Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 16 marzo 2022

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: PDL COST. N. 716 E PDL N. 875-B

Pdl cost. n. 716 – Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica

Discussione sulle linee generali: 9 ore e 15 minuti.

Relatore per la maggioranza 20 minuti
Relatore di minoranza 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 12 minuti
Gruppi 6 ore e 53 minuti
MoVimento 5 Stelle 48 minuti
Lega – Salvini premier 47 minuti
Partito Democratico 46 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 46 minuti
Fratelli d'Italia 46 minuti
Italia Viva 45 minuti
Coraggio Italia 45 minuti
Liberi e Uguali 45 minuti
Misto: 45 minuti
  Alternativa 13 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 6 minuti
  Centro Democratico 6 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 4 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 4 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 4 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 4 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti

Pdl 875-B – Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo

Tempo complessivo: 12 ore, di cui:

• discussione sulle linee generali: 7 ore;

• seguito dell'esame: 5 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore 20 minuti 20 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 15 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 8 minuti 39 minuti
(con il limite massimo di 6 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 2 minuti 3 ore e 16 minuti
MoVimento 5 Stelle 38 minuti 35 minuti
Lega – Salvini premier 37 minuti 31 minuti
Partito Democratico 35 minuti 26 minuti
Forza Italia – Berlusconi presidente 34 minuti 23 minuti
Fratelli d'Italia 32 minuti 17 minuti
Italia Viva 32 minuti 15 minuti
Coraggio Italia 31 minuti 14 minuti
Liberi e Uguali 31 minuti 13 minuti
Misto: 32 minuti 22 minuti
  Alternativa 9 minuti 7 minuti
  MAIE-PSI-Facciamo eco 4 minuti 3 minuti
  Centro Democratico 4 minuti 2 minuti
  Noi con l'Italia – USEI-Rinascimento ADC 3 minuti 2 minuti
  Azione – +Europa – Radicali Italiani 3 minuti 2 minuti
  Europa Verde – Verdi Europei 3 minuti 2 minuti
  Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea 3 minuti 2 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli
nella seduta del 16 marzo 2022.

  Amitrano, Ascani, Ascari, Baldelli, Barelli, Bergamini, Berlinghieri, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Costa, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Carlo, De Maria, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Fassino, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Forciniti, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mugnai, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Polidori, Rampelli, Ribolla, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Trancassini, Trano, Vignaroli, Vito, Leda Volpi, Raffaele Volpi, Zanettin, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta)

  Amitrano, Ascani, Ascari, Baldelli, Barelli, Bergamini, Berlinghieri, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Cancelleri, Carfagna, Casa, Castelli, Maurizio Cattoi, Vanessa Cattoi, Cavandoli, Cirielli, Colletti, Comaroli, Costa, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Carlo, De Maria, Del Barba, Delmastro Delle Vedove, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Fassino, Fitzgerald Nissoli, Gregorio Fontana, Ilaria Fontana, Forciniti, Franceschini, Frusone, Gallinella, Garavaglia, Gava, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgetti, Gobbato, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, Lapia, Liuni, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Lupi, Macina, Maggioni, Magi, Mandelli, Marattin, Marin, Melilli, Migliore, Molinari, Molteni, Morelli, Mugnai, Mulè, Mura, Nardi, Nesci, Orlando, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Polidori, Rampelli, Ribolla, Rizzo, Romaniello, Rosato, Rotta, Ruocco, Sasso, Scalfarotto, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Silli, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Stumpo, Suriano, Tabacci, Tasso, Tateo, Trancassini, Trano, Vignaroli, Vito, Leda Volpi, Raffaele Volpi, Zanettin, Zoffili.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge MELONI ed altri: «Modifica all'articolo 12 della legge 19 febbraio 2004, n. 40, in materia di perseguibilità del reato di surrogazione di maternità commesso all'estero da cittadino italiano» (306) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Albano.

  La proposta di legge costituzionale MELONI ed altri: «Modifiche alla parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica» (716) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Albano.

  La proposta di legge LOSS ed altri: «Norme per la valorizzazione della castanicoltura da legno, delle filiere derivate di prodotti non legnosi e delle attività culturali collegate alla presenza storica del castagno sul territorio» (3282) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Snider.

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 15 marzo 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 2, secondo periodo, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, un documento concernente la posizione del Governo nell'ambito della procedura di consultazione pubblica avviata dalla Commissione europea sulla revisione del regolamento (UE) 2019/1242 che definisce i livelli di prestazione in materia di emissioni di CO2 dei veicoli pesanti nuovi.

  Questo documento è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente), alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 15 marzo 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) 2021/954 su un quadro per il rilascio, la verifica e l'accettazione di certificati interoperabili di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19 (certificato COVID digitale dell'UE) per i cittadini di paesi terzi regolarmente soggiornanti o residenti nel territorio degli Stati membri durante la pandemia di COVID-19 (COM(2022) 55 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.

  Questa relazione è trasmessa alla XII Commissione (Affari sociali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Annunzio di progetti di atti
dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 15 marzo 2022, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

  Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sulle attività della Fondazione IFRS, dell'EFRAG e del PIOB nel 2020 (COM(2022) 104 final), che è assegnata in sede primaria alla VI Commissione (Finanze);

  Proposte di decisione del Consiglio relative rispettivamente alla conclusione nonché alla firma, a nome dell'Unione, e all'applicazione provvisoria dell'accordo tra l'Unione europea e la Repubblica di Moldova relativo alle attività operative svolte dall'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera nella Repubblica di Moldova (COM(2022) 124 final e COM(2022) 125 final), corredate dai rispettivi allegati (COM(2022) 124 final – Annex, COM(2022) 125 final – Annex 1 e COM(2022) 125 final – Annex 2), che sono assegnate in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  La Commissione europea, in data 15 marzo 2022, ha trasmesso un nuovo testo della proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia e che modifica il regolamento (UE) 2019/942 (COM(2021) 805 final/2), che sostituisce il documento COM(2021) 805 final, già assegnato, in data 22 febbraio 2022, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), nonché, in data 1° marzo 2022, alla medesima XIV Commissione ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.

Richiesta di parere
parlamentare su atti del Governo.

  Il Presidente del Consiglio dei ministri, con lettera in data 14 marzo 2022, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 4, comma 1, del decreto-legge 18 aprile 2019, n. 32, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 giugno 2019, n. 55, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante l'individuazione di nuovi interventi infrastrutturali da realizzare ai sensi del citato articolo 4 e dei commissari straordinari individuati per ciascuna opera (373).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e IX (Trasporti), che dovranno esprimere il prescritto parere entro il 5 aprile 2022. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 26 marzo 2022.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell'Allegato B al resoconto della seduta odierna.

DISEGNO DI LEGGE: CONVERSIONE IN LEGGE DEL DECRETO-LEGGE 25 FEBBRAIO 2022, N. 14, RECANTE DISPOSIZIONI URGENTI SULLA CRISI IN UCRAINA (A.C. 3491-A)

PROPOSTE EMENDATIVE

ART. 5-ter.
(Misure a favore di imprese che esportano o hanno filiali o partecipate in Ucraina, Federazione russa o Bielorussia)

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Esenzione dal pagamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica per le imprese)

  1. Le imprese con sede legale in Italia sono esentate dal versamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica maturate a partire dall'entrata in vigore del presente decreto.
  2. Le misure di cui al comma precedente si applicano fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, deliberata dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0110. Delmastro Delle Vedove.

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Esenzione dal pagamento dell'IVA sulla parte di prezzo in eccesso delle bollette di fornitura energetica per le imprese)

  1. Le imprese con sede legale in Italia sono esentate dal versamento dell'IVA dovuta sulla parte di prezzo in eccesso rispetto al prezzo praticato al 31.12.2021 al costo della fornitura energetica a partire dall'entrata in vigore del presente decreto.
  2. Le misure di cui al comma precedente si applicano fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, deliberata dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0104. Delmastro Delle Vedove.

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Esenzione dal pagamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica per le imprese a forte consumo energetico)

  1. Le imprese che nell'annualità di riferimento abbiano utilizzato per lo svolgimento della propria attività almeno 2,4 gigawattora di energia e che versano nella condizione per cui il rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell'energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività e il valore del fatturato non sia risultato inferiore al 3 per cento, con sede legale in Italia, sono esentate dal versamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica maturate a partire dall'entrata in vigore del presente decreto.
  2. Le misure di cui al comma precedente si applicano fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, deliberata dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0103. Delmastro Delle Vedove, Bond, Ruggieri.

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Esenzione dal pagamento dell'IVA sulla parte di prezzo in eccesso delle bollette di fornitura energetica per le imprese a forte consumo energetico)

  1. Le imprese che, nell'annualità di riferimento abbiano utilizzato, per lo svolgimento della propria attività, almeno 2,4 gigawattora di energia e che versano nella condizione per cui il rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell'energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività e il valore del fatturato non sia risultato inferiore al 3 per cento, con sede legale in Italia sono esentate dal versamento dell'IVA dovuta sulla parte di prezzo in eccesso rispetto al prezzo praticato al 31.12.2021 al costo della fornitura energetica a partire dall'entrata in vigore del presente decreto.
  2. Le misure di cui al comma precedente si applicano fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, deliberata dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0106. Delmastro Delle Vedove.

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Esenzione dal pagamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica per le famiglie)

  1. Le famiglie residenti in Italia sono esentate dal versamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica maturate a partire dall'entrata in vigore del presente decreto.
  2. Le misure di cui al comma precedente si applicano fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, deliberata dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0111. Delmastro Delle Vedove, Biancofiore.

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Esenzione dal pagamento dell'IVA sulla parte di prezzo in eccesso delle bollette di fornitura energetica per le famiglie)

  1. Le famiglie residenti in Italia sono esentate dal versamento dell'IVA dovuta sulla parte di prezzo in eccesso rispetto al prezzo praticato al 31.12.2021 al costo della fornitura energetica a partire dall'entrata in vigore del presente decreto.
  2. Le misure di cui al comma precedente si applicano fino alla cessazione della dichiarazione dello stato di emergenza in relazione all'esigenza di assicurare soccorso ed assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto, deliberata dal Consiglio dei Ministri il 28 febbraio 2022. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0105. Delmastro Delle Vedove, Ruggieri, Biancofiore, Caiata, D'Ettore.

  Dopo l'articolo 5-ter aggiungere il seguente:

Art. 5-ter.1.
(Misure a sostegno del settore fotovoltaico)

  1. Al fine di mitigare gli effetti avversi dei rincari dei prodotti energetici, nonché al fine di raggiungere l'autonomia energetica, è prevista l'erogazione di un credito d'imposta per l'installazione di pannelli fotovoltaici pari al 60 per cento del costo totale d'installazione da utilizzare in 5 quote annuali. L'erogazione di tale contributo non è soggetta a limitazioni dovute alla situazione patrimoniale del richiedente, ai metri quadri dell'impianto, alla classe catastale dell'immobile di riferimento.
  2. I privati possono stipulare contratti di associazione tra privati al fine di installare pannelli fotovoltaici, dislocati su tutto il territorio nazionale, per la produzione di energia elettrica da cedere al gestore elettrico nazionale. La cessione dell'energia prodotta costituisce titolo per ottenere l'acquisto di energia per fini privati a un prezzo calmierato pari al 20 per cento del valore di mercato. È prevista altresì per i privati la possibilità di usare l'energia prodotta su un'immobile di proprietà presso altre unità immobiliari dello stesso proprietario.
  3. Il Governo è autorizzato ad adottare uno o più atti normativi per dare attuazione delle disposizioni contenute nel presente articolo. Ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo per il reddito di cittadinanza di cui all'articolo 12, comma 1, del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26.
5-ter.0107. Delmastro Delle Vedove, Biancofiore.

ART. 5-quater.
(Accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina)

  Al comma 1, sostituire la parola: 54.162.000 con la seguente: 204.162.000.

  Conseguentemente, al comma 9:

   sostituire la parola: 91.864.260 con la seguente: 241.864.260;

   alla lettera b), sostituire la parola: 37.702.260 con la seguente: 187.702.260.
5-quater.103. Bellucci.

  Al comma 3, dopo il primo periodo aggiungere il seguente: Ai fini dell'attuazione del presente comma è destinata quota parte del Fondo nazionale per le politiche e i servizi per l'asilo, di cui all'articolo 1-septies del predetto decreto-legge n. 416 del 1989, nella misura di euro 37.702.260 per l'anno 2022 e di euro 44.971.650 per ciascuno degli anni 2023 e 2024.

  Conseguentemente, sostituire il comma 9 con il seguente:

  9. Agli oneri derivanti dal comma 1, pari ad euro 54.162.000 per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo per gli interventi strutturali di politica economica, di cui all'articolo 10, comma 5, del decreto-legge 29 novembre 2004, n. 282, convertito con modificazioni, dalla legge 27 dicembre 2004, n. 307.
5-quater.300. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento)

(Approvato)

  Dopo il comma 3 aggiungere i seguenti:

  3-bis. Al fine di favorire la permanenza e l'integrazione dei cittadini ucraini rifugiati in Italia a seguito del conflitto Russo-Ucraino, nello stato di previsione del Ministero dell'interno è istituito un fondo, con dotazione per l'anno 2022 di euro 20 milioni, per l'organizzazione di corsi di lingua italiana. Con decreto del Ministero dell'Interno da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente provvedimento, sono stabilite le modalità applicative delle disposizioni di cui al presente comma.
  3-ter. Ai maggiori oneri derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma precedente, valutati in euro 20 milioni per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione delle risorse del fondo di cui all'articolo 4 della legge 21 luglio 2016, n. 145.
5-quater.100. Ungaro, Migliore.

  Dopo il comma 9 aggiungere i seguenti:

  9-bis. Al fine di favorire la permanenza e l'integrazione dei cittadini ucraini rifugiati in Italia a seguito del conflitto russo-ucraino, viene erogato un contributo mensile di 300 euro fino al 31 dicembre 2022 a ogni cittadino ucraino che sia giunto in Italia a partire dal 24 febbraio 2022 e precedentemente residente in Ucraina. A tal fine, nello stato di previsione del Ministero dell'interno è istituito un fondo, con dotazione per l'anno 2022 di euro 70 milioni. Con decreto del Ministro dell'Interno da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità applicative delle disposizioni di cui al presente comma.
  9-ter. Ai maggiori oneri derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma precedente, valutati in euro 70 milioni per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione delle risorse del fondo di cui all'articolo 4 della legge 21 luglio 2016, n. 145.
5-quater.101. Ungaro, Migliore.

  Dopo il comma 9 aggiungere il seguente:

  9-bis. Al fine di favorire l'accoglienza dei cittadini ucraini rifugiati in Italia a seguito del conflitto russo-ucraino, le proprietà immobiliari rientranti nelle categorie catastali A/1, A/7, A/8, A/9 e A/11 e i beni mobili di lusso, quali, a mero titolo di esempio, le imbarcazioni da diporto, gli aeromobili e le autovetture, confiscati a cittadini russi in ottemperanza alle sanzioni adottate a livello europeo sono messe a disposizione dei rifugiati di cittadinanza ucraina. Con decreto del Ministro dell'Interno da emanarsi entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità applicative delle disposizioni di cui al presente comma.
5-quater.102. Ungaro, Migliore.

ART. 5-quinquies.
(Misure a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina che svolgono attività di studio o ricerca presso le università, le istituzioni di alta formazione artistica, musicale e coreutica e gli enti di ricerca)

  Dopo il comma 1, aggiungere il seguente:

  1-bis. Per i giovani di nazionalità ucraina in età scolare è garantito l'accesso, senza limitazioni, ai servizi scolastici italiani unitamente alle iniziative di doposcuola, sportive e ludiche, al fine di favorire il superamento dei traumi psicologici e dei disagi legati agli eventi bellici attualmente in corso.
5-quinquies.100. Delmastro Delle Vedove.

ART. 6.
(Disposizioni finanziarie)

  Dopo il comma 2, aggiungere il seguente:

  2-bis. Per l'integrale copertura delle risorse erogate per l'assistenza finanziaria a dono, nella forma di sostegno al bilancio generale dello Stato ucraino, è autorizzata la spesa di 110 milioni di euro per il 2022 da assegnare all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo. Ai maggiori oneri derivanti dall'attuazione della presente disposizione, pari ad euro 110 milioni per il 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all'articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190.
6.100. Bellucci.

  Dopo l'articolo 6 aggiungere il seguente:

Art. 6-bis.
(Esenzione IMU per le seconde case adibite all'accoglienza)

  1. Al fine di favorire l'accoglienza dei cittadini ucraini, non è dovuto, per l'anno 2022, il pagamento dell'imposta municipale propria (IMU) di cui all'articolo 1, commi da 738 a 783 della legge 27 dicembre 2019, n. 160, da parte dei proprietari di immobili ad uso abitativo liberi che li concedano in uso gratuito a profughi provenienti dall'Ucraina.
  2. Alle minori entrate derivanti dall'applicazione delle disposizioni di cui al comma precedente, valutate in 5 milioni di euro per l'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione delle risorse del fondo di cui all'articolo 4 della legge 21 luglio 2016, n. 145.
6.0100. Ungaro, Migliore.

A.C. 3491-A – Ordini del giorno

ORDINI DEL GIORNO

   La Camera,

   premesso che:

    è in fase di conversione il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante «Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina» (AC 3491) che prevede l'attivazione di una serie di misure finalizzate a rafforzare la difesa militare per garantire il necessario livello di deterrenza a fronte della crisi in atto, nonché a potenziare la funzionalità e la sicurezza della rete diplomatica consolidando gli interessi italiani e dei nostri concittadini all'estero che, nel particolare attuale contesto internazionale, vedono accresciuti in maniera sensibile i rischi già esistenti;

    come evidenziato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell'informativa resa al Parlamento lo scorso 25 febbraio, le operazioni militari russe sono state precedute da attacchi cibernetici che hanno colpito infrastrutture critiche e centri di potere ucraino, a testimonianza della varietà di azioni portate avanti anche ricorrendo al dominio cibernetico;

    appare dunque necessario assicurare all'Italia elevati livelli di cyber security, anche in ragione dell'allerta diramata nei giorni scorsi dai diversi soggetti pubblici e privati del settore circa la possibilità che anche il nostro Paese diventi bersaglio di attacchi cibernetici, proseguendo nel solco già tracciato dal decreto-legge che ha istituito l'Agenzia per la Cyber sicurezza Nazionale (ACN);

   considerato che:

    la stessa Agenzia ha recentemente raccomandato di esercitare la massima attenzione con riferimento al rischio di attacchi informatici, di intensificare le attività di monitoraggio e difesa in relazione a possibili attività di cosiddetta malware e di adottare tutte le misure di mitigazione dei rischi che si rendano necessarie;

    nel Rapporto Clusit 2022 – Associazione Italiana per la Sicurezza informatica – in cui vengono raccolti i dati relativi agli incidenti informatici su scala globale degli ultimi 12 mesi, si evidenzia il valore più elevato mai registrato di cyber attacchi gravi, destinato a subire un ulteriore incremento nell'anno corrente;

    l'elevata complessità tecnica delle operazioni nella dimensione cyber, unita al più recente incremento del rischio in ragione della situazione di crisi in Ucraina, necessita di una maggiore collaborazione pubblico-privata al fine di rafforzare la resilienza cibernetica delle nostre infrastrutture, così da proteggere il sistema economico produttivo italiano e preparare efficacemente anche le imprese alle future minacce,

impegna il Governo

ad estendere, nel primo provvedimento utile, il ricorso agli strumenti già esistenti per la formazione in cyber security destinando ad essi specifiche risorse, prevedendo altresì misure per il rafforzamento delle competenze del personale delle imprese operanti nei settori strategici e della PA, anche tramite nuovi incentivi economici e interventi di semplificazione delle procedure di erogazione degli stessi, al fine di fornire gli strumenti necessari a garantire all'Italia un adeguato livello di resilienza cibernetica.
9/3491-A/1. Marco Di Maio.


   La Camera,

   premesso che:

    è in fase di conversione il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante «Disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina» (AC 3491) che prevede l'attivazione di una serie di misure finalizzate a rafforzare la difesa militare per garantire il necessario livello di deterrenza a fronte della crisi in atto, nonché a potenziare la funzionalità e la sicurezza della rete diplomatica consolidando gli interessi italiani e dei nostri concittadini all'estero che, nel particolare attuale contesto internazionale, vedono accresciuti in maniera sensibile i rischi già esistenti;

    come evidenziato dal Presidente del Consiglio, Mario Draghi, nel corso dell'informativa resa al Parlamento lo scorso 25 febbraio, le operazioni militari russe sono state precedute da attacchi cibernetici che hanno colpito infrastrutture critiche e centri di potere ucraino, a testimonianza della varietà di azioni portate avanti anche ricorrendo al dominio cibernetico;

    appare dunque necessario assicurare all'Italia elevati livelli di cyber security, anche in ragione dell'allerta diramata nei giorni scorsi dai diversi soggetti pubblici e privati del settore circa la possibilità che anche il nostro Paese diventi bersaglio di attacchi cibernetici, proseguendo nel solco già tracciato dal decreto-legge che ha istituito l'Agenzia per la Cyber sicurezza Nazionale (ACN);

   considerato che:

    la stessa Agenzia ha recentemente raccomandato di esercitare la massima attenzione con riferimento al rischio di attacchi informatici, di intensificare le attività di monitoraggio e difesa in relazione a possibili attività di cosiddetta malware e di adottare tutte le misure di mitigazione dei rischi che si rendano necessarie;

    nel Rapporto Clusit 2022 – Associazione Italiana per la Sicurezza informatica – in cui vengono raccolti i dati relativi agli incidenti informatici su scala globale degli ultimi 12 mesi, si evidenzia il valore più elevato mai registrato di cyber attacchi gravi, destinato a subire un ulteriore incremento nell'anno corrente;

    l'elevata complessità tecnica delle operazioni nella dimensione cyber, unita al più recente incremento del rischio in ragione della situazione di crisi in Ucraina, necessita di una maggiore collaborazione pubblico-privata al fine di rafforzare la resilienza cibernetica delle nostre infrastrutture, così da proteggere il sistema economico produttivo italiano e preparare efficacemente anche le imprese alle future minacce,

impegna il Governo

a prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, appositi stanziamenti per le attività di formazione in cyber security, anche attraverso l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, del personale delle imprese operanti nei settori strategici e della pubblica amministrazione, assicurando ogni possibile semplificazione delle procedure di erogazione degli stessi.
9/3491-A/1. (Testo modificato nel corso della seduta)Marco Di Maio.


   La Camera,

   premesso che:

    solo nell'ultima settimana, più di un milione di rifugiati sono stati costretti a fuggire dall'Ucraina in cerca di sicurezza e protezione e centinaia di migliaia di loro sono bambini, molti non sono accompagnati o sono stati separati dai loro genitori o familiari;

    Save the Children calcola che siano ancora 6,5 milioni i minorenni ancora bloccati nelle città dell'Ucraina e pronti ad arrivare in Europa;

    i bambini privi di cure parentali sono ad alto rischio di violenza, abuso e sfruttamento e il rischio aumenta con lo spostamento attraverso le frontiere dal momento che il rischio di tratta di esseri umani aumenta nelle emergenze;

    l'UNICEF e l'UNHCR hanno esortato tutti i paesi vicini e coinvolti a garantire l'immediata identificazione e registrazione dei bambini non accompagnati e separati che fuggono dall'Ucraina, dopo avergli permesso di accedere al loro territorio;

    l'obiettivo è offrire spazi sicuri per i bambini subito dopo l'attraversamento delle frontiere, e la rapida connessione ai sistemi nazionali di protezione dell'infanzia pertanto è necessario poter espandere rapidamente la capacità di accordi di assistenza di emergenza con assistenti selezionati, così come altri servizi critici per la protezione dei bambini, anche contro la violenza di genere, ed i meccanismi di rintraccio e riunificazione delle famiglie;

    per i bambini e gli adolescenti in fuga senza le loro famiglie, l'affidamento temporaneo o altre forme di assistenza comunitaria attraverso un sistema governativo offrono una protezione fondamentale;

    quasi 100.000 bambini, la metà dei quali con disabilità, vivono in istituti e collegi in Ucraina che cercano di trasferirli al sicuro nei paesi vicini o oltre questi;

    i ministri della Famiglia e degli Esteri, in una nota stampa nei giorni scorsi, hanno dichiarato che «nella cornice dei rapporti già in essere in materia di adozioni internazionali tra l'Italia e l'Ucraina, siamo impegnati in queste ore nell'attivazione di corridoi speciali per i minori orfani, perché al più presto ed in sicurezza possano raggiungere il nostro Paese»;

    in questo momento, avanzare richieste per ottenere l'affido temporaneo dei minori ucraini non accompagnati è un atto di solidarietà e amore di grande rilievo dal momento che si offrirebbe loro la possibilità di essere accolti in un luogo sicuro, di ricevere cure assistenza e cibo e di riprendere la socialità frequentando la scuola;

    giova specificare che l'adozione non dovrebbe avvenire nel corso o subito dopo il verificarsi di emergenze in quanto, nel superiore interesse del minore, laddove possibile, dovrebbe essere fatto comunque ogni sforzo per riunire i bambini con le loro famiglie;

    e altresì vero che l'Ucraina è un paese devastato dai bombardamenti e purtroppo ci vorranno anni, anche dopo la fine del conflitto che auspichiamo essere vicina, per ricostruire il Paese, riavviare l'economia e permettere una vita regolare alla popolazione nonché il rientro dei profughi;

    in questi anni i bambini accolti nel nostro paese avranno avuto la possibilità di ricostruire la propria socialità e creare rapporti profondi di amore e affezione con le famiglie ospitanti che sarebbe un delitto disperdere nel caso in cui al termine delle ostilità i minori non siano destinati a ricongiungersi con i propri genitori bensì a finire in orfanotrofio;

    ancora diverso è il caso dei bambini già orfani che, in questa drammatica circostanza, vengono dati in affido temporaneo perché è opportuno offrire loro, da subito, una possibilità di salvezza definitiva in modo che l'incubo dell'abbandono, delle privazioni socio affettive e della guerra possa diventare pian piano solo un

    lontano ricordo e possano avviare immediatamente un percorso di vera rinascita con le famiglie che li hanno accolti,

impegna il Governo

a prevedere, in accordo con le Autorità ucraine, norme speciali per semplificare le procedure di adozione, dei bambini orfani in affido temporaneo presso famiglie italiane.
9/3491-A/2. Belotti, Cavandoli, Ferrari, Zanella, Murelli, Tarantino.


   La Camera,

   premesso che;

    la drammatica azione bellica esplosa da pochi giorni in Ucraina sta comportando ingenti perdite di vite fra i militari ma soprattutto fra i civili che non sono riusciti a mettersi in salvo. Non da ultimo ha già fortemente colpito anche il patrimonio artistico del Paese;

    il patrimonio culturale, in tutte le sue forme, rappresenta l'identità e la memoria storica dei popoli, esprime valori che vengono universalmente riconosciuti, rappresentando originale testimonianza delle civiltà passate e fungendo da collante tra le generazioni;

    esso rappresenta uno strumento di conoscenza, dialogo e comprensione reciproca tra culture differenti poiché solo attraverso un percorso di conoscenza e preservazione delle diversità culturali si può auspicare uno sviluppo economico e sociale nel pieno e reciproco rispetto tra i popoli;

    la comunità internazionale, all'indomani delle distruzioni e delle razzie di beni culturali verificatesi durante i conflitti mondiali, ha affermato la necessità assoluta di difenderle questo patrimonio da qualsiasi forma di aggressione, introducendo ogni forza necessaria;

    la Convenzione di Ginevra del 1949 e quella dell'Aja del 1954, ratificata dall'Italia nel 1958, per la protezione di beni culturali in caso di conflitto armato, introducono, fra le altre misure, un regime di «protezione speciale» per un numero limitato di rifugi destinati a proteggere beni culturali mobili in caso di conflitto armato, centri monumentali ed altri beni culturali in modo che i beni sotto protezione, specificamente contrassegnati, siano considerati immuni da ogni atto di ostilità e uso per fini militari;

    la distruzione volontaria e sistematica dei siti archeologici, dei musei e dei monumenti legati a tradizioni religiose e di culto, cui abbiamo continuato ad assistere negli ultimi anni, conferma che gli aggressori vogliano intenzionalmente cancellare i simboli dell'identità nazionale e distruggere le radici storiche di alcune popolazioni e affermare agevolmente la propria supremazia;

    tra il 27 e 28 febbraio, a Ivankov, nei pressi di Kiev, è stato bombardato il museo di Maria Pryimachenko, artista famosa in tutto il mondo e ammirata da Picasso. Distrutto anche il memoriale dell'Olocausto di Babyn Yar e danneggiata dagli occupanti l'Accademia statale di arte decorativa e design di Kiev;

    a Kharkiv, seconda città dell'Ucraina dopo la capitale Kiev, i bombardamenti russi hanno distrutto l'Università e colpito, tra le altre cose, la simbolica piazza delle Libertà, da cui si accedeva al museo di arte contemporanea, il Yermilov Centre, uno dei più importanti della regione;

    restano in pericolo le collezioni e gli oggetti esposti al Mystetskyi Arsenal National Art and Culture Museum Complex di Kiev, fra cui opere di Kazimir Malevich, Vasyl Vermylov, Alexander Bogomazov e Anatol Petrytsky e Viktor Zaretsky, solo per citarne alcuni;

    a rischio sono anche i siti patrimonio mondiale dell'Unesco: Antica città di Chersoneso Taurica con la Chora (2013); Kiev: Cattedrale di Santa Sofia ed edificio monastico; Kiev-Pečerska Lavra (1990); Leopoli – il Complesso del Centro Storico (1998); Residenza dei metropoliti bucovini e dalmati (2011); Arco Geodetico di Struve (2005); Tserkvas in legno della regione dei Carpazi in Polonia e Ucraina (2013); Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d'Europa (2007,2011, 2017, 2021) e Siti iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità (Convenzione 2003): pittura a fiori del villaggio di Petrykivka come espressione dell'arte popolare ucraina folcloristica. (2013); Tradizione delle ceramiche dipinte di Kosiv (2019); Ornek, una decorazione ornamentale tipica dei Tartari della Crimea (2021); Sito iscritto nella Lista di Salvaguardia Urgente del Patrimonio Culturale Immateriale (Convenzione 2003); i canti dei cosacchi della regione del Dnipr (2016);

    in particolare, si teme per le sorti delle opere di artisti italiani custoditi in Ucraina: il Bohdan and Varvara Khanenko National Museum of Arts di Kiev custodisce la raccolta d'arte italiana antica più ricca del Paese e ospita «La Pace», scultura di Antonio Canova realizzata su commissione per il principe Nicoli Rumianzev che voleva così celebrare le capacità diplomatiche della sua famiglia e ribadire la necessità di porre fine ai conflitti inferti da Napoleone Bonaparte, negli anni in cui si stava preparando la Campagna o Russia. La Cattura di Cristo di Michelangelo Merisi da Caravaggio, tela sopravvissuta a viaggi, rivoluzioni e guerre, abita il museo di Odessa, insieme al bronzo a grandezza naturale del «Mercurio a riposo» firmato sulla base in marmo grigio da Chiurazzi-Napies e quello del Gladiatore borghese. Si trovano anche i gessi del «San Giorgio» di Donatello d'Orsanmichele di Firenze e della «Venere di Milo». Molte anche le tele italiane barocche, per lo più venete, come il «Capriccio» di Bernardo Bellotto, e altre opere di grandi maestri: Rubens, Gerard David, Guercino;

    l'UNESCO ha dichiarato di essere in contatto permanente con tutte le istituzioni pertinenti per valutare la situazione e rafforzare la protezione dei beni culturali. Sono stati inoltre stabiliti contatti con la società civile, i professionisti e gli esperti di patrimonio vivente in merito all'impatto della crisi sulla situazione degli artisti e delle istituzioni culturali;

    l'organizzazione è in contatto con le autorità ucraine per contrassegnare siti e monumenti culturali con l'emblema distintivo «Blue Shield» (Scudo Blu) della Convenzione dell'Aja del 1954 per evitare danni intenzionali o accidentali. I siti iscritti nella lista dei patrimonio mondiale, come i complessi monumentali della Cattedrale di Santa Sofia e il Monastero delle Grotte di Kiev («Kiev: Cattedrale di Santa Sofia ed edificio monastico; Kiev-Pečers'ka Lavra») sono considerati una priorità. Il processo di marcatura del sito è iniziato questo fine settimana presso il sito di «Leopoli – Complesso del Centro Storico»;

    l'UNESCO e l'UNITAR (Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca) analizzano anche le immagini satellitari al fine di monitorare lo stato dei siti prioritari che sono in pericolo e di valutare i danni dei siti già colpiti;

    l'UNESCO sta incontrando i professionisti della cultura ucraini – manager dei siti Patrimonio dell'Umanità, direttori di musei e professionisti responsabili del patrimonio – al fine di identificare bisogni urgenti e mobiliterà i partner internazionali: ÜNITAR, il Centro internazionale per lo studio della conservazione e del restauro dei beni culturali (ICCROM), Blue Shield International, il Consiglio internazionale dei musei (ICOM), l'International Council on Monuments and Sites (ICOMOS) e ALIPH;

    l'ICOMOS esprime le proprie preoccupazioni sottolineando le violazioni sistematiche da parte della Federazione Russa delle convenzioni internazionali sulla protezione del patrimonio culturale, in particolare nella penisola di Crimea;

    l'Italia ha attivato immediatamente importanti azioni di solidarietà nei confronti dei profughi e il Ministero della cultura sente il bisogno di dare un segnale concreto per il sostegno dei giovani ucraini, la protezione del loro patrimonio culturale e il recupero dello stesso una volta finita l'aggressione armata. Tali attività, rivolte alla preservazione delle testimonianze della storia e del patrimonio culturale, sono ritenute essenziali per l'integrità dell'identità ucraina;

    il nostro Paese, del resto, ha dimostrato massima attenzione alla tutela del patrimonio artistico proprio di recente, adottando una riforma che ne ridefinisce l'assetto nell'ottica di un tendenziale inasprimento del trattamento sanzionatorio, così come previsto dalla Convenzione di Nicosia, elevando ad autonome fattispecie speciali i delitti di distruzione, danneggiamento nonché di deturpamento o imbrattamento di beni culturali 0 paesaggistici;

    l'Italia è Presidente di turno del Consiglio d'Europa e la prossima riunione del 1° aprile, presieduta dal Ministro Dario Franceschini con tutti I Ministri della cultura, potrà essere occasione per convergere su iniziati comuni di sostegno alla cultura e agli artisti ucraini,

impegna il Governo:

   a farsi promotore, in accordo con le autorità locali, di un partenariato internazionale finalizzato ad assicurare un «corridoio verde» per portare in salvo, oltre i confini ucraini, il patrimonio culturale mobile custodito ne Paese;

   ad attivare i massimi controlli, anche d'intesa con le forze dell'ordine degli altri paesi europei, al fine di prevenire e reprimere un eventuale mercato nero internazionale di opere trafugate dai musei ucraini;

   a promuovere un coordinamento tra i Ministri della cultura dei vari paesi affinché chiedano al governo russo il rispetto della Convenzione dell'Aia del 1954 sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e dei suoi due protocolli addizionali del 1954 e del 1999;

   a sostenere l'Unesco nelle azioni di salvaguardia del patrimonio storico-artistico ucraino e di formazione delle giovani generazioni;

   a mettere a disposizione la task force italiana «Unite4her1tage» costituita da esperti del Ministero per la Cultura e da militari altamente qualificati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, per intervenire in aree colpite da emergenze per salvaguardare i siti archeologici, i luoghi della cultura ed i beni culturali;

   a consentire la prosecuzione dei percorsi formativi presso gli Istituti di formazione del Ministero della cultura di giovani profughi l'istituzione di borse di studio destinate a giovani artisti ucraini che potranno accedere agli istituti di Alta Formazione Artistica, quali i Conservatori, le Accademie di Belle Arti, gli Istituti Coreutici;

   a istituire borse di studio e ulteriori iniziative di sostegno all'educazione e la formazione dei profughi minori in Italia in accordo con le convenzioni UNESCO e in segno di sostegno al futuro del Paese.
9/3491-A/3. Patelli, Belotti, Basini, Colmellere, De Angelis, Mariani, Maturi, Racchella, Toccalini, Zicchieri.


