Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 698 di venerdì 20 maggio 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE FABIO RAMPELLI

La seduta comincia alle 9,35.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FEDERICA DAGA , Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono ulteriori osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati in missione a decorrere dalla seduta odierna sono complessivamente 106, come risulta dall'elenco consultabile presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Svolgimento di interpellanze urgenti.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze urgenti.

(Iniziative di competenza per garantire ai risparmiatori che ne abbiano titolo l'erogazione dell'indennizzo FIR, con particolare riguardo al passaggio dalla procedura forfettaria a quella ordinaria tramite la piattaforma informatica Consap - n. 2-01511)

PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza urgente all'ordine del giorno Baratto ed altri n. 2-01511 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Rizzone se intenda illustrare l'interpellanza, di cui è cofirmatario, o se si riservi di intervenire in sede di replica.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie Presidente. Come Coraggio Italia, abbiamo deciso di intervenire su questo tema, perché riteniamo che la tutela del risparmio sia uno degli aspetti molto importanti della nostra visione politica e riteniamo sia giusto chiedere al Ministero, ovvero al sottosegretario, di rendere conto su una particolarità del FIR.

Infatti, sono trascorsi ormai quasi cinque anni dall'estate del 2017, durante la quale i due principali istituti di credito veneti, Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza, furono posti in liquidazione. La crisi delle banche popolari venete, lungi dall'essere sintomo di una crisi economica sistemica, affonda le radici in ragioni che non è intenzione di questa interpellanza indagare, ma che, tuttavia, devono essere tenute in considerazione ogni volta si tratti questo tema. Un intero territorio, vanto industriale nazionale, ad esito delle esiziali conseguenze delle decisioni assunte in quel periodo, vide frustrate le proprie aspettative di crescita e migliaia di famiglie videro i propri risparmi evaporare insieme alle prospettive di risparmio delle generazioni avvenire. A fronte delle drammatiche conseguenze sociali che si palesarono nel 2018, venne varato il cosiddetto FIR, cioè il Fondo indennizzo risparmiatori che, nelle intenzioni dei promotori, sarebbe dovuto essere un sistema di rimborso di facile e pronto accesso, in una prospettiva satisfattoria, seppur non integrale, per coloro che avevano letteralmente perso tutto.

Oggi, dopo anni, malgrado le buone intenzioni, sono ancora centinaia i risparmiatori che rischiano di rimanere senza nemmeno una speranza di indennizzo e le ragioni sono note.

La legge n. 145 del 2018 ha disposto l'indennizzo degli azionisti, secondo le modalità e i criteri previsti dal decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze del 10 maggio 2019. Vengono distinte, quindi, due diverse categorie di risparmiatori danneggiati dalle banche: la categoria dei risparmiatori con reddito annuo inferiore a 35.000 euro o patrimonio mobiliare inferiore a 100.000 euro e la categoria dei risparmiatori con redditi o patrimoni superiori a tali soglie.

I risparmiatori titolari di strumenti finanziari delle banche in liquidazione con redditi e patrimoni infrasoglia, i cosiddetti risparmiatori forfettari, possono beneficiare dell'indennizzo in ragione del solo requisito reddituale e patrimoniale, quindi, con una procedura semplificata. Gli altri risparmiatori con redditi o patrimoni ultrasoglia dovevano documentare, nell'ambito di una procedura aggravata, le violazioni massive del TUF commesse dall'istituto bancario. È esattamente questa distinzione che si è arenata e rischia di infrangere la legittima aspettativa di ristoro di migliaia di risparmiatori, famiglie che stanno al di sopra di una soglia, arbitrariamente considerata privilegiata, ma che, invero, hanno subito danni enormi dalla crisi bancaria e che oggi stentano a ritrovare una dimensione. Si tratta di risparmiatori che, oltre al danno, hanno, di fatto, subito la beffa dell'ingranaggio burocratico e, infine, hanno dovuto reclamare giustizia. Lo testimoniano le recenti sentenze del tribunale di Roma e del TAR del Lazio, che hanno accolto le doglianze relative all'annullamento di un provvedimento di diniego alla richiesta di indennizzo ex lege n. 145 del 2018 sul Fondo indennizzo risparmiatori.

Nel caso di specie i risparmiatori avevano erroneamente ritenuto che i loro requisiti specifici li facessero rientrare nelle procedure cosiddette semplificate sottosoglia e, avendo ricevuto comunicazione di rigetto dell'istanza di procedura d'indennizzo forfettaria, lamentavano che il portale - reso operativo da Consap Spa, in base al decreto ministeriale del 10 maggio 2019 - non consentisse, di fatto, lo spostamento dell'istanza dal procedimento forfettario a quello ordinario, relativo alle violazioni massive del TUF. Per evitare di rimanere esclusi, pertanto, si sono rivolti al tribunale, chiedendo che fosse ordinato a Consap, previa dichiarazione di illegittimità dei provvedimenti di diniego, di essere riammessi con l'inserimento nell'area riservata del portale di un'apposita finestra per la documentazione richiesta a integrazione dell'istanza già presentata.

