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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Martedì 4 febbraio 2020

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 4 febbraio 2020.

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, De Micheli, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Fusacchia, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Marrocco, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Amitrano, Ascani, Azzolina, Battelli, Bazzaro, Benvenuto, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Brescia, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colletti, Davide Crippa, D'Incà, D'Uva, Dadone, Daga, De Micheli, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Dieni, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Fusacchia, Gallinella, Gallo, Gebhard, Gelmini, Giaccone, Giachetti, Giorgis, Grande, Grimoldi, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Lupi, Maggioni, Marrocco, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Morelli, Orrico, Parolo, Rampelli, Rizzo, Rosato, Ruocco, Paolo Russo, Saltamartini, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Spadoni, Speranza, Tasso, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi, Zoffili.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 3 febbraio 2020 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   CENNI e ANDREA ROMANO: «Disciplina della pesca ricreativa in mare e disposizioni per la salvaguardia della fauna ittica e dell'ecosistema marino» (2362);
   BOSCHI ed altri: «Istituzione della Giornata nazionale delle vittime di errori giudiziari» (2363).

  Saranno stampate e distribuite.

Ritiro di proposte di legge.

  In data 3 febbraio 2020 il deputato Giachetti ha comunicato, anche a nome del cofirmatario, di ritirare la seguente proposta di legge:
   GIACHETTI e MIGLIORE: «Istituzione della Giornata nazionale delle vittime di errori giudiziari» (2351).

  La proposta di legge sarà pertanto cancellata dall'ordine del giorno.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   II Commissione (Giustizia):
  LOCATELLI ed altri: «Modifiche al codice civile e al codice penale in materia di tutela della famiglia e dei minori, alla legge 4 maggio 1983, n. 184, in materia di affidamento dei minori, e al regio decreto-legge 20 luglio 1934, n. 1404, convertito, con modificazioni, dalla legge 27 maggio 1935, n. 835, in materia di incompatibilità dei componenti privati del tribunale per i minorenni, nonché istituzione dell'Osservatorio nazionale sulle comunità di tipo familiare» (2264) Parere delle Commissioni I, V, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  POTENTI ed altri: «Modifiche all'articolo 55 della legge 27 luglio 1978, n. 392, concernente la disciplina delle locazioni di immobili urbani, in materia di termine per il pagamento dei canoni scaduti» (2288) Parere delle Commissioni I e VIII;
  SIANI ed altri: «Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legge 21 aprile 2011, n. 62, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori» (2298) Parere delle Commissioni I, V, XII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
  PIGNATONE ed altri: «Modifiche alla tabella A allegata all'ordinamento giudiziario, di cui al regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, e altre disposizioni per lo spostamento del tribunale di Agrigento dal distretto della corte di appello di Palermo al distretto della corte di appello di Caltanissetta e la rideterminazione del circondario del tribunale di Sciacca» (2308) Parere delle Commissioni I, V e XI.
   XI Commissione (Lavoro):
  VARCHI ed altri: «Modifiche al testo unico delle norme in materia di pensioni di guerra, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 23 dicembre 1978, n. 915, e altre disposizioni in favore dei coniugi superstiti e degli orfani dei grandi invalidi di guerra, nonché estensione dei benefici ad altre categorie di grandi invalidi» (2292) Parere delle Commissioni I, IV, V e XII.
   XII Commissione (Affari sociali):
  COMENCINI ed altri: «Modifica all'articolo 8 della legge 21 ottobre 2005, n. 219, in materia di riconoscimento di contributi previdenziali figurativi per i donatori di sangue e di emocomponenti che si astengono dal lavoro per l'intera giornata in cui effettuano la donazione, e disposizioni concernenti il limite di età per i donatori» (2031) Parere delle Commissioni I, II, V, XI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, relativamente alle disposizioni in materia previdenziale) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   XIII Commissione (Agricoltura):
  PRESTIPINO: «Divieto dell'importazione e del commercio dei prodotti derivati dal canguro» (2297) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, X, XII e XIV.
   Commissioni riunite XI (Lavoro) e XII (Affari sociali):
  MURELLI ed altri: «Modifiche al decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 marzo 2019, n. 26, in materia di esclusione dei condannati per gravi delitti dal beneficio del reddito di cittadinanza» (2166) Parere delle Commissioni I, II e V.

Trasmissione dal Ministro per gli affari europei.

  Il Ministro per gli affari europei, con lettera in data 24 gennaio 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 13, comma 1, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020 (Doc. LXXXVI, n. 3).

Trasmissione dal Ministro dell'economia e delle finanze.

  Il Ministro dell'economia e delle finanze, con lettera in data 27 gennaio 2020, ha trasmesso l'aggiornamento per gli anni 2012-2017 della relazione sull'economia non osservata e sull'evasione fiscale e contributiva, predisposta ai sensi dell'articolo 10-bis.1, comma 3, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio), alla VI Commissione (Finanze) e alla XI Commissione (Lavoro).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 4 febbraio 2020, ha trasmesso il parere reso dalla Conferenza unificata, nella seduta del 29 gennaio 2020, sul disegno di legge recante «Conversione in legge del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, recante disposizioni urgenti in materia di proroga di termini legislativi, di organizzazione delle pubbliche amministrazioni, nonché di innovazione tecnologica» (atto Camera n. 2325).

  Questo parere è trasmesso alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla V Commissione (Bilancio).

Assegnazione del programma di lavoro della Commissione europea e della relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.

  La comunicazione recante il programma di lavoro della Commissione 2020 – Un'Unione più ambiziosa (COM(2020) 37 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 37 final – Annexes 1 to 5) e la relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nell'anno 2020 (Doc. LXXXVI, n. 3), annunciata in data odierna, sono assegnati, per l'esame generale, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) e, per l'esame delle parti di rispettiva competenza, a tutte le altre Commissioni permanenti nonché al Comitato per la legislazione.

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea

  La Commissione europea, in data 30 e 31 gennaio 2020 e 3 febbraio 2020, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   Proposta di decisione del Consiglio relativa al rinnovo dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la Comunità europea e il governo della Repubblica dell'India (COM(2020) 29 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa al rinnovo dell'accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra la Comunità europea e l'Ucraina (COM(2020) 32 final), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull'attuazione della direttiva 2000/53/CE relativa ai veicoli fuori uso per il periodo 2014-2017 (COM(2020) 33 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Fondo di solidarietà dell'Unione europea – Relazione annuale 2017 – 2018 (COM(2020) 34 final), corredata dai relativi allegati (COM(2020) 34 final – Annexes 1 to 2), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente).
   Raccomandazione di decisione del Consiglio che autorizza l'avvio dei negoziati di un nuovo partenariato con il Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord (COM(2020) 35 final), corredata dal relativo allegato (COM(2020) 35 final – Annex), che è assegnata in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

Richieste di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 gennaio 2020, ha trasmesso ai sensi dell'articolo 13 della legge 4 ottobre 2019, n. 117, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/410, che modifica la direttiva 2003/87/CE per sostenere una riduzione delle emissioni più efficace sotto il profilo dei costi e promuovere investimenti a favore di basse emissioni di carbonio, nonché adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2017/2392 relativo alle attività di trasporto aereo e alla decisione (UE) 2015/1814, relativa all'istituzione e al funzionamento di una riserva stabilizzatrice del mercato (156).
  Questa richiesta, in data 31 gennaio 2020, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'11 marzo 2020. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 20 febbraio 2020.
  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 gennaio 2020, ha trasmesso ai sensi dell'articolo 20 della legge 4 ottobre 2019, n. 117, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117 (157).
  Questa richiesta, in data 31 gennaio 2020, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla XII Commissione (Affari sociali) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'11 marzo 2020. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 20 febbraio 2020.
  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 31 gennaio 2020, ha trasmesso ai sensi dell'articolo 23 della legge 4 ottobre 2019, n. 117, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva (UE) 2018/844, che modifica la direttiva 2010/31/UE sulla prestazione energetica nell'edilizia e la direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica (158).
  Questa richiesta, in data 31 gennaio 2020, è stata assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla X Commissione (Attività produttive) nonché, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro l'11 marzo 2020. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 20 febbraio 2020.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZA E INTERROGAZIONI

Orientamenti in merito alla riapertura di un consolato generale con sede a Bastia, in Corsica – 3-00705

A) Interrogazione

   MOLLICONE. — Al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale. — Per sapere – premesso che:
   a seguito della ristrutturazione della rete all'estero, il consolato d'Italia a Bastia (Corsica) è stato soppresso il 31 ottobre 2007 dal Governo italiano;
   al suo posto è rimasto uno sportello consolare dipendente dal consolato generale di Marsiglia, che non sarebbe sufficiente ad aiutare e supportare i circa 7.000 cittadini italiani residenti in Corsica, oltre al gran numero di cittadini italiani che vi si recano per ragioni lavorative e turistiche –:
   se il Governo non intenda valutare la riapertura di un consolato generale con sede a Bastia, che, oltre alle attività amministrative di supporto, possa tornare a organizzare attività sociali e culturali che hanno sempre contrassegnato il forte legame Corsica-Italia. (3-00705)


Iniziative normative per evitare la partecipazione di cittadini stranieri non comunitari, titolari di permesso di soggiorno o beneficiari di protezione internazionale, ai concorsi pubblici per ruoli sensibili, con particolare riferimento agli agenti di pubblica sicurezza – 3-01276

B) Interrogazione

   VANESSA CATTOI, BINELLI, CAVANDOLI, CESTARI, GOLINELLI, VINCI, PIASTRA, TOMASI e TOMBOLATO. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   la normativa sul pubblico impiego prevede che i cittadini dell'Unione europea possano accedere a quei rapporti di lavoro pubblico che non comportano esercizio diretto o indiretto di pubblici poteri oppure che non risultano delicati in relazione alla tutela dell'interesse nazionale. In particolare, il requisito della cittadinanza italiana va sicuramente previsto in caso di funzioni che comportano l'elaborazione, la decisione, l'esecuzione di provvedimenti autorizzativi e coercitivi, oppure funzioni di controllo;
   tali norme trovano applicazione anche per i cittadini stranieri non comunitari, se titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, se rifugiati o se titolari della protezione sussidiaria, permettendo di adeguare l'ordinamento alle direttive dell'Unione europea, confermando al tempo stesso che lo straniero non può accedere a tutti i pubblici impieghi. Si tratta di una scelta, anche politica, che trova conferma nella legislazione in vigore, italiana e comunitaria, e che, come sostenuto anche dalla Corte di cassazione, non va intesa come discriminazione lesiva del principio d'uguaglianza, giacché non esiste un principio generale di ammissione dello straniero non comunitario al lavoro pubblico, come ribadito anche nel Trattato sul funzionamento dell'Unione europea e dalla legge italiana. Tanto meno viene impedito il diritto allo straniero di lavorare in assoluto. Si tratta di restrizioni che hanno un fondamento giuridico;
   la Costituzione garantisce il diritto al lavoro, ammettendo però che, per alcune attività, sia legittimo fissare condizioni e requisiti di accesso restrittivi (di età, di studio, di esperienza e altro). Come appunto stabilisce anche in riferimento al pubblico impiego, dove, da un lato ne prescrive espressamente l'accesso mediante concorso, salvo alcune eccezioni previste dalla legge, ed impone agli impiegati di prestare il loro servizio in forma esclusiva alla Nazione e, dall'altro, riconosce implicitamente che negli impieghi pubblici ci siano interessi dello Stato o della collettività tali da giustificare la «preferenza» per i cittadini italiani rispetto ai comunitari e agli extracomunitari. Ciò in base alle particolarità e alla delicatezza del lavoro da compiere;
   recentemente nei comuni di Ala e delle Valli del Reno, Lavino e Samoggia sono stati banditi concorsi per agenti di polizia municipale aperti a cittadini stranieri non comunitari, titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, rifugiati o titolari della protezione sussidiaria –:
   se i Ministri interrogati siano a conoscenza della situazione di cui in premessa e se, alla luce delle criticità sopra richiamate, non intendano assumere iniziative normative al fine di evitare che vengano predisposti concorsi pubblici, per ruoli particolarmente sensibili, come, ad esempio, quelli degli agenti di pubblica sicurezza, aperti a cittadini stranieri non comunitari, titolari di un permesso di soggiorno di lungo periodo, rifugiati o titolari della protezione sussidiaria. (3-01276)


Iniziative volte a promuovere le verifiche di competenza in relazione al conferimento dell'incarico di comandante della polizia locale del comune di Milano – 3-01277

C) Interrogazione

   IEZZI. — Al Ministro per la pubblica amministrazione, al Ministro dell'economia e delle finanze, al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che:
   in data 11 settembre 2017, il comune di Milano ha proceduto all'assunzione diretta del comandante della polizia locale, eludendo le norme che prevedono in via obbligatoria l'adozione di procedure concorsuali per l'assunzione di dirigenti a tempo determinato, nonché quelle che prevedono requisiti tassativi per occupare detti ruoli;
   secondo quanto riportato dalla stampa la persona assunta, dipendente del Ministero dell'interno per i ruoli della Polizia di Stato, non avrebbe posseduto (e non possederebbe tuttora) i requisiti minimi per occupare tale ruolo, in quanto l'articolo 40 del regolamento degli uffici e dei servizi del comune interessato prevede che, per l'assunzione di ruoli apicali di dirigenza, i candidati debbano aver maturato un'esperienza dirigenziale pregressa di almeno cinque anni;
   il neo comandante della polizia locale, in particolare, all'atto dell'assunzione era dirigente solo da pochi mesi;
   la procedura adottata contrasta palesemente con quanto sancito dalla Corte dei conti, sezione centrale del controllo di legittimità sugli atti del Governo e delle amministrazioni dello Stato, che con deliberazione n. SCCLEG/2/2016/PREV del 5 febbraio 2016 ha stabilito l'illegittimità dei conferimenti effettuati senza il rispetto delle forme regolamentari di pubblicità dei posti vacanti e in assenza delle procedure valutative che hanno lo scopo «di contemperare sia l'interesse dell'amministrazione ad attribuire il posto al più idoneo in ossequio al principio del buon andamento, sia ad assicurare la parità di trattamento e le legittime aspirazioni degli interessati»;
   neanche l'urgenza di provvedere giustifica il mancato avvio di procedure selettive, poiché l'amministrazione per non creare forme di discriminazione deve «mettere senza indugio a disposizione dei dirigenti tutti i posti vacanti allorquando si rendano disponibili, riservandosi di effettuare una valutazione ponderata tra coloro che hanno manifestato l'interesse a ricoprirli attraverso la specifica procedura selettiva»;
   l'Autorità nazionale anticorruzione (Anac), dal canto suo, ha evidenziato che il conferimento di incarichi a tempo determinato comporta precisi rischi, quali la previsione di requisiti di accesso personalizzati, l'insufficienza di meccanismi oggettivi e trasparenti idonei a verificare il possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti per la posizione da ricoprire, in modo da consentire il reclutamento di candidati particolari, l'inosservanza delle norme procedurali in tema di trasparenza ed imparzialità della selezione, nonché la motivazione generica e tautologica circa la sussistenza dei presupposti di legge per il conferimento di incarichi professionali tale da agevolare soggetti particolari, che riguardano certamente anche il conferimento di incarichi dirigenziali ai sensi dell'articolo 110 del testo unico sull'ordinamento degli enti locali;
   infine, ai sensi dell'articolo 19 del decreto legislativo n. 165 del 2001, che richiama i principi di imparzialità di ordine costituzionale, le selezioni non sono solo obbligatorie, ma devono essere basate su criteri previamente resi noti agli interessati, al fine di garantire che tali valutazioni siano fondate su fatti obiettivi e verificabili ed evitare un contenzioso che rallenti l'azione amministrativa;
   da tempo il giudice amministrativo (si confronti il tribunale amministrativo regionale dell'Umbria, sezione prima, n. 192 del 30 aprile 2015) considera vincolante in materia, ai fini della legittimità dell'azione pubblica, il ricorso a procedure selettive definite para-concorsuali –:
   se il Governo intenda valutare se sussistono i presupposti per promuovere, per quanto di competenza, una verifica da parte dell'ispettorato della funzione pubblica e dei servizi ispettivi di finanza pubblica in relazione alle anomalie descritte in premessa. (3-01277)


Iniziative volte a favorire la ripresa produttiva nel sito di Portovesme e a ridurre il costo dell'energia in Sardegna, per il rilancio del settore industriale nella regione – 2-00531

D) Interpellanza

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   lo stabilimento industriale per la produzione di alluminio di Portovesme (Sud Sardegna), dopo la cessione da parte dell’Alcoa, è attualmente oggetto di un piano di rilancio condiviso tra le istituzioni e il nuovo proprietario, la Sider Alloys;
   per la completa realizzazione delle azioni previste è di vitale importanza lo scioglimento di uno dei nodi più rilevanti: quello relativo alla definizione del costo dell'energia;
   l'ultimo decreto riguardante il prezzo dell'energia è stato emanato il 3 settembre 2019;
   a distanza di quasi tre mesi ancora non è ancora stato definito il prezzo, né è stato firmato alcun contratto, né è stato fissato il valore della interrompibilità;
   ancora risultano indefiniti, altresì, gli oneri di sistema;
   in seguito a questi ritardi l'azienda subentrata all’Alcoa si trova dinanzi a un quadro di incertezza, che di fatto impedisce una programmazione degli investimenti in linea con i piani precedentemente approvati e che, se dovesse protrarsi ancora nel tempo, rischia di pregiudicare l'intera operazione di rilancio del polo industriale di Portovesme;
   tale situazione di incertezza rischia di incidere anche sulla situazione lavorativa delle oltre 135 unità lavorative già presenti nello stesso stabilimento e mette a rischio l'obiettivo di arrivare a oltre 600 occupati;
   peraltro, il 31 dicembre 2019 scade l'ultima tranche per le aree di crisi complessa sugli ammortizzatori sociali in deroga: in Sardegna oltre 750 lavoratori, contando anche l'area di Porto Torres, rischiano di trovarsi senza sostegno;
   occorre un'azione rapida e corale di tutte le istituzioni coinvolte affinché gli operai, le loro famiglie e un intero territorio non passino dal sogno di una ripresa produttiva e lavorativa all'incubo di una nuova vertenza industriale;
   è necessario e improcrastinabile un intervento del Governo, adeguato alla dimensione nazionale della questione: infatti, non si tratta solo di evitare una nuova catastrofe sociale in un territorio che più di altri ha patito gli effetti della crisi economica, ma di rilanciare un settore strategico per l'economia nazionale come l'alluminio; è sufficiente ricordare che l'Italia ogni anno ha un fabbisogno di oltre un milione e mezzo di tonnellate –:
   se il Governo intenda aprire immediatamente un tavolo di crisi, che veda la partecipazione della Regione autonoma della Sardegna, dell'azienda, delle organizzazioni sindacali e di Invitalia, al fine di condividere le azioni necessarie a garantire l'avvio in tempi certi della produzione nello stabilimento di Portovesme;
   se il Governo intenda porre in essere tutte le iniziative necessarie ad abbattere il costo dell'energia sia per risolvere il caso del polo industriale di Portovesme, sia per consentire alla Sardegna di aprire una prospettiva per il settore industriale che permetta di investire nell'isola e di poterlo fare a pari condizioni con le altre regioni nazionali ed europee.
(2-00531) «Cappellacci».


