Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Resoconto dell'Assemblea

Vai all'elenco delle sedute

XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 344 di giovedì 21 maggio 2020

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

FRANCESCO SCOMA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Daga e Liuni sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente ottantadue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle misure per la nuova fase relativa all'emergenza epidemiologica da COVID-19.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulle misure per la nuova fase relativa all'emergenza epidemiologica da COVID-19, che, come convenuto in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, avrà luogo con ripresa televisiva diretta.

Dopo l'intervento del Presidente del Consiglio dei ministri interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per dieci minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.

(Intervento del Presidente del Consiglio dei ministri)

PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, onorevoli deputate e deputati, sono qui nuovamente in Parlamento per condividere con voi, i rappresentanti della nazione, gli indirizzi che il Governo sta perseguendo allo scopo di riavviare il motore economico e produttivo del Paese, dopo aver superato la fase più acuta dell'emergenza sanitaria.

Siamo consapevoli che quella che abbiamo davanti è una sfida ancora più difficile, certamente non meno insidiosa, di quella che abbiamo affrontato all'inizio dell'emergenza, quando, di fronte al diffondersi progressivo, a tratti impetuoso, del contagio, siamo stati costretti a introdurre misure contenitive sempre più severe, che, in base ai principi di massima precauzione e di proporzionalità, sono state estese progressivamente a tutto il territorio nazionale.

Per tutelare i beni primari della persona, la salute, la vita, l'integrità fisica, siamo stati costretti a limitare il più possibile gli spostamenti, a imporre il distanziamento sociale, a sospendere ogni attività che contemplasse il contatto e, conseguentemente, l'incremento esponenziale del contagio.

Gli italiani hanno pienamente compreso il rischio rappresentato da questo virus insidioso, sconosciuto, e hanno condiviso il grande sforzo collettivo realizzato per contenerlo e mitigarlo.

Le misure, salvo limitate eccezioni, prontamente sanzionate, sono state ovunque rispettate con disciplina e con consapevolezza.

Se oggi possiamo constatare che il peggio è alle nostre spalle - e ovviamente lo affermo con tutta la dovuta prudenza - lo dobbiamo ai nostri cittadini, ai sacrifici che hanno compiuto in queste settimane, durante le quali è stato loro chiesto di modificare profondamente le loro abitudini di vita. Forse non tutti avrebbero allora assunto decisioni così sofferte, suscettibili di incidere su alcuni dei diritti fondamentali garantiti dalla nostra Costituzione; tuttavia, dopo tre mesi esatti dal primo caso registrato all'ospedale di Codogno, possiamo affermare in coscienza di aver compiuto la scelta giusta, l'unica in grado di contrastare il diffondersi dell'epidemia sull'intero territorio nazionale.

Con la stessa determinazione ritengo oggi possibile, anzi doveroso, pur in presenza di un quadro epidemiologico non completamente risolto, compiere una scelta coraggiosamente indirizzata verso un rapido ritorno alla normalità.

Siamo nella condizione di attraversare la “fase 2” con fiducia e responsabilità: tutti ormai conosciamo meglio il virus, sappiamo come proteggerci, quali sono le regole di distanziamento sociale, di igiene, la funzione utile, a volte necessaria, dei dispositivi di protezione individuale. Mi rivolgo a tutti e, soprattutto, ai giovani, dei quali è pienamente comprensibile l'entusiasmo per la riconquistata libertà di movimento: in questa fase, più che mai, rimane fondamentale, anche quando siamo all'aperto, il rispetto delle distanze di sicurezza e, ove necessario, l'utilizzo delle mascherine. Non è ancora questo è il tempo dei party, delle movide e degli assembramenti. Occorre fare attenzione, perché esporre se stessi al contagio significa anche esporre al contagio i propri cari.

Abbiamo predisposto un accurato piano nazionale di monitoraggio che ci consente, sulla base delle informazioni quotidiane che sono tenute a trasmetterci le regioni, di disporre di un quadro dettagliato della curva epidemiologica, fondato sull'incrocio di una nutrita serie di parametri. È un piano che ci permetterà di intervenire, se necessario, con misure restrittive nel caso in cui, in luoghi specifici, dovessero generarsi nuovi focolai. Siamo consapevoli che l'avvio della nuova fase potrebbe favorire, in alcune zone, l'aumento della curva del contagio; è un rischio, però, che abbiamo calcolato, che terremo sotto osservazione. Dobbiamo accettare questo rischio, non possiamo fermarci in attesa di un vaccino, altrimenti non saremo mai nelle condizioni di ripartire, ci troveremo con un tessuto produttivo, un tessuto sociale irrimediabilmente compromesso. Non ci possiamo permettere di protrarre l'efficacia di misure sì limitative per un tempo indefinito. Un ordinamento liberale e democratico non può, infatti, tollerare una compressione dei diritti fondamentali, se non nella misura strettamente necessaria a difendere i beni primari della vita, della salute dei cittadini, in dipendenza di una minaccia grave e attuale.

La permanenza di così severe misure limitative oltre il tempo necessario ad invertire la curva del contagio sarebbe, dunque, irragionevole e assolutamente incompatibile con i principi della nostra Costituzione. In questa prospettiva, abbiamo inserito le residue limitazioni alle libertà fondamentali, ancora indispensabili per superare completamente la crisi sanitaria, in disposizioni di rango primario, mentre abbiamo riservato alla normazione secondaria esclusivamente le previsioni di maggior dettaglio. La scorsa settimana, il 16 maggio, abbiamo pertanto adottato il decreto-legge n. 33, che limita le restrizioni alla circolazione esclusivamente agli spostamenti fra le regioni e, allo stato, solo fino al prossimo 2 giugno. Restano, evidentemente, confermate le misure limitative per le persone positive al virus e per quelle che hanno avuto contatti stretti con positivi.

All'interno del quadro normativo disposto con queste norme primarie, che, quindi, potrà essere esaminato, modificato, integrato dal Parlamento in sede di conversione del decreto-legge, si pone, poi, il DPCM adottato lo scorso 17 maggio. Il provvedimento è stato definito all'esito di un'interlocuzione serrata, costante con le regioni e gli altri enti locali, che ringrazio - voglio qui ringraziare pubblicamente - per l'impegno profuso e per la collaborazione dimostrata. Esso contiene disposizioni specifiche per la riapertura in sicurezza delle attività economiche e sociali, nonché dettagliati protocolli di settore definiti con il supporto del Comitato tecnico-scientifico e il contributo determinante dell'INAIL, di cui sottolineo in questa sede la professionalità e l'impegno.

Riassumo le principali disposizioni del DPCM che, da lunedì 18 maggio, disciplinano, insieme alle ordinanze delle regioni, l'andamento della “fase 2”, articolato secondo una scansione temporale ben definita. Per quanto riguarda le attività commerciali al dettaglio e le attività di ristorazione, ne abbiamo fissato la riapertura per il 18 maggio, come sapete, in virtù dei rigorosi protocolli di sicurezza adottati e nella consapevolezza della grave sofferenza economica accumulata da questi settori.

Allo stesso modo e nel rispetto dei relativi protocolli, sono state riaperte le attività inerenti ai servizi di cura alla persona e gli stabilimenti balneari. Dal 25 maggio, riapriranno le palestre e le piscine. Dal 3 giugno, sarà possibile, per i cittadini dell'Unione europea, fare ingresso in Italia senza obbligo di quarantena. Dal 15 giugno, riapriranno cinema, teatri, centri estivi per l'infanzia.

Questo complesso di norme di rango primario e di rango secondario garantisce la possibilità di ritornare, progressivamente, in sicurezza, al pieno svolgimento della vita economica e sociale. D'altra parte, nell'avviare la “fase 2”, non confidiamo soltanto nell'autodisciplina dei singoli: abbiamo definito, in queste settimane, un articolato sistema di controlli e interventi degli andamenti epidemiologici affidato all'ormai ricorrente formula del “testare, tracciare, trattare”. Sul fronte dei test, stiamo potenziando i controlli tramite i test molecolari, quelli sierologici, utili anche al fine di mappare la diffusione del contagio all'interno del Paese. In Italia sono stati fatti, sin qui, 3.171.719 tamponi: collocano il nostro Paese al primo posto per numeri di tampone per abitanti; agli amanti della statistica dico anche che si tratta di 5.134 tamponi per 100 mila abitanti. Ma, soprattutto, in questa fase è importante incrementare l'utilizzo dei test molecolari e per questo, lo scorso 11 maggio, la struttura del commissario ha avviato una richiesta di offerta per kit e reagenti, per permettere la somministrazione di ulteriori 5 milioni di test. 59 aziende nazionali e internazionali hanno presentato offerte per 95 tipologie di prodotti, che saranno verificati in tempi rapidissimi. Per quanto riguarda i test sierologici, lunedì 25 maggio partiranno test gratuiti su un campione di 150 mila cittadini per esclusive finalità di ricerca scientifica. Per effettuarli occorrerà uno sforzo: sono stati mobilitati 550 tra volontari, operatori su base regionale, con la predisposizione di una struttura nazionale di coordinamento.

Per quanto concerne il secondo pilastro della strategia di controllo del virus, il contact tracing, il Governo, con il decreto-legge n. 28, ha introdotto una disciplina per realizzare l'app “Immuni”, come sapete, in modo da garantire il pieno rispetto della privacy, della sicurezza dei cittadini, oltre che la tutela dell'interesse nazionale. Per le necessarie attività di verifica e ulteriore sviluppo del codice sorgente e di quelle finalizzate alla distribuzione, all'installazione e alla gestione dell'app, sono state interessate società pubbliche interamente partecipate dallo Stato - PagoPA e Sogei -, con le quali sono state stipulate convenzioni a titolo gratuito. Nei prossimi giorni, partirà la sperimentazione su questa nuova applicazione e ricordo che il codice sorgente aperto potrà essere conosciuto da chiunque. Nei prossimi giorni, i dati verranno impiegati solo per tracciare la diffusione del virus e cancellati non appena terminerà l'emergenza.

Il decreto-legge n. 28 che ho già citato è attualmente all'esame della Commissione giustizia del Senato e, durante l'iter parlamentare, potrà sicuramente arricchirsi anche del contributo delle Camere.

Il terzo pilastro, quello relativo al trattamento dei pazienti, si fonda su un costante incremento della capacità ricettiva del nostro sistema sanitario. I posti letto in terapia intensiva sono pari a 7.864: abbiamo avuto un incremento del 52 per cento rispetto all'inizio dell'emergenza. Al contempo, i posti letto nei reparti di malattie infettive-pneumologia sono pari a 28.299: qui l'incremento è ancora più significativo, pari al 334 per cento.

In prospettiva, grazie anche al decreto cosiddetto “rilancio” e a uno stanziamento pari a 3 miliardi e 200 milioni di euro per la sanità, potremo rendere stabile l'incremento di 3.500 posti letto in terapia intensiva disposto per far fronte all'emergenza e riqualificare 4.225 posti letto di area semi-intensiva, che saranno fruibili sia in regime ordinario sia in regime di trattamento infettivologico ad alta intensità di cure, il 50 per cento dei quali dovrà essere immediatamente convertibile in posti letto di terapia intensiva.

Siamo consapevoli, tuttavia, che la riapertura delle attività non è sufficiente a riattivare il motore della nostra economia, provata da due mesi di restrizioni e anche, non dimentichiamolo mai, dal crollo generalizzato della domanda globale. Di fronte a uno shock di tale portata, è necessaria un'azione costante, efficace, prolungata di accompagnamento delle attività produttive e commerciali da parte dei pubblici poteri. Con il decreto-legge cosiddetto “rilancio”, n. 34, il Governo ha proseguito l'azione di sostegno all'economia, avviata dai decreti cosiddetti “Cura Italia” e “liquidità”, ma anche compiuto un passo in più, ponendo le basi per una ripartenza economica del Paese. Il provvedimento - lo sapete - stanzia 55 miliardi di euro misurati in termini di indebitamento netto, che vale 155 miliardi di euro in termini di saldo netto da finanziare considerando anche il finanziamento delle politiche per la liquidità. Lo offriamo, ovviamente, alla valutazione del Parlamento e al contributo migliorativo che ne deriverà. È un testo molto complesso, che ha richiesto un lungo iter di elaborazione e che supera anche l'entità di una tradizionale manovra economica, tanto per la portata della sua dotazione finanziaria quanto per l'ampio spettro di interventi che consente.

Sostegno non è un obiettivo incompatibile con quello del rilancio. Tutelare le reti di protezione sanitarie, sociali ed economiche che proteggono i diritti costituzionalmente garantiti e che assicurano il benessere dei cittadini è fondamentale per la crescita. Soltanto garantendo questi presidi potremo ricominciare a progettare, con fiducia e sicurezza, l'Italia del domani.

Accanto alla necessaria prosecuzione delle misure di sostegno alle famiglie e alle imprese, abbiamo voluto concentrare risorse significative nei settori di maggiore interesse strategico per la crescita futura. Fra i principali, vorrei ricordare la scuola, l'università e la ricerca, la sanità, il turismo, il settore edilizio. Un primo capitolo del decreto, che vale 5 miliardi di euro, riguarda gli interventi di potenziamento a beneficio del sistema sanitario, dei quali ho già fornito qualche dettaglio, nonché interventi in favore delle Forze dell'ordine e della Protezione civile.

Un altro corposo capitolo riguarda le misure a beneficio dei lavoratori: vengono stanziati 25 miliardi di euro al fine di estendere, anche per i prossimi mesi, gli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, i sussidi di disoccupazione e le indennità per i lavoratori autonomi.

Oltre a stanziare le risorse necessarie a questo scopo, il Governo ha introdotto anche una drastica semplificazione delle procedure di erogazione di questi strumenti. Nelle scorse settimane i complessi meccanismi burocratici, legati, in particolare, alla cassa integrazione in deroga, hanno rallentato l'erogazione delle risorse, con tempi non adeguati alla profondità dell'emergenza che stiamo vivendo. Ed è per questo che il decreto introduce una procedura semplificata tramite la quale l'INPS potrà anticipare il 40 per cento delle prestazioni all'atto della domanda da parte delle imprese, senza passare per l'invio delle domande da parte delle regioni. Grazie all'impegno della Ministra Catalfo, per tutti coloro che non sono stati coperti da precedenti misure di sostegno, e che, quindi, versano nelle condizioni più critiche, istituiamo il reddito di emergenza, che sarà erogato in due quote, di entità variabile da 400 a 800 euro mensili, a seconda dell'ampiezza del nucleo familiare.

È stata, inoltre, introdotta, su impulso della Ministra Bellanova, una norma che, in presenza di determinate condizioni, consente di far emergere il lavoro sommerso nei settori dell'agricoltura, delle attività di sostegno familiare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)

PRESIDENTE. Andiamo avanti.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. E ricordo che la sospensione dei procedimenti penali non opera nei confronti dei datori di lavoro in presenza dei reati di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, reati di tratta, sfruttamento del lavoro (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Dai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: Vergogna!).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, per favore andiamo avanti.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. Il secondo ambito di intervento del decreto è relativo alle misure di sostegno alle imprese, un capitolo che mobilita circa 15 miliardi di euro in termini di maggiore disavanzo attraverso aiuti a fondo perduto, sgravi fiscali e un ampio ventaglio di incentivi volti a sostenere la riapertura in sicurezza delle attività economiche. Per le imprese e per i professionisti che hanno conseguito nel 2019 un fatturato inferiore a 5 milioni di euro e che nel mese di aprile 2020 abbiano subito un calo del fatturato dei corrispettivi di almeno due terzi rispetto al mese di aprile 2019 prevediamo contributi a fondo perduto. Fra le agevolazioni fiscali a beneficio delle imprese viene disposta l'esenzione dal versamento del saldo IRAP dovuto per il 2019 e anche l'acconto IRAP dovuto nel 2020 per le imprese con ricavi inferiori a 250 milioni di euro. È una misura che trattiene all'interno delle imprese 4 miliardi di liquidità, a beneficio di oltre 2 milioni di aziende. Al contempo, vengono prorogati dal 30 giugno al 16 settembre i termini per i versamenti di imposte e contributi, che, ricordo, erano stati già sospesi per i mesi di marzo, aprile e maggio. Sono previsti anche crediti d'imposta per l'adeguamento degli ambienti di lavoro, per la loro sanificazione, per il rimborso degli affitti commerciali nei mesi di marzo, aprile, maggio, nonché un potenziamento del vigente credito d'imposta per la ricerca e lo sviluppo nel Mezzogiorno. A beneficio di alberghi, pensioni, stabilimenti balneari viene, poi, abolito il versamento della prima rata dell'IMU, in scadenza il 16 giugno, e, per fornire anche un aiuto concreto a tutte le attività economiche, il decreto dispone anche una riduzione del costo delle bollette elettriche per i mesi di maggio, giugno e luglio di quest'anno.

Tutelare la nostra struttura produttiva in questa difficile fase recessiva richiede uno sforzo ulteriore che valga a rafforzare la capitalizzazione delle nostre imprese per difenderne la competitività e la resilienza. Troverete nel decreto delle agevolazioni fiscali notevoli per favorire la ricapitalizzazione, soprattutto delle PMI. Inoltre, sempre per favorire il consolidamento delle PMI, il decreto interviene a istituire un apposito Fondo, affidato a Invitalia, finalizzato a sottoscrivere strumenti finanziari partecipativi emessi dalle PMI. È anche prevista la costituzione di un “Patrimonio destinato”, che, attraverso l'intervento di Cassa depositi e prestiti, potrà impiegare risorse per il sostegno e il rilancio delle grandi imprese strategiche, nel rispetto del quadro normativo europeo in materia di aiuti di Stato.

All'interno del decreto, poi, vi sono misure in favore delle famiglie, particolarmente di quelle con i figli su cui hanno inciso profondamente la chiusura prolungata delle scuole e i profondi cambiamenti nei tempi di vita e lavoro generati dalla chiusura delle attività economiche. Potenziamo il bonus baby-sitting, incrementandone il limite fino a 1.200 euro, un limite che sale anche a 2.000 per i comparti della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico e aggiungiamo, poi, la possibilità, in alternativa, di utilizzare il bonus per le iscrizioni ai servizi per l'infanzia, ai centri estivi. In favore di quest'ultimi, peraltro, stanziamo 150 milioni di euro per il 2020, al fine di potenziare e sostenere l'offerta di attività ludiche e ricreative per i nostri piccoli. In secondo luogo, aumentiamo a 30 giorni i congedi di cui possono fruire i genitori dipendenti del settore privato con figli minori di 12 anni, riconoscendo un'indennità pari al 50 per cento della retribuzione ed estendendo l'arco temporale di fruizione fino al 31 luglio 2020.

Prevediamo, poi, misure specifiche per le persone con disabilità: aumentiamo di 12 giornate i permessi retribuiti complessivi nei mesi di maggio e giugno per le persone con disabilità e i loro familiari; stanziamo 150 milioni di euro complessivi in favore del Fondo per le non autosufficienze e del Fondo per l'assistenza alle persone con disabilità grave e prive di sostegno e di un nuovo Fondo, un nuovo Fondo di sostegno per le strutture semiresidenziali dedicate alle persone con disabilità.

Vi sono poi tante altre misure e interventi di sostegno all'economia sui quali non mi soffermo.

Ma, come ho anticipato, il decreto contiene anche importanti misure per dare impulso alla crescita nei settori di maggiore interesse strategico. Grazie al suggerimento del sottosegretario Fraccaro, abbiamo anche disposto nel decreto un superbonus che incentiva gli interventi di maggiore efficienza energetica degli edifici, di riduzione del rischio sismico e degli interventi connessi relativi all'installazione di impianti fotovoltaici e di colonnine per i veicoli elettrici. Per questi interventi i cittadini potranno beneficiare di una detrazione fiscale pari al 110 per cento delle spese sostenute, fruibile in cinque anni, oppure, in alternativa, di uno sconto in fattura erogato dal fornitore, il quale potrà recuperarlo sotto forma di credito d'imposta cedibile ad altri soggetti, incluse banche e intermediari finanziari (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva). Grazie a questa misura le famiglie avranno la possibilità di risparmiare sul costo dell'energia e potranno realizzare nuovi impianti a costo zero. Inoltre, riusciamo a dare un potente impulso alle attività di ristrutturazione edilizia e agli investimenti privati nella sostenibilità ambientale.

Il decreto dedica poi particolare attenzione anche al turismo, un comparto che mobilita oltre il 13 per cento del nostro PIL, che sarà messo a dura prova dall'impatto globale del COVID-19. Per sostenere questo settore sarà cruciale puntare in misura ancora superiore rispetto al passato alla mobilità interna.

Oltre al già citato taglio dell'IMU a beneficio di alberghi e stabilimenti balneari, mettiamo in campo un bonus vacanze per incentivare la domanda, che verrà riconosciuto alle famiglie con un ISEE non superiore a 40 mila euro e che sarà spendibile in ambito nazionale presso strutture recettizie. Interveniamo anche con misure strutturali per sostenere il settore, come la creazione di un fondo turismo dotato di 50 milioni di euro per il 2020, di un fondo per la promozione del turismo in Italia con la dotazione di 30 milioni di euro, e un ulteriore fondo, dotato di 50 milioni di euro, per aiutare le imprese ricettive e gli stabilimenti balneari a sostenere spese di sanificazione e di adeguamento delle misure di contenimento del virus.

