XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 67 di mercoledì 7 agosto 2013
Pag. 1PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
La seduta comincia alle 10.
DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Dambruoso, Dellai, Fico, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Leone, Migliore, Pes, Pisicchio, Sani e Speranza sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,05).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Annunzio di petizioni.
PRESIDENTE. Invito il deputato segretario a dare lettura delle petizioni pervenute alla Presidenza, che saranno trasmesse alle sottoindicate Commissioni.
DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge:
FRANCESCO DI PASQUALE, da Cancello e Arnone (Caserta), chiede: interventi per la manutenzione delle strade e per il miglioramento della segnaletica (215) – alla VIII Commissione (Ambiente);
interventi per l'ammodernamento delle infrastrutture idriche e fognarie e il miglioramento del servizio idrico (216) – alla VIII Commissione (Ambiente);
l'attribuzione del servizio idrico nella provincia di Caserta al Consorzio idrico di Terra di Lavoro (217) – alla VIII Commissione (Ambiente);
il rafforzamento dei controlli per prevenire gli incidenti stradali (218) – alla IX Commissione (Trasporti);
interventi diversi a garanzia dei diritti dei cittadini e per promuovere la loro partecipazione alla vita pubblica (219) – alla I Commissione (Affari costituzionali);Pag. 2
misure per favorire l'iniziativa economica privata (220) – alla X Commissione (Attività produttive);
interventi per promuovere l'occupazione ed evitare la scomparsa dei mestieri tradizionali (221) – alla XI Commissione (Lavoro);
iniziative per ridurre le imposte di successione (222) – alla VI Commissione (Finanze);
l'ampliamento delle categorie di medicinali in fascia C, la riduzione dei ticket sanitari e interventi per la riduzione delle liste di attesa (223) – alla XII Commissione (Affari sociali);
misure a tutela dei consumatori nei rapporti con le società che erogano pubblici servizi (224) – alla X Commissione (Attività produttive);
misure per il rafforzamento degli interventi educativi per i bambini fino a quattro anni (225) – alla XII Commissione (Affari sociali);
la riduzione delle sanzioni comminate per irregolarità formali nelle dichiarazioni dei redditi (226) – alla VI Commissione (Finanze);
la depenalizzazione dei reati minori (227) – alla II Commissione (Giustizia);
MATTEO LA CARA, da Vercelli, chiede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sull'operato della magistratura (228) – alla II Commissione (Giustizia);
MARINO SAVINA, da Roma, chiede nuove norme in materia di buono pasto per i pubblici dipendenti (229) – alla XI Commissione (Lavoro);
MORENO SGARALLINO, da Terracina (Latina), chiede misure per l'equiparazione dei trattamenti economici delle diverse categorie di pubblici dipendenti (230) – alla XI Commissione (Lavoro);
AURELIO MIRENDA, da Baranzate (Milano), chiede l'introduzione di limiti alla responsabilità solidale per i debiti del condominio in presenza di situazioni di morosità di singoli condomini (231) – alla II Commissione (Giustizia);
PAOLA GIANNONE, da Roma, chiede l'immediata interruzione dei lavori della Linea C della metropolitana di Roma, al fine di evitare possibili danni ai Fori romani e al Colosseo (232) – alla IX Commissione (Trasporti);
MARCO CETRA, da Castel del Monte (L'Aquila), chiede l'introduzione di agevolazioni ai fini dell'IMU e della TARES per i proprietari di seconde case ubicate in piccoli centri turistici (233) – alla VI Commissione (Finanze);
GIULIO COSSU, da Roma, e altri cittadini, chiedono modifiche alle norme del disegno di legge di delegazione europea (Atto Camera n. 1326) concernenti il recepimento della direttiva 2010/63/UE sulla protezione degli animali utilizzati a fini scientifici (234) – alla XII Commissione (Affari sociali).
PRESIDENTE. Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 10,25.
La seduta, sospesa alle 10,10, è ripresa alle 10,25.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 890 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti (Approvato dal Senato) (A.C. 1458).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1458: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché Pag. 3in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti.
Ricordo che nella seduta di ieri è stato da ultimo respinto l'emendamento Fedriga 1.42.
(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 1458)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione, nel testo approvato dal Senato (Vedi l'Allegato A della seduta del 6 luglio 2013 – A.C. 1458).
Per gli emendamenti riferiti agli articoli del decreto-legge del testo recante le modifiche apportate dal Senato (Vedi l'Allegato A – A.C. 1458). Passiamo ora all'emendamento Fedriga 1.33.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà (Applausi). Onorevole Baldelli, non so perché all'inizio della seduta lei è sempre così applaudito in modo partecipato. Prego.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, credo che sia relativo all'entusiasmo dell'inizio della seduta, proprio per la gioia di trovarci qui al mattino e iniziare a discutere su questo emendamento del collega Fedriga, che ci lascia molti spunti di riflessione.
Tra i vari spunti di riflessione che il collega Fedriga ci offre, stamani ci riagganciamo un po’ al dibattito che in Aula abbiamo abbandonato ieri sera con una certa tristezza, vale a dire la comparazione tra regioni del Sud e quelle del Nord. In questo emendamento il collega Fedriga addirittura intende sostituire – pensi lei, Presidente – le parole «per le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna e Sicilia» con le seguenti: «per la regione Lombardia».
È bello anche che si eserciti la fantasia emendativa in tante articolazioni; però è anche vero che tutte queste regioni non so se in termini di somma della popolazione possano corrispondere alla sola regione Lombardia.
Di fatto, però, la tesi sostenuta dai colleghi della Lega, per cui questo sarebbe un provvedimento sostanzialmente rivolto solo alle regioni del Sud, è stata già confutata con diversi interventi anche da parte del relatore e di altri colleghi, che sono intervenuti in Aula nel corso del dibattito della giornata di ieri.
Ricordava peraltro il collega Fitto, proprio in relazione a questa presunta disparità di trattamento tra Nord e Sud, che in passato risorse sostanzialmente destinate alle regioni sottoutilizzate, e quindi al Sud, sono state per questioni di necessità, di solidarietà, di scelte politiche, di priorità che i Governi hanno indicato, destinate a regioni del Nord, senza che per questo ci fosse scandalo.
È quindi opportuno, da questo punto di vista, svolgere valutazioni intellettualmente oneste; e credo che per questa ragione, al di là della legittima posizione del collega Fedriga, a cui mi permetto di rivolgere ancora una volta i miei auguri, visto che sarà presto sposo, nei prossimi giorni... Credo, Presidente, che questo genere di... E anche alla moglie, mi suggerisce il collega Capezzone: giustamente, non vorrei che ci fosse discriminazione su questo...
PRESIDENTE. Siamo all'emendamento Fedriga 1.33, onorevole Baldelli.
SIMONE BALDELLI. Sull'emendamento Fedriga 1.33, ripeto, Presidente, credo che sia da superare, malgrado la legittima posizione dei colleghi della Lega, questa contrapposizione tra nord e sud, almeno in provvedimenti come questo che com’è noto riguardano l'intero stivale, tutte quante le regioni. Anche se è noto che il fenomeno disoccupazione in Italia ha delle incidenze maggiori nelle zone meridionali; così come, per alcuni aspetti, possiamo dire che è una disoccupazione in primo luogo giovanile, «femminilizzata», e quindi ha delle sue caratteristiche intrinseche. Non per questo possiamo essere costretti a sostituire tutte queste regioni con la parola «Lombardia» (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
Pag. 4 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.33, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Binetti, Locatelli, Gitti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 393
Votanti 392
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato sì 13
Hanno votato no 379.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.34, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Colonnese, Malisani, Pesco, Fitto, Tidei, Magorno, Parisi, Sibilia, Paris, Mannino, Fraccaro, Famiglietti, Chiarelli, Martino, De Caro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 419
Votanti 418
Astenuti 1
Maggioranza 210
Hanno votato sì 13
Hanno votato no 405.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Iacono ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.35, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Cassano, Mazzoli, Calabria, Ragosta, Simoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 424
Votanti 423
Astenuti 1
Maggioranza 212
Hanno votato sì 14
Hanno votato no 409.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 1.36.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, in pratica, dopo la discussione di ieri sera in merito a quelli che sono i fondi stanziati da questo Governo – 500 milioni al Sud e 294 milioni al Nord – è evidente che c’è una disparità molto evidente. Ribadisco la parola «evidente» perché – se non si capisce, ancora una volta, con i numeri cosa significano la produzione e le aziende del Nord, rispetto a quelle di un'altra parte del Paese, dove oggettivamente c’è uno sviluppo industriale inferiore – non è possibile non capire matematicamente che la necessità di dare più fondi al Nord è una cosa lampante.
E, allora, quando sento parlare dei fondi FAS, che arrivano dall'Europa e che sono stati destinati più al Sud che al Nord, dico che è vero, però ci si dimentica di Pag. 5dire, quando l'Italia paga dazio all'Europa, da dove arrivano i soldi del dazio che paga. Le risorse per dare i fondi all'Europa che poi produce i fondi FAS da dove arrivano: da dove si produce o da dove, in realtà, molto spesso, non si produce niente, o poco ? È evidente che è il Nord quello che paga di più in Europa ed è giusto che gli ritornino i soldi che servono per poter fare le attività produttive perché, altrimenti, le aziende chiudono.
Sul fronte della disoccupazione, quando un'azienda chiude, è difficile che riesca a riaprire con le stesse attività. Quindi bisogna aiutare le aziende prima che chiudano e, siccome al Nord ci sono le aziende e al Nord c’è l'occupazione, oggi si soffre molto di più al Nord perché la crisi c’è dappertutto e c’è anche ovviamente anche nella locomotiva del Paese, che sono le regioni del Nord.
Ecco, perché ci sono questi emendamenti: perché gli imprenditori del Nord, che sono quelli che ancora tengono in piedi questo Paese hanno bisogno di aiuti e, se questi aiuti invece vanno in altre zone del Paese, dove molto spesso le aziende – se ci sono – stanno in piedi per miracolo e, molto spesso, sono aziende fantasma, o che, alla fine, non riescono a produrre se non debiti, è logico che noi facciamo una battaglia per cercare di perorare la causa di chi produce veramente perché, in questo Paese – lo ribadisco – la meritocrazia non si sa cosa sia.
Quindi, noi vogliamo che questo Governo, con questi emendamenti, sui quali ovviamente non esprime mai parere favorevole, dia invece più spazio a chi ne ha bisogno.
Non possiamo sempre vivere di sussistenza e dare sempre alle regioni del Sud soldi che poi servono esclusivamente per mantenere un sistema di vita che non produce nulla, se non assistenzialismo: molto spesso – esclusi rari casi – gli imprenditori del Sud non riescono a fare quello che serve. Hanno preso, nel corso degli ultimi cinquant'anni, una montagna di soldi per produrre dalla montagna un topolino e, molto spesso, il topolino è morto o è lì che sta in piedi per miracolo. Questa è la realtà di oggi !
Se poi vogliamo parlare ancora di quello che succede dando aiuti a chi ha la terza media, ancora volta, c’è da ridere perché la terza media ormai ce l'hanno tutti e non è giusto fare un discorso del genere, che sembra veramente razzista, rispetto a chi ha voglia di impegnarsi e di studiare e alle famiglie che fanno sacrifici per fare in modo che i propri figli possano essere più istruiti.
E, allora, invece di dare una mano a chi fa più sacrifici e ai figli che studiano, noi diamo una mano a chi ha la terza media ! Ma che senso ha ? Certo, dobbiamo dare una mano a tutti, ma che senso ha limitarci a quelli che hanno conseguito la terza media ? Come se le scuole fossero il punto di riferimento essenziale. Allora, non facciamo neanche più la terza media: facciamo la quinta elementare, facciamo allora la scuola materna, che così comprendiamo tutti ! Ma, che razza di ragionamento è, signor Presidente ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.36, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Hanno votato tutti ? Vignali, Di Salvo, Carfagna, Carbone, Cassano, Anzaldi, Mattiello, Nissoli, Leva...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 430.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 6 Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 1.40.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo fare accenno ancora a quello che è successo ieri. Intanto, volevo citare un'altra frase, parola di D'Annunzio, il grande Gabriele D'Annunzio, che diceva: «Indeficienter», cioè io non mi fermo mai, nel senso che io sono contento di stare qua, sono contento di poter parlare, sono contento di esprimere le mie opinioni, che se poi non sono concordi con il resto dell'Aula – sinceramente, altra frase di D'Annunzio: «Me ne frego» – ma mi interessa...
PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, la prego ! La prego.
GIANLUCA BUONANNO. Me ne frego nel senso che...
PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, capiamoci. C’è stata anche ieri una riunione dell'Ufficio di Presidenza. La prego semplicemente di esprimere quello che lei vuole con un tono consono all'Aula.
GIANLUCA BUONANNO. E adesso dire «me ne frego» è una parola...
PRESIDENTE. Questa, per quanto mi riguarda e per quanto riguarda la Presidenza, è la regola. Siccome lo stabiliamo noi se è consono o no, la prego di usare un atteggiamento consono.
GIANLUCA BUONANNO. Allora «me ne frego» è una cosa che non si può dire ? Signor Presidente, solo per sapere: non si può dire «me ne frego» ?
PRESIDENTE. Si può dire tutto. In questo momento la prego di continuare a parlare dell'emendamento sul quale sta facendo la dichiarazione di voto.
GIANLUCA BUONANNO. Certo. Non mi interessa quello che possono pensare gli altri rispetto a quello... Non mi interessa nel senso che se dovessi fare il calcolo di tutte le cose che uno può pensare allora uno non parla mai, perché c’è sempre qualcuno che può essere...
PRESIDENTE. Onorevole Bianconi ! Scusi, onorevole Buonanno. Onorevole Bianconi, grazie.
GIANLUCA BUONANNO. La ringrazio, signor Presidente, anche perché con il suo passato radicale ogni tanto quando mi fa la reprimenda mi viene in mente cosa hanno fatto i radicali per esporre le proprie idee, giuste o sbagliate che fossero, e, quindi, mi dispiace un po’ che lei ogni tanto sia così molto stringente, insomma, vista la scuola da cui arriva.
Allora, come dicevo, siccome ieri e anche oggi – e continuerò a farlo, per quello che posso – parlo delle esigenze del Nord del Paese rispetto a un'altra parte del Paese, mi è stato detto: «Ma tu che hai delle origini meridionali». Io mica me ne vergogno. Mia nonna era di origine borbonica, si chiamava De Los Rios, era nata a Napoli, e così anche mio nonno, che era nato in Puglia ma poi hanno vissuto a Napoli, mentre mia mamma e i suoi genitori, i miei nonni, sono piemontesi purosangue. E, quindi, io non ho niente contro il Sud, anzi ci vado molto spesso anche a fare le vacanze. Ho anche degli amici al Sud, ma quelli che sono gli interventi che io faccio riguardano il sistema che c’è in quelle zone, la mentalità, purtroppo, molto spesso presente nella politica di quelle zone, un sistema troppo assistenzialista di quelle zone, che portano a fare in modo che per decenni – e ancora oggi – ci vediamo costretti a trovare dei modi per dare dei soldi a un territorio che non riesce a produrre. Avrebbe delle possibilità enormi. Parliamo solo del turismo, parliamo di quelle che possono essere le ricchezze dell'agricoltura, parliamo di quello che quel territorio ha di così grande e di così importante e che non riesce a sfruttare.Pag. 7
Allora, quando si parla di industrie e quando si parla di imprenditoria, c’è l'imprenditoria certo del turismo, c’è l'imprenditoria dell'agricoltura, ma c’è anche l'imprenditoria del manifatturiero, del valvolame, dei metalmeccanici, di chi, comunque, ha una valenza molto importante. Allora, se dobbiamo aiutare una parte del Paese, come si è fatto per cinquant'anni con risultati molto modesti, ci sarà una ragione. Così come c’è una ragione quando si parla di una certa parte del Paese – e qualcuno qui si scandalizza facendo gli «oh» o gridando al razzismo – ma, invece, sono dati di fatto. Quando si critica una certa parte della scuola, quando si critica una certa parte dell'università, quando si critica perché, casualmente, c’è una parte del Paese che ha il triplo degli invalidi di un'altra parte del Paese, ma come mai ? Sono così sfortunati, da una parte del Paese, che hanno tutti questi invalidi ?
Quando si parla di concorsi pubblici, come mai quasi sempre, come è successo anche ultimamente, i concorsi pubblici che sono stati poi raggirati, e la cosa è stata scoperta, fanno parte di una parte del Paese ? E come mai poi nei concorsi pubblici molto spesso ci sono dei voti talmente alti e talmente abnormi che comunque poi quando si fanno i concorsi, e quindi si prendono le persone negli ambienti pubblici, quasi sempre vince una certa parte del Paese ? Perché non ci si domandano queste cose, perché qua dentro non c’è nessuno di una certa parte del Paese che fa un po’ di autocritica dicendo: è vero, anche noi abbiamo sbagliato, anche noi vogliamo difendere un determinato sistema che deve essere cambiato, ma questo sistema deve essere cambiato. Invece qua dentro fanno sempre e solo le vittime e fanno sempre e solo le vittime per poi andare nelle piazze e dire che ci sono quelli del Nord che sono brutti e cattivi, dimenticandosi che quelli del Nord continuano a mantenere quelli del Sud, e questa cosa non può andare avanti (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, abbiamo una giornata intensa. Grazie.
GIANLUCA BUONANNO. E anche adesso, appena dico questa cosa, che è una sacrosanta verità, continuano a fare versi. Ma come mai ? Non sono capaci di essere più autocritici ? Io stringerei la mano a chiunque, fosse anche un comunista finto, perché non ci sono più quelli veri, che venisse e dicesse: io sbaglio perché nel Meridione abbiamo un sistema assistenzialista che non funziona. Perché non lo si dice ? Perché si ha questa vergogna ? Questa è la verità: al Nord siamo stufi di vedere continuamente situazioni del genere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Signor Presidente, sono un deputato del Nord, sono un lombardo DOC, nato e vissuto in Lombardia, residente in Lombardia, e sono indignato di sentire certi ragionamenti in quest'Aula (Applausi). Mi vergogno di sentire ancora questi ragionamenti. Ma possibile che siete ancora fermi lì con la vostra propaganda ? Sapete benissimo che la questione non è questa. Certo che esiste una questione meridionale, come esiste una questione settentrionale e lo sappiamo tutti, ma non è con questa propaganda bieca e becera che si affrontano gli argomenti. Esiste un problema del sistema Italia, nella nazione Italia, un sistema produttivo, un problema produttivo, un problema occupazionale del sistema, della nostra nazione. È questo il problema che dobbiamo affrontare insieme. E allora c’è qualcosa di buono dentro questo provvedimento; noi voteremo contro, ma c’è. Si guarda con maggiore attenzione ad un'area che ha dei problemi più grossi del Nord e lo sa chi vive al Nord e non dobbiamo vergognarci di dirlo. Io ritengo che la questione non possa essere affrontata in questi termini, signor Presidente, e le provocazioni del deputato Buonanno devono essere respinte. Io le respingo in Pag. 8modo deciso e invito tutti i deputati a respingerle con fermezza. E per favore il 1o gennaio nessuno mi auguri «Buonanno» (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Signor Presidente, anche io sono contro questo emendamento e contro le osservazioni che sono state fatte dal collega della Lega Nord. Io purtroppo, o per fortuna, non sono un lombardo, sono un italiano, come tutti noi sono un europeo e mi auguro che presto lo saremo tutti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gigli. Nel dare la parola all'onorevole Gigli vorrei semplicemente ricordare a tutti noi che abbiamo all'esame 114 emendamenti. Prego onorevole Gigli, ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, il mio intervento va proprio in questo senso. Ferma restando la superficialità della lettura storica del modo in cui il nostro Paese è nato e si è formato, che è tipica dell'onorevole Buonanno e della Lega, fermo restando che il Sud ha contribuito enormemente al benessere del Nord, non solo con tutta l'emigrazione che c’è stata, potremmo andare addirittura alle origini, con l'unificazione del debito pubblico di questo Paese, quando quello che era il patrimonio del Sud, messo insieme dal banchiere Medici, fu trasferito a pagare l'economia di guerra del Piemonte.
Ma lasciamo perdere tutto questo !
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Gigli.
GIAN LUIGI GIGLI. Io credo che oggi il Nord sia grande anche per tutto il contributo umano, di persone, di cervelli, di idee che...
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gigli. Ha concluso il suo tempo.
GIAN LUIGI GIGLI. Un'ultima cosa, signor Presidente. Ho finito, non volevo fare una conferenza. Volevo solo aggiungere una considerazione: l'onorevole Buonanno...
PRESIDENTE. No, onorevole Gigli. Purtroppo, è finito il tempo. La ringrazio.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.40, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Luigi Gallo, Rostan, Cassano, Giorgis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 458.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Moscatt ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Avverto che, per un errore materiale, il fascicolo n. 1 degli emendamenti pubblicato nella seduta di ieri non recava l'emendamento Barbanti 11.11, che è ora inserito nel fascicolo n. 2 a pagina 26; peraltro, nel testo ivi pubblicato vi è un errore tipografico riferito alla copertura finanziaria recata dalla parte conseguenziale. La versione corretta di tale proposta emendativa è in distribuzione.
Passiamo all'emendamento Fedriga 1.32.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, ho sentito diversi interventi dei colleghi di maggioranza e anche dell'opposizione, di Sinistra Ecologia Libertà. Guardi, Presidente, se essere «persone demagogiche», come ci hanno definito, vuole dire difendere i disoccupati del Nord, che vengono abbandonati perché non gli vengano destinate sufficienti risorse, se vuole dire difendere chi vive situazioni di povertà nel Nord, perché viene totalmente escluso dall'intervento della «carta povertà», se essere demagogici significa difendere i giovani del Nord, che anche loro, magari, vorrebbero promuovere i beni pubblici, soprattutto quelli di carattere storico, possibilità riservata dal decreto esclusivamente ai giovani del Mezzogiorno, se essere demagogici vuole dire voler garantire anche ai cittadini del Nord, ai giovani del Nord, la possibilità di trovare risorse perché, per esempio, le attività di tirocinio siano finanziate anche per costoro, ebbene, siamo orgogliosamente demagogici (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.32, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pesco, Gadda, Mazzoli, Bressa, Vecchio, Nesi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 477
Maggioranza 239
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 460.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.28, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Lello, Vecchio, Oliaro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 458.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.43, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi, Madia, Vecchio, Campana... onorevole Campana acceleri però, per favore. L'onorevole Madia ha dei problemi. Adesso arriva... Bene. Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 482
Maggioranza 242
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 465.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.44, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
D'Attorre, Giorgis, Bolognesi, Dall'Osso... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 464.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Prataviera 1.46.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, intervengo solo per chiarire la posizione della Lega, perché qui si fa un po’ di strumentalizzazione, da una parte e anche dall'altra. Noi non neghiamo la necessità di una doverosa solidarietà territoriale tra territori più ricchi e territori più poveri. Questo non è in discussione. Non lo abbiamo mai messo in discussione. Semplicemente vogliamo sottolineare il fatto che si è superato il limite nel trasferimento di queste risorse. Si è superato il limite, al punto che per soddisfare questo trasferimento di risorse, che sono a livello di 80 miliardi l'anno che prendono la strada in un'unica direzione, si è determinata una pressione fiscale che sta facendo morire per soffocamento il tessuto produttivo del nord dell'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie ), e questo comporta la morte non solo del nord, ma la morte anche del Paese interno, del nostro progetto, del progetto dell'Italia unita. Questo vogliamo sottolineare, questo vogliamo rivendicare, questo noi vogliamo testimoniare con la nostra presenza e con la nostra azione politica. Nient'altro che questo. E la vera provocazione, in quest'Aula, è rappresentata da questo provvedimento che è evidentemente sperequato nei confronti del Sud. Non si può negare. Non si può negare. Gli interventi che sono stati fatti sono retorici e strumentali, perché le cifre parlano chiaro e da qua non si scappa, e questo lo vogliamo sottolineare e non vogliamo essere messi a tacere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, come primo firmatario di questo emendamento vorrei sfatare un equivoco che forse sta cavalcando in questa area. Noi non siamo assolutamente contro chi risiede nelle regioni meridionali, abbiamo anche tanti concittadini che si sono trasferiti in quelle regioni. Noi siamo contro gli amministratori incapaci che hanno amministrato quei territori – e molti sono anche seduti in quest'Aula – che hanno la coda di paglia e continuano a difendere un sistema che così non può andare avanti. Questo è stato celebrato anche da miei colleghi – perché ho partecipato alla discussione generale di questo provvedimento – come un provvedimento che va per l'ultima volta, forse, a premiare chi è stato incapace e irresponsabile, nello spendere risorse che erano già destinate e che dovevano essere già impiegate a favore dei cittadini del Sud.
E qualcuno, sia in Commissione che in quest'Aula, ha avuto il coraggio di confidare che quelle risorse non sono a vantaggio dei cittadini del Sud, quindi non sono a vantaggio di...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Prataviera, gentilmente.
EMANUELE PRATAVIERA. ... non sono a vantaggio di un territorio, ma sono solo ad uso e consumo ancora una volta di...
PRESIDENTE. Grazie. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Sempre come deputato lombardo, vorrei capire che cosa in 14 anni di Governo nazionale è stato fatto a Pag. 11favore della questione del settentrione (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà). Per questione settentrionale intendo industria, artigianato, perché è certo che c’è un problema. In 14 anni cosa è stato fatto dalla forza che voi rappresentate ? Forse vi siete più concentrati sui diamanti e sui buoni di investimento africani che non su altro, probabilmente (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) ! Questo dobbiamo dirlo con chiarezza.
PRESIDENTE. Onorevole Bordo, per favore si rivolga alla Presidenza.
FRANCO BORDO. Sì, scusi. Cosa è stato fatto e cosa ancora viene fatto nelle tre maggiori regioni del Nord, Veneto, Lombardia e Piemonte, da chi oggi e da tanti anni sta governando ? Ad esempio, portare una spesa per la sanità, come quella in Lombardia, a dei livelli impressionanti (Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ?
PRESIDENTE. Colleghi, gentilmente.
FRANCO BORDO. Questo è stato con l'assessorato gestito dalla Lega Nord. Questo è il dato di fatto. Per cui...
NICOLA MOLTENI. Ma che dici ? Studia !
FRANCO BORDO. Eh sì, dà fastidio, lo so che dà fastidio, perché la demagogia risiede in questo. Quando siete alla prova del Governo non avete fatto nulla per le nostre popolazioni. Questo è il dato vero (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io capisco la difficoltà dei colleghi eletti nei collegi del Nord delle altre forze politiche e capisco la tristezza di dover richiamare le tristi vicende che noi abbiamo risolto, ma purtroppo la tristezza in quest'Aula più volte l'abbiamo riconosciuta, anche nell'ultimo intervento la vedo.
Io voglio ricordare, però, che grazie alla Lega Nord, visto cosa abbiamo fatto per il Nord, era stata approvata e poi bloccata dalla sinistra, di cui l'esponente che ha parlato prima ha fatto parte, la devolution. Ricordo che grazie alla Lega Nord è stato fatto il federalismo fiscale poi bloccato...
ANGELO RUGHETTI. Sono stati i cittadini !
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
MASSIMILIANO FEDRIGA. Sì, grazie al vostro referendum, dite la verità ai cittadini ! Grazie alla Lega Nord era stato fatto il federalismo fiscale, poi bloccato dal Governo Monti, voluto dalla sinistra. Quindi, lezioni da certi soggetti non le accettiamo, perché hanno lavorato contro il Nord, contro i loro territori e continuano a operare in tal senso, basti vedere i voti di questa giornata.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Prataviera 1.46, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Bragantini, Giammanco, Giorgis, Cariello, Brugnerotto, Lombardi, Lorenzo Guerini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 493
Votanti 492
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 475.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 12 Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 1.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, adesso sono curioso di vedere come sedicenti colleghi degli altri partiti del Nord voteranno su questo emendamento. Noi diciamo che i 10 milioni destinati al terremoto del Belice del 1968, 1968 per parlare di sprechi, vadano ad incrementare quella cifra di 294 milioni di euro – questa misera cifra – destinata ai giovani disoccupati del Centro e del Nord.
Adesso, la scelta che ci accingiamo a fare in questo emendamento è se voi credete che servano maggiormente i 10 milioni di euro al terremoto del 1968 oppure ai giovani disoccupati del Centro e del Nord. Guardate ognuno voterà in coscienza, ognuno sarà libero dopo (ovviamente noi compresi) di spiegare ai propri elettori, nei propri collegi elettorali, che questo Parlamento sta votando l'ennesimo spreco, l'ennesima vergogna. E quando un emendamento della Lega chiedeva di andare a eliminare uno spreco per finanziare una cosa buona, aiutare i disoccupati del Centro e del Nord, alcuni colleghi, anzi purtroppo molti colleghi anche residenti nelle regioni settentrionali, hanno preferito continuare ad alimentare lo spreco. E allora non ci si sorprenda se nella regione Sicilia ci sono 27 mila forestali quando nella mia regione, con una superficie boschiva maggiore di quella della Sicilia, ce sono un centesimo. Allora non ci sorprenda se nella regione Calabria una siringa costa 0,26 euro e nella regione Veneto 0,04 euro. E allora non ci si sorprenda che in quest'Aula ci sia ancora chi continua a finanziare gli sprechi e gli sperperi a danno dei cittadini onesti che pagano le tasse.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Su questo emendamento solo per ricordare che pochi anni dopo il Belice succedeva un altro terremoto tragico, quello del Friuli, e lì non abbiamo avuto bisogno di fondi FAS per risollevarci.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Signor Presidente, vorrei solo far presente che, se non vado errato, questi fondi per il Belice sono in realtà destinarsi a togliere i tetti in amianto che all'epoca furono sistemati per le case date ai terremotati del Belice (Commenti dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Forse conviene investire 10 milioni ora piuttosto che trovarci il procuratore Guariniello tra vent'anni ad animare una class action contro lo Stato per sistemare tutti i melanomi che potrebbero derivare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Gioia... Cariello... Sanga... D'Attorre... Abrignani... Bini... Della Valle... Nissoli... Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 494
Votanti 393
Astenuti 101
Maggioranza 197
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 373.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 1.201.Pag. 13
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, dopo aver sentito gli ultimi interventi, anche di chi si erge paladino della Lombardia, come in tutti i posti, come in tutti i partiti, ci sono le persone in gamba e ci sono quelle che dormono in piedi: c’è di tutto. Quindi, anche in Lombardia non è che siamo tutti perfetti. Al di là di questo ragionamento, che venga fatta la reprimenda da una parte politica che, grazie alla CGIL e alla FIOM, ha distrutto una parte dell'industria di questo Paese !
Anche quello che riguarda la vicenda FIAT è lampante di quello che succede in questo Paese dove la più grande azienda d'Italia, anche con 100 mila difetti, fugge da certe parti del Paese è sintomatico e che ci siano persone che hanno bloccato la produttività, tre persone di cui una è andata a fare il senatore, guarda caso, proprio di SEL è tutto dire. Si dà il merito e si fa diventare senatore uno che ha bloccato la produzione in uno stabilimento della FIAT. Complimenti ! Si fanno diventare eroi i parassiti ! Questo è quanto è accaduto in questo Paese.
E, allora, se questo è quello che capita, non stupiamoci se poi uno come Marchionne dice che non è possibile fare imprenditoria in questo Paese, perché, evidentemente, ci sono talmente tanti ostacoli che uno che è abituato a fare imprenditoria in altre parti del mondo, si scandalizza di quello che c’è qui. Ed è evidente anche che, fino a quando c’è un sindacato che difende l'indifendibile, questo Paese non va avanti. Non fanno un po’ di autocritica, i comunisti, di come la CGIL ha gestito i lavoratori in questi anni. Non fa autocritica, con quello che sono i rapporti dei sindacati rispetto agli imprenditori. Non fa autocritica su quello che è la meritocrazia. Io, quando faccio le vertenze sindacali nella mia città e sento sindacati che vogliono dare i premi a tutti, anche a quelli che dormono in piedi, anche a quelli che sono assenteisti cronici, rabbrividisco. Infatti, se questo è il ragionamento del sindacato e della FIOM e della CGIL dove sono soggiornanti abitualmente quelli della sinistra, si capisce che questo Paese non uscirà mai.
Loro vogliono solo l'assistenzialismo, hanno bisogno solo di persone che comunque vengono pagate in qualche maniera, ma non è così che si ragiona. Però si trovano i soldi, per cosa ? Per i delinquenti. Infatti, nel precedente provvedimento, quello dello svuota carceri, siamo riusciti, anzi siete riusciti, come Governo e con il voto della maggioranza, a fare in modo che vengano dati 700 euro a ciascuno di quei delinquenti che escono, per rimettersi nella società. Allora, ai delinquenti gli diamo il premio e troviamo i soldi, alla gente perbene che cerca un lavoro e che cerca un aiuto non gli diamo niente. Questo è il ragionamento che fa il presente Governo ed è un'altra vergogna. Spero che con questi interventi che noi facciamo la gente ascolti sempre di più e capisca sempre di più che qui c’è gente che è più vicina ai delinquenti rispetto alle persone perbene, che vota a favore dell'aiuto ai delinquenti rispetto a quelli che, invece, si comportano bene.
Questo è un Paese davvero da repubblica delle banane, signor Presidente, quando si fa un discorso del genere. Finché si fa il comizio va bene, ma quando si vedono poi i dati reali e si vedono i voti, rabbrividisco ancora di più. È per quello che mi arrabbio. Non dico un'altra parola, altrimenti lei mi riprende. Infatti, vedere gente che parla, come parlano lì, come si è alzato il deputato precedente...
PRESIDENTE. Lei parli alla Presidenza, come le ho già detto tante volte, onorevole Buonanno.
GIANLUCA BUONANNO. Sono un po’ strabico, Presidente.
PRESIDENTE. Cerchi di non esserlo.
GIANLUCA BUONANNO. Sarà mica colpa mia...
PRESIDENTE. E cerchi anche di finirla di prendere in giro la Presidenza. Va Pag. 14bene ? (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).
GIANLUCA BUONANNO. Perché la prendo in giro ?
PRESIDENTE. E, anzi, ne approfitto per informarla che lei ha usato, rivolto a dei colleghi, la parola «parassiti». Non l'ho interrotta perché lei ha diritto di concludere il suo intervento. Per quanto mi riguarda, la richiamo formalmente al rispetto di chi è qui dentro e in altre Aule (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà). Diversamente, lo ritenga un primo richiamo e al secondo – glielo dico prima – se lei non rispetta i colleghi qui dentro, io la espello dall'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà). E le è rimasto un minuto, onorevole Buontempo... scusi, Buonanno, le chiedo scusa.
GIANLUCA BUONANNO. Il fatto che mi chieda scusa mi dà la forza di andare avanti, altrimenti veramente finivo il mio intervento. Signor Presidente, adesso mi ha dato il cartellino giallo, ma siccome ho giocato a pallone a diciotto anni, so benissimo che c’è il cartellino giallo e poi c’è quello rosso, spero di fermarmi a quello giallo. Parlando con lei, che è un po’ l'arbitro dell'Assemblea, io ho usato la parola «parassiti» e, ovviamente, mentre parlo cerco di dire le cose che ritengo opportune. Tuttavia, il dire «parassita» non era riferito essenzialmente a uno specifico deputato, ma a un sistema che esiste secondo me e che, quindi, è evidente che posso, nel contesto del discorso, dire anche parole di questo genere. Ne ho sentite ben di peggio in cinque anni che sono qui dentro, però nessuno ha mai fatto la reprimenda. Dopodiché, concludo, signor Presidente, visto che lei, cinque anni fa, ha fatto un tour con il camper al Nord, ed è venuto anche nella mia città, e avrà pur visto quali sono le zone produttive del Paese e quelle non produttive. Ecco, noi difendiamo quelle produttive.
GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, capisco il suo invito, visti anche gli episodi dei giorni scorsi, che non sono relativi solo al collega Buonanno, ma anche ad altri colleghi, nel cercare di mantenere un contegno all'interno di quest'Aula, però la invito, visto che ci conosciamo da tempo e sa bene la stima che ho nei suoi confronti, ad applicare questo rigore nei confronti di tutti i colleghi. Infatti, parole offensive nei confronti della Lega sono state dette anche prima da altri colleghi. Quindi, se un richiamo ci deve essere in maniera formale per il collega Buonanno, giustamente, ci deve essere anche per altri colleghi. La invito solo ad essere equanime, tutto qui.
PRESIDENTE. Le assicuro, onorevole Pini, che se lei mi cita un intervento sul quale io non sono intervenuto sono disponibilissimo a darle ragione. Sono intervenuto su tutti e, come lei avrà notato, anche quando direttamente l'onorevole Buonanno ha fatto riferimento alla mia storia, non ho fiatato, perché il mio problema è difendere le istituzioni e i colleghi che sono qui dentro, non me personalmente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, intervengo per dichiarare che voterò contro questo emendamento e per ricordare all'onorevole Buonanno che il senatore Barozzino è stato, in via definitiva, con sentenza della Corte di cassazione di pochi giorni fa, ritenuto vittima di una discriminazione sindacale da parte della FIAT (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle); e per dire a tutta quest'Aula che noi siamo orgogliosi che il Senato della Repubblica abbia un lavoratore Pag. 15tra le sue file, che ha difeso il diritto dei propri compagni di lavoro e l'occupazione in quella fabbrica (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.201, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pesco, Vecchio, Businarolo, Paris, Oliaro, Malpezzi, Martino, Boschi... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 403
Astenuti 100
Maggioranza 202
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 387.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento Fedriga 1.202.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo molto velocemente, soltanto per spiegare ai colleghi che questo emendamento dice semplicemente una cosa che al cittadino comune apparirebbe sicuramente banale: che i soldi destinati per incentivare chi assume detenuti o ex detenuti vengano spostati a favore di chi assume giovani onesti che non trovano occupazione. Anche questa è chiaramente una scelta politica: ognuno si assuma le proprie responsabilità.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.202, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris, Giorgis, Luigi Gallo, Di Lello... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 508
Votanti 410
Astenuti 98
Maggioranza 206
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 388.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.47, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Iannuzzi, Lorenzo Guerini, Carbone, Paolucci, Rampi, Ragosta... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 508
Votanti 505
Astenuti 3
Maggioranza 253
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 484.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 1.48.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, vorrei illustrare l'emendamento che prevede un criterio di redistribuzione di queste risorse che, tra l'altro, non è di carattere territoriale ma semplicemente tiene Pag. 16conto dell'incremento del tasso di disoccupazione che ci sembra molto rappresentativo anche della sofferenza che può subire un territorio in questo momento. Non è territoriale, non è strumentale, invito tutti a riflettere e a votare di conseguenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Fratelli d'Italia su questo emendamento, ma anche per dire che la formulazione di questo emendamento fa chiarezza del malinteso casuale o malizioso che si è generato nella discussione che ha visto l'Aula coinvolta nella fase conclusiva dei lavori di ieri sera, quando si è discusso se lo svolgimento della crisi, in questi mesi, stia colpendo maggiormente l'una o l'altra parte della nazione. E, quando, ciascuno volendo tirare la coperta dal proprio lato, si giocava sul termine dei valori assoluti piuttosto che dei valori percentuali del dimensionamento totale del fenomeno della disoccupazione.
Ora, siccome è un fatto che questo provvedimento prende spunto dalla virulenza con la quale la crisi sta colpendo il tasso di disoccupazione in Italia in questa stagione, e preso atto che in questo senso anche le assicurazioni con le quali il Presidente del Consiglio e il Ministro dell'economia e delle finanze che ieri ci hanno detto via cavo che la crisi è finita siano lontane dall'essere veritiere, credo che questo emendamento, nella realtà, dia un termine di misurazione il più possibile oggettivo e cioè fa salvo il risultato drammatico dei livelli di disoccupazione diversamente diffusi nella nazione e dice: commisuriamo gli interventi ai maggiori incrementi percentuali della disoccupazione, fatto salvo il punto di partenza, cioè la misura esatta di dove va ad incidere quell'emergenza per la quale, e senza la quale, mi verrebbe da dire, al Governo non sarebbe venuto in mente di utilizzare la strada della decretazione d'urgenza. Se il Governo in via del tutto eccezionale, perché non lo fa mai, ha deciso, per questo provvedimento, di ricorrere all'utilizzo del sistema della decretazione d'urgenza è perché ha ravvisato sul tema specifico una particolarità non procrastinabile. Allora, se questo è, dobbiamo capire quali sono i dati dell'emergenza e i dati dell'emergenza sono quelli che possono essere oggettivamente rilevati esattamente con il sistema prescritto in questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.48, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Benedetto, Ragosta, Grassi, Patriarca, Spadoni, Ferrari, Rizzetto... possiamo portare assistenza all'onorevole Rizzetto che ha il terminale bloccato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 501
Votanti 500
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 380.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 1.49, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vecchio, Binetti, Sannicandro...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 403
Astenuti 100
Maggioranza 202
Hanno votato sì 23
Hanno votato no 380.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Fedriga 1.01, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Gioia, Marazziti, Placido, Savino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 502
Votanti 500
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato sì 23
Hanno votato no 477.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento Placido 2.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, come già fatto ieri sera in questa Assemblea, intervengo per chiedervi, nel votare questo emendamento, di mantenere la formazione all'interno del contratto di apprendistato professionalizzante. La deroga, che è stata resa permanente, snatura il contratto di apprendistato, come già abbiamo cercato di dirvi e di convincervi ieri sera. Vi chiediamo di mantenere il contratto di apprendistato per quello che è e di non sancire un'ulteriore differenziazione, a parità di lavoro, su salario, diritti, assenza di formazione e vantaggi fiscali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Placido 2.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Verini, Ascani, Giacomelli, Caso, Magorno...
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 11,30)
Scotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 506
Votanti 405
Astenuti 101
Maggioranza 203
Hanno votato sì 35
Hanno votato no 370.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 2.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vecchio, Magorno, Giacomelli, Di Lello, Paolucci, Lainati, Boschi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 510
Votanti 491
Astenuti 19
Maggioranza 246
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 392.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 2.5, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Carrescia, Luciano Agostini, Mantero, Monchiero, D'Attorre, Narduolo...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 18
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 510
Maggioranza 256
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 387.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 2.6, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Russo, Di Lello, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 409.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 2.8, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Carrescia, Leva, Balduzzi, Monchiero, Quaranta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 512
Votanti 411
Astenuti 101
Maggioranza 206
Hanno votato sì 23
Hanno votato no 388.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 2.9, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Carbone, Colonnese, Russo, Vecchio, Galgano...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 512
Votanti 477
Astenuti 35
Maggioranza 239
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 354.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.10, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Spadoni, Valente, Segoni, Vacca, Ferrari, Di Battista...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 357.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Chimienti 2.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Chimienti. Ne ha facoltà.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, questo emendamento chiede che i fondi che sono stati stanziati per l'università vengano assegnati e distribuiti alle stesse non sulla base di una non meglio specificata Pag. 19premialità, che andrebbe ad allargare ancora di più la forbice esistente fra università di serie «A» e di serie «B», ma in maniera proporzionale ai crediti formativi universitari che sono previsti per i vari tirocini dalle università nei vari corsi di studio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chimienti 2.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Russo, Carbone, Ferrari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 513
Maggioranza 257
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 378.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marzana 2.12.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Marzana. Ne ha facoltà.
MARIA MARZANA. Signor Presidente, riguardo a questo articolo, che prevede delle borse di studio per gli studenti che sono a carico per metà dell'università e per metà dell'azienda dove viene svolto il tirocinio, noi proponiamo di sopprimere il periodo in cui si dice di dare priorità a coloro che hanno terminato il corso di studi, in quanto il tirocinio solitamente dagli ordinamenti universitari viene previsto già a partire dal secondo anno del corso e quindi in questo modo, lasciando questo periodo, si determinerebbe un allungamento in pratica del corso di studi e, quindi, la posticipazione del conseguimento del titolo di studio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Colonnese, Mazzoli, Leva, Luigi Gallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 505
Maggioranza 253
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 371.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marzana 2.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Mazzoli, Malisani, Tartaglione, Leva, Cominardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 507
Votanti 473
Astenuti 34
Maggioranza 237
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 374.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 2.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bonifazi, Gadda, Piccione, Sbrollini, Boccuzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 513
Votanti 478
Astenuti 35
Maggioranza 240
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 361.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 2.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Mazzoli, Russo, Paris, Brandolin, Peluffo, Sbrollini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 512
Votanti 477
Astenuti 35
Maggioranza 239
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 360.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Vacca 2.16, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Mazzoli, Grassi, Milanato, Realacci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 515
Votanti 464
Astenuti 51
Maggioranza 233
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 364.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vacca, Gregori, Paolucci, Malpezzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 511
Votanti 510
Astenuti 1
Maggioranza 256
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 488.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ricordo che l'emendamento Fedriga 3.2 non è stato segnalato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 3.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intervengo solo per fare la mia dichiarazione di voto su questo emendamento e su quelli successivi che riguardano la stessa materia.
Questo emendamento prevede – sentendo gli interventi anche dei colleghi della mattinata credo che ciò possa essere condivisibile da tutti – che la carta per l'inclusione o più semplicemente la carta povertà debba valere su tutto il territorio nazionale, che gli incentivi debbano valere su tutto il territorio nazionale; quindi si chiede di non creare delle discriminazioni all'interno del contesto nazionale stesso.
Se, come credo, i colleghi ritengono che anche chi vive in situazioni di difficoltà nel Nord debba trovare soddisfazione con un intervento che vada ad affrontare questo Pag. 21tipo di difficoltà, credo che questo emendamento abbia il dovere di essere votato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.8, con il parere contrario delle Commissioni e dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nicchi, Malpezzi, Galgano, Mosca... Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 501
Astenuti 2
Maggioranza 251
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 479.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 3.9.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, grazie a tutti i colleghi che mi vorranno ascoltare. Io in questo intervento, cercando di essere veramente pacato e di non disturbare nessuno, vorrei parlare del Mezzogiorno, quest'area del Paese che ha tante difficoltà. Proprio perché ha tante difficoltà, quest'area del Paese, io sarei, ad esempio, personalmente... Se posso andare avanti, signor Presidente...
PRESIDENTE. Prego.
GIANLUCA BUONANNO. ... Sarei favorevole che in questo Paese ci fossero le macroregioni. Ad esempio, parlando del Mezzogiorno, sempre che il tono della voce sia corretto ...
PRESIDENTE. Deputato, prego può andare avanti. Non c’è bisogno che...
GIANLUCA BUONANNO. No, non voglio più essere sgridato, anche perché mia mamma mi ha telefonato e ...
PRESIDENTE. No, qui si tratta solo di applicare il Regolamento, nient'altro. Prego.
GIANLUCA BUONANNO. Però, prima è stato applicato in maniera molto fiscale.
Comunque, io sarei, ad esempio, favorevole al ripristino del Regno delle Due Sicilie, perché se noi parliamo sempre di Meridione, di quest'area del Paese che ha tante difficoltà, un po’ per la storia, un po’ perché se le è cercate, insomma, un po’ per tante cose, avere il Regno delle Due Sicilie significherebbe che in quest'Aula non si dovrebbe neanche più discutere di una certa parte del Paese, perché avrebbero l'indipendenza per poter fare quello che ritengono opportuno.
Così come, ovviamente, con le macroregioni si potrebbe vedere, appunto, che un'altra parte del Paese, che noi cerchiamo di rappresentare, avrebbe la possibilità di gestire al meglio quelle che sono le sue potenzialità. Allo stesso modo, un'altra parte del Paese, cioè quella del centro d'Italia, avrebbe la possibilità, magari con una specie di Stato Pontificio o con qualcosa del genere, di potere fare un proprio ragionamento economico su quella che è la problematica di tutto il territorio.
Allora, sempre in maniera così pacata, vorrei continuare il mio discorso cercando di evidenziare questi tipi di problemi e spero che il Governo, così tanto attento mentre parlo perché uno guarda su e l'altra guarda giù, se i due sottosegretari ...
PRESIDENTE. Deputato, si rivolga con rispetto al Governo, cortesemente, e senza ironizzare. Prego.
GIANLUCA BUONANNO. Non ironizzo. Se io parlo, ho solo chiesto che mi guardino. Uno guardava di qua, uno guardava di là...
Pag. 22PRESIDENTE. Il Governo ascolta gli interventi. Prego, se può andare avanti.
GIANLUCA BUONANNO. Allora, se ascolta potrebbe, magari, anche girare la schiena, perché se basta che ascolti...
PRESIDENTE. Prego ! Se può andare avanti...
GIANLUCA BUONANNO. Dicevo, signor Presidente, che allora la soluzione che personalmente io penso è quella, appunto, che ognuno sia padrone a casa sua e che sia consapevole di quello che fa nel proprio territorio, cercando di avere un'autonomia.
Così come ci dovrebbe essere l'autonomia scolastica in tutto e per tutto. La scuola è talmente importante che è il futuro dei nostri giovani e dovrebbe essere molto più competitiva.
Quindi, è evidente che, se ci fosse una scuola dove al Nord ci fossero sempre più professori e professoresse, maestre e maestri e docenti del territorio e dove nel Centro e nel Sud ci fosse altrettanto, ci sarebbe secondo me un'evoluzione positiva anche nel mondo scolastico, perché anche qui le radici, la storia e quello che si vive tutti i giorni sarebbe ulteriormente amplificato e le migliori menti e intelligenze del nord, del centro e del sud sarebbero ulteriormente valorizzate.
Ecco, allora credo che alla fine un ragionamento serio sarebbe quello di avere tre macro regioni che darebbero a questo Paese probabilmente meno conflitto e sicuramente più risultati. Chiedo scusa se ho alzato la voce, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Villecco Calipari, Airaudo, Fragomeli, Picierno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 493
Votanti 394
Astenuti 99
Maggioranza 198
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 377.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Bonifazi, Russo, Sisto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 501
Votanti 498
Astenuti 3
Maggioranza 250
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 481.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Bonifazi, Biasotti, Gregori, Abrignani, Bonafede...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 23
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 506
Votanti 505
Astenuti 1
Maggioranza 253
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 489.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Grassi, Luciano Agostini, Paolucci, Ragosta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 509
Maggioranza 255
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 492.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Magorno, Sani, Mazzoli, Placido, Dadone, Gadda...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 508
Maggioranza 255
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 491.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mosca, Murer, Grassi, Fossati, Madia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 511
Maggioranza 256
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 494.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
L'emendamento Fedriga 3.12 non è stato segnalato.
Passiamo all'emendamento Fedriga 3.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, anche in questo caso abbiamo presentato un emendamento per ampliare la platea dei beneficiari dell'intervento, ovvero per elevare da 29 a 32 anni l'età dei soggetti interessati. Riteniamo sia doveroso in un momento nel quale, come ho ricordato anche nella seduta di ieri, il problema dell'occupazione riguarda principalmente i soggetti fino a 35 anni.
Abbiamo voluto, in questo caso, viste le scarse risorse economiche messe a disposizione, non arrivare all'età di 35 anni, ma, perlomeno, elevare a 32 anni l'età di interesse degli interventi previsti dal decreto.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gütgeld, Villarosa...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 24
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 509
Votanti 476
Astenuti 33
Maggioranza 239
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 353.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento Fedriga 3.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, in questo caso noi vogliamo introdurre un principio che riteniamo importante, per andare ad indirizzare le risorse solamente a chi è residente sul territorio nazionale da almeno cinque anni. In questo caso, oltretutto, sostituendo con questa frase, la frase «nelle regioni del Mezzogiorno» prevista all'articolo 3, comma 1, lettera c), andremmo, sì, a fare un intervento perlomeno equo, capiamo benissimo, non sostanziale, visti i pochi soldi a disposizione, però sicuramente un intervento giusto, che vada a coinvolgere tutte le persone che vivono la difficoltà in questo momento di crisi economica, mettendo, al contempo, anche un paletto che non è quello territoriale Nord-Sud, in quanto anche i giovani del Nord sarebbero coinvolti, ma un paletto sul tempo di residenza sul nostro territorio. Questo, al fine di evitare anche delle situazioni per le quali chi arriva, o è arrivato da poco tempo, possa usufruire dei pochi incentivi messi a disposizione dal Governo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.13, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rizzetto... Rizzetto ha votato. Frusone... Frusone ha votato. Sembra che abbiano votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 511
Votanti 410
Astenuti 101
Maggioranza 206
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 388.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Venittelli, Verini, Rizzetto, Marzano, Picierno, Gutgeld, Brandolini, Verini... È in blocco ? Sta arrivando subito il tecnico. Cera. Aspettiamo che voti. Capozzolo... ancora Gutgeld. Penso sia necessario... Ha votato. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 511
Votanti 509
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 493.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.16, parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Chi non ha votato ? Giammanco, Giorgis, Santerini, Rughetti, Madia... Madia ha votato. Chi non ha votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 515
Maggioranza 258
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 498.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.17, non accettato dalle Commissioni né dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rizzetto, Rotta, Leva, Spadoni, Gitti, Gandolfi, Bordo Michele... Chi non ha votato ? Hanno votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 514
Maggioranza 258
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 498.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
L'emendamento Fedriga 3.15 non è segnalato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Airaudo 3.19.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, l'articolo 3 meritoriamente introduce una serie di finanziamenti per attività di autoimpresa e di promozione di progetti intrapresi da giovani o da persone socialmente svantaggiate nelle aree del Mezzogiorno. Al Senato, tuttavia, con un emendamento, è stato introdotto il comma 1-bis, che è quello che noi con questo emendamento proponiamo di abrogare. Il comma 1-bis – qualunque deputato lo capirebbe se in questo minuto si prendesse la fatica di leggerlo – è evidentemente un comma fumoso che rischia di inficiare parzialmente anche la bontà di quel poco, pochissimo che si fa con questo articolo.
Va, infatti, ad introdurre nell'ordinamento un principio per cui prioritariamente dovrebbero essere finanziati progetti che riescono ad ottenere un tutoraggio da un'impresa di successo posta in un'altra regione rispetto a quella in cui viene attivato il finanziamento, la quale dovrebbe a sua volta essere compensata per questo tutoraggio con fondi presi dal fondo stesso che dovrebbe finanziare i progetti di cui parliamo.
Io non so per quale ragione questo emendamento sia stato approvato al Senato, francamente mi chiedo anche perché il Governo, di solito abbastanza parco nel dare possibilità di accoglimento a emendamenti anche migliorativi, abbia invece deciso che questo fosse in qualche modo un miglioramento. Dal nostro punto di vista si presta esclusivamente a pratiche elusive, non introduce nulla e rischia di depauperare un fondo rispetto a quelli che dovrebbero essere i suoi scopi propri. Quindi chiediamo semplicemente di abolire questo comma 1-bis per riportare ad un minimo di praticabilità la norma come prevista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, intervengo semplicemente per sottoscrivere questo emendamento, perché a me pare un'assurdità poter pensare di fare un monitoraggio di imprese nuove che possono nascere nel Mezzogiorno d'Italia. Mi sembrava molto più opportuno, per esempio, che per ciò che riguarda le start up vi fossero degli investimenti e, quindi, anche delle detrazioni da parte di coloro i quali investono sulle start up. Ecco perché sono profondamente convinto che questo comma 1-bis dovrebbe essere eliminato. Quindi chiedo all'Aula di poter fare in modo che l'emendamento venga ad essere accolto.
Pag. 26 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Airaudo 3.19, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Spadoni, Migliore, Ciprini, Bonifazi, Coscia.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 512
Votanti 410
Astenuti 102
Maggioranza 206
Hanno votato sì 38
Hanno votato no 372.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Baldassarre 3.20 e Fedriga 3.21.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baldassarre. Ne ha facoltà.
