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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Giovedì 16 aprile 2020

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 16 aprile 2020.

  Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Rampelli, Rizzo, Rosato, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Spadafora, Speranza, Tofalo, Traversi, Villarosa.

(Alla ripresa pomeridiana della seduta).

  Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Claudio Borghi, Boschi, Buffagni, Businarolo, Cancelleri, Carbonaro, Carfagna, Castelli, Cirielli, Colucci, Davide Crippa, D'Incà, Dadone, De Micheli, Del Re, Delmastro Delle Vedove, Delrio, Di Stefano, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gelmini, Giorgis, Grande, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lollobrigida, Lorefice, Mammì, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Orrico, Rampelli, Rizzo, Rosato, Scalfarotto, Carlo Sibilia, Spadafora, Speranza, Tofalo, Traversi, Villarosa.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 15 aprile 2020 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   ROSPI: «Disposizioni concernenti la nomina di commissari straordinari per la realizzazione delle opere pubbliche, al fine di promuovere la ripresa economica nazionale» (2468).

  Sarà stampata e distribuita.

Trasmissione dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con lettera in data 9 marzo 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 2, della legge 3 agosto 1985, n. 411, la relazione sull'attività svolta dalla società Dante Alighieri nell'anno 2019 e il suo bilancio consuntivo per la medesima annualità.

  Questa relazione è trasmessa alla III Commissione (Affari esteri) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministro per i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 13 marzo 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, concernente la procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, i commenti della Commissione europea sulla reazione dell'Italia al parere circostanziato formulati, ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535, riguardanti la notifica 2019/0105/I, relativa al progetto di disciplinare di produzione – agnello/agnellone di filiera locale.

  Questo documento è trasmesso alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Il Ministro per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 20 marzo 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 9-bis, comma 7, della legge 21 giugno 1986, n. 317, concernente la procedura d'informazione nel settore delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società dell'informazione, i commenti della Commissione europea sulla reazione dell'Italia al parere circostanziato formulati, ai sensi dell'articolo 6, paragrafo 2, della direttiva (UE) 2015/1535, riguardanti la notifica 2019/0425/I, relativa ai progetti di disciplinare di produzione integrata del mais dolce, sorgo di granella, colza, girasole e nocciolo e del disciplinare di produzione dell'agnello al pascolo del sistema di qualità «Qualità verificata» (Legge regionale n. 12/2001).

  Questo documento è trasmesso alla XIII Commissione (Agricoltura) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 3 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 4 e 5, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione in merito alla Proposta di decisione del Parlamento europeo e del Consiglio relativa a un Anno europeo delle ferrovie (2021) (COM(2020) 78 final), accompagnata dalla tabella di corrispondenza tra le disposizioni della proposta e le norme nazionali vigenti.

  Questa relazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione di delibere del Comitato interministeriale per la programmazione economica.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica, in data 24 marzo e 6 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, comma 4, della legge 31 dicembre 2009, n. 196, le seguenti delibere CIPE, che sono trasmesse alle sottoindicate Commissioni:

   n. 67/2019 del 21 novembre 2019, concernente «Linea C metropolitana di Roma – Tratta T3 – Variazione del soggetto aggiudicatore degli interventi di tutela di piazza del Colosseo» – alla V Commissione (Bilancio), alla VIII Commissione (Ambiente) e alla IX Commissione (Trasporti);
   n. 69/2019 del 21 novembre 2019, concernente «Programma delle infrastrutture strategiche (legge n. 443/2001). Linea ferroviaria alta velocità/alta capacità (AV/AC) Torino-Venezia. Tratta Brescia-Verona. Nodo AV/AC di Verona: ingresso ovest – Approvazione del progetto preliminare» – alla V Commissione (Bilancio), alla VIII Commissione (Ambiente) e alla IX Commissione (Trasporti);
   n. 71/2019 del 21 novembre 2019, concernente «Fondo per lo sviluppo e la coesione 2014-2020 – Capitale italiana della cultura per l'anno 2020» – alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura);
   n. 74/2019 del 21 novembre 2019, concernente «Nuclei di valutazione e verifica degli investimenti pubblici. Ripartizione risorse anno 2019 (articolo 1, comma 7, Legge n. 144/1999)» – alla V Commissione (Bilancio);
   n. 75/2019 del 21 novembre 2019, concernente «Operazioni e rischi assicurabili da SACE Spa e garantibili dallo Stato ai sensi dell'articolo 6, comma 9-bis del decreto-legge 30 settembre 2003, n. 269 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2003, n. 326» – alla V Commissione (Bilancio), alla VI Commissione (Finanze) e alla X Commissione (Attività produttive);
   n. 79/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2007-2013 – Proroga della scadenza per l'assunzione delle obbligazioni giuridicamente vincolanti di cui alle delibere CIPE n. 57 del 2016, n. 97 del 2017 e n. 19 del 2018» – alla V Commissione (Bilancio);
   n. 80/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sviluppo e coesione (FSC) 2007-2013 – Riprogrammazione di interventi di cui alla delibera CIPE n. 19 del 2018 relativamente ad impianti sportivi della Polizia di Stato» – alla I Commissione (Affari costituzionali), alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura);
   n. 81/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sviluppo e coesione 2007-2013 – Delibera n. 57 del 2016 – Comune di Fucecchio – Modifica scheda intervento» – alla V Commissione (Bilancio);
   n. 82/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sanitario nazionale 2019 – Riparto delle disponibilità finanziarie per il Servizio sanitario nazionale» – alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali);
   n. 83/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sanitario nazionale 2019 – Riparto tra le regioni delle risorse vincolate alla realizzazione degli obiettivi di carattere prioritario e di rilievo nazionale» – alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali);
   n. 84/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sanitario nazionale 2019 – Finanziamento borse di studio in medicina generale, terza annualità triennio 2017-2020, seconda annualità triennio 2018-2021 e prima annualità triennio 2019-2022» – alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali);
   n. 85/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sanitario nazionale 2019 – Ripartizione tra le regioni delle risorse destinate al finanziamento della sanità penitenziaria» – alla II Commissione (Giustizia), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali);
   n. 86/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Fondo sanitario nazionale 2019 – Ripartizione tra le regioni della quota destinata al finanziamento di parte corrente degli oneri relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG)» – alla II Commissione (Giustizia), alla V Commissione (Bilancio) e alla XII Commissione (Affari sociali);
   n. 87/2019 del 20 dicembre 2019, concernente «Modifiche delibera CIPE n. 155 del 2000 “Progetto AGROMED” – Fondo ex articolo 19 del decreto legislativo n. 96 del 1993» – alla V Commissione (Bilancio) e alla XIII Commissione (Agricoltura).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 15 aprile 2020, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):

