazioni, e come tali quindi rientranti nelle cosiddette spese di rappresentanza;

   le spese di rappresentanza, come noto, assolvono ad una funzione rappresentativa dell'Ente, e, cioè, quelle che, in stretta correlazione con le finalità istituzionali dell'ente, soddisfano l'obiettiva esigenza dello stesso di manifestare se stesso, e le proprie attività, all'esterno e di mantenere ed accrescere il prestigio dell'ente nel contesto sociale in cui si colloca, nonché l'interesse di ambienti e soggetti qualificati, per il migliore perseguimento dei propri fini istituzionali e per i vantaggi che, ad esso o alla comunità amministrata, derivano dall'essere conosciuto e apprezzato nella propria attività di perseguimento del pubblico interesse (Cfr. Corte dei conti, Lombardia, deliberazione n. 19/2021/VSG);

   le determine comunali sembrerebbero violare i criteri dianzi esposti e comportare quindi l'illegittimità della spesa sostenuta dall'ente per obiettivi che esulano dalle finalità di rappresentanza;

   a parere degli interroganti sotto il profilo gestionale, l'economicità e l'efficienza dell'azione della pubblica amministrazione dovrebbero imporre il carattere della sobrietà e della congruità della spesa di rappresentanza sia rispetto al singolo evento finanziato, sia rispetto alle dimensioni e ai vincoli di bilancio dell'ente locale che le sostiene;

   per gli interroganti trattasi, quindi, di una costosa campagna di pubblicità istituzionale, encomiastica e ripetitiva con chiara finalità di propaganda e persuasione, e questo a pochi mesi dalle elezioni amministrative che vedono la ricandidatura del sindaco in carica;

   più in particolare, ad avviso degli interroganti, in tale campagna elettorale di fatto potrebbe ravvisarsi un vizio di legittimità della spesa, nel senso che trattasi di spesa ingiustificata o inutile, poiché frutto di una scelta antieconomica e, pertanto, suscettibile di danno erariale –:

   di quali elementi disponga il Governo in ordine a quanto esposto in premessa e se intenda promuovere al riguardo una verifica da parte dei servizi ispettivi di finanza pubblica, anche in relazione a un possibile danno erariale.
(4-11368)

GIUSTIZIA

Interrogazioni a risposta immediata:


   SILLI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   l'attività degli uffici giudiziari in tutto il Paese è gravemente condizionata da carenza cronica di magistrati e di personale amministrativo nei tribunali; il personale non è sufficiente a far fronte al carico di lavoro quotidiano e all'enorme arretrato da smaltire;

   in molti distretti giudiziari italiani le carenze di organico raggiungono anche il 30 per cento, in taluni casi anche il 40 per cento;

   particolarmente critica è la situazione del personale addetto presso le cancellerie penali, soprattutto nelle sedi disagiate; la carenza di questo personale amministrativo ha inevitabili ripercussioni anche sull'attività della magistratura; gli adempimenti di cancelleria dopo la pronuncia della sentenza sono infatti di fondamentale importanza; insufficiente è anche il personale addetto all'inserimento dei dati all'interno dei sistemi informatici;

   in alcuni tribunali la situazione ha i caratteri dell'emergenza: nel tribunale di Prato si riscontrano carenze d'organico da più di dieci anni; nonostante i numerosi interventi politici – trasversali – e ad ogni livello istituzionale per sollecitare urgenti misure di intervento, la situazione degli uffici di Prato non è migliorata;

   il Ministro interrogato ha pubblicato due interpelli per la mobilità del personale, riguardanti i tribunali toscani, per permettere ai funzionari interessati al trasferimento in tali sedi di venire a conoscenza del numero e della collocazione dei posti disponibili;

   a fronte di una carenza di organico nel tribunale di Prato pari al 35 per cento, sono disponibili quattro posti per funzionario ma nessun posto per il ruolo di cancelliere; in altre città della Toscana invece sono disponibili: a Grosseto sette posti, a Livorno undici posti, a Lucca sedici, a Pisa nove posti e dieci a Massa;

   in sostanza, il tribunale di Prato non può accogliere più di quattro trasferimenti nonostante abbia maggiore necessità di personale rispetto ad altre province;

   ancora più grave nel tribunale di Prato è la situazione relativa alla disponibilità di posti per il trasferimento di chi riveste la qualifica di cancelliere: nonostante sia prevista la disponibilità in organico di dieci cancellieri, attualmente ne è presente solo uno in tutto il tribunale –:

   quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare per far fronte alla carenza di personale amministrativo in molti distretti giudiziari italiani, in particolare nei distretti importanti, come quello di Prato, dove la carenza è «strutturale» e persiste da più di dieci anni.
(3-02757)


   BUSINAROLO, SAITTA, BONAFEDE, ASCARI, CATALDI, DI SARNO, D'ORSO, FERRARESI, GIULIANO, PERANTONI, SALAFIA, SARTI, SCUTELLÀ e GALIZIA. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la Commissione europea sarebbe pronta ad aprire una procedura d'infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato recepimento, entro i termini, della direttiva dell'Unione europea sul whistleblowing: un passaggio fondamentale per integrare la legge n. 179 del 2017 e rafforzare uno strumento chiave nella lotta alla corruzione;

   a evidenziare il ritardo del nostro Paese è anche l'ultimo dossier del Csel (Centro studi enti locali) pubblicato da Adnkronos. L'urgenza di rafforzare lo strumento del whisteblowing e rassicurare chi intenda avvalersene è testimoniata anche dai dati: tra il 2018 e il 2021 c'è stato un preoccupante calo del 45 per cento del numero di segnalazioni di illeciti inviate all'Anac;

   proprio il presidente dell'Anac, già a inizio anno, aveva denunciato tale inadempienza: «i whistleblower svolgono un ruolo essenziale nel portare alla luce fatti corruttivi o fondati sospetti di illeciti che possono minacciare l'interesse pubblico. In tutti i paesi che riconoscono questo istituto, le segnalazioni hanno permesso la protezione di interessi comuni fondamentali, nonché il recupero di ingenti risorse pubbliche»;

   l'ambito di applicazione della direttiva dell'Unione europea risulta più esteso rispetto alla normativa nazionale e prevede, tra le altre misure, l'inclusione nella definizione di whistleblower di soggetti anche al di fuori della tradizionale relazione lavorativa, oltre che la protezione di coloro che assistono i whistleblower; la direttiva richiede inoltre agli Stati membri di garantire l'accesso a un servizio gratuito, comprensivo e indipendente di assistenza all'interno del settore pubblico, compresa l'assistenza legale e finanziaria;

   già un mese prima della scadenza per il recepimento, Transparency International, nella persona di Giorgio Fraschini, aveva lanciato l'allarme invitando il Governo Draghi a porre rimedio; a sua volta, il direttore dell'ufficio italiano di The Good Lobby, Anghelé, aveva sottolineato che questa norma «è un tassello fondamentale per evitare che le risorse europee del Recovery Fund finiscano in mano al malaffare»;

   a fronte della sopravvenuta scadenza per l'esercizio della delega per l'attuazione della direttiva whistleblowing, contenuta nella legge di delegazione europea 2019/2020, la Camera dei deputati ha approvato un emendamento al disegno di legge delegazione europea 2021 che ricalca sostanzialmente quanto previsto dall'articolo 23 della legge n. 53 del 2021 –:

   se intenda adottare iniziative urgenti, anche di natura normativa, per assicurare il recepimento nel minor tempo possibile della direttiva sul whistleblowing, al fine di scongiurare l'apertura di una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia da parte della Commissione europea.
(3-02758)

Interrogazione a risposta scritta:


