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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 5 dicembre 2014

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 5 dicembre 2014.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Mariastella Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Busto, Caparini, Capezzone, Casero, Castiglione, Catania, Cecconi, Cicchitto, Cimbro, Cirielli, Colonnese, Costa, Dambruoso, De Girolamo, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Luigi Di Maio, Epifani, Faraone, Fava, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Lorenzin, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Mannino, Martelli, Merlo, Nicoletti, Orlando, Pisicchio, Pistelli, Porta, Portas, Quartapelle Procopio, Rampelli, Ravetto, Realacci, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Sereni, Sisto, Speranza, Tabacci, Taglialatela, Tidei, Velo, Vito, Zanetti.

Annunzio di una proposta di legge.

  In data 4 dicembre 2014 è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di legge d'iniziativa del deputato:
   GITTI: «Introduzione della sezione VI-bis del capo XVII del titolo III del libro quarto del codice civile, concernente la disciplina del contratto di locazione finanziaria» (2766).

  Sarà stampata e distribuita.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sotto indicate Commissioni permanenti:

   I Commissione (Affari costituzionali):
  GIACHETTI: «Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché delega al Governo per la determinazione dei collegi elettorali uninominali» (2690) Parere della Commissione V e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

   XI Commissione (Lavoro):
  DAMIANO ed altri: «Modifica all'articolo 28 del testo unico delle norme sul trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092, in materia di trattamento di quiescenza dei membri del Governo» (2101) Parere delle Commissioni I e V.

Annunzio di una proposta di modificazione al Regolamento.

  In data odierna è stata presentata alla Presidenza la seguente proposta di modificazione al Regolamento d'iniziativa del deputato:
   NICOLETTI: «Articoli 1-bis e 12, comma 2-bis: Nuove norme in materia di trasparenza e introduzione del Codice di condotta dei deputati» (Doc. II, n. 11).

  Sarà pubblicata e trasmessa alla Giunta per il Regolamento.

Trasmissione dalla Presidenza del Consiglio dei ministri.

  La Presidenza del Consiglio dei ministri, con lettera in data 28 novembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 8-ter del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 1998, n. 76, il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con cui è autorizzato, in relazione a interventi da realizzare tramite contributi assegnati in sede di ripartizione della quota dell'otto per mille dell'IRPEF devoluta alla diretta gestione statale per l'anno 2010, l'utilizzo delle economie di spesa realizzate dal Ministero dell'interno – Fondo edifici di culto per il completamento dei lavori di consolidamento e restauro della Chiesa degli agostiniani di San Nicolò (Santuario di Santa Maria Goretti) in Corinaldo (Ancona).

  Questo decreto è trasmesso alla V Commissione (Bilancio) e alla VII Commissione (Cultura).

Trasmissione dal Ministero dell'economia e delle finanze.

  Il Ministero dell'economia e delle finanze ha trasmesso un decreto ministeriale recante una variazione di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzata, in data 25 novembre 2014, ai sensi dell'articolo 6, comma 14, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135.

  Questi decreti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio).

Comunicazioni ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244.

  Fintecna Spa, con lettera in data 2 dicembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 3, comma 44, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, una comunicazione concernente un atto comportante spese per emolumenti o retribuzioni, con l'indicazione del nominativo del destinatario e dell'importo del relativo compenso.

  Questa comunicazione è trasmessa alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  La Commissione europea, in data 4 dicembre 2014, ha trasmesso, in attuazione del Protocollo sul ruolo dei Parlamenti allegato al Trattato sull'Unione europea, i seguenti progetti di atti dell'Unione stessa, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi, che sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle sottoindicate Commissioni, con il parere della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea):
   relazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio-Relazione annuale sull'attuazione dell'accordo di libero scambio UE-Colombia/Perù (COM(2014) 718 final), che è assegnata in sede primaria alla X Commissione (Attività produttive);
   lettera rettificativa del progetto di bilancio rettificativo n. 6/2014 - Stato generale delle entrate – Stato delle spese per sezione – Sezione III – Commissione Sezione VIII – Mediatore europeo (COM(2014) 730 final), che è assegnata in sede primaria alla V Commissione (Bilancio).

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, con comunicazione in data 4 dicembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.

  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

  Con la medesima comunicazione, il Governo ha richiamato l'attenzione sul parere della Commissione del 28.11.2014 sul documento programmatico di bilancio dell'Italia (C(2014) 8806 final) e sul relativo documento di accompagnamento – Documento di lavoro dei servizi della Commissione – Analisi del documento programmatico di bilancio dell'Italia (SWD(2014) 8806 final), già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento.

Comunicazione concernente una procedura d'infrazione.

  Il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri per le politiche e gli affari europei, con lettera in data 3 dicembre 2014, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15, comma 3, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, una comunicazione concernente gli sviluppi della procedura d'infrazione n. 2003/2077, relativa alle discariche abusive, che è trasmessa alla VIII Commissione (Ambiente) e alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative a sostegno delle imprese agricole danneggiate dagli eventi alluvionali verificatisi nel corso del 2014 – 2-00760

