XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 143 di sabato 21 dicembre 2013
Pag. 1PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
La seduta comincia alle 9,05.
ENRICO GASBARRA, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Baretta, Boccia, Michele Bordo, Brunetta, Cicu, Dell'Aringa, Fassina, Ferranti, Fontanelli, Alberto Giorgetti, Legnini, Leone, Gianluca Pini, Pisicchio, Realacci, Schullian, Speranza e Vito in sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente quarantasette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Annuncio della presentazione della seconda nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016.
PRESIDENTE. Avverto che il Governo ha presentato in data odierna la seconda nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 e, che è stata trasmessa alla Commissione Bilancio ai fini dell'esame di cui all'articolo 120, comma 7, del Regolamento.
Informativa urgente del Governo sul trattamento riservato ai migranti nel Centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa, come emerso in un recente filmato trasmesso dalla RAI (ore 9,13).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di un'informativa urgente del Governo sul trattamento riservato ai migranti nel Centro di soccorso e di prima accoglienza di Lampedusa, come emerso in un recente filmato trasmesso dalla RAI.
Dopo l'intervento del rappresentante del Governo interverranno i rappresentanti dei gruppi in ordine decrescente, secondo la rispettiva consistenza numerica, per cinque minuti ciascuno. Un tempo aggiuntivo è attribuito al gruppo Misto.
(Intervento del Ministro dell'interno)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il Ministro dell'interno, Angelino Alfano.
ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Signor Presidente, onorevoli colleghi, ho immediatamente accolto l'invito della Camera a riferire sui fatti accaduti nei giorni scorsi nel Centro di primo soccorso e accoglienza di Lampedusa, fatti che hanno destato vivo sconcerto nell'opinione pubblica e sollevato un'ondata di indignazione per la particolare crudezza delle immagini.Pag. 2
Il filmato trasmesso dal TG2, che ha avuto anche ampia diffusione sulla rete, è stato realizzato da un giovane siriano sopravvissuto alla tragedia del 3 ottobre scorso, il quale giovane siriano è ancora ospite del Centro, dovendo permanervi per motivi di giustizia. Le suddette immagini appaiono profondamente offensive anche per tutti coloro che, in rappresentanza di amministrazioni statali e locali, di organismi internazionali e di organizzazioni non governative, svolgono con dedizione e professionalità un oscuro, ma importantissimo lavoro nel settore dell'accoglienza.
Il sistema informativo ha svolto a pieno la sua funzione di sentinella, mettendo in luce frammenti di realtà che forse sarebbero rimasti sommersi. Ho affermato che i responsabili dei fatti di Lampedusa sarebbero stati immediatamente rimossi, come poi è accaduto per un'autonoma decisione della società cooperativa che gestisce il Centro. Questo, tuttavia, non basta a soddisfare la giusta richiesta di intervenire in modo esemplare su un episodio grave che merita una risposta seria, efficace e in grado di colpirne le cause e di evitarne il ripetersi.
La struttura di Lampedusa, in conseguenza dell'intensificarsi degli sbarchi, è stata interessata, nei giorni che vanno dal 10 al 15 dicembre, da un flusso alquanto sostenuto di cittadini stranieri, al punto che, nel giro di soli cinque giorni, si è passati da 299 a 665 presenze. Si è registrata, dunque, una straordinaria sollecitazione della ricettività della struttura, che può ospitare, nella sua capienza massima, fino a 250 persone. Si è potuto tornare alla normalità solo nella giornata del 16 dicembre, allorché 360 persone sono state trasferite verso altre strutture, riportando così le presenze del Centro nei limiti fisiologici. L'attività di «alleggerimento» è proseguita anche nei giorni seguenti con il trasferimento il 18 dicembre scorso di altre 108 persone.
Il Governo è consapevole che il Centro di Lampedusa è sicuramente quello più delicato, a cui da sempre l'opinione pubblica guarda con attenzione anche per il suo alto valore simbolico, rappresentando il primo approdo d'Europa per i tanti che, varcandone la soglia, cercano di guadagnare una nuova opportunità di vita. È proprio per questo che è stato adottato da tempo un preciso Protocollo di approccio allo straniero, che naturalmente vige per tutti i centri e che contempla puntuali prescrizioni sanitarie e di profilassi. Inoltre, le operazioni di accoglienza e di identificazione avvengono sotto gli occhi di organizzazioni umanitarie internazionali, tra le quali l'ACNUR, che cooperano con il Dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione nell'ambito del progetto «Presidium».
In attuazione di tale progetto operativo, ciascuna persona è sottoposta fin dal momento dell'arrivo ad un esame sanitario preliminare per accertarne le condizioni di salute ed intervenire adeguatamente in caso di eventuali patologie che richiedano il trasferimento in ospedale.
Questo deve rassicurare circa il fatto che Lampedusa, nonostante quanto di gravissimo accaduto, non rappresenta una zona franca in cui si calpestano impunemente i più elementari diritti della persona. Le immagini diffuse si riferiscono alle fasi di trattamento dei componenti, tutti di sesso maschile, di un gruppo di 104 stranieri nei cui confronti erano state diagnosticati sintomi di acariasi, e ai quali era stata prescritta una specifica profilassi. Nella relazione presentata dal presidente del Consorzio Sisifo, che ha in gestione il centro di Lampedusa, viene riferito che ai fini del trattamento sarebbe stato individuato uno schema operativo secondo il quale l'ospite veniva fatto entrare in una cabina di legno, all'interno della quale, liberatosi degli indumenti, sarebbe stato sottoposto ad osservazione medica e al conseguente intervento di profilassi, consistente nel cospargere un'apposita soluzione disinfettante. Stando a tale ricostruzione alcuni stranieri, in attesa di essere sottoposti al trattamento, spazientiti per la lunghezza delle operazioni, avrebbero cominciato a denudarsi in uno spazio posto all'esterno della cabina di legno, e quindi all'aperto. A questo Pag. 3punto il medicinale disinfettante è stato cosparso utilizzando una pompa, come mostrano appunto le immagini.
Le modalità seguite, se appaiono sul piano tecnico del tutto inappropriate, certamente su quello umano sono inaccettabili. Il comportamento spersonalizzante, l'assenza di sensibilità e il disprezzo che si coglie per le esigenze di rispetto della dignità e della riservatezza della persona e della sua integrità fisica hanno sollecitato la più giusta e ferma delle reazioni. È stata avviata di già, proprio ieri, la procedura di risoluzione della convenzione con la cooperativa affidataria della gestione del centro di Lampedusa, e ciò per grave inadempienza contrattuale sulla base delle clausole del capitolato generale d'appalto, che tra l'altro ci apprestiamo a rivedere in un'ottica di rafforzamento dei servizi da rendere. Alla risoluzione, che sarà operativa tra 30 giorni, seguirà l'affidamento ad un nuovo ente gestore. Intanto, in attuazione del Progetto Praesidium, è stato chiesto alla Croce Rossa Italiana di rafforzare la sua presenza sul luogo, inviandovi un congruo numero di operatori. È anche allo studio l'ipotesi, sulla cui percorribilità giuridica è stata sentita l'Avvocatura dello Stato, di far subentrare nella gestione un soggetto di indiscussa capacità e di assoluto prestigio internazionale (ho già detto pubblicamente che pensiamo proprio alla Croce Rossa Internazionale).
La reazione che è seguita all'episodio di Lampedusa dimostra che non solo non siamo disponibili a transigere sui principi umanitari e costituzionali, ma che nessuna clausola o condizione contrattuale potrà mai presupporne un affievolimento o una loro ridotta tutela; e questo è un preciso segnale che il Governo intende dare all'opinione pubblica italiana, alla comunità internazionale e anche agli stessi operatori del privato sociale a cui oggi lo Stato, all'esito di una gara, affida la gestione dei centri.
Al contempo, lo Stato non può ritenere che l'intervento di tali soggetti del terzo settore valga a liberare lo Stato stesso da ogni responsabilità. Al contrario, è essenziale che gli organi di Governo mantengano sempre di più il pieno controllo delle attività che si svolgono all'interno dei centri. È per questo motivo che è mia intenzione monitorare costantemente in maniera ancora più incisiva che le effettive condizioni di vita in queste strutture corrispondano a quelle prescritte nelle norme corrispondenti agli standard internazionali riconosciuti.
Vorrei chiudere con l'affermazione che l'amministrazione dell'interno vede nella trasparenza, nella massima trasparenza un'opportunità. Abbiamo già dato la piena disponibilità all'accesso dei giornalisti al centro di Lampedusa, e nello stesso segno non vi è stata alcuna esitazione nel dare il concerto al recente decreto-legge che prevede che il Garante nazionale dei detenuti e delle persone private della libertà possa accedere anche ai centri governativi di trattenimento e soccorso degli stranieri per verificare il pieno rispetto dei loro diritti. Crediamo che anche questo appartenga alle risposte di trasparenza che il nostro Governo e il nostro Paese non solo possono, ma devono dare all'opinione pubblica nazionale e a quella internazionale (Applausi dei deputati dei gruppi Nuovo Centrodestra, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
(Interventi)
PRESIDENTE. Passiamo agli interventi dei rappresentanti dei gruppi. Ha chiesto di parlare il deputato Paolo Beni. Ne ha facoltà.
PAOLO BENI. Signor Presidente, signor Ministro, io la ringrazio anzitutto per la puntuale informativa sull'episodio avvenuto nel centro di Lampedusa. Voglio darle anche atto della tempestiva e netta presa di posizione, che ha portato alla rimozione dei responsabili e alla revoca della gestione. Sarà difficile dimenticare quelle immagini intollerabili che tutti abbiamo visto, quei corpi nudi e la brutalità e l'umiliazione inflitta a persone indifese che erano lì, invece, per essere accolte e assistite. Di fronte a quelle scene è sacrosanta Pag. 4l'indignazione. È doverosa la severità con cui avviare indagini e individuare e punire i responsabili ma, voglio dirglielo con franchezza, signor Ministro, non possiamo fermarci qui perché non basta.
Quest'ultimo scandaloso episodio mette tutti di fronte a una realtà che per troppo tempo si è sottovalutata e che troppi hanno finto di non vedere e nessuno può ritenersi assolto per il semplice fatto che non sapeva. Gli episodi sono molti, Ministro, sono troppi. Vogliamo parlare del giovane eritreo rinchiuso da sette mesi nel CARA di Mineo, in attesa di una risposta alla richiesta di asilo, che pochi giorni fa si è tolto la vita ? O dei ripetuti episodi di violenza nei CIE e nei CARA denunciati dalle associazioni di tutela dei migranti ? Sono lesioni dei diritti inaccettabili in un Paese civile, per le quali l'Italia è stata più volte richiamata dall'Unione europea, in ultimo quando la commissaria Malmström ha duramente stigmatizzato l'ultimo episodio di Lampedusa.
Noi crediamo che sia il momento di ripensare radicalmente le norme che riguardano queste strutture. E i problemi sono molto simili, guardate, sia che si tratti di un centro di prima accoglienza, come Lampedusa, o di un CIE per l'identificazione e l'espulsione e dei CARA riservati ai richiedenti asilo. Si verificano situazioni simili. Sono passati quattro anni – vi inviterei a riflettere su questo – dal varo del pacchetto sicurezza con cui si aumentavano i giorni di permanenza nei CIE e si introduceva il reato di immigrazione clandestina. Oggi ce lo vogliamo dire che quei provvedimenti si sono rivelati inutili agli stessi scopi per cui furono proposti ? Il reato di clandestinità non ha fermato l'immigrazione clandestina. L'allungamento della permanenza nei CIE non ha contribuito a snellire le procedure di identificazione e i rimpatri. Vogliamo prendere atto, signor Ministro, che con queste norme si è solo creato una sorta di «limbo giuridico» che ha favorito la violazione dei diritti umani ? In questi centri ai migranti non vengono assicurati, come vorrebbe la legge, assistenza e rispetto della dignità. Sono privati della libertà personale, parcheggiati in condizioni di promiscuità e di degrado per carenza di letti, di cibo, di condizioni igieniche e di assistenza medica. Sono costretti all'inattività forzata in spazi inadeguati.
In realtà, il problema è che è proprio la formula delle grandi strutture, destinate a raccogliere migliaia di persone, che non può funzionare. Io penso che solo una rete di accoglienza diffusa, con piccoli gruppi inseriti nelle comunità locali, può garantire una buona soluzione al problema dei rifugiati e dei richiedenti asilo. Allora, ripensiamo il sistema dell'accoglienza e riduciamo la durata di permanenza in questi centri. Evitiamo di trattenere nei CIE, per esempio, chi ha bisogno di protezione, come le vittime di tratta, i minori, i richiedenti asilo. E questo non succede. Rivediamo gli aspetti organizzativi e gestionali di questi centri, perché l'assenza di trasparenza e di regole uniformi per la loro gestione produce una inaccettabile discrezionalità sulle condizioni di trattenimento.
Sono cose che si possono fare – e vado a concludere – subito, che non costano e, anzi, eliminano costi eccessivi, che possono inaugurare una nuova fase delle politiche dell'immigrazione nel nostro Paese. Ministro, lasciamoci alle spalle una stagione segnata da molta ideologia e da poco realismo. Modifichiamo la «legge Bossi-Fini» che produce irregolarità e crea cittadini di serie A e di serie B, perché se si alzano barriere tra chi vive e lavora in una stessa comunità si minacciano i diritti di tutti e la coesione sociale. Proviamoci, signor Ministro, ad abolire il reato di clandestinità, a dotarci di una buona legge sul diritto di asilo, a garantire ragionevoli flussi di ingresso, a favorire politiche concrete per l'integrazione e il sostegno dei migranti, delle loro famiglie e delle comunità che li accolgono.
Io penso che così faremo un grande passo avanti verso un Paese più civile ed eviteremo che si ripeta ciò che abbiamo purtroppo visto a Lampedusa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Dadone. Ne ha facoltà.
FABIANA DADONE. Signor Presidente, colleghi, Ministro Alfano, in un Paese normale, non dico ideale, ma un Paese un minimo normale, un Paese dell'Europa figlia della Dichiarazione dei diritti dell'uomo, episodi come quelli avvenuti nel CIE di Lampedusa non si sarebbero dovuti mai verificare. Non sto nemmeno a commentare le immagini del video che ha fatto il giro del mondo, perché si commentano da sole, e difatti l'Europa non ha esitato a sanzionarci, e come biasimarla d'altronde.
Il giorno dopo aver visto quelle immagini sarebbe dovuto succedere il finimondo e invece non è capitato proprio nulla. Tra questi scranni una calma quasi piatta e tra quelli del Governo la solita indignazione istituzionale di rito, come se non dipendesse anche da voi una situazione del genere.
Il tema delle politiche sull'immigrazione in Italia è un nodo assai dolente – questo lo sappiamo tutti – ma qui non si trattava di parlare di ius soli secco o temperato, di integrazione culturale sì o no, di leggi sulla concessione dei permessi di soggiorno più o meno severe. Si trattava di diritti umani, di stupore e di indignazione di fronte ad una soglia della decenza al di sotto della quale non si sarebbe dovuti scendere, al di sotto della quale invece si è scesi e si è scesi eccome.
La logica eccezionale ed emergenziale con la quale ci ostiniamo ad affrontare il fenomeno dell'immigrazione nel nostro Paese ha portato ad episodi inaccettabili come quest'ultimo accaduto nel centro di Lampedusa.
Da tempo si parla delle gravi inefficienze dei vari centri di accoglienza, eppure i migranti con tutta evidenza continuano a vivere nelle condizioni che non sono certo degne di un Paese civile.
È bene ricordarlo: si tratta di persone che non possono far altro che lasciare la propria terra con la speranza di un futuro migliore. Parliamo di vittime di tratta, di tortura, di sfruttamento, con un passato drammatico. Lo stato di fragilità con cui queste persone arrivano in Italia è semplicemente indescrivibile. Ed ecco come li accogliamo: li teniamo costretti in strutture che per medici, per i diritti umani possono essere paragonate a veri e propri centri di internamento, con difficoltà di accesso alle cure ed alle strutture diagnostiche presso i centri ospedalieri. Si permette che persone con problematiche completamente diverse tra di loro convivano nel medesimo luogo, senza la minima attenzione alle esigenze dei singoli.
L'impressione è che incredibilmente il nostro Stato riesca ad incrementare, anziché lenire, il profondo disagio dei migranti, che spesso non sanno neppure le ragioni per le quali vengono trattenuti e quanto durerà il trattenimento presso questi centri.
Vogliamo veramente continuare a raccontarci che CDA, CIE e CARA funzionano e che queste sono strutture che rispondono effettivamente alle esigenze dei migranti ? Questi centri si trovano in condizioni degradanti, sono posti dove mancano i servizi fondamentali, dove è carente l'assistenza psicologica e psichiatrica, dove gli spazi sono angusti ed assolutamente inadeguati. Eppure non si può certo dire che manchino i fondi, tutt'altro.
Risulta evidente dunque, anche ad un occhio poco esperto, che questo Governo non ha un interesse effettivo ad attuare delle politiche efficaci in tema di immigrazione, salvo che a parole ovviamente. La dimostrazione è nel fatto che buona parte delle direttive europee in materia vengono lasciate scadere senza che si provveda al loro recepimento. Questo è un atteggiamento a parere nostro imbarazzante. Ma tanto questo Governo, come i precedenti d'altronde, si rende conto dei problemi solo quando arrivano le procedure di infrazione e ci tocca, anzi non è che tocca a noi ma tocca ai cittadini, pagare all'Europa le sanzioni, quando basterebbe fare bene il proprio lavoro per evitare una situazione del genere.
Forse non è un errore in buona fede. È possibile che sia una strategia, la cosiddetta lotta tra poveri fa molto molto comodo, soprattutto in un Paese dilaniato Pag. 6dalla crisi come la nostra povera d'Italia, e d'altronde la storia insegna: dividi e domina.
Se solo i cittadini sapessero che i migranti che sono nei CIE e nei CARA sono persone in fuga da situazioni disperate piene di violenza o sono persone che semplicemente avevano il permesso di soggiorno, ma l'hanno perso perché hanno perso il lavoro, secondo me, reagirebbero in maniera completamente differente.
Presidente, è arrivato il momento di affrontare il problema tempestivamente ed in maniera strutturale, senza nascondersi più dietro la parola «emergenze». È ora di dire basta, signori miei, perché qui non vi è nessuna emergenza, ma vi è solo la sconsolante drammatica realtà quotidiana di un Paese che ciclicamente tocca il fondo, e lo fa ogni volta con il disincanto della prima volta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Bergamini. Ne ha facoltà.
DEBORAH BERGAMINI. Signor Presidente, voglio, innanzitutto, ringraziare il Ministro Alfano per la sua relazione asciutta e niente affatto retorica. L'ho apprezzato perché, quando si parla di immigrazione, di retorica proprio ci riempiamo in tanti la bocca. Proverò anche io a seguire il corso del Ministro e a fare qualche breve considerazione in merito a quanto accaduto e all'oggetto della sua informativa.
Intanto, Ministro – così sgombriamo subito il campo –, quello che è successo nel centro di prima accoglienza di Lampedusa è inqualificabile e lo sdegno che ha suscitato è ben poco rispetto alla gravità delle immagini che abbiamo visto. Sono d'accordo con la collega del MoVimento 5 Stelle che ha parlato poco fa: di fatto, di una gravità di un episodio del genere abbiamo parlato anche troppo poco in questo Paese.
Mi aspettavo una vera e propria sollevazione, anche rispetto al danno di credibilità che questo episodio ha provocato in tutto il mondo rispetto al nostro Paese. Però, visto che non c’è il Governo Berlusconi, probabilmente, un fatto di questa gravità può passare anche in cavalleria in poco tempo. Lei, che è stato Ministro del Governo Berlusconi, credo che sappia meglio di molti altri che, se vi fosse stato un altro Governo in un'analoga circostanza, le cose sarebbero andate in modo ben diverso, ma tant’è, questa è la storia recente del nostro Paese.
Noi, però, dobbiamo parlare di Lampedusa. Lei, nei mesi scorsi, ha definito Lampedusa in vari modi: il check-point Charlie del terzo millennio, l'ideale passaggio a livello fra nord e sud del mondo, il punto dove finisce l'Europa e dove comincia l'Africa. Di Lampedusa abbiamo parlato per tanto tempo e le tragedie che sono avvenute in quell'isola risaltano ancora nella nostra memoria e risalteranno a lungo nella nostra memoria. Infatti, Lampedusa, oltre a tutte le definizioni che lei ne ha dato, ci dice una cosa chiara, ovvero che noi, gli italiani, siamo, e più di molti altri, i veri custodi e i veri difensori dell'orizzonte europeo, perché l'orizzonte europeo coincide con le sue frontiere, finché queste ci saranno, e noi questo lavoro lo facciamo.
E dobbiamo chiederci, all'esito di quello di cui stiamo parlando, se lo stiamo facendo bene o se lo stiamo facendo male. Io credo che il popolo italiano lo stia facendo molto bene, che il popolo italiano stia dando prova di un grandissimo senso di una grandissima capacità di accoglienza, di solidarietà, di comprensione e di consapevolezza, che deve essere un modello anche per i «bacchettatori» europei, a proposito di retorica, di coloro che hanno sempre una parola appropriata, ma, finché si rimane nel dominio delle parole, è facile.
Con le azioni bisogna fare i conti ! E qui veniamo a un giudizio su quello che sta facendo il nostro Governo. Stiamo facendo bene ? Il nostro Governo sta lavorando bene rispetto a questo ? Io penso di no. A che punto è la nostra battaglia per far sì che il tema dell'immigrazione non resti un tema legato all'emergenza dell'Italia e di qualche altro Paese, ma Pag. 7divenga una priorità assoluta dell'agenda europea ? Agenda europea che deve cambiare, perché la stagione araba, salutata con tanto entusiasmo e fervore, e voluta anche da qualche scellerato atto muscolare di qualche vecchia potenza coloniale, ci ha consegnato dei Paesi che nel Nord Africa sono in dissoluzione, ha distrutto degli equilibri che potevano non piacerci, ma di cui non possiamo farci giudici e basta, ha rotto una serie di modelli, che adesso non trovano niente al loro seguito, non hanno più niente. E noi siamo lasciati soli ad affrontare questo scenario.
A che punto siamo con l'operazione Mare Nostrum, con la task force mediterranea, con il rafforzamento del Frontex (ci servono soldi per rafforzare il Frontex), con la modifica del regolamento di Dublino, con il decreto-legge per l'istituzione di nuove sessioni delle commissioni territoriali ? A che punto siamo ? Infatti, non basta dire che chi sbaglia paga, purtroppo non basta. È importante, è importante, perché quello che abbiamo visto richiede, ovviamente, che si prendano subito misure, e lei lo ha fatto, Ministro.
Non basta neppure invocare la Croce rossa, oppure, che ne so, la prossima volta i caschi blu dell'ONU, per risolvere la questione di emergenza strutturale. Perché questo è il capolavoro che siamo riusciti a fare: siamo riusciti a strutturare lo stato di emergenza, per quello che riguarda le politiche di accoglienza nel nostro Paese. E tutto questo perché ? Perché poi andiamo a cospargerci il capo in sede comunitaria, a dire che in fondo ce le meritiamo, le bacchettate. Ma non è così !
Noi dobbiamo essere molto, molto, molto – e concludo – più determinati quando diciamo che il problema dell'accoglienza all'interno delle frontiere dell'Unione europea non è un problema dell'Italia e di Lampedusa, ma è un problema dell'Europa stessa, che noi siamo un Paese di transito e che noi scontiamo proprio il fatto di far parte dell'Unione europea, perché siamo diventati la piattaforma di transito per l'immigrazione, e che quindi l'immigrazione non può diventare un tema prioritario soltanto quando accadono tragedie come quella che abbiamo visto qualche mese fa, con morti, morti, morti da tutte le parti, ma deve diventare un tema della nostra agenda all'interno dell'agenda europea, nella quale o saremo noi a fare i protagonisti o non ci sarà nessuno e l'emergenza strutturale continuerà, continuerà, continuerà, affogata non solo nel mare della Sicilia, ma anche nel mare di retorica del quale, sinceramente, ormai siamo più che soddisfatti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Erasmo Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Signora Presidente, «campioni di accoglienza»: così lei, signor Ministro, ha definito in quest'Aula il nostro Paese all'indomani della tragedia del 3 ottobre, che ha visto morire 363 persone al largo di Lampedusa. Lei tornava dall'isola e, a quel che ci risulta, non ha avuto neanche l'accortezza di visitare in quei giorni il centro di accoglienza. Ecco, quello che mi chiedo oggi è se avrebbe il coraggio di ripetere quelle parole davanti alla realtà che ci viene sbattuta in faccia dalle immagini insopportabili che hanno fatto il giro del mondo, dalla disumanità della condizione dei nostri centri che emerge da quelle immagini.
Parlo al plurale, signor Ministro, perché le sia chiaro che lei qui non è a riferire oggi di un caso isolato, ma si trova qui a rispondere delle responsabilità del suo Ministero e di questo Governo e di quelli che lo hanno preceduto e di cui lei ha fatto anche parte, sulla gestione fallimentare e criminale della rete dei centri per migranti in Italia. Lampedusa è sono la punta dell'iceberg. Noi siamo qui oggi perché un ragazzo siriano ha avuto il coraggio di denunciare attraverso un video la realtà della vita dentro il centro di Lampedusa.
Io sono stato dentro quel centro. Ci sono stato nei giorni successivi al 3 ottobre, quando il centro aveva più di 1.300 Pag. 8migranti, e ci sono tornato ieri. Lei oggi può far finta di cadere dalle nuvole, di scoprire la realtà di quello che succedeva in quel centro, di scaricare tutte le responsabilità sugli operatori e sulla cooperativa che lo gestiva, ma sono mesi, forse anni, che le associazioni e la sindaca di Lampedusa Giusi Nicolini – che voglio ringraziare in quest'Aula per il senso di responsabilità e per la dignità con cui ha rappresentato in quell'isola lo Stato (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle) – hanno denunciato le condizioni di quel centro e le violazioni dei diritti che avvenivano. Un centro dove, per legge, i migranti dovrebbero rimanere appena 48 ore prima di essere smistati, e dove invece ragazzi come Khalid, quel giovane siriano di 27 anni, rimangono anche per tre o quattro mesi a disposizione dell'autorità giudiziaria.
Io penso che bisogna andare a vedere quelle che sono le condizioni, quali sono i bagni in quel centro, quando i migranti dormono coperti dai materassi di gommapiuma nel giardino sotto l'acqua, immagini che insieme ad altri colleghi parlamentari abbiamo presentato qui, alla Camera dei deputati, a disposizione di tutti, e che non scopriamo oggi.
Lei oggi, signor Ministro, dovrebbe spiegarci perché il suo Ministero non risponde alle numerose interrogazioni parlamentari che io e altri miei colleghi abbiamo presentato qui, sulla situazione dei centri per migranti in Italia e sulle violazioni dei diritti umani che avvengono lì dentro. Lei dovrebbe spiegarci quali sono gli strumenti che il suo Ministero e i suoi delegati sul territorio, i prefetti, mettono in campo per controllare gli enti gestori dei centri.
Pozzallo, Milo, Salinagrande, Pian del Lago, Mineo, sono solo alcuni dei centri che ho visitato in questi giorni nella mia terra, che poi è anche la sua, signor Ministro.
Ho avuto modo di vedere bene quanto il suo Ministero chiuda gli occhi su quello che accade in quei «non luoghi», dove l'umanità troppe volte lascia il passo al cinismo, ed oggi noi non le permetteremo di celebrare qui l'ennesima occasione di propaganda, di esprimere un cordoglio collettivo e poi tornare a far finta di niente, come se nulla fosse.
Noi oggi non le chiediamo di dirci cosa farà per cambiare le cose, ma le chiediamo perché fino ad ora non ha fatto nulla per impedire quello che accadeva nei nostri centri per migranti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Mi chiedo se lei è a conoscenza di cosa stia accadendo a Mineo in queste ore, in quello che può essere definito il più grande centro di accoglienza d'Europa, con più di 4 mila richiedenti asilo messi nel centro di una campagna nel cuore della Sicilia. In queste ore ci sono dei migranti – che dovrebbero stare in quel centro non più di 35 giorni per vedere evasa la propria richiesta e che sono lì, invece, da mesi – che stanno protestando per le condizioni di vita del centro, per il suicidio di un giovane eritreo, che dopo sette mesi di vita in quei «non luoghi» ha deciso di togliersela la vita. Sì, perché in quei «non luoghi» la vita, dopo tutti questi mesi, diventa insopportabile.
È del 22 luglio un'interrogazione che chiede di sapere perché il Governo non è intervenuto per decongestionare quel centro, che chiede di sapere quanto costa quel centro e qual è la sua natura giuridica, istituito per l'emergenza nord Africa e dato in gestione diretta alla cooperativa che lei oggi sta rimuovendo da Lampedusa. Sì, perché quello che noi dobbiamo dire oggi pubblicamente è che lei revoca l'appalto alla cooperativa Sisifo, che è la stessa che gestisce il più grande CARA d'Europa, che è la stessa che gestisce un appalto su cui non si riesce a sapere quali sono i costi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). Ecco, signor Ministro, noi vorremmo queste risposte.
Allora, il suo dovere di Ministro qui oggi – e chiudo, Presidente – è quello di rispondere a queste domande. Ieri noi abbiamo presentato una proposta di legge per l'istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare. Lo abbiamo fatto Pag. 9per fare chiarezza sulla fitta rete di interessi e speculazioni che si celano su questi centri. Io spero che questo Parlamento, tutto, abbia l'interesse a scoprire qual è la condizione dei nostri centri.
E mi rivolgo, infine, ai miei colleghi, tutti e soprattutto ai colleghi del Partito Democratico e a quelli del MoVimento 5 Stelle, perché depongano le armi della retorica e del populismo e si ponga fine finalmente in questo Paese a quell'abominio che è la legge Bossi-Fini, che ha generato...
PRESIDENTE. Concluda.
ERASMO PALAZZOTTO. ... questa situazione di cui dobbiamo vergognarci oggi davanti al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Antonino Bosco. Ne ha facoltà.
ANTONINO BOSCO. Signora Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, io voglio innanzitutto ringraziare il Ministro per la sua puntuale, precisa, molto dettagliata relazione di questa mattina rispetto a un episodio che ha certamente dei risvolti complessi e drammatici. Tutti noi ne siamo rimasti colpiti in maniera pesante e dolorosa.
L'Italia ha compiuto e sta compiendo sforzi enormi per affrontare al meglio un fenomeno tanto vasto, complesso e preoccupante. Lo Stato ha approntato protocolli adeguati all'accoglienza degli immigrati. Le popolazioni subiscono, Signor Presidente, per prime l'impatto degli sbarchi e mi riferisco chiaramente alla straordinaria popolazione di Lampedusa, che ha dimostrato sino ad oggi e in tutti questi anni un senso straordinario di umanità, di solidarietà, di sacrificio, certamente encomiabili ed esemplari (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra). E quanto è avvenuto sembra aver cancellato in un colpo solo tutto questo.
Ma non è così, non è così perché non può scomparire, in un solo momento e per un episodio esecrabile, tutto quanto il nostro Paese ha fatto e sta facendo con grande forza e grande energia. E l'Italia non può essere giudicata per il cattivo comportamento di qualcuno, quando l'intero Paese lotta ogni giorno, con enorme dispendio di energie e di risorse, per affrontare un fenomeno che dovrebbe riguardare l'intera Europa e che ci vede soli, invece, purtroppo ancora una volta nell'affrontarlo.
E bene ha fatto lei, signor Ministro, a intervenire rapidamente, senza fare sconti a nessuno: un atto, questo, che testimonia una volta di più come il nostro Paese affronta seriamente, con dignità e rispetto un fenomeno di dimensione e complessità tanto vaste ed enormi.
Il Nuovo Centrodestra è soddisfatto per come il Governo ha agito e per come il Ministro dell'interno ha saputo affrontare la questione e dare una risposta immediata, compiuta ed adeguata al vulnus che è stato arrecato all'uomo e all'immagine dell'Italia e dell'intero Paese.
E questo intervento, ripeto, esemplare e significativo, ha sicuramente dimostrato, più di tante parole, con quale considerazione e con quanta serietà lo Stato affronta il fenomeno dell'immigrazione.
L'Europa, signor Ministro, però, deve prenderne atto e deve interrogarsi anche su quanto ha fatto ed intende fare rispetto al dramma della migrazione, perché le nostre coste non sono solamente il confine dell'Italia, ma sono il confine dell'intera Europa, sono il confine dell'intero continente e dall'intero continente deve venire una risposta che sia una risposta univoca e forte a quanto sta accadendo, non essendo quello della migrazione un problema costituito da una serie di piccoli e sporadici episodi, ma essendo il risultato appunto di un fenomeno di dimensioni enormi, vaste, purtroppo non limitate nel tempo.
L'impegno solidale ed umanitario del nostro Paese non si discute, non può essere assolutamente messo in discussione da nessuno.
Il centro di accoglienza di Lampedusa ha vissuto e vive momenti di grande difficoltà. Pag. 10Eppure questo avamposto dell'Italia sul fronte dell'immigrazione risponde con coraggio e sacrificio.
Lo Stato ha approntato protocolli che assicurano l'assistenza agli immigrati sulla base di direttive predisposte dal Ministero della salute, direttive che consentono cure immediate e ricovero in ospedale nei casi appunto più gravi.
All'interno del centro di primo soccorso e di accoglienza gli stranieri vengono accolti ed assistiti sulla base di un preciso protocollo previsto dall'apposito capitolato unico di appalto, che impegna in un percorso ben preciso i gestori delle strutture.
In questo caso quanto è avvenuto non può assolutamente essere tollerato. E bene, dunque, ha fatto il Ministro dell'interno ad intervenire.
PRESIDENTE. Concluda.
ANTONINO BOSCO. Vorrei poter continuare, signora Presidente, ed avere lo stesso tempo che è stato dato a chi mi ha preceduto. Lo Stato ed il Governo italiano, ha detto il Ministro Alfano, non possono accettare che vi siano nel proprio territorio nazionale situazioni di violazione dell'integrità della persona, di violazione della sua dignità, di violazione della privacy.
Sono parole che l'intero gruppo parlamentare del Nuovo Centrodestra condivide, signor Ministro, parole che condivide il Paese, con le sue donne e i suoi uomini che affrontano ogni giorno il fenomeno migratorio.
Il Governo in tal modo ha parlato alla nazione e agli altri Paesi, chiarendo con una netta, condivisa e certamente apprezzata decisione che l'Italia non transige sui principi.
L'episodio avrà una coda, ma all'azione sbagliata di pochi – e concludo Presidente – lo Stato, tutto lo Stato, ha risposto con una sola voce, e le parole del Presidente della Repubblica, le parole e l'azione decisa del Ministro Alfano hanno parlato per tutti noi rispetto ad un episodio inaccettabile, che non dovrà più avere a ripetersi (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Vezzali. Ne ha facoltà.
MARIA VALENTINA VEZZALI. Signora Presidente, Ministro e colleghi, i principi di giustizia e solidarietà propugnati con forza dall'enciclica Pacem in terris di Giovanni XXIII dovrebbero essere sostenuti oggi più che mai dai Governi e dalle autorità.
«Lo spettacolo attuale riferito ai migranti offre una triste dimostrazione delle gravi conseguenze provocate dalla mancanza di rispetto per l'uomo e per i suoi diritti. È una vergogna». Non sono parole mie, sono le parole pronunciate con profondo dolore da Papa Francesco per la tragedia che aveva colpito i migranti durante la loro navigazione verso Lampedusa, una navigazione che significava per tutti loro la speranza di una vita migliore. Purtroppo, invece, è stata un'immane tragedia per quelle centinaia di vittime, compresi numerosi bambini, che hanno trovato la morte davanti alle nostre coste.
Parole dure, di condanna ha espresso Bergoglio.
In quell'occasione il Papa chiedeva a tutti noi di pregare insieme Dio per chi ha perso la vita: uomini, donne, bambini, per i loro familiari, per tutti i profughi.
Ora, a distanza di qualche mese, ci ritroviamo in quest'Aula a dover dibattere anche sulle modalità di accoglienza e sulle condizioni di vita dei migranti arrivati vivi sull'isola di Lampedusa, condizioni denunciate da un video che ha fatto il giro del mondo e che interroga le nostre coscienze su quello che sono diventati ormai i centri di prima accoglienza nel nostro Paese.
Non si possono chiudere gli occhi di fronte a quello che è successo a Lampedusa in queste ore. Il Governo e noi tutti dobbiamo farci carico di soluzioni immediate. Per questo, si deve andare subito alla ristrutturazione e, permettetemelo, alla riumanizzazione del centro di Lampedusa. Né possiamo permetterci di abbassare la guardia per il futuro. Dobbiamo continuare a tenere alta l'attenzione sul Pag. 11dramma dei migranti, sia su quanto avviene nel Mar Mediterraneo, sia sul nostro territorio.
Anche perché non possiamo certo incriminare, per i fatti occorsi, la popolazione di Lampedusa, né tanto meno le istituzioni locali, per i quali, anzi, anche tanti di noi hanno chiesto il Nobel per la pace. Il sindaco, Giusi Nicolini, ci ha ricordato, infatti, che l'unico soggetto competente per le strutture di accoglienza è il Ministero dell'interno, anche per quanto riguarda le questioni sanitarie. Né comune, né ASL, possono intervenire di propria iniziativa. Ed ha definito una pratica da lager quella messa in atto dal personale che ha gestito il centro di accoglienza. Le immagini del centro di prima accoglienza di Lampedusa sono un pugno allo stomaco e scuotono la nostra coscienza. La stessa immagine del nostro Paese è stata scalfita a livello internazionale. La Commissione europea ha minacciato sanzioni. È, perciò, inevitabile dare una risposta chiara e risolutiva a quanto accaduto, così com’è inevitabile rimettere mano a tutta la materia riguardante i migranti, i centri di prima accoglienza, i CIE e i CARA.
Sui fatti specifici avvenuti nell'isola dove i migranti, nudi e bagnati, venivano sottoposti al trattamento anti scabbia, il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, subito dopo i fatti, ha dichiarato: «Accerteremo le responsabilità e chi ha sbagliato pagherà». Ma chi pagherà ? Quando ? Non possiamo, signor Ministro, pensare che sia sufficiente effettuare un'indagine approfondita ed eventualmente – ribadisco le sue parole, signor Ministro – eventualmente sanzionare le responsabilità per come saranno ricostruite. Occorre trovare i responsabili e sanzionarli senza indugio alcuno. Ci vuole coraggio, signor Ministro. Ci vuole coraggio a prendere in mano la situazione e ammettere che si tratta di situazioni e trattamenti che hanno poco a che fare con il rispetto della dignità umana e che i diritti dell'uomo sono stati ancora una volta violati.
Auspico, signor Ministro, che le parole da lei pronunciate oggi in quest'Aula non siano solo di circostanza e che il Governo si impegni da subito al decongestionamento dei centri di accoglienza in Sicilia con trasferimenti in altre regioni italiane, assegnando a Lampedusa la funzione di centro di prima accoglienza e soccorso per un massimo di 48 ore. Ricordo che siamo passati da un massimo di 30-60 giorni a 18 mesi e questo è inaccettabile. Occorre garantire procedure di assegnazione della conduzione dei centri a gestori coscienziosi. Dobbiamo tornare a discutere le norme del decreto legislativo n. 286 del 1998 che penalizza l'ingresso e il soggiorno, cioè il reato di clandestinità. Ma voglio ricordare che chi chiede asilo politico – e adesso concludo – non è un clandestino (articolo 10 della Costituzione). Dobbiamo avviare politiche migratorie che assicurino la possibilità di ingresso regolare nel nostro Paese, ma, soprattutto, di inserimento sociale.
Vorrei concludere, signor Ministro, con una frase di Richard Kern: «Poiché un monaco si lamentava col suo superiore del gran numero di emigranti che affluivano in Egitto attraversando il Mar Rosso, Abba Filocolo disse: Perché ti lamenti ? Siamo tutti discendenti di emigranti, da quando Adamo ed Eva han dovuto lasciare il Paradiso» (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, noi non abbiamo voluto presentarci qui in Aula con un discorso fatto magari da qualche funzionario o da qualcuno all'esterno di questo Palazzo. Non abbiamo nemmeno voluto intendere questo come un appuntamento per usare speculazioni politiche, parole da slogan, e usare le classiche formule che contengono le parole «indignazione», piuttosto che «raccapricciante», piuttosto che «inaccettabile», piuttosto che «degradante». Noi vogliamo guardare in faccia la realtà.
Ho ascoltato attentamente le parole del Ministro dell'interno e mi ha colpito molto quella frase, che suona più come uno Pag. 12slogan: «Lampedusa non può essere zona franca nella quale si possono calpestare i più fondamentali diritti umani». Ottimo concetto, peccato che i fatti non corrispondano a queste parole. Ma, magari, a questa frase corrisponderà la ricerca della prima pagina dei quotidiani online, piuttosto che di quelli cartacei, già tra poche ore.
Quindi faremo finta anche noi di non dire che, ad esempio, la cooperativa che gestisce Lampedusa è una cooperativa rossa, dalla quale ora sembra si vogliano dissociare tutti. Come faremo finta di non dire che noi assolutamente ci opponiamo alla richiesta di abolire la Bossi-Fini perché non è colpa di una legge se ogni anno, se ogni mese arrivano migliaia di disperati sulle nostre coste, vivi o morti. Non è colpa di una legge se succede questo.
I migranti, come li chiama lei, Presidente, sono clandestini e sono clandestini finché non viene verificato il loro status (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Quindi chiamiamoli con il loro nome: clandestini, perché non entrano in maniera legale nel nostro Paese. Molti arrivano già con i polpastrelli tagliuzzati, tagliati, danneggiati. Arrivano volontariamente con questa condizione proprio per non farsi verificare. Dobbiamo chiamarli migranti ? Dobbiamo chiamarli e trattarli con il rispetto che chiedono ? No, io non credo che debba funzionare così. Queste persone, se compiono questi atti, non possono essere definite solo come dei disperati ma probabilmente anche come qualcos'altro.
Noi non vogliamo fare però di tutta un'erba un fascio, ci mancherebbe altro. Comprendiamo benissimo il mondo in cui viviamo e la direzione verso cui questo mondo sta andando. Però, Presidente Boldrini, mi rivolgo a lei, quando lei era presso l'Alto commissariato dell'ONU per i rifugiati, come è stato detto prima, una rappresentante del nostro Paese ma una rappresentante dell'ONU per i rifugiati, lei sentenziava spesso contro Maroni e contro l'allora Governo in carica di cui faceva parte anche il Ministro Alfano. E sentenziava perché dovevano essere rispettati e tutelati i diritti dei richiedenti asilo. Ora però che lei non è più presso l'Alto commissariato delle Nazioni Unite ma è la terza carica dello Stato, cosa ha saputo far d'altro se non paragonare la causa della caduta del PIL del nostro Paese ai fatti di Lampedusa, ritenendo peggiori le condizioni di quei clandestini che dei milioni di persone oneste che non vedono prospettive di futuro e che stanno scendendo in piazza proprio perché vedono nella politica un atteggiamento come quello che lei sta tenendo. Signor Presidente, lei è tanto vicina agli immigrati quanto lontana dai cittadini, quelli che le pagano lo stipendio e che dovrebbe essere seduta qui a rappresentare.
Inoltre, signor Ministro, noi siamo molto diffidenti nei confronti della condotta del suo Ministero in questo periodo e del Governo in generale. L'incidente dei racconti concernenti le privazioni riservate ai clandestini evidenziano tutti i limiti di una politica dell'accoglienza indiscriminata e solo in superficie umanitaria e buonista che si scontra, invece, con le carenze delle risorse disponibili e che ha imposto anche la scelta di far gestire situazioni tanto delicate ad una cooperativa, guarda caso – ripetiamo – rossa, ma facciamo finta di non dirlo.
L'interprete principale dell'indirizzo politico dell'accoglienza indiscriminata è il Ministro per l'integrazione Cécile Kyenge, che non perde occasione per incoraggiare i clandestini a sfidare la sorte e a cercare l'ingresso nel nostro Paese, prescindendo completamente dalla nostra effettiva capacità di assicurare a chi arriva condizioni degne di accoglienza. Credo che lei non abbia fatto nemmeno una riunione con la Kyenge per spiegarle che queste cose nei fatti non sono possibili da fare, però la Kyenge ha avuto del tempo per poter andare a fare passerella, perché questo ha fatto. Questo ha fatto se, dopo due mesi, i risultati sono questi, quelli che abbiamo visto durante questa settimana dal Tg2.
PRESIDENTE. Deputato Prataviera, concluda.
Pag. 13 EMANUELE PRATAVIERA. Lo stesso Ministro Kyenge ha dichiarato che le immagini che abbiamo visto non rappresentano l'Italia, che queste scene non sono piacevoli da vedere (non sono piacevoli da vedere ? Vabe’ !); che dovremmo fare in modo che la storia non si ripeta più, che quelle immagini sono lo specchio della disumanizzazione. C’è una promiscuità totale, non c’è più intimità e tutto ciò è umiliante per un essere umano, quasi come se lei fosse estranea all'azione del Governo e non fosse responsabile dei fatti, perché lei è responsabile dei fatti. E ha aggiunto che l'Italia deve poter dimostrare con un forte monitoraggio che rispettiamo gli standard europei e che dovremmo anche fare molto ispezioni; ma lei dov’è, lei dov’è, cosa sta facendo ? Boh ?
Incombe d'altra parte sul Ministero dell'interno, su di lei, Ministro Alfano, la responsabilità ultima per come vengono gestiti i siti ove i trattamenti sanitari degradanti e disumani, documentati nel filmato trasmesso dalla RAI, sono stati somministrati, in realtà affidati ad una cooperativa, e quindi del danno che rischia di abbattersi sul nostro Paese per effetto di una censura da parte delle autorità dell'Unione europea.
PRESIDENTE. Concluda.
EMANUELE PRATAVIERA. Unione europea che si è riunita anche ieri e che non ha fatto nulla se non dire: ci rivediamo a giugno, quando a giugno magari avremmo già raccolto altri centinaia di corpi perché si sa che a giugno inizia la bella stagione e, quindi, il mare permette di poter mettersi anche in un viaggio disperato.
PRESIDENTE. Concluda.
EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, mi conceda un secondo in più per invitare il Ministro a fare qualcosa di innovativo per questo Paese...
PRESIDENTE. Ha già utilizzato un minuto in più rispetto al suo tempo. Concluda.
EMANUELE PRATAVIERA. ...e poi affrontare i problemi... concludo subito. Non prometta di far cancellare la Bossi-Fini e si dissoci dalla scellerata politica voluta da Kyenge e da Renzi, altrimenti saranno loro a portare lei, e il Ministero che lei rappresenta, a fondo (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Mario Marazziti. Ne ha facoltà.
MARIO MARAZZITI. Grazie Presidente, signor Ministro, la ringrazio per essere arrivato qui con informazioni puntuali e con uno sdegno adeguato alla gravità di quello che abbiamo visto. In questa'Aula abbiamo ascoltato vari interventi. L'aggettivo che abbiamo ascoltato più frequentemente è «inaccettabile», «inqualificabile». È tutto vero. Il problema è che quelle immagini hanno esplicitato una cosa che era già così.
Quando, con alcuni deputati, siamo andati nel centro di Lampedusa, dopo la sua visita a Lampedusa, il giorno dopo, e il secondo giorno sono tornato con due colleghi, dopo semplicemente una notte di pioggia, nel centro di Lampedusa, quello che ho visto, che abbiamo visto, in quella che è la porta d'Europa, era una «baraccopoli» di gommapiuma e di materassi senza fodera, usati come se fossero casette di lego abbattute da un semplice temporale, zuppe, perché più di 500 persone normalmente dormivano all'aperto. Bastava un temporale. Quelle immagini anche hanno circolato, sembravano un presepe terremotato di Haiti il giorno di Pasqua, perché c'erano delle coperte argento e oro – le coperte termiche – che svolazzavano come se fossero uova di Pasqua.
Noi sappiamo che in quel centro le persone... negli altri centri di prima accoglienza le persone possono stare uno o due giorni e poi debbono andare in altri luoghi, ma noi sappiamo che in realtà ci stanno uno o due mesi e che il tasso di sovraffollamento è sempre inaccettabile. Allora, la risoluzione vera e la soluzione vera – lo sappiamo, lo abbiamo proposto Pag. 14– è quella di creare un centro di accoglienza europeo, in Europa, per cominciare a ragionare su questi arrivi: in Europa, cioè in territorio italiano, è una scelta che può fare l'Italia, di accettare che la domanda di protezione possa essere fatta nei Paesi di transito prima di attraversare il Mediterraneo, non necessariamente l'invivibile Libia, ma Giordania, Libano.
Questo permetterebbe di ridurre il problema, ma il centro di Lampedusa aveva già anche i soldi da due anni per creare un secondo centro. Qui è una richiesta: perché non abbiamo usato quei soldi nei due anni precedenti ? Perché non sono stati neanche cominciati i lavori ? Ma il problema è di dimensione tale, che riguarda tutti gli altri centri di prima accoglienza e riguarda anche i centri di accoglienza richiedenti asilo (CARA) e riguarda anche i centri di identificazione ed espulsione (CIE).
Noi sappiamo che nel CIE di Mineo c’è un problema: non solo quello che è già stato ricordato, ma anche quello dovuto al fatto che, forse, non ci sono neanche i soldi per i test sanitari necessari. Ci sono eritrei, c’è anche il problema del test HIV, che è un problema di sanità pubblica. Noi abbiamo una situazione alla bancarotta. A questo punto e per questo motivo, ieri, abbiamo depositato un disegno di legge per istituire una Commissione parlamentare d'inchiesta per rivedere l'intero sistema di accoglienza, di identificazione e di trattamento anche dei richiedenti asilo.
Dobbiamo sì calendarizzare la legge sul diritto di asilo, dobbiamo sì cambiare la Bossi-Fini, ma in realtà ancor di più il Testo unico dell'immigrazione. Noi dobbiamo ripensare a tutta la nostra politica sull'immigrazione, perché sono ormai più di venti anni, venticinque anni, che abbiamo un'impostazione legata a un'altra fase storica, a un'altra fase di pensiero...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
MARIO MARAZZITI. ...perché – concludo – per esempio non sono neanche contemplati gli anziani, in quello.
Dobbiamo approvare rapidamente una legge sulla cittadinanza, la cittadinanza dei bambini, e la riforma della legge sulla cittadinanza. Noi ci auguriamo che questo Parlamento possa calendarizzarla subito, con il sostegno del Governo, nei prossimi giorni. Ma chiedo a questa Camera di approvare subito la nascita di una commissione parlamentare d'inchiesta per rivedere l'intero sistema di accoglienza (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia e di deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Totaro. Ne ha facoltà.
ACHILLE TOTARO. Signor Presidente, signor Ministro, intanto volevo ringraziarla per l'intervento, per quello che ha detto tempestivamente qui in quest'Aula. Ho sentito molti aggettivi retorici in questa discussione oggi. Sicuramente, quello che è avvenuto a Lampedusa non va bene, non va bene, signor Ministro, e non va bene sempre e in ogni luogo. Purtroppo, qualcuno si sveglia in quest'Aula e pensa che nei posti dove c’è la sofferenza di persone che si spostano da altre nazioni, ma che sono anche qui in tanti luoghi, non ci siano situazioni di promiscuità, situazioni di violenza, anche fisica, purtroppo, che si verificano all'interno di tante strutture, non soltanto nei centri di accoglienza.
La invito, quindi, invito tutti, anche le forze dell'ordine, con cui lei da Ministro ha relazioni importanti, ad intervenire in tante altre situazioni che si verificano nel nostro Paese: riguardano anche gli anziani nei posti dimenticati da tutto e da tutti, come vengono trattati i non autosufficienti, ci sono tante situazioni, qualcuno ha detto inaccettabili, a 360 gradi.
Sulla questione di chi arriva nella nostra nazione, signor Ministro, si possono dire tante cose. Il dato di fatto essenziale è questo: quando arrivano migliaia di persone, come arrivano sulle nostre coste da altre nazioni, questo è un problema che va affrontato a livello europeo, non è un problema che può risolvere soltanto l'Italia, quello dell'accoglienza di migliaia e Pag. 15migliaia di persone che arrivano sulle nostre coste. La retorica di chi si scandalizza di certe situazioni dovrebbe esserci anche nelle fasi successive al fatto che queste persone arrivano sulle nostre coste.
