Camera dei deputati

Vai al contenuto

Sezione di navigazione

Menu di ausilio alla navigazione

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Comunicati stampa

21/03/2016
Intervento Presidente Boldrini in occasione della Presentazione del Rapporto 2016 di Italiadecide “Italia Digitale: 8 Tesi per l’innovazione e la crescita intelligente"
2942

Consentitemi innanzitutto di ringraziare per la sua presenza il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Saluto le Ministre Beatrice Lorenzin e Marianna Madia, il Presidente dell'Associazione Italiadecide Luciano Violante e gli altri relatori che prenderanno la parola. Saluto i parlamentari, le autorità e tutti i presenti.

Ma prima di iniziare voglio invitarvi a qualche momento di raccoglimento per le giovani vittime del terribile incidente avvenuto ieri in Spagna. Tra di loro ci sono anche alcune ragazze italiane. Il nostro pensiero non può che andare alle loro famiglie.

La presentazione del Rapporto annuale di Italiadecide è sempre una occasione importante di riflessione e di confronto attorno a temi cruciali per la vita del Paese. Nelle ultime due presentazioni sono stati affrontati i temi del turismo e della semplificazione amministrativa. Oggi discutiamo un argomento realmente strategico: quello dell'attuazione dell'Agenda digitale italiana.

Il Rapporto indica questa scelta come una grande priorità per il nostro Paese, indicazione, a mio avviso, sicuramente condivisibile. Spiego perché. Abbiamo sentito spesso in passato e continuiamo a sentirlo anche oggi che la scelta da fare per rendere competitiva l'Italia sui mercati internazionali sia quella di abbassare il costo del lavoro, per gareggiare con Paesi che su quel terreno hanno un chiaro vantaggio nei nostri confronti.

Oggi mi pare ci sia maggiore consapevolezza del fatto che la strada da imboccare è invece diversa. Non solo perché la gara al ribasso sul costo del lavoro finisce per comprimere diritti fondamentali di chi lavora, ma anche perché i nuovi giganti dell'economia mondiale, che all'inizio della loro ascesa avevano certamente tratto vantaggio da livelli retributivi molto più bassi dei nostri, oggi lanciano la loro sfida globale sul terreno dell'innovazione e della ricerca. La Cina, per fare solo un esempio, è sede di Università e centri di ricerca che per le loro qualità non hanno nulla da invidiare ai più prestigiosi atenei occidentali. E investe nella ricerca molto più di noi. E' evidente allora che per non essere tagliati fuori dalla competizione economica globale abbiamo bisogno di un salto nell'innovazione tecnologica. E la trasformazione digitale rappresenta la locomotiva di questo processo innovativo.

L'altro contenuto del Rapporto che trovo convincente è l'invito a ragionare e operare come "sistema Paese". Non avrebbe alcun effetto positivo, si dice giustamente, una trasformazione digitale che dovesse interessare soltanto alcuni settori della società. Tutti i comparti devono essere coinvolti e fare sistema: la pubblica amministrazione, il sistema scolastico, il mondo della produzione, la società civile. Da questo punto di vista le innovazioni tecnologiche possono contribuire a ridurre le diseguaglianze e la distanza tra diverse aree del Paese: la banda ultralarga e ultraveloce può spingere in avanti quelle zone, come il Mezzogiorno, e quei comparti, come la Pubblica Amministrazione, in cui il ritardo si fa sentire di più.

Ma perché tutto questo sia possibile occorre mobilitare risorse pubbliche e private, sapendo che non si tratta tanto di spendere quanto di investire, perché la digitalizzazione, se fatta bene e in modo compiuto, produce semplificazione e anche risparmi.

Il cuore del Rapporto che viene presentato sono le 8 tesi per l'innovazione e la crescita intelligente. I relatori che interverranno dopo questo mio saluto, le illustreranno e le motiveranno. Io vorrei dire qualcosa su alcune di queste proposte che sono di mia competenza come Presidente della Camera. Nel Rapporto si fa ad esempio un ragionamento sulla "sovranità digitale".

In questo ambito vengono formulate due proposte precise, quella di istituire un Ministero dedicato all'innovazione e alla promozione della società digitale e quella di istituire una Commissione parlamentare con competenza sullo sviluppo della società digitale e verifica dell'attuazione delle norme varate. Discuteremo se debba trattarsi, secondo la vostra opinione, di una Commissione permanente o di una bicamerale. Il Bundestag, ad esempio, ha istituito una Commissione permanente sull'Agenda digitale. E' peraltro il momento opportuno per discuterne perché siamo in una fase di riconsiderazione degli assetti parlamentari e del funzionamento delle Camere, sulla base della riforma costituzionale in via di definizione e della riforma del regolamento della Camera sulla quale stiamo lavorando. Mi sembra in ogni caso un'idea positiva perché tende a superare la situazione attuale che vede una dispersione su più Commissioni permanenti delle competenze in questa materia.

