Sulla pubblicità dei lavori:
Sani Luca , Presidente ... 2
Audizione del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle linee programmatiche del suo Dicastero
(ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Sani Luca , Presidente ... 2
Martina Maurizio , Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali ... 2
Sani Luca , Presidente ... 12
Bordo Franco (SEL) ... 13
Catanoso Genoese Francesco detto Basilio Catanoso (FI-PdL) ... 13
Gallinella Filippo (M5S) ... 15
Sani Luca , Presidente ... 15
Gallinella Filippo (M5S) ... 15
Sani Luca , Presidente ... 15
Gallinella Filippo (M5S) ... 15
Taricco Mino (PD) ... 16
Russo Paolo (FI-PdL) ... 17
Terrosi Alessandra (PD) ... 18
Zaccagnini Adriano (Misto) ... 19
Sani Luca , Presidente ... 21
Fiorio Massimo (PD) ... 21
Valiante Simone (PD) ... 21
Sani Luca , Presidente ... 22
Cenni Susanna (PD) ... 22
Tentori Veronica (PD) ... 24
Oliverio Nicodemo Nazzareno (PD) ... 24
Venittelli Laura (PD) ... 26
Sani Luca , Presidente ... 27
Carra Marco (PD) ... 27
Sani Luca , Presidente ... 27
Carra Marco (PD) ... 27
Sani Luca , Presidente ... 27
ALLEGATO: Documentazione consegnata dal Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Maurizio Martina ... 28
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: FI-PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Nuovo Centro-destra: NCD;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia (PI);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LUCA SANI
La seduta comincia alle 13.40.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle linee programmatiche del suo Dicastero.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati, l'audizione del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, sulle linee programmatiche del suo Dicastero.
Vorrei innanzitutto rivolgere al Ministro i più vivi auguri per il lavoro impegnativo che ha appena cominciato ad avviare, in vista del quale vorrei assicurare la più fattiva collaborazione della Commissione, pur nella diversità delle funzioni del Parlamento e del Governo.
L'audizione di oggi, che si innesta in una radicata consuetudine all'inizio di ogni mandato ministeriale, rappresenta una prima occasione di confronto sui temi di interesse del comparto agroalimentare in un momento cruciale della vita economica del Paese, nel quale tale comparto richiede iniziative e soluzioni adeguate alle esigenze e al potenziale che esso rappresenta per la crescita e lo sviluppo.
Fra l'altro, il dato che, in questa fase della vita politica del Paese, sull'agricoltura si concentri tutta una serie di attenzioni e anche di impegni che il Paese deve assumere rende questo avvio di mandato del Ministro particolarmente intenso. Su questo voglio assicurare al Ministro la piena collaborazione della Commissione, in particolare su alcuni temi che la Commissione sta già affrontando, a cominciare da un confronto sulla nuova programmazione comunitaria.
Nelle settimane scorse abbiamo approvato una risoluzione sul secondo pilastro della PAC, e, come lei sa, solleciteremo la discussione in Assemblea delle mozioni relative alla PAC nel suo complesso e stiamo svolgendo alcune indagini conoscitive su temi di importante attualità quali l'Expo 2015, sapendo che tutto ciò, se ben collegato, può rappresentare un'importante opportunità per il Paese.
La fase che si apre e che ha visto il varo del lavoro di questo Governo si impronta sulle riforme e sul tema delle semplificazioni, argomento molto caro al settore dell'agricoltura che noi vogliamo rappresentare. I provvedimenti che assumeranno impegni in questa direzione saranno quindi per questa Commissione un luogo di confronto e di impegno prioritario.
Do quindi la parola al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina.
MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, presidente. Gentili onorevoli, intanto voglio ringraziarvi per questa possibilità, Pag. 3per questo incontro, nel corso del quale illustrerò le linee programmatiche, le principali azioni che intendo promuovere e realizzare nel corso del mandato ministeriale.
Dico subito che non sarò brevissimo, perché credo che sia doveroso dare conto di un approccio che prova ad entrare nel merito almeno di alcuni punti fondamentali della nostra azione di Governo, per cui mi scuserete per la lunghezza, proverò comunque ad essere il più rapido possibile.
Credo che qui non debba essere ribadito un tema di cui tutti siamo consapevoli, e cioè che abbiamo di fronte un settore, il settore agroalimentare e agricolo, vera risorsa per questo Paese in termini economici. Abbiamo visto e vediamo tutti i dati interessanti di sviluppo del settore, nonostante un contesto molto complicato, dal punto di vista degli scambi con l'estero, i risultati in termini di export che abbiamo raggiunto nel 2013 sono molto importanti e ricordiamo tutti il superamento della soglia di 33 miliardi di euro di export, dato molto significativo, una crescita quasi vicina al 5 per cento, a fronte di una stabilità dell’export nel suo complesso.
Questo per dire della forza che il settore agricolo e agroalimentare può esprimere, senza dimenticare ovviamente il passaggio difficile in cui operiamo e gli anni difficili da cui arriviamo, dal punto di vista dell'impatto che la crisi ha avuto sul settore.
La nuova azione di Governo non può prescindere da interventi che valorizzino e massimizzino il contributo potenziale del settore al riscatto del Paese, all'uscita del Paese dalla crisi. In questo senso, credo che l'azione del Ministero debba essere orientata a perseguire principalmente alcuni obiettivi strategici.
Il primo obiettivo è accelerare l'attuazione a livello nazionale della riforma della Politica agricola comune 2014-2020; il secondo grande obiettivo è promuovere la crescita del made in Italy nel mondo, favorendo la propensione all’export, all'internazionalizzazione delle imprese, e tutelare i prodotti di qualità nei mercati esteri rafforzando il sistema dei controlli.
Il terzo grande asse di lavoro è aumentare il grado di competitività del settore, favorendo la crescita dimensionale delle imprese, la loro aggregazione, tema molto caro, la semplificazione amministrativa, e l'incremento dell'occupazione, in particolare dell'occupazione giovanile. Il quarto obiettivo è rafforzare il ruolo dell'Italia in sede europea e internazionale. Il quinto grande asse di lavoro è assicurare trasparenza ed efficienza nell'azione amministrativa a tutti i livelli, a partire ovviamente dal Ministero.
Sullo sfondo di questi obiettivi vorrei ricordare anche in questa occasione due appuntamenti cruciali: il semestre di presidenza europeo e l'Esposizione universale di Milano 2015 con quel suo grande tema.
Sul primo punto, l'attuazione della Politica agricola comune, non c’è dubbio che rappresenti per noi un'opportunità unica per disegnare il modello futuro dell'agricoltura italiana. Vorrei solo ricordare che dal 2014 al 2020 noi avremo la possibilità di disporre di un ingente quadro di risorse: circa 52 miliardi di euro, 27 miliardi per i pagamenti diretti, 20,9 miliardi per lo sviluppo rurale, 4,2 miliardi per le organizzazioni comuni di mercato.
Come è noto, sullo sviluppo rurale l'accordo per il riparto è stato raggiunto dalla Conferenza Stato-regioni il 16 gennaio scorso. Questo ha permesso alle regioni di sbloccare la fase di avvio della nuova programmazione, che è entrata nel vivo a seguito dell'invio a Bruxelles dall'accordo di partenariato (previsto entro il 22 aprile 2014) nel cui contesto si incardinano sia le politiche in favore dello sviluppo rurale, sia quelle in favore della pesca.
Su questi temi tornerò più avanti. Vorrei ora concentrare l'attenzione sui pagamenti diretti, su cui è necessario assumere una serie di importanti decisioni e comunicarle a Bruxelles entro fine luglio. Credo che sia un obiettivo condiviso non arrivare all'ultimo giorno utile per sviluppare fino in fondo questo lavoro, non attendere a Pag. 4lungo. Il mondo agricolo ha bisogno di certezze per decidere del proprio futuro.
La macchina amministrativa si deve mettere subito al lavoro. Questa PAC è infatti positiva per l'alto contenuto in sussidiarietà, ma è anche estremamente complicata, e i sistemi informativi alla base del pagamento dei premi devono essere completamente riprogettati e riorganizzati.
La prima priorità quindi per me è costituita dai tempi, e agli assessori regionali che ho incontrato di recente ho proposto di chiudere questo lavoro entro il 15 maggio, vale a dire un anno prima della data di presentazione della domanda PAC 2015, che segnerà l'avvio della riforma.
Bisogna fare in fretta e bisogna fare bene, e chiedo ovviamente anche alla Commissione e al Parlamento un contributo, lo chiedo alle regioni e a tutte le organizzazioni di categoria, in quanto credo che siamo nelle condizioni di fare un lavoro condiviso sul piano dei tempi, del metodo e ovviamente anche del merito.
Prima di entrare più nel dettaglio, consentitemi un'altra considerazione di metodo. Il settore ha bisogno di scelte chiare e coerenti, indipendentemente dagli strumenti utilizzati, e per la prima volta abbiamo la possibilità di integrare realmente le varie politiche. Primo e secondo pilastro della PAC sino ad oggi hanno agito quasi su due piani paralleli, ma oggi questo non può più accadere né può rappresentare un alibi il fatto che le politiche di sviluppo rurale siano gestite dalle regioni.
Entrando più nel dettaglio delle varie scelte, i princìpi generali su cui intendo muovermi sono molteplici. Innanzitutto la riforma dei pagamenti diretti deve costituire l'occasione più importante per segnare una netta discontinuità con il passato e per correggere una serie di fenomeni distorsivi che si sono verificati in questi anni.
In questo senso deve essere letta la proposta di attuare la convergenza interna dei pagamenti diretti sulla base del cosiddetto «metodo irlandese», prendendo in considerazione l'Italia come regione unica ed applicando il greening a livello individuale. In questo modo i titoli il cui valore unitario si colloca al di sotto della media potranno crescere uniformemente, fino a raggiungere nel 2019 il valore unitario del 60 per cento della media nazionale. Allo stesso modo, i titoli sopra la media non potranno scendere oltre il limite del 30 per cento.
Altra importante innovazione da introdurre è quella di inserire nel circuito dei pagamenti diretti la più vasta superficie eleggibile, cogliendo le possibilità offerte dal nuovo Regolamento, ammontante a circa 12,5 milioni di ettari.
Se vogliamo creare mobilità fondiaria, favorire l'ingresso dei giovani, garantire la permanenza dell'agricoltura nelle aree marginali e montane, sostenere con decisione la zootecnia, questa è una decisione che deve essere presa, ed è evidente che tutto questo deve avvenire senza penalizzare i settori e le aree geografiche che, in virtù del passaggio al nuovo sistema di aiuti, sono particolarmente esposti al rischio di riduzione dei margini reddituali imprenditoriali e alle conseguenti ricadute negative in termini di impatti sociali e occupazionali.
In questo contesto, uno dei principali nodi da sciogliere è rappresentato dalla scelta della figura imprenditoriale su cui il Paese vuole concentrare la propria attenzione, per investire pensando a quella che sarà l'agricoltura dei prossimi dieci anni.
Penso che su questo possiamo fare un'innovazione e immaginare di dividere il territorio in due grandi comparti: le aree e i settori ove l'agricoltura produce in prevalenza beni pubblici, le aree e i settori ove l'agricoltura produce in prevalenza per il mercato.
Ovviamente, le politiche e le scelte da adottare in funzione di quale agricoltura privilegiare sono ben diverse. Dove l'agricoltura è fondamentale per la conservazione del paesaggio, la difesa idrogeologica, il più generale mantenimento di un equilibrato rapporto tra pressione antropica e ambiente, non sarà importante chi farà cosa, ma che le cose da fare si facciano davvero.Pag. 5
Viceversa, dove l'agricoltura è orientata al consumatore, vicino o lontano che sia, dobbiamo prendere a riferimento la figura imprenditoriale su cui costruire il nostro futuro, con un'attenzione particolare alle imprese in grado di assicurare e generare occupazione, perché il lavoro deve rappresentare anche in questa discussione il collante principale con cui leggiamo una serie di scelte e definiamo una serie di orientamenti.
Altro tema su cui concentrare grande interesse è quello dei settori che potranno beneficiare degli aiuti accoppiati. Quando parlavo di integrazione tra primo e secondo pilastro della PAC, mi riferivo proprio a questo. Non è possibile pensare di risolvere i problemi dei singoli settori produttivi attingendo al tesoretto degli aiuti accoppiati, non è possibile farlo perché le risorse non basterebbero, non è possibile perché servirebbero interventi più selettivi, concepibili solo nel contesto dello sviluppo rurale.
Senza entrare troppo nel dettaglio, questo discorso può valere per colture simbolo del made in Italy come il pomodoro, l'ulivo, il riso, ma anche per altre colture altrettanto strategiche come la barbabietola o il grano duro.