   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio sull'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo alle informazioni elettroniche sul trasporto merci (COM(2020) 118 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio in merito all'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell'acqua (COM(2020) 125 final), che è assegnata in sede primaria alla VIII Commissione (Ambiente);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio ai fini dell'adozione di un regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 1071/2009, il regolamento (CE) n. 1072/2009 e il regolamento (UE) n. 1024/2012 per adeguarli all'evoluzione del settore, un regolamento che modifica il regolamento (CE) n. 561/2006 per quanto riguarda le prescrizioni minime in materia di periodi di guida massimi giornalieri e settimanali, di interruzioni minime e di periodi di riposo giornalieri e settimanali e il regolamento (UE) n. 165/2014 per quanto riguarda il posizionamento per mezzo dei tachigrafi e una direttiva che modifica la direttiva 2006/22/CE per quanto riguarda le prescrizioni di applicazione e fissa norme specifiche per quanto riguarda la direttiva 96/71/CE e la direttiva 2014/67/UE sul distacco dei conducenti nel settore del trasporto su strada e che modifica il regolamento (UE) n. 1024/2012 (COM(2020) 151 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo a norma dell'articolo 294, paragrafo 6, del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea riguardante la posizione del Consiglio ai fini dell'adozione di un regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (CE) n. 862/2007 relativo alle statistiche comunitarie in materia di migrazione e di protezione internazionale (COM(2020) 153 final), che è assegnata in sede primaria alla I Commissione (Affari costituzionali).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 26 e 31 marzo e 2 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Nell'ambito dei predetti atti, con la comunicazione del 31 marzo 2020, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti:

   Comunicazione della Commissione – Orientamenti agli Stati membri per quanto riguarda gli investimenti esteri diretti e la libera circolazione dei capitali provenienti da paesi terzi, nonché la protezione delle attività strategiche europee, in vista dell'applicazione del regolamento (UE) 2019/452 (regolamento sul controllo degli investimenti esteri diretti) (C(2020) 1981 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   Comunicazione della Commissione – Orientamenti della Commissione europea: agevolare le operazioni di trasporto aereo di merci durante l'epidemia di Covid-19 (C(2020) 2010 final), che è assegnata in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti).

  Con le predette comunicazioni, il Governo ha inoltre richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:

   Relazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti relativa all'attuazione della comunicazione della Commissione «Un partenariato strategico rinnovato e rafforzato con le regioni ultraperiferiche dell'UE» (COM(2020) 104 final);
   Proposta di decisione del Consiglio del [...] relativa all'adozione del programma di ricerca supplementare per il reattore ad alto flusso per il periodo 2020-2023 che deve essere attuato dal Centro comune di ricerca per la Comunità europea dell'energia atomica (COM(2020) 108 final);
   Proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che dovrà essere assunta a nome dell'Unione europea nel comitato per il controllo da parte dello Stato di approdo del memorandum d'intesa di Parigi relativo al controllo delle navi da parte dello Stato di approdo (COM(2020) 117 final);
   Comunicazione della Commissione al Consiglio sull'attivazione della clausola di salvaguardia generale del patto di stabilità e crescita (COM(2020) 123 final);
   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo e al Consiglio – Piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 (JOIN(2020) 5 final);
   Proposta congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza di raccomandazione del Consiglio al Consiglio europeo relativa all'adozione di una decisione che individui gli obiettivi strategici dell'Unione da perseguire attraverso il piano d'azione dell'UE per i diritti umani e la democrazia 2020-2024 (JOIN(2020) 6 final);
   Comunicazione congiunta della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – La politica del partenariato orientale dopo il 2020 – Rafforzare la resilienza – Un partenariato orientale vantaggioso per tutti (JOIN(2020) 7 final).