MARCO BALDASSARRE. Signor Presidente, siccome gli emendamenti 3.20 e 3.21 sono stati praticamente accorpati, ma immagino con motivazioni differenti delle nostre rispetto a quelle della Lega Nord, ci tenevo a spiegare le nostre motivazioni.
Ebbene noi vorremmo eliminare del tutto la social card in quanto per noi la social card è un'offesa alla dignità umana, insulta la dignità umana, quindi di quale coesione sociale stiamo parlando ? Noi crediamo che l'unico modo per eliminare definitivamente la parola «povertà» sia l'istituzione e l'adozione di un reddito minimo garantito per chi vive sotto la soglia di povertà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle e di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
Questo non deve essere assistenzialismo, non deve essere un aiuto, ma deve essere un diritto per tutti.
PRESIDENTE. Solo per ribadire che gli emendamenti Baldassarre 3.20 e Fedriga 3.21 sono stati accorpati perché sono identici.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Baldassarre 3.20 e Fedriga 3.21, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gutgel... Capodicasa... Misuraca... Paglia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 501
Votanti 495
Astenuti 6
Maggioranza 248
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 380.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Saltamartini ha segnalato che non è riuscita a votare).
Ricordo che l'emendamento Fedriga 3.26 non è stato segnalato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 3.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, continuiamo a non capire le accuse di razzismo che arrivano nei nostri confronti su questo provvedimento, razzismo per il contrasto che ci dovrebbe essere dal punto di vista ideologico, secondo alcuni colleghi, tra Nord e Sud, quando proprio in questo provvedimento si fa una distinzione molto singolare tra Nord e Sud in termini di povertà, quasi che la povertà esista solo al Sud e la crisi non abbia minimamente intaccato quella che è la capacità reddituale, Pag. 27la capacità di spesa, la capacità di sostentamento delle famiglie del Nord. Noi insistiamo e vogliamo stigmatizzare...
PRESIDENTE. Deputati, vi prego di abbassare il tono della voce.
GIANLUCA PINI. ... l'atteggiamento della sinistra che continua in maniera inconcepibile a penalizzare il Nord anche quando si parla di sostentamento alle famiglie in fortissima difficoltà. Tra l'altro questo emendamento darebbe un atteggiamento molto più sociale in maniera diffusa, su tutto il territorio delle Repubblica italiana, senza fare distinzioni tra poveri di serie A e poveri di serie B. Non riusciamo assolutamente a comprenderlo, se non con un approccio ideologico. Tra l'altro l'approccio che prende corpo in questi minuti da un'agenzia di stampa di una collega che addirittura ci dà dei beceri razzisti perché vogliamo in qualche modo difendere anche i poveri che abitano nelle regioni che noi rappresentiamo. Segnalo alla collega, che non ha il coraggio di intervenire in Aula però ci spara contro sulla stampa, alla collega Campana – evidentemente, senza offesa, un po’ suonata come campana – che non è il decreto «del fare» quello che stiamo affrontando ma il decreto «lavoro» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Magorno... Carbone... Sbrollini... Missoli... Dellai... Scotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 509
Votanti 507
Astenuti 2
Maggioranza 254
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 490.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
L'emendamento Fedriga 3.22 non è stato segnalato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rondini 3.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rondini. Ne ha facoltà.
MARCO RONDINI. Signor Presidente, nel provvedimento andate a garantire l'ampliamento dell'ambito territoriale di applicazione della cosiddetta carta acquisti sperimentale. Si ricorda che, in base alla disciplina fino ad ora vigente, la carta acquisti, istituita dall'articolo 81, comma 29, del decreto-legge n. 112 del 2008, che ha disposto la creazione di un fondo speciale destinato al soddisfacimento delle esigenze prioritariamente di natura alimentare e, successivamente, anche energetica e sanitaria, dei cittadini meno abbienti, è sperimentata, secondo quanto disposto, tra le fasce di popolazione in condizione di maggior bisogno e dentro un limite massimo di risorse pari a 50 milioni di euro nei comuni con più di 250 mila abitanti.
Nel provvedimento disponete un'estensione, nei limiti di 140 milioni di euro per il 2014 e di 27 milioni di euro per il 2015, a tutti gli altri comuni delle regioni del Mezzogiorno. Ebbene noi, con questo emendamento, chiediamo semplicemente, non di togliere i fondi destinati ai comuni del Mezzogiorno che abbiano una popolazione inferiore a 250 mila abitanti, ma di garantire anche ai comuni che non si trovano nel Mezzogiorno di poter vedersi garantiti gli stessi diritti e, quindi, di poter andare incontro alle fasce di popolazione povere che magari non risiedono in Calabria. Infatti, mi si dovrebbe dire per quale motivo un povero è meno povero se abita Pag. 28in Lombardia ed è più povero se abita magari in Calabria. Quindi, noi con questo emendamento chiediamo di istituire un fondo al quale possano attingere anche i comuni che non si trovano nel Mezzogiorno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rondini 3.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sbrollini, Gutgeld, Amendola, Di Gioia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 511
Votanti 509
Astenuti 2
Maggioranza 255
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 492.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 3.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo dare un contributo in base a quella che è la mia esperienza personale di amministratore, dato che prima si è parlato di social card e di aiuti alle famiglie. Ovviamente, è molto complicato anche sotto l'aspetto burocratico. Ad esempio, nelle città dove faccio l'amministratore – dico città perché sono più di una dove faccio l'amministratore, essendo votato dalla gente – noi facciamo i buoni spesa. Cosa significa ? Significa che noi abbiamo eliminato tutta la burocrazia che esiste nell'ambito amministrativo e con la mia firma – non digitale, ma proprio personale e diretta – diamo la possibilità, con quel documento, di andare nei supermercati e nei negozi del nostro territorio e di comprare prodotti di prima necessità. Ovviamente, non possono comprare whisky piuttosto che la sigaretta, ma possono comprare prodotti di prima necessità. È uno strumento talmente diretto che nelle amministrazioni comunali secondo me sarebbe molto utile. Infatti, innanzitutto il cittadino ha una risposta nel giro di mezz'ora rispetto a quella che è la sua esigenza, cioè che non ha neanche i soldi per fare la spesa. E, ovviamente, devono funzionare al meglio i servizi sociali, non che si applichi a pioggia.
E, poi, un'altra cosa che credo abbia dato un sollievo alle famiglie – e sono contento di dirlo anche in quest'Aula, perché, magari, molti pensano che sia uscito da un manicomio (cosa che, ovviamente, non è perché i manicomi non ci sono più) – è che noi abbiamo restituito l'IMU sulla prima casa. Io ho restituito l'IMU sulla prima casa, compresi anche gli interessi. Infatti, se le amministrazioni sono più oculate – al di là di tutti i tagli che, purtroppo, fa questo Governo ed anche il Governo precedente –, si riesce anche a rimborsare i cittadini.
Ad esempio, nel comune dove sono prosindaco, abbiamo dato a circa 800 famiglie il rimborso dell'IMU compreso degli interessi: non sono tantissimi soldi, ma, comunque, sono soldi che vanno a beneficio delle famiglie. In un'altra città dove sono sempre amministratore – in quel caso, sono il vicesindaco –, una città intorno ai 15 mila abitanti che si chiama Borgosesia – mentre il prosindaco lo faccio a Varallo, che è una città che è a 15 chilometri, sempre nello stesso territorio –, andremo a restituire l'IMU a più di mille famiglie. E queste sono cose che si possono fare oggettivamente se uno ha un'amministrazione più oculata.
Cosa voglio dire ? Voglio dire che è possibile fare determinati interventi, se comunque esiste in maniera vera anche la meritocrazia. Se noi come comuni riusciamo a fare determinate cose, se in certi Pag. 29comuni si fanno determinate cose e in altri comuni, invece, si dice che servono 100 milioni di euro perché non sanno più come pagare gli stipendi, è evidente che c’è una distonia fortissima. Allora, vogliamo premiare ancora quei comuni e quelle regioni – perché la regione Sicilia ha chiesto 100 milioni di euro, perché non sa come pagare gli stipendi – oppure vogliamo dare una mano in più a quei comuni che, invece, dimostrano di poter dare una mano diretta ai cittadini ? Vogliamo fare ancora dell'assistenzialismo o vogliamo far funzionare ciò che funziona ? Magari, facciamo anche dei corsi per fare in modo che chi non ha ancora capito come si deve amministrare impari da chi, magari, ha capito meglio come si fa ad amministrare.
Non è più un discorso di Nord e di Sud: è un discorso di un territorio, quello italiano, dove – lo ribadisco e prima lo dicevo in senso non ironico –, se ognuno fosse davvero padrone a casa sua... ma si facesse veramente questo regno delle due Sicilie, con tutti i soldi che hanno !
PRESIDENTE. La invito a concludere.
GIANLUCA BUONANNO. Facciamo l'esempio della Sicilia vera: ma voi lo sapete che l'unica regione di questo Paese dove c’è il vero federalismo è proprio la Sicilia, che si tiene il 100 per cento delle tasse che vengono incassate dal territorio ? A noi dicono che siamo razzisti perché vogliamo il 75 per cento delle risorse e c’è una regione – la Sicilia – che si tiene il 100 per cento ! Anche noi vogliamo essere siciliani, signor Presidente !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.27, con parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mosca, Lorefice, Zoggia, Saltamartini, Giammanco... Chi non ha votato ? Schirò Planeta, Sberna, Calabria, Pagani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 513
Votanti 409
Astenuti 104
Maggioranza 205
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 392.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.28, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rizzetto, Palma...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 509
Votanti 405
Astenuti 104
Maggioranza 203
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 388.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.29, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Leva, Simone Valente, Rotta...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 511
Votanti 506
Astenuti 5
Maggioranza 254
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 489.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 30 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 3.30, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rotta, Capodicasa, Chiarelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 514
Votanti 513
Astenuti 1
Maggioranza 257
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 393.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ricordo che l'emendamento Fedriga 3.31 si intende ritirato.
Passiamo all'emendamento Fedriga 4.1.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 4.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Albanella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 518
Votanti 483
Astenuti 35
Maggioranza 242
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 363.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 5.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, noi, con questo emendamento vogliamo semplicemente la garanzia che l'istituzione di nuove strutture, in questo caso anche per buone finalità, ovvero lo Youth Guarantee, però non comportino nuovi oneri a carico dello Stato. La nostra preoccupazione è che chi è chiamato a svolgere questo compito, che oltre tutto sono persone e soggetti che già hanno altri tipi di redditi pubblici, non incidano ancora sulle casse dello Stato stesso. Quindi, chiediamo che venga semplicemente inserita la frase: «senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica». Mi sembra un emendamento di assoluto buon senso; soprattutto in un momento di ristrettezza economica, credo che chiedere la garanzia di non utilizzare altri soldi in tale direzione sia doveroso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 5.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stumpo, Marzano, Lombardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 510
Votanti 509
Astenuti 1
Maggioranza 255
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 387.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 5.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mognato...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 31
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 508
Votanti 460
Astenuti 48
Maggioranza 231
Hanno votato sì 103
Hanno votato no 357.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 5.6.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, tale emendamento va letto anche alla luce del successivo, sempre a mia prima firma, l'emendamento Ciprini 5.5. L'emendamento mira a non depotenziare l'attività e il buon andamento dei centri per l'impiego, dato che già oggi soffrono della carenza di personale. Andare a distaccare il personale ci sembra inopportuno, perché già soffrono di carenza di personale, come emerso anche dalla recente relazione sull'indagine conoscitiva sull'emergenza occupazionale che abbiamo avuto modo di discutere presso la Commissione lavoro.
Inoltre, riteniamo che la struttura di missione per l'attuazione del programma «Garanzia per i giovani», che opera in via sperimentale in attesa del riordino dei centri per l'impiego sul territorio nazionale, debba comunque lavorare in stretta sinergia e coordinamento con i centri per l'impiego.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo solo approfondire la questione con una cosa che mi è capitata dieci giorni fa a Napoli e che mi ha fatto un po’ capire in più quella che probabilmente è anche una questione di mentalità. Sono andato a Napoli dieci giorni fa, esco dalla stazione ferroviaria di Napoli e comincio a sentire tutta una serie di botti, di petardi, non so cosa fossero, e non capivo il perché...
PRESIDENTE. Deputato, spero che questo sia attinente con la dichiarazione di voto che riguarda l'emendamento.
GIANLUCA BUONANNO. È attinente sì ! Allora, mentre aspettavo il taxi vedevo questi botti che uscivano da alcuni palazzi, è evidente, c'era un cortile all'interno, quindi è arrivato il tassista (Commenti)...
PRESIDENTE. Colleghi, prego.
GIANLUCA BUONANNO. ...ed è sceso dalla macchina con una maglietta bianca e una striscia nera sulla maglietta (Commenti dei deputati dei gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Deputati ! Prego deputato, vada avanti.
GIANLUCA BUONANNO. Sinceramente mi sono chiesto il motivo, dopodiché ho capito anch'io quale era il motivo, nel senso che quella striscia nera era praticamente la cintura di sicurezza stampata sulla maglietta. Da quello ho dedotto un'altra cosa che mi era capitata (Commenti)... non riesco a parlare...
PRESIDENTE. Deputati, non è tollerabile questo comportamento, non è assolutamente tollerabile. Deputati ! Prego, vada avanti.
GIANLUCA BUONANNO. Dicevo, parlando con il tassista mi è venuta in mente una cosa che quando facevo parte della Commissione trasporti, nella precedente legislatura, avevo visto: cioè che, ad esempio, a Napoli ci sono decine, decine di migliaia di automobili e automezzi che hanno l'assicurazione falsa, cioè fanno una fotocopia e la usano come se fosse l'assicurazione.
Questo per dire – ed è inerente al lavoro – che se c’è un certo tipo di mentalità e comunque un modo di pensare, Pag. 32è poi difficile riuscire anche con dei provvedimenti che siano buoni – come purtroppo non sono quelli di questo Governo – a modificare quella che è comunque una cosa palese. Cioè, se uno è abituato a vivere in un certo sistema, è evidente che per lui quel sistema è la normalità, così come gli uffici del lavoro e negli uffici pubblici in generale; ed è difficile – ribadisco – riuscire a modificare questo sistema. Perché se uno è abituato così e se fa il tassista e c'ha la finta cintura di sicurezza, perché così almeno cerca di non prendere la multa – se mai gliela fanno –, così come si vede. Infatti, non è che sono stato sfortunato, basta stare un quarto d'ora fuori dalla stazione e si vedono, così come chi passa in motorino in due e in tre, e il casco non esiste.
Allora, se tutte queste cose vanno bene in certa parte del Paese, non ci dobbiamo stupire poi di quello che succede. Allora, anche qui ribadisco il concetto: secondo me, bisogna usare la meritocrazia e fare in modo che se certa gente decide di vivere in una certa maniera si deve poi anche prendere i pro e i contro e pensare che non è che possa essere sempre così. Ciò perché le assicurazioni in una certa parte del Paese costano il triplo e il quadruplo rispetto a un'altra parte del Paese. Questi sono dati statistici. E siccome le assicurazioni devono stare in piedi, alla fine, se c’è una parte che le paga poco o non paga niente e falsifica le assicurazioni – al di là degli incidenti che possono succedere, per cui, se uno fa un incidente e ha l'assicurazione e l'altro no voglio poi vedere che cosa succede per pagare i danni – c’è un'altra parte del Paese e, in questo caso, delle assicurazioni che devono prendere i premi da un'altra parte per cercare di tamponare dall'altra parte. Ecco perché sono fermamente convinto che bisogna fare in modo che questo Paese abbia una suddivisione con le macroregioni e che se vogliono vivere in quella maniera in una parte del Paese, da Napoli in giù, facciano come credono, ma si prendano le loro responsabilità e non chiedano a un'altra parte del Paese di avere le risorse per poter fare i loro porci comodi.
PRESIDENTE. Direi che è il caso di attenersi sempre all'argomento dell'emendamento. Io rispetto la libertà di espressione nella dichiarazione di voto, però è il caso di attenersi all'argomento dell'emendamento e della votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Calabrò, al quale rivolgo lo stesso invito. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRÒ. Signor Presidente, io credo che ciascuno di noi, in Aula, sta facendo da diversi giorni sforzo di non replicare a quelle che sono una serie di provocazioni che hanno l'unica volontà di essere delle provocazioni. Però, purtroppo, ci sono alcune cose alle quali non si può ammettere che possano continuare, e io chiederei che il suo intervento che ha fatto alla fine, cioè l'invito ad attenersi agli emendamenti, sia qualche cosa che rimanga in quest'Aula per tutti gli interventi, e che gli interventi che non si attengano vengano bloccati all'inizio. Già c’è stato un richiamo verso un deputato, se questo deve continuare io credo debba fare altri richiami.
Sullo specifico di quello che è stato detto, vorrei richiamare l'attenzione di chi l'ha detto e di tutta l'Aula sul fatto che, se ci sono dei comportamenti patologici in alcune realtà, non si può generalizzare questo a tutta una popolazione, come credo che se ci sono stati dei comportamenti patologici all'interno della Lega Nord non si può generalizzare certo sulla moralità della Lega Nord per quello che è successo (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signor Presidente, evidentemente le parole utilizzate dall'onorevole Pag. 33Buonanno si fondano su dati falsi, a partire dalla vicenda, drammatica, delle RC-auto, che in una regione come la Campania, in particolare la provincia di Napoli, ha assunto le caratteristiche di una tassa sulla nascita: se tu nasci in Campania e a Napoli paghi molto spesso il doppio, il triplo e il quadruplo di altri cittadini nati altrove. Nel corso degli ultimi vent'anni la tassa RC-auto è aumentata del 245 per cento.
E vorrei rassicurare i colleghi della Lega sul numero delle truffe. Si andassero a leggere i dati dell'ISVAP, si andassero a leggere i dati reali, e scopriranno che il numero di truffe presenti in una regione come la Campania, in una città come Napoli, non è del tutto superiore rispetto ad altre aree del Paese: si parla del 2,8 per cento delle truffe rispetto al resto dell'Italia.
C’è quindi un altro problema: il problema è che nel corso degli ultimi anni su questa vicenda ci sono state compagnie di assicurazioni che hanno deciso di speculare, e c’è stata una saldatura tra un pezzo di interessi concreti del mondo finanziario e truffatori molto spesso presenti nel mondo delle professioni, che hanno deciso di fare fortuna su questo tema, impedendo a tanti cittadini onesti di avere la possibilità di accedere alle assicurazioni ad un prezzo uguale a quello del resto del Paese. Quindi è giusto che si ristabilisca la verità, e non si parli a vanvera di temi come la meritocrazia, che non c'entrano niente rispetto a questo problema (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Luigi Gallo. Ne ha facoltà.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, il deputato della Lega dimostra come molte delle cose che abbiamo ascoltato in Aula si basano su leggende metropolitane, perché viene a raccontarci in Aula delle maglietta bianca con la striscia nera. Tutta l'ideologia quindi che porta avanti la Lega si basa su leggende metropolitane, così come tutto quello che è contenuto nei provvedimenti. Mi associo all'intervento di Scotto, per dire solo due cifre.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
LUIGI GALLO. A Milano l'assicurazione costa 277 euro, paragonando lo stesso livello di assicurazione...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
LUIGI GALLO. ... con 1.072 euro a Napoli: cosa che non corrisponde ad un adeguato pagamento, e non corrisponde ad una cifra più alta di truffe nella provincia di Napoli e regione Campania.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Bossa. Ne ha facoltà.
LUISA BOSSA. Signor Presidente, in quest'Aula, dove si sono seduti Benedetto Croce, Antonio Gramsci, i padri costituenti, ahimè si ignora la storia. Non si sa di che si parla, quando si parla del Regno delle Due Sicilie. Carlo di Borbone non fu un re scemo: era un re illuminato, di cui danno un giudizio positivo lo stesso Croce e più recentemente lo storico Galasso. A lui si deve il Codice carolino, la riforma del catasto, un concordato con la Chiesa per tassarne le proprietà. Protesse la comunità ebraica, fondò le scuole di manifattura artistica come la porcellana di Capodimonte,...
PRESIDENTE. Deputata, mi scusi se la interrompo un attimo. Dovremmo attenerci all'emendamento...
LUISA BOSSA. Le scoperte archeologiche...
PRESIDENTE. ... altrimenti continuiamo... perseveriamo in questo... (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).
LUISA BOSSA. Lui... la Reggia di Caserta... (Commenti).
Pag. 34PRESIDENTE. Deputati ! Ho richiamato....
LUISA BOSSA. Ha insultato per tutta la giornata ! Basta, basta ! È un imbecille (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà – Proteste dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) !
PRESIDENTE. No, questo non è tollerabile ! Deputata, la richiamo all'ordine !
Allora, voglio ribadire una cosa. La voglio ribadire ! Ho già ribadito una volta... Deputati, cortesemente ! Deputati ! Non è tollerabile alzare i toni... Deputato Buonanno ! Ho già richiamato all'ordine la deputata Bossa. Detto questo... Deputati, vi richiamo all'ordine, cortesemente ! D'ora in poi non è più tollerabile che ci sia un intervento che si discosti dal merito dell'emendamento ! Toglierò la parola a tutti coloro che si allontaneranno dal tema dell'emendamento (Applausi) ! Sia chiaro !
È chiaro anche che c’è una linea sottile tra la libertà di espressione, l'argomentazione e la dichiarazione di voto sull'emendamento, che io cerco di seguire, e quando ravviso che ci si distoglie dall'argomento, tolgo la parola. Grazie.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, solo per sottolineare una cosa. Ripeto, di posizioni diverse in quest'Aula ce ne sono e ce ne sono molte, anche chi usa toni forti in quest'Aula, ma quando vedo che un deputato viene insultato pesantemente in quest'Aula e coloro che si arrogano il diritto di fare (Commenti)... perdonate, capisco il vostro concetto di democrazia...
PRESIDENTE. Prego, si rivolga alla Presidenza.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Mi perdoni, però quando vedo che un deputato viene insultato pesantemente in quest'Aula e da un'ala del Parlamento, che più volte si è lamentata dei toni utilizzati da altri colleghi, viene un applauso così forte mi sembra veramente che vengano utilizzati due pesi e due misure.
Oltretutto la invito, visto che per una frase che oltretutto non utilizzava offese esplicite a un gruppo parlamentare lei ha mandato una lettera alla Presidenza della Camera per prendere provvedimenti nei confronti di questo deputato, affinché nei confronti della stessa collega, che invece ha utilizzato un'offesa esplicita nei confronti di un collega, si utilizzino le misure idonee del Regolamento, affinché venga sanzionata nei modi doverosi e proporzionali rispetto a un'offesa esplicita che ha utilizzato, a differenza del collega Buonanno (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, per riportare un po’ di verità storica riguardo al tema che è quello delle macchine. Sappiamo bene come nel Regno delle Due Sicilie...
PRESIDENTE. No deputato, le tolgo la parola se vuole parlare del Regno delle Due Sicilie, qui siamo sull'emendamento Ciprini 5.6, la prego di attenersi all'argomento.
ADRIANO ZACCAGNINI. È inerente all'emendamento. È semplicemente una digressione storica.
PRESIDENTE. Non mi pare che sia inerente all'argomento.
ADRIANO ZACCAGNINI. Non le pare, però mi dovrebbe lasciar parlare, perché così ha fatto con altri deputati.
PRESIDENTE. Deputato, ho già avvisato l'Assemblea che non è più tollerabile Pag. 35che ci si discosti dall'argomento, soprattutto se andiamo avanti con un dibattito che riguarda una questione che non è attinente all'emendamento. Allora, se vuole fare la dichiarazione di voto sull'emendamento Ciprini 5.6, io la lascio fare, però se ravviso che è fuori dall'argomento, le tolgo la parola.
ADRIANO ZACCAGNINI. Io non sono fuori dall'argomento, proprio perché volevo legare il merito di come furono espropriate le macchine di una parte del Regno di Napoli, in cui furono sviluppate delle macchine per la Rivoluzione Industriale, e queste macchine sappiamo bene quanto furono importanti...
PRESIDENTE. Andiamo avanti, mi dispiace, le tolgo la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 5.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris, Lotti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 469
Astenuti 34
Maggioranza 235
Hanno votato sì 96
Hanno votato no 373.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Baldassarre 5.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, credo che la Presidenza si stia prendendo delle libertà nei confronti di alcuni deputati, in particolare del sottoscritto, più ampie di quelle che...
PRESIDENTE. No deputato, aspetti, lei fa un intervento sull'emendamento Baldassarre 5.2 ?
ADRIANO ZACCAGNINI. No, è sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Sull'ordine dei lavori io non do la parola in questo momento, se vuole alla fine della seduta.
ADRIANO ZACCAGNINI. Allora chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Quale articolo ?
ADRIANO ZACCAGNINI. Guardi, Presidente, ha capito benissimo a cosa mi riferisco...
PRESIDENTE. No, mi dica l'articolo.
ADRIANO ZACCAGNINI. Sa bene che si sta prendendo delle libertà che invece... non mi sta tutelando, semplicemente questo. Volevo essere tutelato nella mia libertà di espressione e non lo ha fatto, lo sta facendo con altri deputati.
PRESIDENTE. Allora deputato, facciamo così, articolo 39, comma 3, del Regolamento: «Il Presidente può, a suo insindacabile giudizio, interdire la parola ad un oratore che, richiamato due volte alla questione, séguiti a discostarsene». Va bene ?
Quindi, questo è l'articolo a cui io mi riferisco (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico).
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare, per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 36MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, siccome lei ha instaurato, nella fase conclusiva di questa mattinata, una conduzione, chiamiamola, un po’ più autoritaria, con esplicito e formale richiamo al Regolamento, anch'io intendo riferirmi al Regolamento ed esplicitamente all'articolo 59, che recita che: «Se un deputato pronunzia parole sconvenienti, oppure turba col suo contegno la libertà delle discussioni o l'ordine della seduta, il Presidente lo richiama nominandolo». Forse, ero distratto, ma io non l'ho sentita richiamare la collega del Partito Democratico che ha insultato (Commenti di deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Può leggersi il resoconto stenografico: c’è scritto «richiamo all'ordine». Prego.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Non ha nominato la collega.
PRESIDENTE. Assolutamente.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Per molto meno, signor Presidente, il collega Buonanno e altri colleghi hanno trovato da parte sua un impedimento a proseguire la propria espressione.
PRESIDENTE. Io ho richiamato la collega, rivolgendomi e richiamandola all'ordine per la prima volta. Va bene ?
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 5.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colonnese, Artini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 504
Votanti 470
Astenuti 34
Maggioranza 236
Hanno votato sì 115
Hanno votato no 355.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 5.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ginoble...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 503
Maggioranza 252
Hanno votato sì 148
Hanno votato no 355.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 5.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, il comma 3, secondo periodo, garantisce – lo leggo testualmente per essere preciso – che questa struttura che andiamo a creare è coordinata dal segretario generale del Ministero del lavoro e delle politiche sociali o da un dirigente generale a tal fine designato ed è composta dal presidente dell'ISFOL, dal presidente di Italia Lavoro Spa, dal direttore generale dell'INPS e dai dirigenti delle direzioni generali del medesimo Ministero.
Noi chiediamo che, per questi soggetti, non venga riconosciuto un rimborso di eventuali spese documentate di missione. Mi sembra che queste siano cariche per le quali ricevono più che un lauto stipendio da parte del pubblico e mi sembra doveroso che, in un momento di difficoltà, si possano mettere a disposizione – anche se per una volta, si pagano l'autostrada o il pranzo non morirà nessuno – e almeno si Pag. 37utilizzino le risorse per andare ad indirizzarle a quei soggetti che, realmente, in questo momento, ne hanno bisogno.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 5.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mongiello, Moretti, Baldelli... Hanno votato tutti ? Ferrari, Rughetti... Chi non ha votato ? Mantero, Rotta... Rotta ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 505
Votanti 502
Astenuti 3
Maggioranza 252
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 380.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 5.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Minardo, Arlotti, Romele... Chi non ha votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 504
Votanti 452
Astenuti 52
Maggioranza 227
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 350.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 5.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Carrescia, Cassano, Mazzoli, Gandolfi... Hanno votato tutti ? Casati, Mazzoli ancora... Ancora Casati. Bene.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 510
Votanti 408
Astenuti 102
Maggioranza 205
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 387.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Airaudo 7.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lavagno. Ne ha facoltà.
FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, con questo emendamento chiediamo di sopprimere alcuni commi che intervengono a modificare in parte, ma in maniera sostanziale, tipologie di contratto di lavoro a tempo determinato, intermittente o a progetto o accessorio.
Ci appare che fosse difficile in materia di lavoro fare peggio della «riforma Fornero» e, invece, si interviene proprio in uno dei pochi aspetti laddove la riforma tendeva, seppure timidamente, a contrastare la precarietà.
Più in generale, segnaliamo come si può creare uno spiazzamento tra le agevolazioni previste per assunzioni aggiuntive a tempo indeterminato di giovani e queste misure che, invece, invogliano le imprese a continuare ad approfittare delle forme precarie piuttosto che impegnarsi in programmi di occupazione stabile.
Nello specifico, con questo emendamento chiediamo: di eliminare il rafforzamento della acasualità del tempo determinato Pag. 38e l'allentamento della disciplina del lavoro accessorio, il cui unico limite, ormai, pare essere quello dell'ammontare economico con il rischio, già verificatosi, di sostituzione di lavoratori con contratti stabili con persone retribuite attraverso il metodo del voucher; l'allungamento del numero delle giornate in un anno in cui si può fare ricorso al lavoro intermittente; la possibilità di stipulare contratti a progetto per attività ripetitive ed esecutive.
Ora ci sembra importante, in un decreto che ha l'ambizione di favorire l'occupazione giovanile, che queste tematiche siano portate e abbiano l'attenzione necessaria almeno dell'Aula, visto che nelle Commissioni non è stato possibile perché non hanno avuto questa attenzione, proprio perché in un Paese in cui la precarietà si riversa soprattutto sulle fasce più giovani in qualche modo queste fasce più giovani chiedono giustizia rispetto a queste tematiche (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Airaudo 7.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Battaglia, Paris, Villecco Calipari, Mauri...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato sì 33
Hanno votato no 471.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito a esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 7.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gadda, Abrignani, Giorgis...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 504
Maggioranza 253
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 370.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 7.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Misiani, Paris, Sanga, Businarolo, Madia, Latronico, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 506
Maggioranza 254
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 372.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 7.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marazziti, Rostan, Crippa, Giampaolo Galli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 502
Votanti 501
Astenuti 1
Maggioranza 251
Hanno votato sì 117
Hanno votato no 384.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 39 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 7.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Nicchi, Magorno, Leva, Oliaro, Rostan...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 470
Astenuti 33
Maggioranza 236
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 350.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 7.11.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, per quanto riguarda la richiesta di sopprimere la lettera c), faccio presente che la «legge Fornero» ha apportato varie modifiche alla normativa del contratto a progetto, al fine di evitare che questo tipo di contratto fosse utilizzato per coprire forme di vero e proprio lavoro subordinato.
Una di queste modifiche consisteva nello stabilire che il progetto non potesse comportare lo svolgimento di compiti meramente «esecutivi o ripetitivi». Ora, la lettera c) del comma 2 dell'articolo 7 prevede, invece, che il progetto non possa comportare lo svolgimento di compiti meramente «esecutivi e ripetitivi», di fatto allargando la possibilità di utilizzo del contratto a progetto.
Quindi, il presente emendamento è volto proprio ad evitare l'estensione e a tutelare queste forme di lavoro a progetto, per evitare che vengano estese in maniera selvaggia. Per quanto riguarda la lettera c-bis), questa volta la norma prevede che «se il contratto a progetto ha per oggetto un'attività di ricerca scientifica e questa viene ampliata per temi connessi o prorogata nel tempo, il progetto prosegue automaticamente».
L'emendamento soppressivo è volto a proteggere il lavoratore e a mantenere alcune garanzie. Tutto questo per evitare di sfruttare a vita i ricercatori precari, che, anzi, andrebbero immediatamente stabilizzati, in quanto la ricerca è la vera leva per rilanciare l'economia in Italia.
Per quanto riguarda la lettera d), l'emendamento di natura soppressiva tende a sopprimere la norma che elimina l'inciso «ai fini della prova», già contenuto nel decreto legislativo n. 276 del 2003, con il quale si prevede che il contratto a progetto debba avere forma scritta e che debba contenere determinati elementi ai fini della prova.
La finalità è di evitare abusi da parte dei committenti ai danni dei lavoratori a progetto. Infatti, rappresenta una garanzia maggiore per il collaboratore a progetto conservare il contratto in forma scritta e determinare il suo contenuto e i suoi elementi in maniera precisa ai fini della prova.
Quindi, l'emendamento è volto a mantenere garanzie per il collaboratore a progetto. Per quanto riguarda, invece, la soppressione della lettera e), la norma intende eliminare l'inciso «di natura meramente occasionale» per il ricorso al cosiddetto lavoro per voucher.
Noi riteniamo che eliminare questa dizione «di natura meramente occasionale» significhi dare adito ad un uso selvaggio, ad un proliferare selvaggio del lavoro cosiddetto per buoni, attraverso voucher, quindi precarizzando ulteriormente e in maniera preoccupante il mercato del lavoro, e quindi la vita dei lavoratori stessi.
Anche questa volta l'emendamento soppressivo è volto a proteggere il lavoratore e ad evitare che si precarizzi ancora di più il mercato del lavoro italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 40
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 7.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi, Spadoni, Madia, Grassi, Marazziti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 501
Maggioranza 251
Hanno votato sì 132
Hanno votato no 369.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 7.1 Ciprini, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Murer, Giacomoni, Malpezzi, Abrignani... Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 135
Hanno votato no 364.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 7.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Baldelli, Malisani, Rocchi, Duranti, De Micheli... Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 500
Maggioranza 251
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 366.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Tripiedi 7.4, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, D'Attorre, Paris, Migliore... Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 498
Maggioranza 250
Hanno votato sì 153
Hanno votato no 345.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 7.17, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bosco, Rizzetto, Colonnese, Brandolini, Carrescia... Hanno votato tutti ? Marcon... Marcon ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 41
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 502
Astenuti 1
Maggioranza 252
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 350.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 7.16, con il parere contrario delle Commissioni, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Leva, Marcon, Rostan, Rocchi... Hanno votato tutti ? Rocchi ancora non ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 502
Maggioranza 252
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 350.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 7.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Vecchio, Carbone, Centemero, D'Ambrosio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 503
Votanti 470
Astenuti 33
Maggioranza 236
Hanno votato sì 102
Hanno votato no 368.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Salvo 7-bis.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, l'articolo 7-bis, inserito al Senato, è quello che propone una sanatoria per i contratti di associazione in partecipazione. Si dice in questo articolo che la sanatoria può avvenire con assunzione a tempo indeterminato e con contratto di apprendistato, ma non si specifica quando è possibile assumere con la tipologia di questo ultimo contratto, quella di apprendistato.
Il nostro emendamento chiede di specificare che, con la sanatoria, si possa far ricorso all'apprendistato solo quando l'attività lavorativa per la quale si viene assunti è stata svolta per un periodo inferiore a 12 mesi, presumendosi in tal caso il bisogno di un ulteriore tempo di formazione e professionalizzazione.
I 12 mesi indicati ovviamente sono solo convenzionali, ma si cerca di restituire un senso al contratto di apprendistato che deve effettivamente servire a insegnare o a professionalizzare un lavoratore e non come forma di contratto per sfruttare un lavoratore, pagandolo meno e avendo nel contempo i vantaggi fiscali.
Anche in questo caso, o l'apprendistato serve a formare o l'apprendistato non può servire a far scontare ai lavoratori una condizione di inferiorità (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento che è stato presentato, perché riteniamo giusto che il lavoratore non venga sfruttato e che comunque l'apprendistato serva a formare e non certamente per fare contratti diversi.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Salvo 7-bis.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ferrara...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 496
Votanti 491
Astenuti 5
Maggioranza 246
Hanno votato sì 139
Hanno votato no 352.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Lainati ha segnalato che non è riuscito ed esprimere voto contrario; la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 8.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Oliverio, Carbone, Giacomelli, Rostan, Nicoletti, Vitelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 498
Votanti 482
Astenuti 16
Maggioranza 242
Hanno votato sì 132
Hanno votato no 350.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rostellato 9.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Capua, D'Ambrosio, Marazziti, Rughetti, Paris...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 499
Maggioranza 250
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 347.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Salvo 9.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.
ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, proponiamo con questo emendamento di sopprimere quella parte del comma 1 dell'articolo 9 che esclude dal regime di responsabilità solidale i contratti di appalto stipulati dalle pubbliche amministrazioni. La responsabilità solidale del committente imprenditore e dell'appaltatore, vincola le parti in riferimento a trattamenti retributivi, contributi previdenziali e premi assicurativi. Dunque noi Pag. 43non capiamo come si possa agevolare, deregolando e alleggerendo i controlli, la creazione di lavoro.
L'emendamento successivo riguarda il periodo ulteriore di questo comma che è orientato secondo la stessa logica, a nostro giudizio incomprensibile, una logica che, spesso, dentro gli appalti, anche quelli pubblici, fa registrare fenomeni inquietanti di diffusione di lavoro nero.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Salvo 9.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Oliverio... Gadda... Palma... Monchiero... D'Attorre...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 501
Votanti 499
Astenuti 2
Maggioranza 250
Hanno votato sì 156
Hanno votato no 343.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Ciprini 9.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ciprini. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, il decreto legislativo n. 276 del 2003 stabilisce che, salvo diversa disposizione dei contratti collettivi nazionali che individui metodi e procedure di controllo e di verifica della regolarità complessiva degli appalti, in caso di appalto di opere o di servizi, il committente imprenditore o datore di lavoro è obbligato in solido con l'appaltatore nonché con ciascuno degli eventuali subappaltatori, entro il limite di due anni dalla cessazione dell'appalto, a corrispondere ai lavoratori trattamenti retributivi, comprese le quote di trattamento di fine rapporto, nonché i contributi previdenziali e i premi assicurativi dovuti in relazione al periodo di esecuzione del contratto d'appalto.
Il comma 1 del presente articolo esclude dall'ambito del citato regime di responsabilità solidale la pubblica amministrazione. Il presente emendamento è finalizzato ad assicurare, invece, che anche le pubbliche amministrazioni vengano incluse in questo regime, anche alla luce delle pronunce giurisprudenziali che hanno ritenuto applicabile il regime della solidarietà nei confronti dello Stato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ciprini 9.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Segoni, Pesco, Vacca, Ginefra, Miccoli, Cani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 343.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Di Salvo 9.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Placido. Ne ha facoltà.
ANTONIO PLACIDO. Signor Presidente, è il periodo successivo dello stesso Pag. 44comma 1 dell'articolo 9 quello a cui si riferisce questo emendamento. Inspiegabilmente qui si conserva il regime di responsabilità solidale nei contratti di appalto che vincola committenti imprenditori ed appaltatori in rapporto ai trattamenti retributivi dei lavoratori impiegati e incomprensibilmente lo si cassa in relazione ai contributi previdenziali ed assicurativi. Non si capisce proprio quale sia la logica a cui obbedisce questa scelta se non quella a cui prima facevo riferimento. L'evasione contributiva e previdenziale è uno dei grandi problemi di cui dovremmo occuparci quando discutiamo di lavoro.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, intervengo per firmare anche noi questo emendamento perché riteniamo importante che si affronti il discorso relativo alla responsabilità solidale, su cui abbiamo svolto una grande discussione a proposito del «decreto del fare». Gentilmente, quindi, si aggiunga la firma del gruppo socialista.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baruffi. Ne ha facoltà.
DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, gli emendamenti in sé sono condivisibili, ma solo per ribadire che il principio della responsabilità solidale non viene indebolito, viene anzi rafforzato, anche rispetto agli emendamenti precedenti, per la pubblica amministrazione, in generale per questioni di copertura. Considero condivisibile la sollecitazione e credo che si potrà e si dovrà trovare lo spazio per raccogliere le sollecitazioni che sono venute.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Salvo 9.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Magorno, Mazzoli, Gadda, Vacca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 495
Maggioranza 248
Hanno votato sì 139
Hanno votato no 356.
(La Camera respinge – Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 9.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Quaranta, Carrescia, Mazzoli, Colonnese, Capodicasa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 495
Votanti 462
Astenuti 33
Maggioranza 232
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 361.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Salvo 9.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Stumpo, Giammanco, Monchiero... Chi non ha votato ancora ?
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 45
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 493
Maggioranza 247
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 359.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 9.21, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Duranti, Monchiero, Malpezzi... Chi non ha votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 494
Votanti 493
Astenuti 1
Maggioranza 247
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 372.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo all'emendamento Nicchi 9.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Signor Presidente, colleghi e colleghe, io vorrei richiamare la vostra attenzione, perché il nostro emendamento supera una svista; non può che essere una svista, che mette in discussione l'uguaglianza di trattamento nei luoghi di lavoro tra disabili e non. Una svista madornale, perché, se non si supera, avverrebbe questo: che lo Stato obbliga i privati al superamento delle barriere architettoniche, però, esime se stesso, vincolando questa necessità a costo zero.
Ora, sul diritto, che è sancito dalle direttive europee, dalle convenzioni internazionali, dalle leggi italiane, a garantire luoghi di lavoro adeguati ai disabili non ci possono essere due pesi e due misure. E, soprattutto, per questo va superata la svista, una svista madornale: non può essere che chi deve controllare, chi deve garantire questo diritto fondamentale sia inadempiente, cioè lo Stato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nicchi 9.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fioroni... Chi non ha votato ? Abrignani, D'Incecco, Fantinati... Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 494
Votanti 491
Astenuti 3
Maggioranza 246
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 330.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bechis 9.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lavagno... Capua... Massimiliano Bernini... Moretti... Madia... Gandolfi... Binetti... Misuraca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 494
Votanti 476
Astenuti 18
Maggioranza 239
Hanno votato sì 104
Hanno votato no 372.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 9.22, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lavagno... Totaro... Sani... Brescia... Magorno... Lotti... Bini... Nicchi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 491
Votanti 390
Astenuti 101
Maggioranza 196
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 369.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 9.23.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, in questo articolo si va ad incidere direttamente su quanto riguarda l'entrata di cittadini stranieri nel nostro Paese. In questo caso, ricordo che il decreto legislativo del 1998 aveva limitato i casi, soprattutto per motivi di studio, all'alta formazione, ovvero ai master universitari di secondo livello. Invece, con questo comma di questo articolo si va ad ampliare la platea, inserendo addirittura le lauree triennali. È un emendamento inserito al Senato, noi faremo la nostra parte tenendo le nostre posizioni, ma se si vuole rivedere la norma sull'immigrazione non si può fare con questa furbata in un decreto-legge, andando a creare dei danni enormi soprattutto considerata la situazione economica e, soprattutto, occupazionale che i cittadini del nostro Paese stanno vivendo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 9.23, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giacomelli, Segoni, Stumpo, Molteni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 481
Votanti 381
Astenuti 100
Maggioranza 191
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 359.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 9.24.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, non so se i colleghi si rendono conto dei danni che rischiamo di fare con Pag. 47questo articolo e con questi commi, che noi cerchiamo di eliminare e di emendare.
Vorrei inquadrare bene la situazione. Antecedentemente a questo decreto-legge, un datore di lavoro che voleva assumere un cittadino residente in un Paese straniero doveva prima chiedere un nulla osta, affinché fosse certificato che non ci fosse altra risorsa lavorativa già presente sul territorio nazionale che potesse occupare quel determinato posto, e mi sembra una norma di buon senso per andare prima ad offrire un lavoro ai cittadini disoccupati presenti già sul territorio nazionale. Se si dimostrava che non c'era alcun tipo di offerta sul territorio nazionale, allora si poteva procedere, avendo il nulla osta, all'assunzione del cittadino residente in un Paese straniero.
Invece, questo articolo va a modificare tutta la procedura, rendendola assolutamente inapplicabile, ovvero va a dire che la verifica della presenza di offerta di manodopera sul territorio deve essere fatta preventivamente alla richiesta dello stesso datore di lavoro. Adesso, mi domando come si può fare una verifica preventiva quando gli uffici preposti non sanno nemmeno che il datore di lavoro sta cercando quel tipo di manodopera: sembra, ovviamente, soltanto un grimaldello per andare a distruggere il diritto di chi è già residente – cittadino italiano o non italiano che sia – sul territorio nazionale di vedersi riconosciuta una priorità in caso di offerta di lavoro, oppure vogliamo lasciare i cittadini residenti disoccupati e chiamare i cittadini provenienti da altri Paesi ? Lo domando in modo veramente non strumentale ai colleghi, e dopo decidano liberamente il voto: liberamente mi sembra una parola eccessiva, visti gli ordini di partito che hanno rispettato in modo molto ligio in questa giornata, forse tralasciando il loro pensiero e quello che avevano detto fino a qualche giorno prima.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 9.24, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giachetti, Rostan, Nardella, Roberta Agostini, Misuraca, Molea, Centemero, Vaccaro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 485
Votanti 384
Astenuti 101
Maggioranza 193
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 362
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 9.25.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, ovviamente richiamo quanto ho sostenuto nell'intervento precedente, però voglio anche far presente ai colleghi che questa posizione non rappresenta dichiarazioni strumentali della Lega, bensì è la stessa scheda di lettura preparata dagli ottimi uffici della Camera che ha sottolineato l'impossibilità di effettuare questi controlli. Sappiate quindi, che l'intento è quello di andare ad eliminare totalmente la possibilità di ridare un'occupazione a chi perde il lavoro sul territorio nazionale, o meglio, di togliere la precedenza che, giustamente, dal nostro punto di vista, il disoccupato presente sul territorio deve avere. Sappiate che è quella la direzione, non è che sia un altro meccanismo di funzionamento; questo meccanismo non funziona, lo dice non la Lega, ma dei tecnici professionisti che, oltre tutto, penso sappiano leggere in modo approfondito la normativa, dunque andare a non approvare gli emendamenti che abbiamo presentato a tutto questo articolo come gruppo parlamentare è una presa di responsabilità non indifferente.Pag. 48
Mi rivolgo, in particolar modo, soprattutto ai colleghi che nel loro programma elettorale delle scorse elezioni avevano detto con chiarezza del controllo dell'immigrazione, avevano parlato con chiarezza di precedenza, per chi non trova lavoro, per coloro già presenti sul territorio nazionale, e hanno voluto esprimere quei principi che noi condividiamo, ma che noi continuiamo a sostenere anche dopo, nel votare le normative, che qualcun altro, invece, spero non orgogliosamente, si rimangia costantemente quando dalle parole si passa ai fatti.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 9.25, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stumpo, Buonanno, Gutgeld, Donati, Lavagno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 483
Votanti 381
Astenuti 102
Maggioranza 191
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 359.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bechis 9.11, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rizzetto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 487
Votanti 438
Astenuti 49
Maggioranza 220
Hanno votato sì 101
Hanno votato no 337.
La Camera respinge – (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Baldassarre 9.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Luigi Gallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 487
Votanti 454
Astenuti 33
Maggioranza 228
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 355.
La Camera respinge – (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Rizzetto 9.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, intervengo soltanto per ricordare all'Aula che non con gli incentivi si creano posti di lavoro; ormai questa sembra una cosa acclarata. Si creano posti di lavoro creandone di lavoro, dando alle aziende il lavoro, diminuendo le tasse alle aziende e diminuendo la burocrazia delle aziende stesse. Questo è un emendamento molto semplice, nel senso che va nella direzione Pag. 49per cui le società a responsabilità limitata semplificata sono esenti dai diritti camerali annuali. È un piccolo segno, quindi facciamo uno scherzo ai senatori, approviamo quest'emendamento e restituiamoglielo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Rizzetto 9.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Spadoni, Mazzoli, Bargero, Biffoni, Savino Elvira...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 490
Votanti 489
Astenuti 1
Maggioranza 245
Hanno votato sì 159
Hanno votato no 330.
La Camera respinge – (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 9.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, questo emendamento smaschera un po’ le contraddizioni che il Governo ha inserito all'interno di questo decreto. Infatti, ricordo che all'articolo 1, quando parlavamo dei parametri messi per accedere agli aiuti alle aziende che assumono disoccupati, era stato inserito che la stessa persona che veniva assunta non potesse avere un titolo di studio superiore alla terza media. In questo caso invece parliamo di start-up innovative: allo stato attuale, le start-up innovative godono dell'incentivo soltanto se almeno due terzi dei dipendenti ha una laurea magistrale. Noi crediamo che l'innovazione si possa fare anche magari da chi ha una laurea triennale, per esempio: l'importante è la validità del progetto, che possa essere innovativo e che possa creare magari investimenti sul territorio, e magari espandere l'occupazione sul territorio stesso. Mettere i paletti che i due terzi dei dipendenti debbono avere per forza la laurea magistrale è chiaramente l'ennesimo parametro strumentale che il Governo mette in campo. Noi chiediamo quindi di espandere questa possibilità perlomeno anche ai soggetti, che possano essere ricompresi in questi due terzi di dipendenti, che hanno conseguito la laurea triennale.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 9.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lavagno, Arlotti, Costantino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 154
Hanno votato no 324.
La Camera respinge – (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fratoianni 9.27.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giancarlo Giordano. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Signor Presidente, molto brevemente: con questo emendamento si propone all'Aula il tema di aggiungere l'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia tra gli enti che possano derogare al limite previsto per le assunzioni di personale per progetti di ricerca e innovazione tecnologica. Vorrei sottolineare all'Aula, alla maggioranza in particolare, la delicatezza del tema, posto che il personale precario di questo istituto rappresenta circa il 40 per cento del personale impiegato dallo stesso, e che lo stesso personale si occupa di questioni delicatissime, come la gestione della sala sismica di sorveglianza di Roma o di Catania o di Napoli. Aggiungerei inoltre, giusto per dare qualche informazione in più, lo stesso personale precario è in scadenza al dicembre 2013; bisogna quindi fare attenzione, posta la delicatezza della materia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baruffi. Ne ha facoltà.
DAVIDE BARUFFI. Signor Presidente, credo che la sollecitazione sia condivisibile. Non può essere immediatamente accolta nel testo, ma credo che ci potremmo lavorare, se i colleghi di SEL metteranno a punto, anche insieme a noi, un ordine del giorno che impegni magari il Governo, in un successivo, rapido e tempestivo provvedimento, a recuperare anche questo istituto.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di par-lare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. Signor Presidente, solo per chiarire che, se noi abbiamo un ordine del giorno uguale all'emendamento e respingiamo l'emendamento e non lo si ritira, l'ordine del giorno non può essere presentato. Quindi, mi permetto semplicemente di rilevare che, se c’è l'interesse all'ordine del giorno, occorre evitare che vada in votazione l'emendamento.
PRESIDENTE. Prendo atto che gli emendamenti Fratoianni 9.27 e 9.28 sono ritirati.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare, sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, visto che mancano pochi minuti, esattamente quattro minuti, alla fine del lavoro della seduta antimeridiana, io consiglierei di fermarsi a questo punto, visto che dovremmo iniziare gli emendamenti riferiti all'articolo 11, mi sembrerebbe razionale, anche per una continuità dei lavori, fermarsi adesso e quindi riprendere con la seduta pomeridiana.
PRESIDENTE. Se c’è l'accordo dei gruppi, possiamo fermarci. Sta bene. Sospendiamo, a questo punto, l'esame del provvedimento, che riprenderà alle ore 16. Ricordo che alle ore 15 avrà luogo lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata. Ricordo altresì che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata per le ore 14,30 presso la biblioteca del Presidente.
Sull'ordine dei lavori (ore 13,55).
GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, in base al Regolamento, l'articolo 58, chiedo formalmente a lei, Presidente, di nominare la Commissione, il Giurì d'onore, su quello che è successo prima, perché io desidero avere pari dignità e non ci siano due pesi e due misure. Quindi, quello che è successo prima io vorrei che la Presidenza, così come dice il Regolamento, lo verifichi, articolo 58 del Regolamento.
A quel punto, signor Presidente, desidero che sia fatta veramente giustizia, Pag. 51perché io non voglio sempre passare per quello che deve essere redarguito e ci siano altri, con termini molto più pesanti e diretti, che fanno ben altro. Quindi, io tutti i giorni in quest'Aula, se non verrà fatta questa cosa, continuerò a chiederglielo, perché credo che sia giusto così.
DAVIDE CAPARINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Chiedo solo ai colleghi di abbassare la voce mentre si allontanano dall'Aula.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, lasciamo defluire...
PRESIDENTE. No, prego, vada avanti, vada avanti, deputato.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, la questione è molto complessa perché riguarda l'ordinato svolgimento dei nostri lavori. All'Ufficio di presidenza ho avuto modo di segnalare come nel momento in cui si vuole tenere un comportamento che consenta all'Assemblea di lavorare, bisogna anche tener presente che ci sono opposizione e maggioranza e gli strumenti di cui dispongono le opposizioni in quest'Aula sono noti, sono frutto di consuetudini parlamentari e se, come sembra, la Presidenza, questa Presidenza, intende modificare l'atteggiamento nei confronti dei deputati e nei confronti dell'Assemblea, credo che sia necessario comunicarlo nel modo corretto, e non utilizzare, come purtroppo è stato fatto e ho avuto modo di stigmatizzare, un comportamento che mi ricorda tempi molto lontani, un comportamento e anche un modo di dire prettamente fascista: colpirne uno per educarne cento. Quello che sta accadendo oggi con il collega Buonanno è esattamente questo, ovvero si utilizzano gli interventi, a volte provocatori e sicuramente molto incisivi, del collega Buonanno, per stigmatizzarli.
Additando lui, c’è una sorta di tentativo di educare l'Aula. Questo mi è capitato di sentire in Ufficio di presidenza. Ma noi non siamo educatori e a noi non spetta neanche il compito di essere educati. Io non sono qui per ricevere lezioni da nessuno, compresa la Presidente, compreso chi rappresenta la Presidente, quindi chiedo il rispetto della libertà di opinione, chiedo alla Presidenza, nel momento in cui fa in modo che ci sia l'ordinato svolgimento dei lavori, che venga sancito e rispettato il diritto di ogni parlamentare di dire liberamente ciò che pensa. Perché questo anche oggi in Aula non è avvenuto. Al collega Buonanno, anche se provocatorio, è stato impedito di dire quello che pensava. Il confine tra ciò che si può dire e ciò che non si può dire, Presidente, è molto sottile, nel momento in cui si vuole applicare la tagliola e si è presa la china che questa Presidenza ha inteso percorrere.
Nel momento in cui si decide di essere così drastici, come stamattina lei ha tentato, ma purtroppo non le è riuscito di fare, allora bisogna anche essere equanimi e non applicare due pesi e due misure, perché abbiamo assistito a un insulto diretto da parte di una rappresentante della maggioranza. Le faccio anche presente che qui siamo in un Parlamento piuttosto anomalo, per cui c’è una maggioranza che è ben al di là di quelle che sono le consuetudini della Repubblica italiana, quindi i diritti delle opposizioni sono ancora più ridotti, al punto tale che, per un deputato che deve fare legittimamente il suo lavoro, lo spazio è molto ristretto, sia di visibilità in termini mediatici, sia di opportunità a livello legislativo.
Quindi, le chiedo, nel momento in cui si decide di utilizzare una misura, che quella misura valga per tutti e si tenga, comunque, presente che ci sono delle opposizioni e le opposizioni in questo Parlamento hanno dei diritti, che devono essere rispettati (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Prima di tutto, la richiesta del deputato Buonanno verrà sottoposta alla Presidenza e, quindi, come tutte le procedure, verrà analizzata.
