Quello che segue è l'intervento in Aula della Presidente della Camera dei deputati, Laura Boldrini:
"Colleghi, giovedì scorso, 5 dicembre 2013, si è spento a 95 anni Nelson Mandela. Un uomo che con la sua eccezionale testimonianza di vita e con la sua esperienza politica straordinaria ha segnato più di sessanta anni di storia. Un uomo che invertendo il corso della storia del proprio Paese ha segnato un passaggio decisivo nel cammino di liberazione dal razzismo istituzionalizzato, dalla povertà, dalla privazione, dalla sofferenza e dalle discriminazioni, contribuendo così a cambiare anche il mondo intero.
Un simbolo che ha onorato con la sua presenza la Camera dei deputati, presso la quale venne in visita nel 1990 e nel 1998.
Nato il 18 luglio 1918, gli venne dato un nome dal significato emblematico: "colui che spezza i rami". Rimasto presto orfano di padre, viene indirizzato dalla madre verso gli studi. A 21 anni entra all'Università per i neri di Fort Hare e consegue una laurea di primo livello nel 1943; intraprende poi gli studi per divenire avvocato in un corso in cui risulta essere l'unico nero iscritto. Negli anni successivi, segnati dalla edificazione dei muri dell'apartheid - attraverso l'adozione del Population Act e del Group Areas Act, che vietarono i matrimoni misti ed imposero la divisione razziale e la segregazione dei neri in zone apposite delle città sudafricane - Mandela venne eletto a capo dei giovani dell'African National Congress. Dopo il massacro di Shaperville nel 1960, nel corso del quale la polizia bianca uccide 60 neri, Mandela subisce un arresto. Datosi successivamente alla clandestinità, viene nuovamente arrestato nel 1962.
Resterà in carcere per quasi 28 anni, sino all'11 febbraio 1990; per 10 mila giorni. Nell'ultimo periodo di prigionia rifiuta più volte i compromessi che gli vengono offerti rispondendo che "solo gli uomini liberi possono negoziare".
Nel 1993 gli viene assegnato il premio Nobel per la pace, insieme a De Klerk, il Presidente del Sud Africa che liberò Mandela. Il successivo 27 aprile 1994, con 23 milioni di sudafricani che si recano ai seggi, viene eletto primo Presidente "di un Governo unitario, non razziale e non sessista".
Resterà in carica fino al 1999 imponendo una svolta epocale, una vera e propria rifondazione dello Stato sudafricano nel segno della riconciliazione e della volontà di volgere lo sguardo verso un futuro di democrazia e giustizia, sostituendo una nuova condivisione nazionale alle devastanti lacerazioni di un recentissimo passato.
Nel 2004 si ritira a vita privata.
Quella di Nelson Mandela è stata una vita di lotta politica, vissuta al servizio del proprio popolo, una vita di sacrificio e di coraggio per l'affermazione di "una società libera e democratica nella quale le persone vivano insieme in armonia e nell'uguaglianza delle opportunità", come da lui stesso sostenuto in occasione del processo a suo carico nel 1964 e ribadito al momento della sua liberazione dal carcere nel 1990.
La sua integrità e il suo impegno, volti a favorire un perdono consapevole anziché la vendetta e l'odio, rappresentano una testimonianza indelebile.
Ritengo che per tutti noi debbano essere di insegnamento le sue parole quando sottolineava l'assoluta esigenza "di confrontarsi costantemente con l'avversario, di costringerlo a trovare un terreno comune", perché - sono sempre le parole di Mandela, che richiamava in questo caso un antico detto del suo paese natale - "una persona è una persona solo attraverso l'altro".
La scomparsa di Nelson Mandela non può che unire tutti coloro che nel mondo credono nei valori della democrazia e della libertà, nella pari dignità di ogni essere umano a prescindere dal colore della pelle, dalla fede religiosa e dalla condizione sociale.
Invito quindi l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio."