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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Mercoledì 26 settembre 2018

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 26 settembre 2018.

  Ascari, Battelli, Benvenuto, Bitonci, Bonafede, Claudio Borghi, Brescia, Buffagni, Cappellacci, Cardinale, Carfagna, Carinelli, Castelli, Castiello, Ciprini, Cirielli, Colucci, Cominardi, Covolo, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Durigon, Fantinati, Ferraresi, Fioramonti, Gregorio Fontana, Lorenzo Fontana, Formentini, Fraccaro, Fugatti, Galizia, Galli, Gallinella, Gallo, Garavaglia, Gava, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgetti, Grande, Grillo, Guerini, Guidesi, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Losacco, Manzato, Micillo, Molinari, Molteni, Morelli, Morrone, Pastorino, Picchi, Quartapelle Procopio, Rampelli, Rixi, Rizzo, Romaniello, Ruocco, Scoma, Carlo Sibilia, Spadafora, Spadoni, Tofalo, Vacca, Valbusa, Valente, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 25 settembre 2018 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   CIRIELLI: «Modifiche all'articolo 527 del codice penale, in materia di atti osceni» (1190);
   CECCONI: «Introduzione dell'articolo 4-bis della legge 23 agosto 1988, n. 400, in materia di obbligo di comunicazione degli atti normativi approvati dal Consiglio dei ministri» (1191);
   NOVELLI: «Modifiche all'articolo 5 della legge 22 maggio 1975, n. 152, concernente il divieto dell'uso di indumenti o altri oggetti che impediscono l'identificazione nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, nonché introduzione degli articoli 612-ter e 612-quater del codice penale concernenti la costrizione all'occultamento del volto» (1192);
   LOLLOBRIGIDA ed altri: «Disposizioni per agevolare il recupero dei crediti in sofferenza e favorire e accelerare il ritorno in bonis del debitore ceduto» (1193);
   LIUZZI ed altri: «Disposizioni in materia di svolgimento contemporaneo di tutte le consultazioni elettorali in un unico giorno dell'anno e di durata degli organi elettivi regionali» (1194);
   PRESTIGIACOMO: «Disposizioni e delega al Governo per la riduzione della produzione e dell'immissione in commercio degli oggetti in plastica e per il contrasto dell'inquinamento ambientale derivante dall'abbandono di rifiuti in plastica» (1195).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di proposte di legge d'iniziativa regionale.

  In data 25 settembre 2018 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, la seguente proposta di legge:
   PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DEL VENETO: «Istituzione del servizio civile o militare obbligatorio» (1196).

  Sarà stampata e distribuita.

Modifica del titolo di proposte di legge.

  La proposta di legge n. 755, d'iniziativa dei deputati CARFAGNA ed altri, ha assunto il seguente titolo: «Concessione di un credito d'imposta in favore delle imprese per il riequilibrio dei tassi di occupazione maschile e femminile».

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:   

   VI Commissione (Finanze):
  OCCHIUTO ed altri: «Disposizioni per la definizione agevolata dei crediti non riscossi degli enti locali e per la cancellazione dei residui attivi di dubbia esigibilità dai loro bilanci» (1021) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e V.

   XII Commissione (Affari sociali):
  LABRIOLA ed altri: «Istituzione del Sistema di emergenza sanitaria territoriale “118”» (603) Parere delle Commissioni I, V e XI.

   XIII Commissione (Agricoltura):
  BRAMBILLA: «Modifiche all'articolo 842 del codice civile e alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, in materia di abolizione del diritto di accesso al fondo altrui per l'esercizio della caccia» (18) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII e XIV;
  BRAMBILLA: «Disposizioni concernenti l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza nei macelli e negli allevamenti» (28) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, XI, XII e XIV.

   Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):
  «Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici» (1189) Parere delle Commissioni III, V, VI, VIII, X, XI, XII e XIV.

   Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive):
  MURONI: «Istituzione di un contributo ecologico sulle emissioni di anidride carbonica e delega al Governo per la revisione del sistema tributario in base a principi di tutela dell'ambiente. Semplificazione e delega al Governo in materia di produzione, autoproduzione e impiego di energia da fonti rinnovabili» (415) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XI, XIII e XIV.

Assegnazione di proposta di inchiesta parlamentare a Commissione in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, la seguente proposta di inchiesta parlamentare è assegnata, in sede referente, alla sottoindicata Commissione permanente:

   Commissioni riunite II (Giustizia) e IX (Trasporti):
  BERGAMINI ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'utilizzo dei big data, su eventuali violazioni della disciplina per la protezione dei dati personali, nonché sulla manipolazione di dati conservati su piattaforme informatiche o comunque su supporto tecnologico e dei servizi telematici per la realizzazione di reti sociali virtuali» (Doc XXII, n. 3) – Parere delle Commissioni I, V e X.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 25 settembre 2018, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, la proposta modificata di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1093/2010 che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità bancaria europea), il regolamento (UE) n. 1094/2010 che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea delle assicurazioni e delle pensioni aziendali e professionali), il regolamento (UE) n. 1095/2010 che istituisce l'Autorità europea di vigilanza (Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati), il regolamento (UE) n. 345/2013 relativo ai fondi europei per il venture capital, il regolamento (UE) n. 346/2013 relativo ai fondi europei per l'imprenditoria sociale, il regolamento (UE) n. 600/2014 sui mercati degli strumenti finanziari, il regolamento (UE) 2015/760 relativo ai fondi di investimento europei a lungo termine, il regolamento (UE) 2016/1011 sugli indici usati come indici di riferimento negli strumenti finanziari e nei contratti finanziari o per misurare la performance di fondi di investimento, il regolamento (UE) 2017/1129 relativo al prospetto da pubblicare per l'offerta pubblica o l'ammissione alla negoziazione di titoli in un mercato regolamentato e la direttiva (UE) 2015/849 relativa alla prevenzione dell'uso del sistema finanziario a fini di riciclaggio o finanziamento del terrorismo (COM(2018) 646 final), che è assegnata, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alla VI Commissione (Finanze), con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 25 settembre 2018, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Ventinovesima relazione annuale sulla tutela degli interessi finanziari dell'Unione europea e sulla lotta contro la frode (2017) (COM(2018) 553 final);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio sul funzionamento generale dei controlli ufficiali effettuati negli Stati membri (2014-2016) per verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali (COM(2018) 627 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio europeo – Un'Europa che protegge – Un'iniziativa per estendere le competenze della Procura europea (EPPO) ai reati di terrorismo transfrontaliero – Contributo della Commissione europea all'incontro dei leader di Salisburgo del 19-20 settembre 2018 (COM(2018) 641 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, alla Banca centrale europea, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Rafforzare il quadro dell'Unione per la vigilanza prudenziale e antiriciclaggio degli istituti finanziari (COM(2018) 645 final).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

Intendimenti del Governo in merito alle modalità per pervenire alla revoca della concessione dell'Autostrada A10 (Genova-Ventimiglia) e in ordine alla scelta dei soggetti cui affidare la ricostruzione del ponte Morandi a Genova – 3-00193