Per quanto riguarda il deputato Caparini, io credo che tutte le decisioni a cui lei Pag. 52si riferiva, che riguardavano il deputato Buonanno, o anche simili, verranno prese in Ufficio di Presidenza; certamente non vengono prese qui stamattina dalla Presidenza.
Per quanto mi riguarda, io credo stamattina di aver semplicemente evitato che il discorso, da una dichiarazione di voto sull'emendamento, divenisse una disamina del Regno delle Due Sicilie e della sua fenomenologia.
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo anch'io su questo punto. Ho ascoltato con grande attenzione, non solo le sue conclusioni, ma anche le cose che hanno detto i colleghi, sia il collega Buonanno, che il collega Caparini.
Voglio dire, in premessa, che, da parte nostra – anche perché diciamo che c’è una regola dell'alternanza: la Lega si è trovata ad essere in maggioranza, noi ci siamo trovati ad essere all'opposizione – abbiamo sempre considerato doveroso il rispetto degli spazi, dei tempi e dei modi dell'opposizione, e l'ostruzionismo è anche uno dei modi con cui l'opposizione può rappresentare in quest'Aula la sua presenza e la sua contrarietà ai provvedimenti.
Io credo, comunque, che il suo atteggiamento sia stato molto preciso, oggi, e sia stato un atteggiamento equanime nei confronti di tutti coloro che sono intervenuti o hanno tentato di sviare dall'argomento, che è all'ordine del giorno e che è incentrato sul Regolamento.
Vorrei però dire, intanto, al deputato Buonanno che, se la mia collega è andata oltre, con un'affermazione che le è sfuggita, non voleva essere assolutamente offensiva nei suoi confronti, e di questo mi scuso. La seconda cosa è che non è assolutamente nostra intenzione non rispettare, nel metodo e nella forma, i tempi e le cose che la Lega o gli altri gruppi di opposizione ritengono fare per rappresentare la loro contrarietà.
Credo che, però, ci sia un obiettivo che non è solo della maggioranza, ma è di tutto il Parlamento, che non va mai dimenticato e che viene prima di tutti gli altri interessi, che è l'interesse generale, e l'interesse generale sta nell'approvare o nel votare contro i provvedimenti in cui siamo chiamati ad esprimerci. E, quindi, l'interesse della Presidenza e dei gruppi parlamentari tutti è quello di esprimersi sul provvedimento, di votare a favore o di votare contro, ma non di bloccare qui le questioni. Io credo che in questo ci sia stato un atteggiamento di tutti i gruppi, anche oggi, entrando nel merito, votando gli emendamenti, e la Presidenza si è adoperata perché questo potesse accadere.
Io, quindi, credo che oggi sia stata una giornata positiva in questo senso. Mi auguro che continui così.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, intanto vorrei ricordare alla Presidenza che la Lega oggi mi sembra che non ha fatto assolutamente ostruzionismo e, anzi, le pratiche per fare ostruzionismo sono ben più pesanti.
Detto questo, io credo che anche l'ostruzionismo sia una pratica democratica, prevista dal Regolamento, e penso che le opzioni individuate dal collega Rosato, di approvare o votare contro su un provvedimento, non siano esaustive ma esiste anche la possibilità di fare decadere un decreto, perché una forza politica può ritenere utile per il Paese e per l'interesse generale fare decadere un decreto e, dunque, non arrivare all'approvazione.
È chiaro che, coscienti delle forze numeriche che esistono in un'Aula tra maggioranza e opposizione, strumento dell'opposizione è anche quella di utilizzare le possibilità fornitegli dal Regolamento e dalle consuetudini parlamentari per non fare approvare un decreto. È una cosa legittima. Ovviamente, la maggioranza chiederà di velocizzare i tempi. Però, voglio Pag. 53ricordare, al collega Rosato, che è intervenuto prima di me, e a lei Presidente, che mi sembra che questa mattina più che un ostruzionismo dell'opposizione ci sia stato un autostruzionismo della maggioranza, in cui tutti sono intervenuti su qualsiasi cosa, anche su temi molto diversi dal tema trattato in quel preciso momento.
GIANLUCA VACCA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA VACCA. Signor Presidente, io vorrei cambiare discorso e vorrei sollecitare la Presidenza a rispondere a una nostra lettera, che è stata inviata proprio alla Presidenza a fine luglio, il 23 o 24 luglio, nella quale noi abbiamo chiesto alla Presidente Boldrini di chiedere al Governo spiegazioni sul perché il Governo, secondo i dati che noi abbiamo e che sono fermi a due settimane fa, non risponde agli atti di sindacato ispettivo che il Parlamento sottopone, appunto, al Governo.
In particolare, noi nella lettera abbiamo citato anche dei dati che erano francamente disarmanti, perché la percentuale complessiva di risposte si attestava sul 14 per cento e su circa 1.400 interrogazioni a risposta scritta il Governo aveva risposto, intorno alla data del 23, 24 luglio, a circa 70 interrogazioni. Ci sembra francamente che sia nell'interesse di tutto il Parlamento, appunto, risolvere questa questione. Io personalmente ho molte interrogazioni che da marzo sono in attesa di una risposta.
Quindi, sollecitiamo la Presidenza a intervenire presso il Governo per accelerare, appunto, la risposta agli atti di sindacato ispettivo e chiediamo che entro settembre, quindi alla ripresa dei lavori, ci sia una risposta da parte della Presidenza in merito.
PRESIDENTE. La sua richiesta è stata già sottoposta al vaglio della Presidenza e la risposta sta per arrivare.
Dato che non ci sono altri interventi, sospendo la seduta.
La seduta, sospesa alle 14,10, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI
Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro per gli affari europei, il Ministro della difesa e il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
(Elementi in merito alle recenti richieste di informazione della Commissione europea relative al funzionamento dello stabilimento Ilva di Taranto – n. 3-00263)
PRESIDENTE. L'onorevole Spessotto ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00263, concernente elementi in merito alle recenti richieste di informazione della Commissione europea relative al funzionamento dello stabilimento Ilva di Taranto (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
ARIANNA SPESSOTTO. Signor Presidente, come è noto, sul caso Ilva è aperta ormai da circa un anno e mezzo una procedura EU Pilot, cioè una procedura di preinfrazione durante la quale la Commissione europea ci chiede tutta una serie di informazioni perché ravvisa o comunque prevede che ci sia una violazione del diritto dell'Unione europea, in questo caso proprio nella gestione dello stabilimento Ilva di Taranto. L'ultima di queste richieste risale all'8 luglio scorso e le autorità italiane dovevano rispondere entro il 29 luglio. Oggi siamo al 7 agosto 2013 e, nonostante le nostre ripetute richieste sia telefoniche che via e-mail alle strutture competenti, non c’è giunta ancora nessuna informazione riguardo al se e a quale Pag. 54risposta sia stata fornita dalle autorità italiane alla Commissione europea, né tanto meno se sia stato dato l'accesso agli atti. Tra l'altro, sul sito dell'ISPRA è stata anche istituita una sezione nella quale conservare e rendere pubblica tutta la corrispondenza tra la Commissione europea e le autorità italiane, ma neanche di queste informazioni si trova traccia.
PRESIDENTE. Onorevole Spessotto, deve concludere.
ARIANNA SPESSOTTO. La mancata risposta da parte del Governo appare ancora più grave perché...
PRESIDENTE. Onorevole Spessotto, deve fare la domanda.
ARIANNA SPESSOTTO. Alla luce di quanto detto, si richiede al Ministro cosa possa riferire in merito agli ultimi sviluppi sul caso EU Pilot 3268 del 2012, tenuto conto della gravità delle ipotesi di violazione degli articoli 2, 7, 17 e 37 della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea...
PRESIDENTE. Onorevole Spessotto, la ringrazio, purtroppo ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Il Ministro per gli affari europei, Enzo Moavero Milanesi, ha facoltà di rispondere.
ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, riguardo all'interrogazione della deputata Spessotto, innanzitutto vorrei rassicurare quanto al rispetto dei termini da parte del Governo italiano delle istanze interessate, in modo particolare in esecuzione della domanda della Commissione.
Per ricostruire velocemente gli eventi, la Commissione ha indirizzato una richiesta di informazioni in data 8 luglio, con scadenza 29 luglio per la risposta. Posso confermare a questo riguardo che ho avuto riscontro che le due comunicazioni di risposta da parte del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in data 28 luglio, e del Commissario straordinario dell'ILVA, in data 30 luglio, sono state inviate. Queste comunicazioni sono state trasmesse anche formalmente ai servizi della Commissione sempre in data 30 luglio.
Per quanto riguarda l'aspetto della divulgazione di informazioni su questo genere di questioni, come certamente sanno i membri del Parlamento, alla luce della legge n. 234 del 2012, viene data informazione regolare ogni tre mesi da parte del Governo alle Camere su tutte le procedure di carattere giurisdizionale o precontenzioso formale riguardante l'Italia, intendendosi con quest'ultima espressione le procedure amministrative istruite dalla Commissione. Nel caso di specie siamo nel quadro di una cosiddetta procedura EU Pilot, che non prevede l'obbligo di trasmissione nell'ambito di queste trasmissioni periodiche alle Camere, che sono effettuate sotto la mia responsabilità ogni tre mesi. In ogni caso i miei uffici e il Dipartimento per le politiche europee hanno l'abitudine di rispondere e di inviare al Parlamento e ai membri del Parlamento, ogni qual volta ci sono richieste precise, la documentazione richiesta, nei limiti che sono consentiti e inquadrati dai regolamenti europei. Qui faccio riferimento in particolare al regolamento n. 1049/2001, che prevede che in questi casi sia la Commissione europea stessa a dare informazioni nei confronti dei singoli, ma in ambito istituzionale noi possiamo senz'altro provvedere.
PRESIDENTE. L'onorevole Spessotto ha facoltà di replicare.
ARIANNA SPESSOTTO. Signor Ministro, purtroppo non mi ritengo soddisfatta della risposta, perché comunque noi abbiamo contattato più volte telefonicamente, e anche via mail, gli uffici del Dipartimento per le politiche europee presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, ma questi ci hanno sempre «rimbalzato» ad altri uffici e non ci hanno mai fornito la documentazione che chiedevamo.Pag. 55
Oltre a questo, ancora troppi quesiti rimangono senza un'adeguata risposta per poterci ritenere soddisfatti. Infatti, l'obiettivo di uno strumento di inchiesta quale lo strumento EU Pilot è quello di facilitare la comunicazione tra gli Stati membri, mediante l'istituzione di un punto unico di contatto. Ciononostante, ci troviamo di fronte, per l'ennesima volta, all'assenza di una trasmissione coordinata di informazioni entro i termini previsti dalla procedura – perché, comunque, lei mi conferma che la risposta è stata data il 30 luglio – e la comunicazione tra le istituzioni ne risulta tutt'altro che facilitata.
Inoltre, in sede di audizione, il 24 giugno, il Garante dell'Ilva ci aveva detto che presso una sezione del suo sito, predisposto con il supporto tecnico dell'ISPRA, avrebbe pubblicato tutta la documentazione relativa alla corrispondenza tra le autorità italiane e la Commissione europea. Neanche in questo caso l'impegno è stato mantenuto !
Infatti, anche qui, la corrispondenza si è fermata al 14 giugno. Se è poi vero che il Garante dell'AIA per l'Ilva di Taranto, come tra l'altro afferma lo stesso garante Esposito, ha l'obbligo, nei confronti della collettività, di garantire la tutela del diritto alla vita...
PRESIDENTE. La prego di concludere.
ARIANNA SPESSOTTO. ... come siamo arrivati a fare ipotizzare, addirittura, alla Commissione europea di aver violato ben quattro articoli della Carta dei diritti fondamentali ? E come possiamo pensare di allontanare il rischio di apertura dell'ennesima procedura di infrazione nei nostri confronti, se non riusciamo neanche ad adottare i provvedimenti minimi che garantiscano il rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini di Taranto e se, ad ogni risposta che forniamo alla Commissione, la posizione italiana si aggrava ulteriormente, anziché risolversi ?
Queste, però, sono risposte che vanno fornite in primis ai cittadini di Taranto, i quali, proprio mentre viene ipotizzata la violazione dei loro diritti fondamentali...
PRESIDENTE. Concluda, onorevole Spessotto.
ARIANNA SPESSOTTO. ... vedono assegnare la gestione straordinaria dell'Ilva all’ex amministratore delegato Bondi, lo stesso che sostiene che i fattori responsabili delle malattie e dei decessi per tumore nell'area di Taranto siano imputabili al fumo di tabacco e all'alcol.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Spessotto.
(Iniziative in ambito comunitario in relazione ad atti intimidatori provenienti da unità della Marina militare turca nei confronti di una nave italiana al largo dell'isola di Cipro – n. 3-00264)
PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare l'interrogazione Pini ed altri n. 3-00264, concernente iniziative in ambito comunitario in relazione ad atti intimidatori provenienti da unità della Marina militare turca nei confronti di una nave italiana al largo dell'isola di Cipro (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, signor Ministro, vorremmo attirare gli occhi e l'attenzione dell'opinione pubblica su questo tema, perché crediamo che sia una notizia importante, alla quale bisogna dare anche rilevanza. Noi chiediamo se davvero contro la Odin Finder sia stato aperto il fuoco e se il Governo italiano intenda reagire in sede comunitaria a intimidazioni della Marina turca, poiché questo è un fatto che è avvenuto nel contesto del contenzioso che oppone la Repubblica della Turchia a uno Stato membro dell'Unione europea.
Riassumo brevemente il caso: la Odin Finder è una nave oceanografica battente bandiera italiana, che stava operando nella zona economica esclusiva cipriota, che è stata allontanata da una nave militare turca, addirittura, ricostruendo fatti giornalistici Pag. 56riportati nel quotidiano greco Politis, attraverso il lancio di un razzo. Quindi, chiediamo al Governo e al Ministro se questa notizia corrisponda al vero.
PRESIDENTE. Il Ministro per gli affari europei, Enzo Moavero Milanesi, ha facoltà di rispondere.
ENZO MOAVERO MILANESI, Ministro per gli affari europei. Signor Presidente, rispondo sulla base delle informazioni che mi sono state fornite dal Ministero degli affari esteri. Confermiamo, anzitutto, che il Ministero degli affari esteri segue fin dagli inizi questa vicenda che riguarda la nave italiana Odin Finder, di cui il deputato ha appena ricordato gli elementi; la seguiamo, in particolare, attraverso la nostra ambasciata a Nicosia, capitale della Repubblica di Cipro.
Il giovedì 25 luglio la nave si trovava impegnata in ricerche oceanografiche, per conto di una società americana, lungo le coste sud-occidentali della Repubblica di Cipro ed è stata fermata da una nave militare turca. Preme di precisare che non risulta al Governo, non risulta al Ministero degli affari esteri, che vi sia stata un'azione di forza o un'intimidazione da parte della Marina militare turca.
È importante ricordare che queste ricerche si svolgevano in un braccio di mare che la Repubblica di Cipro ritiene rientrare nella sua zona economica esclusiva, e che la Turchia rivendica. L'invito che è stato rivolto dalla Marina turca, a cui la società americana delle ricerche non aveva notificato l'attività di rilevazione, è legato, quindi, probabilmente, alle pretese di Ankara, della Turchia, sull'area marittima in questione. Dopo l'episodio, il 31 luglio, la società armatrice italiana ha chiesto alla Farnesina indicazioni circa l'opportunità di riprendere l'attività di rilevazione e si è raccomandato, da parte italiana, di evitare iniziative che possano alimentare la controversia – ripeto, verosimilmente una controversia che riguarda l'area marittima in questione – tra i due Stati. Si è raccomandato quindi all'armatore di evitare la prosecuzione di attività nelle aree contese.
Non abbiamo, quindi, rilevato atteggiamenti intimidatori o di forza da parte della Marina turca e, quindi, il Ministero degli esteri ritiene che non sussistano i presupposti per un'azione di protesta dell'Italia verso la Turchia a livello bilaterale.
PRESIDENTE. L'onorevole Prataviera ha facoltà di replicare, per due minuti.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, signor Ministro, io non posso essere soddisfatto, nel senso che mi sarei aspettato a livello comunitario un po’ di sostegno sia nei confronti di Cipro, che è un Paese dell'Unione europea, sia nei confronti dell'Italia, Paese per cui la Odin Finder batte bandiera.
A questa mia delusione dovremmo anche aggiungere una constatazione, cioè quella che è sullo sfondo di uno scontro sempre più acceso tra la richiesta, da una parte, della Turchia di entrare nel sistema dell'Unione e, dall'altra, invece, un atteggiamento ostile nei confronti di, in questo caso, due Paesi membri dell'Unione europea. C’è, inoltre, anche un'altra constatazione da fare: in questo caso l'atto di forza è stato esercitato. Quindi, noi, anche nel processo, nel dibattito che stiamo svolgendo sul disarmamento, verso un esercito unico, dovremmo chiederci realmente se questa è un'Unione europea basata su interessi comuni e che rispetta, supporta, sta al fianco dei Paesi membri, sempre, oppure se lo fa solamente quando sono in gioco gli interessi economici dei potenti. Questa è una occasione persa, io credo, da parte del Governo, per battere i pugni in sede comunitaria, in sede dell'Unione, per fare in modo che realmente l'Unione europea sia un soggetto unico. Perché, ripeto, se in questo caso, al posto di una bandiera italiana, ce ne fosse stata un'altra, probabilmente la reazione dell'Europa si sarebbe fatta sentire, eccome. Io credo, quindi, che questo fatto debba rimanere negli annali, che debba rimanere a futura memoria, soprattutto quando la Turchia ritornerà a chiedere con più forza, nei negoziati di adesione all'Unione, le proprie istanze.
(Orientamenti del Governo in vista del Consiglio europeo sulla difesa di dicembre 2013 – n. 3-00265)
PRESIDENTE. L'onorevole Vito ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00265, concernente orientamenti del Governo in vista del Consiglio europeo sulla difesa di dicembre 2013 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
ELIO VITO. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, il prossimo mese di dicembre, per la prima volta, il Consiglio europeo dei capi di Stato e di Governo sarà dedicato alla sicurezza ed alla difesa comune. Si tratta di una occasione storica per rappresentare al nostro Paese, all'opinione pubblica nazionale e a quella europea, le caratteristiche e le esigenze di una moderna difesa europea, in accordo con le alleanze atlantiche e quelle internazionali. Il Parlamento italiano, anche attraverso la nostra Commissione difesa, che mi onoro di presiedere, ha da poco avviato una attività ricognitiva per meglio comprendere le necessità di ammodernamento della difesa nel nuovo contesto europeo.
Le chiediamo quindi, signor Ministro, quali siano gli intendimenti e le iniziative che il Governo intende porre in essere per utilizzare questa occasione storica ed avere una visione politica e strategica della difesa che sappia essere compresa e condivisa nel Parlamento e nel Paese.
PRESIDENTE. Il Ministro della difesa, Mario Mauro, ha facoltà di rispondere.
MARIO MAURO, Ministro della difesa. Signor Presidente, onorevoli deputati, l'Italia si sta preparando con un impegno particolare al dibattito di dicembre, non solo per l'importanza dell'evento per la politica di sicurezza e di difesa comune, ma anche per gli evidenti riflessi che esso potrà avere sul nostro semestre di Presidenza dell'Unione europea. Il nostro approccio è basato su una chiara visione politica che ruota attorno a tre pilastri. Primo, il rafforzamento di un'efficiente dimensione europea della difesa quale parte integrante, imprescindibile, del più ampio processo di integrazione europea. Senza una reale difesa europea tale processo è incompleto. Ho ricordato già in audizione al Senato che l'Unione europea nel suo complesso spende più di Russia, Cina e Giappone messi insieme, ma evidentemente spende male perché non spende in modo non dico unitario ma neanche coordinato.
Secondo, la difesa europea viene vista da noi nel più ampio contesto della sicurezza della quale è componente imprescindibile. Data la natura unica e particolare dell'Unione europea, dotata di molteplici strumenti di stabilizzazione nel settore dell'azione esterna, la politica estera e di difesa non è fine a se stessa ma è un moltiplicatore di stabilità, nel senso che una efficace capacità di gestione di crisi è condizione abilitante per fare entrare in azione gli altri strumenti disponibili. Terzo, la NATO è e resta un cardine della nostra sicurezza ed è quindi necessaria una maggiore interazione e complementarietà con l'Unione europea. Noi stiamo attivamente muovendoci in ambito internazionale per la preparazione della discussione di dicembre, con il risultato di mantenerci al centro di questo dibattito e di ottenere il recepimento di molte delle nostre istanze nei documenti predisposti dalle istituzioni europee. La Difesa sta operando in stretto raccordo con la Presidenza del Consiglio e con il Ministro degli esteri. Sono stato audito al Senato lo scorso 31 luglio. Ciò ha consentito di sensibilizzare i nostri senatori sul tema, sulla nostra visione e sui nostri obiettivi. Sul piano internazionale ho avuto approfonditi colloqui con i colleghi tedesco, francese, inglese e spagnolo, con il Presidente Barroso e il Commissario Barnier, e incontrerò prossimamente la Commissaria Ashton. Il percorso verso il Consiglio europeo prevede riunioni formali e informali dei Ministri della difesa e degli affari esteri nel corso delle quali verranno discussi documenti di interesse, oltre una possibile Pag. 58riunione del consiglio d'amministrazione dell'Agenzia europea degli armamenti. Quanto ai contenuti del Consiglio, l'Italia auspica che da esso emerga un forte segnale di volontà politica di perseguire il rafforzamento della politica estera e di difesa, che si concretizzino almeno alcune misure, tra cui – cito – l'aggiornamento della Strategia di sicurezza europea del 2003, la promozione di una campagna di sensibilizzazione sulla difesa a livello europeo, lo sviluppo delle collaborazioni nella formazione e addestramento militare, la trasformazione dei raggruppamenti tattici in una forza europea d'intervento rapido. Particolare rilievo avrebbe la creazione di capacità militari comuni, oltre il pooling e sharing di progetti europei originali in settori ad alta tecnologia quali i droni e lo spazio.
PRESIDENTE. Ministro, dovrebbe concludere gentilmente.
MARIO MAURO, Ministro della difesa. Concludo dicendo che rassicuro (non potendo leggere per intero la risposta) infine il Parlamento che il Governo segue con grande attenzione le indagini conoscitive promosse dalla IV Commissione Difesa della Camera e dalle Commissioni 3a, 4a, e 14a al Senato, al fine di cogliere ulteriori elementi per affinare la posizione nazionale in vista del Consiglio di dicembre. Mi scuso ancora con la Presidenza, il tema è evidentemente di una portata talmente rilevante da dover essere trattato anche nelle apposite audizioni.
PRESIDENTE. L'onorevole Cicu, cofirmatario dell'interrogazione, ha facoltà di replicare, per due minuti.
SALVATORE CICU. Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, è evidente che questo tema è centrale rispetto alla vita del nostro Parlamento, rispetto alla vita del nostro Paese, perché si tratta del tema della difesa e della sicurezza. Un tema che si inserisce in un momento particolare di crisi drammatica dei sistemi, di crisi economica, si inserisce nell'appuntamento di dicembre e, così come sottolineato dal Ministro, con riferimento anche al prossimo semestre.
Credo che sia fondamentale sottolineare e rafforzare gli aspetti che il Ministro ha citato. Noi abbiamo bisogno di più, e meglio, di capire come l'Europa si vuole proiettare e con quale prospettiva rispetto, finalmente io credo, a una nuova fase di programmazione e di cooperazione che attiene appunto alla necessità di un linguaggio comune, di una interazione, di una cooperazione, e sono convinto che in questa fase si possa e si debba meglio parlare di più di un «libro bianco» della difesa europea.
Noi dobbiamo attivare un meccanismo affinché i lavori delle Commissioni difesa ed esteri, anche in questo prossimo periodo, si dedichino a un approfondimento che riguarda il contributo che noi dobbiamo dare in questa logica e in quest'ottica.
Io credo che il ruolo peraltro dei Parlamenti – concludo Presidente – sia fondamentale ed essenziale. Il Parlamento italiano ha dimostrato, anche in quest'ultima fase, quanto il suo ruolo sia necessario, vitale e centrale rispetto a questa prospettiva (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
(Chiarimenti in merito ai costi e alle spese già sostenute per la partecipazione al programma relativo ai cacciabombardieri F35 – n. 3-00266)
PRESIDENTE. L'onorevole Duranti ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00266, concernente chiarimenti in merito ai costi e alle spese già sostenute per la partecipazione al programma relativo ai cacciabombardieri F35 (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, signor Ministro, l'interrogazione che le sottoponiamo oggi si riferisce alle sue dichiarazioni del 31 luglio scorso sul programma Pag. 59di acquisizione degli F-35 e in particolare sull'affermazione che non siano previste penali per l'uscita dal programma di acquisizione – cosa che peraltro è sostenuta dalla società civile da tanto tempo – e sulle sue dichiarazioni a proposito di dati, che secondo noi sono impropri e gonfiati, sulla nave Cavour dove dovrebbero essere allocati gli F-35B.
Secondo noi queste dichiarazioni arrivano in assenza di una vera informativa dettagliata e completa sia del programma che dei relativi costi. Voglio ricordarle il suo intervento in occasione dell'indagine conoscitiva in IV Commissione, il 23 luglio scorso.
Quindi, noi le chiediamo, signor Ministro, alla luce appunto della nostra interrogazione di sospendere qualsiasi tipo di dichiarazione in mancanza di un'informativa precisa sui costi di tale operazione e quando intenda il Governo, e lei, fornire tale informativa al Parlamento.
PRESIDENTE. Il Ministro della difesa, Mario Mauro, ha facoltà di rispondere.
MARIO MAURO, Ministro della difesa. Signor Presidente, in premessa, onorevole Duranti, mi faccia notare che è quanto meno contraddittorio chiedere di avere maggiori informazioni e contemporaneamente sospendere le dichiarazioni. Le dichiarazioni servono effettivamente per dare maggiori informazioni. Proprio per questo, date le numerose questioni poste con l'interrogazione a risposta immediata, voglio precisare che la cifra di 3 miliardi e mezzo di euro si riferisce – questa sì – ai costi del sistema d'arma nel suo complesso, composto dalla piattaforma navale, poco meno di un miliardo e mezzo di euro, dagli aeromobili e dal relativo sistema di supporto logistico previsti nel programma JSF, circa 2 miliardi di euro, quindi 3 miliardi e mezzo di euro, cui vanno aggiunti, comunque, i costi sostenuti nello sviluppo del programma e i costi dell'impianto di Cameri.
Come si vede, è una cifra rilevante, quindi il senso logico delle mie affermazioni in audizione era sostanzialmente evidente: non paghiamo penali – come bene sa anche la società civile – ma il fatto che non paghiamo penali non vuol dire che non abbiamo sostenuto impegni gravosi per far fronte alle implicazioni di questo programma, che sarà nel suo complesso – come è noto – di circa 12,1 miliardi di euro. Ma, sempre perché l'informativa sia la più dettagliata possibile, giova ricordare che, in linea generale, il Governo sottopone al Parlamento in diverse circostanze scelte che sotto diverse angolature contribuiscono nel loro insieme a definire la politica di difesa nazionale, per esempio, il disegno di legge delega al Governo e ogni anno, inoltre, con la presentazione della legge di bilancio, il Governo dà conto, in maniera estremamente dettagliata, di come intende impegnare i fondi inseriti nei vari bilanci, specificando i contenuti dei vari capitoli di spesa.
Il Ministro della difesa, poi, è tenuto per legge a presentare la nota aggiuntiva allo stato di previsione del bilancio della Difesa con la quale si rendono doverosamente note al Parlamento le scelte dell'amministrazione. Esiste poi una fase di una materiale traduzione dei programmi di ammodernamento in concrete attività di acquisizione dei sistemi di arma. Questa fase vede ancora una volta il Ministro della difesa approvare, con decreto, ciascun programma affidando poi alla pubblica amministrazione la fase contrattualistica.
Tra il decreto del Ministro e la stipula del contratto si colloca la ben nota attività di controllo rimessa alle competenti Commissioni parlamentari, che possono esprimersi al riguardo secondo la procedura innovata con la legge n. 244 del 2012. Come si vede, potrei continuare a parlare a lungo: ripetutamente, dettagliatamente il Governo torna davanti al Parlamento perché il Parlamento, esercitando sino in fondo le sue prerogative, faccia ispezione e controllo e faccia orientamento politico. E proprio in questo senso e riferendomi in conclusione alla legge n. 244 del 2012, mi permetto di sottolineare come ruolo e attribuzioni di Governo e Parlamento siano rafforzate dagli strumenti di controllo Pag. 60del Parlamento sugli atti del Governo e questo si inserisce ovviamente nella verifica della coerenza di quanto il Governo fa rispetto agli intendimenti espressi nelle varie azioni puntualmente vagliate dal Parlamento stesso.
PRESIDENTE. L'onorevole Duranti ha facoltà di replicare.
DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, signor Ministro, mi devo dichiarare insoddisfatta della sua risposta e, intanto, penso che lei abbia compreso perfettamente che io mi riferivo a informazioni dettagliate da dare al Parlamento e alle Commissioni. Le voglio ricordare nuovamente che, nel suo intervento nella seduta per l'indagine conoscitiva del 23 luglio, questo fatto le è stato contestato da più gruppi, non solo dal gruppo di Sinistra Ecologia Libertà. Lei non ci ha fornito alcun elemento conoscitivo e anche qui, oggi, è di nuovo a parlare della portaerei Cavour. Noi glielo abbiamo scritto nella nostra interrogazione: la portaerei Cavour è stata commissionata nel 2000 e la sua costruzione è stata finalizzata a sostituire la portaerei Garibaldi e a imbarcare gli Harrier. Non era certo finalizzata ad imbarcare gli F-35B che probabilmente non potrà mai imbarcare perché avrebbe problemi enormi a farli decollare ed appuntare.
Le rinnovo l'invito a fornire al Parlamento al più presto e non, appunto, alla stampa, informativa dettagliata sui nuovi contratti, su quali sono e quanti sono gli F-35 realmente acquistati e sui loro costi.
Vede, Ministro Mauro, noi abbiamo più volte parlato della suddivisione delle risorse per il Ministero della difesa: noi preferiremmo che le risorse anziché andare nell'acquisizione di nuovi sistemi di arma aggressivi, andassero all'esercizio e l'esercizio – voglio ricordare a quest'Aula e a lei, signor Ministro – riguarda intanto la sicurezza e la salute dei militari e del personale civile della Difesa, riguarda l'efficienza dei nostri mezzi armati e, ad esempio, ci piacerebbe che risorse fossero utilizzate per avviare un grande piano di bonifica degli elicotteri dell'Agusta Westland che abbiamo appreso, da un articolo di giornale, sono pieni di amianto e sono stati utilizzati dalle nostre Forze armate senza consapevolezza da parte dei nostri militari.
(Iniziative per garantire parità di trattamento tra i docenti che hanno seguito i tirocini formativi attivi ordinario e speciale – n. 3-00260)
PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00260, concernente iniziative per garantire parità di trattamento tra i docenti che hanno seguito i tirocini formativi attivi ordinario e speciale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
MILENA SANTERINI. Signor Presidente, signora Ministro, i tirocini formativi attivi ordinari, che sono conclusi o in procinto di concludersi, hanno formato circa 11 mila docenti che hanno concluso un cammino impegnativo di formazione, hanno superato una selezione e, parallelamente, invece, l'approvazione dei tirocini formativi attivi speciali abiliterà un numero molto maggiore di docenti che entreranno soprattutto sulla base dell'esperienza di servizio svolto. Ambedue questi gruppi potranno accedere alla stessa seconda fascia delle graduatorie. Ci chiediamo se il primo gruppo, che ha svolto un accurato cammino di formazione, non venga ad essere svantaggiato rispetto al secondo e le chiediamo quali sono le misure che intende prendere e in quali tempi preveda l'emanazione di un bando di un secondo ciclo di tirocini formativi per i neolaureati.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha facoltà di rispondere.
MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, vorrei premettere che problemi come Pag. 61quelli segnalati dall'interrogante, relativi alle diverse categorie di soggetti che aspirano a entrare in ruolo come docenti nelle scuole e alle lamentate disparità di trattamento tra l'una e l'altra categoria, dipendono principalmente dalla discontinuità del sistema di abilitazione e di quello di reclutamento ed alla protratta assenza di concorsi. La strada maestra per rimediare alle insoddisfazioni e alle incertezze che ne sono derivate è un ordinato e costante processo di reclutamento che assicuri la regolarità delle abilitazioni e dei concorsi. È in questo senso che si rivolge il mio impegno.
Una certa inversione di tendenza, in effetti, vi è stata negli ultimi anni con il concorso bandito nel 2012 e anche con l'avvio dei tirocini formativi attivi ordinari e di quelli speciali, ai quali fa riferimento l'interrogazione, rivolti a due distinte categorie di aspiranti docenti, gli uni e gli altri meritevoli. I primi, come osservato nell'interrogazione, per avere superato una difficile selezione; i secondi, per avere insegnato nelle scuole senza garanzie di stabilità nel posto consentendo il regolare svolgimento del servizio scolastico.
Rispondo alla seconda parte del quesito posto dall'onorevole interrogante informandola che ho già trasmesso al Ministro dell'economia e delle finanze e al Ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione la richiesta di autorizzazione a bandire il prossimo ciclo di tirocinio formativo attivo ordinario per oltre 29 mila posti. Confido, quindi, in un rapido avvio del percorso formativo. Quanto all'ipotizzata disparità di trattamento, in termini generali osservo che in questa materia bisogna contemperare diverse esigenze. Da un lato, la giusta valorizzazione del merito e, dall'altro, la tutela delle aspettative generate dal sistema scolastico. Il bilanciamento tra queste esigenze è alla base del sistema equilibrato di reclutamento, al quale il sistema scolastico aspira da tempo, senza riuscire pienamente a realizzarlo.
In termini più specifici, osservo che la diversità di disciplina dipende dall'oggettiva diversità di situazioni. A chi abbia un'anzianità di servizio di almeno tre anni scolastici e frequenta i tirocini speciali non avrebbe senso imporre il tirocinio, ma imposto un carico didattico decisamente superiore. Indubbiamente questi soggetti hanno titoli di servizio che i neolaureati non hanno, ma che non possono essere ignorati. Il Ministero non può eliminare le innegabili differenze tra le diverse categorie di abilitati, ma si adopererà per soddisfare tutte le giuste aspettative attraverso un regolare processo di reclutamento.
PRESIDENTE. L'onorevole Santerini ha facoltà di replicare, per due minuti.
MILENA SANTERINI. Signor Presidente, Ministro, sono parzialmente soddisfatta, cioè lo sono per quanto riguarda il suo impegno personale e per quello che riguarda l'interesse a un tema per cui bisogna contemperare le esigenze, lo sappiamo, di persone che hanno una lunga esperienza nella scuola, che aspirano legittimamente ad entrare nell'insegnamento, e quelle dei giovani neolaureati che hanno svolto un percorso impegnativo. E lo sono anche per quanto riguarda, ovviamente, l'impegno al nuovo bando per il tirocinio formativo attivo. Non lo sono per quanto riguarda, invece, appunto, l'inversione di tendenza di cui lei parlava. Le faccio l'esempio di scienza della formazione primaria in particolare. Gli studenti che hanno frequentato quattro o cinque anni di università si trovano oggi svantaggiati rispetto a un regolamento che prevede che possa insegnare nella scuola dell'infanzia e primaria anche chi ha solo un diploma di istituto magistrale o di scuola magistrale. Troviamo che questo sia un ritorno indietro al passato, perché chi ha frequentato un corso universitario – e c'erano dodici anni per potersi iscrivere – e ha realizzato 240 o 300 crediti, non può essere messo alla pari con chi ne avrà soltanto 60.
Io credo che la maggior parte delle università, come quella di Torino, non attiveranno questi corsi, perché credono in una formazione più approfondita per la qualità della scuola. Chiediamo in questo Pag. 62senso che non si torni indietro, come lei giustamente diceva, rispetto alla tendenza ad una più qualificata formazione degli insegnanti rispetto al passato (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia e della deputata Centemero).
(Problematiche riguardanti l'inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento dei docenti abilitati tramite la frequenza del tirocinio formativo attivo ordinario – n. 3-00261)
PRESIDENTE. L'onorevole Di Lello ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00261, concernente problematiche riguardanti l'inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento dei docenti abilitati tramite la frequenza del tirocinio formativo attivo ordinario (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.
MARCO DI LELLO. Signor Presidente, signora Ministro, come ricordava la collega che mi ha preceduto, al tirocinio formativo attivo (TFA) di quest'anno sono stati abilitati quasi 11 mila docenti, che, per accedervi, hanno dovuto superare tre dure prove di accesso, pagare una lauta tassa di iscrizione, frequentare corsi disciplinari e pedagogico-didattici, oltre al tirocinio e all'esame finale.
Tutto questo impegno e sforzo rischia di venire annullato non solo dal decreto ministeriale n. 249 del 2010 e successivi confusi regolamenti, per cui l'abilitazione conseguita risulta declassata rispetto a quella conseguita in passato con i cicli della Scuola di specializzazione all'insegnamento secondario (SSIS), ma, a differenza di quanto avvenuto in passato, al titolo conseguito con il TFA spetterebbe solo l'inserimento nella seconda fascia delle graduatorie d'istituto.
Ora, il suo decreto n. 572 comporta un'ulteriore discriminazione – mi consenta – insopportabile tra chi si è abilitato con il TFA e chi ha conseguito il titolo equipollente presso gli altri Paesi dell'Unione europea o chi, dopo aver interrotto la SSIS, si è abilitato frequentando lo stesso corso di TFA. Cioè, il decreto ministeriale crea una disparità di trattamento fra i titoli di abilitazione equipollenti, violando la direttiva europea, per cui i docenti abilitati nei Paesi dell'Unione europea possono accedere alle graduatorie ad esaurimento e, quindi, al ruolo, mentre i docenti che hanno conseguito lo stesso titolo in Italia vengono relegati nella seconda fascia. Per un europeista convinto come me e i miei colleghi socialisti, ha quasi il sapore della beffa.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARCO DI LELLO. Le chiedo allora, signor Ministro, cosa intenda fare il Governo, dopo dieci anni di smantellamento della scuola pubblica, che ci ha portato a questa preoccupante guerra tra poveri, per la riapertura e l'inserimento nella terza fascia delle graduatorie ad esaurimento dei docenti abilitati tramite la frequenza del TFA ordinario e, soprattutto, ci dica se il merito ha ancora un valore.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha facoltà di rispondere.
MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'interrogazione verte su una questione di grande importanza nell'ambito del sistema di abilitazione e reclutamento del personale docente della scuola, quella dei tirocini formativi attivi. Rispondo con qualche considerazione su ciascuno dei tre punti toccati dall'interrogazione: la natura di questo percorso formativo, l'ipotesi di inserimento dei docenti abilitati nelle graduatorie ad esaurimento avanzata dall'onorevole interrogante e le disparità di trattamento da lui lamentate.
Quanto alla natura dei tirocini formativi attivi, vorrei chiarire che si tratta di un Pag. 63percorso volto all'abilitazione e non al reclutamento. Nell'attuale sistema normativo risultante da scelte legislative e dal regolamento ministeriale sui tirocini formativi attivi del 2010, si tratta di due processi distinti, anche se collegati. L'esito naturale del completamento del percorso formativo è l'assunzione, che, però, deve conseguire ad un concorso, secondo il principio costituzionale in materia di accesso agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni. Questo costituisce uno dei due canali di reclutamento al quale si fa riferimento nell'interrogazione.
Conseguentemente, con riferimento al secondo punto, l'inclusione degli abilitati nelle graduatorie ad esaurimento, oltre a non essere coerente con il sistema delineato, sarebbe contraria a precise disposizioni legislative che, a partire dal 2006, hanno ripetutamente disposto l'impossibilità di integrare le graduatorie. È attraverso un regolare svolgimento dei concorsi, in grado di assorbire gli abilitati secondo il principio del merito, che devono essere soddisfatte le loro giuste aspettative.
Con riferimento, infine, alle disparità di trattamento rispetto ad altri soggetti che sono stati inclusi nelle graduatorie ad esaurimento, osservo che le categorie dei docenti che l'onorevole interrogante prende come termine di paragone – quella di chi ha completato in ritardo le preesistenti scuole per l'insegnamento secondario e quella di chi ha conseguito l'abilitazione in un altro Stato membro dell'Unione europea – sono comunque categorie chiuse, derivanti da vicende di una fase precedente le riforme indicate. Si tratta di soggetti che hanno conseguito l'abilitazione entro l'anno scolastico 2008-2009, il cui inserimento è stato, in qualche caso, reso necessario dall'intervento delle istituzioni europee e nei confronti dei quali l'atteggiamento del Ministero è sempre stato rigoroso. È, quindi, escluso ogni percorso preferenziale nell'immissione in ruolo. Non c’è nessuno che oggi possa scavalcare gli abilitati, ottenendo l'iscrizione nelle graduatorie ad esaurimento.
PRESIDENTE. L'onorevole Di Lello ha facoltà di replicare, per due minuti.
MARCO DI LELLO. Signor Presidente, signora Ministro, mi duole replicare che non posso considerarmi soddisfatto da questa risposta, anche perché resta ancora tanto da chiarire. Io mi chiedo come verranno affrontati tutti gli altri nodi che riguardano il reclutamento dei docenti, che derivano a cascata, causa i provvedimenti confusi che sono stati adottati dal Ministero dell'istruzione negli ultimi anni. Ad esempio, mi chiedo cosa intenda fare per equiparare il titolo conseguito tramite il TFA a quello ottenuto nel periodo 1999-2009 dagli abilitati della SSIS, sulla base dello stesso riconoscimento del valore di prova concorsuale che spettava a questi ultimi, in modo così da ottemperare, certo, all'articolo 97 della Costituzione, che prevede l'assunzione, previo concorso, nella pubblica amministrazione.
Ancora, sempre in merito ai titoli, sarebbe opportuno capire se lei non ritiene di attivarsi perché sia garantito l'accesso diretto e in sovrannumero al secondo ciclo TFA anche per i vincitori di più classi di concorso, poiché oggi la normativa vigente non consente il congelamento delle prove. Questo viene avvertito come un diritto negato che veniva invece garantito precedentemente alle SSIS. Per molti sarebbe un'ingiustizia, credo, e lei potrà condividere, dover sostenere nuovamente un iter selettivo dopo aver già dimostrato, in base a una graduatoria, di poter accedere con merito ai corsi di abilitazione, a differenza di chi, come i PAS vi prende parte senza selezione. Ci piace sperare, onorevole Ministro, che con questo Governo, finalmente, ci possa essere un'inversione di tendenza rispetto alla politica di tagli, tagli e ancora tagli che sono stati posti in essere, nella scuola pubblica, negli ultimi dodici anni. La prego, davvero, di non deludere le nostre attese (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).
(Iniziative per la piena applicazione della circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dell'8 gennaio 2010, al fine di un'equa distribuzione di studenti italiani e studenti immigrati negli istituti scolastici nazionali – n. 3-00262)
PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-00262, concernente iniziative per la piena applicazione della circolare del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dell'8 gennaio 2010, al fine di un'equa distribuzione di studenti italiani e studenti immigrati negli istituti scolastici nazionali (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, signora Ministro, la circolare in questione che ho citato esattamente nell'interrogazione a risposta immediata che le ho presentato deriva dal 1994, anno in cui il Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, approvò un decreto del Presidente della Repubblica che offriva, per l'appunto, queste linee guida per un'equa distribuzione di bambini italiani e stranieri negli istituti scolastici. Il tutto, ovviamente, per garantire effettivi, e non astratti, processi di integrazione culturale e anche adeguati livelli qualitativi di istruzione per gli scolari stessi. In seguito a tale decreto del Presidente della Repubblica, i Ministri della pubblica istruzione, tanto di centrodestra quanto di centrosinistra, a cominciare dalla Moratti, passando per il Ministro Fioroni e a finire con il Ministro Gelmini hanno emesso le relative circolari con le quali sono state date al sistema scolastico indicazioni e raccomandazioni per l'integrazione di alunni con cittadinanza italiana ed alunni senza cittadinanza italiana.
PRESIDENTE. Onorevole Rampelli, concluda.
FABIO RAMPELLI. Le circolari, soprattutto l'ultima, hanno sancito una percentuale massima di presenza di bambini stranieri all'interno degli istituti scolastici stabilita nella misura del 30 per cento. Di fronte a tali indicazioni, oggi, invece, abbiamo praticamente un incremento esponenziale di bambini stranieri, più 25 per cento in alcune scuole, addirittura ci sono 415 istituti scolastici dove i bambini italiani sono minoranza, e quindi volevamo sapere in quale modo si possano applicare e si possano vedere applicate queste circolari da parte del sistema scolastico.
PRESIDENTE. La Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Maria Chiara Carrozza, ha facoltà di rispondere.
MARIA CHIARA CARROZZA, Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Signor Presidente, onorevoli colleghi, la presenza nelle scuole di alunni di diversa provenienza geografica, con diversa formazione culturale e diverse esperienze di apprendimento è un fenomeno in aumento, effetto della globalizzazione e dell'intensificarsi dei flussi migratori che non dipende, quindi, dalla scuola, ma al quale la scuola deve fare fronte fornendo una formazione adeguata a tutti gli alunni.
Questo è un fenomeno che da un lato può comportare un arricchimento per tutti gli studenti e dall'altro può determinare il rischio di parziale o totale insuccesso formativo. Il principale problema, com’è evidente, è quello della conoscenza della lingua italiana, requisito indispensabile per il buon esito del percorso scolastico e di un armonioso inserimento sociale. Questi problemi e questo rischio non fanno venir meno l'obbiettivo prioritario di favorire, per tutti gli studenti, la crescita delle capacità autonome di studio e di apprendimento e il rafforzamento dell'attitudine all'interazione sociale. Il principio fondamentale che orienta l'azione del Ministero, in questo campo, è quello del diritto allo studio, unitamente all'obiettivo dell'integrazione, ed è proprio a questo principio che vanno ricondotte le regole organizzative inerenti alla composizione delle classi, dettate dalla circolare del 2010, alla quale fa riferimento l'interrogazione.Pag. 65
Vorrei rassicurare l'onorevole interrogante sul fatto che la circolare menzionata è pienamente vigente e operativa. Essa viene puntualmente richiamata ogni anno nella circolare relativa alle iscrizioni per l'anno scolastico successivo, compresa la circolare n. 96 del 17 dicembre 2012, relativa all'anno scolastico 2013-2014.
Vorrei però anche ribadire che l'obiettivo perseguito dal Ministero, anche con la circolare in questione, non è quello di limitare, semplicemente, la presenza di alunni stranieri ma di favorire il diritto allo studio, l'integrazione e il successo del percorso formativo. Il diritto allo studio nella mia visione prescinde dall'origine geografica, dalla etnia e dalla nazionalità.
Conseguentemente, il limite del 30 per cento degli alunni con cittadinanza non italiana sul totale degli iscritti è un criterio tendenziale e indicativo, che, sempre in base alla circolare, può ben tollerare eccezioni, giustificate dalla presenza di alunni stranieri in possesso di adeguate competenze linguistiche, dalla disponibilità di risorse professionali e strutture di supporto anche esterne alla scuola, da ragioni di continuità didattica per classi costituite negli anni precedenti o da stati di necessità provocati dall'oggettiva assenza di soluzioni alternative.
Queste indicazioni presenti nella circolare del 2010 sono puntualmente richiamate dal Ministero e rispettate dagli uffici scolastici regionali.
PRESIDENTE. L'onorevole Rampelli ha facoltà di replicare, per due minuti.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, non sono affatto soddisfatto, perché intanto non è affatto vero che le circolari sono attuate. Quindi, si possono anche replicare, ma si può dire tutto e il contrario di tutto se poi le cose che vengono decise non vengono realizzate. Si dice che il 30 per cento è un indicatore tendenziale: siamo perfettamente d'accordo, se non fosse, però, che le direzioni scolastiche utilizzano, forse anche per pigrizia, l'istituto della deroga rispetto a questo indice tendenziale. È ovvio che se è il 25 invece che il 30 o il 35 invece che il 30 nessuno se la prenda a male, per così dire. Mi pare che l'indicazione sia stata fatta, appunto, dal Presidente della Repubblica Ciampi nel 1994, con largo anticipo rispetto a un incremento esponenziale dei flussi migratori. Quindi, una volta tanto siamo arrivati in anticipo, nel tentativo di garantire i processi di integrazione, perché questo è l'obiettivo ovviamente che ispira anche l'interrogante, ci mancherebbe altro.
Ma c’è una distrazione o forse c’è una deformazione ideologica per cui, quando c’è un'incapacità o una non volontà di rispettare queste indicazioni tendenziali, accade che alcune scuole si trasformano praticamente in ghetti, intorno a questi ghetti nascono ghetti urbanistici dove c’è una maggioranza assoluta di bambini o di famiglie di provenienza straniera, e questo non favorisce, per un processo logico e psicologico, l'integrazione, non favorisce lo scambio, gli stranieri si chiudono dentro se stessi – perché è anche ovvio che sia la soluzione più normale, più facile, più alla portata – e quindi non c’è alcuna possibilità, se non nell'astrazione ideologica a cui appunto si riferisce evidentemente anche la risposta del Ministro, di arrivare ad una oggettiva, concreta e tangibile integrazione sociale, oltre che culturale. Questa è la ragione per la quale – è un fenomeno che abbiamo monitorato già da tempo – c’è da un lato un'indicazione da parte del Presidente della Repubblica, dall'altro lato ci sono indicazioni di Ministri che fanno il loro dovere ed emettono circolari e dall'altro c’è una sorta di ribellione oppure di pigrizia e quindi di non volontà di dare seguito a queste circolari, a queste indicazioni, fino alla degenerazione di questo processo, che significa non gestione – e concludo – dei processi migratori e del principio assoluto e condivisibile dell'integrazione culturale e dell'integrazione sociale.
(Rinvio dell'interrogazione a risposta immediata Meta n. 3-00267)
PRESIDENTE. Avverto che lo svolgimento dell'interrogazione a risposta immediata Pag. 66Meta n. 3-00267, d'intesa con il Governo, è rinviato ad altra data.
È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 16 con il seguito della discussione del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante disposizioni urgenti per la promozione dell'occupazione nonché in materia di imposta sul valore aggiunto.
La seduta, sospesa alle 15,50, è ripresa alle 16.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Boccia, Michele Bordo, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Formisano, Giancarlo Giorgetti, Giorgia Meloni, Migliore, Pisicchio, Realacci, Sani, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
Pertanto i deputati in missione sono complessivamente sessantacinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Fedriga 9.1.
Si riprende la discussione.
(Ripresa esame articolo unico – A.C. 1458)
PRESIDENTE. Avverto che le Commissioni affari costituzionali e bilancio hanno espresso i prescritti pareri sull'emendamento Barbanti 11.11 (Versione corretta) (Vedi l'allegato A – A.C. 1458), di cui abbiamo dato informazione nella parte antimeridiana della seduta.
Avverto inoltre che l'emendamento Boccadutri 11.13 è stato ritirato dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Guidesi 11.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, ne parlavo prima col collega Baldelli, e abbiamo pensato che potevo intervenire io, per rimarcare il senso di questo provvedimento, che – credo sia importante dirlo – riguarda situazioni di particolare disagio che attraversano il nostro Paese, con un tasso di disoccupazione che cresce e con una difficoltà per milioni di giovani di trovare una prospettiva di lavoro. Noi riteniamo che con questo provvedimento, affrontandolo in maniera decisa e mettendo risorse a disposizione di lavoratori e di imprese, si possa dare un segno di attenzione concreto al mondo del lavoro; ed intervenire in maniera importante per invertire questa tendenza, mettendo a frutto esperienze che nel nostro Paese ci sono, che nascono da una formazione e da un sistema formativo efficace...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Rosato. Colleghi, atteso che siamo in dichiarazione di voto su un emendamento e poi si vota, pregherei, invece di parlare, di prendere posto, così poi quando sono finite le dichiarazioni di voto possiamo votare. Pregherei quindi di abbassare il tono della voce, e guadagnare le vostre postazioni. Grazie. Prego, onorevole Rosato.
ETTORE ROSATO. Ma anche con la volontà ben precisa di fare presto. Per questo il Governo ha inteso, in modo rapido e a nostro giudizio efficace, approvare questo decreto-legge, che è ora nella sua fase conclusiva. Anche per questo, quindi, c’è l'atteggiamento da parte del nostro gruppo, dei gruppi di maggioranza, di non addivenire ad ulteriori modifiche, anche se alcune delle segnalazioni che arrivano da più gruppi potevano essere prese in considerazione in una logica diversa; ma l'approvazione in via definitiva di questo decreto-legge diventa oggi una cosa impellente ed importante.
Noi riteniamo quindi che il decreto-legge, così come approvato al Senato, vada Pag. 67convertito, per poter dare immediata esecutività alle norme importanti che vi sono contenute e spazio ad una ripresa economica che ha urgenze, e che trova nell'azione del Governo un sostegno valido ed immediato. Per questo noi chiediamo di bocciare questo emendamento, e di procedere alla rapida approvazione del provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intanto per precisare che, è vero che ne abbiamo discusso con l'onorevole Rosato, però non abbiamo discusso proprio di quello che ha detto l'onorevole Rosato, nel senso che l'emendamento Guidesi 11.7 ha una sua disciplina di merito, poi, se posso permettermi, signor Presidente, non che sia una critica alla Presidenza, però vedo anche un po’ un trattamento differente nel senso che quando intervengo io vengo richiamato al merito dell'emendamento, mentre l'onorevole Rosato viene trattato con un po’ più di agio. Però, ne prendo atto Presidente, non voglio stare qui a sottolineare una contiguità di ruolo che pure nel corso degli anni si è venuta a verificare.
Torno invece sull'articolo di cui è oggetto l'emendamento del collega Guidesi, perché questo articolo, l'articolo 11, è quello che sostanzialmente riguarda l'imposta sul valore aggiunto, in particolare il comma 1 che prevede lo spostamento del termine dal 1o luglio 2013 al 1o ottobre 2013. Ricordo che questo decreto non riguarda solo la materia del lavoro ma appunto anche lo spostamento dell'aumento dell'IVA e appunto questa materia qui è in realtà non solo l'oggetto dell'emendamento Guidesi che introduce, dopo il comma 1, un comma 1-bis, ma in realtà è stata una specifica volontà del Governo quella di prorogare l'entrata in vigore dell'aumento dell'IVA, di un punto proprio perché questo intanto è oggetto delle valutazioni del Ministero dell'economia, in particolar modo in ordine alle coperture per vedere di disinnescare il rischio di questo aumento dell'IVA, in secondo luogo, signor Presidente, anche perché crediamo – ed è opinione piuttosto diffusa – che l'aumento dell'IVA abbia una conseguenza inflattiva sui prezzi al consumo. Quindi, non soltanto c’è una questione di natura contabile, ma c’è una questione anche di natura economica, di riflesso sull'economia reale, che non può essere certo sottovalutata.