   La Camera,

   premesso che;

    la drammatica azione bellica esplosa da pochi giorni in Ucraina sta comportando ingenti perdite di vite fra i militari ma soprattutto fra i civili che non sono riusciti a mettersi in salvo. Non da ultimo ha già fortemente colpito anche il patrimonio artistico del Paese;

    il patrimonio culturale, in tutte le sue forme, rappresenta l'identità e la memoria storica dei popoli, esprime valori che vengono universalmente riconosciuti, rappresentando originale testimonianza delle civiltà passate e fungendo da collante tra le generazioni;

    esso rappresenta uno strumento di conoscenza, dialogo e comprensione reciproca tra culture differenti poiché solo attraverso un percorso di conoscenza e preservazione delle diversità culturali si può auspicare uno sviluppo economico e sociale nel pieno e reciproco rispetto tra i popoli;

    la comunità internazionale, all'indomani delle distruzioni e delle razzie di beni culturali verificatesi durante i conflitti mondiali, ha affermato la necessità assoluta di difenderle questo patrimonio da qualsiasi forma di aggressione, introducendo ogni forza necessaria;

    la Convenzione di Ginevra del 1949 e quella dell'Aja del 1954, ratificata dall'Italia nel 1958, per la protezione di beni culturali in caso di conflitto armato, introducono, fra le altre misure, un regime di «protezione speciale» per un numero limitato di rifugi destinati a proteggere beni culturali mobili in caso di conflitto armato, centri monumentali ed altri beni culturali in modo che i beni sotto protezione, specificamente contrassegnati, siano considerati immuni da ogni atto di ostilità e uso per fini militari;

    la distruzione volontaria e sistematica dei siti archeologici, dei musei e dei monumenti legati a tradizioni religiose e di culto, cui abbiamo continuato ad assistere negli ultimi anni, conferma che gli aggressori vogliano intenzionalmente cancellare i simboli dell'identità nazionale e distruggere le radici storiche di alcune popolazioni e affermare agevolmente la propria supremazia;

    tra il 27 e 28 febbraio, a Ivankov, nei pressi di Kiev, è stato bombardato il museo di Maria Pryimachenko, artista famosa in tutto il mondo e ammirata da Picasso. Distrutto anche il memoriale dell'Olocausto di Babyn Yar e danneggiata dagli occupanti l'Accademia statale di arte decorativa e design di Kiev;

    a Kharkiv, seconda città dell'Ucraina dopo la capitale Kiev, i bombardamenti russi hanno distrutto l'Università e colpito, tra le altre cose, la simbolica piazza delle Libertà, da cui si accedeva al museo di arte contemporanea, il Yermilov Centre, uno dei più importanti della regione;

    restano in pericolo le collezioni e gli oggetti esposti al Mystetskyi Arsenal National Art and Culture Museum Complex di Kiev, fra cui opere di Kazimir Malevich, Vasyl Vermylov, Alexander Bogomazov e Anatol Petrytsky e Viktor Zaretsky, solo per citarne alcuni;

    a rischio sono anche i siti patrimonio mondiale dell'Unesco: Antica città di Chersoneso Taurica con la Chora (2013); Kiev: Cattedrale di Santa Sofia ed edificio monastico; Kiev-Pečerska Lavra (1990); Leopoli – il Complesso del Centro Storico (1998); Residenza dei metropoliti bucovini e dalmati (2011); Arco Geodetico di Struve (2005); Tserkvas in legno della regione dei Carpazi in Polonia e Ucraina (2013); Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d'Europa (2007,2011, 2017, 2021) e Siti iscritti nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell'Umanità (Convenzione 2003): pittura a fiori del villaggio di Petrykivka come espressione dell'arte popolare ucraina folcloristica. (2013); Tradizione delle ceramiche dipinte di Kosiv (2019); Ornek, una decorazione ornamentale tipica dei Tartari della Crimea (2021); Sito iscritto nella Lista di Salvaguardia Urgente del Patrimonio Culturale Immateriale (Convenzione 2003); i canti dei cosacchi della regione del Dnipr (2016);

    in particolare, si teme per le sorti delle opere di artisti italiani custoditi in Ucraina: il Bohdan and Varvara Khanenko National Museum of Arts di Kiev custodisce la raccolta d'arte italiana antica più ricca del Paese e ospita «La Pace», scultura di Antonio Canova realizzata su commissione per il principe Nicoli Rumianzev che voleva così celebrare le capacità diplomatiche della sua famiglia e ribadire la necessità di porre fine ai conflitti inferti da Napoleone Bonaparte, negli anni in cui si stava preparando la Campagna o Russia. La Cattura di Cristo di Michelangelo Merisi da Caravaggio, tela sopravvissuta a viaggi, rivoluzioni e guerre, abita il museo di Odessa, insieme al bronzo a grandezza naturale del «Mercurio a riposo» firmato sulla base in marmo grigio da Chiurazzi-Napies e quello del Gladiatore borghese. Si trovano anche i gessi del «San Giorgio» di Donatello d'Orsanmichele di Firenze e della «Venere di Milo». Molte anche le tele italiane barocche, per lo più venete, come il «Capriccio» di Bernardo Bellotto, e altre opere di grandi maestri: Rubens, Gerard David, Guercino;

    l'UNESCO ha dichiarato di essere in contatto permanente con tutte le istituzioni pertinenti per valutare la situazione e rafforzare la protezione dei beni culturali. Sono stati inoltre stabiliti contatti con la società civile, i professionisti e gli esperti di patrimonio vivente in merito all'impatto della crisi sulla situazione degli artisti e delle istituzioni culturali;

    l'organizzazione è in contatto con le autorità ucraine per contrassegnare siti e monumenti culturali con l'emblema distintivo «Blue Shield» (Scudo Blu) della Convenzione dell'Aja del 1954 per evitare danni intenzionali o accidentali. I siti iscritti nella lista dei patrimonio mondiale, come i complessi monumentali della Cattedrale di Santa Sofia e il Monastero delle Grotte di Kiev («Kiev: Cattedrale di Santa Sofia ed edificio monastico; Kiev-Pečers'ka Lavra») sono considerati una priorità. Il processo di marcatura del sito è iniziato questo fine settimana presso il sito di «Leopoli – Complesso del Centro Storico»;

    l'UNESCO e l'UNITAR (Istituto delle Nazioni Unite per la formazione e la ricerca) analizzano anche le immagini satellitari al fine di monitorare lo stato dei siti prioritari che sono in pericolo e di valutare i danni dei siti già colpiti;

    l'UNESCO sta incontrando i professionisti della cultura ucraini – manager dei siti Patrimonio dell'Umanità, direttori di musei e professionisti responsabili del patrimonio – al fine di identificare bisogni urgenti e mobiliterà i partner internazionali: ÜNITAR, il Centro internazionale per lo studio della conservazione e del restauro dei beni culturali (ICCROM), Blue Shield International, il Consiglio internazionale dei musei (ICOM), l'International Council on Monuments and Sites (ICOMOS) e ALIPH;

    l'ICOMOS esprime le proprie preoccupazioni sottolineando le violazioni sistematiche da parte della Federazione Russa delle convenzioni internazionali sulla protezione del patrimonio culturale, in particolare nella penisola di Crimea;

    l'Italia ha attivato immediatamente importanti azioni di solidarietà nei confronti dei profughi e il Ministero della cultura sente il bisogno di dare un segnale concreto per il sostegno dei giovani ucraini, la protezione del loro patrimonio culturale e il recupero dello stesso una volta finita l'aggressione armata. Tali attività, rivolte alla preservazione delle testimonianze della storia e del patrimonio culturale, sono ritenute essenziali per l'integrità dell'identità ucraina;

    il nostro Paese, del resto, ha dimostrato massima attenzione alla tutela del patrimonio artistico proprio di recente, adottando una riforma che ne ridefinisce l'assetto nell'ottica di un tendenziale inasprimento del trattamento sanzionatorio, così come previsto dalla Convenzione di Nicosia, elevando ad autonome fattispecie speciali i delitti di distruzione, danneggiamento nonché di deturpamento o imbrattamento di beni culturali 0 paesaggistici;

    l'Italia è Presidente di turno del Consiglio d'Europa e la prossima riunione del 1° aprile, presieduta dal Ministro Dario Franceschini con tutti I Ministri della cultura, potrà essere occasione per convergere su iniziati comuni di sostegno alla cultura e agli artisti ucraini,

impegna il Governo:

   su richiesta delle autorità locali, anche mediante un partenariato internazionale, a facilitare la messa in sicurezza, oltre i confini ucraini, del patrimonio culturale mobile custodito nel Paese;

   ad attivare i massimi controlli, anche d'intesa con le forze dell'ordine degli altri paesi europei, al fine di prevenire e reprimere un eventuale mercato nero internazionale di opere trafugate dai musei ucraini;

   a promuovere un coordinamento tra i Ministri della cultura dei vari paesi affinché chiedano al governo russo il rispetto della Convenzione dell'Aia del 1954 sulla protezione dei beni culturali in caso di conflitto armato e dei suoi due protocolli addizionali del 1954 e del 1999;

   a sostenere l'Unesco nelle azioni di salvaguardia del patrimonio storico-artistico ucraino e di formazione delle giovani generazioni;

   a mettere a disposizione la task force italiana «Unite4her1tage» costituita da esperti del Ministero per la Cultura e da militari altamente qualificati del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, per intervenire in aree colpite da emergenze per salvaguardare i siti archeologici, i luoghi della cultura ed i beni culturali;

   a consentire la prosecuzione dei percorsi formativi presso gli Istituti di formazione del Ministero della cultura di giovani profughi l'istituzione di borse di studio destinate a giovani artisti ucraini che potranno accedere agli istituti di Alta Formazione Artistica, quali i Conservatori, le Accademie di Belle Arti, gli Istituti Coreutici;

   a istituire borse di studio e ulteriori iniziative di sostegno all'educazione e la formazione dei profughi minori in Italia in accordo con le convenzioni UNESCO e in segno di sostegno al futuro del Paese.
9/3491-A/3. (Testo modificato nel corso della seduta)Patelli, Belotti, Basini, Colmellere, De Angelis, Mariani, Maturi, Racchella, Toccalini, Zicchieri.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni riguardanti l'attivazione di un contingente di forze di elevata prontezza in ambito NATO in relazione agli Sviluppi della crisi ucraina, nonché la proroga delle forze dispiegate dall'Italia nel contesto delle operazioni NATO già attive e misure a tutela degli interessi italiani e dei cittadini all'estero, che nel particolare contesto internazionale attuale vedono accresciuti in maniera sensibile i rischi;

    sono almeno venti i Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia, che hanno deciso di inviare materiali di armamento alle Forze armate ucraine per difendersi dall'attacco russo, a questi si devono aggiungere i contributi militari degli americani, del Regno Unito, del Canada e dell'Australia;

    la guerra in tempo di pace ha caratterizzato il sistema internazionale sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale; tuttavia, a partire dalla fine della Guerra Fredda nel 1989, la coesione ideologica e politica dei «blocchi» di paesi alleati si è affievolita, mentre sono emerse nuove potenze, globali come la Cina, o regionali;

    il quadro è reso più complesso dallo sviluppo di nuove tecnologie di grande impatto strategico, oltre che economico e sociale;

    la guerra in Ucraina, in un periodo post-pandemia sanitaria, offre, nel bene e nel male, spunti di riflessione sul futuro della sicurezza e, più in generale, sulla necessità di rafforzare la sicurezza nazionale e, al contempo, europea;

    il potenziale difensivo e di sicurezza di una nazione dipende non solo dalle capacità operative delle sue forze armate ma, in misura significativa, anche dal livello tecnologico, dalle capacità produttive, dalla credibilità e dall'autonomia della sua industria per la difesa,

impegna il Governo

ad assumere ogni iniziativa di competenza per promuovere un'analisi dei sistemi di difesa impiegati nel conflitto tra Russia e Ucraina al fine di adottare una rinnovata politica degli armamenti finalizzata a dotare le Forze Armate dei mezzi e materiali necessari per far fronte alle attuali esigenze di sicurezza nazionale.
9/3491-A/4. Giovanni Russo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni riguardanti l'attivazione di un contingente di forze di elevata prontezza in ambito NATO in relazione agli Sviluppi della crisi ucraina, nonché la proroga delle forze dispiegate dall'Italia nel contesto delle operazioni NATO già attive e misure a tutela degli interessi italiani e dei cittadini all'estero, che nel particolare contesto internazionale attuale vedono accresciuti in maniera sensibile i rischi;

    sono almeno venti i Paesi dell'Unione europea, tra cui l'Italia, che hanno deciso di inviare materiali di armamento alle Forze armate ucraine per difendersi dall'attacco russo, a questi si devono aggiungere i contributi militari degli americani, del Regno Unito, del Canada e dell'Australia;

    la guerra in tempo di pace ha caratterizzato il sistema internazionale sin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale; tuttavia, a partire dalla fine della Guerra Fredda nel 1989, la coesione ideologica e politica dei «blocchi» di paesi alleati si è affievolita, mentre sono emerse nuove potenze, globali come la Cina, o regionali;

    il quadro è reso più complesso dallo sviluppo di nuove tecnologie di grande impatto strategico, oltre che economico e sociale;

    la guerra in Ucraina, in un periodo post-pandemia sanitaria, offre, nel bene e nel male, spunti di riflessione sul futuro della sicurezza e, più in generale, sulla necessità di rafforzare la sicurezza nazionale e, al contempo, europea;

    il potenziale difensivo e di sicurezza di una nazione dipende non solo dalle capacità operative delle sue forze armate ma, in misura significativa, anche dal livello tecnologico, dalle capacità produttive, dalla credibilità e dall'autonomia della sua industria per la difesa,

impegna il Governo

a promuovere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, una politica industriale della difesa a sostegno di capacità tecnologiche adeguate agli scenari internazionali in atto e alle esigenze di sicurezza nazionale.
9/3491-A/4. (Testo modificato nel corso della seduta)Giovanni Russo.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni riguardanti l'attivazione di un contingente di forze di elevata prontezza in ambito NATO in relazione agli sviluppi della crisi ucraina, nonché la proroga delle forze dispiegate dall'Italia nel contesto delle operazioni NATO già attive e misure a tutela degli interessi italiani e dei cittadini all'estero, che nel particolare contesto internazionale attuale vedono accresciuti in maniera sensibile i rischi;

    il conflitto in Ucraina sta generando una crisi umanitaria senza precedenti nel Dopoguerra in Europa e per farvi fronte, l'Unione europea ha applicato per la prima volta la direttiva del 2001 sulla protezione temporanea in favore dei profughi ucraini;

    secondo UNHCR sono oltre due milioni le persone che, dallo scorso 24 febbraio, hanno lasciato le loro case in cerca di rifugio in altri Paesi; solo in Italia, secondo il ministero dell'interno, sono oltre 21 mila i cittadini ucraini entrati nel nostro Paese, tra cui più di 8 mila minorenni;

    in tale contesto, serve un'azione urgente e coordinata per proteggere e accogliere bambini, ragazzi e famiglie vulnerabili in fuga dall'Ucraina, chiarendo soprattutto la cornice giuridica che permetta la protezione temporanea con programmi di supporto psicologico e di integrazione nella comunità;

    il sistema di accoglienza, infatti, nella sua attuale conformazione, non appare adatto a soddisfare i diritti e i bisogni dei rifugiati, con i diversi soggetti istituzionali a livello territoriale che si sono attivati sin da subito, in assenza, però, di precise linee guida per gestire l'accoglienza che tengano conto, in particolare, della durata di medio lungo periodo dell'assistenza da offrire, della necessità di attivare immediatamente percorsi di integrazione nei sistemi sanitari, formativi e lavorativi, così come iniziative di profilassi COVID-19 o per altre malattie, anche non più attive in Italia;

    in tale fase, è necessario garantire percorsi di accoglienza ben strutturati, stanziando adeguate risorse economiche e coinvolgendo le professionalità del terzo settore territoriale, a garanzia della qualità degli interventi e, in particolare, di tutela anche dei minori, con particolare riguardo ai minori non accompagnati,

impegna il Governo:

  ad assumere immediate iniziative di competenza per definire un protocollo nazionale in materia di accoglienza di minori e donne provenienti dall'Ucraina, con particolare riguardo ai minori non accompagnati, chiarendo soprattutto la cornice giuridica per:

   a) la protezione temporanea e nel medio-lungo periodo dei profughi, con programmi di supporto psicologico;

   b) l'accoglienza di minori non accompagnati all'interno di famiglie che offrono la propria disponibilità;

   c) l'attivazione immediata di percorsi di integrazione nei sistemi sanitari, formativi e lavorativi;

   d) l'attivazione di iniziative di profilassi COVID-19 o per altre malattie, anche non più attive in Italia;

  ad attivare tavoli tecnici per la programmazione degli interventi, con il coinvolgimento degli Enti territoriali, del Forum Nazionale Terzo Settore e delle reti nazionali impegnate, in un'ottica di co-progettazione dei medesimi interventi tra EELL ed enti del Terzo Settore;

  a stanziare adeguate risorse economiche per fronteggiare le eccezionali esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini in conseguenza del conflitto bellico in atto;

  ad assumere iniziative di carattere economico volte a reintegrare le risorse erogate per l'assistenza finanziaria a dono, nella forma di sostegno al bilancio generale dello Stato ucraino, per un importo di 110 milioni di euro a valere sulle disponibilità di cassa dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo.
9/3491-A/5. Bellucci, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    gli sviluppi militari della crisi ucraina e le conseguenti decisioni che l'Italia ha assunto, insieme con le nazioni alleate, hanno spinto il Governo mediante il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14 a disporre una serie di misure volte a garantire il contributo italiano all'impegno condiviso con gli altri Paesi NATO in termini di difesa collettiva e di rafforzamento della postura militare, in grado di garantire il necessario livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto;

    nello specifico il decreto-legge prevede la partecipazione, fino al 30 settembre 2022, di personale militare alle iniziative della NATO per l'impiego della forza ad elevata prontezza, denominata Very High Readiness Joint Task Force (VJTF) ed inoltre, fino al 31 dicembre 2022 la prosecuzione della partecipazione di personale militare al potenziamento dei seguenti dispositivi della NATO: a) dispositivo per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza; b) dispositivo per la sorveglianza navale nell'area sud dell'Alleanza; c) presenza in Lettonia (Enhanced Forward Presence); d) Air Policing per la sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza;

    nel corso della riunione del Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2022 è stato approvato il decreto-legge n. 16 del 2022 che introduce ulteriori misure urgenti sulla crisi in Ucraina;

    il contenuto di questo decreto-legge è stato successivamente trasposto nell'emendamento 2.0100 che il Governo ha presentato al disegno di legge A.C. 3491, di conversione del decreto-legge n. 14 del 2022 e dunque oggetto del Disegno di Legge in esame;

    in particolare l'articolo 2-bis dispone, in deroga alla legislazione vigente e previo atto di indirizzo delle Camere, la possibilità di cessione da parte del Ministero della difesa, di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell'Ucraina fino al 31 dicembre 2022;

   considerato che:

    almeno una ventina di Paesi, tra cui molti membri della NATO e dell'Unione Europea stanno inviando armi per milioni di dollari e di euro in Ucraina: missili anticarro, missili terra-aria, armi da fuoco, munizioni ed altri equipaggiamenti militari, anche non letali come elmetti, giubbotti antiproiettile e kit di pronto soccorso;

    l'assoluta vulnerabilità dello spazio aereo ucraino ai cacciabombardieri e ai missili Russi preclude alla NATO la modalità aerea per la consegna delle forniture, lasciando come unica opzione quella terreste con significative problematiche relative a tempistiche e rotte percorribili;

    nonostante la mancanza di conferme e le diverse smentite, sembra rafforzarsi l'ipotesi di un diretto coinvolgimento di aziende di contractors e Compagnie Militari e di Sicurezza Private nel trasferimento delle forniture militari nel paese, con il pericolo che le armi possano essere intercettate o cedute a gruppi paramilitari e altre organizzazioni militari anche straniere attive nello scenario di guerra,

impegna il Governo

a valutare tutte le iniziative utili al fine di operare un rigoroso controllo, per evitare che l'ingresso di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in Ucraina avvenga ad opera di intermediari fuori dal controllo delle autorità governative del Paese.
9/3491-A/6. Romaniello, Dori, Paolo Nicolò Romano, Siragusa.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 5-quater del decreto-legge all'esame dell'Aula, introdotto in sede referente, reca disposizioni urgenti in materia di «accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina»;

    secondo i dati del Viminale, aggiornati alle ore 8:00 di ieri, i cittadini ucraini entrati in Italia dall'inizio del conflitto sono oltre 38 mila, di cui 19.566 donne, 3.373 uomini e 15.600 minori;

    gli ingressi attuali, tuttavia, rappresentano soltanto l'inizio di un fenomeno che è destinato a crescere nelle prossime settimane. L'Italia, infatti, è il primo Paese europeo, dopo la Polonia, per presenza di cittadini ucraini e, stimando i familiari che potrebbero raggiungerli, gli esperti prevedono almeno 700 mila persone in arrivo;

    al momento attuale, la macchina dell'accoglienza e dell'assistenza sanitaria offerta ai cittadini ucraini è resa operativa, in prima linea, da regioni, province autonome e comuni, che si sono immediatamente attrezzati, in una lotta contro il tempo, nonostante le poche risorse a disposizione;

    dal punto di vista della presa in carico sanitaria, le attività comprendono, innanzitutto, l'implementazione dei protocolli COVID, con screening, tamponi e vaccinazioni per la maggior parte dei soggetti arrivati, considerato che soltanto il 35 per cento della popolazione ucraina possiede una copertura per SARS-CoV-2. Ai protocolli COVID si affiancano, inoltre, le cure e le prestazioni ordinarie, con l'assistenza – tra gli altri – agli anziani, ai malati cronici, la gestione delle urgenze, nonché la fornitura di farmaci, dispositivi medici e somministrazione delle altre vaccinazioni di routine;

    capitolo fondamentale è, poi, quello relativo alla presa in carico sociale, in particolare nei riguardi dei minori arrivati e che ancora arriveranno a decine di migliaia, i cui bisogni di assistenza richiedono, molto spesso, un intervento integrato e multi professionale, con la partecipazione di figure che già scarseggiano ordinariamente nella nostra rete, indispensabili per garantire il sostegno psicologico, il superamento dei traumi, l'assistenza sociale, l'intermediazione culturale, l'interpretariato e l'alfabetizzazione primaria;

    l'implementazione dei predetti interventi non può chiaramente essere sostenuta dai bilanci degli enti locali e richiede un intervento concreto e immediato da parte del Governo,

impegna il Governo

a sostenere con adeguati strumenti e risorse le regioni, le province autonome e i comuni nell'erogazione delle prestazioni di assistenza sociale e sanitaria in favore dei profughi provenienti dall'Ucraina.
9/3491-A/7. Vanessa Cattoi, Panizzut, Ferrari, Zoffili, Formentini, Ribolla, Snider, Covolo, Bubisutti, Patelli, Boldi, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Sutto, Tiramani.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 5-quater del decreto-legge all'esame dell'Aula, introdotto in sede referente, reca disposizioni urgenti in materia di «accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina»;

    secondo i dati del Viminale, aggiornati alle ore 8:00 di ieri, i cittadini ucraini entrati in Italia dall'inizio del conflitto sono oltre 38 mila, di cui 19.566 donne, 3.373 uomini e 15.600 minori;

    gli ingressi attuali, tuttavia, rappresentano soltanto l'inizio di un fenomeno che è destinato a crescere nelle prossime settimane. L'Italia, infatti, è il primo Paese europeo, dopo la Polonia, per presenza di cittadini ucraini e, stimando i familiari che potrebbero raggiungerli, gli esperti prevedono almeno 700 mila persone in arrivo;

    al momento attuale, la macchina dell'accoglienza e dell'assistenza sanitaria offerta ai cittadini ucraini è resa operativa, in prima linea, da regioni, province autonome e comuni, che si sono immediatamente attrezzati, in una lotta contro il tempo, nonostante le poche risorse a disposizione;

    dal punto di vista della presa in carico sanitaria, le attività comprendono, innanzitutto, l'implementazione dei protocolli COVID, con screening, tamponi e vaccinazioni per la maggior parte dei soggetti arrivati, considerato che soltanto il 35 per cento della popolazione ucraina possiede una copertura per SARS-CoV-2. Ai protocolli COVID si affiancano, inoltre, le cure e le prestazioni ordinarie, con l'assistenza – tra gli altri – agli anziani, ai malati cronici, la gestione delle urgenze, nonché la fornitura di farmaci, dispositivi medici e somministrazione delle altre vaccinazioni di routine;

    capitolo fondamentale è, poi, quello relativo alla presa in carico sociale, in particolare nei riguardi dei minori arrivati e che ancora arriveranno a decine di migliaia, i cui bisogni di assistenza richiedono, molto spesso, un intervento integrato e multi professionale, con la partecipazione di figure che già scarseggiano ordinariamente nella nostra rete, indispensabili per garantire il sostegno psicologico, il superamento dei traumi, l'assistenza sociale, l'intermediazione culturale, l'interpretariato e l'alfabetizzazione primaria;

    l'implementazione dei predetti interventi non può chiaramente essere sostenuta dai bilanci degli enti locali e richiede un intervento concreto e immediato da parte del Governo,

impegna il Governo

a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di sostenere con adeguati strumenti e risorse le regioni, le province autonome e i comuni nell'erogazione delle prestazioni di assistenza sociale e sanitaria in favore dei profughi provenienti dall'Ucraina.
9/3491-A/7. (Testo modificato nel corso della seduta)Vanessa Cattoi, Panizzut, Ferrari, Zoffili, Formentini, Ribolla, Snider, Covolo, Bubisutti, Patelli, Boldi, De Martini, Foscolo, Lazzarini, Sutto, Tiramani.


