XVIII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 453 di lunedì 18 gennaio 2021
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO
La seduta comincia alle 12,10.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANDREA DE MARIA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 15 gennaio 2021.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Ascani, Azzolina, Boccia, Bonafede, Boschi, Brescia, Buffagni, Cancelleri, Casa, Castelli, Colletti, Davide Crippa, D'Inca', D'Uva, Dadone, Daga, De Micheli, Del Re, Delrio, Luigi Di Maio, Di Stefano, Fassino, Ferraresi, Gregorio Fontana, Fraccaro, Franceschini, Frusone, Gallinella, Gebhard, Gelmini, Giachetti, Giacomoni, Giorgis, Grimoldi, Gualtieri, Guerini, Invernizzi, Iovino, L'Abbate, Liuni, Liuzzi, Lorefice, Losacco, Lupi, Magi, Marattin, Mauri, Molinari, Morani, Morassut, Nardi, Orrico, Paita, Parolo, Perantoni, Rizzo, Ruocco, Schullian, Serracchiani, Carlo Sibilia, Sisto, Spadafora, Speranza, Tasso, Tateo, Tofalo, Traversi, Vignaroli, Villarosa, Raffaele Volpi e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente settantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza, che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente.
PRESIDENTE. Il Ministro dei Rapporti con il Parlamento, con lettera in data 15 gennaio 2021, ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è stato assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente alla VI Commissione (Finanze): Conversione in legge del decreto-legge 15 gennaio 2021, n. 3, recante misure urgenti in materia di accertamento, riscossione, nonché adempimenti e versamenti tributari (2862) - Parere delle Commissioni I, II, V, IX e XI.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è stato altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Antonio Zennaro, già iscritto al gruppo parlamentare Misto, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Lega-Salvini Premier.
La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla situazione politica in atto.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla situazione politica in atto.
Avverto che l'organizzazione dei tempi è pubblicata nell'allegato A al resoconto stenografico della seduta del 15 gennaio 2021 (Vedi l'allegato A della seduta del 15 gennaio 2021).
Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta dell'intero dibattito, compresa la fase della votazione per appello nominale.
(Intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri)
PRESIDENTE. Ha facoltà di intervenire il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Gentile Presidente, gentili deputate e gentili deputati, all'inizio di questa esperienza di Governo - era il 9 settembre del 2019 – prefigurai, in quest'Aula, un chiaro progetto politico per il Paese. Precisai subito che il programma sul quale mi accingevo a chiedere la fiducia al Parlamento non si risolveva, non poteva risolversi in una mera elencazione di proposte eterogenee e né, tantomeno, in una sterile sommatoria delle posizioni assunte da ciascuna delle forze politiche di maggioranza. Già allora ero consapevole che un'alleanza tra formazioni politiche provenienti da storie, esperienze, culture di differente estrazione, che, per giunta, in passato si erano anche contrapposte, delle volte anche in maniera aspra, poteva nascere solo sulla base di due discriminanti fondamentali: il convinto ancoraggio ai valori costituzionali - cito solo il primato della persona, il lavoro, l'uguaglianza, formale e sostanziale, la tutela dell'ambiente -; e, poi, seconda discriminante fondamentale, la solida vocazione europeista del nostro Paese, in modo da consentire all'Italia di tornare protagonista dello scenario europeo e contribuire a far recuperare alla medesima Unione europea il ruolo di leadership che le spetta nel più ampio contesto geopolitico internazionale.
Sin dal momento dell'elaborazione del programma di Governo mi sono adoperato, io stesso, insieme alle delegazioni delle forze di maggioranza - lo ricorderanno i delegati -, perché si delineasse la prospettiva di un disegno riformatore ampio e coraggioso. Affermai allora che quel progetto politico avrebbe segnato l'inizio di una nuova - che speravamo e confidiamo ancora risolutiva - stagione riformatrice, orientata all'edificazione di una società più equa, più inclusiva, capace di coniugare l'obiettivo primario della crescita economica, del rilancio, della modernizzazione, con le esigenze imprescindibili della sostenibilità, della coesione sociale e territoriale, nell'orizzonte del sempre pieno sviluppo della persona umana. Ancora oggi - è più di un anno - a riguardare quei 29 punti programmatici, ravviso che nel progetto di Paese che abbiamo condiviso e delineato tutti assieme, seppure in circostanze e condizioni complesse, c'era visione, c'era una forte spinta ideale, c'era un chiaro investimento di fiducia.
Agli inizi del 2020 le condizioni per l'attuazione di quel progetto si sono complicate e si sono dovute misurare con l'uragano della pandemia, che ha sconvolto in profondità la nostra società, le nostre abitudini di vita, la dinamica stessa delle nostre relazioni. Stiamo affrontando una sfida di portata epocale; ci stiamo misurando con l'esigenza di definire le linee ricostruttive di una società segnata di nuovo da paure addirittura primordiali, spesso, più spesso conosciute da generazioni del passato, paure legate al rischio di perdere beni essenziali come la vita, la salute, di tornare a sentirci profondamente fragili. Alcune nostre pur radicate certezze sono state improvvisamente poste in discussione. La politica è stata costretta a misurarsi pressoché quotidianamente, forse come mai ha fatto in passato, con la scienza, con la tecnica, nella difficoltà di offrire risposte efficaci, rapide, nel corso di una travolgente emergenza sanitaria e di una severa recessione economica. Anche le nostre - lo dico anche da giurista - più consolidate cognizioni giuridiche sono state severamente interrogate. In virtù dello stato di emergenza siamo stati costretti ad introdurre - lo ricordo, primi in Occidente, poi seguiti da tutti gli altri Paesi -misure restrittive dei diritti della persona, operando delicatissimi bilanciamenti dei principi e dei diritti costituzionali. In questi mesi così drammatici, pur a fronte di una complessità senza precedenti, questa maggioranza ha dimostrato grande responsabilità, raggiungendo, certamente anche con fatica, convergenza di vedute, risolutezza di azione, anche nei passaggi più critici. Abbiamo coltivato un costante, serrato dialogo con tutti i livelli istituzionali, a partire dalle autorità regionali sino a quelle comunali, nella consapevolezza che solo praticando indefessamente il principio di leale collaborazione sarebbe stato possibile perseguire strategie di intervento efficaci, considerato, a tacer d'altro, che le competenze in materia di gestione sanitaria sono rimesse primariamente alle regioni.
Non solo; l'esperienza della pandemia ha rafforzato, nelle forze politiche che, con lealtà, hanno sostenuto il Governo, la consapevolezza del valore del dialogo, del confronto dialettico tra posizioni anche distanti, presupposto ineludibile per compiere le scelte più giuste, per assumere le decisioni fondamentali, alle quali, per la gravità dell'ora, non potevamo certo sottrarci. Abbiamo operato sempre le scelte migliori? Abbiamo assunto sempre le decisioni più giuste (Una voce dai banchi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier: no!)? Ciascuno esprimerà le proprie valutazioni. Per parte mia, posso dire che il Governo ha operato i delicati bilanciamenti degli interessi costituzionali di volta in volta coinvolti con il massimo scrupolo, con la massima attenzione, nella consapevolezza delle conseguenze di immane portata che si sarebbero prodotte nella vita dei singoli, per il futuro della nostra comunità (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).
E, vedete, se io oggi, a voi che siete in quest'Aula e ai cittadini che ci seguono da casa, posso parlare a nome di tutto il Governo a testa alta, non è per l'arroganza di chi ritiene di non aver commesso errori (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier), ma è per la consapevolezza di chi, insieme a tutta la squadra di Governo, ha impegnato tutte le proprie energie fisiche e intellettive per offrire la migliore protezione possibile alla comunità nazionale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).
Nel dibattito pubblico che si è levato in questi mesi vi è un altro elemento, secondo me, da chiarire. Alcuni hanno opinato che la pandemia avrebbe prodotto l'effetto di oscurare, schiacciare la politica. Ho già rilevato poco fa che il dialogo tra la politica e la scienza si è infittito particolarmente in questo periodo, ma, in realtà, mai come in questo periodo, la politica è stata chiamata ad assolvere alla sua più nobile missione, che è quella di operare scelte per il bene comune, alcune delle quali di portata, oserei dire, tragica.
È stata politica la scelta di tutelare in via prioritaria la salute, non solo in quanto diritto fondamentale della persona e interesse primario della collettività, ma anche nella consapevolezza che - e questa è stata un'intuizione che abbiamo avuto sin dall'inizio, che, poi, è diventata radicata convinzione - solo tutelando quel bene primario si potesse preservare anche il tessuto produttivo del Paese.
Tutta politica è stata la scelta di destinare, anche ricorrendo a ripetuti, progressivi scostamenti di bilancio, ingenti risorse - più di 100 miliardi di euro in termini di indebitamento netto - a sostegno di lavoratori, imprese, famiglie, categorie fragili, con ristori proporzionati alle perdite subite. E questi interventi, attenzione, ci hanno permesso di erigere una cintura necessaria di protezione sociale ed economica, che è stata apprezzata anche da illustri economisti, cito solo, tra tutti, il premio Nobel per l'economia Paul Krugman (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier).
Fortemente politica è stata la determinazione, poi, con la quale il Governo, primo fra tutti i Governi europei, ha chiesto all'Unione di rispondere alla crisi in modo radicalmente diverso rispetto al passato e di farsi promotrice di politiche espansive finanziate da strumenti di debito comune, orientate al raggiungimento di strategie condivise. Lo storico accordo sul programma Next Generation EU, per il raggiungimento del quale l'Italia ha avuto un ruolo propulsivo e decisivo, spendendosi in ogni sede ad ogni livello, formale e informale, non solo ci consente di disporre di 209 miliardi di euro, ma ha impresso alla politica europea una svolta irreversibile, inaugurando un nuovo corso suscettibile di mutare profondamente i paradigmi delle politiche economiche e il volto stesso dell'Unione europea. Non è questo l'esito, anch'esso eminentemente politico, della scelta europeista che ha rappresentato una delle ragioni fondative dell'alleanza di Governo?
Ancora politica è stata la scelta di accompagnare le misure emergenziali con interventi strutturali, suscettibili, nel medio e lungo periodo, di generare effetti virtuosi. Anche nei momenti più complessi dell'emergenza sanitaria ed economica non abbiamo mai rinunciato, pur scontando le note debolezze strutturali accumulate nell'ultimo ventennio, per porre le basi del rilancio del Paese. Ricordo, ad esempio, che, già con la legge di bilancio per il 2020, il Governo ha, tra gli altri, introdotto il taglio del cuneo fiscale a beneficio dei lavoratori, che, poi, è stato reso strutturale, il taglio del superticket sanitario, i bonus per gli asili nido, in particolare per i redditi medio-bassi. A sostegno degli investimenti privati abbiamo confermato i principali bonus edilizi per dare respiro al settore delle costruzioni, in forte crisi da anni, per restituire un volto nuovo alle nostre città. Abbiamo stanziato importanti risorse per la sostenibilità ambientale e la rigenerazione urbana, e trascuro tutti gli altri interventi. Noi abbiamo da subito raccolto la sfida di trasformare le difficoltà in opportunità. Consapevoli delle deficienze strutturali del nostro Paese, abbiamo posto le basi per un deciso rilancio della crescita, realizzando un ambiente più favorevole agli investimenti privati, più propenso alla ricerca e all'innovazione, più attento alla costruzione e al rafforzamento delle competenze.
La risposta del Governo a queste sfide è visibile sin dai decreti-legge emanati durante le prime fasi dell'emergenza sanitaria e giunge fino alle misure adottate con la legge di bilancio per il 2021, anch'esse di natura strutturale. Mi riferisco agli oltre 21 miliardi, ad esempio, da spalmare nel 2020-2026, di risorse disponibili al fine di potenziare la rete di assistenza ospedaliera e territoriale, valorizzare il personale medico e infermieristico, assumere personale sanitario, investire nella formazione di medici e infermieri. Per la scuola e per l'università abbiamo ulteriormente rafforzato gli interventi sugli organici, per la digitalizzazione e gli investimenti nell'edilizia scolastica e universitaria e nella ricerca, oltre ad aver ampliato la no-tax area per gli studenti universitari e per il personale scolastico.
A partire dal prossimo luglio partirà una grande riforma, l'assegno unico mensile per ciascun figlio a carico fino a 21 anni d'età, che coinvolgerà circa 12 milioni e mezzo di bambini e di ragazzi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e di deputati del gruppo Italia Viva). Non è un intervento isolato, perché si colloca in una cornice più ampia di interventi volti ad alleggerire la pressione economica sulle famiglie e a ridurre il carico di cura che grava in particolare sulle donne, stimolando in prospettiva anche l'occupazione femminile. Abbiamo proposto l'introduzione di robusti incentivi agli investimenti privati, privilegiando alcune direttrici fondamentali, quindi esprimendo una chiara visione strategica: la transizione verde e digitale, l'occupazione femminile e giovanile. Ecco perché abbiamo ulteriormente potenziato il pacchetto Transizione 4.0, con particolare attenzione al supporto agli investimenti in nuove tecnologie digitali, e abbiamo introdotto, a partire dal “decreto Rilancio” e poi con varie migliorie, il superbonus al 110 per cento per l'efficientamento energetico e l'adeguamento antisismico degli edifici.
Abbiamo azzerato per tre anni i contributi per le assunzioni dei giovani sotto i 35 anni in tutta Italia e abbiamo introdotto una decontribuzione totale per l'assunzione di lavoratrici donne. Abbiamo introdotto e portato a regime, fino al 2029, per la prima volta la fiscalità di vantaggio per tutte le imprese che operano nel Mezzogiorno, con un taglio dei contributi previdenziali del 30 per cento per i primi tre anni e poi a calare. Vorrei, inoltre, ricordare due misure molto significative, che anche qui hanno espresso ed esprimono una chiara visione strategica per quanto riguarda il rilancio del nostro tessuto produttivo e la maggiore efficacia, produttività e competitività delle nostre imprese. Mi riferisco al Fondo Patrimonio PMI, gestito da Invitalia, che favorisce la capitalizzazione delle piccole e medie imprese che investono sul proprio rilancio, e al Patrimonio Destinato, gestito da Cassa depositi e prestiti, che potrà contribuire non soltanto al sostegno, ma anche alla crescita delle imprese con fatturato superiore a 50 milioni di euro. Anche in vista della grande sfida rappresentata dal Recovery Plan, abbiamo voluto ridefinire con chiarezza il quadro normativo a supporto degli investimenti pubblici, in particolare di quelli infrastrutturali.
Abbiamo preparato il terreno con il decreto-legge Semplificazioni. Abbiamo definito un percorso accelerato per realizzare le varie opere pubbliche e siamo intervenuti a ridefinire il regime di responsabilità della pubblica amministrazione. Sono due traguardi importanti, sia quello che riguarda la ridefinizione della responsabilità erariale, sia quello che riguarda una più puntuale delimitazione del reato di abuso d'ufficio. Abbiamo creato le premesse, quindi, affinché i funzionari, gli incaricati di pubblici servizi possano operare in un quadro di maggiore certezza giuridica, secondo logiche di maggiore efficienza.
Non avremmo potuto realizzare tutto questo, se non ci fosse stata condivisione, collaborazione, responsabilità, in ciascuna - ciascuna - forza politica. Pur nella sua tragicità, l'esperienza della pandemia ci ha restituito un forte senso di unità, ha elevato il tenore della nostra alleanza, ha rafforzato le ragioni del nostro stare insieme. In questa prospettiva, è stato fondamentale il senso di responsabilità manifestato anche dalle forze di opposizione, che, pur nella chiara differenziazione, nella dialettica politica delle differenti posizioni che hanno assunto, hanno contribuito - avete contribuito - ad affrontare alcuni passaggi critici: bisogna darvene pubblicamente atto. In più occasioni, avete votato lo scostamento di bilancio, avete avanzato anche proposte concrete, qualificanti, alcune delle quali sono state convintamente accolte dalle forze di maggioranza. Anche grazie a questo dialogo con le opposizioni - con voi, forze di opposizione - abbiamo potenziato, in occasione in particolare dell'ultima legge di bilancio, le misure di sostegno, ad esempio, per i lavoratori autonomi, per le partite IVA.
Proprio nei momenti più critici della storia di un Paese, dobbiamo ritrovare le ragioni nobili e alte della politica, quelle che ispirano le scelte più autentiche, le ragioni che muovono l'impegno di chi crede che la politica sia essenzialmente servizio per la comunità nazionale; non la politica come esercizio del potere, né la politica come mera gestione del contingente, ma la politica come pensiero e azione orientati all'uomo e ai suoi bisogni, alle sue aspettative. Alla società, che sta uscendo dal dramma collettivo della pandemia, non possiamo offrire risposte mediocri, come se nulla fosse accaduto. Dopo avere attraversato questo tornante della storia umana, che, nella nostra generazione, è capitato di vivere, nulla sarà come prima. Il Governo deve essere all'altezza di questo elevato compito. Purtroppo, al culmine di alcune settimane di attacchi, anche mediatici, molto aspri, devo dirlo a volte anche scomposti, alcuni esponenti di Italia Viva hanno anticipato e poi confermato di volersi smarcare da questo percorso comune. Ne è seguita un'astensione delle Ministre di Italia Viva al momento dell'approvazione, in Consiglio dei Ministri, del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Nonostante ci sia stato un chiaro contributo, apprezzato contributo, al miglioramento della bozza che era stata originariamente presentata, è stata, questa astensione, motivata sostanzialmente o, comunque, principalmente, per il fatto che questa nuova bozza non contempla le risorse del MES, che, però, come sapete, è uno strumento di finanziamento che nulla ha a che vedere con il Recovery Fund. Da ultimo, lo scorso 13 gennaio, è stata indetta una conferenza stampa, nel corso della quale sono state poi confermate le dimissioni delle Ministre. Si è aperta, così, una crisi che oggi deve trovare qui, in questa sede, il proprio chiarimento, secondo i principi di trasparenza, del confronto e, se mi permettete, di linearità d'azione, che hanno sin qui caratterizzato il mio mandato e che, peraltro, sono canoni essenziali di una democrazia parlamentare (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico e di deputati del gruppo Liberi e Uguali). È una crisi che avviene in una fase cruciale del nostro Paese, quando ancora la pandemia è in pieno corso. Tante famiglie che ci stanno guardando in questo momento stanno soffrendo per la perdita dei propri cari. Confesso, lo devo dire, di avvertire un certo disagio. Sono qui oggi non per annunciare nuove misure di sostegno per i cittadini del Recovery Plan, ma per provare a spiegare una crisi di cui immagino i cittadini, ma devo confessarlo, io stesso non ravviso alcun plausibile fondamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).
Le nostre energie dovrebbero essere tutte, sempre concentrate sulle risposte urgenti alla crisi che attanaglia il Paese, mentre invece così, agli occhi di chi ci guarda, dei cittadini in particolare, appaiono dissipate in contrappunti polemici, spesso sterili, del tutto incomprensibili rispetto a chi ogni giorno si misura con la paura della malattia, con lo spettro dell'impoverimento, con il disagio sociale, con l'angoscia del futuro. Rischiamo così tutti di perdere contatto con la realtà (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). C'era davvero bisogno di aprire una crisi politica in questa fase (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? No. E, infatti, i Ministri e gli alleati di Governo, che hanno potuto seguire da vicino e in dettaglio le vicende di queste ultime settimane, sono testimoni del fatto che abbiamo compiuto ogni sforzo con la massima disponibilità per evitare che questa crisi, ormai latente, potesse esplodere, nonostante continue pretese, critiche sempre più incalzanti, continui rilanci, concentrati peraltro non casualmente sui temi palesemente divisivi rispetto alle varie sensibilità delle forze di maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Questa crisi ha aperto una ferita profonda all'interno della compagine di Governo e tra le forze di maggioranza, ma ha provocato anche, e questo è ancora più grave, profondo sgomento nel Paese (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Questa crisi rischia di produrre danni notevoli e non solo perché ha già fatto salire lo spread, ma ancor perché ha attirato l'attenzione (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi, andiamo avanti. Colleghi, per favore! Per favore!
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. …ma ancor più perché ha attirato l'attenzione dei media internazionali, delle Cancellerie straniere (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Arrivati a questo punto, diciamolo con franchezza, non si può cancellare quel che è accaduto, non si può pensare di recuperare quel clima di fiducia, quel senso di affidamento che sono condizioni imprescindibili per poter lavorare tutti insieme nell'interesse del Paese. Adesso si volta pagina. Questo Paese (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…questo Paese merita un Governo coeso, dedito a tempo pieno a lavorare esclusivamente per il benessere dei cittadini, per favorire una pronta ripartenza della nostra vita sociale, un'incisiva ripresa della nostra economia.
I compiti sono molteplici e tutti urgenti. Innanzitutto, dobbiamo lavorare tutti insieme, dobbiamo continuare a lavorare tutti insieme per mettere in sicurezza il Paese, per portarlo fuori da questa pandemia. Il piano di distribuzione dei vaccini sta procedendo spedito (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), siamo i primi, attualmente, nell'Unione europea, ma dobbiamo continuare a lavorare con la massima determinazione, in attesa che si rendano disponibili altri vaccini, nuovi vaccini, e di potere sperimentare per via applicativa le nuove terapie monoclonali.
Dobbiamo completare il Recovery Plan. Abbiamo inviato al Parlamento il documento aggiornato; adesso restiamo in attesa di ricevere le vostre preziose indicazioni, contenute nelle risoluzioni. Contemporaneamente avvieremo - lo abbiamo già annunciato - il confronto con tutte le parti sociali, per acquisire tutti i suggerimenti utili a migliorare il Piano. E voglio approfittare di questa occasione pubblica per rivolgere un pensiero di ringraziamento, a nome del Governo, a tutte le associazioni che rappresentano le categorie produttive. Con loro il dialogo è sempre continuo, serrato e sarà ancora più intenso adesso, con questa nuova bozza migliorata del Recovery Plan. Ma voglio ringraziare anche il sindacato italiano, per il grande sforzo che sta facendo. Vedete, tutte le associazioni, anche il sindacato, stanno offrendo un contributo indispensabile a rendere i nostri interventi più efficaci (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali). E mi rivolgo a loro direttamente: voi state contribuendo, tutte voi, associazioni, a rafforzare la tenuta sociale del Paese; con i protocolli di sicurezza, ad esempio, insieme al CTS e, da ultimo, con la disponibilità a collaborare per velocizzare la somministrazione dei vaccini, avete posto tutte le premesse perché tutela della salute, sicurezza sui luoghi di lavoro e ripresa economica possano marciare all'unisono. Quanto al cammino del Recovery Plan ricordo che, quando riceveremo le osservazioni del Parlamento e delle parti sociali, saremo in condizioni di procedere alla sua stesura finale che, peraltro, restituiremo ancora una volta al Parlamento, in vista dell'approvazione definitiva. Rilevo che siamo uno tra i pochi, forse l'unico Paese che ha coinvolto così intensamente il Parlamento, così costantemente (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia – Si ride).
L'avevo anticipato sin dall'inizio: il nostro piano di ripresa e resilienza sarà un programma ampiamente condiviso, sarà uno sforzo collettivo di cui dovremo andare fieri. E per ritrovarci nella condizione di essere fieri di questo sforzo dovremo però accompagnare il Piano con un provvedimento anch'esso urgente, un provvedimento normativo contenente percorsi procedurali in grado di superare ostacoli burocratici, di assicurare tempi celeri alla realizzazione degli investimenti e del Piano di riforme. Insomma, dovremo rinforzare quei presidi che ci consentono di rispettare i tempi e di monitorare attentamente l'esecuzione dei lavori.
Ancora, altro punto: dobbiamo lavorare con la massima urgenza per varare il nuovo “decreto Ristori”. Il Parlamento sarà chiamato a pronunciarsi sulla nuova richiesta di scostamento, che si è resa necessaria in ragione dell'attuale evoluzione della curva epidemiologica, che comporta, purtroppo, nuove restrizioni per le attività economiche. La somma che troverete è molto consistente, pari a 32 miliardi di euro di indebitamento netto. Attenzione, sono risorse che dovremo programmare con la massima oculatezza per offrire un'ulteriore cintura di protezione sociale ed economica, per accantonare le riserve necessarie ad attivare gli ammortizzatori sociali per tutto il 2021.
L'Italia ha, inoltre, bisogno di una serie di interventi di riforme in campo economico-sociale che prevedono un rinnovato impegno del Governo, da qui alla fine naturale della legislatura, sulla base di vari ambiti di intervento. Provo a riassumerne alcuni.
Quanto al lavoro, occorre introdurre una riforma, a cui stiamo già lavorando, che valga a razionalizzare il sistema degli ammortizzatori sociali e solide proposte di politiche attive del lavoro.
Quanto alla salute, bisogna rafforzare la medicina territoriale e l'assistenza domiciliare.
Con riguardo all'istruzione e alla ricerca, occorre continuare a investire in ricerca, a promuovere la connessione tra ricerca e mondo produttivo come prerequisito per l'innovazione e il trasferimento tecnologico.
Con riguardo alla rivoluzione verde, alla sostenibilità ambientale e alla tutela del territorio, dobbiamo continuare ad accelerare il processo di decarbonizzazione della produzione di energia elettrica, favorire gli incentivi all'ampia adozione di pratiche ecocompatibili da parte dell'industria, promuovere il rinnovo del parco rotabile pubblico, dei mezzi di trasporto privati e commerciali, potenziare gli interventi di tutela della rete idrica e di messa in sicurezza del territorio, il miglior coordinamento degli interventi di rigenerazione urbana, gli incentivi allo sviluppo dei modelli di agricoltura e pesca sostenibili, introdurre appropriate condizionalità ambientali nella ripartizione dei fondi agli enti locali.
In tema di politica industriale, dobbiamo proseguire nel proteggere anche e tutelare, in questa fase così acuta di recessione, gli investimenti più strategici del Paese, favorire una strategia industriale volta a rilanciare la competitività del sistema produttivo, finalizzata a generare un cambiamento strutturale verso attività economiche ad alto valore aggiunto, per evitare di concentrare gli interventi secondo la logica, certo molto alla portata, degli incentivi, che rischiano, però, di essere distribuiti in modo indiscriminato, apportando scarso valore aggiunto. Dobbiamo rafforzare politiche di intervento sulla base delle nostre filiere più salde e produttive. Penso, ad esempio, a quelle più strategiche del nostro Paese: il turismo l'automotive, l'agroindustriale ed altri ancora. Dovremo favorire, senz'altro, meccanismi più innovativi di partenariato pubblico e privato.
Quanto al Welfare, al Terzo settore, gli investimenti in questo settore vanno calibrati su bisogni sociali che restano ancora non pienamente soddisfatti: i servizi abitativi, i servizi per l'infanzia, per la famiglia, i servizi di cura a beneficio delle vulnerabilità e degli anziani sono fondamentali per generare un elevato ritorno economico e occupazionale, con vantaggi diffusi per tutto il Paese. E, ovviamente, sempre centrale dovrà rimanere l'attenzione ai bisogni delle persone con disabilità, alle persone fragili, alle loro famiglie, che, soprattutto in questo periodo, avvertono più acuta la sofferenza. Ci siamo molto impegnati per loro, per favorire le politiche di vita autosufficiente. Dobbiamo lavorare ancora di più, e guardate che qui al Parlamento avete migliorato tanti di questi interventi. Tutti insieme dobbiamo, ad esempio, lavorare adesso per tutelare la figura del caregiver e potenziare gli strumenti e le iniziative utili a rafforzare l'inclusione sociale. Poi, dobbiamo ancora lavorare per le politiche di genere ed empowerment femminile; per contrastare i divari di genere è necessario promuovere azioni volte a incrementare l'occupazione femminile - e ne ho già parlato - per livellare i gap salariali, liberare le donne dagli squilibri nei carichi di cura, rafforzare il sostegno alle donne vittime di violenza. Imprimere, quindi, così un cambiamento culturale-educativo nella questione di genere e favorire, in generale, una più trasversale e integrata partecipazione delle donne all'interno della società, anche nei posti più apicali (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).
Abbiamo un grande compito davanti: la riforma fiscale. È stata già avviata una prima discussione, che deve subito, al più presto, tradursi in un concreto progetto di riforma, che non è più rinviabile, al fine di razionalizzare e semplificare il quadro normativo esistente, e questo è un passaggio essenziale per ricostruire la fiducia dei cittadini e delle imprese, nonché per conseguire una migliore distribuzione della ricchezza.
La digitalizzazione è un pilastro dell'azione del Governo.
La necessità è quella di digitalizzare il Paese, sia per quanto riguarda il sistema produttivo sia per quanto attiene alla pubblica amministrazione, soprattutto, poi, in un momento storico nel quale è emersa con chiarezza la portata, l'incidenza negativa, del digital divide, fonte di incremento delle diseguaglianze sociali, territoriali, economiche.
Cultura e turismo. Ecco, qui, il rilancio della cultura e del turismo sono assolutamente necessari: sono pilastri della nostra strategia nazionale e sono tra i settori in assoluto più colpiti da questa pandemia. Dobbiamo valorizzare i principali asset culturali del Paese, la formazione del personale, rafforzare l'offerta turistica, anche attraverso l'attrazione di nuovi investimenti.
E oggi, peraltro, salutiamo una bella notizia, che è stata appena diffusa. Prepariamoci a visitare Procida: è la capitale italiana della cultura nel 2022 (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico e di deputati dei gruppi Italia Viva e Liberi e Uguali)!
Su tutti questi temi è possibile ritrovare tra le forze parlamentari una convergenza di prospettive riformatrici e di proposte concrete, sulle quali orientare per il rilancio del Paese l'azione futura di Governo.
Occorre, poi, dedicare un particolare impegno per proseguire convintamente il percorso delle riforme istituzionali, precondizione essenziale, anche questa, per la modernizzazione del Paese e la maggiore funzionalità delle sue istituzioni, tanto più, poi, a seguito della storica riforma costituzionale, che ha determinato una riduzione consistente proprio del numero dei parlamentari, approvata nel referendum confermativo dalla decisa maggioranza dei cittadini. A tal fine, in materia di legge elettorale, il Governo - chiaramente, nel rispetto delle determinazioni delle forze parlamentari - si impegnerà a promuovere una riforma elettorale di impianto proporzionale (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali), quanto più possibile condivisa. Ovviamente, quanto più possibile condivisa, trattandosi di una riforma di sistema, che possa coniugare efficacemente le ragioni del pluralismo della rappresentanza con l'esigenza, pure ineludibile, di assicurare una complessiva stabilità al sistema politico (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Alla modifica…
PRESIDENTE. Deputato Rixi! Deputati, per favore, facciamo concludere. Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Alla modifica del sistema elettorale potranno essere efficacemente affiancate alcune innovazioni del sistema istituzionale (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), tanto più necessarie alla luce dell'avvenuta riduzione del numero dei parlamentari, in coerenza con gli indirizzi già condivisi dai gruppi parlamentari di maggioranza (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), nell'accordo raggiunto nell'ottobre 2019. Occorre introdurre alcuni correttivi alla forma di Governo, ispirati al modello di un parlamentarismo razionalizzato, che garantisca una più sicura stabilità all'Esecutivo e, al contempo, restituisca al Parlamento un ruolo centrale nella definizione dell'indirizzo politico nazionale.
Per quanto attiene al procedimento legislativo, potranno essere introdotte alcune previsioni volte a razionalizzare l'iter di approvazione delle leggi, anche allo scopo di ridurre il ricorso alla decretazione d'urgenza, che, ancor più nell'ultimo anno di questa pandemia, ha sensibilmente condizionato - ce ne rendiamo conto - l'attività parlamentare.
L'esperienza della pandemia impone, poi, un'attenta riflessione riguardante la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione, con particolare riguardo all'assetto attuale della ripartizione di competenze tra Stato e Regioni, come pure alla individuazione di meccanismi e istituti che consentano di coordinare più efficacemente il rapporto tra i diversi livelli di governo. In questo contesto, occorre garantire e tutelare con la massima intensità le autonomie speciali, le minoranze linguistiche. L'interesse nazionale (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) è più che mai connesso, nel solco della nostra migliore tradizione storica e costituzionale, a un sistema di valori che valorizzi, nel quadro dell'unità della Repubblica, le specifiche esigenze (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) economiche e sociali delle diverse realtà territoriali, alcune delle quali, per ragioni geografiche, specificità linguistiche e culturali, indubbiamente meritano tutta la nostra attenzione e cura.
Sul piano internazionale, l'Italia si è mossa in piena coerenza con i tradizionali pilastri della propria politica estera, a partire dall'appartenenza all'Unione europea e all'Alleanza atlantica, in seno alle quali abbiamo svolto un'azione di impulso e di mediazione all'altezza del nostro ruolo di Paese fondatore. Quale autorevole membro dell'Unione europea, funzione che è stata pienamente recuperata in questo tratto di legislatura, abbiamo la possibilità di offrire anche un importante contributo a un'utile azione di raccordo fra i principali attori internazionali, a partire naturalmente dagli Stati Uniti, che sono il nostro principale alleato, il nostro fondamentale partner strategico, ma anche dalla Cina, il cui innegabile rilievo sul piano globale ed economico (Proteste dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si leva il grido: “Vergogna!”)…
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo continuare… poi ci saranno gli interventi in Aula, andiamo avanti adesso, per favore. Prego.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Il cui innegabile rilievo sul piano globale ed economico va associato a rapporti coerenti, con un chiaro ancoraggio al nostro sistema di valori e di principi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico - Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
È appena iniziata la presidenza italiana del G20, avremo la possibilità di indirizzare l'agenda globale sulle priorità che abbiamo già anticipato, che ruotano sulla triade: persona, pianeta, prosperità. Come ho già ricordato in diverse occasioni porremo al centro dell'attenzione dei leader del mondo, tra gli altri, il tema dell'empowerment femminile, dell'Africa, del digital divide. Quest'anno avremo anche la grande responsabilità di condividere con il Regno Unito l'organizzazione della COP26; in particolare, in Italia, si svolgeranno due eventi di grande rilievo, la pre-COP e la Youth4Climate. Arriveranno a Milano centinaia e centinaia di giovani, sarà un evento veramente importante e una svolta anche nell'ambito di questo formato. Ugualmente forte coerente è stata poi la nostra azione sul piano regionale (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), anch'essa in linea con il nostro interesse consolidato alla stabilizzazione e allo sviluppo del Mediterraneo, con particolare attenzione per una soluzione politica alla crisi della Libia, nel pieno rispetto della sua sovranità e al processo di integrazione dei Balcani occidentali, nella convinzione di un destino legato alla loro appartenenza alla famiglia europea.
Specifico rilievo abbiamo, infine, riservato a un'intensa azione di sostegno all'internazionalizzazione delle imprese e del nostro sistema economico generale, attraverso un impegno collettivo del Governo e, in particolare, della Farnesina. Abbiamo inoltre il privilegio di ospitare quest'anno, il 21 maggio, il Global Health Summit, che ci consentirà di rimarcare solennemente la rilevanza di un coordinamento globale degli sforzi per affrontare malattie e pandemie e per garantire una più efficace tutela della salute.
È un calendario, lo vedete, che si caratterizza per la densità di eventi, per il rilievo anche politico degli appuntamenti. Non possiamo farci trovare impreparati, distratti. Siamo tutti chiamati a compiere, ciascuno per il proprio ruolo, uno sforzo collettivo per essere all'altezza di queste sfide. Per questo il Governo ha bisogno della massima coesione possibile e del più ampio consenso in Parlamento; per fare tutto questo servono un Governo, infatti, e forze parlamentari volenterose, consapevoli delle difficoltà che stiamo attraversando e della delicatezza dei compiti; servono donne e uomini capaci di rifuggire gli egoismi, di scacciare via la tentazione di guardare all'utile personale (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), servono persone disponibili a mantenere…
PRESIDENTE. Colleghi, facciamo andare avanti…
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Servono persone disponibili a mantenere elevata la dignità della politica (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia), la più nobile delle arti e dei saperi se declinata nel giusto spirito che mira sempre ed esclusivamente al benessere dei cittadini e al miglioramento della loro qualità di vita. Questo Governo intende perseguire un progetto politico ben preciso, che mira a modernizzare il Paese, migliorando le sue infrastrutture materiali e immateriali, compiendo la transizione energetica e digitale, potenziando l'inclusione sociale, il tutto nel segno dello sviluppo sostenibile. Chi ha idee, progetti, volontà di farsi costruttore insieme a noi di questa alleanza, votata a perseguire lo sviluppo sostenibile, sappia che questo è il momento giusto per contribuire a questa prospettiva (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico - Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: “A casa, a casa!” e: “Mastella, Mastella, Mastella”).
PRESIDENTE. Colleghi, andiamo avanti, facciamo concludere. Dopo avrete la possibilità di fare i vostri interventi. Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Questa alleanza sarà chiamata ad esprimere una imprescindibile vocazione europeista; forze politiche, quindi, che sono chiamate a operare una chiara scelta di campo contro le derive nazionaliste e le logiche sovraniste (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali - Commenti del deputato Mollicone). Questa alleanza…
PRESIDENTE. Collega Mollicone, per favore! Andiamo avanti.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Questa alleanza può già contare su una solida base di dialogo, alimentata dal MoVimento 5 Stelle, dal PD e da LeU, che sta dimostrando la saldezza del suo ancoraggio, l'ampiezza del suo respiro, proprio in occasione delle intemperie generate da questa crisi. Sarebbe un arricchimento per questa alleanza - lo voglio affermare molto chiaramente - poter acquisire anche il contributo politico di formazioni che si collocano nel solco delle migliori e più nobili tradizioni europeiste: liberale, popolare, socialista (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma chiedo un appoggio limpido, un appoggio trasparente, che si fondi sulla convinta adesione a un progetto politico che si basi sulla forza e la nitidezza della proposta. A tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia, chiedo oggi: aiutateci! Aiutateci a ripartire con la massima celerità (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Aiutateci a rimarginare al più presto la ferita che la crisi in atto ha prodotto nel patto di fiducia instaurato con i cittadini (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!
