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XVIII Legislatura

Commissioni Riunite (III e XIV)

Resoconto stenografico



Seduta n. 1 di Lunedì 21 dicembre 2020

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Battelli Sergio , Presidente ... 3 

Comunicazioni del Governo, in videoconferenza, sugli esiti del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020:
Battelli Sergio , Presidente ... 3 
Amendola Vincenzo , Ministro per gli affari europei ... 4 
Battelli Sergio , Presidente ... 8 
Rossello Cristina (FI)  ... 8 
Battelli Sergio , Presidente ... 8 
Bianchi Matteo Luigi (LEGA)  ... 8 
Battelli Sergio , Presidente ... 9 
Galizia Francesca (M5S)  ... 9 
Battelli Sergio , Presidente ... 9 
Pettarin Guido Germano (FI)  ... 9 
Battelli Sergio , Presidente ... 10 
Maggioni Marco (LEGA)  ... 10 
Battelli Sergio , Presidente ... 10 
Boldrini Laura (PD)  ... 10 
Battelli Sergio , Presidente ... 11 
Formentini Paolo (LEGA)  ... 11 
Battelli Sergio , Presidente ... 11 
Sensi Filippo (PD)  ... 11 
Battelli Sergio , Presidente ... 12 
Bianchi Matteo Luigi (LEGA)  ... 12 
Battelli Sergio , Presidente ... 12 
Delmastro Delle Vedove Andrea (FDI)  ... 13 
Battelli Sergio , Presidente ... 13 
De Luca Piero (PD)  ... 13 
Battelli Sergio , Presidente ... 14 
Fassino Piero (PD)  ... 14 
Battelli Sergio , Presidente ... 15 
Amendola Vincenzo , Ministro per gli affari europei ... 15 
Battelli Sergio , Presidente ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Lega - Salvini Premier: Lega;
Forza Italia - Berlusconi Presidente: FI;
Partito Democratico: PD;
Fratelli d'Italia: FdI;
Italia Viva: IV;
Liberi e Uguali: LeU;
Misto: Misto;
Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro: Misto-NI-USEI-C!-AC;
Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani: Misto-A-+E-RI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa: Misto-CD-IE;
Misto-MAIE - Movimento Associativo Italiani all'Estero: Misto-MAIE;
Misto-Popolo Protagonista - Alternativa Popolare (AP) - Partito Socialista Italiano (PSI): Misto-PP-AP-PSI.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
SERGIO BATTELLI

  La seduta comincia alle 12.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-TV e la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Comunicazioni del Governo, in videoconferenza, sugli esiti del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca le comunicazioni del Governo sugli esiti del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020.
  A nome delle Commissioni Affari Esteri e Politiche dell'UE, do il benvenuto al Ministro per gli affari europei, Vincenzo Amendola, che ringrazio per la Sua disponibilità.
  Lo scorso Consiglio europeo ha portato a maturazione una complessa fase negoziale che ha visto il nostro Paese impegnato con determinazione per affermare una nuova idea di Unione europea, realmente unitaria e coesa sulle politiche rilevanti e necessarie e che ispiri le proprie scelte ai principi di solidarietà, inclusività e sostenibilità. I risultati ottenuti, per cui un plauso particolare va al nostro Premier, oltre ovviamente a Lei, Ministro, non erano affatto scontati. La dichiarazione interpretativa approvata dal Consiglio in ordine alla proposta di regolamento su un regime generale di condizionalità per la tutela del bilancio dell'Unione si è rivelata decisiva per indurre la Polonia e l'Ungheria a ritirare il veto espresso sul bilancio settennale dell'Unione e sulla proposta di decisione sulle risorse proprie, ponendo così le basi per la definitiva approvazione del QFP 2021-2027 e del connesso programma NGEU. Di rilievo anche l'accordo politico in seno al Parlamento europeo per incrementare l'anticipo dal 10 al 13 per cento. Per massimizzare l'efficacia delle risorse per la ripartenza, infatti, il fattore tempo è imprescindibile.
  Proprio in questa prospettiva, ora che l'accordo in UE è raggiunto e si iniziano a delineare tempistiche più precise per la presentazione dei piani, appare assolutamente necessario superare nel più breve tempo possibile l'impasse che sta bloccando la prosecuzione del dialogo sul nostro PNRR. Risulta urgente oggi riportare il dibattito sul merito del piano, sulla ripartizione dei fondi, ma più in generale sulla visione generale e sull'architettura istituzionale che li dovrà gestire. Questo dialogo non può che avvenire congiuntamente tra tutte le forze politiche, maggioranza e opposizione, e a tutti i livelli, governativo, parlamentare e di società civile.
  Importanti sono state anche le riflessioni emerse nell'ambito del Consiglio circa la necessità di accrescere la resilienza del settore sanitario nell'UE, anche tramite un rafforzamento della cooperazione internazionale. Parimenti, credo di poter esprimere, anche a nome delle Commissioni oggi qui riunite, soddisfazione per l'ulteriore balzo in avanti compiuto con riferimento alla lotta contro i cambiamenti climatici, attraverso l'approvazione di un obiettivo europeo vincolante di riduzione nazionale netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990, obiettivo Pag. 4alla cui realizzazione tutti gli Stati membri saranno chiamati a partecipare sfruttando al meglio le potenzialità offerte dal QFP e dal programma NGEU, ivi compreso il meccanismo per una transizione giusta. Infine, analogo apprezzamento credo si debba esprimere circa l'obiettivo condiviso di promuovere lo sviluppo di norme mondiali comuni per la finanza verde, che potrà offrire una leva essenziale nella direzione della neutralità climatica in linea con gli obiettivi dell'Accordo di Parigi.
  Ora si apre la delicata e complessa fase attuativa dei diversi impegni e programmi adottati e confido che le Istituzioni europee e gli Stati membri sapranno essere, ancora una volta, all'altezza delle ambiziose sfide che ci attendono per assicurare una crescita economica equa e sostenibile, creare posti di lavoro e produrre benefici a vantaggio di tutti i cittadini dell'Unione.
  Prima di dare la parola al Ministro per il Suo intervento, prego i colleghi che intendono intervenire di far pervenire fin da ora alla presidenza le loro richieste di intervento, al fine di organizzare i tempi del relativo dibattito.
  Ringrazio il presidente Fassino, che ci ha raggiunto, e lascio quindi la parola al Ministro Amendola.

  VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli affari europei. Grazie, presidente Battelli. Saluto il presidente Fassino e tutti i deputati collegati. Il Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre 2020 ha affrontato temi di grande importanza, ha segnato la fine del semestre di presidenza tedesca del Consiglio dell'Unione europea e apre alla prossima presidenza, che sarà portoghese. La riunione dei Capi di Stato e di Governo si è svolta in un contesto in cui si sta aprendo a livello continentale una prospettiva di uscita dalla crisi pandemica con l'arrivo della campagna vaccinale, ma al contempo si registrano elementi di cautela, anche alla luce della variante del virus identificata in Gran Bretagna e dell'inasprimento delle misure di contenimento in vista delle festività natalizie per evitare l'arrivo di una terza ondata. Anche per questo motivo è stato molto importante superare il veto di Ungheria e Polonia sull'adozione del pacchetto legislativo relativo al quadro finanziario pluriennale e al fondo per la ripresa Next Generation EU. In questo modo si potrà garantire nel 2021 un tempestivo intervento dello stimolo fiscale europeo concordato il 21 luglio scorso e sostenere anche con misure europee la ripresa economica.
  Allargando lo sguardo a tutti i temi affrontati dai leader, vorrei innanzitutto evidenziare che il Consiglio europeo ha affrontato i seguenti punti: la condizionalità di bilancio sullo Stato di diritto nell'Unione europea; il nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra del 55 per cento entro il 2030; il contrasto alla pandemia da COVID-19; la Turchia e il Mediterraneo orientale; la lotta al terrorismo; le relazioni transatlantiche; il Vicinato meridionale.
  L'11 dicembre vi è stato anche l'Eurosummit, che ha discusso con il presidente dell'Eurogruppo temi quali l'Unione bancaria, la riforma del Meccanismo europeo di stabilità, il sostegno comune al Fondo di risoluzione unico per gli istituti bancari, l'Unione dei mercati dei capitali. Su tutti questi punti l'azione del Governo si è svolta nel rispetto degli impegni adottati con le risoluzioni di Camera e Senato del 9 dicembre scorso, in esito alle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri.
  Passerei adesso a illustrarvi i principali risultati dei lavori che si sono svolti e che sono poi confluiti nel testo delle conclusioni adottate dai Capi di Stato e di Governo. Il Consiglio europeo si è aperto con il consueto scambio di vedute con il Presidente del Parlamento europeo Sassoli e con un'intesa sul negoziato su Next Generation EU. Su questo punto il Consiglio europeo ha in particolare risolto la questione della condizionalità di bilancio legata allo Stato di diritto, che vedeva il veto polacco e ungherese. Nelle conclusioni consiliari sono stati inseriti i chiarimenti su portata e modalità del meccanismo di condizionalità, a tutela dello Stato di diritto, senza tuttavia modificare la proposta di regolamento che istituisce un regime generale di condizionalità, a tutela del bilancio dell'Unione, che è stato il frutto di un negoziato serrato con Pag. 5il Parlamento europeo. Questa condizionalità è stata inserita e voluta da tutti gli Stati membri e le Istituzioni europee per proteggere il bilancio europeo da ogni tipo di frode, corruzione e conflitto d'interesse. Le conclusioni specificano che l'applicazione del meccanismo di condizionalità a norma del regolamento sarà obiettiva, equa e imparziale. Per garantire che tali principi siano rispettati, la Commissione adotterà delle linee guida sulle modalità con cui applicare il regolamento, compresa una metodologia per effettuare le proprie valutazioni, e l'elaborazione avverrà in stretta consultazione con gli Stati membri. Fino alla messa a punto delle linee guida, la Commissione non proporrà misure a norma del regolamento e, nell'ipotesi di un ricorso di annullamento in relazione al regolamento, le linee guida saranno messe a punto successivamente alla sentenza della Corte di giustizia, per meglio calibrarle sui dispositivi della Corte stessa. Il regolamento sullo Stato di diritto è parte integrante del nuovo ciclo di bilancio e pertanto si applicherà a decorrere dalla sua entrata in vigore. A decorrere quindi da quella data, la Commissione potrà prendere in esame ogni caso che rientri nel quadro di questa condizionalità e, in presenza di violazione, questa sarà messa agli atti. Come dichiarato dalla stessa Presidente von der Leyen, nessun caso che rientrasse nell'applicazione del regolamento sullo Stato di diritto andrà perso, da qui al momento dell'adozione delle linee guida.
  Il superamento dello stallo negoziale ha prodotto importanti risultati. Il 14 dicembre scorso il Consiglio ha infatti potuto adottare il pacchetto sul Quadro finanziario pluriennale e lo strumento per la ripresa di Next Generation EU, la decisione sulle risorse proprie, il regolamento che istituisce uno strumento europeo per la ripresa, il regolamento sul meccanismo di condizionalità, nonché il regolamento che stabilisce il quadro finanziario pluriennale per il periodo 2021-2027, unitamente alla posizione sul bilancio 2021, evitando l'esercizio provvisorio. Il Parlamento europeo riunito in sessione plenaria la scorsa settimana ha quindi adottato, con una larga maggioranza di 548 voti, il seguente pacchetto: regolamento QFP 2021-2027; accordo interistituzionale tra Parlamento, Consiglio e Commissione sulla disciplina di bilancio nonché sulle nuove risorse proprie, compresa una tabella di marcia verso l'introduzione di nuove risorse proprie; regolamento in materia di protezione del bilancio dell'Unione in casi di generalizzate carenze per quanto riguarda lo Stato di diritto negli Stati membri.
  È stato dato il via libera anche ad importanti regolamenti settoriali, come quello sul dispositivo di ripresa e resilienza, che contiene la regolamentazione relativa a 672,5 miliardi di euro che finanzieranno i piani nazionali.
  Il superamento del veto di Polonia e Ungheria, con un'intesa soddisfacente per tutti gli Stati membri e il Parlamento europeo, sulla condizionalità di bilancio sullo Stato di diritto nell'Unione ha consentito quindi di avviare le procedure di adozione del pacchetto legislativo. Tra ratifiche nazionali della decisione sulle risorse proprie e l'adozione formale dell'intesa alla plenaria del Parlamento europeo di gennaio, l'entrata in vigore del QFP avverrà prevedibilmente nel febbraio 2021. A livello nazionale stiamo quindi pienamente rispettando la tabella di marcia europea.
  Veniamo all'altro grande tema del Consiglio europeo di dicembre, ovvero il contrasto alla pandemia. Tutti gli Stati membri hanno confermato l'importanza di coordinare le misure restrittive, soprattutto rispetto alle prossime festività e al periodo invernale, che dovranno essere gestite alla luce del quadro epidemiologico. Resta confermata l'esigenza di contenere la curva dei contagi per evitare gravi conseguenze nei primi mesi del 2021 ed è stata ribadita l'opportunità di linee guida specifiche su test antigenici e la necessità del mutuo riconoscimento dei risultati dei test. Una convergenza è emersa anche sulla necessità di una stretta collaborazione fra gli Stati membri e la Commissione nella fase di approvvigionamento e distribuzione dei vaccini, con l'individuazione di una data comune europea per la somministrazione delle prime dosi, poi successivamente individuata Pag. 6 nel 27, 28 e 29 dicembre 2020. È stata anche rilevata l'importanza del coordinamento sulla donazione o accesso ai vaccini, in particolare per i Paesi del Vicinato e dell'Africa. Il nostro Paese svolgerà un ruolo centrale anche nel quadro dell'esercizio della presidenza del G20 e nell'organizzazione del Global Health Summit previsto per il prossimo 21 maggio. Il nostro obiettivo è quello di aiutare a condividere priorità e gestione comune della pandemia e di valorizzare il carattere di diritto fondamentale della protezione della salute dei cittadini. Come ribadito anche dalle conclusioni, lo scopo primario di questo coordinamento resta quello, in prospettiva, di un ritorno graduale alla normalità per quanto riguarda i viaggi, compreso il turismo transfrontaliero, quando la situazione sanitaria lo consentirà.
  Per quanto riguarda il cambiamento climatico, il Consiglio europeo ha approvato l'obiettivo dell'Unione europea di riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55 per cento entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Tale obiettivo è finalizzato al conseguimento della neutralità climatica dell'Unione al 2050, in linea con l'Accordo di Parigi. Come ribadito dal Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, questo risultato va letto anche alla luce del contesto multilaterale e delle opportunità di dialogo, alle quali il nostro Paese darà impulso con la presidenza italiana del G20 e con la partnership che avremo con il Regno Unito per la Climate Change Conference (COP26) del prossimo autunno. Le conclusioni del Consiglio europeo registrano quindi il punto di equilibrio di questo negoziato, ovvero esporsi per il conseguimento del più ambizioso obiettivo di riduzione delle emissioni al 2030, che dovranno essere raggiunte in maniera da preservare la competitività dell'Unione europea, tenendo conto delle diverse situazioni di partenza degli Stati membri e del potenziale di riduzione delle emissioni e della specificità degli Stati membri, degli Stati insulari e delle isole.
  Gli sforzi compiuti sono diventati, su nostro impulso, un ulteriore criterio di cui tenere conto nell'aggiornamento della legislazione settoriale. La Commissione valuterà il contributo dei diversi settori economici al raggiungimento dell'obiettivo 2030 e presenterà le proposte necessarie, rivedendo i meccanismi di flessibilità esistenti. Il riferimento al PIL pro capite, come criterio di distribuzione degli oneri dovuti alla decarbonizzazione, che era uno dei punti richiesti da alcuni Paesi con posizioni più dure, è stato eliminato. La Commissione dovrebbe presentare entro giugno un pacchetto completo di misure nuove o di revisione, denominato «Fit for 55 package». Quest'ultimo si inquadra nel contesto del Green Deal ed è un pacchetto complesso di azioni per il 2021, finalizzato all'obiettivo del 55 per cento entro il 2030 e che copre diversi ambiti, come le revisioni delle direttive sulle rinnovabili, l'efficienza e la fiscalità energetica, le infrastrutture per i carburanti alternativi, i regolamenti sulle emissioni dei settori non Emissions Trading System (ETS), l'uso del suolo, oltre alle proposte per il meccanismo per la tassazione della CO2 alle frontiere UE e la revisione dell'ETS, il sistema di scambio di quote di emissione dell'Unione.
  Venendo al tema della sicurezza, il Consiglio europeo ha confermato la ferma condanna degli attentati terroristici che hanno colpito recentemente l'Europa e la difesa dei valori comuni e di una società pluralista. I leader hanno accolto positivamente la nuova Agenda dell'Unione per la lotta al terrorismo della Commissione europea, chiedendo che i relativi lavori siano portati avanti.
  Infine, è stato affrontato il punto delle relazioni esterne, di cui vorrei citare alcuni dei passaggi fondamentali che rispondono alla linea portata avanti dall'Italia, dalla Presidenza del Consiglio e del Ministero degli Affari esteri e della cooperazione internazionale. In materia della relazione tra Unione europea e USA, il Consiglio ha evidenziato l'importanza di un solido partenariato strategico transatlantico, basato su interessi comuni e valori condivisi. La Presidenza Biden apre nuove prospettive, che andranno colte partendo dalle solide basi di una stretta relazione transatlantica. Pag. 7
  Sulla situazione nel Mediterraneo orientale, il Consiglio ha confermato l'interesse strategico dell'Unione a una relazione di cooperazione reciprocamente vantaggiosa con la Turchia, ha dovuto prendere atto di una situazione che non migliora e ha quindi concordato sull'allargamento dell'elenco di soggetti sottoposti a misure restrittive in considerazione delle attività di trivellazione non autorizzate della Turchia nel Mediterraneo orientale. Contemporaneamente, è stato deciso che il Consiglio europeo tornerà a esaminare la questione nel marzo 2021 sulla base di un rapporto sullo stato delle relazioni politiche, economiche e commerciali tra Unione e Turchia e sulle future opzioni, redatto dall'Alto Rappresentante Borrell con la Commissione europea.
  In tema di Vicinato meridionale, vorrei richiamare il paragrafo 40 delle conclusioni, dedicato alla Libia, dove, su impulso del nostro Presidente del Consiglio, l'Unione europea ha chiesto l'immediato rilascio dei pescatori italiani trattenuti in stato di fermo dall'inizio di settembre, senza alcun procedimento giudiziario. Il rilascio, come sapete, è avvenuto lo scorso 17 dicembre.
  Sul dossier Brexit, i Capi di Stato e di Governo hanno confermato il pieno sostegno alla Commissione europea negli sforzi per il raggiungimento di un accordo. Come sapete, i negoziati sono stati ripetutamente prolungati e gli ultimi nodi da sciogliere riguardano la pesca, la governance dell'accordo e la parità di condizioni per tutti gli operatori, necessaria per garantire a uno Stato terzo l'accesso al mercato unico. Il tempo è oramai poco e il periodo transitorio, iniziato il 1° febbraio di quest'anno, sta per concludersi e dal 1° gennaio il Regno Unito lascerà a tutti gli effetti l'Unione. Questo periodo è servito a cittadini e imprese per prepararsi al meglio per quello che sarà comunque un passaggio difficile e ancora pieno di incognite e che l'accordo di recesso consentirà di gestire in maniera meno traumatica.
  L'11 dicembre si è svolto il Vertice Euro in formato inclusivo, vale a dire con la partecipazione di tutti i 27 Stati membri UE, che nella sua dichiarazione finale ha confermato i seguenti punti: un piano di lavoro graduale per completare l'Unione bancaria; la necessità di far avanzare la realizzazione di un'autentica Unione dei mercati dei capitali per generare investimenti necessari alla trasformazione verde e digitale dell'economia; il passo in avanti sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità, con la tempestiva introduzione del Fondo di risoluzione unico.
  Prima di concludere questo mio intervento, anche in risposta all'introduzione del presidente Battelli, desidero fare un punto sulla situazione e sulla predisposizione dello schema del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nei mesi scorsi, nonostante il rallentamento del negoziato a Bruxelles, il Governo ha continuato a lavorare sulla predisposizione della bozza di Piano, nel solco delle Linee guida del Comitato interministeriale per gli affari europei (CIAE), presentate al Parlamento a settembre, e delle due risoluzioni del Parlamento del 13 e 14 ottobre 2020, approvate rispettivamente dal Senato e dalla Camera dei deputati, che esprimono valutazioni di indirizzo vincolanti di cui il Governo ha tenuto conto nella predisposizione del documento. Desidero ricordare che a partire da fine luglio il Comitato tecnico di valutazione, che coordina e che ha la sede operativa nel CIAE, si è riunito diciannove volte. Sono riunioni che indicano soltanto il momento d'incontro plenario di un lavoro di analisi e sintesi che sta avvenendo a un ritmo quotidiano. Il Consiglio dei Ministri concluderà a breve l'esame della nuova bozza di PNRR che verrà sottoposta, così come le Linee guida di ottobre, all'esame di Camera e Senato e sarà discussa con regioni, enti locali, associazioni degli industriali e sindacati, in vista di una sua finalizzazione entro febbraio. Il Parlamento si conferma e resta quindi un interlocutore centrale per condividere e valutare questo Piano. Ricordo che, nel mentre, con la task force per la ripresa e la resilienza e la Commissione europea è stato avviato il dialogo informale il 15 ottobre scorso, proprio sulla scorta dei documenti approvati dal Parlamento. Gli incontri, che proseguono Pag. 8 tuttora, si sono svolti senza interruzione, con cadenza almeno settimanale.
  Questi sono i dati principali del Consiglio europeo, a cui il Governo italiano ha contribuito in linea con gli impegni adottati dal Parlamento. È stato il Consiglio europeo conclusivo del semestre, come dicevo, di presidenza tedesca, che ringraziamo per l'importante lavoro di mediazione svolto sui diversi dossier in questo difficile contesto di crisi pandemica. Erano molti i temi dell'Agenda europea che chiedevano un atteggiamento risolutivo e allo stesso tempo inclusivo, come ad esempio lo stesso dossier del bilancio europeo. A gennaio, con l'inizio della presidenza portoghese, altri importanti dossier saranno all'ordine del giorno del lavoro, al quale non faremo mancare il nostro apporto e sostegno. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro. Passiamo agli interventi. Colleghi, io direi tre minuti abbondanti, così almeno riusciamo a contenere i tempi. Inizia la collega Rossello del Gruppo Forza Italia. Prego.