   La Camera,

   premesso che:

    dalla pubblicità istituzionale della pubblica amministrazione emerge che numerosi enti, fra cui la Polizia di Stato, i Carabinieri, il Ministero dell'interno, il Ministero della giustizia e il Ministero della difesa utilizzano e acquisiscono software antivirus Kaspersky, un'azienda russa con sede a Mosca, specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica, fondata dal presunto ex agente dei servizi sovietici Evgenij Kasperskij;

    Kaspersky sarebbe idonea ad essere eseguita in ambiti classificati dato il rilascio di una certificazione di sicurezza CC EAL2+ da parte del Ministero dello sviluppo economico;

    appare, quindi, evidente che su molti computer delle più importanti agenzie di sicurezza italiane, è presente un software prodotto in Russia su cui non vi sarebbe alcuna possibilità né di controllo o verifica preventiva, a prescindere dalle eventuali certificazioni di sicurezza ottenute, con evidenti ricadute sulla sicurezza nazionale, con effetti ancor maggiori nell'attuale situazione geopolitica;

    Kaspersky è, inoltre, fornitrice di tecnologia per alcune delle principali aziende nazionali;

    non sono ad oggi presenti elementi, nel dettaglio, sulla presenza del software installato della tecnologia Kaspersky nelle pubbliche amministrazioni italiane, con particolare riguardo alle agenzie di sicurezza e ai contesti di impiego classificati, e in tutte le aziende rientrati nelle infrastrutture critiche e strategiche;

    l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha ritenuto necessario tornare a raccomandare a «tutti gli operatori di infrastrutture digitali nazionali di adottare una postura di massima difesa cibernetica». In particolare, si legge in una nota, «risulta estremamente importante rendere operative tra quelle, tutte le misure di prevenzione e controllo più urgenti, quali le azioni finalizzate a ridurre le superfici di attacco esterne ed interne, la verifica che il controllo degli accessi ai sistemi sia implementato in maniera corretta, l'innalzamento dei livelli di monitoraggio delle infrastrutture IT, l'adozione dei piani per la preparazione e gestione di situazioni di crisi cibernetica, lo scambio informativo sia interno si esterno verso le articolazioni cyber di riferimento»;

    come ha indicato il presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica Adolfo Urso, «il Paese non è sicuro non solo perché è emersa la questione dell'antivirus russo, problema significativo su cui si lavora per neutralizzare le criticità, ma anche perché la Russia è diventata la potenza più forte al mondo nella guerra cibernetica, che sa usare sia sotto forma di attacchi hacker in grado di paralizzare ospedali, centrali elettriche e tutta una serie di infrastrutture critiche, sia attraverso la disinformazione via internet. Mettere in sicurezza il Paese richiede ancora molto lavoro: bisogna accelerare la costruzione delle attività dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, implementare il perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, realizzare il più in fretta possibile il cloud nazionale della Pa, completare la rete unica a banda larga a controllo pubblico»,

impegna il Governo

a verificare, in coordinamento con l'Agenzia per la cybersicurezza Nazionale, la presenza di software Kaspersky o di provenienza russa nella pubblica amministrazione, sia nazionale che locale, che nelle principali aziende nazionali e la loro eventuale minaccia per la tutela dei dati sensibili dei cittadini e strategici.
9/3491-A/8. Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    dalla pubblicità istituzionale della pubblica amministrazione emerge che numerosi enti, fra cui la Polizia di Stato, i Carabinieri, il Ministero dell'interno, il Ministero della giustizia e il Ministero della difesa utilizzano e acquisiscono software antivirus Kaspersky, un'azienda russa con sede a Mosca, specializzata nella produzione di software progettati per la sicurezza informatica, fondata dal presunto ex agente dei servizi sovietici Evgenij Kasperskij;

    Kaspersky sarebbe idonea ad essere eseguita in ambiti classificati dato il rilascio di una certificazione di sicurezza CC EAL2+ da parte del Ministero dello sviluppo economico;

    appare, quindi, evidente che su molti computer delle più importanti agenzie di sicurezza italiane, è presente un software prodotto in Russia su cui non vi sarebbe alcuna possibilità né di controllo o verifica preventiva, a prescindere dalle eventuali certificazioni di sicurezza ottenute, con evidenti ricadute sulla sicurezza nazionale, con effetti ancor maggiori nell'attuale situazione geopolitica;

    Kaspersky è, inoltre, fornitrice di tecnologia per alcune delle principali aziende nazionali;

    non sono ad oggi presenti elementi, nel dettaglio, sulla presenza del software installato della tecnologia Kaspersky nelle pubbliche amministrazioni italiane, con particolare riguardo alle agenzie di sicurezza e ai contesti di impiego classificati, e in tutte le aziende rientrati nelle infrastrutture critiche e strategiche;

    l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale ha ritenuto necessario tornare a raccomandare a «tutti gli operatori di infrastrutture digitali nazionali di adottare una postura di massima difesa cibernetica». In particolare, si legge in una nota, «risulta estremamente importante rendere operative tra quelle, tutte le misure di prevenzione e controllo più urgenti, quali le azioni finalizzate a ridurre le superfici di attacco esterne ed interne, la verifica che il controllo degli accessi ai sistemi sia implementato in maniera corretta, l'innalzamento dei livelli di monitoraggio delle infrastrutture IT, l'adozione dei piani per la preparazione e gestione di situazioni di crisi cibernetica, lo scambio informativo sia interno si esterno verso le articolazioni cyber di riferimento»;

    come ha indicato il presidente del Comitato parlamentare per la Sicurezza della Repubblica Adolfo Urso, «il Paese non è sicuro non solo perché è emersa la questione dell'antivirus russo, problema significativo su cui si lavora per neutralizzare le criticità, ma anche perché la Russia è diventata la potenza più forte al mondo nella guerra cibernetica, che sa usare sia sotto forma di attacchi hacker in grado di paralizzare ospedali, centrali elettriche e tutta una serie di infrastrutture critiche, sia attraverso la disinformazione via internet. Mettere in sicurezza il Paese richiede ancora molto lavoro: bisogna accelerare la costruzione delle attività dell'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, implementare il perimetro nazionale di sicurezza cibernetica, realizzare il più in fretta possibile il cloud nazionale della Pa, completare la rete unica a banda larga a controllo pubblico»,

impegna il Governo

ad adottare le opportune misure e iniziative, anche di carattere legislativo, laddove necessario, correlate alla presenza di software Kaspersky, o di provenienza russa, nella pubblica amministrazione, sia nazionale che locale, e nelle principali aziende nazionali, qualora possano rappresentare una minaccia per il loro funzionamento o per la protezione dei dati dei cittadini.
9/3491-A/8. (Testo modificato nel corso della seduta)Mollicone.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede disposizioni urgenti per l'assistenza e la cooperazione in favore dell'Ucraina, anche per fronteggiare l'attuale crisi umanitaria generata dal conflitto armato;

    i dati sui profughi provenienti dall'Ucraina attestano una crisi umanitaria senza precedenti, con una stima pari a circa 2,5 milioni di persone che hanno già lasciato il Paese;

    nel corso delle interrogazioni a risposta immediata del 9 marzo 2022, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato come gli arrivi registrati in Italia in data 8 marzo fossero 21.045 e come, in un solo giorno, vi fosse stato un incremento pari a 2.827 unità;

    anche per fronteggiare tale emergenza, il 3 marzo 2022 il Consiglio dell'Unione europea ha approvato all'unanimità l'attivazione della direttiva 2001/55/CE sulla Protezione Temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati (DPT), al fine di offrire protezione immediata alle persone che fuggono dall'Ucraina;

    secondo le stime dello European Disability Forum, in Ucraina vi sono 2,7 milioni di persone con disabilità, molte delle quali – tra cui 110 mila bambini – istituzionalizzate;

    a tale proposito, la risoluzione delle Nazioni Unite n. 2475 del 2019 afferma la necessità che gli Stati membri e le parti coinvolte forniscano adeguata assistenza e protezione umanitaria alle persone con disabilità coinvolte nei conflitti armati, come statuito anche dall'articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia con legge n. 18 del 2009;

    l'assistenza ai profughi con malattie rare, croniche e con disabilità passa in primo luogo dall'efficace e tempestiva presa in carico assistenziale e sanitaria;

    ad oggi, nel nostro Paese le prestazioni sanitarie, anche farmacologiche, correlate a una condizione di patologia rara o cronica vengono erogate dal SSN laddove la persona necessiti di ricovero ospedaliero;

    nel caso di cessazione di tale ricovero o di permanenza presso strutture non ospedaliere, l'assistenza sanitaria è garantita a chi possiede tessera sanitaria – eventualmente provvisoria;

    inoltre, ai fini della piena gratuità delle prestazioni, occorre essere titolari di esenzione dal pagamento del ticket sanitario;

    la procedura di richiesta della tessera sanitaria deve essere effettuata presso la ASL del luogo di domicilio, mediante procedure che non di rado differiscono da regione a regione, situazione in grado di determinare problemi di coordinamento nell'assistenza alle persone con malattie rare e croniche provenienti dall'Ucraina;

    quanto all'accesso alle prestazioni, ai supporti e ai benefici di cui alla legge n. 104 del 1992, è necessario l'ottenimento del riconoscimento della condizione di disabilità, di cui all'articolo 3 della stessa legge, attraverso una procedura che spesso richiede adempimenti lunghi e complessi;

    tale situazione fa dunque emergere la necessità di dotarsi di procedure unitarie e uniformi su tutto il territorio nazionale, per una presa in carico efficace e tempestiva dei profughi ucraini con malattie rare, croniche e con disabilità, che si trovino – giunti nel nostro Paese – in condizioni di difficoltà estrema ed abbiano quindi l'esigenza di accesso immediato alle prestazioni assistenziali e sanitarie, spesso indispensabili alla loro stessa sopravvivenza,

impegna il Governo

ad assumere le necessarie iniziative volte a garantire regole e procedure univoche e uniformi su tutto il territorio nazionale per l'efficace e immediata presa in carico delle persone provenienti dall'Ucraina con malattie rare, croniche e con disabilità, che garantisca loro l'accesso alle necessarie prestazioni assistenziali e sanitarie, anche farmacologiche, in regime di esenzione, nonché – laddove necessario – erogate presso il domicilio.
9/3491-A/9. Noja.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame prevede disposizioni urgenti per l'assistenza e la cooperazione in favore dell'Ucraina, anche per fronteggiare l'attuale crisi umanitaria generata dal conflitto armato;

    i dati sui profughi provenienti dall'Ucraina attestano una crisi umanitaria senza precedenti, con una stima pari a circa 2,5 milioni di persone che hanno già lasciato il Paese;

    nel corso delle interrogazioni a risposta immediata del 9 marzo 2022, il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato come gli arrivi registrati in Italia in data 8 marzo fossero 21.045 e come, in un solo giorno, vi fosse stato un incremento pari a 2.827 unità;

    anche per fronteggiare tale emergenza, il 3 marzo 2022 il Consiglio dell'Unione europea ha approvato all'unanimità l'attivazione della direttiva 2001/55/CE sulla Protezione Temporanea in caso di afflusso massiccio di sfollati (DPT), al fine di offrire protezione immediata alle persone che fuggono dall'Ucraina;

    secondo le stime dello European Disability Forum, in Ucraina vi sono 2,7 milioni di persone con disabilità, molte delle quali – tra cui 110 mila bambini – istituzionalizzate;

    a tale proposito, la risoluzione delle Nazioni Unite n. 2475 del 2019 afferma la necessità che gli Stati membri e le parti coinvolte forniscano adeguata assistenza e protezione umanitaria alle persone con disabilità coinvolte nei conflitti armati, come statuito anche dall'articolo 11 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dall'Italia con legge n. 18 del 2009;

    l'assistenza ai profughi con malattie rare, croniche e con disabilità passa in primo luogo dall'efficace e tempestiva presa in carico assistenziale e sanitaria;

    ad oggi, nel nostro Paese le prestazioni sanitarie, anche farmacologiche, correlate a una condizione di patologia rara o cronica vengono erogate dal SSN laddove la persona necessiti di ricovero ospedaliero;

    nel caso di cessazione di tale ricovero o di permanenza presso strutture non ospedaliere, l'assistenza sanitaria è garantita a chi possiede tessera sanitaria – eventualmente provvisoria;

    inoltre, ai fini della piena gratuità delle prestazioni, occorre essere titolari di esenzione dal pagamento del ticket sanitario;

    la procedura di richiesta della tessera sanitaria deve essere effettuata presso la ASL del luogo di domicilio, mediante procedure che non di rado differiscono da regione a regione, situazione in grado di determinare problemi di coordinamento nell'assistenza alle persone con malattie rare e croniche provenienti dall'Ucraina;

    quanto all'accesso alle prestazioni, ai supporti e ai benefici di cui alla legge n. 104 del 1992, è necessario l'ottenimento del riconoscimento della condizione di disabilità, di cui all'articolo 3 della stessa legge, attraverso una procedura che spesso richiede adempimenti lunghi e complessi;

    tale situazione fa dunque emergere la necessità di dotarsi di procedure unitarie e uniformi su tutto il territorio nazionale, per una presa in carico efficace e tempestiva dei profughi ucraini con malattie rare, croniche e con disabilità, che si trovino – giunti nel nostro Paese – in condizioni di difficoltà estrema ed abbiano quindi l'esigenza di accesso immediato alle prestazioni assistenziali e sanitarie, spesso indispensabili alla loro stessa sopravvivenza,

impegna il Governo

ad assumere le necessarie iniziative volte a garantire regole e procedure univoche e uniformi su tutto il territorio nazionale per l'efficace e immediata presa in carico delle persone provenienti dall'Ucraina con malattie rare, croniche e con disabilità, che garantisca loro l'accesso alle necessarie prestazioni assistenziali e sanitarie, anche farmacologiche, in regime di esenzione, nonché – laddove necessario – erogate presso il domicilio e comunque in condizione di parità di trattamento con i cittadini italiani, fermo restando il rilascio del permesso temporaneo.
9/3491-A/9. (Testo modificato nel corso della seduta)Noja.


   La Camera,

   esaminato il disegno di legge di conversione del decreto-legge recante disposizioni urgenti sulla crisi Ucraina, volto a garantire il contributo italiano all'impegno condiviso con gli Alleati in termini di difesa collettiva in relazione alla crisi Ucraina;

   considerate le disposizioni recate dall'articolo 5-bis del provvedimento recante misure per fronteggiare l'eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale;

   preso atto che le conseguenze del conflitto tra Russia e Ucraina potrebbero essere, in termini economici, ben più devastanti di quelle innescate dalla pandemia, stante non solo l'aumento smisurato dei prezzi del gas, ma anche il già crescente caro energia l'impennata del prezzo dei carburanti, che ha innescato manifestazioni di protesta da parte degli autotrasportatori e rischia di avere ricadute anche sulla filiera agroalimentare, il tutto a danno di imprese, famiglie e consumatori finali;

   segnalato quanto affermato dal Ministro della transizione ecologica nel corso di una trasmissione televisiva, secondo cui «l'aumento del prezzo dei carburanti è “ingiustificato”, frutto di una marcata speculazione sui mercati e privo di concrete “motivazioni tecniche”»;

   rilevato che la procura di Roma ha aperto un fascicolo sull'aumento dei prezzi della benzina, volta a verificare le ragioni di tale aumento ed individuare eventuali responsabili;

   ritenuto più che discutibile moralmente l'operato della Shell, che ha acquistato petrolio russo a basso costo, dichiarando che i maggiori profitti sarebbero stati donati in beneficenza, speculando tuttavia sull'aumento ingiustificato a danno dei consumatori,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative di competenza per diminuire i prezzi di gas e carburanti e porre un freno alle speculazioni in atto.
9/3491-A/10. Cavandoli, Bitonci, Centemero, Cantalamessa, Covolo, De Angelis, Donina, Ferrari, Furgiuele, Gerardi, Gusmeroli, Lucchini, Murelli, Paolin, Patassini, Ribolla, Tarantino, Tateo, Zennaro.


   La Camera,

   premesso che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate della Federazione russa ha imposto una rimodulazione dell'apparato di difesa degli Stati europei e alzato l'allarme in merito alla difesa dei confini aerei e terrestri europei;

    la digitalizzazione delle nostre infrastrutture strategiche, della pubblica amministrazione nonché dei sistemi che le reggono hanno ormai imposto una maggiore consapevolezza rispetto alle minacce cibernetiche;

    la diffusione di malware ha spinto cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche ad acquistare antivirus a protezione dei propri sistemi e dei dati in essi contenuti;

    sul mercato sono comunemente diffusi sistemi antivirus di produzione russa che possono divenire «teste di ponte» nei nostri sistemi rappresentando quindi una minaccia anziché una tutela rispetto a possibili cyberattacchi provenienti dalla Russia o da organizzazioni ad essa riconducibili;

    l'Europa sta sempre più acquisendo consapevolezza rispetto alla necessità di essere indipendente e resiliente rispetto a politiche o azioni ostili che puntano alla sua destabilizzazione;

    la Commissaria UE Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione nel settembre 2021 ha annunciato l'intenzione di promuovere un Cyber resilience Act;

    il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), nella su Relazione annuale al Parlamento, ha affermato che la pubblica amministrazione e la sanità rimangono i settori più bersagliati dai criminal hacker i cui attacchi possono mettere in seria crisi il Sistema Paese,

impegna il Governo

a verificare la presenza, nei sistemi informatici della pubblica amministrazione, di dotazioni software di provenienza russa provvedendo alla sostituzione qualora possano rappresentare una minaccia per il funzionamento della pubblica amministrazione o per la protezione dei dati dei cittadini.
9/3491-A/11. Mantovani, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte delle forze armate della Federazione russa ha imposto una rimodulazione dell'apparato di difesa degli Stati europei e alzato l'allarme in merito alla difesa dei confini aerei e terrestri europei;

    la digitalizzazione delle nostre infrastrutture strategiche, della pubblica amministrazione nonché dei sistemi che le reggono hanno ormai imposto una maggiore consapevolezza rispetto alle minacce cibernetiche;

    la diffusione di malware ha spinto cittadini, imprese e amministrazioni pubbliche ad acquistare antivirus a protezione dei propri sistemi e dei dati in essi contenuti;

    sul mercato sono comunemente diffusi sistemi antivirus di produzione russa che possono divenire «teste di ponte» nei nostri sistemi rappresentando quindi una minaccia anziché una tutela rispetto a possibili cyberattacchi provenienti dalla Russia o da organizzazioni ad essa riconducibili;

    l'Europa sta sempre più acquisendo consapevolezza rispetto alla necessità di essere indipendente e resiliente rispetto a politiche o azioni ostili che puntano alla sua destabilizzazione;

    la Commissaria UE Ursula von der Leyen nel suo discorso sullo stato dell'Unione nel settembre 2021 ha annunciato l'intenzione di promuovere un Cyber resilience Act;

    il Dipartimento delle informazioni per la sicurezza (DIS), nella su Relazione annuale al Parlamento, ha affermato che la pubblica amministrazione e la sanità rimangono i settori più bersagliati dai criminal hacker i cui attacchi possono mettere in seria crisi il Sistema Paese,

impegna il Governo

ad adottare le opportune misure e iniziative, anche di carattere legislativo, laddove necessario, correlate alla presenza di software Kaspersky, o di provenienza russa, nella pubblica amministrazione, sia nazionale che locale, e nelle principali aziende nazionali, qualora possano rappresentare una minaccia per il loro funzionamento o per la protezione dei dati dei cittadini.
9/3491-A/11. (Testo modificato nel corso della seduta)Mantovani, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il 90 per cento del traffico merci mondiale viaggia attraverso il mare, il 98 per cento delle telecomunicazioni digitali viaggia attraverso dorsali marine e i cavi sottomarini si estendono per oltre 1,2 milioni di chilometri;

    oltre l'80 per cento dei fondali marini è ancora inesplorato, l'Italia si estende per 8000 km di coste al centro del Mar Mediterraneo e il rapporto frontiera Marittima/frontiera terrestre è di 7:1;

    il mare rappresenta per l'Italia una fondamentale risorsa:

     per il settore ittico che occupa 24.000 addetti con 12 mila pescherecci;

     per il settore energetico per l'estrazione o il trasporto di gas, petrolio/gnl;

    la sicurezza nazionale marittima è minacciata da impedimenti alla libertà di navigazione, minacce convenzionali, pirateria, traffici illegali, terrorismo ed eco terrorismo, cyber, sfruttamento incontrollato di risorse marine, fenomeno dei flussi migratori, inquinamento, globalizzazione dei fenomeni di insicurezza;

    la recente crisi internazionale dell'Ucraina e la Russia, anche non coinvolgendo in maniera diretta l'Italia, la Nato o l'Unione Europea, fa emergere la necessità di innalzare il livello di sicurezza in tutti i settori, tra cui quello marittimo visto la presenza di numerose unità navali russe e di altre potenze straniere nel mar Mediterraneo;

    la Marina Militare è una Forza Armata della Repubblica Italiana, insieme all'Esercito Italiano, all'Aeronautica Militare e all'Arma dei Carabinieri;

    l'Italia è considerata una media potenza regionale marittima e dalla recente audizione, con le commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato, del Capo di Stato maggiore della Marina Militare abbiamo appreso che per completare la dotazione capacitiva della Forza Armata è necessario un finanziamento di ulteriori 16,2 miliardi, nei prossimi 15 anni, da stanziare entro i prossimi 2/3 anni, di cui 9,3 miliardi per rinnovamento munizionamento e 6,9 miliardi per il mantenimento operativo;

    esistono forti criticità sul fronte personale, legata al numero carente della dotazione organica, sui problemi degli alloggi, lontananza dalla famiglia legata ai frequenti imbarchi;

    oggi l'organico è costituito, al 31 dicembre 2021, di 28.905, con un'elevata età media (49 anni nel grado Marescialli) che scenderanno a 26.800 unità se non sarà modificata la legge 244 del 2012;

    39.000 unità sarebbe il modello di riferimento auspicabile mentre 35.000 è il fabbisogno minimo;

    stessa carenza si riscontra tra il personale civile;

    la crisi internazionale trattata nel decreto in discussione comporta un'analisi attenta delle esigenze di tutte le componenti della nostra Difesa, tra cui la Marina Militare senza tralasciare Esercito e Aeronautica, anch'esse con la necessità di importanti investimenti,

impegna il Governo

ad ogni opportuna iniziativa al fine di sostenere urgentemente le esigenze della Difesa e delle Forze Armate, dalla deroga e riforma della legge 244 del 2012, attualmente in discussione in Parlamento, al finanziamento puntuale di quanto sopra esposto per la Marina Militare e dell'Esercito e dell'Aeronautica.
9/3491-A/12. Deidda, Galantino, Giovanni Russo, Ferro, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il 90 per cento del traffico merci mondiale viaggia attraverso il mare, il 98 per cento delle telecomunicazioni digitali viaggia attraverso dorsali marine e i cavi sottomarini si estendono per oltre 1,2 milioni di chilometri;

    oltre l'80 per cento dei fondali marini è ancora inesplorato, l'Italia si estende per 8000 km di coste al centro del Mar Mediterraneo e il rapporto frontiera Marittima/frontiera terrestre è di 7:1;

    il mare rappresenta per l'Italia una fondamentale risorsa:

     per il settore ittico che occupa 24.000 addetti con 12 mila pescherecci;

     per il settore energetico per l'estrazione o il trasporto di gas, petrolio/gnl;

    la sicurezza nazionale marittima è minacciata da impedimenti alla libertà di navigazione, minacce convenzionali, pirateria, traffici illegali, terrorismo ed eco terrorismo, cyber, sfruttamento incontrollato di risorse marine, fenomeno dei flussi migratori, inquinamento, globalizzazione dei fenomeni di insicurezza;

    la recente crisi internazionale dell'Ucraina e la Russia, anche non coinvolgendo in maniera diretta l'Italia, la Nato o l'Unione Europea, fa emergere la necessità di innalzare il livello di sicurezza in tutti i settori, tra cui quello marittimo visto la presenza di numerose unità navali russe e di altre potenze straniere nel mar Mediterraneo;

    la Marina Militare è una Forza Armata della Repubblica Italiana, insieme all'Esercito Italiano, all'Aeronautica Militare e all'Arma dei Carabinieri;

    l'Italia è considerata una media potenza regionale marittima e dalla recente audizione, con le commissioni congiunte Difesa di Camera e Senato, del Capo di Stato maggiore della Marina Militare abbiamo appreso che per completare la dotazione capacitiva della Forza Armata è necessario un finanziamento di ulteriori 16,2 miliardi, nei prossimi 15 anni, da stanziare entro i prossimi 2/3 anni, di cui 9,3 miliardi per rinnovamento munizionamento e 6,9 miliardi per il mantenimento operativo;

    esistono forti criticità sul fronte personale, legata al numero carente della dotazione organica, sui problemi degli alloggi, lontananza dalla famiglia legata ai frequenti imbarchi;

    oggi l'organico è costituito, al 31 dicembre 2021, di 28.905, con un'elevata età media (49 anni nel grado Marescialli) che scenderanno a 26.800 unità se non sarà modificata la legge 244 del 2012;

    39.000 unità sarebbe il modello di riferimento auspicabile mentre 35.000 è il fabbisogno minimo;

    stessa carenza si riscontra tra il personale civile;

    la crisi internazionale trattata nel decreto in discussione comporta un'analisi attenta delle esigenze di tutte le componenti della nostra Difesa, tra cui la Marina Militare senza tralasciare Esercito e Aeronautica, anch'esse con la necessità di importanti investimenti,

impegna il Governo

a valutare ogni opportuna iniziativa al fine di sostenere urgentemente le esigenze della Difesa e delle Forze Armate, dalla deroga e riforma della legge 244 del 2012, attualmente in discussione in Parlamento, al finanziamento puntuale di quanto sopra esposto per la Marina Militare e dell'Esercito e dell'Aeronautica.
9/3491-A/12. (Testo modificato nel corso della seduta)Deidda, Galantino, Giovanni Russo, Ferro, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento esame in reca all'articolo 5-quater disposizioni in materia di Accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina;

    secondo i dati dell'Alto Commissariato delle nazioni Unite per i rifugiati, aggiornati al 9 marzo 2022, sono 2.155.271 i profughi che in meno di due settimane hanno lasciato l'Ucraina e secondo l'Unicef 1 milioni di questi sono minori;

    l'Alto Commissariato prevede che sia arriverà ad almeno 4 milioni di rifugiati, mentre secondo le previsioni dell'Unione europea si arriverà a circa 7 milioni di sfollati;

    l'Unione europea si è mossa con rapidità, approvando lo scorso 4 marzo, in sede di Consiglio, l'attivazione della protezione temporanea ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE;

    sul piano interno, il Governo dovrà dare attuazione alla Decisione del Consiglio UE per mezzo di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dall'articolo 20 del Testo Unico Immigrazione, e dall'articolo 3 del decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, che recepisce la Direttiva 2001/55/CE;

    secondo i dati del Ministero dell'interno, al 14 marzo 2022, sono 37.447 i cittadini ucraini entrati al momento in Italia: 19.002 donne, 3.298 uomini e 15.147 minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna;

    oltre a fornire ai profughi un alloggio, il sostentamento, l'assistenza sociale, le necessarie cure mediche, e l'educazione per i minori, una delle questioni più delicate ma allo stesso tempo fondamentali collegate all'accoglienza delle persone che fuggono dalla guerra è fornire loro un adeguato supporto psicologico in particolare per le persone più vulnerabili;

    molte regioni e comuni si stanno muovendo già in questo senso, predisponendo servizi mirati di assistenza psicologica. Secondo i dati elaborati dal gruppo di coordinamento della regione Emilia Romagna si stima attualmente che tra il 10 e il 30 per cento dei profughi possa avere bisogno di un intervento di primo livello, ovvero una consulenza psicologica erogate da persone esperte in materia di Psicologia dell'emergenza, e che tra il 3 e il 5 per cento abbia invece necessità di aiuto di secondo livello, con un'azione più strutturata presso i Servizi di Salute mentale adulti, Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza o Dipendenze patologiche. I più coinvolti sono naturalmente bambini e donne;

    secondo quanto previsto alla lettera g) dell'articolo 4 del decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, tra le altre cose, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dovrà contenere «Misure specifiche assistenziali sono stabilite per le categorie di persone con bisogni particolari, quali i minori non accompagnati e le persone che abbiano subito torture, stupri o altre gravi forme di violenza psicologica, fisica o sessuale»,

impegna il Governo

a predisporre, in cooperazione con le regioni e gli enti locali, un piano di sostegno psicologico ai profughi provenienti dall'Ucraina, prevedendo adeguate risorse finanziarie.
9/3491-A/13. Grande, D'Arrando.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento esame in reca all'articolo 5-quater disposizioni in materia di Accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina;

    secondo i dati dell'Alto Commissariato delle nazioni Unite per i rifugiati, aggiornati al 9 marzo 2022, sono 2.155.271 i profughi che in meno di due settimane hanno lasciato l'Ucraina e secondo l'Unicef 1 milioni di questi sono minori;

    l'Alto Commissariato prevede che sia arriverà ad almeno 4 milioni di rifugiati, mentre secondo le previsioni dell'Unione europea si arriverà a circa 7 milioni di sfollati;

    l'Unione europea si è mossa con rapidità, approvando lo scorso 4 marzo, in sede di Consiglio, l'attivazione della protezione temporanea ai sensi dell'articolo 5 della direttiva 2001/55/CE;

    sul piano interno, il Governo dovrà dare attuazione alla Decisione del Consiglio UE per mezzo di un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri previsto dall'articolo 20 del Testo Unico Immigrazione, e dall'articolo 3 del decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, che recepisce la Direttiva 2001/55/CE;

    secondo i dati del Ministero dell'interno, al 14 marzo 2022, sono 37.447 i cittadini ucraini entrati al momento in Italia: 19.002 donne, 3.298 uomini e 15.147 minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna;

    oltre a fornire ai profughi un alloggio, il sostentamento, l'assistenza sociale, le necessarie cure mediche, e l'educazione per i minori, una delle questioni più delicate ma allo stesso tempo fondamentali collegate all'accoglienza delle persone che fuggono dalla guerra è fornire loro un adeguato supporto psicologico in particolare per le persone più vulnerabili;

    molte regioni e comuni si stanno muovendo già in questo senso, predisponendo servizi mirati di assistenza psicologica. Secondo i dati elaborati dal gruppo di coordinamento della regione Emilia Romagna si stima attualmente che tra il 10 e il 30 per cento dei profughi possa avere bisogno di un intervento di primo livello, ovvero una consulenza psicologica erogate da persone esperte in materia di Psicologia dell'emergenza, e che tra il 3 e il 5 per cento abbia invece necessità di aiuto di secondo livello, con un'azione più strutturata presso i Servizi di Salute mentale adulti, Neuropsichiatria dell'infanzia e dell'adolescenza o Dipendenze patologiche. I più coinvolti sono naturalmente bambini e donne;

    secondo quanto previsto alla lettera g) dell'articolo 4 del decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85, tra le altre cose, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri dovrà contenere «Misure specifiche assistenziali sono stabilite per le categorie di persone con bisogni particolari, quali i minori non accompagnati e le persone che abbiano subito torture, stupri o altre gravi forme di violenza psicologica, fisica o sessuale»,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di predisporre, in cooperazione con le regioni e gli enti locali, un piano di sostegno psicologico ai profughi provenienti dall'Ucraina, prevedendo adeguate risorse finanziarie.
9/3491-A/13. (Testo modificato nel corso della seduta)Grande, D'Arrando.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 3 del presente decreto si prefigge lo scopo di fornire quanto più possibile assistenza e sostegno alla popolazione ucraina, promuovendo un'attività di cooperazione anche in deroga alle norme generali vigenti in materia;

    in Ucraina, su una popolazione di 47 milioni di persone, sono oltre 100.000 i bambini abbandonati e accolti nei 663 orfanotrofi del Paese;

    molte coppie italiane, residenti in diverse città italiane, da nord a sud, come Messina e Torino, già da anni hanno intrapreso, attraverso associazioni competenti, il lungo e difficile percorso delle adozioni internazionali, e, in particolare, in Ucraina. Tale percorso era stato bloccato dalla pandemia e una speranza si era riaccesa nelle famiglie in attesa di accogliere questi bambini, poco prima dell'inizio dell'invasione russa, giacché l'Ucraina è stato il primo paese a riaprire gli iter di adozione;

    i racconti dei reporter e le immagini di guerra che ci raggiungono da questo Paese in conflitto sono drammatiche, ritraggono i minori orfani nascosti in seminterrati, dove cibo e acqua scarseggiano. Alcuni di questi, in città come Leopoli sono stati evacuati dalla struttura che li ospitava poco prima che venisse rasa al suolo. Altri, più sfortunati, sono dispersi, come nel caso dei 50 bambini dell'istituto andato distrutto a pochi chilometri da Kiev;

    il destino dei bambini orfani è accomunato tragicamente a quello dei bambini oncologici che, a causa di questa guerra, oltre ad essere costretti a vivere in sotterranei non adatti alla loro precaria condizione di salute, hanno dovuto interrompere le preziose terapie, con conseguenze immaginabili;