Trasmissione dall'Autorità nazionale anticorruzione.

  Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 14 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 213, comma 3, lettere c) e d), del codice di cui al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, la segnalazione n. 4 del 2020, adottata con delibera n. 339 del 9 aprile 2020, concernente l'applicazione dell'articolo 103, comma 1, del decreto-legge 17 marzo 2020, n. 18, come modificato dal decreto-legge 8 aprile 2020, n. 23, nel settore dei contratti pubblici.

  Questo documento è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  Il Ministro dell'interno, con lettera in data 10 aprile 2020, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1, commi 2, 4 e 7, della legge 6 ottobre 2017, n. 158, recante Misure per il sostegno e la valorizzazione dei piccoli comuni, nonché disposizioni per la riqualificazione e il recupero dei centri storici dei medesimi comuni, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto ministeriale, adottato di concerto con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e con il Ministro per i beni e le attività culturali e per il turismo, recante definizione dei parametri per la determinazione delle tipologie dei piccoli comuni che possono beneficiare dei finanziamenti ai sensi dell'articolo 3 della medesima legge, unitamente ai relativi allegati A) e B) che ne costituiscono parte integrante (172).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente), che dovrà esprimere il prescritto parere entro il 16 maggio 2020. È altresì assegnata, ai sensi del comma 2 dell'articolo 96-ter del Regolamento, alla V Commissione (Bilancio), che dovrà esprimere i propri rilievi sulle conseguenze di carattere finanziario entro il 1o maggio 2020.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative volte alla semplificazione di attività e procedimenti amministrativi in vista della ripresa delle attività economiche – 2-00715

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro per la pubblica amministrazione, per sapere – premesso che:
   il 31 gennaio 2020 il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza al fine di contrastare e contenere la diffusione del COVID-19;
   mentre il Paese è, giustamente in via prioritaria, impegnato ad affrontare l'emergenza sanitaria, è fondamentale predisporre tutti gli strumenti necessari per consentire al sistema produttivo del Paese di innescare, nella fase successiva, una ripartenza capace di superare i rischi di crisi e di recessione;
   fondamentali sono certamente le misure di ordine economico che il Governo ha già adottato e che sta tuttora adottando, ma altrettanto importante sarà garantire la rapidità e la speditezza dei processi, sia decisionali che operativi nella fase post emergenziale;
   oggi sull'attività della pubblica amministrazione, sui poteri di presidenti di regione e di sindaci, sulle opere pubbliche, sulle infrastrutture, sulle attività economiche e produttive delle imprese gravano il peso di vincoli e iter burocratici che, se da una parte sono certamente garanzia di sicurezza e trasparenza, dall'altra, non piccola, possono tradursi in un rallentamento dei processi decisionali e, in definitiva, in un pesante onere in termini di costi;
   il 31 maggio di ogni anno scade il termine fissato dall'articolo 20 della legge 15 marzo 1997, n. 59 (cosiddetta Bassanini), per la presentazione del disegno di legge di semplificazione annuale in base al quale il Governo, seguendo un programma di priorità di interventi, definito in relazione alle proposte formulate dai Ministri competenti, sentita la Conferenza unificata, presenta al Parlamento un disegno di legge per la semplificazione e il riassetto normativo, volto a definire, per l'anno successivo, gli indirizzi, i criteri, le modalità e le materie di intervento, anche ai fini della ridefinizione dell'area di incidenza delle pubbliche funzioni, con particolare riguardo all'assetto delle competenze dello Stato, delle regioni e degli enti locali;
   tale legge annuale, negli anni, ha avuto un'applicazione via via diversa rispetto al modello disegnato originariamente, fino ad arrivare a non essere più adottata a cadenza periodica. Il risultato è che non è venuto meno l'obiettivo della semplificazione, che, sia pure nelle sue molteplici e diverse accezioni, continua a essere presente in alcune scelte legislative, ma lo strumento che avrebbe dovuto garantire invece una certa stabilità nelle politiche in materia;
   gli strumenti normativi vigenti consentono, quindi, già di intervenire in materia di semplificazioni amministrative;
   si ritiene, pertanto, fondamentale intervenire in modo tempestivo e risoluto su questo annoso problema, utilizzando al meglio questo tempo in cui l'attività è ridotta alle funzioni essenziali per consentire alle imprese e alla pubblica amministrazione di trovarsi, al momento della ripartenza, con processi decisionali ed operativi più snelli, rapidi e più adeguati a far fronte alle difficoltà di questa fase; occorre approntare con somma urgenza «un'Agenda per la semplificazione», come prevista anche dal decreto-legge n. 90 del 2014, da condividere con il Parlamento, tutti i Ministeri, le regioni e gli enti locali, con l'obiettivo di dare un contributo decisivo per sbloccare gli investimenti e liberare risorse per la ripresa e la crescita;
   alla fase di predisposizione normativa dovrà, poi, necessariamente seguire una fase di verifica circa l'avvenuto cambiamento dei comportamenti quotidiani delle amministrazioni, dell'organizzazione, delle modalità di cooperazione, dell'uso delle tecnologie e dell'utilizzazione delle piattaforme telematiche –:
   se intenda adottare iniziative, con la massima tempestività, sulla base anche delle disposizioni legislative vigenti, per definire urgenti misure, articolate e puntuali, anche di carattere normativo, di snellimento, riduzione e semplificazione di tempi, vincoli e iter burocratici vigenti.
(2-00715) «Giacomelli, Losacco, Rotta, Madia, Enrico Borghi, Serracchiani, Bazoli, Carnevali, Critelli, Mura, Andrea Romano, Pezzopane, Dal Moro, Miceli, Bruno Bossio, Ubaldo Pagano, Bonomo, Frailis, Lorenzin, Sensi, De Luca, Ceccanti, Piccoli Nardelli, Fiano, Benamati, Cenni, Carla Cantone, De Maria, Fragomeli, Buratti, Navarra, Lacarra, Lotti, Gribaudo, Rossi, Vazio, Topo, Siani, Nardi, Pellicani, Berlinghieri, Pizzetti, Gariglio, Ciampi, Di Giorgi, Zan, Boldrini».


