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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 398 di martedì 24 marzo 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9.

  ANNA MARGHERITA MIOTTO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta del 20 marzo 2015.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Baretta, Dorina Bianchi, Stella Bianchi, Bindi, Capezzone, Chaouki, Cominelli, De Menech, Epifani, Faraone, Gianni Farina, Fraccaro, Gentiloni Silveri, Losacco, Marotta, Meta, Nicoletti, Gianluca Pini, Polverini, Sanga, Turco, Vignaroli e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centotré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,04).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 9,25. La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 9,05, è ripresa alle 9,35.

Seguito della discussione della proposta di legge: Ferranti ed altri: Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato (A.C. 2150-A); e delle abbinate proposte di legge: Colletti ed altri; Mazziotti Di Celso ed altri; Pagano (A.C. 1174-1528-2767).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge Ferranti ed altri n. 2150-A: Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato; e delle abbinate proposte di legge Colletti ed altri; Mazziotti Di Celso ed altri; Pagano nn. 1174-1528-2767.
  Avverto che lo schema recante la ripartizione dei tempi per il seguito della discussione è pubblicato in calce al resoconto stenografico della seduta del 19 marzo 2015 (vedi calendario).
  Ricordo che nella seduta del 16 marzo 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.
  Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 3.100, che è in distribuzione, con riferimento al quale il termine per la presentazione di subemendamenti è fissato alle ore 10,30.Pag. 2
  Avverto, inoltre, che prima dell'inizio della seduta l'emendamento Ferranti 1.77 è stato ritirato dalla presentatrice.

(Esame degli articoli – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge nel testo della Commissione.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri, che sono in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
  A tal fine il gruppo Misto (per la componente politica PSI-PLI) e il deputato Aniello Formisano sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione. Poiché, tuttavia, la componente politica PSI-PLI non ha provveduto a segnalare le quattro proposte emendative da porre in votazione, la Presidenza porrà ai voti, per ciascuno dei primi quattro articoli del testo, il primo degli emendamenti presentati da deputati appartenenti a tale componente, salvo che abbiano natura formale o siano incongrui, intendendosi tutte le altre proposte emendative come non segnalate ai fini del voto. In tal senso si veda la seduta del 14 marzo 2000.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1 e 89, comma 1, del Regolamento, gli articoli aggiuntivi Pagano 5.01, De Girolamo 5.02 e 5.03 – non previamente presentati in Commissione – che novellano il codice di procedura penale in materia di esercizio dell'azione penale, di termini di durata e di avocazione delle indagini preliminari, in quanto recanti un contenuto estraneo rispetto a quello del provvedimento in esame, che, invece, interviene sui termini di prescrizione, nonché sulla disciplina della interruzione e della sospensione della medesima.
  Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi del punto 5.2 della circolare del 10 gennaio 1997, l'emendamento Chiarelli 5.220, in quanto modifica in modo del tutto frammentario e parziale disposizioni contenute in atti normativi non aventi forza di legge.
  Avverto, infine, che l'emendamento Colletti 1.82 è stato depositato dal presentatore in una formulazione che ricomprendeva anche una parte consequenziale volta a modificare gli articoli 3, 5 e 6 del provvedimento. La Presidenza, pur comprendendo le intenzioni del presentatore, ha ritenuto, al fine di garantire il rispetto delle regole in materia di ordine di votazione di cui all'articolo 87, comma 3, del Regolamento, e in assenza di un nesso di consequenzialità oggettivo, di suddividere l'originaria proposta emendativa in una serie di emendamenti, riferiti ciascuno ai diversi articoli del testo del provvedimento.
  Colleghi, io leggo comunque anche se voi urlate. Però, forse qualcuno dovrebbe stare ad ascoltare, perché non sto facendo un discorso formale.
  Si tratta, oltre al citato emendamento 1.82, degli emendamenti 3.222, che incide sul comma 1, lettera a), dell'articolo 3, e 5.64, che aggiunge un ulteriore comma all'articolo 5, oltre che di due ulteriori interventi emendativi volti, rispettivamente, a modificare la lettera b) del comma 1 dell'articolo 3 e a sostituire l'articolo 6, che coincidono con proposte emendative già presentate dal medesimo deputato Colletti e già presenti nel fascicolo n. 1 degli emendamenti (emendamento 3.22 e testo alternativo all'articolo 6).

(Esame dell'articolo 1 – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Constato l'assenza del deputato Marotta, che aveva chiesto di parlare sul Pag. 3complesso delle proposte emendative: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare sempre sul complesso delle proposte emendative il deputato Vazio. Ne ha facoltà.
  Colleghi, un po’ di silenzio, per favore, per rispettare chi interviene.

  FRANCO VAZIO. Signora Presidente, onorevoli colleghi, intervenendo in un convegno presso l'Università di Genova a dicembre, proprio sul tema della corruzione e della prescrizione, avevo pronunciato queste parole, che mai come oggi mi sembrano attuali. Dicevo, appunto, rispetto al reato di corruzione e al tema della prescrizione, che il tema fosse particolarmente significativo e che era auspicabile un intervento legislativo, che io ritenevo non solo necessario, ma anche urgente. Dicevo che era appena il caso di ricordare, per esempio, che tale reato – mi riferivo al reato di corruzione – sovente viene scoperto dopo anni, magari casualmente, nell'ambito di indagini svolte in un altro procedimento penale e, quindi, su tali fatti, troppo spesso, si abbatte come una scure l'istituto della prescrizione. Ebbene, in molti Paesi stranieri, quando lo Stato decide di procedere in giudizio per la repressione di un reato, il relativo giudizio non può prescriversi per il decorso del tempo e men che meno per un'attività posta in essere dalla difesa.
  Si dirà che in Italia ciò cozza contro i tempi di un giusto processo; io credo che su ciò noi dovremo intervenire, ma non mi pare neppure che si possa tollerare che fatti gravissimi possano cadere in prescrizione senza nemmeno porsi il problema che tutto ciò ferisce a morte il comune sentire del cittadino onesto, che invece si aspetta un giudizio ed una sentenza su tali fatti. Un Paese civile, eticamente normale, non può tollerare fenomeni di corruttela di cui in questi anni abbiamo letto e che i tribunali hanno giudicato. Non parliamo solo di inchieste giornalistiche, ma di sentenze passate in giudicato, che pesano sulla coscienza del nostro Paese come dei macigni.
  Dicevo che, per riconciliare la coscienza dei cittadini con le istituzioni tutte e per restituire fiducia nella legalità, noi non possiamo limitarci a condannare tali episodi via via che accadono e vengono scoperti. Noi dobbiamo fare qualcosa di più. Abbiamo noi tutti il dovere di farci carico di una colpa collettiva, di una cultura che ha pervaso per decenni il nostro Paese, indipendentemente dalle responsabilità personali. Dobbiamo considerare questa battaglia come la nostra battaglia, come una scelta di vero ed irreversibile cambiamento, dove alla repressione si accompagnano controlli profondi ed efficaci, una trasparenza degli atti senza reticenza e remora alcuna, ma soprattutto una politica preventiva fatta di norme etiche chiare, di misure di sensibilizzazione e di sviluppo di una cultura della legalità.
  Dicevo che, se proseguiremo senza indugi nella direzione intrapresa, se non ci attarderemo in riti appartenenti al passato e se sapremo vincere le resistenze delle lobby dei salotti buoni, che poi tanto buoni non sono, e se riusciremo a fare metabolizzare al Paese, alle istituzioni, alla politica, all'impresa e ai cittadini queste idee, potremo cogliere grandi opportunità di sviluppo e di crescita. Signora Presidente, vede, questa proposta di legge, che oggi noi stiamo esaminando, va proprio in questa direzione.
  Infatti, quando noi diciamo, all'articolo 1, che i termini di cui ai commi precedenti sono aumentati della metà, e ci riferiamo agli articoli 318, 319 e 319-ter, non ci riferiamo a numeri asettici, ma ci riferiamo ai reati di corruzione, a quei reati per i quali noi tutti andiamo a parlare con i giornalisti e ci confrontiamo con i cittadini, ogni giorno, per le strade.
  E allora, per questi reati, intervenire in questo modo sul tempo per la prescrizione del reato, in attesa che si riformuli e si metta a posto un giusto processo, credo che sia sacrosanto, così come ritengo sia altrettanto sacrosanto prevedere che, nel caso di una sentenza di condanna di primo o di secondo grado, il termine per il decorso della prescrizione possa sospendersi; Pag. 4nel caso del primo grado, di due anni, e, nel caso del secondo grado, di un anno.
  Noi non diciamo che si sospende la prescrizione per coloro che sono stati dichiarati assolti in primo e in secondo grado, ma lo diciamo per coloro che hanno subito una condanna. E, allora, rispetto ai fatti che leggiamo e apprendiamo in questi mesi, credo che sia assolutamente giusto: lo dobbiamo al nostro Paese e alle imprese che, con fatica, stanno lavorando e stanno rimettendo in moto la macchina Italia, lo dobbiamo ai nostri figli (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sull'articolo 1 e sulle proposte emendative ad esso presentate, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Signora Presidente, partendo dall'articolo 1...

  PRESIDENTE. Forse conviene che io le legga gli emendamenti, perché voi non avete chiaro, credo, per ragioni organizzative, il quadro degli emendamenti segnalati o non segnalati.
  Identici emendamenti Pagano 1.8, Di Lello 1.60 e Chiarelli 1.80 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 1.220 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 1.221 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 1.83 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 1.82 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sannicandro 1.3 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Daniele Farina 1.4 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 1.85 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Daniele Farina 1.20 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Daniele Farina 1.7 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sannicandro 1.6 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

Pag. 5

  PRESIDENTE. Emendamento Turco 1.89 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 1.92 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 1.93 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Turco 1.95 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Turco 1.96 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 1.17 ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Invito il relatore di minoranza, onorevole Colletti, ad esprimere il parere.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Presidente, esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Pagano 1.8, Di Lello 1.60 e Chiarelli 1.80, parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, parere contrario sugli emendamenti Chiarelli 1.220 e 1.221, parere favorevole sugli emendamenti Colletti 1.83 e 1.82, mentre mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Sannicandro 1.3. Esprimo parere contrario sull'emendamento Daniele Farina 1.4. Presidente, l'emendamento Formisano 1.84 ?

  PRESIDENTE. Quelli che non ho letto prima non sono stati segnalati.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Colletti 1.85, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Daniele Farina 1.20, esprimo parere favorevole sull'emendamento Daniele Farina 1.7, mi rimetto all'Assemblea sull'emendamento Sannicandro 1.6 ed esprimo parere favorevole sull'emendamento Turco 1.89.
  Esprimo parere contrario sull'emendamento Chiarelli 1.92, mentre esprimo parere favorevole sugli emendamenti Colletti 1.93, Turco 1.95 e 1.96, e Colletti 1.17.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Pagano 1.8, Di Lello 1.60 e Chiarelli 1.80.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie Presidente, su questo provvedimento l'Aula, per il momento, ha avuto modo di ascoltare un solo intervento. La discussione sulle linee generali è stata svolta la settimana scorsa nel solito deserto in cui le nostre discussioni sulle linee generali si svolgono, e questa voce, come è avvenuto anche nella discussione sulle linee generali, vuol far credere agli italiani che stiamo operando nella giusta direzione e che sostanzialmente la radice di tutti i mali del servizio giustizia della Repubblica stia nell'istituto della prescrizione del reato, ma – ahimè – così non è.
  Così non è, perché il 70 per cento delle prescrizioni accade nella fase delle indagini Pag. 6preliminari, quindi molto lontano da una eventuale sentenza di Cassazione, ed è, invece, vero che il numero delle prescrizioni, dal 2005 ad oggi, si è dimezzato.
  Allora, perché tutto questo affannarsi per riformare questo istituto ? La ragione è molto semplice: se paragoniamo la macchina della giustizia ad un'automobile, è assai evidente che questa macchina si è gradualmente scassata, anche perché questa è una riforma sulla materia che si vuole, ancora una volta, a costo zero e che, quindi, non interviene nel riparare la macchina per farla andare più veloce, semplicemente aumenta per legge i tempi di percorrenza e li aumenta, ovviamente, per tutti, li aumenta per le vittime del reato e per gli imputati del reato che poi, in buona parte, verranno riconosciuti innocenti.
  L'unico elemento certo di questo riforma è che noi allungheremo potenzialmente di tre anni il tempo dei processi.
  Questo primo articolo è l'unico articolo sul quale il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà ha manifestato non solo accordo, ma lo ha sospinto verso una definizione, perché noi abbiamo sostenuto che i reati per i quali andava riformata la prescrizione erano i reati di corruzione, erano i reati contro la pubblica amministrazione. Se voi prendete questo primo articolo, e i relativi emendamenti, voi vedete che, però, di questi reati per corruttela ce ne sono solo tre, gli altri inspiegabilmente non vi sono entrati.
  È buono, quindi, che almeno questi abbiano avuto la riforma della prescrizione, ma ci chiediamo: se questo era l'obiettivo, e per noi lo era, che senso ha avuto fare una proposta che ha allungato i tempi della prescrizione per tutti i reati ? Voi dovete spiegarmi – è l'esempio che faccio sempre – qual è l'interesse che tuteliamo laddove andremo a prescrivere il furto in un supermercato, il taccheggio, che è un furto aggravato, a sentenza, dopo dieci anni. L'interesse di chi avremo fatto ? Della vittima del reato ? Dell'imputato ? L'interesse pubblico ? Io credo l'interesse di nessuno.
  Ecco perché questa riforma della prescrizione è stata venduta agli italiani – poi ne faremo di esempi – anche attraverso una certa stampa molto superficiale su alcune vicende gravi, invece, che sono intervenute e su cui la prescrizione ha agito, mi riferisco in particolar modo, ad esempio, ai fatti di Casale Monferrato.
  C’è stata una forte pressione della magistratura – ho finito – per arrivare a un qualche risultato. Devo dire che evidentemente c’è un'eterna insoddisfazione, perché, nonostante questa sia una brutta riforma dell'istituto di diritto sostanziale della prescrizione, c’è anche chi dice – e lo sosterrà in quest'Aula – che in realtà è troppo lieve. Auguri (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, colleghi, noi, come gruppo di Fratelli d'Italia, siamo sostanzialmente favorevoli a questo intervento. Ringraziamo il Ministro Orlando perché, per le condizioni politiche complessive in cui opera, sta cercando di fare dei passi avanti.
  Voglio anche aggiungere che non era questa la riforma che noi volevamo fare. Riteniamo, per certi versi, che sia un timido passo in avanti. Ma bisogna riconoscere che nel panorama di questi venti anni, è l'unico Ministro che sta facendo dei passi in avanti. E parlo soprattutto per i Ministri della giustizia di centrodestra, che non hanno operato sostanzialmente alcuna riforma concreta e hanno semplicemente fatto battaglie mediatiche per evidenti fini secondari.
  Ma, senza fare un discorso di carattere generale, parto da questo articolo 1 per esprimere anche un'idea di fondo. Io condivido l'impianto sostanziale di alcune valutazioni fatte anche dal collega che mi ha preceduto e ritengo assolutamente che la prescrizione, come istituto in sé, abbia una sua valenza. Ma, d'altro canto, non si può scaricare l'inefficienza dello Stato, della macchina processuale sulla sicurezza dei Pag. 7cittadini, da un verso, ma anche sull'idea stessa della giustizia.
  Allora, è chiaro che ci sono alcuni reati, tra cui, per esempio, anche la corruzione, che richiedono accertamenti più importanti, più particolari, indagini investigative anche più difficili e anche un accertamento processuale più complicato. Ed è giusto che magari questi reati possano avere un'attenzione maggiore. Ma l'idea che solo per alcuni reati lo Stato ha interesse a procedere a una punizione e per altri, ritenuti di piccola criminalità, non è così, mi sembra un'idea balzana, anche perché lo Stato si fonda su un patto sociale: il cittadino rinuncia a farsi giustizia da solo aspettandosi che lo Stato faccia giustizia. Ma per una serie di reati, per esempio ormai i furti di autovetture, che pure colpiscono tante persone che magari non hanno i soldi per pagarsi l'assicurazione contro il furto, perché magari – lo sappiamo bene – le assicurazioni, protette magari anche da questo Governo, taglieggiano gli assicurati e non restituiscono il maltolto nei tempi giusti, io credo che sia giusto, in linea di principio, allungare i tempi di prescrizione.
  E pensiamo che, in base ai principi generali dell'ordinamento, quando lo Stato manifesta una volontà punitiva, perché c’è una sentenza di condanna, l'idea che un reato possa andare in cavalleria sia sbagliata.
  D'altro canto, bisogna intervenire sulle cause strutturali, ha ragione il collega Farina. Se poi ci sono dei responsabili che, magari nelle indagini preliminari, fanno durare il processo indefinitivamente, perché sono coperti da una norma che glielo consente, poi saremo condannati o dalla legge Pinto, che magari dovrete cambiare, perché ci sarà un'irragionevole durata del processo, o dalla Corte di giustizia perché il processo è lungo.
  Allora, quello che dico al Ministro – penso che la riflessione vada fatta – è che vanno dati i mezzi e le strutture alla magistratura e alle forze dell'ordine per poter intervenire, per fare processi rapidi e giusti, ma, d'altro canto, vanno anche prese misure nei confronti di quelli che fanno perdere tempo. E non parlo degli avvocati, che fanno il loro dovere; parlo della struttura pubblica. Se ci sono magistrati che, per colpa, fanno allungare i processi in maniera indefinita, facendo gravare una minaccia sul cittadino, perché essere sottoposti in maniera indefinita a un processo è sbagliato, – concludo Presidente – anche questo è sbagliato.
  Allora, bene questo passo avanti. Anzi, probabilmente si poteva essere anche più coraggiosi, ma ringraziamo comunque il Ministro Orlando. Però, cerchiamo di fare riforme in maniera coerente, complessiva e strutturale, altrimenti mettiamo solo dei pannicelli che non risolvono il problema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente, io ho ascoltato le considerazioni del collega Daniele Farina che in parte condivido. Io credo che la priorità del nostro Paese in materia di giustizia non sia e non è rappresentata dalla prescrizione e non lo credo solo io, ma credo che lo pensino anche tanti cittadini. I numeri stessi ci dicono che, probabilmente, non c’è un'emergenza prescrizione in questo Paese, se è vero, come è vero, Presidente, che nel 2002 i processi che venivano estinti per prescrizione erano oltre 207 mila e nel 2012, ben dopo l'entrata in vigore della famigerata, per molti, legge ex Cirielli, i processi che si estinguevano e che andavano al macero per il meccanismo della prescrizione erano poco più di 100 mila.
  Probabilmente, i problemi della giustizia sono anche altri e, probabilmente, i problemi della giustizia non verranno tout court risolti con la modifica dei tempi di prescrizione. Poi farò alcune considerazioni sull'articolo 1. Io temo, Presidente, che allungare in via generale di tre anni la prescrizione rischi di allungare di tre anni i tempi del processo. E io credo che oggi il nostro sistema giudiziario abbia bisogno di tutto tranne che di allungare oltremodo i tempi dei processi.
  Io credo che la distanza tra il fatto e il giudicato debba essere breve. Io credo che Pag. 8i cittadini abbiano diritto ad avere un processo equo e giusto, ma credo che abbiano anche diritto di avere un processo in tempi certi, in tempi rapidi e, soprattutto, in tempi ragionevoli. Una sentenza di condanna o una sentenza di assoluzione dopo vent'anni di processo non hanno probabilmente gli stessi effetti di una sentenza di condanna o di assoluzione dopo cinque, sei o sette anni di processo. C’è il rischio che il processo prolungato e fatto durare eccessivamente si tramuti, non più in un giusto processo, ma in una vera e propria agonia, tanto nei confronti dell'imputato, quanto nei confronti delle persone offese. Se è vero, come è vero, che il 70 per cento dei processi va al macero durante le indagini preliminari, probabilmente altri tipi di riflessioni devono essere fatte.
  Spesso e volentieri si è definita la prescrizione come la malattia del sistema. Attenzione, perché io temo che la prescrizione sia il sintomo di un sistema probabilmente malato e l'allungamento dei termini della prescrizione rischia di aggravare ulteriormente questi sintomi. E credo che non lo dica solo la Lega, ma credo che sia stato detto durante le numerose audizioni che giustamente sono state fatte perché, attenzione, il tema della prescrizione è un tema estremamente delicato ed estremamente complesso. Ed è il motivo per cui noi abbiamo dei dubbi e abbiamo mostrato scetticismo, soprattutto nel momento in cui noi andiamo a toccare la prescrizione, ma voi vi siete resi colpevoli in questi anni – e lo dico al Ministro, lo dico alla maggioranza e lo dico al Governo – nella cancellazione di un principio sacrosanto che è il principio della certezza della pena. Questo principio troppo spesso è uno slogan buono da campagna elettorale, ma poi nelle Aule parlamentari viene assolutamente smontato. È il principio della certezza della pena quello su cui noi dobbiamo lavorare e che voi avete smantellato.
  E sulla corruzione, Presidente, la Lega lo dice in maniera chiara. Guardate, noi nel 2012 abbiamo votato proprio in quest'Aula la legge Severino che doveva essere la panacea dei mali della corruzione e così non è stato. La Lega sarà sempre in prima fila nel contrasto alla corruzione e nel sostegno a misure anticorruzione. Non credo, però, che allungare la prescrizione su alcuni reati possa essere uno strumento utile per combattere la corruzione. Ed è per questo che anche sull'articolo 1, come giustamente faceva notare il collega Daniele Farina, non si capisce perché l'allungamento della metà dei tempi di prescrizione debba valere per alcuni reati corruttivi e non debba valere invece per altri.
  Ci sono molti temi che meritano approfondimento e ovviamente utilizzeremo quest'Aula e mi auguro che il dibattito parlamentare – concludo Presidente – sia evidentemente all'altezza di questo tema che, ripeto, è estremamente complesso, ma anche estremamente delicato per la sorte, per la vita e la tutela dei diritti delle persone.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente, penso che il taglio di questo breve intervento non debba essere titolato «sulla prescrizione» ma «sui tempi del processo» perché il diritto ad un processo ragionevole e breve è un diritto protetto dalla Costituzione, com’è noto.
  È sempre stato detto: giustizia ritardata, giustizia denegata. Per questo abbiamo fatto questa battaglia che, secondo il nostro parere, è una battaglia di civiltà: rispetto alla pretesa dello Stato di punire giustamente il colpevole, dobbiamo controbilanciare la possibilità che il cittadino, ingiustamente accusato, debba trovare il tempo e le forme per discolparsi.
  Ora io dico – lo dico con grande rispetto – sfido chiunque, rispetto ad un processo che ha una prescrizione di 22 anni circa, così com’è stato immaginato con questa architettura legislativa che oggi stiamo discutendo, sfido chiunque, dicevo, a dire che un giudice, che ha la possibilità di arrivare a 22 anni prima della prescrizione, Pag. 9non debba dare la precedenza ad altri processi. Questa mi sembra una cosa assolutamente logica, confermata anche dai fatti perché già oggi, con processi con prescrizioni molto più brevi, noi abbiamo i processi più lunghi in Europa – abbiamo questo triste primato – e precediamo soltanto Turchia e Malta. E mi sembra di poter dire che non soltanto il dettato costituzionale ma soprattutto è il buonsenso che viene ad essere offeso.
  Provo, dunque, a ricordare che nella legge per il reato di corruzione a cui noi del Nuovo Centrodestra abbiamo contribuito intelligentemente e pesantemente, tale reato è stato portato ad una pena di 10 anni: quindi, è stato allungato rispetto ai termini precedenti. Dopodiché, c’è la norma, voluta dall'articolo 1 del provvedimento odierno, che dice che bisogna aumentare della metà i termini della prescrizione e siamo arrivati già a 15. Se a questi si aggiunge un quarto, relativo alla sospensione della pena, un quarto di 15 anni, più i precedenti 15 anni arriviamo a 18,5 anni a cui si sommano i tre anni che erano stati pattuiti a livello di Governo quando la legge fu immaginata nella sua formulazione originaria riguardante la modifica del codice penale. Mi sembra, dunque, di poter dire che siamo arrivati a questi 22 anni, che non è esattamente un gioco. E dopo 22 anni, che qualcuno riceva una prescrizione oppure una assoluzione penso che abbia poco a che farsene. Infatti, lo sappiamo bene che l'impostazione voluta da questo sistema giudiziario è tale che le condanne non arrivano attraverso la sentenza dei giudici ma attraverso i giudizi che vengono dati dai mass media. Pertanto una persona è condannata o è innocente a seconda di come i mass media vengono a trattare l'argomento. Sappiamo bene che i casi di abusi in tal senso sono ormai innumerevoli, mi sembra chiaro, quindi, che siamo di fronte ad una gogna mediatica che ovviamente noi abbiamo il diritto e il dovere di bloccare.
  Mi si dirà che, rispetto a questi tempi lunghi, c’è la possibilità da parte della difesa, dell'avvocato, di chiedere l'accelerazione dell'iter. E io dico a tutti voi: ma è normale che per far rispettare un diritto garantito dalla Costituzione e soprattutto garantito dall'intimo di ogni uomo, e cioè il diritto ad avere una sacrosanta giustizia con tempi veloci, è normale, dicevo, che bisogna far ricorso ad un avvocato, che tra l'altro costa all'imputato e costa al cittadino per la parte del giudice. È normale che si debba chiedere e spesso non ottenere questa accelerazione dell'iter ? Penso proprio di no. Questi diritti sono insiti naturalmente in ogni uomo.
  E, allora, tutti questi motivi fanno sì che il Nuovo Centrodestra-Area Popolare in maniera convinta chieda l'abrogazione dell'articolo 1. E non mi si venga a dire che è un problema legato al fatto che decade il provvedimento perché rimangono in carico tutti gli altri articoli che porterebbero quindi il totale della prescrizione a 16 anni che non mi pare sia esattamente un tempo leggero.
  Da questo punto di vista, quindi, nel ribadire che qui non è in gioco la prescrizione, ma «i tempi del processo», confermiamo la nostra volontà a votare a favore dell'emendamento 1.8, che porta la mia firma e, ovviamente, a votare contro – lo dico sin da adesso per evitare perdite di tempo nella discussione – l'articolo 1, con le conseguenze che ne deriveranno con il voto finale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Grazie signora Presidente, lo faccio anche per ritirare la mia firma da questo emendamento relativo all'articolo 1. Come lei ha ricordato prima, non a caso, la componente socialista non ha indicato quali emendamenti far votare...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Lello, mi scusi, la interrompo un attimo, lei ritira l'emendamento quindi ?

  MARCO DI LELLO. Ritiro questo emendamento e spiego anche perché.

Pag. 10

  PRESIDENTE. Va bene, prego.

  MARCO DI LELLO. Non li abbiamo segnalati per porre una questione di principio e la nostra assoluta contrarietà a questo testo, ma ritiro questo emendamento per togliere ogni alibi. Considero, infatti, le previsioni di cui all'articolo 1, cioè l'allungamento dei termini sulla prescrizione, come una sorta di esca lanciata all'opinione pubblica: questo è un testo che serve per punire i corrotti. Non è vero, ma se qualcuno pensa questo, per quanto mi riguarda, e se si ritiene che c’è un'emergenza corruzione, possiamo aumentare a dismisura le sanzioni per i corrotti, possiamo dar loro anche l'ergastolo, ma non per questo facciamo gravare l'inefficienza del sistema giudiziario in capo a tutti i cittadini, a meno che non si voglia pensare che in Italia ci siano sessanta milioni di corrotti. È quello che si sta facendo con questo provvedimento.
  La dottrina ci insegna, insegna a chi ha rudimenti di diritto, a chi ha frequentato il primo anno di giurisprudenza, che la prescrizione serve ad assicurare la ragionevole durata di un processo, una durata che evidentemente molti in quest'Aula – e faccio appello davvero di cuore ai colleghi del Partito democratico – considerano eccessivamente breve, tanto da approvare norme che allunghino ulteriormente questa straordinaria durata del processo. Allungare i termini di tre anni significa, infatti, innanzitutto mantenere la mannaia sulla testa di un cittadino che almeno nel cinquanta per cento dei casi sarà innocente – e che comunque sino a sentenza definitiva è da ritenere innocente – per un numero proibitivo di anni (non riesco a punirti in quindici anni, allora te li porto a ventidue). L'atto porta, come ricordava il collega Farina, una ancora più lunga attesa per le vittime e per le parti civili che dovranno ulteriormente attendere la conclusione di un processo e infine disincentiva l'efficienza, perché tempi lunghi che già ci sono oggi diverranno ancor più lunghi. È forse questo – lasciatemi fare una domanda retorica, anche un po’ cattiva – il prezzo da pagare per l'approvazione della responsabilità civile dei magistrati ? Lo considero un prezzo inaccettabile. Nessuno può barattare la libertà e le garanzie dei cittadini, per questo noi socialisti non abbiamo votato in Commissione e non voteremo questo testo, che consideriamo iniquo e sbagliato.
  Ricordo a quest'Aula che la prescrizione esiste da almeno 2.500... ne parlava 2.350 anni fa Demostene...

  PRESIDENTE. Deputato Di Lello, concluda.

