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Resoconti delle Giunte e Commissioni

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CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 8 aprile 2021
564.
XVIII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari costituzionali, della Presidenza del Consiglio e Interni (I)
ALLEGATO
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ALLEGATO 1

5-05693 Ceccanti: Iniziative per rinforzare gli organici delle Forze di polizia di Venezia e Trieste.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

  l'azione delle Forze di polizia nel Veneto Orientale è già da tempo fortemente orientata al contrasto dell'infiltrazione criminale nel tessuto socio-economico della zona, tant'è che, come segnalato nell'interrogazione, all'esito dell'indagine denominata «At last», il 19 febbraio 2019 la Squadra mobile della Questura di Venezia e la Guardia di Finanza di Trieste, hanno dato esecuzione a un'ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Venezia che ha disposto misure cautelari a carico di 61 soggetti, 47 dei quali destinatari di custodia cautelare in carcere.
  Inoltre, il grado di attenzione nei confronti della penetrazione criminale nell'area in questione è ben evidenziato dall'accesso, effettuato il 4 marzo 2021, presso alcuni dei cantieri per la realizzazione della terza corsia dell'autostrada A4, nei Comuni di San Stino di Livenza e Latisana.
  Gli accessi ai cantieri rientrano tra i compiti istituzionali della Direzione investigativa antimafia e del Gruppo interforze istituito con decreto del Prefetto di Venezia nell'ambito delle attività di contrasto all'infiltrazione mafiosa nei lavori pubblici e consentono di svolgere un'incisiva attività di prevenzione antimafia.
  Sugli esiti all'accesso ai predetti cantieri dell'A4 la Direzione investigativa antimafia effettuerà specifici approfondimenti investigativi.
  Ulteriore manifestazione del tangibile impegno delle Forze di polizia nel contrasto della criminalità organizzata si ricava dai dati sui sequestri dei beni di provenienza illecita. Più specificamente, dal 2019 a oggi, in Veneto sono stati sequestrati beni per un valore stimato di oltre 31 milioni di euro, a cui si somma quello dei beni confiscati, pari, per lo stesso periodo, a quasi 11 milioni di euro.
  Posso dunque assicurare che in merito ai tentativi di infiltrazione mafiosa nel Nord-Est, anche in rapporto alla particolare contingenza legata all'emergenza epidemiologica da COVID-19, l'attenzione delle Forze dell'ordine e dell'Autorità giudiziaria è massima nel prevenire ingerenze della criminalità nei settori produttivi afflitti da crisi di liquidità e da difficoltà di accesso al credito istituzionale, nonché qualsiasi tentativo di illecito accesso alle misure di sostegno dell'economia.
  In merito ai presidi delle Forze di polizia, nella provincia di Venezia, l'Arma dei Carabinieri è presente con una forza di 795 unità, la Guardia di Finanza ha un organico di 1.085 effettivi e la Polizia di Stato dispone di 1.319 unità; nel 2020 la locale Questura ha avuto un incremento di 22 effettivi.
  Per quanto riguarda Trieste, a cui pure l'interrogante fa riferimento, l'Arma dei Carabinieri ha una forza effettiva di 321 unità, la Guardia di Finanza può contare su un organico di 522 effettivi mentre la Polizia di Stato ha 939 unità; nel 2020 la locale Questura è stata rafforzata con 24 effettivi.

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ALLEGATO 2

5-05694 Baldino: Iniziative per il controllo del territorio e per il contrasto dei fenomeni di infiltrazione di tipo mafioso nel comune di Casteldaccia in provincia di Palermo.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli Deputati,

