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CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 7 novembre 2018
87.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari sociali (XII)
ALLEGATO

ALLEGATO 1

5-00360 Siani: Rischi per la salute dei bambini e degli adolescenti nell'area della «Terra dei fuochi».

TESTO DELLA RISPOSTA

  Innanzitutto intendo ringraziare gli Onorevoli interroganti poiché mi consentono di fornire a questa Commissione un quadro informativo completo su di un tema che è stato posto da subito tra le priorità di azione di questo Governo.
  Prima di entrare nel merito, corre tuttavia l'obbligo di effettuare una precisazione.
  I Comuni da annoverare nel perimetro della cosiddetta «Terra dei Fuochi» sono stati puntualmente indicati dalla legge n. 6/2014: essi, tuttavia, corrispondono al numero di 55, e non di 90, come riferito nell'interrogazione parlamentare in discussione.
  Fatta questa precisazione, rammento che per effetto della legge citata, l'Istituto superiore di sanità (ISS) è stato incaricato di effettuare un aggiornamento della situazione epidemiologica su tali comuni, secondo la metodologia dello Studio SENTIERI.
  I risultati di tale indagine, eseguita nei termini prescritti dalla legge, sono stati consegnati al Ministro della salute e al Presidente della Regione Campania nel maggio 2014, nonché pubblicati in un Rapporto dedicato (Rapporti ISTISAN 15/27), tuttora disponibile sul sito web dell'Istituto.
  In merito ai contenuti delle analisi effettuate, si rappresenta quanto segue.
  Al fine di una valutazione dei rischi per la salute associabili alle situazioni di contaminazione ambientale, sono state selezionate specifiche patologie da analizzare, definite di interesse a priori, in base alle conoscenze disponibili, secondo il metodo SENTIERI: e cioè quelle che siano state riportate in studi precedenti come associabili a siti di smaltimento non controllato di rifiuti pericolosi, ovvero ad inceneritori di vecchia generazione.
  Per tali patologie, sono stati considerati i seguenti esiti: mortalità e ricoveri e, per le patologie oncologiche, l'incidenza.
  La mortalità è stata analizzata utilizzando la Base dei Dati della Mortalità per Causa in Italia, elaborata dal Servizio Tecnico-Scientifico di Statistica dell'Istituto, a partire dai dati di popolazione dell'ISTAT (Istituto nazionale di statistica).
  Tali indagini hanno riguardato il periodo 2003-2011, escluso il biennio 2004-2005.
  L'analisi delle ospedalizzazioni ha utilizzato la Base dei Dati delle Schede di Dimissione Ospedaliera (SDO), elaborata dal Servizio Tecnico-Scientifico di Statistica dell'Istituto, a partire dai dati rilasciati dal Ministero della salute e dai dati demografici rilasciati dall'ISTAT.
  Tale analisi, riferita al periodo 2005-2011, ha riguardato le persone ricoverate sulla base della diagnosi principale riportata nella scheda di dimissione ospedaliera.
  Sia per la mortalità che per le ospedalizzazioni sono stati calcolati i Rapporti Standardizzati di Mortalità (SMR) e di Ospedalizzazione (SHR) rispetto alla popolazione regionale.
  Sono stati comparati il numero di osservati (deceduti e ospedalizzati) rispetto al numero di quelli attesi; è stato inoltre valutato se la popolazione di riferimento avesse sperimentato i livelli di mortalità e Pag. 82di ospedalizzazione simili a quelli della restante popolazione regionale, tenendo conto della distribuzione dell'età e dello stato socio-economico (stime aggiustate per Indice di Deprivazione).
  Le analisi di mortalità ed ospedalizzazione sono state effettuate per ognuno dei 55 Comuni e, separatamente, per i due gruppi dei 32 Comuni della «Terra dei Fuochi» della Provincia di Napoli e dei 23 Comuni della Provincia di Caserta.