   LUPI e COLUCCI. — Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. — Per sapere – premesso che:
   su Edilizia e Territorio de Il Sole 24 ore di venerdì 21 settembre 2018 è apparso un articolo che affermava che: «né Fincantieri né Italferr, le due società pubbliche cui il Governo vorrebbe far ricostruire il ponte di Genova andato in pezzi il 14 agosto 2018, hanno le capacità tecniche per realizzare un'infrastruttura di questo tipo. Non hanno cioè le “attestazioni soa”, strumento previsto dal nostro codice appalti per certificare la capacità di realizzare opere pubbliche (nelle diverse tipologie e importi), nello specifico non hanno la categoria OG3 “strade, ferrovie, ponti e viadotti”»;
   il Ministro interrogato ha più volte parlato di nazionalizzazione della A10 (Genova-Ventimiglia), nonostante questo tratto insista su una concessione unica di 3.000 chilometri e che la cessione di un breve tratto violerebbe la normativa europea sulla stabilità dei contratti, considerando anche che il tratto in questione è sottoposto a due concessioni, quella di Aspi appunto (per 45 chilometri da Genova a Savona) e quella dell'Autostrada dei Fiori (tratto Savona-Ventimiglia di 113 chilometri);
   sembra che nel decreto-legge su Genova e nelle dichiarazioni contraddittorie del Ministro interrogato si voglia affidare la soluzione al commissario, ma non si capisce con che strumenti e con quali indicazioni –:
   come intenda operare il Governo, visti i vincoli europei sulla normativa degli appalti, sancita con apposite direttive, per poter ottenere la revoca della concessione del tratto di autostrada di cui in premessa, tenendo altresì presente che dal punto di vista della ricostruzione del ponte di Genova le società Fincantieri e Italferr non hanno le attestazioni soa necessarie per effettuare la medesima ricostruzione.
(3-00193)


Iniziative volte a prevenire la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale, anche al fine di favorire le attività di contenimento delle specie selvatiche, in particolare dei cinghiali – 3-00194

   GOLINELLI, MOLINARI, ANDREUZZA, BADOLE, BASINI, BAZZARO, BELLACHIOMA, BELOTTI, BENVENUTO, BIANCHI, BILLI, BINELLI, BISA, BOLDI, BONIARDI, BORDONALI, CLAUDIO BORGHI, BUBISUTTI, CAFFARATTO, CANTALAMESSA, CAPARVI, CAPITANIO, VANESSA CATTOI, CAVANDOLI, CECCHETTI, CENTEMERO, CESTARI, COIN, COLLA, COLMELLERE, COMAROLI, COMENCINI, COVOLO, ANDREA CRIPPA, DARA, DE ANGELIS, DE MARTINI, D'ERAMO, DI MURO, DI SAN MARTINO LORENZATO DI IVREA, DONINA, FANTUZ, FERRARI, FOGLIANI, FORMENTINI, FOSCOLO, FRASSINI, FURGIUELE, GASTALDI, GERARDI, GIACCONE, GIACOMETTI, GIGLIO VIGNA, GOBBATO, GRIMOLDI, GUSMEROLI, IEZZI, INVERNIZZI, LATINI, LAZZARINI, LEGNAIOLI, LIUNI, LO MONTE, LOCATELLI, LOLINI, EVA LORENZONI, LUCCHINI, MACCANTI, MAGGIONI, MARCHETTI, MATURI, MORELLI, MOSCHIONI, MURELLI, ALESSANDRO PAGANO, PANIZZUT, PAOLINI, PAROLO, PATASSINI, PATELLI, PATERNOSTER, PETTAZZI, PIASTRA, POTENTI, PRETTO, RACCHELLA, RAFFAELLI, RIBOLLA, SALTAMARTINI, SASSO, SEGNANA, ALBERTO STEFANI, TARANTINO, TATEO, TIRAMANI, TOCCALINI, TOMASI, TOMBOLATO, TONELLI, TURRI, VALBUSA, VALLOTTO, VINCI, VIVIANI, ZANOTELLI, ZICCHIERI, ZIELLO, ZOFFILI e ZORDAN. – Al Ministro delle politiche agricole alimentari, forestali e del turismo. – Per sapere – premesso che:
   la peste suina africana è una malattia virale dei suini e dei cinghiali selvatici, solitamente letale e, nonostante sia una forma influenzale altamente virulenta, è innocua per l'uomo;
   i maiali e i cinghiali sani di solito vengono infettati principalmente tramite contatto con animali infetti, compreso il contatto tra suini, che pascolano all'aperto, e cinghiali selvatici. La circolazione di animali infetti e lo smaltimento illegale di carcasse sono le principali modalità di diffusione della malattia;
   i casi di peste suina africana sui cinghiali, registrati in Belgio, da ultimo quello del 21 settembre 2018, ha creato un allarme nel nostro Paese, dato l'elevato numero di cinghiali selvatici presenti sul territorio nazionale che possono accrescere i rischi di un arrivo in Italia dell'infezione, in qualsiasi momento;
   nel nostro Paese la presenza di cinghiali selvatici ormai è fuori controllo: si pensi che negli ultimi anni il numero dei cinghiali presenti in Italia è praticamente raddoppiato. Ne sono derivati un continuo incremento dei danni alle produzioni zoo-agro-forestali e ittiche, problematiche di ordine igienico-sanitario nonché crescenti impatti sulla circolazione stradale, con rischi elevati per la stessa incolumità umana;
   se l'infezione da peste suina africana dovesse propagarsi agli allevamenti italiani, ci sarebbero delle ricadute rilevanti in termini economici, in quanto nelle aziende si dovrebbe provvedere al sistematico e immediato abbattimento di tutti i suini presenti e al loro smaltimento; inoltre, ci sarebbero enormi ripercussioni sulle esportazioni di carni e lavorati, che verrebbero bloccate;
   non va trascurato il ruolo fondamentale che possono giocare i cacciatori per contrastare la diffusione del virus, in quanto un contenimento più efficace del cinghiale rappresenta anche una forma di ulteriore prevenzione contro la peste suina africana;
   è necessario tutelare il territorio dalla fauna selvatica; l'attività di contenimento effettuata dai cacciatori è necessaria per tutelare la sicurezza delle coltivazioni agricole e anche delle persone, visti gli ingenti danni generati dai cinghiali;
   la legge n. 157 del 1992 è da considerare non più adeguata a rispondere con efficacia alle attuali esigenze gestionali del patrimonio faunistico del Paese, profondamente mutato anche a causa dell'incremento, soprattutto di determinati ungulati quali, appunto, il cinghiale –:
   quali provvedimenti intenda adottare, anche per facilitare le attività di contenimento delle specie selvatiche, in particolare dei cinghiali, al fine di prevenire la diffusione della peste suina africana sul territorio nazionale, affinché il nostro Paese possa rimanere indenne al virus. (3-00194)


