XVII LEGISLATURA
COMUNICAZIONI
Missioni valevoli nella seduta del 29 maggio 2013.
Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Bocci, Brunetta, Cirielli, Bray, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Luigi Di Maio, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Giachetti, Alberto Giorgetti, Kyenge, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Merlo, Migliore, Orlando, Gianluca Pini, Pisicchio, Sani, Santelli, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.
(Alla ripresa pomeridiana della seduta).
Angelino Alfano, Alfreider, Amici, Archi, Baretta, Berretta, Bocci, Borletti Dell'Acqua, Bray, Brunetta, Caparini, Capezzone, Carrozza, Casero, Cirielli, D'Alia, Dambruoso, De Girolamo, Dell'Aringa, Dellai, Luigi Di Maio, Fassina, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Giachetti, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, Legnini, Letta, Lorenzin, Lupi, Merlo, Migliore, Orlando, Pisicchio, Sani, Santelli, Simoni, Speranza, Vezzali, Vito.
Annunzio di proposte di legge.
In data 28 maggio 2013 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
FEDI ed altri: «Istituzione del Comitato interministeriale per la promozione e il coordinamento della ricerca scientifica italiana all'estero» (1062);
BONAFEDE ed altri: «Modifiche al codice civile, alle disposizioni per la sua attuazione e al codice delle assicurazioni private, di cui al decreto legislativo 7 settembre 2005, n. 209, concernenti la determinazione e il risarcimento del danno non patrimoniale» (1063);
BRESCIA ed altri: «Abolizione del finanziamento pubblico all'editoria» (1064);
RIZZETTO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'affidamento di consulenze a soggetti esterni agli organici delle pubbliche amministrazioni» (1065);
ROSTELLATO ed altri: «Modifiche alla legge 8 agosto 1995, n. 335, e altre disposizioni concernenti la misura dei trattamenti pensionistici di reversibilità in favore dei superstiti» (1066);
FAENZI: «Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale in materia di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari» (1067);
GARAVINI ed altri: «Disposizioni in materia di gioco d'azzardo, concernenti l'incremento delle risorse da destinare alla cura della ludopatia, il divieto di partecipazione dei minori e di propaganda pubblicitaria, la competenza e i limiti per il rilascio delle autorizzazioni all'esercizio di sale da gioco, la sospensione dell'istituzione di nuovi tipi di gioco, il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività illecite e la trasparenza dei flussi finanziari nel settore delle scommesse, nonché modifiche alla disciplina sanzionatoria» (1068);
BOSSA: «Estinzione dell'Istituto “SS. Trinità e Paradiso” di Vico Equense e trasferimento del relativo patrimonio al comune di Vico Equense» (1069);
MATTEO BRAGANTINI: «Finanziamento dei lavori per il prolungamento della strada statale n. 434 “Transpolesana”» (1070);
BRUNETTA e CARFAGNA: «Modifica all'articolo 61 del codice penale, in materia di circostanza aggravante comune per i reati commessi per motivi di discriminazione» (1071);
MORETTI: «Introduzione del titolo XIII-bis del codice civile, e altre disposizioni concernenti l'istituzione e la disciplina del patto di convivenza» (1072);
CARRESCIA e DONATI: «Modifiche alla disciplina di attuazione del regolamento (CE) n. 842/2006 su taluni gas fluorurati ad effetto serra» (1073);
PAGANO: «Innalzamento dell'età di competenza dell'assistenza territoriale pediatrica fino al compimento del diciottesimo anno» (1074);
PAGANO: «Disposizioni per il contenimento della spesa sanitaria mediante la definizione di limiti di spesa relativi all'attività di prescrizione di farmaci ed esami clinici effettuata dai medici di medicina generale» (1075).
Saranno stampate e distribuite.
Adesione di deputati a proposte di legge.
La proposta di legge REALACCI ed altri: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della bellezza nel paesaggio italiano, nell'ambiente e nella qualità architettonica e urbanistica» (64) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Malisani.
La proposta di legge FIORIO ed altri: «Disposizioni in materia di agricoltura sociale» (303) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Tentori.
Ritiro di sottoscrizioni a proposte di legge.
Il deputato Borletti Dell'Acqua ha comunicato di ritirare la propria sottoscrizione alla proposta di legge:
REALACCI ed altri: «Norme per il contenimento dell'uso di suolo e la rigenerazione urbana» (70).
I deputati Battelli, Di Benedetto, Vacca e Simone Valente hanno comunicato di ritirare le proprie sottoscrizioni alla proposta di legge:
GHIZZONI ed altri: «Modifica all'articolo 24 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214, in materia di requisiti di accesso al trattamento pensionistico per il personale della scuola» (249).
Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.
A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
I Commissione (Affari costituzionali):
PASTORINO ed altri: «Istituzione dell'anagrafe dei partiti e movimenti politici e dei titolari di cariche pubbliche» (343) Parere delle Commissioni II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V e VI;
PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE GIANCARLO GIORGETTI ed altri: «Modifica all'articolo 75 della Costituzione, concernente l'ammissibilità del referendum abrogativo sulle leggi tributarie e di autorizzazione alla ratifica di trattati internazionali» (757) Parere delle Commissioni III e VI.
II Commissione (Giustizia):
BOBBA ed altri: «Modifiche agli articoli 1917 e 2751-bis del codice civile e all'articolo 46 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, in materia di tutela risarcitoria delle vittime del lavoro» (166) Parere delle Commissioni I, V, VI, X, XI e XII;
LA RUSSA: «Modifiche al codice penale e al codice di procedura penale, in materia di omicidio e di lesioni personali conseguenti alla violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale» (361) Parere delle Commissioni I, IX (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XII.
VII Commissione (Cultura):
DALLAI ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione e la salvaguardia della “Via Francigena”» (294) Parere delle Commissioni I, V, VIII, X e XIV;
ALBANELLA ed altri: «Norme per la statizzazione degli ex istituti musicali pareggiati» (888) Parere delle Commissioni I, V e XI.
XI Commissione (Lavoro):
GREGORI ed altri: «Disposizioni per l'attuazione di schemi di Garanzia per i giovani» (867) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, X, XII e XIV.
