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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 519 di mercoledì 11 novembre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  ROBERTO CAPELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Bindi, Boccia, Bonafede, Michele Bordo, Bratti, Dellai, Di Lello, Fedriga, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fontanelli, Galati, Garofani, Guerra, Lauricella, Losacco, Pes, Petrenga, Piccoli Nardelli, Piepoli, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Rossomando, Sanga, Sani, Tabacci, Valeria Valente e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10,10.

Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Gadda ed altri; D'iniziativa popolare; Garavini e Capone; Vecchio ed altri; Bindi ed altri; Bindi ed altri; Formisano: Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate (A.C. 1039-1138-1189-2580-2737-2786-2956-A).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge Gadda ed altri; D'iniziativa popolare; Garavini e Capone; Vecchio ed altri; Bindi ed altri; Bindi ed altri; Formisano nn. 1039-1138-1189-2580-2737-2786-2956-A: Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al Pag. 2codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate.
  Ricordo che, nella seduta di ieri, è stato da ultimo respinto l'emendamento Nuti 13.19 e sono stati accantonati gli emendamenti Bindi 13.25, Nuti 13.3, 13.4, 13.5, 13.6 e 13.7, Ermini 13.27 e Nuti 13.20.
  Avverto che la Commissione V (Bilancio) ha espresso il parere che è distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Avverto che la Commissione ha presentato gli emendamenti 23.100, 23.101, 23.102, 23.103, 26.100, 27.100, 28.100 e 29.100 che sono in distribuzione.
  Avverto, inoltre, che il Governo ha presentato l'emendamento 13.500, anch'esso in distribuzione.
  Chiedo al relatore, onorevole Mattiello, se intenda proseguire l'esame del provvedimento a partire dall'articolo 13 ovvero dal successivo articolo 14. Nella sostanza, relatore, mi deve dire da dove riprendiamo.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie Presidente, buongiorno, riprendiamo dall'articolo 14.

(Esame dell'articolo 14 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 14 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie Presidente, sugli emendamenti Nuti 14.3 e 14.4 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Nuti 14.5 il parere è favorevole se riformulato come l'emendamento Giuseppe Guerini 14.9...

  PRESIDENTE. Mi scusi relatore, ma questo non si può fare, perché sarebbe un nuovo emendamento...

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Allora sull'emendamento Nuti 14.5 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Giuseppe Guerini 14.9 il parere è favorevole, così come è favorevole sull'emendamento Bindi 14.13. Sull'emendamento Sarti 14.1 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Sui subemendamenti Crippa 0.14.11.1, Sarti 0.14.11.4 e 0.14.11.5, Crippa 0.14.11.3 e 0.14.11.2 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario anche sugli emendamenti Ermini 14.11 e Nuti 14.6.
  Sull'emendamento Bindi 14.8 il parere è favorevole. Sul subemendamento Crippa 0.14.12.1 la Commissione forma un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento Ermini 14.12 il parere è favorevole. Sull'emendamento Nuti 14.7 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario, mentre sull'emendamento 14.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento il parere è favorevole. Sull'articolo aggiuntivo Nuti 14.01 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, i pareri del Governo sono tutti conformi a quelli espressi ora dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo, quindi, alla votazione del primo emendamento Nuti 14.3.
  Avverto che l'emendamento Ermini 14.11 è stato ritirato e, quindi, tutti i subemendamenti riferiti a tale emendamento, evidentemente, decadono, perché sono legati all'emendamento ritirato.Pag. 3
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 14.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci sono colleghi che non riescono a votare ? Berretta, Toninelli, Mantero, Buttiglione, Pisano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  344   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 14.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ruocco, L'Abbate, Vazio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  357   
   Votanti  319   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  160   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 14.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carrescia, Casellato, Fanucci, Gigli, L'Abbate, Vignaroli, Marchi, Nicchi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  328   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no  257.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Giuseppe Guerini 14.9, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Catania, Cozzolino, Burtone, Ciracì, Magorno...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  327   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  256    
    Hanno votato no  71.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 14.13, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Epifani, Boccuzzi, Rizzetto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  337   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  335    
    Hanno votato no  2.    

Pag. 4

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Avverto che l'emendamento Sarti 14.1 è precluso, e che tutti i subemendamenti riferiti all'emendamento Ermini 14.11 sono tutti decaduti perché quest'ultimo è stato ritirato.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 14.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Nicoletti, Spadoni, Pastorino, Pisicchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  380   
   Votanti  363   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 14.8, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, La Marca, Adornato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  381   
   Votanti  342   
   Astenuti   39   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato  336    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.14.12.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Massa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  384   
   Votanti  366   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  81    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 14.12, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, De Rosa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  390   
   Votanti  285   
   Astenuti  105   
   Maggioranza  143   
    Hanno votato  271    
    Hanno votato no  14.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 14.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e sul quale la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.Pag. 5
  (Segue la votazione).

  Albanella, Arlotti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  356   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  277.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 14.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Stumpo, Carloni..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  392   
   Votanti  312   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato  308    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 14, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colonnese, Della Valle, Tinagli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  359   
   Astenuti   38   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  289    
    Hanno votato no  70.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nuti 14.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, questo è un articolo aggiuntivo molto importante per un semplice motivo: offre una possibilità concreta di risolvere lo scandalo del 95 per cento delle aziende sequestrate che falliscono.
  La normativa attuale prevede già che le aziende possano essere vendute, però prevede che questo possa avvenire al momento della confisca definitiva. E siccome tutte le aziende prima della confisca definitiva falliscono, è inutile quello che in questo momento prevede la legge perché non si dà la possibilità in realtà di vendere queste aziende.
  Allora, noi, cosa proponiamo, anziché, come vuole fare la maggioranza, svendere le aziende ad Invitalia, un carrozzone privato gestito dal Ministero dell'economia e delle finanze che ha fatto più disastri che altro ? Proponiamo la destinazione anticipata ovvero diciamo che già alla confisca di primo grado diamo la possibilità, non un obbligo, ma la possibilità, di vendere queste aziende. Quindi, introduciamo un nuovo strumento, che si chiama destinazione anticipata, che prevede la possibilità di vendere queste aziende, ovviamente mettendo dei paletti e delle condizioni, Presidente.
  L'Agenzia deve raccogliere tutte le informazioni utili affinché non vengano destinate a dei prestanome, a dei personaggi riconducibili alla criminalità organizzata e ovviamente anche gli inquirenti in questo possono aiutare perché è chiaro che se la vendita di un'azienda confiscata per mafia rischia di andare in mano ad un soggetto vicino alla criminalità organizzata o a un prestanome, gli inquirenti e anche le forze dell'ordine possono sicuramente subito individuare che quello è un prestanome. Pag. 6Non ci vuole molto tempo. Però, abbiamo inserito anche che chi compra queste aziende non deve avere nessuna condanna penale in via definitiva. Questa, poi, è una proposta che l'Agenzia fa al tribunale e, successivamente, procede per la vendita.
  Queste somme della vendita, in base al nostro articolo aggiuntivo, andrebbero a finire nel Fondo unico giustizia. Consideriamo che oggi, ogni dieci aziende, una viene dissequestrata o meglio viene restituita all'originario proprietario. Allora, noi prevediamo che con i soldi della vendita delle altre nove aziende su dieci che falliscono prima e che non vengono restituite al proprietario, si possa rimborsare al legittimo proprietario il valore dell'azienda nel momento in cui è stata confiscata come primo grado.
  Successivamente, Presidente, noi cosa introduciamo ? Diciamo: vuoi comprarti questa azienda ? Dimostrami che sei una persona che ha buone intenzioni, sottoponiti al controllo giudiziario, quindi all'affiancamento, come dicevamo poc'anzi, per almeno un anno. Poi diciamo che, siccome magari chi compra queste aziende come persona perbene può avere delle intimidazioni, il Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza può valutare appunto delle misure per tutelare, sia chi compra l'azienda, sia i lavoratori dell'azienda, sia l'integrità dell'azienda. Questo è quello che diciamo. In ultimo, chi compra questa azienda può utilizzare il fondo che viene istituito con questa legge che andrebbe ad aiutare proprio queste aziende sequestrate e confiscate alla mafia.
  Presidente, io penso che davanti al bivio se fare fallire il 95 per cento delle aziende sequestrate come avviene ora o svenderle ad Invitalia, facendone fallire probabilmente il 100 per cento (questa è l'altra soluzione che propongono la maggioranza e il Governo), forse la destinazione anticipata è lo strumento da provare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Sicuramente si potrà migliorare nel tempo, ma non si può dire che non abbiamo una proposta in tal senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Avverto che il gruppo del MoVimento 5 Stelle ha ancora un minuto del tempo previsto dal contingentamento per il seguito dell'esame. Essendone stata fatta richiesta, come da prassi la Presidenza concederà un tempo aggiuntivo pari ad un terzo di quello originariamente previsto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Questa è una delle tante possibili soluzioni, perché è ovvio che, quando si parla di beni sequestrati e confiscati e, soprattutto, di aziende, non ci deve essere un'unica soluzione al problema, anzi alla risorsa, appunto, che questi beni sequestrati e confiscati costituiscono.
  Quindi, una di queste soluzioni noi la vogliamo portare e l'abbiamo portata attraverso questo articolo aggiuntivo che, ovviamente, pone dei paletti precisi. Cioè, non pensiamo che, visto che di vendita si è tanto dibattuto, queste aziende poi possano ritornare in mano ai mafiosi, perché ovviamente, si danno dei paletti precisi e la vendita, tra l'altro, è già disciplinata all'interno del codice antimafia. Noi semplicemente stiamo inserendo questa possibilità come destinazione anticipata, quindi prevederla già dal momento immediatamente successivo al sequestro con la confisca di primo grado.
  Come dicevamo, è una delle tante possibilità di destinazione che si possono fare. Non vediamo perché non si possa riflettere anche su questo importante articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie, Presidente. Magistratura e forze dell'ordine fanno tanto per assicurare alla giustizia malavitosi, mafiosi e, a volte, lo Stato riesce a confiscare i beni della mafia, ma tante volte lo Stato poi non è in grado di gestirli, come non è in grado magari di gestire Pag. 7aziende confiscate alla mafia. I lavoratori e i dipendenti di queste aziende si ritrovano a breve tempo senza un posto.
  Allora, cosa propone il MoVimento 5 Stelle ? La destinazione anticipata delle aziende, ovvero che sia lo Stato, in maniera anticipata, a favorire la vendita di queste aziende. Ma chi comprerebbe l'azienda di un mafioso ? Ebbene, lo Stato, anche qui attraverso alcune garanzie, potrebbe facilitare questa vendita. Come ?

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Nesci.

  DALILA NESCI. Con la garanzia del controllo giudiziario, quindi con l'affiancamento, alla gestione di questa azienda, per il nuovo acquirente, ed eventualmente anche con la tutela dell'incolumità di questo acquirente...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole !

  DALILA NESCI. ... qualora, ovviamente, sia difficoltoso gestire l'impresa.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. Questa potrebbe essere ritenuta una soluzione al limite, probabilmente, ma in realtà non lo è, se si considera quello che è già presente nel testo di legge, che vorrebbe dare determinate aziende ai dipendenti di Invitalia.
  Io so quale può essere il problema nell'andare a vendere eventualmente un'azienda confiscata: che la possa ricomprare un mafioso o un prestanome del mafioso. Fermo restando che nel nostro articolo aggiuntivo si prevedono una serie di paletti, capisco benissimo che questi paletti possano, in qualche modo, essere superati. Tuttavia, io non vedo il problema, Presidente, perché nel momento in cui quell'azienda viene ricomprata, ipotizziamo dal mafioso attraverso un prestanome, la si va a risequestrare senza alcun problema, con la soluzione che ci troviamo il Fondo unico con più soldi e l'azienda che torna di nuovo nella mani dello Stato, che potrebbe rivenderla o andarla ad amministrare in qualche modo.
  Quindi, io chiedo alla maggioranza di considerare anche questo articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie. Signor Presidente, onorevoli colleghi, consentitemi di esprimere qualche perplessità. Vorrei ricordare che, se ho ben capito, stiamo parlando come se tutte le aziende confiscate fossero aziende di mafiosi, ma sono aziende le quali possono essere confiscate non solo a persone accusate di reati che non sono reati di mafia, sulla base dell'estensione fatta nell'articolo 1, ma sono aziende confiscate a persone le quali hanno avuto un avviso di garanzia.
  Sapete quanti condannati avremo su cento avvisi di garanzia ? Io non ho le cifre, ma saranno una decina, non di più. E gli altri novanta ? Disponiamo in modo ancora più penetrante o diamo la possibilità di disporre in modo ancora più penetrante di beni di persone le quali saranno assolte e le quali troveranno che la loro azienda è stata venduta. Con il loro consenso ? No ! I soldi verranno loro restituiti ? Alla fine sì, forse, ma uno non vive dei soldi dell'azienda, vive dell'azienda.
  Certo, semmai bisognerebbe porsi il problema di evitare che falliscano, ma mi pare che qui il rimedio sia peggiore del male.
  Si parte dalla presunzione che tutti coloro che sono oggetto di queste misure cautelari siano mafiosi. Esprimo il dubbio che, se hanno avuto un avviso di garanzia, magari non saranno tutti mafiosi, ve ne sarà qualcuno che non è mafioso. Se, poi, questa disciplina viene estesa anche al di fuori dell'ambito dei reati di mafia, la mia perplessità aumenta ulteriormente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, Pag. 8l'onorevole Villarosa. Ne ha facoltà.

  ALESSIO MATTIA VILLAROSA. Grazie, Presidente. Volevo rispondere al collega: capisco il suo discorso, capisco il discorso del collega Buttiglione, però noi abbiamo intanto dei lavoratori dipendenti di queste aziende che rischiano di rimanere in mezzo a una strada. La paura qual è ? È che Invitalia non riesca a gestire bene queste aziende e che, alla fine, esse falliscano. Quindi, pensiamo che degli imprenditori, che abbiano intenzione di comprare quella azienda, che abbiano il certificato antimafia, che vengano controllati e quant'altro, se la comprano, probabilmente hanno un interesse nel farla andare avanti. Noi abbiamo paura che Invitalia questo interesse non ce l'abbia o, perlomeno, che non riesca a portarlo a termine. È questo il senso del nostro articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. Giusto per far capire bene di che cosa si tratta: con questa proposta – che, tra l'altro, non è una proposta del MoVimento 5 Stelle, ma è una proposta che abbiamo raccolto da diversi magistrati, e quindi è una proposta fatta da gente che, comunque, capisce bene di queste cose – in pratica si intende vendere tutti i beni e tutte le aziende già confiscate a persone indagate, per riuscire a mettere i proventi nel Fondo unico giustizia.
  Siccome, statisticamente, si è visto che solo un'azienda su dieci viene di solito restituita al proprietario, perché il proprietario non era legato a questioni mafiose, si può indennizzare tranquillamente il proprietario attraverso lo stesso Fondo, magari aggiungendo anche un di più. Questo lo si potrebbe anche aggiungere, magari, come risarcimento del danno, però evitiamo che queste aziende falliscano, e quindi tuteliamo i lavoratori. Mi sembra una cosa molto semplice, che si può fare, perché le aziende vengono vendute a persone che, poi, le gestiranno in modo corretto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Volevo sottolineare che, trattandosi di una proposta da parte del MoVimento 5 Stelle, che è una proposta che dà uno strumento in più, importante, che può servire per salvare le aziende dal fallimento, e quindi, da un lato, tutela la legalità e, dall'altro, l'importanza di garantire che l'economia possa andare avanti anche quando vi sono aziende coinvolte in inchieste antimafia, chiedo al Governo di chiarire, qui, alla Camera dei deputati, per quale motivo la proposta non venga presa in considerazione.
  Infatti, Presidente, non è più possibile e non è ammissibile che, ogni volta che il MoVimento 5 Stelle fa una proposta, da parte del Governo vi sia il totale silenzio. È una proposta di buonsenso, ragionevolissima, e quindi non si comprende il silenzio del Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Questo è uno dei punti centrali di questo nuovo provvedimento che si sta discutendo e di questo nuovo intervento normativo sul problema dei beni confiscati. Quanto è emerso dalla discussione depone in maniera chiara: nonostante questo ulteriore intervento da parte del Parlamento, non risolviamo uno dei punti centrali. Uno dei punti centrali rispetto all'utilizzazione dei beni confiscati e rispetto anche alla tempistica e all'iter procedimentale del sequestro provvisorio, della parte definitiva e quant'altro non viene per niente risolto.
  Ma la perplessità è questa: l'obiettivo, signor Presidente, è di salvaguardare l'attività, di evitare in tutti i modi e in tutte Pag. 9le maniere che essa possa fallire, rispetto sia alla parte produttiva e al valore stesso dell'azienda – che, potenzialmente, nella fase interlocutoria e in attesa del provvedimento definitivo, potrebbe riguardare un bene dello Stato – sia, soprattutto, rispetto alla situazione che riguarda la salvaguardia dei posti di lavoro, dei lavoratori.
  Allora, propongo al relatore, signor Presidente, di accantonare questo articolo aggiuntivo per vedere se, oltre alla gestione provvisoria di Invitalia, come situazione di salvaguardia possa essere contemplata una rappresentanza (si vedranno poi le forme e i modi di regolamentazione) dei lavoratori di quell'azienda che stanno lì a vigilare, o per lo meno a condividere, quello che effettivamente Invitalia sta facendo nel caso di sequestro o di confisca.
  Propongo che il relatore valuti ciò fino in fondo, perché, per quello che emerge, è che questo problema non viene risolto, anzi, da quello che sento, soprattutto nell'intervento del collega Buttiglione, e anche da quello che ho ascoltato dai proponenti di questo articolo aggiuntivo, potrebbe addirittura complicarsi. Alla fine, se l'obiettivo è la salvaguardia del patrimonio dello Stato che viene confiscato, se devono essere salvaguardati i posti di lavoro, rispetto a quanto emerso e a quanto proposto dall'articolo aggiuntivo, sicuramente non si raggiunge l'obiettivo che la proposta di legge si prefigge. Quindi, non sarebbe male valutare l'opportunità di inserire come ulteriore salvaguardia e modifica l'inserimento proprio della rappresentanza dei lavoratori all'interno della gestione già prevista di Invitalia.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Vico, volevo sapere dal relatore se intende esprimersi sulla proposta di accantonamento.

  DAVIDE MATTIELLO. Relatore. Sulla proposta di accantonamento, Presidente, siamo contrari. Poi chiedo anche la parola per intervenire nel merito, non so se posso farlo adesso.

  PRESIDENTE. Può farlo adesso.

  DAVIDE MATTIELLO. Relatore. Grazie, Presidente. La materia è complessa e delicata. Credo che sia importante aiutarci passo, passo, a chiarirla per quanto è possibile. Ma abbiate pazienza, noi stiamo parlando in particolare di misure di prevenzione, stiamo parlando della fase di sequestro di un'azienda; ma noi possiamo pensare che, in fase di sequestro o anche di confisca di primo grado, questa azienda possa essere venduta ? Primo, chi se la compra ? Secondo, ma ai lavoratori, al lavoro, non ci pensa proprio nessuno qui dentro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ? Noi abbiamo fatto una scelta politica differente che coniuga legalità e lavoro, legalità e occupazione. Noi abbiamo detto con queste previsioni che, nel momento in cui l'azienda è sequestrata, subisce un trauma. Chi conosce nel concreto queste storie (cito ancora una volta la storia dolorosa ed eroica della Calcestruzzi Ericina a Trapani e l'impegno di quel prefetto che ci perse la salute e la vita, il prefetto Sodano (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico)) sa che un'azienda, sottoposta a sequestro, si trova il deserto attorno e che i lavoratori perdono il posto di lavoro e le prospettive. Ecco perché prevediamo degli strumenti rigorosi e trasparenti attraverso i quali lo Stato accompagna le aziende, e quindi i lavoratori, mentre siamo in fase di sequestro e di confisca. Quando l'azienda dovesse rivelarsi essere soltanto una lavatrice di denaro sporco, collega Buttiglione, la liquidiamo, la liquidiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Ma se quella non è una lavatrice, se quella è un'azienda capace di stare sul mercato e ci sono dei lavoratori, delle lavoratrici e delle famiglie, noi la accompagniamo con degli strumenti rigorosi. Quando il procedimento di confisca arriva alla fine, se va restituita... ma insomma la garanzia, la presunzione di innocenza, il fatto che siamo persone, fino a prova contraria, oneste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), vale ancora qualcosa qui dentro o siamo tutti criminali a prescindere ? Non posso più accettarle queste cose (Applausi dei deputati del gruppo Partito Pag. 10Democratico) ! Se dovessimo restituire l'azienda a colui che ha subito un procedimento di prevenzione e che si dimostra innocente, estraneo, gliela restituiamo viva questa azienda, non con uno Stato che, nel frattempo, gliel'ha fatta morire l'azienda. Questo è lo spirito degli strumenti che stiamo approvando (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vico. Ne ha facoltà.

  LUDOVICO VICO. Grazie, Presidente. L'intervento del relatore chiarisce moltissimo la discussione che è in corso.
  Io mi permetto di aggiungere che, in fondo, il nodo del provvedimento che stiamo esaminando compie proprio in questi articoli il passaggio dal Fondo giustizia al Fondo di solidarietà. Oserei dire che gli strumenti che si propongono, quelli finanziari e di gestione, che assumono come riferimento il MISE, nella sostanza ci fanno immaginare, già quando il provvedimento sarà licenziato, che dobbiamo pensare all'estensione più compiuta della legge Marzano verso le confische. Infatti, questo è il punto fondamentale che si pone per affrontare, nell'interesse del patrimonio aziendale e dei lavoratori, tutte le fasi di questa grande battaglia che, come confisca, non riguarderà più solo l'area della lotta alla mafia. Penso anche all'area della lotta al caporalato, a quella al riciclaggio. Si tratta, cioè, di un'area che si andrà sempre più configurando come un controllo alla legalità, alla gestione del patrimonio e della ricchezza quanto del lavoro.
  Quindi, in questo io vedo una evoluzione e l'evoluzione, grazie a questo provvedimento, forse ci consente di guardarla comunemente per gli interessi del lavoro e delle imprese risanate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Intervengo in risposta all'intervento del relatore, che proprio non riusciamo a capire perché si sia agitato e scaldato tanto. Infatti, i nostri interventi, quelli dei miei colleghi, avevano al centro proprio la tutela dei lavoratori. Gli unici che sono intervenuti a favore e a tutela dei lavoratori di queste aziende siamo stati noi. Quindi, non so veramente a chi si rivolgesse.
  La nostra proposta emendativa ha come obiettivo quello di vendere, di cedere immediatamente l'azienda, con l'obiettivo di mantenerla in vita, mantenerla funzionante, mantenere i posti di lavoro, cederla a qualcuno che non sia altrettanto mafioso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  La critica nei confronti di Invitalia non è sul fatto che siano mafiosi o delinquenti, ma che siano incapaci. Lo dicono gli articoli di giornale degli ultimi anni: Invitalia è un ente incapace di fare la gestione delle aziende. Quindi, queste devono essere cedute ad altri imprenditori, possibilmente non mafiosi, che siano capaci, che mantengano le imprese in funzione e che mantengano i posti di lavoro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Onorevole Palese, il relatore è contrario, lei insiste per la richiesta di accantonamento ?

  ROCCO PALESE. Io insisto sull'accantonamento.

  PRESIDENTE. Sulla richiesta di accantonamento darò la parola a un oratore a favore e a uno contro. Ha chiesto di parlare a favore l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Collega Mattiello e colleghi della maggioranza, non è che alzare la voce o ricordare casi di territori che neanche si conoscono seriamente, come quello della Sicilia – per questo la invito probabilmente a riflettere prima di parlare –, significa aver ragione.
  Al momento il 95 per cento delle aziende fallisce, con la legge che avete Pag. 11approvato anni fa. Con la vostra proposta le diamo ad Invitalia. Leggo alcuni titoli: «Stipendi troppo alti e il rosso aumenta», «Chi vuole mangiare su Pompei» e ne leggeremo altri. Questa è la vostra soluzione: le aziende falliscono e i lavoratori vanno a casa.
  Allora, qual è la possibilità, ripeto la possibilità, non l'obbligo ? Di introdurre lo strumento della vendita anticipata. L'azienda, cari colleghi, già ora viene tolta alla persona a cui si riferisce la misura di prevenzione, va in amministrazione giudiziaria e fallisce. Quindi, se voi tenete veramente a salvare le aziende e non a mangiare i soldi tramite Invitalia, dovreste prendere in considerazione questa proposta, se avete così a cuore i lavoratori. Infatti, con le vostre proposte i lavoratori vanno a casa, vanno a casa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !
  Al momento un'azienda su dieci viene restituita al legittimo proprietario, teoricamente, perché, siccome nel frattempo è già fallita, poi questo deve fare causa allo Stato per ottenere un rimborso.
  Ha senso tutto ciò, Presidente ? Non è molto più logico, al contrario, introducendo paletti molto più rigidi, come quelli che abbiamo descritto, vendere le aziende e salvare, oltre all'azienda, i lavoratori ? No, la maggioranza e il Governo dicono di svendere le aziende ad Invitalia. Questa è la loro soluzione. In questo modo non faranno altro che far fallire le aziende, far perdere posti di lavoro in territori difficili che già abbiamo. Grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico senza registrazione di nomi, la proposta di accantonare l'esame dell'articolo aggiuntivo Nuti ed altri 14.01, con il parere contrario del relatore.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Melilla, Folino, Piccoli Nardelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 107 voti di differenza.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nuti 14.01, con il parere contrario del relatore, del Governo e della V Commissione Bilancio.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, L'Abbate, Giuliani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  351   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  274.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Le deputate Argentin e Bossa hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario. Il deputato Gutgeld ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

(Esame dell'articolo 15 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 15 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie Presidente, sull'emendamento Sarti 15.1 c’è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento 15.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis del Regolamento, il parere è favorevole. Sulle proposte emendative Crippa 0.15.36.1 Sarti 0.15.36.3, Nuti 0.15.36.2, Bindi 15.36 e Nuti 15.2 c’è un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.Pag. 12
  Sull'emendamento 15.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, il parere è favorevole. Anticipo, dando il parere favorevole sull'emendamento presentato dalla Commissione bilancio, che il parere sull'emendamento Ermini 15.34 è favorevole, subordinatamente ad una riformulazione, che si rende necessaria, per evitare che l'emendamento risulti formalmente precluso dall'approvazione dell'emendamento 15.201. In particolare, l'emendamento Ermini 15.34 dovrebbe essere riformulato, nel senso di sopprimere il riferimento al comma 4 del capoverso, che l'emendamento 15.201 ha fatto cadere, sostituendolo con il riferimento alla lettera a) del comma 2. Il resto dell'emendamento risulta, con ciò, immutato.

  PRESIDENTE. Chiedo all'onorevole Ermini se sia d'accordo sulla riformulazione.

  DAVID ERMINI. Accolgo la richiesta di riformulazione.

  PRESIDENTE. Dichiaro allora che l'emendamento si intende così riformulato. Prego relatore.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Sarti 15.3 e 15.4, Nuti 15.5, Sarti 15.6, Nuti 15.7 e Sarti 15.38. La Commissione esprime, altresì, parere favorevole sull'emendamento Ermini 15.35, mentre sul subemendamento Crippa 0.15.9.3...

  PRESIDENTE. Mi scusi, siccome è stato ritirato l'emendamento Ermini 15.9, tutti i subemendamenti ad esso relativi – per l'esattezza i subemendamenti Crippa 0.15.9.3, 0.15.9.2 e 0.15.9.1, Sarti 0.15.9.7, Nuti 0.15.9.8, Sarti 0.15.9.9, Crippa 0.15.9.6 e 0.15.9.5, Nuti 0.15.9.10 e 0.15.9.11, Crippa 0.15.9.4 e Sarti 0.15.9.12 – sono decaduti in quanto, appunto, è stato ritirato l'emendamento Ermini 15.9. Quindi passiamo all'emendamento Sarti 15.8.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Sarti 15.8, Nuti 15.9, 15.20 e 15.17...

  PRESIDENTE. Onorevole, scusi, solo per il verbale, stiamo parlando degli emendamenti Nuti 15.19,15.20 e 15.17.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario, dell'emendamento Sarti 15.16 e del subemendamento Nuti 0.15.31.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Bindi 15.31.
  La Commissione invita inoltre al ritiro, altrimenti il parere è contrario, degli emendamenti Sarti 15.18 e Nuti 15.10, dei subemendamenti Crippa 0.15.34.1, 0.15.34.2, 0.15.34.3, 0.15.34.4, 0.15.34.5, 0.15.34.6...

  PRESIDENTE. Mi scusi, relatore, siccome questa è una serie a scalare, non mi dia il parere sul subemendamento Crippa 0.15.34.6, e me lo dia invece sul subemendamento Crippa 0.15.34.7.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Sul subemendamento Nuti 0.15.34.8 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Sta bene. Poi sull'emendamento Ermini 15.34, abbiamo visto...

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Parere favorevole, a condizione che sia riformulato...

  PRESIDENTE. ... a condizione che sia riformulato nella riformulazione letta.
  Emendamento Nuti 15.21 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

Pag. 13

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Sarti 15.11 ed Ermini 15.29 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Sta bene. Sul subemendamento Nuti 0.15.32.1 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Bindi 15.32 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.22 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarti 15.39 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.12 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Bindi 15.33 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarti 15.13 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Subemendamento Nuti 0.15.28.1 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Ermini 15.28 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.23 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarti 15.26 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.24 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Bindi 15.37 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.25 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.14 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Nuti 15.15 e Bindi 15.30 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Parere favorevole.

Pag. 14

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.27 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarti 15.40 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Nuti 15.41 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarti 15.42 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Bindi 15.44 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Emendamento Sarti 15.43 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, i pareri del Governo sono tutti conformi a quelli espressi dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo dunque alla votazione dell'emendamento Sarti 15.1.
  Prendo atto che i presentatori dell'emendamento Sarti 15.1 non accedono all'invito al ritiro formulato dal relatore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.1, con il parere contrario del relatore, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Tidei... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  407   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  334    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan... Melilla... D'Ambrosio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  409   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  405    
    Hanno votato no  4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 15Crippa 0.15.36.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione... Revoco l'indizione della votazione.
  L'emendamento Bindi 15.36 è stato ritirato e quindi decadono automaticamente tutti i subemendamenti riferiti a tale emendamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.2, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione... Toninelli... Simone Valente...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  411   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 15.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lauricella.... Carloni... Richetti... Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  402   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no  83.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zardini... Malpezzi....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  403   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  A questo punto sono preclusi dall'approvazione dell'emendamento 15.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, gli emendamenti Sarti 15.4, Nuti 15.5, Sarti 15.6 e Nuti 15.7, a pagina 12.
  Quindi passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 15.38.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.38, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gandolfi, Baruffi, Corsaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 16
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  386   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 15.35, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Spadoni, Basilio, Fanucci, Richetti, Baruffi, Ferraresi, L'Abbate...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  402   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  361    
    Hanno votato no  41.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. La deputata Capua ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole. Il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto di astensione).

  Ora, a seguito del ritiro dell'emendamento Ermini 15.9 decadono tutti i subemendamenti riferiti a questo emendamento mentre, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 15.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è precluso l'emendamento Sarti 15.8.
  Quindi, saltiamo a pagina 15 del fascicolo e passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 15.19. Prendo atto che è stato ritirato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 15.20.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fregolent, Sgambato, Formisano, Carloni, Petraroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  438   
   Votanti  412   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  100    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  397   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 17

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basso, Fitzgerald Nissoli, Berlinghieri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  402   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Le deputate Covello e Galgano hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.15.31.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Chimienti, Dieni, Garavini, De Maria.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  407   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   94    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. La deputata Costantino ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario).

  Saluto gli alunni e i docenti dell'Istituto comprensivo statale «Mater Carmeli» di Roma, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 15.31. Se nessuno chiede di intervenire per dichiarazione di voto, passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 15.31, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Palma, Tartaglione, Colletti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  376   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no  86.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 15.18.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, annuncio il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti.
  Ne ha facoltà.

Pag. 18

  GIULIA SARTI. Grazie, Presidente. Qui stiamo parlando del Fondo che viene istituito per le aziende sequestrate o confiscate, Fondo che si sostanzia in due sezioni di due fondi già esistenti: uno per la piccola e media impresa, il Fondo di garanzia, e, l'altro, il Fondo per la crescita sostenibile.
  Siccome dev'essere e sarà scritto un decreto attuativo in cui disciplinare in questo comma 6 le modalità per la concessione delle garanzie dei finanziamenti, le condizioni, i tempi, il livello dei tassi per la restituzione dei finanziamenti, e altre cose che abbiamo inserito tramite gli emendamenti, noi stiamo semplicemente chiedendo che questo decreto passi dalle Commissioni parlamentari: perché un decreto così importante, soprattutto per i motivi che spiegheremo successivamente con i prossimi emendamenti, deve avere anche il vaglio delle Commissioni parlamentari competenti. Questo noi stiamo chiedendo, e che i pareri espressi dalle Commissioni vengano presi in considerazione dal Governo e non diventino carta straccia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Greco, Abrignani, Totaro, Fabbri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  401   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  324.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Senaldi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Ricordo che l'emendamento Nuti 15.10 è precluso dall'approvazione dell'emendamento 15.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.15.34.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan, Taricco, Lorenzo Guerini, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  400   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no  330.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.15.34.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Parisi, Calabrò, Lauricella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  444   
   Votanti  413   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 19

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.15.34.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  396   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   68    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.15.34.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Faenzi, Meloni, Carbone, Altieri, Pannarale...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  418   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  341.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Ora abbiamo due subemendamenti a scalare.

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.15.34.5, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Carra, Locatelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  442   
   Votanti  412   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  335    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.15.34.7, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei, Giuliani, Magorno, Casellato, Moscatt, Berlinghieri...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  417   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  209   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  342    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

Pag. 20

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.15.34.8, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Milanato, Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  443   
   Votanti  411   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  337    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 15.34, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Magorno..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  451   
   Votanti  315   
   Astenuti  136   
   Maggioranza  158   
    Hanno votato  301    
    Hanno votato no  14    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. La deputata Malpezzi ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimerne uno favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.21, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Alberti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  448   
   Votanti  391   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  310    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Gli identici emendamenti Sarti 15.11 e Ermini 15.29 sono assorbiti dall'approvazione dell'emendamento 15.201.
  L'emendamento Bindi 15.32 è stato ritirato e, conseguentemente, il subemendamento Nuti 0.15.32.1 sarebbe decaduto, ma l'onorevole Cozzolino mi dice che fa proprio l'emendamento Bindi 15.32. Tuttavia, siccome è precluso dall'approvazione dell'emendamento 15.201... No, onorevole Cozzolino, purtroppo non si può proprio fare perché è precluso anche l'emendamento Bindi 15.32.
  Quindi, a questo punto sono preclusi il subemendamento Nuti 0.15.32.1 e gli emendamenti Bindi 15.32, Nuti 15.22 e Sarti 15.39.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 15.12.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 21
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  418   
   Astenuti   29   
   Maggioranza  210   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  342.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare. Il deputato Vazio ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 15.33, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Donati, Castelli, Bolognesi, Roberta Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  449   
   Votanti  422   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no  132.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 15.13, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Grazie Presidente, siamo arrivati alla norma che noi contestiamo forse maggiormente all'interno di questo provvedimento. Spieghiamo, infatti, cosa è successo in Commissione giustizia. Noi stavamo esaminando il provvedimento che era appunto scritto con un testo base, su cui abbiamo fatto delle critiche, ma comunque su cui già erano stati presentati degli emendamenti. Ad un certo punto, arriva un nuovo emendamento da parte del relatore, dopo la scadenza dei termini, e compare così la famosa agenzia Invitalia di cui tanto abbiamo parlato in questo periodo. Come fa ad arrivare ? Arriva perché con questo articolo che stiamo votando si istituisce il Fondo per le aziende sequestrate e confiscate, per aiutare queste aziende e dargli la possibilità di accedere a un Fondo di garanzia e al Fondo per la crescita sostenibile.
  Poi l'articolo 13 della legge di stabilità viene travasato dentro questa proposta di legge e, quindi, a queste due sezioni dei Fondi vengono dati, da una parte, 3 milioni, per il Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e, dall'altra parte, 7 milioni per il Fondo di crescita sostenibile, che serviranno proprio alle aziende sequestrate e confiscate (quindi, destinazione vincolata ovviamente alle finalità di questo articolo).
   E poi cosa si fa ? Al comma 10 si prevede – così, ad un certo punto – che il giudice del tribunale di prevenzione possa nominare come amministratori giudiziari anche i dipendenti di Invitalia, dando la possibilità a questi dipendenti di Invitalia di iscriversi all'albo degli amministratori giudiziari. Invitalia compare così, dal nulla.
  E, allora, uno si va a vedere che cosa è e perché hanno scelto proprio Invitalia. Invitalia è una macchina mangia soldi, una macchina mangia soldi ! Un'agenzia del Ministero dell'economia e delle finanze che ha avuto, tramite le sue società collegate e partecipate, tantissimi problemi con la giustizia, indagini in tutta Italia e processi, quindi, che sono seguiti alle indagini in molti casi, oltre a problemi di contabilità con la Corte dei conti, che gli avanzava, appunto, delle critiche specifiche proprio sulla tenuta dei bilanci. Invitalia Pag. 22prima si chiamava Sviluppo Italia e tutti i problemi di Sviluppo Italia non sono stati risolti con la nuova gestione.
  Andiamo a vedere, poi, chi è il capo di Invitalia. Il direttore di Invitalia è Innocenzi Botti, che è un ex sottosegretario del Governo Berlusconi – quindi, pure la beffa – indagato anche nel 2010 presso la procura di Trani per la vicenda Agcom. Questo ex sottosegretario, che adesso è a capo di Invitalia, è praticamente una persona davvero legata al centrodestra, che dovrà poi avere un ruolo ovviamente nel momento in cui i dipendenti di Invitalia dovranno amministrare queste aziende.
  Dunque, Invitalia avrà un ruolo specifico sia nell'accesso e, quindi, nella possibilità di accedere al Fondo che stiamo istituendo e sia anche nel decidere quali sono le aziende più importanti di questo Paese, le aziende di straordinario interesse socio-economico sequestrate e confiscate che saranno da amministrare, perché i dipendenti di Invitalia, ovviamente, non è che si prenderanno qualsiasi tipo di aziendina. Se diventano loro amministratori giudiziari, si vanno a gestire le aziende più importanti, le aziende più grandi.
  Chi è che decide quali sono le aziende più grandi ? Invitalia, insieme all'Agenzia dei beni confiscati e insieme al Ministero. Allucinante, allucinante ! Proprio un conflitto di interessi tout court, che noi abbiamo denunciato a gran voce e su questo siamo stati totalmente ignorati perché è arrivato il Governo, insieme alla maggioranza, a dovere inserire un'agenzia che non c'entrava nulla – e dico nulla ! – con questo provvedimento, perché noi stavamo creando un albo e, anzi, era già stato previsto questo albo degli amministratori giudiziari con dei criteri precisi e con delle incompatibilità; ma poi arriva dal nulla Invitalia.
  Mi dispiace, ma su questo noi non possiamo essere d'accordo e, come abbiamo detto, preferiamo altre soluzioni quali, ad esempio, la destinazione anticipata delle aziende e, ad esempio, stabilire dei criteri per gli amministratori giudiziari che ci garantiscano, ovviamente, persone con esperienza, oneste, pulite...

  PRESIDENTE. Concluda...

