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Resoconti stenografici delle audizioni

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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (V-XIV Camera e 5a-14a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Lunedì 8 marzo 2021

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battelli Sergio , Presidente ... 3 

Audizione in videoconferenza, nell'ambito dell'esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18), del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei, Vincenzo Amendola (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati) :
Battelli Sergio , Presidente ... 3 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 3 
Battelli Sergio , Presidente ... 4 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 4 
Battelli Sergio , Presidente ... 4 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 4 
Battelli Sergio , Presidente ... 4 
Amendola Vincenzo , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei ... 4 
Battelli Sergio , Presidente ... 9 
Ricciardi Sabrina  ... 9 
Battelli Sergio , Presidente ... 9 
Bossi Simone  ... 9 
Battelli Sergio , Presidente ... 9 
Giammanco Gabriella  ... 9 
Battelli Sergio , Presidente ... 10 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 10 
Battelli Sergio , Presidente ... 11 
Candiani Stefano  ... 11 
Battelli Sergio , Presidente ... 11 
Lovecchio Giorgio (M5S)  ... 11 
Battelli Sergio , Presidente ... 12 
Amendola Vincenzo , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei ... 12 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Trancassini Paolo (FDI)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Amendola Vincenzo , Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 15

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Partito Democratico: PD;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-L'Alternativa c'è: Misto-L'A.C'È;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-Cambiamo!-Popolo Protagonista: Misto-C!-PP;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Rinascimento ADC: Misto-NcI-USEI-R-AC;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Europeisti-MAIE-PSI: Misto-EUR-MAIE-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA XIV COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
SERGIO BATTELLI

  La seduta comincia alle 16.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, in videoconferenza, nell'ambito dell'esame della Proposta di Piano Nazionale di ripresa e resilienza (Doc. XXVII, n. 18) del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei, Vincenzo Amendola.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione in videoconferenza presso le Commissioni riunite Bilancio e Politiche dell'Unione europea della Camera e del Senato del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei, Vincenzo Amendola, nell'ambito dell'esame della proposta del Piano Nazionale di ripresa e resilienza.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori delle Commissioni, avverto che dopo l'intervento del Sottosegretario sono previsti interventi per ciascun gruppo per un tempo complessivo di circa dodici minuti. Il tempo è ridotto a sei minuti per i gruppi rappresentati in un solo ramo del Parlamento.
  Al fine di assicurare un ordinato svolgimento dei lavori, invito altresì i rappresentanti di ciascun gruppo della Camera e del Senato a comunicare al banco della Presidenza i nominativi dei deputati e dei senatori del proprio gruppo che intendano intervenire. Do subito la parola al Sottosegretario Amendola.

  PAOLO TRANCASSINI. Presidente, sull'ordine dei lavori. Stamattina noi abbiamo cercato di far capire alla Commissione incaricata che non abbiamo traccia, soprattutto noi della Commissione Bilancio della Camera, di un accordo sulla modalità di formulazione delle domande e sulla tempistica. Questa mattina noi abbiamo avuto un'audizione nella quale abbiamo fatto tutti interventi di due minuti e siamo stati spesso zittiti dal presidente. Abbiamo avuto invece la maggioranza che ha sottoposto il Ministro a ore di domande. Abbiamo controllato il Regolamento – tra l'altro ci è stato chiesto di prenotarci al banco della Presidenza, che diventa un po' difficile, visto che avete scelto anche la possibilità di intervenire da remoto – e vorrei capire queste decisioni dove maturano e con chi vengono condivise, perché non ce n'è traccia né nell'Ufficio di Presidenza, né nel buon senso. Credo che all'opposizione in generale forse bisognerebbe lasciare qualche spazio in più. Oggi al Senato noi siamo intervenuti dopo dieci interventi. Peraltro mi auguro che il Sottosegretario Amendola, a differenza del Ministro Franco, magari ci dia qualche risposta, visto che questa mattina a tutte le domande dei deputati di Fratelli d'Italia il Ministro ha ritenuto opportuno non rispondere, nemmeno quando è stato richiamato, alle due passate, dal senatore De Carlo. Se per cortesia ci spiegate come possiamo prenotarci e soprattutto se mi spiega, presidente, Pag. 4 quando, come e dove sono state decise queste tempistiche.

  PRESIDENTE. Collega Trancassini, come da prassi, per ogni audizione ci diamo dei tempi, anche perché non possiamo stare tutto il giorno. Contingentiamo i tempi, ma io sono sempre molto flessibile. Prenderemo ovviamente gli interventi di chi è qui in Commissione e anche lì al Senato. Per chi è collegato, io vedo anche chi alza la mano con il software. Se voi alzate la mano con il software io lo vedo e lo segno, e cercherò di alternare magari due interventi Camera e due Senato, così riusciamo a far parlare un po' tutti i gruppi.

  PAOLO TRANCASSINI(intervento da remoto). Presidente, mi scusi se insisto. Questa mattina è andata com'è andata. Oggi io vorrei capire quando e con chi sono stati decisi i dodici minuti di intervento che vengono dati all'unico partito di opposizione e, a termine di Regolamento, come le modalità dell'audizione devono essere preventivamente discusse e decise. Poi, per carità, la maggioranza è maggioranza, ma io vorrei essere messo in condizione di poter rispondere ai miei colleghi deputati che ci sono dodici minuti perché l'Ufficio di Presidenza di non so quando, nonostante noi abbiamo fatto notare che siamo l'unica forma di opposizione, ha deciso di silenziarci con cento minuti a disposizione della maggioranza e dodici a disposizione dell'opposizione. Dato che questo non è accaduto né per l'audizione di questa mattina né adesso, io insisto perché vorrei una risposta. In quale Ufficio di Presidenza sono stati decisi i dodici minuti? Se non sono stati decisi in un Ufficio di Presidenza, come è certo, lei mi dirà semplicemente che è una decisione che ha preso la Presidenza, e io le dirò che non si può fare, in una situazione, tra l'altro, di estrema delicatezza come questa, in cui nove decimi del Parlamento sono al Governo.