  in riferimento ai quesiti posti dagli Onorevoli interroganti, relativi alla specifica vicenda del Signor Giovanni Di Giacinto, Sindaco del Comune di Casteldaccia e di alcuni componenti della giunta, ma da inquadrare nel più ampio contesto dell'azione generale di tutela della legalità e di prevenzione delle infiltrazioni criminali nelle amministrazioni locali, evidenzio quanto segue.
  Il 3 dicembre 2019, con ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Termini Imerese è stata applicata, nei confronti del Sindaco del Comune di Casteldaccia, la misura cautelare degli arresti domiciliari, a seguito delle indagini svolte in relazione ai delitti di cui all'articolo 87 del decreto del Presidente della Repubblica 16 maggio 1960, n. 570 (Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali), nonché per le fattispecie di cui agli articoli 110, 319 e 321 del codice penale.
  Il Prefetto di Palermo, rilevato il presupposto per l'applicazione della sospensione prevista dall'articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 31 dicembre 2012, n. 235 (in materia di incandidabilità e divieto a ricoprire cariche elettive), con decreto del successivo 6 dicembre, ha dichiarato l'intervenuta sospensione ope legis del primo cittadino del Comune di Casteldaccia, nonché del Vice sindaco e di un Assessore, a loro volta destinatari di misura cautelare nell'ambito della stessa indagine.
  Successivamente, tutti i componenti della giunta comunale di Casteldaccia, ad eccezione del Sindaco, hanno rassegnato le proprie dimissioni e, pertanto, la Regione siciliana cui spetta la competenza in materia in quanto regione a statuto speciale, con decreto assessoriale del 12 marzo 2020, ha nominato un commissario straordinario, che si è insediato il 16 marzo 2020.
  In seguito, in conseguenza della revoca della misura cautelare a carico del Sindaco disposta, con effetto immediato, dalla medesima Autorità giudiziaria con ordinanza del 20 marzo 2020, il Prefetto di Palermo, con proprio decreto del successivo 25 marzo, ha dichiarato cessati gli effetti del precedente provvedimento di sospensione. Pertanto, il Sindaco si è reinsediato nella carica.
  Ancora successivamente, e precisamente il 22 ottobre scorso, è stata notificata al Sindaco una nuova ordinanza del Tribunale di Palermo con la quale sono state disposte sia la misura del divieto di dimora, ai sensi dell'articolo 283 del codice di procedura penale, nel territorio comunale di Casteldaccia, sia la sospensione dell'esecuzione della stessa fino a quando il provvedimento non fosse diventato definitivo.
  La Corte di Cassazione, rigettando in data 20 gennaio scorso il ricorso presentato avverso il provvedimento da ultimo citato, ha reso esecutiva la misura impugnata.
  Conseguentemente, il 23 gennaio, il Prefetto di Palermo ha dichiarato la sospensione ope legis del Sindaco di Casteldaccia dalla propria carica, ai sensi del citato articolo 11, comma 2, del decreto legislativo 235/2012.
  Attualmente le funzioni di Sindaco sono svolte dal Vice Sindaco e dalla Giunta comunale.
  Giova precisare che nella delicata materia in questione i provvedimenti del Prefetto hanno natura esclusivamente dichiarativa delle conseguenze di legge derivanti da decisioni assunte dall'Autorità Giudiziaria, senza alcun margine di discrezionalità Pag. 24in ordine agli effetti amministrativi delle citate decisioni.
  Tanto premesso, si conferma la massima attenzione di questo Dicastero nei confronti di ogni segnale sintomatico di possibili tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nella vita amministrativa degli enti locali.

