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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 28 marzo 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 28 marzo 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bressa, Brunetta, Casero, Castiglione, Cicchitto, Cirielli, Costa, D'Incà, De Girolamo, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Galan, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Legnini, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Mannino, Giorgia Meloni, Merlo, Migliore, Mogherini, Orlando, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Pistelli, Ravetto, Realacci, Ricciatti, Rossi, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Speranza, Tabacci, Velo, Vito, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 27 marzo 2014 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:
   CASATI e MOLEA: «Norme per valorizzare, in continuità con la legge 13 maggio 1978, n. 180, la partecipazione attiva di utenti, familiari, operatori e cittadini nei servizi di salute mentale e per promuovere equità di cure nel territorio nazionale» (2233);
   GIUSEPPE GUERINI ed altri: «Delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero» (2234);
   FANTINATI: «Modifiche al regio decreto 16 marzo 1942, n. 267, e al decreto legislativo 10 marzo 2000, n. 74, in materia di concordato preventivo e disciplina della transazione fiscale» (2235);
   SANI: «Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino» (2236);
   BOCCUZZI ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di protezione dei lavoratori dai rischi derivanti dall'esposizione all'amianto, e altre norme in materia di benefìci previdenziali e di prestazioni sanitarie in favore dei lavoratori esposti all'amianto. Delega al Governo per l'adozione di un testo unico delle disposizioni legislative riguardanti l'esposizione all'amianto» (2237);
   NASTRI: «Disposizioni concernenti il concorso dell'Agenzia del demanio per gli oneri di urbanizzazione nel procedimento di dismissione di immobili pubblici ad uso non prevalentemente abitativo» (2238);
   TIDEI: «Disposizioni per la rimozione delle barriere della comunicazione, per il riconoscimento della lingua dei segni italiana e della lingua dei segni italiana tattile e per la promozione dell'inclusione sociale delle persone sorde e sordo-cieche» (2239);
   BIANCONI ed altri: «Modifica all'articolo 10 del testo unico delle leggi in materia bancaria e creditizia, di cui al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, in materia di separazione tra le banche commerciali e le banche d'affari» (2240);
   DEL GROSSO ed altri: «Modifica all'articolo 9 del decreto-legge 8 febbraio 2007, n. 8, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 aprile 2007, n. 41, in materia di cessione di titoli per l'accesso agli stadi e di tessere del tifoso» (2241);
   GEBHARD ed altri: «Modifica all'articolo 12 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, in materia di limite di reddito relativo alle detrazioni per carichi di famiglia» (2242);
   GEBHARD ed altri: «Modifica all'articolo 42 del testo unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità, di cui al decreto legislativo 26 marzo 2001, n. 151, concernente l'estensione dei soggetti legittimati a fruire del congedo per l'assistenza di un congiunto con handicap in situazione di gravità» (2243);
   PLANGGER ed altri: «Ripristino delle festività soppresse agli effetti civili» (2244).

  Saranno stampate e distribuite.

Annunzio di una proposta di legge d'iniziativa regionale.

  In data 27 marzo 2014 è stata presentata alla Presidenza, ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione, la seguente proposta di legge:
   PROPOSTA DI LEGGE D'INIZIATIVA DEL CONSIGLIO REGIONALE DELLA PUGLIA: «Divieto di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi liquidi» (2245).

  Sarà stampata e distribuita.

Annunzio di una proposta di inchiesta parlamentare.

  In data 27 marzo 2014 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di inchiesta parlamentare d'iniziativa dei deputati:
   AMATO ed altri: «Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato di inquinamento della Val Pescara» (Doc. XXII, n. 24).

  Sarà stampata e distribuita.

Adesione di deputati a proposte di legge.

   La proposta di legge DALLAI ed altri: «Disposizioni per la valorizzazione e la salvaguardia della “Via Francigena”» (294) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Terrosi.
   La proposta di legge CAPARINI ed altri: «Delega al Governo per la separazione dei modelli bancari» (488) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Schullian.
   La proposta di legge MARZANO ed altri: «Introduzione del capo II-bis del titolo VII del libro primo del codice civile, concernente la disciplina della fecondazione medicalmente assistita» (1078) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Terrosi.
   La proposta di legge MARZANO ed altri: «Modifiche alla legge 19 febbraio 2004, n. 40, recante norme in materia di procreazione medicalmente assistita» (1266) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Terrosi.
   La proposta di legge MURER: «Norme in materia di medicina di genere» (1599) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Valeria Valente.
   La proposta di legge CAPUA: «Disposizioni per la valorizzazione della ricerca indipendente» (1962) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Bonafè.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:

  I Commissione (Affari costituzionali):
   PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE CIRIELLI e GIORGIA MELONI: «Modifiche al titolo V della parte seconda della Costituzione, in materia di soppressione delle regioni e delle province e di costituzione di trentasei nuove regioni» (1953) Parere della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  II Commissione (Giustizia):
   BUENO ed altri: «Modifiche all'articolo 3 del decreto-legge 14 agosto 2013, n. 93, convertito, con modificazioni, dalla legge 15 ottobre 2013, n. 119, concernenti l'estensione dei presupposti per l'ammonimento da parte del questore nei casi di violenza domestica, nonché l'utilizzazione di dispositivi mobili di allarme e localizzazione delle vittime» (1840) Parere delle Commissioni I, V e XII;
   CAPARINI ed altri: «Disposizioni in materia di disciplina dell'esercizio della prostituzione» (2153) Parere delle Commissioni I, III, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), XII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento) e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  VII Commissione (Cultura):
   CASTIELLO ed altri: «Istituzione del Centro operativo di Afragola nell'ambito della soprintendenza per i beni archeologici di Napoli e Caserta» (1931) Parere delle Commissioni I, V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali;
   CASTIELLO ed altri: «Disciplina dei musei del mare» (1979) Parere delle Commissioni I, V, VI (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per gli aspetti attinenti alla materia tributaria), VIII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

  X Commissione (Attività produttive):
   NASTRI: «Modifiche all'articolo 27 del codice di cui al decreto legislativo 6 settembre 2005, n. 206, in materia di sanzioni per le pratiche commerciali scorrette» (1975) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni) e XIV.

  XI Commissione (Lavoro):
   FEDI ed altri: «Modifica all'articolo 42 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, in materia di diritti e prerogative sindacali del personale in servizio presso le rappresentanze diplomatiche e consolari nonché presso gli istituti italiani di cultura all'estero» (1784) Parere delle Commissioni I, III, V e VII.

  XII Commissione (Affari sociali):
   ARGENTIN ed altri: «Disposizioni per l'istituzione della figura professionale dell'interprete della lingua dei segni italiana» (1997) Parere delle Commissioni I, II, V, VII, X, XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Consiglio di Stato.

  Il presidente del Consiglio di Stato, con lettera in data 24 marzo 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 53-bis, comma 1, della legge 27 aprile 1982, n. 186, e dell'articolo 3, comma 5, del regolamento del presidente del Consiglio di Stato 6 febbraio 2012, la documentazione relativa al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2014 e alla proiezione triennale dei conti del Consiglio di Stato e dei Tribunali amministrativi regionali.

  Questa documentazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia) e alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dalla Corte dei conti.

  La Corte dei conti - Sezione del controllo sugli enti, con lettera in data 25 marzo 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ), per l'esercizio 2012. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 126).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio).

Trasmissione dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 20 marzo 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 37, comma 1-bis, del decreto legislativo 8 luglio 2003, n. 188, la relazione sull'attività svolta dall'ufficio per la regolazione dei servizi ferroviari, riferita agli anni 2012 e 2013 (Doc. XXVII, n. 11).