  GIULIA SARTI. ...e con nessuna macchia, nessun conflitto di interesse e nessuna incompatibilità (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. L'emendamento ci consente e consente a tutto il Parlamento di fare un passo indietro su questa scelta che a noi sembra veramente scellerata. Dare in mano a Invitalia i beni confiscati delle mafie praticamente è come fare un salto nel vuoto, che permetterà al Paese di perdere ancora un sacco di soldi, perché Invitalia – e prima Sviluppo Italia – ha fatto perdere alla nostra nazione un sacco di soldi, tantissimi soldi dei cittadini e questa è una cosa vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Il fatto che questo Parlamento e la maggioranza di questo Parlamento continuino su questa scelta ci fa insospettire e insospettisce tutti i cittadini, ma purtroppo ne parlano in pochi.
  Quindi, se volete fare delle cose giuste, per favore fate un passo indietro e non date questi beni a Invitalia !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Quello che insospettisce ancora di più, signor Presidente, è che questa parolina, Invitalia, questa società per azioni, questa società di diritto privato – quindi, i cui funzionari, di fatto, non è che siano funzionari pubblici, perché, di fatto, se è una società di diritto privato, non lo sono, diciamolo questo –, la vediamo anche in un testo, che ho avuto piacere di vedere quando è stato presentato, di un gruppo di lavoro del Ministero dell'interno sulla protezione dei testimoni e collaboratori di giustizia.Pag. 23
  Anche in quel testo si auspicava l'aiuto e la consulenza di Invitalia per le aziende dei testimoni di giustizia. Quello che vedo è che si parla di Invitalia qui, si parla di Invitalia là: quello che sospetto è che vi siano degli accordi di fondo per cercare di portare avanti Invitalia e cercare di dare fondi a questa società. Non si spiega altrimenti questa insistenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, che il rappresentante del Governo, allora, ci spieghi per quale motivo viene così sponsorizzata Invitalia, visto che non ha alcun merito nella gestione e nell'accrescimento della competitività del Paese: questa era la sua missione originaria. Documentate e dettagliate inchieste giornalistiche dimostrano come Invitalia sia stata una delle più imponenti macchine clientelari portate avanti dalla politica italiana; addirittura, i dipendenti di Invitalia potranno diventare amministratori giudiziari. Per quale motivo il Governo, ancora una volta, si affida a questa agenzia, visto che risultati non ne ha prodotti e le stiamo affidando questo delicatissimo compito, la gestione dei beni confiscati ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole L'Abbate. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE L'ABBATE. Grazie, Presidente. Noi sappiamo benissimo che al Partito Democratico piace far pagare i debiti ai cittadini italiani, dato che lo fa con i 107 milioni di euro de l'Unità, però non capiamo veramente come sia possibile far gestire questi beni sequestrati alla mafia ad un ente che risulta essere fallimentare. Questo è proprio assurdo, un fallimento ! Avete cacciato via Letta con alle sue spalle anche il fallimento di Invitalia e adesso Renzi fa esattamente la stessa cosa: continua a dare maggior potere a questo ente, totalmente inutile e che non funziona, ma che provoca solo debiti, che pagheranno, come sempre, i cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti.
  Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Colleghi, soprattutto della maggioranza, voi volete dare le aziende sequestrate e confiscate alla mafia a Invitalia. Invitalia Spa, una società privata, dove si entra per chiamata diretta o, come dicono molti articoli di giornale, per raccomandazione, dovrà gestire le aziende socio-economicamente rilevanti. Questo è quello che c’è scritto nel testo di legge.
  Vi leggo solamente alcune cose e ditemi voi se è normale che stiate dando i beni e le aziende sequestrate alla mafia a queste persone: Invitalia è sorta sulle ceneri del fallimentare carrozzone di Sviluppo Italia, protagonista di sprechi a sei zeri. A guidare l'agenzia è Giancarlo Innocenzi, uomo di fiducia di Berlusconi, ex dirigente Fininvest, ex parlamentare di Forza Italia. Come membro della Agcom, fu intercettato alla fine del 2009 dalla procura di Trani mentre suggeriva al direttore generale della RAI, Mauro Masi, come bloccare la trasmissione Annozero di Santoro.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, credo che, intanto, a beneficio dell'Aula e di chi ci ascolta, si debba fare qualche precisazione rispetto all'articolo, perché le parole sono importanti e rappresentare questa scelta in un modo piuttosto che in un altro cambia decisamente, non solo l'ordine degli addendi, ma il valore di quello che stiamo facendo.
  Allora, il punto di partenza qual è ? Il punto di partenza è il bisogno, ampiamente condiviso, di ampliare la platea dei soggetti coinvolgibili nella gestione delle Pag. 24aziende, avendo, ahinoi, registrato, in questi anni, molti fallimenti; ampliare la platea dei soggetti coinvolgibili che siano il più possibile qualificati e che non siano necessariamente dei professionisti privati.
  Allora, abbiamo lavorato con il Governo per costruire uno strumento solido, concreto, che di questi tempi è difficilissimo. Il Fondo di garanzia esiste, era atteso da anni, si è impegnato il Governo, come il Mef e il Mise. Il Mise ha a disposizione, come proprio braccio operativo, Invitalia che non è più Sviluppo Italia da molti anni, dal 2007, quando è stata trasformata, bonificata, anche grazie al lavoro di chi attualmente la sta dirigendo. Rispetto a questa risorsa noi abbiamo fatto la seguente scelta: che i dipendenti di Invitalia che abbiano determinate qualifiche possano iscriversi all'albo degli amministratori giudiziari nella sezione dedicata e che il tribunale, qualora debba decidere per l'amministrazione giudiziaria di un'azienda di grandi dimensioni possa – possa ! – andare a pescare nella sezione dedicata agli amministratori giudiziari con particolari qualifiche in tema di amministrazione delle aziende e individuare i dipendenti di Invitalia che, qualora scelti dal tribunale, saranno sottoposti a tutta la normativa degli amministratori giudiziari e in più non costeranno perché saranno già pagati da Invitalia, quindi c’è anche un risparmio. Questo è puntualmente ciò che noi abbiamo messo nella norma. Quindi si tratta di un'eventualità, un'opportunità in più per il tribunale.
  In conclusione, ribadisco il mio disappunto ogni qual volta si tenda a fare di tutta l'erba un fascio; non appartiene alla nostra cultura. La verità, quando la si vuole brandire, bisognerebbe dirla tutta. Bisognerebbe dire, per esempio, che Invitalia è sottoposta alla vigilanza della Corte dei conti. Bisognerebbe dire, per esempio, che proprio la nuova direzione di Invitalia ha voluto e ottenuto, nel 2015, il protocollo d'intesa con ANAC, e quindi le scelte, il comportamento, le condotte di Invitalia sono sottoposte anche alla vigilanza di ANAC. Ma che dobbiamo fare ancora ? Poi certo chi sbaglia deve pagare. C’è qualcuno che ha sbagliato anche dentro Invitalia ? Sì, c’è qualcuno che ha sbagliato anche dentro Invitalia. Ma perché non si dice che a denunciare all'autorità giudiziaria chi ha sbagliato è stato il direttore di Invitalia, assumendosi questa responsabilità ? La verità ditela tutta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Credo che bisogna adattare un po’ la Costituzione a questa discussione. Noi abbiamo degli enti come Invitalia, poi penso anche a Utilitalia, che fanno uso spropositato, a mio parere, di vilipendio verso l'Italia stessa. Ci sono enti che hanno dentro della persone assolutamente che non portano alcun vantaggio alla nostra nazione, ma che portano un vero e proprio vilipendio. Utilitalia sta cercando di unire le grandi utilities per togliere ai cittadini il controllo dei servizi. Invitalia adesso cerca di gestirsi 30 miliardi dei beni confiscati alla mafia. Quindi, creano una distorsione pazzesca. Anche alcuni partiti hanno fatto questo passaggio semantico di un ossimoro. Per cui valutiamo di togliere la possibilità di usare Invitalia per questi enti vergognosi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Grazie, Presidente. Ovviamente la discussione ha assunto dei toni anche forti, ed è giusto che sia così. Però, poiché si parla di enti vergognosi e di riferimenti di questo genere, va detto che la Commissione si è assunta la responsabilità molto forte, e credo anche costruttiva, insieme alla Commissione bilancio e al Governo, dell'articolo 15 di questo provvedimento, che rappresenta una svolta epocale rispetto a come lo Stato Pag. 25si pone nei confronti di beni, e di aziende soprattutto, che vengono sequestrate e confiscate.
  Quindi, parliamo del caso in cui una forza lavoro viene tolta da un contesto territoriale e viene riportata nell'ambito della legalità, ma deve essere sostenuta, non a parole, ma con fatti e, quindi, attraverso strumenti economici di cui ci si assume tutta la responsabilità.
  Altrettanto, laddove si individua un ulteriore elemento di possibilità specialistica, di sostegno e di amministrazione di queste aziende, che non verranno date ad Invitalia, è questa la strumentalizzazione demagogica di questi interventi. Infatti, in nessuna parte di questo comma 10 c’è scritto che le aziende vengono date in gestione a Invitalia. Le aziende verranno date, se i giudici delegati valuteranno positivamente i profili professionali, agli amministratori, che possono essere anche dipendenti di Invitalia, iscritti nell'apposita sezione dell'albo. In quel caso, come è stato già detto, ma voglio ribadirlo, ci sarà un risparmio ulteriore. Infatti, quei dipendenti, essendo Invitalia un organismo di diritto pubblico, non verranno pagati ulteriormente, come invece un amministratore, che è un libero professionista.
  Quindi, tutto questo va nell'ottica di una gestione oculata, professionale e che configuri, però, anche un risparmio di spese a carico dell'azienda. Infatti, i compensi degli amministratori poi vanno a carico delle aziende che vengono sequestrate e che, quindi, vengono amministrate.
  Strano che in questo caso venga ribadita una configurazione di Invitalia che sia di malaffare, malaffare di Stato. Infatti – lo ha detto già il relatore Mattiello – è sottoposta al controllo della Corte dei conti. Ma la Corte dei conti ha relazionato al Parlamento, con la relazione approvata nell'adunanza del 3 luglio 2015, proprio su Invitalia. In questa relazione che viene fatta al Parlamento, la Corte ha dato atto del conto economico delle attività svolte in attuazione delle politiche di sviluppo del Paese con un deciso rafforzamento – sto leggendo la relazione, non parole prese da rassegna stampa – e il conto economico chiude – dice la Corte dei conti – con un utile di 2,1 milioni di euro rispetto al 2012 – perché si stava lavorando sul 2013 –, conseguito per effetto della cessione di altra società in liquidazione e provento di vendita di immobili, attraverso un'oculata gestione che c’è stata da parte di questo ente.
  Quindi, io credo che i controlli statali da parte della Corte dei conti e il protocollo di vigilanza di ANAC e di collaborazione nella gestione degli appalti, a cui appunto è sottoposta Invitalia, insieme al controllo dell'iscrizione nell'albo, che sarà previsto per i dipendenti, siano solo una possibilità trasparente e proficua in più data per la gestione non fallimentare delle aziende confiscate alla mafia.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie, Presidente. È una vergogna. Non lo dico io, Invitalia ha fallito l'obiettivo di rilanciare Termini Imerese, ha visto lievitare organici e peggiorare i conti, con perdite per 9,5 milioni di euro nel 2011 e complessivamente i dirigenti, capitanati da Domenico Arcuri, hanno guadagnato un miliardo e 340 milioni di euro. Quindi, stiamo parlando di un'agenzia che dovrebbe essere al di sopra di ogni sospetto, perché stiamo parlando di gestione di beni confiscati e questa gestione è delicatissima. Queste persone, questi dipendenti, che non sono assunti mediante concorso pubblico, quindi non sono assunti mediante le garanzie di un concorso pubblico, quindi sono scelti tra amici e amici dei politici qua dentro, andranno a gestire questi beni. Quindi, è una vergogna. Qui vi state lavando la coscienza dicendo che ci saranno controlli successivi da parte della Corte dei conti e dell'ANAC. Al di là del fatto che questi sono controlli successivi, loro non potranno controllare tutto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

Pag. 26

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. Signor Presidente, onorevoli colleghi, sono veramente confuso...

  PRESIDENTE. Mi scusi, onorevole Buttiglione. Onorevole Di Lello, il Governo è qui per ascoltare il dibattito.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Apprendo che i dirigenti di Invitalia hanno guadagnato un miliardo e trecentoquaranta milioni di euro. Mamma mia, credevo che tutta Invitalia non avesse un fatturato di un miliardo e trecentoquaranta milioni di euro ! Ma la nostra onorevole collega è sicura delle cifre che sta agitando ? Mi permetta di sollevare un dubbio su questo, C’è, al di là di questo particolare, una questione fondamentale. Le imprese non marciano con i metodi del diritto amministrativo. Dio ci scampi dall'avere delle imprese che sono gestite da personale assunto attraverso i concorsi della pubblica amministrazione e Dio ci scampi dall'avere imprese che fanno parte in questo modo della pubblica amministrazione. Le imprese devono essere gestite dai rapporti di diritto privato in tutto il mondo, non soltanto in Italia.
  Queste agenzie, perché Invitalia è un'agenzia, perché le facciamo ? Le facciamo per poter gestire le imprese con rapporti di diritto privato, e poter quindi restringere l'area dello Stato in senso stretto, che è guidata dal diritto amministrativo. Il diritto amministrativo serve per altre cose. Certo, se si devono usare le armi, allora voglio che vi sia un controllo da parte del diritto amministrativo. Se si devono prendere decisioni che toccano immediatamente l'uso del denaro pubblico, bisogna seguire i criteri del diritto amministrativo. Ma voi immaginate che possiamo affidare la conduzione delle aziende a funzionari dello Stato  ? È un altro mestiere, è proprio radicalmente un altro mestiere.
  Dio ci scampi e liberi dall'adottare questo criterio e dall'immaginare che tutti quelli i quali non sono stati assunti con pubblico concorso, tutti quelli che lavorano in un regime di diritto privato, siano mafiosi o perlomeno sospettati di mafia. La grande maggioranza degli italiani lavora nel settore privato dell'economia.
  Invitalia è una agenzia che si occupa di rilanciare, tra le altre cose, aree territoriali e aziende che sono entrate in una situazione di crisi. Mi sembra quindi che, dovendo scegliere uno strumento, il Governo ha scelto Invitalia, perché l'azienda mafiosa, o presunta mafiosa, sequestrata è una azienda che versa in una situazione di crisi o di pre-crisi. Abbiamo creato uno strumento per sostenere queste aziende in situazione di crisi o di pre-crisi, Invitalia. Abbiamo sbagliato a scegliere questo strumento ? Possiamo trovarne un altro, ne possiamo parlare, ma non pensiamo di poter affibbiare queste aziende alla pubblica amministrazione. Questo è ingenuo: scusate, sono notoriamente bigotto, ma San Tommaso si domanda se a volte il non capire possa esser una colpa e sostiene che non capire non sia mai una colpa. Talvolta può essere però una conseguenza di una colpa precedente, quando, per esempio, qualcuno aveva l'obbligo di studiare e non l'ha fatto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ivan Della Valle. Ne ha facoltà.

  IVAN DELLA VALLE. Grazie, Presidente. Noi capiamo che al Partito democratico questi carrozzoni piacciono, per sistemare i loro amici. Capiamo che questi carrozzoni a loro piacciono per continuare a procurarsi voti, che altrimenti non prenderebbero da nessuna parte, continuando a piazzare i loro amici dentro questi carrozzoni e continuando a prendere voti e tramite queste «marchette» fatte ai loro amici. Lo capiamo ma troviamo che sia assurdo, che, per mantenere in piedi questi carrozzoni fallimentari, che hanno prodotto soltanto debiti e solo mangerie di soldi, gli vengano affidati addirittura i beni confiscati alla mafia. Vorremmo davvero sentire dal Presidente della Commissione parlamentare antimafia, la collega Rosi Bindi, il suo parere sull'affidare questi beni ad un carrozzone come Invitalia.

Pag. 27

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biancofiore. Ne ha facoltà.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie, Presidente. Al di là del merito dell'affidare o meno ad Invitalia i beni confiscati alla mafia, vorrei rispondere al collega del MoVimento 5 Stelle proprio a titolo a personale per l'attacco diffamatorio rivolto al presidente di Invitalia, Giancarlo Innocenzi, che ho l'onore di conoscere personalmente e che, oltre all'amicizia che mi lega a lui, conosco anche sul piano professionale. Amici e colleghi del MoVimento 5 Stelle, evitate di affidarvi sempre a wikipedia, perché, vedete, non soltanto l'indagine di Trani è stata archiviata, ma Giancarlo Innocenzi è in scadenza a giugno, quindi se mai questi beni verranno affidati a qualcuno, saranno affidati al nuovo presidente che verrà nominato dal Governo Renzi e non certo all'uomo, tra virgolette, di fiducia di Silvio Berlusconi, sulla cui professionalità, francamente, molti di voi si dovrebbero sciacquare la bocca.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io sono perplesso, perché credo di avere tra le mani, ancorché me lo abbiano fornito gli Uffici, un testo diverso da quello che viene letto, evidentemente, dai colleghi del MoVimento 5 Stelle. L'articolo in questione, infatti, non dice affatto che i beni vengono affidati ad Invitalia. L'articolo in questione – lo leggo per non sbagliare, anche se è scritto in un cattivo italiano e poi dirò perché – dice: «l'amministratore giudiziario può essere nominato tra gli iscritti nella sezione di esperti in gestione aziendale dell'Albo nazionale degli amministratori giudiziari, indicati dalla società Invitalia Spa tra i suoi dipendenti». Si tratta, quindi, di persone che sono dipendenti di Invitalia, ma che per qualità proprie già sono iscritte nell'ambito dell'Albo e nella sezione di esperti in gestione aziendale: sono già iscritti ! Io in italiano lo avrei scritto un pochino meglio.
  E mi chiedo anche se c'era proprio bisogno di scrivere una norma del genere, dal momento che, per esempio, nessuno può impedire ad un cittadino di iscriversi ad un certo albo qualora ne abbia i requisiti. E qualora fosse iscritto in quest'albo, colui il quale è preposto ad attingere da quell'albo, può farlo legittimamente. Probabilmente la norma è stata voluta perché poi l'articolo dice: «In tal caso l'amministratore giudiziario, dipendente della società Invitalia Spa, per lo svolgimento dell'incarico non ha diritto ad emolumenti aggiuntivi rispetto al trattamento economico in godimento, ad eccezione del rimborso delle spese di cui all'articolo 35, comma 9». È chiaro ! Poi prosegue: «I dipendenti della società Invitalia Spa che abbiano svolto, nei tre anni antecedenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione, attività di gestione diretta di aziende in crisi possono iscriversi alla sezione dell'Albo di cui all'articolo 3, comma 2, del decreto legislativo (...)» eccetera. Quindi dice: «Il dipendente della società Invitalia Spa, nominato amministratore giudiziario, svolge le proprie funzioni sotto la direzione del giudice delegato, avvalendosi dell'organizzazione della società (...)». è chiara la questione ? Quindi, di che stiamo parlando ? Di quale affidamento alla società Invitalia ?
  Tra l'altro...

  PRESIDENTE. Onorevole Sannicandro, mi scusi. Onorevole Magorno, grazie.
  Prego, onorevole Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Ho concluso.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Le perplessità lanciate dal collega Sannicandro aprono, però, secondo me, una Pag. 28partita diversa. Collega Sannicandro, tramite il Presidente, volevo farle presente che, nel momento in cui il giudice debba poi scegliere tra i soggetti a cui è consentito questo tipo di attività e vengono indicati anche coloro i quali hanno i requisiti e sono stipendiati da Invitalia, è così difficile da capire che il giudice, in quel momento, attribuirà, viste le condizioni economiche difficili dell'azienda, a un soggetto che non ha costi e, quindi, avendo scritto che, di fatto, il dirigente di Invitalia non prenderà compensi, il giudice sceglierà quasi sicuramente un soggetto che non costerà alla collettività, tranne all'azienda stessa ?

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DAVIDE CRIPPA. Quindi, la scelta è praticamente obbligata: i beni vengono dati ai dirigenti di Invitalia ! È inutile che ci nascondiamo dietro a questa possibilità sancita dai loro diritti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Signor Presidente, a volte i colleghi degli altri partiti, in questo caso anche di SEL, mi sembrano catapultati sulla terra da Marte. Vogliamo parlarci chiaramente e vogliamo ricordare che, in Italia, i maggiori scandali avvengono grazie a carrozzoni che sono legati alla pubblica amministrazione tramite partecipate che però non si servono direttamente ad esempio dei loro dipendenti ? Il collega Sannicandro ha ripetuto mille volte la parola «dipendenti», dipendenti che vengono indicati da Invitalia. Noi facciamo un ragionamento molto semplice: stiamo facendo una legge per gestire i beni fondamentali che vengono confiscati alla mafia; indichiamo criteri generali, non una società che già è un carrozzone che più volte ha dato prova negativa di se stessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Signor Presidente, molto brevemente solo per sottolineare la schizofrenia che c’è in questo momento in quest'aula. Nell'interpellanza n. 2-00301, firmata da un membro del gruppo del Movimento 5 Stelle, del 14 novembre 2013, si chiedeva al Ministero dello sviluppo economico di voler in qualche modo incrementare le risorse per quanto riguarda gli investimenti per le ristrutturazioni, pannelli solari, impianti di geotermia e condizionatori; ad un certo punto si dice che «le risorse finanziarie relative agli incentivi previsti dal decreto legislativo (...) sono esaurite; l'Agenzia «Invitalia» risulta essere un valido ed efficace strumento di finanziamento alle imprese e di sviluppo dell'economia, utile, altresì, alla ripresa dell'economia nazionale; l'utilizzo di pannelli solari (...), e prosegue; si chiede se il Ministro intenda assumere le necessarie iniziative, anche di carattere normativo, al fine di stanziare nuove risorse finanziarie all'Agenzia «Invitalia» (...) e non ho tempo di continuare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Brescia. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BRESCIA. Signor Presidente, telegraficamente, volevo soltanto fare una considerazione sulla rassicurazione che la collega di Forza Italia aveva fatto: ci diceva che non sarà più un fidato di Berlusconi a guidare Invitalia ma sarà un fidato di Renzi; effettivamente ora siamo molto più tranquilli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cancelleri. Ne ha facoltà.

  AZZURRA PIA MARIA CANCELLERI. Signor Presidente, intervengo per rivendicare l'atto che è stato citato, ma vorrei anche sottolinea che in quell'atto assolutamente non si fa un elogio a Invitalia; Pag. 29condivido in pieno le critiche sollevate dai miei colleghi soprattutto con riferimento a questo atto ma, nel Sud, Invitalia, purtroppo, è rimasto uno dei pochi strumenti che hanno le imprese per accedere al credito perché voi avete contribuito a creare un sistema finanziario che vieta alle imprese l'accesso al credito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) in maniera sana e facile, come dovrebbe essere in un paese normale; pertanto, Invitalia rimane per loro l'unico strumento per avere quel credito di cui necessitano. Questo era l'unico intento del nostro atto, non è assolutamente non un elogio o un modo per voler continuare con questo sistema alimentato da società come quelle di Invitalia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Signor Presidente, l'intervento del collega Ermini mi preoccupa alquanto perché se non conosce la differenza tra un finanziamento per mettere dei pannelli solari in una casa e la gestione dei beni confiscati alla mafia... mi preoccupa il modo e la modalità con cui si è votato in Commissione e si sta votando in aula un provvedimento pesante ed importante come questo. Se dovessi andare per analogia, immagino che il collega Ermini non conosca minimamente o immagina che tutte le aziende sequestrate facciano dei pannelli solari da inserire nelle varie città. Spero che non sia questo l'intervento dell'onorevole Ermini, ma ogni tanto a tacere si fa più bella figura (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.13, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Prataviera... Bonafede... Colleghi, raggiungiamo le postazioni con una certa rapidità, per favore.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  356   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  DAVIDE CRIPPA. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Volevo far presente in termini regolamentari che i pareri delle Commissioni contenuti all'interno del fascicolo distribuito anche oggi – quindi non solo ieri ma anche oggi – all'interno dell'aula riportano, soprattutto sul tema Invitalia e quindi sui fondi di sostegno alle imprese, la necessità di alcune osservazioni della X Commissione, ovviamente non tenute in considerazione dalla presidente Ferranti. Peccato però che sia impossibile oggi arrivare in aula e parlare di quanto contenuto all'interno del parere della Commissione perché riferito ad articoli non presenti all'interno del testo. Non è stato fatto, Presidente, il coordinamento almeno formale dei pareri perché di fatto, a mio avviso, i pareri dovevano essere modificati riferendoli al nuovo testo unificato. Non è possibile che arriviamo in aula, prendendo spunto anche dal lavoro fatto in Commissione e, aprendo le pagine, vedo il riferimento all'articolo 49 che di fatto non esiste più, ma è presente l'articolo 47. Allora, il problema sostanziale è il fatto che, rispetto allo strumento costituito da un parere favorevole con determinate osservazioni espresso da una Commissione, osservazioni non recepite nel testo, per noi oggi diventa pressoché impossibile andare a cercare di capire il riferimento dei Pag. 30singoli punti delle osservazioni con il testo allegato nello stesso fascicolo. Era così complicato, Presidente, provare a riferire i pareri delle Commissioni al testo modificato ? Perché almeno potevamo cercare di chiedere ai colleghi che hanno votato quei pareri in Commissione se quanto hanno scritto corrisponda al vero. Oggi con questa diversità di riferimento degli articoli questa richiesta non è possibile. Credo che forse almeno lo sforzo di riferire i pareri delle Commissioni al nuovo testo sia un atto quanto meno dovuto.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Crippa. Vorrei premiare la sua tenacia. La questione, relativa al coordinamento, è stata più volte sottoposta all'Aula e le ha risposto anche il Presidente di turno Di Maio e non posso che riferirmi a quelle considerazioni. Aggiungo che mi rendo conto del fatto che l'analisi del provvedimento è un pochino più difficoltosa. Probabilmente sarebbe meglio che, nel processo di formazione dei nostri atti, ci fosse la possibilità per tutti di non dover andare a riprendere le parti. Però la cosa che è evidente, onorevole Crippa, è che sono stati accorpati degli articoli e su quegli argomenti sono stati espressi i pareri delle Commissioni: mi rendo perfettamente conto della difficoltà. Penso che sarebbe molto utile per il futuro fare in modo che ciascun singolo deputato possa essere nelle condizioni di analizzare i testi con più semplicità. Però mi permetto di dire che questo non pregiudica la formazione dell'atto, come peraltro le ha risposto anche il Vicepresidente. In ogni caso la ringrazio.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.15.28.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bianconi, Cirielli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  362   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  288.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 15.28, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casellato, Lombardi, Bragantini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  347   
   Astenuti   61   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  341    
    Hanno votato no  6.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.23, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Valente, Luciano Agostini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  387   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato  104    
    Hanno votato no  283.    

Pag. 31

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.26, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Marzano, Fanucci, Fabbri, Lainati, Giammanco, Pagano, Benedetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  370   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  186   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 15.24.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Grazie Presidente, dichiaro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, vogliamo sopprimere questa parte: I dipendenti della società Invitalia Spa che abbiano svolto, nei tre anni antecedenti alla promulgazione della presente legge, attività di gestione diretta di aziende in crisi, possono iscriversi alla sezione dell'Albo.
  Con questa frase – frase che noi vogliamo eliminare – si permette ai dipendenti di Invitalia, questo carrozzone che abbiamo raccontato poc'anzi, di diventare amministratori giudiziari e poi essere nominati tali dal giudice. Faccio presente che quello ho detto sul presidente di Invitalia è da un articolo de L'Espresso e soprattutto che la relazione della Corte dei conti letta dalla presidente è sì della delibera del 2015 ma si riferisce all'anno 2013, e dopo quell'anno altre schifezze sono state fatte da Invitalia, altri disastri sono stati fatti da Invitalia. Complimenti ! Presidente Bindi, quando si esprimerà su questo scandalo, di dare le aziende sequestrate alla mafia a questo carrozzone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. Così come è scritta, tra l'altro, è abbastanza sgradevole questa norma, perché si poteva scrivere in tanti altri modi. Si poteva scrivere riferendosi anche ai dipendenti delle varie società in house del MEF; invece no, è proprio specifico: in una legge ci sarà scritto «Invitalia Spa»; società per azioni; ci sarà scritto questo. A me sembra una cosa veramente incredibile e ancora stento a crederci. Adesso, non per ripetere quello che ha detto il collega Nuti, però la Commissione antimafia non è del tutto d'accordo su questo tema. Anch'io invito la presidente della Commissione, quindi non semplicemente come onorevole Bindi, a parlare al riguardo. Cerchiamo anche di chiedere. Esiste una Commissione antimafia composta da 50 persone ? Prendiamo anche in considerazione il lavoro che è stato fatto in Commissione dai consulenti e dai funzionari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie, Presidente. La presidente della Commissione antimafia, Pag. 32Bindi, era addirittura la capolista in Calabria alle elezioni politiche del 2013 (Calabria dove insiste l'agenzia che dovrebbe gestire questi beni confiscati), una presidente che ogni giorno lavora su questi temi e che dovrebbe esprimersi su questo nostro emendamento e sul ruolo di Invitalia. È assurdo anche che gli altri componenti della Commissione antimafia non vogliano esprimere un loro parere, eventualmente anche per sostenere questo ruolo di Invitalia. Ci sembra veramente che vada oltre il senso dell'intero provvedimento addirittura dare ai dipendenti della società Invitalia, scelti poi dalla stessa, di diventare amministrazioni giudiziari. Ci sembra veramente eccessivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Presidente, i dipendenti di Invitalia non è che sono lì per concorso pubblico, perché, appunto, essendo una società sostanzialmente privata, possono essere soggetti che stanno all'interno di Invitalia senza essere passati da alcun tipo di concorso; questo è un primo problema. L'altro problema è che, come era scritta originariamente, con questa norma si voleva addirittura derogare alle incompatibilità stabilite per gli amministrazioni giudiziari. Ora, per fortuna, questa formulazione è stata corretta, grazie alle nostre denunce, e quindi almeno avremo dei dipendenti di Invitalia che avranno le stesse incompatibilità che devono avere gli amministratori giudiziari normali. Noi non capiamo: stavamo tranquillamente disciplinando i criteri per gli amministratori giudiziari che dovranno gestire queste aziende, che dovranno essere persone capaci e pulite, quando è arrivata questa roba infilata all'ultimo secondo, come ho già denunciato in Commissione giustizia. Perché la Commissione antimafia e la presidente della Commissione antimafia non si indignano di fronte ad una scelta del genere, fatta da Renzi, fatta dal relatore Mattiello, senza nessun tipo di avvallo da parte degli altri componenti della Commissione ? È una cosa, come ho detto, arrivata all'ultimo secondo, su cui abbiamo potuto esprimere prima dei pareri e adesso, per fortuna, presentare qualche emendamento per togliere questa mega porcata (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Innanzitutto, sempre per coloro che hanno deciso di difendere questa scelta indecente del Governo e della maggioranza, anche tra le file di SEL, sottolineo che il periodo che chiediamo di abrogare è proprio uno di quei periodi in cui Invitalia ha comunque un ruolo di indicazione, di direzione e di gestione. Smettiamola di trincerarci dietro i cavilli, perché dietro i cavilli la corruzione sta mettendo in ginocchio questo Paese; primo.
  Secondo, Presidente: anch'io mi unisco alle voci dei miei colleghi in relazione all'opportunità di un intervento chiarificatore in tal senso della presidente della Commissione antimafia Bindi, perché non è possibile che ogni volta che affrontiamo un tema che è relativo proprio all'attività che svolge la Commissione antimafia la presidente Bindi sta in silenzio al suo posto. Non ha un ruolo secondario, ha un ruolo importante, ed è assurdo che debba essere l'opposizione a sollecitare questo ruolo, ed è ancora più assurdo che di fronte a queste sollecitazioni ci sia il silenzio.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Presidente, io ho un'opinione mia personale, che è questa: intanto non userò l'espressione, che è capitato anche a me di usare, «non accettiamo lezioni da»: perché ho imparato che le lezioni si debbono accettare un po’ Pag. 33da tutti, anche quando qualcuno dice cose veramente fuori della grazia di Dio. Però alcune considerazioni le voglio fare.
  La mia opinione è questa, e l'ho maturata vedendo il lavoro che abbiamo fatto in Commissione giustizia su questo provvedimento: ho la sensazione che alcuni gruppi parlamentari e alcune forze politiche in realtà abbiano investito e investano sull'immobilismo del Parlamento, e spesso l'ostruzionismo che viene praticato, le invettive, perfino gli insulti che vengono lanciati vengono fatti per provocare reazioni e impedire che si possa andare avanti con provvedimenti che non saranno perfetti, ma certamente vanno nella direzione di dare delle risposte importanti a questioni come queste.
  Su questo provvedimento il MoVimento 5 Stelle ha esattamente tenuto questo atteggiamento: lo ha fatto pretestuosamente, rallentando i lavori, lo sta facendo in Aula indirizzando contumelie, e mancando persino di rispetto a gruppi parlamentari come il Partito Democratico. Voglio dire: la presidente Bindi non ha bisogno di essere difesa da me, ma io sono testimone del lavoro che assieme alla presidente Ferranti, assieme al relatore Mattiello, assieme ai rappresentanti del Governo anche i vertici della Commissione antimafia hanno fatto per cementare l'efficacia del provvedimento.
  E poi mi permetto di dire a qualche parlamentare che ha accusato il Partito Democratico di chissà quali complicità, quali vergogne: voglio dire due cose. La prima è politica, e l'ha detta con grande efficacia e precisione il relatore: noi facciamo questa riforma del codice dei beni confiscati perché quando i beni confiscati, e in particolare le imprese confiscate, falliscono, quello è il maggior regalo alla mafia; quando invece le imprese stanno sul mercato, sono competitive, e quindi bisogna sostenerle, aiutarle con tutti gli strumenti possibili e naturalmente trasparenti, allora ci guadagnano i lavoratori di quelle imprese, ma ci guadagna la battaglia contro le mafie.
  La seconda considerazione è più personale. Non dirò, come dicevo all'inizio, «non accettiamo lezioni», ma un invito ve lo voglio fare: portate rispetto alle storie delle persone, alle storie della presidente Bindi, ma anche alle storie di due protagonisti di questo provvedimento, assieme alle centinaia di migliaia di sottoscrittori dell'iniziativa popolare. Mi riferisco alla presidente Ferranti, che ha dato l'anima per condurre in porto efficacemente questo provvedimento, la cui vita non è una vita di chi fa regali ai delinquenti: è una vita che è stata spesa al servizio della legalità. Tenetene conto, perché le parole sono pietre e gli insulti possono ferire le persone perbene (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! E la seconda persona a cui mi voglio riferire è proprio il relatore Davide Mattiello: non solo per il suo lavoro su Libera, non solo per il suo lavoro di stretta collaborazione con il giudice Caselli, ma chiedete del suo lavoro anche di sostegno e di tutela ai collaboratori di giustizia che hanno colpito davvero la mafia ! Per cui smettete di boicottare provvedimenti giusti e smettete di offendere persone che hanno fatto, come il Partito Democratico, della legalità un loro caposaldo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. L'onorevole Verini mi ha tolto una parte delle cose che volevo dire. Ovviamente l'onorevole Bindi non ha bisogno della mia difesa e tuttavia qualche parola va detta.
  Mi rivolgo soprattutto a chi è così critico nei confronti di questo provvedimento, partiamo dal punto di partenza che è stato correttamente identificato dai colleghi del gruppo «grillino». Abbiamo delle aziende sospettate di collusione mafiosa che vengono sequestrate. Alcune di queste aziende, lo ha già detto il relatore, sono aziende usate per riciclare il denaro sporco e vanno liquidate perché non troveranno mai un mercato e quindi non possono essere riqualificate. Altre vivono Pag. 34di intimidazioni, il loro capitale è la paura che mettono alla gente e anche quelle nessuno, neanche il più bravo, riuscirà a salvarle. Altre invece, soprattutto quelle di chi ingiustamente ha subito il sequestro, ma talvolta anche di chi ha subito giustamente il sequestro perché aveva collusioni con la mafia pur avendo l'azienda relativamente sana, potrebbero essere salvate ma hanno intorno un deserto perché tutti hanno paura di fare affari con loro e sono tagliate fuori da una connessione produttiva.
  Invitalia è una agenzia specializzata nel risolvere queste cose, non è Invitalia in generale, ma singole persone dipendenti dell'agenzia. Perché il dipendente di Invitalia viene nominato in questa vicenda ? Perché di mestiere rimette in piedi aziende disastrate. Non solo, ma stando dentro Invitalia ha una rete di rapporti che può mettere a disposizione del tentativo di salvare questa impresa, perché l'amministratore giudiziario normale, che non ha una estesa rete di rapporti e deve sostituire fornitori che non vogliono più fornire, clienti che non vogliono più comprare, è in grande difficoltà e questo è il motivo per cui poi le aziende falliscono, anche quelle tendenzialmente sane che potrebbero essere salvate.
  Lo Stato cosa fa ? Chiede che, non Invitalia in generale, ma il singolo funzionario dell'agenzia abbia le qualifiche dell'amministratore giudiziario. È il giudice che poi lo sceglie, senza essere obbligato a farlo. Certamente chi sta in Invitalia ha un vantaggio competitivo, è ovvio, altrimenti non verrebbe nominato espressamente. Il vantaggio competitivo risiede in una professionalità specifica, lui è uno specialista nel salvare le imprese in dissesto, è in una rete di relazioni chiamata Invitalia, all'interno della quale è possibile costruire più facilmente il sostegno per l'operazione di recupero.
  Continua a colpirmi il fatto che si pensi che le aziende possano essere amministrate dallo Stato. Lo Stato non fa l'imprenditore, l'idea che l'azienda debba essere amministrata da personale dello Stato, che ha fatto concorsi di Stato, forse garantirà la legalità – dico forse perché anche chi ha superato i concorsi e fa parte dell'amministrazione dello Stato è esposto alle tentazioni come gli altri – ma certo non garantisce l'esito economico, perché ci sono due tipi di controllo. Uno, su cui è costruito il diritto amministrativo, è il controllo di legalità: ogni singolo atto va controllato rispetto alla sua legalità. L'altro, che funziona nell'economia privata, è il controllo sul risultato. Noi, quando vogliamo affidare un'impresa a qualcuno che la salvi, ci preoccupiamo che venga raggiunto il risultato e, a parte l'osservanza della legalità che vale per tutti i cittadini, il controllo fondamentale specifico cade sul risultato. Se non entriamo in questo ordine di ragionamenti è difficile, direi impossibile, capire il senso di questo provvedimento e si fanno delle critiche che cadono totalmente fuori bersaglio.
  Ancora una volta esprimo tutta la mia solidarietà alla collega Bindi, anche se qualche anno fa non avrei mai pensato che mi toccasse di difenderla in questa situazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, non c’è bisogno degli interventi di questa Aula e nostri per mancare di rispetto al Partito Democratico.
  A questo ci pensano le inchieste della magistratura, che arrestano ogni giorno esponenti del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Magari il rispetto è la mancanza di rispetto del PD verso le persone oneste che fa specie. Sul rispetto alla Presidente Bindi mi domando dove viva il collega Verini, che forse non ha ascoltato le parole del suo amico De Luca, governatore e presidente di giunta della Campania, che ha definito la presidente Bindi «impresentabile in tutti i sensi e le contesto la sua stessa esistenza»; è una vera e propria minaccia di tipo mafioso il contestare l'esistenza di una persona. Dov'era Verini Pag. 35quando il De Luca, oggi indagato per corruzione, ha proferito queste parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Verini è stato in silenzio, succube di queste parole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e complice di queste parole, perché chi rimane in silenzio rimane complice di questa gente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Alberti. Ne ha facoltà.