    la creazione di corridoi umanitari rappresenta l'unica via di salvezza per questi bambini, come espresso a gran voce dagli enti italiani del circuito adozioni e di assistenza ai malati pediatrici oncologici,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di potenziare l'attività diplomatica per aprire un canale umanitario, al fine di accogliere i bambini oncologici e le loro famiglie presso le nostre strutture ospedaliere specializzate, nonché mettere in salvo i bambini orfani, eventualmente coinvolgendo tutte le associazioni e gli enti italiani del circuito adozioni, in modo da procedere, qualora possibile, a loro affido presso gli stessi genitori che avevano avviato o concluso le procedure per la loro adozione.
9/3491-A/14. D'Uva, Baldino.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 3 del presente decreto si prefigge lo scopo di fornire quanto più possibile assistenza e sostegno alla popolazione ucraina, promuovendo un'attività di cooperazione anche in deroga alle norme generali vigenti in materia;

    in Ucraina, su una popolazione di 47 milioni di persone, sono oltre 100.000 i bambini abbandonati e accolti nei 663 orfanotrofi del Paese;

    molte coppie italiane, residenti in diverse città italiane, da nord a sud, come Messina e Torino, già da anni hanno intrapreso, attraverso associazioni competenti, il lungo e difficile percorso delle adozioni internazionali, e, in particolare, in Ucraina. Tale percorso era stato bloccato dalla pandemia e una speranza si era riaccesa nelle famiglie in attesa di accogliere questi bambini, poco prima dell'inizio dell'invasione russa, giacché l'Ucraina è stato il primo paese a riaprire gli iter di adozione;

    i racconti dei reporter e le immagini di guerra che ci raggiungono da questo Paese in conflitto sono drammatiche, ritraggono i minori orfani nascosti in seminterrati, dove cibo e acqua scarseggiano. Alcuni di questi, in città come Leopoli sono stati evacuati dalla struttura che li ospitava poco prima che venisse rasa al suolo. Altri, più sfortunati, sono dispersi, come nel caso dei 50 bambini dell'istituto andato distrutto a pochi chilometri da Kiev;

    il destino dei bambini orfani è accomunato tragicamente a quello dei bambini oncologici che, a causa di questa guerra, oltre ad essere costretti a vivere in sotterranei non adatti alla loro precaria condizione di salute, hanno dovuto interrompere le preziose terapie, con conseguenze immaginabili;

    la creazione di corridoi umanitari rappresenta l'unica via di salvezza per questi bambini, come espresso a gran voce dagli enti italiani del circuito adozioni e di assistenza ai malati pediatrici oncologici,

impegna il Governo

a proseguire l'attività diplomatica al fine di accogliere i bambini oncologici e le loro famiglie presso le nostre strutture ospedaliere specializzate, nonché mettere in salvo i bambini orfani, eventualmente coinvolgendo tutte le associazioni e gli enti italiani del circuito adozioni, in modo da procedere, qualora possibile, al loro affido presso gli stessi genitori che avevano concluso le procedure per la loro adozione.
9/3491-A/14. (Testo modificato nel corso della seduta)D'Uva, Baldino.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto-legge in esame, include una serie di misure, concordate dall'Italia assieme ai Paesi membri della NATO, che si prefiggono di rafforzare la postura militare dell'Alleanza Atlantica sul fianco orientale dell'Unione europea, con l'obiettivo principale di garantire, a fronte della grave situazione di crisi in atto, il necessario livello di deterrenza e, ove necessario, di difesa;

    il provvedimento riunisce una prima serie di misure, preventivamente pianificate, perseguendo congiuntamente, in parallelo, gli sforzi diplomatici ed il sostegno all'Ucraina nel conflitto in corso ed è volto a garantire il contributo italiano all'impegno condiviso con gli Alleati in termini di difesa collettiva attraverso l'attivazione e al rafforzamento della postura militare a seguito del conflitto tra Russia e Ucraina;

    l'articolo 2 del provvedimento, prevede la cessione, a titolo gratuito, di mezzi e materiali di equipaggiamento militari non letali di protezione alle autorità governative dell'Ucraina, tale disposizione è intesa a corrispondere alle richieste di supporto indirizzate alla Comunità internazionale, Italia inclusa, rendendo disponibili equipaggiamenti per la protezione individuale e più in generale della popolazione civile dagli effetti del conflitto in atto (materiali Counter-IED per la rilevazione di oggetti metallici e ordigni esplosivi, elmetti e giubbotti antiproiettile), mentre con l'articolo 3, si autorizza il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo ad adottare, fino al 31 dicembre 2022, interventi di assistenza o di cooperazione in favore del Governo e della popolazione ucraina, in deroga alla vigente normativa, ad eccezione delle norme penali, di quelle in materia di contrasto alla criminalità organizzata e di quelle derivanti da obblighi inderogabili discendenti dall'appartenenza all'Unione europea;

    secondo l'Alto Commissariato dell'ONU per i rifugiati, sono fuggite dall'Ucraina circa 1 milione di persone da quando le forze messe hanno invaso il Paese, con il protrarsi del conflitto, si prevede un esodo di massa e la stessa Unione europea è chiamata a gestire quella che rischia di divenire una vera e propria crisi umanitaria;

    la comunità ucraina in Italia, composta da 240 mila persone, è considerata la più grande d'Europa occidentale e con il protrarsi del conflitto, nei prossimi giorni è facile prevedere che gli arrivi nel nostro Paese dei profughi ucraini, in particolar modo, donne, bambini e anziani in fuga dalla guerra si intensificheranno maggiormente, sarà fondamentale organizzare aiuti e accoglienza poiché presto la situazione potrebbe diventare più caotica ritenuto inoltre che, attualmente si è attivato un volontariato diffuso soprattutto per i ricongiungimenti familiari in Italia che sono al momento la realtà più ampia e i profughi ucraini arrivano pressoché in tutte le regioni italiane e, secondo stime attendibili, ne sono attesi circa 700 mila, pertanto sarà necessario elaborare strumenti agili e veloci per superare anche l'aspetto burocratico e rendere il più facile possibile il ricongiungimento familiare,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare, tutte le misure necessarie per l'attuazione di un piano operativo volto ad elaborare un efficace sistema di coordinamento nazionale per l'accoglienza e l'integrazione anche attraverso una «sburocratizzazione» dei ricongiungimenti familiari al fine di fronteggiare e tarare gli interventi sui nostri territori attraverso le Prefetture, le Regioni, gli enti locali che dovranno, con azioni veloci e concrete rispondere alle diverse necessità dei profughi ucraini che arrivano nel nostro Paese.
9/3491-A/15. Amitrano.


   La Camera,

   premesso che:

    il Consiglio dei ministri del 28 febbraio 2022 ha deliberato la Dichiarazione dello stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022 per assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale per la grave crisi in atto;

    nel pomeriggio di mercoledì 9 marzo, intorno alle 15.30, è stato bombardato un ospedale pediatrico a Mariupol, nel sud-est dell'Ucraina. Secondo fonti di stampa il reparto di maternità e ginecologia è stato distrutto, provocando alcune morti e numerosi feriti;

    l'articolo 5 del decreto in esame prevede il potenziamento delle attività realizzate dall'unità di crisi del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale a tutela degli interessi italiani e della sicurezza dei connazionali all'estero in situazioni di emergenza, per il quale è autorizzata la spesa di euro 1 milione per l'anno 2022;

    è necessario provvedere tempestivamente a porre in essere tutte le iniziative di carattere straordinario per i bambini e le mamme ospiti della struttura,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di prevedere una capillare programmazione del piano di accoglienza dei bambini e delle donne ucraine ricoverati nell'ospedale di Mariupol nelle strutture sanitarie pediatriche nazionali ovvero di adottare ogni altro opportuno provvedimento per rendere concreto tutto quanto necessiti in termini di cure, in particolare per i pazienti oncologici.
9/3491-A/16. Grippa.


   La Camera,

   premesso che:

    nella notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina e l'invasione ha assunto immediatamente una dimensione ampia e crescente, dando inizio una guerra che sta provocando una fra le più grandi catastrofi umanitarie dal secondo dopoguerra, con migliaia di vittime, per la maggior parte civili, tra cui numerosi bambini;

    a fronte della recrudescenza del conflitto, è diventato subito urgente dunque introdurre specifiche disposizioni sulla crisi Ucraina e per fare fronte alle eccezionali esigenze connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini che arrivano sul territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico in atto in quel Paese;

    sono milioni le vittime del conflitto che avranno bisogno di assistenza e protezione, fuori e dentro l'Ucraina, solo in Italia, ad oggi, si contano 28.000 profughi ucraini, oltre il 90 per cento dei quali è costituito da donne e bambini;

    pertanto è evidente la straordinaria necessità e urgenza di assicurare misure di sostegno a beneficio dei profughi ucraini giunti nel territorio nazionale;

    proprio in riferimento agli interventi collegati all'accoglienza dei rifugiati ucraini, il 4 marzo 2022 il Consiglio UE ha deciso di attivare, per la prima volta, la direttiva di protezione temporanea che nel nostro ordinamento è recepita dal decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85;

    come previsto dal citato decreto legislativo e dal TU sull'immigrazione, le misure di protezione temporanea per fronteggiare l'afflusso massiccio di sfollati sono demandate ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che dovrà stabilire, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche mediante il coinvolgimento delle associazioni ed enti di volontariato, tra le altre cose, le misure assistenziali, comprese quelle per l'alloggio, l'assistenza sociale, per le cure mediche, per il sostentamento e l'accesso al sistema educativo per i minori alla pari con i cittadini italiani,

impegna il Governo

a riconoscere e garantire l'assistenza sanitaria e ospedaliera a titolo gratuito ai soggetti di nazionalità ucraina, prioritariamente ai minori, giunti nel territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico che si sta consumando nel loro Paese.
9/3491-A/17. Ruggiero, D'Arrando, Villani, Penna.


   La Camera,

   premesso che:

    nella notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina e l'invasione ha assunto immediatamente una dimensione ampia e crescente, dando inizio una guerra che sta provocando una fra le più grandi catastrofi umanitarie dal secondo dopoguerra, con migliaia di vittime, per la maggior parte civili, tra cui numerosi bambini;

    a fronte della recrudescenza del conflitto, è diventato subito urgente dunque introdurre specifiche disposizioni sulla crisi Ucraina e per fare fronte alle eccezionali esigenze connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini che arrivano sul territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico in atto in quel Paese;

    sono milioni le vittime del conflitto che avranno bisogno di assistenza e protezione, fuori e dentro l'Ucraina, solo in Italia, ad oggi, si contano 28.000 profughi ucraini, oltre il 90 per cento dei quali è costituito da donne e bambini;

    pertanto è evidente la straordinaria necessità e urgenza di assicurare misure di sostegno a beneficio dei profughi ucraini giunti nel territorio nazionale;

    proprio in riferimento agli interventi collegati all'accoglienza dei rifugiati ucraini, il 4 marzo 2022 il Consiglio UE ha deciso di attivare, per la prima volta, la direttiva di protezione temporanea che nel nostro ordinamento è recepita dal decreto legislativo 7 aprile 2003, n. 85;

    come previsto dal citato decreto legislativo e dal TU sull'immigrazione, le misure di protezione temporanea per fronteggiare l'afflusso massiccio di sfollati sono demandate ad un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, che dovrà stabilire, d'intesa con la Conferenza unificata di cui all'articolo 8 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, anche mediante il coinvolgimento delle associazioni ed enti di volontariato, tra le altre cose, le misure assistenziali, comprese quelle per l'alloggio, l'assistenza sociale, per le cure mediche, per il sostentamento e l'accesso al sistema educativo per i minori alla pari con i cittadini italiani,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di riconoscere e garantire l'assistenza sanitaria e ospedaliera a titolo gratuito ai soggetti di nazionalità ucraina, prioritariamente ai minori, giunti nel territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico che si sta consumando nel loro Paese e comunque in condizione di parità di trattamento con i cittadini italiani, fermo restando il rilascio del permesso temporaneo.
9/3491-A/17. (Testo modificato nel corso della seduta)Ruggiero, D'Arrando, Villani, Penna.


   La Camera,

   premesso che:

    nella notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina e l'invasione ha assunto immediatamente una scala ampia e crescente;

    il Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi nel pomeriggio del 24 febbraio, oltre ad esprimere «la più ferma condanna per l'ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l'Ucraina» e a chiedere alla Federazione Russa l'immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina «ha ribadito il pieno sostegno all'indipendenza e all'integrità territoriale dell'Ucraina» e sostegno al suo popolo;

    a fronte della recrudescenza del conflitto, è diventato subito urgente introdurre specifiche disposizioni sulla crisi ucraina e per fare fronte alle eccezionali esigenze connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini che arrivano sul territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico in atto in quel Paese;

    sono milioni le vittime del conflitto che avranno bisogno di assistenza e protezione, fuori e dentro l'Ucraina, solo in Italia, ad oggi, si contano circa 40.000 profughi ucraini;

    la rappresentante per l'Italia dell'UNHCR, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, parla di un esodo che per rapidità non ha precedenti nell'esperienza dell'Agenzia ONU e, nella consapevolezza che i tempi dell'emergenza generata dal conflitto ucraino non saranno brevi, invita i Paesi europei a mettere subito in atto tutti i meccanismi che agevolino l'integrazione dei rifugiati: «I benefici per tutti sono innegabili. I rifugiati raggiungeranno l'indipendenza e contribuiranno alla società che li ospita»;

    dunque, oltre alla straordinaria necessità e urgenza di assicurare misure di sostegno a beneficio dei profughi ucraini giunti nel territorio nazionale, appare opportuno consentire loro l'integrazione nel nostro Paese anche dal punto di vista lavorativo;

    già per far fronte all'emergenza pandemica e alla necessità di reperimento di personale sanitario, è stata introdotta una procedura semplificata per il riconoscimento in Italia dei titoli di studio sanitari acquisiti all'estero e il decreto-legge n. 105 del 2021, all'articolo 6-bis ha prorogato la validità della procedura semplificata in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie fino al 31 dicembre 2022,

impegna il Governo

ad intervenire affinché, attraverso una ulteriore semplificazione della procedura di riconoscimento dei titoli conseguiti in Paesi extra Unione europea, e considerato la evidente difficoltà di reperimento della documentazione necessaria, sia consentito l'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti ucraini profughi in Italia, che intendono esercitare, in via autonoma o dipendente, nel territorio nazionale, presso strutture sanitarie o socio sanitarie private o accreditate, una professione sanitaria o la professione di operatore socio-sanitario.
9/3491-A/18. Barzotti, Ruggiero, D'Arrando, Villani, Penna.


   La Camera,

   premesso che:

    nella notte tra il 23 e 24 febbraio 2022 la Federazione Russa ha lanciato un'offensiva imponente nei confronti dell'Ucraina e l'invasione ha assunto immediatamente una scala ampia e crescente;

    il Consiglio Supremo di Difesa, riunitosi nel pomeriggio del 24 febbraio, oltre ad esprimere «la più ferma condanna per l'ingiustificabile aggressione militare lanciata dalla Federazione Russa contro l'Ucraina» e a chiedere alla Federazione Russa l'immediata cessazione delle ostilità e il ritiro delle forze fuori dai confini internazionalmente riconosciuti dell'Ucraina «ha ribadito il pieno sostegno all'indipendenza e all'integrità territoriale dell'Ucraina» e sostegno al suo popolo;

    a fronte della recrudescenza del conflitto, è diventato subito urgente introdurre specifiche disposizioni sulla crisi ucraina e per fare fronte alle eccezionali esigenze connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini che arrivano sul territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico in atto in quel Paese;

    sono milioni le vittime del conflitto che avranno bisogno di assistenza e protezione, fuori e dentro l'Ucraina, solo in Italia, ad oggi, si contano circa 40.000 profughi ucraini;

    la rappresentante per l'Italia dell'UNHCR, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, parla di un esodo che per rapidità non ha precedenti nell'esperienza dell'Agenzia ONU e, nella consapevolezza che i tempi dell'emergenza generata dal conflitto ucraino non saranno brevi, invita i Paesi europei a mettere subito in atto tutti i meccanismi che agevolino l'integrazione dei rifugiati: «I benefici per tutti sono innegabili. I rifugiati raggiungeranno l'indipendenza e contribuiranno alla società che li ospita»;

    dunque, oltre alla straordinaria necessità e urgenza di assicurare misure di sostegno a beneficio dei profughi ucraini giunti nel territorio nazionale, appare opportuno consentire loro l'integrazione nel nostro Paese anche dal punto di vista lavorativo;

    già per far fronte all'emergenza pandemica e alla necessità di reperimento di personale sanitario, è stata introdotta una procedura semplificata per il riconoscimento in Italia dei titoli di studio sanitari acquisiti all'estero e il decreto-legge n. 105 del 2021, all'articolo 6-bis ha prorogato la validità della procedura semplificata in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali sanitarie fino al 31 dicembre 2022,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di intervenire affinché, attraverso una ulteriore semplificazione della procedura di riconoscimento dei titoli conseguiti in Paesi extra Unione europea, e considerato la evidente difficoltà di reperimento della documentazione necessaria, sia consentito l'esercizio temporaneo delle qualifiche professionali sanitarie e della qualifica di operatore socio-sanitario ai professionisti ucraini profughi in Italia, che intendono esercitare, in via autonoma o dipendente, nel territorio nazionale, presso strutture sanitarie o socio sanitarie private o accreditate, una professione sanitaria o la professione di operatore socio-sanitario.
9/3491-A/18. (Testo modificato nel corso della seduta)Barzotti, Ruggiero, D'Arrando, Villani, Penna.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 4, del provvedimento in esame, dispone per l'anno 2022 un apposito fondo con una dotazione pari a 1.000.000 di euro da iscrivere nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, al fine di promuovere iniziative di sostegno agli studenti di nazionalità ucraina iscritti, ovvero aderenti al programma Erasmus+, presso le università, anche non statali, legalmente riconosciute, nonché ai dottorandi, ai ricercatori e ai professori di nazionalità ucraina che partecipano, a qualsiasi titolo, alle attività delle predette università e istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica o degli enti di ricerca vigilati dal Ministero dell'università e della ricerca;

    analogamente anche nel settore istruzione sarebbe necessario un intervento urgente e tempestivo volto a rispondere alle tante esigenze che gli studenti e le studentesse ucraini, profughi di guerra, manifestano all'arrivo nel nostro Paese;

    l'impegno delle scuole italiane è già da tempo volto ad assicurare ai minori stranieri l'assolvimento dell'obbligo formativo, anche in ragione della prescrizione imposta dal Testo Unico sull'immigrazione (articolo 38 del decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286) che garantisce il diritto allo studio ai minori stranieri presenti sul territorio italiano, prevedendo per costoro l'applicazione delle disposizioni nazionali in materia;

    la stessa tutela è garantita ai minori stranieri richiedenti protezione internazionale e ai figli dei minori richiedenti protezione internazionale;

    il non prevedibile numero di arrivi di studentesse e studenti dall'Ucraina, sicuramente in aumento, in età scolastica, impone un intervento non solo di carattere psicologico ma soprattutto linguistico volto ad agevolare l'accoglienza e la comunicazione attraverso figure ad hoc quali quella del mediatore linguistico e culturale;

    nella nota del Ministero dell'istruzione, Dipartimento per il sistema educativo di istruzione formazione, si evince che quale primo sostegno alle istituzioni scolastiche nel delicato compito di accoglienza ed integrazione, il Ministero ha reperito in via d'urgenza un primo stanziamento pari ad euro 1.000.000 da destinare alle istituzioni scolastiche coinvolte significativamente nelle predette attività di accoglienza, prevedendo supporto psicologico e linguistico attraverso un affiancamento al personale scolastico di mediatori linguistici e culturali;

    la mancata previsione di un apposito fondo per il Ministero dell'istruzione risulterebbe assai insufficiente per far fronte alle necessità di integrazione e prosecuzione nel percorso scolastico, anche in ragione del prevedibile aumento di arrivi nel territorio italiano di studenti e studentesse di nazionalità ucraina,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di reperire ulteriori e più cospicue risorse finanziarie per incrementare la durata dei finanziamenti e lo stanziamento complessivo, anche istituendo per la scuola un apposito fondo come analogamente avvenuto per l'università.
9/3491-A/19. Casa, Alaimo.


   La Camera,

   premesso che:

    la guerra in Ucraina sta determinando inesorabilmente terribili conseguenze umanitarie nella nazione teatro del conflitto;

    le prime stime dell'ONU indicano circa seicento civili morti e oltre 1000 feriti, tra cui bambini, dall'inizio degli scontri, e circa 2,8 milioni di profughi, tra cui tantissimi minori; questi dati sono inevitabilmente destinati ad aumentare;

    la parte introduttiva del decreto sottolinea necessità e l'urgenza di introdurre specifiche disposizioni per fare fronte alle eccezionali esigenze connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini che arrivano sul territorio nazionale in conseguenza del conflitto bellico;

    il provvedimento in esame istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, un fondo destinato a finanziare le iniziative delle università, delle istituzioni dell'alta formazione artistica, musicale e coreutica e degli enti di ricerca a favore degli studenti, dei ricercatori e dei professori di nazionalità ucraina che siano nel territorio italiano per ragioni di studio o di ricerca;

    al fine di dare un sostegno ulteriore ai giovani di nazionalità ucraina in età scolare inseriti nei programmi di accoglienza appare necessario individuare risorse e strumenti adeguati di integrazione e accoglienza, anche al fine di contribuire al superamento dell'inevitabile trauma psicologico derivante dall'improvviso abbandono della propria casa e del proprio Paese,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di garantire ai giovani di nazionalità ucraina in età scolare la possibilità di accedere, senza limitazione alcuna, ai servizi scolastici italiani nonché alle iniziative di doposcuola, alle iniziative ludiche e alle attività sportive delle istituzioni scolastiche dei luoghi di accoglienza.
9/3491-A/20. Tuzi.


   La Camera,

   premesso che:

    alla crisi sanitaria e quella economica, conseguita all'emergenza epidemiologica da COVID-19, si è aggiunta l'impennata dei prezzi dell'energia e del gas con pesanti ripercussioni sulle imprese, oramai in forte difficoltà nel mantenere la propria capacità produttiva e nel far fronte al pagamento delle spese relative alle utenze;

    nel comunicato dell'8 gennaio 2022, la CGIA ha segnalato che, rispetto al 2019, l'extra costo stimato che le imprese italiane sosterranno quest'anno a causa solo dell'aumento del prezzo delle tariffe elettriche ammonta a quasi 36 miliardi di euro;

    tale evoluzione dello scenario energetico secondo i calcoli effettuati dal Centro studi di Confindustria comporta per la manifattura italiana un incremento di costi per la fornitura di energia che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019 ad oltre 20 miliardi nel 2021 e oltre 37 miliardi nel 2022, ovvero un costo complessivo del 350 per cento nel 2021 e del 650 per cento rispetto ai costi del 2020;

    dal bilancio realizzato da Unioncamere-BMTI sull'evoluzione delle tariffe pagate nell'ultimo anno dalle PMI italiane dello scorso 13 gennaio, emerge, inoltre, che a pesare sugli aumenti è il forte rincaro delle quotazioni internazionali del gas naturale, a causa degli squilibri nel mercato tra l'aumento della domanda mondiale di gas e le rigidità dell'offerta. Seppur in calo rispetto ai picchi di dicembre, le quotazioni del gas naturale al Ttf, il mercato olandese di riferimento per l'Europa, si sono attestate a fine gennaio sugli 85 euro/Mwh, di fatto quadruplicate rispetto ad un anno fa;

    il sostegno ai settori previsto dal recente decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (cosiddetto Sostegni-ter), non pare suscettibile di garantire in via strutturale e permanente una soluzione alle criticità summenzionate e relative ai rincari dei costi dell'energia per le categorie produttive, gravemente colpite dalla cosiddetta pandemia energetica;

    la situazione della guerra russo-ucraina ha inoltre determinato una situazione di eccezionale instabilità per il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale, considerata l'importanza della quota di gas importata dalla Russia, nonché la circostanza che il transito interessa, almeno in parte, proprio il territorio ucraino;

    l'adozione di sanzioni contro la Russia potrebbe, peraltro, determinare ulteriori rischi prospettici per il prossimo inverno e per la ordinaria campagna di iniezione di gas negli stoccaggi;

    per questi motivi, si è reso necessario prevedere che il Ministro della transizione ecologica possa adottare, anche al fine espresso di consentire il riempimento degli stoccaggi di gas nazionale per l'anno termico 2022-2023, le misure (volte all'aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei relativi consumi) individuate dal paragrafo 4.2.3 («Livello di emergenza») del Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale, adottato con decreto del Ministero dello sviluppo economico (ora «Ministero della transizione ecologica») del 18 dicembre 2019 e poi modificato con decreto ministeriale del 30 settembre 2020, sulla base dell'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 93 del 2011, in conformità e come prima applicazione delle disposizioni dell'articolo 10 del Regolamento (UE) 2017/1938 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2017 concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010;

    in altri termini, anche a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza, si è inteso prevedere che il Ministro della transizione ecologica possa adottare le misure che il citato Piano prescrive per tutti i casi di livello emergenziale. L'esigenza di una precisazione in tal senso deriva dalla circostanza che, ai sensi del Piano, lo stadio di livello emergenziale si avvera nell'ipotesi di una constatata alterazione dei flussi di gas, la quale, tuttavia, non necessariamente si realizzerà nella situazione contingente, in cui il rischio deriva non già da un evento tecnico o commerciale, ma da un evento politico di eccezionale gravità, che pone degli scenari di rischio anche in visione prospettica;

    da ultimo, si registra un vertiginoso aumento dei prezzi del carburante in moltissimi dei distributori di tutto il Paese, e poiché il carburante che oggi viene venduto nei distributori è il prodotto della raffinazione di petrolio comprato in un tempo di molto anteriore allo scoppio della crisi in Ucraina e dei conseguenti aumenti sul mercato internazionale, le società di intermediazione e raffinazione sembrerebbero aver aumentato in modo ingiustificato lo spread che applicano sulla intermediazione del carburante;

    a tale riguardo, il Ministro per la Transizione energetica, Cingolani, chiedendo di fissare un tetto europeo per il prezzo del gas, ha dichiarato che «stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi», si tratterebbe di «una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini»,

impegna il Governo

al fine di contrastare un ingiustificato rialzo dei prezzi del carburante e tutelare cittadini e imprese, a valutare l'opportunità di adottare misure immediate ed efficaci per monitorare il rincaro dei prezzi su benzina e gasolio e per verificare e sanzionare i responsabili della summenzionata paventata speculazione e/o aggiotaggio, nonché per ridurre il peso fiscale degli aumenti del prezzo del carburante, anche considerando la possibilità di riversare il cosiddetto extra gettito IVA per la riduzione delle accise.
9/3491-A/21. Alemanno, Martinciglio, Torto, Masi, Orrico, Sut.


   La Camera,

   premesso che:

    alla crisi sanitaria e quella economica, conseguita all'emergenza epidemiologica da COVID-19, si è aggiunta l'impennata dei prezzi dell'energia e del gas con pesanti ripercussioni sulle imprese, oramai in forte difficoltà nel mantenere la propria capacità produttiva e nel far fronte al pagamento delle spese relative alle utenze;

    nel comunicato dell'8 gennaio 2022, la CGIA ha segnalato che, rispetto al 2019, l'extra costo stimato che le imprese italiane sosterranno quest'anno a causa solo dell'aumento del prezzo delle tariffe elettriche ammonta a quasi 36 miliardi di euro;

    tale evoluzione dello scenario energetico secondo i calcoli effettuati dal Centro studi di Confindustria comporta per la manifattura italiana un incremento di costi per la fornitura di energia che passano dagli 8 miliardi circa nel 2019 ad oltre 20 miliardi nel 2021 e oltre 37 miliardi nel 2022, ovvero un costo complessivo del 350 per cento nel 2021 e del 650 per cento rispetto ai costi del 2020;

    dal bilancio realizzato da Unioncamere-BMTI sull'evoluzione delle tariffe pagate nell'ultimo anno dalle PMI italiane dello scorso 13 gennaio, emerge, inoltre, che a pesare sugli aumenti è il forte rincaro delle quotazioni internazionali del gas naturale, a causa degli squilibri nel mercato tra l'aumento della domanda mondiale di gas e le rigidità dell'offerta. Seppur in calo rispetto ai picchi di dicembre, le quotazioni del gas naturale al Ttf, il mercato olandese di riferimento per l'Europa, si sono attestate a fine gennaio sugli 85 euro/Mwh, di fatto quadruplicate rispetto ad un anno fa;

    il sostegno ai settori previsto dal recente decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (cosiddetto Sostegni-ter), non pare suscettibile di garantire in via strutturale e permanente una soluzione alle criticità summenzionate e relative ai rincari dei costi dell'energia per le categorie produttive, gravemente colpite dalla cosiddetta pandemia energetica;

    la situazione della guerra russo-ucraina ha inoltre determinato una situazione di eccezionale instabilità per il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale, considerata l'importanza della quota di gas importata dalla Russia, nonché la circostanza che il transito interessa, almeno in parte, proprio il territorio ucraino;

    l'adozione di sanzioni contro la Russia potrebbe, peraltro, determinare ulteriori rischi prospettici per il prossimo inverno e per la ordinaria campagna di iniezione di gas negli stoccaggi;

    per questi motivi, si è reso necessario prevedere che il Ministro della transizione ecologica possa adottare, anche al fine espresso di consentire il riempimento degli stoccaggi di gas nazionale per l'anno termico 2022-2023, le misure (volte all'aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei relativi consumi) individuate dal paragrafo 4.2.3 («Livello di emergenza») del Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale, adottato con decreto del Ministero dello sviluppo economico (ora «Ministero della transizione ecologica») del 18 dicembre 2019 e poi modificato con decreto ministeriale del 30 settembre 2020, sulla base dell'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 93 del 2011, in conformità e come prima applicazione delle disposizioni dell'articolo 10 del Regolamento (UE) 2017/1938 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2017 concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010;

    in altri termini, anche a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza, si è inteso prevedere che il Ministro della transizione ecologica possa adottare le misure che il citato Piano prescrive per tutti i casi di livello emergenziale. L'esigenza di una precisazione in tal senso deriva dalla circostanza che, ai sensi del Piano, lo stadio di livello emergenziale si avvera nell'ipotesi di una constatata alterazione dei flussi di gas, la quale, tuttavia, non necessariamente si realizzerà nella situazione contingente, in cui il rischio deriva non già da un evento tecnico o commerciale, ma da un evento politico di eccezionale gravità, che pone degli scenari di rischio anche in visione prospettica;

    da ultimo, si registra un vertiginoso aumento dei prezzi del carburante in moltissimi dei distributori di tutto il Paese, e poiché il carburante che oggi viene venduto nei distributori è il prodotto della raffinazione di petrolio comprato in un tempo di molto anteriore allo scoppio della crisi in Ucraina e dei conseguenti aumenti sul mercato internazionale, le società di intermediazione e raffinazione sembrerebbero aver aumentato in modo ingiustificato lo spread che applicano sulla intermediazione del carburante;

    a tale riguardo, il Ministro per la Transizione energetica, Cingolani, chiedendo di fissare un tetto europeo per il prezzo del gas, ha dichiarato che «stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi», si tratterebbe di «una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini»,

impegna il Governo

al fine di contrastare un ingiustificato rialzo dei prezzi del carburante e tutelare cittadini e imprese, a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di adottare misure immediate ed efficaci per monitorare il rincaro dei prezzi su benzina e gasolio e per verificare e, qualora accertato, sanzionare i responsabili della summenzionata paventata speculazione e/o aggiotaggio, nonché per ridurre il peso fiscale degli aumenti del prezzo del carburante, anche considerando la possibilità di riversare il cosiddetto extra gettito IVA per la riduzione delle accise.
9/3491-A/21. (Testo modificato nel corso della seduta)Alemanno, Martinciglio, Torto, Masi, Orrico, Sut.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento d'urgenza, composto di 7 articoli e modificato in corso d'esame alle Commissioni referenti, include l'attivazione di una serie misure, concordate dall'Italia assieme ai Paesi alleati della NATO, che si prefiggono di rafforzare la postura militare dell'Alleanza Atlantica sul fianco orientale dell'Unione europea, con l'obiettivo principale di garantire, a fronte della grave situazione di crisi in atto, il necessario livello di deterrenza e, ove necessario, di difesa;

    l'articolo 5-quater, in particolare, detta disposizioni per l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina, più specificatamente per le persone vulnerabili, incrementando le risorse iscritte nello stato di previsione del Ministero dell'interno relative all'attivazione, alla locazione e alla gestione dei centri di trattenimento e di accoglienza pari a 54.162.000 euro per l'anno 2022;

    in tale ambito e in considerazione delle complessità legate alle procedure amministrative e logistiche, connesse all'accoglienza dei cittadini ucraini, si ravvisa la necessità di prevedere misure volte ad introdurre un sistema per l'autonoma sistemazione, valutato che in ragione dell'accrescersi del conflitto bellico, con ogni probabilità, giungeranno in Europa e nel nostro Paese, ulteriori centinaia di migliaia di persone provenienti dal Paese invaso dalla Russia, determinando gravi carenze in termini di strutture dedicate all'ospitalità, con presumibile aumento della domanda di volontariato,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di, compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili e i vincoli di bilancio, adottare un provvedimento normativo ad hoc volto a stabilire un contributo di solidarietà minimo in favore dei soggetti connazionali che stabiliranno autonomamente di accogliere cittadini ucraini nel caso in cui le strutture pubbliche già predisposte non siano sufficienti ad ospitare la comunità ucraina, costretta a fuggire dal proprio Paese a causa del conflitto bellico in corso.
9/3491-A/22. Zanichelli, Ascari, Emiliozzi.