  Questa relazione è trasmessa alla IX Commissione (Trasporti).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 27 marzo 2014, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   proposta di decisione di esecuzione del Consiglio che modifica la decisione di esecuzione 2011/344/UE sulla concessione di assistenza finanziaria dell'Unione al Portogallo (COM(2014) 185 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio);
   proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio sui dispositivi di protezione individuale (COM(2014) 186 final) e relativi allegati (COM(2014) 186 final - Annexes 1 to 11) e documento di accompagnamento - Documento di lavoro dei servizi della Commissione - Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2014) 119 final), che sono assegnati in sede primaria alle Commissioni riunite X (Attività produttive) e XII (Affari sociali). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 marzo 2014;
   proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio relativo agli impianti a fune (COM(2014) 187 final) e relativi allegati (COM(2014) 187 final – Annexes 1 to 10) e documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2014) 117 final), che sono assegnati in sede primaria alla IX Commissione (Trasporti). La predetta proposta di regolamento è altresì assegnata alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea) ai fini della verifica della conformità al principio di sussidiarietà; il termine di otto settimane per la verifica di conformità, ai sensi del Protocollo sull'applicazione dei princìpi di sussidiarietà e di proporzionalità allegato al Trattato sull'Unione europea, decorre dal 28 marzo 2014;
   proposta di decisione del Consiglio relativa alla posizione che deve essere adottata, a nome dell'Unione europea, in sede di comitato misto istituito dalla convenzione regionale sulle norme di origine preferenziali paneuromediterranee per quanto riguarda l'adozione del suo regolamento interno (COM(2014) 193 final) e relativo allegato (COM(2014) 193 final - Annex 1), che sono assegnati in sede primaria alla III Commissione (Affari esteri).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 27 marzo 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Tali atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Trasmissione dal Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Valle d'Aosta.

  Il Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della regione Valle d'Aosta, con lettera in data 25 marzo 2014, ha trasmesso la relazione sull'attività svolta dallo stesso Garante nell'anno 2013.
  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

Trasmissione dal difensore civico della regione Valle d'Aosta.

  Il difensore civico della regione Valle d'Aosta, con lettera in data 25 marzo 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 16, comma 2, della legge 15 maggio 1997, n. 127, la relazione sull'attività svolta dallo stesso difensore civico nell'anno 2013 (Doc. CXXVIII, n. 14).
  Questa relazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Chiarimenti in merito alle procedure di affidamento, progettazione e realizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti «Sistri» – 2-00473

