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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 443 di martedì 16 giugno 2015

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PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 10.

  GIANNI MELILLA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 12 giugno 2015.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Alli, Artini, Baretta, Benamati, Berlinghieri, Bindi, Capezzone, Cimbro, Damiano, De Menech, Fraccaro, Gentiloni Silveri, Manciulli, Mannino, Meta, Pagano, Quartapelle Procopio, Rossomando, Sanga, Vargiu e Vito sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

  Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Svolgimento di interpellanze e di interrogazioni (ore 10,05).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interpellanze e di interrogazioni.

(Elementi ed iniziative in relazione alla rete di monitoraggio della radioattività «Ramon» – nn. 2-00976 e 3-01539)

  PRESIDENTE. Passiamo alla prima interpellanza e alla prima interrogazione all'ordine del giorno Vallascas n. 2-00976 e Zaratti ed altri n. 3-01539, concernenti elementi ed iniziative in relazione alla rete di monitoraggio della radioattività «Ramon» (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni), che, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente.
  Prendo atto che il deputato Vallascas si riserva di intervenire in sede di replica. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie Presidente, con gli atti di sindacato ispettivo all'ordine del giorno, a cui risponderò congiuntamente, gli onorevoli Vallascas e Zaratti, unitamente ad altri deputati, chiedono di acquisire una serie di notizie relative alla rete di monitoraggio della radioattività del Ministero dell'interno, nonché di divulgare e mettere a fattor comune con gli enti locali e le agenzie regionali di protezione ambientale i dati rilevati dalla rete medesima. Occorre premettere che la predetta rete di monitoraggio è nata negli anni Sessanta con compiti esclusivamente di Pag. 2difesa civile, strettamente connessi al periodo storico della Guerra fredda, ove la proliferazione di esperimenti con ordigni atomici e l'avvio dell'utilizzazione a fini pacifici dell'energia nucleare hanno sviluppato in Italia una coscienza intensa e soprattutto intesa a preservare la popolazione da questa nuova fonte di rischio.
  Risale proprio a quegli anni la normativa (legge n. 469 del 1961) che attribuisce al Corpo nazionale dei vigili del fuoco, tra gli altri servizi tecnici a tutela della incolumità pubblica, anche quello di protezione della popolazione e dei suoi beni dai pericoli derivanti dalla presenza di radiazioni ionizzanti che possono essere originate da sorgenti fissili, da materiali radioattivi, da macchine radiogene o anche da esplosioni di ordigni atomici. Tale normativa è stata sostituita dal più recente decreto legislativo n. 139 del 2006 che ha ribadito la competenza del Corpo nazionale in materia di tutela dai rischi derivanti dall'impiego di sostanze non convenzionali, tra cui materiali nucleari e radioattivi, con riferimento sia al loro uso pacifico che ostile.
  Verso la fine degli anni Sessanta, anche a seguito di accordi tra i Ministeri dell'interno e della difesa, è stata costruita una rete di monitoraggio della radioattività che doveva fornire dati in caso di evento bellico sul territorio nazionale. Gli strumenti di tale rete misuravano solo elevati campi di radiazioni, ma non la radioattività ambientale. Successivamente, il decreto-legge n. 321 del 1996 ha autorizzato il Ministero dell'interno ad adeguare e sostituire la rete degli anni Sessanta con attrezzature e impianti più moderni, in grado di segnalare allarmi radiologici, attraverso la precoce rilevazione di una situazione di contaminazione diffusa derivante da ricadute per incidenti con emissioni radioattive o per eventi di natura ostile. Le caratteristiche tecniche funzionali della rete sono pubbliche e sono descritte sul sito istituzionale del Ministero dell'interno, accessibile a tutti. Inoltre, le stesse sono state più volte illustrate da tecnici dei vigili del fuoco in qualificati consessi scientifici nazionali ed internazionali.
  I sensori della rete non consentono l'effettuazione del monitoraggio diretto di aria, acqua e suolo, in modo particolare allorché la contaminazione derivi da sostanze radioattive alfa emettitrici, quali il torio. Essi sono in grado di rilevare soltanto le radiazioni gamma. In proposito, comunico che, per quanto concerne il presunto livello di rischio per la popolazione di Teulada in provincia di Cagliari, la rete non ha evidenziato variazioni del campo di radiazioni gamma.
  Per le peculiari caratteristiche che ho appena illustrato, la rete del Ministero dell'interno si configura a tutt'oggi essenzialmente come una rete di «allarme» che assolve – come ho già accennato – alla funzione primaria di difesa civile, ragion per cui i dati da essa gestiti ricadono nei casi di esclusione del diritto di accesso all'informazione ambientale ai sensi del decreto legislativo n. 195 del 2005, in base al quale l'accesso può essere negato quando la divulgazione dell'informazione reca pregiudizio «alle relazioni internazionali, all'ordine e sicurezza pubblica o alla difesa nazionale».
  Comunque, pur con le sue specifiche finalità e modalità di funzionamento, la rete in questione concorre al sistema di reti nazionali di sorveglianza della radioattività ambientale facenti capo alla regia del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e al coordinamento tecnico dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. Si tratta, tuttavia, di un concorso che, per espressa disposizione di legge, il Ministero dell'interno assicura mantenendo sulla rete una piena autonomia gestionale e funzionale.
  Al fine di dare contenuti concreti a tale concorso, già dall'ottobre del 2004 il Corpo nazionale e l'ISPRA hanno realizzato importanti sinergie attraverso un'apposita convenzione.
  Un ulteriore accordo, della durata di quattro anni rinnovabili, è stato stipulato tra i due enti la scorsa settimana. L'atto Pag. 3individua le modalità di collaborazione e di scambio di informazioni, oltre che nel settore dei rischi industriali, in quelli dei controlli sulla radioattività e della preparazione alle emergenze chimiche, nucleari e radiologiche.

  PRESIDENTE. Il deputato Vallascas ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  ANDREA VALLASCAS. Grazie Presidente, mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta. La questione sollevata dall'interpellanza assume una grande rilevanza per le molteplici implicazioni che comporta e che sono facilmente desumibili dal testo dell'atto. I temi trattati sono di estrema complessità e di primaria importanza per il Paese anche con risvolti che potremmo considerare a pieno titolo gravi. Le questioni affrontate spaziano dalla prevenzione delle patologie tumorali ai rischi correlati all'esposizione alla radioattività, alla tutela dell'ambiente, al controllo dei livelli di radioattività e dei siti militari o di altri siti di interesse come le ex centrali o i centri di medicina nucleare. A questo si aggiungono le questioni direttamente connesse alle servitù militari cioè l'indisponibilità e lo stato di conservazione di ampie porzioni del territorio nazionale impiegato a vario titolo nell'attività di addestramento e di esercitazione di contingenti sia italiani sia stranieri e con l'uso di armamenti la cui pericolosità non è mai stata chiarita. Il nocciolo del problema è stabilire in relazione alla rete Ramon che cosa fa e che cosa potrebbe fare e ancora che cosa non fa lo Stato, pur avendone i mezzi, per prevenire e contrastare l'insorgenza di patologie tumorali.
  L'interpellanza nasce, come è stato precedentemente illustrato nel corso della risposta, dalla necessità di verificare la veridicità e la fondatezza di un articolo di stampa pubblicato da Il Fatto Quotidiano il 13 maggio scorso. Il titolo era abbastanza chiaro ed esaustivo e recitava: «La rete che misura i rischi ambientali: per lo Stato è top secret». La notizia veniva specificata meglio dal sottotitolo: «Da mezzo secolo il sistema Ramon calcola in tempo reale i pericoli radioattivi. Ma è vietato sapere i dati». La necessità dell'interpellanza è rafforzata dal fatto che l'articolo presentasse degli elementi di veridicità con dichiarazioni di notizie che rafforzano l'ipotesi giornalistica. Brevemente l'articolo di stampa riportava la notizia che a partire dagli anni Sessanta sarebbe operativa in Italia – come è confermato appunto – una rete di rilevamento della radioattività dell'aria.
  Questa notizia parte da alcune rivelazioni pubblicate da alcuni siti web di giornalismo investigativo ed è stata appunto sviluppata e approfondita dal giornale quotidiano Il Fatto Quotidiano, che avrebbe svolto un'ulteriore inchiesta giornalistica. In particolare, era emerso che la rete sarebbe dotata di 1.237 stazioni di rilevamento dislocate su tutto il territorio nazionale. Sarebbe emerso che, inizialmente, l'operatività della rete fosse legata alle attività dei poligoni militari e comunque all'attività militare. Successivamente, a partire dagli anni Novanta, la rete sarebbe servita anche per la raccolta dei dati inerenti la qualità dell'ambiente. Il riferimento è ai siti industriali, alle attività di trasporto e stoccaggio di sostanze radioattive, ai dispositivi per la medicina nucleare e alle attività di monitoraggio dei siti delle centrali nucleari e dei centri di ricerca disattivati. Quell'articolo sosteneva che i dati sarebbero raccolti in tempo reale e trasmessi al Viminale – cosa confermata – che ne garantirebbe la custodia, e questo nella totale segretezza. I dati non sarebbero infatti accessibili o pubblicabili, ma sarebbero secretati. Il quotidiano approfondiva la circostanza del rinvenimento della stazione di rilevazione che avrebbe portato alla scoperta successiva dell'intera rete, gestita dai comandi regionali dei Vigili del Fuoco, e a identificare nel Viminale il luogo di archiviazione dei dati. In particolare, il tutto sarebbe partito dalla scoperta di un rilevatore rinvenuto in prossimità del poligono di Teulada in Sardegna. A sostegno dell'ipotesi giornalistica, il quotidiano ha riportato anche la circostanza che, a seguito di una richiesta Pag. 4di accesso agli atti, da parte del giornale, ai venti comandi regionali, il capo del dipartimento dei vigili del fuoco, del soccorso pubblico e della difesa civile, Francesco Antonio Musolino (ex prefetto di Genova) avrebbe giustificato il diniego sostenendo che la rete Ramon godrebbe di un'autonomia garantita per legge rispetto al sistema di controllo ambientale. Si tratta di affermazioni molto gravi, perché appunto sottendevano l'esistenza di una rete in grado di raccogliere e archiviare dei dati di straordinaria importanza per la salute, ma questi dati vengono tenuti segreti.
  Di fatto la notizia così riportata delinea uno scenario inquietante: lo Stato si troverebbe a custodire in tutta segretezza dati sulla radioattività nell'aria, dati, come detto, di straordinaria importanza per la salute dei cittadini e per la qualità dell'ambiente. Ci domandiamo quale possa essere la ragione di ordine superiore che impedisca la divulgazione di dati di straordinaria importanza come quelli che potrebbero essere stati raccolti dalla rete Ramon e quali siano le condizioni di funzionalità della rete e la qualità stessa dei dati nella disponibilità del Viminale. La segretezza dei dati si inserirebbe, tra l'altro, in un contesto in cui persistono forti preoccupazioni sulla radioattività dei nostri siti militari, solo per restare in tale ambito, ma il discorso si può estendere ai siti industriali, alle centrali dismesse, alle attività di trasporto e stoccaggio di materiale radioattivo. Tutta la questione relativa alla sicurezza dei poligoni e delle aree interessate da servitù militari suscita preoccupazione e dubbi che non sono stati mai pienamente chiariti e dove spesso le analisi e i test si accavallano e contraddicono. Sembra una circostanza casuale che la stazione di rilevazione che avrebbe scoperchiato la rete Ramon sia stata ritrovata proprio in Sardegna, proprio in una regione che ha una percentuale altissima di servitù militari. Una scoperta, quella a Teulada, che ci consente una riflessione su uno dei temi centrali per la Sardegna, tema che l'interpellanza richiama con insistenza.
  Come ho anticipato, in Sardegna è presente una percentuale altissima di servitù militari: il 61 per cento delle servitù militari di tutta l'Italia si trova in Sardegna; circa 35 mila ettari di territorio sono occupati da attività militari e sottratte all'agricoltura, alla pesca, al turismo. Nell'isola sono presenti strutture e infrastrutture al servizio delle forze armate o della NATO. Si va dai poligoni missilistici e per esercitazioni aeree ai poligoni per le esercitazioni a fuoco, agli aeroporti militari e ai depositi di carburanti, per non parlare dello scempio ambientale causato dai poligoni e dalle basi dismesse e mai pienamente bonificate. Ci sono ampi territori e comunità la cui economia è stata dapprima condizionata dalla presenza dei militari – pensiamo a La Maddalena –, e questi territori continuano ad essere limitati nelle proprie attività produttive e sociali, nonostante i militari se ne siano andati da decenni. Nel complesso, le servitù militari rappresentano un peso sproporzionato per le ampie porzioni di territorio sottratte alle comunità e alle attività naturali, come il turismo, l'agricoltura e la pesca. È spropositato per la portata del danno cui viene sottoposto un territorio costantemente e letteralmente «bombardato» da armi la cui pericolosità per le persone e l'ambiente è oggetto di un balletto di mezze dichiarazioni da parte degli organi ufficiali. Questi territori oggi soffrirebbero il doppio giogo delle servitù militari e del rischio ambientale, per di più tenuto segreto alle popolazioni e alle amministrazioni. In questo contesto, acquista una rilevanza straordinaria la notizia della presenza di una rete di rilevamento della radioattività nell'aria.
  Se fosse pienamente funzionante la rete Ramon, sarebbe imbarazzante e vergognoso per uno Stato che, per ragioni non chiare di equilibri internazionali, la mantenesse segreta. Come ho detto in premessa, ci sono diversi risvolti che la rete di rilevazione sulla radioattività avrebbe nella nostra vita quotidiana. Uno di questi è la capacità di uno Stato di garantire la salute dei propri cittadini. E questo semplicemente partendo dalla individuazione Pag. 5dei siti a rischio. In questi anni, proprio in Sardegna per quanto riguarda le servitù militari, abbiamo assistito a una molteplicità di notizie contraddittorie, nonché di omissioni sulla pericolosità dei siti militari. Questo discorso è naturalmente valido per qualsiasi regione d'Italia e per qualsiasi sito a rischio.
  A questo proposito è assolutamente doveroso soffermarsi su un tema rilevante che l'interpellanza richiama con forza e cioè l'inadeguatezza della rete di monitoraggio dei territori a rischio per quanto riguarda l'insorgenza delle patologie tumorali. Ricordo i tempi lunghi di attuazione di quanto disposto dall'articolo 12, commi dal 10 al 14, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, che ha istituito i sistemi di sorveglianza e i registri di mortalità di tumori e di altre patologie. I registri tumori, la loro dislocazione nel territorio italiano, la loro efficienza, sono parte di una mappa che contiene troppi spazi bianchi: un insieme di incompiute più per colpa degli amministratori pubblici che per volontà e disponibilità degli operatori del mondo della sanità. In base alla pubblicazione «I numeri del cancro 2014», elaborata in collaborazione con l'Airtum e l'Aiom, attualmente sono operativi, in base alla norma previgente, 45 registri tumori, 40 di popolazione e 5 specialistici. La rete italiana dei registri tumori, seppure in crescita, interesserebbe appena 30 milioni di italiani, circa il 50 per cento della popolazione. Ad eccezione del Friuli Venezia Giulia e dell'Umbria, dove la copertura è regionale, nel resto d'Italia, i registri tumori hanno una copertura provinciale, comunale o di singola ASL. Ci sono ampie porzioni del territorio italiano dove non si hanno dati sull'insorgenza della patologie tumorali, sulla frequenza per fasce d'età e per sesso, nonché sulle ipotesi e sulle correlazioni con l'ambiente. Uno di questi territori è ancora una volta la Sardegna, dove, ad eccezione del registro tumori dell'ASL di Sassari, non esistono, o quantomeno non sono immediatamente accessibili i dati per territorio. Tutto questo impedisce ovviamente qualsiasi attività di prevenzione e pianificazione sanitaria nel territorio nazionale, con particolare interesse soprattutto per quei luoghi interessati da siti industriali in prossimità dei centri abitati. Ho introdotto questo argomento perché mi sembra centrale nella discussione dell'interpellanza. Sarebbe veramente assurdo se lo Stato mantenesse in segretezza dati di straordinaria rilevanza per la salute pubblica a fronte di un'indisponibilità degli strumenti previsti per legge.
  Tutto questo ricorda molto la vicenda di alcuni modelli di elicottero Agusta-Westland acquistati dalle Forze Armate e dalle Forze di Polizia. Elicotteri che montano delle componenti che presenterebbero fibre di amianto. Ecco, alcuni corpi conoscono questa circostanza, e stanno in qualche modo individuando una soluzione. Altri non la conoscono, altri sono ancora impegnati a rilevare la veridicità della circostanza. Eppure stiamo parlando di un unico acquirente, lo Stato italiano, seppure nelle sue diverse diramazioni, e di un unico fornitore.
  In conclusione desidero fare una riflessione. La notizia giornalistica, da subito apparsa plausibile per la qualità e la quantità dei dati a supporto della ricostruzione, potrebbe aprire una prospettiva importante. L'auspicio è che non si verifichi la vergognosa circostanza che alcuni organismi dello Stato siano impegnati alla ricerca di dati preziosi per la salute dei cittadini. Mentre altri, pur avendo questi dati, non li mettono a disposizione. L'obiettivo dell'interpellanza è quello di accendere i riflettori dello Stato su una circostanza che consideriamo importante e di verificare la possibilità di utilizzare quei dati, così preziosi per la salute degli italiani, ma che per incomprensibili «ragioni di Stato», non vengono ufficializzati. E questo in un contesto in cui intere popolazioni attendono di conoscere con onestà e chiarezza se il poligono o il sito industriale inquina ed è dannoso per la salute delle popolazioni.

  PRESIDENTE. Grazie onorevole Vallascas, il deputato Zaratti ha avuto un contrattempo e quindi non è nelle condizioni Pag. 6di replicare alla risposta del Governo alla sua interrogazione, si intende quindi che vi abbia rinunciato.

(Intendimenti del Governo in relazione ad iniziative celebrative in memoria del gerarca fascista Rodolfo Graziani nel comune di Affile (Roma), anche ai fini della valutazione della sussistenza dei presupposti per lo scioglimento del relativo consiglio comunale – n. 2-00588 e 3-01541)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Gregori ed altri n. 2-00588 e all'interrogazione Boccadutri n. 3-01541, concernenti intendimenti del Governo in relazione ad iniziative celebrative in memoria del gerarca fascista Rodolfo Graziani nel comune di Affile (Roma), anche ai fini della valutazione della sussistenza dei presupposti per lo scioglimento del relativo consiglio comunale; l'interpellanza e l'interrogazione, vertendo sullo stesso argomento, verranno svolte congiuntamente (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo alla deputata Gregori se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  MONICA GREGORI. Signora Presidente, signor sottosegretario, mi trovo qui per la seconda volta in quest'Aula a cercare da parte del Governo una risposta che sia concreta e archivi definitivamente la storia del comune di Affile, nella provincia di Roma, che nell'agosto 2012, grazie ad un finanziamento della giunta regionale guidata dall'ex presidente Polverini, ha eretto un monumento al gerarca fascista, Rodolfo Graziani, che tutti sappiamo è stato un criminale di guerra, nonché condannato dal tribunale militare di Roma nel 1950 per collaborazionismo.
  Come tutti sappiamo, questa situazione ha creato delle tensioni a livello nazionale e internazionale, in special modo, con il popolo etiope che ha subito crimini indicibili da parte del Graziani. Solamente grazie all'intervento dell'attuale giunta regionale siamo riusciti a ritirare il finanziamento per il completamento di un parco che doveva essere allestito intorno a quel monumento e qui voglio ringraziare, ancora una volta, il presidente della giunta regionale, Nicola Zingaretti.
  Questa è una situazione che, come dicevo, va avanti da molti anni e sono noti dei fatti molto gravi avvenuti nel 2013 e nel 2014. Nel 2013, il sindaco Viri, organizzò una pubblica commemorazione al gerarca e nell'occasione – come riportato dalla stampa – i presenti più volte hanno inneggiato al fascismo con il saluto romano. Qui, le forze dell'ordine non hanno ritenuto necessario comunicare a organi più alti o comunque fare delle denunce su questo fatto, ma non si sono tirati indietro quando invece è stata imbrattato il monumento del gerarca e hanno denunciato tre ragazzi, poi prosciolti dal tribunale di Tivoli per insussistenza del fatto.
  Il 16 maggio 2014, invece, durante il passaggio del Giro d'Italia, il sindaco Viri – che presiede l'Associazione culturale maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani – fece affiggere dei manifesti lungo il percorso che il Giro doveva compiere, ringraziando gli organizzatori dello stesso Giro per aver omaggiato la memoria di Graziani. È evidente che con tali atti il sindaco Viri turba l'ordine pubblico esprimendo simpatia verso l'ideologia fascista e un suo rappresentante.
  L'articolo 141, comma 1, lettera a), del testo unico sugli enti locali prevede lo scioglimento di consigli comunali e provinciali «quando essi compiano atti contrari alla Costituzione o per gravi e persistenti violazioni di legge, nonché per gravi motivi di ordine pubblico». Il persistente comportamento del sindaco di Affile potrebbe integrare gli estremi di cui al citato articolo.
  Inoltre, vi è la violazione dell'articolo 2 dello statuto comunale di Affile che prevede, quali principi ispiratori della comunità cittadina, la solidarietà, i diritti dei cittadini, il superamento degli squilibri sociali, civili e culturali, l'uguaglianza e la pari dignità sociale dei cittadini e dei sessi. Appare discutibile che non risulti alcuna iniziativa da parte del prefetto al riguardo, Pag. 7proprio quando le forze dell'ordine sono zelanti nel verbalizzare atti di critica e denunzia dei giovani contrari al mausoleo di Affile.
  Con questa interpellanza vogliamo sapere quali sono le direttive che il Ministero intende impartire alla prefettura di Roma e al commissariato competente per territorio e verificare il rispetto degli articoli 54 del Testo unico sugli enti locali, che prevede i compiti del sindaco quale ufficiale di Governo, e 33 dello Statuto del comune di Affile, che prevede l'obbligo d'informativa del sindaco al prefetto in materia di ordine pubblico, specie alla luce del fatto che il sindaco, Ercole Viri, è anche presidente di un'associazione neofascista. Quali atti, inoltre, intenda disporre autonomamente per la tutela dell'ordine pubblico in relazione agli eventi di sostanziale esaltazione del fascismo e di un criminale di guerra. Infine, se sussistano i presupposti per lo scioglimento del comune di Affile per atti contrari alla Costituzione.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per l'interno, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie Presidente, con l'interpellanza all'ordine del giorno l'onorevole Gregori, unitamente ad altri deputati, richiama nuovamente l'attenzione del Ministero dell'interno sulla vicenda del monumento dedicato dall'amministrazione comunale di Affile al generale e gerarca fascista Rodolfo Graziani e segnala, quali ulteriori episodi di esaltazione del fascismo verificatisi in quel comune, una commemorazione pubblica dello stesso Graziani organizzata dal sindaco Viri nel giugno 2013 e l'affissione di manifesti inneggianti al gerarca in occasione del passaggio del Giro ciclistico d'Italia 2014.
  In relazione a ciò, l'interpellante chiede quali interventi si intendano porre in essere a tutela dell'ordine pubblico e se esistano i presupposti per lo scioglimento del comune per atti contrari alla Costituzione.
  Sullo stesso argomento verte l'interrogazione dell'onorevole Boccadutri, anch'essa all'ordine del giorno, alla quale risponderò congiuntamente. Sulla questione del monumento dedicato a Graziani, richiamo integralmente quanto già riferito dal sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sesa Amici nella seduta di questa Assemblea del 16 maggio 2013, in risposta ad una interpellanza urgente presentata sempre dall'onorevole Gregori.
  Soggiungo che sulla vicenda la procura della Repubblica di Tivoli ha avviato nel 2013 un procedimento penale nei riguardi del sindaco e di due amministratori di Affile e, a chiusura delle indagini preliminari, è stata fissata l'udienza dibattimentale davanti al giudice monocratico di Tivoli per il prossimo 21 settembre.
  Informo, altresì, che nello scorso mese di aprile la regione Lazio ha revocato il finanziamento, come è stato adesso ricordato dall'onorevole Gregori.
  In relazione agli altri episodi menzionati nell'atto di sindacato ispettivo, preciso quanto segue. Il 29 giugno 2013, all'interno del giardino pubblico dove sorge il monumento, l'Associazione culturale maresciallo d'Italia Rodolfo Graziani ha organizzato un convegno commemorativo della figura di Rodolfo Graziani. Nella circostanza, circa cento persone hanno dato luogo a un raduno pacifico, durante il quale non sono stati registrati inneggiamenti al partito fascista, né sono stati esposti simboli o bandiere riconducibili a quell'ideologia. L'unico episodio di rilievo riguarda il saluto fascista fatto, dopo la commemorazione, da circa quindici persone nel locale cimitero, davanti alla tomba del generale. Per questo atto la compagnia dei carabinieri di Subiaco ha inoltrato, il 1o luglio 2013, un'informativa alla procura della Repubblica di Tivoli, che non ha ravvisato alcuna ipotesi di reato.
  Per quanto riguarda il passaggio del Giro d'Italia 2014, comunico che il 16 maggio di quell'anno la stazione dei carabinieri di Affile è stata avvisata dell'affissione, lungo il percorso della settima tappa, di uno striscione e di alcuni manifesti Pag. 8della già citata Associazione culturale inneggianti a Graziani, definito «il più giovane colonnello dell'Esercito italiano ed eroe della Grande Guerra». I militari, giunti immediatamente sul posto hanno accertato la veridicità della segnalazione. Il sindaco di Affile, prontamente contattato e invitato a far rimuovere il citato materiale al fine di evitare ripercussioni sull'ordine pubblico, ha dato effettivo seguito alla richiesta.
  Nelle ore successive, due parlamentari, tra i quali l'onorevole interpellante, hanno lamentato la perdurante esposizione, in una strada non interessata dal passaggio del Giro, di due manifesti dello stesso tenore di quelli rimossi. Il sindaco, contattato nuovamente, ha disposto la rimozione anche di questi ultimi. Dell'episodio descritto è stata informata la procura della Repubblica di Tivoli, che, anche in questo caso, non ha ravvisato ipotesi di reato.
  L'Amministrazione segue gli sviluppi della vicenda penale pendente, ai fini dell'assunzione di eventuali provvedimenti.
  Quanto ai problemi di ordine pubblico evocati dalla stessa onorevole, il dipartimento della pubblica sicurezza ha informato che non se ne sono verificati, né in occasione dei tre episodi appena ricordati, né durante le manifestazioni di segno opposto che si sono tenute il 23 settembre e il 10 e 24 novembre 2012, il 25 aprile 2013 e il 27 giugno 2014, con una presenza media di circa cinquanta partecipanti. Ciò grazie anche ai servizi di polizia disposti volta per volta dalla questura con il supporto di congrui rinforzi dei reparti inquadrati.
  Rispondo, infine, allo specifico quesito dell'onorevole Boccadutri, che chiede l'assunzione di iniziative normative volte a vietare che nei siti Internet istituzionali possano essere celebrati personaggi compromessi con la dittatura fascista, come starebbe avvenendo ancora oggi nel portale del comune di Affile con riferimento a Rodolfo Graziani.
  Si ritiene che nell'ordinamento giuridico siano già presenti efficaci sanzioni penali contro chi esalta pubblicamente, anche a mezzo stampa o Internet, esponenti, princìpi, fatti, metodi o finalità antidemocratiche del fascismo.
  Non è sul versante normativo, quindi, che occorre concentrare gli sforzi, bensì su quello delle attività informative e investigative, naturalmente oltre che di prevenzione.
  Assicuro, in proposito, che la polizia postale e delle comunicazioni della Polizia di Stato, prioritariamente competente in materia di prevenzione e contrasto dei reati perpetrati con l'utilizzo della rete Internet, sta facendo un monitoraggio costante sui siti web, ponendo particolare attenzione alla presenza di contenuti orientati verso forme di discriminazione razziale, di estremismo politico e di altre manifestazioni di intolleranza. Le fattispecie illecite accertate nel corso di tale attività sono e saranno tempestivamente segnalate all'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. La deputata Gregori ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interpellanza.