  CRISTINA ROSSELLO. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, anche per la sintesi e la rapidità. Due pregiudiziali e poi entreremo nel merito più avanti.
  In tema di governance, ci siamo lasciati nell'ultimo incontro, Ministro Amendola, sul tema della governance e sulle richieste, su come avreste pensato di coinvolgere le opposizioni in questo processo di valutazione delle strategie e di supervisione per la gestione dei fondi che arriveranno. A riguardo, noi abbiamo visto e ci sembra di interpretare che si sta delineando a livello di Governo un modello di competenze di supervisione strategica e di gestione. Se così è, anche nella scaletta degli interventi che Ella ha riepilogato, le chiediamo a che punto e quando ritenete di dover consultare le opposizioni ex ante in questo processo di ascolto, di cui vi siete fatti protagonisti, quando avete detto che avete incontrato le categorie eccetera. Quindi chiediamo quando arriverà il processo di ascolto dei gruppi parlamentari di opposizione in questa formazione di proposta che porterete al Parlamento. Lo chiedo e lo ribadisco, perché abbiamo già fatto diversi incontri con Lei, signor Ministro, che ha dato una sua personale apertura alla necessità di partecipazione alla governance e all'amministrazione di questi fondi, perché la supervisione strategica e la gestione necessitano del protagonismo di tutte le forze parlamentari e, se questo non fosse fatto ex ante prima di una proposta, non ci sarebbe la possibilità di partecipare, come avete fatto per le altre componenti. Riteniamo che sia importante questo incontro preliminare e che ci sia necessità di una consultazione preventiva.
  Le suggerirei anche, se fosse possibile, in quella chiave di collaborazione reciproca di istituti a cui si vuole sempre ispirare Forza Italia, se non sia opportuno prevedere una forma di controllo da parte delle opposizioni, anche in un processo di presentazione poi al Parlamento, cioè una forma di controllo, di predittività, di valutazioni e anche di calcolo di un'eventuale tolleranza di rischio per il mancato rispetto di tempi e termini. Forse un meccanismo partecipativo di questo tipo, ereditato anche dalle forme private, potrebbe essere un suggerimento interessante e vi chiediamo di poterlo considerare.
  La seconda cosa, sempre pregiudiziale, riguarda il contrasto alla pandemia. Lei ha parlato di attività della Commissione e Le chiediamo di esprimersi anche sull'interrogazione urgente con richiesta di risposta alla Commissione europea, ex articolo 138 del Regolamento, avanzata dal nostro presidente, Silvio Berlusconi, e dal vicepresidente, Antonio Tajani, che hanno fatto un'interrogazione urgente alla Commissione sulle misure per contrastare la variante COVID-19. Ci sembra un tema che Lei possa trattare, anche come una risposta oggi, come un impegno del Ministro competente, proprio in occasione dell'incontro di aggiornamento che ci ha offerto. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Rossello. Il collega Bianchi del Gruppo Lega. Prego.

  MATTEO LUIGI BIANCHI (Problemi di audio nel collegamento da remoto. Il presidente rinvia il suo intervento).

Pag. 9

  PRESIDENTE. La collega Galizia del gruppo Movimento Cinque Stelle, prego.