Siamo consapevoli che il settore del turismo richiede ulteriori interventi, che ci riserviamo di attivare non appena sarà definito il piano dei finanziamenti alla ripresa in sede europea. Non entro qui anche in un elenco dettagliato delle misure di sostegno che riguardano altri settori (cinema, spettacoli, teatri) che stanno particolarmente soffrendo in questo periodo.

Colgo l'occasione per invitare tutti i cittadini a fare le vacanze in Italia: scopriamo le bellezze che ancora non conosciamo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva) e torniamo a visitare e a godere di quelle che già conosciamo. È questo il modo migliore per contribuire al rilancio della nostra economia in questa fase di emergenza.

Guardando ancora più avanti, siamo convinti che non vi sia futuro per il nostro Paese senza un investimento ambizioso nella scuola, nell'università, nella ricerca, nella formazione. Sono ambiti cruciali, che hanno ricevuto ampia considerazione nel decreto. La gestione del rientro a scuola a settembre comporterà ingenti costi di organizzazione, e le scorse settimane ci hanno mostrato l'importanza di aumentare la digitalizzazione dei nostri istituti e della nostra didattica. Proprio a questo fine stanziamo 1 miliardo e 450 milioni di euro in due anni a beneficio della scuola. Un ulteriore stanziamento di 1 miliardo e 400 milioni è destinato al rafforzamento del sistema universitario, della ricerca. È uno stanziamento che consente di assegnare 4 mila posti aggiuntivi da ricercatore oltre ai 1.600 già deliberati con la legge di bilancio - ricordate - per il 2020, di potenziare il diritto allo studio, e ci permetteranno anche di investire in un grande programma di ricerca nazionale. È il più grande investimento fatto nel campo dell'università e della ricerca degli ultimi vent'anni. È questo, forse, il più importante legato che consegniamo al futuro, allo sviluppo del Paese.

Ancora, il decreto prevede stanziamenti importanti per comuni e interventi destinati all'export, anche questi molto significativi, alla tutela delle filiere in crisi del settore agricolo, sostegno del settore dei trasporti.

Gli interventi sin qui disposti, ne siamo consapevoli, costituiscono una linea di protezione necessaria ma che non può esaurire le azioni da mettere in campo per riattivare pienamente l'economia del Paese.

Sento la sofferenza che cresce, che si diffonde nel Paese. Avverto le paure e le ansie, le inquietudini di tutti i nostri concittadini, di quelli che dopo aver investito anni e energie nelle proprie attività commerciali temono di veder vanificati tutti i loro sacrifici, di chi non sa se nei prossimi mesi riuscirà a conservare il proprio posto di lavoro, quindi teme di non poter assicurare il sostentamento dei propri cari. Non mi sfuggono la gravità e la profondità di questa crisi, testimoniata anche da gesti forti, come la riconsegna delle chiavi da parte di tanti piccoli commercianti e imprenditori, dalle numerose lettere che ricevo ogni giorno dai cittadini.

È una prova molto dura, dalla quale ci rialzeremo in fretta se ciascuno farà la propria parte, se riusciremo a coordinare gli sforzi, a creare la necessaria sinergia dell'intero sistema Paese. E il sistema bancario, che pure sta offrendo la sua collaborazione, può e deve fare di più, in particolare per accelerare le procedure necessarie ad erogare prestiti coperti dalla garanzia pubblica. Le norme contenute nel decreto-legge liquidità, infatti - e lo sapete -, consentono, nel caso soprattutto di richieste inferiori a 25 mila euro, di erogare prestiti garantiti nel giro di 24 ore (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, facciamo concludere. Colleghi, per favore. Colleghi! Colleghi, facciamo concludere. Andiamo avanti. Prego.

GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei ministri. In alcuni casi sono state rispettate queste tempistiche, ma mi giungono molte segnalazioni (Commenti)… mi giungono molte segnalazioni - sono giunte anche a voi -, e colgo positivamente questi segnali, che in molti altri casi, nella maggior parte dei casi, questo non sta avvenendo (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - Applausi ironici). È essenziale per questo che le banche riescano ad allinearsi alle pratiche più efficienti, assicurando la liquidità garantita nei tempi più rapidi.

Non possiamo tollerare che le imprese possano sentirsi private del denaro necessario per garantire la continuità economica delle proprie attività. È una preoccupazione che ho condiviso anche con i presidenti di Confcommercio e Confesercenti, i quali mi hanno rappresentato, anche loro, le difficoltà delle categorie che rappresentano nell'ottenere queste risorse.

Se le stime di crescita per l'anno in corso purtroppo non possono sorprenderci, ciò che deve preoccuparci è soprattutto, guardando a ritroso, quella dinamica di bassa crescita che il nostro Paese ha sperimentato nell'ultimo decennio, quando abbiamo registrato un divario medio di oltre un punto percentuale rispetto alla media europea di crescita del PIL.

Alla luce di questa eredità, non possiamo permettere in alcun modo che i divari socioeconomici, già ampi all'interno del continente e fra diverse aree del nostro Paese, continuino ad accentuarsi. Il compito della politica tutta, allora, è quello di lavorare per elaborare un ampio programma di rinascita economica e sociale insieme alle migliori energie del Paese.

Il primo tassello di questo progetto riformatore non può che essere una drastica semplificazione della macchina burocratica, un'architettura che, a causa delle sue eccessive complessità, ha rallentato oltre misura l'arrivo a destinazione delle risorse pubbliche stanziate e ha quindi impedito il rafforzamento del capitale infrastrutturale del nostro Paese.

A tal proposito, stiamo lavorando ad un nuovo decreto-legge dedicato proprio alla semplificazione amministrativa e burocratica, che introdurrà molti elementi di novità per fornire all'Italia uno shock, uno shock economico senza precedenti, in particolare nel settore delle infrastrutture. Considero questa riforma la madre di tutte le riforme, l'unica in grado di rilanciare efficacemente la competitività del nostro Paese. L'Italia non può più attendere, è il momento della svolta: se non riusciremo nell'opera di semplificazione neppure in questa condizione di assoluta emergenza, lo dico molto francamente, dubito che sarà possibile farlo in futuro.

Attivare il motore delle opere pubbliche è una priorità per tutte le forze di maggioranza che sostengono questo Esecutivo, e alcune di esse hanno già annunciato e proposto alcuni articolati che troveranno senz'altro spazio nel decreto-legge, al cui interno una sezione specifica sarà dedicata al rafforzamento delle capacità di spesa, all'accelerazione dei cantieri. Al riguardo prevediamo di definire un elenco prioritario di opere strategiche di grandi-medie dimensioni, che potranno essere realizzate con un iter semplificato rispetto al quadro normativo vigente, valutando, laddove opportuno, la concessione di poteri derogatori, senza che ciò faccia però venir meno i controlli più rigorosi, che assicurano piena trasparenza e tengono lontani gli appetiti delle infiltrazioni criminali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva).

Un'altra sfida sarà promuovere una rivoluzione culturale nella pubblica amministrazione, affinché, pur in un'ottica di rigore, di trasparenza, i funzionari pubblici possano essere quanto più possibile incentivati a sbloccare le opere e gli appalti pubblici, evitando che sul loro operato gravi un'eccessiva incertezza giuridica e regolamentare.

Non da ultimo, intendiamo rendere più attrattivo il nostro ordinamento giuridico a beneficio delle imprese, rendendo più favorevole l'ambiente normativo, l'assetto della governance aziendale, al fine di trattenere o attirare quanti più investimenti possibili sul nostro territorio; e, se del caso appunto, di attirarne sempre di più; favoriremo ancor di più la ricapitalizzazione delle imprese, e anche stiamo pensando a migliorare i modelli di governance delle società commerciali, per renderli più snelli, più efficienti, senza ovviamente comprimere i diritti delle minoranze.

Queste riforme sono attese in Italia da anni: non avranno soltanto un impatto positivo nel breve periodo sulla crescita degli investimenti pubblici, ma ci aiuteranno anche a rendere il Paese più attrattivo nei confronti degli investitori internazionali, e dovranno necessariamente accompagnarsi alla riforma dei tempi della giustizia civile e penale. Ricordo anche che qui in Parlamento c'è una delega, quindi una prospettiva di riforma, di un codice civile, quello nostro, vecchio, che risale al 1942 (Commenti).

Un secondo elemento imprescindibile per lo sviluppo futuro è l'innovazione, che va pensata come il risultato di un processo partecipato e collettivo, che nasce sin dai banchi di scuola, fino ad arrivare allo sviluppo della creatività imprenditoriale, organizzativa e sociale. Le settimane di chiusura degli istituti scolastici hanno mostrato, peraltro, che dobbiamo potenziare la dotazione digitale nelle nostre scuole, e hanno provato l'importanza di avere reti di connettività resilienti e capillari in tutto il territorio, anche per rendere possibile il lavoro a distanza. Sono investimenti preziosi: li renderemo ancora più incisivi, anche in sinergia con le aziende strategiche a partecipazione pubblica.

Ma una strategia dell'innovazione dev'essere indirizzata anche al sistema produttivo e a quello delle pubbliche amministrazioni. Sul primo fronte sono molte le eccellenze di cui disponiamo nella ricerca, che possono e debbono essere messe al servizio delle realtà produttive: penso all'industria farmaceutica, alla ricerca biomedica, alla meccanica, alla robotica, alle tecnologie energetiche, alle eccellenze alimentari; più in generale l'Italia può far valere il suo saper fare, il saper inventare, che piace al mondo intero e rende uniche non soltanto le nostre produzioni, ma anche l'esperienza che i nostri luoghi, i nostri esercizi commerciali, i nostri artigiani sanno regalare a chi visita il nostro Paese, e nessuna di queste categorie sarà trascurata.

Per quanto riguarda il settore pubblico, l'investimento cruciale resta quello nel capitale umano: dobbiamo potenziare le strutture tecniche delle amministrazioni, la loro capacità progettuale, riducendo gli adempimenti, ma migliorando i servizi al cittadino, rafforzando la cultura dei dati, della digitalizzazione dei processi.

Il terzo pilastro per un'efficace ripartenza è la inclusività. Il Paese è giunto alla crisi del COVID-19 reduce - lo ricordiamo - da un decennio di divari crescenti tra Nord e Sud, attraversato da profonde diseguaglianze di genere nell'accesso al lavoro a causa di un basso tasso di partecipazione femminile. Eliminare alla radice questi ostacoli all'eguaglianza sociale e territoriale non è un lusso, ma una precondizione per lo sviluppo futuro. Per evitare che entrambi i divari continuino ad ampliarsi è cruciale da un lato, sfruttare al massimo le risorse europee per gli investimenti nella questione territoriale e il rafforzamento delle infrastrutture; e dall'altro, investire con decisione nelle politiche per la famiglia, l'infanzia, potenziando i progetti educativi e di cura, anche con il coinvolgimento degli enti locali, del Terzo settore, e le misure di sostegno economico per le famiglie. Dobbiamo anche stimolare, risvegliare la vocazione delle ragazze nelle carriere scientifiche, mettendo in campo politiche che diano maggiore accesso, visibilità alle donne in questi ambiti.

Devo riconoscerlo in quest'Aula: troppo poco è stato fatto per le famiglie, complice anche un quadro di finanza pubblica che continua a manifestarsi come complesso, a causa anche della pluralità di interventi necessari a contenere i costi socio-economici del COVID-19. Quindi, dobbiamo proseguire il lavoro già avviato in vista del Family Act coordinato dalla Ministra Bonetti, che ci potrà permettere di potenziare ulteriormente le misure economiche a sostegno della famiglia e della natalità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Italia Viva). Al contempo, dovrà aumentare l'impegno del Governo a promuovere al massimo grado l'accessibilità, con particolare attenzione all'abbattimento delle barriere architettoniche negli edifici pubblici e privati.

La crisi del COVID-19 - e mi avvio a conclusione - è una crisi profonda, violenta, drammatica: ci restituisce il bisogno di una società che pone al centro del suo sistema di tutele la salute, la qualità della vita, i beni comuni. È una crisi che ci consegna una comunità nella quale la garanzia del benessere individuale e collettivo non può essere più pensata come un mero corollario dell'attività economica, ma dev'essere programmata quale precondizione dello sviluppo, che può essere anche fonte di crescita sostenuta se sapremo affrontarla con soluzioni innovative, con la creatività che è nel nostro DNA, che è tipica del genio italico. Abbiamo di fronte un'opportunità storica: possiamo sciogliere i nodi, rimuovere le incrostazioni che sin qui ci hanno impedito di produrre benessere diffuso a beneficio di tutti i cittadini, superando i punti di debolezza che hanno sin qui frenato lo sviluppo del Paese, in particolare a partire dalla metà degli anni Novanta. Spetta a noi tutti trasformare questa emergenza in opportunità. Non ci illudiamo affatto che sia una sfida facile, ma il nostro impegno sarà massimo, e ci conforta la consapevolezza che l'Italia è un grande Paese: lo sappiamo bene noi, e lo sanno anche tanti, tantissimi cittadini del mondo (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).

(Interventi)

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi Ha facoltà di parlare il deputato Riccardo Ricciardi, prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Presidente Conte, lei ha sbagliato tutto fin dall'inizio, doveva fare come hanno fatto alcuni suoi colleghi di altri Paesi (pochi, in realtà): tenere aperto, poi chiudere, poi ripensarci. Ma perché poi, per contrastare una pandemia, lei si è rivolta degli scienziati? Affrontare una pandemia rivolgendosi a dei medici è una scelta incomprensibile. Ma perché poi dire a tutti di restare a casa? Perché non andare avanti come se nulla fosse? Perché aver messo al primo posto la salute di tutti? E perché, quando contavamo 700-800 morti al giorno, addirittura utilizzato i DPCM, cioè i decreti che permettono di intervenire immediatamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Per favore! Per favore! Prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). è stato appellato come dittatore. Addirittura, qualche giorno fa, i partiti i parlamentari della Lega hanno inneggiato a una novella resistenza antifascista, qua dentro (devo notare, accolti un po' freddamente dai loro vicini di banco di Fratelli d'Italia, che alla parola “antifascista” un po' sono rimasti freddi). Poi, in tutto questo, lei aveva l'ardire di parlare in conferenza stampa e presentarsi a volte con mezz'ora di ritardo. Ma, poi perché non ha fatto come gli altri Paesi, Presidente? Andiamo a vederli gli altri Paesi (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Facciamo continuare! Battelli! Possiamo far continuare? Deputato Sasso, per favore! Colleghi! Colleghi, così ci impieghiamo solo più tempo! Prego.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Allora, negli altri Paesi: in Francia hanno riaperto alcune scuole l'11 maggio, ma alcune le hanno già richiuse, alcune decine (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). In Svezia, il modello svedese, come qualcuno già lo chiamava, oggi ha il tasso di contagi più alto in Europa (Dai banchi della Lega si levano voci: “Non è vero!” Vergogna!). La Spagna ha iniziato a riaprire a metà maggio, ma a Madrid e in altre zone c'è ancora il lockdown. In Inghilterra pensavano di tenere aperto e proteggersi con l'immunità di gregge, oggi sono in lockdown e ci rimarranno fino a giugno. Ma anche economicamente andiamo a vedere, andiamo a vedere il PIL: nei primi mesi del 2020 Francia e Spagna hanno perso più dell'Italia. Io capisco che citare il Paese che fa meglio e non gli altri 20 che fanno peggio sia comodo per chi la deve attaccare (Commenti), ma chi lo attacca propone un modello amministrativo o sanitario, quale propone? Il modello Lombardia (Vive protese dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Dai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier si scandisce: “Buffone!” e “Giù le mani dalla Lombardia!”)?

PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Deputato Rixi! Colleghi! Facciamo concludere! Colleghi! Colleghi! Colleghi, Deputato Rixi! Colleghi! Facciamo concludere, poi avrete il vostro intervento! Panizzut, per favore, la mascherina! Deputato Panizzut! Coin! Per favore, facciamo andare avanti! Zoffili, dobbiamo fare andare avanti; concludiamo e poi avrete il vostro intervento.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Lei, Presidente a fare come l'assessore Gallera, che in conferenza stampa arrivava puntualissimo e annunciava che in Cina si faceva meglio, in Lombardia si faceva meglio che in Cina (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). In Cina ci hanno messo dieci giorni a costruire un ospedale, in Lombardia 6, l'ospedale per cui hanno speso 21 milioni per 25 pazienti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico): ecco come sono stati spesi i soldi delle tasse e dei cittadini lombardi! E non li ha spesi Roma ladrona, li ha spesi la Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del Partito Democratico - Vive proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)!

PRESIDENTE. Deputato Ferrari! Deputato Ferrari! Colleghi! Deputato Ferrari, per favore! Per favore! Deputato Sasso! Colleghi! Colleghi, per favore!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Poi, Presidente, lei ha avuto anche la fortuna di lavorare con l'ex sottosegretario Giorgetti, che la ricetta per la sanità gliel'aveva data; aveva detto: ma chi ci va più dai medici di base? è finita quella roba lì, e si è visto. Si è visto come è andata, si è vista come è andata quella politica, iniziata nientepopodimeno che da Formigoni: lui e il centrodestra in Lombardia hanno tagliato, in poco più di vent'anni, 25 mila posti letto pubblici, assegnando il 40 per cento delle risorse alla sanità privata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del Partito Democratico - Vive proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). E non contenti, perché… ma tanto io continuo a parlare, anche se voi urlate…

PRESIDENTE. Deputato Ricciardi! Deputato Ricciardi, si rivolga a me! Si rivolga a me deputato Ricciardi (Dai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier: “Vergogna”)!

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Allora, la delibera della regione Lombardia ad inizio marzo, il presidente Luca Degani, parole sue, associazione di categoria che mette insieme circa 400 case di riposo, chiederci di ospitare pazienti con i sintomi COVID-19 è stato come accendere un cerino in un pagliaio… (Vive reiterate proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Deputati del gruppo Lega si dirigono al centro dell'emiciclo e si avvicinano ai banchi del Governo e della Presidenza).

PRESIDENTE. Colleghi, tornate ai vostri posti! Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi, dovete tornare ai vostri posti!!! Ho richiamato! Colleghi, dovete tornare ai vostri posti! Deputato Volpi! Dovete tornare ai vostri posti! Guidesi! Sospendo la seduta.

La seduta, sospesa alle 10,28, è ripresa alle 10,45.

PRESIDENTE. Colleghi, cerchiamo di non creare assembramenti (Commenti). Colleghi… colleghi… colleghi per favore. Deputato Ricciardi, concluda il suo intervento.

RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. Questo Governo ha stanziato finora 80 miliardi con le proprie forze e ha avuto la capacità di dire e di articolare, soprattutto, una proposta in Europa, che, di fronte ad una crisi come questa, deve essere senza precedenti. L'Europa non può permettersi di andare a due velocità, perché anche quei Paesi che pensano di andare avanti, se si ritroveranno con il deserto intorno, saranno immediatamente, anche loro stessi, travolti e stritolati da altre economie mondiali. Nessuno, quindi, si illuda di salvarsi se non ci salveremo tutti insieme. E noi tutti non possiamo più pensare con gli schemi che avevamo prima, perché siamo di fronte ad un bivio: o la salvezza o il disastro. E, come Governo, dobbiamo essere uniti nel mettere al centro l'economia reale e non la finanza, le politiche espansive e non l'austerità, ormai completamente fuori dalla storia, e sfidare anche i tabù, quei tabù del deficit-PIL del debito. Bisogna avere il coraggio di farlo insieme.

Lunedì scorso è stato molto emozionante vedere riaprire le attività e vedere anche lo scrupolo e l'attenzione dei nostri commercianti nel far rispettare le faticose, ma necessarie cautele. A tutti loro deve andare il nostro ringraziamento, perché stanno davvero rendendo un servizio al Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E, Presidente, dobbiamo fare di tutto per correggere quello che non ha funzionato, perché lo dobbiamo al nostro popolo straordinario e il suo scusarsi, qualche tempo fa, in una conferenza stampa, rispetto ai ritardi che ci sono stati, è segno di grande serietà, di intelligenza e di umanità.

È uno scusarsi sincero, che però ha dietro di sé la consapevolezza di aver fatto tutto quello che umanamente fosse possibile, in un Paese che sconta ovviamente problemi burocratici trentennali, come ha ricordato, che non sono scomparsi con il virus, anzi, sono riemersi in tutta la loro forza. E da lì dobbiamo ripartire per guardare al futuro; lo dobbiamo alle italiane e agli italiani, un popolo che ha riaperto con tanto entusiasmo, ma con paura appunto di quello che accadrà. Un barista sotto casa, che ha donato tutta la vita al suo bar, mi ha guardato e mi ha detto: con la cassa integrazione tiro avanti per qualche mese, ma poi? Se i turisti non tornano, se fate tutti lo smart working, fate colazione a casa, non venite a fare colazione qui. Sono queste le paure che dobbiamo affrontare e superare, e per fare questo la parola fondamentale è transizione. Noi sappiamo che, ad esempio, se la direzione è lo smart working, allora gestiamo con intelligenza la fase per arrivarci in termini di ricaduta sull'indotto e sui diritti dei lavoratori.

