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Comunicati stampa

30/09/2015
Funerali solenni in onore del Presidente Pietro Ingrao - Intervento della Presidente della Camera Laura Boldrini
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Saluto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e tutte le autorità presenti.

Un caloroso abbraccio alla famiglia di Pietro Ingrao, e in particolare alla sorella Giulia ai figli Celeste, Bruna, Chiara, Renata, Guido e ai suoi carissimi nipoti e pronipoti.

Cento anni. Una vita intera spesa per la libertà e la democrazia nel nostro paese.

Con Pietro Ingrao scompare una grande personalità della politica italiana. Un uomo colto, onesto e animato da una forte passione ideale.

Una persona circondata da grande affetto, come hanno dimostrato i tanti cittadini e lavoratori che gli hanno reso omaggio in questi giorni.

Pochi mesi fa, con una bella cerimonia, abbiamo festeggiato qui alla Camera il suo centesimo compleanno ed è stata l'occasione per riflettere sui tanti aspetti della sua figura intellettuale e politica.

Non fosse altro che per questo suo lungo percorso di vita, considero corretto dire, come è stato evidenziato anche in questi giorni , che la figura di Ingrao è profondamente legata alla storia del Novecento.

Ma non sarebbe giusto invece confinare nel passato l'intero suo pensiero e le sue riflessioni.

Non solo perché nei suoi scritti e nei suoi discorsi ci sono spunti e intuizioni che parlano anche al mondo di oggi. Penso alle cose da lui dette sulla guerra, sulla portata dei fenomeni migratori o sui danni causati all'ambiente.

Ma anche perché l'atteggiamento culturale di Pietro Ingrao era fortemente animato da una permanente curiosità e da un profondo interesse per tutto quello che di nuovo scaturiva dalla società e nei fenomeni globali.

Per confrontarsi sui cambiamenti si rivolgeva non soltanto ai suoi compagni di partito, agli esponenti politici o agli uomini di cultura che tanto frequentava, ma anche ai suoi nipoti e ai pronipoti ai quali rivolgeva domande, chiedeva opinioni e punti di vista, in un rapporto paritario. Come chi vuole apprendere cose nuove, prima ancora di insegnare quelle antiche.

E capitava che di fronte a fatti inaspettati e a scenari inediti Ingrao manifestasse apertamente la sua inquietudine e confessasse una esitazione e un dubbio. Per lui il dubbio non era una rinuncia, non significava scansare una responsabilità.

Al contrario, il dubbio era il segno di una profonda onestà intellettuale e di un sincero rispetto nei confronti delle persone a cui si rivolgeva alle quali non riteneva giusto elargire facili ed effimere certezze. Il dubbio era l'invito a ragionare insieme per cercare nell'esercizio collettivo le risposte più adeguate che, allora come oggi, non sono mai le più semplici.

Risuonava in questo la lezione di Bertolt Brecht quando scriveva: "Sono coloro che non riflettono, a non dubitare mai".

Ci sono alcuni temi, cari a Pietro Ingrao, che considero ancora oggi di straordinaria attualità.

Il primo è quello che riguarda la democrazia e l'esigenza di renderla sempre più viva e più forte. Su questo tema Ingrao ha sviluppato un percorso di riflessione e di azione politica su due versanti : la centralità del Parlamento e la necessità di una sempre maggiore presenza dei lavoratori e di tutti i cittadini alla gestione della cosa pubblica. Le due questioni naturalmente si tengono insieme.

E anche oggi ne abbiamo bisogno : il Parlamento deve essere sempre più il cuore della vita democratica del paese e i cittadini devono essere chiamati non soltanto a votare ogni cinque anni ma ad intervenire, a farsi carico e a far sentire ogni giorno la

loro voce. Lo scrisse proprio Ingrao discutendo con Norberto Bobbio :"Il voto, da solo, non basta". Sono pienamente d'accordo con questa affermazione, perché serve al Paese che i cittadini partecipino in modo attivo e si sentano coinvolti nelle decisioni da prendere.

L'altro tema che ha sempre caratterizzato l'impegno di Pietro Ingrao e che considero attuale come non mai è quello della lotta contro le diseguaglianze.

Purtroppo, negli ultimi decenni, nel nostro paese, le diseguaglianze sociali e territoriali sono aumentate e questo rappresenta non soltanto una evidente ingiustizia ma un freno alla stessa possibilità che si esca finalmente dalla crisi economica che ha ci ha colpito così duramente.

La bussola che ci indica la strada da seguire è sempre quella dell'articolo 3 della Costituzione che impegna la Repubblica a rimuovere tutti quegli ostacoli che impediscono la piena realizzazione della persona.

Lo slancio ideale di Pietro Ingrao sempre presente nella sua azione pubblica, unito alla sobrietà e al rigore nel suo stile di vita hanno insegnato a diverse generazioni che la politica può essere una cosa bella, coinvolgente, fatta per il bene comune e non per tornaconto personale. E anche questa è una eredità che dobbiamo conservare e far vivere perché gli italiani chiedono una politica sempre più pulita, competente e al servizio del paese.

Pietro Ingrao è stato un dirigente di primo piano del Partito Comunista Italiano e un punto di riferimento autorevole del mondo del lavoro e della sinistra.

Ma la sua esperienza di vita è un patrimonio dell'Italia intera e di tutti gli italiani, perché si è sempre battuto, fin da quando scelse l'impegno antifascista, per la libertà e la democrazia del nostro paese. Ed è stato uno straordinario Presidente della Camera dei deputati.

Lui, uomo orgogliosamente di parte, seppe interpretare quel ruolo con grande indipendenza e imparzialità, con un impegno intelligente per difendere e rinnovare l'istituzione parlamentare.

Anche per questo siamo grati a Pietro Ingrao e gli rivolgo un estremo, commosso saluto anche a nome dell'intera Camera dei deputati.

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