  FRANCESCA GALIZIA. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro, che come sempre ci porta dei contributi essenziali, che vanno a prendere quelli che sono i temi più importanti. Questo Consiglio europeo, come abbiamo visto, è stato un evento ricco di contenuti e si è parlato di tantissimi temi importanti, come il COVID-19, i cambiamenti climatici, la sicurezza e perfino le relazioni esterne e tutto poi nell'ottica anche di guardare a quello che sarà il Next Generation EU.
  Le volevo fare due domande al volo. La prima è se magari si poteva fare un focus un po' più concentrato sull'impegno che l'Unione europea intende adottare per superare la pandemia, nelle prospettive anche di quello che sarà il Global Health Summit del 2021 che l'Italia dovrà ospitare nell'ambito del G20.
  In tema di sicurezza, Le volevo sollevare più che altro una tematica legata anche alla Brexit, perché recentemente anche con il Comitato Schengen abbiamo fatto un passaggio con l'Ufficio europeo di polizia (Europol) che ci sottolineava la difficoltà, le problematiche e le paure che loro hanno nei confronti della Brexit e della perdita di importantissimi dati a livello di intelligence tra le varie polizie a livello europeo. Le volevo chiedere se si sta lavorando su questo tema e se si è discusso di qualcosa in dettaglio su questo aspetto, anche nell'ambito di questo Consiglio. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Galizia. Il collega Pettarin del gruppo Forza Italia, prego.

  GUIDO GERMANO PETTARIN. Grazie, presidente. Ringrazio prima di tutto il Ministro per la Sua disponibilità, oltre ai colleghi e ai presidenti delle Commissioni.
  Prima di fare alcune osservazioni e alcune domande al Ministro, permettetemi una nota di soddisfazione. Alcuni giorni fa le città gemelle – la città unica, possiamo dire – di Nova Gorica e di Gorizia sono state indicate come la Capitale della cultura europea 2025. Direi che è un obiettivo importantissimo, un risultato estremamente importante che dimostra quanto importante sia che ci sia l'Unione europea, che l'Unione europea sia effettivamente l'Unione Europea, quindi non un'accozzaglia di piccoli Stati, ma un'Unione che ragiona in termini di Unione e questa è una ottima dimostrazione di quel tipo di attività, anche perché va a mettere riparo a un periodo storico che definire «sanguinoso», su quelle zone e su quei confini, è veramente un eufemismo.
  Detto questo, la Presidenza di turno della Germania nel secondo semestre 2020 ha avuto un effetto estremamente importante. Lo avevamo preconizzato, non era difficile, in diverse riunioni fatte nel primo semestre del 2020. All'epoca dicemmo che sembrava molto difficile che la Germania si permettesse di non arrivare entro la fine della sua Presidenza all'approvazione del QFP e all'individuazione di situazioni tali, grazie alla sua capacità di mediazione e al peso che ha, da non aiutare a proseguire nell'iter estremamente importante dell'Unione europea che – questo non mi dimentico mai di dirlo, perdonatemi – è diversa dall'Unione europea che c'era il 31 dicembre 2019. L'Unione europea di ora ha fatto dei passi avanti importantissimi e determinanti, che ci permettono di confidare nel fatto che questo percorso proseguirà.
  In questo, il fatto che le due successive Presidenze semestrali siano prima la portoghese e poi la Slovenia, quindi due momenti naturalmente di peso specifico inferiore a quello di Germania, mi chiedo – e chiedo al Ministro – se non possa preoccuparci un po', cioè il fatto che prima il Portogallo e poi la Slovenia si trovino a dover affrontare quello che forse è uno dei momenti storici più difficili per quanto riguarda l'Unione europea, visto che vedrà l'avvio di tutti quanti gli strumenti, a partire dal Recovery Fund. In riferimento a questo, ciò che è accaduto con il veto di Polonia e Ungheria non è stato certamente una bella pagina. Il compromesso che è stato trovato è un compromesso assolutamente onorevole che condiziona, certo, ma non troppo. Naturalmente mi domando – Pag. 10questa è un'altra richiesta al Ministro – come venga valutato l'atteggiamento dei Paesi di Visegrad e in questo anche alcune particolari prese di posizione da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri slovena prima, e, in questo momento, quello che sta accadendo in Croazia che, avendo degli ottimi rapporti con la Russia, sta continuando a interloquire in questo senso, con i giornali locali che titolano con grande semplicità «Croazia, sì Russia. Unione Europea, no Russia»; e questo è un quadro di riferimento particolarmente importante.
  Da ultimo, un elemento: chiedo al Ministro se si sia avuto modo di colloquiare anche della vicenda Regeni durante l'importantissima riunione dell'11 e del 12 dicembre e in riferimento a questo, la risoluzione che il Parlamento europeo ha appena adottato è di importanza fondamentale. Di conseguenza, volevo chiederLe quali possano essere le sue considerazioni rispetto a questo quadro.
  Un'ultimissima vicenda è quella relativa alla Zona economica esclusiva tra Italia e Croazia, che ha fatto improvvisamente ricordare a tutti che c'è anche una parte di mare della Slovenia in mezzo ed è un po' imbarazzante e quindi mi chiedo quali siano le posizioni che il nostro Governo, naturalmente anche nell'ottica comunitaria, intende assumere sul punto. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Pettarin. Il collega Maggioni del Gruppo Lega, prego.

  MARCO MAGGIONI. Grazie, presidente. Saluto e ringrazio il Ministro per la consueta disponibilità con cui incontra la nostra Commissione. Credo che l'approvazione del QFP sia un segnale importante soprattutto per il metodo, nel senso che il fatto che siano cadute alcune pregiudiziali legate allo Stato di diritto segna un passo avanti, perché se non si va a forzare la mano in modo improprio nei confronti di alcuni Stati membri, tutto diventa più semplice, più facile e semplicemente più approvabile.
  Detto questo, parto dalla fine dell'intervento del Ministro, quando ha toccato l'argomento del Piano nazionale che, come sappiamo, andrà approvato e presentato in sede europea entro la fine di aprile. In queste ore abbiamo letto che i progetti che sarebbero all'interno del Piano nazionale sarebbero stati secretati dal Governo. Vorrei capire se è semplicemente una delle tante polemiche interne alla maggioranza oppure se realmente questi progetti erano stati secretati, perché costituirebbe una forzatura non solo all'interno delle dinamiche di maggioranza, ma anche nei confronti dell'autonomia del Parlamento.
  La seconda domanda che pongo al Ministro è legata alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità: non torno evidentemente su quelli che sono i contenuti, ma vorrei capire se il Ministro ci può specificare in modo più preciso quelli che saranno i prossimi passi, i prossimi step della riforma.
  Un'ultima domanda al Ministro: durante il Consiglio europeo avete parlato di terrorismo e vorrei capire se, unitamente a quanto hanno fatto Francia e Austria nell'irrigidire quelle che sono le misure di contrasto al terrorismo stesso, anche il nostro Paese ha in previsione di mettere in atto misure analoghe, che mi sembrano di assoluto buon senso. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Maggioni. La presidente Boldrini, prego.

  LAURA BOLDRINI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, mi fa piacere averLa ascoltata. Avrei due questioni da sollevare. La prima riguarda lo Stato di diritto, perché mi sono chiesta più volte in questi giorni come la clausola del rispetto dell'identità nazionale e delle Istituzioni di ogni singolo Paese vada a incidere poi sulla clausola di condizionalità, perché è evidente che questo inciso pone dei limiti alla clausola di condizionalità. Poiché ho trovato ben poco su questo, chiedevo al Ministro Amendola se potesse darci qualche elemento aggiuntivo, per capire se questo accordo, questo compromesso terrà comunque alta la bandiera del rispetto dei diritti fondamentali e dello Stato di diritto o se invece, nel tentativo di trovare un accordo, questa bandiera è un po' a mezz'asta, in qualche modo. Pag. 11
  Per quanto riguarda il PNRR, abbiamo capito che ci sono alcuni ambiti, come la digitalizzazione e tutto quello che riguarda l'aspetto ecologico, rispetto ai quali vengono date già delle indicazioni, anche percentuali, dell'utilizzo dei fondi provenienti da Bruxelles e dalla Commissione. Per il resto, invece, mi sembra di aver capito che gli Stati membri destinatari della Next Generation EU hanno una certa flessibilità nell'allocare le risorse. A questo punto, Ministro, mi permetto di dire che nel cantiere o nella missione numero 5, come vogliamo chiamarla, quella della coesione territoriale e sociale, c'è un po' di tutto: le politiche del lavoro, le fragilità e la parità di genere a me sembrano ambiti in cui ci sarebbe da lavorare un po' di più, intanto perché è molto disomogeneo mettere insieme tutte queste voci; capisco la necessità di non lasciare nulla indietro, però si fa fatica vedere un elemento comune a tutto questo.
  Mi permetto di dire che quanto stabilito per via adesso provvisoria – perché sappiamo bene che tutto questo è provvisorio ed è importante l'interlocuzione con il Parlamento, proprio perché tutto questo dovrà essere poi finalizzato – per quanto riguarda ad esempio la voce della parità di genere mi sembra che la cifra che è circolata, sia pure in via provvisoria, sia assolutamente inadeguata. La cifra di 4,2 miliardi sarebbe lontana anni luce dall'ambizioso obiettivo che molte eurodeputate e anche deputate nazionali si erano poste con la campagna Half of it di Alexandra Geese, che intende destinare la metà di questi fondi a combattere le disuguaglianze di genere, poiché l'Unione europea su questo ha sempre cercato di portare avanti l'uguaglianza di genere come un elemento identitario. L'Italia è il Paese più malato di disuguaglianza di genere, il più malato, e dopo di noi in stato comatoso c'è solo la Grecia. Quindi noi siamo molto lontani dal 62 per cento dell'occupazione che è la media europea, siamo purtroppo al 48 o 49 per cento e nel Meridione siamo addirittura al 32 per cento, quindi la metà. Mi chiedo su questo punto l'ambito di negoziato che ci potrà essere per non perdere l'occasione di fare dell'Italia un Paese anche per donne. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Boldrini. Il collega Formentini del Gruppo Lega.