   La Camera,

   premesso che:

    nel corso dell'esame in sede referente presso le Commissioni III e IV, alle misure di natura più prettamente politico – diplomatica, militare ed economica si sono aggiunte quelle di natura umanitaria legate alla gestione e all'accoglienza profughi nonché a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina che svolgono attività di studio o ricerca presso le università, le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e gli enti di ricerca;

    le ripercussioni più gravi ed odiose del conflitto sono quelle che colpiscono le popolazioni inermi e all'interno di queste i soggetti più fragili ed esposti come i minori orfani, esposti al doppio dramma dell'abbandono e della guerra: nella sola Ucraina sono circa 100 mila;

    la tragedia della guerra si è abbattuta altresì anche sugli oltre 200 bambini bielorussi – orfani o per i quali è stata dichiarata comunque l'adottabilità – che attendono da lungo tempo, complice il Covid e la crisi diplomatica con il governo Lukashenko, di poter trovare un approdo sicuro presso le famiglie italiane già individuate;

    fra l'Italia e la Bielorussia è stato firmato nel 2017 un Protocollo che disciplina le adozioni internazionali dei minori fra i due Paesi: in particolare l'articolo 9 dispone che la Commissione per le Adozioni Internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri: «trasmette ufficialmente alla Parte bielorussa l'elenco aggiornato dei cittadini della Repubblica Italiana che desiderano adottare i minori bielorussi (di seguito “l'elenco aggiornato”), corredato della lettera di garanzia sul benessere dei minori adottandi diretta al Presidente della Repubblica di Belarus, firmata dai vertici della Repubblica Italiana»;

    la citata lettera di garanzia è un atto necessario e concordato fra l'Italia e la Bielorussia per finalizzare l'adozione e dare ai bambini orfani un futuro migliore, o meglio, come in questo momento, metterli in salvo da una situazione di pericolo;

    la mancata firma della lettera di garanzia ha causato il blocco totale dei cosiddetti viaggi di risanamento, ovvero i periodi di vacanza che – in due periodi dell'anno – i ragazzi bielorussi trascorrono ospiti presso le famiglie italiane per contrastare gli effetti dell'esposizione alle radiazioni ancora presenti dopo la tragedia di Chernobyl. In genere le famiglie ospitanti sono, le stesse che poi fanno richiesta di adozione;

    di recente per sbloccare la situazione la stessa Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha inviato a sua firma la lettera di garanzia prevista dal Protocollo citato, che tuttavia non è stata accetta dalla Bielorussia in quanto l'atto deve essere sottoscritto dal Presidente della Repubblica o dal Presidente del Consiglio;

    in considerazione dell'aggravarsi della situazione in Ucraina e nell'area circostante e sempre più preoccupati per la sorte dei bimbi che sono in attesa di poter adottare, alcune delle coppie hanno deciso di presentare ricorso presso il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino;

    i bambini bielorussi in questione sono per la gran parte ospitati in grandi orfanotrofi, i cosiddetti internata, e in qualche caso scontano ancora handicap fisici e psicologici di vario grado e difficilmente superabili riconducibili alla tragedia di Chernobyl, la cui unica speranza di ripresa risiede nel poter crescere nel nostro Paese protetti e ristorati dalla serenità e dall'affetto delle famiglie affidatarie,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare idonee iniziative, anche di carattere diplomatico, volte a garantire nel più breve tempo possibile la ripresa dei viaggi di risanamento per i bambini bielorussi, nonché a velocizzare l'iter di adozione dei minori bielorussi.
9/3491-A/23. Orrico, Masi, Baldino, Grande.


   La Camera,

   premesso che:

    nel corso dell'esame in sede referente presso le Commissioni III e IV, alle misure di natura più prettamente politico – diplomatica, militare ed economica si sono aggiunte quelle di natura umanitaria legate alla gestione e all'accoglienza profughi nonché a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina che svolgono attività di studio o ricerca presso le università, le istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica e gli enti di ricerca;

    le ripercussioni più gravi ed odiose del conflitto sono quelle che colpiscono le popolazioni inermi e all'interno di queste i soggetti più fragili ed esposti come i minori orfani, esposti al doppio dramma dell'abbandono e della guerra: nella sola Ucraina sono circa 100 mila;

    la tragedia della guerra si è abbattuta altresì anche sugli oltre 200 bambini bielorussi – orfani o per i quali è stata dichiarata comunque l'adottabilità – che attendono da lungo tempo, complice il Covid e la crisi diplomatica con il governo Lukashenko, di poter trovare un approdo sicuro presso le famiglie italiane già individuate;

    fra l'Italia e la Bielorussia è stato firmato nel 2017 un Protocollo che disciplina le adozioni internazionali dei minori fra i due Paesi: in particolare l'articolo 9 dispone che la Commissione per le Adozioni Internazionali presso la Presidenza del Consiglio dei ministri: «trasmette ufficialmente alla Parte bielorussa l'elenco aggiornato dei cittadini della Repubblica Italiana che desiderano adottare i minori bielorussi (di seguito “l'elenco aggiornato”), corredato della lettera di garanzia sul benessere dei minori adottandi diretta al Presidente della Repubblica di Belarus, firmata dai vertici della Repubblica Italiana»;

    la citata lettera di garanzia è un atto necessario e concordato fra l'Italia e la Bielorussia per finalizzare l'adozione e dare ai bambini orfani un futuro migliore, o meglio, come in questo momento, metterli in salvo da una situazione di pericolo;

    la mancata firma della lettera di garanzia ha causato il blocco totale dei cosiddetti viaggi di risanamento, ovvero i periodi di vacanza che – in due periodi dell'anno – i ragazzi bielorussi trascorrono ospiti presso le famiglie italiane per contrastare gli effetti dell'esposizione alle radiazioni ancora presenti dopo la tragedia di Chernobyl. In genere le famiglie ospitanti sono, le stesse che poi fanno richiesta di adozione;

    di recente per sbloccare la situazione la stessa Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, ha inviato a sua firma la lettera di garanzia prevista dal Protocollo citato, che tuttavia non è stata accetta dalla Bielorussia in quanto l'atto deve essere sottoscritto dal Presidente della Repubblica o dal Presidente del Consiglio;

    in considerazione dell'aggravarsi della situazione in Ucraina e nell'area circostante e sempre più preoccupati per la sorte dei bimbi che sono in attesa di poter adottare, alcune delle coppie hanno deciso di presentare ricorso presso il Comitato delle Nazioni Unite sui Diritti del Bambino;

    i bambini bielorussi in questione sono per la gran parte ospitati in grandi orfanotrofi, i cosiddetti internata, e in qualche caso scontano ancora handicap fisici e psicologici di vario grado e difficilmente superabili riconducibili alla tragedia di Chernobyl, la cui unica speranza di ripresa risiede nel poter crescere nel nostro Paese protetti e ristorati dalla serenità e dall'affetto delle famiglie affidatarie,

impegna il Governo

a valutare idonee iniziative, anche di carattere diplomatico, volte a garantire nel più breve tempo possibile la ripresa dei viaggi di risanamento per i bambini bielorussi, nel rispetto delle posizioni comuni e delle misure restrittive adottate a livello europeo.
9/3491-A/23. (Testo modificato nel corso della seduta)Orrico, Masi, Baldino, Grande.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 3 attribuisce «al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo la possibilità di adottare interventi di assistenza o di cooperazione in favore del Governo e della popolazione ucraina, in deroga alla vigente normativa, ad eccezione delle norme penali, di quelle in materia di contrasto della criminalità organizzata e di quelle derivanti da obblighi inderogabili discendenti dall'appartenenza all'Unione europea. Ciò al fine di potenziare gli strumenti vigenti e garantire una più efficace e tempestiva erogazione degli interventi di aiuto e di assistenza al Governo e alla popolazione ucraina. La disposizione sarà applicabile fino al 31 dicembre 2022»;

   considerato il crescente numero di sfollati, in particolare di donne e minori, provenienti nel nostro Paese dall'Ucraina;

   considerato il concreto rischio di afflusso di soggetti minorenni e, dunque, la necessità di garantire loro tutela, mediante procedure di affidamento temporaneo, quando questi non risultino affidati, secondo la disciplina applicabile nel territorio di provenienza, alla persona che li accompagni in territorio italiano ovvero non possano essere affidati ad altro parente, entro il sesto grado o delegato dei genitori, che sia presente o che li accompagni in territorio italiano e sia in grado di documentare o altrimenti dimostrare la propria qualità,

impegna il Governo

nell'adozione dei successivi provvedimenti legislativi, a valutare l'opportunità di introdurre misure volte alla regolamentazione dei procedimenti presso i Tribunali dei Minorenni di affidamento temporaneo familiare dei soggetti minorenni sfollati provenienti dall'Ucraina.
9/3491-A/24. Ascari.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 5-quater, del decreto oggetto di conversione, concernente l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina prevede la determinazione delle forme di accoglienza sul territorio nazionale attraverso lo stanziamento di fondi e l'attivazione di 3000 posti aggiuntivi nel sistema di accoglienza e integrazione;

    gli sviluppi militari della crisi a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte delle forze militari della Federazione russa hanno causato l'abbandono delle città e delle proprie abitazioni da parte di un numero elevato di ucraini. Alcuni sono rimasti per prestare aiuto durante il conflitto, se pur in carenza di acqua, cibo ed elettricità, altri hanno varcato i confini con i Paesi membri dell'Unione Europea cercando rifugio;

    agenzie di stampa riportano continue notizie di bombardamenti e devastazioni nelle città nonché di attacchi, anche nei confronti di infrastrutture civili;

    lo scorso 7 marzo, secondo quanto riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel primo bollettino elaborato per fare il punto sulla situazione sanitaria in Ucraina, più di 200 strutture sanitarie si sono trovate lungo le linee di conflitto o in aree di controllo modificate nel corso della prima settimana di conflitto con la Russia e pertanto l'OMS evidenzia come la possibilità di offrire assistenza ai malati e ai feriti in Ucraina sia diventata molto difficile;

    secondo i dati del Ministero dell'interno, al 14 marzo 2022, sono 37.447 i cittadini ucraini entrati al momento in Italia: 19.002 donne, 3.298 uomini e 15.147 minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna;

    il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ha introdotto misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 e, all'articolo 122, istituisce la figura del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;

    tra i compiti assegnati, il Commissario straordinario provvede al potenziamento delle strutture ospedaliere, alla requisizione di beni mobili e immobili e attua interventi utili per preservare e potenziare le filiere produttive dei beni necessari per il contrasto e il contenimento dell'emergenza. Provvede inoltre alla costruzione di nuovi stabilimenti e alla riconversione di quelli esistenti per la produzione di beni, anche organizzando la raccolta di fondi occorrenti e definendo le modalità di acquisizione e di utilizzazione dei fondi privati destinati all'emergenza;

    l'articolo 1 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, ha prorogato al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza precedentemente dichiarato con Delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 e, conseguentemente, l'esercizio dei poteri derivanti per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;

    a seguito della grave crisi umanitaria in atto in Ucraina si sono celermente attivate le maggiori associazioni di volontariato, come la Croce Rossa Italiana, che ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto;

    la Croce Rossa Italiana dispone di una componente militare che, in osservanza delle convenzioni internazionali, è ausiliario volontario delle Forze Armate, unitamente al Corpo delle Infermiere Volontarie;

    in tale drammatico scenario è fondamentale assicurare l'effettività dell'impiego del personale volontario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana in attività sanitaria ausiliaria alle Forze Armate;

    tuttavia, il Corpo Militare Volontario citato non è in grado di garantire la completa operatività del proprio personale volontario in quanto i militari volontari che svolgono attività di lavoro subordinato presso aziende private attualmente non hanno diritto alla conservazione del posto di lavoro ed alla corresponsione dell'indennità sostitutiva dello stipendio,

impegna il Governo

a utilizzare, anche in considerazione della prossima fine dello stato di emergenza di cui all'articolo 1 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, tutte le infrastrutture, i materiali e i dispositivi di protezione nella disponibilità della struttura commissariale e del Dipartimento di Protezione Civile per far fronte alle emergenze connesse con l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina, anche ricorrendo al supporto del personale volontario del Corpo militare ausiliario della Croce Rossa, valutando la possibilità di riconoscere loro il trattamento economico previsto dall'articolo 1 della legge 10 giugno 1940, n. 653.
9/3491-A/25. Rizzo, Ferrari.


   La Camera,

   premesso che:

    l'articolo 5-quater, del decreto oggetto di conversione, concernente l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina prevede la determinazione delle forme di accoglienza sul territorio nazionale attraverso lo stanziamento di fondi e l'attivazione di 3000 posti aggiuntivi nel sistema di accoglienza e integrazione;

    gli sviluppi militari della crisi a seguito dell'invasione dell'Ucraina da parte delle forze militari della Federazione russa hanno causato l'abbandono delle città e delle proprie abitazioni da parte di un numero elevato di ucraini. Alcuni sono rimasti per prestare aiuto durante il conflitto, se pur in carenza di acqua, cibo ed elettricità, altri hanno varcato i confini con i Paesi membri dell'Unione Europea cercando rifugio;

    agenzie di stampa riportano continue notizie di bombardamenti e devastazioni nelle città nonché di attacchi, anche nei confronti di infrastrutture civili;

    lo scorso 7 marzo, secondo quanto riferisce l'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) nel primo bollettino elaborato per fare il punto sulla situazione sanitaria in Ucraina, più di 200 strutture sanitarie si sono trovate lungo le linee di conflitto o in aree di controllo modificate nel corso della prima settimana di conflitto con la Russia e pertanto l'OMS evidenzia come la possibilità di offrire assistenza ai malati e ai feriti in Ucraina sia diventata molto difficile;

    secondo i dati del Ministero dell'interno, al 14 marzo 2022, sono 37.447 i cittadini ucraini entrati al momento in Italia: 19.002 donne, 3.298 uomini e 15.147 minori. Le principali città di destinazione sono Roma, Milano, Napoli e Bologna;

    il decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, ha introdotto misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all'emergenza epidemiologica da COVID-19 e, all'articolo 122, istituisce la figura del Commissario straordinario per l'attuazione e il coordinamento delle misure di contenimento e contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;

    tra i compiti assegnati, il Commissario straordinario provvede al potenziamento delle strutture ospedaliere, alla requisizione di beni mobili e immobili e attua interventi utili per preservare e potenziare le filiere produttive dei beni necessari per il contrasto e il contenimento dell'emergenza. Provvede inoltre alla costruzione di nuovi stabilimenti e alla riconversione di quelli esistenti per la produzione di beni, anche organizzando la raccolta di fondi occorrenti e definendo le modalità di acquisizione e di utilizzazione dei fondi privati destinati all'emergenza;

    l'articolo 1 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, ha prorogato al 31 marzo 2022 lo stato di emergenza precedentemente dichiarato con Delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 e, conseguentemente, l'esercizio dei poteri derivanti per l'attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e il contrasto dell'emergenza epidemiologica COVID-19;

    a seguito della grave crisi umanitaria in atto in Ucraina si sono celermente attivate le maggiori associazioni di volontariato, come la Croce Rossa Italiana, che ha per scopo l'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto;

    la Croce Rossa Italiana dispone di una componente militare che, in osservanza delle convenzioni internazionali, è ausiliario volontario delle Forze Armate, unitamente al Corpo delle Infermiere Volontarie;

    in tale drammatico scenario è fondamentale assicurare l'effettività dell'impiego del personale volontario del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana in attività sanitaria ausiliaria alle Forze Armate;

    tuttavia, il Corpo Militare Volontario citato non è in grado di garantire la completa operatività del proprio personale volontario in quanto i militari volontari che svolgono attività di lavoro subordinato presso aziende private attualmente non hanno diritto alla conservazione del posto di lavoro ed alla corresponsione dell'indennità sostitutiva dello stipendio,

impegna il Governo

a valutare di utilizzare, anche in considerazione della prossima fine dello stato di emergenza di cui all'articolo 1 del decreto-legge 24 dicembre 2021, n. 221, tutte le infrastrutture, i materiali e i dispositivi di protezione nella disponibilità della struttura commissariale e del Dipartimento di Protezione Civile per far fronte alle emergenze connesse con l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina, anche ricorrendo al supporto del personale volontario del Corpo militare ausiliario della Croce Rossa, valutando la possibilità di riconoscere loro il trattamento economico previsto dall'articolo 1 della legge 10 giugno 1940, n. 653.
9/3491-A/25. (Testo modificato nel corso della seduta)Rizzo, Ferrari.


   La Camera,

   premesso che:

    in base a quanto emerso nell'ultimo rapporto dell'Agenzia internazionale dell'energia (IEA), per effetto della ripresa economica registrata nel 2021, le emissioni globali di anidride carbonica legate all'energia sono cresciute del 6 per cento arrivando ai valori più alti mai rilevati, pari a 36,3 miliardi di tonnellate, più che compensando la riduzione dell'anno precedente dovuta alla pandemia. Tale aumento è imputabile principalmente a un incremento dell'impiego del carbone, in evidente contrasto con l'auspicato obiettivo di ridurre notevolmente la dipendenza dai combustibili fossili;

    il quadro tracciato nel corso della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 26), che ha confermato l'obiettivo e l'impegno degli Stati di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 e di azzerarle entro il 2050, rischia infatti di essere gravemente e ulteriormente compromesso dall'attuale situazione geopolitica internazionale e dalla recente crisi Ucraina;

    per fronteggiare l'eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale derivante dal citato conflitto, l'articolo 5-bis del provvedimento in esame, inserito nel corso dell'esame in sede referente, reca disposizioni per l'adozione di misure preventive necessarie alla sicurezza del sistema nazionale del gas naturale;

    in particolare, per tali finalità, il comma 1 richiama le misure previste dal Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale, attivabili anche «a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza», mediante provvedimenti e atti di indirizzo del Ministro della transizione ecologica dei quali, una volta adottati, è data comunicazione al Consiglio dei ministri;

    inoltre, il comma 3 del medesimo articolo 5-bis introduce una serie di disposizioni per massimizzare la produzione delle centrali a carbone e a olio combustibile al fine di ridurre i consumi di gas naturale per la generazione termoelettrica. Allo scopo la disposizione prevede che per gli impianti a carbone o olio combustibile i valori limite di emissione nell'atmosfera siano calcolati applicando i valori previsti dalla normativa unionale, in deroga a più restrittivi limiti relativi alle emissioni nell'atmosfera o alla qualità dei combustibili previsti dalla legislazione nazionale,

impegna il Governo

ad adottare le opportune iniziative e misure, di carattere normativo o amministrativo, volte a garantire un monitoraggio costante delle condizioni che giustificano l'adozione delle misure emergenziali di cui al citato articolo 5-bis anche al fine di convalidarne o interromperne l'efficacia, ovvero prevedere eventuali correttivi, a fronte di potenziali evoluzioni del quadro di riferimento e nel perseguimento dell'interesse primario alla tutela dell'ambiente e della salute dei cittadini.
9/3491-A/26. Federico, Zolezzi, Masi, Daga, Deiana, D'Ippolito, Di Lauro, Maraia, Micillo, Terzoni, Traversi, Varrica, Alemanno, Carabetta, Chiazzese, Fraccaro, Giarrizzo, Orrico, Palmisano, Perconti, Sut.


   La Camera,

   premesso che:

    il 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, l'European Disability Forum (EDF) in una lettera aperta chiedeva a tutte le parti di garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in Ucraina, rispettando i loro obblighi ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite e in particolare l'articolo 11 sulle situazioni di rischio e le emergenze umanitarie. In modo peculiare, si chiedeva di tutelare le persone con disabilità in situazioni di guerra, garantendo che abbiano accesso all'assistenza umanitaria senza alcun ostacolo;

    che vi sono 2,7 milioni di persone con disabilità in Ucraina e che i rifugi spesso sono inaccessibili; che ci sono persone con disabilità che sono costrette a rimanere a casa, impossibilitate dalla loro condizione a trovare rifugio altrove o a lasciare il proprio paese,

impegna il Governo

a supportare tutte le iniziative in ambito internazionale per favorire la costituzione di corridoi umanitari per il trasferimento e per l'evacuazione delle persone con disabilità impossibilitate dalla loro condizione a lasciare autonomamente l'Ucraina, prevedendo misure per un'accoglienza integrata che si avvalga anche dell'impegno di medici, di psicologici e di mediatori culturali.
9/3491-A/27. Sportiello, Noja.


   La Camera,

   premesso che:

    il 24 febbraio 2022, giorno dell'invasione dell'Ucraina da parte della Federazione Russa, l'European Disability Forum (EDF) in una lettera aperta chiedeva a tutte le parti di garantire la protezione e la sicurezza delle persone con disabilità in Ucraina, rispettando i loro obblighi ai sensi della Convenzione delle Nazioni Unite e in particolare l'articolo 11 sulle situazioni di rischio e le emergenze umanitarie. In modo peculiare, si chiedeva di tutelare le persone con disabilità in situazioni di guerra, garantendo che abbiano accesso all'assistenza umanitaria senza alcun ostacolo;

    che vi sono 2,7 milioni di persone con disabilità in Ucraina e che i rifugi spesso sono inaccessibili; che ci sono persone con disabilità che sono costrette a rimanere a casa, impossibilitate dalla loro condizione a trovare rifugio altrove o a lasciare il proprio paese,

impegna il Governo

a supportare in ambito internazionale tutte le iniziative volte al miglioramento della situazione delle persone con disabilità impossibilitate dalla loro condizione a lasciare autonomamente l'Ucraina prevedendo misure per un'accoglienza integrata che si avvalga anche dell'impegno di medici, di psicologici e di mediatori culturali.
9/3491-A/27. (Testo modificato nel corso della seduta)Sportiello, Noja.


   La Camera,

   premesso che:

    alla crisi sanitaria e quella economica, conseguita all'emergenza epidemiologica da COVID-19, si è aggiunta l'impennata dei prezzi dell'energia e del gas con pesanti ripercussioni sulle imprese, oramai in forte difficoltà nel mantenere la propria capacità produttiva e nel far fronte al pagamento delle spese relative alle utenze;

    nel comunicato dell'8 gennaio 2022, la CGIA ha segnalato che, rispetto al 2019, l'extra costo stimato che le imprese italiane sosterranno quest'anno a causa solo dell'aumento del prezzo delle tariffe elettriche ammonta a quasi 36 miliardi di euro;

    tale evoluzione dello scenario energetico secondo i calcoli effettuati dal Centro studi di Confindustria comporta per la manifattura italiana un incremento di costi per la fornitura di energia che passano dagli 8 mld circa nel 2019 ad oltre 20 Mld nel 2021 e oltre 37 mld nel 2022, ovvero un costo complessivo del 350 per cento nel 2021 e del 650 per cento rispetto ai costi del 2020;

    dal bilancio realizzato da Unioncamere-BMTI sull'evoluzione delle tariffe pagate nell'ultimo anno dalle PMI italiane dello scorso 13 gennaio, emerge, inoltre, che a pesare sugli aumenti è il forte rincaro delle quotazioni internazionali del gas naturale, a causa degli squilibri nel mercato tra l'aumento della domanda mondiale di gas e le rigidità dell'offerta. Seppur in calo rispetto ai picchi di dicembre, le quotazioni del gas naturale al Ttf, il mercato olandese di riferimento per l'Europa, si sono attestate a fine gennaio sugli 85 euro/Mwh, di fatto quadruplicate rispetto ad un anno fa;

    il sostegno ai settori previsto dal recente decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4 (cosiddetto Sostegni-ter), non pare suscettibile di garantire in via strutturale e permanente una soluzione alle criticità summenzionate e relative ai rincari dei costi dell'energia per le categorie produttive, gravemente colpite dalla cosiddetta pandemia energetica;

    la situazione della guerra russo-ucraina ha inoltre determinato una situazione di eccezionale instabilità per il normale funzionamento del sistema nazionale di gas naturale, considerata l'importanza della quota di gas importata dalla Russia, nonché la circostanza che il transito interessa, almeno in parte, proprio il territorio ucraino;

    l'adozione di sanzioni contro la Russia potrebbe, peraltro, determinare ulteriori rischi prospettici per il prossimo inverno e per la ordinaria campagna di iniezione di gas negli stoccaggi;

    per questi motivi, si è reso necessario prevedere che il Ministro della transizione ecologica possa adottare, anche al fine espresso di consentire il riempimento degli stoccaggi di gas nazionale per l'anno termico 2022-2023, le misure (volte all'aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei relativi consumi) individuate dal paragrafo 4.2.3 («Livello di emergenza») del Piano di emergenza del sistema italiano del gas naturale, adottato con decreto del Ministero dello sviluppo economico (ora «Ministero della transizione ecologica») del 18 dicembre 2019 e poi modificato con decreto ministeriale del 30 settembre 2020, sulla base dell'articolo 8, comma 1, del decreto legislativo n. 93 del 2011, in conformità e come prima applicazione delle disposizioni dell'articolo 10 del Regolamento (UE) 2017/1938 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 25 ottobre 2017 concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010;

    in altri termini, anche a prescindere dalla dichiarazione del livello di emergenza, si è inteso prevedere che il Ministro della transizione ecologica possa adottare le misure che il citato Piano prescrive per tutti i casi di livello emergenziale. L'esigenza di una precisazione in tal senso deriva dalla circostanza che, ai sensi del Piano, lo stadio di livello emergenziale si avvera nell'ipotesi di una constatata alterazione dei flussi di gas, la quale, tuttavia, non necessariamente si realizzerà nella situazione contingente, in cui il rischio deriva non già da un evento tecnico o commerciale, ma da un evento politico di eccezionale gravità, che pone degli scenari di rischio anche in visione prospettica;

    da ultimo, si registra un vertiginoso aumento dei prezzi del carburante in moltissimi dei distributori di tutto il Paese, e poiché il carburante che oggi viene venduto nei distributori è il prodotto della raffinazione di petrolio comprato in un tempo di molto anteriore allo scoppio della crisi in Ucraina e dei conseguenti aumenti sul mercato internazionale, le società di intermediazione e raffinazione sembrerebbero aver aumentato in modo ingiustificato lo spread che applicano sulla intermediazione del carburante;

    a tale riguardo, il Ministro per la transizione energetica, Cingolani, chiedendo di fissare un tetto europeo per il prezzo del gas, ha dichiarato che «stiamo assistendo ad un aumento del prezzo dei carburanti ingiustificato, non esiste motivazione tecnica di questi rialzi», si tratterebbe di «una colossale truffa a spese delle imprese e dei cittadini»;

    oggi, anche in conseguenza del conflitto in Ucraina, l'Italia e l'Unione europea sono chiamate ad affrontare una vera e propria emergenza energetica, in virtù della quale diviene improrogabile l'adozione di misure suscettibili di gestire in maniera condivisa, anche nel futuro, un percorso di mitigazione degli effetti negativi della crisi e di riflessione comune sui rischi geopolitici che condizionano duramente la politica energetica europea nonché la vulnerabilità delle sue forniture;

    in tal senso, il tema dell'aggiornamento e della revisione del quadro della governance economica europea rappresenta una questione fondamentale e non più rinviabile nel dibattito europeo, piuttosto da rilanciare con straordinaria necessità e urgenza al fine di sostenere una crescita inclusiva e una sostenibilità di bilancio a lungo termine,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare misure immediate ed efficaci per sostenere cittadini e imprese la cui capacità di consumo e produttiva è fortemente penalizzata dall'aggravarsi della crisi energetica in corso, a tal fine avviando con urgenza un confronto costruttivo per l'istituzione di un Fondo energetico europeo straordinario, quale strumento, a disposizione dell'Unione e dei suoi Stati membri, a supporto della lotta al caro energia per sostenere i cittadini europei e le categorie produttive gravemente colpite dalla cosiddetta pandemia energetica.
9/3491-A/28. Torto, Davide Crippa, Carbonaro, Gallo, Scerra, Masi, Orrico, Sut, Alemanno.


   La Camera,

   premesso che:

    gli sviluppi militari della crisi ucraina e le conseguenti decisioni che l'Italia ha assunto, insieme con le nazioni alleate, hanno spinto il Governo mediante il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14 a disporre una serie di misure volte a garantire il contributo italiano all'impegno condiviso con gli altri Paesi NATO in termini di difesa collettiva e di rafforzamento della postura militare, in grado di garantire il necessario livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto;

    il decreto-legge (articolo 5-quater) stanzia importanti risorse per far fronte alle eccezionali esigenze di accoglienza dei cittadini ucraini in conseguenza del conflitto bellico in atto in quel Paese, attraverso il sistema di accoglienza e integrazione per i richiedenti asilo già attivi nel nostro paese;

    lo stesso Governo è intervenuto, coordinandosi con i governi degli altri Stati dell'Unione, per predisporre con tempestività misure dirette a garantire l'accoglienza, l'assistenza sanitaria e il riconoscimento dello status di rifugiato, anche in assenza di presentazione di esplicita istanza e la possibilità di inserimento lavorativo ai cittadini ucraini che verranno a stabilirsi in Italia;

   considerato che:

    appare quanto mai necessario estendere l'azione di solidarietà e sostegno, anche a quei cittadini italiani residenti in Ucraina, costretti anch'essi ad abbandonare le proprie case, i propri beni, o le proprie imprese, per sfuggire alle violenze della guerra, nonché ai nostri connazionali residenti in Russia che, per il sopravvenire delle sanzioni economiche reciprocamente stabilite dall'Unione europea contro la Russia e dalla Russia contro l'Unione europea, si troveranno in breve a dover rientrare in Italia, senza che allo stato sia stata predisposta alcuna forma di assistenza economica in tal senso,

impegna il Governo

a valutare tutte le iniziative utili al fine di sostenere nelle forme e le azioni ritenute opportune i cittadini italiani residenti in Ucraina e in Russia costretti a rientrare nel nostro paese, in conseguenza del conflitto in atto.
9/3491-A/29. Siragusa, Romaniello, Dori, Paolo Nicolò Romano.


