SEDE REFERENTE
Mercoledì 20 aprile 2022. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Intervengono la viceministra delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Teresa Bellanova e la sottosegretaria di Stato per il lavoro e le politiche sociali Rossella Accoto.
La seduta comincia alle 14.10.
Modifica all'articolo 71 del codice del Terzo settore, di cui al decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117, in materia di compatibilità urbanistica dell'uso delle sedi e dei locali impiegati dalle associazioni di promozione sociale per le loro attività.
C. 1059-A Foti.
(Seguito esame e conclusione).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 15 dicembre 2021.
Alessia ROTTA, presidente, ricorda che il provvedimento in esame è stato rinviato in Commissione con deliberazione dell'Assemblea del 12 ottobre 2021. Nella seduta del 15 dicembre – avendo acquisito in tal senso l'orientamento dei gruppi in sede di Pag. 91Ufficio di presidenza svoltosi nella medesima data, nonché del primo firmatario onorevole Foti – il testo è stato immediatamente trasmesso alle Commissioni in sede consultiva.
È pervenuto il parere favorevole con una condizione della I Commissione, mentre la Commissione V Bilancio aveva già reso il nulla osta sul medesimo testo in data 12 ottobre 2021. La XII Commissione Affari sociali e la Commissione per le questioni regionali hanno rinunciato a rendere il parere. Avverte quindi che il provvedimento figura all'ordine del giorno della seduta odierna dell'Assemblea. Pertanto, la Commissione è chiamata a concluderne l'esame.
Paola DEIANA (M5S), relatrice, ricorda che il provvedimento in esame è stato oggetto di rinvio in Commissione lo scorso 12 ottobre, su sua proposta previamente condivisa in sede di Comitato dei nove. La richiesta era motivata dal fatto che era stato presentato in Assemblea un emendamento da parte del gruppo della Lega che riapriva, di fatto, la discussione del provvedimento, che si era invece conclusa in Commissione con l'approvazione del suo emendamento soppressivo e il conseguente mandato a riferire in senso contrario sul testo.
Nell'avanzare all'Assemblea la proposta di rinvio, aveva anche evidenziato come l'approvazione dell'emendamento interamente soppressivo aveva chiuso l'esame referente precludendo quindi la possibilità che le altre Commissioni potessero esprimersi in fase consultiva contribuendo allo svolgimento di una istruttoria completa.
In questo senso, la lacuna istruttoria risulta adesso a suo avviso, colmata dall'acquisizione del parere espresso la scorsa settimana dalla I Commissione, non solo sul piano formale ma anche su quello sostanziale.
Infatti, risulta, a suo avviso, risolutivo rispetto alla fase istruttoria quanto esplicitato nella ampia relazione del collega Ceccanti in ordine ai presupposti giuridici e costituzionali su cui tale parere si fonda.
Si limita a richiamare la sentenza della Corte costituzionale n. 67 del 2017 nella parte in cui sottolinea che «la libertà di culto si traduce anche nel diritto di disporre di spazi adeguati per poterla esercitare e comporta perciò più precisamente un duplice dovere a carico delle autorità pubbliche (...): in positivo – in applicazione del citato principio di laicità – esso implica che le amministrazioni competenti prevedano e mettano a disposizione spazi pubblici per le attività religiose; in negativo, impone che non si frappongano ostacoli ingiustificati all'esercizio del culto nei luoghi privati e che non si discriminino le confessioni nell'accesso agli spazi pubblici».
Basandosi sulla giurisprudenza costituzionale, la I Commissione pone una condizione molto chiara: l'esclusione dall'applicazione dell'articolo 71, comma 1, del codice del Terzo settore, per le associazioni di promozione sociale che svolgono – anche occasionalmente – attività di culto, non può costituire una regola generale assoluta – come invece prevede il testo in esame – ma può essere eventualmente disposta solo «in casi puntuali e tassativi, specificamente motivati come necessari ai fini della tutela di beni pubblici fondamentali».
Per tali ragioni, all'esito di questo ultimo passaggio istruttorio, invita nuovamente la Commissione a deliberare nel senso di conferire alla sottoscritta il mandato a riferire in senso contrario all'Assemblea sul provvedimento in esame.
Elena LUCCHINI (LEGA) dichiara che il gruppo della Lega si asterrà dalla votazione, in quanto condivide fondamentalmente la ratio dell'intervento normativo proposto dal collega Foti, ma tuttavia comprende come esso operi in senso eccessivamente ampio. In questo senso, aveva in prima persona sottoscritto un emendamento presentato durante l'esame in Assemblea, volto a limitare la portata della disposizione alle sole associazioni legate a culti che non hanno sottoscritto intese con lo Stato, e che quindi evidentemente non ne condividono fino in fondo i principi costituzionali.