Quindi, abbiamo ascoltato tanti interventi su questo provvedimento in relazione alla vicenda dell'occupazione, è opportuno ricordare che questo provvedimento non riguarda soltanto la questione occupazione, in particolare giovanile e in particolare gli incentivi all'occupazione giovanile, ma riguarda anche la materia dell'aumento dell'IVA, che viene – ripeto – bloccato. In questo senso, mi sento invece, signor Presidente, di condividere le considerazioni che faceva l'onorevole Rosato in ordine al fatto che questo provvedimento noi riteniamo sia doveroso convertirlo così come ci è giunto dal Senato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 11.7, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Albanella, Porta, Petrini, Tidei...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 371
Votanti 343
Astenuti 28
Maggioranza 172
Hanno votato sì 20
Hanno votato no 323.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 68(Le deputate Palma e Rotta hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 11.8.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, cari colleghi, questo emendamento interviene su un articolo che prevede lo stanziamento di un milione e 500 mila euro per il 2013 e 10 milioni di euro per il 2014 a favore del Fondo nazionale per il servizio civile.
Il nostro emendamento propone di innalzare lo stanziamento, per la precisione a 15 milioni nel 2013 e a 50 milioni nel 2014. Vorrei ricordare che, nel giro di sei anni, il Fondo nazionale per il servizio civile è stato ridotto di 220 milioni: è passato da 296 milioni a 76 milioni di euro. Ricordo che il bando di settembre per i ragazzi e le ragazze che partiranno per il servizio civile prevede 15.500 posti. L'ex Ministro Riccardi aveva detto che quest'anno sarebbero partiti 18 mila ragazzi e ragazze. Con il nostro emendamento, portando a 15 milioni lo stanziamento di quest'anno, sarà possibile far rispettare l'impegno che l'ex Ministro Riccardi aveva preso. Vorrei ricordare che lo stanziamento di un milione e 500 mila euro rispetto ai 220 milioni che sono stati tagliati in sei anni, è – oserei dire – una misura abbastanza, anzi molto simbolica, direi quasi nulla.
Ricordo anche che il nostro emendamento prevede di non assicurare la copertura di questo emendamento con i fondi dell'8 per mille, come previsto dal testo del Governo, ma da un altro fondo, in particolare dal Fondo per il pagamento dei canoni di locazione degli immobili, conferiti dallo Stato ai fondi immobiliari.
Noi crediamo che questo sia un modo per rispettare l'impegno che molti parlamentari di diversi gruppi hanno preso in questi mesi a favore delle associazioni, delle campagne e della Consulta nazionale per gli enti di servizio civile. Crediamo che la copertura che noi abbiamo individuato sia assolutamente compatibile con l'obiettivo che vogliamo raggiungere e crediamo che questa sia una questione particolarmente urgente perché, nel giro di pochi anni, i ragazzi in servizio civile sono passati da 60 mila unità a poco più di quindicimila, come sarà quest'anno.
Crediamo questo un impegno fondamentale per il nostro Parlamento, crediamo che non bastino più ordini del giorno, mozioni e question-time: servono soldi per il servizio civile, ed è – secondo noi – particolarmente discutibile che si prendano – come prevede il testo del Governo – i soldi per il servizio civile, anche se pochi, dai fondi per l'8 per mille che – ricordo – sono fondi utilizzati per la cooperazione allo sviluppo e per l'inclusione dei rifugiati. Togliere i soldi alla cooperazione allo sviluppo e all'inclusione dei rifugiati per darli al servizio civile, ci sembra francamente discutibile ed è qualcosa che va sicuramente evitato.
Questo è il senso del nostro emendamento. Chiediamo a tutti i parlamentari di votarlo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Marcon, anche per la fatica di parlare con questo caos, che mi auguro diminuisca.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Argentin. Ne ha facoltà.
ILEANA ARGENTIN. Signor Presidente, la ringrazio. Sarò veramente breve: venti secondi per dire che il servizio civile e la possibilità di incrementarlo portano, sempre di più, al lavoro nero. Questo io lo dico con grande onestà perché il sociale, sempre di più, viene in qualche modo demonizzato, bloccato e limitato da risorse che, in qualche modo, non sono riconosciute né da albi professionali, né da un lavoro vero e proprio.
Per questo, io voterò «no» a questo emendamento, con la convinzione, non che il servizio civile non sia necessario, ma con l'idea che, per alcuni settori, quali gli anziani, i disabili e la non autosufficienza, il servizio civile sia soltanto un tampone e la negazione di un diritto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Incerti. Ne ha facoltà.
ANTONELLA INCERTI. Signor Presidente, volevamo sottolineare anche noi – già l'abbiamo sottolineato nei vari interventi – l'importanza di aver rifinanziato il servizio civile, proprio anche con la particolare attenzione all'attivazione del lavoro per i giovani.
Credo che vada valutato il fatto che, per la prima volta, viene rifinanziato. Questo si deve tener conto. Questa era la copertura possibile. Ci sembra già un dato significativo averlo rifinanziato in aumento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 11.8, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Marchi, Palma, Simoni, Balduzzi... L'onorevole Palma non riesce a votare... L'onorevole Balduzzi sì... Onorevole Palma, riprovi a votare. La vedo, onorevole Bianchi. Hanno votato tutti ? No, l'onorevole Palma non riesce a votare. Bene, ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 436
Votanti 354
Astenuti 82
Maggioranza 178
Hanno votato sì 54
Hanno votato no 300.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 11.200.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, questo comma ha un elevato senso etico e sociale, poiché in effetti prevede delle agevolazioni a favore dei soggetti danneggiati dagli eventi sismici del maggio 2012, quindi alla popolazione dell'Emilia-Romagna, peraltro terra a me molto cara visti i miei trascorsi (considero Bologna come una seconda patria).
Ma ancora più importante è il principio che sottende questo comma, quindi questo provvedimento, perché si richiama ai principi e ai valori di solidarietà e coesione e proprio in virtù di questi principi è stato elaborato l'emendamento che sto presentando. Solidarietà e coesione perché questi stessi provvedimenti dovrebbero essere estesi a tutta quanta la popolazione di tutti i territori che sono stati colpiti da sismi o da eventi idrogeologici, così come abbiamo fatto anche con l'IMU qualche mese fa.
Volevo approfittare anche della presenza del Governo, in questo caso, per porre all'attenzione, appunto, del Governo e anche della Presidenza che il 21 giugno fu presentato proprio un ordine del giorno, la cui prima firmataria era l'onorevole Antezza, che andava proprio in questa direzione, cioè nell'estendere a tutti quanti i territori colpiti dal rischio sismico-idrogeologico proprio queste agevolazioni. Ma come vedo da questo articolo e da questo comma, non ne è stato tenuto conto.
Allora, a questo punto volevo domandare se o fosse il caso di porre un po’ più di attenzione agli ordini del giorno che vengono firmati, accettati e ...
PRESIDENTE. Mi scusi un attimo, le chiedo scusa. Onorevole Dallai... Onorevole Dallai e anche dietro. Bisognerebbe stare seduti sulle... Grazie. Prego.
SEBASTIANO BARBANTI. Stavo dicendo che a questo punto o abbiamo un po’ più di attenzione verso il lavoro fatto soprattutto per quanto riguarda gli ordini del giorno oppure mi domandavo se non Pag. 70fosse il caso, a questo punto, di cancellare lo strumento dell'ordine del giorno dal Regolamento della Camera se non ne viene data poi contezza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 11.200, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mazzoli, Businarolo, Mogherini, Rizzetto, Nissoli, Simone Valente, Lenzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 442
Votanti 441
Astenuti 1
Maggioranza 221
Hanno votato sì 119
Hanno votato no 322.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Prezioso ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 11.9, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mazzoli, Bragantini, Bolognesi, Colonnese...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 451
Votanti 436
Astenuti 15
Maggioranza 219
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 315.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Zolezzi 11.10.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.
ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, in questo emendamento cercavo se possibile di porre un maggior ordine nella questione dello smaltimento dei materiali contenenti amianto, demandandoli non solo al presidente della regione Emilia-Romagna, ma a tutte le regioni interessate ai fenomeni del maggio 2012, quindi comprese Lombardia e Veneto. Oltretutto cercavo di introdurre l'argomento del trattamento del materiale contenente amianto, argomento importante su cui ci concentreremo come Commissione ambiente, perché non si tratta solo di smaltire, ma di ragionare, quando possibile, e di iniziare procedimenti di nettizzazione o quant'altro per questi materiali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zolezzi 11.10, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colletti, Villecco Calipari, Mazzoli, Prodani, Vecchio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 458
Votanti 441
Astenuti 17
Maggioranza 221
Hanno votato sì 122
Hanno votato no 319.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 71Busin 11.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rizzetto, Marcon, Fioroni, Stumpo, Malpezzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 465
Votanti 464
Astenuti 1
Maggioranza 233
Hanno votato sì 23
Hanno votato no 441.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Barbanti 11.11 (versione corretta).
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Barbanti. Ne ha facoltà.
SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, nell'ambito del programma di bonifiche ambientali dei comuni della Valle del Belice, questo emendamento vorrebbe estendere, e quindi anche finanziare, lo stesso programma di bonifiche per un'altra area gravemente inquinata, che è quella della Pertusola a Crotone. Non so quanti ne siano a conoscenza, ma le scorie nocive dell'area Pertusola sono finite nelle costruzioni di mezza Crotone; non solo nei palazzi civili, ma, soprattutto e purtroppo, ancor più grave, nelle scuole e negli ospedali.
Attualmente vi sono migliaia di tonnellate di rifiuti tossici pericolosi interrati, migliaia di tonnellate, e sono state abilmente ricoperte, da una parte, con un manto di asfalto, dall'altro, con un muro. Questo muro dà direttamente sul mare ! Ovviamente, nessuno vede – oddio, tutti vedono, ma pochi denunciano – il fiume di percolato che scorre da quel muro, che ovviamente non è a tenuta stagna, e che finisce direttamente nel mare.
Nessuno dice che per questa tomba di rifiuti tossici è prevista una sorta di bonifica, fatta con una fitodepurazione: sono piantine che dovrebbero depurare il terreno, ma è stimato che ci impiegheranno circa mille anni. Sono dei tempi che le persone di Crotone e dell'Italia intera non possono permettersi !
Sono morte centinaia di persone per questo motivo; ne moriranno, purtroppo, ancora di più per l'indotto che si è venuto a creare e per quanto vi dicevo prima. Per cui, ancora una volta, questo emendamento cerca di ridare anche un po’ di dignità a persone che già hanno sofferto molto e che, purtroppo, hanno dovuto scegliere tra morire di lavoro o morire di fame (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Barbanti, devo chiedere scusa a lei e anche all'Assemblea. Questo era l'emendamento che non era stato inserito nel precedente fascicolo. Avevo, a inizio seduta, letto il parere della Commissione bilancio e della Commissione affari costituzionali: dovevo chiedere il parere delle Commissioni di merito e del Governo su questo emendamento, che presumo, ma è opportuno che venga espresso, fosse quello previsto anche per gli altri emendamenti. Prego, onorevole Pizzolante.
SERGIO PIZZOLANTE, Relatore per la XI Commissione. Signor Presidente, naturalmente il parere è negativo, però invito il collega a presentare un ordine del giorno, perché il tema è degno di grande attenzione.
PRESIDENTE. Adesso ascoltiamo il parere del Governo, che immagino sarà conforme a quello espresso dal relatore.
SESA AMICI, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore, ma invito il collega a presentare un ordine del giorno, che valuteremo con molta attenzione. Quindi, se accedesse a questa idea di ritirare l'emendamento...
Pag. 72PRESIDENTE. Onorevole Barbanti, il tema è il seguente: si può porre in votazione l'emendamento, ma può essere respinto: se invece lei lo ritira, è possibile presentare un ordine del giorno. Mi pare che vi sia in tal senso una disponibilità del Governo.
SEBASTIANO BARBANTI. Signor Presidente, ritiro il mio emendamento e presenterò un ordine del giorno, a patto che, questa volta, il Governo lo tenga in considerazione (Applausi).
PRESIDENTE. Onorevole Barbanti, sono sicuro che il Governo, qui presente con il sottosegretario Amici, terrà in conto le sue considerazioni e i suoi auspici.
Prendo atto, quindi, che l'emendamento Barbanti 11.11 (versione corretta) è stato ritirato.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Barbanti 11.12, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malpezzi, Mazzoli, Vitelli, De Lorenzis, Gelmini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 471
Votanti 470
Astenuti 1
Maggioranza 236
Hanno votato sì 123
Hanno votato no 347.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Fiorio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo all'emendamento Paglia 11.14.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, questo è un emendamento che definirei tecnico, nel senso che, con questo decreto, che ora convertiremo in legge, si va a sbloccare un'ulteriore tranche di pagamenti della pubblica amministrazione al sistema imprenditoriale, o almeno si tenta.
Noi chiediamo di specificare, laddove si parla di cessione di credito come strumento prevalente, se non esclusivo, per rendere possibile questo sblocco di pagamenti, di specificare che tale cessione di credito sia pro soluto.
Dovrebbe essere una cosa ovvia, trattandosi di garanzia da parte dello Stato rispetto a questi crediti. E tuttavia, devo dire che l'emendamento lo abbiamo ripresentato perché in Commissione non è stato possibile nemmeno avere una risposta rispetto a questo, tale era l'atteggiamento che si è riscontrato in quell'ambiente. Di conseguenza qui torniamo in Aula e lo ripresentiamo. Rendo noto che se non si chiarisse questo però, io credo che già è temerario presentarsi senza un accordo preventivo con il sistema bancario offrendo un 2 per cento di tasso. Se non fosse nemmeno chiaro che c’è una garanzia, quindi, un pro soluto, sarebbe ancora più difficile, diciamo, rendere effettivo questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Paglia 11.14, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mazzoli, Brescia, Giammanco, Ciprini, Cani... Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 475
Maggioranza 238
Hanno votato sì 142
Hanno votato no 333.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Prodani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Prendo atto che l'emendamento Boccadutri 11.13 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 11.5.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, a giugno di quest'anno abbiamo convertito il decreto-legge n. 35, quello sul pagamento dei debiti della pubblica amministrazione, il quale aveva una disciplina ben precisa per quanto riguardava l'assegnazione dei fondi e l'eventuale redistribuzione dei fondi che non sarebbero stati utilizzati. A distanza di poco più di un mese, rivediamo questo stesso decreto facendo le solite eccezioni a favore della regione Campania, della copertura del dissesto del trasporto ferroviario. Siamo contrari sia nel merito, sia nel principio, a questo modo di agire, perché non abbiamo stabilità, non abbiamo certezza dal punto di vista legislativo, creiamo una sperequazione a favore delle altre regioni e ciò ci trova totalmente dissenzienti. Proponiamo l'abrogazione direttamente del comma 13.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 11.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Abbiamo votato tutti ? Mazzoli, Villarosa, Santerini, Madia... oggi ancora non era accaduto, onorevole Madia ! Tidei, Fossati... ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 474
Votanti 473
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 456.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(La deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lavagno 11.15.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.
CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, il nostro emendamento interviene su quello che noi consideriamo l'ultimo atto prima che cali il sipario sui teatri lirici italiani. E non è solo un allarme o una esagerazione agostana. È il frutto di vent'anni di tagli e politiche sbagliate che hanno di fatto creato un deserto culturale. I teatri lirici, le fondazioni, le orchestre, i cori, un patrimonio tutto italiano è in rovina, solo che appare meno visibile dei crolli di Pompei. Dal 2005 al 2011 la cifra, già irrisoria, per le fondazioni liriche, circa 47 milioni, non è mai cresciuta e non ha tenuto conto né dell'inflazione né dei costi di produzione che intanto lievitano. Insomma, è come se fosse stata tagliata di circa la metà in sei anni. Poi è arrivata quella che viene ancora ricordata come la «riforma Bondi», che doveva salvare la lirica, ma che nei fatti le ha dato solo il colpo di grazia.
Come se non bastasse il Governo Monti con le leggi nn. 135 del 2012 e 33 delle 2013 non ha fatto altro che amplificare la crisi delle fondazioni, inserendo due norme che burocratizzano passaggi in passato semplici e che bloccano gli anticipi per le istituzioni culturali. Un blocco che ha messo gli istituti culturali davanti a due sole scelte: o chiedere alle banche prestiti con interessi esagerati, o ricevere dei no proprio dagli istituti di credito diventando di fatto insolventi. Nel nostro emendamento chiediamo di fronteggiare lo stato di crisi del settore e di salvaguardare i lavoratori e le lavoratrici delle fondazioni lirico-sinfoniche, e di aumentare di 100 milioni di Pag. 74euro per il 2014 il FUS, il Fondo unico per lo spettacolo. Nel mondo l'opera parla solo italiano grazie al repertorio che abbiamo ereditato dai nostri grandissimi artisti ed anche grazie agli autori lirici contemporanei. L'opera conquista il Sudamerica, il Sol Levante, il continente africano e tutta l'Europa. Non ha mai avuto così successo, ma da noi è tutta un'altra musica. Viviamo probabilmente la stagione più triste.
La politica e il Governo facciano delle scelte chiare e finanzino le fondazioni. Oggi bisogna dare risposte, perché sono migliaia le famiglie coinvolte e noi non possiamo stare fermi a gustarci il melodramma (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La ringrazio. Non ho altre richieste di parola. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagno 11.15, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Ginefra, Rostan, Pilozzi, Albanella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 483
Maggioranza 242
Hanno votato sì 152
Hanno votato no 331
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 11.6. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, noi riteniamo che questo emendamento sia quello che centra il vero motivo per il quale da qualche giorno il Parlamento è impegnato, tra Commissione e Aula, su questo sedicente decreto d'urgenza, giacché all'interno di una serie infinita di norme e articoli, la cui efficacia sarà assolutamente pari a zero e di cui abbiamo discusso fino ad ora, l'unico vero elemento che motiva e giustifica l'esistenza di questo decreto è la circostanza che con l'articolo 11 si sancisce lo slittamento di tre mesi di un punto percentuale di crescita dell'IVA, frutto questo di una necessità propagandistica di tutta o parte di questa maggioranza che una volta di più ha cercato e cerca di raccontare agli italiani qualche cosa di fortemente difforme dal vero.
Segnatamente questo emendamento di cui si discute è quello che individua, evidenzia e sottolinea il senso e il merito della truffa che il Governo e la sua maggioranza stanno cercando di perpetrare ai danni della buona fede dei cittadini italiani, atteso che, mentre – da un lato – si dice che stiamo facendo un decreto che rinvii l'aumento di un punto percentuale dell'IVA in luogo della cancellazione (perché abbiamo imparato ad apprezzare la capacità di rinviare da parte di questo Governo senza prendere corpo diretto sulla necessità di dare risoluzioni definitive ai problemi), ci si dimentica nella furia propagandistica (quella che porta il Governo a celebrare la propria capacità di segnare dei goal ogni volta che si celebra un Consiglio dei Ministri) di segnalare agli italiani che qui non stiamo bloccando un aumento di imposta – come dire – coerentemente con la necessità di non appesantire il carico fiscale degli italiani.
Qui stiamo dicendo, o meglio lo stiamo facendo senza dirlo, agli italiani: «Guarda che non ti sfilo i quattrini di tasca per pagare l'IVA, perché mentre tu sei distratto io te li sfilo da un'altra parte». I tre commi che questo emendamento si pone l'obiettivo di cancellare sono quelli che nascondono la copertura reale dell'operazione di rinvio di tre mesi dell'aumento di un punto percentuale dell'IVA.Pag. 75
Diciamo agli italiani che non gli aumentiamo di un punto percentuale l'IVA, non perché è oramai insopportabile e intollerabile il peso fiscale e quindi, in luogo dell'ulteriore aumento di un punto percentuale dell'imposta sul valore aggiunto, diamo atto ad una contrazione della spesa pubblica, ma gli diciamo che per tre mesi l'aumento di un punto percentuale dell'IVA è rimandato, facendo ricorso a un'altra categoria di imposizione, ovvero aumentando percentualmente la misura dell'acconto di imposta che i contribuenti italiani saranno chiamati a versare da qui al 30 novembre. Cioè gli si danno, da una parte, delle finte considerazioni rispetto alla mancata applicazione di un aumento di imposta – aumento di imposta applicato sull'IVA, cioè che si genera solo nel momento in cui uno determina l'acquisizione di un bene o di un servizio – e in cambio gli si dice che si aumenta l'acconto di imposta che dovranno versare tutti. Questo è il capolavoro e il capolavoro è frutto di un'assoluta ignoranza, o malafede – concludo Presidente –, dovuta al fatto che non si può non considerare come, in un anno in cui tutte le rilevazioni economiche ci dicono che la capacità reddituale delle famiglie e delle imprese è fortemente diminuita, chiedergli di aumentare la percentuale di acconto di imposta, cioè chiedere entro novembre di pagare più del 100 per cento delle imposte complessivamente pagate sul reddito dell'anno precedente, determina non solo un'ingiustizia a livello costituzionale, perché impone ai contribuenti di pagare più tasse rispetto al reddito maturato, ma soprattutto mette lo Stato nelle condizioni di rendersi debitore nei confronti dei contribuenti che, pagando un acconto di imposta superiore nel mese di novembre, si troveranno a maggio dell'anno prossimo, quando dovranno redigere la loro dichiarazione di imposta, in condizione di avere pagato più imposte di quelle che sono maturate sul reddito prodotto, inferiore all'anno precedente, e di essere a credito.
Il che significa che il gettito di imposta dello Stato della prossima primavera sarà minore del previsto e voi vi state oggi precostituendo l'alibi per arrivare a maggio dell'anno prossimo a fare una nuova manovra aggiuntiva, che metterà nuove tasse, nuovi balzelli, nuovi carichi di imposta per sostituire quello che gli italiani non vi potranno dare perché glielo avete già chiesto in anticipo quest'anno (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 1.6, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mattiello, Gelmini, Artini, Rossi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 478
Votanti 444
Astenuti 34
Maggioranza 223
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 420.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato L'Abbate ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cancelleri 11.16.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cancelleri. Ne ha facoltà.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Signor Presidente, sebbene io posso immaginare l'esito di questa votazione, spero Pag. 76in un ritorno di memoria da parte soprattutto dei colleghi della maggioranza, perché praticamente per coprire lo slittamento dell'aumento dell'IVA dal 1o luglio al 1o ottobre il Governo ha trovato come copertura un aumento degli acconti delle imposte sui redditi, quindi IRPEF e IRES, aumentandole ovviamente.
E quindi, chi è andato a colpire ? Commercianti, professionisti e lavoratori autonomi.
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Cancelleri: colleghi, per me, e immagino non solo per me, il livello è insopportabile. Pertanto bisogna abbassare il tono della voce per consentire a chi parla di farlo serenamente. Se no, ci fermiamo e aspettiamo che ci sia silenzio in Aula. Volendo, c’è questa alternativa.
AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Quindi, per capirci, facciamo slittare un aumento che andrebbe a carico dei cittadini e, come copertura, trovate un aumento a carico dei cittadini. Credo che questo sia illogico e anche un po’ assurdo. Noi del MoVimento 5 Stelle, proprio per evitare che poi si dicesse che non c'erano alternative, con questo emendamento abbiamo trovato una copertura alternativa che prevede l'aumento della tassazione dal 20 al 25 per cento sui redditi da capitale e sui redditi diversi di natura finanziaria; l'aumento della tassazione sui giochi d'azzardo e lotterie e dei canoni annuali dovuti dai titolari di concessioni radiotelevisive private. Perché inizialmente ho parlato di ritorno di memoria ? Perché, poco più di un mese fa, quando questo decreto-legge è stato emanato frasi come «siamo delusi», «non si era mai visto che gli acconti superassero il 100 per cento del dovuto», «dubitiamo che queste coperture possano essere considerate valide ai sensi dell'articolo 81 della nostra Costituzione» oppure, in sede di conversione in legge del decreto-legge che rinvia ad ottobre l'aumento dell'IVA, «si dovranno trovare altre coperture più serie e sensate dell'aumento degli acconti IRPEF, IRES e IRAP, altrimenti non sarà scontato che la valutazione di Scelta Civica sul provvedimento sarà favorevole». Queste dichiarazioni rilasciate alla stampa a fine del mese di giugno non sono del MoVimento 5 Stelle ma sono rispettivamente dell'onorevole Brunetta e dell'onorevole Zanetti, che sono componenti della maggioranza. Quindi perché, a distanza di poco più di un mese, la vostra opinione su questo decreto-legge, viste le dichiarazioni che sono state fatte ieri, è cambiata radicalmente ? Questo infatti è stato dimostrato in Commissione durante quello che doveva essere il nostro lavoro: voi avete sposato con passione questa blindatura, questo fenomeno della blindatura che va peggiorando da decreto in decreto e che il Governo ha introdotto in questa legislatura.
Quindi quando poi noi del MoVimento parliamo di riduzione del depauperamento dei poteri della Camera vi prego di non stupirvi perché quello che facciamo lavorando in questo modo o non lavorando in questo modo è proprio questo. Se dobbiamo continuare a sfruttare questa superiorità numerica che vi è stata data esclusivamente da una legge elettorale e non da un volere forte del popolo, se dobbiamo sfruttare questa superiorità numerica per impedire all'opposizione di poter migliorare un testo, di poter lavorare su un testo, rendiamoci conto di una cosa: noi saremo l'opposizione a questo Governo, che in particolare il MoVimento 5 Stelle è l'opposizione a questo sistema ma, continuando a lavorare in questo modo, voi siete diventati l'opposizione ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cancelleri 11.16, con il parere contrario Pag. 77della Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori... Magorno... Malpezzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 144
Hanno votato no 330.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Lavagno 11.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lavagno. Ne ha facoltà.
FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, una delle novità che abbiamo contestato in misura maggiore all'interno di questo decreto-legge, è la tassazione a partire dal 1o gennaio 2014 dei prodotti succedanei dei tabacchi.
Si tratta di qualcosa di abbastanza strano, e che ha bisogno di esercitare prima di tutto la logica perché, con questo provvedimento, e, quindi, con le norme che con questo emendamento vorremmo sopprimere, si vanno a mettere sotto monopolio varie parti che non hanno attinenza con il tabacco o suoi derivati, ma hanno attinenza con parti meccaniche o elettroniche. In buona sostanza, questo decreto-legge mette sotto monopolio batterie elettroniche.
E, poi, sempre per proseguire rispetto alla logica, ci sarebbe il fatto che su questa materia non esiste una normativa generale che la norma; invece si interviene su una norma fiscale che tende a fare cassa per una cifra di 117 milioni di euro, quando mancano le stime generali di questo mercato, che si attesta sì e no sui 150 milioni di euro. Per logica questi emendamenti andrebbero votati perché è molto probabile che la copertura indicata molto verosimilmente non venga, se i dati sono reali e validi, raggiunta per il prossimo anno. Oltre a considerare il fatto che, se non è attestato il beneficio o la negatività per la salute, quantomeno riduce la negatività nei confronti di una dipendenza, quella da tabagismo, e senz'altro i costi diretti e indiretti rispetto al Servizio sanitario nazionale e rispetto a questa dipendenza, tutto ciò dovrebbe deporre favorevolmente rispetto alla non introduzione di questa tassazione così alta per questo tipo di prodotti.
Da ultimo, la copertura di questo e del successivo emendamento che noi proponiamo, in particolare di questo, va a incidere su un'altra dipendenza che è quella da gioco o da gioco d'azzardo. Quindi, vi proponiamo di non introdurre, a partire dal 2014, questa accisa del 58,5 per cento sui prodotti succedanei del tabacco, ma di aumentare il prelievo erariale unico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagno 11.18, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Fossati, Abrignani, Grassi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 474
Maggioranza 238
Hanno votato sì 151
Hanno votato no 323.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 78Pilozzi 11.17, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giammanco, Madia, Lotti...
Dichiaro chiusa la votazione. Onorevole Fioroni, non l'ho proprio vista, mi dispiace.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 479
Maggioranza 240
Hanno votato sì 52
Hanno votato no 427.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 11.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, anche questo emendamento della Lega è mirato ad andare ad eliminare questo aggravio pesantissimo che il Governo mette sulle spalle di questo nuovo commercio delle cosiddette sigarette elettroniche. Voglio ricordare, senza ripetere quanto hanno detto i colleghi per quanto riguarda le dipendenze, che questo rappresenta anche un mercato che ha permesso, anche a persone che si sono trovate in crisi occupazionale, di potersi reimpiegare, aprire una piccola attività e poter mantenere se stessi e la propria famiglia con questo nuovo tipo di professionalità.
Il Governo cosa ha deciso di fare in un provvedimento che si chiama decreto per l'occupazione ? Di andare a penalizzare proprio questa gente. Non si tratta di milionari che aprono il negozio ma, in moltissimi casi, sono persone che hanno deciso di reinventarsi in questa nuova attività, attività che gli ha permesso di andare avanti. Sembra veramente fuori luogo andare a colpire in modo così forte l'unico o, per lo meno, uno dei pochissimi mercati che, ancora adesso, reggeva e riusciva a garantire un reddito a chi vi operava.
Io capisco che il Governo debba sempre andare alla ricerca di coperture, però, credo che le coperture bisogna andare ad individuarle nel taglio degli sprechi e non nell'appesantimento con nuove tasse per i cittadini.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 11.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Madia, Invernizzi, Placido, Lombardi... Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 475
Votanti 474
Astenuti 1
Maggioranza 238
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 353.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'emendamento Corsaro 11.100.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, questa è la seconda puntata dell'argomento che ho affrontato in precedenza, ovvero è la seconda modalità con la quale il Governo truffa la buona fede dei cittadini, cercando di individuare l'alternativa ad una tassa, applicandogli un'imposta. Il problema, però, signor Presidente, è che qui c’è in più l'aggiunta dell'immoralità, e io la invito ad aiutarmi, ad aiutarci, signor Presidente, ad individuare personalmente e fisicamente il redattore e l'ideatore di questo provvedimento Pag. 79e di questa norma, perché l'unica forma di autodifesa verso la quale potremmo indirizzarci è la richiesta al signor sindaco di un trattamento sanitario obbligatorio.
Qui stiamo parlando veramente di una cosa che ha del paradossale: sono anni che la comunità internazionale lavora ed opera per il contenimento della diffusione del fumo e del tabacco. Sono anni che ci sono percorsi di penalizzazione, obblighi alle aziende che producono le sigarette di indicare quanto nuoccia alla salute l'utilizzo del loro prodotto sulle confezioni. Io non so, signor Presidente, quale sia il suo interesse sportivo, ma, mutuando dal mio, ricordo che, fino a pochi anni fa, la livrea di tutte – dico tutte – le automobili di Formula 1, con la sola esclusione della Ferrari, era l'esatta riproduzione di un pacchetto di sigarette. La comunità internazionale decise addirittura di andare ad intervenire sulla Federazione internazionale dell'automobilismo (FIA) per impedire la vestizione delle automobili di Formula 1 a simiglianza dei pacchetti di sigarette.
Ora, in uno scenario di questo genere, con la comunità mondiale che opera per il contenimento del vizio, in Italia, da qualche anno a questa parte, abbiamo fortunatamente dei dati in controtendenza, che ci dicono che la popolazione fuma di meno e che, soprattutto, i giovani fumano di meno. Una comunità, al di là delle valutazioni soggettive e personali, come coscienza pubblica, dovrebbe bearsi di un risultato del genere, dovrebbe agevolare il proseguimento di questo percorso. Noi, invece, cosa facciamo ?
Noi individuiamo una strategia alternativa secondo la quale molti italiani, non so se con effetto positivo o no, non lo sa nessuno, non è questo in discussione, cercano anch'essi di smettere di fumare e noi non gli diciamo: guarda che ti aiuto a smettere di fumare, ma ti penalizzo e ti metto una gabella suppletiva penalizzante perché, siccome tu stai perdendo un vizio rispetto al quale quando vado a fare la mia partecipazione pubblica nei contesti internazionali della sanità dico anch'io che devi smettere di fumare, ma nella realtà mi fai venire meno un gettito di imposta, perché di questo stiamo parlando, siccome il monopolio dei tabacchi in Italia incassa di meno di quello che incassava una volta, stiamo mettendo questa porcata, qui sì che ci vuole il termine, signor Presidente, stiamo mettendo questa porcata, facendo finta di credere che sostituiamo l'imposta che è applicata sui tabacchi, semplicemente perché i tabacchi appartengono ai monopoli dello Stato e quindi la giustificazione di quell'imposta sta nel fatto che chi compra un pacchetto di sigarette compra un bene dello Stato, dicendogli improvvisamente che adesso dovrà pagare una batteria elettronica in sostituzione della tassa sull'acquisto del monopolio del tabacco che è stata messa, non solo, voglio sperare, per incrementare le casse dello Stato, ma per disincentivare, già in epoca lontana, l'accesso al fumo da parte dei cittadini, e soprattutto dei giovani. Complimenti, tra tutte le porcate a cui ci avete fatto assistere, questa è veramente la prima norma di cui vi dovete davvero vergognare.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corsaro 11.100, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Artini, Bressa...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 479
Votanti 473
Astenuti 6
Maggioranza 237
Hanno votato sì 163
Hanno votato no 310.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 80 Passiamo alla votazione dell'emendamento Fedriga 11.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, questo emendamento mira ad andare perlomeno a posticipare l'entrata in vigore di questa vergognosa tassa. Ovviamente è un emendamento che non risolve il problema ma, visto che i colleghi di maggioranza hanno voluto bocciare gli emendamenti precedenti, che invece andavano ad eliminare le scelte erronee e vergognose fatte dal Governo, perlomeno con questo emendamento si posticipa al 1o luglio 2014, dal 1o gennaio 2014 previsto dal Governo, l'entrata in vigore. L'abbiamo presentato forse per strizzare un po’ l'occhio al Governo, che è abituato alla politica dei rinvii, gli chiediamo, per una volta, di essere coerente con quanto fatto fino adesso, ovvero non decidere niente, rinviare tutto, ma almeno, questa volta, un rinvio potrebbe essere utile per andare, nel mentre, a trovare soluzioni differenti al fine di non colpire, ingiustamente, un settore che, ripeto, ha funzionato e funziona anche da ammortizzatore sociale per quelle persone che hanno deciso di reinventarsi facendo i piccoli imprenditori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fedriga 11.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rosato, Ragosta, Farina...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 479
Votanti 477
Astenuti 2
Maggioranza 239
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 357.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Corsaro 11.101, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Spadoni, Bargero, Magorno, Gutgeld, Paris.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 479
Votanti 378
Astenuti 101
Maggioranza 190
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 354.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
(Il deputato Baldelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 11-bis.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, questo emendamento è per elevare il limite di indebitamento stabilito per gli enti locali, perché ci sembra troppo basso. Ci sono vari emendamenti in questo senso. È veramente un limite difficile da giustificare. Per cui, il nostro emendamento è in questo senso, per lasciare un po’ di ossigeno in più agli enti locali.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 11-bis.3, con il parere contrario Pag. 81delle Commissioni e del Governo, e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mucci, D'Uva, Sorial...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 360.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Busin 12.4.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, questa norma ci vede contrari, perché vengono tolti fondi al federalismo amministrativo, che è una dei nostri punti fermi, uno dei motivi per cui esistiamo come movimento. Quindi, questo emendamento è conseguente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Busin 12.4, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo, e sul quale anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colonnese, Rostan, Nardella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 485
Votanti 484
Astenuti 1
Maggioranza 243
Hanno votato sì 120
Hanno votato no 364.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Luigi Gallo 12.1, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi, Colonnese, Dadone, Lombardi, Quartapelle Procopio, Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 488
Maggioranza 245
Hanno votato sì 100
Hanno votato no 388.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Marcon 12.3.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signor Presidente, questo emendamento interviene sulla copertura del provvedimento. È il quarto provvedimento nel giro di pochi mesi che, per assicurare le coperture alle diverse misure, prende soldi dal fondo dell'8 per mille: si è cominciato con il decreto-legge che sblocca i crediti per le imprese con la pubblica amministrazione, 35 milioni; poi si sono presi 10 milioni con il decreto-legge cosiddetto del fare; poi si sono presi 20 milioni con il provvedimento sull'ecobonus; e con questo provvedimento in due anni si prendono altri 11 milioni e mezzo dal fondo 8 per mille. Se facciamo il conto, su circa 140 milioni di euro che costituiscono il fondo 8 per mille di pertinenza statale, in due mesi il Governo ha già utilizzato quasi 70 milioni per assicurare le coperture ai provvedimenti Pag. 82finora presi in esame: se andiamo di questo passo, nel giro di altri due mesi il fondo 8 per mille sarà prosciugato.
Il senso di questo emendamento è di sostituire la copertura prevista dal Governo, utilizzando i fondi 8 per mille per questo provvedimento, con un'altra copertura, che è quella che ricordavo in precedenza, utilizzata per l'emendamento sul servizio civile: il fondo per il pagamento dei canoni di locazione degli immobili conferiti dallo Stato ai fondi immobiliari. Noi pensiamo che questa sia una scelta importante che la Camera deve fare; tenendo conto che proprio oggi è stata depositata una mozione, firmata da deputati di SEL, del PD, del MoVimento 5 Stelle e di Scelta Civica, che chiede al Governo di non utilizzare più l'8 per mille per coprire i suoi provvedimenti.
Anche per assicurare la coerenza con l'impegno che si chiede con questa mozione, chiediamo quindi che il Parlamento individui, come noi proponiamo con questo emendamento, una copertura alternativa all'8 per mille: perché non si possono più prendere soldi dalla cooperazione allo sviluppo, dall'inclusione per i rifugiati, dai beni culturali e dagli interventi...
PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Marcon. Siamo proprio troppi al tavolo del Governo, soprattutto chi non ci deve stare. Onorevole Abrignani... Grazie.
GIULIO MARCON. Non possiamo per la quarta volta prendere soldi da un fondo che serve a finanziare interventi di cooperazione allo sviluppo, di inclusione dei rifugiati, dei beni culturali e di interventi in occasione delle calamità naturali, per assicurare la copertura ad un provvedimento del Governo. Noi chiediamo una copertura alternativa, come individuata dal nostro emendamento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, è fondamentale ripetere quest'invito al Governo, per una questione di credibilità del Governo stesso: per l'appunto pochi mesi fa si era, con la Commissione speciale, istituito un regolamento ad hoc per l'utilizzo dei fondi dell'8 per mille. Per l'ennesima volta, in questi pochi mesi di legislatura, in questi cinque mesi, si va ad utilizzare l'8 per mille per una copertura finanziaria, che ha ben poco a che fare con l'8 per mille, per un decreto-legge che ha ben poco a che fare con l'8 per mille.
È quindi fondamentale che il Governo prenda una decisione in merito, e ci spieghi esattamente cosa vuol fare: in questo modo capiamo, ed evitiamo di continuare a proporre emendamenti, ordini del giorno sull'8 per mille (io stesso ne ho presentati già due); ci mettiamo il cuore in pace, e capiamo che l'8 per mille viene utilizzato dal Governo solo per coperture alternative. O si trovano le coperture senza mettere le mani nelle tasche dei cittadini e senza toccare l'8 per mille, oppure il Governo con questa ennesima azione ci dice palesemente che l'8 per mille fino al suo esaurimento verrà sempre utilizzato per ogni decreto-legge: questa è allora una questione politica diversa, e agiremo in diverso modo. Invito quindi effettivamente tutti ad approvare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Marcon 12.3, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevoli Malisani, Sorial, Nuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 481
Votanti 478
Astenuti 3
Maggioranza 240
Hanno votato sì 134
Hanno votato no 344.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Pag. 83 Passiamo alla votazione dell'emendamento Lavagno 12.2.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, siccome è l'ultimo emendamento ed è un po’ il riassunto di tutto quello che è stata la giornata di oggi, anche in parte di ieri, a me è venuta in mente una celebre frase di un grandissimo attore napoletano, Antonio De Curtis, detto «Totò», che in un celebre film quando si parlava di politica disse: ah, a proposito di politica, che se magna ? Qui, vedendo tutti questi emendamenti, compreso questo, signor Presidente, la sensazione che ho io è che comunque è un magna magna nel senso che non si è fatto un discorso serio e preciso su quelli che sono i pochi soldi che si stanziano per cercare di rilanciare il lavoro.
Ecco perché a mio giudizio, ancora una volta, questo Governo si è dimostrato incapace di fare delle scelte più coraggiose ed è stato invece vittima e da una parte anche carnefice di quello che invece è il provvedimento, cioè un provvedimento dove alla fine si vanno ancora una volta a mettere i soldi in un determinato posto e non a metterli magari dove servono di più. Si è privilegiato di mettere i soldi per aiutare, diciamo così, delle zone depresse per una serie di motivi e non si è cercato invece di aiutare chi potrebbe produrre ulteriormente lavoro e che potrebbe uscire prima dalla crisi per poter aiutare chi è più in difficoltà.
Io penso che il termine di sussidiarietà in questo Paese sarebbe importante – di sussidiarietà, che in quest'Aula non ho mai sentito in cinque anni – e lo dice uno che è della Lega, però molto spesso, anzi praticamente mai, non avviene perché si cerca sempre di fare del clientelismo, si cerca sempre di fare in modo che i pochi soldi che ci sono vanno poi dove ci sono, tra virgolette, «le lobby più forti».
Allora, io credo che invece un cambiamento rivoluzionario di questo Paese sarebbe proprio quello di incentivare di più chi può dare di più e di far capire a chi fa poco o a chi fa male o a chi per una serie di motivi non ce la fa, che bisogna cambiare il sistema. Fino a quando non si capisce che dobbiamo cambiare il sistema, noi staremo qua a votare provvedimenti che alla fine saranno solo dei provvedimenti tampone, mentre nella realtà, se vogliamo cambiare questo Paese e vogliamo cambiare questo sistema bisogna essere capaci di cambiare, e quando si cambia in questo Paese tutti vogliono cambiare a casa di un altro, ma dobbiamo avere il coraggio invece di cambiare, di avere la mentalità e il coraggio di fare le scelte nel momento giusto, le più appropriate. Questo Governo, ancora una volta, dimostra invece l'esatto contrario, e me ne dispiaccio perché anche nella parte meridionale di questo Paese c’è tanta gente che avrebbe voglia di fare, ci sono amministratori anche in gamba ma ce ne sono tanti altri, purtroppo, che fanno l'esatto contrario, cioè fanno finta di niente. Si fa come gli struzzi, non è giusto, è sbagliato e a questo punto si va a punire sia quelli del meridione che si impegnano e anche quelli del Nord che continuano a pagare anche per quelli che non si impegnano.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, colleghi, Governo, siamo arrivati al dunque, questa è l'ultima possibilità quindi che il Parlamento ha per poter cambiare questo decreto, potremmo cambiare anche una sola parola, anche una sola virgola di questo ultimo emendamento per farlo ritornare al Senato – sono ripetitivo oggi, lo so – e quindi per cercare di cambiare finalmente qualcosa. A tutt'oggi, anzi, nell'intera giornata di oggi, siamo rimasti qui fermi, bloccati, cercando di far capire le nostre posizioni, le minoranze stanno cercando di far capire le proprie posizioni alla maggioranza.
È da stamattina che siamo qui e – come volevasi dimostrare – non è passato un solo emendamento. Quindi, tutto il Pag. 84giorno perso, per quanto ci riguarda – abbiamo fatto formazione – per scontrarci contro un muro. Sono sicuro che, almeno questo ultimo emendamento, verrà accettato da un'ampia maggioranza per poter fare qualcosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ragosta. Ne ha facoltà.
MICHELE RAGOSTA. Signor Presidente, con l'emendamento, noi puntiamo a bloccare l'azzeramento del Fondo che è stato istituito con la manovra di bilancio del 2013, Fondo che deve servire a dare un po’ di ossigeno alle piccole imprese, ai commercianti e agli artigiani per l'esenzione dell'IRAP. Già, con il provvedimento, con il cosiddetto decreto del fare, ed oggi con questo prelievo, noi praticamente azzeriamo tutte le risorse necessarie per applicare l'esenzione a partire dal 2014.
Quindi, noi, con questo emendamento chiediamo di prelevare le risorse, mantenere 50 milioni di euro disponibili su questo Fondo per il 2013 e 50 milioni per il 2014 e prelevare il necessario dai vari fondi immobiliari che il Governo ha istituito. Ripeto: noi riteniamo dare segnali importanti alla piccola e piccolissima impresa: prosciugare, utilizzando questo fondo come un bancomat, è un errore, una debolezza di questo Governo. È – come dire – fare il gioco delle tre carte: quei quattro euro, che il Governo è riuscito a individuare, li sposta da un capitolo all'altro. A noi, questo sembra in questa occasione, veramente, un fatto di debolezza, che ci dà ragione sull'inefficacia di questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, per ribadire e sperare che, da settembre, questo utilizzo massiccio dei decreti-legge non avvenga più perché oggi – come diceva bene il mio collega Pizzetto – siamo stati qua tutto il giorno a spendere i soldi dei cittadini per non poter fare niente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È una giornata che siamo qui, sapevamo che nessun emendamento sarebbe stato accettato – e questo veramente è poco accettabile – noi lo sapevamo, ma non ci credevamo e siamo stati qua tutto il giorno a spiegare i nostri emendamenti, sperando che qualcosa passasse.
Quindi, chiedo solo al Governo e ai rappresentanti della maggioranza di essere un pochettino più lungimiranti da settembre in poi.
PRESIDENTE. Onorevole Villarosa, mi corre l'obbligo di dirle – perché questa questione ritorna spesso – che non è che qui dentro si lavora, o non si lavora soltanto se passano, o non passano degli emendamenti (Applausi). Ovviamente lei ha perfettamente il diritto – come tutti i deputati – di lamentarsi circa la ristrettezza dei tempi – e su questo siamo d'accordo – ma mi permetto semplicemente di dirle che c’è un lavoro che tutti i colleghi stanno facendo da questa mattina, che ovviamente mi rendo conto che per l'opposizione, non essendo passati degli emendamenti, porta anche una mortificazione – e su questo non c’è dubbio –, ma affermare che qui dentro si stiano buttando dei soldi perché stiamo semplicemente facendo quello che la democrazia ci chiede, questo non glielo posso consentire perché non stiamo buttando dei soldi. Non è che se fossero passati degli emendamenti, non li avremmo buttati. Semplicemente, stiamo facendo quello che la democrazia ci chiede, con le regole della democrazia (Applausi).
Dopo di che – ripeto – qualunque giudizio politico è comprensibile da parte di tutte le opposizioni – e io sono stato all'opposizione e so che vuol dire – ma non penso che possiamo dire che qua dentro stiamo buttando dei soldi (Applausi).
Adesso gentilmente, vorrei chiedervi una cortesia: darò la parola a tutti quelli che me lo chiederanno, però – siccome Pag. 85dobbiamo porre in votazione l'emendamento – porrei in votazione l'emendamento e poi, se ci sono interventi sull'ordine dei lavori, darò la parola.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagno 12.2, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 483
Votanti 465
Astenuti 18
Maggioranza 233
Hanno votato sì 126
Hanno votato no 339.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Dovremmo passare agli ordini del giorno. Ovviamente, se ci sono interventi – e lo dico ai colleghi del MoVimento 5 Stelle – vi dovete mettere d'accordo. O interviene l'onorevole Rizzetto, sull'ordine dei lavori, o interviene il collega Villarosa. Quindi, dovete scegliere voi, perché interviene uno per gruppo. Quindi, ditemi voi chi vuole intervenire.
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, intervengo solo per ribadire che quanto affermato dal collega Villarosa è la pura e netta verità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), nel senso che attualmente ci stanno pagando i cittadini, all'interno di quest'Aula, e l'applauso drammatico della maggioranza è la peggior risposta che i cittadini si possono attendere entro quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Le ricordo inoltre, Presidente, che lei svolge egregiamente il suo ruolo e il suo compito. Però, ad un certo momento e prima della votazione dell'ultimo emendamento non poteva togliere la parola o, per lo meno, io e il deputato Villarosa avevamo già parlato ma c'erano probabilmente degli altri interventi che, da Regolamento, non mi pare non potessero essere fatti.
Ripeto: l'applauso del Partito Democratico (Applausi polemici di deputati del gruppo Partito Democratico) ed in parte del Popolo della Libertà è la peggior risposta che diamo ai contribuenti, ai cittadini, agli elettori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, ovviamente le sue sono considerazioni «legittimissime». Io sono intervenuto solo su una frase, quando si è detto che qua dentro stiamo buttando i soldi. Solo su questo sono intervenuto e reinterverrei altre quindici volte, perché penso che questo non risponda alla verità. Tutto qui.
Avverto che consistendo il disegno di legge di un solo articolo non si procederà alla votazione dell'articolo unico ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma dell'articolo 87, comma 5, del Regolamento.
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1458)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1458).
Avverto che l'ordine del giorno Bechis n. 9/1458/45 è stato ritirato dalla presentatrice.
Avverto altresì che la Presidenza, ai sensi dell'articolo 89, comma 1, del Regolamento, non ritiene ammissibili i seguenti ordini del giorno, in quanto del tutto estranei al contenuto del provvedimento: Giammanco n. 9/1458/5, volto a prorogare la graduatoria del concorso a 814 posti per i vigili del fuoco; Ragosta n. 9/1458/79, Pag. 86recante il riconoscimento alla figura del massiofisioterapista dello status giuridico di professione sanitaria; Catania n. 9/1458/82, concernente il rifinanziamento del Fondo per la distribuzione delle derrate alimentari; Marco Di Maio n. 9/1458/118, che reca interventi in materia di contratto servizio energia.
L'onorevole Prataviera ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/91.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, io vorrei richiamare in particolare l'attenzione dei miei colleghi veneziani, in ordine a questo ordine del giorno. Manca il capogruppo del PdL, l'onorevole Brunetta, che conosce quel territorio. Manca la collega Moretto perché a giorni – e, anzi, vorrei cogliere anche l'occasione per fargli i miei personali auguri e anche tutti gli auguri del gruppo della Lega Nord – speriamo che abbia una lieta novella, ma ci sono gli altri a cui chiedo un po’ di attenzione.
Vado a illustrare l'ordine del giorno. Nei primi giorni di Luglio una violenta grandinata accompagnata da una tromba d'aria ha colpito il litorale veneziano nell'area compresa tra le città di Eraclea, Jesolo e Bibione, distruggendo decine di abitazioni, allagando numerose attività e rovinando i raccolti di centinaia di colture, oltre a provocare la morte di una persona e molta apprensione tra i cittadini ed i turisti, milioni di turisti.
L'area interessata dal nubifragio è meta ogni estate di migliaia di turisti da tutta Europa e, in conseguenza della grave crisi economica, oggi anche il settore del turismo vive in queste zone un momento di difficoltà e i comuni, dove maggiori sono stati i danni causati dal fortunale, hanno dovuto già stanziare ingenti risorse per la messa in sicurezza del territorio colto dalla grandinata.
Oggi gli enti locali, a causa della riduzione dei trasferimenti erariali, non hanno a disposizione le necessarie risorse per affrontare interventi straordinari come quelli conseguenti alla tromba d'aria occorsa nel veneziano, anche perché i medesimi enti devono altresì rispettare, nel computo delle spese di investimento, i rigidi vincoli del Patto di stabilità, cui nessuno fa sconti, a differenza di altri territori. Quindi, noi impegniamo il Governo a valutare l'opportunità di attribuire ai comuni veneziani colpiti dalla tromba d'aria di venerdì 12 luglio 2013 risorse finanziarie necessarie per far fronte alle opere di ricostruzione e alla messa in sicurezza dell'intera area interessata dal fenomeno atmosferico, escludendo altresì le spese sostenute dai medesimi comuni per le predette finalità dal calcolo del Patto di stabilita interno.
PRESIDENTE. L'onorevole Marcolin ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/98.
MARCO MARCOLIN. Signor Presidente, quest'ordine del giorno fa riferimento ad un'indagine dell'Aire, secondo cui i nostri giovani, soprattutto al nord, sono propensi all'emigrazione. Allora, noi chiediamo a questo Governo che si impegni ad arginare con misure speciali questo fenomeno, in modo che i nostri giovani possano essere tutelati e chiaramente trovare lavoro presso le nostre aziende del nord. È giusto che questo ordine del giorno...
PRESIDENTE. Abbiate pazienza, addirittura urlare mi sembra eccessivo. Prego onorevole Marcolin.
MARCO MARCOLIN. È giusto ricordare che, secondo un'indagine del centro studi Datagiovani, condotta, incrociando i dati dell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero (Aire) con quelli ISTAT, sono molti di più i giovani del nord rispetto a quelli del centro sud. Per cui chiediamo a questo Governo di impegnarsi per un'azione che consenta ai nostri giovani di rimanere sul territorio.
PRESIDENTE. Constato l'assenza degli onorevoli Busin e Molteni, che avevano chiesto di parlare per illustrare rispettivamente Pag. 87gli ordini del giorno n. 9/1458/95 e n. 9/1458/88: s'intende che vi abbiano rinunziato.
L'onorevole Bragantini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458-A/102.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 17,35)
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, quest'ordine del giorno è molto semplice, perché in questo provvedimento, all'articolo 9, comma 7, si è tolta tutta la procedura che andava a prevedere una cosa molto semplice, ossia che il datore di lavoro, che voleva ottenere il nulla osta per far venire un cittadino extracomunitario a ricoprire un'occupazione nella sua azienda o nella sua fabbrica, dovesse chiedere il nulla osta allo sportello dell'immigrazione. Lo sportello dell'immigrazione ovviamente e giustamente, come succede in tutti i Paesi civili, faceva una richiesta per verificare che non ci fossero già dei cittadini disponibili ad occupare quei posti di lavoro, perché, altrimenti, si sarebbe creato un corto circuito per cui si continua a far venire lavoratori da Paesi stranieri senza dare risposta ai nostri concittadini, che magari non sapevano di questa proposta di lavoro. Nel provvedimento si dice che bisogna fare prima la ricerca per vedere se c’è questa possibilità da parte di alcuni cittadini di potersi occupare di questo lavoro e dopo fare la richiesta per il nulla osta. Questo crea un corto circuito perché intanto nella norma non si va a chiarire chi è che deve fare questa ricerca, se il datore di lavoro, lo sportello dell'immigrazione o altro organismo. E soprattutto come si fa a fare una ricerca per vedere se ci sono delle persone disponibili se prima non si sa che posti di lavoro si stanno cercando ? Perché fare una ricerca generica potrebbe dare un risultato che magari non è efficiente e non è efficace.
Dunque, prima noi vogliamo che venga valutata da parte del Governo la possibilità...logicamente, mi piacerebbe anche che il Governo ascoltasse, invece di ascoltare i colleghi. Altrimenti, ciascuno di noi va a parlare direttamente ai banchi del Governo e in questo modo non riusciamo a illustrare gli ordini del giorno. L'Aula non serve più !
PRESIDENTE. Chiedo scusa, sarebbe il caso di liberare i banchi del Governo, per favore. Prego, deputato.
MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente: efficiente e corretto come sempre. Stavo dicendo che sarebbe il caso (logicamente, ormai il provvedimento è stato fatto) di valutare, in provvedimenti successivi o con dei regolamenti interni, di chiarire meglio questa norma e di tornare alla ratio che prevedeva la normativa già esistente, che ha una ratio veramente di buonsenso, una ratio che aveva una sua logica e che era anche coordinata, che dunque veramente poteva dare una risposta ai lavoratori e a chi sta cercando delle professionalità per poter mandare avanti la propria azienda.
Anche perché, collegato, vi era il discorso che, per avere il nulla osta, bisognava anche dimostrare che, oltre ad offrire questo posto di lavoro, si dava anche la possibilità di poter dare un alloggio e di far vedere quale era il contratto, in modo che non vi fossero abusi da parte di qualcuno, di qualche imprenditore scorretto, che faceva venire, semplicemente, manodopera da Paesi stranieri per abbattere il costo del lavoro, e non certo per il bene né dei lavoratori nostri cittadini né dei lavoratori stranieri, che venivano sfruttati.