   La Camera,

   premesso che:

    l'attacco russo all'Ucraina e i combattimenti che ne sono discesi hanno innescato una grave emergenza umanitaria il cui riflesso più vistoso è il massiccio deflusso di profughi che stanno abbandonando il territorio del proprio paese per dirigersi in massima parte verso l'Unione Europea;

    secondo alcune stime, il flusso potrebbe interessare fino a cinque milioni di persone, metà delle quali già uscite dal territorio ucraino;

    i profughi in uscita dall'Ucraina stanno iniziando a raggiungere l'Italia, interessando principalmente per adesso le regioni del Nord-Est, in particolare Friuli-Venezia Giulia e Veneto;

    in Veneto, gli afflussi sono ormai dell'ordine di migliaia di persone;

    le regioni necessiteranno certamente di supporto da parte dello Stato ed è anche in previsione di questo bisogno che è stato dichiarato lo stato d'emergenza per consentire alla Protezione Civile di effettuare interventi di assistenza in favore dei profughi ucraini sia all'interno che all'esterno del nostro territorio nazionale;

    non è certo che l'impegno della Protezione Civile sia tuttavia sufficiente a fronteggiare i bisogni che l'afflusso dei profughi potrà generare in capo alle regioni più esposte,

impegna il Governo

ad impiegare le risorse umane e materiali delle Forze Armate a sostegno della Protezione Civile, qualora quest'ultima si rivelasse insufficiente a fronteggiare le necessità di accoglienza ed assistenza conseguenti all'afflusso massiccio di profughi in fuga dalla guerra in corso in Ucraina.
9/3491-A/30. Covolo, Ferrari, Boniardi, Castiello, Fantuz, Lorenzo Fontana, Gobbato, Piccolo, Pretto, Scoma, Zicchieri, Paolin, Bubisutti.


   La Camera,

   premesso che:

    l'attacco russo all'Ucraina e i combattimenti che ne sono discesi hanno innescato una grave emergenza umanitaria il cui riflesso più vistoso è il massiccio deflusso di profughi che stanno abbandonando il territorio del proprio paese per dirigersi in massima parte verso l'Unione Europea;

    secondo alcune stime, il flusso potrebbe interessare fino a cinque milioni di persone, metà delle quali già uscite dal territorio ucraino;

    i profughi in uscita dall'Ucraina stanno iniziando a raggiungere l'Italia, interessando principalmente per adesso le regioni del Nord-Est, in particolare Friuli-Venezia Giulia e Veneto;

    in Veneto, gli afflussi sono ormai dell'ordine di migliaia di persone;

    le regioni necessiteranno certamente di supporto da parte dello Stato ed è anche in previsione di questo bisogno che è stato dichiarato lo stato d'emergenza per consentire alla Protezione Civile di effettuare interventi di assistenza in favore dei profughi ucraini sia all'interno che all'esterno del nostro territorio nazionale;

    non è certo che l'impegno della Protezione Civile sia tuttavia sufficiente a fronteggiare i bisogni che l'afflusso dei profughi potrà generare in capo alle regioni più esposte,

impegna il Governo

compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di impiegare le risorse umane e materiali delle Forze Armate a sostegno della Protezione Civile, qualora quest'ultima si rivelasse insufficiente a fronteggiare le necessità di accoglienza ed assistenza conseguenti all'afflusso massiccio di profughi in fuga dalla guerra in corso in Ucraina.
9/3491-A/30. (Testo modificato nel corso della seduta)Covolo, Ferrari, Boniardi, Castiello, Fantuz, Lorenzo Fontana, Gobbato, Piccolo, Pretto, Scoma, Zicchieri, Paolin, Bubisutti.


   La Camera,

   premesso che:

    nella Dichiarazione di Versailles dei capi di stato e di governo europei dell'11 marzo 2022, si è convenuto di aumentare considerevolmente la spesa in materia di difesa, riservando una parte importante agli investimenti, concentrandoci sulle carenze strategiche individuate e sviluppando capacità di difesa in modo collaborativo all'interno dell'Unione europea; si è, inoltre, stabilito, di sviluppare nuovi incentivi per incoraggiare gli investimenti collaborativi degli Stati membri in progetti congiunti e l'acquisizione congiunta di capacità di difesa; in questo quadro, si ritiene essenziale adottare tutte le iniziative necessarie per rafforzare e sviluppare l'industria italiana della difesa;

    la recente aggressione militare ingiustificata della Russia nei confronti dell'Ucraina rappresenta una gravissima violazione del diritto internazionale e dei principi contenuti nella Carta delle Nazioni Unite, con inevitabili ripercussioni negative anche sulla stabilità internazionale, evidenziando l'urgenza di rafforzare la protezione dei Paesi di fronte ad una situazione che potrebbe coinvolgerli più direttamente,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità, alla luce di quanto descritto in premessa, di prevedere un incremento della spesa annuale complessiva del settore difesa, in misura non inferiore al 3,5 per cento del totale del bilancio finale dello Stato.
9/3491-A/31. Gagliardi.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione introduce le prime misure d'urgenza varate dal Governo italiano per condannare l'attacco ingiustificato e ingiustificabile da parte delle armate russe contro l'Ucraina, in particolare rafforzando l'impegno militare nei dispositivi Nato;

    dal 23 febbraio scorso, il Consiglio europeo ha disposto l'adozione da parte di tutti gli Stati membri di misure sanzionatorie per rispondere all'aggressione militare Russa;

    il pacchetto di misure, nello specifico, comprende restrizioni mirate, restrizioni alle relazioni economiche e restrizioni finanziarie;

    tra le sanzioni economiche vi è il divieto di effettuare operazioni con la banca centrale russa, il blocco dell'accesso al servizio SWIFT per sette banche russe, e il divieto di fornire banconote in euro anche alla Bielorussia;

    queste sanzioni, applicate indistintamente a tutti i cittadini di nazionalità russa, stanno danneggiando centinaia di migliaia di ragazzi russi, per lo più studenti fuori sede, trasferiti in Italia o in altri Paesi dell'Unione europea, che allo stato attuale si trovano disconnessi da tutto: esclusi da qualsiasi sistema di pagamento, non possono farsi inviare dei soldi dal loro Paese, né ritirare dagli sportelli bancomat perché i circuiti Visa e MasterCard hanno smesso di lavorare per le banche russe;

    non ultimo, lo spazio aereo tra Unione europea e Russia è completamente interdetto e le notizie che circolano quotidianamente alimentano sempre più la paura di far rientro nel loro paese, ed il terrore di poter rimanere bloccati lì senza avere alcuna possibilità di fuga verso gli altri Paesi europei;

    le banche italiane rifiutano ai giovani di nazionalità russa di aprire presso i loro istituti nuovi conti corrente, il che solo per motivi politici;

    si sta quindi delineando una vera e propria discriminazione razziale in danno di tutti i ragazzi ed i giovani di nazionalità russa presenti in Italia ed in altri paesi dell'Unione, che nulla ha a che vedere con la condanna alle decisioni adottate dal leader politico Russo, ma che al contrario impedisce a giovani lavoratori e studenti fuori sede di disporre delle risorse economiche necessarie per sostenersi in Italia e negli altri paesi dell'Unione,

impegna il Governo

a promuovere nelle opportune sedi di competenza una revisione dell'ambito applicativo del sistema sanzionatorio imposto dall'Unione europea, specie per quanto concerne le sanzioni di carattere economico, in modo da consentire a tutti i giovani russi di continuare a svolgere la propria vita ed il proprio percorso di studi in Italia e negli Stati europei, accedendo liberamente ai propri conti corrente e ai propri risparmi.
9/3491-A/32. Sodano, Ehm, Raduzzi, Dall'Osso, Mollicone, Emiliozzi.


   La Camera,

   premesso che:

    il decreto in conversione introduce le prime misure d'urgenza varate dal Governo italiano per condannare l'attacco ingiustificato e ingiustificabile da parte delle armate russe contro l'Ucraina, in particolare rafforzando l'impegno militare nei dispositivi Nato;

    dal 23 febbraio scorso, il Consiglio europeo ha disposto l'adozione da parte di tutti gli Stati membri di misure sanzionatorie per rispondere all'aggressione militare Russa;

    il pacchetto di misure, nello specifico, comprende restrizioni mirate, restrizioni alle relazioni economiche e restrizioni finanziarie;

    tra le sanzioni economiche vi è il divieto di effettuare operazioni con la banca centrale russa, il blocco dell'accesso al servizio SWIFT per sette banche russe, e il divieto di fornire banconote in euro anche alla Bielorussia;

    queste sanzioni, applicate indistintamente a tutti i cittadini di nazionalità russa, stanno danneggiando centinaia di migliaia di ragazzi russi, per lo più studenti fuori sede, trasferiti in Italia o in altri Paesi dell'Unione europea, che allo stato attuale si trovano disconnessi da tutto: esclusi da qualsiasi sistema di pagamento, non possono farsi inviare dei soldi dal loro Paese, né ritirare dagli sportelli bancomat perché i circuiti Visa e MasterCard hanno smesso di lavorare per le banche russe;

    non ultimo, lo spazio aereo tra Unione europea e Russia è completamente interdetto e le notizie che circolano quotidianamente alimentano sempre più la paura di far rientro nel loro paese, ed il terrore di poter rimanere bloccati lì senza avere alcuna possibilità di fuga verso gli altri Paesi europei;

    le banche italiane rifiutano ai giovani di nazionalità russa di aprire presso i loro istituti nuovi conti corrente, il che solo per motivi politici;

    si sta quindi delineando una vera e propria discriminazione razziale in danno di tutti i ragazzi ed i giovani di nazionalità russa presenti in Italia ed in altri paesi dell'Unione, che nulla ha a che vedere con la condanna alle decisioni adottate dal leader politico Russo, ma che al contrario impedisce a giovani lavoratori e studenti fuori sede di disporre delle risorse economiche necessarie per sostenersi in Italia e negli altri paesi dell'Unione,

impegna il Governo

a promuovere un confronto, nelle opportune sedi di competenza, sulla possibilità di adottare misure atte a consentire di proseguire gli studi ai giovani cittadini russi che si trovino in Italia e siano in difficoltà ad accedere ai propri conti correnti e risparmi in ragione del quadro sanzionatorio in vigore nei confronti delle istituzioni finanziarie russe.
9/3491-A/32. (Testo modificato nel corso della seduta)Sodano, Dall'Osso, Mollicone, Ehm, Raduzzi, Emiliozzi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

   considerato che l'articolo 5-ter contiene misure a favore di imprese che esportano o hanno filiali o partecipate in Ucraina, Federazione russa o Bielorussia;

    consacrato che si chiude oggi il Micam (salone della calzatura di Milano) che con i suoi 820 brand calzaturiero, di cui sono 100 sono imprese marchigiane che vedono nei mercati di Russia, Ucraina e dei Paesi limitrofi importanti mercati di sbocco dei propri prodotti, con un settore moda nelle Marche che vale oltre 5 miliardi (85 in Italia) di fatturato, pari al 7,2 per cento del totale regionale, e impiega il 7,5 per cento degli addetti d'impresa 37 mila su 460 mila che valgono l'11,9 per cento di tutto il manifatturiero;

    la realtà del conflitto tra Russia e Ucraina ha creato seri problemi al comparto calzaturiero marchigiano, provocando un lucro cessante ed un danno emergente, dato che la guerra è scoppiata esattamente nello stesso periodo in cui nel 2020 si è aperta la crisi pandemica; tale periodo dell'anno vede il comparto calzaturiero con i magazzini pieni per le consegne ai distributori, situazione che si è ripetuta in questo frangente;

    il Presidente nazionale di Assocalzaturifici, il Presidente della Camera di Commercio delle Marche, il Presidente della Regione Marche e il Presidente dell'Associazione Industriali delle Marche hanno chiesto l'immediato intervento del Governo in quanto l'economia calzaturiera marchigiana è al collasso, devastata da un'incertezza sul destino delle merci spedite, in produzione e in magazzino;

    le puntuali richieste hanno riguardato strumenti quali la cassa integrazione a zero costi, interventi e ristori a fondo perduto, anche attraverso la revisione del PNRR, fino alla possibile riduzione dell'IVA, per aumentare le vendite e la capacità di produzione,

impegna il Governo:

   a prevedere con urgenza per le imprese del settore moda, con particolare attenzione al calzaturiero, che rilevi una percentuale cospicua del proprio fatturato con Russia, Ucraina e Paesi coinvolti dal conflitto, misure immediate di sostegno, quali la possibilità di accedere alla cassa integrazione a zero costi ed a ristori e contributi a fondo perduto;

   a sostenere le imprese nei costi di natura commerciale per l'ingresso in nuovi mercati;

   a prevedere una nuova moratoria per debiti fiscali e bancari;

   a prendere in considerazione uno studio circa la riduzione dell'aliquota IVA su tali beni, al fine di aumentare le vendite e la capacità di produzione, quale politica di sostegno che vedrebbe comunque crescere il gettito per lo Stato.
9/3491-A/33. Albano, Emiliozzi, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

   considerato che l'articolo 5-ter contiene misure a favore di imprese che esportano o hanno filiali o partecipate in Ucraina, Federazione russa o Bielorussia;

    consacrato che si chiude oggi il Micam (salone della calzatura di Milano) che con i suoi 820 brand calzaturiero, di cui sono 100 sono imprese marchigiane che vedono nei mercati di Russia, Ucraina e dei Paesi limitrofi importanti mercati di sbocco dei propri prodotti, con un settore moda nelle Marche che vale oltre 5 miliardi (85 in Italia) di fatturato, pari al 7,2 per cento del totale regionale, e impiega il 7,5 per cento degli addetti d'impresa 37 mila su 460 mila che valgono l'11,9 per cento di tutto il manifatturiero;

    la realtà del conflitto tra Russia e Ucraina ha creato seri problemi al comparto calzaturiero marchigiano, provocando un lucro cessante ed un danno emergente, dato che la guerra è scoppiata esattamente nello stesso periodo in cui nel 2020 si è aperta la crisi pandemica; tale periodo dell'anno vede il comparto calzaturiero con i magazzini pieni per le consegne ai distributori, situazione che si è ripetuta in questo frangente;

    il Presidente nazionale di Assocalzaturifici, il Presidente della Camera di Commercio delle Marche, il Presidente della Regione Marche e il Presidente dell'Associazione Industriali delle Marche hanno chiesto l'immediato intervento del Governo in quanto l'economia calzaturiera marchigiana è al collasso, devastata da un'incertezza sul destino delle merci spedite, in produzione e in magazzino;

    le puntuali richieste hanno riguardato strumenti quali la cassa integrazione a zero costi, interventi e ristori a fondo perduto, anche attraverso la revisione del PNRR, fino alla possibile riduzione dell'IVA, per aumentare le vendite e la capacità di produzione,

impegna il Governo:

   a prevedere con urgenza per le imprese del settore moda, con particolare attenzione al calzaturiero, che rilevi una percentuale cospicua del proprio fatturato con Russia, Ucraina e Paesi coinvolti dal conflitto, misure immediate di sostegno, quali la possibilità di accedere alla cassa integrazione a zero costi ed a ristori e contributi a fondo perduto;

   a sostenere le imprese nei costi di natura commerciale per l'ingresso in nuovi mercati;

   a valutare se, sulla base della sopravvenuta situazione connessa al conflitto in essere, ci siano le condizioni affinché le autorità europee possano consentire l'adozione di un quadro normativo di moratoria per i debiti fiscali e bancari;

   a prendere in considerazione uno studio circa la riduzione dell'aliquota IVA su tali beni, al fine di aumentare le vendite e la capacità di produzione, quale politica di sostegno che vedrebbe comunque crescere il gettito per lo Stato.
9/3491-A/33. (Testo modificato nel corso della seduta)Albano, Emiliozzi, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, inerente disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

   considerato che il decreto contiene misure a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina;

   considerato che sono stimati arrivi di profughi e prevalentemente di donne e bambini in età scolare;

   vista la particolare intensità dei flussi migratori si pongono numerosi problemi di coordinamento dal punto di vista delle prescrizioni vigenti in materia di istruzione dato che in Ucraina vigono diversi obblighi relativi alla formazione;

   ad oggi risulta assente il coordinamento tra il Ministero dell'istruzione ucraino e quello italiano e in assenza di ciliari protocolli di riferimento i dirigenti scolastici ed i sindaci del territorio non dispongono degli strumenti necessari per applicare tutte le disposizioni relative all'obbligo formativo,

impegna il Governo

ad adottare iniziative idonee per garantire l'obbligo formativo agli studenti ucraini emigrati in Italia, nonché a coordinarsi con le attività di formazione scolastica tra Italia ed Ucraina per ottenere un graduale inserimento, anche attraverso lo studio e l'apprendimento della lingua italiana.
9/3491-A/34. Frassinetti, Ciaburro, Bucalo, Albano, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, inerente disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

   considerato che il decreto contiene misure a sostegno degli studenti, dei ricercatori e dei docenti di nazionalità ucraina;

   considerato che sono stimati arrivi di profughi e prevalentemente di donne e bambini in età scolare;

   vista la particolare intensità dei flussi migratori si pongono numerosi problemi di coordinamento dal punto di vista delle prescrizioni vigenti in materia di istruzione dato che in Ucraina vigono diversi obblighi relativi alla formazione;

   ad oggi risulta assente il coordinamento tra il Ministero dell'istruzione ucraino e quello italiano e in assenza di ciliari protocolli di riferimento i dirigenti scolastici ed i sindaci del territorio non dispongono degli strumenti necessari per applicare tutte le disposizioni relative all'obbligo formativo,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di promuovere idonee iniziative volte a garantire il diritto all'istruzione degli studenti ucraini anche attraverso forme accoglienza che agevolino, altresì, l'apprendimento e lo studio della lingua italiana.
9/3491-A/34. (Testo modificato nel corso della seduta)Frassinetti, Ciaburro, Bucalo, Albano, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    già lo scorso 29 settembre, a fronte della crescente instabilità internazionale, in occasione della conferenza stampa sulla Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, il Presidente del Consiglio Mario Draghi aveva affermato che «ci dobbiamo dotare di una difesa molto più significativa e bisognerà spendere molto di più di quanto fatto finora»;

    più recentemente, il 1° marzo scorso, intervenendo alla Camera, il Presidente del Consiglio ha inoltre affermato che «la minaccia portata oggi dalla Russia è una spinta a investire nella difesa più di quanto abbiamo mai fatto finora»;

    l'invasione russa dell'Ucraina sta in effetti dimostrando la necessità ancora più acuta che i Paesi europei destinino più risorse alle loro Difese, potenziando in particolare gli investimenti nell'acquisizione delle capacità indispensabili a fronteggiare evenienze che si ritenevano in precedenza molto improbabili ed oggi appaiono invece concretamente possibili;

    in seguito allo scoppio delle ostilità tra Russia e Ucraina, in diversi Stati dell'Unione europea e dell'Alleanza Atlantica sono già stati annunciati sensibili incrementi delle spese per la Difesa;

    la Germania, in particolare, ha rivelato di essere intenzionata ad elevare al livello dei 100 miliardi di euro annui il proprio bilancio per la Difesa, portandolo di fatto al 2 per cento del Pil, da tempo raccomandato come obiettivo dall'Alleanza Atlantica;

    un'indicazione ad aumentare le spese militari è giunta anche dal recente Consiglio europeo svoltosi a Versailles;

    anche l'Italia dovrebbe dare un segnale immediato, avviando l'incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Pil con un opportuno rapporto tra le componenti relative agli investimenti, all'esercizio ed al personale;

    com'è stato recentemente evidenziato anche dal Capo di Stato Maggiore della Difesa italiana, il conflitto russo-ucraino ha enfatizzato la necessità di acquisire nuovi sistemi, inclusi missili da crociera da imbarcare sulle piattaforme navali disponibili;

    si dovrebbe altresì al contempo ovviare all'esigenza di rinnovamento che riguarda alcune componenti del parco materiali;

    un primo, significativo passo, sarebbe l'aumento già nell'anno in corso delle risorse destinate al Fondo per le esigenze di difesa nazionale, di cui all'articolo 615 del decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010, recante il Codice dell'ordinamento militare,

impegna il Governo:

   ad avviare l'incremento delle spese per la Difesa verso il traguardo del 2 per cento del Pil, dando concretezza a quanto affermato alla Camera dal Presidente del Consiglio il 1° marzo scorso e predisponendo un sentiero di aumento stabile nel tempo, che garantisca al Paese una capacità di deterrenza e protezione, a tutela degli interessi nazionali, anche dal punto di vista della sicurezza degli approvvigionamenti energetici;

   ad assicurare che la ripartizione delle risorse sia allocata secondo i criteri della delega di cui alla legge n. 244 del 2012;

   nell'immediato, ad incrementare alla prima occasione utile il Fondo per le esigenze di difesa nazionale, di cui all'articolo 615 del decreto legislativo n. 66 del 15 marzo 2010, recante il Codice dell'ordinamento militare.
9/3491-A/35. Ferrari, Aresta, Pagani, Maria Tripodi, Rizzo, Occhionero, Silli, Deidda, Formentini, Boniardi, Fantuz, Piccolo, Gobbato, Pretto, Lorenzo Fontana, Castiello, Zicchieri, Scoma, Di Sarno, D'Uva, Perego Di Cremnago.


   La Camera,

   premesso che:

    nel testo si prevede l'istituzione, presso il Ministero dell'università e della ricerca, di un fondo di 1 milione di euro per l'anno 2022, destinato a finanziare le iniziative delle università, delle istituzioni AFAM e degli enti di ricerca a favore degli studenti, ricercatori, e professori di nazionalità ucraina che siano sul territorio italiano per ragioni di studio o di ricerca;

    per allargare maggiormente la platea degli operatori della cultura che potrebbero beneficiare delle iniziative che verranno intraprese nell'ambito della nuova misura legislativa, sarebbe opportuno sostenere e coinvolgere anche i molti Istituti culturali che vorrebbero attivare un corridoio culturale con tali soggetti – ma non ne hanno la sostenibilità economica –, che consenta agli operatori della cultura di ritrovare uno spazio di dignità, professionalità e libertà di espressione e contribuisca nel contempo a favorire la conoscenza reciproca degli universi culturali in dialogo,

impegna il Governo

a sostenere gli istituti culturali per favorirli nell'accoglienza degli operatori della cultura in fuga dalla guerra in Ucraina, anche attraverso l'inserimento di tali soggetti nel proprio organico con progetti almeno semestrali.
9/3491-A/36. Quartapelle Procopio, Sensi, Emiliozzi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina a seguito della sua invasione da parte delle forze militari della Federazione russa, con particolare riferimento al rafforzamento del personale militare, al potenziamento dei dispositivi della NATO, alla cessione gratuita di mezzi ed equipaggiamenti alle autorità governative dell'Ucraina per garantire il livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto, al rafforzamento e semplificazione delle procedure per gli interventi di assistenza e cooperazione in favore delle autorità e della popolazione ucraina nonché al potenziamento della protezione degli uffici e del personale all'estero;

    nell'immediatezza dei tragici eventi l'Unione europea e le nazioni alleate hanno stabilito di imporre importanti sanzioni nei confronti della Federazione russa e degli oligarchi più vicini al Presidente della stessa, con finalità di deterrenza e di indebolimento finanziario ed economico del paese illegittimamente invasore e questo ha già portato, anche in Italia, alla confisca di numerosi beni di lusso;

    da martedì mattina è entrato in vigore anche il quarto pacchetto di sanzioni dell'Unione europea, adottato con lodevole celerità dagli stati membri, ma i precedenti delle aggressioni del passato sui civili inermi fanno temere che queste misure non diminuiranno la ferocia nei loro confronti;

    negli ultimi giorni l'esercito russo ha ampliato il suo raggio di azione, intervenendo anche nei territori situati nella zona ad ovest dell'Ucraina e sul fronte dei negoziati finora intercorsi tra Russia e Ucraina, le parti sono rimaste ferme nelle loro posizioni, anche a causa degli incessanti bombardamenti di obiettivi civili da parte dell'esercito invasore,

impegna il Governo:

   ad attivarsi presso le istituzioni europee e dell'alleanza atlantica al fine di determinare l'inasprimento delle sanzioni, quali ad esempio l'imposizione di ulteriori dazi e le limitazioni al rilascio dei visti, qualora il sacrificio di vittime innocenti in Ucraina dovesse continuare, anche introducendo protocolli rigorosi che prevedano automatismi connessi ai danni verso i civili provocati dalle azioni dell'esercito russo;

   intraprendere ogni opportuna iniziativa, anche legislativa, al fine di sostenere le aziende italiane penalizzate dalla crisi in essere anche per le conseguenze economiche derivanti dall'applicazione delle sanzioni e attivarsi in sede europea per l'istituzione di un fondo compensativo con le medesime finalità;

   a valutare l'opportunità di utilizzare le abitazioni e i beni confiscati in ottemperanza delle sanzioni adottate a livello europeo, quali, a mero titolo di esempio, le imbarcazioni da diporto, gli aeromobili e le autovetture, al fine di rafforzare il sistema di accoglienza dei rifugiati di cittadinanza ucraina.
9/3491-A/37. Ungaro, Marco Di Maio, Fregolent, Noja, Magi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina a seguito della sua invasione da parte delle forze militari della Federazione russa, con particolare riferimento al rafforzamento del personale militare, al potenziamento dei dispositivi della NATO, alla cessione gratuita di mezzi ed equipaggiamenti alle autorità governative dell'Ucraina per garantire il livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto, al rafforzamento e semplificazione delle procedure per gli interventi di assistenza e cooperazione in favore delle autorità e della popolazione ucraina nonché al potenziamento della protezione degli uffici e del personale all'estero;

    nell'immediatezza dei tragici eventi l'Unione europea e le nazioni alleate hanno stabilito di imporre importanti sanzioni nei confronti della Federazione russa e degli oligarchi più vicini al Presidente della stessa, con finalità di deterrenza e di indebolimento finanziario ed economico del paese illegittimamente invasore e questo ha già portato, anche in Italia, alla confisca di numerosi beni di lusso;

    da martedì mattina è entrato in vigore anche il quarto pacchetto di sanzioni dell'Unione europea, adottato con lodevole celerità dagli stati membri, ma i precedenti delle aggressioni del passato sui civili inermi fanno temere che queste misure non diminuiranno la ferocia nei loro confronti;

    negli ultimi giorni l'esercito russo ha ampliato il suo raggio di azione, intervenendo anche nei territori situati nella zona ad ovest dell'Ucraina e sul fronte dei negoziati finora intercorsi tra Russia e Ucraina, le parti sono rimaste ferme nelle loro posizioni, anche a causa degli incessanti bombardamenti di obiettivi civili da parte dell'esercito invasore,

impegna il Governo:

   ad attivarsi presso le istituzioni europee al fine di determinare l'inasprimento delle sanzioni, quali ad esempio l'imposizione di ulteriori dazi, qualora il sacrificio di vittime innocenti in Ucraina dovesse continuare, anche introducendo protocolli rigorosi che prevedano automatismi connessi ai danni verso i civili provocati dalle azioni dell'esercito russo;

   intraprendere ogni opportuna iniziativa, anche legislativa, al fine di sostenere le aziende italiane penalizzate dalla crisi in essere anche per le conseguenze economiche derivanti dall'applicazione delle sanzioni e attivarsi in sede europea per l'istituzione di un fondo compensativo con le medesime finalità;

   a valutare l'opportunità di utilizzare le abitazioni e i beni confiscati in ottemperanza delle sanzioni adottate a livello europeo, quali, a mero titolo di esempio, le imbarcazioni da diporto, gli aeromobili e le autovetture, al fine di rafforzare il sistema di accoglienza dei rifugiati di cittadinanza ucraina.
9/3491-A/37. (Testo modificato nel corso della seduta)Ungaro, Marco Di Maio, Fregolent, Noja, Magi.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

    l'aggressione effettuata dalle forze armate russe ai danni dell'Ucraina ha portato ad una risposta da parte del resto della comunità occidentale, segnatamente Stati Uniti d'America e Paesi membri dell'Unione europea, nella forma di un duro regime di sanzioni economiche che hanno di fatto isolato economicamente la Federazione russa dal resto dell'occidente;

    vista la compenetrazione ed interdipendenza economica tra Russia e Italia, per comparti che vanno dal turismo a gas ed energia, le sanzioni hanno, almeno in un orizzonte temporale di medio termine, ripercussioni anche sull'economia nazionale italiana;

    per tutte le imprese ed i lavoratori autonomi già in difficoltà per la mancanza di liquidità conseguente alla crisi da COVID-19, il rincaro di materie prime ed energia in corso dalla metà 2021 ad oggi, l'attuale contesto bellico implica una ulteriore difficoltà, dovuta sia al maggior peso delle utenze energetiche e dei costi fissi, sia alla relativa contrazione economica dal lato dell'economia reale che questa crisi comporta;

    difficilmente un'impresa che nel 2021 non era in grado di saldare i propri debiti nei confronti dello Stato, in riferimento ad esempio ai cosiddetti rottamazione-ter e saldo e stralcio, infatti, sarà in grado di saldare il medesimo debito nel 2022, stante le crescenti difficoltà e criticità registrate dall'economia italiana;

    le prime decretazioni d'urgenza a contenimento economico dell'emergenza da COVID-19 hanno previsto l'introduzione di strumenti come rinvio delle cartelle esattoriali, accessi agevolati al credito, nonché moratorie su mutui e prestiti;

    il Governo italiano con Delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, ha deliberato lo stato di emergenza sul suolo nazionale conseguente alla diffusione della pandemia da COVID-19, emergenza successivamente prorogata fino al 31 marzo 2022, per una durata totale di due anni e tre mesi;

    al contempo, non è seguita una proroga degli obblighi erariali in capo alle imprese, nonostante le principali misure di sostegno alla liquidità ed alla sostenibilità economica delle imprese si sono via via esaurite nel corso dell'anno 2020;

    l'attuale contesto bellico costituisce quindi l'ennesimo colpo per un mondo economico che, almeno in termini di aspettative, vedeva il 2022 come un anno di ripresa economica, dimostrandosi invece un ulteriore anno di difficoltà-,

impegna il Governo:

   a prorogare la scadenza di cartelle esattoriali, rottamazione e saldo e stralcio, di ventiquattro mesi in conseguenza alla crisi di liquidità dovuta al COVID-19 ed al conflitto in corso tra Russia e Ucraina;

   per le medesime ragioni, a disporre una sospensione, fino ad un massimo di ventiquattro mesi, del pagamento della quota capitale e degli interessi delle rate in scadenza nel corso dell'anno 2022 per i finanziamenti agevolati a garanzia statale concessi anche nell'ambito delle iniziative di cui al decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, e successive modifiche ed integrazioni, e dei relativi piani di ammortamento.
9/3491-A/38. Ciaburro, Caretta.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

    l'aggressione effettuata dalle forze armate russe ai danni dell'Ucraina ha portato ad una risposta da parte del resto della comunità occidentale, segnatamente Stati Uniti d'America e Paesi membri dell'Unione europea, nella forma di un duro regime di sanzioni economiche che hanno di fatto isolato economicamente la Federazione russa dal resto dell'occidente;

    vista la compenetrazione ed interdipendenza economica tra Russia e Italia, per comparti che vanno dal turismo a gas ed energia, le sanzioni hanno, almeno in un orizzonte temporale di medio termine, ripercussioni anche sull'economia nazionale italiana;

    per tutte le imprese ed i lavoratori autonomi già in difficoltà per la mancanza di liquidità conseguente alla crisi da COVID-19, il rincaro di materie prime ed energia in corso dalla metà 2021 ad oggi, l'attuale contesto bellico implica una ulteriore difficoltà, dovuta sia al maggior peso delle utenze energetiche e dei costi fissi, sia alla relativa contrazione economica dal lato dell'economia reale che questa crisi comporta;

    difficilmente un'impresa che nel 2021 non era in grado di saldare i propri debiti nei confronti dello Stato, in riferimento ad esempio ai cosiddetti rottamazione-ter e saldo e stralcio, infatti, sarà in grado di saldare il medesimo debito nel 2022, stante le crescenti difficoltà e criticità registrate dall'economia italiana;

    le prime decretazioni d'urgenza a contenimento economico dell'emergenza da COVID-19 hanno previsto l'introduzione di strumenti come rinvio delle cartelle esattoriali, accessi agevolati al credito, nonché moratorie su mutui e prestiti;

    il Governo italiano con Delibera del Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020, ha deliberato lo stato di emergenza sul suolo nazionale conseguente alla diffusione della pandemia da COVID-19, emergenza successivamente prorogata fino al 31 marzo 2022, per una durata totale di due anni e tre mesi;

    al contempo, non è seguita una proroga degli obblighi erariali in capo alle imprese, nonostante le principali misure di sostegno alla liquidità ed alla sostenibilità economica delle imprese si sono via via esaurite nel corso dell'anno 2020;

    l'attuale contesto bellico costituisce quindi l'ennesimo colpo per un mondo economico che, almeno in termini di aspettative, vedeva il 2022 come un anno di ripresa economica, dimostrandosi invece un ulteriore anno di difficoltà-,

impegna il Governo:

   compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di prorogare la scadenza di cartelle esattoriali, rottamazione e saldo e stralcio, di ventiquattro mesi in conseguenza alla crisi di liquidità dovuta al COVID-19 ed al conflitto in corso tra Russia e Ucraina;

   per le medesime ragioni, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di disporre una sospensione, fino ad un massimo di ventiquattro mesi, del pagamento della quota capitale e degli interessi delle rate in scadenza nel corso dell'anno 2022 per i finanziamenti agevolati a garanzia statale concessi anche nell'ambito delle iniziative di cui al decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, e successive modifiche ed integrazioni, e dei relativi piani di ammortamento.
9/3491-A/38. (Testo modificato nel corso della seduta)Ciaburro, Caretta.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

    l'invasione dell'Ucraina perpetrata dalle forze armate della Federazione russa ha comportato una forte reazione da parte dell'Unione europea, degli Stati Uniti d'America e della comunità internazionale;

    sebbene la risposta europea e, in particolare, quella italiana, non abbiano previsto il ricorso a strumenti di tipo militare, sono state adottare varie sanzioni economiche che hanno di fatto isolato economicamente la Federazione russa dal resto dell'occidente;

    essendo la Federazione russa un esportatore netto di materie prime di fondamentale importanza, il peso delle sanzioni si è immediatamente ripercosso sul costo di gas e petrolio, con relativi rincari su tutto il comparto energia, andando ad inacutire una tendenza già largamente affermatasi nel corso del 2021;

    tra le materie prime esportate dalla Federazione russa figurano anche tutti quegli elementi, come il nitrato di ammonio, essenziali per la produzione di fertilizzanti e dunque indispensabili nei cicli produttivi del comparto agricolo;

    negli ultimi dieci mesi il costo dei fertilizzanti è cresciuto di oltre il 130 per cento, quello dei mangimi di oltre il 40 per cento, trainato da soia e mais;