Il caso portato all'attenzione della magistratura, tuttavia, non può essere considerato isolato, ma sintomatico di procedure eccessivamente burocratizzate, prive dell'elasticità necessaria a garantire che sia il risparmiatore a poter gestire personalmente la procedura. La stessa necessità di documentare le violazioni del TUF, demandata a una categoria di investitori arbitrariamente ritenuta privilegiata, appare del tutto iniqua - anche perché avere più di 35 mila euro di reddito non è detto che classifichi la persona come necessariamente privilegiata -, anche solo se si consideri che, nell'ambito del portale Consap, nessun contraddittorio è possibile né, tantomeno, il risparmiatore può affidarsi al consulto di un professionista. Ne deriva che il destino dell'indennizzo, per centinaia se non migliaia di risparmiatori, rimane ancora sub iudice senza alcuna possibilità di appello.

Come gruppo Coraggio Italia, abbiamo presentato questa interpellanza perché riteniamo urgente prendere atto di quanto già la magistratura ha espresso, per garantire il passaggio dalla procedura forfettaria a quella ordinaria tramite la piattaforma informatica Consap, con un'opportuna proroga del termine - ormai scaduto il 1° maggio scorso - per integrare la domanda di indennizzo, in modo da consentire l'erogazione dell'indennizzo FIR, ove ricorrano i requisiti stabiliti per legge.

Pertanto, chiediamo al Ministro quali iniziative urgenti di competenza intenda assumere per garantire questo passaggio dalla procedura forfettaria a quella ordinaria tramite la piattaforma informatica Consap e consentire, quindi, ai risparmiatori di integrare la domanda di indennizzo e ottenere quanto loro spetta.

PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze, Maria Cecilia Guerra, ha facoltà di rispondere.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Come ora veniva ricordato, gli onorevoli interpellanti richiamano un aspetto particolare di tutta la tematica relativa al Fondo indennizzo risparmiatori, ossia le decisioni prese dal TAR Lazio e dal tribunale di Roma che consentono la partecipazione alla procedura ordinaria di indennizzo del FIR ai risparmiatori esclusi dalla procedura forfettaria. Gli interpellanti chiedono, pertanto, di conoscere quali iniziative urgenti il Governo intenda porre in essere per garantire questa partecipazione alla procedura ordinaria tramite la piattaforma informatica Consap nonché, come ci veniva ricordato, per prorogare il termine scaduto il 1° maggio 2022, fissato per l'integrazione della documentazione relativa alle istanze di indennizzo.

Al riguardo, si fa presente che la disciplina relativa al Fondo indennizzo risparmiatori - come ci ha sempre ricordato l'onorevole interpellante - individua due procedure diversificate di accesso al FIR medesimo. Vi è una procedura ordinaria, caratterizzata dal previo accertamento della violazione del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 585 (noto come TUF) da parte delle banche e dell'esistenza del nesso causale tra esse e il pregiudizio subito dal risparmiatore richiedente l'indennizzo. Vi è, poi, una procedura forfettaria semplificata, che prescinde dai predetti accertamenti, alla quale sono ammessi solo i risparmiatori in possesso: di un reddito complessivo, ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche, inferiore a 35.000 euro nell'anno 2018, al netto di eventuali prestazioni di previdenza complementare erogate sotto forma di rendita; oppure di un patrimonio mobiliare di valore inferiore a 100.000 euro, al 31 dicembre 2018.

Il comma 501, in particolare, rimette l'esame delle domande e l'ammissione agli indennizzi ad apposita commissione tecnica, istituita dal decreto del Ministero dell'Economia e delle finanze del 10 maggio 2019 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 135 dell'11 giugno 2019. Tale organo collegiale, formato da componenti in possesso di idonei requisiti di competenza e professionalità, è presidio di garanzia di indipendenza nello svolgimento delle attività ad esso affidate e nelle deliberazioni assunte.

Queste condizioni e prerogative di indipendenza sono state adottate dal legislatore e dal Ministro in via applicativa per corrispondere a quanto disposto dalla disciplina in materia di burden sharing e alle indicazioni fornite dagli uffici della Commissione europea, nel corso delle interlocuzioni concernenti la verifica di conformità della normativa del FIR rispetto alla disciplina comunitaria.

Ciò premesso, si è al corrente che, nell'ambito delle procedure sinora condotte, la commissione, constatata la mancanza dei requisiti di reddito Irpef o di patrimonio mobiliare dichiarati, ha comunicato al soggetto istante che non sussistono le condizioni previste dalla procedura forfettaria. È bene ricordare che, nel caso di dichiarazioni mendaci, sotto questi profili l'ordinamento prevede sanzioni e gravi conseguenze a carico del soggetto che si è reso responsabile di false dichiarazioni. A fronte di detta comunicazione, alcuni soggetti istanti hanno proposto ricorso nelle sedi giudiziarie, chiedendo di essere ammessi alla procedura ordinaria. L'esame di queste vertenze è in corso presso le sedi giudiziarie e presso la commissione stessa, sulla base di una valutazione, caso per caso, degli elementi rilevanti in ciascuna situazione. Appare necessario, pertanto, rispettare le deliberazioni assunte dalla commissione tecnica del FIR, nella sua competenza e nelle sue richiamate prerogative di indipendenza e autonomia di valutazione. La commissione tecnica ha altresì facoltà di assumere le iniziative adeguate alla difesa delle sue determinazioni, ovvero di indirizzare la propria attività secondo le indicazioni giurisprudenziali.