  MONICA GREGORI. Grazie sottosegretario, nella risposta è stato molto puntuale, però io debbo sottolineare alcune cose per le quali non mi ritengo soddisfatta della risposta. Infatti, con riguardo a quanto avvenuto durante il passaggio del Giro d'Italia e, quindi, con riguardo alla rimozione dei manifesti e degli striscioni dove passava il Giro, è assolutamente falso il fatto che il sindaco abbia fatto rimuovere il tutto, così come è falso che l'Arma dei carabinieri si sia prodigata per rimuovere i manifesti. Infatti, quando insieme al mio collega Carella arrivammo sul posto, nessun manifesto era stato tolto dal percorso del Giro d'Italia.
  Questa ovviamente non è una bella immagine che lo Stato italiano e la Repubblica italiana danno, con striscioni e manifesti come quelli, che chiamano «eroi» in realtà criminali di guerra.
  Onestamente rimango basita per la decisione della procura di dire che non sussiste reato neanche quando si effettua un saluto romano riportato dalla stampa Pag. 9con delle foto; e, quando parliamo di stampa, non parliamo di stampa locale, ma nazionale, perché lo riportò proprio il quotidiano Il Messaggero.
  Noi sappiamo tutti che il reato di apologia al fascismo sta anche nel divieto assoluto del saluto romano perché questo va contro quelli che sono i principi e quindi il dettato costituzionale. A maggior ragione, un sindaco che rappresenta la Repubblica italiana a questo punto rappresenta un'offesa per lo Stato italiano e la Repubblica e non dovrebbe, a mio avviso, indossare assolutamente la fascia tricolore, essendo lui il presidente di un'associazione che – come già ho detto – inneggia al fascismo. Per carità, noi nel dettato costituzionale abbiamo libertà di associazionismo – nessuno sta negando questo – ma io credo che non sia normale che, in un Paese come il nostro, si possa creare un'associazione per un criminale di guerra.
  Ovviamente, noi seguiremo l’iter presso la procura della Repubblica di Tivoli. Stiamo aspettando da anni che la procura si pronunci su questa cosa, perché è un fatto veramente gravissimo quello che sta accadendo, con soldi pubblici che fortunatamente in parte sono stati ritirati.
  Però, a questo punto, proprio per l'ultima risposta che lei ha dato anche all'interrogazione dell'onorevole collega Boccadutri, io sollecito il Governo ad incardinare due proposte di legge in Commissione affari costituzionali, che io e lo stesso collega abbiamo presentato, che riguardano la modifica della toponomastica, per far sì che tali accadimenti non vi siano più in un Paese democratico e, quindi, nella nostra Repubblica. Noi, in realtà, abbiamo dei problemi legislativi, in quanto si possono ancora intitolare dei monumenti a persone che hanno commesso dei crimini (purtroppo, questo lo sappiamo). Infatti, non ci siamo spinti a chiedere l'abbattimento, proprio perché la legge purtroppo non lo prevede. Però, possiamo fare un ulteriore passo in più e, quindi, modificare quella legge, aggiornarla.
  Quindi, io chiedo al Governo, a questo punto, di prendere questa decisione e di incardinare due proposte di legge, che saranno ovviamente unificate, e che da due anni sono ferme nella Commissione affari costituzionali e, quindi, di evitare che si ripetano a livello nazionale questi episodi che danno un'immagine assolutamente vergognosa nei confronti del mondo, non solamente del popolo etiope, ma del mondo tutto.

  PRESIDENTE. Ovviamente, in Commissione, i capigruppo con la presidenza della Commissione decidono quali provvedimenti incardinare. Non è questo il tema del Governo.
  Il deputato Boccadutri ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  SERGIO BOCCADUTRI. Grazie, Presidente. Particolarmente su un punto sono poco soddisfatto, perché ancora oggi posso condividere l'opinione giusta del Governo che non servono ulteriori iniziative normative per vietare, appunto, che sui siti Internet delle istituzioni si possa fare apologia del fascismo. Però, ancora oggi sul sito del comune di Affile risulta, appunto, che tale personaggio è ritenuto sostanzialmente figura tra le più amate e le più criticate, a torto o a ragione, e fra i maggiori protagonisti dei burrascosi eventi che caratterizzarono quasi mezzo secolo di storia italiana, come uno dei personaggi cui il comune di Affile ha dato i natali.
  Siccome non è opinabile il fatto che le Nazioni Unite hanno condannato Graziani quale criminale di guerra, per l'uso di gas tossici e per il bombardamento di ospedali della Croce rossa, e non è neanche, a torto o a ragione, che un tribunale italiano condannò Graziani a 19 anni per collaborazionismo, io penso che il Ministero dell'interno debba richiedere formalmente – adesso non so bene quali siano le forme – di cancellare quelle parole.
  Io non voglio cancellare la storia, per carità ! Rodolfo Graziani è nato ad Affile ed Affile lo può anche ben dire. Ma non è a torto o a ragione considerato, appunto, un personaggio. Sostanzialmente noi abbiamo una verità politica, che ognuno può Pag. 10professare nelle proprie sedi, appunto, e dentro i limiti, ovviamente, della nostra Costituzione e delle leggi. La verità storica e soprattutto quella giuridica, quella appunto della giustizia, un sindaco non si può permettere di esprimerla – contraddicendo, appunto, quella verità – sul sito istituzionale del comune.

(Chiarimenti in merito all'avvio dei lavori del progetto relativo al raddoppio della strada statale n. 275 Maglie – Santa Maria di Leuca – n. 2-00694)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza Palese n. 2-00694, concernente chiarimenti in merito all'avvio dei lavori del progetto relativo al raddoppio della strada statale n. 275 Maglie – Santa Maria di Leuca (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Chiedo al deputato Palese se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Nel 2004 la regione Puglia approvò il progetto per il raddoppio della strada statale n. 275 Maglie – Santa Maria di Leuca, finanziato con 152 milioni di euro. Tra il 2005 e il 2009 il progetto diviene oggetto di molteplici contrarietà: trattasi di un tratto di strada di circa 40 chilometri, una strada che è battezzata da tutto il territorio come la «strada della morte», dato che ci sono state circa 60 vittime dovute agli incidenti stradali su questa strada. Però, un'opera di questo rilievo aveva e sicuramente ha un impatto ambientale.
  A seguito di tutto ciò nel 2009, d'intesa con il territorio, vengono approvate alcune varianti al progetto originario che, modificando in parte il tracciato della strada, garantiscono un minor impatto ambientale. Tali modifiche fanno lievitare i costi dell'opera, ma il Governo dell'epoca, sempre nel 2009, reperisce gli ulteriori 136 milioni di euro necessari, per un costo totale dell'opera di 288 milioni di euro, finalizzati ad adeguarsi alle prescrizioni della VIA. Nel marzo del 2009 viene approvata la delibera CIPE che stanzia i fondi aggiuntivi e, poi, a marzo del 2011 il CIPE approva in via definitiva anche il progetto, confermando lo stanziamento anche con un'ulteriore delibera a gennaio 2012. Purtroppo, nonostante ciò, si susseguono decine di ricorsi alla giustizia amministrativa, prima per gli espropri necessari alla realizzazione dell'opera, poi anche per l'affidamento dei lavori.
  Io penso che i milioni di euro che si sono consumati da parte della pubblica amministrazione, cioè di comuni, della provincia di Lecce e della regione Puglia e quant'altro, abbiano fatto lievitare i costi a favore degli avvocati in maniera considerevole.
  Nonostante alcuni contenziosi tra imprese ancora in atto, ad ottobre del 2013 l'ANAS avvia le procedure per l'approvazione del progetto esecutivo per il raddoppio della strada statale e per la dichiarazione di pubblica utilità preliminare agli espropri.
  Ad oggi quell'opera non è neanche ripartita – dopo undici anni – perché poi si sono innestate ulteriori due turbative: una è che sul tracciato sono stati riscontrati dei siti inquinati su cui poi bisogna certamente bonificare, eventualmente con le risorse che si possono utilizzare dal ribasso d'asta che è avvenuto; l'altra è che, a seguito della procedura di gara e dell'assegnazione ad un consorzio, ad un ATI, che è stato fatto, poi ci sono stati i soliti ricorsi e contenziosi, perché nel nostro Paese ormai le gare d'appalto – piccole o grandi che siano, dal punto di vista della quantità delle risorse impegnate per la realizzazione; piccola o grande, necessaria o non necessaria che sia l'opera – non vengono più decise dalle commissioni di gara che sono deputate a decidere a chi assegnare poi la realizzazione dell'opera, ma vengono decise o dai TAR o dal Consiglio di Stato. Allora, davanti a questa situazione, noi chiediamo al Governo – questa è un'interpellanza datata, presentata nel settembre del 2014, anzi ringrazio l'attuale Ministro Delrio che in poco tempo, tutto sommato, sta dando una Pag. 11risposta – solo l'impegno, nonostante tutti questi contenziosi, nonostante sostanzialmente tutti questi inconvenienti, a seguire in maniera particolare la realizzazione di quest'opera e soprattutto a evitare che possa essere rifinanziata oppure che queste risorse, 288 milioni di euro, siano destinate ad altre opere pur importanti e pur necessarie che ci sono nel nostro Paese. Sta di fatto che, dopo undici anni, le pastoie burocratiche e amministrative tra il livello centrale e il livello periferico hanno determinato un blocco di tutta una situazione. Certamente non è questo l'unico esempio nel nostro Paese. Sarebbe pure ora che si rivedessero tutte le procedure per poter far sì che le opere poi si realizzino.

  PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie Presidente, in relazione all'atto di sindacato ispettivo e sulla base delle informazioni assunte presso ANAS, senza ripercorrere il ben noto iter, perché lo ha già fatto con particolare articolazione e puntualità l'interpellante, provo a spiegare quanto è avvenuto. Soprattutto il Governo sta seguendo gli ultimi episodi del collegamento stradale da Maglie a Santa Maria di Leuca.
  Segnalo che l'ANAS ha affidato, il 19 aprile 2012, a seguito di gara, all'Associazione temporanea di imprese Uniland – Consorzio Stabile CCC – Aleandri – Igeco Costruzioni l'appalto integrato per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori. Tuttavia, come ha ricordato l'onorevole interpellante, sulla vicenda è in atto un contenzioso per effetto del quale il 3 luglio 2014 il Consiglio di Stato, a seguito del ricorso presentato dal Raggruppamento temporaneo di imprese Matarrese – Co.Edil.Sal., a cui non era stata aggiudicata la gara d'appalto, ha emesso una sentenza (n. 3344/2014) che ha previsto il risarcimento del danno da parte dell'ANAS o, in alternativa, la possibilità di aggiudicare in autotutela l'appalto al raggruppamento ricorrente.
  Per dare esecuzione alla sentenza, lo scorso 11 marzo l'ANAS ha emesso il provvedimento di annullamento in autotutela e risolto il contratto precedentemente stipulato, con contestuale aggiudicazione definitiva in favore del raggruppamento Matarrese. Il Raggruppamento temporaneo di imprese Consorzio Stabile CCC – Aleandri – Igeco Costruzioni ha quindi proposto, a sua volta, ricorso al TAR Lecce, il quale, con ordinanza n. 229/2015 del 9 maggio scorso, ha accolto l'istanza di sospensione.
  Avverso la predetta sospensiva, ANAS e il raggruppamento Matarrese hanno proposto appello, che è stato respinto dal Consiglio di Stato con ordinanza n. 2480/2015 del 5 giugno scorso. L'udienza pubblica dinanzi al TAR Lecce è fissata per il prossimo 9 luglio 2015. Purtroppo, tali ripetuti contenziosi impediscono di porre in essere gli interventi di ammodernamento della strada in questione, un'opera essenziale per la collettività, come è stato ricordato anche dall'interpellante, e per la quale il Governo, all'esito dei ricorsi tuttora pendenti, si adopererà per favorire il proseguimento veloce dell'iter.

  PRESIDENTE. Il deputato Palese ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.

  ROCCO PALESE. Signora Presidente, l'interpellante è confortato dalla dichiarazione finale da parte del rappresentante del Governo, che afferma qui, in Aula, in Parlamento, che l'opera è essenziale per il territorio e che deve essere realizzata, al termine di questo dannoso e incredibile contenzioso, che, purtroppo, non riguarda solo quest'opera, ma riguarda, complessivamente, tante e tante opere pubbliche nel nostro Paese (speriamo che si risolva subito).
  A noi, a me e, particolarmente, al territorio non interessano le aziende o le ditte che cercheranno di realizzare l'opera, alla fine. A noi interessa solo che il contenzioso finisca una volta per tutte, che il Governo dichiari, così com’è stato dichiarato in quest'Aula, che ritiene l'opera Pag. 12essenziale e indispensabile, che si deve realizzare per il territorio, e che, quando si concluderà l'iter del contenzioso, sicuramente il Governo si adopererà e si ritiene impegnato perché ci possa essere una realizzazione rapida della strada.

(Iniziative di competenza volte a consentire il prosieguo del festival culturale de «Il libro possibile» a Polignano a Mare (Bari) – n. 3-01442)

  PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione Losacco n. 3-01442, concernente iniziative di competenza volte a consentire il prosieguo del festival culturale de «Il libro possibile» a Polignano a Mare (Bari) (Vedi l'allegato A – Interpellanze e interrogazioni).
  Il sottosegretario di Stato, Gianpiero Bocci, ha facoltà di rispondere.

  GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'interno. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione all'ordine del giorno, l'onorevole Losacco chiede notizie in merito alle iniziative che il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo intende porre in essere per consentire il prosieguo della manifestazione culturale denominata «Il libro possibile», che si svolge a Polignano a Mare, in provincia di Bari, anche per l'anno in corso.
  Vorrei precisare, a tale proposito, che le iniziative analoghe a quella che si svolge, meritoriamente, a Polignano a Mare, sono, in Italia, circa ottanta ogni anno. Purtroppo, considerato il forte contenimento della spesa pubblica, non è possibile finanziarle tutte.
  Tuttavia, per iniziativa del Centro per il libro e la lettura del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, della Fondazione per il libro, la musica e la cultura e dell'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI), attraverso il portale «Città del libro» è stato avviato nel 2013 un processo mirato a individuare forme organiche di promozione e di collaborazione.
  Dagli incontri, che si sono svolti a Torino (aprile 2013), a Roma (gennaio 2014) e a Cagliari (maggio 2014), è emersa l'esigenza di creare uno strumento che documenti l'ampiezza e l'articolazione di questa realtà culturale del nostro Paese, fondamentale per favorire la diffusione del libro e della lettura; uno strumento che fornisca al pubblico tutte le informazioni relative agli eventi e la possibilità di interagire con gli organizzatori e che, al tempo stesso, costituisca il primo tassello di quel coordinamento tra le Città del libro, indispensabile per valorizzare e far crescere queste iniziative.
  Nel corso dell'ultimo incontro a Milano il 5 marzo 2015, il Centro per il libro e la lettura ha presentato il portale web le «Città del libro», realizzato con il supporto tecnico dell'Istituto poligrafico e Zecca dello Stato, che si propone di: censire e dare visibilità alle Città del libro; mettere a confronto esperienze e modelli organizzativi; favorire l'accesso alla documentazione – testuale, fotografica e audiovisiva – prodotta nell'ambito delle singole manifestazioni; aprire un canale di comunicazione con il pubblico.
  Il cuore del portale è costituito dalla banca dati delle manifestazioni, che ha lo scopo di fornire sulle iniziative organizzate dalle «Città del libro» informazioni aggiornate, dettagliate, qualitativamente affidabili e facilmente accessibili. La banca dati viene alimentata dagli stessi organizzatori, che hanno a disposizione, all'interno del portale, un'area riservata, dove possono inserire e aggiornare i dati relativi alle loro iniziative.
  La presenza sui principali servizi in Internet integra le funzioni del portale e contribuisce ad assicurare la necessaria comunicazione e la circolarità delle informazioni tra i diversi soggetti interessati.
  Naturalmente Polignano a Mare è ricompresa nell'elenco delle città che ospitano le manifestazioni nella sezione «Più vicino di quanto pensi», proprio con l'iniziativa «Il libro possibile».
  Se, da un lato, il Ministero non dispone, al momento, di significative risorse e di strumenti specifici volti alla promozione Pag. 13del libro e della lettura, occorre ricordare che la Commissione cultura della Camera sta elaborando – con l'attiva partecipazione del Ministero – una organica proposta normativa volta ad avviare una vera e propria politica di promozione della lettura, attraverso una varietà di strumenti e, in particolare, l'istituzione del Piano d'azione nazionale per la promozione della lettura, da adottare entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore della legge.
  Le finalità del Piano sono: diffondere l'abitudine alla lettura; garantire un accesso il più ampio e positivo possibile; conferimento del titolo «Città del libro» attribuita dal Centro per il libro e la lettura alle condizioni previste dall'articolo 3 del disegno di legge; promozione della lettura a scuola; detrazione fiscale per acquisto libri non scolastici; sostegno alle librerie indipendenti; istituzione del Fondo per la promozione della lettura e per il funzionamento del Centro per il libro e la lettura.
  Tale proposta, che si confida possa diventare legge in tempi ragionevoli, dovrà comunque essere corredata da una significativa dotazione finanziaria per poter produrre i risultati sperati.
  Vorrei, da ultimo, riferire che, da notizie avute dal segretariato regionale della Puglia, ufficio sul territorio del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, l'iniziativa «Il libro possibile», che si svolgerà nel prossimo luglio a Polignano a Mare, proprio per la sua ormai consolidata storia di evento culturale di eccellenza, promosso da organizzatori privati, ha potuto contare sul coinvolgimento, anche economico, di sostenitori pubblici e privati e della Confcommercio delle province di Bari e BAT, che ha raccolto la richiesta di aiuto degli organizzatori del festival culturale.

  PRESIDENTE. Il deputato Losacco ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.

  ALBERTO LOSACCO. Si, signora Presidente. Sottosegretario, ringrazio lei e il Governo per la risposta sottolineando innanzitutto gli elementi positivi in essa contenuti: l'attenzione che il Ministero ha prestato al «Festival del libro possibile» di Polignano a Mare pur in presenza di ristrettezza delle risorse, la volontà del Ministero di supportare con forte e fattivo impulso il lavoro della Commissione cultura della Camera per l'adozione di un piano d'azione nazionale per la promozione della lettura, così com’è assolutamente da evidenziare l'iniziativa del Centro per il libro e la lettura del Ministero e della Fondazione per il libro, la musica e la cultura e dell'ANCI attraverso il portale «la città del libro» di proseguire sulla strada del rafforzamento della promozione di eventi come questo. Il festival del libro possibile è giunto alla quattordicesima edizione e si svolgerà a Polignano a Mare tra l'8 e il 13 luglio prossimo. Quando ho depositato questo atto di sindacato ispettivo, lo scorso mese di aprile, si correva il serio rischio che tale appuntamento dopo quattordici anni potesse non avere luogo. Per una serie di difficoltà economiche gli organizzatori dell'evento infatti avevano lanciato un allarme perché ad inizio dell'anno il coinvolgimento degli enti pubblici e privati non assicurava ancora le risorse necessarie per poterne consentire lo svolgimento. Un evento in grado di coinvolgere una media di 15 mila visitatori a serata, mettendo a confronto con il pubblico autori, scrittori, case editrici, magistrati, teologi, politici, economisti, personaggi del mondo del cinema e dello spettacolo. La possibilità che questo evento non potesse più svolgersi sarebbe stata una sconfitta e sarebbe stata una sconfitta anche in riferimento ai dati purtroppo sconfortanti che l'ISTAT ci ha consegnato nel suo ultimo rapporto, ponendo la Puglia al penultimo posto per libri letti in un anno e per libri venduti fra le regioni italiane. Sette pugliesi su dieci non hanno acquistato un libro nel corso dell'ultimo anno, un dato desolante su cui bisogna riflettere anche perché è tutto il Mezzogiorno ad essere interessato da tale triste statistica. Per fortuna per il festival del libro di Polignano i soggetti istituzionali privati hanno accolto l'appello, ma è Pag. 14evidente che occorre una strategia più ampia per consolidare i risultati fin qui conseguiti. È una sfida che va affrontata anche in considerazione della vicina Matera che nel 2019 sarà la capitale europea della cultura, un evento che deve essere di traino e può diventare attrattore culturale per tutto il Mezzogiorno. Questa è una sfida anche sul versante della promozione turistica che vede purtroppo il nostro Paese in affanno anche rispetto ad altre realtà meno solide della nostra in termini di patrimonio storico, ambientale e naturalistico. Polignano è uno dei gioielli del turismo nazionale, ne approfitto qui per dire che va salvaguardata anche dal punto di vista ambientale, non solo per la messa in sicurezza della sua meravigliosa costa in considerazione dei crolli che si sono registrati nel recente passato, ma anche per approfondire la questione relativa all'ipotesi di attività estrattiva di idrocarburi a largo di queste coste. La cultura non è mai in contrapposizione ad altri fattori di sviluppo, ma è evidente che la vocazione di Polignano è costituita dalla sua bellezza e dalla sua capacità di fare cultura, vocazione che non può essere pregiudicata nella maniera più assoluta da altra attività. Il fatto che si sia giunti ad una sua nuova edizione è quindi un elemento di straordinaria importanza, un germoglio che è diventato pianta e che inizia a dare i suoi frutti. Quello che manca al Mezzogiorno è la capacità di fare rete, di rafforzare la presenza di questi eventi nei grandi circuiti nazionali e internazionali maggiormente conosciuti anche con una maggiore copertura mediatica. In questi anni a Polignano si è declinato un vero principio di sussidiarietà in cui proprio partendo dal basso è stata realizzata una kermesse culturale di grande appeal. La sfida è quella di concretizzare nuove sinergie istituzionali per consentire l'affermazione definitiva di questo evento, collocandolo tra i più importanti al pari di Cortina InContra e il festival della Versiliana, per citare alcuni dei più noti. Un ragionamento che proveremo a intavolare in vista della legge di stabilità, quindi partiamo pertanto dagli elementi positivi di questa risposta e l'obiettivo parlamentare sarà quello di rafforzare la dotazione finanziaria del Ministero per questi eventi.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Losacco. È così esaurito lo svolgimento delle interpellanze e delle interrogazioni all'ordine del giorno. Sospendo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 12 con il seguito della discussione del decreto-legge recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.

  La seduta, sospesa alle 11, è ripresa alle 12.

Preavviso di votazioni elettroniche.

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 12,20.