Infatti, magari gli si dava un contratto fittizio, dopo venivano pagati in altra maniera, non gli si dava l'alloggio e così si creava veramente un problema. In fondo, lo fanno in tutti i Paesi. Mi ricorda sempre mio suocero, che è andato a lavorare in Svizzera negli anni Sessanta, che, prima di partire, ha dovuto avere già il contratto, aveva già l'alloggio dove andare e ha dovuto fare anche una visita medica, per dimostrare di essere in buona salute.
Comunque, veramente chiediamo al Governo, nei prossimi provvedimenti, di Pag. 88ritornare alla norma preesistente, perché era una norma di buonsenso. Anche i nostri Servizi studi hanno sollevato queste problematicità, tanto è vero che nelle schede di lettura si illustra proprio quello che è stato detto, cioè che non si sa, non è chiaro chi è che deve fare questa ricerca, se il datore di lavoro...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
MATTEO BRAGANTINI. Per questo motivo, veramente, chiedo caldamente al Governo di poter accogliere favorevolmente il mio ordine del giorno.
PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/103.
STEFANO BORGHESI. Signor Presidente, con questo ordine del giorno prendiamo spunto partendo dall'articolo 9 del provvedimento, commi da 13 a 15, dove si interviene sulla disciplina delle società a responsabilità limitata semplificata e a capitale ridotto e dove viene estesa la possibilità di utilizzare tale forma societaria anche ai soggetti fondatori che abbiano superato i 35 anni di età.
Partendo da qui, diciamo che riteniamo che la procedura che è prevista dall'articolo 2470 del codice civile, che riguarda la pubblicità degli assetti societari certificati dal registro delle imprese, veda un aggravio nel caso in cui una Srl rimanga a socio unico.
Infatti, dobbiamo tenere presente che, allo stato attuale delle cose, la norma prevede che l'amministratore sia costretto a monitorare il registro delle imprese per scoprire quando il notaio o il commercialista, che hanno depositato l'atto, che hanno redatto l'atto e quindi lo hanno depositato nella camera di commercio...
PRESIDENTE. Deputato, mi scusi. Colleghi, cortesemente, bisognerebbe abbassare il tono della voce ed evitare anche di fare gruppetti lungo le scale, se possibile. Vi ricordo che siamo in fase di illustrazione degli ordini del giorno, e quindi chi non è interessato può anche andare a parlare fuori. Prego, deputato.
STEFANO BORGHESI. Grazie Presidente. Dicevo che l'amministratore è, appunto, costretto a monitorare il registro delle imprese per capire quando il notaio, o il commercialista, hanno iscritto nello stesso registro delle imprese l'atto di cessione delle quote. Qualora poi la società srl sia rimasta a socio unico, lo stesso amministratore deve presentare al registro delle imprese una seconda istanza, con cui si comunica al registro delle imprese stesso quello che è già stato certificato. Questa è una ulteriore pratica che prevede delle sanzioni, qualora non venga correttamente presentata. Noi chiediamo quindi al Governo un impegno preciso, ossia un impegno a valutare l'opportunità di semplificare le procedure in caso di socio unico di srl, eliminando appunto questa seconda comunicazione. Infatti, a ragion del vero, la normativa oggi prevede questa doppia comunicazione che, a nostro modo di vedere, è inutile. Infatti, nel momento in cui il notaio o il commercialista hanno già iscritto nel registro delle imprese l'atto di cessione quote – e quindi già si vede se la srl ha un socio unico –, troviamo inutile e, anzi, troppo oneroso che l'amministratore della srl debba poi, in un secondo momento, presentare una seconda pratica per certificare quello che già il registro delle imprese ha certificato. Tenete ben presente che questo è un ulteriore adempimento burocratico, che prevede degli ulteriori costi, prevede un aggravio in termini di bolli e di diritti di segreteria e, soprattutto, è un ulteriore adempimento assolutamente inutile che non fa altro che gravare burocraticamente sulla gestione delle nostre imprese. Quindi, soprattutto in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, riteniamo inutile che vi siano adempimenti di questo tipo, anche perché non hanno alcuna ragione d'esserci e non servono assolutamente a nulla. Con questo ordine del giorno chiediamo che il Pag. 89Governo si impegni, appunto, a valutare la modifica della normativa attuale, in quanto, tramite l'accoglimento di questo nostro ordine del giorno, andremo sicuramente a semplificare una situazione che oggi ci pare paradossale e che non fa altro che gravare ulteriormente nelle casse delle nostre società. Grazie.
PRESIDENTE. Il deputato Allasia ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/99.
STEFANO ALLASIA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'ordine del giorno è in merito al decreto-legge, cosiddetto IVA, sicuramente un decreto-legge che va a toccare molti settori, molti argomenti, perché ha titoli di spesa in vari campi e si può considerare sicuramente una legge omnibus che va a toccare non «a spizzichi e bocconi» le procedure economiche, ma, sicuramente, con ingenti capitali, va a prevedere finanziamenti per migliorare il sistema economico del Paese. Nella discussione sul merito del provvedimento, a livello globale, con il sistema emendativo, si è cercato di ristabilire una equità nel Paese, una equità che, con l'impegno al Governo contenuto in questo ordine del giorno, si cerca di fare in modo di ristabilire nei successivi provvedimenti di natura economico-finanziaria, in modo tale che quello che si dà oggi al sud, si dia anche al nord. E nella discussione a cui ho potuto partecipare direttamente in quest'Aula, si è potuto notare l'accanimento che c'era da parte dei colleghi parlamentari verso il nord, rivendicando dei finanziamenti ipotetici che in questi cinquanta anni ci sono stati al nord invece che al sud, cosa che rivendichiamo e ribadiamo. Personalmente, da quando ho coscienza politica, ho sempre sentito parlare di una questione meridionale, e poco di quella settentrionale.
Nel corso degli anni in cui si è permesso al mio movimento di sedere, in questa Aula, su questi banchi, ho sentito più parlare di provvedimenti a favore del sud che del nord: finanziamenti straordinari sicuramente per cercare di migliorare il sistema; fondi per la sanità, per ripianare i debiti della sanità, non di regioni del nord (perché non mi sembra che la Campania, la Calabria, la Puglia, il Lazio, siano considerate, senza nulla togliere, regioni del nord); mi riferisco anche semplicemente a quella legge che si è approvata qualche anno fa, la cosiddetta legge Roma capitale. Sono tutti provvedimenti economici, perché se uno va a dire che non sono stati dati soldi al sud in questi ultimi venti anni mente sapendo di mentire. E al nord ? Al nord che cosa si è potuto concedere ? Si è potuto concedere, a parte l'aumento delle tasse di tutti i Governi che si sono succeduti negli ultimi vent'anni, come è successo ultimamente alla regione Piemonte, non finanziamenti straordinari ma la possibilità di dilazionare i mutui. Questo non vuol dire aiuto (sicuramente è un aiuto) notevole rispetto al sistema precedente, ma è cosa ben diversa: un conto è dare soldi a fondo perduto, un altro conto poter concedere il dilazionamento di mutui negli anni successivi. Questo rammarica sicuramente i cittadini di tutto il Paese, nord e sud, perché c’è una differenziazione, e la differenziazione la fate voi con questo provvedimento al sud.
La speranza è che questo provvedimento possa risollevare le sorti del sud. Abbiamo sempre ribadito che era necessario fare qualcosa di oggettivo e concreto. Io non penso, non pensiamo (tutto il movimento della Lega), che questo sia la panacea di tutti i mali per risollevare le sorti economiche del Paese, tanto meno del sud perché oggettivamente se si va a vedere il provvedimento di per sé numericamente è una goccia nel mare, però qualcosa si può fare. Mi riferisco all'impegno di questo ordine del giorno, come dicevamo, facendo le giuste premesse, le considerazioni secondo cui sicuramente nel sud c’è un livello percentuale numerico elevato, considerando che questo provvedimento tocca il sud ma non il centro e il nord. Noi ribadiamo il concetto che ci deve essere un'unità nazionale almeno in Pag. 90quest'aula, cosa che al di fuori non esiste, tanto meno da noi al nord, tanto meno al sud. Perciò poniamo un impegno sostanziale al Governo di fare in modo che nei provvedimenti successivi di natura economica e finanziaria, viste le disponibilità, ci si sia la possibilità di dare possibilità anche alle società del nord di rialzare la testa.
PRESIDENTE. L'onorevole Caon ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/105.
ROBERTO CAON. Signor Presidente, è un po’ difficile parlare dopo due giorni che si vede maltrattato così il nord. Io sto veramente male anche perché vedo che quei colleghi degli altri partiti, con i quali magari in qualche caso si fa la campagna elettorale assieme, puntualmente quando siedono qui tradiscono quel nord, tradiscono quel nord che ha tanto bisogno forse in questo momento molto più del sud. Presidente, al sud il problema è che è da quando sono nato che esiste il sud. Mia mamma diceva che c'era il problema del Mezzogiorno. Io vengo in questa Aula dopo 49 anni e sento ancora parlare di Mezzogiorno. Chiedo: ma in questa Italia la sera non arriva mica mai ? Quando è che arriva sera per noi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ?
Forse vi dimenticate che al nord, cari signori, oggi noi abbiamo la luna, perché abbiamo le scatole piene di questo sistema di perequazione dei soldi. Noi abbiamo le aziende che chiudono. Noi abbiamo imprenditori che si uccidono ! E voi fate ancora queste marchette a queste persone (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e date i soldi al Belice !
PRESIDENTE. Le blocco il tempo.
ROBERTO CAON. Lei mi blocca il tempo perché sto dicendo la verità !
PRESIDENTE. No, le chiedo solo di avere un tono consono a quest'Aula. Non c’è bisogno di urlare in questo modo.
ROBERTO CAON. Mi scusi Presidente, ma io la sento, io sono imprenditore che vive nel mio territorio.
Io sono partito da zero e ho visto, prima, l'ascesa del nord e adesso sto vedendo la discesa. Qui nessuno se ne accorge, nessuno se ne accorge (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie) ! Qui volete i soldi per l'amianto del Belice e a noi nelle nostre aziende chi è che ci toglie l'amianto di quei capannoni che sono là fermi da anni ? Come fate a pensare di portare avanti un Paese unito in questo sistema ? È una vergogna ! E vi dico di più, così non andate da nessuna parte (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Il deputato Invernizzi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/97.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il tenore dell'ordine del giorno presentato è molto simile a quelli già illustrati precedentemente dai colleghi della Lega Nord e ha un tenore in linea con tutta la giornata di oggi. Ci è stato ripetuto, in parecchie lingue, che la nostra azione politica nella giornata era quasi inutile o comunque demagogica, pretestuosa perché andava ad insistere su argomentazioni non basate sulla verità, dal momento che le centinaia di milioni di euro destinate al sud erano comunque già di pertinenza del Mezzogiorno d'Italia in quanto tratti dai fondi FAS e pertanto non avremmo avuto nulla di cui lamentarci.
Ebbene, con questo ordine del giorno noi non contestiamo che i soldi andati al sud fossero già loro e pertanto non possiamo dire nulla. Diciamo semplicemente che se così è, ricordiamoci allora comunque che nel nord d'Italia, nelle zone che fino ad ora sono state graziate, anche sicuramente per la laboriosità, per la capacità dei nostri imprenditori, invece c’è una crisi importante.
Se ci basiamo soltanto su un'indagine che ha incrociato i dati dell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero con quelli ISTAT sulla disoccupazione negli ultimi Pag. 91cinque anni – cioè da quando è esplosa la crisi finanziaria nel mondo, che fa piacere sapere per bocca del Governo ormai essere alla fine, visto che adesso si parla di luce in fondo al tunnel, ormai ci siamo, questo almeno è quello che ha dichiarato recentemente il Governo – vediamo che in regioni come l'Emilia Romagna – che non è un granaio di voti per la Lega, per cui non cito questo per un nostro interesse – i disoccupati sono più che raddoppiati, passando da circa 65 mila a 150 mila. Se si guarda alla Lombardia, invece, da 168 mila disoccupati all'alba della crisi internazionale, cioè nel 2008, si è passati al 2013 a qualcosa come 346 mila disoccupati.
Sono cifre che devono fare riflettere tutti coloro che anche oggi hanno ripetuto che il fenomeno della disoccupazione è solo qualcosa di endemico, qualcosa di appartenente soltanto alle regioni del sud. Purtroppo non è più così, purtroppo anche nelle nostre regioni ci sono famiglie che stentano ad arrivare alla fine del mese, ci sono famiglie abituate sicuramente a una vita di lavoro, abituate comunque a non avere problemi economici e che adesso invece hanno veramente gravissime difficoltà. Parlo di zone nelle quali fenomeni come la disoccupazione non c'erano più, o meglio non erano più conosciuti quanto meno dagli anni ’60 e ’70.
Impegniamo, pertanto, il Governo con questo nostro ordine del giorno non a distribuire – perché purtroppo la battaglia politica è stata fatta ma l'abbiamo persa – i fondi già stanziati con questo decreto anche per il nord, ma diciamo che, se così non può essere, impegniamo comunque a reperire nuove o ulteriori risorse da destinare agli incentivi per l'assunzione di giovani residenti nelle regioni settentrionali del Paese.
Mi sembra pertanto che questo ordine del giorno possa essere condiviso da tutti e mi auguro che il Governo dimostri quella sensibilità nei confronti di realtà sicuramente inedite per alcune zone del nord d'Italia, ma non per questo meno drammatiche...
PRESIDENTE. Deputato Invernizzi, concluda.
CRISTIAN INVERNIZZI. Concludo signor Presidente, abbiamo sentito anche tutti risuonare nelle parole e nel tono utilizzato dal deputato che mi ha preceduto, che, come ricordava lui, è un imprenditore, amico di imprenditori che sicuramente hanno avuto da questa crisi una lezione che non si meritavano assolutamente, che comunque o si fa capire che il Governo fa veramente qualcosa per far vedere a tutti noi, soprattutto a questi imprenditori, la luce in fondo al tunnel, o, altrimenti, la situazione diventerà ancora più drammatica.
ANTIMO CESARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANTIMO CESARO. Signor Presidente, solo per chiedere eventualmente di rivedere la decisione di non ammissibilità di questo ordine del giorno n. 9/1458/82 sottoscritto da Catania, Sottanelli e da me, circa un programma di aiuti alimentari con derrate agricole, prodotti della terra, alle famiglie meno abbienti. Sarebbe in linea di continuità con un programma promosso dalla Commissione europea e purtroppo finanziato fino al 2012 e non per il 2013. Siccome la ratio materiae del decreto-legge mi sembrava essere anche quella della coesione sociale tant’è vero che ci sono interventi come la social card estesa a tutte le regioni del Mezzogiorno, in questo caso ci sembrava un segno di attenzione veramente per gli ultimi e le famiglie veramente meno abbienti, meno fortunate poter sollecitare il Governo a valutare l'opportunità di finanziare questo programma di aiuti alimentari. La ringrazio se vorrà riservare attenzione a un eventuale ripensamento dell'esclusione di questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. In ragione delle considerazioni da lei svolte e della linea di continuità che lei individuava con il provvedimento, riteniamo che questo possa Pag. 92essere uno degli ordini del giorno non giudicati più inammissibili e, quindi, viene ammesso.
L'onorevole Guidesi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/90.
GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, il nostro ordine del giorno chiede al Governo di impegnarsi al sostegno delle aziende italiane ed, in particolar modo le piccole e medie imprese, attraverso una riforma degli incentivi alle imprese finalizzata ad aumentare i contributi a legislazione vigente per le imprese che investono in ricerca, innovazione, tecnologia ed ambiente rispetto anche a tutto l'indotto che ci può essere.
Signor Presidente, vorrei anche intervenire, visto che siamo in argomento, sugli ordini del giorno e anche in riferimento al fatto che qui chiediamo un intervento dal punto di vista degli incentivi, su un ordine del giorno n. 9/1458/109 sottoscritto dai colleghi Boccia e Giampaolo Galli per spiegare anche – mi sembra doveroso sia nei confronti della Presidenza sia di tutti i colleghi che non fanno parte della Commissione Bilancio – quello che è accaduto in Commissione Bilancio rispetto a questo decreto-legge. Poiché la Ragioneria dello Stato ha posto all'interno della sua relazione tecnica un parere dove dichiara che l'articolo 9, comma 16-quinquies è finanziariamente scoperto e l'articolo 2, comma 5-bis e comma 7-bis, richiede alcune condizioni.
Dalla Commissione Bilancio, rispetto al parere della Ragioneria di Stato (penso che stiamo creando un precedente che è un precedente e dal nostro punto di vista – l'abbiamo già dichiarato in Commissione – è un grave precedente), si è andati avanti tranquillamente non valutando, come dal nostro punto di vista era doveroso fare, il parere della Ragioneria dello Stato. Oggi ci troviamo un provvedimento che, in parte, non ha la copertura finanziaria. Questo lo dico in funzione di due considerazioni: la prima è che, dal punto di vista della gestione e dal punto di vista anche del metodo, bisognerebbe utilizzare lo stesso identico metodo.
Infatti, se il concetto vale questa volta perché il decreto-legge per questioni comunicative o feriali doveva assolutamente passare, vale anche nel momento in cui vengono discusse le proposte emendative dell'opposizione perché talvolta, quasi sempre, il parere della Ragioneria generale dello Stato diventa assolutamente limitativo, se negativo, nei confronti delle proposte dell'opposizione e oggi, invece, vediamo che può tranquillamente essere interpretato o essere superato se la proposta diventa quella della maggioranza.
All'interno della Commissione si sono sentite anche parole del tipo: la Ragioneria generale dello Stato non ha l'oro in bocca. E, poi, ritengo sia anche giusto sottolineare l'atteggiamento tenuto dal Viceministro Fassina all'interno della Commissione in rappresentanza del Governo il quale, per quanto riguarda il parere della Ragioneria generale dello Stato, addirittura ha accettato – e di questo stiamo parlando – un ordine del giorno che interpreta un po’ le proposte fatte nell'articolo 9, cioè quello scoperto, in maniera tale che il Governo accettasse le indicazioni di quell'ordine del giorno.
Tutti sappiamo che, dal punto di vista dell'ordine del giorno e dell'impegno rispetto al Governo, non crea sicuramente una copertura finanziaria. Questo lo dico perché rimanga agli atti, ma perché soprattutto si è creato un precedente grave e io credo che, da questo punto di vista, come già dichiarato in Commissione, noi utilizzeremo questo precedente nel momento in cui ci saranno le nostre proposte d'ora in poi.
PRESIDENTE. Il deputato Fedriga ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/96.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, spero che il tono del mio intervento sarà adeguato, però vorrei sottolineare che questo ordine del giorno, vista anche l'impostazione che hanno Pag. 93avuto il Governo e la maggioranza nel trattare questo provvedimento, voglia essere accolto in quanto semplicemente va ad aumentare la platea dei beneficiari, ovviamente in provvedimenti futuri, tenendo in considerazione un dato reale della società del nostro Paese, ovvero che la situazione di emergenza occupazionale ha particolarmente colpito anche quei cittadini che raggiungono l'età di 35 anni.
Capisco che, evidentemente, l'interesse da parte di maggioranza e Governo per approvare i nostri emendamenti era poca. Capisco che ragioni di appartenenza partitica superino le ragioni dell'interesse comune. Lo capisco, ma non lo condivido, Presidente. Non condivido che si mettano gli ordini impartiti da qualche capo corrente o capo partito davanti all'ordine che dovremmo avere rispetto al voto popolare che abbiamo avuto per dare risposte in questo momento difficilissimo che stanno vivendo i nostri cittadini. Sorprende che molti colleghi che in modo competente affrontano i temi del lavoro nella Commissione referente, quella a cui appartengo anch'io, improvvisamente si dimentichino di tutto quanto detto nei mesi precedenti e, in alcuni casi, avendo avuto modo di fare parte anche della scorsa legislatura, negli anni precedenti.
Tutti gli impegni e le battaglie annunciati a gran voce in Commissione e davanti ai mezzi di informazione improvvisamente vengono dimenticati, rimangiati, quando si va a votare concretamente un provvedimento che, se corretto in modo adeguato come ha chiesto la Lega Nord, riusciva sicuramente ad apportare un servizio al Paese e ad andare a risolvere, non dico tutti, ma perlomeno una parte dei problemi drammatici che sta vivendo il nostro Paese.
Parlo, ovviamente, sia per questo ordine del giorno, che per quelli dei miei colleghi. Per esempio, ricordo gli ordini del giorno che vanno a chiedere e ad impegnare il Governo a intervenire, nei provvedimenti futuri, perlomeno nella stessa misura e con la stessa attenzione con le quali si è guardato al sud in questo provvedimento, anche per le altre aree del Paese. Ovviamente, noi ci rivolgiamo specificatamente al nord. Mi auguro che il Governo lo faccia. Chiedo magari l'attenzione del Governo che capisco impegnato con un importante esponente della maggioranza...
PRESIDENTE. Sì, bisognerebbe liberare i banchi del Governo. Le chiediamo scusa. Prego.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Spero che il Governo avrà la cortesia di accettare i nostri ordini del giorno senza improbabili riformulazioni, in quanto ci è stato impedito nella sostanza di discutere, prima, nelle Commissioni referenti e, nella sostanza, di poter intervenire concretamente nel modificare questo decreto. Mi auguro, perlomeno, avrà la sensibilità di accettare i nostri ordini del giorno che – lo ripeto – non sono ordini del giorno che possono ricoprire semplicemente un interesse di parte, ma credo siano ordini del giorno che dovrebbero essere accettati all'unanimità da quest'Aula.
PRESIDENTE. Il deputato Tripiedi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/108.
DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, nell'ultima riforma Fornero, avallata dai miei amici del PD, c’è stato un attacco frontale ai diritti dei lavoratori. Con questo ordine del giorno si invita il Governo a ripristinare l'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori com'era all'origine, per far sì che le tutele dei lavoratori siano complete e garantite. Facile e breve.
PRESIDENTE. La deputata Ciprini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/46.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, la crisi che attanaglia l'Italia, negli ultimi tre anni, si è acuita, al punto che occorre dare una risposta concreta alla questione della povertà. La crisi colpisce tutte le famiglie italiane ed è cresciuta, determinando Pag. 94il crollo dei consumi, da un lato, e l'aumento della disoccupazione, dall'altro. Ma a rischio povertà ed emarginazione sociale non sono solo i giovani disoccupati, ma anche molti genitori quarantenni o di poco al di sopra della soglia dei quarant'anni che, pur avendo un lavoro, e quindi titolari di un contratto di lavoro cosiddetto precario, hanno una retribuzione insufficiente e sono esclusi dalla contrattazione collettiva, che non permette loro e ai loro figli una vera partecipazione alla vita sociale.
Si assiste al fenomeno dei «nuovi poveri» o del «lavoro povero»: vi rientrano non solo coloro che sono privi di un qualsiasi reddito, ma anche coloro che, pur avendo una fonte di reddito, titolari di contratti cosiddetti di collaborazione coordinata a progetto ovvero occasionali ovvero precariamente occupati, hanno serie difficoltà a far fronte ai bisogni primari e ad avere una retribuzione sufficiente ad assicurargli un'esistenza libera e dignitosa.
Il peggioramento delle condizioni di reddito e, dunque, di vita delle famiglie, nonché il calo dei consumi sarebbe riconducibile anche alle nuove tipologie di contratti flessibili; la retribuzione degli stessi è, infatti, esclusa dalla tutela della contrattazione collettiva. Tant’è che uno studio per l'Istituto sindacale europeo ha evidenziato che, in alcuni settori, la retribuzione minima non è rispettata; c’è, anzi, un 13 per cento di persone escluse dallo stipendio minimo, con picchi di oltre il 40 per cento nel settore dell'agricoltura, del 30 per cento nelle costruzioni, del 20 per cento nelle attività artistiche e di intrattenimento, e nei servizi di hotel e di ristorazione. I contratti nazionali non danno garanzie alle forme di impiego precario o a chi lavora a prestazione.
Tra l'altro, l'articolo 36 della nostra Costituzione prevede che il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata e volta ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitosa. La determinazione di un salario minimo a favore dei lavoratori che hanno un contratto occasionale o che sono precariamente occupati rappresenterebbe una misura che assicura l'autonomia delle persone e la loro dignità, nonché uno strumento che rafforzerebbe le politiche finalizzate al sostegno economico e la piena partecipazione alla vita sociale richiesta come obiettivo dall'articolo 3 della Costituzione.
Pertanto, si impegna il Governo a valutare, con decisione, l'opportunità di introdurre un provvedimento che stabilisca le modalità di determinazione del compenso orario minimo ovvero del salario minimo applicato ai rapporti di lavoro aventi ad oggetto prestazioni di lavoro di natura parasubordinata o occasionale escluse dalla contrattazione collettiva.
PRESIDENTE. La deputata Rostellato ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/50.
GESSICA ROSTELLATO. Signor Presidente; colleghi, sottosegretario, l'ordine del giorno n. 9/1458/50 di cui sono prima firmataria chiede di abolire il contratto a progetto. Come ha spiegato bene la mia collega, ieri, durante la discussione sulle linee generali, dopo circa dieci anni di sperimentazione di questo contratto, credo che possiamo essere tutti d'accordo che il contratto a progetto si è rilevato un contratto fallimentare, un contratto che è stato usato e abusato per eludere i contratti di lavoro subordinato. Ciò è avvenuto soprattutto perché il contratto a progetto costa meno, non è previsto un compenso minimo, la contribuzione è inferiore e non prevede ferie, mensilità aggiuntive e TFR. Le aziende ci chiedono di ridurre il costo del lavoro, facciamolo in maniera seria ed eliminiamo questi contratti senza tutele. Favoriamo quei giovani che vogliono intraprendere il lavoro autonomo legando il pagamento dei contributi al reddito effettivamente percepito.
Vi chiedo quindi di votare favorevolmente il nostro ordine del giorno per ridare tutela e dignità a quei lavoratori che in questi anni sono stati sfruttati attraverso il contratto a progetto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il deputato Rizzetto ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/66.
WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, questo ordine del giorno, già annunciato in Commissione e che in Commissione lavoro ha avuto una trasversalità di «sì», per intendersi, che cosa ci dice ? Ci dice, fondamentalmente, che l'INPS deve darci delle risposte.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,10)
WALTER RIZZETTO. Fino ad oggi non abbiamo dei numeri, non abbiamo delle risposte da parte dell'INPS e quindi, anche, sulla base di tutto il lavoro fatto in Commissione, dal Presidente e dai facenti parte della Commissione stessa, noi chiediamo una cosa molto semplice, chiediamo che INPS ci dia dei dati certi. Quindi, soltanto avendo dei dati certi possiamo iniziare a risolvere il problema, ad esempio, degli esodati, però noi abbiamo bisogno di numeri, abbiamo bisogno di un database che ci dica, fondamentalmente, quante persone ci sono da aiutare, quante persone dovremmo andare ad aiutare; soltanto avendo questo tipo di base potremmo anche numericamente, in termini proprio di soldi, cercare di capire la razionalità di questo stesso ordine del giorno.
Quindi, vista anche, mi ripeto, la condivisione nei lavori di Commissione che abbiamo avuto su questo argomento, chiedo a tutti un voto favorevole.
PRESIDENTE. L'onorevole Cominardi ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/49.
CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, con il presente disegno di legge di conversione del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76 si intende modificare anche l'articolo 1, comma 1-bis, del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, come modificato dalla legge 28 giugno 2012, n. 92, che disciplina una deroga sull'apposizione del termine previsto per i contratti di lavoro subordinato privi delle ragioni di carattere tecnico-produttivo, organizzativo o sostitutivo.
La norma, così modificata, riconosce ai contratti collettivi, anche aziendali, stipulati da organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale la possibilità di individuare ogni altra ipotesi quale deroga al requisito di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, come modificato in particolare dalla legge 28 giugno 2012, n. 92, ampliando la platea delle possibilità per la stipulazione di contratti senza causa o acausali.
La norma introdotta dal Governo inoltre, sopprime il requisito di cui all'articolo 1, comma 1-bis, secondo periodo, del medesimo decreto legislativo, impedendo alle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale di prevedere che in luogo dell'ipotesi di cui al comma 1-bis il requisito di cui al comma 1 non sia richiesto nei casi in cui l'assunzione a tempo determinato o l'ammissione nell'ambito del contratto di somministrazione a tempo determinato avvenga nell'ambito di un processo organizzativo determinato dalle regioni di cui all'articolo 5, comma 3, nel limite complessivo del 6 per cento del totale dei lavoratori occupati nell'ambito dell'unità produttiva.
Le disposizioni del Governo, infine, prevedono l'abrogazione dell'articolo 4, comma 2-bis di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, come modificato dalla legge 28 giugno 2012, n. 92, che ad oggi non permette ai datori di lavoro la proroga dei contratti a termine acausali. In materia di contratti a termine, le disposizioni di cui al decreto legislativo 6 settembre 2001, n. 368, come modificate dalla «legge Fornero», e sopratutto come ulteriormente riformulate da questo Governo, sono in contrasto con Pag. 96la direttiva della Comunità europea n. 1999/70/CE. Le disposizioni introdotte con questo decreto modificano e peggiorano la riforma Fornero, legge di per sé già piegata ad una concezione dell'economia e del mercato del lavoro fondato sulla flessibilità che nel nostro Paese si è trasformata in precarietà, rendendo, quindi, il contratto a termine maggiormente flessibile.
In questo Paese è necessaria un'integrale riforma del mercato del lavoro partendo dall'abrogazione della legge Biagi e una sua riformulazione attraverso un piano nazionale per il lavoro e l'occupazione, diminuendo le formule contrattuali esistenti.
Si impegna il Governo a provvedere ad un immediato riconoscimento di maggiori tutele per i lavoratori assunti con contratti genericamente definiti precari; a disincentivare, l'utilizzo di formule contrattuali flessibili, abusate da taluni datori di lavoro; a valutare l'opportunità di abrogare le disposizioni relative alle forme di contratto flessibile di cui alla legge 28 giugno 2012, n. 92 e al decreto legislativo 10 settembre 2003, n. 276 e provvedere ad una loro riformulazione integrale, offrendo una maggiore tutela per i lavoratori in entrata e in uscita dal mercato; a valutare l'opportunità di avviare una verifica sull'impatto sociale della normativa in esame in termini di felicità dei lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Luigi Gallo ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/17.
LUIGI GALLO. Signor Presidente, colleghi, Governo, troppo spesso in quest'Aula e nelle Commissioni c’è un eccesso di autoreferenzialità: tante parole spese su questo decreto, tante parole per inneggiare all'incontro tra formazione e lavoro. Sono state promosse, nella precedente legislatura, misure per l'alternanza scuola-lavoro negli istituti professionali, e sono state intensificate in questo decreto altre misure di incontro tra la formazione e il lavoro, ma peccato che non si fanno i conti con la realtà. Io ho lavorato negli istituti professionali e mi sono assunto la responsabilità di fare incontrare le imprese con gli studenti; ebbene, è anche vero che le risorse sono ridicole, ma nei mesi di lavoro, di incontro con l'unione degli industriali e imprese piccole, medie e grandi, la risposta è stata univoca, e spero che il Governo ascolti qual è la risposta degli imprenditori quando si cerca di creare un ponte tra la scuola e il mondo del lavoro: dicono che non riescono ad accogliere interi gruppi di studenti per l'alternanza scuola-lavoro o per cercare un incontro tra formazione e impresa; non possono dedicare risorse umane dell'impresa come tutor aziendali per gli studenti, perché sottraggono delle risorse umane dell'impresa ai compiti produttivi; gli studenti spesso possono solo assistere al lavoro, ma non possono toccare macchinari ed utensili.
Potete quindi immaginare come l'alternanza ha ostacoli seri per partire, si scontra con la realtà dei fatti, e, come in caso di partnership avviata tre imprese e scuola, tutto ha il rischio di diventare semplicemente una farsa.
Quello che chiediamo con questo ordine del giorno è di obbligare le grosse aziende ad avere in organico un formatore che faccia da ponte con il mondo dell'istruzione e della formazione e attrezzatura adeguata, garantendo agevolazioni fiscali alle imprese per rispondere a quest'obbligo. Quindi, tutti devono farsi carico di un traguardo che è collettivo, l'incontro fra la formazione e il lavoro, ma anche il benessere della società. Ben-essere, non ben-avere; e su questo piano non ci può essere concorrenza di interessi che tenga (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. L'onorevole Mucci ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/51.
Pag. 97MARA MUCCI. Signor Presidente, questo provvedimento reca da una parte interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, e dall'altra dispone l'applicazione di un'imposta del 58,5 per cento sui prodotti succedanei dei tabacchi.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,20)
MARA MUCCI. Noi, soprattutto in Commissione attività produttive, vorremmo cercare di tutelare la piccola e media impresa, perché è di questo che stiamo parlando. In genere, la vendita delle sigarette elettroniche ha un mercato che sta funzionando. Tra negozi e produzione, nel 2012 ha creato ben 4 mila posti di lavoro circa: si parla di 3 mila esercizi commerciali, e in particolare si parla di giovani comunque sotto i trent'anni o intorno ai trent'anni. Noi siamo quindi preoccupati che queste misure possano recare danno ad un settore che è in crescita, perché oltre all'applicazione di un'imposta del 58,5 per cento, la commercializzazione dei prodotti in oggetto viene assoggettata anche alla preventiva autorizzazione da parte dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli: alla stregua quindi della gestione dei depositi fiscali di tabacchi lavorati.
Impegniamo quindi il Governo a valutare seriamente l'opportunità di assumere immediate iniziative normative, che tutelino investimenti già fatti da parte delle imprese che sono nate fino ad oggi in questi ambiti, e tutelare quindi anche il personale dipendente ivi occupato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. La deputata Benedetti ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/53.
SILVIA BENEDETTI. Signor Presidente, come sappiamo questo decreto-legge ha come obiettivo quello di promuovere interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile. In questo senso, prevede incentivi per tipologie di contratto a tempo indeterminato. Purtroppo non considera che il comparto agricolo ha delle tipologie contrattuali stabili, ancorché non a tempo indeterminato; e, per questo, sarebbe stato auspicabile che il testo avesse previsto incentivi anche per queste particolari tipologie di contratto, cosa che richiedo in questo ordine del giorno.
Gli incentivi alle nuove assunzioni di giovani ed alla trasformazione a tempo indeterminato dei rapporti a termine rappresentano uno strumento utile alla promozione dell'occupazione giovanile; tuttavia, l'impatto sul settore agricolo rischia di essere estremamente limitato, in considerazione del fatto che, come è noto, la stragrande maggioranza dei rapporti di lavoro in agricoltura è a tempo determinato (circa il 90 per cento), in ragione delle caratteristiche dell'attività agricola. Esistono in agricoltura forme di lavoro che meritano di essere promosse ed incentivate, come i rapporti a termine reiterati per più anni con lo stesso datore di lavoro, per un numero di giornate minimo non inferiore a 100 l'anno.
Un interessante precedente al riguardo è rappresentato dall'articolo 7, comma 2, della legge n. 388 del 2000. Questa legge ammetteva al credito di imposta per nuove assunzioni i datori di lavoro operanti nel settore agricolo, che incrementano il numero dei lavoratori ed operai occupati ciascuno per almeno 230 giornate l'anno. Sarebbe stato quindi sicuramente più opportuno, in un decreto che si propone interventi urgenti in tema di occupazione, prevedere almeno per il settore agricolo e della pesca sgravi sul costo del lavoro, magari ragionando sulla possibilità di creare dei contratti ad hoc per il settore, e variandoli anche per fasce di età.
La flessibilità per il settore agricolo è chiaramente un valore aggiunto, che dipende dalle stagioni e dalle tipologie di raccolto, allevamento e produzione: pensiamo anche solo alla stagionalità della raccolta delle pesche nella provincia di Cuneo, piuttosto che le cipolle e i pomodori Pag. 98raccolti in Campania durante la stagione estiva, la raccolta delle olive in inverno. Ignorare queste peculiarità significa quindi anche ignorare il settore primario, che contrariamente ad altri settori è l'unico a registrare segnali positivi in periodo di gravissima crisi economica ed occupazionale. Spero che questo ordine del giorno venga quindi preso in considerazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. L'onorevole Massimiliano Bernini ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/52.
MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, colleghi, colleghe, membri del Governo, con l'ordine del giorno a mia firma il MoVimento 5 Stelle chiede di rivalutare la fascia di età dei giovani lavoratori e delle giovani lavoratrici, nell'ambito dell'incentivazione all'assunzione da parte delle aziende prevista nel disegno di legge oggetto della discussione di oggi.
La nostra richiesta di impegno al Governo è che non vengano dimenticate delle categorie di persone che, più di altre, negli ultimi anni hanno subito gli effetti di questa crisi globale, che ha determinato una forte contrazione dell'offerta lavorativa.
Mi riferisco ai quarantenni che hanno perso l'impiego o che non hanno mai agganciato il mondo del lavoro, vivendo di precarietà o di stagionalità, magari dopo una lunga formazione, come spesso accade, nel mondo della ricerca e della scuola. Purtroppo nei dati forniti dall'ISTAT, a volte un po’ asettici, di questa grande, profonda e subdola sofferenza non si ha percezione. I dati disponibili a giugno ci riferiscano di una disoccupazione generale che si mantiene stabile al 12,1 per cento, mentre tra i giovani di età compresa tra i 15 ed i 24 anni il trend continua a peggiorare, salendo dello 0,8 per cento rispetto al drammatico valore complessivo del 39,1 per cento.
Alla luce di questi dati allarmanti, ben venga un'attenzione normativa per la promozione dell'occupazione giovanile, a favore della quale tra l'altro negli anni sono state introdotte varie forme contrattuali, come le tre tipologie di apprendistato, che coprono la fascia di età che va dai 15 ai 29 anni, ed i voucher per le prestazioni occasionali o accessorie.
Quindi, sulla base di quando riportato, si evince che finora poca attenzione è stata posta nei confronti di chi, a 40 anni, perde il lavoro o non ha mai avuto la possibilità di accedere ad un'occupazione stabile. Questi soggetti vivono in una sorta di limbo, dove sei troppo giovane per andare in pensione e troppo vecchio per trovare un altro lavoro. Il dramma diventa tragedia qualora il quarantenne, uomo o donna che sia, ha una famiglia, dei figli a carico o un mutuo da pagare. Manca inoltre un'analisi che ci dia l'entità puntuale del fenomeno, visto che i dati dell'ISTAT sulla disoccupazione che ho riportato in precedenza non contemplano questa fascia d'età. Tuttavia, secondo alcune associazioni che affrontano il fenomeno, si può tranquillamente affermare che la disoccupazione over quaranta riguardi almeno un milione e mezzo di persone.
Noi del MoVimento 5 Stelle ci auspichiamo che il Governo e il Parlamento si sensibilizzino sul problema di questa espulsione dei lavoratori in età matura e della loro difficilissima, se non impossibile ricollocazione nel mondo del lavoro. Tale problematica si evince anche scorrendo gli annunci di lavoro affissi presso le edicole, dove oltre la metà delle inserzioni pone limiti di età compresi tra i 25 ed i 35 anni. Ricordo a tutti che queste limitazioni, oltre che discriminanti, sono anche illegali, alla luce del decreto legislativo 9 luglio 2003, n. 216, che attua una direttiva europea per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro. Questa norma, all'articolo 3, sancisce il principio di parità di trattamento senza distinzione di età sia nel settore pubblico che in quello privato, con specifico riferimento all'accesso all'occupazione, sia autonomo che dipendente, compresi i criteri di selezione e le condizioni di assunzione.Pag. 99
Concludo, Presidente, ricordando all'Aula come in Italia solo il 30 per cento dei disoccupati – sono dati del Ministero del lavoro – dispone di un ammortizzatore sociale, mentre il restante 70 per cento non ha il benché minimo sostegno al reddito e chiedo con forza che, oltre alle misure riportate nel presente ordine del giorno, si ponga con urgenza la questione dell'istituzione di un reddito di cittadinanza per limitare il dilagare della povertà nella nostra società, ridando dignità a quanti l'hanno perduta con questa crisi.
Concludo, Presidente, riportando una notizia di stamani di un giornale on line della mia provincia, Viterbo, News24: ancora una tragedia della disoccupazione nella Tuscia, ieri sera, intorno alle 23, a Proceno, un uomo di 43 anni, Maurizio Gobbi, rimasto senza lavoro da tempo, si è gettato dalla finestra di casa, in via della Pace.
PRESIDENTE. Il deputato L'Abbate ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/55.
GIUSEPPE L'ABBATE. Signor Presidente, gentili colleghe, egregi colleghi, il provvedimento in esame ha l'obiettivo di intervenire in maniera urgente per la promozione dell'occupazione e della promozione sociale. L'agricoltura sociale, o più specificamente, l'integrazione fra attività produttiva agricola e l'offerta di servizi culturali, sociali, educativi, assistenziali, formativi e soprattutto occupazionali è uno degli aspetti più rilevanti del ruolo multifunzionale del comparto primario. I soggetti beneficiari di progetti di agricoltura sociale sono, nella maggior parte dei casi persone con disabilità fisiche, psichiche e mentali, giovani con difficoltà di apprendimento o soggetti con svantaggio sociale, disoccupati di lungo periodo, anziani e bambini.
Evidenze scientifiche dimostrano che l'agricoltura sociale è una delle risposte più efficaci al disagio sociale, in quanto promuove percorsi di riabilitazione e di inserimento lavorativo, che difficilmente potrebbero essere sviluppati in altri settori.
Il nostro Paese, secondo quanto sentenziato dalla Corte di giustizia europea, non ha adottato tutte le misure necessarie per un adeguato inserimento professionale dei disabili nel mondo del lavoro. In particolare, l'Italia è venuta meno agli obblighi derivanti dal diritto comunitario a causa di un recepimento incompleto e non adeguato di quanto previsto dalla direttiva varata alla fine del 2000 sulla parità di trattamento in materia di occupazione e condizioni di lavoro.
Si rende evidente l'urgenza di una normativa nazionale in materia di agricoltura sociale, che possa regolamentare in maniera adeguata l'inserimento delle persone con disabilità nel lavoro agricolo e, al contempo, incentivare le imprese agricole che decidono di investire in questo importante progetto sociale.
Per tutti questi motivi, con questo ordine del giorno, vogliamo impegnare il Governo a valutare la possibilità di inserire, tra i beneficiari degli incentivi statali previsti dal provvedimento in esame, quelle imprese agricole che decidono di investire in progetti di agricoltura sociale al fine di dare impulso positivo agli obblighi imposti dall'Unione europea e promuovere l'inserimento nel mondo del lavoro alle persone diversamente abili perché – come dice chi è vicino ai più bisognosi – la disabilità non è un mondo a parte, ma è parte del mondo.
PRESIDENTE. Il deputato Parentela ha facoltà di illustrare il suo ordine del giorno n. 9/1458/56.
PAOLO PARENTELA. Signor Presidente, il nostro settore primario, in questo Paese, sta invecchiando e le difficoltà collegate all'investimento iniziale scoraggiano l'ingresso di nuovi agricoltori.
Non è pensabile che un giovane possa iniziare con la prospettiva di subentrare ai genitori, ove parta da zero. Deve disporre di un piano realistico per puntare ad un'attività agricola che generi vera ricchezza e sviluppo sostenibile.Pag. 100
Un Paese, che vuole scommettere sui propri giovani e che vuole rilanciare il settore primario, non può ignorare questa richiesta e, soprattutto, questa opportunità perché, in fondo, è di opportunità che ha bisogno questo paese. La nostra agricoltura è in grado di offrire lavoro e, in particolare, di aiutare i giovani afflitti da una disoccupazione record, ma, per farlo, ci vogliono terreni a disposizione e più facile accesso al credito.
Per agevolare l'ingresso delle nuove leve in agricoltura, bisogna – prima di tutto – agevolare l'accesso al bene terra. Con questa iniziativa, si vuol dare, al Nord come al Sud, una importante possibilità alternativa alla disoccupazione.
L'obiettivo del provvedimento è quello di promuovere interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, e valutare la necessità di sostenere il ricambio generazionale nel settore primario, posto che l'occupazione giovanile nel comparto agricolo fa registrare un aumento dell'otto per cento nelle assunzioni di giovani sotto i 35 anni di età al primo trimestre del 2013.
Allo stesso tempo, nel nostro Paese, sale il numero degli iscritti agli istituti professionali agricoli e agli istituti tecnici di agraria (più del 42 per cento per l'anno scolastico 2012-2013) e, dall'ultimo rapporto Excelsior Unioncamere, emerge che, grazie al turn over generazionale, in agricoltura potrebbero esserci 200 mila posti di lavoro a disposizione dei giovani nei prossimi anni, ripeto: 200 mila posti di lavoro nei prossimi anni.
Alcuni recenti interventi normativi hanno disposto la vendita dei terreni agricoli e a vocazione agricola di proprietà dello Stato e degli enti territoriali ai giovani imprenditori agricoli. Alienare la terra pubblica significa non considerare il fatto che essa è un bene comune e garantire il suo accesso deve essere una prerogativa dello Stato. Al contrario, mettere in vendita la terra pubblica al migliore offerente, potrebbe comportare gravi conseguenze in termini di speculazione, vedi il fenomeno esacerbato della crisi energetica, del land grabbing: oltre 700.000 piccole aziende sono sparite nell'arco di un decennio e il 30 per cento dei terreni fertili è in mano all'un per cento delle aziende.
Occorre considerare che la stessa finalità di sostegno e potenziamento del settore agricolo nazionale può essere adeguatamente perseguita attraverso l'affidamento in locazione di detti terreni ai giovani imprenditori e ai giovani agricoltori, come definiti dal Regolamento CE n. 1698/2005 del Consiglio del 20 settembre 2005.
Per ribadire e rafforzare questo concetto noi del MoVimento abbiamo depositato, pochi giorni fa, una proposta di legge che prevede ogni singolo aspetto in questo senso. Quindi, l'obiettivo è quello di modificare l'articolo 66 del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27, ridefinendo la possibilità, da parte dello Stato, di disporre dei propri terreni agricoli e prevedendo, quindi, canoni di locazione nei terreni ad hoc per i giovani agricoltori.
Ora, nella speranza che questa proposta di legge venga discussa in quest'Aula, impegniamo il Governo nel frattempo, con questo ordine del giorno, a promuovere e potenziare l'occupazione giovanile valorizzando il settore agricolo nazionale e, in particolare, valutando la possibilità e soprattutto l'opportunità di rivedere la disciplina della vendita delle terre agricole e a vocazione agricola al fine di disporne l'affidamento in locazione, favorendo il ricambio generazionale e l'accesso alla terra da parte di giovani imprenditori e giovani agricoltori.
PRESIDENTE. Abbiamo così esaurito gli interventi per l'illustrazione degli ordini del giorno.
Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, signor Ministro, il Governo Pag. 101esprime il parere sugli ordini del giorno nell'ordine in cui sono stati numerati nel fascicolo. Dirò il numero dell'ordine del giorno e il nome del primo proponente.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Nastri n. 9/1458/1.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Murer n. 9/1458/2, a condizione che sia riformulato nel senso di: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto della disciplina comunitaria, l'opportunità» e segue il testo.
Il Governo accoglie l'ordine del giorno Polverini n. 9/1458/3 come raccomandazione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bobba n. 9/1458/4, a condizione che sia riformulato nel senso di: «impegna il Governo ad adottare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, le opportune iniziative normative (...)».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giammanco n. 9/1458/5.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Giammanco n. 9/1458/5 è inammissibile.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo scusa. Il Governo accoglie gli ordini del giorno Chimienti n. 9/1458/6, Alfreider n. 9/1458/7, Gebhard n. 9/1458-A/8 e Schirò Planeta n. 9/1458/9 come raccomandazione.
PRESIDENTE. Deputati, cortesemente ! Prego.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo invita i presentatori al ritiro dell'ordine del giorno Schullian n. 9/1458/10, altrimenti il parere è contrario.
Il Governo accoglie gli ordini del giorno Bossa n. 9/1458/11 e Moscatt n. 9/1458/12 come raccomandazione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pizzolante n. 9/1458/13.
Il Governo accoglie gli ordini del giorno Burtone n. 9/1458/14, Cancelleri n. 9/1458/15, Barbanti n. 9/1458/16, Luigi Gallo n. 9/1458/17 e Brescia n. 9/1458/18 come raccomandazione.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Marzana n. 9/1458/19, a condizione che sia riformulato nel senso di: «impegna il Governo a valutare l'opportunità in sede di emanazione del decreto citato» e poi segue il testo.
il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Vacca n. 9/1458/20; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zanin n. 9/1458/21 con questa riformulazione: «impegna il Governo, compatibilmente con la disciplina comunitaria, a mantenere in vigore la sola aliquota (...)»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Abrignani n. 9/1458/22; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Pagano n. 9/1458/23; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rampi n. 9/1458/24 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a promuovere, nel rispetto dei vincoli di bilancio, nei prossimi provvedimenti (...)»; esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Bellanova n. 9/1458/25, Boccuzzi n. 9/1458/26 e Berlinghieri n. 9/1458/27; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1458/28 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a procedere, nel rispetto dei vincoli di bilancio e anche in via amministrativa (...)»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Paris n. 9/1458/29 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a individuare, nel rispetto dei vincoli di bilancio le risorse necessarie (...)»; accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Portas n. 9/1458/30 e Mariani n. 9/1458/31; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Capozzolo n. 9/1458/32 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo ad adottare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ulteriori misure di carattere finanziario (...)»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Simoni n. 9/1458/33 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a considerare l'opportunità di riaprire» – saltando le prime tre righe – «i Pag. 102termini per l'esercizio della delega»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Gregori n. 9/1458/34; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Madia n. 9/1458/35 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo, nel rispetto dei vincoli di bilancio, allo scopo di rendere più inclusivo (...)»; accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Gribaudo n. 9/1458/36; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Albanella n. 9/1458/37 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ad individuare ulteriori risorse (...)», quindi cancellando «ad adoperarsi sin dal prossimo intervento di natura finanziaria», ma «nel rispetto dei vincoli di bilancio, ad individuare ulteriori risorse e misure finalizzate (...)»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Patriarca n. 9/1458/38; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Scalfarotto n. 9/1458/39 con la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare, nel rispetto dei vincoli di bilancio, l'opportunità di estendere l'esenzione della base imponibile (...)»; esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Martelli n. 9/1458/40.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Zampa n. 9/1458/41, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo nel rispetto dei vincoli di bilancio:(...)» e così via.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Arlotti n. 9/1458/42 e Minardo n. 9/1458/43, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Coppola n. 9/1458/44, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo ad adoperarsi, compatibilmente con i vincoli di bilancio, affinché i giovani tra i 18 e 29 anni (...)» e così via.
Sull'ordine del giorno Bechis n. 9/1458/45...
PRESIDENTE. È ritirato.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bechis n. 9/1458/45, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo, nel rispetto dei vincoli di bilancio, ad adottare ogni iniziativa...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario. L'ordine del giorno Bechis n. 9/1458/45 è ritirato. Quindi, passiamo all'ordine del giorno Ciprini n. 9/1458/46.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ciprini n. 9/1458/46.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Baldassarre n. 9/1458/47 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1458/48.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Cominardi n. 9/1458/49 e Rostellato n. 9/1458/50.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Mucci n. 9/1458/51 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1458/52.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Benedetti n. 9/1458/53, mentre esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Lupo n. 9/1458/54 e L'Abbate n. 9/1458/55, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo nel rispetto dei vincoli di bilancio (...)» e così via.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Parentela n. 9/1458/56, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Carinelli n. 9/1458/57 e accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Petraroli n. 9/1458/58.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Vallascas n. 9/1458/59, purché nel dispositivo vengano aggiunte le seguenti parole: «compatibilmente con i vincoli di bilancio».Pag. 103
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ferraresi n. 9/1458/60 e Micillo n. 9/1458/61. Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Basilio n. 9/1458/62 e D'Ottavio n. 9/1458/63.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Benamati n. 9/1458/64, Prodani n. 9/1458/65 e Rizzetto n. 9/1458/66.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Costantino n. 9/1458/67 e formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Fratoianni n. 9/1458/68.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/1458/69 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1458/70, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a prevedere l'apertura (...)» e così via, con la parola: «prevedere» al posto della parola: «velocizzare».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Piazzoni n. 9/1458/71 e accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Migliore n. 9/1458/72 e Duranti n. 9/1458/73.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Lavagno n. 9/1458/74, mentre accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Airaudo n. 9/1458/75, Boccadutri n. 9/1458/76 e Paglia n. 9/1458/77.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/1458/78. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Ragosta n. 9/1458/79...
PRESIDENTE. È inammissibile.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Placido n. 9/1458/80 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Binetti n. 9/1458/81 e Catania n. 9/1458/82.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Catania n. 9/1458/82 è inammissibile. Mi scusi, è stato riammesso. Quindi, il parere sull'ordine del giorno Catania n. 9/1458/82 è favorevole ?
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì, signor Presidente. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Causin n. 9/1458/83, esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Antimo Cesaro n. 9/1458/84 ed accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Vargiu n. 9/1458/85, Zanetti n. 9/1458/86 e Sottanelli n. 9/1458/87.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Molteni n. 9/1458/88, mentre esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1458/89, purché il dispositivo sia riformulato inserendo le seguenti parole: «compatibilmente con la disciplina comunitaria».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/1458/90, purché il dispositivo sia riformulato inserendo le seguenti parole: «compatibilmente con i vincoli di bilancio».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Prataviera n. 9/1458/91 ed esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Bossi n. 9/1458/92.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Grimoldi n. 9/1458/93 e Attaguile n. 9/1458/94.
L'ordine del giorno Busin n. 9/1458/95 è accolto come raccomandazione.
Il Governo accoglie favorevolmente l'ordine del giorno Fedriga n. 9/1458/96, purché il dispositivo sia riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità con futuri provvedimenti e nel rispetto dei vincoli di bilancio (...)» cassando le parole: «nelle more di attuazione del provvedimento».
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Invernizzi n. 9/1458/97.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini Pag. 104del giorno Marcolin n. 9/1458/98, Allasia n. 9/1458/99, Buonanno n. 9/1458/100 e Gianluca Pini n. 9/1458/101.
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/1458/102 e Borghesi n. 9/1458/103.
Riguardo all'ordine del giorno Rondini n. 9/1458/104 il Governo suggerisce la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di predisporre un nuovo strumento per le altre regioni del Paese affinché anche per gli strati sociali che rientrano nelle categorie di povertà indicate nelle statistiche vi sia un sostegno diffuso.» Il dispositivo termina qui.
Per l'ordine del giorno Caon n. 9/1458/105, lo stesso, si suggerisce una riformulazione di questo tipo: «impegna il Governo a prevedere, compatibilmente con i vincoli di bilancio, misure agevolative per favorire l'ingresso dei giovani nel mondo dell'agricoltura, che permettano anche di poter ridurre i costi sostenuti dalle aziende, facilitare l'accesso al credito e l'acquisto dei terreni.», cancellando il seguito.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sugli ordini del giorno Caparini n. 9/1458 /106, Agostinelli n. 9/1458/107 e Tripiedi n. 9/1458/108.
Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Boccia n. 9/1458 /109, Causi n. 9/1458/110 e Pelillo n. 9/1458/111.
Il Governo formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/1458/112.
