XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 658 di mercoledì 16 marzo 2022
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI
La seduta comincia alle 9,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FRANCESCO SCOMA , Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Brescia, Butti, Casa, Cavandoli, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Frusone, Gebhard, Giachetti, Lapia, Molinari, Mugnai, Mule', Mura, Rizzo, Romaniello, Schullian, Silli e Trancassini sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente 114, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,36).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 9,56.
La seduta, sospesa alle 9,36, è ripresa alle 10.
Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cenni. Ne ha facoltà.
SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. È noto a tutti come la situazione che sta riguardando l'aumento dei costi di carburanti, fertilizzanti, cereali stia generando, non solo nel nostro Paese, una crisi nel settore agroalimentare che credo abbia pochi precedenti; era già complicata alcune settimane fa e, con l'esplosione del conflitto, si è veramente molto aggravata.
Riguarda, in particolare, zootecnia, la filiera dei cereali, l'approvvigionamento dei fertilizzanti e sappiamo che, per molti giorni, il settore della pesca è stato completamente fermo, in tutto il Paese. Noi sappiamo che questo può significare per il nostro Paese lo stop di intere filiere agroalimentari e conseguenze molto, molto pesanti sui consumatori.
Il Partito Democratico ha incontrato molte associazioni del settore; apprezziamo l'informativa che il Ministro Patuanelli ha reso al Consiglio dei Ministri, ma riteniamo necessaria e, quindi, chiediamo, come gruppo del Partito Democratico, un'informativa del Ministro Patuanelli in Aula per affrontare, come merita, questa situazione così grave (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso tema il collega Viviani. Ne ha facoltà.
LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Anche noi ci uniamo alla richiesta di informativa urgente per il grave stato di crisi del settore agroalimentare, un settore che non ha smesso di lavorare durante la pandemia; ha assicurato sulle nostre tavole i prodotti alimentari, la sussistenza alimentare al nostro Paese, ma adesso è in crisi per il caro energia, il costo del gasolio. La settimana scorsa tutte le marinerie italiane si sono fermate e le imbarcazioni sono rimaste a terra, facendo mancare il prodotto ittico, un prodotto fresco, sulle tavole degli italiani. E' una crisi che colpisce tutti i settori: l'allevamento, il florovivaismo, il riscaldamento delle serre nonché il settore delle materie prime che stanno mancando.
Non vorremmo che questa emergenza, che colpisce, in primis, il nostro settore agroalimentare, che è un'eccellenza a livello europeo, mondiale, andasse, poi, a caduta - l'abbiamo constatato già con l'impennata dei prezzi -, sui nostri concittadini.
Purtroppo, me lo faccia dire, Presidente, l'Italia e l'Europa si risvegliano dalla follia della guerra con una realtà che non era quella che credevamo. Abbiamo inseguito politiche, purtroppo, che sono andate in direzione completamente contraria rispetto a quelle che avrebbero potuto dare sostentamento ai nostri produttori; ci siamo trovati scoperti rispetto alle produzioni di base e quindi ci ritroviamo, in questo momento, senza le materie prime necessarie per andare avanti in campo agricolo, ma anche con riferimento a quell'anello primario che serve per tanti alimenti; pensiamo al grano, al mais, al frumento, agli alimenti per la zootecnia.
Quindi, è necessario realmente che il Ministro venga a riferire in Aula su cosa intenderà fare, a livello italiano, e su come ci dobbiamo porre anche a livello europeo per cambiare quelle filosofie verso l'ambiente, giuste, ma che, purtroppo, hanno penalizzato settori basilari per la nostra economia.
Ci siamo risvegliati dalla follia della guerra completamente scoperti dal punto di vista economico, delle materie prime e dal punto di vista alimentare. Questo è un grave errore che ha fatto l'Italia, è un grave errore che ha fatto l'Europa, a cui dobbiamo porre subito attenzione ed è per questo che ci uniamo, anche noi, alla richiesta di informativa urgente da parte del Ministro Patuanelli (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sullo stesso argomento il collega Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signora Presidente. Intervengo per associarci alla richiesta che è stata formulata dalla collega Cenni per il gruppo del Partito Democratico.
Credo che l'emergenza alimentare nella produzione agricola sia assolutamente da porre con grande attenzione, almeno come quella che stiamo ponendo e che il Governo sta ponendo, con riferimento alla questione dell'aumento dei prezzi dei carburanti. Vi sono nodi strutturali di lungo periodo che si incrociano, invece, con l'emergenza determinata non solo dalla guerra, ma anche - dobbiamo iniziare a usare anche questo termine - da azioni di chiara speculazione. Quindi, credo che, da questo punto di vista, sia assolutamente necessaria un'informativa del Ministro Patuanelli, in modo che ci possa essere un confronto e comprendere quali sono le linee di intervento che intende seguire il Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bond. Ne ha facoltà. Chiedo ai colleghi eventualmente vicini al collega Bond se possono allontanarsi per permettere al collega di intervenire. Prego.
DARIO BOND (FI). Oltre che appoggiare la richiesta di informativa urgente al Ministro Patuanelli per il rincaro dei prezzi e delle materie prime per l'agricoltura, chiedo che il Governo venga a riferire in Aula, in maniera veloce e urgente, per quanto riguarda la questione dei cittadini ucraini che arrivano in Italia, soprattutto nelle zone del Nord e del Nord-Est. Si tratta di intere famiglie a cui il volontariato sicuramente riesce a dare una risposta, ma, attenzione, perché tutti i sindaci di quelle aree sono veramente in grande difficoltà, perché non hanno assolutamente alcuna risposta da parte del sistema governativo in senso generale.
Non è possibile che ogni volta che c'è una crisi umanitaria, i sindaci devono pagare totalmente per tutto quello che bisogna fare. Allora, la richiesta che le rivolgo è che si faccia carico di chiedere al Governo di informarci per capire come bisogna muoversi, cosa dobbiamo fare, perché, altrimenti, il sistema rischia di esplodere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Gadda. Ne ha facoltà.
MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie, Presidente. Anche il gruppo di Italia Viva si associa alla richiesta di informativa da parte del Ministro Patuanelli. Il settore agricolo e agroalimentare ha mostrato grande resilienza durante la pandemia, ma questa crisi straordinaria necessita di risposte straordinarie ed immediate. Sicuramente le misure di medio-lungo termine, di strategia rispetto all'autonomia alimentare ed energetica sono fondamentali - bisogna iniziare a parlarne ora, siamo anche già in ritardo rispetto a queste riflessioni -, ma servono misure immediate, perché è in gioco in questo momento la sussistenza stessa della filiera agricola e agroalimentare e, quindi, anche la sostenibilità economica e sociale del Paese.
Mancano le materie prime, mancano i mezzi tecnici, c'è una grande difficoltà anche nel reperire imballaggi e questo si lega a un'altra crisi, che è quella dell'autotrasporto.
Quindi, questa informativa deve essere importante e fondamentale per fare un passo in avanti rispetto all'analisi dettagliata che è stata fatta in Consiglio dei Ministri, rispetto alle soluzioni da mettere in campo a livello nazionale, con risorse proprie, ma, soprattutto, anche per capire quale sia la posizione del nostro Paese all'interno dell'Unione europea nella revisione e nel dibattito che si sta giocando attorno all'entrata in vigore della nuova politica agricola comune, con riferimento anche a misure speciali e straordinarie per capire dove approvvigionare, soprattutto fertilizzanti, mangimi e tutte quelle materie prime e semilavorati che sono fondamentali per la sussistenza del settore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Zucconi. Ne ha facoltà.
RICCARDO ZUCCONI (FDI). Grazie, Presidente. Ricordo che, già la scorsa settimana, Fratelli d'Italia aveva chiesto, più che un'informativa, che il Governo venisse in Aula a darci una propria visione delle questioni (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché le informative di settore, diciamo così, in una situazione come questa, sembrano anche un po' assurde.
Oggi ci riferiamo ai problemi dell'agroalimentare, il giorno prima facciamo un'informativa sull'energia, un'altra sui piani industriali che mancano, senza capire che tutto si tiene insieme, evidentemente, in una situazione come questa. Allora, questa liturgia, soprattutto da parte di partiti della maggioranza, che credo abbiano altri canali per sollecitare i Ministri, i Vice Ministri, i sottosegretari a venire in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ci lascia un po' sbigottiti.
In questo caso, non si tratta solo di un'informativa; a questo punto, occorrerebbe che il Governo ci venisse a dire che, stante una crisi energetica e una guerra in atto, l'Italia ha approntato questo modo di reagire, che riguarda tutti i settori dell'economia e dello Stato. Prendiamo atto che, in questo caso, invece, in questo Parlamento e in questo momento, non riusciamo a fare altro che dire parole e fare discorsi, in assenza di un Governo, che, invece, avrebbe dovuto avere sua sponte l'iniziativa di venire alla Camera e al Senato per dare indicazioni precise (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cillis. Ne ha facoltà.
LUCIANO CILLIS (M5S). Grazie Presidente. Anche noi, come MoVimento 5 Stelle, ci uniamo alla richiesta fatta dai colleghi di un'informativa da parte del Ministro Patuanelli. Tengo a sottolineare che già oggi, attraverso il nostro question time, avremmo avuto già un'idea di massima delle iniziative che il Ministero dell'Agricoltura ha intenzione di adottare per questo grave momento di crisi. Tengo, inoltre, a sottolineare che questo momento, in cui il Ministro riuscirà ad ampliare le considerazioni e l'idea che il Governo ha intenzione di mettere in atto, andrà a collegarsi direttamente al “Premier time” della settimana scorsa, in cui il Premier Draghi aveva già dato indicazioni di massima per i settori produttivi, sia dell'agricoltura che dell'industria, per quanto riguarda il caro energia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina (A.C. 3491-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3491-A: Conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato respinto, da ultimo, l'articolo aggiuntivo Delmastro Delle Vedove 5-ter.0108.
(Ripresa esame dell'articolo unico - A.C. 3491-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'articolo aggiuntivo 5-ter.0110. Delmastro Delle Vedove.
Se non ci sono richieste di intervento, passiamo ai voti.
Dichiaro aperta la votazione… (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…
Revoco la votazione.
Aveva chiesto di parlare il collega Claudio Borghi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie Presidente. Due parole per motivare il nostro voto. Infatti, è ovvio che l'articolo aggiuntivo, come abbiamo già visto anche per quanto riguarda l'informativa a inizio seduta, tocca un tema sentito da tutti, perché stiamo parlando di IVA sulle bollette e sgravi (mi riferisco sia a questo articolo aggiuntivo, sia alle proposte emendative precedenti e seguenti), ossia tutti temi assolutamente condivisibili. Quindi, queste situazioni, dal punto di vista del merito, ci vedono totalmente d'accordo.
C'è un piccolo problema, però. Mi rendo conto che è sgradevole ogni volta farlo notare: è il parere contrario della V Commissione (Bilancio). Io, da ex presidente, ho vissuto tante volte il fastidio di dover dire di no a qualcosa che, invece, logicamente, è un sì, perché nel merito piacerebbe. Il punto, però, è che la Commissione bilancio ha dato parere contrario, perché in questi emendamenti non c'è la quantificazione. La norma, per essere compiuta, dovrebbe prevedere: “gli oneri stimati in (…) sono a carico di (…)”. Poi, dopo, c'è il fondo della copertura. Non essendoci la stima, purtroppo, l'articolo aggiuntivo resta indeterminato e, da qui, il parere contrario della Commissione bilancio, perché tecnicamente non può essere votato. Ha però ragione - e l'ha fatto valere in Commissione bilancio - la collega Lucaselli, quando dice che il Governo, in certe situazioni, dovrebbe farsi più spesso parte attiva per presentare relazioni tecniche, in modo tale da potere stimare gli oneri. Cosa che, in Commissione bilancio, purtroppo, viene fatta molto poco e questo avviene con i Governi di ogni colore (gialloverdi, giallorossi, totali e di ogni tipo): c'è sempre una certa inerzia da parte del Governo nel presentare relazioni tecniche, in modo tale da poter quantificare gli oneri di questi emendamenti. Però, così com'è, purtroppo, è scoperto e non può essere votato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter.0110 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter.0104 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5-ter.0103 Delmastro Delle Vedove.
Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie Presidente. Con questo emendamento - ma direi, in generale, con questi emendamenti -, Fratelli d'Italia tenta di porre, all'interno di questa economia di guerra evocata da più parti, il tema della necessità di intervenire sul prezzo delle bollette, tanto per le famiglie quanto per le imprese energetiche.
La posizione di Fratelli d'Italia, peraltro, meritava maggiore attenzione, non fosse altro perché discende da gravissime opinioni espresse financo da un Ministro del cosiddetto Governo dei migliori, che ha evocato quasi una truffa nei confronti dell'utente finale, del cittadino, delle imprese e delle famiglie, per i rincari energetici che, secondo lo stesso Ministro Cingolani, non sarebbero minimamente giustificati, atteso che l'approvvigionamento energetico era stato fatto in data antecedente alla crisi.
Noi, con questi emendamenti, non affrontiamo neanche - badi bene, Presidente - il tema delle accise, che flagellano e colpiscono l'economia reale, per quanto riguarda tanto le imprese energivore, quanto le imprese normali, per giungere sino alle famiglie. Non riguarda neanche il tema di un prezzo della benzina alle stelle, che impone, in particolar modo alle imprese energivore, in questo momento, di chiudere - perché oggi conviene chiudere con questi prezzi energetici -, piuttosto che continuare la produzione. Non c'è un calo della domanda nei confronti delle cartiere che chiudono: c'è l'impossibilità, in Italia, di fare impresa stando sul mercato con questi prezzi energetici!
Allora il tema che noi oggi poniamo è: se tutti noi ci rendiamo conto che un intervento ci deve essere, se alcuni - e fra questi il Governo - evocano addirittura ipotesi quasi truffaldine, perché ritiene che non vi siano giustificazioni in questi rincari, mentre ci chiediamo come intervenire sulle accise e sul contenimento energetico, è possibile dire almeno che l'IVA da parte delle imprese energivore, da parte delle famiglie, non debba essere pagata?
Guardi Presidente, diciamo ancora di meno: è possibile che almeno l'IVA sul sovrapprezzo rispetto ai prezzi praticati al 31/12/2021 non debba essere incassata? Perché, diversamente il precipitato logico indefettibile è che questo Stato, in questo momento, sta facendo cassa e sta guadagnando con l'IVA sui rincari (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia)! È inaccettabile, perché le imprese nel frattempo chiudono, perché le famiglie sono in difficoltà, perché questo ha comportato un aumento spropositato e una ricaduta sui prezzi di tutti i beni!
Allora, con questo emendamento, noi, di fronte a “siamo in un'economia di guerra, dobbiamo intervenire tempestivamente”, chiediamo: è possibile, in questo decreto, intervenire almeno sull'IVA (in genere, diciamo noi)? Ma proprio per offrire al Governo la possibilità di uscirne, almeno con un punto della dignità, diciamo: neanche sull'IVA in genere, ma sull'IVA relativa al sovrapprezzo. Perché vede, se noi non interveniamo immediatamente su questo punto e se, per caso, avesse ragione Cingolani a dire che i rincari non sono giustificati e che ci guadagnano le imprese dell'energia, il precipitato da cui non usciamo è che, oltre alle imprese dell'energia, su questa catastrofe sociale economica ci guadagna lo Stato con l'IVA applicata anche sui rincari! E almeno su quello una risposta immediata la dobbiamo dare: no alla quota di IVA almeno sui rincari rispetto ai prezzi del 31/12/2021, perché lo Stato non può scaricare completamente sull'economia reale i costi e i rimbalzi economici delle sanzioni (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giovanni Vianello. Ne ha facoltà.
GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Allora, in merito alle dichiarazioni del ministro Cingolani, che ho condiviso e che, poc'anzi, ha rilanciato il collega (Cingolani definiva una truffa colossale gli aumenti spropositati del costo del carburante), ritengo che, oggettivamente, quella del Ministro sia una dichiarazione condivisibile. L'emendamento in questione prevede l'esenzione dall'IVA per le industrie energivore che hanno un consumo annuo maggiore di 2,4 GWh. Allora, la questione è molto semplice: per trovare la copertura si tolgono i soldi al reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Tra le industrie energivore in questione noi abbiamo non solo Acciaierie d'Italia, l'Ilva, la Marcegaglia, la Caffaro, ma abbiamo anche l'ENI, che è una di quelle aziende che estrae, raffina e vende il carburante a prezzi spropositati! Per cui, condividendo la dichiarazione di Cingolani, a me sembra davvero un grande paradosso il fatto di togliere l'IVA, togliere i soldi al reddito di cittadinanza, cioè ai poveri, per darli alle industrie come l'Ilva, come la Marcegaglia, come l'ENI, che è la responsabile dell'aumento del costo del carburante (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Per cui, dichiaro il voto contrario da parte della componente Alternativa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Alberto Luigi Gusmeroli. Ne ha facoltà.
ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, è ovvio che la Lega, nel merito del tema di questo emendamento, non può che essere favorevole, perché è un tema che riguarda tutti. Il problema è un problema tecnico, nel senso che l'emendamento non affronta minimamente la copertura e, quindi, ha il parere negativo non solo del Governo, ma anche della Commissione bilancio. E, quindi, non si può che o non votarlo o votarlo negativamente. Però, è anche l'occasione per affrontare temi molto importanti, quelli che stiamo vivendo, oltre alla guerra, alla crisi umanitaria, alla disperazione di tante popolazioni e di tanta gente dell'Ucraina, abbiamo una situazione economica che si sta avvitando, abbiamo un'inflazione molto elevata, che non ricordavamo probabilmente da 30-35 anni, e abbiamo un incremento non solo dei costi dell'energia, ma anche di tutti i beni, perché il costo dell'energia si riflette poi sui prezzi.
E, quindi, avremo grandi difficoltà e dobbiamo fare il massimo, ed ecco che noi, da tempo, chiediamo al Governo di intervenire in modo energico, anche con uno scostamento di bilancio. Io ricordo le parole di Draghi: “il debito buono e il debito cattivo”. Questo è il momento in cui non ci possiamo permettere aumenti di inflazione insieme ad aumenti dei tassi d'interesse, come per esempio sta accadendo in America (e speriamo che non segua a ruota l'Europa). Ma non possiamo neanche permetterci un costo dell'energia che ha influssi assolutamente negativi sulle nostre attività economiche, ma anche sulle famiglie.
Ricordo che la cosa peggiore che possa capitarci - e che è capitata negli anni Settanta - è la stagflazione, cioè quando abbiamo un'inflazione accompagnata da una bassa crescita e una bassa domanda. Quindi, attenzione, invitiamo il Governo, al di là di questi emendamenti, che non si possono accogliere per motivi tecnici di copertura, ad affrontare energicamente questi temi. Sul caro carburante, si può intervenire. Per esempio, l'Italia è uno dei pochi Paesi dove la deducibilità dell'IVA e del costo del carburante delle autovetture è limitata; quindi, ha una percentuale inferiore al 100 per cento. Possiamo aiutare le attività economiche di autotrasporti, aumentando la detrazione dell'IVA anche superiore al 22 per cento; si possono innestare tecnicismi per aiutare le famiglie e abbassare il prezzo alla pompa di benzina. Tutti assieme dobbiamo lavorare, affinché il Governo, magari anche con uno scostamento di bilancio, intervenga fortemente per aiutare famiglie e attività economiche. Non possiamo perderci nessuno, ogni attività economica è un patrimonio di questo Paese, ogni attività economica ha dietro di sé dipendenti e famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tommaso Foti. Ne ha facoltà.
TOMMASO FOTI (FDI). Signora Presidente, a me pare che l'onorevole Delmastro, con lucidità, abbia chiarito i problemi della questione e soprattutto vi è un problema che è molto semplice: è immorale uno Stato che tenta di guadagnare sulle disavventure dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia)! Perché non possiamo pensare che imprese e i cittadini possano contribuire, oltre quello che è l'aumento, anche pagando un sovrapprezzo sull'IVA! Ma, soprattutto, noi abbiamo posto un tema di copertura: la copertura è esattamente quel finanziamento parassitario che è stato deciso e che si chiama reddito di cittadinanza! Se noi togliamo il reddito di cittadinanza e diamo al sistema delle imprese e dei cittadini, noi compiamo un'operazione virtuosa (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia)! E allora non si dicano cose che non esistono!
PRESIDENTE. Concluda.
TOMMASO FOTI (FDI). Certo, magari la Commissione bilancio - e concludo - può ritenere che la nostra copertura non sia una copertura esaustiva, ma, come è stato detto, o si porta uno scostamento di bilancio, ma ci vuole un Governo che abbia il coraggio delle proprie azioni, o non si può fare lo “gnorri” in questa sede (Applausi dei deputati del gruppo di Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Stefano Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. E' evidente la necessità di intervenire sul costo dell'energia per le famiglie e per le imprese. Però, mi permetto di sottolineare che forse, oltre a pensare all'IVA e alle accise, dovremmo guardare ai mercati dove si formano i prezzi, perché quei mercati funzionano in modo assolutamente inaccettabile. Guardate che l'aumento del prezzo del gas non va a finire a Gazprom, ma a quelle imprese che fanno le aste sui mercati all'importazione; là bisogna intervenire, perché, con emendamenti come questo, noi trasferiamo risorse di tutti, della collettività, agli azionisti di quelle multinazionali (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea) ed è inaccettabile.
Dobbiamo premere sul Governo e sulla Commissione europea affinché i mercati spot terminino in questa fase, vengano introdotti prezzi amministrati e dobbiamo dissociare il costo dell'energia che proviene da fonti rinnovabili dal costo dell'energia che proviene dal gas. Perché stanno facendo extraprofitti anche tutte quelle imprese che producono energia che non ha nulla a che vedere col gas.
Quindi, attenzione - lo dico ai colleghi che hanno presentato l'emendamento -, perché togliere ai poveracci per arricchire gli azionisti delle multinazionali non va bene, non va bene! (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). è un'operazione strumentale. Il reddito di cittadinanza ha tanti problemi, ma quelli che lo criticano dovrebbero guardare prima ai miliardi che stiamo buttando con quelli che fanno le frodi sui bonus per la sostenibilità energetica. Quindi, interveniamo sulle bollette, ma andiamo a colpire dove si forma la speculazione. Questo è un intervento serio (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.
DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. è per annunciare il voto contrario della componente Manifesta su tutti questi emendamenti, per i motivi che i colleghi Vianello, Fassina hanno già spiegato, sicuramente, meglio di me. Ovviamente, al di là di tutte quelle che possono essere le criticità di ogni sostegno alla povertà o reddito, in questo momento mi sembra veramente oltraggioso togliere ai poveri per dare ai ricchi. Grazie (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, solo per dare alcuni spunti a questo dibattito. Innanzitutto, esiste la possibilità di sterilizzare l'IVA, quindi non necessariamente bisogna andare ad intaccare le casse dello Stato. Chi conosce come oggi sono divise e come sono bloccate le risorse economiche, in capitoli e missioni all'interno del bilancio statale, probabilmente potrebbe convenire che ciò si può ottenere già soltanto sterilizzando un'IVA che viene calcolata sul totale delle accise - oggi è questa l'assurdità che il Governo dovrebbe risolvere - e non è stato fatto.
Soltanto trenta secondi per rispondere per suo tramite al collega Fassina: esiste un principio, il libero mercato, e se oggi andiamo in trattativa internazionale, imponendo un prezzo massimo di acquisto, poiché il problema non è soltanto il costo, ma è anche la quantità dell'energia che deve essere fornita a tutti coloro i quali prima si rifornivano dalla Russia, significa sostanzialmente dire che l'Italia non è più un buon acquirente e quindi, evidentemente, i produttori andranno a cercare altre fonti di acquirenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Buongiorno, grazie. Mi rivolgo a lei rivolgendomi a tutta l'Aula, perché continuo, Presidente, a non comprendere dove sia la difficoltà nel recepire questo emendamento. Il reddito di cittadinanza è citato come fonte, ovviamente, per trovare la copertura di bilancio, ma quanto dice il collega Delmastro Delle Vedove è evidentemente di buonsenso. Mi spiego in poche parole. Vi è l'aumento delle bollette: in teoria lo Stato dovrebbe dare gli aiuti necessari. Il Governo si impegna, non si impegna, ma una cosa immediata che si può fare è evitare che il Governo guadagni sull'aumento delle bollette, perché in questo momento di questo si tratta.
PRESIDENTE. Concluda.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). L'IVA va anche sul costo aggiuntivo delle bollette. Noi proponiamo di tenere l'IVA sul costo delle bollette precedenti. Nei bilanci dello Stato non potevate prevedere il caro bollette, quindi non ci sono questi soldi, li state mettendo in più nei bilanci, sciacallando sulla disperazione delle aziende, che chiudono, falliscono, manderanno a casa i dipendenti e poi voi sarete contenti con il reddito di cittadinanza. Ma non funziona così l'economia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Certe volte questi emendamenti servono anche per un altro motivo, per fare emergere l'ipocrisia, perché siamo tutti bravi, fuori da quest'Aula, a raccontare ai cittadini che siamo attenti, che stiamo valutando, che stiamo guardando, e ogni volta che abbiamo la possibilità di fare qualcosa diciamo: “Lo faremo in un'altra occasione”. E allora facciamolo subito, perché le aziende non pagano in un'altra occasione, pagano oggi queste bollette e sono in ginocchio e noi continuiamo a non ascoltare, continuiamo a dire : “Lo faremo in un'altra occasione”. Questa immagine di indifferenza deve passare anche fuori, perché c'è chi si prende cura degli italiani e c'è chi invece se ne infischia. E questo non va assolutamente bene. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Bond.
DARIO BOND (FI). Grazie, Presidente, chiedo di sottoscrivere l'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)
PRESIDENTE. D'accordo. Collega Ruggieri intende sottoscrivere? Non vedo altre richieste di intervento.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter.0103 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter.0106 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Passiamo all'emendamento 5-ter.0111 Delmastro Delle Vedove, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Orbene il tentativo di calmierare e contenere i costi dell'IVA sul sovrapprezzo, sulle forniture energetiche, prima, secondo taluni pauperisti, sanfrancescani ma con lo stipendio del deputato in quest'Aula, non andava bene, perché era rivolto alle imprese. In questo caso, Fratelli d'Italia, tenuto conto della esplosione dei costi energetici, che grava evidentemente sulle famiglie italiane, chiede all'Aula di pronunciarsi immediatamente sull'IVA che in bolletta cade sulle famiglie italiane.
Diventerà difficile - immagino - sentire replicare la retorica pauperista che ho ascoltato precedentemente in quest'Aula: perché non si possono aiutare i ricchi, perché i ricchi devono piangere, perché le imprese evidentemente non producono reddito, occupazione e benessere diffuso. In questo caso, però, l'emendamento è volto a togliere l'IVA sulle forniture energetiche delle famiglie, cioè ad intervenire sul caro bolletta.
Riteniamo, quindi, che tutte le eccezioni legittimamente svolte prima da chi ha una visione diversa sul valore sociale dell'impresa rispetto a quella di Fratelli d'Italia, adesso si dovranno esprimere in maniera evidentemente diversa, perché qui stiamo a difendere le famiglie dal caro energetico, dal caro bolletta, da ciò che ogni mese arriva alle famiglie in bolletta.
Quindi, riteniamo evidentemente di voler sottoporre nuovamente all'Aula questo emendamento che riguarda l'esenzione dal pagamento dell'IVA sulle bollette di fornitura energetica per le famiglie. Riteniamo che questo sia il minimo che in questo momento lo Stato debba fare per stare al fianco delle famiglie e per dire che questa economia di guerra ha anche interventi di guerra, ha anche interventi tempestivi e ha anche interventi radicali per contenere il costo energetico.
Lo abbiamo percepito tutti, lo abbiamo letto tutti sui giornali; abbiamo visto tutti, nelle trasmissioni, le famiglie che sono in ginocchio financo per pagare la bolletta energetica. Se le famiglie sono in ginocchio lo Stato non può guadagnare il 22 per cento di IVA che le famiglie non possono neanche scaricare a differenza delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Quindi, vi chiediamo di intervenire adesso, immediatamente, subito, per raccontare che siamo al fianco delle famiglie nel primo momento utile del dibattito parlamentare.
Tutto ciò che eventualmente arriverà dopo, come ho sentito dire in quest'Aula, farà bene, ma sarà dopo; le famiglie le bollette le pagano oggi e abbiamo la possibilità, oggi, di abbattere di un quinto le bollette che gravano sulle tasche delle famiglie, togliendo l'IVA che pesa appunto per il 22 per cento e, quindi, per un quinto della bolletta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Vianello. Ne ha facoltà.
GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. La nostra componente voterà contro questo emendamento perché non solo è ingiusto, ma non è equo. È iniquo e anche incostituzionale per i seguenti motivi: perché, con questo emendamento, qualora fosse approvato, lo Stato, da una parte, darebbe alle famiglie tutte, ricche e povere, dei contributi per esentarle dall'IVA, dall'altra, toglierebbe alle famiglie più povere del Paese per pagare questa esenzione dall'IVA; quindi, toglierebbe ai poveri per dare anche alle famiglie ricche di questo Paese.
Non è equo, perché la nostra Costituzione dice chiaramente che ci dovremmo, invece, ispirare a dei termini di progressività dal punto di vista contributivo, per cui togliere i soldi ai poveri per darli a tutti, anche ai ricchi, è in contrasto con questo principio. Per questo motivo noi, ovviamente, voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere questo emendamento che, invece, trovo correttissimo e per il quale ringrazio il collega Delmastro Delle Vedove.
Ieri sera una trasmissione piuttosto nota, che non citiamo per ovvi motivi di pubblicità, ha fatto vedere che il numero dei nostri anziani in fila al banco alimentare, al banco quotidiano, aumenta di 300 o 400 unità al giorno; la povertà è in incipiente aumento e, sostanzialmente, il problema principale degli anziani con la pensione minima, ma, insomma, delle famiglie, come ha detto meglio di me il collega Delmastro Delle Vedove, è che con l'aumento delle bollette non solo si fanno staccare la luce, ma o scelgono di pagare le bollette oppure scelgono di mangiare. Vedere rovistare i nostri anziani, gli anziani italiani tra le immondizie, tra i rimasugli dei mercati generali stringe il cuore e il Governo ha il dovere - lo ripeto, il Governo ha il dovere - di porre rimedio a questo scempio della nostra società.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, la collega Lucaselli. Ne ha facoltà.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, qui non si può trasformare questo dibattito in una lotta fra ricchi e poveri; qui si tratta di aiutare imprese e cittadini italiani e l'unico modo che questo Governo ha per farlo immediatamente è attraverso la sterilizzazione dell'IVA, attraverso il ricalcolo e l'eliminazione delle accise e attraverso il riconoscimento del credito d'imposta per la parte maggiore che viene pagata quest'anno: è l'unica soluzione! In questo momento bisogna dare delle risposte. Non trasformiamo questo, che sarà un problema per i prossimi mesi, in una lotta che in questo momento non c'è; imprese e famiglie italiane prima di tutto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Ascoltiamo cose veramente incredibili e vorrei, per suo tramite, ricordare al collega che diceva che non è giusto che non si paghi l'IVA sulle bollette che siamo veramente di fronte alla follia. Ci sono due aspetti che vanno evidenziati: il primo aspetto è che il fatto che il nostro sistema sia incentrato a criteri di progressività riguarda la tassazione mentre l'IVA è un'imposta, è una cosa un po' diversa; è un'imposta che ricade sul consumo, non è una tassa e, quindi, questa obiezione non è per nulla pertinente. Il secondo aspetto è che stiamo di fatto dicendo: meglio che muoia Sansone con tutti i filistei, piuttosto che aiutare chi ha veramente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Se non la smettiamo di demonizzare chi sta bene in questo Paese non faremo mai un passo in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Non ho altre richieste d'intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter.0111 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5-ter.0105 Delmastro Delle Vedove. Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Fratelli d'Italia voterà evidentemente il decreto-legge “Ucraina”, lo voterà perché siamo convinti di una risposta immediata, siamo convinti che vi è stata un'aggressione unilaterale. Ci ha convinti il sottosegretario Mule', con la sua capacità anche di dialogo con le opposizioni, della bontà di questo decreto-legge Ucraina. Certo, fatichiamo a comprendere l'invocazione del clima da economia di guerra a cui tutti noi ci dobbiamo preparare se neanche questo emendamento venisse approvato. Con questo emendamento noi consentiamo a quest'Aula, oggi, di fare quantomeno il punto della bandiera, il punto della dignità.
Con questo emendamento, Fratelli d'Italia dice: se tutti noi riteniamo, e lo ritenete voi della maggioranza per primi, che il Ministro Cingolani abbia ragione quando parla di una truffa colossale a danno del consumatore - perché l'approvvigionamento energetico è avvenuto prima con prezzi diversi e, oggi, si scarica sul consumatore a dei prezzi allucinanti, a prezzi che inducono le nostre famiglie, i nostri anziani ad essere in difficoltà financo a pagare la bolletta - allora, per contrastare il caro bollette, in attesa di un decreto che speriamo possa essere condiviso di rideterminazione e ricalcolo delle accise, alcune delle quali non hanno più giustificazione alcuna, in attesa di questo, Fratelli d'Italia dice: diamo immediatamente una risposta alle famiglie. Non si tratta delle imprese, per cui il sinistro ramo di questo Parlamento ogni volta che viene evocata la parola “impresa”, non vede un imprenditore ma avverte un prenditore, non vede uno che genera occupazione e ricchezza sociale diffusa, ma vede uno sfruttatore; in questo caso parliamo di famiglie e non diciamo neanche che deve essere sterilizzata tutta l'IVA sulle bollette.
Vi diciamo: vogliamo almeno sterilizzare l'IVA per la quota che incide su quei rincari che tutti noi riteniamo essere oggetto di una truffa colossale, e cito il migliore Cingolani? Vogliamo farlo ora, adesso, subito, per dare ora, adesso, subito, una risposta alle famiglie in difficoltà, come ricordava prima la collega Biancofiore che ha voluto sottoscrivere l'emendamento di Fratelli d'Italia, financo a pagare le bollette? Possiamo farlo? Fratelli d'Italia crede che si possa fare! Fratelli d'Italia crede che sia immorale rimandare a un secondo momento la definizione del fatto che almeno lo Stato non lucri sui rincari!
Fratelli d'Italia ve lo sta dicendo e sta dando a voi l'opportunità, votando questo emendamento, almeno di dire ai cittadini italiani che ci sono le bollette, che ci sono i rincari frutto di truffe colossali, ma in quei rincari ci siamo anche noi, parte politica incapace di rideterminare accise che ci sono da anni, anni, anni e anni. La politica non è neanche capace di togliere l'IVA non solo alle imprese, ma neanche alle famiglie. Vogliamo togliere l'IVA almeno alla quota parte del rincaro della bolletta? Vogliamo toglierla sulla parte della cosiddetta truffa colossale? Vogliamo dire che non siamo compartecipi e correi della truffa colossale? Vogliamo dire che, se qualcuno specula sul popolo italiano, non arriva anche lo Stato a speculare con un altro 22 per cento su quella speculazione? Vogliamo dire ai nostri cittadini che li difendiamo? Lo possiamo fare, adesso, votando questo emendamento di Fratelli d'Italia, che chiede di sterilizzare, ora, adesso, qui, subito, l'IVA almeno sulla parte di quei rincari frutto di truffe colossali.
Le famiglie non devono pagare l'IVA sulla truffa colossale, Presidente, perché - e glielo dico banalmente da avvocato di provincia -, se quella è una truffa ed è un reato, noi agiamo in concorso e io, in concorso con chi fa una truffa colossale ai danni del cittadino italiano, non ci sto neanche un minuto. Lo dico per quei colleghi che condividono questa battaglia, ma che, come sempre, si dovrà fare in un secondo momento. Io correo di quella gente non ci sarò mai, neanche per un minuto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Vinci. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Leggendo questo emendamento, ci si chiede per quale motivo questo Parlamento non dovrebbe approvarlo. I cittadini, tutti gli italiani, gli elettori di tutti gli schieramenti politici - basta andare per le strade, basta andare nelle famiglie e chiedere a chiunque - sollevano esattamente questo problema, tutti! Ci possono essere sfaccettature su altre problematiche, ma questo preciso problema, cioè il fatto che lo Stato guadagni esponenzialmente sui rincari - non su tutto, ma sui rincari - è un problema che viene sollevato giorno dopo giorno sulle televisioni, nei bar e nelle famiglie, da chiunque…
PRESIDENTE. Concluda.
GIANLUCA VINCI (FDI). …perché questo è incomprensibile. È incomprensibile che lo Stato attacchi i propri cittadini. Questo emendamento è molto semplice: chiede soltanto di eliminare l'IVA sugli aumenti per questo periodo. Ci si chiede cosa ci sia di così particolare e quali coperture si debbano trovare su un ingresso per le casse dello Stato che ancora non c'è stato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.
DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Annuncio chiaramente il nostro voto contrario su questo emendamento, ma è una cosa che va motivata, perché leggendo il titolo, l'esenzione, la sterilizzazione dell'IVA per le famiglie in un momento così difficile, con gli aumenti così importanti, noi ritorniamo sempre al Fondo da cui vengono presi questi soldi. Allora, siccome non è lo Stato - o almeno non mi sembra sia questa la denuncia - che fa la truffa ai cittadini, allora, se la truffa ai cittadini avviene alle fonte o da altri, questi fondi andrebbero presi dagli extra profitti che hanno fatto le imprese energivore (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea). Non vanno presi, invece, da chi prende il reddito di cittadinanza, ed è questo il motivo per cui annuncio il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Ruggieri. Ne ha facoltà.
ANDREA RUGGIERI (FI). Grazie, Presidente. Solo per sottoscrivere l'emendamento del collega Delmastro Delle Vedove.
PRESIDENTE. D'accordo. Prendo atto che anche la collega Biancofiore lo sottoscrive. Ha chiesto di parlare il deputato Donzelli. Ne ha facoltà.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Due cose molto semplici. In primo luogo, ha ragione il collega Delmastro Delle Vedove, perché pensare che il Governo lucri l'IVA sull'aumento delle bollette è vergognoso. È molto semplice: l'IVA la potete mettere sui prezzi delle bollette riferiti ai costi precedenti. Le bollette aumentano, i cittadini sono in difficoltà e il Governo ci vuole guadagnare: è indecente e immorale! Mi permetta anche di rispondere a chi difende il reddito di cittadinanza (ne discuteremo in un'altra sede). Viene citato qui tecnicamente come copertura del bilancio per avere l'ammissibilità dell'emendamento, ma un emendamento di questo genere non avrebbe alcun costo per lo Stato, perché sarebbe soltanto l'impossibilità di lucrarci sopra.
PRESIDENTE. Concluda.
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Infatti, nel bilancio preventivo non era previsto - mi scusi, Presidente - che il Governo lucrasse sull'aumento delle bollette, perché non erano previste le bollette che aumentavano. Quindi, non si toglie alcun soldo al reddito di cittadinanza con questo emendamento. Poi noi vorremmo togliere il reddito di cittadinanza, ma non si discute in questo emendamento. Quindi, chi vota contro difende il Governo che lucra sulle bollette!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie. Innanzitutto, per sottoscrivere e poi perché l'intervento della collega ha permesso di evidenziare una cosa che forse non è chiara ai più, cioè che questo emendamento non prevede, cara collega, nessuna copertura, perché qui non stiamo chiedendo allo Stato di mettere soldi; stiamo chiedendo allo Stato di non prendere soldi in più rispetto a quelli che già prende, perché quel 22 per cento che chiediamo di non pagare è solo sulla parte incrementale, sull'aumento delle bollette, quindi non previsto. Allora, come si può votare contro? Noi capiamo quando ci viene detto che, certo, è facile volere aiutare gli italiani, ma dove sono le risorse? Non ci sono le risorse!
PRESIDENTE. Concluda.
SALVATORE CAIATA (FDI). Qui, invece, stiamo dicendo di aiutare gli italiani e non c'è bisogno neanche di risorse. Quindi, è veramente folle votare contro questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega D'Ettore. Ne ha facoltà.
FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Grazie, Presidente. Siccome sono state fatte affermazioni in ordine al funzionamento dell'emendamento, che, in realtà, è stato spiegato, anche se non del tutto esattamente, faccio presente che il sistema di esenzione è già previsto nel nostro ordinamento. Quindi, questo emendamento non si pone fuori dal sistema, ma è all'interno del sistema delle esenzioni (questo è un primo dato).
Che cosa vuol dire? Quando nel sistema di esenzioni si prevede - per esempio nel periodo del COVID con il “decreto Rilancio”, come abbiamo fatto -, per tutti i dispositivi sanitari necessari ai fini dell'emergenza, di fare esenzioni, tutte le volte in cui nel sistema si prevedono esenzioni in funzione o di emergenze o di necessità particolari, tutte le volte in cui le esenzioni sono previste rispetto alla cessione di beni o di servizi in base a funzioni incrementali che riguardano il costo del servizio, è storicamente conosciuto nel nostro ordinamento il sistema di esenzioni. Questo è il tema!
Quindi, non stiamo facendo niente di straordinario (non stiamo: io sottoscrivo l'emendamento fatto dai colleghi). Non vuol dire aspettare il prossimo provvedimento; è ordinaria, in un sistema emergenziale, l'esenzione legata a quel sistema emergenziale, così come le quote incrementali, con riguardo all'aumento dei costi, ed è successo tantissime volte che sono state previste queste esenzioni. Non è come le clausole di salvaguardia IVA, che sono un'altra cosa. Ricordo che sono un'altra cosa le clausole di salvaguardia. Qui si confondono i temi! Così come dire che, siccome ci sono i costi, allora ci sono le imprese energivore che fanno profitti. Ma che vuol dire? Quel profitto è estraneo. Che cosa c'entra? Quale relazione c'è?
Ora, stiamo sentendo di tutto in questi giorni, ma le stupidaggini per favore no! No, perché si può replicare a questo emendamento, ma si può replicare sul piano tecnico, se sia opportuno o non opportuno il momento, se debba andare in un provvedimento o in un altro. Ma che c'entra quanto guadagna l'impresa rispetto ai costi? Quando mai si è visto un ordinamento che è in funzione dei guadagni? Già c'è la tassazione su quello. Non può essere diretta attraverso i costi per l'esercizio dell'impresa. Sono ragionamenti proprio folli, privi di ogni significato (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
E, allora, ecco perché in questo emendamento la valutazione dell'esenzione IVA rientra in uno schema ordinario.
Mi rivolgo a tutti: non c'è niente di straordinario rispetto a questa valutazione; è un meccanismo tecnico utilizzato spesso dal punto di vista tributario-fiscale, lo abbiamo fatto anche noi in questo periodo emergenziale, non è una novità. Poi per quanto riguarda il fatto che vada a cadere come copertura, non si tratta di un tema di copertura immediata, ma di copertura transitoria con riguardo al costo incrementale. Quindi, è diverso, non è un problema, non conosco il parere della Commissione bilancio (parlavo prima anche con un collega che è in Commissione), ma non è così; non vi è un problema di costo immediato. Certo, devi dare la copertura rispetto alla prima esenzione, rispetto a quello che è il mercato sui costi. Allora, se lo vogliamo fare, tecnicamente, questo emendamento non può non essere votato, da un punto di vista tecnico; poi al riguardo ci può essere un'opportunità politica o meno, ma non diciamo cose che non sono vere, perché, sul piano tecnico, questo tipo di esenzione non solo è conosciuta, ma è un'esenzione in questo momento urgente. Quindi, come gruppo, riteniamo di doverla sostenere proprio in questo caso perché riguarda anche le famiglie (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter.0105 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).
Passiamo all'articolo aggiuntivo 5-ter.0107 Delmastro Delle Vedove.
Ha chiesto di parlare il collega Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente, sarò decisamente breve. Con questo emendamento Fratelli d'Italia chiede che vi sia un sostegno ulteriore per la cosiddetta transizione energetica. Ci rendiamo conto che la transizione energetica ormai coinvolge anche temi legati all'autonomia strategico-energetica dell'Italia, e quindi riteniamo che fino ad oggi - forse anche correttamente, ma solo fino ad oggi - il Governo abbia avuto un approccio nei confronti della transizione energetica quasi fosse una misura sociale.
Vi erano limiti alla possibilità di godere di finanziamenti per l'installazione di pannelli fotovoltaici. Ma, se noi crediamo nella transizione energetica e se noi riteniamo che la transizione energetica coinvolga e lambisca anche il tema dell'autonomia strategica, i limiti per quanto riguarda l'erogazione di crediti di imposta relativi all'installazione di pannelli fotovoltaici e solari non devono più coincidere con limiti legati alla tipologia dell'immobile, all'ISEE, al reddito o a quant'altro. Infatti, se per noi è un tema di transizione energetica e se per noi quel tema interseca l'epocale problema dell'autonomia strategica, lo Stato deve correre per garantirsi l'autonomia strategica; e può correre, prendendo per mano i privati, può correre prendendo per mano le famiglie, può correre prendendo per mano le imprese, può correre prendendo per mano le partite IVA. E contrarre un patto d'acciaio energetico con il popolo italiano ed erogare crediti di imposta per l'installazione di pannelli fotovoltaici, a prescindere dai vani, dal pregio o meno dell'immobile, dalla classificazione dell'immobile, dall'ISEE presentato dalla famiglia, se questo è il tema.
Viceversa, e ci mancherebbe, rimane un'impostazione, un'impronta sociale nella misura, che pure condividiamo, ma non è un'impronta volta alla vera transizione energetica, non è un'impronta volta all'autonomia strategica. Sappiamo che dobbiamo correre, sappiamo che siamo in ritardo; sappiamo che siamo in ritardo sui rigassificatori, sappiamo che siamo in ritardo sulle estrazioni dell'energetica italiana, sappiamo che lo Stato non può correre da solo, sappiamo che può correre con famiglie e imprese. E allora la domanda è: perché non aprire una grande corsa alla transizione energetica e al fotovoltaico, concedendo crediti d'imposta a chiunque voglia installare, con qualunque formula giuridica, dall'impresa alla ditta individuale, alla persona fisica, pannelli fotovoltaici? Perché la grande scommessa oggi non è solo e soltanto stare al fianco della famiglia che vuole fare il contenimento energetico; la grande scommessa è la transizione energetica che incide sull'autonomia energetica-strategica del popolo italiano. Lo possiamo fare con le famiglie e con le imprese, perché non farlo? E, qualora non lo volessimo fare, la risposta sarebbe banalmente scontata: perché, se in tutte le misure del Governo non c'è sempre e comunque un'impronta sociale per vellicare il nostro sentimento di buona umanità, noi non variamo le misure.
Questa misura incide, lo ripeto, sulla transizione energetica, che è un bene e un valore per il pianeta prima ancora che per le famiglie, e sull'autonomia strategica, che è un valore e una necessità dello Stato prima ancora che delle famiglie, ma si può fare insieme alle famiglie. Noi chiediamo di farlo insieme alle famiglie e quindi di concedere crediti di imposta per chiunque voglia installare pannelli fotovoltaici, voglia investire sulle energie alternative, con qualunque formula giuridica voglia farlo, applicandoli su qualunque immobile di pregio o non di pregio su cui lo si voglia fare. Anzi, mi permetto un'ultima valutazione: sarà evidente che l'estensione del mio pannello fotovoltaico eventualmente impatterà di più ambientalmente sull'autonomia strategica se ho un immobile di mille metri quadri piuttosto che se ne ho uno di 20 metri quadri. Mi pare di un'evidenza solare, quindi insistiamo per questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Sarli. Ne ha facoltà.
DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Solo per chiarire che sono tutti temi che condividiamo, ma quello che è stato detto prima, che ci sono emendamenti che non avevano richiesta di copertura, non è vero, perché in ogni emendamento c'è scritto che ai maggiori oneri derivanti dalla presente disposizione si provvede sempre mediante riduzione dello stanziamento del fondo di cui al decreto-legge n. 4 del 2019, e sappiamo di cosa stiamo parlando, è il reddito di cittadinanza. Quindi per ribadire il nostro voto contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Biancofiore. Ne ha facoltà.
MICHAELA BIANCOFIORE (CI). Per sottoscrivere questo emendamento, Presidente, anche perché credo che mai come in questo momento investire sul fotovoltaico sia indispensabile, in particolar modo per il nostro Paese.
Per quanto riguarda la mancanza di coperture, buttiamo soldi su cose veramente inutili. Vengo da una regione a statuto speciale, dall'Alto Adige, e sappiamo che, per esempio, sulle minoranze esiste un articolo della Costituzione, e ovviamente lo sottoscrivo e lo rispetto. Ma, quando leggo che si è dato un 20 per cento di aumento ai fondi per le minoranze linguistiche, che oggettivamente in questo Paese stanno benissimo, credo che quel fondo si potrebbe destinare a cose in questo momento più utili. Questo è solo un esempio, ci sono altri mille miliardi di esempi di cose dove buttiamo via i soldi, e invece dovremmo risparmiarli per dare le coperture a cose fondamentali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 5-ter. 0107 Delmastro Delle Vedove, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo, della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).
Passiamo all'emendamento 5-quater.103 Bellucci. Ha chiesto di parlare la deputata Bellucci. Ne ha facoltà.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Mi scusi, ma questo microfono è rotto, quindi proverò a parlare da quello del collega Rotelli. Volevo cogliere l'occasione per spiegare questo emendamento e anche per destare l'interesse dei colleghi, oltre che del rappresentante del Governo, perché questo emendamento raccoglie l'appello fatto dal Forum del terzo settore e da tutte organizzazioni del terzo settore. Sappiamo che sono state immediatamente chiamate dal Governo per poter partecipare e, anzi, possiamo dire, farsi carico dell'accoglienza di un'emergenza umanitaria che sta assumendo pieghe davvero drammatiche. Gli enti del terzo settore, il mondo del volontariato, della promozione sociale, della cooperazione, sono sempre in prima linea nei casi di emergenza. L'abbiamo visto, in ultimo, con la pandemia e, anche in questo caso, loro sono già in campo. Già a febbraio erano, sia sui territori di guerra, che nei Paesi confinanti, che in Italia stessa, perché il mondo dell'associazionismo è operativo proprio nel DNA, c'è questa immediata operatività. E allora, in questa situazione sono stati chiamati, come sempre fa il Governo, perché l'impossibilità che il Governo ha di essere altrettanto esecutivo e operativo fa sì che si appoggi spessissimo su queste realtà, sui milioni di volontari, di operatori sociali e sanitari.
Anche in questo caso, però, ci sono criticità. Le prime criticità che hanno sottolineato, oltre alla necessità di un coordinamento, di tavoli di coordinamento puntuali che devono nascere, è anche rispetto ai fondi. I primi 110 milioni che sono stati stanziati provengono, in realtà, dalla cooperazione bilaterale, quindi, da fondi che sono assegnati già al mondo dell'associazionismo e del terzo settore, e, ovviamente, devono essere reintegrati, perché non si può pensare di affrontare questa emergenza, utilizzando i fondi che erano già stati stanziati per emergenze che ci sono e che sono, purtroppo, anche in tante parti del mondo e anche, ovviamente, in Italia per quello che abbiamo affrontato.
Con questo emendamento, vi chiediamo di poter essere coerenti e, quindi, nel momento in cui chiedete sostegno al terzo settore, di poter andare a stanziare adeguate risorse. Fra l'altro, il terzo settore è in grado di moltiplicare quelle risorse, cioè, a parità di un euro speso, è in grado di poter restituire valore, in termini di servizi, di assistenza sociale e sanitaria, quindi di solidarietà, cinque volte maggiore. Quindi, in realtà, lo Stato risparmia sempre, coinvolgendo il mondo dell'associazionismo e del terzo settore, con la capacità di mobilitazione che ha. Si tratta, quindi, con questo emendamento, di raccogliere le richieste che vengono da quel mondo stesso. Noi, come Fratelli d'Italia, ci siamo soltanto assunti la responsabilità di portarlo in quest'Aula, di raccogliere il loro appello, di portarlo qui all'attenzione di tutti. Non possiamo, come ci siamo detti spesso, semplicemente ringraziare quelli che sono dei veri eroi, perché poi questa è la parola che in molti casi viene utilizzata. Ringraziarli come eroi non basta; l'abbiamo visto troppo spesso con il personale sanitario, gli infermieri, i medici, il personale sanitario tutto, l'abbiamo visto con le persone del mondo del volontariato, bisogna passare ai fatti e, quindi, anche dare le giuste risorse.
Tra l'altro, permettetemi di dire questo: quel mondo del volontariato spesso è davvero poco attenzionato. C'è parte di quest'Aula che dà grande attenzione a persone come Carola Rackete, che abbiamo visto essere sparita in questi giorni e in queste settimane. Ci sarebbe piaciuto vederla lì, al confine con il territorio dell'Ucraina, magari nell'Ucraina stessa, per portare solidarietà, assistenza e soccorso a veri profughi che stanno pagando un prezzo altissimo rispetto all'aggressione della Russia di Putin, ma non è così.
PRESIDENTE. Concluda.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Quelle belle anime pensanti che piacciono tanto alla sinistra, in realtà, non ci sono, sono sparite all'orizzonte di schermi, di macchine da presa, di fotografie, di post, di tutto: sono assenti. E allora, rispetto a questo, noi crediamo che il Parlamento, invece, debba avere un sussulto di dignità, di rispetto e di reale ringraziamento, e, quindi, accogliere questo emendamento e stanziare quei fondi che sono il minimo indispensabile per affrontare questa emergenza umanitaria. Vi chiedo, quindi, di votare a favore di questo emendamento.
PRESIDENTE. Se non ci sono altre richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-quater.103 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 5-quater.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. Se non ci sono richieste di intervento… Collega Ungaro? Collega Ungaro, la sua richiesta di intervento è per il prossimo emendamento, credo. Dunque, non essendoci richieste di intervento, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5-quater.300, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 5-quater.100 Ungaro.
Ha chiesto di parlare il deputato Ungaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Io ovviamente ritiro questo emendamento e i miei quattro successivi per accelerare i lavori dell'Aula, però faccio un unico intervento per spiegare l'intento. Sicuramente, come dicevano i colleghi, bisogna fare di più per risolvere il problema del caro energia per famiglie e imprese; bisogna andare incontro alle imprese che subiranno le conseguenze negative delle sanzioni. Dovremo applicarci per introdurre un fondo compensativo a livello europeo per andare incontro alle aziende, lo abbiamo fatto per la Brexit, non vedo perché non dovremmo farlo per le aziende italiane che subiranno le conseguenze delle sanzioni sull'Ucraina, sapendo che la Russia rappresenta soltanto l'1 per cento del nostro export e, quindi, lo Stato ha le risorse per farlo.
Ma oltre a questo, serve fare di più, anche in termini di solidarietà, per i profughi ucraini, lo diceva molto bene, nella prima parte del suo intervento, la collega Bellucci. La guerra in Ucraina è l'indicazione chiara che c'è un disegno di riordino dell'ordine mondiale e ciò è molto chiaro, se si legge il documento dello scorso 4 febbraio firmato da Cina e Russia congiuntamente. È importante che il nostro Paese si faccia trovare preparato e pianifichi per il lungo termine ed è anche per questo che è importante fare di più in termini di solidarietà europea.
Ieri, Presidente, abbiamo avuto i Primi Ministri di Polonia, Repubblica Ceca e Slovacchia, che si sono recati a incontrare il Presidente Zelensky a Kiev. Anche noi, Italia, possiamo e dobbiamo fare di più, nello specifico: aumentare le risorse per l'accoglienza di chi arriva dall'Ucraina; aumentare i fondi per i corsi di lingua, perché molti di loro resteranno qui per mesi, se non anni, quindi cerchiamo di integrarli subito, potenziando i fondi per i corsi di lingua dei comuni per i profughi che arrivano dall'Ucraina; mettiamo anche a loro disposizione tutti i beni che abbiamo confiscato in ottemperanza alle sanzioni contro la Russia, sanzioni implementate a livello europeo (dimore di lusso, ville, yacht), usiamole per accogliere i rifugiati ucraini, credo che sia un uso giusto da fare per chi scappa dalla guerra; e usiamo anche i beni confiscati alla mafia, c'è un ordine del giorno del mio collega Luciano Nobili su questo punto. Gli italiani sono un popolo accogliente, ma è giusto che anche lo Stato li sostenga e, quindi, credo sarebbe utile valutare l'esenzione dell'IMU sulle seconde case che vengono messe a disposizione a titolo gratuito dalle famiglie italiane per accogliere i rifugiati dell'Ucraina.
Sono tante, piccole misure specifiche che altri Paesi europei stanno già adottando ed è giusto che l'Italia faccia la sua parte e le implementi il prima possibile.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 5-quinquies.100 Delmastro Delle Vedove.
Ha chiesto di parlare il deputato Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Solo per dire che lo ritiro, Presidente.
PRESIDENTE. D'accordo.
Passiamo all'emendamento 6.100 Bellucci.
Ha chiesto di parlare la collega Bellucci. Ne ha facoltà. Siamo a pagina 7 del fascicolo.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Grazie anche per avermi indicato la pagina, è stata estremamente cortese. Volevo intervenire rispetto a questo emendamento perché, anche qui, si tratta un tema fondamentale, quando parliamo di emergenza umanitaria, quando parliamo di accoglienza, quando parliamo di cooperazione allo sviluppo, perché, in questo caso, noi chiediamo che si possa effettivamente dare sostanza e solidità alla cooperazione allo sviluppo. Se vogliamo affrontare la crisi che sta caratterizzando la nostra Europa, che sta anche alle porte della nostra Europa e che, soprattutto, sta dilaniando il popolo ucraino, non possiamo non attenzionare, in maniera puntuale, particolare e, soprattutto, con la giusta energia e le giuste risorse, la cooperazione allo sviluppo ed è per questo che, con questo emendamento, noi chiediamo che ci possano essere maggiori disponibilità, maggiori fondi per la cooperazione allo sviluppo.
In questo caso, si tratta del popolo ucraino ma, l'abbiamo visto anche in altre circostanze - purtroppo con la popolazione afgana -, la situazione diventerà sempre più difficile: si paventa che ci sarà uno spostamento di ucraini, che arriverà a 7-8 milioni di cittadini, che, inevitabilmente, dovranno trovare un'Europa capace di gestire e accompagnare queste persone in un momento di grande, grande, grande dramma e difficoltà.
Per questo motivo, questo provvedimento così urgente è arrivato, giustamente, tempestivamente, perché non si può aspettare e Fratelli d'Italia l'ha accompagnato sostenendolo e, poi, facendo delle modifiche, delle richieste di modifiche puntuali.
Il mio collega Andrea Delmastro Delle Vedove ha provato in più occasioni a contribuire con proposte che potessero essere quelle di maggior buonsenso e vicinanza sia alla popolazione italiana che a quella ucraina. Anche in questo caso, noi vi ribadiamo e vi ricordiamo che per fare accoglienza è necessario sostenere le organizzazioni che si occupano di accoglienza e, quindi, il mondo del terzo settore. Si tratta, quindi, non soltanto di convocarli inizialmente ad un tavolo di lavoro per chiedergli di fare, fra l'altro, definendo una modalità di accoglienza che viene sottolineata come epocale, non soltanto nella sua diffusione, ma anche nell'approccio. Per la prima volta, come sapete, ci sarà una stretta collaborazione tra Protezione civile e mondo dell'associazionismo e del terzo settore, ma, per attuare questa importante collaborazione, questa modalità epocale di accoglienza, è necessario anche che vengano stanziate le giuste risorse e che, quindi, la cooperazione allo sviluppo possa essere giustamente sostenuta.
È per questo che difendiamo con forza questo emendamento: è un emendamento assolutamente di buonsenso, è un emendamento che viene, anche in questo caso, dall'appello del Forum nazionale del terzo settore, delle centinaia di migliaia di organizzazioni del terzo settore, che già sono operative, che già sono in prima linea e che già stanno gestendo l'accoglienza sia ai confini dell'Ucraina, nei Paesi accoglienti, come la Polonia, l'Ungheria, la Romania, la Moldavia, sia nel territorio italiano e che, come sapete, sono anche presenti là, nell'area bellica di conflitto e, quindi, sul territorio ucraino, per cercare di salvare quelle vite che avete visto voi tutti, cioè mamme incinte, bambini che, a volte, vengono accompagnati dai genitori e, a volte, sono non accompagnati dai genitori perché rimangono in quei territori a difendere la propria patria, per rivendicare la sovranità di uno Stato sovrano.
Allora, è necessario che l'Italia possa sostenere quella magia del dono e del volontariato, che non può rimanere a mani nude, ma che ha necessità delle giuste risorse e, quindi, di uno Stato che sia capace di essergli accanto, di prenderli per mano, di sostenerli e di farlo in tutti i modi possibili e, quindi, anche economicamente. Rimetto al voto dell'Aula questo emendamento per la cooperazione allo sviluppo, per la solidarietà e per il mondo dell'associazionismo italiano.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.100 Bellucci, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
Avverto che, consistendo il disegno di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno - A.C. 3491-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).
La deputata Cavandoli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3491-A/10. La collega Cavandoli non è presente in Aula: si intende vi abbia rinunciato.
Il collega D'Uva ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3491-A/14.
FRANCESCO D'UVA (M5S). Grazie, Presidente. Brevemente, intervengo per illustrare l'ordine del giorno a mia prima firma e per dire che accetto la riformulazione…
PRESIDENTE. Ancora non è stata espressa dal Governo.
FRANCESCO D'UVA (M5S). …che più tardi ci sarà e che già ho sentito. Ritengo sia importante e fondamentale andare avanti con i corridoi umanitari e lo dico perché ci sono grandissime necessità, lì, in Ucraina, per quanto riguarda tutte le persone.
Credo che mai avremmo pensato, dopo il crollo del muro di Berlino, di trovarci in una situazione del genere, pensare di riavere la guerra alle porte del nostro continente. Pensavamo che tutti gli sforzi politici e diplomatici avrebbero fatto in modo che non ci sarebbe stata la necessità di uno strumento che abbiamo sempre considerato obsoleto, come quello della guerra. Ricordiamo le testimonianze dei nostri nonni: parliamo, appunto, di nonni, ci hanno sempre fatto pensare a qualcosa di vecchio, di antico, di non efficace; sono stati fatti sforzi enormi per evitare questo.
L'Unione europea nasce in questo senso, ci sono stati tanti passaggi: dal 1951 a Roma, ma anche, negli anni successivi, c'è stata la Conferenza di Messina, grazie ad Antonio Martino, in cui si è parlato di gettare le basi per quella che è stata l'Unione europea, che ha impedito che si formassero nuovi conflitti bellici in Europa. Quello che succede ora è drammatico e mai avremmo pensato di dover approvare un decreto come questo nel 2022; lo stiamo facendo, abbiamo cercato di fare pochi emendamenti per andare spediti, ma comunque…
PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, vi chiedo di abbassare il tono della voce. Colleghi! Prego.
FRANCESCO D'UVA (M5S). Abbiamo cercato di andare in maniera spedita per dare una risposta concreta agli amici dell'Ucraina. Questo è dovuto e abbiamo fatto bene. Io dico che non possiamo limitarci soltanto a questo. Quello che chiedo in questo ordine del giorno è di valutare la possibilità di ampliare il nostro impegno per quanto riguarda i corridoi umanitari, in particolare per i bambini che hanno problemi oncologici.
Nella mia città, Messina, c'è una grande comunità di cittadini che è pronta ad accogliere questi bambini e questi ragazzi, ma non solo a Messina: in tutta Italia questo avviene. Chiedo, pertanto, al Governo di prendere in considerazione la possibilità di dare parere favorevole, perché non possiamo voltarci dall'altra parte, né per quanto riguarda il conflitto, né per quanto riguarda tutte le conseguenze che dal conflitto derivano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Il deputato Zanichelli ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3491-A/22.
DAVIDE ZANICHELLI (M5S). Grazie, Presidente. Mi collego a quello che ha anticipato poco fa il collega D'Uva. Per questa crisi internazionale, sono già oltre 3 milioni i profughi, in uscita dall'Ucraina, che sono entrati in Polonia e in molti altri Stati vicini. Dal sito del Ministero dell'Interno, se non ricordo male, sono oltre 40.000 gli ucraini, per lo più donne e bambini, come sappiamo, che sono entrati nel nostro Paese. E probabilmente questi numeri sono in crescita anche se - come spero e speriamo tutti - questa crisi dovesse risolversi in brevissimo tempo.
Il mio ordine del giorno è per impegnare il Governo - dato che questi numeri sono probabilmente in crescita - a sostenere quella importante rete di solidarietà che caratterizza il nostro Paese. Non possiamo permetterci che, con i numeri in crescita, si rendano necessarie delle tendopoli per accogliere i profughi. Io penso che il nostro continente e il nostro Paese non se lo possano permettere, anche come immagine al mondo per quanto riguarda l'accoglienza. È per questo che bisogna cominciare, secondo me, fin d'ora, a mettere in piedi il sostegno necessario a quella rete di solidarietà che già dal basso si sta sviluppando per accogliere le persone che stanno arrivando; ma è necessario che il Governo cominci a prevedere quel contributo di necessaria e autonoma sistemazione che possa sostenere quelle persone che aprono le loro porte alle donne e ai bambini che scappano dalla guerra.
PRESIDENTE. Il deputato Federico ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3491-A/26.
ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno cerchiamo di portare all'attenzione del Governo un impegno importante. Infatti, in questa fase, in cui stiamo vivendo e abbiamo all'orizzonte sia una crisi di caro energia, sia una potenziale crisi riguardo all'approvvigionamento del gas, questo provvedimento prevede la possibilità, in casi particolari, di utilizzare, come fonte energetica, anche la massimizzazione delle centrali a carbone esistenti oppure ulteriori centrali, ulteriori tipologie di fonti di produzione di energia che sicuramente, in un'altra fase storica, in un altro contesto storico, non avremmo mai potuto né immaginare né accettare. Ci sono impegni internazionali che riguardano la riduzione e l'abbandono delle fonti fossili, che riguardano la riduzione, l'adattamento e la mitigazione dei cambiamenti climatici. Su questi impegni vogliamo continuare a essere decisi e fermi, così come ha anche confermato il Ministro Cingolani proprio in queste ore.
Da questo punto di vista, chiediamo al Governo un impegno, perché non dobbiamo dimenticarci che c'è un altro tipo di crisi, quella climatica, che non smette di esistere perché adesso c'è una crisi che sta impegnando la comunità internazionale. L'impegno che noi chiediamo al Governo è quello di adottare le opportune iniziative e misure, di carattere normativo e amministrativo, volte a garantire un monitoraggio costante delle condizioni che giustificano l'adozione delle misure straordinarie e emergenziali, previste dall'articolo 5-bis, anche al fine di convalidare o interromperne l'efficacia, qualora queste condizioni non esistano più. Infatti, dobbiamo capire che questo tipo di interventi, questo tipo di iniziative, volte a diversificare in questa fase storica le fonti di produzione energetica nel nostro Paese, devono essere circoscritte esclusivamente a questa fase storica.
PRESIDENTE. La deputata Casa ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3491-A/19.
VITTORIA CASA (M5S). Grazie Presidente. Innanzitutto vorrei sottolineare l'importanza che in questo momento storico riversa l'accoglienza di studenti e studentesse nelle scuole italiane. Sappiamo benissimo come questa si stia trasformando in un'emergenza e, quindi, è necessario prevedere forme di accoglienza e di integrazione, non soltanto dal punto di vista linguistico, ma anche dal punto di vista psicologico. Proprio per questo chiediamo, con il nostro ordine del giorno, così come già è stato fatto per accogliere gli studenti universitari, i ricercatori e i dottorandi di ricerca, di fare lo stesso per gli studenti e le studentesse della scuola, prevedendo all'interno del bilancio un apposito fondo, in modo da dare più risorse alle scuole che hanno, come sappiamo benissimo, una tradizione di accoglienza molto importante.
Con questo ordine del giorno chiediamo di istituire un apposito fondo, di incrementare le risorse che già il Ministero ha messo a disposizione - per il momento sono soltanto di 1 milione di euro, che sono assolutamente insufficienti -, visto il progressivo aumento dei bambini e delle bambine e dei ragazzi e delle ragazze che stanno arrivando in Italia.
Quindi, invitiamo veramente il Governo affinché, con questo ordine del giorno, l'accoglienza e l'integrazione possano diventare un elemento strutturale all'interno delle nostre istituzioni scolastiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il deputato Ferrari ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/3491-A/35.
ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente. L'ordine del giorno a mia prima firma n. 9/3491-A/35 - ma che reca le sottoscrizioni anche di tutti i capogruppo della Commissione difesa - ha un obiettivo fondamentale per coloro che hanno lavorato in questi anni nella citata Commissione.
Si tratta di raggiungere un obiettivo che il nostro Paese si era dato, aderendo alle conclusioni del vertice dell'Alleanza atlantica nel 2014 in Galles, ovvero impegnare una quota, pari al 2 per cento del prodotto interno lordo del Paese, per gli investimenti nel settore, nel campo della difesa. In questi anni, in maniera altalenante, la spesa per la difesa ha subito, però, una costante contrazione, una contrazione che, nell'ultimo esercizio finanziario, ha finalmente visto una inversione di tendenza.
Questo obiettivo, che ci si era posti allora, non è mai stato percorso, proprio perché le difficoltà economiche, che hanno attanagliato il Paese, hanno visto nelle spese della difesa un bacino a cui andare ad attingere, così come peraltro è successo per la sanità.
Però, adesso, il brusco risveglio che abbiamo avuto, per quanto riguarda l'aspetto sanitario, con l'arrivo della pandemia e anche con lo scoppio di un conflitto nel cuore dell'Europa, ci porta a fare una riflessione seria sui comparti in cui i tagli a lungo termine portano a danni incalcolabili e a danni non recuperabili in tempi brevi.
Questo ordine del giorno impegna il Governo, come peraltro le parole del Presidente del Consiglio ci hanno confortato in questa Assemblea durante la sua comunicazione alle Camere dello scorso 1° marzo, in cui ha ribadito che gli investimenti per la difesa dovranno crescere, come mai è avvenuto nel passato, in questo Paese. Ecco, noi stiamo dando compiutezza a quelle parole, declinandole con un impegno nei confronti del Governo ad accrescere la spesa per la Difesa nel corso dei prossimi esercizi, dando attuazione a quell'investimento e a quelle spese, che si concretizzano poi in migliori risorse per il personale, in migliori attrezzature e negli investimenti per il necessario addestramento delle nostre Forze armate.
Non è una corsa al riarmo, è finalmente dare le risorse necessarie a un sistema che garantisce la sicurezza del Paese, che garantisce la necessaria deterrenza per la sicurezza anche dell'approvvigionamento delle nostre risorse energetiche e degli interessi strategici del nostro Paese.