Iniziative volte a garantire la continuità nell'erogazione dei sussidi di disoccupazione di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 148 del 2015 – 3-00195

   EPIFANI e FORNARO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   a decorrere dal 23 settembre 2018 molte aziende si sono viste costrette a sospendere l'erogazione dei sussidi di disoccupazione di cui all'articolo 4 del decreto legislativo 14 settembre 2015, n. 148, avendo superato la durata massima prevista dallo stesso articolo per ciascuna unità produttiva;
   dal 24 settembre 2018 è pertanto subentrato il serio problema legato al contenimento del costo del lavoro nel caso di esuberi temporanei;
   con il precedente atto di sindacato ispettivo n. 3-00038 del 26 giugno 2018, i sottoscritti interrogavano in Assemblea il Ministro interrogato, sollecitandolo su eventuali iniziative di Governo volte al riordino degli ammortizzatori sociali, sottolineando contestualmente come l'attuale divisione per classi d'impresa degli ammortizzatori sociali determini di fatto un'ulteriore distinzione delle imprese italiane e dei lavoratori. Inoltre, il ricorso discrezionale alla deroga, consentito dall'attuale normativa, suggerirebbe che, in sede dell'annunciata e prossima revisione della cosiddetta legge Fornero, il tema della flessibilità della data di accesso al trattamento previdenziale venga indissolubilmente legato a quello della revisione del regime degli ammortizzatori sociali;
   inoltre, dalla laconica risposta ricevuta il 19 settembre 2018 presso la Commissione lavoro pubblico e privato della Camera dei deputati all'interrogazione a risposta immediata n. 5-00467 in merito all'imminente scadenza degli ammortizzatori sociali, presentata dal primo firmatario del presente atto di sindacato ispettivo, è apparsa evidente agli interroganti l'assoluta mancanza di volontà del Governo di voler risolvere definitivamente il problema i cui effetti, con il prolungarsi dei tempi burocratici in caso di crisi complesse o contratti di programma, e complice la normativa attuale, gravano inevitabilmente sui lavoratori –:
   quali siano state nel frattempo le iniziative messe in atto dal Governo al fine di fronteggiare la grave emergenza sociale determinatasi all'indomani della sopra richiamata scadenza del termine delle tutele di cui al citato decreto legislativo n. 148 del 2015, che ha lasciato prive di mezzi di sostentamento diverse migliaia di lavoratori. (3-00195)