Un discorso a parte credo meriti la zootecnia, a sostegno della quale è necessario intervenire con una molteplicità di interventi, nel cui contesto l'aiuto accoppiato alla produzione ha un ruolo fondamentale, ma non è certo il solo. Penso ad esempio all'importanza di realizzare un Piano proteine vegetali su vasta scala, al quale sarebbe associata una serie di importanti obiettivi, fondamentalmente tre.
Il primo, comune a tutto il Paese, è quello di ridurre la dipendenza dall'estero in termini di approvvigionamento di proteine vegetali. Oggi importiamo circa il 90 per cento delle farine di soia e di girasole, e sappiamo quanto questa componente sia fondamentale come base principale dell'industria mangimistica italiana.
Un secondo obiettivo fondamentale, comune alle regioni del bacino idrografico del fiume Po, è da ricondurre all'esigenza di ridurre l'inquinamento da nitrati grazie alla reintroduzione delle rotazioni colturali tra cereali e colture azotofissatrici. Un terzo grande obiettivo, comune a tutte le aree del Paese, è offrire una valida alternativa produttiva da avvicendare ai cereali.
Tornando alla decisione della Conferenza Stato-regioni del 16 gennaio scorso, come sapete è stata raggiunta l'intesa sull'attivazione di quattro misure nazionali sullo sviluppo rurale, per un ammontare di risorse di 2,2 miliardi di euro. Ad eccezione del Programma Rete rurale, le misure nazionali rappresentano una novità assoluta che voglio valorizzare, e credo sia opportuno parlarne anche oggi.
Pur essendo queste misure ancora in costruzione, mi preme informarvi su quali siano le linee che intendiamo sviluppare. Mi soffermo innanzitutto sulla misura riguardante la gestione dei rischi, la cui elaborazione è più avanzata rispetto alle altre, perché sulla necessità che essa si sviluppasse sull'intero territorio nazionale è stata ottenuta da subito un'ampia convergenza, che considero un fatto molto importante.
L'impegno dello Stato e delle regioni sarà quello di estendere il sistema delle assicurazioni, istituendo fondi mutualistici anche in via sperimentale come strumento di stabilizzazione del reddito in caso di crisi. Intendo quindi dare il maggiore impulso possibile all'organizzazione di un mercato che contenga i costi e incrementi l'efficacia del Programma nazionale di gestione del rischio. In questo contesto credo rivestirà un ruolo strategico il sistema delle riassicurazioni.
Pur se di importo assai minore, la misura zootecnia-biodiversità rappresenta un'occasione per la riorganizzazione del sistema allevatoriale, rispettoso del principio di separazione fra le attività di miglioramento genetico e conservazione della biodiversità poste a carico nazionale e quelle di consulenza aziendale da attivare a livello regionale.
La misura dovrà inoltre essere diretta alla riduzione e ottimizzazione dei costi, in particolare quelli relativi ai diversi controlli, Pag. 6attraverso una riorganizzazione del sistema da concordare con il Parlamento e con le regioni.
Per quanto riguarda il Piano irriguo, infine, l'intesa del 16 gennaio è stata raggiunta sulla spesa di 300 milioni di euro, ma stiamo lavorando affinché le risorse disponibili possono essere integrate grazie al contributo del Fondo sviluppo e coesione, da attivare nel contesto dell'Accordo di partenariato 2014-2020.
Sarà un programma sull'intero territorio nazionale, suddiviso in due macroaree, sud e centro-nord, dove tutti i possibili beneficiari saranno posti in concorrenza fra loro, in discontinuità con il passato in cui il fabbisogno di investimenti irrigui scontava parametri di riparto dei fondi oggi non più utilizzabili.
La rimanente quota di finanziamenti dello sviluppo rurale (18,8 miliardi) dovrà essere utilizzata dalle regioni attraverso i PSR. Al riguardo, ci stiamo impegnando in un'intensa opera di semplificazione e monitoraggio della spesa. Non possiamo assolutamente permetterci in questa fase decisiva per l'aggancio della ripresa di perdere risorse finanziarie, né di spenderle in modo episodico, non finalizzato alle priorità che ci siamo dati.
Per tutti questi motivi ribadisco qui l'impegno di una concertazione e un confronto frequente con gli assessori regionali, oltre che ovviamente con voi, per condividere e affrontare risolutamente i problemi aperti.
Sul secondo grande obiettivo, crescita del made in Italy, tutela dei prodotti di qualità, come ho detto in precedenza, stiamo parlando del cuore pulsante della potenzialità del sistema agroalimentare italiano. Per questo motivo, una delle priorità dell'azione di Governo sarà quella di far crescere, valorizzare, aumentare la presenza nel mercato mondiale dei prodotti italiani di qualità.
Su questo versante, è già in fase di progettazione la creazione di un marchio nazionale agroalimentare a partire dai prodotti DOP. Attraverso un marchio specifico, il sistema produttivo italiano potrà avere una migliore e chiara qualificazione, agendo in un mercato caratterizzato da una profonda integrazione a livello internazionale e da una concorrenza sempre più aggressiva e in alcuni casi non pienamente rispondente alle regole della concorrenza leale.
Al contempo, questo strumento potrà contribuire al contrasto ai fenomeni della contraffazione internazionale dell’Italian sounding, che danneggiano gravemente i nostri operatori a svantaggiano in maniera significativa i consumatori mondiali, che spesso sono ingannati, fuorviati dalle etichette riproducenti riferimenti falsi circa un presunto legame con l'Italia nella realtà spesso inesistente.
La riconoscibilità del vero prodotto italiano assume quindi un ruolo decisivo per assicurare allo stesso tempo condizioni di mercato leali e corretta informazione per i consumatori. Su questo processo si innesterà una forte azione di promozione, che rappresenta una parte fondamentale della strategia volta ad accrescere la conoscenza dei veri prodotti italiani, a favorire le occasioni per apprezzarli e distinguerli dal mercato dei falsi.
Contestualmente, sarà rafforzata l'azione di tutela e difesa dei prodotti italiani di qualità. Attualmente il sistema nazionale dei controlli ufficiali è composto da diversi organi, che in ogni fase del ciclo di produzione e consumo assicurano qualità, genuinità, salubrità, igiene degli alimenti, per proteggere la salute e gli interessi dei consumatori.
Nel 2013 abbiamo fatto più di 130.000 controlli, c’è ancora molto da fare – non me lo nascondo –, ma anche in questo contesto, come questa mattina al Senato, credo giusto riconoscere la forza del sistema che l'Italia ha comunque irrobustito in questi anni e che la contraddistingue nel mondo. Spesso Paesi stranieri ci domandano di comprendere il nostro sistema di controlli per come è fatto, per la sua qualità, per l'eccellenza che esprime.
Naturalmente, questo non ci può rassicurare e far considerare tranquilli, ma è giusto ribadirlo perché penso che sia un vanto di cui noi dobbiamo essere consapevoli. Il comparto agroalimentare italiano Pag. 7ha proprio nella rete dei controlli un fattore decisivo di credibilità, i risultati di eccellenza raggiunti dai nostri produttori negli ultimi vent'anni sono stati resi possibili grazie a una capillare e attenta azione di verifica, e controlli e sanzioni che hanno assicurato i consumatori nazionali ed esteri sulla qualità complessiva delle nostre produzioni.
Si tratta ora di mantenere alto il livello qualitativo dei controlli che il Ministero svolge attraverso l'Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari con il Corpo forestale, i Carabinieri, e allo stesso tempo espandere in Europa il contrasto alle frodi e alle usurpazioni delle nostre denominazioni protette.
L'Ispettorato ha attivato in questi mesi le procedure ex officio nel Regno Unito, in Francia, in Olanda, in Belgio su produzioni quali il parmigiano reggiano, il prosciutto san Daniele, l'olio toscano, solo per citare alcuni esempi. È però il segnale che la tutela delle nostre produzioni di qualità può essere fatta in modo efficace e può ulteriormente allargarsi, se il Ministero potrà contare su risorse finanziarie certe per la sua operatività.
È però necessario un potenziamento degli uffici, per impedire che la lotta contro le frodi e il falso made in Italy subisca un rallentamento che non vogliamo assolutamente. È indispensabile, inoltre, che il legislatore affronti il tema della concentrazione delle competenze sui controlli, chiarendo il ruolo delle amministrazioni statali e regionali e imponendo regole chiare in materia di eliminazione della duplicazione dei controlli, tema che voi conoscete bene come noi.
La stratificazione dei soggetti controllori in buona parte discende dall'assetto derivante dal Titolo V e ha reso il sistema costoso per lo Stato e per le imprese, che non di rado sperimentano duplicazioni nei controlli.
È infine necessario creare un assetto normativo sanzionatorio più semplice e più efficace. Nonostante gli sforzi fatti nelle passate legislature, infatti, il quadro sanzionatorio nell'agroalimentare è ancora spesso confuso e complesso. Credo che la revisione della normativa di settore sia veramente una necessità, specie per i comparti del vino, dell'olio e del biologico.
Sul terzo grande asse di lavoro, Competitività e occupazione, il disegno di legge collegato alla legge di stabilità 2014, attualmente all'esame del Parlamento, prevede importanti misure finalizzate a favorire la competitività delle imprese del settore.
Tra le principali voglio richiamare brevemente il credito d'imposta per la creazione di piattaforme distributive all'estero per i prodotti made in Italy, gli interventi per lo sviluppo dell'imprenditorialità giovanile, l'incremento delle risorse per finanziare l'innovazione tecnologica delle imprese agricole che partecipano a contratti di rete e l'accesso di tali imprese ai finanziamenti europei, la riduzione a un terzo dei termini per i procedimenti amministrativi relativi all'apertura di nuove imprese agricole, la possibilità per gli Enti locali e per le istituzioni sanitarie di stabilire dei bandi per le mense con criteri di preferenza per i prodotti dell'agricoltura sociale e derivanti dalla filiera corta, la riforma cruciale delle regole di mercato, delle organizzazioni di produttori e degli organismi interprofessionali, la delega per l'allineamento dell'ordinamento nazionale agli orientamenti comunitari in materia di gestione del rischio e il rilancio di settori produttivi importanti come il pomodoro e il riso.
In questo scenario intendo fare uno sforzo maggiore nella direzione della semplificazione, della sburocratizzazione dei processi amministrativi e commerciali, per consentire alle imprese di raggiungere più rapidamente clienti e mercati.
Sotto il profilo dei controlli e delle sanzioni, oltre al più vasto, necessario riordino delle competenze tra Stato, regioni e diverse amministrazioni, proporremo subito una semplificazione attraverso la dematerializzazione dei registri da vidimare e un largo uso dello strumento della diffida per ridurre i contenziosi per violazioni meramente formali, che tanto infastidiscono gli imprenditori.Pag. 8
La semplificazione della normativa vigente passerà anche attraverso la definizione di testi unici, come si può fare ad esempio nel caso del vino, e ne abbiamo avuto una prima prova con la recente presentazione qui alla Camera, con il coinvolgimento delle Commissioni agricoltura della Camera e del Senato, di una proposta di testo unico del vino.
Sono certo che la collaborazione fattiva e il contributo delle Commissioni agricoltura di Camera e Senato possa arricchire il provvedimento di nuovi e importanti strumenti e favorire in questo modo la competitività delle imprese. Riflettiamo comunque insieme sulla possibilità di individuare strumenti più rapidi, che consentano di accelerare l'approvazione di alcune disposizioni del collegato, tenendo i tempi indicati giustamente dal Presidente del Consiglio anche con i primi atti che il Governo ha compiuto.
Per quanto riguarda il lavoro, l'agricoltura da troppo tempo necessita di interventi strutturali che consentano di favorire il più possibile nuova occupazione. Nell'ambito dei provvedimenti in materia di lavoro recentemente proposti dal Governo, è importante che in sede parlamentare si dia un segnale forte anche per l'agricoltura, favorendo meccanismi incentivanti per l'assunzione di giovani, contratti di inserimento e apprendistato da estendere e adattare alle peculiarità dei contratti collettivi nazionali di settore, misure per la stabilizzazione dell'occupazione agricola, introducendo un sistema di incentivi e sanzioni che aumenti la convenienza verso forme di assunzione a tempo indeterminato, l'estensione della riduzione del cuneo fiscale ai rapporti di lavoro agricoli stabili e il credito d'imposta sulle spese sostenute dai giovani agricoltori per l'affitto dei terreni agricoli.
Sul quarto obiettivo di lavoro del Ministero, il ruolo dell'Italia in Europa e in campo internazionale, a livello europeo nella seconda parte del 2014 il Ministero sarà impegnato nell'esercizio dalla Presidenza di turno del Consiglio dell'Unione europea. In questo contesto mi adopererò per garantire la tutela degli interessi nazionali, con riferimento in particolare alla definizione di disposizioni che contengano adeguate garanzie di trasparenza nella produzione e commercializzazione dei prodotti di qualità.
