Intervento della Presidente della Camera dei deputati; "Care colleghe e cari colleghi, mi fa molto piacere aprire, insieme al Presidente Grasso, i lavori del IV Vertice dei Presidenti dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo. Anch'io saluto i membri del Bureau dell'Assemblea qui presenti, il Presidente del parlamento europeo Antonio Tajani, il Presidente del Parlamento egiziano, Ali Abdel Aal, il Presidente del Parlamento turco Ismail Kharaman e tutti i colleghi intervenuti. Saluto il Presidente del Consiglio dei ministri italiano, Paolo Gentiloni. Il Mediterraneo è divenuto in questi anni una delle aree più calde del mondo, dove si concentrano tensioni e crisi di dimensione globale. Il dialogo politico è in questo contesto NON una scelta, ma una necessità ineludibile, anche quando le condizioni sembrano renderlo estremamente difficile. E' un dialogo politico che il Parlamento italiano non inizia da oggi e che si svolge su più dimensioni, a partire da quella bilaterale. La Camera dei deputati ha avviato ad esempio protocolli di collaborazione con i Parlamenti di Algeria, Israele, Libano, Turchia e Tunisia e partecipa, insieme al Senato, ad importanti progetti di gemellaggio finanziati dall'Unione europea con altre assemblee parlamentari della regione. Accanto a questo ambito di attività, riteniamo essenziale anche una dimensione multilaterale come l'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo. Mi fa molto piacere che partecipi oggi ai nostri lavori il Presidente del Consiglio dei ministri, Paolo Gentiloni, a testimonianza dell'impegno del Governo italiano su questo essenziale ambito di cooperazione. Un partner fondamentale di questo esercizio è certamente l'Unione Europea. E' oggi qui presente il Presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, mentre domani parteciperà ai lavori della plenaria l'Alta rappresentante dell'Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza e co-Presidente dell'UpM, Federica Mogherini, insieme ad un numeroso gruppo di parlamentari europei. Una così qualificata partecipazione è la migliore conferma della volontà da parte delle istituzioni europee di continuare ad investire risorse ed energie nella dimensione mediterranea della politica di vicinato. Si tratta a mio avviso di una scelta lungimirante. L'idea d'Europa - anzi di una Unione federale di Stati - è nata in una piccola isola del Mediterraneo. Nel 1941, in una delle fasi più drammatiche del secondo conflitto mondiale, un piccolo gruppo di militanti antifascisti lanciò dall'isola di Ventotene quel Manifesto che doveva diventare il documento fondativo dell'Unione europea. Due i temi centrali: la pace tra i popoli europei e la giustizia sociale. Il primo obiettivo lo abbiamo raggiunto. Sul secondo c'è ancora molto da lavorare. Sono convinta che oggi dovremmo riprendere quello spirito. Il modo migliore per rispondere alle grandi sfide che abbiamo di fronte non è certo quello di cercare di rinchiuderci in una "fortezza Europa". Non funziona, in questo tempo che viviamo. I grandi problemi del nostro tempo - i flussi migratori, le diseguaglianze nord-sud, il terrorismo - non si affrontano semplicemente chiudendo le porte di casa. Bisogna al contrario cercare di gestire e dare risposte alle cause che sono alla base di questi fenomeni, ampliare la prospettiva e intensificare il dialogo con tutti i nostri partner, come fa questa nostra Assemblea. Perché i giovani se ne vanno? Fuggono per la mancanza di lavoro, soprattutto per loro, e a causa dell'assenza di una efficace iniziativa politica per uno sviluppo socialmente sostenibile. Sono queste le cause profonde delle gravissime tensioni che attraversano la regione. E allora bisogna investire di più nella formazione e nell'occupazione dei giovani, per dare loro una speranza di futuro, ma anche per prosciugare gli ambiti di reclutamento della violenza terrorista. E' dunque nell'interesse di tutti noi e dell'Europa in particolare, che si offrano alternative di vita possibili, premessa indispensabile per fermare le spinte alla destabilizzazione che, se non governate, finiranno per moltiplicare i focolai di crisi nel Sud come nel Nord del Mediterraneo. Sono da poco reduce da una visita ufficiale in Nigeria e ho potuto constatare come quel grande Paese richieda una più stretta collaborazione con l'Europa per progetti di sviluppo indispensabili a battere la minaccia terrorista di Boko Haram, fornendo un'alternativa, e a diminuire il flusso migratorio che in misura sempre più massiccia investe l'Europa e in particolare l'Italia. Un flusso in cui migliaia di donne e di ragazze ogni anno sono vittime di tratta e costrette a prostituirsi lungo le strade delle nostre città. Questa è una piaga che interessa tutti noi. Lo sviluppo non si può chiamare veramente tale se non è condiviso fra tutte le componenti della società, se rimane appannaggio di una stretta minoranza, di una piccola élite, se non si accompagna ad una crescita civile e alla garanzia delle libertà e della tutela dei diritti fondamentali di tutti i cittadini. Lo sviluppo è tutte queste cose insieme. Su temi cruciali come questi dobbiamo concentrare il nostro dialogo, politico e istituzionale. Sono soprattutto convinta che non abbia senso riproporre come in altre occasioni una contrapposizione fra "noi" e "voi", fra sponda sud e sponda nord del mare che ci unisce. Siamo tutti coinvolti. Condividiamo in gran parte gli stessi problemi e le stesse esigenze. Facciamo di questa prospettiva mediterranea un orizzonte condiviso di speranza per i nostri giovani".