  MARCO DI LELLO... in riferimento ai sicofanti, a quelli che venivano pagati per testimoniare. All'epoca la prescrizione era di cinque anni; chissà secondo quest'Aula quale sarà la ragionevole durata di un processo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-PSI-PLI).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente, io sono un avvocato che ritiene non corretto che gli avvocati siano in Commissione giustizia e non ci sono mai voluto entrare, ma è una posizione mia e tutta soggettiva, validamente e legittimamente non condivisa da molti. Pur tuttavia, non mi posso esimere, quando ci sono questi argomenti, dal volerli trattare in termini generali.
  Prego i colleghi che ne hanno voglia di liberare l'argomento dalle cose che vanno di moda, cioè i processi sui giornali, il reato di corruzione che riguarda comunque sia una porzione elitaria della società, non i cittadini che ricorrono ordinariamente alla giustizia.
  Ogni cittadino di questo Paese, colleghi, al di là delle tambureggianti dichiarazioni che si fanno sui giornali per fare Pierino il bravo, ha diritto – lo dice la Costituzione – ad un giusto processo. Il giusto processo si indica anche, si misura anche – è inutile che vi dica i riferimenti, è intuitivo, ci sarebbero fiumi di dottrina e di sentenze su questo – anche dalla durata Pag. 11del medesimo. Con questa proposta di legge – ripeto, lasciate fare la corruzione ai giornali – per un delitto normalissimo, un delitto come le lesioni volontarie lievi – uno schiaffo dato ad una persona, con sette giorni di prognosi – la prescrizione è di dieci anni e mezzo.
  In un Paese civile il minimo di prescrizione per i reati più lievi può essere dieci anni e sei mesi, cioè un terzo o un quarto della vita lavorativa di una persona, oppure, se uno ha un'età un pochino più avanzata, la rovina del prezzo centrale della vita ? Dieci anni e sei mesi se un giorno si litiga con qualcuno, gli si dà un «labbrone», causandogli sette giorni di prognosi: nessuno qui capisce l'ingiustizia che si sta perpetrando ? Per un cittadino normale, comunque sia, quando incappa nella giustizia, sono previsti sette anni; cioè, per una contravvenzione o che posso dire ? Per un illecito edilizio, per chi ha costruito la cuccia del cane, che è contravvenzionale qualche volta, sono sette anni. Ci si rende conto che non si va verso uno Stato liberale, ma verso uno Stato, quanto meno, di polizia ?
  Non solo il provvedimento è illiberale, ma rovescia quello che dovrebbe essere, in un regime democratico e in uno Stato liberale, il rapporto Stato-cittadino, per cui le inefficienze dello Stato le paga la libertà del cittadino: lo Stato non riesce a smaltire i processi e si aumenta la prescrizione, si manda un cittadino verso una prescrizione di dieci anni e sei mesi per un reato lieve. Faccio, poi, presente in questa situazione che se ne fa un'altra di ingiustizia.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. Nel tentativo di mettere una toppa al buco, si dice che questo allungamento per gli assolti non vale e per i dichiarati colpevoli vale, come se nella nostra Costituzione non ci fosse scritto che fino a sentenza definitiva passata in giudicato, prima c'era la presunzione di non colpevolezza, oggi c’è la presunzione di innocenza. Quindi, fra imputati uguali, tutti innocenti, si hanno diritti lesi in maniera diversa. Non vi siete neanche accorti che c’è un tasso di incostituzionalità grandissimo ? Perché non è la tipologia del reato, ma è il soggetto a cui riguarda la prescrizione ad essere cambiato, cioè, per il colpevole dieci anni e mezzo e per l'innocente sette anni e mezzo ?

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  MAURIZIO BIANCONI. Quindi, è incostituzionale, è illiberale, è contro i principi del giusto processo, fa pagare al cittadino le inefficienze dello Stato: mi pare proprio che sia un buon viatico per il Governo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente, oggi, finalmente, in quest'Aula, arriva il provvedimento sulla prescrizione, arriva con evidente ritardo. Arriva con evidente ritardo per colpa di chi ? Per colpa della maggioranza, per colpa delle altre forze politiche.
  Ricordo che il MoVimento 5 Stelle ha presentato una proposta di legge a prima firma Colletti, appunto, sulla prescrizione, già nel giugno 2013, perché, per noi, affrontare la vergogna della prescrizione è sempre stata una priorità. L'abbiamo detto prima di entrare qui dentro e quando siamo entrati qui dentro abbiamo individuato nella norma sulla prescrizione il primo settore su cui intervenire, uno dei primi. Dall'altra parte, invece, abbiamo assistito a forze politiche che temporeggiavano, abbiamo assistito a un Governo che, sebbene nei talk show, come al solito, faceva presente che la prescrizione è un settore in cui si doveva intervenire, poi metteva i bastoni tra le ruote nei lavori della Commissione. Io ricordo che la Commissione ha finito i lavori già a settembre e se il provvedimento arriva in Aula soltanto oggi è soltanto perché il Governo ha Pag. 12messo i bastoni tra le ruote nei lavori del Parlamento sulla prescrizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Ora, chiarito questo fatto e al netto anche dello sciacallaggio mediatico di un Presidente del Consiglio, parlo ovviamente di Matteo Renzi, che quando esce la sentenza sul caso Eternit ha addirittura il coraggio di parlare, e di dire che bisogna intervenire sulla prescrizione, nello stesso momento in cui lui sta mettendo i bastoni tra le ruote dei lavori parlamentari, al netto di tutto questo, oggi siamo qui e dobbiamo parlare di prescrizione.
  Il collega Vazio ha immediatamente individuato il sistema italiano come un'anomalia; un'anomalia che si realizza quando lo Stato individua un soggetto colpevole per un reato, inizia l'attività di accertamento di quel reato prima nelle indagini e poi addirittura nel processo e – come ha detto il collega Vazio – è un'anomalia il fatto che la prescrizione continui a decorrere mentre il processo va avanti; è un'anomalia tutta italiana, e ricordo che l'Italia è il primo Stato per corruzione in Europa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Dobbiamo partire da quel punto di partenza, perché quando arrivi a quel livello di vergogna non solo devi camminare a testa bassa, devi intervenire per correggere tutti gli errori che hai fatto in tutti questi anni e lo devi fare con coraggio, perché di fronte alla corruzione, di fronte alla criminalità organizzata, di fronte a uno Stato in cui avviene un furto ogni due minuti di media, di fronte a uno Stato in cui la legalità è in ginocchio, l'unica risposta che noi dobbiamo dare è una risposta coraggiosa.
  Allora, rivolgo una domanda alle forze di maggioranza e spero che oggi qualcuno abbia il coraggio di dare una risposta: perché, se è un'anomalia italiana quella che durante il processo la prescrizione continui a decorrere, noi oggi non decidiamo che una volta che inizi il processo quella prescrizione venga sospesa ? Perché la soluzione è semplice e non capisco perché vi sforziate di non trovarla (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Allora, forse, il MoVimento 5 Stelle dice sempre «no», direi che anche questa volta vi smentiamo, perché sebbene la nostra proposta fosse diversa, noi oggi siamo disposti anche a considerare l'ipotesi in cui la prescrizione si sospenda dopo la prima sentenza di condanna, cioè l'imputato è stato già condannato e, quindi, a quel punto sospendiamo la prescrizione, non c’è più motivo. Invece, anche su questo avete individuato un cavillo per dire sempre «no», voi, alle proposte del MoVimento 5 Stelle, che sono proposte di buonsenso. Andiamolo a chiedere a tutti i cittadini italiani, uno per uno, e andiamo loro a chiedere, a parte quelli che sono condannati, se dopo la sentenza di primo grado che condanna un imputato non si debba sospendere la prescrizione, perché se il 100 per cento degli italiani onesti risponde che la sospensione della prescrizione deve esserci, allora vuol dire che la proposta di legge voi non la state facendo per i cittadini onesti, ma per gli unici che risponderebbero di no e che sono coloro che sono stati condannati (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente. Scelta Civica è stata subito molto sensibile al problema della prescrizione e delle leggi che nel corso degli anni hanno creato la grave situazione in materia in questo Paese, con condannati che uscivano grazie alla prescrizione, cosa che continua tuttora a verificarsi frequentemente. Negli ultimi giorni abbiamo avuto anche degli esempi al riguardo.
  Sin dal 2013 abbiamo presentato al riguardo una proposta di legge che sostanzialmente ricalca quello che oggi verrà approvato dal Parlamento. Essa prevedeva, come è stato suggerito anche da una commissione ministeriale, la sospensione della prescrizione in appello per due anni e la sospensione in Cassazione per un anno. Anche noi abbiamo più volte sollecitato la calendarizzazione di questo provvedimento, Pag. 13due anni per raggiungere l'obiettivo sono stati molti e probabilmente ai numerosi recenti reati di corruzione non si applicherà la nuova legge per effetto dei principi costituzionali.
  Rispondendo all'onorevole Bonafede, riconosco che sicuramente è una anomalia tutta italiana la mancata previsione dell'interruzione definitiva della prescrizione quando qualcuno viene rinviato a giudizio e condannato, tuttavia non ci si può nascondere il fatto che l'altra anomalia italiana è rappresentata dalla durata dei processi. Con questo tipo di approccio si cerca di risolvere il gravissimo problema della durata dei processi, che viola tutte le convenzioni internazionali e per il quale paghiamo continuamente risarcimenti; creare una mediazione tra l'esigenza della certezza del diritto a cui risponde la prescrizione – perché in realtà la funzione della prescrizione non è la ragionevole durata del processo, tutelata da altri principi, bensì la certezza dei diritti e la certezza per il cittadino di non essere chiamato a rispondere di un reato dopo moltissimi anni – e l'esigenza di tutelare chi si potrebbe trovare ad affrontare processi eterni.
  Riteniamo che l'allungamento della prescrizione in appello sia fondamentale in quanto dati recenti dimostrano che il numero delle prescrizioni nei processi di appello è altissimo. Lo stesso vale per la sospensione della prescrizione in Cassazione per chi è stato condannato in appello, oramai soggetto soltanto ad una verifica di diritto e non di fatto sulle circostanze che hanno portato alla condanna.
  Per quanto riguarda tutte le considerazioni fatte sulla corruzione, la realtà è che, come è stato detto in precedenza, la corruzione si caratterizza per il fatto che la sua scoperta è lasciata sostanzialmente al caso, in quanto tra le due parti del patto corruttivo non vi è alcun interesse ad essere scoperti o a denunciare il fatto. Si tratta di un tipo di reato particolare rispetto agli altri e noi riconosciamo questa sua peculiarità. Per tale motivo accettiamo l'impostazione di un termine più lungo, anche se è chiaro l'impostazione migliore sarebbe quella di avere un termine più sulla pena detentiva piuttosto che un termine di prescrizione differenziato. Al momento l'allungamento delle pene è ancora in discussione al Senato, ragioniamo a legislazione vigente e pertanto la norma sulla corruzione prevista dall'articolo 1, che riguarda soltanto i fatti di corruzione e non gli altri reati contro la pubblica amministrazione, che possono invece essere scoperti più facilmente con altri metodi, trova il nostro consenso.
  È evidente che il tema della lunghezza dei processi rimane e va gestito. Tuttavia, abbiamo appena sentito da parte di un esponente del MoVimento 5 Stelle un intervento che non considera minimamente questo tema, così come abbiamo sentito nel dibattito sulla responsabilità civile una posizione che sostanzialmente vuole deresponsabilizzare del tutto il magistrato, eccetto che per il caso di dolo, in quanto anche la discussione sulla colpa grave è stata abbastanza difficile.
  Noi pensiamo che tutto ciò vada corretto, che nella riforma del processo penale sia fondamentale intervenire sulla durata del processo, ma che quando si parla della prescrizione ci si debba limitare al principio per cui il cittadino non più essere perseguito oltre un certo termine, seppure con le eccezioni che ho ricordato. Voteremo, quindi, con convinzione per questa proposta di legge, in quanto eviterà di leggere sui giornali delle continue assoluzioni in appello di condannati per reati gravi a causa dell'intervenuta prescrizione. Se avessimo approvato questa proposta di legge o anche quella presentata ad inizio legislatura dal gruppo di Scelta Civica tutto ciò non sarebbe accaduto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la relatrice, deputata Amoddio. Ne ha facoltà.

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Signora Presidente, onorevoli colleghi, qui si sta discutendo dell'emendamento all'articolo 1 che incide sull'articolo Pag. 14157. Voglio spiegare il parere della Commissione: noi non abbiamo allungato i termini di prescrizione per tutti i reati incidendo sull'articolo 157. Il MoVimento 5 Stelle dice che siamo arrivati in ritardo con questo provvedimento; per altri gruppi questo provvedimento non si doveva nemmeno portare in Aula. Questa Commissione ha invece deliberato su un provvedimento molto equilibrato, perché non allunghiamo i termini di prescrizione per tutti i reati, ma solo ed esclusivamente per i reati di corruzione e li aumentiamo della metà.
  Mi chiedo come mai non ci si sia mai scandalizzati dopo la «legge Cirielli», dopo che sono stati raddoppiati i termini di prescrizione per i reati di violenza sessuale, per i reati contro la mafia e per tutta una serie di reati oggi vigenti. Sono raddoppiati i termini di prescrizione; qui noi li stiamo aumentando della metà, cioè oggi tutte queste dicerie che vengono fuori anche sui giornali che noi vogliamo allungare i processi sulla corruzione a vent'anni non sono assolutamente fondate. Oggi il reato di corruzione arriva ad una pena massima di otto anni. Aumentare la prescrizione della metà vuol dire otto anni più quattro, vuol dire dodici anni. Punto. Questo non vuol dire che il processo debba durare dodici anni, perché l'imputato che vuole essere processato e che vuole chiedere la fissazione del processo, può farlo presentando istanza al giudice e così anche lo Stato. In questo caso, nella corruzione, non c’è una parte offesa, perché c’è un patto criminoso tra corrotto e corruttore. Abbiamo chiesto l'allungamento dei termini della prescrizione, perché sono reati difficilissimi da scoprire e spesso la scoperta di questi reati avviene molto successivamente rispetto al tempo di commissione del reato e, quando si scoprono, spesso sono prescritti.
  Ma perché abbiamo fatto questa scelta ? Abbiamo fatto questa scelta anche e soprattutto per le raccomandazioni del Consiglio d'Europa, che ha raccomandato all'Italia di intervenire e di potenziare l'istituto della corruzione, anche rivedendo la disciplina dei termini di prescrizione. Quindi, ci sono due specifiche raccomandazioni europee. Inoltre, abbiamo deciso questo aumento dei termini di prescrizione perché abbiamo recepito, con una formulazione di equilibrio, diversi emendamenti da parte del PD, di SEL e del MoVimento 5 Stelle, chiedendo appunto una riformulazione e trovando un punto di equilibrio per questi gravissimi reati che – ripeto – sono della corruzione.
  Voglio aggiungere ancora, in ultimo, che allungare i termini di prescrizione per questi reati – lo voglio specificare meglio – non vuol dire assolutamente che un processo debba durare dodici anni. Il giudice Cantone, presidente della Commissione anticorruzione, stamattina è intervenuto dicendo che questa è una norma assolutamente giusta, è una norma equilibrata, che io invito tutti i colleghi a votare (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Pagano 1.8 e Chiarelli 1.80, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Verini, Gnecchi, Cuperlo, Nizzi, Piepoli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  377   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   40    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (I deputati Tullo e Segoni hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Pag. 15

  Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie, Presidente. Iniziamo con la votazione del testo alternativo del MoVimento 5 Stelle. Questa proposta di legge, che – come ricordava il mio collega Bonafede – è stata presentata ormai quasi due anni fa, è stata calendarizzata in Commissione nel settembre del 2013, da noi, ovviamente, in Commissione giustizia, ed è stata votata solo un mese fa dalla Commissione giustizia, dopo che il Governo ha bloccato la sua discussione per mesi e mesi, in attesa di un proprio testo. Ebbene questa proposta, così come è uscita dalla Commissione giustizia, votata dai membri della maggioranza parlamentare, è una proposta che, sebbene leggermente migliorativa per quanto riguarda l'articolo 157 del codice penale, ovvero il termine per prescrivere, rispetto alla famigerata legge «ex Cirielli», votata dal centrodestra tutto nel 2005, anche dal centrodestra che fa parte adesso del Governo Renzi, nella persona, ad esempio, del Viceministro Costa, ebbene, questo testo uscito è un testo comunque di compromesso, perché sinceramente non si capisce il motivo per il quale si debbano aumentare i termini di prescrizione solo per tre reati del codice penale, per tre reati e non per tutti gli altri.
  Mi domando perché non si aumentino, per esempio, per la concussione per induzione, in relazione alla quale, in realtà, permane quella doppia correità, quasi, delle parti. Perché non si aumenta, ad esempio, per l'abuso d'ufficio, che è uno dei tipici reati del ceto politico e amministrativo e, da ultimo, ne abbiamo esempio con la condanna del futuro candidato alla regione Campania, De Luca ? Perché non si ammette per abuso d'ufficio ?
  Ma soprattutto perché non andiamo ad aiutare tutte quelle vittime di reati, quale la truffa, ad esempio, che è un reato che si prescrive molto facilmente, od omicidio colposo, perché l'omicidio colposo, ad esempio, si prescrive in 7 anni e mezzo nella sua misura massima ? E vi faccio un esempio: mi è capitato due giorni fa di parlare con un collega, avvocato di una persona truffata, di un'anziana truffata, che si è visto condannare in primo grado il truffatore. L'avvocato del truffatore ha detto: «mi dispiace, ma tanto tra un anno cade tutto in prescrizione»; questo perché anche per la truffa, ad esempio, c’è un termine ridicolo e risibile di prescrizione.
  Allora, invece di approvare dei provvedimenti parziali, per i quali andiamo ad aumentare i termini solo per tre reati del codice penale e non, ad esempio, per il falso in bilancio e non per altri reati contro la pubblica amministrazione, sarebbe ora di fare un testo che vada a sistematizzare il processo penale, sopratutto per la prescrizione; vorrei ricordare infatti che noi abbiamo un numero abnorme di processi che vanno in dibattimento anche a causa della normativa sulla prescrizione, perché in realtà, con questa norma sulla prescrizione, l'orizzonte temporale dell'indagato e degli imputati è tale da non arrivare a richiedere un patteggiamento, di non arrivare a richiedere un giudizio abbreviato o altri riti alternativi, ma di andare in processo e poi magari impugnare, fare appello o ricorrere per Cassazione per finalmente raggiungere l'agognata prescrizione.
  E in questo modo, in realtà, piuttosto che avere prescrizioni lunghe, avremo processi sempre più lunghi piuttosto che processi sempre più corti, così come avviene negli altri Paesi.
  D'altro canto, non ci dobbiamo inventare niente. Vediamo, ad esempio, negli altri Paesi come funziona. Vediamo nel Regno Unito, vediamo negli Stati Uniti, vediamo in Spagna. In Germania, ad esempio, dove si prevede la sospensione senza limite, dopo la sentenza di condanna in primo grado, e non come da noi o come nella vostra proposta solo per due anni, a scadenza come lo yogurt. E una tale dinamica della scrittura delle leggi non ha senso, perché non va davvero a migliorare lo stesso sistema su cui vogliamo andare a incidere.Pag. 16
  La vostra cosiddetta riforma sembra più una riforma per comunicare qualcosa, piuttosto che per andare a risolvere un problema (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e, quindi, è per questo che noi chiediamo di votare favorevolmente sul nostro testo alternativo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Io credo che quando si affrontano temi così delicati bisogna avere sempre parole nette.
  Ho sentito, negli interventi precedenti, che noi non allungheremmo il tempo dei processi, potenzialmente di tre anni per tutti i reati. E, invece, è esattamente quello che succederà. E, quindi, gli italiani questo lo devono sapere, perché ci sono, per fortuna, milioni e milioni di italiani onesti, compresi alcuni milioni che sono sottoposti a processi o che sono vittime di un reato e che stanno affrontando un iter processuale. La legge si applicherà non dai processi in corso, ma da quelli che verranno, ma alcuni milioni di italiani lo devono sapere. Quindi, noi stiamo facendo questo. Anche perché le prescrizioni europee non riguardavano l'allungamento della prescrizione per tutti i processi: riguardavano la riforma della prescrizione per i reati di corruzione, non per tutti i processi, ma per i reati di corruzione.
  Allora, io capisco che una parte dei colleghi ha piacere a essere condotta al guinzaglio intorno all'edificio da un qualche magistrato, ma non è questo il destino di tutti. Se noi cerchiamo di coprire quello che facciamo, l'allungamento della prescrizione per tutti i processi, compresi quelli bagatellari – tutti ! – con il fatto che allunghiamo i tempi per la corruzione, diciamo una cosa parzialmente vera, perché noi ci siamo battuti per introdurre questi reati di corruzione. Sapete perché ci siamo battuti ? Perché abbiamo constatato, per fortuna non soli, che rispetto agli altri Paesi europei – ecco l'Europa che torna – il numero dei detenuti per reati di corruzione contro la pubblica amministrazione in Italia è una piccolissima porzione rispetto a quanti, invece, sono detenuti negli altri Paesi europei. Ma chissà come mai ! Invece, abbiamo un numero esorbitante di detenuti, infinitamente superiore agli altri Paesi europei, per violazione del testo unico sugli stupefacenti. Ma chissà come mai !
  E, allora, mi si deve spiegare perché l'allungamento dei tempi di prescrizione per la corruzione riguarda solo tre reati. Ma dov’è il peculato ? Ma dov’è l'induzione ? Perché non ci sono ? Perché non li avete voluti inserire ? Noi abbiamo presentato emendamenti. Prendeteli, sono qui ! Si può cambiare questo testo, si può effettivamente fare una riforma dell'istituto di diritto sostanziale della prescrizione che attacchi i reati di corruttela. Così significa poco. Si allungano i processi per tutti, che poi è il fine ultimo della riforma, perché non lo racconta nessuno che la prescrizione improvvisamente è diventato il più grande dei mali. Fino al 1994-1995 non se ne parlava neanche della prescrizione ! Era una roba da università, perché c'erano l'amnistia e l'indulto che spegnevano l'istituto della prescrizione. Poi il Parlamento furbescamente ha deciso sostanzialmente che di indulti e di amnistie non se ne facevano più, a parte quelli del 2006 che ricordiamo tutti, e le cose sono andate così.
  Ma così il testo non funziona ! Noi allunghiamo per tutti e non siamo neanche abbastanza incisivi laddove invece dovremmo esserlo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Bolognesi, Gribaudo, Burtone, Di Lello, Folino...Pag. 17
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  399   
   Votanti  391   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  328).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 1.220, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Sgambato, Colonnese, Greco, Simoni, Pastorelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  404   
   Votanti  387   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  352).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 1.221, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Palma, Colonnese, Simone Valente, Raciti, Fregolent...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  391   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  30    
    Hanno votato
no  361).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.83, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Lello, Lombardi, Gasparini, ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  411   
   Votanti  403   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  336).    