PRESIDENTE. Il deputato Rizzone ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta all'interpellanza.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, sottosegretario. Sono soddisfatto della risposta, anche se emerge un tema, quello della burocrazia, che comunque a volte impedisce al cittadino di ottenere quanto gli spetta. È chiaro che bisogna distinguere le dichiarazioni mendaci da quelle fatte per errore, ma, al tempo stesso, penso che la piattaforma Consap dovrebbe garantire una maggiore elasticità e, quindi, nei casi di errore, prevedere la possibilità di aderire comunque a un regime ordinario. Bisogna concepire questi strumenti della pubblica amministrazione, non solo nell'ottica della digitalizzazione tout court, ma di una digitalizzazione che vuole andare nell'ottica della semplificazione, perché digitalizzare non vuol dire nulla, se non si aiuta poi il cittadino ad affrontare le pratiche che la legge prevede in maniera più semplice. Quindi, questo è l'invito che rivolgo anche alla commissione tecnica, che si occuperà dei singoli casi, e lo estendo a tutto il Governo, per quanto riguarda altre tipologie simili di casistica.

Un'ultima osservazione è che comunque, come Governo e come Paese, dobbiamo sempre avere a cuore che il cittadino spesso è inconsapevole quando investe i suoi risparmi e, quindi, ci vorrebbe maggiore attenzione sull'educazione finanziaria, in modo tale da prevenire questi casi. Il caso delle banche venete è eccezionale, ma, soprattutto in questi tempi di crisi, dove vediamo le borse crollare, instabilità e molta volatilità sui mercati, bisogna sempre rendere consapevoli le persone che gli investimenti hanno un rischio e che gli investimenti azionari hanno un rischio maggiore di quegli obbligazionari. Quindi, occorre prevenire tutto questo, perché lo Stato in questo caso è intervenuto, anche con un fondo cospicuo per i risparmiatori, però non può essere ovviamente la regola.

(Iniziative di competenza per promuovere, presso ogni prefettura, l'istituzione di un osservatorio metropolitano di coordinamento e monitoraggio a fini di tutela e inclusione sociale dei minori - n. 2-01521)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Ascari ed altri n. 2-01521 (Vedi l'allegato A).

Chiedo al deputato Saitta se intenda illustrare l'interpellanza, di cui è cofirmatario, o se si riservi di intervenire in sede di replica. Intende illustrarla, ne ha facoltà.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi deputati e deputate, sottosegretario Sibilia, durante questa emergenza sanitaria abbiamo assistito all'acuirsi di fenomeni di devianza giovanile. L'esigenza di tutela dei diritti dei minori e dei giovani adulti ci impone l'individuazione e la previsione di ogni strumento idoneo alla loro inclusione sociale, culturale e lavorativa, per preservarne l'integrità morale, fisica e psichica, soprattutto nelle aree delle città maggiormente esposte a criticità.

In ossequio ai principi, di cui agli articoli 2, 3 e 31 della Costituzione, è preciso compito dello Stato e delle proprie diramazioni istituzionali proteggere l'infanzia e la gioventù, favorendo gli istituti necessari a tale scopo, ed intervenire a tutela dell'integrità fisica e sociale dei minori, mediante interventi volti alla salvaguardia di reali opportunità esistenziali che consentano un'effettiva integrazione nel tessuto sociale mediante il ripristino di valori collettivi condivisi. Per questa ragione, con questa interpellanza urgente, a prima firma della collega Ascari e di tutti i componenti della Commissione giustizia - che trae origine e spunto nel solco delle brillanti iniziative ideate dal dottor Di Bella, adottate in Calabria mediante l'attivazione del protocollo “Liberi di scegliere” e dell'Accordo istitutivo dell'Osservatorio metropolitano, siglato a Catania il 14 gennaio 2021, teso a favorire progettualità condivise tra le varie istituzioni, attraverso interventi preventivi di situazioni di grave pregiudizio e di criticità per i giovani -, abbiamo chiesto al Ministero dell'Interno di promuovere e adottare iniziative, di concerto con gli altri soggetti istituzionali competenti, volte a prevedere l'istituzione, presso ogni prefettura del territorio nazionale, di un Osservatorio permanente per il monitoraggio dei fenomeni della devianza giovanile nelle aree cittadine.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'Interno, Carlo Sibilia, ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Grazie, Presidente. Gentili deputati, L'11 febbraio scorso è stato sottoscritto il rinnovo dell'Accordo tra le pubbliche amministrazioni, siglato presso la prefettura di Catania nel gennaio del 2021, volto a prevenire la devianza giovanile nell'area metropolitana di Catania, nonché ad assicurare la piena attuazione delle funzioni di tutela dei minorenni e dei giovani destinatari di provvedimenti giudiziari. L'Accordo è stato sottoscritto dalla procura della Repubblica, dal tribunale per i minorenni, dalla procura della Repubblica per i minorenni, dalle Forze di polizia, dall'università, dall'ufficio scolastico provinciale, dall'ispettorato del lavoro, dall'ufficio servizio sociale per i minorenni dell'amministrazione della giustizia, nonché dalle diocesi di Catania, Acireale e Caltagirone. L'iniziativa ha anche lo scopo di creare una rete tra istituzioni ed associazioni operanti sul territorio, come quelle di carattere religioso e sociale, nonché tra centri di aggregazione e formazione educativa, per costruire, in sinergia, innovativi percorsi formativi di educazione civica.

Tale modello collaborativo tende a favorire lo sviluppo di progettualità condivise e modalità operative integrate in chiave di prevenzione delle situazioni di devianza minorile che si registrano nell'area metropolitana di Catania, caratterizzata dalla presenza di organizzazioni criminali e da condizioni di criticità sociale. Nell'aprile 2021, si è svolta una prima riunione dei soggetti coinvolti nella progettualità, nel corso della quale è stato istituito l'Osservatorio metropolitano di coordinamento e monitoraggio, previsto nel citato Accordo e costituito dai relativi sottoscrittori.