Il Rapporto propone inoltre di sviluppare una "iniziativa dell'Italia nelle istituzioni europee per l'adozione di una carta europea dei diritti fondamentali di Internet".

Mi fa piacere al riguardo sottolineare quello che abbiamo fatto qui alla Camera in questa direzione. Nel luglio del 2014 ho voluto istituire una Commissione di studio - la prima mai istituita in sede parlamentare su questi temi - composta da deputati ed esperti per l'elaborazione di principi sui diritti e doveri nella rete, che ha lavorato a delineare un corretto bilanciamento dei diversi interessi in gioco.

La bozza è stata sottoposta a una consultazione pubblica online (da ottobre 2014 a marzo 2015) - per la prima volta un documento parlamentare è stato sottoposto a consultazione pubblica - per assicurare la partecipazione più larga possibile dei cittadini. Alla fine della consultazione e dopo un ciclo di audizioni di associazioni, esperti e soggetti istituzionali, la Commissione ha approvato la Carta dei diritti in Internet.

Ma ci siamo posti ovviamente l'obiettivo che l'elaborazione incidesse anche sull'azione dell'esecutivo soprattutto nelle relazioni con i governi di altri Paesi. E' nato con questo scopo l'atto di indirizzo - la mozione - approvato all'unanimità a novembre dalla Camera: presentato da gruppi di maggioranza ed opposizione, impegna il Governo italiano a sostenere in tutte le sedi i principi enunciati nella Carta. Il lavoro della Commissione è quindi divenuto posizione unitaria del Paese, un contributo concreto dell'Italia per la diffusione anche in sede internazionale di una vera e propria Carta dei diritti delle persone nell'età digitale.

Vorrei dire infine qualcosa a proposito del premio "Amministrazione, Cittadini, Imprese" che italiadecide ha istituito d'intesa e con il patrocinio del Ministero per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione. E' un premio volto a far conoscere e a valorizzare gli esempi di buone prestazioni da parte delle amministrazioni pubbliche in termini di qualità dei servizi erogati ai cittadini e alle imprese. Penso si tratti di una iniziativa importante perché l'Italia va raccontata per intero, con i suoi problemi ma anche con le sue potenzialità.

Intendiamoci, non penso affatto che vada messa la sordina alla denuncia delle cose che non vanno. Io stessa non risparmio critiche, sulla crescita delle diseguaglianze sociali, sulle discriminazioni di genere o sulla disoccupazione giovanile. Ma oltre alle denunce serve anche il racconto delle buone pratiche, delle cose positive che l'Italia è in grado di realizzare.

Lo stesso discorso potremmo farlo sull'Europa, che sta attraversando il momento forse più critico del suo cammino di integrazione. Certo, l'Europa merita critiche per l'assetto intergovernativo paralizzante, i danni sociali causati dalle politiche di austerità, l'incapacità dell'Unione a trovare soluzione condivise sui richiedenti asilo. Ma se vogliamo frenare la preoccupante tendenza alla disgregazione e alla sfiducia nei confronti dell'idea stessa di Unione Europea, dobbiamo anche raccontare i vantaggi che i cittadini del nostro continente hanno avuto e hanno dal processo di integrazione: il periodo di pace più lungo della storia europea, la libertà di circolazione nell'area Schengen, il progetto Erasmus, i fondi strutturali, la vigilanza sulle politiche di rispetto dell'ambiente e sulle garanzie dei cittadini in materia di giustizia, solo per fare alcuni esempi. Questo non è poco, e se abbiamo il dovere di migliorare la nostra Europa, abbiamo anche il dovere di ricordare quanto ci ha dato. Tornando al tema al centro del Rapporto 2016, penso che ciascuno di noi può constatare come la rivoluzione digitale stia cambiando giorno dopo giorno il mondo produttivo, la vita sociale, le abitudini consolidate nell'esistenza di tutti i cittadini. E tutto questo sta avvenendo con una rapidità impressionante. Non è passato molto tempo da quando vivevamo senza telefoni cellulari o da quando per trovare un dato o una notizia da approfondire sfogliavamo voluminose enciclopedie.

Stiamo attraversando uno dei periodi di più intenso cambiamento della storia dell'umanità. Ma il primo problema che abbiamo è quello di fare in modo che tutti possano usufruire di queste straordinarie opportunità, perché il digital divide nel mondo è ancora troppo ampio, è il nuovo volto della diseguaglianza. Alla diseguaglianza storica tra chi ha e chi non ha si aggiunge quella più moderna tra chi accede e chi non accede ad internet. Questo problema esiste anche nel nostro Paese e va affrontato.

L'impegno al quale dunque il Rapporto di Italiadecide chiama le classi dirigenti italiane è duplice: fare in modo che l'Italia sia tra i Paesi di punta della trasformazione digitale e che tutti gli italiani e le italiane vivano da protagonisti questa nuova era.

Cerca comunicati stampa
VEDI ANCHE