Pensiamo all'ambiente, a quanta mole di rifiuti ovviamente produrremo con i dispositivi di protezione individuale, e pensiamo che incentivare le tecnologie che invece danno dei dispositivi di protezione individuale lavabili e rinnovabili è un grande servizio all'ambiente, è un grande servizio all'economia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Saremo una società che per molto tempo non si vedrà più sorridere per strada, perché sorridiamo con gli occhi, perché abbiamo la bocca nascosta dalle mascherine. E noi non sappiamo ancora tutto questo cosa significherà, ad esempio nei più piccoli. La mancanza di contatto con gli altri bambini, non percepire il sorriso, che appunto è la prima immediata interazione che hanno i bimbi, e non solo loro. Lì c'è il nostro futuro e dobbiamo mettere in campo ancora di più tutte le azioni di sostegno per mitigare questi piccoli grandi drammi.

In conclusione, Presidente, sa chi e cosa giocherà un ruolo fondamentale in tutto questo? Un settore di cui si parla poco, quello della cultura e degli artisti (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che possono raccontarci quello che abbiamo provato, perché mai come nei momenti tragici un Paese ha bisogno di raccontarsi. Raccontandosi ci si può ritrovare e si può elaborare questo trauma collettivamente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché sostenere il cinema, il teatro, le musiche e le arti è un servizio che dobbiamo innanzitutto ai lavoratori del settore, troppo spesso nella vulgata comune non considerati tali, e poi al benessere di tutti noi.

Chiudo con il vecchio adagio che riguarda proprio questa cosa: si dice che, quando si chiude un teatro, non si chiude soltanto un edificio, si chiude l'abitudine di andare a teatro. E questo vale per tutto. Dobbiamo ritrovare l'abitudine a rivivere in comunità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Molinari. Ne ha facoltà. Colleghi, silenzio, per favore.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Guardi, credo che la pagina che abbiamo vissuto pochi minuti fa in quest'Aula sia uno dei momenti più bassi della storia repubblicana (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Vede, Presidente, se ci si può abituare o rassegnare all'incompetenza, all'incapacità (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), alla mancanza di cultura istituzionale e politica, per quanto mi riguarda e per quanto ci riguarda, alla mancanza di umanità, all'indifferenza per migliaia di morti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), per la sofferenza di migliaia di famiglie, per il dramma che ha vissuto una parte importante del Paese, l'indifferenza verso quello, signor Presidente, è qualcosa cui non ci vogliamo abituare e non ci possiamo abituare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E credo che sia suo dovere far sì che anche quest'Aula non possa pensare che sia normale speculare sulle migliaia di morti della Lombardia, del Piemonte, del Veneto, dell'Emilia Romagna (Vivi applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Misto-Noi con l'Italia-USEI), per difendere un Governo le cui incapacità sono davanti agli occhi di tutti gli italiani! Un'incapacità che è stata mostrata, oltre che nella fase attuale, anche nella fase dell'emergenza, perché, se vogliamo andare a fondo su quello che è successo, ebbene, noi qualche settimana fa, in un'altra informativa del Presidente Conte, avevamo chiesto informazioni sul perché, nonostante il Governo avesse un documento riservato che pronosticava la pandemia già a gennaio, e infatti a fine gennaio è stato dichiarato lo stato di emergenza, questo documento sia stato reso pubblico soltanto a febbraio, quando ci sono state le prime misure di chiusura. E questa domanda, anche dopo l'intervento dell'autorevole collega del MoVimento 5 Stelle, diventa ancora più pregnante soprattutto per il fatto che in queste settimane le regioni più colpite, la Lombardia, il Piemonte, il Veneto, l'Emilia-Romagna, hanno avviato una….

PRESIDENTE. Collega, facciamo proseguire.

RICCARDO MOLINARI (LEGA). …serie di screening a tappeto con i test seriologici per verificare quando il virus era entrato in quei territori. E quello che sta emergendo - ci è stato comunicato dalle regioni interessate - è che dai primi studi viene fuori che i primi positivi c'erano già a gennaio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Allora, se è così, quel ritardo del Governo, che da gennaio a febbraio non ha fornito alle regioni, agli ospedali, ai medici di base i DPI (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che non ha creato dei protocolli di sicurezza, che non ha avvisato su quello che stava succedendo, forse qualche responsabilità l'ha comportata, ma io questo non lo so. E, visto che il partito della trasparenza è il primo partito rappresentato in quest'Aula, il partito degli onesti, il partito dei trasparenti, il partito dell'anticorruzione, noi abbiamo depositato proprio lunedì una PDL per istituire una Commissione d'inchiesta per capire se quei ritardi del Governo hanno avuto conseguenze su Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! E immagino che il partito della trasparenza non potrà che appoggiare l'apertura di un'inchiesta parlamentare per capire esattamente cosa è successo.

Questa incompetenza, signor Presidente, l'abbiamo vista nella fase della gestione dell'emergenza, dove con i DPCM limitavamo le libertà costituzionali, tanto che è dovuta intervenire anche la Presidente della Corte, Cartabia; la stiamo vedendo adesso, nella fase della ripartenza, dove ancora domenica mancava il DPCM per capire come avrebbero potuto aprire i ristoratori, i parrucchieri e gli artigiani il giorno dopo; e l'abbiamo vista anche nelle liti che ci sono state in queste settimane. Perché, vede, nel momento in cui si progetta la ripartenza economica del Paese, noi pensavamo che la maggioranza avrebbe passato settimane a Palazzo Chigi a litigare su quanti soldi dare alle imprese, su quali tasse cancellare, su come sostenere le famiglie, su come sostenere le scuole, gli asili o le università. No, noi abbiamo passato la settimana a litigare su come salvare il soldato Bonafede (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente). Mentre le imprese, i cittadini e le famiglie aspettavano di sapere cosa ne sarebbe stato, a Palazzo Chigi si continuava a discutere e fare accordi su come salvare Bonafede; e anche i partiti che hanno posto delle questioni legittime, come Italia Viva, le questioni del garantismo, il fatto che ci siano state le rivolte carcerarie che non sono state gestite, la scarcerazione dei boss mafiosi, hanno dimostrato in questa trattativa che forse un sottosegretario o un ministro in più o un presidente di Commissione valgono più che la difesa del garantismo, la difesa dei nostri uomini in divisa, la voglia di incidere sull'azione di un Governo incapace (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, purtroppo, diciamo che questa incapacità non appartiene solo a una forza di Governo, appartiene purtroppo un po' a tutte. Dal punto di vista economico, diciamo che avere perso tempo a discutere di questo ha prodotto dei provvedimenti che denotano la mancanza di studio e la mancanza di analisi, perché in questa nuova fase si è lanciato questo “decreto rilancio”, annunciato la settimana scorsa e pubblicato questa settimana. Un “decreto rilancio” da 55 miliardi che, ricordo, viene approvato perché il centrodestra ha votato quello scostamento di bilancio, altrimenti al Senato questa maggioranza sfilacciata non avrebbe avuto neanche i voti per fare lo scostamento di bilancio e reperire le risorse per le nostre imprese e per le nostre famiglie.

Ebbene, facciamo un progetto da 55 miliardi di spesa che non ha fondamentalmente una visione. Ne ha soltanto una che condividiamo: il fatto di avere speso circa metà delle risorse per tutelare i lavoratori dipendenti, per la cassa integrazione. Molto bene, ma anche lì siete riusciti a fare casino. Siete riusciti a fare casino anche lì, perché c'è un buco temporale di tre giorni, dal 16 maggio alla pubblicazione del decreto, il 19, dove il divieto di licenziamento è stato sospeso, e quindi in quei tre giorni, per l'inefficienza del Governo Conte, lavoratori potrebbero essere stati licenziati senza avere la copertura della tutela governativa e senza avere la cassa integrazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E avete previsto, fatto bene, questo, una procedura semplificata per la cassa integrazione, cosa che noi avevamo già suggerito durante lo studio del “decreto Cura Italia”, ma non avete mai recepito nessuno dei nostri emendamenti. E quindi bene che la procedura sia semplificata, passando direttamente dall'INPS, ma le tempistiche che avete previsto comporteranno che dalla pubblicazione del decreto al pagamento della cassa integrazione per i lavoratori passeranno 90 giorni. Bene, vi do un'informazione, se già non l'avete: guardate che già oggi quattro lavoratori su cinque la cassa non l'hanno presa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e quindi anche l'unica scelta politica giusta che avete fatto l'avete fatta sbagliando su come farla, perché poi sul resto è a dir poco un disastro, signor Presidente

È un disastro perché questa crisi ha messo in evidenza un Paese spaccato in tre: c'è una parte che è stata tutelata durante la crisi COVID, che sono i dipendenti pubblici, sono i pensionati, i percettori del reddito di cittadinanza, per cui non andare a lavorare non ha cambiato il proprio tenore di vita; c'è una parte un po' meno tutelata, che sono stati i lavoratori dipendenti in cassa integrazione, perché la cassa non l'hanno vista o, comunque, hanno una tutela parziale del loro reddito; e, poi, ci sono i dimenticati, cioè quella parte che contribuisce, con il proprio lavoro e fatturando, a pagare le tasse per mantenere tutti gli altri, che sono le partite IVA, le fabbriche, i ceti produttivi, gli autonomi, i professionisti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Per questi voi avete previsto, nei 55 miliardi, una miseria: avete previsto che, forse, potranno ottenere il 20 per cento di quanto non hanno incassato in questo mese di aprile rispetto al mese di aprile scorso.

Allora, quando noi dicevamo che serviva un intervento fiscale, che serviva una “flat tax”, che serviva uno shock fiscale, possiamo capire che non sia possibile farlo immediatamente per tutti, che è una riforma troppo complessa, ma lo Stato dimostra di essere più attento solo ad una parte dei cittadini e a un'altra parte dei cittadini dice: “arrangiatevi”.

Uno Stato serio cosa deve fare? Quanto meno, mettiamo quella parte dei cittadini in grado di arrangiarsi: tagliamo le tasse alle partite IVA, tagliamo le tasse ai ceti produttivi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), andiamo avanti su quel percorso virtuoso che avevamo avviato con la “mini flat tax” e che questo Governo ha bloccato, perché, diversamente, se non gli diamo un ristoro economico e gli diamo i mutui con il “decreto liquidità” per pagare le tasse che avete spostato, guardate che non ci sarà più nessuno che produrrà e pagherà le tasse per permettere di pagare pensioni, stipendi pubblici, redditi di cittadinanza e bonus vari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), bonus che denotano, anche qua, una visione quantomeno confusa.

Presidente, ma le sembra possibile che il settore più importante dell'industria italiana sia l'automotive, siano le macchine, le auto e voi avete messo 100 milioni di euro per le macchine, per l'automotive e 120 milioni di euro per comprare i monopattini? Ma voi pensate che questo faccia ridere la gente o che denoti quanto voi siete incapaci e non avete idea di cosa diavolo state facendo (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Un po' come la polemica sulla FIAT, è qualcosa di ridicolo.

Avete esaltato l'Europa e le sue regole, ci avete accusato di essere sovranisti e populisti per anni e, oggi, vi accorgete che per le regole europee, per il dumping fiscale e salariale, abbiamo molte multinazionali, anche italiane, che hanno spostato la loro sede legale in altri Paesi dell'Europa. Buongiorno, compagni, benvenuti nel mondo reale! Ve ne siete accorti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Peccato che quello è successo quando i Governi erano Governi di centrosinistra, non è che è successo in altri momenti; è lì che il Parlamento e il Governo doveva far pesare il proprio peso politico per tenere in Italia la FIAT, come tante altre imprese.

E oggi pensare di non dare un prestito garantito da una legge dello Stato, tramite la SACE, a un'industria che occupa 60 mila persone in Italia e occupa il 40 per cento delle commesse nel settore automotive in Italia, è pura follia. Che messaggio date agli imprenditori? Che messaggio date agli investitori? Lo stesso che avete dato, qualche mese fa, sull'Ilva. E vi do un'informazione: mentre noi stiamo qui a discutere in Parlamento, i lavoratori dell'Ilva stanno picchettando la fabbrica di Novi, la fabbrica di Genova, la fabbrica di Taranto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché per la vostra incapacità e la vostra visione ideologica, avendo tolto lo scudo penale, oggi non abbiamo la garanzia che la filiera dell'acciaio in Italia vada avanti.

Ma di questo voi non vi occupate, voi pensate ai monopattini, caro signor Presidente, e pensate anche alla sanatoria dei clandestini. Perché, vede, io ho molto rispetto per le lacrime del Ministro Bellanova, io penso che il Ministro Bellanova abbia pianto perché, da lavoratrice, da sindacalista, creda veramente che sia necessario contrastare il caporalato e sia necessario contrastare chi sfrutta il lavoro in nero, chi crea nuove povertà e chi crea nuovi invisibili. Quindi, io credo che le lacrime siano sincere. Credo, però - e rivendico il diritto di dire - che è sbagliato lo strumento con cui si vuole fare quella battaglia, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché non è dandola vinta al caporalato, agli scafisti, a chi porta in Italia immigrati clandestini, regolarizzando, che si contrasta il lavoro nero, ma è dando dignità al lavoro e, soprattutto, facendo, caro Presidente, quello che tutte le associazioni agricole chiedono. Non c'è un'associazione agricola che ha chiesto la sanatoria dei migranti: quello che chiedono è poter utilizzare i voucher, poter utilizzare gli stagionali (Applausi dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), poter aprire i “corridoi verdi” e riportare in Italia i lavoratori stranieri che già hanno lavorato in campagna. Non è una sanatoria diffusa, che altro non farà che creare persone senza reddito a cui lo Stato, un domani, dovrà pensare. L'avete data vinta a chi quell'illegalità l'ha creata. Pur con un buon obiettivo, dal mio punto di vista, avete sbagliato tutto, signor Presidente.

Chiudo. Questa mancanza di visione, questo atteggiamento che punta alla decrescita del Paese, queste derive autoritarie che abbiamo avuto con l'utilizzo dei DPCM: le ricordo una cosa, non è finito l'utilizzo dei DPCM, Presidente Conte, perché, anche nell'ultimo che lei ha steso, non ci sono solo norme di dettaglio su come aprire i negozi. Nell'ultimo DPCM - sempre con il DPCM, non con il decreto -, lei vieta la libertà di associazione, lei vieta la libertà di manifestare, lei vieta la libertà di frequentare associazioni culturali (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier); lo fa ancora con i DPCM, non con un decreto: è il DPCM di domenica. Quindi, questa fase non è ancora del tutto superata e speriamo che lei la possa superare.

Ma, vede, questa visione è una svista o un progetto politico? State sbagliando o state perseguendo una linea deliberata? Io questo non lo so, però, vede, ricordo che quando il MoVimento 5 Stelle muoveva i suoi primi passi, era uscito un video della Casaleggio Associati che si chiamava “Gaia” e che, in qualche modo, presupponeva che un domani, nel mondo, non ci sarebbero più state le religioni, non ci sarebbe più stato bisogno di lavorare, non ci sarebbe più stata l'interazione sociale, non ci sarebbero più stati i Parlamenti, le istituzioni, ma la Rete avrebbe avuto una funzione salvifica, creando una società atomizzata, dove ognuno se ne stava chiuso in casa e dialogava con il mondo soltanto attraverso il suo computer. Io non so se quella fosse la visione del partito, fosse una previsione, fosse un auspicio: io dico che, però, quello che non è un sogno, ma è un incubo, è qualcosa di molto simile a quello che abbiamo vissuto in questi mesi, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e che la conclusione che faceva quel video - e chiudo davvero - era che, attraverso quel nuovo modello di società, avremmo avuto una società più giusta, più libera, dove tutti avrebbero avuto pari capacità e pari dignità e dove chiunque, nel mondo, sarebbe potuto diventare il Presidente. Vi do una notizia, cari colleghi del MoVimento 5 Stelle: esiste già un sistema di regole e valori dove chi lavora ce la può fare, dove chi vuole impegnarsi nella vita pubblica, può arrivare a ricoprire posizioni istituzionali importanti e dove le libertà e la democrazia sono garantite. E non è grazie a Internet, grazie alla Rete o grazie a ipotetici superamenti dei partiti, delle religioni e delle associazioni, ma è grazie a quei valori che sono fissati dalla nostra Carta costituzionale, che sono stati sanciti dalla Rivoluzione francese, che fanno dell'Occidente, dell'Italia e del nostro Paese il faro di civiltà nel mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E se qualcuno pensa che la deriva oscurantista, magari di ispirazione cinese, possa essere il nuovo modello, sappiate che noi saremo sempre qui a contrastarvi (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier – Dai banchi della Lega si scandisce: “Libertà, Libertà!”).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Gelmini. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, un po'di silenzio. Prego.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Grazie, Presidente. Pensavo di iniziare questo intervento, signor Presidente del Consiglio, commentando le sue parole e il suo discorso, invece non mi è possibile. Non sono abituata a commentare i discorsi dei colleghi, ma le parole pronunciate dal rappresentante dei 5 Stelle sono di una gravità assoluta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Quest'Aula ne ha viste tante, ma, di fronte ad un intervento che non è rispettoso dei morti, che non è rispettoso degli infermieri, dei volontari, dei medici, di tutti coloro che hanno combattuto in prima linea (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Misto-Noi con l'Italia-USEI) - e non parlo della regione Lombardia o della politica, parlo degli italiani - ciascuno di noi, Presidente, mi guardi, ciascuno di noi ha delle precise responsabilità.

Lei, in questi mesi, ha abituato gli italiani a conferenze stampa, che sono diventate un nuovo genere del diritto, una nuova fonte del diritto; più volte ha parlato agli italiani e anche oggi noi siamo di fronte ai cittadini. Ebbene, lei oggi ha una precisa responsabilità: quella di alzarsi da quella sedia e pronunciare parole di distinguo rispetto a un rappresentante del suo partito (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Misto-Noi con l'Italia-USEI), perché lei se lei farà questo, avrà, da italiano, rispettato gli italiani e, da Presidente del Consiglio, preservato l'Italia da uno scontro istituzionale tra lo Stato e le regioni di cui questo Paese non ha francamente bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

Quindi, io sono convinta e auspico che non termini questa seduta senza un suo intervento, perché lei non è il Presidente del Consiglio dei 5 Stelle o della sua maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), lei, se vuole continuare ad essere il Presidente del Consiglio del Paese, non può deludere l'altra metà campo, non può deludere i cittadini che sono a casa.

E non è accettabile che si pronuncino in quest'Aula parole da querela, senza che nulla accada (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), anche perché, vede, io mi sono posta delle domande durante questa settimana e credo che se le siano poste molti cittadini.

Sono tanti gli errori sulla ripartenza, ma io le faccio una domanda sola: possibile che non vi abbia sfiorato il dubbio che varare le linee guida a cui gli italiani avrebbero dovuto adeguarsi per aprire le loro attività, la domenica sera per il lunedì, fosse un tantino tardi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Non vi è venuto in mente che gli italiani non sono dei sudditi e avevano diritto a conoscere per tempo le misure alle quali dovevano adeguarsi? E, invece, non è andata così e noi diciamo queste parole, Presidente, non con compiacimento. C'è una profonda amarezza in me e nei colleghi di Forza Italia, perché lunedì poteva essere una bella giornata e, certo, per alcuni italiani lo è stata, perché l'Italia è tornata ad uscire di casa e si è ripresa la sua vita, ma, per tanti italiani, grazie a voi, quel lunedì è diventato un incubo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), un incubo perché il Paese non chiedeva tanto; chiedeva di poter tornare a una vita normale con delle regole certe, con dei protocolli di sicurezza chiari, magari, sì, con qualche soldo in tasca per poter riaprire le attività, ma sappiamo bene che le cose non sono andate in questo modo.

La verità è che il Paese è arrivato alla vera “fase 2” sfibrato non solo dalle conferenze stampa ma dalle task force, dalle autocertificazioni, da tanta burocrazia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dai codici ATECO, ed è arrivato stremato perché, nella maggior parte dei casi, i lavoratori e le famiglie non hanno ricevuto un euro. Prima voi avete lasciato infermieri, volontari e medici a combattere il virus a mani nude e lo stesso destino lo state riservando agli operatori economici, agli italiani e, in questo modo, non ve ne rendete conto, ma sta esplodendo una rabbia sociale ed è una vostra precisa responsabilità impedire che assuma confini ancora più grandi, e lo dovete fare perché non è pensabile che, da parte nostra... Lei tante volte ha detto: “Ma io mi auguro che ci sia da parte dell'opposizione un coinvolgimento, che, insomma, si scrivano insieme i provvedimenti”. Ecco, io le ricordo che noi abbiamo dato un contributo di idee e di proposte (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Le ricordo che il presidente Berlusconi, essendo uno statista, in Europa non solo ha fatto il tifo per l'Italia, sì, non solo ha fatto il tifo per l'Italia ma ha lavorato per colmare i ritardi dell'Europa e in parte c'è anche riuscito, ci siamo riusciti. Ma voi avete fatto fatica ad ascoltare la vostra maggioranza e, quindi, figuriamoci se riuscite ad ascoltare l'opposizione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, colleghi! Per favore. Prego.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Non ci spaventano le vostre provocazioni, non ci spaventano (Commenti del deputato Berti)

PRESIDENTE. Berti! Deputato Berti, per favore!