    Russia e Bielorussia contano per oltre il 40 per cento delle esportazioni mondiali di potassio e per oltre il 20 per cento di ammoniaca, prodotti necessari per la produzione di fertilizzanti;

    il rincaro di gas ed energia più in generale ha portato enormi danni a tutta la filiera alimentare nazionale, come anche il comparto ittico, colpito duramente dai rincari del gasolio;

    larga parte dei prodotti e delle materie prime necessarie per i processi produttivi agricoli transitano tramite il Mar Nero, rotta ormai compromessa dal conflitto in corso;

    Russia e Ucraina coprono il 35 per cento delle esportazioni globali di grano, il 25 per cento di quelle di orzo ed oltre il 75 per cento di quelle di olio di semi di girasole, materie prime vitali per l'industria alimentare europea, senza considerare le ricadute su tutto il settore della mangimistica, con le eventuali ripercussioni sul comparto zootecnico;

    il blocco delle esportazioni di nitrato di ammonio, ulteriore materia prima necessaria per la produzione di fertilizzanti, disposto da Mosca, ha portato ad un aumento del suo costo da 250 euro a oltre 670 euro a tonnellata, con una serie di rincari a catena su numerose materie prime dovute al conflitto bellico in corso, come il rincaro dell'urea da 350 euro a tonnellata nel 2021 a 800 euro a tonnellata, del perfosfato minerale da 170 euro a 330 euro a tonnellata;

    come indicato dalle associazioni di categoria, almeno il 30 per cento delle imprese agricole è costretta a ridurre i propri raccolti a causa di questo turbamento economico internazionale;

    dato che l'Italia importa il 64 per cento del grano destinato alla produzione di pane ed il 44 per cento di quello necessario per la pasta, l'attuale scenario pone seri dubbi sulla garanzia della sovranità alimentare nazionale, obiettivo di rilevanza strategica che, in altri Paesi membri dell'Unione europea, sta venendo perseguito anche mediante le risorse del Dispositivo di Ripresa e Resilienza;

    il conseguimento della sovranità alimentare è un obiettivo sensibile di natura strategica per garantire stabilità e benessere, nonché le basilari condizioni di vita a tutti i cittadini,

impegna il Governo:

   ad adottare, dove possibile, tutte le misure necessarie per sviluppare la piena sovranità alimentare nazionale per quanto riguarda l'approvvigionamento di materie prime in agricoltura, nonché per assicurare una robusta produzione nazionale di grano, cereali ed altre materie come quelle indicate in premessa;

   a disporre, nel quadro delle misure emergenziali dovute anche all'inacutirsi del conflitto tra Ucraina e Russia, le necessarie misure integrative e di sostegno per il comparto agroalimentare, con particolare riferimento anche alla filiera ittica, anche tramite calmieramento dei prezzi del gasolio ad uso ittico ed agricolo, agevolazioni di accesso al credito nonché tramite moratorie su mutui e prestiti.
9/3491-A/39. Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il testo in esame reca la conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina;

    l'invasione dell'Ucraina perpetrata dalle forze armate della Federazione russa ha comportato una forte reazione da parte dell'Unione europea, degli Stati Uniti d'America e della comunità internazionale;

    sebbene la risposta europea e, in particolare, quella italiana, non abbiano previsto il ricorso a strumenti di tipo militare, sono state adottare varie sanzioni economiche che hanno di fatto isolato economicamente la Federazione russa dal resto dell'occidente;

    essendo la Federazione russa un esportatore netto di materie prime di fondamentale importanza, il peso delle sanzioni si è immediatamente ripercosso sul costo di gas e petrolio, con relativi rincari su tutto il comparto energia, andando ad inacutire una tendenza già largamente affermatasi nel corso del 2021;

    tra le materie prime esportate dalla Federazione russa figurano anche tutti quegli elementi, come il nitrato di ammonio, essenziali per la produzione di fertilizzanti e dunque indispensabili nei cicli produttivi del comparto agricolo;

    negli ultimi dieci mesi il costo dei fertilizzanti è cresciuto di oltre il 130 per cento, quello dei mangimi di oltre il 40 per cento, trainato da soia e mais;

    Russia e Bielorussia contano per oltre il 40 per cento delle esportazioni mondiali di potassio e per oltre il 20 per cento di ammoniaca, prodotti necessari per la produzione di fertilizzanti;

    il rincaro di gas ed energia più in generale ha portato enormi danni a tutta la filiera alimentare nazionale, come anche il comparto ittico, colpito duramente dai rincari del gasolio;

    larga parte dei prodotti e delle materie prime necessarie per i processi produttivi agricoli transitano tramite il Mar Nero, rotta ormai compromessa dal conflitto in corso;

    Russia e Ucraina coprono il 35 per cento delle esportazioni globali di grano, il 25 per cento di quelle di orzo ed oltre il 75 per cento di quelle di olio di semi di girasole, materie prime vitali per l'industria alimentare europea, senza considerare le ricadute su tutto il settore della mangimistica, con le eventuali ripercussioni sul comparto zootecnico;

    il blocco delle esportazioni di nitrato di ammonio, ulteriore materia prima necessaria per la produzione di fertilizzanti, disposto da Mosca, ha portato ad un aumento del suo costo da 250 euro a oltre 670 euro a tonnellata, con una serie di rincari a catena su numerose materie prime dovute al conflitto bellico in corso, come il rincaro dell'urea da 350 euro a tonnellata nel 2021 a 800 euro a tonnellata, del perfosfato minerale da 170 euro a 330 euro a tonnellata;

    come indicato dalle associazioni di categoria, almeno il 30 per cento delle imprese agricole è costretta a ridurre i propri raccolti a causa di questo turbamento economico internazionale;

    dato che l'Italia importa il 64 per cento del grano destinato alla produzione di pane ed il 44 per cento di quello necessario per la pasta, l'attuale scenario pone seri dubbi sulla garanzia della sovranità alimentare nazionale, obiettivo di rilevanza strategica che, in altri Paesi membri dell'Unione europea, sta venendo perseguito anche mediante le risorse del Dispositivo di Ripresa e Resilienza;

    il conseguimento della sovranità alimentare è un obiettivo sensibile di natura strategica per garantire stabilità e benessere, nonché le basilari condizioni di vita a tutti i cittadini,

impegna il Governo:

   a incentivare ogni utile azione volta a promuovere lo sviluppo di una piena sovranità alimentare nazionale per quanto riguarda l'approvvigionamento di materie prime in agricoltura, nonché per assicurare una robusta produzione nazionale di grano, cereali ed altre materie come quelle indicate in premessa;

   a valutare, nel quadro delle misure emergenziali dovute anche all'inacutirsi del conflitto tra Ucraina e Russia, le necessarie misure integrative e di sostegno per il comparto agroalimentare, con particolare riferimento anche alla filiera ittica, anche tramite calmieramento dei prezzi del gasolio ad uso ittico ed agricolo, agevolazioni di accesso al credito nonché tramite moratorie su mutui e prestiti.
9/3491-A/39. (Testo modificato nel corso della seduta)Caretta, Ciaburro.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina a seguito della sua invasione da parte delle forze militari della Federazione russa, con particolare riferimento al rafforzamento del personale militare, al potenziamento dei dispositivi della NATO, alla cessione gratuita di mezzi ed equipaggiamenti alle autorità governative dell'Ucraina per garantire il livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto, al rafforzamento e semplificazione delle procedure per gli interventi di assistenza e cooperazione in favore delle autorità e della popolazione ucraina nonché al potenziamento della protezione degli uffici e del personale all'estero;

    nell'immediatezza dei tragici eventi l'Unione europea e le nazioni alleate hanno stabilito di imporre importanti sanzioni nei confronti della Federazione russa e degli oligarchi più vicini al Presidente della stessa, con finalità di deterrenza e di indebolimento finanziario ed economico del paese illegittimamente invasore e questo ha già portato, anche in Italia, alla confisca di numerosi beni di lusso;

    da martedì mattina è entrato in vigore anche il quarto pacchetto di sanzioni dell'Unione europea, adottato con lodevole celerità dagli stati membri, ma i precedenti delle aggressioni del passato sui civili inermi fanno temere che queste misure non diminuiranno la ferocia nei loro confronti;

    negli ultimi giorni l'esercito russo ha ampliato il suo raggio di azione, intervenendo anche nei territori situati nella zona ad ovest dell'Ucraina e sul fronte dei negoziati finora intercorsi tra Russia e Ucraina, le parti sono rimaste ferme nelle loro posizioni, anche a causa degli incessanti bombardamenti di obiettivi civili da parte dell'esercito invasore;

    tale criminale atteggiamento, secondo l'agenzia Onu per i rifugiati, ha causato più di 600 vittime civili, di cui decine di bambini, più di mille feriti dall'inizio della guerra e sarebbero già 3 milioni gli ucraini in fuga dal paese e diretti principalmente in Polonia e verso le altre nazioni confinanti;

    si tratta principalmente di donne, bambini e anziani, infatti gli uomini in età militare sono rimasti a difendere il proprio Paese e il suo territorio. L'UNHCR stima che se la situazione peggiorasse ulteriormente, l'esodo dal paese potrebbe interessare fino a 5 milioni di persone;

    è evidente che anche l'Italia deve fare la propria parte, accogliere e sostenere i profughi che dovessero cercare, o hanno già cercato, rifugio sul nostro territorio nazionale, approntando l'accoglienza necessaria, garantendo strumenti opportuni per rispondere alle prime impellenti esigenze, ma anche prevedendo, in caso di un allungamento dei tempi del conflitto, una politica di integrazione e assistenza che sappia anche considerare e intervenire;

    ad oggi sarebbero oltre 30 mila i profughi ucraini giunti finora in Italia, dopo sole tre settimane di una guerra che, sembra ancora lontana da una possibile soluzione diplomatica;

    il Governo avrebbe già individuato 283 immobili confiscati alla mafia che potrebbero essere immediatamente destinati all'accoglienza dei profughi ucraini, si tratterebbe di appartamenti e strutture alberghiere censiti dall'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati, su indicazione del ministro dell'interno, Luciana Lamorgese,

impegna il Governo

ad attivare tutte le necessarie iniziative tali da consentire l'immediata assegnazione degli immobili richiamati in premessa all'assistenza ai rifugiati provenienti dall'Ucraina e, nel contempo, a continuare l'opera di monitoraggio attivata al fine di reperire ulteriori immobili che siano idonei ad ospitare i profughi in fuga dalla guerra, soprattutto nel caso che il conflitto dovesse prolungarsi nel tempo.
9/3491-A/40. Nobili, Ungaro, Magi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina a seguito della sua invasione da parte delle forze militari della Federazione russa, con particolare riferimento al rafforzamento del personale militare, al potenziamento dei dispositivi della NATO, alla cessione gratuita di mezzi ed equipaggiamenti alle autorità governative dell'Ucraina per garantire il livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto, al rafforzamento e semplificazione delle procedure per gli interventi di assistenza e cooperazione in favore delle autorità e della popolazione ucraina nonché al potenziamento della protezione degli uffici e del personale all'estero;

    nell'immediatezza dei tragici eventi l'Unione europea e le nazioni alleate hanno stabilito di imporre importanti sanzioni nei confronti della Federazione russa e degli oligarchi più vicini al Presidente della stessa, con finalità di deterrenza e di indebolimento finanziario ed economico del paese illegittimamente invasore e questo ha già portato, anche in Italia, alla confisca di numerosi beni di lusso;

    da martedì mattina è entrato in vigore anche il quarto pacchetto di sanzioni dell'Unione europea, adottato con lodevole celerità dagli stati membri, ma i precedenti delle aggressioni del passato sui civili inermi fanno temere che queste misure non diminuiranno la ferocia nei loro confronti;

    negli ultimi giorni l'esercito russo ha ampliato il suo raggio di azione, intervenendo anche nei territori situati nella zona ad ovest dell'Ucraina e sul fronte dei negoziati finora intercorsi tra Russia e Ucraina, le parti sono rimaste ferme nelle loro posizioni, anche a causa degli incessanti bombardamenti di obiettivi civili da parte dell'esercito invasore;

    tale criminale atteggiamento, secondo l'agenzia Onu per i rifugiati, ha causato più di 600 vittime civili, di cui decine di bambini, più di mille feriti dall'inizio della guerra e sarebbero già 3 milioni gli ucraini in fuga dal paese e diretti principalmente in Polonia e verso le altre nazioni confinanti;

    si tratta principalmente di donne, bambini e anziani, infatti gli uomini in età militare sono rimasti a difendere il proprio Paese e il suo territorio. L'UNHCR stima che se la situazione peggiorasse ulteriormente, l'esodo dal paese potrebbe interessare fino a 5 milioni di persone;

    è evidente che anche l'Italia deve fare la propria parte, accogliere e sostenere i profughi che dovessero cercare, o hanno già cercato, rifugio sul nostro territorio nazionale, approntando l'accoglienza necessaria, garantendo strumenti opportuni per rispondere alle prime impellenti esigenze, ma anche prevedendo, in caso di un allungamento dei tempi del conflitto, una politica di integrazione e assistenza che sappia anche considerare e intervenire;

    ad oggi sarebbero oltre 30 mila i profughi ucraini giunti finora in Italia, dopo sole tre settimane di una guerra che, sembra ancora lontana da una possibile soluzione diplomatica;

    il Governo avrebbe già individuato 283 immobili confiscati alla mafia che potrebbero essere immediatamente destinati all'accoglienza dei profughi ucraini, si tratterebbe di appartamenti e strutture alberghiere censiti dall'Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati, su indicazione del ministro dell'interno, Luciana Lamorgese,

impegna il Governo

compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, a valutare l'opportunità di attivare tutte le necessarie iniziative tali da consentire l'immediata assegnazione degli immobili richiamati in premessa all'assistenza ai rifugiati provenienti dall'Ucraina e, nel contempo, di continuare l'opera di monitoraggio attivata al fine di reperire ulteriori immobili che siano idonei ad ospitare i profughi in fuga dalla guerra, soprattutto nel caso che il conflitto dovesse prolungarsi nel tempo.
9/3491-A/40. (Testo modificato nel corso della seduta)Nobili, Ungaro, Magi.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca all'articolo 5-ter misure volte al sostegno di imprese che esportano o hanno filiali o partecipate in Ucraina, Federazione Russa o Bielorussa;

    nello stesso provvedimento, però, non sono indicate misure volte a sostenere quelle aziende a forte consumo energetico, ossia quelle aziende che nell'annualità di riferimento abbiano utilizzato per lo svolgimento della propria attività almeno 2,4 gigawattora di energia e che versano nella condizione per cui il rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell'energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività e il valore del fatturato non sia risultato inferiore al 3 per cento, che si ritrovano in grave difficoltà a causa della crisi attualmente in corso in Ucraina;

    gli eventi bellici tra la Russia e l'Ucraina, infatti, hanno comportato un critico aumento dei prezzi per l'acquisto di energia elettrica, rendendo oltremodo difficoltosa la prosecuzione delle attività produttive di tali aziende, comportando l'urgente necessità di un intervento dello Stato italiano per evitare la loro crisi, o, ipotesi ancora peggiore, la loro definitiva chiusura, con la conseguente perdita dell'impiego per innumerevoli lavoratori,

impegna il Governo

ad adottare uno o più atti normativi al fine di garantire l'erogazione di un contributo a fondo perduto per le spese sostenute dalle aziende indicate in premessa per l'acquisto di energia elettrica da impiegare nella produzione.
9/3491-A/41. Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca all'articolo 5-ter misure volte al sostegno di imprese che esportano o hanno filiali o partecipate in Ucraina, Federazione Russa o Bielorussa;

    nello stesso provvedimento, però, non sono indicate misure volte a sostenere quelle aziende a forte consumo energetico, ossia quelle aziende che nell'annualità di riferimento abbiano utilizzato per lo svolgimento della propria attività almeno 2,4 gigawattora di energia e che versano nella condizione per cui il rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo dell'energia utilizzata per lo svolgimento della propria attività e il valore del fatturato non sia risultato inferiore al 3 per cento, che si ritrovano in grave difficoltà a causa della crisi attualmente in corso in Ucraina;

    gli eventi bellici tra la Russia e l'Ucraina, infatti, hanno comportato un critico aumento dei prezzi per l'acquisto di energia elettrica, rendendo oltremodo difficoltosa la prosecuzione delle attività produttive di tali aziende, comportando l'urgente necessità di un intervento dello Stato italiano per evitare la loro crisi, o, ipotesi ancora peggiore, la loro definitiva chiusura, con la conseguente perdita dell'impiego per innumerevoli lavoratori,

impegna il Governo

a valutare l'opportunità di adottare uno o più atti normativi al fine di garantire l'erogazione di un contributo a fondo perduto per le spese sostenute dalle aziende indicate in premessa per l'acquisto di energia elettrica da impiegare nella produzione.
9/3491-A/41. (Testo modificato nel corso della seduta)Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    il provvedimento in esame reca all'articolo 5-ter misure volte al sostegno di imprese che esportano o hanno filiali o partecipate in Ucraina, Federazione Russa o Bielorussa;

    al suo interno, però, non sono contenute misure atte a sostenere tutte quelle imprese agricole che operano la lavorazione di prodotti a base di grano e mais, le quali si ritrovano in una situazione di profonda crisi dovuta al rincaro dei prezzi per l'acquisto delle materie prime necessarie alla loro produzione a causa del conflitto in corso tra l'Ucraina e la Federazione Russa;

    al fine di evitare la definitiva chiusura di queste aziende, con la conseguente perdita del lavoro di tutti i dipendenti ivi impiegati e la conseguente crisi per molte famiglie italiane, risulta assolutamente necessario un intervento da parte dello Stato italiano a loro tutela,

impegna il Governo

ad adottare uno o più atti normativi al fine di garantire l'erogazione di un contributo a fondo perduto per le spese sostenute dalle aziende indicate in premessa per l'acquisto di mais e grano da impiegare nella produzione.
9/3491-A/42. Donzelli, Delmastro Delle Vedove, Prisco.


   La Camera,

   premesso che:

    la crisi determinata dall'attacco russo all'Ucraina sta avendo ampie ripercussioni internazionali;

    la stampa anglosassone ha dato notizia della richiesta di forniture di materiali d'armamento che la Russia avrebbe rivolto alla Repubblica Popolare Cinese;

    la richiesta e la risposta che daranno le autorità di Pechino sarebbe stata tra gli oggetti del colloquio svoltosi a Roma tra il consigliere americano per la sicurezza nazionale, Jack Sullivan, e il corrispondente funzionario cinese, Yang Jiechi;

    non è impossibile che la sfida all'ordine internazionale rappresentata dall'invasione russa dell'Ucraina incoraggi mosse cinesi nei confronti di Taiwan;

    tale circostanza consiglierebbe di approfondire l'attenzione anche verso l'Indo-Pacifico, nell'ambito delle nostre Organizzazioni di sicurezza di riferimento, ossia NATO e Unione europea,

impegna il Governo

ad avviare una riflessione sulla posizione da adottare con gli Alleati NATO e Stati membri dell'Unione europea nei confronti del teatro indo-pacifico, in quanto anche connesso alle nostre aree di prioritario interesse strategico.
9/3491-A/43. Formentini, Ferrari, Lorenzo Fontana, Zoffili, Billi, Cecchetti, Di San Martino Lorenzato Di Ivrea, Picchi, Ribolla, Snider, Bianchi, Giglio Vigna, Boniardi, Castiello, Fantuz, Gobbato, Piccolo, Pretto, Scoma, Zicchieri, Orsini, Ungaro, Ermellino, Frusone, Biancofiore, Perego Di Cremnago, Pagani, Mollicone, Tondo, Comaroli, Giovanni Russo, Maria Tripodi.


   La Camera,

   premesso che:

    nel decreto, con emendamento governativo, è confluito anche il decreto-legge 28 febbraio 2022, n. 16, recante «Ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina, contenente disposizioni specifiche, anche finanziarie, finalizzate a favorire l'accoglienza del profughi provenienti dall'Ucraina»;

    le disposizioni del citato decreto-legge prevedono l'utilizzazione e il rafforzamento delle strutture di prima accoglienza, nonché del sistema di accoglienza e integrazione;

    mancano tuttavia disposizioni specifiche riguardanti la gestione dei minori di età, che richiede una particolare urgenza, in considerazione della fragilità del soggetti coinvolti,

impegna il Governo:

   ad adottare interventi normativi urgenti per permettere l'affidamento familiare dei minori provenienti dall'Ucraina;

   ad invitare i comuni, in collaborazione con le associazioni del terzo settore, a predisporre albi delle famiglie che hanno dato la disponibilità ad accogliere nuclei familiari o singoli individui, con particolare riferimento a famiglie con bambini, adolescenti e soggetti vulnerabili;

   a reperire, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, le occorrenti risorse necessarie ai comuni per gestire l'accoglienza derivante dal crescente flusso di profughi ucraini;

   a provvedere in tempi rapidi per la nomina da parte dei Tribunali per i minorenni dei tutori volontari per i minori stranieri non accompagnati provenienti dall'Ucraina, al fine di sgravare i sindaci da ulteriori oneri sotto il profilo della responsabilità.
9/3491-A/44. Murelli, Cavandoli, Bubisutti, Tarantino, Zanella, Legnaioli.


   La Camera,

   premesso che:

    gli sviluppi militari della crisi Ucraina e le conseguenti decisioni che l'Italia ha assunto, insieme con le nazioni alleate, hanno spinto il Governo mediante il decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14 a disporre una serie di misure volte a garantire il contributo italiano all'impegno condiviso con gli altri Paesi NATO in termini di difesa collettiva e di rafforzamento della postura militare, in grado di garantire il necessario livello di deterrenza a fronte della grave situazione di crisi in atto;

    il decreto-legge (articolo 5-bis) al fine di fronteggiare l'eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale derivante dalla guerra in Ucraina e dalle sanzioni economiche internazionali disposte nei confronti della Federazione Russa, prevede che possano essere adottate misure finalizzate all'aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi di gas nel settore termoelettrico;

    in caso di adozione di dette misure la società Terna S.p.a. sarebbe chiamata a predisporre un programma di massimizzazione dell'impiego degli impianti di generazione di energia elettrica con potenza termica nominale superiore a 300 MW che utilizzino carbone o olio combustibile in condizioni di regolare esercizio, per il periodo stimato di durata dell'emergenza, fermo restando il contributo degli impianti alimentati a energie rinnovabili;

    in questo quadro l'installazione diffusa di impianti di energia rinnovabile elettrica, rappresenterebbe un intervento strategico per far fronte all'emergenza in atto e per la progressiva indipendenza energetica del Paese, creando un nuovo modello energetico libero dalle fonti fossili;

    l'associazione Elettricità Futura, che riunisce oltre 500 imprese che operano nel settore elettrico e che rappresentano il 70 per cento del nostro mercato elettrico, avrebbe chiesto al Governo e alle regioni di autorizzare entro giugno 60 GW di nuovi impianti rinnovabili, pari a un terzo delle domande di allaccio già presentate a Terna, il che consentirebbe di risparmiare 15 miliardi di metri cubi di gas ogni anno, ovvero il 20 per cento del gas importato,

impegna il Governo

ad adottare tempestivamente tutte le iniziative utili al fine di accelerare in maniera sensibile ed urgente il processo di installazione delle «Fer-E», anche con nuovi sistemi incentivanti e con ulteriori interventi di semplificazione dei processi autorizzativi.
9/3491-A/45. Dori, Romaniello, Paolo Nicolò Romano, Siragusa, Emiliozzi.


   La Camera,

   premesso che:

    l'invasione dell'Ucraina da parte delle Forza armate della Federazione Russa ha comportato la mobilitazione di tutto l'apparato militare NATO e di conseguenza degli eserciti europei;

    con il provvedimento in esame l'Italia si schiera dalla parte del popolo ucraino rispondendo fattivamente alle richieste di supporto provenienti dalle autorità dell'Ucraina fornendo strumenti atti alla protezione individuale;

    con questo provvedimento l'Italia prevede un intervento per garantire sostegno attraverso la cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari alle autorità governative dell'Ucraina;

    il trasferimento del materiale bellico dal nostro Paese verso le Forze armate ucraine incide sulla quantità di equipaggiamenti a disposizione del nostro apparato militare;

    la straordinarietà dei fatti che si stanno svolgendo in Ucraina impongono una reazione rapida e risoluta per supportare la reazione da parte di uno Stato sovrano invaso e di un governo democraticamente eletto,

impegna il Governo

a provvedere, al fine di mantenere il nostro apparato militare efficiente e capace di rispondere alle esigenze della Difesa, all'acquisto di equipaggiamenti quantitativamente e qualitativamente sufficienti a ristabilire la dotazione militare in nostro possesso prima dell'entrata in vigore dei provvedimento in esame.
9/3491-A/46. Caiata, Giovanni Russo.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di esame dei disegno di legge recante «Conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina» e del decreto-legge 28 febbraio 2022, n. 16, recante Ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina, contenente disposizioni specifiche, anche finanziarie, finalizzate a favorire l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina, confluito nel primo con emendamento del Governo durante l'esame nelle commissioni referenti;

    preso atto delle disposizioni volte a rafforzare il sistema di accoglienza e integrazione;

   considerato, tuttavia, il crescente allarme da parte dei sindaci in tema di costi e responsabilità per l'accoglienza dei minori ucraini:

    segnalata, ad esempio, una circolare della Questura di Varese che attribuisce ai servizi sociali dei comuni la presa in carico dei minori stranieri non accompagnati, con la conseguenza di scaricare sui comuni ogni costo e onere, ponendo a serio rischio di default gli enti locali,

impegna il Governo

a garantire celermente supporto economico ai comuni per le spese di accoglienza dei minori non accompagnati in fuga dall'Ucraina, prevedendo l'istituzione di un apposito Fondo presso il Ministero dell'interno con cui coprire i costi dei minori non accompagnati ucraini giunti in Italia, al fine di evitare di porre in capo ai comuni l'intero onere.
9/3491-A/47. Tarantino, Bubisutti, Bianchi, Cavandoli, Murelli.


   La Camera,

   premesso che:

    in sede di esame dei disegno di legge recante «Conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina» e del decreto-legge 28 febbraio 2022, n. 16, recante Ulteriori misure urgenti per la crisi in Ucraina, contenente disposizioni specifiche, anche finanziarie, finalizzate a favorire l'accoglienza dei profughi provenienti dall'Ucraina, confluito nel primo con emendamento del Governo durante l'esame nelle commissioni referenti;

    preso atto delle disposizioni volte a rafforzare il sistema di accoglienza e integrazione;

   considerato, tuttavia, il crescente allarme da parte dei sindaci in tema di costi e responsabilità per l'accoglienza dei minori ucraini,

impegna il Governo

a valutare la possibilità di garantire celermente supporto economico ai comuni per le spese di accoglienza dei minori non accompagnati in fuga dall'Ucraina.
9/3491-A/47. (Testo modificato nel corso della seduta)Tarantino, Bubisutti, Bianchi, Cavandoli, Murelli.


INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Iniziative di competenza in ordine allo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, con particolare riferimento alle autorizzazioni volte alla tutela del paesaggio – 3-02818

   PEDRAZZINI e ANGIOLA. — Al Ministro della cultura. — Per sapere – premesso che:

   nel gennaio 2020 il Governo ha pubblicato il Pniec – Piano nazionale integrato per l'energia e il clima – per stabilire gli obiettivi nazionali sulla riduzione del 33 per cento delle emissioni di anidride carbonica entro il 2030, sull'efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica;

   a pagina 56 del documento si fa esplicito riferimento all'opportunità di favorire investimenti di revamping e repowering dell'eolico esistente con macchine più evolute ed efficienti, sfruttando la buona ventosità di siti già conosciuti e utilizzati, limitando così l'impatto sul consumo del suolo;

   in totale, dalla fine del 2021 sono stati sbloccati 1.407,3 megawatt (1,407 gigawatt) da fonti rinnovabili, ma per raggiungere gli obiettivi prefissati serve una media di 8 gigawatt l'anno nel prossimo decennio (anche se nel 2021 l'Italia ha installato solo 1 gigawatt);

   il Consiglio dei ministri del 10 marzo 2022 ha deliberato «l'ok» a sei parchi eolici, in Puglia, Basilicata e Sardegna, che assicureranno una potenza pari a 418 megawatt; un primo passo, ma non è possibile raggiungere gli 80 gigawatt di energia rinnovabile con misure episodiche e straordinarie;

   un caso emblematico è quello dell'ammodernamento del parco eolico «Nulvi Ploaghe», in provincia di Sassari, sbloccato dall'ultimo Consiglio dei ministri. La società che lo gestisce ha chiesto da tempo di renderlo più efficiente, sostituendo le 51 pale esistenti con 27 pale di nuova generazione capaci di triplicare l'energia prodotta. I comuni interessati si erano detti d'accordo, mentre si erano opposte la regione e la sovrintendenza nonostante si tratti di un impianto già esistente;

   un altro esempio è quello del parco eolico di San Bartolomeo in Galdo (Benevento) dove, dopo un lungo iter, l'azienda ha proposto di utilizzare aerogeneratori di ultima generazione, più alti e più potenti, riducendo il numero da 16 a 3. Ma la locale soprintendenza si è opposta perché bisognerà valutare come le nuove torri incideranno sul paesaggio. Quindi, paradossalmente, si realizzano le 16 pale approvate e non la soluzione a minor impatto paesaggistico –:

   in che modo il Ministro interrogato intenda agevolare, o almeno non osteggiare, lo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, anche adottando le iniziative di competenza per ridurre gli attuali tempi medi per ottenere l'autorizzazione alla realizzazione di un impianto eolico, che si attestano a 5 anni rispetto ai 6 mesi previsti dalla normativa vigente.
(3-02818)


Iniziative di competenza volte al miglioramento delle prestazioni sanitarie a livello territoriale, in relazione alle criticità emerse nel corso della pandemia e all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza – 3-02819

   BOLOGNA. – Al Ministro della salute. – Per sapere – premesso che:

   il Piano nazionale di ripresa e resilienza si pone l'obiettivo di migliorare la capacità di ripresa del nostro Paese con sei missioni di cui una dedicata alla salute;

   in Commissione XII si sta esaminando una relazione sullo stato di avanzamento rispetto agli obiettivi perseguiti per il 2021, in vista della rendicontazione alla Commissione europea. La relazione segnala che il 16 dicembre 2021 è stato discusso in conferenza Stato-regioni lo schema di decreto, recante la ripartizione delle risorse destinate alle regioni; un lavoro di istruttoria e preparazione, per la definizione di un nuovo modello organizzativo della rete di assistenza sanitaria territoriale, al fine di garantire l'emanazione e l'entrata in vigore della riforma entro il 30 giugno 2022; una ricognizione di progetti per cui ciascuna regione è tenuta a definire il piano operativo sulla casa come primo luogo di cura e la telemedicina; a luglio 2021 è stato determinato il numero dei medici specialisti da formare per il triennio 2020-2023; a novembre 2021 sono state assegnate alle regioni le risorse per il finanziamento delle borse aggiuntive per il ciclo formativo 2021-2024;

   le criticità dei servizi sanitari regionali emerse nel corso della pandemia sia nell'ambito ospedaliero che, soprattutto, territoriale hanno messo in luce difficoltà già preesistenti. Da una parte ancora oggi molti cittadini attendono di recuperare prestazioni ed interventi differiti, dall'altra c'è il sovraccarico di lavoro e la conseguente demotivazione dei sanitari legata anche a un ridotto coinvolgimento nel percorso organizzativo e a una mancanza di valorizzazione professionale. Il sistema sanitario sta ancora fronteggiando la pandemia e ora si sta aprendo una nuova emergenza, che coinvolge la sanità e il sociale, legata all'afflusso di profughi dai territori dove è in atto la guerra e si profila la necessità di uno sforzo coordinato delle comunità locali –:

   se non ritenga di prevedere un modello organizzativo e valutativo a livello nazionale, che venga contestualizzato a livello regionale e che valorizzi le strategie di intervento ospedaliere e territoriali in tutti i suoi aspetti sanitari, tecnologici e sociali, anche con modalità sperimentali, per favorire la gestione dei differenti bisogni e che consideri appropriatezza, accessibilità ai servizi e soddisfazione dei cittadini, anche con l'istituzione di tavoli regionali permanenti che includano rappresentanti delle professioni sanitarie e sociosanitarie ospedaliere e territoriali per una costante condivisione di obiettivi e soluzioni organizzative che superino le criticità emergenti e rendano attuabile il nuovo modello di sanità.
(3-02819)


Iniziative per l'eliminazione dell'obbligo della certificazione verde, anche in relazione alla prevista cessazione dello stato di emergenza – 3-02820

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ALBANO, BELLUCCI, BIGNAMI, BUCALO, BUTTI, CAIATA, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, DE TOMA, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FOTI, FRASSINETTI, GALANTINO, GEMMATO, LUCASELLI, MANTOVANI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RAMPELLI, RIZZETTO, ROTELLI, GIOVANNI RUSSO, RACHELE SILVESTRI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI, VINCI e ZUCCONI. — Al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:

   tra due settimane, il 31 marzo 2022, cesserà lo stato di emergenza nazionale dichiarato a partire dal 31 gennaio 2020 in considerazione del rischio sanitario connesso alla diffusione degli agenti virali da COVID-19;

   la proroga al 31 marzo 2022 è stata la sesta dopo la prima dichiarazione di emergenza nazionale; succedutesi a cadenza trimestrale per due interi anni, il 2020 e il 2021;

   alla cessazione dello stato di emergenza dovrà corrispondere anche il termine ultimo per la vigenza delle misure straordinarie adottate sin qui in ragione delle asserite esigenze di «contenimento e contrasto della diffusione del virus» e che così pesantemente hanno inciso sulle libertà personali dei cittadini e le garanzie costituzionali che contraddistinguono l'ordinamento;

   tra queste spicca la certificazione verde, adottata e progressivamente implementata dai diversi provvedimenti governativi fino al punto di impedire a giudizio degli interroganti addirittura il diritto costituzionale su cui si fonda la nostra Carta costituzionale: il diritto al lavoro;

   tuttavia, nell'avvicinarsi del termine dello stato di emergenza, il Governo, invece di allentare le restrizioni come logica vorrebbe, ha varato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 2 marzo 2022, recante «Aggiornamento delle modalità di verifica dell'obbligo vaccinale e del green pass», con il quale ha prorogato la validità delle certificazioni verdi rilasciate ai soggetti che abbiano completato il ciclo vaccinale per un periodo complessivo di 1080 giorni, pari a poco meno di tre anni;

   dalla lettura del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri appare evidente come lo stesso non solo confermi la volontà del Governo di non cancellare l'impiego delle certificazioni verdi nonostante il termine dell'emergenza, ma neanche riporti alcuna notizia relativa a una tempistica per la cancellazione dello strumento, né alle eventuali condizioni che potrebbero impedirne il rinnovo;

   la proroga dell'impiego delle certificazioni verdi, per di più secondo gli interroganti surrettiziamente introdotta attraverso uno strumento senza forza di legge, appare oltremodo incongrua, soprattutto perché incide – per l'ennesima volta – in danno delle libertà dei cittadini;

   inoltre, lo strumento del green pass si è dimostrato sin qui molto penalizzante per tutte quelle attività che lavorano con il pubblico, le quali non solo hanno visto calare l'afflusso di visitatori ma sono state anche gravate dell'onere di effettuare le relative verifiche –:

   se non ritenga di adottare le iniziative di competenza per disporre l'immediata cessazione dell'obbligo del green pass, rivelatosi secondo gli interroganti uno strumento palesemente inutile ai fini del controllo del contagio.
(3-02820)


Iniziative di competenza, anche in sede europea, per contenere gli aumenti delle materie prime alimentari e contrastare fenomeni speculativi – 3-02821

   FORNARO, BERSANI, CONTE, DE LORENZO, FASSINA, PASTORINO, STUMPO e TIMBRO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la guerra in Ucraina sta determinando nel nostro Paese un ulteriore aumento generalizzato dei prezzi, a cominciare da quelli alimentari, accrescendo la spirale inflattiva;

   secondo le associazioni di categoria, l'economia agricola si trova in gravi difficoltà, con oneri che non riescono più a coprire i costi di produzione causati da rincari del carburante, aumenti del 120 per cento delle bollette energetiche, prezzo dei fertilizzanti triplicato;

   il prezzo del grano a febbraio 2022 è cresciuto del 38,6 per cento in una settimana dall'inizio della guerra, il prezzo del mais e della soia per l'alimentazione animale rispettivamente del 17 per cento e del 6 per cento;

   a pagare gli aumenti dei beni di prima necessità sono le famiglie meno abbienti, già provate dalla crisi pandemica. Le persone sotto la soglia della povertà spendono il 75 per cento delle entrate per assicurarsi generi alimentari. Secondo un'analisi di Assoutenti il prezzo medio del pane oggi in Italia è di 5,31 euro al chilogrammo, con punte di 9,8 euro;

   all'incremento delle quotazioni delle materie prime in atto si aggiungono i maggiori costi energetici in capo alle attività produttive causati dal «caro bollette» e i costi di trasporto enormemente aumentati per effetto della crescita di benzina e gasolio; in tale contesto si verificano, nei passaggi della filiera, delle speculazioni che portano a rincari tra il 15 e il 30 per cento per beni come pasta e pane;

   il prezzo del grano, infatti, è sceso dell'8,5 per cento nell'ultima settimana, ma si continuano a registrare consistenti aumenti del prezzo del pane e di altri lievitati, cosicché il prodotto finito ha un prezzo superiore di tredici volte quello della materia prima. Secondo le associazioni di categoria ciò segnala la presenza di gravi fenomeni di speculazione nella filiera alimentare;

   le proiezioni dell'Amis (Agricoltural market information system) indicano aumenti della produzione e delle scorte di grano rispetto al 2021, tenendo conto che solo il 25 per cento del grano prodotto sarà commerciato a livello internazionale. Per quanto riguarda il mais la produzione di questa stagione sarà del 3,7 per cento superiore alla stagione precedente, con un aumento delle scorte e una riduzione dei consumi; vale la pena ricordare che per il mais solo il 15 per cento della produzione è destinata al mercato internazionale –:

   quali iniziative di competenza intenda porre in essere, anche di concerto con le istituzioni europee, per contenere gli aumenti generalizzati delle materie prime alimentari e per contrastare ogni tipo di speculazione connessa ai prodotti alimentari.
(3-02821)


Iniziative, a livello nazionale ed europeo, per garantire la continuità della filiera agricola, della pesca e della trasformazione alimentare, in relazione all'aumento dei prezzi e alle esigenze di approvvigionamento alimentare – 3-02822

   GADDA, MARCO DI MAIO, FREGOLENT, BENDINELLI, UNGARO, OCCHIONERO e VITIELLO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il comparto agricolo, della pesca e della trasformazione agroalimentare sta affrontando una grave crisi, determinata dal combinato disposto di varie situazioni emergenziali che ne stanno minando la sostenibilità economica e sociale e, in prospettiva, la capacità di soddisfare la domanda interna;

   agli eventi atmosferici avversi e alle emergenze sanitarie che hanno colpito nei mesi scorsi il settore avicolo e suinicolo si uniscono gli effetti diretti e indiretti della pandemia da COVID-19, il conflitto in Ucraina e il conseguente blocco logistico delle merci provenienti dall'area ex-sovietica e di parte del Medio Oriente; questa situazione impatta su costi di produzione e trasporti, sulla disponibilità di materie prime, mezzi tecnici, mangimi, fertilizzanti, sementi e imballaggi;

   la filiera agricola e agroalimentare è strategica per la competitività del sistema economico italiano e per l'approvvigionamento alimentare della popolazione;

   oltre il 45 per cento del fabbisogno italiano di mais e il 23 per cento di frumento tenero provengono da Ungheria e Ucraina e la sola Ucraina fornisce il 48 per cento di olio di girasole; il settore attualmente più colpito risulta quello dell'alimentazione animale, ma le ripercussioni sono ormai trasversali ai comparti;

   il Governo è intervenuto a sostegno della continuità economica e produttiva delle imprese cosiddette «energivore»; è necessario che si intervenga con urgenza per inserire misure specifiche per la filiera agricola e agroalimentare, con particolare riferimento alle imprese per cui i costi energetici rappresentano la quota preponderante dei costi di produzione;

   il perdurare di tale contesto sta determinando una grave crisi di liquidità per le imprese, oltre all'oggettiva impossibilità di garantire la continuità produttiva nel breve termine;

   l'aumento dei costi della filiera agricola si ripercuote inevitabilmente sui prezzi al consumo, con incrementi anche del 30 per cento in un contesto di già elevata inflazione;

   occorrono misure urgenti e straordinarie, a livello nazionale e comunitario, volte a sostenere la sopravvivenza stessa delle imprese agricole e a garantire la diversificazione presso ulteriori mercati di approvvigionamento, con particolare riferimento a cereali, fertilizzanti e mangimi;

   risulta contestualmente urgente intervenire con una strategia di lungo termine, al fine di raggiungere maggiore autonomia energetica e nelle filiere agroalimentari di sussistenza –:

   se e come il Governo, rispetto a quanto espresso in premessa, intenda intervenire per garantire la continuità della filiera agricola, della pesca e della trasformazione agroalimentare e contenere conseguentemente ripercussioni su prezzi e disponibilità al consumo, con misure di carattere nazionale e iniziative a livello comunitario, con particolare riferimento alla politica agricola comune e alle regole sugli aiuti di Stato.
(3-02822)


Iniziative urgenti volte ad affrontare le difficoltà di reperimento delle materie prime e dei prodotti necessari alla lavorazione e alla trasformazione agricola ed agroalimentare, anche nell'ottica di una maggiore autonomia del relativo comparto – 3-02823

   GAGNARLI, GALLINELLA, CILLIS, L'ABBATE, CADEDDU, CASSESE, MAGLIONE, ALBERTO MANCA, MARZANA, PARENTELA, PIGNATONE e BILOTTI. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi anni l'evolversi dell'economia e del mercato hanno reso l'Italia un Paese principalmente trasformatore, anche e soprattutto per quel che riguarda il settore agroalimentare;

   a seguito della pandemia e dell'arresto subito dall'intero pianeta, l'approvvigionamento di materie prime è divenuto più complesso e il settore agroalimentare, pur avendo finora dimostrato una grande tenuta, sta subendo contraccolpi notevoli;

   a questa situazione si è affiancato lo scoppio del conflitto russo-ucraino che, oltre alla tragedia umanitaria, sta avendo strascichi commerciali ed economici per la difficoltà di reperimento di materie prime provenienti da quei territori (soprattutto mais e grano tenero) o per l'incancrenirsi delle difficoltà di importazione da altri Paesi (si veda il grano duro importato dal Canada, il cui blocco commerciale ha già portato ad un rialzo massimo del prezzo del grano nel dicembre 2021);

   relativamente al mais, i listini hanno registrato una decisa tendenza al rialzo a partire dal 2020, raggiungendo il picco nelle prime settimane di febbraio 2022; una situazione preoccupante, considerando la riduzione della produzione interna (-30 per cento negli ultimi 10 anni) e la strutturale dipendenza delle aziende zootecniche dal prodotto estero (importazioni al 53 per cento);

   vi è poi da considerare l'aumento del costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, che ha raggiunto i 46 centesimi al litro, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto agli allevatori;

   nel corso del 2021 sono praticamente raddoppiati i costi delle semine per effetto di rincari di oltre il 50 per cento per il gasolio necessario alle lavorazioni, ma aumentano anche i costi dei mezzi agricoli, dei fitosanitari e dei fertilizzanti; a tal proposito, l'Ucraina ha bloccato le esportazioni di concimi e, dopo il blocco della Russia e della Bielorussia, il nostro Paese ha perso il 15 per cento delle importazioni totali di fertilizzante;

   in questo contesto il settore agricolo appare esposto a rischi notevoli che ricadranno, oltre che sulle stesse aziende, anche sui cittadini, considerato il pericolo di speculazioni sia sulle materie prime che sui prodotti finiti;

   ciò rende ancora più evidente quanto sia importante per l'Italia raggiungere una maggiore autonomia produttiva –:

   come intenda affrontare nell'immediato le difficoltà di reperimento delle materie prime e dei prodotti necessari alla lavorazione e alla trasformazione agricola, non tralasciando, al contempo, un intervento deciso e strutturale per garantire un'impostazione futura all'intero sistema agricolo e agroalimentare nazionale al fine di raggiungere una sempre maggiore autonomia.
(3-02823)


Misure a sostegno delle aziende agroalimentari in relazione al conflitto tra Russia e Ucraina, al «caro energia» e all'aumento dei costi delle materie prime – 3-02824

   INCERTI, CENNI, AVOSSA, CAPPELLANI, CRITELLI, FRAILIS, LORENZIN, BERLINGHIERI e FIANO. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   la guerra in Ucraina sta innescando un nuovo cortocircuito sul settore agroalimentare nazionale. L'aumento generalizzato di quasi tutte le materie prime e dei costi energetici sta progressivamente erodendo la redditività dell'attività economica di molte imprese e sta mettendo a rischio il futuro delle coltivazioni e dell'industria di trasformazione nazionale;

   il settore della pesca chiede aiuti di fronte alla corsa inarrestabile del prezzo del carburante, raddoppiato nel giro di pochi mesi, che sta mettendo a serio rischio l'attività dei pescatori;

   l'aumento delle quotazioni dei cereali, ai massimi da un decennio, sta mettendo in ginocchio gli allevatori italiani che devono affrontare aumenti vertiginosi dei costi a fronte di compensi fermi su valori insostenibili. Il costo medio di produzione del latte, fra energia e spese fisse, ha raggiunto i 46 centesimi al litro secondo l'ultima indagine Ismea, un costo molto superiore rispetto al prezzo di 38 centesimi riconosciuto a una larga fascia di allevatori;

   la crisi alimentare per gli animali colpisce un sistema che ogni giorno lavora per garantire un settore che complessivamente, tra latte, carne e uova, genera un giro d'affari di circa 40 miliardi di euro ed è ai primi posti nel mondo per qualità e sostenibilità. Se non vengono riconosciuti i giusti compensi che tengano conto dei costi di produzione sempre più alti, dalla bolletta energetica ai mangimi, il futuro delle fattorie italiane rischia di essere compromesso;

   il 9 marzo 2022 il Presidente del Consiglio dei ministri, intervenendo alla Camera dei deputati, ha sottolineato l'urgenza di ridurre la nostra dipendenza dalle importazioni e di rivedere il quadro regolatorio europeo per aumentare le fonti di approvvigionamento di grano, mais ed altre materie prime e, contestualmente, anche la superficie coltivabile;

   il G7 straordinario sull'agricoltura ha discusso le conseguenze e le ripercussioni della guerra in corso tra Russia e Ucraina sui sistemi agroalimentari locali e globali e ha individuato come linee d'azione il sostegno verso la ripresa del settore ucraino e la cooperazione con i Paesi più vulnerabili e sensibili alle tensioni di mercato globali, la cui sicurezza alimentare è minacciata dal conflitto;

   l'intero comparto agroalimentare, impegnato da mesi a garantire la continuità dei cicli produttivi e il regolare svolgimento delle consegne, deve essere messo nelle condizioni di poter continuare a lavorare –:

   quali iniziative intenda adottare per permettere alle aziende agroalimentari di fronteggiare gli effetti della guerra russo-ucraina, acuiti dal «caro energia» e dall'aumento dei costi delle materie prime.
(3-02824)


Iniziative in relazione a provvedimenti dell'Unione europea in materia di politica agricola, al fine di incrementare la produzione nazionale nell'ottica dell'autosufficienza alimentare – 3-02825

   SPENA, NEVI, ANNA LISA BARONI, BOND, CAON, DALL'OSSO, SANDRA SAVINO, PAOLO RUSSO e D'ATTIS. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   il conflitto in Ucraina ha provocato un ulteriore aumento dei prezzi delle fonti energetiche, fenomeno iniziato già in precedenza;

   nell'ultima settimana il prezzo del grano è salito del 40 per cento, il massimo degli ultimi 14 anni, il mais del 17 per cento, la soia del 6 per cento;

   nel 2020 il 6,6 per cento del fabbisogno di grano, soprattutto tenero, è giunto da Russia e Ucraina;

   la produzione nazionale di mais è diminuita del 30 per cento nell'ultimo decennio, compensata da quella ucraina, garantendo al nostro Paese il 20 per cento del mais importato;

   anche l'Ungheria ha vietato le esportazioni di grano e mais, danneggiando il nostro Paese poiché è il nostro principale fornitore di mais;

   ogni anno l'Italia utilizza 2,5 milioni di tonnellate di fertilizzanti. Solo una percentuale ridotta è prodotta dal mercato nazionale, quindi le produzioni agricole sconteranno anche l'effetto negativo del blocco delle importazioni di fertilizzanti dalla Russia, il principale produttore mondiale;

   degli obiettivi della Strategia F2F, come l'impegno alla riduzione del 50 per cento di concimi chimici e pesticidi o il riposo obbligatorio di almeno il 10 per cento dei terreni, appaiono ora controproducenti perché riducono le rese colturali, vessando ulteriormente le imprese provate dall'aumento dei costi di produzione;

   uno studio scientifico dimostra che la piena attuazione della Strategia F2F causerebbe un calo della produzione oscillante tra il 10 e il 20 per cento, nonché l'aumento dei prezzi del 30 per cento;

   Ismea ha precisato che, con la nuova politica agricola comune 2023-2027, un agricoltore, che precedentemente aveva la certezza di ricevere il 55,8 per cento dei pagamenti diretti +30 per cento per il greening, perderà risorse, poiché le due componenti saranno conteggiate assieme valendo solo il 48 per cento;

   ad avviso degli interroganti sarebbe necessario proporre all'Unione europea modifiche, a partire dall'eliminazione dell'obbligo di rotazione colturale dei seminativi per aumentare la produzione nazionale di alimenti, nonché proporre modifiche alle altre forme di pagamento selettive e incerte. Ad esempio, gli ecoschemi e le condizionalità nei pagamenti sono rapportate alla capacità dell'agricoltore di produrre servizi ambientali e sociali. Obiettivo condivisibile ma che in questo momento storico appare meno necessario, comparativamente rispetto all'incremento della produzione, quindi da modificare in sede di Unione europea;

   ciò è possibile poiché durante la riunione straordinaria dei Ministri dell'agricoltura europei il Commissario per l'agricoltura, riferendosi alle modifiche alla Strategia F2F, ha evocato la sospensione temporanea del vincolo di destinazione del 10 per cento dei terreni agricoli, per poter aumentare la produzione agricola –:

   quali iniziativa intenda adottare per risolvere i problemi esposti in premessa, con particolare riguardo a quelle necessarie per conseguire l'obiettivo dell'incremento della produzione agricola nazionale per tendere all'autosufficienza alimentare.
(3-02825)


Iniziative, anche in sede europea, volte a perseguire l'autosufficienza con riguardo agli approvvigionamenti alimentari – 3-02826

   VIVIANI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BITONCI, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, CARRARA, CASTIELLO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, DURIGON, FANTUZ, FERRARI, FIORINI, FOGLIANI, LORENZO FONTANA, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GALLI, GASTALDI, GERARDI, GERMANÀ, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GOLINELLI, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LOLINI, EVA LORENZONI, LOSS, LUCCHINI, LUCENTINI, MACCANTI, MAGGIONI, MANZATO, MARCHETTI, MARIANI, MATURI, MICHELI, MINARDO, MORRONE, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLIN, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, PICCHI, PICCOLO, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RAVETTO, RIBOLLA, RIXI, SALTAMARTINI, SCOMA, SNIDER, STEFANI, SUTTO, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, RAFFAELE VOLPI, ZANELLA, ZENNARO, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. — Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

   negli ultimi mesi la situazione dell'agricoltura italiana si è aggravata a causa dell'impennata dei prezzi dell'energia, ai quali si sono aggiunte le conseguenze della guerra in Ucraina in termini di approvvigionamento e di mercato che rischiano di vanificare il rilancio del settore agricolo;

   i rincari dell'energia hanno un impatto devastante sulla filiera, dal campo alla tavola; si stima un aumento medio di un terzo dei costi di produzione dell'agricoltura a livello nazionale, per un esborso di circa 8 miliardi di euro su base annua rispetto al precedente anno. Questo mette a rischio coltivazioni, allevamenti e industria di trasformazione nazionale, ma anche gli approvvigionamenti alimentari;

   le aziende segnalano quotidianamente una crescita esponenziale dei costi legati all'energia elettrica e al gas, ma anche un aumento dei prezzi di carburanti, fertilizzanti, mangimi, macchinari e sementi;

   un eccezionale aumento del costo delle materie prime indispensabili per le attività agricole e per l'allevamento, come grano, mais e soia, accrescono i costi aziendali, riducendo fortemente il profitto degli agricoltori, portandolo a livelli al di sotto della sostenibilità economica;

   il 30 per cento delle imprese agricole è costretta a ridurre i raccolti mettendo a rischio le forniture alimentari e la sovranità alimentare del Paese, che è già obbligato ad importare il 64 per cento del grano duro, il 44 per cento di quello tenero, ma anche il 16 per cento del latte consumato, il 49 per cento della carne bovina e il 38 per cento di quella suina, senza dimenticare il mais e la soia fondamentali per l'alimentazione degli animali e per le grandi produzioni di formaggi e salumi Dop, dove, con le produzioni nazionali, si riesce attualmente a coprire rispettivamente il 53 per cento e il 73 per cento;

   è fondamentale incrementare la produzione nazionale per essere un Paese autonomo e indipendente, ad esempio rivedendo l'obiettivo del 10 per cento di terreni incolti previsto nella strategia sulla biodiversità della politica agricola comune; la politica agricola comune e il Piano nazionale di ripresa e resilienza sembrano già essere inadeguati a rispondere alle nuove esigenze ed è necessario, quindi, un confronto con l'Unione europea per rimettere in discussione gli strumenti della politica agricola comune –:

   quali iniziative urgenti, intervenendo anche in sede europea, e scelte strutturali intenda adottare per rendere il nostro Paese autosufficiente dal punto di vista degli approvvigionamenti, aumentando la produzione nazionale che porterebbe ad una drastica riduzione della dipendenza del Paese dalle importazioni, che sono sempre più esposte a tensioni internazionali e di mercato e che mettono a rischio la sovranità alimentare del nostro Paese.
(3-02826)


DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DELL'ACCORDO TRA IL GOVERNO DELLA REPUBBLICA ITALIANA E L'ISTITUTO FORESTALE EUROPEO RIGUARDANTE LO STABILIMENTO IN ITALIA DI UN UFFICIO SULLA FORESTAZIONE URBANA, CON ALLEGATO, FATTO A HELSINKI IL 15 LUGLIO 2021 (A.C. 3318-A)

A.C. 3318-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO

Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

A.C. 3318-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica)

  1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare l'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021.

A.C. 3318-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione)

  1. Piena ed intera esecuzione è data all'Accordo di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo XIX dell'Accordo stesso.

A.C. 3318-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 3.
(Disposizioni finanziarie)

  1. All'onere derivante dall'attuazione dell'articolo XVII dell'Accordo di cui all'articolo 1 della presente legge, pari a 500.000 euro annui a decorrere dall'anno 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2022-2024, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2022, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

A.C. 3318-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 4.
(Entrata in vigore)

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.

DISEGNO DI LEGGE: RATIFICA ED ESECUZIONE DELLA CONVENZIONE DI STOCCOLMA SUGLI INQUINANTI ORGANICI PERSISTENTI, CON ALLEGATI, FATTA A STOCCOLMA IL 22 MAGGIO 2001 (A.C. 2806-A) E ABBINATE PROPOSTE DI LEGGE: MURA; BENEDETTI ED ALTRI (A.C. 531-1360)

A.C. 2806-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE
SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO

Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

con la seguente condizione, volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione:

  all'articolo 4, comma 1, apportare le seguenti modificazioni:

   sostituire le parole: valutati in euro 230.307 per l'anno 2021 e in euro 207.321 annui a decorrere dall'anno 2022 con le seguenti: valutati in euro 230.307 per l'anno 2022 e in euro 207.321 annui a decorrere dall'anno 2023;

   sostituire le parole: pari a euro 220.071 annui a decorrere dall'anno 2021 con le seguenti: pari a euro 220.071 annui a decorrere dall'anno 2022;

   sostituire le parole: ai fini del bilancio triennale 2021-2023 con le seguenti: ai fini del bilancio triennale 2022-2024;

   sostituire le parole: dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021 con le seguenti: dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2022.

A.C. 2806-A – Articolo 1

ARTICOLO 1 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 1.
(Autorizzazione alla ratifica)

  1. Il Presidente della Repubblica è autorizzato a ratificare la Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001.

A.C. 2806-A – Articolo 2

ARTICOLO 2 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 2.
(Ordine di esecuzione)

  1. Piena ed intera esecuzione è data alla Convenzione di cui all'articolo 1, a decorrere dalla data della sua entrata in vigore, in conformità a quanto disposto dall'articolo 26 della Convenzione stessa.

A.C. 2806-A – Articolo 3

ARTICOLO 3 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 3.
(Autorità nazionale competente)

  1. Il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare è designato quale autorità nazionale competente per l'attuazione delle disposizioni stabilite dalla Convenzione di cui all'articolo 1 nonché quale punto di contatto nazionale per lo scambio delle informazioni, ai sensi dell'articolo 9, paragrafo 3, della Convenzione stessa.
  2. Entro due anni dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, di concerto con i Ministri dello sviluppo economico, delle politiche agricole alimentari e forestali, delle infrastrutture e dei trasporti e della salute, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, è adottato il piano di attuazione di cui all'articolo 7, paragrafo 1, della Convenzione, che comprende il piano d'azione relativo alle emissioni non intenzionali di cui all'articolo 5 della Convenzione stessa.
  3. Ai fini della predisposizione del piano di attuazione di cui al comma 2, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare si avvale del supporto tecnico-scientifico dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale.
  4. Nel piano di attuazione di cui al comma 2 sono stabilite le modalità per assicurare il coordinamento delle attività di raccolta dei dati di monitoraggio, ai fini della piena ed efficace attuazione della Convenzione.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 3.
(Autorità nazionale competente)

  Al comma 1, sostituire le parole: dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con le seguenti: della transizione ecologica.

  Conseguentemente:

   al comma 2:

    sostituire le parole: dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con le seguenti: della transizione ecologica;

    sostituire le parole: dei trasporti con le seguenti: della mobilità sostenibili;

   al comma 3, sostituire le parole: dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare con le seguenti: della transizione ecologica.
3.300. La Commissione.

(Approvato)

A.C. 2806-A – Articolo 4

ARTICOLO 4 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 4.
(Disposizioni finanziarie)

  1. Agli oneri derivanti dalle spese di missione di cui all'articolo 19 della Convenzione di cui all'articolo 1 della presente legge, valutati in euro 9.440 ad anni alterni a decorrere dall'anno 2022, nonché agli oneri derivanti dalla partecipazione dell'Italia alla medesima Convenzione, ai sensi degli articoli 12, 13 e 20 della Convenzione stessa, valutati in euro 230.307 per l'anno 2021 e in euro 207.321 annui a decorrere dall'anno 2022, e alle rimanenti spese di cui agli articoli 5, 6 e 11 della citata Convenzione di cui all'articolo 1 della presente legge, pari a euro 220.071 annui a decorrere dall'anno 2021, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2021-2023, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
  3. Fatto salvo quanto previsto dal comma 1, le amministrazioni interessate provvedono all'attuazione della presente legge nell'ambito delle risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.

PROPOSTA EMENDATIVA

ART. 4.
(Disposizioni finanziarie)

  Al comma 1, sostituire le parole: euro 230.307 per l'anno 2021 e in euro 207.321 annui a decorrere dall'anno 2022 con le seguenti: euro 230.307 per l'anno 2022 e in euro 207.321 annui a decorrere dall'anno 2023.

  Conseguentemente, al medesimo comma:

   sostituire le parole: euro 220.071 annui a decorrere dall'anno 2021 con le seguenti: euro 220.071 annui a decorrere dall'anno 2022;

   sostituire le parole: bilancio triennale 2021-2023 con le seguenti: bilancio triennale 2022-2024;

   sostituire le parole: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2021 con le seguenti: stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2022.
4.200. (da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento).

(Approvato)

A.C. 2806-A – Articolo 5

ARTICOLO 5 DEL DISEGNO DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE IDENTICO A QUELLO DEL GOVERNO

Art. 5.
(Entrata in vigore)

  1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.