L'Osservatorio ha innanzitutto elaborato una mappatura dei quartieri a rischio, con l'individuazione di sei macro-aree nell'ambito delle quali sono stati registrati i più elevati livelli di criminalità e dispersione scolastica. La mappatura ha tenuto conto di diversi indicatori, quali il numero dei minorenni denunciati dall'autorità giudiziaria, la presenza o carenza di servizi e strutture sociali, l'operatività delle varie realtà di volontariato terzo settore, la presenza di organizzazioni criminali e i dati relativi alla dispersione scolastica. Proprio il fenomeno della dispersione scolastica, che nella città metropolitana di Catania registra livelli preoccupanti, con una percentuale di alcuni quartieri anche superiore al 20 per cento, è stato oggetto di approfondimento da parte dell'Osservatorio nel corso di una riunione del 31 luglio 2021 presso l'istituto omnicomprensivo “Angelo Musco”, nel quartiere di Librino. Sulla problematica, il tribunale dei minori, in sinergia con la procura dei minori, ha dato priorità alle iniziative volte all'implementazione del numero delle segnalazioni che i dirigenti scolastici devono inviare all'autorità giudiziaria e, nel contempo, è stato concordato di avviare una campagna di sensibilizzazione della cittadinanza da parte del comune sulla presenza e le attività poste in essere dall'Osservatorio. Nel contesto di ampia collaborazione istituzionale appena descritto, lo scorso 11 febbraio, è stato sottoscritto un protocollo d'intesa tra la prefettura, il comune di Catania, il tribunale dei minori e l'ufficio scolastico regionale ambito territoriale di Catania INPS, con la specifica finalità di individuare quei giovani che eludono l'obbligo scolastico attraverso l'incrocio dei dati dell'ufficio anagrafe del comune e dell'ufficio scolastico regionale. L'azione intrapresa con le predette iniziative ha determinato il raggiungimento di importanti risultati, con un consistente aumento del numero delle denunce di dispersione scolastica da 40, nel 2021, a 700 alla data odierna. Nell'ambito delle iniziative dell'Osservatorio è stato anche redatto, in collaborazione con l'azienda sanitaria provinciale e con il tribunale dei minori, un ulteriore protocollo di intesa, che prevede l'istituzione di apposite équipe multidisciplinari integrate per offrire supporto ai minori sottoposti a procedimenti penali, civili o amministrativi che presentano problematiche di carattere psicologico o connesse all'assunzione di sostanze alcoliche o stupefacenti e alla ludo-dipendenza, ovvero siano state vittime di reati sessuali e maltrattamenti familiari. Le iniziative appena illustrate ben si inquadrano nel contesto delle attività riconducibili al ruolo di raccordo interistituzionale, svolto costantemente sul territorio dalla rete delle prefetture, che sono particolarmente impegnate nel progettare e sviluppare politiche di prevenzione dei fenomeni di devianza minorile. In effetti, il successo delle misure intraprese dipende in larga misura dalla capacità di implementarle in contesti mutevoli, avendo sempre presente la complessità di ogni azione congiunta e la conseguente necessità di coordinare gli interventi tra tutti gli attori interessati.

In conclusione, appare opportuno evidenziare il forte interesse del Ministero dell'Interno nella promozione e diffusione di best practices finalizzate alla promozione della legalità, della sicurezza e del miglioramento della convivenza nei contesti urbani. In tal senso, costituisce una precipua facoltà dei prefetti - ed è rimessa alla loro prudente valutazione - l'individuazione degli strumenti maggiormente idonei all'analisi e alle proposte di risoluzione delle problematiche socio-economiche emergenti nei propri ambiti territoriali, tenendo conto soprattutto delle particolari e non omologabili esigenze dei diversi territori, nei quali la rete delle prefetture dispiega la propria azione. Non a caso, analoghe iniziative sono state realizzate sul territorio nazionale, come dimostrano, a mero titolo esemplificativo, il patto educativo per la città metropolitana di Napoli, sottoscritto qualche settimana fa, dai Ministri Lamorgese e Bianchi, nonché - per limitarmi a esempi ancora più recenti - i protocolli per la prevenzione del disagio giovanile promossi dalle prefetture di Piacenza, Prato e Reggio Emilia. Si tratta di strumenti consensuali, flessibili e accomunati dall'esigenza di sviluppare modelli operativi innovativi di dialogo intergenerazionale e interistituzionale per la prevenzione strutturale del disagio giovanile, l'educazione alla legalità e la lotta alla devianza giovanile e alle nuove forme di marginalità sociale. L'idea alla base di questi dispositivi è che, per intercettare e contrastare l'insorgenza del disagio e della devianza giovanile, occorre migliorare la capacità di ascolto e di interazione con i giovani e bisogna lavorare in una prospettiva di rete, come paradigma organizzativo chiave per la programmazione e l'erogazione delle politiche pubbliche, tanto di welfare, quanto di sicurezza.

