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Comunicati stampa

08/06/2015
Cerimonia di premiazione della seconda edizione del Premio Strega Giovani
Saluto della Presidente Laura Boldrini
Lunedì 8 giugno ore 17.30
Sala della Regina – Palazzo Montecitorio
2148

Buon pomeriggio a tutte e a tutti. Saluto l'on. Edoardo Nesi, animatore del Premio Strega Giovani qui alla Camera e a sua volta vincitore del Premio Strega nel 2011. Saluto il professor Tullio De Mauro, presidente della Fondazione Bellonci; Antonella Sabrina Florio, componente del Consiglio direttivo di Unindustria, e Antonio Rosignoli, Direttore generale della Banca Popolare dell'Emilia Romagna. Così come saluto e ringrazio per aver accettato di essere qui con noi oggi la giovane pianista Luciana Canonico, che ho già visto esibirsi proprio qui alla Camera l'anno scorso.

L'anno scorso ci eravamo lasciati con l'auspicio che quella prima edizione non fosse un'una tantum, e dunque eccoci qui di nuovo. Mi fa particolarmente piacere ospitare di nuovo a Montecitorio il Premio Strega Giovani.

Un premio che si è rivelato molto fortunato: il vincitore dello scorso anno, Giuseppe Catozzella, ha avuto un grande successo editoriale e di questo sono molto fiera. Anche perché, come sapranno i tanti di voi che hanno letto "Non dirmi che hai paura", quel libro tratta un tema spinoso: la migrazione, attraverso l'Africa e il deserto prima e attraverso il Mediterraneo dopo, per raggiungere l'Europa. In particolare Catozzella racconta la storia di coraggio di una giovane atleta somala che, come tanti coetanei, aveva deciso di lasciare il suo Paese, a rischio della vita, pur di vivere in pace e sicurezza. Lei voleva andare alle Olimpiadi di Londra. Samìa non riuscì però a raggiungere il nostro continente: perse la vita in quello specchio di acque che separa le nostre coste dalle coste libiche. Una sorte comune a molti, troppi. Una storia toccante, che è stata apprezzata dai giurati e anche dal pubblico. E questo mi fa ben sperare sulla capacità, in particolare dei giovani, di cogliere questo fenomeno, ed anche di entrare in empatia con le persone che hanno dei sogni e che, per metterli in atto, sono anche disposte a rischiare la propria vita.

Anche quest'anno la giuria è composta da studenti: circa 500, provenienti da oltre 40 scuole superiori sia italiane che anche estere. I giurati italiani, infatti, quest'anno sono stati affiancati da colleghi di Berlino, Bucarest e Parigi. E' bello vedere quest'apertura, a conferma che la lettura non conosce confini e che - come ha detto il presidente Mattarella in occasione della Giornata Mondiale del Libro - "la lettura è una chiave per diventare cittadini del mondo." Lo credo fortemente anch'io: la lettura ci aiuta ad interpretare il mondo in cui viviamo, a vedere le diverse prospettive, perché quello che ci aspetta è sempre di più essere cittadini del mondo.

Purtroppo i dati che ci fornisce l'Istat sulla propensione alla lettura nel nostro Paese sono tutt'altro che incoraggianti. Ancora una volta nel 2014 i lettori dei libri sono diminuiti rispetto all'anno precedente: la quota di lettori è passata dal 43 al 41%, confermando un trend negativo che va avanti dal 2010. Ma da cosa dipende tutto ciò? E' una domanda che dobbiamo farci tutti, compresi noi che abbiamo responsabilità istituzionali. Gli editori sono convinti che la causa principale sia la mancanza di un'efficace educazione alla lettura. E sembrano aver ragione: se è vero che, dicono sempre le statistiche, leggono libri il 70% dei ragazzi con entrambi i genitori lettori. Laddove non si ha un esempio di lettura, si fa fatica ad appassionarsi, a capire perché ci sia bisogno di orientarsi attraverso un libro. In fondo abbiamo tante informazioni, tanti input, tanti modi di conoscere: che bisogno c'è di saperne di più attraverso un libro? E invece il libro ci apre un mondo interiore che altri strumenti a volte non ci aprono, un mondo di emozioni, di sentimenti che neanche noi abbiamo mai esplorato. Il libro ci aiuta a scandagliare il nostro animo, a farci domande che non abbiamo mai avuto il coraggio di porci.

Il Premio Strega è importante per questo, perché promuove la lettura per un pubblico giovane. I giurati hanno letto i libri in formato elettronico, l'ebook. E' un modo comodo di leggere, e comunque è leggere un libro. Io personalmente preferisco - ma perché ho una certa età, c'è uno scarto generazionale - il libro di carta. Della carta mi piace la consistenza, l'odore. Io un libro lo odoro, oltre che scorrerlo quando vado in libreria. Comunque sia, un libro è sempre un libro, in qualsiasi formato.

Mi fa piacere concludere con una frase che non è mia, ma di uno scrittore-giornalista, Ennio Flaiano: "un libro sogna. Il libro è l'unico oggetto inanimato che possa avere sogni". E credo che di sogni noi oggi abbiamo veramente bisogno.

Vi ringrazio.

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