Dichiara che il voto di astensione in questa sede si lega anche alla constatazione che la tematica, per quanto formalmente Pag. 92riferita alla destinazione d'uso di beni immobili – certamente di competenza di questa Commissione – incide nella sostanza anche su materie, quali l'esercizio delle pratiche religiose, che invece rientrano principalmente nell'area di competenza della I Commissione Affari costituzionali.
Tommaso FOTI (FDI) esprime forti perplessità in merito alle posizioni espresse dalla collega relatrice, riprese in massima parte dal dibattito svoltosi in Commissione Affari costituzionali e, in particolare, dalle posizioni espresse dall'onorevole Ceccanti in quella sede. Comprende ovviamente i legittimi motivi che hanno spinto il collega a calcare la mano sulla supposta illegittimità costituzionale della proposta, ma non ne condivide assolutamente i ragionamenti.
A suo avviso, già nel suo testo originario la proposta di legge non presenta vizi di legittimità. In ogni caso essi risulterebbero sicuramente del tutto superati con la modifica che era stata proposta in Assemblea dalla collega Lucchini.
Alla relatrice, onorevole Deiana, ricorda altresì come queste censure di illegittimità costituzionale non erano certamente condivise dalla prima maggioranza di governo di questa legislatura. Gli risulta addirittura che la maggioranza che sosteneva il governo Conte I ha tenuto ferma la sua proposta per lungo tempo al solo scopo di impossessarsi della paternità di questa iniziativa.
Venendo poi al merito della questione, rileva come la proposta in esame affronti un problema che, evidentemente, la maggioranza riconosce, ma vuole semplicemente tenere nascosto.
Reputa criticabile quindi le ragioni per le quali la Commissione Affari costituzionali nel proprio parere abbia inteso porre l'accento sulle questioni concernenti la libertà di culto. Infatti il tema principale non è certo legato ad una supposta discriminazione di alcune confessioni religiose. Per chiarezza, ricorda che non vi è alcun problema con le moschee, che esistono, né con istituzioni ed immobili religiosi che vengono edificati ed utilizzati secondo le regole in essere.
L'obiettivo dell'iniziativa legislativa è invece quello di far sì che ciascuna confessione, ivi compresa la Chiesa cattolica risponda alle regole poste dai comuni e dagli enti locali, che derivano semplicemente dalla necessità di disciplinare l'assetto urbanistico.
Si chiede se, nel valutare la sua proposta di legge, i gruppi abbiano tenuto in debita considerazione la particolare situazione di emergenza sanitaria di questi ultimi tempi che certamente impone una massima attenzione sui requisiti delle strutture che ospitano un numero elevato di persone sul piano sanitario, oltre che della sicurezza.
Evidenzia come la piccola modifica normativa di cui si è fatto promotore intende semplicemente normare una pratica su cui è doveroso intervenire e che certamente non mette in gioco alcun fondamentale valore costituzionale. Basti pensare al fatto che è incontestato il potere del sindaco di chiudere determinate strutture per motivi di carattere sanitario.
Conclusivamente, chiede anche alla presidenza e alla relatrice di chiarire un aspetto procedurale che gli appare oscuro: posto che il rinvio in Commissione è stato motivato dall'esigenza di acquisire i pareri delle Commissioni, al fine di poter svolgere un approfondimento istruttorio sulla base dei pareri espressi, non comprende per quale motivo, essendo stato acquisito il parere della I Commissione – che peraltro è favorevole, sia pure con una specifica condizione – la Commissione adesso non intenda proseguire lo svolgimento dell'attività istruttoria al fine di recepirne i contenuti. Né comprende per quale motivo nel parere acquisito non vi sia menzione dell'emendamento presentato dalla collega Lucchini.
Alessia ROTTA, presidente, precisa che il testo licenziato dalla Commissione in prima battuta non era corredato dei pareri, in quanto l'approvazione dell'emendamento interamente soppressivo – come aveva avuto modo di chiarire sia in via preliminare in sede di ufficio di presidenza, sia in sede formale prima della votazione – ha precluso la prosecuzione dell'iter istruttorio.Pag. 93
Invece, in seguito al rinvio si è ritenuto utile acquisire i pareri delle Commissioni che, come da regolamento, si sono espresse sul solo testo e non anche su una proposta emendativa che, peraltro, è stata presentata solo per l'esame in Assemblea.
Paola DEIANA (M5S), relatrice, conferma che la richiesta di rinvio in Commissione era motivata da esigenze di integrare la fase istruttoria, nella quale non avevano potuto far ingresso i contributi delle Commissioni in sede consultiva. Condivide pertanto il rilievo avanzato dal collega Foti.