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
   nel corso di un intervento organizzato recentemente da Agrinsieme, il coordinamento che rappresenta le aziende e le cooperative di Cia, Confagricoltura e Alleanza delle cooperative italiane, il Ministro interpellato ha evidenziato che, nell'ambito della riorganizzazione del sistema e della macchina amministrativa dei rimborsi, per i produttori che non sono dotati di fondi assicurativi, sia in corso di elaborazione un anticipo dei previsti fondi indicati all'interno della Politica agricola comune, da corrispondere nel prossimo mese di giugno 2015 anziché, come inizialmente previsto, a dicembre del medesimo anno;
   il responsabile del dicastero agricolo, a tal proposito, ha inoltre aggiunto l'intenzione di intervenire con una deroga per il 2014, al fine di destinare risorse finanziarie proprio per quelle imprese che non hanno la cosiddetta copertura assicurativa, precisando, fra l'altro, di essere già in contatto con tutti gli assessori dell'agricoltura del Piemonte, della Liguria e dell'Emilia, per stabilire una serie di misure finanziarie da destinare attraverso il recupero di fondi perenti a sostegno delle imprese agricole;
   le dichiarazioni del Ministro interpellato, ricomprese all'interno di un più ampio dibattito, riguardante la complessa e grave situazione di dissesto idrogeologico nel Paese, i cui recenti fenomeni alluvionali verificatisi in diverse regioni hanno ulteriormente accentuato i livelli di pericolosità e di difficoltà del territorio italiano ad elevata criticità idrogeologica, non sembrano tuttavia aver incluso anche altre aree del Paese, interessate anch'esse da gravissimi eventi calamitosi, le cui intense ed estese precipitazioni alluvionali hanno provocato ingenti danni alle imprese agricole, agro-pastorali e alle colture;
   territori di regioni quali la Campania, la Puglia e la Toscana, sono stati infatti coinvolti da gravissime emergenze alluvionali; lo sviluppo di forti ed estesi fenomeni temporaleschi ha continuato ad insistere con una configurazione di eccezionale stazionarietà, causando rilevanti danni alle attività produttive agricole, oltre che ai sistemi della viabilità, e soprattutto il decesso di alcuni individui;
   nelle province di Napoli, Avellino, Caserta e Salerno, a partire dal 21 gennaio 2014 e nelle giornate successive, com’è noto, un'intensa attività alluvionale ha causato una serie di danneggiamenti alle strutture locali agricole e alle attività connesse alle coltivazioni e produzioni agroalimentari, con diverse implicazioni negative per il settore e, in generale, per la gestione aziendale delle pratiche;
   nelle giornate del 16 e del 19 giugno 2014, i comuni dell'area nolana e del vesuviano, in provincia di Napoli, sono stati nuovamente funestati da un'eccezionale ondata di maltempo che si è abbattuta anche sul contiguo territorio della bassa Irpinia, devastando intere aree ad alta produzione agricola, le cui eccellenze alimentari, come il «pomodorino del piennolo», le albicocche, le nocciole e le ciliegie hanno subito gravi danni;
   l'area pugliese del Gargano il 5 settembre 2014, com’è altrettanto notorio, è stata interessata da un nubifragio, la cui intensità, particolarmente violenta, ha distrutto numerosi capannoni ed impianti produttivi agricoli, interessando i territori di 14 comuni, fra i quali Peschici, Rodi Garganico e San Menaio, che hanno subito i maggiori danni alle colture;
   la Maremma toscana, in particolare, e i comuni di Orbetello, Albinia, Capalbio, Manciano, Magliano in Toscana e Scansano, nella provincia di Grosseto, sono stati colpiti il 14 ottobre 2014, a distanza di due anni, da una nuova alluvione che ha provocato l'esondazione di numerosi corsi d'acqua, dissesti di versante, ingenti danni alle infrastrutture viarie ed in particolare danni economici per numerose aziende e colture agricole d'eccellenza, causate da fenomeni pluviometrici di rara intensità, addirittura plurisecolari, che hanno provocato addirittura il decesso di due donne;
   gli interventi decisionali del Governo, successivi ai suesposti eventi calamitosi, le cui conseguenze devastanti hanno ulteriormente aggravato una situazione complessiva già critica, per la maggior parte delle imprese agricole, causata dalla persistente crisi recessiva nel nostro Paese, a giudizio degli interpellanti, sono stati tardivi ed insufficienti per alcuni aspetti, spesso senza un'adeguata azione di coordinamento e addirittura inesistenti in alcuni casi;
   le deliberazioni dello stato di emergenza e dello stato di calamità da parte del Consiglio dei Ministri e del Ministro interpellato, intervenute in alcuni casi con notevole ritardo, nonostante le sollecitazioni delle istituzioni e delle comunità locali a procedere in tempi più rapidi, non hanno infatti adeguatamente tutelato il tessuto economico agricolo e agro-pastorale dalle conseguenze derivanti dai danni subiti dall'alluvione; l'assenza di misure agevolative fiscali e finanziarie, in grado di fronteggiare la situazione emergenziale venutasi a determinare, e di misure di ripristino delle attività ordinarie agricole si riflette sugli scenari futuri di moltissime imprese;
   gli interpellanti a tal proposito evidenziano che soltanto le imprese agricole dell'area del Gargano sono state beneficiate dello stato di calamità decretato dal Ministro interpellato a differenza della Campania, per la quale le imprese agricole sono state beneficiate, per l'alluvione del giugno 2014, soltanto dagli interventi previsti dal fondo di solidarietà nazionale, e della Toscana, i cui territori agricoli sono stati anch'essi interessati dagli effetti devastanti delle piogge torrenziali;
   alle dichiarazioni in precedenza esposte del Ministro interpellato, a parere degli interpellanti, evidentemente limitative e circoscritte a determinate aree regionali del Nord, che hanno subito danni derivanti dai dissesti idrogeologici provocati dai fenomeni alluvionali, si sono aggiunte la scorsa settimana le affermazioni del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri, il quale, in una visita a Milano, ha sostenuto che, per i comuni della Liguria, del Piemonte e della Lombardia, che hanno subito danneggiamenti causati da eventi catastrofici avversi, saranno previsti (nel breve termine), interventi di deroga al patto di stabilità interno, oltre alla possibilità di rinegoziare i mutui esistenti;
   le predette considerazioni, affiancate alle richiamate osservazioni del Ministro interpellato, a giudizio degli interpellanti, denotano una palese mancanza di un'organica visione su scala nazionale del numero complessivo delle regioni coinvolte dagli eventi alluvionali avvenuti nel corso del 2014 e, in particolare, la mancata individuazione di quali tipologie di comparti produttivi hanno subito maggiori danni economici; gli interventi del Governo (come in precedenza esposto), dimostratisi intempestivi e carenti, non hanno a tal proposito fatto sufficiente chiarezza in merito ai provvedimenti d'emergenza già adottati, oltre che alle misure di allentamento degli obiettivi programmatici per gli enti territoriali coinvolti;
   gli interpellanti, a tal fine, evidenziano, anche in considerazione delle numerose sollecitazioni provenienti dagli operatori agricoli locali delle regioni quali la Campania e la Toscana, come siano indispensabili precisazioni da parte del Ministro interpellato e del Governo, in merito all'individuazione delle aree interessate dal disastro ambientale e delle decisioni da adottare, a seguito dei gravissimi eventi alluvionali, che hanno pesato sul fronte produttivo in particolare per il settore agricolo; nello specifico, occorre chiarire se le misure straordinarie annunciate nel corso del convegno Agrinsieme siano rivolte anche alle predette regioni, non espressamente menzionate né dal Ministro interpellato né dal Sottosegretario di Stato Delrio durante la visita a Milano –:
   quali orientamenti, nell'ambito delle rispettive competenze, intendano esprimere, con riferimento a quanto esposto in premessa;
   se, in considerazione delle articolate osservazioni in precedenza richiamate, il Governo intenda estendere gli interventi straordinari previsti e annunciati nel corso della manifestazione Agrinsieme, anche alle regioni Campania, Puglia e Toscana, al fine di fronteggiare i danni derivanti dalle alluvioni rispettivamente verificatesi nei mesi di gennaio, giugno, settembre e ottobre 2014, a causa delle quali le imprese agricole hanno subito ingenti danni alle attività produttive;
   in caso negativo, quali iniziative urgenti e necessarie intendano prevedere, per quanto di competenza, in favore delle imprese agricole delle medesime regioni e, in particolare, per deliberare lo stato di calamità per le regioni Campania e Toscana e sostenere le attività agricole e le colture, alcune delle quali di elevata qualità e di eccellenza tradizionalmente legate al made in Italy, sono state pesantemente danneggiate dagli eventi alluvionali, evitando inutili ed immotivate discriminazioni, in considerazione del fatto che altre realtà regionali, come la Liguria, il Piemonte, la Lombardia e l'Emilia Romagna, che hanno subito altrettanti danni derivanti dalle piogge alluvionali intense ed improvvise, sono state incluse nell'ambito degli interventi di sostegno che il Governo si appresta a rendere operativi;
   se non intendano assumere iniziative per il rifinanziamento degli interventi compensativi del fondo di solidarietà nazionale che interviene in soccorso delle imprese agricole colpite dai fenomeni alluvionali e che, a causa della continua riduzione delle risorse messe a disposizione negli ultimi anni, rischia di non riuscire più a far fronte in maniera adeguata ai fabbisogni, così come evidenziato dal Governo in una risposta a un'interrogazione a risposta immediata in Commissione agricoltura nel mese di giugno 2014.
(2-00760) «Russo, Faenzi, Palese, Catanoso, Fabrizio Di Stefano, Riccardo Gallo, Castiello, Marotta, Parisi, Altieri, Ciracì, Chiarelli, Distaso, Fucci, Marti, Sisto, Elvira Savino».


