Nella giornata di ieri è giunta la notizia della morte di Giovanni Lo Porto, il cooperante italiano di cui non si avevano più notizie dalla data del suo rapimento avvenuta nel gennaio 2012 nella regione del Punjab tra Pakistan e Afghanistan, e rimasto ucciso per errore durante un'operazione antiterrorismo condotta dalle forze armate statunitensi.
Esperto, appassionato e coraggioso, Giovanni Lo Porto aveva lasciato il Sud Italia per lavorare nelle crisi umanitarie.
Impegnato nella costruzione di alloggi di emergenza era un esempio di quella realtà della cooperazione che l'Italia esporta all'estero e che costituisce, per questo, motivo di orgoglio per l'intero paese.
Un'Italia solidale e impegnata a costruire silenziosamente la pace.
Si tratta infatti di operatori - come lo era Giovanni - che senza particolari reti di protezione mettono a rischio la loro vita nelle zone più difficili del mondo per portare aiuto alle popolazioni martoriate da calamità e conflitti. Alla famiglia di Giovanni Lo Porto, agli amici e ai colleghi, che hanno vissuto anni di angoscia senza poi veder realizzata la speranza di un suo ritorno a casa, rinnoviamo i sentimenti della più profonda vicinanza dell'intera Camera dei Deputati.
Lo ha affermato la Presidente della Camera Laura Boldrini invitando l'Assemblea ad osservare un minuto di silenzio.