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ALLEGATO 3

5-05695 Iezzi: Sulla modalità di nomina di Marco Ciacci a comandante della polizia municipale del comune di Milano e sul possesso dei requisiti per l'incarico.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  gli Onorevoli interroganti chiedono di approfondire il caso, risalente all'estate del 2017, della nomina alla posizione dirigenziale apicale di comandante della polizia municipale di Milano.
  La vicenda in questione trova origine nell'ambito dei fatti di cronaca locale che, nell'estate del 2017, indussero l'allora comandante del corpo di polizia locale e direttore della direzione sicurezza urbana a rinunciare al proprio incarico, determinando l'improvvisa vacanza di una posizione dirigenziale centrale all'interno dell'apparato amministrativo dell'ente.
  Per la copertura in via temporanea di quell'incarico, l'11 agosto 2017 il Comune di Milano ha avanzato alla locale Questura una richiesta di comando di un dirigente della Polizia di Stato.
  Preso atto del collocamento in posizione di comando concesso con decreto del Capo della Polizia, con determinazione dirigenziale dell'ente locale del 1° settembre 2017, veniva pertanto disposta l'assegnazione temporanea del predetto presso il Comune di Milano, per la durata di tre anni, alla cui scadenza vi è stata una proroga per ulteriori 12 mesi, ancorata ad esigenze eccezionali indicate nel provvedimento con cui la stessa è stata disposta, segnatamente connesse all'emergenza sanitaria da COVID-19 e al termine dell'attuale mandato sindacale.
  I requisiti del dirigente sono chiaramente enunciati nel decreto di conferimento dell'incarico, nel quale si fa, tra l'altro, riferimento alle competenze giuridiche, manageriali ed investigative acquisite.
  Il Comune di Milano si è quindi avvalso dell'istituto del comando, disciplinato dall'articolo 56 del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3 e dell'articolo 30, comma 2-sexies, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
  A sostegno di tale scelta, il Comune di Milano ha riferito circa l'imprevedibilità dei fatti che hanno determinato la vacanza dell'incarico, in un delicato momento storico in cui il comando di polizia locale del capoluogo lombardo aveva intrapreso un complesso percorso di riorganizzazione strategica e funzionale, atta a renderne l'azione sempre più coerente con il rinnovato quadro ordinamentale e con l'intenso dinamismo della realtà cittadina. La soluzione adottata, del comando, è apparsa al Comune quella più idonea per la rapida copertura del posto e per consentire l'innesto di nuove professionalità, soluzione che è stata condivisa dall'Amministrazione dell'Interno in considerazione della professionalità specifica del dirigente interessato.
  Per quanto concerne il documento dell'ANCI citato dagli Onorevoli interroganti, l'Amministrazione del capoluogo lombardo ha riferito che i 13 nominativi ivi indicati corrispondono al personale di quel Corpo che ha partecipato al 1° corso di formazione ANCI per dirigenti di polizia locale, il cui avvio risale al 2016, tra cui 2 dirigenti che vi hanno svolto docenza e 11 funzionari che hanno partecipato come allievi, non in possesso della qualifica di dirigente.
  Giova, tuttavia, precisare che alla data di conferimento dell'incarico in discorso, risalente al 4 settembre 2017, risultava in servizio presso il Corpo di polizia locale solo 1 dirigente, con incarico a tempo determinato.

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ALLEGATO 4

5-05696 Prisco: Iniziative per garantire il rispetto delle norme anticovid in occasione dell'elezione dei componenti del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di bonifica di Piacenza.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  con l'interrogazione all'ordine del giorno vengono poste all'attenzione del Ministero dell'interno le modalità di svolgimento delle elezioni convocate dal Consorzio di Bonifica di Piacenza per i giorni 18 e 19 aprile p.v. che prevedono la votazione in presenza degli elettori e la costituzione di 10 seggi elettorali distribuiti tra capoluogo e provincia.
  Il tema ha suscitato una vivace dialettica, sia a livello politico che su gli organi di stampa, sull'opportunità dello svolgimento in presenza di tali consultazioni anche in considerazione dell'emergenza sanitaria e dell'avvenuto rinvio delle elezioni amministrative previste nel corrente anno.
  In merito ai più recenti sviluppi della vicenda, seguita anche dal Prefetto di Piacenza, informo che proprio nella giornata di ieri la Giunta Regionale dell'Emilia Romagna ha emanato una ordinanza con la quale, sentiti i sindaci del territorio piacentino riunitisi nell'ambito della Conferenza Territoriale Sociale Sanitaria (CTSS), è stato disposto il rinvio delle consultazioni in esame, sia per la permanenza dell'intero territorio in zona rossa, sia per il parere espresso dalle competenti autorità sanitarie in considerazione dei dati epidemiologici regionali e provinciali.
  L'ordinanza ha altresì stabilito che le elezioni verranno indette nuovamente quando le condizioni epidemiologiche lo permetteranno, comunque, previo parere dell'autorità sanitaria competente, ed inoltre, che fino all'insediamento dei nuovi organi quelli attualmente in carica restano investiti della gestione ordinaria.
  Preciso, infine, che, lo scorso 7 aprile, nel corso dell'esame da parte della 1a Commissione del Senato, in sede referente, del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 5 marzo 2021, n. 25, recante disposizioni urgenti per il differimento di consultazioni elettorali per l'anno 2021, il Governo ha accolto l'ordine del giorno G/2021/2/1 con il quale si è impegnato a valutare l'opportunità di sensibilizzare le Regioni affinché si preveda il rinvio delle elezioni per il rinnovo dei consigli di amministrazione dei consorzi di bonifica su tutto il territorio nazionale, al fine di assicurare la massima tutela della salute e garantire a tutti il diritto di partecipazione.

