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Resoconto dell'Assemblea

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XVIII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 664 di giovedì 24 marzo 2022

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ANDREA MANDELLI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

(È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Amitrano, Ascani, Baldelli, Enrico Borghi, Boschi, Brescia, Brunetta, Butti, Colucci, Davide Crippa, D'Attis, D'inca', D'Uva, De Maria, Delmastro Delle Vedove, Franceschini, Gebhard, Giachetti, Giacomoni, Invernizzi, Iovino, Liuni, Losacco, Maggioni, Magi, Migliore, Molinari, Montaruli, Morelli, Mule', Mura, Nardi, Paita, Parolo, Pastorino, Perantoni, Rizzo, Romaniello, Andrea Romano, Rotta, Ruocco, Scalfarotto, Schullian, Scoma, Serracchiani, Sisto, Suriano, Tabacci, Vignaroli, Zanettin e Zoffili sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente 118, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Annunzio di petizioni.

PRESIDENTE. Invito la deputata segretaria a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.

SILVANA ANDREINA COMAROLI, Segretaria, legge:

Salvatore Germinara, da Pistoia, chiede che siano rafforzati i diritti della persona offesa in relazione alle richieste di archiviazione del procedimento penale (919) - alla II Commissione (Giustizia);

Antonio Lepore, da Bari, chiede interventi per risolvere i problemi di parcheggio nella città di Bari (920) - alla IX Commissione (Trasporti);

Francesco Romano, da Saviano (Napoli), chiede che si possa partecipare alla cosiddetta lotteria degli scontrini anche utilizzando i buoni pasto elettronici (921) - alla VI Commissione (Finanze);

Alberto Pratesi, da Lecce, chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'amministrazione della giustizia (922) - alla II Commissione (Giustizia);

Roberta Ravello, da Cesenatico (Forlì Cesena), chiede di inasprire le pene e i controlli per contrastare il traffico clandestino di cuccioli di cane e di gatto (923) - alla II Commissione (Giustizia);

Francesco Di Pasquale, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede:

misure per il rafforzamento dei servizi forniti dagli uffici postali (924) - alla IX Commissione (Trasporti);

la riduzione dell'IVA sui prodotti alimentari di prima necessità (925) - alla VI Commissione (Finanze);

l'istituzione della Giornata della libertà dei cittadini e del popolo italiano (926) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

il rafforzamento delle misure di contrasto dei trafficanti di esseri umani (927) - alla II Commissione (Giustizia);

Giuseppina Gatto, da Roma, chiede iniziative per la prevenzione precoce dei disturbi del pavimento pelvico (928) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Aniello Traino, da Neirone (Genova), chiede iniziative per la soluzione del conflitto in Ucraina e per affrontare le difficoltà di approvvigionamento energetico (929) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e X (Attività produttive);

Marco Di Bari, da Firenze, chiede l'eliminazione della certificazione verde COVID-19 e dell'obbligo vaccinale per i cittadini ultracinquantenni (930) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Alessandro Amico, da Acireale (Catania), chiede:

nuove norme in materia di responsabilità civile dei magistrati (931) - alla II Commissione (Giustizia);

l'abrogazione delle recenti modifiche apportate agli articoli 9 e 41 della Costituzione in materia di tutela ambientale (932) - alla I Commissione (Affari costituzionali);

l'eliminazione della certificazione verde COVID-19 (933) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Salvatore Preti, da Agrigento, chiede nuove norme in materia di equipaggiamento dei veicoli per aumentare la sicurezza della circolazione stradale (934) – alla IX Commissione (Trasporti);

Marco Rolandi, da Varese, chiede norme in materia di ricerca, prevenzione, diagnosi e cura della sindrome delle gambe senza riposo (RLS) (935) - alla XII Commissione (Affari sociali);

Cinzia Proietti, da Roma, chiede l'istituzione di un garante nazionale per il condominio e di un albo nazionale obbligatorio per gli amministratori di condominio (936) - alla II Commissione (Giustizia);

Eva Guerrieri, da Rosignano Marittimo (Livorno), chiede che l'Italia non fornisca armi ed equipaggiamento militare al Governo ucraino (937) - alle Commissioni riunite III (Affari esteri) e IV (Difesa);

Renato Lelli, da Sant'Ambrogio di Valpolicella (Verona), chiede interventi urgenti per garantire l'autonomia energetica del Paese (938) - alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);

Moreno Sgarallino, da Roma, chiede un inasprimento delle sanzioni per chi vìola le norme vigenti in materia di pubblicità, affissioni e volantinaggio (939) - alla II Commissione (Giustizia);

Antonio Di Carlo, da Pietrabbondante (Isernia), chiede nuove norme in materia di titoli di Stato (940) - alla V Commissione (Bilancio);

Alessio Tezza, da Rovereto (Trento), e altri cittadini chiedono di prorogare di un anno i termini per la cessione dei crediti derivanti dai bonus fiscali relativi a lavori edilizi effettuati nell'anno 2021 (941) - alla VI Commissione (Finanze);

Antonio Morone, da Roma, chiede misure per la regolarizzazione catastale degli immobili (942) - alla VI Commissione (Finanze).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,42).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lia Quartapelle Procopio. Ne ha facoltà.

LIA QUARTAPELLE PROCOPIO (PD). Grazie, Presidente. Esattamente un mese fa iniziava la barbara aggressione della Russia contro l'Ucraina.

Il bilancio di questo mese è drammatico: abbiamo visto la distruzione di varie città ucraine, tra cui Hostomel, Bucha e Volnovakha; abbiamo visto la distruzione del 90 per cento di Mariupol. Le Nazioni Unite dicono che ci sono state molte vittime tra i civili: 977 civili morti, tra cui molti bambini, come ci ha ricordato il Presidente Zelensky nel corso del suo intervento trasmesso in quest'Aula, e 1.594 feriti.

C'è un conto drammatico anche dei rifugiati: ci sono 10 milioni di persone in Ucraina, su un Paese di 40 milioni di persone, che non vivono più nella loro casa; 3 milioni di questi vivono fuori dall'Ucraina, sono accolti con generosità in tanti Paesi europei, a partire dalla Polonia. Ogni secondo un bambino ucraino diventa un rifugiato, esce dal proprio Paese, in alcuni casi accompagnato dalla madre, in altri casi persino da solo. Questo è il bilancio di distruzione e di morte dell'invasione russa.

Ma c'è anche un bilancio di resistenza; questa mattina ci sono notizie relative a un ribaltamento dei rapporti di forza a Irpin, con le forze ucraine che hanno respinto la presenza russa in quel Paese e riconquistato una parte della città. In tante parti del Paese ogni giorno ci sono atti di eroismo di cittadini ucraini, che, da soli o in gruppo, si oppongono, di fatto semplicemente con i loro corpi, alla brutalità e alla violenza dei militari russi.

Nelle città conquistate - Kharkiv, Kherson - ci sono ogni giorno manifestazioni con la bandiera ucraina, per dire che il popolo ucraino non si piega all'occupazione russa. E poi c'è una risposta straordinaria dell'Unione europea e dei Paesi dell'Alleanza atlantica: un'unità, tra essi, e con l'Ucraina, che non si vedeva da tempo.

Questa è la guerra. L'Ucraina ci ha insegnato che ci sono cose per cui vale la pena di combattere: la libertà. E da qui, dal nostro Paese, dall'Unione europea, in una giornata importante, quella del Consiglio europeo e della riunione della NATO alla presenza del Presidente Biden, noi vogliamo ribadirlo, a un mese dall'inizio della guerra: siamo solidali con l'Ucraina, siamo solidali con chi combatte per la propria libertà, siamo solidali con tutti quelli che oggi soffrono morte, distruzione, dolore e allontanamento dalle proprie case a causa della guerra di Putin (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Ungaro. Ne ha facoltà.

MASSIMO UNGARO (IV). Grazie, Presidente. Sì, oggi è un mese dall'aggressione russa al popolo ucraino e noi ci associamo alla richiesta dell'onorevole Quartapelle affinché il Governo italiano continui con le sue misure di sostegno al popolo ucraino, un Paese democratico che si difende dall'aggressione di una autocrazia, a cui si leghi anche l'inasprimento delle sanzioni, qualora il numero delle vittime civili non dovesse diminuire.

E ancora, l'Italia, in termini di accoglienza, può fare di più e pianificare, nel lungo termine, l'integrazione di milioni di rifugiati che si stanno recando in tutta Europa. Noi possiamo fare di più nel potenziare i corsi di italiano e nel sostenere le famiglie italiane che decideranno di accogliere profughi ucraini, per esempio sgravando l'IMU sulle seconde case che verranno messe a loro disposizione.

L'Italia dovrebbe anche appoggiare la richiesta presso la Corte internazionale dell'Aja di verificare se siano stati commessi crimini di guerra in questo terribile conflitto. E sarebbe anche giusto e oculato realizzare che il nostro Paese, negli ultimi anni, ha investito troppo sulla Russia di Putin. Ha investito troppo, sia in termini economici sia in termini energetici sia in termini politici. Sarebbe opportuno fare chiarezza sulle caratteristiche e il contesto nel quale si è svolta la missione russa, nel febbraio-marzo del 2020 nel nostro Paese, e capire bene che piega hanno preso, e fino a che punto, le relazioni tra Governo italiano e Governo russo.

Infine, la nostra richiesta è che vengano revocate immediatamente le onorificenze date a esponenti e dirigenti del Ministero degli Affari russo, a partire dalla dal signor Paramonov, che hanno - non tanto velatamente - avanzato accuse e minacce contro il nostro Paese e contro il Ministro Guerini, negli ultimi giorni. È giusto che il nostro Paese ritiri immediatamente le onorificenze dell'Ordine della Stella d'Italia e del cavalierato, perché non possiamo nel nostro Paese intraprendere iniziative di amicizia con un Paese che ha violato l'integrità territoriale di un popolo amico, l'Ucraina, che non fa parte dell'Unione europea, non fa parte della NATO, ma il cui popolo è europeo e, soprattutto, considerato che esiste un Trattato di associazione importante tra l'Unione europea e l'Ucraina. Quindi, è importante che il nostro Paese continui a condannare in maniera ferma e determinata questa aggressione, illegale e criminale (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Stasio. Ne ha facoltà.

IOLANDA DI STASIO (M5S). Sì, grazie Presidente, sul medesimo argomento. È passato un mese da quando abbiamo vissuto e siamo intervenuti in quest'Aula per condannare quella terribile invasione aggressione ai danni del popolo ucraino.

Il bilancio, a quest'oggi, delle vittime - anche dei 178 bambini - desta ancora preoccupazione. Noi, in tutte le sedi competenti, dalla Commissione affari esteri e anche in Aula, portiamo avanti una linea di “cessate il fuoco” e in tutte le sedi internazionali pretendiamo che vi possa essere una tregua per permettere al popolo ucraino di scappare e di non subire ulteriori danni e vittime civili.

Abbiamo ascoltato parole, in quest'Aula, da parte del Presidente Zelensky, che sono suonate come parole di pace, sebbene sia un Presidente che sta subendo, sulla testa della sua popolazione, bombardamenti e sta cercando, tutto sommato, di trovare una strada negoziale per permettere al suo popolo di ottenere un “cessate il fuoco”.

Presidente, credo che questa sia la strada diplomatica da portare avanti: trovare una via negoziale che possa essere accettata da entrambe le parti. Questo, però, può avvenire solo se c'è, chiesto a gran voce, un “cessate il fuoco”. Lo ribadisco perché è impensabile che ci possa essere una via negoziale, se, nel frattempo, continuano ad esserci vittime, donne, bambini, civili ed altri, che continuano a subire le drammatiche scelte scellerate dell'aggressore.

Presidente, noi continueremo a fare la nostra parte, anche come parte politica.

Mi permetta, altresì, in questo frangente, di rivolgere un ringraziamento ai diplomatici - questa mattina, abbiamo sentito le parole dell'ambasciatore ucraino e, ieri, quelle dell'ambasciatore Zazo - per l'incessante lavoro che stanno portando avanti in quel Paese per consentire al maggiore numero di persone possibile di essere salvate (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Formentini. Ne ha facoltà.

PAOLO FORMENTINI (LEGA). Grazie, Presidente. Per portare, anche da parte della Lega, la massima solidarietà al popolo ucraino. Si è appena conclusa in Commissione esteri l'audizione dell'ambasciatore d'Ucraina in Italia. Alle ore 14 ci sarà poi il collegamento con la Commissione esteri ucraina; inviterei tutti i colleghi a partecipare. In queste ore drammatiche, siamo costantemente in collegamento con le istituzioni ucraine, anche, a livello istituzionale, il nostro Parlamento. Chiediamo, ancora una volta, qui, con tutta la nostra forza, che l'Italia si ponga come mediatore, che lavori per la pace. L'Italia ha una capacità enorme di capire, ascoltare, mediare, lo abbiamo visto in tutti i teatri ove si è impegnato il nostro Paese. Questa capacità è riconosciuta da tutte le parti e deve far sì che noi, con il Presidente Draghi, ci poniamo come coloro che portano verso la pace.

Infatti, si continua a parlare di guerra, di distruzioni, di città martiri, come Mariupol, però stiamo attenti davvero, perché si parla di nucleare, di armi chimiche e di armi biologiche e questo può preludere all'Apocalisse, alla fine della nostra civiltà. Stiamo attenti davvero; usiamo tutta la nostra capacità, il portato di una civiltà umanistica antica, per far sì che prevalgano, anche sotto le bombe, le ragioni della pace (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Cappellacci. Ne ha facoltà.

UGO CAPPELLACCI (FI). Grazie, Presidente. Intervengo anch'io, a nome del mio gruppo, per manifestare, ancora una volta, tutto il nostro affetto fraterno e la vicinanza al popolo ucraino. Oggi sono 30 giorni dall'inizio di un conflitto che non ha senso, che si sta svolgendo secondo modalità atroci, perché le notizie e le immagini che arrivano dai telegiornali - vi posso assicurare per avere contatti diretti con i nostri colleghi parlamentari ucraini che mi hanno mandato tanto materiale veramente atroce, che si fa fatica a vedere - sono solo una parte delle atrocità che, in questo momento, si stanno commettendo, veri e propri crimini di guerra efferati. Credo sia necessario che tutta la comunità internazionale e il Parlamento italiano - come ha dimostrato anche in occasione dell'audizione di Zelensky e, oggi, in Commissione, all'audizione dell'ambasciatore ucraino a Roma - diano il massimo sostegno e non volgano lo sguardo altrove. Purtroppo, questo conflitto vede l'origine nel 2014 e, da allora ad oggi, in troppi abbiamo voltato lo sguardo altrove. È arrivato il momento di fissare lo sguardo sul problema, di non tirarci indietro, di assicurare a questo popolo tutto ciò di cui ha bisogno.

Personalmente, ho avuto occasione di recarmi due volte, questo fine settimana andrò per la terza volta, a raccogliere bimbi orfani al confine polacco e tantissimi, anche in questo Parlamento, hanno fatto altrettanto e si stanno spendendo in missioni umanitarie. È importante, però, importantissimo che, oltre all'appoggio umanitario, non si faccia mai mancare il sostegno per quanto riguarda gli interventi dal punto di vista finanziario, per quanto riguarda il massimo impegno sul fronte diplomatico, ma anche per quanto riguarda tutto ciò che a loro serve per difendersi da questa atroce aggressione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sullo stesso argomento, l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Un mese di guerra, un mese che ci ha riportato, con le immagini, agli anni più bui della nostra storia recente. Credo che, oggi, dal Parlamento non possa che arrivare un'invocazione forte, perché cessino i combattimenti, perché si arrivi, in tempi rapidi, a un cessate il fuoco che permetta alla diplomazia di provare a cercare una soluzione di pace e sicurezza che riguarda non solo l'Ucraina, ma tutta l'Europa.

È evidente che, in questo momento, non può che esserci una forte solidarietà nei confronti del popolo ucraino, che manifestiamo non solo da un punto di vista politico e diplomatico, ma concretamente, con l'accoglienza di decine di migliaia di profughi. È uno sforzo di generosità che deve vedere il nostro Paese impegnato, sia con gli organi dello Stato, sia con il Terzo settore e il volontariato in genere. Credo che debba venire da qui un ringraziamento anche a tutti coloro che ogni giorno, in questo mese, hanno cercato di alleviare le sofferenze del popolo ucraino.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare, sul medesimo argomento, l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Mi unisco ai colleghi nel commemorare tristemente questo mese di guerra, auspicando che si possa arrivare, il più presto possibile, a un cessate il fuoco. Voglio cogliere questa occasione per ricordare il grande spirito di solidarietà dei nostri cittadini, che stanno veramente facendo molto ai fini dell'accoglienza dei profughi ucraini. Colgo, altresì, l'occasione per ringraziare il collega Ugo Cappellacci, di cui ho seguito i viaggi in Polonia per dare una mano a trasportare bambini e mamme nel nostro Paese per essere accolti.

Dobbiamo essere molto attenti agli obiettivi che cerchiamo di porci in questa guerra, nel senso che questa guerra l'Ucraina può vincerla o perderla, la cosa certa è che tanti civili e tanti militari stanno perdendo la vita, perdono la vita a motivo di grandi tensioni. Per cui, domani, dobbiamo pensare che tutti gli attori di questa regione in conflitto possano concorrere, in realtà, a una stabilità di quell'area. Quindi, nel promuovere il cessate il fuoco e il ritorno a processi negoziali efficaci, auspico davvero che quel territorio, così preso da spirito bellico, possa diventare, in realtà, un territorio pacifico alla cui stabilità concorra tutto il mondo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Non essendo ancora decorso il termine di preavviso di venti minuti per le votazioni con procedimento elettronico, sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,05. La seduta è sospesa.

La seduta, sospesa alle 9,55, è ripresa alle 10,05.

Seguito della discussione del disegno di legge: S. 2505 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico (Approvato dal Senato) (A.C. 3522​).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3522: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico.

Ricordo che nella seduta di ieri il Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno.

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/3522/95 Di Giorgi è stato ritirato dalla presentatrice.

(Ripresa esame degli ordini del giorno - A.C. 3522​)

PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/1 Paxia, su cui il Governo ha espresso parere favorevole con riformulazione.

Chiedo alla presentatrice se accetti tale riformulazione.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Mi scusi, volevo comunicare un cambio di parere relativamente all'ordine del giorno n. 9/3522/72, presentato dagli onorevoli Cortelazzo, Mazzetti e Labriola: il parere del Governo deve intendersi come favorevole.

PRESIDENTE. Quindi, se non ho capito male, sull'ordine del giorno n. 9/3522/72 il parere è favorevole senza riformulazione, giusto? Avevamo già avuto ieri il chiarimento dal sottosegretario Sartore e adesso il parere è cambiato da favorevole con riformulazione a favorevole. Benissimo.

Onorevole Paxia, accetta la riformulazione? Vuole intervenire? Prego, onorevole Paxia, ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Scusi, non ho sentito la riformulazione, Presidente. Se per favore la può rileggere.

PRESIDENTE. Sottosegretario, se ci rilegge la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3522/1 Paxia, e intanto l'Aula se fa un po' silenzio, l'onorevole Paxia sente la riformulazione del suo ordine del giorno.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. La riformulazione riguarda l'impegno, che diventa: “a valutare l'opportunità, anche al fine di assicurare il rispetto degli obiettivi e degli impegni del PNRR, di prevedere, a regime, un idoneo sistema di revisione prezzi anche sul modello delle migliori esperienze europee”.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Paxia? Accetta?

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Sì, grazie, va bene.

PRESIDENTE. Perfetto. Ordine del giorno n. 9/3522/2 Zennaro: il parere è favorevole; ordine del giorno n. 9/3522/3 Comaroli: si accetta la riformulazione; ordine del giorno n. 9/3522/4 Fregolent: si accetta la riformulazione; ordine del giorno n. 9/3522/5 Morrone: si accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3522/6 Trano: si accetta la riformulazione? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Trano. Ne ha facoltà.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, non posso accettare per un semplice motivo, perché la premessa, che viene, secondo le indicazioni del Governo, eliminata, è parte sostanziale e integrante di questo ordine del giorno. Vorrei spiegarlo brevemente, perché, Presidente, l'eventuale reiezione di questo ordine del giorno negherebbe la possibilità di incamerare per lo Stato un gettito di 17 miliardi di euro. In uno scenario di crisi, con un'ondata di povertà che tutti gli analisti concordano che purtroppo sta arrivando per il combinato disposto dei 2 anni della crisi pandemica e del conflitto Russia-Ucraina, con queste sanzioni che in realtà si stanno ritorcendo contro il Paese Italia, questo ordine del giorno cosa fa? Istituisce una nuova accisa sui prodotti da fumo della cannabis non drogante, con effetti non nocivi, che non inducono malessere o danni fisici a chi ne fa uso; si propone, appunto di istituire una nuova tassa su un prodotto che, in realtà, è già commercializzato.

Mi perdoni, Presidente, vengo disturbato. Dicevo, ci sono già 8 mila punti vendita che mettono in produzione questi prodotti, pagano l'IVA; dovrebbero pagare anche l'accisa, in quanto questi sono prodotti equiparabili ai prodotti da tabacco. Qual è il punto? È che questo mercato non è regolamentato, per colpa del legislatore, e quindi questo ordine del giorno prevede di mettere una regolamentazione, di istituire una tassa e di incamerare 17 miliardi nelle casse dello Stato.

Ora, siccome noi abbiamo constatato che c'è stato quell'emendamento “galeotto”, presentato al “Milleproroghe”, che ha autorizzato la vendita delle nicotine pouches, ed è stato fatto un regalo alla British American Tobacco e alla Philip Morris, a cui per 8 mesi è stata ribassata questa accisa, e, oltretutto, di quel prodotto non sappiamo nulla, non sappiamo quali saranno gli effetti sulla salute, perché, ripeto, è stato fatto con un sotterfugio, in un mercato che è già esistente, in un mercato di cui si sa già che gli effetti della cannabis non drogante non sono nocivi, ma al massimo possono essere pari a quelli di una sigaretta, per problemi di “steccato ideologico” non si devono far pagare le accise. Quindi, si dice “no” a 17 miliardi di euro e, nel frattempo, stiamo osservando che stanno aumentando le spese belliche di ulteriori 16 miliardi l'anno, stanno mettendo la tassa sulla casa, perché la riforma che è stata fatta all'articolo 6 del catasto questo dice, si sta sostanzialmente, in questo momento, impoverendo il Paese, non dando continuità agli imprenditori che non possono cedere più il credito, in questo marasma. Quindi, alla luce anche delle previsioni di ribasso del nostro prodotto interno lordo, si dice “no “a 17 miliardi di una filiera, di una rete commerciale già esistente. Credo che di questo tutti i partiti si debbano assumere la responsabilità, perché vorrei capire con quale coraggio possono andare davanti ai cittadini e dire “noi abbiamo rinunciato a 17 miliardi di nuove entrate”, a fronte di questo aumento delle spese belliche, a fronte degli aumenti delle imposte sulla casa, a fronte di tanto altro che sta arrivando.

Quindi veramente, Presidente, chiedo un supplemento di riflessione da parte di tutti i capigruppo presenti all'interno di questo consesso, perché davvero è difficile dover rinunciare a queste entrate, che sono tante, se si pensa anche che, in questo momento, abbiamo un indebitamento pubblico elevatissimo, abbiamo problemi anche a fare un semplice scostamento. Quindi, dovete darmi una ragione, ovviamente che non sia ideologica, ma che è di emergenza, sul perché è stato dato un parere contrario.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sodano. Ne ha facoltà.

MICHELE SODANO (MISTO). Grazie, Presidente, per sottoscrivere l'emendamento del collega Trano.

PRESIDENTE. È un ordine del giorno, onorevole, non è un emendamento.

MICHELE SODANO (MISTO). È un dispiacere la disattenzione di quest'Aula rispetto ad un tema così importante. Siamo in un Paese che parla di transizione ecologica, ma, in questi 4 anni, ho visto solamente fare la guerra alla canapa industriale, alla cannabis, quando oggi tutto il mondo scientifico è concorde sul fatto che sia una risorsa straordinaria per sostituire i combustibili fossili, le plastiche che derivano dai fossili. È veramente un elemento della transizione energetica ed ecologica, ma a questo Parlamento non interessa. Allora, ancora una volta, ribadiamo che l'Italia, rispetto al mondo, è indietro di 50 anni, non è un Paese lungimirante ed è un Paese che, non regolamentando la canapa industriale, non tassandola, non regolamentando la cannabis, strizza l'occhio alle mafie. Rimanga agli atti.

PRESIDENTE. Quindi, l'onorevole Trano non accetta la riformulazione dell'ordine del giorno.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/6 Trano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole Trano, se può evitare di fare riprese in Aula, sa che è vietato. Se magari gli assistenti parlamentari mi aiutano (Commenti del deputato De Luca)

L'ho detto adesso. Se non mi ascolta, onorevole De Luca, non posso dire le cose due volte. L'ho detto e ho mandato gli assistenti parlamentari, quindi, stia seduto e voti. Onorevole Trano, la invito a smetterla, altrimenti sono costretto a farla uscire dall'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/3522/7 Volpi, accolto come raccomandazione: va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/8 Colletti, accolto come raccomandazione. L'accettate? No?

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Trano, lei non può parlare, perché ha già parlato cinque minuti. È sull'ordine dei lavori?

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Presidente, sull'ordine del giorno n. 9/3522/7 Leda Volpi, si intende Leda Volpi?

PRESIDENTE. Sì.

RAFFAELE TRANO (MISTO-A). Non lo accetta come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo, allora, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/7 Leda Volpi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).

Ordine del giorno n. 9/3522/8 Colletti: non lo accettano come raccomandazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/8 Colletti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Abbiamo un problema in tribuna, quando mi danno l'okay, chiudo la votazione nel terzo settore della tribuna da sinistra.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/3522/9 De Toma: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/10 Silvestroni: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/11 Corda, c'è un parere contrario. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/11 Corda, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Ordine del giorno n. 9/3522/12 Gallo: accetta la riformulazione? Sì. Ordini del giorno n. 9/3522/13 Faro, n. 9/3522/14 Manzo, n. 9/3522/15 Alaimo e n. 9/3522/16 Corneli: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3522/17 Di Sarno: accetta la riformulazione, onorevole Di Sarno? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/18 Perantoni: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3522/19 D'Uva: accetta la riformulazione? Sì. Ordini del giorno n. 9/3522/20 Rizzo, n. 9/3522/21 Roberto Rossini, n. 9/3522/22 Zanichelli e n. 9/3522/23 Casa: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3522/24 Grippa: accetta la riformulazione l'onorevole Grippa? Non vedo segnali, sì, perfetto. Ordine del giorno n. 9/3522/25 Giarrizzo: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/26 Sut: accetta la riformulazione? Sì. Ordini del giorno n. 9/3522/27 Perconti, n. 9/3522/28 Amitrano e n. 9/3522/29 Mammì: parere favorevole.

Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno n. 9/3522/30 Francesca Ruggiero e n. 9/3522/31 Grillo, accettano le riformulazioni. Ordini del giorno n. 9/3522/32 Galizia e n. 9/3522/33 Papiro: parere favorevole. Prendo atto che i presentatori degli ordini del giorno n. 9/3522/34 Alberto Manca e n. 9/3522/35 Gagnarli accettano le riformulazioni. Ordine del giorno n. 9/3522/36 Parentela: pure, mi sembra accetti, dai segnali del delegato d'Aula. Ordine del giorno n. 9/3522/37 Emiliozzi accetta la riformulazione. Ordine del giorno n. 9/3522/38 D'Orso. Chiede di parlare il sottosegretario Guerra. Prego.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, le chiederei la cortesia di accantonare l'ordine del giorno n. 9/3522/38 D'Orso, su cui sono in atto valutazioni per un'eventuale riformulazione.

PRESIDENTE. Allora, l'ordine del giorno n. 9/3522/38 D'Orso, per il momento, rimane accantonato. Ordine del giorno n. 9/3522/39 Maraia: parere favorevole. I presentatori accettano le riformulazioni degli ordini del giorno n. 9/3522/40 Bucalo e n. 9/3522/41 Albano.

Ordine del giorno n. 9/3522/42 Murelli: parere favorevole. Ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli: lei accetta la riformulazione? Chiede di parlare l'onorevole Rotelli. Ne ha facoltà.

MAURO ROTELLI (FDI). Presidente, vorrei risentire la riformulazione.

PRESIDENTE. Volentieri. Sottosegretario Guerra, può fare risentire la riformulazione all'onorevole Rotelli?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, la riformulazione riguarda l'impegno, che viene così riformulato: “a valutare l'opportunità di prevedere l'esenzione dal pagamento dei pedaggi autostradali in favore dei veicoli impiegati nella missione umanitaria a sostegno del popolo ucraino”.

PRESIDENTE. Va bene, onorevole Rotelli? No. Chiede di parlare. Prego, onorevole Rotelli.

MAURO ROTELLI (FDI). No, Presidente, non va bene, perché non penso sia possibile mettere questa parte: “a valutare la possibilità di” (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Sottosegretario, mi rivolgo a lei e anche agli altri colleghi. Stiamo facendo intere sedute con la questione ucraina al centro delle nostre discussioni e, poi, dobbiamo valutare se esentare il pedaggio autostradale ai mezzi impegnati in iniziative di carattere umanitario a favore dell'Ucraina. Anche in Commissione trasporti abbiamo inserito attività di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Io le chiedo adesso, se è possibile, di accantonare e valutare in un secondo momento questo ordine del giorno, considerando che in tutta Europa non si pagano pedaggi per portare questi aiuti (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Sottosegretario, l'onorevole Rotelli chiede l'accantonamento del suo ordine del giorno n. 9/3522/43.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, la riformulazione è motivata, ovviamente, dalla necessità di trovare delle coperture, però accetto la proposta di accantonamento per una riflessione ulteriore.

PRESIDENTE. Va bene. Abbiamo accantonato gli ordini giorno n. 9/3522/38 D'Orso e n. 9/3522/43 Rotelli.

Ordine del giorno n. 9/3522/44 onorevole Zucconi: accetta la riformulazione? Mi fate un segnale da Fratelli d'Italia? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/45 Giovanni Russo: accetta la riformulazione? Sì. Ordine del giorno n. 9/3522/46 Varchi, c'è un parere contrario.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/46 Varchi, parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

Ordine del giorno n. 9/3522/47 Prisco, invito al ritiro o parere contrario. Ha chiesto di parlare l'onorevole Prisco. Ne ha facoltà. Onorevole Prisco, non l'avevo vista, mi scusi.

EMANUELE PRISCO (FDI). Grazie Presidente. Questo è un tema che abbiamo provato a riproporre più volte ed è curioso, perché una volta viene respinto, una volta viene accolto con riformulazione, una volta ci viene risposto, nelle Commissioni di merito, che si stanno valutando provvedimenti per dare la possibilità alle amministrazioni comunali di rispondere alle numerose pratiche in materia di bonus 110 per cento. La sensazione è quella che un braccio non sa cosa fa l'altro nel Governo italiano, che è un po' la sensazione che hanno le imprese e le famiglie italiane non solo su questo tema. Signor sottosegretario, o sul sistema dei bonus 110 per cento ci si crede o non ci si crede. Abbiamo raccolto, con tutte le riserve del caso, questo strumento come un importante volano di ripresa, soprattutto per il settore edilizio, che, come sa, è una componente importante - o era una componente importante - del nostro sistema di sviluppo economico, oltre che un modello per favorire la transizione ecologica. Quindi, se ci si crede, non si può cambiare le norme ogni piè sospinto.

Se ci si crede, non si può immaginare di combattere l'abusivismo ingarbugliando ulteriormente il sistema burocratico. Ripeto che - e lo hanno detto in mille modi anche le associazioni di categoria imprenditoriale più volte - basta far lavorare ditte certificate e predisporre sistemi di revisione dei prezzari per combattere l'abusivismo e gli abusi nelle cessioni dei crediti.

Se ci si crede, si dotano le amministrazioni comunali degli strumenti - anche in risorse umane - per far fronte alla mole di pratiche che sono arrivate, perché, vede, le pratiche del 110 hanno di fatto bloccato gli uffici tecnici delle amministrazioni comunali. Le amministrazioni comunali hanno provveduto ad assumere, con lo strumento messo a disposizione dal Governo, personale e lo hanno formato. Oggi chiedono di poter utilizzare - facendo conto sulle proprie risorse e non su ulteriori risorse del Governo - ancora quel personale su cui hanno speso risorse, tempo e soldi per formarlo, per rispondere tempestivamente alle esigenze delle imprese e dei cittadini.

Io ho capito bene qual è l'obiettivo del Governo, che è stato in parte raggiunto, quello di mettere al sicuro il sistema bancario scaricando, di fatto, tutto sulle amministrazioni comunali, sui professionisti, sulle imprese e sulle famiglie.

Per questa ragione, insisto per la votazione di questo ordine del giorno e mi auguro che possa essere anche occasione per rivedere un indirizzo che cambia ormai di settimana in settimana e per ribadire che, com'è noto a quest'Aula, le incertezze normative prima di tutto determinano incertezze per chi poi si trova sul campo a dover rispondere alle esigenze delle famiglie e delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/47 Prisco, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Approfitto anche per richiamare i colleghi sulla necessità di indossare la mascherina in maniera corretta.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

Ordine del giorno n. 9/3522/48 Caiata, accolto come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Caiata. Ne ha facoltà.

SALVATORE CAIATA (FDI). Grazie, Presidente. Intervengo brevemente, per chiedere al sottosegretario eventualmente di rivedere questo parere. Spero in un accoglimento pieno, perché è un ordine del giorno che va nella direzione di aiutare i capoluoghi di regione in stato di disavanzo.

Qualora il sottosegretario non volesse cambiare il parere, chiedo almeno di votare la raccomandazione, sì da rafforzare un po' questa posizione.

PRESIDENTE. Prendo atto che la sottosegretaria Guerra non intende cambiare il parere del Governo. Quindi come procedo? Vuole che lo metta in votazione?

SALVATORE CAIATA (FDI). Si, lo vorrei votare come raccomandazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/48 Caiata, che ricordo era stato accolto dal Governo come raccomandazione.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 7).

Onorevole Maschio, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3522/49? No. Chiede che sia posto in votazione o vuole intervenire? Chiede che sia posto in votazione.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/49 Maschio, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/50 Lucaselli.

Onorevole Lucaselli, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3522/50? No.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Presidente, prima di mettere al voto questo ordine del giorno, voglio spiegare il motivo per il quale la riformulazione non può essere accolta. Leggendo gli impegni, infatti, si evince chiaramente che questo è un ordine del giorno che cerca di aiutare le imprese italiane, perché chiede di assumere ogni iniziativa necessaria per dare un sostegno immediato, cosa che sino a questo momento non è stata fatta, a compensazione delle perdite di fatturato conseguenti al blocco dei mercati russo e ucraino, che sta travolgendo le esportazioni.

Noi sappiamo che, in questo momento, le sanzioni sono necessarie, ma contemporaneamente dobbiamo compensare le perdite delle nostre aziende. Il rischio è, ovviamente, che tutto questo si trasformi nella chiusura indiscriminata della nostra manifattura, delle nostre piccole e medie imprese. Io credo che questa non sia una questione che debba ancora essere valutata. Ricordo che il Governo, più volte, si è espresso, anche a livello comunicativo, dichiarando la propria disponibilità e manifestando la propria volontà di supportare le imprese. Quindi, è evidentemente chiaro che un ordine del giorno che va proprio in questo senso e che parla dei problemi attuali della nostra imprenditoria non può essere oggetto di una valutazione ancora da fare, una valutazione che questo Governo avrebbe già dovuto fare. Pertanto, chiedo che venga messo al voto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/50 Lucaselli, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/51 Ferro.

Onorevole Ferro, accetta la raccomandazione? No, non l'accetta, e chiede di parlare. Prego, onorevole Ferro.

WANDA FERRO (FDI). Presidente, la raccomandazione credo che, in questo caso, sia ancora un passo indietro rispetto a un precedente parere dello stesso Governo su un ordine del giorno all'interno della manovra di bilancio, quando c'era stato un accoglimento, ovviamente rimasto come sempre, così come per tanti ordini del giorno, nel cassetto, che riguardava le province in pre-dissesto. Parliamo di 14 province italiane, alle quali si aggiungono altre 2 che hanno dichiarato il dissesto, che pagano un conto altissimo non soltanto per i mancati trasferimenti ma anche per quella famosa “legge Delrio” che, credo sia sotto gli occhi di tutti, ha conclamato ancora di più uno stato di emergenza di questi enti.

Rispetto a un impegno più volte assunto, e mai onorato, dal Governo, da parte dell'UPI, l'Unione province d'Italia, è stata sottolineata l'esigenza di poter intervenire soprattutto rispetto alle funzioni rimaste in capo alle province, che riguardano opere da realizzare, ma che hanno visto nella manovra di bilancio giustamente - dico giustamente - lo stanziamento per i comuni di 450 milioni.

Io mi auguro che il sottosegretario possa rivedere il parere, perché - ripeto - già in precedenza un testo, devo dire, quasi identico era stato accolto dallo stesso Governo. Quindi, oggi è un passo indietro: non soltanto la mancata parola nei confronti dell'UPI, ma anche, in qualche modo, la mancata volontà di dare una mano alle province italiane che si trovano in queste condizioni.

PRESIDENTE. Non vedo segnali dal Governo; quindi, il parere non cambia.

Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/51 Ferro, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

Onorevole Rizzetto, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3522/52? No?

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, la ringrazio, se posso, vorrei ascoltare brevemente la riformulazione da parte del Governo. Chiedo scusa, ma ieri sera non ero in Aula.

PRESIDENTE. Sottosegretario, può gentilmente ripetere all'onorevole Rizzetto la riformulazione che ha proposto?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, la riformulazione proposta è semplicemente di premettere: “a valutare di adottare”, invece che: “ad adottare”.

PRESIDENTE. La accetta?

WALTER RIZZETTO (FDI). No, non la accetto. Sottosegretario, le chiedo una riflessione ulteriore su questo ordine del giorno che è miseramente un ordine del giorno. Mi rivolgo, tra l'altro, anche ai colleghi della Commissione lavoro che, insieme a me, hanno seguito, nella stessa Commissione, il tema relativo agli agenti rappresentanti e agli agenti di commercio.

Sottosegretario, oggi, il problema degli agenti di commercio è che lavorano in una determinata categoria e in determinati settori merceologici che sono fortunatamente beneficiari rispetto a sostegni e rispetto a ristori; ma ciò non vale evidentemente per gli stessi agenti di commercio che, lo ricordo, per ben due anni di drammatica pandemia non si sono fermati un attimo rispetto ad una categoria lavorativa che doveva evidentemente andare avanti con innumerevoli problemi, non ultimo, sottosegretario, quello del rincaro dei carburanti. Ci sono migliaia e migliaia di agenti di commercio che, oggi, sono nel dramma più assoluto, perché non ricevono un euro di sostegno, pur lavorando e pur coadiuvando un settore merceologico che, invece, ha, giustamente, lo rinnovo, i sostegni.

Il problema, sottosegretario, è noto a Fratelli d'Italia e a tutta l'Aula ed è quello dei codici Ateco; forse, Fratelli d'Italia è stato il primo gruppo politico che ha sollevato, mi pare assieme a Forza Italia, all'epoca, il problema dei codici Ateco, cioè proprio quello di inserire alcune categorie anche negli stessi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) e, ancora ad oggi, non abbiamo una risoluzione del problema sui codici Ateco.

Infatti, ad esempio, rispetto al Fondo per il rilancio delle attività economiche di commercio al dettaglio, tutte le attività di cui al gruppo 47.5 o 47.6, evidentemente, rientrano nei codici Ateco in termini di sostegno, tranne per quanto riguarda gli agenti e i rappresentanti di commercio. Quindi, sottosegretario, chiedo una valutazione rispetto allo stesso, perché lei mi risponderà che, in questo caso, si tratta di un problema di copertura. Ma, allora, ci sarebbe stato un problema di copertura anche rispetto a tutte le altre categorie merceologiche. Sono mesi che cerchiamo di puntare l'indice rispetto a questa categoria. Ricordo i colleghi che, con me, hanno sottoscritto alcuni temi, non soltanto in Commissione lavoro, ma anche in alcuni incontri che abbiamo fatto con le federazioni e con le associazioni degli agenti di commercio, e mi riferisco alla collega Murelli, mi riferisco al collega Zangrillo, mi riferisco alla presidente Mura, piuttosto che alla collega Polverini o al collega Invidia, con cui abbiamo cercato di capire quello che si può fare nei confronti di questa categoria; per quanto riguarda Fratelli d'Italia, non esistono lavoratori di serie A e lavoratori di serie B (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia)! Se un sostegno deve essere dato ad un determinato mercato, tutti gli attori di questo mercato devono farvi parte.

Quindi, ritengo che non esista più la possibilità e non sia più il tempo, sottosegretario e Presidente, di poter dire: “a valutare” in seno ad un ordine del giorno che è una mera indicazione nei confronti dell'Esecutivo - non risolutiva, lo sappiamo tutti -, anche nei confronti di migliaia di persone che effettivamente, oggi, più di ieri, sono in grande difficoltà; paradossalmente, sono più in difficoltà oggi che ieri, perché un pieno, rispetto ad un loro mezzo che è la macchina, che è il loro ufficio fondamentalmente, costa il 30, il 40 o il 50 per cento in più rispetto ad un anno fa. Ecco che chiedo, in questo caso, o una riflessione in termini di accantonamento della proposta o, quanto meno, una revisione della formula: “a valutare l'opportunità di”, perché noi, sottosegretario, sulla pelle delle persone, sui diritti dei lavoratori e sui sostegni non valutiamo nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Noi cerchiamo di andare certi, sicuri e uniti assieme al Governo, almeno da questo punto di vista. La ringrazio e le chiedo una valutazione (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, non vedo segnali da parte del Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Murelli. Ne ha facoltà.

ELENA MURELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Volevo sottolineare che, come Lega, in Commissione Lavoro, abbiamo chiesto più volte anche noi al Ministro Orlando di intervenire su queste richieste degli agenti di commercio e delle loro associazioni, proprio perché non hanno un codice Ateco di riferimento e, quindi, non hanno i benefici che potrebbero avere direttamente dal Governo. In questo caso si tratta di un ordine del giorno che, è vero, impegna il Governo ad accogliere le raccomandazioni. Chiediamo direttamente al Governo di rivedere la questione nel prossimo provvedimento utile e di sistemare la situazione degli agenti di commercio, perché è un tema molto sentito e che abbiamo sottolineato più volte anche al Ministro del Lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Presidente, intervengo non solo per aggiungere la firma all'ordine del giorno dell'onorevole Rizzetto, ma anche per evidenziare due aspetti; in primo luogo, gli agenti di commercio, come la gran parte delle persone qui dentro sa, vivono di provvigioni, quindi, vivono in relazione a ciò che riescono a vendere, non vivono di uno stipendio già sicuro e di un incremento successivo; in secondo luogo, non sfuggirà a nessuno che i due anni di COVID sicuramente hanno influito sul nel settore alimentare, sul settore HoReCa, sui diretti proprietari degli esercizi pubblici, ma sicuramente hanno danneggiato molto di più coloro i quali sono stati impediti dal rifornire, in relazione all'assenza di consumi, ad esempio, il settore degli HoReCa. Aggiungo che, in questo momento, un agente di commercio che deve fare centinaia di chilometri, con il prezzo del diesel e della benzina che abbiamo tutti sotto gli occhi, non è incoraggiato ad uscire di casa, perché sono più le spese che le provvigioni che riesce ad incassare.

Allora, mi scusi, Presidente, ma mi scusi anche il rappresentante del Governo, se gli ordini del giorno avessero, come loro naturale terminale, il verbo “invita”, io posso capire che si facciano le formule: “invita a valutare l'opportunità di”; ma se l'ordine del giorno, così come doveva essere nelle intenzioni anche di chi ha steso il Regolamento della Camera, deve impegnare il Governo, non può essere: “impegna a valutare” o “impegna a valutare l'opportunità di”. Queste sono formule che servono soltanto - diciamo la verità - a dare un contentino ai presentatori degli ordini del giorno, ma sicuramente non servono a dare attuazione agli ordini del giorno stessi. Allora, per collegarmi a quanto diceva – e ho concluso - prima la collega Murelli, se deve essere assunto, in un prossimo provvedimento, un intervento di questo tipo, la riformulazione logica non è quella di valutare, ma è quella di impegnare il Governo nel prossimo provvedimento utile ad intervenire a favore degli agenti di commercio (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Se non ci vogliamo prendere in giro, queste sono le formule delle riformulazioni possibili!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Presidente, attraverso di lei, vorrei anch'io rivolgermi al Governo e al sottosegretario Guerra, per segnalare che, come hanno detto i colleghi, in Commissione lavoro abbiamo affrontato il tema più volte e, fra l'altro, abbiamo audito i rappresentanti della categoria in occasione della nostra indagine conoscitiva sulle disuguaglianze che si sono ampliate in periodo di pandemia. Abbiamo preso atto che questa categoria - come tante altre che, nel nostro Paese, appaiono e apparivano negli anni passati come marginali rispetto agli strumenti di tutela e di sostegno - è una di quelle che hanno vissuto gli effetti della pandemia, impoverendosi e, talvolta, rischiando anche di diventare marginali, proprio a livello di attrattività della professione, professione. Invece, molto importante per l'economia del Paese.

Quindi, anch'io mi permetto di segnalare la necessità di fare un passo in più, anche rispetto a questo ordine del giorno del collega Rizzetto. In Commissione lavoro, spesso, lavoriamo in maniera unitaria su alcuni temi e questo è un merito e un valore che poi dobbiamo riportare anche in Aula.

Per cui, anch'io chiedo che, nei futuri provvedimenti, ci sia un impegno a valutare ristori e interventi di carattere strutturale che riconoscano il valore di questa professione. Per tale motivo, sottosegretaria, le chiederei di rivalutare la riformulazione di questo ordine del giorno (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Questo tema è sicuramente di grande interesse e ci viene rappresentato da tutto l'arco degli interventi che abbiamo sentito fino ad adesso. C'è stato anche un lavoro di preparazione.

La riformulazione proposta, che non era “a valutare l'opportunità”, perché l'opportunità è indubbia, ma “a valutare di adottare”, è chiaramente legata a problemi di copertura.

Chiederei, però, in ragione degli interventi che ci sono stati, la cortesia di poterlo accantonare per vedere di proporre eventualmente una riformulazione che risulti accettabile a quest'Aula (Applausi).

PRESIDENTE. Benissimo, allora accantoniamo anche l'ordine del giorno n. 9/3522/52 Rizzetto, dopo il n. 9/3522/38 D'Orso e il n. 9/3522/43 Rotelli.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/53 Frassinetti, sul quale c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Frassinetti. Ne ha facoltà.

PAOLA FRASSINETTI (FDI). Grazie, Presidente. Rappresentante del Governo, con questo ordine del giorno, Fratelli d'Italia si pone l'obiettivo di sbloccare la grave situazione di disagio che riguarda molti dirigenti scolastici, che hanno vinto il concorso del 2017 e che sono obbligati a stare in una regione diversa dalla loro, anche quando, nella loro ragione, ci sarebbero, invece, i posti. Quella della mobilità è una grave situazione che si protrae da tempo, ma, soprattutto, che colpisce questi dirigenti, che potrebbero fare una domanda di trasferimento per i posti disponibili e vacanti, nel rispetto ovviamente della graduatoria di merito. Mi rendo conto di come la scuola, spesso e volentieri, purtroppo sia il fanalino di coda negli interessi del Governo, ma ritengo che questi dirigenti scolastici meritino un altro trattamento.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/53 Frassinetti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/54 Vianello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ieri, vi abbiamo chiesto di non aumentare le spese per gli armamenti, per le spese militari. Si parla di circa 13 miliardi di euro all'anno in più che lo Stato italiano dovrà sborsare per l'aumento delle spese militari. Oggi, con questo ordine del giorno, vi chiediamo di spostare quella cifra – ripeto, quasi 13 miliardi di euro - a favore dei cittadini per usufruire delle fonti di energia rinnovabili, con incentivi, per usufruire della riqualificazione energetica. Sono 13 miliardi di euro all'anno e questo significa che, da qui a dieci anni, noi riqualifichiamo energeticamente tutto il Paese, a cominciare prioritariamente dalle famiglie che sono in povertà energetica. In Europa, sono circa 50 milioni le famiglie a rischio di povertà energetica e, in Italia, sono tantissime. Lo chiediamo non solo per quelle, ma per tutti i cittadini. Presidente, in questo decreto, in cui si parla anche di bollette, ci sono incentivi, ci sono soldi pubblici che vengono dati per calmierare i costi. Tuttavia, si tratta di interventi spot, perché il mese prossimo ci troveremo nuovamente con lo stesso problema. Ci sono anche sussidi, ma il problema è che non risolviamo l'indipendenza energetica con la strada che il Governo sta intraprendendo.

L'unica maniera per liberare i cittadini italiani dalla dipendenza dalle fonti fossili e da queste bollette incredibili e vergognose, che sono dovute all'utilizzo delle fonti fossili, e solo a quello, è permettere loro di avere un'efficienza energetica, una produzione di energia rinnovabile, e, quindi, di poter produrre la propria energia, risparmiando tantissimo sulle bollette e diventando quasi indipendenti energeticamente. Questa è l'unica strada. Noi oggi vi chiediamo: questi 13 miliardi, li volete dare per la corsa agli armamenti o per liberare gli italiani dalle bollette (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e da questo utilizzo incredibile delle fonti fossili, che ancora state agevolando? Ora si vede: siete dalla parte degli italiani o siete dalla parte della guerra (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)?

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Muroni. Ne ha facoltà.

ROSSELLA MURONI (M-MAIE-PSI-FE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere l'ordine del giorno del collega Vianello, di cui condivido l'impostazione di fondo, più che le singole parole, lo dico sinceramente. Noi tutti stiamo attraversando una fase complicatissima anche dal punto di vista della coscienza, Presidente. Il tema è come noi usiamo questa crisi per fare in modo che non si debba ripetere. La costruzione di una cultura di pace passa, in questo momento, per il riconoscimento di quello che noi dobbiamo perseguire, cioè l'indipendenza energetica legata alle fonti rinnovabili, le uniche libere dai ricatti della guerra, dai ricatti delle dittature e che ci rendono veramente liberi di poter dire le cose che spesso siamo costretti a sussurrare. Mi rendo conto che diversificare l'approvvigionamento del gas, in questo momento, è la cosa più rapida e necessaria da fare per far fronte all'emergenza, ma, guardate, non è cambiando dittatore che cambiamo lo schema di gioco e risolviamo il problema! Semplicemente, spostiamo, dal punto di vista geografico, la nostra dipendenza energetica e finanziamo un'altra dittatura. Per questo, è fondamentale, come in tutte le crisi, cogliere l'occasione per cambiare e fare in modo che la cultura di pace venga costruita innanzitutto con un sistema energetico diverso, che passa per l'autonomia dei Paesi, passa per l'autonomia dei territori e per uno sviluppo davvero sostenibile dal punto di vista ambientale, sociale e globale.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sarli. Ne ha facoltà.