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per sapere – premesso che:
   nella giornata di lunedì 24 marzo 2014 gli organi di stampa hanno diramato la notizia dell'esecuzione, da parte della Guardia di finanza, di quattro arresti nell'ambito dell'inchiesta della direzione distrettuale antimafia di Napoli sulle procedure di affidamento, progettazione e realizzazione del sistema di tracciabilità dei rifiuti «Sistri»;
   secondo la ricostruzione della Guardia di finanza: «le indagini consentivano di accertare che, attraverso un articolato sistema di false fatturazioni e sovrafatturazioni nei rapporti tra la Selex Service Management S.p.a. e le molteplici società affidatarie compiacenti, erano stati creati cospicui «fondi neri», destinati, secondo la ricostruzione accusatoria avvalorata dal Gip, al pagamento di tangenti, anche mediante la costituzione di società estere in paradisi fiscali del Delaware (Usa) e l'apertura di conti correnti cifrati in Svizzera»;
   in tale ambito, secondo gli investigatori, l'imprenditore Angeloni «appariva aver costituito una sorta di braccio operativo dei vertici di Finmeccanica, occupandosi della richiesta e dell'esazione delle somme di denaro illecitamente accumulate, per recapitarle ai vertici del gruppo industriale»;
   a quanto risulta, le investigazioni riguardano anche un episodio di corruzione per 4 milioni di euro, parte dei quali consegnati per contanti direttamente negli uffici di Finmeccanica, celati all'interno di due borsoni della società sportiva Valle del Giovenco;
   il giudice per le indagini preliminari ha disposto anche il sequestro preventivo di 28 conti correnti e due cassette di sicurezza, riconducibili alle persone fisiche a vario titolo coinvolte nell'indagine e sono in corso diverse perquisizioni;
   secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, «Una delle perquisizioni eseguite dagli uomini del Nucleo polizia tributaria della Guardia di finanza di Napoli riguarda l'abitazione romana di Pier Francesco Guarguaglini, ex presidente di Finmeccanica»;
   al momento i protagonisti di questa vicenda sono: Lorenzo Borgognoni: ex direttore delle relazioni esterne di Finmeccanica, già protagonista dell'indagine Finmeccanica e della commessa degli elicotteri Agusta; Stefano Carlini: ex direttore operativo della Selex service management; Vincenzo Angeloni: dentista, ex parlamentare di Forza Italia e Alleanza Nazionale, fondatore ed ex presidente delle società di calcio Avezzano Calcio e Valle del Giovenco (dentro i cui borsoni avrebbero viaggiato milioni di euro destinati alla corruzione) e già indagato nel 2010 per i presunti casi di corruzione nella ricostruzione post-terremoto a L'Aquila; Luigi Malavisi: uno dei manager che nel tempo si sono succeduti alla direzione strategica dell'azienda Urmet, società che controlla la RCS (Research Control System);
   la RCS è la società che nei primi anni del 2000 costruì un sistema di monopolio che causò un aggravio di costi nel sistema delle intercettazioni e nel 2005 due suoi manager – Fabrizio Favata e Roberto Raffaelli – recapitarono i nastri di un'intercettazione di una conversazione telefonica svoltasi tra Consorte (amministratore delegato di Unipol) e Fassino (Segretario dei DS), ancora non nota ai magistrati, a Silvio Berlusconi – all'epoca dei fatti leader dell'opposizione – nella sua villa di Arcore; da quell'episodio nacque un'inchiesta penale che ha portato al rinvio a giudizio dei protagonisti;
   l'inchiesta è lo sviluppo delle indagini avviate a inizio 2013 quando furono coinvolti anche altri personaggi; tra questi Francesco Paolo Di Martino – presidente delle Eldem security subappaltatrice di Selex per la produzione delle pennette usb che, associate alle black box, dovevano assicurare la tracciabilità dei rifiuti – succeduto a Vincenzo Angeloni e a Sabatino Stornelli alla presidenza della società calcistica Pescina Valle del Giovenco, che potrebbe aver usufruito di sponsorizzazioni da parte di società collegate a Selex e al sistema Sistri;
   Francesco Paolo Di Martino venne anche coinvolto nelle indagini del 2009 quando venne intercettata una sua mail indirizzata all'ex amministratore delegato di Selex Maurizio Stornelli; secondo il giudice per le indagini preliminari di Napoli quella mail svelerebbe un chiaro accordo tra Di Martino e Stornelli, i presunti grandi artefici del vortice di false fatturazioni che ha affossato il progetto Sistri, «finalizzato a giustificare attraverso dei contratti di consulenza dei trasferimenti di denaro a favore del professor Malinconico»;
   già un anno fa sul sito «lanotiziagiornale.it» si poteva leggere che Malinconico ricevette dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare un doppio mandato, prima in qualità di consulente per la valutazione del contratto di assegnazione dell'incarico a Selex, poi come presidente della commissione di vigilanza sulla realizzazione del progetto;
   il giudice per le indagini preliminari, in un altro passaggio dell'ordinanza, afferma che «Nella decisione di addivenire alla stipula con Selex del contratto per il Sistri contribuisce in maniera rilevante il professor Malinconico, nominato consulente del Ministero e incaricato di presiedere la commissione di vigilanza sulla corretta e tempestiva attuazione del progetto»; emblematica dell'atteggiamento «benevolo» di Malinconico nei confronti di Selex, secondo il giudice per le indagini preliminari, sarebbe la relazione della commissione di vigilanza guidata dall'ex Sottosegretario di Stato all'indomani del «click day» dell'11 maggio 2011, il giorno della messa in esecuzione del progetto Sistri rivelatosi un vero e proprio flop; «Entro il termine previsto dall'accordo contrattuale tra il Ministero e Selex», scrive ancora il giudice per le indagini preliminari, «non solo il progetto non era partito, ma non era nemmeno in grado di essere programmato. Ciononostante, non vengono adottati provvedimenti risolutori o sanzionatori nei confronti del concessionario»;
   dalle analisi della polizia giudiziaria, le ragioni del ritardo rispetto alla tabella di marcia appaiono chiare: la produzione delle «scatole nere» destinate agli automezzi impegnati nello smaltimento dei rifiuti sarebbe stata subappaltata in gran parte a un soggetto esterno (la società Viasat), senza dare comunicazioni al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare né avere l'autorizzazione dalla stazione appaltante; mentre i ritardi nella distribuzione sono attribuibili, in base a quanto emerso dagli atti, al cattivo funzionamento degli strumenti, alla necessità di intervenire per provvedere alla riparazione ed alla relativa sostituzione: tutte circostanze, scrive il giudice per le indagini preliminari, «nascoste dalla Selex al Ministero»;
   tutto ciò è avvenuto in contrasto con quanto previsto dall'articolo 18 del contratto stipulato tra Selex e Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dove si legge che: «Selex non potrà subappaltare neanche in parte le prestazioni e i servizi oggetto del presente Contratto se non previa autorizzazione del Ministero, al quale dovranno essere sottoposti preventivamente i nominativi delle ditte subappaltatrici, nonché il dettaglio delle prestazioni da affidare in subappalto. L'affidamento in subappalto sarà condizionato all'iscrizione del subappaltatore alla Camera di Commercio Industria, Artigianato e Agricoltura (CCIAA), competente per territorio, alla sussistenza nei suoi confronti dei requisiti di ordine generale previsti dall'articolo 38 del Decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, nonché al possesso del Nulla Osta Sicurezza Aziendale. Qualora autorizzato, il subappalto non potrà superare il valore del 30 per cento del Corrispettivo Complessivo del Contratto, come calcolato ai sensi dell'articolo 7. Nel caso di subappalto autorizzato resta comunque ferma la responsabilità di Selex, la quale, pertanto, risponderà pienamente e direttamente nei confronti del Ministero della regolare esecuzione e dell'adempimento di tutti gli obblighi derivanti dal presente Contratto. In particolare Selex dovrà provvedere a depositare presso il Ministero copia autentica del contratto con la ditta subappaltatrice, almeno 20 (venti) giorni prima dell'inizio delle relative attività. L'inosservanza delle disposizioni contenute nel presente articolo autorizza il Ministero a risolvere il presente Contratto in danno di Selex ai sensi dell'articolo 1456 del Codice Civile. Si applica, in ogni caso, l'articolo 118 del decreto legislativo n. 163 del 2006»;
   a fronte di questa situazione disastrosa, la commissione presieduta da Malinconico incaricata di verificare la corretta e tempestiva attuazione del progetto, riscontrando la piena conformità alle richieste del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, concludeva così l'analisi sull’iter del progetto Sistri: «la verifica effettuata ha dato esito positivo sotto il profilo infrastrutturale, strumentale e funzionale»;