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ALLEGATO 5

5-05697 D'Ettore: Iniziative per garantire migliori livelli di sicurezza degli appartenenti alle Forze dell'ordine e per implementare la loro dotazione di risorse umane e strumentali.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  gli Onorevoli interroganti pongono l'attenzione sulle manifestazioni che hanno avuto luogo in diverse città d'Italia – e in particolare a Roma – per protestare contro le misure restrittive imposte alle attività commerciali dalla normativa anti COVID-19 nonché sulle dotazioni delle Forze dell'ordine.
  Ritengo necessario premettere che, personalmente e come membro di questo Governo, condivido profondamente quanto già dichiarato dalla Ministra dell'interno proprio in relazione agli eventi su cui si concentrano gli onorevoli interroganti.
  In questo momento «il Paese vive una situazione estremamente delicata», senza precedenti per la particolarità delle circostanze, ma anche per l'impegno delle Istituzioni per gestire e risolvere la pandemia e sostenere le categorie più colpite ed «è inammissibile qualsiasi comportamento violento nei confronti di chi è impegnato a difendere la legalità e la sicurezza»; «le nostre Forze di polizia stanno operando con grande professionalità, equilibrio e senso di responsabilità» ed a loro deve giungere il plauso ed il ringraziamento non solo del Governo.
  La manifestazione svoltasi il 6 aprile scorso in piazza di Montecitorio è stata indetta dal Movimento «Io Apro» con la preavvisata partecipazione di circa cento persone. Nel corso della giornata, tuttavia, le presenze nella piazza sono aumentate sino a raggiungere il numero di circa mille partecipanti, tra i quali anche alcuni esponenti del movimento politico di estrema destra e di matrice neofascista Casapound.
  Sono stati ulteriormente rinforzati non solo i dispositivi previsti per la manifestazione, ma anche quelli predisposti a tutela delle vie limitrofe, effettuando le opportune chiusure con i contingenti delle Forze di polizia.
  Verso le 16.30, un gruppo di manifestanti ha tentato di sfondare il cordone di sicurezza, con il chiaro intento di entrare nella piazza.
  Respinto tale tentativo mediante un'azione di contenimento, i manifestanti hanno acceso fumogeni ed effettuato un fitto lancio di oggetti e corpi contundenti verso le Forze di polizia, colpendo alla testa, con una bottiglia, un funzionario della Questura di Roma e rendendo necessario l'intervento del personale sanitario. Nella circostanza, sono stati feriti anche un ispettore del primo distretto di P.S. Trevi Campo Marzio e un operatore del Reparto Mobile.
  Dopo poco tempo, un altro tentativo di sfondamento, effettuato dai manifestanti presenti nel lato opposto della piazza, è stato vanificato da un'ulteriore azione di contenimento.
  Alle ore 17.30 circa, a seguito di una mediazione svolta dalle Forze di polizia, una ristretta delegazione di manifestanti è stata ricevuta dall'Onorevole Emanuele Fiano e dall'Onorevole Paolo Trancassini.
  Poco dopo si è incominciato a registrare un progressivo deflusso dei manifestanti. In piazza sono rimaste circa 300 persone, che hanno atteso la conclusione dell'incontro della delegazione coi parlamentari, avvenuta alle ore 20.30 senza creare ulteriori turbative per l'ordine e la sicurezza pubblica.
  Per i disordini sono state fermate 7 persone, la cui posizione è attualmente al vaglio degli organi investigativi.
  Più in generale, evidenzio che il Ministero dell'interno ha sensibilizzato i Prefetti Pag. 28 ai fini dell'adozione delle misure a tutela dell'ordine e della sicurezza, in occasione delle manifestazioni di protesta contro le misure restrittive, anche in considerazione del rischio di strumentalizzazione delle iniziative di dissenso.
  Sotto il profilo delle risorse strumentali ed umane, mi preme assicurare che le dotazioni assegnate al personale impiegato nei servizi di ordine pubblico consentono di svolgere efficacemente le attività di istituto, garantendo, nel contempo, un'adeguata tutela degli operatori: sin dall'inizio della crisi sanitaria, inoltre, tutto il personale è stato dotato degli appositi dispositivi di protezione individuale, modulandone la tipologia sulla base dei servizi svolti.
  Sotto il profilo delle risorse umane, inoltre, per colmare il divario tra forza organica e forza effettiva, a partire dalla legge di bilancio 2018 e fino a quella per l'anno in corso, sono stati varati mirati interventi normativi volti all'assunzione di personale in aggiunta al turn-over, anche prevedendo appositi piani quinquennali volti alla riduzione delle carenze organiche.