  PRESIDENTE. Collega Trancassini, come da prassi, io lo faccio anche per contingentare e dare dei tempi di massima, chiaramente. Capisco la sua perplessità e cercherò di essere un po' più lasco con il gruppo di opposizione, però un minimo di tempi bisogna darlo. È una decisione che ho preso io, ma come si fa in tutte le audizioni. I tempi si sono sempre dati anche per cercare di rimanere in tempi consoni e non far sì che le audizioni durino 48 ore. Però, ripeto, io le do un po' più di tempo. Il tempo che si vuole prendere cercherò di darglielo, okay? Dai, collega Trancassini, su, l'ho convinta!

  PAOLO TRANCASSINI(intervento da remoto). No, non mi ha convinto perché mi ha detto semplicemente che li ha decisi lei e non funziona così, perché si decide negli Uffici di Presidenza. Non funziona così, comunque ne parleremo anche in Aula. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Trancassini. Do subito la parola al Sottosegretario Amendola. Prego.

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei. Grazie, presidente. Gentile presidente, ringrazio senatrici e senatori, deputate e deputati, per avermi invitato a questo ciclo di audizioni sulla proposta del Piano Nazionale di ripresa e resilienza, che vede il Parlamento al centro di un processo fondamentale per la ripresa economica dalla pandemia per il futuro delle nuove generazioni.
  Nel 2020 l'Unione europea è intervenuta con determinazione per contrastare i gravissimi effetti della pandemia da Covid-19. Tra le misure più importanti vi è senza dubbio l'adozione del Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2021-2027 di 1.074,3 miliardi di euro, insieme ai 750 miliardi di euro del nuovo strumento Next Generation EU, quindi con un pacchetto complessivo di 1.800 miliardi di euro. Il nuovo bilancio europeo combina azione e realismo, perché mantiene un ruolo importante per le politiche tradizionali, cioè Coesione e Politica Agricola Comune, ma si prevedono anche finanziamenti e stimoli importanti per la transizione verde e digitale. Questo anche grazie all'istituzione del fondo Next Generation Pag. 5 EU, finanziato da bond contratti dalla Commissione sul mercato dei capitali, che saranno ripagati dai bilanci europei a partire dal 2026 e fino al 2058. Vi sono inoltre alcuni programmi innovativi e rafforzati nel QFP (Digital Europe, EU4Health, Orizzonte Europa, il programma spaziale europeo, il Fondo per la transizione giusta).
  L'Italia quindi è chiamata a uno sforzo importante, sia perché la risposta alle conseguenze economiche della pandemia richiede un utilizzo efficace dei tradizionali fondi europei, sia perché è il principale beneficiario dei finanziamenti di Next Generation EU. La presentazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza è necessaria per accedere ai finanziamenti del Fondo e in particolare a quelli del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, l'RRF, che con 672,5 miliardi di euro, ne costituisce lo strumento più poderoso. Il Regolamento sul dispositivo RFF è entrato in vigore lo scorso 19 febbraio, e i piani nazionali per la ripresa e la resilienza ne sono un aspetto determinante perché declinano a livello statale – e in concreto – la visione strategica concordata in Europa a partire dall'accordo del 21 luglio.
  Il dispositivo non risponde agli stessi criteri di funzionamento dei fondi europei. Questi ultimi ripagano i costi delle spese, mentre con i piani nazionali i finanziamenti sono legati ai risultati anche in termini di riforme. Si prevedono 672,5 miliardi di euro in sovvenzioni e prestiti, che saranno messi a disposizione per finanziare misure nazionali intese ad alleviare le conseguenze economiche e sociali della pandemia. Si potranno finanziare anche progetti collegati iniziati dallo scorso primo febbraio 2020. I finanziamenti saranno disponibili per tre anni e i Governi dell'Unione possono richiedere fino al 13 per cento di prefinanziamento per i loro piani di ripresa e resilienza. Per essere ammissibili al finanziamento, i piani nazionali devono affrontare politiche chiave dell'Unione, quali la transizione verde, la coesione economica e la competitività, la trasformazione digitale, nonché la coesione sociale e territoriale.
  Ciascun piano deve destinare il 37 per cento del proprio bilancio al contrasto al cambiamento climatico e almeno il 20 per cento alle azioni di transizione digitale. Il Regolamento stabilisce anche che potranno ricevere fondi a titolo del dispositivo soltanto i Paesi membri impegnati nel rispetto dello Stato di diritto e dei valori fondamentali dell'Unione europea. In questo quadro e secondo le stime fatte stamattina proprio in audizione dal Ministro dell'economia e delle finanze, Daniele Franco, inserite nella proposta del Piano inviata al Parlamento, l'Italia beneficerebbe di circa 191,5 miliardi di euro a prezzi correnti, 68,9 miliardi di sussidi a valori correnti nel 2019 e 122,6 miliardi di prestiti.
  A questi si aggiungono gli altri rientri a valere su altri programmi finanziati da Next Generation EU, articolati come segue: 497 milioni su Horizon Europe; 13,5 miliardi su React EU; circa 846 milioni sulla politica agricola e sviluppo rurale; 535 milioni sul Fondo di transizione equa; 236 milioni sulla sicurezza e la difesa. Allargando l'orizzonte a tutto il quadro finanziario pluriennale 2021-2027, l'Italia beneficia di altri 100 miliardi di euro in sette anni, così articolati secondo le prime stime: 13,6 miliardi di euro sulla prima rubrica, Mercato unico e innovazione digitale; 42,6 miliardi di euro sulla seconda rubrica, quella della Coesione; 35,8 miliardi sulla rubrica Risorse naturali, e che includono i circa 34 miliardi di euro della politica agricola comune; 2,9 miliardi per l'immigrazione e la gestione delle frontiere; 1,6 miliardi per la sicurezza e la difesa; 2,3 miliardi sul capitolo della pubblica amministrazione europea, che riguardano soprattutto le agenzie europee presenti in Italia.
  In questo primo e importante impegno per costruire una politica economica europea, l'Italia riveste quindi un ruolo centrale, sia per l'ammontare di fondi attribuiti via QFP e Next Generation, sia per le sfide legate alle riforme attese da tempo. Le riforme richieste sono il frutto di un esercizio inclusivo nell'ambito del cosiddetto «semestre europeo», in base alle raccomandazioni specifiche per Paese del 2019 e del 2020 formulate sulla base dei Programmi Pag. 6 Nazionali di Riforma presentati dagli Stati membri con cadenza annuale.
  La proposta di piano che è all'esame del Parlamento è il risultato di un processo di cui sintetizzo le tappe fondamentali: l'approvazione delle linee guida sullo schema di piano da parte del CIAE (Comitato interministeriale per gli Affari Europei) il 9 settembre 2020 e la sua presentazione al Parlamento; il 17 settembre 2020 la Commissione ha approvato le sue linee guida per la redazione dei Piani nazionali, che sono state poi aggiornate il 22 gennaio del 2021; le due risoluzioni del 13 e 14 ottobre 2020 approvate rispettivamente dal Senato e dalla Camera dei deputati; in linea con gli altri indirizzi di cui sopra, l'adozione di un primo schema di PNRR del 12 gennaio scorso, trasmesso al Parlamento per le necessarie valutazioni e indirizzi che ne deriveranno.
  Su questo punto vorrei sottolineare come l'Italia ha lavorato, e continua a lavorare, in stretto rapporto con la Commissione europea, avendo quest'ultima pubblicato nuove linee guida soltanto lo scorso 22 gennaio, aggiornando anche i formulari pubblicati il 17 settembre del 2020. Anche per questo motivo il 12 gennaio è stato approvato il documento di oggi al vostro esame.
  Come ha affermato proprio questa mattina il Ministro Daniele Franco, continua il lavoro dei singoli Ministeri a cui competono le scelte sui singoli progetti e il compito di indirizzo sulle proposte di riforme e il cui risultato sarà al più presto condiviso con il Parlamento.
  Con il Governo Draghi siamo ora in una fase nuova di lavoro, che vede nel dicastero dell'economia e finanza il coordinatore del Piano, ma sempre con la stessa strettissima collaborazione dei Ministri coinvolti nella definizione delle azioni di settore. Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio assicurerà la massima collaborazione nell'espletamento del compito del MEF.
  Il Ministero dell'economia, audito questa mattina, ha fornito il quadro aggiornato del lavoro in divenire. Si tratta di completare, modificare dove è necessario e perimetrare il documento finale, che nella sua struttura di base vede sei priorità strategiche articolate in missioni, che sono altresì corrispondenti ai sei pilastri del Regolamento europeo. Queste missioni poi saranno guidate da alcune priorità trasversali: lo sviluppo del Sud e, in senso più ampio, la questione territoriale; la riduzione dei divari di genere che la crisi pandemica ha purtroppo acuito; la centralità delle generazioni future per restituire ai giovani modelli di formazione e possibilità occupazionali che consentano loro libertà di scelta e realizzazione personale.
  Il tema digitale verde e le due transizioni sono insieme un fattore orizzontale qualificante del nostro progetto, inteso come progetto europeo, perché costituiscono gli aspetti di una nuova rivoluzione economica e produttiva e sono il fondamento della strategia di autonomia che l'Unione europea si è data per i prossimi anni. Non si tratta solo di un piano di spesa, ma di riforme e investimenti al servizio del Paese. L'importanza delle riforme è strettamente collegata a far sì che le azioni di investimento possano avere un impatto duraturo nel tempo perché innestate in un terreno che permetta loro di crescere.