PRESIDENTE. Non vedo altre richieste di intervento volti ad illustrare gli ordini del giorno, passiamo quindi ai pareri. Sottosegretario Mule' a lei la parola. Ordine nel giorno n. 9/3491-A/1 Marco Di Maio.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/1 Marco Di Maio il parere è favorevole, a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a prevedere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, appositi stanziamenti per le attività di formazione in cybersecurity, anche attraverso l'Agenzia per la cybersicurezza nazionale, del personale delle imprese operanti nei settori strategici e della pubblica amministrazione, assicurando ogni possibile semplificazione delle procedure di erogazione degli stessi”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/2 Belotti, il parere è contrario. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/3 Patelli, il parere è favorevole, a condizione che il primo impegno sia riformulato come segue: “su richiesta delle autorità locali, anche mediante un partenariato internazionale, a facilitare la messa in sicurezza, oltre i confine ucraini, del patrimonio culturale mobile custodito nel Paese”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/4 Giovanni Russo, il parere è favorevole a condizione che il primo impegno sia riformulato come segue: “a promuovere, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica, una politica industriale della difesa a sostegno di capacità tecnologiche adeguate agli scenari internazionali in atto e alle esigenze di sicurezza nazionale”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/5 Bellucci, il parere è favorevole a condizione che il primo impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'adozione delle misure ritenute opportune per l'accoglienza di minori e donne provenienti dall'Ucraina, con particolare riguardo ai minori non accompagnati, chiarendo soprattutto la cornice giuridica per”. Poi c'è il secondo impegno, sul quale il parere è contrario. Sul terzo impegno il parere è favorevole, a condizione che siano premesse le seguenti parole: “a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Quanto invece al quarto impegno, il parere è favorevole.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/6 Romaniello, il parere è contrario con un invito al ritiro. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/7 Vanessa Cattoi il parere è favorevole al terzo impegno, a condizione che siano premesse le seguenti parole: “a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/8 Mollicone, il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “ad adottare le opportune misure e iniziative, anche di carattere legislativo, laddove necessario, correlate alla presenza di software Kaspersky, o di provenienza russa, nella pubblica amministrazione, sia nazionale che locale, e nelle principali aziende nazionali, qualora possano rappresentare una minaccia per il loro funzionamento o per la protezione dei dati dei cittadini”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/9 Noja, il parere è favorevole a condizione che siano premesse le seguenti parole: “valutare la possibilità di” e in fine aggiungere le seguenti parole: “e comunque in condizione di parità di trattamento con i cittadini italiani, fermo restando il rilascio del permesso temporaneo”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/10 Cavandoli il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/11 Mantovani il parere è favorevole con la stessa condizione dell'ordine del giorno n. 9/3491-A/8; se vuole la rileggo.
PRESIDENTE. Sì, prego.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. “Ad adottare le opportune misure e iniziative, anche di carattere legislativo, laddove necessario, correlate alla presenza di software Kaspersky, o di provenienza russa, nella pubblica amministrazione, sia nazionale che locale, e nelle principali aziende nazionali, qualora possano rappresentare una minaccia per il loro funzionamento o per la protezione dei dati dei cittadini”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/12 Deidda il parere è favorevole a condizione che nell'impegno, dopo le parole “il Governo”, sia aggiunta la parola “valutare”. L'ordine del giorno n. 9/3491-A/13 Grande lo accantoniamo per favore per cinque minuti.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/14 D'Uva il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “impegna il Governo a proseguire l'attività diplomatica al fine di accogliere bambini oncologici e le loro famiglie presso le nostre strutture ospedaliere specializzate, nonché mettere in salvo i bambini orfani, eventualmente coinvolgendo tutte le associazioni e gli enti italiani del circuito adozioni, in modo da procedere, qualora possibile, al loro affido presso gli stessi genitori che avevano concluso le procedure per la loro adozione”. Sugli ordini del giorno n. 9/3491-A/15 Amitrano e n. 9/3491-A/16 Grippa il parere è favorevole, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/17 Ruggiero il parere è favorevole a condizione che siano premesse le seguenti parole: “valutare la possibilità di” e aggiunte in fine le seguenti: “e comunque in condizione di parità di trattamento con i cittadini italiani, fermo restando il rilascio del permesso temporaneo”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/18 Barzotti il parere è favorevole a condizione che siano premesse le parole: “valutare l'opportunità di”. Sugli ordini del giorno n. 9/3491-A/19 Casa e n. 9/3491-A/20 Tuzi il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/21 Alemanno il parere è favorevole a condizione che siano premesse le parole: “A valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica” e che, dopo le parole “per verificare e”, siano aggiunte le seguenti: “qualora accertato”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/22 Zanichelli il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/23 Orrico il parere è favorevole con la seguente riformulazione dell'impegno: “impegna il Governo a valutare idonee iniziative, anche di carattere diplomatico, volte a garantire nel più breve tempo possibile la ripresa dei viaggi di risanamento per i bambini bielorussi, nel rispetto delle posizioni comuni e delle misure restrittive adottate a livello europeo”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/24 Ascari il parere è contrario mentre l'ordine del giorno n. 9/3491-A/25 Rizzo è accolto come raccomandazione, a condizione che siano premesse le parole “A valutare”.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/26 Federico il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/27 Sportiello il parere è favorevole con la seguente riformulazione: “impegna il Governo a supportare in ambito internazionale tutte le iniziative volte al miglioramento della situazione delle persone con disabilità impossibilitate dalla loro condizione a lasciare autonomamente l'Ucraina, prevedendo misure per un'accoglienza integrata che si avvalga anche dell'impegno di medici, di psicologi e di mediatori culturali”.
Sugli ordini del giorno n. 9/3491-A/28 Torto e n. 9/3491-A/29 Siragusa il parere è favorevole; sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/30 Covolo il parere è favorevole a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con le esigenze di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/31 Gagliardi il parere è favorevole, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/32 Sodano il parere è favorevole a condizione che, dopo le parole “sedi di competenza”, siano aggiunte le seguenti: “non appena le condizioni politiche lo consentiranno”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/33 Albano, Presidente, il parere è favorevole ai primi due impegni e favorevole al terzo impegno a condizione che sia riformulato come segue: “valutare se, sulla base della sopravvenuta situazione connessa al conflitto in essere, ci siano le condizioni affinché le autorità europee possano consentire l'adozione di un quadro normativo di moratoria per i debiti fiscali e bancari”. Invece il parere è favorevole al quarto impegno.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/34 Frassinetti il parere è favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare l'opportunità di promuovere idonee iniziative volte a garantire il diritto all'istruzione degli studenti ucraini, anche attraverso forme di accoglienza che agevolino, altresì, l'apprendimento e lo studio della lingua italiana”.
Sugli ordini del giorno n. 9/3491-A/35 Ferrari e n. 9/3491-A/36 Quartapelle Procopio il parere è favorevole, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/37 Ungaro il parere è favorevole a condizione che il primo impegno sia riformulato espungendo il riferimento all'Alleanza atlantica e alle ulteriori limitazioni al rilascio dei visti. Leggo la riformulazione: “ad attivarsi presso le istituzioni europee al fine di determinare l'inasprimento delle sanzioni, quali ad esempio l'imposizione di ulteriori dazi, qualora il sacrificio di vittime innocenti in Ucraina dovesse continuare, anche introducendo protocolli” (poi come segue). Invece il parere è favorevole al secondo e favorevole al terzo impegno. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/38 Ciaburro il parere è favorevole a condizione che siano premesse ad entrambi gli impegni le parole: “A valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”; sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/39 Caretta il parere è favorevole a condizione che il primo impegno sia riformulato come segue: “A incentivare ogni utile azione volta a promuovere lo sviluppo di una piena sovranità alimentare”. È favorevole il parere al secondo impegno a condizione che la parola “disporre” sia sostituita con la parola “valutare”.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3491-A/40 Nobili.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Il parere è favorevole a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/41 Delmastro Delle Vedove il parere è favorevole a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/42 Donzelli il parere è favorevole a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/43 Formentini il parere è favorevole, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/44 Murelli c'è un invito al ritiro, Presidente, viceversa il parere è contrario.
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/45 Dori, il parere è favorevole. Ordine del giorno n. 9/3491-A/46 Caiata, parere contrario. Ordine del giorno n. 9/3491-A/47 Tarantino, parere favorevole a condizione che l'impegno sia riformulato come segue: “a valutare la possibilità di garantire celermente supporto economico ai comuni per le spese di accoglienza dei minori non accompagnati in fuga dall'Ucraina”.
PRESIDENTE. Sottosegretario, è rimasto accantonato l'ordine del giorno n. 9/3491-A/13 Grande. Se riesce ad esprimere il parere, altrimenti iniziamo e poi mi darà il parere in una fase successiva. Prego.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Presidente, il parere sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/13 Grande è favorevole, a condizione che siano premesse le parole: “a valutare l'opportunità di”.
PRESIDENTE. Partiamo dall'ordine del giorno n. 9/3491-A/1 Di Maio Marco. Viene accettata la riformulazione? Il collega Pagano chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
ALBERTO PAGANI (PD). Grazie, Presidente, vorrei sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3491-A/43 Formentini.
PRESIDENTE. D'accordo. Anche la collega Maria Tripodi vuole sottoscriverlo.
Viene accettata la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3491-A/1.
MARIA TRIPODI (FI). Sì, grazie Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/2 Belotti. C'è un parere contrario. Viene ritirato. Ordine del giorno n. 9/3491-A/3 Patelli, parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3491-A/4 Giovanni Russo, parere favorevole con riformulazione. Viene accettata? Collega Russo, prego.
GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signora Presidente. Intendo accettare la riformulazione. Proprio questa mattina, in audizione, c'è stato il capo di Stato maggiore dell'Aeronautica militare che aveva espresso anche la necessità di mantenere il nostro sistema di difesa, in particolare le Forze armate, adeguate con i tempi. Abbiamo visto nello scacchiere russo-ucraino quanto nuovi sistemi d'arma abbiano, in qualche modo, rivoluzionato il modo di condurre le operazioni, quindi, abbiamo la necessità di tenere sempre le Forze armate italiane al passo con i tempi.
Ringrazio il sottosegretario Mule' per la riformulazione e per la sensibilità che, anche questa volta, ha dimostrato. Chiedo, comunque, che venga posto al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/4 Giovanni Russo, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/5 Bellucci. C'è una riformulazione. Viene accettata, collega? La collega Bellucci chiede di parlare. Ne ha facoltà. Prego.
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Chiedo il voto dell'Aula. Accetto la riformulazione, seppur non siamo soddisfatti, perché già un ordine del giorno è estremamente debole, ci sono una serie di inserimenti come “valutare l'opportunità” o “i limiti di finanza pubblica”, che, quindi, sappiamo non riuscire a rispondere alle esigenze che, come vi abbiamo detto, sono le esigenze rappresentate dal Forum del Terzo settore, dal Terzo settore tutto, quindi da centinaia di migliaia di enti che si stanno occupando della crisi umanitaria e lo stanno facendo sulla base della richiesta che il Governo stesso ha fatto, che la Protezione civile stessa ha fatto. Quindi, volevamo un impegno più forte, più cogente, più certo. I volontari, gli operatori sociosanitari hanno bisogno di certezze, anche perché voi gli state chiedendo di mettere a disposizione le proprie strutture, i propri operatori, financo la propria vita, perché loro stanno operando anche nel territorio di guerra. Quindi, a fronte di questo, io un po' mi sorprendo della debolezza dell'accoglimento di questo ordine del giorno che è l'unica possibilità che ci è rimasta di dare ascolto a quelle centinaia di migliaia di operatori del mondo del volontariato e dell'associazionismo. Permettetemi di dire che, forse, se la richiesta fosse stata fatta da Carola Rackete (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico), voi avreste subito dato una risposta. In questo caso, invece, la vostra risposta è fuffa. Quindi, a fronte di questo, capisco che vi brucia, però spessissimo, quando sono quegli operatori che hanno le trecce e stanno su un barcone, voi urlate e rivendicati aiuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia – Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico), quando, invece, sono gli operatori italiani che vanno fino al confine ucraino, che lo varcano, che arrivano a Leopoli e a Kiev, in quel caso io non ho sentito le belle anime della sinistra sperticarsi in richieste di aiuto, di sostegno e di economie! E lo dovete ascoltare tutto questo, perché, in realtà, è la realtà dei fatti. Lo dirò in maniera pacata: io mi aspettavo un ordine del giorno stringente, che desse risposte e certezza a questa riforma epocale dell'accoglienza, come è stata definita da Curcio, coordinatore della emergenza umanitaria per nome e conto della Protezione civile, e che ha visto, in questa epocale accoglienza, coinvolgere, per la prima volta in forma diretta e adesiva, il mondo del Terzo settore e dell'associazionismo. Siete capaci a chiedere, evidentemente non siete capaci a restituire, a dare rispetto e, quindi, poi, giuste economie e giusti aiuti. Per questo, io rimetto all'Aula il voto di questo ordine del giorno, perché deve essere approvato nella sua interezza, così per come è e non con tutte queste modifiche che lo rendono assolutamente debole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Collega, quindi, non accetta la riformulazione?
MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). No, Presidente, mi scusi, non accetto.
PRESIDENTE. Si intende parere contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/5 Bellucci, con il parere contrario del Governo .
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/6 Romaniello, che chiede di intervenire. Ne ha facoltà.
CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente, Governo. Non ho capito molto l'invito al ritiro e il parere contrario. Io leggo l'impegno a beneficio dell'Aula: “impegniamo il Governo a valutare tutte le iniziative utili al fine di operare un rigoroso controllo, per evitare che l'ingresso di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in Ucraina avvenga ad opera di intermediari fuori dal controllo delle autorità governative del Paese”. Il motivo è abbastanza semplice. Nonostante le informazioni che ci arrivano siano contrastanti, sappiamo che, per consentire l'accesso delle armi e dei materiali che stanno andando in Ucraina, c'è l'utilizzo dei contractors, quindi, di compagnie private, che sono mercenari, militari che fanno la guerra per interessi e per soldi. Nel dibattito che abbiamo fatto in questi giorni, che ho trovato veramente molto stimolante, ho trovato un'unità di intenti sul fine, cioè non c'è stata una discussione che andasse diversamente dall'orientamento del ricercare la pace, del cercare il cessate il fuoco, il negoziato. Ci siamo divisi sul come, su chi ha parlato di realismo - penso a Perego -, quindi, quanto occorra inviare le armi come strumento di deterrenza, anche altri colleghi lo hanno ricordato. E questo mi ha ricordato un po' Voltaire, quando dice che, per filosofare, servono pancia piena e piedi caldi. Quindi, chiaramente ci sono persone che stanno subendo le bombe sulle loro case, ci sono morti civili, persone che scappano, profughi in fuga. Chiaramente, questa è una delle possibili soluzioni.
Dall'altra parte, c'è chi si è interrogato sulla sensatezza di inviare armi per cercare la fine di un conflitto. Ecco, sebbene questi siano modi per trattare proprio il come cercare di arrivare al fine della pace e sebbene, poi, io debba fare un appunto a chi ha fatto dei commenti molto spinti sull'invio delle armi - perché non ho osservato la stessa passione quando si è trattato, in diverse occasioni, di conflitti come in Etiopia, in Yemen, in Nigeria o in Myanmar – arrivo, però, all'ordine del giorno che, comunque la si pensi, credo che non divida l'Aula tra sensatezza e realismo. Cioè, in questo caso, si sta semplicemente dicendo: cerchiamo una via che consenta l'accesso delle armi e dei materiali bellici in Ucraina che sia il più possibile sotto il controllo di autorità governative.
Onestamente, io non riesco a capire questo invito al ritiro; qual è la contrarietà del Governo? Quindi, sottosegretario Mule' io le chiederei se avesse, insomma, la bontà anche di farmi capire quali sono le ragioni di questo parere contrario del Governo e la inviterei anche a rivedere il suo parere, perché sarebbe, secondo me, un bel segnale se votassimo a favore.
PRESIDENTE. Sottosegretario Mule', a lei la parola.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Non è che io non abbia la bontà, onorevole Romaniello, lei stesso nelle premesse ricorre a un periodo ipotetico del terzo tipo, laddove segnala la mancanza di conferme, le diverse smentite e un'ipotesi. È già in radice che l'ordine del giorno non stia in piedi. L'invito al ritiro è dettato non dall'illogicità, ma dal fatto stesso che i proponenti riconoscono che nulla di quello che non dovrebbe avvenire rispetto all'impegno, attualmente non c'è.
PRESIDENTE. Collega Romaniello, prego.
CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Sottosegretario Mule' allora io le faccio una domanda: lei è in grado di garantire a quest'Aula che l'accesso delle armi e dei materiali bellici in Ucraina non avverrà nelle modalità che sono state descritte e da lei giudicate come ipotetiche?
PRESIDENTE. Collega Romaniello, lei ha fatto una richiesta, il sottosegretario ha già risposto, quindi, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/6 Romaniello, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/7 Vanessa Cattoi. Viene accettata la riformulazione?
Ha chiesto di parlare il collega Ferrari. Ne ha facoltà.
ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Grazie, Presidente. Sì, accettiamo la riformulazione di questo ordine del giorno di cui sono cofirmatario, però, voglio ribadire e sottolineare al Governo che il tema trattato dall'ordine del giorno è assolutamente ineludibile e riguarda la necessità di ristoro per le regioni, le province autonome e i comuni, che stanno già affrontando il tema dell'accoglienza anche dal punto di vista sociosanitario dei profughi; per cui la riformulazione che aggiunge: “valutare l'opportunità di” e: “secondo i limiti di finanza pubblica” è accolta ma assolutamente insostenibile da parte delle regioni…
PRESIDENTE. Mi scusi, collega, se lei chiede il voto sull'ordine del giorno favorevole del Governo, io la faccio intervenire per dichiarazione di voto, se no può dirmi se accetta o meno la riformulazione.
ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Presidente, come ho detto, accetto la riformulazione; ci tenevo a sottolineare questi aspetti che comunque sono ineludibili per le nostre province, regioni e comuni che non possono accollarsi questo onere.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3491-A/8 Mollicone: c'è un parere favorevole con riformulazione. Viene accettata la riformulazione?
FEDERICO MOLLICONE (FDI). Presidente, accetto la riformulazione, rinuncio all'intervento, chiedo solo il voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/8 Mollicone, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/9 Noja: c'è una richiesta di riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Noja. Ne ha facoltà.
LISA NOJA (IV). Presidente. Io prendo atto della proposta di riformulazione del Governo, chiedo di mettere l'ordine del giorno al voto e devo dire che un pochino mi spiace, perché…
PRESIDENTE. Mi scusi, collega. Colleghi, non riesco ad ascoltare la collega Noja, non riesco a sentirla, per cortesia…
LISA NOJA (IV). Grazie, Presidente. Devo dire che un pochino mi spiace che il Governo nella sua riformulazione richieda di prevedere la formula: “a valutare la possibilità di”; io capisco che ormai sia diventato un po' un riflesso pavloviano, quello del Governo, però qui stiamo parlando dei più sfortunati tra i profughi, stiamo parlando delle persone che arrivano dall'Ucraina nel nostro Paese con malattie rare, disabilità gravi, situazioni gravemente invalidanti e malattie croniche (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e della deputata Boldrini).
Questo ordine del giorno chiede una cosa molto semplice, chiede che il Governo si faccia carico di stabilire delle misure per prevedere una procedura unitaria di presa in carico di queste persone, in modo tale da garantire loro, per esempio, l'immediato accesso all'esenzione dal ticket e la possibilità di accedere alle terapie farmacologiche che per loro sono salvavita in modo immediato.
Noi abbiamo dalle associazioni testimonianze dell'arrivo di pazienti con malattie rare che non sanno dove devono andare e che, magari, in una regione devono seguire una procedura, in un'altra regione un'altra procedura e sono persone che fanno viaggi terribili, rischiando la loro vita, perché temono, nel Paese da cui provengono, l'Ucraina, di non poter più avere accesso, lo ripeto, ai farmaci salvavita. L'Osservatorio malattie rare ha pubblicato l'altro giorno una testimonianza struggente di una ragazza di 25 anni con una malattia rara che ha fatto un viaggio di tre giorni con una saturazione intorno all'80 per cento per arrivare a Napoli ed essere presa in carico da un centro di riferimento che l'ha accolta in maniera eccezionale, ma per capire dove andare ha potuto contare solo sul supporto delle associazioni dei malati rari.
Quindi, io chiedo il voto per cercare di rafforzare questo impegno; lo ripeto, mi spiace, perché avrei preferito un impegno tondo, senza nessuna opportunità da valutare, perché credo che il nostro Paese non debba valutare in alcun modo se sia opportuno o meno permettere a questi malati di avere la presa in carico che meritano. Quindi, se il Governo potesse accantonarlo e rivalutare l'impegno ne sarei felice; diversamente, se ciò non è possibile, chiedo di metterlo al voto. Quindi, chiedo al Governo se ci sia questa disponibilità.
PRESIDENTE. Collega, lei mi conferma che accetta la riformulazione, comunque? Ha chiesto di parlare il sottosegretario Mule'. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Prendiamoci ognuno delle responsabilità. L'ordine del giorno è riformulato togliendo: “a valutare l'opportunità di”; quindi, diventa normale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Quindi, viene accettata la riformulazione e richiede, comunque, di metterlo al voto? Collega Noja mi dica. Prego.
LISA NOJA (IV). Accetto la riformulazione senza metterlo al voto.
PRESIDENTE. D'accordo. Ordine del giorno n. 9/3491-A/10 Cavandoli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3491-A/11 Mantovani, parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare la collega Mantovani. Ne ha facoltà.
LUCREZIA MARIA BENEDETTA MANTOVANI (FDI). Grazie, Presidente. Io accetto la riformulazione, ma chiedo che venga comunque posto ai voti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/11 Mantovani, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
Ordine del giorno n. 9/3491-A/12 Deidda, parere favorevole con riformulazione.
Collega Deidda, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?
SALVATORE DEIDDA (FDI). Grazie. Sì, accetto la riformulazione e chiedo di metterlo al voto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/12 Deidda, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Ordine del giorno n. 9/3491-A/13 Grande, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3491-A/14 D'Uva, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordini del giorno n. 9/3491-A/15 Amitrano e n. 9/3491-A/16 Grippa, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3491-A/17 Ruggiero, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3491-A/18 Barzotti, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordini del giorno n. 9/3491-A/19 Casa e n. 9/3491-A/20 Tuzi, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3491-A/21 Alemanno, favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3491-A/22 Zanichelli, parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3491-A/23 Orrico, favorevole con riformulazione, che viene accettata.
Ordine del giorno n. 9/3491-A/24 Ascari, parere contrario del Governo.
Ha chiesto di parlare la collega Ascari. Ne ha facoltà.
STEFANIA ASCARI (M5S). Grazie, Presidente. Solo per dire che ritiro l'ordine del giorno e sottoscrivo l'ordine del giorno n. 9/3491-A/22 Zanichelli.
PRESIDENTE. Collega, lo ritira? D'accordo.
STEFANIA ASCARI (M5S). Sì, Presidente, ritiro il mio ordine del giorno, però ci tengo a sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3491-A/22 Zanichelli.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3491-A/25 Rizzo, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3491-A/26 Federico, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3491-A/27 Sportiello, parere favorevole con riformulazione. La collega Noja chiede di sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3491/27 Sportiello.
Ordine del giorno n. 9/3491-A/29 Siragusa, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3491-A/30 Covolo, parere favorevole con riformulazione, che viene accettata.
Ordine del giorno n. 9/3491-A/31 Gagliardi, parere favorevole.
Ordine del giorno n. 9/3491/32 Sodano, parere favorevole con riformulazione.
Ha chiesto di parlare il collega Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente. Posso chiedere al Governo di rileggere la riformulazione?
PRESIDENTE. Sottosegretario Mule', a lei la parola.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie. Dopo le parole: “sedi di competenza” aggiungere: “non appena le condizioni politiche lo consentiranno”.
PRESIDENTE. Collega Sodano, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno?
MICHELE SODANO (MISTO). No, non accetto, però vorrei che si trovasse una soluzione con il Governo anche cambiando il parere. Qui stiamo parlando, cari colleghi, di tanti giovani ragazzi russi contrari a questo conflitto e anche abbastanza ostili rispetto a Putin, che si trovano nel territorio italiano. Parliamo di studenti e di lavoratori che si trovano in questo momento, a causa delle sanzioni, in una situazione di enorme difficoltà.
Io ho ricevuto veramente decine di messaggi da parte di questi ragazzi disperati, caro Presidente, perché hanno i conti correnti congelati, non possono più ritirare soldi attraverso il bancomat e aggiungo che, a causa della situazione economica russa chiaramente in grave difficoltà, sono anche stati licenziati dalle proprie aziende e si trovano in una situazione di estrema difficoltà.
Ecco, sono quelle vittime della guerra un po' intangibili di cui non ci accorgiamo, ma che dobbiamo in qualche modo aiutare. Quindi, se la riformulazione del Governo è favorevole, ma quando cambieranno le situazioni politiche, chiedo al Governo se questo significhi che aiuteremo questi ragazzi russi quando la guerra finirà, cioè ad emergenza finita (non servirà più a quel punto lì).
Quindi, chiedo un'ulteriore riflessione al Governo per impegnarci, per fare in modo che queste sanzioni, giuste sugli oligarchi e sugli amici di Putin, non vadano poi veramente a rovinare la vita di centinaia di migliaia di ragazzi russi che vivono in tutto il territorio europeo - ma concentriamoci su quelli che vivono sul territorio italiano -, la cui vita in questo momento è letteralmente in pericolo: non possono né tornare in Russia né prelevare denaro. Non sanno in alcun modo cosa fare e ci hanno chiesto aiuto come, appunto, parlamentari italiani.
Quindi, l'ordine del giorno è più che sensato. Dunque, chiedo al Governo se si possa rivalutare questo ordine del giorno, togliendo quella riformulazione che ci dice, appunto, che si analizzerà questa questione solo quando cambieranno le condizioni politiche. Serve una risposta adesso per questi giovani che - ripeto - sono contro la guerra, sono anche ostili a Putin e in alcun modo meritano queste sanzioni; vogliono semplicemente vivere in normalità. Non poniamo queste ulteriori difficoltà ad un popolo già provato. Quindi, magari…Sì, grazie, sono felice che vi sia una risposta del Governo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Della Vedova. Ne ha facoltà.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie, Presidente. Ho colto perfettamente il punto, però non è attraverso una revisione dell'ambito applicativo del sistema sanzionatorio che si può dare una risposta, perché io immagino che siano persone che hanno i conti correnti bloccati e via seguitando. Non è che si possa togliere la banca - è evidente - dove queste persone hanno il proprio conto corrente o hanno appoggiato le proprie carte di credito. Capisco il punto, ma non vi può essere una revisione del quadro sanzionatorio. La revisione del quadro sanzionatorio ci sarà quando vi sarà la possibilità politica. Che poi si possano trovare altri strumenti per agevolare la permanenza per motivi di studio di queste persone siamo d'accordo, ma non può essere attraverso una revisione del quadro sanzionatorio, perché il quadro sanzionatorio viene previsto nell'ambito dell'Unione europea e, quindi, non è possibile fare una deroga su questo. È da questo punto di vista che si inquadra la riformulazione e non perché non si colga il problema. Però, intanto diciamo questo. Poi ci saranno altri strumenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Ehm. Ne ha facoltà.
YANA CHIARA EHM (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Vorrei innanzitutto, a nome della componente Manifesta, sottoscrivere questo ordine del giorno, che trovo molto importante. Il collega Sodano lo ha già spiegato e ringrazio anche, ovviamente, per la risposta da parte del Governo. A questo punto, data l'importanza, la rilevanza della questione, dato che parliamo spesso di società civile e degli effetti cosiddetti collaterali che su di essa comportano, dobbiamo trovare subito soluzioni, affinché appunto non vi siano danni collaterali per una società civile che sta subendo anch'essa, ovviamente, gli effetti e i danni di questa guerra.
Quindi, chiederei gentilmente al Governo - che ha compreso perfettamente e ha detto, giustamente, che non è proprio corretta la dicitura - di proporre eventualmente una riformulazione affinché questo ordine del giorno possa essere subito votato e applicato. Semmai, a questo punto, si può proporre eventualmente un accantonamento per poterlo discutere insieme.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Sodano. Ne ha facoltà.
MICHELE SODANO (MISTO). Presidente, ringrazio il sottosegretario per la risposta anche abbastanza argomentata, però non utile - se posso permettermi - ai fini della risoluzione di un problema immediato. C'è gente che oggi si trova sul territorio italiano che non ha più soldi, non può ritirare dai conti correnti e ha le carte di credito bloccate. Ripeto: si trova anche in una situazione di particolare difficoltà economica, perché molte delle aziende russe chiaramente hanno licenziato questi esseri umani nati in Russia, di nazionalità russa, che sono - ripeto - anche abbastanza critici rispetto al conflitto.
Quindi, mi trovo nella situazione per cui credo sia impossibile accettare la riformulazione, per un semplice motivo: che non è utile. È un problema veramente scottante, penso che la situazione sia chiara assolutamente a tutti. Quindi, mi auguro che ci sia un impegno da parte del Governo comunque ad agire, perché sono cittadini russi nel territorio italiano, però non posso accettare una riformulazione che non aiuta questa gente nell'immediato, come ci è stato chiesto.
Chiedo al Parlamento, considerato che stiamo parlando di un tema concreto, di domandare, insieme a me, al Governo di impegnarsi per una risoluzione immediata rispetto a queste vittime della guerra. Sono anche queste vittime della guerra.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Raduzzi. Ne ha facoltà.
RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Tutta la componente di Alternativa sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/3491-A/32 Sodano, perché questo è un tema rilevante che, secondo me, merita un minimo di discussione. Stiamo chiedendo un impegno non vincolante ad andare incontro a persone, a civili, a studenti che molto spesso sono i primi a opporsi a quello che sta succedendo in Ucraina, i primi a opporsi al regime di Putin. Se l'Occidente non si rende conto che sta colpendo coloro che, internamente, cercano di portare anche una voce critica e che sta colpendo cittadini che magari hanno legami con questo Paese, magari sono le mogli o i mariti di cittadini italiani o sono studenti che sono da tempo qui, nel nostro Paese, significa che non stiamo facendo una cosa buona e che servirà a portare la pace, a portare un clima di distensione. Quindi, sinceramente rivolgo un appello a tutte le forze politiche, di sottoscrivere questo ordine del giorno, di rifletterci un attimo e al Governo di rivedere il parere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Grazie, Presidente. Chiederei al sottosegretario Della Vedova di valutare la possibilità di riformulare in maniera magari più generica. È chiaro, lei ha assolutamente ragione, all'interno del quadro sanzionatorio, è difficilissimo riuscire a intervenire, però, se si riformula in maniera più generica, evitando di parlare di momenti troppo in là, considerando che, come diceva il collega Sodano, probabilmente queste persone dovranno comprare da mangiare, pagare le bollette, insomma vivere; quindi, si potrebbe trovare una formulazione più generica e con i tempi necessari, perché capisco che così, velocemente, è difficile trovare una soluzione; probabilmente, nei prossimi giorni, riuscirete, con i tecnici, con i professionisti che conoscete, a trovare una soluzione alternativa che possa venire incontro a queste persone, che effettivamente sono incolpevoli rispetto a quello che sta accadendo.
PRESIDENTE. Sottosegretario?
BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Accantonato (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa e di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Va bene questo ordine del giorno , viene accantonato.
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/33 Albano, su cu c'è un parere favorevole, con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Albano. Ne ha facoltà.
LUCIA ALBANO (FDI). Grazie, Presidente. Vorrei che il sottosegretario Mule' potesse rileggere, per favore, la riformulazione.
PRESIDENTE. Prego, sottosegretario.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Onorevole Albano, parere favorevole ai primi due impegni, mentre il terzo impegno verrebbe riformulato come segue: “valutare se, sulla base della sopravvenuta situazione connessa al conflitto in essere, ci siano le condizioni affinché le autorità europee possano consentire l'adozione di un quadro normativo di moratoria per i debiti fiscali e bancari”.
PRESIDENTE. Collega Albano, accetta la riformulazione?
LUCIA ALBANO (FDI). Presidente, solo per dire che questo ordine del giorno è particolarmente importante, perché riporta, in questo momento…
PRESIDENTE. Mi scusi, collega…
LUCIA ALBANO (FDI). Accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Se chiede di metterlo in votazione, può intervenire, altrimenti…
LUCIA ALBANO (FDI). Sì, chiedo di metterlo in votazione. Volevo solo sottolineare l'importanza di questo ordine del giorno, che riguarda cittadini italiani che hanno ripercussioni gravi rispetto al conflitto che si è generato recentemente, perché hanno una produzione calzaturiera e nell'ambito della moda molto incentrata sui mercati di sbocco interessati al conflitto. Questa situazione ha prodotto enormi difficoltà, considerata anche la stagionalità del prodotto. La nostra regione, la regione Marche, ha una grande percentuale di ditte, di società, di aziende calzaturiere che operano nei Paesi del conflitto, e quindi quello che è previsto nell'ordine del giorno non lo chiediamo noi, ma lo chiede il presidente della camera di commercio delle Marche, lo chiedono i presidenti delle associazioni industriali e tutti i rappresentanti delle imprese che, in questo momento, fanno fronte a una grave difficoltà.
Accetto la riformulazione per quanto riguarda la moratoria dei debiti fiscali e bancari, ma è chiaro che la moratoria dei debiti fiscali è un tema che, in questo momento, interessa tutte le aziende italiane e che dovrà essere presa in considerazione, come Fratelli d'Italia ha più volte richiesto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la collega Emiliozzi. Ne ha facoltà.
MIRELLA EMILIOZZI (M5S). Grazie, Presidente. Con il permesso della collega Albano, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno in esame (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). È un momento tragico per il settore calzaturiero nelle Marche e mi auguro che, con i prossimi decreti, si possa fare anche di più; lo chiedono tutti i rappresentanti delle categorie, lo chiedono i lavoratori.
PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/33 Albano, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/34 Frassinetti, su cui c'è un parere favorevole, con riformulazione. Collega Frassinetti, mi deve dire se accetta o meno la riformulazione.
PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Accetto la riformulazione, ma siccome questo ordine del giorno parla del diritto allo studio degli studenti, per agevolare gli studenti che verranno nelle scuole italiane, mi piacerebbe che fosse suggellato con il voto dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/34 Frassinetti, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/35 Ferrari, su cui c'è un parere favorevole. Ha chiesto di parlare il collega Ferrari. Ne ha facoltà.
ROBERTO PAOLO FERRARI (LEGA). Solo per chiedere il voto su questo ordine del giorno, che è particolarmente importante per il settore della difesa, e ringraziare il sottosegretario Mule' per il lavoro.
PRESIDENTE. Il collega Perego lo sottoscrive.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/35 Ferrari, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/36 Quartapelle Procopio vi è parere favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/37 Ungaro vi è parere favorevole con riformulazione: viene accettata. Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/38 Ciaburro parere favorevole con riformulazione. Ha chiesto di parlare la collega Ciaburro. Ne ha facoltà.
MONICA CIABURRO (FDI). Grazie, Presidente. Accettiamo la riformulazione, però chiediamo il voto dell'Aula per dare più forza all'impegno.
PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/38 Ciaburro, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20).
Sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/39 Caretta parere favorevole con riformulazione. Viene accettata?