  PAOLO FORMENTINI. Tocco un tema che forse, se poi riuscirà a collegarsi, toccherà di nuovo anche il collega Bianchi, che è quello dell'accordo tra UE e Cina. Io chiedo al Ministro che novità abbiamo in merito dopo sette anni di negoziati: stiamo davvero rinunciando – si parlava nell'intervento precedente, di Stato di diritto – al nostro sistema valoriale, alla difesa dei diritti umani per porre come unico tema il commercio? Noi non siamo contro il commercio, ma siamo per la difesa della sicurezza nazionale e per questo devo dare atto, anzi rendere merito al Ministro dell'intervento che ha fatto lo scorso settembre su Huawei, sulla difesa dei nostri dati. Ricordiamo che dalla difesa dei dati passa anche la difesa della nostra libertà e della nostra democrazia. Quindi davvero un appello sincero a non svendere i nostri valori, la nostra democrazia e la nostra libertà.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Formentini. Il collega Sensi del gruppo Partito Democratico, prego.

  FILIPPO SENSI. Grazie, presidente, ringrazio il signor Ministro. Le confesso, Ministro, sono molto preoccupato. Faccio mia l'urgenza che Lei a più riprese ha rappresentato nelle sue posizioni pubbliche, non solo sui media. In particolare mi chiedo se saremo in grado in tempi utili di modificare dal punto di vista normativo e legislativo ciò che va cambiato per far procedere spedito e liberare il cammino alla nostra quota parte dei fondi di Next Generation EU.
  Siamo pur sempre il Paese, right or wrong, delle valutazioni di impatto, della segnalazione certificata di inizio attività (SCIA), Denuncia inizio attività (DIA), del Tribunale amministrativo regionale (TAR), dei ricorsi, dei livelli istituzionali. Le chiedo, Ministro, se saremo in grado di trovare la Pag. 12più ampia convergenza politica e parlamentare sugli strumenti legislativi, sui provvedimenti che le Camere saranno chiamate a comporre ed approvare. In sostanza Le chiedo, Ministro Amendola, Lei è ottimista? La prego di aiutarmi a trovare ragioni solide per esserlo un po' di più anche io. La ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Sensi. Riproviamo con il collega Bianchi.

  MATTEO LUIGI BIANCHI. Perdonatemi per prima, me ne scuso. Ritorno sull'argomento che ha introdotto l'onorevole Formentini, quindi l'accordo tra Unione europea e Cina sul tema degli investimenti. Ho presentato un'interrogazione sul tema a Lei, signor Ministro Amendola, credendo ci fosse il tempo per poter ragionare con più calma e invece vedo dai media che c'è un'accelerazione, e addirittura la Cancelliera Merkel e il Presidente Macron credono di poter portare l'accordo alla firma prima della fine dell'anno. Chiedo a Lei se è possibile sapere la posizione del Governo italiano su questa questione, con il timore che i nostri interessi nazionali vengano preservati da questo accordo e non solamente gli interessi corporativi, magari di alcuni Stati membri dell'Unione europea, quindi di non tutti gli Stati membri dell'Unione Europea stessa, con una considerazione legata anche al momento, perché è evidente che questo accordo verrà utilizzato e sbandierato dal Governo cinese come un elemento di propaganda, quando invece stiamo assistendo che non ci sono remore in queste ore a chiamare la variante del virus, «variante inglese», mentre nel passato c'erano remore nel parlare apertamente di un virus cinese in arrivo nel mondo con tutte le implicazioni e le problematiche che poi ha portato.
  Chiedo a Lei, perché ovviamente l'altra tematica che ci preoccupa è che il Parlamento probabilmente su questo tema non verrà coinvolto, così come non è stato coinvolto sull'argomento della Via della seta e, soprattutto, anche dal punto di vista mediatico, solamente per noi addetti ai lavori questo argomento è noto, ma nell'opinione pubblica purtroppo non si sa nulla, perché i media tradizionali ne parlano veramente poco.
  La seconda considerazione e la seconda domanda è sul tema della gestione dei soldi del Recovery. Ovviamente ci preoccupa lo stallo che vediamo nel Governo con le varie posizioni, perché rischiamo di perdere un'occasione veramente importante per il nostro Paese, ma ci auguriamo che la gestione di questi quattrini venga gestita con la maggiore efficacia ed efficienza ed equilibrio, un equilibrio che Lei ha sempre dimostrato nella sua esposizione della sua gestione del Ministero. Sappiamo che la prima impostazione dovrebbe riservare il 34 per cento delle risorse per le regioni meridionali. Faccio presente che ho appreso dalla stampa che il Presidente della Campania ha chiamato a raccolta i Presidenti delle regioni meridionali per fare una sorta di lobby territoriale, per fare pressioni sul Governo affinché cambi questa ripartizione, cercando di aumentare la ripartizione riservata per il Meridione, a discapito chiaramente e delle altre regioni della penisola. A corollario di questa iniziativa abbiamo saputo che il 23 dicembre ci sarà una conferenza stampa di alcuni parlamentari meridionali di PD e Movimento 5 Stelle, un'iniziativa chiaramente assolutamente legittima, però se ognuno di noi comincia a fare le impostazioni delle regioni del sud che chiedono più soldi, delle regioni del nord che ne chiedono altrettanti – visto che la crisi ha picchiato duro verso le piccole e medie imprese che insistono soprattutto nelle regioni settentrionali –, credo che possa venire meno l'impostazione di coesione nazionale, di equilibrio nazionale, che tutti quanti noi ci auguriamo. Volevo chiedere se il Governo continuerà sulla linea di equilibrio, oltre che di efficacia ed efficienza, oppure se c'è un intendimento a cedere ad alcune pressioni che arrivano da alcuni territori. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega Bianchi. Ho il collega Delmastro Delle Vedove, però vedo che la connessione salta un po'. Collega, Lei ci sente?

Pag. 13

  ANDREA DELMASTRO DELLE VEDOVE. (connessione precaria, il deputato non riesce ad intervenire).

  PRESIDENTE. Andiamo avanti. Il collega De Luca, del Gruppo PD.