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Rubinato n. 9/1458/113, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: sostituire l'espressione «già in occasione della prossima legge di stabilità» con l'espressione « a valutare, compatibilmente con i vincoli di bilancio, misure volte ad estendere».
Il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno Centemero n. 9/1458/114, purché il dispositivo sia riformulato nel modo seguente: «impegna il Governo» non «a consentire», ma «a valutare la possibilità».
Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Ferrara n. 9/1458/115, Crippa n. 9/1458/116, Baruffi n. 9/1458/117, Marco Di Maio n. 9/1458 /118...
PRESIDENTE. L'ordine del giorno Di Maio n. 9/1458/118 è inammissibile.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Corsaro n. 9/1458/119.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, intervengo solo per dire che, salvo indicazioni specifiche che arriveranno puntualmente prima del voto eventuale quando lei li chiamerà, i nostri ordini del giorno si considerano accolti nella riformulazione proposta dal Governo e le raccomandazioni le consideriamo valide, salvo casi specifici che le verranno segnalati prontamente.
TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, intervengo per dire, a nome del gruppo, che le proposte del sottosegretario sugli ordini del giorno e le riformulazioni noi le consideriamo accolte, e ringraziamo. Non chiederemo il voto su quegli ordini del giorno, lo dico adesso per velocizzare i lavori. Chiederemo invece il voto, ovviamente, sugli ordini del giorno non accettati.
Pag. 105 PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Nastri n. 9/1458/1, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Murer n. 9/1458/2, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Polverini n. 9/1458/3, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bobba n. 9/1458/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Chimienti n. 9/1458/6, accolto dal Governo come raccomandazione.
SILVIA CHIMIENTI. Signor Presidente, non siamo soddisfatti che questo ordine del giorno che riformula un emendamento per noi importantissimo sia stato accolto solo come raccomandazione. In particolare all'articolo 2, comma 11, del decreto rileviamo un termine troppo ambiguo e che va contro la nostra concezione globale di istruzione pubblica. Ci riferiamo a quel «su base premiale» posto come un inciso quasi impercettibile che però di fatto va a legare la ripartizione del fondo a sostegno dell'attività di tirocinio curricolare per gli studenti a presunte non misurabili criteri di efficienza. Tutto questo a nostro avviso è incoerente con gli obiettivi propri dell'istruzione pubblica. Infatti è impensabile elargire in qualunque forma finanziamenti alle università sulla base dei risultati ottenuti. In questo modo non si fa altro che aumentare il divario già esistente tra le varie istituzioni universitarie, correndo il rischio di allargare...
PRESIDENTE. Un attimo solo, scusi deputata. Ci tengo a precisare. Per un errore nostro prima di iscrizione abbiamo «perso» la deputata Chimienti. Quindi solo in questo caso sta facendo questo intervento dopodiché invito il suo gruppo parlamentare, come tutti gli altri gruppi, ha darmi solo la risposta se si accettano o meno raccomandazioni o riformulazioni. Prego.
SILVIA CHIMIENTI. Grazie Presidente, ci tenevo ad esporlo, non avendo potuto farlo prima. Stamattina proprio in questa Aula si parlava di tale argomento e noi del MoVimento 5 Stelle siamo fortemente contrari ad un criterio premiale, peraltro imprecisato, che vada a destinare fondi alle università già cosiddette di serie A, e a togliere, sottrarre risorse a università già cosiddette di serie B. La disposizione così formulata inoltre non rispetta i criteri di tassatività e determinatezza perché non specifica quale sia la base premiale su cui si fonda l'impianto della norma né cosa si vada effettivamente a premiare. Ecco perché chiedevamo al Governo di impegnarsi affinché i fondi per i tirocini nell'università venissero assegnati in maniera proporzionale al numero complessivo di crediti formativi universitari per le attività di tirocinio previste dai piani di studio. Ripeto, questa base premiale così formulata non soltanto non è chiara ma rischia di avere effetti negativi sul sistema universitario. Per questi motivi chiedo che l'ordine del giorno venga messo ai voti.
PRESIDENTE. La ringrazio. Quindi lei accetta o meno la raccomandazione ?
SILVIA CHIMIENTI. Non accetto.
PRESIDENTE. Quindi, insiste per la votazione ?
SILVIA CHIMIENTI. Sì.
PRESIDENTE. Quindi, il suo intervento si intende come dichiarazione di voto.
Passiamo ai voti. Pag. 106
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Chimienti n. 9/1458/6, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sibilia, Duranti, Gnecchi, Spadoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti e votanti 457
Maggioranza 229
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 329.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Alfreider n. 9/1458/7, Gebhard n. 9/1458/8 e Schirò Planeta n. 9/1458/9, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Schullian n. 9/1458/10 accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo e non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Bossa n. 9/1458/11 e Moscatt n. 9/1458 /12, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pizzolante n. 9/1458/13, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Burtone n. 9/1458/14, Cancelleri n. 9/1458/15, Barbanti n. 9/1458/16, Luigi Gallo n. 9/1458/17 e Brescia n. 9/1458/18, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Marzana n. 9/1458/19, accettato dal Governo, purché riformulato. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vacca n. 9/1458/20, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Zanin n. 9/1458/21, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Abrignani n. 9/1458/22, accolto dal Governo come raccomandazione.
IGNAZIO ABRIGNANI. Signor Presidente, io vorrei far riflettere solo il Governo che oggi il problema della sigaretta elettronica è stato più volte sollevato da vari soggetti. Siccome sappiamo che è un problema che ormai riguarda più di 5 mila imprese in Italia, vorrei far fare una riflessione su questo. Propongo una riformulazione, se il Governo la può accettare, premettendo dopo l'impegno: «a valutare l'opportunità di». Anche perché so che altri ordini del giorno similari si vedranno più tardi, per cui potrebbe essere un modo per ottenere l'accoglimento dell'ordine del giorno.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il parere del Governo diventa favorevole con questa riformulazione che impegna il Governo «a valutare l'opportunità di».
PRESIDENTE. Deputato, lei accoglie la riformulazione ?
GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
Pag. 107PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Adesso, che il Governo accolga la riformulazione di un parlamentare... qui stiamo veramente innovando la prassi parlamentare...
PRESIDENTE. Infatti, se lei deputato mi ascolta, io mi sono rivolto al deputato Abrignani per chiedere se accoglie la riformulazione. Prendo atto che è accolta.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pagano n. 9/1458/23, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rampi n. 9/1458/24, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Bellanova n. 9/1458/25, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Boccuzzi n. 9/1458/26, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Berlinghieri n. 9/1458/27, accettato dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accettino la riformulazione dell'ordine del giorno Gnecchi n. 9/1458/28, accettato dal Governo, purché riformulato.
MARIALUISA GNECCHI. Ci tengo solo a precisare che la riformulazione del Governo chiede il rispetto dei vincoli di bilancio. Questo ordine del giorno e la parte impegnativa per il Governo non prevede spesa, prevede solo il diritto dei lavoratori dell'ISPESL di poter rimanere iscritti al proprio ente di provenienza, come era sempre successo in tutti i trasferimenti di personale e soppressione degli enti.
Quindi ovviamente ci tengo a sottolineare che l'ordine del giorno era per un difetto normativo, che noi abbiamo individuato. Esiste una reale penalizzazione, soprattutto per una fascia di lavoratori e lavoratrici. Mai era successo che non ci fosse il diritto di opzione rispetto all'ente previdenziale di appartenenza e quindi posso anche ritirare l'ordine del giorno nel senso che mi sembra solo strano accettare che ci sia...
PRESIDENTE. Mi dica se intende ritirare l'ordine del giorno o insiste per la votazione o accetta la riformulazione.
MARIALUISA GNECCHI. Chiedo al Governo se, detto questo, si rende conto che non c'era un impegno di spesa, altrimenti invece di inserire: «nel rispetto dei vincoli di bilancio» chiedo che venga accolto come raccomandazione e che si studi, che si approfondisca.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Certamente, se si vuole scendere a livello di raccomandazione, senza proporre una riformulazione, il Governo accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione.
PRESIDENTE. Deputata Gnecchi, insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1458-A/28, accolto dal Governo come raccomandazione ?
MARIALUISA GNECCHI. Accetto la raccomandazione come necessità di approfondimento perché ritengo...
PRESIDENTE. È chiaro. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione Pag. 108dell'ordine del giorno Paris n. 9/1458/29, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Portas n. 9/1458/30, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mariani n. 9/1458/31, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Capozzolo n. 9/1458/32, accettato dal Governo, purché riformulato.
Sull'ordine del giorno Simoni n. 9/1458/33 aveva chiesto di parlare il Governo. Cortesemente bisogna liberare i banchi del Governo.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, la riformulazione che era in un primo momento «considerare l'opportunità di riaprire i termini» può essere riformulata, per raggiungere lo stesso obiettivo, nel senso di sostituire a «riaprire i termini», le parole: «di assicurare l'immediata e più efficace attuazione delle misure previste dagli articoli 1 e 5 del presente provvedimento».
PRESIDENTE. Deputata Simoni, accetta la nuova riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1458/33, accettato dal Governo, purché riformulato ?
ELISA SIMONI. Sì, accetto la nuova formulazione del Governo.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gregori n. 9/1458/34, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Madia n. 9/1458/35, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Gribaudo n. 9/1458/36, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Albanella n. 9/1458/37, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Patriarca n. 9/1458/38, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Scalfarotto n. 9/1458/39, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Martelli n. 9/1458-A/40, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zampa n. 9/1458/41, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Arlotti n. 9/1458/42 e Minardo n. 9/1458/43, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Coppola n. 9/1458/44, accettato dal Governo, purché riformulato.
Ricordo che l'ordine del giorno Bechis n. 9/1458/45 è stato ritirato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ciprini n. 9/1458/46, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/1458/47, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 109
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Ghizzoni n. 9/1458/48, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Cominardi n. 9/1458/49, formulato dal Governo.
CLAUDIO COMINARDI. Signor Presidente, vorrei sollecitare un'ulteriore riflessione al Governo in merito a questo ordine del giorno perché non si chiede nulla di che: si vuole semplificare le forme contrattuali atipiche, visto che ce ne sono una marea, e si vorrebbe tutelare i precari di cui, qua, molti veramente si sono riempiti la bocca, schiavi moderni. Quindi faccio un appello e voglio mettere l'ordine del giorno ai voti. Faccio un appello a tutti, in particolare a questo lato: fate qualcosa di sinistra una volta, sarebbe la prima forse di questa legislatura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cominardi n. 9/1458/49, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Calabria... Balduzzi... Cera... Ferrari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 468
Maggioranza 235
Hanno votato sì 128
Hanno votato no 340).
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Rostellato n. 9/1458/50, formulato dal Governo.
GESSICA ROSTELLATO. Signor Presidente, prima di tutto vorrei sapere, se è possibile, dal Governo il motivo della richiesta del ritiro e poi vorrei nuovamente sollecitare tutta l'Aula, tutti i colleghi a votare a favore di questo ordine del giorno che prevede l'eliminazione del contratto a progetto, perché sappiamo tutti che è stato usato in tutti questi anni per eludere i normali contratti di lavoro subordinato ed è diventato una forma di vero e proprio schiavismo per i dipendenti. Quindi vi chiedo di votare a favore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/1458/50, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi.... Giammanco... Vitelli... Paolucci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 469
Maggioranza 235
Hanno votato sì 106
Hanno votato no 363).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Mucci n. 9/1458/51, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1458/52, formulato dal Governo.
MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, chiedo all'Aula di votare il mio ordine del giorno che riguardava appunto l'allargamento della fascia di età dei soggetti interessati fino a quarant'anni.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1458/52, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lorefice, Dambruoso, Gullo, Fontana, Censore, Silvia Giordano, Colaninno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 473
Votanti 472
Astenuti 1
Maggioranza 237
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 317.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/1458/53, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione degli ordini del giorno Lupo n. 9/1458/54 e L'Abbate n. 9/1458/55, accettati dal Governo, purché riformulati.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Parentela n. 9/1458/56, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Carinelli n. 9/1458/57, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Petraroli n. 9/1458/58, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Vallascas n. 9/1458/59, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Ferraresi n. 9/1458/60 e Micillo n. 9/1458/61, accolti dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Basilio n. 9/1458/62 e D'Ottavio n. 9/1458/63, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Benamati n. 9/1458/64, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Prodani n. 9/1458/65, accolto dal Governo come raccomandazione.
MARA MUCCI. Signor Presidente, volevo invitare il Governo ad una riflessione in più dato che anche all'interno dell'emiciclo sono state sviluppate varie sensibilità, come pure da parte del collega Abrignani nell'ordine del giorno precedente, l'ordine del giorno Abrignani n. 9/1458/22 mi sembra.
Il nostro ordine del giorno in merito chiedeva di valutare l'opportunità di assumere iniziative per la tutela delle imprese che hanno già aperto esercizi di vendita delle sigarette elettroniche. Dato che il comma 4 dell'articolo 62-quater rinvia ad un successivo decreto da adottarsi entro il 31 ottobre 2013, chiediamo che vengano considerati, all'interno di questo ulteriore decreto-legge, anche questa sensibilità e questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Quindi insiste per la votazione ?
MARA MUCCI. Chiediamo al Governo di valutare questo ordine del giorno. Anche se vuole togliere il termine «immediate» perché, comunque, entro il 31 ottobre deve essere adottato un altro decreto che regolarizzi determinati punti.
PRESIDENTE. È chiarissimo. Lei accoglie come raccomandazione o insiste per la votazione ?
MARA MUCCI. Io insisto perché il Governo faccia una piccola riflessione.
PRESIDENTE. Il Governo non interviene, quindi, ci troviamo io e lei in questo momento: o accoglie l'ordine del giorno come raccomandazione oppure insiste per la votazione.
MARA MUCCI. Allora insisto per la votazione.
Pag. 111CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, scusate, ma il Governo è oggetto di una tempesta di indicazioni; d'altra parte, 120 ordini del giorno sono stati esaminati in meno di due ore.
In effetti, con riferimento all'ordine del giorno Prodani n. 9/1458/65, dal momento che c’è nel testo l'espressione «impegna il Governo a valutare l'opportunità», io penso che, con questa indicazione, che era già nel testo, il parere possa essere trasformato in un parere favorevole (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il parere è favorevole e che i presentatori non insistono per la votazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Rizzetto n. 9/1458/66, accolto dal Governo come raccomandazione.
WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, anch'io faccio un appello in questo caso, nel senso che non mi sembra giusto accogliere questo tipo di ordine del giorno come raccomandazione. Ripeto: nei lavori delle Commissioni, con la presenza dei sottosegretari che sono anche qui con noi, abbiamo cercato di capire, abbiamo capito quanto importanti sono i dati che l'INPS vorrà fornirci rispetto a dei numeri. Quindi, chiedo una riflessione qualora il Governo volesse accogliere l'ordine del giorno – anche se siamo io e lei, qui, in questo momento – altrimenti chiedo di metterlo ai voti. Evidentemente, chi voterà contrariamente a questo ordine del giorno non vorrà conoscere i dati che vorrà fornirci l'INPS (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, è un caso simile al precedente. È già indicato nel testo «a valutare l'opportunità di»: quindi, il parere diventa favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il parere è favorevole e che i presentatori non insistono per la votazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Costantino n. 9/1458/67, accettato dal Governo.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Fratoianni n. 9/1458/68, formulato dal Governo.
NICOLA FRATOIANNI. No, non lo ritiro, signor Presidente, e insisto per la votazione. Lo dico in un minuto: questo ordine del giorno pone al Governo un problema...
PRESIDENTE. Ne ha cinque !
NICOLA FRATOIANNI. Lo faccio in meno di cinque ! Questo ordine del giorno pone al Governo un problema che ha che fare con la condizione del Paese, con la sua capacità di essere competitivo e, in prospettiva, su quale strada vogliamo prendere. La situazione della ricerca in Italia, dei giovani ricercatori è una situazione caratterizzata da un quadro di grandissima precarietà. Ogni giorno, le cronache ci parlano di giovani ricercatori costretti ad andarsene, perché gli investimenti sono scarsi, poco programmati.
Questo ordine del giorno chiede al Governo di facilitare la conferma o l'assunzione dei ricercatori che negli enti pubblici di ricerca non hanno un contratto a tempo indeterminato e di farlo anche in deroga alle norme sul turnover. Si tratta di un invito ad una facilitazione che vada in questa direzione. Non ho capito il perché di un parere negativo, così secco, neanche Pag. 112di una proposta di riformulazione e, per questo, chiediamo che venga messo in votazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accetta l'ordine del giorno come raccomandazione con una riformulazione, che è la seguente: «Impegna il Governo a valutare l'opportunità di facilitare l'assunzione», e così via.
PRESIDENTE. Prendo, dunque, atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Fratoianni n. 9/1458/68, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giordano n. 9/1458/69, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Di Salvo n. 9/1458/70, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Piazzoni n. 9/1458/71, accettato dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Migliore n. 9/1458/72, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Duranti n. 9/1458/73, accolto dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Lavagno n. 9/1458/74, formulato dal Governo. Ritira o insiste per la votazione ? Non c’è Lavagno ? Lo votiamo. Si chiede di metterlo ai voti ?
GIOVANNI PAGLIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, ribadisco che questo ordine del giorno riguarda la previsione del Governo presente all'interno del decreto-legge di tassare le sigarette elettroniche. Ne abbiamo già parlato in sede di discussione sulle linee generali e l'abbiamo poi ribadito anche con un emendamento; si tratta di una norma che va a colpire un settore appena nato e che comunque sta dando risultati sia in termini di occupazione che di prospettive economiche. Va a colpire in un modo fuori dalla logica perché in Italia non è mai stata tassata la pipa, è stato tassato il tabacco, come in tutti i Paesi civili, mentre qui facciamo la cosa contraria. Con questo ordine del giorno chiediamo quanto meno di rivedere questa cosa. Quindi, non capisco il motivo per cui, anche in termini di revisione di una norma che è palesemente ingiusta, volta a fare cassa, peraltro senza avere nemmeno la certezza su quelli che saranno i fondi reperiti, noi dobbiamo insistere a considerarla una cosa definitiva.
MARCO CAUSI, Relatore per la VI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, invito il Governo a una riflessione perché il Governo ha approvato sullo stesso argomento due precedenti ordini del giorno che in sostanza hanno lo stesso spirito. Ritengo che qui, con un'adeguata riformulazione, siamo nello spirito di altri ordini del giorno analoghi, già approvati. Quindi, si può accantonare un attimo e riformularlo in modo analogo ai precedenti.
Pag. 113CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, come nel caso precedente, si propone di riformulare il dispositivo nel senso di: «valutare l'opportunità» e il parere si trasforma in raccomandazione.
PRESIDENTE. Sta bene. Prendo, quindi, atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Lavagno n. 9/1458/74, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Airaudo n. 9/1458/75 e Boccadutri n. 9/1458/76, accolti dal Governo come raccomandazione.
Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Paglia n. 9/1458/77, accolto dal Governo come raccomandazione.
GIOVANNI PAGLIA. Signor Presidente, solo trenta secondi; accettiamo di accoglierlo come raccomandazione. Volevo solo segnalare una contrarietà ad una prassi diffusa in questo Paese per cui si continuano ad istituire fondi, salvo poi svuotarli alla prima occasione come se fossero, sempre, in perenne disponibilità per qualsiasi destinazione. Qui c’è un fondo che era destinato a salvaguardare dall'IRAP le imprese individuali, è un principio su cui siamo tutti d'accordo, dopo di che siamo d'accordo a parole, ma prima il decreto del fare e poi questo, oggi, vanno a svuotare il fondo e quindi a renderlo inefficace. In questo Paese dovremmo imparare che se facciamo dei fondi poi dovremmo mantenerli.
PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Zaratti n. 9/1458/78, non accettato dal Governo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Zaratti n. 9/1458/78, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Baruffo, Albanella, Abrignani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 468
Votanti 466
Astenuti 2
Maggioranza 234
Hanno votato sì 132
Hanno votato no 334.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ricordo che l'ordine del giorno Ragosta n. 9/1458/79 è inammissibile.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Placido n. 9/1458/80, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Binetti n. 9/1458/81 e Catania n. 9/1458/82, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Causin n. 9/1458/83, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ordine del giorno Antimo Cesaro n. 9/1458/84: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
Ordine del giorno Vargiu n. 9/1458/85: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ordine del giorno Zanetti n. 9/1458/86: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 114
Ordine del giorno Sottanelli n. 9/1458/87: prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione.
Ordine del giorno Molteni n. 9/1458/88: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
Ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/1458/89: prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, accettato dal Governo, purché riformulato.
Ordine del giorno Guidesi n. 9/1458/90: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole, nel testo riformulato.
Ordine del giorno Prataviera n. 9/1458/91: prendo atto che i presentatori insistono per la votazione dell'ordine del giorno.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/1458/91, con parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lombardi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 467
Votanti 459
Astenuti 8
Maggioranza 230
Hanno votato sì 395
Hanno votato no 64.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(I deputati Bindi e Scalfarotto hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).
Ordine del giorno Bossi n. 9/1458/92: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
Ordine del giorno Grimoldi n. 9/1458/93: chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro formulato dal Governo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, non riesco a capire come il Governo possa esprimere parare contrario su un ordine del giorno che chiede semplicemente di valutare l'opportunità di adottare iniziative volte a prevedere una minore tassazione sui dispositivi meccanici ed elettronici utilizzati per sostituire il consumo dei tabacchi. Cioè, stanno dicendo che non potranno mai valutare la possibilità di abbassare quest'enorme tassazione che hanno messo con questo decreto. Ne prendiamo atto, ma ovviamente chiediamo la votazione all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1458/93, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rizzetto, Spadoni, Giorgis, Guerini, Venittelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 472
Votanti 469
Astenuti 3
Maggioranza 235
Hanno votato sì 166
Hanno votato no 303.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ordine del giorno Attaguile n. 9/1458/94: prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.Pag. 115
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Attaguile n. 9/1458/94, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sibilia, Giammanco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 477
Votanti 371
Astenuti 106
Maggioranza 186
Hanno votato sì 56
Hanno votato no 315.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Passiamo all'ordine del giorno Busin n. 9/1458/95, accolto come raccomandazione. Se non si insiste per la votazione..., deputato Busin, chiede di intervenire ? Ne ha facoltà.
FILIPPO BUSIN. Signor Presidente, chiedo di votarlo, perché mi sembra opportuno, visto che sono stati destinati dei fondi importanti per la zona di un terremoto del 1968, che si provveda altrettanto per calamità più recenti, come l'alluvione di Vicenza nel 2010 e il terremoto del maggio scorso, che ha interessato l'Emilia e parte della Lombardia e del Veneto.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Causi. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, chiedo al Governo una riflessione sull'inserimento dell'espressione «valutare l'opportunità».
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali. Sì: da raccomandazione a parere favorevole, con la riformulazione «impegna il Governo a valutare l'opportunità di prevedere», eccetera.
PRESIDENTE. È quindi favorevole con riformulazione, che prendo atto si intende accettata.
Ordine del giorno Fedriga n. 9/1458/96: prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, accettato dal Governo, purché riformulato.
Ordine del giorno Invernizzi n. 9/1458/97: prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno, accolto dal Governo come raccomandazione.
Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/1458/98, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. I presentatori chiedono la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/458/98, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Misiani, Giammanco, Malpezzi, Dambruoso, Segoni, Petraroli, Santerini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 477
Votanti 475
Astenuti 2
Maggioranza 238
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 453.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ordine del giorno Allasia n. 9/1458/99, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. I presentatori chiedono la votazione.
Passiamo ai voti.Pag. 116
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Allasia n. 9/1458/99, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Deputati Baruffi, Cariello, Dambruoso, Dellai, Sorial, Chiarelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 482
Votanti 481
Astenuti 1
Maggioranza 241
Hanno votato sì 23
Hanno votato no 458.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Ordine del giorno Buonanno n. 9/1458/100, su cui il Governo ha formulato un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Chiede di intervenire, deputato Buonanno ? Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, una giornata così per me è veramente pesante. Oggi mi è arrivata la lettera di censura da parte della Presidenza, sono stato redarguito, ho presentato questo ordine del giorno e il Governo me lo boccia: sono veramente allibito !
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario per il lavoro e le politiche sociali. Sì, in effetti. Inserendo l'espressione «valutare l'opportunità di emanare», si può passare ad un accoglimento come raccomandazione. Una volta riformulato, può diventare una raccomandazione.
PRESIDENTE. Lo accoglie quindi come raccomandazione, se riformulato. Va bene ? O insiste per il voto ?
GIANLUCA BUONANNO. Non sono mai stato raccomandato, però in questo caso ringrazio (Commenti)...
PRESIDENTE. Scusate, prego deputato. Ovviamente, io le ho chiesto se insiste con la votazione o accetta la riformulazione.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, sono commosso per l'azione di volontà del Governo nei miei confronti e di quello che ho presentato. Avevo pensato sinceramente di dare le dimissioni (Commenti) ma...
PRESIDENTE. Non credo sia attinente...
GIANLUCA BUONANNO. No, ci ho pensato sinceramente (Commenti)... se mi facessero finire...
PRESIDENTE. Cortesemente, deputati.
GIANLUCA BUONANNO. ... le dimissioni, ma ovviamente loro erano convinti di un altro tipo di dimissioni. Io volevo dimettermi dalla bocciofila del mio Paese per impegnarmi ancora di più, quindi in realtà ringrazio il Governo e prendo quello che mi dà.
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1458/101 non accedono all'invito al ritiro formulato dal Governo ed insistono per la votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1458/101, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Spadoni, Daniele Farina, Tidei, Baruffi...Pag. 117
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 481
Votanti 479
Astenuti 2
Maggioranza 240
Hanno votato sì 121
Hanno votato no 358.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Matteo Bragantini n. 9/1458/102 e Borghesi n. 9/1458/103, accolti dal Governo come raccomandazione. Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/1458/104, accettato dal Governo, purché riformulato. Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1458/106, formulato dal Governo.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questo parere mi lascia un po’ perplesso, è un comportamento schizofrenico da parte di questo Governo che da una parte sta svendendo il patrimonio industriale, o per lo meno, con la sua politica scellerata, contribuisce affinché gli asset fondamentali della nostra industria siano oggetto di acquisto da parte di investitori stranieri, e dall'altra non accetta questo ordine del giorno che chiede di superare alcuni dei motivi per cui gli investitori stranieri non vengono in Italia a creare opportunità di lavoro e non scelgono il nostro Paese.
Noi con questo semplice ordine del giorno chiediamo di valutare delle misure incentivanti per coloro che, malgrado il fisco, malgrado la burocrazia, malgrado l'assenza di diritto, malgrado la rigidità del nostro mercato del lavoro, comunque desidererebbero investire il loro capitale in nuove attività. Quindi chiedo al Governo di rivedere questo parere, in quanto l'ordine del giorno è molto semplice, lascia ampia azione al Governo nella sua attuazione, quindi credo che possa tranquillamente rivedere questo parere.
PRESIDENTE. Prendo atto che il Governo non interviene. Insiste per la votazione, deputato Caparini ?
DAVIDE CAPARINI. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1458/106, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mazzoli, Dambruoso...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 484
Votanti 480
Astenuti 4
Maggioranza 241
Hanno votato sì 25
Hanno votato no 455.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Caon n. 9/1458/105, accettato dal Governo, purché riformulato.
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Agostinelli n. 9/1458/107, formulato dal Governo.
DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, ci opponiamo assolutamente alla richiesta di ritiro, anzi chiediamo fermamente la motivazione di questa richiesta. Vorrei ricordare l'importanza di ciò di cui si tratta. In particolare, con questo ordine del giorno, impegniamo il Governo a implementare significativamente gli organici di personale ispettivo in seno all'INAIL, all'INPS e alle direzioni territoriali del lavoro, nonché a modernizzare gli strumenti e le risorse disponibili per l'espletamento delle attività di vigilanza. Pag. 118Quindi, nel caso in cui il Governo non dia una spiegazione, comunque, chiediamo la votazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, intervengo per appoggiare l'ordine del giorno e dichiarare il nostro voto a favore. È importantissimo rafforzare gli organici dell'INPS e dell'INAIL: vuol dire aumentare i controlli, vuol dire contrastare il lavoro nero, le irregolarità, far aumentare le risorse e i proventi che, da questo punto di vista arrivano.
Non c’è quindi un problema di costi aggiuntivi aumentando gli organici da questo punto di vista perché queste persone si ripagherebbero con il grande servizio fatto nei confronti della legalità di questo Paese.
Quindi, noi siamo molto a favore di questo ordine del giorno. Ringraziamo l'onorevole Agostinelli per averlo presentato e chiederei a tutti i componenti di questo Parlamento di votare a favore e magari al Governo di rivedere con un occhio favorevole questo ordine del giorno.
Quindi chiedo al sottosegretario e al Ministro di rivedere la loro opinione su questo ordine del giorno.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, anche questo ordine del giorno può essere accolto come raccomandazione, se riformulato nel seguente modo: «impegna il Governo a valutare l'opportunità di implementare (...)».
DONATELLA AGOSTINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DONATELLA AGOSTINELLI. Signor Presidente, nonostante la spiegazione del Governo, chiediamo che l'ordine del giorno a mia firma venga posto in votazione. Chiediamo a tutti i deputati una presa di coscienza sull'importanza di questo ordine del giorno. Ringraziamo SEL per la presa di posizione chiara, netta e decisa. Chiediamo consapevolezza da parte di tutti e voto favorevole.
PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Agostinelli n. 9/1458/107, nella formulazione originaria, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Spadoni, Mazzoli, Stumpo, Boccuzzi, Roberta Agostini..
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 480
Votanti 464
Astenuti 16
Maggioranza 233
Hanno votato sì 397
Hanno votato no 67.
(La Camera approva – Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Ecologia Libertà – Vedi votazioni).
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'ordine del giorno Tripiedi n. 9/1458/108, formulato dal Governo. Deputati, vi chiedo di abbassare il tono della voce.
DAVIDE TRIPIEDI. Signor Presidente, qui faccio un appello non al Governo, perché questo ordine del giorno lo possono bocciare quelli del PdL, ma non voi del PD. Quindi, io faccio un appello al PD, dato che nei vostri congressi ancora sento la parola «compagni», «compagne», una parola che avete svuotato...
Pag. 119 PRESIDENTE. Deputati, dovete abbassare il tono della voce (Commenti dei deputati dei gruppi).
Deputato Tripiedi, ha finito ? Si rivolga alla Presidenza, prima di tutto.
DAVIDE TRIPIEDI. Quindi, io vi chiedo una grande cortesia: fatemi questo piacere, oggi è il mio compleanno. Fate questo regalo a tutti i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Però, deputati, bisogna abbassare il tono della voce, cortesemente.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, volevo solo dire che anche io voto a favore, perché ho sentito le parole del collega, ho sentito «compagni» e mi sono ringalluzzito anche io.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Tripiedi n. 9/1458/108, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colletti, Spadoni, Boccuzzi, Gadda, Tancredi, Caso, Lotti... Hanno votato tutti ? Fioroni non ha votato, prego. A posto. Credo che abbiano votato tutti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 484
Votanti 477
Astenuti 7
Maggioranza 239
Hanno votato sì 141
Hanno votato no 336.
La Camera respinge (Vedi votazioni).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Boccia n. 9/1458/109, Causi n. 9/1458/110 e Pelillo n. 9/1458/111, accettati dal Governo.
Chiedo ai presentatori se accedano all'invito al ritiro dell'ordine del giorno De Rosa n. 9/1458/112, formulato dal Governo.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, chiedo al Governo se per caso ha avuto una svista su questo ordine del giorno. Nel caso non ci fosse un ripensamento del Governo, chiedo giusto un secondo di attenzione ai colleghi deputati per dire semplicemente che con questo ordine del giorno chiedevo che si facesse un programma di interventi cronologicamente definito sulle bonifiche ambientali sull'amianto. Non so se è il «cronologicamente definito» che ha spaventato il Governo, perché di solito facciamo dichiarazioni senza poi arrivare a compiere quello che promettiamo di voler fare.
Quindi, appunto, chiedo ai colleghi di valutare bene la cosa, perché il problema amianto l'abbiamo ormai snocciolato fino nei minimi dettagli e, quindi, sappiamo tutti che gravità ha. Quindi, semplicemente se il Governo non ha una posizione diversa, chiedo ai colleghi di votare favorevolmente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, sì in effetti è il «cronologicamente definito». In ogni caso, se «impegna il Governo a valutare l'opportunità di elaborare» si può avere parere favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, il Governo esprime parere favorevole sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/1458/112, a condizione che sia riformulato. Deputato De Rosa, accetta la riformulazione ?
Pag. 120MASSIMO FELICE DE ROSA. No, non accetto la riformulazione.
PRESIDENTE. Quindi, dovremmo porlo in votazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, su questo ordine del giorno ricordo quanti hanno speso e speso parole sull'amianto e sulla necessità di provvedere a un piano di rimozione. Quindi, invito il nostro collega Balduzzi a una calda presa di coscienza, in quanto lui è stato uno dei redattori di un piano sull'amianto nella legislatura passata. Spiego a tutti che c’è la necessità di prevedere di smaltire l'amianto e di prevedere un piano di smaltimento nazionale programmato, altrimenti ci sarà sempre una deregulation totale sul tema e per la quale daremo il fianco alla criminalità organizzata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zan. Ne ha facoltà.
ALESSANDRO ZAN. Signor Presidente, noi sosteniamo questo ordine del giorno. È un ordine del giorno di buon senso, perché stiamo qui decidendo di programmare e di chiedere al Governo di programmare degli interventi. Il nostro Paese, purtroppo, è costellato di amianto dappertutto. La legge del 1992 non ha funzionato per le bonifiche. Dunque, questo mi pare un ordine del giorno plausibile (Commenti). ..
PRESIDENTE. Deputato, cortesemente. Prego.
ALESSANDRO ZAN. ... e, dunque, sarebbe opportuno che almeno il Governo rimettesse all'Aula la decisione, senza essere tranchant su questo ordine del giorno.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo si rimette all'Assemblea (Applausi).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, soltanto per precisare un profilo di questa questione. Noi abbiamo già un Piano nazionale amianto adottato dal Governo, la cui parte relativa alle bonifiche è stata una di quelle più tormentate, proprio perché un piano nazionale di bonifiche che preveda una tempistica, una programmazione, un cronoprogramma preciso, comporta un appostamento di risorse significativo. Ciò nonostante alla fine si era riusciti a definire nel Piano nazionale amianto qualcosa di molto simile al contenuto dell'emendamento. Ora, per evitare che l'Aula si divida in ordine non si sa bene a che cosa – perché questo è un impegno che già esiste a livello di Esecutivo; era l'Esecutivo precedente, ma credo che il Governo attuale non possa fare altro che confermarlo – io chiederei, e mi permetto di chiedere ai presentatori, di accettare la proposta di riformulazione che il Governo aveva fatto, perché sull'amianto non credo che questa Assemblea abbia ragione di dividersi (Applausi di deputati dei gruppi Scelta Civica per l'Italia e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ribaudo. Ne ha facoltà.
FRANCESCO RIBAUDO. Signor Presidente, in realtà ha ragione il collega Balduzzi nel dire che non ci possiamo dividere sull'amianto, non ci possiamo dividere su questo problema. In questi giorni se ne è parlato molto, se ne è parlato anche nel corso dell'esame del precedente provvedimento. Io credo che per il Governo non sarebbe un problema programmare. Non gli stiamo dicendo che entro il 2013 si deve togliere l'amianto e si deve fare il piano di smaltimento. Vi stiamo dicendo di fare un piano. Il piano può Pag. 121prevedere di farlo in un anno o in cinque anni; è volontà e scelta del Governo. Non credo che stiamo dando dei vincoli di scadenza, però è giusto che si incominci a dare anche qualche impegno concreto e qualche data di scadenza (Applausi di deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà. ribadisco che il Governo si è già rimesso all'Assemblea.
ALBERTO ZOLEZZI. Signor Presidente, proprio per l'Aula ricordiamo i dati e li ripetiamo, sono occasioni importanti: dai 3.000 ai 4.000 decessi all'anno per l'amianto in Italia, non dovuti solo alla manifattura, che dovrebbe essere terminata nel 1992, ma anche alla presenza di amianto stimata in circa 30 milioni di tonnellate. Sicuramente è un problema serio, non è una cosa che si può risolvere domani, ma bisognerà assolutamente pensarci e dare una cronologia precisa, anche perché se no si va a pensare ad altre cose che poi non portano da nessuna parte.
Per valutare il bilancio di questa azione, bisogna valutare il bilancio di quanto costa anche curare le persone, anche se sono termini cinici, anche questo ci dovrà entrare. Per cui una cronologia comunque va fatta, bisogna pensare a una mappatura precisa, studiare sistemi di inertizzazione, come già detto, per capire se sono praticabili. All'estero li stanno già adottando, quindi forse è da pensarci. Questo potrà risolvere e dare una tempistica più stringente in questa applicazione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lavagno. Ne ha facoltà.
FABIO LAVAGNO. Signor Presidente, credo che la tematica dell'amianto in qualche modo rientri in molti aspetti nella discussione pubblica e politica di quest'Aula, tant’è che è a corollario di molti interventi che abbiamo affrontato dall'inizio di questa legislatura. Per nostra stessa o per iniziativa di altri gruppi, è entrata nella fase degli emendamenti o degli ordini del giorno, come in questo caso. Da cittadino di Casale Monferrato non posso che essere orgoglioso del fatto che una battaglia, che è iniziata quarant'anni fa in termini sindacali e poi è diventata una battaglia politica e infine civile, assuma tutta la sua dignità all'interno del dibattito di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Però io credo che noi dobbiamo fare dei passaggi importanti. È stato ricordato l'unico passo normativo vero e proprio, che è quello del 1992, con una legge che non è fallita, però era limitata al non utilizzo e alla non produzione di questi manufatti. Noi dobbiamo fare, a mio avviso, un passo avanti e imporre al pubblico e al privato la rimozione. Come si fa a questo ?
Si fa attraverso un piano. Io credo che il piano approvato dal precedente Governo sia un buon punto di inizio. L'ho detto, l'ho sostenuto e l'ho ribadito che, quando l'onorevole Balduzzi, allora Ministro, ha redatto questo piano, ha fatto un buon lavoro e un buon inizio di questa attività.
Noi, però, dobbiamo sapere che ad oggi manca un totale censimento di quelli che sono i manufatti in cemento-amianto presenti sul territorio nazionale. Non siamo in grado di garantire uno smaltimento con queste eventuali bonifiche e, a oggi, lasciamo alla buona politica degli enti locali la bonifica, piuttosto che alle buone intenzioni, attraverso incentivi ai privati, di effettuare questa stessa bonifica.
Io credo che al Piano nazionale ricordato precedentemente occorrano e servano degli step successivi, che sono quelli della determinazione temporale, della quale, però, mi permetto di dire, ci facciamo un po’ poco, se non la riempiremo di contenuti di natura economica e finanziaria.
Quindi, credo che l'ordine del giorno sia da approvare e sia da sostenere in termini generali, perché richiama il Governo ad un impegno morale collettivo in termini di salvaguardia ambientale, ma Pag. 122l'impegno morale che quest'Aula si deve prendere è che sulla tematica della bonifica dell'amianto si facciano ulteriori passi normativi e, soprattutto, si riempiano di risorse i capitoli previsti dal Piano nazionale amianto (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
MARCO CAUSI, Relatore per la VI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI, Relatore per la VI Commissione. Signor Presidente, io chiedo al Governo un'ulteriore riflessione. Il Governo deve anche considerare il fatto che quest'Aula, fra ieri e oggi, ha approvato il decreto proposto dal Governo esattamente nella stessa formulazione pervenuta dal Senato. Quindi, credo che, anche sulla base di quello che ci ha appena detto l'onorevole Balduzzi, si potrebbe riformulare l'ordine del giorno prevedendo che si «impegna il Governo ad elaborare, nell'ambito dell'esistente pianificazione, un programma di interventi (...)».
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Signor Presidente, il Governo accoglie la riformulazione: «nell'ambito dell'attuale programmazione, ad elaborare un programma di interventi, cronologicamente definito (...)».
PRESIDENTE. Ovviamente, non è il Governo che accoglie la riformulazione dell'onorevole Causi, ma, credo che sia il Governo a proporre questa riformulazione. Ho capito bene ?
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Sì, signor Presidente.
PRESIDENTE. Sta bene.
ROBERTO GIACHETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ? Da Vicepresidente ? Prego.
ROBERTO GIACHETTI. No, signor Presidente. Volevo approfittare della sua cortesia e, tramite lei, rivolgermi al collega Villarosa e a tutto il gruppo del MoVimento 5 Stelle per chiedergli se tutto quello che è accaduto in questi 20 minuti, che non è banale e penso abbia un valore importante per quella che è l'attività parlamentare, abbia rappresentato la perdita di qualche euro per la democrazia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà) !
PRESIDENTE. Mi pare che non vi siano altri interventi. Chiedo al deputato De Rosa se accetti la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1458/112, proposta dal Governo.
MASSIMO FELICE DE ROSA. Signor Presidente, accettiamo la riformulazione del nostro ordine del giorno, ma chiediamo, comunque, di porlo in votazione.
PRESIDENTE. Come riformulato dal Governo ?
MASSIMO FELICE DE ROSA. Come riformulato dal Governo, sperando che non vi siano altre deroghe.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno De Rosa n. 9/1458/112, nel testo riformulato, accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gadda, Magorno, Arlotti, Palma...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
Presenti 472
Votanti 462
Astenuti 10
Maggioranza 232
Hanno votato sì 457
Hanno votato no 5.
La Camera approva (Vedi votazioni).
(Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole; il deputato Cani ha segnalato di aver espresso voto contrario me avrebbe voluto esprimere voto favorevole).
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Signor Presidente, non so a che gioco stiamo giocando (Commenti).
PRESIDENTE. Cortesemente, abbiamo lasciato parlare il deputato Giachetti, adesso Villarosa. Prego.
ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Per quanto riguarda gli ordini del giorno sì, posso dare ragione anche al Presidente. Ma quello che ha detto il Presidente non fa altro che avvalorare la mia tesi, cioè sta solo avvalorando la mia tesi, perché noi, continuo a dirlo, oggi pomeriggio abbiamo perso tempo e siamo qui a pregare il Governo di accettare gli ordini del giorno che sono delle semplici raccomandazioni. Grazie (Commenti – Applausi dei deputati del gruppo Movimento 5 stelle).
PRESIDENTE. Ovviamente, non c’è nessuno che prega il Governo e non credo che abbiamo perso tempo.
Passiamo all'ordine del giorno Rubinato n. 9/1458/113.
Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Rubinato n. 9/1458/113, accettato dal Governo, purché riformulato.
SIMONETTA RUBINATO. Signor Presidente, prima di chiedere al Governo la rivalutazione vorrei però sottolineare una cosa, se mi consente. Sull'ordine del giorno in materia di amianto la Camera non ha pregato il Governo di accogliere, la Camera ha votato e, avendo votato, ha impegnato. È qualcosa di più che accogliere un ordine del giorno. Quando si vota, l'ordine del giorno è un impegno per il Governo e quindi, a mio parere, va sottolineata l'importanza di questo passaggio. Detto ciò, sul mio ordine del giorno, che è in tema di estensione degli strumenti di lotta e di contrasto alla povertà assoluta e chiede l'estensione degli stessi a tutti i comuni piccoli e medi su tutto il territorio nazionale, io accetto la parte di riformulazione che chiede di inserire la valutazione dell'opportunità, ma chiedo al Governo di lasciare lo spazio temporale di una riflessione in sede di legge di stabilità, anche perché ho citato nell'ordine del giorno le dichiarazioni del Ministro Giovannini che ha messo in piedi un tavolo di lavoro su questo, proprio in vista della legge di stabilità. Grazie.
PRESIDENTE. La ringrazio. Il Governo chiede di intervenire. Prego.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Rimane l'espressione: «a valutare, compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica e in occasione della prossima legge di stabilità», che rimane.
PRESIDENTE. Va bene. Non si insiste per la votazione.
Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Centemero n. 9/1458/114, accettato dal Governo, purché riformulato.
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ferrara n. 9/1458/115, accolto dal Governo come raccomandazione.Pag. 124
Chiedo al presentatore se insista per la votazione dell'ordine del giorno Crippa n. 9/1458/116, accolto dal Governo come raccomandazione.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, vorrei un attimo l'attenzione dell'Aula. Stiamo parlando di un ordine del giorno che riguarda il tanto sospirato reddito minimo garantito, il reddito di cittadinanza. Ovviamente all'interno di questo ordine del giorno non c’è un impegno in tempistiche strette o un impegno di natura economica che possa in qualche modo impedire al Governo di accoglierlo, così come è scritto, in quanto impegna il Governo a porre in essere ogni attività per l'inserimento del reddito minimo garantito, predisponendo un piano che individui la platea degli aventi diritto, considerando come indicatore il numero di cittadini che vivono al di sotto della soglia di povertà, come peraltro già previsto dal Modello sociale europeo e indicato dalla risoluzione del Parlamento europeo del 20 ottobre 2010. L'ordine del giorno impegna inoltre il Governo a valutare e comparare le numerose proposte legislative presentate o in via di presentazione. Quindi mi sembra, ovviamente, un allargamento, uno spiraglio che vada oltre quella che è la social card, che vada oltre questa necessità imminente, ma vada a fare uno strumento di programmazione, un reddito, finalmente, di cittadinanza, un reddito minimo garantito. Visto che pochi giorni fa comunque anche un economista, Tito Boeri, ha chiesto di provare a valutare la sperimentazione di un reddito minimo garantito, direi che a questo punto non vedo come si possa esprimere voto contrario ad un impegno al Governo a valutare la possibilità di dare questo strumento di umana necessità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Il rappresentante del Governo chiede di intervenire.
CARLO DELL'ARINGA, Sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali. Usando la stessa espressione, si può inserire: «a valutare la possibilità (...)», mantenendo il resto, ed allora si può dare parere favorevole.
PRESIDENTE. Quindi, favorevole con la riformulazione. Si accetta la riformulazione ?
DAVIDE CRIPPA. Si, grazie.
PRESIDENTE. Benissimo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Baruffi n. 9/1458/117, accolto dal Governo come raccomandazione. Ricordo che l'ordine del giorno Marco Di Maio n. 9/1458/118 è stato dichiarato inammissibile. Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Corsaro n. 9/1458/119, accolto dal Governo come raccomandazione.
PRESIDENTE. È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1458)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signor Presidente, il gruppo socialista è perfettamente convinto, è profondamente convinto che questo provvedimento non risolva i problemi dell'occupazione nel nostro Paese, e tanto meno credo possa risolvere il dramma della disoccupazione giovanile che ormai ha raggiunto limiti insostenibili (siamo vicini al 40 per cento). E vorrei sottolineare con grande determinazione e forza che, in quelle realtà del Mezzogiorno d'Italia, la disoccupazione giovanile ha raggiunto limiti...
PRESIDENTE. Deputati, vi invito ad abbassare il tono della voce, per favore. Prego.
Pag. 125 LELLO DI GIOIA. Non si preoccupi, grazie Presidente. Come dicevo, siamo convinti di questo, e siamo convinti che, per poter rilanciare l'occupazione nel nostro Paese, vi è la necessità di fare in modo che le imprese possano riprendere la loro attività produttiva. E per questo vi è bisogno di riforme strutturali all'interno del sistema che consentano all'impresa di poter riprendersi, che consentano appunto di ridurre la tassazione sull'impresa e sul lavoro e di eliminare la burocrazia, per cui una grande riforma della pubblica amministrazione che agevola la condizione per l'impresa.
Siamo per questo profondamente disponibili a fare in modo che il Governo intervenga con rapidità perché si possa, nel momento in cui vi è un minimo di ripresa a livello internazionale, europea e anche italiana, affrontare questi nodi strutturali della nostra economia e della nostra impresa. Ma è anche vero (qui lo sottolineo con forza e determinazione a nome del gruppo socialista) che, nel momento in cui si intravede una ripresa, non è pensabile né possibile che si vanno a determinare quelle condizioni di instabilità politica pur sapendo che questo Governo è un Governo improprio. Noi abbiamo il dovere politico e morale nei riguardi dei cittadini italiani di fare in modo che non vi siano fibrillazioni ma che vi siano riforme strutturali per dare risposte all'occupazione e soprattutto ai giovani. Dico questo perché in questi giorni stanno avvenendo fatti politici che riguardano singole persone e che riguardano il mondo più generale all'esterno di questo Parlamento.
E credo quindi che sia necessario che il Governo venga ad essere – come dire – immunizzato dal dibattito politico che oggi vi è. Pur tuttavia noi riteniamo che questo intervento che oggi noi ci apprestiamo a votare (e dico anche qui con grande chiarezza che i Socialisti voteranno a favore del provvedimento) abbia degli elementi importanti che mettono in moto un processo che sicuramente poteva essere un processo a valle dell'operazione di cui dicevo precedentemente.
Voglio ricordare le somme stanziate, circa 800 milioni di euro, per quanto riguarda l'occupazione giovanile. Anche in questo caso sarebbe stato opportuno non pensare semplicemente a quella fascia di età – importante, per carità, maggioritaria – dai 18 ai 29 anni, ma allargarla, come è stato proposto con emendamenti, fino a 35 anni e pensare anche oltre, perché vi sono fasce di lavoratori che rischiano ovviamente di non avere né un lavoro né tantomeno una pensione.
Dicevo, è importante questo dato, come è importante quello che è stato determinato e sottolineato per ciò che riguarda l'apprendistato professionale e la formazione – se così possiamo definirla – di tirocini professionali orientati, perché vanno nella direzione di indirizzare i giovani, coloro i quali hanno un loro curriculum di studio, sopratutto in università, soprattutto nelle scuole di secondo grado e anche nelle scuole professionali, che si vanno ad intrecciare tra il lavoro e lo studio. Costruiamo un sistema che è un sistema moderno, che si avvicina alle grandi democrazie europee, che crea quelle condizioni perché, dopo il corso di studio, vi è la possibilità di entrare nel mondo del lavoro con professionalità e con qualità del lavoro in quanto tale.
Però vi sono degli elementi che sono emersi – come abbiamo e hanno sottolineato i colleghi di SEL –, vi sono delle grandi discrasie, per esempio sull'età che bisognava aumentare, per esempio sulla questione dell'apprendistato, per esempio anche su quelle che sono le responsabilità insolite per le pubbliche amministrazioni e tanti altri emendamenti che andavano sicuramente a migliorare questo provvedimento e lo rendevano molto più possibile a quelle che sono le condizioni dell'attuale mercato del lavoro.
Certo, vi sono anche altri elementi interessanti che noi valutiamo positivamente. In un momento in cui la povertà aumenta, nel momento in cui non soltanto quella assoluta ma anche quella relativa, cioè quei ceti medi che vanno sempre più verso il basso hanno necessità di un supporto, è giusto che vi sia da parte del Pag. 126Governo una grande presa di responsabilità per quello che riguarda il sociale e soprattutto per quello che riguarda i ceti più deboli. Finalmente – dico io – incominciamo a discutere dei ceti più deboli di questa nostra società, perché in questi anni i Governi che hanno preceduto questo Governo hanno reso più forti i più forti e più deboli i più deboli.
In questa logica vi è il problema del Mezzogiorno d'Italia. Qui non si vuole assolutamente costruire un dualismo tra il Nord e il Sud, ma si deve capire che il problema del Mezzogiorno è un problema di livello nazionale. Il problema del Mezzogiorno – che è stato tolto dalle agende politiche dei partiti e anche dei Governi precedenti – deve diventare priorità all'interno di questo Parlamento, perché il Mezzogiorno è una risorsa per l'Italia, è una risorsa per l'Europa.
Noi presenteremo nel prossimo futuro e chiederemo ai colleghi, sia di centrodestra sia di centrosinistra, sia del MoVimento 5 Stelle e soprattutto ai colleghi di SEL di preparare una mozione dove si discute esclusivamente del problema del Mezzogiorno e – perché no ? – anche del problema del Nord, perché sappiamo che vi sono anche lì problemi di chiusura delle aziende, perché sappiamo che anche lì vi sono problemi drammatici, perché sappiamo che anche lì sta crescendo il disagio e la povertà.
L'impegno di questo Parlamento e di questo Governo è quello di creare quelle condizioni per rilanciare le possibilità di occupazione e di crescita, le possibilità di benessere e soprattutto creare una nazione, un'Italia, uno Stato più giusto e più equo, ciò che oggi e fino ad oggi non c’è stato.
Noi riteniamo, signor Ministro che non vedo in Aula, ma ringrazio ovviamente il sottosegretario che è stato qui ...
PRESIDENTE. Il Governo è presente.
LELLO DI GIOIA. Per carità, non lo metto in dubbio. Ho detto ringrazio il sottosegretario che vi è una parte importante...
PRESIDENTE. Deputato Di Gioia, concluda.
LELLO DI GIOIA. ... mi avvio alle conclusioni, se mi dà qualche minuto per il semplice motivo che vi è stato un po’ di viavai.
PRESIDENTE. Ha un minuto.
LELLO DI GIOIA. ... come lei ha sottolineato con la suo gentilezza e, quindi, mi conceda qualche secondo in più.
PRESIDENTE. Guardi, le concedo un minuto.
LELLO DI GIOIA. Se parla più di me mi fa perdere questo minuto.
PRESIDENTE. Prego, vada avanti.
LELLO DI GIOIA. Grazie. Signor sottosegretario, le questioni sulle start up sono importanti. Vede, noi dobbiamo incentivare la creatività. Noi dobbiamo incentivare l'autoimprenditorialità. Noi dobbiamo incentivare quelle grandi capacità che purtroppo esistono nel nostro Paese ma esistono soprattutto nel Mezzogiorno d'Italia. Dobbiamo fare in modo che vi siano investitori i quali danno la possibilità a questi giovani di poter costruire o realizzare i propri sogni di impresa. Ma, per fare questo, c’è bisogno di riforme anche profonde come, ad esempio, non è pensabile che in ogni regione d'Italia vi siano centinaia di organismi che creano, ad esempio, quei famosi incubatori di impresa. Vi è bisogno di un coordinamento che sia a livello nazionale e che sviluppi politiche attive di intervento perché questi incubatori di impresa possano creare realmente le condizioni di sviluppo nei territori del nostro Paese e, in modo particolare, nel Mezzogiorno d'Italia. E concludo, signor Presidente, ringraziandola della sua disponibilità, con il dire: abbiamo imboccato un percorso. È l'inizio. Diamo continuità a questo percorso perché i cittadini italiani, perché i giovani ci diranno delle risposte in virtù di quello Pag. 127che saremo in grado di realizzare e noi, come Socialisti, vogliamo realizzare le condizioni per più lavoro, più equità, più giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, per motivare il convinto voto contrario di Fratelli d'Italia a questo decreto-legge, basterebbe riprendere il commento e gli interventi che hanno fatto, presentando questo provvedimento all'Aula, i due relatori di maggioranza. Basterebbe l'imbarazzo con il quale i relatori di maggioranza hanno illustrato all'Aula i contenuti di questo provvedimento. E vede, signor Presidente, l'imbarazzo non era dovuto alla circostanza che, per l'ennesima volta, siamo di fronte alla presentazione di un decreto-legge, che questo decreto è stato lavorato solo in una delle due Camere, che nella seconda Camera, cioè nella fattispecie qui, alla Camera dei deputati, non è stato consentito spostare una virgola per il timore di dire ai nostri colleghi senatori che poi avrebbero dovuto spostare le ferie di qualche ora nel caso disgraziato che questo decreto-legge avesse avuto necessità di tornare in terza lettura nell'altro ramo del Parlamento. No, l'imbarazzo è stato dovuto esattamente al contenuto di questo decreto-legge. Il relatore della Commissione finanze ha detto che si tratta di un provvedimento tampone che per ora può andare ma che, tra poche settimane, avrà bisogno di ben altri interventi più ambiziosi e definitivi. A lui ha fatto seguito il relatore, sempre di maggioranza, nella Commissione lavoro che ha detto che si tratta di un intervento parziale sulla disoccupazione ed ha accompagnato questa sua ripetuta asserzione con la necessità di fare continui richiami e auspici al fatto che seguono prossimi provvedimenti più di sostanza. Insomma stiamo parlando di un altro, un ennesimo brodino alla faccia dell'austera capacità di questo Governo di uscire dalle proprie riunioni consiliari dicendo che hanno fatto goal ! Come ho già detto in un'altra dichiarazione, è meglio che si diano all'ippica perché di calcio evidentemente masticano assai poco.