Iniziative di competenza, anche normative, in relazione alla definizione del valore di cessione delle reti di distribuzione del gas di proprietà pubblica – 3-01001

E) Interrogazione

   COVOLO. — Al Ministro dello sviluppo economico. — Per sapere – premesso che:
   la vendita delle reti gas di proprietà pubblica rappresenta un tema di primaria importanza nell'attuale panorama delle gare d'ambito per l'affidamento del servizio di distribuzione del gas. Tali reti rientrano infatti nel cosiddetto patrimonio indisponibile di cui all'articolo 826 del codice civile e, per questo, tali beni «non possono essere sottratti alla loro destinazione, se non nei modi stabiliti dalle leggi che li riguardano». Questa previsione normativa non impedisce, quindi, che le reti possano essere oggetto di negozi giuridici (tra i quali la compravendita), ma vieta solo di sottrarli alla funzione pubblica a cui sono destinati;
   ad oggi, però, i soggetti preposti non riconoscono la possibilità di cessioni delle reti pubbliche al valore industriale residuo nella gara d'ambito, anzi in risposta ad una frequently asked questions (faq) posta da Anci Lombardia, il Ministero dello sviluppo economico confermava l'interpretazione secondo cui la cessione da parte dell'ente locale dovesse avvenire a valori di regolatory asset base (rab). Tale posizione è stata ampiamente contestata, in quanto, a detta dei comuni, determina una disparità di trattamento non giustificata dal carattere pubblico del soggetto alienante;
   nella maggior parte dei casi lo scostamento tra valore di rimborso e valore dei cespiti ai fini regolatori (rab) supera di molto la percentuale fissata dall'articolo 16 del decreto-legge n. 145 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 9 del 2014, quale soglia oltre la quale scatta la verifica della documentazione sul rimborso al gestore uscente da parte dell'Arera (10 per cento). Ciò provoca diversi ritardi a causa della copiosa documentazione tecnica da visionare e delle richieste integrative da parte dell'Autorità. Inoltre, molte rab comunali sono «depresse» o stabilite d'ufficio e si crea, quindi, il problema dell'incertezza del valore che dà luogo al riconoscimento tariffario dell'Autorità;
   di fatto, il Ministero ha scelto di comparare due grandezze disomogenee difficilmente confrontabili che, evidentemente, risentono della situazione estremamente difforme ante-riforma con molte reti comunali non rivalutate. Ciò avveniva anche a causa della base di calcolo degli oneri comunali che non si basava, come nelle gare, sul capitale investito netto riconosciuto a fini tariffari, ma prevedeva la corresponsione di una percentuale del Vrd/Vrt. In questo senso occorre un maggiore dialogo tra Arera e comuni, che hanno obblighi nuovi di contabilizzazione del valore patrimoniale dei cespiti inerenti alle reti e agli impianti del gas solo a partire dall'attuazione del decreto legislativo n. 118 del 2011 –:
   se e quali iniziative di competenza, anche normative, intenda adottare per risolvere il problema della corretta valorizzazione delle reti di proprietà pubblica ai fini della possibile vendita e per semplificare le procedure inerenti alle verifiche sul differenziale fra Vir e Rab superiore al 10 per cento, affinché l'esigenza di maggior tutela degli utenti e il relativo onere economico non gravino su un'unica categoria di alienanti delle reti rappresentata dai comuni. (3-01001)


Elementi e iniziative di competenza in merito alla proiezione del film «L'uomo che volle vivere 120 anni», incentrato sul regime alimentare previsto dal cosiddetto metodo Life 120 – 3-00990

F) Interrogazione

   DONZELLI. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che:
   Adriano Panzironi diffonde teorie mediche senza essere medico e suggerisce diete senza essere un nutrizionista: è solo un giornalista, che tra l'altro risulta attualmente sospeso dall'ordine del Lazio. Il suo metodo « Life 120» senza alcuna base di risoluzione di problemi di salute anche gravi ed è già stato fatto oggetto di provvedimenti di vario genere da parte dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Sul caso è intervenuta, contro la diffusione di informazioni fuorvianti, lo stesso Ministro della salute pro tempore Giulia Grillo. La gravità della situazione e già stata portata all'attenzione con le interrogazioni 3-00017 (con relativa risposta), 4-01282, 3-00341, 3-00660, 3-00788 e 4-03185. L'interrogante ha più volte sollecitato un intervento da parte del Governo per impedire la messa in onda dei programmi sui canali tv. La società « Life 120», di proprietà di Adriano Panzironi e del fratello Roberto, fra le altre cose si occupa della commercializzazione degli integratori che aiuterebbero nella pratica del «metodo Panzironi». Il 30 giugno 2019 si è tenuto al Palazzetto dello sport di Roma il « Life 120 day», giornata dedicata al metodo, che ha radunato migliaia di persone. L'8 ottobre 2019 uscirà nelle sale cinematografiche il film «L'uomo che volle vivere 120 anni», sulla storia di Adriano Panzironi, che sarà proiettato in tutta Italia l'8 e il 9 ottobre 2019 –:
   se il Governo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa e dei contenuti del film «L'uomo che volle vivere 120 anni»;
   se la questione della proiezione del suddetto film sia stata sottoposta alla preposta «Commissione per la revisione cinematografica» del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo e quale orientamento sia stato espresso dall'organismo, posto che appare inopportuno e pericoloso l'utilizzo di un ulteriore strumento che diffonde, attraverso il mezzo cinematografico, un messaggio sbagliato e fuorviante nell'ottica della tutela della salute dei cittadini;
   se e quali ulteriori iniziative di competenza si intendano assumere al riguardo.
(3-00990)


Iniziative di competenza volte a tutelare la pavimentazione in marmi policromi dell'area del Foro Italico di Roma – 3-01139

G) Interrogazione

   MOLLICONE, FRASSINETTI, PRISCO e CARETTA. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   la pavimentazione in marmi policromi del viale che conduce dall'obelisco verso lo stadio Olimpico di Roma è un'area di oltre 7 mila metri quadrati con mosaici che sono stati realizzati tra il 1934 e il 1938, su bozzetti dei maggiori artisti del Novecento come Giulio Rosso e Gino Severini, della scuola mosaicisti del Friuli Venezia Giulia;
   per il pregio architettonico e artistico si tratta di un'area vincolata e tutelata dalla soprintendenza capitolina, la quale però ha dichiarato che: «Di questo passo scompariranno»;
   la stessa area svolge anche la funzione di snodo per centinaia di migliaia di spettatori che si recano al Parco del Foro Italico, allo stadio Olimpico, dei Marmi, del tennis e del nuoto e il transito non può essere impedito anche per ragioni di sicurezza e il flusso dei visitatori è tale che, a prescindere da atti vandalici, i mosaici sono sottoposti a continue sollecitazioni;
   nel 2016 il presidente del Coni Malagò ha proposto di restaurare i mosaici con i fondi provenienti dalla candidatura alle Olimpiadi di Roma 2024, ma tutto è finito con la decisione del comune di Roma di rinunciare; dal 2019, con la riforma del settore, la responsabilità dell'area è passata a «Sport e salute», ente istituzionale e società per azioni partecipata che, interpellata, non ha ancora sciolto i dubbi sull'area –:
   quali iniziative urgenti di competenza il Governo intenda intraprendere per tutelare e salvaguardare l'area dei mosaici del Foro Italico di Roma. (3-01139)


Elementi e iniziative in relazione alle risorse destinate agli scavi archeologici di Castellammare di Stabia – 3-01176

H) Interrogazione

   DI LAURO. — Al Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, al Ministro dell'economia e delle finanze. — Per sapere – premesso che:
   gli scavi archeologici di Castellammare di Stabia, meno noti rispetto agli scavi di Pompei ed Ercolano, sono di notevole interesse storico, artistico e culturale e registrano ogni anno decine di migliaia di visitatori;
   il sito presenta oggi la più grande concentrazione di ville marittime romane ben conservate di tutto il Mediterraneo, per la maggior parte costruite fra l'89 avanti Cristo e l'eruzione del 79 dopo Cristo e appartenute a personaggi di rango signorile, probabilmente senatori, che hanno gestito le sorti di Roma nel passaggio dalla tarda età repubblicana all'età imperiale: per tale ragione il recupero totale e lo studio del sito sono di fondamentale importanza archeologica per ricostruire un momento importante della storia romana;
   il dossier redatto dal Parco archeologico di Pompei, datato 18 maggio 2018, mostra il progressivo degrado del contesto ambientale della Collina di Varano, ove sorgono gli scavi: da una parte, l'attività antropica nella collina riguarda ormai una serie di indifferenziate attività diffuse, dall'altra parte, come dimostrato dai documenti redatti dall'autorità di bacino Campania centrale, l'area presenta allarmanti valori in relazione al rischio di frane e al rischio idraulico;
   attualmente l'area si estende su circa 1.000.000 di metri quadrati ed è abitata da oltre 5.000 residenti, ai quali vanno aggiunte le presenze quotidiane di clienti di bar, ristoranti, alberghi e attività commerciali;
   ciò mostra il degrado ambientale e urbano in cui versa la zona archeologica dell'antica Stabiae, con rischi evidenti di danneggiamento continuo alle strutture archeologiche sepolte;
   importante potrebbe risultare l'opera di perimetrazione materiale della Collina di Varano, al fine di creare un parco archeologico dai confini ben delimitati, sulla base di quanto già è avvenuto per il sito di Pompei: in tal modo, si creerebbe un vero e proprio parco, ove consentire l'apertura di cantieri di studio e scavo archeologico, su cui poter poi pianificare uno sviluppo di attività economiche, sociali e culturali;
   infatti, i potenziali risvolti economici sono particolarmente ampi, anche grazie alla favorevole collocazione geografica, essendo l'area incastonata tra Napoli, il Vesuvio e Pompei, da una parte, e la penisola sorrentina, il parco regionale dei Monti Lattari e l'area metropolitana salernitana, dall'altra parte;
   inoltre, la città gode di una favorevole rete infrastrutturale, nonostante alcuni innegabili criticità: due linee ferrate con le relative fermate presso la città (Circumvesuviana e Ferrovie dello Stato), l'autostrada E45/A3, con la relativa uscita «Castellammare di Stabia» e la strada statale 145 «Sorrentina»; due approdi portuali (porto di Castellammare di Stabia e l'approdo privato di Marina di Stabia); il vicino aeroporto internazionale di Napoli-Capodichino;
   una giusta valorizzazione del patrimonio archeologico di Castellammare di Stabia, assieme a investimenti nelle eccellenze agricole e industriali locali, fornirebbe sicuramente un importante fattore di attrazione dei flussi turistici, con conseguenti benefici economici e sociali per tutta l'area –:
   quali risorse siano state assegnate o programmate per gli scavi di Castellammare di Stabia;
   quali iniziative di competenza il Governo intenda intraprendere al fine di garantire la massima trasparenza e pubblicità nell'assegnazione di tali fondi.
(3-01176)


MOZIONI IANARO, CECCANTI, DE FILIPPO, ROSTAN, IEZZI, BAGNASCO ED ALTRI N. 1-00193 (ULTERIORE NUOVA FORMULAZIONE), IANARO, CECCANTI, DE FILIPPO, ROSTAN, IEZZI ED ALTRI N. 1-00193 (NUOVA FORMULAZIONE), BAGNASCO ED ALTRI N. 1-00321 E MELONI ED ALTRI N. 1-00322 CONCERNENTI INIZIATIVE VOLTE A PREVENIRE E CONTRASTARE IL FENOMENO DELLA DIFFUSIONE DELL'UTILIZZO DEL FENTANYL E DI FARMACI SIMILARI