  (Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e la deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.82.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, questo per noi è proprio il punto minimo che non possiamo oltrepassare. È il punto minimo per valutare non solo l'interesse dello Stato nel perseguire un reato o, come fanno molti, l'interesse degli imputati e degli indagati, ma con questa proposta vogliamo anche parlare dell'interesse delle persone offese, delle vittime dei reati.Pag. 18
  Troppo spesso in quest'Aula si sente parlare di indagati, imputati, ma mai o quasi mai delle vittime del reato. Per ogni reato c’è una vittima, c’è una persona offesa, che può essere singola, come per il reato di truffa, e può essere l'intera collettività, come per i reati contro la pubblica amministrazione. Ebbene, tutti loro meritano difesa, difesa dall'aggressione nella propria individualità, nei propri diritti, nella tutela del proprio bene giuridico, che la previsione di ogni reato penale vuole difendere.
  Ed è proprio per questo che il punto minimo per noi è quello di aumentare la prescrizione, non soltanto per tre reati dell'intero codice penale, ma per tutti i reati. Infatti, non mi si venga a dire che una vittima di un furto in abitazione, una vittima di truffa, non meriti tutela, rispetto allo Stato, come la vittima dei reati di corruzione. Meritano tutti la stessa tutela !
  Quindi, con questo emendamento, vogliamo dare a tutti la stessa tutela, a tutti gli stessi diritti, aumentando di un terzo, rispetto alla situazione attuale, il termine minimo per la prescrizione, inserendo anche un termine non inferiore a otto anni. Infatti, viene da sé che vi sono reati che, purtroppo, sono stati, per così dire, depenalizzati dai Governi precedenti, che si prescrivono in un termine molto breve, perché il termine minimo è arrivato a un massimo di sei anni.
  Quindi, chiedo davvero a tutti di non porsi nell'ottica solo dei reati quali corruzione propria e impropria, perché è un'ottica sbagliata, quando si va a parlare di un sistema generale, a tutela di tutti; a tutela non solo degli indagati, ma a tutela dello Stato e, soprattutto, delle vittime del reato. Non scordiamoci di loro !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Credo che non sia giusto affrontare l'argomento distinguendo tra parti lese e imputati. Vi sono cittadini che possono trovarsi nella condizione di imputati cittadini che possono trovarsi nella condizione di parti lese. Sia gli uni che gli altri hanno un diritto, che lo Stato deve soddisfare, ossia un processo in tempi giusti, in tempi adeguati anche alle esigenze istruttorie dello Stato stesso.
  Quindi, non impostiamo la questione come i «polli di Renzi», per cui alcuni sono a favore degli indagati, altri sono a favore degli imputati e, poi, i poveri polli si azzuffano tra di loro. Questa non è un'impostazione corretta, come non è corretto scaricare sia sui cittadini imputati sia sui cittadini parti lese il fallimento dell'amministrazione della giustizia. Questo è il punto, è inutile che ci giriamo intorno.
  Per esempio, la proposta del collega Colletti, originariamente, prevede che, ad un certo punto, quando si esercita l'azione penale, la prescrizione si interrompe per sempre, cioè si squilibria il sistema e si rimette il cittadino alla mercé, praticamente, dell'attività della magistratura. Quindi, è una posizione astrattamente ineccepibile, ma concretamente squilibrata.
  Così come non è corretto parlare della prescrizione come strumento per combattere la corruzione. La prescrizione ha una sua autonomia rispetto a qualunque reato, ed è quella di rappresentare l'equilibrio fra le due esigenze che abbiamo già detto. Ma, quando si parla di prescrizione, in quest'Aula, sui giornali, in televisione, si parla sempre di come punire i corrotti, ma molto meno di come impedire la corruzione.
  Mai si parla di come impedire la corruzione, di escogitare qualcosa che possa impedire la corruzione ! Io, in merito, soltanto per un fatto di esperienza, qualche idea ce l'ho. Vi rendete conto ? A livello di enti locali, comuni, province, e poi mettiamoci anche le regioni, passano un bel po’ di quattrini, non sono soltanto le grandi opere. La mia opinione è la seguente: se scoppia una seconda Tangentopoli, sarà di gran lunga più estesa di quella del 1992. Perché ? Perché noi, all'interno dei singoli comuni, degli 8 mila comuni italiani, abbiamo sguarnito le sentinelle, Pag. 19che erano rappresentate dai consiglieri comunali di opposizione, oltre che di maggioranza.
  Noi abbiamo ridotto la rappresentanza nel consiglio comunale, per cui, ponendo quattro consiglieri in meno, per ogni comune, noi abbiamo 30-40 mila carabinieri in meno, in meno ! Quando oggi un consigliere comunale vede che il comune fa una gara di appalto irregolare, anche se non penalmente irregolare, a chi si rivolge ? Ieri sapeva a chi rivolgersi, c'era un istituto che si chiamava Comitato regionale di controllo sugli atti degli enti locali. Il consigliere comunale si rivolgeva a questo organo – lo dico per i più giovani – che aveva il compito di esaminare la legalità degli atti e, in via subordinata, il merito. Quando riteneva che l'atto fosse illegale, avesse dei vizi di legalità, annullava l'atto; quando invece riteneva che fosse sbagliato nel merito lo rinviava all'amministrazione, ma se l'amministrazione lo approvava ugualmente, quell'atto doveva essere approvato definitivamente dal Coreco.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Quindi, c'era uno strumento di prevenzione, almeno a livello degli enti locali. Oggi, invece, si scrive sempre alla procura, anche se si è sbagliato a fare una delibera, ingolfando la procura e poi si hanno dei problemi, dato che l'esercizio dell'azione penale è obbligatoria e così via. Questo è un altro argomento che qui dovremmo anche considerare, altro che soltanto la prescrizione; scarichiamo sulla magistratura una serie di problemi che non sono dei magistrati. Questo è panpenalismo. Qui dentro quanti reati abbiamo inventato in questo scorcio di legislatura ? Non c’è un illecito per il quale noi non escogitiamo una sanzione penale, ma è mai possibile ? Abbiamo per fortuna introdotto «la messa alla prova» ed altri istituti di questo tipo, ma si tratta di rara avis quello che abbiamo fatto volare. Quindi, noi abbiamo questa tendenza a trasformare tutto in illecito penale e se abbiano questa tendenza è evidente che tutto si scaricherà poi nelle cancellerie dei PM con gli effetti che noi abbiamo. Ma i cittadini non possono pagare l'inefficienza dello Stato italiano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie, Presidente. Ho ascoltato alcuni interventi e francamente non accetto che si voglia giustificare l'allungamento dei termini di prescrizione, dicendo «dobbiamo allungare i termini di prescrizione perché in questo modo dobbiamo oltremodo tutelare le vittime dei reati», perché non è così. Soprattutto non accetto, Presidente, che questa affermazione venga fatta da quelle forze politiche che, fino all'altro giorno, hanno negato le tutele alle vittime dei reati, votando gli «svuota carceri», gli indulti mascherati, le depenalizzazioni, e che approveranno, a breve, una ulteriore depenalizzazione annunciata proprio questa settimana, in Commissione, dal sottosegretario Ferri, votando tutti questi provvedimenti, ivi compresa la liberazione anticipata speciale di 75 giorni di sconto, ogni sei mesi, per buona condotta, applicata anche a chi ha commesso reati di corruzione. Quindi, non si strumentalizzi la scelta politica della maggioranza di allungare i termini della prescrizione (allungando la durata dei processi e negando la ragionevole durata dei processi), dicendo: «lo dobbiamo fare perché dobbiamo tutelare le vittime dei reati», vittime dei reati a cui, sino ad oggi, avete negato questi diritti. Presidente, credo che quello che abbiamo detto prima vale a maggior ragione adesso; non si pensi che con l'allungamento dei termini della prescrizione, noi avremo più condanne e più colpevoli. Con l'allungamento dei termini della prescrizione noi andremo semplicemente nella direzione di assolvere lo Stato nel non compimento del suo mestiere, perché se è vero, come è vero, che la prescrizione è la cancellazione temporale della pretesa punitiva dello Stato, noi Pag. 20dobbiamo garantire l'arco temporale all'interno del quale lo Stato deve esercitare la pretesa punitiva, garantire il cittadino affinché ci sia un processo giusto ed equo e che questo processo venga fatto in tempi ragionevoli, perché – lo ripeto – una sentenza di condanna o di assoluzione che arriva dopo vent'anni, se pur giusta, non incarna un giusto processo, ma rischia di incarnare una vera e propria agonia. Non possiamo tenere il cittadino appeso ad un processo per un tempo troppo irragionevole.
  Quindi, ha ragione il collega Farina. Se da parte della maggioranza vi era il disegno di allungare i termini e i tempi della prescrizione per i reati di corruzione, così come ci chiede l'Europa (detto questo, l'Europa ci chiede anche tempi ragionevoli nella durata del processo, ma ad oggi non è ancora intervenuto nessuno, rivendicando e ricordando la ragionevole durata del processo, che in Italia non c’è), se si voleva unicamente allungare i tempi della prescrizione sui reati di corruzione, evidentemente su tutti i reati di corruzione e non solo su alcuni reati di corruzione, faccio presente che di corruzione si sta parlando al Senato. E al relatore dico che non è vero che per quanto riguarda i tempi di prescrizione sulla corruzione, con riferimento agli articoli 318, 319 e seguenti, arriveranno nei tempi che ha detto lei. Infatti, sa benissimo che al Senato noi, voi, la maggioranza e il Governo andranno a prevedere un aumento dei massimi e dei minimi edittali dei reati di corruzione. Quindi, i tempi di prescrizione aumenteranno e verranno allungati oltremodo rispetto ai numeri che ha citato prima la collega.
  Quindi, Presidente, io credo che in questo momento la riflessione che deve essere fatta è se garantire tempi certi e ragionevoli ai cittadini oppure semplicemente piantare una bandiera ideologica e politica da parte della sinistra, che credo e temo non andrà a fare né il bene della giustizia né, tanto meglio, il bene della tutela dei diritti dei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Presidente, signor Ministro, colleghi, è inutile che noi ci nascondiamo dietro l'inefficienza dello Stato. Anzi, proprio perché sappiamo che il processo penale in Italia funziona in una maniera sbagliata, bizantina, per mancanza di strutture, perché magari ci sono dei magistrati fannulloni – pochi, ma ci sono –, perché magari c’è un rito che consente tecniche dilatorie, sappiamo logicamente che un tempo breve di prescrizione di fatto è una amnistia mascherata. Lo sanno tutti, lo sanno tutti in quest'Aula.
  Il punto qual è ? Ovviamente, il Ministro si è trovato ad ereditare questa posizione – non voglio fare certamente la parte di quello che difende il Ministro, ma guardo i fatti – e ha trovato una soluzione di compromesso. Posizioni demagogiche che innalzano ulteriormente, senza una riforma strutturale, i tempi della prescrizione – cosa che riteniamo giusta in via sostanziale, ma sbagliata in mancanza di una riforma strutturale – sicuramente rappresentano un vulnus per la materia.
  Allora, io credo che bisogna apprezzare il passo avanti, ma invitare il Ministro a individuare le falle strutturali. Una cosa è non scaricare l'inefficienza dello Stato sulle vittime, secondo me, e non sul fatto del garantismo acritico; altra cosa, invece, è non prevedere alcuno strumento strutturale, che passa anche per la punizione dei colpevoli ritardi, per impedire che il processo duri in maniera irragionevole. Questo ci porterà, anche se si riforma la legge Pinto, ad essere poi condannati dalla Corte di giustizia.
  Su questa vicenda della ragionevole durata del processo, ricordo che, prima della ex Cirielli, centro-destra e centro-sinistra, egemonizzato dagli avvocati nella Commissione giustizia, erano tutti d'accordo a ridurre i tempi di prescrizione. Poi la vicenda Previti e altre vicende individuali di esponenti politici di rilievo del centro-destra, ma anche del centro-sinistra, hanno spinto alla riforma della Pag. 21prescrizione, che per oltre dieci anni nessuno ha modificato. Adesso finalmente viene modificata. Si dà il segnale che non ci può essere l'impunità non solo per i corrotti, ma per tutti, compresi quelli che commettono furti, rapine, estorsioni e che colpiscono in maniera ancora più grave i cittadini.
  Però, Ministro Orlando, noi ci aspettiamo anche un intervento serio per ridurre i tempi del processo, perché non si può neanche pensare che i processi durino all'infinito, e per punire gli impuniti. Se si usano tecniche dilatorie, spesso anche da parte di alcune procure, per tenere magari sotto minaccia per tanto tempo delle persone o semplicemente perché sono dei fannulloni, allora bisogna intervenire. E se lo Stato verrà condannato, come verrà condannato, per irragionevole durata del processo dalla Corte di giustizia, bisogna chiamare a rispondere anche i colpevoli di queste lungaggini burocratiche.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente, nel 1999 abbiamo modificato l'articolo 111 della Costituzione stabilendo che la legge assicura la ragionevole durata del processo. Si tratta, quindi, di un valore di rango assolutamente costituzionale, assolutamente primario: la legge assicura la ragionevole durata del processo. Allora, attenzione alla prescrizione, che è un istituto di diritto sostanziale, una causa estintiva del reato, ma che in questo provvedimento viene utilizzata surrettiziamente per consentire un processo certamente non di ragionevole durata. Attenzione alla mistione fra istituti di diritto sostanziale ed effetti procedimentali e processuali di questo tipo di situazioni, soprattutto, Presidente, perché nelle statistiche del Ministero il 73 per cento dei processi si prescrive per la durata delle indagini preliminari. Allora, se questo è vero, noi che cosa otteniamo con un allungamento tout court dei termini di prescrizione, irragionevole rispetto all'intero sistema di fluidificazione dei meccanismi del procedimento ? Mettiamo chiunque provoca la prescrizione – e la causa principale è quella – nelle condizioni di continuare e addirittura incrementare questo atteggiamento di graticola nella fase delle indagini. Infatti, è evidente che tutti i termini di proroga, tutti i termini di ragionevole durata delle indagini sono soltanto una mera occasione di disapplicazione della regola. Allora, se questa è la causa, bisogna intervenire sulla causa, non allungare l'effetto patologico di quella causa intollerabile. Io credo che, quando l'articolo 111 impone la ragionevole durata del processo, impone una disamina attenta delle cause per cui i processi si prescrivono. E se le cause sono da ricercarsi, per questa larghissima fascia, nella durata irragionevole delle indagini, è lì che bisogna intervenire per evitare che poi si giunga al dibattimento in articulo mortis, quando ormai il reato è prossimo alla prescrizione. Questo è un dato che io credo debba essere esaminato con grande attenzione, intervenendo con rigore sui termini di proroga, evitando che vi siano quattro, cinque, sei o sette proroghe, perché questo accade, nei procedimenti penali, e fare in modo che l'indagato, prima di sapere se merita o meno un rinvio a giudizio, abbia comunque una deadline oltre la quale non sia possibile andare. Questo vuol dire combattere i termini o per i termini di ragionevole durata del processo, non certamente studiare dei meccanismi di allungamento tout court per evitare che l'inefficienza dei meccanismi giudiziari possa significare, a monte e a valle, una sorta di estinzione del reato per fatto incolpevole. No, qui il fatto è colpevole ed è un fatto radicato nell'intimità delle indagini preliminari che credo debba essere – e il Ministro è qui e lo invito a una profonda riflessione in merito – un punto nodale di intervento perché non è detto che tutte le indagini siano buone e che tutti i tempi siano buoni, ma a me sembra proprio il contrario, ossia che se ci deve essere rigore nel dibattimento, cioè nell'accertamento della prova, maggiore rigore ci deve essere allorquando si procede nei confronti di Pag. 22soggetti che, teoricamente, al di là della presunzione di non colpevolezza, potrebbero mai vedere esercitata nei loro confronti l'azione penale.
  Questo provvedimento sulla prescrizione, tra l'altro, ha un'abnormità per quanto concerne i reati di corruzione. Capisco la pancia, capisco tutto, ma c’è anche un sistema penale, come diceva Nuvolone, che va rispettato. Io credo che da questo punto di vista il luogo in cui bisogna necessariamente intervenire non è certamente quello dell'allungamento dei tempi del processo quale fatalmente e patologicamente diventa una disapplicazione della causa estintiva del reato (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Ferranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI. Presidente, credo che sia un progetto di riforma molto importante e significativo che non ha bisogno di confusione di idee soprattutto in Aula ma di una piena consapevolezza di quello che si sta facendo.
  Quando si parla ora – lo si è detto da parte del presidente Sisto – di un aumento tout court dei tempi di prescrizione, si dice una cosa che non corrisponde al provvedimento che la Commissione giustizia ha portato in Aula. Rispetto alla legge cosiddetta ex Cirielli, approvata nel 2005 dal Governo di centrodestra, noi non abbiamo aumentato alcun tempo di prescrizione per i reati (Commenti dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente), tranne che per i reati di corruzione dove c’è il patto corruttivo, dove non c’è nemmeno l'indagine, che non può essere lunga perché la corruzione, per questioni che attengono proprio all'omertà fisiologica del patto, emerge dopo molto tempo da quando il reato è stato consumato.
  Quindi, l'impostazione del provvedimento all'esame dell'Aula non allunga i tempi di indagine, non allunga i tempi per arrivare ad un'eventuale sentenza di condanna, ma giustamente e conformemente al progetto governativo, approvato in Consiglio dei ministri il 30 agosto scorso, lascia l'impianto anche a garanzia dei tempi del processo di primo grado, lascia la fisiologia delle indagini e del processo. Solo laddove vi sia una sentenza di condanna di primo grado, allora non è conciliabile il corso ulteriore della prescrizione perché quest'ultima significa che lo Stato vuole l'oblio di quel reato; ma se lo Stato sta lavorando per accertare il reato e ha avuto anche la condanna di primo grado, vogliamo dare allo Stato la possibilità di fare un processo in tempi brevi e ragionevoli perché la proposta prevede la durata massima dell'appello di due anni. Pertanto, dopo la condanna, vi sarà la sospensione per un termine massimo di due anni conforme alla durata di un processo riconosciuto anche dalla legge Pinto come durata ragionevole del processo.
  E soltanto in caso di condanna anche in appello, la prescrizione sarà sospesa per un termine massimo di un anno: durata ragionevole, presidente Sisto, riconosciuta a livello di Consiglio d'Europa per svolgere il giudizio di Cassazione.
  Qui siamo di fronte ad una riforma che ci allinea a quello che chiede il Consiglio d'Europa, la Corte internazionale, a tutti i Paesi europei dove non c’è uno Stato in cui, mentre il processo va avanti, la prescrizione decorre.
  Certo che bisogna garantire tempi ragionevoli del processo e su questo noi stiamo lavorando e bisogna garantire anche indagini non abnormemente lunghe o strumentalizzate per tenere sotto processo un imputato o tutti gli imputati. Su questo punto stiamo lavorando alla riforma del processo penale, l'atto Camera n. 2798, in corso di elaborazione, sul quale c’è un'indagine conoscitiva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

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  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente, condivido l'appello della presidente Ferranti alla chiarezza perché permetterete ad un notorio bigotto come me una citazione di San Tommaso: facilius pervenitur ad veritatem ex errore quam ex confusione, si raggiunge la verità più facilmente partendo dall'errore che non dalla confusione. Onestamente, però, mi trovo confuso. Mi trovo confuso perché non riesco a capire cosa sto votando con questo articolo 1. Stiamo votando, nel caso ad esempio del reato previsto dall'articolo 319 del codice penale, una prescrizione di 12 anni ? Otto anni la pena di base prevista dal codice più la metà che fa 12 ? Stiamo votando, invece, una prescrizione di 15 anni perché stiamo aumentando anche la pena da 8 a 10 anni ?
  Non mi è chiaro ed è difficile formulare una decisione precisa su una cosa che non è chiara. Passare da otto a dodici anni è ragionevole, passare da otto a quindici è praticamente raddoppiare, ma ci sono in più le altre aggiunte eventuali.
  È vero che dobbiamo porci il problema di tutelare lo Stato prima di tutto, che è colui che soffre il danno fondamentale del reato di corruzione. È vero che dobbiamo preoccuparci di tutelare i privati, che soffrono anch'essi un danno quando qualcuno, per un atto corruttivo, prende un appalto che loro avrebbero più titolo per prendere, ma vogliamo ricordare anche che la metà di coloro che vengono rinviati a giudizio poi vengono assolti ? Vogliamo immaginare il tema costituzionale della durata del processo ? Mi sembra che tra l'allungamento della prescrizione e il tema della durata del processo manchi una connessione definita, una connessione precisa.
  Io voterei con assai maggiore serenità una prescrizione anche di vent'anni – per quanto allungare troppo la prescrizione sia sempre sbagliato, perché con il tempo diventa poi più difficile celebrare i processi: i testimoni muoiono, la gente non si ricorda e diventa più difficile arrivare alla verità – ma io potrei accettare una prescrizione anche di vent'anni per reati analoghi (in qualche Paese vicino la prescrizione è di venti anni) se avessi la certezza che la prescrizione è lunga, ma il processo è breve. Un innocente può reggere venti anni di processo ?
  La presidente Ferranti ci dice che i venti anni non sono venti anni di processo, perché il reato si scopre tardi. In alcuni casi è vero, in altri casi non lo è. Abbiamo delle garanzie per cui anche il processo ha una data di scadenza, per cui lo Stato sa che la sua pretesa punitiva ha cinque anni di tempo, sei anni di tempo. Mette in dubbio la mia onorabilità e deve partire dall'avviso di garanzia, che è diventato ormai non una tutela dell'imputato, ma una messa in dubbio della sua onorabilità. Mette in dubbio la mia onorabilità ? Bene, ha cinque anni di tempo (sei, sette anni di tempo, poi si vedrà qual è la misura quantitativa) per dimostrare che io sono colpevole, ma se non lo fa entro questo termine il processo decade, finisce.
  Qualcuno osserva che non si può affrontare questo tema in modo così semplice, cioè fissando la data di scadenza del processo. Molti Paesi vicini, però, ottengono il medesimo risultato non fissando un termine, ma fissando forti penalizzazioni per il giudice, il quale non conduca a termine il processo entro un tempo ragionevole.
  Ecco, tutto questo non è chiaro. Non sarebbe stato meglio fare un provvedimento unico complessivo che toccava la durata del processo e contemporaneamente la prescrizione ? Io avrei le idee molto più chiare e credo anche la maggioranza dei miei colleghi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il Ministro Orlando. Ne ha facoltà.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. È appena il caso di replicare a una delle argomentazioni addotte dall'onorevole Di Lello, perché davvero la ritengo irricevibile: sostanzialmente, che questo provvedimento costituisca uno scambio di carattere politico. I tempi e i fatti rendono assolutamente destituita di ogni fondamento questa ipotesi, per la semplice considerazione che questa impostazione della Pag. 24prescrizione è stata votata dal Consiglio dei ministri lo stesso giorno in cui è stato votato il disegno di legge sulla responsabilità civile.
  Io non sono mai stato tra coloro che hanno partecipato alla demonizzazione dell'istituto della prescrizione, non l'ho associata al venir meno di alcuni grandi processi. Non mi sfugge che esiste negli altri ordinamenti e, tuttavia, non mi sfugge neanche, onorevole Farina, il fatto che questo tipo di prescrizione, così come è stata costruita, riflette un determinato periodo storico.
  È un'impostazione politica che, francamente, non mi sentirei di difendere tout court, perché questa impostazione della prescrizione ha mirato a far sì che alcuni reati, alcuni tipi di reato si prescrivessero ed altri, per modalità di accertamento relativamente più semplici, invece no. Non è la prescrizione; è una prescrizione così come definita nel 2005, con tutte le conseguenze di quella temperie storica e politica.
  Sono consapevole del fatto che la prescrizione non si determina soltanto nell'ambito del processo, però noi dobbiamo tener conto, ragionando anche dei tempi del processo, se la prescrizione così com’è attualmente costruita non sia oggettivamente un incentivo ad allungare il processo. Così com’è costruita oggi la prescrizione, per una fetta consistente di casi, costituisce un incentivo ad utilizzare il rito principale ed evitare di utilizzare i riti alternativi, perché, nel sistema di convenienze definito dal processo, è relativamente meno conveniente utilizzare i riti alternativi, perché c’è sempre la possibilità di utilizzare questa possibilità di chiudere il processo in questo modo.
  Per cui il fatto che un numero consistente di processi si estingua durante le indagini non è una buona ragione per non affrontare, invece, il tema dei reati che si estinguono all'interno del processo. Certo, questo consiglierebbe, come il Governo ha fatto, di affrontare questo tema nell'ambito complessivo della riforma del processo. La Commissione ha deciso, credo anche sulla base di una considerazione di carattere generale, cioè il fatto che c'erano molti provvedimenti che intervenivano sul tema della prescrizione, di stralciare questo elemento, questo tema della prescrizione dalla riforma complessiva del processo.
  È una scelta che, naturalmente, ci complica la lettura di questo provvedimento, perché non ci consente di metterlo in relazione con le altre cose che stanno venendo avanti e che la presidente Ferranti ricordava: cioè, non ci consente di coordinare questo con gli interventi che devono incidere sulla ragionevole durata del processo; non ci consente di leggerlo, quindi, alla luce dei tempi del processo e anche alla luce della modifica delle pene che, nel frattempo, stanno intervenendo su alcuni tipi di reato. È una possibilità che sarà riservata alla seconda lettura di questo testo normativo, a cui competerà il compito di tener conto di quanto in Commissione e alla Camera si sarà fatto sul fronte dei tempi del processo, della riforma del processo penale, e a quanto sarà successo sulla definizione complessiva del catalogo delle pene per quanto attiene una serie di reati.
  Però, detto tutto questo, respingo l'accusa di aumentare in modo irragionevole e senza un disegno di insieme i tempi della prescrizione e, quindi, di allungare di conseguenza i tempi del processo. Noi partiamo dal tentativo di trovare un equilibrio tra la pretesa punitiva dello Stato e la ragionevole durata del processo e decidiamo che sospendiamo la prescrizione nel momento in cui si determina una corroborazione della pretesa punitiva con una condanna di primo grado. La pretesa punitiva dello Stato viene rafforzata da una condanna di primo grado e sulla base di questo si consente di procedere ulteriormente nel processo; così vale anche per il passaggio in Cassazione.
  Da questo punto di vista, onorevole Colletti, la risposta a quel suo collega che le poneva il tema del condannato in primo grado per truffa, lei l'avrebbe avuta, perché, certo, se in due anni non si riesce a condannare un soggetto per truffa, un problema del sistema esiste, ma, sicuramente, Pag. 25non ci sarebbe stato quel caso che lei citava, per cui l'imminente decorrere del termine di prescrizione impediva la possibilità di portare avanti il processo ed arrivare alla condanna.
  Non abbiamo allungato e non sono stati allungati i tempi della prescrizione per alcuni reati per ragioni di esecrazione di quel tipo di reato. Questo allungamento è dovuto alla particolare natura di quei reati. Non abbiamo scelto perché riteniamo più grave la corruzione propria e la corruzione in atti giudiziari rispetto ad altri tipi di reati contro la pubblica amministrazione.
  La scelta è dovuta al fatto che quel tipo di reato si basa su un patto corruttivo che emerge, spesso, molto dopo il momento in cui questo patto si è concluso. Da questo punto di vista, c’è una corrispondenza con una scelta che lo stesso Parlamento ha fatto quando ha deciso di allungare i tempi di prescrizione, per esempio, nell'ambito dei reati ambientali, reati che, al di là del giudizio che gli si può dare nella gerarchia dell'esecrazione sociale, della riprovazione sociale, oggettivamente, emergono molto tempo dopo rispetto al momento in cui vengono commessi.
  Questa è la scelta che sta alla base di questo testo e questa è la scelta per cui io credo che il provvedimento che stiamo affrontando – con l'esigenza di quel coordinamento che richiamavo, cioè di tener conto di che cosa si farà sul fronte delle modifiche per il raggiungimento di obiettivi sulla ragionevole durata del processo e tenendo conto delle modifiche di pena che interverranno – dovrà essere coordinato con questi altri aspetti. Ma se lo giudichiamo oggi, credo che costituisca un segnale positivo e non un elemento di allungamento del processo, ma, e lo ripeto, ma – e su questo vorrei spendere l'ultimo minuto del mio intervento – è uno strumento attraverso il quale si ridà vigore al percorso dei riti alternativi.
  Da questo punto di vista, però, inviterei i parlamentari che dicono che questo intervento allunga i tempi del processo ad essere conseguenti quando si parla di riti alternativi e non, invece, tutte le volte, porre poi la questione del perché c’è il beneficio nel rito alternativo. I riti alternativi sposano uno spirito utilitaristico: si fa uno sconto, perché si realizza più rapidamente la pretesa punitiva dello Stato. Teniamo insieme questi due aspetti, perché questo è un aspetto di carattere fondamentale.
  Trovo poi singolare, e mi avvio a concludere, che i gruppi politici che invitano costantemente a un'estensione dell'ambito del diritto penale – è là che si misura quando esiste o meno la pretesa punitiva dello Stato – poi, invece, in qualche modo siano disponibili ad accettare l'idea che il semplice decorrere del tempo sia l'arbitro del fatto che quella pretesa punitiva deve durare o meno. Se vogliamo discutere seriamente di quale sia il modo più efficace di contrastare gli illeciti allora discutiamo del perimetro del diritto penale, non dei tempi nei quali si prescrive un reato, perché una volta che lo Stato ha detto che quel comportamento deve essere sanzionato come un reato ha detto una cosa che non può essere smentita semplicemente perché si arrende di fronte al fatto che il tempo passa e non c’è più niente da fare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente, la nostra posizione è stata spiegata bene dall'onorevole Pagano e dall'onorevole Buttiglione, prima. Noi siamo così testardamente contrari al prolungamento della prescrizione, non soltanto perché dopo vent'anni, dopo 22 anni non c’è giustizia, con tutta evidenza, per nessuno, ma anche perché noi siamo in Italia e conosciamo quali sono in Italia i tempi dei processi e anche le tipologie dei processi.
  In Italia ci sono due processi, uno quello che si fa nei tribunali, che è lungo, lunghissimo, inaccettabilmente lungo e il prolungamento della prescrizione non può far altro che allungarlo ulteriormente. L'altro, invece, è un processo immediato, Pag. 26con una sentenza immediata, con una sentenza – come diceva ai tempi di Mani Pulite il procuratore Borrelli – anticipata ed è la sentenza mediatica che è nutrita, da una parte, dall'abnorme utilizzo della carcerazione preventiva – un fatto tutto italiano – e, dall'altra parte, dallo scandalismo dei giornali. Quel processo è immediato e la condanna è immediata.
  Se allora si chiede nei confronti della corruzione l'allungamento della prescrizione e non l'accorciamento dei processi, si ha quasi l'impressione che qualcuno voglia fermarsi al processo e alla condanna immediati, alla sentenza anticipata. Si ha l'impressione che si abbia paura del processo, che non si voglia arrivare alla condanna attraverso il processo, perché appunto la condanna è quella mediatica ed immediata. Si tratta di una aberrazione tutta italiana e la nostra battaglia contro il processo lungo, figlio della prescrizione lunga, si muove in tal senso.
  Abbiamo ascoltato l'intervento del Ministro ed accogliamo con favore l'apertura finalizzata a rivedere questa impostazione nella seconda lettura al Senato, pertanto noi, che avevamo dichiarato la nostra contrarietà sino al voto finale, ci asterremo in attesa di ciò che avverrà al Senato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie Presidente. Stiamo assistendo allo squallido teatrino dove da una parte Forza Italia ed i difensori di Silvio Berlusconi in Parlamento sostengono che si stanno allungando i termini della prescrizione, mentre dall'altra parte il Partito Democratico sostiene che non si stanno allungando. In passato abbiamo visto tanti esponenti politici, dal PD a Forza Italia, alla Lega, coinvolti in processi risolti dalla prescrizione. In questo teatrino, dove ovviamente tutti i partiti sono contrari ad una riforma della prescrizione importante, stiamo assistendo ad una triste rappresentazione, anche per gli argomenti portati. Mi riferisco a chi parla della ragionevole durata del processo nell'ambito della riforma della prescrizione: al collega Di Lello, al collega Sannicandro, addirittura al Ministro Orlando e a rappresentanti di Forza Italia.
  Nelle audizioni tenute in Commissione una cosa è stata chiarita in maniera bipartisan dal più garantista professor Spangher al dottor Davigo: essi ci hanno detto che la riforma della prescrizione con la ragionevole durata del processo non ha nulla a che fare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Siete voi quindi che dovete tornare all'università, perché l'istituto della prescrizione è finalizzato a tutelare la volontà dello Stato di non perseguire più un reato dopo un certo periodo di tempo. Questa, collega, è la ragione a cui tende la prescrizione e non la ragionevole durata del processo. Non so in quali libri, caro collega, abbia letto questo.
  Se si fosse voluto far funzionare la giustizia e svolgere processi brevi, i Governi, di centrodestra e di centrosinistra, avrebbero dovuto porre la giustizia nella condizione di operare con risorse e strumenti adeguati. Questa era l'unica riforma da fare per velocizzare i processi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La riforma della prescrizione non ha nulla a che vedere con tutto ciò e non serve a nulla predicare invano, come fa il collega Sisto, che la stragrande maggioranza dei processi si prescrive al momento delle indagini preliminari, perché è vero che ciò accade, ma è anche vero che i pubblici ministeri non hanno le risorse per portare avanti tutte le indagini concernenti i reati da perseguire obbligatoriamente. Pertanto, a volte essi rinunciano a svolgere già in partenza le indagini concernenti i reati minori o quelli che già sanno che andranno prescritti, allo scopo di perseguire i reati più gravi e quelli che si prevede in anticipo riusciranno a vedere un processo concluso.
  Per ottenere dei risultati noi ci dovremmo occupare dei reati che si prescrivono successivamente all'esercizio dell'azione penale, perché voi snocciolate dati Pag. 27ma non in maniera completa. Bisogna andare a vedere i reati che si prescrivono nel corso delle indagini penali e quelli che si prescrivono dopo l'avvio dell'azione penale. I primi molte volte non si riusciranno mai a concretizzare nel processo e sono quindi lasciati andare in quanto i pubblici ministeri non riescono a seguirli. I secondi invece sono quelli più gravi, quelli in cui si cerca di giungere all'accertamento del reato, e che successivamente si prescrivono.
  È successo per esempio anche oggi, notizie ci dicono appunto che il reato in Cassazione accertato per le condotte riguardanti Moggi e Giraudo è prescritto, quindi ci stiamo ponendo davanti questi problemi, non i problemi che state dicendo voi che non servono a nulla. Ecco perché la riforma della prescrizione è necessaria per tutti i reati, ecco perché il MoVimento 5 Stelle chiede lo stop dello prescrizione con il rinvio a giudizio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Signora Presidente, volevo ritornare sull'istituto della prescrizione. Ci sono tomi di dottrina che da parecchi anni spiegano in maniera molto più esauriente di me quello che significa ragionevole durata dei processi e quelli che sono gli aspetti che vanno toccati dalla prescrizione: la possibilità di difendersi, l'utilità per lo Stato di perseguire un reato, la funzione emendativa della pena, ma sarebbe lungo e complicato, non ho la pretesa di dare lezioni, di cui pure qualcuno avrebbe bisogno.
  Voglio rispondere al Ministro con assoluto garbo. Il Ministro allontana da sé il sospetto che questo sia il prezzo da pagare alla magistratura, alle polemiche che hanno accompagnato il varo della riforma sulla responsabilità civile dei magistrati; mi consentirà il Ministro di dubitare o almeno di avere qualche sospetto quantomeno sulla tempistica, perché è vero che quello del Governo è dello scorso agosto, ma lei sa bene che il provvedimento sulla responsabilità civile lo abbiamo approvato poche settimane fa, ed ecco che così, d'urgenza, arriva in quest'Aula il tema della prescrizione; ma è tanto urgente, Ministro, questo tema se i processi prescritti nel 2002 erano 209 mila e nel 2013 erano 123 mila ? Cioè se in poco più di due lustri abbiamo dimezzato i processi che vanno in prescrizione, mi spiegate qual era il motivo dell'urgenza ? Mi consentirà di avere qualche sospetto sulla tempistica ? E perché non affrontiamo in quest'Aula e in Commissione la riforma della custodia cautelare ? Perché non...

  PRESIDENTE. Onorevole Di Lello, lei ha esaurito il suo tempo, dovrebbe concludere.