MARIASTELLA GELMINI (FI). …non ci spaventate e non ci intimidite! Noi, Presidente, abbiamo tirato dritto, nonostante tutti i nostri emendamenti praticamente siano stati bocciati. I nostri voti sono stati decisivi per lo scostamento di bilancio da 25 miliardi e poi da 55 miliardi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma noi vi chiediamo che queste risorse non vengano utilizzate solo con una finalità giusta, quella del risarcimento del danno, perché non basta risarcire il danno, non bastano le elargizioni; qui ci vuole un progetto di rinascita per questo Paese, ci vuole un'idea di Paese e una strategia di rilancio che dai vostri provvedimenti non emerge (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). L'obiettivo non può limitarsi, colleghi della maggioranza, a far sopravvivere il Paese per qualche settimana. Noi dobbiamo avere un'ambizione alta che è quella di far tornare questo Paese un grande Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché gli italiani si aspettano questo e non si accontentano.

E, allora, io le dico che confidiamo che, nel “decreto ex aprile”, “ex maggio” e poi da voi definito il “decreto Rilancio”, le cose vadano diversamente, e lo dico a lei e anche al Ministro Gualtieri, perché avete scritto un provvedimento - alla faccia delle semplificazioni - di 265 articoli e, in quel provvedimento, ci sono le risorse per due finanziarie.

E, quindi, non è una gentile concessione, ma è doveroso che il Parlamento tutto, maggioranza e opposizione, non debbano limitarsi a scrivere degli ordini del giorno o degli emendamenti non onerosi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ma se quest'Aula è ancora la casa degli italiani, se quest'Aula ha ancora un senso per le istituzioni, noi abbiamo il dovere e il diritto di modificare gli errori, di correggerli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), e abbiamo il dovere di indirizzare quelle risorse.

Avete affrontato male in quel provvedimento - e ve lo ha ricordato anche prima il collega Molinari - il tema del turismo, tardi e male, con un bonus vacanze che è ridicolo perché non servirà agli imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e forse voi, stando qui dentro, non vi rendete conto che gli italiani non hanno i soldi per fare la spesa, altro che vacanze, altro che vacanze! Garantite il lavoro e il necessario!

E poi, ancora una volta, il tema dell'automotive dimenticato. In agricoltura, tutte le categorie vi chiedevano una cosa sola: i voucher. Voi avete preferito una maxisanatoria di immigrati irregolari (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), i cui effetti li pagherà il Paese, da un lato, ma quello che è peggio è che tutto avverrà quando i raccolti saranno già terminati. Avete dimenticato il made in Italy e, in questa situazione, il decreto, se non verrà corretto, rischia di essere una pezza su un tessuto sfibrato, peraltro complicato da una miriade di provvedimenti attuativi che chissà quando vedranno la luce.

E, allora, questi 55 miliardi non possono essere un'occasione perduta, non possono essere dispersi in mille rivoli. Noi non vogliamo permettere questo ennesimo bluff (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), perché pensiamo che non ci possa essere ripresa se non c'è una vera riforma fiscale, se non c'è una nuova pace fiscale, sì, un azzeramento del contenzioso tra lo Stato e i cittadini almeno per un anno. E, guardate, non venite a parlarci dell'IRAP, perché l'IRAP non l'avete abolita: avete semplicemente abbonato una rata, fatto una gentile concessione, ma qui l'IRAP va cancellata se volete salvare le imprese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

E veniamo al lavoro. Anche qui parliamoci con chiarezza, Presidente: se 3 milioni 800 mila lavoratori ricevono e hanno ricevuto la cassa integrazione non bisogna ringraziare lei o lo Stato; bisogna ringraziare i datori di lavoro, gli imprenditori, quelli che Di Maio definiva “i prenditori” (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Se oggi le famiglie hanno uno stipendio o quasi lo si deve alle imprese italiane, per non parlare, anche lì, della cassa integrazione in deroga, dove avete provato a prendervela, ancora una volta, con le regioni e poi avete corretto l'errore, perché, nel decreto cosiddetto “rilancio”, avete cambiato le modalità della cassa integrazione in deroga, a significare che l'errore era vostro.

E, purtroppo, non è andata meglio con il “decreto Liquidità”. Io oggi davvero non so come lei abbia potuto, in quest'Aula, promettere che, in ventiquattro ore, darà le risorse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Guardi, l'Italia si accontenta di molto meno: basta che, in quindici giorni, diate le risorse. Peccato che, ad oggi, avete promesso 400 miliardi di euro di crediti garantiti. Sa in quale percentuale questi soldi sono andati a buon fine? L'1 per cento, l'1 per cento di 400 miliardi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), mentre le domande non arrivano a coprire il 10 per cento delle risorse stanziate. Anche qui ve lo abbiamo detto più volte: serve la manleva per le banche, tempi e garanzie certe.

E poi, guardate, c'è un'altra cosa vergognosa: le imprese sono già in difficoltà. Ma non vi pare assurdo immaginare che, dopo che gli imprenditori - con i loro soldi e i loro risparmi -, hanno pagato il distanziamento sociale, i dispositivi di sicurezza e i protocolli di sicurezza, laddove ci sia un contagio - e sappiamo che può capitare - secondo il vostro credo, quegli imprenditori debbano essere penalmente responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? Ma quando lo approvate l'emendamento di Forza Italia? Voi così le imprese non è che le salvate: le state ammazzando le imprese, ve ne rendete conto, sì o no (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)?

PRESIDENTE. Deve concludere.

MARIASTELLA GELMINI (FI). Concludo. E pensare che qualche giorno fa degli imprenditori italiani che hanno le loro attività in Polonia mi dicevano che in una settimana lo Stato ha chiesto loro di quantificare il fatturato perso per il lockdown e nella settimana successiva hanno avuto 55 mila euro, per il 75 per cento a fondo perduto, con un'unica condizionalità: mantenere i posti di lavoro. Io mi domando perché in Italia tutto questo non sia possibile! Allora, io voglio dire agli italiani coraggiosi, che alzano la saracinesca, che fanno impresa, che sono lavoratori, noi continueremo a combattere la loro battaglia, perché la loro battaglia è la nostra, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Lo faremo in Parlamento e lo faremo nelle piazze, perché prima o poi la democrazia tornerà! Saranno le piazze di Forza Italia e del centrodestra, piazze pacifiche, innanzitutto di vero ascolto e di proposta. Onoreremo sicuramente, il 2 giugno, la Festa della Repubblica, e lo faremo anche nelle altre occasioni, mantenendo il distanziamento sociale, rispettando rigorosamente le regole, ma lo faremo mantenendo un distanziamento politico enorme da questo fallimentare Governo, che prima va a casa meglio sarà per l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Berlusconi Presidente, Lega-Salvini Premier, Fratelli d'Italia e Misto-Noi con l'Italia-USEI)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Fiano. Ne ha facoltà.

EMANUELE FIANO (PD). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, vorrei parlare di politica. Noi rispettiamo ogni dolore, ogni eroe, ogni lavoratore ed ogni impresa, ed ogni istituzione di questo Paese, in qualsiasi regione d'Italia vivano, in qualsiasi regione d'Italia abbiano sofferto i lutti di questa terribile pandemia che ha colpito il mondo intero (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Noi rispettiamo i nostri colleghi dell'opposizione politica, ma non smetteremo mai di dirvi la verità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Con i dovuti modi, la migliore risposta, Presidente, alla richiesta che ha testé fatto la collega Gelmini sullo spirito di collaborazione che anima il Presidente Conte ed il nostro Governo, è lo sforzo positivo che il Governo ha attuato nella piena collaborazione con le regioni per le nuove regole della “fase 2”, collaborazione che noi apprezziamo, dentro e fuori di quest'Aula. Apprezziamo meno, signor Presidente - per il suo tramite, lo dico ai colleghi Meloni, Molinari e Gelmini -, che qualcuno voglia appropriarsi del 2 giugno, Festa della Repubblica, di tutti gli italiani, per manifestazioni politiche di parte, di una sola parte, per la prima volta nella storia della Repubblica (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali). La collaborazione bisogna attuarla tutti qui, tutti nel rapporto con le regioni, e allora anche nelle piazze di questo Paese, nelle date che hanno scritto il calendario civile dell'Italia. Il suo intervento quest'oggi alla Camera, Presidente, al di là del merito, importantissimo, che noi condividiamo, come abbiamo condiviso in questi mesi, non è casuale e non è ordinario; è frutto di una scelta politica che il Partito Democratico e la maggioranza che sostiene questo Governo hanno fatto in quest'Aula ponendo un vincolo di norma superiore per la parlamentarizzazione dei decreti del Presidente del Consiglio dei ministri. Noi siamo, come italiani, immersi ancora nel vivo di una crisi senza precedenti repubblicani della nostra storia, una crisi che è innanzitutto materiale, ma che non è stata e non diventerà mai crisi d'equilibrio democratico. Lei è qui oggi, Presidente Conte, a rappresentare che lo Stato c'è e c'è sempre stato, perché lo Stato è anche qui, in quest'Aula, Presidente, come lei afferma: siamo noi legislatori e voi esecutivo, e gli altri poteri dello Stato, e l'equilibrio delicato del pluralismo di una democrazia liberale. E mi lasci dire che noi siamo grati a voi del Governo, a lei, per lo sforzo continuo e visibile che avete profuso in questa fase entro questa cornice. Se siamo qui oggi è dunque per rafforzare un principio insostituibile della prevalenza parlamentare nei meccanismi decisionali dello Stato democratico. Lo facciamo consci delle difficoltà dell'emergenza e della loro straordinarietà, ma una fase eccezionale non deve comunque intaccare quell'equilibrio istituzionale di cui parlavo prima.

Abbiamo ottenuto una norma innovativa, che impegna il Governo, salvo casi d'urgenza, a illustrare preventivamente alla Camera i contenuti dei provvedimenti da adottare, e l'abbiamo ottenuto con l'approvazione di una mozione che, laddove si introducono limiti ai diritti fondamentali della persona, si attuino con decreto-legge. Nessun lockdown della democrazia, dunque. Nessun scivolamento verso i pieni poteri che solo qualche mese fa il leader della Lega chiedeva agli italiani, ma consapevolezza del pluralismo iscritto nella Costituzione a democrazia liberale, così poco diffuso in altri Paesi, anche molto importanti, dell'Europa e del mondo. Noi - lo dico per il suo tramite, Presidente, al presidente Molinari - non abbiamo paura di nessuna Commissione parlamentare d'inchiesta che riguardi la gestione del Governo e contemporaneamente che riguardi la gestione delle singole regioni, ogni regione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle)! E, per il suo tramite, Presidente, dico al collega presidente Molinari: se questo è il terreno dell'impegno comune, l'accertamento della verità, allora il suo partito, collega Molinari, non ostacoli in regione Lombardia l'elezione del presidente della commissione d'indagine regionale sui fatti del virus, che spetta all'opposizione consiliare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Crisi della sussistenza, dunque, per moltissimi italiani. Crisi materiale, Presidente, che allarga lo spettro della fragilità sociale, che divarica le differenze, che rischia di inverare quella profezia di Bauman sulla vittoria della retrotopia, il sogno del passato, sull'utopia, la speranza per un futuro migliore del presente. Ognuno di noi, tutti, qui, ne sono certo, si è battuto contro questa profezia di sventura. Ognuno vorrebbe poter dire ad ogni italiano che tutto ciò che ha perso, anche di più caro, nei lunghi mesi del lockdown sarà recuperato. Lo vorremmo poter dire ad ognuna delle decine di migliaia di persone che hanno perso un proprio caro - lo dico per esperienza personale -, ad ognuna delle imprese che non riescono ad aprire, ad ognuna delle singole persone che ci scrivono, che hanno perso la speranza in se stessi prima ancora che nello Stato. È la preoccupazione comune a tutti, che si salvaguardino le vite materiali e i fondamenti della struttura sociale. È questa preoccupazione, Presidente, che ha portato categorie di lavoratori, mai prima toccati da provvedimenti di ammortizzatori sociali, ad essere raggiunti in questo Paese, ognuno di loro. E dico ancora, per il suo tramite, al collega Molinari: tutti questi preziosi consigli che lei ci ha dato oggi su cosa serva all'agricoltura, come mai non li avete attuati in diciotto mesi in cui avevate il Ministro dell'Agricoltura e il Ministro dell'Interno, invece di venirceli a raccontare oggi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? E questa preoccupazione, che è comune tra i gruppi della maggioranza e del Governo, e sono certo anche dell'opposizione, è quella che sta portando, per esempio, miglioramenti così significativi in totale sinergia con l'Esecutivo, con il Ministro Gualtieri, che ringraziamo, al “decreto liquidità” in fase di esame parlamentare. Suggerisco alla sua attenzione, signor Presidente, alcune questioni che ci stanno a cuore, alla Ministra Azzolina e a voi, onorevoli colleghi: il tema della socialità nell'esercizio della funzione scolastica. Noi non dobbiamo pensare, neanche per un momento, che l'aspetto della socialità nella scuola possa essere sostituito da strumenti di meccanico-apprendimento di nozioni o con la sudditanza ad una tastiera o ad un motore di ricerca, come ci ha ricordato una lettera aperta presentata da un gruppo di autorevolissimi intellettuali di questo Paese. Noi non possiamo pensare, Presidente, neanche per un momento, che a pagare il prezzo di una ripresa rallentata della socialità possano essere in particolare i più piccoli italiani, e per questo raccomandiamo a lei l'urgenza delle norme per la fascia 0-3 e 0-6. La straordinarietà dell'azione di ripresa delle attività per questa fascia è, per noi del Partito Democratico, una priorità assoluta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)!

Nella socializzazione, che deve riprendere a tutto tondo il governo delle nostre vite, sta anche una gestione collegiale che si è fatta della crisi e della battaglia politica che state facendo in Europa, per la quale noi vorremmo una conclusione positiva di questa cooperazione, dove ella, insieme ai ministri Gualtieri e Amendola e al prezioso lavoro del Commissario Gentiloni e ad altri fondamentali Paesi, sta combattendo una battaglia politica di svolta, di svolta epocale mi lasci dire, per l'Europa e per l'Italia.

Una svolta fondata su un principio di mutualità, che è fondativo dell'idea di Europa ma anche essenziale per la nostra ripresa, oltre ogni scetticismo, oltre ogni antieuropeismo, oltre ogni nefasto sovranismo inconcludente e pericoloso. Signor Presidente, ogni strumento che verrà messo a disposizione dell'Italia senza condizioni prevaricatrici, rappresenta per noi una fetta di futuro da non sprecare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Le chiediamo dunque, signor Presidente del Consiglio, una “fase 2” connotata da riforme significative per il Paese, come lei ha anche qui oggi annunciato, oltre l'emergenza. Lei ne ha già indicate alcune, noi le condividiamo. Una vera semplificazione del funzionamento dello Stato: tra la decisione politica e l'attuazione per il cittadino non ci può essere quella distanza che abbiamo purtroppo dimostrato in alcuni casi; deve esserci la vicinanza dello Stato, la rapidità, la chiarezza, la linearità dei processi, la trasparenza e la semplicità, compresa quella riforma del diritto societario di cui lei ha parlato, che possa favorire la capitalizzazione delle imprese e i suoi modelli di governance. Prendendo spunto dagli impegni assunti qui oggi da lei, e ieri dal Ministro della Giustizia al Senato, anche le annunciate riforme della giustizia civile, penale e tributaria devono essere orientate alla modernizzazione del Paese, così come un processo di omogeneizzazione fiscale in Europa servirebbe a contrastare quelle pratiche di dumping fiscale che drogano la competizione europea tra le imprese.

Con la “fase 2” noi con questo Governo abbiamo previsto un avanzamento dei diritti, di cui andiamo orgogliosi! Una battaglia contro il virus e lo sfruttamento dei lavoratori, senza nessuno sconto verso chi, sfruttando il lavoro umano, commette reati odiosi. Il Governo e questo Parlamento, signor Presidente, hanno dunque sulle spalle una responsabilità che non altri nella storia repubblicana hanno avuto: per la sua intensità, per la sua vastità, per l'incertezza che determina il futuro, per la grave novità di alcune situazioni. Sta alla politica, signor Presidente Conte, al criterio di responsabilità politica, non già alla tecnica e alla scienza, che sono compagni di strada insostituibili, quella responsabilità della scelta effettuata sulla base del principio di rappresentanza che sta a noi.

Siete stati e siamo stati all'altezza della difficilissima battaglia frontale contro l'epidemia, meglio di altri Paesi. Ora dobbiamo essere all'altezza della nuova fase, della configurazione di una nuova Italia, che tragga dai nostri limiti storici la traccia che serve a prospettare un futuro di cambiamento. Noi non dobbiamo solo far sopravvivere l'Italia: dobbiamo cambiarla in meglio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.

Colleghi, per favore! Per favore, un po' di silenzio! Colleghi!

GIORGIA MELONI (FDI). Presidente Conte, io penso che lei sia perfettamente consapevole di quanto siano sbagliate le parole che, in quest'Aula, sono state pronunciate dal collega del MoVimento 5 Stelle. Però sono altrettanto convinta che lei non si alzerà in quest'Aula per prendere le distanze, come correttamente ha chiesto la collega Gelmini. Perché vede, Presidente Conte, il MoVimento 5 Stelle è il partito di maggioranza relativa della sua maggioranza: è il suo partito. Il collega Ricciardi non avrebbe fatto quell'intervento, se quell'intervento, con quei toni, non fosse stato concordato anche con lei (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro). E questa è la strategia che state portando avanti dall'inizio dell'emergenza Coronavirus: lei che vola alto, che fa gli appelli all'opposizione; il collega Di Maio che scrive…Sì, sì, ma faccia tutti i gesti che vuole. Il collega Di Maio che scrive i post, chiamando al dialogo, e il partito che rappresentate che viene utilizzato per provocare ed insultare, dalla mattina alla sera, per impedire un dialogo costruttivo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Perché? Non riuscite a mettere d'accordo la vostra maggioranza; se avete il problema anche di parlare con l'opposizione, davvero non potete arrivare da nessuna parte, quindi è una strategia. Ma lei può smentirmi, Presidente, invece di fare i gesti, può smentirmi (Commenti)…

PRESIDENTE. Colleghi, per favore!

GIORGIA MELONI (FDI). …prendendo in quest'Aula la parola per prendere le distanze dal collega del MoVimento 5 Stelle e dalle parole irrispettose (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) che ha avuto nei confronti delle vittime, dei medici e di tutti coloro che, in queste settimane, hanno sacrificato qualcosa. Temo non accadrà.

Vede, Presidente Conte, questa scena l'ho già vista. Noi ci siamo già incontrati varie volte, l'ultima volta che ci siamo incontrati le abbiamo chiesto rispetto per quest'Aula e per gli italiani; le abbiamo fatto notare che un Governo serio prima scrive i decreti e poi li presenta in conferenza stampa. Speravamo di averla convinta; lei è andato in televisione a dire che lei viene in Parlamento e ascolta. Pensate, colleghi, ha detto che ascolta tutti gli interventi: grazie! Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!

Pensavamo che, visto che aveva ascoltato tutti gli interventi, magari l'avessimo convinta. Invece no: è accaduta esattamente la stessa cosa dell'ultima volta. Lei è andato in televisione a presentare il suo decreto, il mitologico “decreto rilancio”, fu “decreto maggio”, fu “decreto aprile”: ha più titoli della contessa Serbelloni Mazzanti Vien dal Mare, di fantozziana memoria. Ha presentato il suo bel decreto, con una bella pantomima. Bella la coreografia: metà ministri con la mascherina e l'altra metà senza, tanto per dare messaggi chiari agli italiani; bello il colpo di teatro della serata, col Ministro Bellanova che si commuove per essere riuscita nell'impresa - effettivamente straordinaria - di occuparsi di tutti meno che degli italiani; insomma, bello tutto. Solo che il decreto non c'era: il decreto è uscito dopo una settimana.

Che immagine dà di sé l'Italia con questa superficialità (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)? Che immagine dà di sé lo Stato di fronte agli imprenditori, di fronte agli investitori stranieri, di fronte agli osservatori? Ci tenete così tanto alla credibilità internazionale. Ma la credibilità, quando si lavora così, secondo me, Presidente, è nulla.