  Come indicato sempre dal Ministro Franco, in questo percorso è centrale il confronto continuo tra il Governo e il Parlamento nei prossimi 50 giorni, che sta già svolgendo un lavoro importante, come testimonia il serrato ciclo di audizioni avviato più di un mese fa sullo schema di PNRR del 12 gennaio. Si tratta di un lavoro di interlocuzione necessaria, le cui indicazioni segneranno come calibrare le scelte. Saranno coinvolte anche le istituzioni regionali e locali, le autonomie, le forze economiche e sociali, il terzo settore e le reti di cittadinanza. Continuerà il centrale dialogo informale con la task force per la ripresa e la resilienza della Commissione europea, che è stato avviato il 15 ottobre del 2020. È un lavoro fondamentale, perché si concentra su quelle tecnicalità basate sul Regolamento europeo, sulle linee guida e i template pubblicati a settembre 2020, aggiornati il 22 gennaio scorso dalla Commissione, che il PNRR dovrà soddisfare. Come accennato prima, queste linee guida sono Pag. 7state importanti nel predisporre l'articolato schema al vostro esame. Il Regolamento RRF e le linee guida europee hanno introdotto importanti modifiche rispetto al primo impianto fornito il 17 settembre dell'anno scorso, rafforzando alcuni elementi che passo a elencare.
  Secondo il Regolamento sull'RRF del 19 febbraio 2021 e le linee guida aggiornate, i piani dovranno contenere una spiegazione di come il Piano risponde in maniera inclusiva e bilanciata alla situazione economica dello Stato membro. Nel preparare i piani di ripresa, gli Stati dovrebbero guardare alle Raccomandazioni Paese del 2019 e 2020 e fornire spiegazioni dettagliate di come vengono affrontate dalle misure proposte in modo che le criticità vengano risolte. Sono invitati gli Stati membri a spiegare come i loro piani contribuiranno ad affrontarle. L'executive summary deve essere articolato in sei aree, che sono già coperte dalla bozza del piano italiano, come accennato in precedenza, e che sono l'introduzione e l'elencazione di quelle che sono le missioni di ogni piano dei 27 Paesi. Deve contenere anche una valutazione di come il Piano intende affrontare i problemi e le sfide identificate proprio dalle raccomandazioni.
  In queste linee guida si chiede anche una spiegazione dettagliata di come il piano contribuisca a rafforzare il potenziale di crescita, l'occupazione e la resilienza economica, sociale e istituzionale, a mitigare le conseguenze della crisi e rafforzare la coesione territoriale. Si chiede una spiegazione esplicita di come tutte le misure del Piano non danneggino gli sforzi europei per il clima in base agli accordi di dicembre scorso al Consiglio europeo.
  Non a caso il principio del non arrecare danni significativi diventa per la Commissione europea una precondizione necessaria per l'approvazione dei piani, su cui sono state pubblicate istruzioni ad hoc nelle linee guida.
  Deve contenere una spiegazione di come le misure del Piano contribuiscano alla transizione verde, con l'esplicita condizione di dedicare all'obiettivo climatico almeno il 37 per cento dell'allocazione; allo stesso modo deve contenere una spiegazione della transizione digitale con la condizione esplicita del 20 per cento delle risorse dedicate a questo obiettivo, includendo un'autovalutazione delle misure di sicurezza necessarie per gli investimenti in capacità digitale.
  Viene introdotto nelle nuove linee guida anche un aumento delle percentuali per il cosiddetto «tagging», vale a dire l'attribuzione del carattere digitale o climatico a una componente del Piano, e la stima del costo delle riforme agli investimenti comprese nel Piano, di cui la Commissione ha dettagliato maggiormente la metodologia sul calcolo dei costi, la necessaria presenza di progetti transeuropei che interessano più Stati membri, la spiegazione di come le misure del Piano siano coerenti tra loro e di come contribuiscano all'equità di genere e alle pari opportunità per tutti.
  Come ha anticipato anche il Ministro Franco questa mattina, al di là del Piano presentato il 12 gennaio, sarà importante, proprio in base alle nuove linee guida, analizzare tutti i dispositivi tecnici di approfondimento, lo strumento per l'effettivo monitoraggio e l'implementazione del Piano, ma anche i milestone e target e i relativi indicatori di cui sono stati forniti i nuovi formulari, molto articolati e approfonditi. Sulla base di questi nuovi formulari il Parlamento sarà edotto, come ha anticipato il Ministro Franco, con le schede tecniche di approfondimento. Una sintesi del processo di consultazione nazionale anche con i diversi stakeholder è fondamentale per la composizione del Piano.
  Nelle linee guida si accenna e si analizza anche il tema degli aiuti di Stato. Si conferma il requisito del rispetto del quadro temporaneo della disciplina degli aiuti di Stato, che sarà oggetto di valutazione ex ante per l'adozione del Piano.
  Sui pagamenti semestrali gli acconti vengono concessi sulla base della presentazione delle tappe intermedie, i cosiddetti milestone, e degli obiettivi, i target, raggiunti. Si può chiedere l'acconto per i progetti fino a un massimo di undici milestone o target. Nelle nuove linee guida è richiesto anche un sistema per prevenire, individuare Pag. 8 e correggere casi di corruzione, frodi e conflitti di interesse.
  I PNRR devono inoltre essere coerenti con i Piani nazionali per l'energia e il clima, con i Piani per una transizione giusta, con gli accordi di partenariato, con i programmi operativi adottati nell'ambito dei fondi dell'Unione e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030. I finanziamenti per i programmi europei e i prestiti sono da impegnare entro il primo dicembre 2023, da spendere entro il 31 dicembre 2026 al più tardi. Gli esborsi agli Stati membri potranno avvenire al massimo due volte l'anno, pagamenti semestrali al completamento soddisfacente di milestone e target. Le richieste di pagamento saranno presentate agli Stati nel primo e terzo semestre o nel secondo e quarto di ogni anno fino al 2026. A questo proposito i milestone e i target del cronoprogramma dell'attuazione, sia delle riforme che degli investimenti che compongono il PNRR, devono essere completati al massimo entro la fine del mese di agosto 2026. Le iniziative finanziabili dal dispositivo per la resilienza e la ripresa avviate al primo febbraio 2020 saranno ammesse al finanziamento, purché perseguano gli obiettivi dei programmi. L'esborso dei pagamenti per l'attuazione del Piano è deciso alla luce del conseguimento degli obiettivi del Piano dalla Commissione europea dopo aver consultato il Comitato economico e finanziario.
  Cari presidenti, senatori e deputati, una volta presentato il Piano, che deve essere rispondente al Regolamento RRF e alle Linee guida, la Commissione è tenuta a valutarlo entro due mesi secondo i criteri dell'efficacia, della rilevanza, dell'efficienza e della coerenza. Successivamente il Piano dovrà essere approvato dal Consiglio dell'Unione europea, in formato Consiglio Economia e Finanza, entro quattro settimane.
  Questo permetterà di poter accedere alla quota di prefinanziamento, il 13 per cento, quota che è stata alzata con merito dal Parlamento europeo rispetto alle linee guida di settembre, quando era del 10 per cento. Nelle intenzioni della Commissione si vorrebbe assicurare il prima possibile questo anticipo del 13 per cento.
  In questo contesto resta fondamentale che tutti i Parlamenti nazionali degli Stati europei ratifichino entro la primavera la decisione sulle risorse proprie, come ha fatto già l'Italia. Questo Parlamento infatti ha finalizzato tra i primi il processo di ratifica. Risultano al momento otto gli Stati membri che hanno proceduto alla ratifica. Il percorso conclusivo in vista del 30 aprile prossimo sarà molto serrato.
  Come ha annunciato il Ministro Franco, si tratta di recepire il lavoro del Parlamento e di aggiornare le previsioni dei singoli Ministeri; di approfondire la finalizzazione del PNRR in base ai temi della governance del Piano, delle linee guida europee, del tema degli impatti macroeconomici del Piano, come si vedrà dalle schede tecniche che il Parlamento riceverà; di affinare le schede con tabelle sui target e milestone alla luce delle nuove linee guida. Si tratterà anche di affinare ulteriormente la parte dedicata alle riforme secondo le raccomandazioni specifiche del 2019 e del 2020. Nel quadro delle raccomandazioni, la Commissione considera la modernizzazione della pubblica amministrazione e la riduzione dei tempi della giustizia come fattori determinanti per lo sviluppo economico del nostro Paese.
  Arrivando alle conclusioni, si tratta di decidere insieme come vincere questa sfida e che tipo di trasformazione economica vogliamo imprimere per i prossimi anni all'Italia. Si tratta di un orizzonte temporale che non si ferma al 2026, ma che andrà ben oltre questa scadenza. Questa strategia è funzionale in un contesto multilaterale alla messa a terra dell'Agenda 2030, adottata dalle Nazioni Unite il 25 settembre 2015. Per l'Unione europea è forte la consapevolezza che gli obiettivi di prosperità, pace e benessere per i propri cittadini possono essere conseguiti soltanto se l'Unione avrà una leadership globale su temi quali la riduzione delle diseguaglianze, la crescita sostenibile e un consumo responsabile. Pag. 9
  Vi ringrazio e sono a vostra disposizione per tutte le domande e per il tempo che vi servirà. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie al Sottosegretario Amendola. Iniziamo gli interventi. Intanto, colleghi, se qualcuno vuole prenotarsi col software alzi la mano, perché io, ripeto, vedo le prenotazioni. Iniziamo dalla senatrice Ricciardi del Movimento 5 Stelle. Prego.