MARIA CRISTINA CARETTA (FDI). Grazie, Presidente. Considerata l'importanza di questo ordine del giorno, accetto la riformulazione, ma chiedo che l'Aula si esprima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/39 Caretta, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Ordine del giorno n. 9/3491-A/40 Nobili: parere favorevole con riformulazione. Collega Nobili, accetta la riformulazione?
LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Nel ringraziare il sottosegretario Mule' per il suo prezioso lavoro, mi permetto solo di segnalare che in questo caso l'aggiunta della frase “a valutare l'opportunità di” è quanto mai tautologica, perché, come si dà conto nell'ordine del giorno, il Governo ha già valutato questa opportunità, visto che il Ministro Lamorgese ha già individuato 283 immobili confiscati alla mafia da mettere a disposizione dei rifugiati che arrivano dall'Ucraina. Alcuni piccoli comuni, penso al sindaco Buonajuto di Ercolano o al sindaco Cesari di Sorbolo Mezzani, hanno già messo questi immobili a disposizione. Si invita solo il Governo a rendere tutte le procedure più rapide possibili, visto che si tratta di un utilizzo transitorio di questi beni confiscati alla mafia. Semplicemente questo, quindi: si tratta di un “valutare l'opportunità di”, che il Governo in qualche modo ha già valutato. Se può valutare questo, comunque va bene.
PRESIDENTE. Collega, quindi accetta la riformulazione? Viene accettata. Ordine del giorno n. 9/3491-A/41 Delmastro Delle Vedove: parere favorevole con riformulazione. Viene accettata, collega?
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Sì, grazie Presidente. La riformulazione viene accettata, ma chiedo comunque il voto dell'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/41 Delmastro Delle Vedove, così come riformulato, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
Ordine del giorno n. 9/3491-A/42 Donzelli: parere favorevole con riformulazione. Viene accettata, collega Donzelli?
GIOVANNI DONZELLI (FDI). Grazie, Presidente. Non accetto la riformulazione perché non credo e non ho fiducia nel fatto che il Governo “valuti l'opportunità di” o cose simili. Troppe volte abbiamo sentito, da parte di questo Governo, dire: arriveranno gli aiuti, intanto interveniamo, poi faremo, intanto decidiamo, poi diremo; e poi le aziende sono sempre lasciate da sole e abbandonate.
In questo caso, si parla delle aziende che hanno bisogno di materie prime, come il mais e il grano, e altri interventi di questo genere. Queste aziende rischiano serie difficoltà, con conseguenze sull'occupazione. Quindi, noi non ci accontentiamo del fatto che il Governo possa valutare l'opportunità di - chissà quando! - intervenire. Gli interventi servono ora, ed è già troppo tardi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/42 Donzelli, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/43 Formentini. Il collega Orsini chiede di sottoscriverlo. Il collega Ungaro lo sottoscrive. La collega Ermellino lo sottoscrive. Collega Orsini, ha chiesto di intervenire?
ANDREA ORSINI (FI). No, era solo per chiedere di sottoscrivere l'ordine del giorno.
PRESIDENTE. Collega Ermellino, voleva intervenire sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/44 Murelli o su quello precedente? Prego, ne ha facoltà.
ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo ordine del giorno, ringraziando il collega Formentini, perché solleva una questione che in questi giorni ha suscitato varie perplessità in noi membri della Commissione affari esteri. L'ordine del giorno chiede sostanzialmente al Governo di avviare una riflessione sulla posizione da adottare con gli alleati europei e la NATO nei confronti del teatro Indo-Pacifico, in quanto abbiamo letto tutti notizie sul sorvolo, su Taiwan, da parte di aerei cinesi. Questa, ovviamente, mi sembra, ripeto, una posizione utile, perché, a fronte del superamento di questa emergenza e di questa guerra in Ucraina, noi ci troveremo di fronte a un mondo molto diverso…
PRESIDENTE. Collega, mi scusi, l'ordine del giorno non viene messo in votazione.
ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). D'accordo, grazie.
PRESIDENTE. Collega Frusone, vuole sottoscriverlo? Sottoscrivono anche il collega Ungaro, il collega Giovanni Russo, i colleghi Biancofiore e Perego di Cremnago. I colleghi che intendono sottoscriverlo, possono avvicinarsi anche alla Presidenza. Ha chiesto di parlare il collega Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI (LEGA). Io chiedo, Presidente, che il mio ordine del giorno n. 9/3491-A/43 sia messo in votazione, vista l'importanza del tema per una visione dell'Italia sull'Indo-Pacifico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/43 Formentini, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 24).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/44 Murelli, che chiede di intervenire. Prego, ne ha facoltà.
ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Lo ritiro, però vorrei porre l'attenzione del Governo sul tema molto importante dei minori non accompagnati e dei profughi che arrivano in Italia. Quindi, chiedo cortesemente di rivedere le procedure e porre molta attenzione su questi bambini.
PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3491-A/45 Dori: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3491-A/46 Caiata c'è un parere contrario. Ha chiesto di parlare il collega Caiata. Ne ha facoltà.
SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario Mule', io mi aspettavo non solo un parere positivo, ma anche una sorta di ringraziamento. Poiché stiamo trasferendo materiale bellico in Ucraina e quindi a lei, che è sottosegretario alla Difesa, vengono sottratte risorse a disposizione, io con questo ordine del giorno dico: impegniamo il Governo a “provvedere” - e leggo testualmente, per non incorrere in nessun equivoco - “al fine di mantenere il nostro apparato militare efficiente e capace di rispondere alle esigenze della Difesa, all'acquisto di equipaggiamenti quantitativamente e qualitativamente sufficienti a ristabilire la dotazione militare in nostro possesso (…)” prima di questo invio.
Praticamente le dico: visto che sta mandando questo materiale, impegniamoci a ripristinare. Non le sto dicendo di farlo oggi, non le sto dicendo di farlo domani, le sto dicendo: prendiamo un impegno, non definito neanche nel tempo - e le do un assist per rivedere eventualmente il suo parere - per ripristinare quello che stiamo inviando. Mi sembra veramente di darle un aiuto e non un dispiacere, per cui mi auguro che voglia rivedere, alla luce di quello che le ho detto adesso, questo parere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Sottosegretario Mule', prego.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Onorevole Caiata, io la ringrazio, però volevo rassicurare, attraverso lei, chiunque sul fatto che la Difesa italiana ha un apparato efficiente e capace di rispondere anche rispetto alla misura presa nei confronti del Governo ucraino. Peraltro, è stato sottoscritto un ordine del giorno, il n. /3491-A/35 Ferrari, anche dalla vostra parte politica, che disegna un percorso che va verso il 2 per cento del PIL. Per questo motivo, questo ordine del giorno è ultroneo rispetto allo stato attuale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il collega Giovanni Russo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI RUSSO (FDI). Grazie, signor Presidente. Solo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Caiata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3491-A/46 Caiata, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).
Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3491-A/47 Tarantino. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Mule'. Ne ha facoltà.
GIORGIO MULE', Sottosegretario di Stato per la Difesa. Grazie, Presidente. Solo per una precisazione, nel senso che, nell'ordine del giorno n. 9/3491-A/47 Tarantino, bisogna espungere l'ultimo capoverso delle premesse, cioè da: “segnalata” fino a: “enti locali”. Per il resto, il parere resta uguale, con la condizione che ho detto prima.
PRESIDENTE. Viene accettata questa nuova riformulazione? Viene accettata, d'accordo. Passiamo all'ordine del giorno accantonato n. 9/3491-A/32 Sodano. Chiedo al rappresentante del Governo che intenzioni abbia.
BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Io proporrei una riformulazione che, diciamo, non brilla per qualità dell'italiano, ma è la seguente: “a promuovere un confronto, nelle opportune sedi di competenza, sulla possibilità di adottare misure atte a consentire di proseguire gli studi ai giovani cittadini russi che si trovino in Italia e siano in difficoltà ad accedere ai propri conti correnti e risparmi in ragione del quadro sanzionatorio in vigore nei confronti delle istituzioni finanziarie russe”.
PRESIDENTE. Collega Sodano, accetta la riformulazione? Perfetto. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
Secondo le intese intercorse tra i gruppi, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento. Le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale avranno luogo nella seduta di domani, a partire dalle ore 9,30.
Secondo le medesime intese, al termine dell'informativa urgente del Ministro degli Affari esteri sugli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina, prevista per le ore 16, avrà luogo il seguito della discussione dei disegni di legge di ratifica n. 3318-A e 2806-A ed abbinate.
Sospendiamo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15 per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 12,40, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ETTORE ROSATO
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro della Cultura, il Ministro della Salute e il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali.
Invito gli oratori a un rigoroso rispetto dei tempi, anche considerando la diretta televisiva.
(Iniziative di competenza in ordine allo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, con particolare riferimento alle autorizzazioni volte alla tutela del paesaggio – n. 3-02818)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno Pedrazzini e Angiola n. 3-02818 (Vedi l'allegato A).
Chiedo al collega Pedrazzini se intenda illustrare la sua interrogazione o se si riservi di intervenire in sede di replica.
CLAUDIO PEDRAZZINI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, nel gennaio 2020, il Governo italiano ha pubblicato il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima per stabilire gli obiettivi nazionali sulla riduzione del 33 per cento delle emissioni di CO2 entro il 2030, sull'efficienza energetica, sulle fonti rinnovabili e sulla riduzione delle emissioni di CO2.
A pagina 56 del documento si fa esplicito riferimento all'opportunità di favorire investimenti di revamping e di repowering dell'eolico esistente con macchine più evolute ed efficienti, sfruttando la buona ventosità di siti già conosciuti e utilizzati, limitando così l'impatto sul consumo di suolo.
In totale, dalla fine del 2021, sono stati sbloccati 1.407 megawatt (1,407 gigawatt) da fonti rinnovabili, ma, per raggiungere gli obiettivi prefissati, serve una media di 8 gigawatt all'anno nel prossimo decennio, quindi 80 gigawatt nel prossimo decennio.
Il Consiglio dei Ministri del 10 marzo 2022 ha deliberato l'ok a 6 parchi eolici in Puglia, Basilicata e Sardegna, che assicureranno una potenza di 418 megawatt; un primo passo, ma non è sufficiente per raggiungere tale potenza di gigawatt.
Quindi, si chiede in che modo il Ministero della Cultura intenda agevolare, o, almeno, non osteggiare lo sviluppo di impianti di energia rinnovabile, anche riducendo gli attuali tempi medi per ottenere l'autorizzazione degli impianti stessi.
PRESIDENTE. Il Ministro della Cultura, Dario Franceschini, ha facoltà di rispondere.
DARIO FRANCESCHINI, Ministro della Cultura. L'interrogante pone un tema molto serio: come conciliare esigenze diverse, cioè la tutela del paesaggio, prevista dall'articolo 9 della nostra Costituzione, che è doveroso rispettare e, contemporaneamente, raggiungere gli obiettivi di investimento nelle energie rinnovabili e, in particolare, su pannelli fotovoltaici e pale eoliche.
La prima osservazione è che c'è poca discrezionalità degli uffici ministeriali su questo, rispetto a tempi che sono dettati dalle procedure delle valutazioni di impatto ambientale e, in ogni caso, su tutti gli impianti relativi al PNRR non ci sono, al momento, ritardi imputabili al Ministero.
Ma noi abbiamo collaborato attivamente - io sono convinto di questo - con una serie di norme, che sono state approvate negli ultimi mesi, che mirano ad accelerare le procedure. Più specificamente, in merito ai casi di revamping e repowering degli impianti eolici esistenti, nel decreto n. 77 del 2021 sono stati definiti i casi in cui gli interventi sono non sostanziali e, quindi, sono autorizzabili mediante procedura autorizzativa semplificata.
In secondo luogo, nel “Semplificazioni-bis”, sempre il decreto n. 77 del 2021, nei procedimenti di autorizzazione di impianti di produzione di energia elettrica alimentati da fonti rinnovabili, localizzati in aree contermini - che erano quelle su cui c'era il maggior numero di contestazioni - ad aree sottoposte a vincolo paesaggistico, c'è un parere obbligatorio, ma che non è vincolante, del Ministero della Cultura e questo accelererà moltissimo.
La terza modifica: nel recentissimo decreto-legge n. 17 del 2022, c'è una norma che liberalizza l'installazione, con qualunque modalità, di impianti solari fotovoltaici e termici sugli edifici, per la quale, dunque, non è più prevista l'autorizzazione, fatta eccezione unicamente per gli edifici sottoposti a un vincolo culturale, evidentemente, o quelli ricadenti in centri storici sottoposti a un vincolo paesaggistico apposto con uno specifico provvedimento.
Quindi sono tre norme che puntano a velocizzare. Io credo che sia indispensabile andare più in fretta, che sia indispensabile raggiungere gli obiettivi che il Paese si è dato, ma, contemporaneamente, non bisogna dimenticare che una delle forze del nostro Paese è la tutela del paesaggio e il suo valore economico.
PRESIDENTE. Il collega Pedrazzini ha facoltà di replicare.
CLAUDIO PEDRAZZINI (MISTO-A-+E-RI). Apprezziamo l'impegno del Governo e, naturalmente, riconosciamo l'importanza del nostro patrimonio paesaggistico e culturale e la necessità di tutelarlo. Al tempo stesso, crediamo che progetti infrastrutturali indispensabili per la crescita del Paese non possano essere intralciati in modo miope da procedure burocratiche, anacronistiche o disomogenee a seconda dell'ubicazione geografica. Per questo, tra gli obiettivi individuati dal PNRR italiano, vi è quello di semplificare e accelerare le procedure autorizzative per le energie rinnovabili. Finora, purtroppo, non si vedono ancora risultati tangibili. Confidiamo, dunque, nell'impegno del Governo a superare i colli di bottiglia esistenti, al fine di non perdere il treno della transizione ecologica.
(Iniziative di competenza volte al miglioramento delle prestazioni sanitarie a livello territoriale, in relazione alle criticità emerse nel corso della pandemia e all'attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza – n. 3-02819)
PRESIDENTE. La collega Bologna ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02819 (Vedi l'allegato A).
FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie Presidente. Gentile Ministro, in Commissione XII stiamo esaminando una relazione sullo stato di avanzamento del PNRR sulla Missione 6, che riguarda la salute. Nelle interlocuzioni con le istituzioni territoriali e con i professionisti sanitari sono emerse alcune criticità per l'effettiva attuazione del Piano.
Le chiedo, quindi, una particolare attenzione a prevedere un modello organizzativo e valutativo a livello nazionale, che venga poi contestualizzato a livello regionale e che valorizzi strategie di intervento ospedaliero e territoriale in tutti i suoi aspetti sanitari, tecnologici e sociali, anche con modalità sperimentali per favorire la gestione dei differenti bisogni, che consideri appropriatezza, accessibilità ai servizi e soddisfazione dei cittadini, anche con l'istituzione di tavoli regionali permanenti, che includano rappresentanti delle professioni sanitarie e sociosanitarie per una condivisione di obiettivi e soluzioni organizzative, che superino le criticità emergenti e rendano attuabile il nuovo modello di sanità.
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, l'onorevole Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie Presidente. Ringrazio l'onorevole Bologna per aver posto l'attenzione su un tema che credo sia particolarmente importante. A due anni dall'inizio della pandemia, siamo a una fase cruciale della vicenda del nostro Servizio sanitario nazionale. Abbiamo finalmente risorse e possibilità di riforme, che possano rilanciare il nostro comparto sanitario. Numeri che sono sempre molto importanti: in due anni e mezzo - io sono Ministro dal settembre del 2019 - siamo passati dal Fondo sanitario nazionale di 114 miliardi a un Fondo sanitario nazionale di 124 miliardi. Mediamente, negli anni precedenti, si cresceva di 1 miliardo all'anno; qui siamo a 10 miliardi in più, in poco più di due anni. Dal PNRR arrivano risorse per oltre 20 miliardi e, in più, per la prima volta nella storia della programmazione europea del nostro Paese, investiamo 625 milioni sul PON Salute, che consentirà di lavorare sul divario tra le diverse zone del nostro Paese. Dentro questa nuova stagione di investimenti ci sono le riforme, quelle che ho avuto modo di illustrare in Commissione, sia alla Camera che al Senato, e che riguardano in primis il rafforzamento dell'assistenza territoriale, che, purtroppo, nei decenni passati non ha ricevuto la dovuta attenzione. Faremo ogni sforzo per monitorare e accompagnare le regioni dentro questo processo. Abbiamo tavoli con loro aperti, che quotidianamente provano a intervenire sulle criticità e sulle questioni aperte, e abbiamo tavoli di confronto, che io ritengo particolarmente strategici e importanti, con le forze sociali. Posso garantirle che, da parte del Ministero della Salute, ci sarà il massimo impegno, perché siamo di fronte ad una grandissima occasione, quella di trasformare la crisi che abbiamo vissuto in un'opportunità di rilancio e di rafforzamento del patrimonio più prezioso che abbiamo, che è il nostro Servizio sanitario nazionale.
PRESIDENTE. L'onorevole Bologna ha facoltà di replicare.
FABIOLA BOLOGNA (CI). Grazie Presidente. Ringrazio il Ministro per la risposta e sono soddisfatta dell'attenzione posta alle nostre preoccupazioni. Compito del parlamentare, come previsto anche dalla relazione, è quello di un'attività di monitoraggio e indirizzo all'attività di Governo per il PNRR. Le criticità dei servizi sanitari regionali, emerse nel corso della pandemia, sia nell'ambito ospedaliero, che, soprattutto, territoriale, hanno messo in luce difficoltà già preesistenti. Da una parte, ancora oggi molti cittadini attendono di recuperare prestazioni e interventi differiti, dall'altra, c'è il sovraccarico di lavoro e la conseguente demotivazione dei sanitari, legata a un ridotto coinvolgimento nel percorso organizzativo, a una mancanza di valorizzazione professionale, oltre che a una carenza numerica di personale.
Il sistema sanitario sta ancora oggi fronteggiando la pandemia e ora si sta aprendo una nuova emergenza, che coinvolge la sanità e il sociale, legata all'afflusso di profughi dai territori dove è in atto la guerra, e si profila la necessità di uno sforzo coordinato delle comunità locali. Per cui è quanto mai necessario armonizzare la gestione della rete ospedaliera con quella territoriale per processi condivisi, ma ben determinati, che guardino all'appropriatezza della presa in carico del cittadino. Bisogna avere una chiara definizione dei ruoli manageriali e professionali nei vari setting di assistenza, nel rispetto di professionalità, formazione, competenze e abilitazioni, e informare la popolazione sulle offerte di servizi del nuovo modello proposto. Bisogna creare tavoli regionali di confronto istituzionali, manageriali, professionali e sociali permanenti, per condividere obiettivi e soluzioni organizzative adeguate al contesto, e costruire, infine, una regia forte, che sappia mantenere una programmazione, un coordinamento e un monitoraggio costante, per adeguare il sistema ai bisogni della comunità. È una grande occasione.
(Iniziative per l'eliminazione dell'obbligo della certificazione verde, anche in relazione alla prevista cessazione dello stato di emergenza – n. 3-02820)
PRESIDENTE. La deputata Lucaselli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Lollobrigida ed altri n. 3-02820 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmataria.
YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie Presidente. Ministro, per due anni interi, a cadenza trimestrale, è stato prorogato lo stato di emergenza e, con esso, abbiamo assistito anche al progressivo inasprimento delle misure sul green pass. Ora, Ministro, è chiaro a tutti che il green pass non serve per bloccare la circolazione del virus; evidentemente soltanto a lei questo non è chiaro. Ed è talmente tanto poco chiaro anche a lei, che, nel DPCM del 2 marzo, avete continuato a prorogare, per chi conclude il ciclo vaccinale, la validità del green pass per una durata di altri 1.080 giorni. Voi continuate a calpestare i diritti costituzionalmente garantiti ai cittadini italiani, nel silenzio totale del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Questo, Ministro, è un “fine pena mai” e, invece, noi oggi le chiediamo di chiarire quando tutto questo per gli italiani finalmente si potrà dire passato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Il Ministro della Salute, l'onorevole Roberto Speranza, ha facoltà di rispondere.
ROBERTO SPERANZA, Ministro della Salute. Grazie. Voglio ricordare a quest'Aula che il green pass ha rappresentato un pezzo fondamentale della strategia italiana di contrasto al COVID. Credo che i numeri siano eclatanti e segnalino anche l'impatto di queste misure nel nostro Paese. A stamattina alle 7, il green pass è stato scaricato nelle tre diverse fattispecie – quindi, per guariti, per vaccinati o anche per test negativi - 262.000.000 di volte. Il numero dei vaccinati nel nostro Paese è tra i più alti d'Europa e dell'intero mondo: il 91,31 per cento delle persone sopra i 12 anni ha avuto una prima dose; l'89,64 per cento delle persone sopra i 12 anni ha avuto anche la seconda dose. Lo ribadisco: sono numeri tra i più alti d'Europa e del mondo.
Proprio ieri Anthony Fauci, una delle principali personalità del mondo scientifico statunitense, ha richiamato i risultati importanti ottenuti dall'Italia. Voglio anche ricordare che, a stamattina, siamo a 38.266.573 dosi. Grazie a questi strumenti che noi abbiamo messo in campo, compreso l'utilizzo del green pass, che è stato uno straordinario incentivante rispetto alle vaccinazioni, noi siamo riusciti ad attraversare la stagione dell'autunno-inverno senza chiusure generalizzate. Questa è la verità, fuori da ogni propaganda. Altri importanti Paesi, con meno vaccinati di noi, sono stati costretti a misure molto più dure: l'Olanda per molte settimane ha chiuso bar e ristoranti; l'Austria ha fatto il lockdown; la Germania in molte regioni ha fatto forme di lockdown. Se noi siamo riusciti sostanzialmente - siamo a pochi giorni dalla fine dell'inverno e dall'inizio della primavera - ad attraversare questi mesi, che sono tradizionalmente i più complicati, senza chiusure generalizzate, è perché abbiamo un livello così alto di vaccinati, che è stato anche conseguenza di un utilizzo robusto del green pass.
Proprio nella giornata di domani ci sarà un Consiglio dei Ministri e questo Consiglio dei Ministri definirà un cronoprogramma puntuale di accompagnamento all'uscita dallo stato di emergenza. Lo stato di emergenza non verrà rinnovato e noi offriremo un percorso come sempre basato sull'evidenza scientifica e sul quadro epidemiologico.
In chiusura, mi faccia ancora ribadire che, se siamo in una fase nuova, è prima di tutto grazie alla campagna di vaccinazione e su questo dobbiamo continuare ad insistere. Milioni di persone devono ancora fare la terza dose, alcune persone devono ancora fare la prima dose, ogni vaccino in più somministrato è uno scudo che ci consentirà di rendere il nostro Paese più forte.
PRESIDENTE. Il deputato Bignami ha facoltà di replicare.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Il 22 luglio, il Presidente del Consiglio Draghi ebbe a dire che con il green pass gli italiani avevano la garanzia di trovarsi tra persone non contagiose. Fratelli d'Italia, immediatamente, sollevò delle perplessità, quantomeno per l'imprudenza di quell'affermazione, ma subito le “virostar”, per compiacere i potenti di turno, iniziarono a dire: ma che cosa ne capite voi, non potete parlare… A quella data, vi erano stati 4 milioni di contagi nei diciotto mesi precedenti che erano stati i più aggressivi, purtroppo, della pandemia; nei sette mesi successivi abbiamo avuto 9 milioni di contagi col green pass, più del doppio in meno della metà del tempo. Ci dice anche oggi che col green pass si è potuta indurre una vaccinazione di massa. Una precisazione, Ministro: noi siamo per il vaccino, ma non lo confonda con il green pass che è un'altra cosa. Ma nonostante questo, evidentemente, negate che nazioni come Irlanda, Spagna e Portogallo abbiano ottenuto risultati uguali se non migliori senza avere lo strumento del green pass.
Neanche oggi, benché il Presidente Draghi abbia detto, il 18 di febbraio, che di lì a qualche giorno avrebbe presentato un piano per l'uscita dal green pass, ci dite quali sono questi piani di uscita; salvo, però, il 2 di marzo, avere emanato un DPCM, non un decreto, perché in Aula non avete il coraggio di venire, con cui avete esteso di tre anni la vigenza del green pass. Siete velocissimi quando si tratta di comprimere le libertà personali degli italiani e lentissimi quando si tratta di liberarle, queste libertà, o di dettagliare le accise, tagliare le bollette o di rilasciare i ristori (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
Allora, Ministro Speranza, Fratelli d'Italia le dice qual è l'unica cosa da fare: abrogare immediatamente il green pass, perché l'ultima emergenza da superare in Italia è lei, e questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
(Iniziative di competenza, anche in sede europea, per contenere gli aumenti delle materie prime alimentari e contrastare fenomeni speculativi – n. 3-02821)
PRESIDENTE. Il collega Federico Fornaro ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02821 (Vedi l'allegato A).
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, è noto che accanto a rincari molto significativi sulle materie energetiche e, in particolare, su benzina e diesel, si stia registrando un aumento altrettanto significativo dei prodotti agricoli e trasformati nei prodotti alimentari. A pagare gli aumenti dei beni di prima necessità sono le famiglie meno abbienti, già provate dalla crisi pandemica: le persone sotto la soglia della povertà spendono il 75 per cento delle loro entrate per assicurarsi generi alimentari. Secondo un'analisi di Assoutenti, il prezzo medio del pane oggi in Italia è di 5,31 euro al chilogrammo con punte di 9,8 euro. C'è in atto, quindi, un aumento e un rincaro derivante dal caro bollette e dall'aumento dei fertilizzanti, però, ci sono anche, lungo la filiera, fenomeni speculativi.
Siamo quindi a richiedere quali iniziative di competenza intenda porre in essere il Governo, anche di concerto con le istituzioni europee, per contenere aumenti generalizzati delle materie prime alimentari e contrastare ogni tipo di speculazione connesso ai prodotti.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti, per il tramite del Presidente, ma lo farò anche singolarmente, perché abbiamo sei question time che riguardano il settore agroalimentare e le difficoltà di questo momento di crisi. È un segnale certamente di preoccupazione di quest'Aula, ma un segnale anche di grande attenzione verso il settore primario che rappresenta il cuore pulsante dell'economia del nostro Paese.In questa interrogazione si pone l'accento sulla questione del rincaro delle materie prime e di elementi speculativi. Credo che uno degli elementi fondamentali per l'aumento dei prezzi delle materie prime sia legato al costo dell'energia che colpisce i produttori agroalimentari in due modi: con l'acquisto di prodotti semilavorati, penso alla mangimistica per il settore zootecnico, e con il costo diretto delle bollette delle aziende che producono. Credo che sia necessario intervenire, come suggerisce l'interrogante, in un contesto europeo. La volontà di mettere un tetto al prezzo del gas è un elemento fondamentale per evitare questa corsa al rialzo.
Credo che non si possa prescindere, però, da un ragionamento su un'ulteriore tranche di debito comune che l'Unione europea può pensare di contrarre, mettendo a disposizione, quindi, degli Stati membri, un Energy Recovery Fund, con risorse per accompagnare questa fase critica e questa crisi che è asimmetrica, perché colpisce in modo differente i diversi Paesi, a seconda anche della dipendenza dal gas e del modo con cui si produce l'energia elettrica nei singoli Stati membri.
Altro elemento centrale è la diversificazione. Al riguardo, vi informo che questa settimana notificheremo in Europa il decreto che dà il via alla redazione dei bandi per una delle misure più importanti del Piano nazionale di ripresa e resilienza che riguarda il settore agroalimentare, quella del cosiddetto agrisolare: un miliardo e mezzo per la realizzazione di impianti fotovoltaici sulle coperture. Infatti, diversificare le fonti significa soprattutto spingere sulle rinnovabili; è un decreto che, magari, poi, approfondiremo anche in altri momenti, ma che rappresenta un elemento centrale per consentire una diminuzione del costo dell'energia alle aziende.
Per quanto riguarda le speculazioni, credo che sia fondamentale un primo elemento: capire esattamente oggi qual è la situazione nel mercato di alcuni beni. Manca a livello europeo, ma anche nel nostro Paese, la capacità di valutare quali sono gli stock delle materie prime che in questo momento hanno questi grossi rincari. Stiamo lavorando con Ismea proprio per garantire che ci sia una valutazione immediata dello stoccaggio delle materie prime, per capire dove vi siano elementi di speculazione o dove, eventualmente, vi siano effettivamente delle carenze di materie prime.
PRESIDENTE. Il deputato Federico Fornaro ha facoltà di replicare.
FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Ministro, la ringraziamo per l'attenzione e ovviamente per la condivisione di una preoccupazione che va oltre quest'Aula. Credo che il Governo debba attrezzarsi, come sta già facendo su altri comparti, ad avere un'attenzione particolare sul settore primario.
Oggettivamente, il mondo dell'agricoltura e molte imprese sono stati sostanzialmente spiazzati, sono andati fuori mercato, anche in considerazione degli aumenti dei costi energetici. Qui, bisogna ovviamente incidere e incidere significativamente.
Signor Ministro, mi permetta di rilevare come, all'interno di questo ri-orientamento - alla luce anche di un nuovo equilibrio che speriamo possa essere ritrovato all'indomani di una pace che speriamo sia la più vicina possibile - è evidente, però, che non si potrà tornare come prima; questa vicenda ci deve insegnare molto e, quindi, probabilmente anche a riorientare le scelte produttive, favorendo realtà più piccole, dall'agricoltura contadina al biologico e, ovviamente, lo sforzo che va, come lei ha sottolineato con riferimento al PNRR, sulle rinnovabili.
Insomma, crediamo che questa possa essere un'occasione importante di sviluppo dell'agricoltura italiana, così come non ci deve essere nessuno spazio, nessuna trascuratezza nel combattere la speculazione. La storia ci insegna che questi sono i momenti in cui quelli che una volta si chiamavano pescecani sono in attività e vanno stroncati.
(Iniziative, a livello nazionale ed europeo, per garantire la continuità della filiera agricola, della pesca e della trasformazione alimentare, in relazione all'aumento dei prezzi e alle esigenze di approvvigionamento alimentare – n. 3-02822)
PRESIDENTE. L'onorevole Bendinelli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gadda ed altri n. 3-02822 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
DAVIDE BENDINELLI (IV). Grazie, Presidente. Signor Ministro, il comparto agricolo della pesca e della trasformazione agroalimentare, senza ombra di dubbio, sta attraversando una crisi senza precedenti e, in prospettiva, questa crisi potrebbe addirittura minare la capacità di soddisfare la domanda interna.
Gli eventi atmosferici, le emergenze sanitarie, il COVID e la guerra, che purtroppo da poco è iniziata in Ucraina, stanno ulteriormente accentuando questa situazione di grande difficoltà e di crisi, soprattutto per quello che riguarda la produzione di mangimi, fertilizzanti e cereali. Sappiamo che circa il 45 per cento del fabbisogno italiano di mais e il 23 per cento del fabbisogno di frumento dipendono dall'Ucraina e dall'Ungheria; il 48 per cento, addirittura, per quello che riguarda la produzione di olio da girasole.
Il Governo è intervenuto a sostegno delle imprese cosiddette energivore. Credo sia arrivato il momento di dare una segnale importante e che si possa pensare di inserire nel “decreto Energia” misure specifiche per quello che riguarda la filiera agricola e il comparto agroalimentare, perché il perdurare di tale contesto sta determinando anche una grave crisi di liquidità per le imprese, oltre a un'oggettiva impossibilità di garantire la continuità produttiva nel breve periodo.
PRESIDENTE. Grazie…
DAVIDE BENDINELLI (IV). Finisco. Si interroga, dunque, il Governo per capire come intenda intervenire per garantire la continuità della filiera agricola, della pesca e della trasformazione agroalimentare e contenere, conseguentemente, le ripercussioni sui prezzi e sulla disponibilità al consumo.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Bendinelli.
Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti anche in questo caso per l'attenzione al settore primario; settore che sperava di essere uscito dalla crisi pandemica con difficoltà e che, avendo retto, però, a quella fase, oggi si trova ad affrontare una nuova grande crisi. È evidente che bisogna implementare misure nazionali ed europee per sostenere tutte le filiere produttive agroalimentari.
A livello nazionale, per ricordare due degli elementi citati nell'illustrazione, abbiamo proposto di inserire nel prossimo decreto, da una parte, proprio una norma che riguarda la possibilità per le aziende agricole di essere considerate energivore; dall'altra parte, proprio per abbattere l'uso dei fertilizzanti chimici che hanno un impatto economico molto rilevante, visto l'aumento dei prezzi e la difficoltà di reperirli sul mercato, una norma, che abbiamo scritto assieme al MiTE, che riguarda l'uso del digestato in questa fase emergenziale, proprio per poter provare ad abbattere i costi delle aziende.
A livello europeo lunedì ci sarà un Consiglio europeo molto importante. Vi sono alcune considerazioni che stiamo facendo con la Presidenza francese rispetto a una nuova PAC che dal 1° gennaio 2023 entrerà in vigore, che sarà molto incentrata sulla riduzione, in qualche modo, delle produzioni e sul minore impatto ambientale, che forse in questo momento avrebbe bisogno di un periodo più lungo per essere messa in campo e in atto, proprio perché oggi abbiamo bisogno di incrementare alcune produzioni europee che dipendono da mercati oggi difficilmente reperibili. Penso, per quanto riguarda i cereali, alla parte russa e soprattutto ucraina e anche ai Paesi limitrofi, che probabilmente interverranno sulla limitazione delle esportazioni come stanno già pensando di fare.
Quindi, alcune sospensioni sul set-aside, la possibilità di aumentare gli aiuti accoppiati e gli anticipi sui pagamenti diretti per garantire liquidità: sono proposte sul tavolo della Commissione, su cui la Commissione sta riflettendo e ci relazionerà proprio nel Consiglio europeo di lunedì.
PRESIDENTE. L'onorevole Gadda ha facoltà di replicare.
MARIA CHIARA GADDA (IV). Grazie Presidente e grazie signor Ministro. Dobbiamo insieme scongiurare che il settore agricolo, della pesca e soprattutto della trasformazione agroalimentare entri in sofferenza. Questo settore ha manifestato una grande resilienza durante la pandemia, ma ora siamo in una situazione di tempesta perfetta con alcuni nervi che sono esposti in questo momento, quelli dei costi dell'energia e soprattutto la crisi nell'ambito dei trasporti, che hanno ripercussioni pesantissime sulla sostenibilità della filiera agricola e agroalimentare ma anche, appunto, su quanto quei costi aggiuntivi si riverberano poi sui prezzi al consumo e anche sulla disponibilità.
Come gruppo di Italia Viva, noi la sosteniamo e la sosterremo nell'appuntamento di lunedì nella sede europea, perché quella è la sede giusta, è la sede fondamentale per porre alcune tematiche molto serie. C'è una crisi di liquidità nelle imprese e, però, in questo momento ci sono delle liquidità già presenti. Ad esempio, penso ai fondi già in dotazione delle regioni sui cosiddetti PSR. Sblocchiamo la misura 21, come è stato fatto durante la pandemia, e soprattutto mettiamo le basi per una politica agricola comune adeguata a una programmazione rispetto alle filiere essenziali - quella dei cereali è sicuramente fondamentale - ma anche rispetto ad accordi commerciali con Paesi che possono in questo momento sostenerci sul fronte dei fertilizzanti, delle materie prime e dei mezzi tecnici.