Dico subito che è nostra intenzione mettere in forte relazione la Presidenza italiana con il grande appuntamento dell'Expo 2015: è una grande opportunità che l'Italia può offrire all'Europa. A tal fine voglio ribadire che, come ho annunciato al Senato, vogliamo dedicare il Consiglio informale dei ministri dell'Unione europea previsto a fine settembre alla grande sfida che l’Expo ci pone: «Nutrire il pianeta, energia per la vita».
Durante il semestre di Presidenza è mia intenzione affrontare alcuni dossier strategici per il settore agricolo italiano: la riforma del settore biologico, la riforma dei sistemi di controllo fitosanitari, l'OCM ortofrutta e la possibile riapertura del dossier OGM, orientata verso una modifica della normativa europea che conceda maggiore autonomia agli Stati membri in materia di coltivazione di piante OGM.
Quanto al settore biologico, la riforma sarà l'occasione per rivedere le regole per le importazioni dei prodotti biologici e introdurre controlli più stringenti, armonizzati tra i diversi Stati membri.
La Commissione dovrà fornire agli Stati membri strumenti di controllo adeguati e armonizzati, al fine di non consentire che siano commercializzati utilizzando il logo europeo i prodotti ottenuti nei Paesi terzi, senza rispettare le regole imposte ai produttori europei.
A mio avviso, non devono essere rimessi in discussione i princìpi fondamentali dell'agricoltura biologica, che tutelano le peculiarità e le vocazioni dei territori, e deve essere comunque garantita una certa flessibilità con un approccio che migliori la qualità del prodotto biologico sul mercato.
In merito alla riforma del settore fitosanitario, il 6 maggio 2013 la Commissione europea ha presentato la proposta di riforma con l'obiettivo di migliorare le garanzie Pag. 9dei prodotti presenti sul mercato europeo e favorire il commercio internazionale.
Il semestre di presidenza italiano rappresenterà l'occasione per contribuire alla prosecuzione dei lavori di questo importantissimo dossier, che sta diventando sempre più strategico per il commercio internazionale, anche per evitare ogni possibile forma di speculazione sull'utilizzo a volte improprio delle barriere fitosanitarie, un grande tema di cui abbiamo iniziato a discutere due giorni fa al primo Consiglio europeo a cui ho avuto modo di partecipare, un grande tema decisivo soprattutto per l'Italia.
Per il settore ortofrutticolo saranno approfondite le tematiche rilevanti evidenziate dalla Commissione nel report sullo stato dell'OCM ortofrutta. In tale ambito si inserisce il dossier «Frutta e latte nelle scuole», che avrà un approfondimento ulteriore nel corso del semestre, continuando il lavoro preparatorio effettuato dalla Presidenza greca.
La questione OGM è di grande interesse e di grande sensibilità, stiamo lavorando d'intesa con i Ministeri dell'ambiente e della salute per ottenere già nella riunione del Consiglio dei ministri dell'ambiente del 12 giugno prossimo o al più tardi durante il semestre di nostra presidenza la tanto attesa modifica della normativa comunitaria, per consentire la piena facoltà agli Stati membri di decidere liberamente sull'ammissibilità della coltivazione degli OGM. In questo senso, ho ricevuto rassicurazioni anche dal commissario europeo Borg, incontrato recentemente al Consiglio dei ministri dell'agricoltura a Bruxelles.
Uno dei grandi temi che abbiamo da sviluppare è un piano della ricerca italiana in campo agricolo e agroalimentare, sfruttando alcune occasioni che non abbiamo sfruttato fin qui. Cito solo un titolo per capirci, Horizon 2020, cito la nuova opportunità che viene data dalla Politica agricola comunitaria alla programmazione 2014-2020 con le partnership innovative europee, quei 4 miliardi di finanziamenti allocati su questi percorsi, che dobbiamo cercare di intrecciare anche noi, cito ovviamente anche le linee di indirizzo del CRA, il nostro Centro di ricerca.
In riferimento al settore del latte, a livello comunitario ci sarà la cessazione del regime delle quote a partire dal 1o aprile 2015. È evidente che occorrono appropriate misure di accompagnamento al momento non previste, in particolare per le aziende che si trovano nelle zone più svantaggiate e che potrebbero non essere in grado di confrontarsi con la concorrenza delle aziende situate nelle regioni più favorite.
La Commissione europea presenterà una relazione di impatto entro il prossimo giugno, ma è a tutti evidente che gli strumenti messi in campo con la recente riforma della PAC, a cominciare dalle misure di gestione della crisi, non appaiono oggi adeguate allo scopo. Per questo ho intenzione di approfondire l'analisi del settore anche attraverso uno studio di impatto, che ponga al centro dell'attenzione il contesto italiano. In ogni caso, il tema sarà approfondito proprio nel corso del semestre di presidenza italiana.
Ribadisco inoltre che il Governo ed io in prima persona vogliamo porre in atto ogni utile azione per risolvere il contenzioso con l'Unione europea sul recupero dei prelievi arretrati addebitati e non pagati, anche per evitare che la procedura di infrazione avviata al riguardo possa sfociare in ulteriori, onerosi esborsi per il contribuente.
Sono convinto che la mancata riscossione dei prelievi arretrati dovuti per somme importanti da un numero ristretto di allevatori rappresenti una grave discriminazione nei confronti degli allevatori che hanno rispettato la quota loro assegnata e versato correttamente il prelievo dovuto per il superamento del proprio quantitativo di riferimento.
A livello internazionale, la dichiarazione finale della Conferenza ministeriale di Bali dell'Organizzazione mondiale del commercio nello scorso dicembre ha previsto il Post-Bali work, volto a stabilire un chiaro programma di lavoro nel 2014 per il futuro dell'organizzazione ginevrina, Pag. 10comprendente tutti i negoziati, specie quelli controversi e complessi come quello delle indicazioni geografiche, che ovviamente ci riguarda da vicino.
Riserverò un'attenzione particolare affinché le indicazioni geografiche siano parte del programma di lavoro post-Bali, sulla base delle considerevoli ambizioni italiane inerenti alla loro imprescindibile protezione internazionale contro i crescenti fenomeni di contraffazione.
Analoga posizione sarà mantenuta anche in ambito degli accordi bilaterali negoziati dalla Commissione europea, dove, oltre alla difesa del riconoscimento delle nostre indicazioni geografiche, mi impegnerò a ribadire la necessità di ridurre le barriere non tariffarie, che ostacolano oggi le esportazioni dei nostri prodotti verso Paesi terzi, in particolare le barriere fitosanitarie che spesso vengono attivate da tali Paesi in modo improprio.
Nel corso del mandato mi impegnerò a monitorare gli effetti di accordi di libero scambio in itinere e in fase di definizione. In particolare, voglio richiamare quelli con il Canada, gli Stati Uniti e il Giappone, affinché su questi tre grandi fronti siano tutelati al massimo livello gli interessi nazionali, in modo che gli accordi diventino reali opportunità.
Sottolineo, infine, l'impegno a risolvere un problema di cui si parla poco, ma che a mio avviso riveste una cruciale importanza, legato al controllo del sistema di assegnazione dei nomi di dominio sulla Rete, ora gestito da ICANN, in modo da continuare a preservare anche in internet i diritti di proprietà intellettuale, in particolare le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche. Su questo, purtroppo, nelle scorse ore non abbiamo avuto segnali positivi.
Nonostante le aperture sul fronte americano, lì c’è un tema nuovo, sensibilissimo, importante da presidiare che fa i conti direttamente con il tema che richiamavo all'inizio, cioè come si posiziona il sistema agroalimentare italiano sulle nuove reti e dentro il mercato globale.
Sul quinto asse, assicurare trasparenza ed efficienza dell'azione amministrativa, mi impegnerò per garantire trasparenza ed efficienza, a partire ovviamente dalle azioni dirette e quotidiane del Ministero e degli Enti vigilati.
Stiamo mettendo a punto specifiche misure per assicurare la conoscenza da parte dei cittadini e delle imprese dei servizi resi dal Ministero, favorendo quel processo di controllo diffuso di ogni fase del ciclo della cosiddetta performance, necessario per la prevenzione dei fenomeni corruttivi, per la promozione della cultura della legalità, dell'integrità, della trasparenza totale.
Ho già invitato la dirigenza e i funzionari del Ministero a rispettare e attuare le misure e le azioni adottate con il Piano triennale di prevenzione della corruzione, nonché ad assicurare la corretta osservanza delle disposizioni dei decreti legislativi n. 33 e n. 39 del 2013.
È chiaro che all'impresa non importa capire di chi sia la competenza: l'impresa chiede chiarezza, serietà, trasparenza e soprattutto tempi certi nei rapporti con la pubblica amministrazione. In questo senso, la riorganizzazione degli uffici garantirà una migliore allocazione delle risorse umane e strumentali per assicurare la massima efficienza possibile.
Stiamo inoltre predisponendo un piano di riordino e di riduzione delle società e degli Enti vigilati dal Ministero, al fine sia di contribuire alla riduzione della spesa pubblica, sia di consentire una maggiore efficienza nei servizi alle imprese e nelle attività di ricerca e sperimentazione. Questo piano sarà discusso e condiviso in seno alle Commissioni agricoltura di Camera e Senato.
Ho intenzione di predisporre una specifica direttiva a tutti gli Enti vigilati, per rendere trasparenti le procedure di selezione del personale a tutti i livelli, premiando la competenza e la professionalità. Abbiamo istruito un primo atto concreto in questo senso con l'avviso pubblico proposto dal Ministero per la selezione della presidenza dell'ISMEA.
Sul tema cruciale che riguarda l'AGEA e il SIN ribadisco anche qui la centralità del dossier, la massima attenzione su questo Pag. 11fronte. Non ho alcun dubbio nel dire che noi dobbiamo ripensare quel modello, ripensarlo in maniera molto forte, immagino dopo una fase di analisi ragionata e seria della situazione e interventi anche a breve che possano iniziare questo percorso. Mi è del tutto evidente che passa di lì uno dei temi che richiamavo prima a proposito di credibilità del sistema istituzionale e del nostro lavoro nel rapporto diretto con il settore agricolo e agroalimentare e con le imprese.
Sull'Expo 2015 non mi dilungo, voglio solo ricordare il lavoro che abbiamo fatto fin qui, il protocollo d'intesa firmato pochi giorni fa, i percorsi concreti che abbiamo istruito con il padiglione Italia e con l'Expo per massimizzare il protagonismo dell'esperienza agricola e agroalimentare italiana dentro quel sito espositivo e per costruire strumenti di connessione tra quel sito espositivo e quei sei mesi e il territorio italiano, con particolare riferimento ovviamente all'esperienza agricola italiana. Spero abbiate visto alcuni dei progetti che abbiamo delineato in quel protocollo e faccio rinvio a un documento che vi consegno in cui sono evidenziati in maniera più dettagliata.
Voglio affrontare in maniera specifica il tema della pesca, per dire che su questo fronte vogliamo impegnarci molto, perché dobbiamo fare diverse cose e nel prossimo periodo proprio su questo fronte ci sono delle occasioni. Sul fronte delle normative nazionali l'amministrazione si impegnerà per attuare il Programma nazionale triennale della pesca e dell'acquacoltura 2013-2015, con la collaborazione di Enti e delle associazioni di categoria.
In particolare, verranno rafforzate le azioni dirette alla cooperazione e all'associazionismo, al fine di sostenere le azioni di sviluppo della concorrenza e della competitività delle imprese di pesca nazionali, singole e associate.
Questi interventi consentiranno nel periodo a venire di sostenere nel migliore dei modi il comparto ittico in un particolare momento di congiuntura economica. A livello europeo, la nuova politica comune della pesca in vigore dal 1o gennaio 2014 presta particolare attenzione a nuovi e più efficaci strumenti in grado di garantire la conservazione a lungo termine degli stock ittici.
Accanto al regolamento di base, il varo della nuova organizzazione comune di mercato fornirà per il periodo a venire l'occasione per rilanciare il ruolo delle organizzazioni di produttori sul mercato. Uno degli argomenti più rilevanti all'ordine del giorno dei lavori della Commissione europea continuerà a essere l'analisi del fenomeno della pesca illegale e l'armonizzazione dei sistemi di monitoraggio, sorveglianza e controllo dell'attività di pesca.
Nel semestre di presidenza italiano sarà poi opportuno esaminare gli aspetti operativi della normativa per la pesca nel Mediterraneo, anche nell'ottica di un eventuale rideterminazione di alcune criticità. Per quanto attiene al futuro strumento finanziario della pesca, voglio ricordare che la nuova proposta riprende sostanzialmente i princìpi dell'attuale Fondo europeo pesca, integrandolo con norme generali comuni ad altri fondi. L'adozione del relativo Regolamento è prevista per il prossimo mese di aprile.