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ALLEGATO 6

5-05698 Marco Di Maio: Iniziative per consentire l'invio telematico da parte dei partiti e dei gruppi politici di messaggi agli italiani residenti all'estero aventi diritto al voto.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, Onorevoli deputati,

  con l'interrogazione all'ordine del giorno vengono poste all'attenzione del Ministero dell'interno le modalità di svolgimento della campagna elettorale per l'elezione dei senatori e deputati nella circoscrizione estero.
  Per quanto di competenza del Ministero dell'interno, si evidenzia che l'articolo 5 della legge n. 459 del 2001 recante le «Norme per l'esercizio del diritto di voto dei cittadini italiani residenti all'estero» prevede che, mediante l'unificazione dei dati dell'anagrafe degli italiani residenti all'estero (AIRE) e degli schedari consolari, venga realizzato l'elenco aggiornato dei cittadini italiani residenti all'estero, finalizzato alla predisposizione delle liste elettorali.
  Tale elenco contiene alcuni dati previsti dall'articolo 5, comma 1, del decreto del Presidente della Repubblica n. 104 del 2003, quali: i dati anagrafici dell'iscritto, indirizzo, casella postale, ufficio consolare e comune di iscrizione all'anagrafe degli italiani residenti all'estero. L'elenco in questione viene trasmesso alla Direzione Centrale dei Servizi Elettorali del Ministero dell'interno, per la successiva formazione dell'elenco degli elettori.
  Quanto sopra evidenzia che i dati utilizzati per la composizione dell'elenco degli elettori desunti dalle schede anagrafiche dei cittadini iscritti all'AIRE non recano l'indirizzo della posta elettronica certificata.
  Sotto diverso aspetto, benché tale profilo non riguardi direttamente l'oggetto dell'interrogazione, è utile ricordare, per avere un quadro complessivo della situazione, che nella base-dati dell'Anagrafe Nazionale Popolazione Residente (ANPR), subentrata alle anagrafi della popolazione residente e dei cittadini italiani residenti all'estero di 7.394 Comuni su un totale di 7.903, è stata prevista la registrazione del dato relativo al domicilio digitale di cui all'articolo 3-bis del Codice dell'Amministrazione Digitale, istituito allo scopo di facilitare la comunicazione tra cittadini e pubbliche amministrazioni.
  Inoltre, il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha rappresentato che, presso la rete diplomatico consolare, è utilizzata un'unica piattaforma informatica (Sistema Integrato di Funzioni Consolari), con la quale vengono aggiornati gli schedari consolari e registrate le informazioni anagrafiche e di dettaglio relative ai cittadini italiani residenti all'estero.
  Tale base dati viene utilizzata per l'erogazione dei principali servizi consolari nonché per gli allineamenti con i comuni italiani di competenza, anche a fini elettorali, e prevede da tempo la presenza di un indirizzo e-mail associato al cittadino: non si tratta però di un indirizzo di posta elettronica certificata, ma di un indirizzo di posta elettronica ordinaria, il che lascia sussistere la possibilità che lo stesso indirizzo telematico sia associato a più utenti; attualmente, inoltre, solo poco più di un terzo degli italiani registrati nella piattaforma citata risulta associato ad almeno un indirizzo mail.
  Va, altresì, evidenziato che, nel provvedimento numero 96 del 18 aprile 2019 del Garante per la protezione dei dati personali, relativo alla propaganda elettorale e alla comunicazione politica, sono indicate all'articolo 3 punto 1), pur in termini non tassativi, le fonti pubbliche dalle quali è ammissibile l'acquisizione di dati personali per finalità di propaganda elettorale, e in Pag. 30nessuna di esse risultano attualmente riportati gli indirizzi e-mail o i numeri telefonici.
  Inoltre, in base a quanto stabilito al punto 5, lettera a), del predetto provvedimento, è esplicitamente escluso l'impiego sia dell'ANPR che degli schedari consolari, per scopi di propaganda elettorale e connessa comunicazione politica.
  Il provvedimento del Garante, tuttavia, indica molteplici modalità per acquisire tali dati per le finalità in discorso.