DORIANA SARLI (MISTO-M-PP-RCSE). Grazie, Presidente. Intervengo per sottoscrivere, a nome mio e delle colleghe della componente Manifesta, questo ordine del giorno, anche per ricordare che, in questo periodo, per far fronte alla crisi energetica, si parla di ricorrere sempre più al fossile, in un'Italia che ha più fossile di tanti altri. Quindi, invertire la tendenza e investire non in spese militari, ma in spese che ci rendono autonomi energeticamente e ci consentono di andare verso un'energia più pulita, doveva essere uno degli obiettivi del nostro Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Manifesta, Potere al Popolo, Partito della Rifondazione Comunista-Sinistra Europea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Intervento per sottoscrivere, a nome della componente Europa Verde, questo ordine del giorno di cui condividiamo completamente l'impostazione. Poi vorrei anche fare un'osservazione. Quest'Aula ha votato un ordine del giorno che prevede l'aumento delle spese militari al 2 per cento del PIL; significa arrivare a 38 miliardi di spesa. Questo aumento di spesa, che avete allegramente votato, mi spiegate da dove arriverà? Lo sapete dire? Il Governo ci sa dire da dove verranno sottratte le risorse che andranno per un aumento delle spese militari? Lo sappiamo tutti quanto viene speso in Europa per spese militari? Invece di andare a razionalizzare 198 miliardi di spese militari, pari a tre volte quello che spende la Russia – lo ripeto - tre volte, noi diciamo di aumentare le spese del singolo Paese. Non sappiamo dove andiamo a prendere i soldi, ma, di certo, il Governo dà parere contrario per un'appostazione di risorse intelligenti, quella che va a finalizzare un obiettivo che abbiamo tutti quanti dichiarato, cioè l'indipendenza energetica, l'autonomia energetica rispetto ai fornitori di fonti fossili. Non riesco veramente a capire le posizioni di quest'Aula, sto facendo veramente fatica a capire come si concilino le posizioni che vengono prese all'esterno dell'Aula, davanti alle telecamere, rispetto a quelle che vengono prese all'interno dell'Aula.

Oggi, questo ordine del giorno dovrebbe essere votato all'unanimità. Per questo, confermo che sottoscriviamo, come Europa Verde, questo ordine del giorno ed esprimo una nota di biasimo nei confronti del Governo e di tutti coloro che voteranno contro, perché non riesco veramente a capirli e mi pare che vadano contro gli obiettivi che, unanimemente, ci siamo dati (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Paxia. Ne ha facoltà.

MARIA LAURA PAXIA (MISTO). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Presidente, per sottoscrivere, a nome della componente Alternativa, questo odine del giorno del collega Vianello, che dice bene che bisogna vedere da che parte sta l'emiciclo, se dalla parte degli italiani o dalla parte della guerra. Ma, per dimostrare che si è dalla parte degli italiani servono i voti qui, in Aula, e non dichiarazioni farlocche, sulla stampa prezzolata o in televisione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fratoianni. Ne ha facoltà.

NICOLA FRATOIANNI (LEU). Intervengo, a titolo personale, Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno, anche se - devo dirlo - ci sono alcune argomentazioni che ho ascoltato che non mi convincono. Io non penso ci sia una divisione così netta tra chi è a favore della guerra e chi non lo è. Tuttavia, siccome è stato approvato un ordine del giorno che impegna all'aumento al 2 per cento delle spese militari, questo ordine del giorno chiede di non portare la spesa al 2 per cento e di destinare le eventuali risorse aggiuntive nella direzione giusta. Per questo, io lo sottoscrivo e chiedo di votarlo.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fornaro. Ne ha facoltà.

FEDERICO FORNARO (LEU). Grazie, signor Presidente. Colgo l'occasione perché mi pare che su questo terreno stiamo creando soltanto disinformazione. Credo che, dopo l'approvazione di quell'ordine del giorno sull'aumento delle spese militari, tutti gli italiani siano convinti che questo Parlamento abbia deciso e trovato le risorse per aumentare le spese di 13 miliardi. Questo - lo dico in quest'Aula - è un falso (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali) e continuare ad alimentare questo falso credo non sia nell'interesse della verità. Questo è un ordine del giorno, come era quello un ordine del giorno: gli ordini del giorno - lo sappiamo benissimo - non determinano automaticamente lo spostamento di una sola posta di bilancio.

Allora, se vogliamo affrontare - lo dico a chi aveva presentato quell'ordine del giorno la volta scorsa e lo dico a chi lo presenta adesso in chiave opposta - il tema della spesa militare in questo Paese, del reperimento delle risorse e della razionalizzare della spesa, non dobbiamo farlo utilizzando uno strumento assolutamente inefficace e del tutto propagandistico come quello dell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Se poi si aggiunge la motivazione che è stata ricordata prima da alcuni colleghi per cui, se si vota contro questo ordine del giorno, si è per la guerra, è ora di finirla! È ora di finirla di usare la guerra per fare una propaganda becera (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali). Qui dentro non c'è alcuno che è a favore della guerra. Per quel che mi riguarda - poi i parlamentari del gruppo sceglieranno come hanno sempre scelto, con assoluta libertà di coscienza, perché sulla guerra e su argomenti etici come questo è giusto che ognuno abbia la propria posizione - voterò convintamente contro questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ippolito. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE D'IPPOLITO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo innanzitutto per sottoscrivere l'emendamento.

PRESIDENTE. Non è un emendamento, onorevole, è un ordine del giorno.

GIUSEPPE D'IPPOLITO (M5S). Sì, è un ordine del giorno, chiedo scusa. Io credo che ognuno possa fare le considerazioni che vuole sulla guerra, però il principio che in questo Stato bisogna investire di più sulle rinnovabili, che sono oggi l'unica fonte che può consentirci l'autosufficienza energetica, il taglio agli importi delle bollette e la possibilità di raggiungere la decarbonizzazione entro il 2050, sia un principio che deve essere riaffermato e proclamato in ogni sede possibile (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Fornaro, che praticamente prova a gettare acqua sul fuoco, perché dice che l'ordine del giorno già approvato è inidoneo eventualmente anche a cristallizzare la volontà politica di aumentare la spesa militare al 2 per cento del PIL e, quindi, di fatto, lo ha, in un certo senso, rinnegato. Allora, mi chiedo perché abbiano votato quell'ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), se ora, invece, vengono a dirci che quello non era lo strumento idoneo per prendere una scelta politica così importante. Io non posso fare altro che prendere atto, al momento, che quell'ordine del giorno è stato votato e approvato, mentre adesso tutti quanti fanno la corsa per sfilarsi, nelle dichiarazioni che fanno anche in TV, che si traducono in vera e propria propaganda. Però, poi - quando si tratta di votare e quindi di mettere nero su bianco una volontà politica - tutti si nascondono. Allora se è vero, come è vero che gli ordini del giorno non sono strumenti idonei per prendere decisioni così importanti, intanto, mi chiedo perché quell'ordine del giorno sia stato votato - noi abbiamo votato contro, ovviamente, con coerenza - e poi, mi chiedo che senso abbia perdere ore e ore sugli ordini del giorno, per poi rinnegarli. Che senso ha fare discussioni che impegnano quest'Aula per ore e poi, dopo due settimane, sentirsi dire: “no, vabbè, abbiamo giocato; in realtà, non abbiamo la volontà politica di dare seguito a quell'ordine del giorno” (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)? Allora, prendetela una decisione, perché così create solo confusione! Quale occasione migliore di questa per dire, una volta per tutte, che non vogliamo altri 12 o 18 miliardi, o quello che siano, di spesa militare? In questo momento, è semplicemente folle - con un'economia reale distrutta da un'austerità mascherata da chiusure, da restrizioni, da green pass, da super green pass, con un'inflazione che galoppa, con un caro energia e con un caro bollette - e lunare pensare che questo Paese possa permettersi 12 miliardi in più di euro all'anno per foraggiare l'industria bellica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

Con quale visione poi e con quale prospettiva? C'è un disegno, c'è già un programma di riarmo? Niente. Si dice genericamente che ci serve arrivare al 2 per cento, ma dov'è il programma e dov'è la pianificazione? A cosa servirebbe eventualmente arrivare a questo 2 per cento? Si naviga a vista, solo perché le lobby dell'industria bellica lo chiedono, solo perché la NATO lo chiede, dall'altra parte del mondo. Qui ci si mette sull'attenti e si obbedisce, dicendo che bisogna genericamente arrivare al 2 per cento, ma non si sa neanche perché! Io sfido chiunque di voi a dirmi perché e a cosa serva arrivare al 2 per cento e quali obiettivi strategici e militari eventualmente si vogliano raggiungere arrivando al 2 per cento, altrimenti sono solo chiacchiere.

Allora, quale occasione migliore di questa per dire che noi, per ora, non vogliamo arrivare al 2 per cento della spesa militare e ci riserviamo almeno di arrivare alla prossima legge di bilancio con una neutralità, che si esprime attraverso un ordine del giorno, che dice che questa cosa, per ora, non la vogliamo fare? Poi, se la vorremmo fare in futuro, ne discuteremo nelle sedi opportune. Peraltro, io sono sicuro del fatto che la corsa agli armamenti renda più insicure le popolazioni di quei Paesi che si armano, perché mai la corsa agli armamenti ha reso il mondo più sicuro, mai! E sarà la stessa cosa anche adesso (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Allora, vi chiedo veramente di esprimere un voto politico in questo contesto, che sia finalmente inequivocabile, altrimenti le belle dichiarazioni che fate in TV o sulla stampa lasciano veramente il tempo che trovano (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Da giorni, discutiamo di spese militari e confesso che, più va avanti la discussione tra di noi, più trovo surreale il modo in cui discutiamo, come se la quantità di spesa fosse, di per sé, un elemento sufficiente per decidere da che parte si sta e da che parte si va. La spesa militare dipende, al di là del giudizio che si ha su di essa, dall'obiettivo a cui è finalizzata e dal contesto in cui si inquadra. È una spesa militare che sta nell'ambito dei programmi di difesa comune europea ed è una spesa militare che deve essere necessariamente finanziata sottraendo risorse di bilancio ad altri capitoli? Oppure, magari, è una spesa militare che può essere finanziata attraverso strumenti finanziari comuni dell'Unione europea? E in quale chiave?

In una chiave che dà una maggiore soggettività politica all'Unione europea - perché le consente autonomia rispetto alla NATO - oppure è una spesa militare che si va a incardinare nella subalternità dei singoli Paesi dell'Unione europea alla NATO? Vedete, care colleghe e cari colleghi, discutere del quantum ha poco senso politico, e lo dice uno che non ha votato per l'invio delle armi all'Ucraina; però, basta demagogia, l'ha detto bene il collega Fornaro: la scelta sulla quantità di spesa militare non ci colloca in un fronte guerrafondaio o in un fronte pacifista, è una scelta politica che dipende da dove, come e con quali obiettivi si fa la spesa militare (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Io volevo far notare ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che il loro sottosegretario Sibilia, giusto cinquanta minuti fa, su twitter ha scritto: il MoVimento 5 Stelle voterà “no” all'aumento delle spese militari. Allora, io non vorrei che il sottosegretario si possa contraddire o che lo facciate contraddire nel giro di cinquanta secondi. Avete l'opportunità di votare un ordine del giorno che chiede esattamente questo: dire “no” alle spese militari, all'aumento di 13 miliardi all'anno delle spese militari (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). Volete essere coerenti per una volta negli ultimi cinque anni (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)?

PRESIDENTE. Se nessun altro chiede di intervenire, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/54 Vianello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/55 Raduzzi.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi. Ne ha facoltà.

RAPHAEL RADUZZI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Io rimango sempre più basito di fronte all'arguzia lessicale di questo Governo, che riesce a chiamare questo provvedimento “decreto Sostegni”, quando sappiamo bene che questo è un “decreto ostacoli” per le imprese, che non risolve nemmeno uno dei tantissimi problemi, dal caro energia, al calo di fatturato, ai problemi delle chiusure dovute al green pass, al super green pass, eccetera.

In questo ordine del giorno mi occupo di un tema ben specifico, che è quello del super ecobonus e della cessione dei crediti d'imposta, un tema sul quale anche gli ex colleghi del MoVimento 5 Stelle, ma a parole tutti i gruppi parlamentari, si sono spesi in questi giorni. L'altro ieri c'era una manifestazione, qui a Roma, di tutti gli operatori del settore e c'erano tanti esponenti di questi gruppi parlamentari a portare solidarietà. Perché? Perché questo Governo, con una norma, quella di questo decreto per l'appunto, ha limitato la cessione dei crediti. Poi cosa ha fatto? Ha cercato di mettere una toppa, che però era peggiore del buco, perché ha limitato le cessioni parziali e ha reso possibile solamente due cessioni.

E, allora, con questo ordine del giorno io chiedo un impegno vero e concreto: ripristiniamo la cessione dei crediti d'imposta com'era stata fatta nel “decreto Rilancio” del 2020. Questo impegno dovrebbe essere votato, ovviamente, dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, ovviamente anche dai colleghi della Lega, ma anche dalla sinistra, che quel “decreto Rilancio” l'aveva votato!

Allora fate qualcosa, non limitatevi alle parole, cari colleghi, perché le imprese stanno per fallire e voi lo sapete benissimo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)! Sono piene di crediti d'imposta per lavori che hanno eseguito a regola d'arte, e voi avete cambiato le regole del gioco in corsa. Questa cosa è scandalosa e voi lo sapete! Votatelo, questo ordine del giorno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Presidente, chiedo di sottoscrivere l'ordine del giorno, se il collega Raduzzi è d'accordo - e chiaramente il gruppo di Fratelli d'Italia su questo punto è a favore e voterà positivamente - ricordando al collega Raduzzi, piuttosto che ai colleghi che all'epoca, evidentemente, hanno fortemente voluto questo passaggio, che oggi, sottosegretario, questo Governo sta togliendo il 10 per cento degli spazi all'agricoltura, per togliere lo stesso 10 per cento, se non il 100 per cento, agli spazi sui tetti per il fotovoltaico, ad esempio. E, quindi, mi sembra che, sotto questo punto di vista, ci sia qualcosa da mettere a posto. Lo sottoscrivo convintamente, Presidente, e voteremo a favore di questa proposta (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Vianello. Ne ha facoltà.

GIOVANNI VIANELLO (MISTO-A). Grazie, Presidente. Per sottoscrivere questo ordine del giorno a nome di tutta la componente di Alternativa. Voglio aggiungere anche una questione, perché ogni volta che arriva un ordine del giorno su cui la maggioranza si spacca, Presidente, non è ammissibile che si svilisca l'ordine del giorno stesso. Se esiste come strumento del Parlamento, bisogna rispettarlo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), perché è una volontà politica che si esprime. Non si cambia il mondo, ma è una volontà politica che si esprime.

Questo ordine del giorno esprime una volontà molto chiara: quella di riprendere a pedalare velocemente con la riqualificazione energetica, ristabilendo la cessione del credito così come era stabilito originariamente. Abbiamo capito la farsa del Governo, che con questa narrazione ha cercato di dire che il super ecobonus 110 per cento favoriva le truffe; poi, siamo andati a vedere le cifre e in realtà ciò valeva per gli altri bonus edilizi, mentre questo contava solo il 3 per cento. Per cui non c'è motivo di rallentare la riqualificazione energetica in Italia, gli italiani hanno bisogno della riqualificazione energetica per liberarsi dalla schiavitù delle fonti fossili (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/55 Raduzzi, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/56 Romaniello.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. A volte in quest'Aula succedono delle cose particolari e credo che l'onorevole Fornaro abbia fatto un danno a tutti coloro che spacciano gli ordini del giorno come provvedimenti che spostano l'asse terrestre di 3 centimetri.

Detto questo, io osservo che su questo ordine del giorno, a mia prima firma, c'è una riformulazione. Se non sbaglio, mi si chiede di valutare l'opportunità di rendere pubblici i prezzi d'acquisto del gas da parte delle società energetiche e determinarne gli extraprofitti, applicare agli operatori citati in premessa un prelievo pari almeno al 50 per cento, al netto degli oneri di sistema del valore risultante dalla differenza tra il prezzo d'acquisto e il prezzo di vendita, e istituire un fondo finalizzato all'erogazione di un bonus energia, per andare incontro alle famiglie che subiscono questo aumento dei prezzi.

Presidente posso chiedere un po' di silenzio? C'è un brusio incredibile, faccio fatica a parlare (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Se aiutiamo l'onorevole Romaniello a fare il suo intervento…

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Vi prego, ho i miei limiti… Ce la faccio. Quindi, sulla base di quanto ho detto all'inizio del mio intervento e cioè che, come ricordava Fornaro, sono ordini del giorno, allora perché li riformuliamo? Se sono ordini del giorno e il loro valore è marginale e non servono a nulla, perché li riformuliamo? Perché ne parliamo così tanto? Io non ho capito come avviene il processo, poi, di valutazione degli ordini del giorno che hanno la formulazione “a valutare l'opportunità di”. Ho provato a immaginarlo: il Governo si siede con i tecnici e dice: ok, valutiamo l'opportunità di fare questo; ok, valutiamo l'opportunità, non lo facciamo, ed è concluso l'ordine del giorno! Allora a cosa serve farli? A cosa serve discuterne? Questo ordine del giorno è giusto o sbagliato? Allora, o li eliminiamo completamente, e da domani facciamo solo norme, o altrimenti ci dobbiamo dire che questi ordini del giorno hanno un valore.

Noi cerchiamo di rilanciare il valore politico, cioè poi diciamo fuori quale è la nostra posizione. Allora, per favore, visto che siamo tutti d'accordo sul fatto che c'è stata una colossale truffa - per riprendere le parole di Cingolani -, cerchiamo di dar seguito alle parole che pronunciamo con un atto almeno politico, perché questi atti sono politici e non hanno valore fino a quando non servono davvero al Governo, come, per esempio, l'aumento delle spese militari; lì ci sarà seguito, perché serve. In questo caso, è utile? Sicuramente, è utile alle famiglie. Sono certo che politicamente vada un po' a favore di tutte le forze politiche, quindi rifiuto la riformulazione, chiedo che venga messo ai voti e voglio vedere come si comporteranno le forze politiche.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/56 Romaniello, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/57 Sapia, sul quale c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Sapia. Ne ha facoltà.

FRANCESCO SAPIA (MISTO-A). Grazie, Presidente. In questo “decreto Sostegni” alle imprese ho presentato un ordine del giorno di assoluto buonsenso ovvero quello di assegnare al Fondo unico nazionale per il turismo le adeguate risorse finanziarie, che siano almeno il doppio di quelle previste dal Governo, affinché l'esonero contributivo possa produrre i propri effetti, avendo maggiore attenzione alla quota parte sulle assunzioni, le cui risorse economiche non possono, di certo, essere quelle di 60 milioni di euro. Presidente, la riformulazione del Governo mi lascia basito, perché dice “a valutare gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate”, a valutare, a valutare, a valutare. Presidente, io credo che, con questa riformulazione, si capisca in maniera chiara quale è l'intenzione del Governo, ossia quella di fregarsene dei cittadini italiani, di fregarsene delle imprese italiane, forse perché siete impegnati, prima, a massacrare gli italiani con le restrizioni del COVID e, adesso, avete soltanto una cosa in testa, la corsa al riarmo! E, quindi, cosa può fregarvi dei cittadini italiani o delle imprese che sono in sofferenza? Assolutamente nulla.

PRESIDENTE. Prendo atto che non accetta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/57 Sapia, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/58 Belotti, sul quale c'è un parere contrario.

Ha chiesto di parlare il sottosegretario Guerra. Prego, sottosegretario.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie. Volevo modificare il parere del Governo da contrario a favorevole, con la seguente riformulazione: premettere agli impegni la formula: “valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Onorevole, accetta la riformulazione? Perfetto.

Ordine del giorno n. 9/3522/59 Golinelli, c'è una riformulazione. Onorevole Golinelli, accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/60 Furgiuele: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/61 Paolin: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/62 Bellachioma: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/63 Pentangelo: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/64 Dori.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Dori. Ne ha facoltà. Prego, l'ho vista in tribuna.

DEVIS DORI (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. È nostra convinzione che sia assolutamente condivisibile e necessario lo strumento del recupero degli extraprofitti delle compagnie energetiche, al fine di alleggerire il peso delle bollette su cittadini, famiglie e imprese. Effettivamente, anche il Governo, con il recente “decreto Taglia-bollette” è andato in questa direzione, poi possiamo ragionare sul quantum, ma non è ora oggetto di questo ordine del giorno.

Qui, invece, con questo ordine del giorno, stiamo ponendo il tema delle comunità energetiche rinnovabili. La direttiva 2018/2001 dell'11 dicembre 2018 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili riserva proprio un ampio favore all'autoconsumo collettivo e alle comunità di energia rinnovabile, definendo diversi strumenti di promozione, agevolazione e diffusione. Il decreto legislativo di recepimento dà, poi, la possibilità di realizzare, per la singola comunità energetica, impianti più grandi, fino a 1 megawatt di potenza massima.

In sostanza, l'obiettivo di questo ordine del giorno è di non penalizzare gli impianti di produzione di energia destinata all'autoconsumo collettivo, che, anzi, sarebbero da incentivare. Per questo motivo, non comprendiamo la chiusura del Governo con un parere contrario su questo ordine del giorno e non accetto di ritirare l'ordine del giorno, ma chiedo che venga messo in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/64 Dori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

Ordine del giorno n. 9/3522/65 Gentile: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/66 Vallascas: accetta la riformulazione? Non vedo segnali, quindi intendo che sia accettata… Non l'ho vista, scusi, se i colleghi si siedono, io riesco a vedere l'onorevole. Vuole votarlo o vuole intervenire?

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/66 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Se i colleghi si siedono e mi fanno vedere l'onorevole Vallascas, riesco a capire meglio, ma vedo che non si siedono. Onorevole Benedetti, se si siede, mi fa un piacere.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Ordine del giorno n. 9/3522/67 Giuliodori: accetta la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/67 Giuliodori, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Ordine del giorno n. 9/3522/68 Schirò: accetta la riformulazione? Non accetta la riformulazione? Mi dica, prego.

ANGELA SCHIRO' (PD). Grazie. Accetto la riformulazione, ferma restando, ovviamente, la tutela di tutti i nostri connazionali ai quali sono state revocate le prestazioni familiari.

PRESIDENTE. Se accetta, va bene così.

ANGELA SCHIRO' (PD). Sì, accetto.

PRESIDENTE. Ordine del giorno n. 9/3522/69 Deidda: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/70 Ciaburro: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/71 Caretta: accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/72 Cortelazzo: c'è il parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/73 Mazzetti: accetta la riformulazione? Sì.

Sugli ordini del giorno n 9/3522/74 Siracusano e n. 9/3522/75 Aprile, c'è il parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/76 Villarosa.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Il parere è contrario, giusto Presidente?

PRESIDENTE. Sì, parere contrario.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Presidente, è informazione, credo, ormai nota a tutti, perché con molti colleghi di quest'Aula ho partecipato alle manifestazioni delle aziende in merito a questa distruzione legata al superbonus 110 per cento. È informazione nota che queste aziende stanno fallendo, e stanno fallendo purtroppo senza alcuna logica da parte del Governo in merito alle norme che sono state messe in piedi. Presidente, noi abbiamo, in questo momento, aziende che hanno 600 mila euro di crediti da monetizzare bloccati nelle banche a causa della norma che c'è all'interno di questo decreto. Queste aziende a volte, in media, hanno circa 200 mila euro di IVA da pagare, hanno altre tassazioni che a breve dovranno pagare e non riescono a pagare perché il Governo, con il suo decreto, ha fatto sì che si bloccasse la cessione dei crediti fuori dal sistema bancario.

Il Presidente del Consiglio Draghi è venuto qui, in Aula, spiegando che questa norma era utile perché all'interno del superbonus e del sistema delle cessioni vi erano truffe, e che il superbonus era un sistema che creava e provocava truffe e danni al bilancio pubblico. Il Ministro Franco, pochi giorni dopo, è venuto in Aula a dire che Draghi è un bugiardo - non ha usato queste parole, ovviamente - perché, smentendo le parole di Draghi, ovvero che il superbonus creasse truffe, ha dichiarato che solo il 3 per cento di questi crediti legati al superbonus 110 per cento hanno una situazione dubbia, perché, tra l'altro, ancora la truffa non è conclamata, non è certa. Capendo la posizione del Governo in merito al superbonus, per il futuro lo vogliamo distruggere perché, legando le cessioni solo al sistema bancario, la capienza fiscale non è più quella di prima, e quindi le banche giustamente si preoccupano e cercano di capire se hanno uno spazio fiscale capace di risolvere il problema.