Come è nulla la credibilità di un decreto che si chiama “rilancio” e consta di 500 pagine. Perché, come lei ha correttamente detto in quest'Aula, ma non fa, se si volesse davvero rilanciare l'Italia, Presidente Conte, la prima cosa da fare sarebbe semplificare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia): 500 pagine di cavilli, di rimandi alle norme, di nuovi impegni non sono un modo per rilanciare l'Italia. Cos'è, avete fatto scrivere una pagina a tutti i membri delle vostre task force per non mortificare nessuno, una pagina per uno? A 500 pagine ci siamo arrivati così. Servono 269 articoli per far arrivare i soldi alle famiglie e alle imprese di questa nazione, Presidente? Non servono 269 articoli: i 269 articoli sono e servono per infilarci anche la spartizione del potere, le prebende, le marchette e tutto quello che avete messo in questo decreto, che nulla aveva a che fare con la situazione nella quale ci troviamo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Perché vede, Presidente Conte, io glielo voglio chiedere da madre di famiglia, perché lei sta spendendo (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)… Non so cosa ci sia da fare…

PRESIDENTE. Per favore! Per favore! Senza commentare. Prego.

GIORGIA MELONI (FDI). Perché lei, vede, sta spendendo 55 miliardi, che sono debito che grava sulle spalle dei cittadini e i cui interessi pagheranno i nostri figli, anche la mia (Commenti del deputato Fiano).

PRESIDENTE. Deputato Fiano! Deputato Fiano! Senza commentare. Prego.

GIORGIA MELONI (FDI). Le sembra questo il momento per spendere e stanziare quasi 2 milioni e mezzo di euro per altre consulenze del Ministero dello Sviluppo economico? Lei sa, Presidente Conte, quante attività si possono salvare con 2 milioni e mezzo di euro? Glielo dico io: molte più di quelle che salverete con i vostri consulenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È ignobile mettere una norma del genere in un decreto siffatto!

Com'era ignobile prevedere, all'interno dello stesso decreto, la moltiplicazione delle poltrone del consiglio di amministrazione dell'ente di promozione del turismo, che avete dovuto togliere grazie alla denuncia di Fratelli d'Italia, perché, probabilmente, qualcuno, dall'alto, vi avrà fatto notare che mancavano i requisiti di necessità e urgenza per moltiplicare le poltrone di ENIT in un momento come questo.

Però mi corre l'obbligo di ricordare a quel qualcuno che i requisiti di necessità e urgenza, in teoria, mancherebbero anche per togliere il rappresentante delle categorie e consentire comunque alla maggioranza di mettere le mani sopra il consiglio di amministrazione di ENIT (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

E vede, la politica dei bonus secondo me non è meno grave. Noi stiamo rischiando, in Italia, la desertificazione del nostro sistema produttivo: milioni di disoccupati, milioni di persone che scivolano sotto la soglia della povertà lo sappiamo tutti, tutti conosciamo la realtà. Davvero questo problema si affronta - lo diceva anche il collega - col bonus monopattino? 120 milioni di euro sul bonus monopattino. Sul bando della protezione civile, per le imprese che devono comprare le mascherine e le protezioni individuali, c'erano 50 milioni di euro: sono finiti in 6 secondi. Sul fondo per la disabilità, lo ha detto lei, avete messo 50 milioni di euro. Sulle scuole paritarie, che sono una realtà fondamentale per centinaia di migliaia di famiglie, 150 milioni di euro: considerate il monopattino più importante dei disabili, Presidente Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Dice, ma il bonus monopattino serve, perché altrimenti congestioniamo i mezzi pubblici e quindi per decongestionare noi facciamo comprare il monopattino, così la gente va a lavorare con il monopattino. Ma la smettete di parlare solamente con gente che vive a via Condotti e lavora a piazza di Spagna (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Andatelo a spiegare ai pendolari, che devono andare a lavorare con il monopattino; andatelo a spiegare agli 800.000 romani che vivono fuori dal raccordo anulare, ai milioni di milanesi che vivono nell'hinterland, di andare a lavorare col monopattino! O lei il bonus lo vuole dare a quelli che abitano a via Condotti? Perché, davvero, io non riesco a capire: è tutto surreale, sono scelte surreali, Presidente Conte. È surreale anche come avete affrontato il tema del turismo, anche questo va detto. Mi dispiace, ma io dubito che le persone sceglieranno di andare in vacanza perché fate uno sconto di 150 euro, per cui noi stiamo spendendo miliardi per fare - per carità - uno sconto a chi già va in vacanza, ma spendiamo miliardi per non prevedere un turista in più, e lo facciamo, oltretutto, gravando sulle aziende, perché gli albergatori saranno costretti a fare uno sconto, che voi gli avete imposto di fare, per poi venire da voi col piattino in mano a chiedere se possono riaverlo indietro (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E così volete rilanciare il turismo? Perché io non penso che il turismo si rilanci così, Presidente Conte, lo dico sinceramente.

Siete fissati con i crediti di imposta, ma il credito d'imposta, perché io possa avvalermi del credito, devo avere un'imposta e l'imposta si applica su un fatturato. Se io prevedo un credito d'imposta per realtà, per imprese che probabilmente potrebbero fatturare “zero” nel 2020, io sto facendo il gioco delle tre carte, sono risorse che non arriveranno. O forse dobbiamo pensare che il gioco è proprio questo: spendo i soldi, ma faccio in modo che non arrivino?

E però una buona notizia c'è, c'è effettivamente un settore che viene rilanciato con questo decreto e segnatamente con la sanatoria degli immigrati clandestini, che la prego, Presidente Conte, chiami con il suo nome, perché quella non è emersione di lavoro sommerso, quella è una sanatoria indiscriminata per tutti i clandestini che ci sono in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E sa che cosa considero più vergognoso della sanatoria? Non avere il coraggio di difenderla: chiami le cose con il loro nome, non se ne vergogni, perché se lei se ne vergogna, vuol dire che è consapevole del fatto che quella norma è una norma sbagliata. C'è un settore che rilanciate. Dice: quello agricolo? No, di quello non vi è interessato niente, avete bocciato tutte le proposte che abbiamo fatto (il voucher, i corridoi verdi). Il settore che voi rilanciate grandemente è quello degli scafisti, della tratta del terzo millennio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che grazie a voi e a questo provvedimento da domani ricomincerà a fare più soldi di ieri, quello è il settore che state rilanciando ed è l'unico, mi dispiace. E vede, sì, in effetti fa venire da piangere anche a me, forse anche a qualcosa, a qualcuno di ciò che rimane di autentico nel MoVimento 5 Stelle perché …(Commenti)

PRESIDENTE. Colleghi! Si avvii a conclusione.

GIORGIA MELONI (FDI). …aver dovuto mollare anche su questo, in cambio del sostegno renziano al sommo scarceratore di boss Alfonso Bonafede non deve essere stato facile per voi (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).

Noi pensiamo, Presidente, che servisse a tutt'altro, servisse un decreto snello, che togliesse burocrazia spesa pubblica inutile, che facesse arrivare le risorse alle famiglie, che sostenesse il tessuto produttivo, risorse a fondo perduto, taglio delle tasse. Non c'era questo e le sue conferenze stampa sono purtroppo distanti anni luce dalla realtà: 80 per cento di cassa integrazioni pagate, ha detto, omettendo di dire che sono state pagate dai datori di lavoro, perché voi dovete ancora pagare 2 milioni e 600.000 cassa integrazioni. “Abbiamo pagato l'80 per cento del bonus per gli autonomi”, come se non ci fosse ancora un milione di persone che stanno aspettando. E omette di dire che è il bonus di marzo, il che significa che in 70 giorni, a queste persone, avete dato 600 euro, cioè 8 euro al giorno. Su una cosa sola, alle sue parole corrispondono i fatti: quando ho detto che col decreto cosiddetto “liquidità” ci sarebbe stata una potenza di fuoco mai vista. Infatti non l'ha vista nessuno, su quello aveva ragione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Deve concludere deputata.

GIORGIA MELONI (FDI). Concludo Presidente: io non so se vi rendiate conto della rabbia che cresce tra i cittadini. So però che la gente non si aspetta che lei vada in televisione a dire: “Abbiamo, spenderemo, faremo, diremo,…”. La crisi è adesso e lei ha avuto tutti gli strumenti per affrontarla: una libertà mai vista prima, risorse mai viste prima, non trovate da lei, concesse dal Parlamento, che le ha messe a disposizione. Ci aspettiamo non che ci dica che ha quei soldi, quando va in televisione, ma che ci dica che arriveranno agli italiani, che li spenderà con serietà e con responsabilità. E se le interessano le nostre proposte, Presidente, ci sono oggi come c'erano ieri, ci sono oggi come c'erano ieri e lei sa, se è intellettualmente onesto, se le proposte che abbiamo fatto fin qui erano o non erano serie.

PRESIDENTE. Concluda Meloni.

GIORGIA MELONI (FDI). Ma il fatto che abbiamo risposte da mettere in campo, non vuol dire che rinunceremo a fare le domande. Quando le cose non funzionano, noi lo diremo, in questo palazzo, nelle strade e nelle piazze, staremo in mezzo alla gente e costringeremo anche voi a scendere da quel piedistallo…

PRESIDENTE. Deve concludere.

GIORGIA MELONI (FDI). …a misurarvi con la realtà dei fatti e ad ascoltare la voce degli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Boschi. Ne ha facoltà.

MARIA ELENA BOSCHI (IV). Grazie Presidente e grazie signor Presidente del Consiglio, per aver mantenuto l'impegno che aveva assunto anche con noi, con il gruppo di Italia Viva, di cambiare linea rispetto al coinvolgimento del Parlamento sui DPCM. Noi non abbiamo mai dubitato del sua rispetto per la Costituzione, sia per la sua storia personale che professionale, ma nel chiedere un coinvolgimento e un ruolo centrale del Parlamento rispetto al dibattito sui DPCM, ma soprattutto sui limiti posti alle libertà personali, abbiamo posto una questione istituzionale di rapporto tra Governo e Parlamento e la sua presenza oggi, qui, è sicuramente un segnale di un cambiamento di rotta rispetto alla comunicazione precedente, che avveniva altrove e noi lo apprezziamo. Del resto, la stessa presidente Cartabia ha ricordato come, in momenti di crisi, la bussola è rappresentata dalla Costituzione. Ecco, per noi quella è la pietra miliare da cui parte ogni riflessione e apprezziamo che abbia fatto tesoro anche di alcune critiche di illustri giuristi, come il professor Cassese e si sia passati ai decreti-legge, che possono vedere un coinvolgimento del Parlamento e un ruolo attivo di maggioranza e opposizione. Quindi bene, Presidente, apprezziamo questo cambio di rotta e insistiamo insieme su questi temi.

Ci attende adesso una fase difficile, la “fase 2”, quella della ripartenza e dobbiamo ripartire. La “fase 1” forse è stata più dura, perché il sacrificio delle limitazioni sicuramente è stato molto pesante per gli italiani, ma forse meno difficile da organizzare rispetto alla fase della ripresa, della riapertura, della ripartenza. Sappiamo che l'emergenza sanitaria è sotto controllo: meno di 700 persone in terapia intensiva, in questo momento, sono dati sicuramente più positivi rispetto al passato. Eppure non possiamo abbassare la guardia, non possiamo allentare l'attenzione. Quello che ci preoccupa ora però, in modo, particolare è l'emergenza economica, perché sono i dati sull'economia ad essere davvero drammatici: meno 15 per cento di PIL nel primo semestre e meno 28 per cento nella produzione industriale a marzo fanno presumere un'ecatombe in termini di posti di lavoro se non interveniamo in modo rapido; e il decreto-legge da 55 miliardi è un primo passo importante in quella direzione, perché ci sono misure incisive.

Noi rivendichiamo, per averla portata al tavolo della coalizione, la misura che taglia l'IRAP (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e lo dico perché quando siamo stati al Governo avevamo già inciso, eliminando la componente del costo del lavoro dall'IRAP; oggi, si fa un altro passo in avanti e, certo, non possiamo accettare lezioni da chi è stato al Governo per anni e dopo tante promesse agli italiani non ha mai toccato l'IRAP e se lo ricorda oggi, che, invece, qualcosa viene fatto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

Noi sappiamo che quel provvedimento ha sicuramente misure importanti, però, quello che ci sta a cuore è soprattutto un piano immediato, un piano shock, per sbloccare le opere pubbliche, per far ripartire i cantieri (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E apprezziamo l'impegno che ha assunto, Presidente, qui, in quest'Aula, ad un provvedimento urgente e rapido, perché la crescita nel Paese e la salvaguardia dei posti di lavoro passa dalla riapertura dei cantieri. Noi ci siamo, come ci siamo per un grande piano industriale per il Paese, accanto a lei e ai suoi ministri, che salvaguardi le realtà private e preziose del nostro Paese, ma non escluda un protagonismo di Cassa depositi e prestiti. Noi invitiamo tutte le forze in Parlamento, a cominciare da quelle della maggioranza, a scrivere insieme un grande business plan per il Paese, un grande piano di rilancio degli investimenti per il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), se vogliamo uscire da questa crisi.

In queste ore ricordiamo i cinquant'anni dall'entrata in vigore dello Statuto dei lavoratori e, allora, oggi, noi abbiamo il dovere di immaginare il lavoro di domani, di costruirlo, soprattutto di capire quale formazione devono avere i nostri giovani per le professioni di domani e mettere al centro, Presidente, l'occupazione femminile e superare, finalmente, il divario salariale tra uomini e donne (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico). Prendiamoci, insieme, questo impegno, perché quello che è un momento di crisi devastante per il nostro Paese possa essere anche un'opportunità per cambiare l'economia del nostro Paese in meglio. Non possiamo limitarci a guardare soltanto i problemi, cerchiamo di farli diventare una molla per liberare quelle energie che nel nostro Paese ci sono, per cercare di ripartire.

Sì, purtroppo, resta un dramma profondo, per tutti noi, quello delle oltre 31 mila vittime del COVID (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva) e noi per primi abbiamo proposto una Commissione d'inchiesta, a tempo debito, che accerti le responsabilità; insisteremo su questo e siamo contenti che anche alcune forze di maggioranza, che quando l'abbiamo proposto in quest'Aula ci hanno criticato, erano perplesse, oggi, dicono di essere d'accordo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva); quindi, ci saranno le condizioni per poterlo fare, ma, oggi, dobbiamo affrontare la crisi economica.

Allora, bene il lavoro del Governo, la sua disponibilità sull'IRAP, sul passare allo strumento del decreto-legge e bene la battaglia per la legalità che ha portato avanti la Ministra Bellanova (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Lo dico alla presidente Meloni: guardi, presidente Meloni, noi abbiamo idee diverse, è legittimo che lei non la pensi come la Ministra Bellanova, ma che lei, da donna a donna, attaccasse la Ministra Bellanova sulle lacrime, proprio non me lo sarei aspettato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva – Commenti della deputata Meloni); proprio non me lo sarei aspettato! E se deve parlare nell'interesse degli italiani, quando avrà fatto le tre di notte…

PRESIDENTE. Si rivolga a me.

MARIA ELENA BOSCHI (IV). …. come ha fatto la Ministra Bellanova, per salvare posti di lavoro, seguendo settantanove crisi occupazionali al Governo…

PRESIDENTE. Si rivolga a me…

MARIA ELENA BOSCHI (IV). …allora potrà parlare: non prima (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! E le dico, presidente Meloni, che io rispetto le sue idee anche se non le condivido, ma lei deve rispettare la storia personale e politica della Ministra Bellanova…

PRESIDENTE. Deputata Boschi, si deve rivolgere a me.

MARIA ELENA BOSCHI (IV). …che, lo ricordo a tutti noi, Presidente, da bracciante, da sindacalista, da deputata e ora al Governo, ha speso una vita a fianco degli ultimi e merita il rispetto di tutti (Applausi dei deputati dei gruppi Italia Viva e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), non di essere derisa per le lacrime. Da donna a donna, le dico ciò, presidente Meloni, visto che lei è sempre attenta a questi temi, quando le fa comodo (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Signor Presidente, tornando alla “fase 2”.…

PRESIDENTE. Deputata Boschi, di nuovo, si rivolga sempre a me!

MARIA ELENA BOSCHI (IV). Va bene, Presidente, rivolgendomi alla Presidenza e a tutto l'emiciclo, ricordo che in questa “fase 2” dobbiamo essere tutti impegnati. Bene accelerare sulle riaperture, bene lavorare sui prossimi passi, insieme; credo, però, che sia importante, Presidente, porre al centro il tema della scuola, del sapere e della scuola tutta (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), quella pubblica, la statale, come le paritarie, che soffrono in questo momento una difficoltà che non possiamo trascurare.

Porre al centro il sapere significa porre al centro il futuro del nostro Paese e gli studenti hanno bisogno di risposte concrete, non soltanto sulla riapertura della scuola che ci sta a cuore, come Italia Viva, e l'abbiamo posto costantemente come tema, ma anche su come si svolgeranno gli esami di maturità, perché tutti noi ci ricordiamo l'ansia, la paura, la preoccupazione dei giorni prima dell'esame e quanto quel passaggio sia stato cruciale. Ebbene, cerchiamo di dare risposte concrete agli studenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), ai professori, ai dirigenti scolastici, al personale tutto della scuola, ma anche a quei milioni di famiglie, a quelle mamme e a quei papà che, oggi, sono preoccupati, perché temono che sia sottovalutata la questione educativa. Allora, cerchiamo, anche su questo, insieme, di dare delle risposte concrete.

Presidente, Italia Viva c'è, se guarda da questa parte dell'emiciclo troverà sempre deputati e deputate disponibili a dare una mano a chi lavora per il futuro del Paese. Io credo che ci sia un Paese che è forte, che è solido, che cerca di mettercela tutta per ripartire. Nel weekend scorso ho fatto una passeggiata, in centro, di sabato sera, a Roma, con la mascherina, con le distanze di sicurezza che, come ha giustamente ricordato, devono essere rispettate, ma c'erano persone in giro che avevano voglia di ricominciare e mi ha fatto venire in mente una poesia molto bella di Franco Arminio che dice che ci si incontra per rinascere, perché nascere e basta non è sufficiente per nessuno, non basta mai a nessuno.

Allora, io credo che ci sia questo spirito, nonostante la difficoltà, nonostante il dolore, nonostante la preoccupazione per il futuro, che ci sia questa voglia di rinascere. Noi ci siamo perché l'Italia continui a essere viva, l'Italia continui a essere vitale e abbiamo bisogno, credo, dell'impegno di tutti. Quindi, buon lavoro, Presidente, a lei, al Governo e a tutti noi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori ministri, vorrei iniziare, perché non si può non farlo, rispetto a come è iniziata questa seduta, rivolgendomi rispettosamente ai banchi dei colleghi della Lega, perché io credo che le immagini dei camion militari che portavano via le bare appartengano a tutta Italia. E' una ferita aperta che credo non potrà mai più essere cicatrizzata, è una immagine che lasceremo ai posteri e credo che, da questo punto di vista, non si possa e non si debba mai, in nessun momento, fare propaganda, strumentalizzare quei morti, come tutti gli oltre 31 mila morti del COVID-19 (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

Ma, allo stesso modo, con rispetto, io credo che si possa e si debba discutere su come hanno funzionato i diversi sistemi sanitari regionali. Ciò non vuol dire dare la colpa a nessuno, non vuol dire colpevolizzare o criminalizzare medici, infermieri o OSS, ma neanche i dirigenti medici. E io inviterei ad avere più cultura del dubbio; cito i dati, con un punto interrogativo e invito me stesso e voi a riflettere su questo dato. Ci sono due province, molto simili - e, se non è così, smentitemi - che sono la provincia di Brescia e la provincia di Verona; il confine tra quelle due province, di fatto, non esiste, è un continuum con caratteristiche socio-economiche, territoriali e orografiche molto simili. Ebbene, Brescia ha un indice di contagio di 1.125 per 100 mila abitanti, Verona di 545 per 100 mila abitanti. È lecito che la politica si interroghi su queste differenze (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)? Io credo di sì, ma non per gettare la croce nei confronti di qualcuno, ma perché di fronte alla prossima pandemia noi ci si avvicini di più ai 545 che non ai 1.125; lo dobbiamo proprio alle persone che hanno sofferto, proprio ai lavoratori e alle lavoratrici di quel settore, lo dobbiamo agli italiani.

Credo che, da questo punto di vista, parto da qui, la scelta, che io spero sia condivisa, fondamentale, del “decreto rilancio”, vada proprio in direzione della sanità: 2 miliardi, da un lato, per terapia intensiva e subintensiva, ma, soprattutto, un miliardo e 250 milioni per rafforzare la medicina territoriale. Perché la chiave di quei 545 è un diverso modello che si fonda sulla medicina territoriale, storicamente, che mette insieme l'aspetto sociale e l'aspetto sanitario.

Credo che, da questo punto, di vista noi dobbiamo trarre insegnamento, ed è giusto; così come io credo che in quest'Aula non abbiamo a sufficienza - mi sia consentito - sottolineato che siamo ancora in emergenza sanitaria. E se noi segnaliamo sommessamente che, negli ultimi tre giorni, il 75 per cento dei contagi è in sole tre regioni - Lombardia, Piemonte e Liguria - non è un j'accuse nei confronti di quelle tre regioni, ma è per segnalare che un problema persiste.