   DORI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:

   la carenza di organico della magistratura e del personale amministrativo del Tribunale distrettuale di Venezia ha raggiunto di recente un livello insostenibile tale da mettere a repentaglio ogni operatività;

   la pubblicazione dei posti vacanti, disposta dalla Terza Commissione del Csm, ha purtroppo registrato un bilancio totalmente negativo, posto che a fronte di massimo due coperture dei cinque posti pubblicati, sono cinque i trasferimenti certi verso altra sede;

   in data 7 gennaio 2022 cinque giudici del Tribunale di Venezia, già assegnati alla sezione Gip/Gup e alla sezione distrettuale per il riesame, hanno lasciato il Tribunale di Venezia per assumere funzioni di consigliere presso la Corte di appello di Venezia;

   nel contempo, la prima sezione penale registrava due nuove scoperture: in data 8 novembre 2021 un giudice ha preso possesso presso il Tribunale per i minorenni di Venezia ed in data 1° gennaio 2022 un altro giudice è stato collocato in quiescenza anticipata;

   a queste sette recenti scoperture si aggiungono due vacanze nelle sezioni dibattimentali, due vacanze nella sezione Gip/Gup, e una vacanza nel settore civile (per complessive n. 12 vacanze) in una pianta organica già di per sé inadeguata a garantire una risposta giurisdizionale alle esigenze di una delle economie più avanzate penisola;

   le vacanze, per effetto dei prossimi trasferimenti da deliberare, saliranno addirittura a 17 per poi attestarsi, alla fine, su 15 o 16 unità per effetto delle possibili nuove entrate;

   il Tribunale si trova sguarnito del 30 per cento dei propri giudici, se non addirittura in misura superiore nel caso in cui fosse accolta la richiesta di revoca straordinaria;

   addirittura più drammatica è la scopertura del personale amministrativo che da tempo supera il 40 per cento, con punte di oltre il 70 per cento per il fondamentale ruolo dei funzionari giudiziari, scoperture destinate a essere ancora più gravi in ragione di prossimi, imminenti pensionamenti;

   il tribunale distrettuale di Venezia è il più importante del Nord Est, con una sezione specializzata in materia di impresa, terza in Italia, una sezione specializzata in materia di immigrazione e protezione internazionale con pendenze inferiori solo a Roma, Milano, Napoli e Bologna, una competenza in materia di criminalità organizzata, di reati in materia di terrorismo, di reati informatici, di reati in materia di pedopornografia: a fronte della attività di 26 magistrati del pubblico ministero la sezione Gip/Gup è ridotta a soli tre giudici;

   in una nota congiunta, il presidente del Tribunale di Venezia, la presidente dell'Ordine degli avvocati di Venezia, il presidente della Camera penale di Venezia e dell'Unione delle camere penali del Veneto sollecitano «l'adozione urgente di soluzioni, anche straordinarie, che possano porre rimedio ad un simile stato di fatto che rappresenta un vulnus principalmente ai diritti dei cittadini e un freno gravissimo alla crescita economica dell'intera Regione» –:

   se il Ministro interrogato sia a conoscenza della grave situazione descritta in premessa e quali iniziative intenda intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze, per individuare misure efficaci e porre rimedio alla situazione emergenziale che si è generata presso gli uffici giudiziari veneziani, anche provvedendo a far scorrere le graduatorie ancora aperte per il personale amministrativo.
(4-11361)

INFRASTRUTTURE E MOBILITÀ SOSTENIBILI

Interrogazione a risposta immediata:


   PRESTIGIACOMO, BARELLI e PENTANGELO. — Al Ministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. — Per sapere – premesso che:

   nei giorni scorsi il gruppo Forza Italia ha appreso, solo a mezzo stampa, della decisione del Ministro interrogato di proporre la nomina di Francesco Di Sarcina, attuale segretario generale dell'Autorità di sistema portuale Mar Ligure orientale, come presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale (Augusta-Catania);

   la stampa ha altresì riportato specifiche dichiarazioni del Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e la mobilità sostenibili, Carlo Cancelleri, in cui si afferma che il nome del nuovo presidente è stato condiviso con i gruppi parlamentari e che, quindi, tale scelta è stata il frutto di un accordo tra il Ministro interrogato e le forze di maggioranza; affermazione ribadita, sempre a mezzo stampa, anche da altri esponenti del Movimento 5 Stelle, che hanno dichiarato che «il nome è emerso in un tavolo di condivisione con le altre forze di maggioranza e con il Ministro», e che «la nomina di Augusta si lega a quella di Ancona»;

   i presidenti dei gruppi parlamentari di Forza Italia della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica non sono stati coinvolti in tavoli o incontri su tale nomina e, in ogni caso, non sono stati coinvolti in alcun dibattito con il Ministro interrogato;

   come da prassi consolidata tali scelte sono sempre state condivise all'interno delle maggioranze, non solo perché questo tipo di nomina è sottoposta al vaglio delle Commissioni parlamentari, ma soprattutto perché le autorità di sistema portuale rappresentano uno straordinario strumento di sviluppo e di rilancio economico del territorio con cui la politica necessariamente deve confrontarsi quotidianamente, proprio per le ricadute che hanno sulla crescita e sugli assetti occupazionali delle diverse aree –:

   poiché a giudizio degli interroganti è inaccettabile il metodo adottato di escludere Forza Italia dalla condivisione di scelte che hanno conseguenze importanti sui territori – nel caso di specie in particolare per il Mezzogiorno – se il Ministro interrogato intenda revocare, come richiesto, la proposta di nomina del dottor Di Sarcina quale presidente dell'Autorità di sistema portuale del Mare di Sicilia orientale e coinvolgere in tale decisione tutti i gruppi parlamentari della maggioranza.
(3-02756)

INNOVAZIONE TECNOLOGICA

Interrogazione a risposta scritta:


   RUOCCO. — Al Ministro per l'innovazione tecnologica e la transizione digitale. — Per sapere – premesso che:

   Neal Stephenson, nel romanzo cyberpunk Snow Crash del 1992, coniava il termine Metaverso, rappresentandolo come uno spazio tridimensionale all'interno del quale le persone fisiche potevano muovere ed agire attraverso degli avatar;

   oggi il Metaverso è realtà, dal greco «oltre», l'universo-oltre precisamente. Alla fine dello scorso ottobre Zuckenberg ha reagito ai problemi che hanno colpito Facebook, annunciando un rinnovamento del brand ma anche degli obiettivi del suo social. È nato, quindi, Meta, che ingloba Facebook, Instagram, Whatsapp, oltre a sviluppare i visori di realtà virtuale Oculus Rift. Il progetto si propone lo scopo di guardare al di là, in un luogo dove Internet incontra la realtà virtuale e dove tutto appare possibile: giocare, comprare beni virtuali, partecipare a riunioni virtuali di lavoro o a corsi scolastici dove i ragazzi manovrano i loro sosia digitali attraverso la storia per impararla, o viaggiare per apprendere la geografia;

   all'interno di questo mondo, gli utenti agiscono in tempo reale e dal vivo tramite una rappresentazione grafica di se stessi (un avatar). Per accedervi basterebbero strumenti di visione potenziata o alternativa, come i visori Oculus realizzati da una società acquistata da Facebook nel 2014;

   si tratta di una realtà dove si incontrano tantissimi strumenti: blockchain, smart contacts, Nft (Non Fungible-Token), intelligenza artificiale e criptovalute. Il denaro, infatti, è la criptomoneta e la transazione di chiunque acquista arte, musica, spazi, case è gestita con la tecnologia blockchain. Marchi di lusso, tantissime aziende, banche e società multinazionali sono già entrate in questo nuovo universo che inizia pian piano a prendere forma, giorno dopo giorno;

   Bloomberg Intelligence ha stimato opportunità di mercato per un valore di 800 miliardi di dollari;

   secondo una nota di ricerca pubblicata dal China Institutes of Contemporary International Relations, le «caratteristiche tecnologiche» e i «modelli di sviluppo» del Metaverso hanno già mostrato come lo stesso eserciti un potenziale impatto sulla sicurezza nazionale e sulle esigenze di sovranità digitale che non vanno trascurate;

   si tratta di uno scenario preoccupante anzitutto per i nostri giovani, già abbastanza colpiti dalla pandemia, e che oggi si trovano di fronte a potenziali problematiche legate all'isolamento dal mondo reale, alla dipendenza digitale, alla perdita di ogni contatto fisico e sociale. Sono insondabili le conseguenze che un uso improprio di queste nuove tecnologie può comportare sui ragazzi;

   il Metaverso sarà poi chiaramente terreno fertile per la raccolta di dati personali: metadati, impronte digitali vengono già tracciati rivelando identità, età, preferenze di consumo, numeri di carta di credito, informazioni sul conto bancario e così via. Un nuovo significativo assalto alla privacy degli individui che ha come obiettivo la mercificazione dei dati, la modulazione comportamentale degli utenti, tecniche nuove di profilazione con finalità commerciali e di lucro, una forma di sorveglianza su microscala senza precedenti nella storia dell'umanità;

   un altro cambiamento fondamentale è quello che interesserà il mondo del lavoro: uffici virtuali che daranno spazio a riunioni tra avatar, consulenze a distanza visite ad aziende e fabbriche reali ma riprodotte nell'universo digitale –:

   alla luce di queste considerazioni e dello sviluppo repentino che si sta verificando in questi mesi e che interesserà ben presto anche il nostro Paese, quali iniziative il Governo intenda adottare per anticipare e regolamentare questa nuova realtà che si sta per affermare nella nostra quotidianità e che rischia di sostituire le nostre abitudini, impattando in modo significativo su numerosi aspetti della vita.
(4-11365)

INTERNO

Interrogazione a risposta in Commissione:


   SORTE. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   al Ministero dell'interno è affidata la Missione 2 del Piano nazionale di ripresa e resilienza Pnrr: rivoluzione verde e transizione ecologica; Componente c4: tutela del territorio e della risorsa idrica; Investimento 2.2: interventi per la resilienza, la valorizzazione del territorio e l'efficienza energetica dei comuni;

   all'interno di tale Missione sono confluite le linee di intervento di cui all'articolo 1 comma 139 e successive sostituzioni, della legge n. 145 del 2018, e di cui all'articolo 1, commi 29 e successive sostituzioni, della legge n. 160 del 2019;

   in data 6 settembre 2021, il Dipartimento per gli affari interni e territoriali del Ministero ha pubblicato sul proprio sito istituzionale un comunicato con il quale rendeva edotti i comuni beneficiari dei contributi ex articolo 1, comma 139 e successive sostituzioni, della legge n. 145 del 2018, del passaggio delle risorse relative alla graduatoria 2021 sul Pnrr;

   con il decreto-legge 6 novembre 2021, n. 152, sono state predisposte le norme abilitanti ai fini del corretto utilizzo delle risorse a valere sul Piano nazionale di ripresa e resilienza in termini di gestione, monitoraggio e rendicontazione;

   da ultimo, con il comunicato del 17 dicembre 2021 del medesimo Dipartimento ministeriale sono stati individuate le modalità applicative per corretto utilizzo delle risorse a valere sul Pnrr in termini di gestione, monitoraggio e rendicontazione, in attuazione delle disposizioni decreto-legge del 6 novembre 2021, n. 152;

   il comune di Ponte Nossa risulta beneficiario di due contributi – confluiti nel Pnrr — già oggetto di accettazione da parte dell'ente;

   uno dei due progetti è riferito alla realizzazione di nuove tribune presso la palestra scolastica per la messa in sicurezza della struttura esistente il cui codice Cup è J13B18001280004;

   il quadro economico dei lavori ammonta complessivamente a euro 410.000,00 (mentre il contributo Pnrr è di euro 390.000) e risulta, ad oggi, così finanziato:

    euro 150.000 contributo di Regione Lombardia;

    euro 260.000 fondi propri dell'amministrazione;

   con determina a contrattare del 28 luglio 2021 i lavori sono stati regolarmente appaltati, è stato sottoscritto regolare contratto d'appalto, le opere sono in corso di esecuzione e regolarmente rendicontate nella banca dati delle amministrazioni pubbliche (Bdap) e nell'Osservatorio dei lavori pubblici;

   va sottolineata l'importanza che avrebbe per un comune come Ponte Nossa di 1.700 abitanti poter liberare risorse proprie pari a euro 260.000 –:

   considerando che i lavori sono già in corso di esecuzione e finanziati, se debba considerarsi erogabile il finanziamento con risorse del Pnrr relativo all'opera con Cup J13B18001280004;

   se la modalità di gestione della gara possono compromettere il finanziamento ove si consideri che i lavori sono stati appaltati prima del comunicato del 6 settembre 2021 e direttamente dalla stazione appaltante – tramite gara telematica in Sintel – senza ricorrere alla centrale unica di committenza;

   se sia ipotizzabile, considerato che il Cup è rendicontato nella Banca dati dell'amministrazione pubblica, che l'ente riceva il 50 per cento dell'importo del finanziamento, in considerazione dell'avvenuto inizio dei lavori prima del termine indicato nel comunicato del 17 dicembre 2021.
(5-07514)

Interrogazioni a risposta scritta:


   BELOTTI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   con il decreto 8 gennaio 2022 sono state pubblicate le modalità di presentazione delle richieste per l'accesso ai 450 milioni di euro per l'annualità 2022 stanziati dal comma 139 dell'articolo 1 della legge di bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018) destinati al finanziamento di interventi riferiti a «opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio»;

   le richieste devono essere trasmesse entro il 15 febbraio 2022, esclusivamente in modalità telematica attraverso la Piattaforma di gestione delle linee di finanziamento (Glf), integrata nel sistema di Monitoraggio delle opere pubbliche (Mop);

   per la tipologia di intervento sono migliaia i comuni che partecipano a questo bando; diversi comuni stanno segnalando in questi giorni il malfunzionamento della banca dati con l'inaccessibilità al sistema o l'impossibilità a concludere in modo positivo la procedura informatica di inserimento della domanda;

   nei comuni più piccoli, con personale ridottissimo, queste procedure lente o addirittura impossibili stanno bloccando l'attività ordinaria, visto che in molti casi un addetto si trova impegnato per ore in più tentativi al fine di non rischiare di perdere un finanziamento fondamentale per l'ente locale –:

   se il Governo abbia verificato il malfunzionamento del sistema informatico utilizzato per la presentazione delle domande relative al decreto 8 gennaio 2022 – attuativo dell'articolo 1, comma 139, della legge di bilancio 2019 (legge n. 145 del 2018) – inerenti al finanziamento di interventi riferiti a «opere pubbliche di messa in sicurezza degli edifici e del territorio» per l'annualità 2022;

   se il Governo non intenda adottare iniziative prorogare il termine del 15 febbraio 2022 di presentazione delle domande, visti i problemi tecnici per il caricamento delle stesse nel sistema informatico.
(4-11356)


   ZOFFILI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:

   è notizia di sabato 29 gennaio 2022 il tentativo di furto messo in atto da ignoti ai danni di una abitazione di via Zara a Ponte Lambro (CO) durante la settimana precedente;

   il colpo non è fortunatamente andato a segno in quanto i ladri sono stati messi in fuga dall'allarme installato nella proprietà, attivato in seguito all'aver forzato una persiana;