Mozioni

   La Camera,
   premesso che:
    il fentanyl è un farmaco antalgico prodotto sin dai primi anni ’60;
    esso si assume tramite cerotti, pastiglie transmucosali o solo in ambiente ospedaliero, tramite infusione venosa. In sintesi esso è commercializzato per via transdermica, per via parenterale e per via transmucosale. Nella formulazione trasmucosale a veloce rilascio è utilizzato per il trattamento del dolore episodico intenso in pazienti affetti da patologie neoplastiche che sono già in terapia con altri oppioidi. La formulazione trasdermica, a lento rilascio, è prescritta per il trattamento del dolore oncologico e non, di base. Il farmaco ad uso antalgico, esclusivamente su prescrizione medica, costituisce uno dei farmaci rilevanti per il trattamento del dolore che l'Organizzazione mondiale della sanità ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento dei tumori avanzati. Il nostro Paese ha impiegato anni di battaglie per promuovere il concetto e la pratica della cura «senza dolore»; a livello del sistema nervoso centrale, si lega ai recettori degli oppiacei, localizzati lungo le vie del dolore dell'organismo, producendo un'azione analgesica. Quando questi recettori sono stimolati dalla sostanza, si ottiene una riduzione della trasmissione del dolore e tra gli effetti degli oppiacei ci può essere un obnubilamento ed una disforia;
    in quanto agonista puro, il fentanyl ha un effetto simile a quello degli altri oppioidi maggiori, e quindi anche a quello dell'eroina. In particolare, le formulazioni a veloce rilascio, pensate e predisposte proprio per rispondere a dolori improvvisi, data la velocità con cui l'effetto viene percepito, circa 2-3 minuti, possono simulare il «flash» ricercato dai tossicodipendenti. Ciò si deve al fatto che il fentanyl supera velocemente la barriera ematoencefalica in virtù della sua elevata liposolubilità, raggiungendo immediatamente il cervello. Per queste caratteristiche, il farmaco, nelle sole formulazioni a pronto rilascio, si presta ad essere imprudentemente abusato dai tossicomani. Per le stesse ragioni, il fentanyl può essere aggiunto all'eroina per aumentarne la potenza;
    alcuni report segnalano che negli Stati Uniti, a partire dalla metà degli anni ’90, ne è iniziato il consumo anche come droga;
    il fentanyl è molto più potente della morfina e, se utilizzato impropriamente a scopo voluttuario, può provocare allucinazioni accompagnate da uno stato di benessere che può portare il consumatore alla dipendenza dalla sostanza. È molto diffìcile per un tossicodipendente dosare la quantità giusta da utilizzare senza rischiare la vita;
    il farmaco a veloce rilascio è utilizzato esclusivamente per le cure palliative oncologiche, come indicato dalle norme vigenti in materia di prescrizione, e per il dolore nelle patologie anche non oncologiche nella formulazione a lento rilascio. Come ogni farmaco va dosato correttamente e da persone esperte. A voler ben vedere anche l'insulina se usata scorrettamente può uccidere: un monitoraggio sulla somministrazione e il buon senso nell'utilizzo sono elementi indispensabili ad evitare effetti nocivi, come, del resto, per tutti i farmaci neuromodulatori, come le benzodiazepine e i neurolettici;
    alcuni dati mostrano che i cerotti, che consentono appunto il rilascio transdermico, vengono venduti del mercato nero come droga; hanno una notevole richiesta, perché sono venduti a un prezzo conveniente rispetto all'eroina. Resta da comprendere come la sostanza contenuta nel cerotto possa essere estratta e riformulata per uso voluttuario, visto che la formulazione transdermica provoca veloce rilascio e quindi il ricercato «flash». È quindi una sostanza più ambita dai trafficanti rispetto all'eroina, perché il prezzo medio di un grammo è pari a circa 40 euro;
    si stima che la sempre più diffusa vendita illegale di farmaci oppioidi abbia prodotto un netto incremento delle morti per overdose: nel 2016 sono stati accertati oltre 42.000 casi di decessi negli Stati Uniti e circa 8.000 in Europa. Certamente il dato Usa è altra cosa rispetto a quello italiano, ma va considerato come alert. In Europa, nel 2015, le morti causate dalla sua assunzione per scopi non curativi sono state identificate in circa 7.500, facendo registrare un andamento crescente dei decessi collegati all'uso di oppioidi;
    poiché, in genere, gli Stati Uniti mostrano in anticipo gli andamenti nell'uso di droghe che approdano dopo poco in Europa, è utile fare una panoramica del fenomeno in atto. Negli Usa, nel momento in cui gli oppioidi da prescrizione hanno iniziato a diventare troppo difficili o troppo costosi da procurarsi, le persone che ne sono dipendenti hanno iniziato a rivolgersi all'eroina, un cambiamento che ha creato un'epidemia. Attualmente questo oppiaceo sta aumentando nell'uso come droga voluttuaria e, quindi, aumentano i casi di abuso, secondo quanto riportato dalla Drag enforcement administration (Dea);
    si stima che il giro di affari sia enorme, non solo per i guadagni derivanti dalla vendita, ma anche perché consente il riciclaggio di denaro sporco. Si consideri che un chilogrammo di fentanyl comprato in Cina costa 3.800 dollari, ma rende circa 30 milioni di dollari, un'enormità se comparata al traffico illegale di eroina, poiché, quest'ultima, si acquista al costo di 50.000 dollari ma rende «solo» 200.000 dollari;
    il fentanyl non è intrinsecamente più pericoloso rispetto ad altri oppioidi se assunto come farmaco, sotto attento controllo medico, ma il discorso cambia quando viene dosato dagli spacciatori e venduto ai tossicodipendenti anche in virtù della potenza del farmaco;
    in Europa, in un rapporto congiunto dell'Osservatorio sulle tossicodipendenze e di Europol, del giugno 2018, in materia di allerta precoce ha rivelato che, dal 2012, sono stati individuati nel mercato europeo della droga 28 nuove tipologie di fentanyl;
    nel rapporto si afferma che la maggior parte dei nuovi fentanyl arrivano in Europa dalla Cina, mentre solo occasionalmente è stata segnalata la produzione di tale sostanza in laboratori illeciti siti in Europa; il rapporto precisa che la produzione di tali sostanze è un processo relativamente semplice e la situazione è sfruttata da gruppi criminali. I fentanyl vengono generalmente spediti in Europa tramite servizi postali, successivamente sono venduti come sostituti legali di oppioidi illeciti o mescolati con eroina all'insaputa dei consumatori; occasionalmente sono anche usati per produrre medicine contraffatte. L'attuale sistema di controllo globale delle droghe si basa su tre Convenzioni internazionali: la Convenzione singola sulle droghe narcotiche del 1961 (così come emendata dal Protocollo del 1972), la Convenzione delle sostanze psicotrope del 1971 e la Convenzione contro il traffico illecito di droghe narcotiche e sostanze psicotrope del 1988;
    dal 2015 l'Osservatorio europeo sulle tossicodipendenze ed Europol hanno condotto otto indagini congiunte sulle seguenti sostanze: acetylfentanyl, acryloylfentanyl, furanylfentanyl, 4-fluoroisobutyrylfentanyl, tetrahydrofuranylfentanyl, carfentanyl, methoxyacetylfentanyl e cyclopropylfentanyl. Tutte insieme considerate, secondo le due agenzie, avrebbero causato più di 250 morti, molte delle quali attribuibili direttamente al fentanyl. Cinque tra queste sostanze sono diventate formalmente oggetto di valutazione di rischio, mentre nel 2017 il methoxyacetylfentanyl e il cyclopropylfentanyl sono state valutate nell'ambito del sistema di allerta precoce; l’acriloilfentanyl e il furanilfentanyl sono stati sottoposti a misure di controllo a livello europeo a causa dei rischi che potrebbero arrecare;
    il comitato scientifico, integrato dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, riunito in sessione straordinaria il 21 marzo 2018, ha redatto relazioni di valutazione dei rischi sulle nuove sostanze psicoattive N-fenil-N-[1 -(2-feniletil) piperidin-4-il] ciclopropancarbossiammide («ciclopropilfentanyl») e 2-metossi-N-fenil-N-[1 -(2-feniletil) piperidin-4-il] acetammide («metossiacetilfentanyl»). Tali relazioni sono state successivamente presentate alla Commissione europea e al Consiglio il 23 marzo 2018. In seguito, il Consiglio, su proposta della Commissione europea, ha approvato la decisione (UE) 2018/1463 del 28 settembre 2018, con la quale tali sostanze sono assoggettate a misure di controllo in tutta l'Unione europea;
    nella relazione europea sulla droga 2018, stilata dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), di fentanyl si parla con attenzione e preoccupazione. Lo studio specifica che in Europa il mercato delle droghe vede l'incremento di quello degli oppiacei in generale, soprattutto di eroina, tanto che è tornato ad essere quello più diffuso. Questo tipo di sostanze è stato rinvenuto nell'84 per cento dei casi di overdose mortali. I decessi correlati all'eroina sono in aumento, specie nel Regno Unito, dove gli oppiacei sono responsabili dell'87 per cento delle morti per overdose. Dal 2012 al 2015 in Francia la percentuale di overdose letali causate dall'eroina è raddoppiata, attestandosi sul 30 per cento;
    nella relazione dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze si legge che «varie fonti suggeriscono un abuso crescente di oppiacei sintetici legali», tra i quali rientra anche il fentanyl; l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze sostiene che, nonostante in Europa non esista ancora una crisi degli oppioidi paragonabile per portata a quella in atto negli Stati Uniti, «i decessi e i casi di overdose non mortali associati al fentanyl e ai derivati del fentanyl non controllati evidenziano la necessità di una vigilanza continua». Anche perché, pur rappresentando una piccola parte del totale, i sequestri di fentanyl e di suoi derivati sono in crescita. Così come sono in crescita le varietà di fentanyl: dal 2009 ne sono state individuate 38 di nuove in Europa, di cui 13 segnalate per la prima volta nel 2017;
    per quanto riguarda la diffusione tra i tossicodipendenti, il primo vero mercato europeo del fentanyl è stata l'Estonia. In un suo rapporto, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha sostenuto che la crisi delle overdose in questo Paese ha raggiunto l'apice nel 2012, con 170 morti provocate per la maggior parte da fentanyl e farmaci analoghi. In Estonia il fentanyl è l'oppioide consumato con maggiore frequenza nelle strade, mentre l'eroina sembra quasi non esistere. Il perché di questa assenza non è chiaro. Uno studio del 2015 sulla diffusione dei fentanili in Europa, pubblicato sull'International Journal of drug policy, ipotizzava un qualche rallentamento della produzione di oppio in Afghanistan all'inizio degli anni 2000, che avrebbe di conseguenza ridotto l'offerta di eroina sui mercati europei;
    nello stesso studio è sostenuto che, nel Vecchio continente, si starebbero sviluppando le condizioni per una futura epidemia di fentanyl. In Europa si registra, da diversi anni, sia una diminuzione della disponibilità, sia una riduzione della purezza dell'eroina. Una delle nazioni maggiormente esposte è la Germania. Secondo l'Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti delle Nazioni Unite, la Germania è il terzo maggiore produttore dopo Stati Uniti e Belgio e il primo Paese importatore in assoluto nel 2016. Il già citato studio riporta 160 casi di decessi provocati dal fentanyl in Germania dal 2007 al 2011. I tedeschi consumano grandi quantità di fentanyl per scopi medici, soprattutto in forma di cerotti. L'esempio degli Stati Uniti sembrerebbe suggerire che una grande disponibilità di fentanyl nel mercato legale possa condurre ad una grande disponibilità anche in quello illegale; molto preoccupante è anche la condizione in cui versa il Regno Unito. Secondo l'Ufficio per le statistiche nazionali (Ons), nel 2017 in Inghilterra e Galles ci sono state 3.756 morti per intossicazione da droghe, provocate principalmente dall'eroina e dagli oppioidi sintetici. Si tratta del numero più alto mai registrato. Spiccano però i casi di morte per overdose da fentanyl: dal 2016 al 2017 sono aumentati del 29 per cento, passando da 58 a 75. I dati raccolti dall'Ufficio per le statistiche nazionali evidenziano anche 27 decessi per abuso di carfentanyl si tratta di un farmaco analogo al fentanyl ma molto più potente, utilizzato esclusivamente in veterinaria come tranquillante per gli animali di grossa taglia;
    i rapporti tossicologici non hanno inizialmente rilevato fentanyl. Infatti, è su richiesta della polizia che sono stati fatti ulteriori test da cui è emersa la presenza di fentanyl, in particolare una gamma di analoghi fentanyl più recenti e carfentanyl. Nonostante ciò, la gravità del problema nel Regno Unito non è ancora del tutto nota;
    si ribadisce il fatto che il fentanyl è una sostanza relativamente semplice da produrre. I trafficanti possono sintetizzarla in piccoli laboratori clandestini, mentre i consumatori possono acquistarla on line direttamente dalla Cina e farsela recapitare a casa. Il cosiddetto dark web, con i suoi criptomercati, è stato cruciale per la diffusione e il successo dei fentanili negli Stati Uniti. Il Paese europeo con il più alto numero di acquisti di fentanyl tramite questo canale di approvvigionamento è oggi il Regno Unito;
    nel nostro Paese, i primi casi di overdose da fentanyl sono recenti e hanno reso evidente un livello di consapevolezza delle istituzioni preposte alla prevenzione del consumo di sostanze psicotrope insufficiente. Il primo caso conosciuto di overdose dovuta ad assunzione di una sostanza analoga al fentanyl, l’ocfentanyl, risale al 2017, ma è stato scoperto e segnalato solo nel 2018. I responsabili della situazione sono stati colti di sorpresa dalla notizia del primo decesso dovuto ad assunzione di questa sostanza. Probabilmente la morte si sarebbe potuta prevedere e prevenire se l'Osservatorio del dipartimento per le politiche antidroga disponesse di personale con maggiori specifiche competenze in questo campo;
    nella relazione annuale al Parlamento, a volte, ci si limita a collazionare un insieme di notizie varie, provenienti da diverse fonti, senza dare alle informazioni un coordinamento adeguato. Precedentemente alla scoperta del primo caso di overdose, non pare vi sia stata qualche attività che avrebbe potuto garantire un approfondimento dei diversi aspetti del fenomeno in atto;
    infatti, si segnala che la direzione centrale antidroga, pubblicando l'ultima relazione annuale sulla repressione dei traffici di stupefacenti, riguardo ai fentanyl ha specificato che «non si erano verificate evidenze della loro presenza nelle piazze italiane». Poi, come detto, nel settembre 2018 si è compreso con ritardo che anche in Italia si era registrata la prima morte dovuta ad assunzione di fentanyl, non ad eroina, come in un primo momento dichiarato. La morte, lo si ribadisce, era avvenuta nell'aprile 2017 ma era stata scoperta solo l'anno successivo;
    in Italia, a causa della comunicazione non tempestiva dell'arrivo del fentanyl, ancor oggi non si conosce esattamente quanto il fenomeno si sia diffuso. Una seconda morte è avvenuta il 10 giugno 2018. Un tossicodipendente è stato trovato senza vita dai carabinieri a Travedona Monate. Accanto al suo corpo è stato trovato il fentanyl. «La bustina di plastica che lo conteneva recava la scritta 1:10 contenente sostanza solido pulviscolare bianca/beige». Si cita il testo dell'allerta di grado 3, diffusa dal sistema nazionale di allerta precoce dell'istituto superiore di sanità. Il reperto è stato inviato il 20 luglio 2018 al laboratorio di analisi dei carabinieri di Milano, i quali, non riuscendo a identificare la sostanza, si sono rivolti ai Ris di Parma. In quei laboratori il furanilfentanyl è stato finalmente riconosciuto grazie a un'analisi spettrografica;
    l'allerta dello Snap riporta in testa la dicitura «vietate la divulgazione e la pubblicazione su web», ma tra chi riceve le allerte si pensa che le informazioni vadano invece divulgate anche fra chi non fa parte di queste categorie professionali. L'informazione può infatti interessare anche gli stessi consumatori di stupefacenti. Le allerte europee dell'Osservatorio europeo su droghe e dipendenze e i sistemi nazionali di allerta di altri Paesi non riportano divieti analoghi di pubblicazione, che sono una specificità negativa solo italiana;
    non ci sono dati certi relativi ai decessi per overdose avvenuti negli ultimi due anni collegati al fentanyl. La scoperta ritardata di oltre un anno dalla prima morte preoccupa, perché, lo si ripete, potrebbe trattarsi solo della punta di un iceberg di un fenomeno più grave ed esteso;
    si dovrebbe governare in modo più efficace il fenomeno, cercando di comprendere quanto sta accadendo sulla base di maggiori dati scientifici, effettuando un monitoraggio specifico del fenomeno e adottando forme di valutazione delle politiche di controllo, mediante interventi di riduzione della domanda e di riduzione dell'offerta;
    utilizzando coerentemente e scientificamente tutti i dati disponibili, da rendere pubblici a chiunque, sarebbe possibile effettuare delle previsioni e delle valutazioni più accurate, poiché quelle ora previste appaiono insufficienti;
    ciò appare assolutamente necessario, perché la Cina è pronta ad invadere anche tutto il mercato dell'Europa, compresa l'Italia, e ciò è particolarmente grave, perché i morti per droga sono tornati ad aumentare dal 2017, dopo un calo costante durato più di 15 anni;
    infatti, è dal 2017 che sono tornati ad aumentare i morti per overdose in Italia. Molte volte, innanzi alla voce «sostanza responsabile del decesso», ci si scontra con un: «non identificata». La situazione è da approfondire poiché per 16 anni, dal 2000 al 2016, i decessi sono calati gradualmente, con una riduzione pari a meno 48 per cento. Nel 2017 è arrivata, inaspettata, un'inversione di tendenza con un incremento delle morti pari al 9,7 per cento in un solo anno. Sono segnali preoccupanti e si deve agire e prevenire al fine di evitare che questi primi segnali, se non adeguatamente considerati, possano condurre ad un fenomeno che non deve in nessun caso assumere le dimensioni catastrofiche che si sono registrate negli Usa;
    in base ai dati resi disponibili dalla relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, dai rapporti della Desa, Direzione centrale servizi antidroga, e dallo studio del Cnr relativo all'uso di alcol e sostanze psicoattive in Italia, i morti acclarati per eroina nel 2017 sono stati 148, a cui se ne aggiungono 74, per assunzione di una sostanza non determinata. Sono dei decessi misteriosi, non attribuibili con certezza a sostanze droganti note, ed erano già 118 nel 2016. Una delle ipotesi è che alcune delle morti siano causate non dall'eroina, bensì dall'eroina tagliata con altre sostanze. Sui tagli e le sperimentazioni criminali si hanno poche certezze, anche perché, lo si ribadisce, una delle principali carenze del sistema italiano è data dalla mancanza di adeguate conoscenze preventive delle sostanze, conoscenze assolutamente necessarie per adeguare le risposte sociali e sanitarie;
    il nuovo quadro del consumo di droghe sembra caratterizzato non solo dal maggior consumo di eroina, ma anche da un mercato criminale che sperimenta nuove strategie, come l'abbassamento dei prezzi mediante la miscela di sostanze. Il risultato è l'impennata dei decessi per overdose;
    in conclusione, si riportano i casi in cui il fentanyl è stato con certezza individuato e sequestrato: a ottobre 2018, in provincia di Cosenza, sono state arrestate sei persone accusate di traffico di cerotti al fentanyl, nel gennaio 2019 a Melzo c’è stato un furto in ospedale, nel febbraio 2019 del fentanyl è stato sequestrato a Roma, nello stesso mese del fentanyl è stato sequestrato a Milano, spedito dal Canada e un'analoga spedizione diretta in Piemonte è stata ugualmente intercettata;
    tutto quanto narrato appare un fenomeno che la politica deve prevenire e reprimere, poiché è necessario dare una risposta organica, strutturata, pianificata, efficace, per fronteggiare al meglio ciò che appare chiaro, l'insorgere incontrollato di un potenziale allarme sociale, anche se ancora non percepito come tale, poiché l'argomento non è ancora entrato nel dibattito pubblico, né in quello politico. In questa situazione appare difficile proporre soluzioni al fenomeno;
    le cronache di questi giorni segnalano quattro casi rilevati negli ultimi tre mesi in Emilia-Romagna: due a Bologna, uno a Modena e uno a Parma. Questo oppioide sintetico è stato rinvenuto grazie a nuovi kit di autoanalisi che sono stati messi a punto dalla regione Emilia-Romagna e distribuiti ai consumatori nei Servizi per le tossicodipendenze (SerDP, gli ex SerT) e in tutte le unità di strada della regione. Il test consiste in una striscetta diagnostica che in pochi secondi permette di rilevare in modo rapido 12 varianti della sostanza. In caso di esito positivo, il consumatore o l'operatore possono scattare una foto e inserire una segnalazione su una piattaforma on line. La piattaforma ha l'obiettivo di creare una rete di segnalazione per proteggere i consumatori, avvisandoli che in quell'area è stata rilevata la presenza di fentanyl e che dunque il consumo potrebbe essere potenzialmente molto pericoloso,
    questa mozione ha quindi lo scopo di aprire il dibattito politico e pubblico sul tema, per farne sintesi e quindi indicare le soluzioni considerate opportune e necessarie,

impegna il Governo:

1) ad adottare le iniziative idonee per investire l'Unione europea, nelle sedi istituzionali competenti, della questione di cui in premessa, al fine di proporre l'adozione di ulteriori e più efficaci politiche di contrasto alla diffusione del fentanyl e similari nel territorio dei Paesi membri;

2) a predisporre, a cura del Ministro dell'interno, un'attenta vigilanza per contrastare la diffusione illegale di fentanyl e similari, fatti salvi gli usi terapeutici, attivando in particolare la polizia postale, e per tutelare gli agenti dal contatto cutaneo;

3) a predisporre, a cura del Ministro della salute, un'indagine ministeriale per accertare eventuali ulteriori casi di morte imputabili a tale sostanza, quando assunta a scopo voluttuario, non ancora individuati;

4) a consentire, da parte dei Ministri competenti, la divulgazione e la pubblicazione tempestiva dei dati relativi ai casi di morte a causa dei fentanyl utilizzato a scopo voluttuario;

5) a predisporre, da parte del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, i necessari contatti diplomatici con il Governo cinese, avviando forme di collaborazione necessaria per garantire un efficace contrasto al narcotraffico;

6) a predisporre, da parte del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, in ottemperanza alle competenze attribuite dalla legge, azioni mirate per prevenire e contrastare il diffondersi di questa specifica sostanza nel mercato nero e il relativo impatto nel campo della tossicodipendenza;

7) ad attivare azioni informative precoci sull'alta pericolosità di tale sostanza, se utilizzata fuori dal controllo medico, anche per le persone in carico ai servizi pubblici per le tossicodipendenze, alle comunità o in contatto con le unità di prevenzione in strada;

8) a valutare la possibilità di adottare le iniziative di competenza per estendere a tutto il territorio nazionale il kit sperimentale di autoanalisi e la piattaforma on line di cui in premessa, al fine di creare una rete di segnalazione e monitorare la diffusione territoriale del fentanyl.
(1-00193)
(Ulteriore nuova formulazione) «Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi, Bagnasco, D'Uva, Zanichelli, Carnevali, Schirò, Novelli, Bond, Mugnai, Versace, Brambilla, Occhiuto».