PRESIDENTE. Il deputato Saitta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

EUGENIO SAITTA (M5S). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario Sibilia per la risposta e, per suo tramite, la Ministra Lamorgese. È importante quello che è stato detto e l'impegno da parte del Ministero dell'Interno di adoperarsi affinché queste best practices vengano estese in tutto il territorio nazionale. Mi permetta anche, con un po' di orgoglio, di vedere la mia Catania tra le best practices, questa è una cosa importantissima. Viviamo - io e anche lei, sottosegretario Sibilia - in contesti difficili, però è anche vero che in questi contesti difficili abbiamo i giusti anticorpi. Questi derivano dall'associazionismo diffuso in questi quartieri molto difficili. Abbiamo visto tanti progetti realizzati da Libera, da Asec Catania e da tantissime altre associazioni e l'Osservatorio metropolitano va proprio in questa direzione. Significa fare rete, significa dare una risposta organica e guardare a 360 gradi la realtà e il contesto metropolitano in cui si sviluppano questi fenomeni, tesi a prosciugare quel bacino, che va ad alimentare il cosiddetto mito mafioso. Proprio i dati che lei ha fornito - da 40 segnalazioni siamo passati a oltre 700 in questo periodo – ci fanno capire che in questi quartieri c'è più cultura e ci sono bambini che vanno a scuola. E' importantissimo che i bambini vadano a scuola perché così li togliamo da quel contesto degradato. È facile per noi parlare di prospettive, è facile per noi parlare di futuro. Ognuno di noi ha degli interessi e delle possibilità che la vita ci dà, però vivere in contesti così difficili e degradati comporta che spesso per un bambino non ci possa essere altro modello che quello del padre, del familiare, del mito mafioso, senza possibilità di scegliere. Questo, purtroppo, accade in tantissime realtà metropolitane, non solo in quelle meridionali. Ecco che allora il progetto “Liberi di scegliere” e l'Osservatorio metropolitano vanno proprio nella direzione di rimuovere quegli ostacoli sociali, anche di natura familiare.

L'Osservatorio permette poi di mappare la realtà metropolitana, di intervenire in modo mirato, anche attraverso la collaborazione tra tribunale dei minori, procura minorile, l'ASP, come abbiamo visto, la Prefettura e, soprattutto, quelle associazioni che conoscono le realtà e di disporre di quegli strumenti necessari per combattere il fenomeno della devianza giovanile.

Abbiamo visto come tanti problemi in questi anni siano stati acuiti, soprattutto, dalla pandemia. Se prima i bambini avevano la possibilità di staccarsi dal quartiere degradato, di andare a scuola e stare con gli altri bambini, purtroppo, in seguito alla pandemia, sono stati costretti a rimanere in quel contesto con il conseguente aumento della dispersione scolastica. Ecco perché è fondamentale fare rete. La criminalità organizzata si combatte sia in modo repressivo, facendo leggi sempre più dure per contrastare questa devianza sociale, ma anche in modo preventivo. L'Osservatorio metropolitano, soprattutto l'idea del presidente Di Bella di dare alle istituzioni, alle associazioni la possibilità di parlarsi tra di loro va proprio nella direzione degli interventi di natura preventiva. Per questo la ringrazio e, soprattutto, ringrazio l'impegno che è stato preso e il riconoscimento che è stato dato a questo modello che mi auguro possa essere esteso nel più breve tempo possibile, perché è un'emergenza attuale in tutta l'Italia.

PRESIDENTE. Salutiamo gli studenti e gli insegnanti dell'Istituto comprensivo Casperia, di Casperia, in provincia di Rieti, che sono qui ad assistere ai nostri lavori (Applausi). Ricordo che oggi è il giorno delle interpellanze e, quindi, sono presenti in Aula soltanto i deputati che svolgono l'illustrazione delle loro interpellanze e i rappresentanti del Governo che rispondono.

(Intendimenti del Governo in ordine a una semplificazione delle procedure autorizzative relative al sito di interesse della Valle del Sacco, al fine di sostenere investimenti strategici nella farmaceutica, come quello dell'azienda Catalent - n. 2-01507)

PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza urgente Ianaro ed altri n. 2-01507 (Vedi l'allegato A).

Chiedo alla deputata Ianaro se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

ANGELA IANARO (PD). Grazie, Presidente. Sottosegretario Sibilia, nel nostro Paese il comparto farmaceutico e delle biotecnologie si presenta come un motore di innovazione nazionale, un comparto importantissimo non soltanto per la nostra economia, ma anche per la tutela della salute; abbiamo visto come esso sia riuscito a dare risposte immediate durante la pandemia, compiendo addirittura veri e propri miracoli, come lo sviluppo di un vaccino efficace e sicuro che ha salvato centinaia di migliaia di vite umane, in un lasso di tempo talmente breve da essere considerato quasi un miracolo.

Ricordo alcuni dati per sottolineare, non soltanto, l'importanza, come dicevo, dal punto di vista della salute, ma anche economica nonché la grande ricaduta sociale che questo comparto ha nel nostro Paese. Nel 2020, le imprese del farmaco hanno investito in ricerca e sviluppo 1,6 miliardi di euro, pari al 6 per cento del totale degli investimenti effettuati nel nostro Paese. Il valore della produzione dell'industria farmaceutica, sempre nel 2020, ha raggiunto e superato i 34 miliardi di euro. Questi sono numeri che testimoniano la straordinaria importanza in termini di sviluppo economico e occupazionale, di supporto alla crescita e alla competitività nazionale. Purtroppo, nonostante questi numeri e questa importante ricaduta su tutti gli aspetti della nostra vita, l'Italia non fa abbastanza per rendere competitivo, a livello internazionale, questo settore e sono qui, oggi, a sottolineare proprio uno dei recenti accadimenti che testimoniano la preoccupazione nei confronti di questo atteggiamento poco lungimirante da parte di chi, come me, fa ricerca da sempre nel campo biomedicale.