Penso agli Stati Uniti, al Canada, al Brasile e all'Argentina, perché in questo momento la crisi ucraina ci pone un altro quesito, cioè che la Russia, insieme alla Cina, sta spostando l'asse non soltanto degli accordi geopolitici ma addirittura degli accordi di tipo commerciale. Quindi, credo che l'Europa, insieme e con la guida dell'Italia, possa davvero porre il tema, anche in termini diplomatici, rispetto ad accordi commerciali che corrispondano alle aspettative dei cittadini e delle imprese.
(Iniziative urgenti volte ad affrontare le difficoltà di reperimento delle materie prime e dei prodotti necessari alla lavorazione e alla trasformazione agricola ed agroalimentare, anche nell'ottica di una maggiore autonomia del relativo comparto – n. 3-02823)
PRESIDENTE. L'onorevole Cassese ha facoltà di illustrare l'interrogazione Gagnarli ed altri n. 3-02823 (Vedi l'allegato A), di cui è cofirmatario.
GIANPAOLO CASSESE (M5S). Grazie, Presidente. Ministro, come lei sa bene, le imprese agricole e agroalimentari italiane hanno garantito il cibo per tutto il periodo pandemico, nonostante le grandi difficoltà e le preoccupazioni di molti. Al contempo, al settore primario è stato chiesto anche un grande sforzo per avviare la transizione ecologica, un percorso che - attenzione! - non va arrestato ma probabilmente, alla luce delle difficoltà odierne, va ripensato e forse anche ridiscusso. Le difficoltà nel reperimento delle materie prime, il crollo nelle importazioni dei fertilizzanti e dei concimi, l'esponenziale aumento dei costi energetici e dei carburanti stanno avendo effetti devastanti su tutto il settore agricolo e forse si peggiorerà anche attraverso le speculazioni, a danno degli stessi cittadini.
Egregio Ministro, conosciamo la sua sensibilità e la sua attenzione al tema e l'abbiamo sentito anche poco fa in Aula, ma le chiediamo nell'immediato cosa possiamo fare per migliorare l'approvvigionamento delle materie prime e quali misure più strutturali si intendono mettere in campo per aumentare l'autonomia delle imprese agricole e agroalimentari italiane.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti e mi associo al plauso ai produttori di beni primari del nostro Paese che, in un periodo così difficile, hanno saputo garantire sempre un accesso al cibo di qualità al giusto prezzo a tutti gli italiani in piena pandemia.
Credo che, per quanto riguarda gli approvvigionamenti, bisogna fare un'analisi anche puntuale della realtà dei dati e di quanto dipendiamo da alcuni mercati. L'Ucraina ha fornito il 3 per cento dell'importazione di frumento tenero e il 13 per cento del mais - sono valori che si possono reperire cambiando i mercati di approvvigionamento -, mentre la quota dell'Ungheria - la cito per una questione che ora cercherò di chiarire - è rispettivamente del 23 e del 32 per cento. Quindi, è più preoccupante l'atteggiamento iniziale che l'Ungheria ha avuto rispetto alla possibilità di bloccare le esportazioni di questi prodotti piuttosto che l'incidenza diretta delle nostre importazioni dal mercato russo e dal mercato ucraino. Lo segnalo perché - e ringrazio il Presidente Draghi di questo - attraverso un colloquio con il Presidente Orban l'Ungheria ha sbloccato l'approvvigionamento dei contratti in essere verso il nostro Paese, non riservandosi quei 30 giorni di fermo che aveva previsto. Ciò consente in questo momento di riprendere le importazioni dall'Ungheria sia di mais sia di grano tenero, dato molto importante soprattutto per la filiera zootecnica che ha diverse difficoltà di approvvigionamento.
Ribadisco, però, che sono valori che ci consentono di guardare in prospettiva verso altri mercati, in primis Francia e Germania, per quanto riguarda il settore cerealicolo, o Stati Uniti e Canada, per quanto riguarda i fertilizzanti. Siamo in contatto stretto, attraverso le diplomazie, proprio per garantire che ci sia la capacità di indirizzare verso questi Paesi le nostre esigenze di approvvigionamento ma, come giustamente sottolineava, credo che anche a livello europeo una riflessione sulla sovranità alimentare del nostro continente debba essere fatta. Non credo che si possa ragionare come singolo Stato membro proprio per evitare atteggiamenti come quelli che inizialmente sembravano esserci da parte ungherese, che per fortuna sono stati scongiurati, ma sia necessario che a livello europeo si possa garantire che le produzioni all'interno dell'Unione europea assicurino gli approvvigionamenti necessari e che non ci si debba rivolgere a Paesi terzi per garantire la possibilità ai nostri produttori di avere la materia prima.
PRESIDENTE. Il deputato Cillis ha facoltà di replicare.
LUCIANO CILLIS (M5S). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro, la ringrazio innanzitutto per avere colto l'importanza di avere una visione a 360 gradi di quelle che sono le necessità dell'agroalimentare e della pesca nazionale. La ringrazio perché nel decreto che ha appena annunciato nell'interrogazione precedente penso che, insieme al lavoro del Parlamento, avremo una visione degli obiettivi da raggiungere sia per quanto riguarda l'immediato sia per quanto riguarda il futuro. È stato importante il passaggio che lei ha fatto riguardo alla PAC: la PAC è fondamentale, deve riprendere il suo valore iniziale, quello di dare nutrimento all'intera Europa, dando così dei fondamenti di pace reali.
Non è possibile utilizzare quei fondi PAC, che danno ricchezza ai territori, danno innovazione e progresso, e poi immaginare che alcuni di questi Stati, che si sono riusciti ad evolvere e sono diventati più occidentali, pensino di poter fare a meno di tutto. Noi la supporteremo, cercheremo di darle il nostro contributo affinché quegli agricoltori e quei pescatori che hanno messo anche a repentaglio la propria vita durante una fase importante, quella del COVID, nel momento più critico, non vengano abbandonati in questo momento di difficoltà e possano produrre, a prescindere dalle difficoltà economiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
(Misure a sostegno delle aziende agroalimentari in relazione al conflitto tra Russia e Ucraina, al “caro energia” e all'aumento dei costi delle materie prime – n. 3-02824)
PRESIDENTE. La deputata Incerti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02824 (Vedi l'allegato A).
ANTONELLA INCERTI (PD). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, abbiamo apprezzato l'informativa e anche alcune misure che sta proponendo in questi giorni. Siamo in effetti di fronte a una nuova fase di crisi, perché oltre i prezzi dell'energia, noi vorremmo sottolineare, c'è anche il tema dei mangimi, come ha un po' anche già anticipato, perché c'è davvero il rischio di non poter garantire a lungo l'alimentazione del nostro bestiame. Di fronte alle difficoltà, cui lei accennava, di importazione di mais, in particolare con Ungheria e Ucraina che sono quasi il 50 per cento dei nostri fornitori, voglio anche ricordare che negli ultimi dieci anni, a causa anche dei bassi compensi, i nostri agricoltori sono stati costretti a ridurre di un terzo la produzione nazionale di mais.
Le fattorie sono oggi costrette a ridurre anche del 10 per cento le razioni di cibo a mucche, polli e maiali negli allevamenti; ne consegue, quindi, una riduzione di carne, latte e uova. Le chiediamo quali iniziative urgenti intenda prendere, anche tenuto conto che sarà necessario valutare altri canali di approvvigionamento, così come un piano di incentivi per la coltivazione di ulteriori superfici di mais.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Su alcuni passaggi relativi a come implementare le coltivazioni c'è un regime regolatorio a livello europeo che stiamo ridiscutendo, e proprio nel Consiglio di lunedì lo faremo, sulle rotazioni, sul cosiddetto set-aside, sulle aree destinate alla tutela della biodiversità. In un momento come questo credo che sia necessario aumentare la produzione e non limitarla, ed è evidente che il quadro regolatorio europeo debba essere rivisto in questo contesto emergenziale. Però credo che anche a livello nazionale si possano implementare misure di supporto, soprattutto economico, in questa fase così complicata di aumento dei costi di produzione di un settore che difficilmente vede arrivare in quel pezzo della filiera il valore aggiunto che si crea nella parte alta della filiera.
Quindi più di tutti sta pagando l'aumento dei fattori della produzione. Allora noi abbiamo proposto per il prossimo decreto alcune misure, partendo da una rinegoziazione e ristrutturazione dei debiti con garanzia pubblica, quindi attraverso la garanzia di Ismea gratuita, che deve poter prevedere una rinegoziazione di tutto il range di debito che le aziende agricole hanno. Abbiamo proposto una moratoria immediata sui mutui, abbiamo proposto una norma che porti a una decontribuzione degli oneri previdenziali, per una fase limitata nel tempo, ad alcune filiere, proprio per garantire maggiore liquidità.
Cose che abbiamo già fatto. Oggi, in Conferenza Stato-Regioni: 20 milioni di euro per la pesca sullo schema che avevamo già fatto qualche mese fa, in epoca COVID, ovviamente per le motivazioni dell'acuirsi della crisi e per le grandi difficoltà economiche della filiera della pesca. Abbiamo avuto in pubblicazione in Gazzetta Ufficiale qualche giorno fa il decreto per l'utilizzo di 1 miliardo e 200 milioni per i contratti di filiera, quindi risorse che riusciamo a garantire in tempi rapidi proprio per sostenere le difficoltà di liquidità delle imprese.
PRESIDENTE. L'onorevole Cenni ha facoltà di replicare.
SUSANNA CENNI (PD). Grazie, Presidente. La ringrazio, Ministro. Credo davvero che avere sei quesiti questo pomeriggio sullo stesso tema denoti la grande preoccupazione che c'è nel nostro Paese. Saprà anche che noi questa mattina abbiamo chiesto una sua informativa per avere un quadro generale di tutte le azioni che si stanno mettendo in campo in questo momento. Condividiamo la sua battaglia, la sua battaglia è anche la nostra, però crediamo anche che questa stagione, in cui dobbiamo lavorare per raggiungere alcuni obiettivi, come quello dell'aumento della produzione nazionale, ovviamente senza alcuna visione autarchica, ma necessaria anche per ridurre la dipendenza del sistema agricolo nazionale e alimentare dal fossile e dalle importazioni, chieda un di più, complessivamente, al nostro Governo.
Non stiamo parlando di un settore produttivo qualsiasi, uno dei tanti, ma di un sistema strategico, di un sistema produttivo strategico. Questo riconoscimento è necessario che provenga da parte di tutto il Governo, con provvedimenti e con risorse adeguate, affinché nel nostro Paese non si riapra una questione di sicurezza alimentare. Mi riferisco soprattutto alle famiglie a basso reddito che cominciano a trovare difficoltà nel comprare beni di prima necessità che hanno conosciuto un innalzamento davvero così forte dei prezzi.
È necessario che si assuma una misura per le famiglie, che sia un'operazione sull'IVA, che sia un bonus, vediamo assieme come studiarla, ma è assolutamente necessario che si lavori in prospettiva su due grandi obiettivi, il mantenimento del reddito agricolo e la sicurezza alimentare dei cittadini italiani.
Qualcuno, in questi giorni, ha ripetuto in più occasioni che guerra e fame sono fenomeni connessi e questo lo vedremo in alcune aree del mondo. Nel nostro Paese questo significa riorganizzare il nostro sistema produttivo nell'ottica necessaria dei sistemi alimentari, quindi in un'ottica più complessa; e lo si fa, partendo dal considerare il sistema agricolo e alimentare un come sistema assolutamente strategico, come è già avvenuto durante la pandemia grazie all'impegno degli agricoltori e dei pescatori di questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
(Iniziative in relazione a provvedimenti dell'Unione europea in materia di politica agricola, al fine di incrementare la produzione nazionale nell'ottica dell'autosufficienza alimentare – n. 3-02825)
PRESIDENTE. La deputata Spena ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-02825 (Vedi l'allegato A).
MARIA SPENA (FI). Grazie, Presidente. Signor Ministro, in queste settimane, oltre al conflitto tra Russia ed Ucraina, da cui importiamo fertilizzanti, grano tenero, il mais per uso zootecnico e l'80 per cento dell'olio di girasole, abbiamo assistito alla decisione di uno Stato membro, come l'Ungheria, di bloccare il 30 per cento dell'export di grano tenero, indispensabile per la nostra industria molitoria, e il 33 per cento di mais a sostegno della filiera zootecnica.
Per questo chiediamo che il Governo lavori anche in sede europea a partire dalla sospensione dell'obbligo di rotazione colturale e dell'obbligo di lasciare incolto il 10 per cento della superficie agricola utilizzata. Quindi, signor Ministro, il nostro mantra, il mantra del nostro futuro è produrre di più e importare di meno per dare la possibilità a tutti gli agricoltori di tornare a far produrre quel milione di ettari che oggi risultano incolti.
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Come detto poc'anzi, il tema del rapporto con l'Ungheria è stato sicuramente affrontato al più alto livello possibile, proprio in un colloquio che il Presidente Draghi ha avuto con il Presidente Orbán.
Le rassicurazioni - anche verificate dai fatti di queste ore - dimostrano che da parte dell'Ungheria non c'è stato questo blocco paventato e questo è sicuramente un bene anche per l'atteggiamento complessivo che gli Stati membri devono avere in un quadro europeo che deve affrontare in modo unitario questo momento di crisi. Infatti, se ciascuno pensa esclusivamente al proprio interesse, credo che ne vada dell'interesse collettivo di tutti e, quindi, a cascata, anche del nostro.
È evidente che la nuova PAC, che entrerà in vigore il 1° gennaio 2023, come dicevo, ha degli elementi di limitazione della produzione legati alla volontà di garantire un minore impatto, certamente necessario, sull'ambiente delle attività produttive legate alle produzioni agricole. Credo però che, concordando con l'interrogante, oggi invece occorra porsi il tema di come produrre di più, inquinando meno, e quindi non bloccare la possibilità di coltivazione e di produzione, ma casomai intervenire sulle dinamiche e le modalità delle produzioni.
Per questo noi chiederemo di posticipare o, quantomeno, di poter rivedere i piani strategici nazionali in questa fase esclusivamente emergenziale; sospendere quelle misure introdotte dalla PAC volte a limitare la produzione; incrementare la percentuale dei pagamenti accoppiati per le produzioni più strategiche e per le quali l'Unione europea non è autosufficiente (penso alle proteine vegetali e ai cereali); consentire l'utilizzo ai fini produttivi delle superfici lasciate a riposo e di tutti i pascoli, anche se parzialmente occupati da vegetazione arbustiva spontanea; introdurre un contributo flat ex novo per tutte le superfici agricole utilizzate, per armonizzare l'incremento dei costi di produzione; e rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile per aumentare la produttività del settore agroalimentare.
Sono proposte che sono sul tavolo della Commissione e di cui discuteremo nel Consiglio europeo di lunedì. Credo che, però, il problema sia comune e che, quindi, in modo comune riusciremo a dare una risposta.
PRESIDENTE. Il deputato Nevi ha facoltà di replicare.
RAFFAELE NEVI (FI). Grazie, signor Ministro. Forza Italia le ha rivolto questa interrogazione perché ha a cuore il futuro di milioni di agricoltori europei. Dalle sue parole traspare una presa di coscienza piena delle problematiche in campo.
La settimana prossima sarà importante per far capire all'Unione europea che è il momento di cambiare strategia rispetto a quanto abbiamo fatto fino a poco tempo fa. E allora ci permettiamo di fare alcune sottolineature in più rispetto a quello che lei ha detto in replica. Abbiamo bisogno immediatamente che si faccia un provvedimento per l'attivazione del Fondo anticrisi europeo. So che se ne sta parlando: a noi servono almeno 500 milioni di euro da mettere immediatamente a disposizione dei settori più colpiti.
Abbiamo la necessità di sbloccare subito il set-aside; abbiamo la necessità di rinviare il blocco dell'utilizzazione degli agrofarmaci, che era stato precedentemente previsto; abbiamo la necessità di stoppare qualsiasi politica protezionistica, come quella che sta venendo avanti in Europa. Insomma, signor Ministro, lei avrà Forza Italia al suo fianco, ma faccia capire bene in Europa che gli agricoltori hanno bisogno di incentivi per produrre e non per fare i giardinieri del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Forza Italia è su questa linea e su questo noi la seguiremo passo passo.
(Iniziative, anche in sede europea, volte a perseguire l'autosufficienza con riguardo agli approvvigionamenti alimentari - n. 3-02826)
PRESIDENTE. Il collega Gastaldi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Viviani ed altri n. 3-02826 (Vedi l'allegato A).
FLAVIO GASTALDI (LEGA). Grazie, Presidente. L'Italia ha una doppia sfida: la sovranità alimentare e la sovranità energetica. Potremmo partire dalla rinegoziazione della PAC, come sta facendo, per esempio, la Francia, ma dobbiamo soprattutto cambiare mentalità.
Fino a ieri c'era una battaglia contro la coltivazione estensiva di cereali, ora si chiede di coltivare anche i terreni a riposo per sopperire alla mancanza di cereali dall'Est europeo. Però vorrei anche mettere sul piatto l'emergenza idrica: nel nord-ovest, non abbiamo precipitazioni consistenti dall'8 dicembre dello scorso anno.
E vorrei fare una provocazione: è inutile aumentare i pagamenti accoppiati sulle colture strategiche, se, tra qualche settimana, ci ritroveremo a parlare di crisi idrica per mancanza di bacini utili sia a immagazzinare l'acqua necessaria alle colture, sia a produrre energia pulita e costante, senza ricorrere a riempire i terreni produttivi di pannelli fotovoltaici a terra.
La Lega da anni mette in guardia dall'ambientalismo da salotto, che condanna i nostri agricoltori e allevatori come inquinatori seriali. Oggi ci accorgiamo che non è così. A lei, Ministro, chiediamo come ci porremo in Unione europea davanti ai grandi temi strategici come PAC, Farm to Fork e Green New Deal (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.
STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Presidente, ringrazio gli onorevoli interroganti. Parto dall'ultima considerazione: come ci porremo rispetto al Green New Deal e alla strategia Farm to Fork and Biodiversity. Noi ci porremo, come abbiamo fatto fino adesso, ricordando che le attività produttive agricole hanno come obiettivo quello di produrre cibo: devono farlo cercando di limitare l'impatto sull'ambiente, devono essere messe nelle condizioni di poterlo fare, ma devono continuare a farlo. Non è pensabile che il trattore che inquina meno sia quello fermo. Ma io credo che non possa essere obiettivo, né di un Ministro delle Politiche agricole, né di un Governo e né di un Paese, quello di fermare i trattori. Bisogna mettere quei trattori in condizione di inquinare il meno possibile, con la consapevolezza che questo meno possibile non sarà mai zero. Sarà necessario garantire, però, che quel trattore possa portare il cibo sulle tavole di tutti gli italiani: credo che questa sia una posizione molto chiara e netta. Ed è proprio per questo che in questa fase - e io sono a disposizione di quest'Aula per una informativa, in qualsiasi momento voi lo desideriate, dove potremo approfondire alcuni temi e alcuni argomenti - credo che sia, in qualche modo, indispensabile che gli elementi che hanno portato a questa situazione vengano affrontati in modo strutturale, perché non succeda nuovamente, perché è necessario garantire la sovranità.
Io credo che, non a livello di singolo Stato membro, come ho detto prima, perché non si potrà mai raggiungere, ma a livello europeo sia necessario avere una sovranità alimentare, è evidente e sotto gli occhi di tutti, perché le conseguenze di questa crisi sarebbero state molto più limitate se avessimo in modo lungimirante pensato a cosa poteva succedere in casi come questo. E, invece, aver abbandonato alcune coltivazioni ed essere dipendenti da importazioni da Paesi terzi ci porta oggi in questa fase di grande difficoltà. Questo diremo in Europa lunedì e credo che su questo il Parlamento possa concordare.
PRESIDENTE. Il collega, onorevole Viviani, ha facoltà di replicare.
LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Presidente. Naturalmente, Ministro, non possiamo che essere contenti delle sue parole. Sono le cose che abbiamo sostenuto anche noi in queste settimane, ma, mi faccia dire, che abbiamo sostenuto da anni. Da anni denunciavamo che le politiche e le strategie messe in campo a livello europeo, dal Farm to Fork al Green Deal, erano strategie che non prendevano in considerazione il produttore, partivano dall'ottica e venivano declinate sulla PAC, perdendo di vista il fatto che gli agricoltori dovevano produrre, e produrre cibo per gli europei e anche per l'esportazione delle nostre eccellenze.
Ecco il grave errore e il bagno di umiltà che deve fare l'Europa in questo momento. La follia della guerra ci ha ricordato e ci fa capire quanto sia importante la sovranità alimentare del nostro continente. Sono d'accordo con lei, ci vuole un mutualismo anche a livello europeo, non si può produrre tutto dappertutto e bisogna avere una strategia interna che possa garantire una sussistenza alimentare ai nostri concittadini.
Il caro energia ha messo in ginocchio molte imprese. Come sa bene, i pescatori si sono fermati per ben una settimana, la scorsa settimana. Bene i 20 milioni di euro, ma è un primo intervento e deve essere anche più puntuale nella forma. Ricordiamoci sempre, Ministro - e questo glielo ricordo come elemento da portare, magari, in Europa, a Bruxelles, la prossima settimana - che gli agricoltori, i pescatori e gli allevatori sono quelli che, per primi, hanno alzato la mano e hanno messo in questione e in discussione le politiche europee.
Ecco, ripartiamo dal primario, ripartiamo da chi lavora la terra e lavora al mare. Portiamo le loro istanze perché può essere veramente una svolta per il nostro continente, ripartendo proprio da quelli che avevano alzato per primi la manina, protestando contro i regolamenti, molte volte insensati, che arrivano da Bruxelles (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16.
La seduta, sospesa alle 15,55, è ripresa alle 16.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascari, Brescia, Butti, Casa, Comaroli, Covolo, Davide Crippa, D'Uva, Delmastro Delle Vedove, Fassino, Frusone, Gebhard, Giachetti, Lapia, Liuni, Magi, Mugnai, Mule', Parolo, Rizzo, Romaniello, Stumpo, Tasso e Trancassini sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente 115, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Informativa urgente del Governo sugli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sugli ultimi sviluppi del conflitto tra Russia e Ucraina.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo, interverranno i rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, con un tempo di 7 minuti per gruppo e di 10 minuti per il gruppo di Fratelli d'Italia. Un tempo specifico è attribuito al gruppo Misto; alle componenti politiche di opposizione è stato attribuito un tempo aggiuntivo.
(Intervento del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio. Prego.
LUIGI DI MAIO, Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. Grazie, signor Presidente. Deputate e deputati, sono trascorse tre settimane dall'avvio di quella che Mosca continua a definire un'operazione militare speciale lanciata contro l'Ucraina nella notte del 24 febbraio. In realtà, si tratta di una guerra di aggressione non provocata, ingiustificabile e contraria alle più elementari norme del diritto internazionale, una guerra che sta provocando la più grave catastrofe umanitaria in Europa dal secondo dopoguerra ad oggi.
Le Nazioni Unite confermano che quasi 700 ucraini inermi di qualunque età, persino alcuni neonati, hanno perso la vita, per lo più in vigliacchi e insensati attacchi missilistici, aerei e di artiglieria, che hanno preso di mira i principali centri urbani dell'Ucraina, in alcuni casi, addirittura, mentre la popolazione fuggiva, convinta di poter contare su una finestra di tregua umanitaria per evacuare. È verosimile che i numeri effettivi siano molto più elevati.
Immagini sconvolgenti continuano ad arrivare da città come Irpin e Mariupol: genitori disperati che portano in braccio i propri figli colpiti dagli attacchi verso ospedali ormai fuori servizio, senza luce né acqua. In gioco non ci sono solo i loro destini, ma la libertà e i diritti di tutti noi.
L'offensiva russa prosegue senza sosta e senza alcun rispetto per le norme di diritto internazionale umanitario che proteggono i civili, a cominciare da bambini, donne, persone con disabilità, anziani, malati. Gli ospedali, gli asili, le scuole e le altre infrastrutture civili sono oggetto della furia dell'attacco, che punta, con ogni evidenza, a far cadere le città che resistono. Le Nazioni Unite hanno, inoltre, ricevuto rapporti attendibili sull'uso di munizioni a grappolo da parte delle forze russe, anche nelle aree popolate. Condanniamo fermamente l'uso di queste armi odiose, bandite a livello internazionale: colpiscono indiscriminatamente anche la popolazione civile.
Le truppe russe assediano città come Kharkiv, Mariupol, Kherson, Odessa e Sumy su tre lati dei confini dell'Ucraina, un'operazione concentrica che converge verso la capitale Kiev, le cui condizioni appaiono ormai disperate. I bombardamenti si sono ormai estesi anche alle città dell'Ucraina occidentale, a Leopoli, dove opera la nostra ambasciata, e a Ivano-Frankivsk, zone a pochi chilometri dal confine polacco, vale a dire a pochi chilometri dal confine dell'Unione europea e della NATO.
L'Italia e tutta la comunità euro-atlantica si stanno mostrando più compatte e determinate che mai nel sostegno all'Ucraina, alla sua popolazione e alla sua resistenza verso l'aggressore russo. Stiamo imponendo quei costi pesantissimi che Mosca sapeva avrebbe patito, se avesse imboccato questa strada insensata e assurda. Non manchiamo occasione per richiamare con la più assoluta fermezza la Russia alla cessazione immediata di ogni attacco, anzitutto quelli che hanno interessato centrali nucleari.
Condanniamo con veemenza ogni ulteriore violazione di obblighi internazionali in materia di sicurezza nucleare e siamo preoccupati per i potenziali danni a qualsiasi impianto nucleare. Le conseguenze per la salute umana e l'ambiente sarebbero catastrofiche ed è per questo che continuiamo a seguire la situazione con la massima attenzione, in stretto coordinamento con i nostri partner e con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica. Sosteniamo con forza l'azione dell'Agenzia e del suo direttore generale per fornire ogni possibile sostegno alle competenti autorità ucraine e, in particolare, per l'attuazione di specifiche misure volte ad assicurare la sicurezza degli impianti.
I profughi fuori dal Paese sono ormai 3 milioni. È un'ondata imponente e repentina e potrebbe raggiungere in poco tempo la cifra impressionante di 5 milioni di rifugiati. Di fronte a questa crisi umanitaria nel cuore dell'Europa, la Farnesina ha attivato fin dal 1° marzo un tavolo di coordinamento permanente per i profughi in arrivo dall'Ucraina, coinvolgendo tutte le amministrazioni nazionali competenti, la Commissione nazionale per il diritto d'asilo, l'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e l'Organizzazione internazionale per le migrazioni. Siamo pronti a contribuire all'impegno internazionale per assistere l'Ucraina e i Paesi limitrofi a fronteggiare il flusso massiccio di profughi; non faremo mancare il nostro apporto. La cooperazione italiana si è attivata immediatamente per prestare assistenza alle persone più vulnerabili rimaste in Ucraina. Oltre ai 110 milioni, come sostegno generale al bilancio dello Stato ucraino, e al milione di euro devoluto al Comitato internazionale della Croce rossa a poche ore dall'inizio delle operazioni militari russe, sono stati deliberati contributi per 25 milioni di euro, in risposta agli appelli presentati dalle Nazioni Unite e dal Movimento internazionale della Croce rossa. Questo pacchetto di misure, oggetto di una riunione di coordinamento con la società civile presieduta dalla Vice Ministra Sereni, contribuirà ad alleviare le sofferenze dei milioni di ucraini in difficoltà all'interno del Paese e nei Paesi confinanti. Insieme all'Alto commissariato per i rifugiati e in coordinamento con la Ministra Bonetti, assicuriamo protezione agli ucraini in fuga, in particolare per la registrazione dei minori, la tutela dei minori non accompagnati e il monitoraggio sui rischi di abuso e tratta. Come annunciato nella mia visita terminata ieri, in Romania e Moldova, che è stata anche l'occasione per esprimere solidarietà concreta per lo sforzo di accoglienza dei profughi, abbiamo adottato un ulteriore intervento da 10 milioni di euro, tramite il Fondo migrazioni e in collaborazione con l'Alto commissariato ONU per i rifugiati, focalizzato sulle esigenze dei minori e sulla protezione dei più fragili tra i molti rifugiati in Moldova. Assistenza diretta ai rifugiati, sistema nazionale di asilo, formazione degli operatori locali e capacità di assistenza e registrazione alle frontiere beneficeranno, grazie al nostro contributo, di un ulteriore rafforzamento. Si tratta di una prima attuazione concreta della dichiarazione congiunta, che ho firmato con il Ministro degli Affari Esteri moldavo Popescu ieri, impegnandoci, come Italia, a sostenere il Paese nell'accoglienza ai rifugiati ucraini. Ai contributi finanziari vanno ad aggiungersi le donazioni di beni, aiuto prezioso caratterizzato da operazioni logistiche molto complesse. Abbiamo fornito alla Croce Rossa Italiana quasi 5 tonnellate di kit sanitari, poi consegnati alla consorella Ucraina. Il 7 marzo abbiamo spedito alla base di pronto intervento umanitario delle Nazioni Unite di Brindisi un carico di circa 20 tonnellate di materiali umanitari, che comprendono dai beni di prima accoglienza ai kit igienico-sanitari. Tutto questo materiale confluisce in un centro di raccolta in Polonia, nel quadro del meccanismo europeo di protezione civile. Nell'ambito dello stesso meccanismo abbiamo, inoltre, spedito ulteriori 20 tonnellate di beni umanitari di diverso genere verso la Moldova, a beneficio dell'accoglienza dei rifugiati ucraini. Per far fronte a una crisi di queste dimensioni e nel cuore del nostro continente, non possiamo prescindere da un convinto approccio europeo, a cominciare dagli aiuti più immediati.
La gravità della situazione ha condotto gli Stati membri dell'Unione europea alla storica decisione di attivare, per la prima volta dalla sua approvazione nel 2001, il meccanismo previsto dalla direttiva sulla protezione temporanea. Proseguiamo, inoltre, con il rafforzamento del sostegno all'Ucraina in ogni settore, non solo in ambito umanitario e finanziario, ma anche per la sua resilienza e la sua difesa. L'Italia sta facendo il possibile. I due decreti-legge del 25 e del 28 febbraio, ora all'esame di quest'Aula per la conversione, danno concreta testimonianza del nostro appoggio all'Ucraina e al suo popolo. Oltre ad autorizzare la cessione alle autorità ucraine di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari, i decreti-legge prendono prime misure per l'afflusso di profughi e per sostenere studenti, ricercatori e docenti ucraini in Italia, così come pongono le prime basi per far fronte a possibili carenze nella fornitura di gas. Su questo aspetto tornerò nella parte finale del mio intervento.
Il rafforzamento della sicurezza dei connazionali e delle sedi diplomatiche e del nostro personale è un altro obiettivo prioritario dei decreti. Ai 10 milioni di euro di stanziamenti aggiuntivi, si aggiunge 1 milione di euro, cifra raddoppiata grazie all'approvazione di un emendamento in Commissione, per l'invio di militari dell'Arma dei carabinieri, a tutela degli uffici all'estero maggiormente esposti. Vengono inoltre facilitate le procedure di assistenza ai cittadini italiani all'estero anche attraverso l'uso di applicativi informatici. Grazie all'incremento previsto in sede emendativa sono ora stanziati 1,6 milioni di euro per il potenziamento dell'unità di crisi della Farnesina, operativa h24 per aiutare i nostri connazionali presenti in Ucraina. Dei 2.000 connazionali inizialmente nel Paese, restano oggi 346 i cittadini italiani, che sono un'assoluta priorità. Restiamo in contatto con tutti coloro che hanno chiesto assistenza e chiedono di lasciare l'Ucraina in sicurezza. Stiamo lavorando con gli attori internazionali, a partire dalle Nazioni Unite e dalla Croce rossa, per l'apertura di corridoi umanitari localizzati, che consentano l'uscita in sicurezza della popolazione civile.
Sul piano diplomatico, l'ampiezza del gruppo di Paesi che ha espresso una chiara condanna delle azioni di Mosca è dimostrata dalla risoluzione dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, da noi con-sponsorizzata, approvata il 2 marzo con una maggioranza di 141 voti. La condanna di ciò che sta avvenendo in Ucraina è stata dunque larghissima. Anche l'Italia ha fatto la sua parte, esercitando la pressione dovuta sui nostri partner affinché la sostenessero. È molto indicativo che persino Paesi come Cuba e Cina, tradizionalmente vicini alla Russia nei fora internazionali, non si siano schierati con Mosca, astenendosi.
L'Italia ha aderito convintamente all'iniziativa di deferire la situazione in Ucraina al procuratore della Corte penale internazionale. Oltre al suo evidente significato politico, questo passo ha anche l'importante effetto pratico di accelerare il procedimento.
Sul piano politico si tratta di un ulteriore segnale del fermo impegno della comunità internazionale per riaffermare, a fronte dell'uso spregiudicato della forza a cui stiamo assistendo, i principi del diritto internazionale ed è coerente con il tradizionale sostegno dell'Italia alla Corte e allo statuto di Roma. La Corte internazionale di giustizia dell'ONU, inoltre, si pronuncerà oggi, proprio in queste ore, sulla richiesta urgente dell'Ucraina affinché la Russia fermi immediatamente l'invasione. L'Ucraina accusa la Russia di cercare illegalmente di giustificare la sua guerra, attribuendo falsamente a Kiev un genocidio nella regione del Donbass. Per questo Kiev ha chiesto che la Corte prenda misure urgenti e ordini alla Russia di sospendere immediatamente le operazioni militari.
In qualità di Presidenza del Comitato dei Ministri del Consiglio d'Europa, l'Italia ha sostenuto la decisione rapida e risoluta di sospendere la Federazione russa, a cui ha fatto seguito ieri il ritiro russo dall'organizzazione, ad ulteriore riprova dell'isolamento in cui si sta spingendo Mosca. Nel frattempo, iniziative tese a isolare la Russia e a condannarne l'azione stanno prendendo piede in molte altre organizzazioni internazionali, unite all'attivazione del meccanismo OSCE sulla dimensione umana. Con questo meccanismo abbiamo dato mandato, a una missione di esperti indipendenti, di raccogliere informazioni e prove su violazioni e abusi commessi nell'ambito delle operazioni belliche.
Anche il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, dopo aver dedicato alla situazione un dibattito urgente, ha adottato una risoluzione, presentata dall'Ucraina, che condanna l'invasione russa e prevede l'istituzione di una commissione internazionale d'inchiesta sulle violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale umanitario perpetrate nel Paese. La risoluzione co-sponsorizzata dall'Italia è stata adottata con una maggioranza davvero molto ampia: 32 voti favorevoli.
Questi passi dimostrano uno sforzo diplomatico a tutto campo che non può prescindere dai fora multilaterali. Non possiamo permetterci di perdere la fiducia nella diplomazia come unica via d'uscita alternativa a uno scontro militare frontale con la Russia, che porterebbe a un annientamento reciproco e catastrofico.
Anche sul piano bilaterale, l'Italia continua a fare tutto il possibile per trovare una soluzione pacifica al conflitto. Nell'ultimo periodo, il Presidente Draghi ha sentito più volte il Presidente Zelensky, per rinnovare il nostro completo sostegno all'Ucraina. Io stesso mi tengo personalmente in costante contatto con il Ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba.