Da questo punto di vista, signor Presidente, Presidente Conte, noi abbiamo apprezzato l'impianto iniziale dei provvedimenti, che vanno letti nella loro completezza, “cura Italia” “liquidità” e ora il decreto cosiddetto “rilancio”. L'obiettivo era e rimane condivisibile: non lasciare indietro nessuno, né tra le famiglie, né tra le imprese e cercare di intervenire contro la fragilità; ma da questo punto di vista, le diciamo, adesso, che in Parlamento lavoreremo perché non siamo del tutto convinti che lo strumento del reddito di emergenza risponda al 100 per cento a quell'obiettivo. Noi rischiamo con il Rem, così come costruito, di lasciare ancora troppe persone fuori, abbandonate, e sono le persone più fragili. E credo che, da questo punto di vista, in un confronto sereno, spero, non solo nella maggioranza, ma con tutto il Parlamento, noi dobbiamo cercare di intervenire, perché è lì che arriva più forte un grido di dolore. E non possiamo, da questo punto di vista, barricarci dietro a criteri su criteri, mentre per altri settori invece abbiamo avuto, giustamente, maggiore capacità di guardare al concreto, cioè cercare di far arrivare i soldi direttamente, il più veloce possibile.

E, da questo punto di vista, ritorniamo su un tema, signor Presidente, il tema della velocità, dopo che le avevamo segnalato anche noi delle difficoltà, dei problemi che emergevano dal territorio, lei ha riconosciuto con grande onestà intellettuale che problemi ce n'erano; le segnaliamo che i problemi persistono, che ovviamente grazie al “decreto rilancio”… e penso soprattutto alla velocizzazione e la sburocratizzazione parziale della cassa integrazione in deroga, penso anche al fatto che il sistema bancario si sta, lentamente ma si sta mettendo in moto, alle cose positive che stanno emergendo dalle Commissioni sul “decreto liquidità”, l'ampliamento del plafond, l'allungamento da 6 a 10 anni del tempo di restituzione, insomma si sta andando a rispondere a una domanda assolutamente giusta.

C'è un punto, però: noi crediamo che questa fase, che si conclude in qualche modo, che si è conclusa il 18, ne imponga una seconda, cioè il tema del rilancio della domanda, cioè di uno Stato capace di essere motore di cambiamento, di uno Stato in grado di sviluppare un'azione, per esempio, in termini di politica industriale; e su questo crediamo e speriamo che, anche nel lavoro del Parlamento sul decreto, questo si possa fare, perché altrimenti etichette come Green New Deal rischiano di rimanere etichette, mentre il tema, per esempio, della riconversione ecologica della società era un tema centrale prima del COVID e, a nostro giudizio, lo è ancora di più come una chiave di cambiamento in una direzione positiva. Lavorare, quindi, sul rilancio della domanda, bene il bonus edilizio, ma soprattutto bisogna cercare di aiutare tutto il tessuto non soltanto delle grandi opere, troppo spesso evocate ma spesso poi concretamente non realizzate, ma quello, ad esempio, relativo alle piccole e grandi opere. I comuni, i piccoli comuni, hanno dimostrato, nel recente passato, di essere capaci di immettere velocemente nel tessuto economico gli investimenti che arrivano loro dallo Stato. Quindi, c'è un tema di rilancio, dobbiamo lavorare non soltanto più in difesa, ma anche - se vogliamo usare una metafora calcistica - all'attacco, cioè fare il rilancio della domanda. Bene che venga martedì, da quel che ho appreso, il Ministro Patuanelli per un'informativa sulla siderurgia, perché quello è un tema gigantesco: domandarci oggi e in prospettiva, come coniugare ambiente e lavoro, come la siderurgia sta dentro la politica industriale italiana è un elemento assolutamente necessario.

Se ne è discusso poco, ma da questo punto di vista credo che dobbiamo ritornarci, noi avevamo chiesto, nel rapporto tra Stato e regioni, che la seconda fase fosse una fase ordinata, fosse una fase guidata e abbiamo apprezzato lo sforzo della Conferenza delle regioni di andare, da questo punto di vista, a trovare una cornice di regole condivise.

Ne rimane ancora una - e lo dico con un po' di amarezza - che mi pare vada superata, perché ho letto troppi elementi che definiscono i confini regionali come fossero i confini di uno Stato federale, cioè ogni regione si considera Stato evi confini son diventati confini. Segnalo che ci sono tante terre di confine in questa Italia con venti regioni e che, da questo punto di vista, un po' più di elasticità forse sarebbe stata d'aiuto.

Due ultime questioni a cui noi annettiamo molta importanza: noi siamo molto preoccupati per la ripresa dell'anno scolastico. Non è un rilievo fatto alla Ministra, è un problema gigantesco e la Ministra non può essere lasciata da sola. Questa è una questione del Governo, è una questione del Parlamento. Il futuro dell'Italia e della ripresa passa anche da come noi riprenderemo e in che modo riprendiamo l'anno scolastico; così come lei ha fatto cenno ai temi del digital divide: le assicuro che questo è un tema che noi condividiamo e lì si può fare molto di più.

Ultimissima questione: non siamo abituati né a fare interviste, né a lanciare ultimatum, né “penultimatum”, glielo diciamo però in quest'Aula: bene un “decreto semplificazione”, ma noi non accetteremo mai un “decreto semplificazione” che significhi un liberi tutti, né vogliamo che qualcuno interpreti semplificazioni, dentro e fuori quest'Aula, come riportare indietro le lancette del tempo sul tema dei diritti, dei diritti dei lavoratori e del rispetto dell'ambiente (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle). Si può semplificare, si deve semplificare, ma all'interno di un quadro che garantisca tutela dei diritti e tutela dell'ambiente: per noi questo è un modo di dare un contributo.

Un'ultima cosa, me la si lasci dire. Io credo che noi abbiamo, tutti insieme, maggioranza e opposizione, un dovere; e il dovere è, di fronte a una rabbia crescente, una rabbia sociale che in autunno potrebbe essere molto alta, di avere, sì, posizioni dialetticamente opposte, possiamo avere ricette anche radicalmente opposte, ma dobbiamo farlo con toni e con modi e soprattutto con argomentazioni che non siano fake news, perché altrimenti credo che, alla fine, noi restituiremmo una brutta immagine della politica, e oggi la gente ci chiede una cosa soltanto, guarda allo Stato, guarda alle istituzioni, guarda alla politica nella speranza di trovare risposte, e noi dobbiamo cercare di dare risposte nel segno dell'equità, della giustizia e anche dell'incoraggiamento a che l'Italia può farcela (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, Partito Democratico, Italia Viva e MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il deputato Lupi. Ne ha facoltà.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, stamattina su Il Foglio compare a piena pagina una sua intervista, che dice: “È l'ora della svolta. Ora un patto con le opposizioni”. Come premessa, anche nel poco tempo a disposizione, mi permetta di dire che la richiesta, che tutte le opposizioni le hanno fatto, di giudicare negativamente l'intervento, le parole, il sarcasmo fuori luogo, la irresponsabilità dell'intervento del collega del MoVimento 5 Stelle, scientificamente preparato, non è una richiesta formale. La lealtà istituzionale e la collaborazione a cui ci ha richiamato il Presidente della Repubblica occorrono, nelle differenze, questa responsabilità; ottanta miliardi di euro in una situazione eccezionale, tutti a debito degli italiani, con la responsabilità di tutto il Parlamento, richiedono, nella differenza, una leale collaborazione. Allora, ed è per questo che le chiediamo di farlo, “è l'ora della svolta, patto con le opposizioni”: sinteticamente tre punti, dal mio punto di vista, per questo patto con le opposizioni, o meglio, per questa ora della svolta. La prima: la svolta, la “fase 2”, passata la “fase 1”, avrà come perno, come base, la paura, il distanziamento sociale, il dire attenti, non ci fidiamo di voi, attenti, chiudiamo tutti?

Oppure scommetterà sulla responsabilità, sulla libertà, sulla fiducia degli italiani, sulla vera risorsa che noi abbiamo, che si chiama: cittadini e persona? Mattia Feltri diceva una cosa importante, storicamente importante: settant'anni fa ci sono stati amici, cittadini, persone, parenti di tanti di noi che hanno perso la vita per difendere la libertà. Oggi abbiamo, per difendere la vita, limitato la libertà. Questo è il paradosso che abbiamo davanti, ma la vita - lo sa meglio lei di me e lo sappiamo tutti - è libertà, ogni rinascita si fonda sulla libertà. Secondo aspetto: questa svolta si baserà su più Stato, su più nazionalizzazioni, oppure scommetterà sulle imprese, sulla società, sull'educazione, sull'investimento in infrastrutture materiali e immateriali, sulla risorsa pubblica che diventa un moltiplicatore della risorsa privata?

Questo è un fatto fondamentale e dal decreto che lei presenta sembra che la strada sia invece più Stato, più nazionalizzazione, più invadenza dello Stato, meno fiducia nelle imprese e nei cittadini. La sua consulente, Mariana Mazzucato, dice: serve uno Stato imprenditore che aiuti le aziende, dicendo loro come e dove intervenire. Lo Stato che dice alle aziende come e dove intervenire? Le aziende chiedono una sola cosa: lasciateci in pace, lasciateci dare tutto quello che possiamo fare, liberate la nostra creatività, togliete lacci e lacciuoli. L'esempio, glielo hanno fatto anche gli altri colleghi, è quello dei 500 euro del buono vacanza. Le dico semplicemente, al di là dei dipendenti pubblici, che intanto tutti i lavoratori dipendenti e le imprese, prima di mettere in cassa integrazione i loro dipendenti, hanno fatto consumare le ferie, e quindi oggi non c'è più nessuno che abbia delle ferie da poter mettere a disposizione.

PRESIDENTE. Si avvii alla conclusione.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). No, mi scusi, finisco.

PRESIDENTE. Però si avvii alla conclusione.

MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Sì, mi avvio alla conclusione. Un miliardo, due miliardi, non è meglio, se il turismo è l'asse portante industriale di questo Paese, darli alle imprese turistiche, permettere questa valorizzazione, questo progetto industriale di rilancio? Diecimila agenzie di viaggio e 2 mila tour operator hanno avuto 25 milioni da questo decreto. Prendiamo quel miliardo e mezzo e lanciamo un progetto industriale. Più semplificazione o più burocrazia? Le ricordo solo che il “Cares Act” in America ha cento misure, le nostre misure sono 600. È più burocrazia o più semplificazione? Per concludere, credo che, nell'epoca delle immagini e dei social, oggi più che mille immagini serva un'idea. In questo decreto, dal mio punto di vista, ma si può cambiare, ci sono mille proposte: mille piccole proposte non fanno una vera idea. Sulle idee e sui progetti l'opposizione, nella sua differenza, c'è, sulle immagini no (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gebhard. Ne ha facoltà.

RENATE GEBHARD (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Ribadiamo oggi, qui, in Aula, le motivazioni per le quali la provincia autonoma di Bolzano ha adottato la legge provinciale in ordine alla “fase 2”. Abbiamo sempre detto che la chiusura delle attività nella prima fase dell'emergenza, ieri, e la ripresa dell'attività, ora, richiedono logiche diverse. Quel che ieri è stato inevitabile oggi non è sostenibile, anche sotto il profilo costituzionale. Il Paese ha l'esigenza di ripartire, a velocità anche diverse, secondo l'andamento della pandemia nelle diverse aree regionali. Riteniamo un'occasione persa e un peccato che ciò sia avvenuto solo dopo la pressione delle regioni, rischiando un conflitto istituzionale.

Vi sono emergenze drammatiche, le imprese e le aziende vivono una crisi senza precedenti che deve essere affrontata ben oltre il “decreto Rilancio”. Allo stesso tempo e con la stessa determinazione chiediamo delle soluzioni tempestive per i nostri bambini e le famiglie. Apprezziamo molto l'impegno di diverse ministre e colleghe parlamentari al riguardo, ma serve la sensibilità di tutti, perché a tutt'oggi è assente una strategia chiara ed adeguata per le famiglie.

Una strategia che tuteli anche i diritti dei bambini: sono loro le vittime più silenziose di questa crisi e voglio alzare la mia voce per loro, ciò anche in vista del prossimo anno scolastico a settembre. La risposta serve entro breve termine e non può essere certo metà classe a scuola e metà a casa. È stato lei, signor Presidente, a dire che il Governo non lascerà nessuno indietro; adesso è il momento di dimostrarlo, la pazienza dei bambini, dei genitori, delle donne madri e lavoratrici è finita (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Grazie, Presidente. Presidente Conte, ministre e ministri, in tempi normali fra venti giorni avremmo chiuso le scuole, avremmo detto a studentesse e studenti “è arrivata l'estate, ci vediamo a settembre”. Per tre mesi ragazzi e ragazze avrebbero smesso di essere una preoccupazione della scuola, del Ministero, dei presidi, dei docenti. Ma noi, Presidente del Consiglio, siamo alla vigilia di un'estate senza precedenti; ci arriveremo con le scuole chiuse ormai da mesi e tanti studenti, che saranno stati alle prese con la didattica della quarantena, fatta a distanza non come avremmo voluto, ma come abbiamo potuto. Ci arriveremo dopo mesi di fatica di apprendimento, ridottissima socialità e la consapevolezza che siamo ancora pieni di limiti, tecnologici e metodologici.

E poi tanti studenti, Presidente, non tutti, perché tantissimi non lo hanno proprio più visto un compagno di banco o un docente in questi mesi, nemmeno da remoto, per assenza di connessione e per mille altre ragioni legate al disagio economico o familiare di varia natura. Studenti invisibili, che la scuola non sa che fine abbiano fatto. Un'estate senza precedenti, con i genitori che faticosamente tornano al lavoro, quelli che ancora ne hanno uno. Noi, Presidente Conte, quest'estate non la possiamo sprecare: il Paese si sta attrezzando come può, tra nonni e centri estivi, ma in questo contesto la scuola non può chiamarsi fuori, dobbiamo riaprirla, Presidente. Non vuol dire necessariamente riaprire gli edifici scolastici, molti dei quali diventano d'estate invivibili; riaprire le scuole vuol dire mantenere coinvolte le istituzioni scolastiche, e quindi gli insegnanti, che sono le figure chiave per la crescita e la formazione.

Nel nostro Paese ogni città e ogni quartiere fa storia a sé, Presidente; lo fa in tempi normali e a maggior ragione adesso. Per questo non c'è una soluzione, ce ne sono tante, tutte da testare. Il Governo metta a disposizione un primo catalogo di queste soluzioni, lo metta a disposizione di patti locali, comuni, Terzo settore e scuole; patti locali differenziati, ma la cui costituzione va facilitata e finanziata. L'estate non diventi per i nostri giovani solo un parcheggio fuori di casa. Nel momento in cui i nostri minori riescono di casa e vanno custoditi, che questa custodia, con le scuole in campo, sia anche un'occasione per iniziare a recuperare il debito di formazione accumulato in questi mesi. Che sia un'estate diversa, con ragazze e ragazzi protagonisti. Chiudo, Presidente, da ultimo, dicendo che tutto questo ci serve per fare anche le prove generali in vista di settembre. Abbiamo bisogno di sperimentare, di verificare, anche di sbagliare e correggere, perché a settembre non basterà girare la chiave per riaprire la scuola. Lei ha parlato di ingenti costi organizzativi, ma riaprire le scuole a settembre sarà solo in parte una questione logistica.

PRESIDENTE. Concluda.

ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-RI-+E). Chiudo, Presidente. Molto dipenderà dal senso di orgoglio che, esattamente come è accaduto con i medici e il personale sanitario, noi saremo in grado di risvegliare adesso nei nostri docenti e nei nostri giovani, perché adesso tocca ai banchieri, agli imprenditori, ai lavoratori e alle lavoratrici; tocca a ciascuno di noi, cittadine e cittadini italiani, tocca a tutti coloro - mi lasci chiudere con questo, Presidente - che, grazie alla regolarizzazione degli irregolari e dei sommersi, potranno contribuire non solo sotto il sole, ma alla luce del sole a rimettere in moto l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa-Centro Democratico, Partito Democratico e Italia Viva). Tocca anzitutto a chiunque aiutare i nostri giovani, anzitutto toccherà anche ai nostri insegnanti, più della famiglia e in tanti casi, devo dire, nonostante la famiglia, a prepararsi non a convivere con un mondo incerto e sconosciuto, ma a vivere per farlo migliore di quello che abbiamo per troppo tempo fino ad oggi conosciuto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico-Radicali Italiani-+Europa-Centro Democratico e di deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.

ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Presidente Conte, è sotto gli occhi di tutti il grande impegno che lei, con il suo Governo, sta profondendo per contrastare un'emergenza senza precedenti e che il MAIE, che qui rappresento, sostiene convintamente sia alla Camera che al Senato. Come dire, un sostegno piccolo nei numeri, ma leale nei comportamenti.

E questa leale obiettività ci porta a considerare straordinari gli interventi economici messi in campo e ad analizzare con molta attenzione il “decreto rilancio” per trovare quelle risposte che diano speranze ai tanti interrogativi che i cittadini ci rivolgono come rappresentanti territoriali, perché non vi è dubbio, Presidente Conte - e lei lo ha ricordato poc'anzi -, per esempio, che gli imprenditori che ad oggi non hanno ricevuto i 25 mila euro, nonostante pratiche deliberate in aprile, stiano vivendo un grande momento di sofferenza. E non vi è dubbio che gli operatori socio-sanitari, i quali, alla pari di tutti gli altri soggetti sanitari, hanno avuto parte rilevante in questa grave crisi, lamentino da tempo un mancato riconoscimento della propria figura professionale e sociale. E non vi è dubbio, ancora, che vi siano delle filiere commerciali, e ne sono tante, come, ad esempio, quella delle cerimonie, che è strettamente connessa a quella del regalo, che vedono danneggiata irreparabilmente la stagionalità del proprio lavoro. E, ancora, non vi è dubbio che i lavoratori stagionali continuino a subire una burocrazia farraginosa e deleteria che non risparmia neanche settori fondamentali della nostra economia, come l'agricoltura e la pesca. Infine, vorrei dire che non vi sono dubbi che il mondo della scuola stia vivendo momenti di grave fibrillazione, sia per problematiche didattiche, che per problematiche lavorative, stante le gravi situazioni di precariato che in tutte le categorie scolastiche vi sono.

In conclusione, ieri ho ascoltato con molta attenzione e con grande piacere il Ministro Spadafora, che comunicava, tra le altre cose, le iniziative per aiutare le associazioni sportive dilettantistiche per ricominciare a dare il proprio contributo sociale, che è fondamentale, per venir fuori da questo grave momento di crisi.

Presidente, io ho concluso il tempo a mia disposizione, ma non abbiamo esaurito la fiducia nel suo operato. Per questo la ringrazio per quanto sta facendo con il suo Governo e le auguro davvero buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.

GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP). Grazie, Presidente. Presidente, lei oggi ha dichiarato che renderà l'Italia un posto attraente: ridurrà le tasse, riformerà la giustizia, più risorse alle famiglie, più risorse per l'innovazione e la ricerca, più risorse per le imprese. Guardi, però, Presidente, dietro a questi slogan occorre mettere i contenuti, altrimenti rischiamo di fare gli errori del passato. Ha dichiarato diversi miliardi di finanziamento oggi, però ha detto anche ai cittadini che il “decreto rilancio” rimanda a 98 decreti attuativi lo stanziamento delle risorse. Presidente, lei dovrebbe sapere che, se siamo fortunati, forse - forse -, tra un anno i cittadini vedranno questi finanziamenti. Intanto, ogni giorno, aumenta il numero dei poveri: il 77 per cento delle famiglie ha visto ridurre la propria disponibilità economica in questa crisi; il 50 per cento delle nostre imprese rischia di non aprire; le imprese del turismo sono al collasso.

Allora, signor Presidente, è indispensabile, per far ripartire il Paese, annullare ogni forma di burocrazia, altrimenti qualsiasi sforzo messo in campo da lei, anche se è buono, se non provoca effetti immediati, può addirittura diventare fallimentare. Presidente, vuole un consiglio? Parta dalle cose più semplici: sblocchi i cantieri, metta in moto subito la filiera delle costruzioni, movimenti da subito i 60 miliardi fermi delle grandi opere.

Concludo il mio breve discorso con un messaggio, Presidente, che non è mio, è un messaggio che ha lanciato il Santo Padre lo scorso 27 aprile: “Nessuno si salva da solo”. Allora, Presidente, colleghi, se non abbattiamo oggi il muro che divide la politica, l'odio e l'arroganza distruggeranno tutti noi. E faccio un appello oggi, in quest'Aula, perché, se vogliamo bene al nostro Paese, dobbiamo unire le competenze presenti in quest'Aula, senza casacca politica, e ci dobbiamo mettere veramente al servizio del nostro Paese.

PRESIDENTE. Ricordo che, nell'informativa urgente, non sono previste repliche.

È così esaurita l'informativa urgente del Governo.