Iniziative normative in merito al periodo transitorio relativo alla nuova normativa dei contratti a termine – 3-00196

   GRIBAUDO, SERRACCHIANI, CARLA CANTONE, LACARRA, LEPRI, ROMINA MURA, VISCOMI, ZAN, ENRICO BORGHI e FIANO. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   il 2 agosto 2018, nel corso della discussione alla Camera dei deputati sul disegno di legge di conversione del decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, il Ministro interrogato, alla richiesta di una norma di raccordo per il periodo transitorio sulla nuova normativa dei contratti a termine, ha espresso l'indicazione negativa del Governo affermando: «per noi va bene la norma così, ma allo stesso tempo utilizzeremo anche una circolare ministeriale e prendo l'impegno davanti al Parlamento per riuscire a chiarire ulteriormente i dubbi che sono emersi durante la discussione»;
   ad oggi tale impegno non è ancora stato onorato;
   a fronte del mancato coordinamento normativo, si distinguono ben cinque regimi diversi per i contratti a termine. Tre per i contratti in essere al 14 luglio 2018: scaduti prima della legge di conversione; scaduti dopo la legge di conversione ma prima del 31 ottobre 2018; che scadano dopo il 31 ottobre 2018. Uno per i contratti stipulati fra il 14 luglio 2018 e la legge di conversione; uno per quelli stipulati dopo la legge di conversione;
   tale diversificazione di regimi normativi ha spaventato le aziende rispetto al rischio di contenzioso che l'applicazione incerta di causali e nuovi costi sui rinnovi dei contratti avrebbe potuto comportare, causando il mancato rinnovo o proroga dei contratti stessi;
   nel periodo gennaio-giugno 2018 le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato sono aumentate di 84.000 unità (+58,7 per cento), segnale di una legislazione già favorevole a percorsi di stabilizzazione che il decreto-legge, riducendo da 36 a 12 mesi la possibilità di stipulare contratti acausali, nonché inserendo costi aggiuntivi e causali su rinnovi e proroghe, indebolisce fortemente, incentivando anzi un rapido turn over per i lavoratori a termine;
   a causa del decreto-legge 237 lavoratori della Flextronics di Trieste vedranno il loro contratto scadere senza possibilità di prosecuzione al 31 gennaio 2019; sono a rischio circa 700 lavoratori delle municipalizzate lombarde; i portalettere della provincia di Foggia sono già stati lasciati a casa da Poste italiane; sarebbero in totale 900.000 i lavoratori a termine in Italia che rischiano di veder estinguersi il loro rapporto di lavoro senza alcuna possibilità di stabilizzazione –:
   quali iniziative intenda adottare per contrastare la perdita di posti di lavoro e l'aumento del turn over causati dal decreto-legge 12 luglio 2018, n. 87, a tal fine anche emanando la circolare per il raccordo delle norme sui contratti a termine per il periodo transitorio, consentendo alle aziende di rinnovare e prorogare i contratti in essere al 14 luglio 2018 senza timore di possibile contenzioso. (3-00196)


Iniziative a favore dei lavoratori dello stabilimento di Figline Valdarno (Firenze) del gruppo Bekaert, anche con riferimento alla reintroduzione del ricorso alla cassa integrazione per cessazione – 3-00197