   nonostante queste notizie il 13 settembre 2013 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, rispondendo all'interrogazione n. 5-00913 con la quale si chiedeva di relazionare sullo stato di avanzamento del sistema Sistri ed eventualmente sulla possibilità di superarlo, dichiarò che: «Allo stato inoltre, le note vicende che hanno portato, a suo tempo, all'affidamento del contratto alla società SELEX con trattativa privata coperta inizialmente da segretazione, e attenzionate anche dalla magistratura penale, non sono sfociate nessun accertamento definitivo di illegittimità dell'affidamento medesimo. Invero, è in atti, oltre al contestato parere a firma dell'avvocato Malinconico (oggetto di indagini penali), anche un parere ufficiale dell'Avvocatura Generale dello Stato, che giudica legittimo sia il vincolo di segretazione, sia l'affidamento a trattativa privata [...]. Sicché ad oggi: a) non vi è alcun contenzioso giurisdizionale amministrativo pendente, che possa sfociare in una declaratoria di illegittimità dell'affidamento in favore di SELEX; b) non vi sono a fronte di un parere favorevole dell'Avvocatura generale dello Stato, elementi per giudicare invalido l'affidamento e intervenire su di esso in via di autotutela (...); c) non sono noti gli esiti delle indagini penali in corso, sicché neppure si può ipotizzare, allo stato, che l'affidamento del contratto sia stato frutto di un illecito penale. In tale contesto, il contratto non può che essere considerato valido e legittimo, e si impone il rispetto degli obblighi contrattuali da parte del Ministero»;
   dopo aver sottolineato l'impossibilità di azzerare il sistema Sistri per non incorrere in responsabilità contrattuali, il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare aggiunge che «In una realtà quale quella italiana connotata da continue e plurime emergenze rifiuti e da continue e comprovate infiltrazioni della criminalità organizzata nel ciclo dei rifiuti, è irrinunciabile che lo Stato si doti di un efficiente ed efficace sistema di tracciamento dei rifiuti, che non può non passare per un sistema informatico meno eludibile di quello cartaceo»;
   il sito del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare dice del Sistri che: «Il SISTRI (Sistema di controllo della tracciabilità dei rifiuti) nasce nel 2009 su iniziativa del Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del mare nel più ampio quadro di innovazione e modernizzazione della Pubblica amministrazione per permettere l'informatizzazione dell'intera filiera dei rifiuti speciali a livello nazionale e dei rifiuti urbani per la Regione Campania. Il Sistema semplifica le procedure e gli adempimenti riducendo i costi sostenuti dalle imprese e gestisce in modo innovativo ed efficiente un processo complesso e variegato con garanzie di maggiore trasparenza, conoscenza e prevenzione dell'illegalità nel settore dei rifiuti speciali costituisce una priorità del Governo per contrastare il proliferare di azioni e comportamenti non conformi alle regole esistenti e, in particolare, per mettere ordine a un sistema di rilevazione dei dati che sappia facilitare, tra l'altro, i compiti affidati alle autorità di controllo [...]. I vantaggi per lo Stato, derivanti dall'applicazione del SISTRI, saranno quindi molteplici in termini di legalità, prevenzione, trasparenza, efficienza, semplificazione normativa, modernizzazione. Benefici ricadranno anche sul sistema delle imprese. Una più corretta gestione dei rifiuti avrà, infatti, vantaggi sia in termini di riduzione del danno ambientale, sia di eliminazione di forme di concorrenza sleale tra imprese, con un impatto positivo per tutte quelle che, pur sopportando costi maggiori, operano nel rispetto delle regole»;
   a fronte di questi buoni propositi, ad oggi ci si trova nella condizione di avere un sistema che non risulta essere caratterizzato da legalità, trasparenza, efficienza, semplificazione e modernizzazione del sistema di tracciamento dei rifiuti; un sistema che, oltretutto, si proponeva di creare benefici alle imprese e riduzione dei costi e che invece fin'ora ha comportato per le stesse solo spese e complicazioni a fronte di un servizio mai reso;
   Confartigianato a maggio 2012 quantificava le spese sostenute da 325.470 imprenditori in 70 milioni di euro per iscriversi al Sistri, acquistare oltre 500 mila chiavette usb e quasi 90 mila black box. A proposito di queste spese, in un'inchiesta della trasmissione Report andata in onda nel 2012 si puntava l'attenzione sugli elevati costi dei singoli elementi: 500 euro più iva per le black box, mentre sul mercato se ne trovano di simili a 70 euro e 75 euro più iva per le pendette usb, mentre il prezzo di mercato si aggira intorno ai 4 euro;
   il progetto del sistema integrato di gestione dei rifiuti viene avviato nel 2007 dal Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare pro tempore Pecoraro Scanio, durante il Governo Prodi;
   il 5 settembre del 2008 il Presidente del Consiglio dei ministri Berlusconi firma il decreto-legge che pone il segreto di Stato sul progetto, giustificato dal fatto che si stava impiegando una «avanzatissima tecnologia militare», la quale deve essere il più possibile inaccessibile agli operatori illegali dello smaltimento dei rifiuti;
   il 14 dicembre 2009 il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare firma con la società Selex service management (gruppo Finmeccanica) l'accordo per la progettazione e la gestione del Sistri;
   il decreto ministeriale 17 dicembre 2009 sancisce quindi la nascita del Sistri, stabilendo i soggetti obbligati ad aderirvi, le linee guida, il regime transitorio per il paesaggio al nuovo sistema, le apparecchiature elettroniche di cui le aziende dovranno dotarsi e i costi a carico delle stesse;
   a maggio 2011, il cosiddetto click day, cioè il collaudo generale del sistema voluto dalle associazioni imprenditoriali in vista dell'imminente partenza del sistema del 1o giugno (in seguito ulteriormente prorogata), porta risultati al di sotto delle attese: un terzo delle imprese coinvolte registrò problemi nella gestione del sistema, a causa di malfunzionamenti delle apparecchiature elettroniche e di carenze del sistema informativo centrale che non fu in grado di garantire l'accesso a tutti gli operatori;
   la storia del sistema Sistri, che sarebbe dovuto partire a luglio del 2010, è costellata da continui rinvii, di cui si riporta la successione cronologica: 1o ottobre 2010; 1o gennaio 2011; 31 maggio 2011; 1o giugno 2011; 1o settembre 2011; aprile 2012 (cosiddetto decreto «Milleproroghe» del 23 dicembre 2011); 30 giugno 2013; 1o ottobre 2013; 1o gennaio 2015 (decreto «Milleproroghe» 30 dicembre 2013, n. 150, come modificato dalla legge 27 febbraio 2014, n. 15);
   dal contratto sopra ricordato tra il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e Selex all'articolo 12 «Durata del contratto e trasferimento della proprietà dell'infrastruttura», risulta che il termine della validità del contratto medesimo è fissata al 30 novembre 2014 con possibilità di rinnovo per una durata quinquennale da determinarsi con 24 mesi di anticipo prima della scadenza –:
   se il Ministro interpellato intenda confermare le notizie riportate sugli organi di stampa secondo le quali i subappalti realizzati da Selex non sarebbero stati comunicati e autorizzati dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, come previsto nell'articolo 18 del contratto e, in caso quali provvedimenti, anche di carattere risarcitorio, si intendano adottare nei confronti dell'impresa contraente;
   se nel procedimento giudiziario, lo Stato, segnatamente il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, non intenda costituirsi parte civile ai sensi dell'articolo 1 della legge 3 gennaio 1991, n. 3;
   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno valutare la possibilità di recedere dal contratto con la Selex e procedere con un nuovo procedimento amministrativo per riaffidare il servizio con meccanismi che garantiscano trasparenza e legalità, prevedendo nel contenuto del nuovo assetto contrattuale anche l'applicazione di nuove e più efficienti tecnologie;
   se il contratto di affidamento del servizio a Selex sia stato rinnovato nei tempi e nei modi previsti e, nel caso, quali siano le eventuali modifiche inserite, in modo particolare rispetto alle procedure di recesso anticipato;
   se possano essere prese in considerazione forme di rimborso da destinare alle imprese che fino ad oggi si stima abbiano versato oltre 70 milioni di euro a fronte di un servizio del quale non hanno mai potuto usufruire, tenuto conto che il Governo pro tempore, nell'accogliere l'ordine del giorno a prima firma Busto, accolto come raccomandazione il 24 ottobre 2013, si era impegnato ad adottare un piano di intervento che prevedesse che ogni onere versato a titolo di contributi di iscrizione al Sistri per le annualità 2010, 2011 e 2012 dai soggetti di cui all'articolo 3 del decreto ministeriale 17 dicembre 2009 fosse restituito o compensato secondo le modalità previste ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241;
   per quale motivo, a fronte delle gravissime vicende riportate in premessa, il Ministro interpellato non abbia ritenuto di dover intervenire prima, anche adottando le misure qui ipotizzate.
(2-00473) «Terzoni, Busto, Daga, De Rosa, Mannino, Micillo, Segoni, Zolezzi, Nuti».