Cari cittadini, avete pienamente ragione: la fiducia tra le istituzioni e voi cittadini deve essere reciproca, deve essere un moto perpetuo che si alimenta in direzione biunivoca; vi abbiamo chiesto, vi stiamo chiedendo, tanti sacrifici, grandi e anche piccoli, perché - vi abbiamo detto - sono necessari a superare la pandemia. Avete offerto una risposta di grande responsabilità, che ha dimostrato la grandezza della nostra Nazione. Rispettando le regole e accettando di fare i sacrifici richiesti state dimostrando di riporre grande fiducia anche nelle istituzioni. Ecco, con il voto di oggi, confido che anche le istituzioni sappiano ripagare la vostra fiducia, in modo da porci alle spalle il più rapidamente possibile il grave gesto di irresponsabilità che ci ha precipitato in questa condizione di incertezza. Alle forze di maggioranza che sostengono questo Governo voglio preannunciare che nei prossimi giorni vi chiederò di completare il confronto già avviato, per definire un patto di fine legislatura e concordare insieme, in un clima di piena lealtà e fiducia, le condizioni e le forme più utili anche a rafforzare la squadra di Governo.
Per parte mia, preannuncio che, viste le nuove sfide che mi attendono - anche gli impegni internazionali quest'anno, lo avete visto, saranno particolarmente pesanti - non intendo mantenere la delega all'Agricoltura, se non lo stretto necessario, e mi avvarrò anche della facoltà, che la legge mi accorda, di designare un'autorità (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)…
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi!
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. … di designare un'autorità delegata per l'intelligence, di mia fiducia, come prescrive la legge (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali) che possa seguire l'operato quotidiano delle donne e degli uomini del comparto di intelligence. Faccio un invito collettivo a tutti; sono stati giorni difficili e le polemiche politiche hanno coinvolto anche, purtroppo, il comparto di intelligence. Siete tutti parlamentari: se avete delle proposte di modifica della legge, seguite i canali tradizionali, i canali istituzionali (Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Se avete delle richieste di verifica e controllo, ci sono i vostri colleghi del Copasir deputati a questa funzione, ma teniamo fuori il comparto di intelligence dalle polemiche. Da parte mia, assicuro la massima disponibilità e l'impegno a guidare con il contributo di tutti questa fase così decisiva per il rinnovamento del Paese. Come ha affermato il Presidente della Repubblica nel suo messaggio di fine anno, la fiducia di cui abbiamo bisogno si costruisce così, tenendo connesse le responsabilità delle istituzioni con i sentimenti delle persone (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se il Parlamento vorrà accordare al Governo la fiducia, garantisco a tutti i cittadini che non solo continueremo a impiegare tutte le nostre energie, fisiche e intellettive, per assolvere al nostro compito, ma ci aggiungeremo anche, come sempre, il nostro cuore, perché la politica senza la συmπάθεια, quel sentimento di reale condivisione, è una disciplina senz'anima (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Costruiamo questo nuovo vincolo politico, rivolto alle forze parlamentari che hanno sostenuto con lealtà il Governo e aperto a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia. Io sono disposto a fare la mia parte. Viva l'Italia! Grazie (Prolungati Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali – Proteste dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier: “Dimissioni!” - Deputati del gruppo Lega-Salvini Premier espongono cartelli recanti la scritta: “Conte dimettiti”).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbassate i cartelli! È vietato esporre cartelli in Aula. Prego gli assistenti di intervenire (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito del Presidente).
(Discussione)
PRESIDENTE. Passiamo ora alla discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri. È iscritto a parlare il deputato Riccardo Ricciardi. Ne ha facoltà, prego. Colleghi, colleghi, vi prego di fare silenzio in Aula, rispettiamo gli interventi di tutti, per favore! Prego.
RICCARDO RICCIARDI (M5S). Grazie, Presidente. La domanda che tutto il Paese oggi si pone è: “Ma perché oggi e domani il Parlamento sarà riunito?”. Ce lo chiedono tutti e ce lo chiedono aggiungendo: “Ma con tutti i problemi che ci sono in questo Paese, perché dovete essere lì per questo?”. Davvero in queste settimane non c'è italiano o italiana che non pensi ciò e noi stiamo cercando anche di dare motivazioni, di dare delle risposte. Ci chiediamo perché su tutti i giornali d'Europa siamo finiti con lo stereotipo dei soliti italiani che, nel mezzo della campagna vaccinale, nel mezzo dell'approvazione del Recovery Plan, mettono in discussione il Governo.
E tutto questo avviene dopo che l'Italia invece, grazie al lavoro di questo Governo, ha riconquistato fiducia in Europa, a tal punto che nessun Paese potrà gestire tanti soldi quanti ne gestisce l'Italia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle): e come l'ha riconquistata questa fiducia? L'ha riconquistata partendo dalla determinazione del MoVimento 5 Stelle nel non accettare più gli schemi dell'austerità e dei vincoli di bilancio, unita sicuramente alla tradizione europeista del Partito Democratico e al contributo di Liberi e Uguali, che hanno generato un'azione di forza e di responsabilità, che ha permesso al Presidente Conte di ottenere un risultato storico. E lo diciamo senza remore e con tutta l'onestà: tutti questi elementi sono stati imprescindibili per raggiungere questo scopo, tutti, nessuno escluso. E oggi noi non possiamo accettare di vedere descritta l'Italia, in tutta Europa, in questa maniera; e oggi, invece, dobbiamo ribadire a tutta Europa che le forze che hanno ottenuto questo risultato sono determinate più che mai nel continuare questo percorso, così importante per il futuro del Paese, e lo fanno strette intorno alla persona che questo percorso ha saputo guidare: Giuseppe Conte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Abbiamo provato a capire quali erano queste motivazioni. All'inizio il Recovery non andava bene, ma dalla bozza alla presentazione, in qualsiasi piano c'è una fase di miglioramento, e questo Recovery non è poi migliorato grazie al lavoro di un senatore in particolare, ma è migliorato grazie al contributo di tutte le forze politiche, che, silenziosamente, faticosamente e costantemente, hanno contribuito a migliorarlo, e lo hanno fatto non andando in conferenza stampa, l'hanno fatto lavorando! Questa ossessione delle conferenze stampa e del fatto dei social, per cui lei, Presidente, è stato accusato di usare i social, di non venire in Parlamento, di seguire gli hashtag, i follower. Ebbene, io ricordo a tutti che, negli ultimi quattro mesi, il Presidente del Consiglio è venuto in Parlamento trentasette volte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), forse, con oggi, trentotto, non lo so! Perdonate una battuta, ma io l'ultimo Presidente del Consiglio che ricordo faceva una rubrica settimanale dove rispondeva ai follower non aveva come hastag #Giusepperisponde, ma aveva un altro hashtag, che era #Matteorisponde (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
E noi, dopo tutte queste motivazioni, abbiamo provato davvero ancora a chiedere e a capire il motivo di questa crisi, per poterlo dire ai cittadini, ma non lo abbiamo trovato, noi non abbiamo una risposta da dare ai cittadini che ci chiedono: “Perché?”. Ognuno darà la risposta - leggendo i giornali, vedendo la televisione, andando sui social - che meglio comprende, noi non ne vediamo, noi non vediamo plausibili, razionali, concrete motivazioni per provocare una crisi, nella settimana in cui avremmo dovuto, invece, emanare il decreto per ristorare milioni di italiane e milioni di italiani, nel mezzo di un piano vaccinale di proporzioni incredibili, che vede l'Italia, al di là di ciò che tutti dicono, prima in Europa per dosi di vaccino somministrate. E allora, io non capisco perché l'Italia debba essere sempre messa a confronto con gli altri Paesi quando qualcosa non funziona e, invece, quando l'Italia è leader in Europa per qualcosa, non viene mai citata ad esempio, perché l'Italia non è questo Governo, l'Italia siamo tutti noi e dovremmo essere tutti orgogliosi del lavoro che si sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in tutte le regioni che stanno lavorando per vaccinare i nostri concittadini.
Tutto questo avviene nel mezzo dell'approvazione del Recovery Plan, cioè del Piano da 200 miliardi, da più di 200 miliardi del Recovery Plan. Bene, forse qualcuno può vedere in questa cifra un'opportunità, per la propria parte politica, di accrescere i consensi, data l'enorme quantità di progetti che ci sono da realizzare. Il MoVimento 5 Stelle no, il MoVimento 5 Stelle la sente come un'enorme responsabilità. Noi siamo coscienti che questa sarà un'opportunità unica, innanzitutto per costruire quella transizione ecologica su cui il MoVimento 5 Stelle è nato, di cui il MoVimento parlava ancora prima di essere MoVimento, quando c'erano dei cittadini delusi dalla politica di allora che cercavano un luogo in cui si potesse essere utili alla propria comunità. E, oramai, sono passati quindici anni da quei momenti, molti di noi ricordano con orgoglio quel periodo, molti altri si sono uniti, in questo cammino, provenienti da mille strade differenti. E da una di queste mille strade, Presidente, abbiamo incrociato il suo di percorso e oggi, con orgoglio, le diciamo che noi vogliamo continuare a prenderci la responsabilità di andare avanti e lo vogliamo fare pensando alla vita vera, alla vita di chi ogni mattina si alza per andare a lavorare, di chi, magari, la mattina torna a casa dopo aver lavorato, di chi ha lavorato per decenni e, ora, anziano, necessita di attenzione e di cura; alla vita di chi sogna di lavorare un giorno nell'ambito in cui sta studiando e a una generazione a cui dobbiamo ricostruire un futuro, per la tragica esperienza di vedere un momento, come quello della scuola, per troppo tempo privato - levato a queste persone - per motivi, ovviamente, di sanità. Dobbiamo pensare alla vita di chi può studiare e alla vita di chi non può studiare, alla vita di chi non riesce a lavorare, alla vita di chi non può lavorare e alla vita di chi un lavoro non ce l'ha più.
Noi dobbiamo pensare solamente a questo e, quindi, Presidente, le diciamo di andare avanti. Su questa strada riteniamo di avere molti compagni di viaggio, e a chi ha deciso di seguire un'altra strada, la strada dell'irresponsabilità, ebbene, noi diciamo semplicemente ciao, senza alcuna nostalgia. Buon lavoro, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Congratulazioni).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Occhiuto. Ne ha facoltà.
ROBERTO OCCHIUTO (FI). Grazie, Presidente. Presidente Conte, lei si è presentato qui, oggi, e ha chiesto ai parlamentari, evidentemente ai parlamentari che non sostengono il suo Governo, di aiutarla. Noi di Forza Italia le diciamo subito che noi aiuteremo il Paese, ma non il suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E lo ha detto con un certo imbarazzo, con l'imbarazzo di chi, come lei, siccome non le difetta l'intelligenza, non le difetta la capacità di comprendere quello che gli italiani pensano, avverte che c'è un distacco abissale tra quelle che sono le attività nelle quali è impegnato in questi giorni il suo Governo e quelli che sono i bisogni degli italiani; un imbarazzo che è lo stesso imbarazzo che abbiamo noi, lo abbiamo verificato nel corso dei mesi. In questi mesi, noi, in quest'Aula, abbiamo avuto sempre un contegno improntato alla leale collaborazione, pur nella differenza di posizioni, ce lo ha insegnato il presidente Berlusconi: vengono prima gli interessi del Paese e, poi, gli interessi della propria parte politica. Ma, oggi, il tempo del dialogo, purtroppo, è finito, signor Presidente. E questo imbarazzo era palpabile da quello che lei ci diceva, anche quando evocava la necessità di far riferimento alla nobiltà e alla dignità della politica. Presidente Conte, c'è un corollario che discende dal principio che lei ha evocato ed è questo, glielo ricordo io: quando un Presidente del Consiglio, che non si senta più importante del Paese, che non anteponga i propri interessi agli interessi del Paese, verifica di non avere una maggioranza adeguata, allora si dimette (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Perché, se non lo fa, costringe il Paese ad avere un Governo incapace di affrontare la crisi in un momento così buio per la nostra Repubblica, oppure lo costringe ad avere un Governo costruito con voltagabbana o con parlamentari preoccupati soltanto della fine anticipata della legislatura.
L'imbarazzo che noi abbiamo e che lei ha evidentemente più di noi è l'imbarazzo derivante dal fatto che gli italiani oggi sperano, pensano, vorrebbero un Presidente del Consiglio che magari trascorre le sue giornate per chiamare la Pfizer, per chiedere alla Pfizer di mandare più vaccini in Italia, per presentare al Parlamento il piano delle vaccinazioni, perché oggi noi abbiamo vaccinato soltanto quel target che è più semplice da vaccinare, i medici, gli infermieri, che stanno negli ospedali, nei loro luoghi di lavoro, ma fra qualche settimana ci renderemo conto di quanto sarà difficile percorrere questa strada della vaccinazione veloce. Vorrebbero forse un Premier impegnato durante le sue giornate su questa attività, invece che impegnato a telefonare a qualche responsabile per chiedere l'appoggio al Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Gli italiani pensano, spererebbero che il Presidente del Consiglio sia impegnato con i suoi Ministri durante le sue giornate a verificare quanta parte dei 108 miliardi di scostamento - fra qualche giorno saranno 140, perché ne faremo un altro di 32 miliardi - sono ancora impigliati nelle maglie della burocrazia e non sono arrivati agli italiani. Si tratta di 140 miliardi di debiti per i nostri figli, si tratta di debiti che i nostri figli dovranno pagare attraverso un aumento delle tasse per i prossimi vent'anni e una diminuzione della spesa pubblica, che significa meno diritti finanziati dalla spesa pubblica e dal pubblico per i nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E invece voi vi concentrate sui riti della vecchia politica. Vorrebbero gli italiani, spererebbero che lei, Presidente Conte, e i suoi Ministri trascorriate le giornate a studiare provvedimenti per consentire l'apertura in sicurezza delle scuole, per consentire il potenziamento dei trasporti pubblici delle nostre città, per potenziare gli ospedali; e invece trascorrete la giornata davanti al pallottoliere dei parlamentari. Non va bene così (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), lei lo sa e lo sa che lo sanno anche gli italiani. Invece di concentrarvi sulle misure per differire le cartelle esattoriali, per produrre i ristori utili a risarcire i 40 milioni di italiani che stanno nelle zone rosse o arancio e che non possono lavorare, di questo decreto non c'è traccia perché in questo momento le vostre priorità sono altre e purtroppo non sono le priorità per il Paese e per gli italiani.
C'è una distanza abissale tra il Paese e il suo Governo; certo, Presidente Conte, lei non è l'unico responsabile, per carità. Oggi ha fatto un intervento quasi autoassolutorio: qualche responsabilità ce l'ha, ha grandi responsabilità, perché lei ha guidato un Governo che in questi mesi si è limitato a inseguire la crisi, a inseguire il virus, e non ad anticiparlo attraverso provvedimenti appropriati; ha guidato un Governo che ha dimostrato i suoi ritardi nel tracciare i contagi e nel contenerli, nel piano delle vaccinazioni, nei risarcimenti alle imprese e alle partite IVA, nella cassa integrazione, nella scuola, nei trasporti, negli ospedali. Poi oggi ci dice “abbiamo, abbiamo fatto, abbiamo fatto, abbiamo fatto”: lo sappia, Presidente del Consiglio, gli italiani non si sono resi conto di tutte queste belle cose che il suo Governo ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
E quindi le sue responsabilità ci sono perché, quando si guida un Governo che si caratterizza per lentezza e ritardi, questo Governo è debole, fragile; e allora è più attaccabile anche dalle forze politiche che dovrebbero sostenerlo. Certo, ci sono anche responsabilità da parte di Renzi. Renzi, guardi, Presidente, è uno che, secondo me, dice spesso cose giuste, ma fa sempre cose sbagliate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Dice cose giuste quando, per esempio, chiede al Governo di prendere i 37 miliardi del MES (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); lo ha sostenuto più volte, prima di Renzi, anche Berlusconi, il presidente Berlusconi e Forza Italia. E però poi, quando Forza Italia si presenta in Parlamento e chiede al Parlamento di votare una risoluzione per impegnare il Governo a prendere i 37 miliardi del MES, Renzi vota contro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Renzi dice cose giuste anche quando si lamenta del giustizialismo dei grillini e del Ministro che è lì seduto a fianco a lei, di Bonafede. Poi, però, quando le opposizioni presentano una mozione di sfiducia per sostituire Bonafede, Renzi vota contro la mozione di sfiducia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Dice cose giuste, Renzi, quando sostiene che è necessario fare il ponte sullo Stretto? A proposito, Presidente, non una parola, nel suo intervento, sul Sud (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Ci ha detto che vuole fare la legge elettorale, che terrà l'Agricoltura, ma vuole convincere il Parlamento a darle fiducia su questi argomenti? Vuole presentarsi agli italiani, dicendo che quello che farà nei prossimi mesi sarà la legge elettorale? Dare l'Agricoltura a disposizione di qualche responsabile… Non una parola Sud! Renzi dice cose giuste quando dice facciamo il ponte: il ponte va fatto perché costa più non farlo che farlo a causa delle penali, però poi liquida il ponte con un semplice tweet.
Ha delle responsabilità anche il MoVimento 5 Stelle, che sta a guardare tutto quello che sta accadendo ed è disposto a tutto pur di rimanere qua dentro. Guardate, io mi ricordo, nella scorsa legislatura, quando qualcuno, dai banchi del PD o di Forza Italia, qualche mio collega più anziano, interveniva, subito dopo interveniva un parlamentare del MoVimento 5 Stelle e diceva: ah, l'onorevole Caio, l'onorevole Sempronio, stanno qui in Parlamento da vent'anni, da quindici anni, attaccati alla poltrona. Bene, ora voi state lì, attaccati, impietriti, alle vostre poltrone (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Avete paura di perderle anche per qualche mese e siete disponibili a condividere il vostro scranno sedendo vicino ai novelli Scilipoti. Siete diventati peggio della peggiore casta (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
Ha qualche responsabilità, evidentemente, anche il PD, che però le sue responsabilità le esercita in maniera più professionale, perché il PD ha imparato benissimo a navigare nei mari del Parlamento, dimostrandosi capace di essere maggioranza e Governo, anche quando non avrebbe i voti per essere maggioranza e Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
Quindi, le responsabilità sono di tutti, anche sue, ma dei suoi partner di Governo. Però ora basta. Io non voglio fare l'errore che noi contestiamo a lei: la crisi è in questo palazzo, è nella maggioranza, è nel Governo, ma c'è una crisi ben più profonda, più grave, fuori da questo palazzo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), è la crisi che vivono le nostre imprese, gli italiani! E allora io non voglio parlare di Conte, di Renzi, del PD, dei Cinque stelle. Voglio dirvi, voglio dire con grande chiarezza che noi non le daremo la fiducia, nessuno di noi voterà per la fiducia al suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Però, saremo disponibili a votare lo scostamento, il “decreto Ristori”, ogni provvedimento che il suo o qualsiasi altro Governo dovesse portare in quest'Aula e che andasse nella direzione di occuparsi della salute degli italiani o della loro sopravvivenza economica.
Ci occuperemo anche - e concludo, Presidente - di migliorare Recovery Plan, perché non c'è nulla nel Recovery Plan, per esempio, proprio sul Sud, non c'è nulla sulla Calabria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), per esempio, non c'è nulla sul porto di Gioia Tauro, non c'è nulla sulla 106, non c'è nulla sull'alta velocità ferroviaria. Noi faremo il nostro lavoro in Parlamento, faremo il nostro dovere. Lei, Presidente Conte, faccia il suo dovere, si dimetta e dia modo agli italiani di scegliere il Governo che gli italiani, negli scorsi mesi, ad ogni appuntamento elettorale, hanno dimostrato di volere: un governo autorevole, forte, coeso, di centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fusacchia. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO FUSACCHIA (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, quest'anno sarà più difficile e non più facile di quello appena terminato: è iniziato con la Brexit, l'assalto al Congresso americano, l'arresto di Navalny, a cui credo che quest'Aula dovrebbe far sentire il proprio affetto (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Italia Viva), e chissà come finirà, in ogni caso con l'uscita di scena della Merkel e con l'incertezza che ne seguirà per tutti gli europei. Sarà un anno più difficile perché, anche ammesso che andrà tutto bene con i vaccini, serviranno comunque ancora mesi perché il peggio sia alle spalle e perché non potremo più accontentarci, nel frattempo, di reagire all'ultimo bollettino sanitario prendendo solo le decisioni indispensabili. Come lo affrontiamo, allora, Presidente? Dicendoci che non dobbiamo uscire dalla pandemia per modernizzare il Paese, ma che dobbiamo modernizzare il Paese per uscire dalla pandemia.
Perché, se per mesi il virus ci ha costretti a navigare a vista, non può più essere adesso l'alibi per continuare come prima. Per questo le chiedo anzitutto, Presidente, che lo scostamento di 32 miliardi che voteremo nelle prossime ore non sia come i precedenti, pure necessari, destinato solo a sussidi o a ristori, ma combini l'indispensabile aiuto a chi sta restando indietro con misure e investimenti che comincino a ristrutturare la nostra economia.
Lei è venuto in Aula oggi a cercare una certezza; ma siamo noi, Presidente, che chiediamo certezze a lei. La certezza di una prospettiva chiara, fatta delle giuste priorità e della capacità di far succedere le cose; la certezza, Presidente, che sulla scuola usciremo una volta per tutte dal balletto settimanale di aprire e richiudere, e dallo scaricabarile fra Stato e regioni; la certezza che diciamo adesso ai ragazzi e alle loro famiglie tutto quello su cui potranno contare per il resto dell'anno scolastico, a partire dal sostegno psicologico per gli studenti e da un ritorno in presenza più che si può, garantendo che il tempo in classe sia, anche nello scenario più sfavorevole, significativamente maggiore di quello a casa; la certezza, Presidente, che gli oltre 200 miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, di cui quasi 130 a debito, non finiranno sprecati in una collezione di progetti senza impatto, ipotecando definitivamente le speranze di riscatto di intere giovani generazioni. Questo significa la certezza che verranno definiti i risultati che con queste risorse ci aspettiamo di ottenere, per tutti e anzitutto per bambini, giovani e donne di ogni età; che verranno rafforzati gli uffici dei Ministeri e dei comuni che serviranno per raggiungere questi risultati con l'ingresso di tanti giovani con nuove competenze; e che saranno coinvolte le parti sociali e la società civile, per un confronto serrato e per far sì che ogni organizzazione, che ogni cittadino si riconosca in almeno un pezzo del Piano, che ci si ritrovi, che senta che quello specifico intervento parla a lui, lo chiama in causa, lo emoziona, lo spinge a fare la sua parte.
Non ho apprezzato l'apertura di una crisi al buio in un momento tanto delicato; ma ancora meno apprezzerei se qualcuno la derubricasse adesso a semplice fastidio. A me interessa, Presidente Conte, che questa crisi non vada sprecata, che non serva solo a dimostrare se tra i due è più abile lei a restare in sella o chi sta tentando di disarcionarla: mi interessa che diventi l'occasione per inaugurare una nuova fase in cui all'interno della maggioranza saremo tutti più uniti, ma anche meno accomodanti.
“Perché Conte?”, si chiedono in tanti. C'è chi dice che lei sia solo il meno peggio e che non ci siano le condizioni per pretendere di meglio. E allora, Presidente, usi la sua popolarità, usi la sua forza per dimostrare che un nuovo Governo guidato da lei è quel meglio che ci occorre oggi. Torni con un nuovo programma e una squadra rinnovata a chiedere la fiducia a questa Camera e al Senato. Se sarà lei il primo a non accontentarsi vedrà, Presidente, che questo Parlamento la seguirà; ma offra un percorso, una prospettiva, non ai pochi che in queste ore cercano teneramente un po' di protezione, o caparbiamente di tornare in auge: la offra a tutti i deputati e i senatori che fino ad oggi l'hanno sostenuta, e che chiedono adesso non di continuare a vivacchiare tra questi banchi per due anni ancora, ma di poter contribuire giorno dopo giorno a risollevare le sorti di un Paese intero (Applausi dei deputati del gruppo Misto-+Europa-Centro Democratico-Italiani in Europa e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il deputato Butti. Ne ha facoltà.
ALESSIO BUTTI (FDI). Presidente, Fratelli d'Italia non dà fiducia a chi ha ridotto sul lastrico albergatori, commercianti, imprenditori, artigiani (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), senza comprendere che salute e lavoro, anche in una fase emergenziale come questa, se gestiti con intelligenza e con oculatezza possono e devono convivere. Fratelli d'Italia non dà fiducia a chi sta ulteriormente indebitando i nostri figli, senza risolvere peraltro i problemi del Paese, e sta rimediando pessime figure anche in sede europea, ed è il caso della Next Generation EU: perché qualche amico a Bruxelles lo abbiamo anche noi, e siamo seriamente preoccupati, perché c'è il rischio che quanto negoziato e pattuito con l'Europa, cioè i 209 miliardi, non arrivino o ne arrivino certamente in una misura inferiore, e questo a causa della sua incompetenza, dell'incompetenza dei suoi ministri, della debolezza dei progetti che ancora non avete presentato e dell‘inconsistenza del Piano di ripresa e resilienza.
E mentre lei apre e chiude col “Bomba” di Rignano, le voglio ricordare qualche dato: nel settore HoReCa sono a rischio 340 mila imprese, per un milione e 200 mila addetti; il commercio e l'artigianato sono ormai sfiniti; le imprese, loro malgrado, per difendere le proprie aziende saranno costrette a licenziare il 30-40 per cento dei dipendenti. E questi italiani hanno notato che l'impegno profuso da lei nella ricerca dei nuovi accoliti, dei nuovi proseliti della sua già scalcagnata maggioranza è stato molto più intenso e passionale di quello impiegato a sostegno delle categorie in crisi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) a partire dall'erogazione dei ristori. Oggi, i soccorritori si chiamano costruttori; un tempo, specie se arruolati dal centrodestra, perché è accaduto anche questo, erano più semplicemente definiti dei voltagabbana. Ora godono anche dell'indulgenza dei vescovi e lei, che è uno scaltro opportunista, per compiacerli ha indossato i panni del novello Noè (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Ma la CEI, se non altro perché dovrebbe essere informata sui fatti, parlo di quelli biblici naturalmente, dovrebbe sapere che la missione di Noè, di quello vero, era salvare l'umanità dal diluvio universale mentre lei sta pensando esclusivamente a salvare se stesso e la sua maggioranza dal suffragio universale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), cioè dal voto popolare, e non è la stessa cosa! E così si tenta il “tutti a bordo”, come nella filastrocca, Presidente, la ricorda? La cantavamo alle elementari, siamo quasi coetanei, quella dei due coccodrilli che, nel suo caso, sono anche abbastanza voraci, quella dei piccoli serpenti, che nel suo caso hanno anche la lingua abbastanza biforcuta. Certo, nel suo caso non c'è l'aquila reale, però c'è il gatto, il topo e l'elefante, sì, e non manca più nessuno. E invece, anche qui è riuscito a sbagliare! Perché? Sa perché? Ancora non si vedono i due liocorni, i liocorni che le avrebbero garantito la maggioranza numerica al Senato (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che ancora vagano in attesa di offerte nell'emiciclo di Palazzo Madama! Basterebbe anche una telefonata di Mastella! E quando vi schioderete - sto concludendo, Presidente - da quegli scranni che sono abusivamente occupati, saremo noi a restituire agli italiani un futuro fatto di libertà, di dignità, di opportunità e di lavoro, saremo noi, con Giorgia Meloni, il vaccino anti-Conte, anti-Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e sarà il centrodestra unito l'antidoto più efficace contro “grillismo” e sinistra! E non temiamo nemmeno la concorrenza del commissario Arcuri. A noi gli italiani riconosceranno l'onore di riportarli ai livelli che meritano (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Grazie, Presidente. Presidente Conte, io speravo di vederla qui, in Aula, in circostanze diverse, a dibattere di contenuti utili ad affrontare la più grande tragedia dell'umanità che ha messo il nostro Paese in ginocchio, alla pari dei nostri partner europei. Io speravo di poter offrire il contributo, come altre volte è accaduto, del MAIE, che ho l'onore di rappresentare, al confronto, alla proposta, alle azioni concrete per aiutare i nostri concittadini, i lavoratori, le aziende e le imprese, le categorie fragili, il mondo della scuola e gli studenti con disabilità. Speravo che si potesse tornare sui nostri territori di provenienza e fornire quelle risposte che l'economia sofferente richiedeva e richiede. Ed invece, dopo la sua esauriente relazione, Presidente Conte, parleremo di crisi. Parleremo di crisi ma non di quella generata da una terrificante pandemia che sta rivelando tutti i risvolti del suo essere, infida, pericolosa e imprevedibile se è vero, come è vero, che in alcune zone del nostro Paese sono apparse le temute varianti che sono, ahimè, preludio al flagello della terza ondata. Una crisi che, francamente, Presidente Conte, non ho capito, e sarà certamente un mio limite, ma temo che neanche i cittadini riescano a comprendere, presi come sono, giustamente, dagli enormi problemi quotidiani per la propria sopravvivenza. E ancor più, tale crisi non viene compresa dai nostri partner europei. Ne abbiamo certezza dai resoconti della stampa estera che, con tanto stupore e malcelata ironia, commenta le nostre vicissitudini.
Io non credo che meritiamo ciò, Presidente Conte, soprattutto in considerazione del fatto che, grazie al suo impegno, siamo il Paese che ha ottenuto più contributi dall'Europa, che ha stanziato una mole notevole di fondi a contrasto di questa pandemia e, nonostante le enormi difficoltà, è al primo posto nella somministrazione dei vaccini.
Io le dico buon lavoro, Presidente. Poco o tanto che sia, il MAIE le offre il suo sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Claudio Borghi. Ne ha facoltà.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Grazie, Presidente. Allora, nel discorso che abbiamo appena sentito, se uno non fosse un italiano potrebbe pensare che questo Paese nel mondo sia un esempio, che la gestione della crisi e della pandemia, così come è stata fatta da questo Governo meraviglioso, con tutti quegli abbiamo, con tutte queste meravigliose cose che sono state elencate, sia stato il modello: tutti guardano a noi con meraviglia. Tuttavia, poi ci sono i dati. Scusate, purtroppo mi tocca ricordare i dati della sua gestione, signor Presidente Conte, e sono dati che rappresentano morti di persone e morti di imprese, che non hanno minore dignità (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)! Glielo dico subito, guardi qui, sono freschi di oggi: morti per milioni di persone; 1.360 in Italia. La disastrosa Gran Bretagna, con Boris Johnson, con la variante inglese, dove non hanno mai capito niente: 1.311. Gli Stati Uniti, con Trump, uno schifo, senza controllo, una vergogna: 1.266. La Svezia, senza lockdown, senza niente: 1.019. Il Brasile di Bolsonaro, quello schifo, quell'esempio che doveva essere segnato a dito: 984. La Grecia, sempre l'ultima ruota del carro: 525. Siamo primi al mondo per morti per milione di persone! Ma, allora, di che cosa ci vantiamo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?
E, poi, una volta, quando l'unica giornalista un po' coraggiosa, in una delle interviste arrangiate dal suo brillante mentore Rocco Casalino, è riuscita a farle questa domanda, lei ha risposto: “Ma noi siamo più anziani degli altri”. Guardi, il Paese con più anziani del mondo è il Giappone, sa quanti sono i morti, lì, per milione di persone? Sono 35, contro i suoi 1.360! Ecco, questo è il bel risultato. D'altra parte, però - mi spiace che non ci sia più in prima fila il competentissimo Ministro dell'Economia -, a fronte di questa strage, sicuramente avremo fatto benissimo con l'economia: purtroppo - purtroppo - mi tocca vedere che anche in questa classifica vinciamo, ma al contrario, perché l'Italia farà meno 10 per cento di PIL quest'anno! Meno 10 significa una moria di aziende, di imprese, di piccoli artigiani, di ristoratori, che sono stati spazzati via dall'incompetenza del nostro Ministro dell'Economia, che non ha versato i soldi quando doveva (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che è sempre rimasto centellinando le risorse nell'unico momento in cui si poteva spendere tutto e sostenere la nostra economia e, invece, non ha fatto nulla perché non è in grado. Ma guardatevi! Cioè, adesso - scusate -, al di là di sentire un discorso per cui sembrava di avere qui il Senato romano ai tempi di Augusto, ai tempi di Adriano, ma vi state guardando? Ma vi rendete conto di chi siete (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ma sa chi ha di fianco, lei? L'ex dj! Ma per favore! Cioè, ma di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando di un areopago, di persone competentissime? Ma non ce n'è uno, non ce n'è uno che si salva!
E voi credete di poter pensare di aver portato il Paese a chissà che risultati? Ve li dico io i risultati che avete portato, e i dati sono qui: noi meno 10 per cento di PIL quest'anno; l'area Euro, meno 7 per cento; la Germania, meno 5 per cento; gli Stati Uniti del disastroso Trump, meno 3 per cento; la Cina, il vostro esempio - meglio che non ve lo dico - fa più 2,5 per cento quest'anno, mentre, invece, noi facciamo meno 10 per cento, dopo che ci hanno regalato questa simpatica pandemia.
Voi sapete cosa sarà il futuro? Ma abbiamo ottenuto il Recovery Plan. Ma anche lì non ha ottenuto proprio nulla. Ma quanti soldi abbiamo preso noi, adesso, per il Recovery Plan? Perché, nella nostra economia quanto è arrivato da parte di questo Recovery Plan? Zero! Zero! Serve? No, perché con il prossimo scostamento sono 150 miliardi che noi abbiamo fatto senza bisogno di alcun Recovery Plan. Pensi un po': se ne potevano fare 300, come hanno fatto gli altri? Sì. Bastava avere uno meno incompetente di Gualtieri che andasse a dire di che cosa avevamo veramente bisogno, senza bisogno di regalare le nostre imprese al resto del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E sa cosa avremo dopo, per il futuro? Perché io lo so lei quando se ne andrà: lei se ne andrà quando si sarà reso conto che la montagna di guano che è stata accumulata e che avete messo sotto al tappeto, sarà così enorme da non potersi nascondere. Allora ve ne andrete e ve ne andrete come chi lascia la casa occupata, con tutto distrutto dopo aver rubato tutto e dopo aver defecato al centro della stanza (Commenti).
PRESIDENTE. Deputato Borghi, deputato Borghi!
Deputato Borghi, concluda.
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Perché purtroppo questo è, signori!
PRESIDENTE. Concluda!
CLAUDIO BORGHI (LEGA). Concludo. Vi dico subito che cosa c'è in giro, perché sembra che uno non pensi che i numeri sono numeri: ci sono 130 miliardi di garanzie di imprese che falliranno e queste andranno a deficit; c'è un numero imprecisato di crediti di imposta, e saranno minori entrate per il futuro; c'è il patrimonio destinato, che appena funzionerà sarà debito! E, poi, ci sono 30 milioni di cartelle esattoriali spostate avanti di secondo in secondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che arriveranno sulla testa della gente - continuamente spostate - e quando loro avranno pensato che hanno mangiato e potuto spendere tutto quello che potevano spendere, se ne andranno e lasceranno a chi arriverà dopo questa grandinata di cartelle esattoriali.
Mi spiace, non ha fiducia della Lega, non ha fiducia degli italiani. Semmai, ha compassione, da parte nostra, per quello che sta facendo (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.
GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Colleghi, il teatrino politico a cui abbiamo assistito, nelle ultime ore e in parte anche oggi, in quest'Aula, mette in risalto il fallimento dell'intera classe politica. L'imbarbarimento culturale, il populismo estremo, la sfrenata ricerca dei follower e la mancata professionalità e competenza di chi occupa spesso posti di comando ci ha portato a discutere, oggi, su chi è pro e chi è contro questo Governo, invece di discutere, in maniera seria e concreta, su come e quando far ripartire questo Paese. Noi, Presidente, purtroppo siamo una piccola forza politica, di ispirazione popolare, però, o cristiano-democratica. Chi crede negli ideali popolari o cristiano-democratici, Presidente, crede nella politica come la più alta forma di carità, la politica come bene comune e non come interesse personale, e considera la politica al servizio del Paese.
Viviamo oggi il momento forse più critico della nostra Repubblica. La gente è stanca e spesso spaventata, nelle famiglie italiane regna l'incertezza, l'incertezza del virus, l'incertezza sul vaccino, l'incertezza sulla nostra economia. Intere categorie produttive vedono un futuro prossimo complicato e pieno di insidie, gli imprenditori e i lavoratori si chiedono quando torneranno alla normalità.
Tutti noi, colleghi, tutti coloro che vogliono un'altra Italia, un'Italia migliore, hanno l'obbligo di fare qualcosa per cambiare le cose. Occorre riscoprire il senso e la dignità dell'impegno, il valore del contributo che ognuno può dare al processo di costruzione, dell'oggi e soprattutto del domani. Per fare questo però, Presidente Conte, dobbiamo sconfiggere il virus più dannoso che c'è oggi, che è l'egoismo, per avviare, tutti insieme, una stagione nuova, dove conoscenza, competenza e meritocrazia prevalgono sul populismo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Popolo Protagonista-Alternativa Popolare (AP)-Partito Socialista Italiano (PSI)).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Costa. Ne ha facoltà.
ENRICO COSTA (MISTO-A-+E-RI). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, colleghi parlamentari, membri del Governo, noi di Azione-+Europa non voteremo la fiducia al suo Governo e, ove lei si trovasse, comunque, una maggioranza per proseguire, saremo all'opposizione, un'opposizione costruttiva in cui ogni critica sia accompagnata da una proposta. In questa crisi c'è una totale, plateale, gigantesca assenza: quella dei contenuti, delle proposte, dei progetti per il Paese. Passate le giornate a parlare di costruttori, di responsabili, di rimpasto, di partiti nascituri. Ma vi rendete conto dello smarrimento dei cittadini di fronte a questo spettacolo? Una scazzottata sull'orlo del burrone.
Dai vertici del PD, quotidianamente, sentiamo proclami altisonanti: rilanciare, rinnovare, cambiare marcia, svoltare, mettersi in discussione. Nella realtà, si traducono in tre parole, “tirare a campare”, per mantenere il potere senza progetti, senza programma, senza proposte.
E, così, oggi il PD appare a rimorchio di uno schema che nega la sua storia, i suoi principi e i suoi pilastri. Invece di parlare di economia, di sostegno a chi è in difficoltà, di salute, vaccini, opere pubbliche, imprese, sicurezza, giustizia, lei, Presidente, trascorre il tempo a costruire la “lista Conte”. Noi le consigliamo un percorso lineare, naturale e istituzionale: si rechi al Quirinale e rassegni le dimissioni al Capo dello Stato. Non leghi il destino del Paese al suo destino personale. Ci risparmi una conta che, nel migliore dei casi, porterà ad un Governo di minoranza raffazzonato, con le toppe.
Noi, da liberali, pensiamo che il Paese abbia bisogno di un Governo riformatore ed europeista, con una nuova leadership che sappia coinvolgere le migliori energie ed una nuova ampia maggioranza, che possa affrontare in modo adeguato i prossimi mesi, esattamente l'opposto di quanto lei oggi ci propone. Il suo Governo, di liberale, di riformatore e di europeista non ha nulla (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fassina. Ne ha facoltà.
STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Caro Presidente Conte, ho condiviso e apprezzato le sue comunicazioni serie, impegnative e rivolte al futuro, senza cadere nella trappola dei duelli. Con altrettanta franchezza, Presidente, le voglio dire che non andava tutto bene prima della rottura della maggioranza. Vi sono stati problemi veri. È senso di responsabilità verso l'Italia riconoscere i problemi, ma è senso di responsabilità verso l'Italia affrontarli in modo costruttivo. Qui sta il punto discriminante, qui si consuma definitivamente l'affidabilità politica di chi ha determinato la rottura, nonostante le correzioni di rotta da lei definite e gli impegni presi per attuarli. Problemi veri li abbiamo avuti nei rapporti con il Parlamento, problemi veri sono aperti, in particolare, nella relazione dell'Esecutivo con le Regioni, un nodo decisivo nella pandemia sanitaria, economica e sociale. Questi problemi vanno affrontati, come lei ha sottolineato, in un programma di legislatura e con una maggioranza adeguata. Qui sta il punto politico di fondo: programma di legislatura e maggioranza adeguata sono due facce della stessa medaglia.
L'evoluzione dell'alleanza tra MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali è la prima condizione necessaria per il programma di legislatura. Questa alleanza deve evolvere, da giustapposizione improvvisata ed emergenziale di gruppi politici non soltanto diversi, ma caratterizzati dalla delegittimazione reciproca, in alleanza matura di fase per tutti i livelli di governo. È un compito delle classi dirigenti di tutte le forze politiche coinvolte. Non può essere affidato soltanto a lei: ciascuno deve fare la propria parte.
E, la seconda condizione necessaria, un'alleanza da allargare ad una componente politica di deputati e senatori convinti dell'utilità di contribuire a una coalizione progressista. Quindi, non arrivi di responsabili in ordine sparso, per galleggiare fino alle elezioni del Presidente della Repubblica, ma una componente in grado di strutturarsi come un insieme politico. Un'alleanza matura e una maggioranza adeguata, quindi, per la quale lei, Presidente, deve continuare a essere garanzia, al fine di equilibrarne il pluralismo, nella cultura politica, nel programma e negli interessi rappresentati. Non vi sono alternative nella legislatura in corso. Davvero qualcuno ritiene che, eliminato Giuseppe Conte da Palazzo Chigi, si possa arrivare, con una personalità politica del Partito Democratico o del MoVimento 5 Stelle, ad un Governo con la stessa maggioranza, incluso chi irresponsabilmente ne ha determinato la rottura, facendo finta di niente? Non saremmo credibili. Davvero qualcuno ritiene che eliminato Giuseppe Conte da Palazzo Chigi si possa arrivare, attraverso una figura tecnica o istituzionale, a una qualche larga intesa, a un Governo di scopo, in grado di determinare convergenze significative e operatività? Ma che film ha visto? Sarebbe un'ulteriore perdita di credibilità della politica e delle istituzioni, dopo lo spettacolo di irresponsabilità degli ultimi giorni. No, senza una maturazione dell'alleanza tra MoVimento 5 Stelle, PD e LEU, allargata a una componente politica, si deve tornare ad elezioni, sarebbero il male minore nella fase drammatica nella quale siamo.
Lei ha indicato alcune priorità; qui voglio sottolineare soltanto un punto che è venuto fuori in modo netto su sanità e scuola. La pandemia ha squadernato l'insostenibilità del vigente assetto istituzionale; il rapporto tra Stato e regioni non funziona, non possiamo andare avanti inerzialmente nel percorso dell'autonomia differenziata, lo voglio segnalare al Governo e in particolare al Ministro Boccia che è così impegnato su questo versante. Nel patto di legislatura dobbiamo anche includere correzioni significative al Titolo V della Costituzione, per ripristinare la responsabilità primaria dello Stato sui diritti fondamentali di cittadinanza democratica.
Concludo, Presidente. Non andava tutto bene, lei oggi, qua, ha riconosciuto problemi e ha indicato una rotta; noi continueremo a segnalarle eventuali errori e possibili soluzioni, ma lo faremo con lealtà e fiducia verso gli altri gruppi della maggioranza, verso il Governo che lei deve continuare a presiedere e verso di lei, Presidente. Ora rimettiamoci al lavoro per potenziare i soccorsi a una nazione stremata e i sostegni per la ricostruzione (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Sgarbi. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Illustri colleghi, Presidente del Consiglio e Ministri, la situazione che noi vediamo ha qualcosa di drammatico e di ridicolo. Vorrei ricordare il pensiero di Guicciardini sul tema chiave a cui richiamo il Presidente Conte, che è quello della riconoscenza. Ma “Conte è un bravo ragazzo”, cantava Salvini quando qualcuno dubitava di lei e l'ha fortemente voluta nel luogo dove sta ora; poi, quando Salvini se ne è andato, noi pensavamo che lei se ne andasse con lui e invece lei, con un numero acrobatico, restò lì, sostituendo se stesso, mentre la Lega cedeva il suo posto al PD. L'Italia dei due Matteo.
Come ricorderà, lei è stato nominato con un colpo di mano di Renzi, a cui deve riconoscenza, che, benché odiato dai 5 Stelle, cementò un accordo tra PD e 5 Stelle, confermandola. Non che gli importasse nulla di lei, ma lei gli era utile per far digerire ai 5 Stelle l'inverecondo accordo, mentre Zingaretti strillava che non lo voleva. Attraverso Franceschini l'accordo fu concluso e lei prevalse. Ora, chi l'ha voluto, Renzi, non la vuole più, e chi non la voleva, Zingaretti, oggi fortemente la vuole. Non è un paradosso e lei, invece di andarsene, continua a rimanere. Complimenti, lei rimane e l'Italia se ne va (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bordo. Ne ha facoltà.
MICHELE BORDO (PD). Signor Presidente della Camera, signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo e colleghi, il Presidente Conte ha fatto bene, come d'altronde aveva chiesto anche il Partito Democratico, a scegliere di parlamentarizzare la crisi. Era necessario verificare subito l'esistenza di una maggioranza politica e permettere a ciascuna forza e a ogni singolo parlamentare di assumersi con trasparenza le proprie responsabilità di fronte al Paese. Diciamo la verità agli italiani: la crisi è stata provocata dal narcisismo esasperato e dall'irresponsabilità di pochi. A chi in queste ore lancia messaggi più distensivi, rispondo che avrebbe dovuto pensarci prima; aver fatto dimettere le Ministre è stato un errore molto grave. La rottura è profonda, anche perché è dettata dalla volontà di Matteo Renzi di prefigurare per il suo partito una prospettiva politica diversa da quella per la quale lavorano il PD e il resto della coalizione; non è un mistero che l'obiettivo sia quello di far saltare il Partito Democratico per realizzare anche in Italia, come è stato detto, quello che Macron ha fatto in Francia con il Partito Socialista. Certo, non c'è riuscito, non ci riuscirà, le urne non gli hanno dato ragione fino a questo momento, Italia Viva è ferma sempre al 2 per cento, mentre il PD ha riacquistato una sua centralità nel panorama politico italiano ed europeo, ma è comunque a questo risultato che aspira. Non a caso, non ha mai voluto contribuire a trasformare questa maggioranza in una coalizione politica; il disegno era quello di rompere l'alleanza tra il PD, il MoVimento 5 Stelle e LeU, ridimensionando il Presidente Conte, con l'intento di conquistare maggiore spazio in un'area di mezzo, soprattutto a cavallo del centrodestra moderato. Devo dire la verità, disorientano le affermazioni di chi in queste ore dice che, se il Presidente Conte vuole, la crisi può essere risolta in due ore. Dopo una rottura così grande, mi chiedo come sia possibile essere così disinvolti, come è pensabile che si possa dire nella conferenza stampa che il Governo è quasi un vulnus per la democrazia e, poi, affermare che in due ore tutto può essere risolto? Delle due l'una, o sono infondate le cose dette ai giornalisti e, allora, bisognerebbe chiedere scusa innanzitutto al Paese, oppure la crisi non può essere risolta in due ore. La politica ha un dovere di serietà nei confronti degli italiani, noi non abbiamo nessuno spirito di rivalsa o di vendetta nei confronti di Italia Viva, dopo quello che è successo in questi giorni, ma sentiamo certamente il dovere di riportare la discussione dentro i binari della serietà, perché, diversamente, i cittadini non comprenderebbero. La mancanza di una prospettiva politica per la coalizione è stata uno dei limiti più importanti di questi mesi, bisogna riconoscerlo, e secondo me è anche alla base di alcuni errori e lentezze dell'Esecutivo. È difficile offrire una visione di Paese e correre nell'azione di Governo senza un'identità chiara. Noi l'avevamo detto sin dalla nascita del Conte-bis che sarebbe stato complicato affrontare le difficoltà del governare senza una prospettiva politica per la coalizione. Una maggioranza sta in piedi non se ha solo l'intento di impedire agli altri di governare, ma se, su un progetto di Paese, poi, costruisce una prospettiva politica. È questa prospettiva che è mancata fino ad oggi e secondo me la gestione e, forse, anche la soluzione di questa crisi passano soprattutto da come affrontiamo la discussione su questo tema. La maggioranza dovrà finalmente diventare una coalizione politica. Anche noi vediamo i limiti e i problemi che questa alleanza presenta, ma siamo anche consapevoli che questa coalizione è l'unica base dalla quale possiamo partire per costruire e, poi, allargare un'alternativa valida e competitiva rispetto alla destra sovranista. Strano che qualcuno non l'abbia capito, rischiando persino di vanificare i meriti e il coraggio che ha avuto quando ha scelto di essere determinante per la nascita di questo Governo. Anche per questo motivo è sbagliato lo strappo di questi giorni, le ragioni che c'erano ad agosto 2019 non sono scomparse oggi, la destra cui Matteo Renzi voleva impedire di consegnare il governo del Paese è sempre la stessa e, dopo la vittoria di Biden, ancora di più, sarebbe un errore oggi permettergli di andare al Governo, con il rischio di portare indietro l'Italia, mentre il mondo sta andando da un'altra parte.
Anche con l'Europa i rapporti segnerebbero una brusca battuta d'arresto senza questo Esecutivo. Noi non dimentichiamo la deriva incontro alla quale stava andando il nostro Paese dopo le elezioni del 2018, quando eravamo ai margini nei contesti internazionali; oggi, grazie anche al ruolo del Partito Democratico, abbiamo invece riconquistato il nostro protagonismo in Europa, recuperando una nuova centralità, che è stata poi determinante nelle scelte sulla pandemia e la gestione della crisi. Nessuno di noi pensa che vada tutto bene nell'azione di governo: sarebbe stato necessario - lo abbiamo detto - che il Presidente del Consiglio agisse prima e cogliesse per tempo alcuni rilievi e istanze della maggioranza per assumere più tempestivamente un'iniziativa politica, ma una cosa è rilanciare - come noi abbiamo sempre sostenuto - con la proposta di un patto di legislatura e con il contributo fornito per migliorare il piano del Recovery Fund, altra cosa è distruggere con questa crisi al buio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). In una coalizione è necessario rispettare le idee di tutti e fare uno sforzo di sintesi, ma se prevale invece l'ego smisurato, la presunzione, secondo cui valgono solo le proprie opinioni, la conseguenza è l'impossibilità di portare avanti un lavoro comune. Noi abbiamo provato fino all'ultimo ad evitare la crisi; la disponibilità data dal Presidente Conte, frutto anche della nostra insistenza, al patto di legislatura e al tavolo per far ripartire l'azione di governo, meritava una risposta diversa, non l'irresponsabilità della rottura. C'è il rischio vero - e non perché noi lo diciamo - che questa crisi possa precipitare il Paese verso nuove elezioni - certo in questo momento sarebbero improvvide, ma non le possiamo escludere -, ma il PD non è disponibile a qualsiasi soluzione pur di evitare le urne. Per noi non ci sono alternative a questo Governo e siamo contrari ad ogni ipotesi di Esecutivo che coinvolga la destra sovranista. Quello che succederà in questi due giorni di dibattito parlamentare per noi è fondamentale: non ci interessa il mercato dei singoli parlamentari, ma la definizione e la condivisione di un progetto politico per il futuro del Paese e lo facciamo alla luce del sole, in Parlamento, rivolgendoci a quelle sensibilità moderate, europeiste, che fanno fatica a sopportare l'egemonia della destra di Salvini e Meloni. A queste forze diciamo che questo è il momento di venire fuori per il bene del Paese e contribuire alla costruzione di un'alternativa al campo, sempre più estremista, della destra italiana. Io sono fiducioso e credo che ce la faremo, che avremo numeri sufficienti per andare avanti e per noi, anche dopo il voto di domani, rimarrà intatta - lo abbiamo ribadito - l'esigenza comunque di continuare a lavorare per consolidare l'alleanza, sciogliere i nodi politici ancora aperti, realizzare le riforme necessarie per dare concretezza ai contenuti del Recovery, siglare il patto di legislatura e rafforzare il Governo per dare a questo progetto politico una prospettiva più solida. In questo momento - e concludo, Presidente - abbiamo un dovere di fronte agli italiani: assicurare la continuità ed evitare avventure incomprensibili, che rischierebbero di mettere definitivamente in ginocchio il nostro Paese. Noi, Presidente Conte, voteremo la fiducia per continuare nell'azione di governo, battere la pandemia, rilanciare l'economia. La maggioranza ci sarà: diversamente ognuno si assumerà le proprie responsabilità di fronte al Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Rossini. Ne ha facoltà.
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Presidente, la scelta di venire qui, in quest'Aula oggi, per un confronto sul rinnovo del patto tra la maggioranza sta tutta nelle regole della nostra Repubblica parlamentare e a chi dice che questi passaggi sono per tenerci la poltrona, rispondiamo che allora tutta la storia politica italiana dovrebbe essere letta in questo modo, con tutti i 66 Governi nati non secondo regole democratiche, per atto di responsabilità. Oggi è importante partire da noi parlamentari perché questa è l'ultima Assemblea parlamentare così rappresentativa del Paese, con il taglio dei seggi parlamentari non ci sarà più una rappresentanza così capillare e questa ci assegna un ruolo storico veramente importante, sia perché siamo in mezzo ad una pandemia e al bisogno di tenere un collante con tutti i nostri territori, anche quelli meno popolosi e che hanno in questa legislatura la loro rappresentanza, sia perché siamo in una fase, in questo momento, verso l'attuazione del Recovery Fund. Noi abbiamo le linee guida del Recovery Fund, e grazie a un grande lavoro che avete fatto siamo tornati protagonisti in Europa, dove la fiducia che abbiamo conquistato è il nostro pane quotidiano, però oggi andiamo verso l'attuazione del Recovery Fund, quindi è fondamentale il nostro ruolo nel tenere i territori e guidarli verso un cambiamento e dare loro - tutti i territori e le amministrazioni pubbliche - un ruolo fondamentale nell'innovazione del nostro Paese. Ecco perché è importante mantenere e aggregare le risorse più forti di questa Assemblea parlamentare, stare uniti, perché la discriminante non passa più dai confini di un partito, ma da visioni e capacità di attuarle. Pertanto, una coalizione ampia e forte è quello di cui abbiamo bisogno ora e la stabilità politica - chiudo - è la cifra della nostra affidabilità nel mondo. Dobbiamo sempre ricordarci che le nostre azioni e le nostre parole entrano in una risonanza globale.
PRESIDENTE. Concluda.
EMANUELA ROSSINI (MISTO-MIN.LING.). Rinnovo oggi la mia fiducia, con ancora una più forte tensione verso gli obiettivi.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Scalfarotto. Ne ha facoltà.
IVAN SCALFAROTTO (IV). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, buongiorno. Dimettersi da un incarico di governo è una delle decisioni più difficili, dolorose e complesse che possano capitare a una persona (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non si tratta di perdere le insegne del potere o lo status di sottosegretario o di Ministro, si tratta di rinunciare all'onore più alto che possa spettare a una cittadina o a un cittadino. Entrare in un ufficio come Ministro o sottosegretario significa lavorare tutti i giorni davanti a due bandiere, la bandiera italiana e la bandiera europea, che sono come una sorta di memento del valore simbolico di quelle bandiere, dei valori di libertà, dei valori di democrazia e anche del sacrificio che ha richiesto a tantissime persone, a tantissimi giovani, per poterci regalare quella libertà e quella democrazia. È, quindi, una decisione che si prende con grande sofferenza e con grande meditazione, così come si riflette molto anche sul momento in cui lo si fa. Qualcuno ha detto: “Questo non è il momento di dare le dimissioni, perché è un momento complicato, è un momento difficile, è un momento di emergenza”, ma, mi lasci dire, signor Presidente, che io la penso nel modo completamente opposto, cioè penso che, proprio nei momenti di emergenza, la nostra coscienza di classe dirigente ci richieda di essere all'altezza del giuramento che abbiamo fatto quando siamo diventati membri del Governo: quello di servire in modo esclusivo la Nazione. Vede, signor Presidente, la paura, quello della paura è un sentimento che conosco e che rispetto, so che ha un effetto paralizzante e capisco che, quando una nave è nel pieno di una burrasca, i passeggeri hanno paura e hanno diritto di avere paura, è lecito che abbiano paura. Chi non può decidere sulla base della paura è il comandante di quella nave e anche gli ufficiali della sala macchine (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non possono fare due cose: la prima è lasciarsi portar via della paura, la seconda è approfittare della paura per consolidare magari il proprio comando su quella nave. Quello che devono fare il comandante e gli ufficiali della sala macchine è assicurarsi che quella nave tenga la rotta nella burrasca, per uscire da quelle acque tempestose, ed è questo che la mia coscienza mi ha chiesto di fare in questo momento: mi ha chiesto di dire se il suo Governo, il nostro Governo fino a qualche giorno fa, fosse all'altezza di queste acque perigliose. E purtroppo, signor Presidente del Consiglio, io devo dire che così non è. Il suo Governo, il nostro Governo fino a qualche giorno fa, ha avuto una condotta, un'azione mediocre. Non lo dico soltanto io, lo dicono i giornali, lo dicono i ragazzi che manifestano fuori dal Ministero dell'Istruzione, lo dicono gli imprenditori, i ristoratori, gli operatori del turismo, lo dice la gente dello spettacolo che era davanti a piazza Duomo, lo dicono i lavoratori della cultura. Lei oggi ci ha fatto una lista di risultati, però non ci ha spiegato anche quali sono i problemi legati alle ombre dei risultati del Governo: i numeri della pandemia, un'economia a pezzi, più in basso e più colpita di molte altre economie, il numero dei giorni di scuola che abbiamo dedicato ai nostri ragazzi. Questa è una nave che ha proceduto per delle improvvise strambate, decisioni prese sempre all'ultimo momento. Se riaprire la scuola il 7 gennaio si è deciso nella notte tra il 4 e il 5 gennaio, perché il nostro Governo si riunisce per qualche motivo di notte, senza pre-consigli. Ecco, questo è un problema. Un altro: a marzo finirà il divieto dei licenziamenti; io mi aspetterei il 18 di gennaio un dibattito in tutto il Paese su cosa succede, mi aspetterei la Ministra del Lavoro raccontarci come ci stiamo organizzando, e non lo sento. Ogni decisione viene presa all'ultimo istante, esattamente come è successo con il PNRR, il famoso Recovery Fund. Guardi, si chiama “nazionale” quel piano nazionale di ripresa e di resilienza perché dovrebbe appartenere alla Nazione, dovrebbe appartenere alle forze di opposizione, perché, dato che è un piano che dura degli anni, il Governo potrebbe cambiare e il nuovo Governo dovrebbe - io mi auguro che non siate voi, naturalmente - sentirlo comunque proprio. Dovrebbero sentirlo proprio i sindacati, le associazioni. Lei oggi ha parlato al sindacato, ma mi risulta che il sindacato non abbia grande facilità a raggiungerla, a dire la verità (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Ma insomma bisognava che tutti si sentissero proprietari di quel progetto. Pensi che noi che avremmo dovuto contribuire a scriverlo quel progetto, abbiamo dovuto pregare per poterlo leggere quel progetto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! L'abbiamo ricevuto nella notte tra il 7 e l'8 dicembre - sempre di notte, naturalmente -, con un'allocazione dei fondi che non aveva senso e si creava addirittura una struttura - probabilmente anticostituzionale - che sostituiva il Governo con sei manager e trecento consulenti, creando anche un cortocircuito, perché non si capisce come facciamo ad eliminare trecento parlamentari e poi trovare trecento consulenti. Non funziona così! Ma il punto, vede, è che anche nella nuova versione, questo PNRR, con i suoi 209 miliardi - che attenzione, non sono garantiti, perché se il nostro piano non sarà all'altezza della situazione, l'Unione europea quei soldi non ce li darà -, questo piano, come dicono molti, anche oggi Bini Smaghi su la Repubblica, manca di una cosa che lei oggi ha molto invocato, ma che nel suo Governo, nel nostro Governo fino a qualche giorno fa, non c'è, che è la visione strategica, il pensiero, la direzione, l'idea del profilo del Paese tra venti o trent'anni. Non c'è! Quel PNRR è una grande legge di bilancio, signor Presidente, è un elenco di cose, un elenco di progetti ministeriali - alcuni dei quali anche un po' datati - che non danno soluzione ai problemi strutturali di questo Paese: la crescita, la mancata crescita, il gap di occupazione femminile, la questione meridionale. Se non li affrontiamo in questa sede, quando mai lo faremo, signor Presidente? E vogliamo parlare del MES? Lei dice: “Non fa parte del Recovery Plan”, ma è chiaro che se possiamo mettere sulla sanità i soldi del MES quelli che restano liberi li possiamo mettere su qualcos'altro (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Allora le dico, signor Presidente, ripugna alla mia coscienza che noi abbiamo fatto uscire una bozza di piano pandemico, che è andata ai giornali, nella quale si parla di triage, cioè si dice che, in assenza di risorse, noi sceglieremo tra i pazienti quelli che possono avere benefici dalle medicine e quelli che non possono avere beneficio (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
So che è la regola nella medicina, se c'è scarsezza di risorse; ma perché dobbiamo avere scarsezza di risorse se c'è il MES, che sono soldi immediatamente disponibili, che non vengono tra qualche trimestre, sono già lì? Questo non si è fatto, e la spiegazione è sempre ideologica: perché facciamo brutta figura a prendere il MES. Ma questo non è altro che un cascame di quell'antieuropeismo che emerge nel Movimento 5 Stelle come un fiume carsico e che, per esempio, io vedo anche nella famosa vicenda del CETA, un Accordo commerciale con il quale nell'ultimo anno, nel 2019, abbiamo guadagnato mezzo miliardo di esportazioni che non riusciamo a ratificare perché quell'antieuropeismo strisciante c'è ancora (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Allora, Presidente, non c'è irresponsabilità in quello che abbiamo fatto, quello che noi abbiamo chiesto è che l'Italia avesse un Governo migliore, cioè che quella nave in quella tempesta fosse guidata da un Governo migliore, e questo non gliel'abbiamo mica chiesto solo noi. Io ho sentito anche l'onorevole Bordo adesso chiedere un'accelerazione e un cambio di passo, l'abbiamo sentito dal segretario Zingaretti. Ma lei, come il Conte zio manzoniano, è sempre per il troncare, per il sopire. Oggi ci ha fatto un altro elenco di cose da fare, sempre mai raccontandoci come e quando le farà, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Questo è il punto! Noi le abbiamo chiesto un Governo migliore e lei subito ha cominciato a lavorare per un Governo peggiore (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva): lei si è messo a lavorare per un'altra maggioranza. È un Governo peggiore quello con una possibile altra maggioranza, perché sarà più povero aritmeticamente - non avendo i numeri, evidentemente potrà fare meno cose - ma sarà anche più povero politicamente, signor Presidente, perché sa che cosa succederà? Che mancherà quel motorino riformista che siamo stati noi, mi consenta di ricordarglielo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Oggi ho sentito che lei parlava della Cina, ancora una volta. Ecco, io sono arrivato in un Governo nel quale noi eravamo quelli che andavano a trovare i gilet gialli, noi eravamo quelli che avevano esponenti del precedente Governo e dell'attuale Governo che sono andati al congresso di Russia Unita o sono andati a trovare Maduro fino in Venezuela, siamo quelli che hanno firmato lo sciagurato Accordo (MOU) con la Cina e oggi invece siamo un Governo filo-europeista, filo-atlantico. Evviva! È stato anche grazie al contributo di Italia Viva! Molte altre cose si sono fatte. Oggi lei parlava dell'assegno unico: io voglio ringraziare la Ministra Bonetti per il lavoro che ha fatto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), voglio ringraziare la Ministra Bellanova per il lavoro che ha fatto. Allora, quello che noi stiamo chiedendo, ripeto, è un Governo migliore per il Paese, e a quel Governo migliore siamo disponibili a lavorare, perché - tutto il contrario dell'irresponsabilità - perché pensiamo… Io vedo che oggi lei, finalmente si decide ad annunciare la cessione della delega sull'intelligence; ma abbiamo dovuto dimetterci noi per sentirglielo dire, perché lei, il 30 dicembre, lo aveva escluso (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)! Allora, ripeto, con lei c'è sempre questo troncare, sopire, domani facciamo una task force, facciamo un incontro e un vertice… ma le cose non succedono mai. E, in questo momento così importante, le cose devono succedere subito, signor Presidente. Non si può traccheggiare, non è l'epoca del piccolo cabotaggio, non è l'epoca del rimandare, e questo è stato il tratto del suo Governo, dello stile della sua azione di governo. Questo è il problema e questo noi abbiamo voluto porre sul tavolo e lo facciamo con fermezza. Allora, le dico questo: se c'è da creare un Governo migliore, noi non abbiamo nessuna pregiudiziale sui nomi - abbiamo accettato che il capo di questo Governo fosse uno che aveva governato con la Lega fino al giorno prima, figuriamoci se oggi mettiamo un veto su di lei - ma le chiediamo di fare quello che tutta l'Italia le chiede, cioè di muoversi, di darci delle risposte, di darci una visione e una direzione, una strategia. Se questo c'è, noi ci siamo. Perché guardi, io ho rinunciato al mio incarico per mantenere le mie idee. Se, invece, il progetto è di lasciare le proprie idee per mantenere il proprio incarico, evidentemente noi non ci saremo (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). E questo sa perché? Perché quando si va a governare - glielo dice uno che il suo incarico l'ha lasciato - si fa un patto con i cittadini di oggi, con i figli dei cittadini di oggi e con i loro figli, e se noi non avremo un Governo capace di governare - e, le ripeto, purtroppo l'evidenza ci dice che questo è un Governo dei tempi ordinari, non è un Governo dei tempi straordinari, questo è il limite del suo Governo, signor Presidente -, se ci sarà la possibilità di dare un Governo vero a questo Paese, Italia Viva non mancherà (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Alemanno. Ne ha facoltà.
MARIA SOAVE ALEMANNO (M5S). Grazie, Presidente, Presidente Conte, membri del Governo, colleghe e colleghi, vorrei portare in quest'Aula la voce delle tante donne e dei tanti uomini, che negli ultimi giorni ci hanno voluto comunicare il loro spaesamento. Li preoccupa questa crisi, aperta nel momento forse più duro della pandemia e senza dubbio in una fase cruciale, sia per la lotta al virus sia per le sorti della nostra economia. Sono le voci di chi aspetta un segno di vicinanza in più da parte dello Stato, delle tante persone che hanno perso la loro fonte di sostentamento e sperano di trovare presto nuove opportunità di lavoro: commercianti che non vedono l'ora di rialzare la saracinesca, imprese che ci chiedono di fornire loro strumenti che gli consentano di ripartire il prima possibile. Sono le voci e gli stessi volti che hanno accettato, in questi undici lunghi mesi, di ridisegnare le geografie dei propri spostamenti, di ridefinire i confini delle attività loro consentite, di rinunciare a stare con le persone care per scongiurare il contagio. Tutto questo mentre medici e personale sanitario davano, e danno ancora, il massimo per salvare vite umane. Il grande senso di responsabilità e la solidarietà messe in campo dai nostri cittadini spingono anche noi, che abbiamo l'onore di servire il Paese, a fare tutto il possibile, mettendo a disposizione maturità, fermezza e capacità di visione, perché, Presidente, di fronte alla peggiore emergenza che l'Italia si trova ad affrontare da settant'anni a questa parte, è necessario sì essere veloci ed efficienti ed efficaci nel dare supporto e sollievo ai nostri concittadini, ma serve soprattutto tenere ben saldo il timone dei valori costituzionali e servire, su queste basi l'idea di futuro che vogliamo perseguire.
Spiace dirlo, ma il venir meno della maturità e del senso di responsabilità di alcuni esponenti politici che siedono in Parlamento, rischia di compromettere la costruzione di questa visione. È più che comprensibile, allora, l'indignazione di tanti cittadini davanti all'apertura di una crisi, questa sì incomprensibile, per i tempi in cui è avvenuta e per i modi in cui si è sviluppata. Io credo, signor Presidente, che gli italiani, in questo momento, vorrebbero vedere un Parlamento e un Governo al lavoro su mille dossier che hanno una ripercussione immediata sulle loro vite, impegnati a garantire i necessari ristori alle attività più colpite, a progettare la ripartenza della nostra economia. Oggi, in quest'Aula e anche fuori da qui, la grande attenzione dei media e di tutti noi doveva avere ad oggetto tutt'altra crisi e tutt'altri temi.
Grazie al Presidente Conte - e su questo il consenso è unanime nel Paese - possiamo contare su 209 miliardi dei fondi del Piano Next Generation EU da investire per uscire dal pantano in cui la pandemia ci ha gettato: di questo dovremmo discutere, giorno e notte, di come risollevare le sorti della nostra sanità, degli investimenti per l'istruzione e la ricerca, di come rendere la transizione ecologica e quella digitale un'opportunità di rilancio economico e occupazionale. Abbiamo un Presidente del Consiglio che, lavorando sodo su tutti i fronti, ha conquistato la fiducia degli italiani. Sentiamo di doverlo ringraziare, oggi, per come ha accompagnato il Paese durante i mesi difficili del lockdown generalizzato, per la credibilità che ha restituito all'Italia sui tavoli internazionali, per aver convinto l'Europa ad avviare quel processo di rinnovamento che per anni il MoVimento 5 Stelle ha auspicato. Ecco spiegato perché Giuseppe Conte è stato, è e sarà il perno su cui ruota la maggioranza di Governo sorretta dal MoVimento 5 Stelle. Con il suo fondamentale contributo, abbiamo reso concrete tante istanze degli italiani, proteggendo i più deboli e sostenendo le imprese, puntando sulla sostenibilità ambientale e, al tempo stesso, sulla nascita di nuovi posti di lavoro. Voglio soffermarmi in particolare sul lavoro fatto per la parità di genere, la decontribuzione al 100 per cento per chi assume donne, il Fondo a sostegno delle imprese femminili, il rinnovo dell'assegno di natalità e il Fondo degli asili nido, per dirne alcuni; misure essenziali, se pensiamo che il 56 per cento dei lavori persi nel 2020 apparteneva alle donne. Le cose fatte in questi anni per cambiare in meglio l'Italia sono tante, ma siamo consapevoli che altrettante se ne dovranno fare.
Vede, signor Presidente, sono pugliese, provengo da una terra che, come tutto il Sud, ha urgente bisogno di colmare il divario che la separa dal resto del Paese. Il Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta forse l'ultimo treno possibile per il nostro Mezzogiorno: tutta la nostra attenzione, d'ora in poi, non può che essere concentrata sulle capacità di usare al meglio quei fondi. Per farlo, serve una guida sicura come quella che fin qui ha assicurato il Presidente Conte. Non dobbiamo perdere la connessione con la realtà, non dobbiamo farci distrarre da polemiche sterili. Fuori da quest'Aula, ci sono milioni di persone che stringono i denti, che tengono duro in attesa di tempi migliori.
Qui dentro, invece, non ci è consentito attendere oltre: abbiamo l'obbligo morale, davanti ai sacrifici e al senso di responsabilità mostrato dai nostri concittadini, di rinnovare immediatamente coesione e collaborazione, per costruire un'Italia giusta, prospera e solidale. È questo è il momento di farlo, non ne avremo altri nel prossimo futuro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.
STEFANIA PRESTIGIACOMO (FI). Grazie Presidente, Presidente del Consiglio, Governo, colleghi, è davvero lontano dalla buona politica, o forse solo dalla politica tout-court, quello che sta accadendo in questi giorni, quello di cui stiamo discutendo in quest'Aula. La settimana scorsa, una forza politica numericamente essenziale per la maggioranza ha ritirato la sua delegazione di Ministri. Nel nostro sistema istituzionale, secondo la nostra Costituzione, questa situazione si chiama concretamente crisi di Governo: il Presidente del Consiglio, senza più una maggioranza, si reca al Quirinale e rimette il mandato nelle mani del Presidente della Repubblica. E invece, nel governo dei più stentorei difensori della legalità costituzionale, i colleghi del PD, nel Governo di chi avrebbe dovuto aprire questo Parlamento come una scatoletta - e lo ha fatto, ma per imbullonarsi alle poltrone e per rinchiudercisi dentro - come i colleghi dei Cinque Stelle, in questo Governo che cosa accade? Niente, niente di tutto ciò che prevede la prassi istituzionale. Lei, Presidente Conte, ricorda il protagonista di “Vengo anch'io”, di Jannacci: si è rintanato nel suo palazzo, a piazza Colonna ed è rimasto per giorni rinchiuso lì, per vedere di nascosto l'effetto che fa. Leggiamo della ricerca dei responsabili, cioè di quella pratica che voi, in altri tempi, avete chiamato mercato delle vacche (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), compravendita dei voltagabbana, che in altri tempi avete denunciato all'opinione pubblica e alla procura della Repubblica come massima degenerazione della politica. Se non ricordo male, fra le parole d'ordine proposte dai 5 Stelle, non c'era il vincolo di mandato? Adesso questa parola d'ordine, come tutte le altre, andate smarrite tra grisaglie e auto blu, non vale più? I responsabili in questo Governo proprio non ci sono, se ci fossero non si sarebbe aperta una crisi al buio, in un momento così difficile per il Paese. Il Presidente Berlusconi, in questo ultimo anno di pandemia, ha dato, lui sì, prova di responsabilità, schierando subito Forza Italia a favore degli scostamenti di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) per consentire i ristori - troppo pochi e troppo lenti - alle categorie danneggiate dai lockdown di diversi colori. Il Presidente Berlusconi sempre ha dato prova di senso dello Stato, anche nel recepire gli appelli del Presidente Mattarella all'unità, alla responsabilità, in questa delicata situazione del Paese. Non siamo stati ascoltati, Presidente Conte, quasi mai dalla sua sorda maggioranza autoreferenziale, alla fine uccisa da chi l'aveva fatta nascere, Italia Viva, che comprensibilmente ora ha paura delle urne, dati i numeri dei sondaggi, ma dubito che dopo questo showdown otterranno qualche voto in più. Irresponsabili loro, irresponsabili però anche quelli che, dopo avere buttato nella pattumiera tutte le loro promesse elettorali, si sono attaccati solo al no al MES, di cui invece l'Italia avrebbe un grandissimo bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Irresponsabili loro, ma certamente anche chi intendeva gestire il Recovery Fund con una propria Spectre di tecnocrati, al di là del Governo, al di là del Parlamento e forse anche al di là del bene e del male. Questi fondi europei, su cui apparentemente litigate, al punto da far cadere il Governo, credete di poterli decidere e gestire da soli? Credete di poter fare passare un programma in cui praticamente il Mezzogiorno, di cui lei non ha parlato neanche per un secondo, oggi, in quest'Aula, cioè la parte del Paese che più avrebbe bisogno di sostegno e di rilancio anche per far ripartire il Nord, praticamente non esiste? Potete giocare, colleghi di Italia Viva, con le parole quanto volete, ma anche questa seconda versione del Recovery Plan appare deludente. Questo Piano deve servire per creare le condizioni per il rilancio del Paese, renderlo competitivo nel lungo periodo, con riforme, progetti concreti di investimenti che ancora stentiamo a vedere. Le ingenti risorse a disposizione - 223 miliardi, mai visti negli ultimi anni - rappresentano un'occasione unica per affrontare gli storici problemi di crescita economica del nostro Paese. Non basta indicare i settori sui quali riversare le risorse europee per il successo del Piano: è importante, è cruciale come si spendono questi miliardi. Qualcuno dà, forse, per scontato l'arrivo di questi fondi, ma senza progetti qualificati, tempi di realizzazione certi, capacità di documentare lo stato di avanzamento dei lavori, l'ottenimento delle risorse rimarrà una pia illusione.
Noi oggi avremmo voluto, Presidente, confrontarci con lei e la sua maggioranza anche sullo scostamento di bilancio, sul “decreto Ristori”, analizzare le vostre politiche, dimostrandovi che le risposte che avete dato in questi mesi, alla crisi sono state in larga parte deficitarie, ma non stiamo qui a parlare di questo, non stiamo a discutere di come dovremmo mettere in campo le migliori strategie sanitarie, socio-economiche, per affrontare pandemia e lockdown che hanno travolto famiglie e imprese. Signor Presidente, nel primo semestre del 2020, i redditi privati hanno registrato una contrazione, la più forte degli ultimi vent'anni, soltanto contrastata in minima parte delle misure messe in campo, mentre il valore aggiunto delle imprese è diminuito del 15 per cento rispetto all'anno precedente, cioè al 2019: praticamente, il doppio rispetto a quanto registrato durante la crisi gravissima del 2009.
Ieri, in applicazione al nuovo DPCM e alle nuove ordinanze del Ministro Speranza, sono entrate in vigore le nuove disposizioni contro il COVID. Gli italiani si sono trovati di fronte a un nuovo cambio di regole, di divieti, di prescrizioni, un ennesimo colpo a diverse categorie, a cominciare dall'industria della neve, l'ennesimo tsunami per un settore, quello turistico-ricettivo, che vive da un anno una situazione drammatica che rischia di tramutarsi in una vera catastrofe. Il Paese è in agonia, ma noi non siamo qui a parlare della crisi delle famiglie e delle imprese, non abbiamo atteso giorni che arrivasse questo dibattito per parlare degli interessi del Paese: no, noi siamo qui, sospesi, in attesa che una ventina di senatori decidano di diventare responsabili e quando farlo, se prima o dopo una salita al Quirinale, se per questo Governo o per un Governo in cui ci siano più posti a disposizione. Siamo qui ad aspettare se i voltagabbana da maggioranza semplice li troverete o da maggioranza assoluta, con un Paese lontanissimo da voi, dalle vostre manovre bizantine, per restare al potere, costi quel che costi ovviamente agli italiani. Cosa state promettendo agli aspiranti responsabili, che, in realtà, aspirano forse a un posto, a uno strapuntino di Governo, magari a una ricandidatura sicura? Oggi vi mancano sedici voti, dopo le urne ve ne mancheranno 160, con la riduzione che avete fatto del taglio dei parlamentari. Cosa pensate di promettere in cambio? Ecco, sono giornate molto tristi queste, Presidente, per il Paese, non tanto per il “vengo anch'io” che avete messo in scena, ma perché abbiamo un Paese con le imprese che falliscono, con le RSA dove si muore per COVID e non solo, con le scuole aperte a macchia di leopardo.
Ecco, Presidente, noi oggi confermiamo con forza e convinzione, senza defezioni, il nostro “no” a questo Governo e al Frankenstein che, eventualmente, lei, Presidente, potrebbe guidare superando ogni record, riuscendo ad essere il Premier di un Governo prima con la destra, poi con la sinistra e, poi, con gli estremisti di centro molto, molto responsabili.
E la preghiamo, Presidente, di non evocare più europeismo - concludo - e liberismo, impegni e culture che sono lontanissimi dal pantheon del partito a cui lei fa riferimento, al MoVimento 5 Stelle. Non si può andare a Palazzo Chigi sulle spalle di chi voleva rottamare la storia e la cultura di chi l'Europa l'ha fatta, quindi, oggi, cortesemente, eviti questa piroetta ed eviti di fare irricevibili appelli agli europeisti. Noi riconfermiamo la nostra disponibilità a soluzioni istituzionali, ma, forse, dinanzi alla vostra protervia, al vostro ansimante attaccamento alle poltrone, probabilmente il voto sarebbe il modo più lineare e democratico per restituire un Governo vero al Paese e, soprattutto, per restituire un po' di dignità alla politica (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI (LEU). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, signori e signore del Governo, si è molto discusso in questi giorni del carattere di questa crisi; ci si è molto concentrati perfino sugli aspetti caratteriali dei protagonisti e delle protagoniste di questa crisi. Si è molto discusso dell'irresponsabilità, della non maturità di chi ha aperto e, a freddo, ha alimentato questa crisi. Tuttavia, signor Presidente del Consiglio, colleghi e colleghe, io vorrei che ci concentrassimo di più sulla politica, perché l'irresponsabilità è cosa importante - io ho molto rispetto per il collega Scalfarotto, per le Ministre Bellanova e Bonetti e sono sicuro che ci voglia molta fatica ad abbandonare un ruolo di Governo - ma temo, però, ce ne voglia di più, per milioni di italiani e di italiane, di coraggio ad affrontare le conseguenze che questa drammatica crisi sanitaria produce sulla loro vita materiale giorno dopo giorno.
E, dunque, qui c'è il punto: la politica. Perché questa crisi si è aperta? In molti dicono che nessuno lo ha capito perché, in effetti, se guardiamo alla sua traiettoria, al dibattito sul Recovery Plan, scopriamo che, nel merito, è difficile davvero rintracciarne la ragione, e non tanto in termini di alterità, di un'articolazione o di un elemento di dibattito. Si figuri, lo dico io che sono quello che, come ha ricordato Zerocalcare nel bel fumetto di fine anno, ha fatto quella cosa che accade una volta ogni 524 anni per una strana congiuntura astrale: ho proposto la patrimoniale e - glielo dico qui - tornerò proporla, perché penso che il nodo della ridistribuzione della ricchezza abbia molto a che fare con il mondo che abbiamo alle spalle e con quello che dobbiamo costruire nuovo per il futuro. Tuttavia, il punto è che sui contenuti di quel dibattito lì è davvero difficile rintracciare gli elementi di quella rottura. Ad un certo punto abbiamo scoperto che uno di questi elementi era - pensate un po' -, in nome del futuro, il ponte sullo Stretto di Messina; poi abbiamo scoperto che l'altro punto era il MES, una questione che non solo non c'entrava nulla con quel dibattito lì, ma che - lo sanno perfino i muri della Camera e del Senato, in questo Parlamento qui - qualunque sia l'acrobazia che qualcuno può immaginare sul piano delle coalizioni di Governo, la maggioranza non ce l'ha. Allora, se tu fai così, dimostri che l'obiettivo è un altro, è un obiettivo, come si direbbe, tutto politico, ma la politica è importante. Lo ha detto il collega Fassina e io sono d'accordo con lui: quell'obiettivo aveva al centro lei, perché lei oggi è il punto di sintesi di un'alleanza che è la condizione non solo per fare delle cose, anche delle cose molto buone. Certo, di errori ne sono stati fatti tanti; non andava tutto bene prima e lei ha fatto bene qui, oggi, in quest'Aula, a riconoscere che su molte questioni si sarebbe potuto fare meglio e di più. Ciò avviene sempre, figuratevi se non succede in un tempo così drammatico come quello che stiamo affrontando, ma il punto è che questa coalizione è la condizione di possibilità per tenere aperto uno spazio, per rendere praticabile la costruzione di una sperimentazione più avanzata. Alcune cose si sono fatte, perché a me hanno insegnato che in politica ci sono perfino delle cose semplici. Di fronte alla crisi può accadere che qualcuno ascolti chi, quando c'è una crisi, ha sempre la stessa ricetta: “Tutti i soldi a me e tutti i sacrifici a voi”. C'è chi dice: “Date tutti i soldi alle imprese e i lavoratori lasciateli là”, oppure si può decidere di fare come ha fatto questo Governo, cioè di istituire il blocco dei licenziamenti, di prorogarlo e poi di prorogarlo ancora. Potremmo perfino discutere, anche se sembra impossibile, del fatto che, magari in prospettiva, per affrontare la fine, che prima o poi avverrà, di quel blocco e la necessità di riorganizzare il modo in cui il lavoro oggi organizza i suoi rapporti, la discussione sulla riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario possa entrare dentro il dibattito di una maggioranza, perfino nella sua instabilità, un'instabilità non nei numeri ma che verrebbe da definire quasi identitaria. Il rapporto tra queste forze così diverse tra loro è anche la condizione per poter fare in modo che quelle forze insieme provino a cercare nuove strade, perché di nuove strade abbiamo bisogno. Non ce la caviamo immaginando di riprodurre, ciascun per sé, le proprie ricette come verità assolute.
Concludo, signor Presidente. Avrà la nostra fiducia; la nostra fiducia non perché va tutto bene, la nostra fiducia non perché da questi banchi ci sarà sempre assenso su tutto quello che verrà fatto e proposto. Avrà la nostra fiducia perché in questi banchi troverà chi con determinazione continuerà a lavorare in modo costruttivo nell'interesse della maggioranza degli italiani e delle italiane; quella maggioranza che continua a subire le conseguenze di una diseguaglianza insopportabile, quella maggioranza che oggi sente il bisogno di ricostruire con più forza un servizio sanitario pubblico e universale. Infatti, lo dico a chi ha giocato con il numero dei morti per alimentare lo scontro con questo Governo: quel numero di morti fa i conti, purtroppo, anche con le scelte sbagliate che per molti anni hanno contraddistinto una certa idea del governo della sanità nel territorio, quella che immaginava che la sanità fosse un pezzo di mercato da privatizzare e che la sanità territoriale fosse un peso di cui liberarsi.
Oggi abbiamo, purtroppo anche in questa condizione e per quello che è capitato, la possibilità di far fare un salto in avanti al Paese. Cerchiamo di non sprecare questa occasione, cerchiamo con coraggio di guardare al futuro, con determinazione, di dare continuità a questo Governo nell'interesse della maggioranza e dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI (FDI). Grazie, Presidente. Signor Capo del Governo, colleghi deputati, in questo ragionamento non posso non partire da ciò che avvenne nelle elezioni politiche - le ultime celebrate - del 2018, perché penso che valga la pena per tutti rammentare ciò che accadde. Accadde, innanzitutto, che il centrodestra vinse le elezioni, totalizzando il 37 per cento dei consensi, con un distacco del 5 per cento sul MoVimento 5 Stelle e del 15 sul Partito Democratico. Parliamo, in buona sostanza, di milioni di voti: 7 milioni e mezzo di voti che ballavano tra chi era arrivato primo e chi non aveva avuto la facoltà e la capacità di vincere le elezioni. Ma il premio di maggioranza dal Partito Democratico, allora capitanato dall'attuale senatore Matteo Renzi, fu abolito; esattamente quel premio di maggioranza che consentì al centrosinistra di governare nel quinquennio di Gentiloni, Renzi e Letta.
In virtù dell'assenza di premio di maggioranza, il centrodestra non aveva i numeri per, in buona sostanza, varare un suo Governo autonomo e indipendente, e il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, nel giro di consultazioni a cui partecipammo non ritenne di dover dare a una personalità indicata dal centrodestra neppure un mandato esplorativo. Cioè, traducendo e attualizzando, il Presidente della Repubblica non ritenne che fosse possibile perseguire la strada di dare un incarico a una personalità del centrodestra (non necessariamente il segretario del partito che all'interno del centrodestra, dopo le elezioni 2018, aveva raggiunto il massimo dei consensi possibili, ma neanche a una personalità terza) per dire a questa personalità terza “fai un giro di consultazioni con i partiti, guarda, vedi e constata se esiste un gruppo di responsabili, per esempio, che si metta insieme, che vari e fondi un gruppo parlamentare e che possa consentire a chi ha vinto le elezioni - al centrodestra - di governare per cinque anni”.
Non è stato possibile nel 2018! Penso che, per la proprietà transitiva, essendo rimasto in carica il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, a cui va il nostro devoto ringraziamento per il suo lavoro, ed essendo presente la medesima legislatura del 2018, questa circostanza, perché la legge vale per tutti, non andava bene, cioè quella di andare a reperire i voti in Parlamento nel 2018, e, quindi, non può essere tollerata nel 2021 (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). La legge è uguale per tutti! Però vorrei anche precisare che questa tecnica, quella di non consentire a chi vince le elezioni di governare e di sbatterlo all'opposizione, non è che abbia fatto crescere i consensi al centrosinistra; quindi, forse un po' di autocritica dovrebbe anche levarsi dall'altra parte dell'emiciclo. Noi nel 2018 ottenemmo il 37 per cento dei consensi, alle europee del 2019 arrivammo al 49,5 per cento, nei sondaggi attuali ancora oscilliamo, facendo una media ponderata, tra il 47 e il 51 per cento, a seconda degli istituti demoscopici. Quindi, la vostra tecnica di governare a dispetto dei santi e soprattutto a dispetto del popolo italiano e delle sue indicazioni non paga, non paga. Ed è inutile che voi cerchiate di accreditare la regola secondo la quale non è possibile andare al voto perché c'è una pandemia. Anche questa balla va sbugiardata, perché noi abbiamo già votato in diverse regioni a settembre qui, in Italia; anche chi sta messo peggio di noi con la curva del contagio ha già votato, e mi riferisco alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti d'America; inoltre, sempre in Italia, in primavera si voterà e dieci milioni di persone si recheranno alle urne nei principali capoluoghi di regione, parliamo di Roma, Milano, Napoli, Torino, Bologna e altri capoluoghi di provincia; a breve si voterà poi in Olanda, nell'Unione europea, e si voterà in Germania a settembre, voteranno, quindi, decine di Stati. Nessuno ha deciso di rendere la democrazia incompatibile con la pandemia se non voi che avete il terrore di andare alle urne perché sapete che verrete spazzati letteralmente via, anche per il combinato disposto dell'assenza di consenso elettorale con il taglio dei parlamentari; ed è forse questa la ragione per la quale si sta tentando di attivare quella che viene definita “campagna acquisti”, come se si fosse nel calciomercato, soprattutto verso il Senato della Repubblica. Noi riteniamo che, a maggior ragione in una fase critica di tipo sanitario e di tipo economico come quella che stiamo attraversando e sta attraversando il nostro popolo, che ha messo in ginocchio e sta distruggendo letteralmente tutto il nostro tessuto socio-economico, tutta la nostra maglia, la nostra rete produttiva, ci sia una sola risposta che si possa dare. È una risposta di buonsenso, è una risposta che sta nella pancia della democrazia stessa. Si può essere tifosi della democrazia diretta, mi sembrava che il MoVimento 5 Stelle parteggiasse per questa soluzione fino al punto da far decidere…
PRESIDENTE. Deve concludere.
FABIO RAMPELLI (FDI). …con la piattaforma Rousseau i propri aderenti. Esiste la democrazia parlamentare, che voi esibite e impugnate ogni giorno. La democrazia parlamentare in questo momento non vi dà i numeri, non ci sono i numeri, ma c'è anche la democrazia della decenza. Concludo, se una Nazione e un popolo si trovano in uno stato di necessità e di difficoltà, hanno bisogno di un Governo forte, che abbia una maggioranza autorevole, che abbia un programma lineare e condiviso, e che porti con sé, proprio perché è il precetto democratico che lo stabilisce e lo sancisce, il consenso popolare. La forza nei momenti di difficoltà in democrazia la dà il popolo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! È per questo che noi ci auguriamo che questo scivolone porti esattamente alle elezioni anticipate, perché da una tragedia può nascere una riscossa, da una tragedia una rinascita (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritta a parlare la deputata Pollastrini. Ne ha facoltà.
BARBARA POLLASTRINI (PD). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, in questo passaggio il Parlamento, comunque la si pensi, ha il dovere di una solennità, e di questi tempi la solennità credo che non possa essere se non quella di una condivisione umana, innanzitutto, con i sentimenti e con i bisogni del nostro Paese. Lei lo diceva, signor Presidente: fuori da quest'Aula c'è una società smarrita, che vive insieme angoscia e speranza, che mescola dolore a paure, che sia l'attesa di un vaccino, di un lavoro, di un reddito sicuro, della scuola che riparte, o che sia - e non è meno importante, dal mio punto di vista - il senso di una promessa per il dopo. Stamane, Ezio Mauro citando l'Ecclesiaste, ricorda come vi sia un tempo per demolire e un tempo per costruire. Noi non abbiamo dubbi, l'ha detto meglio di me il collega Bordo, complicato che sia, perché lo è, difficile che sia, e anche questo è vero, degno o meno che ognuno di noi sia di questa cosa. Questo per noi è il tempo dove a prevalere è l'etica della costruzione. Lo fece un'altra generazione, in modo più solenne e forse più autorevole, anzi sicuramente più autorevole della nostra, quella venuta dal dopoguerra e dal fascismo; lo poteva fare, perché aveva riscattato un intero Paese, e nessuno può dimenticarsene, ma così, in qualche modo, deve essere ora: restituire una speranza ai più giovani, una restituzione in termini di potere, di senso di possibilità di una vita autonoma, libera dai ricatti e, lo voglio dire, dalle passioni tristi, che, se non c'è una speranza, possono cogliere. Tutto quindi possiamo permetterci, tranne lo spreco e non afferrare ogni appiglio che spinga dalla società a reagire. E, come ha detto lei, Presidente, una forza della maggioranza, invece, ha operato uno strappo, che in queste circostanze ci è parso molto grave, lo dico sinceramente e con qualche dispiacere, ci è parso, lo ripeto, davvero molto grave. Lei, oggi, qui, è venuto a esporci un programma e su questo chiede la fiducia al Parlamento. Da noi, con la lealtà di questi mesi, questa fiducia le verrà rinnovata. E lo stesso, io ne sono certa, guardi, domani avverrà in Senato. Ma il problema che abbiamo dinanzi non sono soprattutto i numeri, o non solamente i numeri, dipende dal punto di vista, il tema è quale visione, quale ambizione culturale e morale è in grado di sorreggere l'impresa dei prossimi mesi e anni: costruire, nella concretezza delle scelte, un nuovo orgoglio - ecco, lo chiamo così - dell'Italia, dopo la stagione più drammatica della storia recente. E allora, signor Presidente, lei ci avrà dalla sua parte, ma cambi ciò che è giusto cambiare, rafforzi - se lo ritiene - politicamente questo Governo, consolidi - come ha detto qui - il dialogo e la collaborazione con quanto di buono è cresciuto anche in questi mesi nella società: il mondo del lavoro e dell'impresa, i sindacati, le forze economiche più consapevoli, l'associazionismo e quell'Italia straordinaria, che si mobilita dal basso con atti di solidarietà e di esempio. Si rivolga di più ai sindaci migliori, da mesi in prima linea, agli amministratori intelligenti, al civismo presente in qualche forma al Nord, nella mia città, e nel Sud, perché noi abbiamo un compito grande innanzi a noi; abbiamo il compito di contrastare, con quel programma, mafie, camorre, ricatti e tutto ciò che si sta insinuando nelle disperazioni sociali. E allora, lei diceva - e io condivido -, ogni politica, qualunque esercizio del potere, non si illuda nessuno, non basta mai per chi è nel campo progressista, democratico, della sinistra, se non c'è un'anima e, quindi, se non c'è un corpo sociale a cui ci si rivolge per avere quell'anima.
E noi, credo, qualche cosa l'abbiamo detta, abbiamo cercato di farlo, nel correggere, nel migliorare, in quella grande chance che oggi ci dà l'Europa - l'Europa! - e siamo lì per quello, un'Europa essa stessa da cambiare, e la grande opportunità, insieme, che ci dà la straordinaria vittoria di Biden e della Harris (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ci danno negli Stati Uniti da cogliere, perché per l'Occidente intero noi abbiamo innanzi un mondo nuovo. Allora l'Italia… l'orgoglio, volevo dire, ecco, ecco l'orgoglio: l'Italia vuole esserci da protagonista, e non soltanto per ridurre le diseguaglianze pesanti, ingiuste, perché nulla fa scandalo come la povertà che si sta allargando, ma l'Italia vuole esserci perché insieme sa che i diritti sociali non sono mai disgiungibili dai diritti civili e umani, ovunque nel mondo. L'Italia vuole esserci con l'orgoglio di diventare prima in Europa, non sarà magari prima per altre cose, ma prima nella difesa della dignità: che sia in Bielorussia, che sia per chiedere la verità su Regeni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che sia ovunque non si voglia praticare il dialogo interreligioso.
E che sia l'Italia - so che vi sembro un'utopista di questi tempi - a fare della parola pace - pace e cooperazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! - la grande utopia di questo secolo. Allora muoviamo piccoli passi concreti o grandi passi concreti, ma appunto con un orizzonte che restituisca senso al dolore e ai sacrifici. Non dobbiamo illudere le donne straordinarie di questo Paese, che possono essere la guida di una rivoluzione dolce, la guida di una rivoluzione dolce (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)! Ecco, diamo un senso che possa restituire valore ai sacrifici, alle solitudini, ma anche, devo dire, alla straordinaria voglia di reagire che attraversa l'Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Durigon. Ne ha facoltà.
CLAUDIO DURIGON (LEGA). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, rappresentanti del Governo e colleghi deputati, oggi, nel suo discorso, Presidente, ha confermato tutto il suo trasformismo: da avvocato degli italiani nel “Conte 1”, a “Giuseppi” nel “Conte 2”, a garantista delle lobby in questo nuovo percorso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), questo facendo tramontare la politica di chi nasceva dal Vaffa-day. Ma la cosa più grande è che il suo discorso non ha ringraziato i lavoratori, ma solo chi li rappresenta. Il nodo occupazionale correlato alla pandemia è veramente allarmante e le misure finora messe in campo non saranno sufficienti a schivare il catastrofico scenario che ci si prospetta. Dallo scoppio dell'emergenza epidemiologica, i vostri interventi sono concentrati su misure assistenziali - inadeguate a fronteggiare la crisi economica che attanaglia il Paese quale conseguenza diretta di quella sanitaria - come la proroga del reddito di cittadinanza, o ristori a codici Ateco, dimenticando ogni volta qualche attività e dovendo correre ai ripari con provvedimenti bis, ter, eccetera, e scegliendo la strada del ristoro forfettario, invece del rimborso in senso stretto, per elargire somme di gran lunga inferiori rispetto al reale calo di fatturato per migliaia di attività sospese a causa del lockdown; o ancora, come la Cassa integrazione COVID, decisa di volta in volta per un numero di settimane limitate, nell'ambito di procedure complesse e farraginose, da ritardarne l'erogazione e il riconoscimento con tempi insostenibili per gli aventi diritto; o il blocco dei licenziamenti, che, di fatto, per quanto ragionevole, tutelerà i lavoratori purtroppo rimasti a casa a causa delle chiusure delle attività lavorative; ciò ha serrato ancor di più il circolo vizioso dei datori di lavoro, obbligati alle spese senza la necessaria liquidità. Il quadro Istat della congiuntura economica e della sua correlazione pandemica al mercato del lavoro, ha rimarcato che, malgrado gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti, la sospensione delle attività ha fortemente pregiudicato l'avvio di nuovi rapporti di lavoro, in particolare di quelli a termine e delle loro possibili proroghe o trasformazioni in contratti a tempo indeterminato. Abbiamo un tasso di disoccupazione intorno al 10 per cento ed è destinato a crescere, in mancanza di interventi strutturali sul costo del lavoro, a marzo prossimo; infatti il 31 del mese scadrà il blocco dei licenziamenti senza che sia stata attuata una politica attiva del lavoro, a causa anche dei continui litigi tra il Ministero del Lavoro, tra il Ministro Nunzia Catalfo e il presidente dell'ANPAL Parisi. Le scelte del suo Governo, caro Premier, sul piano occupazionale, sono state vere e proprie misure tampone, tanto per utilizzare un'espressione consona alla situazione: ammortizzatori COVID-19 da un lato e divieto di licenziare dall'altro, decidendo di volta in volta di prorogarle sulla base dell'andamento epidemiologico ed economico, che non possono di certo durare in eterno. Eppure, non vediamo da parte vostra alcuna misura alternativa e strutturale da consegnare alle imprese per un rilancio economico ed occupazionale di medio-lungo periodo, e soprattutto per evitarne il fallimento.
La Lega uno strumento alle imprese lo ha dato, nonostante la vostra resistenza e le diverse difficoltà che ci avete creato. Lo abbiamo fatto con l'ultima legge di bilancio, rifinanziando il contratto di espansione: che, ricordo, la Lega ha voluto introdotto nel nostro ordinamento. Uno strumento che le aziende potranno adottare per riqualificare i loro dipendenti e per avviare i programmi di ricambio generazionale. Ma si poteva fare di più, Presidente, e voi non l'avete fatto.
Non più di una settimana fa la Lega, con un question time in Commissione, interrogava il Governo per sapere quali iniziative stesse approntando per salvaguardare i livelli occupazionali nella fase post pandemica e se fosse intenzionato ad estendere la decontribuzione del Sud al 30 per cento in tutto il territorio nazionale, atteso che solo una riduzione strutturale e consistente del costo del lavoro può salvare centinaia di migliaia di imprese.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
CLAUDIO DURIGON (LEGA). Una risposta ridondante su investimenti nella digitalizzazione e nella green economy da parte di un rappresentante del suo Governo, caro Premier, lascia intendere quanto siate ascoltati dalla realtà.
Non vado a dilungarmi, visto che ho terminato il mio tempo, su quelle che potevano essere queste nostre azioni; però le volevo ricordare la questione di “quota 100”, Presidente. Eliminare o rinnegare questa scelta di flessibilità del mercato del lavoro per questioni ideologiche o, peggio ancora, per pressioni europee è una follia: piuttosto è necessario spiegare all'Europa, quell'Europa che lei oggi ha raccontato mentre cercava di crearsi una sua maggioranza, che nei tempi di guerra nei quali noi siamo è indispensabile avere un mercato del lavoro flessibile, favorendo un ricambio generazionale. Questo perché nell'ultimo anno una spinta tecnologica ha comportano modifiche nell'esigenza di occupazione delle imprese.
Quindi, signor Presidente, le volevo chiedere: perché non avete voluto coinvolgere le opposizioni in questa emergenza sanitaria? Perché avete negato alle categorie il diritto di essere adeguatamente risarcite per le chiusure imposte, invece che offrire loro ristori inesistenti? Perché avete negato agli studenti il diritto alla loro formazione, non mettendo la scuola in sicurezza? Perché non siete intervenuti a garantire più servizio di trasporto pubblico? Perché non ci avete ascoltato sugli ammortizzatori? Perché non ci sono state strategie per il lavoro, fuorché assistenziali e mal distribuite?
PRESIDENTE. La invito nuovamente a concludere.
CLAUDIO DURIGON (LEGA). Allora, Presidente, io le dico francamente: faccia la scelta giusta per gli italiani, si dimetta e lasci il posto ad un Governo serio che potrà dare queste risposte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Silli. Ne ha facoltà.
GIORGIO SILLI (M-NI-USEI-C!-AC). Presidente, “Se qualcuno vuole entrare nelle nostre fila, se vuole accettare il mio modesto programma, se vuole trasformarsi, come posso io respingerlo?” Era Agostino Depretis, Presidente del Consiglio nel 1882. Questo a dimostrare che il trasformismo in Italia è sempre avvenuto, anzi è una cosa squisitamente italiana: il connubio Rattazzi-Cavour, Giolitti, Crispi, fino ad arrivare ai giorni nostri. Il problema è che lo abbiamo sempre chiamato con il proprio nome, con il suo nome, “trasformismo”. Solamente quando il centrodestra ha cercato di salvare il Paese, di salvare un Governo, si è sentito offendere, trattando i cosiddetti responsabili come dei banditi nel vero senso della parola; mentre questa volta, con la spocchia che è tipica di quella sinistra che è convinta di avere la verità in tasca, si additano questi responsabili come costruttori.
Signor Presidente del Consiglio, signor Presidente della Camera, noi, nonostante il rispetto che abbiamo per le istituzioni e per questo Governo in quanto Governo in carica, noi non possiamo chiudere gli occhi di fronte a dei risultati veramente mediocri da un punto di vista di politica economica.
Il Paese ha sicuramente dei grandi problemi e l'indirizzo politico delle forze di maggioranza che è stato impresso a questo Governo non può assolutamente trovarci d'accordo. È per questo che, nonostante io non interverrò in dichiarazione di voto, dichiaro che la componente Cambiamo! voterà contro la fiducia a questo Governo.
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Provenza. Ne ha facoltà.
NICOLA PROVENZA (M5S). Presidente, Presidente Conte…
PRESIDENTE. Deputato Provenza, può cambiare microfono? Perché vedo che c'è un guasto tecnico. Perfetto.
NICOLA PROVENZA (M5S). Grazie, Presidente. Mi rivolgevo al Presidente Conte perché stiamo attraversando un periodo storico complicato, insidioso, per certi versi indecifrabile, ma anche denso di messaggi che dobbiamo avere l'umiltà e la consapevolezza di saper leggere. Un periodo unico nella storia della nostra Repubblica, che nessuno di noi potrà mai dimenticare: per le vite perse, per le sofferenze patite, ma anche per il forte disagio, lo smarrimento che le nostre comunità continuano a vivere.
Proprio per questo, tutto ci saremmo aspettati tranne che ragionare oggi su una crisi di Governo che, strumentalmente, prova a mettere in discussione il lavoro di questo Esecutivo. Di fronte a chi fugge dalle proprie responsabilità o vuole smarcarsi dal peso delle scelte difficili, talvolta anche per cinico calcolo elettorale o esclusivamente per logiche di consenso, noi vogliamo contrapporre la voglia di lavorare per cercare le migliori soluzioni possibili; anche per correggere la rotta, ove necessario, nella ricerca di soluzioni che riescano a contemperare il sacrosanto diritto alla salute con le legittime esigenze di ogni cittadino. Tutto ciò dopo aver impiegato tempo, raziocinio, capacità di mediazione per ottenere risorse, per far ripartire l'Italia e rilanciarla definitivamente.
Questo Governo non si è risparmiato, come non si è risparmiato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, lavorando giorno e notte, non perdendo mai la lucidità anche di fronte a provocazioni di vario genere o a polemiche becere, restituendo finalmente all'Italia orgoglio e autorevolezza. Noi, in quest'Aula, abbiamo invocato serietà e senso delle istituzioni, proprio noi, quelli dipinti come demagoghi, populisti: perché lo abbiamo fatto? Perché siamo consapevoli che si gioca una partita che tiene dentro anche la credibilità di un'intera classe politica. Abbiamo la necessità di ripensare il futuro con un ragionamento allargato ed una nuova filosofia europeista, che comprenda tanti temi, dalla salute alle infrastrutture strategiche, dalla scuola al lavoro.
Andare nella direzione delle riforme strutturali significa anche ampliare una base di condivisione politica a chi si riconosca in un modello europeista, che migliori ulteriormente l'espressione politica anche rispetto alle formazioni che compongono l'attuale maggioranza. Diciamolo chiaramente: la vicenda pandemica ha determinato una frattura con il passato, spazzando via il modello preesistente, indicandoci che per uscire dalla crisi bisogna abbandonare quel modello di sviluppo che in fondo ha contribuito a crearla. Vogliamo costruire insieme un modello di sviluppo diverso, basato sul progresso, sulla sostenibilità ambientale, sull'inclusione sociale.
Il Paese oggi ci chiede di andare avanti, di non perdere tempo, di non lasciarsi distrarre e quest'Aula oggi deve avvertire il dovere di scrivere una pagina storica, nella quale prevalga l'ascolto dei nostri concittadini e delle loro legittime istanze, per restituire credibilità alle istituzioni.
In questa dinamica, la figura del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte rappresenta una garanzia di ascolto e di sintesi che può andare anche oltre il perimetro dell'attuale maggioranza, considerata la capacità di mediazione e i risultati ottenuti anche in campo europeo. Allora, bisogna decidere, in questo passaggio storico, se schierarsi con chi vorrebbe ripristinare le logiche del passato che hanno prodotto e incrementato diseguaglianze, il disagio, lo smarrimento sociale, oppure scegliere di sostenere chi, con coerenza e tenacia, vuole continuare a lavorare nell'esclusivo interesse del Paese. Io sono convinto che, al di là dei colori politici e delle storie personali, tante colleghe e tanti colleghi deputati oggi abbiano la convinzione, nella mente e nel cuore, che non ci si può fermare, perché bisogna subito catapultarsi in un impegno massimale sul tema dei vaccini, dei ristori, del Recovery Plan, evitando il rischio che il Paese si fermi per colpa di pochi. È il momento della politica alta, che si ponga obiettivi ambiziosi, che sappia dare l'esempio al nostro Paese, all'Europa, al mondo, che tenga al centro la salute, con un modello di sanità, di promozione della salute che sia propedeutico a tutti gli altri sviluppi. Per questo, Presidente Conte, nella certezza che confermare la guida di questo Governo nelle sue mani sia un investimento di credibilità, di affidabilità, di sintesi politica, come MoVimento 5 Stelle noi oggi le ribadiamo il nostro sostegno nella maniera più convinta e incondizionata possibile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bignami. Ne ha facoltà.
GALEAZZO BIGNAMI (FDI). Grazie, Presidente. Gli interventi che mi hanno preceduto mi consentono di concentrare l'attenzione su alcuni aspetti inerenti alla gestione sanitaria della pandemia che il suo Governo ha affrontato. Era circa un anno addietro - la fine di gennaio del 2020 - quando lei si presentò davanti alle telecamere per spiegare agli italiani che la nostra nazione era prontissima - usò questa parola - per fronteggiare la pandemia. Quel che però lei si era dimenticato di dire è che un componente della task force del Ministro Speranza, del suo Governo, il dottor Giuseppe Ippolito, aveva avvertito che per fronteggiare la pandemia era necessario utilizzare il Piano pandemico aggiornato dalle linee guida dell'OMS. C'era un problema, però, Presidente, che quel Piano pandemico non era aggiornato e risaliva al 2006, perché coloro che avrebbero dovuto aggiornarlo si erano dimenticati di farlo. Il Piano pandemico, Presidente del Consiglio, non è uno strumento di poco conto, ma è uno strumento che esperti ben più illustri di chi le parla hanno affermato avrebbe consentito di salvare migliaia e migliaia di vite e di mitigare l'impatto che la pandemia ha avuto sulla nostra economia. Ma, appunto, qualcuno si era dimenticato di aggiornarlo, ed è il motivo, Presidente, per il quale io farò nomi e cognomi. Fratelli d'Italia è stanca di una politica in cui nessuno si assume la responsabilità (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché, alla fine, qualcuno crede che la responsabilità e il costo della responsabilità possano sempre ricadere sugli italiani. Fratelli d'Italia, invece, vuole una politica in cui si sa chi è responsabile di cosa, perché è necessario che chi è preposto ad affrontare e risolvere i problemi affronti e risolva i problemi, altrimenti deve andare a casa. Allora, le farò i nomi di tutti i Ministri della Salute che, dal 2013 in poi, hanno dimenticato di aggiornare il Piano, vale a dire da quando l'Unione europea, con la decisione n. 1082, aveva deliberato che ogni tre anni il Piano dovesse essere aggiornato. Quindi, le farò i nomi dei Ministri da Beatrice Lorenzin a Roberto Speranza, ma le farò anche i nomi di Giuseppe Ruocco e di Ranieri Guerra, direttori generali del Ministero che, invece, pure, hanno dimenticato di aggiornare il Piano ma che non ci spiegano i motivi per cui se lo sono scordato. Ma faremo anche un altro nome, Presidente del Consiglio: faremo il suo, perché lei non aveva il diritto di mandare a casa quelle persone; lei aveva il dovere di mandare a casa quelle persone (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) perché nella nostra cultura chi sbaglia paga! Invece, oggi, quelle persone ancora siedono nei ruoli di vertice pensando, magari, di far parte della soluzione quando, secondo noi, fanno parte del problema. Ma c'è un altro motivo, Presidente, per il quale ci permettiamo di fare il suo nome, perché la trasparenza per il suo Governo costituisce davvero un grosso problema. Fratelli d'Italia non si è mai sottratta a qualsiasi richiesta di confronto; abbiamo però sempre chiesto di vedere i dati e i documenti, perché noi siamo fatti così.
Prima di poter proporre e agire vogliamo studiare e approfondire. E lei, non solo non ci ha dato quei documenti, ma addirittura si è costituito in giudizio il suo Governo per impedire che Fratelli d'Italia ottenesse quei documenti quando si è rivolto a un giudice per averli. E questo è grave, non tanto nei confronti di Fratelli d'Italia, quanto nei confronti degli italiani, violando quel principio di leale collaborazione di cui parlava prima, ma violando anche la regolamentazione sanitaria internazionale che, invece, afferma che il primo partner per la gestione di una pandemia è proprio la popolazione, che deve essere posta nelle condizioni di essere coinvolta e informata. Invece voi, non solo non l'avete coinvolta e informata, non solo non avete detto che il piano pandemico non era aggiornato, ma quando, il 20 febbraio, alcuni componenti del CTS sono andati dal suo Ministro a illustrare gli scenari di un piano, voi avete secretato quegli scenari perché erano troppo drammatici per essere diffusi. E questo ha determinato che le comunità locali, la prima frontiera di risposta alla pandemia, si sono trovate a dover realizzare iniziative come “Bergamo non si ferma”, “Brescia non si ferma”, “Milano non si ferma” che hanno funto da deflagratore ed amplificatore della pandemia. E di questo, purtroppo, riteniamo responsabile questo Governo. E allora, Presidente Conte, chiudendo idealmente dove avevo iniziato, alla sua richiesta di fiducia le rivolgo una domanda: lei si fiderebbe di chi chiede collaborazione, ma nasconde i documenti? Lei si fiderebbe di chi chiede collaborazione ma ci costringe ad andare davanti ad un giudice per ottenere quei documenti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)? Lei si fiderebbe di chi non si fida del popolo italiano? Fratelli d'Italia non si fida e voterà contro la fiducia a questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Rixi. Ne ha facoltà.