Il 4 marzo, ho preso parte a un Consiglio affari esteri dell'Unione Europea straordinario, la Ministeriale NATO e la Ministeriale G7, per ribadire i capisaldi della nostra posizione e il fronte unico di condanna e di reazione a Mosca. Nei giorni scorsi, ho poi svolto una fitta serie di colloqui telefonici con il Segretario generale delle Nazioni Unite, Guterres, il Ministro degli Esteri israeliano Lapid, quello cinese Wang Yi, e quello indiano Jaishankar, per promuovere possibili azioni a favore di una mediazione internazionale ed evidenziare la disponibilità dell'Italia a sostenere concretamente ogni passo o sforzo per facilitare il raggiungimento di una soluzione politica duratura e sostenibile tra le parti.
È fondamentale coinvolgere i grandi attori geopolitici in una crisi che può minacciare la sicurezza globale; ne sono testimonianza i colloqui tra il consigliere per la sicurezza nazionale del Presidente Biden e il responsabile per la politica estera del Partito Comunista Cinese qui a Roma. Il nostro obiettivo è quello di aiutare le parti negli sforzi a favore di un dialogo che vede lo stato dei negoziati in una fase estremamente complessa.
Mentre proseguono i round negoziali, l'esercito russo continua a colpire le città ucraine, causando la morte anche di decine di civili. Come discusso con il mio omologo turco, Çavuşoğlu, nella visita ad Antalya di pochi giorni fa, il colloquio tra i Ministri Lavrov e Kuleba non ha visto avanzamenti sotto il profilo sostanziale, ma ha anche confermato spiragli di trattativa, come testimoniato dal canale parallelo del quarto round di negoziati tra Kiev e Mosca in videoconferenza, iniziato il 14 marzo e tuttora aperto, e dalla missione dello stesso Ministro degli Esteri di Ankara in Russia, oggi, e in Ucraina, nei prossimi giorni. Lo stesso Presidente Zelensky in questi giorni ha lanciato chiari segnali di apertura al dialogo; spetta adesso a Putin dimostrare che vuole davvero raggiungere un accordo.
Ad Antalya, mi sono inoltre confrontato sui vari aspetti della crisi con il Segretario generale della NATO, Stoltenberg, con l'Alto Commissario per i rifugiati, Filippo Grandi, e con il presidente del Comitato internazionale della Croce Rossa, Maurer. Ci uniamo all'impegno dei nostri partner, a partire da quello del Presidente Macron, anche in qualità di Presidente di turno del Consiglio dell'Unione europea.
Il vertice di Versailles del 10 e 11 marzo ha rappresentato un momento di forte unità europea. La dichiarazione adottata ribadisce la condanna all'aggressione russa e il sostegno europeo alla sovranità e all'integrità territoriale dell'Ucraina. Inoltre, essa affronta la richiesta di adesione dell'Ucraina di cui abbiamo iniziato a discutere, così come di quelle presentate da Moldova e Georgia. La richiesta ucraina era già stata evocata nel corso dell'ultimo Consiglio affari esteri; consideriamo le aspirazioni di Kiev come assolutamente legittime e meritevoli di essere considerate, sempre in linea ovviamente con gli standard delle procedure definite dal diritto dell'Unione.
Nel frattempo, stiamo dimostrando concretamente il sostegno europeo all'Ucraina, con l'approvazione di misure di assistenza a valere sullo strumento europeo per la pace, per la fornitura a Kiev di equipaggiamenti letali e non letali del valore di 500 milioni di euro. Aiutare chi è vittima di aggressioni a difendersi con maggiore efficacia rispetto agli attacchi indiscriminati dell'aggressore non è solo un obbligo morale, ma consente anche di dare possibilità di un negoziato meno squilibrato tra le parti, che altrimenti si tradurrebbe in una mera capitolazione.
Anche in ambito G7 non abbiamo fatto mancare il nostro convinto sostegno all'Ucraina, con la pubblicazione da ultimo di una dichiarazione dei Ministri degli affari esteri al termine dell'incontro ministeriale tenutosi a Bruxelles il 4 marzo, seguita dall'ultima articolata e ferma dichiarazione dei leader pubblicata l'11 marzo. Incontrerò nuovamente domani, in formato virtuale, i miei omologhi del G7 per discutere degli ultimi sviluppi del conflitto. Lunedì prossimo ci riuniremo nuovamente con tutti i Ministri degli esteri dell'Unione europea per coordinare ulteriormente le nostre posizioni.
Sempre per la settimana prossima è atteso un vertice NATO alla presenza del Presidente Biden. La Farnesina partecipa, inoltre, a cadenza pressoché quotidiana, alle consultazioni intra-alleate con i nostri principali partner nel formato Quint e nel formato G7.
Sul piano politico militare, l'Alleanza atlantica ha adottato, con il costante contributo dell'Italia, decisioni tempestive, adeguate ed equilibrate per le quali sono in costante contatto con il Ministro Guerini. Esse sono state volte a esercitare deterrenza nei confronti di Mosca e a garantire la sicurezza dei Paesi dell'Alleanza. L'ho sottolineato, da ultimo, nel corso della visita in Romania, Paese in cui abbiamo rafforzato la presenza militare italiana in ambito NATO. Abbiamo, al tempo stesso, evitato spirali di confronto e prevenuto il rischio di errori di calcolo da parte russa, dalle conseguenze potenzialmente devastanti.
L'elemento di forza più importante dell'Alleanza in questa drammatica crisi è la sua grande compattezza politica. Chi sperava di dividerci è rimasto deluso; una compattezza ribadita in occasione dell'ultima riunione dei Ministri degli Esteri del 4 marzo, significativamente allargata dall'Unione europea a Svezia e Finlandia e seguita lo stesso giorno da vertici dei Ministri degli Esteri del G7 e dell'Unione.
Per comprendere il profondo spirito di mutua collaborazione, la riunione europea ha aperto le porte a Stati Uniti, Canada, Regno Unito e al Segretario generale della NATO. In occasione della Ministeriale NATO, ho ribadito che l'Alleanza atlantica non è parte del conflitto e non cerca lo scontro militare con la Russia. L'Italia ha più volte ribadito la posizione espressa anche dal Segretario generale Stoltenberg circa l'impossibilità per la NATO di istituire una no-fly zone sui cieli ucraini, misura che costituirebbe un intervento diretto dell'Alleanza nel conflitto, con tutte le conseguenze che ciò comporterebbe.
La nostra linea d'azione continua a fondarsi su fermezza e disponibilità al dialogo e al negoziato. Per essere efficace, il negoziato deve poggiare su basi e argomenti forti, tali da mostrare chiaramente a Mosca che non troverà una comunità euroatlantica disposta a compromessi su valori e principi fondamentali, quali democrazia, libertà e Stato di diritto. Ciò si traduce in un pesante impianto sanzionatorio, adottato insieme ai nostri alleati e giunto al quarto pacchetto di misure individuali e settoriali. Quest'ultimo comprende misure economiche settoriali come ulteriori restrizioni alle esportazioni di prodotti dual use, esclusione di deroghe per il trasferimento di beni e tecnologie del settore dell'energia che contribuiscono al rafforzamento militare e tecnologico o allo sviluppo del settore della difesa e della sicurezza russa, ulteriori restrizioni per beni utilizzabili per l'esplorazione di giacimenti e l'estrazione di gas e petrolio, restrizioni nel settore dell'accesso al credito, provvedimenti nel settore delle materie prime e dei prodotti di lusso, divieto di transazioni con persone giuridiche partecipate da Governo, Banca centrale o alcune società russe, ulteriori designazioni individuali di identità.
Nel complesso, tra le iniziative principali dell'intero pacchetto sanzionatorio figurano l'esclusione di sette importanti banche russe dal circuito SWIFT, il blocco delle riserve estere della Banca centrale russa e la chiusura dello spazio aereo.
Ricordo anche che, per colpire la propaganda del Cremlino, Russia Today e Sputnik sono stati banditi dalle trasmissioni nell'Unione europea.
Proprio per la loro gravità, le sanzioni stanno producendo effetti: la Borsa di Mosca è chiusa da tre settimane;, il rublo si è fortemente svalutato e l'inflazione è aumentata del 2 per cento in poche settimane. Di fatto, Putin sta portando al collasso economico la Russia. Se Mosca non dovesse rivedere la sua condotta inaccettabile, ovviamente, inaspriremo ulteriormente le sanzioni. Le nostre autorità stanno congelando i beni e i fondi detenuti dagli oligarchi e dalla cerchia ristretta del Cremlino. Abbiamo sostenuto l'istituzione di una task force dedicata della Commissione europea per condividere informazioni e definire modalità comuni che aumentino l'incisività d'azione nei confronti di questi patrimoni. L'Unione europea è pronta ad affrontare l'impatto economico delle sanzioni e siamo aperti a tutte le proposte di nuove misure della Commissione europea, tra cui la possibilità di revocare il trattamento di nazione più favorita alla Russia in ambito Organizzazione mondiale del commercio e la sospensione del processo di adesione all'organizzazione da parte di Minsk. Non cederemo a ricatti sull'energia.
Siamo ben consapevoli degli effetti del conflitto russo-ucraino sull'attività delle nostre imprese nelle aree interessate dalle ostilità e sull'intero sistema economico. Per questo, abbiamo istituito un'unità di crisi coordinata dalla Farnesina, in cui abbiamo coinvolto i Ministeri di Sviluppo economico, Economia e finanze, Infrastrutture, Politiche agricole e Transizione ecologica, oltre al Dipartimento per le politiche europee, ICE, Simest e SACE. Compito di questa unità di crisi è quello di monitorare la situazione delle nostre imprese nelle aree interessate dal conflitto, fornire loro informazioni in merito alle limitazioni agli scambi determinate dall'impianto sanzionatorio e dalle decisioni adottate da parte russa e predisporre possibili misure di sostegno, incluse iniziative promozionali straordinarie, per dare a queste imprese mercati alternativi.
Allo stesso tempo, oltre a valutare la possibilità di utilizzare il Fondo 394/81 per ristori una tantum che possano mitigare l'impennata dei costi dell'energia per le aziende esportatrici, siamo pronti a garantire finanziamenti a tasso agevolato e con quote di fondo perduto a valere sul Fondo 394 per sostenere la patrimonializzazione delle nostre imprese destinate a subire perdite a causa del conflitto. Vogliamo così assicurare loro la liquidità necessaria per esplorare mercati alternativi. Si tratta di misure frutto di interventi emendativi ai decreti-legge Ucraina e della stessa collaborazione tra Governo e Parlamento a favore di imprese che esportano o hanno filiali e partecipate in Ucraina, Federazione russa o Bielorussia.
Il dialogo con Bruxelles per verificare la possibilità di un allentamento della normativa europea sugli aiuti di Stato volta a mitigare le conseguenze del conflitto, analogo al sistema del Temporary Framework adottato per far fronte alla pandemia, rappresenta un altro aspetto del nostro sforzo a tutela delle nostre imprese. Lo stesso vale per le modifiche alla salvaguardia sull'acciaio, ora all'esame della Commissione europea, per supplire alla carenza di prodotti siderurgici provenienti da Russia e Bielorussia.
Per i settori particolarmente rilevanti del nostro export in Russia, tra cui i prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori, macchinari e prodotti alimentari, stiamo lavorando per aumentare il numero delle iniziative promozionali a cura di ICE e delle attività di promozione integrata a cura delle reti di ambasciate e consolati in mercati alternativi di sbocco per le nostre esportazioni.
In questi momenti drammatici anche la diplomazia energetica mostra tutta la sua centralità. L'aggressione di Mosca all'Ucraina ha dimostrato e ha ricordato a tutti la fragilità derivante dalla nostra eccessiva dipendenza dal gas russo. Ci siamo mossi su più fronti per diversificare le nostre fonti, prevenire ulteriori tensioni sui mercati globali dell'energia e rinforzare le collaborazioni con partner strategici nel Mediterraneo e non solo. Siamo costantemente impegnati per aumentare le forniture di gas dalle rotte esistenti dove c'è capacità inutilizzata. Proprio per questo sono stato in visita, nei giorni scorsi, in Algeria e in Qatar e, sabato e domenica, in Congo e in Angola. Tutti questi Paesi ci hanno confermato l'intenzione di accrescere le nostre partnership energetiche. Ringrazio l'amministratore delegato di ENI Descalzi che mi ha accompagnato in queste missioni, mettendo a disposizione del Paese soluzioni pratiche e immediate. Restiamo ovviamente in stretto coordinamento con tutti gli altri stakeholder del comparto energetico, lavorando con tutti i Ministeri interessati.
Ho discusso di sicurezza energetica anche in Moldova e Romania. L'Italia e l'Europa garantiscono una solidarietà e un appoggio dimostrato dagli sforzi in corso per la sincronizzazione delle reti elettriche moldave e ucraine a quella dell'Unione europea. Sono in preparazione altre missioni per ridurre, nel più breve tempo possibile, la nostra dipendenza energetica dalla Russia. Abbiamo definito un piano italiano di sicurezza energetica per tutelare i nostri cittadini e le nostre imprese e per questo continuiamo a collaborare con i partner dell'Unione europea e con i membri dell'Agenzia internazionale dell'energia. In Europa, grazie al lavoro portato avanti insieme al Ministro della Transizione ecologica Cingolani, trova sempre più consenso la nostra proposta di meccanismi di solidarietà per il gas naturale.
Continueremo a lavorare per salvaguardare famiglie e imprese dall'impatto del caro energia, possibilmente attraverso un tetto ai prezzi di acquisto del gas, per svincolare la bolletta elettrica da questo costo. Va, in questo senso, anche la decisione del Consiglio europeo di Versailles, da noi sostenuta, di dare mandato alla Commissione europea per adottare, entro fine maggio, il piano per ridurre la dipendenza energetica dalla Russia, il cosiddetto RePower EU. Un appuntamento importante per la definizione di una politica energetica europea capace di far fronte alle nuove sfide sarà il prossimo Consiglio europeo del 24 e 25 marzo.
A tale proposito, venerdì 18 marzo il Presidente Draghi ospiterà a Roma un vertice con gli omologhi di Spagna, Grecia e Portogallo, per consolidare il consenso dei Paesi mediterranei dell'Unione europea anche sul fronte energetico e per promuovere diversificazione e price cutting.
Insieme ai membri dell'Agenzia internazionale dell'energia abbiamo inoltre deciso di rilasciare 60 milioni di barili di petrolio dalle scorte complessive, allo scopo di calmierare i prezzi già alti del greggio. L'obiettivo ultimo è quello di evitare ulteriori sacrifici nella bolletta energetica di famiglie e imprese. Non possiamo dimenticare che la Russia è il terzo produttore di petrolio al mondo dopo Stati Uniti e Arabia Saudita, oltre che il secondo maggiore esportatore, dopo l'Arabia Saudita. Acquista, per questo, ancora maggior peso la decisione dell'Agenzia internazionale dell'energia di sospendere lo status di osservatore della Russia e le collaborazioni tecnologiche con Mosca.
Resta inteso che la transizione verde è l'unica reale soluzione per la sicurezza e la libertà del nostro Paese dai condizionamenti derivanti dall'altissima dipendenza dall'estero e dalle fonti fossili. Stiamo per questo discutendo con i partner della sponda Sud del Mediterraneo collaborazioni sullo sviluppo delle fonti rinnovabili e dell'idrogeno verde. Alimentare queste collaborazioni è un investimento sulla stabilità e sulla prosperità dei nostri partner mediterranei, che, ancor più che di gas e di petrolio, hanno bisogno di risorse naturali inesauribili per la produzione rinnovabile, per la quale necessitano delle competenze, della tecnologia e degli investimenti italiani.
In conclusione, le poche note di speranza non possono arrivare solo da queste ultime considerazioni sulla politica energetica. Dobbiamo ricordarci che questa drammatica crisi origina dalla grave violazione di diritti degli individui, anzitutto, e poi degli Stati. È, quindi, sulla protezione e promozione dello Stato di diritto che dobbiamo concentrarci e compiere ogni sforzo.
Nonostante una sempre più stringente compressione della libertà di stampa, la dispersione forzata delle manifestazioni pacifiche, il blocco di numerosi siti web e social media e gli arresti di migliaia di persone, le voci di protesta contro il conflitto si moltiplicano anche in Russia. Emblematico il gesto coraggioso di Marina, la giornalista che ha lanciato il suo “no” alla guerra in diretta TV (Applausi), consapevole delle conseguenze. Un gesto che conferma che questa non è una guerra del popolo russo, al quale l'Italia resta vicina, che soffre anch'esso per una scelta scellerata.
La presenza del Presidente Biden e del Segretario di Stato Blinken in Europa la settimana prossima, per partecipare al Consiglio europeo e al vertice NATO, sarà un'occasione per rafforzare ancora di più la determinazione europea e occidentale a mettere Putin di fronte all'alternativa se continuare l'aggressione e isolare sempre di più la Russia dal mondo oppure scegliere la via del negoziato diplomatico. Sarà un importante appuntamento per confermare l'assoluta unità del fronte transatlantico a difesa della sicurezza e della pace in Europa e per tutti noi.
Nelle guerre non ci sono popoli vincitori e popoli vinti, ma solo persone accomunate dalla sofferenza. Anche per questo il Governo italiano non si stancherà mai di lavorare per la pace. Dialoghiamo con tutti e continueremo a insistere con forza sul canale della diplomazia, affinché le autorità russe si siedano al tavolo del negoziato con la comunità internazionale. Dobbiamo continuare a crederci anche in queste ore, le più buie, nella ferma convinzione che non esistono alternative alla soluzione diplomatica.
Sebbene i tempi della diplomazia siano più lunghi rispetto a quelli delle bombe, che continuano ad esplodere anche mentre parlo, non esiste un'altra via d'uscita possibile dalla guerra (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier, Partito Democratico, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Italia Viva, Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Buffagni. Ne ha facoltà.
STEFANO BUFFAGNI (M5S). Grazie Presidente e grazie Ministro. Credo che il resoconto di guerra che ci ha appena esposto faccia venire i brividi a ciascuno di noi presente in quest'Aula. È il classico resoconto che non avremmo mai voluto sentire e che abbiamo sempre immaginato lontano e distante da noi. Invece, la storia ce lo sta mettendo alle porte dell'Europa e, anzi, forse è già entrato, perché tutto quello che sta succedendo impatta direttamente sulle nostre vite.
Credo che le immagini a cui assistiamo quotidianamente siano strazianti e debbano farci riflettere su quali siano le misure da mettere in campo per rispondere e per raggiungere la pace. Lei ha detto, giustamente, che la pace è l'obiettivo che dobbiamo avere come Italia, ma dobbiamo averlo anche come Europa, e riteniamo sia fondamentale nel rispetto dei nostri valori, della nostra storia, dei nostri figli e dei nostri nipoti, perché credo che i civili che stanno perdendo tutto, quelle povere persone che vivono sotto le bombe in Ucraina o quelle che sono partite, che hanno lasciato tutto quello che avevano solo per difendere la loro vita e la speranza di un futuro, meritino il nostro supporto, il nostro aiuto e la nostra unione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Lei ha parlato di più di 5 milioni di ucraini che potenzialmente l'Europa dovrà accogliere. Credo che l'Europa dovrà dare ampia dimostrazione di porte aperte, dovrà dare grande e ampia dimostrazione di unità, senza differenze, perché anche il Paese più distante dai confini dell'Ucraina deve sentirsi responsabile di quello che sta succedendo, perché siamo tutti unitamente esposti a questi rischi.
Ritengo che serva un grande sforzo di solidarietà e un grande sforzo di umanità. Ripeto, Ministro, credo che l'immagine di chi ha lavorato una vita e si vede distrutto tutto, resta inerme e parte, lasciando casa sua, andando in Paesi stranieri, dove magari non conosce nemmeno minimamente la lingua, sia un qualcosa che ricorda il secolo scorso, e ci impone un grande senso di responsabilità nei confronti di quelle persone e dell'accoglienza, che secondo noi è centrale.
Però, al contempo, lei ha citato giustamente l'esigenza di mantenere la priorità, che credo sia la priorità dell'Italia e dell'Europa, sui negoziati, sulla diplomazia, e credo che serva continuare il dialogo. Lei questo lo ha detto e credo che sia consapevole che questo Parlamento - entrambi i rami, direi - sia assolutamente a supporto di questo tipo di percorso, senza divisioni, nonostante gli esperti da divano o da salotto che forse speculano un po', cercando di massimizzare un consenso di breve durata, e per i quali bisognerà pagare un conto alla storia per qualsiasi cosa succederà nei confronti dei nostri figli.
Credo che il dialogo per garantire la sicurezza dell'Europa sia prioritario, e lei ha giustamente fatto riferimento all'importanza di non sostenere rischi - lei ha citato la no-fly zone - che potrebbero esporre la NATO a quella che sarebbe una catastrofe; una catastrofe umana e sociale, come un rischio potenziale di terza guerra mondiale, che credo vada assolutamente scongiurato da parte di ciascuno di noi e da parte di qualsiasi Governo all'interno dell'Europa.
Credo però, al contempo, che sia anche in gioco la nostra credibilità, come Italia e come Europa. È evidente che le sanzioni impattano in maniera differente sui diversi Stati: credo che questo sia nelle corde dell'Italia e ne siamo consapevoli. Ma ritengo sia importante che ne sia consapevole l'intera Europa, e anzi, mi conceda, l'intera Alleanza atlantica, perché crediamo che sia determinante che il percorso sanzionatorio che è stato iniziato - che è una misura, è un'arma moderna, me lo conceda, fondamentale, è l'unica arma che possiamo usare - debba generare spaccature in Russia. Lei giustamente ha ribadito come noi siamo amici del popolo russo e non di chi invece persegue la guerra, ma dobbiamo essere consapevoli, e questo va ribadito a tutti i livelli in Europa, che dobbiamo evitare le spaccature qui; qui, in Europa, ci deve essere un supporto solidaristico per garantire risposte adeguate per tutelare tutte le famiglie europee, a partire da quelle italiane, e tutte le imprese europee, a partire da quelle italiane.
Lei ha citato alcune misure fondamentali. Credo che sia fondamentale ascoltare questo Parlamento per dare anche contributi costruttivi da portare in Europa, con un nuovo Temporary Framework. Lei sa quanto teniamo a un Energy Fund che permetta un supporto da parte dell'Europa per garantire prezzi migliori, perché noi dobbiamo combattere, avere il coraggio di combattere la speculazione che in questo momento sta mangiando sulle spalle delle famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questo dobbiamo dirlo con forza, ma lo possiamo fare solo a livello europeo, Ministro, e lei lo sa benissimo, sta girando il mondo. Bene, lei sa che ha il nostro pieno supporto, siamo orgogliosi di quello che stiamo facendo, consapevoli che la risposta nel breve periodo non deve essere quella che invece noi riteniamo sia prioritaria nel medio-lungo periodo, cioè una transizione ecologica. Noi eravamo quelli che sognavano un pannello fotovoltaico su ogni tetto, venivamo derisi; forse, se magari oggi si accelerasse anche in quella direzione, probabilmente il prossimo inverno saremmo esposti a minori rischi.
Lo dico perché credo che noi abbiamo la responsabilità, come politica, di evitare scorciatoie, di evitare scuse e dare soluzioni alle persone che oggi soffrono, perché quando c'è un impatto di 100 euro, di 200 euro, in famiglie che faticano ad arrivare a fine mese, o quando si triplica il costo della benzina per gli autotrasportatori o il costo del gas per le aziende energivore o non, l'impatto e la deflagrazione, per restare in un tema delicato, che ha nell'economia italiana ed europea è importante, e noi non possiamo voltarci dall'altra parte neanche su questo tema, perché se da una parte abbiamo ovviamente la responsabilità di supportare a livello umanitario i civili ucraini che affrontano questa sfida, al contempo dobbiamo avere la grande priorità e la grande responsabilità di garantire sicurezza, stabilità e vita alle nostre famiglie e imprese. Credetemi, basta uscire da questi palazzi a parlare con le persone: c'è un'ansia, una paura.
Noi dobbiamo pensare a queste ansie e paure e dare delle risposte, e credo che questo sia un messaggio secondo noi fondamentale e prioritario. Chiudo dicendo che probabilmente dobbiamo ricordarci che la resistenza ucraina è anche la nostra resistenza, la nostra come Europa, ed è fondamentale portare avanti un percorso solidaristico, ma anche un percorso, Ministro, come le ho detto prima, diplomatico. La pace è l'unica soluzione che come Europa abbiamo per tutti noi, per le famiglie che soffrono e per i nostri figli. Grazie, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente, e un grazie sincero al Ministro Di Maio per l'informativa che ci ha reso poc'anzi. Noi, come Lega, però rivendichiamo sempre quel pragmatismo tutto lombardo del quale siamo sempre portatori; pragmatismo delle nostre terre. Qui al mio fianco siede il collega Zoffili, che in ore per lui drammatiche è partito con un altro amico, l'onorevole Toccalini, coordinatore federale dei giovani. È partito verso la Polonia e insieme hanno portato qui 42 donne e bambini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo è il grande cuore della Lega, quella Lega tacciata sempre di razzismo, ma che, quando i profughi sono veri e non sono clandestini, è la prima a muoversi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico). Primi sono stati i nostri sindaci ad accogliere i profughi ucraini…
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo maggiore silenzio in Aula.
PAOLO FORMENTINI (LEGA). …e ancora in queste ore sono i nostri sindaci che hanno fatto un comunicato, proprio pochi minuti fa, di solidarietà ai borgomastri di Melitopol e Dniprorudne; quei borgomastri rapiti, sequestrati da Putin; quei borgomastri che non possono più amministrare i propri liberi comuni. Noi, come Lega, siamo nati per difendere i liberi comuni. Portiamo all'occhiello il simbolo di Alberto da Giussano, colui che combatté per difendere i liberi comuni. Per noi il territorio, la democrazia, la rappresentanza e lo Stato di diritto sono tutto ciò che abbiamo, tutto ciò per cui ogni giorno combattiamo in queste Aule. Sia chiaro, sono veramente stanco di sentire accostamenti indebiti, e la ringrazio, Ministro Di Maio, per aver detto che questo è il momento dell'unità nazionale, rispondendo a chi le chiedeva cosa pensasse del commento del Premier spagnolo Sanchez, che aveva poc'anzi dichiarato che un Salvini o una Le Pen al Governo europeo sono la morte dell'Europa.
No, non sono la morte perché non è la morte dell'Europa portare la voce dei comuni, delle regioni e delle nostre province laddove si decide. Questo è il federalismo, questo è il principio di sussidiarietà; non bisogna cedere a queste derive totalitarie nel linguaggio. Dicevo, appunto, di questa grande missione di solidarietà che ha compiuto la Lega. I sorrisi di quelle donne e di quei bambini, che hanno già trovato alloggio nel nostro Paese, ci danno la forza di continuare a lavorare, insieme a lei, a suo sostegno e del Presidente Draghi, per la pace. Se lavorate per la pace, la Lega c'è. La Lega c'è, consapevole che quello che ci ha detto il Papa, che si rischia la catastrofe atomica, è un destino che dobbiamo lottare ogni minuto per evitare e per scongiurare. Le parole del Papa mi hanno toccato perché ha detto: sembra che il simbolo del diluvio stia guadagnando terreno nell'inconscio.
Si parla con troppa facilità di nucleare, si parla con troppa facilità di bombe. Torniamo a parlare di cessate il fuoco, di negoziati, di trattative, di pace. Ci ha descritto un qualche spiraglio che si potrebbe aprire per arrivare alla fine delle ostilità. Lavoriamoci e facciamo sì che l'Italia giochi un ruolo da protagonista (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questo vogliamo per interesse nazionale dell'Italia. Purtroppo, il ruolo dell'Italia si è visto poco sinora, quindi noi, che sappiamo mediare, noi, che sappiamo capire, noi, che sappiamo unire i popoli, giochiamo quel ruolo che ci è proprio: lo abbiamo sempre fatto, facciamolo anche in questo momento, in quest'ora drammatica per l'Europa e per l'Occidente, vicini al popolo russo che soffre una terribile dittatura, senza libertà, vicini a quel popolo ucraino che vede le proprie case sventrate dalle bombe, che vede madri morire e bambini per le strade di Kiev, che vede uccisi per strada persone che consegnano il pane. Questa non è l'Europa che vogliamo, questa è la morte dell'Europa e dell'Occidente. Si deve restare tutti uniti e combattere per difendere le nostre famiglie, il lavoro di generazioni, per difendere un'Italia che tanto ha costruito e che oggi vede evaporare quei sacrifici; bene, dobbiamo a loro questo sforzo di unità totale. Grazie per viaggi dall'Algeria al Qatar, all'Angola, al Congo, alla ricerca di gas, ma non scordiamoci di estrarre anche il gas italiano: i 752 pozzi chiusi sono una vergogna nazionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Pensiamo finalmente ai rigassificatori, perché proprio quel gas, che lei, Ministro, è andato cercando per l'interesse nazionale in giro per il mondo, spesso, arriva liquefatto e noi non abbiamo abbastanza rigassificatori per poterlo utilizzare. Sono ritardi del nostro Paese che uccidono la nostra economia. Quindi, diciamo sì, impariamo a dire sì ai rigassificatori, ai gasdotti, sì a i termovalorizzatori, sì a tutto ciò che produce energia, senza mai scordarci però che l'Italia è l'Italia anche perché è il Paese del bello e non dobbiamo devastare il nostro paesaggio nell'emergenza di oggi, per non avere più quella che è la nostra prima risorsa. Lavoriamo per la pace, grazie Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romano. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO (PD). Grazie Presidente, grazie Ministro Di Maio per questa informativa che ci conferma il tratto essenziale della tragedia in corso in Ucraina e ci dà anche alcuni elementi di novità su cui credo importante riflettere e agire. Questa non è una guerra tra potenze, lei lo ha ricordato, non è lo scontro tra due imperialismi, non è lo scontro tra due nazionalismi militareschi. Questa è una guerra di aggressione, un'aggressione a tradimento mossa da una superpotenza nucleare contro uno Stato sovrano enormemente meno potente dal punto di vista economico e militare dell'aggressore, uno Stato sovrano che non poneva e non pone alcuna minaccia di sicurezza alla Federazione Russa. Questo dobbiamo ricordarlo, perché è il punto di partenza di quanto sta avvenendo. E, da questo punto di vista, Presidente, mi permetto di invitare tutti noi a lasciar perdere un po' il deprimente teatrino a cui, a volte, assistiamo in televisione, con opinionisti in cerca di facile visibilità, che, dai loro salotti comodi e riscaldati, a differenza di quelli ucraini, invitano gli ucraini ad arrendersi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ecco, io francamente non so se questi stessi opinionisti sarebbero pronti a ripetere l'invito alla resa, se si trovassero, per esempio, sotto le bombe russe a Leopoli, costretti alla fame e al freddo nella città di Mariupol, assediata dall'esercito di Putin, o, per esempio, in fila per il pane a Kiev. Ricordiamo che proprio oggi i cittadini pacifici che rimanevano in fila per il pane sono stati uccisi a decine dalle bombe di Kiev. Comunque la si voglia chiamare, Presidente, la resistenza che la popolazione e l'esercito dell'Ucraina hanno opposto all'aggressione del regime di Putin è un atto di straordinario coraggio ed è stata ed è anche il modo più efficace, insieme alla reazione della comunità internazionale, per fermare la strage, per opporsi alla guerra, perché, se il regime di del Cremlino - e sottolineo se - si orienterà verso il compromesso, Presidente, se la strage si fermerà, come noi tutti speriamo e come stiamo lavorando, affinché avvenga, non sarà per la benevolenza di un criminale di guerra come Putin, ma sarà solo e soltanto per la reazione ferma e unanime della comunità internazionale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) e sarà anche per la resistenza eroica e impari che gli ucraini hanno messo in campo contro l'aggressione russa, a difesa della propria Nazione e della vita dei propri cittadini e del proprio futuro.
Anche per questo, Presidente, credo che dobbiamo dire in quest'Aula "Slava Ukraini!", gloria all'Ucraina (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché oggi l'Ucraina democratica si sta difendendo da un'aggressione. E resistendo all'aggressione, questa resistenza difende anche il principio dell'integrità territoriale, Presidente, in questo modo sta difendendo anche uno dei principi cardine della pace e della sicurezza internazionale, perché, se passasse il principio secondo cui l'integrità territoriale di un qualunque Paese può essere messa in discussione dalla deliberata aggressione di una superpotenza, tutti gli Stati del continente diventerebbero immediatamente ricattabili e lo stesso fondamento della pace in Europa sarebbe irrimediabilmente incrinato. Ed è da qui, io credo Presidente, che viene la scelta largamente condivisa di questo Parlamento di sostenere la resistenza ucraina, accanto alle molte altre iniziative che l'Italia ha messo in campo per rispondere all'aggressione di Putin e che il Ministro Di Maio ha ricordato. In questa emergenza che ha capovolto, nel giro di pochi giorni, l'agenda europea e mondiale, io credo che la politica estera italiana si stia distinguendo per chiarezza, per lucidità e per spirito d'iniziativa. Non era scontato, diciamocelo con franchezza e senza polemiche, e mi rivolgo, attraverso di lei, anche ai colleghi della Lega, perché questo non è il momento delle polemiche, non è il momento della distinzione tra profughi veri e profughi finti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), tra clandestini neri, profughi bianchi, profughi biondi e profughi non biondi. Non è davvero questo il momento le polemiche e non risponderemo a queste polemiche, colleghi della Lega.
La posizione della politica estera è stata chiara e non era scontata, anche perché, in stagioni recenti della nostra vita politica, durante le quali l'atteggiamento verso il regime di Putin e verso le sue mire espansionistiche è stato un po' più accogliente di quanto, invece, sta accadendo adesso. Della chiarezza e della lucidità che oggi segnano la nostra politica estera credo dobbiamo rendere merito a tutto il Governo, a partire dal Presidente del Consiglio, dal Ministro degli Affari esteri, dal Ministro della Difesa e dagli altri Ministri, ma dobbiamo rendere conto a tutto questo nostro Parlamento, compresa quella parte dell'opposizione che, con senso di responsabilità, ha scelto di sostenere lo sforzo largamente unitario che l'Italia tutta sta mettendo in campo. Qui non c'è nessuno, Presidente, che vuole la guerra, non c'è nessun guerrafondaio; qui c'è un Parlamento che, rappresentando l'Italia, ha risposto alla minaccia che Putin ha messo in campo contro tutta l'Europa attraverso una serie di strumenti. Lo ha fatto con strumenti diplomatici e di pace, come il rafforzamento, ad esempio, dell'Unione europea, quella casa comune che mai come ora ci appare indispensabile anche come garanzia di sicurezza; lo ha fatto con strumenti umanitari, accogliendo insieme agli altri Paesi europei, e grazie all'intervento inedito dell'Unione europea da questo punto di vista, l'enorme flusso di profughi che fuggono da un'aggressione e lo ha fatto anche con strumenti economici, come la diversificazione energetica degli approvvigionamenti, come il sostegno alle famiglie e alle imprese, che stanno patendo, in primissima persona, il rialzo del costo dell'energia. Lo ha fatto anche attraverso la proposta che avrà seguito in Europa di un tetto agli acquisti di energia. Strumenti economici che sono anche una risposta al ricatto che Putin ha rivolto a un italiano, mi viene da dire, dicendogli in sostanza: o accetti il nostro atto di forza o dovrai pagare per la tua ribellione alla mia prepotenza (pagare in termini economici). E noi stiamo rispondendo, come ha spiegato, anche qui, il Ministro Di Maio; credo che dobbiamo essere orgogliosi della risposta italiana all'aggressione di Putin, comunque la si pensi su questo Governo e su questa maggioranza, perché la risposta italiana, una risposta di pace, di sicurezza umanitaria ed economica, resterà agli atti come la prova di un grande Paese europeista, che, in un momento di gravissima crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ha saputo fare la propria parte con coraggio e con determinazione, guadagnandosi, anche in questo caso, il rispetto della comunità internazionale e dell'Unione europea e difendendo, io credo, anche in questo modo l'interesse nazionale italiano.