XIII Commissione (Agricoltura):
CATANOSO GENOESE: «Disposizioni concernenti la disciplina della pesca dei pesci pelagici nonché in materia di titoli professionali marittimi» (338) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, IX, X, XI e XIV;
CATANOSO GENOESE: «Modifica delle disposizioni concernenti i limiti di distanza dalla costa per l'esercizio della pesca marittima ravvicinata» (339) Parere delle Commissioni I, IX e XIV;
CATANOSO GENOESE: «Disposizioni per il recupero, il ripristino, la manutenzione e la salvaguardia dei limoneti di Acireale» (341) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII e XIV;
CENNI ed altri: «Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare» (348) Parere delle Commissioni I, V, VII, VIII, X, XII e XIV;
MONGIELLO ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione e la promozione della dieta mediterranea» (438) Parere delle Commissioni I, V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), VIII, X, XII e XIV;
FAENZI e RUSSO: «Istituzione dell'Unione ippica italiana e disposizioni per la promozione del settore ippico nonché in materia di scommesse ippiche» (753) Parere delle Commissioni I, II, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del regolamento), VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), IX, X, XII e XIV;
RUSSO e FAENZI: «Disposizioni in materia di agricoltura sociale» (760) Parere delle Commissioni I, II, V, VI, VII, VIII, X, XI, XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e XIV;
RUSSO e FAENZI: «Disposizioni per la salvaguardia degli agrumeti caratteristici dei territori soggetti al rischio di dissesto idrogeologico e di particolare pregio paesaggistico, storico e ambientale» (761) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII, VIII e XIV;
FAENZI: «Modifiche alla legge 16 dicembre 1985, n. 752, e alla disciplina tributaria in materia di raccolta, coltivazione e commercio dei tartufi freschi o conservati destinati al consumo» (898) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VII, VIII, X, XII e XIV.
Annunzio di una domanda di autorizzazione all'utilizzo di conversazioni e comunicazioni.
Con nota pervenuta il 28 maggio 2013, il Giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma ha trasmesso una domanda di autorizzazione all'utilizzo di conversazioni e comunicazioni nei confronti di Francesco PROIETTI COSIMI, deputato all'epoca dei fatti, nell'ambito del procedimento penale n. 12230/11 RGNR – n. 26514/11 RG GIP. La domanda è stata trasmessa nella medesima data alla competente Giunta per le autorizzazioni.
Copia della domanda sarà stampata e distribuita (Doc. IV, n. 4).
Trasmissione dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali.
Il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, con lettera in data 27 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, la relazione concernente la procedura d'infrazione n. 2013/4009, del 21 febbraio 2013, avviata, ai sensi dell'articolo 258 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, per violazione del diritto dell'Unione europea in relazione alla non conformità di alcune disposizioni italiane (carta acquisti e assegni per il nucleo familiare e di maternità) con la direttiva 2003/109/CE.
Questa relazione è trasmessa alla XI Commissione (Lavoro), alla XII Commissione (Affari sociali) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.
Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 28 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
Con la medesima comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Tecnologie energetiche e innovazione (COM(2013) 253 final), assegnata, in data 23 maggio 2013, in sede primaria alle Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive);
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Capacitare le autorità locali dei paesi partner per una migliore governance e risultati più concreti in termini di sviluppo (COM(2013) 280 final), assegnata, in data 16 maggio 2013, in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri);
Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 528/2012, relativo alla messa a disposizione sul mercato e all'uso dei biocidi per quanto riguarda determinate condizioni per l'accesso al mercato (COM(2013) 288 final), assegnata, in data 20 maggio 2013, in sede primaria alla XII Commissione (Affari sociali), nonché, in data 20 maggio 2013, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà.
Trasmissione da un consiglio comunale.
Il comune di Caossolo Torinese (Torino), in data 27 maggio 2013, ha trasmesso un ordine del giorno, approvato dal consiglio comunale nella seduta del 3 maggio 2013, concernente la richiesta di esentare i piccoli comuni dai vincoli del Patto di stabilità interno o, in subordine, di escludere dal medesimo patto le spese per investimenti, in particolare realizzati con fondi propri o destinati all'edilizia scolastica e alla difesa del suolo.
Questo documento è trasmesso alla V Commissione (Bilancio).
Richiesta di parere parlamentare su una proposta di nomina.
Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, con lettera in data 24 maggio 2013, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 24 gennaio 1978, n. 14, la richiesta di parere parlamentare sulla proposta di nomina del professor Oliviero Olivieri a presidente dell'Ente parco nazionale dei Monti Sibillini (5).
Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla VIII Commissione (Ambiente).
Atti di controllo e di indirizzo.
Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.
MOZIONI GIACHETTI, ANTONIO MARTINO, MIGLIORE, SCHIRÒ PLANETA, BUENO ED ALTRI N. 1-00053, MIGLIORE ED ALTRI N. 1-00054, GIANCARLO GIORGETTI ED ALTRI N. 1-00055, SPERANZA, BRUNETTA, DELLAI E PISICCHIO N. 1-00056, DADONE ED ALTRI N. 1-00057 E GIORGIA MELONI ED ALTRI N. 1-00059 CONCERNENTI L'AVVIO DEL PERCORSO DELLE RIFORME COSTITUZIONALI
Mozioni
La Camera,
premesso che:
il Presidente del Consiglio dei ministri nelle sue dichiarazioni programmatiche ha sottolineato l'assoluta priorità di una modifica della vigente legge elettorale;
tale priorità, pur formalmente enunciata anche nella XVI legislatura, non ha condotto, nonostante l'impegno di molti, a risultati concreti;
occorre, dunque, che la Camera dei deputati, pur nel rispetto dell'iniziativa governativa, si attivi immediatamente per esaminare le numerose proposte di legge in materia che, a partire dall'inizio della XVII legislatura, sono state depositate da deputati appartenenti a diversi gruppi parlamentari;
il tema della riforma della legge elettorale è urgente e di grande rilievo: da un lato, infatti, non possono essere disattese le profonde e diffuse aspettative del corpo elettorale anche in relazione ai contenuti della recente campagna elettorale e agli autorevoli richiami in tal senso del Capo dello Stato, dall'altro occorre intervenire improrogabilmente sulla questione del premio di maggioranza, così come raccomandato dalla Corte costituzionale nella sentenza n. 15 del 2008. In tale pronuncia la Corte costituzionale ha ritenuto doveroso «segnalare al Parlamento l'esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici di una legislazione che non subordina l'attribuzione del premio di maggioranza al raggiungimento di una soglia minima di voti e/o di seggi»;
l'elevato numero di sottoscrizioni raccolte per la presentazione di quesiti referendari in materia elettorale nel 2009 e nel 2011, sebbene gli esiti delle relative consultazioni siano stati negativi (nel primo caso non è stato raggiunto il quorum prescritto dall'articolo 75, quarto comma, della Costituzione, nel secondo caso i quesiti sono stati dichiarati inammissibili dalla Corte costituzionale), dimostra come sia diffusa già da tempo nell'opinione pubblica la convinzione che l'attuale sistema elettorale debba essere rapidamente cambiato;
i recenti risultati elettorali hanno definitivamente evidenziato come l'attuale legge sia del tutto inidonea al raggiungimento di un risultato elettorale che garantisca la governabilità del Paese;
nell'attuale complessa situazione politica la legge elettorale costituisce di per sé un'emergenza istituzionale e rappresenta un presupposto necessario rispetto a qualsiasi altra riforma;
in questo contesto, ad avviso dei firmatari del presente atto di indirizzo, l'unica modifica al vigente sistema che possa coagulare in tempi brevi il consenso di un'ampia maggioranza parlamentare è il ritorno alla previgente disciplina, ovvero al cosiddetto Mattarellum; si tratta di una riforma da approvare subito per garantire che un'eventuale consultazione elettorale anticipata non si realizzi più con l'attuale legge elettorale, ma che allo stesso tempo potrà essere superata qualora in sede di riforme costituzionali si approdi a soluzioni che richiedano un sistema elettorale diverso,
impegna sé stessa ed i propri organi, ciascuno per le proprie competenze, ad esaminare ed approvare in tempi rapidissimi una riforma della vigente legge elettorale nei termini sopra evidenziati.
