Sulla pubblicità dei lavori:
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 2
INDAGINE CONOSCITIVA SULLA SITUAZIONE DELL'EDILIZIA SCOLASTICA IN ITALIA
Audizione di esperti del settore.
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 2
Cuccaro Chiara Cecilia , Dirigente U.O. Edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma ... 2
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 6
De Giovanni Giorgio , Direttore generale Assovetro ... 6
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 8
Malisani Gianna (PD) ... 8
Gallo Luigi (M5S) ... 8
Capua Ilaria (SCpI) ... 8
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 9
Cuccaro Chiara Cecilia , Dirigente U.O. Edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma ... 9
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 9
Marzana Maria (M5S) ... 9
De Giovanni Giorgio , Direttore generale Assovetro ... 9
Bossa Luisa (PD) ... 10
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 11
Cuccaro Chiara Cecilia , Dirigente U.O. Edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma ... 11
Ghizzoni Manuela , Presidente ... 12
Allegato 1: Nota depositata dall'architetto Chiara Cecilia Cuccaro del Comune di Roma ... 13
Allegato 2: Nota depositata dai rappresentanti di Assovetro ... 27
Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MANUELA GHIZZONI
La seduta comincia alle 14.20.
Sulla pubblicità dei lavori.
PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.
Audizione di esperti del settore.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla situazione dell'edilizia scolastica in Italia, l'audizione di esperti del settore. Sono oggi presenti l'architetto Chiara Cecilia Cuccaro, dirigente dell'Unità operativa edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma, e i rappresentanti di Assovetro.
Do la parola all'architetto Chiara Cecilia Cuccaro del Comune di Roma.
CHIARA CECILIA CUCCARO, Dirigente U.O. Edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma. Buonasera, vi ringrazio di questo invito, che ci permette di portare l'esperienza di un ente locale a questo livello istituzionale così importante.
Riassumerò in breve i caratteri dell'edilizia scolastica romana, le strategie di manutenzione che abbiamo posto in essere e le necessità economiche, ossia quanto abbiamo speso e quanto effettivamente bisognerebbe spendere. Ho predisposto una memoria molto dettagliata, che adesso sintetizzerò.
A Roma abbiamo un patrimonio edilizio scolastico molto ampio, costituito da 1.456 edifici sparsi sul territorio comunale. Voi sapete che il comune di Roma è addirittura uno dei comuni più grandi d'Europa come territorio. Questi 1.456 edifici corrispondono a circa 900 istituti scolastici e sono stati costruiti negli ultimi 120 anni.
In questo patrimonio ritroviamo gran parte delle tecniche costruttive, per cui passiamo dalle scuole-palazzo, costruite subito dopo l'Unità d'Italia, all'ampia gamma di edifici costruiti nel secondo dopoguerra, con l'introduzione del cemento armato e di altre tecnologie, quali i prefabbricati.
Questo ampio patrimonio, essendo stato costruito per circa il 40 per cento anteriormente al 1975, anno in cui venne emanata la prima normativa complessiva sull'edilizia scolastica, si presenta alquanto vetusto e non conforme alle successive norme che sono state continuamente approvate dal Parlamento.
Abbiamo quindi problematiche relative alla prevenzione degli incendi, all'adeguamento antisismico, all'abbattimento delle barriere architettoniche, anche se, con riferimento alle barriere architettoniche, si è fatto molto e nella quasi totalità delle scuole i problemi sono stati risolti; per non parlare della certificazione energetica, che tra breve sarà obbligatoria per tutti gli edifici.
Noi siamo intervenuti sul tema da circa dieci anni ed è importante considerare il periodo dell'inizio degli anni 2000, perché, Pag. 3subito dopo l'emanazione del decreto per la sicurezza e l'igiene nel luogo di lavoro, con riferimento agli edifici pubblici scatta un'azione degli enti locali per cui, al di là del problema della manutenzione del patrimonio, questa diventa un obbligo di legge, perché gli edifici devono essere coerenti con le norme di igiene e sicurezza.
Da quel momento in poi sono stati portati avanti riflessioni e progetti sul tema della scuola, cercando di evidenziare il rapporto tra progetto educativo e spazi architettonici. Questo è stato portato avanti dall'amministrazione del comune di Roma, sotto la regia del Dipartimento alle politiche educative, con la compartecipazione tecnica degli uffici dei Municipi. Siamo infatti divisi in 15 Municipi, che fino a poco tempo fa erano 20.
Sono state portate delle esperienze molto interessanti sulla ristrutturazione degli asili-nido e sulle «sezioni ponte» per la scuola dell'infanzia, quindi un segmento di questo grande patrimonio è stato rinnovato alla luce delle esigenze contemporanee della didattica e dei servizi all'infanzia.
Questa strategia è stata condotta anche con il supporto delle strutture universitarie in un fecondo rapporto che, credo, ci debba essere tra le varie amministrazioni pubbliche nel nostro Paese.
Per quanto riguarda invece tutto il segmento della scuola di competenza esclusiva comunale, quindi scuole materne statali, scuole elementari e scuole medie, vorrei richiamare per titoli i problemi degli edifici scolastici. Abbiamo un patrimonio esteso, variegato, vetusto e per certi versi fragile, abbiamo una mancanza di manutenzione corrente che, nel tempo, diventa esigenza di ristrutturazione.
Non abbiamo le certificazioni relative alla sicurezza degli edifici, e chi si occupa di scuole o ha maturato esperienze all'interno della scuola sa quanto sia importante averle. Abbiamo il problema delle nuove esigenze con cui la scuola italiana si confronta tutti i giorni, quindi innovazioni della didattica, introduzione dell'informatica, orario lungo generalizzato, con la conseguente esigenza di ambienti flessibili e confortevoli, laddove le scuole sono aperte al territorio, condividono gli spazi e includono anche bambini di altre nazionalità.
Ulteriori punti da evidenziare sono la scarsa attenzione dell'opinione pubblica verso i problemi degli edifici scolastici, le risorse modeste, ma anche i limiti culturali delle amministrazioni. Considero strategico questo tema delle nuove esigenze cui la scuola deve rispondere, perché con l'occasione di risanare e adeguare alla normativa vigente gli istituti scolastici, bisognerebbe avviare un processo di modernizzazione degli edifici, per renderli conformi alle attuali esigenze.
In passato, invece, i manufatti a disposizione delle amministrazioni sono stati trattati in maniera «brutale», soprattutto per rispettare alcune normative. Dobbiamo cercare, invece, di costruire una manutenzione che possa coniugare le esigenze della norma, le istanze degli utenti e la necessità di tutelare un patrimonio storico-artistico che contiene edifici di particolare valore.
Abbiamo cercato di lavorare in questo senso e nella documentazione che ho depositato agli atti della Commissione troverete riassunto un intervento che stiamo realizzando nel centro storico di Roma, dove riportiamo una scuola, l'Angelo Mai, nel cuore della città, la Suburra: al posto di un istituto religioso che doveva trasferirsi, perché si tratta di proprietà demaniale, anche a seguito delle pressioni delle comunità locali, è in costruzione una scuola media. Si riporta quindi, dopo 120 anni, una scuola nel cuore di Roma. Questo ha una valenza particolare, testimoniando come il centro di Roma non debba essere utilizzato solo a fini turistici.
Per quanto riguarda invece l'edilizia scolastica più recente, abbiamo molti edifici costruiti tra il 1960 e il 1970, caratterizzati da fragilità dei caratteri costruttivi anche di scarsa qualità. Cerchiamo di riesaminare questo tipo di edilizia sotto il profilo del risparmio energetico e della bioclimatica. Già dal 2003 l'amministrazione era dotata di un Piano di azione Pag. 4ambientale e abbiamo realizzato dei progetti su alcune tipologie di edifici (ho lasciato anche una documentazione grafica e fotografica) cercando di riconsiderare questi edifici sotto il profilo energetico e realizzando anche interventi di natura sperimentale.
Questi progetti ci hanno fornito un breviario di indicazioni, una specie di manuale, dal momento che queste tipologie si ripetono anche in diversi contesti urbani. Abbiamo a disposizione anche altri suggerimenti progettuali sul tema della bioclimatica, come – ad esempio – le facciate verdi o la riduzione delle aree asfaltate nelle scuole per aumentare la permeabilizzazione delle aree esterne, ma non riusciamo a portare avanti tutti questi interventi, data la difficoltà di reperire risorse economiche.
Tutto quello che abbiamo fatto è conforme alle Linee guida dell'edilizia scolastica varate dal Ministero dell'istruzione nel mese di aprile del 2003, linee guida che recepiscono sicuramente le migliori esperienze sul territorio e prefigurano il ruolo della scuola come centro civico, cioè edificio aperto tutto il giorno e tutti i giorni per giovani e adulti.
Ci piace ricordare come il patrimonio conoscitivo che abbiamo sedimentato sul tema della manutenzione, in stretto rapporto tra Dipartimento lavori pubblici, Dipartimento alle politiche educative, Uffici territoriali dell'amministrazione, dirigenti scolastici e associazioni dei genitori, abbia contribuito a fornire contenuti per un concorso internazionale di progettazione per tre nuove scuole a Roma.
I lavori sono stati ultimati per due edifici, mentre sono in corso per il terzo. È stata scelta questa procedura straordinaria per degli edifici ordinari, laddove il termine «ordinari» intende non sminuire il ruolo della scuola, bensì indicare un tipo di servizio corrente, che deve essere regolarmente assicurato all'interno dei quartieri.
Il tema della scuola è stato scelto proprio per realizzare degli organismi flessibili, aperti, predisposti ad accogliere anche le nuove tecnologie, che amplino la capacità di apprendimento e consentano il massimo scambio nel lavoro di formazione, pensando ad ambienti in cui si possa lavorare sia a livello individuale che in piccoli gruppi, ribadendo sempre il concetto di una scuola aperta al territorio.
Il principio generale su cui è fondato questo concorso è che l'edificio-scuola abbia in se stesso una funzione educativa. Questo concetto lo ritroviamo nelle linee guida, ma anche nella cosiddetta legge Masini, in cui era già contenuta l'idea che l'edificio avesse una funzione educativa, esistendo quindi sia una scuola materiale sia una scuola immateriale, la quale ultima è costituita dal curriculum didattico e dal complesso delle attività che si svolgono nella scuola.
L'importante è coniugare queste due dimensioni, quella materiale e quella immateriale, laddove tanto più queste sono in armonia, tanto più il processo educativo è efficace. Di queste tre scuole, cito ora quella che ritengo più aderente agli obiettivi del concorso e molto coerente con le linee guida di cui siamo dotati – come Paese – dall'aprile 2003. Questa scuola, situata nella periferia romana, nella zona della Romanina, è stata progettata dal professor Hertzberger, un architetto olandese, in collaborazione con un architetto di Palermo, Marco Scarpinato. L'opera è costata 8,5 milioni di euro, comprende 19 aule didattiche e tutti i servizi collegati (mensa, palestra, auditorium). Ha un carattere architettonico molto particolare, in quanto si sviluppa lungo un asse longitudinale, sul quale si agganciano più unità a forma quadrata con corte centrale e patio comune, volendo ricordare la domus romana. Ciascuna unità contiene le classi e tutti i servizi.
Le classi possono lavorare insieme oppure separatamente, e possono farlo anche all'aperto. Le strutture comuni della scuola, principalmente l’auditorium e il ristorante, sono collegate insieme a realizzare una specie di foro, nel quale si può dibattere, ragionare e crescere, che è la cifra di questo progetto.
Andando però a valutare le necessità economiche per questa partita della rigenerazione Pag. 5delle scuole (il termine «rigenerazione» va di moda, ma penso che in questo caso sia da adottare), già all'epoca dell'emanazione del decreto legislativo n. 626 del 1994, l'allora Ministero della pubblica istruzione aveva valutato in 2.000 miliardi di vecchie lire la necessità di adeguamento per il patrimonio edilizio scolastico.
Il termine originario per adeguare gli edifici scolastici si è successivamente spostato e, dal 1999, è stato prorogato prima al 2004 e, poi, al dicembre 2009, data in cui è definitivamente spirato. Questo comporta molti problemi nell'attività degli enti locali, perché, siccome non è stato possibile adeguare gli edifici ad alcune normative, quali quella della prevenzione incendi, ci troviamo di fronte al paradosso che, sebbene tutti gli edifici scolastici del comune di Roma presentino delle centrali termiche, delle cucine e degli ascensori che sono a norma, non ci sono per la prevenzione incendi gli impianti.
A Roma abbiamo anche il problema di dotare le scuole di riserve idriche, perché gli enti erogatori dell'acqua non ci danno la pressione e la portata nel tempo. Questo comporta una serie paradossale di sanzioni applicate dai Vigili del fuoco e dagli enti locali.
Dal 2000 al 2008 abbiamo speso circa 240 milioni di euro, ma negli ultimi cinque anni abbiamo avuto pochissime risorse e, per le problematiche concernenti il Patto di stabilità interno, sebbene impegnate, non le abbiamo potute spendere.
Le risorse sono state in maggioranza dipendenti dai fondi dell'amministrazione comunale e le possibilità di usufruire di finanziamenti nazionali sono state il bando dell'INAIL, a cui abbiamo partecipato, realizzando in seguito le nostre opere nei tempi previsti, e le iniziative intraprese con l'intesa Stato-Regioni del gennaio 2009, per l'eliminazione delle cause di vulnerabilità degli edifici scolastici.
Per tale finalità si sarebbe dovuto stanziare circa 1 miliardo di euro, ma, poi, il terremoto dell'Aquila ne ha assorbito una buona parte, quindi questo finanziamento è stato utilizzato in parte modesta e abbiamo ricevuto 8 milioni di euro che abbiamo speso.
Sull'antincendio abbiamo predisposto tutte le progettazioni, che riguardano circa 500 progetti (abbiamo anche i pareri favorevoli dei Vigili del fuoco), però l'entità delle nostre esigenze ammonta ad alcune centinaia di milioni di euro, quindi le risorse del comune di Roma non sono sufficienti.
Ci ripromettiamo di verificare le potenzialità dei nuovi strumenti per le opere pubbliche, recentemente introdotti dal Codice dei lavori pubblici. Parlo del cosiddetto leasing in costruendo, avviato in alcune regioni e delle sponsorizzazioni previste dal nuovo Codice, per quanto applicabili all'edilizia scolastica. Le scuole costruite con la normativa del 1975 hanno, ad esempio, grandi aree esterne verdi spesso ingestibili, per cui stiamo verificando se sia possibile trovare, in accordo con operatori privati, il modo di valorizzarle.
È comunque evidente che le risorse necessarie devono trovare spazio nei bilanci dello Stato e delle regioni, considerato che le scuole svolgono un servizio di rilevanza strategica per il Paese. Ultimamente, abbiamo usufruito di risorse provenienti dal cosiddetto decreto-legge del fare, che ha assegnato 14 milioni di euro alla Regione Lazio. Alla fine, come Roma Capitale, siamo riusciti ad ottenere 3 milioni, ma, per 14 milioni di euro di pertinenza della Regione Lazio, hanno partecipato 372 comuni, che hanno presentato 400 progetti, segno di pressanti esigenze di intervento che, per troppo tempo, non sono state esaudite.