Colleghi, dobbiamo ora passare alle dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge relativo agli esercenti le professioni sanitarie. Invito tutti i gruppi a ridurre opportunamente i tempi degli interventi, al fine di rispettare i tempi di durata massima della seduta. In caso contrario, dovremmo rinviare il seguito dell'esame del provvedimento ad altra seduta.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 867 - Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni (Approvato dal senato) (A.C. 2117-A); e delle abbinate proposte di legge: Novelli ed altri; Rostan ed altri; Minardo; Piastra ed altri; Bruno Bossio; Carnevali ed altri; Bellucci ed altri; Lacarra ed altri; Paolo Russo ed altri (A.C. 704-909-1042-1067-1070-1226-1246-1590-2004).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 2117-A: Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni; e delle abbinate proposte di legge nn. 704-909-1042-1067-1070-1226-1246-1590-2004.

Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 12,25).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Però le chiedo velocemente, perché abbiamo un tempo limitato, sennò poi devo spostare il provvedimento ad altra data. Prego.

FRANCESCO PAOLO SISTO (FI). Grazie, Presidente, velocissimamente. Ieri, in Commissione giustizia, si è discusso dell'attuazione della direttiva (UE) 2017/1371. Noi di Forza Italia, con l'onorevole Costa, abbiamo provato a dare…

PRESIDENTE. Però non riguarda adesso la questione, semmai dopo. Andiamo avanti.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 2117-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zennaro: si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Stumpo: si intende che vi abbia rinunciato.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Filippo. Ne ha facoltà.

VITO DE FILIPPO (IV). Presidente, meno del tempo che mi è stato ulteriormente suggerito. Ci apprestiamo ad approvare un importante provvedimento, dopo una casistica molto complessa che la cronaca quotidiana, purtroppo, ha quotidianamente registrato e un positivo, buono, anche in termini di compilazione, passo in avanti, perché agli incaricati di pubblico servizio e, quindi, a tutti i professionisti che esercitano attività sanitarie, sia nel pubblico sia nel privato e anche nel volontariato, saranno garantite tutele sicuramente migliori rispetto ad oggi, con positive modifiche anche al codice penale, e anche la procedibilità di ufficio in caso di aggressioni.

In questo momento in cui lo scenario italiano sta manifestando in quale condizione, molte volte, i professionisti della sanità svolgono le loro funzioni, mi pare che questa positiva coincidenza, anche cronologica, con la quale il Parlamento interviene anche sul tema delle aggressioni sia un fatto molto simbolico, molto interessante. Dopo una lunga fase, anche di tagli, anche di riduzioni e anche di attenzione rispetto al personale della sanità, oggi questa ribalta che il Parlamento sancisce con l'approvazione di questa legge va nella direzione giusta. Dopo un lungo e positivo lavoro anche nelle Commissioni Giustizia e Affari sociali, siamo qui ad annunciare il nostro voto assolutamente e convintamente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Maschio. Ne ha facoltà.

CIRO MASCHIO (FDI). Grazie, Presidente. Siamo qui oggi a votare le disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie.

I dati ci dicono che il 65 per cento dei medici dichiara di aver subito aggressioni. La percentuale si alza all'80 per cento per i medici di pronto soccorso e nell'ultimo anno le statistiche parlano di circa 1.200 casi all'anno, più di tre al giorno. Quindi, è un problema molto sentito sul quale Fratelli d'Italia è particolarmente attento, come conferma il fatto che abbiamo presentato una proposta di legge, la n. 1246 della collega Bellucci come prima firmataria, che è abbinata a questo progetto e i tanti nostri emendamenti costruttivi proposti.

Questa proposta è stata approvata dal Senato il 25 settembre 2019 e, dopo un iter iniziato alla Camera nell'ottobre 2019, arriva oggi al voto. E allora, prima di entrare nel merito degli 11 articoli di questa proposta, va fatta una riflessione sul tempismo della politica e sul valore delle proposte, anche di questa maggioranza, rispetto alla realtà. Qualcuno diceva: la vita è tutto quello che accade mentre siamo impegnati a fare altri programmi. E, allora, se noi guardiamo la realtà e se oggi fermiamo uno qualsiasi dei tantissimi medici, infermieri e operatori delle professioni sanitarie e sociosanitarie e gli chiediamo “che cosa oggi minaccia di più la tua sicurezza?”, nessuno di loro ci risponderebbe che il suo problema è che le pene siano aumentate da 3 a 7 fino a 4 e 10 anni, nessuno ci risponderebbe che il suo problema è che non c'è l'osservatorio dell'articolo 2, ma tutti ci risponderebbero che non hanno le mascherine (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che sono stati mandati allo sbaraglio in corsia e hanno fatto il loro dovere sapendo che, facendo questo, rischiavano la vita, perché l'incapacità di proteggerli li ha esposti a questo rischio. E, quindi, il problema non è…

PRESIDENTE. Deputato Deidda, grazie.

CIRO MASCHIO (FDI). Quindi, il problema non è pene più severe per le aggressioni. Il problema principale, in questo momento, è l'incapacità di non avere dato risposte ai nostri operatori sanitari. E stiamo parlando di dati, non dimentichiamolo, che ad oggi sono di 163 medici morti dall'inizio dell'esperienza e 41 infermieri. Questi sono i numeri che dovrebbero farci riflettere.

In ogni caso, entrando nel merito di questa proposta, gli esempi quotidiani commoventi di professionalità, dedizione e impegno dei tanti operatori sanitari e sociosanitari hanno fatto accrescere ancora il rispetto e la considerazione sociale da parte di tutti e, quindi, emerge una sensibilità sociale ancora più attenta a dare loro la massima tutela. Quindi, aggressioni, violenze e minacce agli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie sono condotte che oggi acquisiscono ancora maggiore disvalore e, quindi, che necessitano di una tutela ancora più rafforzata da parte dello Stato e dell'ordinamento penale. E, a questo proposito, Fratelli d'Italia ha collaborato, in modo costruttivo, con proposte concrete.

Quindi, ci fa piacere che sia stata approvata la nostra proposta, confluita nell'articolo 9, di istituire una Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro le violenze e le aggressioni, ci fa piacere che sia stata accolta la nostra riflessione di maggiore sistematicità nell'ordinamento e, quindi, sia stato soppresso l'articolo 7, che poneva l'obbligo, anziché la facoltà, di costituirsi parte civile, siamo d'accordo sugli articoli 2, 3, 4, 5, 6 e 10 che prevedono pene aggravate sulle lesioni gravi e gravissime, iniziative di informazione, la nuova aggravante comune per i delitti commessi con violenza e minacce, la procedibilità d'ufficio…

PRESIDENTE. Concluda, per favore.

CIRO MASCHIO (FDI). Ho il mio tempo e sto per concludere con un tempo inferiore al previsto, ma ho il diritto di sviluppare questo intervento…

PRESIDENTE. Prego. Ho detto: “Concluda, per favore”.

CIRO MASCHIO (FDI). …soprattutto per il fatto che il tempo che abbiamo perso è stato dovuto alle provocazioni di un suo deputato, che ha fatto perdere tempo all'Aula, altrimenti avremmo già concluso (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Quindi, bene la procedibilità d'ufficio per le lesioni e le percosse e bene le sanzioni amministrative più elevate per una maggiore efficacia deterrente. Ma siamo consapevoli tutti che non è sufficiente e l'efficacia deterrente di queste misure sarebbe molto più rafforzata se ci fossero altre misure di tutela e sostegno concreto a supporto.

Quindi, ci dispiace - e mi avvio alla conclusione - che non siano stati accolti i nostri emendamenti sulla più efficace videosorveglianza, sui presidi di sicurezza in ogni luogo in cui sono presenti operatori sanitari e sociosanitari, sulla copertura assicurativa, sulla tutela dei farmacisti e tanti altri, perché se uno vuole aggredire un medico o un infermiere in corsia e si trova la telecamera è sicuramente dissuaso molto di più dal sapere che la pena che subirebbe, che magari neanche conosce, sarebbe da tre a quattro anni e da sette a dieci anni di pena edittale. Quindi, da questo punto di vista è stata persa un'occasione per dare una tutela più concreta.

In ogni caso, pur con queste riserve e, quindi, con il rammarico che non si sia voluto dare un segnale più forte, coraggioso ed efficace, Fratelli d'Italia voterà a favore su questo progetto di legge, con la consapevolezza che l'emergenza e la più grave minaccia alla sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari oggi non sono le aggressioni nelle corsie, ma è l'incapacità e la confusione con cui sono stati mandati allo sbaraglio senza protezioni e senza protocolli. E, quindi, si torni immediatamente ad occuparsi di questo.

Qualcuno dovrà chiedere scusa e assumersi le sue responsabilità, tutti dovranno stanziare misure più concrete di sostegno oggi in generale agli operatori sanitari e sociosanitari e tutti dobbiamo ancora una volta dire loro “grazie”, a tutti quei medici, a quegli infermieri, a quei volontari e a quei soccorritori che hanno fatto il loro dovere ogni giorno, pur sapendo che, mandati allo sbaraglio, rischiavano la vita. Ma lo hanno fatto per aiutare e salvare tutti noi, dimostrandoci che questa è l'Italia migliore di cui dobbiamo essere orgogliosi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Carnevali. Ne ha facoltà.

ELENA CARNEVALI (PD). Grazie, Presidente. Sarò molto breve, anche per rispettare quello che dovrebbe essere un patto da gentiluomini e da gentildonne che noi avevamo sottoscritto qui (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), secondo cui tutti ci saremmo riservati pochi minuti. Non venga meno, però, l'importanza di questa legge, su cui orgogliosamente e convintamente voteremo a favore.

Guardate, fino a poco tempo fa poter lavorare in un pronto soccorso, stare su un'ambulanza, essere nei presidi territoriali era anche motivo di paura e di timore per il numero delle aggressioni; delle aggressioni e anche delle minacce fisiche e verbali. Oggi questo clima è molto mutato con l'arrivo della pandemia e si è rinsaldata quella che abbiamo definito “l'alleanza terapeutica”, ma non pensiamo che questa pandemia, che non dobbiamo dare per archiviata, purtroppo, come ancora oggi abbiamo letto da un'infermiera del San Raffaele, abbia mutato e finalmente riportato un clima di rispetto perché, purtroppo, non sta accadendo così.

Questa legge ha tante grandi virtù e l'abbiamo migliorata perché, accanto al rafforzamento delle condizioni penali, abbiamo detto che sono tanti altri gli strumenti che sono inclusi in questa legge e abbiamo protetto tutti gli operatori sanitari, indipendentemente dalle loro condizioni sociosanitarie e sociali nell'esercizio delle loro funzioni.

Con questo Governo abbiamo dato un cambio, una rivitalizzazione forte al nostro servizio sanitario nazionale. È solo mettendo le persone nelle condizioni di poter operare al meglio che noi possiamo garantire quei presidi e quella garanzia di sicurezza nei luoghi di lavoro che è lo strumento efficace e indispensabile perché si possa realizzare un efficace servizio sanitario e sociale a difesa dei cittadini e a protezione dei cittadini.

Per tutte queste ragioni io penso - e consegnerò naturalmente l'intervento - che quest'Aula oggi debba essere orgogliosa di aver dato finalmente una risposta positiva ai tanti, i quali oggi abbiamo chiamato eroi - e oggi tifiamo solo per questa squadra -, che hanno accompagnato i nostri cari nei momenti più difficili e anche nei momenti più di distacco profondo senza i loro cari. Credo che possiamo essere orgogliosi, quindi il voto nostro sarà orgogliosamente favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mugnai. Ne ha facoltà.

STEFANO MUGNAI (FI). Presidente, il provvedimento nasce dalla comune consapevolezza che non è più procrastinabile l'approvazione di misure efficaci per la prevenzione e il contrasto agli atti di violenza a danno dei lavoratori delle professioni sanitarie e sociosanitarie. Una consapevolezza comune anche fra i gruppi parlamentari, infatti tante sono state le proposte di legge presentate da tutti i gruppi che sono state abbinate al testo che ci è arrivato dal Senato: ben nove, due firmate da colleghi di Forza Italia, e una di queste, la n. 704, primo firmatario Roberto Novelli, è stata anche la prima proposta di legge presentata in questo ramo del Parlamento sull'argomento in oggetto. Professionisti che, come ci raccontano le cronache quasi quotidiane, ormai con frequenza crescente mettono a serio pregiudizio la propria incolumità fisica nell'esercizio della loro professione. Questa è una legge necessaria, e chiesta con forza da molto tempo da tutti i soggetti che lavorano, anche come volontari, nel settore della sanità e dei servizi sociali, per provare ad arginare quella che sta diventando una vera emergenza di legalità e di sanità pubblica. Peraltro, non solo queste norme sono comunque un atto dovuto, ma in questa drammatica fase assumono una valenza particolare: ad essere maggiormente tutelati da questa legge sono infatti quegli stessi medici, operatori sanitari e sociosanitari che hanno lottato e stanno lottando in prima linea per contrastare la terribile emergenza sanitaria del Coronavirus. Ebbene, il testo, rispetto a quello licenziato dal Senato in prima lettura, è stato notevolmente migliorato nel passaggio qui alla Camera. Intanto si è provveduto ad allargare la platea dei professionisti, così come chiesto da Forza Italia con emendamento a firma Bagnasco: adesso vengono ricomprese tutte le professioni sanitarie previste dalla normativa vigente e si individua meglio la figura dell'operatore sociosanitario, che ora abbraccia anche l'assistente sociale, il sociologo e l'educatore professionale. Ieri l'altro si è approvato all'unanimità, qui in Aula, un emendamento a prima firma Carfagna per introdurre il criterio della parità di genere nella composizione dell'istituendo Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari. Un'altra norma che è stata migliorata nelle Commissioni referenti è quella prevista dall'articolo 4, riguardo le aggravanti per il reato di lesioni personali gravi o gravissime. Con questa nuova formulazione il testo chiarisce bene che le aggravanti si applicano a qualunque attività sanitaria e sociosanitaria svolta da detto personale, nonché dal personale incaricato di pubblico servizio nello svolgimento di attività in ambito sanitario e sociosanitario. Ecco, così facendosi ricomprende nel dettato della legge anche l'attività svolta nelle ambulanze dal personale volontario. Ed è un'estensione importante, che avevamo chiesto anche noi di Forza Italia, consapevoli dell'importanza dei volontari per la tenuta dei sistemi sanitari delle nostre regioni.

Rimane comunque la consapevolezza e anche l'amarezza che il disegno di legge che stiamo per approvare poteva essere reso ancora più incisivo. Per esempio, siamo convinti che sarebbe stato necessario prevedere specifiche norme per introdurre e regolamentare la videosorveglianza all'interno delle strutture sanitarie e sociosanitarie. Crediamo che sia uno strumento molto importante, non fosse altro per le funzioni di deterrenza che avrebbe e, con i nostri emendamenti, abbiamo cercato di farlo inserire nel testo, così come richiesto più volte da tutte le associazioni di categoria e della federazione degli ordini dei medici, purtroppo maggioranza e Governo hanno deciso di non prevedere misure specifiche per l'introduzione della videosorveglianza, c'è soltanto un innocuo richiamo nelle funzioni dell'istituendo Osservatorio. Così come abbiamo chiesto invano che ciascuna regione potesse prevedere, anche sulla base del livello di rischio, in quali strutture sanitarie poter organizzare i presidi fissi di polizia.

Ma l'amarezza maggiore deriva dal fatto che non c'è stata la capacità di saper sincronizzare la discussione e la stesura della versione definitiva di questa legge rispetto a ciò che sta accadendo nel Paese. Siamo in una situazione di drammatica attualità dovuta all'emergenza Coronavirus, che ha visto impegnati con coraggio, generosità e professionalità proprio coloro che questo testo di legge vuol tutelare. Ecco, forse avrebbe meritato una riflessione più approfondita l'ipotesi di una protezione degli esercenti le professioni sanitarie non solo dalle aggressioni fisiche, ma anche dalle vere e proprie aggressioni in ambito penale, civile e amministrativo che certamente aumenteranno dopo l'emergenza per i difficili contesti organizzativi in cui essa si è svolta. Forza Italia su questo ha presentato degli emendamenti a firma Russo e Sisto, e spiace che non si sia voluto cogliere la straordinaria opportunità data da queste proposte emendative, e licenziare un testo di legge che, pur concepito mesi fa, molto prima del deflagrare dell'emergenza COVID-19, per una volta uscisse dal Parlamento in piena sintonia e con il diffuso sentimento di riconoscenza e di attenzione che il Paese ha maturato in questi drammatici mesi verso gli operatori sanitari. Ha inoltre un vago sapore di beffa essere qui oggi ad approvare - presumo ed auspico - all'unanimità una legge per aumentare la sicurezza degli operatori sanitari e sociosanitari in vigenza di due articoli del “Cura Italia”, il 5-bis e il 14, con i quali rispettivamente si degradano i livelli di protezione degli operatori, poiché si permette l'utilizzo di mascherine chirurgiche - laddove ci sono - in luogo delle mascherine filtranti prescritte dalle società scientifiche ma anche dall'INAIL e da regolamenti europei, e addirittura si escludono gli operatori sanitari dalla quarantena obbligatoria per tutti i cittadini in caso di esposizione non protetta a pazienti COVID-19. Sono giorni, sono settimane che qui alla Camera ci stiamo occupando di questo provvedimento, il cui oggetto è la sicurezza sanitaria degli operatori sanitari e non ci si pone la domanda di risolvere queste minacce non di poco conto alla salute degli operatori stessi. Ma, come è noto, il meglio è spesso nemico del bene; non ci sfugge affatto la valenza anche culturale, educativa e simbolica di questa iniziativa legislativa, che noi per primi, come Forza Italia, abbiamo promosso, per queste ragioni Forza Italia voterà a favore (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paolini. Ne ha facoltà.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LEGA). Grazie, Presidente, annuncio il voto favorevole della Lega a questo provvedimento, che avrebbe certamente potuto essere migliore se fossero stati accolti i saggi - e sottolineo, saggi - emendamenti proposti dalla Lega Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma comunque intanto è un provvedimento certamente utile a tutelare quelli che tutti da qualche mese in qua chiamiamo eroi. Ma lo miglioreremo, Presidente, perché presto noi torneremo al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e lo miglioreremo per come avrebbe dovuto essere già stato fatto ora, perché, caro Presidente Conte, cari colleghi del PD, con compagni di viaggio come quelli che hanno pronunciato questa mattina, qui e ora, parole vergognose (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), infami direi, contro una regione che è stata martoriata, contro chi ha affrontato, in modo a mio avviso eccezionale, un problema che lì è scoppiato e non altrove, e che ha cagionato decine di migliaia di lutti nelle famiglie, che usano argomenti del genere per speculare un attimo di notorietà, un momento di possibile, ipotetico consenso, ebbene, cari amici del PD, soprattutto con tali compagni di viaggio, non andrete lontano (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire la deputata Nappi. Prego.

SILVANA NAPPI (M5S). Grazie, Presidente. Colleghi, andiamo a votare un provvedimento di iniziativa governativa del Ministro della Salute del precedente Governo, Giulia Grillo. Questo disegno di legge, già approvato al Senato, tutela gli operatori sanitari che ricevono tutti i giorni sul luogo di lavoro aggressioni, insulti, minacce da parenti e dalle stesse persone a cui prestano le cure. È un momento, questo, di dare tranquillità a queste categorie, andando a votare misure di contrasto e di prevenzione per gli atti di violenza subiti nell'esercizio della loro funzione, che ormai, con frequenza costante, accadono e mettono in serio pericolo l'incolumità fisica e professionale delle categorie indicate. Con questo provvedimento estendiamo la tutela al di fuori delle strutture sanitarie, e questo è importantissimo per i medici di medicina generale e per i medici veterinari, che svolgono la loro funzione anche presso il domicilio dei cittadini, nelle aziende zootecniche, nei macelli, ovvero in luoghi che non possono essere catalogati come strutture sanitarie. Questo fenomeno è un riflesso sicuramente di un disagio sociale, economico e culturale. Spesso queste frustrazioni si trasformano in rabbia scatenata nei riguardi del personale sociosanitario, che si trova scoperto da garanzie, impreparato, e solo ad affrontare e subire queste aggressioni.

I nostri medici ed infermieri che, in questa pandemia abbiamo chiamato “eroi”, “angeli”, rappresentano una fondamentale risorsa per il sistema sanitario e per ognuno di noi: non solo in questo momento di crisi, ma dovrebbe essere sempre e quindi vanno fortemente tutelati, limitando i rischi che derivano da comportamenti violenti nei loro riguardi.

È stato adottato un testo base approvato già al Senato, tenendo conto delle richieste di miglioramenti espresse dagli auditi. E' stata messa in campo una serie di misure; ricordo le più importanti, che sono le pene previste per le aggressioni e lesioni personali, che sono equiparate a quelle previste nei casi di lesione personale ad un pubblico ufficiale. È emersa con forza proprio la questione relativa all'attribuzione dello status di pubblico ufficiale agli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie: abbiamo recepito per questo l'indirizzo della Corte di cassazione che stabilisce la qualifica di pubblico ufficiale non già con riferimento all'intera funzione devoluta dalla legge al soggetto, bensì con riguardo ai singoli momenti in cui l'attività stessa viene concretamente esercitata. Questo è stato un punto fondamentale,…

PRESIDENTE. Si avvii a conclusione.