Con questo ordine del giorno, Presidente, non chiedo di ritornare alle vecchie norme, anche se è quello che vorrei, però, cercando di venire incontro al Governo, ma soprattutto cercando di capire se la maggioranza realmente, quando incontra i rappresentanti di queste aziende, li incontra sinceramente oppure li prende in giro, perché nel momento in cui partecipo a una manifestazione…

PRESIDENTE. Lasciate, per piacere, il sottosegretario in condizioni di ascoltare. Onorevole, onorevole Sut, se lascia ascoltare il sottosegretario, possiamo andare avanti.

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). …dicevo che partecipo a una manifestazione e guardo negli occhi i lavoratori di queste imprese che rischiano di fallire e lasciare a casa famiglie intere, che poi dovremo, com'è successo, aiutare, tra l'altro, e, poi, mi ritrovo in Aula a veder votare la maggioranza contro un ordine del giorno, Presidente, che chiede, lo ripeto, non di tornare alle vecchie norme, ma di far sì che si ritorni alle vecchie norme almeno per gli impegni che queste aziende hanno già preso, perché questa è una vera e propria norma retroattiva che, ripeto ancora, rischierà di far fallire centinaia di migliaia di aziende. Infatti tutto l'indotto collegato, quando fallisce un'azienda, viene colpito anch'esso. Durante una pandemia, durante una crisi energetica, tra l'altro è un sistema che dovrebbe risolvere anche parte di questa crisi energetica, perché riduce le emissioni, introduce e installa pannelli fotovoltaici o altri sistemi di rigenerazione energetica alternativa. Quindi, vi sto chiedendo, visto che avete aziende che devono avere 600 mila euro di soldi loro – loro -, che hanno anticipato ai cittadini con lo sconto in fattura, facciamo sì che almeno questo sistema, queste cessioni già in piedi possano circolare, così come gli avevate detto che potevano circolare (Applausi di deputati del gruppo Misto), perché glielo abbiamo detto come Governo, glielo abbiamo detto come Parlamento: impegnatevi, anticipate i soldi dei cittadini che chiedono di fare i lavori, perché li avrete monetizzati e li potrete cedere a tutto il sistema.

Quindi vi chiedo anche un “a valutare l'opportunità di”, sottosegretario; mi abbasso e mi limito a mettermi nelle vostre mani, sapendo che il rischio è alto, e vi chiedo almeno un “ a valutare l'opportunità di”, perché, ripeto, questa maggioranza, e li ho visti tutti, era in tutte le piazze in cui queste aziende chiedevano di risolvere il problema.

PRESIDENTE. Onorevole Ungaro, se non ci intendiamo…!

ALESSIO MATTIA VILLAROSA (MISTO). Vi chiedo una mano sulla coscienza (Applausi di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Raduzzi, ma ha finito i suoi interventi, e quindi non può parlare.

Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Ettore. Ne ha facoltà.

Un momento, onorevole D'Ettore. Sottosegretario?

No, prego, onorevole D'Ettore.

FELICE MAURIZIO D'ETTORE (CI). Dovesse intervenire il sottosegretario, lascio ovviamente la parola al sottosegretario. Allora, credo che un surplus di valutazione si possa fare su questo ordine del giorno, tenuto conto del fatto che nel “Sostegni-ter” si è superata, con la norma che è passata in Senato, la irragionevole limitazione della cessione del credito a una sola cessione, consentendo più cessioni, anche perché la cessione del credito si fonda sulla libera circolazione. Anche se il credito è d'imposta, non può essere impedito un atto di cessione; si può limitare in un certo numero, ma non una sola volta, perché è contro la stessa natura dell'istituto della cessione del credito. Quindi, siamo rientrati nella normalità. Qui, però, c'è un ulteriore elemento, che aggiunge il collega Villarosa, relativo anche ai termini e relativo anche a una situazione di passaggio fra i due momenti, come lei, sottosegretario, sicuramente ha ben valutato.

Credo si possa almeno accantonare e determinare un ulteriore surplus di valutazione perché si tratta di un ordine del giorno ragionevole, non strumentale come quelli che abbiamo esaminato sugli incrementi delle spese militari, a causa della guerra, dove dall'1,5 si è passati al 2 per cento, ed è stato il Governo Conte a dire di passare al 2 per cento nel DEF, rimettendo, grazie al Ministro Trenta, anche le spese per la cybersicurezza e per le questioni relative alla logistica NATO e alle missioni all'estero. Basta guardare i DEF fatti dal Governo Conte e i DEF successivi per saperlo, però va bene. Invece, qui siamo nell'ambito della normalità e della ragionevolezza. Il collega Villarosa - è stato anche sottosegretario - sta proponendo un ulteriore elemento di valutazione rispetto a ciò che già è stato fatto in Senato sulla cessione del credito anche con i tempi, e credo che sia opportuno, se è possibile, sottosegretaria, accantonarlo. Lei conosce molto bene questa materia, ne abbiamo discusso nelle Commissioni e sa bene che questo non è un impegno che stravolge la ratio stessa del provvedimento, anche con riguardo alle cessioni, anzi, rafforza un principio e viene incontro a imprese, cittadini e famiglie che stanno aspettando che anche questo aspetto sia rinnovato, come per la norma che ora è nel “decreto Energia”, la norma penale sulle asseverazioni, che è un altro tema rilevante e sia in discussione generale sia in dichiarazione di voto sulla fiducia lo abbiamo fatto presente. Chiediamo, dunque, se è possibile un accantonamento, per valutare questo ulteriore aspetto, che, ripeto, è ragionevolmente un completamento di ciò che già c'è nel “decreto Sostegni-ter(Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia e di deputati del gruppo Misto).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, vorrei precisare a tutti che i temi che posti con questo e con altri ordini del giorno sono stati ovviamente tutti accuratamente vagliati, sia nel lavoro del Governo sia nel passaggio parlamentare, che, come è stato riconosciuto da interventi di parlamentari che mi hanno preceduto, ha superato difficoltà che, lo ricordo, non sono state generate da un improvvido intervento del Governo, ma da un problema di ormai accertati 2 miliardi di truffe e altri 2 miliardi in corso di valutazione.

Detto ciò, chiederei un accantonamento, però spiego la logica, per non creare aspettative inidonee: possiamo valutare insieme, eventualmente, alla fine, se il Presidente concederà una breve sospensione, una formulazione di tipo generale che confermi quello che, peraltro, è vero che il Governo sta facendo nell'interazione con il Parlamento, nei diversi passaggi, e cioè di continuare a valutare e studiare soluzioni tutte compatibili con il principio prioritario, da un lato, di bloccare le frodi e, dall'altro, di avere copertura, perché si superino le difficoltà che, non per colpa dell'azione del Governo, vorrei sottolineare, si sono venute a generare. Quindi, lo accantonerei, però, ripeto, nell'ottica di proporre una formulazione di tipo generale, che credo colga un po' lo spirito anche di molti interventi (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, sottosegretario. Quindi, rimangono accantonati gli ordini del giorno n. 9/3522/38 D'Orso, n. 9/3522/43 Rotelli, n. 9/3522/52 Rizzetto e n. 9/3522/76 Villarosa.

MAURO DEL BARBA (IV). Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Rimane accantonato, quindi, onorevole Del Barba, ci riserviamo eventualmente.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/77 Davide Crippa: si accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3522/78 Buompane: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/79 Mantovani: si accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3522/80 Rachele Silvestri: si accetta la riformulazione.

Ordini del giorno nn. 9/3522/81 Loss e 9/3522/82 Giaccone: si accetta la riformulazione.

Ordine del giorno n. 9/3522/83 Fiorini: accetta la riformulazione? Sì.

Sull'ordine del giorno n. 9/3522/84 Spessotto, c'è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/84 Spessotto, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/3522/85 Costanzo: accetta la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/85 Costanzo, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Sugli ordini del giorno n. 9/3522/86 Buratti e n. 9/3522/87 Lattanzio, il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/88 Testamento: accetta la riformulazione? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/88 Testamento, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Sugli ordini del giorno n. 9/3522/89 Mandelli, n. 9/3522/90 Pella e n. 9/3522/91 Nitti, il parere è favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/92 Forciniti; accetta la riformulazione, onorevole? No.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/92 Forciniti, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Sull'ordine del giorno n. 9/3522/93 Maniero, c'è il parere contrario, come sul precedente.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà. Ha rinunciato.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/93 Maniero, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Sull'ordine del giorno n. 9/3522/94 Cabras, c'è un parere favorevole con riformulazione. Accetta la riformulazione, onorevole Cabras? No, non accetta la riformulazione e chiede di intervenire. Prego.

PINO CABRAS (MISTO-A). Questo ordine del giorno cerca di trattare una questione che riguarda un settore importantissimo della vita economica dell'Italia. È uno dei settori più colpiti, come effetto delle politiche che sono state adottate per due anni sulle questioni della pandemia e come effetto delle ulteriori difficoltà che nascono dalla crisi energetica e dalla crisi dei prezzi delle materie prime, che incide pesantemente sul settore.

Siamo stati in parti diverse della barricata, nel valutare la vicenda della pandemia. Noi abbiamo criticato costantemente il Governo per le misure adottate. Molti di voi le hanno appoggiate, però i fatti sono fatti. C'è una crisi verticale del settore della ristorazione, del settore del turismo, in tutto il settore dell'autoimpiego, fatto anche di piccoli padroncini, di un tessuto connettivo del settore economico di prossimità, una crisi che danneggia pesantemente il funzionamento di tutta l'economia e crea condizioni davvero disagevoli, di pericolo delle condizioni di lavoro e di possibile scomparsa di certi settori. Questo ordine del giorno concentra la sua attenzione su un settore, quello del cash and carry, che è un punto di contatto del settore HoReCa della distribuzione e che riguarda 15 mila lavoratori, 15 mila famiglie. Rispetto a questo, le misure adottate nei “Ristori” da parte del Governo sono state palliativi, sono state assolutamente insufficienti. Se pensiamo alla situazione che si prospetta nel prossimo immediato futuro, è ancora più grigia, una questione drammatica, perché il costo delle materie prime e dell'energia incide, in una maniera abnorme, in Italia. Ricordiamo che nel mondo il prezzo dell'energia è aumentato mediamente di circa il 100 per cento e, in Italia, invece, è aumentato del 180 per cento nel corso del 2021. C'è una specificità, un problema italiano, al quale bisogna porre rimedio, per non marginalizzare ed espellere dal mondo del lavoro e dell'economia interi settori. Una semplice riformulazione, come quella che si propone in termini di raccomandazione, non è sufficiente. Serve un indirizzo un po' più forte, posto che gli ordini del giorno hanno i limiti che hanno e che non è impegno cogente, come sarebbe invece una misura che specifichi quali capitoli di spesa possono essere dedicati in favore dei settori HoReCa e cash and carry. Credo sia opportuno non lasciare soli tutti questi lavoratori e tutte queste famiglie. Diamo un segnale più forte (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/94 Cabras, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

L'onorevole Di Giorgi ha ritirato il suo ordine del giorno n. 9/3522/95.

Sugli ordini del giorno n. 9/3522/96 Donina e n. 9/3522/97 Colmellere, il parere favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/3522/98 Sodano, c'è una riformulazione: l'accetta?

Ha chiesto di parlare. Prego, onorevole.

MICHELE SODANO (MISTO). Posso ascoltare la riformulazione dal sottosegretario Guerra?

PRESIDENTE. Sottosegretario Guerra, se gentilmente rilegge all'onorevole Sodano la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3522/98.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sì, Presidente. Favorevole con riformulazione, eliminando da: “introducendo (…)” fino al termine.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione, onorevole Sodano? No, chiede di parlare. Prego.

MICHELE SODANO (MISTO). Molto brevemente, a me suona veramente strano che si possa, comunque, non accettare in formula piena questo ordine del giorno, che leggo in maniera testuale: “impegna il Governo a favorire la nascita e lo sviluppo delle startup innovative e giovanili, soprattutto nel Sud-Italia e nelle isole, introducendo, con il prossimo provvedimento utile, nuovi incentivi e nuove agevolazioni fiscali e riducendo la tassazione sui redditi di impresa”. Questa dovrebbe essere la direzione madre di tutte le nostre scelte politiche e dell'azione politica di questo Governo, in un Paese dove i giovani scappano. I vostri figli emigrano a Londra, in Spagna e in Danimarca e l'Italia rimane un Paese vecchio che non dà le giuste opportunità ai giovani, che si misurano anche attraverso tutti quegli incentivi fiscali e quelle detassazioni che si possono concedere alle startup innovative.

Ma l'Italia è un Paese vecchio, che non dà possibilità ai giovani, perché governato da una classe politica con un'età media molto alta, che non capisce quali sono le esigenze delle nuove generazioni ma che, al contrario, pur di conservare tutto così com'è, è addirittura felice nel vedere i propri figli emigrare e lasciare il nostro Paese per altri Paesi. È veramente un destino che accomuna milioni di persone in questo Paese quello di pensare di dover lasciare l'Italia, perché qui non si può più vivere in quanto è più difficile fare impresa in Italia rispetto a qualsiasi altro Paese in Europa e, chiaramente, la volontà di questo Governo di andare nella direzione dei giovani non c'è.

Quindi, chiediamo di porre in votazione questo ordine del giorno e vediamo chi si permette di votare in maniera contraria.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/98 Sodano, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Onorevole D'Ettore, la mascherina per piacere.

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Prendo atto che l'onorevole Spena accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3522/99.

Ordine del giorno n. 9/3522/100 Bellucci, parere contrario.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Colgo l'occasione per rappresentare al sottosegretario il nostro intendimento con questo ordine del giorno, che, come vediamo, è stato rifiutato. Crediamo che il provvedimento che andiamo a esaminare sia un provvedimento che, nell'introduzione del meccanismo a due vie, propone una totale iniquità per quanto riguarda le comunità energetiche e anche le cooperative elettriche storiche. Sappiamo che sono enti senza finalità di lucro. Il loro obiettivo, la loro finalità era poter arrivare a un'autoproduzione e a un autoconsumo. Peraltro, sottosegretario, sono realtà che vengono a localizzarsi in aree a bassissima intensità abitativa. Si trovano spesso in aree periferiche anche dell'arco alpino e fanno sì, quindi, di poter assicurare ciò che è minato, anche proprio dall'aspetto e dalla collocazione geografica.

Allora noi rimaniamo, devo dire, sorpresi e colpiti da questa contrarietà, perché eravamo convinti che, nel vostro operare, aveste commesso un errore, un errore iniquo, un errore, appunto, ingiustificabile, e che, quindi, erroneamente aveste previsto questo meccanismo a due vie anche per le comunità energetiche e per le cooperative energetiche storiche. Per questo pensavamo fosse un'occasione anche per voi di porre rimedio a questa scelta, che ritenevamo appunto erronea, e invece c'è questa contrarietà. Forse è stata proposta frettolosamente - ci auguriamo che sia stata proposta frettolosamente -, perché rischia di impattare proprio ingiustificatamente sui principi e sugli aspetti economici dell'autoconsumo e, quindi, dell'autoconsumo per i soci. So che è un aspetto particolarmente tecnico, ma è anche un aspetto fondamentale, che impatta sulla sostenibilità, sulla partecipazione e sulla collaborazione delle comunità a poter anche sopperire alle difficoltà di disponibilità energetica in quelle aree più periferiche e meno abitate.

Per questo le chiedo, sottosegretario, di potersi magari prendere tempo, di pensarci, di accantonarlo, perché noi avevamo un intendimento davvero genuino e buono, quello di aiutarvi a porre rimedio a questo errore, magari fatto per troppa fretta. Quindi, chiediamo se sia possibile per lei accantonarlo, poterlo magari esaminare meglio e chiarire meglio questo aspetto, con l'auspicio che possa essere accolto, nel caso anche con una riformulazione. Ovviamente, per noi è una proposta, quella che abbiamo fatto, che auspichiamo possa trovare uno spazio d'attenzione per voi, perché è uno spazio che voi dareste alle comunità energetiche, quindi a tutti coloro i quali hanno cercato di porre rimedio alle difficoltà di mancanza di disponibilità energetica nei luoghi in cui vivono.

Quindi, le chiedo un accantonamento (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Non vedo segnali dal Governo.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bond. Ne ha facoltà.

DARIO BOND (FI). Presidente, chiedo di sottoscrivere dell'ordine del giorno dell'onorevole Bellucci e voglio intervenire brevemente sul punto. Sottosegretario, queste piccole cooperative, soprattutto in zone rurali molto marginali, non incidono assolutamente sulla spesa dello Stato, anzi portano una sorta di piccola autonomia nei centri rurali in cui, molte volte, vi è una scarsità di energia. Si trovano soprattutto nelle zone marginali degli Appennini e in alcune zone alpine.

Allora, non capisco perché si dica di no, perché si andrebbe proprio ad aiutare l'autonomia energetica delle comunità energetiche che, praticamente, con il provvedimento del “DL Energia”, vengono istituzionalizzate e rafforzate anche dal punto di vista finanziario.

Quindi, le chiedo, in punta di piedi, di rivedere questo parere, perché è assolutamente negativo chiudere piccolissime realtà che rispondono a un bisogno soprattutto dei cittadini di queste zone rurali.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il sottosegretario Guerra. Ne ha facoltà.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Prima di prendere decisioni su questo ordine del giorno, vorrei far presente che il tema non è certamente contrastare le comunità energetiche, che, anzi, sono uno degli obiettivi del PNRR. Il problema qui - se capisco bene; c'era anche un'altra proposta, precedente, che andava un po' in questa direzione - è di non applicare la normativa sull'extraprofitto, che è un'altra questione, nel senso che effettivamente può essere che, per come è scritta la norma, comunque le comunità vengano escluse se non si trovano in una situazione di avere una differenza non legata a condizioni di mercato fra il prezzo a cui hanno acquistato l'input e il prezzo dell'output, che è trainato da fattori completamente diversi. Quindi, semmai, laddove l'utenza viene favorita da un prezzo più basso, l'extraprofitto non morde. Pertanto, volevo capire se questa mia spiegazione è sufficiente a chiarire la posizione del Governo prima di prendere qualsiasi altra decisione, perché, eventualmente, posso anche fare una riformulazione che, però, va esattamente nella direzione che ho detto, e niente di più.

PRESIDENTE. Sottosegretario, quindi, per capirci: lo accantona o mantiene il parere contrario?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Lo accantono, considerato che ne abbiamo accantonati altri, però nel senso che ho appena chiarito.

PRESIDENTE. D'accordo. Accantoniamo dunque anche l'ordine del giorno n. 9/3522/100 Bellucci.

Onorevole Vinci, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/3522/101? No, non l'accetta e chiede di parlare. Prego, onorevole Vinci.

GIANLUCA VINCI (FDI). Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno chiedevo un meccanismo con cui il Governo provasse almeno a contenere la spesa dei pedaggi autostradali, considerando che si parla di incentivi al turismo e le autostrade italiane sono quelle più costose. Il Governo ha già preso provvedimenti per le autostrade. Dunque, perché non pensare anche a meccanismi di rimborso o ad altro per calmierare i prezzi? Oggi, in quest'Aula, si è parlato di tutto e si è arrivati perfino a parlare della legalizzazione delle infiorescenze di cannabis. Io penso che, per serietà, dovremmo affrontare problemi gravi come questi e il Governo dovrebbe non nascondersi dietro a “un valutare l'opportunità di”, ma fare qualcosa di più concreto.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/101 Vinci, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Ordine del giorno n. 9/3522/102 Rampelli: c'è una raccomandazione sul primo impegno e un parere favorevole con riformulazione sul secondo. Quindi, accettate? Sì, perfetto.

Ordine del giorno n. 9/3522/103 Mollicone: accetta la riformulazione?

No? Allora, indico la votazione…

Ha chiesto di parlare l'onorevole Foti. Ne ha facoltà.

TOMMASO FOTI (FDI). Chiediamo il voto sull'ordine del giorno, come riformulato.

PRESIDENTE. Accetta la riformulazione e chiede che sia posto in votazione.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/103 Mollicone, con il parere favorevole… No? Spiegatevi bene…

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Se non mi dà la parola, come faccio a spiegarmi?

PRESIDENTE. L'ha chiesta il suo capogruppo e io ho dato la parola al capogruppo, onorevole Mollicone.

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Allora, il voto è sull'ordine del giorno n. 9/3522/102 Rampelli, giusto?

Mentre, sul mio ordine del giorno n. 9/3522/103, io chiedo di ascoltare la riformulazione e, in base a quella, poi, deciderò.

PRESIDENTE. Allora, per quanto riguarda l'ordine del giorno dell'onorevole Rampelli, il Governo ha espresso il parere in questo modo: il primo punto è accolto come raccomandazione; sul secondo c'è una riformulazione... Un po' di calma, altrimenti facciamo solo pasticci. Io adesso pongo in votazione l'ordine del giorno n. 9/3522/102 Rampelli; il primo punto è accolto come raccomandazione e non lo pongo in votazione. Poniamo, invece, in votazione il secondo punto, su cui c'è una riformulazione.

Quindi, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/102 Rampelli, limitatamente alla parte riformulata, con la premessa, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 27).

Ora, sentiamo la riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/3522/103 Mollicone.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, si tratta solo di anteporre agli impegni la formula: “a valutare l'opportunità di”.

PRESIDENTE. Accetta, onorevole? Sì, benissimo. Lo vuole votare?

FEDERICO MOLLICONE (FDI). Accetto, ma chiedo il voto, perché è un ordine del giorno trasversale.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/103 Mollicone, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 28).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/104 Scanu, su cui c'è un parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/104 Scanu, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Ordine del giorno n. 9/3522/105 Gagliardi: parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/3522/106 Bignami è stato accolto come raccomandazione. Va bene? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/107 Cavandoli: parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/3522/108 Covolo; accetta la riformulazione? Bene.

Ordine del giorno n. 9/3522/109 Gadda; accetta la riformulazione? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/110 Foti; onorevole Foti, accetta la riformulazione del suo ordine del giorno? Sì.

Ordine del giorno n. 9/3522/111 Rospi; onorevole, accetta la proposta di raccomandazione? Va bene.

Sugli ordini del giorno nn. 9/3522/112 Pastorino e 9/3522/113 Gemmato, il parere è favorevole.

Passiamo, ora, agli accantonati.

Sottosegretaria, quanto le serve per rivedere i pareri sui cinque accantonati?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Presidente, venti minuti.

PRESIDENTE. Venti minuti. Perfetto. Quindi, sospendo la seduta che riprenderà alle 12,20.

La seduta, sospesa alle 12, è ripresa alle 12,20.

PRESIDENTE. La seduta è ripresa.

Invito la rappresentante del Governo ad esprimere il parere sui seguenti ordini del giorno… Sottosegretario, un momento, ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili, sull'ordine dei lavori, immagino?

LUCIANO NOBILI (IV). Presidente, mi scusi, ma intervengo semplicemente per sottoscrivere e condividere anche la richiesta al Governo - ma immagino che il Governo ci abbia già lavorato - di rivedere la posizione sull'ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli, perché fa riferimento a un lavoro che abbiamo svolto anche insieme, in Commissione trasporti.

In passato, abbiamo concesso questa deroga per i mezzi di soccorso; è assolutamente logico e per me conseguente concederla anche per i mezzi che portano sostegno alla popolazione ucraina.

PRESIDENTE. Quindi, sottoscrive l'ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli, onorevole Nobili.

Prego, sottosegretario, il parere sull'ordine del giorno n. 9/3522/38 D'Orso?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Allora, per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3522/38 D'Orso, l'impegno andrebbe riformulato in questo modo: “impegna il Governo a prendere in esame gli effetti applicativi delle disposizioni richiamate in premessa, al fine di valutare di intervenire a livello normativo per eventualmente riconsiderare la previsione introdotta relativa al massimale delle polizze per le asseverazioni”.

PRESIDENTE. Bene, quindi, favorevole con la riformulazione che ha letto.

L'ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli?

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli il parere è favorevole, nel testo base.

PRESIDENTE. Favorevole “secco”, per intenderci, senza riformulazioni.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Sull'ordine del giorno n. 9/3522/52 Rizzetto, il parere è favorevole con questa unica riformulazione: “ad adottare, nel rispetto dei vincoli di finanza pubblica, misure volte (…)”.

Sull'ordine del giorno n. 9/3522/76 Villarosa, il parere è favorevole con questa riformulazione: “impegna il Governo a continuare nell'impegno di cercare di definire un quadro normativo che, da un lato, possa consentire ulteriori cessioni per tutti i crediti generati solamente da interventi previsti grazie all'articolo 119 del decreto-legge n. 34 del 2020, cosiddetto superbonus 110 per cento, per garantire il completamento dei lavori avviati con le norme vigenti alla data della nascita del credito o comunque antecedenti al 7 febbraio 2022 e, dall'altro, consenta di evitare comportamenti fraudolenti”.

PRESIDENTE. Quindi, con questa riformulazione, c'è il parere favorevole del Governo.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/100 Bellucci.

MARIA CECILIA GUERRA, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Per quanto riguarda l'ordine del giorno n. 9/3522/100 Bellucci, la riformulazione sarebbe: “impegna il Governo a evitare che l'applicazione del meccanismo di compensazione a due vie sul prezzo dell'energia di cui all'articolo 15-bis del decreto-legge in esame rechi danno al perseguimento dell'impegno fatto proprio anche dal PNRR a sostegno delle comunità di energia rinnovabile e delle comunità energetiche dei cittadini, nonché delle cooperative di produzione e distribuzione dell'energia elettrica, di cui all'articolo 4, numero 8, della legge 6 dicembre 1962, n. 1643”.