Iniziative per la pubblicazione della graduatoria e per l'immissione in ruolo dei dirigenti scolastici risultati vincitori di concorso nella regione Campania – 2-00769

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   l'avvio dell'anno scolastico, in Campania, è gravato dall'affidamento in reggenza di circa 170 scuole;
   tale circostanza impedisce la corretta gestione di istituzioni scolastiche autonome, normodimensionate e di grande complessità che necessiterebbero della presenza a tempo pieno del dirigente scolastico;
   una simile situazione rappresenta un ulteriore svantaggio in danno di una popolazione scolastica che già presenta fra i più alti livelli di disagio e dispersione scolastica del Paese;
   con bando pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale, 4a serie speciale, 15 luglio 2011, n. 56, il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca ha indetto una procedura concorsuale, per esami e titoli, per il reclutamento di dirigenti scolastici per la scuola primaria, secondaria di primo grado, secondaria di secondo grado e per gli istituti educativi, per n. 2.386 posti complessivi, di cui n. 224 per la regione Campania;
   la legge speciale del concorso stabiliva che i candidati, che avessero superato la prova preselettiva di carattere culturale e professionale, avrebbero poi dovuto sostenere due prove scritte e una prova orale;
   la procedura selettiva anzidetta si è svolta, in Campania, con notevole ritardo rispetto ai tempi previsti dal bando e rispetto a quanto accaduto in altre regioni, attesa l'intervenuta sospensione del concorso campano, in sede cautelare, disposta dal Tar della Campania a fronte di numerosi ricorsi proposti da candidati dichiarati non idonei a sostenere gli orali;
   i ricorsi in questione sono stati, poi, respinti, nel merito, dal Tar Campania, nel luglio 2013, e nel settembre 2014 sono stati altresì respinti gli appelli proposti avverso le sentenze di rigetto del Tar;
   le prove orali del concorso erano frattanto riprese, il 3 ottobre 2013, per concludersi il 18 febbraio 2014, ma a tutt'oggi l'ufficio scolastico regionale per la Campania non ha provveduto alla pubblicazione delle graduatorie di merito;
   risulta essere stato proposto ulteriore ricorso al Tar per la Campania, proprio avverso il silenzio tenuto dall'amministrazione scolastica all'esito delle prove orali, inteso all'ottenimento della pubblicazione delle ripetuta graduatoria, a fronte del quale l'ufficio scolastico regionale per la Campania ha dichiarato l'impossibilità di effettuare la pubblicazione della graduatoria per l'asserita indisponibilità degli atti del concorso, essendo gli atti in questione stati sequestrati, il 25 febbraio 2014, dalla Guardia di finanza, in esecuzione del decreto di sequestro preventivo degli atti del concorso emesso dalla procura di Napoli;
   il Tar Campania, con la sentenza della sezione VIII n. 5634 del 2014, ha non di meno accolto il ricorso avverso l'anzidetto silenzio, essendo risultato che, in realtà, il competente pubblico ministero aveva concesso rilascio di copia conforme degli atti sequestrati, con provvedimento debitamente noto all'amministrazione scolastica, sin dal 29 maggio 2014;
   lo stesso Tar, con la sentenza citata, assunta il 4 novembre 2014, ha, pertanto, accertato e dichiarato l'obbligo dell'ufficio scolastico regionale della Campania di provvedere alla pubblicazione delle graduatorie del concorso, con assegnazione di apposito termine e con condanna alla rifusione delle spese di lite;
   tale situazione dell'ufficio scolastico regionale della Campania ha già determinato riflessi oltremodo negativi sul pubblico interesse, in aggiunta a quanto lamentato dai vincitori del concorso, e non può essere protratta oltre;
   dal comunicato in data 18 novembre 2014, emesso dal segretario generale della Uil Scuola Napoli, si evince, invece, che il direttore dell'ufficio scolastico regionale per la Campania, nell'incontro con la detta organizzazione sindacale, ha affermato che la pubblicazione della graduatoria di merito è prevista entro il prossimo mese di dicembre 2014;
   la mancanza di una data certa di pubblicazione, nonché l'approssimarsi della fine dell'anno solare in corso, rischiano, pertanto, di far slittare la stipula dei contratti con i vincitori del concorso al prossimo anno scolastico, in considerazione della vigente normativa di settore in materia di assunzioni –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza dei fatti di cui in premessa e della data per la pubblicazione della sopradetta graduatoria;
   quali iniziative intenda eventualmente assumere, nell'ambito delle sue competenze, per l'immediata pubblicazione della graduatoria e per l'immissione in ruolo dei dirigenti scolastici risultati vincitori.
(2-00769) «Bossa, Valeria Valente, Tino Iannuzzi, Roberta Agostini, Palma, Carloni, Sgambato, Famiglietti, Bonavitacola, Giorgio Piccolo, Migliore, Di Lello, Salvatore Piccolo, Vaccaro, Coccia, D'Ottavio, Moscatt, Epifani, Minnucci, Paris, Tartaglione, Michele Bordo, Bargero, Rossomando, Fiorio, Petitti, Misiani, Impegno, Culotta, Berretta, Carocci, Marchi».


Modalità di attuazione della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea in materia di assunzione del personale scolastico precario – 2-00773