  MARCO DI LELLO. Concludo, davvero rapidamente. Perché non imponiamo l'inizio del processo entro tre mesi dall'udienza preliminare o dell'appello entro tre mesi dal deposito dell'impugnativa ? Perché non sanzioniamo la mancata osservanza dei termini di deposito, perché non li rendiamo perentori ? Perché in Belgio i termini di prescrizione sono anche di sei e dodici mesi ma il processo dura quattro anni ? Ecco, sono domande a cui io vorrei avere una risposta. Com’è noto, in Cassazione si prescrivono lo 0,4 per cento dei processi però noi allunghiamo ulteriormente anche nel passaggio appello-prescrizione. Insomma, e concludo davvero, siamo secondo le statistiche al centocinquantasettesimo posto per la durata dei procedimenti e per l'inefficienza della giustizia, dietro Togo, Kosovo, Isole Comore, qui dentro c’è evidentemente chi ambisce a portarci all'ultimo posto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà. Ha un minuto, onorevole.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, innanzitutto il collega che mi ha preceduto che chiede i motivi dell'urgenza ha un Pag. 28concetto abbastanza singolare di urgenza, è da due anni che siamo qui, la prescrizione era una priorità, arriva soltanto adesso in Aula perché l'ha voluto il MoVimento 5 Stelle, perché oggi arriva in Aula solo perché l'ha voluto il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e qui qualcuno si lamenta dell'urgenza.
  Ora, sempre riguardo ai tempi, qualcuno qui parla anche di tempi ragionevoli, ve lo dico io cosa è irragionevole: è irragionevole che oggi per il signor Moggi e per il signor Giraudo, i reati accertati da un giudizio vengano dichiarati prescritti dopo nove anni di processo, è irragionevole che per nove anni abbiamo scherzato e che adesso si dice alla gente che la legge è uguale per tutti, però a Moggi e Giraudo i reati sono stati prescritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.82, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gebhard...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  408   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   64    
    Hanno votato no  344.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 1.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Intanto che i colleghi votano, saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto tecnico «Marie Curie» di Cernusco sul Naviglio, in provincia di Milano, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Tidei, Bolognesi, Titti Di Salvo, Mannino, Del Grosso, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  415   
   Votanti  391   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  93    
    Hanno votato
no  298).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina, 1.4, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Malpezzi, Magorno, Gasparini, Di Lello, Binetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  402   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  31    
    Hanno votato
no  371).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 1.85.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.Pag. 29
  Io devo avvertire lei e tutti i gruppi – colgo adesso l'occasione per farlo – che state esaurendo tutti i tempi a vostra disposizione, quindi regolatevi.
  Prego, onorevole Colletti.

  ANDREA COLLETTI. Signora Presidente, sarò brevissimo a causa del tempo contingentato.
  Con questo emendamento, allarghiamo la platea dei reati per i quali è previsto l'aumento del termine di prescrizione inserendo tutti quelli contro la pubblica amministrazione, nonché il falso in bilancio.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.85, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Totaro, Colaninno, Carrozza...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  405   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  305).    

  Passiamo alla votazione di una serie a scalare di tre emendamenti, alle pagine 6 e 7 del fascicolo.
  Porrò dapprima in votazione il primo della serie, l'emendamento Daniele Farina 1.20 e successivamente l'ultimo della serie, l'emendamento Daniele Farina 1.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Daniele Farina. Ne ha facoltà. Vale anche per SEL quello che ho già detto agli altri gruppi.
  Prego, onorevole.

  DANIELE FARINA. Grazie, Presidente. Stiamo finendo il tempo, ma alcune cose vanno ancora dette intorno a questo provvedimento, e non lo farò nel merito specifico dell'emendamento, che di fatto è già stato illustrato.
  È un emendamento che, se la corruzione ha un valore in questo provvedimento e cioè se l'allungamento dei tempi di prescrizione viene operato intorno ai reati di corruttela e contro la pubblica amministrazione, per il loro contrasto, questo dovrebbe essere approvato, perché questo è un vero articolato che contrasta la corruzione; quello che invece c’è nel testo è una cosa piuttosto modesta.
  Ma il tempo ultimo che mi rimane lo uso per altro. Lo uso su Casale Monferrato, pagina vergognosa della storia della Repubblica, drammatica, su cui non ci sono aggettivazioni. E, però, anche lì la prescrizione è stata usata a sproposito. Questo l'ho scritto – anche perché agli amici le cose vanno dette – a don Ciotti, che dopo quella sentenza chiedeva la riforma della prescrizione. Gli ho scritto sostanzialmente di non farsi prendere in giro, perché è vero che quella sentenza ha prescritto il reato, ma quel processo è durato quattro anni, un record, quattro anni.
  E, allora, io mi chiedo: ma quella sentenza deriva dai tempi di prescrizione troppo brevi, con il processo di quattro anni, o dipende dai precedenti quarant'anni ? E dove era la politica a Casale Monferrato e altrove nei quarant'anni precedenti ? E dove era la magistratura nei quarant'anni precedenti ? È questo il motivo per cui dovremmo allungare la prescrizione o è un modo, questo, che elegantemente ci leva d'impaccio, politici e magistrati, dalle nostre responsabilità ? Io credo sia giusta la seconda affermazione.
  Per fortuna, ho avuto un buon maestro negli ultimi anni a Milano. Si chiama Antonio Pizzinato, che tutti conoscete. Ha dedicato una vita, in Parlamento e fuori dal Parlamento, a favore del lavoro e a contrastare proprio quella vicenda, la vicenda dell'amianto, che porta la sua firma come antica legge. Ecco perché non penso Pag. 30sia possibile fare strumentalizzazioni, soprattutto quando toccano la pelle, la vita e la morte di centinaia, se non migliaia, di cittadini. La prescrizione con Casale Monferrato non c'entra proprio nulla. C'entriamo noi, al massimo, su quella vicenda, c'entriamo noi che non abbiamo neanche finanziato quella legge.
  Ecco perché io credo che su questa vicenda della prescrizione non avremo più modo di intervenire. Questa presunta riforma in realtà, lo ripeto, se ha operato è perché la macchina è scassata, non tiene il ritmo, lo tiene sempre meno. Le riforme sono a costo zero; non c’è mai un euro su queste cose e, dunque, noi allunghiamo i tempi di percorrenza della macchina, con buona pace delle vittime, degli imputati e, ovviamente, dell'interesse dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Capita ogni tanto qualche vicenda scandalosa, in cui dei colpevoli non vengono assicurati alla giustizia perché è decorso il termine di prescrizione. Mi viene in mente un viaggio che ho fatto tanto tempo fa negli Stati Uniti. Ero un ragazzino, un giovane docente, e ho incontrato Antonin Scalia, che era ed è tuttora un giudice della Corte suprema degli Stati Uniti. C'era stato negli Stati Uniti un caso del genere: uno, chiaramente colpevole, che era stato rimesso in libertà perché le prove a suo carico erano state ottenute con metodi fuori dal dettato della legge. Io, tutto preoccupato, dissi a Scalia: «Ma come ? È una cosa vergognosa ! Da noi non sarebbe mai successo». E lui mi rispose: «Male ! Lei mi dica una cosa: è meglio che un assassino sia libero o che la polizia ed i giudici degli Stati Uniti si abituino ad agire al di fuori del limite della legge ? È più pericoloso, per la libertà degli Stati Uniti, un assassino in libertà o dei magistrati e dei giudici che pensano di essere padroni e non servitori della legge ?».
  Chissà perché questa lontana esperienza mi viene in mente oggi, durante questo dibattito. Noi ci apprestiamo, nel provvedimento sulla tortura, a sancire lo stesso principio anche in Italia, cioè a dire che ciò che si ottiene tramite tortura, come informazione, non potrà essere usato in giudizio contro l'imputato per la medesima ragione. E diremo, allora, che nel caso della prescrizione è lecito violare i diritti dell'imputato, perché così otteniamo una giustizia sostanziale ? In qualche caso sarà vero, in qualche caso non sarà vero, ma in ogni caso noi avremo ridotto il livello della nostra civiltà giuridica.
  Per favore, certi argomenti cerchiamo di evitarli in quest'Aula e diffidiamo dell'indignazione.
  L'indignazione è un nobile sentimento, ma è una pessima professione e, dietro molti discorsi indignati, ci sono anche dei motivi ignobili. Cerchiamo di stare dentro quella freddezza che è richiesta ai legislatori, che devono legiferare avendo di mira il difficile equilibrio di valori attraverso i quali si tutela il bene comune del popolo italiano.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 1.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Morani, Giammanco... altri ? Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  403   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  299).    

Pag. 31

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 1.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Taricco, Di Lello. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  404   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  304).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 1.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo, mentre il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli... sblocchiamo la postazione... Di Lello, Donati, Marco Di Maio. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  330   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato
  27    
    Hanno votato
no  303).    

  (Il deputato Zolezzi ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Ora passiamo ad un altra serie a scalare che ricomprende diversi emendamenti, alcuni dei quali non sono segnalati per la votazione. Siamo a pagina 8 e 9 del fascicolo. Gli emendamenti residui risultano quattro. Porrò dapprima in votazione il primo della serie, l'emendamento Turco 1.89, e successivamente l'ultimo emendamento della serie, Chiarelli 1.92.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 1.89, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Greco, Folino, Tartaglione, Paola Bragantini, Prodani, Ventricelli, Carinelli, Di Lello, Colaninno... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Carinelli... perfetto, mi pare che non ci siano più altri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  420   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  344).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 1.92, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Tartaglione, Catania, Monchiero, Giammanco, Greco, Sgambati, Patriarca... se avete qualcosa nel dispositivo, toglietelo... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Patriarca... provi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 32

   (Presenti e votanti  424   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  34    
    Hanno votato
no  390).    

  (Le deputate Nicchi e Tartaglione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.93, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Bossa, Tartaglione, Ventricelli, Catania, Giammanco, Ciracì... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Ciracì... Pilozzi. Ci siamo ? Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  423   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  323).    

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 1.95, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Bolognesi, Catania, Prodani, Grillo, Tripiedi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  397   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  74    
    Hanno votato
no  323).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Turco 1.96, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Ventricelli, Colaninno, Greco, Prodani, Zan, Librandi. Ci siamo ? Sblocchiamo la postazione dell'onorevole Zan... perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  394   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  322).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 1.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Catania, Greco, Prodani, Taricco, Giorgio Piccolo, Migliore, Colaninno... è una tragedia questo voto... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Migliore e dell'onorevole Greco... Catania, anche.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 33

   (Presenti  423   
   Votanti  419   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  71    
    Hanno votato
no  348).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Il gruppo del MoVimento 5 Stelle si asterrà nella votazione sull'articolo 1, perché questo non è il provvedimento che volevamo. È un leggero miglioramento rispetto alla normativa attuale, imposta dalla legge ex Cirielli nel 2005, ma non è quello che serve al Paese, non è quello che serve né a combattere la lunghezza dei processi, né a tutelare le posizioni delle vittime dei reati.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Amoddio, Pisano. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  311   
   Astenuti  117   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
 270    
    Hanno votato
no   41).    

  Avverto che l'emendamento 3.100 della Commissione deve intendersi correttamente rinumerato come 3.500.
  Avverto, altresì, che gli emendamenti Chiarelli 3.220, 3.221, 4.221, 4.220, 5.221 e 6.220 sono stati ritirati dal presentatore.
  Per completezza, in relazione alla precedente serie a scalare, preciso che anche l'emendamento Chiarelli 1.91 era da considerarsi ritirato.

(Esame dell'articolo 2 – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Presidente, i pareri sono tutti contrari, tranne l'emendamento Morani 2.61...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Dambruoso, non mi avevano informato che aveva chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative, l'onorevole Palese.
  Quindi, intanto, diamo la parola all'onorevole Palese, poi gliela restituirò subito per i pareri.
  Prego, onorevole Palese.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente e onorevoli colleghi, a me dispiace che il Ministro sia andato via e richiamerei anche l'attenzione da parte del rappresentante del Governo.

  PRESIDENTE. Sì, Viceministro Costa, mi scusi, ma essendo l'unico rappresentante del Governo...

  ROCCO PALESE. A mio parere questa è l'ennesima proposta di legge che il Parlamento approva che, molto probabilmente, non raggiungerà gli obiettivi che si sono prefissati. È stato già richiamato in maniera molto efficace l'articolo 111 della Costituzione, sulla ragionevole durata dei processi. Di fatto, questa proposta di legge, se c’è una cosa che certifica, è la resa dello Stato a far funzionare bene il pianeta giustizia: danno per scontato che non ci sarà alcuna possibilità al mondo perché in questo Paese democratico possa esserci un Pag. 34giorno in cui la giustizia possa funzionare per bene e possa funzionare garantendo i tempi dovuti.
  Nulla è previsto per quello che riguarda l'organizzazione e il funzionamento, nulla è previsto per quello che riguarda il potenziamento degli organici, nulla è previsto per l'informatizzazione, nulla è previsto per l'organizzazione del lavoro dei magistrati, nulla è previsto per il controllo di produttività e dei tempi, perché non è possibile che a Torino si abbia una certa procedura e date certe per la conclusione delle indagini e dei processi e che in un'altra parte del territorio nazionale, invece, non ci sia la stessa situazione. Allora, non avendo affrontato alcuno di questi problemi, finiremo chiaramente per approvare l'ennesima legge che non produce alcun tipo di effetto, se non una grande incertezza e una grande inciviltà nel nostro Paese. Sono convinto, infatti, che la durata enorme della prescrizione allungherà in maniera indecente, più di quanto lo è già adesso, tutto ciò che riguarda la durata delle indagini e dei processi. Io penso, invece, che noi dovremmo puntare a tempi certi e brevi per avere certezza del diritto e della pena.
  Tutto questo io non penso che possa essere fatto con un'organizzazione della giustizia simile e con tutto il pianeta della giustizia che è un colabrodo. Ma qualcuno di voi è andato, qualche volta, in tribunale per vedere cosa succede ?
  L'hanno capito o non l'hanno capito, molti di questi che propongono queste situazioni, che andare in un tribunale è come andare in un mercato, per la confusione, per il pressappochismo, per la disorganizzazione totale che c’è ?
  Per non parlare pure dell'altro filone, perché niente si prevede per il rafforzamento degli organici degli inquirenti, del reparto degli organi della polizia giudiziaria e delle Forze dell'ordine. Quindi, noi avremo solamente – che cosa ? – l'allungamento enorme di tante situazioni.
  Per non parlare degli effetti. Vedete, in questa maniera si devastano le persone. Attenzione, si devastano le persone e ci sono molte, molte persone che ne fanno una situazione di grandissima sofferenza, perché poi si va a finire sui giornali, con indagini che non finiscono mai, senza che mai nessuno abbia fatto niente e senza che uno abbia la possibilità, in tempi certi, di dimostrare che è innocente.
  E qualcuno pensa e si illude che in questa maniera, con il combinato disposto di quell'altra situazione che è in discussione al Senato, il disegno di legge anticorruzione, possano essere diminuiti i reati o gli episodi di corruzione ? Si fa un grave errore ! L'unico effetto che sarà provocato sarà solamente che, siccome aumentano i rischi, aumenterà la quantità delle tangenti. Quello succederà.
  Invece, noi crediamo che non bisogna iniziare dalla coda, con la repressione. Quindi, non è che noi dovremmo cercare di determinare chissà che cosa. Voi pensate veramente, il Governo pensa veramente che i fenomeni di corruzione possano diminuire in questa maniera ? Vi sbagliate completamente. Oppure con la rotazione dei dirigenti e con le direttive che state per adottare sulle partecipate ? È un errore. Queste sono tutte situazioni aggiuntive che possono contribuire a tentare di debellare questo grande cancro della corruzione, che c’è nel nostro Paese, perché di questo si tratta. Noi abbiamo bisogno di invertire una situazione culturale molto brutta che si è innestata nel Paese. Infatti, in politica non si entra più, come una volta, per dare un po’ di anni di contributi a un impegno civile oppure per passione, ma si entra come se si entrasse in una Spa o in una società commerciale, peggio ancora.
  Ma, siccome non è possibile che da subito si riesca a invertire questa tendenza, qui bisogna comportarsi come se avessimo davanti un'emergenza, come quando c’è stato il terrorismo. Ma per poter far questo c’è solo una medicina, quella di ristabilire i controlli preventivi sugli atti della spesa pubblica. Ma di questa cosa nessuno ne vuole parlare e nessuno ne vuole sapere. Solo in quella maniera si può fare.
  Ma noi facciamo anche una proposta. Ma se è così necessaria l'ANAC nazionale Pag. 35per cercare di mettere un argine alla situazione dei fenomeni corruttivi, perché noi non pensiamo, eventualmente, ad ANAC provinciali per controllare gli atti dei comuni, delle regioni e di quello che è rimasto delle province, della sanità ? Ma voi siete a conoscenza della corruzione che c’è nella sanità ? I dati che ci dà la Corte dei conti, i dati che ci dà la Guardia di finanza sono spaventosi. Ogni ASL, ogni direzione generale potrebbe essere trasformata in penitenziario e voi non fate niente per stabilire i controlli della spesa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente). Questo è quello che noi vogliamo fare !
  E vi facciamo anche una proposta perché ci possa essere una soluzione a costo zero. Perché non si istituiscono i comitati di sorveglianza della spesa pubblica presso le prefetture ? Perché non utilizziamo le prefetture, invece di utilizzarle solo per il protocollo ? E i comitati potrebbero essere istituiti certamente uno per ogni provincia per controllare preventivamente tutti gli atti della spesa pubblica che riguardano le partecipate, i comuni, le regioni e quello che è rimasto delle province. Per ciò che riguarda il Ministero c’è l'ANAC nazionale – come ? – con un delegato del comando generale della Guardia di finanza, con un rappresentante della Corte dei conti, a costo zero – dico a costo zero –, e anche e soprattutto con un rappresentante dei cittadini. Di questo noi trattiamo ! E poi, se proprio non volete, può essere istituita anche l'Agenzia delle uscite. Abbiamo istituito quella delle entrate e ha ragione il MoVimento 5 Stelle quando propone l'Agenzia delle uscite.
  Ma mi avvio anche alla conclusione di questo intervento. Vi è qui Gutgeld, che segue la parte della spesa pubblica.
  Allora, richiamerei pure la sua attenzione, signora Presidente, perché noi potremmo stabilire anche l'obbligatorietà della CONSIP. L'obbligatorietà della CONSIP sicuramente determinerà un risparmio enorme e non ci sarebbe bisogno di altra spending review. Noi riteniamo, quindi, che queste proposte vanno fatte. Se veramente volete combattere la corruzione, riprendete subito i controlli preventivi sugli atti della spesa pubblica, di tutta la spesa pubblica fatta in quella maniera e fatta a costo zero. Infatti il provvedimento anticorruzione, che è in discussione al Senato, e questo aumento della prescrizione e quant'altro possono anche contribuire, io non lo escludo, però non risolveranno il problema. Il problema si risolve alla radice, non dalla coda, ma alla radice. E questa cosa è possibile e il Governo farebbe bene a farne tesoro rispetto all'introduzione nuovamente degli organi di controllo che sono stati aboliti per responsabilità della sinistra con la Bassanini e con la modifica del Titolo V. È vero che quelli che c'erano non funzionavano, ma non bisognava abolirli, bisognava rafforzarli. Questa è la strada secondo noi per combattere esattamente quello che voi vi prefissate, ossia la corruzione, non certo con tutto quello che riguarda l'allungamento dei processi. Ma quando arriverà poi il provvedimento sull'anticorruzione ne parleremo di nuovo (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare sul complesso delle proposte emendative, invito di nuovo il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione. Onorevole Dambruoso, mi stava dicendo che i pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 2 sono tutti contrari, tranne ?

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Presidente, nel ricordare a me stesso che ho ascoltato con interesse questo intervento perché davvero è una sollecitazione a fare meglio in termini sistemici, rammento, però, che con l'articolo 2 che stiamo per valutare non c'entra nulla. Abbiamo ascoltato con interesse, però obiettivamente era fuori tema in questo caso.
  La Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2, salvo che sull'emendamento Morani 2.61, su cui il parere è favorevole, Pag. 36e sull'emendamento Giuditta Pini 2.60, su cui il parere è favorevole se riformulato come quello della Morani, e, cioè, portando a diciotto anni il termine di decorrenza della prescrizione nel caso dei minori. Questo in ossequio, non solo a indicazioni di vari organi sovranazionali, ma soprattutto alla luce di una Convenzione che abbiamo sottoscritto, quella di Istanbul, che ci sollecita per questi reati a individuare un termine di prescrizione che consenta alle vittime di questi reati, soprattutto di natura sessuale e soprattutto quando si tratta di minori, di uscire dal giogo delle soggezioni e dei condizionamenti che hanno creato quel tipo di violenza e, finalmente, quando diventati maturi, di poter andare a denunciare. Tutto questo salvo il caso in cui il fatto emerga prima e lo abbiamo considerato. Nel caso in cui questo fatto emerga prima, evidentemente la prescrizione inizierà a decorrere allorché verrà individuato e denunciato.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Giuditta Pini accetta la riformulazione proposta dal relatore per la maggioranza. Relatore di minoranza Colletti ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti, tranne che sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, sul quale esprimo parere favorevole. Inoltre, esprimo parere favorevole anche sull'emendamento Formisano 2.69.

  PRESIDENTE. L'emendamento Formisano 2.69 non è segnalato, è segnalato l'emendamento Morani 2.61

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Morani 2.61.

  PRESIDENTE. L'ultimo segnalato è l'emendamento Di Lello 2.80.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Sull'emendamento Di Lello 2.80 esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Grazie Presidente, il Governo esprime parere conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione del Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, con questo emendamento vogliamo abrogare la norma prevista dalla legge ex Cirielli sulla cosiddetta continuazione del reato, ovvero una modalità usata dal legislatore dell'epoca per far retrodatare il momento in cui scattava la prescrizione.
  All'epoca serviva per dei procedimenti penali a carico del precedente Presidente del Consiglio dei ministri e pertanto ci chiediamo perché il Governo non voglia abrogare quella norma fatta così male e fatta solo per quello specifico motivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, con il parere contrario di Commissione e Governo e favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Forza, colleghi, non siamo più al primo voto ma siamo al ventesimo, quindi dovreste essere tutti là pronti.
  Greco... Carloni... Grillo... Gigli... Causi... Martelli... Grimoldi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 37

   (Presenti  414   
   Votanti  408   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  73    
    Hanno votato
no  335).    

  (I deputati Placido e Franco Bordo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento Colletti 2.6 è stato ritirato dal presentatore.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Morani 2.61. Poiché l'emendamento Giuditta Pini 2.60 come riformulato e l'emendamento Morani 2.61 risultano presentati da deputati dello stesso gruppo, la Presidenza porrà in votazione l'emendamento Morani 2.61 considerandovi aggiunta la firma della deputata Giuditta Pini.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Morani. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI. Signora Presidente, sarò telegrafica. Questo emendamento è particolarmente importante perché, come ha ricordato il relatore Dambruoso, ci mette in linea non solo con una Convenzione che abbiamo approvato qualche anno fa, quella di Lanzarote, ma soprattutto con la Convenzione di Istanbul. Quello che abbiamo introdotto è un innalzamento del momento dal quale parte la prescrizione per i reati commessi con abuso di minori: in Commissione lo abbiamo innalzato al compimento dei 14 anni della persona offesa, con questo voto, in Aula, lo innalzeremo fino ai 18 anni. È un'innovazione legislativa particolarmente importante soprattutto per tutti quei bambini e quelle bambine che subiscono violenze sessuali, che non hanno la forza di riconoscere e soprattutto di denunciare coloro che hanno commesso l'abuso. In questo modo, allungando la prescrizione, stiamo restituendo dignità a vite violate, dignità che purtroppo la prescrizione cancella quando la vittima non ha possibilità di riconciliarsi con le istituzioni che in questo caso non l'hanno saputa proteggere. Con questo emendamento, che mi auguro possa venire votato all'unanimità da questo Parlamento, finalmente potremmo restituire dignità a queste bambine e a questi bambini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente, intervengo solo per esprimere il consenso a questo emendamento Morani 2.61 e per chiedere che venga aggiunta la mia firma e quella dell'onorevole Pagano e per dire che la lotta contro la pedofilia deve essere impegno comune di tutte le forze politiche di questo Parlamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Signora Presidente, mi sembra che questo sia uno dei problemi che costituiscono per davvero un tallone di Achille di tutto il sistema. Mi riferisco concretamente a quei bambini che subiscono violenza da una delle figure genitoriali, vengono sottratti anche all'altro genitore e inviati presso strutture che sono soltanto di pseudoprotezione e che molto spesso sono in attesa che decada il momento che ha costituito l'elemento di maggiore perplessità nei confronti, ad esempio, del padre abusante. Loro sì che subiscono una triplice violenza: quella del padre, quella dell'allontanamento dalla famiglia e quella della mancata chiarezza e del mancato risarcimento sul piano morale oltre che sul piano affettivo e strutturale da parte della famiglia.
  Quindi desidero unire anch'io la mia firma a questo emendamento, ma desidero soprattutto sollevare il problema e richiamare l'attenzione dell'Aula su quella che appare una situazione di abuso sempre più diffuso, abuso da parte dell'adulto abusante, ma abuso anche rispetto ad una struttura che non sa rispondere con la necessaria tempestività ai bisogni reali del bambino.

Pag. 38

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Morani 2.61, con il parere favorevole di Commissione, Governo e relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, stiamo votando l'emendamento Morani 2.61, Giammanco... Tidei... ci siamo ? Non vedo mani alzate, chiusa la votazione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  419   
   Astenuti    2   
   (Maggioranza  210   
    Hanno votato
 407    
    Hanno votato
no   12).    

  (I deputati Gribaudo e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Di Lello 2.80, con il parere contrario di Commissione, Governo e relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Segoni... Dambruoso... Covello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  409   
   Astenuti   12   
   (Maggioranza  205   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  341).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stiamo votando l'articolo 2... Giammanco... Vico... D'Agostino... Orfini... ci sono altri che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate... Falcone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  394   
   Astenuti   27   
   (Maggioranza  198   
    Hanno votato
 354    
    Hanno votato
no   40).    

(Esame dell'articolo 3 – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Passiamo ai pareri sugli emendamenti all'articolo 3. Onorevole Amoddio, prego.

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Presidente, i pareri sono tutti contrari, c’è però un emendamento della Commissione.

  PRESIDENTE. Sì, il 3.500.

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Sì, che modifica il comma 1 lettera a), numero due capoverso numero 3-quater. Sostituire le parole «parere di particolare complessità» con le parole «accertamenti di particolare complessità disposti in udienza preliminare o in dibattimento su richiesta dell'imputato».

  PRESIDENTE. Va bene, grazie. Adesso la parola all'onorevole Colletti. L'aiuto io per gli emendamenti «in vita»: Chiarelli 3.204

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

Pag. 39

  PRESIDENTE. Sul testo alternativo di del relatore di minoranza ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Siamo all'emendamento Colletti 3.9.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici Di Lello 3.62 e Chiarelli 3.205.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza Parere contrario.

  PRESIDENTE. Sannicandro 3.1, a pagina 17.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.17 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.16 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Sannicandro 3.60 e Chiarelli 3.206, a pagina 21 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.197, sempre a pagina 21 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.222 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.198 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento 3.500 della Commissione ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamenti Colletti 0.3.500.1, 0.3.500.2 e 0.3.500.3 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole su tutti e tre.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.18 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 3.207, a pagina 26 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. E l'emendamento Colletti 3.196, a pagina 24 ?

  PRESIDENTE. È una serie a scalare, quindi, gli emendamenti che dobbiamo votare sono l'emendamento a sua firma 3.18, poi l'emendamento Chiarelli 3.207 e, infine, l'ultimo è l'emendamento Chiarelli 3.208.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Sugli emendamenti a firma dell'onorevole Chiarelli esprimo parere contrario.

  PRESIDENTE. Parere contrario su tutti e due, anche sull'emendamento Chiarelli 3.208 ? Sta bene.
  Emendamento Colletti 3.12 ?

Pag. 40

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.13 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.15 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.22 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 3.209 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.199, a pagina 29 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ora un'altra serie a scalare, a pagina 30: emendamento Colletti 3.20 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 3.213 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.200 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Daniele Farina 3.61, a pagina 33 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.201 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.21 ? È il primo di una serie a scalare.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 3.217 ? È il secondo della serie a scalare.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Colletti 3.203 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Chiarelli 3.219, a pagina 38 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Un momento. Ora dobbiamo tornare indietro, perché sulla serie a scalare si vota anche l'emendamento Chiarelli 3.216, a pagina 35.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario. Un'altra cosa, Presidente: visto che non si vota l'emendamento Colletti 3.196, a pagina 24, perché si tratta di serie a scalare, vorrei ritirare l'emendamento a mia firma 3.18 che, invece, è segnalato, così da votare direttamente l'emendamento Colletti 3.196.

Pag. 41

  PRESIDENTE. Sta bene. Non è più una serie a scalare.
  Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.204, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Invernizzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  412   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  351).    

