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Comunicati stampa

15/02/2000
BIOGRAFIA DI GINO SEVERINI
1589

Gino Severini, nato a Cortona nel 1883 e morto a Parigi nel 1966, è fra i protagonisti indiscussi dell'arte europea del Novecento. Da Parigi, dove si è trasferito nel 1906 dopo un lungo soggiorno nel quale ha per maestro Giacomo Balla, firma nel 1910 il Manifesto della pittura futurista (con Balla, Boccioni, Carrà e Russolo) che darà l'avvio alla più innovativa e trasgressiva avventura pittorica dell'arte italiana del XX secolo. Fino al 1915 Severini parteciperà al movimento fondato da Marinetti, cui si deve il totale sovvertimento di tutte le convenzioni espressive (teatro, pittura, scultura, poesia fino al cinema e all'arredo) elaborando in modo personalissimo alcuni temi dinamici (fra i quali quelli delle figure nel metrò e delle danzatrici); nel 1916 comunque è fra i primi a raccogliere quel "richiamo all'ordine" che in tutta Europa segna la fine degli eccessi sperimentali delle avanguardie, anche se la sua pittura fino a tutto il 1919 abbraccia piuttosto la severa regola del Cubismo geometrico. Nel 1920 una singolare commissione per un ciclo di affreschi da eseguire in Toscana lo riavvicina alle tecniche ed ai linguaggi della grande tradizione artistica italiana; l'esperienza del "lavoro artigiano" dell'affresco segnerà anche i due decenni successivi che lo vedranno impegnato ad assolvere numerose grandi commissioni pubbliche e private (cicli di affreschi religiosi in Svizzera, decorazioni murali e a mosaico in Italia e Francia), in ciò aderendo al "rilancio della pittura murale" promosso negli anni Trenta da Mario Sironi. Il riconoscimento ufficiale del "gran premio della pittura" assegnatogli dalla Quadriennale nel 1935 lo riporta stabilmente in Italia per una decina d'anni. Alla vigilia della guerra, la ripresa di una dimensione più privata della pittura si svolge sotto il segno dell'abbandono al piacere del colore reso squillante e associato a disinvolte riprese tematiche cubiste (maschere della Commedia dell'Arte, nature morte). Dagli inizi degli anni Cinquanta la riproposta in chiave astratta di temi futuristi e cubisti lo pone in sintonia con le giovani generazioni che nel dopoguerra guardano a lui come ad un grande maestro internazionale. (a cura della prof.ssa Daniela Fonti, autore del "Catalogo ragionato dell'opera pittorica di Gino Severini")

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