  La seduta, sospesa alle 12,02 è ripresa alle 12,20.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali (A.C. 3104-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 3104-A: Conversione in legge del decreto-legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia Pag. 15di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.
  Ricordo che nella seduta del 15 giugno 2015 si è conclusa la discussione sulle linee generali e il rappresentante del Governo è intervenuto in sede di replica, mentre il relatore vi ha rinunciato.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3104-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico del disegno di legge di conversione (Vedi l'allegato A – A.C. 3104-A), nel testo recante le modificazioni apportate dalla Commissione (Vedi l'allegato A – A.C. 3104-A). Colleghi, scusate, ma, anche se siamo pochi, c’è un rumore fortissimo.
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3104-A), che sono in distribuzione. In particolare, il parere della Commissione bilancio reca due condizioni formulate ai sensi dell'articolo 81 della Costituzione, che saranno poste in votazione a norma dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 7, del Regolamento, sulla base dei criteri adottati in sede referente, le seguenti proposte emendative, presentate in Commissione e in tale sede ritirate dai presentatori prima della relativa dichiarazione di inammissibilità: Zaccagnini 5.04, che interviene in materia di finanziamenti bancari agevolati per la ricostruzione nelle aree delle regioni Emilia Romagna, Lombardia e Veneto colpite dal sisma del 2012. Tale proposta emendativa risulta peraltro analoga all'articolo aggiuntivo 5.035 dichiarato inammissibile in sede referente; Palese 5.08 e 5.09, che prevedono, rispettivamente, la sospensione dei termini dei versamenti e degli adempimenti tributari e la sospensione dell'IMU agricola nei confronti delle imprese agricole ubicate nei comuni della regione Puglia colpiti dal batterio della Xylella fastidiosa. Inammissibili sono anche: gli emendamenti Guidesi 5.65 e Segoni 5.71, non previamente presentati in sede referente, che intervengono sulla stessa materia. Tali proposte emendative riguardano materie affini rispetto a quelle trattate da emendamenti dichiarati inammissibili in Commissione. Si tratta degli articoli aggiuntivi 5.011 e 5.013, volti a prevedere interventi agevolativi di natura fiscale in favore di soggetti interessati dalla Xylella fastidiosa; Palese 5.010, che prevede l'esclusione di alcune spese dal saldo utile ai fini del rispetto del Patto di stabilità in favore dei comuni della regione Puglia colpiti dal batterio della Xylella fastidiosa; Massimiliano Bernini 6-bis.08, volto a modificare le disposizioni di cui all'articolo 4 del decreto legislativo n. 228 del 2001, concernenti le soglie di ricavi per l'applicazione della disciplina del commercio di cui al decreto legislativo n. 114 del 1998; Massimiliano Bernini 6-bis.09, in materia di divieto di trattamenti antiparassitari nell'attività di apicoltura; Massimiliano Bernini 6-bis.010, in materia di applicazione di aliquote IVA agevolate a taluni prodotti dell'apicoltura; Massimiliano Bernini 6-bis.011, in materia di esenzione IMU per i terreni agricoli; L'Abbate 6-bis.012, che disciplina le modalità di confezionamento del latte crudo; L'Abbate 6-bis.014, che reca misure di semplificazione per le imprese agricole; Parentela 6-bis.015, in materia di applicazione di aliquote IVA all'origano destinato all'alimentazione; Benedetti 6-bis.017, volto a prevedere l'istituzione di un Fondo per il sostegno delle imprese agricole che fanno uso di prodotti fitosanitari consentiti in agricoltura biologica; Gagnarli 6-bis.018, in materia di accertamento dell'accisa sulla birra.
  Avverto, altresì, che la Presidenza non ritiene ammissibili, ai sensi degli articoli 86, comma 1, e 96-bis, comma 7, del Regolamento, le seguenti ulteriori proposte emendative, non previamente presentate in Commissione, in quanto relative a materie del tutto estranee rispetto a quelle trattate dal provvedimento: Massimiliano Pag. 16Bernini 6-bis.060, che stabilisce che le attività di vendita diretta, di smielatura e di confezionamento del miele svolte dagli apicoltori che posseggono un numero massimo di alveari pari a cinquanta siano realizzate nei locali presenti nell'azienda agricola; Massimiliano Bernini 6-bis.061, volto ad inserire tra le attività considerate agricole ai fini dell'applicazione delle imposte sui redditi la lavorazione e il confezionamento dei prodotti dell'apicoltura; Fabrizio Di Stefano 6-bis.062, volto a prevedere l'esenzione da taluni obblighi riguardanti la circolazione stradale per gli automezzi di proprietà delle aziende apistiche.
  Avverto, infine, che fuori dalla seduta sono stati ritirati gli emendamenti Dallai 5.59 e Cenni 5.60.
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  LUCA SANI, Relatore. La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Segoni 1.60 e Guidesi 1.61. La Commissione propone una riformulazione dell'emendamento Oliverio 1.62, aggiungendo dopo la parola: «pubblica» le seguenti: «nel rispetto delle normative europee in materia di appalti».
  La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 1.100 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 1.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  La Commissione esprime parere contrario sugli identici emendamenti Squeri 2.10 e Vignali 2.60, sugli identici emendamenti Squeri 2.61 e Vignali 2.62, sugli identici emendamenti Squeri 2.11 e Vignali 2.63, nonché sugli emendamenti Faenzi 3.35, Guidesi 3.60, 3.47, 3.48 e 3.61, Pagano 3.26, 3.27 e 3.28, Guidesi 3.50 e 3.51, mentre raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 3.100.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Palese 4.10 e 4.8, Franco Bordo 4.60, Zaccagnini 4.61, Franco Bordo 4.62, L'Abbate 4.11, Segoni 4.67, 4.68 e 4.69, Franco Bordo 4.63, Zaccagnini 4.64, Faenzi 5.15, L'Abbate 5.21, Segoni 5.66, 5.70 e 5.69, L'Abbate 5.22, 5.23 e 5.24, Gagnarli 5.68, Palese 5.17, Franco Bordo 5.61, Zaccagnini 5.62, Franco Bordo 5.63, Zaccagnini 5.64, Franco Bordo 5.2. La Commissione raccomanda l'approvazione del proprio emendamento 5.100, mentre esprime parere contrario sull'emendamento Palese 5.18. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 5.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  La Commissione, invece, esprime parere contrario sugli emendamenti Palese 5.50, 5.72 e 5.73, Segoni 5.74 e sugli articoli aggiuntivi Zaccagnini 5.04, 5.03 e 5.02, Palese 5.012 e 5.014.
  La Commissione esprime parere contrario sugli emendamenti Guidesi 6.60 e Pagano 6.1, sugli identici emendamenti Squeri 6-bis.60 e Vignali 6-bis.61, sugli identici emendamenti Squeri 6-bis.62 e Vignali 6-bis.63 e sull'articolo aggiuntivo Parentela 6-bis.026.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 1.60. Prego i colleghi di prendere posto.
  Nessuno chiedendo di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Avverto che è stata chiesta la votazione nominale mediante procedimento elettronico.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 1.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tinagli, Folino, Marzana, Binetti.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 17
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  357   
   Votanti  302   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato
  47    
    Hanno votato
no  255).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Guidesi 1.61.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, intervengo solo per spiegare il nostro emendamento. In funzione del fatto che ci possono essere aziende che non hanno la possibilità – non solo la volontà, ma soprattutto la possibilità – di partecipare alla richiesta di rateizzazione delle multe, vuoi per mancanza di liquidità, mancanza con gli istituti di credito, relativamente alla fideiussione bancaria o all'assicurazione, a queste aziende vogliamo dare la possibilità di compensare le multe attraverso la PAC, in maniera tale che possano regolarizzare la loro posizione senza bisogno di tentativi di richieste di liquidità che magari gli istituti di credito non daranno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 1.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Sottanelli, Sannicandro, Taricco, Giuliani, Cassano, Vico, Oliverio, Della Valle.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  310   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
  63    
    Hanno votato
no  247).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Oliverio 1.62, sul quale vi è una proposta di riformulazione da parte del relatore.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Ringrazio il Ministro per la sua presenza, nell'annunciare il voto favorevole di Sinistra Ecologia Libertà a questo e al prossimo emendamento della Commissione vorrei cogliere l'occasione per ricordare tutta la penosa vicenda riguardante le quote latte che ha coinvolto il nostro Paese. È una vicenda pregressa di cui abbiamo già discusso in questa Aula, faccio presente che il nostro gruppo al riguardo ha presentato una proposta di legge per istituire una commissione di inchiesta parlamentare in riferimento a queste multe non pagate, di cui alcune rese inesigibili, almeno per quanto ci è stato riferito dal Ministro rispondendo ad una nostra interrogazione a risposta immediata. Risultano ancora parecchi fondi da riscuotere per farli tornare nel bilancio dello Stato, che si è esposto nei confronti dell'Unione europea per pagare queste multe non riscosse, e si parla di milioni di euro. Si tratta di una vicenda da me definita penosa e vergognosa dal punto di vista politico, che ha avuto delle coperture politiche negli anni passati, su cui penso che il nostro Parlamento faccia bene a fare un focus, un'indagine, ovviamente anche per provvedere a che in futuro su vicende di questo tipo – ricordo che Pag. 18l'Italia è stata deferita alla Corte di giustizia europea per la mancata riscossione delle multe – non si ripeta lo stesso schema, lo stesso meccanismo, quello dei soliti furbi e furbetti che, coperti politicamente, prima fanno soldi sulle spalle di produttori onesti, in questo caso agricoli e zootecnici, poi evitano di pagare le multe e vengono coperti dall'erario pubblico, lasciando in seguito ancora aperta la vicenda in Europa.
  Chiedo pertanto alla Presidenza della Camera di porre all'ordine del giorno l'istituzione di una Commissione di inchiesta parlamentare su questi fatti.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione dell'emendamento Oliverio 1.62, che pongo in votazione col parere favorevole dal Governo e dalla Commissione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Oliverio 1.62, nel testo riformulato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  375   
   Votanti  365   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 331    
    Hanno votato
no   34).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.100 della Commissione, con parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Latronico, Giacomoni, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  374   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 372    
    Hanno votato
no    2).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Gasparini. Ci siamo ? Gasparini non riesce a votare ? Tolga quello che c’è dentro la postazione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  372   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 372).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Squeri 2.10 e Vignali 2.60.

  MAURIZIO MARTINA, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO MARTINA, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali. Signora Presidente, intervengo solo per motivare brevemente le ragioni del nostro parere contrario a questi dueemendamenti. Pag. 19Qui siamo nel cuore della proposta che facciamo con il decreto-legge, in particolare per quel che riguarda sul settore lattiero-caseario, quello lattiero. Io credo che avere approntato con questo provvedimento queste modifiche sostanziali, in particolare, per la durata e la forma dei contratti e per la rilevazione dei costi medi, sia cruciale in un momento così delicato come quello che stiamo attraversando, in particolare nel settore lattiero caseario. Quindi, qui siamo nel cuore del cambiamento necessario che proponiamo con questo decreto e pertanto credo che l'impianto della proposta che noi abbiamo fatto vada assolutamente mantenuto.
  Segnalo anche che ci muoviamo nel solco delle migliori esperienze europee fatte, in particolare, in quest'ultimo periodo, anche da altri paesi esattamente su questo punto.

  PRESIDENTE. Nessuno altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Squeri 2.10 e Vignali 2.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Distaso che raggiunge il posto, Colletti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  385   
   Votanti  382   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
  60    
    Hanno votato
no  322).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Squeri 2.61 e Vignali 2.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Silvia Giordano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  387   
   Votanti  384   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
  58    
    Hanno votato
no   326).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Squeri 2.11 e Vignali 2.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno.
  Dichiaro chiusa la votazione. Mi spiace, onorevole Brescia, ma l'ho vista dopo.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  383   
   Votanti  382   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
  59    
    Hanno votato
no   323).    

  (Il deputato Crippa ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Faenzi 3.35.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Faenzi. Ne ha facoltà.

Pag. 20

  MONICA FAENZI. Signora Presidente, molto brevemente, con questo emendamento noi chiediamo di alzare la quota di rappresentatività, necessaria alle organizzazioni interprofessionali per essere riconosciute, dal 25 per cento al 40 per cento. Di fatto apprezziamo lo sforzo fatto in Commissione che lo ha elevato – nel decreto-legge era previsto appunto il 20 per cento – al 25, e questo è apprezzabile. Riteniamo però che la rappresentatività al 25 per cento sia molto bassa in considerazione del fatto che tale norma è stata introdotta al fine proprio di evitare la polverizzazione dei vari settori che hanno all'interno delle organizzazioni interprofessionali sicuramente una funzione strategica. È evidente che con una quota di rappresentatività così bassa la ratio della norma non raggiungerebbero il proprio scopo e in aggiunta a questo voglio anche dire che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha evidenziato proprio la criticità dell'esiguità della rappresentatività all'interno dell'organizzazione interprofessionale per cui chiediamo che sia portata al 40 per cento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 3.35, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno, Tidei, Laffranco, Pizzolante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  301   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato
  40    
    Hanno votato
no  261).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 3.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Melilli, D'Ottavio, Brescia...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  389   
   Votanti  388   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  338).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 3.47, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Giachetti. Tidei, Colonnese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  381   
   Votanti  380   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  313).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 3.48, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 21

  Gigli, Verini, D'Incà, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  391   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato
  67    
    Hanno votato
no  324).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 3.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Tidei, Berlinghieri, Gasparini, Dell'Orco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  393   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  325).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Pagano 3.26.

  DORINA BIANCHI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Signora Presidente, intervengo per ritirare gli emendamenti Pagano 3.26, 3.27 e 3.28.

  PRESIDENTE. Sta bene.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 3.50, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Colaninno, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  397   
   Votanti  380   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  52    
    Hanno votato
no  328).    

  (La deputata Galgano ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario. La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi, 3.51, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Turco, Moscatt, Colaninno, Borghi, Marantelli, Molteni, Ferrari...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  394   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  69    
    Hanno votato
no  325).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

Pag. 22

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Pilozzi, Colaninno, Abrignani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  401   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 400    
    Hanno votato
no    1).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Palese 4.10.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente. Vorrei intervenire anche su questo punto per motivare rapidamente le ragioni del parere contrario, perché, anche in questo caso, come nel precedente, ci troviamo di fronte ad uno dei passaggi fondamentali del provvedimento.
  Io penso di poter dire che noi, con questa scelta, facciamo un passo cruciale per il nostro sistema olivicolo, in particolare perché, per la prima volta dopo tanto, tanto tempo, allochiamo delle risorse ad hoc sul piano olivicolo nazionale. Queste risorse sono importanti in particolare per far scattare poi un meccanismo di lavoro virtuoso con i PSR delle regioni più interessate che sono quindi solo la prima fase di una attività di intervento che si dispiegherà lungo alcuni altri interventi strategici che però non possono prescindere da questo punto di partenza concreto e realistico.
  Faccio presente anche che le specifiche del lavoro che noi faremo, orientando in particolare queste risorse e facendo leva sulle risorse dei PSR, hanno a che vedere con tre o quattro passaggi cruciali per il sistema olivicolo nazionale.
  Mi riferisco, nello specifico, all'aumento della produzione nazionale, che è un grande tema che ci stiamo ponendo da tempo con tutto il settore qualità e quantità – qualità e quantità –; mi riferisco, poi, alla necessità di investire di più in ricerca e qui ci sono percorsi fondamentali che si possono aprire, in particolare per alcuni territori; mi riferisco, al terzo punto, alla necessità di utilizzare bene queste risorse, la leva sui PSR, per lavorare sempre di più su due temi cruciali: aggregazione e innovazione, in particolare aggregazione.
  Io penso che sia anche questo uno degli elementi cruciali del decreto, per cui confido che l'Aula possa seguire il Governo nell'approccio che ha dato a questa scelta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Io rimango comunque sorpreso del parere contrario, per quanto le motivazioni che il Ministro poco fa ha addotto sono delle motivazioni, comunque, che trovano rispondenza e confronto all'interno del provvedimento. Qui c'era un'estensione, ma soprattutto sono preoccupato – per questo il motivo dell'intervento, per un'ulteriore sollecitazione nei confronti del Governo e del Ministro – in riferimento a quello che può essere un aspetto di grande preoccupazione sui piani di sviluppo rurale 2014-2020.
  Non è vero che tutti... Signora Presidente, io qui non riesco a parlare...

  PRESIDENTE. A cominciare dai suoi vicini, per la verità, perché...

  ROCCO PALESE. Assolutamente ! Parlano di gruppi, parlano delle elezioni di Matera...

Pag. 23

  PRESIDENTE. I suoi vicini sono particolarmente vivaci questa mattina.

  ROCCO PALESE. ...parlano di tutte le cose, tranne che di quello che è l'argomento in esame.

  PRESIDENTE. Ecco ! Colleghi, avete capito.

  ROCCO PALESE. ...perché, purtroppo, io non riesco a seguire un provvedimento importante. Dicevo che non tutti i piani di sviluppo rurale predisposti dalle regioni sono raccordati con questo tipo di interventi... Bianconi ha bisogno del medico.
  L'altro aspetto, che riguarda una parte essenziale, è che ci sono poi solo tre regioni che hanno ricevuto l'approvazione del piano di sviluppo rurale 2014-2020 da parte dell'Unione europea. Ci sono, invece, tante altre regioni, la stragrande maggioranza, che, non contente e non soddisfatte di 18 mesi di ritardo, hanno presentato il piano di sviluppo rurale all'Unione europea con gravissimo ritardo e hanno ricevuto una serie enorme di censure. Non so quando si risolveranno queste censure e se si risolveranno per la fine dell'anno. Quindi, la preoccupazione rimane esattamente questa, che alla fine ci sarà solo ed esclusivamente quanto il Governo sta prevedendo.
  Per carità, questo vale sia sul piano generale sia su quello che il Ministro ha detto, perché in effetti il Ministro ha richiamato ciò che è presente in questo decreto. Io do atto di questo al Ministro e al Governo. Però, faccio presente che rispetto al raccordo dei piani di sviluppo rurale che si è annunciato – ecco il motivo di questo emendamento – c’è un'enorme differenza, in riferimento al fatto che effettivamente ci debba essere un riscontro delle regioni che vanno a predisporre questi piani di sviluppo rurale e poi, soprattutto, c’è una grandissima preoccupazione che riguarda i grandi ritardi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per motivare il parere negativo su questo emendamento dell'onorevole Palese, in quanto va a sostituire completamente l'articolo, articolo che è stato frutto anche di un lavoro di Commissione, dove vengono in gran parte presi impegni...

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, adesso però non urli lei al posto di Bianconi. Prego, onorevole Gagnarli.

  CHIARA GAGNARLI. Dicevo che vengono in gran parte accolti degli impegni, approvati in Commissione con una risoluzione unitaria.
  Quindi, ci sembra giusto votare contro per mantenere l'articolo che, anche se fattibile di miglioramenti, è comunque frutto di un lavoro di Commissione, che va comunque rispettato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 4.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio) e della I Commissione (Affari costituzionali).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Taricco, Dall'Osso, Aiello. Ci siamo ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  363   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  320).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 24Palese 4.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Grassi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  392   
   Votanti  374   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
 114    
    Hanno votato
no  260).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 4.60.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie Presidente, è una scelta importante quella di istituire il piano olivicolo nazionale, una scelta che abbiamo sollecitato in Commissione da quando il gruppo SEL si è insediato qua alla Camera e abbiamo sollecitato e condiviso anche con altri gruppi le scelte che sono state fatte.
  Le audizioni che abbiamo avuto in Commissione ci hanno reso uno spaccato molto chiaro rispetto alle difficoltà che questo settore sta vivendo. Sono difficoltà importanti, profonde, indubbiamente perché è un settore che è stato lasciato a se stesso per troppo tempo. Noi non vogliamo imputare a chi in questo momento sta governando responsabilità che non ha e non può avere, però, nel momento in cui c’è la consapevolezza della necessità di un piano olivicolo nazionale straordinario, per cercare di invertire la rotta, che è una rotta che attualmente ha messo il nostro Paese assolutamente in una situazione di difficoltà rispetto agli altri competitor, in modo particolare un grosso competitor estero che è la Spagna, che ha investito fortemente, anche con denari pubblici e non soltanto privati in questo settore, ritenendolo appunto primario, non soltanto in quanto produzione agricola, ma proprio per la sua stessa economia, noi riteniamo che le risorse allocate siano delle risorse insufficienti, delle risorse deboli per rilanciare a tutti gli effetti il nostro settore oleario. Anche perché, anche con quanto approvato in fase di discussione e con gli emendamenti in Commissione, la mission che si dà a questo piano è una mission importante e significativa, che vuole davvero cercare di fare le cose a fondo, per incrementare la nostra produzione, per portare innovazione tecnologica, per lavorare sulla ricerca, per aiutare le nostre esportazioni e il made in Italy.
  Con questa ambizione, noi riteniamo che i fondi che avete predisposto siano insufficienti e siano troppo pochi. Abbiamo chiesto di incrementarli e abbiamo proposto come incrementarli, reperendo risorse in altro modo, incrementandole.
  Dichiarate ammissibili i nostri emendamenti sia in fase di discussione in Commissione che in Commissione bilancio, suona strana questa chiusura netta nei confronti di una possibilità di incremento dei fondi per il piano olivicolo. Noi invitiamo l'Aula a votare a favore di questo e dei prossimi emendamenti che vanno in questo senso.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 4.60, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Basilio, Taricco, Sberna, Grillo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 25
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  397   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  265).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Zaccagnini 4.61.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. L'emendamento, come il precedente, chiede di aumentare le risorse per il fondo olivicolo nazionale, per il piano olivicolo nazionale, che, di certo, è cosa molto positiva nel quadro nazionale del settore primario. In particolare, sappiamo quanto il settore dell'agricoltura sia sfarinato in quest'ultimo decennio anche rispetto alla competizione sul mercato con altri grandi Paesi che producono olio.
  Ma l'esempio, forse, la pratica migliore, la best practice che possiamo trovare, è quella della Spagna, che ha fatto ben cinque piani olivicoli nazionali negli ultimi decenni, aumentando i fondi e, in particolare, collegandoli ai PSR... Procederei, Presidente, se potessi anche avere l'attenzione del Governo.

  PRESIDENTE. Onorevole Carra, onorevole Carra, lasci in pace il Governo e i banchi del Governo.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Semplicemente perché volevo ripercorrere alcune parole del Ministro, in particolare quelle legate a come collegare questi fondi ai PSR. Credo che sia fondamentale dare un input riguardo a questo, anche per i gravi ritardi, già menzionati, riguardo alla presentazione dei PSR e anche per come sono stati presentati da alcune regioni, perché sono stati respinti in quanto approntati in maniera non consona o inopportuna riguardo alla distribuzione delle risorse e anche all'impiego di queste.
  Credo vi sia un problema di fondo, che è quello del personale nelle varie regioni che è adibito alla presentazione e alla redazione dei bandi. In qualche maniera, sappiamo che questo personale è oberato di lavoro, ha varie cose, che gli vengono attribuite, da fare e, spesso, si ritrova a dover fare i PSR all'ultimo momento, in cabine di regia che non hanno alcuna visione strategica e una progettualità organica.
  In Spagna cosa è stato fatto ? Grazie ai fondi europei, è stato formato personale, in particolare giovane, esclusivamente per andare a creare questi bandi, a redigere bandi che miravano, soprattutto, all'obiettivo di recepire il massimo delle risorse disponibili che l'Europa faceva ritornare al Paese iberico. Noi sappiamo che abbiamo una mancanza, una lacuna, anche nella capacità di spendere tutto quello che ci arriva dall'Europa.
  E, quindi, io, dalla mia esperienza, al momento ho individuato questo come uno dei nodi principali, cioè il personale delle regioni. Quindi, questa cosa non è, ovviamente, imputabile al Governo, ma il Governo, forse, potrebbe, in qualche maniera, dare un input maggiore – soprattutto in alcune regioni dove i bandi vengono redatti in maniera superficiale, come è stato nel Lazio e in altre regioni – affinché vi sia un rinnovamento del personale e si investa, soprattutto, sulle risorse umane, che vadano a redigere questi bandi, in modo di avere la capacità di distribuire le risorse, di dare corpo alla progettualità dei territori in maniera organica, di avere una visione strategica, che non sia soltanto quella del momento, dell'immediato, di dover presentare dei progetti all'Europa, ma spesso in maniera raffazzonata, con poco tempo e, a volte, anche con poco aggiornamento, e quindi con poca capacità Pag. 26di rispondere veramente alle linee che l'Europa ci impone per poter utilizzare questi fondi.
  Il mio obiettivo appunto è sollecitare il Governo affinché dia un input perché si investa sulla formazione del personale delle regioni, perché investire su questo vuol dire avere la capacità di progettare e di utilizzare tutte le risorse che ci fa ritornare l'Europa; e noi, come contributore netto, siamo un contributore molto importante per l'Europa e per la PAC.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Zaccagnini.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 4.61, con il parere contrario della Commissione, del Governo e anche della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Pilozzi, Locatelli, Grillo, Adornato, Lattuca.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  397   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  262).    

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Sospendiamo a questo punto l'esame del provvedimento, anche in considerazione del fatto che è prevista una riunione di un gruppo, che ne ha informato la Presidenza, che riprenderà alle ore 15.30.

Convalida di deputati.

  PRESIDENTE. Comunico che la Giunta delle elezioni, nella seduta dell'11 giugno 2015, ha verificato non essere contestabili le elezioni dei seguenti deputati nella circoscrizione estero e, concorrendo negli eletti le qualità richieste dalla legge, ha deliberato di proporne la convalida:
   Ripartizione Europa: Caruso Mario, Farina Gianni, Garavini Laura, Picchi Guglielmo e Tacconi Alessio;
   Ripartizione America meridionale: Borghese Mario, Bueno Renata, Merlo Ricardo Antonio e Porta Fabio;
   Ripartizione America settentrionale e centrale: Fitzgerald Nissoli Fucsia e La Marca Francesca;
   Ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide: Fedi Marco.

  La Presidenza dà atto alla Giunta di questa proposta e dichiara convalidate le suddette elezioni.

  La seduta, sospesa alle 13,15, è ripresa alle 15.35.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Berlinghieri, Michele Bordo, Dellai, Di Gioia, Di Lello, Molea, Quartapelle Procopio, Rampelli, Sani, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente cento, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Pag. 27

Si riprende la discussione del disegno di legge di conversione n. 3104-A.

(Ripresa esame dell'articolo unico – A.C. 3104-A)

  PRESIDENTE. Ricordo che nella parte antimeridiana della seduta è stato da ultimo respinto l'emendamento Zaccagnini 4.61.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 4.62.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Anche con questo emendamento riproponiamo all'Aula la questione della necessità di incrementare il fondo per realizzare il Piano olivicolo. I fondi, così come previsti, riteniamo siano insufficienti per andare verso un Piano ambizioso che è quello per rilanciare il settore stesso. Chiediamo, pertanto, di portare a 8 milioni di euro per il 2015, e a 14 milioni sugli anni 2016 e 2017, i fondi destinati al rilancio e al sostegno del Piano olivicolo nazionale. Questo anche perché, come ho già potuto ribadire precedentemente, non sono fondi che andiamo a sottrarre, col nostro emendamento, ad altri settori agroalimentari o ad altri settori primari, chiediamo, appunto, di attingere a fondi di riserva e di utilizzare questi fondi per poter incrementare il fondo così come previsto oggi da questo disegno di legge. Vi chiediamo, onorevoli colleghi, di sostenere la proposta e di dare più solidi al Piano olivicolo nazionale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mongiello. Ne ha facoltà.
  Intanto, invito i colleghi a prendere posto.