(1-00053) «Giachetti, Antonio Martino, Migliore, Schirò Planeta, Bueno, Luciano Agostini, Aiello, Airaudo, Anzaldi, Biffoni, Bobba, Boccadutri, Bonaccorsi, Bonafè, Bonifazi, Franco Bordo, Boschi, Bruno Bossio, Capozzolo, Carella, Carrescia, Caruso, Causi, Civati, Coccia, Coppola, Costantino, Dallai, Decaro, De Menech, Marco Di Maio, Di Salvo, Donati, Duranti, Ermini, Famiglietti, Fanucci, Faraone, Fratoianni, Fregolent, Gandolfi, Gelli, Gentiloni Silveri, Gozi, Gutgeld, Lacquaniti, Lavagno, Lotti, Madia, Magorno, Martelli, Melilla, Morani, Nardella, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Parrini, Pastorino, Peluffo, Salvatore Piccolo, Pilozzi, Piras, Quartapelle Procopio, Rampi, Realacci, Ricciatti, Rotta, Sberna, Scalfarotto, Taricco, Tentori, Vargiu, Venittelli, Ventricelli, Verini, Zan, Zanin, Zaratti, Rughetti, Carbone».
La Camera,
premesso che:
è necessario ridare slancio e forza, attraverso l'introduzione di nuove disposizioni e di più incisivi strumenti istituzionali, al progetto di emancipazione politica e sociale delineato nella prima parte della Costituzione repubblicana;
da diversi anni e da molte legislature, nel Paese e in Parlamento, è in corso il dibattito sull'opportunità di modifiche alla seconda parte della Costituzione, che ha dato anche luogo a diversi progetti di riforma costituzionale;
vi è infatti l'esigenza di interventi puntuali sulla nostra Carta fondamentale, che non coinvolgano tuttavia in alcun modo la prima parte della Costituzione;
è convinzione generale che la procedura di revisione costituzionale – disciplinata non a caso nel Titolo VI della nostra Carta fondamentale, relativo alle garanzie costituzionali – sia stata prevista al fine di rendere più efficace la Costituzione stessa, pur preservandone l'impianto e l'ispirazione complessiva che, a giudizio degli scriventi, resta una legge di straordinaria portata e ancora non pienamente attuata;
è opportuno consolidare la forma di governo parlamentare e la centralità del ruolo del Parlamento nel bilanciamento complessivo dei poteri e degli organi costituzionali;
è auspicabile, in tempi certi e nel rispetto dell'impianto normativo previsto dall'articolo 138 della Costituzione, un percorso di riforme costituzionali condiviso e in grado di ottenere il più ampio consenso parlamentare, evitando che le modifiche della Costituzione siano appannaggio di contingenti maggioranze di governo, così come è avvenuto in passato. A tal fine, si richiede, altresì, che lo svolgimento del referendum costituzionale avvenga per materie omogenee anche nel caso di raggiungimento del quorum dei 2/3;
è necessario un adeguamento del testo costituzionale che permetta al Parlamento di affrontare le questioni istituzionali più urgenti attraverso interventi mirati e limitati alla seconda parte della Costituzione, quali la riduzione del numero dei deputati e dei senatori; il superamento del bicameralismo perfetto; l'obbligatorietà dell'esame e del voto in tempi certi delle proposte di legge d'iniziativa popolare; l'introduzione di limiti più rigidi all'uso della decretazione d'urgenza da parte del Governo; la modifica del Titolo V (ridefinendo i criteri di ripartizione delle materie tra Stato e regioni, introducendo la cosiddetta «clausola di supremazia» a favore dello Stato); l'attribuzione del potere di istituire commissioni di inchiesta alle minoranze parlamentari; la sottrazione alle Camere del contenzioso sulle elezioni;
considerato che:
l'articolo 72, comma 4, della Costituzione prevede che per le leggi in materia costituzionale sia «sempre adottata» «la procedura normale di esame e di approvazione diretta» da parte delle due Camere;
in nessun caso, tuttavia, sarebbe legittimo il deferimento dell'esame del provvedimento alla sede deliberante, nonché a qualsivoglia organo/organismo che privasse i parlamentari del pieno potere emendativo in ottemperanza al principio di eguaglianza dei parlamentari, ancorché sia possibile una modalità di lavoro, in sede esclusivamente referente, che impegni entrambi i rami delle Camere;
è urgente e indifferibile intervenire sulla modifica della legge elettorale vigente – che non è legge di revisione costituzionale – prima del pronunciamento della Corte costituzionale alla quale si è rivolta la Corte di cassazione, trasmettendo gli atti in cui si sollevano rilevanti questioni di legittimità costituzionale;
auspicando un intervento urgente dei competenti organi delle Camere, al fine di pervenire in tempi rapidi all'approvazione di una riforma dei regolamenti parlamentari così da dare piena valorizzazione all'azione del Parlamento assicurando un più stretto raccordo con le istanze della società civile, un efficace controllo sull'attività del Governo, una più elevata qualità della produzione legislativa. In particolare, occorrerà superare l'eccessivo e spesso ingiustificato ricorso alla decretazione d'urgenza, l'abuso dei voti di fiducia sui maxi emendamenti, favorendo in tal modo una coerente, sul piano costituzionale, ridefinizione del procedimento legislativo sia per le leggi di iniziativa governativa e parlamentare, sia per quelle di iniziativa popolare,
impegna il Governo
nel rispetto delle sue prerogative di iniziativa legislativa, a tener conto in maniera vincolante di quanto esposto in premessa, concorrendo con proprie proposte all'iter parlamentare sul tema delle riforme che verranno esaminate, come sempre previsto, congiuntamente a proposte di iniziativa parlamentare su analoga materia.