Nello stesso tempo, entrando nel merito, ritiene che non vi sia margine per recepire la condizione formulata dalla Commissione Affari costituzionali. Infatti essa esplicitamente richiede che la Commissione modifichi radicalmente il testo, individuando casi puntuali e tassativi, specificamente motivati come necessari ai fini della tutela di beni pubblici fondamentali per i quali valga l'esclusione dall'applicazione dell'articolo 71, comma 1, del codice del Terzo settore, per le associazioni di promozione sociale che svolgono – anche occasionalmente – attività di culto.
La posizione che ha inteso esprimere in qualità di relatrice è stata quindi nel senso di chiedere di votare il mandato a riferire in senso contrario all'Assemblea. Si dichiara tuttavia anche disponibile, ove dalla Commissione emerga un orientamento volto a riaprire l'istruttoria del provvedimento nel senso di recepire la condizione posta nel citato parere della I Commissione, a lavorare in tal senso.
Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera il conferimento del mandato alla relatrice a riferire in senso contrario in Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.
Alessia ROTTA, presidente, avverte che la Presidenza si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.
Delega al Governo in materia di contratti pubblici.
C. 3514 Governo, approvato dal Senato, C. 1644 De Carlo, C. 2157 Benvenuto, C. 2516 Mura, C. 2518 Gagliardi, C. 2566 Prisco, C. 2616 Parolo, C. 2712 Ziello, C. 3433 Consiglio regionale Basilicata.
(Seguito esame e rinvio – Adozione del testo base).
La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 marzo 2022.
Alessia ROTTA, presidente, ricorda che le relazioni introduttive hanno avuto luogo lo scorso 29 marzo e che si sono altresì svolte le audizioni di ANAC, General SOA, Rete professioni tecniche, Alleanza delle cooperative italiane, UPI, Utilitalia, Union SOA, Autostrade per l'Italia, ANCE, Confindustria HCFS, FINCO, Confartigianato, CNA, ANCI, CGIL, CISL, UIL, UGL, Fillea, Filca, Feneal, Filcams, Fisascat, Uiltucs, e Uiltrasporti.
Avverte che nella scorsa riunione dell'ufficio di presidenza è stato convenuto di concludere nella seduta odierna l'esame preliminare, procedendo all'adozione del testo base. Conseguentemente, il termine per la presentazione degli emendamenti è stato già fissato per domani, giovedì 21 aprile alle ore 12.
Alessio BUTTI (FDI) ipotizza che vi sia una stretta relazione tra la riduzione di investimenti nel settore delle infrastrutture negli ultimi tre lustri, denunciata con forza dai soggetti convenuti in audizione, e la grande confusione normativa in materia di contratti pubblici. Dubita, inoltre, che il PNRR possa rappresentare, come ipotizzato al momento della sua approvazione, il provvedimento risolutivo che ci si aspettava.
Quanto alla confusione normativa, ricorda che sul codice dei contratti pubblici approvato nel 2016 – e che a suo giudizio ha rappresentato un totale fallimento – sono intervenuti numerosi altri provvedimenti legislativi, a partire dal decreto legislativo n. 56 del 2017, continuando con il cosiddetto «decreto sblocca cantieri», i due Pag. 94decreti-legge di semplificazione, n. 76 del 2020 e n. 77 del 2021. Sempre sullo stesso tema ricorda inoltre l'approvazione del PNRR e il provvedimento relativo al commissariamento di alcune opere infrastrutturali, che ha visto un iter assai complesso, comprensivo anche della sostituzione di alcuni dei commissari designati. Individua in questo caos un potente freno allo sviluppo delle infrastrutture, ma anche un forte ostacolo per le piccole e medie imprese.
Il dibattito al Senato, durante il quale il proprio gruppo ha mantenuto un atteggiamento privo di pregiudizi ed anzi fiducioso sul possibile nuovo scenario normativo, in accoglimento dei contributi apportati in audizione, si è tuttavia caratterizzato per la sistematica reiezione dei suoi emendamenti, circostanza che ha determinato il voto contrario sul provvedimento.
Sottolinea che quella in esame è una delega in bianco, come dimostra, ad esempio, la norma che né obbliga né esclude le clausole sociali, consentendo quindi al Governo finanche di cancellare quello che oggi si configura come un obbligo e conseguentemente di permettere alla impresa che subentri in un appalto di non prendere più in carico la forza lavoro della società in uscita per la medesima opera, elemento che pone all'attenzione, in particolare, della viceministra Bellanova, nota proprio per le sue battaglie sociali.
Altro tema che pone all'attenzione della Commissione e della rappresentante del Governo è quello relativo ai crediti detenuti dalle piccole e medie imprese nei confronti della Pubblica amministrazione, tiranna nei confronti delle imprese e dei cittadini ma assai indulgente con se stessa quando vi è un debito a proprio carico.