  SABRINA RICCIARDI. Grazie, presidente. Onorevole Ministro, il 4 agosto 2020 il suo collega di partito, l'onorevole Boccia, ex Ministro, intervenendo nella Giornata di studio promossa dalla Conferenza delle Regioni, annunciò l'intenzione di proporre il finanziamento dei livelli essenziali delle prestazioni (LEP) attraverso il Recovery Fund, evidenziando l'occasione, forse unica, di definire e finanziare i LEP che ogni singola regione deve essere in grado di erogare e garantire a ogni cittadino.
  Analogamente, nel corso dell'audizione del 9 febbraio scorso, nell'ambito dell'esame del PNRR, il presidente della Commissione tecnica per i fabbisogni standard ha testualmente riferito: «Il tema della mancata attuazione della garanzia costituzionale di fornitura dei LEP su tutto il territorio nazionale costituisce una delle principali emergenze del nostro Paese, e pertanto il PNRR dovrebbe costituire un passaggio fondamentale per il recupero dei divari nella fornitura dei servizi pubblici che mettono a rischio il pieno esercizio dei diritti civili e sociali».
  Detto ciò, chiedo di sapere se il Governo intende integrare il PNRR prevedendo il finanziamento dei LEP, colmando in questo modo anche un vuoto normativo, così come è stato denunciato più volte dalla Corte costituzionale. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatrice Ricciardi. Il senatore Bossi del gruppo Lega, prego.