EDOARDO RIXI (LEGA). Presidente, onorevoli colleghi, Presidente del Consiglio, siamo all'epilogo di un Governo fondato su una maggioranza raccogliticcia, senza una visione ma con un solo obiettivo: impedire al centrodestra e a Matteo Salvini di governare il Paese, anche a costo di condannare l'Italia al totale immobilismo e alla decrescita economica. La pandemia non ha fatto altro che aggravare la situazione evidenziando le debolezze del nostro Paese, la fragilità di chi lo sta governando. Sulle infrastrutture e i trasporti, poi, questo Governo ha raggiunto vette himalayane direi. Sul tema delle grandi opere, con la Lega al Governo, eravamo riusciti a ridare linfa vitale a tanti interventi infrastrutturali, piccoli e grandi, bloccati da tempo dalla burocrazia. Mi riferisco allo sblocco della TAV, al nuovo ponte di Genova, al “decreto Sblocca-cantieri”, convertito nel giugno del 2019, che ha fissato norme chiare e facilmente applicabili. I risultati conseguiti prima del lockdown sono nella storia: più 16 per cento di spese dei comuni in investimento, più 40 per cento in valore nelle gare d'appalto. Nello stesso decreto era stata giustamente inserita la possibilità di estendere il modello di successo per la ricostruzione del ponte di Genova a tutte quelle opere ritenute prioritarie per il Paese. Bene, Presidente, a lei era il compito di individuarle e di fare l'elenco con decreto. Ma il decreto è stato adottato solo nel novembre del 2020 ed è ancora sottoposto all'esame delle Commissioni competenti. In pratica, a distanza di un anno e mezzo dal “decreto Sblocca-cantieri”, i cantieri sono ancora bloccati per la vostra velocità a fare l'elenco (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E questo in un momento in cui la pandemia fa presupporre che, invece, in Italia bisogna andare più veloci e cercare di portare sviluppo e lavoro. Sul Recovery, scorrendo le 160 pagine del Piano, si capisce che non c'è alcuna visione. Rischia di essere l'ennesima occasione persa, forse l'unica, e rischia di ipotecare il futuro della Nazione. Dei 32 miliardi dedicati alla missione “Infrastrutture per una mobilità sostenibile” ce ne sono 28,3 destinati all'alta velocità ferroviaria e alla manutenzione stradale. Andando, però, nello specifico, riguardo agli interventi oggetto di finanziamento, si scopre che molte delle risorse annunciate sono già stanziate da tempo e che tanti interventi strategici non sono minimamente contemplati. Penso alla TAV Torino-Lione, al ponte sullo Stretto di Messina, all'Alta velocità Milano-Genova, alla Tirrenica, alla Pontremolese, alla Cispadana, all'autostrada Roma-Latina, alla TiBre. L'elenco delle opere dimenticate dal Governo, e anche volute dall'Unione europea, è così lungo che potrei andare avanti per ore. E veniamo alle autostrade: a oltre due anni e mezzo di distanza dalla tragedia di Genova - e ricordo, in quei giorni, come si espresse il Presidente Conte, nel Conte 1, però - continuano i gravi disagi sul nodo autostradale, con chiusure a singhiozzo. Anche qui manca una visione generale. Da più di un anno, sulle scrivanie del MIT, giace l'aggiornamento del piano economico-finanziario di Aspi, con interventi per oltre 14 miliardi a carico della stessa società ancora bloccati, molti dei quali di vitale importanza per il Paese come la gronda di Genova, il nodo di Bologna, la realizzazione della terza e della quarta corsia su tratti assai trafficati della rete, nonché la ristrutturazione di numerosi cavalcavia e viadotti giudicati a rischio in tutta Italia. Questo discorso vale anche per buona parte degli altri concessionari e della stessa ANAS, che ha lasciato il ponte di Albiano Magra in fondo al fiume Magra a distanza di un anno e mezzo dal crollo del ponte stesso (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Il Governo non ha fatto altro che rimandare decisioni, un'ulteriore prova concreta dell'incapacità di elaborare una visione per il Paese. Il trasporto aereo ha perso il 90 per cento del traffico passeggeri; hanno registrato perdite superiori al miliardo di euro e nel Recovery non c'è nessuna misura a favore del settore. Unica azione la nazionalizzazione di Alitalia, con costi per la collettività per 3 miliardi, ma anche in questo caso sono trascorsi sette mesi senza un progetto. Così ancora non si sa cosa succederà, e come mai, oggi si dice, che sono a rischio oltre 5 mila dipendenti che in questo momento rischiano il posto di lavoro. L'altro grande assente è il trasporto marittimo, fondamentale per il nostro Paese, sia passeggeri che merci. Nelle bozze del piano figuravano prima 2 miliardi, poi 670 milioni e oggi niente per un settore che non solo è fondamentale ma che ha avuto un crollo del 93,5 per cento sulle crociere e dell'11 per cento sul valore delle merci. Sembra impossibile che il Paese al centro del Mediterraneo non abbia fatto nulla sull'economia del mare nel Recovery (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Sembra una mancanza totale di una visione geopolitica di un Paese che sul mare dovrebbe avere uno sguardo aperto e valorizzare quelle che sono le entrate economiche e commerciali. Sul trasporto pubblico locale non mi dilungo oltre, ma avete sbagliato su tutto prima prevedendo dei riempimenti sugli autobus e sui treni che non venivano verificati, poi non andando a cogliere le istanze dell'opposizione per mesi sui bus turistici, infine non erogando ancora le risorse su taxi e NCC a molte regioni. Il nostro Paese in questo momento, caro Presidente, penso che abbia bisogno di un Governo che abbia una visione chiara sulla famiglia, il lavoro, la scuola, la giustizia e le imprese, che sono i cinque punti che per la Lega e il centrodestra sono imprescindibili. In questa ora così difficile per la Nazione, gli italiani hanno bisogno di un Governo con una visione chiara sul futuro. In un momento così drammatico avete dato un pessimo esempio. Tenete soltanto alle vostre poltrone, perché, se aveste cura della Nazione, non andreste a corteggiare i Mastella e i Nencini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma indichereste soltanto una via: scioglimento delle Camere e dare voce ai cittadini. Questo una volta chiedevano anche i 5 Stelle, prima di innamorarsi del potere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Federico. Ne ha facoltà.
ANTONIO FEDERICO (M5S). Grazie, Presidente. Presidente Conte, membri del Governo, deputate e deputati, fuori da quest'Aula tante persone ci chiedono di avere un Governo che faccia il proprio dovere, chiedono che qui, a Montecitorio, a Palazzo Chigi, così come negli altri palazzi delle istituzioni, si lavori a testa bassa per dare una risposta alle loro sacrosante esigenze, per dare al Paese una prospettiva, un futuro fatto di sicurezza, diritti e normalità. Sono sinceramente in imbarazzo oggi al pensiero di dover usare questo tempo per discutere di una incomprensibile crisi di Governo, mentre i nostri concittadini si aspettano che miglioriamo le strutture sanitarie, che creiamo lavoro e garantiamo a tutti dignità e benessere. Sarei molto più a mio agio se discutessimo delle misure necessarie per consentire agli italiani di tornare al più presto a quella normalità fatta di incontri e di socialità anche con le persone più anziane, senza la paura di poter far loro del male. Sono queste le risposte che la politica è chiamata a dare, oggi più che mai. Dobbiamo restituire serenità e la prospettiva di un futuro migliore ai cittadini che là fuori ci guardano e a volte non ci capiscono, giustamente, per quale ragione si sia deciso di mettere in standby le decine di misure a cui stiamo lavorando e di aprire, nel momento più difficile della nostra storia repubblicana, una crisi di Governo. Davanti a questo disorientamento, il MoVimento 5 Stelle continua a concentrare tutte le energie sulle cose da fare nel sostenere lei, Presidente Conte, dal momento che ha già dimostrato di saper dare agli italiani le risposte che si aspettano. Allora, superiamo in fretta questo momento, utilizziamolo per rimettere a punto il cronoprogramma delle nostre azioni e torniamo a dedicarci, come e più di prima, a fornire risposte al Paese.
Servono altri ristori per commercianti, ristoratori e partite IVA, che continuano a vedere le loro attività in difficoltà, purtroppo ancora alle prese con zone rosse, arancioni e gialle e con tante limitazioni agli spostamenti. Dobbiamo lavorare, poi, affinché tutte le studentesse e gli studenti possano al più presto tornare in presenza, perché, come ha ribadito anche il Comitato tecnico scientifico riunito ieri, le scuole hanno un ruolo limitato nella trasmissione del virus mentre l'assenza prolungata dalle aule può provocare conseguenze molto pesanti per l'apprendimento ma, soprattutto, per la sfera emotiva e relazionale dei nostri bambini e ragazzi. Dobbiamo difendere a tutti i costi il nostro futuro dando una prospettiva ai giovani con l'istruzione pubblica, il lavoro, la tutela dell'ambiente, la garanzia effettiva del diritto alla salute. Per farlo occorrono strutture adeguate e all'altezza del grande e meritorio sforzo che hanno messo in campo medici e personale sanitario anche in questa prima fase della campagna di vaccinazione. Occorre un Governo forte e credibile anche per raggiungere il maggior numero di vaccinati nel minor tempo possibile. Occorre un Governo forte per la gestione sui territori di reti assistenziali e ospedaliere, in un rapporto di leale collaborazione con le regioni che non si trasformi in rimpalli di responsabilità e scaricabarile. Occorre un Governo forte e il MoVimento 5 Stelle è pronto a sostenere il Presidente Conte alla guida di questo Governo, non solo per come ha dimostrato di saper gestire l'emergenza ma, anche e soprattutto, perché Giuseppe Conte ha già dimostrato di avere l'autorevolezza e la competenza necessarie a dare una prospettiva di rinascita al nostro Paese. Il grande lavoro che lei ha fatto in Europa, Presidente, ci ha permesso di avere oltre 200 miliardi di euro pronti per essere investiti in digitalizzazione, infrastrutture, ricerca e sviluppo, tutela dell'ambiente e della salute umana. Queste risorse ci consentiranno di portare infrastrutture e investimenti anche al Sud, così come nelle aree interne e montane, creando, di riflesso, prosperità e benessere per tutto il Paese. Noi parlamentari del MoVimento 5 Stelle faremo la nostra parte senza risparmiarci. Siamo pronti a ripartire dopo questo stop inopportuno e immotivato con ancora più energia. Continueremo a migliorare e dettagliare le modalità di investimento dei fondi del cosiddetto Recovery Plan, sosterremo ancora chi è rimasto indietro a causa della pandemia, trasformeremo il Paese per adeguarlo alle sfide che abbiamo davanti e consegnarlo più prospero e solidale alle prossime generazioni. Lo faremo con una maggioranza salda e ricercando sempre il confronto con le opposizioni. Presidente Conte, siamo pronti a continuare a lavorare fianco a fianco con lei e con chi in quest'Aula vorrà confrontarsi senza pregiudiziali per il bene del Paese. Facciamo buon uso della fiducia di tanti nostri concittadini e continuiamo a lavorare uniti, per garantire loro un futuro migliore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Bitonci. Ne ha facoltà.
MASSIMO BITONCI (LEGA). Signor Presidente, Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, siamo consci del delicato momento storico e della grave pandemia in atto che attanaglia il Paese da quasi un anno, ma non le parlerò di crisi sanitaria ma di come non avete gestito la grave crisi economica per famiglie e imprese. Le parlerò, signor Presidente, dell'Italia in deflazione, la terza volta dal 1954, di stagnazione e recessione economica, che avete affrontato da dilettanti allo sbaraglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Fin da subito, a seguito dei primi DPCM, che forse è più opportuno chiamare “editti” come nell'antica Roma, e dello stato di emergenza, che ha obbligato alla chiusura milioni di attività, la Lega vi aveva chiesto, quasi prevedendo il futuro, una particolare attenzione per i lavoratori e per le imprese. Vi abbiamo chiesto di estendere la cassa integrazione a tutte le partite IVA, vi abbiamo chiesto un anno bianco fiscale per sollevare le nostre aziende dal pagamento di tasse e contributi, vi abbiamo chiesto liquidità per le imprese per superare la crisi finanziaria, vi abbiamo chiesto di bloccare le cartelle esattoriali, atti di accertamento e una nuova pace fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), vi abbiamo chiesto non ristori e contributi, a volte ridicoli, ma vi abbiamo chiesto indennizzi congrui per chi è stato chiuso per editto e non per scelte imprenditoriali. Sulla cassa integrazione avete scaricato sulle imprese un onere di vostra competenza. La maggioranza delle aziende, quelle che potevano, hanno dovuto anticipare indennità ai propri lavoratori. Molti altri hanno atteso mesi e mesi prima di ricevere anche una sola busta paga e, ancora adesso, decine di migliaia di operai e impiegati rimangono ingiustamente in attesa. Dell'anno bianco fiscale non avete voluto sentire ragione. Avete fatto alcune proroghe, facendo, però, pagare saldi e acconti, nulla di sostanziale, tanto che - dati MEF alla mano di settimana scorsa - lo Stato ha incassato, a novembre 2020, imposte dirette, Irpef e Ires, per ben 200 miliardi, con maggiori incassi di imposte sulle società del 39 per cento, 8,9 miliardi in più rispetto allo stesso mese del 2019. È stato questo il vostro anno bianco fiscale e aiuto per le imprese? Aumentare gli incassi dell'Ires del 39 per cento? Rinviare solo alcuni versamenti al 2021? Tra l'altro, a quest'anno, in piena emergenza COVID, con le attività ancora chiuse.
D'altro canto, per testimoniare il vostro fallimento, le entrate relative ai consumi, l'IVA e le accise, signor Presidente, sono crollate del 12 per cento, con una perdita di gettito di ben 13 miliardi. Non basterà il vostro caro cashback miliardario - per inciso, soldi buttati via - a rilanciare le transazioni commerciali senza contante (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), commercio che avete penalizzato con chiusure senza senso, contro esercenti (baristi e ristoratori, gestori di palestre, piscine e attività culturali), imprenditori che avete obbligato a investire e adeguarsi ai protocolli, per poi obbligarli a serrare le saracinesche senza alcun senso.
Per quanto riguarda la liquidità alle imprese, un altro fallimento: 400 miliardi promessi e solo 130 erogati. La famosa, Presidente, “potenza di fuoco”. Questa è la potenza di fuoco che lei, signor Presidente, ha annunciato a reti unificate.
Sui ristori poi vi siete superati: 1, 2, 3, 4, decreti basati sui codici Ateco, dimenticando decine di migliaia di attività chiuse, con scelte discriminatorie e prive di alcun fondamento, come vietare l'asporto dopo le 18 solo per alcuni codici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e permettendolo alla grande distribuzione! La realtà, signor Presidente, - e sta nei numeri -, soldi spesi per micro interventi (monopattini, banchi a rotelle), ma alle partite IVA cosa è arrivato? Solo 29 miliardi, a fronte di 423 miliardi di mancati incassi. E non lo dice la Lega! Lo dice la Cgia di Mestre, il centro studi degli artigiani. E il tasso di copertura è stato del 7 per cento. Ripeto: del 7 per cento, rispetto all'80 per cento di indennità su fatturato erogato dalla Germania (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Non avete capito che i ristori sono stati poco più di un'elemosina? Che, se le imprese sono in subbuglio e se riaprono comunque, come la manifestazione “Io apro”, lo fanno per non fallire? Non avete capito che devono pagare tasse, bollette, affitti, fornitori, dipendenti? Altro che colpirli con multe salatissime! 300 mila imprese hanno chiuso nel 2020. Nel 2021, dopo lo sblocco dei licenziamenti, i consulenti del lavoro - non la Lega - prevedono 1 milione di posti di lavoro a rischio. Vi rendete conto che il magazzino fiscale ha superato i mille miliardi e che l'Agenzia delle entrate sta per inviare 50 milioni di atti e cartelle esattoriali? Vi rendete conto che l'unica soluzione è quella che la Lega ha approvato anche nel 2018, una nuova pace fiscale per milioni di contribuenti (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Non un condono, come lo chiamate voi! Non una semplice proroga, come avete fatto con il “decreto Riscossioni” dell'altro giorno, ma: rottamazione; via sanzioni e interessi sulle cartelle e rateizzazione in dieci anni; saldo e stralcio per famiglie e imprese in difficoltà; cancellazione delle mini cartelle sotto i mille euro; cedolare secca per gli affitti commerciali; cancellazione dell'IRAP, la tassa sulle perdite, flat tax per le imprese commerciali, vere semplificazioni fiscali contributive. Questo serve! Altro che la vostra proposta di una nuova patrimoniale…
PRESIDENTE. Concluda.
MASSIMO BITONCI (LEGA). … modificando, magari, le rendite catastali.
Allora, caro Presidente, queste sono le soluzioni, non demagogia. La bocciatura e la sfiducia, signor Presidente, ve le diamo noi - e non solo oggi -, ma soprattutto ve le danno le 6 milioni di partite IVA italiane (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. È iscritto a parlare il deputato Francesco Silvestri. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SILVESTRI (M5S). Grazie, Presidente. Oggi ci avviamo alla conclusione di una vicenda che - ce lo possiamo dire - nessuno ha compreso. E la confusione aumenta ogni qual volta il diretto interessato, cioè chi l'ha innescata, va in TV a cercare di spiegarne il senso.
Lo dico senza polemiche e credo che dopo i mesi di sforzo che i nostri cittadini hanno subito, questa crisi proprio non se la meritavano. Una cosa, invece, è emersa chiaramente, ovvero che ancora una certa classe politica continua a fare scelte, scelte di opportunità, che non sono proprie di questo Paese. Qui non si tratta di come affrontare i problemi e ognuno ha il suo punto di vista; le differenze sono il sale della nostra democrazia, sennò non ci sarebbe il Parlamento, ma ci dovrebbe essere un qualcosa che accomuna tutti quanti, che è il senso dello Stato e il senso delle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Devo dire che in questi due anni non abbiamo visto dei grandissimi esempi. Poco più di un anno fa, Matteo Salvini, la Lega, in un momento in cui noi dovevamo metterci al tavolo per redigere la legge di bilancio, ha deciso di far cadere un Governo, rischiando di mandarci in esercizio provvisorio. Dopo poco più di dodici mesi, un altro Matteo, un altro senatore, rischia di mandare il Paese alle urne, rischiando di bloccare il Governo in un'ordinaria amministrazione, in un momento in cui di ordinario non c'è assolutamente nulla. È proprio perché noi invece vogliamo questa normalità, Presidente Conte, che la sosteniamo e la continueremo a sostenere.
Io non voglio che chi ci ascolti pensi che questa sia una difesa di ufficio. Vede, Presidente, noi non la sosteniamo perché l'abbiamo proposta alla guida di due Governi, anche diversi; noi la sosteniamo perché lei ha saputo, ha dimostrato, in questi due anni, di saper ascoltare, di saper separare i giochi di palazzo dalle esigenze reali del Paese e ha dimostrato un qualcosa che in politica è un po' raro, ovvero il sapersi migliorare. Se le ricorda, Presidente Conte, quando abbiamo iniziato la legislatura, tutte le critiche feroci che lei ha subìto, semplicemente perché era un oggetto estraneo al sistema? Ebbene, mi ha colpito la sua capacità di rispondere sul campo, mantenendo la sua umanità ma mostrando anche la sua competenza, questa competenza che è servita ad aumentare anche la credibilità nei confronti dei capi di Stato esteri. Questa credibilità ha fatto del bene alla nostra economia, perché ci ha permesso di raggiungere quel Recovery Fund, quella misura che molti non avevano la credibilità nemmeno di proporre, figuriamoci di portarla a compimento.
C'è poi una parte del Paese che, invece, continua a chiedere le elezioni: c'è chi le chiede, c'è chi rischia di causarle. Allora, ci chiediamo anche perché questa voglia di portare un Paese in piena pandemia al voto; ce lo siamo chiesto. Ebbene, ciò accade perché vogliono togliere tutto quello che il MoVimento 5 Stelle ha fatto di buono in questi anni, sono ossessionati da questo: la “Spazzacorrotti”, la prima vera legge anticorruzione che abbiamo portato in questo Paese; non vedono l'ora di togliere le risorse a chi in questo momento sta vivendo un disagio, ovvero il reddito di cittadinanza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Lo ha dichiarato anche la deputata Meloni nei giorni precedenti in una trasmissione: “Appena torneremo al Governo, toglieremo il reddito di cittadinanza”. Pensate che priorità hanno nel Paese in una piena pandemia! O, magari, non si vuole che in Aula arrivi una legge sul conflitto di interessi, che questo Paese aspetta da trent'anni; o, magari, non si vuole che in quest'Aula non arrivi una legge per regolamentare i rapporti tra le lobby e la politica - anche questa il Paese la aspetta da trent'anni - in un momento in cui dobbiamo destinare 209 miliardi del Recovery Fund.
Il nostro compito, invece, è raccogliere il testimone che questa disgrazia ci sta consegnando, per ricostruire il Paese con altre certezze rispetto al passato; una transizione ecologica, che crei posti di lavoro (l'abbiamo chiesto, ottenuto e abbiamo dimostrato che si può fare con il superbonus); la digitalizzazione per sviluppare le imprese e renderle competitive e velocizzare i tempi della nostra giustizia; gli investimenti sulle vere opere utili a questo Paese e gli investimenti per una sanità pubblica.
Tutto questo con l'unico scopo di cercare di ridurre gli effetti che questa pandemia ha causato, ovvero le nuove disuguaglianze sociali. Queste sono le direttrici che dobbiamo seguire. Concludo, Presidente Conte, ricordando che noi a Natale ci siamo scambiati i consueti auguri e lei, in quell'occasione, mi ha dato un messaggio che io voglio riproporre anche al gruppo che in questo momento sto rappresentando. Lei mi ha detto che la nostra forza non è nei mezzi di cui disponiamo, che sono scarsi, non è nei centri di potere che contrastiamo, ma è nella nostra convinzione e nei nostri cuori, e per questo non dobbiamo temere nulla e nessuno. È con questo coraggio che questo gruppo continuerà a supportare lei e questo Governo. La ringrazio, vada avanti e continuiamo così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Si è così conclusa la discussione sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri.
(Annunzio di risoluzioni)
PRESIDENTE. Avverto che sono state presentate le risoluzioni Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00167 e Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi e Silli n. 6-00168 che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A).
Per procedere alla sanificazione dell'Aula, sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 17,15. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 15,45, è ripresa alle 17,20.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, la deputata Rotta è in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente settantotto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Modifica nella composizione di gruppi parlamentari.
PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il deputato Vito De Filippo, già iscritto al gruppo parlamentare Italia Viva, ha dichiarato di aderire al gruppo parlamentare Partito Democratico. La Presidenza di tale gruppo, con lettera pervenuta in pari data, ha comunicato di aver accolto la richiesta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Si riprende la discussione.
PRESIDENTE. Riprendiamo, a questo punto, lo svolgimento delle comunicazioni del Presidente del Consiglio dei Ministri sulla situazione politica in atto.
(Replica del Presidente del Consiglio dei Ministri – Posizione della questione di fiducia)
PRESIDENTE. Ha facoltà di replicare il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte.
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Grazie, signor Presidente, e ringrazio tutti i deputati e le deputate che sono intervenuti, che hanno fatto interventi, anche molto articolati, per alimentare il dibattito e ovviamente commentare le comunicazioni che ho riassunto questa mattina. Ho visto anche che da alcuni interventi è emersa qualche notazione critica per quanto riguarda l'appello che io ho rivolto.
Io devo dire che è un appello molto chiaro, è un appello molto nitido: c'è un progetto politico ben preciso, è un progetto politico ben articolato, è un progetto che mira a rendere il nostro Paese più moderno, è un progetto che mira a completare anche tante riforme, tanti interventi che abbiamo già messo in cantiere. Abbiamo bisogno di offrire ai nostri cittadini di realizzare la transizione verde; abbiamo bisogno di perseguire la transizione digitale, abbiamo bisogno di affrontare, oggi più che mai, tutte le diseguaglianze vecchie, e anche quelle nuove, perché questa pandemia - lo stiamo sperimentando tutti insieme - sta creando nuove diseguaglianze, sta ridisegnando le vecchie, sta trasformando anche i rapporti tradizionali sociali e sta creando nuove diseguaglianze; quindi, oggi abbiamo una società che rischia di uscire da questa pandemia con forti diseguaglianze, di genere, ancora più accentuate, generazionali, ancora più accentuate, territoriali e così via. Ecco che la nostra capacità, la forza di questo progetto, la prospettiva di questo progetto è lavorare in questa direzione e non bisogna avere timori e nessuna timidezza, quando si ragiona con sguardo chiaro, con prospettiva certa. Ho rivolto un appello a tutte le forze politiche, ma anche ai singoli parlamentari, ho invocato anche la coscienza dei singoli parlamentari: chi si riconosce in questo progetto può dar mano, può dar un contributo di idee, soprattutto dei progetti, se soprattutto pensiamo alle tradizioni e al patrimonio di idee, di nobili culture, di prassi sperimentate anche che si racchiudono nelle famiglie tradizionali, quelle che però hanno una chiara vocazione europeista. Parlo della tradizione liberale, delle tradizioni comunque democratica e popolare e anche socialista (Commenti). E, in particolare, dalle scelte, che ciascuno, in questa ora grave, deciderà di compiere, dipende il futuro del Paese. È un futuro che siamo chiamati a costruire insieme, alla luce del sole, chiamando all'impegno le forze, le energie migliori. Quindi, è un appello trasparente, è un appello chiaro, che propongo qui, nella sede più istituzionale e più rappresentativa, che è quella del Parlamento, proprio per affrontare insieme le difficoltà del presente, per costruire insieme il futuro. E il fatto che dietro ci sia un progetto ben articolato, ben preciso, rafforza assolutamente la nobiltà di questa iniziativa. Per quanto riguarda questo progetto politico, ho detto che ha una forte vocazione europeista, perché l'Italia, in questo momento, può giovarsi di una forte consonanza, di una forte sintonia tra l'indirizzo politico della Commissione europea e quello che noi stiamo perseguendo. Il fatto, che non sarà sfuggito che quelli che sono gli obiettivi politici, economici, sociali, posti a base del nostro progetto di riforma, siano anche pressoché specificamente indicati nel programma Next Generation EU non è casuale; non è casuale perché la Commissione europea, sin dall'inizio, ha voluto imprimere questo forte indirizzo verso una transizione verde e digitale, che ci pone, noi che abbiamo questo afflato, che abbiamo questo approccio e che perseguiamo questi obiettivi, in posizione di assoluta primazia anche nel contesto europeo, proprio in virtù di questa sintonia e di questa consonanza. E, ancora, c'è un altro elemento che rafforza questo nostro progetto, lo rende ancora più solido, gli dà ancora più lunga prospettiva, più profondità politica e cioè guardiamo con grande speranza alla Presidenza Biden. Io ho avuto già con lui una lunga, calorosa telefonata (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e di deputati del gruppo Liberi e Uguali – Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Dicevo, una lunga e calorosa telefonata e siamo rimasti che ci aggiorneremo presto in vista del nostro G20 (Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si ride).
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi!
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. L'agenda della nuova amministrazione è la nostra agenda. Condividiamo assolutamente, l'ho ripetuto a più riprese, il multilateralismo, un approccio multilaterale, perché il bilateralismo non ha risolto i problemi e non può risolvere i problemi (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). Ancora, l'importante è lavorare anche per rinnovare le istituzioni internazionali. Oggi, ad esempio, il WTO siamo consapevoli che ha bisogno di essere riformato, dobbiamo lavorare insieme proprio perché l'approccio multilaterale possa servirsi di strumenti e di iniziative che siano realmente efficaci. E poi c'è una grandissima consonanza sulla sensibilità per i cambiamenti climatici (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), per lo sviluppo sostenibile, e su questo, chiaramente, in tutti questi fori multilaterali, a partire dal G20, dalla COP26, di cui stiamo copresidenti con il Regno Unito, ci gioveremo assolutamente di questa grande sintonia.
Dopo i fatti terribili del 6 gennaio abbiamo avuto una conferma che le nostre democrazie vanno difese, con i fatti e con le parole (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), e che a noi leader incombe una responsabilità speciale, perché non ci possiamo permettere, come è successo negli Stati Uniti, di alimentare la tensione (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
Ne approfitto, ancora qualche parola, e poi la lascio a voi, per parlare del terremoto: sul terremoto vorrei dire che c'è stata una svolta nelle zone terremotate del Centro-Sud, perché abbiamo superato le lentezze del passato, nonostante anche l'emergenza sanitaria. Nel 2020 la ricostruzione ha avuto una forte accelerazione, le domande presentate e approvate sono cresciute del 60 per cento rispetto al 2019, i contributi già approvati sono pari a 1,5 miliardi di euro, 4 mila famiglie hanno potuto fare rientro nelle abitazioni ricostruite o riparate dopo il sisma, abbiamo 3.250 cantieri aperti e la prospettiva di aprirne altre migliaia. Insomma, la semplificazione normativa che abbiamo approvato con il contributo di questo Parlamento si sta rivelando molto efficace, e devo ringraziare, tra gli altri, il commissario straordinario, per la sinergia con le autorità locali, per questa forte accelerazione (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia).
Ancora, enti locali: a favore di comuni e province noi predisporremo, come da richiesta del Parlamento peraltro, la legge delega per la revisione organica del TUEL nel segno della semplificazione, della responsabilità ed efficienza degli enti locali in una nuova Carta delle autonomie.
Quando si parla di digitalizzazione, mi permetto di dire, è un processo, è un processo complesso, ma non sono vuote parole. La digitalizzazione la stiamo già realizzando: è chiaro che avremo una grande accelerazione con le risorse del Recovery Fund, ma teniamo conto, per comprendere lo sforzo che stiamo facendo che, nel settembre 2019, quando il Governo si è insediato, SPID, il servizio pubblico per l'identità digitale - l'identità digitale è la base per la società digitale -, aveva l'adesione di 4 milioni di cittadini. Ebbene, adesso sono quasi 16.100.000, quattro volte più di allora.
L'App IO, che è così fondamentale perché rende accessibili, disponibili, i servizi digitali della pubblica amministrazione, nel settembre 2019 non esisteva (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Oggi è in uso da parte di 9 milioni e 300 mila cittadini, e sarà questa la chiave, tra le altre, per accedere ai servizi in modo facile, ai servizi, quindi, semplificati della pubblica amministrazione. E così via, la banda ultralarga: fino al 2019, i comuni nei quali era stata completata erano, pensate, 79, oggi sono 1.731 e col progetto della rete unica noi confidiamo di accelerare ancora di più questo percorso (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi… per favore, dobbiamo far parlare il Presidente del Consiglio e quest'Aula deve ascoltare come si ascoltano tutti gli interventi, per favore, e dare la possibilità a tutti gli altri di poter ascoltare, grazie (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
GIUSEPPE CONTE, Presidente del Consiglio dei Ministri. Una parola sui ristori, perché da qualche intervento capisco che le mie parole sono state fraintese (Commenti dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia). Io ho parlato di ristori proporzionali alle perdite subite: proporzionali non significa che hanno compensato tutte le perdite subite, il Governo è ben consapevole che occorrerebbero risorse molto più cospicue. Proporzionali significa correlati (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) alle perdite subite. Continueremo a lavorare in questa direzione, a fare ancora di più, però voglio dire che l'Agenzia delle entrate ha erogato, dall'approvazione del “decreto Rilanci” ad oggi, 3 milioni di bonifici presso altrettanti cittadini, operatori economici, e sono stati pagati anche i bonifici automatici previsti dal decreto-legge sulle misure per il Natale. Adesso ci aspetta un nuovo compito. Il Governo predisporrà, ovviamente, le nuove misure di sostegno a famiglie, lavoratori e imprese, ma poi sarà il Parlamento, come già avete fatto con il coinvolgimento anche delle opposizioni, a migliorare la nuova disciplina dei ristori, e il vostro contributo, ancora una volta, ne sono sicuro, sarà prezioso.
Ancora, per il Sud, qualcuno ha detto che non ho citato il Sud. Beh, attenzione, chiaramente questo è un Governo che spesso viene accusato di essere addirittura troppo meridionalista (Commenti dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Il Sud è in cima alle priorità dell'agenda di Governo, ma non solo così, per una scelta ideologica, perché il divario è tale che, se l'Italia non è riuscita ad esprimere l'adeguato potenziale di crescita economica che è nelle proprie corde, questo è dovuto proprio al fatto che il Sud non riesce a correre. Dobbiamo far correre il Sud perché in una economia così integrata, solo così potrà correre il Nord e tutta l'Italia.
La fiscalità di vantaggio che ho citato è un provvedimento storico, anzi io ho detto che prevede la decontribuzione al 30 per cento per tre anni, mi devo correggere, come mi hanno fatto notare: per cinque anni e rappresenta solo un tassello di una strategia molto più articolata, molto più complessiva. La strategia l'abbiamo già dipanata e specificamente indicata nel Piano Sud 2030, che abbiamo presentato a febbraio scorso, e troverete lì un concentrato di misure come mai erano state elaborate prima e pensate.
E se guardiamo anche il Recovery Plan, di cui parlerò tra un attimo e che adesso nella sua versione aggiornata è arrivato in Parlamento, ebbene noi stiamo concentrando investimenti al Sud secondo una prima stima all'incirca (Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)… forse non vi interessa il Sud, se permettete, però, ci sono dei cittadini a casa che sono interessati (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)… dicevo, si concentreranno gli investimenti, secondo alcune stime, le risorse per circa il 50 per cento nel Sud, se consideriamo tutti i progetti che si dispiegano anche in modo trasversale.
E poi, voi stessi avete contribuito all'approvazione di alcune misure dell'ultima legge di bilancio, orientate alle imprese, al lavoro nel Sud: il credito d'imposta per gli investimenti, finanziato per oltre 1 miliardo; il rafforzamento al Sud nel Fondo per la ricerca e lo sviluppo; il progetto degli ecosistemi dell'innovazione del Mezzogiorno, sul modello del polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, un quartiere molto difficile, molto complicato. Ricordiamo anche la vertenza annosa, terribile di Whirlpool. E voglio anche ricordare l'allargamento della no tax area per le iscrizioni all'università: ha avuto una forte incidenza proprio al Sud per l'anno accademico 2020-2021. Pensate che nel Sud per la prima volta… - se vi interessa sempre, eh - abbiamo invertito (Vive proteste dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico)... Abbiamo… È un dato importante, che deve rendere felici tutti, perché abbiamo invertito i segni negativi: le immatricolazioni nel 2020-2021 per la prima volta hanno avuto un segno positivo negli atenei del Sud, e sono aumentate del 7,5 per cento. È un dato incoraggiante (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico). E ancora: nel Recovery Fund troverete tante infrastrutture per il Sud, ferroviarie per oltre 15 miliardi e ovviamente dedicate. C'era un intervento che lamentava la scarsa attenzione per la Calabria, ma ci sono 2,3 miliardi solo per le infrastrutture in Calabria.
Detto questo, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza troverete molte di queste indicazioni; come ho già detto, arriva qui al Parlamento per consentire a voi di elaborare delle preziose indicazioni, lo avete già fatto con la risoluzione che avete votato approvando le linee guida. Adesso c'è la possibilità di dare un altro prezioso contributo, e ovviamente di dare tutti i suggerimenti, anche di modifica, di apportare tutte le migliorie che riterrete nel confronto che proseguirà. Ma per essere ancor più chiaro, avremo ancora la possibilità di interloquire, quindi un'interlocuzione costante, perché quando raccoglieremo le vostre indicazioni, insieme a quelle delle parti sociali, noi poi elaboreremo la versione finale del Recovery Plan e ritorneremo qui in Parlamento per accogliere ancora una volta la vostra deliberazione.
Ho finito, e ovviamente da questo punto di vista, signor Presidente e signore e signori deputati, a nome del Governo pongo la questione di fiducia sull'approvazione della risoluzione di maggioranza Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00167 (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico, Liberi e Uguali e di deputati del gruppo Misto - Commenti dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier e del deputato Butti).
PRESIDENTE. Prima di passare alle dichiarazioni di voto, al fine di organizzare l'afflusso dei deputati in Aula per l'appello nominale e di evitare assembramenti, procediamo subito all'estrazione del nominativo da cui inizierà la chiama: Pagani.
(Dichiarazioni di voto sulla questione di fiducia)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tasso. Ne ha facoltà.
ANTONIO TASSO (MISTO-MAIE). Presidente, il MAIE ha sottoscritto la risoluzione di maggioranza, e quindi voterà la fiducia a lei e al suo operato, Presidente Conte (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero e MoVimento 5 Stelle). Riteniamo che l'unica possibilità per la continuazione della legislatura sia questa maggioranza con la sua guida. Le esortazioni a recuperare buonsenso e soprattutto senso della realtà arrivano da illustri esponenti della nostra società, come il Pontefice, Papa Francesco, e il nostro Presidente Mattarella.
Dopo il passaggio alla Camera Alta di questo Parlamento, torniamo a parlare di tutto quello che c'è da fare, anzi corriamo ed agiamo. È opportuno ricordare che abbiamo alle porte una terza ondata che già si è annunciata e terrorizza gli italiani sia dal punto di vista sanitario, sia da quello economico e sociale. C'è da riprogrammare e potenziare il sistema sanitario, aiutare le aziende e imprese a ripartire, e fornire efficienza didattica ai nostri studenti, in particolar modo a coloro che hanno disabilità; per ovvie ragioni, che non sto qui ad elencare, essi subiscono maggiormente gli insulti della pandemia. Sono tanti, Presidente Conte, i campi di intervento ed ecco perché non potremmo permetterci l'impasse dei preparativi di una campagna elettorale, e non so come si potrebbe spiegare all'Europa che non saremo in grado di impiegare per tempo i fondi ottenuti per i vari capitoli di spesa. Però, se tutto ciò non fosse, l'alternativa a questa maggioranza è il voto per noi del MAIE e l'esercizio della democrazia non ci spaventa e non è un problema. Chi ritiene di dover procedere su questa strada lo faccia e se ne assuma la responsabilità nei confronti dei cittadini. Concludo, ricordando a me stesso che i sondaggi non sono la realtà e che la storia dei pifferi della montagna è sempre attuale. Quindi, ribadisco la fiducia del MAIE a lei, Presidente, e al progetto che ha proposto con il nuovo patto di legislatura al quale non ci sottrarremo nel fornire le nostre riflessioni; buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rospi. Ne ha facoltà.
GIANLUCA ROSPI (MISTO-PP-AP-PSI). Grazie, Presidente. Presidente Conte, oggi non è più il tempo dei tatticismi politici, dell'individualismo, degli slogan; oggi è il tempo di agire, colleghi, perché le scelte che faremo oggi potranno portare benefici o creare problemi ai nostri figli. In questa crisi c'è chi ha perso la casa, chi ha perso il lavoro; ci sono imprese che hanno chiuso la loro attività; il nostro servizio sanitario è sotto pressione da marzo scorso; le nostre scuole sono costrette ad una chiusura forzata; il debito pubblico italiano è cresciuto enormemente, mettendo il Paese a rischio default; siamo, Presidente, nel mezzo della più devastante crisi socio-sanitaria degli ultimi due secoli. La nostra economia si è fortemente indebolita a causa dell'avidità e dell'irresponsabilità di alcune scelte, ma anche per il fallimento collettivo, colleghi, nel prendere decisioni in questa crisi e preparare il Paese a una nuova era. Questo Esecutivo, a nostro avviso, ha necessità di rigenerarsi e rinnovarsi. Oggi il Paese ci chiede aiuto e vuole risposte concrete su come uscire da questa crisi che sembra ormai infinita. Servono nuove idee, nuovi progetti per traghettare il Paese fuori da questo drammatico momento; serve, Presidente, umiltà. Non siamo contro di lei, Presidente, ma evidenziamo oggi l'immobilismo di questo Governo e di questa maggioranza che ha provocato - lo voglio ricordare - questa crisi. Auspichiamo, però, che dai prossimi giorni questo Paese possa avere un nuovo Governo, rinnovato e di alto profilo e professionalità, anche guidato da lei, Presidente, sostenuto, però, da un'ampia e solida maggioranza e con un progetto serio e concreto di come rilanciare il Paese. Per questi motivi, oggi, noi di Popolo Protagonista non voteremo a favore di questo Governo (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Popolo Protagonista-Alternativa Popolare (AP)-Partito Socialista Italiano (PSI) e Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Magi. Ne ha facoltà.