  FERDINANDO ALBERTI. Grazie, Presidente. Per rispondere al collega Verini, che ci ha attaccato e ha detto che noi facciamo solo ostruzionismo, lui ha fatto un intervento di cinque minuti senza andare minimamente nel merito del provvedimento. Noi abbiamo presentato esclusivamente emendamenti nel merito e non ostruzionistici, ne abbiamo presentati duecento e ce ne avete fatti segnalare solamente cento. Dove sta l'ostruzionismo nella nostra attività ? Ricordo che solo ieri sull'articolo 13 abbiamo presentato un emendamento, siamo intervenuti in una decina, il parere era contrario ed è dovuta intervenire la collega Bindi per accantonarlo e, solo quando è intervenuta, le avete dato ragione. Finché parliamo noi e proponiamo noi è sempre «no», però se interviene qualcuno di voi e magari qualcuno di abbastanza importante all'interno del vostro partito, magicamente il parere diventa favorevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, noi stiamo sostenendo con grande forza questo provvedimento, un provvedimento complesso e articolato, che in tanti stanno aspettando e che penso anche che umilmente abbiamo contribuito in qualche modo a costruire all'interno delle Commissioni, sia della Commissione antimafia che in Commissione giustizia.
  Questo non significa però che, nel momento in cui ci sono dei passaggi che non convincono e si prova anche a dirlo attraverso degli emendamenti, si debba subito urlare allo scandalo e pensare che ci sia la volontà di voler bloccare o rallentare il lavoro del Parlamento, soprattutto su una riforma così importante.
  Qui non c'entrano nulla la dignità o i percorsi personali dei singoli parlamentari. Abbiamo avuto più volte modo di esplicitare la stima che abbiamo nei confronti della presidente Bindi e personalmente conosco da vicino, visto che ci ho collaborato fuori dal Parlamento, con l'onorevole Mattiello, il lavoro che viene fatto da alcune associazioni. Ma guardate che su questo passaggio di Invitalia il problema ce lo pongono esattamente quelle associazioni e quei movimenti con cui noi quotidianamente ci confrontiamo. E non è il tema della partecipazione e della gestione che è chiaro ed è evidente ed è questo il motivo per cui noi, davanti alla soppressione di questa parte ci siamo astenuti, perché pensiamo che sia pura follia immaginare di lasciare allo sbando la gestione reale ed effettiva di queste aziende.
  Il tema però – ed è il motivo per cui noi voteremo a favore di questo emendamento a firma Nuti – è che vediamo che c’è un'invasione di campo e che vengono attribuiti dei ruoli ad Invitalia che oggettivamente non le competono e che invece sarebbe il caso che venissero circoscritti e perimetrati meglio, cosa che in questo testo non è presente.
  Allora io invito, se non su questo emendamento, comunque la Commissione ancora e il Comitato dei nove a fare una riflessione un pochino più accurata, perché noi ci ritroveremo ad avere un sistema che ha degli squilibri e, siccome abbiamo fatto un buon lavoro, proprio su questo punto così delicato sarebbe un peccato che quest'Aula si dovesse dividere nel voto su questo articolo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.Pag. 36
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.24, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Latronico, Casellato, Dellai. Colleghi, vi pregherei di accelerare il raggiungimento delle vostre postazioni. Parentela. Ci siamo ? Onorevole Allasia, possiamo esserci se lei non vota ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  403   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 15.37.

  ROSY BINDI. Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Bindi, lei mi aveva detto che sarebbe intervenuta sugli identici emendamenti Nuti 15.15 e Bindi 15.30. Interviene dopo ? Sta bene.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 15.37, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini, Ricciatti, Dadone, Dellai, Lainati, Ciprini. Dadone non riesce a votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  286   
   Astenuti  134   
   Maggioranza  144   
    Hanno votato  283    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.25, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Onorevole Sanga, acceleriamo gentilmente. Onorevole Fontana. Hanno votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  388   
   Astenuti   37   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no   302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.14, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Palma. Ci siamo ? Onorevole Gebhard, non tolga la scheda altrimenti stiamo qui fino a domani mattina.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  408   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato  101    
    Hanno votato no  307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Nuti 15.15 e Bindi 15.30.Pag. 37
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bindi. Ne ha facoltà.

  ROSY BINDI. Grazie, Presidente. Intervengo su questo emendamento, sul quale, peraltro, vi è il parere favorevole da parte della Commissione, che è identico a quello presentato dall'onorevole Nuti. Non mi sfugge, nella richiesta di intervenire rivoltami dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, una punta di provocazione, ma la accolgo volentieri, perché questa mi dà la possibilità di fare alcune considerazioni, che mi auguro siano condivise da tutti, naturalmente dopo avere ringraziato l'onorevole Verini per le sue parole e anche l'onorevole Buttiglione, senza aggiungere che non mi sarei mai immaginata di doverlo ringraziare, non lo dico io. Quindi, lo ringrazio e possiamo entrare nel merito della questione.
  Vorrei che almeno coloro che hanno lavorato in Commissione antimafia alla relazione sui beni confiscati e, poi, alla presentazione di due disegni di legge, al di là di chi li ha firmati, riconoscessero che in questo provvedimento, che ci accingiamo ad approvare, vi è un grande lavoro fatto dalla Commissione stessa. Vi è, innanzitutto, una revisione profonda del codice antimafia nel senso da più parti auspicato per superare un eccessivo aggancio alla logica delle leggi fallimentari, perché i beni confiscati alle mafie non devono fallire, ma devono, invece, essere restituiti alla comunità.
  Vi è una ristrutturazione profonda dell'Agenzia, che ci auguriamo diventi il punto di riferimento fondamentale, insieme ai magistrati delle misure di prevenzione, per il funzionamento di questi stessi beni e per la loro possibilità di godimento da parte della comunità. Vi sono regole importanti sugli amministratori giudiziari, da tutti noi volute e auspicate, non solo dopo i recenti avvenimenti. Insomma, insieme alla legge d'iniziativa popolare, all'impegno del Governo e al lavoro della Commissione giustizia, dovremmo riconoscerlo, l'impianto di carattere generale è frutto del lavoro fatto in Commissione antimafia.
  Non riconoscere questo vorrebbe dire negare il valore del nostro lavoro, ma, soprattutto, il merito di una fatica fatta, che ha visto una relazione approvata all'unanimità dai due rami del Parlamento. Veniamo al caso aziende: innanzitutto, vorrei che fosse registrato che, con questa legge, diventa una possibilità concreta il salvataggio di queste aziende, perché si investe qualcosa. Portare alla legalità un'azienda che è mafiosa nei clienti, nei crediti, nei fornitori e nell'ambiente in cui vive non ci si riesce, se non ci si mettono dei soldi. Con questa legge, grazie alla legge di stabilità annunciata e presentata dal Governo, ci sono i finanziamenti e vi è anche una regolamentazione perché tutti questi fondi vengano spesi in maniera corretta.
  Denuncio un limite, che è quello che vi è un fondo per le aziende e non vi sono fondi per gli altri beni. Era il tentativo che avevamo fatto come Commissione antimafia: non sono stati trovati i finanziamenti. Ritengo che su questo punto dovremo ritornare e questo tema il Governo se lo dovrà porre, perché gli immobili, per esempio, che vengono sequestrati alle mafie hanno bisogno di essere ristrutturati e i fondi dobbiamo trovarli da qualche parte, prima di assegnarli ai comuni e farli diventare fatiscenti.
  E vi è questa novità rappresentata da Invitalia. Le chiedo un minuto, Presidente. Questa è una novità, è vero. Non nascondo le mie perplessità di carattere personale, che, tuttavia, si sono tradotte – vorrei che fosse riconosciuto – in alcuni cambiamenti dell'articolo che era emerso in una prima fase della Commissione, che mettono Invitalia sullo stesso piano degli altri soggetti del sistema. Infatti, i dipendenti di Invitalia devono iscriversi all'albo e devono avere gli stessi requisiti di tutti gli altri amministratori giudiziari.
  Non hanno una via privilegiata. Avrebbero potuto avere un conflitto di interessi se avessero partecipato a dare un parere sulle aziende che potevano essere affidate a loro, ma la Commissione e il Governo ci accettano questo emendamento nel quale Invitalia non dovrà dare un parere all'Agenzia Pag. 38per le aziende che potranno essere affidate a loro. Gli amministratori giudiziari di Invitalia agiscono sotto il magistrato o sotto l'Agenzia come tutti gli altri amministratori giudiziari.

  PRESIDENTE. Onorevole Bindi, la prego, concluda.

  ROSY BINDI. Un'ultima cosa, Presidente. Io presenterei un ordine del giorno nel quale chiederei che questa sperimentazione di questo nuovo soggetto, che entra nel sistema, fosse sottoposta a una sorta di vigilanza, di relazione, da parte del Governo e di attenzione della Commissione antimafia.

  PRESIDENTE. Onorevole Bindi, la prego, concluda.

  ROSY BINDI. Perché non vorremmo creare una serie di aziende di «serie A», che sono quelle affidate a Invitalia, e una serie di aziende di «serie B,» che sono quelle affidate ad altri. Proviamo a vedere se, attraverso il monitoraggio, questa novità diventa un valore, anziché una minaccia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Sono veramente stupito dalla potenza dello strumento che viene proposto: un ordine del giorno, veramente notevole (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Collega, presidente della Commissione antimafia, Bindi, io non so se lo ha notato, ma qualche minuto fa, abbiamo votato un emendamento della collega Sarti, firmato anche da noi, che prevedeva l'obbligo del passaggio del decreto che dovrà fare il Ministero per quanto riguarda proprio la gestione di questi fondi. Quello poteva essere uno strumento valido, un emendamento, non un ordine del giorno che, per chi non lo sa, vale praticamente zero. Lei ha votato contro, così come tutti gli altri colleghi della maggioranza. Da questo punto di vista, ci dispiace, ma qui il problema è che bisogna chiaramente dire che Invitalia è un carrozzone che non era inserito in nessuna proposta di legge e in ogni caso rimane tale. Detto ciò, questo emendamento è volto semplicemente a levare un piccolo conflitto di interessi, basta leggere il testo. Rimane l'impianto dove si dà la gestione di queste aziende socio-economicamente rilevanti a Invitalia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti.
  Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Presidente, il motivo per cui noi siamo così indignati di fronte a questa proposta è perché per primo crediamo, e siamo assolutamente convinti, che il rischio paventato poc'anzi dall'onorevole Bindi sia secondo noi una certezza, cioè quella di avere società e aziende sequestrate di «serie A», di grande interesse economico, che avranno un determinato binario, e aziende di «serie B», che avranno una diversa gestione. Questa è una certezza; conoscendo Invitalia noi non siamo tranquilli, perché i precedenti di questa agenzia parlano chiaro. Quindi, non vogliamo aspettare la relazione disastrosa che magari potrà arrivare da parte della Corte dei conti relativa all'anno 2015-2016 per poi accorgerci che i soldi sono stati gestiti male. Noi vorremmo evitare di fare la «porcata» adesso.
  Secondo motivo, lo spirito della proposta di legge di iniziativa popolare è stato, secondo noi, tradito, così come lo spirito della proposta di legge della Commissione antimafia, perché Invitalia non esisteva. È stata una scelta del PD, inserita all'ultimo momento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

Pag. 39

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per dire che questo Parlamento e l'Italia non hanno più bisogno di leggi sottoposte a tagliando. Vede presidente Bindi, voi il voto di scambio politico-mafioso l'avete reso praticamente inapplicabile, dicendo che poi avremmo verificato come veniva attuato; il falso in bilancio è praticamente inapplicabile perché dite che deve essere sottoposto a tagliando; la responsabilità civile dei magistrati farà dei danni incredibili perché dite che dovrà essere sottoposta a tagliando. Sveglia, siamo qui per fare le leggi buone dall'inizio, non per fare i carrozzieri o i meccanici che sottopongono a tagliando.
  Qui a malapena riusciamo a portare in fondo una proposta di legge e voi parlate di rifare tagliandi. Il nostro emendamento era assolutamente condivisibile anche secondo la linea che ha esposto la presidente Bindi, che qui nessuno ha offeso, soltanto perché abbiamo sollecitato un intervento. Verini faccia un po’ di ripasso di democrazia...

  PRESIDENTE. Onorevole Bonafede, almeno facciamo finta che lei parli alla Presidenza.
  Tendenzialmente si deve rivolgere a me. Prego, onorevole Bonafede.

  ALFONSO BONAFEDE. Presidente, mi sono rivolto a lei, facendo riferimento all'intervento della Bindi e anche al delirante intervento di Verini.

  PRESIDENTE. Così va bene. Concluda.

  ALFONSO BONAFEDE. Benissimo. Volevo semplicemente sottolineare questo aspetto e su questo aspetto ribadisco che questo Parlamento continua a fare leggi che vengono manipolate dai delinquenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  DONATELLA FERRANTI. Ma come si permette (Commenti del deputato Bonafede) ?

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Nuti 15.15 e Bindi 15.30, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dellai (Commenti del deputato Di Battista)... Onorevole Di Battista !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  374   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato  364    
    Hanno votato no   10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Bossa ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.

  RICCARDO NUTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Revoco l'indizione della votazione. Prego, onorevole Nuti.

  RICCARDO NUTI. Presidente, mi sbaglio o questo emendamento decade con l'approvazione degli emendamenti della Commissione bilancio ?

  PRESIDENTE. No, a me risulta che viene assorbito l'emendamento Sarti 15.42 e poi preclusi gli emendamenti Bindi 15.44 e Sarti 15.43. Lei si riferisce al suo emendamento 15.27 e per noi si può votare.
  Passiamo ai voti.Pag. 40
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.27, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Zan.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  372   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   87    
    Hanno votato no   285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Di Salvo ha segnalato di avere espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 15.40, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Pellegrino, Malpezzi, Baruffi, Iacono, Carloni, Marco Di Stefano, Bossa, Cera.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  395   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no  311.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 15.41.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Siamo favorevoli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti.
  Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Qui c’è la grande truffa di questo provvedimento. Esiste il fondo della crescita sostenibile. Lo dico anche alla collega Bindi, così spieghiamo meglio anche cosa è accaduto in Commissione giustizia. In questo fondo della crescita sostenibile, con questo provvedimento, viene creata una sezione per aiutare queste aziende e fin qui siamo tutti d'accordo.
  Per fare cosa ? Per creare dei fantomatici e generici piani di valorizzazione – tutto e niente –, significa praticamente sprecare soldi.
  Allora, noi cosa diciamo ? Visto che i dipendenti di Invitalia potranno accedere a questo fondo, a questa sezione, per aiutare le aziende, per come è scritta la norma, in realtà non potranno mettere mano solo a questa sezione, dove sono contenuti 7 milioni di euro, ma potranno accedere a tutto il fondo per la crescita sostenibile, che supera il miliardo di euro. Almeno, scriviamo chiaramente che limitiamo l'accesso al fondo solo per la sezione che prevede come importo i 7 milioni di euro. Né più né meno. Grazie, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente. Ciò che il collega Nuti ha appena detto richiama le osservazioni – lo voglio dire alla presidente Ferranti – che la X Commissione ha ritenuto di evidenziare. Non si tratta di una opinione del solo MoVimento 5 Stelle, ma si tratta del fatto che un'intera Commissione qualche dubbio su quel fondo ce lo ha.
  Innanzitutto, «valuti la Commissione di merito la possibilità di prevedere una adeguata dotazione iniziale del Fondo».Pag. 41
  Secondo punto: «all'articolo 29 (...), valuti la Commissione di merito l'opportunità di chiarire che l'accesso alle risorse di cui ai commi 3 e 4 è riferito alle apposite sezioni del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e del Fondo per la crescita sostenibile e non già alla totalità delle risorse dei suddetti fondi». Ciò è scritto come osservazione in un parere della X Commissione ed è ciò che vi stiamo chiedendo noi. Visto che questo è un dubbio che ha avuto una intera Commissione, presidente Ferranti, con un po’ più di umiltà, certe cose andrebbero spiegate a questa Aula, invece che scuotere la testa con gesti di disappunto. Per cortesia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti.
  Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Colleghiamo questo emendamento appena spiegato con quello che abbiamo detto fino adesso. Se i dipendenti di Invitalia diventano amministratori giudiziari di un'azienda e possono, quindi, fare richiesta di accesso al fondo, ciò vuol dire che stiamo dando la possibilità a questa gente di poter accedere ad un fondo che, così com’è scritta la norma in questo momento, è accessibile agli amministratori giudiziari senza limiti precisi. Quindi, noi stiamo mettendo una limitazione delle risorse per le finalità che sono già state enunciate.
  Così com’è scritto ora, sembra che l'accesso possa essere concesso all'intero miliardo e oltre di euro previsto nel Fondo per la crescita sostenibile. È una cosa impensabile, soprattutto se stiamo parlando di dipendenti di Invitalia, che faranno questa richiesta e che dovranno gestire questi soldi. Noi vogliamo limitare semplicemente l'accesso a queste risorse; non toglierle ma limitarle, per le finalità espresse fino a questo momento. Non vedo cosa ci sia di non condivisibile in questo correttivo. Non stiamo chiedendo di sopprimere ma di correggere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Intervengo giusto per specificare che i dipendenti di Invitalia potranno riferirsi, quando gestiscono le risorse, a questa sezione del fondo, perché l'intero fondo ammonta a circa un miliardo e trecento mila euro, mentre nella sezione ne sono previsti 7 milioni.
  Abbiamo già enunciato le nostre perplessità riguardo alla gestione da parte di Invitalia. Sarebbe il caso che la presidente Ferranti intervenisse, visto che spesso succede che in Aula qualcuno faccia commenti. Di certo, non possiamo obbligare i colleghi ad intervenire, ma certamente sarebbe utile che la presidente intervenisse e specificasse questo aspetto.
  Dal momento che in Commissione è stato fatto un lavoro raffazzonato e qui in Aula non sempre si interviene nel merito, come detto anche dagli stessi colleghi, sarebbe il caso che la presidente intervenga per darci una spiegazione.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. A parte che le affermazioni di «lavoro raffazzonato» da chi non ha mai partecipato ai lavori della Commissione mi sembrano perlomeno poco congrue e poco pertinenti (Applausi dei deputati del gruppo PD)...
  Di solito qualcuno afferma e descrive il lavoro degli altri dopo averlo vissuto.
  Comunque, volevo precisare, per chiarezza per tutti i colleghi, che la Commissione ha recepito tutte le osservazioni che sono state fatte dalla Commissione bilancio, non solo le condizioni ex articolo 41, ma anche le altre condizioni e l'osservazione, che per quanto riguarda l'articolo 15, non atteneva a questo punto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

Pag. 42

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Per il suo tramite mi rivolgo alla collega Ferranti. Il mio collega faceva riferimento al parere espresso dalla Commissione attività produttive e non solo a quello della Commissione bilancio, quindi che sia stato recepito non ci risulta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie, Presidente. Sarà una follia di questi tempi dare un insieme di beni che è enorme – tra l'altro confiscati alla mafia – ad una società privata che fino ad ora ha avuto diversi episodi di gestione fallimentare ? Secondo me, sì. Ma sarà ulteriormente folle non mettere dei limiti alla torta su cui questi potranno mettere le mani ? Secondo me è proprio completamente fuori di testa, a prescindere dalle Commissioni che lo hanno, peraltro, rilevato, in primo luogo.
  E, in secondo luogo, voglio dire, non è che il lavoro della Commissione può essere giudicato soltanto da coloro che c'erano...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  ALFONSO BONAFEDE. ...perché è chiaro che tutti i parlamentari, prima di entrare qui dentro e discutere un provvedimento, almeno quelli del MoVimento 5 Stelle, lo fanno, si informano su quali siano stati i lavori della Commissione e a quale risultato hanno portato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Della Valle. Ne ha facoltà.

  IVAN DELLA VALLE. Grazie, Presidente. Come ha detto il mio collega, noi ci riferivamo alle osservazioni della X Commissione (Attività produttive). Visto che la collega Ferranti non ascolta o dice sempre «no» a tutto ciò che dice il MoVimento 5 Stelle, chiediamo ai colleghi della Commissione attività produttive di intervenire, magari del PD; chiediamo al capogruppo Benamati, magari, di dire qualcosa, perché altrimenti il lavoro che facciamo noi in Commissione è totalmente inutile.
  Visto che ci sono dei punti ben precisi, che sono anche riportati nel fascicolo – il punto b) e il punto c) delle osservazioni della Commissione attività produttive –, magari se i nostri colleghi, anche i colleghi dell'onorevole Ferranti, che hanno votato queste osservazioni, che non sono state assolutamente recepite, altrimenti si voterebbe a favore di questo emendamento...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  IVAN DELLA VALLE. ...magari i colleghi della Commissione attività produttive appartenenti al suo stesso partito, potrebbero delucidarci in merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 15.41, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sanga, Taricco, Giuliani, Ciracì, Fregolent... altri ? Rubinato, Basilio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  390   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  110    
    Hanno votato no  280    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Manfredi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

Pag. 43

  L'emendamento Sarti 15.42 è assorbito dall'approvazione dell'emendamento 15.201.
  L'approvazione dell'emendamento 15.201, preclude, inoltre, gli emendamenti Bindi 15.44 e Sarti 15.43.
  Quindi, dobbiamo ora passare alla votazione dell'articolo 15.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Presidente, intervengo brevemente perché i punti che sono stati bocciati rappresentano un lavoro – sì, presidente Ferranti – raffazzonato, soprattutto per quello che riguarda le tempistiche.
  Alla Commissione X è stato consegnato un provvedimento di una marea di articoli da dover restituire come parere in meno di 12 ore di analisi. Questo tipo di attività ha portato, almeno, a un impegno, anche dei colleghi di tutti gli schieramenti, a poter scrivere un parere con delle osservazioni. In quelle osservazioni veniva detto chiaramente di valutare «l'opportunità di chiarire che l'accesso alle risorse di cui ai commi 3 e 4 è riferito alle apposite sezioni del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese e del Fondo per la crescita sostenibile e non già alla totalità delle risorse dei suddetti fondi».
  Al secondo punto veniva detto di valutare l'opportunità di chiarire che la nuova finalità del Fondo per la crescita sostenibile, di cui alla lettera c-bis) recante la definizione ed attuazione dei famosi Piani di valorizzazione delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità organizzata, praticamente abbia una apposita sezione dedicata nel Fondo per la crescita sostenibile, cioè che non si possa accedere a tutto il fondo stesso.
  Queste osservazioni le avete scritte voi all'interno del parere della X Commissione, che notoriamente non è a maggioranza del MoVimento 5 Stelle. Quindi, nel momento in cui avete approvato questo parere, avevate gli stessi nostri dubbi che vi stiamo presentando in Aula. Ma la caparbietà e la testardaggine vi porta continuamente neanche a tenere in considerazione delle osservazioni che non avrebbero stravolto l'impianto normativo.
  Il problema è: qualcuno di voi adesso, sull'emendamento precedente, ha omesso di votare, ha deciso di non votare; questo come un gesto ovviamente sempre di grande responsabilità, invece che provare a portare all'interno di quest'Aula i pareri che erano stati dati e prendersi la responsabilità di dire qua dentro quello di cui in una Commissione almeno si è discusso, nel merito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Invece no, per fare sempre comodo e andare oltre queste osservazioni puntuali, facciamo finta di non recepirle. Presidente, quando noi diciamo «tempistiche raffazzonate» parliamo concretamente, perché 12 ore per analizzare tutti questi articoli, secondo noi, sono tempi non congrui. Se qualcuno si sveglia e consegna un provvedimento alla Commissione di merito incardinato il mercoledì pomeriggio e il parere viene votato il giovedì mattina, per me questa non è una tempistica di ragionevolezza per approfondire un problema. Ciò ancor più se, dopo un coordinamento formale raffazzonato e soprattutto con un sopruso costante e continuo della presidente Ferranti, noi arriviamo in Aula e vediamo costantemente bocciato tutto quello che era contenuto in osservazioni puntuali anche a firma dei deputati del PD. Vergognatevi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di intervenire anche perché qui si va oltre quello che è il dibattito normale. Capisco che, soprattutto per chi non fa parte della Commissione giustizia, poi è molto facile fare questo tipo di attacchi completamente infondati. Allora io vorrei stabilire la verità (Commenti del deputato Crippa)...

  PRESIDENTE. Onorevole Crippa, la prego.

Pag. 44

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, stia serena perché io so condurre l'Aula e non ho bisogno dei suoi suggerimenti. Onorevole Crippa, per favore !

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, innanzitutto ristabiliamo la verità. Vorrei intervenire a titolo personale con riferimento alle parole «soprusi da parte della presidenza in Commissione giustizia» nei confronti degli emendamenti che riguardano le forze politiche di opposizione in generale e le forze politiche del Movimento 5 Stelle. Io credo che i dati di fatto smentiscano con riferimento a tutta la conduzione di questa presidenza della Commissione giustizia.
  Vorrei ricordare ai colleghi del Movimento 5 Stelle, che le uniche proposte in quota opposizione, tra l'altro, portate con voti e votate dall'Aula provengono proprio dalla Commissione giustizia e sono quelle del Movimento 5 Stelle: ne ricorderei una soltanto, quella della class action e l'altra che abbiamo in discussione. Quindi, io con riferimento ai soprusi, rimando al mittente e chiedo anche a titolo personale che questo atteggiamento...

  PRESIDENTE. Onorevole Ferranti, a titolo personale si parla alla fine della seduta. Se lei parla per fatto personale ...

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Parlo per fatto personale...

  PRESIDENTE. Allora usiamo gli argomenti...

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Per fatto personale, Presidente, che vengano compiuti soprusi dalla mia presidenza è un fatto falso; falso e, quindi, rivendico il ruolo di massima garanzia e rispetto delle regole che c’è nella mia Commissione (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Seconda cosa...

  PRESIDENTE. Per favore colleghi, onorevole Crippa, la presidente Ferranti sta intervenendo per i suoi cinque minuti. Come lei ha notato non sono entrato in molti interventi che non erano ovviamente particolarmente attinenti all'argomento perché, se consentito, onorevole Crippa, la Presidenza sta cercando di mantenere una flessibilità utile al buon andamento di un dibattito importante. Vi pregherei tutti di aiutarmi e di consentire all'onorevole Ferranti di concludere il suo intervento.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Concludo subito, Presidente, rappresentando un altro dato oggettivo che mi sembra importante che l'Aula conosca vale a dire il fatto che noi abbiamo mandato il testo per i pareri alle Commissioni il 29 ottobre, quindi il giovedì successivo dopo il voto e la chiusura dell'esame degli emendamenti, e il parere è stato votato il 5 novembre. Quindi da parte della Commissione giustizia c’è stata anzi la volontà di dare almeno qualche giorno in più, una settimana, rispetto invece all'uso che normalmente anche i pareri delle Commissioni molte volte vengono espressi il giorno avanti. Abbiamo fatto tutto questo proprio per consentire ai colleghi delle altre Commissioni, conoscendo la complessità del testo, di avere la possibilità di ragionare sul testo e anche l'individuazione cronologica degli articoli come sono stati inviati è stata una richiesta tra l'altro avanzata dal MoVimento 5 Stelle a cui ho aderito proprio per consentire una migliore lettura del testo da parte di tutte le Commissioni che ringrazio ancora, compresi i presidenti ovviamente, per avere espresso i pareri nei tempi necessari. Grazie ancora.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. A parte una doverosa parola di solidarietà verso l'onorevole Ferranti di cui tutti conosciamo l'impegno e l'abnegazione Pag. 45professionale nel suo lavoro precedente e l'impegno nei suoi compiti di adesso, vorrei suggerire ai colleghi di fare una riflessione: quando la Commissione giustizia ha formulato le sue considerazioni immagino – non c'ero – ma immagino che fosse ancora sul tappeto la questione della dotazione del Fondo. Non vi viene in mente che per un insieme di imprese, come quello che è gestito da questa Agenzia, 7 milioni di euro sono una cifra meramente simbolica e sono chiaramente insufficienti per affrontare i problemi che vanno affrontati ? Quindi dare la possibilità dell'accesso al Fondo più grande è semplicemente un modo per tentare di rimediare al fatto che non siamo in grado di dare una dotazione autonoma adeguata a questo Fondo. Vi immaginate – vorrei chiedere e domandate a quelli di voi, ad uno dei colleghi che fa l'imprenditore – con 7 milioni di euro gestire la ristrutturazione di non so quante aziende, nell'ordine di centinaia di aziende, per un fatturato complessivo che non conosco ma che immagino di centinaia di milioni di euro, forse vicino ad un miliardo di euro: cosa fate con 7 milioni di euro ? Dare la possibilità di accesso ad un altro Fondo, che comunque non sarà sufficiente se non potranno utilizzarlo in misura adeguata, perlomeno dà la possibilità di fare qualcosa di più. Perché non discutiamo di queste cose invece di impantanarci su interventi sanguinolenti che, invece di affrontare le questioni vere, immaginano chissà quali dietrologie e si scagliano contro i fantasmi o i mulini a vento ? Io sono un ammiratore di Don Chisciotte ma non nelle aule parlamentari !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 15, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Pilozzi... Kronbichler... Vico... Scuvera...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  309   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato  231    
    Hanno votato no   78.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (I deputati Buttiglione, Tancredi e Manfredi hanno segnalato che non sono riusciti a esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 16 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 16 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie Presidente, sugli emendamenti Sarti 16.1 e 16.2 e Nuti 16.3 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sul subemendamento Nuti 0.16.4.1 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.
  Sull'emendamento Ermini 16.4 il parere è favorevole. Sugli emendamenti Sarti 16.5 e 16.10, Nuti 16.6, 16.7, 16.8 e 16.9 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, i pareri del Governo sono tutti conformi a quelli espressi dal relatore.

  PRESIDENTE. Vogliamo dare il parere anche sui due articoli aggiuntivi, già che ci siamo ? Relatore, abbiamo gli articoli aggiuntivi Nuti 16.01 e 16.02.

Pag. 46

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Sugli articoli aggiuntivi Nuti 16.01 e 16.02 la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie Presidente, i pareri sono conformi a quelli espressi dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 16.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Schirò, Martella...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  387   
   Votanti  364   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no  293.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Realacci ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 16.2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Dichiaro il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

  DAVIDE CRIPPA. Grazie Presidente, cercando di ristabilire un minimo di verità, vorrei leggere lo stenografico della X Commissione, del presidente Guglielmo Epifani che, iniziando il provvedimento alle 19,45 del mercoledì sera, dopo un dibattito, dice: ricordo ai colleghi che l'inizio della discussione sulle linee generali del provvedimento in Assemblea è fissato per lunedì prossimo, 9 novembre, che la Commissione giustizia deve concludere i suoi lavori entro domani mattina, e propone, quindi, di rinviare l'espressione del parere a una seduta da fissare alle ore 8,30 di domani, cioè giovedì mattina, al fine di potere svolgere gli opportuni approfondimenti.
  Colgo anche il capogruppo PD che dice: sottolineo l'importanza che di fatto si esprima un parere ragionato, benché non esaustivo, di tutte le problematiche che si sarebbero potute affrontare avendo a disposizione tempi di discussione più ragionevoli, su di un provvedimento assai complesso e che merita senza dubbio un'ulteriore riflessione. Quindi, presidente Ferranti, quello che lei ha annunciato poco fa è falso; quello che noi stiamo dicendo è che ci avete contingentato i tempi, ad esempio, nella X Commissione, con meno di 12 ore di analisi del provvedimento. Quindi quello che noi diciamo è circostanziato e supportato dai verbali e dagli stenografici di Commissione. Il resto sono solo chiacchiere, le vostre.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 16.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Pastorino, Gigli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  383   
   Votanti  363   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  288.    

Pag. 47

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 16.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Greco, Gigli.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  388   
   Votanti  366   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  292.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.16.4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Greco, Folino, Di Lello, Piccoli Nardelli, Sannicandro, Cassano, Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  391   
   Votanti  372   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 16.4, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi che non riescono a votare ? Malisani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  396   
   Votanti  352   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  263    
    Hanno votato no   89.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 16.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi è che non riesce a votare ? Mucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  399   
   Votanti  358   
   Astenuti   41   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   89    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 16.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Pilozzi, Gigli, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  393   
   Votanti  351   
   Astenuti   42   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  270.    

Pag. 48

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 16.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Tancredi, Carfagna, Occhiuto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  398   
   Votanti  381   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  276.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 16.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, siamo favorevoli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti.
  Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, con questa legge vengono creati dei tavoli provinciali che noi riteniamo inutili. A cosa servono ? Servono a dare un parere non vincolante sulla destinazione delle aziende sequestrate e confiscate alla mafia. Con gli emendamenti che abbiamo appena votato e un emendamento che è stato approvato in Commissione, avete inserito in questi tavoli provinciali un membro della giunta regionale, e avete negato, bocciando la nostra proposta che invece ne facesse parte un rappresentante della DIA, Direzione investigativa antimafia: questo è il modo in cui intendete combattere la mafia, escludendo la Direzione investigativa antimafia da questi tavoli.
  Fermo restando che per noi sono inutili, è uno strumento che complica ulteriormente la normativa, abbiamo chiesto e chiediamo con questo emendamento trasparenza. Diciamo: questi tavoli possono avere una diretta streaming per vedere cosa accade, o dobbiamo accettare che questi tavoli rimangano privati, segreti e che possano diventare uno strumento per spartirsi l'azienda sequestrata ? Quindi stiamo semplicemente chiedendo trasparenza, vogliamo che ci sia la possibilità almeno di una diretta streaming. Nel precedente emendamento avete anche bocciato la possibilità di un verbale, la pubblicazione di un verbale di questi tavoli provinciali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti.
  Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, trasparenza e pubblicità: questo si chiede ! Dato che questo organo ulteriore, questa possibilità che viene data per noi è piuttosto inutile, perché ingolfa ulteriormente il sistema – avremo un comitato consultivo dentro l'agenzia di cui parleremo dopo, abbiamo questi tavoli permanenti provinciali cui partecipano tantissimi soggetti che danno pareri non vincolanti, abbiamo tutto il resto delle modalità create fino ad ora per la gestione delle aziende e dei beni immobili –, noi almeno vorremmo che questi tavoli a cui partecipano le associazioni antimafia e tanti altri soggetti che poi queste aziende le andranno probabilmente a gestire, almeno che ci siano delle dirette, per capire che cosa si dice all'interno di questi tavoli ! Altrimenti significherebbe poter dire che ci si spartiscono i beni dentro questi tavoli senza nemmeno la possibilità di conoscere che proposte vengono avanzate per la gestione di queste aziende. Questo stiamo chiedendo ! Non capiamo veramente anche Pag. 49qui perché ci debba essere sempre parere negativo, perché ci dobbiate bocciare anche degli emendamenti così condivisibili.
  Un'ultima cosa, e sarò brevissima: perché noi ci stiamo indignando in questo modo su questo provvedimento ? Perché anche dal punto di vista procedurale noi non abbiamo il tempo di spiegare i nostri emendamenti ! Non abbiamo il tempo perché questo provvedimento è contingentato ! Contingentato significa che noi avevamo inizialmente un'ora per spiegare i nostri emendamenti, e quindi abbiamo interventi da un minutino per far capire all'Aula l'importanza delle cose che stiamo dicendo. Questo è per noi violare le prerogative e i diritti delle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, al di là dell'utilità di questo organo, che lascia il tempo che trova, nel senso che qui si parla di voler allargare le decisioni a più persone possibili, cercare di aprire le istituzioni: le istituzioni non si aprono in questo modo, perché così secondo me si getta soltanto confusione tra i cittadini, perché non si capisce più chi è responsabile di quella data scelta, se ci sono un sacco di organi decisionali o di direzione, di indirizzo.
  Le istituzioni si aprono facendo vedere quello che accade al loro interno a tutti i cittadini. Con questo emendamento noi chiediamo molto semplicemente che ci sia la diretta di queste riunioni. È trasparenza ! La Presidente Boldrini, nel suo discorso in Aula, parlò di «casa di vetro», giusto per dirne una: sembra che sia un tema caro a tutti. Bene, che lo sia davvero: non solo in quest'Aula, a parole, ma che lo sia nei fatti, con i voti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Grazie, Presidente. È davvero imbarazzante come molti colleghi sopportino malvolentieri gli interventi del MoVimento 5 Stelle. Evidentemente non riescono a concepire che anche altri colleghi che non fanno parte della Commissione di merito abbiano voglia di collaborare sul tema e di studiarlo.
  Questo è un emendamento che chiede trasparenza, proprio perché nell'ambito di questo tavolo provinciale, si può ulteriormente complicare la gestione e la concessione di questi beni; è stata creata apposta l'agenzia per fare questo lavoro, quindi non si capisce per quale motivo ci debba essere un ulteriore tavolo.
  Sarebbe, quindi, il caso che vi fosse un verbale trasparente in modo che tutti possano avere accesso ai lavori di questo tavolo ed evitare conflitti di interesse che potrebbero verificarsi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 16.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e su cui la V Commissione (Bilancio) ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Turco..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  359   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  280    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 16.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 50

  Lainati, Marzano, Taricco, Vacca, Vignaroli, Fraccaro..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  356   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  280    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 16.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Piccoli Nardelli, Covello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  365   
   Votanti  355   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no  259    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 16, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Adornato, Fanucci, Garavini, Luigi Gallo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  338   
   Astenuti   34   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  255    
    Hanno votato no   83    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Dell'Orco ha segnalato che ha espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimere voto contrario; il deputato Melilla ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Nuti 16.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Dichiaro il voto favorevole del gruppo del Movimento 5 stelle.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti.
  Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Faccio notare che, nel precedente emendamento, avete bocciato questa proposta: gli imprenditori che possono affiancare gli amministratori giudiziari non dovevano essere condannati o familiari della persona sottoposta alle misure di prevenzione, quindi i familiari del boss.
  Avete bocciato questa proposta, ma siccome non leggete e non vi rendete conto, questo è il risultato.
  Invece, questo articolo aggiuntivo, l'articolo aggiuntivo a mia firma 16.01, è molto importante perché mette un tetto al compenso che possono avere gli amministratori giudiziari per ogni incarico fino a un tetto massimo di 240 mila euro.
  Presidente, avevamo amministratori giudiziari fino a ieri che prendevano 7 milioni di euro come il signor Cappellano Seminara. Ora, sicuramente il Ministero ha rifatto una nuova tabella per gli importi, ma rimane il fatto che queste cifre sono inaccettabili. Quindi, chiediamo di inserire un tetto che comunque non possa superare i 240 mila euro.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nesci. Ne ha facoltà.

Pag. 51

  DALILA NESCI. Prima, i colleghi della Commissione giustizia hanno inteso precisare che i dipendenti che possono iscriversi all'albo come amministratori giudiziari, dipendenti di Invitalia non avrebbero preso ulteriori emolumenti e quindi ulteriori stipendi; ci hanno tenuto a precisare questa cosa.
  Ebbene, allora perché non approvare questo articolo aggiuntivo che prevede un tetto allo stipendio dell'amministratore giudiziario che non superi quindi 240 mila euro ? Questo va assolutamente in linea con le vostre affermazioni di poco fa e con i vostri intenti, quindi sarebbe da parte vostra opportuno e soprattutto coerente approvare questo articolo aggiuntivo. Invito quindi il relatore a cambiare parere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nuti 16.01, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Mannino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  358   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato  129    
    Hanno votato no  229    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Nardi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Nuti 16.02, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  371   
   Votanti  357   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato   72    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Dadone ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 17 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 17 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sui subemendamenti Sarti 0.17.1.1 e Nuti 0.17.1.2. La Commissione esprime parere favorevole sugli emendamenti Ermini 17.1 e Bindi 17.2, mentre formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Nuti 17.3. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ermini 17.6.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Pag. 52Sarti 0.17.1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Di Salvo, Gigli, Luciana Agostini, Fanucci, Tidei, Giampaolo Galli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  373   
   Votanti  366   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato   70    
    Hanno votato no  296.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.17.1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi. Onorevole Castelli, l'aspettiamo. Manfredi. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  366   
   Votanti  352   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato   65    
    Hanno votato no  287.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 17.1, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Dieni, Mannino. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  281   
   Astenuti   96   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato  266    
    Hanno votato no  15.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  L'emendamento Bindi 17.2 è precluso dall'approvazione dell'emendamento Ermini 17.1.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 17.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giuliani. Ci siamo ? Ci sono colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  358   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 17.6, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan. Altri, oltre all'onorevole Zan ? Kronbichler. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  334   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato  332    
    Hanno votato no   2.    

Pag. 53

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 17, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Micillo. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  372   
   Votanti  274   
   Astenuti   98   
   Maggioranza  138   
    Hanno votato  272    
    Hanno votato no   2.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Colleghi, se non ci sono obiezioni, io interromperei a questo punto i lavori, che riprenderanno alle 15 con il question time e poi alle 16 con il prosieguo dell'esame di questo provvedimento.
  La seduta è sospesa.

  La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO

Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di interrogazioni a risposta immediata, alle quali risponderanno il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro dell'interno e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti.