  COLOMBA MONGIELLO. Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento e sono anche sorpresa perché da parte dei colleghi di SEL c’è stata anche una larga condivisione di quella che è stata la risoluzione che ha introdotto il Piano olivicolo nazionale. Mi dispiace molto che avvenga su questo punto, visto che il Partito Democratico aveva fatto approvare un emendamento per l'allargamento dei fondi e, guarda caso, SEL aveva espresso voto contrario. Quindi, voglio dire che c’è una certa linearità da parte del Partito Democratico e di tutte le forze che si sono espresse a favore del Piano olivicolo e poi, magari in Aula, il gioco delle parti, ci fa recitare, evidentemente, parti in commedia differenti. Perché abbiamo voluto questo ? Devo dire che è stato anche un grande lavoro parlamentare, nato da una mozione che abbiamo depositato un anno fa, firmata da circa 80 parlamentari del Partito Democratico. Perché siamo partiti dal Piano ? Perché ci siamo resi conto che c’è stata già dallo scorso anno una scarsa produzione olearia che ci ha visto crollare in termini di produzione al terzo posto. Quest'anno le condizioni si sono aggravate, perché ci sono state anche condizioni climatiche molto pesanti, la mosca olearia, condizioni di umidità, la Xylella, e tante altre ragioni che hanno fatto precipitare la produzione interna. Tutte le regioni italiane hanno prodotto in media circa il 40 per cento in meno. Siamo passati da una produzione che si aggirava intorno alle 500 mila tonnellate, a circa 200 mila tonnellate di produzione di quest'anno. Facciamo un po’ di conti, colleghi: 200 mila ne abbiamo prodotte, 700 mila ne abbiamo già importate, guarda caso ne consegniamo giusto 700 mila, a fronte di export di circa 500 mila tonnellate. Qui è scattato il campanello d'allarme e qui, ovviamente, è partita anche, e soprattutto, la condivisione verso un Piano olivicolo nazionale.
  Infatti, non vorremo ritrovarci, ormai quinto Paese mondiale produttore di olio, in un Paese in cui l'olio straniero spesso viene vestito da olio italiano. Che cosa succede ? Succede che noi abbiamo una bella legge sulla trasparenza dell'olio, ma tra poco non avremo più olio da tutelare.Pag. 28
  Abbiamo approvato una legge durante scorsa legislatura che tutela l'olio extravergine di oliva italiano, però, di fronte purtroppo al disastro della produzione, il Parlamento ovviamente ha deciso di intervenire. Come è intervenuto ? Voglio rispondere al collega Palese. Le risorse che noi stanziamo nel piano olivicolo disegnano la cornice nazionale del piano, ma sono risorse aggiuntive ai PSR. Infatti, dal piano nazionale tutte le regioni, con il proprio PSR, saranno chiamate a legiferare per il piano olivicolo regionale.
  Che cosa intendiamo fare con il piano ? In questo caso, ovviamente ricordo la risoluzione che abbiamo approvato, tutti i gruppi, all'unanimità in Commissione: produrre di più e meglio; implementare la nostra superficie olivetata; farci supportare dalla ricerca in maniera tale che ci aiuti anche con una meccanizzazione che non vada ad inficiare tutto quel lavoro che abbiamo fatto sulla qualità dell'olio di oliva italiano e soprattutto in maniera tale che ci aiuti anche a venderlo e a commercializzarlo meglio, a creare anche punti di internazionalizzazione e a coprire quel gap provocato dalla polverizzazione delle nostre imprese olivicole, che sono circa un milione in Italia.
  Questo prevede il piano. Abbiamo fatto un grande lavoro parlamentare, non lo nascondiamo. Ma soprattutto il piano è stato frutto anche di una condivisione verso una filiera fortemente in crisi e in difficoltà. L'olio è l'architrave della dieta mediterranea e come tale va tutelato, soprattutto nel senso della sua produzione, del made in Italy che è il fiore all'occhiello nel mondo. Questo è il tema che abbiamo sollevato ed è il piano olivicolo che noi abbiamo contribuito a disegnare, anche grazie all'aiuto del Governo.
  Quindi, su questo punto auspicherei che, almeno sull'articolo 4, ci fosse una condivisione di tutti i gruppi che hanno lavorato e hanno condiviso con il Partito Democratico il piano olivicolo nazionale, frutto anche di un grande lavoro di condivisione e di attenzione verso una filiera italiana che ha grandissimi margini di ripresa, ma che – ahimè ! – è stata fortemente ostacolata, vuoi da una produzione tradizionale, vuoi da condizioni climatiche avverse. Su questo punto – e chiudo, Presidente – ovviamente preannuncio il voto favorevole del Partito Democratico sull'articolo 4.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rocco Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Ho chiesto la parola perché nel precedente intervento probabilmente non sono riuscito, signor Presidente, sostanzialmente a farmi capire. Attualmente la collega Mongiello ancora insiste sull'aspetto del coinvolgimento sul piano olivicolo nazionale, che è un fatto positivo e io nell'intervento precedente, Presidente, ho dato atto al Governo di questo passaggio, di questo atto positivo e anche dell'incremento dei fondi. La mia preoccupazione è che i piani di sviluppo rurale delle regioni sono sfasati dal punto di vista temporale, al di là del fatto che non sappiamo ancora che cosa hanno inserito le regioni all'interno delle proposte programmatiche dei piani di sviluppo rurale e se queste sono connesse e collegate al Piano olivicolo nazionale.
  Ma al di là di questo c’è un problema temporale. Lo ribadisco fino alla noia: c’è un problema temporale. Sono trascorsi diciotto mesi, i piani di sviluppo rurale hanno come arco temporale 1o gennaio 2014 – 31 dicembre 2020, con possibilità di indicazione di spesa fino al 2022. Probabilmente c’è una sottovalutazione di un problema gravissimo, quello relativo al fatto che al 31 dicembre 2016 le regioni devono aver rendicontato e speso il 20 per cento delle risorse dei piani di sviluppo rurale. Ci sono diverse regioni, tutte tranne tre, che non hanno impegnato neanche un euro.
  Allora, la mia preoccupazione è questa. Alla fine può succedere che questo provvedimento, adottato dal Governo e arricchito dal Parlamento, sia nelle motivazioni sia anche nella dotazione finanziaria, rischia di essere vanificato dallo scempio che accade all'interno delle regioni.Pag. 29
  Infatti, ci sono regioni che hanno avuto censurato addirittura il Piano di sviluppo rurale e le censure sono pesanti e sono disallineate rispetto alla normativa nazionale. Impiegheranno almeno altri sei mesi per avere l'approvazione da parte dell'Unione europea. Noi stiamo parlando di questo, stiamo parlando di una vera e propria emergenza. In riferimento, poi, alla qualità dell'utilizzo di queste risorse dei piani di sviluppo rurale, come anche delle risorse comunitarie, nessuno può dimenticare che il nostro Paese è al primo posto per le truffe rispetto ai fondi europei e per la corruzione. E anche questo è un problema da affrontare perché la parte del Piano di sviluppo rurale, insieme a quella del Fondo sociale europeo, è quella a maggiore rischio e questi dati non li tiro fuori io, ma li tira fuori l'Unione europea e li tirano fuori gli organi preposti, tra cui la Guardia di finanza. Sono queste le preoccupazioni e sarebbe pure il caso che in riferimento a ciò il Governo italiano, per tutti i fondi comunitari, apro e chiudo la parentesi, si facesse carico, attraverso una legge apposita, di istituire e di recepire il patto di integrità, di legalità e di trasparenza per i fondi europei.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Mi scusi, Presidente, per avere alzato la mano forse un po’ in ritardo.

  PRESIDENTE. Ci mancherebbe.

  DONATELLA DURANTI. Grazie.

  PRESIDENTE. Mi perdoni, onorevole Duranti. Chiedo intanto ai colleghi di prendere posto e di abbassare il tono della voce cosicché l'onorevole Duranti possa parlare in una condizione decente. Prego.

  DONATELLA DURANTI. Era per sostenere anch'io l'emendamento a prima firma Franco Bordo per l'aumento degli stanziamenti per il settore olivicolo. Io vengo da una regione, la Puglia, che partecipa alla produzione di olio nel nostro Paese e dà un grande contributo alla produzione di olio. Pensiamo, quindi, che sarebbe necessario aumentare i fondi. Lo diciamo anche sulla base delle diverse e drammatiche emergenze che stanno interessando alcuni territori in questi mesi e, in particolare, appunto, il territorio pugliese del Salento. Pertanto, mi unisco alla richiesta del capogruppo di SEL in Commissione agricoltura perché si voti a favore di questo emendamento che chiede, appunto, di sostituire 4 milioni di euro con 8 milioni di euro per i rifinanziamenti per l'anno 2015 e 14 milioni di euro per ciascuno degli anni 2016 e 2017. Potrebbe essere una prima importante risposta a questo settore in grande difficoltà.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 4.62, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Con un piccolo sforzo cercheremo di rendere questa votazione più breve delle prime votazioni del pomeriggio, che di solito durano intorno alla mezz'ora. Di Battista, Frusone, Dellai, Bonafede, Sberna, Agostinelli, Rizzetto, Gallo, Zoggia, Turco, Silvia Giordano, Chiarelli, Latronico, Marazziti, Calabrò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  386   
   Votanti  385   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato
 133    
    Hanno votato
no  252).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento L'Abbate 4.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 30
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Mi pare ci sia convergenza da parte di tutti i gruppi politici in merito all'urgenza di un piano olivicolo nazionale e all'istituzione di un piano che riguardi il settore olivicolo. Quindi, a parte questa urgenza, che comunque in qualche modo è stata perorata stamane dal Governo, noi con questo emendamento chiediamo qualcosa di un po’ diverso cioè, nell'attesa del piano olivicolo nazionale, introduciamo già in questo articolo, nell'articolo 4 comma 1, alcune delle misure che potrebbero essere previste da questo piano olivicolo nazionale. Mi riferisco, ad esempio, alla razionalizzazione delle coltivazioni degli oliveti tradizionali, al rinnovamento degli impianti olivicoli, allo studio di nuovi sistemi colturali, allo sviluppo tecnologico delle filiere olivicole. Perché non possiamo già inserire all'interno di questo articolo alcune di queste misure che hanno lo scopo di un incrementare la produzione nazionale e quindi rendere la nostra olivicoltura competitiva nei confronti delle produzioni europee ed extraeuropee ?
  Inoltre c’è anche un altro elemento interessante che noi vogliamo introdurre con questo emendamento, ovvero la promozione di campagne di sensibilizzazione e di rilancio delle proprietà salutistiche degli oli extravergini che, come ricordava la collega Mongiello, sono un elemento cardine della dieta mediterranea. Quelle che noi proponiamo all'interno di quest'emendamento mi sembrano dunque misure di assoluto buon senso, misure che rientrano nell'ambito di un futuro piano olivicolo nazionale. Però, invece di attendere e aspettare ulteriormente, possiamo rendere subito queste misure cogenti e attive approvando questo nostro emendamento. Quindi la richiesta che rivolgo è di appoggiare questo nostro emendamento e di cambiare il parere contrario in parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento L'Abbate 4.11, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gitti... Morassutt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  394   
   Votanti  393   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato sì  138    
    Hanno votato no  255).
    

  (I deputati Fossati e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 4.67.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Questo emendamento e anche i prossimi a prima firma Segoni sono estratti da una mozione approvata di recente a maggioranza in quest'Aula. Nello specifico questo emendamento istituisce agevolazioni per la realizzazione, negli oliveti a rischio di diffusione Xylella, fasce di contenimento non ampie più di qualche centinaio di metri in cui gli olivi siano affiancati a colture alimentari di qualità per sviluppare un tessuto produttivo ed un ecosistema meno fragile ai cambiamenti climatici in atto e all'aggressione da parte di parassiti e altre malattie. Auspichiamo quindi un gentile riscontro positivo da parte dell'Aula.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 4.67, con il parere contrario Pag. 31della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Savino, Biasotti, Fitzgerald Nissoli, Dellai... Altri che non riescono ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  389   
   Astenuti   13   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  258).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 4.68.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.

  SAMUELE SEGONI. Grazie, Presidente, intervengo solo per ribadire che come il precedente emendamento, come il prossimo e come altri...

  PRESIDENTE. Aspetti un istante, onorevole Segoni... Un momento che c’è un problema dell'impianto di amplificazione. Ridiamo la parola all'onorevole Segoni nuovamente... Onorevole Segoni, purtroppo c’è un problema. Le devo domandare la cortesia di prendere il microfono del collega vicino, dell'onorevole Barbanti. Grazie.

  SAMUELE SEGONI. Non c’è problema. Ci tenevo a ribadire che questo emendamento, come il precedente, come il successivo e come altri che verranno dopo, traduce in emendamento gli impegni votati all'unanimità da quest'Aula, con il parere positivo del Governo, relativi alla mozione sulla Xylella che abbiamo approvato non più di dieci giorni fa.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Segoni, e le chiedo scusa per il disagio.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 4.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malpezzi... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  405   
   Votanti  388   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 131    
    Hanno votato
no  257).    

  (I deputati Covello e Falcone hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 4.69, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fucci, Duranti, Pilozzi... Se non vi sono altri colleghi che hanno difficoltà a votare...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  398   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 142    
    Hanno votato
no  256).    

Pag. 32

  (Le deputate Covello e Paola Bragantini hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 4.63.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Il comma 3 prevede che la copertura finanziaria dell'onere relativo al finanziamento del Piano olivicolo nazionale – di cui noi siamo assolutamente sostenitori, tant’è che abbiamo proposto anche l'incremento dei fondi – debba rinvenirsi dalla corrispondente riduzione di spesa relativa al finanziamento del Fondo per gli investimenti nel settore lattiero caseario, recentemente istituito con la legge di stabilità 2015.
  L'emendamento individua una differente copertura finanziaria, che non vada a sottrarre risorse al Fondo per gli investimenti in tale settore, a ragione del fatto che il 31 maggio 2015 si è concluso il meccanismo europeo del contingentamento delle quote di produzione di latte, le cosiddette quote latte. Per tale settore è quindi necessario, oltre che il cosiddetto atterraggio morbido, non defalcare risorse indispensabili per un settore che si è affacciato da quasi due mesi in un mercato totalmente liberalizzato.
  Pertanto, è stata individuata una copertura finanziaria diversa da quella prevista dal Governo, che non diminuisca o sposti tra i diversi comparti del settore primario i fondi previsti per il loro rilancio economico e sociale.
  Vorrei un attimo riportare all'attenzione dell'Aula anche la situazione del nostro settore lattiero caseario, situazione in cui le quotazioni dei principali prodotti a base di latte sono calate, fortemente calate; valgano, come esempio, quelle del Grana Padano e del Parmigiano Reggiano, formaggi che da soli assorbono ben più del 40 per cento del latte italiano. Il latte fresco ha visto una contrazione che ha superato l'8 per cento e quello a lunga conservazione del 4 per cento; anche lo yogurt ha mostrato riduzione di consumi, così come i formaggi, che hanno chiuso il 2014 con una riduzione delle vendite, nonostante il calo dei prezzi medi.
  Complessivamente, secondo l'ultimo rapporto di settore, la spesa per il latte e i formaggi, tra il 2011 ed il 2014, è diminuita del 12 per cento. L'analisi dei dati sulle importazioni permette di affermare che questo calo riguarda soprattutto i prodotti fatti in Italia. Così, mentre tanti lanciano allarmi sull'importazione di latte, pochi si preoccupano dell'importazione dei prodotti finiti. Ogni anno importiamo, infatti, circa 500 mila tonnellate di latte a lunga conservazione e quasi 520 mila tonnellate di formaggi, prodotti che, già confezionati, arrivano direttamente sugli scaffali della distribuzione.
  Inoltre, da alcuni anni il latte è veramente, anche da un punto di vista culturale, sotto attacco. Basta navigare pochi minuti in Internet per capire quale sia la situazione: sono innumerevoli i siti nei quali si sconsiglia, anche in modo assolutamente inopportuno, il consumo di latte. Da una ricerca è emerso che, negli ultimi due anni, poco meno del 30 per cento dei consumatori ha ridotto o ha addirittura cessato il consumo di latte. Con una campagna immotivata anche da un punto di vista anche medico e salutistico, c’è una percentuale di popolazione in crescita che ritiene che il latte sia dannoso per la nostra salute.
  Ecco, ho voluto riportare questi dati semplicemente per illustrare all'attenzione dei colleghi quanto siano in difficoltà il nostro settore e questa filiera, tant’è che all'interno della legge di stabilità è stato previsto un fondo, complessivamente per 108 milioni di euro, a sostegno della filiera lattiero casearia nazionale, proprio per le situazioni di congiuntura che ho avuto modo sinteticamente di descrivere, cioè fine delle quote latte e contemporaneamente crisi di mercato, che necessita anche di una ristrutturazione in questo settore importante.
  Oggi, con questo disegno di legge a sostegno del settore olivicolo – che siamo Pag. 33perfettamente d'accordo di sostenere –, si portano via 28 milioni di euro al settore lattiero caseario. È il gioco delle tre carte; non so se avete presente: nelle stazioni delle metropolitane, una volta c'erano i truffatori, quelli che facevano vedere dov'era l'asso di denari, lo spostavano di qua e di là e ovviamente il cittadino era truffato.
  In questo caso, dico che l'allevatore è quello che si vede sottrarre, in modo inappropriato e inopportuno, 28 milioni di euro dal fondo che è stato istituito (la filiera del latte, non soltanto l'allevatore). Perché inopportuno e inappropriato ? Perché abbiamo proposto altre coperture e senza neanche una motivazione ci è stato detto di no. Noi non riusciamo a capire perché si vadano a togliere soldi a un altro settore primario.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Prego, ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, grazie. Intervengo solo per dire che sosterremo questo emendamento, perché, così com’è giusto intervenire sull'emergenza fitosanitaria degli oliveti, allo stesso modo troviamo sbagliato e scorretto coprire quell'intervento finanziario togliendo risorse da un altro settore che è in crisi, in una crisi cronica oramai.
  Vorrei ricordare che il settore lattiero caseario è in crisi, in particolare coloro che si occupano della trasformazione del prodotto. Sono in crisi a causa del fenomeno dell’italian sounding, dell'embargo alla Russia e di tante altre condizioni di mercato che sicuramente non aiutano.
  Per chi invece non trasforma, esiste un problema che non riguarda solo ed esclusivamente la liberalizzazione delle quote latte e l'adeguamento alla nuova normativa, ma riguarda soprattutto il fenomeno dell'ingresso di latte di scarsissima qualità da altri Paesi, a prezzi ridotti, con una situazione igienico-sanitaria e salutistica molto discutibile. Sul problema del prezzo si discute da anni, con stalle e allevatori che, spesso e volentieri, vendono ad un prezzo molto più basso del costo di produzione.
  Questo tipo di intervento a livello economico va a coprire e a finanziare una situazione emergenziale, ma rischia di dare un colpo definitivo ad alcuni allevatori che si trovano in grandissima difficoltà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente. Credo sia importante sottolineare come buona parte della responsabilità politica della questione delle quote latte ricada sulla Lega Nord. Va dato atto che la Lega Nord ha sempre avuto una grande attenzione per l'agricoltura, ma credo che con altrettanta onestà intellettuale loro possano riconoscere gli errori che hanno compiuto, le coperture che hanno dato e in qualche modo, quindi, la loro responsabilità politica in tutto ciò che si è venuto a creare nel settore lattiero caseario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 4.63, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matarrelli, Dall'Osso...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  408   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  262).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

Pag. 34

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 4.64, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Gelmini, Lainati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  402   
   Votanti  401   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 143    
    Hanno votato
no  258).    

  (I deputati Covello e Monaco hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Faenzi 5.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai, Zoggia, Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  407   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 144    
    Hanno votato
no  263).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento L'Abbate 5.21.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, per quanto riguarda l'accesso al Fondo di solidarietà nazionale per il sostegno degli agricoltori colpiti da calamità e fitopatie, con questo emendamento noi vorremmo introdurre il principio di condizionalità, ovvero che il risarcimento sia subordinato all'esecuzione di buone pratiche colturali.
  Cosa sono le pratiche colturali ? Per esempio, sono le pratiche agricole rispettose dell'ambiente, che prevedono un utilizzo limitato o nullo della chimica, che risparmiano sulla risorsa dell'acqua. Sono buone pratiche colturali anche la manutenzione minima degli oliveti per quanto riguarda le azioni necessarie a fronteggiare la Xylella o la mosca dell'olivo. Insomma, l'obiettivo è quello di fare un'azione di prevenzione, piuttosto che poi agire sempre curando la malattia o la calamità.
  Mi sia consentito anche fare un riferimento all'intero provvedimento. Il difetto di fondo di questo decreto-legge è in sostanza che manca l'incentivazione a buone pratiche colturali sostenibili dal punto di vista ambientale. Non si promuove un'agricoltura sostenibile e si continuano a dare soldi. Per carità, molti settori dell'agricoltura sono in crisi, quindi soldi agli agricoltori, ma non si innescano processi virtuosi per un altro tipo di agricoltura.
  Questa è la ratio del nostro emendamento, che spero venga accolto positivamente dall'Aula.

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento L'Abbate 5.21, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Albini, Ciprini, Chimienti, Marti, Cesaro.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 35
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  413   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  144    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 5.66.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà. Onorevole Segoni, mi spiace, ma c’è sempre quel problema di microfono.

  SAMUELE SEGONI. Signor Presidente, riguardo alle infezioni di microrganismi che hanno flagellato il settore oleario, questo decreto-legge aveva inizialmente un occhio di riguardo per la Xylella – ci mancherebbe altro, è sacrosanto –, ma nel corso dell'esame in Commissione sono state aggiunte, altrettanto giustamente, altre infezioni, come la flavescenza dorata o il cinipide del castagno. Rimane, comunque, esclusa la mosca olearia e l'emendamento di Alternativa Libera cerca di aggiungere proprio questa fattispecie, che ha devastato il raccolto di quest'anno in molte regioni. Faccio l'esempio della Toscana e cito dati della Coldiretti: il raccolto medio da 170 mila quintali all'anno è crollato a 35 mila, mentre per quanto riguarda l'olio IGP dalla media di 40 mila quintali all'anno si è passati a 8 mila.
  Quindi, un calo così drastico secondo noi di Alternativa Libera giustifica l'inserimento della mosca olearia all'interno di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.66, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Lainati, Mucci, Cariello, Melilli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  408   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 149    
    Hanno votato
no  259).    

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.70, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  414   
   Votanti  411   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  257).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.69, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Giammanco, Dellai, Rossi...
  Prego, i colleghi di liberare le scale dalle borse per la salute pubblica dell'Aula... onorevole Sannicandro...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 36
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  424   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 156    
    Hanno votato
no  268).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento L'Abbate 5.22.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gagnarli. Ne ha facoltà.

  CHIARA GAGNARLI. Signor Presidente, questo emendamento e quelli successivi sono a tutela dei lavoratori dipendenti delle imprese che hanno avuto danni per via della Xylella. È un argomento che abbiamo più volte dibattuto anche in Commissione ed eravamo anche d'accordo che fosse prioritario, per la Commissione e per il Governo, trovare una soluzione per chi effettivamente si è visto mancare un reddito, anche se in maniera indiretta, in quanto lavoratore dipendente delle imprese agricole che hanno avuto dei danni. Quindi, con questo emendamento chiediamo di riconoscere loro un numero di giornate necessarie a compensare le giornate lavorative, tenendo conto delle giornate lavorative svolte come dipendenti delle medesime imprese nell'anno 2013.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento L'Abbate 5.22, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V (Bilancio) Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Patriarca, Carrescia, Dellai, Albanella...
  Votiamo senza pallina di carta... viene molto più facile. Onorevole Carrescia, provi a votare, estragga... non ha palline di carta ? Perfetto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  419   
   Votanti  399   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
 132    
    Hanno votato
no  267).    

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento L'Abbate 5.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V (Bilancio) Commissione ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Maietta, Dellai, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  388   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 122    
    Hanno votato
no  266).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento L'Abbate 5.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Presidente, a differenza degli altri due emendamenti, su cui abbiamo espresso voto di astensione, riteniamo che questo emendamento, anche da un punto di vista normativo, sia più che corretto e condivisibile da un punto di Pag. 37vista politico, perché, appunto, si introduce la prestazione lavorativa di almeno tre giorni.
  Sulla base di questa formulazione, le chiedo la sottoscrizione e preannunzio il voto a favore da parte del gruppo di Sinistra Ecologia Libertà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Intervengo per chiedere di aggiungere la mia firma all'emendamento L'Abbate 5.24 e, appunto, per ribadire che il gruppo di Sinistra Ecologia Libertà esprimerà voto favorevole sull'emendamento in questione.

  PRESIDENTE. Mi sembra che il presentatore accetti l'aggiunta della firma.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, sottoscrivo anch'io questo emendamento, ma voglio semplicemente ricordare che già nel nostro ordinamento in casi analoghi, cioè nel caso di dichiarazione di eccezionale calamità, gli operai agricoli possono godere del numero delle giornate lavorative che risultano avere prestato nell'anno precedente purché, nell'anno attuale, ne abbiano aggiunte almeno 8. Quindi, una norma che è di sistema, in un certo senso.
  Dunque, sarebbe opportuno che, anche in questo caso, quando si è di fronte a questo fenomeno, ci si comporti nella stessa maniera.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento L'Abbate 5.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V (Bilancio) Commissione ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Dellai, provi a votare senza strumenti impropri. Onorevole Mazziotti Di Celso, anche lei tenti il voto manuale; perfetto. Ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  424   
   Votanti  422   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  270).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gagnarli 5.68, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  L'onorevole Ciracì non riesce a votare. Onorevole Mognato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  424   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 118    
    Hanno votato
no  306).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 5.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 38
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  404   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  269).    

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Franco Bordo 5.61.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Signor Presidente, l'articolo 5 prevede l'accesso al Fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole che hanno subito danni a causa di eventi alluvionali e di infezione di organismi nocivi ai vegetali. Ai sensi del comma 3, tra gli interventi compensativi di sostegno in favore delle imprese danneggiate dalla diffusione del batterio Xylella Fastidiosa, autorizzati ai sensi del comma 1, con questo emendamento e con gli altri tre successivi, come Sinistra Ecologia Libertà, proponiamo un incremento della dotazione di questo Fondo, in modo tale che ci possano essere più risorse per quello che – non sto a riprenderlo qua nel dibattito, perché è ormai ampiamente conosciuto, affrontato anche con una serie di mozioni recentemente approvate qui alla Camera – risulta essere un fenomeno gravissimo, che ha bisogno di un sostegno più consistente.

  DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, intervengo per aggiungere la mia firma agli emendamenti Franco Bordo 5.61 e 5.63 e Zaccagnini 5.62.

  PRESIDENTE. Sugli emendamenti Franco Bordo 5.61 e 5.63 immagino che l'onorevole Franco Bordo non abbia remore. Sull'emendamento Zaccagnini 5.62, anche l'onorevole Zaccagnini, che è componente del suo gruppo, immagino che non si opponga, quindi tant’è. Sta bene.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 5.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, Sgambato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  266).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 5.62, con il parere contrario della Commissione e del Governo, sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Latronico, Placido, Gitti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 152    
    Hanno votato
no  270).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 39Franco Bordo 5.63, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso... Palese... Grillo... Toninelli... Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  427   
   Votanti  426   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  214   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  273).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Zaccagnini 5.64, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bragantini... Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  425   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 154    
    Hanno votato
no  271).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Franco Bordo 5.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  411   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  265).    

  (Il deputato Oliverio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  411   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 406    
    Hanno votato
no    5).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 5.18, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colletti... Gandolfi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  424   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 155    
    Hanno votato
no  269).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 5.200, da votare ai sensi dell'articolo Pag. 4086, comma 4-bis del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  De Micheli... Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  423   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 416    
    Hanno votato
no    7).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 5.50, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli, Fusilli, Ricciatti, Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  423   
   Votanti  422   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 156    
    Hanno votato
no  266).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 5.72, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capelli, Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  424   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  213   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  286).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Palese 5.73, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  428   
   Votanti  372   
   Astenuti   56   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
 101    
    Hanno votato
no  271).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Segoni 5.74.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Segoni. Ne ha facoltà.
  Facciamo il solito cambio, se riusciamo...

  SAMUELE SEGONI. Continuo a spostarmi per non lasciare punti di riferimento.

  PRESIDENTE. Esatto, per non lasciare tracce.