  SIMONE BOSSI(intervento da remoto). Grazie. Sottosegretario Amendola, finalmente iniziamo a parlare la stessa lingua, non perché io ho studiato la sua, ma perché lei ha iniziato parzialmente ad ascoltare la mia, dopo essersi lasciato alle spalle Gualtieri. Stamattina abbiamo scoperto che ci sarà una nuova Cabina di regia. Benissimo, sono stato il primo a chiederle di mettere i progetti sotto la luce del sole e di non tenerli nascosti negli uffici di Palazzo Chigi. Sa benissimo che sono sempre stato un grande estimatore della condivisione pubblica della cosa pubblica. Purtroppo sono passati sei mesi prima di essere ascoltato, ma meglio tardi che mai.
  Visto che i tempi sono ristretti, le chiedo, sempre con lo stesso spirito costruttivo, trasparente e rispettoso che ho dei cittadini e delle istituzioni, se in questi giorni, vista la volontà del Governo Draghi di massima trasparenza, ci metterete in condizioni di conoscere tutte le ricadute, non solo sul PIL, dei progetti, ma anche degli investimenti, dei benefici e dei costi e delle ricadute sui territori al Nord, al Centro e al Sud. Ovviamente sarebbe cosa buona e giusta avere tutto questo lavoro prima di affrontare la stesura delle risoluzioni che presenteremo, perché, come le dissi già in passato, solo così potremmo sentirci protagonisti, partecipi e coscientemente responsabili della rinascita del nostro Paese attraverso il Recovery Fund. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Bossi. La senatrice Giammanco del gruppo Forza Italia, prego.

  GABRIELLA GIAMMANCO(intervento da remoto). Io volevo chiedere al Ministro Amendola, visto che ha parlato sia del Recovery Plan sia dei fondi strutturali, una cosa riguardo al fatto che al centro comunque c'è anche l'attenzione per il Sud. Addirittura ha parlato di priorità trasversale, quindi di una priorità che si rincorre, sia per quanto riguarda gli investimenti, sia per quanto riguarda le riforme.
  Sicuramente uno degli aspetti positivi del precedente Governo è stato quello di inserire la decontribuzione per le imprese che lavorano al Sud almeno per l'ultimo trimestre del 2020 e per l'intero anno 2021. Abbiamo avuto infatti l'autorizzazione da parte della Commissione europea e questo Pag. 10ovviamente ci rende felici; però dobbiamo anche essere consapevoli e consci del fatto che questo tipo di misura potrà dispiegare i propri effetti benefici solamente se sarà resa un minimo stabile nel tempo, un minimo strutturale anche per i prossimi anni, tant'è che fin dall'inizio la volontà era proprio quella di estendere questa misura ai prossimi anni almeno fino al 2029.
  Visto che l'interlocuzione con la Commissione europea – il Ministro lo sa bene – deve essere continua anche per bypassare quelle che sono possibili problematiche relative agli aiuti di Stato, chiedo al Ministro Amendola se già siamo al lavoro in tal senso, cioè se già l'interlocuzione con la Commissione europea, per estendere questa misura fino al 2029, è in corso. Se sì, chiedo se sta valutando anche l'utilizzo del Fondo di sviluppo e coesione che, come ci ha detto anche stamattina il Ministro dell'economia Franco, è un fondo di fatto sottoutilizzato, o comunque scarsamente utilizzato, che attende di essere valorizzato e destinato alle regioni del Mezzogiorno.

  PRESIDENTE. Grazie, senatrice Giammanco. Il collega Trancassini del gruppo Fratelli d'Italia, prego.