Nella sessione dello scorso mese di luglio il Consiglio ha raggiunto un accordo politico generale, che include i criteri di ripartizione delle risorse finanziarie per gli Stati membri. Al riguardo, sono state poste le premesse per garantire anche al nostro Paese, nel periodo 2014-2020, un ammontare di fondi sostanzialmente invariato rispetto a quello messo a disposizione fino alla fine di quest'anno, comprese le iniziative destinate ai controlli e alla raccolta dei dati scientifici.
Sul settore ippico non devo spendere molte parole per dire che l'ippica italiana attraversa da anni una situazione di grave sofferenza, ulteriormente inasprita dalla crisi finanziaria del Paese. Può ancora trovare un'occasione di rilancio (ne sono convinto) nell'attuazione di politiche di settore che siano espressione di questa esigenza di cambiamento di mentalità, auspicato dagli stessi operatori e reso necessario dal mutato contesto economico.Pag. 12
Il sistema ippico può essere innovato al meglio soltanto attraverso un processo di adeguamento e riposizionamento all'interno del mercato di tutte le sue componenti, che renda sostenibile il perseguimento degli obiettivi di selezione e di rinnovamento del comparto stesso. È necessario dare impulso a corse, ippodromi, scommesse di qualità, assicurare professionalità degli operatori, certezza delle regole, per garantire il rispetto del cliente. Anche da questo punto di vista daremo corso alla riforma del settore, come previsto dalla legge delega.
Un accenno doveroso al decreto-legge «Terra dei fuochi», che è un dossier cruciale per questo Ministero e per il Paese. In questa sede voglio ricordare che il lavoro che si è svolto e si sta svolgendo per attuare il decreto è un lavoro molto importante, e vorrei innanzitutto ribadire che il Governo è determinato a fare luce sulla vicenda, ponendo fine alla Babele di informazioni che non comunicavano tra loro, che non consentivano di avere un'idea completa della situazione.
È evidente che un'indagine realizzata in sessanta giorni deve essere considerata non come la fine, ma come l'inizio di un percorso che per la prima volta ha un'agenda definita e scadenza con la massima attenzione gli impegni dal Governo.
Ricordo che per la massima trasparenza possibile renderemo pubblico ogni passaggio, come abbiamo fatto recentemente con la relazione del gruppo di lavoro pubblicato sul sito del Ministero. Questo è importante perché abbiamo imposto i primi divieti con il decreto firmato l'11 marzo, che è in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.
Come ho detto ieri proprio alla Camera nel corso del question time, ritengo che il Governo debba proporre delle integrazioni al decreto, rese necessarie proprio dall'importante lavoro che è stato condotto in questi mesi, prevedendo eventualmente la riapertura dei termini per le indagini in loco per tutti i siti oggi coperti da segreto istruttorio, e inasprendo le norme sulla confisca dei beni per quei soggetti che hanno tratto profitto devastando i territori.
Bisogna poi favorire il completamento della rete infrastrutturale irrigua per consentire l'allacciamento di tutti i terreni alle acque sicure e controllate provenienti dai Consorzi pubblici.
Spero di avervi dato una panoramica complessiva il più possibile esaustiva del grande impegno che vogliamo imprimere alla nostra attività. Voglio ribadire il confronto, la condivisione, la disponibilità a costruire insieme un'operazione che consenta a ciascuno per le proprie funzioni un lavoro serio di squadra, che assuma fino in fondo la grande sfida di collocare i nostri interventi a sostegno del settore agricolo e agroalimentare dentro lo scenario più complessivo che questo Governo sta cercando di delineare ogni giorno a sostegno dell'uscita del Paese da questa difficile situazione di crisi economica e sociale.
Ci sono tutte le condizioni per fare questo lavoro di squadra, io ho cercato di non perdere tempo, l'ho fatto compiendo immediatamente delle scelte che spesso si lasciano lì, nel brodo indefinito delle cose. La stessa idea di definire immediatamente le deleghe e le competenze della squadra di Governo (viceministro, sottosegretario) va in questo senso, come anche la disponibilità di tutto il Ministero (qui c’è il capo di Gabinetto, ci sono i nostri dirigenti più importanti a collaborare fortemente con voi).
Credo che possiamo fare un bel lavoro al servizio dell’ Italia e, in tal modo, fare il mestiere giusto anche per l'agroalimentare italiano. Grazie.
PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro e autorizzo la pubblicazione in alleato al resoconto stenografico della seduta odierna della documentazione da lui consegnata (vedi allegato). Prima di passare agli interventi degli onorevoli colleghi, vorrei far presente che il Ministro può rimanere con noi fino alle 15.45, perché nel frattempo è subentrato un impegno importante, la firma di un protocollo sull'Expo Pag. 13con gli Stati Uniti data la presenza del Presidente Obama.
Proporrei quindi di andare avanti fino alle 15.30 con gli interventi dei colleghi e poi riservare un quarto d'ora alla replica del Ministro. Raccomanderei la sintesi e dopo cinque minuti di intervento mi permetterò di richiamare i colleghi a concludere.
Do quindi la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.
FRANCO BORDO. Grazie, presidente. Mi scuso subito con il Ministro perché interverrò e poi scapperò, perché il presidente del mio Gruppo mi ha chiesto di presenziare a un incontro.
Due o tre cose veloci, ma di sostanza. Ho ascoltato la relazione da cui sono emersi punti importanti. Andrò a coglierne alcuni, rivolgendo una sollecitazione al Ministro. Il 2014 può essere un anno veramente importante per il rilancio del settore e comunque prevede scelte veramente significative: questo combinato di momenti, le scelte di applicazione della PAC, il collegato agricoltura, che è stato presentato al Senato, che di fatto diventa una legge quadro per il settore agricolo, che, dopo molti anni che non veniva presentata una proposta di legge di questo tipo, assume una rilevanza notevole.
Insieme alla questione del semestre europeo, questi tre elementi indicano come il 2014 sia un anno con una potenzialità molto importante. Credo che questa potenzialità debba essere accolta fino in fondo da parte del Ministero e del Governo non soltanto per codificare o normare l'esistente, ma guardando anche al futuro dell'agricoltura italiana.
Mi sembra che ci sia ancora una certa debolezza di strategia per quanto riguarda la questione dei giovani in agricoltura e, se non facciamo oggi queste scelte con il combinato di queste azioni, mi chiedo quando mai le potremo fare. La questione delle terre e la questione del credito per questi giovani imprenditori diventa fondamentale per l'anno in corso.
Sulla questione delle aggregazioni abbiamo già avuto vari interventi in sede di Commissione da parte del Ministero e di chi l'ha proceduta, Ministro, con un'attenzione però ancora senza indicazioni precise su come si intenda sollecitare e agevolare le aggregazioni fra produttori nel mondo dell'agricoltura, come anche per quanto riguarda l'accorciamento delle filiere.
Mi ha fatto piacere che lei abbia ripreso la questione dell'ippica perché è stato oggetto di dibattito anche in questa Commissione e alcuni disegni di legge si sono fermati alla luce della delega fiscale che il Parlamento ha consegnato al Governo.
Vorrei sapere se, nonostante la delega, si intenda avere una relazione con il Parlamento non soltanto a valle delle scelte compiute, per costruire un percorso condiviso di rilancio del settore. Sono convinto che questo settore abbia una grande potenzialità di rilancio, devono essere fatte scelte che non guardino esclusivamente al mondo delle scommesse e degli ippodromi, anche se sappiamo che quello è un settore fondamentale.
Chiudo, Ministro, con questa piccola provocazione. In questi mesi la Camera dei deputati ha dato tre segnali importanti. La mozione adottata all'unanimità sulla questione degli OGM, la questione relativa all'etichettatura, la discussione che abbiamo avuto in Commissione rispetto alla questione della quantità di frutta all'interno delle bevande sono segnali forti che volevamo consegnare al Governo anche in vista della gestione del semestre europeo.
Credo che il Governo debba andare in Europa forte di queste indicazioni, con il coraggio di mettere in discussione scelte che non sempre corrispondono ai bisogni degli Stati membri e dei cittadini europei.
FRANCESCO CATANOSO GENOESE DETTO BASILIO CATANOSO. Prima di passare all'intervento, mi permetto di chiederle se sia possibile immaginare, come altre volte si è fatto, di far rispondere il Ministro la prossima volta per lasciarci più Pag. 14spazio o sia necessario stringere al massimo, ma proverò a stringere.
Signor Ministro, l'agricoltura italiana si trova oggi con una lista di incompiute. Dai decreti di attuazione dei pacchetti agricoli dei principali provvedimenti del Governo Letta all'applicazione della riforma della Politica agricola comune, il rischio è oggi che il comparto che maggiormente ha tenuto la crisi economica nazionale. come lei ha ricordato, finisca all'angolo con i vari progetti di rilancio.
Non le chiedo oggi di dirci come intenda far fronte alle diverse e urgenti sollecitazioni provenienti dal mondo delle imprese agricole alimentari anche rispetto alle nuove regole che gli Stati membri potranno adottare a breve scadenza con l'attuazione della PAC, ma attendiamo di rivederla a breve per capire se le direttive generali che lei ha esposto potranno vedere pratica applicazione.
Ci tranquillizza l'idea del bando pubblico per l'ISMEA e siamo in attesa di capire come il sostegno agli imprenditori agricoli under 40, che era stato indicato dei precedenti Governi come una priorità, possa diventare realtà, cioè come sbloccare l'operazione «Terra ai giovani» visto che ancora mancano i decreti attuativi e non c’è traccia di una corsia preferenziale per ottenere in affitto i terreni demaniali, come si era immaginato.
Vorrei sapere se a questo proposito pensi di proseguire su questa linea e nel caso quali iniziative preveda di intraprendere o se invece il nuovo Governo pensi di fare diversamente.
Per quanto riguarda i controlli, fermi restando i grandi risultati che il sistema Italia ha avuto nei controlli, abbiamo avuto la possibilità di audire molte delle autorità di controllo proprio perché stiamo lavorando a una norma che dovrebbe rivedere tutto il sistema. Sono veri, sono effettivi, sono riusciti, ma le enunciazioni iniziali non sempre si traducono in un risultato finale, al di là del risultato giornalistico all'inizio.
Ora è giunto il momento di prendere in considerazione un piano di azione coordinato e strategico innanzitutto nell'ambito delle due strutture interne di controllo, l'Ispettorato centrale repressione frodi e il Corpo forestale.
A questo punto vorremmo capire anche se, in attesa di una normativa sulla quale speriamo di poterci confrontare con il Governo, si intenda mantenere in vita le due predette strutture o se, piuttosto, l'alternativa sia quella di un accorpamento tra l'Ispettorato generale e il Corpo forestale.
Per quello che riguarda la situazione dell'AGEA, per circa due anni, nella precedente legislatura, ho avuto l'onore di parlare per primo di tutto quello che in modo scandaloso e assurdo stava accadendo tra l'AGEA e il SIN, quindi sento di poterne riparlare oggi durante l'audizione e anche con delle interrogazioni specifiche che ritroverà nei cassetti del Ministero.
Quella situazione del SIN, davvero strana, mette insieme soldi pubblici e privati che sono stati spesi, come ella ha avuto modo di vedere o che spero potrà vedere prima possibile, nel modo più vario, per l'acquisto di un palazzo che è costato 36 milioni di euro, per una gestione che definire allegra è poco.
Si è visto, infatti, cosa è successo con le carte di credito, ma pensavo che tutto quello che era accaduto, denunciato dalla precedente gestione, non dovesse riverificarsi nell'ultima, mentre pare che sia continuata un'attività di normale utilizzo a fini privati di carte di credito di una società pubblica. Potremmo parlare di varie questioni, degli affitti di stabili e locali, che costano circa 7 milioni di euro, 3,5 direttamente dell'AGEA e 3,5 quelli che paga il SIN, quindi in effetti sempre dell'AGEA seppure in parte, delle consulenze a vario titolo per diversi milioni di euro riferite degli stessi consulenti abituali dell'AGEA e del SIN, una serie di fatti veramente strani.
Certo, se si continuasse così, avremmo forse la possibilità di vedere anche il blocco dei pagamenti. L'AGEA è completamente senza timoniere e a oggi, pur se non si capisce quale dovrà essere la posizione che il Governo vorrà prendere su questa vicenda, siamo in attesa di capire Pag. 15cosa ella vorrà fare per dare una forte sterzata e ripensare un sistema, come ha detto poc'anzi lei, che riteniamo anche noi debba essere assolutamente ripensato, come credo sia ormai assolutamente indispensabile.
Vengo a un cenno alla pesca, purtroppo questo settore importante è stato mantenuto sempre come la ruota di scorta del suo Ministero. Bisogna riflettere su quanto va fatto per la pesca italiana. Oggi, la pesca attraversa un momento di grande confusione normativa. È in calendario una necessaria riforma. Speriamo di farla diventare una legge quadro sulla pesca visto che questa confusione ha messo nella condizione di governare anche la pesca talvolta con decreti ministeriali, ma la gran parte delle volte con direttive dei vari direttori del Ministero che, certamente, vanno al di là dei poteri propri di quel ruolo.