SILVANA NAPPI (M5S). …e in questo modo i medici, gli infermieri, i professionisti della sanità sono equiparati a figure come i pubblici ufficiali, però non subiscono anche gli oneri di questo incarico.

Salto per concludere, dicendo che sarà fondamentale anche la riorganizzazione e la valorizzazione della medicina del territorio e di quella ospedaliera, mettendo in risalto modelli organizzativi che possono efficientare il sistema sanitario per evitare che si creino disservizi e anche lunghe attese, che possono essere causa di malessere per l'utenza. Questa legge quindi per noi rappresenta una priorità, un dovere morale e una necessità per tutelare chi quotidianamente garantisce a tutti noi il diritto alla salute, mettendo la propria vita al servizio delle vite, e che fornisce risposte efficaci per la loro sicurezza. Per quanto ho detto, a nome del MoVimento 5 Stelle dichiaro il nostro voto favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Stumpo, che non vi aveva rinunziato. La Presidenza acconsente. Ne ha facoltà.

NICOLA STUMPO (LEU). Presidente, mi scuso per non essere stato presente al momento in cui sono stato chiamato.

PRESIDENTE. Prego, prego.

NICOLA STUMPO (LEU). Vista la celerità, in meno di un minuto: non è soltanto per dire del voto favorevole del gruppo, ma del fatto che, convintamente, oggi si dà merito a quelli che sono stati definiti gli “eroi” di questa nostra fase, un qualcosa in più. In questa norma è inoltre venuto a mancare un pezzo che voleva essere ancora maggiore, c'erano degli emendamenti che poi sono stati cassati. Infine, mi auguro che la parte che paragona e dà potere di pubblico ufficiale ai dottori, ai medici, a tutta la parte medica, possa avere corso in questa legislatura, con i modi e i tempi giusti. Dichiaro, dunque, il voto favorevole del gruppo di Liberi e Uguali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bologna. Ne ha facoltà.

FABIOLA BOLOGNA (MISTO). Ci sono immagini che rimarranno nella storia di questa emergenza Coronavirus per sempre: l'impegno quotidiano ed instancabile dei medici e di tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, anche a costo del rischio e del sacrificio della vita stessa. C'è un elenco di sanitari morti sul campo, anche persone care che non dimenticheremo mai. E, a fronte di questa straordinaria professionalità, fatta di cura, solidarietà e dedizione, dobbiamo fare i conti con una realtà confermata da una recente indagine, dove un medico su due ha subito violenza, l'80 per cento non ha presentato denuncia; le cause principali alla base degli episodi di violenza risiedono in fattori socio-culturali. Una realtà sospesa da questa emergenza, ma che è lì come una ferita che sanguina.

Oggi, consapevolmente, interveniamo con un provvedimento che prevede la procedibilità d'ufficio, l'aggravamento delle pene e che punta alla prevenzione con l'istituzione dell'Osservatorio nazionale per rilevare situazioni a rischio ed elaborare strategie. È un atto concreto e necessario, un segnale chiaro che deve essere solo l'inizio di un percorso di valorizzazione e tutela del personale sanitario e socio-sanitario. Per questo annuncio il voto favorevole.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, a titolo personale, il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.

VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Onorevole Presidente, da più parti, anche in quest'Aula, con un'evidente variazione di valutazione politica rispetto al tema delle mascherine, politici hanno deciso, al posto di medici, con grave prevaricazione, cosa fosse giusto e cosa fosse sbagliato. Credo che, proprio in ordine al fatto che siamo qui tutti mascherati, e non lo siamo stati fino al 20 aprile come ho detto in più occasioni, occorre capire qual è la posizione dei sanitari in ordine a precise prescrizioni che non siano interpretabili da una posizione politica. Cito per tutte quella del dottor Zangrillo: “Non c'è alcuna evidenza scientifica per cui dobbiamo stare distanti, tanto più se questa misura è basata sulla logica del centimetro. Quanto alla mascherina, finché non avremo certezza che la protezione degli anziani e il buon senso vengono applicati, resta una tutela generica”. Stiamo applicando una tutela generica contro i medici che tanto lodiamo (Applausi del deputato Bond).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Ianaro. Ne ha facoltà.

ANGELA IANARO, Relatrice per la XII Commissione. Presidente, soltanto un brevissimo intervento per un doveroso ringraziamento ai colleghi dell'opposizione e della maggioranza delle due Commissioni referenti, affari sociali e giustizia, per il lavoro compiuto insieme, per questo percorso compiuto insieme, che ha portato ad un altro step, al superamento di un altro importantissimo passaggio perché questa legge, che è una legge di civiltà, finalmente veda la luce. Un doveroso ringraziamento anche agli uffici, ai dirigenti e a tutto il personale che ha lavorato perché oggi finalmente fossimo qui per chiudere questo percorso. Grazie a tutti (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Presidente, sull'ordine dei lavori. Io vorrei far presente che oggi abbiamo potuto leggere su un quotidiano, La Verità, un fatto gravissimo…

PRESIDENTE. Però, dopo il voto, magari, le do la parola sull'ordine dei lavori. Adesso stiamo per procedere al voto. Pensavo che fosse una questione relativa al provvedimento, relativa al ringraziamento…

ROBERTO TURRI (LEGA). No, Presidente, dopo il voto…

PRESIDENTE. Dopo il voto le faccio svolgere l'intervento.

Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 2117-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

(Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2117-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 2117-A: S. 867 – “Disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni” (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 1).

Dichiaro così assorbite le proposte di legge n. 704, 909, 1042, 1067, 1070, 1226, 1246, 1590, 2004.

Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori il deputato Turri. Ne ha facoltà.

ROBERTO TURRI (LEGA). Grazie Presidente, il mio intervento era per far presente alla Camera che sul quotidiano La Verità di oggi sono comparse delle intercettazioni di magistrati che sono agli atti dell'inchiesta appunto sul CSM. Queste intercettazioni a mio avviso sono particolarmente gravi. Contestualizzando queste intercettazioni, sono nel periodo in cui il Parlamento stava discutendo sull'approvazione del “decreto sicurezza-bis” e i magistrati dicono, in questa occasione (e quindi si riferiscono evidentemente all'allora Ministro dell'interno Matteo Salvini): “Ha ragione, ma va attaccato”. Allora, altre intercettazioni e altri stralci che vengono trascritti sono che “è inaudito, è inaudito” per non aver ammesso l'ingresso a soggetti invasori. Allora, voglio ricordare che su questo Matteo Salvini, il 4 luglio, sarà a processo proprio per questa questione al tribunale di Catania, quindi riteniamo che sia gravissimo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - dai banchi della Lega si levano grida: “Vergogna!”). Quindi è evidente che non si può avere fiducia e rispetto per quella che dovrebbe essere l'indipendenza della magistratura e ci aspettiamo che il Ministro Bonafede venga al più presto in Aula a chiarire e bisogna che ci sia anche un intervento del Presidente del Consiglio e del CSM. Ci aspettiamo, appunto, che possa esser fatta luce e che venga condannato quanto è emerso rispetto alla magistratura che fa politica, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Ci sono interventi di fine seduta. Deputato Donzelli, per favore. Colleghi, vicino ai banchi del Governo, se no andate, se dovete uscire uscite in silenzio, che siamo ancora in seduta aperta. Ha facoltà di parlare il collega Donzelli, per due minuti.

GIOVANNI DONZELLI (FDI). Il celebre marchio d'alta moda Cavalli ha annunciato ieri ufficialmente che i dipendenti che lavorano in Toscana sono costretti a trasferirsi in Lombardia, pena la perdita del posto di lavoro. E' chiaro, in un momento di questo genere la vicenda rischia di passare sottotono, rischia di non essere accolta e attenzionata come dovrebbe essere, ma si tratta di 200 famiglie che si trovano costrette o a trasferirsi o a perdere il posto di lavoro e in questo momento sarebbe necessaria, da parte del Governo, la massima attenzione, anche in questo caso, perché è un peccato, perché altrimenti oltretutto si rischia tra l'altro di perdere l'italianità di un marchio importante, perché vuol dire che piano piano vuole chiudere e limitare la propria attività sul territorio italiano. Crediamo che una ditta importante di moda come la ditta Cavalli non debba chiudere e debba mantenere il legame con il territorio toscano e fiorentino.

Oltretutto, queste 200 famiglie hanno ricevuto la comunicazione in modo tra l'altro molto particolare, secondo noi nemmeno corretto. Domani ci sarà l'incontro con i sindacati, nutriamo non troppa fiducia, ma chiediamo oggi, in quest'Aula, alla Camera dei deputati, che se ne occupi il Parlamento, che se ne occupi il Governo e che stia vicino al territorio toscano e a queste 200 famiglie, che rischiano di perdere il posto di lavoro. Tra l'altro in un momento come questo, di smart working, dire che o ci si trasferisce o si perde il posto di lavoro ci sembra una follia completamente priva di qualsiasi collegamento con il territorio, senza aggiungere la comprensiva preoccupazione anche di un trasferimento di regione, in un momento in cui si chiede agli italiani, per ora, di non spostarsi da una regione all'altra. Quindi ovviamente si arriva a una preoccupazione sanitaria, oltre alla preoccupazione del posto di lavoro. Il mio intervento qui oggi è solo quello per chiedere attenzione al Governo, ho presentato anche le interrogazioni e quindi mi auguro che il Governo risponda velocemente nei confronti di queste 200 famiglie di una ditta importante, non solo per le famiglie, non solo per la Toscana, ma anche per il made in Italy, per l'italianità della moda nel mondo, come può essere la ditta Cavalli, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capitanio. Ne ha facoltà.

MASSIMILIANO CAPITANIO (LEGA). Grazie Presidente, le falsità e le strumentalizzazioni sui morti che abbiamo sentito oggi in Aula, da parte di alcuni rappresentanti della maggioranza, sono di una gravità che va oltre la bieca retorica giustizialista. Queste parole contribuiscono a creare un clima d'odio, che alcuni giorni fa ha fatto comparire, sui muri di Milano, la scritta “Fontana assassino”, rivendicata con orgoglio dal partito dei comitati di appoggio alla resistenza per il comunismo. Dal Parlamento arrivi in netta la condanna a questi gesti, che ci riportano drammaticamente ai tempi bui del terrorismo e arrivi la piena solidarietà al governatore Fontana, che come tutti i presidenti e forse più di tutti, vista la violenza del virus che ha colpito la nostra regione, ha lavorato per difendere i nostri cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non si nascondano, gli autori delle scritte, dietro a vigliacchi raid notturni: vadano in regione, a scoprire chi è Fontana, un uomo, un padre, un amministratore capace, una persona mite e competente, che ha passato giorni e notti in regione e nelle strutture del territorio per combattere il virus, per sostenere i comuni, per creare il pacchetto famiglia, per contrastare fin da subito l'emergenza, quando i sindaci delle principali città lombarde gridavano: “Noi non ci fermiamo”. Fontana non è il presidente della Lega, non è il presidente del centrodestra, Fontana è il Presidente della nostra regione, della nostra amata Lombardia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Chi scrive “Fontana assassino” minaccia 10 milioni di lombardi e noi non lo permetteremo, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse tra i gruppi, nella seduta di martedì 26 maggio, alle ore 11, avrà luogo un'informativa urgente del Governo, con la partecipazione del Ministro dello sviluppo economico, sulla situazione della siderurgia.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di venerdì 22 maggio 2020, ore 9,30: svolgimento di interpellanze urgenti.

Venerdì 22 maggio 2020 - Ore 9,30:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 13,10.

TESTI DEGLI INTERVENTI DI CUI È STATA AUTORIZZATA LA PUBBLICAZIONE IN CALCE AL RESOCONTO STENOGRAFICO DELLA SEDUTA ODIERNA: ELENA CARNEVALI (A.C. 2117-A)

ELENA CARNEVALI (PD). (Dichiarazione di voto finale – A.C. 2117-A). Egregio Presidente, sottosegretaria Zampa cari onorevoli colleghi e colleghe

C'è stato un tempo – soltanto pochi mesi fa - in cui trascorrere la notte nei Pronto soccorso, sulle ambulanze, nelle Guardie mediche isolate nei territori è stato motivo di paura per chi ci lavorava.

Quel timore derivava dai crescenti casi di aggressione e minacce che hanno coinvolto donne e uomini della sanità, ma non solo. La media è arrivata a tre episodi di violenza al giorno, per medici, infermieri e operatori sanitari.

In poche settimane, con il drammatico arrivo della pandemia, il rapporto con il “corpo sanitario” è fortemente mutato, tanto da far sembrare fuori tempo, anacronistico, preoccuparci di approvare oggi una legge che fornisce strumenti di contrasto, di prevenzione e di giusta pena alle troppe aggressioni che subiscono medici, infermieri, tecnici, assistenti sociali, volontari dei soccorsi, chi lavora nella cura e nell'assistenza (parliamo di migliaia di episodi l'anno).

In questo periodo di Pandemia - che ancora non possiamo archiviare come drammatica epidemia già risolta - tutti i cittadini, la nazione intera, ha partecipato e partecipa con empatia, affetto, riconoscenza e gratitudine infinita per l'impegno generoso di ogni singolo operatore per la loro abnegazione totale. Pagata anche con il prezzo carissimo di molte vite umane, anche negli ultimi giorni.

Ora tutti gli italiani fanno il tifo per una sola squadra, quella a cui abbiamo affidato i nostri cari. Persone che come sempre sono andate ben oltre la dimensione professionale, che hanno messo quel carico di umanità che ha permesso di lenire il dolore e la sofferenza della distanza o del distacco finale in assenza dei propri cari.

Noi pensiamo che abbiano fatto cose straordinarie ed è così.

Loro pensano di aver fatto semplicemente il loro lavoro e dovere ma in condizioni diverse, di estrema urgenza e necessaria tempestività.

Non accadeva da tempo di vedere rinsaldato quella che è stata definita “la magia dell'alleanza terapeutica” che non è un affidamento alla cieca ma un rapporto di fiducia, quella relazione tra paziente e medico, tra paziente ed equipe, che si prende carico non solo della malattia ma anche della persona nella sua interezza, delle sue volontà, nella sua unicità, per offrire le cure migliori e più adatte ad ogni singola persona.

Ancora ci interroghiamo sulle cause che avevano spezzato quel rapporto di fiducia e di rispetto così profondamente leso, che ha provocato fino a pochi mesi fa, un crescendo di insulti, intimidazioni, minacce, fino a giungere all'aggressione verbale e fisica, culminata persino nella morte o nella violenza sessuale nei confronti di una dottoressa, che non possiamo dimenticare.

La federazione nazionale degli ordini dei medici con la proiezione di “Nettuno” ha documentato - così che memoria non affievolisca mai - un film denuncia proiettato anche qui alla Camera sulla violenza contro i medici, ma soprattutto sulla solitudine, su un'organizzazione che lascia i professionisti a volte soli, insieme al timore di non riuscire a svolgere l'attività con la passione dovuta.

Molti ordini professionali - dagli infermieri, agli assistenti sociali - hanno promosso indagini tra gli associati, dalle quali emergono anche le cause che hanno indebolito l'organizzazione e l'efficacia del Servizio Sanitario Nazionale e dei servizi territoriali, riversando sui singoli la responsabilità delle inefficienze e delle disuguaglianze di accesso alle cure e alle prestazioni.

Non ci sono giustificazioni all'uso della violenza. Va condannata e perseguita.

Per questa ragione questo provvedimento è giusto e doveroso.

Con il voto di oggi si chiude la seconda lettura, con la speranza di calendarizzare al più presto al Senato l'approvazione definitiva di un disegno di legge proposto nel 2018 e vedere così applicata l'estensione delle stesse pene previste nell'ipotesi di lesioni personali cagionate a un pubblico ufficiale anche al personale esercente di una professione sanitaria o sociosanitaria e sociale nell'esercizio delle sue funzioni.

Inoltre, queste professioni vengono tutelate con un'ulteriore aggravante per chi commette il fatto con violenza o minaccia proprio perché a danno degli esercenti nelle professioni sanitarie e sociosanitarie.

Vengono così inasprite le pene per i casi di lesione personali gravi o gravissime ed esclusi i reati di percosse e lesione personale, commessi con violenza e minaccia, dall'ambito delle fattispecie punibili solo a querela della persona offesa.

Non abbiamo stravolto il testo Senato ma rafforzato e implementato alcuni aspetti di rilievo.

Sono molti i colleghi, anche tra il Partito Democratico, che hanno proposto progetti di legge, lavorato minuziosamente - insieme ai relatori, gli onorevoli Bordo e Ianaro che ringrazio - con emendamenti intesi a migliorare il testo Senato.

Segno di un'attenzione tutta meritoria e di interesse che ha permesso innanzitutto di ampliare l'ambito di applicazione, prendendo come riferimento le professioni contenute nella legge 3/18 che include anche operatori sociosanitari sanitari e assistenti sociali.

Una decisione importante alla quale il Partito Democratico ha lavorato in fase emendativa perché l'ambito in cui, purtroppo, si esercitano le violenze e le minacce è diffuso e non si può circoscrivere solo ad alcune professioni o nell'ambito “di strutture” sanitarie o sociosanitarie, ma nello svolgimento di attività siano esse di cura, assistenza e di soccorso.

L'ampio mondo dell'assistenza sociale, non sempre valorizzato anzi, purtroppo genericamente a volte screditato, è a pieno titolo una parte rilevante.

C'è voluta una ricerca che il consiglio nazionale dell'ordine ha promosso, per far emerge l'ampia diffusione del fenomeno e le possibili connessioni con le condizioni di precarietà delle politiche sociali e di conseguente indebolimento delle reti dei servizi sociali posti a supporto delle persone in difficoltà psico-sociali.

È nostro dovere contrastare anche con l'inasprimento delle pene che è però solo una parte del provvedimento. Una parte doverosa perché fa giustizia, funziona da deterrente, rafforza la consapevolezza della gravità degli atti e delle loro conseguenze: perché la violenza sui sanitari è grave per chi la subisce ed ha riflessi drammatici sul sistema nel suo complesso. Basti pensare alla medicina difensiva e alle conseguenze sull'organizzazione in generale e quindi sulla capacità di risposta per i bisogni di salute anche delle altre persone.

Sono dunque le buone pratiche in materia di sicurezza, le migliori condizioni organizzative di lavoro, la promozione di misure di videosorveglianza, le modalità comunicative, la qualità della formazione del personale per la prevenzione delle situazioni di conflitto, l'adozione di specifici protocolli nei piani di sicurezza, la promozione del lavoro in équipe l'altra parte rilevante e qualificante di questo provvedimento.

Non sembri quindi inutile questo provvedimento alla luce di questa nuova e riconquistata azione di fiducia da parte di cittadini.

Con questo governo la Sanità ha assunto una rinnovata centralità. Non solo per le risorse stanziate anche a seguito dell'epidemia - quasi 7 miliardi di euro in più per assunzioni ed incremento del Fondo sanitario, senza contare l'investimento tra attrezzature, infrastrutture e tecnologie.

Queste due esperienze - epidemia ed aggressioni - così paradossalmente divergenti hanno lasciato nei decisori e nelle coscienze del Paese, il senso più profondo di quanto il nostro sistema sanitario e sociale dipenda dalla valorizzazione degli uomini e delle donne, di quel capitale umano architrave del nostro sistema di protezione. Innovazione, ospedali all'altezza delle necessità dei territori, ricerca clinica per nuove terapie e strumenti diagnostici, una rete ospedaliera diversamente organizzata e più e nuovi presidi territoriali sono altrettanto necessari perché tutto non si concentri in una corsa ai Pronto soccorso.

Perché come bene ricordava il Collega Siani, non ci sarà legge, non ci saranno norme che potranno evitare questo infelice e deprecabile fenomeno della violenza in sanità e nei servizi sociali, se non si ristabilisce quel patto di fiducia. E questo non si può fare per legge: per cui dobbiamo mettere le persone nelle condizioni di poter svolgere al meglio il lavoro e far sì che questo drammatico fenomeno che oggi sembra miracolosamente scomparso, ma ahimè ancora presente (come ricorda oggi la capo infermiera del San Carlo in un'intervista ai giornali), sia una triste parte della storia della sanità italiana.

Con questa legge, rispondiamo in modo adeguato al Manifesto europeo sottoscritto dagli ordini professionali europei nella giornata sulla violenza contro i medici ed altri professionisti della salute, convinti come i promotori che la sicurezza sul lavoro è la base di un'assistenza sanitaria efficace e che le violenze, le intimidazioni, le aggressioni e le minacce possono ostacolare o impedire la prestazione di cura, che invece devono essere protette nel modo più efficace possibile.

Per tutte queste ragioni dichiaro il voto convinto e favorevole del PD.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 1)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 2117-A e abb. - voto finale 430 427 3 214 427 0 61 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.