(Chiarimenti in merito alla concessione del patrocinio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare alla decima edizione del Nimby forum – n. 3-01833)

  PRESIDENTE. Il deputato Girgis Giorgio Sorial ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01833, concernente chiarimenti in merito alla concessione del patrocinio del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare alla decima edizione del Nimby forum (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente. Governo, lobby e informazione a braccetto per tutelare gli interessi di pochi a discapito del benessere di molti: questa frase dovrebbe essere incisa alla porta di ogni singolo Ministero di questo Governo e della Presidenza del Consiglio, che patrocina il forum Nimby per la presentazione del suo rapporto.
  Cos’è il forum Nimby ? È un progetto delle maggiori lobby energetiche e infrastrutturali italiane, con l'obiettivo di individuare le metodologie per gestire e ridurre le opposizioni territoriali ambientali; insomma, per bloccare le voci dei comitati e delle associazioni dei cittadini, per zittire tutti coloro che manifestano e fanno perdere tempo a grossi gruppi lobbistici, al soldo di gruppi di costruttori, da cui questo Governo è sostenuto.
  Allora, noi chiediamo al Ministero perché, Ministro, voi avete dato il patrocinio dello Stato, del Ministero e della Presidenza del Consiglio a questo forum. Cosa fa il Governo ? Ha demandato i compiti di monitoraggio e controllo a un'associazione ? Perché voi permettete che vengano zittite tutte queste voci, che, in realtà, avrebbero l'interesse, come dovrebbe avere l'interesse il Ministero dell'ambiente, di tutelare l'ambiente, il mare e il nostro territorio ?

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Gian Luca Galletti, ha facoltà di rispondere per tre minuti.

Pag. 54

  GIAN LUCA GALLETTI, Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Grazie, signor Presidente. Ringrazio anche l'interrogante per darci l'opportunità di rispondere a questo importante quesito. Credo che il Nimby forum svolga un lavoro culturale utile, nell'ottica di coniugare lo sviluppo e la competitività del nostro sistema con la difesa dell'ambiente e delle risorse naturali. Questa è la ragione per cui il Ministero dell'ambiente ha dato, anche quest'anno, al Nimby forum, giunto alla decima edizione, uno dei circa 200 patrocini a titolo gratuito, concessi ogni anno.
  La richiesta è stata vagliata naturalmente dagli uffici, che sono stati confortati dal constatare che analoga positiva valutazione dell'iniziativa sia stata fatta negli anni anche dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, dal Ministero dello sviluppo economico, dal Ministero delle infrastrutture, dalla regione Lazio, dalla regione Lombardia, dalla regione Piemonte, dalla provincia di Torino, dalla comunità bassa Val di Susa, dalla provincia di Roma, dal comune di Roma, dalla provincia di Milano, dalla Camera di commercio di Milano, dall'Unioncamere e anche da associazioni ambientaliste, non penso note come amici dei lobbisti antiambientalisti, Legambiente e Amici della Terra.
  Tra le principali finalità del forum c’è quella di fornire un contributo al dibattito, dando spazio a tutte le voci (istituzioni nazionali e locali, aziende, associazioni ambientaliste), in maniera trasparente, sul web, sulla delicata questione degli insediamenti produttivi ed infrastrutturali di particolare interesse per l'intera comunità nazionale, che sono potenzialmente in grado di incidere in maniera sensibile sulle realtà locali.
  Sono convinto che la risposta alla sindrome nimby sia proprio l'approccio scientifico, la piena conoscenza e un confronto aperto e plurale, da parte delle popolazioni interessate, sui progetti che riguardano il loro territorio. Ciò che non dovrebbe accadere, ma purtroppo nel nostro Paese spesso accade, è che alle valutazioni scientifiche si sostituiscono atteggiamenti demagogici, allarmisti a prescindere e, in definitiva, egoismi cavalcati da chi ritiene di poter avere un ritorno in termini di consenso da un «no» a prescindere, gridato nelle piazze e sui media.
  Sono convinto che il coinvolgimento delle istituzioni rappresentative delle autonomie territoriali rappresenta un passaggio procedurale irrinunciabile per la corretta adozione delle decisioni. Allo stesso modo, un dibattito che coinvolga le espressioni associative della comunità, rappresenta un passaggio irrinunciabile per la democrazia. È importante, però, che questi passaggi essenziali avvengano senza atteggiamenti pregiudiziali, che in questi anni non sono mancati, se è vero, come tutti sappiamo, che non vi è stato un progetto di opera pubblica, dalla più piccola alla più grande, che non sia stato accusato, negli ultimi vent'anni, di essere un tentativo di devastazione criminale del territorio.
  Il Ministero dell'ambiente, attraverso la commissione VIA, valuta con assoluta serietà e rigore l'impatto delle opere di interesse pubblico, assicurando il rispetto di ogni prerogativa ambientale, e sentiamo fino in fondo il nostro ruolo di garanzia primaria dei cittadini e del territorio.

  PRESIDENTE. Il deputato Sorial ha facoltà di replicare per due minuti.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. La questione è molto semplice: non esistono sindromi nimby quando parliamo di inceneritori e trivelle. Se avete semplicemente deciso di cambiare il nome del Ministero da Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare in Ministero della tutela degli interessi di lobbisti, costruttori, cementifici, trivelle e inceneritori, basta semplicemente dirlo. Il Ministero dà il patrocinio a un evento e la Camera apre le proprie porte per ospitare un evento che è l'organizzazione di alcune lobby, grosse lobby italiane, che vogliono zittire la voce dei cittadini.
  Ministro, se, per ogni trivella che voi avete permesso, per ogni inceneritore che voi avete permesso in questo Paese, aveste Pag. 55dedicato metà del tempo e dell'impegno che avete dedicato per favorire le lobby e che questo Governo dedica per favorire le lobby, probabilmente non avremmo in Italia una delle incidenze tumorali più alte vicino agli inceneritori. Se aveste fatto ciò, non avremmo, probabilmente, uno dei mari che continua a essere tra i più inquinati in giro, e ogni mese, ad ogni stagione estiva, vi sono dei dati allarmanti.
  Ma voi continuate a preferire le lobby ai cittadini, continuate a preferire gli interessi di pochi a discapito del benessere di tutti i cittadini italiani. Non sono soddisfatto, ma era chiaro che non sono soddisfatto, né di questo Ministero né della sua risposta, ma sono, oltretutto, indignato, perché avete permesso a queste lobby di riunirsi qui, presso la Camera dei deputati, e fare il loro sporco interesse a discapito dei cittadini.

(Elementi ed iniziative in ordine ai rischi di ingresso nel territorio nazionale di terroristi islamici in relazione all'emergenza sbarchi – n. 3-01834)

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi ha facoltà di illustrare l'interrogazione Fedriga ed altri n. 3-01834, concernente elementi ed iniziative in ordine ai rischi di ingresso nel territorio nazionale di terroristi islamici in relazione all'emergenza sbarchi (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Ministro, un presunto profugo tunisino, arrivato a Lampedusa sui barconi, si è poi rivelato un pericoloso criminale, già condannato a sette anni di carcere e già rispedito in Tunisia nel 2007. È stato punto di riferimento nel reclutamento di cellule jihadiste. Come se non bastasse questo, vi è un altro episodio di un cittadino pakistano, anch'egli arrivato con i barconi, arrestato nel mantovano per propaganda sul web finalizzata al reclutamento di aspiranti terroristi.
  Questi sono solo gli ultimi due episodi di una lunga serie, della quale l'opinione pubblica è tenuta puntualmente all'oscuro. Volevamo chiederle se non le sembra il caso di intervenire in maniera diretta oppure se, come è stato fatto fino adesso da lei e dal suo Governo, il problema viene ignorato.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Il cittadino tunisino a cui fa riferimento il collega interrogante è stato arrestato, condannato, ha scontato la sua pena, è stato espulso dopo avere scontato la pena, è rientrato e noi lo abbiamo arrestato di nuovo e lo abbiamo espulso: così funziona l'Italia. Per quanto, invece, riguarda un altro caso, e cioè quello del cittadino pakistano arrestato a Mantova qualche settimana fa, aggiungo che è stata contestata a questo cittadino la specifica aggravante dell'istigazione, che abbiamo introdotto con il decreto antiterrorismo proprio noi e che ha, come aggravante, colpito più severamente le attività di proselitismo poste in essere anche attraverso il web.
  La nostra strategia contro il terrorismo parte da un presupposto: nessun Paese è a rischio zero. Noi non abbiamo mai escluso il rischio del verificarsi di un evento negativo, come, purtroppo, nella drammatica cronologia del terrore in tutto il mondo, abbiamo potuto vedere che si è verificato; al tempo stesso, non abbiamo segnali precisi di una minaccia terroristica.
  Sul nesso tra l'immigrazione, i barconi e il terrorismo jihadista, mi sono soffermato proprio nell'informativa tenuta nei due rami del Parlamento lo scorso anno, ribadendo che nessuno può considerarsi immune dalla minaccia e che sarebbe controintuitivo, considerate le dimensioni del fenomeno migratorio, escludere a priori l'esposizione del Paese a questa forma di rischio. Intanto abbiamo lavorato sodo. Il nostro Comitato di analisi strategica antiterrorismo si è riunito una volta Pag. 56alla settimana, abbiamo effettuato decine di espulsioni di soggetti che si sono radicalizzati e abbiamo fatto una normativa antiterrorismo molto efficace che ha già trovato applicazione. Abbiamo fatto un gesto molto importante: abbiamo espulso degli imam, e lo abbiamo fatto in quattro casi, spiegando che, nel nostro Paese, si può liberamente pregare, ma non si può aizzare, non si può inneggiare all'odio e alla violenza spesso antisemita. Poi, abbiamo separato chi prega da chi spara. Chi prega ha diritto di pregare, perché il nostro è uno Stato che prevede nella propria Costituzione il diritto di culto, chi spara va punito e non va fatto solidarizzare con chi prega. Abbiamo avviato, quindi, un dialogo anche con le comunità islamiche, chiedendo loro di prendere posizione da parte dello Stato. Il risultato è stato che fin qui l’intelligence, la prevenzione, la nostra strategia ha funzionato e non abbiamo dovuto versare lacrime che in altri Paesi d'Europa hanno già versato.

  PRESIDENTE. Il deputato Borghesi, ha facoltà di replicare, per due minuti.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. È evidente che la risposta del Ministro non ci soddisfa ed è altamente insufficiente. La verità vera è che qui non c’è nulla che funzioni e che questa politica di questo Governo è assolutamente fallimentare. Negli ultimi due anni, sono stati centinaia di migliaia gli immigrati clandestini che sono arrivati sulle nostre coste e, a distanza di due anni, non si è ancora riusciti a capire se sono clandestini, se sono realmente profughi oppure, come in questo caso, se sono dei terroristi. Non sono stati dati degli strumenti adeguati alle forze dell'ordine che sono state lasciate sole e sono letteralmente allo sbando di questo fenomeno migratorio. La politica di questo Governo si è dimostrata fallimentare, al di là di quello che ci è venuto a raccontare qui, oggi, il Ministro. Non si ha più notizia degli accordi che sono state presi con l'Europa per i 40 mila migranti che dovevano essere trasferiti. Non si ha più notizia di tante e tante cose, come, alla fine, dove e in che maniera verranno gestiti i profughi che sono tutt'oggi sul nostro territorio e che non sono ancora stati riconosciuti come tali e che, quindi, sono dei clandestini che vengono lasciati in alberghi a quattro stelle, a 35 euro al giorno, che fanno ricorso intasando i nostri tribunali. Quindi, ci sono tante e tante inefficienze che dimostrano una politica assolutamente fallimentare di questo Governo.
   Ministro, ci reputiamo assolutamente insoddisfatti di quello che ci ha detto, anzi la invitiamo a prendere atto di questo suo fallimento e a dare le sue dimissioni.

(Iniziative per garantire la sicurezza dei pellegrini e dei turisti in occasione del Giubileo straordinario della misericordia – n. 3-01835)

  PRESIDENTE. Il deputato Abrignani ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01835, concernente iniziative per garantire la sicurezza dei pellegrini e dei turisti in occasione del Giubileo straordinario della misericordia (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Grazie, Presidente. Signor Ministro, il prossimo 8 dicembre inizia il Giubileo straordinario della misericordia che durerà – le ricordo – fino al 20 novembre del 2016. Nel Giubileo del 2000 arrivarono a Roma circa 25 milioni di persone. Secondo un rapporto Censis, ne sono previste 33 milioni. L'Isis ha più volte citato Roma e, addirittura, in un manuale di qualche tempo fa, ha detto che, in sette mesi, avrebbe preso Roma. Ha attaccato la Francia, il Belgio, la Tunisia, la Turchia e non ultimo l'Egitto con il danno su quell'aereo che abbiamo incredibilmente visto.
  Non si può parlare di modello Expo, perché l'Expo era in una zona circoscritta, in una zona piccola (ricordo che Roma è circa 11 volte Milano). Bisogna pensare a qualcos'altro.Pag. 57
  Allora, le chiediamo, signor Ministro, quali sono le iniziative che lei e il suo Governo intendete prendere per la sicurezza dei turisti, dei pellegrini, e soprattutto dei cittadini romani, lungo questo lungo anno del Giubileo della misericordia che ci apprestiamo a vivere.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Angelino Alfano, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie, onorevole Abrignani, la ringrazio per la sua domanda. Al tema della sicurezza riguardante il Giubileo abbiamo dedicato un comitato nazionale che abbiamo tenuto e presieduto il 3 novembre scorso al Viminale. Iniziative concrete, strategie ben precise per fare sì che il Giubileo possa essere una grande occasione spirituale per tutti i fedeli e per tutti i pellegrini che verranno a Roma e, al tempo stesso, possa essere una occasione nuova per questa splendida nostra capitale d'Italia, che deve vivere con il massimo della sicurezza questo grande evento.
  La nostra strategia non è militarizzare Roma. Si tratta di rendere Roma sicura, certamente, e ancora più sicura in quanto dobbiamo pensare che il Giubileo è un'occasione straordinaria, ma senza militarizzarla. C’è la dimensione del rischio terrorismo che noi stiamo valutando, perché troppe volte il sedicente califfo e la sua organizzazione terroristica hanno fatto riferimento a Roma, hanno fatto riferimento al Vaticano e hanno fatto riferimento alla simbologia cristiana nel rappresentare il tema della loro minaccia. Ecco perché, in sinergia, tutte le nostre attività e tutte le nostre forze di intelligence e dell'antiterrorismo delle forze di polizia si stanno muovendo in modo coordinato.
  Ecco perché noi vogliamo fare alcune scelte concrete. La prima: oltre mille uomini in più che presidieranno questo territorio e che si aggiungeranno ai 24 mila uomini e donne in divisa che già presidiano il territorio di Roma e provincia. Abbiamo anche dato una direttiva generale a prefetti e questori sul piano nazionale. Infatti, come certamente lei saprà e come tutti sanno, il Papa, il Santo Padre, ha in un qualche modo decentrato il Giubileo, per cui abbiamo assunto delle iniziative anche in riferimento a quelle prefetture e a quelle questure che saranno chiamate a presidiare i luoghi decentrati (Foggia, per dire, per San Giovanni Rotondo) con un'azione, quindi, anche distribuita sul territorio. A Roma faremo il 112 come numero unico di emergenza e faremo un lavoro che, pur non essendo paragonabile a quello di Expo, vuole almeno imitarne il risultato: Expo è stato un modello di sicurezza, lo sarà anche il Giubileo.

  PRESIDENTE. Il deputato Abrignani ha facoltà di replicare, per due minuti.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, signor Ministro, vedo con interesse e con soddisfazione che il suo Ministero si sta impegnando in maniera fattiva a cercare di affrontare questo difficile compito, che è quello di preservare la nostra città e, come ha detto lei, non solo, ma tutte le città di culto italiane, che probabilmente saranno oggetto di visita da parte dei turisti, a cominciare appunto da San Giovanni Rotondo, ma non solo.
  Allora in questo io penso che il suo Governo e il suo Dicastero in particolare, oltre indubbiamente a interessarsi all'aumento dei poliziotti e dei presidi, debbano fare una grande opera di intelligence preventiva. È solo quella – io ritengo – la possibilità che noi abbiamo e che fino ad oggi io ritengo abbia dato dei buoni risultati nel nostro Paese sotto il profilo dell'intercettazione di terroristi e, per così dire, di soggetti che potevano essere a rischio. Molto meglio in queste situazioni mandare via chi magari poteva anche non essere pienamente colpevole, ma, di fronte al rischio, bisogna fare questo lavoro.
  Allora ritengo che l'indicazione che ha dato l'altro giorno anche il direttore Massolo, su quella che è l'operazione di intelligence che deve essere assolutamente eseguita nel nostro territorio, debba essere presa a esempio. Ritengo che soltanto Pag. 58questa, ovvero un'opera di prevenzione, un'opera in qualche modo volta a evitare in tutti i modi che questi terroristi possano entrare in Italia, cercando di intercettarli addirittura là dove stanno per arrivare, possa essere quello che in qualche modo può essere il valore aggiunto rispetto a un modello. Per carità, voglio dire che quello dell'Expo è stato sicuramente funzionante, ma non può essere replicato per il Giubileo, proprio per i motivi che le dicevo. Ecco, io ritengo che sia questa l'opera principale a cui bisogna dedicarsi da qui fino al 20 novembre, ovvero un'opera di prevenzione e di intelligence per evitare che questi entrino anche semplicemente come turisti in Italia (Applausi dei deputati dei gruppi Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-MovimentoAssociativo Italiani all'Estero e Area Popolare (NCD-UDC)).

(Iniziative di competenza per chiarire la corretta interpretazione del comma 3 dell'articolo 149 del codice di procedura civile in materia di notificazione a mezzo del servizio postale – n. 3-01836)

  PRESIDENTE. Il presidente Lupi ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01836, concernente iniziative di competenza per chiarire la corretta interpretazione del comma 3 dell'articolo 149 del codice di procedura civile in materia di notificazione a mezzo del servizio postale (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MAURIZIO LUPI. Grazie, signor Presidente. Signor Ministro, l'interrogazione che il gruppo di Area Popolare le rivolge è molto semplice e riguarda non solo il cittadino che ci ha segnalato questo caso, ma credo milioni di cittadini italiani.
  Lei, come me, sa che questo Parlamento ha convertito un decreto-legge presentato dal Governo che prevede la possibilità, per chi paga la multa entro cinque giorni dalla notifica, di avere una riduzione della multa del 30 per cento. Ebbene, molti comuni hanno visto in questo provvedimento una riduzione delle entrate e hanno cercato di fare il possibile e l'impossibile perché non si applicasse.
  C’è stata segnalata la notizia da parte di un cittadino milanese secondo la quale il comune di Milano avrebbe detto al cittadino stesso che il giorno di notifica – ho concluso – si calcola non dal giorno in cui il cittadino riceve la multa a casa sua dall'ufficio postale, ma dal giorno in cui il comune ha inviato all'ufficio postale la notifica della multa.
  È evidente che si tratta di un aggiramento della legge ma noi vogliamo parole chiare da parte del Ministero dell'interno che, con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha collaborato ad emanare questo provvedimento che è molto utile per i cittadini italiani.

  PRESIDENTE. Il Ministro dell'interno, Alfano, ha facoltà di rispondere.

  ANGELINO ALFANO, Ministro dell'interno. Grazie, onorevole Lupi, dalle sue parole emerge chiara la finalità della norma. Quest'ultima ha come principio il fatto di affermare che le multe non servono per fare cassa ma servono per segnalare un'infrazione e per indurre il trasgressore a non ripeterla. Al tempo stesso, le multe non sono una tassa aggiuntiva, non servono a fare cassa; non sono una tassa aggiuntiva e non sono certamente la strada per rimediare a qualche disavanzo del bilancio o dei bilanci comunali.
  Se questa è la premessa che lei ha ribadito come base che dà senso alla norma, la conseguenza è che occorre incentivare non solo la conoscenza di questa possibilità da parte del cittadino trasgressore che riceve la multa e, quindi, può ottenere lo sconto del 30 per cento, ma anche la sua effettiva applicazione.
  Secondo i nostri dati, a Milano, è il 35 per cento la quota dei trasgressori che hanno potuto giovarsi di questo beneficio. È una quota che certamente non è irrisoria, è una percentuale che dice che lo strumento è stato attivato dai cittadini ma che si può fare ancora molto di più.Pag. 59
  Proprio per dare questa certezza nei confronti del destinatario dell'accertamento, il termine di cinque giorni per eseguire il pagamento con lo sconto del 30 per cento decorre sempre dal momento in cui ha effettivamente avuto conoscenza legale dell'atto; ciò non per un atto di buonismo del sottoscritto o del singolo comune, ma in omaggio al principio sancito dalla Corte costituzionale, non ora ma già tredici anni fa, della scissione degli effetti della notifica la cui tempestività va valutata con riguardo alla data di invio per il mittente e con riguardo alla data di ricezione per il destinatario. Questo è il principio stabilito dalla Corte costituzionale che si applica anche in questo caso.
  Comunque, ad ogni buon conto, abbiamo deciso di chiedere alla prefettura di Milano di avviare contatti con l'amministrazione comunale di Milano, con l'amministrazione ambrosiana, per valutare la eventuale necessità di iniziative chiarificatrici di tutto quello che ho appena ribadito in quest'Aula.

  PRESIDENTE. Il deputato Lupi ha facoltà di replicare.

  MAURIZIO LUPI. Grazie signor Ministro, siamo assolutamente soddisfatti della sua risposta. La prima notizia è una notizia importante e chiara e ribadisce il fatto che i cinque giorni decorrono dal momento in cui il cittadino riceve a casa la notifica dell'atto di irrogazione della multa.
  La seconda notizia – a fianco a lei, signor Ministro dell'interno, è seduto il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Delrio – è una linea comune del Governo e credo di tutto il Parlamento che deve essere chiara a tutti i comuni d'Italia. Lo ha detto lei con molta forza nel suo intervento che le multe non sono uno strumento che i comuni hanno a disposizione per aumentare gli introiti e per sanare i deficit di bilancio. Le multe sono uno strumento per far rispettare il codice della strada. E come tale – mi dispiace: lo dico ai tanti assessori al bilancio che hanno protestato per questo provvedimento – l'ideale per un comune o per un Paese come il nostro (ovviamente la città ideale) sarebbe che le multe fossero zero perché vorrebbe dire che tutti i cittadini iniziano a rispettare le leggi.
  Il numero delle multe in aumento è una sconfitta, non è un successo. Eppure, invece vediamo tentativi da parte dei comuni di vessare l'automobilista, il cittadino, proprio nella speranza che commetta l'infrazione.

  PRESIDENTE. Concluda.

  MAURIZIO LUPI. È una logica diversa, e mi avvio a concludere, signor Presidente, e mi sembra che il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, rappresentato dal Ministro Delrio, e il Ministero dell'interno, da lei rappresentato, debbano andare avanti nella direzione della prevenzione, dell'educazione e della formazione, anche perché l'obiettivo della sicurezza stradale è uno degli obiettivi più importanti che noi ci dobbiamo porre, perché fa vittime, perché crea disagi sociali e perché è ovvio che un Paese in cui le leggi vengono rispettate e il cittadino torna ad essere protagonista è il Paese in cui noi vogliamo e dobbiamo vivere.
  Gli automobilisti, i cittadini devono collaborare a questo e mi sembra che la linea del Governo, da questo punto di vista, sia condivisa non solo dal nostro gruppo ma, credo, da tutto il Parlamento.

(Intendimenti del Governo in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, anche con riferimento alla problematica dell'eventuale stanziamento di risorse a copertura degli oneri derivanti da procedure di contenzioso – n. 3-01837)

  PRESIDENTE. La deputata Costantino ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01837, concernente intendimenti del Governo in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, anche con riferimento alla problematica dell'eventuale stanziamento di risorse a copertura degli oneri derivanti da procedure Pag. 60di contenzioso (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie signor Presidente, qualche giorno fa il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha dichiarato alla stampa, in un momento così delicato per la Calabria e la Sicilia, che il ponte sullo Stretto si farà e apprendiamo da un articolo apparso sull’Huffington Post, il 6 novembre scorso, che una fonte di Governo avrebbe detto a microfoni spenti: Renzi aveva di fronte due strade. O chiedere all'Anticorruzione di Cantone di andare a vedere come si è creato un immane debito per lo Stato o riaprire il dialogo con Salini.
  Il Presidente del Consiglio sembrerebbe aver scelto la seconda strada, senza, peraltro, coinvolgere il Parlamento in questa decisione. Allora oggi, signor Ministro, noi di Sinistra Italiana le chiediamo chiarezza una volta per tutte su quali azioni state attivando o vi apprestate ad attivare per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, compreso l'eventuale stanziamento di risorse a copertura delle penali per il mancato avvio del progetto.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, parto riportando le dichiarazioni del Presidente Renzi, al di là delle semplificazioni giornalistiche o delle interpretazioni. Il Presidente ha dichiarato, testualmente: prima di discutere sulla realizzazione del ponte sullo Stretto, sistemiamo l'acqua di Messina, i depuratori, le bonifiche, investiamo 2 miliardi in Sicilia per le strade e le ferrovie, portando l'alta velocità anche in Sicilia, investiamo su Reggio Calabria che è una città chiave per il Sud, finiamo anche la Salerno-Reggio Calabria, rendiamo i porti competitivi per il Mediterraneo e l'Europa, poi faremo anche il ponte. Queste sono le dichiarazioni del Presidente del Consiglio con cui c’è piena convergenza di vedute. Sono state elencate, giustamente, le priorità per il Sud ed è stata posta la valutazione del ponte sullo Stretto solo dopo che saranno vinte le sfide che abbiamo davanti.
  Queste sono oggi le priorità per il Mezzogiorno e quanto alla società Stretto di Messina questa, com’è noto, è stata posta in liquidazione con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, su proposta del Ministero dell'economia e delle finanze, come previsto dal decreto-legge n. 179 del 2012, e secondo l'articolo 34-decies del citato decreto-legge l'obbligo di indennizzo a definitiva e completa tacitazione del diritto di impresa comporta esclusivamente il riconoscimento di un indennizzo costituito dal pagamento delle prestazioni progettuali contrattualmente previste e direttamente eseguite, nonché dal pagamento di una ulteriore somma pari al 10 per cento dell'importo predetto.
  Come sapete, risulta pendente il contenzioso presso il tribunale civile di Roma, promosso nel 2013 dal contraente generale Eurolink e da Parsons Transportation Group, affidataria per l'attività di project management consultant, i quali hanno chiamato in causa la società Stretto di Messina, il MIT e la Presidenza del Consiglio dei ministri. Il contraente generale ha proposto in via preliminare una questione di legittimità comunitaria e costituzionale delle disposizioni normative e degli effetti risarcitori. Ci sono, quindi, delle cause in corso e risulta che all'udienza del 13 gennaio 2015 i due giudizi siano stati riuniti e in data 13 luglio 2015 il giudice, poi, abbia concesso ulteriori termini per il deposito di controdeduzioni e note di replica, fissando la successiva udienza a novembre.
  Quindi, risultando ancora pendente il contenzioso presso il tribunale civile di Roma promosso dal contraente generale che ha chiamato in causa la società Stretto di Messina, il MIT e la Presidenza del Consiglio dei ministri, ad oggi, non sono in grado di quantificare gli oneri che potrebbero derivare dall'esito di questo contenzioso.

Pag. 61

  PRESIDENTE. La deputata Celeste Costantino ha facoltà di replicare.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Ministro, noi non siamo soddisfatti di questa risposta, perché l'intervista l'abbiamo letta a fondo anche noi e abbiamo letto che il Presidente del Consiglio ha citato tutta una serie di misure da dover fare prima in Calabria e in Sicilia.
  Ma a noi non preoccupa il «prima» – anzi, sarebbe auspicabile che realmente venissero fatte tutte quelle opere che vengono elencate all'interno dell'intervista –, ci preoccupa il «poi» e «il durante», quello che sta avvenendo in questi mesi. Infatti, abbiamo raccolto una serie di materiali (abbiamo anche presentato numerose interrogazioni) in cui si continua ad essere poco chiari su come si interviene all'interno di questa vicenda.
  Voglio ricordare che proprio qualche mese fa è stata votata una mozione presentata dal Nuovo Centrodestra in cui venivano previste alcune infrastrutture ferroviarie proprio in relazione alla costruzione del ponte sullo Stretto. Non riusciamo a capire se effettivamente questo «poi» è posticipato a dopo che verranno fatte tutte le misure che vengono elencate, perché già da oggi il Parlamento è stato messo nelle condizioni di votare a maggioranza, grazie all'avallo del Governo, delle misure che fanno riferimento esattamente a quella grande opera.
  Tra l'altro, sulle penali a noi risultano numerose dichiarazioni, non ultima quella del Ministro Alfano, in cui si dice che rispetto a pagare le penali sarebbe preferibile costruire il ponte.
  Allora, vi chiediamo chi è che dice la verità, cioè chi in questo momento ha facoltà di dire esattamente come stanno le cose, perché abbiamo delle versioni diverse che vengono dal Presidente del Consiglio, dal Ministro Alfano, dal sottosegretario Nencini e da lei oggi in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

(Chiarimenti in ordine ai programmi del Governo in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, con particolare riferimento alla tempistica prevista – n. 3-01838)

  PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di illustrare l'interrogazione Rampelli ed altri n. 3-01838, concernente chiarimenti in ordine ai programmi del Governo in merito alla realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina, con particolare riferimento alla tempistica prevista (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmatario, per un minuto.

  EDMONDO CIRIELLI. Grazie, Presidente. Ministro ho ascoltato già la sua risposta in merito alla fantomatica realizzazione del ponte, per la verità annunciata in maniera molto ambigua dal Presidente del Consiglio, come lei stesso ha sottolineato indirettamente. In sostanza, abbiamo scoperto (si farà o non si farà) che sostanzialmente c’è un annuncio come su tante altre cose.
  Intanto, i viadotti delle autostrade al sud, in Calabria, crollano, le città rimangono senz'acqua, come Messina, e, come lei stesso ha ricordato, ci sono miliardi di interventi da realizzare. Sono gli stessi miliardi di interventi che solo un anno fa il suo Presidente del Consiglio, Renzi, aveva annunciato nel decreto «sblocca Italia».
  Allora, noi concretamente vorremmo sapere, perché per Fratelli d'Italia, invece, l'opera sullo Stretto è un'opera importante, se pensiamo a quello che ha fatto e a quello che ha portato in termini economici il ponte tra la Danimarca e la Svezia. Quindi, per noi si deve fare il ponte e vorremmo sapere quali sono i programmi attuativi e quali sono i tempi reali per mettere in campo quest'opera strategica per la nazione.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere, per tre minuti.

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  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente e grazie onorevole, io non credo che il Presidente Renzi sia stato ambiguo: ha evidenziato in maniera molto chiara – l'ho letto apposta il testo del suo intervento – quanto sia importante per noi una serie di priorità e come queste priorità richiedano un impegno pieno del Governo. Su molte di queste priorità siamo già abbondantemente impegnati.
  Vorrei ricordare che proprio la settimana scorsa (dieci giorni fa) abbiamo aperto i lavori dell'alta velocità sulla tratta Napoli-Bari-Taranto e abbiamo cominciato la consegna dei lavori in Sicilia. Stiamo agendo sull'alta velocità per la velocizzazione della linea tirrenica e adriatica in maniera molto seria e abbiamo già recuperato, dei 2 miliardi e mezzo di euro di vecchi fondi per il dissesto idrogeologico e i depuratori, una spesa di oltre 1 miliardo di euro, e un altro miliardo verrà recuperato nel 2016 di vecchi fondi non stanziati.
  Quindi, non è che il Governo sta «aspettando» che avvengano queste cose: tutto il Governo e il Presidente del Consiglio personalmente si stanno impegnando nella realizzazione di queste cose che sono state elencate. Per noi questa è la priorità.
  Come ha detto giustamente il Presidente Renzi, la valutazione sulla parte seguente verrà fatta con le procedure, con i modi e con le compatibilità che sono necessarie per tutte le grandi opere – che vengono valutate, peraltro, secondo il codice degli appalti, che speriamo di approvare tra poche ore proprio in quest'Aula –, con il dibattito pubblico, con la valutazione costi-benefici e con le procedure di normale implementazione delle grandi opere, una volta riconosciutane l'utilità.
  Crediamo che questo dibattito debba uscire da un dibattito puramente di ideologia pro o contro e che debba stare al merito delle questioni. Il nostro approccio è molto pragmatico, è per il bene del Mezzogiorno: un Mezzogiorno che ha un ritardo di sviluppo molto importante, che crediamo, con le priorità che ha elencato il Presidente, di poter aiutare a colmare.

  PRESIDENTE. Il deputato Cirielli ha facoltà di replicare.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, signor Ministro, io la ringrazio per la chiarezza, ma anche per la concretezza con la quale mi ha risposto. È evidente che la nostra non è una polemica strumentale: noi siamo d'accordo con lo «sblocca-Italia», e siamo d'accordo anche con gli annunci che ha fatto il Presidente del Consiglio, e certamente non saremo noi a dire «no» alle nuove opere pubbliche, anche le grandi opere pubbliche che impattano sì evidentemente sul territorio, ma che danno concretamente un'opportunità di sviluppo. Quindi, noi siamo favorevoli alla realizzazione del ponte sullo Stretto, così come siamo favorevoli a tutti quegli interventi che lei ha messo in campo e ha citato.
  Il punto su cui ovviamente poniamo l'accento è la mancanza concreta dello sblocco dei finanziamenti: tutte le opere annunciate da lei un anno fa nel decreto-legge «sblocca-Italia», che noi condividiamo, sostanzialmente non hanno ancora avuto un finanziamento reale superiore al 10 per cento.
  Allora, a fianco delle buone intenzioni e degli annunci che condividiamo, l'ambiguità da dove la deriviamo ? Dal fatto che poi concretamente non ci sono le risorse ! Allora noi chiediamo al Governo di fare chiarezza sull'impiego delle risorse per le infrastrutture al Sud, che sono l'unica vera opportunità di sviluppo del Sud, al di là delle vecchie politiche clientelari e assistenziali che sono fallite e hanno prodotto non solo cattedrali nel deserto, ma anche tanto clientelismo, tanta corruzione.

(Elementi ed iniziative in relazione al «masterplan» dello sviluppo dell'aeroporto di Fiumicino recentemente sottoscritto da ENAC e dalla società di gestione Aeroporti di Roma – n. 3-01839)

  PRESIDENTE. La deputata Milena Santerini ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01839, concernente Pag. 63elementi ed iniziative in relazione al «masterplan» dello sviluppo dell'aeroporto di Fiumicino recentemente sottoscritto da ENAC e dalla società di gestione Aeroporti di Roma (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, signor Ministro, il 20 ottobre l'Ente nazionale per l'aviazione civile, di concerto con la società Aeroporti di Roma, ha annunciato un nuovo masterplan con una diversa tempistica sullo sviluppo dall'aeroporto, in particolare della quarta pista su cui si discute molto e su cui sono stati anche sollevati dei dubbi da parte degli enti territoriali locali. Lei è intervenuto in proposito, e noi vorremmo chiederle se questo nuovo masterplan, che prevederebbe delle fasi diverse di intervento, sia stato o no sottoposto all'approvazione del Ministero, perché in caso necessariamente dovremmo sostituire il piano che a suo tempo, cioè dal 2012, era stato fatto per stipulare la convenzione.

  PRESIDENTE. Graziano Delrio, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, onorevole, la sfida del rilancio di Fiumicino, come ho detto, è la sfida del rilancio di un intero Paese, perché Fiumicino è la porta di ingresso d'Italia. È un aeroporto destinato ad accogliere nelle nostre previsioni quasi 100 milioni di passeggeri da qui al 2030 come sviluppo, ed è un aeroporto in grave deficit infrastrutturale: basta ricordare che, negli ultimi tre anni, dal 2012 al 2014, Fiumicino ha avuto investimenti medi per circa 105-110 milioni di euro all'anno nell'ultimo triennio.
  Noi abbiamo lavorato molto per implementare questi investimenti: nel 2015 saranno oltre 300 milioni e nel 2016 saranno oltre 400 milioni gli euro spesi nell'aeroporto di Fiumicino, quindi con un raddoppio in due anni di quello che era stato previsto per i tre anni precedenti.
  Il nuovo masterplan ha avuto un iter istruttorio di approvazione tecnica da parte dell'ENAC il 20 ottobre, e prevede l'ampliamento dello scalo in tre fasi di realizzazione, con una spesa complessiva di 6,4 miliardi: da qui al 2021 1,4 miliardi, in cui saranno inclusi gli investimenti di cui stiamo parlando, al 2028 altri 3,9 miliardi, e poi al 2044 l'intero importo.
  L'approvazione in linea tecnica rappresenta un atto di pianificazione, rappresenta uno scenario complessivo di crescita dell'aeroporto, in considerazione del fatto che l'aeroporto di Fiumicino è un aeroporto della rete core, è l’hub intercontinentale per eccellenza nel nostro Paese.
  Il masterplan dovrà comunque essere sottoposto alle procedure di VIA, di valutazione impatto ambientale presso il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e di conformità urbanistica da parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  Vi sarà il pieno coinvolgimento in questo degli enti, istituzionali e non, interessati a vario titolo in questa fase, verranno prese in considerazione tutte le valutazioni che i soggetti interessati vorranno contribuire a dare e si potrà così pervenire all'approvazione definitiva del masterplan da parte del mio Ministero. Questo costituirà il documento effettivo di pianificazione dello sviluppo aeroportuale che, come ho detto, è rilevantissimo per lo sviluppo dell'intero Paese.

  PRESIDENTE. La deputata Santerini ha facoltà di replicare.

  MILENA SANTERINI. Signor Presidente, grazie Ministro, perché noi siamo assolutamente d'accordo e consapevoli che il rilancio di Fiumicino è fondamentale per il Paese e per la capitale e quindi siamo soddisfatti della sua risposta anche perché la riteniamo un impegno, appunto, come lei ha detto, ad un ampio coinvolgimento degli enti locali e degli enti territoriali e a una valutazione soprattutto dell'impatto ambientale, in particolare perché, anche se prevediamo delle fasi successive che andranno addirittura fino Pag. 64al 2044, è chiaro che non vorremmo che comunque questa frammentazione degli interventi poi alla fine vada ad eludere quei vincoli ambientali e urbanistici che invece sono necessari per i cittadini. Quindi siamo molto preoccupati e comunque ci appoggiamo alla sua prudenza e alla sua risposta perché apprezziamo molto il fatto che questo coinvolgimento debba avvenire prima dell'approvazione del masterplan.

(Iniziative di competenza volte a promuovere un piano della mobilità ferroviaria a favore della Liguria e in particolare della città di Genova, al fine di migliorare i collegamenti anche con riguardo alle linee ad alta velocità – n. 3-01840)

  PRESIDENTE. La deputata Giacobbe ha facoltà di illustrare l'interrogazione Tullo ed altri n. 3-01840, concernente iniziative di competenza volte a promuovere un piano della mobilità ferroviaria a favore della Liguria e in particolare della città di Genova, al fine di migliorare i collegamenti anche con riguardo alle linee ad alta velocità (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), di cui è cofirmataria. Ha un minuto.