Perché, vedete, quando una nazione, quando una nazione come la nostra non è in grado di garantire i diritti ai nostri concittadini, diventa difficile garantire diritti a tante migliaia di persone che arrivano con tante prospettive sulla nostra terra e, poi, si trovano, uscendo da quei centri, ad andare a dormire sotto i ponti, ad andare a dormire per strada, in questo periodo invernale, in cui le temperature sono così rigide. Nella mia città, a Firenze, la città del segretario del PD, sindaco, nuovo Messia, io trovo continuamente persone che dormono per la strada, persone che hanno fatto quel percorso, e sono arrivate in Italia. Lì non si scandalizza nessuno, non si lavano, la mattina sono lì al freddo, non si sa se moriranno e se passeranno la nottata.
Poi, c’è la retorica, o un'altra retorica, quella di parlare di coloro che, poi, vanno a finire nelle nostre patrie galere. Qualche volta ce ne occupiamo qui nella nostra Aula, nelle aule parlamentari, del sovraffollamento, dei problemi che ci sono nei penitenziari, dove c’è il 60, il 70 per cento di cittadini stranieri che hanno commesso, semmai, reati nei confronti di altri nostri concittadini. Io dico che il problema va guardato a 360 gradi e chi viene qui e propone per risolvere questi problemi con le porte aperte a tutti, con il garantire l'accoglienza, dare dei diritti a prescindere, senza doveri, non fa l'interesse, non fa della buona solidarietà nei confronti di chi arriva: fa soltanto della retorica, fa soltanto della demagogia, pur sapendo che noi non siamo in grado di garantire questi diritti a tutti coloro che arrivano.
Oltre a questo, signor Ministro, dovremmo ricordare a qualche esponente qui in quest'Aula, che si è riempito la bocca ancora con parole retoriche e di solidarietà fine a se stessa che, quando qualcuno arriva in questi centri, in molti casi si tratta di persone per bene, che cercano qui di trovare condizioni di vita migliori rispetto a quelle del Paese da cui provengono, altre richiedono asilo politico – è un'altra questione –, ma altri scappano dalle galere di quei posti.
L'ha ricordato prima un collega che mi ha preceduto, dicendo che arrivano qui con i polpastrelli già segnati per non farsi riconoscere. Sarebbe molto semplice nei centri di identificazione e espulsione arrivare a dare le proprie generalità, ma non viene fatto. Ecco perché passano i mesi, passano i giorni e rimangono in quei centri, perché non danno le proprie generalità.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 10,12)
ACHILLE TOTARO. Altrimenti, dando le proprie generalità, sarebbero riaccompagnati alla frontiera. Queste cose le dobbiamo dire. Quindi, questo problema si affronta non aprendo le frontiere a tutti, non abolendo le leggi che prevedono l'espulsione dei clandestini, ma controllando, aprendo un dibattito a livello europeo con le altre nazioni, che non possono venire a fare della retorica contro di noi, dicendo che l'Italia...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Totaro.
ACHILLE TOTARO. Sì, grazie Presidente, sto per finire. Non facendo della retorica e dicendo che qui ci sono condizioni inaccettabili per chi arriva, ma contribuendo a risolvere i problemi che sono nostri e che sono di tutta l'Europa. Invece, se ne lavano le mani e poi dopo intervengono con queste uscite veramente fuori luogo. Quindi, signor Ministro, io le chiedo il contrario e mi meraviglio come lei faccia a stare in una maggioranza in cui, come abbiamo visto in quest'Aula anche oggi, si chiede a gran voce di dare la cittadinanza breve, di dare diritti, di dare accoglienza indiscriminata a tutti...
PRESIDENTE. Deve concludere, ha superato il suo tempo, onorevole Totaro.
Pag. 16ACHILLE TOTARO. Quando invece il percorso deve essere il contrario: controllare chi arriva e stabilire che chi viene qui può integrarsi se ha un contratto di lavoro, perché così si progredisce per se stessi e per la propria famiglia e ci si integra in questa nazione. Altrimenti, si va a finire a dormire sotto i ponti, a morire in un carcere oppure a commettere dei reati.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, signor Ministro, mio zio Mario, sopravvissuto ai campi di concentramento in Germania, raccontava, a proposito di questa sua tragica esperienza, di come, con altri deportati, fosse periodicamente costretto a spogliarsi, a esporsi nudo all'aperto per essere investito da getti d'acqua gelata, d'estate e d'inverno. All'epoca, ero bambina e probabilmente mio zio raccontava altre cose terribili, ma a me è rimasto impresso questo episodio, questa immagine; un'immagine che mi si è presentata avanti agli occhi nuovamente quando ho visto il video trasmesso dal Tg2 su Lampedusa. Non voglio fare paragoni tra il centro di prima accoglienza e l'orrore dei lager nazisti, ma il trattamento riservato a centinaia di migranti inevitabilmente mi ricorda quei metodi, quelle maniere.
Sono stata al centro di prima accoglienza di Lampedusa nei primi giorni di ottobre, all'indomani del naufragio dove hanno perso la vita 366 persone. Già allora, con i colleghi dell'intergruppo sull'immigrazione, denunciammo le condizioni critiche del centro – ne ha parlato il collega Marazziti –, ma non mi pare sia cambiato nulla da allora. Quanto avvenuto ci fa orrore, ma non dovrebbe sorprenderci più di tanto. È noto che nei centri non sono accolte ma rinchiuse per settimane e mesi persone che affrontano viaggi interminabili e pericolosi per fuggire da violenze, guerre, miseria, o semplicemente per trovare una vita migliore. Bene dunque ha fatto, signor Ministro, a revocare immediatamente la gestione del centro ai responsabili di questo trattamento. Giusta reazione, ma è chiaro che l'intera impostazione della materia è da rivedere, a partire dalla legislazione vigente, che va cambiata al più presto, perché non possiamo ridurre tutto o quasi ad una questione economico-organizzativa.
L'immigrazione non può essere un business nelle mani di persone prive di scrupoli – e mi riferisco agli scafisti – o persone che dimostrano di essere prive di sensibilità quanto al rispetto della dignità umana, come avvenuto nel caso di Lampedusa. Lo dico nella consapevolezza della complessità dei problemi che le migrazioni comportano e pure del fatto che la garanzia di un trattamento umano non è qualche cosa che si acquisisce, stanziando maggiori fondi (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'informativa urgente del Governo.
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 10,14).
PRESIDENTE. Decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento per lo svolgimento di votazioni mediante procedimento elettronico.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10,40 per il seguito della discussione del disegno di legge di bilancio, a partire dall'esame e dalla votazione della seconda nota di variazioni.
La seduta, sospesa alle 10,15, è ripresa alle 10,45.
Seguito della discussione del disegno di legge: S. 1121 – Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (Approvato dal Senato) (A.C. 1866-A); prima Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (A.C. Pag. 171866-bis); seconda Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 (A.C. 1866-ter)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 1866-A: Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016 e relative Note di variazioni.
Ricordo che, nella seduta di giovedì 19 dicembre 2013, si era concluso l'esame degli articoli e delle proposte emendative riferite al disegno di legge di bilancio, e che nella seduta di ieri è stato approvato il disegno di legge di stabilità 2014.
In data odierna il Governo ha presentato la seconda Nota di variazioni al bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014 -2016, di cui la Commissione bilancio ha concluso l'esame, di cui all'articolo 120, comma 7, del Regolamento.
(Esame della seconda Nota di variazioni – A.C. 1866-ter)
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame della seconda Nota di variazioni.
Ha facoltà di parlare il relatore per la maggioranza sul disegno di legge di bilancio, deputato Andrea Romano.
ANDREA ROMANO, Relatore per la maggioranza. Il Governo ha trasmesso la seconda Nota di variazioni, che modifica le previsioni di entrata e le autorizzazioni di spesa del bilancio dello Stato in modo da tener conto degli effetti delle variazioni al disegno di legge di stabilità e delle variazioni al progetto di bilancio approvate nel corso dell'esame parlamentare da questa Camera dei deputati.
La nota di variazioni reca quindi modifiche al quadro riassuntivo generale del bilancio dello Stato, allo stato di previsione dell'entrata e agli stati di previsione della spesa. La nota, in conseguenza delle modifiche apportate alle previsioni di bilancio, modifica l'articolo 15 del disegno di legge di bilancio, aggiornando il totale generale della spesa. Dalla nota di variazioni risulta dunque che il disegno di legge di stabilità 2014, così com’è stato modificato dagli emendamenti approvati da questo ramo del Parlamento, determina incrementi sia sul versante delle entrate che sul versante della spesa.
In termini di competenza, per quanto riguarda le entrate, gli emendamenti hanno determinato un incremento delle previsioni iniziali di circa 628 milioni di euro per l'anno 2014, nonostante una riduzione delle entrate extratributarie di 11 milioni di euro. Per quanto riguarda gli anni successivi del triennio, l'incremento delle entrate è invece pari a 368 milioni di euro per l'anno 2015, e a 452 milioni di euro per il 2016. In entrambi i casi, l'incremento è riferibile unicamente alla crescita delle entrate tributarie.
Sempre in termini di competenza, per quanto riguarda le spese finali gli emendamenti approvati determinano per il 2014 un incremento del volume della spesa di 535 milioni di euro, dovuto nella più larga parte ad un aumento delle spese di parte corrente al netto degli interessi di 502 milioni di euro, e ad un aumento di 33 milioni di euro delle spese in conto capitale. Negli anni successivi le spese finali aumentano di 365 milioni di euro nell'anno 2015, e di 395 milioni di euro nell'anno 2016, essenzialmente per effetto dell'incremento delle spese di parte corrente.
Per quanto invece attiene ai risultati differenziali, le modifiche introdotte da questa Camera al disegno di legge presentato dal Governo, così come è stato modificato dal Senato, determinano un miglioramento del risparmio pubblico pari a 126 milioni di euro nell'anno 2014, a 18 milioni per il 2015 e a 67 per il 2016.
Per quanto riguarda invece il saldo netto da finanziare, si registra un miglioramento di 93 milioni di euro nel 2014, 4 milioni nel 2015, mentre nel 2016 il saldo netto da finanziare, già positivo, risulta ulteriormente migliorato nella misura di 57 milioni di euro. Per quanto concerne il Pag. 18ricorso al mercato, le modifiche introdotte in sede parlamentare hanno comportato effetti corrispondenti a quelli esaminati con riferimento al saldo netto da finanziare.
In termini di cassa – per quanto riguarda le entrate, Presidente – le modifiche apportate in Commissione presentano i medesimi effetti già indicati in termini di competenza. Sempre in termini di cassa, per quanto riguarda le spese finali, gli emendamenti approvati determinano per il 2014 un incremento del volume della spesa di 545 milioni di euro, dovuto nella più larga parte ad un aumento delle spese di parte corrente al netto degli interessi di 502 milioni di euro, e ad un aumento di 43 milioni di euro delle spese in conto capitale. Negli anni successivi le spese finali aumentano di 415 milioni di euro nel 2015, 465 milioni di euro nel 2016, essenzialmente per effetto dell'incremento delle spese di parte corrente.
Per quanto attiene ai risultati differenziali, le modifiche introdotte dalla Camera al disegno di legge presentato dal Governo, così come è stato modificato dal Senato, determinano un miglioramento del risparmio pubblico analogo a quello già indicato in termini di competenza.
Per quanto riguarda il saldo netto da finanziare, si registra un miglioramento di 83 milioni di euro nel 2014 e un peggioramento di 46 milioni nel 2015 e di 13 nel 2016.
Per quanto concerne il ricorso al mercato, infine, le modifiche introdotte in sede parlamentare hanno comportato effetti corrispondenti a quelli esaminati con riferimento al saldo netto da finanziare.
PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo rinuncia alla replica.
(Votazione della seconda Nota di variazioni – A.C. 1866-ter)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Invito i colleghi a prendere posto.
Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla seconda Nota di variazioni al Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Era in corso l'Ufficio di Presidenza. Lo dico per i colleghi perché anche il Presidente Di Maio e il Presidente Baldelli erano impegnati nell'Ufficio di Presidenza nonché gli altri membri dell'Ufficio di Presidenza che stanno ora arrivando e che aspettiamo.
Aspetto, aspetto, onorevole Schullian. Eravate in Ufficio di Presidenza, lo sappiamo. È la prima votazione e, quindi, dobbiamo aspettare tutti quelli che arrivano, ovviamente. Gnecchi. Ci siamo ? Rossomando, Pes. Hanno votato tutti i colleghi in Aula ? No. Non vedo mani alzate: sì, Centemero invece. Onorevole Binetti, l'aspettiamo. Onorevole Leva, onorevole Legnini, veloce alla meta. Onorevole Valente, onorevole Franceschini, onorevole Meloni. Leva non riesce a votare: no, riesce a votare ma... Aspettiamo la deputata Binetti. Ricciatti. Ricciatti ha votato, Binetti ha votato. Mi pare che ci siamo. Non c’è più nessuno che non ha... No, aspettiamo le due colleghe. Veloci ! Pollastrini. È Natale, Presidente Giachetti, mi faccia essere buona almeno a Natale. Ecco (Commenti del deputato Laffranco), è il primo voto onorevole Laffranco, l'abbiamo sempre fatto. Dobbiamo consentire ai colleghi che sono in Aula e che intendono votare di votare. L'abbiamo sempre fatto. Da adesso in poi andiamo velocissimi, ve lo prometto. Onorevole Fico e l'onorevole Spessotto. Ci siamo.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 19
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 434
Maggioranza 218
Hanno votato sì 291
Hanno votato no 143).
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1866-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati sul disegno di legge di Bilancio (Vedi l'allegato A – A.C. 1866-A).
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Colleghi si vota quasi subito, perché gli ordini del giorno sono pochi. Lo dico per chi prende la via della porta. Prego, Viceministro Fassina.
STEFANO FASSINA, Viceministro dell'economia e delle finanze. Signor Presidente, il Governo esprime parere contrario sull'ordine del giorno Duranti n. 9/1866-A/1.
Il Governo esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Coscia n. 9/1866-A/2, Ghizzoni n. 9/1866-A/3 e Zampa n. 9/1866-A/4.
Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Blazina n. 9/1866-A/5 ed esprime parere favorevole sugli ordini del giorno Coccia n. 9/1866-A/6 e Dieni n. 9/1866-A/7.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Duranti n. n. 9/1866-A/1, con il parere contrario del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Campana, Zoggia, Folino, Covello, Ventricelli, Basso, Gasperini, Ferranti, Rizzetto. Basso ancora non riesce a votare. Di Salvo. Covello non riesce a votare ancora ? No. Piccoli Nardelli. Date una mano all'onorevole Covello. Se c’è qualcosa dentro l'apparecchio la tolga. Forza Corsaro. Palma. Corsaro ha votato ? No. Di Salvo e Covello hanno votato. Corsaro ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 438
Votanti 361
Astenuti 77
Maggioranza 181
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 331).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Coscia n. 9/1866/2, Ghizzoni n. 9/1866/3 e Zampa n. 9/1866/4, accettati dal Governo.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Blazina n. 9/1866/5, accolto dal Governo come raccomandazione.
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Coccia n. 9/1866/6 e Dieni n. 9/1866/7, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.
Passiamo ora al voto finale del disegno di legge di bilancio. Poiché la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito che le dichiarazioni di voto finale sul disegno di legge di bilancio abbiano luogo con ripresa televisiva a partire dalle ore 12, sospendo la seduta sino a tale ora.
La seduta, sospesa alle 11,05, è ripresa alle 12.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1866-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.Pag. 20
Ricordo che la Conferenza dei presidenti di gruppo ha stabilito che le dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto abbiano luogo con ripresa televisiva diretta.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Franco Bruno. Ne ha facoltà.
FRANCO BRUNO. Signor Presidente, se potessimo esaminare i provvedimenti economici proposti dal Governo fermandoci alla querelle di questi giorni tra quanti sono favorevoli ad interventi più massicci per affrontare il malessere sociale che si è purtroppo ampiamente diffuso in Italia e quanti, invece, spingono per evitare che i conti dello Stato tornino ad essere non in ordine, saremmo in evidente difficoltà.
Mi sento di dire al signor Ministro dell'economia e delle finanze che, a mio avviso, le due cose non possono e non devono essere in alternativa. Si potrebbero citare molti dati per spiegare che il nostro Paese, e in particolare le nostre aziende, restano fortemente competitive all'estero, nonostante tutto. Quindi, il sistema, tutto sommato, regge alla competizione internazionale. Allo stesso modo, una serie di indicatori mostrano come sia, invece, miseramente crollato il mercato domestico.
Questo è oggi, con tutta evidenza, il nostro vero problema. Lo si può affrontare, evidentemente, nell'immediato, cosa che questo provvedimento fa, destinando maggiori risorse allo sviluppo e rendendo leggermente più flessibili i vincoli di bilancio, ma, se si vuole agire strutturalmente sul problema, non si può non intervenire sul debito pubblico e su quei 90 miliardi di interessi economici che zavorrano il Paese.
Per farlo, vi è assoluto bisogno di intervenire nell'area dell'evasione fiscale e nei meccanismi che amplificano le disuguaglianze profonde che attraversano l'Italia. In Italia il divario ormai è enorme tra garantiti e precari, tra generazioni, tra nord e sud, tra ricchi e poveri, ed è insostenibile. Su questo possiamo e dobbiamo fare molto di più.
L'altro pilastro è, ovviamente, l'affidabilità del nostro Paese: la credibilità sul bilancio e sui conti pubblici, in questo, è essenziale. Ogni punto di spread recuperato libera risorse, e bene fa il Premier a sottolinearlo con forza; è per questo che, dopo la fiducia sulla legge di stabilità, voteremo a favore anche del provvedimento in esame.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lello Di Gioia. Ne ha facoltà.
LELLO DI GIOIA. Signora Presidente, mi consentirà, a nome del gruppo socialista, di esprimere a lei tutta la nostra solidarietà per quello che sta accadendo. Noi, come gruppo socialista, siamo orgogliosi che lei abbia partecipato ai funerali di Nelson Mandela e credo che tutta quest'Aula dovrebbe essere orgogliosa della sua partecipazione, come, d'altronde, siamo profondamente convinti di votare a favore di questo provvedimento, perché l'immagine che il nostro Paese ha a livello internazionale e, soprattutto, a livello europeo, credo che sia un'immagine forte.
Qualche giorno fa l'accordo fatto sulle banche lo ha dimostrato, ciò che, evidentemente, non c'era negli anni passati. E coloro i quali continuano a criticare, a fare l'opposizione, dovrebbero ricordarsi in quali condizioni hanno lasciato questo Paese, e quindi rendersi responsabili di quello che è accaduto, e non certamente dimenticarsi che hanno governato per parecchi anni questo nostro Paese, riducendolo in condizioni di grande difficoltà.
Certo, si poteva e si può fare di più, certo che vi è bisogno di più stabilità in questo Paese, certo che abbiamo la necessità che vi siano gruppi dirigenti che siano in grado di affrontare con determinazione le scelte di riforma importanti per rilanciare la crescita, e quindi lo sviluppo, di questo Paese.
Noi, come socialisti – lo ribadiamo –, voteremo a favore di questo provvedimento Pag. 21e quindi dell'assestamento di bilancio e del bilancio, essendo vigili affinché nel prossimo anno con la stabilità si possano dare risposte ai ceti più deboli che sono i giovani, le donne, gli anziani e, soprattutto, il Mezzogiorno d'Italia (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista italiano-Liberali per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bruno Tabacci. Ne ha facoltà.
BRUNO TABACCI. Signor Presidente, signori Ministri, giunti al voto conclusivo sul bilancio 2014, che resiste alle scelte compiute dalla legge di stabilità, come deputati del Centro Democratico dobbiamo rilevare come un voto positivo risponda oggi all'ottimismo della volontà.
Non abbiamo mai sottovalutato la precarietà dei nostri equilibri di finanza pubblica, e per questo, nell'iter parlamentare assai complesso della manovra di politica economica, ci siamo astenuti dal concorrere a iniziative particolaristiche e dispersive, o anche semplicemente dall'incoraggiarle. Purtroppo, il Parlamento non ha certo migliorato il testo del Governo, allargando la platea dei presunti beneficiari spesso senza alcun disegno strategico. Una sorta di assalto alla diligenza senza la diligenza. E di questo siamo fortemente dispiaciuti. Ma è realistico quello che ha detto il ministro Franceschini, cioè il rischio di un accostamento di questa manovra alle vecchie finanziarie, con l'aggravante che allora l'Italia cresceva e ora è pericolosamente in recessione. Se i comportamenti parlamentari non tengono conto di questa basilare realtà, le cose si mettono male: è la somma dei nostri particolarismi che non fa emergere il senso di una svolta dal sapore strategico. E anche le parti sociali appaiono abbarbicate al vecchio rituale di attribuire ad altri responsabilità che sono, quanto meno, comuni. Lo stretto legame tra incisività della spending review e riduzione delle tasse è un fatto di cultura politica e istituzionale, non certo di tecnicismi e non carichiamone il potenziale fallimento sulle spalle di Cottarelli. Abbiamo indebolito il cuneo fiscale e distribuito spesa corrente residuale per rincorrere emendamenti intrisi di un localismo che non si preoccupa dell'interesse generale. È una cultura diffusa, sia tra la maggioranza che all'opposizione, al di là dell'accoglienza delle singole iniziative. E anche avere accettato di far credere che la web tax fosse una tassa sulla rete dimostra la furbizia senza respiro di certi comportamenti politici inclini al lobbismo più esasperato. E che dire di quel furbacchione di Grillo, che chiede rinunce alla sua rappresentanza parlamentare e alimenta il suo blog con inserzioni pubblicitarie sempre più numerose. E come scommettere sulle macchinette «mangiasoldi» o sulle sigarette elettroniche, anche con la maliziosa connivenza del Governo.
E pur tuttavia difendo il Presidente Letta e il lavoro che sta facendo in Europa. Penso che anche lui sia cosciente che si poteva e si doveva fare di più. È importante invece il risultato raggiunto in Europa in materia di governo delle crisi bancarie, di più di quello che si poteva realisticamente prevedere. Ma il salto strutturale lo dobbiamo fare noi, in Italia, con i nostri comportamenti. Diversamente, non incroceremo la ripresa e a questo si aggiungerà una crisi politica che aumenterà le nostre difficoltà. Il pessimismo della ragione ci chiede un soprassalto di responsabilità. Speriamo di esserne all'altezza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauro Ottobre. Ne ha facoltà.
MAURO OTTOBRE. Signora Presidente, egregi Ministri, onorevoli colleghi, i deputati della Südtiroler Volkspartei e del PATT hanno votato la fiducia al suo Governo ed espresso il proprio consenso alla legge di stabilità, un voto che confermiamo sulla legge di bilancio. Vi sono due ordini di ragioni che motivano la nostra posizione: il confronto ed il rapporto di collaborazione con il Governo in ordine alle Pag. 22istanze delle autonomie speciali, la condivisione nel merito della manovra di bilancio e degli obiettivi prioritari indicati nella legge di stabilità e i contenuti delle dichiarazioni programmatiche ribadite in Parlamento con la richiesta di un nuovo patto di Governo, sostenuto da una maggioranza che è in discontinuità con la coalizione che ha sostenuto il Governo nella prima parte della legislatura, ma non ha abbandonato la realtà di un Governo di servizio per il Paese.
La manovra di bilancio presenta misure essenziali ai fini di una prospettiva di sostegno del sistema economico, pur nei limiti imposti dall'esigenza di rispettare compatibilità finanziarie. Si afferma così un'iniziale inversione di tendenza rispetto all'azione di politica economica sostenuta in questi anni.
Il Fondo per la riduzione del cuneo fiscale rappresenta una misura significativa che, seppur non ancora pienamente adeguata, libera risorse a favore della competitività delle imprese e del lavoro. Si incide, così, con interventi che in Europa dovranno costituire la base essenziale del confronto in previsione del semestre europeo a guida italiana, per ridurre entro una visione unitaria il divario oggi esistente in misura drammatica tra le economie reali del Paese, e in particolare quelle più a rischio, e le politiche economiche nell'area dell'euro.
È evidente come l'impatto sociale della crisi economica determini tra i Paesi della zona euro e nell'ambito dei singoli sistemi forti disuguaglianze. È questa la priorità su cui intervenire e dalla quale deriva una più sostenibile, perché certamente necessaria, disciplina delle finanze pubbliche. Sotto questo profilo, esprimiamo il nostro rammarico per il fatto che nella manovra non vi siano state misure ancora più incisive di sostegno ai redditi delle famiglie, ad esempio introducendo un aumento della soglia di reddito per i famigliari a carico, mentre, su altro profilo, ma sempre coerente con la volontà di introdurre scelte non esclusivamente congiunturali, è positivo che siano state poste a regime le misure per il risanamento energetico e per le ristrutturazioni.
Come autonomie speciali giudichiamo positiva l'intesa, che è nella legge di stabilità, per il trasferimento delle competenze primarie in ordine a finanze e tributi locali, che attribuisce alle autonomie ulteriori – e finisco, signor Presidente – competenze e garantisce nel contempo il loro concorso al risanamento del bilancio statale.
Tuttavia, abbiamo indicato come per le autonomie alcuni aspetti della legge di stabilità presentano profili di incostituzionalità a rischio, accentuati da modifiche introdotte alla Camera, relative alle reti di acquisizione del gettito tributario, non concordate con le province autonome. Abbiamo chiesto – lo ribadiamo – che sia individuata una soluzione preliminare a tale necessità.
Il nostro voto è, dunque, un voto per la condivisione del patto di Governo, affinché si operi per una concreta prospettiva di crescita, che in primo luogo in Italia significhi introdurre condizioni di effettiva equità sociale (Applausi di deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guido Guidesi. Ne ha facoltà.
GUIDO GUIDESI. Signor Presidente, vede, noi ci troviamo qua, dopo dieci giorni praticamente passati a lavoro in Commissione Bilancio sui provvedimenti economici e programmatici per il prossimo anno da parte di questo Governo. Ma soprattutto ci troviamo qua dopo circa dieci giorni, dove il Presidente del Consiglio è venuto a raccogliere la fiducia della maggioranza di quest'Aula, presentando gli impegni per il 2014 – così lui li ha definiti – e dando alcune priorità, due su tutte: la questione del lavoro, per cui anche la questione economica, e la questione delle riforme.
E allora noi ci aspettavamo di vedere una legge di stabilità o provvedimenti che riguardassero il bilancio dello Stato per il Pag. 23prossimo anno che fossero la base, dal punto di vista dei fondi ed economica, rispetto al programma del Governo. Invece, ci siamo trovati a discutere provvedimenti che riguardavano singoli interventi microsettoriali, qualche collega lo ha già riferito precedentemente. Noi singoli interventi settoriali, essendo un po’ barbari, li chiamiamo «marchette» (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Reputiamo anche che la legge di stabilità, proprio per questo motivo, abbia una base di illegittimità, dovuta al fatto che le regole per le quali la legge di stabilità avrebbe dovuto essere composta, dal nostro punto di vista, non sono state rispettate, proprio perché questi interventi microsettoriali non devono essere previsti.
Ma non solo. All'interno della legge di stabilità ci sono due questioni fondamentali. La prima è che assolutamente, dal nostro punto di vista, non risponde alla situazione economica e di disagio sociale generale. Ma, soprattutto, se le questioni degli interventi microsettoriali fossero state per lo meno eque dal punto di vista territoriale e geografico, allora se ne sarebbe potuto per lo meno discutere. Invece, la lobby del sud, la vera lobby di questo Parlamento, ha trasformato il Governo in un bancomat per il sud (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Noi abbiamo due esigenze e crediamo siano le stesse dei cittadini: una è la questione lavoro e l'altra è la questione sicurezza. Sulla questione sicurezza avete dotato questo Paese di zero investimenti. Assolutamente non c’è un euro.
Sulla questione del lavoro, invece, avete dipinto per giorni e giorni il taglio del cuneo fiscale come una rivoluzione per questo Paese.
Vi faccio un esempio per farvi capire quello che è successo: se un operaio lavora – ed ha già la fortuna di avere un posto di lavoro – a 30 chilometri da dove risiede, a causa delle tasse che avete aumentato sulle accise e sulla benzina e al cuneo fiscale che risparmia, il lavoratore ci perde in proporzione. Pertanto, avete creato in questi sei mesi un danno ed un ulteriore costo ai singoli lavoratori e non un aiuto.
E poi vi dico un'altra cosa: tanto si è discusso di esodati e delle coperture anche in Commissione, che avete affrontato il tema con un provvedimento, un articolo specifico, un comma specifico del maxiemendamento, che è un articolo solo.
Vede, potevano essere anche utilizzati, caro Ministro, questi 130 milioni che voi avete utilizzato per alcuni interventi microsettoriali, perché altrimenti noi a quelle persone dovremmo dire di fare la guardia forestale. Oppure di andare in un ristorante italiano nel mondo che ha prodotti agroalimentari del sud, poiché è stato promosso con 2 milioni di euro. Oppure dovremmo dir loro di andare a leggersi qualcosa all'Istituto italiano per gli studi storici e filosofici di Napoli (6 milioni di euro in tre anni) (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Dovremmo dir loro di fare un giro sull'autostrada Salerno-Reggio Calabria (340 milioni di euro) (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie): faranno un giro su un'autostrada di ciottolati d'oro, quando sarà finita. Dovremmo dir loro di andare a vedere gli interventi straordinari infrastrutturali nel Mezzogiorno, finanziati. Di farsi un bel giro sulla strada statale 302, detta Telesina, intervento molto importante per l'economia di questo Paese (100 milioni). Dovremo dir loro di fare un giro su una delle navi del trasporto marittimo sullo stretto di Messina; di mangiare qualche agrume siciliano (2 milioni di euro); di guardare all'integrazione degli immigrati (altri 3 milioni di euro); di sentirsi un concerto dell'Orchestra del Mediterraneo del San Carlo di Napoli (un milione di euro). Ma la musica fa bene, pare. Di guardarsi il finanziamento di un milione di euro per le borse di studio all'università della Sicilia per giovani extracomunitari (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Potremmo dir loro di farsi un giro turistico nelle famose Grotte di Ripalta, a Torre Calderina e Milazzo; di guardarsi lo studio di fattibilità del ponte sullo Stretto; Pag. 24o il fondo per il collegamento Termoli-San Vittore; oppure di farsi assumere da Eur Spa, una società stra in debito pubblica, che però può essere tranquillamente risanata (e non si sa per quale motivo le altre società non possono esserlo); o di andare a lavorare all'Osservatorio della Camera dei deputati; o di fare il consigliere di pari opportunità, attraverso il Fondo nazionale per i consiglieri di pari opportunità.
Potrei citarne una marea, mi fermo qua. Sono circa 600 milioni di euro, 600 milioni di euro che voi destinate ad alcuni comuni e ad altri no, e anche per questo motivo non è equa questa manovra, Ministro. Non è equa proprio perché, ancora una volta, i comuni responsabili si vedono schiaffeggiati da quei comuni che ricevono i soldi a piè di lista.
Ho sentito tante parole da parte del nuovo segretario del Partito Democratico rispetto alla normativa – erratamente, erroneamente, come si dice – votata dalla maggioranza al Senato, che favorisce i concessionari dei giochi, ma mai nessuna parola rispetto invece a quella norma che è finita in legge di stabilità, Ministro, di due commi, che favorisce e che sconta 22 milioni di euro a Sorgenia, che risparmia gli oneri di urbanizzazione (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
E qui, Ministro, il Governo decide una cosa mai successa: decide di prendere la parte di un privato e non degli enti locali di cui dovrebbe invece difendere la struttura, visto che fanno parte di tutto questo Paese.
Probabilmente ve la siete dimenticata questa cosa e noi ci teniamo a ricordarvela.
Io non so se questi siano provvedimenti elettorali. Di sicuro sono provvedimenti assistenziali.
Io non sono assolutamente in grado, non essendo Matteo Renzi, di dire quanto durerà questo Governo, ma la finanziaria e i provvedimenti economici che avete adottato vanno direttamente al voto, perché avete fatto dei provvedimenti specifici e puramente assistenziali.
E, poi, c’è un'altra condizione, che in questi mesi voi avete stabilizzato e assunto una marea di personale della pubblica amministrazione. Ho tutto l'elenco, non sto lì a dirvelo e a raccontarvelo perché non ho il tempo. Visto il rapporto che c’è con l'Unione europea e visto che questo provocherà un aumento della spesa pubblica, mi chiedo se il prossimo anno riuscirete a rientrare o a star dentro nel rapporto deficit-PIL del 3 per cento o se l'Unione europea è contenta che aumenti l'impiego pubblico in questo Paese, per cui aumenta la spesa pubblica (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Proprio per questo motivo, Ministro, Governo tutto e maggioranza, senza che nessuno si offenda, faccio una cosa che di solito fanno alcuni colleghi e prendo spunto da una citazione di uno che per me è stato un grande professore universitario, proprio per farvi conoscere il rischio che realmente corre questo Paese, che non è solo condizionato da una situazione economica di gravissima crisi, ma da una gestione che, dal mio punto di vista, rispecchia esattamente queste parole, mai come adesso attuali, citate dal professor Gianfranco Miglio circa vent'anni fa (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie). Diceva che il grado di civiltà politica di un Paese dipende dal modo con cui si riesce a limitare la quantità e la presenza dei parassiti. I parassiti sono nella società così come sono sugli animali. Chi di voi ha un cane o un gatto, sa che, a un certo punto, se i parassiti crescono al di là di un certo limite, l'animale muore. E muore una società. Ci sono esempi storici di società che sono scomparse per eccesso di parassitismo. Chi è il parassita ? Il parassita è colui che non produce ricchezza, ma vive consumando quella prodotta dagli altri. Questa è la definizione più lineare del parassita (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
Ministro, Governo, Presidente, voi avete parlato in questi mesi tanto di stabilità per raccogliere la fiducia di questa maggioranza. Oggi vi diciamo qual è la stabilità Pag. 25che siete riusciti ad avere e non è quella del Governo, quella la decide il segretario del Partito Democratico. La stabilità che ci avete dato è la stabilità alla recessione e alla povertà. Buon Natale (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie – Congratulazioni) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rampelli. Ne ha facoltà.
FABIO RAMPELLI. Signor Presidente, colleghi deputati, rappresentanti del Governo, la legge di bilancio è la fotografia numerica delle decisioni prese dai Governi nel tempo. I numeri, senza menzogna e senza anima, testimoniano errori e scelte giuste, politiche serie e opportunismi. Attraverso la legge di bilancio, si legge, insomma, la linea di condotta di uno Stato in economia.
Vorremmo non fosse così, ma è la dura realtà. La cifra che ci ricorda le scelte fallimentari dell'Italia è innanzitutto quella relativa al debito pubblico, soprattutto in confronto ai dati della produzione, decisamente insufficienti a ripagarlo. Un livello così alto – è bene rammentarlo – non si era mai raggiunto prima. Siamo al 133 per cento del PIL e un anno fa eravamo al 127. Si tratta del secondo debito pubblico d'Europa dopo quello della Grecia che ha il non edificante primato di 169 per cento di debito.
Quali risposte avete dato ? Nessuna. Dal primo trimestre il debito italiano è cresciuto di altri tre punti. La soglia, anche psicologica, dei 2 mila miliardi di euro è stata sfondata. Il peso sulle spalle di ogni italiano è di 34.800 euro, neonati compresi. Ma cosa lo fa crescere tanto ? Più che il deficit, sono gli interessi passivi che lo Stato è costretto a pagare agli investitori che hanno sottoscritto i titoli italiani. Siamo a 90 miliardi di euro l'anno, una vera e propria tassa occulta che impedisce allo Stato di investire sulla crescita. Se non dovessimo pagare questa cifra enorme, si potrebbe abbassare il carico fiscale e far ripartire l'economia. Invece, dobbiamo aspettare ancora.
Presidente Letta, cosa dobbiamo aspettare ? E perché ? Fintanto che il prodotto interno lordo cresce meno del tasso di interesse che paghiamo, vuol dire evidentemente che qualcosa non funziona. Questo è il problema primario dell'Italia. L'avete risolto ? L'avete affrontato almeno ?
No, la risposta è no. La legge di bilancio ci ricorda anche quali siano le cifre che lo Stato restituisce in stipendi, pensioni e prestazioni sociali, cioè quasi 500 miliardi; e ci dice quale sia l'entità dei tagli agli enti locali, tagli insostenibili. Gli enti locali saranno costretti ad aumentare la tassazione, ma nulla comparirà furbescamente sui giornali di domani, cosicché il Governo, mentendo, potrà dire di non aver aumentato le tasse.
Questa legge ci rivela la solita vecchia abitudine alla menzogna cui non volete rinunciare, voi, Governo delle ex grandi intese, ormai delle intese bonsai, residui della sinistra e del sedicente centrodestra.
Le sentinelle antitasse – mi pare fossero dell'NCD – dovrebbero spiegare agli italiani perché dalla casa entreranno all'erario, sotto varie forme, più soldi nel 2014 del 2013. Ma non dovevate abolire l'IMU (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia) ? Dentro questa legge troviamo anche previsioni irraggiungibili che, come avete scritto – voi l'avete scritto – faranno scattare l'automatico aumento delle accise, l'ennesimo aumento delle accise su sigarette, carburanti, bolli: bella roba !
Non vi sentite ridicoli a contrastare una crisi epocale nascondendo l'aumento della benzina e delle sigarette tra i commi dei vostri decreti ? Tutto questo, compresi i finanziamenti a pioggia per le orchestre, le «marchette» che già sono state ampiamente commentate in questo dibattito non soltanto da noi, che avete nascosto all'Europa, è inadeguato alla gravità della situazione che viviamo. L'Italia ribolle letteralmente di categorie terrorizzate non tanto dalla crisi quanto dalla vostra inadeguatezza ad affrontarla.
La protesta sociale monta ed è spontanea, non ci sono truppe cammellate, ma Pag. 26un fiorire di atti di indignazione e di disobbedienza. Non ci sono torpedoni, fischietti, bandiere prestampate, ma disordinati ribelli che guadagnano la piazza spinti dalla disperazione, e voi li maltrattate invece di ascoltarli.
Il cuore del problema è la politica dell'austerità. Dal 2008 il PIL italiano è caduto del 12 per cento. La produzione industriale è crollata del 25. Su oltre 700 miliardi di spesa pubblica gli investimenti sono stimati al 2 per cento. Le tasse continuano a lievitare, i consumi sono andati a picco, 8 milioni sono i connazionali sotto la soglia della povertà. E in questo quadro, paradossalmente, nonostante l'aumento, il vostro aumento delle tasse, continuano a diminuire le entrate. I piani di austerità e i vincoli dell'Unione europea ci stanno depredando, Presidente Letta, come se noi fossimo fuori dall'Europa. Il Paese è in ginocchio, il rigore di bilancio è il problema non è la soluzione del problema. Lo diciamo da molto tempo.
Ma il fanatismo eurocrate sembra inscalfibile. I grandi croupier della finanza mondiale, prima responsabili della crisi, da cui è nata la tempesta economica, ora continuano a dettare legge. Ma così l'Italia rischia di non farcela. Nonostante la tempra della sua gente e dei suoi capitani coraggiosi, perché alla testa di un buon esercito anche numeroso (siamo 60 milioni di persone) ci vogliono generali che sappiano fare le giuste strategie. Ma voi avete mai visto un esercito messo in difficoltà dai propri nemici essere condotto poi da quegli stessi nemici ? Mistero !
Chi difende l'Italia dall'eurotirannia che ci costringe all'austerità, che produce recessione, che aumenta gli interessi passivi sul debito pubblico, che aumentano il debito pubblico, che richiede altra austerità e che produce altra recessione ? Chi difende l'Italia da questo gorgo ? Chi prende coraggio e mostra il petto all'Europa ? Lei, Presidente Letta, non ha saputo e voluto far altro che seguire in silenzio la strada che le hanno imposto i burocrati comunitari.
Non le interessa il destino della sua nazione, deve svolgere il suoi compitino, mentre le interessa, e molto, quello di alcuni suoi amici banchieri, finanzieri o imprenditori; i soldi per le banche e le assicurazioni, guarda caso, li ha trovati: miliardi di euro, complimenti !
Così come ne ha trovati per i potenti imprenditori editori amici. E visto che i soldi non le sembravano abbastanza, ha pure deciso di regalare la Banca d'Italia ai suoi vecchi amici della sinistra DC di Brescia, senza spiegare nulla della mancata applicazione della legge sulla rinazionalizzazione della Banca d'Italia, votata da questo Parlamento nel 2005. Complimenti ! Ed ha cercato anche di occupare, in nome e per conto loro, Consob e Sogei.
Presidente Letta, lei ci ha profondamente delusi, non perché fa politiche diverse da quelle che avremmo potuto fare noi, questo sarebbe normale, sarebbe legittimo e ci porterebbe a fare opposizione, ma ad avere ugualmente rispetto per lei e per il suo Governo. Lei non ha fatto scelte politiche in favore del popolo italiano. Con questa legge si è limitato a servire alcuni interessi, lei e i suoi alleati, come dimostra il vergognoso emendamento dell'NCD (sembra un disinfettante), in un altro provvedimento, per aiutare i gestori delle slot machine e, come se non bastasse, lo sconto ad personam fatto sui 98 miliardi di evasione fiscale accertati dalla Guardia di finanza (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
In una fase difficile per l'Italia – l'avevamo detto – un partito come il nostro, che si chiama con orgoglio Fratelli d'Italia, avrebbe voluto sostenere provvedimenti coraggiosi, anche dall'opposizione, di un Governo magari non condiviso, ma comunque coraggioso.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
FABIO RAMPELLI. Concludo. Nella nostra natura, però, c’è la giustizia sociale, la rappresentazione degli interessi dei non garantiti, dei giovani, dei deboli, delle imprese italiane. No, non ci sono debolezze verso quei poteri forti che voi state foraggiando in Italia e in Europa.
Per questo, Presidente Letta, non avrete il nostro voto e per questo, mi dispiace Pag. 27dirlo, avete perso anche il nostro rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Paola Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri, sappiamo tutti che un Governo di larghe intese nasce da oggettive complessità e riflette luci ed ombre che emergono soprattutto nel dibattito sulla legge di stabilità che abbiamo approvato ieri e davanti al bilancio di previsione dello Stato per il triennio 2014-2016, che stiamo approvando e che approveremo tra poco.
Nelle aspettative di tutti gli italiani, la legge di stabilità avrebbe dovuto rispondere in modo più incisivo, percepibile a livello soggettivo e misurabile a livello oggettivo, alle esigenze delle famiglie e del mondo del lavoro: scarse le prime, timide ed esitanti le seconde. Dopo tanti sacrifici, i cittadini italiani speravano che la manovra economica del Governo Letta ridesse fiato all'economia italiana che negli ultimi sei anni ha visto ridurre di molto le sue risorse materiali ed immateriali, a cominciare, in questo caso, dalla riduzione della fiducia degli italiani, che porta ad una contrazione vistosa dei consumi.
Il Viceministro Fassina, i sottosegretari Baretta e Giorgetti, che hanno seguito l'intero dibattito del disegno di legge di stabilità per conto del Ministero dell'economia e delle finanze, hanno ripetutamente sottolineato che, per la prima volta negli ultimi anni, la manovra finanziaria ha ridotto la pressione fiscale di un decimo di punto percentuale: da 44,3 a 44,2 per cento del PIL, segnando una inversione di tendenza. Hanno sottolineato come obiettivo prioritario del Governo sia quello di ridurre le tasse e la pressione fiscale, contando anche sulla revisione della spesa recentemente avviata. Ci hanno detto che le famiglie sono state tenute al riparo dai significativi incrementi di imposta e sono state oggetto di sgravi fiscali, compreso l'intervento in favore dei comuni per ridurre l'impatto delle imposte sugli immobili. Ma le famiglie percepiscono in modo diverso questa situazione, confuse dal cambiamento delle sigle sulle tasse da pagare, allarmate da una serie di simulazioni che fanno paventare un oggettivo aumento della pressione fiscale proprio sulle famiglie che versano in condizioni più fragili.
La nuova tassa, denominata Tasi, che sostituirà l'IMU e la Tares, la tassa sui rifiuti, rischia di pesare ancora di più sulle famiglie a basso reddito. La Trise – nuovo tributo sui servizi indivisibili –, dal 2014, sostituirà la Tares, la Tarsu e l'IMU sulle prime case non di lusso e sarà divisa in due quote: quella sui servizi indivisibili – la Tasi –, che vale l'uno per mille della base imponibile IMU, oppure un euro a metro quadro a scelta dei comuni, e quella sui rifiuti – la Tari –, che coprirà i costi del servizio. Quest'ultima sarà a carico dei proprietari, ma i comuni potranno chiedere il pagamento fino al 30 per cento della Tasi anche agli inquilini.
Ho voluto leggere questo passaggio perché io stessa faccio fatica ad orientarmi all'interno e, Presidente, Ministro, i cittadini italiani di media cultura non hanno ancora capito cosa dovranno fare: se si tratta di una misura a loro vantaggio o solo dal famoso gioco delle tre carte, per cui cambiano le sigle, ma resta e cresce il disagio. In tempi di comunicazione occorre riconoscere che questa comunicazione è stata francamente confusa, pasticciata e ha creato disagio e paura, una vera e propria paura del futuro.
La famiglia al centro: lo chiediamo da anni, ci speriamo da sempre, ma sembra proprio che quel tempo non sia ancora giunto. La legge di stabilità appena approvata e questa variazione di bilancio concedono ancora troppo poco alla famiglia. L'impressione delle famiglie italiane è che al bilancio familiare non si sia prestata alcuna attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia), mentre c’è una crescente emergenza sociale. Le famiglie italiane non sono contente: nonostante il lungo dibattito e una situazione economica sempre più pesante, non c’è stato spazio Pag. 28per misure specifiche a loro favore; eppure, le famiglie costituiscono il vero e, forse, l'unico punto di resistenza e di tenuta sociale contro la crisi per il sistema Italia nel suo complesso.
La legge avrebbe potuto introdurre un aumento delle detrazioni per tutti i familiari a carico, con particolare riguardo alle famiglie in situazioni di disagio, dettato dalla presenza di anziani e di disabili. Una misura universalistica avrebbe aiutato il rilancio dell'economia. Si sarebbe potuto pensare ad un intervento più mirato, aumentando le detrazioni per i figli minori di sei anni: misura che, oltre che ad intercettare l'urgenza di sostenere la ripresa demografica, avrebbe aiutato le famiglie più giovani nel periodo di età prescolastica dei figli, quando le istituzioni sono meno presenti. Ogni aumento delle detrazioni per i familiari a carico, peraltro, si sarebbe tradotto da subito in un aumento dei consumi delle famiglie, una delle variabili macroeconomiche decisive per rimettere in moto il sistema economico e il lavoro del Paese.
Nella legge di stabilità – è stato fatto notare da più parti – si sono presi in considerazione molti bisogni particolari di categorie, di luoghi, ma non si è affrontata con la stessa determinazione l'attenzione alle famiglie, alle famiglie numerose, alle famiglie che si prendono cura di anziani e di disabili. Così facendo si alimenta quel disagio che si esprime sullo scenario extraparlamentare con gesti sempre più eclatanti: basti pensare alle recenti manifestazioni di malati e disabili nelle strade del centro storico di Roma o ancora alla capillare diffusione della protesta dei «forconi». Possiamo parlare di una vera e propria epidemia di disagio sociale, una crescente emergenza che riguarda non solo le fasce più emarginate della popolazione, ma anche i cosiddetti nuovi poveri. In questa fetta di popolazione bisognosa di attenzione, di sostegno e di cura sono presenti soltanto o prevalentemente famiglie di immigrati: il fenomeno è sempre più italiano.
L'altro punto della manovra di bilancio che ci interessa segnalare è il disagio sociale dei giovani, espressione dei ritardi e delle contraddizioni nelle politiche per il lavoro e per l'inserimento dei giovani nel mondo del lavoro. Ci sono molte cifre, sono state citate, le risparmio; però, secondo l'ISTAT il tasso di disoccupazione a settembre era del 12,5 per cento, in rialzo di 0,1 punti percentuali su agosto e di 1,6 punti sulla base annua. È il valore più alto dall'inizio sia della serie mensile, dal gennaio 2004, sia della serie delle trimestrali, primo di trimestre del 1997.
Un Paese che non investe nei giovani non ha futuro. C’è stata in questi ultimi anni della vita sociale una scarsa presenza del futuro dei giovani nelle scelte individuali e collettive. Questo ha comportato, da un lato una sorta di abdicazione da parte degli adulti nei confronti della loro responsabilità educativa verso le nuove generazioni e, dall'altro lato, l'affermazione nella vita sociale italiana di un modo di vita finalizzata a consumare il presente, che ha investito assai poco sul futuro e quindi sui giovani. I giovani non saranno strato sociale separato dagli adulti: abitano, vivono lo stesso mondo abitato dagli adulti. Il mondo dei giovani è in prima istanza il nostro stesso mondo. Non si può costruire una comunità più giusta per tutti senza un disegno organico di Stato e di società, senza una visione chiara e integrale dell'uomo e dei suoi molteplici rapporti, senza affrontare e risolvere le cause più profonde che sono alla base dell'attuale crisi, in particolare il grave calo di tensione morale e la perdita di riferimento a quei valori che un tempo condivisi affondano le loro radici nella tradizione e nella cultura cristiana.
Non vogliamo una politica di annunci. Il Presidente Letta ha detto recentemente che agli italiani non serve un Babbo Natale, anche se sono moltissimi coloro che in questi giorni lo aspettano; serve un padre – così dice il Presidente Letta –, un padre di famiglia numerosa e povera. E noi speriamo che questo bilancio recuperi la sua dimensione virtuosa attingendo proprio a quest'immagine e che le famiglie italiane, senza paternalismi di nessun genere, ma all'interno di uno spirito di vero Pag. 29patto intergenerazionale, sentano di avere un padre che governa. Per questo concludo ricordando al Presidente Letta che la delega sulla famiglia è sua, è sua quindi, più di chiunque altro, la responsabilità delle famiglie italiane (Applausi dei deputati del gruppo Per L'Italia – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Romano. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO. Signor Presidente, con questa votazione concludiamo la gestione della legge di stabilità e della legge di bilancio, che è una gestione come sempre complessa e faticosa e che in molti passaggi ha ricordato in negativo la pratica delle vecchie leggi finanziarie, verso le quali non possiamo nutrire grande nostalgia. Tuttavia, è stato fatto un buon lavoro con le poche risorse finanziarie disponibili e con grande impegno di tanti parlamentari, primi tra tutti, mi sia concesso, i colleghi della Commissione bilancio. Il provvedimento che votiamo oggi affronta alcune emergenze reali e disegna un piano per 2014 che rispetta i vincoli di bilancio a cui si deve sempre attenere l'azione pubblica, per evitare che si ripetano i disastri finanziari del passato, disastri che, vale la pena ripeterlo ancora una volta, finivano per essere pagati dai cittadini più deboli e da coloro che pagano davvero le tasse.
Un lavoro complicato e faticoso, dunque, ma che non può essere confuso con il mercato delle vacche, con un suk o con altre espressioni che abbiamo ascoltato in questi giorni in quest'Aula. Sono espressioni queste, tra l'altro, che sono state pronunciate anche da esponenti di partiti che hanno avuto per tanti anni, e fino a pochi mesi fa, la responsabilità del governo economico del nostro Paese, e partiti che portano dunque su di sé gran parte della responsabilità di aver ridotto l'Italia nello stato in cui si è trovata alla fine del 2011.
Un buon risultato, dunque, dal quale tuttavia non mancano le zone d'ombra. Ne voglio citare due. La tassazione sulla casa appare oggi un intreccio confuso e incomprensibile, in cui tanti cittadini fanno fatica ad orientarsi. È un intreccio che nasce dalla scelta del Governo – sbagliata, e da noi criticata – di abolire l'IMU sulla prima casa, sacrificando risorse che avrebbero potuto essere utilizzate per politiche di sviluppo. Tra l'altro, il rischio che oggi molti italiani corrono è quello di dovere trovarsi a pagare più di quanto pagavano con l'IMU.
Il secondo punto debole che voglio sottolineare riguarda il cuneo fiscale, perché si è detto qualche giorno fa, e noi ne eravamo allora particolarmente felici, con questa legge si introduceva per la prima volta un meccanismo automatico in base al quale ogni euro ricavato dalla riduzione di spesa pubblica avrebbe dovuto diventare automaticamente un euro in meno di tasse su lavoro e produzione. Questo era vero qualche giorno fa e noi, appunto, eravamo particolarmente contenti di questo meccanismo, ma forse non è più vero oggi, perché quel meccanismo automatico che collegava spending review e riduzione del cuneo fiscale è stato reso un po’ meno nitido dall'aggiunta di passaggi intermedi e dal rischio che la spending review venga usata per la copertura della spesa corrente dello Stato, come è avvenuto spesso in passato, con il risultato che, allora come oggi, la tassazione sul lavoro e sulle imprese resti tra le più alte dei Paesi industriali.