RICCARDO MAGI (MISTO-A-+E-RI). Grazie Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, mai come in questi giorni si è abusato del termine e del concetto di responsabilità. La componente +Europa e Azione ha condotto un'opposizione più che responsabile e più che costruttiva, esprimendo sostegno ai provvedimenti che abbiamo ritenuto utili alla grave crisi sanitaria ed economica che stiamo attraversando e avanzando proposte che, troppo spesso, avete ignorato. Da noi non verrà la fiducia al suo Governo perché non crediamo che lei possa impegnarsi a fare quello che non ha potuto o voluto, o saputo, fare finora e che invece serve disperatamente al Paese. La responsabilità che ci assumiamo è quella di dirle che non è accettabile l'attuale piano vaccinale, perché la vaccinazione di milioni di cittadini è la priorità assoluta e serve uno sforzo che punti a obiettivi più ambiziosi di quelli annunciati; servono, soprattutto, chiarezza e trasparenza. Ci assumiamo la responsabilità di dirle che non è ancora adeguato il lavoro del suo Governo sul Next Generation EU. Lo dice il nome stesso: quei fondi servono per essere investiti per la prossima generazione di italiani ed europei e non per il consenso delle prossime elezioni. “Uno non basta”, per dirlo con il titolo di una campagna che migliaia di giovani stanno portando avanti in questi giorni. E, ancora, non ci sono buoni investimenti senza buone riforme. I tanti soldi rischiano di finire nel buco nero delle promesse elettorali e di misure tappabuchi come i bonus. Ancora, abbiamo ascoltato il suo silenzio sui temi della giustizia, dei diritti, della democrazia.
Chiediamo noi a lei, Presidente, e al suo Governo di essere responsabili di fronte al Parlamento e al Paese. Presidente Conte, la maggioranza o c'è o non c'è è: inutile girarci intorno. Senza una maggioranza coesa e stabile lei non può garantire un Governo con la forza riformatrice, l'autorevolezza e il sostegno parlamentare di cui ha bisogno; proseguire così significherebbe avere un Governo che non è nato come Governo di minoranza ma lo è diventato. Questo avrebbe anche la conseguenza di mettere ancora a rischio la centralità del Parlamento, che si eviterebbe in tutti i modi di far esprimere per la paura di cadere ad ogni passaggio parlamentare. Lo dico a lei e ai colleghi del PD: per il bene del Paese, aprite la crisi formale adesso e consentite che si apra una nuova fase di confronto tra tutte le forze politiche. Durerà, di sicuro, meno di un galleggiamento a cui rischiate di portare e di condannare il Paese. Le forze responsabili europeiste e liberali ci sono: ora, responsabili davvero siatelo voi (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Azione-+Europa-Radicali Italiani e Italia Viva)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Schullian. Ne ha facoltà.
MANFRED SCHULLIAN (MISTO-MIN.LING.). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, abbiamo ascoltato con grande attenzione il suo discorso e condividiamo il suo appello a lavorare insieme nell'esclusivo interesse del Paese. Quello che è successo negli ultimi giorni è difficile da comprendere persino per i professionisti della politica, figuriamoci per le persone e le imprese, messe a dura prova dalla crisi sanitaria e da quella economica, che si aspettano dalla politica risposte concrete per la soluzione di problemi altrettanto concreti. Se la politica non si concentra su ciò che sono i suoi compiti fondamentali ma si perde in manovre autoreferenziali, è come una beffa intollerabile per le imprese, che rischiano la sopravvivenza e per le famiglie, che non sono in grado di arrivare a fine mese. Oltretutto, abbiamo davanti a noi un'occasione storica che sarebbe irresponsabile sprecare. È dai tempi del Piano Marshall che non si assiste a un progetto internazionale di rilancio di questa portata. Il Recovery Plan dev'essere la stella polare di una politica davvero responsabile. Solo con il migliore utilizzo possibile del Fondo europeo riusciremo non solo a lasciarci alle spalle un periodo drammatico, ma potremo costruire il futuro con maggiore serenità e per farlo serve un quadro politico stabile, una collaborazione tra tutte le forze politiche nell'esclusivo interesse nazionale. Con piacere constatiamo, pertanto, che per lei - e qui la cito - “l'interesse nazionale è più che mai connesso, nel solco della nostra migliore tradizione storica e costituzionale, a un sistema di valori che valorizzi, nel quadro dell'unità della Repubblica, le specifiche esigenze economiche e sociali delle diverse realtà territoriali, alcune delle quali, per ragioni geografiche, specificità linguistiche e culturali, indubbiamente meritano tutta la nostra attenzione e cura”. Anche e specificamente per questo motivo, noi rappresentanti delle minoranze linguistiche voteremo la fiducia a questo Governo e auspichiamo che accolga le migliori idee per la costruzione del futuro del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Minoranze Linguistiche).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI (MISTO-CD-IE). Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, la componente di Centro Democratico, che si avvale di importanti adesioni parlamentari, tra l'altro molto giovani, ha apprezzato il suo intervento. Noi riteniamo la sua figura centrale nell'equilibrio parlamentare di questa legislatura.
Non c'era certo bisogno di una crisi così incomprensibile, collocata in un momento così drammatico per il nostro Paese, sia sanitario, sia sociale, sia economico. Certo, non andava tutto bene nel suo Governo, ma la modalità certo non era questa. La scelta di aprire la crisi è stata una mancanza di rispetto nei confronti del Paese, per questo nessuno l'ha capita, e la scelta di parlamentarizzarla è stata un atto doveroso, ma non scontato, un gesto risarcitorio di rispetto.
Siamo in un momento decisivo, nel quale si dovrebbe rilanciare un grande processo di riforme strutturali e lei le ha ricordate. Non possiamo non trasformare le enormi difficoltà originate dalla terribile pandemia nelle grandi opportunità, che la solidarietà europea finalmente ci ha messo nella condizione di cogliere pienamente. Si può, forse, ancora fare un patto di legislatura, ma ci vuole molta qualità politica. Lei ha indicato giustamente la necessità di dotarci di una legge elettorale con impianto proporzionale, che consenta la ordinata conclusione della legislatura. Le questioni politiche che abbiamo davanti sono chiare: come dare più forza alla sua maggioranza parlamentare? Abbiamo apprezzato il suo appello. Sarà necessario costruire un'area parlamentare liberaldemocratica, progressista e ambientalista, che si richiami alle migliori tradizioni della nostra storia repubblicana, l'europeismo, il popolarismo. Oggi è il 18 gennaio, il giorno del manifesto ai liberi e forti di Luigi Sturzo, la cultura del lavoro e della solidarietà sociale, di una politica alta, vissuta come missione di passione e di servizio, nel solco dei valori costituzionali. Pulsioni e aspirazioni che, a tratti, appaiono affievolite, nel confuso vociare che si ascolta nella rete, ma che sono profondamente presenti nel DNA del nostro Paese, solo che esse vanno rianimate. Ovviamente, non basta una forza parlamentare: è necessaria una forza nel Paese e non possiamo limitarci ad evocarla.
Credo che lei debba sentirsi parte attiva di questo lavoro politico e di questo processo. Lei è apprezzato da tanti italiani, si richiama ad una moderna cultura solidaristica, è convinto della decisiva centralità dell'Europa, ancora più evidente dopo la svolta americana. Abbiamo sentito oggi un po' di rumorosi rammarichi da parte dei trumpisti. Mi pare che con il discorso di stamane lei risponde al popolo italiano, sia se noi fossimo costretti ad affrontare le urne nel giro di qualche mese, sia - come ci auguriamo se la legislatura prosegue - fino alla naturale scadenza.
La nostra componente parlamentare farà la sua parte e saprà dialogare con il MoVimento 5 Stelle, con il PD, con LeU e anche con i colleghi di Italia Viva che sappiano ricollocarsi all'interno di un'alleanza parlamentare capace di affrontare con efficacia questa fase così drammatica. Secondo me non basta il semplice passaggio formale di un doppio voto di fiducia tra oggi e domani; è necessario che lei guidi un nuovo Governo; credo si tratterebbe anche sul piano costituzionale di un passaggio politico che le darebbe più forza sia nel Parlamento che nel Paese. Così può nascere, in questi giorni, e si delineerà nelle settimane avvenire con chiarezza sempre maggiore, uno schieramento alternativo al blocco sovranista e populista. Lo spazio c'è e può essere vincente; uno spazio politico di prospettiva - ho concluso, Presidente - alla cui costruzione daremmo un contributo anche noi di Centro Democratico-Italiani in Europa. È dunque doppio l'impegno che l'attende, signor Presidente del Consiglio: di legislatura e di prospettiva; guardando ad entrambi, il nostro gruppo, con convinzione le accorda fiducia e pieno sostegno (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Centro Democratico-Italiani in Europa, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Liberi e Uguali).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Lupi. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, lei ha fatto appello ai volenterosi, a tutti coloro che hanno a cuore il destino dell'Italia e agli europeisti. Ebbene, siamo europeisti, siamo popolari e riformisti; abbiamo a cuore il destino dell'Italia e la nostra volontà del dialogo, la nostra responsabilità, dall'opposizione, l'abbiamo dimostrata in tutti questi mesi di emergenza. Mi permetta un inciso: è proprio perché abbiamo a cuore l'Italia e i valori fondanti dell'Occidente che ci ha stupito il suo passaggio sulla Cina. Sul serio lei pensa che abbiamo valori in comune con un regime che a Hong Kong ha arrestato 53 deputati dall'opposizione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia)? Ma lei è venuto a dirci e ad elencarci anche i meriti del suo Governo e a dirci che “tutto va bene, madama la marchesa”; si ricorderà, come me, quella famosissima canzone in cui il maggiordomo rassicurava la signora, ma nel frattempo il castello bruciava. Ecco, proprio perché temiamo e teniamo all'Italia, non le daremo la nostra fiducia. Non so in che Italia lei ha vissuto l'ultimo anno. Non deve essere la stessa, tra l'altro, del segretario del PD Zingaretti che, parlando del suo Governo, tre giorni fa dice: “Ci sono stati molti errori, molte lentezze e molte inefficienze, ora non possiamo accettare tutto” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro); né è il Paese in cui hanno vissuto gli italiani, con un Governo, oggettivamente, che si è fatto trovare impreparato ad una pandemia.
Il 27 gennaio 2020, lei andava in TV a dire: “Siamo prontissimi”; si è visto dopo che non c'era neanche un piano anti-pandemia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia). Avete chiuso le scuole a marzo e, di fatto, non le avete ancora riaperte, e solo adesso - dichiarazioni di oggi di Miozzo - vi accorgete che è a rischio il futuro di milioni di giovani. Avete rinchiuso in casa agli italiani bloccando a lungo settori economici ai quali sono state fatte mirabolanti promesse: vi daremo tutti i ristori!
Sapete, anche per chi ci ascolta, quanto i ristori coprono la perdita di fatturato? Il 7 per cento (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva): su 423 miliardi di perdite, solo 28 miliardi; e nel settore della ristorazione addirittura solo il 2 per cento; su 37,5 miliardi di perdite, solo 2,2 miliardi.
Ma, se tutto va bene, come mai l'Italia ha la previsione peggiore tra tutti i Paesi europei? Avete detto che le mascherine non servivano e si è poi scoperto che, in realtà, non ne avevamo. Vi siete trincerati dietro la scienza e gli algoritmi per sancire chiusure drastiche, salvo poi disattendere i dati, che ci dicono, per esempio, che la Lombardia, oggi - 10 milioni di abitanti - non è in zona rossa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)! Lei ci dice che è una scelta politica: bene, ma condannare alla chiusura centinaia di migliaia di imprese è una scelta politica? Procrastinare è stata la vostra politica, facendo promesse mirabolanti che tanto sapevate di non poter mantenere. Vi chiudiamo, così farete un Natale sereno: abbiamo visto come è finita. Vi abbiamo detto “fate ripartire i cantieri”: sono sei mesi che aspettiamo la nomina dei commissari; chi li deve nominare? Rinviate continuamente decisioni che potrebbero significare migliaia di posti di lavoro. Vediamo un bel provvedimento che avete preso: il bonus 110 per cento. Peccato, ci vogliono trentacinque passaggi burocratici per richiederlo: la chiamate semplificazione (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva)? Nel vostro Recovery Plan, la riforma della pubblica amministrazione è decisiva e ha solo un titolo. È un anno che usate l'emergenza come alibi e come stampella. Dall'opposizione non vi abbiamo mai negato un voto sullo scostamento di bilancio; abbiamo collaborato sulla legge di bilancio.
Signor Presidente - concludo - siamo europeisti, responsabili, popolari e liberali, ma non voteremo la fiducia al suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia), perché oggi, più che mai, per rilanciare l'Italia, bisogna evitare che tutto ciò che è emergenziale diventi regolare, bisogna ridare spazi di libertà, bisogna darli alle imprese, alle famiglie, alla società civile, che è la vera ricchezza di questo Paese. Non la voteremo, perché non vogliamo che l'assistenzialismo diventi la massima aspirazione di chi ci governa, perché 11 miliardi per il reddito di cittadinanza non sono politiche attive del lavoro: 11 miliardi diamoli alle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente, Fratelli d'Italia e Italia Viva)! Noi non la voteremo, perché gli italiani devono tornare a lavorare e a rischiare, perché è nel lavoro e nell'impresa che trovano la loro identità. Questo è il tempo dei costruttori (ci ha richiamato il Presidente Mattarella).
PRESIDENTE. Concluda.
MAURIZIO LUPI (M-NI-USEI-C!-AC). Concludo. La sfida che abbiamo davanti richiama all'unità morale e civile degli italiani; non si tratta di annullare le diversità e le idee.
Proprio per questo, perché non vogliamo annullare le nostre diversità e le nostre idee, con responsabilità e con coraggio, le diciamo che non voteremo la fiducia al suo Governo e che è il momento di cambiare, ma innanzitutto di cambiare il suo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fornaro. Ne ha facoltà.
FEDERICO FORNARO (LEU). Signor Presidente, Presidente del Consiglio, Ministri e colleghi, innanzitutto, lasciatemi ringraziare la senatrice Liliana Segre (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle, Partito Democratico e Misto-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero) per il suo messaggio di questa mattina che è una lezione di democrazia e di cittadinanza che, credo, tutti, dalla maggioranza all'opposizione, dobbiamo saper ascoltare. Vorrei ringraziare anche l'ANPI che ha promosso, insieme ai sindacati e a tantissime associazioni, un appello dal titolo, io credo molto significativo, “Uniamoci per salvare l'Italia”.
Grazie, signor Presidente, per la scelta che ha compiuto e che abbiamo condiviso, quella di portare qui, nella casa della democrazia, alla Camera e al Senato, questa crisi, farla uscire dalle narrazioni, dai corridoi, dalle beghe, dalle stanze chiuse e portarla nella casa della democrazia per fare chiarezza su una crisi oggettivamente difficile da comprendere, che, certamente, non ha compreso la larga parte dei cittadini, che non hanno compreso all'estero e che fatichiamo anche noi, addetti ai lavori, a comprendere. È stata una scelta che abbiamo condiviso, perché è una scelta di trasparenza e di responsabilità; oggi, alla Camera e, domani, al Senato sono giornate della chiarezza; è il giorno per indicare al Paese un cammino di cambiamento, è il giorno di una politica capace di confrontarsi con i drammi, le difficoltà, le aspirazioni e i bisogni degli italiani, perché, vedete, io credo che la domanda che dobbiamo porci, innanzitutto come singoli parlamentari e, poi, come partiti e gruppi parlamentari, sia: che cosa è utile al Paese in questo momento? Io credo che l'ultima risposta che si possa dare sia quella di una crisi di Governo al buio.
Al tempo stesso, però, voglio dirlo con grande chiarezza, neppure vivacchiare può essere una risposta. Al Paese serve un Governo capace di dare, oggi, la protezione a imprese e cittadini dalla crisi economica e dalla pandemia e, al tempo stesso, capace di avere una visione, una costruzione del domani per un'Italia più giusta, più verde, più competitiva. È a questa domanda che, quindi, siamo tutti chiamati a rispondere, perché in questo momento, in un momento di grande difficoltà, in un momento in cui le persone guardano alla politica e alle istituzioni giustamente impaurite dal futuro, all'Italia non serve odio, servono coerenza, responsabilità, lotta alle ingiustizie e visione del futuro.
Guardi, signor Presidente, c'è un termine antico, desueto, secondo alcuni, che è quello di giustizia sociale, eppure per noi questo rimane un termine quanto mai attuale; oggi, c'è bisogno, in questo Paese, di più giustizia sociale, di più lotta alle disuguaglianze. Ed è giusto guidare il Paese verso il futuro, senza avere lo sguardo nello specchietto retrovisore; non interessa quello che abbiamo fatto ieri, ma al tempo stesso guai se ci dimenticassimo i valori fondanti della nostra idea di società, che per noi rimangono quelli dell'uguaglianza, della solidarietà, della dignità del lavoro. Ecco perché è stato giusto il dibattito, il confronto che è stato lungo, acceso, tra tutti i partiti della maggioranza, non soltanto da uno, sul tema della bozza del Recovery che, lo abbiamo detto più volte e lo ripeto ancora in questa occasione, è una sfida per tutto il Paese, non è la sfida di questo Governo o di questa maggioranza.
Ridurre i divari, affrontare e rendere competitivo il Paese, dare gli strumenti ai cittadini e alle imprese per vincere la sfida della rivoluzione digitale, quella della riconversione ecologica, attrezzare il Paese con adeguate infrastrutture sociali, lavorare ad una reale inclusione è una sfida per costruire un'Italia più forte per il futuro.
Lei ha fatto un richiamo all'europeismo e su questo lei sa che siamo stati in questi anni critici, critici rispetto non all'idea di Europa, che abbiamo sempre difeso, ma alla deriva che c'era in atto, una deriva di neoliberismo, una deriva di egoismi. L'avvelenamento dell'idea europeista, fatta dal diffondersi nel nostro continente di sovranisti a tutte le latitudini, quella in cui noi crediamo fermamente e che abbiamo iniziato a vedere - anche se il percorso, signor Presidente, è solo all'inizio - quella di un'Europa solidale, capace di comprendere come la pandemia fosse una questione che non poteva essere affidata ai singoli Stati nazionali. Insomma noi saremo dalla sua parte per costruire un'Europa dei popoli, un'Europa solidale, un'Europa che ricordi le nostre origini. E da questo punto di vista il nostro ruolo è e deve rimanere quello di uno dei Paesi fondatori dell'Unione europea, dobbiamo essere nella pattuglia di testa dell'Europa e non arrancanti dietro, magari guardando ad altre soluzioni. E poi però - me lo lasci dire, signor Presidente - il Recovery, tutte le iniziative, i progetti devono stare dentro all'idea che il lavoro sia un valore fondante, che sia necessaria - come lei ha ricordato e la ringraziamo - una riforma degli ammortizzatori sociali; ma le chiediamo anche in tempi rapidi una legge sulla rappresentanza che metta fine alla giungla contrattuale che alla fine significa perdita di diritti da parte dei lavoratori e in particolare di quei lavoratori più fragili, più deboli sul mercato del lavoro, che sono in larga parte giovani. E al tempo stesso, in questa idea d'Italia per noi ci sono il Servizio sanitario nazionale, la scuola pubblica, pilastri di una idea di società in cui ogni cittadino è messo nelle condizioni di poter competere da un lato e di poter curarsi senza che si guardi al proprio conto corrente bancario.
A testa alta, quindi, signor Presidente, coscienti dei nostri limiti, dei limiti del Governo, di questa maggioranza ... Io ho sentito molte accuse più volte in questa sede: io credo che nessuno possa alzarsi in coscienza in quest'Aula a dire che, se fosse stato al vostro posto, non avrebbe commesso errori, per la semplice ragione che ci siamo trovati tutti in un territorio inesplorato, in cui non c'erano precedenti, in cui è stato necessario cercare di tenere la barra dritta. E noi vi riconosciamo di aver tenuto la barra dritta sul principio della precauzione e sulla predominanza della salute rispetto agli interessi economici, che vanno tutelati, che vanno difesi, ma che non possono mai venire prima della salute. Guardi, a testa alta, Presidente, senza farsi tentare dalle scorciatoie mediatiche dell'uomo solo al comando. Noi siamo assolutamente convinti che da questa crisi sanitaria ed economica si esca insieme, con una squadra di Governo coesa e dialogante, con un ascolto vero, continuo, periodico delle parti sociali, con un corretto equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo, con un confronto democratico, nel rispetto dei ruoli, con le opposizioni. Presidente, se seguirà con coerenza e coraggio la strada che ha indicato questa mattina, che da un lato è la continuazione di un percorso a cui noi abbiamo aderito convintamente nel 2019, dall'altra è un disegno, una prospettiva verso la fine della legislatura, signor Presidente, ci troverà al suo fianco, a collaborare con lealtà e con lo spirito critico e la serietà che lei ben conosce. Al suo fianco, signor Presidente, insieme alla maggioranza, per costruire un'Italia migliore e più giusta (Applausi dei deputati dei gruppi Liberi e Uguali, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO (IV). Grazie, Presidente Fico, grazie Presidente Conte, signore Ministre, signori Ministri, colleghe e colleghi, noi siamo pienamente consapevoli del significato e del valore della nostra scelta: è stata una scelta proporzionale al rischio che vediamo per il nostro Paese, se il nostro Paese non si mette a correre. La nostra è stata una rottura responsabile: voi siete qui, senza avere l'assillo di trovare la maggioranza relativa, perché noi vi abbiamo garantito la nostra astensione, lo abbiamo dichiarato, lo confermo qui, abbiamo garantito che voteremo sul “decreto Ristori”, mercoledì, in Aula voteremo lo scostamento di bilancio, giovedì e venerdì, in Aula, sempre qui, voteremo il decreto sul COVID, così come sosterremo tutte le misure che aiuteranno il nostro Paese nella lotta al COVID, e nel suo radicamento e presenza nelle politiche europee. E questo perché leggiamo le paure dei cittadini, come le ha lette anche lei, Presidente, lo ha detto nel suo intervento. Le leggiamo, le viviamo, le viviamo tutti i giorni, ma leggiamo le paure nella loro dimensione più completa, che non è solo quella di aver paura di prendere il COVID, è aver paura del loro futuro, e di questo noi ci dobbiamo fare carico in maniera diversa da come abbiamo fatto fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Di questo, le prime persone che si sono fatte carico, con senso di responsabilità, mettendo da parte destini personali, mettendo da parte anche ambizioni legittime in chi ha ruoli di Governo - lo ha detto bene Ivan Scalfarotto prima - è stata la nostra delegazione al Governo, sono state le nostre Ministre e Ivan Scalfarotto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). La professoressa Bonetti è tornata a insegnare all'università, si è dimessa nella consapevolezza di questo.
La nostra non è stata una crisi sui posti, è stata una crisi sulle idee, non abbiamo fatto una crisi per costruire consenso, abbiamo fatto una crisi per avere chiarezza. Il nostro assillo? Che questo Governo sia all'altezza di avere un Governo all'altezza della sfida che ha il Paese davanti. Parliamoci con trasparenza, con serietà: non è da oggi che è nata la crisi, non è qualche dichiarazione di Matteo Renzi, di Ettore Rosato, di Teresa Bellanova o di qualsiasi dirigente di Italia Viva, non sono le dimissioni delle Ministre, che hanno semplicemente affermato quello che era già nei fatti, è che non ci sono stati, in questi mesi - nonostante, le dico con sincerità, i nostri tanti sforzi, i nostri tanti sforzi - un dialogo e la volontà di costruire un'agenda condivisa. Guardi che anche la maggioranza ci ha provato a costruire un'agenda condivisa, non ci siamo riusciti e io penso che lei non può esimersi dall'assumersi dico un pezzo di questa responsabilità. Era, è il Presidente del Consiglio: doveva prendersi la responsabilità di provare almeno a costruire un'agenda condivisa di Governo. Perché vede, nelle lunghe pagine del suo intervento ci sono un sacco di cose condivisibili, tante cose condivisibili, un lungo elenco di cose da fare. Il problema è realizzarle. Non per niente abbiamo chiesto un patto di legislatura, per mesi lo abbiamo chiesto e, ripeto, non lo abbiamo chiesto solo noi. Sulle cose fatte, tante cose fatte, beh, bisogna misurarne l'impatto delle cose fatte, perché noi viviamo questa incongruenza - e continuiamo a vivere - della citazione continua dei nostri successi, dei nostri primati nel mondo, con la realtà che le fatiche che ci dicono gli italiani, che ci comunicano gli italiani, gli imprenditori. Noi la viviamo questa incongruenza e la viviamo con sofferenza, questa incongruenza. Lei ha parlato di una cintura di sicurezza del valore di 100 miliardi, che sono quanto noi abbiamo messo in campo nel 2020 - 100 miliardi, una cifra gigantesca - eppure lei ha descritto la forza di questa cintura di sicurezza. Io, che riconosco lo sforzo fatto, guardo anche la fragilità di questa cintura di sicurezza, guardo le persone che dicono “I ristori non mi sono arrivati in tempo” o “Non mi sono arrivati a sufficienza, non ce la faccio più”. La cassa integrazione: per mesi abbiamo sofferto che non arrivasse (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Le visite specialistiche si sono bloccate, i ritardi della scuola, non voglio citare tutte le questioni, ma ci sono incertezze in interi settori economici del nostro Paese e non le sto scaricando questa responsabilità, le dico che bisogna guardare quello che succede senza fare l'elenco dei nostri successi, ma l'elenco dei problemi che ha questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Oggi lei ha ricordato tanti successi anche che noi condividiamo, perché lei, oggi, ha ricordato, lo hanno fatto tanti colleghi anche nei loro interventi, i successi delle politiche al femminile, ha ricordato il Family Act, fino all'altro giorno si chiamava Family Act. Le aggiungo il lavoro fatto dalla Ministra Bellanova nell'agricoltura, cose che noi rivendichiamo di aver fatto e di aver contribuito a fare insieme a tante altre cose che ha fatto questo Governo, e nessuno dice che non ci si sia impegnati o nessuno dice che i suoi Ministri non abbiano fatto niente, ma posso ricordarle che sul “decreto Semplificazione”, che lei ha citato nel suo intervento, approvato, anche su nostra richiesta forte, il 7 luglio in Consiglio dei Ministri, c'erano 38 decreti attuativi da realizzare e ne è stato emanato uno? C'erano 58 opere per un valore di 66 miliardi, che vanno dalla Trieste-Venezia dell'Alta velocità alla Bari-Napoli, alla Brescia-Padova a Venezia, alla Ionica; 58 opere, 66 miliardi e neanche un commissario ancora nominato (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
Posso ricordarle che sui “decreti Ristori”, quindi i soldi che abbiamo messo, quei 100 miliardi, c'erano 300 decreti attuativi da emanare - che vuol dire avere la possibilità di pagare, avere la possibilità di intervenire, erano norme che devono diventare esecutive -, 200 non sono stati ancora emanati? Uno su tre è stato emanato in tutti i decreti attuativi che abbiamo fatto in questo Parlamento sui ristori. Posso ricordarle che sulla giustizia, su cui lei francamente oggi ha omesso di toccare il tema, ricordo, quando c'è stata una discussione anche pesante che riguardava anche una mozione di sfiducia al Ministro Bonafede, lei si era impegnato di fare una commissione sulla prescrizione. Questa commissione sulla prescrizione, le abbiamo dato i nomi, non è mai partita (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Vede, la nostra paura è veramente la lentezza di quello che vedevamo intorno, della voglia di lavorare, e la fatica di scegliere e di decidere. E per chi è al Governo la lentezza, la fatica di scegliere e di decidere è un problema serio. Lei si è soffermato sul MES e ha detto una cosa che sottolineo: lei ha detto che è un problema divisivo, e lo ha accantonato. Questo è successo in 18 mesi, glielo confermo, l'ha sempre detta così, ma non basta. Vede, io conosco i colleghi del MoVimento 5 Stelle ormai da otto anni; tra di loro ci sono molte persone che stimo, lo dico con tranquillità. Penso che siano persone che hanno la capacità di discernere le cose, le capiscono come le capiamo noi, non è che c'è differenza da questo punto di vista (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva – Applausi ironici dei deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Fratelli d'Italia - Commenti). Non ve la prendete, non ve la prendete, lo dico perché… non volevo essere offensivo, lo dico al capogruppo Crippa.
PRESIDENTE. Proseguiamo, proseguiamo.
ETTORE ROSATO (IV). Grazie, Presidente. Mi scuso se qualcuno l'ha intesa in maniera offensiva, non lo era. Volevo dire che reputo la possibilità del MoVimento 5 Stelle di entrare nel merito una possibilità che vale per tutti gli altri gruppi anche su temi che loro considerano divisivi. Non sono più il MoVimento 5 Stelle del no-TAP, no-TAV, no-MES, no tutto (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Non sono più quel MoVimento, glielo dico io, nelle persone che sono sedute in quest'Aula, però bisogna entrare nel merito, bisogna cominciare a ragionare sulle questioni. Allora, se prendo a prestito 100 euro con il MES e devo restituirne dopo dieci anni di meno, voglio che qualcuno mi spieghi, in un confronto, qual è il motivo per cui non lo dobbiamo prendere (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva). Voglio un confronto con i colleghi del MoVimento 5 Stelle che mi spieghino perché non lo dobbiamo prendere. Le condizionalità che sono nel Recovery sono condizionalità più pesanti di quelle che ci sono nel MES: non capisco perché noi dobbiamo buttare via 4 miliardi di euro degli italiani, non lo capisco (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), però non è questo il punto su cui abbiamo costruito o non costruito il Governo. Il punto è, Presidente Conte, che lei questo tema lo ha preso e lo ha accantonato, lei questo tema lo ha preso e lo ha accantonato, non ha consentito questo confronto.
Così come sul Recovery, ne ha parlato bene e a lungo il sottosegretario Scalfarotto: il 7 dicembre il Recovery non è stato approvato nella prima definizione solo perché la Ministra Lamorgese è risultata positiva al COVID con un risultato falso positivo, altrimenti noi avremmo avuto il Recovery approvato con quella modalità, e penso che tutti quelli che ci hanno messo mano, tutti quelli che lo hanno letto hanno capito a cosa saremmo andati incontro. Quindi, Presidente, questo penso che sia il segno di una necessità di vivere la politica in maniera diversa. Se ci vogliamo confrontare sulle cose che servono a questo Paese, non ci si può confrontare solo mettendo, in maniera ideologica, la volontà di non mettere al centro il merito delle questioni. Mi lasci concludere non con la matematica, che è quella che mi sembra stia prevalendo, Presidente, anche nelle sue conclusioni; ci leggevo la matematica, non la politica. Sull'appello, veramente, mancavano i nomi e cognomi.
Parliamo della politica: questo Parlamento ha una maggioranza politica e una maggioranza numerica per andare avanti; se vuole, ha una maggioranza politica e una maggioranza numerica per andare avanti, ma i problemi del Governo si chiamano Matteo Renzi? Voi pensate che i problemi del Governo si chiamino Matteo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva)? Voi pensate che le cose che dicevano il collega Bordo o il collega Fassina oggi, cito due colleghi nei loro interventi che ho ascoltato, facessero riferimento al problema con Italia Viva? Facevano riferimento a quello che non funziona, e quelle cose che non funzionano sono tante e non si risolvono con un partner in più o con un partner in meno in maggioranza: si risolvono prendendosi la briga di confrontarsi.
Il tatticismo non ha posto - e finisco, Presidente - in questa fase, veramente non ha posto. Noi abbiamo tesa una mano per lavorare insieme, non per un posto, perché altrimenti ci tenevamo quelli che avevamo; l'abbiamo tesa perché ci consideriamo dei costruttori, ci consideriamo con i nostri limiti, come ci sono i limiti di tutti, che vogliono porre le basi per una stagione nuova, come al richiamo del Presidente della Repubblica.
Presidente, colleghi, sta a voi decidere se aprire un confronto sui contenuti, fino in fondo, o sui nostri caratteri; se il pluralismo delle idee in una maggioranza è un valore o se l'eterogeneità è un problema. Sta a voi capire se da una crisi si esce in maniera più forte o se si esce in maniera più debole; se questa crisi, aperta da tempo, è il momento e l'occasione per chiuderla, oppure la teniamo viva in questa forma. Altrimenti, sia chiaro, lo dico, a noi non spaventa l'opposizione, a noi non spaventa l'opposizione. Presidente, a noi non spaventa l'opposizione: a noi spaventa che le cose non si facciano bene, e noi per questo abbiamo messo tutta la nostra carica politica e la nostra fatica della politica per rivendicare questo. Dopodiché, Presidente, e chiudo, anche dall'opposizione si può lavorare e fare il tifo per l'Italia. E noi faremo sempre il tifo per l'Italia, però penso che la personalizzazione di uno scontro politico va fatta quando la personalizzazione serve; quando si vogliono, invece, trovare i punti di sintonia e di sincerità rispetto agli italiani, bisogna avere il coraggio di mettere in campo quella capacità di alzare il telefono, di sederci intorno a un tavolo e di ragionare sulle questioni di merito (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Meloni. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI (FDI). Avvocato Conte, stamattina io mi sono vergognata per lei (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e non solo per quell'“aiutateci” che tradiva la sua disperazione, ma per il mercimonio che ha inscenato in quest'Aula, nel tentativo di dare una profondità a quella supplica. Ricordo quando lei diceva: “non facciamo i peggiori ragionamenti della Prima Repubblica, voliamo alto”. Con la Mastella Airlines (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
Vede, avvocato Conte, voi la Prima Repubblica la fate rimpiangere; la fate ampiamente rimpiangere, perché nella prima Repubblica c'erano sempre gli stessi partiti che cambiavano continuamente Presidente del Consiglio; adesso si vorrebbe addirittura che ci fosse sempre lo stesso Presidente del Consiglio e cambiano continuamente quelli che lo sostengono (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! E chi è, di grazia, questo campione? Questo campione è uno sconosciuto, uscito dal cilindro di un comico, del quale gli italiani, quando, in 32 milioni, sono andati a votare nel 2018, non conoscevano neanche l'esistenza. Lei si presentò come avvocato del popolo, Conte, sì, avvocato d'ufficio però, perché gli avvocati la gente se li sceglie, e non è il caso della sua presenza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E, vede, nonostante tutto questo, lei, in questi mesi, ha deciso sulla libertà degli italiani, sui diritti fondamentali, sulla possibilità o meno di studiare, di lavorare, di essere curati. Oggi, addirittura, viene in quest'Aula, in un misto tra delirio d'onnipotenza e ignoranza istituzionale, ci viene a spiegare che intende occuparsi di una serie di materie che non le competono, come la legge elettorale, perché sì, cari italiani, c'è l'emergenza, ma loro si occupano della legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia e di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), o come i Regolamenti parlamentari!
Ve ne siete accorti, colleghi del PD? No, perché la responsabilità di questo scempio, alla fine, è di chi l'ha consentita finora: un Parlamento debole, una Unione europea entusiasta di avere un altro Presidente del Consiglio al quale impartire ordini e, dunque, compiacente, grandi media al servizio di poteri forti (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), che chiaramente hanno tutto l'interesse ad avere una politica in cerca di padroni per fare meglio i loro interessi. E Giuseppe Conte è perfetto per tutti loro, perché è perfettamente in grado di assumere esattamente la forma che richiede il suo mandante: praticamente Barbapapà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Deputata Meloni!
GIORGIA MELONI (FDI). Prego, mi dica... Prima populista, poi ortodosso europeista, prima di destra poi di sinistra, ma soprattutto di centro, socialista e liberale insieme, insieme (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Prima a favore, poi contro l'immigrazione illegale, la TAV, “quota 100”, l'imposta sul money transfer. Prima amico e poi nemico di Salvini, ma anche di Renzi e perfino di Di Maio: qualsiasi cosa pur di rimanere esattamente dov'è.
E, allora, vede, il barbatrucco che lei ci vuole propinare oggi è quello di presentarsi, dopo aver distrutto l'Italia, come quello che la vuole ricostruire (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), raggranellando una serie di disperati voltagabbana, che però chiamiamo costruttori; e chissà quanto saranno utili i compassi per queste costruzioni, avvocato Conte (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io credo, io penso che stavolta il gioco non riuscirà, penso che stavolta il gioco non riuscirà, perché mi piace pensare che in questo Parlamento ci sia ancora un briciolo di buonsenso, che in questo Parlamento ci sia ancora qualcuno che almeno ha, diciamo così, timore per il giudizio implacabile che la storia inevitabilmente riserva. Mi piace pensare che, sì, l'Italia ha un disperato bisogno di responsabilità, è vero: pensi, noi di Fratelli d'Italia siamo così responsabili che la fiducia al Governo Conte non l'abbiamo votata mai. E speriamo che oggi ce ne siano molti altri, che non lo faranno e che consentano all'Italia di aprire finalmente una stagione di normalità, nella quale i cittadini possano decidere. Come? Articolo 1 della Costituzione italiana: “La sovranità appartiene al popolo”. E, vi piaccia o no, il popolo la esercita votando. E noi lo abbiamo sempre sostenuto, questo, per carità, noi di Fratelli d'Italia. Qualcuno dice: Fratelli d'Italia sostiene questa tesi perché i sondaggi la danno in crescita. No, guardate, la sostenevamo anche quando eravamo al 3 per cento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), perché c'è ancora qualcuno che non piega le sue idee al tornaconto, qui dentro.
Certo, siamo pronti a governare, siamo pronti a governare con il centrodestra, l'unica coalizione che può dare un Governo forte e coeso (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) a questa Nazione, ma sarebbe difficile in un Parlamento a maggioranza grillina, perché ci sono alcune cose importanti e coraggiose che vanno fatte, e per farlo servono numeri significativi e serve un forte mandato popolare. Io non mi accontento di vivacchiare, come vorreste fare voi. E poi, Presidente Conte, ma siete sicuri che il Presidente della Repubblica vi consentirà di governare questa Nazione anche in assenza di una maggioranza assoluta (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), dopo che nel 2018 si è rifiutato di dare l'incarico al centrodestra perché non c'era la certezza sui numeri? Pensate che le regole valgano solo per il centrodestra? Perché, guardate, le regole valgono anche per voi, valgono per tutti, in quest'Aula, le regole della democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
E direte che non si può votare perché la pandemia non consente di votare, ma è falso anche questo, lo sapete bene. Lo sapete così bene che nell'ultimo decreto che avete emanato, avete scritto che entro maggio si vota per 1.300 comuni italiani, comprese diverse grandi città. L'unico virus che vi impedisce di votare, signori, è il “poltronismo” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e per quello non c'è manco il vaccino! In compenso, però, ci sono i banchi a rotelle del Ministro Azzolina, che proporremo di portare in Parlamento così gli italiani si possono liberare di voi anche se vi incollate alla sedia (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
In tutto il mondo si continua a votare, nonostante la pandemia: così è stato per gli Stati Uniti, così sarà per il Portogallo, per l'Olanda, per la Germania, per Israele. Da nessuna parte si sospende la democrazia: perché? Non solo perché è irrinunciabile, ma anche perché è la soluzione migliore proprio in un momento come questo. L'Italia nei prossimi anni dovrà affrontare diversi enormi problemi: noi avremo l'epidemia, avremo da combattere i ritardi nel campo sanitario per tutti i malati che sono stati abbandonati mentre ci occupavamo del COVID; avremo da contrastare il disastro economico che fate finta di non vedere, con 400 mila persone che hanno già perso il lavoro, e saranno molte di più quando finirà il divieto di licenziamento; con quasi 500 mila aziende che rischiano di non superare quest'anno, con decine di migliaia di partite IVA che stanno chiudendo per il COVID. Sì, avvocato Conte, ma anche perché avete sbagliato troppo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Troppo! Avete chiuso i ristoranti che potevano mantenere il distanziamento e li avete messi in ginocchio e condannati. Avete consegnato le aziende del turismo alla criminalità organizzata o a un'infinità di sciacalli stranieri (Commenti di deputati MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…
GIORGIA MELONI (FDI). Eh, sta andando così, casomai vi fosse sfuggito! Avete messo in ginocchio le palestre, dopo che avevate imposto loro pesanti protocolli. Avete impedito che milioni di ragazzi avessero l'educazione che solo la scuola in presenza può dare. Adesso togliete l'asporto ai bar, così favoriamo le multinazionali del delivery (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), mam in tutto questo, i bus e le metro sono ancora stipati di pendolari!