Dicevo che le imprese operanti che oggi sono investite dalla crisi, soprattutto italiana, hanno difficoltà a venirne fuori. Oggi abbiamo un urgente bisogno che il Ministro prenda atto che un'eccessiva restrizione normativa non è la soluzione alle carenze di controllo della pesca del sistema italiano, ma piuttosto la causa del problema. Bisogna evitare che la carenza di controllo penalizzi sempre e soltanto le imprese diligenti mediante emanazione di norme e disposizioni attuative dettate dalle esigenze di sopperire alle carenze di diversa natura.
Nell'immediato, a mio avviso, occorre varare tre principali modifiche di armonizzazione della normativa nazionale, che riporterebbero le nostre imprese di pesca allo stesso livello dei nostri concorrenti europei: l'estensione dei limiti di navigazione costiera a 100 miglia, valutazione ovviamente legata alle specifiche tecniche dell'imbarcazione; la corretta gestione delle catture accidentali delle specie pelagiche con il nuovo regolamento n. 1380 del 2013, che prevede l'obbligo di sbarco, mentre ora è ancora sanzionata, come si sa, la detenzione a bordo; la corretta emanazione del decreto ministeriale sul permesso del pescespada non più secondo una bozza che il suo Ministero sta preparando secondo un criterio di pesi, 750 chilogrammi, ma – mi permetto di dire – secondo i criteri della raccomandazione ICCAT n. 11 del 2003, criterio di prevalenza di attività.
In attesa di poterci confrontare con lei sulle possibilità attuative di quanto esposto, speriamo di poterci rivedere prima possibile per la sua replica.
FILIPPO GALLINELLA. Comincio subito con una piccola polemica. Sono appena tornato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, che manca di tutti i componenti, soprattutto del suo partito, nonostante il Presidente del Consiglio avesse detto che la tutela del made in Italy è tra le priorità. È la seconda volta e mi auguro che la terza lei riesca a mettere d'accordo i componenti del PD.
PRESIDENTE. La presidenza della Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione è una scelta del Parlamento, non del Governo.
FILIPPO GALLINELLA. Per carità, ho chiesto solo una presa di posizione per spingere a sistemare un po’ le cose.
PRESIDENTE. Si tratta di non creare ingerenze del Governo sull'autonomia del Parlamento.
FILIPPO GALLINELLA. Non insisto. La ringrazio soprattutto per aver parlato dell'ICANN perché abbiamo sollevato la questione. Mi auguro che al prossimo incontro di Singapore sul tavolo internazionale si faccia chiarezza. Sicuramente, abbiamo tante denominazioni da tutelare.
Sulla PAC, abbiamo apprezzato la sua volontà di accelerare. A questo punto, abbiamo presentato la mozione e anche degli atti di risoluzione relativamente alla definizione soprattutto dell'agricoltura attiva e degli aiuti accoppiati. Le chiedo oggi se sia possibile sapere da lei con precisione cosa intende fare rispetto all'agricoltore attivo o se ancora dovete lavorarci.Pag. 16
Sulla questione OGM, ho apprezzato questa mattina il suo comunicato che vuole risolvere la questione. Ieri, abbiamo invitato lei, ma anche i ministri Galletti e Lorenzin, a chiudere con la richiesta della clausola di salvaguardia oltre che, a giugno, ad avere la possibilità di attivare l'articolo 26-ter. Anche il Ministro delle politiche agricole tedesco ha applicato la clausola di salvaguardia allegando tutta la documentazione tecnica per i danni alla salute e all'ambiente. Penso che anche questa sia un'ulteriore strada da perseguire.
Relativamente alle quote latte, so che toccherà risolvere il contenzioso in Corte di giustizia. Con gli atti di sindacato ispettivo, siamo stati informati di questo.
Esiste, inoltre, problema tra l'Italia, quindi l'AGEA, e chi ha sforato il regime delle quote latte. Vi sono atti giudiziari in corso e bisogna fare sicuramente chiarezza con chi ha sforato, ma anche con gli amministratori che hanno coperto determinate questioni. Come gruppo, abbiamo anche presentato degli ordini del giorno che sono saltati. Ormai sono anni che alcuni allevatori non stanno sforando più: lei potrebbe evitare il pagamento degli anticipi per eventuali sforamenti, per lasciare liquidità in cassa a questi allevatori in questo periodo di crisi, che comunque sarebbero tornati indietro. Ripeto, infatti, che non si sta sforando più.
Sono stato abbastanza breve e chiaro perché mi piacerebbe ricevere risposte puntuali su questi argomenti. La ringrazio.
MINO TARICCO. Ringrazio veramente di cuore il Ministro per il quadro così completo che ci ha fornito. Credo sia di ottimo auspicio, nel senso che è vero che c’è tanta carne al fuoco, ma è anche vero che tocca questioni cruciali. La nostra agricoltura e le potenzialità che può mettere in gioco a sostegno della scommessa di crescita e di sviluppo complessivo sono un po’ il campo su cui saremo chiamati a misurarci nei prossimi mesi e nei prossimi anni.
Anch'io ho molto apprezzato la progettualità riguardo alla valorizzazione del made in Italy, all'accelerazione sulla PAC, alle prospettive sia di semplificazione normativa sia di orientamento verso lo sviluppo e l'occupazione, un po’ le scelte che saranno messe in campo. Vi è, quindi, condivisione degli obiettivi e delle scelte dei tempi.
Mi permetto di porre tre questioni puntuali su cui credo, proprio nell'ottica a cui lei faceva riferimento nel suo intervento, sia necessario prestare molta attenzione. Condividendo assolutamente la questione della trasparenza delle procedure, credo varrebbe la pena verificare la possibilità, nell'ambito della predisposizione del piano strategico nazionale delle varie norme che faranno da contorno e quadro all'attivazione dei programmi di sviluppo rurale, di creare un meccanismo per il quale anche le regioni e gli organismi eventualmente da queste delegati diano massima trasparenza a tutte le pratiche e le procedure.
Nella passata programmazione, si è verificato, tra l'altro, il gioco a rimpiattino tra regioni, organismi delegati e altri enti, dove era sempre colpa di qualcun altro, ma nessuno sapeva mai dove fossero finite le pratiche e a che punto fossero. In alcune realtà si è saputo tre, quattro, cinque anni dopo la presentazione delle domande quale fosse stato l'esito delle procedure.
Ho ricevuto delle e-mail ancora nei mesi scorsi da aziende che non avevano ancora ricevuto comunicazione puntuale sull'esito di domande di finanziamento presentate nel 2006. Da questo punto di vista, condividendo assolutamente l'impulso che lei dava, bisognerebbe prevedere la possibilità di inserire delle clausole che non lo facciano diventare soltanto un impegno del Ministero, ma un target a cui sono chiamate le singole regioni e gli organismi delegati.
Condivido inoltre, assolutamente, il suo riferimento a specificità come quelle delle zone di montagna e della zootecnia tra gli ambiti cui prestare attenzione. Credo sia una scelta assolutamente fondamentale. In alcune aree montane la zootecnia, soprattutto da carne (e in alcune aree pedemontane Pag. 17e collinari) è l'altra faccia della medaglia della tenuta di quei territori in termini di modello di sviluppo. Oggi, se dovessero sparire in queste realtà la zootecnia, l'alpeggio e via discorrendo delle mandrie, credo che andremmo incontro a un depauperamento pesante.
In questo senso, mi permetto un'osservazione puntuale. Dopo una serie di speculazioni pesantissime legate a grandi aziende di pianura che affittavano dai comuni montani le malghe e poi le subaffittato ai malgari, finalmente l'AGEA è arrivata l'anno scorso a una circolare che vietava il subaffitto, dopodiché una sentenza dell'inizio di marzo di quest'anno ha cassato quella norma perché avrebbe introdotto novità normative, alla fine di un periodo di programmazione, che ne alteravano il quadro.
Anzitutto, le chiederei di verificare con il Ministero la possibilità di emanare un decreto o adottare un intervento normativo che ripristini la questione affrontata con la circolare dell'AGEA, ma sicuramente si tratta di una questione fondamentale per la prossima programmazione perché il rischio è di trasformare un intervento finalizzato al mantenimento e al sostegno della zootecnia e dell'alpeggio in montagna in un oggetto di speculazione per poche aziende di pianura, che nulla c'entrano con la montagna.
La questione dei controlli, cui ha fatto riferimento e la cui filosofia condivido assolutamente, era stata affrontata nel 2012 con una norma che predisponeva un'integrazione dei soggetti di controllo con trasferimento di notizie sui reciproci controlli, che si era bloccata perché ogni soggetto attuatore di controlli in qualche misura rivendicava la non accessibilità ai propri dati all'esterno.
Credo che anche in questo caso, si debba verificare la possibilità di creare una sorta di archivio unico condiviso obbligatorio cui, magari con password a livelli diversi, possano avere accesso i singoli enti, ma in modo che tutto ciò che è materia di controlli sia necessariamente e obbligatoriamente, per organizzazione di sistema, condiviso per evitare quello cui faceva riferimento, e cioè che molti soggetti effettuino molteplici controlli l'uno all'insaputa dell'altro, magari in 5 in un'azienda, mentre altre 10 non sono controllate da nessuno. Ho esasperato un po’, ma credo di non essere così lontano dalla realtà per la modalità che ci raccontano le aziende agricole su questo tema.
Condividendo, quindi, assolutamente l'approccio che dava al sistema, andrebbe verificata la possibilità che sia strutturato in modo obbligatorio per i soggetti di controllo, in modo che queste duplicazioni non possano più verificarsi.
PAOLO RUSSO. Consentitemi di esprimere un vivissimo apprezzamento per la relazione, che mi pare puntuale perché descrittiva, nel senso che ci è stato elencato il panorama nel quale la difficile congiuntura dell'agricoltura si trova.
Con la medesima franchezza, registro che sono poche le soluzioni definite offerte alla valutazione di questa Commissione, ma sono certo che nelle prossime occasioni avremo un migliore e più utile approfondimento per capire tutte le singole questioni. Citerò qualche esempio rapido.
In relazione alla vicenda cui ha fatto riferimento anche il collega Catanoso, tra l'AGEA e il SIN, non siamo qui per rimettere al centro storie già ampiamente richiamate, come le consulenze pagate per diversi milioni di euro a singoli professionisti, ma nemmeno possiamo pensare di plaudire al Ministro solo perché ci dice di ripensare in modo molto forte il sistema. Questo significa, infatti, una dichiarazione di principio rispetto alla quale esprimiamo un apprezzamento, ma senza avere gli strumenti, gli elementi e le condizioni per capire in quale direzione si vada.
Si riporta il SIAN all'interno del Ministero, si riporta la centralità attraverso una struttura che abbia un ruolo pubblico davvero ? Si evita che strutture, che dovrebbero essere agili per il loro essere società che stanno sul mercato, viceversa utilizzino quest'agilità in una chiave di straordinaria leggerezza e superficialità nell'azione amministrativa ?Pag. 18
Rimane in piedi una questione che riguarda Buonitalia e ICE e quest'ultima sul piano dell'azione, ma anche di quello dei lavoratori che operavano nella filiera dell'agricoltura capace di misurare performance sul fronte dell’export.
Sull'Expo abbiamo ascoltato un'altra dichiarazione di principio, condivisibile del tutto. Come faremmo a non essere d'accordo quando ci sono rappresentate le vicende come sono ? A me sembra, però, ancora una grande occasione, peraltro un po’ confusa, tra vetrine e modello di sviluppo, tra speculatori e quell'agricoltura tracciata cui faremo riferimento. Siamo ancora ai titoli di testa e non vorremmo che fossero anche i titoli di coda di un'esperienza che vorremmo fosse più forte, più incisiva su quella italianità a cui più volte abbiamo fatto riferimento.
Sull'ippica, abbiamo condiviso le finalità della delega e su questo incalzeremo. Ovviamente, abbiamo apprezzato il suggerimento del Ministro, ma nel frattempo aspettiamo di sapere quando saranno pagati gli arretrati spettanti agli operatori. Ce la faremo entro il 2014 o ci riferiamo sempre a quella delega che prima o poi arriverà ?
Ministro, lei sa che l'Europa è una partita importante, ma ci aiuti a capire come una legge sull'etichettatura d'origine trova difficoltà a essere attuata, e compresa in Europa. Le aranciate continuano a essere vendute in Italia senza arance e i tappi antirabbocco per l'olio trovano difficoltà a essere accettati in Europa.