  PAOLO TRANCASSINI(intervento da remoto). Grazie, presidente. Grazie, Sottosegretario. Noi siamo tra quelli meno fortunati, perché noi abbiamo soltanto questa occasione e certamente non conosciamo tutti i risvolti e tutti i passaggi che sono in questo momento, come è giusto che sia, nelle mani della maggioranza. Io le farò delle domande che magari possono sembrare puerili, però noi sulla Cabina di regia vorremmo sapere qualcosa di più. Ci piacerebbe sapere se c'è un elemento di discontinuità con il passato, soprattutto sul coinvolgimento del Parlamento. Sta succedendo una cosa molto strana.
  Quando noi facevamo le audizioni nel Governo Conte, quello che veniva rimproverato da molti, non soltanto da noi, deputati e senatori agli allora rappresentanti della maggioranza del Governo Conte era questa scarsa trasparenza, questo mancato coinvolgimento del Parlamento. Come ho fatto stamattina inutilmente con il Ministro Franco, ricordo anche a lei che noi siamo all'interno di una democrazia parlamentare. È solo grazie al fatto che siamo una democrazia parlamentare che una persona pur autorevole come Draghi può fare il Presidente del Consiglio. Però a me non sembra di cogliere, da questi primi movimenti e queste prime uscite del Governo Draghi, un maggior coinvolgimento del Parlamento. Sembra che ci sia, invece, un minor coinvolgimento del Parlamento.
  Vorrei sottolineare, e lo faremo in tutti i modi, che non è che se al Governo c'è una grande maggioranza in questo modo si salvaguarda la democrazia. La democrazia ha i suoi diritti, la sua formalità. Il Parlamento è centrale, quindi non possiamo sentire parlare di risoluzioni da approvare in Parlamento. Il Parlamento dovrà – questa è un'altra domanda – rimanere centrale, dovrà approvare il PNRR, lo dovrà emendare, dovrà fare quei passaggi – e mi auguro che su questo lei ci darà contezza e soddisfazione – così come è giusto che avvenga.
  Ho sentito parlare di massima trasparenza. Io sono diventato deputato nell'epoca dello streaming, del palazzo trasparente, di cristallo. In realtà, come sono entrato in Parlamento mi sono reso conto, invece, che ogni giorno che passava le finestre si chiudevano sempre di più e lo streaming funzionava sempre di meno. Io mi auguro che su questo tema che investe la nazione, i giovani e il futuro ci sia un'inversione di tendenza, come è giusto che sia.
  Poi volevo farle un'altra domanda, e concludo. Se non ricordo male, sempre perché noi siamo spettatori – magari posso dire delle inesattezze ma non credo – una delle polemiche che accompagnava e che ha accompagnato sul viale del tramonto il Governo Conte era proprio questa scarsa affidabilità da parte dell'Unione europea rispetto al PNRR. Si rimproveravano a Conte due cose su questo tema: il fatto che volesse gestirlo, vederlo, verificarlo solo e soltanto con poche persone a lui vicine e che poi comunque l'Unione europea fosse molto scettica e avesse molte riserve. Pag. 11
  Vorrei capire se queste riserve ci sono ancora. Se invece non ci sono più, vorrei sapere perché non ci sono più e quali assicurazioni sono state date all'Unione europea. A noi poveri che siamo all'opposizione, tutte queste cose messe insieme permettono di rispondere a una domanda che può sembrare banale: quando voi parlate di questo Piano, di quale piano parlate? Se parlate del Piano che noi dell'opposizione abbiamo oggi, allora vuol dire che tutte le cose che c'erano prima sono rimaste sul tavolo. Se parlate di un altro piano, forse è il caso che ce ne diate una copia e mettiate in condizione di lavorare anche noi. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Trancassini. Il senatore Candiani del gruppo Lega, prego.

  STEFANO CANDIANI(intervento da remoto). Grazie, presidente. Grazie, Ministro. Credo che questa sia la seconda audizione, dopo quella del Ministro stamattina, più attesa della giornata. È indubbio che lo scenario che lei ci ha descritto, molto sicuro e anche molto pieno di certezze, non è esattamente collimante con quello che stamattina ci ha dato il Ministro Franco, dandoci uno scenario che abbiamo indubbiamente apprezzato in termini di condivisione e di volontà di mettere a disposizione del Parlamento le documentazioni che fino a ora il Governo ha prodotto e ha inviato anche a Bruxelles, anche andando a soddisfare quella richiesta di chiarezza che abbiamo esplicitato avendo appreso che ci sarebbe una significativa differenza tra la documentazione, diciamo pure consegnata, o disponibile, a Palazzo Chigi e poi rinviata a Bruxelles, in termini anche del numero delle pagine, che poi siano note o che poi sia altro.
  Io le chiedo se alla luce di tutto questo, anche con le importanti audizioni che stiamo facendo in questi giorni sta emergendo comunque un piano molto complesso nella sua scrittura, si possa ritenere che quello che abbiamo sia un Piano da superare – anche perché oggettivamente sembra proprio che sia così – anche in funzione del parere che dovremmo dare prima come Commissioni. Su questo dovremmo anche tirare una riga e anticipare un discorso che faremo poi in Ufficio di Presidenza: che parere daremo? Dobbiamo dare un parere su un nuovo Piano e quindi aspettiamo, piuttosto che dare un indirizzo al Governo sul vecchio Piano, tenuto conto di tutte le carenze che contiene, affinché il Governo si adoperi per poter soddisfare le richieste da parte della Commissione europea affinché ciò che viene inserito sia realmente effettivo, efficace e fattibile.
  Le chiedo, quindi, in maniera ultimativa se da parte sua ci sia disponibilità in questo senso a garantire al Parlamento che qualsiasi scelta, anche quelle tecniche che dovessero essere indirizzate dai consulenti o da chi il Governo sta utilizzando per affrettare la stesura del Piano, sarà comunque in ogni caso sottoposta al vaglio e all'approvazione parlamentare, non divenendo semplicemente il nostro passaggio con la risoluzione formale di ratifica, ma essendo anche un momento di scelta sulle priorità, sapendo bene che potremmo scegliere da che parte investire quei numeri che ci metterete a disposizione per avere ovviamente un ritorno, che sia in un senso o nell'altro, ma che abbia una certezza: che è il Parlamento, democraticamente eletto, a scegliere e non altri soggetti. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, senatore Candiani. Il vicepresidente Lovecchio, prego.

  GIORGIO LOVECCHIO. Grazie, presidente. Ringrazio il sottosegretario Amendola per la sua puntuale relazione. Volevo fare una domanda. C'è stato un filo comune in tutte le audizioni che abbiamo fatto come Commissione bilancio, un filo comune dove si parlava di tempi di realizzazione del Recovery Fund. Sappiamo benissimo che quello fatto precedentemente dal Presidente Conte verrà cambiato e quindi verrà riproposto in una nuova formula e sappiamo anche che abbiamo un lasso di tempo molto breve di cinque o sei anni per poter realizzare questi progetti.
  Nell'audizione che abbiamo fatto con il Commissario europeo Gentiloni, quest'ultimo Pag. 12 ci ha prospettato quali sono gli importi che verranno erogati all'Italia, in che misura e in che tempi.
  La domanda che le faccio, alla quale ancora non riusciamo ad avere una risposta, è la seguente: siccome sappiamo che i tempi di realizzazione di qualsiasi opera in Italia sono molto dilatati – l'hanno fatto presente anche il commissario Gentiloni, la Corte dei conti e altri soggetti autorevoli che abbiamo audito in questa Commissione – e siccome sappiamo che in Italia i tempi di realizzazione di un progetto già nella fase di realizzo di progettazione e poi di realizzazione sono molto dilatati, alla prima tranche del 13 per cento all'approvazione del programma del PNRR, che cosa succederebbe nel momento in cui l'Italia non riuscisse a rispettare i tempi – spero vivamente che ci riesca – e avesse dei ritardi? L'Unione europea ritirerà e richiederà indietro queste somme, oppure si andrà in deroga per poter continuare nella realizzazione di questi progetti ed evitare che l'Italia vada in infrazione? Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Lovecchio. Colleghi, non ho altri interventi. Se c'è qualcuno last second, alzi la mano, altrimenti do subito la parola al Sottosegretario Amendola. Prego.