Intendimenti in merito alla possibilità di interrompere la distribuzione di tre opuscoli dal titolo «Educare alla diversità a scuola», redatti a cura dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali – 2-00443

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 11 dicembre 2003 è stato costituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar), volto a garantire l'adozione di misure per la «parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza e l'origine etnica»; secondo il decreto tale ufficio avrebbe dovuto operare «in piena autonomia di giudizio e in condizioni di imparzialità»;
   nel 2012, l'attività dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali si è allargata, senza che nessuna norma lo prevedesse, a una materia non di sua competenza, e cioè l'adozione di misure volte a contrastare la discriminazione delle persone lgbt (lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender);
   tale operazione, ad avviso degli interpellanti già impropria in termini di legge, è stata condotta secondo modalità di dubbia legittimità; infatti, con decreto direttoriale del 20 novembre 2012, firmato dal direttore generale, consigliere Marco De Giorgi, secondo gli interpellanti in lampante violazione degli obblighi di autonomia di giudizio e di imparzialità, è stato nominato un gruppo di lavoro destinato ad elaborare un documento contenente linee guida per la scuola, totalmente privo di una qualsiasi qualificazione scientifica, composto da 29 associazioni tutte regolarmente «gay friendly»;
   tali associazioni sono: comitato provinciale Arcigay «Chimera Arcobaleno» di Arezzo; Ireos – centro servizi autogestito comunità «Queer»; Arcigay; comitato provinciale Arcigay «Ottavio Mai» di Torino; A.GE.DO; Parks – Liberi e uguali; Equality Italia rete trasversale per i diritti civili; Ala Milano onlus; Arci Gay-Lesbica Omphalos; Polis aperta; Di'gay project – DGP; circolo culturale omosessuale «Mario Mieli»; Gay center/Gay help line; Famiglie arcobaleno; Arcilesbica associazione nazionale; Rete genitori rainbow; Shake LGBTE; circolo culturale Maurice per la comunità GLBT; associazione Icaro onlus; circolo Pink; Cgil nuovi diritti; Movimento identità transessuale; associazione radicale Certi diritti; avvocatura per i diritti LGBTI Rete Lenford; Gay.NET; I Ken; Consultorio transgenere; Libellula; Gay LIB;
   al termine del procedimento, in data 29 aprile 2013, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali ha diffuso il documento denominato «Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere (2013-2015)» che costituirebbe l'applicazione dei principi contenuti nella raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, volta a combattere la discriminazione fondata sull'orientamento sessuale o l'identità «di genere»;
   insistendo nell'uso improprio di termini inglesi (friendly, empowerment, diversity, management, expertise), si richiede il «coinvolgimento degli uffici scolastici regionali e provinciali sulla gestione delle diversità per i docenti»; la «predisposizione della modulistica scolastica amministrativa e didattica in chiave di inclusione sociale, rispettosa delle nuove realtà familiari, costituite anche da genitori omosessuali» (genitore 1 e genitore 2); l’«accreditamento delle associazioni LGBT, presso il MIUR, in qualità di enti di formazione»; l’«arricchimento delle offerte di formazione con la predisposizione di bibliografie sulle tematiche LGBT e sulle nuove realtà familiari, di laboratori di lettura e di un glossario dei termini LGBT che consenta un uso appropriato del linguaggio»;
   nel prevedere la «realizzazione di percorsi innovativi di formazione e di aggiornamento per dirigenti, docenti e alunni sul tema LGBT», nonché «lo sviluppo dell'identità sessuale nell'adolescente, l'educazione affettivo-sessuale, la conoscenza delle nuove realtà familiari», si è stabilito anche il riconoscimento di crediti formativi;
   in sede di stesura del documento, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali si è avvalso della collaborazione dell'istituto A.T. Beck che si occupa di terapia cognitivo-comportamentale diagnosi clinica, ricerca, formazione e la cui direttrice è la dottoressa Antonella Montano; nel sito dell'istituto A.T. Beck, nella parte che riguarda l'omofobia (http://www.istitutobeck.com) sono contenuti pesanti giudizi sulla religione cattolica e sul ruolo educativo della Chiesa cattolica ed il Vaticano nella società;
   successivamente, a cura del citato istituto A.T. Beck, sono state pubblicate tre guide applicative «Educare alla diversità a scuola», redatte per ciascuno dei cicli scolastici: scuola elementare, scuola media e superiori; i pregiudizi dell'istituto, già sopra citati, sono stati inseriti nei 3 opuscoli con l'ennesima inaccettabile critica al ruolo educativo della famiglia e della morale cristiana, confondendo la lotta all'omofobia con inaccettabili ed offensivi apprezzamenti negativi su tali questioni;
   un anticipo dell'adozione delle sopra citate «guide», secondo metodologie unilaterali e pervasive, si è realizzato a Settimo Torinese, dove i ragazzi della II B della scuola media Antonio Gramsci, all'inizio dell'anno scolastico in corso, sono stati indotti a mettere in scena uno spettacolo teatrale dove interpretano i parlamentari italiani impegnati a votare una legge che «riconosca giuridicamente le unioni civili fra persone dello stesso sesso». I parlamentari che votano contro vengono dipinti come incarnazioni della «paura, disprezzo, pregiudizio ed esclusione» e come personaggi indegni di uno «Stato civile»;
   si è andati anche più in là: al comando di una professoressa tutte le ragazzine gridano «Sonia può amarmi» e i ragazzini «Fabio può amarmi». E tutti i dodicenni finiscono cantando «A te povero egoista che vivi senza amore – auguro che il nostro sentire arrivi fino al cuore». A sollevare il caso è stato il sociologo Massimo Introvigne nella sua veste di coordinatore del comitato «Sì alla famiglia», promosso da dieci associazioni cattoliche del capoluogo piemontese; peraltro, Introvigne è rappresentante dell'Osce (Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa) per la lotta al razzismo e alla xenofobia, oltre che alla discriminazione religiosa;
   peraltro, se fosse già divenuto legge il noto decreto-legge sull'omofobia, in atto in discussione al Senato della Repubblica, se un genitore in sala avesse osato protestare per quanto veniva fatto recitare a suo figlio, si sarebbe ritrovato con un'imputazione penale di omofobia, mentre il figlio avrebbe rischiato qualche «credito formativo» in meno;
   secondo fonti giornalistiche, (si veda l'articolo a firma Carlotta De Leo pubblicato sul corriere.it del 15 febbraio 2014), il Viceministro pro tempore Maria Cecilia Guerra ha sconfessato l'iniziativa e inviato una formale nota di demerito a Marco De Giorgi, il direttore dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che ha diffuso nelle scuole quei volumi. «L'educazione alla diversità è e resta cruciale ma quel materiale didattico è stato realizzato senza che io ne fossi informata e senza alcun accordo con il Miur», spiega il Viceministro pro tempore Maria Cecilia Guerra; «e questo» sottolinea il Viceministro pro tempore Maria Cecilia Guerra, «senza che il direttore De Giorgi, me ne desse alcuna informazione, né che io fossi a conoscenza degli esiti della ricerca, di cui del resto ignoravo addirittura l'esistenza»; «non è inoltre accettabile – continua Guerra – che materiale didattico su questi argomenti sia diffuso fra gli insegnanti da un ufficio delle Pari Opportunità senza alcun accordo con il Miur»;
   è stata piccata anche la reazione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, tirato in ballo per la diffusione degli opuscoli agli insegnanti. «Il fatto che gli opuscoli sulla diversità siano stati redatti dall'Unar e diffusi nelle scuole senza l'approvazione del Dipartimento Pari Opportunità da cui dipende, e senza che il Ministero dell'istruzione ne sapesse niente, è una cosa grave; chi dirige l'Unar ne tragga le conseguenze» afferma Gabriele Toccafondi, Sottosegretario di Stato pro tempore per l'istruzione, l'università e la ricerca. «L'Unar – prosegue Toccafondi – sembra voler imporre un'impronta culturale a senso unico destando preoccupazione e confusione su tutto il sistema educativo»;
   come è evidente nel citato decreto dirigenziale del 20 dicembre 2012, nessuna associazione familiare o associazione professionale dei docenti è stata coinvolta; paradossalmente il documento finale accusa sé stesso, laddove a pagina 16 ribadisce la necessità di un coinvolgimento di «tutti gli attori della comunità scolastica, in particolar modo le seguenti categorie: gli studenti, i docenti e le famiglie»;
   il documento e i testi destinati alle scuole che ne sono derivati non tengono conto delle puntuali contestazioni formulate dal Forum nazionale delle associazioni dei genitori della scuola, al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca pro tempore Carrozza, con lettera del 12 novembre 2013; né si è tenuto conto di quanto asserito dalle linee di indirizzo sulla partecipazione dei genitori in materia di diritto dei genitori alla «corresponsabilità educativa», diramate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca il 22 novembre 2012;
   la raccomandazione CM/Rec(2010)5 del Comitato dei ministri del Consiglio d'Europa, di cui il documento dell'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali è emanazione, espressamente invita gli Stati membri a «tenere conto del diritto dei genitori di curare l'educazione dei propri figli» nel «predisporre e attuare politiche scolastiche e piani d'azione per promuovere l'uguaglianza» (Allegato VI Istruzione, n. 31);
   i diversi documenti redatti si pongono secondo gli interpellanti in palese violazione dell'articolo 30 della Costituzione, che garantisce e tutela il diritto dei genitori ad educare i propri figli; si espropria la famiglia, ambito privilegiato e naturale di educazione, del compito di formazione in campo sessuale, disconoscendo il fatto che la stessa famiglia rappresenti l'ambiente più idoneo ad assolvere l'obbligo di assicurare una graduale educazione della vita sessuale, in maniera prudente, armonica e senza particolari traumi;
   i diversi documenti redatti, infine, si pongono ad avviso degli interpellanti in palese violazione di due diritti fondamentali riconosciuti, garantiti e tutelati dalla Dichiarazione universale dei diritti umani: l'articolo 18, il quale garantisce la libertà di manifestare, isolatamente o in comune, sia in pubblico che in privato, i propri valori religiosi nell'educazione, e l'articolo 26 nella parte in cui attribuisce ai genitori il diritto di priorità nella scelta di educazione da impartire ai propri figli –:
   se non si ritenga necessario assumere iniziative sul piano disciplinare nei confronti di quanti hanno predisposto la pubblicazione e la diffusione di questi opuscoli e segnatamente nei confronti dei dirigenti responsabili in assenza di decisioni politiche-amministrative;
   se non si ritenga opportuno interrompere la distribuzione della «Strategia nazionale per la prevenzione e il contrasto delle discriminazioni basate sull'orientamento sessuale e sull'identità di genere» descritta in permessa e delle guide «Educare alla diversità a scuola», che da essa derivano, in quanto documenti secondo gli interpellanti arbitrari, adottati da un ufficio della Presidenza del Consiglio dei ministri che non aveva alcuna delega a farlo e redatti in violazione delle condizioni di autonomia di giudizio e imparzialità;
   quale organo abbia stabilito che le associazioni di lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e transgender (lgbt) elencate in premessa abbiano la qualificazione necessaria a redigere un documento che incide sulla educazione degli studenti italiani;
   se non si ritenga opportuno riesaminare i decreti di qualificazione dell'istituto A.T. Beck, in considerazione dell'unilateralità delle proprie posizioni culturali.
(2-00443) «Pagano, Tancredi, Laffranco, Scopelliti, Maietta, Roccella, Saltamartini, Squeri, Fucci, Marti, Chiarelli, Buttiglione, Minardo, Garofalo, Corsaro, Caruso, Distaso, Borghesi, Calabrò, Vella, Buonanno, Sberna, Cirielli, Alberto Giorgetti, Pizzolante, Attaguile, Prataviera, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Dambruoso, Balduzzi, Marguerettaz, Matteo Bragantini, Fedriga, Guidesi, Molteni, Alli, Petrenga, Binetti, Totaro, Piso, Sammarco, Cicu, Vignali, Bueno, Sottanelli».