   è stata presentata denuncia del fatto presso le competenti forze dell'ordine;

   tale episodio si somma ad altri registrati nello stesso comune, a Erba e a quelli che continuano a colpire la provincia di Como, alcuni già oggetto di precedenti atti di sindacato ispettivo;

   da fonti stampa si apprende, infatti, di ulteriori episodi di furti avvenuti e sventati, ai danni di alcuni cittadini della frazione Villa Romano, nel Comune di Inverigo, e di medesime incursioni dei ladri in un'abitazione di via Papa Giovanni a Merone;

   a questi eventi ai danni di abitazioni private, registrati nei primi giorni del mese di febbraio, si aggiunge la segnalazione di un furto di rame, nella fattispecie dei canali pluviali di Palazzo Zaffiro Isacco, sede della Biblioteca comunale di Merone, avvenuto nel medesimo periodo;

   quest'ulteriore cronaca mostra come, nonostante tutti gli sforzi delle autorità preposte e delle forze dell'ordine, l'area del comasco sia interessata da una criminalità che prende di mira soprattutto le proprietà private dei quartieri residenziali, con crescente preoccupazione da parte dei cittadini –:

   quali iniziative di competenza il Ministro abbia adottato ed intenda intraprendere, con la massima urgenza, per far cessare questi gravi atti criminali, eventualmente valutando l'impiego, a supporto delle locali forze dell'ordine, che devono essere rafforzate con nuovi uomini, mezzi e strumentazioni, dell'aliquota assegnata alla provincia di Como dei militari dell'operazione «Strade sicure», implementandola e destinando risorse ai sindaci per potenziare i servizi di polizia locale e di videosorveglianza delle proprie comunità.
(4-11359)


   MAGLIONE. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:

   in data 11 febbraio 2022 è avvenuto un agguato, in pieno giorno, a San Martino Valle Caudina (AV); Fiore Clemente (noto alle forze dell'ordine) e Antonio Pacca (nipote di Clemente), sono rimasti feriti da colpi di arma da fuoco in via San Martino Vescovo;

   Antonio Pacca avrebbe riportato ferite lievi, mentre le condizioni di Fiore Clemente sarebbero serie e la sua prognosi resta riservata;

   l'episodio è accaduto nella strada che ospita un frequentatissimo supermercato dove peraltro era in corso il mercato settimanale; sul posto sono accorsi i militari, coordinati dal maggiore Pietro Laghezza, comandante del nucleo investigativo del reparto operativo dei carabinieri di Avellino;

   poco più di un anno fa, l'8 settembre 2020 e sempre a San Martino Valle Caudina, c'è stato un ulteriore agguato a danno di Orazio De Paola, pluripregiudicato e indicato come il reggente del clan Pagnozzi in Valle Caudina, durante il quale lo stesso è stato ucciso a colpi di pistola in via Castagneto; per questo omicidio è stato condannato a 18 anni di reclusione Gianluca Di Matola;

   secondo quanto emerge dal rapporto sull'indice di permeabilità dei territori alla Criminalità organizzata (Ipco) presentato da Eurispes presso la sede della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo il 15 dicembre 2021, le province della Campania si confermano insieme a quelle calabresi aree del Paese con i valori più elevati di vulnerabilità e di appetibilità per le organizzazioni criminali e per quanto attiene specificamente alla camorra, appare in linea con i risultati della ricerca la capacità delle consorterie campane di strumentalizzare a proprio vantaggio le gravi situazioni di disagio, quale si pone nella contingenza il protrarsi dell'epidemia da COVID-19;

   l'escalation di violenza che si registra nella provincia di Avellino evidenzia una recrudescenza della criminalità organizzata, presumibilmente legata alla lotta per il controllo del territorio, di fronte alla quale serve una risposta immediata dello Stato;

   dopo i fatti del settembre 2020 ci fu uno specifico Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, durante il quale il prefetto assicurò che in tempi rapidi la stazione dei carabinieri di San Martino Valle Caudina sarebbe diventata una tenenza, così come riportato dalla stampa locale;

   sempre a seguito dei suddetti fatti del settembre 2020 fu anche assicurato l'arrivo di 14 nuove unità presso la questura di Avellino e quindi anche un potenziamento del commissariato di polizia di Cervinara (AV), così come riportato dalla stampa locale;

   sempre a seguito dei fatti del settembre 2020 il comandante provinciale della Guardia di finanza informava il primo cittadino di San Martino Valle Caudina, Pasquale Pisano, della possibilità di istituire una tenenza delle Fiamme gialle in Valle Caudina, così come riportato dalla stampa locale;

   ad una interrogazione parlamentare del senatore Sandro Ruotolo sui fatti del settembre 2020 il Ministro dell'interno Luciana Lamorgese, rispondeva: «A breve sarà disposta l'assegnazione di una ulteriore aliquota di 14 unità di agenti presso la Questura di Avellino e presso i reparti della polizia stradale», rinforzi che potenzieranno la «rete di presidi della polizia di Stato in Irpinia che al momento possono contare su un numero complessivo di 455 unità» –:

   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione descritta in premessa;

   se gli impegni riportati dalla stampa locale a seguito della riunione del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica, convocata dopo i fatti di settembre 2020, siano stati mantenuti;

   quali ulteriori iniziative intendano porre in essere per prevenire e contrastare la degenerazione del fenomeno della criminalità organizzata nella Valle Caudina.
(4-11363)


   DORI, ROMANIELLO, PAOLO NICOLÒ ROMANO e SIRAGUSA. — Al Ministro dell'interno, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro della transizione ecologica, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:

   come riportato da molte testate nazionali e internazionali, ad ottobre 2021 la Polizia federale e l'Agenzia delle entrate brasiliane hanno concluso un'operazione, denominata «Terra Desolata», contro il contrabbando di oro estratto illegalmente nella regione settentrionale del Brasile e diretto verso l'Italia;

   secondo quanto riportato, dal 2017 al 2019 sarebbe stata illegalmente trasportata nel territorio italiano più di una tonnellata di oro proveniente dalle terre indigene Kayapò dello Stato brasiliano del Parà;

   da quanto emerso, le autorità brasiliane avrebbero emesso 12 mandati di cattura e bloccato asset finanziari per un valore di 469 miliardi di Real brasiliano (circa 78 miliardi di euro) sui conti degli indagati;

   l'inchiesta ha portato alla luce l'esistenza di una complessa organizzazione illegale tramite la quale l'esportazione dell'oro avverrebbe eludendo il Sistema integrato del commercio estero (Siscomex);

   gli accertamenti effettuati, secondo quanto riferito dai mezzi di stampa, coinvolgerebbero anche l'azienda italiana Chimet S.p.a., operante nel commercio di metalli preziosi, con sede ad Arezzo che, tuttavia, in una nota avrebbe affermato che gli acquisti in questione sarebbero sempre stati accompagnati da documentazione attestante la lecita provenienza del metallo;

   il 10 febbraio 2022, il co-portavoce nazionale di Europa Verde, Angelo Bonelli, ha reso noto di aver presentato un esposto alla procura della Repubblica di Arezzo «affinché si apra un'inchiesta per verificare se le accuse della polizia federale trovino riscontro in Italia»;

   l'estrazione mineraria illegale, oltre ad alimentare deprecabili pratiche criminali di commercio illecito, è tra le principali cause della deforestazione della foresta amazzonica ed è anche fonte di inquinamento delle riserve naturali locali;

   l'attività estrattiva intensiva provoca danni ambientali ingenti, perché per separare l'oro dalle altre sostanze è necessario utilizzare il mercurio, che provoca l'inquinamento delle acque e allo sfruttamento dei terreni –:

   se i Ministri interrogati siano al corrente dei fatti esposti in premessa e quali iniziative, per quanto di competenza, intendano porre in essere al fine di contrastare il commercio illegale di metalli preziosi.
(4-11366)

POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI

Interrogazioni a risposta immediata:


   MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VIVIANI, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   gli effetti di una incontrollata diffusione della peste suina africana (Psa) in Italia avrebbero conseguenze economiche ingentissime e a lungo termine, mettendo in seria crisi il lavoro degli allevatori italiani; la diffusione della Psa e il grande rischio di espansione è legato prevalentemente al proliferare dei cinghiali, riconosciuti come principali vettori della malattia;

   dal monitoraggio effettuato dall'Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d'Aosta, tra Piemonte e Liguria sono già 35 i casi di Psa nelle carcasse dei cinghiali trovati morti (17 in Piemonte e 18 in Liguria);

   allevatori e trasformatori, che portano sul mercato eccellenze del made in Italy, sono allarmati; un problema di ordine sanitario rischia di provocare un danno irreparabile per il tessuto produttivo ed economico legato alla filiera suinicola, in particolare per la produzione di prosciutti Dop e Igp;

   è importante aver previsto la nomina di un Commissario straordinario per l'emergenza Psa, ma questo, oltre ad avere compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure, dovrebbe avere a disposizione anche risorse e mezzi affinché possa effettivamente eradicare la malattia, al fine di tutelare il patrimonio suinicolo nazionale, salvaguardare le esportazioni, il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera; il comparto suinicolo, oggi, a causa della Psa, dei costi dell'energia e delle materie prime, subisce un danno pari a 20 milioni di euro ogni settimana;

   le conseguenze, anche economiche, innescate dalla Psa sulla filiera suinicola e sulle attività economiche, come anche quelle ricettive, site nelle «zona infetta» e sottoposte a restrizioni, sono pesantissime; sarebbero opportuni adeguati indennizzi rivolti a tutte le attività economiche e professionali della filiera agricola e zootecnica, e anche turistica, che operano nella zona infetta;

   inoltre, è necessaria una riforma organica della legge n. 157 del 1992, per adeguarla alle esigenze attuali perché questa, abbinata alla carenza di personale per il controllo, non è più in grado di contrastare il fenomeno della proliferazione dei cinghiali –:

   quali azioni, per quanto di competenza, intenda adottare per sostenere la suinicoltura italiana, incrementando le misure economiche già previste a favore degli allevatori e adottando iniziative di sostegno ad hoc, magari cofinanziate dall'Unione europea, per compensare le imprese agricole dai danni diretti ed indiretti causati dalle inevitabili misure restrittive che verranno adottate per arginare la diffusione della Psa, nonché per garantire la massima trasparenza nella determinazione dei prezzi, al fine di garantire una stabilizzazione del mercato e scongiurare le eventuali e dannose speculazioni che si possano venire a creare.
(3-02761)


   INCERTI, AVOSSA, CAPPELLANI, CENNI, CRITELLI, FRAILIS, BERLINGHIERI, LORENZIN e FIANO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   l'aumento esponenziale dei costi delle materie prime si è trasferito sui bilanci della filiera agroalimentare. I prezzi dell'energia, in particolare il prezzo del gas naturale, stanno raggiungendo livelli mai visti e si registra un netto aumento dei prezzi anche per altri costi di produzione, come fertilizzanti, carburante, energia elettrica, sementi, macchinari e mangimi, riducendo i margini di profitto degli agricoltori oltre i livelli accettabili;

   i prezzi internazionali dei cereali sono cresciuti del 23,2 per cento rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, mentre i prezzi dei prodotti lattiero caseari salgono del 19 per cento, lo zucchero aumenta di oltre il 40 per cento e i grassi vegetali sono balzati addirittura del 51,4 per cento rispetto al 2021. La pandemia da Covid e l'incertezza sugli effetti dei cambiamenti climatici hanno rafforzato la corsa dei singoli Stati ai beni essenziali per garantire l'alimentazione della popolazione aprendo uno scenario di accaparramenti e speculazioni;

   il balzo dei costi delle materie prime e dei beni energetici si è trasferito sui bilanci delle imprese agricole strozzate da aumenti dei costi non compensati da prezzi di vendita adeguati. Aumenti che stanno penalizzando anche il settore zootecnico e, in particolare, il comparto lattiero caseario;

   i risultati raggiunti dal tavolo nazionale sulla filiera del latte sono stati azzerati dall'aumento del costo dei mangimi e dell'energia elettrica. Nell'ultimo anno i costi per produrre il latte sono aumentati di 8-10 centesimi al litro mentre l'accordo prevedeva un massimo di 4 centesimi –:

   quali iniziative intenda adottare per garantire la sostenibilità finanziaria delle aziende e delle stalle affinché i prezzi riconosciuti ad agricoltori e allevatori non scendano sotto i costi di produzione, in forte aumento per effetto dei rincari delle materie prime, anche di quelle alla base dell'alimentazione degli animali.
(3-02762)


   GADDA, FREGOLENT, UNGARO, MARCO DI MAIO, OCCHIONERO, DEL BARBA, VITIELLO e MORETTO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il nostro sistema agricolo e agroalimentare ha dimostrato resilienza durante la pandemia, ma gli effetti della crisi energetica rischiano di mettere in ginocchio interi comparti che stanno affrontando una gravissima crisi di liquidità;

   i rincari sul prezzo di metano ed energia elettrica, trasporti, fertilizzanti, mangimi e mezzi tecnici, insieme alla mancanza di materie prime, prodotti intermedi e imballaggi, hanno costretto molte imprese a sospendere l'attività di trasformazione con ricadute pesanti su occupazione, prezzi al consumo e perdita di competitività nel mercato nazionale ed estero;

   tra i comparti del settore primario maggiormente colpiti figurano le attività che richiedono il mantenimento del controllo delle temperature negli ambienti di produzione come il florovivaismo, l'orticoltura e l'allevamento;

   le filiere di trasformazione alimentare, che richiedono processi di essiccazione, disidratazione, pastorizzazione, mantenimento della catena del freddo e del caldo, sono costrette ad assorbire un costo dell'energia elettrica passato in media dai 40-45 euro megawatt/h ai 300 euro megawatt/h e del gas da 0,17 euro a 1,30 euro al metro cubo, entità che solo in minima parte possono essere trasferite nei prezzi al consumo;

   il rincaro dell'energia si abbatte anche sugli approvvigionamenti di imballaggi in termini di disponibilità e prezzi, con l'incremento del 61 per cento di legname, cartone (+31 per cento), banda stagnata (+60 per cento), plastica per agroalimentare (+72 per cento), vetro (+40 per cento), ai quali si aggiungono le impennate, dal 400 per cento al 1000 per cento, di container e noli marittimi;

   si riduce il potere di acquisto dei cittadini e si rende insostenibile la continuità della filiera agricola e agroalimentare già messa a dura prova dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalla lenta ripresa di alcuni mercati post pandemia;

   è fondamentale che le prime soluzioni individuate nel «decreto-legge sostegni ter», volte a sterilizzare gli oneri di sistema, vengano integrate tenendo conto delle specificità del comparto e di imprese per cui il costo energetico rappresentava pre-pandemia almeno il 20 per cento dei costi di produzione; rispetto al credito di imposta concesso alle imprese energivore è necessario evitare che la catalogazione in codici Ateco escluda alcune attività invece ricomprese nella descrizione del settore incentivato –:

   quali misure intenda adottare nell'immediato per fronteggiare la grave crisi in atto che si trasferisce su imprese e prezzi al consumo e quali siano le iniziative per garantire al nostro sistema agricolo e agroalimentare nuove politiche di filiera per consentire autonomia, sostenibilità e disponibilità delle forniture alimentari, anche utilizzando le risorse a disposizione del Pnrr e accompagnandole nel processo di transizione energetica.
(3-02763)