Stiamo aspettando fiduciosamente quanto accadrà sul bando INAIL finanziato dal decreto del fare, anche se non sappiamo ancora quale ente provvederà ad avviare la procedura di finanziamento. Devo segnalare che la Regione Lazio sta realizzando un'opera molto importante, perché è riuscita a raccogliere 25 milioni di euro per l'efficientamento energetico degli edifici pubblici: i bandi sono stati emessi da poco, la Regione sta esaminando Pag. 6le proposte e, circa 5-6 milioni di questi 25 milioni saranno assegnati all'amministrazione del comune di Roma.
La Regione Lazio ha emesso un altro bando per 67 milioni di euro per l'edilizia scolastica, con scadenza 21 novembre 2013: si tratta di somme che bisognerebbe avere, non dico annualmente, ma quasi.
Per concludere, è auspicabile il rifinanziamento della legge Masini, che ha trovato soltanto parziale e temporanea applicazione, perché è opportuno dare continuità a questi interventi di messa in sicurezza, rinnovamento e rigenerazione del patrimonio scolastico. Sarebbe anche utile individuare un unico referente da parte dello Stato, responsabile dei finanziamenti per l'edilizia scolastica.
Vorrei, infine, sottolineare la necessità di valutare la modifica del Patto di stabilità per le opere di manutenzione. So che è una richiesta che l'ANCI ha già formulato nel marzo 2012, ma non so con quale esito. Vorrei quindi rammentare che la manutenzione del patrimonio scolastico è un obbligo di legge, senza contare gli effetti benefici che le piccole (relativamente) opere di manutenzione e gli interventi cantierabili nelle scuole hanno sull'economia, perché potrebbero consentire l'avvio di tantissime opere, essendo conosciuto l'effetto moltiplicatore che può venire da questo tipo di interventi. Le persone che lavorano nelle scuole sanno che siamo in grado – con gli opportuni accorgimenti – di effettuare lavori di ristrutturazione anche in presenza di utenti.
PRESIDENTE. La ringrazio.
Do ora la parola al direttore generale di Assovetro, Giorgio De Giovanni, che è accompagnato da Arturo Benini, responsabile dell'area tecnica, e da Gabriele Cirieco, consulente per i rapporti istituzionali.
GIORGIO DE GIOVANNI, Direttore generale Assovetro. Buonasera a tutti e grazie per questa opportunità di contribuire al dibattito sul tema dell'edilizia scolastica, che l'architetto Cuccaro ha puntualmente sviluppato.
Quello della sicurezza delle scuole è un tema sempre presente e l'architetto Cuccaro ha richiamato il decreto legislativo n. 626 del 1994. Invero, già la legge concernente il nulla osta provvisorio e la prevenzione incendi, del 1984, mise in crisi gli edifici scolastici. Quello della sicurezza è un tema molto importante, che affonda profondamente le sue radici e spesso si scontra con l'esiguità delle risorse.
L'industria del vetro può dare un contributo concreto in tutti gli interventi di rinnovamento e rigenerazione, perché abbiamo rilevato come in molte realtà, tra cui le scuole, non sempre sono adottate le tipologie di vetri più indicate. Mi riferisco alla sicurezza ma anche alla termica, all'efficienza energetica.
Nel gennaio 2012 il Ministro Profumo fece un'indagine e rilevò la necessità di intervenire sugli edifici pubblici, dichiarando testualmente che «al momento le scuole rappresentano un costo energetico pari a 12,5 miliardi di euro; riqualificando gli edifici in termini di maggiore efficienza energetica si potrebbe arrivare a un risparmio di ben 9,5 miliardi»; quindi ben tre quarti di risorse possono essere risparmiate con interventi di efficientamento energetico.
I temi della sicurezza e dell'efficienza energetica sono sicuramente all'attenzione nelle operazioni di rinnovamento degli edifici scolastici e, su questi due temi, i prodotti vetrari sono in grado di dare un efficace contributo.
Assovetro è l'associazione nazionale degli industriali del vetro aderente a Confindustria; associa tutti i produttori italiani di prodotti in vetro, quindi non soltanto vetri per l'edilizia o per le autovetture, ma anche bottiglie, bicchieri, lane, filati. Siamo qui a rappresentare le aziende produttrici di prodotti per l'edilizia, che nel nostro caso sono le lastre di vetro per le superfici trasparenti degli edifici e le lane di vetro per l'isolamento delle superfici opache degli edifici.
Anche le lane di vetro danno, infatti, un contributo importante dal punto di vista dell'isolamento, sia termico sia acustico, Pag. 7ma si tratta di un ottimo prodotto che reagisce, in maniera efficace, anche al fuoco.
Dalle verifiche effettuate si evince come spesso gli edifici scolastici non rispettino le norme basilari dei vetri di sicurezza. Nelle ultime linee guida emanate dal Ministero dell'istruzione, lo scorso aprile 2013, questi aspetti sono evidenziati e vengono ripresi in maniera abbastanza puntuale i passaggi fondamentali di una norma UNI che definisce cosa siano i vetri di sicurezza e in quali casi debbano essere applicati.
In base alla norma UNI n. 7697 per vetro di sicurezza si intende un vetro che abbia una rottura sicura. Quando si rompe, infatti, un vetro presenta elementi taglienti, mentre il vetro di sicurezza, quando si rompe, non ha elementi taglienti, perché sono stratificati o temprati, come nel classico caso del bicchiere infrangibile, il quale quando cade va in frantumi, ma i suoi vari elementi di vetro non sono taglienti.