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   il 26 novembre 2014 la terza sezione della Corte di giustizia dell'Unione europea ha emesso una sentenza sulle cause riunite C-22/13, C-61/13, C-62/13, C-63/13, C-418/13 Raffaella Mascolo e altri contro il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, a favore di 250 mila precari italiani, secondo la quale le norme italiane sui contratti a tempo determinato applicate al personale della scuola violano la direttiva comunitaria 1999/70/CE e, in particolare, la clausola 5, punto 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato;
   la motivazione della sentenza emessa il 26 novembre 2014 recita: «La clausola 5, punto 1, dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato, concluso il 18 marzo 1999, che figura nell'allegato alla direttiva 1999/70/CE del Consiglio, del 28 giugno 1999, relativa all'accordo quadro CES, UNICE e CEEP sul lavoro a tempo determinato, deve essere interpretata nel senso che osta a una normativa nazionale, quale quella di cui trattasi nei procedimenti principali che autorizzi, in attesa dell'espletamento delle procedure concorsuali per l'assunzione di personale di ruolo delle scuole statali, il rinnovo di contratti di lavoro a tempo determinato per la copertura di posti vacanti e disponibili di docenti nonché di personale amministrativo, tecnico e ausiliario, senza indicare tempi certi per l'espletamento di dette procedure concorsuali ed escludendo qualsiasi possibilità, per tali docenti e detto personale, di ottenere il risarcimento del danno eventualmente subito a causa di un siffatto rinnovo. Risulta, infatti, che tale normativa, fatte salve le necessarie verifiche da parte dei giudici del rinvio, da un lato, non consente di definire criteri obiettivi e trasparenti al fine di verificare se il rinnovo di tali corrisponda effettivamente ad un'esigenza reale, sia idoneo a prevedere nessun'altra misura diretta a prevenire e a sanzionare il ricorso abusivo ad una successione di contratti a tempo determinato»;
   secondo la Corte di giustizia dell'Unione europea la normativa italiana viola la clausola 5 dell'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato dal momento che esclude il risarcimento del danno subito a causa del ricorso abusivo a una successione di contratti di lavoro a tempo determinato nel settore dell'insegnamento. Tale abuso non consente neppure la trasformazione di tali contratti in contratti a tempo indeterminato;
   secondo la Corte di giustizia dell'Unione europea il fatto che un lavoratore che abbia effettuato supplenze non possa ottenere un contratto a tempo indeterminato, se non con l'immissione in ruolo per effetto dell'avanzamento in graduatoria, è aleatorio e non costituisce, quindi, una sanzione sufficientemente effettiva e dissuasiva ai fini di garantire la piena efficacia delle norme adottate in applicazione dell'accordo quadro;
   l'Italia ha recepito la direttiva 1999/70/CE nella normativa nazionale con il decreto legislativo n. 368 del 2001. L'articolo 4 di tale decreto legislativo specifica che un contratto a tempo determinato può essere prorogato non più di una volta e che la durata totale di uno o più contratti a tempo determinato non può superare i tre anni. L'articolo 5, comma 4-bis, prevede che uno o più contratti di durata superiore ai tre anni siano considerati contratti a durata indeterminata;
   l'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, recante norme generali sull'ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche dispone quanto segue: «1. Per le esigenze connesse con il proprio fabbisogno ordinario le pubbliche amministrazioni assumono esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato seguendo le procedure di reclutamento previste dall'articolo 35. 2. Per rispondere ad esigenze temporanee ed eccezionali le amministrazioni pubbliche possono avvalersi delle forme contrattuali flessibili di assunzione e di impiego del personale previste dal codice civile e dalle leggi sui rapporti di lavoro subordinato nell'impresa, nel rispetto delle procedure di reclutamento vigenti. Ferma restando la competenza delle amministrazioni in ordine alla individuazione delle necessità organizzative in coerenza con quanto stabilito dalle vigenti disposizioni di legge, i contratti collettivi nazionali provvedono a disciplinare la materia dei contratti di lavoro a tempo determinato (...). 5. In ogni caso, la violazione di disposizioni imperative riguardanti l'assunzione o l'impiego di lavoratori, da parte delle pubbliche amministrazioni, non può comportare la costituzione di rapporti di lavoro a tempo indeterminato con le medesime pubbliche amministrazioni, ferma restando ogni responsabilità e sanzione. Il lavoratore interessato ha diritto al risarcimento del danno derivante dalla prestazione di lavoro in violazione di disposizioni imperative (...)»;
   l'utilizzo del contratto di lavoro a tempo determinato, al fine di prevenire discriminazioni e abusi, deve essere necessariamente basato su ragioni oggettive, come chiarisce l'articolo 1 del decreto legislativo n. 368 del 2001, in cui si afferma che «è consentita l'apposizione di un termine alla durata del contratto di lavoro subordinato a fronte di ragioni di carattere tecnico, produttivo, organizzativo o sostitutivo, anche se riferibili alla ordinaria attività del datore di lavoro»;