  L'analisi dell'incidenza delle patologie oncologiche è stata, invece, possibile solo in 17 Comuni della Provincia di Napoli – quelli serviti dal Registro Tumori dell'ASL Napoli 3 Sud, l'unico Registro Tumori dell'area allora accreditato presso l'Associazione Italiana dei Registri Tumori (AIRTUM) e l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) – ed ha riguardato il periodo 1996-2010.
  Per ognuno dei 17 Comuni e per l'insieme di essi sono stati calcolati i Rapporti Standardizzati di Incidenza (SIR) rispetto al numero degli attesi, calcolati sull'insieme dei Registri Tumori dell'Italia Centro-Meridionale, disponibili presso la Banca Dati AIRTUM.
  Anche riguardo a tali Rapporti Standardizzati di Incidenza (SIR), si è tenuto conto della distribuzione per età e dello stato socio-economico (Indice di Deprivazione) delle popolazioni.
  I tre indicatori SMR, SHR, SIR, sono stati tutti corredati dai valori dell'intervallo di Confidenza (IC) al 90 per cento di probabilità.
  Ciò detto in relazione alla metodologia attuata, il Rapporto ISTISAN ha evidenziato che il profilo di salute della popolazione residente nella Terra dei Fuochi è caratterizzato da una serie di eccessi della mortalità, dell'incidenza tumorale e dell'ospedalizzazione per diverse patologie, che ammettono, fra i loro fattori di rischio accertati o sospetti, l'esposizione a inquinanti, emessi o rilasciati da siti di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi e per combustione incontrollata di rifiuti sia pericolosi, sia solidi urbani.
  Nel rimandare per le specifiche dei dati, aggregati e/o distinti per singolo Comune, alle tabelle contenute nel citato Rapporto ISISTAN 15/27, posso sinteticamente riferire, in questa sede, che sia incidenza che la mortalità per l'insieme dei tumori maligni hanno presentato valori in eccesso nell'area considerata rispetto al restante territorio regionale e alle altre aree coperte dai Registri Tumori dell'Italia Centro-Meridionale.
  Per quanto riguarda i rischi per la salute dei bambini e degli adolescenti che vivono nei Comuni in esame e l'incidenza delle patologie tumorali, l'Istituto ha precisato che le analisi condotte nel corso delle predette indagini sulla Terra dei Fuochi hanno mostrato alcune criticità nel profilo di salute dei bambini residenti nei Comuni di entrambe le Province di Napoli e Caserta, rispetto a tutti i bambini della Regione Campania (per mortalità e ricoveri) e a tutti i bambini delle aree coperte dai Registri Tumori dell'Italia Centro-Meridionale (per l'incidenza del cancro).
  In particolare, nel primo anno di vita, nei 17 Comuni della provincia di Napoli presi in esame, si registra un eccesso di incidenza di tumori maligni (22 casi; Rapporto Standardizzato di Incidenza-SIR=115; Intervallo di Confidenza (IC) 90 per cento 78-164) e, soprattutto, di quelli del sistema nervoso centrale.
  Si osserva, altresì, un eccesso di bambini ricoverati per leucemie (24 casi Rapporto Standardizzato di Ospedalizzazione-SHR=145; Intervallo di Confidenza (IC) 90 per cento 104-202).
  In età pediatrica (0-14 anni), permane l'eccesso di incidenza per i tumori del sistema nervoso centrale, basato su 43 casi (SIR=142; IC 90 per cento 108-183), che trova riscontro nell'eccesso di bambini ricoverati per la stessa causa (113 casi, SHR=117; IC 90 per cento 100-137).
  Estendendo le analisi all'età adolescenziale (0-19 anni), permane l'eccesso per i tumori del sistema nervoso centrale, sia come incidenza (51 casi, SIR=129; IC 90 per cento 101-163) che come numero di ricoverati (138 casi, SHR=119; IC 90 per cento 103-137).