   MUGNAI e GELMINI. — Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. — Per sapere – premesso che:
   la proprietà della Bekaert group ha sempre confermato la strategicità del sito di Figline Valdarno (Firenze), i livelli occupazionali, gli investimenti e lo sviluppo di nuovi progetti. Ciononostante, ha avviato la procedura di licenziamenti collettivi per delocalizzare in Romania, senza alcun confronto preventivo e senza alcuna spiegazione, condannando alla disoccupazione 318 lavoratori;
   tale improvvisa decisione è stata oggetto di un nuovo confronto tenutosi al Ministero il 27 giugno 2018, al quale hanno partecipano le istituzioni nazionali e territoriali, nonché le organizzazioni sindacali, ma non i rappresentanti della Bekaert;
   il 30 luglio 2018 nell'incontro volto a risolvere le problematiche determinate dalla scelta della Bekaert, al quale hanno partecipato nuovamente la proprietà e le rappresentanze sindacali, si è data lettura del piano inviato dalla società al Ministero dello sviluppo economico, che prevedeva il mantenimento del sito attivo proseguendo le attività in esso svolte fino alla fine del 2018, nonché la promozione di progetti di reindustrializzazione presentati da terze parti, la messa a disposizione di un sistema di incentivazione all'esodo su base volontaria e l'eventuale proroga dei termini della procedura di licenziamento collettivo sino al 31 gennaio 2019;
   le organizzazioni sindacali, invece, chiedevano unitariamente la sospensione della procedura di mobilità;
   i rappresentanti della società hanno confermato l'indisponibilità ad accogliere la richiesta di sospensione della procedura di mobilità;
   nel corso dei tavoli svolti il Ministro interrogato si è impegnato a verificare il coinvolgimento di Pirelli, quale proprietà precedente e principale cliente di Bekaert;
   il 21 settembre 2018 si è tenuto presso il Ministero dello sviluppo economico un ulteriore tavolo di discussione della vicenda in argomento;
   a partire da lunedì 24 settembre 2018 189 mila lavoratori, tra cui 140 mila metalmeccanici, sono a rischio licenziamento per la scadenza degli ammortizzatori sociali (cassa integrazione per cessazione e contratti di solidarietà), non più rinnovabili a causa delle limitazioni imposte dal cosiddetto Jobs Act;
   il 10 agosto 2018 e poi il 14 settembre 2018 il Ministro interrogato ha annunciato l'adozione di un decreto-legge per reintrodurre il ricorso alla cassa integrazione per cessazione, ma ad oggi non si ha notizia in merito –:
   se e in quali tempi il Ministro interrogato intenda adottare il decreto richiamato, quali proposte di subentro vi siano per salvare il destino dei lavoratori dello stabilimento di Figline e se sia previsto il coinvolgimento di Pirelli. (3-00197)


Iniziative per rafforzare il contrasto alla contraffazione e per la tutela dei prodotti nazionali – 3-00198