E poi 130 miliardi in gran parte dilapidati perché andavano distribuiti tra i partitini. E non parliamo degli scandali che stanno emergendo ogni giorno (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia), che raccontano di una epidemia trasformata in mangiatoia; non fate i simpatici, perché se fosse accaduto a un Governo di centrodestra si sarebbero mosse tutte le procure d'Italia (Commenti del deputato Mollicone)…
PRESIDENTE. Mollicone!
GIORGIA MELONI (FDI). È chiaro? Sarebbero arrivati i caschi blu dell'ONU (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Colleghi…
GIORGIA MELONI (FDI). …gli incursori della Marina (Commenti del deputato Scerra)!
PRESIDENTE. Deputato Scerra!
GIORGIA MELONI (FDI). E fuori non va meglio, Presidente Fico, perché tutto il mondo affronta una tempesta; lo vediamo ogni giorno. La nostra civiltà rischia di regredire a un punto che noi non pensavamo fosse possibile: la libertà non è più scontata, il benessere è una chimera, l'economia reale è al collasso, la povertà avanza e chi ha la responsabilità di aver stravolto le nostre vite - la Cina! - approfitta della nostra debolezza per aggredire l'economia italiana, e non solo! E lei viene qui a esaltarla e si deve vergognare per questo (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia, Lega-Salvini Premier, Forza Italia-Berlusconi Presidente e Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro - Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)!
L'Unione europea conferma la sua debolezza, purtroppo è ancora schiava degli egoismi di alcuni. Gli Stati Uniti rischiano una guerra civile (Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)…
PRESIDENTE. Colleghi… colleghi…
GIORGIA MELONI (FDI). …e, in tutto questo, le grandi multinazionali del web, società private, si mettono a sindacare del diritto di espressione dei cittadini e dei loro rappresentanti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). E lei pensa, avvocato Conte, di affrontare tutto questo aggiungendo Mastella a Di Maio? Io credo che questo non sia possibile. L'Italia non si può permettere un Governo ancora più debole di quello che ha già. L'Italia non può più permettersi gli improvvisati, i ricattatori, i politicanti da strapazzo disposti a devastare un'intera Nazione per difendere se stessi. L'Italia ha bisogno di visione, di forza, di coraggio; ha bisogno di qualcuno che abbia la capacità di indicare la rotta, di dire che - sì - il vento è agitato e il mare è in tempesta, e qualche volta dovremo stare sottocoperta, ma quei sacrifici alla fine ci porteranno in un porto sicuro e tornerà il sole (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Questo non lo può fare lei! Questo non lo può fare lei! Lei, se avesse a cuore il destino di questa Nazione…
PRESIDENTE. Deve concludere. Colleghi, per favore!
GIORGIA MELONI (FDI). Concludo. Se lei avesse a cuore il destino di questa Nazione si sarebbe già fatto da parte. Adesso è un altro tempo, adesso è il tempo dei patrioti, è il tempo della libertà, è il tempo dell'orgoglio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia - Commenti di deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi! Colleghi! Colleghi!
GIORGIA MELONI (FDI). È il tempo di un'Italia che si rimette in piedi, di un'Italia che corre e che torna a camminare, di un'Italia con una classe politica all'altezza della sua grande storia, che voi non rappresentate (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Gelmini. Ne ha facoltà.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, non so se lo ricorda, ma Tito Livio scriveva: “Mentre Roma discute, Sagunto viene espugnata”. Sagunto era una città della Spagna assediata dai Cartaginesi, ma la nostra Sagunto sta poco lontano da qui: è appena fuori da questo palazzo, dove troppi italiani sono disperati per gli effetti della pandemia, ma anche per le conseguenze economiche devastanti sulle loro vite, sulle loro famiglie e sulle loro aziende. L'avversario da battere non è solo il COVID-19, ma è la disoccupazione, è la fragilità delle persone, è il fallimento di troppi lavoratori autonomi e di troppe aziende. Di fronte a tutto questo, noi invece stiamo discutendo inutilmente mentre l'Italia affonda, e per la terza volta in poco tempo, signor Presidente del Consiglio, lei viene qui per chiedere la fiducia.
Ora, chiedere la fiducia sembra diventato un appuntamento annuale: non è normale e forse se i suoi Governi durano meno di un anno qualche ragione ci sarà (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Immagino che non sia solo responsabilità sua, ma sia anche della sua presunta maggioranza; di certo, un minimo di autocritica noi ce la saremmo aspettata. Anche perché, in questa stagione drammatica, davvero, nei fatti e non a parole, bisognava avere la forza di far prevalere l'interesse e il bene del Paese; invece voi avete pensato irresponsabilmente di aggiungere ad un'emergenza sanitaria, ad una crisi economica senza precedenti una crisi di Governo.
Ma quello che è peggio, è che voi non avete voluto prendere atto di questa crisi, delle profonde divisioni, dei litigi. Avete provato a dire che era un problema legato al Recovery Plan; invece non è stato così, perché in Consiglio dei Ministri avete approvato il Recovery Plan ma, immediatamente dopo, due Ministre si sono dimesse, a significare che i problemi sono molto profondi. Io voglio rispondere subito all'appello che lei in maniera, devo dire molto esplicita, forse troppo esplicita, ha rivolto ai componenti di quest'Aula. Noi siamo profondamente europeisti, siamo autenticamente liberali e ci onoriamo di una cultura socialista che appartiene a molti dei nostri componenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Ma per tutte queste ragioni, signor Presidente del Consiglio, noi siamo alternativi alle forze che la compongono…(Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Perché vede, un socialista non può stare con il Ministro Bonafede che ha abolito la prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); e un autentico liberale purtroppo, lo dico con dispiacere, non riscontra nella politica economica di questo Governo nulla che non sia dirigista, centralista, statalista, volto a vessare i cittadini con nuove tasse e con le cartelle esattoriali (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E quindi vede, non basta evocare degli appellativi: bisogna poi praticarli nei fatti. E questo non solo per responsabilità sua, signor Presidente del Consiglio, ma perché la maggioranza che la sostiene è una maggioranza che ha un vizio di fabbrica: perché non è una maggioranza che esce dalle urne; è una maggioranza che nasce da un contratto di potere per impedire al centrodestra di tornare alla guida del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). È una maggioranza costruita da partiti che si sono confrontati, scontrati alle urne, che spesso si sono insultati, e che soprattutto non hanno mai avuto il coraggio di dire agli italiani qual è la loro idea di Paese, qual è la loro progettualità (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).
Ecco perché io ho comprensione per il suo ruolo: perché il suo è un compito impossibile. Mettere insieme il PD, LeU, Italia Viva, il MoVimento 5 Stelle non è difficile: è impossibile, e poi dirò le ragioni di questa impossibilità. Voi avreste dovuto, per rispetto del Paese, fare presto e fare bene; e noi ve lo abbiamo chiesto, perché siamo un'opposizione nazionale e repubblicana. Noi non facciamo il tifo per lo sfascio: facciamo il tifo per l'Italia, anche se siete voi a governare (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E ve l'abbiamo chiesta, questa vera responsabilità, con l'autorevolezza del Presidente Berlusconi, che, da uomo delle istituzioni, non ha lesinato proposte, non ha fatto mancare interventi, iniziative, progettualità, aperture (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente); ma spesse volte queste parole sono cadute nel vuoto.
E, allora, io vi rivolgo una domanda. La rivolgo a lei, ma la rivolgo anche a coloro che la sostengono: ma davvero voi pensate che, non essendo riusciti con una maggioranza più solida a raccogliere e a vincere le sfide che il Paese aveva davanti, lo potrete fare adesso con una maggioranza più fragile, raccogliticcia e più contraddittoria di quella che non avete avuto fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? E davvero, signor Presidente del Consiglio, lei pensa, con una maggioranza così risicata, così conflittuale e ingestibile, di poter affrontare le riforme costituzionali e addirittura la riforma della legge elettorale? Ma io credo, premesso che la legge elettorale è di competenza del Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), che il problema sia che non avete i numeri neanche per approvare lo scostamento di bilancio con la maggioranza assoluta, altro che procedere alle riforme costituzionali.
E, allora, vorrei dire anche alla sinistra, vorrei togliermi qualche sassolino dalle scarpe, perché in questi anni la sinistra ci ha fatto una marea di lezioni sulla democrazia, una marea di lezioni sul diritto costituzionale e sui valori della Costituzione. Ebbene, adesso diciamo basta. Perché vedete, quello che sta accadendo non solo non è serio, ma non è rispettoso nei confronti del Paese. E io non oso immaginare, se il teatrino che avete messo in piedi voi l'avesse fatto il centrodestra, cosa sarebbe accaduto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! Di fronte all'invito esplicito rivolto ai parlamentari non di cambiare partito, ma di cambiare schieramento, io credo che se lo avesse fatto il centrodestra probabilmente si sarebbero già mosse alcune procure e sicuramente Travaglio avrebbe scritto fiumi di inchiostro sulla vergogna del centrodestra (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, invece, voi pensate di governare con una pattuglia di transfughi, e addirittura scomodate le parole, nobili, del Presidente Mattarella, che ha evocato i costruttori: come costruttori di futuro o di progettualità, non si riferiva certamente a parlamentari spaventati dalle elezioni anticipate, perché di questo stiamo parlando (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E allora io mi domando: ma in quale formazione voi volete affrontare il 2021, una data cruciale per la nostra economia e anche per combattere il virus? Guardate che, già nei precedenti scostamenti, voi non avete avuto i numeri ed è stato il centrodestra che li ha messi a disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), non per aiutare voi ma per aiutare il Paese. E sapete perché lo abbiamo fatto? Perché noi lo sappiamo che gli italiani vorrebbero, in questo momento, un Governo coeso, un Governo stabile e se lo meriterebbero, perché hanno fatto tantissimi sacrifici. Però, gli italiani non vogliono un Governo del “tutto cambia perché nulla cambi”, non vogliono la riproposizione di una maggioranza che ha già fallito, che è stata inadeguata e che, adesso, cerca di scaldare le poltrone, proponendo la stessa minestra, ma non riuscendo a risolvere i problemi del Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), una maggioranza che ha esautorato il Parlamento. E lo dico agli amici di Italia Viva: è troppo comodo dare la colpa al Presidente Conte. E voi dove eravate quando il Governo governava a suon di DPCM, di decreti, di fiducie (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? È troppo facile distinguersi dopo. Guardate che Matteo Renzi è colui che questo Governo l'ha inventato, perché, se non ci fosse stato Renzi, non ci sarebbe stato neanche il Governo Conte. E allora, dei pentimenti tardivi francamente ce ne facciamo molto poco (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Adesso avete scoperto l'utilità di quest'Aula, non quando noi, con il Presidente Berlusconi, dicevamo: guardate che la cassa integrazione, come l'avete costruita, non arriverà prima di Pasqua, e serve subito; guardate che parlare degli affetti stabili e dei congiunti è surreale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), dite agli italiani cosa possono fare e cosa non possono fare. Con il professor Brunetta, vi abbiamo detto che serviva uno scostamento di 100 miliardi, non uno scostamento a settimana, e invece avete perso tempo, e che forse ai ristoratori, che avete messo sul lastrico, dovevate dire, non la vigilia di Natale, se potevano tenere il ristorante aperto o meno a Natale o all'ultimo dell'anno (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E poi, trovo davvero inaccettabile rinviare le cartelle esattoriali di quindici giorni in quindici giorni.
Avremmo potuto semplicemente lucrare sui vostri errori ma, siccome siamo un'opposizione veramente e autenticamente nazionale, repubblicana, noi abbiamo continuato a fare delle proposte e, con il Presidente Berlusconi e con Antonio Tajani, abbiamo provato a fare gli interessi dell'Italia anche in Europa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente), quell'Europa che, ha ragione, ha risposto adeguatamente alla pandemia perché, se non ci fosse stata l'Europa, non ci sarebbero i soldi della BEI, del Recovery Plan, di SURE. E lì abbiamo fatto gli interessi dell'Italia, abbiamo concorso a condividere le misure che consentono a questo Paese di andare avanti, mentre voi, per quasi due mesi, avete fatto tante dirette Facebook, ma non vi siete guardati negli occhi, non avete avuto neanche il coraggio di sedervi ad un tavolo e affrontare i problemi in maniera seria (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). E, adesso, cosa vi tocca fare? Vi tocca guardare negli occhi i singoli deputati e i singoli senatori che riuscirete a convincere, chissà con quali metodi, per appoggiare questa maggioranza, e quelli saranno portatori, non di istanze politiche, ma di istanze personali.
PRESIDENTE. Concluda.
MARIASTELLA GELMINI (FI). Ebbene, questa io trovo che non sia la modalità con cui procedere.
Signor Presidente del Consiglio, forse in quest'Aula lei otterrà la fiducia; non so se la otterrà al Senato. Ma una cosa è certa: la formula politica che la sostiene è fallita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Il Paese, mai come oggi, ha bisogno di essere governato. E, allora, noi le diciamo una cosa: se lei avrà i numeri, vada avanti a governare, non perda neanche un secondo. Se, come noi crediamo, i numeri non ci sono, abbia il coraggio di rassegnare le dimissioni e di lasciare nelle mani del Presidente Mattarella il compito di condurre questa crisi. Vi diciamo: basta perdite di tempo perché gli italiani non lo meritano (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)!
E chiudo facendo un'ultima considerazione. Apprendiamo, dalle parole del collega Rosato, che chi ha provocato questa crisi si asterrà. Ma dovremmo essere sorpresi, perché onestamente ci aspettavamo un voto contrario. Una volta, la coerenza avrebbe portato al voto contrario.
Invece, c'è un'astensione e non ci sorprende, perché quando noi, cari colleghi di Italia Viva, abbiamo presentato la risoluzione sul MES, quel MES sanità che vi piace tanto, voi mica l'avete votata (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)! E quando noi abbiamo fatto una battaglia…
PRESIDENTE. Concluda, concluda.
MARIASTELLA GELMINI (FI). …sulla prescrizione, a parole vi siete detti d'accordo e poi alla fine siete andati avanti a governare con Bonafede; così come quando noi abbiamo presentato la mozione di sfiducia. Allora, noi invece non voteremo la fiducia a questo Governo, resteremo orgogliosamente all'opposizione, da liberali, da europeisti, da riformisti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente) e con il centrodestra costruiremo le condizioni per tornare al Governo perché, prima o poi, le elezioni ci saranno, non è che si possono rinviare all'infinito.
PRESIDENTE. Deve concludere.
MARIASTELLA GELMINI (FI). E sono certa che quando le elezioni ci saranno il centrodestra tornerà a governare questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Delrio. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore.
GRAZIANO DELRIO (PD). Grazie, signor Presidente. Signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, questo è il giorno della chiarezza e della trasparenza (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) ed è giusto che sia in quest'Aula una discussione sul futuro del Paese, sul presente del Governo e sul futuro del Governo. Quindi, subito, a nome dei Democratici italiani, dico che rinnoveremo a lei e al Governo la nostra fiducia, senza dubbio. La scelta di aprire una crisi al buio è un errore grave ed agli occhi dei cittadini è incomprensibile perché crea incertezza sul presente e sul futuro e interrompe - lo dico al collega Rosato - un dialogo e il rilancio dell'azione di Governo, che insieme le forze di maggioranza avevano deciso. Noi Democratici abbiamo iniziato questa avventura - lei lo ha detto, Presidente - con due pregiudiziali: una forte aderenza ai principi costituzionali. Il Parlamento è il rappresentante del popolo, il popolo non si esprime solo quando vota, lo dico con rispetto alla presidente Meloni. Non è solo attraverso il voto che il popolo si esprime, il popolo si esprime attraverso gli atti che ogni suo rappresentante, che rappresenta la Nazione senza vincolo di mandato ogni giorno decide e fa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Quindi, quello che noi stiamo facendo è in pieno rispetto dello spirito costituzionale. Allora, dicevo, due pregiudiziali: una era l'ancoraggio ai princìpi costituzionali e l'altra, come lei ha detto, una solida vocazione europeista, la scelta europeista che rafforza quello che per noi Democratici è la prospettiva principale e, cioè, la difesa, in questo Paese, dei ceti più deboli, perché istituzioni europee più forti, istituzioni italiane più forti significano una barriera di protezione per i ceti più deboli. Quando le istituzioni sono forti i poveri non hanno nulla da temere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E vorrei dirla con chiarezza questa parola: oggi, ancora una volta, noi siamo qui a dire che il rafforzare le istituzioni, dare stabilità al Governo, dargli un orizzonte solido è un modo per stare dalla parte dei più deboli. Questo è un punto essenziale, è un punto di cultura politica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E io credo che questo sia un punto che dobbiamo a questa comunità nazionale, che sta vivendo ormai da un anno una situazione difficilissima, alle donne e agli uomini impegnati ogni giorno, con sacrificio, generosità, amore per il prossimo, persino sacrificio per la propria incolumità. Penso a tutti gli operatori sanitari e socio-sanitari, penso a coloro che vanno a pulire i vecchi nelle case di riposo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Penso a loro, oggi. E quindi, questo nemico invisibile che ci minaccia trova questi coraggiosi volontari e questi coraggiosi medici, infermieri, operatori, ma non solo loro, anche gli operatori della sicurezza, i nostri militari, che io ringrazio per la loro collaborazione (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle). Trovano tutta la nostra gratitudine, io vorrei ribadirlo qua, siamo grati a loro, a tutti coloro che sacrificano se stessi, le loro famiglie e la sicurezza delle loro famiglie. Vogliamo che questa capacità di sacrificio sia anche la capacità di sacrificio a cui noi ci adeguiamo, proprio in rispetto a loro. E quindi vogliamo ricordare ancora, ancora una volta - io lo continuo a dire ogni volta che intervengo, mi perdoni Presidente -, i morti, le vittime, perché, dietro a ogni numero, ogni sera, quando mi arriva quel numero maledetto, non sono rassegnato a fare della contabilità. Penso che dietro ci sono famiglie, storie, persone, memorie che perdiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ogni giorno dobbiamo ricordarlo, ogni giorno, perché se diventa contabilità non saremo più una comunità, perché comunità significa responsabilità gli uni verso gli altri, significa cura gli uni degli altri, significa, sopra ogni altra cosa, sapere che la dignità e la preziosità della vita umana è quello che dà senso alla nostra convivenza civile. Allora, la campagna di vaccinazioni è avviata. Grazie, grazie per questo inizio positivo della campagna di vaccinazione. Sappiamo che non abbiamo ancora sistemato tutto, lo ha detto il Ministro Speranza con grande onestà. Lei oggi è venuto in quest'Aula e io apprezzo questo suo stile di oggi, senza arroganza, riconoscendo che abbiamo fatto passi avanti ma ci sono problemi, riconoscendo che anche le forze di opposizione hanno dato un contributo a risolvere molti problemi e a rispondere a molta della sofferenza che viviamo nel nostro Paese, ma proprio per questo, per evitare che si incrini la fiducia verso la capacità del Governo di provvedere e di proteggere, bisogna a tutti i costi che vi sia chiarezza nel piano vaccinale, che vi sia sicurezza sui provvedimenti sanitari, che sono la vera crisi che il nostro Paese sta affrontando.
Dobbiamo parlare anche sull'epidemia, continuare a parlare - lo dico al Ministro Speranza e lo dico a lei, Presidente del Consiglio -, noi Democratici, in questo momento, dobbiamo continuare a parlare un linguaggio di verità, perché, appunto, non ci sarà ripresa, non ci sarà un nuovo ruolo dell'Italia, non ci sarà nessun posto di lavoro che verrà salvato se prima non avremo fermato l'epidemia con tutti i mezzi a nostra disposizione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). La situazione sanitaria è difficile, ma anche la situazione sociale. Il CNEL ci ha detto, pochi giorni fa, che la situazione per l'occupazione si avvia a essere esplosiva: per 12 milioni di lavoratori dipendenti e autonomi l'attività lavorativa è stata sospesa e ridotta. Rischiamo, cioè, di raggiungere la cifra di perdita di oltre un milione e mezzo di posti di lavoro. Il 31 marzo termina il blocco dei licenziamenti, abbiamo delle sfide che fanno temere una crisi sociale profondissima, oltre che una crisi sanitaria. E allora, signor Presidente del Consiglio, ancora una volta il nostro sostegno è perché il nostro sguardo è rivolto a queste persone, a queste preoccupazioni, alle ansie di questi lavoratori. Dobbiamo proteggere e provvedere con tutti i mezzi: con la riforma degli ammortizzatori sociali semplificata, con gli strumenti di cassa integrazione sempre maggiori, con l'aiuto alle imprese perché ritornino a creare lavoro. Io penso che per questo, proprio per questo motivo, occorre un Governo forte, ambizioso e saldo. Lei lo ha detto: lei non è qui - ce l'ha detto con parole diverse, io uso parole, diciamo, più semplici - per sopravvivere, ma per dare un orizzonte di forza e di dignità a questa fiducia che lei chiede oggi per il bene degli italiani. Quindi, noi commetteremmo un errore se non ci rivolgessimo, per la situazione che si è determinata, ancora alla responsabilità di tutti, a tutte le forze sinceramente europeiste, sinceramente democratiche, che hanno una concezione democratica liberale, legata alle famiglie politiche che, peraltro, convivono e condividono l'orizzonte europeo. Il suo appello non solo è legittimo, ma è giusto in questo momento, per la gravità del momento. Come disse un europeista convinto, Alex Langer: torna il tempo dei mediatori, dei costruttori di ponti, degli esploratori di frontiera. È il momento in cui dobbiamo gettare ponti, è il momento in cui dobbiamo gettare ponti! Non solo il riferimento all'Europa è stato molto importante da parte sua; è stato molto importante nella sua replica, signor Presidente - lo abbiamo apprezzato -, il riferimento agli Stati Uniti, alla nuova Presidenza americana, che noi apprezziamo, incoraggiamo e che pensiamo possa aprire una fase nuova nella storia del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), che ha dimostrato plasticamente come il nazionalismo sia un pericolo, il populismo sia un pericolo per le istituzioni democratiche, sia un pericolo per sconfiggere i grandi nemici della comunità mondiale, dalle malattie alle crisi economiche; un pericolo.
Ed è per questo anche che noi abbiamo iniziato…e lo dico perché qui abbiamo sentito e tante volte abbiamo anche noi detto che i problemi esistono: è vero, i problemi esistono - lo sappiamo - anche nell'azione di Governo e lo ha detto anche lei, riconoscendolo oggi. Però, io vorrei ricordare che noi siamo nati con quelle pregiudiziali che lei ha detto, ma sostanzialmente - il Ministro Gualtieri lo ricorda - volevamo fermare l'aumento dell'IVA. Questo era uno degli obiettivi principali e oggi siamo seduti con i principali Paesi europei per ragionare di un salto di qualità dell'Unione europea, siamo seduti con le istituzioni mondiali per ragionare di un nuovo patto per il clima e, quindi, siamo di nuovo protagonisti. Questa vocazione, che abbiamo detto, di allargare lo sguardo ci ha portato ad avere altre ambizioni e dobbiamo coltivarne di nuove, sicuramente dobbiamo coltivarne di nuove.
E poi ho apprezzato il fatto che lei abbia detto che c'è, esiste, la centralità del Parlamento. Grazie per avere detto che desidera voltare pagina su questo punto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) - cercare di ridare - perché proprio le Aule parlamentari hanno sofferto in quest'ultimo anno per la straordinarietà dettata dall'emergenza, appunto, di queste semplificazioni di procedure ed è chiaro che il monocameralismo di fatto non è una cosa che può aiutare la democrazia. Se le istituzioni devono essere più forti, bisogna che le istituzioni funzionino come prevede la Costituzione, che abbiano il tempo di esaminare le leggi (quello che è successo con la legge di bilancio non si deve più ripetere, ovviamente). E, quindi, assolutamente questa centralità del Parlamento, che metteremo a fuoco proprio con il Recovery Plan. Su questo ancora grazie perché ci avete ascoltato, avete voluto fare del Parlamento il luogo in cui il Recovery Plan farà l'ascolto delle forze sociali, delle forze politiche, delle forze vive del Paese. Noi ci confronteremo sulla vostra bozza, che consideriamo un passo avanti notevole rispetto alla prima versione (è importante), e ci confronteremo, da quella bozza, per riaprire un dialogo vero con il Paese e, quindi, per riuscire a dare a tutti la possibilità di esprimersi, perché - ripeto - su questa cosa - su questa cosa - noi verremo misurati.
Signor Presidente, noi siamo certi che lei vuole costruire una nuova alleanza fondata su basi solide, sulla ferma volontà di portare il Paese fuori da queste ore buie, ambiziosa anche nell'idea di rivoluzionare l'Italia nell'approccio a tanti problemi, penso soprattutto a quella ecologia integrale che già altre volte abbiamo citato. Abbiamo bisogno, quindi, di un Governo che sappia sciogliere anche i nodi e le difficoltà incrociate fino ad ora e, quindi, noi democratici abbiamo detto fin dall'inizio che ci vuole un nuovo patto di legislatura che delinei obiettivi chiari, che sappia stabilire un cronoprogramma di azioni, che sappia indicare le priorità, le priorità. È il tempo di affrontare queste difficoltà, è il tempo di affrontare questo patto di legislatura. Lei ha detto che lo faremo presto e io ne sono convinto - e le diamo fiducia - anche perché lei ha usato questa parola, di essere rapidi perché il Paese non può aspettare le risposte che necessita.
Ho finito. Vede, Presidente, molti si stanno chiedendo se dopo questi due giorni il suo e il nostro Governo sarà più debole o più forte sulla base dei numeri, ma io le dico che il punto non sarà se il Governo sarà più forte o più debole, ma se sarà più giusto, se sarà ancora più giusto, perché il Governo non è che uno strumento nelle mani dei cittadini che chiedono risposte alle loro attese, alle loro speranze, alle loro richieste, e le risposte non sono forti o deboli, ma sono o giuste o ingiuste. Noi siamo chiamati a rispondere non solo dall'emergenza sanitaria, ma dall'urgenza di una voce che sale dal nostro Paese e che chiede un Paese più giusto, più unito e più forte. Per questo noi ci siamo e lavoreremo al suo fianco (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, MoVimento 5 Stelle e Liberi e Uguali - Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Molinari. Ne ha facoltà.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Prego.
RICCARDO MOLINARI (LEGA). Grazie, Presidente. Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, io ritengo che, come ha giustamente detto il Presidente Conte, per capire e spiegare le ragioni di questa crisi sia necessario ricordare quali sono state le ragioni che hanno portato alla nascita di questo Governo, e penso che questo sia necessario anche per dare una spiegazione razionale allo spettacolo disarmante, immondo, indegno a cui gli italiani stanno assistendo nelle ultime ore, una sorta di calciomercato dei parlamentari (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), con improbabili talent scout come l'onorevole Clemente Mastella. Improbabili, non tanto perché noi vogliamo esprimere qualche giudizio politico-morale sull'onorevole Mastella, ma improbabile, pensando qual era il giudizio etico, politico e morale che, sull'onorevole Mastella e sui cosiddetti responsabili o costruttori - come li chiamate oggi - dava la principale forza politica che appoggia il Governo Conte, il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). I termini più gentili, con cui venivano chiamati, erano: traditori, venduti, voltagabbana, tanto da arrivare addirittura a pensare a una riforma della Costituzione, che prevedesse il vincolo di mandato.
E allora, come è possibile conciliare quello che si diceva allora con quello che sta succedendo adesso? Come spiegavo prima, è ricordando quali sono le motivazioni che hanno portato alla nascita di questo Governo. Questo è un Governo che non nasce su un'idea politica, che non nasce su valori, che non nasce su un sogno o su una visione. Questo è un Governo che è nato per ragioni tattiche, soltanto contro qualcuno, Matteo Salvini (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), soltanto contro un partito, la Lega, e soltanto contro la libertà del popolo italiano di esprimersi in libere elezioni, per la paura di non trovarsi più al Governo. Quindi, quando non si hanno idee, non si hanno progetti e non si ha visione, tutto è possibile. Lei, Presidente Conte, rivendica la nascita di questo Governo: “Vi chiedo di allargare questa maggioranza, ispirandosi ai valori europeisti e per avere un Governo che sia antisovranista”. L'ho sentito bene, l'ha detto lei in quest'Aula. Ma io non so se ho la memoria corta, ma mi chiedo se lei è lo stesso Premier Conte che ha lottato, facendo un braccio di ferro che è durato sei mesi con l'Unione europea ai tempi del Governo giallo-verde, per ottenere “quota 100”, o se lei è il Premier Conte che “quota 100”, adesso, la vuole cancellare (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Come mi chiedo se lei sia lo stesso Premier Conte che bloccava i barconi degli immigrati clandestini e approvava i “decreti Sicurezza” o quello che, adesso, non si ricorda di quando bloccava i barconi, approva i “decreti Insicurezza” e cancella i “decreti Sicurezza” (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Io mi chiedo, in tema di politiche sociali, se lei è lo stesso che festeggiava, anche se non direttamente - diciamo con una partecipazione emotiva -, ai festeggiamenti del MoVimento 5 Stelle sul balcone per il raggiungimento di un deficit maggiore, dopo il braccio di ferro con l'Unione europea, o lei è quello che in quest'Aula ci ha fatto approvare la riforma del MES, che va contro tutto quello che il MoVimento 5 Stelle ha sempre propagandato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e contro qualsiasi possibilità di fare politica espansiva in futuro.
Come è possibile tutto questo, dicevo? Torniamo al punto di prima: quando non ci sono valori, quando non c'è idea politica, è possibile tutto. Ma qui siamo alla mancanza di un prerequisito, signor Presidente del Consiglio, per fare politica, che dovrebbe essere quello della coerenza, quello della linearità delle proprie azioni. Il problema di oggi è che lo spettacolo a cui stiamo assistendo è che quest'Aula, che dovrebbe essere il centro dell'attività politica, che dovrebbe essere la madre della vita politica italiana, oggi è rimasta orfana, perché quello che manca in tutta questa vicenda è la politica intesa nel senso più alto del termine (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): fare gli interessi dei cittadini, delle comunità e del pubblico. Di questo, oggi, qui, non c'è assolutamente nulla. Ecco, esattamente, oggi come allora, voi cercherete una nuova maggioranza per evitare il voto. Stavolta avete anche una scusa in più, che è quella della pandemia, che ovviamente nessuno nega, pandemia che addirittura diventa adesso motivo di vanto per questa maggioranza, per cercare nuovi costruttori o responsabili. Io vorrei anche provare a fare una riflessione su questo, se è possibile, perché è passato quasi un anno e da un anno, ogni qualvolta si provi a fare una critica al Governo sul tema della pandemia, si viene additati come negazionisti, come sfascisti, come persone che vogliono male al Paese. Potremmo dirlo, dopo un anno, che tutti gli studi internazionali e anche autorevoli docenti universitari ci dicono che i dati sui morti in Italia sono i peggiori del mondo? Lo vogliamo dire che, tra i Paesi più colpiti, l'Italia è seconda soltanto al Messico per numero di decessi in proporzione alla popolazione? Lo vogliamo dire che i Paesi che sono stati dileggiati dai cosiddetti europeisti, cioè il Regno Unito, gli Stati Uniti, il Brasile, hanno dei dati migliori dei nostri? Lo vogliamo dire o no, pur capendo la difficoltà nel gestire la situazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Ma lo vogliamo dire che forse questo modello così virtuoso non è stato, dati alla mano? E, per quanto riguarda l'emergenza economica, signor Presidente, lo vogliamo dire che peggio di noi ha fatto soltanto l'Argentina, visto che siamo a meno 10 per cento del PIL (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E, allora, vogliamo dirlo che, forse, non ci si dovrebbe fare vanto della gestione della pandemia, per cercare nuovi responsabili, e non si dovrebbe additare come nemico dell'Italia o del popolo chiunque critichi questo Governo?
Ma, magari, potremmo arrivare alla riflessione che qualcosa avete sbagliato e che, magari, un pericolo per il Paese non è chi vi critica, ma siete voi, che in questo momento state conducendo la nave (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)?
Lei ha parlato di valori alti, che noi condividiamo, per giustificare il prosieguo di questa esperienza di Governo. Lei ha parlato della centralità dell'uomo, ha parlato della centralità e del diritto al lavoro e ha parlato della politica sociale. Io mi chiedo quali argomenti userà, Presidente Conte, per convincere uno dei possibili responsabili, il senatore a vita Monti. Non apro la parentesi, come diceva Beppe Grillo, sui senatori a vita, per rispetto di quest'Aula e per decenza (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), ma mi chiedo come farà a convincere il senatore Monti a sostenere la sua maggioranza, visto e considerato che le chiede, sempre a proposito di rispetto del diritto del lavoro, di rispetto dell'uomo e del sociale, di fare una sorta di eutanasia di Stato alle imprese e ai lavoratori, sospendendo i ristori, sospendendo la cassa integrazione e togliendo il blocco dei licenziamenti. È quella o non è quella la vostra linea politica (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier)? Infatti, la risposta qui non l'abbiamo sentita. E guardi, Presidente, più europeista di Monti non c'è nessuno: è uno che è arrivato a fare il Presidente del Consiglio grazie all'Europa, con un golpe finanziario orchestrato dall'Europa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Quindi, sarebbe interessante capire qual è la vostra posizione al riguardo.
Poi tante altre domande non hanno trovato risposta in questo dibattito, domande che riguardavano le ragioni che Italia Viva ha posto al centro di questa crisi. Non ci ha risposto sulla cabina di regia del Recovery Fund, quindi non sappiamo ancora se i 300 tecnici ci saranno o non ci saranno, esautorando nuovamente il Parlamento delle sue funzioni.
Non ci ha risposto, o meglio ci ha risposto, sul fatto che cederà la delega ai servizi segreti. Avremmo preferito non dover leggere quel brutto pezzo sulla stampa di ieri, per arrivare a sentire questo, signor Presidente del Consiglio (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), non tanto per lei, ma per rispetto ai nostri uomini in divisa. Forse, era evidente che Italia Viva poneva una questione giusta, quando diceva che non è opportuno che il capo del Governo abbia anche la delega ai servizi segreti, perché non vogliamo pensare che quello che abbiamo letto sia vero - e lei saprà smentirlo nelle sedi opportune - ma la sua posizione ha fatto in modo che qualcuno potesse scriverlo e questo non fa il bene dell'intelligence italiana e della sicurezza del nostro Paese.