PRESIDENTE. Quindi, parere favorevole con la riformulazione che ha letto la sottosegretaria.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

RICCARDO FRACCARO (M5S). Grazie, Presidente. Intervengo per chiedere di poter sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3522/76 Villarosa, per ringraziare i colleghi che l'hanno proposto, per ringraziare il Governo per la riformulazione e anche per fare un appello, se posso, Presidente, a che questa riformulazione non sia solo un modo per superare un'impasse della mattinata, ma sia un vero impegno del Governo per intervenire, perché sono migliaia le imprese che rischiano di fallire, che stanno protestando, che hanno creduto nello Stato e che lo Stato oggi ha abbandonato. Mi rifiuto di pensare che il Governo abbia questa volontà; dobbiamo agire velocemente. Grazie, colleghi, grazie, Governo, monitoreremo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare qualche altro collega? Procediamo con ordine. Cominciamo dall'ordine del giorno n. 9/3522/38 D'Orso. Onorevole D'Orso, accetta la riformulazione? Sì, perfetto.

Ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli: parere favorevole.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rotelli. Per che cosa?

MAURO ROTELLI (FDI). Intervengo per dire che sono grato per questa valutazione da parte del Governo e ringrazio anche il collega Nobili. L'ordine del giorno viene sottoscritto da parte di tutto il gruppo di Fratelli d'Italia e, Presidente, se è possibile chiederei di metterlo comunque in votazione.

PRESIDENTE. Passiamo dunque ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/43 Rotelli, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 30) (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/52 Rizzetto.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzetto. Ne ha facoltà.

WALTER RIZZETTO (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario e i colleghi e accetto la riformulazione.

PRESIDENTE. Il presentatore dell'ordine del giorno n. 9/3522/76 Villarosa accetta la riformulazione.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Mura. Ne ha facoltà.

ROMINA MURA (PD). Intervengo sull'ordine del giorno n. 9/3522/52 Rizzetto, per chiederle di sottoscriverlo come gruppo PD.

PRESIDENTE. Se qualcun altro lo vuole sottoscrivere può venire al banco della Presidenza così velocizziamo le operazioni.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucentini. Ne ha facoltà.

MAURO LUCENTINI (LEGA). Presidente, per sottoscrivere l'ordine del giorno n. 9/3522/76 Villarosa, in quanto anche ieri, in sede di riunione dell'Osservatorio parlamentare sul mercato immobiliare, è stato posto questo problema. Siccome sono rappresentati quasi tutti i partiti con le sigle sindacali, era giusto comunque portarlo a conoscenza.

PRESIDENTE. Onorevole Trano, ha già parlato due volte. Lo vuole sottoscrivere? Potete venire al banco senza allungare i lavori con le sottoscrizioni; penso sia più veloce per tutti.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/3522/100 Bellucci.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Bellucci. Ne ha facoltà.

MARIA TERESA BELLUCCI (FDI). Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per aver cambiato parere e aver accolto anche nella riformulazione la nostra richiesta, trovando un punto di caduta. Chiedo, comunque, di poterlo mettere al voto di tutta l'Aula, per poterlo rafforzare.

PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/3522/100 Bellucci, nel testo riformulato, con il parere favorevole del Governo.

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 31).

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 3522​)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Romaniello. Ne ha facoltà.

Chi deve uscire lo faccia in modo che l'onorevole Romaniello possa parlare all'Aula.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Presidente, chiedo solo di far passare i prossimi venti secondi per lasciare uscire i colleghi; non li vorrei disturbare.

PRESIDENTE. Prego onorevole, penso che possa iniziare.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Grazie, Presidente. Colleghe e colleghi, siamo qui ad approvare l'articolo unico di questo disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 4 del 2022, il cosiddetto “Sostegni-ter”. Come già ampiamente evidenziato da altri colleghi e colleghe in discussione, è l'ennesimo provvedimento blindato, caratterizzato da un iter burrascoso, discusso in maniera approssimativa da questa Camera, su cui ponete la fiducia togliendo la possibilità di un dibattito parlamentare attento e di proposte emendative che avrebbero potuto migliorare il testo.

Un modus operandi a cui ormai siamo abituati, ma che, comunque, resta inaccettabile, specialmente per un provvedimento di questa natura e di questa importanza. Tra l'altro, è un provvedimento recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, misure in materia di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID, nonché misure per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico. Si è trasformato, a mano a mano, in un decreto omnibus, nel quale è stato inserito di tutto, dall'assunzione di nuovi allievi in Polizia alle graduatorie provinciali per le supplenze, fino ad arrivare al ricorso alla cassa integrazione nel settore del movimento merci e del trasporto aereo, aspetti che, di certo, non rientrano tra gli obiettivi evidenziati in premessa, necessari per sostenere i cittadini di fronte all'impennata dei prezzi dell'energia e all'aumento del prezzo dei carburanti in tutto il Paese e per dare sollievo a tante categorie colpite dall'emergenza pandemica e dalla crisi economica.

Presidente, mi fermo un secondo, non è possibile andare avanti così.

PRESIDENTE. Riusciamo a far intervenire l'onorevole Romaniello? Chi non è interessato può uscire.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Diciamo che io, fino a quando mi considererò disturbato dal brusio, non riprenderò a parlare, Presidente.

PRESIDENTE. Onorevole, lei è da quattro anni in quest'Aula e sa che il silenzio assoluto è praticamente impossibile.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Non sono d'accordo. Però, non avere almeno persone che mi chiacchierano a due scranni di distanza, sarebbe il minimo.

PRESIDENTE. A due scranni di distanza vedo l'onorevole Angiola, che è completamente in silenzio, e la fila più in basso è vuota. A destra, vedo, in silenzio, l'onorevole Torromino e, a sinistra non c'è nessuno. Se vuole intervenire, intervenga, altrimenti proseguiamo.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Sono intenzionato a intervenire. Riprendo da dove mi sono fermato.

PRESIDENTE. Come desidera.

CRISTIAN ROMANIELLO (MISTO-EV-VE). Ricordo al Governo l'appello fatto dal Presidente Mattarella proprio in quest'Aula riguardo i decreti omnibus: basta decreti omnibus, altrimenti li rinvio. Se ripenso a quanto vi siete spellati le mani per applaudirlo quando è stato rieletto, mi vengono grossi dubbi. Va bene la stabilità, che poi vuol dire che la legislatura continua fino al termine, però le indicazioni e i principi espressi dal Presidente, di fatto, vengono ignorati. Non a parole, a parole si sostiene tutto quello che dice il Presidente della Repubblica, ma, nei fatti, invece, non si sostengono i principi e valori espressi. Son cose di poco conto, forse.

Siamo in un momento storico complesso. La guerra in Ucraina e gli aumenti spaventosi del prezzo del carburante e quelli registrati nel settore energetico hanno gettato un'ombra di acuta incertezza sull'economia mondiale, già compromessa dalla crisi globale e poi dalla pandemia, incrementando notevolmente le entrate delle aziende energetiche su cui noi di Europa Verde abbiamo chiesto maggior trasparenza, nonché l'intervento dello Stato, specialmente in relazione al calcolo degli extraprofitti proprio dei produttori e rivenditori di energia e combustibili.

Voglio ricordare al Governo che non si può pensare di tassare le rinnovabili, perfino quelle non incentivate, e non gli extra profitti delle aziende che hanno accumulato ingenti benefici dal rincaro dei prezzi del gas. Cingolani stesso ha parlato di truffa. Chi ha speculato, generando decine di miliardi di extraprofitti, ha costretto le famiglie e le imprese italiane a fare i conti con bollette insostenibili. Smettiamola con gli atti simbolici, tassiamo gli extraprofitti e diamo sostegno vero ai cittadini in difficoltà, restituiamo i soldi ai cittadini che, secondo quello che dice il Ministro Cingolani, sono truffati.

Torniamo ancora nel merito. Partendo dal superbonus edilizio, introdotto nel decreto rilancio e che ha portato effetti positivi non solo per il settore edilizio, ma anche per l'intera economia italiana, specialmente in un momento economico piuttosto compromesso dalla crisi sanitaria che abbiamo attraversato, si sono registrati, al 31 gennaio 2022, quasi 108 interventi edilizi incentivati, per oltre 18 miliardi di euro di investimenti; dati elaborati dall'ENEA. Peccato che la disciplina sia stata oggetto di numerose modifiche e continui interventi normativi che hanno comportato gravi disagi, rischiando di paralizzare il settore edilizio, impantanato ora nei meandri della burocrazia. È pacifico che il susseguirsi di modifiche normative su una disciplina già complessa produca l'effetto di destabilizzare un provvedimento e il suo corretto funzionamento.

Dobbiamo garantire una cornice normativa chiara, certa e definitiva, specialmente per le imprese e i professionisti, oltre che per i cittadini che hanno intenzione di servirsene. Non possiamo permetterci di paralizzare un settore strategico come quello dell'edilizia e, di conseguenza, gli interventi relativi all'efficientamento energetico, indispensabili nella sfida che ci attende per la diminuzione dei costi a carico di famiglie e imprese e per la sostenibilità ambientale. Le frodi, il malaffare e la corruzione si annidano laddove i procedimenti sono più complicati. Ecco perché abbiamo dovuto puntare sul potenziamento di strumenti volti a contrastare le truffe ai danni dello Stato, che sottraggono risorse utili e vanno a penalizzare coloro che operano nel pieno rispetto delle norme. Ciò non può prescindere da una burocrazia snella ed efficiente, con un'attenzione specifica per le fasce economicamente più deboli, semplificando il rapporto tra pubblico e privato. Le dinamiche storiche che stiamo vivendo hanno fatto emergere la dipendenza energetica dell'Italia dall'estero e il fallimento della diversificazione delle fonti di energia. Per questo, ribadisco, ancora una volta, in quest'Aula, l'importanza di una visione lungimirante e coerente per il nostro futuro, che miri ad un modello di energia rinnovabile in grado di renderci liberi dalle fonti fossili e dalle conseguenze delle crisi geopolitiche, con una visione coerente per il nostro futuro e in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2020-2030 - che prevedono la produzione del 72 per cento di energia da fonti rinnovabili - e che permetterebbe di risparmiare fino a 40 miliardi di euro, dimezzando le bollette.

Sono ancora tanti i punti da chiarire e che non vanno, a partire dall'abrogazione dell'articolo 1 del decreto n. 13 del 2022, che reca “Misure urgenti per il contrasto alle frodi e per la sicurezza nei luoghi di lavoro in materia edilizia”, con salvezza degli effetti prodotti e dei rapporti giuridici sorti nel corso della sua vigenza, nonché con salvezza degli effetti delle disposizioni abrogate del medesimo decreto-legge n. 13. Sul punto, si rileva come, nel corso dell'esame in Senato del presente decreto, il Governo abbia fatto confluire, attraverso la presentazione di un articolo aggiuntivo, i contenuti del decreto n. 13. In più occasioni, la Camera ha impegnato, attraverso appositi ordini del giorno, il Governo ad operare per evitare la confluenza tra diversi decreti-legge, limitando tali fenomeni a circostanze di assoluta eccezionalità, da motivare adeguatamente nel corso dei lavori parlamentari. Va ricordato, altresì, al riguardo che il Presidente della Repubblica, nella sua lettera ai Presidenti delle Camere e al Presidente del Consiglio dei Ministri del 23 luglio 2021, nel segnalare l'opportunità di un ricorso più razionale e disciplinato alla decretazione d'urgenza, ha rilevato che la confluenza di un decreto-legge in un altro provvedimento d'urgenza, oltre a dover rispettare il requisito dell'omogeneità di contenuto, dovrà verificarsi solo in casi eccezionali e con modalità tali da non pregiudicarne l'esame parlamentare. E ancora: è necessario regolamentare, in modo chiaro e definitivo, la cessione dei crediti fiscali da parte della Banca d'Italia, i termini per l'invio della comunicazione e della cessione all'Agenzia delle entrate, da prolungare con scadenza attualmente prevista il 29 aprile 2022 e la mancata proroga della scadenza per ogni familiare al 31 dicembre 2023.

In attesa di vedere quella strategia energetica strutturale nel breve e nel lungo periodo, per ridurre progressivamente le importazioni di gas, puntando ad una politica di risparmio dei consumi e di sviluppo delle rinnovabili, di cui parla anche il Ministro della Transizione ecologica, Cingolani, questo provvedimento, di cui è mancata la discussione parlamentare, si colloca, comunque, come un primo passo in un cammino ancora lungo e complesso, che necessita di ulteriori misure e provvedimenti, con una visione maggiormente coerente del futuro. Per questo, sulla base di quello che ho esposto in precedenza, dichiaro il voto di astensione della componente parlamentare di Europa Verde (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Europa Verde-Verdi Europei).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Forciniti, pregherei i colleghi sulla destra di indossare le mascherine. Collega Gerardi. Grazie.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà.

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Grazie, Presidente. Questo decreto, enfaticamente e pomposamente ribattezzato “Sostegni-ter”, è l'ennesimo trionfo dell'ipocrisia, perché definire “decreto Sostegni” una roba del genere - nella quale tra l'altro, come adesso vedremo, ci sono anche misure che complicano la vita e che affossano un intero settore, come quello dell'edilizia - è veramente ipocrisia ed è proprio mistificazione pura della realtà. Intanto, poiché l'antica saggezza popolare ci dice che non si fanno le nozze con i fichi secchi, se si vuole veramente sostenere l'economia reale di questo Paese, ma, dall'altra parte, non si è disposti nemmeno a fare un minimo scostamento di bilancio, si sta solo prendendo in giro un Paese. Chiaramente, io ricordo anche le dichiarazioni enfatiche dei vari leader politici che hanno preceduto questo decreto - si parlava addirittura di 20 miliardi di aiuti per l'economia reale: ho visto il MoVimento 5 Stelle vantarsi di aver ottenuto da Draghi 20 miliardi per l'economia reale, poi ho visto la Lega dire cose simili e tutti gli altri gruppi andare a rimorchio -, ma poi, alla fine, la montagna ha partorito questo topolino di 1 miliardo e mezzo, che ovviamente sarà nulla rispetto alle reali esigenze di questo Paese. Tra l'altro, all'interno di questo stesso decreto, che viene paradossalmente definito “decreto Sostegni”, ci sono misure che affossano una delle poche cose buone che stava funzionando in questo momento nel Paese, il superbonus, perché viene posto questo vergognoso limite alla cessione dei crediti, modificando la normativa vigente, nel momento in cui ci sono già imprese edili che hanno fatto investimenti per centinaia di migliaia di euro, che magari hanno in pancia già i crediti e che, di punto in bianco, scoprono di non poterli più utilizzare, né monetizzare.

Ma questo è folle, rasenta veramente un atto criminale, perché si istigano veramente al suicidio questi imprenditori (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa): ho ricevuto anche alcuni messaggi di imprenditori edili, che iniziavano a respirare un po' perché vedevano una prospettiva, mentre adesso sono costantemente confusi da questi cambi di normative, che disincentivano proprio l'accesso, anche da parte degli utenti, al superbonus, in un momento in cui comunque questo Paese è fiaccato dal caro bollette, dall'inflazione e dal caro energia. Avevamo una misura che aiutava le famiglie a consumare di meno, rendendo più efficienti gli immobili; a parole, si parla di transizione ecologica, poi si fa un decreto, lo si chiama “Sostegni” e lo si trasforma nella pietra tombale da mettere sopra il settore dell'edilizia che si stava riprendendo.

Allora, questi possono essere i presupposti di un Governo che vuole aiutare l'economia reale? Ovviamente no. Questi sono gli atti tipici di un Governo che sta facendo austerity mascherata e macelleria sociale. Ricordo che ci dissero, poco più di un anno fa, quando Draghi si stava insediando, che Draghi non sarebbe potuto essere come Monti, perché occorreva investire, ricostruire, si attendeva la ripresa, per cui quella stagione non poteva essere paragonata a quella del 2011. Col senno di poi, dopo un anno, noi possiamo dire che Draghi sta facendo le stesse cose che faceva Monti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) : macelleria sociale, distruzione della domanda interna, cancellazione della piccola e media impresa per far confluire tutto verso le grandi. Lo sta facendo attraverso misure che fingono paradossalmente, in maniera anche vile, di voler aiutare quelle stesse persone che invece si stanno colpendo. Penso, per esempio, a come è stato presentato il green pass, come uno strumento per proteggere e per facilitare la ripresa dell'economia, che ancora adesso – ancora adesso – continua a influenzare il mondo del lavoro, della ristorazione e dei servizi; è incredibile che, ancora adesso - in presenza di una situazione epidemiologica che ci testimonia di un COVID endemizzato, che è molto meno pericoloso rispetto alla prima versione di Wuhan - l'Italia sia l'unico Paese al mondo, al di là della propaganda di facciata, a chiedere ai suoi lavoratori di fare un tampone ogni 48 ore, pagandolo 15 euro, per potersi recare sul posto di lavoro a guadagnarsi il pane (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa). E poi fate il “decreto Sostegni” per fingere di volerli aiutare. L'Italia è l'unico Paese al mondo che ancora ha un obbligo vaccinale e tiene a casa i medici e i sanitari e lo farà fino a fine anno: un medico sano non potrà andare a lavorare fino a fine anno e sarà tenuto a casa. Secondo quale logica sanitaria tutto questo viene fatto?

Poi però vi fate propaganda, fate delle belle conferenze stampa e ci dite che questo Paese sta ripartendo grazie a voi. Voi state sistematicamente affossando questo Paese e ora, dulcis in fundo -, dopo che ci avete detto, per un anno, che non c'erano i soldi per fare lo scostamento di bilancio, per aiutare le piccole e medie imprese e per restituire un po' di ossigeno alla sanità pubblica, che ancora viene sottofinanziata - ci dite che bisogna ricorrere di nuovo gli armamenti, che bisogna entrare di nuovo in una stagione di guerra fredda, che bisogna ricominciare a imbottirsi di armi fino ai denti. Non ci dite nemmeno in nome di quale logica, di quale progetto e di quale obiettivo lo state facendo, ma ci dite genericamente che bisogna portare la quota della spesa militare al 2 per cento del PIL – parliamo, in soldoni, di 13-14 miliardi all'anno in più, che dovrebbero essere investiti nel settore della difesa (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) -, il che si traduce ovviamente nell'ennesimo regalo alla lobby delle armi, in questo caso, perché in questo Paese ormai sono vent'anni che si fanno solo misure politiche a favore della lobby di turno. Prima, abbiamo rifocillato per bene la lobby delle case farmaceutiche, ora ovviamente dobbiamo pensare a soddisfare gli appetiti della lobby delle armi, che sarà l'unica ad avvantaggiarsi di questa situazione. Infatti, se l'Unione Europea va veramente nella direzione di costruire un suo esercito e di ritornare a una stagione di corsa agli armamenti, tutti saremo più insicuri, perché mai, nella storia – mai, nella storia! - la corsa agli armamenti ha reso più sicuro il mondo o ha reso più sicuri quei Paesi che si stavano armando, mai! E la stessa cosa avverrà adesso, perché se si ritorna a una stagione di tensioni belliche, di corse agli armamenti, di bombe e di investimenti in questo settore, mentre l'economia reale muore, si sta dicendo veramente alle persone che si va verso un futuro cupo, un futuro nel quale, in nome dell'emergenza di turno, che sia la guerra, o che sia il COVID, o che sia qualsiasi altra cosa, si chiede sempre il piccolo sacrificio ai cittadini, proprio come lo si chiedeva ai tempi di Monti, anche se ci dicevano che Draghi avrebbe dovuto investire e ce l'hanno dipinto come un nuovo keynesiano; adesso scopriamo che il “decreto Sostegni-ter” è una nocciolina da un miliardo e mezzo preso da altri rimasugli di fondi precedenti, senza mettere un euro in più a disposizione dell'economia reale. Poi, però, dall'altra parte, ci dite che bisognerà investire 12, 13, 14 miliardi di euro l'anno, genericamente nella difesa e negli armamenti, senza dirci a cosa questi armamenti serviranno. In più – in più – la sorpresona che troveranno i cittadini italiani sarà la riforma del catasto, che sarà ancora un ennesimo aumento di tassazione sulle proprietà dei cittadini.

Questa è la vostra visione di Paese, una visione nella quale fate austerity, fate macelleria sociale, massacrate la piccola e media impresa, accentrate tutto il potere politico, economico e sociale verso i grandi gruppi, verso i grandi colossi, verso le multinazionali, poi però - e questa è la cosa più ipocrita, perché almeno dovreste assumervi la responsabilità delle vostre politiche a favore delle lobby, in un Governo, del resto, dove ci sono manager che vengono da Vodafone, da banche d'affari, e che, con le porte girevoli, entrano ed escono - avete anche l'ipocrisia di volerci far credere che volete aiutare i piccoli, con queste bazzecole del “decreto Sostegni”, che poi “Sostegni” non è, perché uccide il settore dell'edilizia, ammazza il superbonus e non prevede uno scostamento di bilancio. Allora, almeno non siate ipocriti, almeno assumetevi la responsabilità di dire che avete una visione chiara per questo Paese, una visione dove c'è spazio solo per i grandi, per i potenti, per i ricchi, per le lobby, e al cittadino è sempre chiesto il piccolo sacrificio.

Così come pure sta avvenendo con le sanzioni; per carità, nessuno giustifica Putin, perché poi qui ormai il gioco che va di moda in questo momento è affibbiare l'etichetta dell'amico di Putin, nessuno sta con Putin e nessuno è d'accordo con la guerra e con questa aggressione che Putin sta mettendo in atto, ma se noi non ci rendiamo conto che le sanzioni stanno ammazzando la nostra piccola e media impresa, il nostro tessuto economico e produttivo, se non ci rendiamo conto che il caro energia e che l'inflazione stanno distruggendo noi, e non loro, stiamo un po', secondo me, fuori dalla realtà dei fatti. E, allora, dopo vent'anni di investimenti sugli idrocarburi, sui fossili e sul gas, non puoi venirmi a dire che puoi mangiarti il mondo, cambiando, da oggi a domani, investimenti strategici che tu hai fatto, di medio-lungo periodo, e di cui devi assumerti la responsabilità.

Contro questa visione di Paese che voi state mettendo in atto, in tutti i settori della nostra economia - poi arriveranno anche le privatizzazioni, arriverà il disegno di legge sulla concorrenza -, contro tutto questo noi oggi esprimiamo un voto politico di dissenso. Certamente siamo a favore del fatto che venga dato qualcosina, un miliardino e mezzo, ai settori che avete tenuti chiusi per un anno, noi siamo a favore di questo, ma il nostro voto politico oggi sarà di contrarietà, perché questo decreto è veramente qualcosa di insoddisfacente, di insufficiente, è veramente una presa in giro rispetto a quelle che sarebbero le vere necessità di questo Paese. E soprattutto, noi siamo contro la vostra politica in generale, che prevede la corsa agli armamenti e non prevede, invece, aiuti reali per chi ne ha davvero bisogno (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Fassina per la dichiarazione di voto, comunico che mi hanno informato di un accordo informale di maggioranza per contenere gli interventi in 8 minuti. Quindi, io scampanellerò quando manca un minuto agli 8 concordati.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA (LEU). Grazie, Presidente. Colleghi, sottosegretaria Guerra, con il “decreto Sostegni-ter” si è intervenuti in un'altra fase storica. L'inizio di gennaio del 2022 sembra lontano un'epoca, non un paio di mesi.

Il “decreto Sostegni-ter” già allora si veniva a configurare come un decreto bifronte, cioè finalizzato ad affrontare due situazioni molto complicate: da un lato, quella che speriamo sia stata l'ultima ondata di COVID, con una serie di interventi dedicati ai settori produttivi che continuavano ad essere colpiti, quindi il turismo, che ha continuato a subire gli effetti delle chiusure, la cultura, lo sport, tutte quelle imprese che avevano beneficiato delle garanzie pubbliche per l'accesso al credito, per l'estensione del credito, e che si trovavano in una condizione di difficoltà, i contribuenti che non riuscivano a pagare le cartelle esattoriali. Con gli emendamenti introdotti in sede di conversione al Senato, si sono rimessi in carreggiata i contribuenti che non erano riusciti a far fronte a quegli oneri. E poi contiene anche prime misure per intervenire a sostegno di imprese e famiglie sui costi dell'energia, che a gennaio si erano già manifestati in modo significativo nel tessuto della nostra economia.

Non c'è dubbio che la dimensione del decreto è una dimensione modesta; siamo stati tra quelli che hanno insistito, già dalla fine dell'anno scorso, affinché ci fosse uno scostamento di bilancio finalizzato ad affrontare per tempo la dimensione e la portata dei problemi, relativamente agli effetti sia delle misure anti-COVID, sia del caro energia. E non è stato un caso che, poco dopo questo decreto, si sia arrivati a un decreto dedicato al soccorso sulle bollette per imprese e famiglie - decreto che, in questi giorni, stiamo discutendo qui alla Camera -, e che poi, come sapete, venerdì della settimana scorsa, il Consiglio dei Ministri abbia approvato un ulteriore decreto per sostenere famiglie e imprese. Un decreto, quindi, che affronta una fase che ormai è largamente superata e, purtroppo, succeduta da un passaggio che ha effetti ancora più pesanti su famiglie e imprese.