   PAXIA, VALLASCAS, ALEMANNO, BERARDINI, CARABETTA, CASSESE, DE TOMA, PAPIRO, CAPPELLANI, GIARRIZZO, MASI, ORRICO, RIZZONE, SCANU, RACHELE SILVESTRI e SUT. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   il made in Italy è uno dei primi brand conosciuti ed apprezzati al mondo;
   si tratta di un marchio di un saper fare che distingue l'Italia agli occhi degli altri Paesi. Creatività e qualità sono le parole chiave;
   purtroppo i danni causati dalla contraffazione all'insieme delle capacità lavorative, espressione di un determinato prodotto made in Italy, sono incalcolabili e mettono in serio pericolo la competitività delle imprese italiane sui mercati internazionali;
   a livello sociale, infatti, i danni che le imprese subiscono a causa della contraffazione e della pirateria si riflettono anche sul numero dei posti di lavoro da esse offerti: 250.000 è la stima dei posti di lavoro persi negli ultimi 10 anni a livello mondiale, di cui 100.000 circa nella sola Unione europea;
   secondo i dati in possesso della Banca mondiale, il volume d'affari della contraffazione si aggirerebbe intorno ai 350 miliardi di euro, pari al prodotto interno lordo di 150 dei Paesi meno ricchi;
   il problema principale riguarderebbe, soprattutto, la minaccia proveniente dalla globalizzazione dei mercati;
   la causa principale di ciò risiederebbe nella mancata omogeneità tra le norme in materia vigenti all'interno di ciascun Paese, ognuno rimanendo fedele alle proprie leggi e alle proprie tradizioni, a scapito della possibilità di trovare un metodo comune e coordinato per affrontare in sinergia una seria battaglia contro il dilagare del fenomeno;
   la delocalizzazione di alcune o intere fasi del processo produttivo hanno portato ad un conseguente allungamento della filiera produttiva oltre i confini nazionali;
   lo stesso know how originario relativo alla produzione di un determinato bene oggi è condiviso da un numero sempre maggiore di individui, i quali sono in grado di realizzare merci del tutto identiche a quelle originali;
   in tale contesto il Governo dovrà adottare le azioni necessarie per porre l'Italia in una posizione competitiva rispetto allo sviluppo delle tecnologie come la blockchain;
   il gruppo M5S ha presentato una proposta di legge inerente alle modifiche al codice penale, al testo unico delle disposizioni legislative in materia doganale e altre disposizioni in materia di contrasto della contraffazione e del contrabbando, nonché delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle leggi in materia di tutela dei prodotti nazionali e l'istituzione del marchio «100 per cento made in Italy» –:
   quali iniziative intenda assumere per rafforzare le attività per il contrasto alla contraffazione e per la tutela dei prodotti nazionali. (3-00198)


Intendimenti del Governo in ordine alla disciplina dell'apertura degli esercizi commerciali nei giorni festivi – 3-00199

   LOLLOBRIGIDA, MELONI, ACQUAROLI, BELLUCCI, BUCALO, BUTTI, CARETTA, CIABURRO, CIRIELLI, CROSETTO, LUCA DE CARLO, DEIDDA, DELMASTRO DELLE VEDOVE, DONZELLI, FERRO, FIDANZA, FOTI, FRASSINETTI, GEMMATO, LUCASELLI, MASCHIO, MOLLICONE, MONTARULI, OSNATO, PRISCO, RIZZETTO, RAMPELLI, ROTELLI, SILVESTRONI, TRANCASSINI, VARCHI e ZUCCONI. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   in merito alla questione dell'apertura e chiusura domenicale di alcune tipologie di imprese commerciali, sono state avanzate diverse proposte, tra le quali alcune delle forze di maggioranza che, ad avviso degli interroganti, differiscono palesemente da quelli che appaiono essere gli orientamenti del Governo;
   il Ministro interrogato, ancor prima di ricoprire ruoli governativi, aveva annunciato la volontà di chiudere tutti gli esercizi commerciali nei giorni festivi, rimodulando successivamente l'annuncio, ma riconfermando l'idea di fondo;
   di recente, il Ministro interrogato ha definito la sua proposta una sorta di «chiusura a rotazione» degli esercizi commerciali, peraltro di difficile applicazione, che consentirebbe al 25 per cento degli stessi di restare aperto –:
   quali siano gli intendimenti del Governo sulla regolamentazione delle aperture e chiusure domenicali, ovvero se intenda promuovere un'iniziativa legislativa in merito e in quali tempi, consentendo sia una turnazione del lavoro prestato nelle domeniche, ma anche la sopravvivenza di tanti esercizi commerciali che vedono proprio in tali giorni realizzare gran parte del loro fatturato, ad esempio prevedendo forme contrattuali di assunzione anche ripristinando l'uso dei voucher. (3-00199)