Misure volte a rendere immediatamente disponibili le risorse necessarie all'assistenza ed all'accoglienza dei minori stranieri non accompagnati – 2-00474

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro del lavoro e delle politiche sociali, il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   in data 21 marzo 2014 sono stati sbarcati nel porto di Augusta 1.606 migranti, dei quali 116 minori non accompagnati;
   sono stati ricoverati in ospedale: tre bambini affetti da varicella, 9 uomini per accertamenti ed una donna in procinto di partorire;
   con l'operazione «Mare Nostrum» il porto di Augusta vede lo sbarco quasi quotidiano di centinaia di migranti e molti minori non accompagnati. In questi ultimi mesi la Marina militare sbarca gli immigrati ad Augusta e ad ogni sbarco sono centinaia i minori affidati al comune. Nonostante gli sforzi, certamente lodevoli e generosi, delle istituzioni locali, del comune e di volontari della comunità civile e religiosa, è estremamente difficile dare un'accoglienza dignitosa a questi minori in attesa che possano essere collocati in centri idonei sia dal punto di vista umano, sia dal punto di vista formativo. I minori, collocati provvisoriamente in strutture improprie ed inadeguate (vedi Palasport e centri sportivi), sono soggetti al freddo, a condizioni igieniche carenti e a scarsa assistenza sanitaria;
   nei prossimi giorni si profilano ulteriori sbarchi delle medesime dimensioni;
   secondo quanto affermato da Carlotta Sami, portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu, sarebbe stato diagnosticato qualche caso di scabbia;
   negli ultimi due mesi sono state registrate oltre 5 mila persone;
   la situazione creatasi è preoccupante ed ha diverse criticità: umanitarie, sanitarie ed economiche;
   in questi ultimi giorni la comunità di Augusta ha manifestato anche pubblicamente la solidarietà ai migranti ma anche la necessità di individuare sedi, strutture e servizi adeguati nello stesso comune e nel territorio;
   la gestione dei minori non accompagnati è economicamente insostenibile per gli enti locali ed in particolare per il comune di Augusta, atteso che il Ministero dell'interno rimborsa esclusivamente le somme per il mantenimento dei richiedenti asilo politico, mentre il Ministero del lavoro e delle politiche sociali copre solo una parte dell'importo, delle spese affrontate dal comune per il soggiorno dei minori non accompagnati e sempre in data successiva; sui comuni pertanto grava un onere molto pesante;
   ad oggi gli enti locali ed il terzo settore hanno sviluppato interventi ed azioni per favorire non solo l'accoglienza ma anche l'integrazione dei minori stranieri non accompagnati con personale esperto, con competenza, con sacrifici forti e immani; oggi è molto difficile proseguire ed i comuni non potranno più, da soli, fare fronte al peso economico di questa gestione;
   il comune di Augusta non è più nelle condizioni di mantenere le comunità che assistono i minori non accompagnati; mancano le strutture ed i mezzi per un trattamento rispettoso della dignità umana e dei diritti dovuti in speciale modo ai minori;
   le comunità gestite dal terzo settore rischiano di cessare ogni attività;
   vi è un dato sempre trascurato nelle azioni politiche nazionali sull'immigrazione, specie con riferimento ai minori non accompagnati, ovvero che è profondamente iniquo addossare l'onere di sostenimento dei minori non accompagnati ad un ente locale, anziché all'intera collettività nazionale;
   è necessario che le istituzioni nazionali assumano per intero l'onere di mettere a disposizione le risorse finanziarie con specifico riferimento alla posizione dei minori non accompagnati;
   il tema dell'immigrazione è di competenza delle istituzioni nazionali e quello dei minori immigrati non accompagnati non può non competere all'intero Paese;
   in data 13 giugno 2013, nel corso dell'esame dell'interpellanza n. 2-00085 del deputato Moscatt, il Sottosegretario di Stato per l'interno pro tempore in relazione alla disponibilità delle risorse finanziarie con le quali si possa eventualmente venire incontro agli enti locali, con specifico riferimento alla posizione dei minori non accompagnati rispose: «(...) posso attestare l'impegno del Governo a mettere nell'osservazione del fenomeno e nella soluzione ovviamente dei problemi ad esso connessi una particolare attenzione: qui mi riferisco ovviamente, come del resto lei stesso spiegava prima, soprattutto ai minori stranieri non accompagnati, per i quali è necessario consolidare gli interventi relativi all'accoglienza sia sotto il profilo procedurale sia del reperimento delle risorse dedicate, altro aspetto a cui lei faceva riferimento. Sotto il primo profilo il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha avviato contatti con la regione Sicilia, nella consapevolezza che la questione dell'accoglienza in un territorio di sbarco vada affrontata attraverso una governance che coinvolga le istituzioni centrali e locali, esattamente nel senso che lei diceva prima. Per tale ragione presso quel Dicastero è stato istituito un tavolo tecnico con il coinvolgimento di tutte le amministrazioni interessate;
   con questa iniziativa si è voluta proseguire quella collaborazione istituzionale già avviata con il tavolo di coordinamento nazionale, istituito presso l'amministrazione dell'interno, per l'elaborazione di una strategia di uscita dall'emergenza, che oggi è divenuto organismo permanente. Tra i progetti innovativi elaborati va poi segnalata la realizzazione, attualmente in corso d'opera, di un sistema informativo on-line per la tracciabilità del percorso di accoglienza del minore. Tale sistema consentirà a tutti gli operatori coinvolti, dalle forze di polizia agli enti locali, di accedere ad una banca dati condivisa. Vorrei anche ricordare che per incrementare i livelli di efficienza del sistema di accoglienza è stato previsto anche l'ampliamento del sistema di protezione per i richiedenti asilo e rifugiati che, già implementato di 702 posti nel 2012, è stato ulteriormente incrementato di 800 nuovi posti, portandone la ricettività complessiva a 4.500 posti. Infine, al fine di alleggerire le presenze presso il centro di primo soccorso e assistenza di Lampedusa, è stato pianificato il trasferimento degli stranieri presenti verso i centri di assistenza per richiedenti asilo di Bari, Foggia, Crotone, Caltanissetta, Roma e Trapani. In merito alle modalità di finanziamento del complessivo sistema di accoglienza, volevo rammentare che per i minori non accompagnati giunti in Italia durante l'emergenza nord Africa sono in corso di erogazione, da parte del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, dei contributi relativi alle spese sostenute durante lo scorso anno. Al fine di assicurare la prosecuzione degli interventi a favore dei minori non accompagnati connessi al superamento dell'emergenza umanitaria, con il decreto-legge n. 95 del 2012 è stato istituito presso lo stesso Ministero del lavoro e delle politiche sociali un apposito fondo nazionale finalizzato alla copertura dei costi sostenuti dagli enti locali per l'accoglienza. Il Ministero del lavoro e delle politiche sociali ha attivato tutte le iniziative necessarie per ottenere un rifinanziamento del predetto fondo anche per quanto riguarda l'annualità in corso e, quindi, anche per il 2013. Un ulteriore intervento di fondamentale importanza riguarda poi l'inclusione socio-lavorativa dei minori. Al riguardo, nel 2012, sono stati finanziati, sia con risorse nazionali che del Fondo sociale europeo, specifici percorsi di integrazione per garantire il proseguimento della permanenza dei minori in Italia fino al raggiungimento della maggiore età. Con riferimento, invece, ai minori non accompagnati richiedenti asilo, il Ministero dell'interno ha destinato la somma di 5 milioni di euro per i rimborsi che gli enti locali possono richiedere alle prefetture, in relazione ai costi sostenuti dal momento della formalizzazione della domanda di asilo sino all'inserimento del minore nelle apposite strutture dedicate. Sono, peraltro, già state richieste risorse aggiuntive, da parte del Ministero, rispetto alla somma inizialmente stanziata per coprire le richieste di rimborso relative all'intera annualità del 2013;
   voglio, infine, ribadire che una politica migratoria efficace richiede ovviamente strategie condivise dai vari livelli di governo sul territorio, con interventi coordinati per una migliore razionalizzazione nell'impiego delle risorse, in una logica di condivisione delle responsabilità. L'impegno del Governo sarà orientato in questa direzione, per non trovarsi impreparati di fronte a eventuali criticità e riuscire in tal modo a fronteggiare, con strumenti ordinari, anche le situazioni più delicate e complesse»;
   nonostante quanto sopra attestato dal Sottosegretario di Stato per l'interno pro tempore, ad oggi, non vi è stata la presa in carico totale dell'onere economico della gestione dei minori non accompagnati, non sono definiti percorsi procedurali chiari che consentano interventi coordinati per una migliore razionalizzazione nell'impiego delle risorse, in una logica di condivisione delle responsabilità –:
   se non sia necessario ed urgente rendere immediatamente disponibili e per intero le risorse necessarie all'assistenza ed accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, definendo percorsi procedurali chiari che consentano interventi coordinati per una migliore razionalizzazione nell'impiego delle risorse, in una logica di condivisione delle responsabilità;
   cosa sia emerso dal tavolo tecnico istituito presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali con la regione siciliana;
   quali dati emergano dal sistema informativo on-line per la tracciabilità dei minori.
(2-00474) «Amoddio, Speranza, Zappulla, Albanella, Iacono».