  Passiamo alla votazione del testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, questo emendamento faceva parte della proposta di legge che abbiamo presentato all'incirca due anni fa. Con questa proposta di legge miravamo a cambiare notevolmente l'istituto della prescrizione; così com’è stato fatto con il nostro testo alternativo, intendevamo aumentare le cause di sospensione, scaglionando altresì la durata della sospensione per ogni specifica causa di sospensione, cancellare le cause di interruzione, ma, allo stesso modo, sospendere senza limite, con il rinvio a giudizio, anzi, con la disposizione del rinvio a giudizio, ovvero con l'inizio del processo penale nel momento in cui l'indagato diventa imputato, il decorrere della prescrizione, così come succede in altri Paesi quali Regno Unito, Stati Uniti e Spagna. Questo perché, quando inizia un processo penale, lì lo Stato ha interesse a perseguire quel reato e ha interesse a perseguire quell'imputato: nel momento in cui inizia un processo penale.
  Sospendendo la prescrizione dal momento in cui inizia un processo penale troveremmo altresì benefici per tutte quelle fattispecie che possono verificarsi con un patteggiamento, ad esempio, rendendo migliore la prospettiva per un imputato nel richiedere un patteggiamento, nel richiedere il rito abbreviato, nel richiedere gli altri riti alternativi. Se c’è un motivo per il quale non funzionano in Italia i riti alternativi o il patteggiamento, così come funzionano, invece, negli altri Paesi è proprio per questo motivo, perché l'imputato ha l'orizzonte temporale della prescrizione e quindi andrà nel dibattimento per far durare il dibattimento il più a lungo possibile così da arrivare in primo grado o in appello o in Cassazione alla «santa prescrizione». Tutto questo non accadrebbe se noi sterilizzassimo la prescrizione nel momento in cui inizia il processo penale, nel momento in cui vengono cristallizzate le accuse da parte del pubblico ministero e validate dal GIP, nel momento in cui viene richiesta anche la sanzione sia dal pubblico ministero sia dalla parte offesa.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 42

   (Presenti  422   
   Votanti  416   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  341).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Vico, Coppola, Cancelleri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  415   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  338).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Di Lello 3.62 e Chiarelli 3.205, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mauri, Romano, Taricco, Baroni, Tancredi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  411   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  363).    

  (Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sannicandro 3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Gasparini, Greco, Russo, Letta, Coppola, Di Lello, Ciracì, Artini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  402   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  306).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Marantelli, Malpezzi, Simone Valente, Ministro Orlando.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  421   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  79    
    Hanno votato
no  342).    

Pag. 43

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Prodani, Da Villa, Mazziotti Di Celso, Falcone, Rabino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  425   
   Astenuti    5   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  347).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Sannicandro 3.60 e Chiarelli 3.206, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Kronbichler, Prodani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  410   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  62    
    Hanno votato
no  348).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.197, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ventricelli, Carra, Baroni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  415   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  70    
    Hanno votato
no  345).    

  (Il deputato Vazio ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario. I deputati Ciprini, Tripiedi, Grillo, Nuti e Piccione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.222, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Guidesi, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  420   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  343).    

  (I deputati Capodicasa e Rotondi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere il voto).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 3.198.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Parlo qui per anticipare l'intervento sui subemendamenti all'emendamento della Commissione, Pag. 44anche perché l'emendamento in questione è duplice: da una parte togliamo la locuzione «pareri di particolare complessità» in quanto indica una valutazione meramente discrezionale. Si rischierebbe in futuro di trovarci di fronte ad appelli nei confronti di sentenze in cui il giudice di primo grado ha valutato di particolare complessità una perizia quando invece non lo era: ovvero l'assurdo.
  Prevediamo inoltre, diversamente da quanto previsto nell'emendamento della Commissione che ci accingeremo a votare tra poco, la possibilità di sospendere il decorrere della prescrizione durante le perizie disposte dal pubblico ministero, ovvero anche durante le indagini preliminari. Non riteniamo giusto che si sospenda il processo soltanto durante il dibattimento, ma riteniamo giusto che si sospenda la prescrizione in ogni caso, in quanto queste perizie non vengono fatte per corroborare una tesi contro l'indagato, ma anche per reperire prove a discarico nei confronti dell'indagato stesso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.198, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccione, Adornato, Folino, Fabbri, Nicchi, Grillo, Prataviera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  421   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  343).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Colletti 0.3.500.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cardinale, Saltamartini, Segoni, Prodani, Crippa, Ruocco, Simonetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  415   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  70    
    Hanno votato
no  345).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Colletti 0.3.500.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Simoni, Greco, Letta, Prodani, Tripiedi, Guidesi, Migliore, Lo Monte, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  428   
   Votanti  415   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato sì
  71    
    Hanno votato no  344.    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Colletti 0.3.500.3, con il parere Pag. 45contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Ventricelli, Taricco, Paola Bragantini, Segoni, Palma, Di Lello, Prodani, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   Presenti  426   
   Votanti  413   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato sì
  68    
    Hanno votato no  345.

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.500 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, nonostante le proteste del collega Chiarelli, intervengo su questo emendamento per fare alcuni rilievi. Il primo è che l'articolo 220 del codice di procedura penale introduce la perizia fra i mezzi di prova. Essendo un mezzo di prova, è un mezzo che ovviamente non solo tende ad accertare la verità, ma si pone con particolare pregnanza nell'ambito degli elementi che il giudice deve poi valutare, tant’è che nelle forme dell'incidente probatorio è atto a tutti gli effetti del dibattimento e filtra automaticamente in quel fascicolo.
  Perché segnalo questa preliminare valutazione ? Perché questo è un emendamento che incide su un diritto sostanziale di difesa dell'imputato – mi riferisco alla sospensione del termine di prescrizione – solo quando questa prova è richiesta dalla difesa. A me sembra oggettivamente paradossale che quando l'accertamento della verità processuale proviene dalla difesa, quindi è uno strumento che la difesa sollecita a propria tutela, questo debba comportare per la difesa una penalizzazione ai fini della prescrizione e dell'estinzione del reato.
  Ecco, io credo che in qualche modo sia assolutamente contrario agli articoli 3 e 24 della Costituzione ritenere che una sollecitazione ad un accertamento della verità nell'interesse della difesa debba produrre, come se si trattasse di un semplice rinvio per impedimento, la sospensione del termine di prescrizione. Io credo che, da questo punto di vista, sia un emendamento e una scelta che comporta qualche problema di legittimità costituzionale sotto il profilo degli articoli 3 e 24.
  Ma deve essere chiaro un altro dato, per almeno attutire un effetto che io trovo non certamente in linea con i principi di questo emendamento, che la sospensione della prescrizione si applichi solo e soltanto all'imputato che ha chiesto l'accertamento peritale e cioè che non vi sia la chance di un'estensione tout court anche agli altri soggetti che subiscano, tra virgolette, questa richiesta e che tra l'altro ha un'altra caratteristica – e ho concluso, Presidente – di essere un provvedimento disposto dal giudice, cioè il dato che sia la difesa a chiedere un accertamento peritale non sminuisce minimamente la libertà del giudice, che addirittura – prevede l'articolo 220 – anche d'ufficio può disporre una perizia. Quindi, la mera sollecitazione della difesa è un elemento che legittima la sospensione del termine di prescrizione su un provvedimento disposto dal giudice ? Ecco, questo è il quesito. Aggiungo però che sia ben chiaro che questa sospensione – lo ripeto – per attutirne gli effetti sia rivolta solo e soltanto al soggetto che ne fa richiesta.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.500 della Commissione, con il parere favorevole del Governo e con il parere contrario del relatore di minoranza.Pag. 46
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Galperti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  405   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 259    
    Hanno votato
no  146).    

  (Il deputato Matteo Bragantini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere il voto).

  Passiamo ora alla votazione di una serie a scalare, che ricomprende diversi emendamenti, alcuni dei quali non sono segnalati per la votazione. Gli emendamenti residui risultano tre, uno è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.196, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Blazina, Molteni, Ventricelli, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  419   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  342).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.208, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lo Monte, Patriarca, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  406   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  342).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  422   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  77    
    Hanno votato
no  345).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 47

  Greco, Fanucci, Nardi, Cardinale, a posto. Sorial. Ci sono altri che non riescono a votare ? Non mi pare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  431   
   Votanti  428   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  78    
    Hanno votato
no  350).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Moscatt, Greco, Di Lello. Prodani ha votato; Simone Valente è a posto. Non vedo altre mani alzate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  421   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  346).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 3.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, il testo del Governo, anzi della maggioranza, prevede la sospensione della prescrizione per soli due anni, a seguito della sentenza di condanna di primo grado, e per un anno, a seguito della sentenza di condanna in grado di appello. Ci sembra, in realtà, assurdo che la sospensione della prescrizione operi nonostante una sentenza di condanna in primo grado e in grado di appello.
  Ricordo che in un Paese di sicuro non giustizialista, come ci appellano a noi del MoVimento 5 Stelle, ovvero di persone che richiedono giustizia e che hanno in sé il sentimento della giustizia, ebbene in un Paese come la Germania a seguito della sentenza di condanna di primo grado la prescrizione non decorre più, ma non decorre più solo per due anni per poi ricominciare a decorrere nuovamente ma non decorre e basta.
  E, quindi, togliendo questa sospensione, come fa il testo della maggioranza, in realtà avremo sempre più impugnazioni, sempre più ricorsi in Cassazione e non risolveremo nemmeno il problema delle eccessive impugnative da parte degli imputati in appello o in Cassazione. Noi siamo il Paese dove un imputato patteggia e poi fa ricorso per Cassazione contro il patteggiamento che lui stesso ha richiesto. Siamo a questa assurdità ! Se non votate questo emendamento del MoVimento 5 Stelle in realtà ricadiamo sempre negli stessi errori, senza andare a modificare davvero la normativa sulla prescrizione.
  È per questo che chiediamo il voto favorevole degli uomini e delle donne di buona volontà che sono presenti in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, posso ?

  PRESIDENTE. Sì, ha due minuti, onorevole.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, io dico subito che non sono affatto un uomo di buona volontà. Cioè, torniamo all'origine del problema: la prescrizione. Anzi, facciamolo in termini pratici. Un ragazzo di vent'anni, che compie un furtarello, quanto tempo deve stare sotto processo ? Questa è la questione.Pag. 48
  Spostando i termini della prescrizione noi andiamo a giudicare una persona, alla fine, completamente diversa da quella che era all'inizio. Questo ragazzo, se partecipa ad un concorso, non potrà, per esempio, presentare un certificato dei carichi pendenti che sia, come dire, immune da vizi (da pregiudizi volevo dire). Questo è il punto.
  Allora, la prescrizione non serve.
  Non dobbiamo allungare i termini della prescrizione in modo strumentale per venire incontro a tutte quelle altre esigenze: sollecitare i riti alternativi o altro che è stato detto qui dentro. La prescrizione ha uno scopo che si riallaccia anche al principio della rieducazione della pena. La pena non sarà mai rieducativa se sopraggiunge dopo anni in cui il reato è stato commesso. Qui si esalta sempre il principio della volontà punitiva dello Stato, ma lo Stato punisce i reati solo perché a ciò delegato dalla comunità. C’è uno Stato-comunità prima di una Stato-apparato, ed è questa visione democratica che a molti manca. Questo è il punto che ci porta a parlare di prescrizione in modo strumentale, come stiamo ascoltando quest'oggi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente. Per rispondere al collega Sannicandro e per smetterla di continuare a fare esempi che non c'entrano nulla con quello di cui stiamo parlando, il ragazzo che oggi commette un furtarello, grazie all'ennesima norma indecente della maggioranza, non è nemmeno perseguibile per reato, collega Sannicandro. Quindi, smettiamola di ventilare processi che durano per piccoli reati. Avete fatto sì che quei reati non siano più perseguibili; è la legge sul reato tenue che dalla scorsa settimana è pubblicata in Gazzetta Ufficiale. Qui il problema è di gente che ha occupato questi banchi e che ha occupato anche, contemporaneamente, le aule dei tribunali, e le ha intasate proprio perché dormiva con la calcolatrice sotto il cuscino, per calcolare quando si prescrivevano i propri reati. Parliamo di quello di cui stiamo parlando davvero e, per quanto riguarda la prescrizione, la gente non deve stare più in giudizio ad aspettare che duri anni il giudizio per estinguere il proprio reato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie Presidente. L'onorevole Sannicandro si deve convincere: l'obiettivo di una parte di giustizialisti esasperati e quant'altro è quello di arrivare un giorno, qui dentro, a votare una norma per auto arrestarci.

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Grazie Presidente. Intervengo solo perché sono convinto che la sollecitazione che è venuta dall'onorevole Sannicandro sia opportuna, solo che è meglio comunicare informazioni esatte, sopratutto quando stiamo cercando di approvare delle leggi e delle riforme che hanno anche una loro storicità, visto che alla prescrizione dal 2005, dalla cosiddetta ex Cirielli, non si metteva mano. Quello che ha detto l'onorevole Sannicandro non corrisponde oggi alla realtà dei fatti. Perché ? Non perché lui non desiderasse comunicare l'assurdo della asistematicità degli interventi che stiamo facendo. L'abbiamo più volte detto: da Palese in poi, più interventi hanno sottolineato che non basta intervenire sulla prescrizione, ma dobbiamo intervenire in modo sistematico e sistemico. Ecco, oggi, però, il Governo sta cercando di fare questo. Con decreto legislativo già entrato in vigore, oggi, se un caso di furto è portato davanti al giudice – ma comunque arrivi davanti al giudice Pag. 49– il giudice lo vede e dice: questo è di particolare tenuità e chiedo l'archiviazione immediata, non perdiamo più tempo. Ed è questo uno dei modi che, in modo sistemico, cerca di realizzare, da un lato, la perseguibilità dei reati seri e, dall'altro, di evitare che si sovraccarichi il carico giudiziario e le aule di giustizia. Per questo, io sottolineo che le informazioni che ci sono arrivate non corrispondono al vero.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie Presidente, per ripetere, intanto vorrei attirare l'attenzione dei colleghi sul fatto che queste norme che noi approviamo non si applicano solo ai deputati o ai senatori, che mi pare alcuni di noi ritengano a priori meritevoli di finire tutti in galera, non senza fine prescrizione, ma anche senza fine pena, ma si applicano anche ai cittadini comuni. E per quanto riguarda i cittadini comuni, se dobbiamo guardare le statistiche, credo che su cento che vengono rinviati a giudizio – prego il collega Dambruoso di correggermi, lui sa meglio di me tutte queste cose – la metà viene condannata e l'altra metà viene assolta.
  Mi pare che 53 vengono condannati e 47 vengono assolti. Rinviati a giudizio; se cominciassimo con l'avviso di garanzia, le proporzioni degli assolti sarebbero molto più alte. E noi dobbiamo avere anche il punto di vista dell'innocente che è sottoposto a processo, perché il processo è una pena. Non dovrebbe essere così, contraddice tutto quello che ci ha lasciato detto Beccaria e anche la civiltà giuridica, però il processo è una pena.
  E, siccome non mi unisco volentieri a quelli che parlano male dell'Italia, dirò che non è una pena solo in Italia: è una pena un po’ dappertutto, ma in Italia un po’ di più, perché perdi la tua onorabilità, perché la tua banca, magari, non ti concede il fido, perché puoi avere delle misure cautelari le quali ti privano della libertà, del controllo dei conti correnti, perché la tua azienda può fare fallimento, perché i tuoi figli possono essere additati come figli di un ladro, perché tua moglie, magari, ti lascia perché non regge più la situazione, perché devi pagare i costi di avvocati molto elevati, nell'ordine di decine e decine di migliaia di euro, e poi vieni assolto.
  Possiamo noi puntare ad un processo di durata infinita ? I romani avevano un modo di dire: «Fiat iustitia et pereat mundus», si faccia giustizia e il mondo vada in rovina, ma non condividevano questo punto di vista: lo enunciavano per dire, contro di esso, un'altra cosa, che bisogna temperare il iustum con l’aequum, cioè trovare delle modalità le quali consentano di fare giustizia, mantenendo un ragionevole livello di umanità.
  Il principio «prescrizione mai» è un principio disumano, prolunga all'infinito la pena del processo, ma si potrebbe aggiungere a quello che ha detto recentemente il collega: che senso ha infliggere la pena venti anni dopo che il fatto è stato commesso ? Ha una funzione rieducativa, venti anni dopo ? O ti ha rieducato la vita o non ti rieduca certo il carcere !
  Ha una funzione di prevenzione ? No, perché, se il fatto è di venti anni fa e in questi venti anni non hai commesso nuovi reati, non sei più una minaccia per la società. Ha soltanto una funzione afflittivo-retributiva ? Ma una pena che ha soltanto funzione afflittivo-retributiva è la pena di uno Stato civile o è la riedizione della vendetta pregiuridica, che dominava gli ordinamenti precedenti lo Stato moderno ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà, per un minuto. Lei si ostina a voler usare quel microfono, perché Chiarelli non le dà spazio... Prego.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Colgo una difficoltà congenita del collega Chiarelli a prestare il microfono. Poche battute per segnalare un dato: io, con il collega Dambruoso, sono spesso d'accordo, questa volta no. Non credo che si possa tarare una riforma come quella che stiamo proponendo Pag. 50con queste norme da un punto di vista – egli ha detto – sistemico, confidando sul dato che il giudice, nell'applicazione di un principio, quale può essere quello della tenuità del fatto, possa porre rimedio ad un criterio che, invece, è assolutamente aritmetico.
  È vero, cioè, che la discrezionalità del giudice, in qualche modo, aiuta le norme, ma non si può pensare che delle caratteristiche, secondo me, esattamente segnalate nell'intervento del collega Sannicandro, possano essere temperate, da un punto di vista sistematico, da un intervento quasi random, casuale, occasionale, dovuto al caso specifico del giudice. Quindi, mi sembra che la preoccupazione resti tutta e non possa essere temperata con un intervento, ripeto, occasionale del giudice.

  PRESIDENTE. Chiedo ai colleghi di prendere posto.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.22, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi, andate ai posti e votate. Murer, Lo Monte, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  73    
    Hanno votato
no  338).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.209, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sblocchiamo le postazioni dell'onorevole Vezzali e dell'onorevole Garavini. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  405   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no  346).    

  (I deputati Zolezzi e Pellegrino hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.199, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Abrignani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  410   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  80    
    Hanno votato
no  330).    

  (Il deputato Parentela ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo ora ad una serie a scalare, a pagina 30 e 31 del fascicolo, che ricomprende Pag. 51diversi emendamenti, alcuni dei quali non sono segnalati per la votazione. Gli emendamenti residui risultano quattro. Porrò dapprima in votazione il primo della serie, l'emendamento Colletti 3.20, successivamente un emendamento intermedio, infine l'ultimo emendamento della serie, Colletti 3.200.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Invernizzi, Marco Di Maio, Grassi. Hanno votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  417   
   Votanti  414   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  350).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.213, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Rabino. Sblocchiamo la postazione... provi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  371).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.200, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuseppe Guerini, Ventricelli, Duranti, Borghi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  74    
    Hanno votato
no  343).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 3.61, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lorenzo Guerini. Non vedo altre mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  419   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato
  34    
    Hanno votato
no  385).    

  (La deputata Terzoni ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.201, con il parere contrario Pag. 52della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Campana, D'Agostino, Matarrelli, Ribaudo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  350).    

  (La deputata Rubinato ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo ora ad una serie a scalare (pagine 34 e seguenti del fascicolo), che ricomprende diversi emendamenti, alcuni dei quali non sono segnalati per la votazione. Gli emendamenti residui risultano quattro. Porrò dapprima in votazione il primo della serie, l'emendamento Colletti 3.21, successivamente l'emendamento intermedio Chiarelli 3.216 e, infine, l'ultimo emendamento della serie, l'emendamento Chiarelli 3.217.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piccoli Nardelli, Giuliani, Tidei, Russo. Ci sono altri che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  428   
   Maggioranza  215   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  353).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.216, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nizzi... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Nizzi... Capua, Carrozza, Invernizzi, Vazio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
  75    
    Hanno votato
no  347).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.217, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ginefra, Palma.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 53

   (Presenti  419   
   Votanti  416   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  71    
    Hanno votato
no  345).    

  (Il deputato Lodolini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 3.203, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Murer, Vezzali, Vazio, D'Attorre, Invernizzi, Laffranco.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
  76    
    Hanno votato
no  348).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 3.219, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Valiante. Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  396   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
  38    
    Hanno votato
no  358).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Berretta, Schirò, Grillo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  354   
   Astenuti   68   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 274    
    Hanno votato
no   80).    

  (Il deputato Busto ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi. Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 4 – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 54

  STEFANO DAMBRUOSO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione esprime parere contrario su tutti gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza, onorevole Colletti ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere contrario sugli identici emendamenti Daniele Farina 4.60, Chiarelli 4.61 e Di Lello 4.62, mentre esprimo parere favorevole sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti.

  PRESIDENTE. Ricordo che gli emendamenti Chiarelli 4.221 e 4.220 sono stati ritirati.

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Esprimo parere favorevole sull'emendamento Formisano 4.63.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ENRICO COSTA, Viceministro della giustizia. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Daniele Farina 4.60, Chiarelli 4.61 e Di Lello 4.62.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Daniele Farina 4.60, Chiarelli 4.61 e Di Lello 4.62, con il parere contrario della Commissione, del Governo e del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Migliore, Fossati. Ci siamo ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  418   
   Votanti  406   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  339).    

  (La deputata Pellegrino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Nizzi, Minucci, Ventricelli, Lavagno, Saltamartini, Toninelli. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  406   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  338).    

  (I deputati Nicchi e Paglia hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Formisano 4.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 55

  Brandolin, Lavagno... ci sono altri che non riescono a votare ? Pilozzi, Artini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  415   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  343).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Grillo... sblocchiamo la postazione dell'onorevole Grillo... Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  420   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  211   
    Hanno votato
 341    
    Hanno votato
no   79).    

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, avverto che per un errore materiale il testo A del provvedimento, che è in distribuzione, non riporta all'articolo 5 le modifiche deliberate dalla Commissione giustizia in sede di adozione del testo base nella seduta del 14 gennaio 2015. Quindi chiedo una breve sospensione della seduta, necessaria per poter convocare il Comitato dei nove e parlarne in Sala dei ministri. Sarà una sospensione molto breve, di un quarto d'ora, al fine di convocare una riunione del Comitato dei nove per poter rendere edotti sulla questione tutti i rappresentanti dei gruppi, che invito nella Sala del Governo.

  PRESIDENTE. Non possiamo che prendere atto della richiesta della presidente Ferranti.
  Sospendo per un quarto d'ora la seduta, che riprenderà alle ore 13,45. Il Comitato dei nove è immediatamente convocato nella Sala del Governo.

  La seduta, sospesa alle 13,30 è ripresa alle 13,55.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Cirielli, Costa, Dambruoso, Di Lello, Ferranti, Gregorio Fontana, Fontanelli, Giancarlo Giorgetti, Mannino, Nicoletti, Orlando, Realacci, Speranza, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centotré, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione della proposta di legge n. 2150-A (ore 13,56).

  PRESIDENTE. Ricordo che prima della sospensione della seduta è stato approvato da ultimo l'articolo 4. Chiedo alla Presidente della Commissione giustizia, deputata Ferranti, di illustrare all'Assemblea l'esito della riunione del Comitato dei nove.

Pag. 56

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, come ho già detto, per un errore materiale, il testo «A» del provvedimento che è in distribuzione non riporta fedelmente il testo dell'articolo 5 così come approvato dalla Commissione giustizia nella seduta del 14 gennaio 2015 in sede di adozione del testo base, testo che, peraltro, sul punto non è stato mai emendato.
  Il testo corretto dell'articolo 5, quindi, come approvato dalla Commissione, è il seguente: Articolo 5 (Modifica dell'articolo 161 del codice penale) 1. Il primo comma dell'articolo 161 del codice penale è sostituito dal seguente: «l'interruzione della prescrizione ha effetto per tutti coloro che hanno commesso il reato. La sospensione della prescrizione ha effetto limitatamente agli imputati nei cui confronti si sta procedendo». Del contenuto di tale articolo ho già dato ampia comunicazione nella riunione del Comitato dei nove che abbiamo svolto poc'anzi.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente Ferranti, prendo atto di tale precisazione. Faccio presente che astrattamente si porrebbe la questione dell'emendabilità di tale parte del testo, tuttavia risulta che i gruppi siano stati tutti concordi nel riferire all'originario testo le proposte emendative già presentate, che comunque risultano soppressive, interamente sostitutive dell'articolo o volte ad aggiungervi ulteriori commi.

(Esame dell'articolo 5 – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito i relatori ad esprimere i pareri. Onorevole Amoddio, prego.

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Signora Presidente, i pareri sono tutti contrari, con invito al ritiro.

  PRESIDENTE. Onorevole Colletti ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Presidente, ci rimettiamo all'Assemblea per l'emendamento Chiarelli 5.61, il parere è favorevole sul testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti. Sull'emendamento Chiarelli 5.220 ci rimettiamo all'Assemblea.

  PRESIDENTE. Era inammissibile l'emendamento Chiarelli 5.220. Il parere sull'emendamento Ferraresi 5.63 ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore per la minoranza. Favorevole, favorevole anche sull'emendamento Colletti 5.64, ci rimettiamo all'Assemblea per l'emendamento Daniele Farina 5.60.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il parere è conforme al parere della relatrice per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Chiarelli 5.61.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Chiarelli 5.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si rimette all'Assemblea.
  Prego i colleghi di prendere posto e di iniziare a votare.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Sani, Carloni, Zardini, Donati, Borghi, Carnevali, Martella. L'onorevole Carloni non riesce a votare: provi, onorevole, se c’è qualcosa nel dispositivo lo tolga. Tidei. Onorevole Zardini, non tolga la scheda, aspetti un attimo, arriva il tecnico. Onorevoli Cirielli, Ciracì. Forza, però, colleghi, chi è fuori dai banchi... io Pag. 57non posso aspettare che riprendiate tutti posto. Forza, veloci. Gagnarli, Gallinella, Agostinelli, Colaninno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Scusate, pensavo che aveste risolto con l'onorevole Zardini, che non è riuscito a votare, come anche l'onorevole D'Incecco.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). La votazione l'avevo chiusa, aspettiamo la prossima votazione.

   (Presenti  351   
   Votanti  269   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  135   
    Hanno votato
  22    
    Hanno votato
no  247).    

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Pellegrino ha segnalato che avrebbe voluto astenersi. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul Testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 14)

  Abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  357   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
  51    
    Hanno votato
no  306).    

  (Il deputato Airaudo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Ferraresi 5.63, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente, siamo qui a votare, per la seconda volta in questa legislatura, l'abrogazione dell'articolo 161, comma 2, del codice penale introdotto nel 2005 con la famosa legge ex Cirielli sulla prescrizione ed altro. Su questa legge, nel 2005, il centrosinistra dell'epoca si espresse molto duramente, furono usate le parole: «Questa legge esce direttamente dalla stanza dall'avvocato Previti», «Questa legge è l'ennesima legge ad personam del Governo Berlusconi», «Questa legge è una legge vergogna che, appena governeremo, assolutamente con priorità noi cambieremo». Queste sono state le parole durissime usate dal centrosinistra contro questa legge, l'ennesima legge ad personam, ma non solo nel susseguente Governo Prodi nulla è stato fatto quasi per toccare questa legge, soprattutto sulla prescrizione. Ora siamo nel Governo – che di centrosinistra è un po’ difficile chiamarlo – Renzi, con il PD al Governo, abbiamo l'ennesima occasione di poter andare a modificare questa legge odiosa, questo punto sulla prescrizione, che impedisce all'interruzione di andare oltre il tempo necessario a prescrivere di un quarto. Un quarto è un blocco assolutamente irragionevole: non si capisce perché gli atti interruttivi, che sono atti legittimi, non possano andare oltre un quarto del tempo necessario a prescrivere.
  Questo non si capisce, è un blocco ingiusto, un blocco che ha, di fatto, consentito di prescriversi a numerosi processi, anche importanti; è un blocco che noi abbiamo l'opportunità, quest'oggi, tutti insieme, Pag. 58di buttare giù, quindi, di abrogare. Io, quindi, chiedo al Partito Democratico, a questa maggioranza e a tutti quelli che si stracciarono le vesti all'epoca, ma che non hanno mai fatto niente per cambiarlo, un voto positivo: per togliere questo blocco, per far sì che gli atti legittimi dell'interruzione possano comportare il tempo necessario e non avere un blocco di un quarto, su cui non si può andare oltre.
  Allora vedremo per la seconda volta nella legislatura se, alle parole, appunto, susseguenti saranno i fatti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ferraresi 5.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Arlotti, Palma, Artini, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  373   
   Votanti  342   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  294).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Colletti 5.64.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente, come diceva prima il mio collega Ferraresi, il motivo per cui non viene cambiato l'articolo 161, secondo comma, dimostra la mancata volontà del Governo e della maggioranza di andare a incidere davvero sulla prescrizione e sulle deviazioni che l'attuale normativa sulla prescrizione provoca in un processo, che provoca in processi che si prescrivono grazie soprattutto a questo articolo 161, secondo comma, articolo inserito dalla legge cosiddetta ex Cirielli.
  Con questo emendamento di subordine, rispetto all'abrogazione tout court, noi chiediamo che in caso di interruzioni, per lo meno, si applichi il doppio del tempo necessario a prescrivere. Ce lo chiedono tutte le magistrature, ce lo chiedono anche alcuni organi europei, nonché alcune commissioni che sono state fatte in seno al Consiglio d'Europa, ma ce lo chiede, soprattutto, il buonsenso. Se davvero vogliamo fare qualcosa di utile per andare a cambiare le cose, allora dobbiamo votare a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 5.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Fregolent, provi a votare... Vico, Faenzi, Valentini, Pilozzi, Tripiedi, Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  386   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  323).    

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Daniele Farina 5.60. Passiamo ai voti.Pag. 59
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Daniele Farina 5.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale il relatore di minoranza si è rimesso all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma, Campana, provi a votare onorevole Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  312   
   Astenuti   73   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  20    
    Hanno votato
no  292).    