   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   destano allarme i rincari che, attraverso l'aumento dei costi delle materie prime, stanno interessando quasi tutti i settori produttivi e merceologici;

   tra questi, riveste un ruolo di primo piano il cosiddetto «caro grano», vale a dire l'aumento dei costi delle produzioni cerealicole, che si riversa nei rincari di generi alimentari di prima necessità quali pane e pasta ma anche biscotti per bambini e generi alimentari derivati;

   da una recente analisi di Coldiretti emerge che i costi delle semine per la produzione di grano destinato a pasta e pane sono praticamente raddoppiati per effetto dei rincari di oltre il cinquanta per cento per il gasolio necessario alle lavorazioni dei terreni e degli aumenti dei costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti che arrivano anche a triplicare; la sola semola di grano duro dal mese di ottobre 2021 è aumentata dell'84 per cento;

   i rincari di pasta e pane e degli altri beni alimentari interessati dal «caro grano» andranno a colpire ancora una volta le famiglie, che già stanno subendo gli effetti dei rincari energetici, ma anche i coltivatori e i produttori;

   questi ultimi, infatti, stanno segnalando l'insostenibilità di un sistema che prevede che siano loro ad anticipare i costi «per poi avere una remunerazione del grano sotto i costi di produzione che arriva anche dopo mesi dalla vendita»;

   il presidente nazionale pastai della Confederazione nazionale dell'artigianato e della piccola e media impresa, in una recente intervista ha spiegato che: «L'aumento delle farine si somma a tutta una serie di aumenti, da quello quasi generalizzato delle materie prime, che si è verificato alla ripresa dell'attività e che si è sommato all'aumento dei costi dell'energia, a quelli degli imballaggi e dei trasporti. Stiamo parlando di aumenti dell'ordine medio del 40-45 per cento», evidenziando anche che «il mercato non è maturo per assorbire un aumento dei prezzi che sarebbe congruo, pertanto gli imprenditori si trovano a fare da calmiere, ribaltando una parte dei costi sul cliente finale e rinunciando ad una parte dei ricavi che va a coprire la metà della percentuale vera degli aumenti» –:

   quali urgenti iniziative di competenza intenda assumere con riferimento alla problematica di cui in premessa, salvaguardando il potere d'acquisto delle famiglie e sostenendo il comparto della produzione di questi beni, dalla farina al prodotto finito, anche attraverso il contrasto a pratiche sleali come l'acquisto sotto i costi di produzione.
(3-02764)

SALUTE

Interrogazione a risposta scritta:


   CECCHETTI, ZOFFILI, BELOTTI, BIANCHI, BONIARDI, BORDONALI, CAPITANIO, CENTEMERO, COLLA, COMAROLI, ANDREA CRIPPA, DARA, DONINA, FERRARI, FORMENTINI, FRASSINI, GALLI, GOBBATO, GRIMOLDI, IEZZI, INVERNIZZI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MAGGIONI, MICHELI, PAROLO, RAVETTO, RIBOLLA, SNIDER, TARANTINO, TOCCALINI, RAFFAELE VOLPI e ZANELLA. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   già con precedenti atti di sindacato ispettivo (si veda, da ultimo, l'interrogazione a risposta immediata in Assemblea n. 3-02403), i deputati del Gruppo Lega-Salvini Premier hanno rimarcato il contributo fondamentale che i medici di medicina generale garantiscono quotidianamente nell'erogazione delle prestazioni assistenziali indispensabili per la tutela della salute dei cittadini, invocando un intervento risolutivo da parte del Ministro interrogato per il superamento della gravissima e ormai insostenibile carenza di tali professionisti;

   nell'ambito delle proprie competenze, le regioni, e in particolare regione Lombardia, hanno fatto il possibile per sopperire agli errori della programmazione nazionale che si sono accumulati negli ultimi anni, cercando di rimediare in tutti i modi alla profonda situazione di crisi conseguente;

   la regione Lombardia, nello specifico, ha disciplinato il tirocinio professionalizzante, per consentire innanzitutto ai medici in formazione di acquisire nuove competenze sul campo. Si è, poi, provveduto all'attivazione degli ambulatori sociosanitari territoriali, per l'erogazione di prestazioni anche a bassa e media intensità, e si sono dotati i medici di famiglia di strumenti innovativi, con l'istituzione di un fondo da 10 milioni di euro per l'acquisto di device tecnologici;

   nella stessa prospettiva, con una mozione approvata in data 6 luglio 2021, il consiglio regionale della Lombardia ha impegnato la giunta a farsi portavoce, a livello nazionale, delle seguenti richieste:

    (i) incrementare i finanziamenti per le borse di studio, riportandole almeno alla quota prevista per il triennio 2019/2022;

    (ii) anticipare, a parità di monte ore curriculare, la fine del corso di formazione specifica in medicina generale 2018/2021, così da avere a disposizione i tirocinanti come effettivi;

    (iii) rivedere l'accordo collettivo nazionale in funzione di una premialità per i medici di medicina generale che decidano di aumentare il massimale assistiti;

    (iv) aumentare significativamente (fino a 1.000) la quota di assistiti per i medici in formazione, con mantenimento della borsa di studio;

    (v) semplificare l'accesso agli ambiti carenti da parte dei medici già in possesso di specializzazione/soprannumerari che intendono intraprendere la carriera di medico di medicina generale;

    (vi) valutare una rimodulazione degli accessi alla facoltà di medicina tale da soddisfare le esigenze derivanti dalle attuali carenze;

   a sostegno di tale mozione si sono altresì espressi numerosi comuni lombardi, approvando la stessa anche a livello territoriale;

   al momento, i provvedimenti adottati a livello nazionale si sono limitati alla proroga delle misure emergenziali previste dal decreto-legge «cura Italia» e all'attivazione di un numero di borse aggiuntive finanziato con le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Si continua, dunque, a livello nazionale, a fronteggiare una carenza cronica e strutturale, che si ripercuote direttamente sull'erogazione dei livelli essenziali di assistenza, con provvedimenti estemporanei, disorganici e, comunque, insufficienti numericamente a colmare la differenza tra medici di base in entrata e in uscita;

   l'insufficienza degli strumenti messi in campo a livello nazionale è stata confermata anche dall'Osservatorio conti pubblici italiani, secondo cui «il numero di medici di base che andrà in pensione nei prossimi 7 anni eccede quello in entrata», con la conseguenza che, «pur considerando ulteriori 900 borse annuali per la formazione dei medici di medicina generale, dovremmo perdere tra i 9.200 e 12.400 medici di base dal 2022, al 2028» –:

   se e quali tempestive iniziative di competenza intenda adottare per arginare, in maniera organica e strutturale e di concerto con le regioni, la gravissima carenza di medici di medicina generale che si riscontra su tutto il territorio nazionale.
(4-11358)

SVILUPPO ECONOMICO

Interrogazione a risposta scritta:


   PIASTRA, TOMASI, MURELLI, CESTARI, BINELLI, MICHELI, ANDREUZZA e FIORINI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:

   da diversi mesi uno stato di agitazione caratterizza lo stabilimento VM di Cento, in provincia di Ferrara, a causa dei ritardi in merito al nuovo piano industriale del Gruppo Stellantis e delle indiscrezioni fin qui emerse da parte delle sigle sindacali;

   nonostante le forti sollecitazioni dei sindacati e delle istituzioni locali e regionali, il progetto industriale è stato ritardato fino ad annunciarne l'arrivo nel mese di marzo 2022. Nel frattempo, prima della pausa per le festività, ad un tavolo tecnico al quale erano presenti le segreterie territoriali dei sindacati e la direzione dello stabilimento VM di Cento, sono stati presentati i risultati di produzione del 2021, che hanno fatto registrare una crescita del 30 per cento rispetto al 2020; la situazione lascerebbe ipotizzare risultati analoghi anche per il 2022, nonostante le incertezze riguardanti il piano industriale stesso;

   secondo dati diffusi all'interno del confronto, pare evidente una tendenza di riduzione del personale nel corso degli ultimi anni. Fra incentivi alle uscite, dismissioni e trasferimenti verso altre realtà del gruppo, la forza lavoro impiegata nello stabilimento VM – che era fissata a 1.300 addetti nel 2015 – si è ridotta nel corso del 2021 da 930 dipendenti a 780;

   nel merito delle attività dello stabilimento, l'attenzione per l'attività di ricerca palesata per i motori industriali e marini non troverebbe un adeguato riscontro anche per il tema dell'automotive. Non sarebbero per ora stati forniti dal gruppo industriale gli intendimenti per il filone della motorizzazione oltre il 2023, anno entro il quale dovrebbe esaurirsi l'attuale produzione legata al motore V6;

   l'allarme per lo stabilimento è legato alla mancanza di un piano per il rilancio dell'automotive oltre il limite della produzione attuale, all'assenza di strategie di reindustrializzazione verso il definitivo lancio dell'elettrico e, in generale, all'assenza di un piano per l'impianto di Cento riguardante le nuove forme di mobilità sostenibile –:

   se e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di assicurare una continuità di produzione e sviluppo nel settore dell'automotive per lo stabilimento VM di Cento e per chiarire quali siano le strategie industriali legate alla mobilità sostenibile previste per lo stabilimento centese.
(4-11357)

UNIVERSITÀ E RICERCA

Interrogazioni a risposta immediata:


   CONTE. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la missione 4 del Piano nazionale di ripresa e resilienza è dedicata a istruzione e ricerca; la componente C2 – investimento 1.1 è destinata ai Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale (Prin);

   con il decreto ministeriale n. 1141 del 7 ottobre 2021 sono fissate le linee guida per le iniziative di sistema della Missione 4: Istruzione e ricerca;

   l'articolo 1, comma 870, della legge n. 296 del 2006, istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, il Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (First);

   l'articolo 238, comma 4, del decreto-legge n. 34 del 2020, ha disposto l'incremento del Fondo First per l'anno 2021 di 250 milioni e per l'anno 2022 di 300 milioni di euro, al fine di predisporre un nuovo programma Prin;

   con il decreto dirigenziale n. 104 del 2 febbraio 2022 del Ministero dell'università e della ricerca viene approvato il bando del Programma Prin 2022, con dotazione pari a 741.814.509,15 euro;

   al comma 9 dell'articolo 4 del sopra menzionato bando si indica che «le risorse finanziarie derivanti dall'articolo 238, comma 4, del decreto-legge n. 34 del 2020 del presente bando devono essere destinate, per almeno il 40 per cento, alle regioni del Mezzogiorno»;

   al successivo comma 10 si indica che «le somme di cui al comma precedente sono pari a euro 218.144.020,80»;

   tale cifra non corrisponde al 40 per cento dell'ammontare complessivo del bando ma appena al 29 per cento;

   secondo quanto riportato da Il Mattino, la quota del 40 per cento sarebbe riferita alla parte del bando finanziata con il Piano nazionale di ripresa e resilienza mentre non si sarebbe rispettato tale criterio per i fondi ordinari ministeriali (poco meno di 200 milioni di euro);

   la quota di fondi ordinari ministeriali non solo non rispetta la soglia del 40 per cento ma neppure la clausola, introdotta nella legge n. 18 del 2017, per la quale le amministrazioni centrali dello Stato debbono destinare al Sud il 34 per cento degli investimenti;

   sempre per Il Mattino, precedentemente al decreto n. 104, il Ministero aveva varato altre due versioni del bando, poi annullate: la prima (decreto n. 74 del 25 gennaio) senza la quota Sud; la seconda (decreto n. 99 del 31 gennaio) con due linee (principale e Sud) e un impegno per il Sud di 296,7 milioni, pari al 40 per cento –:

   per quale ragione nel bando Prin 2022, ammontante a 741 milioni di euro, non siano state destinate al Sud almeno il 40 per cento delle risorse – come da obiettivo strategico del Piano nazionale di ripresa e resilienza, ma solo il 29 per cento e, qualora sia confermata la correzione del bando, quali siano le modalità e i tempi della stessa.
(3-02759)


   FUSACCHIA. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   secondo i dati elaborati dal Ministero, l'anno accademico 2021/2022 vede un calo delle iscrizioni all'università di circa il 3 per cento, con 10.000 studenti immatricolati in meno rispetto all'anno accademico 2020/2021;

   l'emergenza pandemica ha reso ancora più complicato per dirigenti scolastici e docenti della scuola far svolgere a studentesse e studenti le ordinarie attività scolastiche ed extrascolastiche finalizzate all'orientamento universitario, rendendole ulteriormente insufficienti e «a macchia di leopardo» sul territorio nazionale;

   il disagio psicologico accentuato dalla pandemia e dal prolungato allontanamento dalla scuola – che richiederebbe l'inserimento di psicologi e servizi di counselling stabili in ogni scuola e ateneo – ha aggravato le difficoltà di studentesse e studenti nella scelta del proprio percorso universitario;

   la riforma delle classi di laurea, sostenuta anche grazie alle norme contenute nell'ultima legge di bilancio, e l'abolizione del divieto di iscrizione contemporanea a due corsi di laurea prevista dalla proposta di legge cosiddetta «Doppia laurea», che potrebbe presto diventare legge dello Stato, richiedono di ripensare l'orientamento universitario, valorizzando la multidisciplinarietà e l'acquisizione di competenze sempre più ibride;

   ad inizio anno la Ministra interrogata aveva esplicitamente menzionato la necessità di «un nuovo modello di orientamento, più attento al benessere psicologico degli studenti, che li accompagni durante la carriera scolastica, accademica e lavorativa»;

   il rafforzamento dell'orientamento universitario è strategico per il conseguimento degli obiettivi previsti dal Pnrr, nell'ambito sia della Missione 4 (Istruzione e ricerca) sia dell'accesso e della permanenza nel mercato del lavoro (Missione 5);

   le attività di orientamento non possono limitarsi a campagne di informazione ma devono sempre di più, in raccordo con il mondo della scuola, sviluppare una dimensione «esperienziale» –:

   quali iniziative di competenza la Ministra interrogata intenda adottare – e quindi che tipologia di attività e progetti intenda promuovere, anche nel quadro degli investimenti del Pnrr – al fine di rafforzare le politiche di orientamento universitarie, l'incentivo e il controllo della loro qualità, in modo da innalzare anche lo «status» dell'orientamento fino a conferirgli piena dignità rispetto agli altri servizi universitari.
(3-02760)

Interrogazioni a risposta scritta:


   MAGLIONE. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   in data 17 gennaio 2022 si è riunito il consiglio accademico del Conservatorio «Nicola Sala» di Benevento, al fine di procedere alla selezione della terna di candidati alla carica di presidente del Conservatorio da trasmettere al Ministero competente per la nomina; i candidati indicati sono: dottoressa Caterina Meglio, dottor Antonio Rossi, professor Antonio Verga;

   ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 2003, il presidente del conservatorio è nominato dal Ministro nell'ambito di una terna di soggetti – designata dal consiglio accademico – «in possesso di alta qualificazione professionale e manageriale, nonché di comprovata esperienza maturata nell'ambito di organi di gestione di istituzioni culturali ovvero avente riconosciuta competenza nell'ambito artistico e culturale»;

   con riguardo alla citata disposizione, lo stesso Ministero dell'università e della ricerca, nella nota prot. 5972 del 26 aprile 2021, avente a oggetto «Terna dei candidati proposta dal consiglio accademico ai sensi dell'articolo 5, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica n. 132 del 2003, ai fini della nomina del Presidente delle Istituzioni AFAM», ha richiamato l'orientamento della giurisprudenza amministrativa, secondo cui «ai fini della nomina il candidato deve essere in possesso dei seguenti requisiti: 1) “alta qualificazione professionale e manageriale”; 2) “comprovata esperienza maturata nell'ambito di organi di gestione di istituzioni culturali”; 3) “riconosciuta competenza nell'ambito artistico e culturale”»;

   in particolare, mentre il primo requisito presenta carattere indefettibile, il secondo e il terzo sono tra loro alternativi (ciò che è espresso dalla congiunzione «ovvero», contenuta nella previsione normativa); ne consegue che, ferma restando la «alta qualificazione professionale e manageriale», il candidato deve essere in possesso di «comprovata esperienza maturata nell'ambito di organi di gestione di istituzioni culturali», ovvero di «riconosciuta competenza nell'ambito artistico e culturale» (cfr. Consiglio di Stato, sez. VI, n. 7647 del 2 dicembre 2020; Tar Puglia – Lecce, n. 408 del 26 marzo 2020);

   preso atto:

    dal quadro normativo e giurisprudenziale di riferimento, si osserva che, nel caso di specie, come risulta dalla delibera del 17 gennaio 2022. Il consiglio accademico ha considerato, ai fini della scelta del dottor Rossi, i seguenti elementi: «il Dott. Antonio Rossi per quanto riguarda il requisito di “alta qualificazione professionale e manageriale” è in possesso della Laurea in economia e Management conseguita presso l'Università degli Studi del Sannio e del Dottorato di Ricerca in Economia – Indirizzo Direzione Aziendale presso l'Università degli Studi di Cassino (FR); per quanto riguarda il secondo requisito “comprovata esperienza maturata nell'ambito di organi di gestione di istituzioni culturali” il Dott. Rossi è componente del Collegio Sindacale della Ifinvest spa e Revisore Unico della Samte srl»;

    la Ifinvest spa è una società finanziaria che si occupa principalmente dell'erogazione di finanziamenti, mentre la Samte srl è una società interamente partecipata dalla Provincia di Benevento che si occupa della gestione dei rifiuti;

    sia l'incarico di revisore dei conti, che quello di componente del collegio sindacale, attengono a funzioni prettamente di controllo amministrativo/contabile e non sono di natura gestionale;

    il secondo requisito, così come esplicitato nella succitata delibera del consiglio accademico e stando agli scopi sociali delle società di cui sopra e ai ruoli in esse ricoperti, non sembrerebbe essere conforme alle disposizioni di legge in materia richiamate –:

  se sia a conoscenza della situazione descritta in premessa e quali iniziative di competenza intenda adottare, ove venga accertata la rispondenza della situazione di fatto a quanto rappresentato in premessa.
(4-11354)


   BELOTTI, TARANTINO, TOCCALINI, RACCHELLA, PATELLI e MARIANI. — Al Ministro dell'università e della ricerca. — Per sapere – premesso che:

   la legge di riforma delle cosiddette lauree abilitanti, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 19 novembre 2021 ed in vigore dal 4 dicembre 2021 costituisce una delle prime riforme che attuano il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) italiano;

   l'esigenza di tale provvedimento si spiega con la necessità di velocizzare l'ingresso nel mondo del lavoro per quelle figure che, già debitamente formate, hanno le conoscenze teoriche e le capacità pratiche per poter firmare un contratto di lavoro, subito dopo la laurea;

   d'altronde, ciò ben si spiega, se si tiene conto delle conseguenze della crisi sanitaria ed economica da Coronavirus che hanno imposto di ripensare il mercato del lavoro, anche cancellando alcuni step che portano via tempo prezioso come l'esame di Stato, da svolgersi dopo la laurea e al tirocinio post-laurea, che rappresenta uno «scoglio» che rende assai meno immediato il contatto con il mondo del lavoro collegato al proprio percorso di studi, pur dopo molti anni passati sui libri;

   la legge n. 163 del 2021 prevede l'approvazione di una serie di decreti attuativi del Ministero dell'università e della ricerca entro 3 mesi dalla pubblicazione, affinché la riforma possa produrre effetti in quanto si dovranno adeguare le classi di laurea magistrale e quelle professionalizzanti disciplinate dall'articolo 1 e 2 dell'articolato, ovvero i percorsi resi direttamente abilitanti dal testo. Il decreto dovrà definire anche le modalità di svolgimento e di valutazione del tirocinio pratico-valutativo, compresa la determinazione dei crediti formativi, nonché della prova pratica valutativa delle competenze acquisite con il tirocinio e la composizione della commissione giudicatrice, che vedrà la partecipazione anche degli ordini professionali. Sulla base di questo provvedimento, le università dovranno emanare un decreto rettorale con cui adeguare i regolamenti didattici di ateneo;

   dietro la pandemia esiste un'emergenza sommersa che travolge tanti: il Coronavirus ha avuto un impatto senza precedenti sulla nostra società, in tutte le sue dimensioni ed ambiti. In particolare, sono ormai evidenti le significative conseguenze psicologiche causate a chi ha vissuto in prima persona la sofferenza di questa malattia e a chi continua a sostenere una pressione fisica ed emotiva senza precedenti;

   l'emergenza sanitaria da COVID-19 ha messo in evidenza la necessità di attivare iniziative di sostegno psicologico rivolte al personale sanitario, ai familiari dei pazienti ricoverati ed ai cittadini, perché le malattie infettive sono una delle maggiori minacce per la salute dell'umanità, minacciando non solo la vita biologica, ma anche la salute psicologica delle persone infette, degli operatori sanitari e di chi si prende cura dei malati;

   le ricerche, inoltre, rilevano come quarantena e isolamento possano contribuire all'aumento di problemi psicologici e all'acutizzarsi di disturbi mentali, perché tali condizioni allontanano gradualmente le persone l'una dall'altra e in assenza di comunicazione interpersonale, è probabile che depressione e ansia si verifichino e peggiorino;

   per rispondere a questa emergenza è necessario avere a disposizione nel minor tempo possibile psicologi professionisti da impiegare nei molti progetti di tutela della salute mentale dei cittadini –:

   se il Ministro interrogato, in considerazione dell'elevato fabbisogno di psicologi determinato dall'emergenza sanitaria in atto, non ritenga necessario provvedere all'emanazione dei decreti attuativi de quo con la massima urgenza, ancor prima del termine per ottemperare stabilito dalla legge – marzo 2022 – adottando ogni iniziativa di competenza affinché gli atenei diano immediata operatività agli stessi.
(4-11355)

Ritiro di un documento di indirizzo.

  Il seguente documento è stato ritirato dal presentatore: Mozione Prestigiacomo n. 1-00542 del 9 novembre 2021.

Ritiro di documenti del sindacato ispettivo.

  I seguenti documenti sono stati ritirati dai presentatori:

   interrogazione a risposta scritta Gagliardi n. 4-09959 del 29 luglio 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Silli n. 5-07280 del 16 dicembre 2021;

   interrogazione a risposta in Commissione Fiano n. 5-07449 del 4 febbraio 2022;

   interrogazione a risposta scritta Ferro n. 4-11261 del 4 febbraio 2022.