Ma oltre alla necessità, a mio avviso, inevitabile, in occasione della discussione del Documento di economia e finanza, di arrivare ad uno scostamento che possa adeguatamente intervenire a soccorso di imprese e famiglie a causa dell'aumento dei prezzi dell'energia, dobbiamo prendere tutti consapevolezza della necessità di intervenire su chi, invece, non solo non è stato colpito in questi mesi dagli aumenti dei prezzi dell'energia, ma ha maturato enormi extraprofitti. Se cerchiamo un minimo di giustizia sociale e di soccorso adeguato a imprese e famiglie, dobbiamo riconoscere che là c'è una fonte di risorse importanti. Allora, probabilmente, i 4 miliardi che sono stati recuperati a copertura del decreto approvato venerdì scorso, sono una dimensione minimale rispetto alla montagna di extraprofitti, perché quel 10 per cento sulla base imponibile, che è stata individuata, di cosiddetti extraprofitti implica che quella base per sei mesi valga 40 miliardi, e, quindi, in ragione d'anno, quei 40 miliardi, inevitabilmente, aumentano. E ritengo che, data l'inadeguatezza - ne ha parlato anche ieri il Presidente del Consiglio - degli interventi finora fatti, è necessario che, da quell'imponibile di extraprofitti, recuperiamo risorse decisamente più elevate per coprire gli obiettivi che oggi il decreto che andiamo a convertire intende raggiungere. Quindi, dobbiamo andare avanti e fare tesoro dell'esperienza.

Cito soltanto due casi, per rimanere nei limiti di tempo che il Presidente ricordava. I codici Ateco, come abbiamo discusso anche stamattina, vanno superati, perché l'ambito settoriale non è più l'indicatore, probabilmente non lo è mai stato, come ricorderà la sottosegretaria, ne abbiamo parlato tanto in questi anni. Dobbiamo guardare ai bilanci delle singole imprese, perché, se guardiamo al settore, se guardiamo al codice Ateco, non riusciamo a discriminare tra chi ha avuto condizioni positive e chi ha avuto condizioni negative e, magari, ha bisogno di un sostegno maggiore. L'altra questione che mi interessa sottolineare, che è importante e non è stata citata in questo decreto, ma, a mio avviso, segna una svolta in termini di diritti delle lavoratrici e dei lavoratori riguarda il vincolo dell'utilizzo di contratti collettivi nazionali di lavoro firmati dalle organizzazioni sindacali e datoriali maggiormente rappresentative nel momento in cui si utilizzano risorse pubbliche, come nel caso del bonus del 110 per cento.

È un passaggio di civiltà, questo, lo dobbiamo riconoscere e lo dobbiamo estendere, a differenza di ciò che avviene sul disegno di legge sugli appalti pubblici che ci è arrivato dal Senato - e che spero, Presidente, questa Camera possa discutere e non ricevere come testo blindato -, perché là, invece, si fa un passo indietro e si rendono facoltative quelle clausole sociali nel cambio appalto che, invece, vanno mantenute come obbligatorie, come argine minimo alla difesa dei diritti e della sicurezza del lavoro.

Quindi, questo decreto, Presidente, ci fa fare un passettino avanti; dobbiamo, invece, aumentare la portata degli interventi, dobbiamo farlo attingendo agli extraprofitti, dobbiamo farlo attraverso una politica di bilancio assistita dalla Banca centrale europea, come è stato nella fase del COVID, dobbiamo farlo rapidamente. Quindi, consegno il voto favorevole di Liberi e Uguali sul testo che oggi andiamo a convertire, con l'auspicio che, da questo testo, si possa fare anche quel salto di qualità che è sempre più necessario (Applausi dei deputati del gruppo Liberi e Uguali).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Rizzone. Ne ha facoltà.

MARCO RIZZONE (CI). Grazie, Presidente. Grazie anche a tutti quelli che non perdono occasione per dire che solo grazie a loro diminuiscono i prezzi della benzina (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), che solo grazie a loro vengono posticipati i termini della rottamazione delle cartelle esattoriali o che solo grazie a loro vengono concessi aiuti ai settori in difficoltà. Grazie davvero, anche perché, altrimenti, nessuno ci avrebbe pensato. Colleghi, basta uscire un attimo da questo Palazzo e parlare con la gente comune per capire quanto gli italiani, sinceramente, non ne possono più di questa continua propaganda, tanto più di fronte a questa tremenda crisi che, dalla pandemia, si è riversata sull'economia e ora è aggravata dalla guerra in Ucraina.

Noi di Coraggio Italia crediamo che, oggi, al Paese serva maggiore concretezza e serietà, serva una classe politica diversa, che, più che rivendicare come propri i meriti di tutta la maggioranza, frastornando i cittadini di discorsi, i cittadini li ascolti sul serio e si faccia carico di trovare le soluzioni a quei problemi che la classe politica del passato ha generato. Chi è in Parlamento da decenni, magari, si faccia un esame di coscienza.

Oggi, di fronte al repentino aumento dei prezzi dell'energia, siete tutti a dire che serve assolutamente diversificare le fonti di approvvigionamento energetico. È chiaro, è giusto, è quasi banale, direi. Ma chi ha governato il Paese negli anni passati? Di certo, sono sicuro non noi, perché siamo una nuova forza politica. E, poi, ci sono tutti quelli che si opponevano al TAP, al gasdotto EastMed, alle trivelle nell'Adriatico, ai rigassificatori (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia). Ora che sono stati palesemente smentiti dalla storia, cosa dicono? E lasciamo perdere chi teorizzava la decrescita felice. Possono brindare anche tutti quei finti ambientalisti che si sono riempiti la bocca, prima, con i “no” a tutto, persino all'eolico e all'idroelettrico, poi, con il nuovo slogan della transizione ecologica: con i prezzi di gas e petrolio che ci sono oggi, che sono alle stelle, probabilmente, andremo tutti a piedi e, d'inverno, anziché riscaldarci accendendo i termosifoni, ci metteremo - come facciamo noi a Genova -, un maglione in più.

Voi siete contenti? Noi no, perché noi crediamo che sia importante garantire agli italiani una certa qualità della vita, ovviamente nel rispetto sacrosanto dell'ambiente e senza inutili sprechi, ma anche senza ideologie buoniste da salotto, completamente slegate dalla realtà. Energia e benessere - come conferma uno studio di Nomisma Energia - hanno un legame indissolubile e la stessa competitività delle imprese dipende dalla disponibilità di energia a basso costo.

Noi di Coraggio Italia crediamo che alla base delle scelte politiche, oltre ai dati, servano competenza e lungimiranza. Le scelte orientate a ottenere consenso nel breve periodo non aiutano l'Italia; dobbiamo, piuttosto, pensare al futuro facendo scelte coraggiose, se necessario, scelte che possano garantire una vita migliore ai nostri figli. Noi, ad esempio, crediamo che sarebbe opportuno puntare in maniera decisa sulla ricerca scientifica e sulla collaborazione tra università e grandi imprese per accelerare i progressi nei campi della fusione nucleare - l'unica davvero sicura e pulita - e dell'utilizzo dell'idrogeno come vettore energetico. Se anche si otterranno risultati tra 20 anni, noi vogliamo che i frutti di tali investimenti possano essere colti qui e non altrove. Lo sviluppo di queste tecnologie cambierà drasticamente il mondo come lo conosciamo, per questo dobbiamo far sì che il nostro Paese sia in prima linea a beneficiarne. Non abbiamo grandi giacimenti di gas o petrolio, ma abbiamo grandissimi scienziati e ricercatori che, in prospettiva, possono valere molto di più. Crediamo in loro e investiamo in innovazione (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)!

È ovvio che, oltre a pensare a una seria politica energetica per il futuro, è necessario risolvere i problemi del presente, tamponando gli effetti imminenti della crisi. Dare subito sostegno alle famiglie e alle imprese che oggi sono in difficoltà è un prerequisito essenziale ed è, quindi, chiaro che voteremo a favore di questo decreto, che prevede misure di sostegno connesse all'emergenza COVID e per il contenimento dei prezzi dell'energia elettrica; al tempo stesso, però, crediamo che, oggi più che mai, serva abbandonare quel modo di fare politica che dice tutto e il contrario di tutto e che, alla fine, fa emergere grandi incapacità, ipocrisie e contraddizioni. E vi faccio un esempio, che riguarda il tema presente in questo decreto: il bonus edilizio. Si scoprono truffe miliardarie e il MoVimento 5 Stelle subito si precipita a dire che le truffe sul superbonus 110 sono solo il 3 per cento, mentre la maggior parte deriva dal bonus facciate, promosso dal loro alleato Franceschini. Ma vi rendete conto? Per chi gridava “onestà, onestà” ora il problema non è più prevenire le truffe, quanto puntare il dito su qualcun altro, dicendo che ha fatto peggio. Alla gente onesta, invece, interessa che chi scrive le leggi le scriva bene, in modo tale che non vi sia neppure la possibilità di truffare lo Stato, anche perché, poi, a rimetterci è la stragrande maggioranza dei cittadini perbene. Ci sono condomini, ad esempio, che, pur avendo già deliberato i lavori di ristrutturazione per l'efficientamento energetico degli edifici, si sono trovati bloccati, non potendo usufruire più dello sconto in fattura, perché le banche, viste le cospicue frodi, hanno sospeso la cessione dei crediti. E, quindi, meno lavoro per il settore edile e meno risparmio energetico, che - sarebbe il caso di dirlo -, è una fonte, fra virgolette, su cui dovremmo puntare di più.

La verità è che, se quando si scrivono le leggi, non si prevedono adeguati controlli e cospicue sanzioni che facciano da deterrente, i delinquenti se ne approfittano e siamo daccapo. In politica serve gente preparata e competente capace di risolvere i problemi, anziché crearli. A noi interessa poco se sia colpa di Franceschini, di Fraccaro o di chi per loro ha scritto male le leggi di cui sopra; a noi interessa risolvere il problema, sbloccare la crescita del Paese e far ripartire i cantieri.

Sapete a quanto ammontano le frodi sui crediti inesistenti legati al superbonus e agli altri bonus edilizi? Si tratta, complessivamente, di 4,4 miliardi di euro. Giusto per darvi un'idea, il decreto che stiamo discutendo, e con il quale il Governo pensa di tamponare il caro bollette e risollevare le imprese che maggiormente hanno sofferto la pandemia, prevede una spesa di circa 2 miliardi e mezzo! E, allora, di cosa stiamo parlando? Qui serve un cambiamento radicale nel modo di affrontare i problemi. Chi governa deve rendersi conto che, per tamponare gli effetti della crisi e impedire il tracollo del tessuto produttivo del Paese, che, lo ricordo, è fatto di tanti piccoli e medi imprenditori che fanno i salti mortali ogni giorno per far tornare i conti, per non licenziare i propri dipendenti e non vanificare gli investimenti e i sacrifici fatti in tanti anni di lavoro, servono non solo molti più soldi, ma anche leggi concepite come investimenti produttivi, che facciano crescere il Paese. E scusatemi se vi parlo di investimenti e ragiono da imprenditore, noi di Coraggio Italia siamo fatti così (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia), ma qua qualcuno ha preferito dare le mancette a chi stava sul divano, piuttosto che dare una mano a chi si spacca la schiena a lavorare. E allora serve un cambio di passo, servono proposte concrete. Coraggio Italia sta dalla parte di chi vuole lavorare, di chi vuole vedere lo Stato come un amico che, nel momento del bisogno, ti tende una mano e che non ti bastona perché, non avendo la liquidità, ritardi a pagare le tasse che vorresti pagare, per riuscire a pagare i tuoi dipendenti. Uno Stato che valorizzi chi investe nel lavoro e tuteli i tessuti produttivi di fronte ai rischi imprevedibili, come la pandemia, la crisi energetica e la guerra. Uno Stato di cui essere cittadini orgogliosi. Siamo quindi assolutamente d'accordo nel dare sostegno e ristori a tutte quelle famiglie e imprese che hanno sofferto le conseguenze della crisi pandemica; questo serve nell'immediato a dare una boccata d'ossigeno a chi non riesce ad arrivare più a fine mese, serve a salvare le aziende, serve a salvare il tessuto produttivo e i posti di lavoro.

Ora è il momento di tamponare le ferite per non morire dissanguati, ma ricordiamoci che, una volta passata l'emergenza, per riprendere il cammino della crescita economica dobbiamo avere non solo delle gambe solide, ma anche occhi che sappiano guardare lontano. Puntiamo in maniera pragmatica sull'innovazione e reindustrializziamo il Paese con un grande piano energetico fatto ascoltando chi vuole contribuire con proposte concrete in grado di coniugare sostenibilità economica ed ambientale. Noi di Coraggio Italia siamo pronti per questa grande sfida e siamo convinti che tante persone, schifate dalla politica degli slogan populisti, preferiranno il pragmatismo e la concretezza, e ci seguiranno (Applausi dei deputati del gruppo Coraggio Italia)!

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole D'Alessandro. Ne ha facoltà.

CAMILLO D'ALESSANDRO (IV). Grazie, Presidente. Credo che preliminarmente, al fine di affrontare nel modo più adeguato le tematiche che sono state affrontate e risolte nel decreto, e tutto ciò che invece è sullo sfondo, ciò che non è stato risolto, ciò che pure dal dibattito parlamentare emerge come necessità di risposta, vada fatta una riflessione, anche alla luce degli interventi che abbiamo ascoltato in Aula.

Presidente, la pandemia prima e il conflitto in Ucraina dopo hanno fatto gettare, hanno gettato giù le maschere della grande ipocrisia che in questi anni ha avvelenato dibattito pubblico, politica e, purtroppo, istituzioni. C'è un filo comune che lega la pandemia a questo, purtroppo, grave conflitto: quelli che stanno con la scienza, ma non troppo; quelli che non erano contro i vaccini, però non si vaccinavano; quelli che sono a favore degli ucraini, ma anche un po' di Putin. Insomma, c'è stato questo dibattito velenoso, iniettato nel circuito della politica, che ha veramente portato al trionfo della demagogia, degli argomenti del populismo, che non risolve, perché noi oggi affrontiamo il tema, ad esempio, dell'energia. Ho sentito proprio adesso un intervento, e facciamo bene, auspichiamo un piano energetico, cerchiamo di comprendere che rispetto al fabbisogno e alla domanda del Paese, delle imprese e delle famiglie di energia, e anche di bassi costi dell'energia, sia necessario un piano energetico; però non è che stavano tutti dalla stessa parte quando venivano compiute delle scelte coraggiose, se sulla base di quelle scelte coraggiose venivano massacrati coloro che assumevano quelle scelte coraggiose! Anche qui con una sorta di infezione moltiplicata sui social, ad esempio quando si compiva la scelta, che oggi tutti dicono fondamentale, per esempio, del TAP. E se non ci fosse stata, quanti sarebbero gli ulteriori miliardi che dovremmo oggi investire per abbattere il costo dell'energia agli italiani e alle famiglie? E allora che si diceva, che si faceva, come si commentava? E chi faceva e compiva queste decisioni veniva lasciato solo anche dal dibattito non solo politico, anche dei grandi giornalisti, di coloro che tutto sommato, anche lì, anche in quel tempo, lisciavano il pelo a questo populismo, a questa sorta di vocazione a non entrare mai nel merito delle questioni.

Il problema è questo: oggi abbiamo una crisi energetica, chiaramente inasprita dai conflitti e da ciò che è accaduto, ma comunque i costi dell'energia erano iniziati a salire anche prima di questo conflitto a causa della nostra iperdipendenza energetica.

È evidente che, se questo è accaduto, è perché non sono state compiute delle scelte; certo, negli anni, ma, quando qualcuno le ha compiute - parlo del Governo Renzi - si è trovato di fronte una montagna di “no”. Gli stessi “no” che ogni giorno diventano tutti “sì”, anche di coloro i quali si incatenavano agli ulivi o si incatenavano, in Puglia, per evitare, per esempio, che l'Italia avesse una risposta aggiuntiva alla domanda di energia, e quindi anche di costi. Questo decreto è stato concepito e approvato dal Governo prima del conflitto; tant'è vero che sono vi sono stati circa 100 emendamenti approvati al Senato, alcuni dei quali nostri, fondamentali, che ieri il collega Ungaro ha ricordato, emendamenti che hanno consentito di aggiungere risposte alle domande che via via si sono andate creando nel Paese in termini emergenziali.

Stiamo al decreto “Sostegni-ter”, e cioè la terza risposta che lo Stato concepisce alle emergenze che ogni volta si vanno configurando e rispetto alle quali molto spesso è necessaria la risorsa aggiuntiva finanziaria per risolvere o, almeno, attenuare il problema. Poi, c'è un grande assente in questo dibattito: oltre alla risposta finanziaria, è necessaria la risposta della risorsa normativa, perché, a volte, la risorsa delle norme riesce a generare processi positivi moltiplicatori anche in misura maggiore della disponibilità della risorsa finanziaria. Faccio un esempio: è evidente che non ne usciamo se non completiamo, facciamo, chiudiamo partite fondamentali che si legano e si collegano necessariamente al bilancio dello Stato, che poi significa dove investire e come investire.

Se non si chiude la riforma fiscale, ad esempio, che è la grande partita che riguarda questa legislatura, una tra le più importanti, è evidente che noi solo con la risposta finanziaria non riusciamo a risolvere e a risollevare concretamente il Paese. È necessario che la riforma non solo venga annunciata e si lavori, ma che arrivi in Aula per la sua approvazione, perché da troppi anni, anche per la debolezza della politica, questo non è stato fatto. Ci sono riforme che devono intervenire, sulle quali, come gruppo di Italia Viva, stiamo lavorando, anche nel nuovo processo, nella nuova trasformazione del mondo del lavoro e del rapporto tra lavoro e impresa; ci stiamo lavorando in sede di Commissione, ad esempio, in Commissione lavoro. Vi è la necessità di concepire un nuovo rapporto del lavoratore all'interno dell'impresa, con la partecipazione del lavoratore stesso alla gestione e agli utili di impresa, che possa proiettare la nuova impresa, che richiede transizione economica, digitale, anche sociale, anche di un nuovo welfare aziendale; sta lì la risposta, nel coinvolgere i lavoratori.

Tutto questo va fatto perché il cambiamento va molto più veloce della capacità che abbiamo in quest'Aula di concepire la cosa e di farla, di concepire il problema e di risolverlo. E siccome i cambiamenti non aspettano, noi dobbiamo mettere in campo le riforme, perché sono l'unico strumento che ci consente di agganciare la velocità dei cambiamenti e di non farci travolgere dai cambiamenti. Questo significa avere un approccio di Governo, questo significa assumersi la responsabilità, e siamo al punto di partenza. Noi, oggi, rispondiamo, rispondiamo bene e rispondiamo con risorse importanti a diversi settori della società. Non diamo tutte le risposte necessarie, dobbiamo fare un supplemento di riflessione sul bonus, non dobbiamo sempre buttare tutto, ma il riformismo migliora ciò che non funziona, non butta sempre tutto in nome della demagogia (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva), ma questo significa entrare nel merito delle questioni, cosa che molto spesso in questo Parlamento non si fa, perché si ritiene che sia più conveniente, anche in questo maledetto tempo, lucrare qualche voto in più e non fare la cosa giusta per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia Viva).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Lucaselli. Ne ha facoltà.

YLENJA LUCASELLI (FDI). Grazie, Presidente. Sottosegretario, è davvero importante partecipare ai lavori d'Aula, e lo è perché obiettivamente, ascoltando le dichiarazioni di voto dei colleghi che fanno parte di questa maggioranza che sostiene questo Governo, noi dell'opposizione abbiamo un po' la percezione di non essere più da soli. Evidentemente, sono tutti nel merito all'opposizione, salvo poi arrivare in Aula e votare provvedimenti che, invece, sicuramente non vanno bene (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia). Siccome noi dichiariamo la nostra opposizione, lo facciamo nel merito e non abbiamo paura di dimostrarlo neanche attraverso i voti che diamo in quest'Aula, qualche considerazione su questo provvedimento la dobbiamo fare. Infatti, sottosegretario, il Governo ci ha insegnato e ci ha abituati, in questi mesi, a dichiarare che questo Paese ha la necessità di provvedimenti strutturali, salvo poi portare in Aula provvedimenti che di strutturale non hanno assolutamente nulla. Infatti, sottosegretario, questo Governo e il MEF, in realtà, non hanno la volontà concreta di modificare in maniera strutturale e, quindi, di ristrutturare la nostra Nazione. Questo decreto ne è la prova chiara ed evidente, non solo perché era già superato prima ancora che venisse pubblicato, ma soprattutto perché, a dispetto della abitudine tipicamente governativa di “nomenclare” i provvedimenti con dei titoli ridondanti, di fatto, manca assolutamente il merito e, quindi, la sostanza, che sarebbe, in questo momento, assolutamente necessaria per le famiglie e per le imprese italiane, perché la sostanza fa la differenza. La fa, per esempio, per i gestori delle discoteche, che sono stati chiusi per mesi, ai quali sono stati destinati soltanto 20 milioni, quando per due anni non hanno potuto produrre reddito; la sostanza non cambia per il mondo del turismo, la cui dotazione di supporto, a detta di tutti gli operatori - lo abbiamo ascoltato anche in audizione, in Commissione – è largamente insufficiente; la sostanza non cambia per le attività economiche e di commercio al dettaglio. Noi sappiamo, da tutti i report, che a questi settori mancano 1,7 miliardi e il Governo risponde dando loro soltanto 200 milioni. A tutto questo dobbiamo aggiungere la propaganda della rottamazione-ter, perché, sottosegretario, lei sa meglio di me che, quando parlate della rottamazione-ter, parlate di un periodo che va fino al 2017, tenendo fuori tutti i periodi che hanno preceduto e seguito la pandemia, come se non ci fosse stata. Allora, questa, sì, è propaganda. Noi, invece, continuiamo a guardare la sostanza e, proprio per questo motivo, riteniamo che in questo momento dovremmo occuparci - e questo provvedimento già avrebbe dovuto farlo - di un tema fondamentale, quello del caro energia. Non solo questo provvedimento non si occupa di questo tema, ma non se ne occupa nella realtà; è ancora più grave che il decreto n. 21 del 2 marzo se ne occupi ancora meno. Questo è il vero tema. Continuate anche all'interno delle Commissioni a dirci che questi temi verranno affrontati da decreti successivi e, quando arriviamo al decreto successivo, ancora una volta i problemi non sono risolti. Infatti, mentre il Portogallo va in Europa a chiedere lo sconto dell'IVA sull'energia di 10 punti - cioè chiede che dal 23 per cento l'IVA passi al 10 per cento, - noi continuiamo a essere assolutamente fermi e il Governo cosa fa? Il Governo dà uno sconto di 8,5 centesimi per soli 30 giorni. Infatti, dobbiamo dirci la verità, sottosegretario: i calcoli li sappiamo fare anche noi, purtroppo per voi, e, da questi calcoli, è chiaro qual è lo sconto reale. Si può raccontare agli italiani qualunque cosa, ma come va computata l'IVA, su cosa viene computata l'IVA, per quale periodo e qual è il gettito fiscale, questo noi riusciamo a leggerlo da soli: voi fate, in questo momento, uno sconto di 8,5 centesimi per 30 giorni.

A questo si aggiunga un altro passaggio. Infatti, proprio perché siamo in grado di leggere quello che c'è scritto sui provvedimenti, a noi pare assolutamente ultroneo, rispetto al tema principale, dire alle imprese che il loro costo vivo può essere dilazionato per 24 mesi e non solo perché questo passa attraverso un'ulteriore procedura burocratica che ingesserà la richiesta da parte delle imprese: c'è la SACE, ci sono le banche, c'è una procedura che sino a questo momento ha dato evidentemente chiara la percezione di quanto sbagliate siano quelle procedure.

A tutto questo aggiungiamo che su questa rateazione non c'è alcun intervento sul prezzo; quindi, le imprese semplicemente pagheranno gli stessi identici costi, ma avranno la possibilità - ammesso che ci riescano - di dilazionarli in 24 mesi. E tutto questo nemmeno si riferisce alle bollette di oggi, perché parliamo delle bollette a venire, di quelle di maggio e di giugno. Di quello che sta accadendo in questo momento, il Governo ancora una volta non si occupa.

C'è poi tutta la questione del concetto innovativo, lanciato dal Ministro Franco sull'extraprofitto in via induttiva. Sottosegretario, dare alle imprese la percezione che la norma di riferimento possa essere cambiata in qualunque momento, anche quando questa è stata già utilizzata, non dà certezza e blocca la voglia e gli incentivi agli investimenti.

È questo che voi state facendo: date la percezione alle imprese che tutto quello che è stato scritto prima può essere in qualunque momento cancellato. Del resto, lo avete già fatto, anche parlando degli immobili, lo avete fatto parlando del catasto e, tra un po' probabilmente - mi auguro di no - si arriverà addirittura a parlare di nuove tasse sugli affitti. Questo è quanto questo Governo fa: non dà la serenità alle imprese per poter effettivamente investire.