Detto questo, la legge di stabilità dimostra anche che le riforme si possono fare: si possono fare anche in Parlamento, se si vogliono davvero cambiare le cose. Per la prima volta con questa legge, e grazie all'impegno di Scelta Civica, finisce il monopolio dei centri pubblici per l'impiego, che purtroppo non sono mai davvero riusciti a svolgere la funzione per la quale erano nati, ovvero trovare lavoro per chi non ce l'ha; e si apre alla possibilità che le regioni utilizzino anche strumenti privati di collocamento, che saranno ricompensati solo e se il lavoro verrà davvero trovato.Pag. 30
È un principio di riforma previsto per il momento solo in via sperimentale ma molto significativo a nostro parere, che domani sarà a disposizione di tutte le regioni che ne faranno richiesta. È una riforma che scommette sulla possibilità che il lavoro si possa trovare, se verranno superate consuetudini e pratiche non solo vecchie, ma soprattutto inefficaci. L'adozione di questa riforma tra l'altro si deve anche alla collaborazione con il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, che voglio oggi ringraziare.
È una riforma, questa, che non si contrappone affatto, ma che si aggiunge alle risorse che vengono destinate a tanti esodati, lavoratori socialmente utili e cassintegrati, perché la dignità di questi lavoratori, attivi o non più attivi, è un bene che dev'essere tutelato, senza giocare con la vita di persone che il lavoro ce l'avevano e lo hanno perso, ma affrontando al contempo con il dovuto coraggio i meccanismi che regolano l'accesso al lavoro di tanti giovani che nelle attuali condizioni un lavoro non riescono a trovarlo. Per questo con il contratto di ricollocazione si introduce una riforma dei meccanismi che supportano la ricerca di lavoro, che è tanto importante.
È un indizio anche – e voglio concludere con questo passaggio – sulla direzione che a nostro parere dovrebbe prendere il Governo nelle prossime settimane. L'anno che sta arrivando (mi sia permessa una citazione del poeta) non può essere come quello che in questi giorni si avvia alla conclusione; e questa legge di stabilità dev'essere letta nei suoi chiaroscuri come l'ultimo provvedimento economico di una stagione politica segnata anche da ritardi e compromessi che hanno rallentato l'avvio di riforme sempre più indispensabili. Riforme che dovranno essere concentrate soprattutto sul lavoro e sulla crescita, perché non può bastare la buona manutenzione dell'esistente, quando l'esistente equivale oggi alla crescita zero.
Così come dobbiamo ripetere anche oggi, quando approviamo la legge più importante dell'anno, che la stabilità non può essere confusa con la stagnazione, perché di stagnazione si muore; soprattutto in Italia, dove chi lavora e produce non può più attendere che scenda la pressione fiscale o che trovare un lavoro sia un'impresa disperata. Per questo vogliamo rimarcare un punto che abbiamo sottolineato in molte occasioni in questi giorni: la stabilità può nascere solo dalle buone riforme, dal movimento che questo Governo deve ancora imprimere ad un Paese troppo fermo e troppo sfiduciato. Solo il cambiamento e solo la crescita possono dare davvero alla parola «stabilità» un significato comprensibile per gli italiani, e non soltanto per noi che sediamo oggi in quest'Aula.
Pochi giorni fa il Presidente del Consiglio, chiedendo a questo Parlamento la fiducia, ha parlato di un nuovo inizio per il suo Governo. Gli abbiamo dato fiducia, crediamo alle sue parole, e ci aspettiamo che il nuovo inizio ci sia davvero, con riforme finalmente coraggiose che rendano meno pesante il carico fiscale su chi produce e più facile trovare lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dore Misuraca. Ne ha facoltà.
DORE MISURACA. Signora Presidente, signor Presidente del Consiglio, signori Ministri e onorevoli colleghi, la legge di stabilità e di bilancio che ci apprestiamo a varare deve rappresentare un'opportunità per il nostro Paese, una chance ed una speranza per gli italiani, che chiedono riforme economiche ed istituzionali per invertire il trend negativo dell'economia italiana che ha avuto effetti devastanti sulla vita dei cittadini, delle loro famiglie e delle imprese.
Il Nuovo Centrodestra, avendo scelto di garantire la stabilità al Paese, è addivenuto ad una determinazione, che sebbene travagliata è stata ben ponderata e convinta. La continuità consente infatti alle istituzioni di poter contare su presupposti necessari ed indispensabili per ridare all'azione politica quello slancio che è fondamentale Pag. 31in un contesto di crisi drammatica come quello che stiamo vivendo. Non avremmo potuto consentire che scelte inadeguate ci spingessero nel cono d'ombra di una campagna elettorale, che avrebbe inevitabilmente sancito la rottura del patto sociale stipulato con il Paese, interrompendo il processo della ripresa e creando una frattura difficilmente sanabile con il resto dell'Europa.
Un'Europa che continua per noi ad essere un punto di riferimento forte, della quale riconosciamo le contraddizioni, ma che, per questa ragione, vorremmo riformare essendone protagonisti.
Rivendichiamo, pertanto, l'esperienza positiva di questi mesi, nei quali abbiamo lavorato con impegno, dedizione e totale partecipazione per tenere al riparo il Governo dalle minacce di quanti ritenevano necessario trasformare una vicenda politica in uno scontro acceso tra nemici e non in un sano confronto tra avversari politici, cercando di far tracimare il Paese nell'ingovernabilità e nella crisi. Il nostro impegno ha consentito quindi al Governo di mettere in cantiere interventi significativi e al Parlamento di migliorarne i contenuti, privilegiando quelle scelte economiche che potessero consentire di favorire la ripresa sempre nel rispetto dei patti contratti con i nostri elettori, con i quali abbiamo sempre tenuto saldo il rapporto politico.
Pur tra mille difficoltà, abbiamo tenuto la barra dritta, non abbiamo cambiato rotta, consentendo all'Italia di mantenere il rapporto deficit/PIL entro la soglia del 3 per cento, ma soprattutto abbiamo determinato le condizioni affinché lo spread diminuisse, tanto da raggiungere in questi giorni quota 219, favorendo un risparmio sugli oneri del debito quantificato in oltre 6 miliardi, quasi quanto il valore di una finanziaria aggiuntiva.
Le azioni messe in campo hanno in un primo momento frenato la caduta del PIL e ci hanno consentito in questi giorni di registrare, dopo parecchi anni, un dato numerico senza il segno negativo.
Rispetto a questa necessità, abbiamo attivato tutte quelle azioni finalizzate alla ripresa, che potranno consentire di misurare la crescita del Paese nell'ordine di grandezza dell'1 per cento per il 2014 e di arrivare al 2 per cento nel 2015. Malgrado la rilevante evasione fiscale che si è cercato di aggredire, siamo intervenuti sull'enorme reddito con manovre correttive e tutto questo non ha impedito al Governo di iniziare quel percorso virtuoso che affronta oggi i problemi, pone le basi per la crescita di domani e che, per la prima volta dopo anni, vede diminuire spesa pubblica, deficit e tasse.
Occorreva incentivare una crescita strutturale del Paese per aggredire il dramma della disoccupazione, soprattutto giovanile. Occorreva rilanciare gli investimenti pubblici, favorendo condizioni per rendere più fluido l'utilizzo delle risorse, attivando anche l'utilizzo dei fondi strutturali europei. Avevamo l'esigenza improcrastinabile di avviare misure immediate ed efficaci, finalizzate ad incentivare opportunità di lavoro per coloro che non lo hanno e per i tanti che stanno per perderlo.
Agli interrogativi che ci inducono a riflettere sulle scelte fatte: se avremmo potuto fare di più e se avremmo potuto fare meglio, rispondiamo di nutrire la ragionevole convinzione di avere provato a coniugare ciò che si doveva fare con quanto si poteva fare, favorendo la crescita nell'essenziale rispetto della tenuta dei conti.
Con le misure inserite nella legge di stabilità, siamo infatti riusciti a ridurre debito, deficit, parte delle spese correnti, tassazione sulle famiglie e sulle imprese, sia piccole che grandi, e soprattutto non abbiamo aumentato la pressione fiscale. Abbiamo istituito il Fondo per la riduzione della pressione fiscale con le risorse che deriveranno dalla razionalizzazione della spesa pubblica e dall'attivazione del contrasto all'evasione fiscale. Abbiamo riservato attenzione alla zona del Paese maggiormente in difficoltà, come il Mezzogiorno: il Fondo centrale di garanzia utilizzerà infatti le risorse per la coesione e lo sviluppo del Mezzogiorno. Abbiamo affrontato il capitolo degli esodati. Abbiamo Pag. 32inserito nel sistema nazionale di garanzia il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, assegnando 200 milioni per il 2014 e assegnando ulteriormente 600 milioni al Fondo di sviluppo e di coesione. Abbiamo incrementato, su iniziativa politica del Ministro Alfano, di circa 250 milioni, le risorse a favore delle forze dell'ordine. Abbiamo incrementato il Fondo di garanzia per la prima abitazione, che consente la concessione di garanzie su mutui ipotecari.
Abbiamo affrontato il tema della tassazione sulla casa, senza aumentare le vecchie imposizioni precedenti, sulla quale comunque il Governo si è riservato di intervenire nei prossimi giorni per aumentare gli introiti ai comuni e le detrazioni alle famiglie.
Signor Presidente del Consiglio, onorevoli colleghi, signora Presidente, quando un Governo produce un provvedimento – ed un provvedimento importante come la legge di stabilità e di bilancio – se ne assume la responsabilità nella sua interezza, anche nel caso di un Governo di coalizione definito come il risultato di una strana maggioranza. Nel corso dell'intervento ho citato alcuni punti della legge di stabilità nel suo complesso e delle misure in essa contenute che noi abbiamo proposto e sostenuto con forza. L'ho fatto per dimostrare che il nostro impegno non è mai venuto meno nel corso della redazione dell'intero provvedimento, ma senza mai dimenticare i punti e i valori che caratterizzano la nostra azione politica. Non è solo una questione di stile, pertanto, evitare di amplificare o insistere su quanto siamo riusciti a fare, perché è per la stabilità politica del Paese che abbiamo lavorato.
Certo, avremmo voluto fare di più e avremmo voluto inserire altre misure non contenute nel provvedimento, alle quali ritenevamo di potere affidare significativi miglioramenti per la crescita del Paese. Ma, una coalizione ha le sue regole, Presidente del Consiglio, e noi, pur impegnandoci con vigore per sostenere le nostre ragioni, abbiamo rispettato le regole. Ma, c’è un punto sul quale desidero insistere e che in una legge di stabilità e di bilancio, che parla la lingua delle misure specifiche e dei numeri, non poteva essere compiutamente affrontato: è la parte che riguarda le riforme, materia che suggerisco non per distogliere l'attenzione dai temi specifici di questo dibattito ma perché ritengo che essa rappresenti un elemento essenziale per il nostro futuro. Lo sviluppo di un Paese, infatti, e del nostro in particolare, esige che vengano varate riforme capaci di assicurare la stabilità del sistema politico e l'efficienza delle sue azioni, di assicurare la partecipazione democratica e di affrontare, in termini concreti e incisivi, la sfida proposta alla competizione globale. Le riforme costituiscono un elemento indispensabile per la crescita economica e sociale del Paese.
Innovazione e riforme vere, dunque, da discutere ed affrontare in termini brevi e portarle a compimento nel corso del 2014. Siamo convinti, appunto, che, con le premesse costituite dalla legge di stabilità e di bilancio in discussione e con la decisione di affrontare il tema delle riforme, garantiremo all'Italia gli strumenti decisivi per lo sviluppo e la crescita di cui ha estremo bisogno.
Noi, signor Presidente del Consiglio, non vogliamo piacere alla sinistra. Come ha detto il vice premier Alfano, continueremo a confrontarci e cercheremo di non scontrarci con la sinistra. Questa sarà anche una strana maggioranza, ma chiari ne sono gli intenti e forte l'ambizione di lavorare per il bene del Paese. Questa maggioranza intende raggiungere gli obiettivi che si è prefissati. Per questo, onorevole Presidente del Consiglio, le abbiamo confermato la fiducia. Per questi motivi il gruppo del Nuovo Centrodestra voterà, con piena convinzione, il disegno di legge di bilancio (Applausi dei deputati del gruppo Nuovo Centrodestra).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giulio Marcon. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signora Presidente, signori del Governo, cari colleghi e colleghe, Pag. 33Sinistra Ecologia Libertà voterà contro la Nota di variazioni al bilancio di previsione per il 2014-2016. Riteniamo questa manovra finanziaria iniqua, sbagliata e inadeguata a fare fronte alle emergenze sociali ed economiche del nostro Paese: il lavoro, la mancanza di diritti, il declino del sistema produttivo, l'aumento delle diseguaglianze, la perdita del potere d'acquisto dei salari.
È una manovra frammentaria, confusa, contraddittoria, che non affronta i nodi drammatici della crisi. La priorità del Paese è il lavoro, ma in questa legge non ci sono autentiche misure per il lavoro ma solo misure estemporanee, modestissime ed inefficaci.
Il problema del lavoro oggi non è l'articolo 18, non sono gli sgravi fiscali o aggiungere altre tipologie di contratto ai quarantasette esistenti. Il problema sono le politiche attive per il lavoro. Il problema non è mettere a disposizione i lavoratori, ma mettere a disposizione il lavoro per chi non ce l'ha, per chi l'ha perso e per chi potrebbe perderlo.
Il Governo ha rifiutato tutte le proposte per un piano del lavoro organico e lungimirante, in grado di utilizzare i soldi sprecati, come ha proposto SEL, per la riduzione del cuneo fiscale, per creare nuova occupazione e nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani.
Il Governo dice che il lavoro è centrale, ma niente fa per dimostrarlo e niente fa con questa manovra per mettere in pratica misure coerenti. Anzi, con questa legge, viene bloccato il contratto del pubblico impiego per il quinto anno consecutivo, si rifiuta di riparare ad un clamoroso errore della legge Fornero che penalizza i macchinisti dei treni per l'andata in pensione, ed è solo grazie ad un ordine del giorno di SEL, approvato ieri, che il Governo si impegnerà – speriamo il più presto possibile – a riparare a questo errore così grave.
Il Governo dice che è centrale la lotta alla povertà ma, a parte qualche misura residuale, come la social card e la misura fallimentare del credito per i nuovi nati, c’è poco o nulla. Tutti i fondi sociali nazionali sono ridotti al lumicino, anzi alcuni sono addirittura azzerati.
Il primo Ministro Letta aveva promesso che non si sarebbe toccato il finanziamento al Servizio sanitario nazionale, ma non è vero, e nel 2015 e nel 2016 ci sarà un taglio di un miliardo e 100 milioni di euro, incentivando in questo modo anche la sanità privata e il business del settore profit.
Il Governo ha affermato che la riduzione delle tasse è una priorità, ma la rivisitazione linguistica della tassazione sulla casa non sposta il peso dell'imposizione fiscale sulle famiglie e in alcuni casi lo aggrava.
Noi non voteremo questa nota di variazioni perché non stabilizza l'economia, ma stabilizza solo la depressione dell'economia, l'assenza del lavoro, la privazione di diritti, la sofferenza dei poveri, dei pensionati, dei lavoratori e dei fratelli e delle sorelle migranti che hanno subito le angherie e le umiliazioni di Lampedusa. A loro noi dedichiamo un grande abbraccio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E voglio in questo contesto ribadire la solidarietà alla nostra Presidente della Camera dei deputati per gli attacchi pretestuosi ricevuti in questi giorni per la partecipazione ai funerali di Nelson Mandela (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).
Il Governo dice che l'ambiente è una priorità, ma ha messo nella legge di stabilità il mini condono per i concessionari delle aree demaniali delle spiagge e ha bocciato, come ha ricordato anche il presidente della Commissione ambiente, l'onorevole Realacci, sistematicamente gli emendamenti della Commissione ambiente, che chiedono priorità vere e concrete per gli interventi contro il dissesto idrogeologico, per le bonifiche dei siti inquinati, per le energie rinnovabili.
Il Governo dice che non ci sono soldi, ma poi spreca ben 2 miliardi di euro per le navi da guerra Fremm e si rifiuta di dare il via a misure di giustizia fiscale come la nuova imposta sulle transazioni Pag. 34finanziarie, la cosiddetta Tobin tax, e di aumentare l'imposizione fiscale sulle rendite finanziarie.
Invece di colpire la speculazione finanziaria e i mercati finanziari, che niente hanno a che fare con l'economia reale, o vi hanno a che fare molto poco, il Governo alza la bandiera bianca e l'alza anche la maggioranza di Governo, che, di fronte alle reazioni del Ministero dell'economia, ha abbandonato l'ipotesi, l'idea, di un emendamento che introducesse la Tobin tax in una versione più adeguata alle esigenze che oggi abbiamo.
Questa è una manovra finanziaria senza bussola, senza qualità, senza direzione di marcia. Non capiamo l'ottimismo di questi mesi del primo Ministro Letta, del Ministro dell'economia Saccomanni e di altri esponenti del nostro Governo. Non capiamo l'ottimismo sulla possibile discesa dello spread addirittura a cento punti base in due anni – è una profezia veramente senza fondamento – o sulla crescita del PIL ad una media europea, quando mai negli ultimi sette anni noi abbiamo rispettato quella media.
I conti si fanno con delle stime sbagliate e irrealistiche e gli effetti sui conti pubblici si vedranno nei prossimi anni.
Gentile Ministro Saccomanni, lei è molto parco quando si tratta di autorizzare la spesa di qualche milione di euro per gli interventi contro il dissesto idrogeologico del territorio o per aumentare il Fondo per le politiche sociali, ma, quando si tratta, come dicevo prima, di spendere due miliardi per le navi da guerra, lei non fiata. Invece, fa la voce grossa quando il Parlamento, tutto insieme, chiede che finalmente, con la Tobin tax, paghino di più i mercati finanziari e i signori dei derivati (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
In questa manovra finanziaria vi sono alcuni piccoli miglioramenti, che noi rivendichiamo, perché sono frutto della nostra iniziativa parlamentare, dell'opposizione di SEL: 50 milioni in più per il diritto allo studio, le misure per gli LSU, i corpi civili di pace, maggiori soldi per la cooperazione internazionale, parziali misure che riguardano, ad esempio, gli specializzandi del settore sanitario, alcuni interventi per la lotta al dissesto idrogeologico, il trasporto pubblico locale.
Si è trattato di un impegno frutto di un lavoro duro dell'opposizione, ma pragmatico e costruttivo. Nonostante ciò, il nostro giudizio su questa manovra è negativo e noi non la voteremo. È una manovra dove non c’è crescita, ma solo galleggiamento e sempre e solo austerità. È una legge dove non vi sono misure per il lavoro, ma solo dei pannicelli caldi. È una legge dove non vi è giustizia fiscale, ma la resa ai mercati finanziari.
È una legge dove non vi è politica industriale, ma solo misure estemporanee e inconcludenti. È una legge dove non vi è lotta alle disuguaglianze, che non sono solo la conseguenza, ma anche la causa, di questa crisi, e, invece di affrontare il tema delle disuguaglianze con la giustizia sociale, il Governo si limita a qualche intervento compassionevole e residuale.
È una legge dove non vi è un quadro strategico coerente e chiaro per uscire da questa crisi.
Infine, questa manovra è totalmente succube delle politiche europee di austerity. È una manovra che ci farà, come dicevo prima, galleggiare nella depressione economica e nella mancanza di lavoro.
Con la manovrina di qualche settimana fa, abbiamo buttato, signor Primo Ministro, un miliardo e 600 milioni per far rientrare il rapporto deficit/PIL dal 3,1 al 3 per cento. Soldi buttati, e la sua determinazione per far sentire la sua voce, dell'Italia, in Europa, in questo caso, non ha valso quello che altri Paesi stanno facendo, e cioè ricontrattare le regole con l'Europa, per avere più fondi e più risorse per la crescita. Soldi, un miliardo e 600 milioni, che potevano essere utilizzati per il Piano del lavoro, per le piccole opere, come la messa in sicurezza delle scuole del nostro territorio. Soldi che si sarebbero potuti trovare anche con la riduzione delle spese militari, con un'autentica Tobin tax, aumentando l'imposizione sulle rendite finanziarie.Pag. 35
Tutto questo non c’è ed è per questo che voteremo contro questa manovra finanziaria. Signor Primo Ministro, bisogna cambiare strada e la strada giusta è quella di un'Italia giusta, dove si rimettono al centro il lavoro, la giustizia sociale, i diritti, l'ambiente, la pace. Ecco perché voteremo «no» a questa manovra, chiedendo un cambio di rotta per una nuova politica economica che sia dalla parte del lavoro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Brunetta. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente del Consiglio, signora Presidente della Camera, onorevoli colleghi, ci troviamo oggi a votare la legge di bilancio, ultimo adempimento della sessione di bilancio, che ha visto come suo provvedimento centrale la legge di stabilità. Una legge di stabilità nata male e, diciamo noi, finita peggio. La sera stessa della sua approvazione in Consiglio dei ministri, lo scorso 15 ottobre, il Presidente del Consiglio auspicava che venisse cambiata dal Parlamento, quasi non credendoci lui per primo.
Una legge di stabilità che, approvata con il voto di fiducia del Senato il 27 novembre, si auspicava, ancora, venisse cambiata dalla Camera. Una legge di stabilità che è stata effettivamente modificata nei suoi passaggi parlamentari e sempre in peggio; per cui, oggi, signor Presidente del Consiglio, questo voto finale lo consideriamo una sorta di liberazione.
Peggiorata per le norme in essa contenute, peggiorata nei saldi: nel corso dell'iter parlamentare i saldi sono peggiorati di 9,8 miliardi di euro, più di mezzo punto di PIL. Una legge di stabilità basata su stime di crescita sbagliate: più dell'1 per cento nel 2014, che la Commissione europea e gli organismi internazionali hanno tutti confutato.
Una legge di stabilità che non riduce la pressione fiscale, anzi fa sì che continui a crescere, fino ad oltre il 44 per cento.
Una legge di stabilità che avrebbe dovuto dare una svolta al mercato del lavoro, con più produttività, competitività e occupazione, mentre, con questo provvedimento, il costo del lavoro, se possibile, aumenta.
Una legge di stabilità che non riduce il debito, che ha superato il 130 per cento in rapporto al PIL, come ha segnalato più volte in maniera drammatica l'Europa per bocca, tra gli altri, del Commissario per gli affari economici e monetari, Olli Rehn. Critiche dure da parte dell'Europa, a cui si è tentato di porre rimedio con l'annuncio di piani mirabolanti di spending review ancora nella mente degli dei, con l'annuncio di programmi di dismissioni affrettate e pericolose – programmi fatti a mercati aperti – del patrimonio pubblico, del patrimonio pubblico immobiliare e mobiliare, con l'annuncio di un accordo con la Svizzera che chissà se, come e quando si farà.
Una legge di stabilità che non aiuta chi ha bisogno, che non viene incontro alle esigenze delle famiglie italiane, che non aiuta le imprese.
Una legge di stabilità in cui, come ha ben stigmatizzato il presidente di Confindustria in un botta e risposta con lei, ancora ieri, signor Presidente del Consiglio: «Le risorse erano poche e sono state distribuite». Io dico:«sperperate» ! Distribuite, onorevoli colleghi, con mance o, come sono state definite, «marchette». Mance e marchette ad personam, a lobby, ad entem, a gruppi. Mance e marchette per comprare consenso, per comprare tempo, per allungare la vita dell'Esecutivo, per galleggiare. Ma abbiamo visto sempre che, quando i Governi agiscono per galleggiamento, accelerano la loro caduta.
Un Esecutivo, signor Presidente del Consiglio, ormai illegittimo. Un Esecutivo delegittimato due volte. La prima, perché ha al suo interno Ministri che governano grazie ai voti avuti su un programma che non rispettano, e parlo della nostra ex componente politica che è stata eletta contro l'IMU sulla prima casa, e che finisce per approvare, con questa legge di stabilità per il 2014, la reintroduzione Pag. 36dell'IMU sulla prima casa. La seconda ragione, signor Presidente del Consiglio, per la sentenza della Consulta che ha dichiarato incostituzionali parti della legge con cui questo Parlamento e, in particolare, i 130, o qualcosa in più, parlamentari della maggioranza che sostiene il suo Governo, sono stati eletti. Illegittimi !
LELLO DI GIOIA. Vergognati !
RENATO BRUNETTA. Una legge di stabilità che delude del tutto le aspettative annunciate inizialmente dal suo Governo, disattendendo punti nevralgici per l'economia del Paese, quelli relativi al lavoro, all'industria, alla domanda interna.
Una legge di stabilità che nei contenuti realizza una redistribuzione di reddito tutta a danno dei ceti medi, i più colpiti dalla crisi: artigiani, commercianti, liberi professionisti, piccole imprese, lavoratori dipendenti delle piccole imprese e di aziende esposte alla concorrenza e al mercato. Tutti coloro i quali più degli altri sono stati colpiti dalla crisi. Una legge di stabilità le cui richieste provenienti dalla nostra parte politica sono state tutte respinte, e gli accordi alla base del Governo di quelle che furono le larghe intese, tutti disattesi, quasi per puntiglio, quasi per ripicca, quasi a sfregio, con disprezzo. Altro che dialogo, altro che pacificazione nazionale ! Solo miseri interessi di parte.
Forza Italia, ancor prima dell'approdo della legge di stabilità in Consiglio dei Ministri, aveva chiesto la convocazione della cabina di regia, signor Presidente del Consiglio, la cabina di regia che lei aveva voluto, all'inizio della sua esperienza parlamentare, con i capigruppo di maggioranza, in coerenza con quanto dichiarato al momento del suo insediamento, proprio al fine di determinare una convergenza sulle misure del provvedimento da finalizzare alla crescita e allo sviluppo. Un'iniziativa rimasta inascoltata ! Le chiedevamo anche un accordo di coalizione, un patto di coalizione che non ha mai voluto fare. Lo vuole fare adesso con le piccole intese. Non ha voluto farlo con le grandi intese. Forse ne aveva paura. Forse adesso ha meno paura delle piccole intese, per cui è disposto a fare il patto di coalizione.
Una legge di stabilità che potremmo tornare a chiamare «finanziaria», dato che ai contenuti, ai modi e ai tempi delle vecchie finanziarie si è, di fatto, tornati quest'anno, in cui le Commissioni Bilancio del Senato, prima, e della Camera, poi, sono state trasformate, senza ritegno da parte del Governo, in un suk, nel luogo dello scambio, nel luogo dell'assalto alla diligenza: una regressione al passato che denota la visione da «prima Repubblica» che caratterizza questo suo Governo, un Governo inadeguato a fronteggiare le pressioni e le esigenze derivanti dal Paese.
Una legge di stabilità – dicevamo – piena di imbrogli, o, per usare un termine più elegante, «illusioni finanziarie», per cui si presentano come benefici o risparmi di imposta quelli che per i cittadini e per le imprese saranno solo oneri a loro carico, con l'esclusione di qualche privilegiato.
Una legge di stabilità che denota la mancanza di strategia e di politica economica dell'Esecutivo. Una legge di stabilità fallimentare, come fallimentare è stata tutta l'azione del Governo sul piano della politica economica dal 29 aprile ad oggi; tutta basata su clausole di salvaguardia – vero Ministro Saccomanni ? –, giustificazione preventiva del mancato raggiungimento degli obiettivi dell'Esecutivo, clausole di salvaguardia che nascondono aumenti di tasse, tra le preferite di questo Governo: le accise sulla benzina, ma non solo, basti pensare agli anticipi di imposta.
Un'azione di Governo i cui provvedimenti sono arrivati sempre in ritardo, dopo ripetuti rinvii, ridimensionati rispetto agli annunci iniziali. È stato fatto così con la cancellazione dell'IMU sulla prima casa nel 2013, con i pagamenti dei debiti della PA, con il decreto per la rivalutazione del capitale della Banca d'Italia che sta finendo male. Provvedimenti figli di un Governo indeciso a tutto, il cui unico risultato ottenuto è stato quello di creare incertezza nel Paese, incertezza e confusione. E l'incertezza vuol dire instabilità. Sì, instabilità. E come lei Pag. 37sa, Presidente Letta, come il Ministro Saccomanni sa, l'incertezza, la confusione, l'instabilità in economia sono un costo che i nostri cittadini, dopo cinque anni di crisi e di manovre, non possono più permettersi di pagare.
Il Paese è stremato, depresso. Dopo gli errori del Governo Monti, tutto austerità e zero sviluppo, la mancanza di coraggio del suo Governo, signor Presidente del Consiglio...
LELLO DI GIOIA. E del tuo ?
RENATO BRUNETTA. ... si muove in sintonia con l'esperienza precedente.
Una legge di stabilità che non piace a nessuno, da Confindustria ai sindacati, dalle associazioni di categoria agli enti locali, che minacciano di portarla in tribunale. Sorprende la comune e unanime insoddisfazione manifestata da tutte le forze produttive e sociali, le famiglie e i pensionati.
Una legge di stabilità che segna una rottura irrimediabile tra il Governo, il suo Governo, e il tessuto economico e sociale italiano rimasto inascoltato.
Per tutti questi motivi, signor Presidente del Consiglio, signora Presidente della Camera, onorevoli colleghi, il mio gruppo voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
LELLO DI GIOIA. Vergognati !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Signor Presidente, abbiamo qui tra le mani oggi un bilancio fallimentare e illegale. Fallimentare e fallito sono questo Stato e questo Governo che permettono a degli squali di mettere mano ai conti pubblici. Noi oggi denunciamo i lobbisti che saccheggiano i soldi di tutti i contribuenti italiani.
Avete inserito nella legge di stabilità i vostri singoli interessi individuali e di casta e niente, niente per il bene delle persone qua fuori. Una legge piena di soldi che vi dovevate spartire, una legge di cui è stato relatore il deputato del PD Marchi per il Governo Letta: una legge che deve essere chiamata «March-etta».
La marchetta è quel gettone che le prostitute di una casa di tolleranza ricevevano dalla madama ad ogni prestazione come riscontro ai fini del compenso. Una grande super marchetta da un miliardo di euro. Ma chi è la madama e chi l'operaia dell'amore in questo giochetto contabile ?
Ebbene, le nostre proposte vengono bocciate dal Governo e dalla maggioranza per insufficienti risorse. Invece Sorgenia Spa di Carlo De Benedetti, tessera numero 1 del Partito Democratico, il partito del fantoccio Renzi, ottiene decine di milioni di euro: uno sconto per il vero capo del PD, Carlo De Benedetti, il vero padrone del PD, presidente del gruppo editoriale l'Espresso, colui che nel 1993 ammise di aver pagato tangenti per 10 miliardi di lire ai partiti di Governo per ottenere un appalto dalle Poste italiane.
E così si spiega anche perché i partiti finanzino i giornali, le loro televisioni, le loro radio, usando i soldi dei cittadini come fondo per pagare l'editoria.
Vi siete spartiti i soldi di questa stabilità per le fondazioni da cui siete ulteriormente stipendiati, per le scuole private dove mandate i vostri figli e per le strade che servono a favorire il vostro cambiamento ed il vostro voto di scambio. Ma tutto ciò, oltre ad essere contro i cittadini, è illegale, per una legge che avete votato proprio voi in quest'aula due anni fa.
L'11 novembre 2009 in quest'aula eravate in 469 e tutti votaste favorevolmente alla legge di contabilità, che cita testualmente: «La legge di stabilità non può contenere interventi di natura localistica o microsettoriale», ossia non può contenere marchette. C'era Giachetti, renziano, ancora seduto qui, che fece il primo intervento; c'era Marco Causi del PD, che intervenne proprio per motivare il voto favorevole convinto del Partito Democratico; Pag. 38c'era Pierpaolo Baretta, ora sottosegretario all'economia, che annunciò il voto favorevole del PD a tutta la legge.
Signori, voi maggioranza – illegittima – avete votato due anni fa una legge ed ora la state violando come il più incallito dei corrotti.
Noi, noi ci opponiamo e ci facciamo portatori della legalità all'interno di questo palazzo e denunceremo a tutte le autorità competenti questa violazione e vedrete che avremo ragione. Così come sui rimborsi elettorali, che la Corte dei conti ha dichiarato illegittimi e che voi continuate ad intascarvi: porcellini del porcellum !
Se oggi noi fossimo qui, noi, a licenziare una legge di stabilità ed una legge di bilancio fatta da noi, se noi con le nostre uniche forze fossimo al Governo, con le sole nostre proposte non ci sarebbero più pensionati d'oro, nessuno prenderebbe 90 mila euro di pensione; ci sarebbe una pensione dignitosa ed adeguata per ogni pensionato minimo; ogni persona con noi che perde il lavoro avrebbe a disposizione un reddito di cittadinanza finché non trova un nuovo lavoro.
E i soldi signori, i soldi ci sarebbero per tutte queste proposte, perché con noi alla guida di questo Paese io vedo un'Italia dove non si farebbero sconti alle grandi concessionarie delle slot machine, che oggi non pagano le tasse perché Renzi, Alfano, Letta, Napolitano il PD, invece, glielo permettono.
Questa Italia migliore esiste, io la vedo, e non lo dico io, non lo diciamo noi, ma lo dicono gli uffici di bilancio di Camera e Senato, visto che le nostre proposte sono state presentate e valutate ammissibili alla legge, quindi fattibili da subito, senza nessun alibi.
Ma voi (PD, renziani, Nuovo Centrodestra, Presidente della Repubblica), continuate a dire che va tutto bene, come faceva Berlusconi. Mentre noi qua continuiamo a denunciare che raccontate balle e non state facendo niente !
Chi ci ascolta penserà: chi ha ragione ?
Io dico una cosa sola: noi qua solo in queste due ultime settimane abbiamo presentato proposte concrete, denunciato i lobbisti, denunciato le marchette, lo schifo della legge di stabilità, abbiamo chiesto ed ottenuto un conto per dar credito alle piccole e medie imprese, dove stiamo già riversando 2 milioni e mezzo di euro, che abbiamo risparmiato dai nostri stipendi negli ultimi mesi, rinunciando ai privilegi.
Voi, nelle ultime due settimane, nelle ultime quattro settimane avete eletto Renzi come segretario del PD. Probabilmente già sentivate la mancanza di Berlusconi.
Renz-usss-coni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Uno che dal 1985 campa di politica, consigliere comunale per la Democrazia Cristiana, la stessa del suo amico Angelino Alfano. Uno che è stato condannato in primo grado per danno erariale.
Ma uno normale, scusate non ce l'avete ?
Questi giorni ci hanno insegnato una cosa: che a decidere in Parlamento non sono i Ministri, non sono i segretari di partito o i deputati. Sono le lobby, gli affaristi.
Come De Benedetti. E non solo.
Dopo di me parlerà il capogruppo del PD, Roberto Speranza, che racconterà un sacco di fregnacce, dicendo che la stabilità e il bilancio risolvono i problemi... (Proteste dei deputati dei gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Può esprimersi in un modo non offensivo ? Per favore, onorevole Sorial.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. ... che siamo in tempi di crisi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. La prego di attenersi a un linguaggio rispettoso, onorevole Sorial. Io ho sentito «fantoccio», «porcellini», «balle», «schifo». Basta ! Basta veramente (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Non ho ancora finito l'intervento, però, Presidente.
Pag. 39PRESIDENTE. Non approfitti della pazienza di quest'Aula. Si esprima in modo appropriato, grazie.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Io capisco l'arrabbiatura, Presidente. In nove mesi, da quando noi siamo qua, hanno dovuto cambiare tre segretari di partito e oggi scoprono che non sono neanche loro a guidare i loro partiti, quindi (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Vada avanti con il suo intervento. Per favore, vada avanti in modo corretto.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Allora, il capogruppo del PD racconterà che (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciatelo terminare. E lei usi un linguaggio corretto, per favore.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie. State calmi, ragazzi, non c’è bisogno...
PRESIDENTE. Prego, continui.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Racconterà un sacco di cose...
PRESIDENTE. Prego.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Sto continuando, Presidente.
PRESIDENTE. Un discorso con toni corretti. Prego.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. ... dicendo che la stabilità ed il bilancio risolvono i problemi, che siamo in tempi di crisi, ma che ce l'hanno fatta, bla, bla, bla, balle, Presidente, ma non d'acciaio, di sterco per noi. Infatti, dopo aver presentato un emendamento, proprio a sua prima firma, Roberto Speranza, per togliere i privilegi della casta dei pensionati d'oro, come noi chiediamo da sempre, Speranza e il suo gruppo hanno riformulato il suo emendamento, svuotandolo, per proteggere i soliti privilegiati, gente che ha 150 mila euro e oltre di pensione. Non vi riesce proprio di stare dalla parte dei cittadini.
Ma perché è accaduto, Presidente ? È accaduto perché, negli scorsi giorni, mentre noi lavoravamo in Commissione, dentro il Palazzo c'erano lobbisti di ogni genere e razza. Mercanteggiavano e barattavano la sicurezza degli incarichi e degli scranni con la garanzia che i propri privilegi ed i propri interessi non sarebbero stati toccati. Avete permesso tutto ciò, avete ceduto ai mercanti, alle lobby, come quella rappresentata da quell'uomo che, dopo aver fatto cambiare il vostro emendamento, parlava così – ascoltatemi bene – nel cuore di Montecitorio: «Ho dovuto scatenare mari e monti. È stata una battaglia durissima. È questo il Parlamento oggi. Io potrei scrivere un manuale come caso di eccellenza di azione di lobby. Io sono stato questa settimana in full immersion, giorno e notte, avevo una marea di gente che mi chiamava. Chi perché c'hanno privilegi, che fanno i consiglieri di Stato, i professori universitari, queste cose qua e, quindi, si sono salvati pure quelli». E voi avete obbedito a questo diktat. Ha obbedito lei, Speranza, ha obbedito il suo partito, ha obbedito Renzi, avete detto «signorsì» ai privilegiati. Queste parole le abbiamo registrate e pubblicate sulla rete e solo pochi seri giornalisti le hanno riprese.
Noi oggi, quindi, concludendo, facciamo una cosa mai successa nella storia della Repubblica italiana per dimostrarvi come costruiremo l'Italia che vogliono i cittadini onesti. Noi oggi denunciamo in quest'Aula questi fatti perché, come furono cacciati i mercanti dal tempio, cacceremo chi, insieme a voi, si è contrapposto al bene dei cittadini (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico), al bene di tutti pensionati, di tutti i giovani, di tutti i lavoratori.
PRESIDENTE. Concluda.
GIRGIS GIORGIO SORIAL. Concludo. Quest'uomo, questo mercante, ha un nome Pag. 40e cognome. Si chiama Luigi Tivelli e, se questo Parlamento avesse dignità, lo caccerebbe dalle istituzioni. Vi abbiamo pescato con le mani nel sacco. Che cosa vi serve per fare le valigie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – I deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle espongono cartelli recanti la scritta: «Caro PD decido io. Luigi Tivelli» – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico) ?
PRESIDENTE. Togliete immediatamente quei cartelli ! Intervengano subito i commessi ! Intervengano i commessi. Rimuovete quei cartelli ! Rimuovete i cartelli, per favore. Allora, che i commessi rimuovano quei cartelli prima possibile che dobbiamo continuare con i nostri lavori, per favore (Il deputato Sorial si reca ai banchi del Governo ed espone un cartello recante la scritta «Caro PD decido io. Luigi Tivelli» – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Dai banchi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle si scandisce: «Vergogna, vergogna !» – Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Togliete quel cartello ! (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente). Grazie ai commessi per essere intervenuti. Colleghi, per favore, non abbiamo ancora terminato.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Speranza. Ne ha facoltà.
ROBERTO SPERANZA. Signor Presidente, abbia un po’ di pazienza, quando non si è abituati alla democrazia ci vuole un po’ di tempo per imparare le regole (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Io penso, signor Presidente, onorevoli colleghi, che questa sessione di bilancio arriva in un tempo politico nuovo e a noi parlamentari, a noi partiti politici tocca comprenderlo e viverlo con coraggio. Diremo la verità, tutta la verità perché dire la verità è il primo punto di svolta di questo tempo nuovo e diciamo subito, senza tentennamenti, che la crisi economica è durissima, che ha messo alla prova le nostre famiglie e le nostre imprese e non ne siamo fuori.
Sappiamo che questa legge di stabilità sta dentro una crisi economica enorme ma il punto, la grande domanda a cui siamo chiamati a rispondere è la seguente: che cosa fa politica ? Quale è la scelta che noi decidiamo di fare per rispondere a questa crisi, a questa inquietudine enorme che arriva dal profondo della nostra società ? E guardate ci sono due strade, due strade diverse, direi due strade opposte, due impostazioni radicalmente diverse. Una prima che abbiamo visto anche qui: urla, insulti, minacce, minacce tremende, le urla di questi giorni, gli attacchi incredibili al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, cui va tutto il nostro sostegno (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), il cardine delle nostre istituzioni democratiche; gli insulti alla magistratura paragonata addirittura alle brigate rosse: voglio dare anche a loro solidarietà (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Sinistra Ecologia Libertà e Scelta Civica per l'Italia). Noi siamo per la riforma della giustizia ma sappiamo che riforma della giustizia non può significare impunità per uno solo. E poi ancora cose che non avremmo mai voluto sentire: la lista dei giornalisti sgraditi, una vergogna peggiore dello squadrismo del ventennio (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà) !
E ancora le foto dei parlamentari che non volete fare entrare in questo Parlamento: ma che fine ha fatto quella parola ? In quest'aula si alzavano Pertini, Berlinguer, Aldo Moro, cosa ci tocca ascoltare ?
Cosa ci tocca ascoltare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! E questa è l'Italia che noi non vogliamo. Questa è l'Italia, Presidente Letta, che noi fermeremo. C’è un partito dello sfascio: lo ascoltino bene gli italiani che ci sentono in diretta. Berlusconi e Grillo a braccetto, oggi votate insieme. Voi oggi votate nello stesso modo per affossare l'Italia: ma non passerete, non passereste mai (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) !
Signor Presidente, poi c’è un altro modo: il modo delle persone miti, delle Pag. 41persone perbene, il modo di chi dice che vuole assumere fino in fondo l'impegno solenne di provare a cambiare le cose, non chiacchiere ma cambiare le cose.
E guardate noi ci impegniamo: la legge elettorale entro gennaio, le riforme istituzionali subito, non più il Senato, riduzione del numero dei parlamentari...
EMANUELE PRATAVIERA. Cosa c'entra con la finanziaria ? Parla della finanziaria !
ROBERTO SPERANZA. ... e poi un lavoro quotidiano, non scontato (Commenti dei deputati dei gruppo MoVimento 5 Stelle) per prosciugare quel malessere fortissimo che non si può far finta di non vedere. Presidente Letta, serve umiltà e serve coraggio: due parole distinte che sembrano lontane. L'umiltà per capire in che Paese viviamo, quanta sofferenza arriva dal basso e poi il coraggio, il coraggio di provare a cambiare le cose.
Io penso che in questo tempo difficile c’è chi crede, in questo Paese, che si possa alimentare questo disagio per un misero tornaconto elettorale. Per noi non è così. L'Italia viene e verrà sempre prima di tutto e lo dimostreremo in ogni passaggio (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
Non è una legge perfetta quella che stiamo approvando, non è una legge perfetta, ma è un'inversione di tendenza. Dopo anni, caro presidente Brunetta, di tagli devastanti, lineari, alla sanità, alla pubblica istruzione, dopo anni di nuove tasse drammatiche che voi avete messo, io penso che noi siamo qui per provare ad aprire una nuova stagione. E lo abbiamo fatto in questo passaggio, seguendo due cardini, due parole d'ordine: crescita ed equità. Crescita, Presidente Letta, la parola che lei, in Europa, sta provando a far emergere con forza, perché il risanamento non basta, abbiamo bisogno di investire sulla crescita. E dal mio punto di vista, dal punto di vista di questo gruppo del Partito Democratico, i provvedimenti per la crescita sono quelli che guardano lontano. E permettetemi di dire che per me guardare lontano significa partire dall'istruzione, dalla conoscenza, dalla formazione (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
E dico con orgoglio che, grazie a questo partito, a questo gruppo, grazie a noi, abbiamo portato i soldi per le borse di studio da 12,8 milioni, che erano all'inizio previsti per il 2014, a più di 150 milioni: grazie al Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Perché studiare non è un privilegio, è un diritto costituzionale e, se non si parte da qui, non si può costruire un'Italia migliore. Lo dimostra questa scelta, come quella per gli specializzandi in medicina e come quella per gli LSU della scuola.
E ancora: ridurre la tassazione sul lavoro, quel cuneo fiscale, la distanza inaccettabile tra il salario percepito dal lavoratore e quanto un'impresa paga. È un primo passo avanti, certo non basta, ma per la prima volta, dopo molti anni, tantissimi cittadini italiani avranno in busta paga il segno «più». È la prima volta e lo rivendichiamo con orgoglio, perché è una scelta giusta e con i soldi della spending review vorremmo farla crescere ancora di più.
E ancora: il Fondo di garanzia consentirà alle banche di riaprire i rubinetti del credito, con l'estensione dell'operatività della Cassa depositi e prestiti: un altro passaggio in continuità con il decreto dei pagamenti, che dà ossigeno alle nostre imprese.
E ancora: continuiamo a puntare su ecobonus e riqualificazione di tutte le strutture. E l'altro punto, Presidente Letta: l'equità. L'equità è per noi un punto decisivo, significa dare soldi, significa scegliere sempre, in ogni momento, che dare soldi a chi sta peggio conviene anche a chi sta meglio. Il Partito Democratico non rinuncerà mai a questo principio, perché siamo convinti che una società più eguale, una società più solidale è anche una società più competitiva. Per questo abbiamo deciso l'indicizzazione delle pensioni, l'adeguamento al costo della vita, per questo abbiamo deciso una soluzione forte per 17 mila esodati: 17 mila esodati, non Pag. 42le «marchette» di cui parlate voi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
E ancora: il contributo di solidarietà per i redditi più alti, sulle pensioni, sui vitalizi, il tetto al cumulo tra pensioni d'oro e altri incarichi pubblici, che proprio noi del PD abbiamo voluto. E ancora, Presidente Letta, mi consenta di dirlo con forza, ci siamo spesi per mettere 400 milioni di euro al servizio delle forze dell'ordine. Noi siamo orgogliosi delle forze dell'ordine di questo Paese e riteniamo sia giusto investire su esse (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Sinistra Ecologia Libertà).
Ancora: i comuni. Qui ci sono tantissimi sindaci. Il gruppo del Partito Democratico è un gruppo pieno di persone che sono state consigliere regionale, consigliere comunale, assessore comunale, sindaco. Io penso che faccia bene, questo Governo, ad ascoltare il grido di dolore che arriva da questi sindaci con le ultime scelte di queste ore...
PRESIDENTE. La invito a concludere.
ROBERTO SPERANZA. ... eppure io penso che noi abbiamo cambiato, anche qui, la strada: un miliardo di euro, dopo anni in cui questo Patto di stabilità ci massacrava, finalmente è stato allentato.
Non siamo più ai tempi di Tremonti, presidente Brunetta, quando si facevano quattro manovre in due mesi e si consideravano i comuni come la cassaforte di un Paese sul baratro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Commenti del deputato Brunetta). Noi amiamo i comuni d'Italia, noi rappresentiamo i sindaci di questo Paese.
Concludo, Presidente. Il Partito Democratico terrà ancora una volta la barra dritta, la terremo con forza, con umiltà e con coraggio, come dicevo prima. Noi siamo la più grande comunità di donne e di uomini del Paese, lo diciamo con orgoglio, a testa alta, forti dei 3 milioni di persone, non qualcuno nascosto in una stanza: 3 milioni di persone (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
RENATO BRUNETTA. Andiamo a votare !
ROBERTO SPERANZA. ...che sono venute, hanno scelto una nuova leadership che ci guiderà tutti insieme per portare questo Paese fuori dalla crisi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Congratulazioni).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale per le quali era stata disposta la ripresa televisiva diretta.
(Coordinamento formale – A.C. 1866-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1866-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1866-A, e relative note di variazioni, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Giacomelli. Hanno votato tutti i colleghi ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia, Nuovo Centrodestra e Per l'Italia). (Vedi votazioni).
S. 1121 – «Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2014 e bilancio pluriennale per il triennio 2014-2016» (Approvato dal Senato) (A.C. 1866-A):
(Presenti 479
Votanti 478
Astenuti 1
Maggioranza 240
Hanno votato sì 313
Hanno votato no 165).
(Il deputato Impegno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).
Prima di sospendere la seduta sino alle ore 15 come preannunciato ai gruppi, passiamo alla deliberazione relativa al conflitto di attribuzione.
Deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla corte d'appello di Milano, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 262 del 2013 (ore 13,45).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la deliberazione in merito alla costituzione in giudizio della Camera dei deputati in relazione ad un conflitto di attribuzione sollevato innanzi alla Corte costituzionale dalla corte d'appello di Milano, di cui all'ordinanza della Corte costituzionale n. 262 del 2013.
Comunico che, in data 19 novembre 2013, è stata notificata alla Camera dei deputati l'ordinanza della Corte costituzionale n. 262 del 2013 con la quale è stato dichiarato ammissibile un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato sollevato dall'autorità giudiziaria.
Si tratta del conflitto elevato dalla corte d'appello di Milano, relativo alla delibera di insindacabilità adottata dalla Camera dei deputati in data 19 dicembre 2008 in riferimento a dichiarazioni rese da Enrico La Loggia, deputato all'epoca dei fatti, nei confronti di magistrati.
La Giunta per le autorizzazioni, riunitasi in data 17 dicembre 2013, ha espresso un orientamento maggioritario contrario alla costituzione in giudizio in riferimento al conflitto di attribuzione in oggetto.
Nella riunione del 20 dicembre 2013, l'Ufficio di Presidenza ha deliberato di proporre all'Assemblea che la Camera dei deputati non si costituisca in giudizio.
Su questa proposta ha chiesto di parlare a favore la deputata Rossomando. Ne ha facoltà.
ANNA ROSSOMANDO. Signor Presidente, noi voteremo a favore della proposta dell'Ufficio di Presidenza. Il fatto è molto semplice: si tratta di una decisione che non è un automatismo, cioè se difendere con un avvocato, seppure della Camera, una decisione precedentemente assunta a maggioranza. C’è un principio di cui abbiamo tenuto conto e di cui teniamo conto, quello di salvaguardare comunque le decisioni della Camera. In questo senso, in alcuni casi, abbiamo votato anche in difformità da decisioni prese dal nostro gruppo precedentemente, ma uno spazio di decisione c’è a normativa attuale, altrimenti noi dovremmo solo ratificare una decisione precedentemente presa.
Allora, se questo spazio c’è, qual è lo spazio ? Noi discutiamo non di una decisione neutra, noi decidiamo se debba essere applicato l'articolo 68 della Costituzione, che è a garanzia non del singolo deputato o comunque parlamentare, ma del parlamentare in quanto componente di un'Assemblea, e della sottrazione in sostanza di questo parlamentare al normale giudizio che tutti i cittadini devono affrontare se, esprimendo opinioni, valutazioni o attribuendo dei fatti, offendano qualcuno. Per esempio, un consigliere comunale deve affrontare il processo, anche se lo fa esprimendo un parere come consigliere comunale.
Allora, il limite che noi riteniamo esista – e non lo riteniamo solo noi, ma una decisione presa all'unanimità nella scorsa Pag. 44legislatura, quindi votata da tutte le forze politiche – è che non si debba dare questa garanzia e non ci si debba costituire in giudizio se viene attribuito un fatto determinato che non ha nessun collegamento per non essere mai stato portato in nessun atto, neanche in senso molto ampio, nei lavori parlamentari da chi ha espresso quelle valutazioni, e che in questo caso ha attribuito un fatto determinato.
Nel caso di specie: il deputato La Loggia all'epoca dei fatti, con riferimento alle elezioni, al voto degli italiani all'estero, in affermazioni riportate tra virgolette mai smentite in nessun modo, ha affermato: abbiamo le prove di averle vinte; controllando verbali e schede soprattutto all'estero abbiamo la certezza di brogli inenarrabili; alcuni magistrati che hanno firmato il verbale si sono resi colpevoli di un reato gravissimo, cioè di falsare il risultato elettorale e hanno, quindi, certificato il falso.
Quindi, c’è un fatto determinato, addirittura si attribuisce un reato, sono identificabili le persone, perché si identifica un collegio con riferimento a delle elezioni determinate, e quindi non è vero, come qualcuno ha affermato, che non sono identificate.
Di conseguenza, noi riteniamo che quello spazio che viene dato, in questo caso, sia il limite estremo per valutare se sostenere una tesi o no davanti alla Corte costituzionale, che comunque farà le sue valutazioni e valuterà i pro e i contro.
Nella scorsa legislatura fu presa una decisione a maggioranza e votarono per l'insindacabilità in 292, quindi con dei numeri comunque al di sotto, sia per chi votò a favore sia per chi votò contro, della composizione dei gruppi. Era il 19 dicembre, quindi immagino che anche l'Aula non fosse gremita.
