La Giornata mondiale dell'alimentazione quest'anno cade in un momento particolarmente importante: coincide con il settantesimo anniversario della Fao e delle Nazioni Unite e con l'Expo ospitata dall'Italia, il cui tema è "nutrire il pianeta". Una sfida fondamentale per raggiungere due grandi obiettivi dell'Onu: "fame zero" e un modello di sviluppo sostenibile. Siamo inoltre alla vigilia della Cop21, la conferenza sul clima che si terrà a dicembre a Parigi, per il successo della quale anche la produzione e il consumo di cibo saranno questioni decisive. In tema di alimentazione i dati più allarmanti riguardano ancora il continente africano che, in controtendenza rispetto al resto del mondo, continua a vedere aumentare il numero di persone malnutrite. Dunque, anche in questo ambito crescono in maniera inaccettabile le diseguaglianze. Nei dieci anni in cui ho lavorato presso gli organismi delle Nazioni Unite che si occupano di nutrizione, la Fao e il World Food Program, ho potuto constatare che le donne svolgono un ruolo cruciale nella produzione agricola e nel contenimento del livello di malnutrizione. Così come nel benessere legato ad un'adeguata alimentazione dei componenti della famiglia. Dunque, le politiche alimentari non possono prescindere dal sostenere l'empowerment femminile. Ma, come ha giustamente ricordato anche il Presidente Mattarella, se vogliamo che la prossima sia la prima "generazione fame zero" dobbiamo lavorare di più alla costruzione della pace.