   nel settore pubblico, l'articolo 49 del decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, ha sostituito l'articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, imponendo alle amministrazioni pubbliche l'obbligo di «assumere esclusivamente con contratti di lavoro subordinato a tempo indeterminato» in presenza di «esigenze connesse con il proprio fabbisogno ordinario», e ripristinando la possibilità di avvalersi di forme contrattuali flessibili unicamente «per rispondere ad esigenze temporanee ed eccezionali», con disciplina, dunque, più restrittiva, nella proclamazione del superamento del «lavoro precario»;
   ai sensi dell'articolo 10, comma 4-bis, del decreto legislativo n. 368 del 2001, come modificato dall'articolo 9, comma 18, del decreto-legge del 13 maggio 2011, n. 70, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 106 del 2011, «(...) sono altresì esclusi dall'applicazione del presente decreto i contratti a tempo determinato stipulati per il conferimento delle supplenze del personale docente ed ATA (amministrativo, tecnico ed ausiliario), considerata la necessità di garantire la costante erogazione del servizio scolastico ed educativo anche in caso di assenza temporanea del personale docente ed ATA con rapporto di lavoro a tempo indeterminata ed anche determinato. In ogni caso non si applica l'articolo 5, comma 4-bis, del presente decreto»;
   il fenomeno del precariato risulta particolarmente diffuso in ambito scolastico, un settore in cui i numeri sono impietosi e parlano di 118.468 docenti assunti con contratti a tempo determinato e di 18.428 unità assunte a tempo determinato come personale amministrativo, tecnico e ausiliario: cifre che fotografano un ulteriore aumento rispetto al 2013;
   il precariato scolastico risulta avere un'incidenza negativa non solo sulla condizione di incertezza lavorativa ed economica del personale scolastico, ma anche sulla continuità didattica e sulla qualità dell'insegnamento, che risultano fortemente penalizzate;
   il 21 novembre 2013, la Commissione europea ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell'Italia per il mancato rispetto della direttiva sul lavoro a tempo determinato, utilizzando i supplenti con contratti a termine «continuativi», che durano anche molti anni e lasciandoli così «in condizioni precarie nonostante svolgano un lavoro permanente come gli altri»;
   il Governo ha previsto nel documento «La Buona Scuola» lo stanziamento di 1 miliardo di euro nel 2015 e di 3 miliardi di euro a partire dal 2016 per la realizzazione di un piano di assunzioni del personale scolastico e del potenziamento dell'alternanza scuola-lavoro;
   tale piano straordinario di immissioni in ruolo riguarderà il personale docente attualmente iscritto nelle graduatorie ad esaurimento (GAE), che secondo le stime del Governo consta di 148.000 unità;
   attualmente risultano provvisti di abilitazione o in procinto di acquisirla altri 166 mila docenti, di cui 55 mila diplomati magistrali, 69 mila abilitati con i percorsi abilitanti speciali, 10.500 abilitati con il primo ciclo del tirocinio formativo attivo, 22.500 abilitati con il secondo ciclo di tirocinio formativo attivo, 8.900 laureati in scienze della formazione primaria che hanno conseguito la laurea dopo il 2010-2011;
   tali docenti sono stati formati dallo Stato e, nella gran parte dei casi, hanno già acquisito un'esperienza di insegnamento pari o superiore ai 36 mesi, ma non vengono considerati dal Governo al fine di una stabilizzazione –:
   in che termini e secondo quali modalità il Governo intenda recepire nel nostro ordinamento la sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea di cui in premessa, garantendo al personale scolastico interessato dal dispositivo l'assunzione a tempo indeterminato;
   se non ritenga opportuno considerare, ai fini della stabilizzazione e contrariamente a quanto disposto nel documento «La Buona Scuola», anche i docenti della seconda fascia delle graduatorie d'istituto, provvisti di abilitazione, dal momento che, secondo quanto disposto dalla terza sezione della Corte di giustizia dell'Unione europea, la normativa italiana «non riserva l'accesso ai posti permanenti nelle scuole statali al personale vincitore di concorso, poiché essa consente, altresì, nell'ambito del sistema del doppio canale, l'immissione in ruolo di docenti che abbiano unicamente frequentato corsi di abilitazione»;
   se non ritenga opportuno attuare, nelle more delle procedure di stabilizzazione dei docenti iscritti nelle graduatorie ad esaurimento, un censimento che verifichi il numero complessivo di giorni di insegnamento di tali iscritti, anche al fine di escludere dalla stabilizzazione chi non abbia svolto un solo giorno di servizio effettivo dal momento dell'iscrizione nelle suddette graduatorie.
(2-00773) «Chimienti, Simone Valente, Marzana, Brescia, D'Uva, Di Benedetto, Luigi Gallo, Vacca, Vignaroli, Carinelli, Fico, Nesci, Petraroli, Battelli, Luigi Di Maio, Tripiedi, Rizzetto, Bechis, Baldassarre, Ciprini, Cominardi, Rostellato, Cozzolino, Toninelli, Dadone, Dieni, Fraccaro, Lombardi, Nuti, D'Ambrosio».