Concludo Presidente ricordando come tra le conseguenze più gravi della violenta aggressione alla democrazia ucraina vi siano anche i danni materiali, politici, culturali e spirituali, mi sia consentito di dirlo, che la guerra di Putin sta portando al popolo russo, perché la Russia non è Putin e il futuro della Russia non può essere confuso con il futuro di Putin e del suo regime dittatoriale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), un regime che ha condannato la Russia all'isolamento e alla vergogna, come non accadeva dai tempi più bui della guerra fredda. Ma anche da questo punto di vista - e concludo davvero Presidente -, quello al quale stiamo lavorando sarà un futuro diverso anche per la Russia, che, sono convinto, ritroverà il suo posto nella comunità internazionale, ritroverà quell'approccio condiviso verso l'Europa e verso la comunità internazionale che le migliori menti di quella Nazione hanno sempre auspicato, ma lo farà soltanto una volta che questo regime dittatoriale, pericoloso e aggressivo, sarà superato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Valentini. Ne ha facoltà.
VALENTINO VALENTINI (FI). Grazie, Presidente. Anch'io ringrazio il Ministro per la sua relazione esaustiva, per averci indicato sia ciò che sta accadendo sia quanto il Governo sta facendo per venire incontro alle conseguenze di questa immane tragedia.
Ieri, il Presidente Zelensky ha dichiarato che, dopo anni di promesse di porte aperte, l'Ucraina non entrerà a far parte della NATO; è un'affermazione che punta il dito contro l'errore storico che sta alla base della tragedia che stiamo vivendo, ovvero il gioco delle ambiguità della politica di allargamento dell'Alleanza atlantica, che ha fatto balenare la prospettiva di un'adesione che ha illuso gli ucraini, e che non c'è, e ha fornito elementi di autogiustificazione ai russi, che adesso cercano di vestire l'aggressione come una reazione di autodifesa. Infatti, a Kiev ormai non ci si chiede più quando l'Ucraina entrerà a far parte della NATO, ma quando la NATO entrerà a far parte dell'Ucraina; il paradosso, una storiella reale che gira per Kiev, oltre a testimoniare la forza dello spirito con il quale il popolo ucraino fa fronte a questa tragedia, racchiude in sé un nucleo di verità, che è lecito approfondire. Il trasferimento dei sistemi d'arma e di attrezzature militari all'Ucraina, come ha testimoniato il dibattito che lo ha preceduto in quest'Aula, molto intenso, solleva importanti interrogativi in merito al rischio di una pericolosa escalation con Mosca e, soprattutto, deve farci chiedere se l'invio di armi, giustificato ai sensi dell'articolo 51 della Carta dell'ONU, possa realmente fare la differenza nelle sorti del conflitto, allorché da parte della NATO è chiara l'intenzione di definire precise linee rosse di non intervento, per evitare uno scontro diretto con la seconda potenza nucleare del mondo e, magari, anche per arginare le fughe in avanti di alcuni Paesi che compongono l'Alleanza atlantica.
Con l'invasione russa dell'Ucraina, per il nostro Paese e per l'Europa, è stata definitivamente cancellata l'idea che fosse possibile una politica a rischio zero o, come ha detto l'ex Segretario della Difesa statunitense Robert Gates, l'invasione ha posto fine alla vacanza di trent'anni degli americani dalla storia, e anche alla nostra; in questo contesto, il ragionamento che è prevalso è il seguente: se non vogliamo far la parte di semplici spettatori, il trasferimento di armi rappresenta l'unica opzione praticabile di una lunga serie; qualcuno potrebbe argomentare che le forniture belliche siano soltanto il modo meno rischioso per metterci a posto con la coscienza e non limitarci a generici appelli alla pace o a fare la rincorsa per dare la tribuna della Camera al Presidente dell'Ucraina, ben sapendo che non si potranno accogliere le sue richieste di coinvolgimento e si aumenterà soltanto il livello di esasperazione emotiva; oppure, altri, tra cui i pacifisti senza “se” e senza “ma”, diranno che si tratta di un comportamento guerrafondaio, quindi il più rischioso, a prescindere, e che ci espone dunque al rischio di un'escalation con la Russia. Ora, se ci distacchiamo da questo dualismo, utile per le tribune televisive, scopriamo che molteplici sono gli scopi che sottendono a tale decisione, non facile. Il primo, dare all'Ucraina la possibilità di continuare a sfruttare gli errori militari compiuti fino ad ora dai russi, rallentando l'offensiva per cercare di portare la Russia a uno stallo in campo militare. Il secondo, anche se la Russia riuscisse nel suo intento di rovesciare il Governo di Kiev, il punto è la facilità con la quale riesce a farlo: più letale ed efficace è la difesa da parte del popolo ucraino, maggiore è la forza di deterrenza nei confronti di una ulteriore aggressione militare rivolta ad altri Paesi NATO o limitrofi, che potrebbe essere giustificata da una facile conquista. Infine; qualora il Governo di Kiev venisse sconfitto, le forniture servirebbero comunque per dare al popolo ucraino strumenti per cercare di cacciare la potenza occupante attraverso la nascita di una resistenza.
Signor Ministro, in pochi giorni abbiamo visti rovesciati trent'anni di politica di integrazione economica globale, per cui prima che l'elemento portante della strategia di contenimento che abbiamo messo in essere, ovvero le sanzioni economiche, possano avere realmente effetti nei confronti della Russia, e non soltanto su chi le impone, ci vorrà più tempo di quanto non sia consentito dalla situazione sul campo; se, invece, si aiuta a contrastare l'offensiva militare, in attesa che le sanzioni comincino a mordere realmente, allora questa duplice risposta, nei modi e nei tempi, potrebbe rivelarsi una combinazione più efficace. Allo stesso tempo, ovviamente, il rafforzamento della presenza NATO nei Paesi limitrofi dovrebbe servire non solo come segnale dissuasivo, ma anche per assicurare la distribuzione dell'assistenza e a rafforzare il presidio di corridoi umanitari per far fronte all'immane catastrofe sotto i nostri occhi.
Il ritorno alla dottrina di Kennan, il containment per intenderci, non basta a scongiurare il pericolo che, invece di trovarci in una nuova guerra fredda, ci troviamo coinvolti nel pieno di un vasto conflitto mondiale incandescente. A questo punto, mentre cerchiamo di ostacolare efficacemente i piani egemonici della Russia, dobbiamo operare, come lei ha detto, sul piano parallelo della ricerca continua del dialogo, anche se il nostro animo è moralmente indignato, dobbiamo continuare a parlare con tutti. Questa è l'essenza della diplomazia, lavorare costantemente per fornire una via di uscita, per non rendere le pressioni insostenibili con il protrarsi del conflitto, per non trovarci in una situazione nella quale la seconda potenza nucleare, sentendosi con le spalle al muro, possa avere una reazione che non riusciamo neanche a immaginare e purtroppo la nostra immaginazione ultimamente non è stata all'altezza degli eventi. La diplomazia, quindi, è l'unico modo per uscire da questo vicolo cieco. Dobbiamo far sì che la sicurezza dell'Ucraina venga tutelata, senza che entri a far parte della NATO e che il peso delle sanzioni possa essere alleviato a fronte di concessioni verificabili sul tavolo negoziale. E qui deve entrare nel gioco il ruolo del nostro Paese che, leale nel rispetto dei patti di alleanza e senza sbavature retoriche, deve vedersi riconosciuto dalle parti il ruolo di honest broker che gli spetta, di intermediario imparziale nella strada del dialogo e del compromesso. “Potevano scegliere tra il disonore e la guerra, hanno scelto il disonore e avranno la guerra” disse Churchill all'indomani del famoso Accordo di Monaco. Ora, parafrasando, molto più modestamente, quel monito, mi permetto di dire che se tra il populismo di ogni segno e la serietà, scegliamo il populismo, allora avremo soltanto l'irrilevanza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ferro. Ne ha facoltà.
WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Ministro Di Maio, onorevoli colleghi, nessuno credo avrebbe voluto e pensato in quest'Aula che dovesse riecheggiare, in qualche modo, la parola guerra. Nessuno poteva immaginare che tutto questo potesse accadere nel cuore dell'Europa. Siamo al ventunesimo giorno di guerra, di distruzione, di morte, di sofferenze inflitte al popolo ucraino. Non è il momento di riprendere le critiche alle decisioni strategiche…
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Ferro. Pregherei tutti i colleghi a un maggior silenzio, grazie, in particolare l'onorevole Battelli.
WANDA FERRO (FDI). Grazie, Presidente. Dicevo, non è il momento di riprendere le critiche alle decisioni strategiche, dal forte impatto politico, assunte negli anni passati dalla NATO, che non sono riuscite evidentemente a contemperare la necessità di tutelare gli Stati dell'Est Europa dalle tentazioni imperialiste russe, già emerse più volte nei decenni passati, con l'esigenza di sicurezza di una superpotenza nucleare come la Russia, che percepisce, a torto o a ragione, la vicinanza della NATO come una minaccia alla propria sicurezza; una situazione resa ancora più drammatica dalle amministrazioni democratiche degli Stati Uniti, con Obama prima e con Biden adesso, basti pensare al ritiro rocambolesco dall'Afghanistan. Oggi non è il momento di ragionare sulle colpe, sulle disattenzioni; non c'è il tempo per le recriminazioni, non c'è il tempo per le cautele e i distinguo e le ipocrite equidistanze. Oggi è il giorno in cui dobbiamo scegliere, la storia ce ne chiederà conto. Dobbiamo scegliere se voltarci dall'altra parte o sostenere il popolo ucraino coraggioso, che si difende dall'invasione russa e che sta insegnando al mondo cosa significhi l'amore per la propria terra, per la propria patria. Fratelli d'Italia non si volta dall'altra parte di fronte a un'aggressione feroce e inaccettabile; è pronta sempre e comunque a tentare quello che, attraverso un'azione diplomatica, si può fare, ma soprattutto non si gira e non guarda altrove, mentre c'è chi punta a spegnere nel sangue il diritto a esistere della Nazione Ucraina, come mostrano le terribili immagini dei reporter coraggiosi che vediamo ogni giorno. Nella difesa dei principali e sacrosanti diritti di libertà, di indipendenza, di dignità, di sovranità nazionale, l'Italia deve avere e deve fare la sua parte con coraggio. La reazione patriottica dell'Ucraina, la lotta coraggiosa di quel popolo, trascinato in un incubo vecchio di oltre un secolo, ci dà una grande responsabilità, non soltanto come europei. Mostrare oggi eventuali debolezze nei confronti di Putin sarebbe un errore imperdonabile. Mostrare tentennamenti o divisioni significherebbe offrire un'arma in più all'aggressore. Oggi non ci deve essere spazio per nessuna forma di ambiguità, come più volte abbiamo sottolineato. Comprendiamo le ragioni dettate dalla paura, solo i pazzi possono permettersi di non provare paura di fronte alla guerra, di fronte alla morte, di fronte a tutto ciò che stiamo vedendo. Ma l'unica risposta alla paura che noi conosciamo è il coraggio, certamente non la vigliaccheria.
La realtà, oggi, è che siamo di fronte all'invasione di un Paese sovrano, retto da un Parlamento e da un Governo regolarmente scelti ed eletti dai suoi abitanti. Assistiamo ad un'orrenda diretta, 24 ore su 24, dell'aggressione del popolo ucraino. Conquistare l'Ucraina, riprendersi l'Ucraina, come ha detto Putin, è il chiaro tentativo di ricostruire l'identità dell'imperialismo russo, frantumatosi con il crollo dell'Unione Sovietica. Ed è in questa prospettiva che dobbiamo, tutti quanti, inquadrare questo conflitto, che è una minaccia per l'intero sistema delle nostre democrazie occidentali, in cui l'Ucraina è il primo avamposto e il primo campo di battaglia. A chi in Italia e in Europa, in questi giorni, sta facendo da megafono ad una rilettura che considera l'indipendenza dell'Ucraina come un'anomalia storica, vogliamo ricordare qualche dato: il referendum ucraino del 1991 e la Rivoluzione Arancione del 2004. E a chi oggi sostiene che la colpa dell'aggressione sia dell'aggredito e a chi vuole farci credere che questa aggressione sia giustificata da un presunto accerchiamento da parte della NATO nei confronti della Russia, vogliamo ricordare il Memorandum di Budapest, con il quale, nel 1994, la Russia stessa, insieme agli Stati Uniti e al Regno Unito, decise di dichiarare l'indipendenza e l'integrità territoriale dell'Ucraina in cambio degli armamenti nucleari rimasti sul suolo ucraino dopo il crollo dell'Unione Sovietica.
Tutti noi vogliamo la pace, ma in un conflitto in cui ormai è chiara la volontà di colpire obiettivi civili, di uccidere, di terrorizzare, di spingere la popolazione ad abbandonare le proprie città, e in cui l'ordine è di sparare ai giornalisti e ai fotoreporter che documentano l'orrore, noi riteniamo che scegliere di non schierarsi a fianco dell'aggredito equivalga a legittimare l'aggressore. Ci macchieremmo di una colpa grave, di una colpa nell'aver abbandonato il popolo ucraino che in maggioranza, in più occasioni, e da ultimo con l'eroica resistenza di questi giorni, ha dimostrato di volersi emancipare dall'influenza russa e lo ha dimostrato scegliendo l'equidistanza. Tradiremmo non soltanto l'Ucraina, ma anche quella parte di Russia che sta rischiando la propria incolumità e continua a manifestare contro la guerra nelle piazze. Di certo, è difficile per noi decifrare il sentimento dell'opinione pubblica di un Paese che nega l'esistenza di un conflitto in cui la censura è capillare e il dissenso ormai è diventato un crimine. Eppure, credo che quei 14 mila arresti di cui abbiamo notizia parlino a noi, a tutti quanti noi: urlano alle orecchie di chi oggi pretende una resa incondizionata in nome e per conto della pace. A costoro vogliamo ricordare che non può esserci pace, laddove non c'è libertà. A costoro vogliamo ricordare che non si sceglie con chi stare in base alla probabile vittoria, non si fanno i calcoli di bottega mentre le bombe cadono sulle teste di donne e bambini, quelle donne che hanno messo al riparo i propri figli, ma che sono rimaste orgogliose di lasciare in patria i propri uomini, a combattere per il loro Paese.
La realtà, oggi, è quella di un popolo che sta dimostrando l'orgoglio della propria identità nazionale, il coraggio di difendere la propria libertà e l'indipendenza che si è scelto e che si è conquistato. Oggi, purtroppo, siamo però costretti a sottolineare una risposta internazionale ibrida, a denunciare ancora una volta la debolezza geopolitica e diplomatica dell'Unione europea, aggravata dalla sua dipendenza energetica, ancora una volta inadeguata di fronte ai grandi eventi della storia. L'Europa è debole anche perché non ha mai pensato di farsi carico, con le proprie politiche di difesa, preferendo delegarle sempre e comunque agli Stati Uniti.
Ecco perché abbiamo sempre predicato la necessità di un'Europa capace di essere un gigante politico e non burocratico, come è stato fino ad oggi.
L'Europa non ha fatto nulla sul piano diplomatico per provare ad evitare il conflitto, non ha avuto una strategia comune, così come è avvenuto per la pandemia. In Italia questo Governo è stato ancora ininfluente, assente dai vertici che contano, pur essendo tra le nazioni più esposte alle conseguenze economiche e non solo della guerra. Per questo sollecitiamo il Governo a intervenire, affinché il prezzo delle sanzioni non finisca col ricadere sulle famiglie e sulle imprese italiane, che stanno già subendo un fortissimo aumento dei costi dell'energia e delle materie prime, vedendo compromessa la propria competitività e spesso messa a rischio la propria sopravvivenza.
Fratelli d'Italia ha sostenuto senza esitazioni e senza ambiguità, Presidente, la scelta del Governo Draghi dell'invio di aiuti e di armamenti alla popolazione ucraina, dimostrando la volontà di percorrere la strada della coesione nazionale in un momento così decisivo per la storia dell'Europa. Chiediamo, altresì, che attraverso quella circolare delle prefetture si faccia un'integrazione perché i comuni, per poter ospitare i profughi a 28,74 euro al giorno, difficilmente potranno farlo con le esigenze che ci sono e che richiede questo momento.
Certamente dobbiamo continuare a insistere con l'arma della diplomazia, ma per essere credibili al tavolo delle trattative occorre poter instaurare un dialogo di una posizione di forza. Mostrarsi disuniti, timorosi o fragili avrà l'effetto di lasciare l'Ucraina al suo destino. E allora dobbiamo, fin da adesso, prepararci ad un pensiero: che, se questo dovesse avvenire, ci saranno prossime guerre che la Russia dichiarerà all'Europa.
Abbiamo registrato in quest'Aula le posizioni di chi pensa che tutto si possa risolvere abbandonando gli ucraini e favorendo la loro resa, senza rendersi conto che la sconfitta di Kiev potrebbe avere effetti incalcolabili per tutto l'Occidente. Noi riteniamo, d'altro canto, che questo appuntamento con la storia d'Europa non possa essere valutato in termini di convenienza.
Sul confine d'Europa c'è un popolo che lotta, che difende una feroce aggressione dei confini, della propria terra e delle proprie case; un popolo che difende la propria libertà, la propria identità nazionale, la propria indipendenza, che difende il futuro dei propri figli e la vita dei propri figli; un popolo che non si vuole arrendere, che vuole vivere, che ha bisogno di armi per difendersi da chi ha scelto la via della guerra, anziché quella del diritto internazionale. Stare al loro fianco non è una scelta, per nessuno di noi, di opportunità. Lo chiede la nostra coscienza di europei e di cittadini liberi, soprattutto.
Chiudo, Presidente, ringraziandola anche dei secondi in più, con le ultime parole di Jan Palach che, in nome della libertà, poco più che ventenne decise di darsi fuoco dentro il centro di Praga, contro la repressione dei carri armati sovietici. Diceva: “Semplicemente, non dobbiamo pensare troppo a noi stessi. L'uomo deve lottare contro il male che riesce ad affrontare” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Migliore. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE (IV). Grazie, signor Presidente. Grazie, signor Ministro, signori del Governo.
Signor Ministro, il suo intervento è stato accolto con un applauso di tutta l'Aula. Lo consideri una dote: una dote che lei dovrà portare nei consessi internazionali e ogni qualvolta incontrerà una sua controparte ucraina; una dote perché questo applauso, pressoché unanime, non rappresenta solamente la politica di questo Paese, ma rappresenta il sentimento profondo dell'Italia e delle persone che, in questo momento, stanno vivendo questa tragedia come una tragedia persino personale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Vorrei perciò partire, anche sulla base di quelli che sono stati il suo ragionamento e la sua comunicazione approfondita, ricordando tre nomi: Brent Renaud, Pierre Zakrzewski, Alexandra Kuvshinova (Applausi), tre giornalisti che sono stati uccisi dalla guerra di aggressione russa. Li voglio ricordare - ovviamente vorrei ricordare, con i loro nomi, tutte le vittime innocenti di questa guerra - perché una delle azioni più indegne che sta compiendo Putin è quella di voler chiudere gli occhi prima al suo popolo, facendo della censura uno strumento ordinario e, poi, al mondo, cercando di intimidire quei giornalisti che mettono a disposizione il loro corpo per raccontarci le atrocità della guerra, per farci comprendere, al di là di quelle che sono le notizie diplomatiche, che cosa sta accadendo sul campo, quali sono le sofferenze che stanno subendo in questi momenti milioni di persone in Ucraina. Sì, milioni perché se, come lei ha detto, la possibilità che ci possano essere 5 milioni di profughi esterni era un dato inimmaginabile fino a un mese fa, visto che in tutta la guerra della Siria ci sono stati 6 milioni di profughi e la guerra è durata 10 anni, la Croce rossa internazionale parla di 18 milioni di persone che avranno bisogno, in via diretta, come profughi, o indiretta, perché hanno perso tutto in patria, di essere assistiti.
Io ho apprezzato molto il fatto che l'Italia si sia messa a disposizione ma, signor Ministro, siamo solo all'inizio: sappiamo benissimo che, in questo momento, un milione e 800 mila persone hanno varcato il confine verso la Polonia, 400 mila in Romania; normalmente, almeno la metà di questi si spostano in altri Paesi. Noi dobbiamo essere più pronti e più attenti, rifuggendo da retoriche che distinguono - come è stato fatto maldestramente in quest'Aula - tra profughi di un tipo e di un altro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) ma, nello stesso tempo, creando delle strutture e anche un piano di accoglienza efficiente. Qui vedo il sottosegretario Scalfarotto, che ha proposto l'utilizzo dei beni confiscati alla mafia; io penso che dovremmo utilizzare anche i beni confiscati agli oligarchi per ospitare quei profughi ucraini che in questo momento hanno bisogno del nostro aiuto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Abbiamo bisogno di tutta la nostra lucidità, perché, in questo momento, stiamo sostenendo una lotta di popolo contro una guerra. Vorrei qui essere molto chiaro: c'è una distinzione profonda tra lotta e guerra, perché la guerra è quella che sta facendo la Russia. Io sono un pacifista, sono un non violento, penso di essere tra le persone che da sempre ha considerato Putin non come il padre dei valori della conservazione, ma come il padre di chi voleva annunciare la crisi, se non il tramonto delle democrazie liberali (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), penso di essere tra quelli che ritengono che la pace sia un valore fondamentale, ma noi stiamo appoggiando una lotta di popolo! Questa è la “resistenza” (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e la “resistenza” è l'unica strada che ci consente di pensare ad una soluzione, anche diplomatica!
E sulla diplomazia vorrei essere molto chiaro: forse c'è bisogno di un mediatore, forse c'è bisogno di più mediatori, forse c'è bisogno di un quartetto che possa coinvolgere l'Unione europea, la Cina, gli Stati Uniti, in modo tale da far sedere le stesse Nazione Unite che, certamente c'è il veto nel Consiglio di sicurezza ma, a grande maggioranza, nell'Assemblea hanno dato una chiara indicazione.
Vede, noi dobbiamo contrastare qualsiasi tentazione, da questo punto di vista, di chiudere la porta della diplomazia, ma dobbiamo essere al fianco di chi in questo momento sta lottando. Non c'è pace senza giustizia: questa frase io l'ho sentita tante volte e vorrei che risuonasse anche in quest'Aula. E siccome non c'è pace senza giustizia, noi dobbiamo anche, sul piano energetico - perché lei ha fatto bene a ricordarlo - avanzare delle proposte concrete. Ci siamo permessi - e concludo, Presidente - anche in Commissione esteri, con il presidente Fassino, di avanzare delle proposte già in tempi non sospetti, quando dicevamo “costruiamo una comunità economica mediterranea delle energie rinnovabili”; si sta discutendo anche in altri Parlamenti all'interno del Mediterraneo.
Abbiamo detto e continuiamo a dire che per l'autosufficienza energetica ci vuole un piano europeo, che coinvolga anche la possibilità che i nostri investimenti siano diretti non tanto a costruire centrali nucleari qui che non ce ne sarebbe il tempo, ma investire sul nucleare di nuova generazione. Abbiamo bisogno, in sostanza, di costruire una politica che acceleri i processi europei. L'Europa ha risposto bene, ma ha risposto perché sono intervenute due crisi esogene: il COVID, e ha risposto sul piano finanziario, e la guerra, e credo che debba rispondere in questo sul piano della sicurezza. Ministro, porti in Unione europea - e ho finito - questa esigenza di accelerare i processi di cambiamento, ne va della nostra volontà, della nostra ansia di essere al servizio di quelle che sono le istituzioni che noi amiamo, dell'Europa e del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Napoli. Ne ha facoltà.
OSVALDO NAPOLI (CI). Grazie, Presidente. Grazie, Ministro e complimenti per il lavoro che sta svolgendo in queste settimane, un lavoro certamente importante di raccordo con gli altri Paesi con cui l'Italia ha dei rapporti estremamente forti.
L'aggressione del Presidente Putin al popolo dell'Ucraina assume sempre più i contorni di una pulizia etno-nazionalista condotta contro donne, bambini e anziani. L'uccisione di 10 persone in fila per acquistare il pane oggi è un fatto raccapricciante e orribile. Quella che l'ipocrisia di Putin ha definito un'operazione speciale di polizia si è rivelata una sporca guerra condotta con armi convenzionali, ma con il più disumano dei metodi. Chiudere le città e ridurle alla fame, bombardare i civili, oltre i militari, colpire i treni di chi è in fuga, colpire ospedali ed industrie: questo elenco triste di devastazioni rinnova nella memoria dei più anziani le sofferenze insopportabili patite nel corso della Seconda guerra mondiale, l'ultima combattuta tra gli Stati sul suolo europeo.
Il Presidente russo ha sbagliato i suoi calcoli e l'ha detto bene anche lei, Ministro, mostrando una sorprendente inadeguatezza di visione politica e una pericolosa propensione a porvi riparo con la forza militare. Più gravi ancora, però, sono state le valutazioni diplomatiche, completamente errate, fatte dai vertici del Cremlino. Non avere previsto la risposta compatta e unanime dell'Unione europea e della NATO, mentre si puntava a creare divisioni nel campo occidentale, è stata fatale per i piani aggressivi della Russia.
Oggi i 27 Paesi membri dell'Unione spendono circa 230 miliardi di euro per tenere efficienti 180 diversi sistemi d'arma, a fronte dei 30 sistemi degli Stati Uniti. Uno sforzo di questa dimensione non ha prodotto, però, quei risultati che tutti i sinceri europeisti auspicano da alcuni decenni: ridurre la frammentazione delle spese militari è un traguardo da avvicinare in tempi rapidi ed impegnarsi per una difesa comune su scala europea.
Il 28 febbraio 2022, il Presidente dell'Ucraina Zelensky, esercitando il diritto del suo Paese di scegliere il proprio destino, ha presentato la domanda di adesione dell'Ucraina all'Unione europea. Bene ha fatto Zelensky, in questo momento, a dire non l'appartenenza alla NATO, ma di essere parte integrante, invece, dell'Europa. Il Consiglio ha agito con rapidità e invitato la Commissione a presentare il suo parere su tale candidatura. Dovrà essere approfondito il nostro partenariato per sostenere l'Ucraina nel proseguimento del suo percorso europeo. Per storia, per cultura e vita spirituale, l'Ucraina è membro secolare della famiglia europea. È una questione rilevante quella che si pone in prospettiva: l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea comporterà per tutti i partner l'obbligo di mutua assistenza. Si tratta di un aspetto non trascurabile, guardando ai mutati equilibri geopolitici sul confine euroasiatico.
Al Vertice di Versailles sono state affrontate, con riferimento alle conseguenze immediate della guerra, tre dimensioni fondamentali: rafforzare le nostre capacità di difesa, ridurre le nostre dipendenze energetiche, costruire una base economica più solida. In merito alla riduzione della dipendenza energetica dell'Unione europea, si è convenuto di ridurre gradualmente, secondo una tempistica accelerata, la dipendenza europea dall'importazione di gas, petrolio e carbone russi, ma teniamo presente che la sostituzione del gas russo potrà avvenire non prima dei tre anni. E - mi permetta, Ministro - qualcuno in questo Paese un po' di autocritica dovrebbe farla!
Questa settimana sono diventate più evidenti le conseguenze della guerra in Ucraina. I rapporti economici, oltre che quelli politici, tra Occidente e Russia vanno verso una prolungata rottura, in assenza di novità negoziali e di un cessate il fuoco duraturo e verificabile. Possiamo intanto misurare - e attrezzarci di conseguenza - l'impatto della vicenda bellica sul quadro macroeconomico europeo. L'annuncio a sorpresa, ma neanche troppo, della Banca centrale, che da maggio rallenterà l'acquisto di titoli pubblici e privati, implica la convinzione che l'inflazione importata dal conflitto sia destinata ad essere un problema maggiore della bassa crescita legata al Covid-19. L'impatto immediato sui nostri buoni del tesoro arriverà presto a ricordarci la condizione di debolezza strutturale in cui si trova l'economia italiana.
L'arrivo stimato di oltre 3 milioni di profughi ucraini - e l'ha detto anche lei, Ministro - verso l'Unione europea, in appena due settimane, costituisce la maggiore emergenza migratoria dai tempi della Seconda guerra mondiale. In Italia, circa 40 mila profughi, ma i Paesi che ne stanno assorbendo la maggioranza, a partire da Polonia - con 2 milioni - e Ungheria, chiederanno presto agli altri membri dell'Unione europea di pagare il conto. Dato il contesto economico-finanziario, reso fragile, e le recenti tensioni fra Varsavia, Bruxelles e Budapest, l'iniziale unità comunitaria contro l'invasione russa verrà certamente messa alla prova. È da seguire con estremo interesse e da accompagnare, per quanto possibile, con la mobilitazione dell'opinione pubblica occidentale il crescente fronte interno della Russia, contro il quale Putin ha scatenato un imponente apparato repressivo. Che io ricordi - e l'età ce l'ho - è dall'epoca della defenestrazione di Boris Eltsin che non si vedevano le piazze delle grandi città russe stracolme di persone che protestano. Aver carcerato 14.000 cittadini è per la paura di avere la democrazia e la libertà in casa. Putin sta portando l'economia verso il baratro: la borsa russa è chiusa da giorni e il rublo si è deprezzato del 30 per cento. L'alternativa alle sanzioni non esiste e, se non c'è un'alternativa, a meno di non considerare tale un conflitto mondiale, le sanzioni vanno inasprite per colpire con la forza di un'arma le carni vive del regime dittatoriale.
In conclusione, Presidente, ne soffriranno i cittadini russi e ne soffriremo anche noi europei, un prezzo da pagare, insieme russi ed europei, per indebolire un potere criminale. È urgente trovare uno sbocco al conflitto. Si vuole un piano di pace e le ultime notizie - lo dico qua – è che si tratta in quindici punti e nelle ultime ore si discute tra Russia e Ucraina se questa base possa portare ad un accordo più veloce.
Per terminare, la guerra è nei confronti dei valori dell'Occidente. La libertà di pensiero, di parola, di stampa, culturale e religiosa devono essere difese con risolutezza e senza tentennamenti. Chi pensa che si possa o si debba cedere oggi sull'Ucraina sappia che renderebbe un pessimo servizio alla pacifica convivenza in Europa e metterebbe un'ipoteca mortale sul futuro della libertà e dei nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, come giustamente lei ha ricordato, sono passate tre settimane da una notizia che ci ha colto tutti oggettivamente di sorpresa, una notizia che ci ha fatto sentire credo tutti inadeguati. Sono stati e sono giorni bui, per chi pensa che il futuro debba essere un futuro di libera e pacifica convivenza tra i popoli. Sono stati giorni bui, perché ci hanno riportato a giorni bui della storia del Novecento.
Per quel che ci riguarda c'è pieno sostegno e pieno appoggio all'azione del Governo italiano, come abbiamo ribadito in occasione delle comunicazioni del Presidente del Consiglio. Credo che non possa e non debba più essere messa in discussione la valutazione di condanna ferma di una guerra di aggressione, inaccettabile, una violazione del diritto internazionale, una scelta premeditata con conseguenze drammatiche per la popolazione ucraina, una catastrofe umanitaria, come giustamente lei ha ricordato.
Vorremmo iniziare da qui. Se c'è una cosa che in queste tre settimane non ha funzionato e, anzi, ha prodotto dramma nel dramma sono stati i corridoi umanitari. Da questo punto di vista le organizzazioni internazionali, la comunità internazionale deve pretendere che vi sia un cessate il fuoco funzionale ad avere corridoi umanitari in sicurezza. Questo è un punto fondamentale. È ovvio che, parlando di catastrofe umanitaria, non si possa non ritornare al tema dei profughi. Il nostro Paese deve fare la propria parte, rifuggendo anche una propaganda che ho ascoltato in quest'Aula, che francamente stona con la necessità di avere un approccio unitario del Paese. Signor Ministro, occorre essere - sappiamo che il Ministero dell'Interno si sta già muovendo - vicino ai comuni e alle organizzazioni del Terzo settore. Stiamo parlando di numeri molto importanti e, quindi, da questo punto di vista, occorre mettere in moto una macchina che coordini anche gli arrivi, che coordini l'accoglienza e che possa consentire di dare a queste persone, in larga maggioranza donne e bambini, l'accoglienza che si meritano.
Credo anche - noi ne siamo profondamente convinti - che mai come in questo momento le parole vadano pesate. Invidio - lo confesso pubblicamente - tutte le certezze che spesso sento in alcuni discorsi. Se, da un lato, infatti non potevamo girarci dall'altra parte di fronte al grido d'aiuto che veniva da un Paese libero aggredito - detto in altri termini, non si poteva e non si può non vedere che c'è un aggressore e un aggredito - allo stesso modo dobbiamo compiere tutti uno sforzo per ricercare soluzioni di pace, soluzioni che pongano fine il prima possibile a questo conflitto.
Questo è il punto: a nostro giudizio, gli sforzi diplomatici, che anche lei ha ricordato, devono essere ulteriormente intensificati. Se c'è un messaggio che il nostro gruppo vuole lasciarle è che, proprio nel momento in cui arrivano dal teatro di guerra ucraino le immagini più crude della guerra, non differenti da quelle del passato - perché la guerra è questo -, bisogna intensificare lo sforzo diplomatico, ricercare soluzioni diplomatiche, ricercare mediatori in grado di provare a trovare soluzioni.
So che non è facile, so che può apparire retorica - qualcuno dice che è ipocrita -, ma noi di questo siamo profondamente convinti. Così come siamo convinti, come ha detto Andrea Romano, che la Russia non è la Russia di Putin: mai compiere l'errore di confondere i Governi con i popoli. Però, signor Ministro, dobbiamo aver chiaro - ripeto una cosa che ho già detto in altre occasioni - che la NATO può, deve e sta svolgendo un ruolo fondamentale di deterrenza ed è giusto che noi sosteniamo questo sforzo, ma che l'Unione europea non può sovrapporsi alla NATO: sono due compiti differenti.
Da questo punto di vista, l'Unione europea che è stata veloce, è stata rapida nella risposta, oggi deve essere altrettanto unita e rapida nell'aprire e rafforzare i canali diplomatici. È del tutto evidente che entreremo in una fase nuova, una fase di nuovi equilibri, una fase di ricerca difficile di un equilibrio per la sicurezza europea. Per fare questo abbiamo bisogno di più Europa, di un'Europa più forte, di un'Europa che continui ad essere un gigante economico, ma che non sia un nano in politica estera e nelle politiche di difesa. Deve iniziare, da questo punto di vista, un'altra stagione.
Quindi, in chiusura, signor Ministro, crediamo che l'Italia, anche per la sua storia e per la sua tradizione, debba essere ancora più attiva sul fronte della pace e della ricerca della pace, perché - e di questo noi siamo profondamente convinti - occorre lavorare, da questa parte, nel rispetto e con il sostegno giusto al popolo ucraino, ma lavorare per orizzonti e scenari di pace e non verso orizzonti e scenari di guerra. Non è soltanto la nostra storia e la nostra tradizione, ma credo che sia l'aspirazione di tutti gli europei e di chi crede che a quella guerra di aggressione noi dobbiamo dare una risposta ferma, ma al tempo stesso in un quadro di orizzonte di pace (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà.