In molti casi viene richiesta l'una o l'altra applicazione, proprio perché in caso di rottura, soprattutto quando c’è un rischio di caduta verso l'esterno, i vetri devono essere assolutamente garantiti, con caratteristiche di sicurezza ben definite. Abbiamo rilevato purtroppo che in alcuni casi questo non è conforme alla norma, e tra l'altro la norma UNI 7697 è in fase di revisione, e ha un capitolo dedicato alle scuole con elementi più stringenti.
Il vetro può, quindi, sicuramente fornire un contributo importante agli interventi di riqualificazione edilizia in generale, tenendo conto che, spesso, anche le porte interne, se sono in vetro, non sono adeguatamente dimensionate.
Oltre all'aspetto della sicurezza, a qualche progettista sfugge il contributo che l'elemento vetrario può dare dal punto di vista dell'efficienza energetica, perché negli ultimi 10-15 anni l'industria vetraria non soltanto italiana (le nostre aziende sono invero tutte multinazionali che svolgono attività di ricerca a livello europeo) ha messo a punto prodotti molto performanti, in grado di rispondere a tutte le applicazioni.
C’è infatti il vetro a controllo solare e il vetro che contiene gas all'interno dell'intercapedine: quindi il vetro, che finora veniva visto solo come una superficie trasparente per far passare la luce solare, è un supporto vero e proprio di prestazioni. Il vetro è infatti in grado di soddisfare specifiche esigenze dal punto di vista termico e della sicurezza, per non parlare poi dell'aspetto acustico, che non sempre viene preso in considerazione.
Vorremmo quindi chiedere alla Commissione di poter collaborare in maniera concreta alla definizione degli interventi da realizzare, perché non sempre queste prestazioni sono note. Spesso, infatti, ci rendiamo conto, in base ai quesiti posti dai progettisti, che questi non sono a conoscenza di elementi basilari. Abbiamo prodotto una serie di linee guida, di quaderni, che sono piccole monografie su temi specifici, in modo da fornire un'informazione completa sui risultati, le risposte o le applicazioni che varie tipologie di vetro possono garantire.
L'altro materiale molto importante e regolarmente utilizzato, che non si vede perché si trova nell'intercapedine delle superfici opache, è la lana di vetro, che è prodotta – quasi al 90 per cento – da materiali di riciclo, rottami di vetro, quindi, materiale ecosostenibile.
Si tratta di un prodotto che garantisce eccellenti risultati in termini di isolamento termico e acustico e che assicura una reazione al fuoco molto efficace, perché in caso di esposizione alla fiamma non rilascia né fumi, né gocciolamenti di sostanze pericolose. Questo è un altro elemento molto importante, che può dare sicuramente un contributo all'isolamento sia termico che acustico.
L'auspicio è che si possa intraprendere una strada con una linea guida concreta, che possa indicare applicazioni precise, ricordando che il vetro ha diverse opportunità e diverse tipologie per rispondere alle varie esigenze. Abbiamo sempre espresso queste puntualizzazioni al Ministero dell'istruzione con i Ministri Gelmini e Profumo, perché intervenire è un'esigenza concreta, per cui ci fa piacere che Pag. 8il Ministero abbia recentemente rivolto l'attenzione ai temi della sicurezza e all'esigenza di caratterizzare le tipologie prestazionali del vetro, aspetto che spesso viene affidato al progettista o al vetraio stesso, non trovandosi sempre nel capitolato un'indicazione precisa.
Si tratta di un'altra questione delicata, perché non sempre questo tema viene previsto in sede di progettazione e in sede di capitolato, quindi molte volte sfugge. Proprio per questo motivo stiamo predisponendo un'ennesima linea guida rivolta al capitolato, iniziativa che stiamo portando avanti con l'ANCI che ci ha manifestato l'esigenza di dare un elemento concreto ai tecnici comunali.
Abbiamo realizzato con ANCI due dei quaderni di cui parlavo prima, quello della sicurezza e quello dell'efficienza energetica, per dare un contributo a tali tecnici, ma, attraverso di loro, anche ai progettisti e ai direttori dei lavori, in modo da diffondere talune conoscenze.
Esprimiamo, quindi, apprezzamento per il serio inquadramento di questo tema delicato, ma anche la nostra disponibilità a collaborare per colmare una lacuna che, purtroppo, rileviamo anche in alcuni professionisti.
PRESIDENTE. La ringrazio. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.
GIANNA MALISANI. Intervengo innanzitutto per ringraziare e valutare positivamente la relazione che arriva dall'architetto Cuccaro del comune di Roma.
Io, infatti, pur provenendo da un piccolo comune del nord, ritengo che i problemi da lei sollevati siano comuni in tutta Italia e che l'argomento centrale sia quello di guardare soprattutto alla rigenerazione, quindi agli interventi di restauro e ripristino degli edifici esistenti. Le problematiche che lei ha sollevato sono molto interessanti e credo che la sua relazione debba essere tenuta in considerazione.
Vengo dall'esperienza di un comune del nord che ha già adottato i parametri «CasaClima» come interventi obbligatori per l'edilizia privata e ha cominciato a intervenire anche per l'edilizia pubblica – quindi anche con riferimento agli edifici scolastici – sulla questione del risanamento energetico. I problemi da lei sollevati sono molto sentiti da noi perché, avendo un clima particolare, i primi interventi di rigenerazione e restauro di un edificio scolastico riguardano la tenuta energetica, in quanto uno dei problemi è l'isolamento termico, che riguarda tutta la problematica della lana di vetro.