Lo scorso 14 aprile, il consiglio di amministrazione della multinazionale farmaceutica Catalent, famosissima proprio per il ruolo strategico che ha avuto durante la pandemia per l'infialamento dei vaccini, ha annunciato la propria volontà di abbandonare un progetto di espansione del suo stabilimento di Anagni che avrebbe previsto l'installazione di due bioreattori, di strutture necessarie per altri analoghi bioreattori, nonché di un centro di ricerca di eccellenza per la formazione di alte professionalità nel mondo dell'industria del farmaco. Si tratta di un mancato investimento del valore complessivo di 100 milioni di dollari in favore di un progetto che era stato annunciato nel 2021, ma che è naufragato probabilmente a causa di uno dei mali atavici del nostro Paese: le lungaggini burocratiche e i tempi eccessivamente lunghi per il rilascio delle autorizzazioni necessarie all'installazione delle nuove apparecchiature.

Queste lungaggini amministrative hanno indotto l'azienda a preferire il Regno Unito all'Italia, trasferendo lì questo enorme capitale non soltanto economico, ma anche in termini di crescita e di sviluppo delle nostre professionalità, quindi, compromettendo un investimento di rilevanza internazionale per la ricerca, la produzione biofarmacologica, l'occupazione altamente qualificata e, quindi, con enormi e pesanti ricadute sul tessuto produttivo e sociale nazionale.

Sottosegretario, sono qui, oggi, a chiedere al Governo quali azioni intenda adottare e come intenda sostenere gli investimenti nella farmaceutica, orientati a ricerca, sperimentazione e produzione di prodotti altamente innovativi, nell'ottica di definire una strategia farmaceutica nazionale che sia competitiva e che, soprattutto, sia allineata alla strategia farmaceutica già definita dalla Commissione europea.

PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato Carlo Sibilia ha facoltà di rispondere.

CARLO SIBILIA, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, gentili colleghi deputati, con l'atto in parola si sollecitano iniziative per semplificare e accelerare i processi autorizzativi sul sito di interesse nazionale della Valle del Sacco, affinché non si perdano investimenti strategici per il sistema produttivo nazionale, come quello della multinazionale Catalent, e si richiedono misure al Governo per sostenere gli investimenti nella farmaceutica orientati a ricerca, sperimentazione e produzione di prodotti altamente innovativi, nell'ottica di definizione di una strategia farmaceutica nazionale.

Come è noto anche agli interroganti, occorre sottolineare che le procedure di rilascio delle autorizzazioni relative ai SIN sono disciplinate dall'articolo 252 del decreto legislativo n. 152 del 2006, cioè il testo unico Ambiente, e rientrano nell'ambito delle specifiche competenze del Ministero della Transizione ecologica. Conseguentemente, spetta al citato dicastero ogni valutazione relativa all'opportunità o meno di una riperimetrazione del decreto ministeriale di individuazione dei citati SIN.

Per quanto di competenza, il Ministero dello Sviluppo economico rappresenta che la proposta di investimento avanzata da Catalent era stata oggetto di attenzione da parte dello stesso e il Ministero si era anche fatto parte diligente per agevolare le interlocuzioni volte a velocizzare il rilascio delle prescritte autorizzazioni da parte delle competenti amministrazioni. In via generale, il Ministero dello Sviluppo economico evidenzia, altresì, che il settore della farmaceutica, nonché la connessa attività di ricerca, sperimentazione e produzione di prodotti altamente innovativi sono considerati strategici per il sistema Paese. In tale ottica, anche alla luce delle esigenze legate alla pandemia, il Governo ha messo in campo diversi strumenti con lo scopo di sostenere l'intero settore. Di fronte ad un'espansione del mercato, determinata dall'ampliamento di una maggiore domanda di salute, il Governo, infatti, è sin da subito intervenuto per sostenere il lato dell'offerta, ossia la capacità dell'industria di rispondere in modo competitivo. Al riguardo, si evidenzia, da un lato, che l'industria farmaceutica, nelle sue componenti più innovative, si sta dimostrando pronta per questa competizione e per le sfide che l'attendono, ossia stare al passo con il progresso scientifico per tradurlo in medicine e cure per la popolazione, dall'altro, il Governo italiano negli ultimi mesi si è impegnato attivamente nel disegnare strumenti di sostegno agli investimenti sempre più efficaci, dedicando risorse significative a questo fine.

Da un punto di vista normativo si ricorda, che questo Governo è intervenuto con l'articolo 20 del “decreto Sostegni”, il quale concede agevolazioni finanziarie a sostegno degli investimenti privati al fine di favorire il potenziamento della ricerca e la riconversione industriale del settore biofarmaceutico verso la produzione di nuovi farmaci e vaccini. Il “decreto Sostegni” prevede, in particolare, l'applicazione dello strumento del contratto di sviluppo, incrementando di 200 milioni di euro, per l'anno 2021, il relativo fondo.