Non si è mai visto, insomma, un Governo che, sin dall'avvio di una legislatura, propone interventi di esclusiva propaganda comunicativa senza che vi sia un minimo di contenuto. Sono le cose che normalmente un Governo fa alla fine della legislatura quando deve raccattare un po’ di consenso. All'avvio della legislatura si fanno le riforme epocali. Non si è visto nulla di nulla di nulla. In cento giorni solo rinvii e chiacchiere su cose che non hanno nessuna attinenza con l'urgenza avvertita dai cittadini. Avete chiacchierato eccome del tema dell'immigrazione, della indiscriminata volontà di attribuire a questo o a quello la cittadinanza. Avete chiacchierato, anzi avete fatto dei danni, aprendo le porte delle patrie galere ai delinquenti che sono stati rimessi in circolazione. Cercate di far convincere il cittadino medio che una delle priorità sia quella di riconoscere alle coppie omosessuali la possibilità di adottare dei figli. Ma sui temi veri siete molto assenti.
In realtà, sapete di non avere la forza politica di poter sopravvivere e fate, all'interno della vostra maggioranza, vicendevolmente a gara a chi le spara più grosse per cercare di convincere nell'immediato e con qualche spot comunicativo i vostri reciproci sostenitori. Da un lato, quelli che fingono di avere trovato la soluzione ai temi fiscali (IMU, IVA) che non sono risolti per niente, che sono solo rimandati; dall'altro, quelli che si coprono dietro le norme bandiera (l'indulto, lo svuotacarceri, l'omofobia, la cittadinanza). E poi qui cercate di dire che ci sono dei contenuti. Allora, veniamo rapidamente ai contenuti di questo decreto-legge: il lavoro e l'occupazione giovanile.
Con un colpo di bacchetta magica questo Governo, che non è stato capace di fare nulla, sostiene e comunica di avere risolto il problema dell'occupazione giovanile. In realtà, misure complicate che si Pag. 128adattano solo ad aziende fortemente strutturate, alle aziende che hanno i canali di accesso in questo o in quell'ufficio ministeriale. Misure altamente sperequative per cui se hai una certa età, non si sa determinata come, puoi accedervi oppure no; se hai un titolo di studio troppo elevato non ci puoi accedere e se hai una licenza media inferiore sei premiato; sei sperequato in termini di residenza. Se abiti in una regione d'Italia non puoi sperare di essere aiutato, in un'altra sì.
Misure complicate, sperequative, misure, soprattutto, inefficaci perché la verità è che non esiste la possibilità che un Governo possa creare occupazione, giovanile o senile non importa. L'occupazione si crea se c’è economia, se c’è mercato, se c’è una politica industriale, se mettiamo mano al taglio della spesa pubblica, se applichiamo quella riduzione di imposte di cui tanti si sono sciacquati la bocca durante la campagna elettorale, ma a cui nessuno al Governo oggi sta cercando di dare seguito. Il lavoro non si crea per decreto.
E se questo capisco per diversità culturale, per differenza antropologica – mi rendo conto che la sinistra non lo possa capire –, fa specie doverlo spiegare a chi in campagna elettorale è andato a cercare e ad ottenere i voti nell'ambito del centrodestra, a chi ha passato una vita a sostenere di saper incarnare i valori liberali. Ma il nocciolo di questo provvedimento è certamente la necessità di bloccare l'aumento dell'IVA, quello che avrebbe dovuto diventare esecutivo dal 1o luglio. Noi con questo provvedimento non risolviamo il problema, Presidente. Facciamo l'ennesimo rinvio. Diciamo che fino al 31 settembre l'aumento percentuale di un punto dell'imposta sul valore aggiunto è sospeso. Come se non sapessimo che oggi, 7 agosto, siamo al penultimo giorno di lavori parlamentari; come se non sapessimo che ci ritroveremo qui il 6 settembre e il 6 settembre mancheranno 24 giorni al mese di ottobre in cui scadrà quel termine e, quindi, saremo una volta punto e daccapo ad affrontare un'emergenza.
E anche qui lo facciamo, questo rinvio, non facendo quello che dovrebbe essere fatto, cioè dicendo agli italiani che le tasse sono talmente alte e insopportabili che blocchiamo l'aumento dell'IVA. No, non stiamo facendo questo. Stiamo viceversa dicendo agli italiani che, da un lato evitiamo di sottrargli dalla tasca i soldi che gli avremmo preso se avessimo aumentato di un punto percentuale l'IVA, ma, dall'altro, quei soldi glieli prendiamo lo stesso, sotto altre forme, in particolare sotto l'odiosa forma dell'aumento degli acconti di imposta che tutti gli italiani, non solo quelli che faranno acquisti di beni e servizi che avrebbero pagato l'aumento dell'IVA, dovranno pagare da qui al 30 novembre. Aumento dell'imposta che prevede che si paghino acconti d'imposta sul 2013 superiori a tutte le imposte pagate sui redditi del 2012. Come se al Governo, questi marziani che stanno al Governo, non sapessero che siamo in una realtà in cui tutti i produttori di reddito, siano essi famiglie o imprese, purtroppo, drammaticamente, produrranno nel 2013 un reddito inferiore rispetto a quello del 2012.
Noi gli andiamo a chiedere delle tasse in più, facendo una doppia ingiustizia: la prima, che è quella di chiedere ai cittadini italiani di pagare più tasse rispetto ai redditi che producono; la seconda, di mettere lo Stato in condizioni debitorie nei confronti dei contribuenti che, pagando quest'anno un acconto più grosso di quello che devono pagare, si troveranno l'anno prossimo, in sede di dichiarazione dei redditi, in condizione di essere in credito nei confronti dello Stato. Lo Stato, quindi, in quel momento, non potrà avere quegli incassi che saranno preventivati e, a quel punto, come un gatto che si morde la coda, sarete costretti a mettere dei nuovi balzelli, delle nuove imposte, ad aumentare il carico fiscale, perché scoprirete – perché non avete l'intelligenza politica e culturale per capirlo oggi – che la vostra mossa di oggi non fa altro che sottrarre i quattrini che allo Stato sarebbero naturalmente arrivati tra sei mesi.
Poi, avete messo la tassa sulle sigarette elettroniche: l'unico Paese al mondo che, invece che gratificare una popolazione che Pag. 129sta diminuendo sensibilmente l'uso della sigaretta, mette una tassa sulla sigaretta elettronica, facendo pagare, penalizzando i cittadini che cercano di togliersi un vizio pericoloso per la loro salute.
E, da ultimo, avete raccolto gli ultimi spiccioli necessari, andando ad attingere alle residue, sparute risorse contenute nel fondo per l'8 per mille. Ditelo agli italiani che adesso che si presenteranno le dichiarazioni dei redditi è perfettamente inutile che indichino ai loro commercialisti e ai CAF il codice fiscale sul quale attribuire l'8 per mille, perché tanto non c’è nessun utilizzo di quell'8 per mille, perché avete grattato anche il fondo del barile.
E, quindi, da questo punto di vista, una volta di più, è un provvedimento privo di significato e privo anche di coperture. È successo l'ultima cosa, signor Presidente, questa gliela dico perché istituzionalmente è anche suo compito saperlo. La Ragioneria ha indicato una mancanza supposta di copertura e la Commissione bilancio per la prima volta nella storia, invece che metterci mano, per paura di rimandare indietro il provvedimento, ha detto che avrebbe con un ordine del giorno impegnato il Governo a trovare le coperture.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Per concludere, questo è un provvedimento che svela definitivamente le incapacità di questa maggioranza, toglie il velo di inutilità che copriva questa maggioranza e ne svela la reale dannosità. Vi eravate messi assieme, maggioranza eterogenea, per il combinato disposto di convenienze apparentemente opposte: qualcuno per il nobile tentativo di salvare l'esistenza politica del proprio leader, qualcun altro, viceversa, esattamente l'opposto, per paura che gliene arrivasse un altro di leader.
Oggi, state scoprendo di essere reciprocamente inutili gli uni agli altri. E, mentre all'interno della vostra maggioranza, litigate su tutto e sul contrario di tutto, il Presidente del Consiglio dichiara – per distrarre, evidentemente, l'attenzione degli italiani – che, improvvisamente, scopre che stiamo uscendo dalla crisi e che abbiamo visto la ripresa. Dieci ore dopo la dichiarazione del Presidente del Consiglio, l'ISTAT – non Massimo Corsaro, non Fratelli d'Italia – ha attestato l'ennesimo rallentamento del PIL e l'ennesima contrazione dell'occupazione. Toglietevi dai piedi e ridiamo voce direttamente agli italiani. Peggio di quello che state combinando, non potrà succedere (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.
No, scusate, c’è il deputato Massimiliano Fedriga che ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà, per dieci minuti.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, sarei contento di intervenire dopo il collega Airaudo, perché vuol dire che il mio gruppo aumenta di numero e, quindi, mi andrebbe più che bene, oppure che il vostro diminuisce, onorevole Airaudo, ma va bene lo stesso, sarei contento ugualmente !
PRESIDENTE. Direi che possiamo andare avanti.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, su questo provvedimento abbiamo avuto modo di motivare la nostra posizione sia in discussione sulle linee generali e sia nella trattazione degli emendamenti.
Noi ci abbiamo provato, ci abbiamo creduto fino alla fine di poter convincere i colleghi più sensibili sul tema del lavoro della maggioranza ad apportare le modifiche necessarie per cercare di arrivare ad un provvedimento che fosse realmente incisivo e concreto per affrontare la crisi occupazionale che il Paese, in particolar modo i giovani che vivono nel nostro Paese stanno vivendo. Purtroppo, invece, questo è un Paese che mette pochissime risorse a disposizione del lavoro, ma non solo: queste poche risorse decide anche di destinarle solo quasi esclusivamente ad un'area del Paese.Pag. 130
Riteniamo che questo tipo di posizione politica del Governo e della maggioranza, di tutta la maggioranza e, purtroppo, anche di alcuni gruppi di opposizione – tranne la Lega, ovviamente –, sia assolutamente irresponsabile, sia assolutamente ingiusta e iniqua.
Dopo, nelle dichiarazioni di voto successive, probabilmente, sentiremo le più svariate giustificazioni: erano fondi strutturali per il Sud, il Sud ha una maggiore percentuale di disoccupazione, bisogna intervenire per il Sud e così via; ebbene, noi non ci stiamo. Non ci stiamo nel considerare il disoccupato del nord con meno diritti e una minor dignità rispetto al disoccupato del sud. Non ci stiamo a giustificare queste azioni in quanto, voglio ricordare, colleghi, che il numero di disoccupati del Centro-Nord è superiore ai disoccupati del Sud. Noi stiamo dando circa 500 milioni di euro per i disoccupati del Sud che sono di meno, rispetto ai 294 milioni di euro per i disoccupati di Nord e Centro insieme che sono di più. Vi sembra una misura equa e giusta ? Vi sembra equo e giusto dire ai giovani disoccupati del Nord che, per loro, i progetti di autoimprenditorialità e di autoimpiego non sono finanziati, a differenza che per i giovani disoccupati del Mezzogiorno ? Vi sembra giusto ed equo dire che per il Nord non esistono risorse per la diffusione della cultura, del rispetto dell'obbligo scolastico, del sostegno e dell'assistenza alle fasce deboli, della valorizzazione dei beni pubblici, e del patrimonio culturale in particolare; per il Nord non c’è nulla, solo per il Sud. Voglio ricordare che è dal Nord, e grazie al Nord, che questo Paese è in grado di avere le risorse necessarie per rimanere in piedi e purtroppo per continuare a pagare troppi sprechi che continuano a persistere.
Penso che sia sbagliato e iniquo dire che la povertà assoluta vada affrontata solamente nel Mezzogiorno. Governo, maggioranza, vi comunico che anche nel Nord esiste la povertà ed esistono persone che stanno vivendo questo momento di crisi in modo drammatico. Voi non ve ne state dimenticando, ma consapevolmente li volete abbandonare, che è ancora peggio ! È ancora peggio perché con consapevolezza, sapendo quello che state votando, abbandonate le persone che vivono la povertà estrema nel nord del Paese. La Lega Nord non ci sta, la Lega Nord non è disposta ad accettare decisioni di questo tipo che sono assolutamente strumentali; voi volete, con questo provvedimento, mettere una parte del Paese contro l'altra, voi state facendo delle differenziazioni, voi state cercando di garantirvi, evidentemente, un bacino di voti consolidato nel Mezzogiorno, ma sappiate che il Nord non starà zitto. Sono convinto che questo sveglierà molte coscienze dei nostri territori e anche le persone che erroneamente hanno votato dei partiti, che ora stanno facendo e stanno votando questo provvedimento iniquo, alla prossima tornata elettorale capiranno chi li ha difesi e chi, invece, ha remato contro e, anzi, li ha esclusi da qualsiasi salvaguardia in relazione alla crisi economica che il Paese sta vivendo.
Non solo, avete anche voluto reintrodurre il rinvio dell'aumento dell'IVA, cosa positiva, noi ovviamente avremmo voluto che questo aumento fosse eliminato per sempre, ma avete fatto questo come ? Andando a colpire cittadini e imprese, aumentando l'anticipo IRPEF, IRAP e IRES. Ma andiamo avanti, avete stanziato anche 5,5 milioni di euro per dei disoccupati, sì, ma sapete quali disoccupati ? Coloro che hanno commesso reati e sono detenuti o sono ex detenuti. Riteniamo inaccettabile e iniqua anche questa posizione. Avete trovato i soldi per i delinquenti e non trovate i soldi per i giovani disoccupati onesti del Nord che vivono la crisi senza commettere alcun tipo di reato, sperano ancora ma purtroppo ogni speranza è resa vana dalle decisioni prese dal Governo con il complice voto di Partito Democratico, Popolo della Libertà, Scelta Civica, in molti casi anche di SEL e in alcuni casi, purtroppo, anche del MoVimento 5 Stelle. Noi con chiarezza, invece, abbiamo preso da subito una posizione di netta contrarietà, noi con chiarezza abbiamo detto che non è accettabile che questo Governo e questa maggioranza trovino Pag. 131dieci milioni di euro per il terremoto del Belice e non trovino ulteriori risorse per i disoccupati del nord. Un terremoto del 1968 riteniamo sia indegno che trovi ulteriori fondi in un provvedimento preso nel 2013.
Poi, in mezzo a queste tutte scelte sbagliate e gravemente dannose avete deciso anche di superare le perplessità, o meglio la contrarietà della Ragioneria generale dello Stato, per quanto riguarda le coperture, introducendo un precedente gravissimo, ovvero trovando le coperture tramite un ordine del giorno. È un precedente gravissimo ! State destabilizzando i conti pubblici e cercate di farvi passare come il Governo e come la maggioranza che invece riescono a tenere la barra dritta su questo tema. Avete coperto – e lo voglio ripetere per una seconda volta – un buco che è presente in questo decreto con un ordine del giorno. Io mi domando: come è possibile ? Lo domando anche alla Commissione bilancio, ma purtroppo non vedo in Aula il presidente della Commissione: come ha reso possibile un fattore di tale gravità ? Per molto meno sono stati modificati dei provvedimenti, per molto meno, e invece in questo caso fate finta di nulla. Non solo, adesso ci arriva anche la comunicazione – e su questo veramente sembra l'armata Brancaleone della maggioranza – che al Senato, il testo trasmesso alla Camera, era diverso. Quindi, adesso noi dovremmo approvare con il voto finale questo provvedimento ma c’è una riga in meno che il Senato ha sbagliato a trasmettere. Adesso noi approveremo un testo per il quale abbiamo parlato per due giorni – pochissimo tempo, perché il tempo messo a disposizione per discutere era poco –, ma quel poco tempo è stato utilizzato per parlare di un testo che era diverso. Altri precedenti ce ne sono, però vi invito veramente perlomeno a confrontarvi fra gruppi di maggioranza di Senato e Camera, altrimenti così non si può andare avanti. Siete riusciti a fallire sulle coperture trovando, malgrado tutto, un emendamento approvato dal Senato che però non era coperto. Arriva alla Camera e si scopre che non era coperto, e ciò non grazie ai parlamentari o al Governo, ma grazie alla Ragioneria generale dello Stato; e coprite tutto con un ordine del giorno, perché non avete avuto il coraggio di correggere questo provvedimento e di mandarlo, come doverosamente bisognava fare, al Senato. Vi mandano un testo diverso e non vi accorgete nemmeno che il testo è diverso, confrontandovi con i vostri colleghi al Senato; e adesso noi, in questi pochi minuti, dobbiamo approvare un testo che ha una riga in meno. Ovviamente ne prendiamo atto, prendiamo atto dell'impostazione che hanno voluto prendere questa maggioranza e questo Governo, però, Presidente – e mi accingo a concludere perché penso che il mio tempo stia per scadere...
PRESIDENTE. Ha un minuto.
MASSIMILIANO FEDRIGA. La ringrazio per averlo ricordato. Concludo questo intervento ricordando a quelle poche persone che ovviamente ci staranno guardando a questo ora tramite il canale satellitare, e magari la stampa, se è ancora un po’ attenta, che da questo provvedimento si è visto con chiarezza che la Lega è ed è rimasta, come affermiamo da molto tempo, l'unico movimento politico che difende gli interessi dei cittadini del Nord. Gli altri parlano, parlano, ma quando sono in quest'Aula preferiscono mettere avanti gli ordini di un partito, gli ordini di una fazione, gli ordini di un Governo, rispetto agli interessi legittimi che hanno i cittadini del nord (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Airaudo. Ne ha facoltà.
GIORGIO AIRAUDO. Signor Presidente, noi voteremo contro, perché questo provvedimento non è all'altezza del problema disoccupazione, e non è neanche all'altezza delle dichiarazioni del Governo che lo avevano annunciato. Non è all'altezza sui numeri, perché, anche se fossero vere le previsioni del Ministro, i 68 mila Pag. 132posti di lavoro teoricamente realizzabili sarebbero un intervento che incide per meno dell'1 per cento sulla disoccupazione del nostro Paese. Non lo è per le generazioni, perché se non si affronta il tema di che cosa si produce e di come si produce per tutti difficilmente si potranno fare scelte efficaci e mirate sulle generazioni e tra i generi. Si rischiano, invece, interventi marginali, simbolici, e per qualche caso caritatevoli. Non lo è per lo strumento degli incentivi scelto, strumento ampiamente usurato e fallace, soprattutto in una crisi di assenza di domanda. Non lo è perché di tutto avremmo bisogno nei nostri dibattiti meno che di ripetere stancamente – lo dico all'onorevole Fedriga – una propagandistica caricaturale che fa del Nord e del Sud di questo Paese una guerra dei poveri che si divide su piccoli spiccioli e sulla precarietà, e non prende insegnamento da quello che molti lavoratori e lavoratrici meridionali hanno fatto per il Nord di questo Paese, nel Nord di questo Paese, nelle sue fabbriche, lavorando e facendo grande questo Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !
Quegli operai e quelle operaie meridionali chiedevano l'unità di questo Paese, chiedevano ed ottenevano quegli investimenti al Sud e quelle fabbriche che molti Governi e molte politiche sbagliate hanno disperso; e anche qualche scelta imprenditoriale sbagliata e speculativa.
Non lo è perché non ha mobilitato risorse che sono bloccate, come ci ha spiegato il Governo, da altre scelte fatte da questo Governo, che lo immobilizzano fin dalla sua nascita: come quella di bloccare ingenti risorse sull'IMU. Avete quindi riprogrammato il fondo di rotazione per stabilizzare i lavoratori a tempo determinato, ma in modo insufficiente.
Nelle scorse settimane mi è capitato di incontrare i lavoratori di una fabbrica metalmeccanica torinese, una fabbrica di cerchioni che sta chiudendo, per via della crisi dell'automobile. Un lavoratore mi diceva: a me non piace la tassa dell'IMU, ma se ho il lavoro la pago, se non ho il lavoro non posso pagare quella tassa e non posso pagare tutte quelle tasse che pago e che mantengono gran parte della spesa pubblica di questo Paese. L'83 per cento grava sul lavoro dipendente e sui pensionati, a fronte di un 50 per cento.
Non lo è ancora, poi, perché è un provvedimento che non sceglie: c’è un po’ di stabilizzazione, poca; un po’ di deregolamentazione, ancora. Si peggiorano le uniche iniziative parzialmente utili a ricostruire la prevalenza del rapporto di lavoro a tempo indeterminato della riforma Fornero. C’è poi la metamorfosi del contratto di apprendistato, con la deroga alla formazione, che lo trasforma in un rapporto di lavoro di serie «B», a salario ridotto e con la possibilità di sommare due tipologie di apprendistato, che lo fanno diventare un nuovo lungo contratto precario.
Ma perché non si sceglie in questo provvedimento ? Perché questo Governo somma culture che sul lavoro sono, e dovrebbe essere, alternative; ma non scegliendo si lasciano, questo Governo lascia soli i lavoratori di questo Paese. E insieme ai lavoratori di questo Paese si lasciano soli molti piccoli imprenditori, che spesso condividono questa analoga condizione di solitudine.
Sento dire, quasi a giustificare, ho sentito dire nel dibattito di questi giorni in Commissione, negli interventi, quasi a giustificare e a dimostrazione di qualche imbarazzo, che è un inizio, che non si poteva pretendere di fare tutto. Ma se l'inizio è sbagliato, se l'inizio è rivolto ancora in una direzione sbagliata, il seguito non sarà migliore.
Lo dico con franchezza: avremo bisogno di una discussione vera, seria, anche dura su come affrontare l'uscita da questa crisi, su come aggredire la disoccupazione, su come, anche superando da più ambiti ideologie, tabù e preconcetti, si possa dare una risposta ai nostri concittadini. Quei numeri della crisi, quei numeri della disoccupazione, che questo provvedimento non affronta, debbono essere esaminati in un dibattito parlamentare vero, autentico. Ma questo dibattito non ci viene offerto: avete mancato questa occasione, ci avete Pag. 133impedito – e qui c’è una frustrazione – di fare una discussione che avesse delle alternative, che mettesse in campo davvero delle innovazioni rispetto a come aggredire la crisi.
Se questo Governo, che dice di essere nato e di essere un Governo di scopo, non è in grado di affrontare nell'interesse dei cittadini italiani il tema di come si esce dalla crisi, di come si affronta la disoccupazione, mi chiedo a che cosa serva. Se questo Governo non è in grado di farci fare questa discussione, di farci fare delle scelte, ma solo di proseguire lungo decisioni sbagliate, con provvedimenti che non hanno funzionato, a guadagnare tempo, questo è un Governo che non serve al Paese e che non serve alla sua parte più debole. Non dà risposte ! E allora sarebbe meglio cambiare Governo, se questo servisse a fare quella discussione che voi non ci avete dato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Antimo Cesaro. Ne ha facoltà.
ANTIMO CESARO. Signor Presidente, stiamo per votare un provvedimento, varato tempestivamente, in una fase di particolare emergenza occupazionale e di recessione economica per il nostro Paese. L'attuale contesto socioeconomico rende indispensabile rilanciare la crescita, che può avvenire anche attraverso un'equilibrata sintesi di politiche attive e politiche passive del mercato del lavoro. In quest'ottica, il pacchetto di misure adottato dal governo Letta e che Scelta Civica ha accolto favorevolmente, prima al Senato e ora qui alla Camera, risponde in parte a queste esigenze.
Pur considerando importanti le agevolazioni fiscali per giovani e imprese, riteniamo che occorra – in prospettiva – pensare a interventi strutturali, che, siamo certi, potranno essere realizzati in tempi brevi. Siamo di fronte, come affermato dal relatore, onorevole Pizzolante, al primo capitolo di un percorso orientato alla crescita, ad un primo avvio, secondo le parole del sottosegretario Dell'Aringa. D'altra parte il provvedimento è rubricato sotto il titolo di «Primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione».
La vera emergenza, per la quale il provvedimento è stato emanato, è rappresentata dai 3 milioni di disoccupati e da un tasso di disoccupazione giovanile che è di quattro volte superiore a quello degli adulti. Ciò è diretta conseguenza di una continua perdita di PIL e di competitività rispetto al resto d'Europa, rispetto ai quali sono apprezzabili i pur timidi, ma incoraggianti segnali di ripresa.
In quest'ottica, molti dispositivi del decreto non possiamo che salutarli con favore. Le nuove norme sui contratti a termine favoriranno certamente una maggiore fluidità dell'incontro fra domanda e offerta di lavoro. La decontribuzione per le assunzioni di giovani a tempo indeterminato inciderà positivamente sui conti delle aziende che assumono. Condividiamo queste misure, ma dobbiamo evidenziare anche la necessità, al momento non affrontata, di azioni concrete a favore del fenomeno non meno grave rappresentato dalla disoccupazione intellettuale. Anche in virtù di un ordine del giorno approvato in Senato, ci aspettiamo – e ne siamo certi – che il Governo mantenga l'impegno preso, di predisporre, in apposito provvedimento, un piano di misure urgenti in materia di promozione dell'occupazione giovanile nella fascia d'età compresa tra i 30 e i 35 anni e di alta scolarizzazione. Ciò, per non tradire le aspettative di quei giovani che hanno investito e continuano ad investire in formazione, sperando di poter far valere le proprie capacità in un Paese che ancora dischiude le porte delle opportunità alle eccellenze.
Intanto, registriamo con favore l'intervento proposto a sostegno di percorsi formativi rivolti ai giovani tra i 15 e i 29 anni che non lavorano e non studiano, che in Italia hanno purtroppo raggiunto l'iperbolica cifra di 2 milioni 250 mila unità nel 2012. Certo, siamo consapevoli che non è sufficiente approvare una norma di legge per creare posti di lavoro. L'occupazione, è stato più volte ribadito in quest'Aula, Pag. 134non si crea con gli incentivi – o solo con gli incentivi – né per decreto. Essa è diretta conseguenza della ripresa economica. Occorre, perciò, operare per stimolare la creazione di nuove occasioni d'impiego, investire nella ricerca scientifica e industriale per vincere la sfida della competitività globale, agevolare e tutelare chi ha il coraggio di «fare impresa».
Ci spiace sottolineare una certa complessità, in qualche caso farraginosità, nel dettato normativo del testo in esame, e in riferimento a ciò auspichiamo una semplificazione del linguaggio, evitando di eccedere in rimandi normativi che possono creare in più di una circostanza dubbi interpretativi. Semplificazione, semplificazione lessicale e procedurale, è una parola cara a chi, come il gruppo parlamentare di Scelta Civica, ha un DNA profondamente riformista.
In questa prospettiva, è possibile apprezzare la lungimiranza di un eccellente giuslavorista come Marco Biagi che, appunto, sottolineava che l'incentivo normativo può valere quanto e forse più dell'incentivo economico.
Nel provvedimento che ci accingiamo ad approvare, ci saremmo aspettati un'attenzione ancor maggiore al potenziamento delle politiche attive del lavoro. Occorre lavorare, sulla base di politiche di medio-lungo termine per rimuovere gli ostacoli strutturali, che fungono da sabbia per gli ingranaggi del nostro sistema.
Bisogna puntare su un uso più esteso e agevolato dell'apprendistato, su una scuola e una università in grado di fornire un'istruzione adeguata alle nuove e nuovissime opportunità del mondo del lavoro e sul potenziamento dell'offerta di formazione professionale e di istruzione tecnica superiore.
A tale proposito, è importante evidenziare l'esigenza di garantire la massima integrazione tra l'approccio teorico e l'esperienza pratica. Riteniamo, pertanto, importanti, quei provvedimenti del decreto volti ad agevolare il finanziamento di stage e tirocini finalizzati ad agevolare l'ingresso di giovani nel mercato del lavoro.
Egualmente positiva l'istituzione di una struttura di missione (già partita al Ministero del lavoro), il cui obiettivo è quello di attuare, a partire dal 1o gennaio 2014, il programma comunitario volto a promuovere e potenziare i centri per l'impiego.
Avremmo, tuttavia, gradito che, una tale iniziativa si accompagnasse ad un efficientamento e ad una riorganizzazione dei centri per l'impiego, su cui il nostro Paese investe appena circa 447 milioni di euro contro investimenti nell'ordine mediamente del 12 per cento del PIL del resto d'Europa.
In quale altro modo si intende migliorare la «cattiva qualità» – sono parole pronunciate ieri, in quest'Aula, dal sottosegretario Dell'Aringa – delle istituzioni che devono creare opportunità di lavoro ?
Abbiamo, invece, particolarmente apprezzato il finanziamento di interventi nei territori del Mezzogiorno relativi all'autoimprenditorialità e all'autoimpiego, alla valorizzazione di beni pubblici (in particolare quelli sottratti alla criminalità organizzata) e a borse di tirocinio formativo, volte a garantire l'inclusione sociale. Tra l'altro, la maggior parte delle risorse è ricavata da fondi FAS, o fondi strutturali destinati, appunto, alle regioni del Sud.
Quelle contenute nel decreto che ci accingiamo ad approvare, sono misure di grande valore simbolico e che rispondono ai principi di solidarietà, di inclusione sociale e di coesione territoriale alla base della nostra Costituzione. Ed è bene precisare che, il decreto in approvazione garantisce opportunità ai giovani del sud e del nord del Paese. Ripeto: del sud e del nord del Paese.
In quest'ottica, ci ha lasciati a dir poco perplessi la questione pregiudiziale di costituzionalità avanzata in quest'Aula. Ed è anzi proprio in riferimento all'articolo 3, secondo comma, della nostra Costituzione che si rende viepiù evidente la bontà di un intervento teso a rimuovere ostacoli ormai di carattere strutturale che pongono ingiustificate differenze di opportunità per i giovani del Mezzogiorno. Basti pensare al differenziale del 13 per cento della disoccupazione Pag. 135giovanile nelle regioni del Sud, rispetto al sistema Paese, per rendersene conto.
Per questi motivi, apprezziamo tutti gli interventi contenuti nel provvedimento in votazione e tesi a promuovere l'inclusione sociale (anche dei diversamente abili), a combattere la povertà e improntati a un forte principio di solidarietà.
Per ciò che concerne le misure inerenti la proroga dell'eventuale aumento dell'IVA, pur salutando con favore il provvedimento, non nascondiamo che qualche perplessità si manifesta in riferimento alla copertura prevista dal Governo e ottenuta, per esempio, attraverso l'aumento dell'acconto IRPEF e IRES, o dalla tassazione sulle sigarette elettroniche.
Avremmo preferito un taglio alle spese, un'accorta politica di spending review, in grado di liberare risorse.
Abbiamo, inoltre, accolto con favore l'emendamento che, al Senato, ha sbloccato altre risorse per agevolare la liquidazione dei debiti della pubblica amministrazione, in linea di continuità con un precorso virtuoso il cui abbrivio riteniamo possa e debba risalire alle politiche di messa in sicurezza della finanza pubblica del Governo Monti.
In tal modo, le imprese potranno godere di quella liquidità loro spettante e a loro per troppo tempo negata. E ciò in un clima di rinnovata fiducia, per un'azione di Governo orientata alle politiche del fare...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
ANTIMO CESARO. ... potrà contribuire a fare uscire il Paese dalle secche della recessione e costituire il migliore viatico per il rilancio dei consumi e, quindi, dell'occupazione. Anche per questo Scelta Civica voterà convinta il decreto in esame (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Polverini. Ne ha facoltà.
RENATA POLVERINI. Signor Presidente, onorevoli colleghi, signor Ministro, signori sottosegretari, vorrei iniziare questo mio intervento esprimendo un sincero ringraziamento al Governo e, in particolare, al sottosegretario Dell'Aringa, che ha seguito i nostri lavori iniziati nelle Commissioni. Fermo restando il ringraziamento, anche per quanto sta facendo il Governo in un contesto economico e sociale particolarmente difficile se non addirittura drammatico, è evidente che anche questo provvedimento, come gli altri già approvati dal Parlamento e in via di approvazione, non sarà da solo sufficiente a risollevare le sorti della nostra economia e da solo sufficiente a rilanciare i consumi e l'occupazione.
Il decreto-legge n. 76, che ci apprestiamo a votare, impone una riflessione, sia di ordine sostanziale che formale. Il Governo, sappiamo, si muove a piccoli passi, forse gli unici consentiti oggi, centellinando le risorse. Sarà il tempo a dirci se questa strategia è stata efficace. Ma, se il decreto non può essere considerato risolutivo è certamente inaccettabile considerarlo dannoso o divisivo per le platee alle quali si rivolge, come purtroppo invece si è affermato in quest'Aula e, prima ancora, durante i lavori delle Commissioni. Nessuno di noi vuole privilegiare alcuni o danneggiare altri, ma come è giusto che sia si interviene, se necessario, anche scegliendo coloro che oggi mostrano maggiori difficoltà. Intanto, mentre noi discutiamo, nel solo mese di giugno si sono persi altri 21 mila posti di lavoro, mentre cresce la platea degli scoraggiati, degli inattivi e di coloro che hanno rinunciato a cercare un lavoro.
Colleghi, dobbiamo interrompere questo trend ed oggi, con questo provvedimento, proviamo a fare un piccolo, ma io ritengo significativo, passo. Ieri ho ascoltato interventi durante i quali – e mi riferisco, in particolare, ai colleghi del MoVimento 5 Stelle – si è affermato che soltanto alcuni di noi, anzi alcuni di loro, godrebbero del privilegio di conoscere il Paese reale e le sue sofferenze. Ma, credetemi, non è così. Le esperienze professionali, Pag. 136lavorative, politiche, istituzionali, insomma di vita vissuta che tutti noi abbiamo alle spalle ed il privilegio – quello sì – di sedere in quest'Aula ci rendono tutti consapevoli della realtà di cui è composto il nostro Paese, anche della più dura.
Tutti noi, nessuno escluso, ogni giorno assistiamo allo stillicidio di notizie di esercizi commerciali che abbassano le saracinesche definitivamente, di fabbriche che chiudono, per non parlare dello shopping che aziende straniere stanno continuando a fare dei più famosi marchi del nostro made in Italy. Siamo consapevoli che al solo Ministero dello sviluppo economico sono pendenti circa 150 vertenze complicate, che coinvolgono oltre 200 mila lavoratori. Scarseggiano, infine, le risorse indispensabili per la cassa integrazione in deroga che ieri, è stato bene ricordarlo, è stata finanziata anche – e mi riferisco ai colleghi della Lega – con l'intervento di fondi comunitari, fino ad allora destinati ad altro. Il rischio è, se non interveniamo con tempestività, di trovare senza lavoro, ma anche senza un minimo sussidio, decine di migliaia di lavoratrici e di lavoratori. Ringrazio, pertanto, il sottosegretario che già nel suo intervento di ieri ha indicato questo delicato argomento come, appunto, una delle questioni alle quali occorre dare, entro brevissimo tempo, una risposta definitiva.
Il decreto-legge che stiamo per votare, ripeto, prova a tamponare alcune emergenze – e questo è importante e motiva il nostro voto favorevole – ma non è ancora sufficiente ad inoculare nel nostro sistema economico quel tasso di fiducia nel domani che può ridare slancio e spessore ad una ripresa che, con qualche ottimismo, qualcuno si sforza di intravedere all'orizzonte. Venendo al decreto in votazione, gli incentivi per le nuove assunzioni a tempo indeterminato di giovani o di lavoratori che fruiscono dell'Aspi possono essere efficaci, a patto che si realizzi di pari passo la riforma dei servizi per il lavoro, iniziando dai centri per l'impiego e rafforzando alcuni strumenti contrattuali, come l'apprendistato, oggi colpevolmente sottoutilizzato anche a causa di carenze organizzative in ambito regionale. In sede di illustrazione del presente decreto-legge, si è posta particolare enfasi sui tirocini formativi, anche nell'ambito della attuazione della cosiddetta garanzia per i giovani.
Guardiamo a questo strumento, signor Ministro, nel quadro di interventi auspicati ieri dal Governo che ha invocato un rafforzamento delle istituzioni che si occupano di formazione e di lavoro. Mi riferisco alla scuola, alla formazione professionale, all'orientamento, agli istituti tecnici superiori e ai centri per l'impiego. Purtroppo alle modifiche della legge n. 92 del 2012 contenute nell'articolo 7 del presente decreto-legge rischiano di avere un impatto marginale, con la sola eccezione della maggiore elasticità del contratto a tempo determinato. È, però, il caso di ribadire, come è stato detto ieri, che un'impresa assume anche e soprattutto se intravede prospettive di crescita e di recupero di quote di mercato. Ma anche, come è stato sottolineato, quando ha la certezza del diritto con il quale si deve confrontare. Ma di questo credo, signor Ministro, avremo modo di confrontarci in Commissione lavoro a cominciare dal mese di settembre. Sempre rispetto alle modifiche introdotte alla legge n. 92 del 2012, in particolare, rispetto alle norme sull'immigrazione, sarebbe stato utile almeno definire i tempi di verifica da parte dei centri per l'impiego della disponibilità di personale disoccupato prima di ricorrere all'assunzione di lavoratori provenienti da Paesi extracomunitari, come anche l'indicazione puntuale di risorse da destinare all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati.
L'articolo 11 del presente decreto-legge che rinvia l'aumento della aliquota ordinaria dell'IVA, ovviamente ha ricadute positive in termini occupazionali, non soltanto di rilancio dei consumi. Occorre qui intervenire rapidamente per rendere strutturale tale misura. È, però, sulla introduzione di una imposta di consumo sui prodotti succedanei dei prodotti da fumo – la cosiddetta sigaretta elettronica, della quale tanto abbiamo parlato – che occorre Pag. 137richiamare l'attenzione del Parlamento, in quanto si colpisce uno dei pochi mercati che nell'ultimo anno aveva aumentato i suoi punti vendita di oltre il 150 per cento. Il decreto-legge n. 76 del 2013 si presta anche ad alcune considerazioni di ordine formale. In primo luogo, proprio a significare la centralità del lavoro in un'ottica di ripresa del sistema Paese, sarebbe stato meglio adottare un provvedimento distinto sulle misure a carattere fiscale. Siamo convinti, e ribadiamo che sull'occupazione dei giovani, delle donne, dei lavoratori maturi e sul sostegno alle attività produttive del Mezzogiorno e delle tante aree di crisi del centro-nord occorre sicuramente fare di più e meglio. Ma intanto oggi cominciamo. E soprattutto concentriamoci su quegli interventi di carattere macroeconomico, richiamati ieri dal Governo, che intendiamo mettere in campo. Una seconda riflessione riguarda lo strumento della decretazione d'urgenza che inevitabilmente riduce, se non addirittura annulla, i margini per un confronto parlamentare. Pur comprendendo la situazione emergenziale, io credo che il Governo dovrebbe muoversi dando la possibilità alle tante professionalità presenti in questa Camera e al Senato di rendere gli strumenti sicuramente più efficaci.
È, altresì, fondamentale immaginare nuovi strumenti per favorire l'occupazione dei giovani, delle donne e dei lavoratori maturi, per ridurre il gap territoriale, anche attraverso, come è stato già detto ieri dai relatori, una riprogrammazione delle risorse comunitarie 2014-2020.
Signor Presidente, prima di concludere, ed annunciando il voto favorevole del gruppo del Popolo della Libertà, mi preme puntualizzare che le Commissioni Lavoro e Finanze, da me presiedute nella giornata di lunedì, non hanno inteso strozzare, come qualcuno ha affermato, addirittura con arroganza, la discussione, ma si sono assunte, con la maggioranza che sostiene questo Governo, la responsabilità di non far decadere un provvedimento che, come abbiamo ripetuto tutti, non sarà esaustivo, ma è sicuramente molto atteso.
Con questo, annunzio il voto favorevole del Popolo della Libertà (Applausi dei deputati del gruppo Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Rostellato. Ne ha facoltà.
GESSICA ROSTELLATO. Signor Presidente, signor Ministro, signori sottosegretari, colleghi, ci apprestiamo a votare la conversione del decreto-legge n. 76 del 2013, che tratta di interventi per la promozione dell'occupazione e di imposta sul valore aggiunto. Prima di tutto, vorrei condividere con voi, cari colleghi, il rammarico per come sono stati gestiti i lavori su questo decreto. Ricordo che il testo definitivo, approvato dal Senato, è arrivato nel pomeriggio di giovedì 1o agosto, data in cui i relatori ci hanno esposto il loro lavoro.
Già alle ore 12 del giorno successivo dovevano essere consegnati gli emendamenti al testo. Infine, per la discussione del provvedimento in Commissioni congiunte finanze e lavoro ci è stata concessa ben un'ora per esprimere le nostre idee e le nostre perplessità; un'ora al termine della quale non abbiamo neppure avuto la grazia, da parte del Governo, di avere qualche delucidazione in merito ai dubbi che erano stati posti durante la discussione.
Sapete cosa ci è sembrata ? Una farsa, un teatrino in cui bisognava fare ognuno la propria parte, per far vedere che abbiamo rispettato i regolamenti. Per di più, ci è stato detto che, anche se avessimo presentato emendamenti, questi non sarebbero stati accettati, e così è stato.
E non perché il testo sia perfetto così o non necessiti di modifiche, ma perché, altrimenti, avrebbe dovuto tornare al Senato. E qui si potrebbe chiedere: e allora ? Qual è il problema ? Diciamo ai cittadini qual è il problema ? Il problema è che venerdì le Camere devono chiudere per la pausa estiva. E allora noi ci permettiamo di fare uscire decreti inutili, inconsistenti e che non condividiamo perché dobbiamo Pag. 138andare in ferie ? Ma dov’è la responsabilità di questo Parlamento ? Andate a dirlo ai disoccupati, che quest'anno non potranno permettersi di andare in ferie, che le cose si sono fatte in fretta e furia perché voi dovevate andare in ferie. Vediamo cosa vi rispondono ! Poi accusate noi di essere irresponsabili e poco seri.
Continuiamo a sminuire il ruolo del Parlamento, che è diventato ormai solo l'organo consultivo sugli atti di Governo. Ma ora vorrei entrare nel merito del decreto. Come hanno già spiegato i miei colleghi, ieri, in sede di discussione sulle linee generali, avremmo voluto che questo decreto fosse stato veramente la risposta a tutti i disoccupati del nostro Paese. È sicuramente un primo passo, ma non è sufficiente. Ormai la disoccupazione colpisce tutte le fasce di età, ventenni, trentenni, quarantenni, cinquantenni e sessantenni, madri e padri di famiglia disperati.
Come spiegheremo che gli incentivi previsti dall'articolo 1 sono solo per i giovani fino a 29 anni ? Gli altri hanno forse meno urgenza di trovare un'occupazione ? Avremmo voluto che, magari con incentivi inferiori, ma questa misura fosse fatta a favore di tutti i disoccupati, indipendentemente dalla loro età o dal titolo di studio, in modo da garantire loro almeno la speranza.
Questo decreto mette le toppe a un mercato del lavoro italiano che è ormai in una situazione disastrosa, ma questi interventi non avranno rilevanza nel lungo periodo, e invece sono propri gli interventi di lungo periodo ad essere improrogabili e necessari.
Dobbiamo continuare a chiudere gli occhi davanti alle aziende che chiudono, che vendono a multinazionali e che delocalizzano, abbandonando i loro dipendenti nella disperazione ?
Dobbiamo continuare a chiudere gli occhi davanti agli imprenditori che dopo decenni di coraggio e dedizione per la loro attività decidono di togliersi la vita perché questa situazione ha tolto loro la dignità di imprenditori ? Bisogna ridare respiro al mondo del lavoro, altrimenti le aziende non assumeranno, neppure con gli incentivi.
Cosa sta aspettando il Governo per dare risposte alle aziende e ai cittadini ? Questa non è una risposta sufficiente. La direttiva europea ci chiede di riorganizzare i centri per l'impiego, misura sicuramente necessaria nel nostro Paese, anche se riteniamo che due anni siano troppi per raggiungere l'obiettivo. Un anno sarebbe sufficiente. Bisognerà eliminare la frammentazione che si è creata e valutare l'efficienza di quanto finora implementato. Ci chiediamo però se ciò effettivamente verrà fatto, dato che a dover attuare questa riorganizzazione sono gli stessi enti che ci hanno portato in questa situazione.
Ci sconvolge inoltre come nell'articolo 7 vengano ulteriormente liberalizzati i contratti di lavoro, soprattutto atipici, che vanno a ridurre ulteriormente le difese per i lavoratori. Non è smantellando i diritti dei lavoratori che si risolvono i problemi del mercato del lavoro.
Per quanto riguarda la parte finale del provvedimento, gli articoli 11 e 12 sono l'ennesimo omnibus, condito con richieste ad personam che sanno di marchette elettorali.
Grazie alle ultime quattro parole del titolo, «altre misure finanziarie urgenti», sono finiti nel decreto agevolazioni IVA solo per alcuni territori colpiti dal sisma, fondi stanziati per il recupero di alcuni borghi, bonifiche effettuate solo per qualche comune, e così via. Fatta salva la bontà di tali interventi, riteniamo però che questi potevano trovare la loro giusta collocazione in un provvedimento a parte – anche per dar loro la giusta importanza – e, comunque, con una estensione che riguardi tutto il territorio nazionale. Gli eventi sismici ci sono stati anche in Sicilia, Calabria, Toscana, e di bonifiche ne ha bisogno tutta l'Italia. Ricordiamo l'area ex Pertusola a Crotone, dove sono morti e moriranno centinaia di persone.
Questi provvedimenti sono entrati nel decreto-legge con la questione d'urgenza. Ma allora non è altrettanto urgente dare un sostegno minimo a chi perde il lavoro, Pag. 139dare un tetto ad ogni famiglia, risolvere la questione di tutti coloro che hanno subito gli effetti della riforma delle pensioni Fornero ?
Nel decreto ecobonus abbiamo avuto difficoltà nel reperire 35 milioni ed ora stiamo stanziando, senza colpo ferire, diversi milioni di euro per questi interventi. Inoltre, il Presidente Letta nel suo discorso di insediamento disse che non avrebbe mai toccato i fondi per l'istruzione e la ricerca, e qui ci ritroviamo 7,6 milioni tolti ai finanziamenti all'università.
Riteniamo che non sia accettabile che il rinvio dell'incremento dell'aliquota IVA sia stato finanziato con anticipi di cassa di IRES e IRAP, quindi andando a colpire sia le aziende, che già si trovano in difficoltà, che i cittadini. Pensiamo che si sarebbero potute trovare altre coperture, diverse, come i capital gain.
Quindi, ci troviamo, per l'ennesima volta, a dover votare un decreto vuoto, inutile e che non dà risposte concrete all'emergenza occupazionale che ormai da anni colpisce in maniera sempre più forte il nostro Paese. Un decreto a tratti imbarazzante, ma che non ci sorprende più di tanto, visto che la crisi l'avete favorita voi e non avete la più pallida idea di come uscirne. Per tutti questi motivi il voto del MoVimento 5 Stelle su questo provvedimento sarà negativo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gnecchi. Ne ha facoltà.
MARIALUISA GNECCHI. Presidente, Ministro, sottosegretari, dopo quello che abbiamo ascoltato in questi giorni in quest'Aula mi sembra importante ripartire dall'articolo 1 della Costituzione: «L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro», sul lavoro al Nord e del Nord, sul lavoro al Sud e del Sud, sul lavoro dei giovani e delle giovani, sul lavoro delle donne e degli uomini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), delle persone più giovani e meno giovani, e anche degli anziani.
E quindi questo vorrei veramente ricordarlo a tutti i colleghi che hanno continuato a cercare di mettere il Nord contro il Sud, i giovani contro i vecchi, le risorse date di più in un luogo rispetto ad un altro. Noi dobbiamo veramente avere un obiettivo comune che è, o dovrebbe essere, che ognuna e ognuno di noi possa trovare un lavoro che permetta di realizzare il proprio progetto di vita. Un lavoro, o più lavori, in cui valorizzare se stessi, le proprie competenze, le proprie vocazioni per contribuire al benessere generale della società. Perché ogni lavoro è importante ed ha una funzione sociale. Qual è il problema vero in questo periodo ? Il problema vero in questo periodo purtroppo è la crisi economica. Manca il lavoro. Su questo tutte le istituzioni (il Governo, il Parlamento, le regioni, quindi le istituzioni tutte), così come le parti sociali, le aziende, tutti siamo chiamati ad inventare (parola che è stata spesso sentita in quest'Aula in questi giorni) e proporre misure per aumentare i posti di lavoro. Io vorrei però soprattutto ricordarvi il titolo di questo decreto-legge che stiamo convertendo in legge: sono «primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti».
Quindi sottolineo: primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione. Noi non pensavamo, e l'attuale Governo che stiamo sostenendo non pensava ad una bacchetta magica risolutiva di tutti i problemi, ma primi interventi urgenti nei primi cento giorni; e anche riuscire a non aumentare l'IVA, che è quello di cui continuiamo a parlare, è fondamentale, e questa è una parte fondamentale ovviamente del decreto-legge.
Gli interventi dei relatori Causi e Pizzolante sono stati esaustivi nell'illustrazione del decreto, così come tanti altri interventi puntuali ai quali vorrei solo aggiungere che in questa Aula il 20 di giugno è stata anche approvata una mozione per l'occupazione giovanile. Quindi questa Aula ha già contribuito ad andare Pag. 140nella direzione dell'impegno per il lavoro dei giovani. Quindi non si può dire che in questa Aula e il Governo fino ad oggi non si sia occupato di questo. Spesso abbiamo ancora sentito anche che l'incentivo dato ai datori di lavoro è stato messo in alternativa rispetto a quello che noi abbiamo realmente pensato. Noi abbiamo pensato ad un intervento per i giovani tra i 18 e i 29 anni perché questo è anche un vincolo europeo rispetto alla possibilità di utilizzo dei finanziamenti europei. Quindi la bocciatura degli emendamenti che proponevano di arrivare fino ai 35, ed alcuni addirittura fine ai 40 anni, non era per mancanza di sensibilità rispetto al fatto che ormai la fascia di giovani in cerca di occupazione è una fascia purtroppo sempre più ampia, ma perché evidentemente ci sono anche dei vincoli specifici che noi abbiamo deciso di seguire per rimanere nell'ambito dell'Europa (che deve promuovere l'occupazione giovanile) nella quale noi ci troviamo inseriti.
Però sottolineo che questi interventi sono per i giovani privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi, oppure privi di diploma di scuola media superiore o professionale. Quindi anche le varie battute rispetto al fatto di pensare che poi ci saremmo occupati di chi aveva solo la scuola per l'infanzia o la scuola elementare sono state veramente non degne di questa Aula.
Però vorrei anche ricordare positivamente che quest'Aula ha votato all'unanimità gli ecobonus e anche questo è stato un intervento fondamentale di questi primi 100 giorni. Mi auguro ovviamente che altre leggi possano trovare questo consenso e mi auguro ovviamente che possano trovare questo consenso proprio le leggi a sostegno del lavoro.
Noi stiamo sostenendo un Governo di servizio, vorremmo far parte di un Parlamento che intervenga all'unanimità sulle politiche attive del lavoro, sui servizi all'impiego per realizzare un orientamento efficace che tenga conto delle vocazioni dei giovani e della possibilità di incontro tra domanda e offerta di lavoro. E vogliamo soprattutto trovare l'unanimità sulle risorse da trovare per gli ammortizzatori sociali e per tutto quello che serve per riuscire ad uscire dalla crisi.
Ma soprattutto ricreata la fiducia nelle istituzioni: o si ricrea la fiducia o non si può stimolare la volontà di tutto il Paese di vincere la sfida della crisi economica e questa è una responsabilità di tutto il Parlamento, di tutti i gruppi parlamentari, non solo della Camera ma anche del Senato, ma è una responsabilità individuale anche di tutti noi alla quale richiamo anche per gli interventi che spesso si sentono in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Bisogna ovviamente creare consapevolezza, la consapevolezza che evadere le tasse fa mancare risorse per la ripresa. Bisogna migliorare i servizi e questo è indispensabile per creare fiducia nelle risposte. Dico questo nel periodo peggiore di crisi delle istituzioni. Proprio per questo dobbiamo essere ancora più convinti.
Il Presidente Letta lo ha detto esplicitamente in Aula in occasione della richiesta del voto di fiducia al Governo: va ricostruito il patto tra Stato e lavoratori. Noi – e qui lo dico in particolare per il nostro gruppo parlamentare – abbiamo pagato la manovra Fornero, non solo per gli errori sulle pensioni, ma proprio per la rottura del patto con i lavoratori (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
La pensione è il riassunto della vita lavorativa di ogni persona, non è togliendo il diritto alla pensione a chi avrebbe raggiunto il requisito che si garantiscono le pensioni ai giovani, ma è creando posti di lavoro. Facendo lavorare i giovani si riuscirà a garantire loro la pensione.
Risottolineo che questo è un primo intervento urgente. Oltre alla necessità del sostegno per l'occupazione giovanile esiste un problema reale di necessità di sostegno all'occupazione delle donne e dei meno giovani o lavoratori anziani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le donne avrebbero bisogno di pari opportunità dalla culla, mentre purtroppo le pari opportunità per le donne sono partite dall'età per la pensione di vecchiaia, per Pag. 141creare una finta parità tra uomini e donne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei veramente ricordare a tutti che la pensione media di vecchiaia delle donne in questo Paese è di 642 euro al mese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Tra una donna nata il 31 dicembre 1951 e una donna nata il 1o gennaio 1952 ci sono 642 euro, per 13 mensilità, per cinque anni: più di 40 mila euro che paga il debito pubblico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei veramente che prendessimo atto del fatto che le donne sono state fortemente penalizzate e che hanno bisogno di interventi specifici.
Chiudo dicendo: solo con il lavoro si può uscire da questo incubo e impoverimento e imboccare la via di una crescita non fine a se stessa, ma volta a superare le ingiustizie e riportare dignità e benessere. Senza crescita anche gli interventi di urgenza su cui ci siamo impegnati sarebbero insufficienti. Gli incentivi contro la disoccupazione giovanile, il finanziamento della cassa integrazione, gli interventi per facilitare l'accordo tra formazione e impresa, il lavoro quello da creare o da ricreare, quello da tutelare in risposta agli effetti della devastanti della crisi economica sulla vita della persona è la priorità dell'azione del Governo Letta e in questi 100 giorni questo Governo lo ha dimostrato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
ADRIANO ZACCAGNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
ADRIANO ZACCAGNINI. Per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, richiamo l'articolo 39, comma 3. Questo pomeriggio ho meditato se fare o meno questo intervento e, in realtà, non vorrei aprire alcuna polemica, ma dato che alcuni deputati mi hanno fermato per dirmi di quell'equivoco che probabilmente è insorto oggi pomeriggio e non vorrei dare seguito a questo, vorrei puntualizzare semplicemente che lei ha ribadito, come, a suo insindacabile giudizio, può togliere la parola. Mi sono andato a rivedere i video e il comma in questione e ho rilevato come non ci fosse stato alcun secondo richiamo. Non essendoci stato alcun secondo richiamo, ma solamente un primo richiamo, credo che in realtà non sia stata tutelata abbastanza la mia libertà di espressione e volevo semplicemente fare emergere la questione affinché fosse chiara a tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Prendo atto. Si sono così esauriti gli interventi per dichiarazione di voto finale.
