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Comunicati stampa

13/06/2016
Intervento Boldrini Premio Strega giovani
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Intervento della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini:

"Saluto il professor Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci; Giuseppe D'Avino, presidente di Strega Alberti Benevento; la scrittrice Dacia Mariani, che dello Strega è stata vincitrice nel '99; Loredana Lipperini, giornalista e scrittrice che ci accompagna spesso nei pomeriggi che dedica al pensiero e alla cultura, che coordinerà questo nostro incontro. Saluto e ringrazio inoltre i musicisti che alterneranno le loro note alle nostre parole, i componenti della "Paolo Damiani Santa Cecilia Unit". Qui alla Camera sono degli apripista: sarà infatti la prima volta che, grazie a loro, dentro Montecitorio verrà eseguita musica jazz.

E soprattutto saluto voi, ragazzi e ragazze, giurati del Premio Strega Giovani, che siete qui oggi in rappresentanza degli oltre 450 vostri coetanei, provenienti da ben 47 scuole secondarie superiori italiane e da 3 estere. Saluto anche il deputato Edoardo Nesi, che negli anni scorsi ha offerto la possibilità alla Camera di ospitare qui il Premio. Sono orgogliosa che siamo giunti alla terza edizione di questa bella iniziativa, della quale in qualche modomi sento 'madrina'. Una iniziativa che fa bene a voi, ragazzi e ragazze, e più in generale fa bene alla nostra società, al nostro Paese. Perché in Italia continuiamo ad avere con il libro un rapporto problematico. In vista del nostro incontro sono andata a cercare gli ultimi dati Istat sulla lettura in Italia, aggiornati all'anno scorso, e i numeri lo confermano.

Escludendo coloro che hanno letto libri per motivi strettamente scolastici o professionali, quelli che hanno letto almeno un libro nei 12 mesi sono il 42 per cento della nostra popolazione. Non è un dato edificante. Nemmeno la metà. E gli statistici dicono che c'è pure da esserne soddisfatti, visto che almeno si è arrestato il calo registrato dal 2011 al 2014. In questo striminzito 42 per cento ci sono più donne che uomini, perché le lettrici sono il 48,6 per cento contro il 35 dei maschi. Si può ipotizzare che questi dati viaggino in parallelo con l'andamento della nostra economia. Abbiamo alle spalle anni in cui l'Italia ha conosciuto la crisi più dura dalla fine della seconda guerra mondiale. Ne hanno risentito tutti i consumi, a partire da quelli alimentari, ed è dunque comprensibile che anche la spesa di tipo culturale abbia subìto una contrazione. Però credo che gli indicatori economici diano soltanto una parte della risposta.

La nostra scarsa confidenza coi libri non nasce certo oggi: è una questione che ha radici lontane, riguarda i bassi livelli di scolarizzazione del Paese. Inoltre ritengo che dobbiamo guardare anche ai modelli sociali che in anni recenti ci sono stati proposti, ai valori che sono risultati dominanti. Lo dico con un esempio che negli anni scorsi mi aveva colpita: nella casa del "Grande Fratello", trasmissione tv che ha avuto un grande successo, il regolamento vietava di introdurre libri. Anche questi modelli incidono. Però, se vogliamo leggere i dati Istat con qualche elemento di ottimismo, dobbiamo anche dire che voi giovani siete i migliori lettori: la fascia tra gli 11 e i 19 anni è l'unica nella quale la quota di lettori risulta superiore al 50 per cento. Questo è un dato positivo che ci lascia ben sperare Il libro è tante cose in una. E' una straordinaria occasione di crescita. E' bello da sentire, da toccare: a me piace l'odore del libro, la sua consistenza, la sua carta. Un libro ti può anche cambiare la vita, ti può dare una chiave di lettura che tu avevi omesso. Un libro ti può far vedere la storia da un'altra prospettiva. Lo dico anche perché nella mia precedente attività per le agenzie delle Nazioni Unite - in particolare nei molti anni in cui mi sono occupata di immigrazione - a volte ho incontrato persone che mi dicevano: "Sai, ho letto un libro che mi ha fatto capire i rifugiati. Vedendoli in televisione ne avevo paura, ma leggendo la storia di quella ragazza, o di quel ragazzo, ho compreso che c'era l'elemento umano, la persona." Tra voi ci sono anche autori che hanno scritto di questo, e li ringrazio. A questo tipo di letteratura noi dobbiamo essere molto grati, perché il modo in cui il fenomeno della migrazione e dell'esilio viene raccontato dai mezzi di comunicazione non ci restituisce l'elemento umano, il dramma, la sofferenza che c'è dietro; mentre la lettura questo lo sa fare molto bene. So che il vostro compito di giurati l'avete svolto leggendo le 12 opere concorrenti in formato elettronico, e va benissimo così. E' importante aver saputo traghettare il libro dentro la nuova era digitale. Mi permetto però di consigliarvi di non abbandonare il libro cartaceo, perché in quella forma di conoscenza c'è un valore aggiunto. Nella nostra era digitale, il libro ci ricorda qualcosa di più: ci ricorda che le relazioni umane sono una cosa complessa, che il pensiero non si sdogana in 140 caratteri. Il libro ci fa conoscere noi stessi, ci avvicina a quelle emozioni che nemmeno sappiamo di avere, tira fuori la parte di noi più sconosciuta, ci mette a contatto con la profondità delle cose. Però il libro può anche essere dannato: può essere usato come arma di sopraffazione, come strumento di odio. Ci sono libri che hanno fatto molto male alla nostra società, al nostro vivere comune. Per questo ho trovato veramente pericolosa la decisione di un quotidiano di pubblicare il "Mein Kampf", senza nemmeno le note critiche: in un tempo in cui in Europa ci sono rigurgiti molto preoccupanti; in un tempo in cui nel web ci sono tanti siti, anche italiani , che si ispirano a quella dottrina folle basata sulla supremazia, sull'oppressione, sulla presunzione di superiorità, sul terribile concetto di razza. Ho voluto esprimere il mio rifiuto di questa operazione, che trovo grave e irresponsabile Non possiamo mai confondere la libertà di espressione con la tolleranza di ideologie pericolose.

La libertà di espressione è qualcosa di inviolabile, ma ci sono momenti in cui ad essa si aggiunge un'altra libertà. E tollerare l'intollerabile diventa molto pericoloso. Come sapete, la scorsa settimana, in questa Camera, è diventata legge la norma che finalmente colpisce ilnegazionismo, cioè il tentativo di negare, senza rispetto per la memoria, la realtà storica della piùterribile vergogna del secolo scorso. Non tutti sono stati d'accordo con questa legge, c'è stato un dibattito molto articolato, ma io credo che si dovesse dare un segnale. I libri sono alimento di libertà, non possono diventare strumenti di sopraffazione, come dice la storia stessa del Premio Strega che quest'anno festeggia la sua 70esima edizione.

E' quasi coetaneo della nostra Repubblica, perché nacque appena un anno dopo, nel 1947. E non si tratta di un caso. Ci vollero la sconfitta del nazifascismo, la Liberazione, il ritorno alla democrazia perché si tornasse a pensare liberamente, a scrivere liberamente, a dissentire liberamente. Perché la cultura e libertà camminano insieme. Nessuno può dimenticarlo, nemmeno oggi."

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