Elementi e iniziative in ordine alla situazione delle residenze sanitarie assistite in Lombardia in relazione all'emergenza COVID-19 – 2-00734

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   nelle residenze sanitarie assistite, dove persone con disabilità, con gravi patologie neurologiche e/o anziane vivono a stretto contatto tra loro e con il personale, gli effetti dell'emergenza sanitaria da COVID-19 possono essere particolarmente gravi;
   per monitorare la situazione, dal 24 marzo 2020 l'Istituto superiore di sanità ha avviato un'indagine specifica (Survey nazionale sul contagio COVID-19 nelle strutture residenziali e socio-sanitarie);
   secondo il Gnpl national register (banca dati del Garante nazionale per la geolocalizzazione delle strutture socio-sanitarie assistenziali sul territorio italiano) le residenze sanitarie assistite nel nostro Paese sono 4.629, ospitano 300 mila persone che hanno in media 85 anni e il 60 per cento soffre di una demenza;
   fra le strutture censite, solo circa 250 in tutta Italia, si sono verificati dal 1o febbraio 2020 ad oggi in totale 1.845 decessi, di cui il 39,2 per cento con riscontro di infezione da Sars-CoV-2 o con manifestazioni simil-influenzali. Il tasso di mortalità fra i residenti (residenti al 1o febbraio 2020 e nuovi ingressi dal 1o marzo 2020), considerando i decessi di persone risultate positive o con sintomi simil-influenzali, è del 3,7 per cento, ma sale fino al 9,6 per cento in Lombardia;
   esaminando più nel dettaglio i drammatici numeri lombardi, si apprende che su 1.130 decessi il 49,8 per cento era COVID-19 positivo o con sintomi simil-influenzali. Inoltre, tutti gli ospedalizzati (85 persone ospedalizzate su 70 strutture che hanno risposto al quesito, per un rapporto di 1,2) presentavano sintomi o positività al COVID-19;
   la proiezione dei dati sul totale delle residenze sanitarie assistite (ha risposto all'indagine solo il 14 per cento delle strutture contattate) potrebbe portare a un riscontro di migliaia di morti;
   in merito alle difficoltà riscontrate nella gestione dell'epidemia, delle 235 strutture che hanno risposto alla domanda, l'86,8 per cento ha riportato la mancanza di dispositivi di protezione individuale, mentre il 22,5 per cento ha riportato una scarsità di informazioni ricevute circa le procedure per contenere l'infezione. Inoltre, il 36,2 per cento segnala l'assenza di personale sanitario;
   nonostante le reiterate richieste di chiusura ai visitatori da parte di molte residenze sanitarie assistite e di sospensione dei servizi semiresidenziali già ai primi esordi di casi anomali di infezione, in alcune province le autorità competenti comunicavano il diniego e l'avvertimento di eventuali accertamenti da parte dei servizi di vigilanza, oltre «alla messa in discussione» degli accreditamenti, diversamente da quanto operato nelle regioni più coinvolte dall'epidemia;
   a dispetto del crescente numero delle infezioni dei ricoverati nelle residenze sanitarie assistite e dei numerosi casi di malattia degli operatori, non veniva predisposto alcun accertamento tramite tampone al personale sanitario o socio-sanitario, spesso privo di dispositivi di protezione per difficoltà a reperirli sul mercato, difficoltà registrate da tutte le istituzioni competenti, con il rischio di diventare «vettori» del virus;
   la deliberazione della regione Lombardia n. XI/2906 dell'8 marzo 2020, con la quale si è chiesto alle residenze sanitarie assistite di ampliare «la ricettività dei pazienti» per ospitare i casi meno gravi di persone infettate e liberare così alcuni posti letto negli ospedali, è apparsa quanto mai inadeguata e imprudente, nonostante le rassicurazioni dell'assessore al welfare della Lombardia, Giulio Gallera;