Concludo dicendo che noi siamo per le garanzie tutte, sicuramente anche per quella prevista dall'articolo 68 della Costituzione, ma perché si possa continuare a parlare di garanzie – e noi vogliamo continuare a parlarne, anzi parlarne di più di quanto non si sia fatto in questi ultimi anni – bisogna poter distinguere tra garanzie e privilegi, perché, se non si fa questa distinzione, diventa più difficile parlare di garanzie ed essere compresi dai cittadini.
Noi non siamo qui perché abbiamo dei privilegi, siamo qui in quanto rappresentiamo un'Assemblea ed è la libertà di questa Assemblea che deve essere tutelata, che noi vogliamo tutelare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare contro il deputato Simone Baldelli. Ne ha facoltà.
SIMONE BALDELLI. Onorevole Presidente, intervengo anche per mettere a conoscenza molti colleghi di quale sia il fatto.
Intanto, il fatto. Duemilasei: il centrosinistra vince le elezioni per 24 mila voti contestati. L'onorevole La Loggia (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)... Contestati, colleghi, su ! Presidente, possiamo...
PRESIDENTE. Colleghi, non facciamo uno scambio diretto. Lei parli alla Presidenza, e voi, per favore, non reagite. Prego.
SIMONE BALDELLI. Non ho offeso... Se posso, Presidente, recuperare questo tempo, giacché (Commenti del deputato Brunetta)...
La sinistra vince per 24 mila voti contestati, nel senso che c’è una contestazione di fatto. L'onorevole La Loggia, deputato in carica, interviene con un'intervista su un quotidiano nazionale, Il Corriere della Sera, su questo tema, sul quale poi, vedremo, la Camera riunirà la Giunta delle elezioni e audirà alcuni magistrati tra coloro che avevano sottoscritto i verbali delle circoscrizioni estere. E nella Giunta delle elezioni – gli atti sono disponibili per tutti – c’è stata una lunga istruttoria, dove gli stessi magistrati che avevano affrontato quello scrutinio dicevano di essersi trovati di fronte a situazioni paradossali. Ventidue preferenze con 11 voti di lista: sapete Pag. 45che ogni voto ha una sola preferenza, quindi una situazione molto complessa.
L'onorevole La Loggia fa delle valutazioni. Due anni dopo, l'Assemblea, quest'Aula, decide ad ampia maggioranza: su 375 votanti solo 83 votano contro. Ricordo, per completezza di informazioni, che il gruppo del PD aveva 209 deputati in quella legislatura. Solo 83 deputati votano contro, alcuni dei quali anche colleghi del PD; ma perché c'era un ampio consenso sul deliberare l'insindacabilità delle opinioni dell'onorevole La Loggia. Si decide, dunque, che questa è un'opinione espressa da un parlamentare nell'esercizio delle sue funzioni. Piaccia o meno questa decisione, i magistrati, che si sentono offesi da questa cosa, propongono un risarcimento civile.
Per citare un magistrato: «La Loggia nel suo legittimo diritto di critica sostiene che ci sono stati dei brogli all'estero. Ma non solo all'estero: se dice “soprattutto all'estero” vuol dire anche in Italia, cioè dappertutto». Dopodiché, dice: «Alcuni magistrati che hanno firmato il verbale si sono resi colpevoli del reato gravissimo, cioè di falsare il risultato elettorale».
«Allora riflettete su questo: non ha indicato i magistrati, non ha indicato i verbali, non ha detto se i verbali in questione sono quelli all'estero o quelli in Italia, non ha detto a quali circoscrizioni si riferisce. Mi spiegate per quali ragioni questi tre colleghi magistrati hanno ritenuto essi stessi di querelare per essersi ritenuti diffamati da La Loggia, in quanto essi estensori di verbale rispetto alle migliaia di verbali ? Bisognerà valutare, semmai, altro tipo di reato; ma, a mio avviso, in questo caso, non vi è ragione di decidere, proprio perché non è in essere alcuna valutazione che riporta all'onorevole Loggia l'affermazione secondo cui queste persone sono destinatarie delle sue argomentazioni. Per questa ragione, mi permetto di chiedere di rivalutare questa proposta». Questa persona è Antonio Di Pietro.
Questa Assemblea, con il parere non soltanto della maggioranza a cui l'onorevole La Loggia apparteneva, anche col voto dell'UDC di allora, che era all'opposizione, dei radicali e dell'onorevole Di Pietro, vota la insindacabilità. Questo è ciò che il punto non è, perché non stiamo discutendo su questo: noi stiamo discutendo su altra fase e altra faccenda. E a me dispiace che, pur in linea di coerenza, il PD abbia portato avanti le sue argomentazioni in relazione al merito di questa vicenda.
Stiamo semplicemente discutendo al giorno d'oggi, essendoci un conflitto di attribuzioni di fronte alla Corte costituzionale – che, colleghi, si celebrerà in qualunque caso – se mandare o no l'avvocato della Camera gratis, perché è un dipendente della Camera, a rappresentare le ragioni di quel voto con cui la Camera si è costituita in giudizio. Questo stiamo decidendo !
E, allora, la scelta è molto semplice: o diamo continuità a questa scelta, oppure, se si voterà a favore del parere che ha espresso, a maggioranza, la Giunta e, a maggioranza, l'Ufficio di Presidenza, seppur con dei distinguo importanti, avremo una situazione paradossale, per cui noi decidiamo di partecipare alla finale di Coppa dei campioni, cioè al giudizio più importante davanti alla Corte costituzionale, perché la Camera comunque ha deciso nel 2008 questa cosa, ma decidiamo di giocare senza portiere.
Allora, qual è l'appello che io faccio a voi ? È di garantire il diritto di difesa, non tanto all'onorevole La Loggia in quanto tale, che pure non ha facoltà di andare a rappresentarsi, ma alla Camera perché la Camera stessa, altrimenti, non manda il suo avvocato e questo è un fatto grave.
Pensate soltanto che, nel corso del passaggio tra una legislatura e l'altra – la Presidente ne sarà buona testimone – questa costituzione in giudizio avviene in maniera automatica, in via d'urgenza, e poi si ratifica – lo abbiamo già fatto nel corso di questa legislatura una volta – proprio perché la Camera ha il dovere di difendere la posizione politica che prende.
Allora, con tutta la stima e il rispetto nei confronti dell'onorevole Rossomando, e anche di coloro che in buona fede nell'ambito dei lavori della Giunta per le Pag. 46autorizzazioni e dell'Ufficio di Presidenza hanno ritenuto doveroso affermare una questione di merito, che sono qui a spiegare, a nome dei miei colleghi di gruppo, ma anche a titolo personale, avendolo detto in Ufficio di Presidenza, che qui non siamo di fronte ad una questione di merito e non siamo di fronte a un voto politico. Noi dobbiamo decidere se la Camera oggi decide di mandare il suo avvocato gratis davanti alla Corte costituzionale a difendersi in questo processo.
Può capitare a ciascuno di noi di esprimere delle opinioni, può capitare che questa Assemblea decida che sono insindacabili, ma il rischio è che con la successiva maggioranza parlamentare si cambi opinione, o la Camera non vada a difendere le proprie ragioni e che quindi gli avversari possano segnare a porta vuota.
Il sacrosanto diritto (dell'onorevole La Loggia è riduttivo), ma della Camera di difendersi credo che vada salvaguardato. Concludo, Presidente, quindi con un appello a non farne un voto politico tra gruppi e tra partiti. Io prego veramente i gruppi di lasciare libertà di voto...
PRESIDENTE. Concluda.
SIMONE BALDELLI. ... ai colleghi su questo, perché credo che, su questo, motivi di scontro non ne debbano esistere perché si tratta di una prerogativa della Camera, che oggi riguarda casualmente e incidentalmente l'onorevole La Loggia, ma domani potrebbe riguardare tutti. Se la Camera su questo ha deliberato, ha il diritto e il dovere di difendersi (Applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, Scelta Civica per l'Italia, Lega Nord e Autonomie, Nuovo Centrodestra e Per l'Italia).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Ricordo che la proposta dell'Ufficio di Presidenza è nel senso della non costituzione in giudizio della Camera dei deputati. Chi è favorevole a tale proposta e vuole che la Camera non si costituisca nel predetto giudizio deve votare «sì», mentre chi è contrario a tale proposta e vuole che la Camera si costituisca in giudizio deve votare «no».
Pongo dunque in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta formulata dall'Ufficio di Presidenza nel senso che la Camera dei deputati non si costituisca in giudizio nel conflitto di attribuzione in oggetto.
Dellai, Cesa, Verini, Ventricelli, Folino, Speranza...
(È approvata).
La Camera approva per 161 voti di differenza. Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15 con il seguito della discussione del disegno di legge n. 1542-A in materia di città metropolitane, province e unione di comuni.
La seduta, sospesa alle 14, è ripresa alle 15,05.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amici, Baretta, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Brunetta, Caparini, Cicchitto, D'Incà, Dambruoso, Damiano, Dellai, Dell'Aringa, Epifani, Fassina, Ferranti, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Legnini, Orlando, Pes, Pisicchio, Pistelli, Realacci, Schullian, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente cinquantatrè, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sull'ordine dei lavori.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, comunico all'Aula che è in corso la riunione della Commissione per licenziare il parere sul decreto cosiddetto «Roma capitale». È una discussione abbastanza delicata, in cui sono previste delle condizioni e delle osservazioni. Ha preso la parola soltanto uno dei rappresentanti dei gruppi e a seguire c’è la riunione del Comitato dei nove per l'esame dei subemendamenti che sono stati presentati al provvedimento sulle province.
Pertanto, le chiedo di consentire, vista anche l'importanza dei provvedimenti, la prosecuzione dei lavori della Commissione e di differire i lavori dell'Aula di trenta minuti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Fedriga. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, io vorrei farle presente che in Aula adesso dovrebbe iniziare l'esame del provvedimento sulle province. Il decreto arriverà a seguire. Quindi, se il presidente Sisto ritiene utile sospendere per la riunione del Comitato dei nove sui subemendamenti ne prendiamo atto, non ovviamente a causa della volontà del presidente Sisto ma a causa, mi sembra, di una maggioranza molto sconfusionata. Però, per quanto riguarda il parere sul decreto su Roma capitale, lo si farà nei prossimi giorni, quando ci sarà l'opportunità per l'Aula e per le Commissioni di lavorare in modo normale.
Adesso, l'unica cosa che può attendere l'Aula è il Comitato dei nove sulle province. Su tutto il resto vedremo cosa succederà, ma non si possono adesso bloccare i lavori dell'Aula per il parere sul decreto relativo a Roma capitale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, prendiamo atto della richiesta del presidente Sisto di posticipare di trenta minuti per il parere della Commissione affari costituzionali, ma riteniamo che trenta minuti siano a dir poco irrisori.
Sappiamo tutti che il provvedimento ci è giunto dal Senato ieri sera, quando i lavori dell'Aula erano ancora in corso. Sappiamo tutti che il provvedimento contiene delle parti molto rilevanti e molto delicate su cui, tra l'altro, noi ci opponiamo nel merito. Condividiamo quanto appena detto dal collega Fedriga. Non c’è assolutamente necessità di lavorare come al solito, diciamo noi purtroppo, con una fretta che va sempre a scontrarsi con la qualità della produzione legislativa. Di conseguenza, diciamo che c’è anche un Regolamento che parla chiaramente di 15 giorni – è l'articolo 96-bis del Regolamento – come tempo minimo che la Commissione in sede referente – non la nostra, quella a cui appartengo, che è la prima Commissione – deve lavorare sul provvedimento.
Quindi, riteniamo questo inaccettabile. Va ancora contro la buona qualità nel produrre le leggi il fatto che si debbano licenziare pareri in pochi minuti. Quindi, lo si farà nei prossimi giorni e non di certo in pochi minuti di lavoro in Commissione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Rosato. Ne ha facoltà.
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, io credo che la richiesta del presidente Sisto sia motivata e accoglibile. Sono consapevole, e il mio gruppo è consapevole, che i tempi sono ristretti, ma la ristrettezza dei tempi è dettata dal fatto che questo decreto scade il 30 ed è nostro compito, visto che c’è una volontà esplicita dichiarata dai gruppi parlamentari di modificarlo, consentire che le modifiche siano compatibili con la necessità poi che lo stesso sia approvato dal Senato.Pag. 48
Quindi, credo che sia necessario che questa sospensione venga concessa e che la I Commissione possa esprimere il parere. Altresì, chiederei alla Presidenza di farsi garante che tra mezz'ora noi riprendiamo i lavori e riprendiamo con il tema della province che ha bisogno di essere concluso in giornata, come condiviso dalla Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, noi adesso abbiamo terminato anche la seduta della Commissione bilancio, dove sono stati presentati 250 emendamenti a questo provvedimento, che è il decreto che passa sotto il nome di «salva Roma». Noi riteniamo che una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo debba essere convocata con urgenza per motivi tecnici anche di impraticabilità.
Ieri con la legge di stabilità, che questo Parlamento ha licenziato in via definitiva oggi, ci sono stati anche dei provvedimenti, dei commi, che prevedono interventi con finanziamenti di 25 milioni di euro; tali e quali, con le medesime parole, sono stati inseriti nel decreto licenziato, il cosiddetto «salva Roma», anche da parte del Senato.
Quindi, la confusione è totale e da questo punto di vista la Presidenza della Camera, a tutela anche della trasparenza delle procedure, dovrebbe, a mio avviso, assumere delle iniziative tali da evitare che ci sia questa confusione e questa accelerazione.
La richiesta del presidente Sisto, e quindi della Commissione, è un'ulteriore prova di quello che abbiamo detto da giorni con riferimento al caos disorganizzativo su questi provvedimenti.
Da parte nostra finora c’è stata la massima disponibilità – critica e nel merito ma, dal punto di vista della funzionalità, appunto la massima disponibilità – ma adesso questa disponibilità assolutamente viene meno rispetto ai danni e alla confusione di questi provvedimenti.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Deputato Toninelli, ha già parlato.
Andiamo in ordine. Sulla richiesta di convocare una Conferenza dei presidenti di gruppo sulla prosecuzione dei lavori, la Presidente sarà informata e deciderà se procedere o meno. Per quanto riguarda la richiesta del presidente Sisto, credo che non si possa che accogliere la richiesta di una sospensione, anche perché noi abbiamo all'ordine del giorno un provvedimento su cui deve riferire la I Commissione, che è il provvedimento sulle province.
Per cui sospendo la seduta per trenta minuti, chiedendo alla presidenza della Commissione di far sì che alla ripresa si sia pronti ad affrontare il provvedimento che noi abbiamo all'ordine del giorno. Mi pare che questo sia chiaro.
LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Sull'ordine dei lavori, immagino.
LUIGI DI MAIO. Sì signor Presidente, solo per dichiarare che ci associamo alla richiesta di convocazione di una Conferenza dei presidenti di gruppo.
PRESIDENTE. Va bene, la seduta è sospesa e riprenderà alle ore 15,45.
La seduta, sospesa alle 15,10, è ripresa alle 16.
Seguito della discussione del disegno di legge: Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni (A.C. 1542-A); e delle abbinate proposte di legge Melilli; Guerra ed altri; Centemero ed altri (A.C. 1408-1737-1854).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 1542-A: Disposizioni sulle città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni; e delle abbinate Pag. 49proposte di legge d'iniziativa dei deputati Melilli; Guerra ed altri; Centemero ed altri nn. 1408-1737-1854.
Avverto che nella seduta del 10 dicembre 2013 la Commissione affari costituzionali ha deliberato che debba considerarsi ricompresa nella relazione già presentata all'Assemblea sulle proposte di legge in esame anche la proposta di legge n. 1854, vertente su materia identica, di iniziativa della deputata Centemero ed altri e recante «Disposizioni transitorie in materia di province e di città metropolitane».
Ricordo che nella seduta dell'11 dicembre 2013 sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Cirielli 4.302 e D'Ottavio 4.306.
Avverto che, prima dell'inizio della seduta, sono stati ritirati dai presentatori tutti gli emendamenti di cui sono primi firmatari i deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia, ad eccezione dell'emendamento Balduzzi 15.83.
Sempre prima dell'inizio della seduta sono stati ritirati gli emendamenti 11.900 della Commissione e Pilozzi 12-bis.201.
Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 12-ter. 1000, 15. 1000, 15-bis. 1000, 18.1000, 20-ter.1000, 23.1000, 23.1001, 23.1002, 23-bis.1000, che sono in distribuzione e con riferimento ai quali la Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere. Tale parere, che è in distribuzione, reca, con riguardo all'emendamento 18.1000 della Commissione, una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
(Ripresa esame dell'articolo 4 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A). Dobbiamo ora passare agli identici emendamenti Russo 4.250, Cirielli 4.252 e Matteo Bragantini 4.253.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 4.250, Cirielli 4.252 e Matteo Bragantini 4.253, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Aspettiamo che i colleghi prendano posto. Giammanco, Ruocco...chiedo ai colleghi di affrettarsi. Hanno votato tutti ? Di Vita, Dambruoso, Carbone, Gregorio Fontana, Mosca, Bratti, Balduzzi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 70
Hanno votato no 356).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 4.221.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, solo per annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, a lei sembra normale che si possa pensare di non chiamare a raccolta una volta ogni tanto – ogni cinque, ogni tre, ogni quattro, decidiamo ogni quanti anni – i cittadini di una comunità per chiedere chi li debba rappresentare ? Ma non solo chi li debba rappresentare – perché non stiamo parlando di un ente che avrà poche funzioni –, ma chi dovrà spendere le centinaia di milioni di euro di enti che di fatto hanno delle funzioni importanti, alcune delle quali non delegate, come succede attualmente, ma esclusive, e che quindi per questo richiedono Pag. 50una legittimazione politica, che non è solo politica, è democratica, è la base della nostra convivenza civile, è il motivo per cui sono morte milioni di persone negli ultimi secoli ed è il motivo per cui esiste l'articolo 1 della Carta fondamentale...
PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole.
EMANUELE PRATAVIERA... di questo Stato. Presidente, io vorrei chiedere all'Aula che tra poco si esprimerà proprio sulla volontà di mantenere la democraticità alla base delle nostre comunità e quindi della convivenza sociale...
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 4.221, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Moretti, Realacci, Gregori, Chimienti, Luigi Di Maio, Paris...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 433
Maggioranza 217
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 364).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.900 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Gregorio Fontana, Rossomando, Bosco...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato sì 351
Hanno votato no 87).
(Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 4.901 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Bragantini Paola, Cassano, Marzano, Locatelli, Folino, Valente Simone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 442
Maggioranza 222
Hanno votato sì 355
Hanno votato no 87).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gribaudo.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 442
Astenuti 2
Maggioranza 222
Hanno votato sì 289
Hanno votato no 153).
(Esame articolo 5 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – 1542-A).
Chiedo ai relatori di esprimere il parere. Prego, onorevole Bressa.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, lei mi dovrà assistere sugli eventuali ritiri, perché non li ho nel fascicolo.
PRESIDENTE. L'emendamento Vargiu 5.1 è stato ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. La Commissione formula un invito al ritiro dell'emendamento Pilozzi 5.300, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. L'emendamento Mazziotti Di Celso 5.204 è stato ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Roberta Agostini 5.302.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. L'emendamento Vargiu 5.1 è ritirato; esprimo parere contrario sugli emendamenti Pilozzi 5.300 e Roberta Agostini 5.302.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento Pilozzi 5.300 su cui vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, del relatore per la maggioranza e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Prendo atto che i presentatori non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore per la maggioranza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 5.300, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Bonaccorsi, Gutgeld, Iacono, D'Ambrosio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 443
Votanti 442
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato sì 24
Hanno votato no 418).
(La deputata Cimbro ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Roberta Agostini 5.302.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma a questo emendamento e, per quel che mi riguarda, voterò favorevolmente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roberta Agostini 5.302, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mariani ? Carra ? Turco ? Piccoli Nardelli ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 447
Votanti 445
Astenuti 2
Maggioranza 223
Hanno votato sì 337
Hanno votato no 108).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bolognesi ? Folino ? Fitzgerald Nissoli ? Tartaglione ? Sta prendendo posto il deputato Rossi... Rotondi ? Petraroli ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 449
Maggioranza 225
Hanno votato sì 292
Hanno votato no 157).
(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Poiché non sono stati segnalati emendamenti, passiamo dunque alla votazione dell'articolo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bonifazi ? Paris ? C’è un cambio di postazione al Comitato dei nove ? No, forse lì non lo prende, onorevole Gitti. Non so se quelli lì... Rizzetto ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 451
Votanti 450
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 157).
(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A). Avverto che è rimasto solo l'emendamento Pilozzi 8.13.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sull'emendamento Pilozzi 8.13 esprimo un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signora Presidente, sull'emendamento Pilozzi 8.13 il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signora Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 8.13.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signora Presidente, non riesco a comprendere il perché del parere contrario, quando semplicemente si dice in questo emendamento, che io condivido ed anche il mio gruppo condivide, che le deliberazioni della conferenza metropolitana devono essere adottate con la maggioranza del 50 per cento più uno. Mi sembra un emendamento di buon senso e dunque non vedo il perché del parere negativo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, esattamente il senso del nostro emendamento, che chiaramente è uno di quegli emendamenti che tenta di mitigare la legge, va nella direzione di dare una tutela maggiore anche ai comuni più piccoli che fanno parte poi dell'area metropolitana. Purtroppo, si vuole costruire un'istituzione di secondo livello, ma noi, anche in un'istituzione di secondo livello, siamo della volontà di tendere comunque a mantenere l'operatività dell'istituzione. Prevediamo, però, appunto, che ci debba essere una doppia maggioranza, ossia il 50 per cento debba essere espresso in voto da rappresentanti che rappresentino il 50 per cento della popolazione, ma anche il 50 per cento dei comuni.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, faccio presente che qui stiamo discutendo di votazioni che sono in qualche modo non decisive perché le maggioranze, per gli atti politici di indirizzo dell'assemblea e, cioè, l'approvazione del bilancio e l'approvazione dello statuto, sono contemplate per legge. Qui semplicemente si vuole affidare allo statuto la propria organizzazione dei lavori, evitando che ci possano essere problemi di numero legale e, quindi, si cerca di rendere flessibile un meccanismo. Ma i punti qualificanti politici, che sono caratteristiche e funzione principale dell'assemblea metropolitana, sono definiti chiaramente con legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, vorrei suggerire, rispetto all'emendamento in questione, di adottare forme più stravaganti di rappresentanza a questo punto. Sarebbe utile cominciare a pensare, giacché è diventata una roulette questa pseudo elezione, per esempio, a forme di rappresentanza per civici, cioè che i consiglieri comunali o quei sindaci che abitano in locali con numeri civici pari votano e quelli con numeri civici dispari «no». Infatti, ormai siamo in una condizione per la quale nulla è assolutamente certo e, soprattutto, meno certo è il risultato di rappresentanza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io mi interrogo sinceramente, perché qualcuno mi deve illuminare. Non capisco perché complicare in maniera così estrema quella che dovrebbe essere una norma di buon senso, cioè si vota se si ha la maggioranza, si vota se c’è la rappresentanza democratica del 50 per cento più uno che determina la maggioranza, così come funziona in tutto il mondo. Non capisco perché le regole che ci sono a Venezia un domani saranno diverse da quelle che ci sono a Napoli. Questo proprio non lo capisco. Non lo capisco perché Pag. 54le scelte che vengono fatte adesso e che verranno fatte il prossimo anno ricadranno per sempre. È una cosa pazzesca. Non c’è una ratio dietro questa scelta. E se c’è, qualcuno ci illumini perché, altrimenti, l'intervento che mi ha appena preceduto è estremamente veritiero. Oramai è una roulette, si tira la pallina, si gira la ruota e dove casca casca e tanto poi alla fine i cittadini pagano e sono obbligati a pagare, altrimenti arriva qualcuno che coercitivamente pretende di pagare e avanti così.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Balduzzi. Ne ha facoltà.
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, non so se sarò capace, probabilmente no, di illuminare i colleghi, però a me sembra che la ratio della disposizione di cui si vorrebbe la soppressione sia piuttosto semplice. Salvo alcune importanti deliberazioni per cui è prefissata la maggioranza, il resto è lasciato all'autonomia. L'autonomia non è un peccato. Quando non è responsabile è un peccato, altrimenti è bene sempre assicurarla.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 8.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino... Luciano Agostini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 67
Hanno votato no 381).
(La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino... Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 452
Maggioranza 227
Hanno votato sì 298
Hanno votato no 154).
(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A) che risultano le seguenti: Matteo Bragantini 9.4, 9.16, 9.28 e 9.50.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il relatore di minoranza esprime parere favorevole sugli emendamenti Matteo Bragantini 9.4, 9.16, 9.28 e 9.50.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Pag. 55Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 9.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dellai.... Milanato...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 451
Maggioranza 226
Hanno votato sì 74
Hanno votato no 377).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 9.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brandolin... Gutgeld... Petrarolo... Sottanelli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 448
Votanti 446
Astenuti 2
Maggioranza 224
Hanno votato sì 45
Hanno votato no 401).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Matteo Bragantini 9.28.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laffranco. Ne ha facoltà.
PIETRO LAFFRANCO. Vorrei preannunciare il voto favorevole del nostro gruppo, signor Presidente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Abbiamo avuto la fortuna sul precedente emendamento di essere illuminati dal collega Balduzzi. Vorremmo questa fortuna anche per i prossimi emendamenti e mi riferisco allo spirito autonomistico di questa norma, di questa e delle precedenti norme con straordinario rilievo autonomistico.
Sarà autonomistico il profilo attraverso il quale, per votare il sindaco di una città metropolitana, a questa votazione partecipano soltanto i cittadini della città capoluogo e non i cittadini dell'area dei comuni della provincia. Credo che questo non sia un principio straordinariamente autonomistico, ma sono certo che collega Balduzzi ci illuminerà anche su questo fronte.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 9.28, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Del Basso De Caro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 449
Votanti 448
Astenuti 1
Maggioranza 225
Hanno votato sì 64
Hanno votato no 384).
(Il deputato Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Pag. 56 Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 9.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Madia, Albanella, Petraroli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 453
Maggioranza 227
Hanno votato sì 66
Hanno votato no 387).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci. Hanno votato tutti i colleghi ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 455
Votanti 454
Astenuti 1
Maggioranza 228
Hanno votato sì 297
Hanno votato no 157).
(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Ricordo che gli emendamenti rimasti sono i seguenti: Cicu 10.800, 10.901 della Commissione, Centemero 10.300, Bernardo 10.850 e Palese 10.301.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Cicu 10.800, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 10.901 della Commissione.
La Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sui successivi emendamenti Centemero 10.300, Bernardo 10.850 e Palese 10.301.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli emendamenti Cicu 10.800, 10.901 della Commissione e Centemero 10.300; parere contrario sull'emendamento Bernardo 10.850 e parere favorevole sull'emendamento Palese 10.301.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cicu 10.800.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 10.800, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino, Zoggia, Carrescia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 160
Hanno votato no 290).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 10.901 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania, Mazziotti, Bonaccorsi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 448
Maggioranza 225
Hanno votato sì 361
Hanno votato no 87).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Centemero 10.300.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signora presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Squeri. Ne ha facoltà.
LUCA SQUERI. Signora Presidente, voglio richiamare l'attenzione dell'Assemblea su questo emendamento, che è molto importante perché attualmente il testo recita che dopo essere passate alla regione tutte le partecipate della provincia, dalla regione passerebbero, il 1o maggio, alla Città metropolitana. Allora per ragioni proprio di praticità e, fatemi dire, di buonsenso – e lo dico anche avendo fatto l'assessore al bilancio alla provincia di Milano e so la complessità delle partecipate adesso in essere, e dunque quelle che sono oggetto di questo emendamento – è, ripeto, più opportuno far sì che il passaggio dalla regione alla Città metropolitana avvenga alla fine dell'Expo e non all'inizio, perché all'inizio ci potrebbero essere anche situazioni in cui un ulteriore passaggio di consegne potrebbe portare problematiche invece che risolverle. Per cui, davvero, invito l'Assemblea a far sì che, proprio per collaborare tutti insieme alla migliore riuscita dell'Expo, ci sia l'accettazione di questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 10.300, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania, Taricco, Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 447
Maggioranza 224
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 399).
Comunico che l'emendamento Bernardo 10.850 è stato ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Palese 10.301.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signora Presidente, sono sorpreso dall'invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, formulato dal relatore e soprattutto da parte del Governo. Questo emendamento, signora Presidente, scaturisce dalle condizioni che la Ragioneria generale dello Stato ha suggerito e ha imposto alla V Commissione bilancio al momento dell'espressione del parere finanziario.
Recita: «Alle attività di cui al presente comma si provvede nell'ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica».Pag. 58
Io l'ho formalizzato, ma è un emendamento che è stato non solo suggerito, ma preteso dalla Ragioneria generale dello Stato, perché potesse essere espresso il parere favorevole della V Commissione. Quindi, invito a rivedere il parere espresso da parte del Governo. Non ho dubbi che il Ministro, che è qui presente e che ha partecipato anche ai lavori della Commissione bilancio, non rammenti quanto espresso, se no sarò costretto a formalizzare la comunicazione della Ragioneria generale dello Stato alla Presidenza adesso stesso.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, riguardo all'emendamento precedente, ritirato dal Nuovo Centrodestra, è un emendamento veramente sorprendente, in quanto vuole assegnare il commissariamento della società che si occuperà di Expo...
PRESIDENTE. Lei, onorevole Centemero, dovrebbe parlare su quello all'ordine del giorno.
ELENA CENTEMERO. Proprio al presidente della provincia uscente, Guido Podestà, che di recente ha aderito al Nuovo Centrodestra.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 10.301, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Carrescia, Gregori, Galperti, Fossati.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 446
Votanti 445
Astenuti 1
Maggioranza 223
Hanno votato sì 140
Hanno votato no 305).
(La deputata Ciprini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Taricco, Madia, Borghi, Di Stefano, Paola Bragantini, Milanato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 430
Astenuti 22
Maggioranza 216
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 136).
(Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 10-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10-bis (vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Rostan, Sbrollini, Schirò, Sibilia, Gasparini, Gutgeld, Paola Bragantini.
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 59
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 428
Astenuti 24
Maggioranza 215
Hanno votato sì 290
Hanno votato no 138).
(Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
(Esame dell'articolo 11 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 11 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Avverto che l'emendamento 11.900 della Commissione è stato ritirato.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, sugli emendamenti Lavagno 11.2, Toninelli 11.1 e Dellai 11.18 vi è un invito al ritiro, oppure il parere è contrario.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 11.901.
L'emendamento Cicu 11.800 è di fatto superato dal precedente, quindi vi è un invito al ritiro.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere è favorevole su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 11.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Lavagno 11.2.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Lavagno 11.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ferranti, Covello, Nicola Bianchi, Beni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 452
Votanti 451
Astenuti 1
Maggioranza 226
Hanno votato sì 155
Hanno votato no 296).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 11.1.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che noi del MoVimento 5 Stelle abbiamo presentato pochi emendamenti a questo testo, perché lo riteniamo comunque tutto totalmente da rifare. Contiene tantissime proposte che vanno nel senso di aumentare la spesa piuttosto che ridurla, perché qui non si va a sopprimere le province, bensì le province rimarranno e verranno istituite anche le Pag. 60città metropolitane, e quindi con aumento dei costi e senza neanche distribuire bene le competenze e le funzioni tra questi nuovi enti. Solo per correttezza, quindi è giusto che quindi non si parli di abolizione delle province.
Bisogna notare che il numero complessivo di persone impegnate nell'attività politica nel 2012 sono state 143.936 (questa è una relazione della Corte dei conti). Soprattutto nelle province abbiamo avuto oltre 3.853 persone, per un costo di 104 milioni 700 mila euro. Quello che viene affermato è una cosa falsa, in quanto non si aboliscono le province così come ha affermato il condannato per danno erariale Matteo Renzi, ma è semplicemente un provvedimento spot da campagna elettorale di questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà, per un minuto.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, non state sopprimendo le province, non state costruendo città metropolitane degne di questo nome. Io mi aspettavo, Ministro, proprio su questo articolo che ci fosse una norma di salvaguardia. Voi state trasferendo tutta la guida delle 18 province che diventano città metropolitane a sindaci del PD. È per 18, ma in realtà non è proprio per 18: è 17 su 18. Mi aspettavo una norma di salvaguardia per Napoli: siccome il sindaco di Napoli non è del PD, potevate attribuire questa responsabilità alla provincia solo per Napoli, giacché ormai l'obiettivo – si è capito – è solo quello di trasferire la potestà gestoria in capo ad un uomo del vostro partito (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 11.1, con parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fraccaro, Gutgeld, Folino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 450
Maggioranza 226
Hanno votato sì 161
Hanno votato no 289).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Dellai 11.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dellai. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Signor Presidente, prendo atto del parere contrario con invito al ritiro del relatore di maggioranza e del Governo e ringrazio il relatore di minoranza che ha annunciato parere favorevole.
Intendo non ritirare questo emendamento per le seguenti ragioni: noi voteremo – come dirà poi in dichiarazione di voto il collega Gitti – questo disegno di legge per responsabilità di maggioranza, nonostante una quantità industriale di dubbi e di perplessità di merito e di contesto.
Si tratta di una riforma che avviene in un momento che richiederebbe un disegno un pochino più organico anche di tipo costituzionale del sistema dei poteri. Tuttavia, ci sono dei principi che sono più importanti di tutte le altre considerazioni e questo emendamento intende salvaguardare un principio. Il principio, molto semplice, è il seguente: sono le istituzioni che si devono modellare alle caratteristiche dei territori e non viceversa.
Il tema di questa legge è come governare in senso efficiente – e mi auguro anche democratico – l'area vasta. Ora, l'Italia è plurale, l'Italia non è fatta solo di pianure, è fatta anche di zone di montagna. Ora, il tema dell'area vasta nelle aree di pianura modello metropolitano viene risolto in questa legge con il sistema Pag. 61sostanzialmente delle città metropolitane, che avranno la possibilità, con questa legge, in prospettiva, previa approvazione degli statuti, anche di avere l'elezione democratica diretta dei propri organi da parte dei cittadini. Vedremo naturalmente se il modello funzionerà. Ma l'Italia non è fatta solo di pianure e di città metropolitane, è fatta anche di montagne: ci sono delle zone interamente di montagna – cito, per esempio la provincia di Belluno – dove, del resto, la provincia, forse diversamente da quasi tutte le altre realtà italiane, ha anche il senso per i cittadini di un elemento di identità territoriale.
Ora, io penso che il percorso di riforma delle istituzioni sarà ancora molto lungo, ben oltre questa legge e spero oltre la legge che il Senato vorrà approvare definitivamente migliorando questo testo. Dunque, avremo modo di discutere, anche in sede di riforma costituzionale, e di individuare modalità molto innovative di governo della montagna anche al di fuori del menù istituzionale oggi offerto dalla Costituzione vigente, però – e concludo – io mantengo questo emendamento perché vorrei che fosse un segnale in direzione di un riconoscimento della governance democratica dell'area di montagna, una governance che non sia omologata, come, purtroppo, la montagna viene omologata da tantissimi altri punti di vista. Anche nei modelli istituzionali c’è bisogno che la governance democratica della montagna non sia omologata e costretta negli schemi, che potranno anche funzionare nelle pianure a matrice metropolitana, ma che non funzionano nelle aree di montagna (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, perché non si aboliscono le province, né si costruiscono le città metropolitane ? Esattamente per la ragione per la quale non ci sarà nessun comune dell'area metropolitana di Milano o di Napoli, di Bologna o di Palermo che possa consentire che i propri cittadini vengano governati per servizi di area vasta da un ente rispetto al quale non hanno una potestà democratica.
Insomma, una sorta di asimmetria generata attraverso un meccanismo per il quale ci sono alcuni cittadini più cittadini e altri cittadini che devono subire il governo di altri. Questo determinerà che tutti i comuni della città metropolitana si defileranno dalla costituenda città metropolitana, moltiplicando alle province le diciotto città metropolitane.
Risultato: in Europa 20 città metropolitane, in Italia 18 città metropolitane che si aggiungono alle province. Bella riuscita, bel risultato che ottenete !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato De Menech. Ne ha facoltà.
ROGER DE MENECH. Signor Presidente, intervengo a titolo personale per, ovviamente, mettere la firma sull'emendamento del collega Dellai e per sostenerlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intervengo per annunciare il voto favorevole del gruppo Sinistra Ecologia Libertà sull'emendamento Dellai 11.18. Questa è stata una battaglia che noi in Commissione abbiamo fatto lungamente, per spiegare che il nostro Paese è un Paese di cui si deve tenere conto nella sua interezza, nelle sue zone montane e nell'entroterra.
Noi crediamo che questo provvedimento semplifichi troppo il ragionamento sulla diversa morfologia del territorio italiano. Quindi, io credo che questo emendamento Pag. 62vada in questa direzione e, dunque, Sinistra Ecologia Libertà esprimerà un voto favorevole.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ottobre. Ne ha facoltà.
MAURO OTTOBRE. Signor Presidente, anche noi interveniamo per sottoscrivere l'emendamento di Dellai e come componente delle Minoranze Linguistiche annunciamo il voto favorevole.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, solo chi conosce anche occasionalmente la mia biografia personale sa che io sono della provincia di Belluno e che da qualche anno mi sto battendo, in quest'Aula, per la specificità della montagna. Dunque, mi vedo costretto a fare un intervento che deve necessariamente chiarire i termini della questione.
Questo disegno di legge, proposto dal Governo, dal Ministro Delrio, per la prima volta riconosce la specificità istituzionale alla montagna. Per la prima volta la montagna non viene considerata solo ed esclusivamente diversa perché abbisognevole di parametri o di riferimenti di tipo socio-economico diversi, ma viene riconosciuta diversa dal punto di vista della rappresentanza istituzionale e delle funzioni istituzionali.
Questa è la grande novità di questo disegno di legge, perché mette in capo ai territori interamente montani funzioni fondamentali e anche una capacità di autorappresentazione rispetto ad altri enti istituzionali e territori. Questo è il contenuto straordinariamente innovativo della proposta che abbiamo in Aula.
Lo strumento della modalità con cui viene eletto il consiglio metropolitano e il presidente è un problema, da questo punto di vista, «laterale», perché quello che conta, per la rappresentatività e la forza dei territori montani, sono le funzioni e i poteri che mettiamo in capo a queste istituzioni ed è esattamente quello che noi stiamo facendo.
Non riconoscere questa novità, che ha per la storia repubblicana una portata storica, rischia di essere un atto di grave negligenza di quest'Aula rispetto a una novità, per i territori e per le popolazioni montane, che è attesa da decenni. Qualsiasi tipo di intervento che tenda a depotenziare il significato autenticamente innovatore di questa proposta è veramente problematico.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dellai 11.18, con il parere contrario del relatore per la maggioranza e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Zoggia, Capozzolo, Tinagli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 442
Votanti 438
Astenuti 4
Maggioranza 220
Hanno votato sì 111
Hanno votato no 327).
(La deputata Zampa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 11.901 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Simoni, Businarolo...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 63
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 440
Maggioranza 221
Hanno votato sì 357
Hanno votato no 83).
L'emendamento Cicu 11.800 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 11.901 della Commissione.
Prima di passare alla votazione dell'articolo 11, informo l'Aula che la collega Lombardi ha avuto una bambina, di nome Stella, e possiamo tutti applaudire questo lieto evento (Applausi).
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 11, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Locatelli, Caso, Gozi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 446
Maggioranza 224
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 150).
(Esame dell'articolo 12 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
L'emendamento Vargiu 12.3 è stato ritirato. Diamo la parola ai relatori. Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 12.900 della Commissione, mentre sull'emendamento De Menech 12.300 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 12.900 della Commissione e sull'emendamento De Menech 12.300.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12.900 della Commissione, con il parere della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carfagna, Mazzoli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 454
Maggioranza 228
Hanno votato sì 449
Hanno votato no 5).
(La deputata Albanella ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole e il deputato Rigoni ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Passiamo all'emendamento De Menech 12.300.Pag. 64
Chiedo al presentatore se acceda all'invito al ritiro dell'emendamento De Menech 12.300, formulato dal relatore per la maggioranza.
ROGER DE MENECH. Signor Presidente, spiego questo emendamento, perché, altrimenti, ho l'impressione che i deputati non capiscano il perché di questa serie di emendamenti, che puntano, come è stato detto dal collega Dellai in precedenza, a riconoscere un'oggettiva situazione di difficoltà.
Io vedo seduti nei banchi del Governo, e li ringrazio, sia il Ministro dell'ambiente, Orlando, che il Ministro Delrio: entrambi hanno visitato le province montane di questa nostra penisola. Perché, allora, chiediamo questa forma di specificità, che non è una forma di privilegio ? Voglio dirlo in maniera molto chiara: è la necessità di questi territori di avere condizioni particolari perché la vita in questi territori possa continuare.
Non è un caso che il destino delle uniche, cosiddette, aree non governate dalla pianura è quello di non subire il grave spopolamento delle zone alte, che, invece, subiscono tutti quei territori che sono governati dalla pianura. Prendo atto e do atto a questo Governo che, per la prima volta, in un disegno di legge è segnata la specificità delle terre di montagna.
È un primo passo, è un passo fondamentale ed importante. Chiedo, ovviamente, al Governo di continuare sulla strada del riconoscimento di queste aree, perché ne va della vita in queste zone, e la vita nei territori di montagna è la buona gestione dei territori di montagna e ne hanno beneficio, ovviamente, anche tutti i territori di pianura.
Per questo, sentito anche il parere del Governo e del relatore, intendo ritirare questo mio emendamento, chiedendo, però, ai Ministri, al Governo e a questo Parlamento un atto forte.
Trasfonderò, ovviamente, il contenuto dell'emendamento in un ordine del giorno importante, perché si continui il percorso dell'autonomia e della specificità di questi territori e si vada verso quelle forme già esistenti – qui ci sono gli amici di Trento e Bolzano – nel nostro territorio.
Queste sono le formule che consentono la vita nei territori di montagna, e quindi questo chiedo al Governo, prendendo atto della buona volontà iniziale. Non è sufficiente, dobbiamo continuare sul tema delle funzioni e delle risorse, per addivenire a una nuova forma di gestione di questi territori, che vivono una concorrenza non solo, ovviamente, dei territori a statuto autonomo, ma anche e soprattutto condizioni diverse rispetto agli Stati esteri. L'Austria e la Svizzera, come sapete, hanno livelli di tassazione nettamente inferiori a quelli dell'Italia e noi, che ci viviamo di fianco, gomito a gomito, ne risentiamo.
Per questo, chiedo una presa di posizione forte del Governo e del nostro Parlamento e presenterò un ordine del giorno molto stringente, perché questo percorso, che oggi prende avvio dentro questa manovra, possa avere un obiettivo qualificante (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole De Menech. Prendo atto che ritira il suo emendamento 12.300.
Passiamo all'articolo 12.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Albanella...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 444
Votanti 443
Astenuti 1
Maggioranza 222
Hanno votato sì 293
Hanno votato no 150).
(La deputata Amoddio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).
Pag. 65(Esame dell'articolo 12-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A). Vi sono molti emendamenti identici.
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Russo 12-bis.300, Matteo Bragantini 12-bis.301 e Cirielli 12-bis.303, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.312, Russo 12-bis.313 e Cirielli 12-bis.315, sugli identici emendamenti Cirielli 12-bis.304, Russo 12-bis.305 e Matteo Bragantini 12-bis.306, sull'emendamento Romele 12-bis.316 e sugli identici emendamenti Cirielli 12-bis.309...
PRESIDENTE. Non è segnalato. Passiamo agli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.310 e Russo 12-bis.311.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.310 e Russo 12-bis.311, il parere è contrario. Sull'emendamento Matteo Bragantini 12-bis.317...
PRESIDENTE. Non è segnalato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.317, Cirielli 12-bis.319 e Russo 12-bis.320 è comunque contrario.
Il parere è contrario sugli identici emendamenti Russo 12-bis.322, Matteo Bragantini 12-bis.323 e Cirielli 12-bis.324. Il parere è contrario anche sull'emendamento Pilozzi 12-bis.201.
PRESIDENTE. L'emendamento Pilozzi 12-bis.201 è ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è favorevole sull'emendamento 12-bis.900 della Commissione, mentre è contrario sull'emendamento Romele 12-bis.19.
PRESIDENTE. Scusi, onorevole Bressa, ho fatto io un errore: non è segnalato l'emendamento Cirielli 12-bis.319, mentre gli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.317 e Russo 12-bis.320, sì.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Sì, ma le ho dato il parere.
PRESIDENTE. Parere contrario, vero ? Ho capito bene ?
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Sì Presidente.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Russo 12-bis.300, Matteo Bragantini 12-bis.301 e Cirielli 12-bis.303, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.312, Russo 12-bis.313, e Cirielli 12-bis.315 e sugli identici emendamenti Cirielli 12-bis.304, Russo 12-bis.305 e Matteo Bragantini 12-bis.306.
Il parere è favorevole sull'emendamento Romele 12-bis.316. Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.310 e Russo 12-bis.311, sugli identici emendamenti Cirielli 12-bis.319 e Russo 12-bis.320, sugli identici emendamenti Russo 12-bis.322, Matteo Bragantini 12-bis.323 e Cirielli 12-bis.324. L'emendamento Pilozzi 12-bis.201 è ritirato, giusto ?
PRESIDENTE. Sì. È ritirato.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole sull'emendamento 12-bis.900 della Commissione e sull'emendamento Romele 12-bis.19.
Pag. 66PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Russo 12-bis.300, Matteo Bragantini 12-bis.301 e Cirielli 12-bis.303.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole della Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente. Sarò ripetitivo, ma non capisco veramente, e nessuno mi ha ancora illuminato, nonostante ci abbia provato prima Balduzzi, come sia possibile cedere sull'elezione diretta di chi ci rappresenta. Non lo capisco. Anche alla luce di una sentenza che dice che questa stessa legge elettorale è incostituzionale, noi deleghiamo delle funzioni di potere, di governo locale di area vasta, quindi con delle funzioni strategiche, con delle funzioni di rappresentanza, con delle funzioni di stimolo al rapporto sussidiario dal basso verso l'alto della scala degli enti locali. Noi decidiamo di subordinare tutto questo a qualcun altro. Io continuo ad essere di parere opposto, ma come tra l'altro ha detto prima De Menech, tra l'altro non ho capito quello che diceva lui con l'emendamento cosa c'entrava. Non c'entrava nulla, anzi lui diceva che bisogna...
PRESIDENTE. Deve concludere. Ha finito il suo tempo, onorevole Prataviera.
EMANUELE PRATAVIERA. ...eleggere il consiglio provinciale. Sinceramente, c’è una confusione pazzesca in quest'Aula su questo provvedimento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo di Forza Italia a questi emendamenti.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, avete costruito un meccanismo per il quale le province diventano una cosa strana, una specie di mostro eletto a metà, eletto da chi non aveva titolo per avere questo mandato. Mi spiego meglio: secondo la vostra norma il presidente della provincia sarà eletto da quei sindaci che avevano soltanto il compito, il ruolo, la responsabilità di fare i sindaci. Un bel giorno decidete che quei sindaci devono anche avere una potestà, chissà affidata per quale ragione, in quale momento, per poter esser anche nelle condizioni di eleggere un ulteriore presidente, un ulteriore super sindaco che governa i territori dell'intera provincia.
È evidente che, così fatta, è una sorta di «norma autotrapianto», è una sorta di mostro, un Frankenstein che non produrrà nessun risultato, solo pasticci. Fermatevi, avete ancora la possibilità di farlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, intervengo solo per dire che qui siamo proprio nel cuore di questo provvedimento e nel punto che, a nostro avviso, è più controverso di questa legge che noi stiamo facendo. Io credo sia giusto ricordare che è un provvedimento che non sopprime le province, che non abroga le province, ma è un provvedimento che fa diventare le province enti di secondo livello.Pag. 67
È chiaro che su questo io non condivido alcuni interventi fatti in quest'Aula, perché il lavoro in Commissione è stato un lavoro importante, un lavoro lungo, che quanto meno ha evitato gli aspetti peggiori del disegno di legge così come era stato presentato, laddove addirittura si prevedeva che il presidente della provincia dovesse essere eletto solo dai sindaci e nella nota che accompagnava questo provvedimento era scritto che il motivo era che noi dovevamo togliere la politica dall'amministrazione locale, dall'elezione dei presidenti della provincia. A noi un po’ ricordava quella famosa frase che era scritta nella FIAT di Valletta: «Qui si lavora e non si fa politica». E questa cosa ora veniva riportata anche a livello delle istituzioni territoriali del nostro Paese.
Ora, non è che noi l'abbiamo migliorato di molto, ma quanto meno in Commissione è stata data la possibilità a tutti i consiglieri provinciali di eleggere il presidente della provincia e questo quanto meno ha mitigato un aspetto del provvedimento.
Ma è chiaro che il problema vero è il suffragio universale. Il problema vero è che questo provvedimento toglie ai cittadini un loro diritto. Questo provvedimento non dà ai cittadini – come noi dovremmo fare – un diritto in più, ma addirittura ne toglie uno, e ne toglie uno fondamentale. Anzi, in realtà – e io lo dico con chiarezza anche ai colleghi del MoVimento 5 Stelle – non ne toglie uno, ne toglie due, perché, da una parte, c’è il diritto di votare e di scegliere da parte dei cittadini chi li va a rappresentare nelle istituzioni che governano il loro territorio, ma, dall'altra, c’è anche il diritto dei cittadini a candidarsi, a mettersi in gioco, c’è il diritto dei cittadini a voler dare un contributo all'amministrazione dei loro territori. E noi questo lo togliamo con un colpo di penna.
Quindi, io credo che vadano approvati tutti quegli emendamenti presentati che vanno nella direzione di ridare ai cittadini la possibilità di esprimere un voto e di potersi candidare per poter governare e per poter migliorare le condizioni di vita dei cittadini dei loro territori e dei territori stessi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 12-bis.300, Matteo Bragantini 12-bis.301 e Cirielli 12-bis.303, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bobba, Rughetti, Sanga, Mura, Madia, Grassi, Simone Valente, Oliverio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 439
Maggioranza 220
Hanno votato sì 74
Hanno votato no 365).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.312, Russo 12-bis.313 e Cirielli 12-bis.315.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Signora Presidente, solo per ricordare quanto costano le elezioni provinciali: nel 2008 i trasferimenti correnti ai comuni per le consultazioni elettorali erano pari a 4 milioni e 282 mila euro; nel 2009: un milione di euro; nel 2010: 22 milioni e 689 mila euro; nel 2011: 7 milioni e 615 mila euro; nel 2012: 11 milioni e 126 mila euro, per un totale nel quinquennio di 46 milioni e 941 mila euro di spesa degli organi di direzione politica nonché per gli oneri per le consultazioni elettorali. Solo per queste voci di spesa è possibile stimare, sulla base dei pagamenti registrati dal Siope, per quanto riguarda la Pag. 68spesa complessiva delle province con riferimento all'anno 2012, circa 8 miliardi di spesa corrente erogati da tali enti. Nel 2012 sono stati erogati 89 milioni per indennità e gettoni di presenza e il diritto al rimborso delle spese nell'ultimo esercizio era pari a 16 milioni di euro.
Per quanto riguarda le spese elettorali, invece, la media dei pagamenti nel triennio 2010-2012 è stata pari a 16 milioni di euro circa. Altre voci di spesa potrebbero essere ridotte.
Ora noi chiediamo che questo disegno di legge venga accantonato, in quanto appunto non soltanto inutile, perché non sopprime le province, ma anche perché comporterebbe un aumento ed un aggravio di spesa.
Quindi, al di là degli spot elettorali, invitiamo il PD ad iniziare ad esaminare la nostra proposta di legge costituzionale, che è l'unica che può abolire le province (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signora Presidente, io veramente mi rivolgo a tutti i colleghi, anche dopo le ultime parole ascoltate. Io sono uno che crede che i costi della politica in questo Paese siano non solo eccessivi, ma in un certo senso anche odiosi. Però io inviterei soprattutto i colleghi del Partito Democratico a considerare che quando dentro quest'Aula si mettono insieme i costi per le elezioni e i costi della politica, qui dentro c’è una deriva, perché quelli sono i costi per la democrazia, non i costi per la politica !
E guardate, è molto più semplice, colleghi del 5 Stelle: anziché scrivere «detto Grillo» la prossima volta fate direttamente che Grillo è Presidente e sindaco di tutta Italia e così noi non voteremo più nulla !
Ma che cosa significa che i costi per le elezioni ammontano a 6 milioni ?
Io credo che su questo noi dobbiamo fare una riflessione seria e dircelo in maniera chiara: o questo Parlamento ritiene che la democrazia, la democrazia di prossimità, quella che tutti i giorni fa sì che tanti amministratori di tanti piccoli comuni, che qualcuno enumera con numeri tipo 140 mila e dicendo che sono stipendiati dalla politica... Quegli amministratori, quando prendono i gettoni di presenza, prendono 100 euro l'anno e sono dei lavoratori in nero della pubblica amministrazione, perché spesso fanno quello che fanno i dipendenti: fanno i funzionari, fanno i fontanieri, fanno tutto quello che serve per mandare avanti le loro comunità.
E quindi io credo che su questo noi dobbiamo avere un maggiore rispetto per tutti quei cittadini italiani che ancora credono nel bene comune e che ogni cinque anni ci mettono la faccia e si candidano a guidare i propri comuni e, ripeto, lo fanno non assolutamente per una questione economica né di poltrone, ma lo fanno solo ed esclusivamente guidati dalla volontà di governare i propri territori e di migliorare le condizioni di vita loro e dei loro figli.
E quindi veramente, ripeto, colleghi del Partito Democratico, e io su questo vorrei una risposta chiara: ma noi stiamo approvando questa legge per togliere i soldi che ci costa la democrazia o voi state approvando questa legge perché veramente credete che possa migliorare la governance locale ?
Io credo che almeno su questo un partito come il Partito Democratico debba una risposta a quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Ambrosio. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, vorrei rassicurare il collega e, quindi, tutta l'Aula. Ho appena sentito cinque minuti fa Beppe Grillo e Casaleggio e riferisco testualmente: Beppe Grillo e Pag. 69Casaleggio sono per l'abolizione delle province tout court e non per questa sceneggiata qua. E non per una questione di democrazia o altro, semplicemente (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...vedo...vedo che...Presidente...
PRESIDENTE. Colleghi ! Colleghi, lasciate concludere il deputato D'Ambrosio.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Presidente, vedo che, oltre all'educazione, ma questo già lo sapevamo che in quest'Aula latita un pochettino...
PRESIDENTE. Lei finisca il suo ragionamento, anche perché aveva un minuto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Sì, termino il ragionamento. Vedo che tra le parole da non pronunciare in quest'Aula, assieme a Napolitano, dovremo mettere anche Beppe Grillo e Casaleggio, se creano questa reazione. Terminavo e dicevo che noi siamo contro le province, non contro la democrazia. E in Commissione affari costituzionali, come ripeto testualmente, abbiamo detto: mettete da parte questa «farloccata» e parliamo realmente dell'abolizione degli enti locali, di una razionalizzazione, sia per quanto riguarda le regioni, che le province. Qualcuno, invece, ha interesse a far finta di cancellare un ente per crearne tre e di questo se ne assumerà le responsabilità nei confronti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.312, Russo 12-bis.313 e Cirielli 12-bis.315, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pisicchio, D'Uva, Businarolo, Petraroli, Grassi, Ginoble...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 440
Votanti 437
Astenuti 3
Maggioranza 219
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 368).
(La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cirielli 12-bis.304, Russo 12-bis.305 e Matteo Bragantini 12-bis.306.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Invernizzi. Ne ha facoltà.
CRISTIAN INVERNIZZI. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole del gruppo della Lega Nord.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, proprio personalmente, perché sto iniziando a farmi un'idea. Non è che magari si vorrà disegnare il futuro sistema elettorale partendo dall'esperienza delle province ? Mi spiego meglio. Se non si accetta questo tipo di emendamento sul quale noi stiamo battendo, su diversi articoli, per far eleggere il presidente di provincia e il consiglio provinciale direttamente da tutti i cittadini maggiorenni residenti nel territorio, e si farà un ente di secondo livello, dal mio punto di vista si potrebbe formare una sorta di feudo in cui il sistema di relazioni tra partiti, dalla segreteria provinciale fino alla segreteria di sezione, al coordinamento cittadino eccetera, obbligherà, non solo il sindaco, ma anche la rete dei consiglieri e così via, a stabilire qual è il primus di quel territorio. Non è che, magari, creando questo che di fatto sarà un feudo, un vero e proprio Pag. 70feudo, si cercherà poi di creare, con la nuova legge elettorale che soprattutto Renzi si sbraccia per realizzare, dei feudi politici ?
PRESIDENTE. Grazie. Ha finito il suo tempo. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.
FEDERICA DIENI. Signor Presidente, non si tratta di costi della democrazia, ma di sprechi visto che si parla del 40 per cento di inefficienza delle spese utilizzate dalla provincia. Quindi, appunto, noi ribadiamo la nostra coerenza a non volerci candidare nelle province. In realtà, tutti gli altri partiti hanno intenzione di mantenere le province perché vi possono mettere all'interno tutti i riciclati o tutti coloro che non riescono ad avere un'altra poltrona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, io prendo atto che il Partito Democratico non ha risposto alla mia sollecitazione e prendo anche atto, invece, che il collega D'Ambrosio, con cui ne abbiamo discusso in Commissione, ha avuto quantomeno l'accortezza di rispondere.
Come il collega D'Ambrosio sa, signor Presidente, non stiamo parlando di abrogare le province, che è un'altra discussione che faremo con la legge costituzionale, ma di riordinare le province attraverso la soppressione dell'espressione democratica del voto. Quindi, vorrei dire al collega D'Ambrosio che, prima, sono intervenuto non rispetto al costo delle elezioni della provincia, con riferimento al quale dicono di volerla abolire, ma perché si era parlato del fatto che anche i consiglieri comunali e il costo delle elezioni comunali era considerato un costo della politica.
Lo ripeto: credo che prima vi sia bisogno di un chiarimento in quest'aula molto approfondito sui costi – chiamiamoli così, se si può chiamare un costo quello della democrazia – ma anche sull'opportunità di essere un Paese democratico, rispetto agli sprechi e ai costi della politica. Questo è un punto fondamentale e non ce la caviamo, dicendo: noi vogliamo solo abrogare un ente perché ci deve essere spiegato chi e come svolgerà quelle funzioni. La legge in questione ce ne dà un'idea; noi riteniamo che la modalità, che la legge che stiamo votando propone, per poter gestire il territorio, comprima la democrazia. Noi riteniamo assolutamente necessario restituire ai cittadini il diritto non solo di votare ma anche quello di essere candidati, di darlo a tutti e non solo ai sindaci e ai consiglieri comunali. Dopo di che, quando si discuterà della legge costituzionale per abrogare le province, faremo quella discussione ma almeno stiamo al tema della legge.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Caon. Ne ha facoltà.
ROBERTO CAON. Signor Presidente, mi sembra strano che certi partiti che sono sempre stati per la pluralità oggi ce li ritroviamo che sono contro la pluralità della politica, magari contro quei territori anche ben gestiti e in qualche caso ci sono delle province che potrebbero essere di esempio a certa politica. Invece oggi ci ritroviamo che tout court vogliono tagliarle, per così dire, perché c’è una «ventata», ci sono state delle campagne elettorali dicendo che la provincia era un problema. Magari in qualche caso la provincia non è un problema ma è un problema toglierla, è un problema di come portare avanti la democrazia in questi territori. Perché tante volte i costi sono fatti perché non c’è un'economia di scala. Ci sono certe province che magari sono riuscite a fare economie di scala e possono essere un esempio per altre province e non è necessario togliere la democrazia nei territori.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
Pag. 71 ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, vorrei sottolineare di nuovo due cose. Anzitutto che questo provvedimento non è un provvedimento che abolisce le province ma le riordina. Peccato che ai cittadini si sia comunicato tutt'altro. Questo provvedimento, questo disegno di legge Delrio è stato fatto passare ai cittadini come l'abolizione delle province, cosa che non è per nulla. Per questo noi abbiamo presentato come Forza Italia un disegno di legge che prevede proprio l'abolizione totale delle province che deve essere strettamente collegata all'abolizione del termine «province» all'interno della Costituzione.
Da questo punto di vista, quindi, credo sia importantissimo che i cittadini sappiano esattamente che cos’è questo disegno di legge: è semplicemente uno «svuota-province», il fatto che si trasformino degli enti di primo livello, come le province, in secondo livello, togliendo semplicemente alcune funzioni.
E per quanto riguarda la seconda cosa, cioè come gestire i territori di area intermedia, noi avevamo presentato nel nostro disegno di legge costituzionale, che non è passato nelle scorse legislature, una proposta che era quella di stabilire la modalità di ripartizione delle funzioni e, quindi, di organizzazione degli enti intermedi a partire dalle regioni, centro di autonomia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Crippa. Ne ha facoltà.
DAVIDE CRIPPA. Signor Presidente, ci tenevo a intervenire in quanto l'onorevole Pilozzi ha svolto un'osservazione che mi ha lasciato molto, molto perplesso. Riordinare il sistema delle province quando si ha la convinzione che, comunque, poi, ci sia la necessità di fare un riordino, un ammodernamento della struttura costituzionale e, quindi, di andare ad affrontare il tema delle abolizioni a me sembra un paradosso. È come se io avessi un palazzo e mandassi un'impresa di pulizie per una settimana a riordinarlo e la settimana successiva un'impresa che lo demolisce e lo rade al suolo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A cosa serve oggi, in un sistema come quello che abbiamo, riordinare la questione, per poi demolirla ? Allora, se crediamo che quell'impianto non serva più – soprattutto questo è un appello anche ai colleghi qui presenti di Forza Italia – credo che non vi dobbiate più presentare alle elezioni provinciali, altrimenti, è soltanto demagogia come quella a cui ci avete abituato per anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, noi siamo contro le finzioni e questa è una finzione. Tentate di abolire le province, ma, in realtà, sommate alle province le città metropolitane, rendendo un pessimo servigio non tanto agli amministratori, ma ai cittadini di quelle province. E, soprattutto, rendete una condizione, che diventa singolare: la tutela di quella casta, di quella casta di consiglieri comunali e sindaci che, in qualche modo, voi indicate come i responsabili chissà di quali nefandezze; a quegli stessi consentite, da una parte, di essere parte attiva, anche con responsabilità nella nuova costituenda provincia.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 17,30)
PAOLO RUSSO. Noi vi suggeriremmo, fin quando esiste questo pasticcio che avete creato di coinvolgere direttamente i cittadini tutti, ma quanto prima di cancellare le province e cancellarle davvero, senza una finzione messa in campo, immagino, soltanto per ragioni di marketing elettorale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.
Pag. 72MARCO RONDINI. Signor Presidente, con questo emendamento cerchiamo di restituire la parola ai cittadini, in quanto con il provvedimento in esame voi istituite di fatto il voto per delega. È chiaro che, forse, i deputati del PD trovano caro questo provvedimento, perché introduce di fatto il discorso delle primarie, va a istituzionalizzare quello che a loro è tanto caro. Di fatto, le elezioni comunali si trasformeranno nelle elezioni primarie di quello che saranno, poi, le elezioni provinciali. Noi crediamo, invece, che ai cittadini vada conservata la possibilità di dire la loro parola su chi andrà ad amministrare un ente importante, che ha delle funzioni importanti e che, al di là dei proclami di qualcuno, credo, crediamo, siamo fermamente convinti che debba essere conservato nelle sue funzioni.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 12-bis.304, Russo 12-bis.305 e Matteo Bragantini 12-bis.306, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Binetti, Marazziti. Provi a votare, onorevole Binetti, è stata già sbloccata la sua postazione. Marazziti è riuscito a votare ? No ? Provi a votare, non provi a sbloccarla. Rughetti.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato sì 66
Hanno votato no 365).
(La deputata Bruno Bossio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Romele 12-bis.316.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà. Un po’ prima, la prossima volta.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, sarò più rapido la prossima volta. Intervengo sempre sulla questione del suffragio universale e vorrei, tramite lei, Presidente, rispondere al collega Crippa. Sono assolutamente d'accordo rispetto a ciò che ha affermato il collega Crippa e farei esattamente ciò che lui ha suggerito se fossi un membro della maggioranza o se fossi il Ministro, ma in realtà io sono un parlamentare come lei, onorevole Crippa, e sto cercando di intervenire su un provvedimento che parla di disposizioni sulle Città metropolitane, sulle province, sulle unioni e fusioni di comuni. Quindi, sono assolutamente d'accordo su ciò che noi avremmo dovuto fare o, se ci fosse stata, un'altra maggioranza e un altro Governo avrebbero dovuto fare, ma, poiché siamo qui come parlamentari della Repubblica, dobbiamo ragionare di questa legge. Io intendo intanto dire che, per esempio, sulle Città metropolitane, che abbiamo votato negli articoli precedenti, è la prima volta che in Italia si fa un passo in avanti. Ora siamo sulla questione delle province e io ritengo che, poiché questa legge, per sua ammissione, e non c’è la mia firma, onorevole Crippa sotto questa legge, parla di riordino delle province, se mi trovo di fronte ad alcuni articoli che non prevedono il suffragio universale, io dico: visto che volete riordinare le province, le mantenete, facciamo votare e candidare i cittadini.
Lei dice, onorevole Crippa, che devono restare le cose come stanno ossia che devono votare i sindaci e i consiglieri comunali. Questo è il punto. Io ho di fronte questa legge, su questa intervengo facendo opposizione a questo Governo e quando è capitata, come sull'emendamento del collega Dellai, la possibilità di mandare sotto il Governo, guarda caso, il MoVimento 5 Stelle non ha votato l'emendamento Dellai e il Governo non è andato sotto. Questo è quanto è successo in quest'Aula oggi, non è successa un'altra cosa; Pag. 73quindi, lo ripeto, non voglio polemizzare con nessuno, visto che, però, ogni volta che qualcuno si alza fa il mio nome, vorrei solo capire dai componenti del Partito Democratico – se qualcuno risponde, se vengo ascoltato anche alla mia sinistra, diciamo così, alla mia sinistra, non alla sua, Presidente – se condividono, in pieno, questa impostazione che prevede un riordino della governance territoriale per quanto riguarda le aree vaste che non prevede la possibilità per i cittadini di poter concorrere né con il voto né con il contributo al governo del proprio territorio.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Romele 12-bis.316, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Folino, Attaguile, Piccione, Frusone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato sì 67
Hanno votato no 365).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.310 e Russo 12-bis.311, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paolo Russo, Spadoni, Marzano, Madia, Gaspari...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 422
Maggioranza 212
Hanno votato sì 68
Hanno votato no 354).
(Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.317 e Russo 12-bis.320.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intanto abbiamo costruito un sistema per cui abbiamo detto che il cittadino di San Donato Milanese non sarà posto nella condizione di eleggere il sindaco della città metropolitana, a differenza del cittadino della città di Milano. Vi stiamo suggerendo ciò a più riprese in attesa di chiudere definitivamente questa partita con le province, perché spero sia vera la prospettiva di abolire definitivamente le province. Quando dico spero, ho anche la consapevolezza che questo traccheggio di questo disegno di legge è evidente che indica viceversa che non vi è questa volontà; vi è piuttosto il desiderio di ricostruire un sistema di rete attraverso quei consiglieri comunali e quei sindaci che, magari non accontentati nello svolgere un ruolo nel proprio comune, potranno essere nominati, indicati, eletti surrettiziamente con una sorta di delega articolata a ruoli di livello provinciale.
Vi chiediamo di coinvolgere anche i cittadini. In qualche modo, fate sì che il singolo cittadino non sia parte di quella casta di consiglieri e sindaci; insomma, che possa svolgere un ruolo anche un solo cittadino che senta il desiderio di partecipare, il desiderio di essere coinvolto, il desiderio di offrire le proprie competenze e la propria intelligenza in favore dell'ente provincia. Mi pare che la costruzione siffatta vada in tutt'altra direzione: una casta, una casta di già eletti che deve governare Pag. 74un processo e nel governare questo processo deve consentire a chi è già eletto di conculcare quelle opportunità per i cittadini che, viceversa, legittimamente pure aspirerebbero a questa opzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, stavo continuando a ragionare sulla mia tesi del creare il feudo a livello provinciale in cui il partito si possa di fatto impossessare dell'ente locale di area vasta e quindi così influire nelle dinamiche anche sovralocali, quindi non solo quelle a livello comunale. Riflettevo anche adesso sulle parole della cosiddetta casta dei consiglieri comunali, impropriamente detta, perché ovviamente chi fa il consigliere comunale lo fa per spirito di servizio. Però, effettivamente, questo provvedimento succede ad un altro provvedimento che ha ridotto i consiglieri comunali, quindi, essendo minori, in termini numerici, i consiglieri comunali, è anche più difficile diventare consigliere comunale. Quindi, per lo stesso fatto, per diventare consigliere comunale c’è bisogno di una referenza dal partito a livello locale, che con questo sistema sarebbe legato a livello provinciale a doppia mandata. Ministro Delrio, non è che, per caso, lei sta veramente ridisegnando la nuova legge elettorale ? Non è che, magari, a lei non frega assolutamente niente di far governare a livello territoriale e ridisegnare veramente quello che è il territorio con i suoi mille problemi, da quello idrogeologico a quello di garantire servizi minimi ad altri provvedimenti ? Questo dubbio è sempre più forte in me.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-bis.317 e Russo 12-bis.320, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dadone, Ventricelli, Pisicchio.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 429
Votanti 428
Astenuti 1
Maggioranza 215
Hanno votato sì 69
Hanno votato no 359).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 12-bis.322 e Matteo Bragantini 12-bis.323, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Cesa, Rostan, Palma, Magorno, Frusone, Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato sì 70
Hanno votato no 362).
(Il deputato Cariello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-bis.900 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Aiello, Bonifazi, Colletti, Ottobre, Fitzgerald Nissoli...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 75
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 437
Votanti 436
Astenuti 1
Maggioranza 219
Hanno votato sì 358
Hanno votato no 78).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Romele 12-bis.19, con il parere contrario di Commissione e Governo, favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Patriarca, Sarti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 438
Maggioranza 220
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 365).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Gasparini, Marroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 437
Maggioranza 219
Hanno votato sì 286
Hanno votato no 151).
(Esame dell'articolo 12-ter – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 12-ter e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Russo 12-ter.200, Matteo Bragantini 12-ter.201 e Cirielli 12-ter.202. Il parere è altresì contrario sugli identici emendamenti Cirielli 12-ter. 205, Matteo Bragantini 12-ter.206 e Russo 12-ter.207. La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Cirielli 12-ter.208, Matteo Bragantini 12-ter. 210 e Russo 12-ter.211.
La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 12-ter.1000. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Pilozzi 12-ter.212 e Mazziotti Di Celso 12-ter.215. Il parere sull'emendamento Roberta Agostini 12-ter.214 è favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Mazziotti Di Celso 12-ter.215 è stato ritirato.
Qual è il parere sull'emendamento Roberta Agostini 12-ter.214 ?
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, poi deve dirmi dove va inserito l'emendamento 12-ter.1000 della Commissione.
Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Russo 12-ter.200, Matteo Bragantini 12-ter.201 e Cirielli 12-ter.202. Il parere è altresì favorevole sugli identici emendamenti Cirielli 12-ter. 205, Matteo Bragantini 12-ter.206 e Russo 12-ter. 207. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Cirielli 12-ter.208, Matteo Bragantini 12-ter. 210 e Russo 12-ter.211. Esprimo parere favorevole sull'emendamento 12-ter.1000 della Commissione. Esprimo parere contrario Pag. 76sull'emendamento Pilozzi 12-ter.212. L'emendamento Mazziotti Di Celso 12-ter.215 è stato ritirato. Esprimo infine parere contrario sull'emendamento Roberta Agostini 12-ter.214.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Russo 12-ter.200, Matteo Bragantini 12-ter.201 e Cirielli 12-ter.202, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intanto per significare il «capolavoro» che sta ottenendo questa maggioranza: una straordinaria abolizione delle province che, prima di approvare definitivamente questa norma, ha ottenuto già questo risultato. Ve ne leggo solo alcuni, poi, pian pianino vi leggerò anche gli altri: il comune di Anacapri, il comune di Arzano, il comune di Bacoli, il comune di Barano d'Ischia, il comune di Boscoreale, il comune di Camposano, il comune di Capri, il comune di Carbonara di Nola, il comune di Casalnuovo, il comune di Casavatore, intanto. Poi vi leggerò gli altri: arrivano al 70 per cento della popolazione della provincia di Napoli e hanno già, con un atto formale, prima che venga approvata questa norma, già dichiarato di non voler aderire alla città metropolitana. Complimenti per il capolavoro (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 12-ter.200, Matteo Bragantini 12-ter.201 e Cirielli 12-ter.202, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio), e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gadda, Cassano.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 432
Maggioranza 217
Hanno votato sì 65
Hanno votato no 367).
Passiamo alla votazione degli emendamenti Cirielli 12-ter.205, Matteo Bragantini 12-ter.206 e Russo 12-ter.207.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per evitare di essere parziale. Anche il comune di Casola di Napoli, il comune di Casoria, il comune di Castello di Cisterna, il comune di Cercola, il comune di Cicciano, il comune di Cimitile, il comune di Comiziano, il comune di Ercolano, il comune di Ischia, il comune di Lettere, quello di Liveri, quello di Mariglianella, quello di Melito, quello di Mugnano, quello di Nola, quello di Ottaviano, quello di Palma Campania, quello di Piano di Sorrento, quello di Pimonte, quello di Pomigliano, quello di Pompei, quello di Portici, quello di Roccarainola, quello di San Gennaro, quello di San Giorgio, quello di San Giuseppe Vesuviano, quello di San Paolo Belsito, di San Vitaliano, di Santa Pag. 77Maria la Carità, di Sant'Agnello, di Santa Anastasia, di Sant'Antimo, di Saviano, di Somma Vesuviana, di Sorrento, di Striano, di Terzigno, di Torre Annunziata, di Tufino e di Visciano.
Venite, venite a spiegarle queste cose. Ministro, venga personalmente lei a spiegare che quei cittadini sono cittadini di serie B rispetto ai cittadini di Napoli (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fico. Ne ha facoltà. La prego, anche lei onorevole Fico, se riusciamo a chiedere prima la parola io la segno, anche se sta parlando intanto un collega. Prego, onorevole Fico.
ROBERTO FICO. Signor Presidente, ha ragione. Mi spiace fare questo inciso ma proprio mi viene da dentro...
PRESIDENTE. È suo diritto intervenire.
ROBERTO FICO. ...che i cittadini di «serie B» sono quelli che sono stati amministrati da Cesaro alla provincia di Napoli, che l'ha lasciata e che è venuto qui. È stato vergognoso, vergognoso ! Questi sono i cittadini di «serie B» che si devono meritare questo tipo di amministratori (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
Io mi metto vergogna e spero che lottiamo affinché le province siano abolite e che questi amministratori non si ricandidino mai più, nella storia della Repubblica italiana (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 12-ter.205, Matteo Bragantini 12-ter.206 e Russo 12-ter.207, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sbrollini, Mucci, Vacca, Misuraca, Rampelli.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 426
Maggioranza 214
Hanno votato sì 68
Hanno votato no 358).
(Il deputato Damiano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 12-ter.210 e Russo 12-ter.211, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brunetta, Cariello, D'Ambrosio. Quando venite chiamati non provate a sbloccare; votate. Carfagna, Madia, Cassano, Pesco, Rossomando, Valeria Valente.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 431
Maggioranza 216
Hanno votato sì 70
Hanno votato no 361).
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, presidente Brunetta ?
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ci era stato detto che alle 18 ci sarebbe stata una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Sono le 18 e io vedo che continua il voto.Pag. 78
Se continua il voto o c’è un'altra decisione dovrebbe essere un'altra Capigruppo a decidere fino a che ora si prosegue in questo voto, ma non si può certamente far finta di nulla. Io aspetto che ci sia la Capigruppo e che dentro la Capigruppo si prendano delle decisioni. Dico che il Presidente della Camera è semplicemente il Presidente della Camera, e non il padrone della Camera (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Presidente Brunetta, gli uffici mi informano che è stato comunicato per le vie brevi ai gruppi che la Conferenza dei presidenti di gruppo avrà luogo durante le dichiarazioni di voto. Questo è quello che mi comunicano gli uffici.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Non esistono nella mia terminologia le vie brevi. In che modo il Regolamento prevede le vie brevi ? Cosa significa questo ? Cosa significa ? In che punto del Regolamento sono previste le vie brevi ? Chiedo la Capigruppo, come era stata convocata per le ore 18 (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Io mi farò portavoce con il Presidente della Camera di questa sua richiesta, presidente Brunetta.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Signor Presidente, lei sa benissimo che la Conferenza dei presidenti di gruppo è il momento politico più importante dei lavori di quest'Aula e dicendo che la Conferenza dei presidenti di gruppo viene convocata per le vie brevi, magari con dieci, venti o trenta minuti di anticipo, sembra a tutti noi che sia quanto meno svalorizzata. A questo punto chiediamo che, se la convocazione era stata prevista per le 18, venga sospesa la seduta e venga convocata una Conferenza dei presidenti di gruppo per definire in maniera chiara quale sarà il calendario dei lavori di quest'Aula (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, ho capito la questione che lei solleva. È evidente che la Conferenza dei presidenti di gruppo, come lei sa bene, a volte può essere convocata anche ad horas, a seguito di eventi che accadono in Aula. Mi comunicano invece gli uffici che inizialmente la Conferenza dei presidenti di gruppo doveva essere convocata in seguito ad un'eventuale sospensione dei lavori, in ragione di lavori che erano di competenza della I Commissione. Al momento, la Conferenza dei presidenti di gruppo risulta convocata ufficialmente per il momento in cui l'Assemblea passerà alle dichiarazioni di voto. A questo punto, però, presidente Brunetta, per non iniziare un confronto, vi chiedo se avanzate una richiesta di sospensione dei lavori da formulare alla Presidenza. Qual è la richiesta che voi fate ? Perché la Capigruppo in questo momento è formalmente convocata.
GIORGIA MELONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIORGIA MELONI. Signor Presidente, la richiesta formale che a questo punto fa il gruppo di Fratelli d'Italia è che le Conferenze dei presidenti di gruppo vengano convocate per decidere qualcosa. Lei comprende infatti che, se noi convocassimo davvero la Conferenza dei presidenti di gruppo alla fine dei lavori dell'Aula, non ci sarebbe motivo di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché la Conferenza non dovrebbe decidere nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli Pag. 79d'Italia). E francamente siamo un po’ stanchi di venire e partecipare a delle Conferenze di presidenti di gruppo che non servono a decidere nulla.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, non è esatto quello che lei ha detto. La Conferenza dei presidenti di gruppo era stata convocata per le ore 18 non è in termini condizionati. Era stata convocata per le ore 18 e basta. Io ho un messaggino del vicesegretario Lasorella, in cui viene detto: è convocata per le ore 18. Non in occasione di o in caso di sospensione o quando. Quella era la convocazione. Io chiedo che questa convocazione si realizzi e quindi che si sospenda la seduta per fare la Capigruppo. In caso contrario, saremo di fronte a una grave irregolarità nella conduzione dei lavori di quest'Aula. Non è possibile, come ha detto la collega Meloni, convocare la Capigruppo alla fine dei lavori in sede di dichiarazioni di voto.
Ma questa è una presa in giro ! Ma questo è inaccettabile, signor Presidente, inaccettabile (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !
PRESIDENTE. Quindi, se ho capito bene, presidente Brunetta, la sua è una richiesta di sospensione dei lavori e di convocazione immediata della Conferenza dei presidenti di gruppo. Questa è una richiesta di cui la Presidenza si farà carico nei confronti dell'Assemblea.
ROBERTO SPERANZA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROBERTO SPERANZA. Signor Presidente, penso che dobbiamo rispettare gli accordi già assunti nella passata Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi, l'impegno che noi abbiamo è di chiudere questo provvedimento, che è atteso dagli italiani (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie), e penso che dobbiamo avere maggiore attenzione per quello che accade fuori rispetto ai nostri dibattiti e alle nostre discussioni interne (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie)...
PRESIDENTE. Colleghi, per favore !
ROBERTO SPERANZA. Io penso che sia giusto tenere una Conferenza dei presidenti di gruppo oggi, ma non interrompendo i lavori (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie)...
PRESIDENTE. Presidente Speranza...
ROBERTO SPERANZA. ...perché si vuole una Conferenza dei presidenti di gruppo soltanto perché si vogliono mantenere le province così come sono, ma, anche questa volta, non ci fermeremo di fronte alle vostre richieste (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente e Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Colleghi, non mi sembra affatto riguardoso, nei confronti e del presidente Speranza e di chiunque parli, questo genere di atteggiamento.
GIANCARLO GIORGETTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORGETTI. Signor Presidente, la Conferenza dei presidenti di gruppo convocata alle ore 18 è stata convocata su sollecitazione di due gruppi. Ricordo sicuramente il gruppo del MoVimento 5 Stelle. Noi della Lega Nord non Pag. 80l'avevamo sollecitata. Erano stati Forza Italia e il MoVimento 5 Stelle, due gruppi di opposizione.
La Conferenza dei presidenti di gruppo era stata fissata per le ore 18: evidentemente, si riteneva utile discutere degli argomenti e dei temi sollecitati dai gruppi di opposizione per le ore 18. Ora, senza, credo, che i gruppi interessati avessero chiesto alcunché, è stata cambiata l'impostazione e la Conferenza dei presidenti di gruppo è stata spostata ad altra ora imprecisata, perché nessuno sa, in buona sostanza, quando andremo a discutere.
Vorrei fare semplicemente notare che non credo che la Conferenza dei presidenti di gruppo sia nella disponibilità degli interessi temporali della maggioranza, cioè spostarla avanti o indietro. Se è importante farla, è importante farla, e farla nei tempi stabiliti. Non è che, in funzione dell'andamento dei lavori e degli interessi della maggioranza, per la necessità, magari, di trovare delle intese su questo o quell'emendamento dell'altro decreto-legge in programma per i nostri lavori, la Conferenza dei presidenti di gruppo possa essere, in qualche modo, posticipata.
Per questo motivo, ora, in questo momento, il gruppo della Lega Nord si aggiunge ai gruppi del MoVimento 5 Stelle e di Forza Italia per chiedere una calendarizzazione della Conferenza dei presidenti di gruppo nei tempi più brevi possibili (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, semplicemente...
PRESIDENTE. Chiedo scusa, presidente Di Maio. Ho visto diversi colleghi del suo gruppo alzare la mano. Si intende che parli lei a nome del gruppo.
LUIGI DI MAIO. Parlo io.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LUIGI DI MAIO. Signor Presidente, intervengo semplicemente per ricordare a me stesso che è chiaro che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata dalla Presidente, anche su richiesta di un gruppo parlamentare...
PRESIDENTE. È evidente.
LUIGI DI MAIO. ...perché, come diceva il presidente Giorgetti, non è nella disponibilità della maggioranza, ma è il luogo dove i gruppi trovano un'intesa, grazie alla mediazione della Presidente.
Quindi, mi appello proprio alla sensibilità della Presidente nel convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo e credo che tale convocazione non possa essere oggetto di un braccio di ferro tra maggioranza e minoranza. Ma, proprio per evitare di perdere altro tempo, vediamoci, parliamo e decidiamo cosa fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signor Presidente, intervengo per fare chiarezza, onde evitare strumentalizzazioni. L'articolo 13 del Regolamento dice espressamente che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata, quando lo ritiene, dalla Presidente della Camera. Naturalmente, il Governo o ogni gruppo può fare la richiesta di convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Mi sembra di capire, onorevole Brunetta, che non vi era alcuna convocazione formale...
RENATO BRUNETTA. Sì !
PAOLO RUSSO. È stata annunciata in Aula !
GIANNI MELILLA. ...e quindi io ritengo che nessuno, nessuno, possa arrogarsi il diritto, non di chiedere la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché questo lo può chiedere sia il Governo che Pag. 81qualsiasi gruppo, ma di pretendere che sia convocata a minuti. Questo non è possibile !
ANDREA ROMANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA ROMANO. Signor Presidente, in gran parte mi ha anticipato l'onorevole Melilla. È evidente che la Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata dalla Presidenza della Camera e ritengo di interpretare le sue parole, Presidente Baldelli, nel senso che la Conferenza si svolgerà nel corso dei lavori parlamentari e non al termine dei lavori parlamentari. In questo senso poi sarà la Presidenza a decidere l'orario più consono. Dico anche ai colleghi di Forza Italia, Presidente, rivolgendomi a lei, che un conto è che la Presidenza decida qual è l'orario più opportuno nel corso dei lavori parlamentari, altra cosa è utilizzare la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo come strumento di lotta parlamentare, come mi pare una parte di questo Parlamento voglia fare in queste ore (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, gli articoli 12 e 13 del Regolamento dicono con chiarezza che la convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo è prerogativa del Presidente della Camera. Non c’è scritto «convoca la Presidenza della Camera, di intesa con i presidenti dei gruppi parlamentari», o, se c’è scritto, è una cosa che io non ho mai letto nel Regolamento della Camera. Pertanto, il Presidente della Camera, che ha il diritto di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, ha anche il diritto di spostare il momento della convocazione. Dicevano i romani: «qui iure suo utitur, neminem laedit», chi fa uso di un diritto proprio, non fa danno a nessuno.
C’è stato un accordo che è stato cambiato per le vie brevi. Qui c’è un problema, che è un problema però non regolamentare, ma di correttezza: in genere, quando si cambiano gli accordi per le vie brevi, vuol dire che tutti i gruppi sono d'accordo. Pare che invece qualche gruppo d'accordo non fosse. Varrebbe forse la pena di verificare come mai, chi, a nome di uno o di un altro gruppo, ha dato il suo assenso ad un cambiamento che, evidentemente, qui viene ripudiato dai gruppi. Sembra infatti che ci sia stato un accordo informale, che adesso viene ripudiato da uno o più gruppi. È un problema che va rimesso alla prudente valutazione del Presidente della Camera, come mi pare fosse intenzionato a fare il Presidente di turno dell'Assemblea. Se si insiste perché ci sia la sospensione immediata dei lavori dell'Assemblea, questa è una proposta che si può fare e che va messa ai voti dell'Assemblea. Tuttavia, anche qualora passasse la proposta di sospendere i lavori dell'Assemblea, questo non obbliga di per sé il Presidente della Camera a convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, perché questa rimane una decisione interamente nella sua disponibilità (Applausi dei deputati dei gruppi Per l'Italia e Scelta Civica per l'Italia).
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, vorrei mostrare qui il mio telefonino con la comunicazione del Vicesegretario Lasorella...
PRESIDENTE. Troppo buono...
RENATO BRUNETTA. ...con cui convocava per le ore 18. E la convocazione è stata anche comunicata in Aula. Quindi, è stata una comunicazione ufficiale...
Pag. 82PRESIDENTE. Sì.
RENATO BRUNETTA. ...che deve essere, a mio modo di vedere, ridefinita, se del caso, da un'altra Conferenza dei presidenti di gruppo. Quindi io chiedo ancora una volta, con tutto il rispetto che si merita, alla Presidenza e alla Presidente Boldrini, di rispettare la convocazione delle ore 18, anche perché tutti i gruppi di opposizione hanno richiesto questo, e sarebbe un'offesa a tutti i gruppi di opposizione non rispettare una decisione presa dalla Presidente della Camera, comunicata ufficialmente in quest'Aula. Quindi, non era stata data nessuna convocazione condizionata, ma semplicemente una convocazione determinata, per le ore 18. Chiedo che si rispetti questa convocazione e che si decida in Conferenza dei presidenti di gruppo il prosieguo dei lavori di quest'Aula.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa ? Per richiamo al Regolamento ? La vedo con il Regolamento in mano.
DANILO TONINELLI. Giustamente, signor Presidente, per richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Articolo 96-bis, comma 3, anche se la premessa che mi sembra doveroso fare è chiedere alla Presidente Boldrini la motivazione del perché la Conferenza dei presidenti di gruppo convocata per le 18, non è stata confermata, quanto meno per coerenza e per rispetto dei gruppi parlamentari e dei presidenti dei gruppi parlamentari che hanno ricevuto questo messaggio, che dava ufficialità ad una riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Il richiamo al Regolamento che sto per fare serve a dare ulteriore sostanza e necessità alla riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo. Da quanto risulta, c’è, a norma di Regolamento, un errore nella calendarizzazione di oggi che pone un atto Camera, che è il decreto-legge cosiddetto «Salva Roma», trasmesso ieri alle 21,30 dal Senato, già nel calendario come ultimo punto dell'ordine del giorno di oggi.
Se leggiamo l'articolo 96-bis, comma 3, del Regolamento è chiaro che ci debbano essere almeno 5 giorni dalla trasmissione alla Camera prima dei quali non possa iniziare la discussione, in quanto sono i 5 giorni entro i quali i gruppi parlamentari, 20 deputati o un presidente di gruppo possono presentare delle questioni pregiudiziali.
Questo mi sembra da solo un argomento di per sé più che sufficiente per far convocare una Conferenza dei capigruppo e ragionare sul perché, per l'ennesima volta, è disatteso il Regolamento (Applausi dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !
PINO PISICCHIO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. Signor Presidente, direi che intervengo per «richiamo alla ragionevolezza», se è possibile ancora recuperarla. Io comprendo che quest'Aula è abbastanza provata: abbiamo settimane intense, abbiamo avuto quest'ultima settimana molto intensa. Io non so quanti sopravviventi colleghi della Commissione Bilancio sono ancora in condizioni di essere in sintonia con quel che si sta facendo, ma sono colleghi che, per esempio, hanno passato diverse nottate in Commissione. C’è anche una dimensione, che tal volta dovremmo recuperare, che attiene alla nostra umanità residua, il resto è stato consumato dalla politica.
Ma vorrei dire che mi pare che non sia il caso – mi permetto davvero con molto senso, se mi consentite, natalizio – di rincorrerci dentro labirinti legulei. Mi pare evidente: la Presidente della Camera convoca e sconvoca la Conferenza dei capigruppo seguendo un percorso legato alla sua funzione. Peraltro, io stesso ho Pag. 83avuto notizia della sconvocazione un momento dopo che evidentemente qualche altro collega lo aveva già saputo.
Ma non è questo il punto. Noi stiamo alla fine di un percorso. Vediamo di compierlo in modo coerente con la dignità che abbiamo messo all'interno di questo percorso. Faremo la riunione della Conferenza dei capigruppo, io mi auguro che si voglia immaginare di farla in modo tale da rendere certe le date e gli orari, anche questo è un compitino per l'anno nuovo. Noi abbiamo bisogno di sapere con qualche vaga certezza – ecco: vaga certezza – quando si comincia e quando si finisce, perché forse diventa anche utile organizzare i nostri lavori in modo dignitoso.
Faremo questa riunione della Conferenza dei capigruppo, avremo la declinazione dei tempi – credo – entro questa stessa serata e poi, così come programmato, perché avevamo in calendario – e lo avevamo condiviso tutti – un percorso, credo che possiamo immaginare di chiudere questo percorso.
Io pregherei l'Aula davvero di stemperare un po’ i toni, di recuperare magari questo tempo che abbiamo consegnato ad un ragionamento sul Regolamento e non sul merito del provvedimento che stavamo prendendo in esame e muoverci per chiudere questa stagione dignitosamente.
PRESIDENTE. Per rispondere alla questione posta dal collega Toninelli, ricordo che nella giornata di ieri, nell'annuncio della trasmissione del decreto-legge la Presidenza ha letto, cito testualmente dal resoconto: «Poiché l'inizio della discussione generale in Assemblea del suddetto disegno di legge è previsto per domani, 21 dicembre, ai sensi del comma 5 dell'articolo 96-bis del Regolamento, i termini di cui ai commi 3 e 4» – quelli a cui l'onorevole Toninelli faceva correttamente riferimento – «del medesimo articolo si intendono conseguentemente adeguati». Quindi, è stata già posta la questione.
ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Poi finiamo il giro e cerchiamo anche di arrivare a un punto di...
ETTORE ROSATO. Signor Presidente, credo che il presidente Speranza abbia chiaramente detto qual è la nostra posizione sui... (Commenti)
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, altrimenti non ne usciamo.
ETTORE ROSATO. ...programmi per quanto attiene il nostro proseguo di queste ore.
Io volevo sottolineare due cose. La prima è che noi dovremmo andare in Conferenza dei capigruppo a fare due attività. La prima è assolutamente da noi condivisa, cioè quella della pianificazione di cosa accade dopo questo provvedimento, cioè quali sono le tempistiche e le metodologie di lavoro che vogliamo darci sul decreto.
Questo è utile che venga fatto, perché consente a noi di programmare – come giustamente diceva il collega Pisicchio e non solo lui – anche le prossime giornate.
In tal senso è chiaro che si sta facendo un lavoro anche nella Commissione bilancio per cercare una modalità per poter affrontare questo decreto nel modo migliore, andando a togliere le cose che devono essere tolte da quel provvedimento e facendolo approvare il prima possibile da quest'Aula.
La seconda questione che invece non può più essere oggetto di discussione – e per questo ha una sua logica la richiesta di collocare la Conferenza dei presidenti di gruppo durante le dichiarazioni di voto, perché già deliberato più volte dalla Conferenza dei presidenti di gruppo – è quella che questo provvedimento stasera deve completarsi. È un impegno che è stato assunto in più Conferenze dei presidenti di gruppo e quindi io chiedo, per evitare numerosi giri di opinioni, di formalizzare una richiesta: se c’è una richiesta di sospensione dei lavori, di formalizzarla.
Altrimenti per noi possiamo andare avanti, completare la fase degli emendamenti Pag. 84– che mi sembra stia andando bene, con la collaborazione di tutti, discutendo nel merito quello di cui bisogna discutere – e convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo durante le dichiarazioni di voto, al fine di programmare, senza nessuna preclusione e senza nessuna attività da parte della maggioranza di costrizione sul calendario, la discussione del decreto.
Quindi, se c’è un problema di merito che è relativo al calendario lo facciamo durante le dichiarazioni di voto.
Se invece il problema è sospendere questo provvedimento per l'ennesima volta, perché siamo in Aula sulle province da quattro, cinque o sei sedute ed abbiamo convocato almeno sei Conferenze dei presidenti di gruppo sul tema delle province, allora noi non ci stiamo e lo ha detto bene il presidente Speranza dicendo che, noi, allora andiamo avanti con i lavori.
TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. L'ultimo intervento. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, solo per dire due cose: la prima è che per le vie brevi a noi era stato detto che saremmo stati convocati in Conferenza dei presidenti di gruppo durante le dichiarazioni di voto. Noi non avevamo eccepito, perché pensavamo che fosse una modalità opportuna ed utile di procedere.
Le cose che però noi non possiamo fare secondo me oggi, adesso, sono due. La prima è sostituire, attraverso la discussione dell'Aula, la Conferenza dei presidenti di gruppo, cioè fare qui quello che bisognerebbe fare in Conferenza dei presidenti di gruppo. Questa cosa non la possiamo fare.
La seconda cosa che dobbiamo fare – ma io penso Presidente che non c’è bisogno di suggerirglielo, l'ha anche anticipata prima – sarebbe, credo, indipendentemente da ciò che io e il mio gruppo abbiamo ritenuto opportuno, far presente alla Presidente che ci sono opinioni differenti dei gruppi, in modo che questa valutazione possa essere presa dall'unico soggetto, la Presidente della Camera, che può convocare o sconvocare la Conferenza dei presidenti di gruppo.
Quindi per noi andava bene, penso che non possiamo fare qui una Conferenza dei presidenti di gruppo, penso che la Presidente, che aveva suggerito un percorso, possa essere, come lei sicuramente sarà, informata delle valutazioni di quasi tutti i gruppi dell'opposizione e quindi prendere una decisione.
PRESIDENTE. Allora, la Presidenza di turno ha provveduto ad informare la Presidente delle questioni sollevate. La Conferenza dei presidenti di gruppo è convocata dal Presidente della Camera ed è stata, attualmente, anche comunicata formalmente la convocazione in concomitanza con le dichiarazioni di voto.
Pur tuttavia, se c’è una richiesta formale da parte del presidente Brunetta di porre in votazione una sospensione dei nostri lavori in relazione ad un'obiezione politica...
ELIO VITO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ELIO VITO. Signor Presidente, intervengo anch'io per un richiamo al Regolamento. Innanzitutto per dire che la Conferenza dei presidenti di gruppo, al pari di qualunque organismo parlamentare, ha le sue formalità e le sue regole di funzionamento, altrimenti sarebbe troppo facile per ciascuno di noi, per lei, per l'Assemblea provvedere a convocarla e a sconvocarla secondo le esigenze di una parte politica o secondo i mutamenti delle esigenze di questa parte politica.
Per questo la Conferenza dei presidenti di gruppo era stata formalmente convocata – come da convocazione, come da mail e come appare sul sito della Camera – per le ore 18, tant’è vero che anche il Ministro per i rapporti col Parlamento, Franceschini, era stato appositamente convocato e credo che per questo fosse giunto alla Camera.Pag. 85
Ora le convocazioni, quando si fanno, per la loro formalità e la loro ritualità si rispettano, a meno che, come diceva il Presidente Pisicchio, tutti non siano d'accordo a differire quella convocazione.
Questo non è accaduto. Il presidente Brunetta, quando è stato informato della volontà della Presidente di posticipare la Conferenza dei presidenti di gruppo (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico)...
ROBERTO GIACHETTI. L'avevamo chiusa questa discussione !
PRESIDENTE. Onorevole Vito, arriviamo al dunque. Se la proposta è di...
ELIO VITO. Presidente, mi consenta di arrivare al dunque, però !
PRESIDENTE. Io le consento, ma...
ELIO VITO. Grazie. Allora, come ho detto, la Conferenza dei presidenti di gruppo è stata convocata e si sarebbe dovuta tenere o, perlomeno, la Presidente della Camera avrebbe dovuto motivare lei, non per le vie brevi, ai capigruppo personalmente perché riteneva che non dovesse più tenersi, per quali ragioni la spostava. E, certo, queste non possono essere le esigenze della maggioranza perché era stata convocata per richieste dei gruppi di opposizione. Ma vengo poi, Presidente, ad una caratteristica dell'intelligenza del genere umano che, oltre a quella della flessibilità, è anche la capacità di cambiare idea. Naturalmente, la maggioranza ha tutto il diritto di concludere l'esame di questo provvedimento...
PRESIDENTE. Presidente Vito, io le chiedo...
ELIO VITO. Mi lasci concludere, però !
PRESIDENTE. Se c’è una proposta...
ELIO VITO. Sono nei 5 minuti, non mi interrompa.
ROBERTO GIACHETTI. Fatelo parlare per altri 10 minuti !
PRESIDENTE. Se c’è una proposta, presidente Vito, lei ha fatto un richiamo al Regolamento.
ELIO VITO. Io lo vorrei formulare...
PRESIDENTE. Io la invito a fare una proposta alla Presidenza.
ELIO VITO. Presidente, io ho chiesto la parola per richiamo al Regolamento e vorrei concludere (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico).
EMANUELE FIANO. Su quale articolo del Regolamento ?
PRESIDENTE. Ci dica.
ELIO VITO. Io faccio presente che, quando la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso di proseguire con l'esame di questo provvedimento, si prevedeva che sulla legge di stabilità la fiducia fosse posta martedì e non giovedì. Quando la Conferenza dei presidenti di gruppo ha deciso di procedere, dopo il voto del bilancio, con questo provvedimento, non si prevedeva che il decreto-legge non fosse ancora giunto dal Senato e non si prevedeva che quel decreto-legge dovesse essere...
PRESIDENTE. Collega Vito, come lei sa bene...
ELIO VITO. ... rinviato di nuovo al Senato che ha deciso di esaminarlo entro la giornata di lunedì.
EMANUELE FIANO. Ma su quale articolo del Regolamento interviene ?
ROBERTO GIACHETTI. Ma qual è la proposta ?
PRESIDENTE. Collega Vito, come lei sa benissimo...
Pag. 86ELIO VITO. Allora, è un problema, Presidente...
PRESIDENTE. Queste sono obiezioni che il suo gruppo ha già posto...
ELIO VITO. ... che attiene al funzionamento dell'Assemblea. Stabilire ora...
PRESIDENTE. Ha già posto. Grazie.
ELIO VITO. Mi lasci concludere, Presidente ! Io mi rendo conto che tutti i vicepresidenti, lei, Giachetti, si divertono a togliermi la parola...
PRESIDENTE. Non c’è nessun divertimento in questo momento.
ELIO VITO....come se questo comportasse un aumento di autorevolezza. Ma siete già tutti autorevoli, mi lasci concludere, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ho capito. Io le sto chiedendo...
ELIO VITO. Voglio dire, Presidente, che va stabilito ora, non quando questo provvedimento è concluso, onorevole Rosato, come si esamina il decreto-legge perché il nostro atteggiamento, anche su questo provvedimento, dipende esattamente da come decidiamo di esaminare il decreto-legge. Avete sicuramente il diritto di concludere l'esame di questo provvedimento se lo ritenete più importante del decreto-legge che poi mi pare il vostro segretario voglia immediatamente cambiare per consentire al Senato di ratificarlo in tempo, ma anche noi abbiamo il diritto di esprimere le nostre opinioni e di decidere ora...
PRESIDENTE. La ringrazio, le ricordo che lei sta intervenendo per richiamo al Regolamento...
ELIO VITO. ...Presidente, non dopo (Proteste dei deputati del gruppo Partito Democratico). Infatti, se la Presidente della Camera decidesse di assecondare solo le volontà della maggioranza e, cioè, di convocare la Conferenza dei presidenti di gruppo, terminato l'esame di questo provvedimento, verrebbe meno alla sua funzione di garanzia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. La ringrazio, presidente Vito. Allora, se non c’è nessuna richiesta formale di sospensione del provvedimento, io vado avanti.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, presidente Sisto ?
FRANCESCO PAOLO SISTO. Signor Presidente, sull'ordine dei lavori. Vorrei rammentare al presidente Giachetti, tramite lei, che non esistono dei parlamentari super rispetto agli altri. Nessuno può urlare e inveire mentre un altro parlamentare sta svolgendo il suo intervento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), meno che mai chi ha il compito, quando è seduto su quello scranno, di mantenere l'ordine dell'Aula. Questo a me dispiace perché nessuno ha più autorità degli altri per intervenire, alzare la voce e sollecitare la Presidenza ad intervenire.
PRESIDENTE. Come lei sa bene, questo poi è compito della Presidenza.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Perciò mi permetto di sollecitare la Presidenza a far sì che tutti i parlamentari abbiano gli stessi diritti e non ci siano parlamentari di serie A o di serie B.
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Su che cosa, onorevole Toninelli ? Colleghi, per favore ! Onorevole Toninelli, io le ho dato la parola, ma se non parla, io vado avanti.
Pag. 87DANILO TONINELLI. Signor Presidente, grazie, ma non potevo parlare con il chiasso che c'era in Aula. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento, articolo 96-bis, commi 3 e 5. Signor Presidente, lei sa perfettamente...
PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, non posso darle la parola, le abbiamo già risposto su questo.
DANILO TONINELLI. Presidente, no, lei mi deve lasciare la parola perché lei ha risposto utilizzando il comma 5 dell'articolo 96-bis come risposta al richiamo al Regolamento. Presidente, quella non è una risposta perché lei ha dimenticato il passaggio in casi particolari.
Quest'Aula deve comprendere che cosa significa «in casi particolari». Se cinque sono i giorni entro cui si permette a un presidente di gruppo o a venti deputati di presentare una questione pregiudiziale e il comma 5 prevede che, in casi particolari, il Presidente possa derogare a quel termine, lei signor Presidente, mi deve dire cosa significa «in casi particolari». Se non motiva, quei cinque giorni rimangono (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-ter.1000 della Commissione con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza...
Revoco l'indizione della votazione.
Ha chiesto di parlare l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Il 12-ter...il nostro emendamento, è un ... parliamo del 12-ter, vero Presidente ? Non mi sono confusa e sbagliata ?
PRESIDENTE. Si tratta dell'emendamento 12-ter.1000 della Commissione.
TITTI DI SALVO. No, scusi, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 12-ter.1000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giacomelli... Palma...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 416
Maggioranza 209
Hanno votato sì 337
Hanno votato no 79).
(I deputati Cimbro e Realacci hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 12-ter.212, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Questa volta è quello giusto. Il nostro emendamento dice che le liste dei candidati devono essere composte con un numero pari di presenze femminili e maschili, il 50 per cento. Per affrontare questo tema, il nostro emendamento richiama l'articolo 51 della Costituzione. So bene che l'obiezione mossa a questo emendamento è che si tratta di un'elezione di secondo livello e che, quindi, per questa ragione, potrebbero non esserci le condizioni per fare ciò. Però, a nostro avviso, proprio in un tempo in cui si parla di legge elettorale e di riforma dei meccanismi elettorali, il fatto di ribadire l'articolo 51 e forzare sul fatto che si prevede che ciò che arriverà al primo livello deve essere questo, secondo noi è comunque utile. È utile, cioè, affermare da qui in avanti, in qualunque articolo di legge si parli di liste, che ci deve essere il 50 per cento di presenze femminili e maschili. È Pag. 88cioè un'affermazione politica ma che ha anche una sua conseguenza e traduzione regolamentare. È la nostra opinione, vorremmo farla vivere nell'aula sempre, a futura memoria per la futura legge elettorale che andiamo a costruire. Ma pensiamo che abbia un valore regolamentare in sé anche in questa situazione perché dire che non si può fare perché, essendo di secondo livello, potremmo non essere nelle condizioni, vuol dire già prevedere che dal primo livello questo effetto non ci sarà e, quindi, a nostro avviso, vuol dire affermare il contrario. Per negare questa possibilità, affermare il suo contrario.