A suo giudizio, una riforma utile e organica, che quindi non debba essere modificata tra pochi mesi, dovrebbe valorizzare il ruolo di imprese, nonché di enti locali e in generale dell'ampio mondo della committenza, che chiedono strumenti di più facile applicazione ed anche dei giudici amministrativi che, chiamati ad applicare regole confuse, lamentano una incertezza nella propria professione.
Non ritiene probabile quanto il ministro Giovannini, in un impeto di ottimismo, ha dichiarato riguardo all'applicazione di un nuovo codice dei contratti pubblici già per le prime opere del PNRR, né condivide l'entusiasmo per il «dialogo riformista» che, a sentire il Ministro, si sarebbe tenuto al Senato e che avrebbe portato all'approvazione del provvedimento senza la posizione della questione di fiducia. Lo scontro al Senato invece c'è stato e su molti temi, dal divieto artificioso di accorpamento dei lotti, alla qualificazione delle stazioni appaltanti, ai criteri minimi ambientali, alla revisione delle garanzie fideiussorie rispetto lo stato di avanzamento dei lavori.
Di criticità il provvedimento ne contiene tante e auspica che nel corso del dibattito presso questo ramo del Parlamento ci possa essere un confronto costruttivo che miri a modificarlo in senso migliorativo. Preannuncia quindi la presentazione di alcune proposte emendative, motivate dalla convinzione che, in tema di sburocratizzazione, semplificazione e snellimento delle procedure si può e si deve fare molto di più.
La Commissione delibera di adottare come testo base il disegno di legge C. 3514 Governo, approvato dal Senato.
Alessia ROTTA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 14.50.
UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO
DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI
Mercoledì 20 aprile 2022.
L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 14.55.
INTERROGAZIONI
Mercoledì 20 aprile 2022. — Presidenza della presidente Alessia ROTTA. – Interviene Pag. 95il Viceministro delle infrastrutture e della mobilità sostenibili Alessandro Morelli.
La seduta comincia alle 15.
Sulla pubblicità dei lavori.
Alessia ROTTA, presidente, ricorda che è stato chiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Sull'ordine dei lavori.
Alessia ROTTA, presidente, comunica che l'interrogazione n. 5-07482 Martinciglio: Ipotesi di riduzione delle risorse destinate da ANAS alla manutenzione ordinaria delle infrastrutture stradali, anche alla luce della cronica carenza di personale del settore, sarà svolta in una successiva seduta di sindacato ispettivo, avendo il presentatore comunicato l'impossibilità a partecipare alla seduta odierna.
5-06242 De Maria: Tempi per la riqualificazione ad area verde dell'ex cantiere utilizzato per lo scavo della galleria ad alta velocità nella periferia Sud di Bologna.
Il Viceministro Alessandro MORELLI, risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).
Andrea DE MARIA (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta resa dal viceministro alla propria interrogazione che, lo ricorda, era stata presentata nell'ottobre del 2021, data dalla quale sono state intraprese una serie di azioni, che la stessa interrogazione sollecitava, che andavano nella direzione di riqualificare l'area in oggetto. Sottolinea quindi positivamente i lavori intrapresi, nel senso da lui richiesto.
5-07844 Varchi: Chiarimenti in ordine alla riapertura del Ponte Corleone, sulla circonvallazione di Palermo, in relazione alle misure di limitazione del traffico disposte negli anni passati e all'assenza di successivi interventi di messa in sicurezza.
Il Viceministro Alessandro MORELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).
Maria Carolina VARCHI (FDI), replicando, avendo ascoltato con molto interesse la risposta del Viceministro Morelli, non nasconde la propria preoccupazione, in qualità di cittadina palermitana, per due ordini di ragioni. In primo luogo il ponte Corleone è uno snodo essenziale per il traffico dei veicoli che dalla provincia di Trapani si recano a quelle di Catania e Messina, rappresentando pertanto una tratta cruciale per la viabilità dell'intera area palermitana. In secondo luogo il ponte rappresenta l'unico punto di passaggio per raggiungere numerose attività industriali e commerciali, già duramente colpite dalla pandemia. Rileva come in passato vi sia stata una gestione poco chiara per i cittadini delle ordinanze sulla viabilità. Richiama, in tal senso, i rilievi effettuati nel 2002 che avevano evidenziato uno stato di scarsa sicurezza strutturale del ponte, per il quale sono state disposte ordinanze di restrizione del traffico solo molti anni dopo.
Auspica che il commissario, di concerto con l'amministrazione comunale, in discontinuità con i precedenti comportamenti, possa intervenire per migliorare la viabilità del ponte e renderlo fruibile in tutta la sua interezza.
Alessia ROTTA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.
La seduta termina alle 15.15.