Non faccio riferimento né alla vicenda dell'INEA (sulla quale pur vorremmo capire un po’ di più ciò che è accaduto, ciò che sta accadendo, quale sia il profilo d'attenzione, quale sia la qualità che sarà messa in campo, quali saranno le iniziative, quali sono i suggerimenti, quale sia la strategia complessiva), né a prodotti specifici, sottraendomi all'elenco di prodotti, facendo riferimento al tabacco su cui non ho sentito nulla.
Devo, però, infine porle una questione. Mi spiace molto di non aver sentito il termine «sud» nella relazione. Quell'unica volta è stata riferita per danneggiare il Mezzogiorno del Paese, quando si trattava di piani idrici nazionali, indicando come quella vicenda debba essere posta in chiave di competizione tra aree.
Caro Ministro, chi non vorrebbe questo ? Nel frattempo, però, cominciamo a partire dai livelli essenziali di adduzione idrica. Quali sono i livelli essenziali ai quali facciamo riferimento per individuare modelli per offrire nuove risorse a quelle aree ? Facciamo riferimento a un livello di adduzione o alla storicità degli investimenti che sono stati offerti ai territori o, attraverso il meccanismo della competizione, stiamo invertendo il criterio che dovrebbe essere, viceversa, utilizzato di investire laddove più è necessaria l'adduzione perché minori sono le adduzioni ? Più critica, infatti, è la situazione, perché la vicenda Terra dei fuochi ha indicato che probabilmente anche per questa ragione occorre un intervento.
Sono certo che l'attenzione, la puntualità, la sensibilità del Ministro sapranno offrirci non soltanto utili indicazioni, ma anche qualche risposta concreta alle sollecitazioni che abbiamo offerto.
ALESSANDRA TERROSI. Ringrazio il Ministro per essere qui con noi oggi. Ho apprezzato molto la sua relazione ritengo svolta a 360 gradi, ma vorrei focalizzare l'attenzione soprattutto su uno specifico particolare settore dell'agricoltura, che è quello appunto dell'agricoltura biologica.
Penso che a questo metodo di produzione, quindi a questo concetto, possiamo legare molti temi che sono stati affrontati questa mattina. In particolare, nella sua relazione parla della definizione dell'agricoltore attivo e, se non ho capito male, nel fare questo si può ipotizzare che non sia lo stesso dappertutto, ma che dipenda un po’ dai luoghi in cui ci troviamo e, precisamente, dal fatto che in quei determinati territori si producano più che altro beni ambientali o, viceversa, si produca per il mercato.
Per quanto riguarda il biologico, mi piacerebbe che non si commettesse l'errore, come non credo sia questo il caso, di legare questo particolare metodo soltanto Pag. 19a produzioni di nicchia, e quindi a specifici territori. Al contrario, il biologico è un metodo e come tale in questi ultimi 20 anni la ricerca, relativa soprattutto ai mezzi tecnici, agli itinerari colturali da apportare, alle scelte di varietà appropriate e via discorrendo, ha portato al settore grandi benefìci, tanto da farlo proprio uscire da quella produzione di nicchia a cui, invece, per molti anni è stato relegato.
Questa possibilità di avanzamento è stata data proprio, a mio avviso, dalla ricerca, dall'applicazione e dalla divulgazione, che credo ci permettano di sperare in un prossimo futuro avanzamento del biologico anche in termini di superficie impiegata. Nell'ultimo periodo, infatti, c’è una stagnazione, per l'appunto, nella superficie impiegata con questo metodo di produzione.
Come saprà, in questa Commissione è all'esame una proposta di legge sul biologico e in questa sede e alla sua presenza mi permetto di sottolineare l'importanza che avrebbe la possibilità per questo settore di contare negli anni futuri su finanziamenti dedicati, non soltanto europei, sia per il sostegno e la promozione del settore sia per la ricerca proprio in agricoltura biologica.
Penso che riuscire a lavorare bene per l'avanzamento di questo settore potrebbe permetterci di concretizzare in agricoltura, prima ovviamente che in altri ambiti economici, la possibilità di sperimentare quel cambiamento sostanziale in senso sostenibile che auspichiamo più in generale per la nostra economia e che più volte abbiamo detto potrebbe essere la possibilità per la nostra economia proprio di riagganciare una ripresa.
Siamo in presenza di una rivisitazione normativa a livello comunitario. È stata presentata in questi giorni una bozza di revisione dei regolamenti specifici proprio perché è stata espressa un'esigenza nella ricchissima documentazione arrivata alla Commissione da parte di consumatori, beneficiari, produttori e così via, in cui si chiede che anche per l'agricoltura biologica anche a livello normativo si tenga maggiormente conto di uno stretto legame tra questo metodo di produzione e l'utilizzo di risorse importantissime come l'acqua e l'energia.
L'altro aspetto che mi permetto di legare al tema del biologico è quello dei controlli, che lei ha ben esplicitato e ben toccato. Il settore biologico si riferisce infatti sia agli organismi di controllo, che effettuano i controlli in ambito nazionale, sia ai beneficiari ultimi, che sono i produttori.
A questo proposito, mi permetto semplicemente di fare una considerazione legata ai beneficiari che nel settore bio usufruiscono di finanziamenti comunitari, attraverso i PSR. Così come per tutti i beneficiari che transitano nella piattaforma SIAN, penso che per tutte queste persone sia importante poter contare sull'esattezza dei riscontri anche a loro beneficio, e anche sulla rapidità dei riscontri che si devono tradurre in una rapidità dei pagamenti, come è stato già fatto presente.
Tornando alla proposta di legge, a breve inizierà un ciclo di audizioni, ma mi auguro che potremo avere un contatto continuo con il Ministero anche per definire alcune questioni. Già nel disegno di legge collegato è previsto un articolo in particolare, il 6, che tratta del Sistema informativo biologico (SIB). Ovviamente, in qualche modo è stato previsto, ma questo sarà tutta da verificare con il Ministero, appunto anche nel progetto di legge.
Nel settore agricolo, ricco di così tante sfaccettature, c’è molto da lavorare. Se, però, posso permettermi, ho apprezzato la visione così totale, che richiamavo, che emerge dalla sua relazione, dove credo di aver colto la volontà di tenere insieme e in piani vicinissimi tra loro i vari territori di questo Paese e i diversi tipi di agricoltura che in essi si pratica.
ADRIANO ZACCAGNINI. Ringrazio particolarmente il Ministro per il suo intervento. In particolare, esprimo apprezzamento per l'approccio e il metodo prima che per i contenuti. È un metodo appropriato e attento a garanzia di efficienza e Pag. 20questa è innanzitutto una priorità nel lavoro che si svolge. Rivolgo il mio apprezzamento perché ho notato che sono stati trattati tutti i temi in maniera abbastanza puntuale, ovviamente in una visione più a largo spettro. Ci attendiamo di procedere in maniera più approfondita nel prosieguo dei lavori nei prossimi mesi.
Vorrei partire, innanzitutto, da un argomento di cui mi sono occupato particolarmente, che è quello degli OGM. Sappiamo che ieri c’è stata la moratoria di 12 mesi per il Friuli-Venezia Giulia e che forse seguirà la Lombardia: cosa intende fare il Governo entro il 9 aprile per tutto il territorio nazionale, per tutte quelle altre regioni che potrebbero essere esposte a coltivazioni ?
D'altra parte, sappiamo come il processo in atto in Europa della nuova proposta è ciò a cui bisogna puntare con forza. Vorrei sollevare, però, le criticità che ci sono nell'adozione dell'articolo 26-ter della nuova proposta, perché esclude la possibilità che sia motivato il bando degli OGM per motivi sanitari e ambientali. Questo è un modo, a mio avviso, affinché il Paese membro dimostri che sono antieconomici, ma non che sono dannosi per la salute e per l'ambiente e non credo sia corretto. Propenderei invece per un'ipotesi secondo cui il Paese membro possa motivare ampiamente anche per nuovi elementi sanitario-ambientali il divieto alla coltivazione.
In particolare, vorrei sottolineare il mio apprezzamento per la menzione dell'Horizon 2020 e solleciterei affinché fosse possibile una ricerca pubblica europea sul trasferimento genico orizzontale. Sarebbe la prima ricerca europea pubblica a occuparsi di quello che è un nuovo elemento non considerato ancora dall'Agenzia regionale per lo sviluppo rurale (ERSA) riguardo la contaminazione, che non avviene solo per via aerea, ma anche per via radicale nel sottosuolo.
Passo a un altro punto importante, il TTIP, l'accordo di libero scambio tra Stati Uniti ed Europa. Sappiamo che c’è poca trasparenza sulle negoziazioni e credo che il Governo, soprattutto il Ministero, potrebbe assumere maggiori informazioni e passarle anche a noi. Questo accordo andrà a intaccare la normativa comunitaria, ovviamente al ribasso.
In particolare, lei ha menzionato il grande merito del nostro sistema di controlli. Mi chiedo che fine farà questo sistema di controlli e di denominazioni tipiche se sarà «invaso» da un nuovo tipo di normativa. Sarebbe forse opportuno rendere più trasparente tutto e che il Governo riuscisse anche ad aggiornarci sullo stato delle cose.
Un altro punto che ho apprezzato è quello del Piano proteine vegetali. È un piano fondamentale, a mio avviso, per il settore della zootecnia per ridurre assolutamente la dipendenza estera per la mangimistica, che tra l'altro praticamente è quasi tutta OGM. Benché non l'abbia menzionato, è molto importante anche per la questione clima e sono molto contento che abbia posto una progettualità in quest'ambito, già sollecitata da me al precedente Ministro, senza che però, ovviamente, avesse sviluppi.
Per quanto riguarda i pesticidi e il loro uso sostenibile, i decreti attuativi ancora non sono stati emanati, il Piano d'azione nazionale (PAN) in particolare, quindi la solleciterei – signor Ministro – affinché possano essere emanati e possa essere data particolare attenzione al fatto che l'Italia consuma molti pesticidi rispetto al resto d'Europa, troppi. I consorzi agrari ci lucrano, c’è un giro d'affari e forse servono più controlli anche su questo. Soprattutto, però, vanno incentivati i pagamenti agroambientali per la transizione verso un'agricoltura più sostenibile e agroecologica, in particolare con la possibilità di rendere flessibile la PAC di anno in anno, e quindi capire dove spostare l'anno seguente i fondi.
Vengo infine, essendomene occupato negli anni passati, prima di questa mia attività parlamentare, all'agricoltura contadina di piccola e media dimensione, a cui si può anche legare il tema dell'Expo proprio perché, in realtà, è l'agricoltura contadina nel mondo a sfamare e nutrire il pianeta. Credo che sarebbe importante Pag. 21un occhio di riguardo verso tutti coloro che hanno piccoli appezzamenti di terreno e continuano a fare agricoltura. Sono contadini, una denominazione che in Italia non esiste perché o si è imprenditori agricoli o coltivatori diretti. Una volta c'era anche il contadino.
C’è la richiesta, da parte di più di 600.000 aziende piccole e di operatori del settore, di una defiscalizzazione degli incentivi, un riconoscimento del loro ruolo a presidio del territorio e di zone anche soggette a spopolamento. Dal momento, peraltro, che il 2014 è l'anno dell'agricoltura familiare, credo sia importante un occhio di riguardo a questa, ma non soltanto nominalmente, bensì in maniera reale e incisiva.
La ringrazio e le auguro buon lavoro.
PRESIDENTE. Ho ancora sei iscritti a parlare. Siccome dobbiamo stare, come vi avevo anticipato, nei tempi, invito i colleghi a interventi rapidi.
MASSIMO FIORIO. In estrema sintesi, mi consenta un ringraziamento al Ministro per l'approccio che ha dato alla sua relazione in profondità, non dico inedito, ma certo non consueto in confronto a quello che in passato abbiamo avuto con i ministri del settore.
Credo che l'approccio sia corretto anche perché affronta i nodi strutturali dell'agricoltura in un quadro in cui la situazione economica e finanziaria del nostro Paese è ancora particolarmente pesante. L'agricoltura non è da meno in questa fase all'incrocio di un intreccio di peculiarità delle agricolture italiane, il calo dei consumi interni, una crisi economica più vasta. Credo sia corretto affrontare alcuni nodi e farlo anche dal punto di vista delle riforme di settore, con un occhio all'efficienza e alla funzionalità di quanto si intende fare.
Vorrei toccare molto velocemente tre questioni. Una riguarda l'internazionalizzazione. È stato citata, ad esempio, l'ICE e ricordo a me stesso e ai colleghi che 3 anni fa il ministro Romani e il ministro Tremonti la soppressero e ci fu una vera e propria sollevazione da parte degli imprenditori di questo Paese, i quali sostenevano giustamente che fosse un grave danno per il Paese non dotarsi di uno strumento per penetrare adeguatamente sui mercati stranieri.