   La Camera,
   premesso che:
    il fentanyl è un farmaco antalgico prodotto sin dai primi anni ’60;
    esso si assume tramite cerotti, pastiglie transmucosali o solo in ambiente ospedaliero, tramite infusone venosa. In sintesi esso è commercializzato per via transdermica, per via parenterale e per via transmucosale. Nella formulazione trasmucosale a veloce rilascio è utilizzato per il trattamento del dolore episodico intenso in pazienti affetti da patologie neoplastiche che sono già in terapia con altri oppioidi. La formulazione trasdermica, a lento rilascio, è prescritta per il trattamento del dolore oncologico e non, di base. Il farmaco ad uso antalgico, esclusivamente su prescrizione medica, costituisce uno dei farmaci rilevanti per il trattamento del dolore che l'Organizzazione mondiale della sanità ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento dei tumori avanzati. Il nostro Paese ha impiegato anni di battaglie per promuovere il concetto e la pratica della cura «senza dolore»; a livello del sistema nervoso centrale, si lega ai recettori degli oppiacei, localizzati lungo le vie del dolore dell'organismo, producendo un'azione analgesica. Quando questi recettori sono stimolati dalla sostanza, si ottiene una riduzione della trasmissione del dolore e tra gli effetti degli oppiacei ci può essere un obnubilamento ed una disforia;
    in quanto agonista puro, il fentanyl ha un effetto simile a quello degli altri oppioidi maggiori, e quindi anche a quello dell'eroina. In particolare, le formulazioni a veloce rilascio, pensate e predisposte proprio per rispondere a dolori improvvisi, data la velocità con cui l'effetto viene percepito, circa 2-3 minuti, possono simulare il «flash» ricercato dai tossicodipendenti. Ciò si deve al fatto che il fentanyl supera velocemente la barriera ematoencefalica in virtù della sua elevata liposolubilità, raggiungendo immediatamente il cervello. Per queste caratteristiche, il farmaco, nelle sole formulazioni a pronto rilascio, si presta ad essere imprudentemente abusato dai tossicomani. Per le stesse ragioni, il fentanyl può essere aggiunto all'eroina per aumentarne la potenza;
    alcuni report segnalano che negli Stati Uniti, a partire dalla metà degli anni ’90, ne è iniziato il consumo anche come droga;
    il fentanyl è molto più potente della morfina e, se utilizzato impropriamente a scopo voluttuario, può provocare allucinazioni accompagnate da uno stato di benessere che può portare il consumatore alla dipendenza dalla sostanza. È molto diffìcile per un tossicodipendente dosare la quantità giusta da utilizzare senza rischiare la vita;
    il farmaco a veloce rilascio è utilizzato esclusivamente per le cure palliative oncologiche, come indicato dalle norme vigenti in materia di prescrizione, e per il dolore nelle patologie anche non oncologiche nella formulazione a lento rilascio. Come ogni farmaco va dosato correttamente e da persone esperte. A voler ben vedere anche l'insulina se usata scorrettamente può uccidere: un monitoraggio sulla somministrazione e il buon senso nell'utilizzo sono elementi indispensabili ad evitare effetti nocivi, come, del resto, per tutti i farmaci neuromodulatori, come le benzodiazepine e i neurolettici;
    alcuni dati mostrano che i cerotti, che consentono appunto il rilascio transdermico, vengono venduti del mercato nero come droga; hanno una notevole richiesta, perché sono venduti a un prezzo conveniente rispetto all'eroina. Resta da comprendere come la sostanza contenuta nel cerotto possa essere estratta e riformulata per uso voluttuario, visto che la formulazione transdermica provoca veloce rilascio e quindi il ricercato «flash». È quindi una sostanza più ambita dai trafficanti rispetto all'eroina, perché il prezzo medio di un grammo è pari a circa 40 euro;
    si stima che la sempre più diffusa vendita illegale di farmaci oppioidi abbia prodotto un netto incremento delle morti per overdose: nel 2016 sono stati accertati oltre 42.000 casi di decessi negli Stati Uniti e circa 8.000 in Europa. Certamente il dato Usa è altra cosa rispetto a quello italiano, ma va considerato come alert. In Europa, nel 2015, le morti causate dalla sua assunzione per scopi non curativi sono state identificate in circa 7.500, facendo registrare un andamento crescente dei decessi collegati all'uso di oppioidi;
    poiché, in genere, gli Stati Uniti mostrano in anticipo gli andamenti nell'uso di droghe che approdano dopo poco in Europa, è utile fare una panoramica del fenomeno in atto. Negli Usa, nel momento in cui gli oppioidi da prescrizione hanno iniziato a diventare troppo difficili o troppo costosi da procurarsi, le persone che ne sono dipendenti hanno iniziato a rivolgersi all'eroina, un cambiamento che ha creato un'epidemia. Attualmente questo oppiaceo sta aumentando nell'uso come droga voluttuaria e, quindi, aumentano i casi di abuso, secondo quanto riportato dalla Drag enforcement administration (Dea);
    si stima che il giro di affari sia enorme, non solo per i guadagni derivanti dalla vendita, ma anche perché consente il riciclaggio di denaro sporco. Si consideri che un chilogrammo di fentanyl comprato in Cina costa 3.800 dollari, ma rende circa 30 milioni di dollari, un'enormità se comparata al traffico illegale di eroina, poiché, quest'ultima, si acquista al costo di 50.000 dollari ma rende «solo» 200.000 dollari;
    il fentanyl non è intrinsecamente più pericoloso rispetto ad altri oppioidi se assunto come farmaco, sotto attento controllo medico, ma il discorso cambia quando viene dosato dagli spacciatori e venduto ai tossicodipendenti anche in virtù della potenza del farmaco;
    in Europa, in un rapporto congiunto dell'Osservatorio sulle tossicodipendenze e di Europol, del giugno 2018, in materia di allerta precoce ha rivelato che, dal 2012, sono stati individuati nel mercato europeo della droga 28 nuove tipologie di fentanyl;
    nel rapporto si afferma che la maggior parte dei nuovi fentanyl arrivano in Europa dalla Cina, mentre solo occasionalmente è stata segnalata la produzione di tale sostanza in laboratori illeciti siti in Europa; il rapporto precisa che la produzione di tali sostanze è un processo relativamente semplice e la situazione è sfruttata da gruppi criminali. I fentanyl vengono generalmente spediti in Europa tramite servizi postali, successivamente sono venduti come sostituti legali di oppioidi illeciti o mescolati con eroina all'insaputa dei consumatori; occasionalmente sono anche usati per produrre medicine contraffatte. L'attuale sistema di controllo globale delle droghe si basa su tre Convenzioni internazionali: la Convenzione singola sulle droghe narcotiche del 1961 (così come emendata dal Protocollo del 1972), la Convenzione delle sostanze psicotrope del 1971 e la Convenzione contro il traffico illecito di droghe narcotiche e sostanze psicotrope del 1988;
    dal 2015 l'Osservatorio europeo sulle tossicodipendenze ed Europol hanno condotto otto indagini congiunte sulle seguenti sostanze: acetylfentanyl, acryloylfentanyl, furanylfentanyl, 4-fluoroisobutyrylfentanyl, tetrahydrofuranylfentanyl, carfentanyl, methoxyacetylfentanyl e cyclopropylfentanyl. Tutte insieme considerate, secondo le due agenzie, avrebbero causato più di 250 morti, molte delle quali attribuibili direttamente al fentanyl. Cinque tra queste sostanze sono diventate formalmente oggetto di valutazione di rischio, mentre nel 2017 il methoxyacetylfentanyl e il cyclopropylfentanyl sono state valutate nell'ambito del sistema di allerta precoce; l’acriloilfentanyl e il furanilfentanyl sono stati sottoposti a misure di controllo a livello europeo a causa dei rischi che potrebbero arrecare;
    il comitato scientifico, integrato dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, riunito in sessione straordinaria il 21 marzo 2018, ha redatto relazioni di valutazione dei rischi sulle nuove sostanze psicoattive N-fenil-N-[1 -(2-feniletil) piperidin-4-il] ciclopropancarbossiammide («ciclopropilfentanyl») e 2-metossi-N-fenil-N-[1 -(2-feniletil) piperidin-4-il] acetammide («metossiacetilfentanyl»). Tali relazioni sono state successivamente presentate alla Commissione europea e al Consiglio il 23 marzo 2018. In seguito, il Consiglio, su proposta della Commissione europea, ha approvato la decisione (UE) 2018/1463 del 28 settembre 2018, con la quale tali sostanze sono assoggettate a misure di controllo in tutta l'Unione europea;
    nella relazione europea sulla droga 2018, stilata dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), di fentanyl si parla con attenzione e preoccupazione. Lo studio specifica che in Europa il mercato delle droghe vede l'incremento di quello degli oppiacei in generale, soprattutto di eroina, tanto che è tornato ad essere quello più diffuso. Questo tipo di sostanze è stato rinvenuto nell'84 per cento dei casi di overdose mortali. I decessi correlati all'eroina sono in aumento, specie nel Regno Unito, dove gli oppiacei sono responsabili dell'87 per cento delle morti per overdose. Dal 2012 al 2015 in Francia la percentuale di overdose letali causate dall'eroina è raddoppiata, attestandosi sul 30 per cento;
    nella relazione dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze si legge che «varie fonti suggeriscono un abuso crescente di oppiacei sintetici legali», tra i quali rientra anche il fentanyl; l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze sostiene che, nonostante in Europa non esista ancora una crisi degli oppioidi paragonabile per portata a quella in atto negli Stati Uniti, «i decessi e i casi di overdose non mortali associati al fentanyl e ai derivati del fentanyl non controllati evidenziano la necessità di una vigilanza continua». Anche perché, pur rappresentando una piccola parte del totale, i sequestri di fentanyl e di suoi derivati sono in crescita. Così come sono in crescita le varietà di fentanyl: dal 2009 ne sono state individuate 38 di nuove in Europa, di cui 13 segnalate per la prima volta nel 2017;
    per quanto riguarda la diffusione tra i tossicodipendenti, il primo vero mercato europeo del fentanyl è stata l'Estonia. In un suo rapporto, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha sostenuto che la crisi delle overdose in questo Paese ha raggiunto l'apice nel 2012, con 170 morti provocate per la maggior parte da fentanyl e farmaci analoghi. In Estonia il fentanyl è l'oppioide consumato con maggiore frequenza nelle strade, mentre l'eroina sembra quasi non esistere. Il perché di questa assenza non è chiaro. Uno studio del 2015 sulla diffusione dei fentanili in Europa, pubblicato sull'International Journal of drug policy, ipotizzava un qualche rallentamento della produzione di oppio in Afghanistan all'inizio degli anni 2000, che avrebbe di conseguenza ridotto l'offerta di eroina sui mercati europei;
    nello stesso studio è sostenuto che, nel Vecchio continente, si starebbero sviluppando le condizioni per una futura epidemia di fentanyl. In Europa si registra, da diversi anni, sia una diminuzione della disponibilità, sia una riduzione della purezza dell'eroina. Una delle nazioni maggiormente esposte è la Germania. Secondo l'Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti delle Nazioni Unite, la Germania è il terzo maggiore produttore dopo Stati Uniti e Belgio e il primo Paese importatore in assoluto nel 2016. Il già citato studio riporta 160 casi di decessi provocati dal fentanyl in Germania dal 2007 al 2011. I tedeschi consumano grandi quantità di fentanyl per scopi medici, soprattutto in forma di cerotti. L'esempio degli Stati Uniti sembrerebbe suggerire che una grande disponibilità di fentanyl nel mercato legale possa condurre ad una grande disponibilità anche in quello illegale; molto preoccupante è anche la condizione in cui versa il Regno Unito. Secondo l'Ufficio per le statistiche nazionali (Ons), nel 2017 in Inghilterra e Galles ci sono state 3.756 morti per intossicazione da droghe, provocate principalmente dall'eroina e dagli oppioidi sintetici. Si tratta del numero più alto mai registrato. Spiccano però i casi di morte per overdose da fentanyl: dal 2016 al 2017 sono aumentati del 29 per cento, passando da 58 a 75. I dati raccolti dall'Ufficio per le statistiche nazionali evidenziano anche 27 decessi per abuso di carfentanyl si tratta di un farmaco analogo al fentanyl ma molto più potente, utilizzato esclusivamente in veterinaria come tranquillante per gli animali di grossa taglia;
    i rapporti tossicologici non hanno inizialmente rilevato fentanyl. Infatti, è su richiesta della polizia che sono stati fatti ulteriori test da cui è emersa la presenza di fentanyl, in particolare una gamma di analoghi fentanyl più recenti e carfentanyl. Nonostante ciò, la gravità del problema nel Regno Unito non è ancora del tutto nota;
    si ribadisce il fatto che il fentanyl è una sostanza relativamente semplice da produrre. I trafficanti possono sintetizzarla in piccoli laboratori clandestini, mentre i consumatori possono acquistarla on line direttamente dalla Cina e farsela recapitare a casa. Il cosiddetto dark web, con i suoi criptomercati, è stato cruciale per la diffusione e il successo dei fentanili negli Stati Uniti. Il Paese europeo con il più alto numero di acquisti di fentanyl tramite questo canale di approvvigionamento è oggi il Regno Unito;
    nel nostro Paese, i primi casi di overdose da fentanyl sono recenti e hanno reso evidente un livello di consapevolezza delle istituzioni preposte alla prevenzione del consumo di sostanze psicotrope insufficiente. Il primo caso conosciuto di overdose dovuta ad assunzione di una sostanza analoga al fentanyl, l’ocfentanyl, risale al 2017, ma è stato scoperto e segnalato solo nel 2018. I responsabili della situazione sono stati colti di sorpresa dalla notizia del primo decesso dovuto ad assunzione di questa sostanza. Probabilmente la morte si sarebbe potuta prevedere e prevenire se l'Osservatorio del dipartimento per le politiche antidroga disponesse di personale con maggiori specifiche competenze in questo campo;
    nella relazione annuale al Parlamento, a volte, ci si limita a collazionare un insieme di notizie varie, provenienti da diverse fonti, senza dare alle informazioni un coordinamento adeguato. Precedentemente alla scoperta del primo caso di overdose, non pare vi sia stata qualche attività che avrebbe potuto garantire un approfondimento dei diversi aspetti del fenomeno in atto;
    la direzione centrale antidroga, pubblicando l'ultima relazione annuale sulla repressione dei traffici di stupefacenti, sottolinea che solo nel settembre 2018 si è compreso con ritardo che anche in Italia si era registrata la prima morte dovuta ad assunzione di fentanyl, non ad eroina, come in un primo momento dichiarato. La morte, lo si ribadisce, era avvenuta nell'aprile 2017 ma era stata scoperta solo l'anno successivo;
    in Italia, a causa della comunicazione non tempestiva dell'arrivo del fentanyl, ancor oggi non si conosce esattamente quanto il fenomeno si sia diffuso. Una seconda morte è avvenuta il 10 giugno 2018. Un tossicodipendente è stato trovato senza vita dai carabinieri a Travedona Monate. Accanto al suo corpo è stato trovato il fentanyl. «La bustina di plastica che lo conteneva recava la scritta 1:10 contenente sostanza solido pulviscolare bianca/beige». Si cita il testo dell'allerta di grado 3, diffusa dal sistema nazionale di allerta precoce dell'istituto superiore di sanità. Il reperto è stato inviato il 20 luglio 2018 al laboratorio di analisi dei carabinieri di Milano, i quali, non riuscendo a identificare la sostanza, si sono rivolti ai Ris di Parma. In quei laboratori il furanilfentanyl è stato finalmente riconosciuto grazie a un'analisi spettrografica;
    l'allerta dello Snap riporta in testa la dicitura «vietate la divulgazione e la pubblicazione su web», ma tra chi riceve le allerte si pensa che le informazioni vadano invece divulgate anche fra chi non fa parte di queste categorie professionali. L'informazione può infatti interessare anche gli stessi consumatori di stupefacenti. Le allerte europee dell'Osservatorio europeo su droghe e dipendenze e i sistemi nazionali di allerta di altri Paesi non riportano divieti analoghi di pubblicazione, che sono una specificità negativa solo italiana;
    non ci sono dati certi relativi ai decessi per overdose avvenuti negli ultimi due anni collegati al fentanyl. La scoperta ritardata di oltre un anno dalla prima morte preoccupa, perché, lo si ripete, potrebbe trattarsi solo della punta di un iceberg di un fenomeno più grave ed esteso;
    si dovrebbe governare in modo più efficace il fenomeno, cercando di comprendere quanto sta accadendo sulla base di maggiori dati scientifici, effettuando un monitoraggio specifico del fenomeno e adottando forme di valutazione delle politiche di controllo, mediante interventi di riduzione della domanda e di riduzione dell'offerta;
    utilizzando coerentemente e scientificamente tutti i dati disponibili, da rendere pubblici a chiunque, sarebbe possibile effettuare delle previsioni e delle valutazioni più accurate, poiché quelle ora previste appaiono insufficienti;
    ciò appare assolutamente necessario, perché la Cina è pronta ad invadere anche tutto il mercato dell'Europa, compresa l'Italia, e ciò è particolarmente grave, perché i morti per droga sono tornati ad aumentare dal 2017, dopo un calo costante durato più di 15 anni;
    infatti, è dal 2017 che sono tornati ad aumentare i morti per overdose in Italia. Molte volte, innanzi alla voce «sostanza responsabile del decesso», ci si scontra con un: «non indicata». La situazione è da approfondire poiché per 16 anni, dal 2000 al 2016, i decessi sono calati gradualmente, con una riduzione pari a meno 48 per cento. Nel 2017 è arrivata, inaspettata, un'inversione di tendenza con un incremento delle morti pari al 9,7 per cento in un solo anno. Sono segnali preoccupanti e si deve agire e prevenire al fine di evitare che questi primi segnali, se non adeguatamente considerati, possano condurre ad un fenomeno che non deve in nessun caso assumere le dimensioni catastrofiche che si sono registrate negli Usa;
    in base ai dati resi disponibili dalla relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, dai rapporti della Desa, Direzione centrale servizi antidroga, e dallo studio del Cnr relativo all'uso di alcol e sostanze psicoattive in Italia, i morti acclarati per eroina nel 2017 sono stati 148, a cui se ne aggiungono 74, per assunzione di una sostanza non determinata. Sono dei decessi misteriosi, non attribuibili con certezza a sostanze droganti note, ed erano già 118 nel 2016. Una delle ipotesi è che alcune delle morti siano causate non dall'eroina, bensì dall'eroina tagliata con altre sostanze. Sui tagli e le sperimentazioni criminali si hanno poche certezze, anche perché, lo si ribadisce, una delle principali carenze del sistema italiano è data dalla mancanza di adeguate conoscenze preventive delle sostanze, conoscenze assolutamente necessarie per adeguare le risposte sociali e sanitarie;
    il nuovo quadro del consumo di droghe sembra caratterizzato non solo dal maggior consumo di eroina, ma anche da un mercato criminale che sperimenta nuove strategie, come l'abbassamento dei prezzi mediante la miscela di sostanze. Il risultato è l'impennata dei decessi per overdose;
    in conclusione, si riportano i casi in cui il fentanyl è stato con certezza individuato e sequestrato: a ottobre 2018, in provincia di Cosenza, sono state arrestate sei persone accusate di traffico di cerotti al fentanyl, nel gennaio 2019 a Melzo c’è stato un furto in ospedale, nel febbraio 2019 del fentanyl è stato sequestrato a Roma, nello stesso mese del fentanyl è stato sequestrato a Milano, spedito dal Canada e un'analoga spedizione diretta in Piemonte è stata ugualmente intercettata;
    tutto quanto narrato appare un fenomeno che la politica deve prevenire e reprimere, poiché è necessario dare una risposta organica, strutturata, pianificata, efficace, per fronteggiare al meglio ciò che appare chiaro, l'insorgere incontrollato di un potenziale allarme sociale, anche se ancora non percepito come tale, poiché l'argomento non è ancora entrato nel dibattito pubblico, né in quello politico. In questa situazione appare difficile proporre soluzioni al fenomeno;
    le cronache di questi giorni segnalano quattro casi rilevati negli ultimi tre mesi in Emilia-Romagna: due a Bologna, uno a Modena e uno a Parma. Questo oppioide sintetico è stato rinvenuto grazie a nuovi kit di autoanalisi che sono stati messi a punto dalla regione Emilia-Romagna e distribuiti ai consumatori nei Servizi per le tossicodipendenze (SerDP, gli ex SerT) e in tutte le unità di strada della regione. Il test consiste in una striscetta diagnostica che in pochi secondi permette di rilevare in modo rapido 12 varianti della sostanza. In caso di esito positivo, il consumatore o l'operatore possono scattare una foto e inserire una segnalazione su una piattaforma on line. La piattaforma ha l'obiettivo di creare una rete di segnalazione per proteggere i consumatori, avvisandoli che in quell'area è stata rilevata la presenza di fentanyl e che dunque il consumo potrebbe essere potenzialmente molto pericoloso,
    questa mozione ha quindi lo scopo di aprire il dibattito politico e pubblico sul tema, per farne sintesi e quindi indicare le soluzioni considerate opportune e necessarie,

impegna il Governo:

1) ad adottare le iniziative idonee per investire l'Unione europea, nelle sedi istituzionali competenti, della questione di cui in premessa, al fine di proporre l'adozione di ulteriori e più efficaci politiche di contrasto alla diffusione illegale del fentanyl e similari nel territorio dei Paesi membri;

2) a continuare, a cura del Ministro dell'interno, un'attenta vigilanza per contrastare la diffusione illegale di fentanyl e similari, fatti salvi gli usi terapeutici, attivando in particolare la polizia postale, e per tutelare gli agenti dal contatto cutaneo;

3) a valutare la possibilità di predisporre, a cura del Ministro della salute, un'indagine ministeriale per accertare eventuali ulteriori casi di morte imputabili a tale sostanza, quando assunta a scopo voluttuario, non ancora individuati;

4) a consentire, da parte dei Ministri competenti, la divulgazione e la pubblicazione tempestiva dei dati relativi ai casi di morte a causa dei fentanyl utilizzato a scopo voluttuario;

5) a predisporre, da parte del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, i necessari contatti diplomatici con il Governo cinese, avviando forme di collaborazione necessaria per garantire un efficace contrasto al narcotraffico;

6) a predisporre, da parte del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, in ottemperanza alle competenze attribuite dalla legge, azioni mirate per prevenire e contrastare il diffondersi di questa specifica sostanza nel mercato nero e il relativo impatto nel campo della tossicodipendenza;

7) a proseguire azioni informative precoci sull'alta pericolosità di tale sostanza, se utilizzata fuori dal controllo medico, anche per le persone in carico ai servizi pubblici per le tossicodipendenze, alle comunità o in contatto con le unità di prevenzione in strada;

8) a valutare la possibilità di adottare le iniziative di competenza per estendere a tutto il territorio nazionale il kit sperimentale di autoanalisi e la piattaforma on line di cui in premessa, al fine di creare una rete di segnalazione e monitorare la diffusione territoriale del fentanyl.
(1-00193)
(Ulteriore nuova formulazione – Testo modificato nel corso della seduta) «Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi, Bagnasco, D'Uva, Zanichelli, Carnevali, Schirò, Novelli, Bond, Mugnai, Versace, Brambilla, Occhiuto».