  Per quanto riguarda i 23 Comuni della Provincia di Caserta, l'indagine dell'ISS Pag. 83mostra, per il primo anno di vita, un eccesso nel numero di bambini ricoverati per tutti i tumori (45 casi, SHR=168; IC 90 per cento 131-214), e in particolare per i tumori del sistema nervoso centrale (11 casi, SHR=189; IC 90 per cento 116-309).
  Un eccesso nel numero di ricoverati per leucemie si evidenzia in età pediatrica (98 casi, SHR=123; IC 90 per cento 104-145) e pediatrico-adolescenziale 0-19 anni (119 osservati, SHR=121; IC 90 per cento 104-141).
  Per quanto riguarda i tumori della tiroide, per i quali è stato posto uno specifico quesito da parte dell'onorevole interrogante, l'Istituto ha precisato che il cancro della tiroide non era tra le patologie tumorali analizzate dall'indagine effettuata sulla fascia di età pediatrico-adolescenziale.
  Ciò, tuttavia, è dovuto alla circostanza – riferita dall'Istituto – che al momento non risultano studi che evidenziano un eccesso di incidenza di questa patologia tra gli adolescenti che risiedono nei Comuni della Terra dei Fuochi.
  Per completezza, si segnala, infine, che è in corso di pubblicazione l'aggiornamento del Progetto SENTIERI, oggetto del Progetto CCM «Un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica nei siti contaminati: implementazione dello studio epidemiologico SENTIERI» (2016-2017), finanziato dal Ministero della salute e coordinato dall'Istituto, il quale include, tra i siti indagati, il Litorale Domizio-Flegreo.
  Detto aggiornamento prevede, per tutte le aree indagate, le analisi di mortalità ed ospedalizzazione e, laddove disponibili, dell'incidenza oncologica.
  Si deve evidenziare, al riguardo, che il Litorale Domizio Flegreo include 77 Comuni, 38 dei quali rientrano tra i 55 Comuni della Terra dei Fuochi; per tale sito, inoltre, sono disponibili i dati di mortalità e di ospedalizzazione, ma non di incidenza oncologica.
  In conclusione, l'Istituto Superiore di Sanità, sulla base dei dati sopra sinteticamente riportati, ritiene che vi siano elementi di criticità per la salute delle popolazioni adulte ed infantili che risiedono nella Terra dei Fuochi, tali da giustificare l'urgente attuazione di piani di risanamento ambientale e l'immediata cessazione delle pratiche illegali di smaltimento e combustione dei rifiuti.
  Pertanto, l'Istituto ha sempre evidenziato l'implementazione di interventi preventivi, diagnostici, terapeutici, e più in generale assistenziali, in merito ai quali il Ministero della salute ha offerto la propria disponibilità.
  In particolare, nel rimarcare che la competenza di questo Ministero risiede soprattutto in ciò, posso dare assicurazione all'onorevole interrogante che verranno intraprese tutte le iniziative finalizzate a consolidare un sistema permanente di sorveglianza epidemiologica per le popolazioni residenti nel territorio delle Province di Napoli e Caserta, che sia caratterizzato da una integrazione dei dati ambientali e sanitari, con la collaborazione degli Enti nazionali, regionali e locali coinvolti nella problematica.
  Desidero, peraltro, concludere che l'attenzione per le politiche di prevenzione – in merito ad una situazione che, spiace ricordare, era ben nota da anni – ha trovato subito un segnale di intervento concreto da parte di questo Governo, che nell'ambito di uno dei suoi primi provvedimenti (il decreto di riordino delle competenze dei Ministeri) ha assegnato al Ministero dell'ambiente, proprio in quell'ottica di necessaria tutela preventiva evidenziata dal Rapporto dell'Istituto nel 2014, le primarie competenze al riguardo.