  ANNA GIACOBBE. Signor Presidente, signor Ministro, rispetto ai tracciati dell'alta velocità ferroviaria, con il valore che questa ha per lo sviluppo del Paese, Genova e la Liguria risultano decisamente mal collegate al resto del Paese, con materiale rotabile in prevalenza obsoleto e con tempi di percorrenza lontani dalle normali prestazioni di un moderno trasporto ferroviario. Il comune di Genova e la regione Liguria stanno valutando le proposte contenute nel piano predisposto dall'Istituto internazionale delle comunicazioni e in particolare l'ipotesi di un treno veloce che colleghi Savona, Genova e La Spezia a Roma, passando per Firenze. È necessario puntare su un trasporto ferroviario efficiente, che agganci anche il ponente ligure, per tre ragioni: facilitare la mobilità dei liguri, rispondere alle esigenze dei viaggiatori attirati dai punti di forza della regione, attirare e consolidare flussi turistici verso le località liguri e offrire opportunità di spostamento ai crocieristi che sbarcano nei porti liguri in grande quantità. Chiediamo di conoscere dal Governo se intenda adottare un piano della mobilità ferroviaria, in accordo con regione, comune e Trenitalia, per trasformare gli attuali collegamenti in collegamenti veloci, senza cambi intermedi e ottimizzando gli orari.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Delrio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Signor Presidente, sì certamente – rispondo partendo dalla fine – vogliamo promuovere un piano della mobilità ferroviaria dei collegamenti di media e lunga percorrenza. Come sapete, purtroppo, il contratto di servizio è stato prorogato anche nel 2015 dopo il 2014, va rinnovato il contratto di servizio per la media e lunga percorrenza. Noi abbiamo bisogno di potenziare di molto il trasporto ferroviario, in particolare quello regionale, dove l'Italia ha un reale gap rispetto agli altri Paesi europei e questo è anche l'oggetto delle discussioni che stiamo tenendo con i presidenti di regione al fine di avere un piano di investimenti sia dal punto di vista infrastrutturale sia dal punto di vista dei servizi.
  Dal punto di vista infrastrutturale, come sapete, Genova e la Liguria sono state e sono oggetto di importantissimi investimenti, come appunto il terzo valico dei Giovi, una linea che costa oltre 6 miliardi, e stiamo lavorando per il raddoppio e rifacimento della linea ferroviaria da Genova a Ventimiglia, anche se ancora mancano molte risorse in questa direzione. Quindi assolutamente sì, bisogna mettere allo studio il potenziamento del servizio regionale e del servizio di media e lunga percorrenza e ne avremo l'occasione, in quanto abbiamo aperto un tavolo di lavoro interno proprio in queste Pag. 65settimane appunto per affrontare questo tipo di problemi e ovviamente a questo tavolo vanno invitati e sollecitati a contribuire gli enti locali, in particolare le regioni. Ovviamente l'altro elemento che rende effettiva la qualità del servizio è la sostituzione, come voi avete sottolineato, del materiale rotabile.
  Non sarà sfuggito agli onorevoli interroganti che in questa proposta di legge di stabilità c’è l'inizio della rolling stock company, cioè di una proposta che il Ministero fa di mettere in campo questo tipo di compagnie che sono in grado di aumentare gli investimenti. Noi avremo bisogno di acquistare almeno 400 nuovi treni regionali, almeno; ne abbiamo già acquistati quasi 300 e abbiamo bisogno di acquistarne altri 400, di rinnovare completamente il parco ferroviario e si potrebbe utilmente, attraverso questo strumento, credo accelerare, visto che sono già aperte le gare che possono consentire un rapido ordine di questi treni.
  Come ribadisco sempre, l'Italia ha bisogno di una cura del ferro, in particolare lo deve a tutti i pendolari e a tutte le persone che oggi non viaggiano sull'Alta velocità e nelle aree metropolitane, pendolari e passeggeri che credo meritino da parte nostra uno sforzo straordinario e che siamo intenzionati a garantire già con i prossimi atti del Governo.

  PRESIDENTE. Il deputato Tullo ha facoltà di replicare.

  MARIO TULLO. Grazie, Ministro. Io mi dichiaro soddisfatto del passaggio in cui lei ha detto: «assolutamente sì», nel senso che io conosco gli sforzi che sono contenuti anche nella legge di stabilità. Lei ha fatto riferimento a grandi opere, terzo valico e raddoppio, però qui si tratta, sfruttando il fatto che Trenitalia, a fine anno, avrà 28 nuovi treni della tipologia nuova, di utilizzare il vecchio materiale rotabile per fare questa cosa precisa che, con un minimo di sforzo – che non è come quello delle grandi opere necessarie – può collegare col nuovo orario ferroviario, sollecitando Trenitalia – io la conosco bene, Ministro, quindi so che lei si impegnerà e mi sento di chiederle questo impegno – perché si possono trasformare gli attuali collegamenti in un collegamento veloce sulla linea Savona-Genova-Roma. Parliamo di collegare il più grande hub crocieristico italiano, la città che ha la sede dell'Istituto italiano di tecnologie, Ansaldo, Fincantieri, una realtà portuale importante – oggi ha visto anche Genova e Savona unite – quindi credo che questo per lei sia motivo di soddisfazione. Le chiediamo questo impegno perché sentiamo che è alla portata, soprattutto per superare un gap che ci vede per adesso aver retrocesso i tempi di una volta, nel senso che addirittura sono aumentati i tempi per arrivare a Roma e questo serve anche per quanto è accaduto all'aeroporto e ad Alitalia che è l'unico vettore che viaggia su una tratta andata-ritorno Genova-Roma e la fa pagare fino a 880 euro. Questo consentirebbe anche di avere una competizione con i mezzi aerei. Quindi, le chiediamo un impegno suo personale per seguire questa questione molto particolare.

(Chiarimenti in merito alla realizzazione di opere infrastrutturali nel Sud Italia, con particolare riferimento al cosiddetto «Masterplan per il Mezzogiorno» – n. 3-01841)

  PRESIDENTE. Il deputato Salvatore Matarrese ha facoltà di illustrare la sua interrogazione n. 3-01841, concernente chiarimenti in merito alla realizzazione di opere infrastrutturali nel Sud Italia, con particolare riferimento al cosiddetto «Masterplan per il Mezzogiorno», (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata), per un minuto.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie, Presidente e signor Ministro. È evidente, è un dato certo che al sud, a partire dal 1990 c’è stata una progressiva riduzione degli investimenti infrastrutturali con gravi conseguenze per i servizi e i cittadini e la riduzione di PIL nazionale e di occupazione.Pag. 66
  Il 4 novembre è stato presentato il «Masterplan per il Mezzogiorno» che prevede accordi con le singole regioni da finalizzare entro il 1o gennaio 2016. Ci sono regioni che sono gravemente penalizzate, come la Basilicata, la Sicilia e la Calabria, sulle quali vengono fantasiosamente direi anche indicate delle cifre che molto spesso sono ben oltre la fattibilità dei progetti che sono in campo.
  Quindi, le chiedo per opportuna chiarezza quali sono i punti cardine di questi accordi e di questo «Masterplan per il Mezzogiorno» che ha l'obiettivo di mettere in atto una programmazione efficace ed efficiente per realizzare quelle opere che da tanto tempo i cittadini al sud aspettano.

  PRESIDENTE. Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Graziano Del Rio, ha facoltà di rispondere.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Grazie onorevole, come lei immagina, nei tre minuti che mi sono consentiti sarà difficile riassumere, se non a grandi linee, quale sia l'intenzione del Governo con il Masterplan per il sud. Certamente di promuovere una ripresa autosostenibile, che oggi è solo osservata in parte – come avete visto c’è stata una prima inversione di tendenza nel prodotto interno lordo – ma continuiamo a dire che l'Italia sarà quello che sarà il Mezzogiorno, quindi la ripresa italiana sarà solida solo se il Mezzogiorno potrà effettivamente riprendere una strada di crescita.
  Le infrastrutture, da questo punto di vista, sono al servizio di questa crescita – non sono la crescita in sé – servono al servizio delle aree logistiche delle aree industriali del Mezzogiorno. Noi abbiamo individuato e presentato proprio a Napoli l'altro giorno l'approvazione del programma operativo nazionale sulle infrastrutture approvato dalla Comunità europea di 1, 8 miliardi.
  Lì abbiamo riassunto quali sono i punti chiave, le connessioni delle aree logistiche con i porti e con gli interporti, la connessione dell'alta velocità ferroviaria Napoli-Bari-Taranto e l'attivazione dell'alta velocità in Sicilia, appunto, su cui abbiamo, rispettivamente, già disponibili oltre 4 miliardi e oltre 3,5 miliardi.
  Ovviamente, abbiamo un programma di investimenti sui porti italiani. In questo momento, solo nei vari porti del Mezzogiorno indicherei una cifra abbastanza precisa dicendole che siamo su 1,3 miliardi di euro di investimenti in corso. Ovviamente, abbiamo cercato di accelerarli – e il caso di Taranto è un caso emblematico – ma anche presto credo che si noterà l'accelerazione nel porto di Napoli, perché nei nostri porti entra il 70 per cento delle merci e, in particolare, delle merci esportate dal Mezzogiorno verso i Paesi dell'Asia e del Mediterraneo e, dunque, i porti sono veramente la principale porta di uscita e di ingresso delle merci e, quindi, uno dei principali elementi di sviluppo positivo del Mezzogiorno.
  Ma potrei citarle anche il piano di sviluppo degli aeroporti del Mezzogiorno. Abbiamo esempi di grande eccellenza, come l'aeroporto di Napoli, un aeroporto in ottima gestione, in continua crescita di passeggeri, con ottima accoglienza di livello internazionale. Abbiamo, poi, l'aeroporto di Catania, che sta crescendo a cifre importanti, e l'aeroporto di Palermo, a cui ho dato io personalmente, proprio due mesi fa, l'obiettivo di raggiungere 10 milioni di passeggeri, nei prossimi 10 anni, dai 5 attuali e, quindi, di potenziare e di rafforzare l'investimento infrastrutturale.
  In questi aeroporti e in questi porti importante sarà la connessione con la linea ferroviaria. Uno degli elementi molto importanti è, per esempio, riuscire a portare le merci dall’hub di Gioia Tauro sulla linea adriatica, dove non vi sono limitazioni di gallerie o di altro tipo, per il trasporto di merci lunghe e di alta cubatura e, quindi, dove potremmo trasportare container. I lavori sono in corso sulla linea Metaponto-Sibari-Paola e, quindi, anche lì stiamo cercando di potenziare, così come cerchiamo di potenziare tecnologicamente le due linee adriatica e tirrenica.
  Queste sono le linee principali, ma ovviamente il masterplan per il sud conterrà Pag. 67non solamente gli interventi infrastrutturali ma, come è stato riportato, appunto, e come sta coordinando la Presidenza del Consiglio, in maniera molto efficace, anche tutti i programmi di sviluppo e di stimolo all'impresa, che è il vero motore, crediamo, per la ripresa del Mezzogiorno.

  PRESIDENTE. Il deputato Matarrese ha facoltà di replicare.

  SALVATORE MATARRESE. Presidente, ringrazio il signor Ministro per le sue parole sul sud: «L'Italia sarà quello che sarà il sud» e in effetti è vero. L'auspicio è che si possa davvero dare mano a questa programmazione, che lei ha sinteticamente ma efficacemente rappresentato, che sono i punti cruciali per dare un'integrazione al modello economico del sud, a cui sottendere una programmazione infrastrutturale che sia di servizio.
  È un punto ineludibile, è un punto importante, sul quale richiamo la sua attenzione e anche quella del Parlamento, affinché, nella programmazione con le singole regioni, non si arrivi al libro dei sogni delle regioni, ma si arrivi a far fare alle regioni quello che è utile per il Paese e non per il consenso politico.
  Il sud deve uscire dalla polemica politica e deve diventare un comune afflato per uno sforzo complessivo di realizzare le opere in tempi certi, rapidi, al di fuori della burocrazia e nell'interesse del Paese.
  Per troppo tempo il sud ha patito questa sperequazione infrastrutturale, con gravissime conseguenze economiche. Dunque, questa è un'occasione importante. La mia interrogazione a risposta immediata aveva questo obiettivo, perché si facesse chiarezza, con le sue parole, in questo Parlamento, dove abbiamo approvato delle mozioni, tra le quali una a mia firma, che è un impegno preciso di questo Parlamento per ridurre il gap infrastrutturale ed economico del sud.
  Quindi, la ringrazio per la risposta e la ringrazio, sin d'ora, per l'impegno che lei vorrà mettere, insieme a tutti noi in questo Parlamento, per fare del sud davvero una bandiera di rinascita e di ricrescita del nostro Paese. Il sud lo merita e lo merita questo Parlamento, per l'impegno che tutti noi ci stiamo mettendo.

(Intendimenti del Governo in ordine all'affidamento della concessione di costruzione e gestione dell'autostrada Modena-Brennero A22 e al relativo regime – n. 3-01842)

  PRESIDENTE. La deputata Michaela Biancofiore ha facoltà, per un minuto, di illustrare l'interrogazione Biancofiore e Brunetta n. 3-01842, concernente intendimenti del Governo in ordine all'affidamento della concessione di costruzione e gestione dell'autostrada Modena-Brennero A22 e al relativo regime (Vedi l'allegato A – Interrogazioni a risposta immediata).

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie, Presidente. Signor Ministro, oggetto dell'interrogazione, che mi appresto a sottoporle, è l'annosa questione circa il rinnovo della concessione dell'importante arteria relativa all'autostrada del Brennero, scaduta il 30 aprile 2014. Lascio ai suoi uffici e a chi ci segue seguire il dettaglio tecnico-cronologico nel contenuto dell'interrogazione a risposta immediata depositato in Aula.
  È importante premettere, però, che in quanto italiana, prima che parlamentare d'opposizione, non posso che trovarmi d'accordo quando il mio Paese fa valere la sovranità nazionale e contravviene regole, talvolta sbagliate, imposte dall'Europa a trazione tedesca, ovvero di quella Germania che poi è la prima a disattendere l'obbligo di gara europea e si attribuisce in house, ad esempio, l'appalto del porto di Amburgo.
  Ma questo splendido esercizio di sovranità, nel caso specifico del regime delle concessioni autostradali in scadenza, converrà con me dovrebbe avvenire erga omnes e non per alcune in particolare, a seconda, magari, delle esigenze di Governo.
  Con l'interrogazione in essere non è mia intenzione mettere in discussione il Pag. 68valore della società A22 Spa, anzi, che ha operato e garantito al meglio per il territorio del Trentino-Alto Adige nei confronti dell'ente concedente ANAS la concessione autostradale del Brennero, esercizio che continua a tutt'oggi nonostante la scadenza citata.
  Quello che mi risulta quanto meno curioso, e vado concludendo, è la notizia circa l'immotivato abbandono della trasparenza della procedura ad evidenza pubblica, cioè della gara per la concessione alla quale l'ottima gestione della A22 sarebbe sicuramente valsa come titolo di merito, anche considerando che la liberalizzazione delle concessioni è stata portata avanti da un Governo di sinistra, come quello al quale lei attualmente appartiene, che secondo il mantra giuridico dura lex sed lex è stato ottemperato da tutti i Governi successivi.
  Dunque, mi chiedo, Ministro, se è vero, come è vero, che il Governo italiano sta provvedendo all'affidamento per via diretta o cosiddetto in house e se può, quindi, delucidarmi su curiosi parallelismi.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Chiedo di stare nei tempi.
  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti Graziano Delrio ha facoltà di rispondere. Prego.

  GRAZIANO DELRIO, Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie Presidente, grazie onorevole. Come lei sa, la società AutoBrennero insieme alla società Autovie e al gruppo Gavio ha fruito della possibilità offerta dall'articolo 5 dello sblocca Italia di richiedere un prolungamento di concessioni a seguito di investimenti particolari.
  La interlocuzione con la Commissione europea ha portato però il Governo di fronte a una scelta, a scelte che sono uguali in tutta Europa come lei ha giustamente sottolineato, ed è la scelta che il Governo intende abbracciare: o si fanno le gare o si affida in house laddove vengano approvati gli elementi per l'affidamento in house. Questo è esattamente quello che noi abbiamo detto ai concessionari che avevano partecipato alla procedura di cui all'articolo 5; e, quindi, l'affidamento in house vale in particolari condizioni, non intende in alcun modo affermare una politica di ordine generale. La politica di ordine generale è che le concessioni si affidano tramite gara e quindi nel libero mercato, per efficientare la spesa, per noi e per il nostro interesse aumentare gli investimenti o aumentare l'efficienza dei servizi, garantire la sicurezza sulle autostrade, cosa che peraltro è sempre stata rispettata nel caso dell'AutoBrennero come lei ha sottolineato, anche se forse si può sempre fare di meglio.
  Nel caso specifico, l'iter dell'atto di affidamento prevede la definizione di un accordo con gli azionisti pubblici che è attualmente in corso, l'invio di questo schema di accordo alla Commissione europea DG concorrenza – quindi c’è una valutazione sul rispetto degli obblighi di concorrenza – la successiva sottoscrizione degli accordi che possono essere eventualmente modificati sulla base delle indicazioni dell'Unione europea, quindi la sottoscrizione da parte del MIT e delle amministrazioni locali e azioniste e poi la definizione e la sottoscrizione delle convenzioni tra il MIT e le società concessionarie in house.
  Ovviamente tutto avverrà nel rispetto delle norme in merito, con il coinvolgimento del Ministero dell'economia, dell'Anac, dell'autorità di regolazione dei trasporti, nell'ottica di aumentare l'impegno delle concessionarie italiane negli investimenti pubblici al servizio dei territori a partire dall'investimento ferroviario del tunnel del Brennero che per noi è strategico. Lo spostamento delle merci su ferro per noi è, infatti, un orientamento strategico e, quindi, alcuni obiettivi strategici del Paese, dei territori interessati dalle autostrade, dovranno essere assunti dalle concessionarie con obiettivi da perseguire comunemente insieme a questi accordi che, infatti, contempleranno ovviamente obblighi reciproci e l'obbligo di predisporre i benefici delle tariffe a vantaggio dei cittadini tramite gli investimenti pubblici.

Pag. 69

  PRESIDENTE. La ringrazio.
  La deputata Michaela Biancofiore ha facoltà di replicare. Le ricordo che ha due minuti. Prego.

  MICHAELA BIANCOFIORE. Grazie Presidente. Signor Ministro, non mi posso dire soddisfatta della sua risposta per un semplice motivo. A quanto consta la concessione in argomento non è assolutamente della tipologia della cosiddetta convenzione unica che per le concessionarie che vi sono soggette prevede appunto un meccanismo di riconoscimento tariffario in funzione degli investimenti realizzati. Non risulta ad oggi che l'A22 stia portando avanti ulteriori investimenti.
  Detto ciò, non mi sento neanche di contravvenire al cosiddetto affidamento in house, sebbene il movimento che rappresento sposi il principio di sussidiarietà e soprattutto della capacità privata. Quindi, quello che lei ha detto, ammettendo che le gare debbono essere pubbliche, appunto ad evidenza pubblica, è che questo regime che viene preso per la A22 dovrebbe essere preso allora per tutte le concessioni in scadenza e così non mi risulta.
  Altra cosa che risulta assolutamente sgradevole, se fosse corrispondente al vero – però lei non mi ha risposto, pure se vi è la domanda in essere –, è che sembra non sia stata notiziata di questo appalto per via diretta e di questa costituzione di una newco anche l'Autorità anticorruzione, che, come lei ben sa, ha l'attività di vigilanza e controllo sugli appalti. Quindi, credo che questo sia piuttosto grave, oltre al fatto che vi è stato uno strano parallelismo, pari a ravvedimenti di tipo non certo politico, ma di altro genere, tra l'affidamento della gara, l'affidamento in house, e un curioso voto al Senato in merito alla riforma costituzionale.
  Vi è stato anche lo sgradevole attivismo, in Europa, di un sottosegretario che non ha alcuna competenza in merito. Quindi, ribadisco, non sono contraria all'affidamento in house, ma, soprattutto, mi piacerebbe che anche la società A22, che ha ben operato, potesse partecipare ad una gara ad evidenza pubblica, esattamente come parteciperanno tutte le concessioni in scadenza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata.
  Sospendo, a questo punto, la seduta, che riprenderà alle ore 16,15 con il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge recanti modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione e delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate.

  La seduta, sospesa alle 16, è ripresa alle 16,25.

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bindi, Bonafede, Catania, Dambruoso, Dellai, Di Lello, Epifani, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, Fraccaro, Lauricella, Manciulli, Mazziotti Di Celso, Pes, Piccoli Nardelli, Pisicchio, Realacci, Rosato, Sanga, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centonove, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Si riprende la discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 1039-A ed abbinate (ore 16,27).

  PRESIDENTE. Ricordo che, nella parte antimeridiana della seduta, è stato da ultimo approvato l'articolo 17.
  Avverto che fuori della seduta sono stati ritirati dai presentatori il subemendamento Sarti 0.27.100.1 e gli altri emendamenti Giuseppe Guerini 23.14 e Bindi 27.13. Si intendono conseguentemente decaduti, Pag. 70rispettivamente, i subemendamenti Crippa 0.23.14.1 e 0.23.14.2 e Crippa 0.27.13.1, 0.27.13.4, 0.27.13.2, 0.27.13.3, nonché Nuti 0.27.13.5
  Avverto, inoltre, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 18.0100, 23.104, 27.101 e 29.0100, nonché la nuova formulazione degli emendamenti 26.100 e 27.100. Tali proposte emendative sono in distribuzione. La Commissione ha altresì ritirato l'emendamento 23.100.
  Avverto, infine, che la Commissione Bilancio ha espresso il prescritto parere che è in distribuzione (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  In particolare in tale ultimo parere, la Commissione Bilancio ha revocato la condizione 23.200 e ha formulato una nuova condizione sul testo dell'articolo 23 identica all'emendamento 23.104 della Commissione. Sempre in tale parere la Commissione Bilancio ha altresì revocato la condizione 27.200, subordinando il parere favorevole sul testo dell'articolo 27 all'approvazione della nuova formulazione dell'emendamento 27.100 della Commissione.

  DONATELLA DURANTI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Intervengo per avanzarle a nome del gruppo Sinistra Italiana-SEL una richiesta di informativa urgente del Governo sulla decisione del nostro Governo di dotare le Forze armate del nostre Paese di droni armati. Ci risulta che il Governo americano abbia accolto nei giorni scorsi la richiesta del Governo italiano di acquisire la tecnologia per armare i droni. Il costo di questa tecnologia supererebbe i 120 milioni di euro. Le chiediamo un'informativa urgente perché siamo dell'opinione che il Parlamento e il Paese abbiano il diritto di valutare l'opportunità dell'utilizzo di questo nuovo sistema d'armi.

  PRESIDENTE. Grazie collega.

  DONATELLA DURANTI. Soprattutto perché questo nuovo sistema d'armi è un sistema che potrebbe essere utilizzato contro i migranti. Voglio solo ricordare, e concludo signor Presidente, che le vittime...

  PRESIDENTE. Collega, mi scusi se la interrompo, io non le ho chiesto l'argomento dell'ordine dei lavori, però è insolito che facciamo degli interventi sull'ordine dei lavori su richieste di informativa urgente mentre stiamo affrontando il provvedimento. Abbiamo gli interventi di fine seduta che sono largamente utilizzati per queste cose.
  Recepisco la sua richiesta, mi sembra che abbiate inviato anche una lettera alla Presidenza, quindi era aggiuntivo questo tema qui. Adesso andiamo avanti.

(Esame dell'articolo 18 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 18 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Sarti 18.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 18.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento. L'emendamento Giuseppe Guerini 18.2 è ritirato. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Sarti 18.3, Nuti 18.4 e 18.5, sul subemendamento 0.18.6.1, nonché sugli emendamenti Costantino 18.6, Nuti 18.7 e Sarti 18.10, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 18.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.
  La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sugli emendamenti Nuti 18.8 e Sarti 18.9.

Pag. 71

  PRESIDENTE. E il parere sugli articoli aggiuntivi ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'articolo aggiuntivo Sarti 18.01.

  PRESIDENTE. Poi ci sono il subemendamento Sarti 0.18.0100.1 e l'articolo aggiuntivo 18.0100 della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sul subemendamento Sarti 0.18.0100.1. Parere favorevole sull'articolo aggiuntivo 18.0100 della Commissione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Presidente, mi scuso, cambio il parere sul subemendamento Sarti 0.18.0100.1 in favorevole, stiamo facendo una verifica.

  PRESIDENTE. Quindi il parere sul subemendamento Sarti 0.18.0100.1 è favorevole. Sta bene.
  Passiamo quindi all'emendamento Sarti 18.1.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 18.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lombardi, Fanucci, Parrini, De Menech, Bratti, Bolognesi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  361   
   Votanti  344   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   61    
    Hanno votato no  283.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Pesco, Micillo...
  Dichiaro chiusa la votazione. Scusi, deputato L'Abbate, ma non l'avevo vista.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  290   
   Astenuti   77   
   Maggioranza  146   
    Hanno votato  286    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Fossati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Ricordo che l'emendamento Giuseppe Guerini 18.2 è stato ritirato.
  Passiamo all'emendamento Sarti 18.3.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 18.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Salvo, De Mita, Berretta, Daga...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 72
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  351   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 18.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palma... Oliverio... Di Benedetto... Galperti... Crippa...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  351   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  176   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  282.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 18.9, a pagina 28 del fascicolo, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione... revoco l'indizione della votazione, ho sbagliato pagina.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 18.5.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 18.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo, a pagina 26 del fascicolo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli.... Piccione...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  386   
   Votanti  369   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   90    
    Hanno votato no  279.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Saluto studenti e docenti di alcune scuole superiori di Baronissi in provincia di Salerno, che stanno assistendo ai nostri lavori dalle tribune (Applausi).
  Passiamo alla votazione del subemendamento Nuti 0.18.6.1. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.18.6.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sottanelli... Librandi... Ferro... Bonafede... Binetti... Sbrollini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  394   
   Votanti  376   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato   91    
    Hanno votato no  285.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 18.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, all'articolo 18, al punto 2.6), il testo Pag. 73recita che «I beni non assegnati a seguito di procedure di evidenza pubblica possono essere utilizzati dagli enti territoriali per finalità di lucro». Noi chiediamo che questi beni che non rientrano evidentemente nei canoni individuati nel bando magari per criteri troppo vincolanti, stringenti ma che hanno comunque una loro spendibilità, una volta individuati i proventi, questi soldi vengano comunque vincolati per essere reimpiegati per finalità sociali. Ci sembra davvero strano il parere contrario su questo emendamento perché è del tutto evidente che anche quei beni che non sono utilizzati e non riescono ad essere assegnati nel momento in cui si dice che possono essere venduti e quindi si può trarre da essi del denaro, è giusto che comunque quel denaro venga finalizzato ad una funzione sociale e non ad altri scopi.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, intervengo solo per dire alla collega e all'Aula che questa previsione è già nel testo ed è per questo che il parere è: invito al ritiro oppure contrario. L'articolo 48, lettera c): «i relativi proventi devono essere reimpiegati esclusivamente per finalità sociali». E non viene modificato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 18.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Calabrò, Elvira Savino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  397   
   Votanti  313   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato   23    
    Hanno votato no  290.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 18.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Dichiaro il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, qui entriamo in una norma che sembra buona, ma diventa pericolosa. L'Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia potrà dare direttamente alle associazioni che chiamiamo per semplicità associazioni antimafia i beni sequestrati e confiscati alla mafia. Fin qui sembra un'ottima cosa, anche per velocizzare l'iter. Ma se sempre nella stessa norma viene creato il comitato consultivo che deve dare un parere sulla destinazione del bene e dentro il comitato consultivo ci sono le associazioni che possono essere destinatarie di quel bene anche direttamente tramite l'Agenzia, come prevede questa norma, ebbene, vi segnaliamo che qualche conflitto può esserci. Quindi, noi chiediamo di sopprimere questa norma, perché altrimenti risulta essere un po’ una spartizione con l'affidamento diretto del bene all'associazione visto che poi l'associazione deve dire, durante il comitato, se le va bene dare a se stessa quel bene. Chissà quale sarà la risposta a questa domanda.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Castelli. Ne ha facoltà.

  LAURA CASTELLI. Grazie Presidente, vorrei rivolgermi direttamente al relatore, visto che lui stesso, per anni, è stato Pag. 74presidente di un'associazione, in Piemonte, che, spesso, si è trovata in queste situazioni. Infatti, forse il relatore non lo sa, ma proprio gli attivisti dell'associazione di cui lui ha fatto parte per tanti anni, e ne è stato anche il presidente per tanti anni, vedrebbero come cosa positiva se, appunto, il relatore si alzasse e dicesse che questa norma ha un po’ di problemi. Le sarebbero veramente grati se lei riuscisse a dire che, effettivamente, il suo partito ha proposto una cosa non troppo etica e che, effettivamente, potrebbe portare dei problemi. Le assicuro che i ragazzi che fanno parte delle associazioni di cui lui stesso è stato rappresentante gradirebbero se qualche volta riuscisse a dire che il suo partito fa delle stupidaggini.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Grazie Presidente, intervengo per chiarire che noi siamo contrari al complesso di norme che è stato creato, non alla singola previsione, perché è ovvio che questa possibilità di dare direttamente i beni in gestione alle associazioni è una cosa che può essere sicuramente, come abbiamo detto, un fatto positivo, proprio per i problemi che spesso si creano sui territori, problemi spesso burocratici. Il punto è che se poi abbiamo un comitato consultivo a cui partecipano le associazioni antimafia, organo che prima non c'era all'interno dell'Agenzia dei beni confiscati, secondo noi, si potrebbero creare dei possibili conflitti interesse.

  PRESIDENTE. Liberate i banchi del Governo, per cortesia.

  GIULIA SARTI. Questa è la nostra preoccupazione e se il relatore, invece, è convinto del contrario, che motivi anche questo tipo di scelta che è stata fatta.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Signor Presidente, anch'io chiedo al relatore di esprimersi, anche in relazione al fatto che sono stati respinti diversi emendamenti sulla trasparenza, sulla richiesta di verbali visionabili successivamente alle riunioni di questo tavolo. Chiedo, quindi, al relatore, se possibile, di dare un riscontro.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 18.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silva Giordano, Mantero, Abrignani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  387   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  314    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 18.10, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Luigi Gallo, Oliverio, Librandi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  386   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   88    
    Hanno votato no  298    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 18.201, da votare ai sensi dell'articolo Pag. 7586, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Fanucci, Occhiuto, Albanella, Braga.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  389   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato  351    
    Hanno votato no   38    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 18.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Montroni, Fanucci, Pilozzi.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  413   
   Votanti  391   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no  310    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 18.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo...

  FEDERICA DIENI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Collega, però... revoco l'indizione della votazione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Esprimo il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Grazie, Presidente, chiedo scusa per il disguido. Con questo emendamento chiediamo di togliere dagli organi dell'Agenzia il comitato consultivo, perché se abbiamo appena approvato un emendamento che prevede anche l'assegnazione a destinazione diretta alle associazioni antimafia, che ovviamente già in molti casi gestiscono immobili o terreni confiscati e sequestrati alle mafie, secondo noi questo comitato consultivo di indirizzo, che viene inserito all'interno dell'Agenzia, non fa altro che allungare ulteriormente i tempi e creare un carrozzone ancora maggiore, che non è consono alla speditezza che invece questa Agenzia dovrebbe avere. Questo perché nel comitato consultivo ci stanno veramente tantissimi membri e, oltre ad esserci tantissime persone, rende persino pareri che poi non sono vincolanti. Quindi, abbiamo il comitato consultivo di indirizzo, i tavoli provinciali permanenti sul territorio e questa possibilità di destinare i beni direttamente alle associazioni: secondo noi c’è un po’ troppo, visto che l'Agenzia, fino ad ora, non è che abbia funzionato particolarmente bene. In questo modo, secondo noi, la gestione non migliorerà.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. In precedenza abbiamo parlato dei tavoli provinciali, che dovevano dare un parere sulla destinazione delle aziende che venivano confiscate, ora, invece, avete creato un altro strumento che ovviamente non sostituisce ma si aggiunge al tavolo provinciale: il comitato consultivo all'interno dell'Agenzia nazionale dei beni confiscati alla mafia, un modo per complicare la normativa e far funzionare ancora peggio Pag. 76le cose. Perché, signori ? Perché se l'Agenzia può dare direttamente a delle associazioni, per esempio le associazioni antimafia, questi beni, ci chiediamo perché creare, senza nessuna trasparenza – perché, ripeto, non c’è nessuna trasparenza –, un comitato consultivo che deve dare un parere che non è neanche vincolante sulla destinazione dei beni, oltre ad avere, all'interno, soggetti delle stesse associazioni antimafia. Delle due l'una: o eliminiamo il comitato consultivo, come stiamo chiedendo, o, come abbiamo chiesto in precedenza, eliminiamo la possibilità che l'Agenzia dia direttamente a queste associazioni i beni sequestrati e confiscati alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Grazie, Presidente. L'abbiamo già detto prima per altri organi: evidentemente c’è la tendenza, in questo testo di legge, di creare questi consigli direttivi, di cercare di dare indirizzi. Noi non riteniamo che il problema siano le decisioni da prendere, perché è chiaro che questi organi hanno lo scopo di prendere una decisione (the decision maker, potremmo dire). Io non credo che sia quello il problema, che è stato ben altro; il problema dell'Agenzia è stato anche rappresentato da una carenza di risorse, da una carenza di competenze. Risolvere il problema in questo modo non credo sia molto intelligente, per questo abbiamo chiesto la soppressione di questa parte.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, questo provvedimento aveva l'intenzione ovviamente di velocizzare la concessione dei beni sequestrati e confiscati alle mafie e un nostro emendamento vuole cercare di riparare forse ad una norma frettolosa. Eventualmente, se non è stato questo il motivo, chiediamo ai relatori e ai rappresentanti del Governo di spiegarci il motivo per cui si inserisce un ulteriore comitato oltre al tavolo provinciale. Il nostro timore è che ovviamente ci siano ulteriori lungaggini che possono anche verificarsi a causa appunto dei componenti di questi tavoli, di questi comitati e quindi, non essendoci trasparenza, non essendoci una necessità effettiva di creare ulteriori consessi di questo tipo, chiediamo con questo emendamento di sopprimerlo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 18.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Matteo Bragantini, Paola Bragantini.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  392   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato   71    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 18, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  378   
   Astenuti   40   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato  293    
    Hanno votato no   85.    

Pag. 77

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Sarti 0.18.0100.1, il parere è favorevole.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Presidente, in realtà è per cambiare il parere: come ho detto prima, stavamo approfondendo con gli uffici che ringrazio, per dire alla collega Sarti che abbiamo verificato, e a norma della legge n. 121 del 1981, articolo 16, tra le forze di Polizia è già ricompreso, leggo il passaggio: Possono essere chiamati a concorrere, eccetera eccetera, il Corpo degli agenti di custodia e il Corpo forestale dello Stato. Quindi, non è utile specificarlo ulteriormente, perché è già ricompreso da questo articolo di legge. Per questo l'invito al ritiro, o il parere contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo alla presentatrice se acceda all'invito al ritiro del subemendamento Sarti 0.18.0100.1.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, ringrazio gli uffici che hanno potuto fare questa verifica e ritiro questo subemendamento.

  PRESIDENTE. Quello aggiuntivo ?

  GIULIA SARTI. Solo il subemendamento.

  PRESIDENTE. Prendo atto che lei ritira il subemendamento Sarti 0.18.0100.1.
  Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo Sarti 18.01.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, sull'articolo aggiuntivo Sarti 18.01 invece, avendo...

  PRESIDENTE. Su cui c’è il parere contrario della Commissione e del Governo.

  GIULIA SARTI. Certo, perché è stato riformulato dal Governo: è stata ovviamente una formulazione concordata, e quindi a questo punto, essendo successivo, ritiro questo articolo aggiuntivo.

  PRESIDENTE. Quindi lei ritira l'articolo aggiuntivo Sarti 18.01.

  GIULIA SARTI. Ritiro l'articolo aggiuntivo Sarti 18.01 e il subemendamento successivo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 18.0100 della Commissione.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, siamo favorevoli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, intervengo per spiegare anche la natura di questo articolo aggiuntivo importante che stiamo per approvare. Serve per risolvere un problema immenso, che esiste attualmente nel nostro Paese, ed è un articolo aggiuntivo destinato soprattutto alle forze di Polizia e a tutti coloro che operano nella sicurezza per i nostri territori. Purtroppo, anche da servizi televisivi che sono andati in onda in questi anni, noi avevamo e abbiamo le questure che sono destinatarie di beni immobili sequestrati e confiscati alle mafie, che, a loro volta, mettono a disposizione questi immobili per i poliziotti, per coloro che poi si trovano ad operare in quel determinato territorio.
  A Palermo, ad esempio, si era creato uno scandalo immenso: avevamo più di quaranta appartamenti che o erano occupati abusivamente, o erano vuoti perché non c'erano i soldi nemmeno per ristrutturarli. Pag. 78Noi stiamo dicendo allora una cosa molto semplice: questi poliziotti, che ovviamente vorrebbero loro stessi provvedere alla ristrutturazione di questi immobili, non potevano farlo; ed allora, attraverso questa norma, stiamo semplicemente dicendo che i soggetti destinatari di questi immobili possono provvedere autonomamente alla ristrutturazione di questo immobile.
  Andiamo così, disciplinando bene l'emendamento, a evitare altri problemi e davvero a risolvere delle situazioni incredibili che si erano create. Questo è un risultato importantissimo, che secondo noi doveva essere anche previsto in precedenza e siamo felici, con questa nuova formulazione approvata dalla Commissione, di dare una risposta a dodici anni di calvario delle Forze dell'ordine.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 18.0100 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  393   
   Astenuti   31   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  364    
    Hanno votato no   29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 19 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 19 (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 19.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ciracì...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  307   
   Astenuti  114   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no   8.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 20 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 20 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, sull'emendamento Businarolo 20.1 la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 20.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 79
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  422   
   Votanti  411   
   Astenuti   11   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  333.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Ermini ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 20.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Manfredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  305   
   Astenuti  119   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato  295    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 21 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 21 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento Businarolo 21.1 e sul subemendamento Businarolo 0.21.2.1, mentre il parere è favorevole sull'emendamento Bindi 21.2.

  PRESIDENTE. Il parere del Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Businarolo 21.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Marzano, Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  410   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  334.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Businarolo 0.21.2.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Bolognesi, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  396   Pag. 80
   Astenuti   24   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  322.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 21.2, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro, Patriarca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  397   
   Astenuti   26   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato  284    
    Hanno votato no  113.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 21, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Paolo Bernini, Dadone, Colaninno, Lainati, Folino, Malpezzi, Fossati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  403   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  292    
    Hanno votato no  111.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 22 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 22 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'articolo aggiuntivo Costantino 22.01.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'articolo 22. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, intervengo solo per far sapere all'Aula che con l'articolo aggiuntivo 22.01 inseriamo anche il caso di procedimento per reato di cui all'articolo 603-bis del codice penale, che disciplina l'intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro e, visto che è anche presente il Ministro Orlando, questa è parte che doveva essere affrontata nel decreto e siamo contenti che si inizino a fare dei passi in avanti nel contrasto al caporalato a partire da questa riforma del codice antimafia.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stiamo votando l'articolo, collega Nuti; chiedo scusa io. Non mi pare ci siano persone che non riescono a votare... Placido. Qualcun altro ? No.

Pag. 81

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  349   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  306    
    Hanno votato no   43.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Costantino 22.01, con il parere favorevole della Commissione e del Governo, su cui non ci sono altre richieste di dichiarazione di voto, perché l'intervento della collega Costantino era riferito a questa proposta emendativa.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce a votare ? Mannino, Pannarale, Lo Monte. Ancora Mannino. Qualcun altro ? Tartaglione.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  413   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato  369    
    Hanno votato no   44.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Forse non è chiaro: dobbiamo liberare i banchi del Governo, per favore. Per favore !

(Esame dell'articolo 23 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 23 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione. Ricordo, tuttavia, che l'emendamento Nuti 23.1 è precluso dalla votazione dell'emendamento 15.200 quindi, cominciamo dall'emendamento Sarti 23.2

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Sarti 23.2, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Nuti 23.3, a condizione che sia accettata una riformulazione. Leggo la riformulazione.

  PRESIDENTE. Prego.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. «L'Agenzia dispone» per poi espungere le parole: «ove possibile» (toglieremmo queste due paroline: «ove possibile»), per sostituirle con le seguenti: «compatibilmente con le sue esigenze di funzionalità (...)». La parte restante dell'emendamento rimane invariata.
  La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Sarti 23.4, Nuti 23.5 e 23.6, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ermini 23.7.

  PRESIDENTE. Poi andiamo a pagina 35 del fascicolo, all'emendamento Sarti 23.8.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Sarti 23.8, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Bindi 23.9.
  La Commissione invita al ritiro del subemendamento Sarti 0.23.10.1, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Bindi 23.10.
  La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Nuti 23.11, altrimenti il parere è contrario.Pag. 82
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 23.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Ricordo che su questo emendamento la condizione è stata revocata. Quindi, non lo dobbiamo più votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Sarti 23.12, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Poi abbiamo l'emendamento 23.104 della Commissione e l'emendamento 23.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole su entrambi gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Quindi, la Commissione esprime parere favorevole sia sull'emendamento 23.104 della Commissione sia sull'emendamento 23.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Un attimo, signor Presidente.