  PIERO DE LUCA. Grazie, presidente. Ringrazio il Ministro Amendola per la sua esposizione, come al solito puntuale e precisa. Noi oggi ascoltiamo dalle Sue parole gli esiti di un Consiglio europeo che è stato particolarmente importante, forse quello più significativo negli ultimi anni, perché per quanto riguarda il completamento del pacchetto di misure e di risorse economiche straordinarie messe in campo in risposta all'emergenza, ha approvato definitivamente un bilancio pluriennale dell'Unione europea da più di mille e settanta – circa 1.074 miliardi di euro – e, soprattutto, il programma Next Generation EU.
  Credo che sia giusto innanzitutto ringraziare il Ministro Amendola per il lavoro straordinario svolto sui tavoli europei a Bruxelles insieme al Governo italiano, per la capacità che ha avuto di orientare le scelte dell'Unione europea verso un programma e progetti di investimento e di sostegno agli Stati mai visti nella storia dell'Unione europea finora; quindi un primo grande risultato straordinario che oggi crediamo sia giusto e doveroso rivendicare come Democratici e ovviamente di cui è giusto rendere atto al Ministro. Facciamo chiarezza, perché abbiamo ascoltato forse qualche cosa che potrebbe indurre a un'idea differente: bene aver confermato la logica della condizionalità del rispetto dello Stato di diritto. Non si è fatto nessun passo indietro, anzi proprio grazie al Governo italiano, ai Democratici e agli altri Governi nazionali è stata confermata la logica che a livello europeo si è una comunità di valori, di diritti innanzitutto, e che le risorse europee sono distribuite solo se si rispettano valori, diritti, princìpi e libertà fondamentali. Questo è un elemento decisivo da ricordare. Oggi per la prima volta si inserisce un meccanismo di condizionalità chiaro e netto su questo punto.
  Sarebbe utile chiarire – La ringraziamo per tutta la ricostruzione, e se ci può ulteriormente precisare i tempi – a partire da quando le risorse saranno pienamente disponibili da parte dell'Unione europea, perché sappiamo che il negoziato sullo Stato di diritto ha rallentato l'approvazione e l'iter di approvazione del bilancio pluriennale e del Next Generation EU. Ci conferma anche la notizia positiva che abbiamo appreso di un anticipo che è stata aumentata dal 10 al 13 per cento la prima tranche di aiuti e sostegno agli Stati che presentano il Piano di resilienza e rilancio? Ci conferma anche – come Lei ha già accennato, ad ogni modo lo ha ricordato anche il Presidente del Consiglio qualche minuto fa in una conferenza stampa – che ci sarà un nuovo confronto e un continuo confronto con il Parlamento? Noi riteniamo che questo confronto debba essere centrale nell'elaborazione finale del Piano nazionale.
  Sui temi, io non vorrei che ci perdessimo in discussioni partigiane. Ho partecipato insieme ad altri colleghi parlamentari del Mezzogiorno ad una valutazione che riguarda la distribuzione anche territoriale delle risorse. Credo che sia giusto e opportuno fare, così come sta facendo il Governo, una valutazione innanzitutto sui temi e sulle priorità strategiche, in linea con quelli che sono gli indirizzi europei, quindi concentrare il 37 per cento delle risorse sui progetti di sostenibilità ambientale, più del 20 per cento sulla digitalizzazione e inoltre abbiamo il resto che, in linea con le indicazioni europee, va destinato alla coesione sociale e territoriale. L'onorevole Boldrini ricordava prima la lotta per la parità di genere, che è una misura che deve essere considerata trasversale, e allo stesso tempo la riduzione delle diseguaglianze territoriali, che ancora oggi esistono in Italia, è un tema che non può essere assolutamente sottovalutato, né essere oggetto di dibattito ideologico o politico; è un tema decisivo che l'Europa impone, che l'Europa prescrive agli Stati nazionali: quindi, utilizzare le risorse per ridurre i divari territoriali. Noi riteniamo che per ridurre i divari territoriali che nel nostro Paese riguardano alcune aree più disagiate storicamente in termini di infrastrutture, di servizi, di scuole, di asili nido, cioè le aree del Mezzogiorno Pag. 14del Paese, sia opportuno non fermarci ad una ripartizione standard in base alla popolazione, ma poter anche inserire valutazioni ulteriori volte a fare un passo in avanti in più per recuperare il gap di competitività e di opportunità in termini di servizi e di prestazioni essenziali all'interno di queste aree del Mezzogiorno. Quindi togliamo e sgombriamo il campo da dibattiti ideologici, ma lavoriamo per aumentare la coesione sociale del Paese. Da questo punto di vista siamo sicuri e siamo certi che il Governo e il Ministro Amendola faranno uno sforzo importante e decisivo in questa direzione. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie, collega De Luca. Prima di dare la parola al Ministro, cedo la parola al presidente Fassino. Prego.

  PIERO FASSINO. Grazie. Sarò molto breve, perché molte cose sono state dette. Intanto ringrazio anche io il Ministro Amendola non solo per la puntualità delle informazioni, ma per tutto il lavoro che ha fatto e che ha gestito in prima persona, con risultati che erano tutt'altro che scontati e che credo soddisfino molte delle esigenze che il nostro Paese poneva ai tavoli europei. Ho alcune considerazioni. La prima è che penso che tutto quello che è stato qui richiamato dal Ministro e anche dagli interventi dimostra che l'Europa c'è e che quando ci sono delle crisi, le crisi sono sollecitatrici di uno sforzo a ritrovare coesione e unità, perché mi pare che emerga sempre di più la consapevolezza – che tra l'altro anche la pandemia rende evidente – che nessuna nazione da sola è in grado di affrontare oggi i grandi problemi che ha di fronte e che soltanto uno sforzo di coesione tra i Paesi europei può dare all'Unione Europea quella soggettività, quel peso e quella capacità di risposta adeguati ai problemi che i cittadini pongono. Direi che dal punto di vista finanziario – lo ha richiamato il Ministro Amendola – lo sforzo che si è fatto in questi sei mesi non ha pari rispetto a nessuno sforzo finanziario che l'Unione europea abbia fatto precedentemente. Quindi credo questa debba essere la prima considerazione e che vada rimarcata.
  La seconda considerazione riguarda la questione Brexit. Vedremo in questi giorni come si concluderà o no la ricerca di un accordo con Londra. Personalmente penso che quello di cui dobbiamo essere consapevoli è che in ogni caso con l'Inghilterra noi siamo chiamati a fare i conti, e questo porta ovviamente a spingere in ogni caso per un accordo, ma qualora non ci fosse l'accordo, credo che dobbiamo avere presente una serie di cose: la prima è che l'Unione europea è il primo partner commerciale della Gran Bretagna; la seconda è che la Gran Bretagna è un Paese è decisivo in una serie di dossier su cui l'Europa investe la sua identità e la sua soggettività ed è difficile fare una politica di difesa e di sicurezza europea senza tener conto della Gran Bretagna, che tra l'altro è uno dei due Paesi europei che ha anche un arsenale nucleare; inoltre, tutto il problema della mobilità tra la Gran Bretagna e l'Europa, tenuto conto dei flussi giganteschi di cittadini europei, a partire da quelli italiani che lavorano e studiano lì; quindi, in ogni caso bisognerà andare a una forma di partenariato tra Unione europea e Gran Bretagna. Quindi è meglio se c'è un accordo nel momento in cui c'è l'uscita, ma in ogni caso, quand'anche non ci fosse il deal, credo che bisognerà continuare a lavorare per arrivare a un accordo.
  Infine, voglio richiamare l'attenzione del Ministro su una cosa che non si è discussa in questo Consiglio europeo, ma che non è banale per i prossimi mesi, ovvero che il Consiglio europeo e la Commissione europea, dopo un dibattito piuttosto sofferto, hanno deciso di riprendere il percorso di Allargamento dell'Unione europea ai Balcani occidentali, che però è stato nuovamente bloccato da un veto sostanzialmente della Bulgaria, che sta ritardando la convocazione della Conferenza intergovernativa, che è un passaggio necessario per dare il via ai negoziati. Credo che bisogna fare di tutto per rimuovere questo veto e, siccome l'Italia è uno dei primi partner economici e commerciali della Bulgaria, credo che dobbiamo sviluppare un'azione anche sul piano bilaterale per cercare di sbloccare questa Pag. 15situazione. Grazie. La parola al presidente Battelli.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Fassino. Cedo subito la parola al Ministro per la replica. Prego, Ministro.