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ALLEGATO 2

5-00388 Rizzetto: Iniziative per assicurare un'adeguata presenza dei medici di base nei territori di montagna.

TESTO DELLA RISPOSTA

  In merito alla problematica segnalata nell'interrogazione parlamentare, avente ad oggetto una questione attinente l'organizzazione dei servizi sanitari in ambito regionale, devo preliminarmente segnalare che il Ministero della salute ha dovuto acquisire le necessarie informazioni dalla Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, che ha inteso precisare quanto segue.
  Preliminarmente la Regione ha voluto rimarcare che il vigente Accordo Collettivo Nazionale (ACN) per la disciplina dei rapporti con i Medici di Medicina Generale, esecutivo dal 2009, all'articolo 33, comma 3, prevede che: «Le Regioni, sulla base delle indicazioni del piano sanitario o di altra determinazione, possono articolare il livello organizzativo dell'assistenza primaria in ambiti territoriali di comuni, gruppo di comuni o distretti».
  Il successivo comma 5 dispone che: «L'ambito territoriale ai fini dell'acquisizione delle scelte deve comprendere popolazione non inferiore a 7.000 abitanti anagraficamente residenti. Per motivi geografici, di viabilità, di distanza tra comuni, di difficile percorrenza delle vie di comunicazione, di parcellizzazione degli insediamenti abitativi o per altre valide condizioni, le Regioni possono individuare ambiti territoriali con popolazione inferiore a 7.000 unità ma comunque non inferiore a 5.000».
  Inoltre, il comma 9 dell'articolo 33 stabilisce che: «Per ciascun ambito territoriale può essere iscritto solamente un medico ogni 1.000 abitanti residenti o frazione di 1.000 superiore a 500» ma «le Regioni possono indicare per ambiti territoriali dell'assistenza primaria e per l'intero territorio regionale un diverso rapporto medico/popolazione residente (rapporto ottimale). La variabilità di tale rapporto deve essere concordata nell'ambito degli Accordi regionali e comunque fino ad un aumento massimo del 30 per cento».
  La Regione segnala inoltre che, a seguito dell'Accordo del 6 dicembre 2011 con le Organizzazioni Sindacali di categoria, reso esecutivo con Delibera di Giunta Regionale (DGR) n. 2479/2011, in considerazione della bassa densità della popolazione friulana, della distanza tra comuni e della difficile percorrenza delle vie di comunicazione, soprattutto nelle zone montane, le Aziende Sanitarie sono state autorizzate ad individuare ambiti territoriali inferiori a 7.000 abitanti residenti, ma mai comunque inferiori a 5.000.
  Inoltre, viene prevista la possibilità, nelle zone «disagiatissime», di incentivare la presenza del medico attraverso accordi aziendali che favoriscano l'esercizio delle attività professionali a condizioni agevolate.
  A tal riguardo, nella Regione Friuli Venezia Giulia, con la DGR n. 3131/2005, sono state individuate le zone «disagiatissime» e «disagiate a popolazione sparsa», e per favorire in tali zone l'insediamento di medici, sono stati definiti a loro vantaggio dei compensi accessori annui « pro capite».
  Allo scopo di evitare una eccessiva frammentazione dell'assistenza primaria, il citato Accordo del 6 dicembre 2011 ha definito per il territorio regionale un rapporto Pag. 85ottimale di 1 medico ogni 1.300 abitanti residenti o frazione di 1.300 superiore a 650 abitanti, fatto salvo per gli ambiti che presentino congiuntamente almeno un comune «disagiatissimo» e tutti i comuni compresi nell'ambito con popolazione inferiore a 5.000 residenti, dove viene applicato, invece, un rapporto ottimale di 1 medico ogni 1.000 abitanti residenti o frazione di 1.000 superiore a 500.
  Nel contempo, vengono anche confermate le deroghe al rapporto ottimale, inferiore a 1/1.000, già concesse per situazioni particolari, come ad esempio, le zone montane e a popolazione sparsa.
  Pertanto, la Regione Friuli Venezia Giulia non può in ogni caso intervenire unilateralmente per apportare eventuali modifiche all'attuale rapporto ottimale, se non a seguito di ulteriori contrattazioni con le Organizzazioni Sindacali di categoria.
  Quanto alla procedura di copertura degli ambiti territoriali carenti di assistenza primaria, la Regione rammenta che essa viene attualmente regolata dal citato ACN del 2009: l'articolo 34 prevede la pubblicazione nel Bollettino Ufficiale regionale dell'elenco degli ambiti carenti, individuati dalle Aziende Sanitarie, due volte ogni anno, alla data del 1o marzo e del 1o settembre.
  Peraltro, per effetto del recente ACN del 21 giugno 2018, a partire dal 1o gennaio 2019, la procedura per l'assegnazione degli incarichi di assistenza primaria viene modificata allo scopo di favorire l'inserimento dei medici, con la previsione, entro la fine di marzo di ogni anno, della pubblicazione dell'elenco degli ambiti territoriali carenti e di quelli che si renderanno disponibili nel corso dell'anno, individuati dalle Aziende Sanitarie.
  Dette disposizioni, derivanti dalla contrattazione nazionale, non sono oggetto di diversa contrattazione di livello decentrato.
  Inoltre, il medico è libero di presentare o meno la domanda per l'assegnazione di un determinato ambito territoriale carente pubblicato.
  Da ultimo, la Regione ha segnalato che, sulla base delle indicazioni della Conferenza Stato-Regioni e del Coordinamento tecnico della Commissione salute, ha provveduto ad aumentare, con proprio finanziamento, il numero dei posti a concorso per l'ammissione al corso triennale di formazione specifica in medicina generale 2018/2021, portandolo a 40 posti.
  Detto ciò in relazione al quesito specifico posto dall'onorevole interrogante, desidero, tuttavia, precisare che la più ampia problematica della carenza dei medici di medicina generale sul territorio nazionale rientra tra le priorità di intervento in ambito sanitario di questo Governo.
  Ciò è dimostrato dall'intervento già effettuato in seno di disegno di legge di bilancio finalizzato al finanziamento, con 10 milioni di euro, di ulteriori borse di studio (circa 250 in più) per i medici di medicina generale che partecipano ai corsi di formazione a decorrere dall'anno 2019, nonché da ulteriori e più complessive misure di sistema – che verranno presentate a breve in sede parlamentare – finalizzate ad agevolare la copertura delle sedi carenti senza che sia in alcun modo pregiudicato il percorso di alto accrescimento professionale richiesto per l'esercizio del ruolo di medico di medicina generale.