Chiarimenti in merito all'istruttoria svolta per la proposta di nomina del dottor Antonio Agostini a direttore dell'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione 2-00751

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   in data 8 ottobre 2014 il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, trasmetteva alla Camera dei deputati il curriculum vitae del dottor Antonio Agostini che riportava, tra le diverse competenze ed esperienze, una laurea in giurisprudenza, l'abilitazione alla professione forense, il servizio come ufficiale dei carabinieri fino al 1992 e la successiva carriera alla Presidenza del Consiglio dei ministri (dal 1996 con qualifica e funzioni dirigenziali) «con esperienze in affari strategici e responsabilità operative, a livello nazionale e internazionale, nel campo della controproliferazione e controllo all’export di armamenti, beni e materiali strategici», nonché l'incarico, in posizione di fuori ruolo, di segretario generale e di segretario del consiglio di amministrazione dell'Agenzia spaziale italiana;
   nel corso della seduta del 28 ottobre 2014 delle Commissioni parlamentari riunite VIII e X (Ambiente, territorio e lavori pubblici e Attività produttive, commercio e turismo), il collega onorevole Filiberto Zaratti sollevava dubbi sulla compatibilità del profilo del dottor Antonio Agostini rispetto a quanto stabilito dall'articolo 6 del decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 45, che al comma 5 prevede che «il Direttore è scelto tra persone di indiscussa moralità e indipendenza, di comprovata e documentata esperienza e professionalità ed elevata qualificazione e competenza nei settori della sicurezza nucleare, della radioprotezione, della tutela dell'ambiente e sulla valutazione di progetti complessi e di difesa contro gli eventi estremi naturali o incidentali (...)»;
   in data 4 novembre 2014 la testata Il Fatto Quotidiano ha pubblicato in esclusiva un rapporto redatto dagli ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze a seguito di un'indagine interna svolta sull'operato del dottor Antonio Agostini, nel periodo di direzione espletato al Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca dove emerge che l'odierno candidato all'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) sarebbe stato: «inadeguato a gestire programmi così complessi (...), con profili di illegittimità suscettibili di determinare una configurazione di danno erariale e circostanze penalmente rilevanti»;
   il rapporto degli ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze, che oggi sarebbe – da quanto si apprende – all'attenzione della procura della Repubblica di Roma, della Corte dei conti e dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode, è stato elaborato nel corso di sei mesi di indagini a partire dal novembre 2011, su impulso dell'allora titolare del dicastero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, il Ministro pro tempore Profumo, per verificare le notizie su un presunto sistema deviato di assegnazione delle risorse comunitarie per la ricerca e lo sviluppo gestito dalla direzione generale che faceva capo allo stesso dottor Agostini; nello specifico, l'articolo riferisce di come la gestione di quei fondi per la ricerca «è stata connotata da “procedure opache”, “scarsi controlli”, “valutazioni inesistenti”, “conflitti d'interesse” che hanno permesso di attribuire centinaia di milioni di euro a chi non ne aveva i titoli: società sprovviste in partenza dei requisiti di ammissibilità, spesso sull'orlo del fallimento, anche grazie a sistemi di controllo affidati agli amici degli amici. Alcune società beneficiarie, conferma il rapporto, “non avevano neppure un'attività, una sede o personale”. Altre erano state bocciate in sede di valutazione finanziaria, molti progetti finanziati non avevano superato il controllo preliminare di valutazione tecnica»;
   diversi elementi che se fossero confermati metterebbero definitivamente in discussione la compatibilità del candidato all'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) non solo sotto il profilo della competenza, ma anche della «indiscussa moralità», richiesta espressamente dal decreto legislativo n. 4 del 2014 già citato; nell'articolo di stampa si legge, inoltre, che detto rapporto, «trasmesso fin dall'ottobre 2013 dal Ministro Carrozza alla Procura di Roma e poi alla Corte dei conti è stato ignorato dal Governo, deliberatamente o meno. Fatto sta che neppure il Ministro Stefania Giannini ha alzato un dito quando è balenata la nomina di Agostini, anche se aveva il dossier tra le mani e ancora in carico i programmi Pon 2007-2013 le cui attività si chiuderanno del tutto nel 2016. Circostanze che aprono ora interrogativi su chi davvero abbia fatto pressioni per quel nome, chi l'abbia protetto finora fino alla promozione all'incarico di segretario generale del Ministero dell'ambiente. E in ultimo alla proposta per la presidenza dell'Isin» –:
   se il Ministro interpellato non fosse a conoscenza del sopraddetto rapporto redatto dagli ispettori del Ministero dell'economia e delle finanze e trasmesso sin dall'ottobre 2013 al precedente responsabile del dicastero e quali chiarimenti intenda fornire in ordine a tale vicenda.
(2-00751) «Ricciatti, Scotto, Zaratti, Pellegrino, Pannarale».