GIANLUCA BUONANNO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. In realtà, l'intervento sull'ordine dei lavori sarebbe a fine seduta.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, sto a quello che dice lei. Aspetto un attimino allora. Io credo di essere uno dei più pacati in quest'Aula e voglio rimanere tale.
PRESIDENTE. Onorevole Buonanno, è noto !
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per annunciare il voto favorevole di Forza Italia a questo emendamento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 12-ter. 212, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Patriarca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 419
Maggioranza 210
Hanno votato sì 58
Hanno votato no 361).
(Il deputato Bersani ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Roberta Agostini 12-ter.214.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, aggiungo la mia firma a questo emendamento e dichiaro il voto favorevole di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, anche noi annunciamo il voto favorevole, ovviamente, su questo emendamento: ovviamente, nel senso che preferivamo la soluzione precedente, ma naturalmente appoggiamo questa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intervengo per precisare ed anche per essere cortese e corretto nei confronti dei sindaci che continuano a far giungere note. Il capolavoro straordinario di questa maggioranza ha prodotto che persino il sindaco di Melito, che pare sia il segretario provinciale del PD di Napoli, ha aderito a questa sollevazione popolare di tutte le amministrazioni della provincia rispetto a questa norma illogica e ingiusta.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO RUSSO. Poi, intervengo per precisare che continuano, fioccano le adesioni anche degli altri comuni. Non so se Pag. 89riusciremo nello straordinario risultato che persino le amministrazioni commissariate, perfino i commissari prefettizi, leggendo una norma in fieri indicheranno come è straordinariamente illogica, trovando un modo per scappare da questa presunta città metropolitana.
RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, ribadisco la richiesta della convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo. In mancanza di questa convocazione, cioè di fronte a questo diniego, annuncio che noi usciamo dall'Aula per far mancare il numero legale.
WALTER RIZZETTO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Signor Presidente, innanzitutto volevo capire se la Presidente Boldrini ha comunicato con voi, visto che è stata avvisata già un quarto d'ora fa rispetto alla situazione che si è creata. In seconda battuta, se una capigruppo è stata convocata, lei Presidente, insieme alla Presidente Boldrini, deve prendersi le sue responsabilità, poiché se il presidente Brunetta e gli altri presidenti di gruppo hanno un messaggio, che dice che alle 18 è stata convocata...
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, questa questione è stata già toccata.
WALTER RIZZETTO. No, devo concludere, Presidente ! Voglio dire: ci stiamo fermando su una capigruppo. E voi volete portare l'Italia fuori dalla crisi ? Neanche su una riunione siete riusciti a mettervi d'accordo, per cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Onorevole Rizzetto, la questione è chiara: l'onorevole Brunetta ha fatto una dichiarazione in cui ha detto che il suo gruppo non prenderà parte ai lavori in questo senso. Non vi sono altre questioni. È facoltà dei gruppi scegliere di partecipare o meno. La Capigruppo è convocata per il momento delle dichiarazioni di voto, così come formalmente è giunta notizia ai gruppi.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roberta Agostini 12-ter.214, con il parere favorevole della Commissione e del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania. Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 303
Maggioranza 152
Hanno votato sì 303).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 12-ter, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gregori, Gasparini, Brandolini, Anzaldi, Piccioni, Pollastrini, Capozzolo, Mariani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 301
Votanti 300
Astenuti 1
Maggioranza 151
Hanno votato sì 300).
Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 12-ter.0200.
Pag. 90GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere è contrario.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza non è presente in Aula. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 12-ter.0200, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cesa, Necchi, Cassano, Baretta... Cesa non riesce a votare, non estragga la tessera per favore se no ricomincia tutto il meccanismo di riconoscimento...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 317
Votanti 315
Astenuti 2
Maggioranza 158
Hanno votato sì 18
Hanno votato no 297).
(La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
(Esame dell'articolo 13 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, lei dovrebbe aiutarmi e indicarmi quali sono stati ritirati.
PRESIDENTE. L'emendamento Vargiu 13.6 è stato ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 13.201 e Cirielli 13.203.
Il subemendamento Dorina Bianchi 0.13.900.1 dovrebbe essere stato ritirato.
Raccomanda ovviamente l'approvazione dell'emendamento 13.900 della Commissione.
La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 13.300 e Cirielli 13.301.
La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cicu 13.800 e parere contrario sull'emendamento Invernizzi 13.13.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 13.201 e Cirielli 13.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 305
Votanti 303
Astenuti 2 Pag. 91
Maggioranza 152
Hanno votato sì 4
Hanno votato no 299).
TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, le chiedo una sospensione di un quarto d'ora (Commenti). La ragione a me sembra evidente: c’è un fatto nuovo, il mio gruppo ha bisogno di decidere che fare di fronte al fatto nuovo e vorremmo avere dieci minuti per farlo senza avere tante pressioni alle orecchie. Vorremmo avere dieci minuti per decidere che fare, se possibile, se no pazienza, continuiamo così.
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni la sospensione si intende accordata, per 15 minuti. Pertanto, la seduta riprenderà alle ore 19,05.
La seduta, sospesa alle 18,50, è ripresa alle 19,55.
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Matteo Bragantini 13.201. Avverto che il subemendamento Dorina Bianchi 0.13.900.1 è stato ritirato dalla presentatrice.
Dobbiamo pertanto passare alla votazione dell'emendamento 13.900 della Commissione. Se nessuno chiede di intervenire lo pongo in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.900 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Patriarca, Bargero, Giammanco, Palma, Mazziotti Di Celso, Causi, Gagnarli, Cristian Iannuzzi, Massimiliano Bernini, Vargiu...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 377
Maggioranza 189
Hanno votato sì 284
Hanno votato no 93).
(La deputata Culotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).
L'emendamento Matteo Bragantini 13.300 è precluso.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 13.800, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Oliverio, Buonanno...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 380
Votanti 365
Astenuti 15
Maggioranza 183
Hanno votato sì 286
Hanno votato no 79).
(Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 13.13, con il pare contrario della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Arlotti, Folino, Oliverio, Pilozzi...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 92
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 391
Maggioranza 196
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 369).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brandolin, Valente, Palese, Fiorio...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 398
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato sì 278
Hanno votato no 120).
(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
L'emendamento Vargiu 14.1 è stato ritirato.
Invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento Allasia 14.7.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Allasia 14.7.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore di minoranza ha espresso parere favorevole.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Allasia 14.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 396
Maggioranza 199
Hanno votato sì 29
Hanno votato no 367).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Attaguile, Guidesi, Vacca, Nesci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 399
Astenuti 1
Maggioranza 200
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 122).
(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, se lei mi aiuta, dicendomi quali sono gli emendamenti ritirati...
PRESIDENTE. Va bene. Cominciamo con l'emendamento Cirielli 15.203.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario.
PRESIDENTE. Emendamento Pilozzi 15.18.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento Vargiu 15.23, che segue, è ritirato.
Emendamento Fabrizio di Stefano 15.300.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.
PRESIDENTE. L'emendamento Mazziotti Di Celso 15.205, che segue, è ritirato.
Subemendamento Russo 0.15.900.1.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.
PRESIDENTE. Per gli emendamenti a seguire, mi dica lei.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il subemendamento Dorina Bianchi 0.15.900.2 mi risulta ritirato.
PRESIDENTE. È ritirato ? A me non risultava.
DORINA BIANCHI. L'ho ritirato.
PRESIDENTE. Va bene.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Sul subemendamento Russo 0.15.900.3 il parere è contrario.
La Commissione raccomanda l'approvazione dei propri emendamenti 15.900 e 15.1000.
Il parere è contrario sugli identici emendamenti Cirielli 15.206 e Matteo Bragantini 15.208 e sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.210 e Cirielli 15.214.
PRESIDENTE. A me risulta non segnalato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.217 e Cirielli 15.219, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.221, Cirielli 15.222 e Russo 15.223, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.227, Cirielli 15.228 e Russo 15.229 e sugli identici emendamenti Russo 15.232, Cirielli 15.233 e Matteo Bragantini 15.234.
Il parere è inoltre contrario sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 15.235, sull'emendamento Russo 15.303, sugli identici emendamenti Russo 15.238, Matteo Bragantini 15.239 e Cirielli 15.240, sugli identici emendamenti Cirielli 15.241 e Matteo Bragantini 15.242.
PRESIDENTE. L'emendamento Mazziotti di Celso 15.255 è ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Squeri 15.246, Squeri 15.247, Palmizio 15.248, Squeri 15.249, Pilozzi 15.302, Squeri 15.250, Squeri 2.251, Fabrizio Di Stefano 15.252.
Sull'emendamento Balduzzi 15.83 il parere è favorevole solo relativamente al primo periodo, cioè da «Le funzioni fondamentali» fino a « terzo e quarto della Costituzione».
PRESIDENTE. L'emendamento Mazziotti Di Celso 15.257 è ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario sugli identici emendamenti Cirielli 15.260, Russo 15.261 e Matteo Bragantini 15.262 e Pag. 94sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.265, Cirielli 15.266 e Russo 15.267. Il parere è contrario sugli emendamenti Cirielli 15.270...
PRESIDENTE. L'emendamento Mazziotti Di Celso 15.273 è ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Palese 15.306, Pilozzi 15.274, Vargiu 15.309...
PRESIDENTE. L'emendamento Vargiu 15.309 è ritirato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere è contrario sugli emendamenti Cicu 15.800, Cicu 15.801, Palese 15.307, Palese 15.308 e Cicu 15.802.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ? È tornato, eccolo.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Russo 15.200, Matteo Bragantini 15.202 e Cirielli 15.203. Il parere è favorevole sugli emendamenti Pilozzi 15.18, Fabrizio Di Stefano 15.300 e sul subemendamento Russo 0.15.900.1.
Esprimo parere contrario sul subemendamento Russo 0.15.900.3.
Il parere è favorevole sugli emendamenti 15.900 e 15.1000 della Commissione. Il parere è favorevole sugli identici emendamenti Cirielli 15.206, Matteo Bragantini 15.208, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.210 e Cirielli 15.214, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.217 e Cirielli 15.219, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.221, Cirielli 15.222 e Russo 15.223, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.227, Cirielli 15.228 e Russo 15.229 e sugli identici emendamenti Russo 15.232, Cirielli 15.233 e Matteo Bragantini 15.234. Esprimo parere favorevole anche sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 15.235. Sull'emendamento Russo 15.303 mi rimetto all'Assemblea.
Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Russo 15.238, Matteo Bragantini 15.239 e Cirielli 15.240, sugli identici emendamenti Cirielli 15.241 e Matteo Bragantini 15.242. L'emendamento Mazziotti Di Celso 15.255 mi risulta ritirato.
Esprimo parere favorevole sull'emendamento Squeri 15.246, sull'emendamento Squeri 15.247, sull'emendamento Palmizio 15.248, sull'emendamento Squeri 15.249, sull'emendamento Pilozzi 15.302, sull'emendamento Squeri 15.250, sull'emendamento Squeri 15.251, sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 15.252 e sull'emendamento Balduzzi 15.83. L'emendamento Mazziotti Di Celso 15.257 mi risulta ritirato.
Esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Cirielli 15.260, Russo 15.261 e Matteo Bragantini 15.262, sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.265, Cirielli 15.266 e Russo 15.267 e sugli identici emendamenti Matteo Bragantini 15.269 e Cirielli 15.270. L'emendamento Mazziotti Di Celso 15.273 mi risulta ritirato.
Esprimo parere contrario sull'emendamento Palese 15.206 e sull'emendamento Pilozzi 15.274. L'emendamento Vargiu 15.309 mi risulta ritirato. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cicu 15.800 e sull'emendamento Cicu 15.801.
Esprimo parere contrario sull'emendamento Palese 15.307 e sull'emendamento Palese 15.308. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Cicu 15.802.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Chiedo scusa, Presidente, ma ho commesso un errore nel rendere i pareri. Sull'emendamento Pilozzi 15.8, a pagina 31 del fascicolo, il parere della Commissione è contrario.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Il parere Pag. 95del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 15.200, Matteo Bragantini 15.202 e Cirielli 15.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Palma, Buonanno.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 403
Maggioranza 202
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 353).
(La deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 15.18.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, quando il relatore aveva dato parere favorevole pensavo di aver sbagliato a scrivere l'emendamento. L'articolo 15 è un articolo importante, è l'articolo che riguarda le funzioni.
Noi con questo emendamento – poi ne vedremo altri, anche grazie al lavoro svolto in Commissione nelle settimane scorse; credo che sull'emendamento poi della Commissione e dei relatori potremmo arrivare ad astenerci, perché alcune importanti proposte avanzate da noi sono all'interno dell'emendamento dei relatori – chiediamo semplicemente che almeno tutte le funzioni che in questo momento svolgono le province vengano mantenute alle province, perché in realtà alcune di queste vengono tolte e a nostro avviso – poi vi sarà anche un altro emendamento più specifico – c’è un punto fondamentale sul quale noi chiediamo al relatore di riflettere ancora, anche con riferimento ai prossimi emendamenti e riguarda l'edilizia scolastica.
Noi riteniamo – e non solo noi: anche nelle audizioni fatte in Commissione ce l'ha detto Lupi, ce l'hanno detto molti amministratori provinciali e di tutte le forze politiche – che quella dell'edilizia scolastica sia prettamente una materia, insieme alla manutenzione stradale, di competenza provinciale, tanto più in quelle realtà appunto di periferia, appunto dell'entroterra, in cui alcuni comuni che non hanno molti abitanti e che non sono molto grandi hanno però le scuole secondarie che servono un territorio – e degli abitanti – più grande del proprio comune.
È chiaro che, dando quelle competenze ai comuni, noi rischiamo non solo di uscire da quella che è un'economia di scala, che può portare a risparmi, ma noi rischiamo che quei comuni non siano in grado, per strutture, per personale e per risorse, di gestire quelle scuole.
Quindi, questo potrebbe mettere in difficoltà molti alunni di comuni soprattutto montani e di comuni soprattutto piccoli, che, con difficoltà, potrebbero continuare il loro corso di studi.
E siccome noi abbiamo il compito in quest'aula di applicare in tutte le sue parti la Costituzione, dobbiamo tenere fermo il punto che tutti gli alunni e tutti gli studenti italiani debbano essere messi in grado di poter frequentare al meglio le scuole.
Quindi, noi riteniamo che questo sia uno dei primi emendamenti che ci dirà, con la competenza, che l'edilizia scolastica debba essere appunto una competenza di area vasta. (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Prima di passare alla votazione avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito i tempi a sua disposizione, ma essendone stata fatta richiesta, la Presidenza concederà a tale gruppo un tempo aggiuntivo pari a un Pag. 96terzo rispetto a quello originariamente previsto dal contingentamento.
Avverto che il gruppo Forza Italia ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza tuttavia, come già fatto in precedenti analoghe circostanze, consentirà ai deputati appartenenti a tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi, della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 15.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia ? Paola Bragantini ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 406
Astenuti 1
Maggioranza 204
Hanno votato sì 35
Hanno votato no 371).
(La deputata Mariani ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Ricordo che l'emendamento Vargiu 15.23 è stato ritirato.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 15.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giacomelli ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 409
Votanti 391
Astenuti 18
Maggioranza 196
Hanno votato sì 33
Hanno votato no 358).
Passiamo alla votazione del subemendamento Russo 0.15.900.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Centemero. Ne ha facoltà.
ELENA CENTEMERO. Signor Presidente, per dichiarare la posizione favorevole e il voto favorevole del gruppo di Forza Italia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, nei miracoli e nei capolavori celebrati quest'oggi, abbiamo fatto sì che il presidente della provincia, che cessa dal mandato di sindaco, non decade. Abbiamo anche fatto in modo che i consiglieri che cessano dal mandato di sindaco non decadono. Quindi, abbiamo moltiplicato di fatto il numero degli eletti. A dispetto di quanto si dice che non si moltiplica il numero degli eletti, abbiamo aumentato il numero degli eletti. Questo è il risultato che stiamo ottenendo con questa norma.
Ho commesso una leggerezza, Presidente. Ho elencato i comuni della provincia di Napoli che non aderiranno alla città metropolitana. Ovviamente, chiamano continuamente e, sempre per essere corretto, anche il renziano sindaco del comune di Afragola si è iscritto a questo elenco contro questo provvedimento.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 97
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Russo 0.15.900.1.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Luigi Di Maio, Zoggia, Gigli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 411
Maggioranza 206
Hanno votato sì 32
Hanno votato no 379).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Russo 0.15.900.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Taricco, Epifani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 391).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.900 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sani, Catania, Sorial...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 394
Astenuti 16
Maggioranza 198
Hanno votato sì 316
Hanno votato no 78).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.1000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 410
Votanti 393
Astenuti 17
Maggioranza 197
Hanno votato sì 315
Hanno votato no 78).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 15.206 e Matteo Bragantini 15.208, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania.... Giacomelli... Raciti..
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 414
Votanti 397
Astenuti 17
Maggioranza 199
Hanno votato sì 34
Hanno votato no 363).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 15.210, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.Pag. 98
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania... Marzana... Fossati....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 413
Votanti 397
Astenuti 16
Maggioranza 199
Hanno votato sì 33
Hanno votato no 364).
(Il deputato Cassano ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 15.223, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Spessotto... Pastorello....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 414
Maggioranza 208
Hanno votato sì 32
Hanno votato no 382).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 15.228 e Russo 15.229, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano... Iacono...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 412
Maggioranza 207
Hanno votato sì 32
Hanno votato no 380).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 15.232, Cirielli 15.233 e Matteo Bragantini 15.234, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone.. Nesci... Locatelli... Russo.... Giuditta Pini... Portas...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 416
Votanti 399
Astenuti 17
Maggioranza 200
Hanno votato sì 32
Hanno votato no 367).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Fabrizio Di Stefano 15.235, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Vezzali.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 405
Maggioranza 203
Hanno votato sì 31
Hanno votato no 374).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Russo 15.303, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Manfredi, Realacci, Ginefra, Grassi. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 412
Votanti 382
Astenuti 30
Maggioranza 192
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 365).
(Il deputato Sisto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Russo 15.238 e Cirielli 15.240, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sorial, Rostan. Hanno votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 408
Maggioranza 205
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 361).
Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Cirielli 15.241 e Matteo Bragantini 15.242, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà, per un minuto.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, sarei curioso di comprendere qual è quell'ente, anche di secondo livello, che consente a chi è stato eletto in quanto partecipe di un'assemblea – è il caso del presidente della provincia, che viene eletto in quanto sindaco o il caso dei consiglieri eletti in quanto sindaci –, qual è l'organismo, l'ente che già esiste di secondo livello che consente una cosa del genere. Faccio un esempio: il comitato dei sindaci delle ASL, piuttosto che qualunque comitato, qualunque ente governato da soggetti eletti in quanto titolari di una carica pubblica, puntualmente decadono quando cessa la carica iniziale. Qui, invece, abbiamo costruito un meccanismo per il quale presidente della provincia e consiglieri rimangono sostanzialmente per tutta la durata.
PRESIDENTE. La invito a concludere.
PAOLO RUSSO. Aggiungo anche un ulteriore elemento – qualche secondo –, cioè che si attribuisce particolare riferimento alla difesa del suolo. Allora, decidiamoci: questa provincia ha una grande importanza, una grande funzione, come pare voi volete rilevare o, viceversa, è da abolire come noi riteniamo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 15.241 e Matteo Bragantini 15.242, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Magorno, Toninelli, Coccia...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 407
Maggioranza 204
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 359).
(La deputata Coccia ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Squeri 15.246, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Grassi, Russo, Pilozzi, Miotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 405
Votanti 388
Astenuti 17
Maggioranza 195
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 358).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Squeri 15.247, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Pilozzi, Grassi, Basso, Locatelli, Paris, Giammanco, Tartaglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 401
Votanti 385
Astenuti 16
Maggioranza 193
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 355).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palmizio 15.248, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Folino, Spessotto, Ventricelli, Di Salvo, Palma, Nardella, Spessotto, Decaro, Quartapelle...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 403
Votanti 386
Astenuti 17
Maggioranza 194
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 356).
(I deputati Terzoni e Carlo Galli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Squeri 15.249, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Catania, Sorial, Rughetti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 407
Votanti 316
Astenuti 91
Maggioranza 159
Hanno votato sì 31
Hanno votato no 285).
(Il deputato Rughetti ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).Pag. 101
Passiamo alla votazione dell'emendamento Pilozzi 15.302.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, questo emendamento riguarda sempre le funzioni delle province ed è l'emendamento che riguarda la gestione dell'edilizia scolastica. Dato che sull'edilizia scolastica, tra qualche anno, vedremo che tipo di danno stiamo facendo al nostro Paese, noi abbiamo deciso di presentare un emendamento secco ed esplicito solo sulla gestione dell'edilizia scolastica, di modo che nessuno possa avere la scusa che fosse insieme ad altre funzioni ed altre attribuzioni. Noi riteniamo che la gestione dell'edilizia scolastica debba essere una competenza di area vasta. Pensare di dare la gestione dell'edilizia scolastica a tante parti provinciali del Paese, a tante parti dell'entroterra dell'Italia, a tanti comuni montani, significherà mettere in ginocchio l'edilizia scolastica, che noi sappiamo già essere in condizioni assolutamente precarie.
Quindi, noi abbiamo ritenuto, con il mio l'emendamento 15.302, di fare un emendamento puntuale. Invitiamo il relatore ed il Ministro a prendere seriamente in considerazione la possibilità che l'edilizia scolastica possa essere gestita da un ente di area vasta e non da comuni, spesso piccoli, che non hanno le capacità per poter gestire un impegno così gravoso (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, più andiamo avanti e più mi rendo conto della schizofrenia di chi ha immaginato questo provvedimento, ma anche di chi ci ha messo le mani nell'altro ramo del Parlamento. Infatti, si prevede che queste nuove province – che di fatto sono come quelle di prima, solamente che non vengono elette dai cittadini a suffragio universale, ma da una casta costituita dai partiti – prevedano la programmazione provinciale della rete scolastica nel rispetto ovviamente dell'ente regionale, ma non si prevede che ad esse sia assegnata la manutenzione ad implemento delle strutture scolastiche e così via. C’è qualcosa che non torna, c’è una mano che ragiona in un modo e poi tante altre braccia, costituite dai comuni medio, piccoli e grandi, comunque comuni, che devono possedere per un bacino di studenti che vengono anche da altri comuni, quindi non con tasse proprie. Ma di cosa stiamo parlando ? Sono poi gli stessi comuni sottoposti al regime dei vincoli del Patto di stabilità. Ministro, lei ha fatto anche il sindaco, dovrebbe saperle queste cose ! C’è veramente molto che non torna (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, questa è una delle questioni centrali di questo provvedimento. Come pensare di moltiplicare i centri di spesa ? La Corte dei conti ha già rilevato puntualmente – lo ha scritto in una relazione straordinaria che ha depositato agli atti di questo Parlamento – che in buona sostanza, moltiplicando i centri di spesa, nella fattispecie moltiplicandoli per 50 – per ben 50 ! – arriviamo quasi a 7 mila stazioni appaltanti per la manutenzione, ma soprattutto per un disegno strategico che riguardi l'edilizia scolastica. Guardate, così fatto, il provvedimento diventa un'aggressione straordinaria al diritto allo studio dei nostri ragazzi. È l'ennesimo errore che si innesta in un corpo obiettivamente malato.
PRESIDENTE. Avverto che il gruppo Lega Nord e Autonomie ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza. La Presidenza, tuttavia, consentirà ai deputati appartenenti a tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi della durata Pag. 102di un minuto, da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'emendamento Pilozzi 15.302, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Iacono, Gozi, Baruffi, Bargero, Tripiedi, Ciprini, Rostellato, Grillo, Schirò...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 404
Votanti 325
Astenuti 79
Maggioranza 163
Hanno votato sì 50
Hanno votato no 275).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Squeri 15.250, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani, Milanato, Cassano, Petraroli, Rostellato, Ciprini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 321
Astenuti 76
Maggioranza 161
Hanno votato sì 47
Hanno votato no 274).
(I deputati Lotti e Gadda hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Squeri 15.251, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Murer, Campana, Gozi, Gribaudo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 306
Astenuti 85
Maggioranza 154
Hanno votato sì 31
Hanno votato no 275).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Fabrizio Di Stefano 15.252, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e parere favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, intervengo per dichiarazione di voto a titolo personale. Questo è un emendamento che mi sento di appoggiare perché va incontro al disegno, seppur scellerato, del Governo, però rafforzerebbe quella che è l'intesa tra gli enti locali territoriali.
Non so se, Ministro, lei ha avuto modo di leggerlo, ma questo aggiungerebbe delle competenze e delle funzioni alla provincia eletta, composta da consiglieri comunali e composta da sindaci, ed altro, e darebbe ulteriori poteri proprio per poter coordinare la fase amministrativa tra enti. Quindi, io pregherei il Ministro di rivedere il proprio parere contrario.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 103Fabrizio Di Stefano 15.252, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ventricelli, Garavini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 304
Astenuti 89
Maggioranza 153
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 274).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Balduzzi 15.83. Su questo emendamento la Commissione ha espresso parere favorevole con riformulazione e vi è il parere favorevole del relatore di minoranza.
Onorevole Balduzzi, accetta la riformulazione proposta dalla Commissione ?
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, accetto la riformulazione ma siccome la riformulazione è l'espunzione del secondo periodo faccio presente che tra il primo e il secondo periodo c’è un nesso. Lo preciso brevemente. Si tratta di andare a individuare i compiti e i servizi che sono ricompresi nelle funzioni fondamentali della provincia. È un problema storico e annoso. Noi abbiamo l'indicazione delle funzioni ma non sappiamo che cosa queste significano.
Io prendo atto del parere del relatore per la maggioranza e del Governo. Chiederei, però, al Ministro formalmente anche se c’è la possibilità di recuperare, nella fase successiva della discussione, questo rapporto tra il primo e il secondo periodo dell'emendamento.
PRESIDENTE. Prego, Ministro Delrio.
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, c’è sicuramente la disponibilità a ragionare di questo riordino, appunto, delle funzioni e dei servizi. Come lei sa, la nostra intenzione è quella di strutturare un ente di area vasta che abbia poche funzioni, peculiari e caratteristiche. La manutenzione di una scuola non è una funzione peculiare di area vasta, tant’è vero che è esercitata da tantissimi altri enti, a partire dai comuni. Quindi, a questo riordino certamente ci sarà bisogno di ripensare e nella discussione al Senato il Governo valuterà con maggiore attenzione il collegamento tra i due periodi.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, quindi vi è un nuovo testo che leggeremo dal Senato, che è il riordino del riordino, cioè il tentativo di riordinare ciò che malamente si è cercato qui di mettere in campo.
Intanto, io apprezzo questa considerazione del Ministro, perché sta a significare che ha compreso che c’è da rimettere mano su questa norma, c’è da rileggerla, c’è da riscriverla e c’è da risistemarla, a partire dalle sollecitazioni sagge e intelligenti che il collega Balduzzi poneva.
Intanto, è vero che non è funzione di area vasta quella della manutenzione di una scuola, ma è vero anche che nella programmazione di quelle scuole non si può non pensare che ci sia un ente che abbia un senso di area vasta e che eviti la moltiplicazione della spesa e la riduzione della speranza di istruzione e di scolarizzazione dei ragazzi che vivono nei centri più piccoli.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Matteo Bragantini. Ne ha facoltà per un minuto.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, io apprezzo le dichiarazioni del Pag. 104Ministro, però volevo proprio ricordare che la gestione delle scuole non è semplice manutenzione ma è anche il sapere dove individuare le scuole superiori, in quale comune, e soprattutto dopo fare il ragionamento anche per i trasporti per gli alunni. Dunque, c’è tutto un discorso di programmazione e gestione. Dunque, se si decide di fare un polo unico, in un comune che magari è piccolo e che, però, per motivi logistici e infrastrutturali è ottimo per fare questa scuola, poi non possiamo dire a questo comune di pagarsi le spese per la gestione.
Per questo è importante che sia un ente di area vasta che gestisca tutta questa logica, anche perché sappiamo benissimo che ogni sindaco ha la voglia di portare a casa il più possibile, sperando che dopo qualcuno paghi per tutti. Dunque, se c’è un ente di un livello superiore che fa una sintesi appropriata forse è molto, molto più efficiente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. Signor Presidente, io ho fatto fino a pochi mesi fa l'assessore provinciale. Non mi occupavo di edilizia scolastica ma mi occupavo di strade (ero l'assessore alla viabilità).
Però devo dire che era una bella lotta quando quei pochi milioni che avevamo a disposizione da impiegare per gli 840 mila nostri concittadini dovevamo spartirceli tra sistemare le buche, realizzare una rotatoria che mieteva decine di morti all'anno, ahinoi, o sistemare una scuola dal cui tetto cadevano i calcinacci, piuttosto che mettere a norma quella stessa scuola, adeguandola alle norme antisismiche e anti incendio e alle ulteriori norme che man mano questo Parlamento continuava velocemente ad emanare, senza poi dare con l'altra mano i soldi. Era un gran problema. Però effettivamente sono d'accordo con il collega Bragantini...
PRESIDENTE. Concluda, il suo tempo è scaduto.
EMANUELE PRATAVIERA. Presidente, io mi appello alla sua sensibilità. Io sto cercando in tutti i modi di far ricredere questo Parlamento, mi dia una mano anche lei. È un fatto personale.
PRESIDENTE. Però lei deve concludere, perché il suo intervento è a titolo personale.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Balduzzi 15.83, nel testo riformulato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Patriarca...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 304
Astenuti 89
Maggioranza 153
Hanno votato sì 303
Hanno votato no 1).
(Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Cirielli 15.260, Russo 15.261 e Matteo Bragantini 15.262, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Stumpo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 316
Astenuti 75 Pag. 105
Maggioranza 159
Hanno votato sì 49
Hanno votato no 267).
(Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Gli emendamenti che seguono sono preclusi dall'emendamento 15.900 della Commissione fino all'emendamento Pilozzi 15.274, che votiamo, con il parere contrario della Commissione e del Governo e del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, questo emendamento che noi abbiamo presentato a questo provvedimento è un emendamento fondamentale per Sinistra Ecologia Libertà ed è un emendamento fondamentale per tutti quegli italiani che hanno votato al referendum contro la privatizzazione dell'acqua. Vede, e mi rivolgo al Ministro Delrio, io ho letto molte sue interviste in questi giorni su giornali nazionali molto importanti in cui si diceva sempre che questa abolizione delle province, almeno come voi la chiamate, ma poi abbiamo visto che di questo non si tratta, è per mettersi in connessione con l'opinione pubblica, con i cittadini. E noi vi proponiamo un emendamento che non è che forse è in connessione con l'opinione pubblica e con i cittadini, ma è un emendamento che rispecchia la volontà di 27 milioni di italiani che hanno detto a chiare lettere «no» alla privatizzazione dell'acqua. Con questo emendamento, caro Ministro, noi rimettiamo anche una certa parità sul nostro territorio nazionale, perché dopo il referendum è avvenuto che chi oggi vuole fare gare per privatizzare l'acqua non può farlo, ma chi le aveva già fatte in realtà rimane con una gestione privata.
Questo emendamento, invece, dà la possibilità di ripubblicizzare l'acqua, dà la possibilità a quei cittadini, che oggi vedono un bene primario, come l'acqua, gestito da società private a scopo di lucro, di tornare in possesso di un bene primario come l'acqua, che deve essere pubblica.
Quindi, noi vi invitiamo veramente a votare questo emendamento e ve lo diciamo in un momento particolare, in un passaggio particolare di quest'Aula. Basta guardarsi intorno per capire che siamo di nuovo al limite con il numero legale. Vi invito a ragionare seriamente su come votare su questo emendamento.
Questo emendamento non solo renderebbe giustizia a tutti quei cittadini, ma riuscirebbe a dare una dignità anche a questa legge; una legge che non solo toglie ai cittadini il diritto di votare e il diritto di poter amministrare i propri territori, ma che non dà la possibilità ai cittadini di tornare in possesso dell'acqua.
Lo dico perché questa è una battaglia che abbiamo fatto in Commissione. Abbiamo tentato sempre, in questi mesi, di capire in quale passaggio avremmo potuto inserire un emendamento ed una possibilità così importante. Credo che oggi votare contro questo emendamento significhi votare contro la volontà di 27 milioni di italiani.
Nessuno può permettersi questa cosa ! Concludo questo mio intervento: stiamo per approvare questo provvedimento in un periodo natalizio e io credo veramente, tenendo conto delle bollette che nella mia provincia arrivano in questi giorni, dove l'acqua, con una gara esclusivamente privata, è stata privatizzata al 100 per cento, che noi, con questo semplice emendamento, finalmente faremo un regalo di Natale a 27 milioni di cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pilozzi 15.274, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Albanella, Paola Bragantini, Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 106
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 380
Astenuti 5
Maggioranza 191
Hanno votato sì 112
Hanno votato no 268).
(La deputata Culotta ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).
L'emendamento successivo Vargiu 15.309 è stato ritirato.
Passiamo all'emendamento Cicu 15.800.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 15.800, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Ottobre...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 389
Votanti 300
Astenuti 89
Maggioranza 151
Hanno votato sì 39
Hanno votato no 261).
(La deputata Palma ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).
Gli emendamenti Cicu 15.801 e Palese 15.307 e 15.308 sono preclusi dall'emendamento 15.900 della Commissione.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Cicu 15.802, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, non si può non intervenire dopo il precedente voto sull'emendamento di SEL, perché mi è parso di ascoltare un leggero «pizzino» che SEL mandava ai loro amici del Partito Democratico, «pizzino» a quanto pare non raccolto dai colleghi del Partito Democratico. Magari, mi aspetto anche delle conseguenze da parte dei colleghi di SEL, visto che hanno annunciato che magari facevano saltare le attuali votazioni per mancanza del numero legale, visto che adesso stanno facendo la stampella del Partito Democratico, come fanno ogni volta che il Partito Democratico e l'attuale maggioranza magari rischia di andare sotto, considerando che non hanno raggiunto il numero legale nella precedente votazione (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Colleghi !
ANDREA COLLETTI. Allora, colleghi di SEL, dimostrate con i fatti che siete conseguenti, perché voi siete degli «scendiletto» del PD in questo momento, come il vostro Presidente della Camera (Proteste dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Ecologia Libertà – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Colleghi ! Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Di Salvo. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signora Presidente, solo per dire che SEL decide da sola cosa fare, sempre (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), e per invitare l'onorevole Colletti a guardarsi in uno specchio mentre declama le cose che ha detto prima. Ne avrebbe uno spettacolo orripilante (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) !
Pag. 107 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 15.802, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
Brandolin, Paris, Crippa...
(Presenti 387
Votanti 385
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 48
Hanno votato no 337).
(Il deputato Motta ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 278
Hanno votato no 115).
(Esame dell'articolo 15-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15-bis e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 15-bis.1000 della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Il parere sull'emendamento 15-bis.1000 della Commissione è favorevole.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza non è in Aula.
Invito il Governo ad esprimere il parere.
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 15-bis.1000 della Commissione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signora Presidente, intervengo solo per dire che anche qui la Commissione presenta un emendamento, un subemendamento ad un emendamento proposto in Commissione da SEL e approvato all'unanimità in Commissione, tranne che da quelli che se ne erano andati perché avevano altro da fare. Ma detto questo, SEL in questo provvedimento è stato la stampella degli italiani, non la stampella di qualche partito, per essere chiari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). E noi, con questo emendamento, abbiamo fatto approvare una cosa importante, e cioè che riguardo ai subcommissari delle province, che fino ad ora erano subcommissari di nomina prefettizia e cumulavano, dunque due stipendi, uno dalla prefettura e uno dalle province, con questo nostro emendamento approvato, ora questa cosa non è più possibile.
Quindi, caro Colletti, io vi inviterei a fare emendamenti, a far approvare in Commissione cose utili per i cittadini e non a fare chiacchiere qui dentro, perché la potevate fare in Commissione qualcosa di utile per questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Intervengo per esprimere parere favorevole sull'emendamento 15-bis.1000 della Commissione.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15-bis.1000 della Commissione. Dichiaro aperta la votazione... Revoco la votazione. Però fatevi vedere prima, colleghi. Magari aiutatemi...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
ANDREA COLLETTI. Io davvero, anche se non c'entra con l'emendamento, vorrei rispondere ai colleghi di SEL, ma non ne vale la pena.
PRESIDENTE. No, onorevole Colletti...
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15-bis.1000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cera.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato sì 323
Hanno votato no 74).
(Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15-bis, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Marzano, Ciprini.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 394
Maggioranza 198
Hanno votato sì 317
Hanno votato no 77).
(Esame articolo 15-ter – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15-ter (vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15-ter.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Melilla.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 389
Astenuti 1
Maggioranza 195
Hanno votato sì 308
Hanno votato no 81).
Chiedo adesso ai relatori e al Governo di esprimere il parere sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 15-ter.05. Prego, onorevole Bressa.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario.
Pag. 109PRESIDENTE. Onorevole Bragantini ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 15-ter.05.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Il parere del Governo è conforme a quello del relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Pilozzi 15-ter.05
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, visto che stasera abbiamo capito che un gruppo parlamentare è favorevole ai doppi incarichi e ai doppi stipendi, credo che abbiamo fatto un po’ di chiarezza con questi ultimi due voti.
Invece, questo articolo aggiuntivo, Pilozzi 15-ter.05, rende ancora più stringente il contenimento della spesa pubblica attraverso lo scioglimento degli enti inutili.
Infatti, noi scriviamo che gli enti intermedi ovvero gli enti, le agenzie, i consorzi pubblici, gli Ato e gli organismi pubblici, comunque denominati, che svolgono funzioni di governo di area vasta, sono soppressi e le relative competenze sono attribuite alle province e alle città metropolitane.
Questa è una proposta emendativa che va appunto di nuovo nella direzione non solo di diminuire i costi e di diminuire le poltrone, ma va nella direzione della semplificazione.
In questo Paese non si capisce più bene chi fa chi ed è chiaro che di questo emendamento, che io ho riproposto, una parte è stata già presa dai relatori. L'ultimo punto, che è il punto 3, è quello dove noi chiediamo che vengano sciolte le società pubbliche che non gestiscono servizi pubblici essenziali. Noi abbiamo assistito nel nostro Paese in questi ultimi anni, per esempio, alla nascita di una miriade di società aeroporto: praticamente quasi tutte le province si sono dotate di società per fare studi, per fare piani di fattibilità per vedere se era possibile appunto, su quella provincia, costruire o meno un aeroporto. Noi riteniamo – e questo è un esempio – che queste società vadano sciolte al più presto e vadano poste in liquidazione al più presto.
E soprattutto, con questa proposta emendativa poniamo fine a questa storia, nel senso che non sarà più possibile per alcun ente pubblico costituire società solo al fine di costruire prebende, poltrone, indennità senza avere invece una vera e propria gestione di servizi pubblici essenziali.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, come relatore di minoranza vorrei spiegare il parere contrario su questa proposta emendativa: noi ovviamente abbiamo presentato delle proposte emendative simili e mi riferisco ad articoli successivi. Su questa abbiamo espresso il parere contrario per un semplicissimo motivo: dire che con una legge statale si sopprimono degli enti che sono di competenza regionale è contro il nostro concetto di federalismo. Dunque, se sono di competenza delle regioni, tuttalpiù il Governo può invitare.
Per quanto riguarda le società, noi siamo i primi a dire che bisogna chiudere quelle che non servono, tanto è vero che è da sei anni che continuiamo, il sottoscritto e il mio gruppo, a fare una battaglia perché vengano abolite le plusvalenze per quanto riguarda la liquidazione degli enti e degli enti territoriali, perché in questo modo tantissime società che non hanno più senso di esistere, rimangono in essere solo perché se venissero sciolte verrebbero a creare una plusvalenza e gli enti locali dovrebbero pagare dei soldi allo Stato e rimangono lì «parcheggiate» solo per questo motivo. Dunque questa è la motivazione per cui abbiamo dato il parere negativo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 15-ter.05.
Dichiaro aperta la votazione.
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole Russo, non ha alzato la mano in tempo. Andiamo avanti.
(Segue la votazione).
Cassano ? Tancredi ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 388
Votanti 387
Astenuti 1
Maggioranza 194
Hanno votato sì 26
Hanno votato no 361).
Avverto che il gruppo Sinistra Ecologia Libertà ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza.
La Presidenza tuttavia consentirà ai deputati appartenenti a tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto, da imputare ai tempi previsti nel contingentamento per gli interventi a titolo personale.
(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, il parere sugli identici emendamenti Nesci 16.2 e Matteo Bragantini 16.7 è contrario. Il parere è altresì contrario sull'emendamento Centemero 16.350.
PRESIDENTE. Relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sugli identici emendamenti Nesci 16.2 e Matteo Bragantini 16.7 e sull'emendamento Centemero 16.350.
PRESIDENTE. Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo agli identici emendamenti Nesci 16.2 e Matteo Bragantini 16.7.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Russo. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, intanto non è mai nostro ritardo, non può essere nostro ritardo. Noi alziamo la mano, non possiamo fare altro.
PRESIDENTE. Se non mi viene reso noto, io non la vedo e, dunque...
PAOLO RUSSO. Non c’è dubbio, la chiamerò al telefono la prossima volta (Commenti). Detto questo... detto questo... perché c’è tanta agitazione ?
PRESIDENTE. Prego, vada avanti. Faccia il suo intervento.
PAOLO RUSSO. Sarà una telefonata di cortesia, non sarà una telefonata offensiva.
PRESIDENTE. Faccia il suo intervento.
PAOLO RUSSO. Intanto abbiamo appurato un altro principio con l'emendamento precedente, che non volete che le province scompaiano. Ma questo era chiaro. Voi volete addirittura sottrarre, Pag. 111eliminare altri enti intermedi. Pensate ai consorzi di bonifica. Se c’è una cosa che funziona nel nostro Paese sono i consorzi di bonifica. Volete sottrarre quelle competenze ai consorzi di bonifica. Vi ricorderei da questo punto di vista che, se Venezia è sopra l'acqua, è perché c’è un consorzio di bonifica che funziona. Volete sottrarre quelle competenze e affidarle alle province che volete abolire. Davvero la confusione regna sovrana.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, più che sull'emendamento, sull'ordine dei lavori. Vorrei sottolineare un aspetto e chiedo scusa al collega Russo. Penso che al Presidente della Camera non si ci debba rivolgere così. Penso che lei, Presidente, debba avere il massimo rispetto. Poi voglio anche farle un complimento: questo ciuffettino la rende anche un pò più giovanile.
PRESIDENTE. Lasci stare queste considerazioni, onorevole Buonanno, la prego.
GIANLUCA BUONANNO. No, ma mi faccia finire.
PRESIDENTE. Prego, finisca.
GIANLUCA BUONANNO. Per dire che io, quando arriva il Natale anche, l'ultimo dell'anno, io mi chiamo Buonanno, quindi è la mia festa, no ?
PRESIDENTE. Lo capisco.
GIANLUCA BUONANNO. Volevo dirle che sono proprio più buono e, allora, se lei ha bisogno, quando c’è qualcuno, qualche diatriba, qualche urla in più, io sono a disposizione per cercare di calmierare la situazione.
PRESIDENTE. La ringrazio.
GIANLUCA BUONANNO. Perché veramente sono dalla sua parte.
PRESIDENTE. La ringrazio, ma credo di sapermi difendere da sola (Applausi). La ringrazio.
GIANLUCA BUONANNO. No, ma io la voglio aiutare lo stesso.
PRESIDENTE. Bene, andiamo avanti allora.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nesci 16.2 e Matteo Bragantini 16.7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cassano, Giulietti, Scotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 399
Maggioranza 200
Hanno votato sì 103
Hanno votato no 296).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Centemero 16.350, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lacquaniti, Dellai, Nardella, Nuti...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 401
Maggioranza 201
Hanno votato sì 25
Hanno votato no 376).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16.Pag. 112
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 400
Votanti 381
Astenuti 19
Maggioranza 191
Hanno votato sì 281
Hanno votato no 100).
Dovremmo passare all'esame dell'articolo 18.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO, Presidente della I Commissione. Signor Presidente, di seguito ad un parere della Commissione bilancio, ovviamente in data di oggi, siamo nella necessità di dover riunire per cinque minuti il Comitato dei nove per esprimere il parere su questa presa di posizione della Commissione bilancio nonché su un subemendamento molto semplice, Matteo Bragantini 0.23.1000.1. Chiedo che il Comitato dei nove si riunisca qui nella sala del Governo per cinque minuti esatti.
PRESIDENTE. Sta bene. Sospendo la seduta che riprenderà alle 21,40.
La seduta, sospesa alle 21,25, è ripresa alle 21,45.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Amici, Balduzzi, Baretta, Berretta, Bindi, Brunetta, Caparini, Carrozza, Dambruoso, Damiano, Dellai, Epifani, Ferranti, Fontanelli, Franceschini, Alberto Giorgetti, Giancarlo Giorgetti, Kyenge, Letta, Orlando, Pisicchio, Realacci, Andrea Romano, Sani, Speranza e Vito sono in missione a decorrere dalla ripresa notturna della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente cinquantanove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Si riprende la discussione del disegno di legge n. 1542-A.
PRESIDENTE. Avverto che la Commissione ha presentato il subemendamento 0.18.1000.1, che è distribuzione, al fine di recepire una condizione espressa dalla V Commissione (Bilancio) volta a garantire il rispetto dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione.
Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato da ultimo approvato l'articolo 16.
(Esame dell'articolo 18 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Sannicandro 18.300 e Toninelli 18.18. L'emendamento Balduzzi 18.201 non so se è stato ritirato, mi dovrebbe soccorrere lei su questo, Presidente.
Pag. 113PRESIDENTE. Ricordo che l'emendamento Balduzzi 18.201 risulta ritirato prima dell'inizio della seduta. Quindi, adesso figura il subemendamento 0.18.1000.1 della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo subemendamento 0.18.1000.1, che è la condizione posta dalla V Commissione (Bilancio), nonché del suo emendamento 18.1000. La Commissione esprime parere contrario sui successivi emendamenti Invernizzi 18.200, Pilozzi 18.214, Piazzoni 18.301...
PRESIDENTE. No, l'emendamento Piazzoni 18.301 è precluso.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Sarà precluso nel momento in cui lo voteremo. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Roberta Agostini 18.302, ovviamente solo con riferimento al comma 6, perché, come lei ha ricordato, la parte precedente risulterà preclusa dall'approvazione dell'emendamento 18.1000 della Commissione.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento Sannicandro 18.300; parere contrario sull'emendamento Toninelli 18.18; mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Balduzzi 18.201; esprimo parere favorevole sull'emendamento Invernizzi 18.200, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Pilozzi 18.214; esprimo parere contrario sugli emendamenti Piazzoni 18.301 e Roberta Agostini 18.302; parere favorevole sul subemendamento 0.18.1000.1 della Commissione relativo alla condizione della V Commissione (Bilancio) e sull'emendamento 18.1000 della Commissione.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
NAZZARENO PILOZZI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, solo per dire che ritiro l'emendamento a mia prima firma 18.214, perché è ricompreso nel nuovo emendamento della Commissione.
PRESIDENTE. Lo tratteremo dopo, onorevole Pilozzi. Comunque, sta bene.
Passiamo alla votazione dell'emendamento Sannicandro 18.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 18.300, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paris, Melilli, Malpezzi, Nardella, Palma...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 283
Votanti 281
Astenuti 2
Maggioranza 141
Hanno votato sì 12
Hanno votato no 269).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 18.18. Non essendo presente l'onorevole Toninelli, si intende che vi abbia rinunziato.Pag. 114
Passiamo alla votazione del subemendamento 0.18.1000.1 della Commissione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.18.1000.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Rampi...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 291
Votanti 289
Astenuti 2
Maggioranza 145
Hanno votato sì 283
Hanno votato no 6).
(I deputati Cani e Piccoli Nardelli hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.1000 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Gregori, Fontana... (Al rientro in Aula dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie vivi commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico). Colleghi, per cortesia, avete facoltà di applaudire se credete, ma non potete insultare i colleghi....
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 313
Votanti 311
Astenuti 2
Maggioranza 156
Hanno votato sì 294
Hanno votato no 17).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Invernizzi 18.200.
ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, credo che esista una disposizione dell'Ufficio di Presidenza che vieta di fare fotografie in Aula. Ci sono dei colleghi che stanno facendo fotografie in Aula. Credo che bisogni provvedere in qualche modo.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMILIANO FEDRIGA. Signor Presidente, inviterei i colleghi della maggioranza invece di applaudire coloro che entrano in Aula di applaudire SEL, che è il gruppo che gli permette di mantenere il numero legale (Applausi dei deputati dei gruppi Lega Nord e Autonomie e MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà. Colleghi, per favore, per favore, per favore !
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, sono felice, come diceva il collega Fedriga, di aver visto realmente stasera qual è la maggioranza che regge questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). In più, a parte ancora una volta l'educazione dei colleghi...
PRESIDENTE. Onorevole D'Ambrosio, mi perdoni, lei sta intervenendo per dichiarazione di voto. Ha facoltà di farlo, ma sta intervenendo per dichiarazione di voto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Chiaramente, Presidente.
Pag. 115PRESIDENTE. La invito a dichiarare il voto.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Il mio voto, in questo senso, tra cinque minuti. La dichiarazione dura cinque minuti, credo, Presidente.
PRESIDENTE. Ho capito, però... va bene tutto, almeno faccia finta...
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Ci provo. Dicevo, Presidente, nel momento in cui ci troviamo in quest'Aula a parlare di un atto importante, che è quello delle province, vediamo che questa maggioranza, alla fine, senza quella che è una parte di questa maggioranza di fatto che stasera sta aiutando a reggersi su quest'atto, è addirittura contraria all'atto stesso. Quindi, state portando avanti un atto grazie ad una parte di questo Parlamento che è contraria a quell'atto stesso. Allora devo dire: sono molto felice... (Commenti). Presidente, l'educazione noto che è ancora...
PRESIDENTE. Per favore, abbiamo tutti interesse a uno svolgimento sereno, o almeno decente, dei nostri lavori. Prego, onorevole D'Ambrosio. Si attenga.
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Sì Presidente, termino. Dicevo che proprio per questo, inaugurando con questo atto il nuovo corso della politica del nuovo segretario, in qualche modo, del Partito Democratico, ci rendiamo conto effettivamente che la politica che porta Renzi all'interno di questo Parlamento è veramente nuova, è quella della Prima Repubblica in cui la maggioranza si regge grazie ad una stampella. Grazie e buon lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
TITTI DI SALVO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TITTI DI SALVO. Signor Presidente, verrebbe da dire: è la democrazia, bellezza (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà, Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia) !
Però, aggiungo che la capigruppo ha deciso all'unanimità di concludere il provvedimento. E questo è un impegno che ci eravamo presi tutti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, prima non ho fatto in tempo a dire una cosa che però penso sia utile dire. Visto che, purtroppo, in quest'Aula, i piccoli comuni vengono spesso considerati poco o non considerati, nel subemendamento che abbiamo approvato, lo 0.18.100.1, quello che la Commissione bilancio ci impone di approvare, c’è scritto: legislazione vigente, previa specifica attestazione del collegio dei revisori dei conti. Siccome si riferisce a piccoli comuni, credo sia importante sapere che non esiste il collegio dei revisori dei conti, ma esiste il revisore unico. Quindi, visto anche che questo emendamento andrà al Senato, penso che sia importante. Questa stasera abbiamo – almeno noi –, la stampella dei cittadini italiani, consentito che la legge Severino si applichi anche ai commissari, e consentito che le doppie poltrone, in questo Paese, prendano un «bel colpo». Se fosse stato per qualcun altro, che non so chi e non so a chi a questo punto fa da stampella, la legge Severino non si sarebbe applicata ai commissari e noi avremmo ancora le doppie poltrone e i doppi stipendi (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) !
Qui siamo per lavorare, non siamo per uscire quando magari qualcuno che è fuori di qui perché a lui si è applicata la Severino ci dice che dobbiamo uscire (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Ecologia Libertà e Partito Democratico) !
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Castelli. Ne ha facoltà.
LAURA CASTELLI. Presidente, non riesco a parlare !
PRESIDENTE. Colleghi, colleghi, chiedo scusa. Chiedo scusa, onorevole Castelli, solo per una precisazione. Per un errore materiale, non ero stato informato che il gruppo di SEL, avendo esaurito i tempi, ha diritto a un solo minuto. Mi scuso con l'Assemblea per aver concesso all'onorevole Pilozzi più tempo di quello a cui aveva diritto. Prego, onorevole Castelli.