   La Camera,
   premesso che:
    il fentanyl è un farmaco antalgico prodotto sin dai primi anni ’60;
    esso si assume tramite cerotti, pastiglie transmucosali o solo in ambiente ospedaliero, tramite infusione venosa. In sintesi esso è commercializzato per via transdermica, per via parenterale e per via transmucosale. Nella formulazione transmucosale a veloce rilascio è utilizzato per il trattamento del dolore episodico intenso in pazienti affetti da patologie neoplastiche che sono già in terapia con altri oppioidi. La formulazione transdermica, a lento rilascio, è prescritta per il trattamento del dolore oncologico e non, di base. Il farmaco ad uso antalgico, esclusivamente su prescrizione medica, costituisce uno dei farmaci rilevanti per il trattamento del dolore che l'Organizzazione mondiale della sanità ha inserito nella lista dei farmaci essenziali per il trattamento dei tumori avanzati. Il nostro Paese ha impiegato anni di battaglie per promuovere il concetto e la pratica della cura «senza dolore»;
    a livello del sistema nervoso centrale, si lega ai recettori degli oppiacei, localizzati lungo le vie del dolore dell'organismo, producendo un'azione analgesica. Quando questi recettori sono stimolati dalla sostanza, si ottiene una riduzione della trasmissione del dolore e tra gli effetti degli oppiacei ci può essere un obnubilamento ed una disforia;
    in quanto agonista puro, il fentanyl ha un effetto simile a quello degli altri oppioidi maggiori, e quindi anche a quello dell'eroina. In particolare, le formulazioni a veloce rilascio, pensate e predisposte proprio per rispondere a dolori improvvisi, data la velocità con cui l'effetto viene percepito, circa 2-3 minuti, possono simulare il « flash» ricercato dai tossicodipendenti. Ciò si deve al fatto che il fentanyl supera velocemente la barriera ematoencefalica in virtù della sua elevata liposolubilità, raggiungendo immediatamente il cervello. Per queste caratteristiche, il farmaco, nelle sole formulazioni a pronto rilascio, si presta ad essere imprudentemente abusato dai tossicomani. Per le stesse ragioni, il fentanyl può essere aggiunto all'eroina per aumentarne la potenza;
    alcuni report segnalano che negli Stati Uniti, a partire dalla metà degli anni ’90, ne è iniziato il consumo anche come droga;
    il fentanyl è molto più potente della morfina e, se utilizzato impropriamente a scopo voluttuario, può provocare allucinazioni accompagnate da uno stato di benessere che può portare il consumatore alla dipendenza dalla sostanza. È molto difficile per un tossicodipendente dosare la quantità giusta da utilizzare senza rischiare la vita;
    il farmaco a veloce rilascio è utilizzato esclusivamente per le cure palliative oncologiche, come indicato dalle norme vigenti in materia di prescrizione, e per il dolore nelle patologie anche non oncologiche nella formulazione a lento rilascio. Come ogni farmaco va dosato correttamente e da persone esperte. A voler ben vedere anche l'insulina se usata scorrettamente può uccidere: un monitoraggio sulla somministrazione e il buon senso nell'utilizzo sono elementi indispensabili ad evitare effetti nocivi, come, del resto, per tutti i farmaci neuromodulatori, come le benzodiazepine e i neurolettici;
    alcuni dati mostrano che i cerotti, che consentono appunto il rilascio transdermico, vengono venduti del mercato nero come droga; hanno una notevole richiesta, perché sono venduti a un prezzo conveniente rispetto all'eroina. Resta da comprendere come la sostanza contenuta nel cerotto possa essere estratta e riformulata per uso voluttuario, visto che la formulazione transdermica provoca veloce rilascio e quindi il ricercato « flash». È quindi una sostanza più ambita dai trafficanti rispetto all'eroina, perché il prezzo medio di un grammo è pari a circa 40 euro;
    si stima che la sempre più diffusa vendita illegale di farmaci oppioidi abbia prodotto un netto incremento delle morti per overdose: nel 2016 sono stati accertati oltre 42.000 casi di decessi negli Stati Uniti e circa 8.000 in Europa. Certamente il dato Usa è altra cosa rispetto a quello italiano, ma va considerato come alert. In Europa, nel 2015, le morti causate dalla sua assunzione per scopi non curativi sono state identificate in circa 7.500, facendo registrare un andamento crescente dei decessi collegati all'uso di oppioidi;
    poiché, in genere, gli Stati Uniti mostrano in anticipo gli andamenti nell'uso di droghe che approdano dopo poco in Europa, è utile fare una panoramica del fenomeno in atto. Negli Usa, nel momento in cui gli oppioidi da prescrizione hanno iniziato a diventare troppo difficili o troppo costosi da procurarsi, le persone che ne sono dipendenti hanno iniziato a rivolgersi all'eroina, un cambiamento che ha creato un'epidemia. Attualmente questo oppiaceo sta aumentando nell'uso come droga voluttuaria e, quindi, aumentano i casi di abuso, secondo quanto riportato dalla Drug enforcement administration (Dea);
    si stima che il giro di affari sia enorme, non solo per i guadagni derivanti dalla vendita, ma anche perché consente il riciclaggio di denaro sporco. Si consideri che un chilogrammo di fentanyl comprato in Cina costa 3.800 dollari, ma rende circa 30 milioni di dollari, un'enormità se comparata al traffico illegale di eroina, poiché, quest'ultima, si acquista al costo di 50.000 dollari ma rende «solo» 200.000 dollari;
    il fentanyl non è intrinsecamente più pericoloso rispetto ad altri oppioidi se assunto come farmaco, sotto attento controllo medico, ma il discorso cambia quando viene dosato dagli spacciatori e venduto ai tossicodipendenti anche in virtù della potenza del farmaco;
    in Europa, in un rapporto congiunto dell'Osservatorio sulle tossicodipendenze e di Europol, del giugno 2018, in materia di allerta precoce ha rivelato che, dal 2012, sono stati individuati nel mercato europeo della droga 28 nuove tipologie di fentanyl;
    nel rapporto si afferma che la maggior parte dei nuovi fentanyl arrivano in Europa dalla Cina, mentre solo occasionalmente è stata segnalata la produzione di tale sostanza in laboratori illeciti siti in Europa; il rapporto precisa che la produzione di tali sostanze è un processo relativamente semplice e la situazione è sfruttata da gruppi criminali. I fentanyl vengono generalmente spediti in Europa tramite servizi postali, successivamente sono venduti come sostituti legali di oppioidi illeciti o mescolati con eroina all'insaputa dei consumatori; occasionalmente sono anche usati per produrre medicine contraffatte. L'attuale sistema di controllo globale delle droghe si basa su tre Convenzioni internazionali: la Convenzione singola sulle droghe narcotiche del 1961 (così come emendata dal Protocollo del 1972), la Convenzione delle sostanze psicotrope del 1971 e la Convenzione contro il traffico illecito di droghe narcotiche e sostanze psicotrope del 1988;
    dal 2015 l'Osservatorio europeo sulle tossicodipendenze ed Europol hanno condotto otto indagini congiunte sulle seguenti sostanze: acetylfentanyl, acryloylfentanyl, furanylfentanyl, 4-fluoroisobutyrylfentanyl, tetrahydrofuranylfentanyl, carfentanyl, methoxyacetylfentanyl e cyclopropylfentanyl. Tutte insieme considerate, secondo le due agenzie, avrebbero causato più di 250 morti, molte delle quali attribuibili direttamente al fentanyl. Cinque tra queste sostanze sono diventate formalmente oggetto di valutazione di rischio, mentre nel 2017 il methoxyacetylfentanyl e il cyclopropylfentanyl sono state valutate nell'ambito del sistema di allerta precoce; l’acriloilfentanyl e il furanilfentanyl sono stati sottoposti a misure di controllo a livello europeo a causa dei rischi che potrebbero arrecare;
    il comitato scientifico, integrato dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze, riunito in sessione straordinaria il 21 marzo 2018, ha redatto relazioni di valutazione dei rischi sulle nuove sostanze psicoattive N-fenil-N-[1 –(2-feniletil) piperidin-4-il] ciclopropancarbossiammide (« ciclopropilfentanyl») e 2-metossi-N-fenil-N-[1 –(2-feniletil) piperidin-4-il] acetammide (« metossiacetilfentanyl»). Tali relazioni sono state successivamente presentate alla Commissione europea e al Consiglio il 23 marzo 2018. In seguito, il Consiglio, su proposta della Commissione europea, ha approvato la decisione (UE) 2018/1463 del 28 settembre 2018, con la quale tali sostanze sono assoggettate a misure di controllo in tutta l'Unione europea;
    nella relazione europea sulla droga 2018, stilata dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (Emcdda), di fentanyl si parla con attenzione e preoccupazione. Lo studio specifica che in Europa il mercato delle droghe vede l'incremento di quello degli oppiacei in generale, soprattutto di eroina, tanto che è tornato ad essere quello più diffuso. Questo tipo di sostanze è stato rinvenuto nell'84 per cento dei casi di overdose mortali. I decessi correlati all'eroina sono in aumento, specie nel Regno Unito, dove gli oppiacei sono responsabili dell'87 per cento delle morti per overdose. Dal 2012 al 2015 in Francia la percentuale di overdose letali causate dall'eroina è raddoppiata, attestandosi sul 30 per cento;
    nella relazione dell'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze si legge che «varie fonti suggeriscono un abuso crescente di oppiacei sintetici legali», tra i quali rientra anche il fentanyl;
    l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze sostiene che, nonostante in Europa non esista ancora una crisi degli oppioidi paragonabile per portata a quella in atto negli Stati Uniti, «i decessi e i casi di overdose non mortali associati al fentanyl e ai derivati del fentanyl non controllati evidenziano la necessità di una vigilanza continua». Anche perché, pur rappresentando una piccola parte del totale, i sequestri di fentanyl e di suoi derivati sono in crescita. Così come sono in crescita le varietà di fentanyl: dal 2009 ne sono state individuate 38 di nuove in Europa, di cui 13 segnalate per la prima volta nel 2017;
    per quanto riguarda la diffusione tra i tossicodipendenti, il primo vero mercato europeo del fentanyl è stata l'Estonia. In un suo rapporto, l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze ha sostenuto che la crisi delle overdose in questo Paese ha raggiunto l'apice nel 2012, con 170 morti provocate per la maggior parte da fentanyl e farmaci analoghi. In Estonia il fentanyl è l'oppioide consumato con maggiore frequenza nelle strade, mentre l'eroina sembra quasi non esistere. Il perché di questa assenza non è chiaro. Uno studio del 2015 sulla diffusione dei fentanili in Europa, pubblicato sull’International journal of drug policy, ipotizzava un qualche rallentamento della produzione di oppio in Afghanistan all'inizio degli anni 2000, che avrebbe di conseguenza ridotto l'offerta di eroina sui mercati europei;
    nello stesso studio è sostenuto che, nel Vecchio continente, si starebbero sviluppando le condizioni per una futura epidemia di fentanyl. In Europa si registra, da diversi anni, sia una diminuzione della disponibilità, sia una riduzione della purezza dell'eroina. Una delle nazioni maggiormente esposte è la Germania. Secondo l'Organo internazionale per il controllo degli stupefacenti delle Nazioni Unite, la Germania è il terzo maggiore produttore dopo Stati Uniti e Belgio e il primo Paese importatore in assoluto nel 2016. Il già citato studio riporta 160 casi di decessi provocati dal fentanyl in Germania dal 2007 al 2011. I tedeschi consumano grandi quantità di fentanyl per scopi medici, soprattutto in forma di cerotti. L'esempio degli Stati Uniti sembrerebbe suggerire che una grande disponibilità di fentanyl nel mercato legale possa condurre ad una grande disponibilità anche in quello illegale;
    molto preoccupante è anche la condizione in cui versa il Regno Unito. Secondo l'Ufficio per le statistiche nazionali (Ons), nel 2017 in Inghilterra e Galles ci sono state 3.756 morti per intossicazione da droghe, provocate principalmente dall'eroina e dagli oppioidi sintetici. Si tratta del numero più alto mai registrato. Spiccano però i casi di morte per overdose da fentanyl: dal 2016 al 2017 sono aumentati del 29 per cento, passando da 58 a 75. I dati raccolti dall'Ufficio per le statistiche nazionali evidenziano anche 27 decessi per abuso di carfentanyl: si tratta di un farmaco analogo al fentanyl ma molto più potente, utilizzato esclusivamente in veterinaria come tranquillante per gli animali di grossa taglia;
    i rapporti tossicologici non hanno inizialmente rilevato fentanyl. Infatti, è su richiesta della polizia che sono stati fatti ulteriori test da cui è emersa la presenza di fentanyl, in particolare una gamma di analoghi fentanyl più recenti e carfentanyl. Nonostante ciò, la gravità del problema nel Regno Unito non è ancora del tutto nota;
    si ribadisce il fatto che il fentanyl è una sostanza relativamente semplice da produrre. I trafficanti possono sintetizzarla in piccoli laboratori clandestini, mentre i consumatori possono acquistarla on line direttamente dalla Cina e farsela recapitare a casa. Il cosiddetto dark web, con i suoi cripto-mercati, è stato cruciale per la diffusione e il successo dei fentanili negli Stati Uniti. Il Paese europeo con il più alto numero di acquisti di fentanyl tramite questo canale di approvvigionamento è oggi il Regno Unito;
    nel nostro Paese, i primi casi di overdose da fentanyl sono recenti e hanno reso evidente un livello di consapevolezza delle istituzioni preposte alla prevenzione del consumo di sostanze psicotrope insufficiente. Il primo caso conosciuto di overdose dovuta ad assunzione di una sostanza analoga al fentanyl, l’ocfentanyl, risale al 2017, ma è stato scoperto e segnalato solo nel 2018. I responsabili della situazione sono stati colti di sorpresa dalla notizia del primo decesso dovuto ad assunzione di questa sostanza. Probabilmente la morte si sarebbe potuta prevedere e prevenire se l'Osservatorio del dipartimento per le politiche antidroga disponesse di personale con maggiori specifiche competenze in questo campo;
    nella relazione annuale al Parlamento, a volte, ci si limita a collazionare un insieme di notizie varie, provenienti da diverse fonti, senza dare alle informazioni un coordinamento adeguato. Precedentemente alla scoperta del primo caso di overdose, non pare vi sia stata qualche attività che avrebbe potuto garantire un approfondimento dei diversi aspetti del fenomeno in atto;
    infatti, si segnala che la direzione centrale antidroga, pubblicando l'ultima relazione annuale sulla repressione dei traffici di stupefacenti, riguardo al fentanyl ha specificato che «non si erano verificate evidenze della loro presenza nelle piazze italiane». Poi, come detto, nel settembre 2018 si è compreso con ritardo che anche in Italia si era registrata la prima morte dovuta ad assunzione di fentanyl, non ad eroina, come in un primo momento dichiarato. La morte, lo si ribadisce, era avvenuta nell'aprile 2017, ma era stata scoperta solo l'anno successivo;
    in Italia, a causa della comunicazione non tempestiva dell'arrivo del fentanyl, ancor oggi non si conosce esattamente quanto il fenomeno si sia diffuso. Una seconda morte è avvenuta il 10 giugno 2018. Un tossicodipendente è stato trovato senza vita dai carabinieri a Travedona Monate. Accanto al suo corpo è stato trovato il fentanyl. «La bustina di plastica che lo conteneva recava la scritta 1:10 contenente sostanza solido pulviscolare bianca/beige». Si cita il testo dell'allerta di grado 3, diffusa dal sistema nazionale di allerta precoce dell'Istituto superiore di sanità. Il reperto è stato inviato il 20 luglio 2018 al laboratorio di analisi dei carabinieri di Milano, i quali, non riuscendo a identificare la sostanza, si sono rivolti ai Ris di Parma. In quei laboratori il furanilfentanyl è stato finalmente riconosciuto grazie a un'analisi spettrografica;
    l'allerta dello Snap riporta in testa la dicitura «vietate la divulgazione e la pubblicazione su web», ma tra chi riceve le allerte si pensa che le informazioni vadano invece divulgate anche fra chi non fa parte di queste categorie professionali. L'informazione può infatti interessare anche gli stessi consumatori di stupefacenti. Le allerte europee dell'Osservatorio europeo su droghe e dipendenze e i sistemi nazionali di allerta di altri Paesi non riportano divieti analoghi di pubblicazione, che sono una specificità negativa solo italiana;
    non ci sono dati certi relativi ai decessi per overdose avvenuti negli ultimi due anni collegati al fentanyl. La scoperta ritardata di oltre un anno della prima morte preoccupa, perché, lo si ripete, potrebbe trattarsi solo della punta di un iceberg di un fenomeno più grave ed esteso;
    si dovrebbe governare in modo più efficace il fenomeno, cercando di comprendere quanto sta accadendo sulla base di maggiori dati scientifici, effettuando un monitoraggio specifico del fenomeno e adottando forme di valutazione delle politiche di controllo, mediante interventi di riduzione della domanda e di riduzione dell'offerta;
    utilizzando coerentemente e scientificamente tutti i dati disponibili, da rendere pubblici a chiunque, sarebbe possibile effettuare delle previsioni e delle valutazioni più accurate, poiché quelle ora previste appaiono insufficienti;
    ciò appare assolutamente necessario, perché la Cina è pronta ad invadere anche tutto il mercato dell'Europa, compresa l'Italia, e ciò è particolarmente grave, perché i morti per droga sono tornati ad aumentare dal 2017, dopo un calo costante durato più di 15 anni;
    infatti, è dal 2017 che sono tornati ad aumentare i morti per overdose in Italia. Molte volte, innanzi alla voce «sostanza responsabile del decesso», ci si scontra con un: «non identificata». La situazione è da approfondire poiché per 16 anni, dal 2000 al 2016, i decessi sono calati gradualmente, con una riduzione pari a meno 48 per cento. Nel 2017 è arrivata, inaspettata, un'inversione di tendenza con un incremento delle morti pari al 9,7 per cento in un solo anno. Sono segnali preoccupanti e si deve agire e prevenire al fine di evitare che questi primi segnali, se non adeguatamente considerati, possano condurre ad un fenomeno che non deve in nessun caso assumere le dimensioni catastrofiche che si sono registrate negli Usa;
    in base ai dati resi disponibili dalla relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze, dai rapporti della Desa, Direzione centrale servizi antidroga, e dallo studio del Cnr relativo all'uso di alcol e sostanze psicoattive in Italia, i morti acclarati per eroina nel 2017 sono stati 148, a cui se ne aggiungono 74, per assunzione di una sostanza non determinata. Sono dei decessi misteriosi, non attribuibili con certezza a sostanze droganti note, ed erano già 118 nel 2016. Una delle ipotesi è che alcune delle morti siano causate non dall'eroina, bensì dall'eroina tagliata con altre sostanze. Sui tagli e le sperimentazioni criminali si hanno poche certezze, anche perché, lo si ribadisce, una delle principali carenze del sistema italiano è data dalla mancanza di adeguate conoscenze preventive delle sostanze, conoscenze assolutamente necessarie per adeguare le risposte sociali e sanitarie;
    il nuovo quadro del consumo di droghe sembra caratterizzato non solo dal maggior consumo di eroina, ma anche da un mercato criminale che sperimenta nuove strategie, come l'abbassamento dei prezzi mediante la miscela di sostanze. Il risultato è l'impennata dei decessi per overdose;
    in conclusione, si riportano i casi in cui il fentanyl è stato con certezza individuato e sequestrato: a ottobre 2018, in provincia di Cosenza, sono state arrestate sei persone accusate di traffico di cerotti al fentanyl, nel gennaio 2019 a Melzo c’è stato un furto in ospedale, nel febbraio 2019 del fentanyl è stato sequestrato a Roma, nello stesso mese del fentanyl è stato sequestrato a Milano, spedito dal Canada e un'analoga spedizione diretta in Piemonte è stata ugualmente intercettata;
    tutto quanto narrato appare un fenomeno che la politica deve prevenire e reprimere, poiché è necessario dare una risposta organica, strutturata, pianificata, efficace, per fronteggiare al meglio ciò che appare chiaro, l'insorgere incontrollato di un potenziale allarme sociale, anche se ancora non percepito come tale, poiché l'argomento non è ancora entrato nel dibattito pubblico, né in quello politico. In questa situazione appare difficile proporre soluzioni al fenomeno;
    questa mozione ha quindi lo scopo di aprire il dibattito politico e pubblico sul tema, per farne sintesi e quindi indicare le soluzioni considerate opportune e necessarie,

impegna il Governo:

1) ad adottare le iniziative idonee per investire l'Unione europea, nelle sedi istituzionali competenti, della questione di cui in premessa, al fine di proporre l'adozione di ulteriori e più efficaci politiche di contrasto alla diffusione del fentanyl e similari nel territorio dei Paesi membri;

2) a predisporre, a cura del Ministro dell'interno, un'attenta vigilanza per contrastare la diffusione illegale di fentanyl e similari, fatti salvi gli usi terapeutici, attivando in particolare la polizia postale, e per tutelare gli agenti dal contatto cutaneo;

3) a predisporre, a cura del Ministro della salute, un'indagine ministeriale per accertare eventuali ulteriori casi di morte imputabili a tale sostanza, quando assunta a scopo voluttuario, non ancora individuati;

4) a consentire, da parte dei Ministri competenti, la divulgazione e la pubblicazione tempestiva dei dati relativi ai casi di morte a causa del fentanyl utilizzato a scopo voluttuario;

5) a predisporre, da parte del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, i necessari contatti diplomatici con il Governo cinese, avviando forme di collaborazione necessaria per garantire un efficace contrasto al narcotraffico;

6) a predisporre, da parte del Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei ministri, in ottemperanza alle competenze attribuite dalla legge, azioni mirate per prevenire e contrastare il diffondersi di questa specifica sostanza nel mercato nero e il relativo impatto nel campo della tossicodipendenza;

7) ad attivare azioni informative precoci sull'alta pericolosità di tale sostanza, se utilizzata fuori dal controllo medico, anche per le persone in carico ai servizi pubblici per le tossicodipendenze, alle comunità o in contatto con le unità di prevenzione in strada.
(1-00193)
(Nuova formulazione) «Ianaro, Ceccanti, De Filippo, Rostan, Iezzi, D'Uva, Zanichelli, Carnevali, Schirò».


   La Camera,
   premesso che:
    il fentanyl è un farmaco antidolorifico molto potente che viene usato per gestire il dolore, soprattutto quello oncologico, mentre combinato con altre sostanze viene impiegato per l'anestesia;
    l'uso medicale del fentanyl, potente oppioide sintetico, è approvato sotto prescrizione medica e un rigido controllo sanitario. Il suo impiego è giustificato dalla gravità della patologia, tanto che l'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista di farmaci essenziali per il trattamento dei tumori in stadio avanzato;
    nel tempo però questo potente oppiaceo è entrato a far parte del mercato illegale e clandestino per essere utilizzato come sostituto più economico di altre droghe, eroina in primis. Più recentemente, ha fatto il suo ingresso anche nel giro della cocaina;
    l'uso non medico del fentanyl avviene attraverso diverse modalità non attinenti alla formulazione farmaceutica: per via iniettiva, per ingestione di caramelle (assunzione transmucosa), attraverso l'uso di cerotti. Viene anche fumato o assunto per via intranasale (sniffo);
    se è considerato un farmaco essenziale nelle terapie del dolore, purtroppo è anche diventato uno degli oppioidi sintetici più comuni nelle morti per overdose. Oggi viene sempre più utilizzato per tagliare l'eroina. Sempre più spesso, infatti, gli spacciatori tagliano la cocaina e l'eroina con questo farmaco. A volte, spesso all'insaputa degli acquirenti, viene infatti usato per tagliare le partite di altri stupefacenti, aumentandone notevolmente la pericolosità. Siccome il fentanyl è una polvere fine, è facile da mescolare con altre droghe. Ha un aspetto identico all'eroina, così gli utilizzatori, iniettandosi l'eroina tagliata con il fentanyl, non sanno che si stanno iniettando una dose letale, finché non è troppo tardi;
    il mercato della droga è ormai un mercato globale. Mescolare il fentanyl con l'eroina è appunto una pratica criminale che viene probabilmente dagli Stati Uniti, non dall'Europa. Peraltro, il fentanyl è una sostanza conveniente, da cui si possono ottenere grandi ricavi anche con un investimento minimo;
    i rischi per i consumatori sono altissimi. È stimato che la dose letale per l'uomo è di 2-3 milligrammi: basta toccarlo o inalarlo;
    se una dose letale di eroina è di circa 30 milligrammi, la dose letale di fentanyl è almeno dieci volte inferiore. Peraltro, i soccorritori che rispondono alle chiamate per overdose devono stare molto attenti, il semplice contatto o inalazione può essere mortale. Del fentanyl, però, nell'ultima relazione del Dipartimento per le politiche antidroga italiano non c’è quasi traccia. Sul sito del Dipartimento si descrive il farmaco e si legge: «un analogo strutturale, il 3-metilfentanil, risulterebbe venir sintetizzato illegalmente e venduto come “eroina sintetica” o miscelato all'eroina stessa». Stupisce non poco l'uso del condizionale «risulterebbe»;
    è molto facile superare la soglia del sovradosaggio e subire i suoi effetti più gravi e rischiosi: allucinazioni, depressione respiratoria. L'overdose può condurre anche all'arresto cardiaco, allo shock anafilattico, al coma e alla morte. Addirittura possono capitare decessi per errori nella gestione della terapia;
    più in generale, le morti per overdose da uso di oppiacei sintetici diversi dal metadone, quindi anche fentanyl e suoi derivati sono allarmanti. Dal 2016 al 2017, i Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie (Centers for disease control and prevention – Cdc) hanno registrato un aumento dei decessi del 47 per cento e nel 2017 le morti sono state circa 28.400. Sempre secondo i Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie, nel 2018 il fentanyl è stato l'oppioide più comune nelle morti per overdose;
    a conferma dell'estrema nocività del farmaco, ad altissimo rischio overdose, si ricorda che i citati Centri per la prevenzione e il controllo delle malattie americani lo definiscono da 50 a 100 volte più potente della morfina, mentre l'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze gli attribuisce una potenza almeno 80 volte superiore alla morfina;
    negli Stati Uniti, l'emergenza overdose da fentanyl è considerata una vera e propria epidemia. Negli ultimi due anni ci sono state più di 60 mila vittime. E l'uso di questo farmaco sta generando quella che il Presidente Donald Trump ha definito «un'emergenza sanitaria nazionale». Da allora poliziotti, pompieri e paramedici americani girano con il naloxone, farmaco di primo intervento;
    proprio riguardo alla tutela delle forze dell'ordine, nel 2017 la Drug enforcement agency ha emanato, proprio per le medesime forze dell'ordine, delle linee guida sulla gestione del fentanyl. Dette linee guida riguardano la sicurezza personale di chi si trova a dover maneggiare la sostanza, in quanto anche solo il contatto della pelle con il fentanyl puro o una breve inalazione casuale possono provocare un'overdose e mettere a rischio la vita;
    il principale produttore illegale secondo le autorità internazionali è la Cina, il principale mercato di riferimento gli Stati Uniti;
    secondo un'inchiesta del New York Times, pubblicata il 16 ottobre 2019, in Cina operano tra le 160 mila e le 400 mila aziende chimiche «in modo legale, illegale o ambiguo, una stima così ampia che oltre alle dimensioni enormi dell'industria riflette la carenza di informazioni»;
    nell'aprile 2019, il vice presidente cinese della Commissione nazionale per il controllo degli stupefacenti in Cina confermava l'intenzione della Cina di rafforzare la cooperazione e il coordinamento con altri Paesi, tra cui gli Stati Uniti, unendo gli sforzi per «affrontare la sfida globale posta dalle sostanze legate al fentanyl»;
    in Italia il pericoloso fentanyl è già una realtà che fa sempre più vittime. Tra il 2016 e il 2017, infatti, le morti per overdose sono aumentate per la prima volta del 9,7 per cento, dopo 15 anni di calo. Il Ministero dell'interno comunica che dall'anno scorso le forze dell'ordine hanno iniziato a sequestrare dosi di questo oppioide: 20 nel 2018 e 6 nel 2019 (equivalenti a 13,98 grammi);
    benché nel nostro Paese la presenza del fentanyl e suoi derivati sul mercato illegale sia cosa certa, la sua produzione e diffusione clandestina è difficilmente quantificabile. E questo anche perché molti laboratori di analisi difficilmente sono attrezzati per andare oltre la ricerca delle droghe «classiche». Tutto questo porta ad una sottovalutazione del fenomeno;
    l'acquisto di oppioidi si insinua purtroppo sempre più tra gli adolescenti, che li reperiscono on line sul dark web o nel mercato dello spaccio. Il fenomeno è stato parecchio sottovalutato, tanto che la prima morte per overdose da fentanyl, avvenuta nel 2017 a Milano, venne erroneamente attribuita a una generica overdose da eroina, salvo poi, un anno e mezzo dopo, assistere alla ritrattazione dell'Istituto superiore di sanità, che dichiarava che il decesso era stato causato dall’ocfentanil, derivato del fentanyl;
    l'eroina, che ha causato e sta causando sempre più decessi nel nostro Paese, potrebbe benissimo essere eroina mischiata a fentanyl;
    peraltro, i problemi legati alle tossicodipendenze, se per un periodo si sono ridotti, ora stanno tornando ad aumentare decisamente;
    come riportato nel sito del Dipartimento per le politiche antidroga, il 27 marzo 2019 si era tenuta «la prima riunione del tavolo tecnico interistituzionale convocato allo scopo di affrontare le problematiche connesse all'uso di sostanze oppioidi e derivati del fentanyl e definire un piano integrato e condiviso di misure che potrebbero essere adottate per fronteggiare questa nuova emergenza (...) Tale tavolo verrà convocato periodicamente allo scopo di ricevere un costante aggiornamento sull'andamento del fenomeno, nonché per elaborare azioni condivise che si rendessero necessarie». Non si sa se sono seguite altre riunioni;
    peraltro, il mercato criminale offre altri prodotti di sintesi derivati dal fentanyl, alcuni dei quali molto più potenti e pericolosi, come il carfentanyl che si stima 100 volte più potente del fentanyl (quindi 10 mila volte più potente della morfina);
    ad aggravare il tutto, studi recenti confermano che il commercio di questo genere di farmaci avviene spesso via internet;
    le cronache di questi giorni segnalano quattro casi rilevati negli ultimi tre mesi in Emilia-Romagna: due a Bologna, uno a Modena e uno a Parma. Questo oppioide sintetico è stato rinvenuto grazie a nuovi kit di autoanalisi che sono stati messi a punto dalla regione Emilia-Romagna e distribuiti ai consumatori nei Servizi per le tossicodipendenze (SerDP, gli ex SerT) e in tutte le unità di strada della regione. Il test consiste in una striscetta diagnostica che in pochi secondi permette di rilevare in modo rapido 12 varianti della sostanza. In caso di esito positivo, il consumatore o l'operatore possono scattare una foto e inserire una segnalazione su una piattaforma on line. La piattaforma ha l'obiettivo di creare una rete di segnalazione per proteggere i consumatori, avvisandoli che in quell'area è stata rilevata la presenza di fentalyn e che dunque il consumo potrebbe essere potenzialmente molto pericoloso,

impegna il Governo:

1) ad avviare capillari ed efficaci campagne di informazione e sensibilizzazione mirate principalmente alle giovani generazioni, con riferimento agli effetti devastanti del fentanyl e di farmaci similari e alla diffusione esponenziale di tali sostanze che aumentano di molto il rischio di overdose;

2) a mettere in atto i necessari interventi di prevenzione volti a superare l'ancora troppo sottovalutato fenomeno legato alla diffusione in forte crescita dell'utilizzo illegale del fentanyl e dei suoi derivati, anche attraverso un efficace programma di contrasto e di costante monitoraggio del fenomeno, che deve vedere coinvolti in sinergia diversi soggetti istituzionali, tra cui il Ministero della salute e il Ministero dell'interno;

3) a dare seguito e a implementare il tavolo tecnico di cui in premessa, avviatosi presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e finalizzato ad elaborare un piano ed azioni condivise volte ad affrontare le problematiche legate all'uso di sostanze oppioidi e derivati del fentanyl;

4) ad adottare le iniziative di competenza affinché i Servizi per le tossicodipendenze, presenti nel nostro Paese, sensibilizzino e informino i potenziali consumatori di droghe sul forte pericolo legato al fentanyl e ai suoi derivati e alla conseguente aumentata possibilità di overdose;

5) a valutare la possibilità di adottare le iniziative di competenza per estendere a tutto il territorio nazionale il kit sperimentale di autoanalisi e la piattaforma on line di cui in premessa, al fine di creare una rete di segnalazione e monitorare la diffusione territoriale del fentanyl;

6) a emanare quanto prima, così come è stato fatto negli Stati Uniti, per le forze dell'ordine e a loro tutela, delle linee guida sulla gestione del fentanyl, al fine di garantire la sicurezza personale di chi si trova a dover maneggiare la sostanza, in quanto anche solo il contatto della pelle o un'inalazione casuale può provocare un'overdose e mettere a rischio la vita;

7) a rafforzare le iniziative di repressione e contrasto alla diffusione in preoccupante crescita del fentanyl, tenuto conto, tra l'altro, dei gravissimi effetti derivanti dalla pratica di mescolare il fentanyl stesso con altre sostanze stupefacenti, anche attraverso il potenziamento decisivo dell'attività della polizia postale.
(1-00321) «Bagnasco, Novelli, Bond, Mugnai, Versace, Brambilla, Occhiuto».