  VINCENZO AMENDOLA, Ministro per gli affari europei. Grazie, presidente Battelli. Grazie, presidente Fassino e a tutti i deputati e le deputate collegate per le questioni, a cui proverò a rispondere in maniera puntuale.
  Alla deputata Rossello sulla governance, ripeto quella che è la linea ufficiale del Governo, ovvero che noi invieremo al Parlamento una proposta di Piano nazionale per la ripresa e la resilienza che il Parlamento deve discutere, così come c'è scritto nelle Linee guida e nei documenti approvati ad ottobre, prima dell'invio a Bruxelles; quindi il Parlamento deve essere edotto di tutte le progettualità, i saldi, di tutta la visione del Piano. Allo stesso tempo, il Piano si divide in quattro capitoli e il terzo è sulla governance, come viene richiamato a pagina 33 delle Linee guida dell'Unione europea, che ogni Paese si deve dotare di un proprio meccanismo di utilizzo delle risorse. Qui permettetemi anche di rispondere ad alcune questioni che ho letto soprattutto sulla stampa – che non è un'invenzione italiana, è nelle Linee guida di settembre della Commissione europea – che ogni Paese, ovviamente scegliendo i suoi meccanismi, si doti di un coordinator, come viene indicato lì, di un'authority, di un'unità di missione, di un sistema per velocizzare e avere una corsia preferenziale nell'assorbimento delle risorse; tra l'altro, era un tema già trattato anche nelle mozioni a ottobre, ma sia il Piano nazionale di ripresa e resilienza sia le norme che istituiranno questa governance saranno discusse dal Parlamento, perché non si può procedere senza la verifica in Parlamento. Sto dicendo un'ovvietà, ma purtroppo in Italia anche l'ovvio è diventato rivoluzionario, perché questo era il Piano del Governo dall'inizio, già da quando facemmo votare le mozioni a ottobre, cioè parlamentarizzare il rapporto sulla definizione del Piano e della sua governance. Non so se sbaglio, ma credo che siamo l'unico Paese in Europa che sta facendo questa procedura di parlamentarizzazione in questo senso. È ovvio che ci sono stati ultimamente dei ritardi legati alla verifica politica, ma mi auguro che si possa continuare, perché con l'approvazione dell'accordo all'ultimo Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, con l'approvazione del trilogo tra Commissione, Parlamento e Consiglio, la prossima plenaria a gennaio del Parlamento europeo sancirà la ratifica del regolamento sul Piano di ripresa e resilienza e, dopo passaggi tecnico-burocratici, significa che già dagli inizi di febbraio o metà febbraio si aprirà la casella per presentare ufficialmente i piani a Bruxelles. Questo, poi, dopo i passaggi, che ci sono anche nelle Linee guida di controllo da parte della Commissione e Consiglio, ci potrà portare, spero, già alla fine della primavera, all'arrivo dei primi fondi che, come diceva anche l'onorevole De Luca, addirittura in questo accordo sono stati aumentati dal 10 al 13 per cento.
  Quindi questo è il tabellino di marcia europeo, è saltato il veto che purtroppo ci ha determinato un ritardo vero, ma si seguirà questo indirizzo. L'onere della proposta di un Piano nazionale ovviamente è in capo al Governo, ma questa proposta andrà discussa nel Parlamento, sia per l'aspetto della governance, delle norme che istituiscono questa governance, sia per l'aspetto dei contenuti, delle visioni, dei saldi, della suddivisione di cui il Parlamento, come abbiamo detto già a ottobre, deve essere edotto. Quindi io mantengo quella che era l'impostazione, manteniamo quella che era l'impostazione iniziale e credo che sia quella che mette al centro proprio il Parlamento su questa visione. Non c'è nessuna deroga sulle procedure che abbiamo inteso dall'inizio.
  Per quanto riguarda la deputata Galizia, il Global Health Summit sarà un appuntamento fondamentale, anche perché la politica sulla sanità europea ha fatto passi in avanti. Ricordiamo che a febbraio i Paesi avevano solo un coordinamento sugli aspetti sanitari ed invece si è creato un salto di Pag. 16integrazione molto importante, la costituzione di progetti europei, di una direzione in Commissione sulla sanità – addirittura con un vertice italiano, la dottoressa Gallina –, fondi che sono stati messi insieme in cooperazione per la campagna di vaccinazione, che sarà una campagna che si avvierà prima della fine dell'anno e che sarà destinata non solo agli europei, ma anche a Paesi fragili del Vicinato e Paesi dell'Africa. Quindi l'Europa continua, oggi ci sarà ovviamente un passaggio di verifica su questa cosiddetta «variante» del COVID-19, su cui ovviamente l'attenzione è massima proprio in coincidenza con l'inizio della campagna vaccinale. Quindi credo che questo coordinamento sarà sancito poi da questo vertice mondiale, anche perché è necessario sulla sanità ricostruire dei legami multilaterali che siano più solidi. Guardando l'esperienza dell'anno scorso, io credo che ci sarà da fare il punto su come a livello mondiale riusciamo a interagire per prevenire e anche per combattere le pandemie.
  Per quanto riguarda la domanda sempre della deputata Galizia su Brexit e sui dati Europol, è evidente che la Gran Bretagna dal 1° gennaio sarà non più un Paese membro e quindi tutti i sistemi di coordinamento dati cambieranno. Quello che è importante è che si sta lavorando non solo per un accordo prima del 1° gennaio, ma anche su alcune questioni, come la sicurezza e la difesa, per continuare un coordinamento massimo tra i 27 e il Regno Unito, che è nell'interesse di entrambi.
  Per quanto riguarda le domande del deputato Pettarin, sono molto contento anche io di questa scelta di Gorizia e Nova Gorica, perché è uno dei simboli dell'unità europea ed è uno dei simboli di un passato come Paesi confinanti, ma come blocchi che divisero l'Europa per tanto tempo, invece sono l'immagine quotidiana di quello che è per noi l'Europa. Quindi è un messaggio molto positivo. Sono anche io convinto come Lei, onorevole Pettarin, che la Presidenza tedesca è stata molto soddisfacente, soprattutto per aver chiuso due accordi importanti, quello di luglio e quello adesso sulla condizionalità per lo Stato di diritto e anche per aver chiuso l'accordo sul clima, che non è stato menzionato, ma era un accordo nato nel dicembre scorso e su cui c'erano ancora tante resistenze. Non nascondo che abbiamo avuto una riunione di Consiglio con il Presidente Conte che è durata tutta la notte, è andata ad oltranza, proprio perché c'erano resistenze ancora di alcuni Paesi su punti importanti anche per il nostro Paese, in quanto sulla neutralità climatica l'Italia si può dire che ha un consistente lavoro già realizzato ed è ovvio che deve essere ponderato con altri Paesi che invece devono fare ancora molti sforzi, ma su cui non può pesare un duplice peso per i Paesi che si sono già portati avanti.
  Noi aiuteremo e coopereremo con la Presidenza portoghese per finalizzare l'accordo sull'immigrazione, sulla proposta della Commissione, su cui c'è ancora molto lavoro da fare. La Presidenza portoghese avrà un carattere anche molto forte sul pilastro sociale dell'Unione europea, anche sulla scorta di innovazioni come quella di SURE, quindi insieme a quella slovena – sono contento che hanno già lavorato in trilogo, la Presidenze tedesca, portoghese e slovena – si può costruire un corso di riforme che è necessario per l'Unione europea, in quanto nessuno di noi, nell'auspicio e nella lotta per uscire dal COVID-19, credo che abbia un auspicio di tornare nell'Europa del pre-COVID-19, su cui era necessario innestare tante riforme e fare passi in avanti.
  Per quanto riguarda l'atteggiamento dei Paesi di Visegrad rispetto alla condizionalità dello Stato di diritto, non è stato unitario, nel senso che il veto era di Polonia e Ungheria. La presidenza slovena, il presidente Janša ha tentato all'inizio di candidarsi come mediatore, ma il veto non era del blocco di Visegrad, ma di due Paesi in particolare.
  Sulla vicenda Regeni, il Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Luigi Di Maio, ha sollevato il tema a livello di politica estera dell'Unione europea e quindi è più specifico il suo ruolo su questo tema.
  Per quanto riguarda il rapporto sulla ZEE, la Slovenia è stata coinvolta nel dibattito. Credo che faccia riferimento anche Pag. 17qui il Ministro Di Maio per il vertice che si è svolto il 19 dicembre proprio tra Slovenia e Croazia e che sia un tema su cui l'Italia ovviamente vuole favorire il più possibile la cooperazione tra i tre Paesi.
  Per quanto riguarda il deputato Maggioni della Lega, no, i progetti non sono assolutamente secretati, non c'è un segreto di Stato. Il lavoro che deve fare il Consiglio dei Ministri e il Governo ovviamente è inviare una proposta al Parlamento e al contempo discutere questa proposta anche con gli attori sociali e con gli attori istituzionali, regioni e comuni. Faccio presente che da settembre con la Conferenza delle regioni e con l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) è stato già fatto un lavoro soprattutto per condividere quelle che sono le linee guida europee di settembre, in quanto noi ci muoviamo dentro un quadro, quello del Next Generation EU, che non è una legge di bilancio nazionale, ma è una predisposizione di un piano europeo e viene individuato in base a delle specifiche.
  Al contempo, è anche importante avere questa cooperazione con regioni e comuni e con tutti i Ministeri, proprio perché insieme al Next Generation EU dal 2021 partirà il nuovo quadro di bilancio 2021-2027 che è molto importante, perché sono 100 miliardi di risorse con i fondi di cofinanziamento, per esempio per i fondi coesione, sono anche molto importanti per il Mezzogiorno, arriviamo quasi a 80 miliardi e di predisposizione ci saranno 35 miliardi di fondi per l'agricoltura, che per il nostro Paese sono molto rilevanti. Quindi, con l'accordo ultimo del 10 e 11 dicembre partono questi due motori per la ripresa e la resilienza che sono le spese per investimenti, il Next Generation EU, e le spese del bilancio 2021-2027; quindi massima condivisione con tutti i livelli e ovviamente massimo rispetto per il Parlamento, che non è un interlocutore, ma è il luogo in cui queste pianificazioni devono trovare dibattito, analisi, discussione e ovviamente validazione. Lo dico anche perché sono procedure che noi abbiamo scelto dall'inizio di condividere proprio con il Parlamento, dopo quel voto di ottobre.
