Roma, Camera dei deputati, 24 ottobre 2014
"Sono particolarmente lieta di aprire qui alla Camera dei deputati i lavori della riunione della Commissione per la promozione della qualità della vita, gli scambi umani e la cultura dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo.
Ringrazio il sottosegretario di Stato agli affari esteri, Benedetto Della Vedova, per la sua presenza a nome del Governo, il Vice Presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, la cui delega - in seno all'Ufficio di presidenza del PE - riguarda proprio l'Euromediterraneo, il delegato del Segretario Generale dell'Unione per il Mediterraneo, George Saliba, e rivolgo un cordiale augurio di buon lavoro al collega Khalid Chaouki, che da quasi due anni ha assunto la presidenza della Commissione, svolgendo il proprio ruolo con passione e dedizione.
Ritengo che la partecipazione all'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo sia tra le più qualificanti attività che la Camera dei deputati svolge in ambito internazionale. Gli obiettivi alla base del partenariato euromediterraneo, prima, e dell'Unione per il Mediterraneo, poi, rimangono infatti oggi assolutamente attuali: fare del bacino del Mediterraneo un'area di pace, sicurezza e prosperità.
I temi della riunione di oggi ci pongono di fronte ad una esigenza ineludibile: affrontare in modo integrato la questione della mobilità delle persone in un'area che da sempre è stata teatro di scambio fra le civiltà.
Si attraversa questo mare per fare affari, per cercare nuove opportunità di lavoro, per studiare o - come purtroppo oggi accade in forme drammatiche - per sfuggire a guerre e persecuzioni. Non si può pretendere di tagliare questa realtà in due: da un lato, cogliere le straordinarie opportunità di sviluppo e arricchimento reciproco offerte da questo intreccio di relazioni, e, dall'altro, semplicemente rifiutarsi di assumere le nostre responsabilità di fronte alla situazioni di crisi o di vera e propria emergenza umanitaria. I destini di milioni di persone si giocano su questo specchio d'acqua condiviso: mi sembra allora essenziale che le assemblee parlamentari dei paesi mediterranei dialoghino fra loro per trovare soluzioni comuni in grado di assicurare a tutti un quadro di stabilità, di pace e di sviluppo.
Con questo spirito, lo scorso 3 ottobre mi sono recata a Lampedusa insieme ad una delegazione del Bureau dell'Assemblea parlamentare dell'Unione per il Mediterraneo, composta dalla Presidente di turno dell'AP-UpM e Presidente dell'Assemblea della Repubblica portoghese, Maria da Assunção Andrade Esteves, dal Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, dal Presidente della Commissione Politica, Renato Soru, dal collega Chaouki unitamente alla Ministra degli Esteri Federica Mogherini e al presidente della Commissione Diritti Umani del Senato Luigi Manconi. La commemorazione della strage di migranti avvenuta in quel mare un anno prima non è stata solo un momento, pur toccante, di ricordo delle tante vittime innocenti del naufragio. E' stata anche l'occasione per riaffermare con forza l'impegno di tutti i paesi dell'Unione per il Mediterraneo a considerare l'accoglienza di chi sfugge da conflitti o persecuzioni non come una questione che interessa solo gli Stati di partenza o di approdo dei migranti, ma un ambito ben più vasto, ad iniziare dall'Unione europea.
Molto rimane dunque da fare per realizzare su questo piano gli ambiziosi obiettivi dell'Unione per il Mediterraneo. Per fortuna, vi sono settori che hanno messo a segno progressi molto più consistenti. E' il caso del versante culturale del partenariato, cui sono dedicate la seconda e la terza sessione di questa riunione. Particolare attenzione merita, a questo riguardo, il nuovo programma Erasmus+, che unificando in un unico strumento i precedenti programmi per la mobilità nell'istruzione dispone un consistente aumento delle risorse stanziate ed offre così nuove prospettive di sviluppo per l'intera area euromediterranea. Una vera e solida crescita potrà infatti essere realizzata solo investendo nei settori dell'istruzione e della formazione, in una chiave globale ed inclusiva.
Da non dimenticare, inoltre, il ruolo svolto da enti locali, università, organizzazioni non governative, organismi economici e sociali, reti imprenditoriali e sindacali che - negli ultimi quindici anni - hanno contribuito a tessere una fitta rete di relazioni tra le due sponde mediterranee, che ha oltrepassato la sfera dei rapporti intergovernativi. Emblematico, al riguardo, il lavoro che compie la Fondazione Anna Lindh per il dialogo interculturale, il cui rapporto annuale viene presentato nella riunione odierna. Si è così consolidato un preziosissimo network di persone - soprattutto giovani - che saranno i decisori di domani. E sono certa che questa nuova generazione "euromediterranea" avrà la capacità di guardare con maggiore coraggio e da una prospettiva più ampia ai tanti problemi che oggi ci paiono quasi irrisolvibili.
Per questa ragione, sono convinta che gli scambi di vedute previsti oggi sui temi dell'immigrazione e integrazione e della libera circolazione di studenti e ricercatori rappresentino questioni centrali nel percorso comune che siamo determinati a compiere: il dibattito che i colleghi parlamentari svilupperanno, sulla base delle relazioni degli esperti che sono stati invitati, potrà incidere sui meccanismi più profondi della costruzione di una identità mediterranea plurale ed inclusiva".