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei. Grazie, presidente. Tenterò di essere esaustivo, ovviamente rimanendo sempre a disposizione per ulteriori sedute.
  Rispondo alla senatrice Ricciardi sull'articolo 117, sui LEP (livelli essenziali delle prestazioni). Credo che anche nell'audizione di questa mattina sia venuto fuori come questo sia un tema su cui tutti dobbiamo lavorare insieme e che dobbiamo approfondire. Inoltre, credo che sia non solo uno stimolo di un Ministro come il Ministro Boccia, ma sia un tema su cui la Ministra Gelmini e tutto il Governo sono impegnati.
  Per quanto riguarda il senatore Bossi, dobbiamo intendere la condivisione nelle linee di indirizzo di un Piano Nazionale e nelle sue ricadute. Al di là del documento base, l'analisi di tutte le schede tecniche funziona proprio per individuare quelli che sono i percorsi soprattutto di assorbimento delle risorse.
  Richiamo anche quello che diceva – credo – l'onorevole Lovecchio alla fine, perché il tema su cui noi come Paese – visti i dati anche del QFP (Quadro finanziario pluriennale) passato – siamo tutti impegnati è quello dell'assorbimento delle risorse dei fondi europei. Questo vale per i 100 miliardi e per quelli ancora da spendere nel QFP passato, ma vale anche per queste risorse che hanno un meccanismo a rimborso e quindi il rischio è maggiore, in quanto se la progettualità non viene sviluppata nei tempi precisi, questo porta un rischio di perdita di risorse.
  Sul tema della governance – rispondo a lei, senatore Bossi, ma anche all'onorevole Lovecchio – non c'è solo la definizione di quello che a pagina 33 delle linee europee si indica come l'ente o il Ministero che devono attuare tutta la progettazione, ma credo che sia anche un tema su cui il Parlamento debba essere ben edotto e ben partecipe della discussione, perché i poteri di assorbimento e le norme che danno vita a questa governance devono anche prevedere dei possibili rischi e dei possibili elementi di utilizzo di norme che permettano un assorbimento nei tempi precisi. Quando si parla di governance non si parla solo di definire – come faranno il Governo e Parlamento – l'organismo che sarà chiamato –, avete già visto sia dalla relazione del Presidente del Consiglio Draghi al momento della fiducia, sia dall'audizione di questa mattina, qual è la delineazione – ma avete visto che si tratta anche di vedere le norme che sostanziano questo lavoro, non per un tema solo di definizione dell'architettura istituzionale, ma proprio per evitare il rischio che un mancato assorbimento significhi perdere delle risorse.
  Rispondo adesso alla senatrice Giammanco. Credo che il tema della decontribuzione al Sud e anche di come le politiche di coesione, che sono uno dei pilastri della convergenza e uno dei pilastri orizzontali del Next Generation EU, per l'Italia abbiano Pag. 13 un profondo bisogno di sostegno e di coordinamento rispetto alle politiche di bilancio ordinarie, alle politiche del QFP e alle politiche Next Generation EU.
  Il tema della decontribuzione, già affrontato nelle politiche di bilancio, ovviamente ha bisogno di un'interlocuzione con Bruxelles. Sono consapevole che la Ministra Carfagna è chiamata a questo ruolo e il nostro dipartimento sosterrà il lavoro di dialogo e di negoziato continuo su misure che sono già molto al centro delle politiche delle risorse fiscali europee proprio per superare una divergenza e una diseguaglianza tra i territori del nostro Paese.
  Passando all'onorevole Trancassini, credo che il coinvolgimento del Parlamento non sia solo retorica, anzi, è necessità. A scanso di buonismo, dico che l'unità del nostro Paese, inteso come Governo, Parlamento, enti locali, regioni e parti sociali, è la forza necessaria che dà questo Piano e non è solo nel perimetro della maggioranza. Questo lo dicevo quando la maggioranza era più risicata, ma anche adesso che è addirittura più larga continuo a pensare che l'unità che sostiene la definizione del Piano e l'invio a Bruxelles sia fondamentale.
  Caro onorevole Trancassini, domani convoco la cabina di regia di tutti i gruppi parlamentari europei, maggioranza e opposizione, perché credo che l'interesse nazionale significhi anche unità soprattutto quando un Paese si confronta con una dimensione come quella europea, in cui il processo di integrazione si rafforza se l'interesse nazionale è condiviso e se l'interesse nazionale ha degli elementi di comune lavoro. Ho convocato la cabina di regia dei parlamentari europei di tutti i partiti italiani rappresentati al Parlamento europeo, perché credo che questo lavoro, come va fatto in Parlamento per il PNRR, vada fatto anche a livello europeo su tutte le questioni che interessano il nostro Paese.
  Per me l'europeismo è un qualcosa che segna l'identità e il futuro del nostro Paese, ma dentro l'europeismo ovviamente si rafforza l'interesse nazionale che deve collegare tutte le anime e le espressioni politiche del nostro Paese. La cabina di regia, il coinvolgimento del Parlamento e soprattutto la continua interazione tra Governo e Parlamento non è frutto solo di una dinamica burocratica o procedurale, ma è la sostanza che dà forza a quello che noi invieremo nei prossimi 50 giorni a Bruxelles.
  Credo che le riserve che lei indicava siano chiare e le ha espresse anche il Commissario Gentiloni. Bisogna lavorare bene affinché l'elemento delle riforme, che sostanzia anche tutte le politiche di investimento, sia costituito da riforme che aiutino nel nostro Paese.
  Non amo la parola «condizionalità». Le raccomandazioni 2019-2020 non solo delle condizionalità, ma sono delle sottolineature di esigenze del nostro Paese, come quelle di avere una macchina amministrativa, una macchina della giustizia che non siano confacenti alle richieste di Bruxelles, ma che lo siano alle richieste dei nostri cittadini italiani.
  Quindi, per quanto riguarda gli elementi su cui lei chiedeva se ci fossero delle indicazioni da Bruxelles, sono state espresse pubblicamente anche dal Commissario Gentiloni, ovvero lavorare non solo per definire la l'ammontare degli investimenti e i progetti che legano gli investimenti, ma lavorare sul sistema delle riforme e credo che questo sia, non una condizionalità, ma un interesse nazionale che ha come principali interlocutori i nostri cittadini.
  Il tema della governance è un tema su cui il Parlamento interloquirà con il Governo. Ho già detto precedentemente che la governance significa anche una struttura istituzionale che permetta un assorbimento veloce delle risorse, nell'interlocuzione con le regioni sapete bene come questo sia un tema sentito anche con i comuni, perché la velocità di assorbimento soprattutto in una fase di risposta ad una pandemia con i suoi effetti economici è fondamentale. La programmazione dei fondi del QFP 2021-2027 non può vedere la tempistica che di solito l'Italia ha. Il Ministro Franco oggi è stato abbastanza chiaro, perché per rispondere a una pandemia la mole di risorse investite in politica fiscale comune di bilancio europeo va utilizzata il prima possibile. Pag. 14
  All'amico senatore Candiani, dico che il MEF è il centro ed è il coordinatore, insieme agli altri ministri, della programmazione del PNRR. Credo che il Ministro abbia detto delle parole molto chiare e nelle audizioni dei ministri competenti sulle varie tematiche si potrà discutere, aggiornare o proporre delle modifiche sui vari settori che interessano le sei linee guida. Per rispetto istituzionale rimando al coordinatore di questo esercizio che è il MEF e ai ministri competenti che a breve saranno interessati nel dialogo con il Parlamento a rendere evidenti quelle che sono le priorità.
  In conclusione, ribadendo all'onorevole Lovecchio quello che ho detto e anche rispondendo al senatore Bossi, credo che siamo in quella fase in cui in questi 50 giorni sotto la guida della Presidenza del Consiglio, il Presidente del Consiglio Draghi e del Ministero dell'economia e delle finanze, il Ministro Franco, e con tutti i Ministeri interessati e con la rete istituzionale italiana, noi dobbiamo fare uno sforzo di condivisione e di lavoro comune per un progetto che sappiamo che, insieme alla campagna di vaccinazione, ha da lanciare un messaggio non solo di speranza, ma di forte risposta per il nostro Paese.
  Per quanto riguarda me e il Dipartimento delle politiche europee sotto la Presidenza del Consiglio, il lavoro di massima condivisione e dialogo e di interlocuzione propositiva con il Parlamento, il Senato e la Camera non è solo un piacere, ma è anche un'esigenza in base al nostro interesse nazionale. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, Sottosegretario Amendola. Colleghi, abbiamo ancora qualche minuto, quindi, se volete, potete fare altre domande. Prego, onorevole Trancassini.

  PAOLO TRANCASSINI(intervento da remoto). Prendo atto delle rassicurazioni del Sottosegretario Amendola sulla centralità del Parlamento eccetera, però, visto che ho l'occasione di insistere sull'aspetto strettamente formale, ripeto che noi oggi ci siamo sentiti dire che il Parlamento adotterà delle risoluzioni. Quello che lei dice, ovvero che il Parlamento rimane centrale eccetera, significa che noi avremo il PNRR in Commissione, che lo potremo emendare eccetera e poi, una volta che sarà stato licenziato dal Parlamento, arriverà in Europa oppure rimane il dubbio – per chi se lo vuole far venire, anche se mi sembra che il Ministro Franco sia stato molto chiaro – che in realtà a noi tocchi semplicemente fare qualche proposta e poi affidarci a qualche santo nella speranza che venga successivamente accolta senza poter dire più nulla?

  PRESIDENTE. Grazie, collega Trancassini. Altri interventi al volo? Chiedo al Sottosegretario se vuole replicare al collega Trancassini.

  VINCENZO AMENDOLA, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega agli affari europei. Il primo elemento che vorrei sottolineare riguarda i formulari delle linee guida europee che sono arrivati il 22 gennaio, perché modificano alcune delle tecnicalità che sostanziano il Piano. Il lavoro molto importante del MEF, che verrà trasmesso al Parlamento, è anche frutto di questi nuovi formulari che hanno modificato le specifiche tecniche.
  Il lavoro sui saldi e la progettualità sulle linee guida sono relativi anche ai singoli ministri che presenteranno le loro priorità. Ovviamente essendoci un Governo che deve lavorare in tempi spediti, su cui ogni Ministro ha la sua progettualità, questo viene rimandato alle differenti audizioni, come ha sottolineato il Ministro Franco.
  Con tutto il rispetto che si deve all'opposizione, credo che il Ministro dell'economia questa mattina abbia detto delle parole chiare, ovvero che vi è un lavoro di condivisione del percorso e che, dopo le audizioni dei ministri che chiariranno meglio quelle che sono le priorità, si arriverà alla definizione del PNRR in tutte le forme.
  Vi è una stringente contingenza di tempi, perché mancano 50 giorni alla fine di aprile e quindi bisognerà ovviamente lavorare insieme. Tuttavia, credo che vi siano dei buoni propositi, se lo sforzo comune, lo sforzo di Pag. 15unità che è sempre venuto anche in passato, quando si parlava di fondi europei, renderà questo lavoro più stringente.
  Cito sempre quello che le ho detto prima sulla cabina di regia a livello europeo, che ho fatto nel mio precedente mandato e che riconvocherò domani, perché credo che riusciremo a fare questi sforzi in quanto i differenti gruppi politici, nel rispetto delle differenti posizioni, hanno dinanzi a sé una sfida importantissima per l'interesse nazionale, come quella di rendere efficace ed effettivo il piano Next Generation EU, non solo per il nostro Paese, ma anche per il progetto comune europeo a cui si dà vita.
  Il mio non è solo un auspicio, ma è un impegno che come singolo e come tutti dobbiamo prendere nel prosieguo di questi 50 giorni.

  PRESIDENTE. Bene. Ringrazio il Sottosegretario Amendola per la disponibilità, a nome mio e delle Commissioni riunite V e XIV, e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 17.