Iniziative per l'inserimento del farmaco Avastin nella lista dei medicinali per i quali è autorizzato l'uso off-label ai sensi della legge n. 648 del 1996 – 2-00459

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   i principali quotidiani di stampa riportano la notizia che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha condannato le aziende farmaceutiche Novartis e Roche a pagare rispettivamente una multa di 90,5 milioni di euro e 92 milioni di euro per aver alterato il mercato, con l'obiettivo di favorire la vendita del farmaco più costoso «Lucentis» rispetto a quello meno costoso «Avastin» destinato alla cura di una grave malattia degli occhi, la maculopatia;
   la maculopatia è una malattia degenerativa della porzione centrale della retina (macula) che determina una perdita progressiva della visione centrale e colpisce una persona su 3 dopo i 75 anni;
   le principali terapie farmacologiche per la cura delle maculopatie sono Avastin e Lucentis; mentre Lucentis, prodotto dalla Novartis, ha l'indicazione registrata per la maculopatia, un costo per confezione intorno ai 900 euro e ce ne vogliono almeno sei nel corso dell'anno, l'Avastin, prodotto dalla Roche, con indicazione per patologie oncologiche, ma largamente utilizzato fino al 2012, off-label (fuori indicazione di registrazione, cioè prescritto dal medico sotto la sua responsabilità, in quanto incluso dall'Agenzia italiana del farmaco nella lista della legge n. 648 del 1996, cosiddetta ex-legge Di Bella), ha un costo tra i 15 e gli 80 euro a confezione;
   a fine ottobre 2012 è stata diffusa una nota del direttore generale dell'Agenzia italiana del farmaco, in cui si ribadiva la natura off-label del trattamento con «Avastin intravitreale» e l'esclusione della lista di farmaci autorizzati dalla «lista 648» che ne preclude la rimborsabilità per il Sistema sanitario nazionale. Da quel momento, la sanità pubblica rimborsa solo il più costoso Lucentis per le malattie della vista con un danno stimato dall'Antitrust per il Servizio sanitario nazionale pari a 45 milioni di euro;
   dopo circa 30 giorni da questa nota, è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale l'allargamento delle indicazioni per Lucentis, oltre che per la maculopatia senile, anche nell'edema maculare diabetico e nelle trombosi retiniche, concedendo a Novartis nuove fasce di mercato a scapito del Sistema sanitario nazionale;
   l'azienda farmaceutica americana Genetech, controllata da Roche che produce il meno costoso farmaco Avastin, incassa alte royalty dalla concorrente Novartis per la commercializzazione del Lucentis che utilizza un principi attivo registrato dalla controllata americana della Roche. Inoltre, la Novaris partecipa per oltre il 33 per cento al capitale della Roche, condividendo, quindi, una quota degli utili;
   nella maggior parte dei Paesi europei, e soprattutto negli Stati Uniti, i medici scelgono l'Avastin. Del resto, il National Eye Institute del National Institute of Health degli Usa ha pubblicato uno studio in aprile, dopo aver provato i due farmaci su 1.200 pazienti, dimostrando che Lucentis e Avastin hanno gli stessi effetti contro la degenerazione maculare;
   la Società oftalmologica italiana non solo ha dimostrato e diffuso fin dal 2007 la certificazione di equivalenza sia per la sicurezza che per l'efficacia terapeutica dei farmaci Avastin e Lucentis per la cura delle maculopatie, ma ha anche stimato che colpa del cartello tra le aziende Novaris e Roche circa 100 mila pazienti non possono essere curati perché i costi non sono compatibili con i budget degli ospedali imposti dalla spending review –:
   se il Ministro interpellato, in seguito al pronunciamento dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, non ritenga doveroso intervenire reinserendo nella lista dei farmaci off-label autorizzati dalla legge n. 648 del 1996 l'utilizzo di «Avastin uso oculistico»;
   quali ulteriori misure urgenti intenda adottare in seguito alla condanna delle due aziende farmaceutiche per aver alterato il mercato, non solo per tutelare i malati ma anche gli interessi economici del Sistema sanitario nazionale;
   se non ritenga opportuno assumere iniziative per prevedere una qualche forma di rimborso a tutti coloro che, dall'ottobre 2012 ad oggi, si sono visti negare i rimborsi a causa della decisione dell'Agenzia italiana del farmaco di escludere il Novartis dalla «lista 648» per l'uso off-label.
(2-00459) «Kyenge, Lenzi, Amato, Argentin, Beni, Bini, Blazina, Paola Bragantini, Burtone, Capone, Carnevali, Casati, Casellato, D'Incecco, Cinzia Maria Fontana, Fossati, Fragomeli, Gelli, Grassi, Iacono, Incerti, Iori, Lodolini, Maestri, Malisani, Melilli, Miotto, Montroni, Moretto, Murer, Patriarca, Petitti, Piccione, Rampi, Realacci, Rubinato, Sbrollini, Scuvera, Senaldi, Taranto, Taricco, Terrosi, Verini, Zanin, Albanella, Amoddio, Bray, De Menech, Dell'Aringa, Narduolo, Tartaglione, Zampa, Valeria Valente».


Iniziative di competenza volte ad eliminare il prelievo automatico della tassazione del 20 per cento a titolo di acconto di imposta su tutti i trasferimenti dall'estero – 2-00455