(1-00054) (Ulteriore nuova formulazione). «Migliore, Pilozzi, Kronbichler, Aiello, Airaudo, Boccadutri, Franco Bordo, Costantino, Di Salvo, Duranti, Daniele Farina, Claudio Fava, Ferrara, Fratoianni, Giancarlo Giordano, Lacquaniti, Lavagno, Marcon, Matarrelli, Melilla, Nardi, Nicchi, Paglia, Palazzotto, Pannarale, Pellegrino, Piazzoni, Piras, Placido, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Sannicandro, Scotto, Zan, Zaratti».
La Camera,
delibera:
di dare attuazione alle dichiarazioni programmatiche rese, in relazione alle riforme costituzionali, al Parlamento dal Presidente del Consiglio dei ministri e sulle quali ha ottenuto la fiducia, in particolare:
a) «Al fine di sottrarre la discussione sulla riforma della Carta costituzionale alle fisiologiche contrapposizioni del dibattito contingente sarebbe bene che il Parlamento adottasse le sue decisioni sulla base delle proposte formulate da una Convenzione aperta anche alla partecipazione di autorevoli esperti non parlamentari e che parta dai risultati delle attività parlamentari della scorsa legislatura e dalle conclusioni del Comitato dei saggi istituito dal Presidente della Repubblica. La Convenzione deve poter avviare subito i propri lavori sulla base degli atti di indirizzo del Parlamento, in attesa che le procedure per una legge costituzionale possano compiersi. Dal momento che questa volta l'unico sbocco possibile su questo tema è il successo nell'approvazione delle riforme che il Paese aspetta da troppo tempo, fra diciotto mesi verificherò se il progetto sarà avviato verso un porto sicuro. Se avrò una ragionevole certezza che il processo di revisione della Costituzione potrà avere successo, allora il nostro lavoro potrà continuare. In caso contrario, se veti e incertezze dovessero minacciare di impantanare tutto per l'ennesima volta, non avrei esitazione a trarne immediatamente le conseguenze»;
b) «Dobbiamo superare il bicameralismo paritario per snellire il processo decisionale ed evitare ingorghi istituzionali come quello che abbiamo appena sperimentato, affidando ad una sola Camera il compito di conferire o revocare la fiducia al Governo. Nessuna legge elettorale, infatti, è in grado di garantire il formarsi di una maggioranza identica in due diversi rami del Parlamento. Dobbiamo, quindi, istituire una seconda Camera – il Senato delle regioni e delle autonomie – con competenze differenziate e con l'obiettivo di realizzare compiutamente l'integrazione dello Stato centrale con le autonomie, anche sulla base di una chiara ripartizione delle competenze tra livelli di Governo con il perfezionamento della riforma del Titolo V»;
c) «Bisogna altresì chiudere rapidamente la partita del federalismo fiscale rivedendo il rapporto fiscale tra centro e periferia, salvaguardando la centralità dei territori delle regioni». «Si può anche esplorare il suggerimento del Comitato dei saggi, istituito dal Presidente della Repubblica, per l'eventuale riorganizzazione delle regioni e dei rapporti tra loro».
(1-00055) «Giancarlo Giorgetti, Bossi, Fedriga, Busin, Borghesi, Molteni, Marcolin, Attaguile, Prataviera, Grimoldi, Invernizzi, Allasia, Caon, Rondini, Buonanno, Caparini, Gianluca Pini, Matteo Bragantini».
La Camera,
premesso che:
il tema delle riforme istituzionali, che accompagna il dibattito politico italiano dalla fine degli anni ’70, si intreccia oggi con le esigenze di rilancio della crescita economica e di rafforzamento della coesione sociale, ponendosi con esse al centro dell'attenzione del Parlamento e del programma di Governo;
l'ammodernamento delle istituzioni repubblicane è condizione essenziale per favorire la stabilità del sistema politico e rendere più efficienti i circuiti decisionali di un sistema di governo multilivello tra Unione europea, Stato e autonomie territoriali assai più complesso e articolato che nel passato, elevando, per questa via, la qualità della vita democratica, la partecipazione dei cittadini e la trasparenza delle istituzioni;
per avviare una stagione di riforme costituzionali di ampio respiro, occorre definire un metodo che consenta di affrontare, secondo un disegno coerente, le principali questioni sinora irrisolte, da ultimo richiamate nel discorso programmatico tenuto dal Presidente del Consiglio dei ministri innanzi alle Camere, concernenti la forma di Stato, la forma di Governo, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del sistema elettorale, la quale – naturalmente – non potrà che essere coerente e contestuale con il complessivo processo di riforma costituzionale. Qualora si realizzino condizioni che rendono urgente un intervento in materia, occorrerà che lo stesso sia ampiamente condiviso;
rilevata, pertanto, la necessità di definire tempestivamente, attraverso l'approvazione di un'apposita legge costituzionale, una procedura straordinaria di revisione costituzionale che permetta di avviare un lavoro comune dei due rami del Parlamento, di programmare una tempistica certa e in linea con le attese del Paese dell'esame dei progetti di legge di revisione della parte seconda della Costituzione, di assicurare un più largo consenso parlamentare in sede di approvazione degli stessi e di potenziare il controllo dei cittadini sul risultato finale del processo riformatore; una procedura, dunque, idonea a valorizzare il ruolo del Parlamento e ad assicurare la partecipazione diretta dei cittadini;
preso atto dell'intendimento del Governo di avvalersi di una commissione di esperti per l'approfondimento delle diverse ipotesi di revisione costituzionale e dei connessi profili inerenti al sistema elettorale e di estendere il dibattito sulle riforme alle diverse componenti della società civile, anche attraverso il ricorso a una procedura di consultazione pubblica;
valutato con favore il lavoro che stanno portando avanti i competenti organi delle Camere, al fine di pervenire in tempi rapidi all'approvazione di una riforma dei regolamenti parlamentari idonea a dare una prima efficace risposta alla domanda di modernizzazione delle istituzioni, nella prospettiva di una piena valorizzazione del Parlamento, di un efficace controllo sull'operato del Governo e di un più stretto raccordo con le istanze della società civile, anche al fine di elevare la qualità della produzione legislativa. In particolare, occorrerà superare l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza e a votazioni di fiducia su maxiemendamenti, salvaguardando, al contempo, le prerogative del Governo, cui deve essere riconosciuta la facoltà di attivare procedure che, senza comprimere il ruolo delle Camere, garantiscano tempi certi per l'approvazione dei disegni di legge di attuazione del suo programma, nonché rafforzando i diritti dei gruppi di opposizione e lo statuto regolamentare delle iniziative legislative popolari;
richiamate le considerazioni espresse dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio al Parlamento, formulato nel giorno del giuramento, circa la necessità di non «sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana»,
impegna il Governo:
a presentare alle Camere, entro il mese di giugno 2013, un disegno di legge costituzionale che, in coerenza con le finalità e gli obiettivi indicati nelle premesse, preveda, per l'approvazione della indicata riforma costituzionale, una procedura straordinaria rispetto a quella di cui all'articolo 138 della Costituzione, che tenda ad agevolare il processo di riforma, favorendo un'ampia convergenza politica in Parlamento. Il disegno di legge dovrà, altresì, prevedere adeguati meccanismi per un lavoro comune delle due Camere.