Ancora, con l'articolo 31 del “decreto Sostegni-bis”, si introduce un credito d'imposta nella misura del 20 per cento per le imprese che effettuano attività di ricerca e sviluppo per farmaci nuovi, inclusi i vaccini, e si dispone che il Fondo per il trasferimento tecnologico, istituito presso il Ministero dello Sviluppo economico, venga destinato anche al potenziamento della ricerca, allo sviluppo e alla riconversione industriale del settore biomedicale, verso la produzione di nuovi farmaci e vaccini, anche attraverso la realizzazione di poli di alta specializzazione.

Lo stesso “decreto Sostegni-bis” autorizza la costituzione della Fondazione Enea Tech e Biomedical, sottoposta alla vigilanza del Ministero dello Sviluppo economico, per favorire il raggiungimento degli obiettivi in parola, compresa la realizzazione di programmi di sviluppo del settore biomedicale e della telemedicina, nonché di tecnologie e di servizi finalizzati alla prevenzione delle emergenze sanitarie. Infatti, la citata Fondazione, nata originariamente per supportare start up e spin-off nel settore del trasferimento tecnologico, è stata trasformata, al fine di prevedere interventi nel settore biomedicale, con l'obiettivo di rafforzare tutta la filiera farmaceutica lungo le sue fasi.

La legge di bilancio per il 2022 ha poi previsto la creazione di un fondo biomedico interamente dedicato a ricerca, sviluppo e riconversione industriale. Conseguentemente, con una dotazione complessiva di circa 1 miliardo di euro fino al 2035 e un fondo dedicato, la Fondazione Enea Tech e Biomedical potrà coadiuvare il Ministero nel supportare, con finanziamenti e percorsi studiati ad hoc, le singole realtà produttive che presentano particolarità ed esigenze diverse, a seconda delle dimensioni e del posizionamento lungo tutti i segmenti della filiera.

Con riferimento alle policy, il Governo ha risposto con prontezza, già nei suoi primi mesi, alla sollecitazione del Ministero dello Sviluppo economico per una revisione migliorativa dell'incentivo fiscale alla ricerca nel settore farmaceutico per tutte le imprese che svolgono attività di ricerca e sviluppo in Italia, aumentando il tetto al credito d'imposta, da 4 a 20 milioni, e allungando il periodo di applicazione, fino a dieci anni.

Tra le iniziative realizzate dal Ministero dello Sviluppo economico nel settore farmaceutico e delle scienze della vita rileva anche la pubblicazione della prima call for interest di IPCEI salute, rivolta a raccogliere e finanziare progetti innovativi. I progetti che sono arrivati sono 110 e quelli selezionati parteciperanno alla fase di match-making europeo, utile a comporre i progetti di interesse strategico europeo nell'ambito della salute.

Senz'altro i citati interventi rappresentano passi importanti verso un sostegno concreto e reale dell'intero settore farmaceutico. Di fronte a casi come quello dell'azienda Catalent, risulta tuttavia evidente che la necessità di una revisione della regolamentazione dei processi nazionali, che deve essere concordata anche a livello europeo, sia necessaria. Si tratta di un'azione costante che deve essere portata avanti, per rendere omogenee le regole vigenti nei vari Paesi.

A tale ultimo proposito, nell'ottica di semplificazione e accelerazione dei procedimenti amministrativi in materia di investimenti di rilievo strategico per il sistema produttivo nazionale, come quello farmaceutico, voglio precisare che il Ministero dello Sviluppo economico si è fatto promotore di una norma che ha trovato luce nel decreto-legge Aiuti, del 17 maggio 2020. In particolare, l'articolo 30 del citato decreto ha previsto che nei procedimenti aventi a oggetto investimenti per il sistema produttivo nazionale di valore superiore a 50 milioni di euro, in caso di inerzia o ritardo nella conclusione dei procedimenti, il Ministero dello Sviluppo economico, in certi casi, ovvero il Consiglio dei Ministri, in altri casi, possano adottare in sostituzione dell'amministrazione proponente ogni atto o provvedimento necessario.

In conclusione, si ribadisce il massimo impegno del Governo per sostenere gli investimenti nella farmaceutica orientati a ricerca, sperimentazione e produzione di prodotti altamente innovativi, nell'ottica di definizione di una strategia farmaceutica nazionale, onde evitare che aziende del settore, come Catalent, decidano di non investire nel nostro Paese.

PRESIDENTE. La deputata Ianaro ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

ANGELA IANARO (PD). Grazie, Presidente. Sì, sottosegretario, la ringrazio per questi dati che ci ha riportato, che conosciamo bene, che abbiamo seguito molto da vicino, essendo estremamente interessati alla materia e, soprattutto, avendo una visione di Paese che necessariamente per poter crescere ulteriormente deve investire in ricerca e in sviluppo. Rimane senza dubbio il rammarico di aver perso un investimento così importante e, soprattutto, rimane il rammarico dell'abbandono del progetto da parte della multinazionale Catalent. Tuttavia, questo deve sicuramente rappresentare un segnale forte, in grado di spingerci verso la definizione di una visione strategica e di un impegno di lungo periodo nei confronti e in favore dell'innovazione, della competitività internazionale e dell'eccellenza della ricerca biomedica, tutti traguardi che sono sicuramente alla nostra portata, considerando l'eccellenza e la qualità dei nostri ricercatori. Perché sia un impegno concreto, capace di attrarre investimenti e di valorizzare l'ecosistema nazionale, occorre procedere sicuramente attraverso la semplificazione e lo snellimento delle procedure, con misure stabili nel tempo e, soprattutto, con una governance più efficace, a sostegno della crescita e dello sviluppo occupazionale.