Verso il termine del mio assessorato ai lavori pubblici, abbiamo partecipato a un bando europeo per un edificio pubblico, anche se non scolastico, e siamo riusciti a ottenere una copertura in vetro fotovoltaico, cioè una copertura vetrata trasparente in cui è contenuto l'elemento fotovoltaico, per cui, abbiamo anche una produzione di energia.
Mi interessava quindi capire a che punto ci troviamo – in Italia – in questo settore, perché, all'epoca, mi risultava che ci fosse solamente una produzione tedesca. Vorrei dunque sapere se siamo andati avanti in questo ambito, perché la produzione di energia è un elemento molto importante – anche guardando a comuni molto più avanti del nostro, come Bolzano e altri del Trentino-Alto Adige – così come l'aspetto delle pareti verticali, delle vetrate e varie casistiche analoghe.
LUIGI GALLO. Anche noi, come Movimento 5 Stelle, vorremmo avere maggiori informazioni sugli interventi di rigenerazione citati dall'architetto Cuccaro e sulle scuole in cui questi interventi sono stati realizzati, scuole che potrebbero essere anche visitate dalla Commissione.
ILARIA CAPUA. Trattandosi di un problema di sicurezza e di risparmio energetico, mi domandavo se ci fossero dei fondi europei da utilizzare per portare avanti questo tipo di politiche, perché, essendoci poche risorse nei nostri bilanci per realizzare questi interventi, forse si può attingere altrove.
Pag. 9PRESIDENTE. Do la parola all'architetto Cuccaro per la replica.
CHIARA CECILIA CUCCARO, Dirigente U.O. Edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma. Ci sono degli esempi concreti che si possono visitare a Roma, quali alcuni asili nido e una scuola materna molto particolare, in cui sono state applicate delle tecniche di inserimento in una serra bioclimatica, che è la scuola Pinciana, situata di fronte alla Galleria Borghese.
Abbiamo anche una scuola media nella zona della Bufalotta, dove abbiamo sostituto tutti gli infissi, dotandoli di un sistema computerizzato che valuta il CO2 nell'ambiente interno, la temperatura e la necessità di aprire le finestre. L'edificio è dotato anche di altri presìdi, quali camini solari e altro. Abbiamo poi altri asili nido in varie zone della città, come a San Paolo, e abbiamo appena terminato l'ampliamento di una scuola a Borgata Finocchio, dove abbiamo realizzato un tetto verde.
Possiamo quindi invitarvi con piacere a visitarle. Molto interessante sotto il profilo del vetro è l'intervento sulla scuola elementare e media alla Romanina, realizzata con criteri moderni. Abbiamo molte vetrate «Schüco» ad alta efficienza energetica, e abbiamo fatto un brillante intervento di sostituzione integrale di infissi in una scuola a Monte Sacro, la «De Gasperi», una scuola degli anni ’60. Abbiamo qui sostituito tutti gli infissi e posso confermare quanto diceva il direttore generale di Assovetro, in relazione al netto miglioramento del microclima: quindi anche quello è un edificio da visitare. Posso comunque fornirvi una lista e, nella nota depositata ho maggiormente dettagliato gli interventi.
Fondi europei ci sono, e questo bando della Regione Lazio riguarda espressamente l'efficientamento degli edifici. Ho il piacere di dire che questo bando è impostato proprio sul miglioramento dell'involucro dell'edificio, quindi non solo sull'introduzione di strutture fotovoltaiche, ma anche sul miglioramento della qualità intrinseca del manufatto. Fondi europei per l'efficientamento energetico degli edifici quindi ci sono e vanno nella direzione di installare le strutture citate dal direttore generale di Assovetro.
PRESIDENTE. La ringrazio. In seguito potrà far pervenire un elenco di scuole che la Commissione potrebbe visitare.
MARIA MARZANA. Vorrei porre una domanda al direttore generale di Assovetro, per sapere se si occupino in generale di materiali isolanti oppure, nello specifico, di lana di vetro, e se esistano delle alternative, perché la bioedilizia è in continua evoluzione e risulta che questo materiale stia per essere superato da fibre di legno o materiali simili, in quanto sembra che abbia effetti negativi sulla salute.
GIORGIO DE GIOVANNI, Direttore generale Assovetro. Sui bandi ha già risposto l'architetto Cuccaro. Il finanziamento, noi lo stiamo vedendo con il 65 per cento, è uno strumento molto importante, perché ribadiamo, sempre, che l'energia risparmiata è la fonte energetica principale. Dovremmo quindi incentivare il risparmio di energia, piuttosto che ottimizzarne l'uso, perché il risparmio è una fonte privilegiata.
Il risparmio energetico dovrebbe rientrare a pieno titolo in tutte le politiche energetiche nel nostro Paese, e il sostegno a questi interventi dovrebbe essere permanente e non rimanere agganciato a un solo anno.