In particolare, dovrà essere previsto:
a) l'istituzione di un Comitato, composto da venti senatori e venti deputati, nominati dai rispettivi Presidenti delle Camere, su designazione dei gruppi parlamentari, tra i componenti delle Commissioni affari costituzionali, rispettivamente del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, in modo da garantire la presenza di ciascun gruppo parlamentare e di rispecchiare complessivamente la proporzione tra i gruppi, tenendo conto della loro rappresentanza parlamentare e dei voti conseguiti alle elezioni politiche, e presieduto congiuntamente dai Presidenti delle predette Commissioni, cui conferire poteri referenti per l'esame dei progetti di legge di revisione costituzionale dei Titoli I, II, III e V della parte seconda della Costituzione, afferenti alla forma di Stato, alla forma di Governo e all'assetto bicamerale del Parlamento, nonché, coerentemente con le disposizioni costituzionali, di riforma dei sistemi elettorali;
b) l'esame dei progetti di legge approvati in sede referente dal Comitato bicamerale alle Assemblee di Camera e Senato, secondo intese raggiunte fra i due Presidenti;
c) la previsione di modalità di esame, in sede referente e presso le Assemblee, dei progetti di legge che, fermo restando il diritto di ciascun senatore e deputato, anche se non componente il Comitato o componente del Governo, di presentare emendamenti, assicurino la certezza dei tempi del procedimento, con l'obiettivo di garantire che l'esame parlamentare sui disegni di legge di riforma si concluda entro 18 mesi dall'avvio;
d) fermi restando i quorum deliberativi di cui all'articolo 138 della Costituzione, la facoltà di richiedere comunque, ai sensi del medesimo articolo, la sottoposizione a referendum confermativo della legge ovvero delle leggi di revisione costituzionale approvate dal Parlamento.
(1-00056) «Speranza, Brunetta, Dellai, Pisicchio».
La Camera,
premesso che:
la Costituzione repubblicana ed i valori supremi ad essa sottesi – per come esplicitati nei principi fondamentali della stessa – rappresentano il presupposto e la sostanza della nostra democrazia, la fonte primigenia dei principi, dei valori e delle regole alla base dell'ordinamento statale;
tali principi sono identificabili nell'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge; nel pieno riconoscimento della reale dignità di tutti i cittadini, motivo per cui la Repubblica si impegna a rimuovere gli ostacoli che potrebbero impedire l'effettivo sviluppo della persona e la reale partecipazione dei lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese; nel personalismo, inteso come attribuzione all'individuo della responsabilità etica, politica e giuridica per quanto egli faccia; nel pluralismo delle manifestazioni in cui si esplica la libertà del singolo, senza che queste possano pregiudicare l'egual diritto – possibile prima ancora che reale – di chiunque altro; nella giustizia sociale, in virtù della quale l'appartenenza alla medesima comunità riconosce ed accetta i limiti al profitto ed alla proprietà privati; nell'organizzazione «diffusa» ed equilibrata dei poteri, nonché nel sistema di garanzie;
le Costituzioni, per definizione, sono dotate di senso unitario e coerente e lo sono per il concetto stesso di Costituzione. Nella consapevolezza che la prima parte della Carta costituzionale, contenente i principi fondamentali, non è affatto indipendente dalla seconda, risulta ormai evidente che singoli aspetti della parte seconda possano certamente essere oggetto di un intervento riformatore, ferma restando la piena validità del suo impianto complessivo e dei principi ad esso sottesi, delineati con sapienza ed equilibrio dai nostri Padri costituenti;
il dibattito culturale e politico del periodo più recente, compreso l'attuale, ha indebitamente «scaricato» sulla Costituzione il grave onere dell'inadeguatezza dell'ordinamento statale vigente, attribuendole una vetustà presunta per occultare responsabilità che ricadono, invece, sulla classe politica, rea, nella prassi quotidiana, di aver mortificato la Costituzione. La totale inefficienza del nostro sistema istituzionale, lungi dall'essere attribuibile alla nostra Carta fondamentale, trova origine nella caratterizzazione marcatamente castale del sistema partitocratico, segnato dalla sua assoluta autoreferenzialità, causa dell'enorme scollamento tra cittadini e politica;
norme sulla regolazione dei conflitti di interessi, sull'incandidabilità dei condannati e sulla lotta alla corruzione avrebbero già da tempo potuto cambiare il volto morale e politico del Paese, a Costituzione vigente. Tali enormi questioni sono state invece – e dolosamente – lasciate immutate dal sistema dei partiti che oggi, indegnamente, propone di modificare la Carta costituzionale;
l'attuale «potere costituente», ovvero il Parlamento repubblicano, risulta essere stato eletto con legge costituzionalmente viziata, come sostenuto dallo stesso Presidente della Corte costituzionale. Tale circostanza, indebolendo significativamente la legittimità morale e politica del riformatore costituzionale, non può che abilitare le Camere ad intervenire limitatamente su alcune significative questioni unanimemente sentite dal popolo italiano, senza, però, scardinare il sistema della forma di Stato e forma di Governo vigenti;
la scelta di interventi limitati ad alcune emergenze critiche, anche se di notevole portata, appare conforme alla corretta lettura dell'articolo 138 della Costituzione, che impone revisioni costituzionali circoscritte e fornite, comunque, di una matrice univoca ed omogenea; a tal riguardo, è ormai riconosciuto unanimemente dalla dottrina costituzionalistica che le leggi di riforma costituzionale debbano dotarsi di contenuto «specifico» ed «omogeneo», anche e soprattutto in forza del referendum confermativo previsto nell'ambito del procedimento vigente di revisione costituzionale;
sul piano del metodo, pertanto, la materia istituzionale e, conseguentemente, l'approvazione di leggi di revisione costituzionale, oltre a richiedere una larga condivisione, non possono che risolversi pienamente nella procedura di cui all'articolo 138 della Costituzione. L'organismo abilitato per riformare la Costituzione è uno ed uno soltanto, scritto proprio nella stessa Carta, e cioè il Parlamento repubblicano, nelle sedi proprie, già disciplinate dai regolamenti parlamentari, cui si aggiungono i cittadini elettori, in virtù della possibilità di referendum popolare confermativo;