È stata poi trasformata in un'agenzia per l'internazionalizzazione. La legge di stabilità ultima l'ha dotata anche di risorse per il funzionamento. Ora torna di nuovo in campo nel lavoro condotto dal dottor Cottarelli l'ipotesi di soppressione dell'ICE. Credo che dobbiamo anche pronunciare parole chiare su questo fronte. Non possiamo non avere strumenti adeguati. Altri Paesi in cui l'agroalimentare è importante sono dotati di strumenti adeguati, come nel caso del settore vitivinicolo in Francia, dove Sopexa rappresenta uno strumento di penetrazione importante. Anche rispetto a questo strumento, vorrei chiedere al Ministro cosa si intende fare e quali sono gli orientamenti più ampi del Governo.
Sul tema dei controlli è stato detto che la sovrapposizione di enti di riferimento, e quindi il riferimento al Titolo V della nostra Costituzione, in qualche modo mette in campo difficoltà non solo per coloro che sono sottoposti ai controlli, ma per il sistema in genere.
Esistono, però, controlli che sono portati avanti dallo stesso settore, nello stesso ambito di riferimento. Penso allo stesso Ministro delle politiche agricole: Guardia forestale e Ispettorato centrale per il controllo della qualità dei prodotti agroalimentari. Esiste un'ipotesi di lavoro integrato dei due enti ?
Credo che il tema della ricerca sia un altro settore che dobbiamo affrontare in modo adeguato. Anche da questo punto di vista, chiederei al Ministro cosa si intenda fare anche alla luce delle proposte in campo in questo momento.
SIMONE VALIANTE. Salto i preamboli e voglio anch'io confermare la mia adesione alla relazione del Ministro, che ho molto apprezzato, come apprezzo la sua presenza costante.
Vorrei, però, segnalare nello specifico la crisi fortissima del settore della pesca, Pag. 22signor Ministro. Al di là di tutte le ipotesi, legge quadro e quant'altro, che pure condivido, siccome però credo che siamo di fronte a un malato che sta morendo, prima di cercare di capire come farlo vivere meglio, dobbiamo tentare di farlo sopravvivere. In questo come in altri settori, ma in questo in modo particolare, è anche declinata in buona parte la parola sud che il collega Russo richiamava, che condivido, ma solo nella misura in cui riusciamo ad agganciarla a settori che chiedono delle risposte urgenti.
Le questioni sono molteplici, ma accennerò soltanto ad alcune di esse. Oltretutto, in questi mesi ho cercato di seguire alcuni aspetti di questo settore, incrociando sempre grande disponibilità, in particolare del dottor Gatto, che per poco tempo si è occupato anche lui di questo settore.
Credo, però, che abbiamo necessità di assumere dei provvedimenti urgenti. Rispetto a questa vicenda ci sono indubbiamente regole comunitarie restrittive, ma anche questa storia di Bruxelles è ormai diventata quasi una barzelletta, signor Ministro. Spesso ci lamentiamo della Germania: per fortuna, in questo settore non ce l'abbiamo, eppure siamo soccombenti probabilmente anche rispetto a nostre incapacità, che accumuliamo negli anni, di sedere ai tavoli dove si scrivono queste regole, di essere influenti, di avere la capacità di riappropriarci di un ruolo che credo ci spetti.
Spesso incrociamo una competizione sleale di altri Paesi, ma spesso anche la difficoltà di una burocrazia comunitaria, di una nostra burocrazia, che qualche volta aggrava i problemi e non contribuisce a risolverli. Da questo punto di vista, le farò avere anche un'interrogazione nei prossimi giorni e conto di avere un ulteriore incontro anche con la struttura del Ministero nella persona del sottosegretario Castiglione, che per la verità a sua volta ha sempre mostrato grande disponibilità e ascolto. Credo, però, che abbiamo necessità di assumere provvedimenti urgenti su questioni come la quota tonno, come i palangari e altro.
Per alcuni nostri settori, signor Ministro, prima di parlare di sussidi e di incentivi, è necessario guardare complessivamente all'insieme degli interessi in campo e alle tante persone che vorrebbero poter esercitare questa professione. Mi riferisco soprattutto a tanti giovani che non sono in condizione di farlo per le regole spesso assurde che abbiamo e che dobbiamo, a mio avviso, superare con ogni mezzo.
Credo, dunque, e auspico che anche il mio gruppo politico – sono convinto che il capogruppo sia sensibile a questo tema – assumerà un'iniziativa forte nel merito delle questioni che dovremo realizzare, ma credo, come le ripeto, signor Ministro, approfittando della sua attenzione consueta, che siamo in un'estrema urgenza per cui, prima che di sussidio e di incentivi, abbiamo la necessità di capire come dare la possibilità a tanta gente di esercitare questa professione nobile, che per fortuna soprattutto al sud continua a interessare anche tanti giovani.
PRESIDENTE. Abbiamo la disponibilità del Ministro a ritornare per la replica. A questo punto, usiamo il tempo disponibile per gli interventi.
SUSANNA CENNI. La ringrazio, Ministro, per la relazione di oggi. Sento, però, francamente di esprimere nei suoi confronti un apprezzamento più generale per lo stile che ha adottato dal suo insediamento a oggi. Mi piacerebbe definirlo di sobria concretezza. Mi sembra che abbia deciso di presidiare alcuni temi che da anni sono al centro dei problemi dell'agricoltura di questo Paese.
Mi auguro, come trovo all'interno della visione che ci ha illustrato, che davvero il futuro della nostra agricoltura si giochi attraverso una maggiore competitività, una forte modernizzazione. Credo anche, però, che sia necessaria la capacità di coniugare in maniera completa gli orizzonti di sviluppo con una sostenibilità ambientale molto forte, che sappiamo essere uno dei nostri punti fragili.
Siccome sono qui dal 2008 e lei è il sesto ministro che sentiamo illustrare i Pag. 23propri programmi, spero che il suo mandato sia caratterizzato anche da anni di stabilità. Ce lo auguriamo non solo per lei, ma per l'agricoltura italiana prima di tutto. Spero che questi anni siano caratterizzati anche dalla possibilità di parlare più delle potenzialità che dei problemi del settore agricolo.
Credo, come ritrovo in buona parte delle questioni che ci ha illustrato puntualmente oggi, che davanti a noi siano alcune occasioni davvero enormi, che hanno a che fare con il semestre europeo, mi pare con una forte volontà di esserci pienamente dentro, quindi caratterizzando con alcune nostre scelte anche la possibilità di ridiscutere alcune regole e alcune partite importanti. Penso alla nuova programmazione che va ad aprirsi, all'Expo e all'insieme di questi vari aspetti che potrebbero consentire davvero dei grandi passi in avanti.
Per spot porrò poche questioni e qualche domanda. Sulla questione degli OGM si sono già soffermati molti colleghi e questo mi consente di soffermarmi solo su una considerazione legata alla scadenza del 9 aprile, quando avremo la sentenza del TAR del Lazio sul ricorso che c’è stato in relazione al decreto prodotto dai tre ministeri.
Auguriamoci che vada tutto bene, ma credo che dobbiamo ragionare su quella prospettiva. Mi sembra importante l'intenzione che ha dichiarato nei suoi discorsi, e anche oggi ha confermato, di avviare un nuovo confronto a livello comunitario su questa partita. Ho avuto l'esperienza negli anni passati di poter coordinare la rete europea delle regioni OGM free.
Oggi, il quadro comunitario è molto diverso. Quelle regole e quegli accordi erano frutto di una concezione del tema che negli anni è cambiata. Molti Paesi che avevano aperto le proprie porte alle produzioni OGM sono tornati indietro e credo che possano esserci davvero le condizioni per modificare quel tipo di regolamentazione e per costruire un percorso di autonomia dei Paesi legata alla propria competitività, alla qualità delle produzioni. In questo senso, sento di poter sottolineare anch'io positivamente la scelta di investire su un piano nazionale che riguarda le proteine vegetali, pezzo importantissimo di questa scelta.
In relazione all'AGEA, segnalo, tra le tante questioni, un tema che in questi giorni credo dovrà trovare una risposta. Penso all'indagine aperta dalla Guardia di finanza ad ottobre e alla pesante sofferenza che alcune imprese cominciano a subire non avendo a oggi ricevuto nessuna notifica della problematica che ha riguardato il sequestro dei fascicoli. Mi riferisco soprattutto a moltissime aziende agricole che, oltre a vivere le difficoltà di tutto il mondo agricolo, hanno vissuto anche eventi alluvionali, hanno difficoltà in questa fase a ricevere i finanziamenti dalle banche.
Credo che questa situazione vada sbloccata. Mi risulta che gli organismi pagatori e le regioni abbiano già scritto, che si siano già fatti sentire. Penso che sarà importante sollecitare una veloce conclusione di questa vicenda.
Con altro spot velocissimo, segnalo che i ministri precedenti si sono tutti molto poco occupati di fauna selvatica. Risulta tra le competenze del suo Ministero, in parte legata anche alle competenze del Ministero dell'ambiente. Mi limito a segnalare solo il tema annoso dei danni prodotti all'agricoltura dalla fauna selvatica. Oltre alle questioni che riguardano le norme, esiste un tema straordinario che riguarda le risorse, su cui dovremmo cercare di trovare una soluzione.
Infine, in relazione alla prospettiva, oltre che alla scadenza, dell'Expo, nelle scorse settimane il sindaco di Milano Pisapia ha lanciato un tema che credo sia nato soprattutto nella rete dei grandi comuni impegnati sui temi dei mutamenti climatici. Si tratta dell'idea, a mio avviso molto affascinante, della Kyoto del cibo, quindi della possibilità di ragionare attraverso l'Expo e, probabilmente, come possibile conclusione dell'Expo, di un tema così straordinario, di un nuovo protocollo mondiale che metta al centro il cibo e che, attraverso questa centralità, possa produrre modificazioni profonde nelle politiche Pag. 24a livello trasversale. Mi riferisco al clima, al suolo, a tutte le sfaccettature che riguardano questa nuova lettura.
Abbiamo iniziato questa legislatura con la scrittura da parte di alcuni saggi di un'ipotesi di riorganizzazione del funzionamento delle istituzioni di questo Paese con una possibile cancellazione dell'agricoltura a livello sia parlamentare sia di ministeri. Se questo fosse lo scenario, esiste la possibilità di capovolgere completamente questa visione, e cioè di partire da questa centralità per rileggere anche un modello di sviluppo, che credo in questa fase sia molto interessante. Mi piacerebbe conoscere la sua opinione visto che si è occupato e si sta occupando in maniera così forte dell'Expo.
VERONICA TENTORI. Ringrazio anch'io il Ministro per la completezza e l'esaustività della relazione. Sono stati toccati molti temi importanti, che giudico tutti decisivi e che ci pongono di fronte a sfide ambiziose, ma sicuramente necessarie, soprattutto nell'ottica di un rilancio della nostra economia anche in chiave sostenibile, come già si accennava, che non può non vedere come protagonista il settore agroalimentare.
Anche per i tempi ristretti, farò solo una sottolineatura su un tema che non è stato citato, ma che ritengo prioritario anche per il Ministero delle politiche agricole e forestali benché interessi e si intrecci anche con quello dell'ambiente: il tema del consumo di suolo, in particolare di suolo agricolo, su cui stiamo già lavorando e procedendo, ma su cui ritengo sia importante arrivare rapidamente a una conclusione.
Sappiamo che la terra è il bene primario per chi fa agricoltura e che, una volta che questa è stata edificata e impermeabilizzata, non si può tornare indietro, per cui credo che non possiamo permetterci di perdere altro suolo agricolo e auspico che il Governo possa avere a cuore questo tema.
L'ultima osservazione è sul tema dei terreni coltivabili abbandonati o inutilizzati sia demaniali sia privati. Le conseguenze sono, come sappiamo e vediamo spesso, il rischio idrogeologico e di incendio e credo anche la perdita di un'occasione. Non basta che questi terreni non siano edificati, ma bisognerebbe pensare a un modo per incentivarne l'utilizzo per fare agricoltura, ad esempio, se si trovano nei centri urbani, anche incentivando le attività come gli orti urbani e gli orti collettivi o esperienze di agricoltura sociale, che si stanno sempre più diffondendo nelle nostre realtà anche in contesto urbanizzato.
Credo che porsi il tema del raggiungimento dell'autosufficienza alimentare sia importante anche in vista dell'Expo 2015, come è stato detto anche dal Ministro, e di conseguenza penso che il tema della disponibilità della terra sia da questo punto di vista centrale.
NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Non perché stamattina insieme a molti colleghi dei diversi gruppi parlamentari abbiamo attraversato il Tevere per andare a messa dal Papa, ma spesso in questi anni mi ponevo sempre la domanda ispirata al versetto di Isaia: sentinella, quanto resta della notte ?