Lei faceva un esplicito riferimento all'adozione di «CasaClima» e noi abbiamo seguito molto da vicino le scelte effettuate in quell'area geografica, dove vengono installati, quasi regolarmente, i tripli vetri, tecnologia tipica della zona. Abbiamo, infatti, aziende nostre associate che sono specializzate in tripli vetri, perché la domanda locale è diffusa anche in Austria, subito oltre confine.
Non abbiamo invece conoscenza di applicazioni del fotovoltaico. Conosciamo alcuni tipi di applicazione del genere, però non è un mercato che seguiamo da vicino; Pag. 10ma ho preso nota e voglio informarmi sullo sviluppo che può avere, anche se noi associamo prevalentamente aziende che fanno il vetro di base primario.
Il vetro, infatti, si realizza attraverso la fusione a 1.600 gradi di una miscela di sabbia, carbonato di sodio e carbonato di calcio, e da quattro aziende italiane (sono soltanto quattro) che hanno i grandi forni vengono prodotte lastre di tre metri per sei, che poi vengono distribuite sul territorio, presso le aziende che fanno le lavorazioni per ottenere i vetri nell'applicazione che conosciamo. Le nostre associate hanno solitamente questo tipo di applicazione di mercato, anche se qualcuna ha seguito il fotovoltaico, però non è un tema che abbiamo sviluppato in casa, quindi, non posso rispondere in maniera puntuale.
Non credo che la lana di vetro rischi di essere sostituita sul mercato da altri prodotti, perché sul mercato ci sono già tanti prodotti anche non naturali e, la lana di pecora, il sughero e altri materiali vengono già impiegati per l'isolamento. In qualche capitolato abbiamo visto anche la lana di legno, però, francamente, abbiamo qualche riserva sulle prestazioni.
Per quanto riguarda invece la questione della sicurezza, le nostre aziende associate (in Italia sono due che producono lana di vetro) affrontano quotidianamente questo problema, perché, parlando di fibre, si rimanda facilmente al problema dell'amianto.
Se lei ha avuto modo di seguire la classificazione di questo materiale, avrà constatato come anche il mondo scientifico abbia alleggerito notevolmente la classificazione, perché la lana di vetro era classificata come sospetta cancerogena per l'uomo, ma, con l'ultimo regolamento comunitario, tutte le lane di nuova produzione sono risultate biosolubili.
Il regolamento CE 790/2009 indica che laddove le lane di vetro o di roccia rispondano a particolari requisiti sia chimici (la presenza di ossidi superiori al 18 per cento) sia dimensionali (fibre superiori ai 6 micron) siano biosolubili, perché il problema dell'amianto è che questa particella sottilissima viene inalata, si inserisce negli alveoli polmonari e vi si deposita – in quanto si divide in forma trasversale – quindi diventa una particella minuscola che viene respirata e va a incistirsi. In cinque, dieci o venti anni può degenerare e dare luogo a manifestazioni tumorali.
La lana di vetro, invece, si rompe in forma longitudinale e non viene inalata se è sopra i 6 micron ma, anche se dovesse essere inalata, viene totalmente assorbita, perché è biosolubile nell'arco di pochi giorni, quindi non esiste pericolosità.
Dal punto di vista della comunicazione, invero, ci spendiamo quasi quotidianamente su questo tema e interveniamo per fare chiarezza, ma manca una piena consapevolezza di quanto detto, in quanto l'industria del vetro dagli anni ’90 ha sistematicamente monitorato questo tema: la biosolubilità adesso è certificata.
Mentre prima non era necessario dimostrarlo, perché nessun regolamento comunitario lo richiedeva, adesso è certificato, per cui tutte le aziende effettuano verifiche settimanali o periodiche sul chimismo di questa composizione della lana, perché è una miscela che viene fusa a 1.600 gradi e, ogni sei mesi, un organismo esterno effettua a sorpresa e a campione delle verifiche, essendo quindi tutto sotto controllo.
I prodotti sono quindi assolutamente sicuri, perché conformi al citato regolamento CE 790/2009 e, quindi, biosolubili. Anche noi conosciamo il dibattito, però volevo tranquillizzarvi sull'assenza di problemi. Mi permetto invece di ribadire che è l'unico prodotto che dà risposte dal punto di vista dell'efficienza dell'isolamento – sia termico che acustico – e della reazione al fuoco, e nessun materiale risponde perfettamente a questo, quindi mi chiedo di che cosa stiamo parlando.
LUISA BOSSA. Intanto mi complimento per la relazione, di cui ho apprezzato in particolare la parte riguardante la costruzione di nuove scuole, dove il concetto principale è che la scuola è un contenitore, ma anche un centro civico.Pag. 11
Voi fate riferimento nella vostra relazione ai tempi di ultimazione della costruzione della scuola a Roma alla Romanina, che sono stati molto lunghi. Il concorso è stato infatti bandito nel 2004, ma l'ultimazione dell'edificio risale al 2011, mentre in altri Paesi sarebbe stato ultimato in diciotto mesi.
Lei ha scritto che i tempi pur lunghi sono comunque analoghi a quelli relativi per altre scuole recentemente costruite ed «è un problema che attiene l'insieme del procedimento dell'opera pubblica su cui dovremo ragionare...». Vorrei quindi chiederle di aiutarci a capire come potrebbero essere accorciati questi tempi, come si potrebbe intervenire anche normativamente affinché queste lungaggini siano eliminate dal mondo delle opere pubbliche.