vincolare le modifiche costituzionali a procedure istituzionalmente e temporalmente «aggravate», sottraendo determinati contenuti costituzionali al potere stesso di revisione, non può considerarsi in alcun modo scelta antidemocratica, ma fa parte dell'essenza stessa della democrazia costituzionale, essendone, addirittura, il logico presupposto;
oltre a risultare non conforme al dettato costituzionale e allo spirito della stessa Carta, un qualsiasi iter di revisione della Costituzione al di fuori delle sedi parlamentari ordinarie, si dimostrerebbe del tutto inefficace (si ricordino le esperienze in tal senso nel corso della storia repubblicana più recente), in forza dell'inevitabile sovrapposizione di ruoli e di funzioni di nuovi organi rispetto a quelli già oggi esistenti ed operanti. Dunque, assurdo ed irragionevole risulterebbe intraprendere l’iter di una legge costituzionale volta all'introduzione di organi particolari, dotati di specifici poteri, poiché questa procedura rappresenterebbe una palese invenzione «gattopardesca», al di fuori sia della Costituzione che della razionale sensatezza;
del tutto improprio appare un coinvolgimento diretto, formale e sostanziale, del Governo nell'ambito della revisione costituzionale: materia, questa, che dovrebbe essere di appannaggio esclusivo del Parlamento e dei cittadini italiani;
nel contempo, appare, altresì, indispensabile ed urgentissima una revisione del sistema elettorale attraverso cui i cittadini possano scegliere in maniera diretta – e non esclusivamente «mediata» da partiti ed apparati politici – i propri rappresentanti in Parlamento, per come stabilito dagli articoli 56 e 58 della Carta;
risulta, altresì, indifferibile un coinvolgimento dei cittadini in ordine alla scelta della forma di Governo e di Stato, anche attraverso la previsione e l'indizione di un apposito referendum di indirizzo, nell'ambito di un deciso potenziamento degli istituti di democrazia diretta e di tutti gli strumenti di consultazione e di partecipazione popolare alle scelte afferenti alla vita pubblica. Il referendum dovrebbe essere preceduto da un ampio dibattito pubblico che consenta al Paese, attraverso una campagna di informazione puntuale e aperta a tutte le parti interessate, di conoscere le diverse opzioni ed istanze sulle quali pronunciarsi successivamente, al fine di recuperare e ravvivare lo spirito del dettato costituzionale;
emerge, pertanto, l'assoluta necessità di riforme istituzionali che migliorino il funzionamento della struttura parlamentare e della vita politica – negli ultimi anni mortificata da bassissimi livelli di moralità registratisi al suo interno – e che concorrano a determinare una drastica e celere riduzione dei costi della politica e delle amministrazioni pubbliche nel loro complesso,
delibera:
di avviare preliminarmente un percorso volto a promuovere, in tempi rapidi, l'indizione di un referendum popolare di indirizzo, nel quale i cittadini siano chiamati ad esprimersi sull'opportunità di modificare ed in quale modo la forma di Governo e di Stato, tenendo conto delle risultanze emerse da un apposito dibattito pubblico approfondito ed aperto a tutte le istanze partecipative, condotto sulla base:
a) di un programma comunicativo sui mezzi di informazione, di almeno sei mesi, ad opera dei gruppi parlamentari presenti in Parlamento alla data dell'approvazione del presente atto di indirizzo, in condizione di parità tra i suddetti gruppi, conformemente ai principi del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e della completezza delle informazioni;
b) di un programma comunicativo sui mezzi di informazione e sulla rete internet, di almeno sei mesi, ad opera degli esperti nell'ambito costituzionalistico, conformemente ai principi del pluralismo, dell'imparzialità, dell'indipendenza, dell'obiettività e della completezza delle informazioni;
c) di un programma formativo, di almeno sei mesi, nell'ambito del percorso scolastico ed universitario, di ogni ordine e grado, diretto all'approfondimento degli argomenti oggetto del referendum di indirizzo;
d) di un diritto di voto ai cittadini che abbiano compiuto, alla data dello svolgimento del referendum, sedici anni di età;
di procedere verso un immediato percorso volto a promuovere, in tempi rapidi, una limitata riforma della parte seconda della Costituzione, che, in particolare, preveda:
a) la riduzione del numero dei deputati e dei senatori;
b) la riduzione del numero dei consiglieri regionali;
c) la soppressione delle province, al fine di semplificare, razionalizzare e responsabilizzare le istituzioni amministrative locali, dando contemporaneamente un deciso impulso al processo di accorpamento dei comuni, a cominciare da quelli che esercitano in forma associata le funzioni fondamentali;
d) l'introduzione del referendum propositivo e consultivo senza quorum funzionale;
e) l'eliminazione di ogni quorum funzionale per il referendum abrogativo;
f) la fissazione del numero massimo di mandati elettorali a qualsiasi livello – pari a due – che ogni cittadino può essere chiamato a ricoprire;
g) la previsione della incandidabilità alla carica di deputato e senatore di coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per delitto non colposo, ovvero a pena detentiva superiore a mesi dieci e giorni venti di reclusione per delitto colposo, oltre che di coloro che ricoprono contemporaneamente altri incarichi elettivi;
h) l'incremento delle garanzie costituzionali a favore delle opposizioni parlamentari, anche con l'innalzamento del quorum necessario all'adozione ed alla modifica dei regolamenti parlamentari;
i) con riferimento ai disegni di legge di iniziativa popolare, un termine perentorio entro cui il Parlamento abbia l'obbligo di esaminarle;
di affrontare la riforma attinente ai punti di cui al secondo capoverso del dispositivo esclusivamente nelle sedi parlamentari proprie, in conformità agli articoli 72 e 138 della Costituzione.
(1-00057) (Testo corretto) «Dadone, Nuti, Toninelli, Fraccaro, Dieni, Cozzolino, De Lorenzis, Frusone, Colletti, Nesci, D'Ambrosio».