  SAMUELE SEGONI. L'intento di questo emendamento è evidente, cercare di dare un sollievo economico a quelle attività colpite da eventi atmosferici eccezionali, i classici effetti dei cambiamenti climatici che devastano l'agricoltura italiana. Solo che, nella versione giunta alla Camera, si parlava semplicemente di eventi alluvionali, dimenticandosi di tutte le restanti fenomenologie, come le frane, le grandinate, Pag. 41le trombe d'aria, i venti forti. Questi cambiamenti climatici ci stanno abituando a questo e ad altro. Il testo in Commissione è stato corretto parzialmente, includendo le avversità atmosferiche; è più generico e, quindi, ricomprende una fattispecie più ampia di occorrenze. La proposta di questo emendamento è quella di sostituire anche alla rubrica le parole «eventi alluvionali» con «avversità atmosferiche di eccezionale intensità», in modo di allargare il raggio di azione in virtù della vasta gamma di opzioni che questi cambiamenti climatici ci stanno riservando.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Segoni, anche per la mobilità.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Segoni 5.74, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Pilozzi... Onorevole Pilozzi, la invito a un tentativo di voto con le dita. Le garantisco che è un'esperienza molto gratificante. Provi, provi, si fidi... Non per lo sblocco, per il voto proprio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  416   
   Votanti  415   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato
 151    
    Hanno votato
no  264).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Zaccagnini 5.03, con il parere contrario della Commissione, del Governo, della V Commissione e della I Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Grazie, signor Presidente. Intervengo intanto per sottoscrivere l'articolo aggiuntivo Zaccagnini 5.03 e poi per sostenere l'importanza di questo articolo aggiuntivo e chiedere all'Aula di votare favorevolmente.
  Con l'articolo aggiuntivo Zaccagnini 5.03 si chiede di istituire un fondo per la ricerca sulle fitopatie non endemiche. Evidentemente ci si riferisce all'emergenza Xylella, che, come abbiamo più volte detto, sta interessando la Puglia e, in particolare, il Salento. Si chiede di sostenere questo fondo per la ricerca e la sperimentazione sulle fitopatie con una dotazione di 7 milioni di euro per il 2015 e di 15 milioni di euro per gli anni 2016 e 2017.
  Questo articolo aggiuntivo è stato presentato perché continuiamo ad essere convinti della necessità che bisogna affrontare il tema delle fitopatie ed, in particolare, l'emergenza Xylella, producendo azioni fondate su presupposti scientifici saldi, per cui è necessario sviluppare, sostenere e incentivare la ricerca e la sperimentazione, così come è stato già fatto dalla regione Puglia, che ha investito 2 milioni di euro per il parco della ricerca e della sperimentazione sulla Xylella.
  Pensiamo che l'Europa, da una parte, e il nostro Paese, dall'altra, debbano investire in questo senso. Crediamo che bisogna investire in ricerca, perché è l'unico modo, intanto, per fare un'opera di prevenzione e, poi, per comprendere fino in fondo le cause di alcune fitopatie così gravi e, quindi, salvaguardare le produzioni e i produttori. Per questo chiedo di poter sottoscrivere questo articolo aggiuntivo e chiedo all'Aula di votare favorevolmente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Zaccagnini 5.03, con il parere contrario della Commissione e del Governo, nonché della V Commissione (Bilancio) e della I Commissione (Affari costituzionali).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dall'Osso, D'Alessandro, Parisi.
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 42
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
 146    
    Hanno votato
no  271).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Zaccagnini 5.02.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, sostanzialmente è un articolo aggiuntivo, come quello precedente, che ho elaborato e pensato proprio per venire incontro alla questione delle fitopatie e cercare di affrontarla attraverso la ricerca.
  Noi sappiamo bene come, con la globalizzazione, con la movimentazione delle merci, che è aumentata negli ultimi decenni, e con la scarsità dei controlli – su cui, però, all'Italia bisogna dare una nota di merito, in quanto, grazie soprattutto all'azione del Corpo forestale, noi probabilmente abbiamo uno dei sistemi migliori di controllo al mondo anche se questo non basta – negli ultimi decenni sono arrivate varie aggressioni al nostro sistema agricolo. Sono arrivati il cinipide del castagno, la vespa velutina, la varroa, per quanto riguarda l'apicoltura.
  Tutti organismi viventi che, appunto, non essendosi evoluti con il nostro sistema ecologico, hanno portato a un conflitto e a dei grandi danni per l'economia, per l'agricoltura e per la stessa sopravvivenza di alcune coltivazioni. Per quanto riguarda la Xylella, ad esempio, che viene assimilata al disseccamento, bisognerebbe appunto fare molta più ricerca. Perché ? Perché non è certa questa correlazione. La correlazione può avvenire solo nel momento in cui abbiamo il saggio di patogenicità che rivela se l'origine del disseccamento degli olivi in Puglia è la Xylella o no. Al momento, è allo studio e, quindi, non abbiamo ancora le prove definitive scientifiche per poter dire che l'unico nemico è quello. Probabilmente, è uno degli elementi che ci danno la constatazione del fatto che il disseccamento c’è, ma non è detto che sia l'unico.
  Quindi, è importante credo istituire questo Fondo, non solo per la questione Xylella, ma per tutte le questioni che abbiamo da affrontare, soprattutto perché, con l'aumento della movimentazione delle merci, potranno aumentare gli ingressi di fitopatie, parassiti e aggressioni appunto alle nostre coltivazioni e in particolare alle monoculture. Infatti, lì dove c’è una monocultura, il sistema è meno forte, ha meno resilienza, meno capacità di adattamento ai cambiamenti che possono essere dovuti, sia alle aggressioni a livello naturale, come i parassiti, sia ai cambiamenti climatici. Io credo che, però, sia importante sottolineare che, se c’è stato un commissariamento della questione Xylella, bisogna anche con onestà intellettuale andare ad individuare la responsabilità politica, che va individuata quantomeno in alcuni atteggiamenti di superficialità che hanno preceduto l'avvento dell'emergenza. Infatti, l'olivicoltura salentina, non è un dato di oggi, ma presenta da qualche anno, è un'agricoltura abbandonata, dove storicamente si faceva l'olio lampante, ma che non ha avuto la stessa cura come, ad esempio, l'olivicoltura nel barese o in tanti altri luoghi d'Italia. Quindi, una monocultura, quella olivicola, già lasciata all'incuria. In più, l'irrorazione di glifosate, di fungicidi e di altre sostanze che vanno a deteriorare la biodiversità e la fertilità del suolo, ha portato l'olivicoltura salentina ad essere molto indebolita. Solo le buone pratiche agricole, le innovazioni anche in questo caso e la ricerca possono riportare un equilibrio ecologico che dia la forza a quegli olivi di rigenerarsi. Di certo, non interventi massivi di fitofarmaci. E per questo vanno nella giusta direzione le arature fatte dal commissario Silletti. È chiaro che dobbiamo confrontarci con questa emergenza anche perché l'Europa ci contesta il fatto di non riuscire a tamponare adeguatamente. È, quindi, importante sottolineare sempre come la Xylella non è l'unica causa fino ad oggi certificata scientificamente. Dobbiamo fare ricerca proprio per questo motivo, Pag. 43per individuare veramente le cause. Ci possono volere anni e non è detto che in sei mesi si risolvano le cose, soprattutto visti i test di patogenicità dell'università californiana che si sono rivelati negativi sugli ulivi in merito alla Xylella.
  In conclusione, mi auguro che comunque ci sia, da parte del Governo, una maggiore attenzione e da parte di tutto il Parlamento un'attenzione ancora maggiore su quale ruolo riveste il Corpo forestale ad oggi nel nostro Paese e sull'importanza che ha per continuare a preservare la biodiversità e la nostra agricoltura.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Zaccagnini 5.02, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della I Commissione (Affari costituzionali).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  407   
   Votanti  405   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  268).    

  (La deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palese 5.012, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Brandolin... onorevole Bragantini, esperisca il tentativo di voto con le dita, mi dia questa soddisfazione ... Lavagno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  400   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 138    
    Hanno votato
no  262).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Palese 5.014, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli... Marchi... Saltamartini... Capelli... Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  401   
   Votanti  400   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato
 140    
    Hanno votato
no  260).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Guidesi 6.60, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bonafede... D'Alessandro.... Marcolin...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  410   
   Votanti  408   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
  32    
    Hanno votato
no  376).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Pag. 44Pagano 6.1, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Taricco...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  398   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato
  50    
    Hanno votato
no  348).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Squeri 6-bis.60 e Vignali 6-bis.61, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parisi... Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  411   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
  61    
    Hanno votato
no  350).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Squeri 6-bis.62 e Vignali 6-bis.63, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato... Lo Monte...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  417   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato
  64    
    Hanno votato
no  353).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Parentela 6-bis.026.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie Presidente, se oggi sappiamo come sconfiggere il cinipide del castagno, ovvero questa fitopatia che ha praticamente annullato la produzione castanicola italiana negli ultimi anni, la produzione di castagne e quindi di questi frutti eduli, è solamente grazie alla ricerca pubblica. Con questo articolo aggiuntivo noi cerchiamo, in qualche modo, di aumentare le risorse nei confronti della ricerca pubblica per continuare l'azione, appunto, di ricerca per il contenimento delle patologie e degli antropodi dannosi alla castanicoltura da frutto e non solo. Quindi, mi sembra un articolo aggiuntivo di assoluto buon senso e non comprendo per quale ragione il Governo abbia dato parere contrario. Quindi, spero in un ravvedimento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente, intervengo per sottoscrivere, se possibile, l'articolo aggiuntivo e per confermare, appunto, che se abbiamo una soluzione per la castanicoltura, come diceva benissimo il collega Bernini, è proprio grazie alla ricerca e all'avanzamento di questa; quindi, più fondi riusciamo a dare per la ricerca, più, probabilmente, riusciremo a trovare soluzioni, come è stato per il castagno, così anche per il kiwi e per altre fitopatie che sono in corso nel nostro Paese.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 45
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Parentela 6-bis.026, con il parere contrario della Commissione e del Governo, e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce a votare ? Pare di no...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  408   
   Votanti  406   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  269).    

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3104-A)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3104-A).
  Se nessuno chiede di intervenire per le illustrazioni, invito il rappresentante del Governo a esprimere il parere sugli ordini del giorno presentati.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie Presidente, sono in distribuzione gli ordini del giorno, che sono 36. Procedo subito, se avete i testi con le proposte, alle indicazioni e alle eventuali proposte di riformulazione. Parto dal primo ordine del giorno, l'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/3104-A/1 sull'istituzione del Fondo per le fitopatie non endemiche. Il parere è favorevole con la seguente riformulazione...

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, invito intanto i colleghi se riescono ad abbassare il tono della voce. Invito i firmatari degli ordini del giorno ad ascoltare adesso le riformulazioni, perché altrimenti, dopo, siamo costretti a ripeterle. Quindi, sarebbe bene che ognuno prendesse buona nota del parere del Governo.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Perfetto, cercherò di essere attento a fare in modo che tutti ascoltino. Come dicevo il parere sull'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/3104-A/1 è favorevole con la seguente riformulazione; per quanto riguarda l'impegno finale la proposta del Governo è di riformularlo come segue: «a emanare apposite linee di indirizzo al consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria, al fine di sviluppare la ricerca sulle fitopatie non endemiche».
  Sull'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/3104-A/2, relativo all'individuazione di una copertura differente per il piano olivicolo, il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Viceministro Olivero, il tema saltiamolo, tanto è evidente.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Va bene, era solo in questa fase di inizio. Sull'ordine del giorno Ricciatti n. 9/3104-A/3 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere gli ultimi due capoversi della premessa e riformulare l'impegno come segue: «a valutare la possibilità, compatibilmente con gli equilibri di finanza pubblica, di adottare opportune iniziative al fine di incrementare ulteriormente la dotazione del Fondo di solidarietà nazionale della pesca». Sull'ordine del giorno Pastorelli n. 9/3104-A/4 il parere è favorevole con la seguente riformulazione; riformulare l'impegno come segue: dopo la parola «normative» aggiungere le seguenti: «compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato». Sugli ordini del giorno Schullian n. 9/3104-A/5 e Minardo n. 9/3104-A/6 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Burtone n. 9/3104-A/7 il parere favorevole con la seguente riformulazione; riformulare l'impegno come segue: dopo la parola «Governo» aggiungere le seguenti: «compatibilmente con la normativa europea in Pag. 46materia di aiuti di Stato». Sull'ordine del giorno Russo n. 9/3104-A/8 il parere è favorevole con la seguente riformulazione; riformulare il secondo capoverso dell'impegno sostituendo la parola «diffusione» con le seguenti: «introduzione nel territorio europeo dei batteri». Sull'ordine del giorno Marti n. 9/3104-A/9 il parere è favorevole con riformulazione; riformulare il primo capoverso dell'impegno espungendo le parole «al fine di inserire tra le priorità da affrontare nell'agenda politica del Governo» e le parole «verso i Paesi comunitari e terzi», e aggiungendo, infine, le seguenti parole: «ferma restando la rigorosa applicazione delle misure per contrastare la diffusione di fitopatogeni da quarantena»; inoltre, al secondo capoverso sostituire le parole da «causando» sino alla fine con le seguenti; «causando un ingente danno economico». Sull'ordine del giorno Palese n. 9/3104-A/10 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere il terzo e quarto capoverso delle premesse e modificare l'impegno sostituendo alle parole «di rifinanziamento degli ammortizzatori sociali» con le seguenti: «per estendere l'applicabilità degli ammortizzatori sociali già previsti per il settore agricolo». Sull'ordine del giorno Faenzi n. 9/3104-A/11 il parere è favorevole con la seguente riformulazione; riformulare l'impegno come segue: «a valutare misure compensative a valore su risorse disponibili nazionali e regionali in favore delle aziende agricole che hanno subito danni non altrimenti indennizzabili da fauna selvatica protetta alla luce della normativa europea in materia di aiuti di Stato e di individuare», e poi il prosieguo. Sull'ordine del giorno Riccardo Gallo n. 9/3104-A/12 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: al primo capoverso dell'impegno espungere le parole seguenti: «ed in particolare quello siciliano», e da «a differenza delle recenti» sino alla fine del primo capoverso; inoltre, al secondo capoverso espungere le parole seguenti: «e in particolare siciliane».
  Sull'ordine del giorno Losacco n. 9/3104-A/13 il parere favorevole con la seguente riformulazione: sostituire le parole «a prevedere» con le seguenti: «a favorire per quanto di competenza». Sull'ordine del giorno Fiorio n. 9/3104-A/14 il parere è favorevole. L'ordine del giorno Di Lello n. 9/3104-A/15 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Rostellato n. 9/3104-A/16 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Carra n. 9/3104-A/17 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: aggiungere infine le parole «nel limite degli stanziamenti esistenti». L'ordine del giorno Antezza n. 9/3104-A/18 è accolto come raccomandazione. Sull'ordine del giorno Cenni n. 9/3104-A/19 il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno Taricco n. 9/3104-A/20 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere gli ultimi tre capoversi della premessa e nella parte dispositiva sostituire le parole da «restituzione» fino alla fine con le seguenti: «iniziative a beneficio dei produttori».
  Sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3104-A/21 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Simonetti n. 9/3104-A/22 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere la terza e quarta premessa e riformulare l'impegno come segue: «ad assumere iniziative normative per superare al più presto, e comunque al massimo nell'ambito del riordino delle finalità locali della local tax, le disposizioni in materia di applicazione dell'imposta municipale propria sui terreni agricoli di cui all'articolo 22, comma 2, del decreto-legge n. 66 del 2014, come modificato dal decreto-legge n. 4 del 2015».
  Sull'ordine del giorno Busin n. 9/3104-A/23 esprime parere favorevole con la seguente riformulazione: espungere l'ultimo capoverso della premessa e nell'impegno dopo le parole « a valutare l'opportunità» aggiungere le seguenti «compatibilmente con gli obiettivi di finanza pubblica».
  Sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3104-A/24 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Allasia n. 9/3104-A/25 con la seguente riformulazione: espungere la terza premessa e nella sesta premessa Pag. 47espungere le parole «se realmente si realizzassero appieno le misure in esso previste sarebbe».
  Sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3104-A/26 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: inserire dopo le parole «specificata la provenienza» le parole «della materia prima».
  Sull'ordine del giorno Cominelli n. 9/3104-A/27 il parere è favorevole, mentre il parere sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/3104-A/28 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Benedetti n. 9/3104-A/29 il parere è favorevole, mentre il parere sull'ordine del giorno Lupo n. 9/3104-A/30 il parere è contrario.
  Sull'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3104-A/31 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: espungere dall'impegno la parola «anche».
  Sull'ordine del giorno Cova n. 9/3104-A/32 il parere è contrario in quanto è in contrasto con la normativa in materia di concorrenza. Sull'ordine del giorno Famiglietti n. 9/3104-A/33 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: sostituire la parola «istituzionale» con la parola «tecnico». Anche sull'ordine del giorno Terrosi n. 9/3104-A/34 il parere è favorevole con la seguente riformulazione: dopo le parole «a valutare la possibilità di» aggiungere le seguenti «compatibilmente con la normativa europea in materia di aiuti di Stato» e in fine aggiungere le seguenti «purché ancora oggetto di misure di lotta obbligatoria approvata a livello europeo».
  Sull'ordine del giorno Zanin n. 9/3104-A/35 il parere è favorevole con riformulazione: sostituire il secondo impegno con il seguente «a valutare eventuali conseguenti modifiche alle disposizioni in tema di termini di pagamento, di cui all'articolo 62, del decreto legge 24 gennaio 2012, n. 9/3104-A/1».
  Infine l'ordine del giorno Matarrese n. 9/3104-A/36 viene accolto come raccomandazione.

  PRESIDENTE. Passiamo adesso alla votazione degli ordini del giorno. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Zaccagnini n. 9/3104-A/1, accettato dal Governo, purché riformulato.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Presidente, accetto la riformulazione.

  PRESIDENTE. Passiamo all'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/3104-A/2, su cui il Governo ha espresso parere contrario.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Confermo che vi sono alcune criticità nella premessa che presenta diversi elementi critici, ma al fine di venire incontro di un'istanza che riteniamo possa essere corretta proponiamo la seguente riformulazione: dove si dice «impegna il Governo a valutare gli effetti applicativi» sostituire con le parole «al fine di adottare eventuali ulteriori iniziative». In tal caso il Governo darebbe parere favorevole.

  PRESIDENTE. Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/3104-A/2, accettato dal Governo, purché riformulato.

  FRANCO BORDO. Accetto.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Ricciatti n. 9/3104-A/3, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pastorelli n. 9/3104-A/4, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Gli ordini del giorno Schullian n. 9/3104-A/5 e Minardo n. 9/3104-A/6 sono accettati.Pag. 48
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Burtone n. 9/3104-A/7, accettato dal Governo, purché riformulato.
  Vi è poi una serie di ordini del giorno a prima firma di deputati del gruppo di Forza Italia.

  ROCCO PALESE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Presidente, comunico a nome del gruppo di Forza Italia che il nostro gruppo accetta tutte le riformulazioni chieste dal Governo e quindi non chiede di mettere ai voti i nostri ordini del giorno.

  PRESIDENTE. Bene. Prendo quindi atto che i presentatori degli ordini del giorno Russo n. 9/3104-A/8, Marti n. 9/3104-A/9, Palese n. 9/3104-A/10, Faenzi n. 9/3104-A/11 e Riccardo Gallo n. 9/3104-A/12 accettano la riformulazione e non insistono per il voto. Allo stesso modo prendo atto che il presentatore dell'ordine del giorno Losacco n. 9/3104-A/13 accetta la riformulazione e non insiste per il voto.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Di Lello n. 9/3104-A/15, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Rostellato n. 9/3104-A/16, accolto dal Governo. Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione proposta dal Governo sull'ordine del giorno Carra n. 9/3104-A/17.
  Avverto che sull'ordine del giorno Antezza n. 9/3104-A/18 c’è una richiesta di accoglimento per raccomandazione. Ha chiesto di parlare il Viceministro Olivero. Ne ha facoltà.

  ANDREA OLIVERO, Viceministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Signor Presidente, siamo disponibili eventualmente ad accogliere il testo come ordine del giorno qualora si modificasse, sugli impegni del Governo, a valutare non la «necessità», ma l'opportunità.
  In questo caso siamo disponibili ad accoglierlo.

  PRESIDENTE. A questo punto, si tratta non di una raccomandazione, ma di una richiesta di riformulazione che viene accolta dal presentatore dell'ordine del giorno Antezza n. 9/3104-A/18.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Cenni n. 9/3104-A/19, accolto dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Taricco n. 9/3104-A/20, accettato dal Governo purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Borghesi n. 9/3104-A/21. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Borghesi n. 9/3104-A/21, con il parere contrario del Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Borghesi n. 9/3104-A/21, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bergamini, Giacomoni, Cominardi, Santanchè, Cozzolino, Lomonte, Segoni, Carella, Toninelli, Moscatt, Ginoble. Facciamo votare l'onorevole Biasotti e chiudiamo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti 396   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   25    
    Hanno votato no   371    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Pes, Covello e Pellegrino e il deputato Borghi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

Pag. 49

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Simonetti n. 9/3104-A/22, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  L'ordine del giorno Busin n. 9/3104-A/23 è accettato purché riformulato.
  Passiamo all'ordine del giorno Guidesi n. 9/3104-A/24. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Guidesi n. 9/3104-A/24, con il parere contrario del Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/3104-A/24, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Se rimaniamo a posto, la facciamo anche breve. Cozzolino. Provi anche lei, onorevole Cozzolino, a votare con le dita: aiuta; è un po’ faticoso, ma aiuta. Grillo. Tancredi. Molteni. Borghi. Zappulla. Palmizio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  405   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  140    
    Hanno votato no   265    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Allasia n. 9/3104-A/25, accettato dal Governo purché riformulato. Prendo atto, altresì, che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/3104-A/26, accettato dal Governo purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Cominelli n. 9/3104-A/27, sul quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Passiamo all'ordine del giorno Gagnarli n. 9/3104-A/28. Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Gagnarli n. 9/3104-A/28, con il parere contrario del Governo. Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Gagnarli n. 9/3104-A/28, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Piepoli. Cozzolino. Abrignani. Invernizzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  369   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no   264    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che la presentatrice non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Benedetti n. 9/3104-A/29, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Prendo atto che la presentatrice insiste per la votazione dell'ordine del giorno Lupo n. 9/3104-A/30, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Lupo n. 9/3104-A/30, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Ermini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  396   
   Votanti  381   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 117    
    Hanno votato
no  264).    

Pag. 50

  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/3104-A/31, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulato.
  Prendo atto che l'ordine del giorno Cova, su cui vi era parere contrario, n. 9/3104-A/32 è stato ritirato dal presentatore.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dei rispettivi ordini del giorno Famiglietti n. 9/3104-A/33, Terrosi n. 9/3104-A/34 e Zanin n. 9/3104-A/35, su cui il Governo ha espresso parere favorevole, purché riformulati.
  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Matarrese n. 9/3104-A/36, accolto dal Governo come raccomandazione.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3104-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà. Prego chi deve uscire di farlo in silenzio e, a maggior ragione, di trattenersi in silenzio coloro che stanno in Aula mentre gli altri fanno le dichiarazioni di voto, per favore. Prego, onorevole Pastorelli.

  ORESTE PASTORELLI. Signor Presidente, signor Viceministro, onorevoli colleghi, il decreto-legge che ci accingiamo a convertire punta a sostenere attraverso strumenti specifici il settore lattiero-caseario e quello olivicolo. La delicata fase di transizione nella quale si trova il primo così come il periodo di grave difficoltà attraversata dal secondo necessitano di interventi urgenti e adeguati che sostengano e tutelino prodotti grazie ai quali l'Italia vanta posizioni di assoluta leadership nei relativi mercati. Le misure del decreto in questione hanno dunque un effetto indiretto ma decisivo sul peso dell'Italia nei mercati globali, solo un Paese che sostiene le proprie eccellenze e preserva le ricchezze biologiche presenti sul territorio può infatti competere a livello europeo e globale. Non solo, con riferimento al settore olivicolo un piano di intervento e di sostegno così come la predisposizione di risorse per indennizzare i produttori da danni derivati da fitopatie e calamità naturali sono strumenti tanto più essenziali e importanti se direttamente connessi a quei processi di innovazione che stanno interessando il settore agroalimentare e dei quali sono un convinto sostenitore. D'altronde sostenere l'eradicazione di patogeni provenienti da altri continenti vuol dire investire sulla tutela della biodiversità, vuol dire investire sull'ambiente e sulle ricchezze naturali. In tal senso segnalo sin d'ora la necessità di intervenire quanto prima per tutelare anche quegli olivicoltori che hanno visto distrutta la propria produzione da agenti patogeni diversi dalla Xylella quali la mosca olearia. Per produrre frutti duraturi le politiche messe in campo oggi devono infatti essere ampliate e alimentate con costanza. Il presente disegno di legge di conversione, rispetto al quale la componente socialista esprime voto favorevole, rappresenta un primo fondamentale sostegno nei confronti dei produttori caseari e soprattutto olivicoli; un supporto che si era fatto attendere fin troppo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nastri, che però non è in Aula. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fauttilli. L'onorevole Nastri ci ha raggiunti, a questo punto, onorevole Fauttilli, diamo la parola prima all'onorevole Nastri e poi la daremo anche a lei. Prego.