   La Camera,
   premesso che:
    il fentanyl è un oppiaceo sintetico, sintetizzato per la prima volta nel 1960 da Paul Janssen, usato come potente antidolorifico per la gestione del dolore, specialmente quello oncologico (l'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista di farmaci essenziali per il trattamento dei tumori in stadio avanzato), mentre in combinazione con altre sostanze viene impiegato come anestetico;
    la via di somministrazione più comune in caso di analgesia è quella transdermica, ossia tramite cerotti da applicare sulla pelle e, grazie alla possibilità di rilascio controllato, il fentanyl è divenuto l'oppiaceo più comune nella pratica clinica, dove la sua gestione è sotto strettissimo controllo medico dati i potenti effetti, tanto efficaci quanto pericolosi: si stima che la dose letale per l'essere umano sia 2 milligrammi;
    i Centers for disease control and prevention (Cdc) americani lo definiscono da 50 a 100 volte più potente della morfina, mentre l’European monitoring centre for drugs and drug addiction gli attribuisce una potenza almeno 80 volte superiore alla morfina: basta poco per superare la soglia del sovradosaggio e sperimentare i suoi effetti più rischiosi, come la depressione respiratoria, le allucinazioni e l'overdose, che può portare anche al coma, all'arresto cardiaco o allo shock anafilattico e alla morte;
    ben presto, questo potente oppiaceo è stato intercettato dal mercato della produzione e commercio illegale, utilizzato come sostituto dell'eroina, in primis e, più recentemente, è entrato anche nel giro della cocaina;
    in particolare, per il suo costo concorrenziale, i grossisti della droga usano il fentanyl o le molecole derivate per potenziare eroina, cocaina e metanfetamine, aumentando però il rischio di overdose per la difficoltà di dosare sostanze così potenti;
    il mercato illegale, poi, offre altri prodotti di sintesi derivati dal fentanyl, alcuni dei quali molto più potenti e pericolosi e, secondo i dati ad oggi disponibili, i derivati del fentanyl usati come sostanze stupefacenti sono più di 50: tra questi il più potente è il Carfentanil, con un effetto analgesico pari a 10 mila volte quello della morfina (come farmaco ha trovato largo impiego nella pratica veterinaria per immobilizzare animali di grandi dimensioni, come gli elefanti);
    il principale produttore illegale secondo le autorità internazionali è la Cina, mentre il principale mercato di riferimento è quello degli Stati Uniti;
    a preoccupare di più sono proprio i dati relativi alle morti per overdose da oppiacei sintetici diversi dal metadone, quindi anche fentanyl e suoi derivati illegali: dal 2016 al 2017, i Centers for disease control and prevention (Cdc) americani hanno registrato un aumento dei decessi del 47 per cento e nel 2017 le morti sono state circa 28.400;
    sempre secondo i Cdc nel 2018 il fentanyl è stato l'oppioide che ha causato il maggior numero di morti per overdose in Usa e i sequestri di oppiacei sintetici illegali da parte delle autorità crescono costantemente, tanto da aver portato le istituzioni ad addestrare gli agenti per evitare di entrare in contatto accidentale con la sostanza durante le operazioni e a munire le forze dell'ordine di dosi di naloxone nel caso debbano intervenire in emergenza nel tentativo di salvare qualcuno in overdose;
    anche in Italia, l'allarme fentanyl è stato lanciato decine di volte, accompagnato dal sospiro di sollievo per il fatto che il nostro Paese, e buona parte dell'Europa, non fosse ancora stato raggiunto dal contagio rappresentato da una sostanza che negli Stati Uniti provoca circa 130 morti al giorno;
    benché i decessi per overdose in Italia siano in crescita, gli oppioidi sintetici sono rimasti finora ai margini del dibattito, visti i rari casi accertati della comparsa delle nuove sostanze sul territorio nazionale;
    nell'ultimo anno, però, una notizia ha fatto scattare il campanello d'allarme circa l'incremento della presenza delle cosiddette nuove droghe dentro i confini nazionali: il 25 febbraio 2019 i Nas, nell'ambito di una complessa operazione di controllo sul dark web dopo alcune segnalazioni di overdose non legate all'assunzione di eroina, hanno infatti sequestrato 20 grammi di una «miscela psicoattiva altamente tossica», che in quella forma non era mai stata rinvenuta nel continente e il quantitativo sarebbe stato sufficiente per fabbricare fino a 20 mila dosi. Quello sequestrato è un oppioide sintetico della famiglia dei Fentanili, una miscela in polvere composta da un derivato del fentanyl miscelato con un'altra sostanza non psicoattiva;
    a livello mondiale sono stati individuati quasi cento molecole con una struttura analoga a quella del fentanyl, e il numero tende a crescere velocemente a causa della continua ricerca operata dai laboratori illegali. Nel corso di un meeting internazionale organizzato dall'Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime con sede a Vienna) nel dicembre scorso, autorevoli esponenti hanno stimato che la famiglia dei Fentanili potrà crescere ben oltre le 2 mila varianti nel prossimo futuro;
    come denunciato dal professore Riccardo Gatti, direttore Dipartimento interaziendale Area Dipendenze – Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, «In Italia, per quanto riguarda la diffusione di fentanyl e derivati, di produzione clandestina, siamo ancora in una situazione di incertezza, se si considera che il primo caso conosciuto di overdose dovuta a un analogo del fentanyl (Ocfentanyl), risale al 2017 ma è stato segnalato nel 2018 in quanto, sino ad allora, era stato considerato come un decesso collegato all'eroina e non abbiamo dati a riguardo perché i laboratori di analisi difficilmente sono attrezzati per andare oltre la ricerca delle droghe «classiche»;
    i 18 mesi necessari per scoprire che l’Ocfentanyl, e non l'eroina, aveva provocato il decesso «zero» in Italia, sono emblematici della situazione ed anche dei problemi tecnici oggettivi collegati alla individuazione di queste sostanze;
    a confermare l'ormai accertata esistenza del fenomeno anche nel mercato italiano, è la comunicazione di allerta diramata dal Ministero della salute circa la «possibilità di presenza sul territorio italiano di derivati del fentanyl e di eroina ad alta potenza»;
    il 21 febbraio 2019 il sistema nazionale di allerta precoce dell'istituto superiore di sanità (Iss) ha ricevuto una segnalazione da parte del reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Roma: i Nas hanno sequestrato un plico postale e una bustina trasparente contenente 12,27 grammi di polvere bianca. Le analisi hanno portato all'individuazione per la prima volta in Italia di due molecole appartenenti al gruppo dei fentanili, non inserite nelle tabelle della normativa italiana;
    nel documento del sistema di allerta precoce si legge: «I sequestri di fentanili sotto forma di polveri avvenuti in Europa hanno interessato quantità variabili tra il milligrammo ed il chilogrammo»;
    nella comunicazione del Ministero si riporta una serie di importanti operazioni avvenute a inizio 2019: a Udine il 17 marzo è stato trovato un blister del farmaco «Abstral» abbandonato sul pavimento di un locale, il cui principio attivo è l'ossicodone, un altro analgesico oppioide commercializzato dentro molti farmaci e fentanyl; a marzo a Roma è stata sequestrata una compressa di colore rosa e un frammento di compressa di colore bianco, contenenti ossicodone; ad aprile di nuovo nella capitale è stata intercettata una busta per corrispondenza contenente altri due derivati del fentanyl non previsti dalla legge; il 1o maggio in provincia di Campobasso durante un controllo stradale un ragazzo di 26 anni è stato trovato in possesso di sostanza polverulenta color beige con dentro principi attivi derivati della morfina;
    la missiva del Ministero della salute prosegue con altri esempi e si chiude con una richiesta chiara: avvisare del pericolo imminente relativo alla circolazione in Italia di derivati del fentanyl ed eroina ad elevato tenore di principio attivo;
    in particolare, il Ministero chiede di avvisare i pazienti dei SerD, i dipartimenti delle dipendenze, le comunità terapeutiche, le unità mobili di strada che girano di notte nelle città;
   è qui che il sistema socio-sanitario italiano comincia a mostrare tutte le sue criticità culturali, prima ancora che operative, perché è altamente improbabile che il ragazzo fermato a Campobasso sia il paziente di un SerD o di una comunità o un frequentatore abituale dell'ormai noto boschetto di Rogoredo;
    il problema culturale dell'immaginare il «drogato» solo come tossicodipendente da sostanze illegali e come una persona che vive sempre e soltanto ai margini della società, quando così non è più, o forse non lo è mai stato, impedisce all'intero sistema di controllo, informazione, prevenzione, cura e trattamento di affrontare nel complesso la problematica in modo efficace ed efficiente;
    il mondo delle dipendenze, illegali e legali, è in perenne evoluzione, al contrario delle Istituzioni Nazionali che se ne dovrebbero occupare, per troppo tempo contrassegnate da un colpevole immobilismo;
    in questi anni, l'intero «problema droghe e dipendenze patologiche», in generale, è stato scarsamente attenzionato e si è andata diffondendo la cultura dello «sballo» e la normalizzazione dell'uso di droghe, deriva diseducativa che sta caratterizzando soprattutto i più giovani;
    l'attuale problematica, correlata alla diffusione dell'uso illegale del fentanyl in Italia, rientra nell'allarmante aumento dell'uso di droghe, legali e illegali, e, in particolare, nel fenomeno della polidipendenza, cioè l'uso combinato di più sostanze psicotrope – cannabinoidi, alcol, cocaina, psicofarmaci, eroina e altro – spesso nell'ambito di contesti ludico-ricreativi; oggi sono molte le persone che si lasciano trascinare in questa condizione, anche tra le nuove generazioni;
    secondo i dati forniti dall'ultima relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, che analizza i dati relativi all'anno 2018, lo scenario che si apre a seguito della lettura trasversale delle informazioni raccolte riflette un fenomeno in evoluzione, dove sembra essere in atto una trasformazione verso mercati molto più compositi, complessi e mutevoli;
    questo nuovo scenario si riflette inevitabilmente e direttamente sulle modalità di consumo che virano verso le sostanze sintetiche, il poliutilizzo e il consumo costante ma con modalità occasionali che cambiano secondo i contesti: la globalizzazione, l'interscambio delle merci, la mobilità delle persone e i progressi tecnologici hanno rimodellato disponibilità, scelte e utilizzi e, conseguentemente, si modificano i problemi sociali, sanitari e di sicurezza a essi associati;
    uno dei dati più inquietanti che emerge dalla relazione è che nel 2018 i decessi legati al consumo di stupefacenti sono stati 334, il 12,8 per cento in più rispetto ai 296 dell'anno precedente, con una quota particolarmente rilevante (+92 per cento) tra le donne over 40;
    come si legge nella Relazione, una tra le più importanti sfide per le politiche nazionali in materia di sostanze stupefacenti consiste nell'individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida ed efficace allo sviluppo di un mercato dinamico come quello delle nuove sostanze psicoattive, che imitano gli effetti di sostanze illegali già note: le cosiddette NPS – nuove sostanze psicoattive (che comprendono, ad esempio, cannabinoidi, catinoni e oppioidi sintetici);
    la velocità di comparsa di queste nuove molecole, la vendita tramite siti web e il fatto che le informazioni disponibili su effetti e danni derivati dall'uso siano limitate, continueranno a costituire gli elementi-chiave alla base di importanti sfide per la salute pubblica e per le politiche pubbliche di settore nei prossimi anni;
    nello specifico delle dipendenze da sostanze, i dati elaborati dal Dipartimento per le politiche antidroga sono confermati da quelli riportati dalla relazione europea sulla droga del 2019, redatta dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (O.e.d.t), che certificano, anch'essi, come in Italia il consumo di sostanze stupefacenti sia costantemente in crescita. Infatti, la nostra Nazione è drammaticamente al terzo posto in Europa per uso di cannabis e al quarto posto per uso di cocaina;
    nei luoghi di spaccio, sia reali che virtuali attraverso internet, circolano novantadue tipi di droghe sintetiche e si registrano sei morti per overdose ogni sette giorni; tale dato in realtà appare assolutamente sottostimato a causa di un sistema di monitoraggio non capillare e della mancanza di una rilevazione delle morti correlate all'uso della droga;
    Fratelli d'Italia, da sempre, denuncia come le risorse attualmente messe a disposizione del sistema socio-sanitario non siano appropriate e correttamente dimensionate per combattere l'attuale allarmante diffusione delle droghe e delle dipendenze in Italia e lo sviluppo di una «nuova» ondata di uso di oppioidi e l'inarrestabile dilagare delle nuove sostanze psicoattive di origine sintetica di cui il fentanyl è un pericoloso esempio;
    in Italia c’è una situazione di oggettiva e rischiosa debolezza in questo ambito e sarebbe doveroso e opportuno che le attività di prevenzione e di prossimità con le situazioni a rischio agissero tenendo conto di questo nuovo pericolo, anche informando i consumatori della aumentata possibilità di overdose;
    in questo scenario, gli interventi di prevenzione rivestono un ruolo fondamentale, in particolar modo in ambito scolastico, per l'importanza dell'azione preventiva precoce, specie in termini educativi e per identificare tempestivamente i comportamenti a rischio e le condizioni di vulnerabilità psico-comportamentale, anche a livello territoriale e non solo nazionale;
    rispetto ad altre Nazioni, l'Italia possedeva una delle più strutturate reti di servizi sanitari pubblici per la cura delle persone con dipendenze, ma tale sistema, figlio della guerra alla droga di molti anni fa, è stato abbandonato dalle istituzioni e oggi il nostro Paese si ritrova con un sistema di intervento superato dall'evoluzione delle sostanze e del mercato;
    oggi i SerD non sono più in grado di prendere in carico altri pazienti, né sono in grado di elaborare offerte per nuove tipologie di pazienti perché sono sovraccarichi. Mancano le risorse, manca il personale che viene sostituito solo in minima parte e, in particolare, come sottolineato in numerose audizioni in Parlamento da FederSerD, c’è una carenza cronica di psicologi e di educatori;
    le comunità terapeutiche patiscono sempre più l'assenza dell'adeguato supporto da parte delle Istituzioni; con il decentramento, infatti, ogni regione ha introdotto regole diverse in ambito sociale e sanitario, dando origine a evidentissime disparità su tutto il territorio nazionale nell'accreditamento delle comunità e, di conseguenza, sull'omogeneità e capillarità del sistema dei servizi. In molte zone mancano completamente strutture specializzate per le diverse tipologie di dipendenza, malgrado il costante e generoso impegno degli operatori;
    è necessario il superamento dell'attuale frammentarietà per fare posto a un quadro unitario di azioni dal quale far scaturire una pluralità di interventi, a diverso livello ma coerenti tra loro;
    in un periodo in cui si promuove costantemente la legalizzazione e liberalizzazione della cannabis, sostanza di cui sono dimostrati i danni per la salute in termini cognitivi, mnestici, di coordinamento motorio e di aumentata probabilità di sviluppare una psicopatologia grave, unitamente alla predisposizione da un punto di vista sociale e biologico all'uso di altre sostanze stupefacenti, è indispensabile puntare sulla prevenzione e sulla diffusione di una cultura educativa che promuova la vita libera dalle droghe e da ogni forma di dipendenza patologica;
    il confronto con gli esperti ha evidenziato che il problema deve essere affrontato da un lato sul piano della sicurezza e del contrasto allo spaccio e al traffico di droghe, e, dall'altro, sul versante degli interventi di informazione, prevenzione, cura, trattamento e reinserimento sociale e lavorativo, coinvolgendo e destinando maggiori e più adeguate risorse alle forze dell'ordine, al servizio pubblico, alle comunità terapeutiche e agli enti del terzo settore;
    dopo aver analizzato la complessità del fenomeno droghe e dipendenze patologiche in Italia, nel solco del quale la diffusione del fentanyl ne è indicatore tra gli altri dell'evidente allarme sociale, appare evidente come si renda urgente l'intervento del legislatore al fine di garantire un'azione di sistema strutturata e capillare in grado di contrastare l'aumento delle dipendenze patologiche in Italia, le quali mettono a rischio la salute delle persone di qualsiasi fascia d'età, ancor più in età evolutiva, e l'equilibrio della famiglia,

impegna il Governo:

1) a promuovere campagne informative nazionali di contrasto delle droghe in particolare di origine sintetica di nuova diffusione come il fentanyl, e delle dipendenze comportamentali più in generale, attraverso i mezzi di comunicazione radiotelevisivi pubblici e privati, attraverso la stampa quotidiana e periodica, attraverso la comunicazione on line, nonché attraverso pubbliche affissioni e servizi telefonici e telematici di informazione e di consulenza;

2) a convocare la Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, ottemperando al dettato dell'articolo 1, comma 15, del Testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, costruita in forma di consensus conference, al fine di analizzare i problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e di origine sintetica come il fentanyl, e di individuare eventuali correttivi alla legislazione antidroga dettate dall'esperienza applicativa;

3) ad adottare iniziative per istituire nuovamente il Fondo nazionale per la lotta alla droga, introdotto dalla legge 18 febbraio 1999, n. 45, e poi confluito nel fondo indistinto per le politiche sociali, quale elemento imprescindibile per garantire percorsi educativi, preventivi, di cura, trattamento e reinserimento socio-lavorativo strutturati, e non «interventi spot», nell'ambito delle dipendenze patologiche da droghe e da sostanze stupefacenti sintetiche di nuova diffusione come il fentanyl;

4) ad adottare iniziative di competenza per garantire l'operatività della Consulta degli esperti e degli operatori sociali prevista dall'articolo 132 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, al fine di esaminare temi e problemi connessi alla prevenzione e al recupero dalle tossicodipendenze, e alla prevenzione e alla cura dalle dipendenze comportamentali, con riguardo, altresì, all'attuale allarme correlato alla diffusione di sostanze stupefacenti sintetiche di nuova diffusione come il fentanyl;

5) a potenziare il Dipartimento per le politiche antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e a convocare un tavolo interministeriale con le associazioni di categoria e le regioni, al fine di coordinare un'azione di sistema volta al contrasto della diffusione di droghe e di sostanze stupefacenti sintetiche di nuova diffusione come il fentanyl;

6) ad adottare iniziative per riformare il Testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, al fine di adeguare la normativa e il sistema dei servizi all'attuale fenomeno delle dipendenze patologiche e alla nuova diffusione delle droghe e di sostanze stupefacenti sintetiche di nuova diffusione come il fentanyl;

7) ad aggiornare costantemente le «Tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope» previste dal decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e i correlati strumenti di rilevazione dei laboratori di analisi per consentire alle forze di polizia la rilevazione e il controllo delle stesse;

8) ad analizzare l'impatto dell'applicazione dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, valorizzando dati aggiornati sulle segnalazioni, sui formali inviti a non fare più uso di sostanze, sui programmi terapeutici avviati, interrotti o conclusi, sulle sanzioni irrogate e sui casi di recidiva;

9) a raccogliere e diffondere le «buone prassi» attivate a livello territoriale dal Servizio sociale professionale delle prefetture con finalità dissuasive, relative ai protocolli e alle sperimentazioni in rete;

10) ad attivare corsi di formazione rivolti al personale deputato alle attività di controllo di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, che valorizzino una corretta relazione con le persone di minore età;

11) a garantire un'adeguata informazione e formazione specifica rivolta alle forze dell'ordine per la corretta e tempestiva gestione del fentanyl, al fine di assicurare l'incolumità del personale che si può trovare ad entrare in contatto con tale sostanza stupefacente, estremamente pericolosa e ad alto rischio di overdose;

12) a promuovere la sperimentazione di percorsi di cura innovativi ed efficaci, in particolare per gli utilizzatori di sostanze stupefacenti sintetiche e per i poliassuntori, al fine di contenere la rapida crescita dei danni socio-sanitari rilevati negli ultimi anni.
(1-00322) «Meloni, Bellucci, Lollobrigida, Gemmato, Rampelli, Deidda, Ferro, Butti, Luca De Carlo, Foti, Trancassini, Acquaroli, Baldini, Bignami, Bucalo, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Frassinetti, Galantino, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Varchi, Zucconi».