L'Italia è sicuramente tra i principali poli farmaceutici al mondo, ma se non agiamo oggi compiutamente, difficilmente riusciremo a conservare questo primato. Dobbiamo essere pronti ad attrarre nuove risorse ed eccellenze, perché investire in ricerca e salute vuol dire migliorare la vita dei cittadini ed è un'opportunità che sicuramente non possiamo lasciarci sfuggire, anche nell'ottica degli investimenti previsti nel Piano nazionale di ripresa e resilienza. Dobbiamo - e concludo - contribuire all'attuazione della strategia farmaceutica europea, il piano che consentirà di adeguare il sistema farmaceutico dell'Unione alle sfide presenti e alle minacce future, per garantire la disponibilità di medicinali e terapie sicure, moderne, a prezzi accessibili, sempre più specialistiche, grazie ai progressi scientifici e tecnologici e alla grande evoluzione nel mondo della ricerca biofarmaceutica, che non possiamo più disattendere, come Paese.

PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze urgenti all'ordine del giorno.

Organizzazione dei tempi di esame di disegni di legge.

PRESIDENTE. Avverto che, nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna, sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame dei disegni di legge nn. 3514-A, 3475-A e 3423-A (Vedi l'allegato A).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare la deputata Francesca Flati. Ne ha facoltà, per due minuti.

FRANCESCA FLATI (M5S). Grazie, Presidente. L'Unione europea boccia di nuovo gli inceneritori, confermando che sono inquinanti e sconvenienti, anche da un punto di vista economico. La Commissione ambiente del Parlamento europeo infatti, nei giorni scorsi, ha votato per includere, dal 2026, gli inceneritori nel sistema ETS. Questo significa che i gestori degli impianti di incenerimento dovranno pagare per le emissioni di gas serra, in modo da ricompensare il forte impatto che hanno sulla crisi climatica. Quindi, mentre in Italia si parla di termovalorizzatori non inquinanti, in Europa vengono bocciati su tutta la linea, addirittura con un disincentivo economico.

Poi, Presidente, iniziamo a chiamarli solo inceneritori: a questo proposito, voglio ricordare la truffa semantica con cui questi impianti vengono venduti ai cittadini come se fossero novità, innovazioni, solo perché chiamati con un nome diverso. Peraltro, il termine “termovalorizzatore” è stato bocciato anche dall'Accademia della Crusca, già a partire dal 2008. Per il sindaco Gualtieri, il mega-inceneritore romano che dovrebbe sorgere a Santa Palomba sarebbe una scelta nel segno della sostenibilità e dell'ambiente, però, a questo punto mi chiedo alla luce dei fatti come si possa mentire in questo modo ai cittadini. Piuttosto, Gualtieri si fermi e inizi ad investire su tecnologie legate alla massimizzazione del riciclo e del recupero di materia. Dobbiamo puntare all'economia circolare, come chiede da tempo il MoVimento 5 Stelle: questa è l'unica strada per non danneggiare la salute dei cittadini e quindi il MoVimento continuerà ad andare in questa direzione.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Filippo Sensi. Ne ha facoltà.

FILIPPO SENSI (PD). Grazie, Presidente, anche per avermi concesso questo tempo imprevisto. Sono 49 giorni, oggi, che Alaa Abdel Fattah è in sciopero della fame per protestare sulle condizioni della sua detenzione in Egitto (nel 2015 è stato condannato a 15 anni di carcere per le sue idee di libertà, ovviamente). Fino a qualche giorno fa, Alaa era nel carcere di Tora, quello dove Patrick Zaki era costretto a dormire in terra; da poco è stato trasferito altrove e la famiglia è stata lasciata a lungo senza notizia alcuna sulle sorti dell'attivista egiziano. Come già per Zaki, su cui pende ancora come una mannaia un pronunciamento della giustizia egiziana, che dovrà decidere della sua libertà, anche per Alaa una vasta mobilitazione internazionale ne chiede la liberazione, in forza della universalità della sua battaglia di democrazia.

Spero, Presidente - e concludo - che anche l'Italia, le sue istituzioni, Palazzo Chigi, la Farnesina e il Parlamento non facciano mancare la nostra voce per chiedere dignità, umanità, giustizia e libertà per Alaa Abdel Fattah che, come Patrick, non ha mai spento, contro ogni abuso e avversità, la fioca face dei diritti in Egitto.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

1. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

S. 2330 - Delega al Governo in materia di contratti pubblici (Approvato dal Senato). (C. 3514-A​)

e delle abbinate proposte di legge: DE CARLO; BENVENUTO ed altri; MURA ed altri; GAGLIARDI ed altri; PRISCO; PAROLO ed altri; ZIELLO ed altri; CONSIGLIO REGIONALE DELLA BASILICATA. (C. 1644​-2157​-2516​-2518​-2566​-2616​-2712​-3433​)

Relatrici: BRAGA e MAZZETTI.

2. Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Delega al Governo per il riordino della disciplina degli Istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, di cui al decreto legislativo 16 ottobre 2003, n. 288. (C. 3475-A​)

Relatrice: BOLDI.

3.  Discussione sulle linee generali del disegno di legge:

Ratifica ed esecuzione del Trattato tra la Repubblica italiana e la Repubblica francese per una cooperazione bilaterale rafforzata, fatto a Roma il 26 novembre 2021. (C. 3423-A​)

Relatrice: QUARTAPELLE PROCOPIO.

La seduta termina alle 10,20.