  GAETANO NASTRI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, il gruppo di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si asterrà su questo disegno di legge di conversione che reca una serie di misure urgenti per il Pag. 51rilancio del settore agricolo in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali. Non si tratta di ostacolare le misure complessive del suo impianto, quanto dell'esiguità delle norme di carattere finanziario ad essa attribuite, che non determineranno altro che un mero differimento, a breve termine, delle difficoltà emergenziali che coinvolgono centinaia di aziende agricole, sparse in tutta Italia, e tanti lavoratori impiegati nel settore.
  Colleghi, l'agricoltura italiana, sin dall'inizio dell'avventura del Governo Renzi, non è mai stata al centro dell'agenda del Governo. La sua azione – ed in particolare quella del Ministro Martina – è sempre stata fumosa ed evasiva, scarsamente incisiva in quelli che sono – e sono tanti – i problemi quotidiani delle imprese agricole italiane. Anzi, ha sempre considerato l'agricoltura come un settore da spremere, imponendole, come ultimo balzello, il pagamento dell'IMU agricola, dopo averla tartassata con l'ennesimo aumento del prezzo del gasolio agricolo. Si tratta di un sistema contributivo e tributario che grava pesantemente sui bilanci precari di tantissime aziende agricole sparse in tutta Italia ed un sistema di regole e adempimenti ancora rigidi e farraginosi. Altro che semplificazione, come dice il Premier Renzi. Questo Governo ha ritenuto e ritiene l'agricoltura italiana come un bancomat da utilizzare per fare cassa quando serve, come appunto la vicenda dell'IMU agricola testimonia.
  Ma veniamo al provvedimento. Nonostante alcune misure apprezzabili – e penso, ad esempio, agli articoli dall'1 al 3, che intervengono sul settore lattiero-caseario, all'articolo 4, che interviene sul settore olivicolo e oleario, colpito dalla crisi del 2014 dovuta alla concorrenza sleale, alla contemporanea riduzione della produzione e soprattutto agli attacchi della Xylella fastidiosa, che hanno compromesso centinaia di migliaia di ulivi, piante e prodotti, specie in Puglia – questo decreto-legge è largamente incompleto. Non si comprendono, infatti, i motivi per cui alcuni comparti, quali quelli legati alla pesca o all'apicoltura, siano rimasti totalmente fuori. E non si tratta di segmenti del comparto agricolo che vivono momenti di grande sviluppo e competitività. Al contrario, sono parti consistenti e fondamentali dell'agricoltura italiana, della nostra base economica, rappresentati da centinaia di aziende e migliaia di lavoratori, che vivono altrettante situazione emergenziali.
  A tal fine, avremmo sperato, noi di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, misure più coese, più estese in favore dell'agricoltura, da introdurre anche attraverso adeguate coperture finanziarie, previste dalla spending review, da sempre annunciate dal Governo Renzi e, al tempo stesso, sempre rinviate.
  Aggiungo, inoltre, che la fine del regime delle quote latte e l'estensione della compensazione del prelievo supplementare applicato per anticipare gli eventuali sforamenti anche per i produttori di latte che hanno ecceduto alla propria quota individuale – oltre il 6 per cento – se, da un lato, sono dettate dalle decisioni stabilite in ambito europeo, tralasciano ancora problematiche irrisolte, come il prezzo del latte alle stalle, sceso a livelli insostenibili.
  Il pagamento delle multe che gli agricoltori hanno ricevuto, a causa dello sforamento della quote di produzione di latte nell'ultima campagna, può essere effettuato in tre rate, previa prestazione di fideiussione in favore di Agea, che anticiperà i pagamenti a partire dal 30 settembre 2015 e nei mesi di settembre dei successivi anni. Ciò può essere anche condivisibile; tuttavia, sarebbe stato meglio indicare una soglia inferiore ai 5 mila euro previsti.
  Sarebbe stato necessario un piano di interventi più esteso per quelle criticità che ancora insistono pesantemente sul comparto agricolo. Sarebbe stata necessaria una serie di misure più coraggiose, al fine di rafforzare la lotta alla contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani nel nostro Paese, peraltro egregiamente svolta, con tanti sacrifici, dalle autorità di vigilanza e repressione preposte allo scopo, Pag. 52anziché investire inutile risorse finanziarie pubbliche o ulteriori marchi distintivi per la promozione del made in Italy.
  Ma tant’è ! Questo è il quadro in cui si muove questo Governo, con misure spot estemporanee e disorganiche e quando servono coperture finanziarie per interventi di vario genere ecco che il Ministro dell'economia e delle finanze pesca – occorre dire – proprio dai fondi dell'agricoltura italiana.
  Pertanto, signor Presidente, colleghi, ribadisco l'astensione del mio gruppo su un provvedimento che, per quanto contenga alcune misure apprezzabili, di fatto rinvia a breve scadenza le emergenze, che rimarranno sul tappeto anche nei prossimi mesi e nei prossimi anni.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Nastri, anche per la sintesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fauttilli, a cui chiedo scusa per il disagio. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie, Presidente, e mi scusi per non avere risposto prima alla sua chiamata.
  Colleghi, Viceministro, il mondo agricolo attendeva un segnale ormai da tempo dal Governo, un intervento richiesto in particolare da alcune filiere strategiche oggi in sofferenza rispetto ad un comparto che sta, al contrario, registrando una lenta ma visibile ripresa. Basti pensare alla crescita del numero degli occupati, aumentati di 133 mila unità nel 2014, con un trend in controtendenza rispetto all'industria e soprattutto all'edilizia, ed un nuovo e crescente interesse tra gli operatori economici e tra i consumatori, sempre più attenti alla qualità e alle eccellenze dei nostri prodotti. Un intervento, anche se parziale e limitato, era quindi sicuramente necessario, anche per bilanciare quella mancanza di adeguata attenzione, che da sempre ha impedito all'agricoltura di assumere quel peso nell'economia che tutti le riconosciamo a parole, ma molto meno nei fatti. Non dimentichiamo poi, se parliamo di fatti, le ulteriori criticità diciamo esterne, oltre a quelle strutturali, che sono sempre più frequenti nel settore. Mi riferisco alle calamità naturali e alle fitopatie, che puntualmente colpiscono le nostre colture, rimandandone la redditività, se non l'esistenza. Questo provvedimento contiene una serie di misure di sostegno per il comparto, ma va a soffermarsi in particolare su due settori chiave dell'agricoltura, quello lattiero-caseario e quello olivicolo. La ratio dell'intervento è stata chiara fin dall'inizio: coniugare competitività e qualità all'interno della cornice normativa europea. Entrando nel merito del decreto-legge, segnaliamo le misure introdotte relative, come dicevo, al settore lattiero-caseario. È stata, infatti, prevista la possibilità per i produttori di pagare in tre rate annuali senza interessi il prelievo dovuto a causa dell'eccedenza di latte prodotto nell'ultima campagna lattiero-casearia di applicazione del regime delle quote latte, che – ricordiamo – è cessato il 13 marzo scorso, ma al tempo stesso per contrastare la volatilità del prezzo del latte praticata all'allevatore e le pratiche commerciali sleali, che potrebbero verificarsi con il passaggio ad un regime libero. Si prevede che i contratti che hanno ad oggetto la cessione di latte crudo stipulati nel territorio nazionale non possano avere durata inferiore a dodici mesi e che Ismea è chiamata ad elaborare mensilmente i costi medi di produzione del latte crudo, tenendo conto della collocazione geografica dell'allevamento e della destinazione finale dello stesso latte crudo.
  Permettetemi però di fare un riferimento, ed è questo: salutiamo la fine di questo regime trentennale, segnato dai continui splafonamenti della quota produttiva assegnata al nostro Paese, ma proprio per questo non dobbiamo dimenticare le sanzioni pagate dallo Stato a causa dei furbetti del latticino, mentre altri imprenditori hanno fatto fronte con sacrifici al pagamento delle multe. Ricordo cioè che lo Stato italiano ha accumulato fino alla campagna 2008-2009 un debito complessivo pari a poco meno di 4,4 miliardi di euro e che l'Italia è stata deferita alla Corte di giustizia dell'Unione europea per l'esiguità dei recuperi dei Pag. 53prelievi dovuti dai produttori di latte nelle campagne dal 1995 al 2009, nonostante le agevolazioni concesse per la riscossione di tali debiti. Ricordo che quei miliardi sono stati trattenuti dall'Unione europea decurtando tali somme dagli aiuti dovuti a tutti gli agricoltori per la PAC, quindi un danno per molti per la disonesta condotta di pochi. Segnalo anche l'importante norma che istituisce il Fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario, un Fondo che nel corso dell'esame della Commissione è stato ulteriormente incrementato di 14 milioni per ciascuno degli anni 2016 e 2017, per venire sopratutto incontro alle difficoltà determinate da cause non preventivabili. Rilevo con favore la possibilità per le aziende agricole non coperte da polizze assicurative agevolate di richiedere ulteriori contributi compensativi a carico del Fondo di solidarietà nazionale in agricoltura, qualora siano state colpite da eventi alluvionali e avversità atmosferiche di un certo rilievo a partire dal 2014, oppure da infezioni di organismi nocivi ai vegetali negli anni 2013, 2014 e 2015, con priorità a quelli legati alla diffusione dei batteri che hanno colpito l'ulivo, il castagno e la vite.
  Da evidenziare anche il rifinanziamento del Fondo di solidarietà nazionale della pesca e dell'acquacoltura al fine di rendere possibili interventi compensativi a favore delle imprese di pesca e di acquacoltura ubicate nei territori colpiti da avversità atmosferiche di eccezionale intensità a partire dall'anno 2012.
  Il testo, ferma restando, comunque, la necessità di fare di più per un settore che ha dimostrato una vitalità e una importanza sottovalutata, è stato sostanzialmente migliorato nel corso dell'esame in Commissione. Ci auguriamo che abbia un iter veloce anche al Senato per la sua approvazione definitiva, anche per dare tranquillità e supporto alle nostre imprese agricole.
  Per tutti questi motivi annuncio il voto favorevole del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Per l'Italia – Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Quello che abbiamo analizzato oggi, e che stiamo per votare definitivamente in quest'Aula, è un decreto che ha una parte di questioni assolutamente positive ed anche urgenti, mi riferisco soprattutto alla filiera lattiero-casearia e anche all'urgenza della problematica delle fitopatie sugli oliveti, e questo giustifica la decretazione d'urgenza.
  Ciò che da un altro lato è incomprensibile è però il fatto che il collegato agricoltura alla legge di stabilità sia ancora in sospeso: all'interno di quel collegato vi erano, dal nostro punto di vista, argomentazioni e contenuti che dovevano essere urgenti e che rispondevano in maniera più forte alle esigenze del mondo agricolo. In tutto questo ci basiamo sulla valutazione che ognuno di noi in quest'Aula dà all'importanza dell'agricoltura. Per noi è un settore fondamentale, trainante anche a livello economico, e lo dimostrano i dati del prodotto interno lordo nazionale: ma è anche tutela del territorio, è anche tradizione, è anche e soprattutto salvaguardia ambientale.
  Noi riteniamo che questo sia un settore fondamentale, ma che questo Governo, in alcuni casi, ha profondamente colpito. Mi riferisco in particolare all'IMU agricola, all'accisa sul gasolio agricolo e ad altre questioni dove si è fatto un po’ cassa con questo mondo già tartassato e in gravissima crisi per motivi di mercato.
  Manca una semplificazione richiesta dal mondo agricolo, tanto auspicata ma che ancora non si vede. Manca assolutamente una revisione di quella imposizione fiscale che in certe situazioni è vessatoria, considerando anche che certi settori sono stati profondamente colpiti dalla crisi di mercato e anche dalla crisi economica. Manca liquidità al mondo agricolo e, dal nostro punto di vista, è sbagliato prevedere, in tutti gli strumenti che vengono adottati per il mondo agricolo, fideiussioni o assicurazioni che poi devono essere richieste alle banche: strumenti che poi costano e che non sempre vengono dati.Pag. 54
  È sbagliato soprattutto avere una visione centralistica dell'agricoltura, perché il territorio nazionale non è omogeneo, ma è un territorio che ha particolarità e specificità. Noi contiamo, invece, che le regioni abbiano un ruolo più attivo e anche più deleghe dal punto di vista legislativo per rispondere meglio alle esigenze dei singoli territori. È sbagliato dal nostro punto di vista, e lo abbiamo detto nella fase di dibattito sugli emendamenti, utilizzare il Fondo lattiero-caseario creato con la legge di stabilità per andare a coprire l'emergenza degli oliveti: è sbagliato perché si prende da un lato e si mette da una parte, ma si tratta sempre di risorse del mondo e del settore dell'agricoltura. Ci sono dei problemi da affrontare che non sono stati risolti nel semestre europeo, parlo dell’italian sounding.
  Bisognerà vedere soprattutto quanti benefici porterà la carta di Milano. Noi pensiamo pochi. C’è l'embargo russo, che colpisce ancora molto tutto il nostro settore alimentare. Parliamo di circa 30 miliardi di mancato indotto.
  E poi, soprattutto, noi pensiamo che il confronto rispetto all'agricoltura e al mondo agricolo ha come obiettivo quello di non far chiudere più le imprese agricole. Per non far chiudere più le imprese, per non far chiudere più le stalle, c’è sicuramente bisogno di strumenti più efficaci, di una risposta migliore che oggi questo Governo non dà, che non ha ancora dato e che non ha ancora affrontato.
  Noi pensiamo anche che ci sia bisogno di creare degli strumenti ad hoc anche per il ricambio generazionale delle imprese del mondo agricolo e degli allevatori.
  Queste sono per noi le questioni fondamentali che questo Governo non ha ancora affrontato.
  Noi ci asterremo su questo decreto-legge, perché ha assolutamente alcune positività – e lo ribadiamo – ma allo stesso modo non risponde alle vere emergenze e urgenze di tutto il mondo agricolo.
  Concludo facendo un inciso su alcuni riferimenti che hanno fatto alcuni colleghi in quest'Aula rispetto alla questione delle quote latte. Noi – lo dico chiaramente – siamo per la commissione di indagine. Noi siamo favorevoli e sosteniamo la commissione di indagine, che deve avere obiettivi di chiarezza. Se andiamo a ricercare quella chiarezza, noi ci siamo e siamo anche sicuri che quella chiarezza smentirà alcune parole dette anche oggi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Catania. Ne ha facoltà.

  MARIO CATANIA. Grazie, Presidente. Il settore agroalimentare attraversa da alcuni anni una fase delicata e complessa da cui emergono elementi positivi, ma anche forti elementi di preoccupazione. Tra gli elementi positivi non posso non ricordare la buona dinamica e le buone performance dell'industria alimentare italiana: pure in un contesto difficile, il settore ha tenuto. Negli anni più negativi ha saputo contenere le perdite. Negli anni più recenti ha intonato forti elementi di ripresa, con un andamento assai positivo dell’export. Anche il settore agricolo ha manifestato segni di vitalità. In ultimo, abbiamo registrato un buon andamento anche nell'occupazione agricola, dato non trascurabile in un contesto in cui la disoccupazione caratterizza complessivamente il nostro sistema economico.
  Tuttavia, questi segnali positivi non ci possono nascondere un dato di fondo: noi abbiamo una situazione assai complessa che tocca soprattutto le imprese agricole, non dunque l'industria alimentare, non dunque l'industria di trasformazione, ma le imprese agricole in particolare. Il dato delle imprese agricole tendenzialmente è caratterizzato oggi, da alcuni anni, ma con una accentuazione nella fase più recente, da una riduzione della redditività. Questo è il dato di fondo. Le aziende agricole hanno margini che si vanno assottigliando sempre di più. In alcuni casi la dimensione aziendale riesce a contenere i fattori di difficoltà. In molti altri casi, invece, le Pag. 55imprese agricole attraversano effettivamente una compressione di redditività tale da mettere in discussione spesso la sopravvivenza stessa delle imprese medesime. Questo è il dato di fondo, pur con tutta una differenziazione per settori che in questo momento sarebbe inutile ricordare in modo più dettagliato.
  Su questo quadro di fondo, relativo all'intonazione delle imprese agricole, spiccano due criticità specifiche che riguardano gli agricoltori operanti del settore dell'olio d'oliva e della sua produzione e gli allevatori della linea latte, da bovino da latte. Qui abbiamo due criticità che superano il dato di fondo e che vanno ricondotte a situazioni più specifiche.
  Da un lato, per quanto riguarda il latte, è la conseguenza della fine del regime delle quote, che ha portato ad una compressione dei prezzi su scala europea e, naturalmente, anche delle forti ricadute sul mercato italiano. Questo dovrebbe far riflettere chi, per tanti anni, ha sparato addosso al regime delle quote, sostenendo che danneggiava il comparto produttivo italiano. In realtà, le quote latte hanno mantenuto prezzi relativamente sostenuti, o comunque più elevati di quelli che oggi riscontriamo, per molti anni, tutelando indirettamente, sia pure in parte non del tutto, il reddito degli allevatori. Oggi, senza le quote abbiamo una concorrenza molto più serrata, abbiamo la pressione del latte tedesco sul mercato italiano a prezzi difficilmente contrastabili, abbiamo una situazione veramente difficile per i nostri produttori.
  L'altro comporto in difficoltà è quello dell'olio d'oliva, dove si sono sommate le conseguenze di due annate particolarmente negative con una serie di fattori anche di carattere – speriamo – straordinario e transitorio, come la grave crisi della Xylella nel sud della regione Puglia. Qui abbiamo, poi, un dato di fondo che è bene ricordare in questo contesto: ci troviamo in presenza di un settore che paga anche una carenza di trasparenza nella filiera, la presenza di alcuni fenomeni, di alcuni comportamenti, che inquinano tutto il comparto, con la presenza di prodotto non correttamente veicolato, non spesso corrispondente all'etichettatura. Tutto un quadro che disturba in modo particolarmente forte le nostre imprese, in larghissima parte imprese oneste, sia nel settore agricolo, che in quello della trasformazione industriale.
  Ebbene, di fronte a tutte queste cose, il Governo ha ritenuto di muoversi, io credo con ragionevole tempestività, nell'emanazione di un decreto-legge, che ha, da un lato, misure specifiche per i due settori in questione e, dall'altro, contiene anche misure di carattere orizzontale, tendenti a sostenere l'aggregazione dell'offerta e l'interprofessione. Sono tutte misure di «carattere» corrette, tutte misure che vanno nella giusta direzione e per questo motivo Scelta Civica sosterrà il provvedimento anche nel voto finale.
  Vorrei, però, aggiungere una conclusione che non è assolutamente una critica nei confronti del provvedimento, ma è una riflessione di carattere generale. Noi dobbiamo evitare di attribuire a questo provvedimento facoltà taumaturgiche; questo decreto-legge da solo non risolverà i problemi del comparto e non per carenza del Governo, e tanto meno del Parlamento nell'estensione del decreto, ma perché purtroppo la complessità del settore e i limiti imposti dalla politica agricola comune, che non consente di intervenire in modo discrezionale sul comparto, impongono dei vincoli oggettivi che la legislazione italiana non può superare. Quindi, il decreto è un tassello di una strategia più complessa in cui la partita si gioca sul comportamento di molti soggetti. Una partita fondamentale è in primis l'applicazione della PAC, non solo e non tanto nella parte di competenza del Ministero che è stata snodata in modo, a mio avviso, corretto, quanto soprattutto nella parte di competenza delle regioni. Lì c’è un tasso di discrezionalità altissimo, da parte delle regioni, nella redazione dei piani di sviluppo rurale; se questa facoltà viene mal declinata, e purtroppo qualche segnale c’è in questo momento, è chiaro che perderemo una scommessa di carattere storico.Pag. 56
  C’è poi il tema della fiscalità. Bisogna ripensare quanto abbiamo fatto negli ultimi mesi in termini di IMU agricola, l'applicazione di una fiscalità sui terreni, sui fattori di produzione, rimane a mio avviso un errore di carattere strategico in agricoltura, ma anche al di fuori. Abbiamo bisogno poi di un comportamento all'altezza delle sfide da parte delle confederazioni agricole che devono sapere interpretare i cambiamenti del nostro tempo. Infine, consentitemi di ricordare che abbiamo anche bisogno di una misura (su questo il Ministro Martina si era impegnato e gli do atto di averlo fatto finora e spero che continui a farlo con coerenza) che arresti il consumo di suolo agricolo.
  Qui alla Camera lavoriamo già da due anni a un disegno di legge in materia. Bisogna sbloccarlo. Io faccio appello – e chiudo con questo appello – a tutti i colleghi, affinché si possa rapidamente rimettere sul binario giusto il provvedimento relativo al consumo del suolo. Dobbiamo fermare la cementificazione dei terreni agricoli. Dobbiamo salvaguardare questa grande risorsa del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Il provvedimento in esame reca disposizioni riguardanti il settore lattiero-caseario, il settore olivicolo-oleario, il sostegno a imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale, nonché razionalizzazione di alcune strutture ministeriali.
  Il disegno di legge interviene in applicazione del regolamento di esecuzione della Commissione UE, il quale consente la rateizzazione delle multe dell'ultima campagna quote latte, per aver splafonato il quantitativo nazionale assegnato all'Italia dalla Commissione europea. Dati i prezzi bassi del latte e le difficoltà finanziarie del settore lattiero, che ho anche potuto esporre oggi nell'ambito del dibattito, noi di Sinistra Ecologia Libertà riteniamo che sia più che opportuno alleggerire l'onere finanziario dei produttori che devono pagare un prelievo sull'eccedenza della campagna lattiera 2014-2015, consentendo agli stessi di versare l'importo dovuto secondo un regime di pagamento rateale. Gli Stati membri che applicano il regime rateale devono notificarlo alla Commissione e così – io immagino – verrà fatto.
  Come spero che possa essere resa da parte di questo Governo, nell'ambito di quella comunicazione, anche la comunicazione che il Parlamento italiano avrà dato il via a una Commissione di inchiesta per quanto riguarda il mancato pagamento delle quote latte negli anni precedenti. È quella vergogna nazionale che noi non possiamo coprire, come d'altronde è già stata a lungo coperta politicamente, ma io penso sia necessario fare luce sui comportamenti, sulle responsabilità, affinché, anche in altri settori e nel rapporto del nostro Paese con l'Unione europea e con la Commissione, non si possa più incappare in situazioni di questo tipo, che ci hanno portato a essere citati di fronte alla Corte di giustizia e, di conseguenza, anche, purtroppo, a pagarne – immagino – un prezzo molto salato.
  Con l'articolo 2 del provvedimento si intende garantire un cosiddetto atterraggio morbido per il superamento del regime delle quote, introducendo, inoltre, una disciplina che corregga le distorsioni contrattuali tra il cedente il prodotto e le aziende di trasformazione. È giusto perché è un problema che abbiamo evidenziato con le indagini svolte in Commissione. Si interviene sulla normativa che ha riformato la disciplina del prelievo supplementare del settore del latte. Per l'ultimo periodo di applicazione del regime delle quote latte, qualora residuino ulteriori disponibilità rispetto alle compensazioni effettuate, grazie anche alle proposte emendative da noi sostenute, si prevede anche di ripartirle tra le aziende produttrici che hanno versato il prelievo in modo corretto, secondo una priorità data dall'emendamento anche da noi presentato e sostenuto. E questa è una cosa che abbiamo letto con favore.Pag. 57
  Finalmente si agisce anche in merito alla disciplina relativa alla regolazione dei rapporti contrattuali relativi alla cessione del latte prodotto ai trasformatori. In particolare, viene disposto che i contratti stipulati o eseguiti nel territorio nazionale, aventi ad oggetto la cessione di latte crudo, abbiano una durata non inferiore a dodici mesi, salvo rinuncia espressa, formulata dall'agricoltore cedente.
  Inoltre, al fine di rendere operativo il ruolo dell'autorità garante nel perseguire pratiche commerciali sleali, che abbiamo accertato, nella filiera del latte, è previsto che l'Istituto dei servizi per il mercato agricolo alimentare, l'ISMEA, elabori mensilmente i costi medi di produzione del latte crudo.
  Anche questa è una scelta che condividiamo. Pertanto, possiamo dire che, in questo provvedimento, come avrò modo di illustrare anche negli altri passaggi, vi sono delle luci che non abbiamo difficoltà ad individuare, ma ci sono anche delle ombre, pesanti ombre. Infatti, si introducono elementi a favore e a sostegno del comparto olivicolo, un comparto che conta circa un milione di aziende, di cui gran parte in zone collinari, e che deve fare i conti con coltivazioni di proprietà che gestiscono 100-250 piante di ulivo come patrimonio aziendale, con l'età stessa delle piantagioni che, ad esempio in alcune zone d'Italia, supera 350 anni, con un'estrema frammentazione varietale e con innumerevoli cultivar, delle quali non si conoscono, né il comportamento agronomico, fino in fondo perlomeno, né le caratteristiche dell'olio. Ecco, un quadro di questo tipo, che, appunto, individua le criticità dell'olivicoltura dell'Italia, dà appena un'idea di queste difficoltà.
  L'ultima campagna, come già richiamato più volte, ha messo drammaticamente alla luce i difetti, le manchevolezze e le necessità delle strutture produttive. Una previsione di produzione nettamente inferiore alle attese mostrava già la tendenza al decremento del comparto. Un forte attacco di mosca olearia, lasciato incontrollato per mancanza di mezzi economici per effettuare i necessari trattamenti e l'abbandono di frutti sulla pianta, determinato dal loro basso valore, hanno abbassato i limiti della nostra produzione arrivando a meno di 400 mila tonnellate in un momento in cui il valore dell'olio sta risalendo verso limiti di convenienza economica e malgrado nel Mediterraneo si verifichino produzioni da record.
  Il provvedimento – anche qui, come noi denunciamo, con ritardo – istituisce, però, un fondo per la realizzazione di un piano di interventi. Questa appunto è una luce perché siamo d'accordo, però abbiamo denunciato con forza una scarsità o comunque una limitatezza nei fondi predisposti da questo provvedimento per il piano. Abbiamo individuato delle proposte alternative e le abbiamo individuate senza andare a sottrarre fondi da un altro settore come invece voi andate a finanziare il settore olivicolo. Infatti, la copertura finanziaria di questo piano viene individuata attraverso una corrispondente riduzione di spesa del Fondo per gli investimenti nel settore lattiero-caseario per un totale di 28 milioni di euro. Ecco, su questo noi dobbiamo essere chiari: non siamo d'accordo con la scelta del Governo, del Partito Democratico in modo particolare, di finanziare il Piano olivicolo nazionale sottraendo ben 28 milioni di euro su 108. Tra l'altro, si tratta di un fondo appena istituito, da tre o quattro mesi, con la legge di stabilità e non ci sono neanche i decreti attuativi dell'utilizzo di questo fondo. Questa scelta non ci trova per niente d'accordo. Questa è un'ombra pesante che noi continuiamo a sottolineare e ad evidenziare.
  È stato accolto un ordine del giorno che apre un piccolo spiraglio per il futuro, ma troppo piccolo perché si poteva fare di più in questo contesto e si poteva, se non accogliere gli emendamenti in toto di SEL, chiederne una ridefinizione perché una parte di quei finanziamenti che noi vi abbiamo suggerito fossero considerati. E, invece, no, avete voluto mantenere un atteggiamento di chiusura in questo senso, per cui Sinistra Ecologia Libertà è assolutamente favorevole al finanziamento del Piano olivicolo e non è d'accordo che le Pag. 58risorse vengano portate via a quest'altro comparto, un comparto del settore primario, che è in difficoltà come abbiamo detto. Così, come io ho avuto modo di dire, si sta facendo il gioco delle tre carte.
  Vado a concludere. Si sta facendo il gioco delle tre carte all'interno del settore agricolo, il settore primario: faccio vedere ad un settore i finanziamenti e poi, dopo pochi mesi, con un altro provvedimento, glieli vado a ridurre, glieli vado a togliere. Così non va bene, signor Ministro, signor Viceministro e colleghi della maggioranza: avete voluto respingere a tutti i costi i nostri emendamenti, ma è un errore, come pensiamo anche che ci sia un errore di fondo – concludo – sul fatto che siano individuati soltanto questi due comparti in modo chiaro. Infatti per la nostra agricoltura il nostro auspicio e la nostra critica, che è anche un auspicio ed è anche una proposta, è che ci sia una attenzione nei prossimi mesi che si possa arrivare a breve ad un altro intervento da parte del Governo, del Parlamento su altri settori che hanno bisogno di un sostegno perché l'agricoltura non si esaurisce con il settore olivicolo, non si esaurisce con il settore lattiero-caseario. Abbiamo il settore suinicolo in crisi, quello ortofrutticolo, quello della pesca. Ne ho citato soltanto alcuni, ma l'elenco potrebbe essere lungo, troppo lungo. Noi chiediamo al Governo di intervenire con forza perché, se vogliamo che davvero il nostro settore primario possa essere uno dei settori di rilancio dell'economia nazionale, ci dobbiamo credere fino in fondo e devono essere stanziate le risorse necessarie. Oggi si fa un piccolo passo, troppo piccolo. Per questo noi ci asterremo sul provvedimento presentato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.
  Saluto gli studenti del Seminario di studi parlamentari «Silvano Tosi» di Firenze, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).