Sottosegretario, siamo assolutamente certi che le cose si possano cambiare, ma per poterle cambiare davvero ci vuole la volontà, ci vuole soprattutto coraggio. È sempre quello che manca a questo Governo: manca il coraggio, la voglia di cambiare davvero. Purtroppo, in questi ultimi mesi, state aggiungendo provvedimenti a provvedimenti che non solo non risolvono i problemi nel mondo reale delle imprese, ma, soprattutto, continuano ad aggiungere burocrazia a burocrazia. Il numero dei decreti attuativi, che ancora non sono stati emanati, ormai supera le centinaia. Tutto questo mette in coda i provvedimenti, tutto questo impedisce a quella parte utile di alcuni provvedimenti, che potevano raggiungere effettivamente gli italiani e che possono ancora essere utilizzati per aiutare le nostre famiglie e le nostre imprese, in un momento così difficile e così delicato, di dispiegare i suoi effetti. Quei provvedimenti non riescono mai ad essere messi a terra, perché i decreti attuativi li bloccano.

Io ricordo, però, quando il Presidente Draghi, il Presidente Mattarella ci hanno detto che bisognava partire proprio da qui, dal taglio della burocrazia. Allora, la domanda è: cosa state aspettando ancora? Cosa bisogna fare perché capiate che l'Italia va ristrutturata? Cosa bisogna fare per far sì che finalmente riusciate a capire le vere esigenze? Noi di Fratelli d'Italia un'idea ce l'abbiamo, perché siamo sempre in giro, in mezzo alla gente, nelle piazze italiane; siamo vicini alle persone che, in questo momento, hanno davvero i problemi.

Il dono più grande che abbiamo - me lo riconosco e lo riconosco al mio gruppo - è quello dell'ascolto che, invece, manca a questo Governo. Probabilmente, dovreste ascoltare di più le nostre proposte e le nostre sollecitazioni e, forse, capireste che proprio da quelle si può partire per rilanciare veramente l'Italia.

Sottosegretario, il voto di Fratelli d'Italia su questo provvedimento sarà contrario, perché è un provvedimento farsa che, di fatto, non raggiungerà famiglie e imprese italiane.

Aspettiamo di vedere i prossimi provvedimenti e di esaminarli con la solita serenità con la quale l'abbiamo fatto fino a questo momento, ma pretendiamo, ovviamente, che finalmente per gli italiani, per le famiglie e per le nostre imprese vi siano risposte chiare (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Pella. Ne ha facoltà.

ROBERTO PELLA (FI). Grazie, Presidente Mandelli. Cari colleghi, il nostro gruppo di Forza Italia anche oggi voterà convintamente a favore non solo su questo provvedimento, che condividiamo e apprezziamo, ma anche a favore di un Governo che sta lavorando bene.

Il “decreto Sostegni-ter” è un provvedimento che già nel proprio impianto iniziale conteneva misure estremamente positive e nel corso dell'esame al Senato è stato ulteriormente migliorato e integrato grazie al contributo fondamentale di Forza Italia, per il quale ringrazio il capogruppo e relatore, senatore Dario Damiani, insieme a tutti i colleghi senatori.

Partirei da un esempio su tutti, cioè l'articolo che riapre i termini per la cosiddetta Rottamazione-ter e per il saldo e stralcio delle cartelle. Un risultato significativo e distintivo del nostro impegno, ma non solo: anche dei valori fondativi di Forza Italia e del presidente Berlusconi.

Abbiamo fortemente voluto questa misura per la quale con forza già ci eravamo spesi qui alla Camera durante l'esame del “decreto Milleproroghe” in cui, grazie ad un nostro emendamento, è stato possibile inserire uno slittamento che riguardava la riapertura dei termini per la rateazione del pagamento dei carichi contenuti nei piani di dilazione.

L'impegno di Forza Italia è continuato al Senato con senso di responsabilità nei confronti dei moltissimi beneficiari della misura e il risultato ottenuto è stato finalmente molto più consistente. Infatti, sono oltre mezzo milione, per la precisione 532 mila, i contribuenti che, decaduti non per loro colpa ma per colpa della crisi e delle sanatorie precedenti, ora possono tornare a respirare, potendo contare su un nuovo calendario per saldare le pendenze. Un'operazione che ha riammesso debiti di contribuenti e, quando diciamo contribuenti, intendiamo rivolgerci a lavoratori, famiglie, commercianti e piccoli imprenditori, per un valore complessivo di 2,45 miliardi di euro e con una media di 4.605 euro a cartella.

È fondamentale capire che stiamo facendo riferimento ad una platea di persone che improvvisamente, per la crisi economica prodotta dalla pandemia, non hanno potuto più lavorare, oppure hanno dovuto ridurre la propria attività e non ce l'hanno fatta più a pagare. Persone e famiglie che in questi 24 mesi hanno dovuto scegliere tra la spesa quotidiana, l'affitto di casa e l'impiego di quanto rimaneva alla terza settimana del mese. Ecco perché Forza Italia si è sempre dimostrata primo motore per una misura che dilazionasse e, ove possibile, stralciasse le cartelle esattoriali, chiedendo a questo Governo il coraggio di essere più decisivo proprio nel terreno fiscale.

Vi sono altre misure che meritano di essere menzionate, specie per sottolineare il ruolo proattivo che il Parlamento ha saputo svolgere. E' stato trasfuso integralmente - è stato fondamentale - il “decreto Antifrode” che si propone di sbloccare il processo di cessione del credito dei bonus edilizi, che ha subito un rallentamento a seguito delle indagini in corso. La disposizione prevede che sarà possibile cedere il credito sino a tre volte e solo in favore di banche, imprese di assicurazione e intermediari finanziari e che lo stesso non possa formare oggetto di cessioni parziali successivamente alla prima comunicazione dell'opzione all'Agenzia delle entrate. A tal fine, viene introdotto un codice identificativo univoco del credito ceduto per consentire la tracciabilità delle cessioni. In più, oltre ai settori contemplati inizialmente dal “Sostegni-ter”, nel corso dell'esame se ne sono aggiunti altri. Abbiamo specificato con diversi emendamenti i nuovi codici Ateco, che ora saranno beneficiari dei sostegni, e sono state introdotte misure per il rafforzamento dell'azione dei Confidi in favore delle PMI.

Infine, sono importanti le richieste che Forza Italia ha fatto approvare a favore degli enti locali. Innanzitutto, l'elemento più rilevante è dato dal fatto che è stato approvato l'emendamento - che accoglie, peraltro, la richiesta di ANCI - di adeguare la disciplina assunzionale delle unioni dei comuni e di accelerare la soluzione della grave carenza di segretari comunali nei comuni di minore dimensione demografica. Lo dico da sindaco di un piccolo comune: si tratta di una disposizione attesa da molto tempo, un elemento significativo e funzionale agli scopi del PNRR, del Fondo complementare e, più in generale, dei fondi della nuova programmazione europea. Inoltre, 100 milioni di euro per il 2022 sul Fondo finalizzato a ristorare parzialmente i comuni delle minori entrate derivanti dalla mancata riscossione dell'imposta di soggiorno e la proroga al 30 aprile 2022 del termine per la presentazione di richiesta di contributi per progetti di rigenerazione urbana per i comuni con popolazione inferiore a 15 mila abitanti che, in forma associata, presentano una popolazione superiore ai 15 mila e i comuni che non risultano beneficiari delle risorse attribuite in precedenza.

Infine, dopo non esservi riusciti con il “Milleproroghe”, le proroghe dei termini di sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui in favore delle attività economiche e produttive ubicate nei comuni colpiti dagli eventi sismici del 2016 nel Centro Italia. Oltre che focalizzarsi su un provvedimento positivo, oggi però superato da quanto si è verificato in questi due mesi, è opportuno ampliare lo sguardo e svolgere una riflessione complessiva su quanto sta avvenendo e, soprattutto, su quanto potrà verificarsi nel prossimo futuro. C'è, purtroppo, una guerra in corso ai confini del cuore dell'Europa, una guerra che ha visto la Russia invadere l'Ucraina e che sta producendo un fortissimo impatto sull'economia mondiale, europea e, ovviamente, nazionale. La situazione che è venuta a crearsi dopo quasi un mese di guerra si innesta, drammatizzandolo a dismisura, sul fenomeno dell'aumento dei prezzi delle materie prime, già in corso dal secondo semestre del 2021.

Qualche giorno fa, il Commissario europeo all'economia Paolo Gentiloni, in audizione da noi in Commissione bilancio, ha tratteggiato un quadro chiaro: le previsioni di crescita per il 2022 non saranno quelle attese a inizio anno; la crescita, che pure ci sarà rispetto all'anno precedente, sarà inferiore rispetto al 4 per cento delle previsioni macroeconomiche. Un altro campanello d'allarme, che dovremo valutare attentamente, riguarda il cosiddetto fenomeno dell'inversione della curva dei tassi in America, con i rendimenti dei titoli a breve termine che stanno per raggiungere quelli a lungo termine. È un fenomeno che, dagli anni Sessanta in poi, tutte le volte che si è verificato ha anticipato una fase di recessione a livello mondiale. Lo scenario nel quale ci muoviamo è, dunque, quello di una nuova crisi economica globale all'interno della quale l'Italia, vaso di coccio tra vasi di ferro per le proprie debolezze strutturali che si stavano iniziando a puntellare, è destinata a risentire le conseguenze più dure, come sembra dimostrare l'ipotesi che la crescita attesa per il 2022 verrà rivista al ribasso di quasi due punti.

Il Presidente Draghi, insieme a tutto il Governo, rappresenta una garanzia in questo senso, dispiegando una serie di provvedimenti volti a tamponare gli effetti che si stanno producendo in questi mesi e che hanno visto schizzare a livelli mai visti non solo i prezzi dell'energia, non solo il prezzo del carburante alle pompe, ma anche il grano, con un effetto a catena su una serie di generi alimentari connessi. Il nostro coordinatore e vicepresidente del PPE, Antonio Tajani, proprio a Bruxelles, in questi giorni, ha presentato il “Re Food EU”, un piano strategico di medio-lungo termine per raggiungere l'autosufficienza alimentare europea, lanciando l'idea di un Recovery Fund agricolo e agroindustriale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente). Inoltre, è già all'esame della Camera il “decreto Energia”, varato con immediato tempismo dal Consiglio dei Ministri, che stanzia diversi miliardi per contrastare questa tendenza, per il quale è relatore l'onorevole Squeri di Forza Italia, che ringrazio per l'importante lavoro, mentre il decreto-legge per fronteggiare gli effetti della guerra è stato depositato proprio ieri in Senato. Tutti elementi positivi e, tuttavia, la riflessione che vogliamo sottoporre al Governo e alle forze politiche è un'altra. Durante la pandemia, abbiamo visto il Governo cercare di fronteggiare la situazione epidemiologica e le conseguenze economiche con una serie infinita di interventi d'urgenza e di interventi tampone che, nel momento in cui venivano varati, erano, loro malgrado, superati dall'evoluzione degli eventi.

Trattandosi di una pandemia mai vista prima, è molto probabile che non vi fosse un'altra strada che provare a giocare di rimessa. Ora le nubi nere che si addensano sulla nostra testa sono frutto di una grave crisi economica: siamo sicuri che replicare quello schema del colpo su colpo sia la strategia che ci consentirà di difenderci meglio o, piuttosto, non è il caso di valutare, fin dal dibattito sul prossimo DEF che sta per arrivare in Commissione bilancio, una strategia diversa, che metta in campo, in anticipo, una politica economica volta a sterilizzare e a contrastare per quanto possibile la crisi (una crisi inevitabile)? Non sarebbe il caso di valutare l'ipotesi di una manovra economica anticipata all'estate, come fece il Governo Berlusconi in occasione delle crisi economiche del 2008 e del 2011 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente)? A tal proposito, inoltre, non possiamo trascurare che la prossima legge di bilancio cadrà, di fatto, in piena campagna elettorale. Se ci fosse bisogno di chiedere responsabilità alle forze politiche, se dovesse essere necessario somministrare cure salvavita per mettere in sicurezza il Paese, sarebbe doveroso farlo in assoluta sicurezza e senza spingerci troppo oltre rispetto a un momento in cui sarebbe difficile discriminare atti di responsabilità da un rischio di propaganda. In questo senso, riteniamo che si debba fare esperienza delle modalità con cui si è fronteggiato il COVID, di cui questo decreto simbolicamente rappresenta l'ultimo atto e, allo stesso tempo, il primo passo della nuova battaglia.

Tornando al provvedimento - e chiudo, Presidente - Forza Italia, nel ribadire il suo pieno sostegno a questo Governo, dichiara il suo voto convintamente favorevole alla conversione di questo decreto (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Mancini. Ne ha facoltà.

CLAUDIO MANCINI (PD). Presidente, esponenti del Governo, colleghe e colleghi, il Partito Democratico voterà a favore della conversione del decreto denominato Sostegni-ter. Noi siamo favorevoli sia al merito del decreto, rafforzato e migliorato dal lavoro parlamentare, sia per confermare la politica di larghe intese che sostiene il Governo e di cui pensiamo ci sarà ancora bisogno fino al termine della legislatura.

Siamo, ovviamente, consapevoli, come è già stato ben argomentato in Aula dal collega Navarra per conto del Partito Democratico in sede di dichiarazione di voto favorevole alla fiducia, del carattere diacronico di questo provvedimento rispetto alle finalità originarie. Convertiamo, infatti, in forma definitiva un decreto emanato prima dell'invasione russa dell'Ucraina e, quindi, in un'altra epoca politica. Ci si immaginava, infatti, a gennaio un “decreto Sostegni e Ristori” che fosse nell'orizzonte dell'uscita dallo stato di emergenza dal COVID ma, comunque, dentro una robusta ripresa dell'economia nazionale che in Italia c'era e c'è ancora, più che altrove, anche in virtù delle significative manovre espansive che in questo Parlamento abbiamo approvato negli ultimi due anni. In quel contesto, anche l'aumento dei costi energetici e delle materie prime appariva più un contingente dato inflattivo che, nelle dimensioni attuali, frutto della situazione bellica.

Oggi, invece, è chiaro a tutti - e per questo, lasciatemelo dire, io trovo del tutto inappropriati le polemiche strumentali e i toni propagandistici che pure abbiamo sentito in queste dichiarazioni di voto - che la guerra ha cambiato tutto ed è chiaro che le misure di questo decreto risultano non sufficienti, ma non per questo non dobbiamo approvarlo.

I costi energetici, le materie prime, la riduzione del commercio mondiale, le incertezze sui mercati finanziari sono effetti collaterali della guerra d'invasione scatenata da Putin, non sono frutto del destino cinico e baro, e sono effetti collaterali che ci mettono davanti a scelte difficili e impegnative, scelte che dovremo compiere e che saranno analoghe per difficoltà e dimensioni a quelle che Governo e Parlamento hanno dovuto affrontare all'inizio della pandemia.

Abbiamo già due importanti decreti del Governo all'ordine dei lavori del Parlamento; nel loro esame e nelle scelte difficili che saranno necessarie, il Partito Democratico farà fino in fondo la propria parte, perché ci aspettiamo provvedimenti tempestivi e significativi a sostegno delle imprese e delle famiglie. Sospensione del Patto di stabilità, tetto ai costi di acquisto del gas e difesa comune europea sono i temi che ci vedranno protagonisti, come Paese, nelle prossime settimane in Europa, così come è emerso chiaramente dalle comunicazioni del Presidente Draghi e dalla recente audizione del Commissario europeo Gentiloni in Commissione bilancio.

Saremo chiamati a una nuova fase di politica economica che dovrà saper stare in equilibrio tra l'attenzione dei mercati alla crescita del debito e la necessità di politiche pubbliche a sostegno degli investimenti e dei consumi. Non ci attendono periodi semplici, non si potrà fare il più 1 in maniera irresponsabile ma, come in altre fasi della storia del Paese, ne sapremo uscire solo con una grande unità delle forze politiche nelle istituzioni e nella società (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E lo sapremo fare forti dell'integrazione europea e delle nostre robuste alleanze internazionali.

Le italiane e gli italiani sanno che, come sempre nei momenti di difficoltà, il Partito Democratico farà la propria parte con determinazione, al servizio degli interessi nazionali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Comaroli. Ne ha facoltà.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Il Governo chiede la fiducia su un provvedimento di cruciale importanza per il nostro Paese, perché – o quanto meno così avrebbe dovuto essere - dovrebbe proiettarci nel futuro, lasciando alle spalle i problemi connessi all'emergenza COVID-19.

PRESIDENTE. Onorevole Comaroli, cambi il microfono perché c'è un rumore di fondo che ci impedisce di percepire bene le sue parole.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Mi sente meglio?

PRESIDENTE. Sì, grazie, onorevole.

SILVANA ANDREINA COMAROLI (LEGA). Ci mancherebbe, Presidente, lei è sempre così gentile. Tuttavia, se andiamo a guardare il provvedimento, si può notare come i problemi più consistenti del Paese si trovino ancora davanti a noi e sono più impegnativi che mai, quelli risolti, ma non rispecchiano più la realtà dei fatti. Si può dire che è un provvedimento con interventi già vecchi; è evidente a tutti noi che ci sono nuovi bisogni per la nostra economia. È in atto una speculazione energetica, vi è scarsità di approvvigionamento e l'aumento dei costi delle materie prime, che doveva essere una bolla momentanea – così ci avevano detto - dovuta al post pandemia, invece, continua ad arrecare seri problemi alle nostre imprese; ricordo che sono le imprese che creano posti di lavoro, sono le imprese che danno lavoro alla gente che così può mantenere la propria famiglia (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). E se non si tutela questo aspetto, tutti ci rimettiamo, tutti, perché non ci sarà futuro. Ma noi della Lega, nonostante tutto, siamo pronti a ribadire il sostegno al Governo dando voto favorevole al provvedimento, purché sia chiaro che lo facciamo per senso di responsabilità nei confronti dei nostri cittadini e non perché siamo pienamente soddisfatti di questi interventi. È inutile dire, infatti, che la Commissione bilancio non ha potuto esaminare questo provvedimento perché bisognava assolutamente approvarlo, perché scadeva. Per fortuna che ci sono stati i nostri colleghi del Senato che, invece, hanno avuto modo di poter approfondire le questioni, di potere evidenziare al Governo quali fossero le necessità dei cittadini. Basti pensare, per esempio, all'estensione del credito d'imposta per le imprese turistiche, al Fondo turismo per il sostegno ai bus turistici e alle agenzie viaggi, ai sostegni alle imprese agricole, alla proroga della rottamazione-ter che la Lega fortemente ha voluto (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), fortemente, perché stiamo parlando di 532 mila contribuenti; alla proroga per la comunicazione della cessione del credito o dello sconto in fattura. Si è affrontato il caro materiali e si è provveduto all'assunzione di 1.300 allievi di agenti della Polizia di Stato (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), perché anche questo aspetto è fondamentale. Un Paese è civile quando si può andare in giro in sicurezza, questo è fondamentale e la Lega l'ha fatto, l'ha chiesto fortemente (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

Ed è proprio qui, sulla concretezza degli interventi, che è necessario soffermarsi, perché è questo il motivo per cui noi della Lega non possiamo considerarci del tutto soddisfatti del provvedimento, pur notando una certa apertura, come ho detto, al Senato. Possiamo comprendere la difficoltà del Governo che è composto da anime diverse e, quindi, accontentare tutti diventa difficoltoso, però, notiamo anche che si continua a dare a nuove domande le stesse identiche risposte che venivano date nel pieno dell'emergenza epidemiologica, dimostrando così una scarsa consapevolezza dei cambiamenti intervenuti o che a breve interverranno nella catena di creazione del valore e che tanto incidono sul rilancio del nostro Paese. È, infatti, del tutto inadeguato nascondersi dietro al conflitto in Ucraina per giustificare questo distacco rispetto ai problemi reali dell'Italia, perché il caro energia, le incertezze dell'andamento dei prezzi, la crisi di approvvigionamento e l'aumento dell'inflazione sono problemi ben noti prima del 27 gennaio 2022 (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier), data di pubblicazione del decreto e su cui la Lega aveva posto l'attenzione sin dalla legge di bilancio, ma purtroppo inascoltata. Fortemente noi avevamo evidenziato, tramite Salvini e tramite Giorgetti, che c'era questo problema del caro bollette e che il costo dell'energia aumentava e c'era bisogno di risposte forti, sottosegretario Guerra. La questione bellica, semmai, non ha fatto altro che evidenziare l'inadeguatezza di questi interventi che ci apprestiamo ad approvare, sottolineando con maggior vigore ciò che avremmo potuto e dovuto fare, soprattutto, per il bene del nostro Paese.

Queste nuove domande meritano risposte, ma risposte che non siano solo immediate ma anche efficaci e che non siano solo superficialmente connesse ai bisogni degli italiani. È per questo che abbiamo sperato, anzi, preteso che i decreti-legge energia, il taglia prezzi, offrissero le dovute risposte che i nostri concittadini si meritano perché l'unico tema economico di cui si devono occupare il Governo e il Parlamento - quindi, tutti noi - è il rincaro dell'energia e l'aumento delle materie prime, non di certo dalla riforma del catasto, che non incontra minimamente l'interesse delle famiglie e delle imprese (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Se poi per dare queste nuove risposte serve, come sempre, anche l'autorizzazione dell'Europa, è qui che noi della Lega intendiamo dimostrare il nostro senso di responsabilità, perché siamo pronti a contribuire, stando nel Governo, ad aumentare la consapevolezza riguardo ai cambiamenti che stanno frenando il rilancio del nostro Paese. Se non interveniamo adesso e subito probabilmente anche i fondi del PNRR risulteranno insufficienti e non mirati e soprattutto, forse, non riusciremo a restituire i fondi che l'Europa ci ha dato. La colpa sarà allora di tutti noi, che non saremo riusciti a far comprendere all'Europa come i tempi siano ormai maturi per allentare quelle stesse restrizioni imposte ormai circa dieci anni fa e che fotografano una realtà del tutto differente rispetto a quella odierna. Del resto, come è già stato confermato con la NADEF, per ridurre il debito pubblico bisogna aumentare il deficit. È possibile dimostrare ancora una volta, magari per il tramite dello scostamento di bilancio, come sia la spesa pubblica a spingere l'economia e non di certo l'austerity. Ricordiamo le parole dello stesso Draghi: c'è debito buono e debito cattivo. Noi dobbiamo fare debito buono, sottosegretario (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier). Cerchiamo però di dirlo noi all'Europa come rilanciare l'economia del nostro Paese e non aspettiamo che ci venga detto come fare. Non è certamente questo il momento per indugiare; è il tempo di agire, sostenendo il Governo per il bene dei nostri cittadini che meritano di farsi sentire (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Buompane. Ne ha facoltà.

GIUSEPPE BUOMPANE (M5S). Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, rappresentante del Governo, il decreto-legge “Sostegni-ter” si pone come obiettivo il contrasto al caro bollette e i ristori a determinati settori economici colpiti dalla recrudescenza della pandemia. Sono stati stanziati 1,7 miliardi in sostegno alle attività economiche più penalizzate e oltre 1,6 miliardi per affrontare i rincari, per un totale di 3,3 miliardi di euro. Quello che è accaduto in queste settimane è sotto gli occhi di tutti, signor Presidente: lo scoppio di una guerra drammatica, un aumento vertiginoso dei prezzi delle materie prime, caro benzina, crisi energetica europea. È chiaro che questo intervento normativo è stato già superato dagli eventi e che le urgenze di questo tempo richiedono ulteriori ingenti stanziamenti. Come MoVimento 5 Stelle richiediamo da tempo un nuovo scostamento di bilancio, sulla scia degli oltre 130 miliardi messi in campo dal Governo “Conte 2” per frenare l'emergenza pandemica e rilanciare il Paese. La crescita record del 6,6 per cento di PIL registrata nel 2021 è frutto di quel coraggio e di quelle scelte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Oggi abbiamo il dovere, ancora di più, di proteggere il nostro tessuto economico produttivo e di non fermare un Paese ripresa, di aiutare milioni di famiglie che inevitabilmente sentono il peso dei rincari.

Partiamo da quello che abbiamo fatto. Per contrastare gli effetti del rincaro delle bollette, il decreto “Sostegni-ter” stanzia 1,7 miliardi. Giova ricordare che questi si aggiungono ai 3,8 miliardi stanziati in legge di bilancio, incrementati grazie allo stimolo del MoVimento 5 Stelle. In merito agli aiuti alle imprese, abbiamo messo in campo 1,6 miliardi di euro per ristorare discoteche, parchi divertimenti, aziende del wedding, del turismo, dello sport e dello spettacolo, settori che non sono stati risparmiati dalla quarta ondata del virus e dalle conseguenti restrizioni. Abbiamo mantenuto la linea di questi due anni difficili, una linea basata sul sostegno immediato e concreto a quegli imprenditori che hanno lanciato il cuore oltre l'ostacolo, resistendo alle difficoltà anche nei momenti più bui, e di questo non possiamo che ringraziarli.

Ci sono altre due norme che rivendichiamo con forza, signor Presidente. Abbiamo riaperto i termini per il pagamento delle rate scadute della “Rottamazione-ter” e del “Saldo e stralcio”. Parliamo di 500 mila contribuenti che avevano aderito a queste definizioni agevolate, ma non erano riusciti a saldare tutte le rate successive, decadendo dai benefici delle misure ed esponendosi agli atti di intimazione a pagare del fisco. L'approvazione di questa misura quindi permette ai contribuenti stessi di respirare e allo Stato di tornare a incassare.

