La Corte costituzionale dichiara l'illegittimità del divieto di fecondazione eterologa

9 April 2014

Come si apprende da un comunicato stampa, la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge sulla procreazione assistita relativamente al divieto di fecondazione eterologa.

Secondo quanto risulta dal comunicato, la Corte ha dichiarato l’incostituzionalità, oltre che del divieto di fecondazione eterologa (art. 4, comma 3) e della relativa sanzione amministrativa pecuniaria (art. 12, comma 1), anche dei profili riguardanti il divieto di disconoscimento di paternità da parte del coniuge o convivente che ha prestato il consenso all’eterologa nonché di quelli relativi alla previsione che il donatore di gameti non acquisisce alcun diritto né obbligo nei confronti del nato (art. 9, commi 1 e 3).

Le motivazioni saranno note al momento del deposito della sentenza.

Con la sentenza n. 151 del 2009, la Corte ha già dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’obbligo di un unico e contemporaneo impianto degli embrioni fecondati, in numero comunque non superiore a tre, per violazione dei principi di ragionevolezza e di uguaglianza sanciti dall’art. 3 Cost. e del diritto alla salute della donna ed eventualmente del feto, ad esso connesso, riconosciuto dall’art. 32 Cost.

Nella medesima sentenza la Corte ha altresì dichiarato l'illegittimità costituzionale della legge nella parte in cui non prevede che il trasferimento degli embrioni, da realizzare non appena possibile, debba essere effettuato senza pregiudizio della salute della donna, caducando così, di fatto, il divieto di crioconservazione.

La Corte europea dei diritti dell'uomo, inoltre, con sentenza del 28 agosto 2012, ha riconosciuto che il divieto di ricorso alle tecniche di procreazione assistita e alla diagnosi preimpianto dell'embrione fissato dalla legge nei confronti di coppie fertili ma portatrici di malattie genetiche costituisce una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare sancito dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo (art. 8).

Servizio Studi della Camera dei deputati

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