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Comunicati stampa

02/06/2017
Discorso della Presidente Boldrini in occasione della terza edizione dell’incontro "Servizio civile. Giovani per un’Italia solidale"
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Buon pomeriggio a tutte e a tutti voi e benvenuti alla Camera dei deputati. Saluto il Sottosegretario Luigi Bobba, l'ingegner Fabrizio Curcio, capo del Dipertimento della Protezione Civile, il Presidente della Consulta Nazionale per il servizio civile Giovanni Bastianini, i rappresentanti degli enti e delle associazioni, le autorità e tutti voi, ragazze e ragazzi, che ancora una volta siete presenti così numerosi tra i banchi dell'Aula di Montecitorio per la festa della Repubblica. Un bel colpo d'occhio, non c'è che dire. E' il terzo anno consecutivo che ci incontriamo qui in occasione della ricorrenza del 2 Giugno. Questo appuntamento è ormai entrato a pieno titolo nel calendario delle celebrazioni ufficiali di una giornata così importante. E sono grata a tutti voi per aver accolto ancora una volta il nostro invito. A questo punto credo sia chiara a tutti la ragione che ci ha spinto in questi anni ad organizzare, nel pomeriggio del 2 Giugno, un incontro con i giovani che svolgono il servizio civile. Abbiamo voluto e vogliamo dare voce a voi, alle vostre testimonianze, affinché la rappresentazione di chi difende la Repubblica e la Patria sia davvero completa, e contenga, oltre ai militari che hanno sfilato stamattina ai Fori Imperiali, anche chi come voi è impegnato ogni giorno nell'azione civile per la difesa dei valori della nostra Costituzione. Il punto di partenza di questa nostra iniziativa sta nel come intendiamo il concetto di patria. Che non ha niente a che vedere, a mio avviso, con le ideologie nazionaliste. Perché il nazionalismo esclude, la Patria è inclusiva. Il nazionalismo è aggressivo, la Patria è solidale. Il nazionalismo costruisce muri, mette fili spinati; il patriottismo tende la mano agli altri. Questo, ragazzi, dovete ricordarlo. "La Patria" diceva Voltaire " è dove si vive felici". Un concetto tanto semplice quanto efficace. Difenderla, io credo, significa allora lavorare per il benessere delle persone, significa non lasciare indietro nessuno, significa tutelare l'ambiente e il territorio. Significa aiutare chi è in difficoltà. Ed è quanto fate voi ogni giorno. Per questo voi siete la Repubblica. E' quello che vi ha spinto ad accorrere in tanti a dare conforto e sostegno alle persone colpite dal terribile terremoto dello scorso anno nell'Italia centrale. A quelle persone, che vivono ancora in una condizione di grande disagio, inviamo da qui un messaggio di solidarietà, di vicinanza e di impegno affinché la ricostruzione proceda in modo sempre più certo e rapido, e la vita delle loro comunità possa riprendere nella normalità. Quella del Servizio Civile è una bella storia italiana. Nacque esattamente 45 anni fa quando, nel 1972, si riconobbe per legge il diritto all'obiezione di coscienza per motivi morali, religiosi e filosofici e a svolgere in modo obbligatorio il servizio civile sostitutivo di quello militare. Anche questa, come tutte le conquiste di civiltà, fu il risultato di una lunga, lunghissima battaglia, intrapresa da persone che impegnarono tutta la vita per questo obiettivo, che conobbero per questa loro scelta la diffidenza degli altri, l'ostracismo e perfino il carcere. Persone lungimiranti, la cui mente, proiettata nel futuro, immaginava una società migliore, diversa da quella in cui vivevano. Ed era certamente un uomo con questa capacità di visione, Aldo Capitini, che iniziò in pieno fascismo a professare le sue idee pacifiste e non violente. Alla mensa della Normale di Pisa faceva scandalo per la sua scelta vegetariana basata su convinzioni etiche: era vegetariano perché non voleva che fossero uccisi gli animali. Dopo la fine della dittatura, proseguì il suo impegno per l'obiezione di coscienza e organizzò, il 24 settembre del 1961 la prima marcia per la pace Perugia Assisi - la dobbiamo a lui, quella bellissima marcia - in cui per la prima volta sventolò la bandiera arcobaleno. Mori nel 1968. Appena quattro anni prima del riconoscimento per legge del diritto all'obiezione e della nascita del Servizio Civile. Non riuscì a vedere il primo risultato del suo impegno di una vita. Ma è spesso questo il destino degli anticipatori, delle persone capaci di indicare una rotta per il futuro. Nel corso degli anni il servizio civile è cresciuto, è diventato una realtà sempre più diffusa. E' stato riformato e rafforzato, grazie all'impegno del Governo e del Parlamento. E oggi è una risorsa più preziosa che mai, perché c'è un crescente bisogno di persone che si dedicano agli altri e al bene comune. Due settimane fa è stato presentato, proprio qui alla Camera, il rapporto Istat 2017 sulla situazione del Paese. Ancora una volta si rappresenta un quadro di diffuso e grave disagio sociale. Crescono le diseguaglianze e le fasce di povertà. L'ascensore sociale continua ad essere bloccato. Nel 2016 si è registrato un nuovo minimo delle nascite - non facciamo figli - e quasi il 70% dei giovani under 35 vive ancora a casa con i genitori. La tanto attesa "ripresa" stenta ad affermarsi e a raggiungere, per migliorarla, la vita delle persone. E poiché il disagio sociale produce solitudine ed esclusione, è più che mai utile chi, con la sua azione, sta vicino alle persone svantaggiate. Per questo il vostro impegno è prezioso. Ma chi ha responsabilità politiche e istituzionali non deve intenderlo, strumentalmente, come un alibi per non agire e per non risolvere alla radice i problemi che preoccupano i cittadini italiani. Prime fra tutte quella diseguaglianza che mina la tenuta delle nostre democrazie. A chi fa volontariato e cittadinanza attiva il compito di stare vicino alle vittime del disagio sociale. Alla politica invece il compito di rimuoverlo e di lavorare per una società più giusta. Gli italiani che 71 anni fa scelsero la Repubblica, non lo fecero soltanto per preferire un assetto istituzionale rispetto ad un altro, né soltanto per punire la casa reale italiana per le sue responsabilità verso il fascismo, le leggi razziali e la guerra. Lo fecero anche perché l'idea di Repubblica ha sempre portato con sé qualcosa di più: un ideale di democrazia, di fine dei privilegi, di uguaglianza e di giustizia. Oggi celebriamo questi valori, non solo un anniversario. E sono felice di farlo con voi, ragazze e ragazzi, che questi valori non Vi limitate a rivendicarli e a declamarli, ma li praticate ogni giorno seguendo il principio contenuto nella famosa esortazione del Mahatma Gandhi : "Sii tu il cambiamento che vorresti vedere nel mondo". In ogni vostra azione, nella carezza ad un anziano, nel sorriso che strappate ad un disabile, nella rimozione delle macerie del terremoto, c'è l'espressione di un futuro migliore. Voi ci date la speranza, voi siete la nostra speranza. Lasciatemelo dire. La Repubblica italiana vi è grata per tutto quello che state facendo, per tutto quello che farete: per il bene comune e per il nostro Paese. Vi ringrazio.

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