Iniziative per consentire l'assunzione dei vincitori e degli idonei del concorso indetto dall'Inail per 404 posti per l'area C, posizione economica C1 – 2-00762

E)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro del lavoro e delle politiche sociali e il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione per sapere – premesso che:
   il monitoraggio della funzione pubblica sui vincitori e gli idonei di concorso pubblico consegna dati allarmanti, registrando circa 3.000 vincitori e oltre 84.000 idonei in attesa di assunzione da anni;
   trattasi il più delle volte di laureati che hanno sostenuto e superato lunghe ed impegnative procedure selettive per poter accedere al pubblico impiego e che si ritrovano, una volta terminate le procedure concorsuali, privati di quel diritto all'assunzione conquistato con merito ed abnegazione personale;
   nella situazione sopra descritta si trova, in particolare, la maggior parte dei vincitori e la totalità degli idonei del concorso Inail a 404 posti, i quali attendono ormai da 5 anni la legittima assunzione; l'Istituto, infatti, ha bandito, nel 2007, un concorso pubblico per 404 posti per l'area C, posizione economica C1, profilo delle attività amministrative, da assumere con contratto a tempo indeterminato. La procedura selettiva, che ha coinvolto 15.000 partecipanti, si è conclusa nel 2010, con la pubblicazione della graduatoria in Gazzetta Ufficiale (4a serie speciale – 9 febbraio 2010, n. 11), comprendente 404 vincitori e 162 idonei;
   a causa dei continui interventi legislativi di riduzione della dotazione organica e del turnover, che si sono succeduti in questi anni, soltanto una piccola parte dei vincitori è stata assunta dall'Istituto, mentre dal dettagliato monitoraggio effettuato dalla funzione pubblica risulta che residuano 305 vincitori da assumere e 111 idonei al netto dei vincitori;
   l'alta percentuale di rinunciatari ha consentito lo scorrimento della graduatoria fino alla posizione 150 e, proprio a causa delle rinunce, l'intero scorrimento della graduatoria non consentirebbe comunque di ricoprire tutti e 404 i posti messi a concorso;
   cinque anni di attesa, oltre a comportare la possibile dispersione di figure professionali valide e capaci, costituiscono anche un tempo inusitatamente lungo, causa di profonda delusione e di frustrazione delle aspettative di uomini e di donne, che, nel programmare le loro vite, hanno comprensibilmente e legittimamente fatto affidamento sulla certezza di un'assunzione che da troppo tempo tarda ad arrivare –:
   quali iniziative intendano assumere per consentire l'assunzione dei vincitori e idonei del concorso pubblico indetto dall'Inail per 404 posti per l'area C, posizione economica C1, profilo delle attività amministrative, favorendo così il necessario «ricambio generazionale» nell'ente;
   se, in considerazione del lungo tempo di attesa in rapporto all'esiguo numero di assunzioni effettuate, non ritengano di adottare iniziative, anche normative mirate e volte a sbloccare la paralisi assunzionale dell'Inail nei confronti dell'anzidetta graduatoria, principalmente attraverso la possibilità di attingere alla stessa da parte di altre pubbliche amministrazioni che presentano gravi carenze di personale, quali, ad esempio, il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e il Ministero della giustizia, in ossequio ai principi di efficienza, efficacia ed economicità dell'azione amministrativa.
(2-00762) «D'Alia, Dellai, Binetti».