  Per quanto riguarda la riforma del MES, quindi per quanto riguarda l'Eurosummit, come era scritto nelle risoluzioni, c'è stato un anticipo del backstop per l'Unione bancaria, ma confermiamo tutte le indicazioni contenute nella risoluzione di maggioranza per continuare a modificare l'architettura economica e istituzionale dell'Unione europea a partire anche dall'elemento dell'European deposit insurance scheme e del piano strategico dei prossimi anni dell'Unione. Siamo anche molto contenti di alcune indicazioni che vengono dal Vicepresidente Dombrovskis e dal Commissario Paolo Gentiloni in una revisione globale della governance economica, che si dovrà sviluppare già dai prossimi mesi, appena saremmo fuori dalla tormenta del COVID-19.
  Per quanto riguarda il tema del terrorismo che il deputato Maggioni sollevava, sì, la condivisione è massima. Io credo che come Italia dobbiamo anche continuare a sostenere la nostra proposta, come fatto anche dal Ministro Di Maio, quella di una Procura europea anti-terrorismo, perché è un fenomeno transnazionale che va combattuto con il massimo coordinamento che riguarda vari Paesi, come abbiamo visto anche rispetto agli ultimi casi di Nizza e di Vienna.
  Alla Presidente Boldrini: il rispetto della clausola per lo Stato di diritto credo che sia un risultato molto positivo, perché non solo si conferma quello scritto nell'accordo del 21 luglio, ma è rafforzato dalle indicazioni del Parlamento europeo, che sono dei sostegni molto forti non solo per quanto riguarda le frodi e le violazioni di regole nell'utilizzo dei fondi, ma proprio nelle basi dell'articolo 2 del Trattato, che riguarda anche una composizione europea di quelle che sono le legislazioni nazionali, che non devono violare quelli che sono i capisaldi proprio identitari della nostra Unione. L'identità nazionale non va contrapposta, ma è la condivisione di una diversità in casi di una identità che è scritta nei Trattati e su quello credo che l'introduzione di questa condizionalità non sia contro nessun Paese, ma sia proprio a salvaguardia di quella che è la carta di Pag. 18identità dell'Unione europea, che poi noi vogliamo far rispettare sull'agenda multilaterale con altri attori, partner e altri Paesi, in cui magari questa violazione è marcata.
  Per quanto riguarda i saldi del PNRR, confermo alla presidente Boldrini quello che ho detto prima. I saldi, ovviamente, su una proposta – sottolineo, proposta – del Governo, devono essere discussi dal Parlamento. Non c'è un prendere o lasciare, tutti i saldi sono delle proposte, come sempre avviene, rispettando però due elementi: il primo è il vincolo votato dal Parlamento sulla Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza, quindi sull'utilizzo dei fondi in una prospettiva macroeconomica e con tutti i tendenziali che il Parlamento ha già votato; il secondo riguarda i vincoli delle linee guida europee. Come Lei sa, le spese in conto capitale sono utilizzabili, ma nel Next Generation EU non è possibile avere spese di parte corrente, perché vengono considerate nelle Linee guida non eleggibili per la progettazione; così come è indicato al 37 per cento il vincolo di utilizzo dei progetti per l'impatto climatico e al 20 per cento minimo per quello che riguarda il digitale. Questo fa sì che la predisposizione dei saldi italiani abbia dei vincoli su cui il Parlamento può discutere. Noi al capitolo 4 di questo Piano proporremo come criteri di impatto – lo abbiamo già annunciato, e questo era alla base anche delle mozioni di ottobre scorso – l'impatto dei diciassette criteri dell'Agenda 2030 sulla sostenibilità, l'impatto di equità di genere e l'impatto, ovviamente, sul divario tra il Nord e il Sud.
  Questi criteri di impatto, se mi permettete, si valutano non nella singola voce, ma devono essere criteri che si guardano nell'insieme di tutte le Linee guida e nell'insieme di tutte le progettualità, perché questo è il modo corretto di fare una valutazione di impatto. Quindi comprendo che alla prima lettura di una bozza si concentra la visione su un determinato aspetto, ma per fare una valutazione di impatto rispetto ad alcuni temi, bisogna valutare tutte le linee guida e tutte le questioni. Un tema molto forte, che ho letto nei dibattiti, è la quantità per esempio dei saldi sulla sanità. Premesso che per la sanità ci sono altri fondi che sono relativi all'impatto dell'efficientamento del patrimonio pubblico, che destina agli ospedali una quota consistente, bisogna valutare sempre nella logica degli investimenti, nella logica di tutte le linee guida, dal digitale al green, all'istruzione, che è enormemente potenziata, per verificare tutti gli aspetti. Lo dico per l'equità di genere e lo dico anche, per esempio, per il divario tra il Nord e il Sud. L'incidenza di tutte le progettualità avrà una forza di investimento magari maggiore nelle regioni del sud su alcuni aspetti dove c'è una carenza strutturale più significativa, ma questo ci deve portare a un rapporto equilibrato e a una lettura complessiva. Sono conscio che finché non arriverà questa bozza completa in Parlamento, le mie sono delle sottolineature abbastanza equivocabili però, numeri alla mano, impatto e progetti alla mano, credo che sia più comprensibile.
  Lo stesso dico al deputato Formentini per quanto riguarda gli accordi tra Unione Europea e Cina per le politiche di investimento. Non è un tema specifico del mio Ministero, come sa, il commercio è relativo a un altro Ministero. I round negoziali credo che siano arrivati già alla trentaquattresima battuta. Quello che è molto importante, su cui c'è stata già un'analisi a livello europeo, è di ricostruire una reciprocità negli investimenti tra Europa e Cina che in passato non esisteva. Credo che questa reciprocità vada a vantaggio dell'Unione europea, che è stata solerte nel passato ad aprirsi agli investimenti, non avendo una reciprocità che invece è necessaria, anche per rispettare quelle che sono le nostre esigenze. Un altro discorso è relativo agli investimenti stranieri in termini di tecnologia, in quanto lì un passo in avanti si è fatto con l'European toolbox, che dà già indicazioni chiare che l'Italia sta assumendo anche nella sua legislazione nazionale per verificare un perimetro di utilizzo, di sicurezza e anche un perimetro per gli investimenti che sia più chiaro.
  Al deputato Sensi chiedo scusa se non mi definisco ottimista. Sono tendenzialmente Pag. 19 un realista, verifico quelli che sono gli atti. Mi auguro che il Governo lavori in questa fase in maniera coesa per inviare una proposta al Parlamento in modo che, dopo la sessione di bilancio, il Parlamento abbia un'altra sessione importante che è quella sul Next Generation EU che ci porterebbe a fine gennaio a licenziare una bozza su cui in parallelo si continua a discutere con la task force dell'Unione europea per definire un Piano nazionale. Dentro questo dibattito il tema della governance è molto importante. Anche qui si sono lette varie discussioni e io credo che con una norma di proposta in Parlamento si potranno anche chiarire gli elementi necessari per un assorbimento delle risorse che ha delle impegnative al 2023 e una spesa finale al 2026. Dato che l'Italia non ha dei record di assorbimento dei fondi europei, ricordando anche molti degli interventi nelle sessioni di ottobre, credo che sia una scelta che dobbiamo condividere tutti insieme per come procedere.
  Lo ripeto per il deputato Bianchi sugli accordi di investimento tra Europa e Cina, specificando il mio limite di competenza su questo, e per quanto riguarda le risorse per il Sud lo dico anche al deputato De Luca: questi sono temi, appunto, prettamente di scelta fra Governo e Parlamento. Il mio lavoro è stato di concorrere con tutte le regioni, a partire dal Presidente Bonaccini alla cabina di regia, a delineare quelle che sono i rapporti di predisposizione dei piani e delle Linee guida che abbiano un impatto su tutto il territorio nazionale e in alcuni casi che vadano a incidere su dualismi dovuti a ritardi infrastrutturali del Mezzogiorno. Il nostro lavoro, soprattutto quello del Ministero dell'Economia e delle finanze, che poi è il Ministero che cura di più l'elemento dei saldi, è assolutamente orientato a presentare al Parlamento una base di proposte che dia adito poi a un normale e saggio dibattito parlamentare.
  Quindi queste sono un po' le considerazioni e chiudo con un'annotazione che rilevo, e ne discuteremo anche col Ministro Di Maio, da parte del presidente Fassino sull'Allargamento. Anche io sono preoccupato da questo ultimo rilievo fatto dalla Bulgaria nei confronti della Macedonia del Nord. Dobbiamo lavorare tutti insieme, perché questo rilievo non blocchi un processo, che invece aveva visto già un buon lavoro – penso alla nuova metodologia che abbiamo introdotto per i processi di Allargamento – e potrebbe essere a discapito dei due Paesi, come la Macedonia del Nord e l'Albania, per i quali noi sosteniamo l'apertura del negoziato per l'Allargamento.
  Per la Brexit sono le ore decisive. L'Italia è unita con tutti gli altri Paesi a sostegno del negoziatore Michel Barnier. Ci auguriamo che si possa giungere a un accordo molto importante. In tutti i casi, le misure di contingentamento a livello europeo e a livello italiano sono pronte per qualsiasi evenienza. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Amendola per la Sua partecipazione e rivolgendo, anche a nome delle Commissioni qui riunite, i migliori auguri per le imminenti festività natalizie, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.20