  (Il deputato Placido ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Grazie Presidente, come è noto, la posizione del Nuovo Centrodestra-Area Popolare è stata espressa nelle modalità di cui all'articolo 1, con tutto quello che ovviamente ne è conseguito. La conseguenza è stata che il Governo, nella persona del Ministro, ha detto chiaramente che, in sede di seconda lettura, ci sarà un momento di confronto, un'apertura, e quindi di fatto un'accettazione delle nostre tesi. Questo naturalmente ci conforta e ci porta a dire, così come siamo stati consequenziali fino ad adesso, che anche nella parte finale di questo provvedimento e quindi per gli articoli che saranno trattati, le proposte emendative a firma del sottoscritto e del nostro gruppo di fatto non hanno più motivo di esistere. Da qui, la manifestazione ufficiale di ritirare le proposte emendative, non solo quella a mia firma 5.01 ma anche tutte quelle che riguardano il gruppo di Area Popolare.

  PRESIDENTE. Sì. Giusto per la precisione: l'articolo aggiuntivo Pagano 5.01 è inammissibile, al pari di alcuni altri, come gli articoli aggiuntivi De Girolamo 5.02 e 5.03.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 5.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Votano tutti con grande successo. Onorevole Mucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  376   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 270    
    Hanno votato
no  106).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

(Esame dell'articolo 6 – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2150-A).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Presidente, i pareri del relatore per la maggioranza sono contrari.

  PRESIDENTE. Allora, scusi, facciamo una cosa fatta bene. Sull'emendamento Colletti 6.60 il parere è contrario ?

Pag. 60

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Sì, contrario.

  PRESIDENTE. Sul testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, il parere è contrario ?

  SOFIA AMODDIO, Relatrice per la maggioranza. Sì.

  PRESIDENTE. L'emendamento Chiarelli 6.220 è ritirato.
  Il Governo ?

  SESA AMICI, Sottosegretaria di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, il parere è conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Relatore di minoranza ?

  ANDREA COLLETTI, Relatore di minoranza. Presidente, sull'emendamento Colletti 6.60 il parere favorevole, così come sul testo alternativo del relatore di minoranza. C’è qualcos'altro ?

  PRESIDENTE. No, non c’è nient'altro, perché poi votiamo l'articolo, essendo l'emendamento Chiarelli 6.220 ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Colletti 6.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Picchi, Santanchè, Squeri, onorevole Fanucci, provi a votare con le dita e le garantisco che godrà di grande successo. Chimienti, Simone Valente.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  406   
   Votanti  394   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  65    
    Hanno votato
no  329).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul testo alternativo del relatore di minoranza, Colletti, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Incà.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  398   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  326).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  400   
   Votanti  380   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 318    
    Hanno votato
no   62).    

Pag. 61

  (Il deputato Capodicasa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole, la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare e il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Poiché non sono stati presentati ordini del giorno, secondo le intese intercorse tra i gruppi di procedere allo svolgimento delle dichiarazioni di voto finale alle ore 14,30, sospendo la seduta, che riprenderà pertanto alle 14,30 con la ripresa televisiva diretta.

  La seduta, sospesa alle 14,15, è ripresa alle 14,35.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo, dunque, alle dichiarazioni di voto finale.
  Ricordo che è stata disposta la ripresa televisiva diretta delle dichiarazioni di voto finale dei rappresentanti dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo Misto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mara Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe ed onorevoli colleghi, Alternativa Libera valuta positivamente la previsione della sospensione del termine di prescrizione di due anni, dopo la sentenza di condanna di primo grado, e di un anno, a seguito della sentenza di appello, operando, quindi, la sospensione solo nel caso in cui l'imputato sia stato condannato anche in via non definitiva. Al contrario, in caso d'assoluzione i termini prescrizionali continueranno a decorrere nei rispettivi gradi ed opereranno senza sostanziali modifiche rispetto alla normativa attualmente vigente. Questo correttivo appare positivo, poiché consente un ampliamento dei termini prescrizionali nel caso che vi sia un accertamento di colpevolezza in primo o in secondo grado di giudizio.
  Un altro aspetto che accogliamo positivamente è la previsione dell'aumento della metà dei termini di prescrizione per i reati di corruzione per l'esercizio della funzione (articolo 318 del codice penale), corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio (articolo 319 del codice penale), corruzione in atti giudiziari (articolo 319-ter del codice penale).
  Mentre, però, osserviamo che una crisi economica sempre peggiore spinge molti Stati occidentali a punire severamente i reati finanziari e il malaffare politico, ci rendiamo conto che, invece, in Italia i più ricchi e potenti riescono quasi sempre a non incorrere in una condanna. Sugli oltre 60 mila detenuti si contano soltanto 11 accusati per corruzione, 26 per concussione, 46 per peculato, 27 per abuso d'ufficio aggravato, mentre se facciamo un confronto con altri Stati limitrofi, come ad esempio la Germania, per i reati economico-finanziari vi sono in cella 8.600 detenuti e, a fronte di un'evasione stimata, nel nostro Paese, di ben 180 miliardi di euro l'anno, in cella per frode fiscale vi sono soltanto, in Italia, 168 persone e appena 3 arrestati per reati sociali o di falso in bilancio. Questi sono i tragici numeri della nostra giustizia in Italia.
  Detto questo, quindi, siamo di fronte ad un intervento che non appare sufficiente rispetto alle sfide ben più ampie e profonde che si pongono in riferimento a tematiche fondamentali, che chiamano in causa principi democratici e costituzionali. Mi riferisco, ad esempio, al tema della corruzione o a quello della giustizia. Non è stata, infatti, colta in pieno l'occasione di incidere profondamente sulla prescrizione e ricordo che, solo nel 2012, 113 mila procedimenti sono stati cancellati dalla prescrizione, mentre nei tribunali si sono accumulati poco meno di 3 milioni e mezzo di fascicoli da smaltire. È un infame colpo di spugna, che penalizza soprattutto le vittime ed offende la democrazia stessa.Pag. 62
  Altrettanto importante sarebbe stato includere nell'aumento della metà dei termini di prescrizione per reati di corruzione ogni reato contro la pubblica amministrazione, soprattutto alla luce della recente cronaca politica, che amplia il già profondo solco tra i cittadini e le istituzioni. La corruzione, per come si configura oggi, appare difficile da individuare e da perseguire, perché l'interesse di entrambe le parti coinvolte nel reato è di tenerla ovviamente nascosta. E perché emerga, spesso ex post, presentandosi con forme diverse dall'antica tangente del passato e mostrandosi spesso nella forma della più generica e insidiosa utilità di vario tipo, il procedimento diventa sempre più lungo e, quindi, c’è il rischio che si arrivi alla prescrizione.
  Lo Stato non può, quindi, arrendersi e non deve arrendersi rispetto alla sfida posta dai reati che offendono la moralità stessa del nostro Paese, danneggiando anche sul piano degli investimenti il nostro Paese, poiché ne scoraggiano la presenza. Penso alle imprese che evidentemente possono incorrere nella perdita di commesse perché, appunto, chi si presta alla corruzione passa avanti a loro, piuttosto che ai cittadini, su cui grava pesantemente anche il costo della corruzione e dell'evasione stessa (ripetiamo: 180 miliardi di euro l'anno).
  La riforma, dunque, è un primo passaggio a cui dovranno seguire altre azioni, sul fronte della corruzione, un fenomeno ormai endemico e mutante, che rende molto difficile la sua individuazione sul fronte stesso della giustizia, perché sia pienamente attuato l'articolo 111 della Costituzione, investendo risorse economiche ed umane e procedendo ad una riorganizzazione del settore.
  Ricordo che la stessa Europa ci ha sollecitati più volte sul tema dei tempi della giustizia, che restano un vulnus nel nostro sistema democratico. L'articolo 111 della Costituzione parla, in effetti, della ragionevole durata del processo. Allungare i termini della prescrizione per i suddetti reati non risolve questo problema e noi vogliamo puntare a una giusta lunghezza del processo e a una certezza della pena. Un processo lungo incide sulla percezione della moralità del soggetto colpito, dei familiari e danneggia le persone offese.
  L'Italia spende soltanto 7 miliardi di euro per la giustizia, a fronte degli 800 miliardi del bilancio dello Stato, una cifra inaccettabile per un settore che impatta sulla vita reale e quotidiana delle persone.
  A fronte di queste valutazioni, Presidente, voteremo il provvedimento, ma solleciteremo, allo stesso tempo, un impegno più generale, che riguardi, come detto, la tematica del sistema giudiziario, anche in relazione a quella metastasi inaccettabile che per noi è la corruzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Di Lello. Ne ha facoltà.

  MARCO DI LELLO. Grazie signora Presidente, onorevoli colleghi, i Socialisti non voteranno questo provvedimento, perché sposta il peso dell'inefficienza dello Stato sulle spalle dei cittadini.
  La Costituzione, la nostra Costituzione, impone la ragionevole durata del processo e la prescrizione serve anche a questo, a fissare un limite temporale all'interesse a sanzionare un reato, a consentire ai cittadini imputati di potersi difendere, senza dover tornare indietro con la memoria di venti o più anni, e ad obbligare lo Stato a decidere entro un tempo limite se si è innocenti o colpevoli.
  È un istituto previsto già dall'antica Grecia – ne parlano nei libri Lisia e Demostene – ma siccome in Italia non sempre si riesce a celebrare un processo in un tempo ragionevole, allora c’è chi pensa di allungare questo tempo, anche a costo di renderlo irragionevole. Eppure, negli ultimi dieci anni i processi conclusisi con prescrizione si sono quasi dimezzati, e invece con questa legge noi incentiviamo le inefficienze. Pensiamo che i processi durino troppo a lungo ? Sì. E qui si pensa di prolungarli di altri tre anni !
  In Belgio, dove ci sono reati improcedibili dopo appena sei mesi, la durata del Pag. 63processo è in media di quattro anni. Questo dovrebbe essere il nostro modello.
  Perché, dunque, non imporre l'inizio del processo entro un mese dal rinvio a giudizio ? Perché non imporre l'avvio del processo d'appello entro un massimo di sei mesi dal deposito dell'impugnativa ? Perché non sanzionare la mancata osservanza dei termini di deposito delle sentenze ? È tutto il tempo che si perde, in alcun modo ascrivibile a responsabilità degli imputati. Sono piccoli accorgimenti che aumenterebbero l'efficienza e accorcerebbero i tempi del processo.
  D'altra parte, in Cassazione ad oggi si prescrive appena lo 0,4 per cento dei procedimenti penali e, ciò nonostante, questa legge prevede un ulteriore allungamento per altri dodici mesi dei termini di prescrizione. Perché ?

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  MARCO DI LELLO. Perché – concludo Presidente – dopo che un procuratore ha dichiarato che il taglio di quindici giorni di ferie ai magistrati avrebbe fatto schiattare di lavoro i giudici, mi viene il dubbio: è forse questo il motivo ? O è forse il prezzo che i cittadini devono pagare per avere ottenuto, grazie ai Socialisti, la responsabilità civile dei giudici ?
  Ma i diritti non si barattano. Noi siamo al centocinquantasettesimo posto su centottantatré, secondo la Banca mondiale, per inefficienza del sistema giudiziario e la durata dei processi. Veniamo dopo il Togo, il Kosovo, le isole Comore. C’è chi ambisce forse a portarci all'ultimo posto. Non avverrà con il voto dei Socialisti (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signora Presidente, colleghi, Governo, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale è a favore di questo provvedimento proposto dal Ministro Orlando. Ovviamente, abbiamo avuto modo di chiarire che ci aspettavamo una riforma strutturale in tema di prescrizione e non un piccolo passo in avanti.
  Ma, tuttavia, non possiamo ignorare che questo Ministero, il Ministro Orlando, è stato il primo, dopo tanti anni, a mettere mano anche a questa riforma, la riforma della prescrizione, introducendo un concetto che consente, in maniera compromissoria, evidentemente, di allungare i tempi della prescrizione, impedendo, quindi, che surrettiziamente vi sia una continua amnistia mascherata per la decadenza di una serie di processi e di reati.
  Sia chiaro, l'istituto della prescrizione ha una sua valenza garantista e democratica, nel senso che lo Stato non può immaginare di sottoporre in maniera indefinita a processo, che di per sé è una pena, un cittadino. Oltretutto, l'Unione europea, la Corte di giustizia, ci ha più volte richiamato sulla ragionevole durata dei processi.
  Ma, d'altro canto, se non si interviene in maniera strutturale per impedire le lungaggini burocratiche di un processo che non funziona, è evidente che, se si mette un termine troppo breve, come è stato sinora, di prescrizione, significa, automaticamente, condannare all'inefficienza dello Stato, un'impunità per i delinquenti, un'afflizione ulteriore per le vittime dei reati.
  E non si tratta, come si dice in maniera demagogica, solo del tema della corruzione. Qui si tratta di rapine, estorsioni, furti in abitazione, furti di autoveicoli, truffe: una serie di reati che comunque colpiscono in maniera grave la popolazione. In Italia non vi è solo un'emergenza corruzione: vi è un'emergenza sicurezza.
  È di qualche giorno fa la vicenda gravissima di un omicidio da parte di uno straniero, illegalmente nel territorio nazionale, già espulso, che aveva commesso decine di reati, tra cui estorsioni, furti, rapine, ed era ancora in libertà. Allora, da questo punto di vista, crediamo che questo sistema della prescrizione abbia portato, Pag. 64certamente, disastri che la politica e il Parlamento finora non hanno provveduto ad estirpare.
  Voglio anche ricordare, poiché questa legge porta, in parte, il mio nome, la famosa legge ex Cirielli, che è una legge che, prima della vicenda di Forza Italia, della critica e della polemica sulle leggi ad personam, era spinta da tutti, tranne che dal mio vecchio gruppo, Alleanza Nazionale, e dal sottoscritto. Noi eravamo contrari e presentammo, peraltro, una proposta di legge sulla recidiva.
  Quindi, non è che io personalmente, il mio gruppo, abbia presentato una proposta sulla prescrizione e poi si sia pentito e abbia cambiato idea, o il sottoscritto abbia cambiato idea. Noi avevamo presentato una proposta di legge in tema di recidiva, un istituto rigorista. Solo con un emendamento di Forza Italia, largamente condiviso anche da parti che oggi sono nel Governo e in questa maggioranza, la prescrizione fu cambiata in maniera organica, riducendo i tempi.
  E bene è stato ricordato che, in questi dieci anni, non soltanto i Governi di centrodestra non hanno cambiato questa legge, benché più volte criticata da tutti, ma anche Governi di centrosinistra non hanno posto proprio mano al problema di questa amnistia permanente che quella riforma sulla prescrizione portava.
  Per quanto mi riguarda, ovviamente, non ho da prendere distanza da una legge che non ho proposto né ho emendato, ma oggi ribadiamo, come gruppo, la necessità, seppur nella valutazione del principio garantista per cui un procedimento non possa durare in maniera indefinita, che sia necessario un intervento che dica basta. Bene, questo passo del Ministro Orlando è un primo passo che noi apprezziamo, ed è per questo che voteremo in maniera favorevole.
  Però, poi chiediamo al Ministro Orlando, innanzitutto, di dotare dei mezzi e delle risorse idonee la magistratura, per affrontare rapidamente i processi, perché non possiamo immaginare che un PM, normalmente, annualmente, possa sbrigare 1.800 fascicoli processuali, 2 mila fascicoli processuali – altrimenti, il ritardo è insito – né possiamo immaginare che vi sia una caterva di magistrati che vanno in giro a fare convegni, che non fanno il loro dovere, e, magari, nessuno interviene su queste responsabilità.
  Allora, ci aspettiamo più risorse, più mezzi, più spesa, per garantire una giustizia giusta, per garantire un rapido e ragionevole processo, ma ci aspettiamo poi anche la rigidità nei confronti di quelle persone che magari tengono processi fermi per anni, anche per ricattare alcuni politici, perché ci si approfitta che il processo possa durare in maniera indefinita e, poi, non si ha vera coscienza nel portare avanti la pretesa punitiva dello Stato.
  D'altro canto, e per concludere, in base al principio che passa in questa legge, per il quale nel momento in cui lo Stato, con una sentenza, chiaramente, dimostra che quel reato vuole essere perseguito, che quel reato è una cosa che allarma i cittadini e che merita una punizione, non si può immaginare che soltanto per una serie di cavilli burocratici, o anche per un'inefficienza della macchina della giustizia, o anche per malafede di qualche magistrato, quel reato si possa estinguere e la persona la possa far franca, che sia un corrotto, che sia un rapinatore, che sia qualunque persona che in maniera cosciente viola la legge. Noi riteniamo, da questo punto di vista, che questo passo in avanti vada apprezzato, che ci sia sicuramente uno scatto d'orgoglio e non semplicemente una valutazione demagogica e che questo errore sulla prescrizione vada sanato, ma ribadiamo che ci aspettiamo riforme strutturali e che il Presidente del Consiglio, Renzi, non si riempia solo a parole la bocca di sciocchezze a cui non corrispondono fatti concreti. Dia le risorse necessarie al Ministro per far funzionare meglio la giustizia, alle forze dell'ordine per contrastare la criminalità, alle carceri perché siano luoghi di pena, di afflizione, ma anche di rieducazione. Insomma, le riforme in materia di giustizia non possono essere riforme a costo zero, abbiamo il dovere di difendere la sicurezza dei cittadini innanzitutto, abbiamo il dovere Pag. 65innanzitutto di pensare alle vittime, ma dobbiamo costruire anche un sistema giuridico coerente, colto, civile, che possa dare all'Italia quella sicurezza, quella giustizia, e quella certezza, anche di poter affrontare le sfide della modernità in maniera adeguata alla grande civiltà giuridica che sicuramente ha contraddistinto l'Italia, il nostro popolo e la cultura latina nei secoli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.

  GAETANO PIEPOLI. Grazie Presidente, il gruppo Democrazia Solidale e Centro Democratico vota favorevolmente questo provvedimento. Lo vota anche se è ovviamente consapevole della delicata situazione, delle possibili problematicità che questo testo contiene e, quindi, seguirà anche le dinamiche successive a questo voto. Ma noi siamo consapevoli di alcune coordinate che non potevamo ignorare. La prima è che c'era, e c’è tuttora, un bisogno di autoriforma del sistema politico istituzionale sul tema della giustizia, in particolare sul tema di una giustizia malata, e questa autoriforma deve richiedere quello che secondo noi c’è in questo provvedimento ovverosia prendere le distanze da un doppio pericolo, quello della demagogia e quello della rassegnazione. Quello della demagogia, perché sotto la spinta anche di una pressione mediatica si sarebbero potute costruire delle ipotesi e delle fattispecie sicuramente rischiose dal punto di vista della loro fragilità costituzionale e quello della rassegnazione perché la spinta ad un compromesso al ribasso avrebbe finito inevitabilmente con vanificare la stessa scelta di autoriforma del sistema. Noi siamo consapevoli che, in particolare, c’è un nesso strettissimo tra tempo e domanda di giustizia. Questo vale in tutti i settori dell'ordinamento giuridico, dell'esperienza giuridica, e vale in particolare nell'ambito della giustizia penale, perché il tempo può rischiare di vanificare la domanda di giustizia o addirittura può rendere abnorme nei suoi esiti la stessa domanda di giustizia. Noi sappiamo che proprio il problema del tempo e, dunque, della prescrizione è sotto i nostri occhi rispetto a tre costi che sono diventati ormai insopportabili.
  Sono, in particolare, i costi di tipo economico, quindi quelli dello spreco di denaro quando soprattutto indagini e processi finiscono in un nulla di fatto; sono i costi di carattere sostanziale, ovvero l'impunità di una quantità di reati piuttosto consistente, quindi con un attentato all'eguaglianza dei cittadini davanti alla legge; e poi c’è anche un costo complessivo, oserei dire di carattere etico, di percezione della domanda di giustizia da parte dei cittadini, in particolare quando ci sono fattispecie di reati come quelle che – ahimè ! – soprattutto negli ultimi tempi mettono in discussione anche la qualità dell'azione politico-amministrativa, che è appunto legata a figure di reati particolarmente odiosi, come quelli contro la pubblica amministrazione.
  Sono tutte criticità che sono state sottolineate nel corso dei lavori preparatori di questo provvedimento. Erano già alla base dell'indagine, in particolare della relazione presentata dalla Commissione Fiorella durante il Governo Monti, e naturalmente pongono poi un ulteriore problema, che è quello di connettere questo spezzone a un disegno complessivo di riforma del sistema e, quindi, di aggressione delle carenze del sistema giustizia.
  Noi ci auguriamo che questo, dunque, sia un primo passo, così come altri sono stati fatti. In particolare, sappiamo che come ogni passo precario, perché preso in se stesso, si deve misurare con l'emergenza e, quindi, deve misurarsi poi con altre scelte di qualità. Ma siamo sicuri che questo tra l'altro – e lo ha dimostrato il dibattito, sia pur nelle voci diverse, in quest'Aula – sarà seguito da una finale scelta di fuoriuscire dalla crisi della giustizia, che non possiamo accettare sia endemicamente metabolizzata dal nostro sistema, pena la crisi finale della democrazia (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