PINO CABRAS (MISTO-A). Grazie, Presidente. L'Italia fornisce armi a un Paese in guerra, assieme a tutta l'Unione europea che ora si trasforma in un'istituzione votata alla guerra. Le ritorsioni reciproche porteranno alla comune rovina. In Italia assistiamo a pose bellicose e roboanti, semplificazioni bestiali, liste di proscrizione, sottovalutazioni immani dei contraccolpi, la voglia di combattere, sì, ma fino alla vita dell'ultimo ucraino, tante Sturmtruppen da divano.
Il primo disarmo da fare riguarda la narrazione; guardiamo la prima pagina del quotidiano La Stampa di oggi, dove appare una grossa foto notizia, intitolata “La carneficina”…
PRESIDENTE. Onorevole Cabras, ognuno compra il giornale…
PINO CABRAS (MISTO-A). La descrivo: “La carneficina”, con la foto di una strada disseminata di vittime di bombardamento; non viene spiegato che si tratta di cittadini della città di Donetsk nel Donbass, colpiti da un pezzo di missile ucraino. Questo non solleva le autorità russe dalle responsabilità sulla guerra, certo, ma rivela l'autointossicazione del nostro sistema informativo che orienta tutto all'irreversibilità del conflitto e non vuole vederne la complessità.
Certo, Vladimir Putin, membro del club delle potenze nucleari, ha giocato una carta tremenda, l'aggressione a un Paese sovrano, è un wargame già noto, dove altri membri del club nucleare si sono spesso concessi aggressioni a Paesi sovrani, ma nulla è normale. È come il passaggio di livello di un wargame in un ambiente nuovo, con più insidie, più veloci, più imponderabili, con la differenza che nel mondo reale si muore per davvero. La strada scelta ha leso il cuore del diritto internazionale e tuttavia questo wargame non era imprevedibile, sapevamo da tempo dove si andava a finire. L'Europa ha fatto sequestrare da tempo i suoi interessi dalle classi dirigenti ipernazionaliste dell'Est Europa. In troppi hanno dimenticato le lezioni micidiali della storia che vedono nella Russia una potenza con una funzione dirigente inaggirabile per la vita politica europea. Nessuno vuole una “grande guerra”, ma il Nord America, l'Unione europea e la Russia vi si stanno dirigendo senza scampo, se non mettono fine alla spirale di mosse e contromosse. Tutti gli europei, inclusa la Russia, condividono la responsabilità per la pace e la sicurezza. Bandire definitivamente la guerra è ora un principio di realismo politico (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
L'allargamento occidentale verso Est è stato minaccioso per la Russia, in assenza di un contestuale approfondimento dei rapporti di collaborazione con Mosca. Siamo ancora in tempo per concepire una casa comune europea, con tutti allo stesso livello di sicurezza. Fornire armi che potrebbero finire in mani sbagliate ci coinvolge in un'escalation e ci consegna mani e piedi agli oltranzismi di Stati che vogliono una soluzione basata su una prova di forza militare a pochi minuti dalla mezzanotte nucleare. Abbiamo bisogno di una nuova distensione e di uguale sicurezza fra partner, con eguali diritti e rispetto reciproco.
La soluzione politica è a portata di mano, non comporta rese o cedimenti di principio, ma la negoziazione di un nuovo equilibrio europeo controllato e bilanciato.
L'Ucraina può essere il laboratorio dell'interdipendenza, garantendo che sia un Paese neutrale, federale, con pieno multilinguismo e una partnership di sicurezza collettiva tra Russia ed Europa; il resto è guerra. Perciò, come Alternativa diciamo: se vuoi la pace prepara la pace (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Ministro Di Maio, ho apprezzato molto il suo intervento, il suo puntuale report sullo stato dell'arte in Ucraina. Ora, al di là di tutte le motivazioni che il Presidente Putin adduce per giustificare la sua operazione militare speciale, così come la chiama, rimangono i fatti che debbono essere rigorosamente separati dalle opinioni, certamente legittime, ma che talvolta vengono espresse in maniera strumentale, al riparo del proprio benessere.
Questi fatti ci dicono che cosa? Che c'è una aggressione russa in atto a uno Stato sovrano, che molte città ucraine sono state bombardate e distrutte, che città di pregio e storiche sono state sfregiate, che molti civili che desideravano vivere del proprio lavoro, con i propri affetti, sono morti, mentre altri, è notizia che abbiamo appreso pochi giorni fa, sono stati deportati.
Tra l'altro, il mio ringraziamento sincero va a quegli operatori, quei corrispondenti di guerra che ci forniscono elementi di cronaca e valutazioni fondamentali per separare le vere notizie dalle numerose fake che avvelenano il web. Molti giovani soldati russi non sanno neanche perché sono lì al fronte e questo rende plausibile la fatica da parte russa di portare avanti un'azione militare tra forze impari e sbilanciate.
Migliaia di profughi fuggono, sono arrivati in Italia, arriveranno anche nei prossimi giorni e diversi sono stati accolti anche dalla mia città e dal mio territorio. Il popolo italiano ha così ancora una volta dimostrato il suo grande cuore e la sua enorme solidarietà; lo ha fatto e continuerà a farlo nonostante il prezzo - e concludo, Presidente – che sta cominciando a pagare. Per questo motivo, bisognerà avere molta attenzione al sostegno che anche i nostri cittadini dovranno avere con interventi nazionali ed europei.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ermellino. Ne ha facoltà.
ALESSANDRA ERMELLINO (MISTO-CD). Grazie, Presidente. Signor Ministro, colleghi, ieri la portavoce dell'Unicef ha dichiarato che 1 milione 400 mila minori sono fuggiti dal Paese in guerra. Fino a poche ore fa, secondo una stima del Ministero dell'Interno, i profughi ucraini in Italia erano calcolati in oltre 44 mila, di cui la maggioranza è composta da donne e bambini.
Questi sono numeri da emergenza umanitaria, a maggior ragione se pensiamo che sono destinati a crescere. L'OSCE parla di un numero senza precedenti di persone che cercano rifugio dalla violenza armata in Ucraina e che abbiamo il dovere di accogliere e proteggere, anche dal rischio del traffico di esseri umani, compreso lo sfruttamento in ogni sua forma, sia durante il loro viaggio che all'arrivo nel Paese ospitante.
Cito queste autorevoli fonti perché credo che solo sulla base di questi numeri e analisi saremo in grado di implementare nel Paese politiche di accoglienza efficaci, promuovendo ad esempio un'ampia diffusione di informazioni ufficiali sulle opportunità di alloggio e di lavoro inclusivo, proprio per prevenire il sommerso e l'illecito.
Ho sempre letto sul sito del Viminale che le principali città di destinazione dei profughi rimangono le grandi aree italiane, quali Milano, Roma, Napoli e Bologna. Ebbene, attraverso il rafforzamento a livello centrale del sistema di accoglienza e integrazione bisognerà velocemente e meglio distribuire queste persone alle quali stiamo concedendo permessi di soggiorno temporanei, accanto ai quali, lo ricordo, il Paese dovrà fornire nel breve periodo una più ampia inclusione e l'istruzione per i bambini, garantendo inoltre, come sottolinea l'OSCE, la conservazione e la riunificazione della famiglia.
L'aspetto umanitario è preminente, perché al di là degli altri validi interessi in campo, non bisogna dimenticare che l'essere umano, come scrive Papa Francesco nella “Fratelli tutti”, ha diritto a vivere con dignità e a svilupparsi integralmente e nessun Paese può negare tale diritto fondamentale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo. Ne ha facoltà.
RENZO TONDO (M-NCI-USEI-R-AC). Grazie, Presidente. Io voglio ringraziare personalmente il Ministro Di Maio per il suo attivismo su due fronti: quello dell'energia, della ricerca di nuove fonti, e quello della ricerca della pace.
Siamo di fronte a un cambiamento nel mondo e del mondo che sarà superiore a quello delle Torri gemelle. Pensavamo in questo secolo di aver avuto già abbastanza, di aver avuto la nostra parte e, invece, purtroppo, non è così. Mentre siamo qui, le bombe continuano a cadere e la democrazia in questo nostro pianeta è sotto attacco, da una parte, dal terrorismo islamico e, dall'altra parte, dalle autocrazie dell'Est. Nel frattempo, lo ripeto, le bombe continuano a cadere e i negoziati languono.
L'Europa è unita su tre direttrici che io condivido: da un lato, le sanzioni; dall'altro, l'assistenza ai profughi; infine, la fornitura delle armi all'Ucraina. Tutte e tre queste direttrici avranno delle conseguenze: le sanzioni evidentemente comporteranno delle difficoltà anche per la nostra economia; l'assistenza comporta risorse da destinare a chi è in questo momento in difficoltà; il terzo punto, quello delle armi, che è il più combattuto, il più difficile e il più complicato, certamente comporta dei rischi. Ma credo che questi siano i momenti in cui per i negoziati dobbiamo coinvolgere tutti i potenziali attori. Nessuno deve essere lasciato in disparte. Chiunque possa dare un contributo deve entrare in campo perché questo è fondamentale per una buona riuscita dei risultati.
Nel frattempo, facciamo ciò che possiamo per salvare la nostra economia, perché del futuro bisognerà pur parlare. Bene la visita in Africa in cerca di forniture alternative e bene le scelte, ancora troppo piccole, di sburocratizzazione rispetto all'energia e non solo a questa.
In conclusione, questo è un momento di grandi responsabilità difficili da prendere, un'assunzione di responsabilità che questo Parlamento deve prendere con la massima consapevolezza della difficoltà del momento. Non sono difficoltà di poco conto; sono responsabilità terribili e più saremo uniti in quest'Aula, più saremo uniti in questo Paese e in Europa e più i nostri sforzi avranno la possibilità di successo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento AdC).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Ministro e onorevoli colleghi, nel Paese e anche in questo Parlamento si è sviluppato un dibattito molto concentrato sull'opportunità dell'invio di armi all'Ucraina aggredita che noi abbiamo sostenuto, perché riteniamo che non possa esserci equidistanza tra chi è costretto all'uso della forza per difendersi e affermare il diritto e chi la usa per violarlo, tra la popolazione ucraina aggredita e i criminali di guerra, Putin e i vertici delle Forze armate russe.
La pace si costruisce con la politica e con il diritto appunto, quindi anche in questo caso garantendo alle giurisdizioni internazionali di operare. L'aggressione militare russa ai danni dell'Ucraina ha travolto principi basilari del diritto internazionale e del diritto umanitario: attacchi indiscriminati alla popolazione civile, a ospedali, a corridoi umanitari.
Il 28 febbraio il procuratore della Corte penale internazionale dell'Aia Karim Khan, che oggi è in Ucraina, ha annunciato ufficialmente di aver aperto un'indagine per crimini di guerra in Ucraina, anche dopo aver ricevuto la segnalazione da oltre 40 Stati, fra cui l'Italia. Come lei ha ricordato, Ministro, questi deferimenti consentono alla Corte di procedere con l'apertura di un'indagine sulla situazione in Ucraina dal 21 novembre 2013.
È ora necessario, però, che vi siano azioni conseguenti per rendere possibile un'efficace attività investigativa e di raccolta di tutti gli elementi e sostenere pienamente le strutture della Corte penale internazionale nello svolgimento dell'indagine avviata, agevolandone il lavoro, in particolare con riguardo al sostegno finanziario necessario a tale iniziativa, perché la Corte possa svolgere il proprio ruolo di raccolta delle prove per un lasso di tempo così ampio - e concludo, Presidente - e procedere, sulla base di questa raccolta, con l'incriminazione per crimini di guerra.
Nel ringraziare il Governo per quello che ha fatto, confidiamo che possa svolgere il massimo sforzo con questo obiettivo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.
CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Ringrazio il signor Ministro per l'informativa. Vorrei iniziare a parlare del popolo ucraino. Non si può lasciare solo il popolo ucraino in questa condizione, perché questo popolo, come ogni popolo, ha il diritto di difendersi e di ricevere aiuto quando è invaso, ha diritto alla sua libertà. Noi non siamo equidistanti: siamo con il popolo ucraino, perché l'invasione e la guerra contro l'Ucraina non si possono considerare tollerabili. Ciò che sta accadendo in Ucraina è un dramma per tutta l'umanità. Putin sta commettendo crimini di guerra.
Ma voglio arrivare anche a parlare dei mercenari. Sappiamo che sono stati assoldati 16 mila mercenari per le aree di guerra o, per meglio dire, per le aree invase. Abbiamo memoria degli atti di violenza perpetrati dai miliziani ai danni della popolazione inerme della città di Aleppo, in seguito rasa al suolo. Parliamo di veri e propri tagliagole!
Bisogna accelerare, signor Ministro, il processo negoziale tra le parti in causa, sollecitando con forza il cessate il fuoco immediato e senza condizioni, nonché lo stop all'invio di armi per tutta la durata del processo negoziale tra la delegazione ucraina e russa. Crediamo si possa arrivare a questo obiettivo con un contributo importante dell'Italia.
Abbiamo fiducia nel senso di responsabilità di tutte le istituzioni italiane, nonché di quelle europee alleate. L'Europa deve farsi carico di individuare una personalità mediatrice di rilievo per tentare di arrivare alla pace al più presto. Dobbiamo aumentare gli sforzi sui corridoi umanitari che consentano, a chi fugge dalla guerra, supporti logistici nel viaggio e nell'accoglienza. I Paesi dell'Unione europea devono farsene carico con spirito solidale.
Per quanto riguarda l'invio delle armi, signor Ministro chiediamo che si eserciti un controllo ferreo sulla fornitura, perché manca uno standard comune sulla trasparenza delle informazioni e sul controllo del materiale bellico che i singoli Paesi dell'Unione stanno cedendo all'Ucraina. Dobbiamo evitare la possibilità che le armi finiscano nelle mani di gruppi estremisti attivi nel Paese. Su questo, Ministro, la voglio informare che questa mattina il Governo ha dato parere contrario su un ordine del giorno a mia prima firma in cui si impegnava il Governo a valutare tutte le iniziative utili per evitare che si arrivi a non riuscire ad operare un rigoroso controllo sui materiali bellici in ingresso in Ucraina e che, per farlo, si possa agire con operatori che siano completamente sotto il controllo delle autorità governative dell'Ucraina. Il sottosegretario Mule' mi ha risposto che i rischi che si riportavano erano del tutto ipotetici. Gli ho chiesto se fosse nelle sue possibilità garantirlo all'Aula, ma il sottosegretario ha deciso di non rispondermi. Pertanto, le chiedo se potrà farlo lei.
Per concludere e per tornare alla questione che riguarda il contributo italiano al processo di pacificazione negoziale, voglio ricordare le parole del Presidente Pertini: “L'Italia deve essere nel mondo portatrice di pace: si svuotino gli arsenali, si colmino i granai”.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Schullian. Ne ha facoltà.
MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Ministro, ho apprezzato molto la chiarezza delle sue parole e condivido la posizione del Governo in merito a questi eventi drammatici. Voglio sottolineare solo due aspetti. Da quanto si apprende, ieri il Presidente Zelensky avrebbe dichiarato che l'Ucraina non entrerà nella NATO ed oggi apprendiamo che, secondo il portavoce del Cremlino, sarebbe possibile un compromesso che preveda per l'Ucraina lo status di neutralità sul modello della Svezia e dell'Austria, modello rifiutato, al momento, dal Presidente Zelensky che chiede garanzie internazionali per la sicurezza nazionale. Riteniamo che questi spiragli di compromesso vadano sostenuti con ogni mezzo per fermare la guerra, salvare vite e risparmiare distruzioni materiali e soprattutto morali. Chiediamo a lei e a tutto il Governo di sostenere questa mediazione in tutte le sedi internazionali.
Vengo alla seconda considerazione. Questa crisi ci fa capire quanto sia importante la coesione e la collaborazione tra i Paesi europei e che la nostra casa europea è ancora incompleta. Se ogni crisi è anche un'opportunità, lo slancio generato da questa crisi dovrebbe essere sfruttato per fare passi importanti per la costruzione di un'Europa politica che non si limiti alla creazione di un mercato comune.
PRESIDENTE. È così esaurita l'informativa urgente del Governo sugli ultimi sviluppi del conflitto fra Russia e Ucraina. Ringraziamo il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio.
Sospendo brevemente la seduta, che riprenderà alle ore 17,55.
La seduta, sospesa alle 17,50, è ripresa alle 17,55.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere.
PRESIDENTE. Comunico che in data odierna il Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere, il deputato Federico Conte, in sostituzione del deputato Erasmo Palazzotto, dimissionario.
Seguito della discussione del disegno di legge: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021 (A.C. 3318-A) (ore 17,56).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3318-A: Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021.
Ricordo che nella seduta dell'8 marzo si è conclusa la discussione generale.
La V Commissione (Bilancio) ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione.
(Esame degli articoli - A.C. 3318-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli. Poiché non sono stati presentati emendamenti, li porrò, dunque, direttamente in votazione.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3318-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO (IV). Solo per esprimere il voto favorevole di Italia Viva al provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Per confermare il voto di Fratelli d'Italia su una ratifica che l'Italia attendeva da tempo. Sotto questo profilo, vogliamo riconoscere al presidente Fassino di avere impresso uno straordinario cambio di marcia nelle ratifiche dei trattati internazionali che a volte giacciono, per quanto incidano su profili rilevanti, assolutamente necessari in ordine alla capacità dell'Italia di stare nel mondo e di indicare una sua visione su tematiche come quelle di cui stiamo parlando, che hanno una rilevanza non di secondo momento. Quindi, mi sentivo di voler ringraziare il presidente Fassino per questo cambio di marcia che ha voluto imprimere nelle ratifiche degli accordi, dei trattati internazionali, delle convenzioni che da tempo giacevano impolverati qui alla Camera.
Siamo assolutamente d'accordo. Non entro nel merito del provvedimento, che è già stato ampiamente discusso in Commissione esteri e, quindi, rappresento il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Intervengo solo per esprimere il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il voto favorevole di Forza Italia e per sottolineare che è prevista l'apertura di una sede romana, che consentirà di rafforzare il ruolo internazionale del nostro Paese in materia di protezione e salvaguardia del patrimonio forestale e boschivo. Quindi, Forza Italia voterà a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Intervengo per esprimere il voto favorevole del Partito Democratico.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.
PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente voto favorevole anche della Lega. Stiamo parlando, è bene dirlo, dell'apertura della sede dell'ufficio dell'European Forest Institute. Questo ente si occuperà di forestazione urbana. Noi della Lega, che siamo attenti alle nostre amministrazioni, ai nostri comuni, sappiamo che questo potrà diventare un utile strumento per rendere più verdi le nostre città, più abitabili e per frenare il cambiamento climatico (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Maurizio Cattoi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO CATTOI (M5S). Grazie, Presidente. Prendo due minuti solo per evidenziare l'importanza di questo atto che andiamo a concludere, anche perché trovo significativo il fatto che dobbiamo poi arrivare a una sua veloce approvazione anche al Senato, per intercettare i fondi già messi a disposizione dell'Italia dall'Unione europea. Trattiamo della ratifica dell'Accordo tra il Governo italiano e l'Istituto forestale europeo, che ricordo essere un'organizzazione internazionale costituita da 29 Stati europei, da ben 120 organizzazioni associate, e 38 Paesi, le cui attività riguardano il settore forestale. L'Accordo è avvenuto in ambito MAECI, Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, ma anche grazie al forte contributo del MiPAAF e del MiTE, sotto l'autorevole regia della Direzione generale dell'economia montana e delle foreste del MiPAAF che, dopo la sciagurata chiusura del Corpo forestale dello Stato, in neanche cinque anni, è riuscita a riconnettere tutte le componenti pubbliche e private del sistema forestale italiano, attraverso un lavoro di cooperazione che ha portato all'emanazione del nuovo testo unico sulle foreste e sulle filiere forestali e i successivi decreti attuativi, di cui 8 su 9 sono già stati emanati, fino alla recentissima pubblicazione della nuova Strategia forestale nazionale che vede l'Italia prima tra i Paesi dell'Unione europea a recepire la nuova strategia dell'Unione europea pubblicata nel luglio dello scorso anno.
L'Italia ha una grandissima tradizione silvicolturale, accademica e professionale, nata e cresciuta per garantire, prima la conservazione e la sopravvivenza dei boschi e delle foreste decimate da secoli di sfruttamento, e poi per ricostruire la copertura forestale su lande dissestate e denudate. In cento anni, la superficie forestale è triplicata, soprattutto il legno è stato sostituito totalmente nella catena energetica.
Questo ha consentito una rinaturalizzazione del tessuto anche intorno alle città, quindi vale anche per il territorio periurbano, tanto che effetti della rinaturalizzazione, come cinghiali e altra abbondante fauna selvatica, sono cronaca quotidiana, quella cronaca che ci impone anche di continuo una revisione dei nostri stili di vita, nelle modalità costruttive dell'abitare, delle varie mobilità energivore. Ecco allora l'importanza di riprogettare le città; da contenitori chiusi e bacino di servizi prettamente urbani a luoghi del futuro abitare collettivo che siano interconnessi con i sistemi territoriali agrari e forestali, in modo da formare i nodi di una matrice naturale nella quale i nuovi abitanti possano sviluppare le proprie attività e dove le comunità che le popolano adottino e condividano soluzioni basate sulla natura, con l'obiettivo di sviluppare un'economia circolare sostenibile.
Dunque, le biocittà, l'oggetto di questo Accordo, rappresentano proprio questa generazione di città intelligenti, ed il centro di ricerca, a Roma, di cui la ratifica dell'Accordo che andiamo ad approvare, riguarda proprio il settore di attività dell'Istituto forestale europeo focalizzato sulle foreste urbane e sulle biocittà. Si tratta, quindi, di un argomento di grandissima attualità.
Biocittà e foreste urbane rappresentano una valida soluzione per mitigare l'inquinamento atmosferico, migliorando la qualità dell'aria che respiriamo e della nostra vita, anche grazie all'aumento della sicurezza e del benessere del sistema economico urbano sostenibile e resiliente, pronto a contrastare e mitigare i cambiamenti climatici.
Purtroppo, manca l'organo di attuazione di questo grande sforzo progettuale ed economico, proprio nel momento in cui ce n'è maggiore bisogno; c'era una volta la Forestale, che è un termine sostantivo, con 10 mila persone e un organo con 200 anni di storia di tecnica silvicolturale, di competenza gestionale; oggi forestale è solo un aggettivo di un reparto di una Forza armata, l'Arma dei carabinieri, a cui non sarà possibile affidare, per ovvie ragioni, l'applicazione tecnico-amministrativa delle vaste politiche di settore che il Paese è chiamato ad attuare per il futuro dei nostri figli, e alla soluzione di questo problema bisognerà provvedere urgentemente.
In conclusione, la ratifica di questo Accordo rappresenta un risultato di elevatissimo profilo e prestigio internazionale per il mondo della ricerca italiano, realizzato, tra l'altro, in un periodo di emergenza sanitaria che ha reso il processo ancora più impegnativo e difficile.
Quindi, con grande orgoglio, dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 3318-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3318-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3318-A: "Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana e l'Istituto forestale europeo riguardante lo stabilimento in Italia di un ufficio sulla forestazione urbana, con Allegato, fatto a Helsinki il 15 luglio 2021".
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 30).
Seguito della discussione del disegno di legge: “Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001” (A.C. 2806-A) e delle abbinate proposte di legge: Mura; Benedetti ed altri (A.C. 531-1360).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 2806-A: “Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001” e delle abbinate proposte di legge nn. 531 e 1360.
Ricordo che nella seduta dell'8 marzo si è conclusa la discussione generale.
La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere (Vedi l'allegato A), che è in distribuzione. Tale parere reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
(Esame degli articoli - A.C. 2806-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli e delle proposte emendative presentate.
Passiamo all'articolo 1, a cui non sono riferiti emendamenti.
Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, lo pongo direttamente in votazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
Passiamo all'articolo 2, a cui non sono riferiti emendamenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 32).
Passiamo all'articolo 3, a cui è stato presentato un emendamento.
Invito il relatore ad esprimere il parere.
RICCARDO OLGIATI , Relatore. Sull'emendamento 3.300 della Commissione, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.300 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 34).
Passiamo all'articolo 4, a cui è stata presentata un'unica proposta emendativa.
Invito il relatore ad esprimere il parere.
RICCARDO OLGIATI , Relatore. Sull'emendamento 4.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo?
BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Il parere è conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 36).
Passiamo all'articolo 5, a cui non sono riferiti emendamenti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5 (Vedi l'allegato A).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 37).
(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2806-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare il collega Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Mi permetta di esprimere il voto favorevole di Italia Viva a questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Delmastro Delle Vedove. Ne ha facoltà.
ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE (FDI). Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole di Fratelli d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Battilocchio. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO BATTILOCCHIO (FI). Grazie, Presidente. Per dichiarare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.
LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. A nome del Partito Democratico esprimo il nostro voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Billi. Ne ha facoltà.
SIMONE BILLI (LEGA). Preannuncio il voto favorevole del gruppo Lega-Salvini Premier.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Olgiati. Ne ha facoltà.
RICCARDO OLGIATI (M5S). Grazie, Presidente. Io rimando alla relazione fatta lunedì in discussione generale e dichiaro il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale - A.C. 2806-A e abbinate)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione - A.C. 2806-A e abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2806-A: “Ratifica ed esecuzione della Convenzione di Stoccolma sugli inquinanti organici persistenti, con Allegati, fatta a Stoccolma il 22 maggio 2001”.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 38).
Sono così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 531 e 1360.
Come già preannunciato al termine della parte antimeridiana della seduta, gli ulteriori argomenti saranno iscritti all'ordine del giorno della seduta di domani, 17 marzo.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data 16 marzo 2022, il deputato Erasmo Palazzotto, già iscritto al gruppo parlamentare Liberi e Uguali, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico.
La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta.
Organizzazione dei tempi di discussione dei tempi di esame di proposte di legge.
PRESIDENTE. Avverto che nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per la discussione generale della proposta di legge costituzionale n. 716-A, recante “Modifiche della parte II della Costituzione concernenti l'elezione diretta del Presidente della Repubblica” e per l'esame della proposta di legge 875-B recante “Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo”.
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Tondo, che rinuncia.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Maggioni. Ne ha facoltà.
MARCO MAGGIONI (LEGA). Grazie, Presidente. Intervengo per sollecitare il Ministro Cingolani a rispondere alla mia interrogazione n. 4-09556. A fine 2019 è stato predisposto un decreto interministeriale che prevede la possibilità di risarcire le imprese agricole che abbiano subito danni arrecati da qualsiasi animale selvatico che risulti protetto dalla legislazione europea o nazionale.
Questo decreto, predisposto ma mai adottato, è diretta conseguenza della decisione n. 772 del 2019, con cui la Commissione europea ha comunicato al Governo italiano di non sollevare obiezioni nei confronti del regime di aiuti diretti, superando così il famoso de minimis. Il Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali ha ottemperato per quanto di sua competenza, ma il Ministero della Transizione ecologica non solo non ha risposto alla mia interrogazione del 16 giugno scorso, ma non ha nemmeno emanato, cosa ancor più grave, il decreto interministeriale che citavo poc'anzi. Sia chiaro, gli agricoltori danneggiati non chiedono né sussidi, né ristori, né aiuti, pretendono semplicemente indennizzi per i danni che hanno subito. Correttezza vuole che vengano loro riconosciuti dallo Stato.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Giovedì 17 marzo 2022 - Ore 9,30:
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 25 febbraio 2022, n. 14, recante disposizioni urgenti sulla crisi in Ucraina. (C. 3491-A)
Relatori: QUARTAPELLE PROCOPIO, per la III Commissione; ARESTA, per la IV Commissione.
2. Seguito della discussione delle mozioni Meloni ed altri n. 1-00485, Fiorini ed altri n. 1-00598, Moretto ed altri n. 1-00599, Orrico ed altri n. 1-00600, Perego di Cremnago ed altri n. 1-00603 e Benamati ed altri n. 1-00604 concernenti iniziative a sostegno del settore della moda .
3. Seguito della discussione delle mozioni Molinari ed altri n. 1-00572, Porchietto ed altri n. 1-00580, Benamati ed altri n. 1-00582, Chiazzese ed altri n. 1-00583, Lollobrigida ed altri n. 1-00587 e Moretto ed altri n. 1-00595 concernenti misure a sostegno del comparto automobilistico .
4. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
BRUNO BOSSIO e MAGI; FERRARESI ed altri; DELMASTRO DELLE VEDOVE ed altri; PAOLINI ed altri: Modifiche alla legge 26 luglio 1975, n. 354, al decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito, con modificazioni, dalla legge 12 luglio 1991, n. 203, e alla legge 13 settembre 1982, n. 646, in materia di divieto di concessione dei benefici penitenziari nei confronti dei detenuti o internati che non collaborano con la giustizia. (C. 1951-3106-3184-3315-A)
Relatore: PERANTONI.
5. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
FERRARI ed altri; DEIDDA ed altri; GIOVANNI RUSSO ed altri; DEL MONACO ed altri; DEL MONACO ed altri; FERRARI ed altri: Disposizioni di revisione del modello di Forze armate interamente professionali, di proroga del termine per la riduzione delle dotazioni dell'Esercito italiano, della Marina militare, escluso il Corpo delle capitanerie di porto, e dell'Aeronautica militare, nonché in materia di avanzamento degli ufficiali. Delega al Governo per la revisione dello strumento militare nazionale. (C. 1870-1934-2045-2051-2802-2993-A)
Relatori: ARESTA e FERRARI.
6. Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
FIANO ed altri; PEREGO DI CREMNAGO ed altri: Misure per la prevenzione dei fenomeni eversivi di radicalizzazione violenta, inclusi i fenomeni di radicalizzazione e di diffusione dell'estremismo violento di matrice jihadista. (C. 243-3357-A)
Relatore: FIANO.
7. Seguito della discussione della proposta di legge costituzionale:
S. 865 - D'INIZIATIVA POPOLARE: Modifica all'articolo 119 della Costituzione, concernente il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall'insularità. (Approvata, in prima deliberazione, dal Senato). (C. 3353)
Relatrice: ALAIMO.
La seduta termina alle 18,20.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 2 il deputato Rotondi ha segnalato che non è riuscito a votare;
nelle votazioni nn. 8 e 9 il deputato Miceli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 9 il deputato Vallascas ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;
nella votazione n. 13 la deputata Emiliozzi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 20 la deputata Barzotti ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 26 il deputato Morgoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 30 il deputato Maschio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 36 il deputato Benamati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nominale | Ddl 3491-A - art. agg. 5-ter. 0110 | 367 | 366 | 1 | 184 | 30 | 336 | 97 | Resp. |
2 | Nominale | art. agg. 5-ter. 0104 | 367 | 367 | 0 | 184 | 30 | 337 | 96 | Resp. |
3 | Nominale | art. agg. 5-ter. 0103 | 403 | 400 | 3 | 201 | 38 | 362 | 92 | Resp. |
4 | Nominale | art. agg. 5-ter. 0106 | 401 | 400 | 1 | 201 | 33 | 367 | 92 | Resp. |
5 | Nominale | art. agg. 5-ter. 0111 | 404 | 404 | 0 | 203 | 42 | 362 | 92 | Resp. |
6 | Nominale | art. agg. 5-ter. 0105 | 414 | 413 | 1 | 207 | 55 | 358 | 92 | Resp. |
7 | Nominale | art. agg. 5-ter. 0107 | 417 | 414 | 3 | 208 | 51 | 363 | 92 | Resp. |
8 | Nominale | em. 5-quater. 103 | 409 | 405 | 4 | 203 | 38 | 367 | 91 | Resp. |
9 | Nominale | em. 5-quater. 300 | 404 | 395 | 9 | 198 | 386 | 9 | 91 | Appr. |
10 | Nominale | em. 6.100 | 418 | 408 | 10 | 205 | 43 | 365 | 91 | Resp. |
11 | Nominale | odg 9/3491-A/4 rif. | 408 | 393 | 15 | 197 | 388 | 5 | 90 | Appr. |
12 | Nominale | odg 9/3491-A/5 | 419 | 402 | 17 | 202 | 42 | 360 | 90 | Resp. |
13 | Nominale | odg 9/3491-A/6 | 413 | 410 | 3 | 206 | 23 | 387 | 90 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nominale | odg 9/3491-A/8 rif. | 414 | 399 | 15 | 200 | 392 | 7 | 91 | Appr. |
15 | Nominale | odg 9/3491-A/11 rif. | 412 | 400 | 12 | 201 | 394 | 6 | 90 | Appr. |
16 | Nominale | odg 9/3491-A/12 rif. | 408 | 401 | 7 | 201 | 390 | 11 | 90 | Appr. |
17 | Nominale | odg 9/3491-A/33 rif. | 420 | 416 | 4 | 209 | 414 | 2 | 90 | Appr. |
18 | Nominale | odg 9/3491-A/34 rif. | 422 | 421 | 1 | 211 | 420 | 1 | 90 | Appr. |
19 | Nominale | odg 9/3491-A/35 | 417 | 410 | 7 | 206 | 391 | 19 | 91 | Appr. |
20 | Nominale | odg 9/3491-A/38 rif. | 421 | 418 | 3 | 210 | 417 | 1 | 91 | Appr. |
21 | Nominale | odg 9/3491-A/39 rif. | 424 | 421 | 3 | 211 | 421 | 0 | 91 | Appr. |
22 | Nominale | odg 9/3491-A/41 rif. | 422 | 393 | 29 | 197 | 393 | 0 | 89 | Appr. |
23 | Nominale | odg 9/3491-A/42 | 419 | 402 | 17 | 202 | 47 | 355 | 89 | Resp. |
24 | Nominale | odg 9/3491-A/43 | 417 | 406 | 11 | 204 | 387 | 19 | 89 | Appr. |
25 | Nominale | odg 9/3491-A/46 | 409 | 408 | 1 | 205 | 45 | 363 | 89 | Resp. |
26 | Nominale | Ddl 3318-A - articolo 1 | 326 | 326 | 0 | 164 | 326 | 0 | 99 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 38) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nominale | articolo 2 | 334 | 334 | 0 | 168 | 334 | 0 | 98 | Appr. |
28 | Nominale | articolo 3 | 336 | 336 | 0 | 169 | 336 | 0 | 98 | Appr. |
29 | Nominale | articolo 4 | 338 | 338 | 0 | 170 | 338 | 0 | 98 | Appr. |
30 | Nominale | Ddl 3318-A - voto finale | 362 | 362 | 0 | 182 | 361 | 1 | 97 | Appr. |
31 | Nominale | Ddl 2806-A e abb. -articolo 1 | 370 | 370 | 0 | 186 | 370 | 0 | 97 | Appr. |
32 | Nominale | articolo 2 | 368 | 368 | 0 | 185 | 368 | 0 | 96 | Appr. |
33 | Nominale | em. 3.300 | 374 | 374 | 0 | 188 | 373 | 1 | 96 | Appr. |
34 | Nominale | articolo 3 | 378 | 378 | 0 | 190 | 378 | 0 | 96 | Appr. |
35 | Nominale | em. 4.200 | 376 | 376 | 0 | 189 | 376 | 0 | 96 | Appr. |
36 | Nominale | articolo 4 | 372 | 371 | 1 | 186 | 371 | 0 | 96 | Appr. |
37 | Nominale | articolo 5 | 374 | 374 | 0 | 188 | 374 | 0 | 96 | Appr. |
38 | Nominale | Ddl 2806-A e abb. - voto finale | 375 | 375 | 0 | 188 | 375 | 0 | 96 | Appr. |