Tornare alla democrazia dopo la devastazione della seconda guerra mondiale fu per l'Italia un percorso faticoso, un complesso ma straordinario cammino di ricostruzione e rinascita.
Quel passaggio epocale, scandito dal referendum istituzionale del 2 giugno del 1946, viene ripercorso con documenti e articoli d'archivio restituiti grazie a un allestimento grafico e multimediale nella mostra 'Comunicare la Democrazia' che resterà aperta al pubblico fino al 17 novembre e potrà essere visitata tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 18 (ultimo ingresso alle 17,30).
L'esposizione è frutto di un attento e accurato lavoro di analisi e selezione dei materiali con l'obiettivo di ricreare il clima dell'epoca che ha condotto alla nascita della Repubblica, mettendo in evidenza proprio il ruolo attivo e decisivo di una stampa finalmente libera di esprimere le diverse posizioni ideali e politiche, in grado di formare un'opinione pubblica consapevole e pronta ad affrontare la prova del voto. Giochi di luce, pannelli retroilluminati, voci narranti che leggono le cronache e le riflessioni dei giornalisti di quegli anni e una grande installazione che riproduce i meccanismi di una rotativa accompagneranno i visitatori lungo un viaggio immersivo nella storia.
L'iniziativa s'inserisce nell'ambito delle ricorrenze dei Settantesimi, partito due anni fa con le celebrazioni dei 70 anni della Resistenza e della Guerra di Liberazione, proseguito lo scorso anno con i 70 della Repubblica, fino al 70° compleanno della Costituzione italiana nel 2018.
La mostra è stata organizzata dalla Struttura di missione per gli anniversari di interesse nazionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e curata da Angelo Varni, con la collaborazione di Marco Zanichelli e Roberto Balzani, su progetto di allestimento dello Studio di Architettura Tommaso Pallaria con la consulenza di Orazio Carpenzano.
L'inaugurazione si è tenuta giovedì 19 ottobre ella Sala della Regina, alla presenza del ministro Luca Lotti, che ha la delega agli anniversari nazionali, e del sen. Franco Marini presidente del Comitato Storico Scientifico.