La Camera,
premesso che:
il tema delle riforme istituzionali, che accompagna il dibattito politico italiano dalla fine degli anni ’70, s'intreccia oggi con le esigenze di rilancio della crescita economica e di rafforzamento della coesione sociale, ponendosi con esse al centro dell'attenzione del Parlamento e del programma di Governo;
l'ammodernamento delle istituzioni repubblicane è condizione essenziale per favorire la stabilità del sistema politico e rendere più efficienti i circuiti decisionali di un sistema di governo multilivello tra Unione europea, Stato e Autonomie territoriali assai più complesso e articolato che nel passato, elevando, per questa via, la qualità della vita democratica, la partecipazione dei cittadini, la tutela dell'interesse nazionale e la trasparenza delle Istituzioni;
per avviare una stagione di riforme costituzionali di ampio respiro, occorre definire un metodo che consenta di affrontare, secondo un disegno coerente, le principali questioni sinora irrisolte, da ultimo richiamate nel discorso programmatico tenuto dal Presidente del Consiglio innanzi alle Camere, concernenti la forma di Stato, la forma di Governo, il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari e la riforma del sistema elettorale, la quale – naturalmente – non potrà che essere coerente e contestuale con il complessivo processo di riforma costituzionale. Tuttavia, al fine di garantire che in ogni caso gli elettori non siano più chiamati a votare con la legge elettorale attualmente in vigore, si rende necessario che il Parlamento adotti entro e non oltre la pausa estiva una norma di salvaguardia che modifichi, sia pur parzialmente, la normativa attualmente in vigore, prevedendo, in particolare: 1) la modifica delle modalità di attribuzione del premio di maggioranza al Senato, al fine di favorire la governabilità; 2) una soglia minima per l'attribuzione del premio di maggioranza assegnato alla coalizione vincente, sia alla Camera, sia al Senato; 3) una modalità che consenta, almeno per la maggior parte dei seggi da assegnare, la possibilità per l'elettore di scegliere i candidati e le candidate da eleggere;
rilevata, pertanto, la necessità di definire tempestivamente, attraverso l'approvazione di un'apposita legge costituzionale, una procedura straordinaria di revisione costituzionale che permetta di avviare un lavoro comune dei due rami del Parlamento, di programmare una tempistica certa e in linea con le attese del Paese dell'esame dei progetti di legge di revisione della Costituzione, di assicurare un più largo consenso parlamentare in sede di approvazione degli stessi e di potenziare il controllo dei cittadini sul risultato finale del processo riformatore; una procedura, dunque, idonea a valorizzare il ruolo del Parlamento e ad assicurare la partecipazione diretta dei cittadini;
preso atto dell'intendimento del Governo di estendere il dibattito sulle riforme alle diverse componenti della società civile, anche attraverso il ricorso a una procedura di consultazione pubblica;
valutato con favore il lavoro che stanno portando avanti i competenti organi delle Camere, al fine di pervenire in tempi rapidi all'approvazione di una riforma dei regolamenti parlamentari idonea a dare una prima efficace risposta alla domanda di modernizzazione delle nostre istituzioni, nella prospettiva di una piena valorizzazione del Parlamento, di un efficace controllo sull'operato del Governo e di un più stretto raccordo con le istanze della società civile, anche al fine di elevare la qualità della produzione legislativa. In particolare, occorrerà superare l'eccessivo ricorso alla decretazione d'urgenza e a votazioni di fiducia su maxi emendamenti, salvaguardando al contempo le prerogative del Governo, cui deve essere riconosciuta la facoltà di attivare procedure che, senza comprimere il ruolo delle Camere, garantiscano tempi certi per l'approvazione dei disegni di legge di attuazione del suo programma, nonché a rafforzare i diritti dei gruppi d'opposizione e lo statuto regolamentare delle iniziative legislative popolari;
considerato che la necessità di individuare modifiche costituzionali che rendano più efficiente il sistema istituzionale può essere colta anche con l'individuazione di taluni principi fondamentali da esplicitare nella Carta costituzionale quali, tra gli altri:
a) l'inserimento di un tetto al prelievo fiscale e tributario, al fine anche di determinare un forzato virtuosismo nella gestione della spesa pubblica che dovrà essere uniformata alla disponibilità massima di entrata dello Stato nelle sue diverse articolazioni, al fine di evitare il progressivo innalzamento del prelievo ai danni del contribuente;
b) la definizione del principio di equità generazionale che impedisca la formazione di debiti da trasferire alle successive generazioni. Ciò per determinare conseguenze virtuose quali, ad esempio, modalità obbligatorie di contenimento del debito pubblico e forme di razionalizzazione del sistema pensionistico tali per cui quanti da oggi avranno diritto ad un vitalizio determinato secondo il regime contributivo non siano chiamati a sopportare l'onere di chi per diritto acquisito beneficia del calcolo retributivo;
c) la previsione della sovranità e dell'interesse nazionale, per la quale ogni atto, impegno o contribuzione determinata da organismi comunitari o sovranazionali potranno trovare applicazione previa valutazione della compatibilità con lo sviluppo socio economico dei cittadini italiani e delle famiglie, e con la sicurezza nazionale;
d) una più puntuale definizione delle forme politiche, dello status giuridico e dell'organizzazione di partiti e movimenti, nell'ottica di garantire libertà di partecipazione, forme di democrazia interna e trasparenza nell'impiego delle risorse economiche;
e) la previsione di una disciplina che, pur in vigenza dell'articolo 67 della Costituzione, favorisca il rispetto della volontà popolare, troppe volte tradita da parte dei parlamentari attraverso i cosiddetti ribaltoni;
f) il diritto di elettorato attivo e passivo per tutti i maggiorenni;
g) il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, la riforma della legge elettorale, la definizione delle funzioni del Presidente della Repubblica e le modalità della sua elezione, a suffragio universale e diretto, nonché delle competenze del Primo Ministro;
richiamate le considerazioni espresse dal Presidente della Repubblica nel suo messaggio al Parlamento, formulato nel giorno del giuramento, circa la necessità di non «sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana»,
impegna il Governo
a presentare alle Camere, entro il mese di giugno 2013, un disegno di legge costituzionale, che in coerenza con le finalità e gli obiettivi indicati nelle premesse, preveda, per l'approvazione della indicata riforma costituzionale, una procedura straordinaria rispetto a quella di cui all'articolo 138 della Costituzione, che tenda a agevolare il processo di riforma, favorendo una ampia convergenza politica in Parlamento. Il disegno di legge dovrà, altresì, prevedere adeguati meccanismi per un lavoro comune delle due Camere;
in particolare, dovranno essere previsti:
l'istituzione di un Comitato, composto da venti senatori e venti deputati, nominati dai rispettivi Presidenti delle Camere, su designazione dei gruppi parlamentari, tra i componenti delle Commissioni Affari costituzionali, rispettivamente, del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, in modo da garantire la presenza di ciascun gruppo parlamentare e di rispecchiare complessivamente la proporzione tra i gruppi, tenendo conto della loro rappresentanza parlamentare e dei voti conseguiti alle elezioni politiche e presieduto congiuntamente dai presidenti delle predette Commissioni, cui conferire poteri referenti per l'esame dei progetti di legge di revisione costituzionale dei Titoli I, II, III e V della Parte Seconda della Costituzione, afferenti alla forma di Stato, alla forma di Governo e all'assetto bicamerale del Parlamento, nonché, coerentemente con le disposizioni costituzionali, di riforma dei sistemi elettorali;
l'esame, dei progetti di legge approvati in sede referente dal Comitato bicamerale alle Assemblee di Camera e Senato, secondo intese raggiunte fra i due Presidenti;
la previsione di modalità di esame, in sede referente e presso le Assemblee, dei progetti di legge che fermo restando il diritto di ciascun senatore e deputato, anche se non componente il Comitato o componente del Governo, di presentare emendamenti, assicurino la certezza dei tempi del procedimento, con l'obiettivo di garantire che l'esame parlamentare sui disegni di legge di riforma si concluda entro 18 mesi dall'avvio;
fermi restando i quorum deliberativi di cui all'articolo 138 della Costituzione, la facoltà di richiedere comunque, ai sensi del medesimo articolo, la sottoposizione a referendum confermativo della legge ovvero delle leggi di revisione costituzionale approvate dal Parlamento;
ove il Governo non fosse in grado, entro il predetto termine del 30 giugno 2013, di presentare alle Camere un progetto di legge costituzionale come sopra previsto,
impegna, inoltre, il Governo
a presentare alle Camere, entro il mese di luglio 2013, il testo della proposta di legge di modifica della Costituzione approvato dal Senato della Repubblica nel corso della XVI Legislatura, al cui interno sono trattati i temi del superamento del bicameralismo paritario, della riduzione del numero dei parlamentari, del diritto di elettorato attivo e passivo per i giovani, dei regolamenti parlamentari e delle procedure di approvazione delle leggi, delle funzioni del Presidente della Repubblica e della sua elezione a suffragio universale e diretto, nonché delle competenze del Primo Ministro.
(1-00059) (Nuova formulazione) «Giorgia Meloni, Cirielli, Corsaro, La Russa, Maietta, Nastri, Rampelli, Taglialatela, Totaro».
Risoluzioni
La Camera,
premesso che:
è ormai evidente la necessità di una riforma della seconda parte della Costituzione che, nel corso dell'ultimo ventennio e fino a poco prima della conclusione della XVI Legislatura, si è concretizzata nella presentazione e nell'esame di numerosi progetti di legge, nell'una e nell'altra Camera, il cui fallimento è stato determinato dalla mancanza di un ampio consenso politico;
il dibattito da tempo in atto all'interno del Paese richiede che, seppur nel rispetto e nella consapevolezza della validità dell'impianto complessivo dell'ordinamento vigente, si riorganizzi in maniera efficace, e non più procrastinabile, l'assetto dei poteri e il funzionamento delle istituzioni con spirito di leale collaborazione e sulla base di un confronto parlamentare di sistema sui temi delle riforme istituzionali che conduca alla necessaria approvazione di un testo ampiamente condiviso da maggioranza e opposizioni;
lo stesso Presidente della Repubblica, nel suo intervento in occasione del giuramento di fronte al Parlamento in seduta comune, ha richiamato la necessità di un'impellente riforma delle istituzioni rappresentative e dei rapporti intercorrenti tra le stesse, subordinando al rinnovamento degli organi e dei poteri dello Stato la sopravvivenza e il progresso della democrazia e della società italiana;
al fine di venire incontro alle mutate esigenze all'interno del Paese, si rendono necessari interventi volti, in particolar modo, alla riduzione del numero dei parlamentari, al superamento del bicameralismo paritario e simmetrico con la trasformazione del Senato della Repubblica in camera di rappresentanza delle autonomie territoriali, alla revisione della forma di governo in relazione al mutato contesto politico-istituzionale, alla modifica della legge elettorale coerentemente col modello istituzionale prescelto;
l'ampia portata del processo di riforma istituzionale cui si vuole dare avvio necessita della partecipazione e del coinvolgimento di tutte le forme ed espressioni di pluralismo presenti all'interno del Paese, valorizzando e rafforzando in modo sinergico le componenti della democrazia rappresentativa e della partecipazione popolare, comprese le minoranze linguistiche, nei confronti delle quali l'articolo 6 della Costituzione riconosce un obbligo imprescindibile di tutela;
per attuare le suddette riforme è opportuno istituire un Comitato, composto da venti senatori e venti deputati, nominati dai rispettivi Presidenti delle Camere su designazione di ciascun gruppo parlamentare, in modo da rispecchiare complessivamente la proporzione tra i gruppi, tenendo conto della loro rappresentanza parlamentare e del numero di voti conseguiti alle elezioni politiche, al quale conferire poteri referenti per l'esame dei progetti di legge di revisione istituzionale,
delibera
che nella designazione dei venti deputati membri del suddetto Comitato sia garantita la presenza di almeno un deputato eletto in una lista rappresentativa di minoranze linguistiche riconosciute.
(6-00011) «Alfreider, Gebhard, Plangger, Schullian, Ottobre, Bressa, Dellai, Gnecchi, Nicoletti, Marguerettaz, Blazina».
La Camera,
in sede di esame di mozioni relative all'avvio del percorso delle riforme costituzionali;
considerato che:
appare indispensabile ed urgentissima una revisione del sistema elettorale attraverso cui i cittadini possano scegliere in maniera diretta – e non esclusivamente «mediata» da partiti ed apparati politici – i propri rappresentanti in Parlamento, per come stabilito dagli articoli 56 e 58 della Carta,
delibera
di avviare, nelle sedi parlamentari proprie, un percorso finalizzato ad apportare alla legge elettorale vigente, in attesa della auspicata ed indifferibile riforma complessiva del sistema elettorale, le correzioni immediate necessarie a rispondere ai rilievi posti dal dibattito pubblico e politico degli ultimi anni, con riferimento ai seguenti aspetti:
la fissazione di una soglia minima per accedere al premio di maggioranza;
l'uniformità del sistema di calcolo del premio di maggioranza tra Camera e Senato, nel senso previsto per la Camera dei deputati;
il ripristino del voto di preferenza, nel rispetto della parità di genere;
l'uniformità delle condizioni di accesso alla ripartizione dei seggi tra liste e coalizioni.
(6-00012) «Nuti, Dadone, Toninelli, Fraccaro, Cozzolino, De Lorenzis, Dieni, Nesci, Di Vita, Brugnerotto, Grillo».