Elementi ed iniziative in ordine agli strumenti finanziari derivati presenti nel portafoglio del Ministero dell'economia e delle finanze – 2-00765

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   in alcuni Stati, come gli Stati Uniti d'America, il Governo si astiene dallo stipulare contratti di derivati, soprattutto in seguito all'aver accertato i gravissimi rischi nei quali è possibile incorrere. L'Italia al contrario – come si apprende da fonti stampa – sembrerebbe essere il maggior utilizzatore di strumenti derivati;
   nella seduta della Camera dei deputati di giovedì 15 marzo 2012, n. 605, il Sottosegretario di Stato pro tempore, Marco Rossi Doria, in risposta ad un’ interrogazione parlamentare, ha dichiarato che, alla data sopraddetta, il nozionale complessivo di strumenti derivati a copertura di debito emessi dalla Repubblica italiana ammontava a circa 160 miliardi di euro, a fronte di titoli in circolazione, al 31 gennaio 2012, per 1.624 miliardi di euro. All'epoca, quindi, il nozionale ammontava a circa il 10 per cento dei titoli in circolazione; «degli strumenti derivati in essere», affermava il Sottosegretario di Stato pro tempore per l'istruzione, l'università e la ricerca, «circa 100 miliardi erano interest rate swap, 36 miliardi cross currency swap, 20 swaption e 3,5 miliardi degli swap ex ISPA»;
   secondo fonti giornalistiche, nei primi otto anni di utilizzo degli strumenti derivati le finanze pubbliche hanno beneficiato di quasi 8 miliardi di euro di guadagni, mentre a partire dal 2006 la tendenza si è invertita e le perdite sono state sempre più consistenti. Da elaborazioni di la Repubblica e Financial Times (svolte sulla base di una relazione del Tesoro sul debito pubblico, inviata alla Corte dei conti a inizio 2013), emerge che un rilevante numero di derivati (del valore di 31 miliardi di euro), ristrutturati nel 2012, ha generato circa 8 miliardi di euro di minusvalenze di mercato. Le perdite si sono concretizzate nell'ipotesi di scadenze o risoluzione anticipata;
   l'intenzione del Governo sembra essere quella di permettere che, in futuro, vengano predisposte delle garanzie su «conti ad hoc», immunizzando dal rischio le banche. Infatti, nel caso in cui l'Italia andasse in default, le banche riceverebbero automaticamente le liquidità poste a garanzia, di fatto qualificandosi come creditori privilegiati rispetto ai detentori di titoli pubblici (buoni del tesoro poliennali), che ormai in gran parte sono in possesso di investitori italiani;
   è doveroso precisare che nell’«eurozona» solo Portogallo ed Irlanda hanno posto in essere accordi di garanzia bilaterale sul «debito» e l'Italia potrebbe essere la terza in ordine cronologico di adesione al sistema prescritto;
   dopo la rivalutazione delle quote azionarie di Banca d'Italia, che di fatto ha generato circa 7 miliardi di euro di plusvalenze per pochi istituti bancari, bilanciate solo da un miliardo di euro di maggiori entrate fiscali e dopo la deducibilità ai fini Irap delle «perdite» sui crediti in 5 anni (rispetto ai 18 originari) che ha consentito alle sei principali banche di ricevere ulteriori sgravi per 514 milioni di euro, sembra eccessivo concedere alle banche un ulteriore privilegio visto che, contemporaneamente, agli italiani – in piena crisi economica – è stato chiesto l'ennesimo sacrificio pur consci che il livello di tassazione effettiva sfiora ormai il 55 per cento del prodotto interno lordo;
   non si dispone di dati ufficiali dai quali sia possibile evincere il valore nozionale degli strumenti derivati sottoscritti fino ad oggi dallo Stato italiano, l'ammontare dei flussi di cassa in entrata e uscita, con quali banche siano stati sottoscritti, quale sia il capitale di riferimento, quale tipologia tecnica e quale il valore complessivo delle garanzie che verranno eventualmente stipulate relativamente ad operazioni in strumenti derivati –:
   se si reputi necessario ed urgente assumere iniziative al fine di evitare che lo Stato italiano sia gravato da ingiustificati ed eccessivi oneri economici connessi all'eccessiva mole di strumenti derivati sottoscritti ed alla concessione di garanzie connesse ad operazioni in strumenti derivati;
   quale sia il valore nozionale degli strumenti derivati sottoscritti fino ad oggi dallo Stato italiano, l'ammontare dei flussi di cassa in entrata e uscita, con quali banche siano stati sottoscritti e quali siano il capitale di riferimento e la tipologia tecnica;
   se si intendano fornire e pubblicare i dati ufficiali del valore complessivo e della tipologia delle garanzie che verranno stipulate relativamente alle operazioni in strumenti derivati ed i dati ufficiali relativi al valore complessivo degli strumenti derivati sottoscritti, alla loro precisa composizione, all'identità delle banche e degli intermediari finanziari con i quali sono stati sottoscritti, ai reali profili di rischio insito nei contratti e nell'assunzione delle sopraddette garanzie;
   se possano essere suffragate le ipotesi già formulate dal Der Spiegel nel 2012 secondo cui a Helmut Kohl sarebbe stato segnalato da esperti che l'Italia abbia usato contratti derivati per raggiungere i criteri imposti dalla creazione della moneta unica;
   quali iniziative si intendano adottare, anche a livello normativo, per aumentare al massimo la trasparenza in relazione agli strumenti finanziari derivati presenti nel portafoglio del Ministero dell'economia e delle finanze;
   se si preveda l'inserimento di una clausola che obblighi gli istituti finanziari beneficiari delle eventuali garanzie finanziarie reali previste da Basilea III, recepite dalla Banca centrale europea e dalla Banca d'Italia, a utilizzare l'ingente iniezione di liquidità che ne deriverebbe a favore di investimenti nell'economia reale, con particolare riferimento alle piccole/medie imprese.
(2-00765) «Pesco, Villarosa, Ruocco, Cancelleri, Barbanti, Alberti, Pisano, Castelli, Sorial, D'Incà, Caso, Brugnerotto, Cariello, Currò, Colonnese».