La seconda riguarda gli enti locali. Contribuiamo, infatti, a risolvere il problema della carenza di segretari comunali nei piccoli comuni, questione ancor più rilevante se declinata in chiave PNRR. Gli enti di piccole dimensioni potranno ora contare su misure non emergenziali grazie all'introduzione di un turnover nelle assunzioni. L'obiettivo è mantenere la barra dritta, soprattutto in periodo di delicati come questo. Lo abbiamo fatto anche per quanto riguarda il superbonus 110 per cento. Dopo nostra insistenza, con una correzione in corsa al decreto “Sostegni-ter” il Ministro Franco e il Presidente Draghi hanno posto rimedio a una norma che avrebbe limitato drasticamente la circolazione del credito d'imposta, alla base dei bonus edilizi e in primis alla base del successo del superbonus. Partendo dal presupposto errato che il superbonus fosse correlato alle frodi, la norma iniziale prevedeva una sola cessione dei crediti di imposta, il che equivaleva a bloccare il ricorso alla nostra misura e, di conseguenza, a fermare cantieri e crescita di posti di lavoro, conseguenze davvero pesanti per una misura che ha fatto ripartire l'edilizia mentre la pandemia mandava giù tutti i settori produttivi. La nostra mobilitazione, il nostro ascolto costante delle istanze che provengono dagli addetti ai lavori hanno prodotto una netta retromarcia e non poteva essere altrimenti, signor Presidente, perché i dati definitivi dell'Agenzia delle entrate dicono che il nostro superbonus 110 per cento è quello che meno incide sulle frodi, solo per il 3 per cento. Fosse anche per solo l'1 per cento, signor Presidente, io rifiuto di rassegnarmi all'assurdo paradigma in forza del quale una misura di rilancio economico, di sostegno sociale, di buonsenso sia messa alla gogna e ne sia paventata la cancellazione perché ci sono criminali che truffano lo Stato e rubano soldi ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È successo per il superbonus così come per il reddito di cittadinanza, per fare un esempio a caso. Per lo stesso percorso logico-deduttivo, o, meglio, illogico, dovremmo cancellare pensioni di invalidità, Casse integrazione guadagni, perché anche nella applicazione di tali misure si riscontrano frodi, dovremmo eliminare il trasporto pubblico locale, perché ci sono persone che non pagano il biglietto. Evidentemente, questa narrazione non funziona. Uno Stato di diritto fa altro; mantiene le misure che aiutano i cittadini, le famiglie, le imprese e persegue, in modo risoluto, i criminali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Tornando al superbonus 110 per cento, signor Presidente, d'altronde la stessa relazione tecnica al testo base del decreto-legge presentata al Senato scontava una contraddizione di fondo. La relazione tecnica, infatti, relativamente all'articolo 28, quello di cui stiamo disquisendo e che limitava pesantemente la cedibilità dei crediti di imposta, riportava, cito testualmente: “La norma in particolare interviene inibendo ai cessionari dei crediti di cui agli articoli 121 e 122 del ‘Decreto Rilancio' di cedere, a loro volta, i medesimi crediti, ponendo in essere pertanto una catena di cessioni che mira a dissimulare l'origine effettiva dei crediti, invero inesistenti, con l'intento di giungere alla monetizzazione degli stessi e alla successiva distrazione dei fondi pubblici”. Tradotto: blocco la cedibilità di tutti i crediti di imposta legittimi e illegittimi perché una piccola parte di questi sono inesistenti. Allora, sarà un mio limite, signor Presidente, ma se la criticità è a monte e riguarda il pericolo di inesistenza del credito d'imposta, perché magari alcuni criminali hanno denunciato un cantiere, invero - per citare di nuovo la relazione tecnica - inesistente, io legislatore, invece di intervenire a monte per controllare la regolare nascita del credito, intervengo a valle e blocco tutto il meccanismo. Naturalmente, questa soluzione non può essere accettata ed è chiaro che la retromarcia del Governo sul punto era dovuta. Ripeto, signor Presidente: le truffe legate al superbonus sono solo una minima parte e il sistema di controlli a monte che abbiamo voluto per il superbonus 110 per cento è stato mutuato, dal Presidente Draghi e dal Ministro Franco, anche per gli altri crediti fiscali, proprio per limitare le truffe.

Signor Presidente, il “Sostegni-ter”, che ci accingiamo a votare recupera il principio di cedibilità multipla dei crediti, ma dobbiamo fare ancora di più. Continueremo a lavorare per ottenere la proroga del termine dello stato di avanzamento dei lavori del 30 per cento per le abitazioni unifamiliari, oggi fissato al 30 giugno 2022 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Evidentemente, con tutti questi stop and go e cambi di normativa dobbiamo dare un po' di tempo alle persone di rimettersi in carreggiata.

Questo decreto, signor Presidente - e vado a concludere - rappresenta un primo passo per affrontare in modo determinato e concreto questa nuova emergenza. L'aggressione all'Ucraina e tutto ciò che ne è conseguito in chiave economica e umanitaria vanno fronteggiati con la stessa determinazione che abbiamo messo in campo nei momenti più bui della pandemia. Un periodo eccezionale come questo va affrontato con mezzi eccezionali, non c'è altro modo.

Diamo quindi, come MoVimento 5 Stelle, il nostro voto favorevole a questo intervento, ma chiediamo, con forza, al Governo coraggio e risolutezza nelle scelte da compiere per aiutare il sistema imprenditoriale e sostenere le famiglie in questo momento difficile (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3522​)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. :

S. 2505 - "Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 gennaio 2022, n. 4, recante misure urgenti in materia di sostegno alle imprese e agli operatori economici, di lavoro, salute e servizi territoriali, connesse all'emergenza da COVID-19, nonché per il contenimento degli effetti degli aumenti dei prezzi nel settore elettrico" (Approvato dal Senato).

Dichiaro aperta la votazione.

(Segue la votazione).

Dichiaro chiusa la votazione.

La Camera approva (Vedi votazione n. 32).

Per un richiamo al Regolamento e sull'ordine dei lavori.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Giachetti. Su cosa, onorevole?

ROBERTO GIACHETTI (IV). Per un richiamo al Regolamento.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ROBERTO GIACHETTI (IV). Signor Presidente, articoli 8, comma 1 e 18 del Regolamento, nel combinato disposto con l'articolo 68 della Costituzione.

Signor Presidente, ho appreso - e vorrei davvero che si trattasse di cose non vere, ma temo lo siano - che la procura della Repubblica di Catanzaro, Direzione distrettuale antimafia, nel presentare ricorso nei confronti della concessione degli arresti domiciliari all'ex deputato Pittelli - vicenda della quale ci siamo occupati in molti anche in questo Parlamento, attraverso interpellanze, interrogazioni e via dicendo, ma non voglio parlare di questo -, tra gli atti depositati nell'ambito del ricorso al tribunale della libertà, che aveva assegnato gli arresti domiciliari all'onorevole Pittelli, ha allegato alcune interrogazioni, una presentata dal sottoscritto, dall'onorevole Bruno Bossio, che è qui presente, e dall'onorevole Magi, che non è presente, un'altra presentata al Senato dai colleghi Bonino e Richetti. Si tratta di interrogazioni, signor Presidente, svolte nell'attività parlamentare che, per quanto riguarda alcuni di noi - noi tre sicuramente, ma anche penso Bonino e Richetti - sono figlie di quello che facciamo da una vita, in base a quanto stabilito addirittura dalla legge, che prevede che i parlamentari siano addirittura gli unici a poter fare le ispezioni in carcere per verificare le condizioni dei detenuti. I deputati hanno il diritto, nella loro attività, attraverso le interrogazioni, di stigmatizzare - se ravvisano che, nel percorso giudiziario di persone ancora innocenti, in custodia cautelare - cose che non vanno, che ritengono si siano realizzate. Si tratta di cose che personalmente ho appreso dai giornali. Senza avere nessun rapporto diretto con l'onorevole Pittelli, abbiamo fatto un'interrogazione in cui abbiamo stigmatizzato che c'erano molte cose che non andavano.

L'articolo 68 della Costituzione, Presidente - lei lo sa meglio di me - difende la libertà dei parlamentari, non c'è il problema degli scudi o altro. Il principio dell'articolo 68 è difendere la libertà dei parlamentari rispetto agli altri poteri (Applausi). Allora, signor Presidente, stiamo parlando di una persona non condannata: è come se, a seguito di una qualsiasi visita in carcere che mi capita di fare, in cui parlo con i detenuti, dopo la quale faccio interrogazioni, arrivasse un procuratore della Repubblica che, in un procedimento che non c'entra nulla con quello che sta nell'interrogazione, deposita delle interrogazioni. La domanda, signor Presidente è perché viene messa agli atti una precipua, specifica e anche dovuta attività di un parlamentare, in un procedimento in cui quella roba non c'entra nulla? Le faccio presente che sono stati messi dentro anche articoli di giornale de Il Riformista, uno dei pochi giornali che, rispetto alla giustizia e alla magistratura ha una posizione di un certo tipo, e addirittura un video dell'onorevole Sgarbi su Facebook. Si può pensare, in quel caso - non nel nostro - che ci possano essere gli estremi per una querela. Ma che c'entra con il procedimento che riguarda gli arresti domiciliari dell'onorevole Pittelli? Nulla. E allora il dubbio viene, signor Presidente. È una forma di intimidazione, ovvero è un tentativo di gettare un'ombra su un'attività parlamentare, inserendola in un contesto? Pittelli è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e altro. Qual era la ragione?

Ho concluso, Presidente. Non è un caso personale mio, dell'onorevole Bossio o dell'onorevole Magi, è un problema di questo Parlamento (Applausi), è un problema di tutti! Allora io, per conto mio, presenterò un'interrogazione alla Ministra della Giustizia, per sapere quali strumenti ha e per sapere se intenda fare qualcosa su questo tipo di attività della procura della Repubblica. Ma io penso - e con questo concludo - che sia non solo interesse, ma dovere del Presidente della Camera chiedere spiegazioni al CSM (Applausi), in ragione di iniziative che palesemente, se accerterà come vere, per quanto mi riguarda, più che un'ombra - perché nella mia vita non c'è alcuna ombra e mi auguro che non arriverà alcuna procura della Repubblica a metterlo in evidenza - appariranno come un'intimidazione. Se qualcuno pensa che, allegando interrogazioni che sono figlie del mio dovere di parlamentare nei confronti di persone che sono sicuramente fragili, in custodia cautelare e che, spesso e volentieri, proprio a Catanzaro finiscono assolte magari dopo tre mesi, io ho il dovere di difendere la mia dignità e, però, penso che il Presidente della Camera abbia il dovere di tutelare la dignità e le prerogative dei parlamentari (Applausi).

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Giachetti, per la sua segnalazione. Mi pare che non ci siano precedenti di questa notizia che lei ci dà e, quindi, sicuramente sarà mia premura riferire al Presidente Fico, ma anche capire se non sia necessario che questo venga anche discusso in Ufficio di Presidenza.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Forciniti. Ne ha facoltà. Su che cosa, onorevole?

FRANCESCO FORCINITI (MISTO-A). Sull'ordine dei lavori. A proposito di prerogative dei parlamentari, io vorrei ricordare a quest'Aula, soprattutto alla Presidenza, che, ad oggi, nonostante ci sia stato un decreto-legge che ha di fatto ridotto le misure restrittive, il super green pass per gli over 50 è ancora richiesto per poter esercitare le proprie prerogative parlamentari. A fronte di un quadro epidemiologico che chiaramente è mutato, a fronte di uno scenario emergenziale che ovviamente non è più tale, io chiedo che la Camera, immediatamente, senza indugio, così come ha fatto le altre volte, allineandosi ai decreti-legge, faccia sparire immediatamente, con una nuova delibera dell'Ufficio di Presidenza, questa cosa oscena e vergognosa, possibilmente permettendoci magari anche di indossare le mascherine chirurgiche, perché queste FFP2 sono chiaramente anacronistiche nel momento in cui si va verso una definizione positiva del quadro epidemiologico. Quindi, io chiedo alla Presidenza che si attivi con solerzia per eliminare questa vergogna del super green pass richiesto agli over 50 e che, quindi, la normativa interna della Camera si adegui a quello che accade nel Paese reale (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

PRESIDENTE. Onorevole Forciniti, non precorriamo i tempi, facciamo entrare in vigore la legge e sicuramente noi ci conformeremo, non c'è dubbio, come sempre, peraltro, è avvenuto.

Trasferimento a Commissioni in sede legislativa della proposta di legge n. 2755 (ore 14,10).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'assegnazione di proposta di legge a Commissioni in sede legislativa.

Propongo alla Camera l'assegnazione in sede legislativa della seguente proposta di legge, della quale le sotto indicate Commissioni hanno chiesto il trasferimento in sede legislativa, ai sensi dell'articolo 92, comma 6, del Regolamento:

alle Commissioni riunite I (Affari costituzionali) e II (Giustizia):

Delmastro Delle Vedove ed altri: "Modifica all'articolo 6 della legge 20 giugno 2003, n. 140, concernente la ripartizione tra le Camere della competenza in materia di autorizzazioni ai sensi dell'articolo 68, terzo comma, della Costituzione" (2755).

Se non vi sono obiezioni, così rimane stabilito.

(Così rimane stabilito).

Sui lavori dell'Assemblea.

PRESIDENTE. Secondo le intese intercorse, l'esame dei successivi punti iscritti all'ordine del giorno della seduta odierna s'intende rinviato alla prossima settimana.

Avverto che, con distinte lettere, i Presidenti delle Commissioni competenti in sede referente hanno rappresentato l'esigenza, condivisa all'unanimità dai rappresentanti dei Gruppi delle Commissioni medesime, di posticipare ad altro calendario l'inizio dell'esame in Assemblea dei seguenti progetti di legge, la cui discussione generale è prevista dal vigente calendario dei lavori per lunedì 28 marzo:

- disegno di legge n. 3495, di conversione in legge del decreto-legge n. 17/2002, recante misure urgenti per il contenimento dei costi dell'energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali, in relazione al quale è stato richiesto che l'esame in Assemblea non abbia inizio prima del 4 aprile;

- disegno di legge n. 2681, recante norme di delega al Governo per la riforma dell'ordinamento giudiziario, nonché disposizioni in materia di Consiglio superiore della magistratura, in relazione al quale è stato richiesto che l'inizio dell'esame sia differito all'11 aprile;

- proposte di legge 1780, 2298 e 3129, in materia di tutela del rapporto tra detenute madri e figli minori, in relazione al quale è stato richiesto che l'inizio dell'esame sia differito all'11 aprile;

- proposta di legge n. 1972, recante interventi per la prevenzione e la lotta contro l'AIDS.

Avverto altresì che, con lettera del 23 marzo scorso, il Presidente della Commissione Finanze, in assenza di obiezioni da parte dei Gruppi in Commissione, ha richiesto il rinvio ad altra data – che ha individuato, ferme restando le prerogative degli organi preposti alla programmazione dei lavori dell'Assemblea, nella settimana del 4 aprile - dell'inizio dell'esame in Assemblea del disegno di legge n. 3343, recante delega al Governo per la riforma fiscale, anch'esso previsto a partire dal 28 marzo.

L'esame dei provvedimenti sopra citati non sarà pertanto iscritto all'ordine del giorno delle sedute dell'Assemblea previste per la prossima settimana.

Interventi di fine seduta.

PRESIDENTE. Passiamo agli interventi di fine seduta.

Ha chiesto di parlare l'onorevole Gusmeroli. Ne ha facoltà, per due minuti.

ALBERTO LUIGI GUSMEROLI (LEGA). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, io chiedo al Governo di stanziare, nei prossimi fondi che riceverà dall'Europa, ingenti cifre per ristrutturare e per fare la manutenzione nelle scuole provinciali.

Sono quasi dieci anni che le scuole provinciali sono abbandonate e ci troviamo in una situazione in cui addirittura quasi il 50 per cento non risulta a norma antincendio. Nella nostra provincia di Novara abbiamo bisogno di quasi 60-70 milioni di euro per mettere a norma e far sì che gli studenti vivano una parte importante della loro crescita in luoghi assolutamente adeguati.

Nella mia città, Arona, il liceo Fermi ha un'intera ala chiusa per problemi legati a normalissima manutenzione, ma non è nemmeno a causa della provincia, ma dei tagli alle province a cui è stato lasciato l'onere delle scuole provinciali.

Ora, io dico: Governo e parlamentari tutti, mettiamoci assieme e diamo i soldi alle province affinché ristrutturino le scuole provinciali, perché il futuro dei nostri figli è assolutamente importante. Non è possibile che nella mia città, Arona, siano ancora in DAD tantissimi studenti, dopo due anni di DAD, perché ci sono problemi di manutenzione. Quindi, mettiamoci tutti assieme e invito il Governo a destinare ingenti cifre alle province (Applausi dei deputati del gruppo Lega-Salvini Premier).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Nobili. Ne ha facoltà, per due minuti.

LUCIANO NOBILI (IV). Grazie, Presidente. Come ricorderà, il 24 marzo di 78 anni fa, Roma e l'intera Italia furono colpiti da una tragedia che ha lasciato una ferita indelebile: l'eccidio delle Fosse Ardeatine. Una ferita che sanguina ancora nel ricordo dei familiari, dei parenti, nel racconto dei testimoni di quei giorni, ancora in vita, nella memoria di una città che non dimentica e non può dimenticare: 335 uomini innocenti rastrellati in poche ore, tra prigionieri politici, ebrei romani destinati alla deportazione, militari, civili, presi a caso per le strade di Roma; 335 uomini, dai 15 anni di Michele Di Veroli, la più giovane delle vite trucidate, ai 74 anni di Mosè Di Consiglio, vittime con un nome e con un cognome, che meritano di essere ricordate, come sarà fatto anche oggi e come ogni anno, dal Presidente della Repubblica nella cerimonia che questo pomeriggio si svolgerà al mausoleo, eretto in ricordo e commemorazione. Una memoria che, però, è anche un dovere per tutti noi, di fronte a una simile barbarie, la più grave delle atrocità compiute dalla dittatura nazifascista nel nostro Paese, ma anche di fronte al pericolo quotidiano che il seme dell'odio, dell'intolleranza, del razzismo e della violenza sia ancora vivo e presente, nonché, Presidente, di fronte alla consapevolezza - come le immagini di questi giorni ci ricordano - che, nel mondo in cui viviamo, libertà e democrazia siano messe a rischio ogni giorno, sotto la violenza delle bombe; libertà e democrazia che, anche per noi che ne beneficiamo, che le abbiamo conquistate al prezzo del sangue di moltissimi, a partire dalle vittime delle Fosse Ardeatine, non sono mai conquistate per sempre. E quindi la memoria come dovere, Presidente, perché, come diceva Primo Levi, chi dimentica il passato è condannato a riviverlo (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casu. Ne ha facoltà, per due minuti.

ANDREA CASU (PD). Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, onorevoli colleghi, è doveroso intervenire in questo giorno, in quest'Aula: il 24 marzo del 1944, 78 anni fa, si consumava, qui a Roma, l'eccidio delle Fosse Ardeatine. È una pagina nera, tra le più drammatiche per la vita della capitale e del Paese intero: 335 uomini inermi, tra cui militari, persone di religione ebraica, prigionieri politici, civili, rastrellati uno per uno per le vie di Roma.

Come ci ha ricordato oggi il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il più anziano aveva poco più di 70 anni, il più giovane 15: erano dieci per ogni soldato tedesco ucciso a via Rasella, tutti barbaramente trucidati dalle truppe di occupazione tedesche.

È un segmento di storia incancellabile che restituisce, oggi come non mai, l'urgenza di onorare le vittime, coltivando sempre il ricordo e la memoria dell'abisso, tanto più, Presidente, in un momento in cui i venti di guerra spirano di nuovo e tragicamente nelle strade d'Europa, e truppe di occupazione tornano a seminare morte e dolore nelle città dell'Ucraina.

A Roma, come a Kiev, siamo al fianco del segretario Enrico Letta, contro ogni forma di nazifascismo, contro l'odio, contro l'oppressione, contro la prevaricazione, contro la violenza, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, perché abbiamo tutti il dovere storico e civile di farci interpreti e portatori di un messaggio di pace, difendendo sempre i nostri valori irrinunciabili: la libertà e la democrazia. Perché pace, libertà e democrazia possono vivere solo insieme e il 24 marzo ci aiuta a non dimenticarlo mai (Applausi).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Cabras. Ne ha facoltà, per due minuti.

PINO CABRAS (MISTO-A). “Pensala come vuoi, purché la pensi come noi”: questa sembra essere la regola dominante del nuovo maccartismo in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa) e c'è un episodio gravissimo, che minaccia direttamente la libertà di espressione e la democrazia nel nostro Paese, che si è consumato in questi giorni e in queste ore.

Il professor Alessandro Orsini, una persona di specchiata onestà intellettuale e di grandissima preparazione ha avuto accesso ai dibattiti televisivi, dimostrando che si possono adottare delle posizioni non da guerrafondai sulla base della dottrina, sulla base delle proprie conoscenze e senza faziosità. Questa posizione è stata identificata da alcuni esponenti della maggioranza come essere pifferai di Putin, assieme a tante altre forme di pressione, di denigrazione, di insulto nei confronti di chi non è identificabile con una posizione filorussa, ma sta semplicemente esprimendo una posizione aperta, limpida su tante questioni internazionali che richiedono anche il parere di grandi esperti.

Orsini ha ottenuto un contratto con la RAI, e questo avrebbe qualificato il servizio pubblico, per partecipare alla trasmissione di Bianca Berlinguer, e subito si è sollevata questa canea da parte di colleghi che sono pifferai di bin Salman (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa), una figura che ha fatto macellare un giornalista, mettendolo anche a bruciare.

Noi non accettiamo in questo momento che sia assoggettata la forma di pensiero più indipendente a tutti questi schemi che sono forme di maccartismo e di denigrazione. Esprimiamo una grande solidarietà al professor Orsini: crediamo che debba essere riammesso normalmente, non soltanto da ospite, in una funzione che è di servizio pubblico, come ce n'è tanto bisogno, in questo momento di informazione potentemente manipolata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa).

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

Venerdì 25 marzo 2022 - Ore 9:

1. Svolgimento di interpellanze urgenti .

La seduta termina alle 14,20.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

nelle votazioni nn. 2 e 3 i deputati Caretta e Trancassini hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbero voluto esprimere voto favorevole;

nelle votazioni nn. 2 e 3 la deputata Ciaburro ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 3 il deputato Gemmato ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 4 la deputata Ferro ha segnalato che si è erroneamente astenuta mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 10 il deputato Maschio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

nella votazione n. 17 il deputato Delrio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

nella votazione n. 23 le deputate Caretta e Ciaburro hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario;

nella votazione n. 27 i deputati Caretta, Ciaburro e De Toma. hanno segnalato che hanno erroneamente espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

nella votazione n. 28 la deputata Barzotti ha segnalato che ha erroneamente espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 3522 - odg 9/6 383 293 90 147 18 275 106 Resp.
2 Nominale odg 9/3522/7 390 385 5 193 20 365 105 Resp.
3 Nominale odg 9/3522/8 389 386 3 194 21 365 105 Resp.
4 Nominale odg 9/3522/11 397 389 8 195 15 374 105 Resp.
5 Nominale odg 9/3522/46 402 395 7 198 40 355 105 Resp.
6 Nominale odg 9/3522/47 403 397 6 199 48 349 105 Resp.
7 Nominale odg 9/3522/48 403 396 7 199 390 6 105 Appr.
8 Nominale odg 9/3522/49 406 400 6 201 36 364 105 Resp.
9 Nominale odg 9/3522/50 407 403 4 202 41 362 105 Resp.
10 Nominale odg 9/3522/51 407 395 12 198 39 356 105 Resp.
11 Nominale odg 9/3522/53 409 390 19 196 32 358 105 Resp.
12 Nominale odg 9/3522/54 404 315 89 158 32 283 104 Resp.
13 Nominale odg 9/3522/55 382 380 2 191 57 323 104 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/3522/56 401 399 2 200 25 374 104 Resp.
15 Nominale odg 9/3522/57 406 403 3 202 44 359 104 Resp.
16 Nominale odg 9/3522/64 418 416 2 209 26 390 104 Resp.
17 Nominale odg 9/3522/66 400 398 2 200 48 350 104 Resp.
18 Nominale odg 9/3522/67 413 409 4 205 46 363 104 Resp.
19 Nominale odg 9/3522/84 406 372 34 187 14 358 104 Resp.
20 Nominale odg 9/3522/85 411 406 5 204 48 358 104 Resp.
21 Nominale odg 9/3522/88 405 400 5 201 41 359 104 Resp.
22 Nominale odg 9/3522/92 410 375 35 188 14 361 104 Resp.
23 Nominale odg 9/3522/93 407 395 12 198 33 362 104 Resp.
24 Nominale odg 9/3522/94 403 397 6 199 44 353 104 Resp.
25 Nominale odg 9/3522/98 401 380 21 191 47 333 104 Resp.
26 Nominale odg 9/3522/101 395 390 5 196 36 354 104 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 32)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/3522/102 rif. 394 386 8 194 383 3 104 Appr.
28 Nominale odg 9/3522/103 rif. 393 388 5 195 381 7 104 Appr.
29 Nominale odg 9/3522/104 398 383 15 192 50 333 104 Resp.
30 Nominale odg 9/3522/43 341 338 3 170 337 1 103 Appr.
31 Nominale odg 9/3522/100 rif. 338 337 1 169 335 2 103 Appr.
32 Nominale Ddl 3522 - voto finale 348 345 3 173 312 33 100 Appr.