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ALLEGATO 7

5-05699 Gebhard: Sulla promozione a Vicequestore di due funzionari di polizia, già condannati per le violazioni dei diritti umani verificatesi a Genova nel luglio del 2001.

TESTO DELLA RISPOSTA

Signor Presidente, On.li Deputati,

  gli Onorevoli interroganti affrontano la vicenda concernente la promozione di due funzionari della Polizia di Stato, Pietro Troiani e Salvatore Gava, già condannati in via definitiva, a seguito dei gravi fatti accaduti nel 2001 in occasione del G8 a Genova.
  In particolare, il dottor Pietro Troiani fu condannato alla pena di anni 3 e mesi 9 di reclusione, oltre all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, per detenzione e porto illegale di armi e falso ideologico in atto pubblico.
  Il dottor Salvatore Gava fu invece condannato alla pena di anni 3 e mesi 8 di reclusione, nonché all'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, per il reato di falso.
  In conseguenza di ciò, al fine di dare esecuzione alla pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici, con provvedimento del Capo della Polizia-Direttore generale della pubblica sicurezza pro tempore, i medesimi funzionari sono stati sospesi dalla loro qualifica professionale a decorrere dal 10 luglio 2012 e sino al 9 luglio 2017.
  Trascorso tale periodo, a far data dal 10 luglio 2017 il dottor Gava è stato pertanto riammesso in servizio.
  Il dottor Troiani, invece, avendo richiesto e ottenuto il beneficio dell'affidamento in prova ai servizi sociali, avrebbe potuto riprendere servizio il 30 settembre 2015; il suo rientro in servizio è stato tuttavia posticipato al 1° febbraio 2016 in ragione dell'intervenuta sanzione disciplinare della sospensione dal servizio per la durata di mesi 4, inflitta dal Capo della Polizia con provvedimento del 26 novembre 2013, ai sensi dell'articolo 6, n. 1, e dell'articolo 4, numeri 10 e 18, del decreto del Presidente della Repubblica n. 737 del 1981.
  Ricordo inoltre che all'esito della vicenda penale, ai sensi dell'articolo 16 del decreto legislativo 28 luglio 1989, n. 271, il 20 maggio 2015 entrambi i funzionari sono stati sanzionati con la sospensione dall'impiego irrogata dall'Autorità Giudiziaria competente in forza dell'articolo 17 del medesimo decreto legislativo.
  A causa di tale ultima sanzione, ai sensi dell'articolo 60, comma 1, lettera d), del decreto legislativo 5 ottobre 2000, n. 334, i predetti sono quindi stati esclusi dallo scrutinio per la promozione alla qualifica di vice questore per la durata di cinque anni, a decorrere dal 20 maggio 2015.
  Terminato il quinquennio di esclusione, nel maggio del 2020, i funzionari, in possesso del previsto requisito dell'anzianità di servizio, sono stati ammessi de jure, essendosi esauriti gli effetti interdittivi delle sanzioni applicate ed in assenza delle cause di esclusione specificamente identificate dalla normativa, allo scrutinio per la promozione alla qualifica di vice questore così come stabilito dall'articolo 2, comma 1, lettera z), del decreto legislativo 29 maggio 2017, n. 95.