  PRESIDENTE. Certo, non si preoccupi. Praticamente, si tratta della nuova condizione posta dalla V Commissione (Bilancio), perché noi abbiamo revocato la precedente. Quindi, un emendamento è della Commissione, l'altro è la condizione posta dalla V Commissione (Bilancio). Credo che i pareri della Commissione siano favorevoli.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie, Presidente. La Commissione esprime parere favorevole su entrambi gli emendamenti.

  PRESIDENTE. Poi passiamo all'emendamento 23.102 della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole anche su questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ricordo che il subemendamento Crippa 0.23.14.2 e l'emendamento Giuseppe Guerini 23.14 sono entrambi decaduti.
  Poi, andiamo all'emendamento Nuti 23.15, a pagina 37 del fascicolo.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Nuti 23.15 e dei subemendamenti Nuti 0.23.21.2 e Crippa 0.23.21.1, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento Ermini 23.21, sull'emendamento Nuti 23.16 invita al ritiro altrimenti il parere è contrario, sull'emendamento 23.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, esprime parere favorevole, sulle proposte emendative Sarti 23.17, 23.18 e 0.23.19.1 invita al ritiro, altrimenti il parere è contrario; il parere è favorevole sugli emendamenti Bindi 23.19, Ermini 23.22, sull'emendamento 23.202, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, mentre sull'emendamento Costantino 23.20 esprime invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Abbiamo anche il 23.101 sempre della Commissione e il 23.103 della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Favorevoli.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie Presidente, i pareri sono conformi a quelli del relatore.

Pag. 83

  PRESIDENTE. La ringrazio. Iniziamo dall'emendamento Sarti 23.2, pagina 30 del fascicolo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Dichiaro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. L'Agenzia dei beni confiscati alla mafia è stata piazzata anni fa a Reggio Calabria. La motivazione non è molto logica perché intanto Reggio Calabria non è la città con più beni confiscati alla mafia, quindi questa motivazione non regge ed è lontana dai ministeri. Allora si sposta la sede principale a Roma e siamo d'accordo, anche per un maggiore coordinamento con gli altri ministeri e visto che sta sotto la Presidenza del Consiglio, ma perché mantenere quella sede a Reggio Calabria ? Non ne vediamo il motivo e soprattutto smentisce quanto aveva detto il relatore in Commissione dicendo che la sede sarebbe stata solo a Roma, invece controllando il testo è rimasta questa parte, grazie.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto a titolo personale la collega Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Presidente, giusto per dire che in questi anni con tutte le difficoltà che l'Agenzia dei beni confiscati ha avuto a Reggio Calabria, perché è innegabile che ci sono state delle difficoltà e forse bisognava essere un po’ più ponderati nell'individuare quella come sede centrale, però io voglio dire che in questi anni è stato svolto dai lavoratori di quella agenzia un lavoro veramente straordinario e che è giusto che venga mantenuta lì proprio in virtù di quello che è stato fatto in questi anni. E ritengo che tutto sommato sia stato anche un fallimento in qualche modo il fatto di non essere stati capaci di gestire in maniera appropriata, in maniera centrale quella sede distaccata perché non può passare l'idea che dal sud tutto il livello amministrativo non possa essere degno di essere amministrato in maniera corretta. Siccome so che ci stanno anche guardando e ci stanno seguendo i lavoratori dell'agenzia, trovo veramente vergognoso il modo in cui è stato affrontato questo tema, cioè non con la cura e senza avere la giusta conoscenza soprattutto del lavoro che è stato svolto con tutte le difficoltà, con la mancanza di finanziamenti, senza che ci fosse attenzione qui da Roma rispetto al lavoro che invece tanti lavoratori e tante lavoratrici in maniera generosa hanno svolto per noi.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 23.2, con i pareri contrari di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno... chi altro non riesce a votare a parte Colaninno... Matarrelli... Colaninno ancora no, Matarrelli ha votato invece.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  399   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no   325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 23.3. Deputato Nuti, accetta la riformulazione ? Sì. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Presidente, per dichiarare il voto favorevole.

Pag. 84

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, diciamo che questo lo chiamiamo emendamento normalità, nel senso che noi con questo emendamento prevediamo che l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata stia in una sede all'interno di un immobile confiscato ai sensi di questa legge. Sembrava assurdo, avevano dato parere contrario all'inizio, poi tramite un confronto hanno capito che si sarebbe caduti nel paradosso e, quindi, hanno accettato questo nostro risultato.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 23.3, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Bene, mi pare che abbiano votato tutti. No, Bordo. Bordo ha votato. Qualcun altro ? Non mi pare. Tullo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  415   
   Astenuti   15   
   Maggioranza  208   
    Hanno votato  367    
    Hanno votato no   48.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 23.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Patriarca. Qualcun altro non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti. Abrignani, Alberti. Alberti ha votato ? Mi sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  406   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no   325.

  (Le deputate Bonomo e Covello hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario).

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 23.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Hanno votato tutti ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  399   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no   323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 23.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 85
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Palese, Folino, Carloni. Mi pare che abbiano votato tutti. Sembra di sì. No. Adesso sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  412   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  207   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no   337.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 23.7, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Fanucci. Qualcun altro non riesce a votare ? Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  437   
   Votanti  317   
   Astenuti  120   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  285    
    Hanno votato no   32.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Covello ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Dall'approvazione dell'emendamento Ermini 23.7 risulta precluso l'emendamento Sarti 23.8.
  Passiamo all'emendamento Bindi 23.9.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 23.9, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Ambrosio, Di Battista, Cirielli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  366   
   Astenuti   62   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  287    
    Hanno votato no   79.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sarti 0.23.10.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Cassano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  396   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   81    
    Hanno votato no   315.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Petraroli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 23.10, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.Pag. 86
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Palese, Colonnese, Luigi Gallo, Gigli, Sannicandro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  430   
   Votanti  402   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato  369    
    Hanno votato no   33.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 23.11, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Silvia Giordano, Colonnese, Cassano, Dell'Orco, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  433   
   Votanti  379   
   Astenuti   54   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no   299.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Come detto prima, l'emendamento 23.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è revocato.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 23.12, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Siamo favorevoli.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Stiamo parlando del direttore dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Con questo emendamento, noi vogliamo semplicemente chiedere che il direttore che verrà scelto e che dovrà ricoprire questa carica per quattro anni, prorogabili per una volta, non abbia condanne nemmeno in primo grado e non abbia indagini in corso per gravi reati contro la pubblica amministrazione e per tutti i reati che abbiamo previsto all'articolo 4 del codice antimafia.
  È una norma semplicissima. Visti i problemi che ci sono spesso nelle cariche apicali, vorremmo che la gestione dell'Agenzia fosse affidata ad un direttore che abbia la fedina penale pulita e che magari non abbia nemmeno delle indagini in corso da parte della magistratura. Norma sacrosanta che c’è stato detto, nel Comitato dei nove, è brutto inserire, così, in una norma di legge. Il punto è che non c’è nessun testo che preveda questa incompatibilità, quindi noi l'abbiamo specificata proprio perché, purtroppo, tutto può succedere e quindi vorremmo un direttore che, come abbiamo detto, sia davvero terzo, sia davvero una persona onesta, pulita e libera da indagini e condanne.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 23.12, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sgambato, Latronico, Colonnese, Sereni, Pilozzi, Vecchio, Matarrese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  398   Pag. 87
   Astenuti   29   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   96    
    Hanno votato no   302    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti 23.104 della Commissione e 23.202 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marroni, Carrozza, Fanucci, Bergonzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  331   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  322    
    Hanno votato no   9    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.102 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Binetti, Folino, Biasotti, Pilozzi, Rizzo, Misuraca, Capua, Bargero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  302   
   Astenuti  121   
   Maggioranza  152   
    Hanno votato  298    
    Hanno votato no   4    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Adesso, siccome l'emendamento Giuseppe Guerini 23.14 è stato ritirato, decadono anche i subemendamenti Crippa 0.23.14.1 e 0.23.14.2.

  EMANUELE COZZOLINO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Era per fare nostro l'emendamento Giuseppe Guerini 23.14. Non mi ha visto...

  PRESIDENTE. No, è stato ritirato prima della seduta, quindi non potete farlo vostro.
  Passiamo all'emendamento Nuti 23.15, a pagina 37.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 23.15, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  391   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   84    
    Hanno votato no   307.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.23.21.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Folino, Nicchi, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 88
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  390   
   Astenuti   25   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no   316.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.23.21.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Cirielli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  428   
   Votanti  404   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no   329.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Catanoso Genoese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 23.21, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  405   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato  291    
    Hanno votato no   114.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Arlotti ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 23.16, su cui vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Presidente, preannunzio il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. Avete voluto inserire il comitato consultivo all'interno dell'Agenzia dei beni confiscati alla mafia. Allora, a questo punto, vi chiediamo di introdurre degli elementi di trasparenza. Ripeto, per noi il comitato è inutile, ma almeno che ci sia trasparenza. Quindi, cosa dice quest'emendamento ? Lo leggo testualmente. «Le riunioni del Comitato consultivo di indirizzo sono aperte al pubblico e ne viene redatto un verbale che deve essere pubblicato sul sito dell'Agenzia il giorno seguente la riunione medesima. Le riunioni del Comitato sono trasmesse in diretta audiovisiva sul sito dell'Agenzia». Chiedo di sapere perché quest'emendamento ha avuto parere contrario e perché non si voglia dare trasparenza al comitato consultivo, che deve dare indicazione e parere sulla destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Mi sembra veramente un controsenso, Presidente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega D'Uva. Ne ha facoltà.

Pag. 89

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, davvero non riesco a capire questa reticenza da parte del PD a migliorare, ad ampliare il concetto di trasparenza anche per questo comitato. Perché il Partito Democratico non vuole che queste sedute siano pubbliche ? Oggi mi chiedo questo. Noi siamo per la trasparenza e lo siamo sia a parole sia nei fatti. Evidentemente non è la stessa cosa per la maggioranza e la cosa sinceramente mi dispiace. Con questo emendamento chiediamo che ci sia maggiore trasparenza in questo comitato. Lo chiediamo con forza, chiediamo al relatore se lo ritiene, se è un problema di forma, di chiedere una riformulazione dell'emendamento ma formulare un invito al ritiro, altrimenti il parere contrario, è un'offesa verso il concetto di trasparenza che a parole è tanto cara a tutti i parlamentari.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Dell'Orco. Ne ha facoltà.

  MICHELE DELL'ORCO. Grazie, Presidente. Poco fa voi avete inserito anche questo comitato consultivo che esprime un parere per l'appunto consultivo cioè non vincolante sulla gestione dei beni confiscati alla mafia, senza alcuna trasparenza. Uno dei motivi per i quali la mafia si infiltra anche nelle istituzioni è proprio perché c’è poca trasparenza. Con questo emendamento Nuti 23.16 chiediamo che questo comitato sia aperto al pubblico, ci sia un verbale e ci sia una diretta delle riunioni. Chiediamo trasparenza per sapere che cavolo si dicono in questo comitato ristretto e soprattutto penso che spendere dieci euro l'anno magari per due biro, due penne, magari due pezzi di carta per sapere cosa si dicono quando parlano dei beni confiscati alla mafia sia il minimo indispensabile per avere trasparenza su un tema così importante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Presidente, lo avevamo già chiesto quando si parlava dei tavoli provinciali permanenti. A maggior ragione adesso che si parla di comitato consultivo cioè quando stiamo inserendo un organo in più all'interno dell'Agenzia, come minimo, secondo noi, dovrebbe essere prevista la trasparenza degli incontri. Poi è ovvio che quando si tratta di parlare ovviamente di questioni che devono avere una certa riservatezza, nulla impedisce di togliere una diretta audiovisiva o di scrivere nel verbale che determinate questioni, dati personali, eccetera sono segreti ma la maggior parte delle volte in cui si discute di beni sequestrati e confiscati e bisogna decidere a chi destinarli non c’è questo tipo di problema e quindi noi stiamo solo chiedendo trasparenza che nell'Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati non c’è mai stata fino ad oggi.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, scusi, ma dopo lo scandalo della gestione palermitana dei beni confiscati, chi è che oggi si può opporre a questa richiesta, a questa necessità di trasparenza ? Noi lo chiediamo a tutti i costi. È di poche ore fa la notizia che in alcune intercettazioni in possesso della procura di Caltanissetta ci sia il nome del sottosegretario Ferri e di Faraone e che questi personaggi siano inseriti in queste strane dinamiche che speriamo la procura accerterà presto. L'emendamento in esame è necessario per dare una risposta ai cittadini: pubblicità e trasparenza. È facile da realizzare, è a costo zero, quindi basta semplicemente un parere favorevole della maggioranza e del Governo Renzi e ovviamente anche dell'alleato del Governo Renzi, il Nuovo Centrodestra.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DALILA NESCI. Quindi vi prego di approvare questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la collega Mannino. Ne ha facoltà.

Pag. 90

  CLAUDIA MANNINO. Grazie, Presidente. Intervengo soltanto per sollecitare di nuovo un argomento che ho già detto ieri, cioè sul principio di restituzione di un bene confiscato alla collettività. Non vedo cosa ci sia da nascondere, fatto salvo i dati sensibili dei soggetti di cui sono anche eventualmente ex proprietari ma rendere pubbliche queste riunioni è un motivo in più, uno strumento in più per restituire alla collettività i beni confiscati alla mafia che sono beni sottratti alla collettività, a danno di tutti. Quindi veramente non riuscivo a capire quale possa essere il motivo di esprimere un parere negativo sulla pubblicità di queste riunioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Bonafede. Ne ha facoltà.

  ALFONSO BONAFEDE. Grazie Presidente, sono certo che non ci sia nessuna migliore garanzia della trasparenza che la possibilità per i cittadini di verificare qual è l'attività, in questo caso, del comitato, e di interessarsi a qualcosa che può essere anche positivo, che può essere un segnale positivo, quello di rinnovare l'immagine e la funzione di aziende che sono state confiscate alla mafia.
  Continuo a non comprendere il silenzio del Governo; è da stamattina che chiediamo al Governo di esprimersi, lo fa ogni tanto il relatore con interventi che noi non condividiamo, ma almeno esprime una posizione. Credo che su interventi di questo tipo, su proposte di questo tipo il Governo debba sentire il dovere di esprimere la propria opinione e di far sapere all'opposizione, in questo caso al MoVimento 5 Stelle che, tra l'altro, è l'unica opposizione, perché non accoglie una proposta che è di buonsenso. Altrimenti, Presidente, io continuo a non comprendere se il curriculum per far parte di questo Governo, anche come sottosegretario, sia quello di vedere quante ore si riesce a rimanere in silenzio in un'Aula parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 23.16, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Formisano, Fregolent, Sandra Savino, D'Incà...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  368   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  185   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  291.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  322   
   Astenuti   95   
   Maggioranza  162   
    Hanno votato  319    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 23.17, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 91
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Zan, Lodolini, Carella, Epifani, Roberta Agostini, Boccuzzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  400   
   Astenuti   24   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  325.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 23.18, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Albanella.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  396   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  327    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sarti 0.23.19.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Spadoni.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  394   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   69    
    Hanno votato no  325    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 23.19, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tidei.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  423   
   Votanti  400   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no  110    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Parentela ha segnalato di aver espresso voto favorevole mentre avrebbe voluto esprimerne uno contrario).

  L'emendamento Ermini 23.22 è precluso dall'approvazione dell'emendamento Bindi 23.19.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento 23.202, che si trova a pagina 38 del fascicolo odierno degli emendamenti. Poiché, prima abbiamo votato gli identici emendamenti 23.104 e 23.202, così nominato perché vi era il parere della V Commissione, adesso l'emendamento 23.202 è rinominato 23.203.
  Passiamo, dunque, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.203, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.Pag. 92
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Oliverio, Casati.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  427   
   Votanti  333   
   Astenuti   94   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  325    
    Hanno votato no   8    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Sandra Savino, Mucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  426   
   Votanti  337   
   Astenuti   89   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  301    
    Hanno votato no   36    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.103 della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  329   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no   39.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 23.20 Costantino, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vecchio.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  429   
   Votanti  408   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato   27    
    Hanno votato no  381.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 23, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tartaglione, Minnucci.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  432   
   Votanti  410   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato  299    
    Hanno votato no  111.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

Pag. 93

(Esame dell'articolo 24 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 24 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Presidente, sui subemendamenti Crippa 0.24.1.2 e 0.24.1.1, Nuti 0.24.1.3, e sull'emendamento Costantino 24.1 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sugli emendamenti Costantino 24.2 e Sarti 24.3 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario. Sui subemendamenti Crippa 0.24.4.1 e 0.24.4.2 e sull'emendamento Costantino 24.4 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Sui subemendamenti Crippa 0.24.5.1, 0.24.5.2, 0.24.5.3, 0.24.5.4, 0.24.5.5, 0.24.5.6, 0.24.5.7, 0.24.5.8 e 0.24.5.9 vi è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, mentre sull'emendamento Costantino 24.5 il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.1.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Tripiedi, Matarrelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  391   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Crippa 0.24.1.1, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cassano, Palese, Vico, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  384   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  193   
    Hanno votato   67    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Nuti 0.24.1.3, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tripiedi, Castiello...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  386   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  312.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 24.1Pag. 94
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Signor Presidente, qui cerchiamo di modificare la fattispecie dell'articolo 603-bis, proprio per renderlo più stringente, per dare un'applicabilità maggiore allo stesso, triplicando le multe e le sanzioni. Questo perché crediamo che dalle risorse che possono emergere, e che vorremmo destinare ad un fondo apposito per le vittime del reato del caporalato, si possono trovare gli strumenti sia per risarcire i soggetti danneggiati, le vittime o i superstiti, ma anche per il reinserimento lavorativo di chi denuncia.
  Questo è un elemento molto importante: ridare lavoro a chi ha denunciato e a chi l'ha perso, e a chi nella propria comunità non potrà più accedere tramite il caporale al lavoro, proprio perché ha denunciato e non è rimasto nella condizione di sfruttamento e di sopraffazione dei propri diritti. Chi riesce ad emanciparsi, chi riesce a collaborare con le forze dell'ordine, deve essere tutelato e deve essere risarcito. Il reinserimento lavorativo all'interno della rete per il lavoro agricolo di qualità crediamo sia una delle soluzioni da mettere in campo, e l'abbiamo proposto nella nostra proposta di legge per il contrasto al caporalato.
  Chiediamo che i passi in avanti che si stanno facendo su questo tema vedano luce nei lavori parlamentari con un decreto-legge. Chiediamo un decreto-legge da parecchi mesi, ci sono stati vari annunci riguardo a questo da parte del Governo. Noi vogliamo insistere perché vogliamo entrare nel vivo della materia e crediamo che sia una materia urgente, una materia da affrontare e aspettiamo con ansia questo decreto-legge appunto per apportare le migliorie e per creare degli strumenti operativi che possano contrastare questa piaga sociale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Signor Presidente, per comunicare all'Aula che ci asteniamo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, noi siamo favorevoli al contenuto di questo emendamento e infatti voteremo favorevolmente anche all'introduzione di questi articoli 24 e 25 sul caporalato, però dal punto di vista procedurale erano sorti dei problemi in Commissione e da ciò è motivata la nostra astensione. Se questi emendamenti dell'onorevole Costantino saranno riformulati da parte del Comitato dei nove o si interverrà con il relatore con delle riformulazioni, noi ovviamente cambieremo il nostro parere, ma così come sono stati scritti abbiamo appunto valutato nel Comitato dei nove che purtroppo ci sono dei problemi dal punto di vista procedurale. Per questo ci asteniamo, ma sul merito siamo assolutamente d'accordo, tant’è vero che ovviamente faremo anche un ordine del giorno simile al riguardo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 24.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Giuliani, Nuti, Pastorelli, Vazio, Rosato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  342   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  172   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  310.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 95

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 24.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Fanucci, Bergamini, Palma, Gigli, Vico...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  330   
   Astenuti   84   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   32    
    Hanno votato no  298.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 24.3, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Tancredi, Invernizzi. Mi pare che abbiano votato tutti; sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  399   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   80    
    Hanno votato no  319.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.4.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Massa, Fedriga. Non riesce a votare. Bene, adesso ha votato. Non mi pare che ci siano altri che devono votare.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  395   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.4.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Nessuno.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  395   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  320.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 24.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Tancredi, Giachetti. Ci sono altri che devono votare ? Non mi sembra.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  330   
   Astenuti   91   Pag. 96
   Maggioranza  166   
    Hanno votato   30    
    Hanno votato no  300.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Luigi Gallo. Chi non riesce a votare ancora ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  398   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   77    
    Hanno votato no  321.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci. Qualcuno non riesce a votare ? Palese.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  420   
   Votanti  399   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  326.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.24.5.3 Crippa. Pareri contrari di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 18,20)

  PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  410   
   Votanti  389   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato   76    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Dallai ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  PRESIDENTE. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.4. Pareri contrari della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce a votare ? Fanucci... Rostellato... non aggredisca la postazione onorevole Rostellato che peggioriamo la situazione... altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  391   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   73    
    Hanno votato no  318.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 97

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.5. Parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? No ? Gadda... Sisto... Di Salvo... Patriarca... altri colleghi che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  417   
   Votanti  396   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  199   
    Hanno votato   75    
    Hanno votato no  321    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.6. Nessuno chiede di intervenire. Parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci... altri ? Carloni....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  395   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato   72    
    Hanno votato no  323.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Mannino ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.7. Nessuno chiede di intervenire. Parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico... Mannino, va bene ? Io non vedo onorevole Mannino... altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  391   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato   74    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Mattiello ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.8. Parere contrario della Commissione e del Governo. Nessuno chiede di intervenire.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colleghi che non riescono a votare ? Ghizzoni.. ha votato... altri ? Segoni... Toninelli.. ci siamo ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  424   
   Votanti  405   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  326    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.24.5.9. Parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 98
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? Fratoianni... Garavini... Luigi Gallo...Vacca... Pesco... altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  425   
   Votanti  406   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato   78    
    Hanno votato no  328.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Costantino 24.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Signor Presidente, questo emendamento è frutto del lavoro di tre associazioni: l'associazione antimafia daSud, Terra !Onlus e Terrelibere.org, che hanno prodotto un rapporto, che è stato presentato anche qui alla Camera, dal titolo «Filiera sporca»; un rapporto dove finalmente si parla non solo dell'invisibilità dei lavoratori immigranti sfruttati in agricoltura, ma anche dei padroni, che si servono dei caporali per sfruttarli. Infatti, qui, in questo emendamento modifichiamo le sanzioni pecuniarie e interdittive in relazione a imprese che promuovono, dirigono, organizzano, finanziano o effettuano il trasporto di stranieri nel territorio dello Stato, quando questo li mette in un'esposizione di pericolo per la propria vita, quando il migrante è sottoposto a trattamento inumano, quando una persona è stata reclutata per prostituzione, e tutta un'altra serie di casistiche, che non sto qui ad elencare.
  Questo è un emendamento importante, a cui è stato dato da parte del Governo e della maggioranza parere favorevole. Io mi auguro che ci sia una larga maggioranza su questo emendamento, perché non mi sembra – diciamo – che ci siano problemi procedurali o formali. Mi sembra che, a volte, ci si attacchi alla forma solamente quando si è in difficoltà davanti al tema dei migranti e degli stranieri. Invece è un emendamento di buonsenso, che si va a inserire in quella lotta che noi stiamo provando a fare contro il caporalato e che chiaramente vorremmo che venisse strutturata all'interno di un decreto.
  Nell'attesa, il fatto che venga inserito all'interno della riforma del codice antimafia è un passo straordinario, che va esattamente in quella direzione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 24.5, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Capua, Carra. Altri colleghi che non riescono ? Pilozzi, Malpezzi, Capodicasa, Tancredi, Sandra Savino, Oliaro. Sandra Savino e Tancredi non riescono a votare: proviamo a togliere le palline... Bene, altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  393   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  358    
    Hanno votato no   35.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Nicchi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 24, nel testo emendato.Pag. 99
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 18,25)

  PRESIDENTE. Chi non riesce a votare ? Palma. Mi pare nessun altro...
  Dichiaro chiusa la votazione. Malisani, non l'avevamo vista, chiediamo scusa.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  399   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  361    
    Hanno votato no   38.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Le deputate Bonomo e Malisani hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 25 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 25 (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 25.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montrone, Vico, Matarrese. Hanno votato tutti ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  409   
   Votanti  401   
   Astenuti    8   
   Maggioranza  201   
    Hanno votato  364    
    Hanno votato no   37.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 26 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 26 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo...
  Chiedo scusa, revoco l'indizione della votazione. Pensavo che fosse stato il Presidente Giachetti ad avere annotato... ho sbagliato io, perché ci siamo avvicendati.
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 26.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, formula un invito al ritiro, altrimenti parere contrario, dell'emendamento Bindi 26.1 e del subemendamento Occhiuto 0.26.100.1 ed esprime parere favorevole sull'emendamento 26.100 della Commissione (Nuova formulazione).

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Parere conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo. Mi scuso ancora.Pag. 100
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lainati, Binetti...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  327   
   Astenuti   85   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  318    
    Hanno votato no   9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  L'emendamento Bindi 26.1, a questo punto, risulta assorbito dalla votazione precedente.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Occhiuto 0.26.100.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Di Benedetto, Ferraresi, Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  421   
   Votanti  328   
   Astenuti   93   
   Maggioranza  165   
    Hanno votato   34    
    Hanno votato no  294.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 26.100 della Commissione (Nuova formulazione), con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Benedetto, Lattuca... colleghi, per favore, non c’è bisogno di urlare così ! Fitzgerald Nissoli, Antimo Cesaro, Moscatt...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  331   
   Astenuti   88   
   Maggioranza  166   
    Hanno votato  295    
    Hanno votato no   36.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 26, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Pilozzi, Vecchio, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  338   
   Astenuti   80   
   Maggioranza  170   
    Hanno votato  303    
    Hanno votato no   35    

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Bernini ha segnalato che non avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 27 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 27 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

Pag. 101

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sul subemendamento Crippa 0.27.1.1, mentre esprime parere favorevole sugli emendamenti Costantino 27.1 e 27.101 della Commissione.
  La Commissione formula un invito al ritiro sul subemendamento Sarti 0.27.100.2, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento 27.100 della Commissione (Nuova formulazione).
  Andando avanti, abbiamo lo 0.27...

  PRESIDENTE. No, abbiamo prima l'emendamento Sarti 27.2.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Sarti 27.2 e sul subemendamento Crippa 0.27.3.1, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Ermini 27.3.
  La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sugli identici emendamenti Chiarelli 27.4, Vignali 27.5 e Matarrese 27.6, mentre esprime parere favorevole sull'emendamento Tino Iannuzzi 27.7.
  La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento Sarti 27.8, nonché sugli identici emendamenti Chiarelli 27.9, Vignali 27.10 e Matarrese 27.11.

  PRESIDENTE. L'emendamento 27.200 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento è revocato.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario sull'emendamento D'Uva 27.12.

  PRESIDENTE. Tutti i subemendamenti che seguono nel fascicolo sono decaduti, perché è stato ritirato l'emendamento Bindi 27.13 a cui erano riferiti.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sugli identici emendamenti Ermini 27.15 e 27.201 da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie Presidente, il parere del Governo è sempre conforme a quello espresso dal relatore.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.27.1.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Grassi, Sandra Savino, Palese...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  408   
   Votanti  391   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  286    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 27.1, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Fratoianni Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  415   
   Votanti  392   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  387    
    Hanno votato no   5.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 102

  Passiamo alla votazione dell'emendamento 27.101 della Commissione, su cui i pareri sono favorevoli.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie Presidente. L'Italia democratica è nata dalla Resistenza. Alla centocinquantesima votazione possiamo dire che i parlamentari di oggi sono degni figli dei Padri fondatori della nostra Repubblica.

  PRESIDENTE. Non costringetemi a chiedervi a che titolo intervenite, ogni volta che alzate la mano, per favore.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.101 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  392   
   Astenuti   22   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  373    
    Hanno votato no   19.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Passiamo alla votazione del subemendamento Sarti 0.27.100.2, su cui vi è parere favorevole. Ci ritroviamo, relatore Mattiello ? Bene, mi conferma che il parere è favorevole. Va bene.
  Passiamo, quindi, ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Sarti 0.27.100.2, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gadda, Malpezzi, De Mita, Sandra Savino... De Mita ancora non riesce a votare, quindi, mandiamo il tecnico... De Mita ha votato, bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  418   
   Votanti  399   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato  370    
    Hanno votato no  29.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 27.100 della Commissione (Nuova formulazione), come subemendato, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Basilio, Massa, Valiante...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  416   
   Votanti  364   
   Astenuti   52   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato  360    
    Hanno votato no   4.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Avverto che l'emendamento Sarti 27.2 è assorbito dall'approvazione dell'emendamento 27.100 (Nuova formulazione) della Commissione.
  Passiamo alla votazione del subemendamento Crippa 0.27.3.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo. Passiamo ai voti. Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Crippa 0.27.3.1.Pag. 103
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  419   
   Votanti  399   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  200   
    Hanno votato   86    
    Hanno votato no  313.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Ermini 27.3, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico... Basilio... Malisani... Malpezzi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  414   
   Votanti  391   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  196   
    Hanno votato  365    
    Hanno votato no   26.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Chiarelli 27.4, Vignali 27.5 e Matarrese 27.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Presidente, chiedo alla Commissione di cambiare parere su questo emendamento. Infatti si rende necessario in quanto il principio contenuto nella lettera m), ai sensi del quale «nei contratti di appalto, a parità di condizioni dell'offerta, siano preferite le aziende sequestrate o confiscate ovvero le cooperative che le hanno rilevate...», non appare in linea con quelli comunitari posti a tutela della concorrenza e parità di trattamento tra i partecipanti alle procedure concorsuali, con possibili ripercussioni a svantaggio delle imprese sane che hanno sempre agito nel rispetto della legge. Pertanto insisto invitando la Commissione a modificare il parere.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, abbiamo interpellato informalmente anche i rappresentanti degli altri gruppi su questo punto, sulla lettera m) della delega. Ci pare che modificare parere non vari la natura della delega e quindi l'orientamento della delega ma renda la delega più equilibrata rispetto agli altri principi richiamati. Peraltro in tal senso avevamo anche un'osservazione, un'indicazione della Commissione ambiente e quindi credo che, se anche il Governo è d'accordo, possiamo accogliere questa indicazione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Anche il Governo è d'accordo con il relatore e con l'intervento dell'onorevole Chiarelli.
  Quindi, cambiare il parere, in effetti, non stravolge l'impostazione e, invece, è anche più in linea con l'orientamento comunitario. Quindi, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore così come l'ha modificato.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, in questo senso noi chiederemmo anche al collega Tino Iannuzzi di ritirare l'emendamento 27.7 su cui avevo espresso il parere favorevole della Commissione. Dal nostro punto di vista questo Pag. 104era già un modo per andare incontro alle esigenze espresse. Noi daremmo, quindi, parere favorevole all'emendamento Matarrese 27.6 e chiederemmo il ritiro dell'emendamento Tino Iannuzzi 27.7.

  PRESIDENTE. In ogni caso non potremmo votarlo, nel caso in cui questi tre identici emendamenti dovessero essere approvati.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tino Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  TINO IANNUZZI. Grazie Presidente, noi accogliamo favorevolmente il mutamento di parere che è stato espresso testé dal relatore e dal Governo. Del resto noi in Commissione ambiente avevamo espresso una motivata condizione rispetto alla quale poi l'emendamento 27.7 nella sua formulazione tendeva a modificare l'impostazione originaria della Commissione giustizia in termini assolutamente migliorativi. Infatti, non c’è dubbio che la finalità del provvedimento sia una finalità giusta, non c’è dubbio che l'obiettivo sia quello di andare incontro al recupero di tutte le imprese che sono bonificate dalle contaminazioni penetranti della criminalità organizzata, quindi, di tutte le aziende confiscate, tutte le aziende sequestrate riportate nell'alveo della legalità. Ma abbiamo un problema di rispetto dei principi comunitari, dei principi di tutela della concorrenza, della par condicio, della libera competizione, del principio di assicurare a tutte le imprese, quelle confiscate o sequestrate e quelle che sono state sempre in linea e nel rispetto della legalità, una medesima posizione.
  Del resto avevamo anche espresso, come Commissione, una preoccupazione che aveva condotto alla formulazione dell'emendamento 27.7, e che sostanzialmente rimandava all'esercizio della delega in sede di revisione del codice degli appalti la disciplina di questo punto. Nel nuovo codice si possono prevedere anche dei criteri di preferenza per le aziende confiscate e sequestrate, ma essi vanno adeguatamente circoscritti e disciplinati. La sede unica, la sede tipica è quella del codice degli appalti che, del resto, dovremmo varare in seconda lettura nel provvedimento di delega legislativa proprio in questa settimana.
  Per queste ragioni io sottoscrivo l'emendamento 27.6 soppressivo della lettera m), del comma 3 dell'articolo 27, rinviando la definizione di questo argomento alla sede propria del nuovo codice degli appalti.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Matarrese. Ne ha facoltà.

  SALVATORE MATARRESE. Grazie Presidente, anch'io chiedo di riconsiderare il parere espresso sull'emendamento Matarrese 27.6, quindi pongo un adempimento formale, ma colgo anche l'occasione per ringraziare il relatore e il Ministro per aver accolto questo emendamento che è stato frutto di un'intensa attività negoziale sia in Commissione che in Aula. Infatti, è giusto che le condizioni di partecipazione alle gare d'appalto siano allineate alle disposizioni europee e anche al parere che, in questo senso, ha espresso l'VIII Commissione sulla proposta di legge.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Chiarelli 27.4, Vignali 27.5 e Matarrese 27.6, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fitzgerald Nissoli, Santerini, Garavini, Sannicandro...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  404   
   Votanti  393   
   Astenuti   11   Pag. 105
   Maggioranza  197   
    Hanno votato  390    
    Hanno votato no   3.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sarti 27.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Dieni. Ne ha facoltà.

  FEDERICA DIENI. Dichiaro il nostro voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Signor Presidente, questo è un emendamento per togliere dalla delega al Governo una lettera che riguarda le cooperative, perché, similmente a quanto si diceva prima sul codice degli appalti, anche in questo caso si danno titoli preferenziali alle cooperative per ricevere finanziamenti. Noi siamo contrari perché la lettera r), che sta per essere inserita, recita testualmente: «Le cooperative costituite da dipendenti di aziende sequestrate o confiscate, munite dei requisiti prescritti dalla legge, previa verifica della regolarità della tenuta delle scritture contabili e delle modalità di gestione, hanno titolo preferenziale nell'assegnazione dei contributi e degli incentivi previsti dalla legge; posso, per un periodo non superiore a cinque anni dalla propria costituzione, impiegare personale, già alle dipendenze dell'azienda confiscata, con qualifica dirigenziale, che non rientri tra i soggetti di cui alla lettera b)», quindi che non abbiano determinate incompatibilità.
  Noi a questa previsione siamo contrari perché, come si è detto, dare titolo preferenziale ai lavoratori all'interno delle aziende che si costituiscono in cooperative vuol dire creare, secondo noi, una discriminazione rispetto alle aziende sequestrate e confiscate dove vi sono lavoratori che non si vorranno costituire in cooperative. Per questo motivo ci sembra che non sia opportuno inserire in un decreto legislativo che sarà presentato dal Governo questa previsione.

  PRESIDENTE. Onorevole, concluda per favore.

  GIULIA SARTI. Chiedo anche al Governo, per i ragionamenti fatti prima anche in Comitato dei nove, di esprimersi su questa lettera r) (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Nuti.

  RICCARDO NUTI. L'emendamento al nostro esame vuole eliminare la lettera r) perché, semplicemente, si dà un titolo preferenziale alle cooperative per accedere a questi fondi.
  Su questo ci siamo già confrontati con il relatore in Comitato dei nove e non ha voluto cambiare il proprio parere. Allora chiedo al Governo e a tutti gli altri colleghi della maggioranza perché queste cooperative, costituite dai dipendenti delle aziende sequestrate e confiscate, devono avere titolo preferenziale nell'assegnazione dei contributi. Così facendo, membri del Governo, tutti tenderanno a questa forma per avere i contributi. Sarebbe il caso di evitare questo tipo di norma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sarti 27.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  Malisani, Gandolfi, Romanini, Rubinato, Donati, Roberta Agostini.

   Presenti  405   
   Votanti  380   
   Astenuti   25   Pag. 106
   Maggioranza  191   
    Hanno votato  111    
    Hanno votato no   269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Chiarelli 27.9, Vignali 27.10 e Matarrese 27.11.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, invito ancora una volta la Commissione a modificare il proprio parere sugli identici emendamenti in esame. Noi non chiediamo la soppressione della lettera r), ma solo la soppressione delle parole: «abbiano titolo preferenziale nell'attribuzione dei contributi e degli incentivi previsti dalla legge». Io ritengo che sia necessaria questa soppressione in quanto in questo modo, perlomeno, si avrebbe equità nell'assegnazione dei contributi, mentre il testo, così come è stato formulato, non appare in linea con i principi comunitari posti a tutela della concorrenza e parità di trattamento e potrebbe costituire, peraltro, un elemento di svantaggio per le imprese sane che abbiano sempre agito nel rispetto della legge.
  Il criterio, infine, sopra richiamato rischia di alimentare, peraltro, forme di tutela che nel recente passato hanno generato corruzione e malaffare. Ecco perché insisto, affinché la Commissione modifichi il proprio parere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matarrese.

  SALVATORE MATARRESE. Presidente, chiedo la rivisitazione del parere espresso su questo comma, perché sostanzialmente è derivato dalle medesime motivazioni per le quali è stato rivisitato il precedente e finalizzato a rimettere in tutela la partecipazione paritaria alle gare d'appalto di tutti i tipi di azienda. Infatti, anche da un punto di vista industriale, concedere dei vantaggi competitivi a un'azienda, seppure confiscata, la storia dimostra che rende l'azienda di fatto non competitiva quando questi vantaggi vengono meno. Non è un segnale positivo quello di dare un vantaggio a un'azienda che, gestita nell'illegalità, ha procurato danno alle aziende che hanno operato nella legalità; non è un bel segnale per le aziende sane che ci siano dei vantaggi per le aziende che di fatto hanno operato nell'illegalità. Quindi, credo che sia una derivazione della precedente rivisitazione rimettere in equilibrio un vantaggio competitivo che non può essere dato ad un'azienda, perché tutte le aziende sul mercato sono uguali con eguali condizioni di partecipazione nel libero mercato (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Presidente, questo emendamento ovviamente va nello stesso senso che avevamo indicato poco fa: noi chiedevamo di sopprimere tutta la lettera, invece questi emendamenti specifici vanno soltanto a eliminare la parte dove si dice appunto che i lavoratori che si costituiscono in cooperative avranno titolo preferenziale per i finanziamenti cui faranno richiesta. Per noi questo emendamento è totalmente condivisibile. L'abbiamo già fatto per la precedente lettera m), non vedo perché anche in questo caso non possiamo tutti votare favorevolmente e fare una maggiore riflessione. Quindi, chiederei davvero al Governo, al sottosegretario Ferri, di esprimere un parere, perché qui si potrebbero davvero creare delle discriminazioni.
  Questa previsione, tanto voluta da parte del relatore, secondo noi rischia di creare dei seri problemi di applicazione. Quindi, condividiamo lo spirito con cui hanno presentato questo emendamento altri colleghi e anche noi ovviamente voteremo favorevolmente, chiedendo davvero al relatore e al Governo di ripensarci. Quindi, Pag. 107vorremmo almeno una motivazione lecita per inserire questa previsione nel futuro decreto legislativo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Galgano. Ne ha facoltà.

  ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Noi chiediamo al Governo di riconsiderare il parere su questo emendamento. Colleghi, io comprendo le preoccupazioni per i lavoratori delle aziende che hanno una procedura di questo tipo, però penso che dobbiamo preoccuparci degli imprenditori e dei lavoratori delle aziende che pagano le tasse e rispettano le regole. Sarebbe veramente assurdo che noi creassimo dei disagi a fronte di vantaggi di aziende che hanno commesso delitti. Quindi, vi prego, riconsiderate il parere (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, sicuramente in questo testo di legge ci sono tante cose negative, però, forse con questa norma inserita, che con questo emendamento si vuole sopprimere, si sta andando un po’ oltre. Veramente, arrivare a scrivere una norma che dice che a queste cooperative bisogna dare una corsia preferenziale e priorità per accedere ai fondi, è veramente troppo. Va assolutamente rivista, non è possibile pensare di agire in tal senso. Chiedo eventualmente se c’è la volontà, da parte della maggioranza e soprattutto del relatore, di accantonare questi emendamenti, alla luce anche delle osservazioni che ha fatto la maggioranza, o di cambiare il parere.

  PRESIDENTE. Chiedo alla presidente Ferranti se vuole intervenire sulla richiesta di accantonamento formulata dal collega Nuti.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Presidente, abbiamo già valutato abbondantemente la questione anche in Comitato dei nove di ieri notte, quindi per me il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, se lei insiste per l'accantonamento, lo poniamo in votazione.

  RICCARDO NUTI. Sì, Presidente.

  PRESIDENTE. Bene, un intervento a favore e uno contro. Prendo atto che nessuno chiede di intervenire contro. Chi interviene a favore ? Nuti. Prego, ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Presidente, stiamo chiedendo l'accantonamento dell'emendamento che va a levare dalla lettera r) la corsia preferenziale alle cooperative. Chiediamo, quindi, di accantonarlo, anche alla luce delle osservazioni fatte dai colleghi della maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Pongo in votazione, mediante procedimento elettronico, senza registrazione di nomi, la richiesta di accantonamento degli identici emendamenti Chiarelli 27.9, Vignali 27.10 e Matarrese 27.11.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dambruoso, D'Ambrosio, Fanucci, D'Alia, Russo...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  La Camera respinge per 107 voti di differenza.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Chiarelli 27.9, Vignali 27.10 e Matarrese 27.11, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 108
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  411   
   Votanti  407   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato  150    
    Hanno votato no   257.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Ricordo che la condizione di cui all'emendamento 27.200, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, è stata revocata.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento D'Uva 27.12.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Signor Presidente, preannunzio il voto favorevole sull'emendamento D'Uva 27.12.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il collega D'Uva. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO D'UVA. Presidente, questo emendamento non fa altro che riprendere le parole, le stesse identiche parole, che sono state scritte nella relazione che abbiamo approvato all'unanimità, sia in Commissione antimafia che in quest'Aula che al Senato, sui testimoni di giustizia, la stessa relazione di cui era relatore l'onorevole Mattiello. Qui a quanto ho capito c’è di fatto un parere contrario, negativo da parte della Commissione bilancio: posso supporre sia per la parola «promuove», che potrebbe implicare delle spese. Chiedo la possibilità di riformulare l'emendamento, eventualmente rimuovendo la parola «promuove», e approvarlo, perché è veramente ridicolo in questo momento che noi diciamo «sì» a questa cosa quando si tratta di relazione, siamo tutti bellini, tutti contenti, e poi quando si tratta realmente di proteggere i testimoni di giustizia, di fare un atto concreto, improvvisamente il parere diventa negativo, addirittura con richiesta di ritiro. Chiedo pertanto al relatore se vuole difendere il suo lavoro, anzi il nostro lavoro di Commissione antimafia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento D'Uva 27.12, con il parere contrario di Commissione e Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carella, Tripiedi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  387   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no   302.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).
  Tutti i subemendamenti sono decaduti perché l'emendamento Bindi 27.13 è stato ritirato.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ermini 27.15 e 27.201, da votare ai sensi dell'articolo 86, comma 4-bis, del Regolamento, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  405   
   Votanti  382   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato  368    
    Hanno votato no  14.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 109

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 27, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Fanucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  341   
   Astenuti   65   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no  26.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 28 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 28 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate). Ricordo, infatti, che l'emendamento Sarti 28.1 è stato ritirato.
  Nessuno chiedendo di parlare, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, esprimo parere favorevole sull'emendamento 28.100 della Commissione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è favorevole.

  PRESIDENTE. Poiché è stato presentato un unico emendamento interamente soppressivo dell'articolo 28, sarà posto in votazione il mantenimento di tale articolo.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul mantenimento dell'articolo 28.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Palma...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  412   
   Votanti  402   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  317.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

(Esame dell'articolo 29 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 29 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Signor Presidente, la Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 29.100 della Commissione e sull'articolo aggiuntivo 29.0100 della Commissione.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Signor Presidente, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 29.100 della Commissione, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 110
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  327   
   Astenuti   79   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato  290    
    Hanno votato no  37.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 29, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  401   
   Votanti  332   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  167   
    Hanno votato  305    
    Hanno votato no  27.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 29.0100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Purtroppo abbiamo un fascicolo un po’ improvvisato, dovuto alla presentazione di tanti emendamenti in corso di seduta. Non voleva essere una critica agli uffici, assolutamente. Per questo ci vedete un po’ tentennare oggi. Minnucci... Hanno votato tutti ? Sembra di sì.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  406   
   Votanti  337   
   Astenuti   69   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no  22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 30 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 30 (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate), al quale non sono state presentate proposte emendative.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 30.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Qualcuno non riesce a votare: Monchiero, Oliaro, Fanucci... Chi altro non riesce a votare ? Mi pare che abbiano votato tutti.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  403   
   Votanti  337   
   Astenuti   66   
   Maggioranza  169   
    Hanno votato  315    
    Hanno votato no  22.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Guidesi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole; il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

(Ripresa esame dell'articolo 13 – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Riprendiamo adesso l'esame dell'articolo 13 e delle proposte emendativePag. 111ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Invito, dunque, il relatore ad esprimere il parere della Commissione.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. Grazie, Presidente. Per l'ultimo articolo la Commissione esprime parere favorevole sul proprio subemendamento 0.13.25.1 e sull'emendamento Bindi 13.25.
  La Commissione invita al ritiro degli emendamenti Nuti 13.3, 13.4, 13.5, 13.6 e 13.7, altrimenti il parere è contrario.
  La Commissione esprime parere favorevole sul proprio emendamento 13.100.

  PRESIDENTE. Abbiamo prima il subemendamento Occhiuto 0.13.500.1.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro del subemendamento Occhiuto 0.13.500.1, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Poi c’è l'emendamento 13.500 del Governo.

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 13.500 del Governo.
  La Commissione esprime parere favorevole sul proprio emendamento 13.100.

  PRESIDENTE. Qual è il parere sull'emendamento Ermini 13.27 ?

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. L'emendamento Ermini 13.27 è ritirato.

  PRESIDENTE. Ce lo dice anche Ermini ? Benissimo ! Non per mancanza di fiducia ma...

  DAVIDE MATTIELLO, Relatore. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento Nuti 13.20, altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Il Governo ? Prego, Ministro.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Signor Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dal relatore.
  Inoltre, vorrei ringraziare perché è stato accolto l'emendamento proposto dal Governo che, a mio avviso, rende il provvedimento complessivamente più forte per due ragioni che vorrei sinteticamente ricostruire (lo rende più forte anche accogliendo indicazioni che sono venute da forze dell'opposizione).
  Noi stiamo estendendo l'area dell'attività delle misure di prevenzione. Stiamo facendo un'operazione che da molto tempo è stata reclamata da più parti, cioè quella di estendere il contrasto patrimoniale, dopo la buona esperienza realizzata nell'ambito del contrasto alla mafia, anche alle altre attività con scopo di lucro che hanno come potenziale deterrente, appunto, l'intervento sul patrimonio. Questo è il caso della corruzione.
  Io sottolineerei la rilevanza politica di questo passaggio. Noi stiamo dicendo che la corruzione va battuta con gli stessi mezzi con cui si è combattuta la mafia negli anni precedenti e lo stiamo dicendo – e lo dico con grande soddisfazione, in questo senso, anche raccogliendo un lavoro comune con il Ministro Martina – anche per le reti di reclutamento clandestino della manodopera, cioè il cosiddetto caporalato.
  Abbiamo esteso quest'area, ma questo significa chiedere allo Stato più trasparenza, proprio perché chiede più potere per intervenire. Con questo articolo io credo noi diamo un elemento di più forte coerenza e di più forte trasparenza nell'attività di tutti i soggetti che sono chiamati ad intervenire nell'attività di prevenzione.
  Ahimè lo facciamo anche in costanza di vicende di cronaca che ci richiamano la drammaticità che si manifesta quando questa trasparenza non c’è. Da questo spunto estendiamo anche una riflessione più complessiva che è finalizzata in un altro articolo a restringere l'area di discrezionalità per ogni autorità pubblica quando deve dare consulenze o incarichi.Pag. 112
  Realizziamo infine, qui mi consentiranno anche una piccola valutazione su alcune riflessioni che ho sentito precedentemente, un'agenzia che non è finalizzata soltanto all'attività di gestione del patrimonio, ma anche alla finalità di rilancio di alcune attività. Lo dico con riferimento ad alcune considerazioni, consentitemi, mercatiste. È vero, un'azienda non può esser tenuta in piedi a prescindere dal mercato, ma c’è un interesse dello Stato quando un'azienda è una azienda vera, al fatto che quell'azienda sopravviva, perché quella è la manifestazione migliore del fatto che lo Stato non ha interesse a colpire il lavoro e i lavoratori, ma ha interesse invece a colpire l'azionista quando è un mafioso.
  Io credo che con questo insieme di considerazioni il nostro intervento, che il comitato dei nove ha recepito e lo ringrazio ancora, acquisti un particolare significato perché ci consente di dire, ribadisco, che lo Stato estende il suo potere, rafforza i suoi strumenti, ma è più disponibile a essere valutato nella trasparenza attraverso la quale questi poteri vengono esercitati, perché non c’è nulla di più grave di chi, utilizzando questi poteri, tradisce lo Stato, tradisce i cittadini e che in alcuni casi diventa persino peggiore dei soggetti che sarebbe chiamato a contrastare. Grazie.

  PRESIDENTE. Grazie Ministro.
  Sul subemendamento della Commissione 0.13.25.1 ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la collega Bindi. Ne ha facoltà.

  ROSY BINDI. Grazie Presidente, un intervento a titolo personale.

  PRESIDENTE. Ovviamente, mi scusi se la interrompo, lei utilizza sempre i cinque minuti del gruppo. Prego.

  ROSY BINDI. Spero di non usarli tutti. Questo emendamento della Commissione si qualifica come subemendamento all'emendamento 13.25 Bindi che è stato accolto, nel quale sono contenuti criteri per un decreto ministeriale che dovrà essere adottato dal Ministero della giustizia dove sono indicati appunto i criteri per la nomina degli amministratori giudiziari. Sono criteri qualitativi, impegnativi. Io ritengo che mettere un numero, cioè indicare un dato quantitativo non superiore a tre incarichi, possa rappresentare uno strumento per il magistrato che deve nominare gli amministratori giudiziari volto ad aggirare i criteri qualitativi. Ci sarà sempre un amministratore giudiziario che ha solo tre incarichi, ma quei tre incarichi sono relativi ad aziende o a confische pesanti, di grande volume, e ci sarà sempre un amministratore giudiziario che ha già tre incarichi ma quei tre incarichi sono magari di piccolissima entità. Il primo potrà avere l'Italgas, i secondi potranno avere la pizzeria al centro di Roma. Quindi il criterio quantitativo diventa un modo con il quale si possono aggirare i criteri qualitativi. Io personalmente non mi sento di votarlo, perché credo che è un'arma che aumenta la discrezionalità, paradossalmente è una bandiera perché si dice «più di tre incarichi non li potranno avere», ma in realtà questo aumenta la discrezionalità del magistrato o della agenzia che dovranno nominare l'amministratore perché, ripeto, quello che conta non è in numero degli incarichi, è il volume, la qualità, la complessità dei beni confiscati e affidati ad amministratori giudiziari.
  Ripeto, ci sarà sempre qualcuno che ne ha solo tre, ma sono pesanti e qualcuno che ne ha già tre, ma sono leggeri. Quindi, secondo me il criterio quantitativo aumenta la discrezionalità e non la diminuisce. Per questo, io non mi sento di votare questo subemendamento proposto dalla Commissione.

  PRESIDENTE. La ringrazio. Non mi pare ci siano altri interventi su questo subemendamento.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento 0.13.25.1 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.Pag. 113
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Chi non riesce a votare ? Tripiedi, Occhiuto. Bene.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  378   
   Votanti  355   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato  251    
    Hanno votato no  104.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Bindi 13.25, sul quale il parere è favorevole. Deputato Nuti, prego.

  RICCARDO NUTI. Presidente, semplicemente per chiedere se con l'approvazione di questo emendamento decadono degli emendamenti e quali, grazie.

  PRESIDENTE. Sì, glielo dico subito. Decadono gli emendamenti Nuti 13.3, 13.4 e 13.5. Vuole intervenire per dichiarazione di voto su questo emendamento ?

  RICCARDO NUTI. Sì, grazie Presidente.

  PRESIDENTE. Prego.

  RICCARDO NUTI. Cari colleghi, l'emendamento che stiamo cercando di votare è il Bindi 13.25, che farebbe decadere, in caso di approvazione, l'emendamento Nuti 13.3. Cosa dice l'emendamento Nuti 13.3 ? E qua mi rivolgo anche al Governo, in quanto le parole che ha detto poi vanno un po’ in contrasto con quello che è il testo. Perché ? Perché a Palermo, signori, è accaduto che un amministratore giudiziario avesse tanti incarichi, ma soprattutto che venissero dati a questo amministratore giudiziario aziende e beni sequestrati e confiscati di alto valore. Allora, noi cosa vogliamo inserire con il nostro emendamento ? Che ci sia un criterio di rotazione degli amministratori giudiziari tenendo conto del valore dei beni a loro assegnati. Perché questo, Presidente ? Perché stabilire la regola semplicemente che si può dare un incarico ad un amministratore non esclude che un amministratore possa arricchirsi e un altro possa invece avere sempre incarichi dal basso valore economico. Quindi, con questa norma andremmo un attimo a migliorare quella che è la situazione attuale, anche della legge che si vuole approvare. Quindi, la rotazione non può permettere semplicemente di dare le aziende di alto valore economico o i beni di alto valore a un amministratore, un incarico dopo l'altro, e dare all'altro amministratore praticamente le briciole. Ma ci vuole una rotazione in base al valore del bene che viene affidato all'amministratore giudiziario, altrimenti casi di arricchimento, con un amministratore che riesce a percepire anche 7 milioni di euro per la gestione dei beni a lui affidati, si potranno ripetere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Grazie Presidente, un altro problema di questo emendamento è che poi sarà il Governo e, nello specifico, attraverso i Ministeri competenti, a scrivere il decreto attuativo dove verranno inseriti appunto tutti i criteri di nomina degli amministratori giudiziari e dei coadiutori. E questo decreto attuativo non passerà, ovviamente, dalle Commissioni parlamentari competenti. Quindi, si porrà una situazione magari simile a quella che si è posta nel 2010 quando doveva essere istituito l'albo degli amministratori giudiziari.
  Poi, praticamente, questo decreto attuativo è stato fatto nel 2013 e ancora non funziona bene e questo albo ha posto numerosi problemi. Ora, è stato dato un termine per l'emissione di tutti i decreti attuativi di questo provvedimento, e quindi speriamo che, nel giro di tre mesi, vi siano. Noi, però, volevamo porre dei paletti ulteriori per i criteri di scelta degli amministratori Pag. 114giudiziari e ci sembrava che il nostro emendamento, cioè tenere conto del valore dei beni assegnati all'amministratore giudiziario, fosse un ulteriore paletto, importante, da mettere nel decreto che si dovrà scrivere e che noi, in Parlamento, non vedremo, purtroppo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Sottosegretario Ferri, a lei, che conosce approfonditamente questa materia e conosce, soprattutto, i casi degli scandali che si sono visti a Palermo, voglio chiedere cosa ne pensa di questo emendamento. Vede, il problema del conflitto di interessi in questi affidamenti è sempre un problema rilevante. Quando, però, gli interessi sono così grandi, allora noi crediamo che siano proprio questi a fare gola, poi, a certe persone che si vogliono accaparrare somme veramente ingenti, che possono veramente fare gola a certe persone.
  Allora, noi crediamo che, quando si vanno a valutare questi beni, il fatto che siano grossi possa creare un ulteriore conflitto in chi li amministra e in chi li affida. Ecco perché noi chiediamo criteri certi per fare in modo che alcuni non abbiano un valore grosso e troppo esagerato rispetto ad altri, che hanno altri valori, minori, seppur numericamente...

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  VITTORIO FERRARESI. ...più elevati. Quindi, veramente chiedo, sottosegretario, Ministro, che sia fatta una valutazione, perché il conflitto di interessi c’è, e, quando un interesse è grosso, il conflitto è sempre maggiore (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Bindi 13.25, come subemendato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Alia, Baruffi, Dadone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  349   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  267    
    Hanno votato no  82.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Vazio e la deputata Zampa hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  A questo punto, come dicevo, sono preclusi dalla votazione precedente gli emendamenti Nuti 13.3, 13.4 e 13.5.
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 13.6, sul quale vi è il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie, Presidente. Questo emendamento è praticamente il motivo, forse, della presenza del Ministro qui, perché, se non fosse stato per il MoVimento 5 Stelle – bisogna riconoscerlo – né la maggioranza né il Governo avrebbero mai pensato di inserire questo tipo di incompatibilità, che, poi, in mattinata, nel pomeriggio più o meno, hanno ripresentato in maniera pressoché simile, quasi identica, migliorata nella forma, ma il contenuto è lo stesso.
  Quindi, sicuramente il merito di questo risultato e di questa vittoria non può che essere riconosciuto al MoVimento 5 Stelle, che ha condotto una battaglia da solo, nel silenzio generale di tutti, sia in Commissione che in Aula. Nessuno ha pensato di Pag. 115presentare un emendamento del genere. Siamo contenti che, dopo tantissime pressioni che siamo riusciti a fare in Aula e dopo tanti scandali che sono emersi in questi giorni, non ultimo quello di questa mattina, vi sia stata la volontà, finalmente, di approvare una norma sulle incompatibilità.
  Infatti, quello che è accaduto a Palermo, dove il giudice nomina l'amministratore giudiziario e l'amministratore giudiziario nomina come suo collaboratore il marito del giudice, era veramente assurdo ed imbarazzante. Basterebbero il buon senso e l'etica, ma è chiaro che non tutti ce l'hanno ed è quanto meno incredibile aver pensato di dare parere contrario in precedenza. Comprendo che il parere, ora, è contrario perché c’è l'emendamento del Governo che, probabilmente ha una formulazione migliore, ma comunque lo mettiamo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANDREA ORLANDO, Ministro della giustizia. Una risposta credo sia dovuta all'onorevole Nuti, perché non ho alcuna difficoltà a riconoscere che il MoVimento 5 Stelle ha posto questa questione. Vorrei però fare due precisazioni. La prima è questa: il Governo non ha atteso questo provvedimento per affrontare questo tema. Il Governo nel mese di luglio aveva mandato alle Commissioni, per il parere, un provvedimento che disciplinava i compensi degli amministratori giudiziari. Il Governo è stato attaccato dai presidenti delle sezioni di misure di prevenzione che lamentavano lo smantellamento della lotta alla mafia. Devo dire che non ho sentito grandi parole in difesa del Governo, mentre io non ho nessuna difficoltà a riconoscere i meriti del MoVimento 5 Stelle quando pone una questione, a mio avviso, sensata.
  La seconda questione riguarda la differenza tra le due stesure. Lei dice che è un po’ migliore. No, diciamo che sono radicalmente diverse, seppure io ribadisco che lo spunto nasce dall'emendamento proposto dal MoVimento 5 Stelle, al quale chiedo di ritirare questo emendamento. Qual è la differenza (lo vorrei spiegare) ? Sono pochissimi coloro che volendo aggirare le regole affidano un incarico direttamente a un congiunto. Sono pochissimi, ci sono, lo abbiamo visto, ma insomma sono anche più facilmente individuabili. Il problema più grosso e più strutturale che noi affrontiamo è quello dei cosiddetti giri, delle cosiddette cerchie, delle reti amicali, che, in qualche modo, sostituiscono le modalità di reclutamento trasparente delle competenze e delle professionalità. Tant’è che utilizziamo un criterio contenuto all'interno del codice civile, che può sembrare anche un po’ buffo a richiamarlo, quello della «abituale commensalità», cioè del fatto di frequentarsi frequentemente, che è un criterio assai più restrittivo di quello che voi avete proposto e dal quale abbiamo preso spunto. Spesso non serve essere parenti per avere un rapporto che è un rapporto, in qualche modo, contrario alla trasparenza e alle regole che devono presidiare la scelta che deve essere esclusivamente basata sulla capacità e sulla professionalità dell'amministratore. È per questa ragione che invito al ritiro. Credo, insomma, che possiamo anche, ogni tanto, evitare di fare la competizione su chi l'ha detto per primo e, ogni tanto, rassegnarci all'idea che, anche solo per la statistica, siamo d'accordo su un punto. In questo caso prendiamone atto e spieghiamo ai cittadini che è capitato. Se è per il loro bene, credo che non ce ne sia da vergognarsi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Sarti. Ne ha facoltà.

  GIULIA SARTI. Colgo l'occasione per ricordare altre verità su questo provvedimento che è anche un po’ il motivo per cui noi mettiamo semplicemente in votazione questo emendamento e poi voteremo, Pag. 116ovviamente, favorevolmente a quello del Governo. Noi abbiamo avuto un iter nell'affrontare tutta questa riforma del codice antimafia che è stato definito da noi più volte allucinante, con tre lettere inviate alla Presidente della Camera per le violazioni avvenute, a nostro parere, in Commissione giustizia. Tutto perché il disordine creato nell'affrontare un tema così importante ha voluto dire mettere in croce noi deputati, gli uffici della Camera, gli uffici della Commissione antimafia, proprio per il disordine che si era creato in Commissione giustizia nell'affrontare questi articoli.
  Infatti, il testo da cui partivamo era, purtroppo, un testo disordinato, che è stato riorganizzato, rivisto e messo a posto venerdì scorso. Abbiamo avuto pochissimo tempo anche per formulare le proposte emendative sull'ultimo testo, che era di trenta articoli, come abbiamo detto più volte. Prima c'era un testo di cinquantuno articoli su cui le Commissioni consultive si erano espresse. Il fatto di dovere trasferire delle proposte emendative da un testo di cinquantuno articoli a un testo di trenta articoli è stata un'operazione che noi abbiamo condotto il sabato e la domenica, lavorando, ovviamente volentieri, ma a queste condizioni su un tema estremamente complesso, come abbiamo sempre detto, che aveva bisogno di ordine, non di confusione.
  Questa confusione generata ha fatto sì che il parere iniziale del Governo su questo nostro emendamento sacrosanto fosse un parere contrario. Quindi, questa nostra previsione di incompatibilità ulteriore nei confronti delle nomine del giudice aveva parere contrario. E questo è bene ricordarlo. Grazie alla discussione che c’è stata, a spizzichi e bocconi, in queste numerose riunioni del Comitato dei nove, si è riusciti finalmente a trovare una soluzione. Ma tutte le volte noi ci dobbiamo svenare per riuscire ad ottenere dei risultati che dovrebbero essere delle cose ovvie, non delle cose per cui votare e dare l'anima giorno, notte, sabati e domeniche, ogni santo giorno, come se ovviamente fossero dei risultati (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore, per favore.

  GIULIA SARTI. Perché è questa la condizione in cui ci siamo dovuti esprimere !

  PRESIDENTE. Si rivolga alla Presidenza, collega.

  GIULIA SARTI. È da un anno e mezzo che abbiamo questo provvedimento in Commissione e l'accelerazione e la confusione che si sono ingenerate in Commissione giustizia, mi dispiace, ma non sono condizioni di lavoro normali. È da due anni e mezzo che noi lavoriamo come i matti, come tutti voi, nelle Commissioni: non è mai capitata una cosa del genere, mai capitato un provvedimento così incasinato !
  Ora siamo riusciti ad ottenere un risultato ovvio. Non l'ha proposto il Governo, non l'ha proposto il Partito Democratico, nonostante tutto lo scandalo che c’è stato a Palermo. Lo abbiamo proposto noi e per una volta questi risultati è normale che noi vogliamo sostenerli e pretenderli come risultato di tutto il Parlamento, ma come proposti da noi. Infatti, di fronte a tutti gli scandali che ci sono, si fa sempre spallucce. Noi siamo i primi che riconosciamo nel Governo e nel relatore di maggioranza o nel Partito Democratico o nei risultati ottenuti qui un risultato corale e, quindi, ovviamente un merito di tutti, quando c’è. Però, qui si sta parlando di una confusione veramente che era stata ingenerata nel dare un parere contrario iniziale. Quindi, noi adesso ovviamente siamo felici di questo nuovo emendamento della Commissione ma, come ho detto, mettiamo in votazione anche il nostro e ribadiamo che uno scandalo così grosso, come quello che ha colpito Palermo, si sarebbe tranquillamente potuto evitare fin da subito, dando un parere favorevole da tempo o magari con una proposta fatta proprio da voi all'inizio...

Pag. 117

  PRESIDENTE. Concluda, collega Sarti.

  GIULIA SARTI. ... non tutte le volte aspettando cose di buon senso dagli altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti. Liberare i banchi del Governo, per favore.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 13.6, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marchi, Malisani, Vignali...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  358   
   Votanti  341   
   Astenuti   17   
   Maggioranza  171   
    Hanno votato   93    
    Hanno votato no  248.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (La deputata Amoddio ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Nuti 13.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente. Questo è forse l'ultimo degli emendamenti più importanti del provvedimento. È quello che introduce delle sanzioni.
  Infatti, Ministro, con l'emendamento che abbiamo scritto su nostra indicazione, su nostra ispirazione del precedente abbiamo inserito l'incompatibilità, come abbiamo detto. Ma se ci sono queste violazioni, cioè se queste incompatibilità vengono violate, introduciamo delle sanzioni o no, Ministro ? Con questo emendamento introduciamo la previsione che non si procede alla liquidazione del compenso e che si dispone la revoca dell'incarico, incluso quello del coadiutore, e la sospensione dall'albo nazionale degli amministratori giudiziari per un periodo non inferiore ad un anno. Niente di strano, Ministro.
  Quindi, chiediamo, volete realizzare la norma in maniera completa o no ? Volete introdurre un'incompatibilità senza sanzioni o un'incompatibilità con qualche sanzione al riguardo ? Se qualche sanzione che è stata introdotta nell'emendamento – ne introduciamo tre – non la convince, possiamo sempre presentare una riformulazione, se c’è la vostra volontà. Però evitiamo di fare norme a metà, Ministro, maggioranza e relatore. Introduciamo sanzioni per far sì che questa sia una norma seria, altrimenti l'incompatibilità rischia di non produrre gli effetti sperati. Chiedo a tutti gli altri colleghi di esprimersi su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 13.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Colaninno... Antimo Cesareo... Sottanelli... Tripiedi... Segoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  367   
   Votanti  349   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato  105    
    Hanno votato no  244.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento Occhiuto 0.13.500.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo.Pag. 118
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  363   
   Votanti  344   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   85    
    Hanno votato no  259.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Magorno ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.500 del Governo, con il parere favorevole della Commissione.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

   Carloni... Pilozzi... Bolognesi... D'Incecco... Palese... Tancredi...
  Dichiaro chiusa la votazione. Scusi, onorevole Vecchio, ma non l'avevo visto.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  369   
   Votanti  350   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  179   
   Hanno votato  340    
    Hanno votato no  10.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 13.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Monchiero, Pellegrino, Paolo Nicolò Romano ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  370   
   Votanti  288   
   Astenuti   82   
   Maggioranza  145   
    Hanno votato  279    
    Hanno votato no  9.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  L'emendamento Ermini 13.27 è stato ritirato.
  Passiamo all'emendamento Nuti 13.20.
Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Nuti 13.20, con il parere contrario della Commissione e del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  368   
   Votanti  348   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  175   
    Hanno votato   79    
    Hanno votato no  269.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 13, nel testo emendato.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Ciracì, Vignali, Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 119
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  377   
   Votanti  317   
   Astenuti   60   
   Maggioranza  159   
    Hanno votato  298    
    Hanno votato no  19.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1039-A ed abbinate).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie Presidente. Da quale iniziamo, dall'ordine del giorno Occhiuto n. 9/1039-A/1 ?

  PRESIDENTE. Sì, esatto.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Per quanto riguarda l'ordine del giorno Occhiuto n. 9/1039-A/1 non lo si accoglie ma, sia per questo, che per gli ordini del giorno Santelli n. 9/1039-A/2 e Battaglia n. 9/1039-A/4 che sono simili e che il Governo non accetta, si fa presente che il mantenimento come sede secondaria, si parla della sede di Reggio Calabria, contiene già che alcune funzioni dirigenziali siano comunque decentrate. Così come sono impostati...

  PRESIDENTE. Quindi il Governo formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Sì esatto, il Governo formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Mi ripete un attimo il numero di questi ordini del giorno ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Gli ordini del giorno sono Occhiuto n. 9/1039-A/1, Santelli n. 9/1039-A/2 e Battaglia n. 9/1039-A/4.

  PRESIDENTE. Bene, andiamo avanti.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Il Governo accetta l'ordine del giorno Mazziotti Di Celso n. 9/1039-A/3. Il Governo accoglie come raccomandazione gli ordini del giorno Pili n. 9/1039-A/5, Cuomo n. 9/1039-A/6 e Burtone n. 9/1039-A/7. Il Governo accoglie come raccomandazione l'ordine del giorno Massimiliano Bernini n. 9/1039-A/8 e si fa presente, quanto al punto b), che già il testo prevede che il delitto di cui all'articolo 603-bis sia un reato presupposto della confisca ex articolo 12-sexies, quindi è già contenuto nel testo, comunque, lo accettiamo come raccomandazione.
  Il Governo accetta gli ordini del giorno Ermini n. 9/1039-A/9 e Bindi n. 9/1039-A/10.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il presentatore non accede all'invito al ritiro formulato dal Governo e insiste per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/1039-A/1.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Occhiuto n. 9/1039-A/1, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani, Rabino, Sberna, Brandolin, Gnecchi, Cuomo...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 120
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  356   
   Votanti  344   
   Astenuti   12   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   43    
    Hanno votato no  301.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che l'onorevole Santelli insiste per la votazione del suo ordine del giorno n. 9/1039-A/2.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Santelli n. 9/1039-A/2, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gigli, Vecchio, Carloni, Bonaccorsi, Marzano.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  359   
   Votanti  345   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  173   
    Hanno votato   38    
    Hanno votato no  307    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Prendo atto che il presentatore non insiste per la votazione del suo ordine del giorno Mazziotti Di Celsio n. 9/1039-A/3 accettato dal Governo.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Battaglia n. 9/1039-A/4, non accettato dal Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Battaglia n. 9/1039-A/4, non accettato dal Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bianchi Stella, Fitzgerald Nissoli, Matarrese.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  374   
   Votanti  358   
   Astenuti   16   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato   39    
    Hanno votato no  319    

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  Chiedo al presentatore se insiste per la votazione dell'ordine del giorno Pili n. 9/1039-A/5, accolto come raccomandazione.

  MAURO PILI. Signor Presidente, chiedo al rappresentante del Governo di rivedere il parere di accoglimento come raccomandazione espresso sul mio ordine del giorno. Stiamo parlando di casi precisi in cui vi sono vittime di sequestri di persona, che vedono delinquenti che li hanno sequestrati con grandi immobili, magari anche questi sequestrati. Si tratta del caso, che viene segnalato con il mio ordine del giorno, di un sequestrato che dovrà pagare ancora le rate alle banche per il sequestro fino al 2023. È un fatto che si ripercuote e li rende vittime due volte, prima dei sequestratori poi delle banche e dello Stato stesso.
  Vi è l'esigenza di costituire un fondo con cui risarcire e sostenere le famiglie colpite dal fenomeno dei sequestri, in analogia anche con i casi mafiosi. Mi pare che sia un atto necessario. Raccogliere questo appello proveniente dal mondo delle famiglie dei sequestrati in questo provvedimento è assolutamente importante. Pag. 121Quindi, credo che sia necessario che il Governo rivaluti il parere e accetti il mio ordine del giorno.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Rispondo velocemente all'onorevole Pili. Il Governo sta chiudendo la procedura di infrazione proprio per quanto riguarda un fondo per le vittime da reato e, quindi, non è possibile una cosa specifica ma stiamo lavorando per costituire un fondo per le vittime che comprenderà anche l'aspetto sottolineato nell'ordine del giorno presentato dall'onorevole Pili. Confermo, quindi, il parere espresso di accoglimento come raccomandazione. Volevo solo aggiungere che stiamo lavorando sulla costituzione di un fondo per le vittime.

  PRESIDENTE. Prendo atto che l'onorevole Pili non insiste per la votazione.
  Prendo, inoltre, atto che i presentatori degli ordini del giorno Cuomo n. 9/1039-A/6, Burtone n. 9/1039-A/7, Massimiliano Bernini n. 9/1039-A/8, accolti come raccomandazione non insistono per la votazione.
  Prendo, infine, atto che i presentatori degli ordini del giorno Ermini n. 9/1039-A/9 e Bindi n. 9/1039-A/10, accettati dal Governo non insistono per la votazione.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Francesco Saverio Romano. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Grazie, Presidente. Il codice che oggi questa Camera si accinge a modificare è stato uno dei più grandi successi della scorsa legislatura: ha contribuito a mettere a punto strumenti importantissimi per la prevenzione del crimine mafioso. Questo codice, soprattutto per quanto riguarda i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, probabilmente necessitava di una revisione, probabilmente anche alla luce dei fatti che hanno coinvolto ultimamente il tribunale di Palermo.

  PRESIDENTE. Per favore, dovreste liberare i banchi del Governo, colleghi.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Presidente, forse è meglio aspettare il deflusso.

  PRESIDENTE. No, prego, ormai è quasi ultimato, però prego di abbassare il tono della voce per rispetto di chi sta parlando.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Grazie, Presidente. Una revisione, dicevo, che si ponesse l'obiettivo di rendere più efficace le battaglie al potere economico della mafia e di meglio organizzare gli strumenti a disposizione per raggiungere questo obbiettivo. Ma gli istituti del sequestro e della confisca possono trasformarsi anche in pericolosissimi boomerang se lo Stato non riesce a gestire i beni oggetto dei provvedimenti e li lascia andare in malora. Serviva quindi, sì, un provvedimento con due obbiettivi: da un lato continuare a rafforzare il contrasto alle attività economiche dei clan criminali e dall'altro salvaguardare il valore delle aziende sequestrate o confiscate. La proposta che quest'Aula si appresta a varare è purtroppo un'occasione perduta. Sono deludenti i contenuti in merito alla salvaguardia del valore delle aziende coinvolte, salvaguardia che sarebbe invece nell'interesse sia dei proprietari che dello Stato. Dei proprietari, perché, se assolti al termine del processo, avrebbero diritto di tornare alla guida dell'azienda in una situazione equivalente a quella in cui l'avevano lasciata; dello Stato, perché in caso di confisca definitiva sarebbe interesse pubblico entrare in possesso di un'azienda in grado di funzionare e produrre ricchezza.Pag. 122
  Noi crediamo che sarebbe stato necessario introdurre una distinzione netta tra le procedure da mettere in campo in caso di sequestro preventivo di un'azienda e le procedure successive alla eventuale confisca definitiva. Procedure distinte che sarebbero utili non solo per le aziende sequestrate e confiscate ma anche per tutti gli altri beni che possono essere oggetto di provvedimenti del genere.
  Mi voglio soffermare su alcune delle criticità più importanti che abbiamo riscontrato. Sarebbe stato necessario, anche alla luce di ciò che nelle ultime settimane è accaduto a Palermo, rivedere le regole inerenti la nomina e la revoca dell'amministratore giudiziario. A tale compito è oggi delegato il tribunale, che potrà, nei casi più complessi, addirittura nominare più amministratori che potranno operare disgiuntamente. Riteniamo che nel regolamentare i compiti dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata ci sarebbero stati gli spazi per dare all'Agenzia stessa il potere di nominare l'amministratore giudiziario. Questo avrebbe permesso di scindere il ruolo di chi è chiamato ad amministrare i beni da quello di chi è chiamato a vigilare anche sull'operato dell'amministratore stesso.
  Sarebbe stato poi opportuno limitare, in concreto e realmente, la durata massima del sequestro. Ad oggi tale termine, tra durata ordinaria e possibili proroghe, può arrivare a durare due anni e mezzo. Due anni e mezzo cui però si devono aggiungere le sospensioni, senza alcun limite, per l'espletamento di accertamenti peritali. Sarebbe stato sufficiente richiamare l'articolo 227 del codice di procedura penale, che fissa i termini di durata per il compimento delle perizie. Richiamare questa norma l'avrebbe resa applicabile anche alle misure di prevenzione. Niente invece è stato fatto da questo punto di vista, mentre sarebbe stato importante arrivare alla fissazione di un termine massimo di durata del sequestro che tenesse conto anche di tutte le eventuali sospensioni.
  Inoltre, il provvedimento in esame allarga fin troppo – l'abbiamo detto anche ieri – la platea dei soggetti cui sono applicabili le norme sulle misure di prevenzione.
  Ieri addirittura si voleva allargare l'applicazione di tali norme anche agli indiziati per abuso d'ufficio, un reato residuale rispetto a corruzione e concussione. Se si vogliono punire i colpevoli attraverso il sequestro dei beni lo si può fare, ma lo si deve fare attraverso una legge ad hoc che accompagni la punibilità e la sanzione attraverso una disposizione che disponga, in caso di condanna, il sequestro del patrimonio; seguendo il principio del cosiddetto processo probatorio, e non surrettiziamente attraverso il processo per le misure di prevenzione, che – sappiamo – è un processo indiziario. Non si può inserire una tale disposizione attraverso un procedimento che ha appunto questa natura ! Rischieremmo di sanzionare soggetti che, una volta assolti, sconterebbero un grave ed irreparabile danno: l'indagato per un reato contro la pubblica amministrazione, colpito da un sequestro e da un procedimento a misura di prevenzione, nel momento in cui viene del tutto scagionato, chi lo ripagherà per i danni subiti nel tempo ? Non è ripetibile questo danno, non vi è una previsione normativa che consenta poi di poter ottenere quanto realmente ha perduto attraverso quel sequestro.
  Non ci dobbiamo scordare dei diritti fissati dalla Costituzione, e nel caso specifico di quello sul giusto processo di cui all'articolo 111. Com’è possibile che il giudice che emette il sequestro sia quello poi chiamato a decidere sulla confisca ? Si perdono così i principi di terzietà e imparzialità che dovrebbero contraddistinguere ogni decisione giudiziaria.
  Per quanto riguarda i ricorsi in Cassazione contro i sequestri, tali ricorsi dovrebbero poter essere presentati anche per mancanza, contraddittorietà e manifesta illogicità della motivazione, e non solo per violazione della legge. Del resto, anche le misure di prevenzione personali e patrimoniali incidono sui diritti garantiti dalla Pag. 123Costituzione. Di più, riteniamo che dovrebbe essere prevista la possibilità di un riesame del provvedimento di sequestro dinanzi al tribunale in composizione collegiale del capoluogo di provincia nel quale ha sede l'ufficio che ha emesso il provvedimento.
  Ci sono altre questioni che non ci convincono; ne cito una. Non possono essere previste prelazioni nell'acquisto delle aziende confiscate in favore...