Prima di passare alla votazione finale, informo l'Assemblea che il Presidente del Senato ha testé trasmesso una correzione del messaggio con il quale era stato inviato alla Camera il testo di questo provvedimento. Tale correzione è nel senso che all'articolo 9, comma 16-quinquies capoverso, le parole «ovvero di progetti finalizzati al miglioramento di servizi anche didattici per gli studenti» devono intendersi soppresse. In pratica, con questa comunicazione, il Presidente del Senato attesta che il testo approvato da quel ramo del Parlamento non contiene le parole sopracitate.
La Camera ovviamente non può che prendere atto di tale correzione e, pertanto, il testo che sarà posto in votazione, ne terrà conto.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Per dichiarazione di voto a titolo personale.
PRESIDENTE. No, sono finite le dichiarazioni di voto a titolo personale, sono già concluse.
Pag. 142GIRGIS GIORGIO SORIAL. In difformità dal gruppo.
PRESIDENTE. No, non in questo momento, sono esauriti gli interventi per dichiarazione di voto finale quindi...
GIRGIS GIORGIO SORIAL. A titolo personale.
PRESIDENTE. Non c'entra niente a titolo personale. Si doveva iscrivere prima, deputato Sorial. Adesso si sono esauriti gli interventi per dichiarazione di voto finale. L'ho già detto. Ho solo trasmesso un messaggio...
RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
RICCARDO NUTI. Sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO NUTI. Signor Presidente, solamente per chiedere che il Comitato dei nove si esprima sulla modifica da lei appena comunicata all'Aula, dando la possibilità ovviamente alle opposizioni di valutare se la modifica è sostanziale e, quindi, incide sul testo o meno.
RENATA POLVERINI, Vicepresidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATA POLVERINI, Vicepresidente della XI Commissione. Signor Presidente, informo l'Assemblea che tutti i gruppi in seno al Comitato dei nove sono stati informati e hanno convenuto che è una correzione che ci trasmette il Senato di cui non possiamo che prendere atto.
RICCARDO FRACCARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. A che titolo ?
RICCARDO FRACCARO. Sempre sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RICCARDO FRACCARO. La domanda che è stata rivolta al Comitato dei nove, quindi alla presidente, era sul carattere sostanziale o formale della modifica. Altrimenti, se il carattere è sostanziale, a nostro avviso, si deve necessariamente riniziare l’iter procedurale perché il testo che porremo in votazione è diverso da quello che si è discusso in Aula. Se invece è formale, questa è una valutazione che chiediamo a tutela di tutte le minoranze di questo Parlamento. È questa la domanda cui dovrebbe rispondere la presidente del Comitato dei nove. Non se dobbiamo prenderne atto o meno. Se è sostanziale o formale.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, per fare due brevissime considerazioni. La prima è che, com’è visivamente evidente, il mio gruppo non è presente all'interno del Comitato dei diciotto e, quindi, ha appreso di questa modifica del testo esclusivamente dalla sua cortese comunicazione in Aula. Oggettivamente, quindi, in questo momento non siamo in grado di esprimere alcuna valutazione circa la sostanzialità o meno della parte che viene espunta. La seconda è una circostanza invece che dovrebbe riguardare il corretto mantenimento dei rapporti di lavoro che si sono instaurati all'interno della Camera e tra i due rami del Parlamento. Presidente, la volontà di cieca accelerazione e di indisponibilità a fare alcuna modifica all'interno di questo testo in fase di seconda lettura, ha già prodotto un vulnus difficilmente sistemabile allorquando la Commissione bilancio ha, per la prima volta, fatto sostanzialmente spallucce rispetto ad una considerazione della Pag. 143Ragioneria generale dello Stato che su un punto di questo provvedimento eccepiva la mancanza di copertura.
La Commissione bilancio, per la prima volta, nella seduta di ieri, ha stranamente stabilito di non dover dar corso ad una modifica per trovare la copertura o alla espunzione dal testo di quella norma che non risultava coperta a detta della Ragioneria generale dello Stato, ma ha preso l'impegno di chiedere al Governo di assumere esso stesso un impegno postumo. Signor Presidente, ora qui lei ci comunica – e la ringraziamo per la sensibilità, ma, come ripeto, senza che ci sia la possibilità di conoscerne la sostanza, almeno allo stato attuale dei lavori – che alla fine di qualche giornata di lavoro, delle Commissioni prima e dell'Aula ora, il Senato si accorge che, dopo averci trasmesso da qualche giorno il testo del provvedimento, non ci aveva segnalato che nel testo che ci è stato prodotto una frase intera non c’è più.
La prima cosa che ci verrebbe da chiedere è di chiedere gli atti del Senato per sapere in quale parte degli atti parlamentari del Senato è verbalizzata l'espunzione di questa parte che oggi il Senato ci comunica essere stata erroneamente trasmessa per capire se effettivamente c’è qualcuno che sta giocando con le istituzioni o se c’è stato un passaggio regolarmente formalizzato nelle carte del Senato. Signor Presidente, il secondo percorso – lo dico perché lei in questo momento rappresenta l'integrità di questo ramo del Parlamento – è se noi dobbiamo pensare di essere alla mercé di qualche cosa che venga in mente al Senato dopo tre giorni che noi lavoriamo su un testo senza che nessuno ci abbia detto che non fosse il testo corretto. Quindi, su questo io francamente le rassegno dei fortissimi dubbi, da parte del mio gruppo e credo non solo per quanto mi è capitato di sentire nell'intervento che mi ha preceduto, rispetto alla regolarità della votazione che lei sta per indire in questa fase.
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, credo che le osservazioni fatte da tutti i gruppi su questo tema e anche quelle dei colleghi del MoVimento 5 Stelle siano pertinenti, perché è chiaro che è successo un errore. Tuttavia io tornerei sul tipo di errore che è accaduto. Il Senato ha approvato un testo, ci è stato trasmesso un testo con un errore, con un evidente errore formale, ma nel sistema del bicameralismo perfetto che vige, è chiaro che noi dobbiamo approvare il testo che ha approvato l'Aula del Senato. Rispetto a questo errore materiale che è stato commesso, penso che l'Aula debba prendere atto delle comunicazioni che lei ha svolto, che sono state molto precise, e proseguire con la votazione del testo, così come approvato dal Senato, che non è stato emendato da questa Camera.
Prendiamo atto che c’è stato un errore, come avviene, peraltro, in moltissimi altri casi. Ci sono numerosi precedenti che, se fosse necessario, voi avete più facilità di reperire immediatamente, comunicando che trattasi di mero errore materiale nella riproduzione dei materiali che sono stati forniti, non nella difformità del testo che noi approviamo rispetto a quello che ha approvato il Senato. Io la ricondurrei su questa logica e, quindi, procederei con l'approvazione e il voto finale tenendo conto che c’è stato questo errore materiale nella trascrizione di documenti che sono stati forniti all'Aula, ma di cui oggi prendiamo atto e che non hanno inficiato la discussione che abbiamo svolto.
GIANLUCA PINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, contrariamente alle valutazioni del collega del PD, noi riteniamo che, proprio da un punto di vista procedurale, si stia creando un pasticcio che potrebbe, di fatto, inficiare la validità stessa del provvedimento che dovremmo andare a votare. Ripeto: è un pasticcio e, avendo comunque davanti il tempo necessario per valutarlo attentamente senza dover procedere a tappe Pag. 144forzate, posto che nessuno qui vuole impedire l'approvazione di questo provvedimento, pur nella visione diversa che si ha sulla portata effettiva e sulla capacità di essere incisive questo tipo di norme, io rivolgo un invito, proprio per non creare un precedente, per non creare un pasticcio e per non rendere inutili tutte queste ore giornate di lavoro: di interrompere qui, di far convocare il Comitato dei diciotto, di far trovare una soluzione e di riconvocarci, eventualmente, domani mattina per il voto finale, dopo aver valutato attentamente la portata di quella che è una modifica sostanziale, non formale, del testo.
Se questo non avverrà, annunciamo subito che questo gruppo non parteciperà al voto, perché non ci interessa partecipare a dei pasticci che – ripeto – possono creare un precedente pericolosissimo all'interno di questa Camera.
ACHILLE TOTARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, noi conveniamo in parte con quello che diceva il collega Pini. Qui è stato fatto un gran pasticcio, abbiamo lavorato per tanti giorni su un testo; ora ci viene detto, nel momento della votazione finale, che ci sono dei cambiamenti. Noi vogliamo apprendere e vedere in quale parte del testo, in quale posto – in Aula, in Commissione – si è verificato questo passaggio e lo vogliamo vedere formalmente, penso che sia un nostro diritto.
Allora, per non vanificare il lavoro fatto, diceva giustamente l'onorevole Pini: aggiorniamoci a domattina per il voto finale; si può fare benissimo anche il voto finale domani alle 14, quando riprenderà l'Aula su questo tema e, poi, riprendere con il successivo decreto. Quindi, non penso che sia un grande problema per tutti i colleghi, non viene vanificato il lavoro, però, noi vogliamo conoscere quello che è avvenuto.
SIMONE BALDELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Signor Presidente, intervengo solo per due precisazioni. La prima è che la correzione che ci arriva nel messaggio del Senato – è di tutta evidenza – non è un fatto politico, non è un fatto che riguarda la posizione del Governo, della maggioranza, dell'opposizione: è semplicemente una correzione che ci arriva dall'altro ramo del Parlamento. Potremmo immaginare, a parti inverse, se arrivasse al Senato una correzione formale da parte dei nostri uffici per un errore materiale, come potrebbe comportarsi il Senato diversamente.
Quindi, intanto, vorrei sgombrare il campo dalla diversità di atteggiamento su questo tra maggioranza, opposizione, forze che sostengono o meno il Governo: non si tratta, colleghi, di un fatto politico, ma si tratta della presa d'atto di una comunicazione che giunge da parte del Senato, a prescindere – lo dico con grande rispetto nei confronti delle posizioni anche dei colleghi Totaro e Corsaro – dal momento in cui questa parte del provvedimento – e mi riferisco all'articolo 9 – è stata esaminata, affrontata o modificata rispetto al testo originario.
Il dato di fatto è che noi abbiamo esaminato il testo che giunge dal Senato e quello stesso testo, colleghi, poniamo in votazione; ed è un testo che non è stato, nella parte in cui giunge la correzione del Senato, oggetto di cambiamento né oggetto di emendamenti. È chiaro questo. Cioè, sulla parte che viene corretta dal messaggio del Senato, non solo non sono stati fatti cambiamenti nel testo che abbiamo esaminato, ma non c'erano neanche emendamenti da parte di nessuna delle forze politiche su quella parte. Quindi, io credo che, serenamente, noi non abbiamo motivi per non prendere atto di questa correzione formale – ripeto –, semplicemente, per un fatto di reciprocità.
Immaginiamo se noi fossimo, in questo momento, nei panni dell'altra Camera e giungesse, da parte nostra, un messaggio di correzione formale. Perché ? Perché nella trasmissione, probabilmente, c’è stato un Pag. 145errore materiale da parte degli uffici. Quindi, io credo che dal punto di vista puramente tecnico qui non c’è una questione politica che si apre tra maggioranza e opposizione, o tra Governo e forze che lo sostengono, si apre semplicemente una questione di natura formale sulla presa d'atto che quello è il testo che è giunto dal Senato: e se quello è il testo che è giunto dal Senato, così come quello è il testo che noi votiamo, votando quel testo, si vota semplicemente il testo che abbiamo di fronte, con la correzione che il Presidente ha letto e che la presidente Polverini ha fatto presente essere stata distribuita all'interno delle forze che compongono il Comitato dei diciotto.
GENNARO MIGLIORE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GENNARO MIGLIORE. Signor Presidente, colleghe, colleghi, signori del Governo, vorrei che la maggioranza aderisse alle proposte che sono state fatte qui, da vari colleghi, tra le quali la proposta del collega Pini. Lo dico perché definire questa un puro atto di presa d'atto formale contravviene ad uno spirito e anche una forma che è quella della rigidità del processo legislativo che richiede da parte nostra tutte le cautele e tutta l'attenzione. Noi concordiamo e chiediamo che venga interrotto adesso l'esame del provvedimento, con una conseguente convocazione del Comitato dei diciotto per un accertamento, anche, di ciò che è accaduto, sia per rispetto di quest'Aula, sia perché ci deve essere una conseguenza a questo atto che è stato prodotto, che non può essere derubricato in questa maniera sbrigativa. Lo dico, innanzitutto, ai colleghi e alle colleghe della maggioranza, perché in questo caso la condizione politica è data dal fatto che basta leggere il testo che è stato modificato che poteva essere oggetto di un eventuale emendamento perché si riferisce agli enti di ricerca e sopprime la parte relativa ai progetti finalizzati al miglioramento di servizi, anche didattici, per gli studenti. Questo, quindi, non è un elemento che era formale e non poteva essere oggetto di emendamenti. Per cui, per evitare che si apra una contestazione formale, invito ad accogliere la raccomandazione, che è stata qui sottoposta già da precedenti interventi, di convocare immediatamente il Comitato dei diciotto e di procedere domani. Ciò anche perché il Senato non ha esposto con la necessaria chiarezza le sue scuse a questa Camera, scuse che sono dovute rispetto al lavoro che abbiamo svolto fino ad oggi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Quindi, dovrebbe essere un interesse collettivo di tutti noi che si possa in questa maniera cercare di risolvere un problema su un provvedimento importante, ma è altrettanto importante il rispetto della procedura della legislazione.
RENATO BALDUZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, ho ascoltato con attenzione tutti i vari interventi; mi pare però che, per ciò che l'Aula è stata messa in condizioni di sapere, il Presidente del Senato ha rettificato il messaggio a suo tempo trasmesso, dicendo che nel testo trasmesso si intendevano espunte, per evidente errore materiale, così dobbiamo intendere, non è né formale, né sostanziale, è un errore materiale, le parole che sono state ricordate. Da questo punto di vista, Presidente, quest'Aula non ha altra scelta che o continuare, oppure – valutando che quella riga se fosse stata a suo tempo conosciuta avrebbe comportato un diverso svolgimento dei nostri lavori, cioè quella riga è determinante rispetto all'intero provvedimento – ricominciare daccapo.
Il fatto di riunire il Comitato dei nove, di rimandare, eccetera, non cambia niente, perché noi non possiamo, come Aula della Camera, andare a sindacare la formula con cui il Presidente del Senato ci ha trasmesso quel testo. Se il Presidente del Senato ci dice che c’è stato un errore Pag. 146materiale, noi non possiamo – credo, Presidente – che prenderne atto. Dunque, o decidiamo che quella riga è determinante rispetto all'intero provvedimento – e allora prenderemo delle valutazioni – o altrimenti proseguiamo tranquillamente l’iter (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
MARCO CAUSI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO CAUSI. Signor Presidente, io mi sento in un certo imbarazzo, perché da come leggo nel Regolamento, io ho cessato, insieme al collega, le mie funzioni di relatore. Anche il Comitato dei nove ha ormai cessato le sue funzioni, perché – leggo dal Regolamento, articolo 86, comma 3 –: «Il Comitato dei nove (...) si riunisce prima della discussione con l'intervento del presidente della Commissione, per esaminare i nuovi emendamenti e articoli aggiuntivi presentati direttamente in Assemblea. Il presidente della Commissione, se ne ravvisa l'opportunità, può convocare per tale esame la Commissione plenaria». Quindi, da come io capisco, ma naturalmente mi affido poi all'interpretazione della Presidenza, sia le funzioni di relatore sia la funzione del Comitato dei nove è ormai esaurita in questa fase. Naturalmente sarà poi la Presidenza a dirci cosa fare. Mi sembra di capire che siamo di fronte ad un mero errore di trascrizione formale del testo. È un errore di trascrizione. Mi risulta anche che ci siano precedenti non solo nelle trasmissioni fra Camera e Senato, ma anche nella trasmissione fra Parlamento e Gazzetta Ufficiale. Cioè, un testo approvato in via definitiva dalla Camera e dal Senato e trasmesso in Gazzetta Ufficiale può essere corretto, prima di pubblicarlo in Gazzetta Ufficiale, se c’è un errore di trascrizione. Se c’è un errore di trascrizione un testo non viene rimandato alle Camere e non pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Quindi, mi pare che siamo di fronte ad un errore di trascrizione. Forse la Presidenza potrebbe su questo darci qualche precedente, comunque indicarci con che ruolo i relatori di un provvedimento già esaurito – per quanto ci riguarda – e il Comitato dei nove possano adesso intervenire.
PRESIDENTE. Dal momento che ci sono altri interventi, al fine di chiarire anche un po’ la questione dei precedenti, dico che per quanto riguarda il Comitato dei nove, essendo il luogo dove sono presenti tutti i gruppi, è già successo in passato – ci sono dei precedenti – che il Comitato dei nove possa essere il momento di confronto su questa questione. Al di là di questo, c’è anche da dire che proprio per la natura di questo atto, che è un atto interno dell'altro ramo del Parlamento, la Camera non può fare altro che prenderne atto, e su questo cito alcuni precedenti, poi passiamo anche alla questione delle proposte fatte per quanto riguarda il prosieguo dei lavori.
Nella seduta del 22 dicembre 2000 fu comunicata all'Assemblea una correzione del messaggio della legge finanziaria durante le dichiarazioni di voto finale; nella seduta del 21 dicembre 2012, prima del voto di fiducia sull'articolo unico del disegno di legge di stabilità, fu annunciata la trasmissione dal Senato di un’errata corrige che modificava il testo del messaggio precedentemente trasmesso, aggiungendo un comma e modificando alcune tabelle; la seduta fu sospesa per consentire alla Commissione di prendere contezza del contenuto della rettifica e alla ripresa della seduta il Presidente chiarì che della correzione del messaggio trasmesso alla Camera non poteva che prenderne atto. Ora, io continuerei sugli interventi, premesso che abbiamo una proposta del deputato Gianluca Pini che chiede di rinviare a domani mattina e quindi sospendere i lavori per avere contezza della questione. Adesso ha chiesto di intervenire il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, sulla proposta dell'onorevole Pini di sospensione, proverei, anche in base ai precedenti che lei ha correttamente riportato a quest'Aula, di proporre una sospensione Pag. 147adesso, consentendo al Comitato dei nove, integrato da eventuali rappresentanti di gruppi che ho capito non essere presenti (per consentire che tutti i gruppi siano rappresentati), di prendere visione e analizzare quello è che il contenuto della modifica – che poi tutti hanno già visto, perché la documentazione è stata trasmessa – e ritornare in quest'Aula per procedere con quello che lei ha detto, cioè procedere alla votazione, che è l'unica cosa che quest'Aula può fare, e quindi votare il testo così come inviatoci dal Senato e non emendato da quest'Aula.
Se anche quindi il collega Pini può addivenire a questa proposta; anche perché penso che il Comitato dei nove ha l'autorevolezza e la presenza politica per valutare le cose. Se poi torneremo in Aula e ci sarà un problema più grande di quello che abbiamo tutti noi immaginato e ben chiarito fino adesso, ne prenderemo atto; ma credo che prima di rimandare la discussione a domani mattina c’è un passo da fare preliminare, che io chiederei sia questo.
RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Invito i prossimi interventi magari ad andare nella direzione di trovare una soluzione dal punto di vista dei tempi, perché non c’è una soluzione da trovare nel merito della questione.
RICCARDO NUTI. Signor Presidente, ribadisco la nostra volontà di andare al Comitato dei nove per riesaminare il tutto; però precedentemente avevamo chiesto al Comitato dei nove se aveva già valutato la cosa, e ci è stato risposto dalla presidente, collega Polverini: prendiamo atto. In realtà il Comitato dei nove non si è mai riunito: quindi a che titolo si parla, se il Comitato dei nove non si è riunito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Visto che forse sarebbe opportuno che il Comitato dei nove, come suggeriva il collega Rosato ed altri colleghi, possa esprimersi, forse potremmo anche pensare di valutare un cambio del presidente, perché sembra che già avesse una sua opinione al riguardo, e non dovrebbe essere così (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
RENATA POLVERINI, Vicepresidente della XI Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATA POLVERINI, Vicepresidente della XI Commissione. Signor Presidente, siccome l'italiano lo conosciamo tutti, anche se poi parliamo quando capita in dialetto, io non ho detto che è stato riunito il Comitato dei nove: ho detto che sono stati informati tutti gruppi in seno al Comitato dei nove. Se però c’è bisogno di una riunione formale, chiedo io una pausa di dieci minuti e la cortesia di riunirci in Sala Ministri (Applausi dei deputati dei gruppi Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente e Partito Democratico).
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, intervengo solo per offrire uno spunto di riflessione, al di là di quanto già detto più autorevolmente di quanto possa fare io. L'articolo 72 della Costituzione chiarisce che le approvazioni dei testi di legge avvengono con la votazione. È evidente che questo, essendo stato un testo mai votato, è un testo che si deve ritenere assolutamente inesistente: sicché la correzione di errore materiale è assolutamente doverosa, perché il testo addotto in questo comma non è stato mai votato. Si tratta soltanto di prendere atto che su quel testo non c’è stata nessuna votazione, e rimediare ad un evidente refuso materiale che pretenderebbe di introdurre in un testo di legge quello che non è stato mai votato, e che è quindi inesistente sul piano parlamentare. A me sembra una soluzione assolutamente logica.
Pag. 148PRESIDENTE. Vorrei fare una proposta operativa, se per voi va bene, perché altrimenti non usciamo più da questi interventi. Dal momento che la presidente Polverini chiedeva dieci minuti ed è stata avanzata invece un'altra richiesta, io direi, se per voi va bene: prevediamo una sospensione di 30 minuti, nella quale il Comitato dei nove può benissimo confrontarsi. Dopo di che ci rivediamo in Aula e valutiamo la situazione.
GREGORIO GITTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, siccome la proposta la vorrei fare anch'io, la ascolti un attimo con attenzione. L'errore materiale – è principio generale per il diritto, tanto che è previsto anche dal codice civile – è l'errore che è autoevidente, e cioè può essere corretto senza che venga dichiarata una volontà e una determinazione nuova. Qui ci troviamo di fronte, probabilmente, ad un errore di trascrizione che non è autoevidente, quindi non è un errore materiale. Faccio quindi una proposta di questo tipo: credo che sia necessario che l'Aula prenda posizione in modo formale, con una delibera la quale dichiari che non c’è, da parte della maggioranza dell'Aula stessa, una volontà determinativa diversa.
Quindi che confermi il fatto che il testo, che è stato trasmesso dal Presidente del Senato, che si è assunto la responsabilità, non comporti da parte del ramo della Camera dei deputati una diversa volontà di determinazione, quindi chiedo che sia fatta fare questa votazione preliminare al voto finale relativo all'approvazione del testo, così come è stato trasmesso e rettificato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Corsaro. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Signor Presidente, io per davvero rispetto alla straordinarietà di quello che sta accadendo, pensavo che la disponibilità posta da tutte le forze di opposizione venisse automaticamente accolta senza bisogno di discutere, insomma si trattava semplicemente di dare il tempo di elaborazione e di lettura di queste modifiche, riconvocando – anzi, senza nemmeno bisogno di riconvocare l'Aula – mettendo in cima alla riapertura dei lavori delle 14 di domani il mero atto finale della votazione e credo che in questo ci fosse una disponibilità di buonsenso da parte di tutti i partiti di opposizione.
Invero ho sentito dei curiosi interventi che si sono appellati alla rigida interpretazione letterale delle procedure, allora procedura per procedura, se dobbiamo essere invece che regolati dal buonsenso, attaccati ai Regolamenti, allora io chiedo formalmente, signor Presidente, in prima istanza il rinvio in Commissione del provvedimento perché è di tutta evidenza che stiamo parlando di un testo che è modificato e rispetto al quale non so quali e quanti gruppi, che si riconoscono in quest'Aula, avrebbe, sapendo ex ante che quella parte di testo non faceva parte del provvedimento, deciso di inserire un emendamento o un testo sostitutivo o un testo aggiuntivo. Quindi se dobbiamo attenerci all'iter procedurale l'unica cosa che noi possiamo fare è rinviare in Commissione questo provvedimento.
In via ultimativa, signor Presidente, le rinnovo, spero con il consenso delle altre forze di opposizione, la disponibilità ad una richiesta di buonsenso che è quella di richiamarci al tempo utile che non può essere i trenta minuti chiesti dal presidente della Commissione ma che deve prevedere il lavoro della mattinata di domani, perché, lo dico almeno per quanto riguarda il mio gruppo, signor Presidente, avendo la sfortuna numerica di non essere rappresentati nell'altro ramo del Parlamento, io non posso avere immediata contezza di cosa sia successo al Senato nel momento in cui improvvisamente una parte del testo non c’è più. Quindi io voglio conoscere formalmente – è una richiesta che le faccio in termini formali, signor Presidente –, voglio esattamente conoscere formalmente in quale punto Pag. 149dell'iter del Senato della Repubblica di questo provvedimento questo testo, che evidentemente comprendeva la parte che oggi viene espunta, è stato modificato, se in Commissione, con quale votazione, se per il tramite di un emendamento abrogativo, se per il tramite di una scelta del Governo presentata in quale momento della discussione d'Aula. Ho bisogno di conoscere gli atti del Senato che mi aiutino a determinare una mia valutazione rispetto al fatto e alla circostanza che questo testo sia cambiato in modo più o meno che sostanziale.
In difetto di questa disponibilità, signor Presidente, mi corre l'obbligo di anticiparle, per correttezza di rapporti ed istituzioni, in difetto cioè dell'accoglimento di questo segnale di buon senso, che il gruppo Fratelli d'Italia – e non so chi altri vorrà fare la stessa cosa con noi – qualora dovesse essere messo questa sera in votazione questo testo, adirà tutte le vie legali possibili per far dichiarare l'illegittimità di questo provvedimento, con immediato effetto sulla circostanza che verrebbe meno la conversione in legge di un decreto che prevede un'antecedente cancellazione di un già previsto aumento di un punto percentuale dell'IVA, con quello che evidentemente potrà conseguirne in termini di finanza pubblica.
Quindi, rinnovo l'invito alla maggioranza di accettare la disponibilità, la disponibilità, la disponibilità delle forze di opposizione di dire domani alle 14 ci troviamo a fare la votazione finale di questo provvedimento (Applausi dei deputati dei gruppi Fratelli d'Italia e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pini. Ne ha facoltà.
GIANLUCA PINI. Signor Presidente, senza ribadire le parole del collega Corsaro, che sottoscrivo pienamente, vorrei far presente, visto che ci sono stati da lei citati dei precedenti, che i precedenti da lei citati, sto parlando per tutti: non è un esercizio...
PRESIDENTE. Prego, vada avanti.
GIANLUCA PINI. ... soprattutto nell'ultimo caso del dicembre scorso, hanno comportato la convocazione dell'intera Commissione, all'interno della quale poi è stata trovata – come direbbe qualcuno – una quadra rispetto alla situazione. Il giorno dopo, si è proceduto con il voto finale, quindi, in realtà, questo precedente così pericoloso... Qui, ci troviamo di fronte a due possibilità: o creare un precedente che rischia di rendere nullo il provvedimento che stiamo convertendo, o creare un precedente che guardate, paradossalmente, potrebbe anche nuocere nei lavori d'Aula alle opposizioni.
Però, questo non è un ragionamento fatto per bloccare la conversione di un decreto. Abbiamo detto chiaramente che interessa a tutti che questo venga convertito, però interessa a tutti che venga convertito nel rispetto di quelle che sono le regole.
Quindi, anche valutando l'economia dei lavori – per forza di cosa –, non sarebbero sufficienti dieci minuti o anche trenta minuti per trovare una soluzione. Infatti – come giustamente chiede qualcuno – vogliamo capire dove è stato l'inghippo o l'errore da parte del Senato ed essere edotti esattamente, in maniera puntuale, su quale sia stato il problema al Senato anche perché, tecnicamente, – e chiudo – se non ci fossero state quelle dieci parole, avremmo potuto volerle inserire, quindi abbiamo ragionato su un testo diverso da quello che ci viene proposto in questo momento.
Quindi, anche per avere proprio un orario certo di votazione e avere tutto il tempo necessario, è bene che qualcuno sostenga la tesi di tutte le opposizioni, da quello che ho capito, di lasciare tutto il tempo necessario all'intera Commissione di trovare una soluzione e di votare domani alle 14 la conversione di questo decreto, affinché sia legittima la conversione e non inficiabile in qualche modo da parte di ricorsi.
ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
Pag. 150ALESSANDRO DI BATTISTA. Signor Presidente, noi concordiamo con il deputato Pini e il deputato Corsaro: se sarà necessario, lavoreremo anche la settimana prossima, così ci occuperemo di diffamazione, omofobia e di finanziamento pubblico ai partiti (Applausi polemici dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Io direi, in ogni caso, di cercare un'intesa tra i gruppi. Prima di tutto, però, devo precisare che, chi certifica il testo arrivato qui, è il Presidente del Senato che ce lo ha inviato con una lettera. Quindi, se stiamo dicendo o insinuando il contrario, la responsabilità è di chi ci ha scritto la lettera. Detto questo, credo che sia saggio, in questo momento, sospendere la seduta per venti minuti, riunire il Comitato dei nove, dove invito il deputato Corsaro, dopodiché ci aggiorniamo tra venti minuti e vediamo a quali conclusioni è giunto il Comitato dei nove.
La seduta, sospesa alle 22, è ripresa alle 23.
PRESIDENTE. Do la parola alla deputata Polverini.
RENATA POLVERINI, Vicepresidente della XI Commissione. Signor Presidente, informo l'Assemblea, dopo la riunione che si è tenuta, come da tutti auspicato, del Comitato dei nove, che, sia pure senza il consenso unanime di tutti i gruppi, si ritiene che non si possa che prendere atto della correzione trasmessa dal Presidente del Senato, che, peraltro, risulta pienamente conforme, come egli stesso ha scritto nella sua missiva, al resoconto stenografico della seduta di quel ramo del Parlamento.
Questo, ovviamente, era il compito che il Comitato dei nove si era assegnato e mi ha dato di riferire all'Assemblea, con la precisazione che la presa d'atto non è condivisa dai rappresentanti del gruppo MoVimento 5 Stelle, che i gruppi SEL e Fratelli d'Italia prendono atto della correzione, ma chiedono di porre la votazione domani e che la Lega era assente.
PRESIDENTE. A questo punto, noi dobbiamo procedere con la votazione finale, se siamo d'accordo.
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1458)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1458, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tidei, Scanu, Vargiu, Boccuzzi, Frusone, Colletti, Sorial, Bossi, Simoni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
S. 890 – «Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 28 giugno 2013, n. 76, recante primi interventi urgenti per la promozione dell'occupazione, in particolare giovanile, della coesione sociale, nonché in materia di Imposta sul valore aggiunto (IVA) e altre misure finanziarie urgenti» (Approvato dal Senato) (1458):
Presenti e votanti 383
Maggioranza 192
Hanno votato sì 265
Hanno votato no 118
La Camera approva (Vedi votazioni).
(La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e la deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Sui lavori dell'Assemblea (ore 23,05).
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo che si è svolta nel pomeriggio di oggi, si è convenuto che domani la seduta inizierà alle ore 14 con la Pag. 151deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Firenze, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 129 del 2013 e la votazione sulle dimissioni della deputata Marta Leonori. Seguirà l'esame del disegno di legge n. 1248-B – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (Approvato dal Senato – scadenza: 20 agosto 2013). Nella mattina l'Aula non terrà seduta per consentire alle Commissioni di esaminarlo.
Il seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale n. 1359 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali (Approvato dal Senato) avrà luogo dal 6 al 9 settembre. Seguirà, a partire dal 10 settembre, il seguito dell'esame del disegno di legge n. 1154 e abbinate – Abolizione del finanziamento pubblico diretto, disposizioni per la trasparenza e la democraticità dei partiti e disciplina della contribuzione volontaria e della contribuzione indiretta in loro favore.
Le date di esame degli altri argomenti previsti per il calendario di agosto e rinviati a settembre saranno fissate nella Conferenza dei presidenti di gruppo che si riunirà nel pomeriggio di giovedì 5 settembre (per quanto riguarda il seguito dell'esame delle proposte di legge n. 245 e abbinate – Modifiche alla legge 13 ottobre 1975, n. 654, e al decreto-legge 26 aprile 1993, n. 122, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 giugno 1993, n. 205, per il contrasto dell'omofobia e della transfobia e n. 925 e abbinate – Modifiche alla legge 8 febbraio 1948, n. 47, al codice penale e al codice di procedura penale in materia di diffamazione, di diffamazione con il mezzo della stampa o con altro mezzo di diffusione, di ingiuria e di condanna del querelante, si è unanimemente convenuto che i tempi saranno contingentati).
L'organizzazione dei tempi relativi al seguito dell'esame del disegno di legge costituzionale n. 1359 sarà pubblicata in calce al resoconto stenografico della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori (ore 23,07).
MAGDA CULOTTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAGDA CULOTTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è ancora possibile nel 2013 in Italia morire di parto ? Purtroppo si. Nella notte tra domenica e lunedì scorso, è accaduto in Sicilia ad Antonella Seminara, una donna di 40 anni. La vicenda di Antonella, alla cui famiglia esprimiamo profondo cordoglio, è una successione di eventi avversi. Un cesareo d'urgenza a Nicosia, il suo bambino che muore, la terapia intensiva che non c’è. Negli ospedali più vicini, Enna e Caltanissetta, nessun posto disponibile nel reparto di terapia intensiva. L'unica disponibilità, a Sciacca. Per il trasferimento della donna serve l'elicottero, ma il mezzo in forza a Caltanissetta è guasto e quello di Catania è attivo solo nelle ore diurne. L'elisoccorso arriverà da Palermo dopo oltre due ore di attesa. A Sciacca Antonella muore, subito dopo il ricovero. Una storia inaccettabile, che rilancia l'allarme sul disagio giornaliero che vivono i piccoli centri dell'entroterra siciliano e sulla difficoltà di collegamento con le piccole strutture. Una storia che ci rende sempre più consapevoli che la sanità è un caposaldo della nostra democrazia ed è un settore che non avrebbe bisogno di tagli; avrebbe piuttosto bisogno di essere ben governata e ben gestita, con l'intento di garantire parallelamente adeguate risposte ai bisogni di assistenza dei cittadini e sostenibilità del sistema. Sul caso sono state aperte due inchieste. Il ministro Lorenzin e l'assessore Borsellino hanno attivato le procedure atte a verificare l'accaduto e ad individuare eventuali responsabilità. Si faccia immediatamente luce sulla vicenda, perché quello che è accaduto ad Antonella non si ripeta mai più ! Lo dico da donna, da sindaco, e da Pag. 152sindaco comprendo la rabbia del primo cittadino di Gangi, la comunità in cui Antonella risiedeva, e da parlamentare della Repubblica italiana la cui Costituzione...
PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.
MAGDA CULOTTA. ... tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività. Grazie (Applausi).
PRESIDENTE. La ringrazio.
TIZIANA CIPRINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TIZIANA CIPRINI. Signor Presidente, con affetto e simpatia rispondo alla replica del deputato umbro Giampiero Giulietti del PD, che ieri sera, a fine seduta e Aula semivuota, con la sottoscritta assente, ha preso la parola per replicare al mio intervento in discussione sulle linee generali, intervento in cui ho accennato al fenomeno della mafizzazione dell'Umbria e della piaga della droga. Io pertanto utilizzo oggi lo stesso modus operandi. Il deputato mi accusa di non frequentare l'Umbria e di essere inconsapevole, negando in sostanza che l'Umbria sia in mano alle mafie e al narcotraffico. Ebbene, evidentemente l'onorevole Giulietti fa parte di quei politici old style allevati come polli broiler nelle sedi dei partiti, dove si vive tra poltroncine dei circoletti di partito, supponendo di conoscere la realtà. Evidentemente l'onorevole Giulietti fa parte di quella fattispecie sempre più vasta di politici insaputi, sempre all'oscuro di tutto, che non si accorgono di quello che gli accade intorno, di quello che avviene nella realtà sotto i loro occhi. Infatti, è noto a tutti i cittadini che vivono e subiscono la vera realtà che il capoluogo umbro è diventato uno «spaccificio» alla luce del sole, dove gli spacciatori si affrontano addirittura a colpi di arma da fuoco in pieno centro storico, sotto le sedi del PD e degli uffici del comune. Ma i politici insaputi non se ne sono accorti. I politici insaputi evidentemente non sono a conoscenza dell'inchiesta della magistratura sull'infiltrazione delle mafie in Umbria, da Perugia a Città di Castello, luogo natio del deputato, passando per Terni, Foligno, Spoleto, Todi, fino ad Amelia, né tanto meno conoscono le cronache dei giornali locali che riportano questi eventi. Allora, cito solo un titolo del giornale apparso il 12 luglio 2013: «Così la camorra metteva le mani sul capoluogo. A Perugia ripulivamo i soldi del clan». Pertanto, immagino che Giulietti non sia informato sugli ultimi eventi che coinvolgono l'Umbria e lo invito pertanto ad informarsi, a mantenersi aggiornato, magari leggendo un buon libro, come «La mafia in Umbria» del giornalista orvietano Claudio Lattanzi, che ha per tema proprio la penetrazione delle cosche nella regione del buon vivere.
E mi auguro anche che in Umbria si ritorni presto a riveder le stelle per uscire dal buio dell'oscurità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
SILVIA GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SILVIA GIORDANO. Signor Presidente, deputati, il 6 giugno in località Riva Ligure moriva Bohli Kayes, un uomo di 35 anni fermato dalle forze dell'ordine dopo un inseguimento. Bohli Kayes era uno spacciatore, avrebbe dovuto scontare una pena proporzionata al reato commesso. È morto, invece, in caserma. L'autopsia ha appena sentenziato che è deceduto per un'asfissia violenta causata da una pressione sulla cassa toracica. Il procuratore Roberto Cavallone ha confermato che i tre carabinieri che hanno arrestato l'uomo rimangono indagati per omicidio colposo.
La pressione sul torace o su altre parti del corpo ha causato, prima, la morte cerebrale per asfissia poi quella fisica, così come sostiene il medico legale Simona Del Vecchio, che ha consegnato la perizia in Pag. 153tribunale a Sanremo. Sostanzialmente l'ipotesi che fa il medico legale è che nel momento dell'arresto o del trasporto in auto, dal luogo dell'arresto alla caserma, sia stato in qualche modo impedito a Bohli Kayes di respirare e di espandere così la cassa toracica.
Può lo Stato farsi carico ancora una volta di un omicidio perpetrato da chi dovrebbe garantire il rispetto e la salvaguardia degli uomini sul suo territorio, indipendentemente dalla loro nazionalità e dalla loro rispettabilità ?
Vorrei citare e ricordare a tutti che l'articolo 13 della nostra Costituzione recita, tra l'altro, che: «È vietata ogni violenza fisica o morale in danno della persona fermata, arrestata o comunque detenuta». Spero che le indagini nei confronti dei carabinieri coinvolti nell'incidente facciano luce sulla vicenda e portino a trasparenza affinché sia garantita l'Arma dei carabinieri e soprattutto siano garantiti i familiari nel rispetto delle leggi di questa nazione.
L'azione politica di cui questo Governo deve farsi carico è nell'interesse dei rapporti con gli Stati esteri affinché gli eventuali abusi perpetrati siano puniti con leggi chiare, senza alcuna distinzione nei confronti di uomini con pelle di diverso colore. Ovviamente questo non è contro l'Arma dei carabinieri ma contro chi continua ad abusare del proprio potere (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
GIULIA GRILLO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIA GRILLO. Signor Presidente, colleghi, mi rendo conto dell'ora tarda ma reputo importante sottolineare un fatto gravissimo che è accaduto in questi giorni nella nostra democrazia, un fatto di interferenza del potere esecutivo su quello giudiziario e sappiamo su bene cosa succeda quando la separazione tra questi due poteri viene meno. Lo diceva Montesquieu: «Chiunque abbia potere è portato ad abusarne. Egli arriva fin dove non trova limiti. Perché non si passa abusare del potere occorre che il potere arresti il potere».
Allora perché vi dico questo ? Perché abbiamo assistito in queste ore a una gravissima e ingiustificata ingerenza delle istituzioni nei confronti del giudice e cittadino Esposito. L'ingerenza sta nella pressione che il Ministro della giustizia ha esercitato sulla presidenza della Corte di Cassazione, chiedendo chiarimenti sulla libera manifestazione del pensiero resa dal giudice e cittadino Esposito dopo una pronuncia di un dispositivo immodificabile. Chi si è lamentato avrebbe titolo avrebbe avuto titolo di farlo se le dichiarazioni fossero state rese prima della pronuncia, ma visto che le dichiarazioni sono state rese dopo queste lamentele possono solo essere interpretate come azioni di censura sulla libertà di opinione e di pensiero del giudice Esposito, ma di tutti i cittadini italiani, sancita dall'articolo 21 della Costituzione e dall'articolo 10 della Convenzione europea dei diritti dell'uomo.
A rafforzare quanto ho detto ricordiamo che la sentenza definitiva pronunciata dalla Corte di Cassazione esprime un giudizio di legittimità e non di merito, sul quale invece sono state pronunciate due sentenze di condanna per il cittadino senatore Berlusconi.
Quindi questo atteggiamento con il quale, ledendo il diritto alla libertà di manifestazione di pensiero e di parola di un cittadino, si vuole ancora una volta stravolgere la realtà usando addirittura l'interferenza da parte di cariche istituzionali è per noi del MoVimento 5 Stelle un abuso ad personam della funzione esecutiva. Per rispondere al Ministro Quagliarello che afferma: «Siamo al deposito delle motivazioni in edicola», rispondo: magari, caro Ministro, vorrebbe dire che siamo tornati ad essere un Paese libero (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
GIROLAMO PISANO. Chiedo di parlare.
Pag. 154PRESIDENTE. Ne ha facoltà per due minuti.
GIROLAMO PISANO. Signor Presidente, devo riferire di un gravissimo episodio di maleducazione che si è consumato durante il Comitato dei nove, stasera, in cui la presidente Polverini che ha colto la palla al balzo per scappare e non chiudere la seduta insieme a noi, si è rivolta a dei cittadini italiani chiamandoli «sfigati che aspettano i soldi» e poi, scocciata del fatto che vi fosse un minimo di conversazione attorno a lei, perché si stava discutendo di un caso estremamente delicato come quello di cui la Presidenza ha informato riguardante l'errore nella trasmissione alla Camera, si è rivolta al nostro collega Alessio Mattia Villarosa, dandogli del «tu», dicendogli: «Tu hai scocciato, te ne devi andare fuori» e facendo con i gesti della mano così: «Vai, vai, vai». Al che il nostro collega, in maniera molto signorile, si è semplicemente accomodato fuori dicendo che se ne stava andando e lei ha detto: «Devi chiedere il permesso». Dopodiché si è presa la briga e anche l'arroganza di decidere che in quel momento il Comitato dei nove dovesse essere fatto a porte chiuse, dicendo a tutti quelli che erano presenti che non fossero stati membri di uscire fuori e di chiudere le porte. Un abuso assurdo quando il Comitato dei nove è sempre stato accessibile a chiunque volesse ascoltare. Ora poi dopo che è stato fatto questo, alla fine del Comitato è andata scusarsi con alcuni dei nostri colleghi dicendo: «Scusate per i vostri amici». Ora noi di questo episodio riferiremo alla Presidenza con una lettera chiedendo di richiamare l'onorevole Polverini che qui non è presente e lo riferiremo anche domani non appena inizia l'aula, anzi mi prenotato sin da ora per domani alle 14 per intervenire all'inizio dei lavori (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
FILIPPO GALLINELLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Signor Presidente, sottoscrivo le parole della collega Ciprini in quanto umbro anch'io e voglio rivolgere la parola al deputato che ieri sera ha detto in aula quella cose che a noi non piace nascondere la polvere sotto il tappeto ma, quando c’è un problema, ne prendiamo atto e cerchiamo di risolverlo.
Per la risposta ad uno strumento del sindacato ispettivo (ore 23,18).
MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, colleghi, nel corso della seduta n. 36 del 19 giugno 2013, ho presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro per i beni e le attività culturali, per chiedere che venga ottemperata la sentenza della Corte di Cassazione n. 2284 del 27 aprile 1979 che censurava il comportamento della famiglia Torlonia, in merito alla conservazione degli affreschi rinvenuti del 1857 nella tomba François a Vulci, nel territorio del comune di Canino in provincia di Viterbo.
Questi reperti sono considerati dalla comunità scientifica internazionale una delle testimonianze più grandiose e significative della civiltà etrusca. Una volta rinvenuti furono fatti staccare dalle pareti della tomba e trasferiti in una delle residenze dei principi Torlonia. Ad eccezione di una mostra tenutasi nel castello di Vulci nel 2004, questi reperti risultano ad oggi non fruibili da parte della cittadinanza e nulla si sa sul loro stato di conservazione.
Chiedo quindi al Ministro o ai membri del Governo presenti di sollecitare un intervento o una risposta.
PRESIDENTE. Ovviamente il Governo non è presente ma trasferiremo il suo sollecito.
Pag. 155Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 8 agosto 2013, alle 14:
1. – Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dal Tribunale di Firenze, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 129 del 2013.
2. – Dimissioni della deputata Marta Leonori.
3. – Discussione del disegno di legge:
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 21 giugno 2013, n. 69, recante disposizioni urgenti per il rilancio dell'economia (Approvato dalla Camera e modificato dal Senato) (C. 1248-B).
La seduta termina alle 23,20.
Pag. 156ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME DEL DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE N. 1359
Ddl cost. n. 1359 – Istituzione del Comitato parlamentare per le riforme costituzionali ed elettorali
Seguito dell'esame: 22 ore.
Relatore | 45 minuti |
Relatore di minoranza | 30 minuti |
Governo | 45 minuti |
Richiami al Regolamento | 15 minuti |
Tempi tecnici | 1 ora |
Interventi a titolo personale | 3 ore e 31 minuti (con il limite massimo di 35 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato) |
Gruppi | 15 ore e 14 minuti |
Partito Democratico | 3 ore e 11 minuti |
MoVimento 5 Stelle | 3 ore e 20 minuti |
Il Popolo della Libertà – Berlusconi
Presidente |
1 ora e 45 minuti |
Scelta Civica per l'Italia | 1 ora e 23 minuti |
Sinistra Ecologia Libertà | 1 ora e 48 minuti |
Lega nord e autonomie | 1 ora e 25 minuti |
Fratelli d'Italia | 1 ora e 10 minuti |
Misto: | 1 ora e 12 minuti |
Centro Democratico | 20 minuti |
Minoranze Linguistiche | 20 minuti |
Partito Socialista | 16 minuti |
MAIE – Movimento Associativo
italiani all'estero – API |
16 minuti |
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Ddl 1458 - em. 1.33 | 393 | 392 | 1 | 197 | 13 | 379 | 57 | Resp. |
2 | Nom. | em. 1.34 | 419 | 418 | 1 | 210 | 13 | 405 | 56 | Resp. |
3 | Nom. | em. 1.35 | 424 | 423 | 1 | 212 | 14 | 409 | 56 | Resp. |
4 | Nom. | em. 1.36 | 448 | 446 | 2 | 224 | 16 | 430 | 56 | Resp. |
5 | Nom. | em. 1.40 | 475 | 474 | 1 | 238 | 16 | 458 | 54 | Resp. |
6 | Nom. | em. 1.32 | 477 | 477 | 239 | 17 | 460 | 54 | Resp. | |
7 | Nom. | em. 1.28 | 475 | 474 | 1 | 238 | 16 | 458 | 54 | Resp. |
8 | Nom. | em. 1.43 | 482 | 482 | 242 | 17 | 465 | 53 | Resp. | |
9 | Nom. | em. 1.44 | 482 | 481 | 1 | 241 | 17 | 464 | 52 | Resp. |
10 | Nom. | em. 1.46 | 493 | 492 | 1 | 247 | 17 | 475 | 52 | Resp. |
11 | Nom. | em. 1.200 | 494 | 393 | 101 | 197 | 20 | 373 | 52 | Resp. |
12 | Nom. | em. 1.201 | 503 | 403 | 100 | 202 | 16 | 387 | 50 | Resp. |
13 | Nom. | em. 1.202 | 508 | 410 | 98 | 206 | 22 | 388 | 49 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | em. 1.47 | 508 | 505 | 3 | 253 | 21 | 484 | 49 | Resp. |
15 | Nom. | em. 1.48 | 501 | 500 | 1 | 251 | 120 | 380 | 49 | Resp. |
16 | Nom. | em. 1.49 | 503 | 403 | 100 | 202 | 23 | 380 | 49 | Resp. |
17 | Nom. | articolo agg. 1.01 | 502 | 500 | 2 | 251 | 23 | 477 | 48 | Resp. |
18 | Nom. | em. 2.3 | 506 | 405 | 101 | 203 | 35 | 370 | 49 | Resp. |
19 | Nom. | em. 2.4 | 510 | 491 | 19 | 246 | 99 | 392 | 49 | Resp. |
20 | Nom. | em. 2.5 | 510 | 510 | 256 | 123 | 387 | 49 | Resp. | |
21 | Nom. | em. 2.6 | 509 | 509 | 255 | 100 | 409 | 49 | Resp. | |
22 | Nom. | em. 2.8 | 512 | 411 | 101 | 206 | 23 | 388 | 49 | Resp. |
23 | Nom. | em. 2.9 | 512 | 477 | 35 | 239 | 123 | 354 | 49 | Resp. |
24 | Nom. | em. 2.10 | 509 | 509 | 255 | 152 | 357 | 49 | Resp. | |
25 | Nom. | em. 2.11 | 513 | 513 | 257 | 135 | 378 | 49 | Resp. | |
26 | Nom. | em. 2.12 | 505 | 505 | 253 | 134 | 371 | 49 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 2.14 | 507 | 473 | 34 | 237 | 99 | 374 | 49 | Resp. |
28 | Nom. | em. 2.13 | 513 | 478 | 35 | 240 | 117 | 361 | 50 | Resp. |
29 | Nom. | em. 2.15 | 512 | 477 | 35 | 239 | 117 | 360 | 50 | Resp. |
30 | Nom. | em. 2.16 | 515 | 464 | 51 | 233 | 100 | 364 | 49 | Resp. |
31 | Nom. | em. 3.1 | 511 | 510 | 1 | 256 | 22 | 488 | 49 | Resp. |
32 | Nom. | em. 3.8 | 503 | 501 | 2 | 251 | 22 | 479 | 49 | Resp. |
33 | Nom. | em. 3.9 | 493 | 394 | 99 | 198 | 17 | 377 | 50 | Resp. |
34 | Nom. | em. 3.7 | 501 | 498 | 3 | 250 | 17 | 481 | 49 | Resp. |
35 | Nom. | em. 3.4 | 506 | 505 | 1 | 253 | 16 | 489 | 49 | Resp. |
36 | Nom. | em. 3.5 | 509 | 509 | 255 | 17 | 492 | 49 | Resp. | |
37 | Nom. | em. 3.6 | 508 | 508 | 255 | 17 | 491 | 49 | Resp. | |
38 | Nom. | em. 3.10 | 511 | 511 | 256 | 17 | 494 | 49 | Resp. | |
39 | Nom. | em. 3.11 | 509 | 476 | 33 | 239 | 123 | 353 | 49 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 3.13 | 511 | 410 | 101 | 206 | 22 | 388 | 49 | Resp. |
41 | Nom. | em. 3.14 | 511 | 509 | 2 | 255 | 16 | 493 | 49 | Resp. |
42 | Nom. | em. 3.16 | 515 | 515 | 258 | 17 | 498 | 49 | Resp. | |
43 | Nom. | em. 3.17 | 514 | 514 | 258 | 16 | 498 | 49 | Resp. | |
44 | Nom. | em. 3.19 | 512 | 410 | 102 | 206 | 38 | 372 | 49 | Resp. |
45 | Nom. | em. 3.20, 3.21 | 501 | 495 | 6 | 248 | 115 | 380 | 49 | Resp. |
46 | Nom. | em. 3.25 | 509 | 507 | 2 | 254 | 17 | 490 | 48 | Resp. |
47 | Nom. | em. 3.100 | 511 | 509 | 2 | 255 | 17 | 492 | 48 | Resp. |
48 | Nom. | em. 3.27 | 513 | 409 | 104 | 205 | 17 | 392 | 48 | Resp. |
49 | Nom. | em. 3.28 | 509 | 405 | 104 | 203 | 17 | 388 | 48 | Resp. |
50 | Nom. | em. 3.29 | 511 | 506 | 5 | 254 | 17 | 489 | 48 | Resp. |
51 | Nom. | em. 3.30 | 514 | 513 | 1 | 257 | 120 | 393 | 48 | Resp. |
52 | Nom. | em. 4.1 | 518 | 483 | 35 | 242 | 120 | 363 | 48 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 5.7 | 510 | 509 | 1 | 255 | 122 | 387 | 48 | Resp. |
54 | Nom. | em. 5.3 | 508 | 460 | 48 | 231 | 103 | 357 | 48 | Resp. |
55 | Nom. | em. 5.6 | 503 | 469 | 34 | 235 | 96 | 373 | 47 | Resp. |
56 | Nom. | em. 5.2 | 504 | 470 | 34 | 236 | 115 | 355 | 47 | Resp. |
57 | Nom. | em. 5.5 | 503 | 503 | 252 | 148 | 355 | 47 | Resp. | |
58 | Nom. | em. 5.4 | 505 | 502 | 3 | 252 | 122 | 380 | 47 | Resp. |
59 | Nom. | em. 5.1 | 504 | 452 | 52 | 227 | 102 | 350 | 47 | Resp. |
60 | Nom. | em. 5.9 | 510 | 408 | 102 | 205 | 21 | 387 | 47 | Resp. |
61 | Nom. | em. 7.5 | 504 | 504 | 253 | 33 | 471 | 48 | Resp. | |
62 | Nom. | em. 7.6 | 504 | 504 | 253 | 134 | 370 | 47 | Resp. | |
63 | Nom. | em. 7.7 | 506 | 506 | 254 | 134 | 372 | 47 | Resp. | |
64 | Nom. | em. 7.12 | 502 | 501 | 1 | 251 | 117 | 384 | 47 | Resp. |
65 | Nom. | em. 7.10 | 503 | 470 | 33 | 236 | 120 | 350 | 47 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 10 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | em. 7.11 | 501 | 501 | 251 | 132 | 369 | 47 | Resp. | |
67 | Nom. | em. 7.1 | 499 | 499 | 250 | 135 | 364 | 47 | Resp. | |
68 | Nom. | em. 7.3 | 500 | 500 | 251 | 134 | 366 | 47 | Resp. | |
69 | Nom. | em. 7.4 | 498 | 498 | 250 | 153 | 345 | 47 | Resp. | |
70 | Nom. | em. 7.17 | 503 | 502 | 1 | 252 | 152 | 350 | 47 | Resp. |
71 | Nom. | em. 7.16 | 502 | 502 | 252 | 152 | 350 | 47 | Resp. | |
72 | Nom. | em. 7.2 |