PRESIDENTE. In audizione i tecnici del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti hanno rilevato una nota già pubblica, ovvero che un terzo del lungo tempo che intercorre tra la decisione politica di assegnare le risorse – per esempio il famoso miliardo dei fondi FAS – e la spesa viene utilizzato per i tempi di progettazione dei comuni; un terzo per l'espletamento di tutte le procedure soprattutto se queste, al contrario di quanto previsto dalla cosiddetta legge Masini, sono centralizzate, quindi gestite dal Ministero delle infrastrutture e ora dal MIUR; e un terzo per la realizzazione dell'opera.
Vorrei sapere se lei possa confermare questo dato o invece dissenta, in base all'esperienza maturata nel comune di Roma che è particolarmente grande e presenta problemi specifici.
CHIARA CECILIA CUCCARO, Dirigente U.O. Edilizia scolastica del Dipartimento sviluppo infrastrutture e manutenzione urbana del Comune di Roma. La ringrazio per la domanda, che è una domanda storica sulle opere pubbliche.
I tecnici del Ministero si riferiscono a progettazioni finanziate con i loro fondi, dove, quindi, la cosa diventa più complicata. Normalmente, le stime effettuate anche dall'Autorità di vigilanza indicano in circa ventiquattro mesi il periodo che intercorre da quando si inserisce un'opera in un piano di investimenti di un'amministrazione comunale a quando si inizia a realizzarla. Noi ci mettiamo anche meno.
Per quanto riguarda la costruzione di nuove scuole, negli ultimi anni hanno pesato alcuni problemi fondamentali delle modifiche normative intervenute a metà degli anni 2000. Questo va al di là di alcune particolarità della città di Roma, per cui ci siamo trovati a dover appaltare opere senza avere fatto prima gli scavi archeologici. Fortunatamente non l'ho fatto io, però l'ho ricevuto come eredità, e questa è stata una follia, che ci ha fatto perdere un enorme tempo in corso d'opera.
Il problema è che le modifiche normative, che sono intervenute in particolare sulle norme tecniche per le costruzioni, quindi sulla normativa antisismica, hanno comportato in corso d'opera, segnatamente quando c’è stata la tragedia dell'Abruzzo nel 2009, un anticipo dell'applicazione, che ha costretto a sospendere e a riesaminare i progetti e a trovare altri finanziamenti.
Non è l'unico problema concernente la costruzione delle nuove scuole, perché il comune di Roma ha dovuto affrontare la questione degli scavi archeologici e quella dell'acquisizione delle aree. Ci sono lungaggini dovute alle abitudini amministrative degli enti locali, più che alla normativa nazionale.
Oggi, infatti, la normativa nazionale – in teoria – si starebbe evolvendo, in quanto nell'ottica della semplificazione amministrativa per le opere pubbliche è previsto che gli operatori partecipino alla gara con autocertificazioni. Il problema è che, dopo, dobbiamo fare le verifiche delle certificazioni, come previsto dal Codice, e questo fa perdere circa due-tre mesi.
Da gennaio 2014, un unico collettore presso l'Autorità di vigilanza dovrebbe raccogliere tutte queste informazioni. Questo mi preoccupa, perché nutro dei dubbi sulla capacità di centralizzare tutte le Pag. 12informazioni; però è stata una scelta presa a livello nazionale per dare una risposta.
Ritengo che pesino le abitudini amministrative dei vari enti, Ministero, comune e così via, perché la normativa sarebbe condivisibile, al di là delle continue modifiche in corsa, che potrebbero però essere inevitabili.
Siccome per gli appalti di nuova costruzione che sono cagione di problematiche, con riferimento alle norme sulle costruzioni e al capitolo «norma energetica», ormai siamo arrivati alla fine e, dal 2021, dobbiamo costruire a emissioni zero, c’è poco da fare dal punto di vista normativo.
Mi auguro quindi che per il futuro i tempi non siano così lunghi, ma ribadisco che per gli interventi cantierabili delle scuole, in epoche normali, quando abbiamo inserito un'opera nel mese di gennaio siamo in grado di andare in gara nel giro di quattro o cinque mesi per un progetto di manutenzione.
I tempi citati dai colleghi del Ministero delle infrastrutture si riferiscono a situazioni più complesse, dove non vi è stata una responsabilità dell'ente locale. Voglio anche ricordare che il CIPE, nel maggio 2010, ha emesso la delibera sulla vulnerabilità degli edifici, ma ha impiegato quasi un anno per pubblicarla, quindi, credo che si debba indagare all'interno dei vari comparti della pubblica amministrazione sulle abitudini amministrative sbagliate, anche da noi.
Non lo dico più perché lo ribadisco da anni, ma alcuni nostri provvedimenti vengono mandati continuamente alla Ragioneria in maniera ossessiva, senza motivo.
PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti che ci hanno dato molti spunti per il documento conclusivo della nostra indagine conoscitiva, che è la predisposizione di una relazione che dovrebbe contenere spunti e indirizzi per il Governo.
Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della nota depositata dall'architetto Chiara Cecilia Cuccaro del Comune di Roma (vedi allegato 1) e della nota depositata dai rappresentanti di Assovetro (vedi allegato 2).
Dichiaro conclusa l'audizione.
La seduta termina alle 15.15.
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