Pag. 66

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nicola Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Presidente, oggi si discute di prescrizione del reato, ma vi assicuro che per il 99 per cento delle persone che ci stanno ascoltando da casa la prescrizione non è la priorità. Chi ci sta ascoltando da casa riguardo alla giustizia ha altre priorità. Chi ci ascolta sa che la giustizia in Italia non funziona: una giustizia spesso utile per i furbi, ma mortificante per gli onesti; una giustizia lenta. Si sa quando inizia un processo, ma non si sa mai quando un processo finisce. Si sa che uno come Corona in galera ci va, ma un delinquente, un ladro che ti entra in casa in galera non ci va mai; anzi, il giorno dopo te lo ritrovi nella casa del vicino.
  Quindi, la signora Maria, che ci sta ascoltando in questo momento da casa, cosa chiede alla politica ? Cosa chiede al Governo sulla giustizia ? Non chiede certamente di allungare i tempi della prescrizione. Non chiede certamente di allungare i tempi dei processi unicamente per assolvere lo Stato che non fa il suo mestiere. Non chiede di tenere una persona sotto processo per vent'anni e, dopo vent'anni di calvario giudiziario, di processi, di interrogatori, di condanne preventive mediatiche, assolverla perché è innocente, senza neppure chiedere scusa. Infatti, se una causa dura vent'anni e se dopo vent'anni arriva anche una sentenza giusta, questo non è più un processo giusto, è un accanimento, è un'ingiusta agonia, ingiusta per il cittadino, costosa per lo Stato, una vera e propria tortura per l'essere umano.
  Quindi, sempre la famosa signora Maria, che è a casa e ci sta sempre guardando, cosa chiede ? Chiede una giustizia veloce. Chiede tempi certi e ragionevoli. Chiede una giustizia in cui esiste un principio secondo il quale chi sbaglia paga, in cui se uno viene condannato a un anno di galera fa un anno di galera, senza sconti e senza benefici, in cui il principio della certezza della pena non può semplicemente essere uno slogan buono per le campagne elettorali, ma il principio della certezza della pena deve essere un caposaldo del diritto.
  Chi ci guarda da casa vuole una giustizia dove non c’è spazio per gli indulti mascherati; dove non c’è spazio per cinque, dico cinque «svuotacarceri» che la sinistra e il Governo Renzi hanno votato in questi tre anni, svuotando vergognosamente le galere e rimettendo in libertà i criminali; dove non c’è spazio e non ci può essere spazio per l'impunità garantita per legge per i criminali. Siamo l'unico Paese al mondo che, quando ha le carceri piene, cosa fa ? Anziché costruirne di nuove o far scontare le pene nei Paesi di origine a 18 mila delinquenti stranieri che sono in carcere e che ci costano 150 euro al giorno, un miliardo di euro all'anno, li libera, li mette in libertà o evita di farli entrare in galera attraverso i decreti «salva ladri» che la sinistra ha votato. Siamo l'unico Paese al mondo dove un Governo di sinistra, anziché stanziare i soldi per risarcire le vittime dei reati, cosa fa ? Regala 8 euro al giorno di risarcimento e di mancia ai criminali. Siamo l'unico Paese al mondo dove un imprenditore, un onesto lavoratore, che difende se stesso e che difende la sua famiglia da un ladro, da un criminale che gli entra in casa, finisce, lui, l'imprenditore, in galera e il ladro è libero per commettere nuovi reati. Di chi parlo ? Parlo di Antonio Monella, un imprenditore bergamasco che in questo momento è in galera a scontare una pena di sei anni. Per Monella torniamo a chiedere la grazia. La sinistra dà la grazia ai brigatisti, ma non ha il coraggio di dare la grazia a un onesto lavoratore del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).
  Questa è la vera ingiustizia, complice e responsabile la sinistra. Noi della Lega stiamo tutta la vita con Stacchio, un benzinaio di Vicenza finito sotto processo unicamente per aver difeso una donna da un criminale. Anche lui è un eroe di questo Paese ingiusto. Un Paese che condanna e che mette sotto processo un onesto lavoratore è uno Stato immorale e indegno. Come un imprenditore della mia Pag. 67provincia, della provincia di Como, che in questi giorni ha subito l'ennesimo furto alla sua azienda, 300 mila euro di danni, che rischia ora di fallire e che ha deciso di abbandonare il nostro Paese. Si sente abbandonato dallo Stato, si sente tradito da questo Stato che non lo difende. Qui vince la criminalità e perde la giustizia, la vostra giustizia, non la nostra giustizia. Voi del Governo Renzi avete depenalizzato il furto e la violazione di domicilio e vi dovete vergognare di fronte ai cittadini che in questo momento ci guardano e subiscono continuamente furti. Avete approvato un decreto, il decreto «salva ladri», con cui avete depenalizzato 157 reati odiosi, quotidiani, che ognuno di noi giornalmente subisce. Li avete definiti di lieve entità. Altro che lieve entità, sono reati gravissimi ! Entro maggio ci avete annunciato che approverete una nuova depenalizzazione con cui cancellerete il reato di immigrazione clandestina, reato presente in tutti i Paesi in Europa. I cittadini si sentono abbandonati; i cittadini si sentono pugnalati da questo Governo e da questo Stato. Governo e Stato che trovano i soldi per garantire l'accoglienza agli immigrati negli alberghi a quattro stelle, ma non trovano una lira per i nostri poliziotti che sono dei veri eroi. Anche loro sono degli eroi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie), garantendo la sicurezza della nostra gente rischiando la propria vita. Trovate, ovviamente, i soldi per gli immigrati, ma non trovate i soldi per le forze di polizia. Questo è il Governo che stanzia 2 miliardi di euro per l'accoglienza e zero euro per la sicurezza dei cittadini.
  Presidente, questo Governo, la sinistra, Renzi, il Ministro Alfano hanno tagliato le risorse per la sicurezza. Volete chiudere 250 presidi di polizia, quei presidi di polizia che garantiscono ai nostri cittadini livelli minimi di sicurezza. Avete votato le depenalizzazioni; avete votato gli sconti di pena; avete ucciso il principio della certezza della pena; aprite le porte agli immigrati, all'immigrazione clandestina, a un'invasione senza se e senza ma. Questa non è la giustizia che i nostri cittadini vogliono. Questa non è giustizia. Questa non è sicurezza. Questa non è legalità. Questa è la complicità e l'irresponsabilità di una parte politica e di un Governo. Si tratta di un Governo incapace, dannoso e pericoloso che deve andare a casa il prima possibile ! (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie Presidente, è importante che oggi arrivi finalmente in Aula il provvedimento sulla riforma della prescrizione ed è particolarmente importante per Scelta Civica che ha presentato un disegno di legge su questo argomento già due anni fa.
  Abbiamo insistito molto perché fosse calendarizzato. Purtroppo questo non è avvenuto prima, avviene oggi e siamo contenti che avvenga oggi e avvenga anche con un testo che è molto, molto simile a quello che noi avevamo presentato. Per questo direi che il ritardo, se vogliamo, è ancora più grave. In ogni caso siamo arrivati finalmente a questa riforma. Oggi ho sentito dire anche poco fa che non è questo il tipo di riforma che vogliono i cittadini. Non credo che i cittadini amino vedere dei condannati in primo grado che escono in appello e credo che non esistano cittadini che non si scandalizzano di fronte a ciò. Poi naturalmente ci sono anche molte altre cose su cui intervenire che riguardano il processo, riguardano altri reati ma oggi stiamo parlando di prescrizione che è un tema specifico.
  È vero che bisogna intervenire sul processo. Tuttavia è anche vero che in questi anni noi abbiamo avuto un numero di prescrizioni elevato, ma anche con una distribuzione che bisogna andare ad esaminare. Oggi il collega di Forza Italia, il presidente Sisto, ha detto che gran parte delle prescrizioni arrivano nelle indagini preliminari. Guardando i dati, nella fase delle indagini preliminari, ne arriva circa il 4 per cento, ed è un numero non esagerato se si considera che nelle indagini Pag. 68vengono individuati tutti i reati per i quali il termine è già scaduto quando si comincia ad indagare, quindi è il momento in cui ci si accorge degli sbagli. Quindi, è abbastanza normale come percentuale. Quello che è anomalo è che in appello il 20 per cento dei processi definiti finisca per prescrizione. Questo oggi non l'ho sentito dire, ma sono i dati ufficiali che sono stati pubblicati pochi giorni fa.
  Quindi, come bisogna procedere ? Bisogna procedere come abbiamo fatto in questo caso prevedendo che, se si è condannati in primo grado, il processo di appello deve andare avanti per un termine ragionevole, vale a dire i due anni indicati come standard internazionale anche ai fini della legge Pinto. Se poi si arriva ad un'assoluzione, si torna indietro: quel termine di prescrizione è scaduto e non si va più avanti. Lo stesso vale per la Cassazione, con la proroga di un anno. Quindi, si tratta di proposte del tutto ragionevoli, che vanno anche a tener conto delle peculiarità italiane, perché, dall'altro lato, abbiamo sentito dire da parte di altri colleghi e, in particolare, del MoVimento 5 Stelle, che, una volta arrivati alla sentenza di condanna di primo grado, il termine dovrebbe essere aperto in via definitiva e addirittura la posizione sul rinvio a giudizio inizialmente era anche la posizione del PD. Credo che quella sia una posizione irragionevole, perché non tiene conto del fatto che in Italia i processi hanno una durata eccessiva e su quella si deve intervenire. Quindi bisogna mediare e io apprezzo il fatto che si sia arrivati ad una mediazione che è quella che, del resto, avevamo proposto.
  Quanto alla norma sulla corruzione e sull'aumento della metà dei termini della prescrizione, credo che questa norma sia giusta nel tener conto delle peculiarità che ha la corruzione, cioè il fatto che nasce da un patto tra i due partecipanti, che hanno tutto l'interesse a non denunciare quel patto, cosa che non avviene per la gran parte dei reati. Per questo è giusto prevedere un termine più lungo. I fatti di questi anni hanno dimostrato che, in materia di corruzione, spesso la scoperta del reato è quasi casuale nell'ambito di altre indagini e che rarissimamente c’è una denuncia diretta. Ebbene, questa soluzione dal nostro punto di vista è corretta. Naturalmente se il termine base sarà aumentato nel dibattito al Senato, se quel termine base che nasce dalla pena detentiva sarà aumentato dovremmo rivedere questo termine. Ma, siccome spesso le riforme che sono andate al Senato non sono tornate o sono tornate dopo molto tempo, nel frattempo vale la pena correggere la norma e poi nel corso del lavoro parlamentare si potrà andare avanti.
  Sono importanti anche altri principi: il principio relativo ai reati nei confronti dei minori, che noi stessi avevamo inserito nel nostro disegno di legge e che prevede, salvo il caso di non denuncia, che il termine di prescrizione parta dal diciottesimo anno di età, come avviene in quasi tutti i sistemi, e il fatto che sia corretto il termine di sospensione in relazione alle perizie prevedendo che valga soltanto quando a richiederlo è l'imputato. Credo che siano tutti miglioramenti che rendono le norme più equilibrate e che portano ad un sistema che finalmente potrà ridurre, se non eliminare, lo scandalo dei processi che si estinguono per prescrizione in fase avanzata, magari quando è stata resa una condanna. Questo non significa che non si debba intervenire sulla durata dei processi. Credo soltanto che questo non fosse il provvedimento giusto.
  Ho letto anche emendamenti, anche del Nuovo Centrodestra, in parte condivisibili o comunque in linea con cose che noi abbiamo pensato, solo che questo tipo di interventi andrà fatto nella riforma del processo penale e lì Scelta Civica farà i suoi emendamenti, le sue proposte, perché è inaccettabile che le indagini preliminari vengano fatte su termini e per durate lunghissime, così come i processi devono durare il giusto. Ma non era questo il provvedimento nel quale si doveva fare questo tipo di interventi.
  Noi siamo sempre stati da un lato garantisti, dall'altro intransigenti sulla razionalità delle norme. Da noi esiste un problema di giustizia legato alla durata dei Pag. 69processi, ma esiste anche un caso anomalo rispetto a moltissimi altri Paesi che ci è stato anche contestato a più riprese, cioè il fatto che moltissime volte i corrotti vanno in libertà dopo la sentenza di primo grado. Ho parlato di corrotti non perché questo non avvenga per gli altri reati, ma perché spesso nei reati contro la pubblica amministrazione, proprio per la difficoltà di scoprirli, si arriva all'ultimo momento delle indagini (talvolta anche per colpa di PM, indubbiamente), si arriva alla condanna di primo grado – abbiamo visto svariati casi clamorosi, anche in questi giorni, anche ieri, penso ai casi del calcio che non sono casi di corruzione, ma sono altrettanto gravi, per citarne di noti – e poi il processo si estingue. Questo non è accettabile per i cittadini che sono stati da molti richiamati, ma per i cittadini non è accettabile neanche che si abbiano processi di quindici anni.
  Per questo noi oggi voteremo a favore di questa proposta di legge, che riflette le nostre proposte e che riteniamo sia giusta per quel che riguarda la prescrizione, ma quando si arriverà a discutere della riforma del processo penale, si parlerà di intercettazioni, si parlerà di durata del processo e si parlerà di durata delle indagini, saremo molto severi nei nostri emendamenti e nella nostra posizione su quei provvedimenti per assicurare che la legalità sia tutelata non solo nel senso di punire i colpevoli, ma anche di tutelare i cittadini davanti alla legge (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Grazie Presidente, ci sono due immagini, anzi una è un'immagine e l'altra è una dichiarazione, che rappresentano bene questa riforma della prescrizione che andiamo ad esaminare. La prima, l'immagine, rappresenta un'automobile – che sarebbe poi la macchina della giustizia – che è tanto scassata da arrivare sempre e costantemente in ritardo; e noi, invece di aggiustarla per farla andare più veloce, spostiamo la data dell'appuntamento, la spostiamo per tutti, per le vittime del reato come per gli imputati.
  L'altra, la dichiarazione, è quella piuttosto recente di Filippo Leonardo, che è il presidente del tribunale del riesame di Reggio Calabria. Lui dice che il Parlamento (cioè noi) può fare tutte le riforme del mondo, ma se i dati restano quelli attuali non ci sarà mai una vera giustizia. Ora, lui parlava nello specifico dello squilibrio tra magistratura giudicante e inquirente, ma poteva tranquillamente riferirsi, senza tema di errore, agli organici complessivamente taglieggiati di tutto il personale del servizio giustizia o alle risorse perennemente mancanti, perché anche stavolta è un provvedimento a costo zero, come molti altri che abbiamo sfornato in materia in questo scorcio di legislatura. Anzi, alcuni provvedimenti li abbiamo approvati con il governativo pensiero che si poteva anche risparmiarci un po’, ovviamente destinando ad altra ed estranea destinazione. Ma poi, la domanda che io mi pongo, ma anche altri, è se è impostato bene il dibattito che abbiamo costruito, perché – mi chiedo – saranno i termini della prescrizione troppo brevi oppure i tempi dei processi troppo lunghi ? Ecco, io credo i secondi, i tempi dei processi. Ma qui, invece, al Paese si vuole far credere il contrario. Già oggi il cittadino che sia vittima o imputato passa nel processo un lungo tempo della sua vita; con questa riforma ne passerà tre anni in più prima di veder riconosciute le proprie ragioni o sentenziate in via definitiva la propria colpevolezza o innocenza. Quest'ultimo è un tema. Ci sono anche gli innocenti, che nel nostro ordinamento non sono un errore, ma sono una solida realtà statistica.
  Noi, come gruppo di Sinistra Ecologia Libertà, ci siamo battuti perché intorno ai reati di corruzione o contro la pubblica amministrazione si modificasse profondamente l'istituto della prescrizione. Lì sì, ma perché anche abbiamo notato – non solo noi, per fortuna – che, rispetto agli altri Paesi europei, qui, in Italia, abbiamo un numero di detenuti per reati di corruzione Pag. 70straordinariamente basso e un numero di incarcerati per droga straordinariamente alto, il che ci racconta, oltre ogni chiacchiera, ragionevole o irragionevole, che cosa ha fatto negli scorsi lustri il cattivo legislatore.
  Qualcosa relativo alla corruzione si poteva fare in più ? Sì, molto di più io credo; qualcosa è venuto, molto è rimasto fuori. Noi allunghiamo i tempi della prescrizione, infatti, per tutti i reati e mi si dovrà spiegare – perché, forse, non lo capisco – quale interesse tuteliamo dieci anni dopo a sentenza definitiva per un furto in un supermercato. Quale interesse ? Quello della vittima, quello dell'imputato oppure un interesse collettivo, magari, quello dello Stato ? Io credo nessuno di questi, dieci anni dopo, anche perché l'Europa ci ha chiesto sì di intervenire sulla prescrizione, ma sui reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione, non sul complesso di tutti i reati, differentemente da quanto è stato affermato in quest'Aula.
  In quest'Aula ci siamo sentiti, anche più volte, descrivere in dettaglio le perniciose tecniche dell'avvocatura per conseguire al cliente la prescrizione del reato. Peccato, che il 70 per cento – non il 4 per cento, il 70 per cento – dei reati si prescriva in fase di indagini preliminari, dove di avvocati c’è solo una pallida traccia. Peccato che, dal 2005 ad oggi, il numero delle prescrizioni si sia dimezzato. Viene da pensare, insomma, che, nel frattempo, in questi anni, la famosa macchina della giustizia abbia perso altri ingranaggi.
  Casale Monferrato: sono pagine drammatiche della nostra storia e anche vergognose, se mi permettete. Ma la vergogna – mi chiedo – è quella di un processo durato quattro anni e conclusosi con prescrizione o i quarant'anni precedenti, quelli in cui la politica e la magistratura hanno per lo più sorvolato su quello che là accadeva e progressivamente veniva denunciato ? Io propendo nettamente per quei quarant'anni che ci chiamano corresponsabili. Non, dunque, la riforma della prescrizione, ma, semmai, il provvedimento di ritorno dal Senato sul disastro ambientale – quindi, non questo provvedimento, ma quello – impedirà finalmente che si scrivano altre pagine come quella, altre vergogne come quella. E io credo, spero, conto che questo Parlamento l'approvi in via definitiva nel più breve tempo possibile, quella fattispecie di reato e quella norma.
  Noi abbiamo osservato che, nella discussione di questo provvedimento, la maggioranza si è dissolta più volte. Vorremmo capire se è un dato strutturale, se il Presidente del Consiglio Renzi ha una trattativa di Governo su un rimpasto o un Ministero ad interim, ma questo è un dato di fatto: sui temi della giustizia la maggioranza non è quella che vi è su altri provvedimenti ovvero quella che compone anche l'attuale Governo. Ne prendiamo atto.
  Noi, in Italia, abbiamo svariati milioni di processi in corso: questa cosiddetta riforma della prescrizione si applicherà ai milioni che verranno. Mi chiedo se saranno contenti questi milioni di vittime o di imputati di quello che ci accingiamo oggi a votare: io temo di no, per tutti – lo ripeto – allunghiamo il processo di tre anni. Che cos’è, in realtà, questo allungamento ? È come l'applicazione a loro di un'altra piccola tassa, di un tassametro di risorse e di vita.
  Questa volta, il Governo strappa da Sinistra Ecologia Libertà solo un voto di astensione e neanche troppo benevolo. Alla fine, saranno i cittadini a giudicare e, temo, anche a subire (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Signor Presidente, onorevoli colleghi, il gruppo di Area Popolare non ha guardato, fin dall'inizio, con grande favore a questo provvedimento. Non abbiamo guardato a questo provvedimento con grande favore non perché non sentiamo l'urgenza della lotta contro la corruzione; chiariamo subito una cosa: in quest'Aula tutti vogliamo che Pag. 71i corrotti vadano in galera, su questo non c’è il minimo dubbio, anche noi siamo assolutamente convinti della lotta contro la corruzione. Quali sono le ragioni delle nostre perplessità ? Ci sono due ragioni; una ragione l'accenno, e avremo modo in altre occasioni di parlarne a fondo. Io ho dei dubbi sul fatto che la lotta contro la corruzione si faccia, soprattutto, aumentando la prescrizione e aumentando le pene. Certo, aumentare la prescrizione e aumentare le pene serve, ma altre cose servono di più. Cosa serve di più ? Noi abbiamo una legge sugli appalti che è demenziale; è demenziale, badate, non perché favorisca la corruzione, ma, al contrario, è demenziale perché ha un eccesso di controlli, cosa che rende praticamente impossibile fare le cose osservando i termini della legge.
  Cosa accade quando noi dobbiamo fare qualche cosa urgentemente ? Urgentemente non vuol dire in sei mesi, urgentemente non vuol dire in tre mesi, urgentemente vuol dire in quattro anni, quando c’è una cosa tipo l'Expo e abbiamo bisogno di fare delle opere in tempi ragionevolmente rapidi che in altri Paesi sarebbero considerati normali, da noi sono, invece, tempi straordinariamente accelerati. Facciamo una legge ad hoc, è la legge sul Mose, è la legge sull'Expo, è la legge sulle Olimpiadi invernali, e quando facciamo queste leggi straordinarie tutta la preoccupazione, assolutamente eccessiva, che abbiamo avuto nel definire le procedure normali degli appalti, viene meno. Quando si è discusso in Commissione della legge per l'Expo, io dissi – scusate se mi cito, ma i professori hanno questa brutta abitudine – testualmente: questa è una legge che sembra fatta – non dissi: è fatta, non sono un grillino, sembra fatta – per favorire la corruzione, perché è una legge che, alla fine, consente al commissario di dare gli appalti a chi vuole lui, saltando tutte le procedure che normalmente garantiscono.
  Allora, qual è il primo problema che noi abbiamo se vogliamo lottare, davvero, contro la corruzione: aumentare le pene ? Aumentare la prescrizione ? Il primo problema che noi abbiamo è quello di fare una legge sugli appalti, la quale possa essere effettivamente osservata anche per fare le grandi opere, anche per fare le opere cosiddette «straordinarie», in modo che non ci siano quelle legislazioni di eccezione dentro le quali si insinua la possibilità della corruzione.
  E qui bisognerebbe aprire un discorso di fondo anche su un'altra questione: siamo sicuri che il controllo di legalità, anche in questi casi, sia la prima cosa ? Io vedo alcuni importanti imprenditori seduti qui che mi ascoltano e che mi fanno l'onore di ascoltarmi in questo momento: nelle vostre aziende – domando – voi vi fondate sul controllo di legalità ? No, vi fondate sul controllo di efficienza, sul fatto che qualcuno vi dia ciò che vi deve dare, nel tempo dovuto e al costo stabilito. Non è che forse se noi introducessimo un po’ più di diritto privato, un po’ più di controllo di efficienza, in luogo dei troppi controlli di legalità, non è che forse le cose camminerebbero meglio ? Perché se uno è efficiente, non gli restano molti margini per essere corrotto, può essere che lo sia, ma non gli restano molto margini.
  Chiudiamo questo capitolo per dire che la lotta contro la corruzione di queste cose dovrebbe vivere; dovrebbe vivere di un ripensamento attento del massimo ribasso, per esempio, ma, anche e soprattutto, dei sistemi di revisione dei prezzi, che sono quelli nei quali più drammaticamente si annidano i fenomeni corruttivi. Tuttavia, questo non vuol dire che noi siamo contrari all'incremento della sanzione penale; la corruzione diminuisce se noi avremo procedure più semplici, più trasparenti, più facili e, contemporaneamente, se avremo più repressione, bene più repressione. Tutti vogliamo che i corrotti vadano in galera, tuttavia, noi di Area Popolare siamo convinti che non tutti gli italiani siano corrotti; esiste come minimo una minoranza importante, ma forse una maggioranza, forse anche una grande maggioranza di italiani che non è corrotta e, tuttavia, a chi è innocente, a chi non è corrotto può capitare di finire nel tritacarne mediatico giudiziario, può capitare di finire sotto inchiesta. Possiamo noi Pag. 72definire la nostra posizione senza considerare la giusta pretesa punitiva dello Stato, ma anche il diritto del cittadino a non essere punito ingiustamente ?
  E possiamo farlo senza considerare che qui, in Italia, oggi – non in Gran Bretagna, non nell'Italia dell'Impero romano, oggi, in Italia, qui –, il processo è una pena ? L'unico limite che è dato alla durata del processo è dato dalla prescrizione del reato. Non dovrebbe essere così, perché concettualmente prescrizione del reato e processo breve sono due cose diverse, se noi avessimo una legge che ci dà una durata ragionevole del processo. Oddio, la legge c’è, è anche nella Costituzione, ma non è applicata, non è tradotta in norme direttamente applicabili.
  Allora succede che l'unico limite che noi abbiamo alla pretesa punitiva dello Stato è la durata della prescrizione. Si è detto che in alcuni casi la prescrizione deve essere più lunga, perché la corruzione è un reato il quale si scopre tardi, si scopre casualmente, e c’è bisogno di una prescrizione più lunga. È vero, ma anche non è vero. Scusate se un vecchio filosofo come me ricorda il grande maestro Georg Wilhelm Friedrich Hegel, il quale diceva che una cosa può essere vera ma anche la cosa opposta può essere vera, all'interno di certi limiti. Perché, qual è il processo per corruzione nel quale non si imposta l'accusa sostenendo la continuità del fenomeno corruttivo che arriva fino alla vigilia del momento in cui è stato emesso l'avviso di garanzia o anche oltre il momento in cui è stato emesso l'avviso di garanzia ? E comunque, ci sono casi nei quali, invece, può capitare che il processo inizi esattamente poco dopo la commissione presunta del fatto.
  Possiamo tenere una persona sotto processo per una vita ? Possiamo tenere, soprattutto, una persona innocente sotto processo per tutta una vita ? Sento parlare di prescrizioni di diciotto, venti, ventidue anni, sedici anni: è una vita ! Chi è riconosciuto innocente, poi, come fa a ricostruirsi un'esistenza ? Ecco, noi pensiamo che si debbano equilibrare le ragioni della pretesa punitiva dello Stato con le ragioni della difesa del diritto del cittadino a non passare la vita sotto processo, perché il processo è una pena. Non dovrebbe essere così, forse non è così in altri Paesi – ma ne dubito –, ma certamente è così in Italia ! Un processo può stroncare una carriera professionale, non solo nella politica ma anche in tanti altri ambiti; un processo può sfasciare un'azienda; un processo può sfasciare una famiglia.
  La pretesa punitiva dello Stato deve avere un limite temporale, e da qui deriva la nostra perplessità, perché sono problemi complessi. Ma, per citare di nuovo Hegel: la verità è l'intero. La giusta misura la vedi, la definisci considerando il sistema; e noi in questo momento abbiamo difficoltà a considerare il sistema, non sappiamo qual è la pena edittale di base sulla quale si calcola la prescrizione. Nel caso dell'articolo 319 del codice penale, la pena di base è otto anni, come dice il codice che leggiamo, o è di dieci, come ci dicono le prescrizioni nuove che ci arrivano dalla legge anticorruzione ? Con quale di queste due pene edittali dobbiamo ragionare come punto di partenza del nostro ragionamento ? Oggi la prescrizione è l'unico limite alla pretesa punitiva dello Stato, ma domani potrebbe non essere così. Domani potremmo introdurre delle norme sul processo breve che ci dicono che il processo non può durare più di un certo numero di anni, o perché si pone una data di scadenza del processo o perché si adottano meccanismi premiali e punitivi, sanzioni positive e sanzioni negative che fanno in modo che chi fa il processo sia stimolato a concludere il processo entro un tempo ragionevole. Ma non lo sappiamo ! Allora, abbiamo apprezzato molto l'intervento del Ministro Orlando, che ha riconosciuto la validità delle cose che noi diciamo e quindi la necessità di arrivare poi a una definizione complessiva. Vent'anni di prescrizione ? Prescrizione mai, amici grillini ? Io potrei essere d'accordo, se avessi un processo breve, di durata garantita. E allora dobbiamo parlare anche di quello, e avremmo fatto meglio a parlare di tutto contemporaneamente in modo da avere una visione Pag. 73complessiva. Il Ministro Orlando ci ha convinto, ma non del tutto, allora, invece di votare contro, noi ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie Presidente. Colleghi, a nome del gruppo di Forza Italia voteremo convintamente contro questo provvedimento. Siamo contrari per tutta una serie di ragioni che abbiamo esposto anche in Commissione, nel lavoro fatto non solo dai nostri componenti ma all'interno dell'intero gruppo di Forza Italia. Un gruppo ancora numeroso ad onor del vero, composto da deputati che ancora credono nei valori fondanti di un partito. Un gruppo composto da tanti colleghi che grazie al presidente Brunetta ed al suo dinamismo e alla sua attenzione, riesce a mantenere costanti le propri motivazioni.
  Non ho avuto modo di confrontarmi con gli altri colleghi, a dire il vero pochissimi, che sono impegnati, mi riferisco a Toti e all'onorevole Rossi, ad attuare strategie finalizzate a togliere persone dalle liste, a commissariamenti, ad epurazioni con l'effetto di distruggere tutto ciò che il presidente Berlusconi ha realizzato. Non ho avuto modo di confrontarmi con loro perché ad essi non interessa il destino del nostro partito, non interessano i valori fondanti che lo hanno accompagnato sino ad oggi.
  Chiedo scusa agli altri colleghi del gruppo se la mia divagazione si è soffermata su questi temi. Consegnerò il mio intervento all'onorevole Bergamini affinché lo possa far conoscere a Toti o a chiunque altro in modo che possano dire cose sensate quando appaiono in televisione.
  Tornando all'argomento che ci riguarda, sottolineo che, come già accaduto in questa Assemblea e fuori di essa, e, come ci aspettiamo, possa ancora accadere, si provi a definire strumentalmente e artatamente precisi confini: tra chi vuole combattere la corruzione e chi la favorirebbe; tra puri ed impuri; tra difensori della pubblica morale e corrotti.
  La storiella della sinistra immacolata detentrice assoluta della pubblica morale è ormai vecchia e stravecchia e non convince più alcuno, neanche la sinistra stessa.
  Oggi, semmai, possiamo parlare della doppia morale a sinistra, per cui un ministro non indagato è chiamato a dimettersi, mentre quelli indagati di altri partiti continuano a restare nel Governo.
  Questo provvedimento allunga a dismisura i termini di prescrizione di alcuni reati ed amplia la durata della sospensione del corso della prescrizione medesima. Costituisce una chiara violazione delle norme costituzionali sulla ragionevole durata del processo e rappresenta una lesione grave dei diritti di difesa dei cittadini, i quali si troveranno nella necessità di difendersi in processi lunghissimi e quindi molto costosi. Tali inoltre da porre incertezze gravi troppo protratte nel tempo a carico degli indagati, siano essi in seguito dichiarati colpevoli od innocenti.
  I tempi eccessivamente lunghi della giustizia penale, civile ed amministrativa rappresentano un danno gravissimo per i cittadini e per l'economia del Paese. Viene in questo modo a mancare la certezza del diritto e la concreta salvaguardia della legalità. In tal modo lo Stato viene meno ad una delle sue funzioni fondamentali: quella di amministrare la giustizia, ovviamente in tempi certi e ragionevoli.
  Oltretutto vi sono stati anche i rilievi dell'Unione europea circa l'inefficienza e l'arretratezza del nostro sistema giudiziario. Ci saremmo attesi dal Governo un provvedimento totalmente diverso da questo. Vorrei ricordare, infatti, che, secondo la Commissione europea, l'Italia si pone al terz'ultimo posto per quanto riguarda i tempi della giustizia civile, cosa che danneggia fortemente le attività economiche e scoraggia gli investimenti esteri nel nostro paese.
  I processi in Italia sono veloci soltanto quando il rilievo degli indagati è tale da Pag. 74poter dare notorietà ai giudicanti. Anche gli avvisi di garanzia, nati a tutela dell'indagato, si sono trasformati in uno strumento di gogna mediatica che anticipa la sentenza.
  Per non parlare, poi, della pubblicazione indebita delle intercettazioni telefoniche disposte dalla magistratura, che spesso gettano discredito su persone estranee alle indagini per fatti che non hanno nessuna rilevanza penale. Eppure, Presidente, vorrei ricordare che esiste l'articolo 111 della nostra Costituzione, che la legge deve assicurare la ragionevole durata del processo. Con questo provvedimento noi oggi stiamo facendo esattamente l'opposto di quello che la Costituzione ci impone.
  Mi sarei aspettato un provvedimento diverso. Che si faccia un provvedimento inutile in quest'Aula può starci, anche perché ci ha abituati questo Governo, ma quando dall'inutile si passa al dannoso allora abbiamo il dovere di adoperarci in tutti i modi perché non sia approvato.
  Altre, ben altre sarebbero state le azioni da intraprendere per affrontare, in modo serio ed efficace, il fenomeno della corruzione. Ben altro il percorso da intraprendere. La prevenzione piuttosto che l'aumento delle pene. Occorre eliminare le occasioni perché si consumi il reato di corruzione e, invece, nel momento in cui si interviene sui processi si dà per scontato che debba continuare ad esistere.
  Noi, come gruppo, abbiamo anche elaborato quali potevano e possono essere realmente i problemi che possono, poi, ad un certo punto...

  RENATO BRUNETTA. Signora Presidente, stanno disturbando manifestamente !