  DORINA BIANCHI. Grazie, Presidente. Nel 2014 Confagricoltura ha stimato il reddito agricolo italiano per addetto come sceso dell'11 per cento, tornando a registrare, sia pure di 0,8 punti percentuali, un valore inferiore a quello del 2005 che, nelle nuove statistiche comunitarie, è l'anno di riferimento. Raffrontandolo ai redditi agricoli comunitari nel 2014 rispetto al 2013, tra i principali Paesi agricoli dell'Unione europea, il Regno Unito è il Paese in cui il reddito del settore agricolo è cresciuto maggiormente, del 6,9 per cento, seguito dalla Grecia con il 4,4 per cento e della Francia con l'1,1 per cento. Raffrontando i dati di tutto il periodo 2005- 2014, mentre per l'Italia il reddito agricolo è sceso dello 0,8 per cento, in Germania si registra un più 63,6 per cento e nel Regno Unito, ad esempio, un più 56,5 per cento. Di tenore diametralmente opposto, invece, sono i dati sul PIL relativo al primo trimestre del 2014 che sono stati diffusi dall'ISTAT a fine maggio di questo anno. È l'agricoltura a far registrare il più elevato incremento del PIL, con un valore aggiuntivo che sale al 6 per cento a livello congiunturale spinto dal boom delle esportazioni agroalimentari, che sono pari al più 6,2 per cento. Il settore agricolo ha registrato un incremento addirittura dieci volte superiore, ad esempio, al settore dell'industria e questo ci deve far riflettere, perché ci pone davanti un quadro totalmente asimmetrico. La asimmetria di questi dati è assolutamente evidente, cresce a ritmi cinesi il valore aggiunto del comparto agricolo, ristagna invece da dieci anni il reddito degli addetti al comparto. E devo dire in questi anni che gli agricoltori di Paesi oggettivamente privi di vocazione agricola come, ad esempio, la Germania o la Gran Bretagna, hanno visto crescere i propri redditi di oltre il cinquanta per cento. Questa cosa naturalmente deve far riflettere noi che indubbiamente abbiamo la possibilità di aiutare un comparto che sicuramente sta dando valore aggiunto al nostro Paese e che però in qualche modo soffre.
  Questo, naturalmente, lo dobbiamo fare difendendo tale comparto; io sono d'accordo con qualcuno che è intervenuto prima di me, che un decreto-legge sicuramente Pag. 59è un piccolo tassello di politiche molto più generali e che in questo decreto-legge non si potevano affrontare altre problematiche, come per esempio quella della fiscalità, ma sicuramente è un problema che questo Parlamento deve affrontare. Concordo quando il Ministro Martina ha osservato che gli obiettivi del Governo per il settore agricolo sono riorganizzare i settori agricoli, difendere meglio il reddito degli agricoltori, spingere ancora sulla promozione dell'agroalimentare italiano all'estero e semplificare al massimo il carico burocratico e amministrativo delle aziende. È per questo che sono in gran parte soddisfatta per questo decreto-legge che noi, oggi, andiamo a votare e sono convinta che, ancora, però, ci sia molto da fare in questo comparto che, come dicevo prima, è trainante per il nostro Paese.
  Venendo a quella che poi è la sostanza di questo decreto-legge, sicuramente gli articoli 1 e 2 sono determinanti per quanto riguarda la riorganizzazione del mercato del latte, che ha subito e sta subendo una gravissima crisi dovuta all'incapacità anche di reggere la concorrenza estera e intracomunitaria, il più delle volte sleale, e all'intrinseca debolezza delle aziende del comparto, che è anche connotato da una miriade di piccoli produttori; si tratta di una debolezza sia finanziaria che di mercato, in quanto il piccolo produttore non ha la forza né per crescere né per ottenere prezzi di vendita migliore. Il regime delle quote latte è cessato dal 31 marzo 2015 e il decreto-legge, da un lato, mira a fornire una risposta immediata e indifferibile alla necessità di governare i primi mesi del nuovo regime e, dall'altro, a porre le basi per l'urgente riordino delle relazioni commerciali della filiera, al fine di garantire proprio un atterraggio morbido, raccomandato anche dalle istituzioni europee. L'obiettivo è, dunque, quello di accompagnare la gestione dell'offerta, pur nel pieno rispetto della libertà del mercato di riferimento, che rimane sempre aperto e concorrenziale, con regole di trasparenza e di equilibrio tra le diverse fasi e stadi della filiera.
  Quanto al nuovo regime, di cui all'articolo 2 del decreto-legge, che si applica ai nuovi contratti tipo per l'acquisto del latte, questo prevede che tali contratti dovranno essere stipulati prima della consegna, dovranno contenere un prezzo fisso stabilito nel contratto e calcolato sugli indicatori di mercato e dovranno indicare il volume consegnato e la qualità o la composizione del latte crudo consegnato. Ma la nuova tipologia di contratto contiene anche delle norme di maggiore tutela dei produttori, prevedendo le scadenze e le procedure di pagamento, le modalità per la raccolta e la consegna del latte, le norme applicabili in caso di forza maggiore e le clausole di risoluzione.
  Sempre in materia di contratti di cessione di prodotti agricoli è importante ricordare il comma 2-bis dell'articolo 3, che riguarda le organizzazioni interprofessionali – aggiunto in Commissione – nel quale si prevede che tali organizzazioni, nella redazione dei contratti tipo relativi alla vendita dei prodotti agricoli e per la fornitura dei prodotti trasformati, sono chiamate a garantire il rispetto delle condizioni di cui all'articolo 62 del decreto legge n. 1 del 2012, e cioè la forma scritta, l'indicazione nell'atto della durata, della quantità e delle caratteristiche del prodotto venduto, il prezzo, le modalità di consegna e di pagamento e il divieto di comportamenti che impongano condizioni contrattuali ingiustificatamente gravose ed ogni condotta commerciale sleale.
  L'articolo 3, modificato in più punti durante l'esame in Commissione, introduce una nuova disciplina delle organizzazioni interprofessionali, associazioni private che raggruppano le organizzazioni nazionali rappresentative di un'attività economica nelle varie fasi legate alla produzione, al commercio e alla trasformazione di un determinato prodotto agricolo. I primi commi riguardano solo le organizzazioni interprofessionali relative al settore latte, ma nei commi successivi sono introdotte misure che riguardano le organizzazioni interprofessionali di tutti i comparti agricoli. Infatti si estendono le previsioni a tutta una serie di altri comparti Pag. 60tipo cereali, riso, zucchero, foraggi essiccati, sementi, luppolo, olio di oliva, lino, canapa, prodotti ortofrutticoli, e così via.
  In questi settori occorre una rappresentatività pari ad almeno il 40 per cento del relativo settore. Concludo il mio intervento con alcune osservazioni sul settore olivicolo-oleario, che rappresenta un'eccellenza agricola italiana ed europea e che vive da alcuni anni una grave crisi, sia sul mercato interno che su quello internazionale, una crisi tale da compromettere la sopravvivenza di molte aziende. La situazione di mercato registra, da un lato, un progressivo aumento dei consumi, con una sempre maggiore richiesta di oli di qualità senza un corrispondente aumento della produzione; dall'altro, registra un drastico calo dei prezzi a fronte di un sostanziale aumento dei costi di produzione, in particolare degli oneri sociali.

  PRESIDENTE. Concluda.

  DORINA BIANCHI. L'articolo 4 dà attuazione a una risoluzione che è stata approvata recentemente dalla Commissione agricoltura sul piano olivicolo nazionale. Infine, giusto perché sta scadendo il mio tempo, segnalo gli altri punti a sostegno di iniziative e di valorizzazione del made in Italy, gli incentivi all'aggregazione e all'organizzazione economica degli operatori della filiera olivicola, ma anche qui manca qualsiasi contrasto alla concorrenza sleale. Infine, segnalo le iniziative contro la Xylella fastidiosa nonché come quelli contro il cinipide del castagno e la flavescenza dorata. Per tutti questi motivi, si rafforza il giudizio positivo che il gruppo di Area Popolare ha sul decreto-legge in esame.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Faenzi. Ne ha facoltà.

  MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Con il voto finale su questo provvedimento l'Assemblea è chiamata ad esprimersi, per la prima volta e a distanza di anni, su un testo interamente dedicato all'agricoltura. Era da molto tempo, ovvero dalla scorsa legislatura, che ciò che non accadeva, e bisogna risalire al 2008, con il decreto-legge n. 171, che prevedeva misure urgenti per il rilancio competitivo del settore agroalimentare, per averne testimonianza. Ricordo, a quell'epoca, le misure di contrasto per la contraffazione dei prodotti agroalimentari e del made in Italy, l'introduzione del sistema di etichettatura e tracciabilità dei nostri prodotti italiani, misura, tra l'altro, approvata dal Parlamento e che anticipò addirittura le decisioni comunitarie, anche se, in seguito, fu poi incredibilmente ostacolata dalla stessa istituzione europea. Oggi, invece, siamo chiamati a votare un intervento legislativo urgente, sulle cui linee generali siamo indubbiamente d'accordo, ma che, invece, per quanto riguarda le misure finanziarie attribuite nei diversi interventi indicati, ci pare francamente modesto, nonostante le modifiche migliorative apportate anche dalla Commissione agricoltura, che di fatto ha incrementato i fondi. Non vi è dubbio, a tal fine, che è stato proprio il lavoro proficuo della stessa Commissione, che sin dall'inizio della legislatura, anche attraverso numerosi atti di indirizzo e di controllo, ha contribuito positivamente affinché il Governo intervenisse in via d'urgenza al fine di affrontare le numerose criticità che interessano tante aziende agricole e tanti aspetti così articolati del settore, che incidono poi anche sullo stesso tessuto socio-economico del Paese, ad ottenere il risultato di oggi. Ci saremmo aspettati, tuttavia, un'azione più armonica e coordinata delle misure complessive in favore dell'agricoltura italiana. Ma da quello a cui abbiamo assistito nel corso dei sedici mesi, non ci sembra che il mondo agricolo sia in cima all'agenda del Governo e anche dello stesso Ministro delle politiche agricole e alimentari, impegnato più nella promozione e nell'immagine del made in Italy all'Expo che all'attenzione delle quotidiane difficoltà economiche, fiscali e burocratiche che centinaia di aziende agricole italiane affrontano. Nel complesso, come sostenevo in precedenza, il decreto-legge interviene con misure che Pag. 61comunque appaiano condivisibili, a cominciare dall'articolo 1, che indica norme positive sul settore lattiero caseario, in coerenza con quanto previsto anche dal Regolamentano dell'Unione europea n. 1308/2013, che prevede l'indicazione del prezzo di riferimento e di alcuni parametri positivi tenendo presente il valore di produzione.
  Inoltre, viene prevista la possibilità di consentire la rateizzazione del regime delle quote latte, che deve avvenire nell'arco dei tre anni senza applicare gli interessi di mora. All'articolo 3, che introduce una nuova disciplina delle organizzazioni interprofessionali, associazioni private che raggruppano le organizzazione nazionali rappresentative di un'attività economica nelle varie fasi legate alla produzione, al commercio e alla trasformazione di un determinato prodotto agricolo, si stabilisce il riconoscimento di un'organizzazione professionale nel settore lattiero caseario qualora rappresenti una quota dell'attività economica pari almeno al 25 per cento, nel testo originario del decreto la legge prevedeva una percentuale del 20 per cento. Una percentuale che avremmo auspicato – al riguardo abbiamo presentato anche un emendamento – più elevata, stante la volatilità del mercato e anche le richieste dell'organizzazione, che tuttavia apprezziamo ugualmente.
  Vi è poi la parte riguardante il piano per il settore olivicolo nazionale, come riportato dall'articolo 4, con una iniezione di risorse aggiuntive introdotte in Commissione Agricoltura. I fondi previsti, infatti, passano da 24 milioni di euro a 32 milioni. Misure che a mio avviso continuano ad essere insufficienti, stante anche la situazione di crisi in quello che è stato etichettato come l’annus horribilis dell'olio d'oliva, con un crollo della produzione del 50 per cento, sia a causa della calamità atmosferiche intervenute sia a causa della concorrenza sleale a livello mondiale, ma aggiungo, anche e soprattutto, per l'emergenza delle fitopatie e infestazioni causate dalla diffusione del batterio killer della xylella fastidiosa che rischiamo di rinviare a breve e medio termine problemi di natura finanziaria, ma che serviranno tuttavia per fronteggiare l'emergenza in corso.
  Vi è poi il capitolo del rischio agricolo, un'altra grande tematica relativa alle numerose criticità riferite alle calamità naturali, in particolare agli eventi alluvionali che hanno interessato il Paese e che hanno coinvolto pesantemente le attività produttive e di raccolta per tantissime aziende agricole interessate da questi eventi atmosferici. Non vi è dubbio che l'accesso al fondo di solidarietà nazionale per le produzioni agricole e per le strutture danneggiate che non hanno stipulato la polizza assicurativa agevolata a copertura dei rischi nel periodo che intercorre tra il 2014 fino all'entrata in vigore del provvedimento, rappresenti una misura condivisibile. Anche in questo caso noi avevamo presentato un emendamento affinché si coprisse anche l'intero 2015, una sorta di attività preventiva riguardo a questi, ormai abituali, agenti atmosferici dannosi.
  Valuto anche positivamente le modifiche introdotte dalla Commissione, che ha ammesso ai benefici anche le imprese agricole che nell'ultimo triennio abbiano subito danni alle scorte di materie prime: semilavorati e anche prodotti finiti danneggiati o distrutti a causa di eventi eccezionali che non sono più utilizzabili nell'ambito delle risorse già stanziate. Tuttavia, voglio rilevare che anche in questa occasione come rispetto alle effettive esigenze i fondi previsti evidentemente non sono appropriati per invertire il persistere di una situazione negativa causata dai numerosissimi danni infrastrutturali e produttivi per le aziende coinvolte. Così come il medesimo articolo non contempla ulteriori problematiche di natura emergenziale particolarmente avvertite. Mi riferisco ad esempio al fenomeno dei danni causati dalla fauna selvatica, che negli ultimi anni ha acquistato una dimensione notevole, i cui risvolti hanno un dichiarato impatto sia sull'attività economica di tantissime imprese agricole che sulla stessa conservazione della biodiversità. Per questo ci auguriamo che l'accoglimento, anche Pag. 62se con riformulazione, del nostro ordine del giorno richiami l'attenzione del Governo.
  Regioni, per esempio come la mia, la Toscana, ma voglio citare anche l'Umbria, l'Emilia Romagna, l'Abruzzo e la Basilicata, sono interessate dall'incremento degli attacchi al bestiame da parte dei lupi, dei cinghiali e di canidi selvatici che stanno determinando delle gravi ripercussioni sul tessuto produttivo, generando tensioni sociali e l'esasperazione degli operatori, con prevedibili implicazioni sull'attività economica. Voi sapete che questo è un problema difficilissimo da risolvere, perché deve essere risolto in Europa, con cui è difficile interloquire in materia, avendo in particolare il lupo una protezione altissima, anche se in Francia vi è stato un tentativo in tal senso.
  Ecco anche perché su queste tematiche agricole, direi socioeconomiche, che riguardano le realtà regionali di tantissimi imprenditori agricoli, mi sarei aspettata sinceramente maggiore coraggio da parte del Governo, proprio in quelle decisioni legislative che sono state adottate eccezionalmente in questo decreto.
  Anche per quanto riguarda le risposte all'emergenza della Xylella fastidiosa, il decreto-legge interviene in favore degli agricoltori colpiti dal diffondersi di organismi nocivi vegetali a partire da quelli pugliesi, ma anche da altre fitopatie, come ad esempio la deroga per l'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale e un primo stanziamento aggiuntivo pari a 21 milioni di euro per i danni subiti fino al 2016.
  Ma stante la situazione esplosiva e soprattutto le previsioni che non lasciano ben sperare, le misure finanziarie indicate – spero di sbagliarmi – ritengo non siano adeguate rispetto alla drammatica emergenza in corso e che coinvolge l'intera regione della Puglia. Nel complesso, se questo è il quadro in cui ci si muove, questo decreto-legge riteniamo contenga luci ed ombre. È già stato detto prima di me, però apprezziamo gli sforzi del Governo nelle misure di contrasto per l'emergenza in corso nei confronti dell'agricoltura italiana. Per questo motivo, onorevoli e colleghi, preannunzio il voto di astensione da parte del mio gruppo (Applausi dei deputati del gruppo di Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Massimiliano Bernini. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Signor Presidente, colleghi, membri del Governo, finalmente in aula approda un provvedimento che pone al centro del dibattito politico il settore primario, che nel corso di questa e delle altre trascorse legislature ha avuto ben pochi spazi di discussione e di confronto. Sorvoliamo sul fatto che stiamo discutendo l'ennesimo decreto-legge del Governo che ormai ha completamente esautorato l'esercizio della funzione legislativa, che spetterebbe – lo ricordiamo – al Parlamento e che, fin quando questa Costituzione rimane in vigore, è e rimane il cuore del nostro ordinamento costituzionale. In ogni caso, lo segnalo a tutti i presenti, si tratta di uno dei pochi e rari provvedimenti che riguarda per intero l'agricoltura. E questo non è accettabile, visto che l'agricoltura italiana, date le numerose eccellenze, invidiate e imitate in tutto il mondo, può rappresentare il volano di una sicura ripresa economica del nostro paese. Quindi, meriterebbe da parte della politica una maggiore attenzione a quelle che sono le esigenze e le sollecitazioni che provengono dagli operatori di questo settore strategico produttivo. A dimostrazione della vivacità dell'agricoltura italiana voglio ricordare che, in questo momento di crisi, il settore primario, rispetto agli altri settori produttivi, è l'unico che fa registrare segnali incoraggianti; per quanto riguarda l'occupazione, con una crescita del 7 per cento del tasso di occupati in un anno, per quanto concerne l’export con un fatturato di 34,3 miliardi nel 2014 e una crescita del 70 per cento negli ultimi 10 anni. Infine, per quanto attiene il PIL, che cresce del 6 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto all'ultimo del 2014 quando aveva Pag. 63segnato una caduta del 4,3 per cento. Ma questi non sono successi del Governo. Soprattutto il dato del PIL è l'effetto del boom di vendite all'estero di prodotti agricoli, di alimenti, di bevande, di trasformati made in Italy, merito esclusivo della grande professionalità e imprenditorialità dei nostri IAP e coltivatori diretti, che molto spesso, senza essere aiutati dalle istituzioni e contro tutto e tutti, riescono a conquistare importanti nicchie del mercato internazionale (Applausi dei deputati del gruppo del MoVimento 5 Stelle).
  Ma non per questo, per l'agricoltura italiana, viviamo in un momento di sole rose e fiori. Molti i settori in crisi anche a causa di eventi eccezionali e non, che rischiano di soffocare i segnali positivi di cui prima. Secondo alcune associazioni di categoria nel 2015 si registrano significative perdite di produzione. Le voglio ricordare. Il 35 per cento in meno di olio di oliva; un calo del 25 per cento per gli agrumi; meno 15 per cento per il vino; fino al 50 per cento in meno per il miele; un raccolto ancora disastroso per le castagne, con un dato nazionale ben al di sotto dei 18 milioni di chili registrati lo scorso anno e pari ad appena un terzo di quello di 10 anni fa. Il pomodoro da conserva che registra un calo delle rese e così via.
  Sulle cause di tutto ciò però bisogna essere chiari ed onesti. Da una parte, c’è sicuramente il ripetersi di fenomeni periodici, come è sempre avvenuto nel corso della storia. Dall'altra, il loro acutizzarsi è diretta conseguenza di tutte quelle attività antropiche che stanno determinando squilibri nell'ambiente come i cambiamenti climatici e i commerci spregiudicati o incoscienti.
  Mi riferisco agli incauti spostamenti di materiali organici e non, che possono essere vettori di fitopatie generate da specie non endemiche. A titolo esemplificativo ricordo che il cinipide del castagno, la Xylella fastidiosa dell'ulivo, la aethina tumida negli apiari, eccetera, non sono altro che fitopatie od organismi infestanti importati impunemente nel corso degli scambi commerciali.
  Da questo punto di vista ci saremmo aspettati da parte della maggioranza e del Governo non solo misure tampone contenute nel decreto-legge n. 51, ma anche azioni preventive volte al rafforzamento dei presidi fitosanitari zooprofilattici presso le nostre frontiere commerciali.
  Ritornando al merito del provvedimento, riconosciamo degli importanti passi in avanti per alcuni settori strategici dell'agricoltura nazionale, che negli ultimi anni sono stati duramente colpiti da crisi ed emergenze, e questo grazie anche all'azione che il MoVimento 5 Stelle ha portato avanti in Commissione agricoltura attraverso risoluzioni, interrogazioni e proposte di legge. In particolare, si interviene sul settore lattiero-caseario all'indomani della fine del regime delle quote latte con lo scopo di garantire un passaggio soft tra il mercato regolato e quello libero, si agisce anche sul settore olivicolo-oleario colpito dalla crisi del 2014, dovuta all'aumento dei consumi, ma non solo, anche alla contemporanea diminuzione della produzione, nonché al calo del prezzo e all'aumento dei costi di produzione, senza contare gli attacchi della mosca olearia e della Xylella fastidiosa, che hanno compromesso piante e prodotti.
  Si affrontano poi le questioni del rischio agricolo, dell'accesso al Fondo di solidarietà nazionale e la razionalizzazione degli enti del Mipaaf, in particolare la fine del commissariamento ad acta successivo alla soppressione di Agensud.
  Nel suo complesso il provvedimento, che accoglie anche diversi spunti e atti di indirizzo del MoVimento 5 Stelle, ha un iter importante. Infatti, durante l'esame in Commissione si è cercato di migliorare ulteriormente il testo iniziale attraverso la presentazione di emendamenti, alcuni dei quali recepiti ed altri che abbiamo ripresentato in Aula. Grazie al nostro contributo si fa un passo in avanti sulle quote latte, una questione delicata e annosa, che il Governo ha cercato di affrontare però solo oggi, a regime ormai finito. Per questa lentezza dell'Esecutivo il mercato del latte italiano si troverà ad affrontare gravi difficoltà Pag. 64in vista del passaggio da un mercato regolamentato dalle quote e un mercato libero.
  Non solo: a causa della mancata vigilanza del Governo, lo sforamento delle quote è avvenuto anche nel corso dell'ultima campagna lattiera 2014-2015 e il Paese sarà costretto a versare nuovamente multe all'Unione europea.
  Un altro contributo del MoVimento 5 Stelle al provvedimento è la proposta sulla gestione del sistema informatico AGEA, a conclusione del contratto con SIN, a settembre 2016, ripresa da una nostra risoluzione e interpellanza; la modifica al decreto-legge prevede infatti che alla fine del contratto sia avviata una gara pubblica per l'affidamento della gestione del SIAN, al fine di fare fronte alle numerose e crescenti difficoltà nella gestione da parte di SIN, continuando a garantire l'efficace gestione dei servizi in relazione alla cessazione del regime europeo delle quote latte e l'attuazione della nuova PAC.
  Con questo noi vogliamo scongiurare il ripetersi del caos che sta travolgendo AGEA in queste ultime ore, in vista della scadenza delle domande PAC, ne va del buon nome dell'Italia nella gestione dei fondi europei destinati alla nostra agricoltura.
  Ci sono poi dei passi in avanti in materia di contratti di cessione del latte crudo, facendo in particolare riferimento sia all'articolo 62 del decreto-legge n. 1 del 2012, sia all'articolo 148 del regolamento europeo sull'OCM unica. Questi dovranno essere redatti in forma scritta e con durata non inferiore a dodici mesi.
  Anche sull'articolo 62 abbiamo più e più volte spronato al fine di contrastare le pratiche sleali, prevedendo l'obbligo di indicare il prezzo da pagare alla consegna e per il monitoraggio dei costi medi di produzione.
  Sull'allargamento della destinazione del Fondo per gli investimenti sul settore lattiero-caseario alle attività di ricerca sul latte, nonché alle campagne di promozione e comunicazione istituzionale, siamo favorevoli, pur ritenendo necessario dare la priorità agli interventi per il settore del sostegno del latte, più che per attività di marketing e promozione.
  Apprezziamo inoltre l'iniziativa di intervenire su tutte le organizzazioni interprofessionali dell'agroalimentare, ma a nostro avviso la tematica avrebbe comunque meritato un ragionamento più ampio in Commissione e non la trattazione con la decretazione d'urgenza.
  Infine, ci trova d'accordo la definizione delle caratteristiche per la creazione di una OI del latte, in buona parte ricalcando tutte le disposizioni previste dal regolamento europeo n. 1308 del 2013 e regolamentando le modalità di estensione erga omnes delle regole adottate dalla OI. Si prevede, in particolare, una soglia minima di rappresentatività economica nel settore che, inizialmente fissata al 20 per cento, oggi, grazie anche al nostro contributo, arriva al 25 per cento.
  Per quanto riguarda il settore dell'olio, si crea un fondo per sostenere la realizzazione del piano di interventi nel settore olivicolo-oleario e, poi, ci sono anche delle novità per quanto concerne il Fondo di solidarietà nazionale.
  Ricordiamo, ancora, un altro elemento di positività: l'approvazione di un importante articolo aggiuntivo al decreto-legge, frutto di un emendamento del MoVimento 5 Stelle, che prevede l'istituzione di commissioni uniche nazionali, CUN.
  Ci sono, però, degli aspetti che non ci soddisfano e che sono stati trascurati: non si promuovono pratiche agricole virtuose per un'agricoltura sostenibile dal punto di vista ambientale. Lo dimostra un fatto molto semplice: in tutto il testo la parola «biologica» si ripete solo due volte, tre grazie al nostro emendamento.
  Quanto tempo ho, Presidente ?

  PRESIDENTE. Ancora dieci secondi.

  MASSIMILIANO BERNINI. Poi, ci si dimentica degli altri settori in crisi quali, ad esempio, l'apicoltura, che fa registrare estesi fenomeni di apicidio a causa dell'uso massiccio della chimica in agricoltura e della presenza di malattie vecchie e nuove, Pag. 65con conseguenti perdite di produzione anche del 50 per cento.
  Poi, si ignora completamente l'aspetto legato alle misure dovute all'embargo russo, che sta portando sofferenza al settore ortofrutticolo italiano, in modo particolare per quanto riguarda la produzione di mele, uova, kiwi, pesche e per quanto riguarda il settore lattiero-caseario.

  PRESIDENTE. La prego di concludere.

  MASSIMILIANO BERNINI. Insomma, Presidente – e vado a concludere –, sicuramente questo è un provvedimento importante. Affronta questioni che sono di preminente importanza; tuttavia, dimentica altri settori importanti, che soffrono una profonda crisi.
  Quindi, per le ragioni che ho testé esposto, il MoVimento 5 Stelle si asterrà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Oliverio. Ne ha facoltà.