In effetti, abbiamo visto inermi il passaggio di sei ministri delle politiche agricole in pochi anni e nessuno di loro ha affrontato i problemi che stanno a cuore all'agricoltura. Quando, il 19 marzo, Renzi è venuto alla Camera, ha saputo cogliere bene la palla per rilanciare il tema della PAC, del made in Italy e per dire al Parlamento che vi è una centralità che nessuno può togliere, che nello stesso tempo il Governo non si sottrarrà a un lavoro serio, forte sui temi della PAC, del made in Italy e del rilancio dell'agroalimentare italiano. Trovate questi temi nella relazione del Ministro.
L'unica visibilità che interessa a questa Commissione, a me in particolare, è quella del nostro sistema produttivo agroalimentare. Ad altro non siamo interessati. Anche le polemiche di questi giorni non ci interessano molto perché sono convinto che la buona politica, prima che il disegno di legge europea vada in Assemblea, sicuramente Pag. 25troverà le soluzione più convincenti, più adatte e più adeguate al tema.
All'esame della Commissione, signor Ministro e signor presidente, ci sono moltissimi provvedimenti che lei ha saputo cogliere nella relazione. Sono provvedimenti quasi definitivi, che attendono una disponibilità del Ministero – l'abbiamo chiesto anche altre volte – per le risorse. Credo che debbano far parte anche del lavoro che è stato presentato al Senato e che riguarda il collegato agricoltura, di cui forse frettolosamente ha parlato ben poco, ma credo che sia un tema fondamentale e che anche i colleghi del Senato l'abbiamo posto stamattina, che lei non vi sarà insensibile conoscendo anche la sua capacità di ascolto.
Per il collega che ha parlato dell'INEA vorrei soltanto precisare che, per individuare la differenza tra chi è ora al Governo e chi c'era prima, basta soltanto guardare i curriculum del presidente: uno era caratterizzato dal fatto che era un valido giocatore di calcio e anche allenatore; oggi, il presidente è il magnifico rettore di una delle università italiane.
A prescindere da questo, vorrei soltanto fare pochissime osservazioni riguardo alla PAC, un tema fondamentale su cui non possiamo distrarci e che riguarda tutti noi e la prospettiva dell'agricoltura italiana. Difficilmente possiamo chiedere al Governo italiano le risorse esistenti per la PAC: sono lì e devono essere utilizzate per l'agricoltura.
Ringrazio tutti i colleghi e i gruppi parlamentari della Camera perché abbiamo chiesto tutti assieme, attraverso la presidenza della Commissione, la calendarizzazione di una mozione sulla PAC. Vogliamo scelte ben precise. Credo che il vestito che l'Europa ha delegato agli Stati membri di costruire, una PAC in funzione dell'agricoltura delle 28 diverse esistenti, sia proprio fondamentale e che, se ci lavoreremo tutti assieme, sarà sicuramente una mozione condivisibile e condivisa da tutti i gruppi di questa Commissione.
Ovviamente, i tempi sono stretti. Abbiamo la scadenza del 1o agosto, ma il Ministro ha detto che si dà il termine del 1o maggio: entro quella data dobbiamo dare sicuramente una risposta su cos’è la nostra agricoltura, su cosa vogliamo fare di queste risorse. È importante.
Ognuno di noi vive nei territori e sapete bene che gli agricoltori oggi si pongono molte domande: come saranno assegnati i nuovi titoli della PAC ? Il calcolo dei titoli sarà sui pagamenti ricevuti o sui titoli detenuti ? Quale settore rientra nel pagamento accoppiato ? Ne ho sentito qualcuno, non li ho sentiti tutti. Quale sarà la definizione di agricoltore attivo ? Su questo, signor Ministro, deve rassicurarci. Ho capito che i tempi sono tali per tutti, ma mi pongo alcuni problemi.
Un tema molto importante è il passaggio dai pagamenti storici a quelli regionalizzati, un percorso inevitabile, ma che dobbiamo rendere compatibile con il processo di adattamento delle imprese. Esiste un periodo transitorio e questo deve essere accompagnato.
Oggi il Ministro ci ha parlato del modello di convergenza irlandese, che prevede un graduale passaggio dagli attuali livelli dei titoli verso livelli più omogenei, senza però raggiungere un valore uniforme nel 2019. Su questo tema, il dottor Blasi è stato molto esplicito, bravo ed eloquente nel corso dell'incontro informale dell'altro giorno, ma resta un problema: bisogna trovare sempre un compromesso sulla regione unica.
Questa scelta, infatti, come sappiamo tutti, penalizza alcune regioni del nord, come la Lombardia e il Veneto, ma anche e in modo ancora più rilevante alcune regioni del sud, Calabria e Puglia. Non vi è, quindi, una differenziazione tra nord e sud, e quindi non è penalizzato solo il sud, come accadeva in altre circostanze, quando avevamo un ministro di nome Tremonti e c'era anche una maggioranza di centrodestra.
All'interno delle stesse zone geografiche, però, esistono delle differenziazioni, dei modelli che bisogna comunque tentare di far convergere. Quando è nata, infatti, la PAC, signor presidente – per alcuni versi, ho anche condiviso l'intervento del collega Russo – era per favorire una Pag. 26convergenza territoriale. Quando vedo che un olivicoltore calabrese perderà nel 2019 il 45 per cento delle risorse dei pagamenti storici, mi pongo qualche domanda e credo che forse anche in altre regioni esista questo problema, per la Puglia, la Lombardia, il Veneto.
Bisogna capire che la PAC deve essere sicuramente una misura che deve aiutare il Paese a compiere passi avanti tutti assieme, ma credo che anche il sistema degli aiuti accoppiati debba dare una mano in più ai territori, che perdono attualmente più risorse. Forse non sarebbe nemmeno male che nella zootecnia da carne possa essere inserito il problema degli ovi-caprini, finora sempre penalizzati, o che, rispetto ad alcune colture, circoscritte in alcune regioni, siano favorite anche altre tipiche di altre regioni. Tanti sono i problemi da risolvere e credo che il fatto che ci sia questa tipologia tra primo e secondo pilastro non aiuti. Occorre una maggiore semplificazione.
L'ultimo tema che pongo, signor presidente, è quello degli agricoltori attivi. Avrà un impatto rilevante e ha suscitato un grande entusiasmo del mondo agricolo. Stiamo attenti, però, a non deludere quest'entusiasmo. L'Italia deve fare delle scelte e credo che la più importante sia quella tra una selettività debole e una forte. Una selettività debole è come far cadere sempre risorse a pioggia: non risolve il problema.
Credo che, invece, una selettività più forte aiuterebbe l'agricoltura e la competitività, ma bisogna rivolgere sempre un occhio di riguardo alle zone svantaggiate. Lì coltivano il terreno non soltanto agricoltori, ma sono anche operatori multifunzionali, che aiuteranno anche il sistema idrogeologico italiano.
Signor presidente, termino lasciando al Ministro una preoccupazione. In questi giorni, abbiamo assistito e abbiamo letto molte agenzie sul SIN: credo che sia giunto il momento, dopo aver ascoltato e audito tecnici e professionisti, di mettere mano a quell'ente. Oltre ai danni che crea al settore, ne crea uno di immagine incredibile a tutta l'agricoltura. Gli agricoltori in quest'occasione non possono fare altro che perdere stima in quel sistema, mentre noi dobbiamo far capire a tutti loro e a tutti gli italiani che vi è oggi un modo diverso, nuovo e più funzionale di gestire l'agricoltura.
LAURA VENITTELLI. Ringrazio il Ministro. Volendo mutuare l'espressione della collega Cenni, andrò per spot. Apprezzo anche il riferimento presente nella relazione che ci è stata consegnata alla necessità di intervenire con misure nuove che guardino all'apprendistato e ai contratti di inserimento nell'agricoltura.
Quando, infatti, si parla di lavoro nell'agricoltura, l'immaginario collettivo ci porta soltanto a pensare al bracciante agricolo, mentre l'agricoltura può essere uno strumento nuovo per formare le nuove generazioni in attività che possono essere ricollegate all'agricoltura biologica, alla pesca, ai vari settori di cui ci stiamo occupando.
Oggi, quindi, è il momento per dare una risposta anche in questo settore, appunto quello del lavoro e dei contratti di inserimento, dei contratti a termine e dei contratti a tempo indeterminato, riferendoli alle tipologie del lavoro agricolo. Si può dare una risposta importante anche alla luce di un decreto che sarà convertito in questi giorni e relativo, appunto, a questo settore.
Vorrei porre soltanto una nota al Ministro. Penso che non sia per una dimenticanza programmatica, ma piuttosto per un’«omissione materiale» che non si è fatto riferimento nella sua relazione al settore bieticolo-saccarifero.
Se non mi sbaglio, c’è il riferimento soltanto agli aiuti accoppiati, ma non agli zuccherifici. Mi sembra di aver notato questo. Probabilmente, sono arrivata più tardi e, in ogni caso, so che il Ministro conosce il tema, ma nella relazione non mi sembra di averne letto. Forse si tratta di una mia svista.
Abbiamo anche presentato una risoluzione per la discussione relativa al credito degli zuccherifici, maturato nel 2009, e parliamo di una misura che si orienta Pag. 27intorno ai 50 milioni di euro per aver rinunciato a quote dello zucchero.
Siccome siamo in una fase molto delicata e alcuni zuccherifici, nello specifico quello del centro sud, della mia città, stanno vivendo una situazione di grave disagio proprio per la mancanza di questi aiuti, vorrei sollecitare una considerazione del suo Ministero rispetto a questo settore che, indipendentemente dalla posizione specifica dello zuccherificio del Molise, sta vivendo una situazione di grave crisi proprio per la riduzione che c’è stata con l'abbattimento del 30 per cento del prezzo dello zucchero.
L'ultimo spot si aggancia al discorso pesca, che non è soltanto quella dei palangari o del tonno. Va anche considerata e sta vivendo un momento di grave difficoltà la piccola pesca, quella del nostro Adriatico, del Tirreno, che manca non soltanto di un'organizzazione normativa capace di dare un impulso a questo settore, ma soprattutto di un impulso.
PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Carra per un intervento telegrafico.
MARCO CARRA. Non riuscirò a essere telegrafico e neppure lascerò un intervento scritto. Vorrei godere, però, presidente, degli stessi diritti dei miei colleghi, in maniera compatibilmente – è chiaro – ai tempi disponibili. Chiedo, quindi, se sia possibile, quando il ministro Martina tornerà in Commissione e prima che replichi, avere 3 minuti.
PRESIDENTE. Abbiamo questa disponibilità del Ministro.
MARCO CARRA. Siamo soltanto in due.
PRESIDENTE. Oggi mancano anche altri colleghi.
Ringrazio il Ministro e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.50.
Pag. 28ALLEGATO
DOCUMENTAZIONE CONSEGNATA DAL MINISTRO DELLE POLITICHE AGRICOLE ALIMENTARI E FORESTALI MAURIZIO MARTINA
EXPO 2015
L'Esposizione Universale di Milano 2015 sarà un'importante occasione di rilancio dell'economia del nostro Paese, all'interno della quale l'agroalimentare italiano sarà ampiamente rappresentato.
Abbiamo portato a maturazione nei giorni scorsi il lavoro predisposto negli ultimi mesi, abbiamo firmato uno protocollo molto importante con Expo Spa e Padiglione Italia, siamo nelle condizioni di poter costruire certi percorsi di protagonismo diretto del settore agricolo e agroalimentare dentro la piattaforma espositiva di Expo.
In particolare, Padiglione Italia realizzerà il Padiglione dell'esperienza vitivinicola italiana in un apposito e riconoscibile spazio autonomo dedicato, mentre Expo 2015 Spa favorirà la rappresentazione delle filiere agroalimentari, mettendo a disposizione uno spazio dedicato per la realizzazione di un Padiglione specifico.
Nel corso dell'esposizione, il Ministero avrà un proprio spazio di rappresentanza anche per iniziative istituzionali e promuoverà i seguenti principali progetti:
a. Progetto start-up.
Saranno previsti spazi fisici all'interno di Padiglione Italia ed eventi per la valorizzazione delle start up nel settore agricolo e agroalimentare individuate dal Ministero attraverso un Bando specifico.
b. Progetto «Formazione».
Sarà realizzato, con il supporto delle Università, dell'ISMEA e del CRA, un Master in campo agroalimentare per 100 giovani neolaureati in discipline riferibili al settore agricolo e agroalimentare.
c. Progetto «le eccellenze italiane».
Il Ministero attiverà uno specifico Bando di gara per la selezione, nelle diverse filiere agricole e agroalimentari, di nuovi progetti con elevato contenuto di innovazione che saranno presentati nel corso dell'esposizione.
d. Progetto «Promozione del Made in Italy».
Eventi dedicati alla promozione delle produzioni nazionali di qualità (DOP). Eventi dedicati al settore del biologico. Promozione del Marchio identificativo della produzione nazionale.
Infine, come eredità culturale di Expo Milano 2015, il MIPAAF e il MIUR avvieranno un progetto per sperimentare un Programma di Educazione Alimentare nelle scuole.