LAURA CASTELLI. Signor Presidente, anch'io userò solo un minuto per andare in dissenso con il mio collega perché, in realtà, quest'oggi, SEL ha privatizzato il trasporto pubblico locale a Torino ed è complice di aver votato a favore della privatizzazione del trasporto pubblico a Torino (Commenti dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.
Se riusciamo a ridurre queste urla belluine, riusciamo ad essere tutti un po’ più sereni. Lo dico a tutti, a entrambi gli schieramenti. Prego, onorevole Colletti.
ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, mi riallaccio all'intervento precedente, che parlava di doppi incarichi per quanto riguarda anche eventualmente le province, ma riguarda anche le regioni, i comuni e anche i parlamentari.
Io mi ricordo che all'inizio della legislatura c’è stato un parlamentare della maggioranza e poi forse dell'opposizione che aveva un doppio incarico, come presidente di regione e come deputato. Mentre svolgeva questo doppio incarico, faceva anche certe telefonate, nelle quali derideva coloro che chiedevano verità sui malati di tumore. Magari qualcuno potrebbe rispondere in quest'Aula perché forse si dovrebbe sentire chiamato in causa quando si parla di determinati morti di tumore. Fate qualcosa per queste cose (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
PRESIDENTE. Onorevole Colletti, la invito ad attenersi al merito.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buonanno. Ne ha facoltà.
GIANLUCA BUONANNO. Signor Presidente, mi dispiace che prima c'era la Presidente e avrei voluto dirle io: «Questa è la democrazia, bellezza» ma non c’è più la Presidente, quindi non possiamo più dirlo.
PRESIDENTE. Sì, onorevole Buonanno, evitiamo !
GIANLUCA BUONANNO. Però, invece volevo dire una cosa diversa. Tra tre giorni e due ore è Natale. Stiamo qui tutti tranquilli e pacati perché il Natale è un giorno importante e, se siamo tutti più buoni, facciamo bella figura. Però una cosa a SEL la voglio dire.
PRESIDENTE. Sì, ma la dica in relazione al testo. Io apprezzo la sua versione natalizia, onorevole Buonanno, però cerchiamo di attenerci al testo perché credo che così evitiamo di risponderci a vicenda fino alla mezzanotte, che poi diventa anche un momento di natività.
GIANLUCA BUONANNO. Io invece non apprezzo quando lei ha una «convergenza» che tira tutta a sinistra, questa sera.
Dicevo che ho sentito da parte di SEL la questione del doppio incarico, che è importante e così via; allora, voi, cari colleghi di Sinistra Ecologia Libertà, appoggiate una maggioranza che ha al Governo un signore che fa il sindaco di Salerno e fa il Viceministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Buonanno. Il suo tempo è scaduto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sibilia. Ne ha facoltà.
CARLO SIBILIA. Signor Presidente, ho sentito parlare «Siderurgia e Libertà» di doppi incarichi, ma ancora oggi tra le loro fila siede il deputato Giordano, che è sia consigliere comunale, sia deputato...
PRESIDENTE. Si attenga al merito, onorevole Sibilia.
CARLO SIBILIA.... quindi non ci venissero a fare la paternale. Il 2 per cento... (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Onorevole Sibilia. La ringrazio.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà. Colleghi, con una premessa: se cominciamo a «beccarci» l'uno con l'altro noi qui veramente arriviamo alla mezzanotte stazionando sul testo. Avendo già la Conferenza dei presidenti di gruppo sostanzialmente stabilito un certo percorso, non so quanto questo sia utile all'economia dei lavori.
Prego, Presidente Buttiglione.
ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, la memoria non mi sovviene, ma mi sembra di ricordare che c’è un articolo del Regolamento che dice che gli interventi devono attenersi all'ordine del giorno. Mi sfugge la connessione degli ultimi interventi con l'ordine del giorno. Se mi può aiutare.
PRESIDENTE. Sfugge anche alla Presidenza ed è il motivo per cui abbiamo richiamato diversi colleghi.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Invernizzi 18.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Giammanco, Palma, Luigi Gallo non riesce a votare. Frusone. Però, non riusciamo a vedere se votate perché i vostri colleghi sono in piedi davanti a voi. Solo per capire se hanno votato. Fateci almeno un segno. Onorevole Gallo, è riuscito a votare ? Perfetto. Hanno votato tutti ? Currò. Perfetto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 392
Astenuti 1
Maggioranza 197
Hanno votato sì 43
Hanno votato no 349).
A questo punto ricordo che l'emendamento Pilozzi 18.214 è ritirato. Il successivo emendamento, Piazzoni 18.301, è precluso dall'emendamento 18.100 della Commissione. Nell'emendamento successivo, vale a dire l'emendamento Roberta Agostini 18.302, la prima parte è preclusa. Resta quindi «viva» la seconda parte e, quindi, dalla parole «aggiungere, in fine, il seguente comma: 6. All'articolo (...)». Pertanto, in questo caso corrispondendo alla riformulazione si intende abbia il parere favorevole della Commissione e del Governo, mentre il parere del relatore di minoranza è contrario.
Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Roberta Agostini 18.302 per la parte non preclusa.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
La votazione va avanti, collega Giordano. Abbiamo facoltà poi di chiedere la parola nel momento opportuno. La Presidenza Pag. 118scusi... Io non posso distrarmi, ha ragione. Le chiedo scusa, però... Giacché è anche accolto... Gallo, Battelli. È scoppiata la postazione. No, non funziona. Provi. Battelli. Gallo è riuscito a votare ? Battelli pure ? Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 387
Maggioranza 194
Hanno votato sì 291
Hanno votato no 96).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Sempre Battelli e Gallo. Provate a votare anziché a sbloccare la postazione. Ci siamo ? Currò. Carfagna non riesce a votare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 391
Maggioranza 196
Hanno votato sì 280
Hanno votato no 111).
(Esame dell'articolo 20 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Simoni. Ci siamo ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 386
Votanti 384
Astenuti 2
Maggioranza 193
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 107).
(Il deputato Palma ha segnalato che non è riuscito a votare).
(Esame dell'articolo 20-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20-bis (vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Hanno votato tutti ? Caparini non riesce a votare. Ha votato. Buonanno, Monchiero.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 389
Maggioranza 195
Hanno votato sì 279
Hanno votato no 110).
(Il deputato Cariello ha segnalato che non è riuscito a votare).
(Esame dell'articolo 20-ter – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20-ter e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).Pag. 119
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 20-ter.1000.
PRESIDENTE. Lo intuivo. Qual è il parere del relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ? Immagino che il parere sia conforme.
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
PRESIDENTE. Passiamo, dunque, ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 20-ter.1000 della Commissione.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Tartaglione, Fanucci, Ventricelli, Di Battista non riesce a votare. Ha votato. Cicchitto. Presidente Cicchitto, provi a votare: funziona. Misuraca, Nardi. Ci siamo tutti ? No. Del Basso De Caro. È uno solo, però non riesce a votare. Ha votato.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato sì 323
Hanno votato no 72).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20-ter, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cicchitto, Malisani, Ventricelli, Pilozzi, Rizzetto, Fanucci. Onorevole Rizzetto, provi a votare, più convinto, si convinca che riesce a votare...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 306
Hanno votato no 87).
(Esame dell'articolo 21 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Dadone 21.3.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'emendamento Dadone 21.3 mi rimetto all'Assemblea.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 21.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale il relatore di minoranza si è rimesso Pag. 120all'Assemblea e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Fanucci, Ventricelli, Gasparini, Caparini, Saltamartini...Pensavo salutasse la Presidenza... Mazziotti e Di Celso in un unico voto... Ha votato, in difformità dal gruppo peraltro.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 395
Votanti 369
Astenuti 26
Maggioranza 185
Hanno votato sì 86
Hanno votato no 283).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bini, Fanucci, Simone Valente, Buttiglione...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 378
Astenuti 18
Maggioranza 190
Hanno votato sì 299
Hanno votato no 79).
(Esame dell'articolo 21-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21-bis (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Bossa, Carbone...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 374
Astenuti 16
Maggioranza 188
Hanno votato sì 296
Hanno votato no 78).
(Esame dell'articolo 22 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Cicu 22.800.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, sull'emendamento Cicu 22.800 esprimo parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dai relatori.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 121Cicu 22.800, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Carbone, provi a votare, non provi a sbloccare la postazione. Provi a votare, con fiducia. Se togliete anche le pallette di carta che mettete dentro, siete agevolati nello schiacciare. Pellegrino, Rostan...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 396
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato sì 395
Hanno votato no 1).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carbone, Carocci, Bossa... provi a votare, onorevole Bossa. Marazziti ha votato ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 394
Votanti 390
Astenuti 4
Maggioranza 196
Hanno votato sì 310
Hanno votato no 80).
(Esame dell'articolo 22-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22-bis (vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22-bis.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 394
Votanti 376
Astenuti 18
Maggioranza 189
Hanno votato sì 367
Hanno votato no 9).
Chiedo al relatore per la maggioranza il parere sugli articoli aggiuntivi D'Ambrosio 22-bis.08 e Pilozzi 22-bis.0200.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. La Commissione esprime parere contrario sugli articoli aggiuntivi D'Ambrosio 22-bis.08 e Pilozzi 22-bis.0200.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Il parere è contrario sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 22-bis.08, mentre è favorevole sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 22-bis.0200.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo D'Ambrosio 22-bis.08, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Brandolin, Paola Bragantini, Cicchitto... Di Battista, per solidarietà, immagino. Monchiero... Onorevole Paola Bragantini, provi a votare. La postazione dovrebbe essere stata sbloccata. Onorevole Carrescia, provi a votare anche lei, senza provare a sbloccare la postazione.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato sì 70
Hanno votato no 326).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pilozzi 22-bis.0200, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Spadoni, provi a votare, non a sbloccare.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 396
Astenuti 1
Maggioranza 199
Hanno votato sì 118
Hanno votato no 278).
(Esame dell'articolo 23 – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Dieni 23.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Cicu 23.800.
PRESIDENTE. Sul subemendamento Matteo Bragantini 0.23.1000.1 ?
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.
PRESIDENTE. Aspetti. L'emendamento Matteo Bragantini 23.200...
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Parlo del subemendamento 0.23.1000.1. Sull'emendamento Cicu 23.800 il parere è favorevole. Sul subemendamento Matteo Bragantini 0.23.1000.1 il parere è contrario. Poi, non so se l'emendamento Cirielli 23.302 sia sopravvissuto.
PRESIDENTE. L'emendamento Cirielli 23.302 non è segnalato.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. A questo punto ci sono tre emendamenti della Commissione, 23.1000, 23.1001 e 23.1002, e i pareri sono tutti e tre favorevoli. Il parere è contrario sull'emendamento Matteo Bragantini 23.200.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza ? Vi informo intanto che sull'emendamento Dieni 23.1 anche la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere contrario sull'emendamento Dieni 23.1, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Cicu 23.800. Il parere è favorevole sul subemendamento Matteo Bragantini 0.23.1000.1. Sull'emendamento 23.1000 della Commissione...un attimo, un po’ di pazienza...
Pag. 123PRESIDENTE. Capisco che non sia semplice.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 23.1000 della Commissione il parere è favorevole. Il parere è contrario sull'emendamento 23.1001 della Commissione, e favorevole sull'emendamento 23.1002, sempre della Commissione. Il parere sull'emendamento 23-bis.1000 è favorevole.
PRESIDENTE. Non è in esame adesso l'emendamento 23-bis.1000 della Commissione. Si tratta di un articolo successivo.
Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Chiaramente.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 23.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo, del relatore di minoranza e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Buonanno, Paglia, Cicchitto.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 393
Maggioranza 197
Hanno votato sì 73
Hanno votato no 320).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cicu 23.800, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carfagna, Verini, Fioroni...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 389
Maggioranza 195
Hanno votato sì 374
Hanno votato no 15).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.23.1000.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, chiedo di parlare per dichiarazione di voto.
PRESIDENTE. Non posso darle la parola. Ho già... Allora, revochiamo la votazione, onorevole Bragantini, però con la preghiera vera che...
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, io mi scuso, ma il collega della maggioranza mi ha distratto apposta perché sapeva che oltre a me parleranno altri tre o quattro...
PRESIDENTE. Però essendoci riuscito, come...
MATTEO BRAGANTINI. ...componenti del mio gruppo. Allora, questo subemendamento è molto semplice. Siccome in questo provvedimento...
PRESIDENTE. Le do trenta secondi, onorevole Bragantini, perché lei aveva esaurito i tempi, veramente.
MATTEO BRAGANTINI. Un minuto. Era stato detto prima, dunque è un minuto. Non è che si possono cambiare le regole solo perché c’è la minoranza. Allora, dicevo, siccome in questo provvedimento siamo riusciti, grazie anche al Governo e alla maggioranza, a rivedere il Pag. 124concetto che gli uffici territoriali del Governo non devono avere un'ampiezza pari e uguale a quella delle attuali province, ho voluto dare un aiuto maggiore al Governo e al Ministro.
In pratica, l'emendamento dice che per le prefetture l'ambito territoriale ottimale non può essere inferiore a un bacino di cittadini pari a un milione di unità. Questo perché ? Se noi in questa legge già ammettiamo che gli Uffici territoriali del Governo devono avere un'ampiezza minima di un milione di abitanti, forse finalmente riusciamo a ridurre le prefetture, perché già in tre, quattro leggi abbiamo detto che bisogna ridurle e ci sono ancora adesso prefetture con poche decine di migliaia di abitanti o, al massimo, qualche centinaia di migliaia di abitanti.
Siccome così veramente riusciremmo a fare veramente dei risparmi di spesa per una figura che, onestamente, ha poche funzioni, dunque, chiedo veramente al Governo di rimettersi all'Aula e ai colleghi di dare una mano al Governo per fare questa riforma.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Prataviera. Ne ha facoltà.
EMANUELE PRATAVIERA. È una bella intuizione quella del collega Bragantini, perché dopo aver provato con qualche decina... e, sì, potrebbe essere stata anche sua, l'avrei riconosciuta... Almeno ci ha provato il collega Bragantini a dire...
PRESIDENTE. Onorevole Prataviera, si rivolga alla Presidenza.
EMANUELE PRATAVIERA. Ma mi sono un attimo distratto. Ha ragione. Dopo qualche decina di emendamenti – stavo dicendo – noi abbiamo chiesto di abolire le prefetture. Quest'Aula ha sempre detto di no, anche il MoVimento 5 Stelle in un paio di occasioni. Almeno questa volta l'intuizione giusta di Bragantini è quella di dire: ma almeno ridimensioniamole, diamogli un ambito territoriale ottimale su cui poter lavorare, in modo che siano tutte uguali e in modo che i prefetti, che prendono lo stesso stipendio, siano messi tutti nelle stesse condizioni di operare e di fare il loro dovere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Volevo ricordare ai colleghi che lo stesso Luigi Einaudi nel 1944 individuò nelle prefetture un ostacolo al reale compimento del percorso democratico del Paese e che i motivi per i quali noi ne chiediamo la soppressione sono principalmente due. Il primo è funzionale, nel senso che i prefetti hanno delle funzioni che già altri soggetti svolgono. Il secondo è che, ovviamente, nell'ambito della spending review, è imprescindibile la loro eliminazione, proprio perché comporterebbe un cospicuo risparmio per le casse dello Stato.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Matteo Bragantini 0.23.1000.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Venittelli, Molea, Bargero, Baruffi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 311
Astenuti 80
Maggioranza 156
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 294).
(Il deputato Molea, ha segnalato che non è riuscito a votare).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 125della Commissione 23.1000, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Di Battista, Tartaglione, Malisani, Melilli, Rampi.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 394
Votanti 325
Astenuti 69
Maggioranza 163
Hanno votato sì 292
Hanno votato no 33).
(La deputata Amoddio ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.1001 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Caparini, Rostan, Garavini, Richetti. Onorevole Giachetti ! Onorevole Giachetti !
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 395
Maggioranza 198
Hanno votato sì 383
Hanno votato no 12).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.1002 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 329
Astenuti 67
Maggioranza 165
Hanno votato sì 313
Hanno votato no 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Matteo Bragantini 23.200, con il parere contrario della Commissione, del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malpezzi ? Tidei ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti e votanti 397
Maggioranza 199
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 361).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 389
Votanti 372
Astenuti 17
Maggioranza 187
Hanno votato sì 288
Hanno votato no 84).
Passiamo all'esame degli articoli aggiuntivi.
Invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, il parere sugli articoli aggiuntivi Matteo Bragantini 23.02 e 23.011 è contrario.
Il parere è altresì contrario sugli identici articoli aggiuntivi Matteo Bragantini 23.0300 e Cirielli 23.0301. È inoltre contrario sugli articoli aggiuntivi Matteo Bragantini 23.015, Caparini 23.023, 23.024 e 23.025.
PRESIDENTE. Il relatore di minoranza potrebbe anche dirci che sono tutti favorevoli ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. No.
PRESIDENTE. Prego allora.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, il parere sugli articoli aggiuntivi Matteo Bragantini 23.02 e 23.011 è favorevole. È altresì favorevole sugli identici articoli aggiuntivi Matteo Bragantini 23.0300 e Cirielli 23.0301.
PRESIDENTE. Però non è segnalato, quindi voteremo solo il suo.
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Va bene; il parere sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 23.0300 è favorevole. Il parere è favorevole anche sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 23.015.
Il parere è altresì favorevole sugli articoli aggiuntivi Caparini 23.023, 23.024 e 23.025.
Su questi articoli aggiuntivi il parere è favorevole perché erano simili a quelli che aveva presentato SEL per la riduzione degli Ato, dei consorzi di bonifica e via dicendo, ma in questo modo – infatti do il parere come relatore nello specifico – noi andiamo a garantire lo stesso le competenze delle regioni e troviamo un sistema per individuare la stessa soluzione che aveva presentato SEL, ma in modo più corretto dal punto di vista costituzionale.
PRESIDENTE. L'avevo detto che erano tutti favorevoli. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 23.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Antezza, Ministro Orlando...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 391
Votanti 374
Astenuti 17
Maggioranza 188
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 358).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 23.011, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Grassi, Ventricelli, Martella, Fico, Luigi Gallo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 385
Votanti 382
Astenuti 3
Maggioranza 192
Hanno votato sì 28
Hanno votato no 354).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 23.0300, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carrescia, Fico, Frusone, Caparini, Di Battista...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 399
Votanti 397
Astenuti 2
Maggioranza 199
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 367).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Matteo Bragantini 23.015, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Lotti, Ventricelli, Gigli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 398
Votanti 327
Astenuti 71
Maggioranza 164
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 297).
(Il deputato Palma ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Caparini 23.023, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cicchitto, Carrescia, Patriarca, Monaco, Rostan...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 380
Astenuti 16
Maggioranza 191
Hanno votato sì 15
Hanno votato no 365).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Caparini 23.024.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, questo è un emendamento molto semplice. Se vi ricordate, nel 2012, si è deciso che in tutti i CdA delle varie società degli enti locali o partecipate dello Stato, quando ci sono tre componenti del CdA, due devono essere dipendenti dell'ente che fa la nomina. Con questa norma noi diciamo semplicemente che questo può succedere solo ed esclusivamente se nello statuto della partecipata ciò è possibile. Questo perché ? Si vanno a mettere dei dipendenti pubblici di un comune a rappresentare nel CdA il comune. Dunque, si va a firmare un bilancio di società, anche di un certo peso, a costo zero, perché loro non prendono nessuno stipendio e nessun emolumento.
Inoltre quando devono partecipare ai CdA non hanno neanche diritto ad un permesso di lavoro per andare a partecipare. Devono utilizzare le ferie. Questo, a nostro avviso, è una cosa assurda. Non comporta alcun aggravio di costi perché, in ogni caso, queste società devono pagare gli emolumenti dovuti ai componenti del Pag. 128CdA, agli enti dove sono dipendenti queste persone e succede così anche allo Stato. Solo che nello Stato sembra che questi soldi, che vengono dati al Ministero, vengono messi dentro un fondo che poi viene diviso dai dipendenti che sono dentro ai CdA. Dunque, alla fine noi paghiamo delle persone due volte per fare un lavoro. Infatti, se uno è già dipendente dello Stato o di comuni è già pagato per fare un lavoro. Se diciamo che deve andare a fare un ulteriore lavoro, senza essere pagato formalmente vuol dire che adesso ha poche cose da fare e soprattutto sfido chiunque a trovare un dipendente che in modo gratuito vada a firmare i bilanci di società partecipate dai comuni e dalle regioni oppure dallo Stato. È una norma di buonsenso.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Caparini 23.024, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Malisani...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 382
Astenuti 14
Maggioranza 192
Hanno votato sì 21
Hanno votato no 361).
Passiamo alla votazione dell'emendamento Caparini 23.025.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Caparini. Ne ha facoltà.
DAVIDE CAPARINI. Signor Presidente, questo emendamento tratta dei bacini imbriferi montani che, ricordo a tutti, sono stati costituiti per redistribuire le risorse derivanti dallo sfruttamento idrico. Noi proponiamo la loro abolizione e il trasferimento di tutte le funzioni, e soprattutto dei corrispettivi, direttamente ai comuni perché nel corso degli anni i motivi per cui questi bacini imbriferi vennero costituiti si sono persi, la loro missione è profondamente cambiata, e purtroppo sono diventati l'ennesimo soggetto pubblico costoso, pesante, che non attua quello che avrebbe dovuto fare, ovvero semplicemente redistribuire i proventi di uno sfruttamento, di una richiesta territoriale. In questo senso, noi vediamo nei comuni oggi ultravessati i protagonisti ultimi e anche i destinatari ultimi dello sfruttamento delle loro ricchezza e quindi a loro vogliamo dare tutte le risorse.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Caparini 23.025, il parere contrario della Commissione e del Governo, e il parere favorevole del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Paolo Russo... Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 396
Votanti 377
Astenuti 19
Maggioranza 189
Hanno votato sì 99
Hanno votato no 278).
(Esame dell'articolo 23-bis – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23-bis e delle proposte emendative ad esso presentate (vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, è stato presentato l'emendamento 23-bis.1000 della Commissione pertanto...comunque la Commissione esprime parere contrario sull'emendamento Cicu 23-bis.800, ma per questo motivo... l'emendamento 23-bis. 1000 della Commissione sopprime l'articolo 23-bis.
PRESIDENTE. Quindi il parere è favorevole ?
GIANCLAUDIO BRESSA. La Commissione raccomanda l'approvazione del suo emendamento 23-bis.1000. Mentre la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Cicu 23-bis.800.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento della Commissione 23-bis.1000.
PAOLO RUSSO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
PAOLO RUSSO. Signor Presidente, siamo in coda...
PRESIDENTE. Ci sono ancora due articoli, onorevole Russo. Questo è l'emendamento relativo all'articolo 23-bis.
PAOLO RUSSO. Siamo in coda, mi permetto di preannunziare che non infastidirò ulteriormente l'Aula con l'intervento sul voto finale, pregiandomi, però, di leggervi soltanto come iniziava: non ho mai visto un Parlamento confezionare una peggiore norma. E sono certo che il Ministro lascerà un pessimo ricordo per questa norma e, siccome è persona garbata, seria ed intelligente, saprà come modificarla in Senato.
PRESIDENTE. Il parere del relatore di minoranza sull'emendamento soppressivo 23-bis.1000 della Commissione ?
MATTEO BRAGANTINI, Relatore di minoranza. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 23-bis.1000 della Commissione.
PRESIDENTE. Il Governo ?
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23-bis.1000 della Commissione, interamente soppressivo, con il parere favorevole della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gandolfi, Crippa.
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 393
Votanti 390
Astenuti 3
Maggioranza 196
Hanno votato sì 383
Hanno votato no 7).
L'articolo 23-bis è pertanto soppresso.
(Esame dell'articolo 23-ter – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23-ter (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23-ter.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Cicchitto, Galperti, Sorial. Abbiamo votato tutti ?
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).
(Presenti 397
Votanti 395
Astenuti 2
Maggioranza 198
Hanno votato sì 300
Hanno votato no 95).
(Il deputato Bragantini ha segnalato che non è riuscito a votare).
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1542-A).
Avverto che sono in distribuzione le versioni corrette degli ordini del giorno Guidesi n. 9/1542-A/19, Grimoldi n. 9/1542-A/20, Marcolin 9/1542-A/21 e Gianluca Pini 9/1542-A/23.
Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.
GRAZIANO DELRIO, Ministro per gli affari regionali e le autonomie. Signor Presidente, il Governo esprime parere favorevole su tutti gli ordini del giorno, esclusi gli ordini del giorno Caparini n. 9/1542-A/15, Guidesi n. 9/1542-A/19 (versione corretta), Grimoldi n. 9/1542-A/20 (versione corretta), Marcolin 9/1542-A/21 (versione corretta), Molteni n. 9/1542-A/22 e Prataviera n. 9/1542-A/24.
Testo sostituito con l'errata corrige del 23 DICEMBRE 2013
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bazoli n. 9/1542-A/1, Gasparini n. 9/1542-A/2, Carrescia n. 9/1542-A/3, Capozzolo n. 9/1542-A/4, Gozi n. 9/1542-A/5, De Menech n. 9/1542-A/7, Crimì n. 9/1542-A/8, Bragantini n. 9/1542-A/9, Allasia n. 9/1542-A/10, Borghesi n. 9/1542-A/11, Bossi n. 9/1542-A/12, Busin n. 9/1542-A/13 e Buonanno n. 9/1542-A/14, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1542-A/15, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1542-A/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
PRESIDENTE. Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Bazoli n. 9/1542-A/1, Gasparini n. 9/1542-A/2, Carrescia n. 9/1542-A/3, Capozzolo n. 9/1542-A/4, Gozi n. 9/1542-A/5, Zanin n. 9/1542-A/6, De Menech n. 9/1542-A/7, Crimì n. 9/1542-A/8, Bragantini n. 9/1542-A/9, Allasia n. 9/1542-A/10, Borghesi n. 9/1542-A/11, Bossi n. 9/1542-A/12, Busin n. 9/1542-A/13 e Buonanno n. 9/1542-A/14, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Caparini n. 9/1542-A/15, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Caparini n. 9/1542-A/15, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
Di Battista, Palma, Nesci...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 381
Astenuti 3
Maggioranza 191
Hanno votato sì 17
Hanno votato no 364).
(Il deputato Gasbarra ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Caon n. 9/1542-A/16, Fedriga n. 9/1542-A/17 e Giorgetti n. 9/1542-A/18, accettati dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/1542-A/19 (versione corretta), non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/1542-A/19 (versione corretta), non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brandolin, Gigli, Manfredi, Caparini...
Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 131
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 379
Votanti 376
Astenuti 3
Maggioranza 189
Hanno votato sì 16
Hanno votato no 360).
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1542-A/20 (versione corretta), non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Grimoldi n. 9/1542-A/20 (versione corretta), non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Onorevole Buonanno, sono anche cose private... D'Uva, Dadone, Colonnese, Giammanco, Gribaudo...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 387
Astenuti 3
Maggioranza 194
Hanno votato sì 29
Hanno votato no 358).
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Marcolin n. 9/1542-A/21 (versione corretta) non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Marcolin n. 9/1542-A/21 (versione corretta), non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Mosca, L'Abbate, Spessotto...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 384
Votanti 383
Astenuti 1
Maggioranza 192
Hanno votato sì 30
Hanno votato no 353).
(Il deputato Burtone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Molteni n. 9/1542-A/22, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/1542-A/22, non accettato dal Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Carfagna, Nesci, Borghi, Bratti, Petraroli...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 392
Votanti 391
Astenuti 1
Maggioranza 196
Hanno votato sì 36
Hanno votato no 355).
Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gianluca Pini n. 9/1542-A/23, accettato dal Governo.
Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Prataviera n. 9/1542-A/24, non accettato dal Governo.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Prataviera n. 9/1542-A/24, non accettato dal Governo.Pag. 132
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Brandolin, Campana...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).
(Presenti 390
Votanti 386
Astenuti 4
Maggioranza 194
Hanno votato sì 29
Hanno votato no 357).
Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione degli ordini del giorno Rondini n. 9/1542-A/25, Invernizzi n. 9/1542-A/26, Borghi n. 9/1542-A/27 e Donati n. 9/1542-A/28, accettati dal Governo.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.
MATTEO BRAGANTINI. Signor Presidente, componenti del Governo...
PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, mi corre l'obbligo, avendo voi esaurito i tempi, dirle che la Presidenza le dà un minuto per la dichiarazione di voto.
MATTEO BRAGANTINI. Sono dieci minuti...
PRESIDENTE. Non ha facoltà di fare diversamente. Avete esaurito i tempi e i tempi aggiuntivi, quindi vi spetta un minuto. Io glielo devo dire, perché se lei imposta un discorso da dieci minuti e poi ha un minuto è evidente che...
MATTEO BRAGANTINI. Cambia un po’.
PRESIDENTE. Avremo un minuto molto elastico, però la invito...
MATTEO BRAGANTINI. Almeno qualche minuto.
PRESIDENTE. Un minuto le posso dare.
MATTEO BRAGANTINI. Onorevole Presidente, per la dichiarazione di voto finale di solito si hanno dieci minuti e sempre sono stati. Io volevo dimostrare che questo è un provvedimento che, anche a detta del presidente dell'ANCI, Fassino, non va a sopprimere le province, anzi le testuali parole di Fassino, che mi sembra sia un responsabile, una persona che appartenga al PD, siano state: nessuno vuole abolire le province, ma semplicemente, con questo provvedimento noi maggioranza – voi maggioranza ! – vogliamo semplicemente trasformarle in ente di secondo grado. Trasformandole in ente di secondo grado, cosa succede ? Succede che rimangono le funzioni e i costi per quanto riguarda il personale, le strutture e gli edifici rimangono, semplicemente non c’è l'elezione diretta del presidente e del consiglio. Questo cosa comporta ? Comporta che non saranno più i cittadini che decidono da chi devono farsi governare e da chi devono essere gestite grandi funzioni come le strade provinciali, come ad esempio gli istituti di secondo grado, che le province virtuose – io sono un ex assessore provinciale – hanno gestito come buoni padri di famiglia facendo grandi risparmi. In questi anni hanno fatto grandi risparmi, anche svolgendo funzioni che non erano proprie, ma che erano indirette o che esercitavano attraverso il coordinamento. Per esempio, nella mia provincia eravamo riusciti a mettere in rete tutte le biblioteche comunali dei singoli comuni e a fare un sistema informatizzato che prevedeva che qualsiasi cittadino della provincia di Verona, in qualsiasi Pag. 133comune fosse residente, potesse acquisire in prestito un libro di qualsiasi biblioteca...
PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Bragantini. Colleghi, per favore. Colleghi ! Colleghi, qui davanti a me...onorevole Sbrollini, per favore. L'onorevole Bragantini sta facendo una dichiarazione di voto, cerchiamo di avere un clima decente, mi sembra il minimo. Non chiedo attenzione, ma almeno rispetto. Ci sono colleghi che sono usciti, se volete uscire, potete uscire, ma almeno fatelo parlare in un clima in cui riesca almeno lui a sentirsi.
Prego, onorevole Bragantini, continui.
MATTEO BRAGANTINI. Mi sento tranquillamente, semmai alzo ancora di più la voce. Tuttavia, non penso sia consono per l'Aula, almeno per fare una dichiarazione di voto finale. Stavo dicendo che con questo sistema si è avuto un grande risparmio dei costi dei singoli comuni e un grande servizio per tutti i nostri cittadini. Infatti, i libri arrivavano in qualsiasi biblioteca – bastava prenotarli in tempo – attraverso il sistema informatico, e questo era un servizio che il singolo comune non poteva fare. Dunque, un ente di area vasta è necessario, è utile, ha una funzione. Forse bisogna – quello sì – rivedere i confini, le competenze, le risorse, quello indubbiamente, e sono il primo a dirlo, perché l'ho vissuto con mano.
Ma anche il coordinamento, ad esempio, di un assessore alla cultura di tutti gli eventi e le manifestazioni culturali che, grazie alla provincia, ci ho messo quasi anni a riuscire a coordinarli e fare in modo che non vi fossero sovrapposizioni, che ci fosse un risparmio dei costi. Ad esempio, se arrivava una compagnia teatrale o musicale che non era all'altezza del prezzo che chiedeva, facevo delle schede che dopo venivano distribuite in tutta la provincia in tutti i comuni, e dunque si capiva la bravura o meno di alcune compagnie anche perché molto spesso i comuni piccoli non hanno le capacità, la possibilità di avere un direttore artistico che ha un certo costo. Dunque mettevamo insieme queste risorse. La stessa pubblicità delle manifestazioni...
PRESIDENTE. Colleghi, allora !
MATTEO BRAGANTINI. ...con un semplice libretto ed un semplice sito unico si mettevano in rete tutte le manifestazioni. Ma si poteva e si deve fare di più, perché solo con la provincia riuscivamo a fare alcune cose. Dopo però c'erano i consorzi del turismo che facevano la stessa cosa e con quelli non si parlava. C'erano altre istituzioni, la regione e via dicendo. Dunque, quello sì, bisogna coordinare, bisogna snellire, capire chi fa cosa perché in questo Stato purtroppo tutti fanno qualcosa e nessuno ha responsabilità. Ed è questa la colpa. Ma con questo provvedimento non andiamo a risolvere il problema, non andiamo a colpire i grandi sprechi di questo Stato che sono le prefetture: a queste ormai abbiamo tolto tutte le competenze ma rimangono queste persone – per carità, degnissime – che hanno stipendi molto alti, altissimi, che devono avere anche un appartamento, un sistema di sicurezza, un apparato costoso per delle funzioni che potrebbero svolgere degli enti di area vasta eletti direttamente dai cittadini.
Sono veramente convinto che almeno noi politici la gente ci sceglie, ci vota, noi ogni cinque anni, sia che siamo in comune, sia in provincia, in regione o in Parlamento noi dobbiamo metterci la faccia e se sbagliamo e ci comportiamo male la gente ci può mandare a casa. I funzionari, i dirigenti molto spesso la gente non li conosce e oltre ad essere strapagati molto spesso se sbagliano non pagano mai.
Dunque, dobbiamo ritornare alla meritocrazia, noi per questo siamo contrari a questo provvedimento perché trasformare le province in un ente di secondo livello va a deprimere la democrazia di questo Stato. Io posso concepire alcune logiche che ci sono state in questo provvedimento, ma non era il momento, forse voi volevate semplicemente dare un segnale e dire: la politica si sta svegliando, comincia a colpire i suoi privilegi. Ma siamo andati a Pag. 134colpire il punto sbagliato, forse più debole della politica ma forse il punto più virtuoso.
Dunque veramente non siamo andati a dare una risposta alle esigenze dei cittadini. Se noi dobbiamo ricominciare a rendere di nuovo la politica una cosa degna, un'attività degna, degnissima, dobbiamo cominciare a fermare questo populismo contro i politici veri ! Dobbiamo riprendere coraggio, non andare a dare un po’ di carne, un po’ di sangue a quelli che vogliono la morte della politica. Qui gli diamo un po’ di sangue ma non è che i cittadini sono fermi perché tra un po’ diranno: ma anche i comuni forse non sono così utili, basta il sindaco, cosa serve il consiglio comunale, votiamo semplicemente i sindaci, decidono loro, non serve più il consiglio, è più veloce. Può darsi che dopo ci dicano anche: ma anche i consiglieri regionali, perché dobbiamo votarli, sono un costo le elezioni, facciamoli eleggere dai sindaci. E il Parlamento ? Il Parlamento non serve a niente, siamo una casta, sono i consiglieri regionali votati dai sindaci a decidere chi arriverà qui. Si avrà un grandissimo risparmio dei costi, perché si avranno molte meno elezioni, si pagheranno molte meno persone, ma questa non è democrazia. La politica e la democrazia hanno un costo, dobbiamo tagliare gli sprechi !
In questo provvedimento, gli sprechi non li tagliamo. Teniamo ancora troppi enti; teniamo ancora troppi consorzi che hanno funzioni similari; abbiamo ancora troppi burocrati e, come le prefetture, i prefetti che non hanno più senso di esistere e continuiamo ad attaccare invece la gente che si presta alla politica, la gente onesta. Quanti di noi che fanno politica da tanto tempo per passione, che hanno amici, o sono stati nei comuni e nelle province, quanti di noi sanno cosa vuol dire veramente fare l'amministratore locale anche in provincia, con mille difficoltà e con mille parole ?
E noi, perché qualcuno dei nostri ha sbagliato e ha mangiato l'inverosimile, andiamo a togliere queste figure molto importanti, queste figure di riferimento del nostro territorio ?
Dunque, fermiamoci finché siamo in tempo. Facciamo veramente un sussulto di orgoglio come veri politici e andiamo a tagliare e a cambiare questo Stato, ma nella parte in cui c’è il marcio, nella parte in cui ci sono gli sprechi, non andando a colpire dei nostri amici, dei nostri colleghi che fanno politica solo per passione.
I consiglieri provinciali prendono qualche centinaio di euro al mese: è quello il costo della politica ? È quello che dobbiamo andare a tagliare, o bisogna andare a tagliare dei prefetti o dei maxi dirigenti che prendono 100, 200, o 300 mila euro l'anno. Forse, quelli bisognerebbe andare a colpire, non chi va con la propria faccia a tentare di dare un servizio ai propri cittadini.
Dunque, noi voteremo contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
PRESIDENTE. Onorevole Bragantini, io le chiedo scusa, ma per un fraintendimento con gli uffici, non ero stato informato che la Presidenza aveva deciso di dare dieci minuti per ciascun gruppo. Lei giustamente ha proseguito e il suo gruppo è stato poi informato che aveva diritto a dieci minuti. Quindi, anche con i colleghi che hanno manifestato insofferenza, la Presidenza si scusa: è stato un errore materiale. Ciascun gruppo, anche quelli che hanno esaurito i tempi, ha diritto a dieci minuti.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gitti. Ne ha facoltà.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, signor Ministro, io inizio dando atto a lei della forte tenacia con la quale ha condotto questo provvedimento verso la sua approvazione.
Mi ero permesso nella discussione generale di definire questa legge in itinere «la legge di riordino nel frattempo degli enti locali» perché il Governo Letta – che noi appoggiamo – aveva immaginato un riordino più complessivo di tutto il Titolo Pag. 135V della Costituzione e aveva, immediatamente dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva per ragioni formali legate allo strumento utilizzato dal Governo Monti, cioè da un decreto-legge, cassato dal punto di vista della legittimità...
Vorrei Presidente essere messo nelle condizioni di parlare senza avere disturbo da parte di alcuni deputati, anziché essere alla buvette.
PRESIDENTE. Lei ha ragione. Colleghi, se possiamo abbassare il tono della voce perché comunque è diritto di ciascuno poter parlare in un clima decente. Ha ragione.
Prego, onorevole Gitti.
GREGORIO GITTI. Signor Presidente, ricordavo l'iniziativa del Governo Letta dopo la sentenza della Corte costituzionale che aveva dichiarato l'illegittimità della razionalizzazione proposta con decreto-legge dal Governo Monti e che aveva preso una posizione tranchant per un'abrogazione netta di tutti i riferimenti costituzionali alle province.
Ora, con il naufragio della riforma costituzionale, troviamo che questa legge avrà certamente la funzione di costituire un fondale, una prima partenza; avrà dunque un rilievo più importante e, per questo, io chiedo al Ministro di potersi impegnare nella successiva fase del Senato e di poter fare qualche miglioria e qualche aggiornamento – lo ribadisco – in un provvedimento che all'inizio sembrava un ponte verso una riforma più compiuta.
Sappiamo che gli enti locali hanno un quadro normativo più complesso, un quadro normativo che implica anche l'ordinamento regionale, il grande assente di questa riforma e, probabilmente, un punto di focalizzazione necessaria, perché la riforma del Titolo V della Costituzione non può prescindere anche da un'incisiva riforma del livello regionale, sia dal punto di vista dell'organizzazione dei perimetri della loro geografia sia dal punto di vista dei loro poteri e delle loro funzioni, anche della funzione legislativa, che ormai in molti casi, come per esempio quello della politica urbanistica, ha lasciato gravi insoddisfazioni, gravi disfunzioni e gravi disomogeneità nella tutela del territorio italiano.
Non ho ancora sentito richiamare queste attenzioni. Abbiamo una politica urbanistica che è gravemente scompaginata dai livelli regionali, da legislatori improvvisati, e questo per fare solo un unico esempio. Non cito, per esempio, la materia energetica, che è affidata in modo ridicolo alle regioni. È un punto, signor Ministro, su cui voglio veramente sottolineare la necessaria attenzione del Governo. Non possiamo dimenticare il riordino delle regioni.
Ma se questo è un punto fondamentale, noi dobbiamo immaginare un livello intermedio. Se è vero che abbiamo, con questa riforma, sottolineato e rafforzato quello comunale, abbiamo immaginato forme di riorganizzazione attraverso le unioni di comuni. Abbiamo immaginato le aree vaste. Abbiamo facilitato le fusioni anche per incorporazione e voglio sottolineare giustamente questo che è un dato importante acquisito da questa riforma. Abbiamo valorizzato il livello comunale. Abbiamo sottolineato il livello delle città metropolitane e voglio dare atto ancora al Ministro di avere favorito una norma di riapertura del numero chiuso, in modo più che fantasioso-politico di bassa cucina, di una trattativa che aveva identificato alcune città dimenticandone altre e in questo sottolineo soprattutto quelle insulari, quelle siciliane e quelle lombarde.
Da questo punto di vista è possibile riorganizzare questo livello ma in molti casi, come è per esempio il caso della città metropolitana napoletana, il punto di riorganizzazione e di ricucitura del tessuto con la provincia è un punto delicato e dovremo trovare delle soluzioni anche di compensazione. Probabilmente non è questo il livello, perché questo è il livello di ridisegno istituzionale, ma sarà necessario trovare delle forme di compensazione per consentire una riorganizzazione decorosa di alcuni servizi (penso, soprattutto, ai servizi di rete e ai servizi legati allo Pag. 136smaltimento dei rifiuti, soprattutto in quell'ambito territoriale dove sappiamo che realtà criminali hanno condizionato pesantemente politiche di investimento).
Ebbene, diamo un voto favorevole, lo dico a nome del gruppo Popolari per l'Italia, ma sappiamo che è un voto favorevole, ripeto, condizionato da alcuni miglioramenti e consapevoli che è una prima partenza. È una prima partenza coraggiosa – gliene voglio ancora dare atto, Ministro –, ma è un primo passo rispetto ad un disegno che ha bisogno anche di una nuova classe amministrativa, che abbia fantasia nel costruire soluzioni politiche e soprattutto sia generosa nel trovare punti di equilibrio.
Lo dico con riferimento ad alcuni sindaci che saranno responsabili di alcune tra le più importanti città metropolitane del Paese, sindaci che devono impegnarsi nel sapere decidere, nel sapere decidere, lo dico con riferimento a Roma, a Milano e a Napoli, dove alcune pratiche amministrative hanno dimostrato alcuni limiti pesanti. Hanno in mano responsabilità, hanno in mano scelte politiche di ordine strategico. Dovranno soprattutto mettersi in ascolto dei loro territori e soprattutto agire, perché quei territori hanno bisogno di soluzioni e non di continui rinvii, come su molti fronti queste città hanno dovuto patire.
Il Governo ha un carico di responsabilità importante. Signor Ministro, le chiedo un suo impegno, le chiedo un impegno anche immediato nell'ambito del Senato, soprattutto per cercare soluzioni di incentivazione negli statuti delle città metropolitane, dove si può ritrovare la legittimazione democratica.
Questo è un punto su cui ragionare con costrutto. È solo a livello statutario che si potrà recuperare la legittimazione democratica, ma credo che ci possano essere incentivi per finalizzare a livello di statuto un ritorno alla legittimità democratica di livelli che hanno bisogno di qualche cosa di più di un livello di secondo grado (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Balduzzi. Ne ha facoltà.
RENATO BALDUZZI. Signor Presidente, signor Ministro, che cosa manca in questo provvedimento, pure complesso e impegnativo ? Io credo che manchi una cosa in particolare: manca il sistema regionale delle autonomie locali, che pure è scritto nel nostro ordinamento. E questo per uno Stato delle autonomie come il nostro, già fin dall'inizio e poi confermato nel 2001, sia pure con una revisione costituzionale non priva di difetti, è una mancanza importante. E allora la parola chiave qual è ? È proprio sistema, ma un sistema, signor Ministro, richiede più cose. Richiede un ordine di competenze preciso – proprio quello che abbiamo auspicato poco fa possa essere completato al Senato per le province – un equilibrio tra le sue diverse componenti, in particolare tra i territori che rientrano nell'area metropolitana e quei territori che stanno fuori; un ambito non necessariamente uniforme, perché diverse sono le regioni, la dimensione media dei comuni, i nostri territori. E un sistema è tale quando si fa carico di queste diversità e appunto le ordina a sistema. Un sistema richiede di fare chiarezza nelle sue parti più opache e meno trasparenti, e qui non posso non sottolineare con soddisfazione l'accoglimento della proposta di Scelta Civica di mettere ordine e fare pulizia in quel reticolo confuso di enti, agenzie, bacini, ambiti, consorzi, per quanto riguarda i servizi a rete di rilevanza economica, prevedendo per le regioni che si adeguino a questo principio di soppressione del «sottobosco», che sta dentro e sotto le aree vaste, una priorità nel trasferimento delle quote del fondo nazionale per il trasporto pubblico locale, una modalità innovativa che potrebbe essere la premessa per ulteriori applicazioni, una volta sperimentata. Un sistema, infine, signor Ministro, ha bisogno di superare l'eccesso di frammentazione comunale, senza violentare la storia e la tradizione buona dell'Italia cosiddetta minore Pag. 137e interna, ma senza indulgere ai vizi antichi del campanilismo e dell'autoreferenzialità.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 23,20)
RENATO BALDUZZI. In questo senso il superamento della fungibilità tra convenzioni e unioni è un passo avanti e va senz'altro apprezzato, e proprio qui forse sarebbe stata utile una maggiore estensione della cosiddetta cedevolezza, cioè della previsione di un ambito uniforme che possa essere adattato a livello regionale.
Lo sappiamo che c’è un problema quando si dice competenze regionali, ma noi non possiamo far finta che non esistano le regioni, dobbiamo imporre un regionalismo responsabile, un regionalismo che non sia anarchia.
Le mancanze più rilevanti potranno essere superate ? Scelta Civica, signor Ministro, auspica di sì: riscontra, con attenzione, alcune disponibilità che, anche oggi, lei ha voluto dare in quest'Aula. D'altra parte, sarebbe stato difficile, per un gruppo come il nostro, votare contro questo provvedimento; non solo, signor Ministro, per disciplina di maggioranza, ma perché e soprattutto il riferimento all'essenza di quella storia lunga nel nostro Paese che è racchiusa nell'aggettivo «civica», nel riferimento alla città come la base storica del nostro Paese, ci imponeva e ci impone un ancora più marcato atteggiamento di cauta speranza.
Conosciamo, signor Ministro, la sua serietà, oltre che il suo percorso di competenza. Conosciamo questo e quindi non si tratta, ne sono sicuro, di un «sì» in bianco, ma vigileremo, signor Ministro, vigileremo perché gli impegni presi in questa occasione e anche in occasioni precedenti possano essere davvero mantenuti nell'interesse di tutti (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Balduzzi, anche per la sintesi del suo intervento in sede di dichiarazione di voto finale.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.
DORINA BIANCHI. Signor Presidente, nell'esprimere il voto favorevole del gruppo Nuovo Centrodestra, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pilozzi. Ne ha facoltà.
NAZZARENO PILOZZI. Signor Presidente, signor Ministro, sarò breve. Credo di avere già espresso compiutamente il mio pensiero nel lungo dibattito che abbiamo avuto durante la fase delle votazioni. Intervengo solo per dire che questo è un provvedimento che, a mio avviso, è frutto del lavoro della Commissione, che è stato un lavoro lungo, un lavoro complicato, a cui il Governo e i relatori, ma anche le opposizioni, hanno lavorato in maniera importante, proprio perché a noi sta molto a cuore il governo delle realtà locali e proprio perché noi veniamo tutti da una storia, comunque, anche di amministratori.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 23,25)
NAZZARENO PILOZZI. Infatti, riteniamo che stare dentro ai consigli comunali sia una cosa importante, perché, forse, nei consigli comunali si capisce veramente in che modo si è vicini ai cittadini. Quindi, noi ribadiamo il punto di debolezza, a nostro avviso, di questa legge, una legge che rende le province degli enti di secondo livello, però ne notiamo anche i passi in avanti che sono stati fatti, soprattutto nel senso del taglio di alcune sovrastrutture e di alcune superfetazioni Pag. 138istituzionali che, probabilmente, erano assolutamente di troppo e hanno contribuito ad allontanare i cittadini dalla buona politica e dalla buona amministrazione.
Noi crediamo che non si debba difendere a tutti i costi la politica, non si debba difendere a tutti i costi l'amministrazione, ma noi non dobbiamo nemmeno attaccarle a tutti i costi. Dobbiamo saper discernere e saper difendere la buona politica e la buona amministrazione che tanti amministratori, tanti consiglieri comunali e tanti amministratori locali, ogni giorno, portano nei nostri territori.
Io voglio dire solo una cosa, che non ho fatto in tempo a dire nei miei interventi precedenti, anche perché, alla fine, abbiamo accelerato molto il procedimento di voto. Noi, con questa legge, abbiamo anche riportato al numero giusto i consiglieri comunali nei comuni, nei piccoli comuni, dove vi era stata una deriva, a mio avviso, sbagliata; una deriva che aveva ridotto i consigli comunali a dei consigli di amministrazione.
Credo che i consigli comunali, invece, possano essere una palestra importante; una palestra importante per la politica e una palestra importante per gli amministratori. Io ho fatto il sindaco: credo che chi abbia fatto l'amministratore locale con serietà, chi lo abbia fatto con competenza, chi lo abbia fatto con scrupolo, anche dentro il Parlamento, possa avere una marcia in più, perché è chiaro che quella è una palestra, è un modo di stare a contatto con i cittadini che nessuna altra esperienza ti riesce a dare.
Quindi, per concludere, preannuncio il voto contrario di Sinistra Ecologia Libertà su questo provvedimento, perché noi riteniamo il vulnus creato alla democrazia un vulnus troppo grande.
Però, annunciando il nostro voto contrario, diciamo pure che siamo ancora pronti, in Senato, a tentare e a cercare di migliorare questo provvedimento, un provvedimento che sicuramente può e poteva essere fatto in maniera migliore, ma un provvedimento che, grazie al lavoro di tutti quanti in Commissione, è sicuramente migliorato. Quindi, ringraziando ancora tutto il gruppo di SEL e soprattutto i colleghi che in Commissione affari costituzionali hanno aiutato questa battaglia che noi abbiamo sostenuto, credo che con l'ultimo voto che ci apprestiamo a esprimere Sinistra Ecologia Libertà dimostri ancora una volta di stare dalla parte dei cittadini, di stare nella parte degli amministrati, di stare dalla parte dei territori e di stare soprattutto dalla parte della buona politica e della buona amministrazione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Pilozzi, anche per la sintesi.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Giuseppe D'Ambrosio. Ne ha facoltà. Colleghi intorno all'onorevole D'Ambrosio, per favore...
GIUSEPPE D'AMBROSIO. Signor Presidente, signor Ministro, oggi si parla di soppressione delle province e se ne parla sin dall'Assemblea costituente. Il dibattito tornò in auge con l'istituzione delle regioni a statuto ordinario, avvenuta solo nel 1970, nonostante fosse prevista dalla Costituzione. Con la modifica della Titolo V della Costituzione, nel 2001, le province sono state individuate come elementi costitutivi della Repubblica. Ecco perché – spiegato quindi il comportamento del MoVimento 5 Stelle – senza un intervento costituzionale, parliamo del nulla.
Innanzitutto – e qui ci tengo a specificare – il MoVimento 5 Stelle è contrario alle province. E non siamo solo contrari. Siamo anche una forza politica che si è sempre dimostrata coerente con quanto affermato. Per questo motivo, il MoVimento 5 Stelle, l'unico – sottolineo l'unico –, non si candida alle elezioni provinciali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), con eccezione delle regioni a statuto speciale, in cui – ricordo a qualcuno – le province valgono quanto le regioni. La coerenza per noi è un valore che deve tornare ad essere tale, soprattutto nella scena politica italiana. Abbiamo invece ascoltato, qualche giorno fa, Presidente, il nostro Presidente del Consiglio Pag. 139chiedere la fiducia con un discorso «copia e incolla» di quello fatto molti mesi fa, in cui riproponeva la scadenza del prodotto «Governo» di nuovo a 18 mesi. In realtà per noi, Presidente, questo Governo è nato già scaduto, anzi direi ampiamente ammuffito, visto anche da chi è stato proposto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Prova ne è che assistiamo continuamente a finte abolizioni, che altro non sono che truffe ai cittadini. I rimborsi ai partiti, aboliti per volontà popolare nel lontano 1993, escono dalla porta e rientrano dalla finestra. L'IMU cambia nome e diventa IUC. La guerra non si chiama più guerra, ma viene travestita da missione umanitaria. E l'elenco potrebbe continuare a lungo. Adesso anche le province vengono a parole abolite, ma rientrano dalla finestra con la dicitura di città metropolitane.
