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Comunicati stampa

09/10/2014
Saluto della Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini alla presentazione de “Il capitale del XXI secolo” di Thomas Piketty
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"E' per me un grande onore e un vero piacere ospitare alla Camera dei deputati la presentazione del volume del Professor Piketty, "Il Capitale del XXI secolo".

L'incontro odierno si inserisce molto bene nel quadro di una serie di iniziative che la Camera sta organizzando e che hanno come obiettivo quello di promuovere iniziative culturali di qualità e occasioni di riflessione sulle tendenze economiche e sociali prevalenti nella globalizzazione attuale. In questo contesto abbiamo recentemente ospitato la lectio magistralis di grande interesse dei premi Nobel Muhammad Yunus e Joseph Stiglitz.

L'impegnativo lavoro del Professor Piketty sta registrando un notevole interesse in molti paesi perché ha il grande merito di intercettare una diffusa domanda di conoscenza e di offrire una originale chiave di lettura per interpretare quel che sta accadendo nel mondo contemporaneo.

Questa stessa esigenza di comprendere i fenomeni e di capire in che misura le tendenze negative possano essere corrette, ha ispirato la Camera dei deputati nell'organizzazione della prima Conferenza interparlamentare plenaria nell'ambito del Semestre di Presidenza italiana dell'Unione europea.

La Conferenza si è svolta il 29 e il 30 settembre scorsi e si è rivelata una preziosa occasione per un serrato confronto sul modo con il quale superare la grave crisi economico-finanziaria che ha colpito tanto duramente l'Europa negli ultimi anni e dalla quale il nostro Continente fatica ad uscire.

La crisi ha determinato una contrazione del tasso di crescita delle economie europee e ha prodotto effetti gravissimi sul piano sociale: è cresciuto il tasso di disoccupazione; sono state drasticamente decurtate, in alcuni dei Paesi membri, le risorse pubbliche destinate a servizi essenziali, e questo è stato fatto per assicurare il rispetto dei vincoli di bilancio derivanti dal Patto di Stabilità; è aumentata l'area del disagio e della precarietà; sono cresciute vistosamente le disuguaglianze all'interno dei singoli Stati membri e tra i diversi Paesi dell'Unione europea.

La Conferenza ha registrato un vivace dibattito si questi temi. Il giudizio largamente condiviso è che, accanto a fattori "esogeni", abbia inciso negativamente la insufficienza delle politiche e delle strategie messe in campo dall'Unione Europea, che non sono riuscite a segnare un'inversione di tendenza e a far ripartire l' economia reale.

Dalla Conferenza è emersa quindi una diffusa richiesta alle Istituzioni europee di porre al centro dell'agenda comunitaria il tema della crescita, anche per evitare che la disillusione e la sfiducia di tanti cittadini, così visibili anche nelle recenti elezioni europee, travolga la stessa legittimazione del progetto di integrazione.

In questo scenario caratterizzato ancora da un diffuso pessimismo e dalla difficoltà delle istituzioni di trovare risposte adeguate, i contributi originali ed innovativi della scienza economica, come quello offerto dal Professor Piketty, risultano particolarmente preziosi.

In questo senso ci tengo a sottolineare la ferma convinzione del Professor Piketty, che personalmente condivido, sulla capacità della politica di cambiare l'andamento delle cose, di incidere sulla realtà, di modificare le dinamiche economiche e sociali per correggere disfunzioni e criticità.

La corposa documentazione e i riscontri con i quali il Professor Piketty ha sostenuto e argomentato le sue tesi, rendono chiaro che, negli ultimi decenni l'analisi economica e gli orientamenti delle istituzioni sono stati segnati dall'obiettivo di ampliare gli spazi di mercato e di ridimensionare l'incidenza della politica.

Ne è derivata una crescita impetuosa dell'economia finanziaria che ha largamente sopravanzato l'economia reale; un aumento delle rendite che ha innescato ripetute bolle speculative; la concentrazione della ricchezza e delle sperequazioni nella distribuzione del reddito. Ed è evidente che, a lungo andare, una iniqua distribuzione rallenta la crescita complessiva dell'economia!

Questo orientamento sembra caratterizzare anche le strategie delle Istituzioni europee che si sono concentrate sull'efficienza dei mercati affidando ai singoli Stati membri l'onere di porre in essere politiche per la crescita. Con il risultato che i paesi che disponevano di più ridotti margini, a causa dei più stringenti vincoli di finanza pubblica, devono oggi fronteggiare una condizione di vera e propria recessione.

Anche traendo spunto da analisi e proposte come quelle contenute nel libro che discutiamo oggi, dobbiamo allora impegnarci tutti per non eludere il tema più urgente dell'Europa contemporanea: individuare una strategia comune per una crescita solida e sostenibile, per combattere le diseguaglianze e garantire migliori condizioni di vita a tutti i cittadini.

Ancora grazie, professor Piketty per gli stimoli che il suo libro ci offre e grazie a tutti voi per essere qui".

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