   parallelamente all'emergenza ospedaliera bisognava, infatti, sostenere e controllare le strutture, senza rimandare a circolari burocratiche che si limitavano a dire che bisogna seguire i protocolli; si ritiene, infatti, che se le residenze sanitarie assistite devono accogliere i pazienti COVID-19 o devono curare i propri pazienti COVID-19 già presenti senza poterli ospedalizzare, allora devono essere dotate di personale medico e assistenziale, di dispositivi di protezione individuale e attrezzature terapeutiche, di farmaci adeguati a pazienti fragili e con grave comorbilità;
   anche le procure hanno aperto fascicoli contro ignoti sulla base di denunce dei lavoratori. Per quanto riguarda Milano, le denunce per mancata prevenzione del contagio si stanno ampliando e probabilmente non saranno limitate ai casi più noti, come quelli della Fondazione Don Gnocchi e del Pio Albergo Trivulzio;
   il 30 marzo 2020 il Forum del terzo settore in Lombardia, con Ledha, Uneba Lombardia e Alleanza cooperative italiane-welfare Lombardia, ha definito «strage degli innocenti» la mancanza di presa in carico, da parte della sanità lombarda, dei pazienti più fragili che vengono contagiati dal COVID-19;
   il presidente dell'Uneba in Lombardia ha lanciato un durissimo « J'accuse», dichiarando che «Si è deciso, senza dirlo, che non tutti hanno diritto alle cure» e parlando di «scelte politiche molto forti», che sono state prese «senza dirlo e senza rappresentarlo fino in fondo». Una scelta, che, a giudizio degli interpellanti, deliberatamente precluda, seppur non in modo espresso, l'accesso alle cure per persone particolarmente vulnerabili, è inaccettabile;
   il quadro che si registra è desolante, con la contabilità dei decessi che aumenta di giorno in giorno e con il rischio che tali strutture si trasformino (e in alcune è già successo) in focolai dell'epidemia, mettendo a rischio non solo chi vi risiede e chi vi lavora, ma la salute pubblica in generale –:
   quali siano i dati in possesso del Ministro interpellato circa il numero di contagiati da COVID-19, dei decessi per COVID-19 e delle patologie simil-influenzali tra gli ospiti e il personale delle strutture delle residenze sanitarie assistite della regione Lombardia e quali siano le proiezioni numeriche di tali dati, se disponibili, sul totale della popolazione residente presso le medesime strutture;
   se vi siano state verifiche in ordine alla congruità delle indicazioni fornite alle residenze sanitarie assistite da parte della regione Lombardia o dalle rispettive agenzie di tutela della salute rispetto alle gravi condizioni epidemiche nelle residenze sanitarie assistite e nei servizi semiresidenziali e quali verifiche intenda attuare, per quanto di competenza, nei confronti dell'attività di prevenzione, vigilanza e di indirizzo effettuata;
   se vi siano state verifiche dal punto di vista della tutela della salute pubblica circa la decisione adottata dalla regione Lombardia di chiedere alle residenze sanitarie assistite di ampliare la loro ricettività in modo da ospitare, in funzione deflattiva sugli ospedali, i casi meno gravi di pazienti contagiati da Coronavirus;
   quali iniziative urgenti intenda intraprendere, nel rispetto delle competenze territoriali in materia, per verificare se siano state fornite tempestive indicazioni e adottate adeguate misure precauzionali per evitare il contagio all'interno delle residenze sanitarie assistite e per garantire l'universalità della tutela del diritto alla salute, facendo sì che anche i soggetti più vulnerabili vengano adeguatamente assistiti.
(2-00734) «Carnevali, Bazoli, Berlinghieri, Braga, Fiano, Fragomeli, Martina, Pollastrini, Quartapelle Procopio».


Iniziative a sostegno del comparto energetico, in considerazione delle ricadute economiche dell'emergenza sanitaria in atto – 2-00735

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dello sviluppo economico, per sapere – premesso che:
   la crisi sanitaria e quella economica che è conseguita all'emergenza epidemiologica COVID-19 hanno causato un forte impatto sul settore energetico;
   le commodity energetiche, infatti, stanno scontando la prospettiva di una sensibile riduzione della domanda, di un significativo trend al ribasso dei prezzi spot del gas naturale e di una riduzione significativa delle quotazioni delle materie prime nei mercati all'ingrosso;
   la suddetta contrazione dei consumi è stata fortemente determinata dall'adozione, nella maggior parte dei Paesi, di misure stringenti in relazione al diffondersi della pandemia, che ha determinato la chiusura di alcune filiere produttive non essenziali e la limitazione degli spostamenti, sia nell'ambito interno dei rispettivi confini che in ambito internazionale;
   in un lasso di tempo ristretto, pertanto, i consumi energetici del nostro Paese sono precipitati, portando la domanda elettrica nazionale a registrare un 21,4 per cento in meno;
   a seguito dell'aggiornamento trimestrale dei prezzi di riferimento di luce e gas da parte dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente, a partire dal 1o aprile fino al 31 luglio 2020, per la cosiddetta «famiglia tipo» in maggior tutela si avranno una diminuzione del costo dell'elettricità di –18,3 per cento e del gas di –13,5 per cento;
   gli oneri di sistema, invece, ovvero le varie componenti delle bollette pagate dai singoli utenti e finalizzate a sostenere diverse attività necessarie a sviluppare, mantenere in sicurezza e decarbonizzare il sistema elettrico nazionale, tra cui il sostegno alle energie rinnovabili, rimangono invariati a 4,18 centesimi per chilowattora;
   la sospensione dei distacchi delle forniture di energia elettrica e gas per morosità, messe in atto dall'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente per il periodo emergenziale, hanno evitato ai clienti impossibilitati a pagare le bollette di ritrovarsi senza servizi essenziali;
   alcuni operatori del settore energetico e loro organizzazioni lamentano già una crescente difficoltà finanziaria connessa all'aumento di morosità, che, nel giro di qualche mese, potrebbe ripercuotersi su tutta la filiera;
   al fine di garantire la sostenibilità degli interventi regolatori a favore dell'intera filiera dell'energia elettrica e del gas, la stessa Autorità di regolazione per energia reti e ambiente ha incrementato fino a 1,5 miliardi di euro la disponibilità del conto ad hoc istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali per l'emergenza COVID-19; superata questa emergenza, avere costi dell'energia contenuti potrebbe favorire la ripresa delle attività, soprattutto per le piccole imprese; andrebbe evitato un possibile «effetto rimbalzo» dei prezzi, determinato dalla ripresa dei consumi, soprattutto a livello industriale, e dalla risalita dei prezzi delle commodity energetiche –:
   se – nell'ambito delle prossime iniziative normative – esista una misura allo studio del Ministro interpellato che vada nel senso di alleggerire il peso degli oneri generali per gli utenti del sistema elettrico o, comunque, contenere i costi delle forniture energetiche per i clienti finali, garantendo il buon funzionamento della filiera energetica;
   quali siano gli intendimenti del Ministro interpellato circa le misure da adottare per dare copertura alle componenti tariffarie che incentivano le attività di sostegno alla produzione di energia da fonti rinnovabili e di risparmio energetico nelle ipotesi in cui, al fine di aumentare la competitività delle imprese e dare respiro al settore anche nel dopo emergenza, si intervenga sugli oneri di sistema;
   se il Ministro interpellato ritenga sufficiente l'intervento dell'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente con il «conto emergenza COVID-19» istituito presso la Cassa per i servizi energetici e ambientali o siano in valutazione ulteriori iniziative, per quanto di competenza, per la gestione delle morosità aggiuntive nel post emergenza.
(2-00735) «Sut, Alemanno, Berardini, Carabetta, Fantinati, Giarrizzo, Masi, Papiro, Paxia, Perconti, Rizzone, Scanu, Vallascas».


Intendimenti in ordine alla revoca del recente decreto che ha sospeso la classificazione di place of safety (luogo sicuro) per i porti italiani e iniziative per la definizione di protocolli sanitari idonei a garantire la necessaria quarantena, ai fini del contrasto al COVID-19, ad eventuali migranti ed equipaggi di imbarcazioni coinvolte in operazioni di salvataggio – 2-00736