Allora, mi rivolgo al Presidente, al Presidente Letta che mente in questo caso a tutti, sapendo di mentire e così facendo, non solo non rispetta i cittadini, non solo non ci rispetta, ma non dice la verità, e quindi prende in giro tutti i cittadini: il numero delle province è costantemente aumentato dal secondo dopoguerra, durante la creazione delle nuove province non si è registrato alcun caso di accorpamento o soppressione di enti precedenti. È il classico meccanismo che ci avete proposto finora: scelga una carta, scelga una busta, fuori una poltrona e ne mettiamo dentro tre. E infatti, ora vi apprestate a dire che le province scompariranno. Lo sappiamo, lo direte sui giornali. Quindi, in fondo è l'ennesima presa in giro, quello che avete fatto fino a ieri, quello che ci proponete oggi e quello che domani sarete sempre in grado di fare. Questo provvedimento però, Presidente, verrà approvato in presenza oramai del nuovo segretario del PD, del famoso rottamatore fiorentino che è prima di tutto, lo ricordiamo, un condannato in primo grado per danno erariale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) (condannato, tra parentesi, da presidente della provincia), colui che dice di voler abolire il Senato, le province, vuole togliere un miliardo di sprechi della politica, rottamare D'Alema, ma che per il momento, oltre ad aver collezionato la condanna per illeciti commessi proprio quando era presidente della provincia di Firenze, ha solo gettato la maschera e si è rivelato per quello che è.
E, allora, rivolgo proprio questo appello al neo segretario e dico: è ridicolo il tentativo di confondere i cittadini parlando di sfida con il MoVimento 5 Stelle su cose quali il Senato, la legge elettorale, i soldi che avete rubato e continuate a rubare ai cittadini. Non cambi discorso, caro Renzi, non giri la frittata.
L'ennesimo spot della vostra imponente campagna elettorale e pubblicitaria – perché sembra più un pubblicitario che un politico – questa volta arriva in un momento in cui il Paese intero vi sta chiedendo di fare qualcosa di concreto: una risposta chiara e netta. Invece, anche oggi voi chiedete ai cittadini italiani un assegno in bianco, quando, invece, i cittadini italiani sono all'ennesima cambiale. Non avete più scuse oramai.
Anzi, vi ricordo che adesso disponete anche di un conto, aperto su richiesta del MoVimento 5 Stelle – su richiesta del MoVimento 5 Stelle e non di qualcuno che siede alla nostra sinistra – dal Ministero dell'economia e delle finanze per versare i soldi della casta, della casta – sottolineo –, della quale in questo momento anche noi facciamo parte, ma noi versiamo i soldi, a favore di un fondo per le piccole e medie imprese in difficoltà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E se deciderete di non versarli quei soldi, giustificatevi per questo davanti agli imprenditori che ogni giorno lottano per sopravvivere, per creare e dare lavoro. Giustificatevi davanti agli imprenditori che in questo momento stanno anche meditando il suicidio.
Ma in questo momento, Presidente, parliamo di province. E quando avrà, il segretario, piacere di portare qui alla Camera una legge che abolisce sul serio le province, non faremo mancare il nostro sostegno. Basterebbero pochi minuti per cancellare le province se lo voleste davvero. Quando porterà, Presidente, una Pag. 140legge che abolisce sul serio il Senato ne discuteremo e potremmo votare anche quella. Dopodomani porti il taglio vero di un miliardo di euro di spese della politica e noi voteremo anche quello. Noi voteremo tutto ciò che va nella direzione di restituire onestà e credibilità alla politica e alle istituzioni che voi avete distrutto, non noi.
Se intende continuare a proporre abolizioni finte, come quella della «legge truffa» sul finanziamento pubblico ai partiti, o quella di oggi delle province, le consiglio, a lei segretario, di allontanarsi da qui, magari nottetempo, magari dal tetto. Può magari provare a prendere uno degli F-35, evocati dal presidente Boccia, e voli via da questa città (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sono sicuro, magari, Presidente, che un noto evasore fiscale, con il quale vi è un ottimo rapporto da quella parte politica, saprà consigliare qualche splendida isola caraibica per passare le sue vacanze.
Presidente, infine, mi consenta una parentesi: una menzione la merita il capogruppo alla Camera del PD, che, tramite il megafono di partito, l'Unità, un quotidiano che vive da anni esclusivamente grazie ai soldi dei cittadini italiani, ha affermato, e cito testualmente: «Le minoranze vogliono tenersi le province. Ancora una volta l'alleanza conservatrice di Forza Italia e MoVimento 5 Stelle si dimostra essere il vero partito dello sfascio. Ma noi andremo avanti per il bene del Paese». Ebbene, Presidente, l'esimio capogruppo Speranza dimentica che il suo partito era alleato fino a qualche giorno fa proprio con il PdL e non escludo magari che tale alleanza in qualche modo sia ancora in atto, visto quello che accade in Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il vero partito dello sfascio, in questi anni, è stato quell'agglomerato – che siete voi – di centro, destra e sinistra, che si è caparbiamente adoperato per portare l'Italia nelle condizioni in cui versa oggi. E, quindi, anche in questo richiedo coerenza magari al presidente Brunetta, al presidente Costa, perché è facile adesso parlare dall'opposizione quando fino a qualche giorno fa con questa gente voi eravate d'accordo per l'ennesima presa in giro degli italiani.
Allora, mi rivolgo a tutta l'Aula, voi siete quelli delle «storielle»: fate finta di abolire le province per creare l'area metropolitana, l'unione dei comuni e le province zombie. Avete deciso di confondere ulteriormente la vita dei cittadini e delle imprese. Ancora un po’ e, magari per far quadrare gli equilibri politici di questa maggioranza e creare qualche altro posticino, qualche altra poltrona ad hoc, eleverete a città metropolitana anche Rignano sull'Arno, che magari a voi del PD dovrebbe ricordare qualcosa.
Chi non lo sa magari può fare una semplice ricerca.
E allora per questo, Presidente, annuncio che noi non voteremo questo ddl, noi non parteciperemo a questa ennesima presa in giro. Questa è la nostra posizione Presidente, questo è il nostro punto di vista.Qui siede il vostro fronte d'attacco preferito, qui siedono i vostri bersagli politici. Noi siederemo qui, attaccati dai cattivi maestri della vostra stampa di partito. Noi saremo qui quando riverserete, come state facendo, il vostro fango, i vostri rifiuti, politici e non, e saremo ancora qui quando tenterete di giustificare la vostra orrenda azione politica con la vostra disturbata idea – ricordi al Presidente Letta – di dialettica politica. E soprattutto, Presidente, noi saremo qui e saremo sempre qui soprattutto quando ci toccherà governare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gasparini. Ne ha facoltà.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Signor Presidente, io consegnerò il mio discorso, anche se mi prendo due minuti perché io credo che questo sia un momento importante e storico per il Paese. Avevo voglia di rispondere a chi adesso ha appena parlato, del MoVimento 5 Stelle, ma ritengo che quelle cose dette siano la solita propaganda, che certamente non serve agli italiani.Pag. 141
Devo dire che poi mi sento investita di questo ruolo questa sera così importante, per una dichiarazione di voto del Partito Democratico, ma anche mi sento rappresentante di quella storia...
PRESIDENTE. Chiedo scusa. Colleghi, non si possono fare foto. Prego, onorevole.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. ... quella storia importante per la democrazia del Paese, fatta da tantissimi amministratori, più di 100 mila persone che ogni giorno garantiscono la democrazia in questo Paese, amministrando le nostre città, amministrando le nostre province.
E io credo che in questo momento a loro dobbiamo quella serietà che essi stessi ci stanno chiedendo, perché in questo momento più che mai questo Paese ha bisogno di riforme e io credo che questa legge che questa sera stiamo approvando sia una legge importante. Lo voglio ricordare: dopo trent'anni le città metropolitane. Mi dispiace che non ci sia Russo, perché se a Napoli i comuni non voglio entrare nella città metropolitana di Napoli, a Milano ci sono città della provincia di Varese e di Monza e Brianza che stanno già chiedendo di entrare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). E ricordo anche che questo è un processo lunghissimo nel tempo, ma è un processo anche costruito assieme al coordinamento dei sindaci delle città metropolitane. Quindi, è un movimento democratico, che viene non ascoltato e questo mi dispiace.
Così come considero importante che questa legge finalmente dia regole precise per le unioni dei comuni e coerentemente deve incentivarle: la legge di stabilità ha messo 60 milioni di euro, perché non bastano le parole e le regole, qui bisogna far sì che un processo difficile, che nasce dal basso, sia accompagnato con atti concreti. Così come io credo che sia disonesto – mi permetto di dire questa parola: disonesto – continuare a non prendere atto di quanto il Ministro ha più volte detto e scritto anche nella relazione della legge, cioè che oggi noi facciamo un primo passaggio verso il superamento delle province, cosa che verrà fatta con la riforma costituzionale. Prova ne è che l'Atto Camera n. 1542, quella che stiamo discutendo, è una legge che riorganizza anche le province. L'Atto Camera n. 1543 è un provvedimento ulteriore, che aveva preso il Governo in luglio, ed è una riforma costituzionale.
Mi pare che si voglia far votare le province il prossimo anno e mi pare che da questo punto di vista molti stanno pensando di rimandare le riforme al 2019. Io credo che la scelta fatta di questo percorso, di andare a definire un nuovo livello di Governo di area vasta e che le province si trasformino in questo tipo di Governo sia importante per arrivare al risultato anche del superamento, quando arriverà in Aula – e mi auguro presto – la riforma costituzionale.
Voglio sottolineare, e poi taccio, che questo provvedimento è anche importante per altri due motivi: avvia un processo di riforma di tutti gli enti e degli strumenti – e sono troppi, sono più di centinaia o anche forse migliaia – che di fatto sono enti strumentali, spesso, che creano confusione e frammentazione, ormai. Si va a definire un ruolo preciso del governo di area vasta con le funzioni che gli competono anche nel governo di questi soggetti, quindi superando di fatto enti inutili.
Ultima cosa, che mi sta particolarmente a cuore: sono state messe le basi affinché lo Stato riorganizzi la sua organizzazione decentrata. Parlo delle prefetture, parlo di tutti servizi che lo Stato ha nel territorio. Infatti, questa legge prevede l'avvio di questo percorso. E, allora, io credo che, come Partito Democratico, con grande piacere votiamo favorevolmente questa legge, ma la votiamo perchè è una legge concreta, una legge seria e importante per il Paese. Inoltre, io amo dire anche che questa è una dimostrazione che facciamo sul serio. Questo Paese lo vogliamo modernizzare, questo Paese lo vogliamo il più forte e il più importante del mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) (La Presidenza autorizza, sulla Pag. 142base dei consueti criteri, la pubblicazione in calce al resoconto del testo integrale dell'intervento).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Ottavio. Ne ha facoltà.
UMBERTO D'OTTAVIO. Signor Presidente, io voterò in dissenso dal mio gruppo, e ne sono dispiaciuto. Si è aperto nel nostro Paese un dibattito sulle riforme istituzionali e il PD ha deciso di metterci tutto il suo impegno. Separare, però, in modo così drammatico il tema delle province da tutto il resto, l'ho trovato ingiusto. E in questi mesi gli amministratori e i dipendenti delle province sono stati additati come fossero responsabili di tutti i guai della pubblica amministrazione. Le province sono state, invece, il luogo dove si sono inventate e sperimentate le politiche per il territorio e per lo sviluppo economico e sociale. Un'altra strada poteva essere seguita e poteva essere possibile, magari dentro un percorso più complessivo, magari facendo diventare tutte le province con gli stessi poteri di quelle di Trento e di Bolzano, una Repubblica più federale, magari rendendo meno complicata la nascita delle città metropolitane. Spero che il Senato possa migliorare questo provvedimento nell'interesse della democrazia e della partecipazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Signor Presidente, colleghi del Parlamento, voglio soltanto motivare brevemente il mio voto di astensione su questa legge. Non posso votare contro perché apprezzo lo spirito con cui il Governo ha tentato di portare in Aula una riforma organica delle province e, soprattutto, apprezzo le dichiarazioni del Presidente Letta, che ha sostenuto in Aula che l'abolizione delle province resta, nel solco di quello che ha fatto il Governo Monti, una priorità di riforma costituzionale del Governo e, quindi, del Parlamento. Non posso, però, neanche votare a favore di questo provvedimento per rispetto ai 525 mila sardi che nel maggio 2012 hanno votato per l'abolizione delle province, per la cancellazione di un ente che viene visto oggi un ente inutile per il cittadino. Io credo che le province siano la certificazione e il simbolo della pervasività della politica, della capacità della politica di creare una serie di infrastrutture funzionali soltanto alla politica, che oggi rendono questa istituzione inutile e assolutamente incomprensibile al cittadino. Credo che questo sia più che sufficiente per motivare il mio voto di astensione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Signor Presidente, solo per...
PRESIDENTE. Collega, per favore, non si possono fare foto. Non siamo in gita.
ANGELO CERA. Chiedo scusa agli amici del gruppo, ma voglio solo ricordare che noi dell'UdC – lo dico al Ministro – abbiamo sempre con convinzione sostenuto l'idea dell'abolizione delle province. Quello che stiamo facendo adesso, dare un voto favorevole, è solamente l'occasione per dire a lei, Ministro, di rivedere al Senato le cose che non vanno.
Vogliamo ricordare che noi abbiamo sostenuto l'abolizione delle province perché abbiamo dato sempre un giudizio negativo, richiamando sempre il contenimento delle spese. Adesso ci troviamo addirittura duplicato il provvedimento verso città metropolitane, enti di secondo livello, e, come dire, questa cosa la facciamo soprattutto per sostenere con convinzione questa maggioranza. Pur tuttavia rimanga traccia in questa serata che l'UdC la sua battaglia non la conclude perché ritiene che al Senato le cose possano essere tranquillamente migliorate. (La Presidenza autorizza, sulla base dei consueti criteri, la pubblicazione in calce al resoconto del testo integrale dell'intervento).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCLAUDIO BRESSA, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, desidero resti agli atti che con l'approvazione dell'emendamento 12-ter.1000 si crea una discrepanza con la norma dell'articolo 5, comma 2, nella stessa identica materia. Il tema è quello della composizione delle liste. Poiché non potevamo cambiare il testo perché l'articolo 5, comma 2, era già stato votato, voglio lasciare agli atti che al Senato sarà necessario procedere a questo coordinamento per non avere nella stessa materia due norme che dicono cose distinte.
PRESIDENTE. La ringrazio. Questo lo registriamo come un auspicio.
(Coordinamento formale – A.C. 1542-A).
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1542-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1542-A, di cui si è testé concluso l'esame.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Gasparini... Dellai... onorevole Gigli, che succede ? Gasparini...
Dichiaro chiusa la votazione.
Comunico il risultato della votazione:
«Disposizioni sulle Città metropolitane, sulle Province, sulle unioni e fusioni di Comuni» (1542-A):
Presenti 295
Votanti 288
Astenuti 7
Maggioranza 145
Hanno votato sì 277
Hanno votato no 11
Sono in missione 37 deputati.
La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico, Scelta Civica per l'Italia e Per l'Italia) (Vedi votazioni).
Sono conseguentemente assorbite le abbinate proposte di legge.
Sui lavori dell'Assemblea (ore 23,45)
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito della odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo, si è convenuto che l'Aula è convocata domani alle ore 12 per l'avvio dell'esame del disegno di legge n. 1906 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Proroghe di termini previsti da disposizioni legislative (Approvato dal Senato).
La Conferenza dei presidenti di gruppo tornerà a riunirsi domani alle ore 10,30.
Avverto, inoltre, che sono state presentate le questioni pregiudiziali Giancarlo Giorgetti ed altri n. 1 e Dadone ed altri n. 2 riferite al disegno di legge n. 1906 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio. Proroghe di termini previsti da disposizioni legislative Pag. 144(Approvato dal Senato), che saranno esaminate prima di passare alla discussione generale del provvedimento.
Sull'ordine dei lavori (ore 23,48).
FILIBERTO ZARATTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà. Colleghi, se riuscite ad uscire in silenzio intanto l'onorevole Zaratti interviene.
FILIBERTO ZARATTI. Signor Presidente, volevo sottolineare che nella giornata odierna, nel CIE di Roma, a Ponte Galeria, ben otto persone si sono cucite la bocca per protestare sulle condizioni di detenzione inumane di quel centro. Vorrei ricordare, in questi giorni si è parlato molto di Lampedusa, della questione dei migranti.
Ebbene, se i colleghi, i deputati andassero soltanto una volta a vedere le condizioni di vita di quelle persone ne rimarrebbero certamente sconvolti. Io credo che sarebbe giusto, importante, che ci fosse da parte di questo Governo e della maggioranza un gesto di buona volontà, che è quello di chiudere definitivamente i CIE, che rappresentano una vergogna per il nostro Paese.
Quelle persone sono illegalmente detenute, persone che non hanno commesso reati si trovano illegalmente detiene detenute dentro quei centri, che non hanno neanche le minime condizioni di dignità per le persone che, appunto, vi si trovano dentro (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà). In molti casi, sono persone che lavorano in Italia da molti anni e che sono state strappate ai loro affetti unicamente per la mancanza di documenti.
Ebbene, io credo che la forma di protesta di quest'oggi di queste persone sia l'ennesimo monito che viene rivolto al Parlamento e che viene rivolto al nostro Paese. È ora di dire basta con questa vergogna e con questa ingiustizia (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Domenica 22 dicembre 2013, alle 12:
Discussione del disegno di legge (previo esame e votazione delle questioni pregiudiziali presentate):
S. 1149 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 31 ottobre 2013, n. 126, recante misure finanziarie urgenti in favore di regioni ed enti locali ed interventi localizzati nel territorio (Approvato dal Senato) (C. 1906).
La seduta termina alle 23,50.
TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI DORINA BIANCHI, DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI E UMBERTO D'OTTAVIO SUL DISEGNO DI LEGGE N. 1542-A
DORINA BIANCHI. Onorevoli colleghi, il presente disegno di legge rappresenta un importante passo in avanti sia nella direzione di una modernizzazione del nostro assetto decentrato sia verso quella semplificazione che ormai da tempo cittadini e imprese richiedono.
Si tratta di una modernizzazione perché finalmente istituisce le città metropolitane che, dopo oltre vent'anni di inattuazione (la loro prima previsione era contenuta nella legge n. 142 del 1990), erano rimaste l'Araba Fenice dell'ordinamento italiano, nonostante fossero anche state inserite nel 2001 in Costituzione.
Si tratta di una semplificazione perché sia le città metropolitane che le province divengono organi di secondo grado, governate a titolo gratuito da chi già ricopre cariche a livello locale, con l'eliminazione quindi un livello politico intermedio e il conseguente risparmio dei costi.Pag. 145
Nel merito, i contenuti del presente disegno di legge si sviluppano secondo tre coordinate.
La prima è quella di istituire le Città metropolitane, cioè fare decollare una forma di governo delle aree vaste urbane che non solo è ormai presente, seppure con formule organizzative diversificate, in tutti gli ordinamenti occidentali, ma che sta anche acquisendo sempre maggiore rilevanza a livello dei programmi di sviluppo europei e internazionali.
La scelta che compie il disegno di legge riguardo alle Città metropolitane è quella di evitare di configurarle come una mera Provincia «travestita»: sia sul piano della dimensione territoriale che su quello delle funzioni, le città metropolitane, infatti, sono connotate in termini innovativi, funzionali a strutturare una moderna possibilità di governance di quelle aree che si concepiscono unite dentro un comune sistema di flussi di mobilità, di sistemi produttivi, di servizi sociali.
In particolare, sul piano della dimensione territoriale, si prevede, da un lato, che altri comuni delle province limitrofe possano aderire alla nuova Città metropolitana, costituendo quella area vasta integrata che ampliando i confini della città metropolitana consenta una governance unitaria degli interessi presenti sul territorio.
Dall'altro, si prevede la possibilità dello scorporo di una certa quota di comuni dalla città metropolitana, consentendo quindi che aree della provincia (ad esempio in alcuni casi la cintura montana) che non hanno elementi in comune con la nuova città metropolitana possano continuare a essere gestite nella forma tradizionale, senza essere immesse in modo innaturale nel nuovo ente. In questo caso la previsione dell'avvalimento, nella fase transitoria, delle stesse strutture amministrative della vecchia provincia non determina aggravi di costi. A regime, invece, interverrà una divisione delle strutture con la legge che riconosce la eventuale circoscrizione provinciale «ciambella» intorno alla città metropolitana: se anche in questo caso non si verificherà un aggravio di costi e di personale, va però considerato che ci espone al rischio di un aumento del numero di enti.
La città metropolitana non si configura come una «provincia travestita» nemmeno sul piano delle funzioni. Queste vengono ampliate rispetto a quelle delle province, assegnando alle città metropolitana specifiche funzioni strategiche, come ad esempio la pianificazione territoriale generale e la strutturazione di sistemi coordinati di gestione di servizi pubblici, che consentono all'ente il necessario salto di qualità verso il governo dell'area metropolitana.
Per quanto riguarda gli organi della città metropolitana, viene esaltato il carattere para-associativo del nuovo ente in modo da facilitare la cooperazione tra i comuni e l'ente di area vasta, incentivando forme di governance condivisa tra comuni e città metropolitana: si favorisce così una evoluzione del sistema delle autonomie locali dove ai comuni e alle loro burocrazie rimangono compiti importanti di erogazione dei servizi e di attività di gestione, mentre si mantiene saldo il potere di coordinamento proprio della città metropolitana. In questo modo a livello dei Comuni si collocano i compiti di carattere prevalentemente gestionale e di vicinanza ai cittadini mentre quelli di indirizzo, coordinamento e programmazione, si collocano a livello di città metropolitana, chiamata anche a svolgere quella intensa attività di collegamento concreto con il sistema di relazioni sociali ed economiche nelle quali, a livello mondiale, l'Italia è inserita.
Solo così, infatti, ha ragion d'essere il nuovo ente, almeno laddove c’è effettivamente bisogno di una vera città metropolitana secondo gli standard internazionali.
La seconda coordinata del disegno di legge riguarda la riforma delle Province che vengono strutturate come enti di secondo grado, eliminando quindi una quota consistente di personale politico (e i relativi costi) e consentendo una maggiore integrazione con la programmazione comunale. Le funzioni vengono ridotte a quelle che effettivamente, come la gestione Pag. 146delle strade, attengono all'area vasta, mentre le altre funzioni vengono distribuite a livello comunale e regionale, in relazione anche alla titolarità – statale o regionale – della relativa competenza legislativa.
È importante precisare che nel corso dei lavori della Commissione sono state apportate significative modifiche al testo originario.
In particolare, riguardo, sia alle Province che alle Città metropolitane, è stato ritenuto opportuno modulare i tempi sulla base della circostanza, non adeguatamente considerata nel testo originario del disegno di legge, che in primavera si svolgono elezioni amministrative per oltre 4000 Comuni e che pertanto occorre che alcune decisioni strategiche, come l’ adesione o lo scorporo dalla Città metropolitana, siano assunte dai nuovi eletti. Saranno quindi le amministrazioni neo elette a pronunciarsi a questo riguardo e non quelle uscenti com'era nel disegno originario.
Un'altra modifica molto importante, apportata al disegno di legge originario, è stata quella di prevedere che l’ elezione del Consiglio metropolitano, così come quella del Consiglio provinciale, coinvolga non solo i sindaci ma anche i consiglieri comunali. Si tratta di una modifica che tutela il ruolo delle opposizioni e consente un incremento del tasso di democraticità, pur rimanendo nell'ambito di una elezione di II grado. Il meccanismo che viene adottato è un meccanismo di tipo ponderato, che viene strutturato – anche in questo caso con una modifica rispetto al testo originario che era stato oggetto di diverse critiche – evitando che ci sia una sproporzionata prevalenza dei comuni di dimensioni maggiori.
È doveroso sottolineare che è stata prevista una norma ad hoc sull'Expo, diretta a garantire una continuità istituzionale senza complicare, anche agli occhi del mondo imprenditoriale e internazionale, la gestione dell'evento: la Regione pertanto subentra nel patrimonio della provincia, per la durata dell'evento, allo scopo di non creare complicazioni gestionali in un momento così delicato.
Va infine evidenziato che alle Province viene assegnata loro una competenza anche sulla gestione delle scuole secondarie qualora i Comuni si orientino verso un'intesa in tal senso. Anche in questo caso si tratta di una modifica al testo originario, al fine di evitare, laddove lo si ritenga probabile, una eccessiva frammentazione della funzione che non potrebbe consentire economie di scala e quindi portare a un incremento dei costi.
Da ultimo è opportuno precisare che, rispetto al ddl originario, grazie al lavoro in Commissione è stata decisamente rafforzata la norma sulla soppressione degli enti intermedi, i cui costi e la cui inutilità sono stati più volte denunciati, prevedendo un principio fondamentale per le Regioni che lo attuano, che mira a riconoscere loro un forte incentivo in termini di finanziamento sul fondo per il trasporto pubblico locale.
La terza coordinata riguarda la semplificazione del sistema delle norme che regolano le Unioni dei Comuni, consentendo anche in questo caso una significativa armonizzazione nella disciplina delle gestioni associate, anche in considerazione del ruolo che esse sono chiamate ad assumere nell'ambito della revisione delle funzioni delle province.
Se nel complesso il disegno di legge, così come risultante dalle proposte dalla Commissione, permette un importante passo in avanti in termini di semplificazione e modernizzazione del nostro assetto autonomistico, il voto di NCD sarà favorevole.
DANIELA MATILDE MARIA GASPARINI. Il Partito Democratico voterà a favore di questo Disegno di Legge per i suoi contenuti e perché è consapevole che il Parlamento deve concretizzare gli impegni presi per rinnovare le istituzioni rendendole adeguate ad un Paese profondamente modificato e che rischia di restare indietro se fosse incapace di riformarsi.
Lo stop della Corte Costituzionale al decreto legge del Governo Monti, ha permesso a noi tutti di poter discutere nel Pag. 147merito del Disegno di Legge, di confrontarci con i rappresentanti delle Associazioni, degli Enti Locali, delle Regioni e con i costituzionalisti. Debbo rilevare che l'ascolto e il confronto hanno portato a importanti miglioramenti della legge e questo è stato possibile grazie alla disponibilità del Ministro Delrio, alla competenza del relatore Bressa e ai contributi di Fabio Melilli, Mauro Guerra, che, per ruolo e competenze, hanno contribuito a migliorare la proposta per quanto riguarda il sistema elettorale delle Province, di rivedere le norme per le Unioni dei Comuni.
Noi siamo consapevoli che questa è una grande riforma perché ridisegna e riorganizza le funzioni dei Comuni e affronta il tema del governo di area vasta, andando oltre l'importante ruolo che le Province hanno avuto nella nostra storia amministrativa e democratica.
D'altra parte la realtà è profondamente cambiata e occorre darsi strumenti più adeguati. Se pensiamo che le Province sono state istituite nel 1859, quando l'Italia vedeva la gran parte dei cittadini vivere nelle campagne, ovviamente senza telefono, televisioni nè iPad ... rispetto ad oggi era proprio un altro mondo.
Oggi nel nostro mondo globale non ci sono più frontiere né per le persone né per la finanza e il commercio; il web ci rende cittadini del mondo, la gente vive concentrata nelle aree urbane, le popolazioni sono sempre più mobili. In questa nuova realtà è urgente dare nuovi strumenti di governo a partire dai territori, rappresentati dai Comuni.
Oggi non sono più i confini che determinano la vocazione o l'identità di un territorio e, per spiegare cosa intendo dire, vi invito a visionare una proposta della Società Geografica Italiana che ha provato a ridisegnare un sistema di governo amministrativo del Paese partendo dalla realtà di oggi: i flussi delle persone, i poli di attrazione, la organizzazione delle infrastrutture, la concentrazione di imprese e quindi lavoro. Ebbene, in questa proposta non ci sono più le attuali Regioni, né le attuali Province come le conosciamo !
Questo Disegno di Legge cerca di rispondere coerentemente a queste necessità di flessibilità e di cambiamento e, nel contempo, inizia a fare chiarezza sulle competenze, rimettendo al centro il ruolo dei Comuni così come indica la nostra Costituzione con l'articolo 118, comma 1 che indica: «le funzioni amministrative sono attribuite ai Comuni salvo che, per esigenze di sussidiarietà, vengano attribuite a Province, Città Metropolitane e Regioni».
Gli obiettivi fondamentali del Disegno di Legge 1542 sono molto chiari:
1) dopo 30 anni si istituiscono le città Metropolitane e viene attuato finalmente il dettato costituzionale e si colma il ritardo accumulato nel dare strumenti alle aree urbane dove più sono concentrate funzioni e risorse in grado di competere con le altre aree metropolitane d'Europa.
Il dibattito si è molto concentrato sul modello di elezione del Sindaco e del Consiglio Metropolitano ma in realtà oggi è indispensabile promuovere una nuova cooperazione tra i Comuni e tra gli stessi, la Città Capoluogo e la Regione. Per far questo non serve un nuovo «Grande Capo» a cui delegare le politiche, ma un nuovo livello di cooperazione tra i Comuni che non mortifichi i Comuni più piccoli e che consenta di affrontare insieme le sfide di una città globale. Per questo è utile che almeno nella prima fase non ci sia l'elezione diretta del Sindaco Metropolitano. Tutti debbono collaborare per ridefinire il sistema dei servizi metropolitani per i cittadini e per il sistema economico, confrontandosi affinché si abbia un progetto comune che non lasci indietro nessuno. Superando così la cultura del «campanile» che è stata una delle cause della frammentazione del sistema...
Evidenzio, comunque che La legge non nega la possibilità di scegliere l'elezione diretta del sindaco e del consiglio metropolitano, in fase di approvazione dello Statuto.
2) ridefinisce le regole per incentivare i comuni a formare le Unioni e per i Pag. 148comuni molto piccoli a promuovere le Fusioni. Rispettando la storia democratica delle singole comunità ma, contemporaneamente, sostenendo l'esigenza di un nuovo modello di collaborazione che superi il «nanismo» nella organizzazione dei servizi (che costa di più, o peggio, non permette neppure di darli i servizi).
Con la legge di stabilità approvata ieri sera sono stati previsti 30 milioni per incentivare le Unioni dei Comuni e 30 milioni per incentivare le Fusioni di Comuni.
3) definisce le funzioni di area vasta e, in attesa della riforma costituzionale, le Province diventano enti di secondo livello e di area vasta. Saranno le Regioni, dopo la riforma Costituzionale, se lo vorranno, a ridisegnare diversi sistemi di area vasta, ma le funzioni sono già definite da questa legge e sono quelle non attribuibili ai Comuni per le caratteristiche di sovra-comunalità. L'area vasta, così come è in tutta Europa, è una dimensione intermedia tra i Comuni e le Regioni, è un ente di secondo livello espressione dei Comuni. Con lo statuto sarà possibile riconoscere la peculiarità di ogni nuova realtà di area vasta, ma mi preme sottolineare che la legge ha riconosciuto la peculiarità delle aree totalmente di montagna riconoscendo funzioni ad hoc per loro.
Sia i rappresentanti dei Comuni che quelli delle Regioni hanno dato parere favorevole a questo Disegno di Legge e, poiché nell'opinione pubblica è prevalente la richiesta di dare un nuovo assetto alle istituzioni locali, spetta adesso noi a essere coerenti con gli impegni presi.
L'urgenza dell'approvazione della legge sta proprio nell'esigenza di non tradire l'attesa dei cittadini ed è anche la necessità di rendere credibile il Parlamento che non può discutere all'infinito e poi affossare le riforme promesse.
Una coerenza che, nel corso del dibattito parlamentare, non ho sempre ravvisato nelle forze politiche che come noi in campagna elettorale avevano sostenuto l'esigenza del superamento delle Province... anzi, ho visto che molti giovani, pur portatori di freschezza, hanno già imparato i giochi della vecchia politica... negare l'evidenza, per interessi elettorali o di parte.
Infatti, si è contrastato il Disegno di Legge proponendo commissariamenti delle attuali Province e continuando a ignorare che, se non si procedesse in questo modo, saremmo costretti a rinnovare i consigli provinciali e rimandare la riforma nel 2019.
Tutto questo anche se – in maniera molto trasparente – nello stesso giorno del mese di luglio, il Governo ha approvato sia il Disegno di Legge che stiamo discutendo che la proposta di riforma costituzionale che abroga le Province, scegliendo l'unico percorso possibile per giungere nei tempi più brevi alla cancellazione dalla Costituzione delle Province.
Province che comunque cambiano fisionomia, diventando enti di area vasta e di secondo livello e con funzioni chiare e evidenti, adesso si dovrà calendarizzare la riforma costituzionale per completare coerentemente il percorso di riforma.
L'altro tema che ha creato molto dibattito è la valutazione sul risparmio dei costi che questa riforma comporterà, e nel far questo non si è tenuto conto dell'insieme dei risultati e delle opportunità che questa riforma deve poter comportare per il Paese:
Le Città Metropolitane potranno attrarre più investimenti con una programmazione sovracomunale che ne semplifichi il sistema urbano con nuovi modelli di gestione dei servizi pubblici e di pianificazione, generando anche economie di scala. Quanto vale ciò ?
Le Unioni dei Comuni che oggi rappresentano circa il 10% dei comuni, potrebbero raggiungere i livelli delle altre realtà europee avanzate, dove le Unioni gestiscono i servizi per l'80% dei Comuni. Il risparmio sarebbe molto rilevante, pensate solo ai costi amministrativi che verrebbero minimizzati. Per questo mi è sembrato molto importante che la legge di stabilità abbia previsto, per raggiungere questo Pag. 149obiettivo incentivi per 60 milioni di euro. Non è un costo ma un investimento.
Per le Province il vero risparmio di tempo e di soldi è nella chiarezza di «chi fa che cosa», è nell'evitare sovrapposizioni senza senso e nella definizione di competenze e funzioni chiare.
Ma quello che è stato poco evidenziato è che con questa legge, articolo 15 quarto comma, qualora normative statali o regionali abbiano servizi a rete di rilevanza economica tramite agenzie di carattere provinciale o subprovinciale provinciale, le leggi regionali o statali debbono prevedere la soppressione di tale agenzie o enti, attribuendo le funzioni alle Province nel nuovo assetto di area vasta e alle Città Metropolitane. Questo vuole dire superare le centinaia di enti intermedi e assegnare all'area vasta la gestione dei servizi a rete.
Ed inoltre, sempre in tema di efficienza e risparmi, la legge prevede che non ci sia più l'obbligo del livello provinciale per l'organizzazione periferica delle amministrazioni statali: questo vuole dire riorganizzare le Prefetture, i Provveditorati agli Studi ed altri enti.
Per tutti questi motivi, approvare questa legge vuole dire compiere un grande passo in avanti nel modernizzare il Paese. Questa è una legge «storica» perché rappresenta un coerente riordino di tutti gli organi previsti nel nostro quadro istituzionale.
È la dimostrazione che facciamo sui serio: abbiamo chiesto fiducia per modernizzare questo Paese e lo stiamo facendo.
Concludo con Italo Calvino: «di una città non godi le sette o le settantasette meraviglie ma la risposta che dà ad una tua domanda». Noi riteniamo che questa legge contribuisca a dare una risposta alla domanda di semplificazione ed efficienza che viene dai cittadini.
UMBERTO D'OTTAVIO. Grazie Presidente, voterò in dissenso dal mio gruppo e ne sono dispiaciuto. Si è aperta nel nostro Paese un dibattito sulle riforme istituzionali e il PD ha deciso di metterci tutto il suo impegno.
Separare, in modo così drammatico, il terna della Province da tutto il resto l'ho trovato ingiusto e immotivato.
In questi mesi gli amministratori e i dipendenti delle Province sono stati additati come fossero i responsabili di tutti i guai della pubblica amministrazione.
Le Province sono state, invece, il luogo dove si sono inventate e sperimentate le politiche per il territorio e per lo sviluppo economico e sociale.
Un'altra strada poteva essere seguita e poteva essere possibile. Magari dentro un percorso più complessivo, magari facendo diventare tutte le Province con gli stessi poteri di quelle di Trento e Bolzano. Magari rendendo meno complicate la nascita delle città metropolitane.
Spero che il Senato possa migliore questo provvedimento nell'interesse della democrazia e della partecipazione.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Nota di variazioni 1866-ter | 434 | 434 | 218 | 291 | 143 | 27 | Appr. | |
2 | Nom. | odg 9/1866-A/1 | 438 | 361 | 77 | 181 | 30 | 331 | 27 | Resp. |
3 | Nom. | Ddl 1886-A - voto finale | 479 | 478 | 1 | 240 | 313 | 165 | 19 | Appr. |
4 | Nom. | Ddl 1542-A e ab.- em.4.250,252,253 | 426 | 426 | 214 | 70 | 356 | 40 | Resp. | |
5 | Nom. | em. 4.221 | 433 | 433 | 217 | 69 | 364 | 40 | Resp. | |
6 | Nom. | em. 4.900 | 438 | 438 | 220 | 351 | 87 | 39 | Appr. | |
7 | Nom. | em. 4.901 | 442 | 442 | 222 | 355 | 87 | 39 | Appr. | |
8 | Nom. | articolo 4 | 444 | 442 | 2 | 222 | 289 | 153 | 39 | Appr. |
9 | Nom. | em. 5.300 | 443 | 442 | 1 | 222 | 24 | 418 | 38 | Resp. |
10 | Nom. | em. 5.302 | 447 | 445 | 2 | 223 | 337 | 108 | 37 | Appr. |
11 | Nom. | articolo 5 | 449 | 449 | 225 | 292 | 157 | 37 | Appr. | |
12 | Nom. | articolo 7 | 451 | 450 | 1 | 226 | 293 | 157 | 37 | Appr. |
13 | Nom. | em. 8.13 | 448 | 448 | 225 | 67 | 381 | 37 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 8 | 452 | 452 | 227 | 298 | 154 | 37 | Appr. | |
15 | Nom. | em. 9.4 | 451 | 451 | 226 | 74 | 377 | 37 | Resp. | |
16 | Nom. | em. 9.16 | 448 | 446 | 2 | 224 | 45 | 401 | 37 | Resp. |
17 | Nom. | em. 9.28 | 449 | 448 | 1 | 225 | 64 | 384 | 36 | Resp. |
18 | Nom. | em. 9.50 | 453 | 453 | 227 | 66 | 387 | 36 | Resp. | |
19 | Nom. | articolo 9 | 455 | 454 | 1 | 228 | 297 | 157 | 36 | Appr. |
20 | Nom. | em. 10.800 | 450 | 450 | 226 | 160 | 290 | 36 | Resp. | |
21 | Nom. | em. 10.901 | 448 | 448 | 225 | 361 | 87 | 36 | Appr. | |
22 | Nom. | em. 10.300 | 447 | 447 | 224 | 48 | 399 | 36 | Resp. | |
23 | Nom. | em. 10.301 | 446 | 445 | 1 | 223 | 140 | 305 | 36 | Resp. |
24 | Nom. | articolo 10 | 452 | 430 | 22 | 216 | 294 | 136 | 35 | Appr. |
25 | Nom. | articolo 10-bis | 452 | 428 | 24 | 215 | 290 | 138 | 34 | Appr. |
26 | Nom. | em. 11.2 | 452 | 451 | 1 | 226 | 155 | 296 | 34 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | em. 11.1 | 450 | 450 | 226 | 161 | 289 | 34 | Resp. | |
28 | Nom. | em. 11.18 | 442 | 438 | 4 | 220 | 111 | 327 | 34 | Resp. |
29 | Nom. | em. 11.901 | 440 | 440 | 221 | 357 | 83 | 34 | Appr. | |
30 | Nom. | articolo 11 | 446 | 446 | 224 | 296 | 150 | 34 | Appr. | |
31 | Nom. | em. 12.900 | 454 | 454 | 228 | 449 | 5 | 34 | Appr. | |
32 | Nom. | articolo 12 | 444 | 443 | 1 | 222 | 293 | 150 | 34 | Appr. |
33 | Nom. | em. 12-bis. 300, 301, 303 | 439 | 439 | 220 | 74 | 365 | 34 | Resp. | |
34 | Nom. | em. 12-bis. 312, 313, 315 | 440 | 437 | 3 | 219 | 69 | 368 | 34 | Resp. |
35 | Nom. | em. 12-bis. 304, 305, 306 | 431 | 431 | 216 | 66 | 365 | 33 | Resp. | |
36 | Nom. | em. 12-bis. 316 | 432 | 432 | 217 | 67 | 365 | 33 | Resp. | |
37 | Nom. | em. 12-bis. 310, 311 | 422 | 422 | 212 | 68 | 354 | 33 | Resp. | |
38 | Nom. | em. 12-bis. 317, 320 | 429 | 428 | 1 | 215 | 69 | 359 | 33 | Resp. |
39 | Nom. | em. 12-bis. 322, 323 | 432 | 432 | 217 | 70 | 362 | 33 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 4 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
40 | Nom. | em. 12-bis. 900 | 437 | 436 | 1 | 219 | 358 | 78 | 33 | Appr. |
41 | Nom. | em. 12-bis. 19 | 438 | 438 | 220 | 73 | 365 | 33 | Resp. | |
42 | Nom. | articolo 12-bis | 437 | 437 | 219 | 286 | 151 | 33 | Appr. | |
43 | Nom. | em. 12-ter. 200, 201, 202 | 432 | 432 | 217 | 65 | 367 | 33 | Resp. | |
44 | Nom. | em. 12-ter. 205, 206, 207 | 426 | 426 | 214 | 68 | 358 | 33 | Resp. | |
45 | Nom. | em. 12-ter. 210, 211 | 431 | 431 | 216 | 70 | 361 | 33 | Resp. | |
46 | Nom. | em. 12-ter. 1000 | 416 | 416 | 209 | 337 | 79 | 32 | Appr. | |
47 | Nom. | em. 12-ter. 212 | 419 | 419 | 210 | 58 | 361 | 32 | Resp. | |
48 | Nom. | em. 12-ter. 214 | 303 | 303 | 152 | 303 | 32 | Appr. | ||
49 | Nom. | articolo 12-ter | 301 | 300 | 1 | 151 | 300 | 31 | Appr. | |
50 | Nom. | articolo agg. 12-ter. 0200 | 317 | 315 | 2 | 158 | 18 | 297 | 30 | Resp. |
51 | Nom. | em. 13.201 | 305 | 303 | 2 | 152 | 4 | 299 | 30 | Resp. |
52 | Nom. | em. 13.900 | 377 | 377 | 189 | 284 | 93 | 31 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 5 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
53 | Nom. | em. 13.800 | 380 | 365 | 15 | 183 | 286 | 79 | 31 | Appr. |
54 | Nom. | em. 13.13 | 391 | 391 | 196 | 22 | 369 | 31 | Resp. | |
55 | Nom. | articolo 13 | 399 | 398 | 1 | 200 | 278 | 120 | 31 | Appr. |
56 | Nom. | em. 14.7 | 396 | 396 | 199 | 29 | 367 | 31 | Resp. | |
57 | Nom. | articolo 14 | 400 | 399 | 1 | 200 | 277 | 122 | 31 | Appr. |
58 | Nom. | em. 15.200, 15.202, 15.203 | 403 | 403 | 202 | 50 | 353 | 31 | Resp. | |
59 | Nom. | em. 15.18 | 407 | 406 | 1 | 204 | 35 | 371 | 31 | Resp. |
60 | Nom. | em. 15.300 | 409 | 391 | 18 | 196 | 33 | 358 | 31 | Resp. |
61 | Nom. | subem. 0.15.900.1 | 411 | 411 | 206 | 32 | 379 | 31 | Resp. | |
62 | Nom. | subem. 0.15.900.3 | 408 | 408 | 205 | 17 | 391 | 31 | Resp. | |
63 | Nom. | em. 15.900 | 410 | 394 | 16 | 198 | 316 | 78 | 31 | Appr. |
64 | Nom. | em. 15.1000 | 410 | 393 | 17 | 197 | 315 | 78 | 31 | Appr. |
65 | Nom. | em. 15.206, 15.208 | 414 | 397 | 17 | 199 | 34 | 363 | 31 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 6 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
66 | Nom. | em. 15.210 | 413 | 397 | 16 | 199 | 33 | 364 | 31 | Resp. |
67 | Nom. | em. 15.223 | 414 | 414 | 208 | 32 | 382 | 31 | Resp. | |
68 | Nom. | em. 15.228, 15.229 | 412 | 412 | 207 | 32 | 380 | 31 | Resp. | |
69 | Nom. | em. 15.232, 15.233, 15.234 | 416 | 399 | 17 | 200 | 32 | 367 | 31 | Resp. |
70 | Nom. | em. 15.235 | 405 | 405 | 203 | 31 | 374 | 31 | Resp. | |
71 | Nom. | em. 15.303 | 412 | 382 | 30 | 192 | 17 | 365 | 31 | Resp. |
72 | Nom. | em. 15.238, 15.240 | 408 | 408 | 205 | 47 | 361 | 31 | Resp. | |
73 | Nom. | em. 15.241, 15.242 | 407 | 407 | 204 | 48 | 359 | 31 | Resp. | |
74 | Nom. | em. 15.246 | 405 | 388 | 17 | 195 | 30 | 358 | 31 | Resp. |
75 | Nom. | em. 15.247 | 401 | 385 | 16 | 193 | 30 | 355 | 31 | Resp. |
76 | Nom. | em. 15.248 | 403 | 386 | 17 | 194 | 30 | 356 | 31 | Resp. |
77 | Nom. | em. 15.249 | 407 | 316 | 91 | 159 | 31 | 285 | 31 | Resp. |
78 | Nom. | em. 15.302 | 404 | 325 | 79 | 163 | 50 | 275 | 31 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 7 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
79 | Nom. | em. 15.250 | 397 | 321 | 76 | 161 | 47 | 274 | 32 | Resp. |
80 | Nom. | em. 15.251 | 391 | 306 | 85 | 154 | 31 | 275 | 31 | Resp. |
81 | Nom. | em. 15.252 | 393 | 304 | 89 | 153 | 30 | 274 | 31 | Resp. |
82 | Nom. | em. 15.83 rif. | 393 | 304 | 89 | 153 | 303 | 1 | 31 | Appr. |
83 | Nom. | em. 15.260, 15.261, 15.262 | 391 | 316 | 75 | 159 | 49 | 267 | 31 | Resp. |
84 | Nom. | em. 15.274 | 385 | 380 | 5 | 191 | 112 | 268 | 32 | Resp. |
85 | Nom. | em. 15.800 | 389 | 300 | 89 | 151 | 39 | 261 | 32 | Resp. |
86 | Nom. | em. 15.802 | 387 | 385 | 2 | 193 | 48 | 337 | 32 | Resp. |
87 | Nom. | articolo 15 | 393 | 393 | 197 | 278 | 115 | 32 | Appr. | |
88 | Nom. | em. 15-bis. 1000 | 397 | 397 | 199 | 323 | 74 | 31 | Appr. | |
89 | Nom. | articolo 15-bis | 394 | 394 | 198 | 317 | 77 | 31 | Appr. | |
90 | Nom. | articolo 15-ter | 390 | 389 | 1 | 195 | 308 | 81 | 31 | Appr. |
91 | Nom. | articolo agg. 15-ter 05 | 388 | 387 | 1 | 194 | 26 | 361 | 31 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 8 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
92 | Nom. | em. 16.2 | 399 | 399 | 200 | 103 | 296 | 31 | Resp. | |
93 | Nom. | em. 16.350 | 401 | 401 | 201 | 25 | 376 | 31 | Resp. | |
94 | Nom. | articolo 16 | 400 | 381 | 19 | 191 | 281 | 100 | 31 | Appr. |
95 | Nom. | em. 18.300 | 283 | 281 | 2 | 141 | 12 | 269 | 45 | Resp. |
96 | Nom. | subem. 0.18.1000.1 | 291 | 289 | 2 | 145 | 283 | 6 | 44 | Appr. |
97 | Nom. | em. 18.1000 | 313 | 311 | 2 | 156 | 294 | 17 | 43 | Appr. |
98 | Nom. | em. 18.200 | 393 | 392 | 1 | 197 | 43 | 349 | 40 | Resp. |
99 | Nom. | em. 18.302 | 387 | 387 | 194 | 291 | 96 | 40 | Appr. | |
100 | Nom. | articolo 18 | 391 | 391 | 196 | 280 | 111 | 39 | Appr. | |
101 | Nom. | articolo 20 | 386 | 384 | 2 | 193 | 277 | 107 | 39 | Appr. |
102 | Nom. | articolo 20-bis | 389 | 389 | 195 | 279 | 110 | 39 | Appr. | |
103 | Nom. | em. 20-ter 1000 | 395 | 395 | 198 | 323 | 72 | 39 | Appr. | |
104 | Nom. | articolo 20-ter | 393 | 393 | 197 | 306 | 87 | 39 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 9 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
105 | Nom. | em. 21.3 | 395 | 369 | 26 | 185 | 86 | 283 | 39 | Resp. |
106 | Nom. | articolo 21 | 396 | 378 | 18 | 190 | 299 | 79 | 39 | Appr. |
107 | Nom. | articolo 21-bis | 390 | 374 | 16 | 188 | 296 | 78 | 39 | Appr. |
108 | Nom. | em. 22.800 | 398 | 396 | 2 | 199 | 395 | 1 | 39 | Appr. |
109 | Nom. | articolo 22 | 394 | 390 | 4 | 196 | 310 | 80 | 39 | Appr. |
110 | Nom. | articolo 22-bis | 394 | 376 | 18 | 189 | 367 | 9 | 39 | Appr. |
111 | Nom. | articolo agg. 22-bis 08 | 397 | 396 | 1 | 199 | 70 | 326 | 39 | Resp. |
112 | Nom. | articolo agg. 22-bis 0200 | 397 | 396 | 1 | 199 | 118 | 278 | 39 | Resp. |
113 | Nom. | em. 23.1 | 393 | 393 | 197 | 73 | 320 | 39 | Resp. | |
114 | Nom. | em. 23.800 | 389 | 389 | 195 | 374 | 15 | 39 | Appr. | |
115 | Nom. | subem. 0.23.1000.1 | 391 | 311 | 80 | 156 | 17 | 294 | 39 | Resp. |
116 | Nom. | em. 23.1000 | 394 | 325 | 69 | 163 | 292 | 33 | 39 | Appr. |
117 | Nom. | em. 23.1001 | 395 | 395 | 198 | 383 | 12 | 39 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 10 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
118 | Nom. | em. 23.1002 | 396 | 329 | 67 | 165 | 313 | 16 | 39 | Appr. |
119 | Nom. | em. 23.200 | 397 | 397 | 199 | 36 | 361 | 39 | Resp. | |
120 | Nom. | articolo 23 | 389 | 372 | 17 | 187 | 288 | 84 | 39 | Appr. |
121 | Nom. | articolo agg. 23.02 | 391 | 374 | 17 | 188 | 16 | 358 | 39 | Resp. |
122 | Nom. | articolo agg. 23.011 | 385 | 382 | 3 | 192 | 28 | 354 | 39 | Resp. |
123 | Nom. | articolo agg. 23.0300 | 399 | 397 | 2 | 199 | 30 | 367 | 39 | Resp. |
124 | Nom. | articolo agg. 23.015 | 398 | 327 | 71 | 164 | 30 | 297 | 39 | Resp. |
125 | Nom. | articolo agg. 23.023 | 396 | 380 | 16 | 191 | 15 | 365 | 39 | Resp. |
126 | Nom. | articolo agg. 23.024 | 396 | 382 | 14 | 192 | 21 | 361 | 38 | Resp. |
127 | Nom. | articolo agg. 23.025 | 396 | 377 | 19 | 189 | 99 | 278 | 38 | Resp. |
128 | Nom. | em. 23-bis.1000 | 393 | 390 | 3 | 196 | 383 | 7 | 38 | Appr. |
129 | Nom. | articolo 23-ter | 397 | 395 | 2 | 198 | 300 | 95 | 38 | Appr. |
130 | Nom. | odg 9/1542-A/15 | 384 | 381 | 3 | 191 | 17 | 364 | 38 | Resp. |
INDICE ELENCO N. 11 DI 11 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 136) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
131 | Nom. | odg 9/1542-A/19 | 379 | 376 | 3 | 189 | 16 | 360 | 38 | Resp. |
132 | Nom. | odg 9/1542-A/20 | 390 | <