  NICODEMO NAZZARENO OLIVERIO. Signor Presidente, signor Ministro, signor Viceministro, onorevoli colleghi, siamo veramente ad una svolta, a quella svolta che gli agricoltori si attendevano e che oggi noi, in quest'Aula, con questo Governo stiamo finalmente realizzando.
  Finora si è potuto discutere poco, pochissimo della centralità dell'agricoltura nel sistema economico del nostro Paese. Negli anni dei Governi a trazione leghista le priorità erano sempre altre. Abbiamo assistito a una gestione politica divisiva, che ha messo sistematicamente in conflitto Nord e Sud, realtà forti e realtà deboli, istituzioni e rappresentanze sociali, così spezzando la già fragile unità d'intenti del Paese. In quegli anni è mancata la voglia di investire nel settore agricolo e alimentare, che molti avevano compreso che avrebbe rappresentato il futuro economico del Paese. Senza investimenti giusti e mirati nel sistema agricolo nazionale ci siamo trovati deboli nel momento in cui c'era bisogno di farci trovare forti.
  Il provvedimento che votiamo oggi è, invece, l'ennesima conferma del radicale cambio di rotta operato dal Governo di Matteo Renzi, con l'impegno fondamentale del Ministro Martina. La svolta è di merito e di metodo. Anche dagli interventi dei colleghi, che voglio ringraziare per il loro lavoro costruttivo, emerge che siamo di fronte a un provvedimento importante e partecipato, che individua i settori agricoli in crisi e mette in campo un ventaglio di strumenti volti a sostenere i comparti lattiero-caseario, olivicolo e ittico e stanzia significative risorse per contrastare calamità ed emergenze fitosanitarie.
  Il pacchetto di misure, che stiamo introducendo, assicura un sostegno produttivo e non assistenziale ad allevatori e agricoltori, messi a dura prova dal contesto generale di crisi e da specifiche emergenze di settore. Misure puntuali, mirate, che profilano un diverso modo di intendere l'agricoltura e che promuovono una nuova grammatica partecipata e un cambiamento nell'organizzazione delle filiere verso modelli più equilibrati, produttivi e solidali.
  Doppio il piano di lavoro: da una parte, si mette in opera una coraggiosa azione di sburocratizzazione, di sfrondamento normativo, che contribuisce a rilanciare il settore di fronte alle sfide del mercato globalizzato; dall'altra, si avviano processi redistributivi, tesi a dare nuova linfa a comparti da molto tempo in sofferenza. Questo doppio binario è evidente nel caso delle innovazioni introdotte nel settore lattiero-caseario, che poggiano su due pilastri fondamentali: fornire una risposta immediata alla necessità di governare questa fase a ridosso della cessazione del regime delle quote latte e riordinare la rappresentanza nelle relazioni commerciali, che soffriva di una eccessiva sproporzione fra le parti contrattuali a sfavore degli allevatori. La Commissione agricoltura ha audito tutta la filiera, ha raccolto le sue istanze e ha approvato all'unanimità una risoluzione che è stata recepita dal Governo in questo decreto. Ecco perché siamo di fronte ad un vero e proprio metodo nuovo. Lo Stato oggi dà finalmente Pag. 66una risposta a 35 mila allevatori italiani, consentendo la rateizzazione in tre anni e senza interessi delle sanzioni.
  Il livello di tutela degli allevatori viene elevato innanzitutto con la stipula di contratti scritti della durata minima di dodici mesi, che devono contenere espressamente il prezzo, che non deve essere inferiore ai costi di produzione rilevati da Ismea, con l'inasprimento delle sanzioni e con la possibilità da parte del Ministero delle politiche agricole di segnalare all'Antitrust le violazioni. Per rafforzare poi la filiera, si promuove la creazione di un unico organo interprofessionale che potrà prendere decisioni valide erga omnes.
  Analogamente alla normativa francese e spagnola, si dispone che il Ministero delle politiche agricole possa riconoscere una sola organizzazione interprofessionale per ciascun prodotto agricolo, gruppo o settore. Si vuole dare così un impulso all'aggregazione delle imprese, rafforzare il loro ruolo negoziale di soggetti che risultano ancora troppo deboli nella dialettica tra attori economici, perché inseriti in un tessuto produttivo fragile e frammentato. Il lungo inverno leghista aveva invece relegato questi temi ad una ben misera e selettiva regalia ai pochi noti, ai furbetti delle quote latte; una partita tutta a dividere e non ad unire. Il risultato di quella stagione è ben stampato nel numero cinque, che sono i miliardi che il nostro Paese ha dovuto pagare per coprire le sanzioni europee. Una politica che ha scaricato sugli allevatori onesti del Nord e del Sud e sui fondi del FAS destinati al Mezzogiorno tutti i costi di questa scellerata operazione. Oggi si cambia verso: si restituisce all'azione pubblica quel respiro coesivo e nazionale indispensabile per riscattare le realtà più deboli ed esposte, assicurando al Paese una crescita più sostenuta. Si parte finalmente con un piano olivicolo nazionale da 32 milioni, che interessa, per esempio, tanto la Liguria e la Toscana quanto la Calabria e la Sicilia con uno sguardo speciale rivolto alla Puglia, colpita dal batterio della Xylella e prima beneficiaria della deroga per l'attivazione del Fondo di solidarietà nazionale e di un primo stanziamento rivolto ai produttori e ai vivaisti colpiti. Il comparto olivicolo-oleario, eccellenza assoluta del sistema agricolo italiano, vive anni di dura crisi, tale da compromettere la sopravvivenza di numerose aziende.
  L'olivicoltura italiana vale ogni anno 2 miliardi di euro alla pianta e vanta un numero di aziende agricole che sfiora le 900 mila unità, con circa 50 milioni di giornate di lavoro di manodopera agricola all'anno. Questo patrimonio è stato colpito negli ultimi due anni dal combinato disposto di condizioni climatiche disastrose e dalla piaga della mosca olearia. Da decenni non si registrava una raccolta di olive così povera. Su scala nazionale la produzione 2014 si è attestata sotto le 302 mila tonnellate rispetto alle 464 mila del 2013. A incidere sul risultato finale sono state soprattutto Puglia e Calabria.
  I rischi sociali e occupazionali connessi a questa convergenza di fattori sono enormi: a fronte di uno scenario che non ha precedenti nel nostro Paese, con questo decreto puntiamo ad aumentare del 25 per cento la quantità di olive prodotte a livello nazionale nei prossimi cinque anni. Un obiettivo ambizioso, ma sostenuto da politiche all'altezza di un Paese che nelle battaglie decisive sa sempre trovare la necessaria coesione e unire le forze per raggiungere un obiettivo comune.
  Questo è stato il clima che ci ha visto lavorare in Commissione agricoltura, questa l'impostazione che ha prevalso anche in quest'Aula, a prescindere da qualche sfumatura. Governo, forze parlamentari e istanze territoriali hanno lavorato compatti, ognuno per la sua parte, ognuno entro le proprie responsabilità, fornendo contributi preziosi per dare impulso ad un cammino che non deve escludere la partecipazione di nessuno.
  L'ennesimo segno di un cambio di marcia sta in questo lavoro condiviso verso il bene comune, una delle più importanti svolte politiche e di metodo che stiamo sperimentando. È un orizzonte che va ben oltre il confine di un settore economico, pur strategico come quello agricolo. Ora è il momento di agire assieme, con coraggio Pag. 67e risolutezza, per rinforzare i cardini di un modello di crescita equo, sostenibile e davvero partecipato.
  Signor Presidente, con questo decreto il Governo conferma di essere sulla strada giusta e all'altezza della sfida. Per questo il Partito Democratico voterà convintamente a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie, Presidente, Ministro, io voterò in dissenso dal mio gruppo, voterò a favore del provvedimento in quanto è il primo piano olivicolo nazionale che viene approvato. Sono state recepite varie indicazioni da tutti i gruppi, c’è una particolare attenzione sulla questione delle fitopatie. Tutti parlano di passi in avanti, di luci nel provvedimento, ma si astengono. Io invece riconosco il lavoro fatto e voterò a favore (Applausi di deputati del Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare il Ministro Martina. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO MARTINA, Ministro delle politiche agricole, alimentari e forestali. Grazie, Presidente, intervengo velocemente per ringraziare di cuore tutti, in particolare il presidente, relatore, la Commissione agricoltura per il lavoro importante fatto in questi giorni, tutti i gruppi parlamentari. Anche il dibattito dell'Aula mi è sembrato molto utile. Grazie.

(Correzioni di forma – A.C. 3104-A)

  LUCA SANI, Relatore. Chiedo di parlare ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  LUCA SANI, Relatore. Grazie, Presidente, se permette mi associo in primo luogo ai ringraziamenti che ha fatto il Ministro, estendendoli agli uffici della Commissione e dello stesso Ministero.
  Le proposte di correzioni di forma sono le seguenti. All'articolo 1, comma 6-bis, secondo periodo, le parole: «della società medesima» sono sostituite dalle seguenti: «della predetta società di cui all'articolo 14, comma 10-bis, del decreto legislativo n. 99 del 2004». All'articolo 6-bis, comma 5, le parole: «i prezzi rilevati» sono sostituite dalle seguenti: «le quotazioni di prezzo determinate ai sensi del comma 3».
  Naturalmente propongo tali correzioni a nome del Comitato dei nove, ai sensi dell'articolo 90, comma 1, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, le correzioni di forma proposte dal relatore si intendono approvate.
  (Così rimane stabilito).

(Coordinamento formale – A.C. 3104-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3104-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3104-A, conversione in legge del decreto legge 5 maggio 2015, n. 51, recante disposizioni urgenti in materia di rilancio dei settori agricoli in crisi, di sostegno alle imprese agricole colpite da eventi di carattere eccezionale e di razionalizzazione delle strutture ministeriali.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 68

  Nicchi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Astenuti  123   
   Maggioranza  139   
    Hanno votato  276    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Secondo le intese intercorse, interrompiamo a questo punto la seduta, rinviando gli ulteriori punti all'ordine del giorno alla seduta di domani.

Sull'ordine dei lavori.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
  Invito i colleghi a uscire in silenzio, grazie.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, onorevoli colleghi, lunedì 8 giugno scorso, un giovane operaio dell'Ilva di Taranto, Alessandro Moricella, durante la sua attività lavorativa, sul piano di colata dell'Altoforno 2, veniva investito da una violenta fiammata mista a ghisa incandescente, che gli procurava gravissime ustioni sul 90 per cento del corpo. A distanza di quattro giorni dal suo ricovero, il 12 giugno, cessava di vivere. Il 12 giugno, giornata dedicata al ricordo delle vittime del lavoro, nel giorno in cui a Taranto si ricordano ancora altre vittime, Paolo Franco e Pasquale D'Ettorre, uccisi poco tempo fa dal crollo di una gru, sempre all'Ilva.
  Alessandro Moricella, mio concittadino di Martina Franca, un giovane di appena 35 anni, lascia soli nel dolore la moglie e le due figlie di appena 6 e 2 anni. Una morte così tragica, così ingiusta, l'ennesima morte bianca, non può che lasciarci sgomenti. Ma quello di Alessandro Moricella non è solo un incidente sul lavoro, dei tanti che ancora nel 2015 siamo costretti a registrare. È una morte che ci chiama a riflettere ancora una volta su quanto sta accadendo nella città di Taranto e in particolare nelle acciaierie. Una fabbrica di cui questo Parlamento si è già occupato almeno 7 volte, producendo tanti provvedimenti fino a quello che ha avviato il commissariamento dell'azienda.
  Questa circostanza è particolarmente significativa, questa ennesima morte sul lavoro è avvenuta nel contesto di una gestione pubblica dello stabilimento immaginata per offrire alla città e ai lavoratori condizioni di maggiore sicurezza e di miglioramento ambientale, e di rilancio occupazionale.
  Non è certo il momento delle polemiche ma non possiamo sottrarci dal registrare come quanto immaginato non si sia ancora tradotto al momento in fatti concreti. Dovremo al più presto trovare spazi per riprendere la discussione sull'intera vicenda Taranto intervenendo con le necessarie azioni correttive.
  Concludo Presidente, ma ora voglio richiamare l'attenzione sulla necessità di tributare ad Alessandro Moricella e alla sua famiglia il dovuto riconoscimento per il sacrificio della sua giovane vita. Un riconoscimento che ritengo debba venire da quest'Aula e dal Governo, che, certamente molto impegnato in questi giorni, non risulta abbia partecipato in alcun modo al cordoglio di un'intera comunità.
  Era mia intenzione chiedere il rispetto di un minuto di silenzio ma i tempi delle procedure non lo hanno consentito. Per questo, Presidente, in via irrituale, chiedo allora che si provveda ad un atto di formale partecipazione che indirizzi alla famiglia Moricella la vicinanza istituzionale di questo Parlamento.

  PRESIDENTE. La ringrazio. La Presidenza partecipa al cordoglio che ella ha espresso nei confronti della famiglia della persona deceduta.

  CARLO SIBILIA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 69

  CARLO SIBILIA. Signor Presidente, da irpino, una terra che produce, produceva il 40 per cento della produzione castanicola italiana, volevo ringraziare tutti i miei colleghi della Commissione agricoltura che sono impegnati per aumentare il Fondo di solidarietà nazionale per le imprese agricole che hanno subito danni a causa di eventi alluvionali e di infezioni di organismi nocivi ai vegetali.
  In particolare, adesso sono contento e lieto che molte di quelle aziende che in Irpinia hanno avuto difficoltà con il problema del cinipide del castagno potranno finalmente fare richiesta per accedere a questo Fondo e chi ha fatto la lotta biologica, quindi la lotta corretta, attraverso l'immissione nell'ambiente del Torymus sinensis, ovvero l'insetto antagonista, finalmente potrà magari avere la sua fetta, la sua parte, e potrà, finalmente, essere sostenuto da uno Stato che fino adesso si era totalmente dimenticato di questi produttori. Quindi, da irpino, sono felicissimo e ringrazio i miei colleghi della Commissione agricoltura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
  Ho registrato anche la richiesta dell'onorevole Crippa, non prendo altri iscritti sull'ordine dei lavori.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Grazie Presidente. Ho il piacere di riparlare in Aula dopo due mesi di espulsione per aver detto la parola «onestà», evidentemente, dopo le valanghe di arresti di questi giorni, ci rendiamo conto che fosse davvero un'offesa in questo palazzo. Ma parliamo di altro, Presidente. Siamo piuttosto indignati del fatto che l'ex Viceministro Pistelli sia andato a lavorare, insomma cerchi di andare a lavorare all'ENI. È vero che in molti considerano l'ENI un vero e proprio Ministero degli esteri, ancora di più del Ministero degli esteri reale, ma non vi pare che questo sia conflitto di interessi ? Ma se l'avesse fatto un Viceministro durante qualche Governo Berlusconi, il Partito Democratico cosa avrebbe detto e fatto ? Un suo Viceministro va a lavorare all'ENI, come tra l'altro aveva già fatto l'ex Viceministro sempre agli esteri, Dassù, che è andata a lavorare in Finmeccanica (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). A questo punto, ricordo sempre che l'ex, dato che si tratta di ex, portaborse di Pistelli, il Presidente Matteo Renzi, perché lavorava come portaborse dell'ex Viceministro Pistelli, disse che avrebbe risolto il problema del conflitto di interessi in 100 giorni, ma questa è una delle ennesime balle del Premier non eletto da nessuno. La questione oggi è: Presidente, potrebbe riferire al Ministro attuale Gentiloni, prima che eventualmente dovesse andare a lavorare alla Total o alla Shell, di venire in Aula a riferirci su che diavolo sta succedendo nel suo Ministero, che sta diventando un vero e proprio trampolino di lancio per andare a lavorare in imprese parastatali per chissà quanti soldi ? Altra domanda che vorremmo fare all'ex Viceministro Pistelli, ossia quanto guadagnerà come vicepresidente di ENI (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Di Battista, la Presidenza prende atto di quella che è, a tutti gli effetti, una richiesta di informativa.

  ERASMO PALAZZOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERASMO PALAZZOTTO. Grazie signor Presidente. In queste ore assistiamo sgomenti a quello che sta accadendo a Ventimiglia, al confine con la Francia; una situazione inverosimile che dimostra, ancora una volta, l'incapacità di questo Governo di mettere in campo delle politiche sul fenomeno migratorio all'altezza della situazione e delle sfide che ci troviamo ad affrontare. Come Ventimiglia c’è la stazione Tiburtina di Roma, c’è la stazione di Milano, sono imbuti di un sistema che non Pag. 70funziona e noi vorremmo che il Ministro dell'interno venisse in quest'Aula a riferirci su quali misure intenda adottare per evitare ancora questa situazione drammatica e, soprattutto, quali sono le responsabilità che questo Governo ha rispetto all'incapacità di offrire una soluzione di accoglienza dignitosa per quelle persone che oggi vivono e bivaccano per strada o sugli scogli, che stanno diventando la vergogna per il nostro Paese sul piano internazionale e, aggiungo, per evitare che queste persone, come sta accadendo, siano vittima ulteriore di tratta. Infatti, il traffico di esseri umani e di scafisti, a quanto apprendiamo, non si ferma soltanto sulle coste libiche, ma continua in Italia e questi migranti sono vittime di ricatti e di tratta con vari trafficanti che promettono viaggi verso il nord Europa per poi portarli in questi imbuti, in queste zone limbo, dove oggi sopravvivono grazie alla disponibilità e alla solidarietà di tanti cittadini italiani che, a Ventimiglia, come a Milano, e come alla stazione Tiburtina, stanno sostituendo lo Stato che è totalmente assente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Anche nel suo caso deduco, quindi, vi sia una richiesta ufficiale di informativa da parte del suo gruppo; tecnicamente sono temi che possono essere affrontati anche con atti di sindacato ispettivo, ma a questo punto la Presidenza registra la richiesta di informativa.

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Vorrei intervenire sul medesimo tema che ha anticipato poc'anzi il collega Di Battista, però svolgendo una riflessione sul fatto che è già successo anche all'interno del Ministero dello sviluppo economico che Leonardo Senni, al 31 dicembre 2013, fosse responsabile energia, capo dipartimento energia del Ministero dello sviluppo economico e, dal 1o gennaio 2014, fosse investito dell'incarico di amministratore delegato di Ariston Thermo.
  Questo passaggio di porte girevoli tra i Ministeri e le ditte private sta diventando, come testimonia anche il caso Pistelli, ormai non più un caso eccezionale, ma una routine. Quindi, crediamo che ormai il Governo sia più un ufficio di collocamento, piuttosto che un organo che si deve preoccupare del vero interesse del Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Le chiedo: non sarebbe il caso di portare in Aula il Presidente del Consiglio Matteo Renzi perché ci venga a riferire sul fatto se non sia il caso di adottare provvedimenti che impediscano questa situazione rispetto ai membri del suo Governo e, in generale, dei Governi futuri, di fatto inserendo clausole che vietino a chi oggi copre ruoli apicali nella pubblica amministrazione, sia come dirigente, sia come sottosegretario, sia come Ministro, come accade per i ruoli dell'Autorità dell'energia elettrica e del gas, da domani di poter andare a fare quello per cui teoricamente non sono stati pagati fino a pochi minuti prima, ma che di fatto potrebbero configurarsi in questi termini: «Hai lavorato talmente bene al Ministero, hai curato talmente bene i miei interessi, allora vieni a lavorare da me».
  Non vorremmo che questo diventasse un modus operandi. Pertanto, riteniamo necessaria questa condizione: il divieto che queste situazioni possano andare ancora avanti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  SANDRA ZAMPA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  SANDRA ZAMPA. Grazie, Presidente. Sento il dovere in qualche modo di rispondere, perché credo che a chi è intervenuto poc'anzi sulla vicenda dell'incarico al Viceministro Pistelli sia sfuggita una nota che l'Antitrust ha diffuso a questo riguardo.
  Infatti, credo che il confronto politico, che pure deve essere conservato in tutta la sua vivacità e anche nella sua immediatezza, debba, però, nutrirsi di dati oggettivi. Pag. 71Allora, vorrei semplicemente ricordare che l'Antitrust – ovviamente mi sono fatta inviare il testo, perché non lo ricordavo a memoria – ha scritto, a proposito di questo, che, in materia di conflitto di interessi, in questo caso non si rinvengono specifici poteri autoritativi, amministrativi o di regolazione del settore, facenti capo al Ministero degli esteri e, in particolare, alle funzioni svolte in qualità di Viceministro, idonei a incidere su settori economici di riferimento dell'ENI. Ciò vuole dire, tradotto, che nel suo nuovo incarico il Viceministro Pistelli non si troverà in conflitto di interessi rispetto a quello che ha fatto fino ad ora.
  Lo dice l'Antitrust. Io credo che dobbiamo decidere se la riconosciamo come un'autorità super partes oppure no. Se decidiamo che non lo è, cambiamo, però, decisamente il sistema istituzionale di questo Paese, facciamo una riforma, cambiamo l'Antitrust e le sue relazioni. Oppure le contestiamo in un'altra sede.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie Presidente. Vorrei segnalare che, ancora ad oggi, non è stato ritrovato Daniele Potenzoni, che è un disabile psichico che si è perso nella metro di Roma, alla fermata Termini, dalla mattina di mercoledì 10 giugno. Molte associazioni sono attivate e sono associazioni di volontariato. Il ragazzo era accompagnato da un'associazione che praticamente accompagnava i ragazzi disabili presso la Santa Sede, al Vaticano. E, purtroppo, non esiste un protocollo per i disabili psichici per quanto riguarda la visura camerale dentro la metro perché questo protocollo esiste solo per lo smarrimento di minorenni e per quanto riguarda reati di tipo violento. Io ringrazio la prefettura romana con cui sono stato in contatto tutta la domenica. Il padre andrà oggi a «Chi l'ha visto» in quanto questo ragazzo è ancora disperso, ma non è stato nemmeno visto attraverso le telecamere all'interno della metro di Termini in quanto non è previsto un protocollo che permetta alle forze di polizia di vedere correttamente in questi casi. Faccio presente che le riprese delle telecamere vengono cancellate dopo una settimana, quindi, di fatto rimangono ancora 48 ore, e non si sa dove sia sceso. Oggi c’è stata una segnalazione di un suo ritrovamento a Ostia da parte di un vigile urbano e c'era stata una precedente segnalazione a Villa Gordiani. Ovviamente, i familiari sono totalmente disperati e chiediamo a tutte le forze di polizia e alle istituzioni, qualora dovessero vedere Daniele Potenzoni, di fare una segnalazione in quanto sta continuando questa forsennata ricerca di questo ragazzo che non chiede aiuto, che ha la caratteristica di non chiedere aiuto, e ha dei lacci arancioni. Quindi, una possibilità per riconoscerlo è il fatto che ha dei lacci arancioni ai piedi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Baroni. Ovviamente, la Presidenza prende atto delle sue dichiarazioni e, come sempre, invita coloro che svolgono questo genere di interventi a valutare la possibilità di depositare atti di sindacato ispettivo.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Mercoledì 17 giugno 2015, alle 10:

  (ore 10 e al termine del punto 6)

  1. – Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
   BOSSA ed altri; CAMPANA ed altri; MARZANO ed altri; SARRO; ANTIMO CESARO ed altri; ROSSOMANDO e VALERIA VALENTE; BRAMBILLA; SANTERINI ed altri: Disposizioni in materia di Pag. 72accesso del figlio adottato alle informazioni sulle proprie origini e sulla propria identità (C. 784-1343-1874-1901-1983-1989-2321-2351-A).
  — Relatore: Berretta.

  2. – Seguito della discussione della Relazione, ai sensi dell'articolo 37 della legge 30 luglio 2002, n. 189, sulle azioni adottate per la gestione dei flussi migratori e sull'impiego di lavoratori immigrati in Italia, nel periodo ottobre 2013-aprile 2015, approvata dal Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione (Doc. XVI-bis, n. 3).

  3. – Seguito della discussione delle mozioni Grillo ed altri n. 1-00767, Miotto ed altri n. 1-00899, Calabrò ed altri n. 1-00900, Nicchi ed altri n. 1-00904, Palese e Fucci n. 1-00905, Vargiu ed altri n. 1-00907 e Rondini ed altri n. 1-00908 concernenti iniziative di competenza in merito al personale del Servizio sanitario nazionale, al fine di assicurare i livelli essenziali di assistenza.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Dambruoso, Fiano, Cicchitto, Gigli e Mazziotti Di Celso n. 1-00771 e Artini ed altri n. 1-00906 in materia di interventi per la prevenzione e il contrasto della minaccia terroristica di matrice jihadista.

  (ore 15)

  5. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  (ore 16)

  6. – Discussione della relazione al Parlamento predisposta ai sensi dell'articolo 10-bis, comma 6, della legge 31 dicembre 2009, n. 196 (Doc. LVII-bis, n. 3).

  La seduta termina alle 19.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl 3104-A - em. 1.60 357 302 55 152 47 255 88 Resp.
2 Nom. em. 1.61 359 310 49 156 63 247 88 Resp.
3 Nom. em. 1.62 rif. 375 365 10 183 331 34 88 Appr.
4 Nom. em. 1.100 374 374 188 372 2 88 Appr.
5 Nom. em. 1.200 372 372 187 372 88 Appr.
6 Nom. em. 2.10, 2.60 385 382 3 192 60 322 88 Resp.
7 Nom. em. 2.61, 2.62 387 384 3 193 58 326 88 Resp.
8 Nom. em. 2.11, 2.63 383 382 1 192 59 323 88 Resp.
9 Nom. em. 3.35 389 301 88 151 40 261 88 Resp.
10 Nom. em. 3.60 389 388 1 195 50 338 88 Resp.
11 Nom. em. 3.47 381 380 1 191 67 313 88 Resp.
12 Nom. em. 3.48 392 391 1 196 67 324 88 Resp.
13 Nom. em. 3.61 396 393 3 197 68 325 87 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 3.50 397 380 17 191 52 328 87 Resp.
15 Nom. em. 3.51 396 394 2 198 69 325 87 Resp.
16 Nom. em. 3.100 401 401 201 400 1 88 Appr.
17 Nom. em. 4.10 394 363 31 182 43 320 87 Resp.
18 Nom. em. 4.8 392 374 18 188 114 260 87 Resp.
19 Nom. em. 4.60 398 397 1 199 132 265 87 Resp.
20 Nom. em. 4.61 397 397 199 135 262 86 Resp.
21 Nom. em. 4.62 386 385 1 193 133 252 92 Resp.
22 Nom. em. 4.11 394 393 1 197 138 255 91 Resp.
23 Nom. em. 4.67 402 389 13 195 131 258 91 Resp.
24 Nom. em. 4.68 405 388 17 195 131 257 91 Resp.
25 Nom. em. 4.69 402 398 4 200 142 256 91 Resp.
26 Nom. em. 4.63 408 408 205 146 262 91 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. em. 4.64 402 401 1 201 143 258 91 Resp.
28 Nom. em. 5.15 408 407 1 204 144 263 91 Resp.
29 Nom. em. 5.21 417 413 4 207 144 269 90 Resp.
30 Nom. em. 5.66 412 408 4 205 149 259 90 Resp.
31 Nom. em. 5.70 414 411 3 206 154 257 90 Resp.
32 Nom. em. 5.69 427 424 3 213 156 268 89 Resp.
33 Nom. em. 5.22 419 399 20 200 132 267 88 Resp.
34 Nom. em. 5.23 410 388 22 195 122 266 88 Resp.
35 Nom. em. 5.24 424 422 2 212 152 270 88 Resp.
36 Nom. em. 5.68 424 424 213 118 306 88 Resp.
37 Nom. em. 5.17 423 404 19 203 135 269 88 Resp.
38 Nom. em. 5.61 417 417 209 151 266 87 Resp.
39 Nom. em. 5.62 423 422 1 212 152 270 86 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 5.63 427 426 1 214 153 273 86 Resp.
41 Nom. em. 5.64 426 425 1 213 154 271 86 Resp.
42 Nom. em. 5.2 411 411 206 146 265 86 Resp.
43 Nom. em. 5.100 428 411 17 206 406 5 86 Appr.
44 Nom. em. 5.18 426 424 2 213 155 269 86 Resp.
45 Nom. em. 5.200 425 423 2 212 416 7 86 Appr.
46 Nom. em. 5.50 423 422 1 212 156 266 86 Resp.
47 Nom. em. 5.72 425 424 1 213 138 286 86 Resp.
48 Nom. em. 5.73 428 372 56 187 101 271 86 Resp.
49 Nom. em. 5.74 416 415 1 208 151 264 86 Resp.
50 Nom. articolo agg. 5.03 417 417 209 146 271 86 Resp.
51 Nom. articolo agg. 5.02 407 405 2 203 137 268 86 Resp.
52 Nom. articolo agg. 5.012 400 400 201 138 262 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 63)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. articolo agg. 5.014 401 400 1 201 140 260 86 Resp.
54 Nom. em. 6.60 410 408 2 205 32 376 86 Resp.
55 Nom. em. 6.1 412 398 14 200 50 348 86 Resp.
56 Nom. em. 6-bis.60, 6-bis.61 412 411 1 206 61 350 86 Resp.
57 Nom. em. 6-bis.62, 6-bis.63 417 417 209 64 353 86 Resp.
58 Nom. articolo agg. 6-bis.026 408 406 2 204 137 269 86 Resp.
59 Nom. odg 9/3104-A/21 396 396 199 25 371 86 Resp.
60 Nom. odg 9/3104-A/24 406 405 1 203 140 265 86 Resp.
61 Nom. odg 9/3104-A/28 403 369 34 185 105 264 86 Resp.
62 Nom. odg 9/3104-A/30 396 381 15 191 117 264 86 Resp.
63 Nom. Ddl 3104-A - voto finale 399 276 123 139 276 83 Appr.