OSSERVATORIO DI POLITICA INTERNAZIONALE, Nota n. 88, "Regionalismo e liberalizzazione commerciale nell'Asia-Pacifico: la Regional Comprehensive Economic Partnership", a cura del T.wai (Torino World Affairs Institute), febbraio 2021
17 febbraio 2021
Nell'ambito dell'Osservatorio di politica internazionale è stato pubblicato la Nota n. 88: "Regionalismo e liberalizzazione commerciale nell'Asia-Pacifico: la Regional Comprehensive Economic Partnership", a cura del T.wai (Torino World Affairs Institute), febbraio 2021
Abstract
Dopo otto anni di round negoziali, il 20 novembre 2020 quindici Paesi dell'Asia orientale e dell'Oceania hanno firmato la Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), il più ampio accordo di libero scambio e di collaborazione economica al mondo. La RCEP coinvolge i dieci Paesi dell'ASEAN (Association of South-East Asian Nations) – ovvero Brunei, Cambogia, Filippine, Indonesia, Laos, Malaysia, Myanmar, Singapore, Thailandia, Vietnam –, la Repubblica popolare cinese (d'ora innanzi: Cina), la Corea del Sud, il Giappone, l'Australia e la Nuova Zelanda. L'area della RCEP ospita una popolazione di 2,3 miliardi di persone (il 30% della popolazione mondiale) e ha un Prodotto Interno Lordo (PIL) di 26.300 miliardi di dollari USA (il 29% del PIL globale).
Si tratta del secondo accordo commerciale multilaterale siglato nella regione durante l'Amministrazione Trump, caratterizzata, come noto, dalla preferenza per i rapporti bilaterali tra gli Stati Uniti e i suoi partner e dal rifiuto di impegnarsi in contesti multilaterali. Uno dei primi atti del Presidente americano dopo il suo insediamento nel 2017 fu infatti il ritiro dalla Trans-Pacific Partnership (TPP), un accordo transregionale fortemente voluto dal suo predecessore Obama per legare il Pacifico orientale all'Asia attraverso l'apertura dei mercati e la condivisione di regole e standard sostenuti dall'Occidente. Dopo l'abbandono di Washington, furono soprattutto Ottawa e Tokyo a insistere per preservare la Partnership, frutto di lunghi negoziati, con gli stati membri rimanenti, dando vita nel marzo 2018 alla Comprehensive and Progressive Trans-Pacific Partnership (CPTPP) (oltre a Canada e Giappone ne fanno parte Australia, Brunei, Cile, Malaysia, Messico, Perù, Nuova Zelanda, Singapore e Vietnam). Gli Stati Uniti, quindi, si ritrovano ora esclusi dal processo di integrazione e liberalizzazione commerciale che coinvolge l'area economicamente più dinamica al mondo.
Mentre la CPTPP, per la portata dei temi oggetto di regolamentazione, è un accordo molto avanzato (c.d. deep and comprehensive) che incide su alcuni importanti aspetti delle politiche economiche nazionali, la RCEP è un accordo di libero scambio (ALS) meno ambizioso e più tradizionale, e tuttavia significativo nella sua dimensione regionale asiatica. In attesa della ratifica degli stati firmatari – la RCEP entrerà in vigore con la ratifica di almeno sei stati ASEAN e di tre non-ASEAN –, in questa nota ne analizziamo la storia negoziale, i contenuti e i possibili effetti di medio e lungo periodo.
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