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'interno, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   nei giorni scorsi il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, il Ministro dell'interno e il Ministro della salute, ha emanato un decreto che sospende la classificazione di place of safety (luogo sicuro) per i porti italiani, per i casi di soccorso effettuati da unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell'area Sar italiana;
   nella consapevolezza che la drammatica emergenza sanitaria che il nostro Paese sta vivendo impone al Governo, come priorità assoluta, la tutela della salute pubblica, a parere degli interpellanti il suddetto decreto non solo non risponde a tale necessità, ma appare anche sbagliato, incomprensibile e illegittimo;
   la pandemia da COVID-19 sta interessando, infatti, il mondo intero e per questo sarebbe opportuno e necessario concentrare ogni sforzo, al fine di individuare ogni strumento utile a definire protocolli in grado di assicurare la sicurezza e la salute pubblica, anziché negare il soccorso e la protezione dai rischi della navigazione;
   l'obbligo etico e giuridico di impedire che le persone perdano la vita nel Mediterraneo centrale non viene meno a causa dell'emergenza sanitaria e non pregiudica la tutela della salute, la sicurezza di tutti e un'efficace battaglia contro il nuovo Coronavirus;
   ad avviso degli interpellanti il nostro Paese è assolutamente nelle condizioni di predisporre protocolli sanitari in grado di garantire a terra, o attraverso l'utilizzo di assetti navali adeguati, luoghi sicuri nei quali far svolgere la necessaria quarantena alle persone soccorse, proprio per garantire la salute e la sicurezza di tutti, quella dei naufraghi e quella del personale che si occupa dello sbarco e dell'accoglienza (come ha recentemente detto anche l'Unhcr) e anche delle comunità costiere potenzialmente esposte a rischi di contagio, senza per questo pregiudicare i principi su cui si fonda la nostra civiltà giuridica e gli obblighi imposti dal diritto internazionale con decreti interministeriali come quello in questione;
   in questo senso, a parere degli interpellanti, si riscontra un travisamento e un uso illegittimo di alcuni articoli di testi normativi del diritto internazionale, tra cui l'assenza del presupposto richiesto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare siglato a Montego Bay, introducendo il principio secondo cui non è la nave che rappresenta un pericolo per la comunità costiera, ma è la comunità costiera a rappresentare un pericolo per l'integrità fisica delle persone a bordo;
   se questa è la ratio, non può dunque escludersi che per effetto del decreto i porti della Repubblica italiana possano essere ritenuti sostanzialmente chiusi a qualsiasi imbarcazione straniera;
   il decreto, che si compone di 12 voci di premesse e di 2 articoli, richiama diversi decreti e convenzioni internazionali, dalla Convenzione di Amburgo fino agli ultimi decreti sul Coronavirus e, proprio in virtù dello «stato di emergenza» varato il 31 gennaio 2020, vi è la «deroga» alla Convenzione di Amburgo e nell'articolo 1 si decreta che «i porti italiani non assicurano i necessari requisiti per la classificazione e definizione di place of safety (“luogo sicuro”), in virtù di quanto previsto da Amburgo», ma tale principio varrebbe solo per i casi di soccorso effettuati da parte di unità navali battenti bandiera straniera al di fuori dell'area Sar italiana;
   non si comprende quindi, secondo quale presupposto il place of safety («luogo sicuro») cesserebbe di esistere o ritornerebbe a seconda della nazionalità dell'imbarcazione: se la nave non ha bandiera italiana il place of safety («luogo sicuro») non c’è; se, al contrario, la nave batte bandiera italiana, ritorna il place of safety («luogo sicuro»). Tale distinzione basata sulla bandiera produrrebbe un'intollerabile discriminazione tra i soggetti soccorsi e tra i medesimi soccorritori; il Governo non può non porsi, inoltre, il problema del destino delle persone che continuano a fuggire dalla Libia e che continueranno a farlo, soprattutto in primavera e in estate. Il rischio reale è che ci saranno migliaia di persone in fuga dalla guerra e dai campi di detenzione libici, che probabilmente faranno aumentare i morti in mare e anche gli sbarchi spontanei;
   nel caso di questi ultimi le imbarcazioni che riescono ad arrivare autonomamente sulla terraferma rischiano di diventare un pericolo potenzialmente maggiore in assenza di protocolli per la quarantena e la gestione sanitaria delle persone sbarcate, mentre una gestione ordinata e razionale dei soccorsi permetterebbe al Governo di operare in tutta sicurezza;
   nell'attuale condizione di assenza di dispositivi di soccorso, sia della società civile che statali, il vero rischio è l'aumento sia degli arrivi spontanei, sia delle morti in mare e il suddetto decreto non risponde al primo fenomeno e rischia di far lievitare i numeri del secondo;
   si hanno tutti gli strumenti e le risorse per disporre misure di sicurezza che permettano di proteggere da possibili contagi sia i naufraghi che le popolazioni costiere, senza la necessità di definire il nostro Paese un «luogo non sicuro» o derogare a principi e valori costituzionali e alle convenzioni internazionali per la pandemia in corso;
   si è di fronte a un decreto che a parere degli interpellanti non solo non risolve il problema e denota un approccio sbagliato, ma rischia anche di essere più dannoso, oltre ad essere in palese violazione di norme di diritto internazionale a cui è sottoposto;
   dal 1o gennaio 2020 al 3 aprile 2020 ben 2.677 persone sono state riportate indietro dalla cosiddetta guardia costiera libica e quest'ultimo decreto del Governo genera un paradosso per il quale si considera un porto sicuro la Libia, che è un Paese in guerra, e non l'Italia –:
   se il Governo non intenda revocare subito il decreto citato in premessa e lavorare contestualmente a un dispositivo che preveda protocolli sanitari in grado di garantire a terra o in mare, attraverso l'utilizzo di assetti navali adeguati, luoghi sicuri nei quali far svolgere la necessaria quarantena, prevista dalle misure per combattere il COVID-19, ad eventuali migranti ed equipaggi di imbarcazioni che abbiano effettuato salvataggi di naufraghi, così da garantire la salute e la sicurezza degli stessi, degli operatori e delle comunità costiere.
(2-00736) «Palazzotto, Fratoianni, Muroni, Pastorino, Fornaro».


Elementi e iniziative in merito al crollo del ponte di Albiano Magra, in provincia di Massa-Carrara, nel quadro della messa in sicurezza della rete stradale e autostradale del Paese – 2-00737