   La Camera,
   premesso che:
    il fentanyl è un oppiaceo sintetico, sintetizzato per la prima volta nel 1960 da Paul Janssen, usato come potente antidolorifico per la gestione del dolore, specialmente quello oncologico (l'Organizzazione mondiale della sanità lo ha inserito nella lista di farmaci essenziali per il trattamento dei tumori in stadio avanzato), mentre in combinazione con altre sostanze viene impiegato come anestetico;
    la via di somministrazione più comune in caso di analgesia è quella transdermica, ossia tramite cerotti da applicare sulla pelle e, grazie alla possibilità di rilascio controllato, il fentanyl è divenuto l'oppiaceo più comune nella pratica clinica, dove la sua gestione è sotto strettissimo controllo medico dati i potenti effetti, tanto efficaci quanto pericolosi: si stima che la dose letale per l'essere umano sia 2 milligrammi;
    i Centers for disease control and prevention (Cdc) americani lo definiscono da 50 a 100 volte più potente della morfina, mentre l’European monitoring centre for drugs and drug addiction gli attribuisce una potenza almeno 80 volte superiore alla morfina: basta poco per superare la soglia del sovradosaggio e sperimentare i suoi effetti più rischiosi, come la depressione respiratoria, le allucinazioni e l'overdose, che può portare anche al coma, all'arresto cardiaco o allo shock anafilattico e alla morte;
    ben presto, questo potente oppiaceo è stato intercettato dal mercato della produzione e commercio illegale, utilizzato come sostituto dell'eroina, in primis e, più recentemente, è entrato anche nel giro della cocaina;
    in particolare, per il suo costo concorrenziale, i grossisti della droga usano il fentanyl o le molecole derivate per potenziare eroina, cocaina e metanfetamine, aumentando però il rischio di overdose per la difficoltà di dosare sostanze così potenti;
    il mercato illegale, poi, offre altri prodotti di sintesi derivati dal fentanyl, alcuni dei quali molto più potenti e pericolosi e, secondo i dati ad oggi disponibili, i derivati del fentanyl usati come sostanze stupefacenti sono più di 50: tra questi il più potente è il Carfentanil, con un effetto analgesico pari a 10 mila volte quello della morfina (come farmaco ha trovato largo impiego nella pratica veterinaria per immobilizzare animali di grandi dimensioni, come gli elefanti);
    il principale produttore illegale secondo le autorità internazionali è la Cina, mentre il principale mercato di riferimento è quello degli Stati Uniti;
    a preoccupare di più sono proprio i dati relativi alle morti per overdose da oppiacei sintetici diversi dal metadone, quindi anche fentanyl e suoi derivati illegali: dal 2016 al 2017, i Centers for disease control and prevention (Cdc) americani hanno registrato un aumento dei decessi del 47 per cento e nel 2017 le morti sono state circa 28.400;
    sempre secondo i Cdc nel 2018 il fentanyl è stato l'oppioide che ha causato il maggior numero di morti per overdose in Usa e i sequestri di oppiacei sintetici illegali da parte delle autorità crescono costantemente, tanto da aver portato le istituzioni ad addestrare gli agenti per evitare di entrare in contatto accidentale con la sostanza durante le operazioni e a munire le forze dell'ordine di dosi di naloxone nel caso debbano intervenire in emergenza nel tentativo di salvare qualcuno in overdose;
    anche in Italia, l'allarme fentanyl è stato lanciato decine di volte, accompagnato dal sospiro di sollievo per il fatto che il nostro Paese, e buona parte dell'Europa, non fosse ancora

stato raggiunto dal contagio rappresentato da una sostanza che negli Stati Uniti provoca circa 130 morti al giorno;
    benché i decessi per overdose in Italia siano in crescita, gli oppioidi sintetici sono rimasti finora ai margini del dibattito, visti i rari casi accertati della comparsa delle nuove sostanze sul territorio nazionale;
    nell'ultimo anno, però, una notizia ha fatto scattare il campanello d'allarme circa l'incremento della presenza delle cosiddette nuove droghe dentro i confini nazionali: il 25 febbraio 2019 i Nas, nell'ambito di una complessa operazione di controllo sul dark web dopo alcune segnalazioni di overdose non legate all'assunzione di eroina, hanno infatti sequestrato 20 grammi di una «miscela psicoattiva altamente tossica», che in quella forma non era mai stata rinvenuta nel continente e il quantitativo sarebbe stato sufficiente per fabbricare fino a 20 mila dosi. Quello sequestrato è un oppioide sintetico della famiglia dei Fentanili, una miscela in polvere composta da un derivato del fentanyl miscelato con un'altra sostanza non psicoattiva;
    a livello mondiale sono stati individuati quasi cento molecole con una struttura analoga a quella del fentanyl, e il numero tende a crescere velocemente a causa della continua ricerca operata dai laboratori illegali. Nel corso di un meeting internazionale organizzato dall'Unodc (United Nations Office on Drugs and Crime con sede a Vienna) nel dicembre scorso, autorevoli esponenti hanno stimato che la famiglia dei Fentanili potrà crescere ben oltre le 2 mila varianti nel prossimo futuro;
    come denunciato dal professore Riccardo Gatti, direttore Dipartimento interaziendale Area Dipendenze – Asst Santi Paolo e Carlo di Milano, «In Italia, per quanto riguarda la diffusione di fentanyl e derivati, di produzione clandestina, siamo ancora in una situazione di incertezza, se si considera che il primo caso conosciuto di overdose dovuta a un analogo del fentanyl (Ocfentanyl), risale al 2017 ma è stato segnalato nel 2018 in quanto, sino ad allora, era stato considerato come un decesso collegato all'eroina e non abbiamo dati a riguardo perché i laboratori di analisi difficilmente sono attrezzati per andare oltre la ricerca delle droghe «classiche»;
    i 18 mesi necessari per scoprire che l’Ocfentanyl, e non l'eroina, aveva provocato il decesso «zero» in Italia, sono emblematici della situazione ed anche dei problemi tecnici oggettivi collegati alla individuazione di queste sostanze;
    a confermare l'ormai accertata esistenza del fenomeno anche nel mercato italiano, è la comunicazione di allerta diramata dal Ministero della salute circa la «possibilità di presenza sul territorio italiano di derivati del fentanyl e di eroina ad alta potenza»;
    il 21 febbraio 2019 il sistema nazionale di allerta precoce dell'istituto superiore di sanità (Iss) ha ricevuto una segnalazione da parte del reparto investigazioni scientifiche dei carabinieri di Roma: i Nas hanno sequestrato un plico postale e una bustina trasparente contenente 12,27 grammi di polvere bianca. Le analisi hanno portato all'individuazione per la prima volta in Italia di due molecole appartenenti al gruppo dei fentanili, non inserite nelle tabelle della normativa italiana;
    nel documento del sistema di allerta precoce si legge: «I sequestri di fentanili sotto forma di polveri avvenuti in Europa hanno interessato quantità variabili tra il milligrammo ed il chilogrammo»;
    nella comunicazione del Ministero si riporta una serie di importanti operazioni avvenute a inizio 2019: a Udine il 17 marzo è stato trovato un blister del farmaco «Abstral» abbandonato sul pavimento di un locale, il cui principio attivo è l'ossicodone, un altro analgesico oppioide commercializzato dentro molti farmaci e fentanyl; a marzo a Roma è stata sequestrata una compressa di colore rosa e un frammento di compressa di colore bianco, contenenti ossicodone; ad aprile di nuovo nella capitale è stata intercettata una busta per corrispondenza contenente altri due derivati del fentanyl non previsti dalla legge; il 1o maggio in provincia di Campobasso durante un controllo stradale un ragazzo di 26 anni è stato trovato in possesso di sostanza polverulenta color beige con dentro principi attivi derivati della morfina;
    la missiva del Ministero della salute prosegue con altri esempi e si chiude con una richiesta chiara: avvisare del pericolo imminente relativo alla circolazione in Italia di derivati del fentanyl ed eroina ad elevato tenore di principio attivo;
    in particolare, il Ministero chiede di avvisare i pazienti dei SerD, i dipartimenti delle dipendenze, le comunità terapeutiche, le unità mobili di strada che girano di notte nelle città;
   è qui che il sistema socio-sanitario italiano comincia a mostrare tutte le sue criticità culturali, prima ancora che operative, perché è altamente improbabile che il ragazzo fermato a Campobasso sia il paziente di un SerD o di una comunità o un frequentatore abituale dell'ormai noto boschetto di Rogoredo;
    il problema culturale dell'immaginare il «drogato» solo come tossicodipendente da sostanze illegali e come una persona che vive sempre e soltanto ai margini della società, quando così non è più, o forse non lo è mai stato, impedisce all'intero sistema di controllo, informazione, prevenzione, cura e trattamento di affrontare nel complesso la problematica in modo efficace ed efficiente;
    il mondo delle dipendenze, illegali e legali, è in perenne evoluzione, al contrario delle Istituzioni Nazionali che se ne dovrebbero occupare, per troppo tempo contrassegnate da un colpevole immobilismo;
    in questi anni, l'intero «problema droghe e dipendenze patologiche», in generale, è stato scarsamente attenzionato e si è andata diffondendo la cultura dello «sballo» e la normalizzazione dell'uso di droghe, deriva diseducativa che sta caratterizzando soprattutto i più giovani;
    l'attuale problematica, correlata alla diffusione dell'uso illegale del fentanyl in Italia, rientra nell'allarmante aumento dell'uso di droghe, legali e illegali, e, in particolare, nel fenomeno della polidipendenza, cioè l'uso combinato di più sostanze psicotrope – cannabinoidi, alcol, cocaina, psicofarmaci, eroina e altro – spesso nell'ambito di contesti ludico-ricreativi; oggi sono molte le persone che si lasciano trascinare in questa condizione, anche tra le nuove generazioni;
    secondo i dati forniti dall'ultima relazione annuale al Parlamento sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, che analizza i dati relativi all'anno 2018, lo scenario che si apre a seguito della lettura trasversale delle informazioni raccolte riflette un fenomeno in evoluzione, dove sembra essere in atto una trasformazione verso mercati molto più compositi, complessi e mutevoli;
    questo nuovo scenario si riflette inevitabilmente e direttamente sulle modalità di consumo che virano verso le sostanze sintetiche, il poliutilizzo e il consumo costante ma con modalità occasionali che cambiano secondo i contesti: la globalizzazione, l'interscambio delle merci, la mobilità delle persone e i progressi tecnologici hanno rimodellato disponibilità, scelte e utilizzi e, conseguentemente, si modificano i problemi sociali, sanitari e di sicurezza a essi associati;
    uno dei dati più inquietanti che emerge dalla relazione è che nel 2018 i decessi legati al consumo di stupefacenti sono stati 334, il 12,8 per cento in più rispetto ai 296 dell'anno precedente, con una quota particolarmente rilevante (+92 per cento) tra le donne over 40;
    come si legge nella Relazione, una tra le più importanti sfide per le politiche nazionali in materia di sostanze stupefacenti consiste nell'individuare gli strumenti adatti a fornire una risposta rapida ed efficace allo sviluppo di un mercato dinamico come quello delle nuove sostanze psicoattive, che imitano gli effetti di sostanze illegali già note: le cosiddette NPS – nuove sostanze psicoattive (che comprendono, ad esempio, cannabinoidi, catinoni e oppioidi sintetici);
    la velocità di comparsa di queste nuove molecole, la vendita tramite siti web e il fatto che le informazioni disponibili su effetti e danni derivati dall'uso siano limitate, continueranno a costituire gli elementi-chiave alla base di importanti sfide per la salute pubblica e per le politiche pubbliche di settore nei prossimi anni;
    nello specifico delle dipendenze da sostanze, i dati elaborati dal Dipartimento per le politiche antidroga sono confermati da quelli riportati dalla relazione europea sulla droga del 2019, redatta dall'Osservatorio europeo delle droghe e delle tossicodipendenze (O.e.d.t), che certificano, anch'essi, come in Italia il consumo di sostanze stupefacenti sia costantemente in crescita. Infatti, la nostra Nazione è drammaticamente al terzo posto in Europa per uso di cannabis e al quarto posto per uso di cocaina;
    nei luoghi di spaccio, sia reali che virtuali attraverso internet, circolano novantadue tipi di droghe sintetiche e si registrano sei morti per overdose ogni sette giorni; tale dato in realtà appare assolutamente sottostimato a causa di un sistema di monitoraggio non capillare e della mancanza di una rilevazione delle morti correlate all'uso della droga;
    Fratelli d'Italia, da sempre, denuncia come le risorse attualmente messe a disposizione del sistema socio-sanitario non siano appropriate e correttamente dimensionate per combattere l'attuale allarmante diffusione delle droghe e delle dipendenze in Italia e lo sviluppo di una «nuova» ondata di uso di oppioidi e l'inarrestabile dilagare delle nuove sostanze psicoattive di origine sintetica di cui il fentanyl è un pericoloso esempio;
    in Italia c’è una situazione di oggettiva e rischiosa debolezza in questo ambito e sarebbe doveroso e opportuno che le attività di prevenzione e di prossimità con le situazioni a rischio agissero tenendo conto di questo nuovo pericolo, anche informando i consumatori della aumentata possibilità di overdose;
    in questo scenario, gli interventi di prevenzione rivestono un ruolo fondamentale, in particolar modo in ambito scolastico, per l'importanza dell'azione preventiva precoce, specie in termini educativi e per identificare tempestivamente i comportamenti a rischio e le condizioni di vulnerabilità psico-comportamentale, anche a livello territoriale e non solo nazionale;
    rispetto ad altre Nazioni, l'Italia possedeva una delle più strutturate reti di servizi sanitari pubblici per la cura delle persone con dipendenze, ma tale sistema, figlio della guerra alla droga di molti anni fa, è stato abbandonato dalle istituzioni e oggi il nostro Paese si ritrova con un sistema di intervento superato dall'evoluzione delle sostanze e del mercato;
    oggi i SerD non sono più in grado di prendere in carico altri pazienti, né sono in grado di elaborare offerte per nuove tipologie di pazienti perché sono sovraccarichi. Mancano le risorse, manca il personale che viene sostituito solo in minima parte e, in particolare, come sottolineato in numerose audizioni in Parlamento da FederSerD, c’è una carenza cronica di psicologi e di educatori;
    le comunità terapeutiche patiscono sempre più l'assenza dell'adeguato supporto da parte delle Istituzioni; con il decentramento, infatti, ogni regione ha introdotto regole diverse in ambito sociale e sanitario, dando origine a evidentissime disparità su tutto il territorio nazionale nell'accreditamento delle comunità e, di conseguenza, sull'omogeneità e capillarità del sistema dei servizi. In molte zone mancano completamente strutture specializzate per le diverse tipologie di dipendenza, malgrado il costante e generoso impegno degli operatori;
    è necessario il superamento dell'attuale frammentarietà per fare posto a un quadro unitario di azioni dal quale far scaturire una pluralità di interventi, a diverso livello ma coerenti tra loro;
    in un periodo in cui si promuove costantemente la legalizzazione e liberalizzazione della cannabis, sostanza di cui sono dimostrati i danni per la salute in termini cognitivi, mnestici, di coordinamento motorio e di aumentata probabilità di sviluppare una psicopatologia grave, unitamente alla predisposizione da un punto di vista sociale e biologico all'uso di altre sostanze stupefacenti, è indispensabile puntare sulla prevenzione e sulla diffusione di una cultura educativa che promuova la vita libera dalle droghe e da ogni forma di dipendenza patologica;
    il confronto con gli esperti ha evidenziato che il problema deve essere affrontato da un lato sul piano della sicurezza e del contrasto allo spaccio e al traffico di droghe, e, dall'altro, sul versante degli interventi di informazione, prevenzione, cura, trattamento e reinserimento sociale e lavorativo, coinvolgendo e destinando maggiori e più adeguate risorse alle forze dell'ordine, al servizio pubblico, alle comunità terapeutiche e agli enti del terzo settore;
    dopo aver analizzato la complessità del fenomeno droghe e dipendenze patologiche in Italia, nel solco del quale la diffusione del fentanyl ne è indicatore tra gli altri dell'evidente allarme sociale, appare evidente come si renda urgente l'intervento del legislatore al fine di garantire un'azione di sistema strutturata e capillare in grado di contrastare l'aumento delle dipendenze patologiche in Italia, le quali mettono a rischio la salute delle persone di qualsiasi fascia d'età, ancor più in età evolutiva, e l'equilibrio della famiglia,

impegna il Governo:

1) a promuovere campagne informative nazionali di contrasto delle droghe in particolare di origine sintetica di nuova diffusione come il fentanyl, e delle dipendenze comportamentali più in generale, attraverso i mezzi di comunicazione radiotelevisivi pubblici e privati, attraverso la stampa quotidiana e periodica, attraverso la comunicazione on line, nonché attraverso pubbliche affissioni e servizi telefonici e telematici di informazione e di consulenza;

2) a convocare la Conferenza nazionale sulle politiche antidroga, ottemperando al dettato dell'articolo 1, comma 15, del Testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, costruita in forma di consensus conference, al fine di analizzare i problemi connessi alla diffusione delle sostanze stupefacenti e psicotrope e di origine sintetica come il fentanyl, e di individuare eventuali correttivi alla legislazione antidroga dettate dall'esperienza applicativa;

3) a potenziare il Dipartimento per le politiche antidroga presso la Presidenza del Consiglio dei ministri e a convocare un tavolo interministeriale con le associazioni di categoria e le regioni, al fine di coordinare un'azione di sistema volta al contrasto della diffusione di droghe e di sostanze stupefacenti sintetiche di nuova diffusione come il fentanyl;

4) ad aggiornare costantemente le «Tabelle delle sostanze stupefacenti e psicotrope» previste dal decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, e i correlati strumenti di rilevazione dei laboratori di analisi per consentire alle forze di polizia la rilevazione e il controllo delle stesse;

5) ad analizzare l'impatto dell'applicazione dell'articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, valorizzando dati aggiornati sulle segnalazioni, sui formali inviti a non fare più uso di sostanze, sui programmi terapeutici avviati, interrotti o conclusi, sulle sanzioni irrogate e sui casi di recidiva;

6) a raccogliere e diffondere le «buone prassi» attivate a livello territoriale dal Servizio sociale professionale delle prefetture con finalità dissuasive, relative ai protocolli e alle sperimentazioni in rete;

7) ad attivare corsi di formazione rivolti al personale deputato alle attività di controllo di cui al decreto del Presidente della Repubblica 9 ottobre 1990, n. 309, che valorizzino una corretta relazione con le persone di minore età;

8) a garantire un'adeguata informazione e formazione specifica rivolta alle forze dell'ordine per la corretta e tempestiva gestione del fentanyl, al fine di assicurare l'incolumità del personale che si può trovare ad entrare in contatto con tale sostanza stupefacente, estremamente pericolosa e ad alto rischio di overdose;
(1-00322)
(Testo modificato nel corso della seduta) «Meloni, Bellucci, Lollobrigida, Gemmato, Rampelli, Deidda, Ferro, Butti, Luca De Carlo, Foti, Trancassini, Acquaroli, Baldini, Bignami, Bucalo, Caiata, Caretta, Ciaburro, Cirielli, Delmastro Delle Vedove, Donzelli, Frassinetti, Galantino, Lucaselli, Mantovani, Maschio, Mollicone, Montaruli, Osnato, Prisco, Rizzetto, Rotelli, Silvestroni, Varchi, Zucconi».


PROPOSTA DI LEGGE: S. 1149 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: BOTTICI ED ALTRI: NORME RIGUARDANTI IL TRASFERIMENTO AL PATRIMONIO DISPONIBILE E LA SUCCESSIVA CESSIONE A PRIVATI DI AREE DEMANIALI NEL COMUNE DI CHIOGGIA (APPROVATA DALLA 6a COMMISSIONE PERMANENTE DEL SENATO) (A.C. 2152-A) E ABBINATA PROPOSTA DI LEGGE: FOGLIANI ED ALTRI (A.C. 2041)

A.C. 2152-A – Parere della V Commissione

PARERE DELLA V COMMISSIONE SUL TESTO DEL PROVVEDIMENTO

  Sul testo del provvedimento in oggetto:

PARERE FAVOREVOLE

A.C. 2152-A – Articolo unico

ARTICOLO UNICO DELLA PROPOSTA DI LEGGE NEL TESTO DELLA COMMISSIONE

Art. 1.

  1. La presente legge ha lo scopo di trasferire al patrimonio disponibile del comune di Chioggia l'area del comprensorio denominato «Ex aree imbonite fascia lagunare Sottomarina», individuata dal decreto del Ministro della marina mercantile 19 luglio 1950, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 172 del 29 luglio 1950, rettificato con successivi decreti pubblicati nella Gazzetta Ufficiale n. 288 del 12 dicembre 1952, n. 43 del 21 febbraio 1953 e n. 309 del 22 novembre 1975, nonché dal decreto del Ministro della marina mercantile 10 febbraio 1965, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 9 marzo 1965.
  2. All'area di cui al comma 1 del presente articolo, già oggetto di richiesta di attribuzione da parte del comune di Chioggia, ai sensi dell'articolo 56-bis del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 agosto 2013, n. 98, si applicano le disposizioni di cui alla legge 5 febbraio 1992, n. 177, ad eccezione di quanto previsto dall'articolo 6. L'acquisto delle aree fa venire meno le pretese dello Stato per canoni pregressi ed in genere per compensi richiesti a qualsiasi titolo in dipendenza dell'occupazione delle aree. Dalla data di presentazione della domanda di cui all'articolo 2 della legge 5 febbraio 1992, n. 177, sono sospesi i procedimenti di ingiunzione o di rilascio delle aree comunque motivati.
  3. Alle minori entrate derivanti dall'attuazione del presente articolo, valutate in 800.000 euro per l'anno 2020 e in 200.000 euro per ciascuno degli anni 2021 e 2022, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2020-2022, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2020, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.