Altra cosa grave che lei ha detto Presidente, parlando di politica estera, sempre se parliamo di valore e di rispetto dell'uomo: lei ha paragonato, mettendole su un piano uguale, le nostre relazioni con gli Stati Uniti e con la Cina. Ebbene, Presidente, io non so come si possa mettere al pari il Paese che è il faro della democrazia e delle libertà occidentali, a cui noi dobbiamo la nostra libertà, rispetto al Paese che oggi rappresenta una delle principali minacce alla difesa di quei valori (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). È un Paese su cui, forse, sarebbe il caso di fare luce, visto e considerato che il COVID è partito da lì e visto e considerato che i dati, a distanza di un anno, ci dicono che quello è l'unico Paese che è cresciuto economicamente ed è un Paese dove il virus sembra debellato. Nessuno vuole fare delle accuse, ma forse bisognerebbe fare delle riflessioni. E sicuramente noi possiamo dire con chiarezza che siamo distanti da Paesi che applicano la pena di morte, da Paesi che sopprimono le libertà politiche, da Paesi che sono delle dittature dove non c'è una democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier): Cina e Stati Uniti non sono la stessa cosa, signor Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Lei ha ricordato la collaborazione dell'opposizione sulla legge di bilancio. Lo ripetiamo e l'abbiamo già detto: è stata una collaborazione necessaria, perché, visto e considerato che ci avete fatto approvare la legge di bilancio nel giro di una settimana alla Camera e al Senato, senza la collaborazione dell'opposizione, la legge di bilancio non ci sarebbe stata. Questo perché è successo? Perché eravate troppo impegnati nelle settimane precedenti a tenere fermo il Parlamento sull'approvazione del “decreto Clandestini” e dovrete spiegarci che attinenza aveva quello con l'emergenza COVID (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Prima o poi magari lo scopriremo. Soprattutto perché, se non fosse stato per le misure della legge di bilancio, che abbiamo apportato noi, l'avremmo ricordata soltanto per cose utilissime, come ad esempio il bonus televisore e i 4 miliardi e mezzo per il cashback, in un momento in cui si spendono 4 miliardi e mezzo, per permettere a chi non ne ha bisogno di fare regali di Natale, e sulle scuole che devono riaprire si decide di investire 1 miliardo e mezzo. Questo è un altro dato su cui magari bisognerebbe riflettere (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
Lei ha citato i sindacati prima, nel suo intervento, e sulla legge di bilancio i sindacati qualcosa da dire lo hanno avuto. Non so se ricorderà, ma i sindacati hanno proprio scioperato sulla legge di bilancio, perché rivendicavano migliori condizioni contrattuali e la stabilizzazione dei dipendenti della sanità che sono stati assunti, anche perché facciamo bene a ricordare che questi sono eroi, in questo momento di pandemia, e allora trattiamolo come tali. Abbiamo buttato via tanti soldi su tante cose: stabilizziamo gli operatori della sanità e i medici (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), che sono stati assunti nell'emergenza, proprio come chiedono i sindacati, che lei ha ricordato. E i sindacati denunciavano anche la mancanza di politiche attive del lavoro, che serviranno nel momento in cui finirà il blocco dei licenziamenti. Ebbene, voi avete fatto, anche lì, una scelta che non possiamo condividere: voi avete messo più 4 miliardi sul reddito di cittadinanza e 500 milioni sulle politiche attive del lavoro. Ora, se la difficoltà del reddito di cittadinanza è trovare un posto di lavoro a chi prende il sussidio, è chiaro che bisogna investire sulle politiche attive, come vi dicono i sindacati. E, allora, perché non lo state facendo? Come pensate di uscire dalla crisi quando non ci sarà più il blocco dei licenziamenti e quando dovremo tornare alla normalità? Non c'è nessuna risposta. Questo è un altro dei temi che vi ha posto Italia Viva e qui la risposta non l'ho sentita, perché, come abbiamo detto prima, oggi è mancata completamente la politica, signor Presidente del Consiglio. Vede, anche perché lei si è fatto scappare in un lapsus quale è la vera motivazione per cui, probabilmente, lei otterrà una maggioranza - vedremo come - qui e al Senato e per cui lei chiede di ottenere i voti per andare avanti. La motivazione è solo quella di andare avanti, perché lei si è fatto scappare in quest'Aula che proporrà una legge elettorale proporzionale (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier) e, visto che lei è un giurista fine, signor Presidente, sa perfettamente che la legge elettorale non è competenza del Governo, ma è competenza del Parlamento, anche se ormai con i DPCM in televisione ci stiamo abituando a qualsiasi cosa (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma non siamo ancora né la Cina né il Venezuela, signor Presidente del Consiglio e, quindi, quale legge elettorale fare lo deciderà il Parlamento, non lo decide lei, ma si è fatto scappare questo, perché lei ha voluto dare rassicurazioni a chi la sosterrà che qui a casa non si va, lei ha voluto dare rassicurazione a chi la sosterrà che si farà una legge elettorale che garantisca tutti, anche, magari, il suo neonato partito (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), neonato partito che, al Senato, si dovrebbe costituire su un gruppo che si chiama “Italia 23”. Ci voleva il MoVimento 5 Stelle, che voleva al taglio dei privilegi, il vincolo di mandato, il taglio della casta, per trasformare in obiettivo politico quello che una volta si diceva solo sottobanco: cerchiamo di non andare a casa, chiamiamo “Italia 23” un gruppo a denotare che l'unico scopo di questa maggioranza è stare qua fino alla fine per non perdere le poltrone e i privilegi. È uno dei punti più bassi a cui la politica italiana abbia dovuto assistere e questo l'abbiamo visto nel momento in cui i re dell'antipolitica sono arrivati in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
E chiudo, Presidente Fico. Voi potrete usare ancora per un po' la scusa del virus per non andare a votare e vedremo, poi, se la maggioranza sarà una maggioranza assoluta o relativa. Io mi unisco alle richieste dei colleghi del centrodestra: se non avrà la maggioranza assoluta, lei si deve dimettere, Presidente Conte, perché le regole non possono valere solo per il centrodestra e non per lei, il centrosinistra e il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Ma, indipendentemente da quello che sarà, avete il virus che vi aiuterà a rinviare le elezioni, con la scusa che non si può votare, anche se nel resto d'Europa si voterà, ma la cosa che a noi rincuora è che c'è un virus ben più pericoloso che, avendo assistito a questo immondo spettacolo, avrà creato nella popolazione italiana un'immunità di gregge: l'immunità di gregge dal virus dell'antipolitica, perché lo spettacolo che avete dato è talmente disgustoso che siamo certi che, quando gli italiani torneranno a votare, saranno guariti e, finalmente, avremo un Governo legittimato, in grado di portare avanti il Paese e di fare l'interesse pubblico, non l'interesse di parte e il gioco di palazzo. Per questo, Presidente Fico, la Lega non voterà la fiducia al governo Conte (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier - Dai banchi del gruppo Lega-Salvini Premier si grida: Dimissioni! Dimissioni!”).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Davide Crippa. Ne ha facoltà. Colleghi, colleghi! Colleghi, grazie. Colleghi, colleghi! Prego.
DAVIDE CRIPPA (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, credo sia doveroso rispondere a una domanda che tutti gli italiani, a cui stiamo chiedendo enormi sacrifici a causa della pandemia, si stanno facendo da diversi giorni: che tipo di crisi stiamo affrontando, qui, ora, oggi, in Parlamento? Forse la terza ondata del COVID, quella per cui i nostri operatori sanitari, i medici, gli infermieri stanno lottando per salvare le vite dei nostri cari nelle corsie degli ospedali o nelle case di cura? No. Allora stiamo parlando di quella economica, quella conseguente alle chiusure forzate e obbligate di esercizi commerciali, bar, ristoranti, palestre, piscine o quella conseguente alla riduzione dei consumi nazionali? No, nemmeno di questa parliamo, colleghi.
Stiamo parlando di una surreale crisi di Governo, una scelta politica incomprensibile, dato che gli italiani si aspettano che la politica si butti pancia a terra per risolvere i loro problemi e non che aggiunga ulteriore incertezza, angoscia, timore. Collega Rosato, stia sereno e non si preoccupi se noi comprendiamo o meno quello che dice: si preoccupi se la comprendono gli italiani questa crisi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), una crisi nella quale si è invertito l'ordine delle priorità, nella fase più dolorosa e drammatica del Paese dal dopoguerra ad oggi. È come essere su un tandem: far fatica pedalando e accorgersi dopo che uno dei compagni di squadra non solo non pedala più, ma ha anche sgonfiato le gomme durante la salita (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Presidente, ritengo che la politica debba essere all'altezza delle sfide, delle opportunità e anche delle tragedie che la storia ci mette davanti. Il 2020 è stato un anno, per molti nostri concittadini, difficile, da dimenticare, così come gli sforzi e le difficoltà che molti di loro hanno dovuto sostenere per rimanere a galla. Vorrei ricordare, per l'ennesima volta, in questa sede, che Parlamento e Governo hanno dovuto affrontare l'abbattersi della pandemia con le sue ondate sia sotto l'aspetto economico che sanitario. Si sono adottate numerose misure straordinarie, che hanno permesso di mettere in campo 150 miliardi, complessivamente. Sono stati sufficienti a ristorare tutti? No, lo sappiamo e non abbiamo mai smesso di lavorare per far fronte alla terza ondata e alle chiusure che abbiamo dovuto imporre ancora. E tra 48 ore, quest'Aula sarà chiamata di nuovo a votare lo scostamento di bilancio per ulteriori 32 miliardi, per ristorare i settori più fragili del nostro assetto sociale e produttivo, dalle casse integrazioni ai ristori, senza dimenticare il turismo invernale.
Ma nel 2020, Presidente, dobbiamo anche segnare un risultato importantissimo il cambio di paradigma dell'Europa. Grazie all'azione del Presidente Conte, di questo Governo e della maggioranza che lo supporta si è finalmente cambiato volto all'Europa: da un'Europa rigorista, impositiva, si è passati a un'Europa inclusiva, attenta ai reali bisogni di tutti gli Stati membri, con misure di sostegno economico diretto, con la sospensione del Patto di stabilità e con una reale attenzione alla ricostruzione di una visione unica e comunitaria. Un cambiamento storico, che ha portato a mettere a disposizione del nostro Paese 209 miliardi, ponendo così le basi che, dalla tragedia umana ed economica, si possa realizzare quel cambio di volto che da troppi anni avevamo solo sentito raccontare e a cui nessun politico aveva mai creduto fino in fondo. Di che volto parlo, Presidente? Parlo del volto dell'ambiente, al centro delle sfide e delle scelte di ogni passo. Ed ecco il Piano per le prossime generazioni, che si basa su sei pilastri: la salute, la digitalizzazione, l'innovazione, la competitività e la cultura, l'istruzione e la ricerca, l'inclusione sociale, la rivoluzione verde e la transizione ecologica, le infrastrutture per una mobilità sostenibile. Certo, Presidente, sono un po' imbarazzato immaginare questi due ultimi punti realizzati da chi in quest'Aula, venti giorni fa, ci accusava di aver sbagliato, nella legge di stabilità, a introdurre misure a supporto della mobilità sostenibile, comunicando falsamente che il nostro Paese non produceva auto elettriche, ignorando che al primo posto delle auto elettriche vendute in Italia, a dicembre 2020, c'è la “500” prodotta a Mirafiori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Finalmente ci vengono messe a disposizione risorse importanti per rivoluzionare il Paese e, quindi, serve mettersi in moto in fretta. Sarò franco, Presidente: siamo estremamente preoccupati che una crisi di Governo possa pregiudicare il rispetto dei tempi imposti per l'invio dei progetti e per la messa in opera degli stessi che, ricordiamo agli italiani, devono essere presentati e realizzati dal 2021 al 2027. Il Recovery Plan è una scommessa a tempo: se sbagliamo i tempi perdiamo tutto, perdiamo un'occasione unica e irripetibile per cambiare volto al nostro Paese, perdiamo un'opportunità storica per rafforzare e sostenere quel progetto politico europeista che oggi trova, dopo decenni, la prima possibilità di concretezza. Quello che è nato con l'elezione di Ursula von der Leyen, varando Green New Deal, che ha reso possibile la convergenza degli Stati membri su un progetto unico, non solo economico, ma anche politico. Sto parlando di quello strumento che la crisi pandemica ha accelerato, spingendo i Paesi a unirsi, per realizzare cosa? Il Recovery Fund, basato su quel concetto di eurobond, di debito comune per progetti europei che, fino a qualche mese fa, addietro, sembrava totalmente impossibile da realizzare. Ma oggi di cosa abbiamo bisogno per continuare? Di proseguire la campagna vaccinale contro il virus, che già vede il nostro Paese al primo posto per numero di cittadini raggiunti in Europa. Sì, cari cittadini e colleghi, nonostante ci sia chi continua - e lo abbiamo sentito anche poc'anzi - a dire che il nostro Paese è in ritardo e non ha un piano vaccinale, il piano vaccinale esiste ed è operativo a tal punto da essere il primo Paese europeo come numero di vaccinati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Abbiamo, poi, bisogno di continuare a lavorare, su cosa? Sulla scuola. Da papà, posso constatare profondi cambiamenti nei comportamenti dei nostri ragazzi; un'azione semplice come pranzare a scuola è accolta con gioia e felicità, come un elemento di socialità importante, dato che la pandemia li ha costretti per troppo tempo a isolarsi, questi ragazzi. E, allora, immagino quei ragazzi obbligati addirittura alla DAD. Venticinque anni fa, da studente di un liceo scientifico prendevo parte a una manifestazione studentesca, ma, mai, oggi, avrei immaginato che i nostri ragazzi sarebbero scesi in piazza per chiedere di andare a scuola, un diritto sacrosanto. Ma cosa sta succedendo, allora, sono tutti impazziti? No, i ragazzi stanno lanciando un messaggio di allarme che deve essere ascoltato con un grado di priorità massimo. Ci stanno dicendo: riaprite la didattica in presenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! La scuola, oltre a essere un elemento formativo, è un elemento sociale indispensabile; si deve continuare a lavorare tutti insieme, Stato e regioni, e non uno contro l'altro per consentire ai nostri ragazzi di riprendere le attività scolastiche in presenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Con regole note, certe e chiare, come il CTS ha certificato e, quindi, tiriamoci su le maniche tutti e non facciamo propaganda, la nostra generazione e i nostri figli saranno in difficoltà se tutti noi facciamo una battaglia politica di schieramento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)!
È del tutto evidente, quindi, che il Governo Conte debba proseguire la propria azione con più forza e più determinazione; lo deve fare anche perché abbiamo dimostrato di avere in mente un progetto sano per questo Paese, volto chiaramente a delineare l'Italia del futuro, con uno sguardo attento ai bisogni reali dei cittadini. Come MoVimento 5 Stelle, abbiamo dimostrato la responsabilità di affrontare questa sfida, insieme a lei e insieme a tutta la squadra di Governo. Intendiamo consegnare alla storia un'Italia migliore di come l'abbiamo trovata nel 2018; undici milioni di italiani ci hanno affidato questo compito e abbiamo davanti a noi, oggi, l'obbligo morale e civile di farlo, lo faremo con tutti quei colleghi europeisti presenti in Parlamento, pronti a unirsi nella condivisione di un progetto comune, di un patto di legislatura che possa consentire all'Italia di essere protagonista di questo orizzonte nuovo, non essendo trainati, ma trainando, con la creatività, l'innovazione e il senso pratico di cui l'Italia è il simbolo in tutto il mondo!
Qui, oggi, ciascuno di noi può scegliere se essere tra quelli che sono scesi da quel tandem o essere quelli che si mettono in piedi sui pedali a spingere più forte di prima, per superare la salita e arrivare in vetta, perché questo Paese deve e può essere rilanciato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Noi, Presidente, ci iscriviamo convintamente nel secondo gruppo. Presidente, lei ha la fiducia del MoVimento 5 stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Colletti, a titolo personale. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI (M5S). Una premessa: è da folli innescare una crisi in piena pandemia, ma la follia sta anche nel fare sempre la stessa cosa, aspettandosi risultati diversi. Presidente, in pochi, tra Ministri e sottosegretari, si salvano nella compagine governativa, uno è lei, Presidente Conte, un altro è il Ministro Di Maio, che anche ho criticato spesso, sempre come capo del MoVimento 5 Stelle, e pochi altri ancora, ma la mancanza di qualità della compagine governativa va a detrimento dell'azione di governo, un esempio è il Recovery Plan. Da avvocato le dico che la parte relativa alla giustizia può essere tranquillamente cestinata (Applausi di deputati del gruppo Italia Viva), poiché porta avanti idee vecchie, trite e ritrite della burocrazia ministeriale, idee che hanno già fallito. Se questo Governo dovrà continuare a sopravvivere, fallirà anch'esso in pochi mesi, perché la crisi non è solo colpa di Renzi, ma anche nella crisi e nella spinta ideale del MoVimento 5 Stelle che ormai purtroppo non c'è più e che spero venga recuperata (Applausi della deputata Cunial). Una delle tante fortune sue, Presidente, e di questo Governo è l'impresentabilità, l'impalpabilità culturale di questa opposizione. Oggi, voterò a favore della laconica risoluzione di maggioranza (Commenti di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), solo per rispetto di quelle categorie che stanno portando avanti il lavoro negli ospedali, di tutti i volontari e di tutti coloro che non lavorano a causa della pandemia e che comunque cercano di tenere botta in un momento drammatico per il nostro Paese e per il mondo intero.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fioramonti, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà.
LORENZO FIORAMONTI (MISTO). Grazie, Presidente. Signor Primo Ministro, per questa crisi sciagurata noi oggi siamo qui mentre il Paese soffre. Del suo discorso ho apprezzato una frase, lei diceva e la cito: ora si volta pagina. Ebbene, questo, per molti parlamentari, soprattutto coloro che daranno a lei la fiducia, oggi, significa tre cose: la prima, maggiore rispetto nei confronti del Parlamento che non può essere trattato come lo zerbino dell'Esecutivo; la seconda cosa è un nuovo Governo con le competenze e le capacità giuste; la terza cosa è una linea politica nuova e credibile. Per esempio, sulla scuola serve un'inversione di marcia completa (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). In politica estera, dopo il suo innamoramento per Trump, ora è arrivato il momento di riabbracciare i valori progressisti, soprattutto nei rapporti con quei Governi e regimi che violano i diritti umani, magari cominciando chiedendo scusa alla famiglia di Giulio Regeni, che tre giorni fa avrebbe compiuto 33 anni, per aver asservito il loro grido di libertà e di verità agli interessi commerciali nella vendita di armamenti militari all'Egitto. Infine, bisogna riconoscere che il Recovery Plan, anche nella sua ultima versione, e concludo, Presidente, non è in grado ancora di offrire una visione e tantomeno una strategia per, davvero, trasformare la nostra economia. E se è vero, come lei dice, che ha a cuore l'interesse e lo sviluppo sostenibile del nostro Paese, allora basta dare a manager di grandi aziende petrolifere l'incarico di stilare non meglio chiariti piani di trasformazione ambientale ed ascolti una volta per tutte le associazioni ambientaliste che da tempo e a gran voce chiedono una vera riconversione e una vera transizione coraggiosa verso un nuovo modello di sviluppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Cunial, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà (Commenti). Colleghi, colleghi!
SARA CUNIAL (MISTO). Grazie, Presidente. Caro “Giuseppi”, il tempo legittima l'esistenza e voi siete scaduti e di molto (Commenti).
PRESIDENTE. Deputata Cunial, vada avanti.
SARA CUNIAL (MISTO). Oggi siete qui, con la vostra faccia da vaccino, rei di aver fatto fallire il nostro Paese, aver imbavagliato l'onestà intellettuale, schiavizzato un popolo, riducendo l'Italia a campo di sperimentazione delle vostre terapie geniche. Per distogliere l'attenzione sui brogli elettorali internazionali pilotati dal centro di comando della partecipata di Profumo, continuate a comprarvi tutti, riesumando spettri politici coerenti con la scelta di far gestire l'emergenza dal nipote putativo di Gelli. Ringrazio i cittadini italiani che ogni giorno, nonostante i vostri DPCM, ci insegnano a obbedire alla Costituzione; dovremmo andarcene tutti a casa, Governo e Parlamento, e far entrare gli italiani che si stanno facendo in quattro per essere i veri responsabili d'Italia e mandare avanti questo Paese. A voi che osate mettere un cittadino contro l'altro, devoti al culto turbo capitalista del debito a tutti i costi, per condannare le nuove generazioni, dico: né Cadorna né Diaz, perché l'Italia ripudia la guerra, anche quella a base di virus e l'Italia non solo ripudia la guerra, ma condanna duramente voi che ne siete i mandanti (Applausi di deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Sgarbi, sempre a titolo personale. Ne ha facoltà.
VITTORIO SGARBI (M-NI-USEI-C!-AC). Illustri colleghi, avvocato Conte, abbiamo perso tutto: abbiamo perso la libertà, abbiamo perso la scuola, abbiamo perso il lavoro, abbiamo chiuso i musei, i teatri, i cinema, le palestre, i ristoranti. Non è una crisi al buio, è in piena luce. Lei invece ha semplicemente perso la protezione del suo padrino, che lo ha sfiduciato. Il capo del PD, Zingaretti, non la voleva! Volevo ricordarle affettuosamente che lei non è indispensabile, che lei non è stato eletto, che lei è stato voluto da Renzi. Sia onesto, sia responsabile, sia costruttivo: si dimetta e vada in Cina (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Noi con l'Italia-USEI-Cambiamo!-Alleanza di Centro e di deputati dei gruppi Lega-Salvini Premier e Fratelli d'Italia)!
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi per dichiarazione di voto.
(Votazione della questione di fiducia)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione sulla questione di fiducia.
Indìco la votazione per appello nominale sulla risoluzione Davide Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00167, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia.
Ricordo che l'estrazione a sorte del nome del deputato dal quale la chiama avrà inizio è stata effettuata dalla Presidenza prima delle dichiarazioni di voto. La chiama avrà quindi inizio dal deputato Pagani. Sulla base di tale estrazione, sono state stabilite e comunicate apposite fasce orarie per regolare l'accesso dei deputati, i quali - all'orario stabilito per ciascuna fascia - faranno ingresso in Aula dal lato sinistro della Presidenza, dichiareranno il voto dalla fila dei banchi del Governo riservata ai sottosegretari e quindi lasceranno l'Aula dall'ingresso dal lato destro.
Avverto che la Presidenza accoglierà un numero di richieste di anticipazione del voto fino ad un massimo del tre per cento della consistenza numerica di ciascun gruppo, oltre a quelle dei membri del Governo già pervenute.
Invito dunque il deputato segretario a procedere alla chiama.
(Segue la chiama).
Per favore cerchiamo di non creare assembramenti … (Commenti).
(Segue la chiama).
Colleghi, per favore torniamo ai nostri posti….
(Segue la chiama).
Colleghi, per favore però proprio sotto i banchi… Deputati De Filippo, Bossio, Conte, Ceccanti, per favore, dobbiamo liberare questo spazio, perché non è possibile fare questa strettoia, lo sto dicendo da un'ora. Andiamo avanti!
(Segue la chiama).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione sulla risoluzione Davide Crippa, Delrio, Fornaro, Fusacchia, Gebhard e Tasso n. 6-00167, sulla cui approvazione il Governo ha posto la questione di fiducia:
Presenti: 607
Votanti: 580
Astenuti: 27
Maggioranza: 291
Hanno risposto sì: 321
Hanno risposto no: 259
La Camera approva (Applausi).
È pertanto preclusa la risoluzione Molinari, Gelmini, Lollobrigida, Lupi e Silli n. 6-00168.
Colleghi, colleghi, per favore. Per favore, liberiamo l'emiciclo.
Hanno risposto sì:
Acunzo Nicola
Adelizzi Cosimo
Aiello Davide
Aiello Piera
Alaimo Roberta
Alemanno Maria Soave
Amitrano Alessandro
Aprile Nadia
Aresta Giovanni Luca
Ascani Anna
Ascari Stefania
Azzolina Lucia
Baldino Vittoria
Barbuto Elisabetta Maria
Baroni Massimo Enrico
Barzotti Valentina
Battelli Sergio
Bazoli Alfredo
Bella Marco
Benamati Gianluca
Benedetti Silvia
Berardini Fabio
Berlinghieri Marina
Bersani Pier Luigi
Berti Francesco
Bilotti Anna
Boccia Francesco
Boldrini Laura
Bonafede Alfonso
Bonomo Francesca
Bordo Michele
Borghese Mario
Borghi Enrico
Braga Chiara
Brescia Giuseppe
Bruno Raffaele
Bruno Bossio Vincenza
Buffagni Stefano
Buompane Giuseppe
Buratti Umberto
Businarolo Francesca
Cabras Pino
Cadeddu Luciano
Campana Micaela
Cancelleri Azzurra Pia Maria
Cantini Laura
Cantone Carla
Cantone Luciano
Cappellani Santi
Carabetta Luca
Carbonaro Alessandra
Cardinale Daniela
Carè Nicola
Carelli Emilio
Carinelli Paola
Carnevali Elena
Casa Vittoria
Caso Andrea
Cassese Gianpaolo
Castelli Laura
Cataldi Roberto
Cattoi Maurizio
Ceccanti Stefano
Cecconi Andrea
Cenni Susanna
Chiazzese Giuseppe
Ciampi Lucia
Cillis Luciano
Cimino Rosalba
Ciprini Tiziana
Colletti Andrea
Cominardi Claudio
Conte Federico
Corda Emanuela
Corneli Valentina
Costanzo Jessica
Crippa Davide
Critelli Francesco
Cubeddu Sebastiano
Currò Giovanni
Dadone Fabiana
Daga Federica
Dal Moro Gian Pietro
D'Ambrosio Giuseppe
D'Arrando Celeste
De Carlo Sabrina
De Filippo Vito
De Giorgi Rosalba
De Girolamo Carlo Ugo
De Lorenzis Diego
De Lorenzo Rina
De Luca Piero
De Maria Andrea
De Menech Roger
De Micheli Paola
Deiana Paola
Del Basso De Caro Umberto
Del Grosso Daniele
Del Re Emanuela Claudia
Del Sesto Margherita
Delrio Graziano
Di Giorgi Rosa Maria
Di Lauro Carmen
Di Maio Luigi
Di Sarno Gianfranco
Di Stasio Iolanda
Di Stefano Manlio
Dieni Federica
D'Incà Federico
D'Ippolito Giuseppe
Donno Leonardo
Dori Devis
D'Orso Valentina
D'Uva Francesco
Ehm Yana Chiara
Emiliozzi Mirella
Epifani Ettore Guglielmo
Ermellino Alessandra
Fantinati Mattia
Faro Marialuisa
Fassina Stefano
Fassino Piero
Federico Antonio
Ferraresi Vittorio
Fiano Emanuele
Ficara Paolo
Fioramonti Lorenzo
Flati Francesca
Fontana Ilaria
Forciniti Francesco
Fornaro Federico
Fraccaro Riccardo
Fragomeli Gian Mario
Frailis Andrea
Franceschini Dario
Fratoianni Nicola
Frusone Luca
Fusacchia Alessandro
Gagnarli Chiara
Galizia Francesca
Gallinella Filippo
Gallo Luigi
Gariglio Davide
Gebhard Renate
Giarrizzo Andrea
Giordano Conny
Giorgis Andrea
Giuliano Carla
Giuliodori Paolo
Grande Marta
Gribaudo Chiara
Grillo Giulia
Grimaldi Nicola
Grippa Carmela
Gualtieri Roberto
Gubitosa Michele
Guerini Lorenzo
Ianaro Angela
Incerti Antonella
Invidia Niccolò
Iorio Marianna
Iovino Luigi
La Marca Francesca
L'Abbate Giuseppe
Lacarra Marco
Lapia Mara
Lattanzio Paolo
Lepri Stefano
Licatini Caterina
Liuzzi Mirella
Lo Monte Carmelo
Lombardo Antonio
Lorefice Marialucia
Lorenzin Beatrice
Lorenzoni Gabriele
Losacco Alberto
Lotti Luca
Lovecchio Giorgio
Macina Anna
Madia Maria Anna
Maglione Pasquale
Mammì Stefania
Manca Alberto
Manca Gavino
Mancini Claudio
Maniero Alvise
Manzo Teresa
Maraia Generoso
Mariani Felice
Marino Bernardo
Martina Maurizio
Martinciglio Vita
Marzana Maria
Masi Angela
Mauri Matteo
Melicchio Alessandro
Melilli Fabio
Menga Rosa
Miceli Carmelo
Micillo Salvatore
Migliorino Luca
Minniti Marco
Misiti Carmelo Massimo
Morani Alessia
Morassut Roberto
Morgoni Mario
Mura Romina
Muroni Rossella
Nappi Silvana
Nardi Martina
Navarra Pietro
Nesci Dalila
Nitti Michele
Olgiati Riccardo
Orfini Matteo
Orlando Andrea
Orrico Anna Laura
Pagani Alberto
Pagano Ubaldo
Palazzotto Erasmo
Pallini Maria
Palmisano Valentina
Papiro Antonella
Parentela Paolo
Parisse Martina
Pastorino Luca
Paxia Maria Laura
Pellicani Nicola
Penna Leonardo Salvatore
Perantoni Mario
Perconti Filippo Giuseppe
Pezzopane Stefania
Piccoli Nardelli Flavia
Pignatone Dedalo Cosimo Gaetano
Pini Giuditta
Pizzetti Luciano
Plangger Albrecht
Pollastrini Barbara
Polverini Renata
Prestipino Patrizia
Provenza Nicola
Quartapelle Procopio Lia
Raciti Fausto
Raduzzi Raphael
Raffa Angela
Ricciardi Riccardo
Rizzo Gianluca
Rizzo Nervo Luca
Rizzone Marco
Romaniello Cristian
Romano Andrea
Rossi Andrea
Rossini Emanuela
Rossini Roberto
Rostan Michela
Rotta Alessia
Ruggiero Francesca Anna
Ruocco Carla
Russo Giovanni
Saitta Eugenio
Salafia Angela
Sani Luca
Sapia Francesco
Sarti Giulia
Scagliusi Emanuele
Scanu Lucia
Scerra Filippo
Schirò Angela
Schullian Manfred
Scutellà Elisa
Segneri Enrica
Sensi Filippo
Serracchiani Debora
Serritella Davide
Siani Paolo
Sibilia Carlo
Silvestri Francesco
Siragusa Elisa
Sodano Michele
Soverini Serse
Spadafora Vincenzo
Spadoni Maria Edera
Speranza Roberto
Spessotto Arianna
Sportiello Gilda
Stumpo Nicola
Suriano Simona
Sut Luca
Tabacci Bruno
Tasso Antonio
Termini Guia
Terzoni Patrizia
Testamento Rosa Alba
Tofalo Angelo
Topo Raffaele
Torto Daniela
Trano Raffaele
Traversi Roberto
Tripiedi Davide
Tripodi Elisa
Trizzino Giorgio
Troiano Francesca
Tucci Riccardo
Tuzi Manuel
Vacca Gianluca
Valente Simone
Vallascas Andrea
Varrica Adriano
Vazio Franco
Verini Walter
Vianello Giovanni
Vignaroli Stefano
Villani Virginia
Villarosa Alessio
Viscomi Antonio
Vizzini Gloria
Volpi Leda
Zan Alessandro
Zanichelli Davide
Zardini Diego
Zolezzi Alberto
Hanno risposto no:
Albano Lucia
Andreuzza Giorgia
Angelucci Antonio
Angiola Nunzio
Aprea Valentina
Badole Mirco
Bagnasco Roberto
Baldelli Simone
Baldini Maria Teresa
Baratto Raffaele
Barelli Paolo
Baroni Annalisa
Bartolozzi Giusi
Basini Giuseppe
Battilocchio Alessandro
Bazzaro Alex
Bellucci Maria Teresa
Belotti Daniele
Benigni Stefano
Benvenuto Alessandro Manuel
Bergamini Deborah
Bianchi Matteo Luigi
Biancofiore Michaela
Bignami Galeazzo
Billi Simone
Binelli Diego
Bisa Ingrid
Bitonci Massimo
Boldi Rossana
Bologna Fabiola
Bond Dario
Boniardi Fabio Massimo
Bordonali Simona
Borghi Claudio
Brambilla Michela Vittoria
Brunetta Renato
Bubisutti Aurelia
Bucalo Carmela
Butti Alessio
Caffaratto Gualtiero
Caiata Salvatore
Calabria Annagrazia
Cannizzaro Francesco
Cantalamessa Gianluca
Caon Roberto
Caparvi Virginio
Capitanio Massimiliano
Cappellacci Ugo
Carfagna Maria Rosaria
Carrara Maurizio
Casciello Luigi
Casino Michele
Castiello Giuseppina
Cattaneo Alessandro
Cattoi Vanessa
Cavandoli Laura
Cecchetti Fabrizio
Centemero Giulio
Cestari Emanuele
Ciaburro Monica
Cirielli Edmondo
Coin Dimitri
Colla Jari
Colmellere Angela
Colucci Alessandro
Comaroli Silvana Andreina
Comencini Vito
Cortelazzo Piergiorgio
Costa Enrico
Covolo Silvia
Crippa Andrea
Cristina Mirella
Cunial Sara
Dall'Osso Matteo
Dara Andrea
D'Attis Mauro
De Angelis Sara
De Martini Guido
De Toma Massimiliano
Deidda Salvatore
Della Frera Guido
Delmastro Delle Vedove Andrea
D'Eramo Luigi
D'Ettore Felice Maurizio
Di Muro Flavio
Donina Giuseppe Cesare
Donzelli Giovanni
Durigon Claudio
Fantuz Marica
Ferraioli Marzia
Ferrari Roberto Paolo
Ferro Wanda
Fiorini Benedetta
Fitzgerald Nissoli Fucsia
Fogliani Ketty
Fontana Gregorio
Fontana Lorenzo
Formentini Paolo
Foscolo Sara
Foti Tommaso
Frassinetti Paola
Frassini Rebecca
Frate Flora
Furgiuele Domenico
Gagliardi Manuela
Galantino Davide
Galli Dario
Garavaglia Massimo
Gastaldi Flavio
Gava Vannia
Gelmini Mariastella
Gemmato Marcello
Gerardi Francesca
Giaccone Andrea
Giacometti Antonietta
Giacometto Carlo
Giacomoni Sestino
Giannone Veronica
Giglio Vigna Alessandro
Giorgetti Giancarlo
Gobbato Claudia
Golinelli Guglielmo
Grimoldi Paolo
Gusmeroli Alberto Luigi
Iezzi Igor Giancarlo
Invernizzi Cristian
Labriola Vincenza
Lazzarini Arianna
Legnaioli Donatella
Liuni Marzio
Lolini Mario
Lollobrigida Francesco
Lorenzoni Eva
Loss Martina
Lucaselli Ylenja
Lucchini Elena
Lucentini Mauro
Maccanti Elena
Maggioni Marco
Magi Riccardo
Mandelli Andrea
Mantovani Lucrezia Maria Benedetta
Manzato Franco
Marchetti Riccardo Augusto
Marin Marco
Marrocco Patrizia
Martino Antonio
Maschio Ciro
Maturi Filippo
Mazzetti Erica
Meloni Giorgia
Milanato Lorena
Minardo Antonino
Molinari Riccardo
Mollicone Federico
Molteni Nicola
Montaruli Augusta
Morelli Alessandro
Morrone Jacopo
Moschioni Daniele
Mugnai Stefano
Mulè Giorgio
Murelli Elena
Musella Graziano
Napoli Osvaldo
Nevi Raffaele
Novelli Roberto
Occhiuto Roberto
Orsini Andrea
Osnato Marco
Pagano Alessandro
Palmieri Antonio
Panizzut Massimiliano
Paolin Giuseppe
Paolini Luca Rodolfo
Parolo Ugo
Patassini Tullio
Patelli Cristina
Paternoster Paolo
Pedrazzini Claudio
Pella Roberto
Pentangelo Antonio
Perego Di Cremnago Matteo
Pettarin Guido Germano
Pettazzi Lino
Piastra Carlo
Picchi Guglielmo
Piccolo Tiziana
Pittalis Pietro
Polidori Catia
Porchietto Claudia
Potenti Manfredi
Prestigiacomo Stefania
Pretto Erik Umberto
Prisco Emanuele
Racchella Germano
Raffaelli Elena
Rampelli Fabio
Ravetto Laura
Ribolla Alberto
Ripani Elisabetta
Rixi Edoardo
Rizzetto Walter
Rospi Gianluca
Rossello Cristina
Rosso Roberto
Rotelli Mauro
Rotondi Gianfranco
Ruffino Daniela
Ruggieri Andrea
Russo Paolo
Saccani Jotti Gloria
Saltamartini Barbara
Sarro Carlo
Sasso Rossano
Savino Elvira
Savino Sandra
Sgarbi Vittorio
Sibilia Cosimo
Silli Giorgio
Silvestri Rachele
Silvestroni Marco
Siracusano Matilde
Sisto Francesco Paolo
Sorte Alessandro
Sozzani Diego
Spena Maria
Squeri Luca
Stefani Alberto
Sutto Mauro
Tarantino Leonardo
Tartaglione Annaelsa
Tiramani Paolo
Toccalini Luca
Tomasi Maura
Tondo Renzo
Tonelli Gianni
Torromino Sergio
Trancassini Paolo
Tripodi Maria
Turri Roberto
Valbusa Vania
Valentini Valentino
Vallotto Sergio
Versace Giuseppina
Vietina Simona
Vinci Gianluca
Vito Elio
Viviani Lorenzo
Volpi Raffaele
Zanella Federica
Zanettin Pierantonio
Zangrillo Paolo
Zennaro Antonio
Zicchieri Francesco
Ziello Edoardo
Zoffili Eugenio
Zordan Adolfo
Zucconi Riccardo
Si sono astenuti:
Annibali Lucia
Anzaldi Michele
Bendinelli Davide
Boschi Maria Elena
Colaninno Matteo
D'Alessandro Camillo
Del Barba Mauro
Di Maio Marco
Ferri Cosimo Maria
Fregolent Silvia
Gadda Maria Chiara
Giachetti Roberto
Librandi Gianfranco
Marattin Luigi
Migliore Gennaro
Mor Mattia
Moretto Sara
Nobili Luciano
Noja Lisa
Occhionero Giuseppina
Paita Raffaella
Rosato Ettore
Scalfarotto Ivan
Scoma Francesco
Toccafondi Gabriele
Ungaro Massimo
Vitiello Catello
Sono in missione:
Cassinelli Roberto
Lupi Maurizio
Sarli Doriana
Tateo Anna Rita
Organizzazione dei tempi per l'esame di una Relazione al Parlamento.
PRESIDENTE. Avverto che nell'Allegato A al resoconto stenografico della seduta odierna sarà pubblicata l'organizzazione dei tempi per l'esame della Relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243 (Vedi l'allegato A).
Interventi di fine seduta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Faro. Ne ha facoltà.
MARIALUISA FARO (M5S). Grazie, Presidente. Non avrei mai pensato di dover fare questo intervento oggi in quest'Aula. Per me è molto difficile e anche abbastanza commovente. Sabato scorso Costantino Ciavarella, medico e primo cittadino di San Nicandro Garganico, ha perso la sua battaglia contro il COVID-19, questo maledetto virus che ci sta mettendo a dura prova ogni giorno negli affetti, nella vita quotidiana e in quella lavorativa. Costantino, sindaco di San Nicandro Garganico, era per primo un medico che, durante tutta l'emergenza ma anche dopo, non si è mai risparmiato, seguendo anche pazienti che non aveva in carico, recandosi fin dentro le loro case per onorare il suo giuramento e per la dedizione e la passione che lo contraddistinguevano nel suo lavoro. È una perdita grave per tutti: per gli amici, per il mondo politico, per la famiglia, per tutti quelli che gli hanno voluto bene e per l'intera cittadinanza di San Nicandro Garganico. Quando ci incontravamo ultimamente - la nostra collaborazione si era intensificata a causa di questa pandemia - ci dicevamo, ridendo sempre, che eravamo troppo buoni per stare in politica. Lui era sicuramente una persona buona che amava la sua città e interpretava la politica come servizio, allo stesso modo in cui per anni ha fatto il medico. San Nicandro Garganico perde una persona perbene e oggi faccio questo intervento per lanciare un appello: durante questa crisi governativa, surreale, senza fondamento, non dimentichiamoci di tutti i Costantino Ciavarella, sindaci e medici in prima linea, che vogliono supporto in questo momento difficile che stiamo attraversando. Ciao, Costantino, e veglia sulla tua città (Applausi).
PRESIDENTE. Deputata Faro, la Presidenza si unisce al ricordo del sindaco del suo comune.
Ordine del giorno della prossima seduta.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.
Mercoledì 20 gennaio 2021 - Ore 9,30:
(ore 9,30 e ore 20,30)
1. Seguito della discussione del disegno di legge:
Conversione in legge del decreto-legge 18 dicembre 2020, n. 172, recante ulteriori disposizioni urgenti per fronteggiare i rischi sanitari connessi alla diffusione del virus COVID-19. (C. 2835-A)
Relatori: GIARRIZZO, per la X Commissione; DE FILIPPO, per la XII Commissione.
(ore 15)
2. Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
(ore 16)
3. Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 6 della legge 24 dicembre 2012, n. 243. (Doc. LVII-bis, n. 4)
La seduta termina alle 20,50.