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere premesso che:
   l'8 aprile 2020 alle ore 10,20 crollava il ponte che collega Albiano e Caprigliola, coinvolgendo due furgoni che in quel momento vi transitavano. Si tratta di 258 metri di ponte crollati da dieci metri di altezza sul sottostante fiume Magra: una tragedia sfiorata grazie solo al periodo di traffico meno intenso dovuto al lockdown e alle limitazioni degli spostamenti per le disposizioni di contenimento del virus COVID-19 su un'arteria stradale solitamente ad alta intensità di traffico;
   il ponte è gestito da Anas dal novembre 2018, a seguito dell'emanazione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 20 febbraio 2018, recante una revisione complessiva della rete stradale di interesse nazionale e della rete stradale di interesse regionale, in particolare quella toscana. Fino a quel momento l'infrastruttura era gestita dalla provincia di Massa e Carrara;
   da numerosi articoli di stampa risulterebbe che le sollecitazioni riguardo a un intervento di manutenzione del ponte di Albiano Magra, che rappresenta il collegamento tra Toscana e Liguria, in realtà iniziano pochi giorni dopo il crollo del Ponte Morandi, esattamente il 16 agosto 2018 quando il sindaco risulterebbe aver inviato la prima lettera all'Anas nella quale chiede una verifica strutturale di ponti e viadotti «visto il tragico evento del ponte Morandi»;
   circa un anno dopo, esattamente il 30 luglio 2019, il sindaco nuovamente avrebbe scritto all'Anas per sollecitare un intervento, sollecitazione seguita da una terza lettera, pochi giorni dopo, l'8 agosto 2019 in cui risulterebbe la richiesta di sopralluogo in quanto «il ponte è abnormemente sollecitato dal transito di mezzi anche pesanti». Il 4 novembre 2019 un'ulteriore sollecitazione risulterebbe essere inviata anche ai vigili del fuoco e al genio civile, in cui si sottolinea la «grossa preoccupazione per lo stato del ponte», seguita dall'ultima missiva l'8 novembre 2019;
   la tragedia sfiorata del ponte di Albiano Magra, in realtà, si inserisce nella più generale questione delle ispezioni annuali compiute dall'Anas ai fini della sicurezza dei viadotti di sua competenza. Come già evidenziato nell'interrogazione n. 5-03734 e da un'inchiesta giornalistica, infatti, emergerebbe che nel corso delle 2019 le ispezioni obbligatorie sarebbero state solo il 28 per cento, vale a dire 1.419 su 4.991, mentre nel 2018 si registrava una percentuale pari al 56 per cento con 2.068 ispezioni su 3.697;
   inoltre, in base a una mappatura operata nel 2019 risulterebbero 763 cavalcavia sui quali non sarebbe chiara la competenza, sia in termini di responsabilità che in termini di ispezioni e manutenzione;
   al fine di vigilare e garantire manutenzione e sicurezza alle infrastrutture, con il decreto-legge 28 settembre 2018, n. 109, cosiddetto «decreto Genova», il Governo Conte I aveva altresì istituito la nuova agenzia Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali). Occorre, quindi, rendere trasparente l'attività svolta da tale agenzia in merito ai controlli svolti sul ponte di Albiano Magra;
   al momento, per la ricostruzione del ponte, un'opera comunque strategica che permette il collegamento tra la Toscana e la Liguria, è stata proposta la nomina, quale commissario, del presidente della regione Toscana. A ciò si aggiunge che l'Anas, nel 2019, ha ricevuto dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti circa 29,9 miliardi di euro anche grazie al passaggio di alcune strade provinciali all'amministrazione in questione;
   l'articolo 35 del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162, prevede che l'Anas potrebbe subentrare nelle concessioni autostradali in caso di revoca, decadenza o risoluzione di concessioni di strade o autostrade, ivi incluse quelle sottoposte a pedaggio, nelle more dello svolgimento delle procedure di gara per l'affidamento a nuovo concessionario;
   per il potenziamento delle misure di collegamento sul fiume Magra era stata individuata anche la realizzazione del ponte tra Ceparana e Santo Stefano, già finanziato dal Governo Renzi, di cui si attende ancora l'avvio della procedura di appalto. L'inizio dei lavori costituirebbe un valido rafforzamento delle vie di comunicazione e transito in quell'area territoriale;
   la questione della ripartenza dei cantieri pone sicuramente al centro la necessità di implementare la manutenzione delle strade, dei ponti e dei viadotti del nostro Paese come strumento per riaprire i cantieri, rimettere in moto l'economia e, dal punto di vista delle comunicazioni stradali, procedere a lavori di miglioramento e messa in sicurezza delle rete stradale del nostro Paese –:
   se non si ritenga urgente adottare iniziative per attribuire al commissario straordinario gli stessi poteri previsti per la ricostruzione del Ponte di Genova per l'immediato ripristino del ponte crollato, avvalendosi di risorse Anas;
   se non si ritenga utile adottare iniziative per la nomina di un commissario delegato per fronteggiare l'emergenza e predisporre un piano di interventi da sottoporre al Capo del Dipartimento della Protezione civile;
   se non si ritenga utile prevedere una viabilità alternativa di emergenza finanziata dalla stessa Anas (collegamento Bolano/Podenzana e apertura varchi autostradali sulla Salt A12);
   se non si ritenga utile adottare iniziative per la nomina immediata del commissario per la realizzazione della bretella Ceparana-Santo Stefano, già finanziata e ad oggi non ancora avviata dalla provincia della Spezia;
   se non si ritenga, altresì, urgente avviare, per quanto di competenza, verifiche sullo stato delle ispezioni effettivamente compiute su ponti e viadotti di competenza dell'Anas e far luce su quanto avvenuto sui controlli del ponte di Albiano;
   quali iniziative intenda adottare in ordine alla necessità di programmare un piano a livello nazionale per l'immediato avvio dell'apertura di cantieri per la messa in sicurezza della rete stradale e autostradale del nostro Paese.
(2-00737) «Paita, Ferri, Fregolent, D'Alessandro, Nobili».