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore. Se dà fastidio questo brusio mi sembra giusto smetterla o abbassare il tono della voce. Prego.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Dicevo, Presidente e colleghi, che ben altro sarebbe stato il percorso da intraprendere: la prevenzione innanzitutto; la sburocratizzazione delle procedure, oggi troppo complesse e troppo dipendenti dalle decisioni di questo o di quel funzionario, sia esso un istruttore amministrativo piuttosto che un capo servizio o un manager pubblico.
  Ci saremmo aspettati un provvedimento che prevedesse la rotazione dei dirigenti, operazione che consente di evitare l'accumulo di poteri impropri; eliminare il cumulo degli incarichi, la concentrazione del potere, il conflitto di interessi, la legittimazione politica e sociale delle istituzioni, intervenendo anche attraverso modifiche o innovazioni legislative per determinare i tempi precisi per la realizzazione delle opere e introdurre il divieto di modifiche in corso d'opera, che determinano la lievitazione dei costi. Sono necessarie garanzie delle necessarie risorse, in termini di strutture e di personale nell'ambito dell'attività giudiziaria, al fine di consentire la progressiva riduzione dei tempi dei processi, ma qui torniamo sui temi che rappresentano una costante nella discussione che ci vede impegnati, cioè una riforma organica della giustizia.
  Ecco perché, sulla base di queste considerazioni, sulla base di quello che noi riteniamo, questo provvedimento non tutelerà assolutamente nessuno. Con questo provvedimento noi avremo due dati: in primo luogo, che l'abrogazione è prescritta e, in secondo luogo, che il processo penale non finisce mai, e questo è un grave danno per i cittadini e per tutti gli utenti della giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Andrea Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, dieci anni, dieci anni per cambiare, solo in prima lettura, la vergognosa «legge ex Cirielli», quella votata da Forza Italia, Lega Nord e dall'attuale partito di maggioranza, NCD, che ha anche al Governo il Viceministro alla giustizia.
  Ci abbiamo messo dall'opposizione, Presidente, un anno e mezzo solo per Pag. 75calendarizzare in Aula la nostra proposta. Se non fosse stato per noi nulla sarebbe stato fatto da questo Parlamento. Fosse dipeso da noi, invece, in sei mesi avremmo già una legge definitiva, ma avremmo fatto una legge ben diversa, una legge davvero utile a questo Paese, che andasse a favorire la legalità, principio troppo spesso dimenticato dalle burocrazie e dai Governi di questo Paese.
  Non si può votare a favore di questa proposta perché troppo, troppo timida. È troppo timida verso i burocrati infedeli, troppo timida verso i politici infedeli.
  Non viene cambiato nulla rispetto alla legge del 2005 per gravi reati, dal nostro punto di vista, quali abuso d'ufficio, peculato, concussione per induzione, truffa, falso in bilancio, finanziamento illecito ai partiti, bancarotta, omicidio colposo, e potrei ancora continuare. Tutto ciò non è stato fatto ed è per questo motivo che questa proposta che ci accingiamo a votare tra poco in questa Aula è piuttosto un'occasione persa da questo Parlamento, un'occasione persa per cambiare radicalmente il funzionamento della giustizia penale in Italia.
  Per votare favorevolmente avevamo chiesto almeno tre modifiche: l'allungamento di un terzo dei termini minimi di prescrizione per tutti i reati, non per tre soli reati del codice penale; la sospensione della prescrizione dopo la sentenza di condanna senza limiti temporali, perché quando una persona viene condannata vuol dire che ha indagato un PM, che è stata rinviata a giudizio da un GIP e che è stata condannata da un giudice o da un collegio di giudici; inoltre, l'abrogazione della legge ex Cirielli, quella relativa all'articolo 161, secondo comma, del codice penale, che secondo molti giudici, in verità, prevede il 95 per cento delle prescrizioni in Italia, il 95 per cento, Presidente.
  Un provvedimento sulla prescrizione deve tenere in considerazione le esigenze dello Stato, degli indagati, delle vittime dei reati. Troppo spesso noi teniamo in considerazione solo le esigenze e i diritti degli indagati, degli imputati e dei condannati. Come MoVimento 5 Stelle, non ci possiamo accontentare del meno peggio, ma dobbiamo tendere al meglio, e tale legge, purtroppo, non ha questa intima tensione. Speriamo che il Senato riesca a fare un lavoro migliore di questa Camera. Però, già le parole del Ministro Orlando che, denotando la volontà del Governo, sembrano affossare questa legge, così come votata al Senato, per venire incontro a NCD, ci preoccupano.
  Noi vi terremo d'occhio, Ministro Orlando, al Senato, perché sappiamo come agite. L'abbiamo visto con la legge anticorruzione: il Governo ha bloccato per mesi la legge anticorruzione al Senato, che poteva essere votata il 23 giugno del 2014 e adesso siamo a marzo del 2015. Il Governo e la maggioranza hanno bloccato la legge sulla prescrizione, che poteva essere votata a settembre 2014 e adesso siamo a marzo 2015. Troppo spesso, in realtà, per beghe di maggioranza o anche solo per l'interesse da parte di una classe politica eticamente e moralmente corrotta, più che patrimonialmente corrotta, avete bloccato queste leggi in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E poi quando non potevate più bloccarle, perché l'opinione pubblica era intervenuta con le marce per la legalità, quando vi siete accorti che non potevate più bloccare queste proposte di legge, le avete scardinate, le avete paralizzate e rese alquanto inutili. Ed è proprio per questo motivo, Presidente, che non possiamo votare a favore di questa legge, ma ci dovremo astenere, sperando nel Senato, sperando che il Senato abbia più persone di buona volontà di quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Grazie Presidente, signori rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il programma del Governo e della maggioranza in materia di giustizia è un programma certamente ambizioso, certamente dettato dalla voglia di apportare delle riforme fondamentali al nostro sistema Pag. 76giustizia, quanto dalla necessità di ridare dignità ad una materia fondamentale, che da troppo tempo non riesce a dare le risposte che in un Paese civile il cittadino si aspetta. E noi tutti sappiamo bene che le necessarie riforme della giustizia non possono essere staccate dalle altre grandi riforme che il Governo sta portando avanti, perché questo Paese ha bisogno di essere cambiato totalmente e non parzialmente.
  Non si potrà fare la riforma della giustizia senza quella della pubblica amministrazione, non si potrà fare quella della pubblica amministrazione senza quella della scuola, non si potrà fare quella della scuola senza quella del lavoro e non si potrà fare quella del lavoro senza quella del fisco, e così via, e non si potranno fare tutte queste riforme senza quelle fondamentali che sono quella elettorale e quella della Costituzione.
  In materia di giustizia, noi abbiamo le idee chiare su come vogliamo il sistema penale italiano, su come deve funzionare, su quali sono i compiti del legislatore e quali sono i diritti e i doveri degli operatori della giustizia. Il testo che oggi votiamo è una parte della più complessiva riforma del processo, su cui il Parlamento lavora incessantemente.
  Sono passati più di otto mesi da quando il Governo ha annunciato i 12 punti sulla giustizia. Da allora, abbiamo in discussione, e lavoreremo sodo perché arrivino velocemente alla definitiva approvazione, il testo sull'anticorruzione, che è legato fortemente alle norme sulla prescrizione, il nuovo falso in bilancio, il complesso della riforma del processo, fra cui vi sono le materie delle intercettazioni, delle impugnazioni, della giustizia riparativa e ancora tante altre, perché è evidente che la prescrizione non può essere una soluzione ai problemi della durata del processo.
  La prescrizione è la conseguenza di una patologia da cui il nostro sistema deve guarire. La prescrizione serve come limite per evitare ai processi che questi possano durare tutta la vita, ma non può essere più una strategia difensiva per giungere ad un'ingiusta assoluzione, sia nel caso di un cittadino che si è reso colpevole di un reato, che deve, giustamente, rispondere alla collettività, sia nel caso di un cittadino innocente, ingiustamente accusato, che ha il diritto di vedersi assolto in tempi rapidi, senza subire una falsa assoluzione data dal decorrere del tempo.
  Per questo, oggi approviamo un testo giusto ed equilibrato, ma che da solo non servirà, se non giungeremo presto ad avere un processo rapido e certo. Questo lo potremo raggiungere attraverso una vera deflazione del carico dei processi, attraverso i sistemi come la giustizia riparativa, che permettano alle parti offese di essere risarcite integralmente, e attraverso la rivalutazione dei riti alternativi, che, per varie ragioni, sia organizzative che giurisprudenziali, oggi non riescono ad esprimere la loro potenzialità.
  Compito del legislatore sarà anche quello di rimettere in carreggiata il sistema del processo e di fornire, come stiamo facendo, i mezzi e gli strumenti ai magistrati per indagini complete e veloci. Ecco perché, se, da un lato, è giusto porre un limite alla durata dei processi, perché l'Italia torni ad essere un Paese civile, non possiamo neanche permettere che il tempo sia il giudice dei processi e che lo Stato si arrenda, perché non è in grado di farli celebrare, e per questo li fa prescrivere, creando ingiustizie e rendendo un'immagine pessima del Paese.
  Rispetto al testo vigente, con questa riforma il Parlamento inserisce due sospensioni al termine della prescrizione in caso di condanna: due anni di sospensione dopo il processo di primo grado, affinché si possa celebrare il processo di appello senza paura che lo stesso muoia, e una sospensione di un anno dopo il processo di appello, affinché si possa celebrare il processo in Cassazione.
  Sostanzialmente, in caso di condanna nei giudizi di merito, la prescrizione si allunga di tre anni. Discorso a parte meritano i reati di corruzione, che hanno necessità di tempi più lunghi, perché il reato di corruzione, per la sua particolarità, viene scoperto sempre molto tempo Pag. 77dopo la sua commissione. Infatti, è evidente che, mentre nei reati di furto o rapina, per fare degli esempi, la parte offesa può denunciare immediatamente il fatto, e quindi si apre immediatamente un'indagine, nel reato di corruzione il patto corruttivo tra corrotto e corruttore viene scoperto spesso molto tempo dopo, con il rischio che, quando viene alla luce, i tempi di prescrizione siano già maturati.
  Per questo, è necessario dare più spazio al tempo di prescrizione per i reati corruttivi e, siccome noi riteniamo che la corruzione sia un reato gravissimo per la collettività, questo deve essere «estirpato» senza esitazione; per cui, abbiamo deciso di aumentare del doppio i tempi nei quali questo tipo di reato possa essere accertato attraverso un processo.
  In sostanza, da dieci anni, che è il tempo massimo dell'attuale prescrizione per i reati di corruzione, noi portiamo tale termine a circa venti anni. Altra norma fondamentale e di grande importanza è quella che prevede che la prescrizione per i reati che vedono come parte offesa i minori – si pensi ai reati di pedofilia e di maltrattamenti – decorra dal giorno del diciottesimo compleanno della persona offesa. Questo per garantire i minori da ogni eventuale pressione ricevuta in precedenza...

  PRESIDENTE. Colleghi, un po’ di silenzio. Vi è un rumore tale che non si riesce a seguire.

  DAVID ERMINI. ... e perché, una volta raggiunta la maggiore età, possano chiedere che i colpevoli dei reati contro di loro siano perseguiti, invece di farla franca a causa della prescrizione.
  In questi giorni abbiamo ascoltato tanti pareri ed osservazioni su quanto il Governo sta facendo; non ci facciamo, naturalmente, mancare niente in Italia, né i soloni, né i rabbiosi, né i comunque e sempre contrari a tutto. A quelli bravi, che spesso sono anche pigri, vorrei dire che siamo abbastanza umili da accettare consigli. A quelli che sono arrabbiati diciamo che devono essere distinte le prerogative sindacali da una serie di riforme che, tutte insieme, in Italia non si erano mai viste. Ai conservatori che oggi urlano – mi chiedo se finora fossero su Marte, invece, purtroppo, ci hanno governato, male, ma ci hanno governato e in quest'Aula ce ne sono tanti – diciamo che questo Paese o si cambia ora, o non si cambia mai più.
  Infine, alla inutile presenza del MoVimento 5 Stelle, che non sa nemmeno che i tempi di prescrizione per l'omicidio cosiddetto stradale sono già raddoppiati e a cui non manca la saccenza, diciamo che, se fossero un po’ più umili, forse riuscirebbero a fare qualcosa, loro che finora sono serviti a poco, soprattutto a quei cittadini che loro dicono di voler rappresentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Per questo, perché vogliamo una giustizia celere, ma soprattutto giusta, il Partito Democratico voterà a favore di questo provvedimento, con la voglia, la speranza, ma anche la caparbietà, di voler fare del nostro Paese un Paese sempre più giusto (Applausi dei deputati del gruppo Partito DemocraticoCongratulazioni).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale con ripresa televisiva diretta.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Santelli. Ne ha facoltà.

  JOLE SANTELLI. Grazie Presidente, io intervengo in dissenso dal mio gruppo, non nel voto, perché chiaramente voterò contro questo provvedimento, in quanto ritengo l'allungamento della prescrizione uno dei classici interventi semplicemente bandiera. Voterò contro per le motivazioni date dal collega che ha svolto la dichiarazione di voto per il mio gruppo. Per Forza Italia la materia della giustizia è una materia caratterizzante, mai è stata usata la materia della giustizia all'interno dello scontro politico e io sono di Forza Italia dal 1996. Sulla giustizia non si scherza, la giustizia non si usa contro i propri colleghi.

Pag. 78

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, non intervengo, ovviamente, per replicare nel merito al delirante intervento del collega Ermini del PD (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Mi permetto semplicemente di ricordare, ed è cronaca, non è una mia opinione, in ordine all'inutilità del MoVimento 5 Stelle e su tutte queste accuse a cui ormai nemmeno i vostri elettori credono più, su questo voglio specificare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. No, però, la dichiarazione di voto a titolo personale è in dissenso dal gruppo.

  ALFONSO BONAFEDE. Certo, è a titolo personale, è a titolo personale.

  PRESIDENTE. La dichiarazione a titolo personale però è in dissenso dal gruppo, se lei deve fare una dichiarazione in dissenso dal gruppo, va bene...

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, se mi fa finire.

  PRESIDENTE. ... se deve essere polemica politica, non glielo posso permettere.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente Boldrini, mi permetta di replicare, dicendo che non le ho mai sentito fare un appunto del genere riguardo a nessun altro intervento a titolo personale in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Questo non lo deve dire, io ricordo sempre all'Aula che è in dissenso dal gruppo.

  ALFONSO BONAFEDE. D'altronde, è nota a tutti la sua terzietà. Mi permetta di concludere un pensiero: volevo ricordare a tutta l'Aula che, se oggi noi stiamo votando una legge sulla prescrizione, è soltanto perché il MoVimento 5 Stelle ne ha richiesto la calendarizzazione nell'ambito delle proposte di legge che spettano all'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DONATELLA FERRANTI. Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI. Presidente della II Commissione. Presidente, intervengo solo per ringraziare veramente tutti i componenti della Commissione e tutte le forze politiche per un lavoro quotidiano, soprattutto in questo provvedimento, di grande apporto, che ci ha permesso – lo vediamo – oggi, in una sola giornata, di riuscire ad arrivare alla fine della riforma della prescrizione, almeno alla Camera. Ringrazio veramente tutti: i relatori per un lavoro di grande approfondimento, di mediazione, ovviamente il Governo e, prima di tutto, la segreteria della Commissione e il Servizio studi della Camera (Applausi).

(Coordinamento formale – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 2150-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge n. 2150-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 79

  Carloni, Antimo Cesaro, Lavagno, Chimienti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Modifiche al codice penale in materia di prescrizione del reato» (2150-A):

   Presenti  421   
   Votanti  300   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato  274    
    Hanno votato no   26.

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) – (Vedi votazioni).

  (I deputati Distaso, Bergamini e Giammanco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario. Il deputato De Rosa ha segnalato che non è riuscito a votare e che avrebbe voluto astenersi).

  Dichiaro così assorbite le abbinate proposte di legge nn. 1174, 1528 e 2767.

Su un lutto del deputato Giorgio Lainati.

  PRESIDENTE. Comunico che il collega Giorgio Lainati è stato colpito da un grave lutto: la perdita della madre.
  Al collega la Presidenza della Camera ha già fatto pervenire le espressioni della più sentita partecipazione al suo dolore, che desidera ora rinnovare anche a nome dell'Assemblea.

Sull'ordine dei lavori (ore 15,56).

  PAOLA BINETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Vorrei soltanto ricordare, fare una sorta di memoriale e una richiesta. Vorrei ricordare che domani sera alle 20 si svolgerà la Santa Messa che riunisce tutti noi in anticipo sulle prossime festività di Pasqua e che quest'anno sarà celebrata dal prelato che rappresenta il Presidente della Conferenza episcopale pakistana...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore ! Se dovete uscire, per favore fatelo senza confusione, altrimenti non si seguono i lavori. Aspetti, deputata Binetti, altrimenti diventa difficile parlare. Facciamo defluire i colleghi. Magari chi intende uscire lo faccia, così possiamo riprendere i lavori.

  PAOLA BINETTI. La scelta dell'arcivescovo pakistano è stata fatta in modo particolare, avendo presenti tutte le persecuzioni che i cristiani stanno subendo in quei Paesi del Medio Oriente. Ed è, quindi, un invito a ragionare, a riflettere insieme su quella che, da un lato, è una testimonianza della propria fede e delle proprie convinzioni e, dall'altro, su quella che è una violenza che esigerebbe ben altri interventi, anche sotto il profilo diplomatico.
  La mia richiesta, anche pensando proprio alla giornata di domani e all'incontro che avremo con questo arcivescovo, che viene a portare una testimonianza forte della fede in territori davvero molto difficili, laddove testimoniare può significare ancora una volta essere martiri, è quella di sollecitare la discussione di una mozione che personalmente ho presentato a settembre, ma alla quale so perfettamente che si sono poi aggiunte altre mozioni su temi analoghi, che riguardano proprio la tutela dei cristiani e anche il dialogo interreligioso nelle situazioni e nelle condizioni più aspre e più difficili.
  Io ritengo che proprio il clima che gira intorno alla grande festività della Pasqua possa essere un'occasione per offrire a tutti noi la possibilità, non soltanto di trovarci, per quelli che lo desiderano, domani sera per pregare insieme, ma di trovarci anche in Aula per discutere e affrontare insieme che cosa significhi oggi essere testimoni di fede e in che misura il dialogo...

  PRESIDENTE. Concluda, deputata.

Pag. 80

  PAOLA BINETTI. ... possa e debba assumere responsabilità che coinvolgono anche gli aspetti istituzionali (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  MATTEO DALL'OSSO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MATTEO DALL'OSSO. Grazie Presidentessa, vorrei semplicemente ringraziare ed esprimere vicinanza e la massima solidarietà a tutte le persone che in tutta Italia lavorano nel campo dell'arte, della musica e del teatro e che spesso, per cause che non dipendono da loro, non vengono pagate e non ricevono nulla in cambio del loro sacrificio. Mando un saluto e un abbraccio al cittadino Gaetano Tropea che è anche venuto ad assistere ad una seduta parlamentare qui oggi. Nemmeno lui poteva crederci, davvero. In un Paese dove di cultura si può vivere, anzi dove si potrebbe vivere solo di cultura, c’è chi si permette anche di dire che con la cultura non si mangia. Se la classe politica avesse a cuore il patrimonio culturale e artistico italiano, così come Gaetano Tropea, non solo si potrebbe vivere, ma saremmo tutti molto, molto, molto più felici (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  LUIGI DI MAIO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUIGI DI MAIO. Grazie Presidente. Credo e spero non ci sia bisogno di un atto ispettivo per riuscire a capire quando il Governo Renzi abbia intenzione di indire le elezioni amministrative per l'anno 2015, visto e considerato che ormai si succedono soltanto indiscrezioni da Palazzo Chigi che non riescono più a far capire alle comunità locali quando si vada al voto per le elezioni amministrative. Ricordo che abbiamo sette regioni al voto e centinaia di comuni, tra cui molti capoluoghi di provincia, che aspettano di sapere quando verranno rinnovate la giunta comunale e la giunta regionale. Tanti cittadini sperano il prima possibile e che alcuni sindaci e alcuni presidenti di regione vadano a casa. Io spero di non dover rivolgere questa domanda, più che al Governo, ad alcuni candidati presidenti di regione del PD, manifestamente in affanno in questo momento e che evidentemente stanno avendo giovamento da questo ritardo grazie al fatto che il loro Governo deve decidere quando convocare queste elezioni amministrative. Parlo di Vincenzo De Luca del PD che non si sa se in Campania può fare il presidente di regione. Parlo dei problemi che ci sono in Veneto legati all'affanno di Alessandra Moretti. Io non vorrei che il Governo stia ritardando le elezioni amministrative perché i suoi candidati non sono pronti. Quindi, chiedo ufficialmente ai rappresentanti del Governo di indire le elezioni amministrative. Poi, se volete andare a votare ad agosto, ce lo dite, almeno ce ne facciamo una ragione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Presidente, parliamo di cultura... a parte il fatto che Galan è ancora il presidente della Commissione cultura della Camera dei deputati: è galeotto, ha patteggiato e sta agli arresti domiciliari in una villa sontuosa. E questa è anche responsabilità sua. Non so se per lei è giusto che, nel Paese della cultura, il presidente della Commissione cultura sia agli arresti domiciliari e percepisca due indennità: una come parlamentare e l'altra come presidente della Commissione cultura. Però andiamo alla sottosegretaria del Ministero della cultura, Francesca Barracciu, la quale, non so se lo sapete, è sotto indagine in Sardegna per peculato. I PM le contestano 78 mila euro di spese pazze, di cui 33 mila euro spesi per rimborsi in carburante.
  Abbiamo calcolato, Presidente Boldrini, che, con 33 mila euro di carburante, si possono percorrere 370 mila chilometri Pag. 81cioè la distanza dalla Terra alla Luna. A questo punto avevamo un'astronauta nel Governo, Francesca Armstrong Barracciu, ma non ce ne eravamo resi conto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E poi questi quattrini che spariscono mettiamoli in relazione ai dipendenti di Meridiana che verranno qui fuori a protestare da una terra martoriata come la Sardegna ! Ecco oggi l'attore Alessandro Gassmann, che tra l'altro per me è un bravo attore, ha chiesto su twitter giustamente le dimissioni del sottosegretario e il sottosegretario alla cultura gli ha risposto così: «Chiarirò tutto a fondo. Lei intanto, che impara a fare attore, può evitare far pagare biglietto cinema per i suoi “film” ? Grazie», il sottosegretario del Ministero della cultura. Ora, dopo questi tweet, dopo l'inchiesta, dopo lo strazio che avete fatto diventare questo Paese in materia di cultura, pensiamo che Francesca Armstrong Barracciu si debba dimettere e le sue dimissioni – parafrasando quella frase famosa – sarebbero, Presidente, un piccolo passo per un'indagata ma un grande passo per l'umanità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Deputato Di Battista, se fosse stato nelle mie prerogative, nelle mie facoltà, il deputato Galan si sarebbe già dimesso. Questo posso assicurarglielo, le consiglio di studiare il Regolamento.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA AGOSTINELLI. Grazie Presidente, intendo sottoporre all'attenzione di quest'Aula una vicenda scandalosa che è passata nel più totale silenzio di tutti i mezzi di stampa, pressoché tutti perché i più importanti non ne hanno assolutamente parlato o, in ogni caso, non gli è stato dato il giusto risalto. Quale è questa vicenda ? Questa vicenda è relativa agli scandalosi arbitrati di cui è parte, da un lato, lo Stato e, dall'altro, il costruttore marchigiano Longarini per i quali vi è in ballo un miliardo e mezzo di euro cioè 3 mila miliardi delle vecchie lire. Allora, per questi 3 mila miliardi delle vecchie lire, il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti è stato costretto a fare ricorsi in Cassazione per evitare di pagare rispetto ad un arbitrato in cui è risultato soccombente. Il rischio, che risulta da fonti stampa, è il crack del Ministero delle infrastrutture dei trasporti; il rischio è che vengano captati questi fondi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti per essere dati al signor Longarini, un signore che è stato arrestato e successivamente posto sotto inchiesta per truffa aggravata nei confronti dello Stato. Per questi arbitrati esiste una norma di interpretazione autentica secondo cui il risarcimento dovuto si limita a quanto effettuato allo stato dell'esecuzione dei lavori, norma che non è stata mai applicata. A causa di questa gravissima omissione lo Stato si trova a dover pagare forse un miliardo e mezzo di euro. È una cosa gravissima, passata sotto silenzio, che pone a serio rischio e pericolo la tenuta dello stesso Stato democratico italiano. Io chiedo che l'Aula e lei, Presidente, si faccia portavoce di questa istanza nei confronti del Presidente del Consiglio Renzi perché è una cosa indegna che lo Stato paghi un miliardo e mezzo di euro al signor Longarini quando i nostri vecchi campano con 500 euro al mese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, sono costretto a fare un appello all'interno di quest'aula perché il Ministro Guidi, in una comunicazione interna, di fatto ha sancito e ha vietato ai tavoli di crisi, presso il Ministero dello sviluppo economico, la presenza dei deputati.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 16,09)

  DAVIDE CRIPPA. Mi spiace che il Presidente Boldrini ci lasci proprio su questo Pag. 82punto perché una parte della lettera era indirizzata a lei. In quella comunicazione, che noi abbiamo scritto ormai il 3 febbraio, chiedevamo al Ministro Guidi come mai fosse di fatto impedito ai deputati di partecipare ai tavoli di crisi presso il Ministero, nonostante in una comunicazione precedente lo stesso Ministero avesse scritto alla Presidente Boldrini nel merito, citando che i deputati hanno come atti dalla loro parte quelli di sindacato ispettivo. Ci terrei a precisare che, personalmente ma come tanti altri colleghi, presentiamo, spesso purtroppo, visto il momento, continui atti di sindacato ispettivo sulle crisi e vertenze industriali e le risposte arrivano periodicamente almeno due o tre mesi dopo che sono usciti sui giornali. Quindi, se questa è la tempestività con cui il Ministero si relaziona con il Parlamento, siamo a posto.
  Visto che la lettera è indirizzata per conoscenza alla Presidente Boldrini, io chiedo di farsi carico e di portare all'interno di quest'Aula parlamentare un po’ di chiarezza su quali siano le prerogative e anche la possibilità per i deputati di portare avanti almeno l'interesse a partecipare e a far partecipare ai tavoli di crisi quei lavoratori che si sentono totalmente esclusi e lontanissimi dal mondo della politica. Se per la prima volta nella storia della Repubblica viene vietato a dei deputati di partecipare a dei tavoli di crisi venga detto nero su bianco e, se questo dipende dal Movimento 5 Stelle, qualche domanda ce la dobbiamo fare un po’ tutti come cittadini, e ciò vuol dire che non c’è quel meccanismo di trasparenza e di chiarezza all'interno dei tavoli di crisi del Ministero dello sviluppo economico. Noi pretendiamo delle risposte in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Crippa. Giacché su questo c’è anche un atto di sindacato ispettivo, la Presidenza interpreta il suo intervento, immagino, anche come sollecito del sindacato ispettivo stesso.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 25 marzo 2015, alle 9,30:

  (ore 9,30 e dopo il punto 5, con votazioni non prima delle ore 16)

  1. – Discussione del disegno di legge:
   Conversione in legge del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, recante misure urgenti per il contrasto del terrorismo, anche di matrice internazionale, nonché proroga delle missioni internazionali delle Forze armate e di polizia, iniziative di cooperazione allo sviluppo e sostegno ai processi di ricostruzione e partecipazione alle iniziative delle Organizzazioni internazionali per il consolidamento dei processi di pace e di stabilizzazione (C. 2893-A).
  — Relatori: Dambruoso (per la II Commissione) e Manciulli (per la IV Commissione), per la maggioranza; Sarti, Daniele Farina e Molteni (per la II Commissione), Tofalo, Duranti e Gianluca Pini (per la IV Commissione) e Artini, di minoranza.

  2. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   S. 10-362-388-395-849-874 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: MANCONI ed altri; CASSON ed altri; BARANI; DE PETRIS e DE CRISTOFARO; BUCCARELLA ed altri; TORRISI: Introduzione del delitto di tortura nell'ordinamento italiano (Approvata, in un testo unificato, dal Senato) (C. 2168-A).
  e delle abbinate proposte di legge: PISICCHIO; BRESSA ed altri; MIGLIORE ed altri; GOZI ed altri; MARAZZITI ed altri; DANIELE FARINA ed altri (C. 189-276-588-979-1499-2769).Pag. 83
  — Relatori: Vazio, per la maggioranza; Ferraresi, di minoranza.

  3. – Seguito della discussione delle mozioni De Girolamo ed altri n. 1-00653, Scotto ed altri n. 1-00680, Famiglietti ed altri n. 1-00685, Cariello ed altri n. 1-00688, Palese ed altri n. 1-00689, Di Lello ed altri n. 1-00764 e Matarrese ed altri n. 1-00765 concernenti interventi a favore del Mezzogiorno.

  4. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   MOLEA ed altri: Disposizioni per favorire l'integrazione sociale dei minori stranieri residenti in Italia mediante l'ammissione nelle società sportive appartenenti alle federazioni nazionali, alle discipline associate o agli enti di promozione sportiva (C. 1949-A).
  — Relatrice: Blazina.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  La seduta termina alle 16,10.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 2150-A e ab. – em. 1.8 e 1.80 396 377 19 189 40 337 90 Resp.
2 Nom. articolo 1 Testo alt. rel. min. Colletti 399 391 8 196 63 328 90 Resp.
3 Nom. em. 1.220 404 387 17 194 35 352 90 Resp.
4 Nom. em. 1.221 406 391 15 196 30 361 90 Resp.
5 Nom. em. 1.83 411 403 8 202 67 336 90 Resp.
6 Nom. em. 1.82 420 408 12 205 64 344 89 Resp.
7 Nom. em. 1.3 415 391 24 196 93 298 89 Resp.
8 Nom. em. 1.4 424 402 22 202 31 371 88 Resp.
9 Nom. em. 1.85 426 405 21 203 100 305 88 Resp.
10 Nom. em. 1.20 421 403 18 202 104 299 87 Resp.
11 Nom. em. 1.7 421 404 17 203 100 304 87 Resp.
12 Nom. em. 1.6 424 330 94 166 27 303 87 Resp.
13 Nom. em. 1.89 424 420 4 211 76 344 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 1.92 424 424 213 34 390 86 Resp.
15 Nom. em. 1.93 423 423 212 100 323 86 Resp.
16 Nom. em. 1.95 425 397 28 199 74 323 86 Resp.
17 Nom. em. 1.96 425 394 31 198 72 322 86 Resp.
18 Nom. em. 1.17 423 419 4 210 71 348 86 Resp.
19 Nom. articolo 1 428 311 117 156 270 41 86 Appr.
20 Nom. Testo alt. rel. min. Colletti 414 408 6 205 73 335 87 Resp.
21 Nom. em. 2.61 421 419 2 210 407 12 87 Appr.
22 Nom. em. 2.80 421 409 12 205 68 341 87 Resp.
23 Nom. articolo 2 421 394 27 198 354 40 87 Appr.
24 Nom. em. 3.204 429 412 17 207 61 351 85 Resp.
25 Nom. Testo alt. rel. min. Colletti 422 416 6 209 75 341 85 Resp.
26 Nom. em. 3.9 420 415 5 208 77 338 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 3.62, 3.205 427 411 16 206 48 363 84 Resp.
28 Nom. em. 3.1 429 402 27 202 96 306 84 Resp.
29 Nom. em. 3.17 426 421 5 211 79 342 84 Resp.
30 Nom. em. 3.16 430 425 5 213 78 347 84 Resp.
31 Nom. em. 3.60, 3.206 429 410 19 206 62 348 84 Resp.
32 Nom. em. 3.197 419 415 4 208 70 345 84 Resp.
33 Nom. em. 3.222 424 420 4 211 77 343 84 Resp.
34 Nom. em. 3.198 422 421 1 211 78 343 84 Resp.
35 Nom. subem. 0.3.500.1 430 415 15 208 70 345 84 Resp.
36 Nom. subem. 0.3.500.2 428 415 13 208 71 344 84 Resp.
37 Nom. subem. 0.3.500.3 426 413 13 207 68 345 84 Resp.
38 Nom. em. 3.500 420 405 15 203 259 146 84 Appr.
39 Nom. em. 3.196 425 419 6 210 77 342 84 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 3.208 428 406 22 204 64 342 84 Resp.
41 Nom. em. 3.12 429 422 7 212 77 345 84 Resp.
42 Nom. em. 3.13 431 428 3 215 78 350 84 Resp.
43 Nom. em. 3.15 427 421 6 211 75 346 84 Resp.
44 Nom. em. 3.22 414 411 3 206 73 338 85 Resp.
45 Nom. em. 3.209 416 405 11 203 59 346 85 Resp.
46 Nom. em. 3.199 413 410 3 206 80 330 85 Resp.
47 Nom. em. 3.20 417 414 3 208 64 350 85 Resp.
48 Nom. em. 3.213 423 422 1 212 51 371 85 Resp.
49 Nom. em. 3.200 417 417 209 74 343 85 Resp.
50 Nom. em. 3.61 420 419 1 210 34 385 85 Resp.
51 Nom. em. 3.201 426 425 1 213 75 350 85 Resp.
52 Nom. em. 3.21 428 428 215 75 353 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 3.216 423 422 1 212 75 347 85 Resp.
54 Nom. em. 3.217 419 416 3 209 71 345 85 Resp.
55 Nom. em. 3.203 425 424 1 213 76 348 85 Resp.
56 Nom. em. 3.219 423 396 27 199 38 358 85 Resp.
57 Nom. articolo 3 422 354 68 178 274 80 85 Appr.
58 Nom. em. 4.60, 4.61, 4.62 418 406 12 204 67 339 85 Resp.
59 Nom. articolo 4 Testo alt. rel. min. Colletti 420 406 14 204 68 338 85 Resp.
60 Nom. em. 4.63 421 415 6 208 72 343 85 Resp.
61 Nom. articolo 4 424 420 4 211 341 79 85 Appr.
62 Nom. em. 5.61 351 269 82 135 22 247 88 Resp.
63 Nom. articolo 5 Testo alt. rel. min. Colletti 360 357 3 179 51 306 89 Resp.
64 Nom. em. 5.63 373 342 31 172 48 294 89 Resp.
65 Nom. em. 5.64 389 386 3 194 63 323 89 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 6 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 71)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. em. 5.60 385 312 73 157 20 292 89 Resp.
67 Nom. articolo 5 398 376 22 189 270 106 89 Appr.
68 Nom. em. 6.60 406 394 12 198 65 329 89 Resp.
69 Nom. articolo 6 Testo alt. rel. min. Colletti 401 398 3 200 72 326 89 Resp.
70 Nom. articolo 6 400 380 20 191 318 62 89 Appr.
71 Nom. Pdl 2150-A e ab. – voto finale 421 300 121 151 274 26 78 Appr.