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   il decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, convertito, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, n. 227, e ulteriormente modificato dalla legge 6 agosto 2013, n. 97, prevede l'obbligo per gli intermediari finanziari italiani (e dunque per le banche) di applicare una ritenuta a titolo d'acconto nella misura del 20 per cento sui redditi derivanti dagli investimenti esteri e dalle attività di natura finanziaria all'estero;
   lo stesso decreto-legge, a seguito delle modificazioni introdotte dall'articolo 9 della legge europea 2013 (legge n. 97 del 2013), prevede che gli investimenti esteri e le attività estere di natura finanziaria, trasferiti o costituiti all'estero, senza che ne risultino dichiarati i redditi effettivi, siano soggetti a tassazione preventiva, a meno che il contribuente specifichi, in sede di dichiarazione dei redditi, che si tratta di redditi la cui percezione avviene in un successivo periodo d'imposta, o che determinate attività non possono essere produttive di redditi. La prova delle predette condizioni deve essere fornita dal contribuente entro sessanta giorni dal ricevimento dell'espressa richiesta notificatagli dall'ufficio delle imposte;
   il decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, a seguito delle modificazioni di cui alla legge n. 97 del 2013, prevede l'obbligo per gli intermediari finanziari di trasmettere all'Agenzia delle entrate, con modalità e termini stabiliti con provvedimento del direttore della stessa Agenzia, i dati relativi ai trasferimenti da o verso l'estero di mezzi di pagamento, limitatamente alle operazioni eseguite per conto o a favore di persone fisiche, enti non commerciali e di società semplici e associazioni, equiparate ai sensi dell'articolo 5 del testo unico delle imposte sui redditi, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917;
   la circolare dell'Agenzia delle entrate del 18 dicembre 2013 (protocollo 2013/151663), emanata in sede attuativa del comma 2 dell'articolo 4 del decreto-legge 28 giugno 1990, n. 167, con modificazioni, dalla legge 4 agosto 1990, come modificato dall'articolo 9 della legge n. 97 del 2013 (legge europea 2013), disponeva che, a partire dal 1o febbraio 2014, per gli intermediari residenti, indipendentemente da un incarico alla riscossione, qualsiasi trasferimento di denaro proveniente dall'estero ed effettuato con bonifico estero, fosse soggetto a ritenuta alla fonte a titolo d'acconto d'imposta del 20 per cento in modo automatico, dagli intermediari finanziari e per conto dell'Agenzia delle entrate. L'Agenzia delle entrate presumeva, in tal modo, che tutti i flussi dall'estero concorressero a formare il reddito complessivo del residente in Italia, fatta salva la previsione secondo cui il contribuente potesse attestare, mediante un'autocertificazione, che i trasferimenti dall'estero non costituissero redditi di capitale o redditi diversi derivanti da investimenti dall'estero o da attività estere di natura finanziaria. Tale dichiarazione, sempre secondo le linee indicate da tale circolare, poteva essere resa in via preventiva e riguardare la generalità dei flussi, accreditati presso il medesimo intermediario, salva specifica indicazione da parte del contribuente. Anche in caso di autocertificazione la banca avrebbe avuto il dovere di segnalare l'operazione e il beneficiario all'Agenzia delle entrate. Tuttavia, non risultava chiaro dal provvedimento dell'Agenzia delle entrate né la valenza temporale dell'autocertificazione (se occorresse un rinnovo ogni anno in relazione al periodo di imposta), né veniva stabilito uno standard comune per l'autocertificazione;
   la scelta dell'Agenzia delle entrate di implementare le nuove disposizioni di legge sul monitoraggio fiscale e sulla tassazione del 20 per cento (relativa agli investimenti esteri e alle attività di natura finanziaria concorrenti a formare il reddito complessivo del residente in Italia), mediante un'interpretazione estensiva del prelievo alla fonte di tutti i bonifici esteri e in modo automatico, da parte degli intermediari finanziari, ha destato all'interno dell'opinione pubblica un comprensibile allarme. Tali modalità attuative comporterebbero uno sproporzionato carico di incombenze burocratiche a carico dei comuni cittadini, soggetti ad adempimenti dai profili vessatori, essendo affidato loro un ingiustificato onere della prova circa la natura delle somme percepite al fine di escluderne l'eventuale conteggio presunto e anticipato nel proprio reddito imponibile;
   il numero dei beneficiari è cospicuo e rilevante, in quanto moltissimi cittadini italiani ricevono annualmente trasferimenti di denaro dall'estero, anche di modesta entità o di natura occasionale, senza che questi costituiscano redditi derivanti da investimenti esteri e da attività di natura finanziaria all'estero;
   l'onere della prova circa l'inclusione o l'esclusione di tali somme ai fini della dichiarazione dei redditi dovrebbe incombere all'Agenzia delle entrate, posta nelle condizioni di svolgere un più esteso monitoraggio, controllo e tracciabilità dei flussi, anche grazie all'introduzione di una più stringente normativa introdotta in materia dalle recenti modifiche legislative;
   la ratio della nuova disciplina sul cosiddetto monitoraggio fiscale, introdotta dalla legge europea 2013, non sembra essere pienamente rispondente alle modalità sopra segnalate e contenute nella circolare dell'Agenzia delle entrate, in quanto le disposizioni contenute nella recente legge europea assolvono esclusivamente a una funzione informativa, al fine di combattere pratiche elusive ed evasive nei flussi transfrontalieri, non avendo finalità di calcolo del reddito imponibile né di liquidazione delle imposte;
   è utile segnalare gli scopi della nuova disciplina introdotta dall'articolo 9 della legge 6 agosto 2013, n. 97 (legge europea 2013) sul cosiddetto monitoraggio fiscale, volta innanzitutto ad adeguare la disciplina italiana a quella europea anche sotto il profilo delle sanzioni e a rendere la normativa nazionale più proporzionale agli obiettivi perseguiti dallo Stato (come richiesto dalla Commissione europea nell'ambito del caso EU Pilot 1711/11/Taxu con cui si contestava all'Italia l'obbligo di indicazione nella dichiarazione dei redditi dei trasferimenti da o verso l'estero effettuati senza il ricorso a intermediari abilitati e soprattutto per la contestata non proporzionalità delle sanzioni); si rilevano, inoltre, la necessità: di ampliare l'ambito applicativo della normativa sul monitoraggio a fini fiscali dei flussi transfrontalieri, atti a ricomprendere anche altri operatori come i cosiddetti money transfer (che con la precedente versione della legge n. 167 del 1990 sfuggivano a tali adempimenti); di semplificare e ridurre gli adempimenti, introducendo modifiche alla struttura del quadro RW e alle relative regole di compilazione del modello unico per rendere rilevanti ai fini del monitoraggio le sole attività finanziarie e gli investimenti esteri; di introdurre obblighi informativi a carico degli intermediari finanziari e di altri soggetti esercenti attività finanziaria per quanto attiene movimentazione di conti da e verso l'estero, investimenti all'estero, svolgimento di attività estere di natura finanziaria, suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia; infine, si rilevava la necessità di estendere gli obblighi di dichiarazione anche ai «titolari effettivi» degli investimenti esteri, pur non risultandone possessori, consentendo, altresì, all'Agenzia delle entrate e alla Guardia di finanza di richiedere agli intermediari dati e notizie relative ad operazioni finanziarie, allineando il monitoraggio fiscale all'antiriciclaggio, per meglio contrastare le frodi comunitarie;
   ferma restando l'esigenza di pervenire a un migliore monitoraggio dei flussi di denaro transfrontalieri e a un più efficace contrasto di fenomeni di evasione ed elusione, è necessario, tuttavia, mantenere distinte le modalità di controllo e tracciabilità dei flussi di denaro sopra una certa soglia e che rilevano ai fini dell'antiriciclaggio, dal trasferimento di somme di modesta entità o di natura occasionali pur se di natura finanziaria. La movimentazione estera di natura finanziaria da parte di singoli o di società, come prevede la disciplina vigente, è già soggetta all'applicazione di ritenute d'ingresso alla fonte, qualora nel trasferimento del reddito dall'estero in Italia sia comunque coinvolto un intermediario finanziario italiano (banca, società di intermediazione mobiliare, società fiduciaria ed altri). Pertanto, pur volendo mantenere un obbligo di segnalazione da parte dell'intermediario finanziario all'Agenzia delle entrate circa altri movimenti su bonifici esteri, occorre evitare di introdurre misure vessatorie nei confronti di cittadini e contribuenti, quali quella di indiscriminato prelievo automatico su ogni tipo di movimentazione dall'estero, superando la previsione che affida ai beneficiari delle somme l'incombenza dell'onere della prova, onere che dovrebbe invece rimanere in capo all'Agenzia delle entrate;
   la Commissione europea e il responsabile europeo per la fiscalità, in seguito a due interrogazioni presentate da europarlamentari italiani al Parlamento europeo, saranno chiamati a valutare se le misure attuative contenute nella circolare dell'Agenzia delle entrate siano «proporzionate» e se poggino su giustificazioni non lesive di alcuni principi fondanti il diritto europeo, quali la non disparità di trattamento fra cittadini italiani e cittadini di altri Paesi membri, la libera circolazione di merci e di capitali nello spazio dell'Unione europea, comprendente anche il divieto di restrizioni dei pagamenti tra gli Stati membri;
   l'Agenzia delle entrate, su indicazione del Ministero dell'economia e delle finanze, ha disposto la sospensione della misura del prelievo automatico sui bonifici esteri fino al 1o luglio 2014, anche in considerazione dell'evoluzione del contesto internazionale incidente in materia –:
   se non intenda il Governo intervenire con urgenza – in considerazione della decisione di sospendere fino al 1o luglio le previsioni contenute nella citata circolare dell'Agenzia delle entrate – affinché sia definitivamente scongiurata qualsiasi interpretazione estensiva dell'articolo 9 della legge europea 2013, circa il prelievo automatico della tassazione del 20 per cento a titolo di acconto di imposta su tutti i trasferimenti dall'estero, provvedendo all'esclusione della ritenuta alla fonte dei flussi esteri non suscettibili di produrre redditi imponibili in Italia, al fine di superare le incombenze sostanzialmente vessatorie a carico dei contribuenti, come la previsione dell'onere della prova a loro carico mediante autocertificazione, e di scongiurare eventuali contenziosi con l'erario e potenziali aperture di procedure d'infrazione in sede europea.
(2-00455) «Garavini, Gelli, Naccarato, Luciano Agostini, Ferrari, Crimì, Tullo, Berlinghieri, Arlotti, Carnevali, D'Arienzo, D'Ottavio, Rubinato, Giuditta Pini, Porta, Salvatore Piccolo, Patriarca, Giulietti, Rostan, Bolognesi, Valiante, Pastorino, Gianni Farina, Impegno, Magorno, Pierdomenico Martino, Fedi, Battaglia, Fossati, Bruno Bossio, La Marca, Losacco, Argentin, Mariastella Bianchi, Coccia, Colaninno, Damiano, Epifani, Ginefra, Giorgis, Gnecchi, Marantelli, Marco Meloni».