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FRANCESCO SAVERIO ROMANO. Concludo, Presidente. Di chi ha collaborato alla gestione nel periodo di sequestro: si potrebbero registrare casi di speculazioni difficilmente controllabili.
  Concludo. Il contrasto alla criminalità organizzata, che ha già condotto all'arresto ed alla condanna di pericolosi esponenti di Cosa nostra, Camorra, ’ndrangheta, Sacra corona unita, deve proseguire nel solco dell'azione portata avanti con successo dalle forze dell'ordine e dalla magistratura, senza limitare gli istituti posti a garanzia degli imputati.
  Il nostro voto oggi, è di tutta evidenza, non potrà essere favorevole. Ci siamo soffermati oggi sugli aspetti più negativi di questa proposta; ci auguriamo che possano essere corretti nell'altro ramo del Parlamento, perché sarebbe importante, su un tema come quello del contrasto alla criminalità organizzata, avere il voto più compatto possibile delle forze politiche rappresentate in Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo Italiani all'Estero).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Taglialatela. Ne ha facoltà.
  Non è presente: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Simonetti. Ne ha facoltà.
  Non è presente: s'intende che vi abbia rinunziato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Dambruoso. Ne ha facoltà.

  STEFANO DAMBRUOSO. Signor Presidente, onorevoli colleghi, l'aggressione dei beni della criminalità organizzata e la loro apprensione al patrimonio dello Stato nei casi previsti dalla legge rappresenta davvero un fondamentale strumento di lotta alla mafia, perché vanifica l'accumulazione illegale di patrimoni. Il grande impegno e la professionalità dei magistrati e delle forze dell'ordine hanno portato a successi sempre maggiori in questo campo, tanto che l'entità del patrimonio confiscato sembra avere raggiunto ormai il valore di 80 miliardi di euro e cresce di giorno in giorno.
  La normativa in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati, con le numerose modifiche intercorse dagli anni Ottanta ad oggi, ha inferto un colpo molto duro alla criminalità organizzata, favorendo percorsi di riscatto per i territori umiliati dall'arroganza del potere malavitoso. Occorre però fare un ulteriore passo in avanti e spezzare ogni tipo di legame tra le aziende sottoposte a misure di prevenzione e le organizzazioni mafiose che su di esse hanno esercitato il controllo sia sociale che economico. È quindi necessario adottare strumenti di sostegno finanziario, fiscale e previdenziale per favorire la ripresa di queste realtà imprenditoriali e la riconquista al loro interno del lavoro legale.
  È ormai diffusa la consapevolezza che la capacità di uno Stato di garantire sicurezza si misura anche sull'efficienza del suo sistema normativo di contrasto alla ricchezza illecita e che l'aggressione dei patrimoni illeciti è uno strumento ineludibile nella lotta al crimine organizzato. Combattere l'illegalità economica significa, quindi, prima di tutto aggredire i patrimoni della criminalità organizzata, restituirli alla collettività e porli alla base della costruzione di nuove relazioni economiche sane e legali, che pongano il Pag. 124lavoro e la dignità delle persone al centro di un nuovo percorso di riscatto civile e sociale.
  Colpire i patrimoni della criminalità organizzata non è però sufficiente se a quest'azione non si accompagna la restituzione degli stessi beni alla collettività e il loro utilizzo per scopi produttivi o mutualistici: la perdita di posti di lavoro e la conseguente instaurazione di un clima di tensione sociale non consentono un contrasto efficace della criminalità organizzata perché insinuano nella collettività l'idea distorta che, se la mafia era in grado di offrire e di garantire posti di lavoro, lo Stato non è parimenti affidabile.
  Una delle difficoltà più evidenti che pone, infatti, la gestione dei beni sequestrati, allorquando si tratta di beni aziendali, è quella di garantirne la continuità industriale ed economica che, spesso, nel passaggio dal circuito illecito a quello legale, rischiano di fallire o di chiudere per la mancanza di strumenti adeguati a sostegno del difficile percorso di riemersione alla legalità.
  I beni aziendali confiscati e sequestrati soffrono particolarmente delle lunghe procedure della fase giudiziaria. Durata, incertezza dei processi e mancanza di una gestione aziendale adeguata portano ad un forte indebolimento e, più in generale, al fallimento delle aziende che, al momento del sequestro, si trovano spesso già in crisi finanziaria.
  Il ritorno alla legalità deve, quindi, rappresentare una precondizione per lo sviluppo economico e non un ulteriore impedimento alla prosecuzione dell'attività produttiva, soprattutto visto il periodo di grande crisi economica e occupazionale che il nostro Paese sta fronteggiando. Al riguardo, non possiamo che esprimere un apprezzamento per quanto accaduto oggi allorché un nostro emendamento, un emendamento di Scelta Civica, è andato nel segno di non indebolire la lotta all'aggressione ai beni confiscati appartenenti alla criminalità organizzata, ma ha considerato anche che ci sono aziende, in questo contesto economico, che non hanno mai avuto problemi con la giustizia e con la legalità e si vedrebbero invece non riconosciute in questo loro impegno civico allorché avessero dovuto negoziare o partecipare a bandi con aziende che invece avrebbero dovuto vivere il privilegio dell'appartenenza a questo quadro.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI (ore 20,10)

  STEFANO DAMBRUOSO. Quindi, abbiamo ristabilito un sacrosanto equilibrio, grazie a questo emendamento, fra sforzo nei confronti delle aziende già colpite da infiltrazioni mafiose e partecipazione al libero mercato di aziende sane, che però stanno vivendo un periodo di affievolimento e attenuazione a causa del contesto economico.
  In Italia, quindi, l'economia sommersa, la pervasività della criminalità mafiosa, il malaffare e la corruzione hanno un costo pari a circa il 27 per cento del nostro prodotto interno lordo e ci sono tanti altri dati che non vale la pena che io vada a ricordare, perché purtroppo caratterizzano la debolezza del nostro sistema. Tutto questo avviene proprio in territori già fortemente condizionati dalla criminalità organizzata: le regioni con il numero più alto di aziende sequestrate e confiscate sono, infatti, la Sicilia (con 553 aziende in gestione e 315 destinate), la Campania, il Lazio, la Calabria e la Lombardia, ci sono i numeri, depositerò poi il mio intervento.
  Da queste considerazioni nasce l'idea di proporre un piano d'intervento per il riutilizzo sociale delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità mafiosa. Queste ultime, oltre ad essere l'emblema della lotta dello Stato contro la pervasività delle organizzazioni criminali nel nostro tessuto economico, rappresentano un'opportunità concreta che non può essere sprecata: come già sottolineato, senza un impegno su questo versante si rischia di vanificare un ottimo lavoro portato avanti dalle forze dell'ordine e dalla magistratura sul piano della repressione, che sul lungo periodo potrebbe dimostrarsi inefficace se i beni e le aziende confiscate restassero inutilizzati.Pag. 125
  Si assiste così a un paradosso: quelle attività economiche, un tempo simbolo del potere mafioso, dopo il sequestro anziché divenire modelli di legalità economica garantendo sicurezza sociale ai lavoratori e alle lavoratrici in esse impiegati, chiudono i battenti. Allo stato attuale a fallire è più del 90 per cento delle attività produttive oggetto di un provvedimento di sequestro prima e di confisca poi. Le aziende confiscate definitivamente sono più di 2 mila e a queste vanno aggiunte tutte quelle sequestrate ma non confiscate, il cui numero secondo alcuni rilievi sarebbe circa dieci volte maggiore. In sostanza, siamo di fronte a un fenomeno che dal 1982, dall'introduzione della legge Rognoni-La Torre, ha riguardato decine di migliaia di lavoratori e di lavoratrici in tutto il territorio nazionale, in tutti i settori produttivi e in tutte le aree geografiche.
  Va ricordato anche che, come Scelta Civica per l'Italia, nel corso del dibattito in Commissione avevamo anche proposto e prospettato non il proseguimento di questo tipo di gestione, che aveva portato al fallimento delle aziende confiscate e non supportate, ma al vero e proprio acquisto, da parte di aziende sane, di aziende che avevano, invece, subito questo tipo di situazione.
  Non è passato il nostro emendamento, ma siamo felici, comunque, di partecipare, con spirito critico, a questo rilancio del supporto al contrasto all'attività mafiosa e all'arricchimento illecito. In questo contesto le lavoratrici e i lavoratori diventano parte lesa, pagando con la disoccupazione e con il probabile licenziamento le colpe del proprio datore di lavoro, che spesso agisce nell'illegalità all'insaputa dei suoi stessi dipendenti. Lo stesso accesso agli ammortizzatori sociali spesso è negato, determinando uno stato di abbandono e di insicurezza sociale che produce effetti devastanti.
  Ripromettendomi di andare a depositare il mio intervento, vado subito alla conclusione, perché io credo di poter dire, sintetizzando il senso del contributo che ha dato Scelta Civica per l'Italia a questa proposta di legge, che queste misure sono, a nostro avviso, indispensabili per dare un segnale importante contro le mafie e per rendere lo Stato ancora più vicino a quelle aree troppo a lungo vessate da organizzazioni criminali. I beni confiscati ai mafiosi devono diventare un simbolo di tale vicinanza ed è l'impegno di quell'Italia che lotta e sconfigge il crimine organizzato. È per questo che Scelta Civica per l'Italia ha supportato e voterà con convinzione a favore di questo provvedimento.
  Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale della mia dichiarazione di voto (La Presidenza lo consente, sulla base dei criteri costantemente seguiti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Costantino. Ne ha facoltà.

  CELESTE COSTANTINO. Grazie, Presidente. La mafia non è un destino inevitabile, non è qualcosa con cui bisogna convivere. Nel corso del tempo tanto si è prodotto in termini di contrasto al fenomeno, per opera della magistratura e delle forze dell'ordine, per opera della politica e della società civile. A tal punto che, presuntuosamente, in alcune fasi ci si è permessi il lusso di abbassare la guardia e di credere che si potesse vivere di rendita.
  La politica istituzionale ha grosse responsabilità, un po’ per incapacità e un po’ per mancanza di credibilità. Quante volte, retoricamente in quest'Aula, si è fatto ricorso alle parole di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, senza aggiungere nulla in più a quel ricordo ? O, ancora, quanto giustizialismo è stato sbandierato al solo scopo di intercettare la pancia dei cittadini stanchi e delusi ?
  A tutto questo si somma, purtroppo, la mancanza di credibilità accumulata negli anni dai partiti, tutti, da destra a sinistra. I fenomeni di corruzione, di contiguità e, in alcuni casi, le dirette emanazioni dei clan all'interno delle liste elettorali hanno danneggiato, in maniera drammatica, il ruolo istituzionale nel contrasto alle mafie. Allora, la delega è sembrata l'unica soluzione Pag. 126praticabile: abdicare al proprio ruolo e sostenere, in forme diverse, il lavoro fatto da altri.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Costantino. Onorevole Fregolent, colleghi, grazie. Prego.

  CELESTE COSTANTINO. Questo meccanismo non ha prodotto guasti solo alla politica, ma ha danneggiato anche il movimento antimafia e quelle figure a cui è stata affidata una sorta di certificazione sulle attività della politica. Così scopriamo, con sgomento, di magistrati, che hanno costruito carriere sul contrasto del fenomeno, essere addirittura a disposizione delle cosche; vediamo un associazionismo falso e contaminato e scopriamo veri e propri comitati d'affari intorno al business dell'antimafia. Mi scusi, Presidente: se può chiedere ai suoi colleghi...

  PRESIDENTE. Onorevole Costantino, non capisco la polemica. Come ha sentito, tre secondi fa l'ho fatto. Non possiamo neanche pretendere, però, il silenzio assoluto. Prosegua.

  CELESTE COSTANTINO. Saremo chiamati a riflettere su tutto questo e mi auguro che ci sarà quello che non c’è stato in passato e, cioè, più politica. Non solo quella settoriale, ma soprattutto quella trasversale: quella che parla di scuola pubblica, perché il diritto allo studio sottrae menti alla criminalità organizzata; quella che parla di periferie, lavoro e di reddito minimo garantito, perché non vivere in una condizione di povertà significa sottrarre manovalanza alla mafie; quella che parla di ambiente, perché dire «no» al ponte sullo Stretto non è solo una questione di priorità altra rispetto a una città, come Messina, rimasta senza acqua o una città, come Reggio Calabria, che sprofonda nel fango.
  Ma, fortunatamente, non tutto è emanazione del Governo e il passaggio che ci ritroviamo a fare sulla riforma del codice antimafia è frutto di un lavoro parlamentare. È una riforma importante, grande, complessa, che è impossibile sintetizzare in pochi minuti ma di cui è importante raccontare il segno e il senso politico. La centralità della riforma è stata senza ombra di dubbio la legge più bella ed efficace della storia della Repubblica e, cioè, la legge «Rognoni-La Torre».
  Ancora adesso a distanza di così tanti anni, le mafie non si rassegnano a vedersi sottrarre le proprietà e a vederle riutilizzate a fini sociali. Non è un caso se le cooperative che operano nei loro locali, terreni, aziende sequestrate e confiscate subiscono ciclicamente attentati di varia natura. Allora il punto che va integrato a questa intuizione vincente, e che si è potuto comprendere solo grazie all'esperienza, è come sostenere le cooperative che a fatica cercano di svolgere la propria attività nella legalità e nella trasparenza. Troppa solitudine, troppe minacce, troppe difficoltà intorno a loro. A Quindici come a Gioia Tauro; a Bari come a Corleone le problematiche che si rincorrono sono sempre le stesse. Si prova con questo testo ad andare incontro a queste esigenze. Il ringraziamento va ai soggetti che hanno proposto la legge di iniziativa popolare: Libera, Arci, SOS impresa, Acli, Centro Studi Pio La Torre.
  Abbiamo lavorato alla pubblicazione on line di tutti i beni presenti sul territorio e a una riforma delle agenzie che se ne occupano. Per questo un pensiero va ai lavoratori di Reggio Calabria che naturalmente rimarranno in organico in questo distaccamento satellite ma che in questi anni si sono spesi con passione e competenza proprio per essere all'altezza del compito che gli era stato affidato. Un altro pensiero va alle cooperative che operano su beni confiscati. Perché tanta leggerezza e disponibilità da parte delle banche per figure poco pulite e chiusura nei confronti di chi rischia la vita per mandare un messaggio che parla anche a noi ?
  Quei campi sono coltivati con passione e legalità. L'esatto contrario di quello che succede con lo sfruttamento del lavoro migrante attuato dal caporalato. Rosarno, Castelvolturno, Nardò, Asti. È lungo l'elenco e lo conosciamo da tempo. Pensavamo Pag. 127quest'estate che, nell'anno di Expo, quel decreto annunciato dopo le morti registrate nei campi segnassero la fine della complicità a quel sistema. Purtroppo il decreto non è arrivato. L'impegno allora è stato inserire in questo testo alcune misure che possano servire a contrastare questo «stillicidio» che si consuma in tutte le regioni italiane.
  È inutile dirlo – e mi avvio a concludere – avremmo potuto fare di più, su questo e su tanto altro e soprattutto, perché quello che votiamo spesso non viene attuato ? Per esempio che fine ha fatto quel 3 per cento di denaro confiscato alle mafie che doveva andare in diritto allo studio ? L'abbiamo votato all'unanimità in quest'Aula. Perché il Governo non fa il decreto attuativo ?
  Quello che stiamo votando è senz'altro un miglioramento del codice e una presa in carico di una situazione inaccettabile che andava recuperata da tempo. È una possibilità per i soggetti che la subiranno e che ne usufruiranno, è la possibilità per la politica per ritornare ad avere un ruolo nel contrasto alle mafie.
  Chiudo signor Presidente dichiarando il voto favorevole di Sinistra italiana. Un voto che non delega, ma che ci carica di nuove responsabilità. Un voto dato ai volti e alle storie sane di questo Paese. Un voto che ci dà la forza di credere che se ognuno di noi prova a fare la sua parte, la mafia come tutti i fatti umani ha avuto un inizio ma avrà anche una fine (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MAROTTA. Grazie Presidente. Siamo alla fase finale di un lungo dibattito che si è sviluppato attraverso la Commissione antimafia e la Commissione giustizia per portare a termine un articolato lavoro che è servito soprattutto a dare organicità e sistematicità alla normativa antimafia. Bisognava intervenire perché, primo traguardo e scopo di questo Governo è combattere la criminalità organizzata e quello delle misure di prevenzione personali e patrimoniali è lo strumento necessario per colpire al cuore la criminalità, perché si aggredisce il patrimonio e aggredendo il patrimonio si mettono in condizione le organizzazioni criminali di non poter sviluppare ulteriormente sul territorio la propria delinquenziale attività.
  Ma si muove su tre direttrici, questo provvedimento: il salvataggio dell'impresa (e da qui a un momento vedremo come), la ristrutturazione dell'Agenzia preposta proprio a questo scopo e le regole sulle amministrazioni giudiziarie. Erano tutti filoni sui quali bisognava intervenire e si è intervenuto con una legislazione unitaria.
  Il primo punto che è stato affrontato è inserire tra i destinatari delle misure di prevenzione personale e patrimoniale gli indiziati di reato contro la pubblica amministrazione. E, allora, abbiamo sentito poc'anzi il Ministro – e siamo d'accordo con lui – dire che anche in questo settore c’è bisogno di una presenza massiccia dello Stato attraverso la normativa che ci apprestiamo a votare e che, per certi versi, la corruzione è un bubbone nel sistema oggi democratico che bisogna combattere. E noi siamo pienamente d'accordo nel farlo e siamo pienamente in linea col Ministro su quanto diceva. Infatti, poi lo abbiamo trasferito in questo provvedimento. Invitiamo tutti, però, a un momento di riflessione. Perché ? Perché il momento iniziale della misura di prevenzione, per quanto riguarda gli indiziati di reati appartenenti a un'organizzazione criminale, presuppone un'indagine da parte delle forze di polizia che si è sviluppata nel tempo, articolata, con conoscenze e con riferimenti. Le indagini che possono riguardare, invece, ad esempio, un pubblico amministratore, sono molto settoriali e difficili da farsi. Pertanto, forse bisogna riflettere per trasferire questo momento iniziale dell'azione per la misura di prevenzione, non dal momento in cui il pubblico amministratore è indiziato, ma in un momento successivo perché questo può garantire già un'indagine, già il riferimento Pag. 128a prove o a indizi seri e certi che ci tranquillizzano da tutti i punti di vista. La mafia è una cosa e va combattuta e ci sono elementi di riscontro sul territorio, mentre il reato della pubblica amministrazione è cosa diversa. Noi condividiamo l'impalcatura del provvedimento, però, attenzione, perché, nel momento in cui ci muoviamo nei confronti della pubblica amministrazione, al di là del risultato che vogliamo ottenere, che è comune a tutti, forse il momento iniziale non può essere solamente nel momento in cui siamo raggiunti da un avviso di garanzia, ma deve esserci qualche cosa in più per poter consentire che nei confronti di questo soggetto si sviluppino le misure di prevenzione appunto personale o patrimoniale.
  Poi, un ulteriore riferimento, su cui siamo pienamente d'accordo, è quello relativo all'individuazione – andiamo per flash perché il tempo è quello che è – dei tribunali specializzati, sotto forma di sezioni o collegi. È un grande passo in avanti, di cui sicuramente si sentiva la mancanza. Siccome questa è una materia specifica e delicata, nel momento in cui, come dicevo prima, ampliamo la platea dei soggetti a cui può essere riferita, allora è necessario che ci sia la garanzia di un tribunale specializzato, cioè che abbia tutta una serie di elementi di professionalità e di competenze. Un tipo di tribunale che venga fuori appunto da una collocazione nell'ambito dei distretti.
  Allora, se vogliamo favorire la ripresa delle imprese, dobbiamo intervenire su questo. E qui ci sono una serie di elementi e di provvedimenti contenuti in questa normativa che vanno in quella direzione. Il fondo di garanzia è una cosa importante per far sì che un'impresa che può ancora sviluppare delle potenzialità non sia affidata a se stessa o al fallimento. E qui vedremo le conseguenze, perché non è solo sul piano di quello che può rendere quell'impresa e di tutto il sistema che ruota intorno a quell'impresa.
  Ma c’è il problema dei lavoratori. Quindi, intervenire su un'impresa che può essere salvata e può continuare ad essere inserita nel mercato e a produrre significa anche salvaguardare posti di lavoro. Questo è l'interesse che noi abbiamo tenuto di mira e su questo ci siamo mossi, attraverso anche una riforma dell'Agenzia a questo preposta, che è oggi caratterizzata in maniera diversa, con una serie di organismi che la riguardano, con una trasparenza maggiore, e forse, tutto sommato, era anche possibile lasciarla alla competenza del Ministero dell'interno, a cui faceva riferimento e che è competente, in tutta questa materia, per un'altra serie di situazioni che riguardano proprio sue competenze specifiche, e non trasferirla alla Presidenza del Consiglio.
  Però, l'elemento importante è che noi siamo intervenuti sull'Agenzia e siamo intervenuti su quello che è il problema dei problemi, sul quale non si era mai intervenuti: gli amministratori giudiziari. Noi lo abbiamo sempre sostenuto: ci vuole un elenco che privilegi la professionalità, la competenza e la trasparenza. E questa legge, questi provvedimenti vanno in quella direzione, perché finalmente avremo la certezza che l'amministratore giudiziario, che poi diventa il vero volano del sistema, è sotto il controllo del giudice delegato, che è l'autorità che sempre sovrintende ad esso, e quindi, non capisco tutte le preoccupazioni che vengono dal MoVimento 5 Stelle su questo argomento, visto che è tutto affidato alla vigilanza, al controllo e alle determinazioni del giudice delegato a questa funzione, che, quindi, automaticamente, ci garantisce da tutti i punti di vista.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ANTONIO MAROTTA. Mi avvio alle conclusioni. Tenuto conto che il problema principale è combattere la mafia, combattere le organizzazioni criminali, e, su questo, noi siamo in prima linea – lo siamo stati prima, lo siamo ora e lo saremo dopo –, da questo punto di vista, questo codice, questa sistematicità della nuova normativa, che prevede tutti questi provvedimenti con riferimento a quello che io sinteticamente ho detto, va nella direzione giusta. Ecco perché noi voteremo convintamente Pag. 129questo provvedimento, con i limiti e le riflessioni che ho fatto durante il mio intervento (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Ho notato che, considerata l'ora tarda, qualcuno ha voluto persino consegnare o rinunziare alla dichiarazione di voto. Io ritengo, con il mio gruppo, che non solo una dichiarazione di voto vada fatta sempre, ma, in particolare, per questo tipo di provvedimento. Questo provvedimento rappresenta un mostro giuridico, che il Parlamento, stasera, sta licenziando.
  Abbiamo già avuto, in passato, modo di rilevare, nel corso dell'esame di tanti provvedimenti in materia di giustizia, la totale mancanza di sistematicità da parte di questo Governo nell'affrontare i temi che caratterizzano l'universo giudiziario. Il testo che abbiamo discusso e che ci apprestiamo a votare è solo la conferma del solito ritornello, che vede l'Esecutivo reagire a fatti di cronaca con provvedimenti allarmisti, inutili e finanche dannosi, in particolare nella loro deriva giustizialista, buoni solo a riempire i titoli dei giornali con grandi spot per il Premier Renzi.
  Presidente e colleghi, penso che, licenziando questo provvedimento, è venuto meno il principio di non colpevolezza. Noi, stasera, stiamo licenziando un provvedimento di una gravità inaudita. Si cerca, attraverso la lotta alla mafia, di inserire provvedimenti di questa natura, caro Ministro, che fanno inorridire in ordine all'evoluzione che questi provvedimenti possono avere.
  Le mafie, lo sappiamo bene, sono ormai uscite dai tradizionali territori di origine e hanno posto in essere una pervasiva e sistematica opera di inquinamento e condizionamento dell'economia. Però, io vorrei ricordare che il Governo Berlusconi aveva messo in campo il più grande sistema di contrasto alla mafia mai attuato. Nella XVI Legislatura si sono avuti i più grandi risultati che la storia italiana abbia mai avuto in tema di contrasto alla mafia. Ecco perché noi non riteniamo che un provvedimento di «pancia», come quello che oggi state licenziando, possa risolvere i problemi effettivi. Anche tecnicamente, dal punto di vista della natura giuridica (mi riferisco in particolare, caro Ministro, all'articolo 1, quello che si vuol far passare attraverso questo provvedimento costituisce vulnus incredibile per quanto riguarda lo Stato di diritto. Io penso che l'accelerazione che è stata data, è stata data per i fatti di Palermo, che avrebbero dovuto, a mio parere, imporre uno stop e non un'accelerazione su questo provvedimento. Avrebbero dovuto far guardare in casa propria a chi oggi dirige le file di questo provvedimento; perché di questo si tratta. Un provvedimento che tiene conto solo delle segnalazioni di una parte importante, certamente, che costituisce l'ossatura della natura giurisdizionale. Avremmo dovuto riflettere non solo sul tema di come rendere più efficace e tempestiva l'adozione delle misure di prevenzione e magari coinvolgere lo stesso principio che vuole che lo Stato si faccia pieno carico di un'azienda confiscata alla mafia.
  È assolutamente necessaria e meritevole di massima tutela un'azione di difesa nei confronti dei lavoratori delle aziende confiscate, ma non ci si può nascondere dietro la tutela dei lavoratori per creare un vero e proprio business dell'antimafia. È evidente, infatti, che il valore molto ingente dei beni sequestrati e confiscati susciti troppo spesso appetiti che nulla hanno a che vedere con la lotta alle mafie e con l'interesse dello Stato, e, soprattutto, con quello dei lavoratori delle aziende coinvolte di vedere salvaguardato il proprio posto di lavoro. Amministratori giudiziari e consulenti a vario titolo nominati hanno ottenuto in questi anni compensi in media troppo generosi, direi molto vergognosi, se si considera che la classe forense ancora attende da questo Governo una rivisitazione delle tabelle e l'applicazione del minimo tariffario che pure consentirebbe, in un certo qual caso, di evitare di avere due pesi e due misure.Pag. 130
  A parlare sono i numeri: il 97 per cento delle aziende confiscate falliscono, dopo essere state prosciugate dagli amministratori. Questo dato rischia di rappresentare semplicemente il successo della mafia stessa, visto che consegnare le aziende allo Stato equivale quasi sempre – lo ripeto: al 97 per cento – al fallimento delle stesse.
  Con questo provvedimento non risolviamo il problema alla radice, e addirittura inneschiamo un sistema premiale che, in concreto, penalizza paradossalmente le aziende sane, che lottano onestamente per rimanere sul mercato e mi riferisco agli emendamenti all'articolo 27.
  Creare un Fondo di garanzia per le aziende sequestrate con l'obiettivo, seppur condivisibile, di permettere alle imprese di tutelare i propri lavoratori e il proprio valore commerciale, potrebbe avere un effetto boomerang, e non essere, quindi, la soluzione più adeguata, andando anche a discapito delle tante realtà non contaminate dal fenomeno mafioso, che operano in territori difficili e che magari avrebbero più bisogno del sostegno dello Stato.
  Ad ogni modo, questo provvedimento mette in campo il paradosso più evidente attraverso una modifica puntuale al codice antimafia, che estende la platea dei soggetti destinatari delle misure di prevenzione personali, includendo i soggetti indiziati di aver commesso reati contro la pubblica amministrazione, nonché coloro che sono indiziati di favorire la latitanza ai sensi dell'articolo 418 del codice penale.
  Perché, quindi, caro Ministro, prevedere misure di prevenzione personali e patrimoniali per coloro che sono solo indiziati – e sottolineo «solo indiziati» – per reati come il peculato semplice o la malversazione ai danni dello Stato ? Si è operato un ampliamento per reati che non hanno nessuna connessione propria e necessaria con la mafia, decidendo di colpire con misure pesantissime i cittadini che magari non hanno nemmeno un avviso di garanzia, ma che sono semplicemente iscritti nel registro degli indagati per un qualunque motivo, magari anche per denunce prive di qualsiasi fondamento. E ne sono pieni i tribunali d'Italia. Penso in particolare agli amministratori locali e, comunque, a tutti i cittadini che hanno a che fare con la pubblica amministrazione, che rischiano di vedere i propri beni bloccati e confiscati. Questo provvedimento, attraverso l'ampliamento dei destinatari delle misure di prevenzione, ci propone di rendere ordinario ciò che dovrebbe essere straordinario, capovolgendo ogni logica di buon senso.
  Ebbene, Forza Italia non può votare questo provvedimento, che contiene una norma che vuole punire l'imputato, di cui non abbiamo alcuna certezza di colpevolezza, ma semmai un'assoluta presunzione di innocenza, costituzionalmente sancita e che oggi viene meno attraverso il sequestro dei beni, mettendo in piedi un procedimento di natura indiziaria. Io vorrei solo ricordare statisticamente che nel 70 per cento dei processi penali, quei detenuti ancora in regime di detenzione, che oggi sono in attesa di giudizio, il 56 per cento risulta che verrà assolto con sentenza definitiva.
  Ecco perché Forza Italia non voterà questo provvedimento insito di contraddizioni, peraltro un provvedimento che viene portato avanti da un relatore che, di recente e per diversi anni, ha fatto parte dell'ufficio di presidenza di un'associazione direttamente impegnata nella gestione dei beni confiscati dalla mafia. Se fosse successo in un'altra parte politica avremmo gridato al conflitto di interessi.
  Non si può votare questo provvedimento che mette le aziende confiscate nelle mani di Invitalia, perché nella sua storia non ha di certo brillato per trasparenza, correttezza ed efficacia. Non si può votare questo provvedimento, senza un'accurata riflessione. Ecco perché Forza Italia voterà contro.
  In conclusione, Presidente, lo Stato ha dimostrato che, se c’è una reale volontà di combattere la mafia, nulla è impossibile. Noi non ci arrenderemo mai ad una visione pessimistica della lotta alla mafia, ma con questo provvedimento io ritengo che si stia veramente andando oltre quelli che sono i principi costituzionali Pag. 131garantiti. È per questo che preannunzio il voto contrario del gruppo di Forza Italia a un testo che non si pone in maniera corretta ed efficace sulla strada della lotta alla mafia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nuti. Ne ha facoltà.

  RICCARDO NUTI. Grazie Presidente, stiamo per votare la riforma del codice antimafia e una delle parti più importanti di questa riforma è quella che riguarda i beni sequestrati e confiscati alla mafia, una torta da 30 miliardi di euro. Questa è la stima al ribasso che viene fatta del fenomeno dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Ad oggi, con la legge vigente, il 95 per cento delle aziende che vengono sequestrate falliscono. Non arrivano, quindi, neanche ad essere restituite nel caso non si arrivi alla confisca.
  Allora, la maggioranza e il Governo cosa hanno deciso di fare ? Hanno deciso di regalare (regalare !) queste aziende – quelle socio-economicamente rilevanti, cioè quelle che valgono molto dal punto di vista economico – a Invitalia, Invitalia Spa per la precisione. Che cos’è Invitalia Spa ? Invitalia Spa è un carrozzone, un carrozzone privato, controllato dal Ministero dell'economia e delle finanze, che ha creato in questi anni più disastri che altro, una vera macchina mangiasoldi.
  Si sprecano gli articoli di stampa, che descrivono come Invitalia rappresenti un pozzo nero per i conti dello Stato. Leggo solamente alcuni titoli: «Sviluppo Italia, nome nuovo ma disastri vecchi». Perché ? Perché prima si chiamava Sviluppo Italia, poi hanno cambiato il nome, ma i disastri sono rimasti intatti.
  Altro articolo di giornale su l'Espresso: «Chi vuole mangiare su Pompei ?». E anche qui viene descritto lo scandalo di una società che vede più di mille dipendenti al suo interno e un dirigente e un quadro ogni due dipendenti e mezzo. Una società privata che ha visto indagini anche sulle sue partecipate, una società presieduta da Innocenzi Botti, ex sottosegretario del Governo Berlusconi. Complimenti a questa finta sinistra, come preferisco chiamarla e definirla io che riesce a dare i beni sequestrati e confiscati alla mafia ad una società fallimentare gestita da un ex sottosegretario del Governo Berlusconi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) al di là di tutto quello che si vuol dire e del fatto che è stato detto che dovrà essere cambiato a breve: così doveva essere nel 2012 e così anche nel 2013 e intanto è ancora lì. Essendo INVITALIA una società privata, per accedere ad essa, non è necessaria una selezione pubblica, Presidente, ma una chiamata diretta o, come hanno definito in questi anni tanti articoli di giornale, una raccomandazione perché Invitalia è diventato un insieme, una cloaca di raccomandati politici. Questo ovviamente non lo dico io ma lo dicono moltissimi articoli di giornale: parenti e amici che sono entrati in Invitalia grazie alle pressioni e alle conoscenze politiche. E voi volete dare le aziende sequestrate e confiscate alla mafia a questa società. Cosa abbiamo promosso noi in alternativa a questo ? Abbiamo detto: considerato che la normativa vigente prevede già la vendita delle aziende, però la prevede solo al momento della confisca, allora introduciamo lo strumento della destinazione anticipata cioè diamo questa nuova possibilità. In cosa si concretizza, Presidente ? Diamo la possibilità di vendere queste aziende già alla confisca di primo grado perché forse in quel momento ancora riusciamo a salvare delle aziende, possiamo salvarle. Infatti, nel momento in cui si tenta di venderle solamente dopo la confisca, in realtà se ne feriscono il 90-95 per cento in realtà lo strumento della vendita dopo la confisca è inutile. Dunque con la destinazione anticipata, anziché regalare le aziende ad Invitalia per continuare a farle fallire, noi abbiamo previsto che si istituiscano dei paletti seri per evitare che l'acquirente dell'azienda possa essere un prestanome Pag. 132e che possa essere una persona che magari ha avuto qualche condanna. In più diciamo che se l'originario proprietario dell'azienda che viene venduta poi non viene condannato e, quindi, dovrebbe vedere la restituzione dell'azienda ovviamente nel momento in cui vendiamo azienda, cosa prevediamo ? Prevediamo che gli venga restituito l'importo come valore che l'azienda aveva al momento della confisca di primo grado. Perché, ogni dieci aziende, una teoricamente dovrebbe essere restituita al legittimo proprietario però le altre nove intanto le possiamo vendere con la destinazione anticipata. Ripeto: una possibilità che è stata bocciata. Inoltre prevedevamo che chi acquistava l'azienda si sarebbe sottoposto al controllo giudiziario per un anno per far vedere di essere una persona con le buone intenzioni e, come ulteriore aiuto, davamo non solo la possibilità di accedere ad un fondo per aiuti economici ma anche la possibilità di una protezione da parte delle forze dell'ordine sia per quanto riguarda l'acquirente dell'azienda sia per i lavoratori sia per la struttura dell'azienda. A questa proposta avevo ricevuto risposte negative senza mai entrare nel merito, Presidente. Ripeto: senza mai entrare nel merito, blaterando di lotta alla mafia da parte del PD, che non devono prendere lezioni da noi. Però dal partito di mafia-capitale o, meglio, dai partiti di mafia-capitale c’è poco da imparare, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Abbiamo proposto per gli amministratori giudiziari alcuni paletti, prima di tutto una rotazione in base al valore dei beni che questi hanno assegnati, perché non è possibile che i beni sequestrati di alto valore vengano dati sempre allo stesso amministratore e, invece, ad altri vengano dati i beni che praticamente non valgono nulla. Avete detto no anche a questa proposta.
  Abbiamo proposto un tetto per l'incarico dell'amministratore giudiziario, un tetto di 240 mila euro l'anno, perché le cronache raccontano di amministratori giudiziari che per un incarico arrivano a prendere anche 7 milioni di euro. Il Governo ha fatto una nuova tabella qualche settimana fa, ma ovviamente con la nuova tabella il valore dei 240 mila euro può essere superato, perché non c’è questo tetto, ma ci sono altre percentuali; probabilmente qualcuno dice che c’è una diminuzione rispetto alla tabella che al momento era in vigore quando c'era, per esempio, l'amministratore giudiziario di Palermo che prendeva 7 milioni di euro; l'amministratore giudiziario stesso dice che con la nuova tabella il suo compenso sarebbe stato superiore di trecentomila euro, non lo so, però sta di fatto che un tetto forse andava introdotto visti gli scandali che sono emersi. E la nuova tabella del Governo non basta.
  Abbiamo introdotto delle incompatibilità e abbiamo proposto di introdurre delle sanzioni. Quello delle incompatibilità è sicuramente un nostro successo. Cosa accadeva ? Che il giudice nominava l'amministratore giudiziario, l'amministratore giudiziario nominava dei collaboratori e questi collaboratori, per esempio, potevano essere il marito o il figlio del giudice, così come magari dei conviventi. Ci era stato dato parere contrario e dopo una dura lotta sia in Commissione che in Aula abbiamo, finalmente, ottenuto questo risultato. Tuttavia, la maggioranza e il Governo non hanno voluto realizzare pienamente questa riforma, perché, Presidente ? Perché non hanno introdotto le sanzioni, non ci sono sanzioni e, quindi, se ci saranno violazioni di queste incompatibilità, non si potrà fare nulla.
  L'altro successo è quello della sede dell'Agenzia. Guardi è una cosa molto strana, Presidente, abbiamo ottenuto che l'Agenzia dei beni confiscati alla mafia debba stare in un bene confiscato alla mafia. Che assurdità ! Per fortuna siamo riusciti a convincere la maggioranza e abbiamo ottenuto quest'altro risultato.
  Il terzo è quello di dare i beni confiscati direttamente ai poliziotti, ai dipendenti della polizia, quando questi sono disponibili a pagare la ristrutturazione e Pag. 133quando l'amministrazione di appartenenza non ha i soldi, come illustrato in numerosi interventi.

  PRESIDENTE. Concluda.

  RICCARDO NUTI. Mi avvio a concludere. Poi avete introdotto voi i tavoli provinciali e i comitati consultivi. In pratica, dei gruppi che senza trasparenza si spartiscono aziende e beni. Con un Governo 5 Stelle, e mi avvio a concludere, Presidente, questa è l'ultima frase, faremo una legge per restituire questi beni e queste aziende alla collettività, non per regalarli agli amici. Il MoVimento 5 Stelle dice no alla mafia, ma dice, anche, no alla mafia dell'antimafia, ed è per questo che senza esitazione voteremo no a questo scempio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Berretta. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE BERRETTA. Signor Presidente, onorevoli colleghi, è con grande emozione che intervengo oggi in dichiarazione di voto per il Partito Democratico. È un'opportunità per me fondamentale di cui ringrazio gli onorevoli Rosato e Verini, ringrazio il relatore Mattiello per l'attività che ha svolto e sono davvero stupefatto per l'attacco subito prima dall'onorevole Chiarelli; gli unici interessi con cui è davvero in conflitto l'onorevole Mattiello sono gli interessi delle mafie e lo ha dimostrato con la sua attività libera e nel Parlamento, nell'attività parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Quindi, è davvero un attacco improvvido e davvero inaccettabile. Lo ringrazio per lo straordinario lavoro di equilibrio e di sintesi, ringrazio la presidente Ferranti per il traino che ha svolto ancora una volta. Ringrazio la presidente Bindi per il contributo che ha dato e ringrazio il Governo, per ultimo ma non ultimo, per aver investito su questo provvedimento. La presenza del Ministro Orlando qui, stasera, è per noi di fondamentale importanza come lo sono stati i sottosegretari che via, via hanno seguito il provvedimento in Commissione.
  Presidente, intervengo da meridionale siciliano perché, se la profezia di Leonardo Sciascia della linea della palma secondo cui la mafia, come la palma, tende ad espandersi nella sua zona di influenza, sempre più a nord, si è avverata, e i dati lo testimoniano...

  PRESIDENTE. Onorevole Saltamartini, la prego.

  GIUSEPPE BERRETTA. ... i dati, al tempo stesso, ci dicono che le mafie hanno solide e profonde radici proprio nel Mezzogiorno e lì hanno buona parte del tronco, è lì che si svolge la battaglia più dura.
  Quindi, consentitemi di esprimere, oltre che l'emozione, anche la vertigine, se penso che, oggi, stiamo percorrendo la strada tracciata da Pio La Torre e Virginio Rognoni nel lontano 1982 con la legge n. 646. Allora si avviò un percorso innovativo, che oggi tutti guardano con rispetto e imitano, rivelatosi decisivo nell'opera di contrasto alle mafie. Si tradusse in pratica l'intuizione secondo cui la mafia può essere colpita mortalmente sottraendole il patrimonio, la robba cui è tanto legata. Per questa intuizione e per il suo impegno antimafia Pio La Torre perse la vita insieme a Rosario di Salvo, suo collaboratore.
  Oggi, i dati forniti dal Ministero dell'interno parlano di un numero davvero impressionante di beni sequestrati e confiscati: 140.000 tra beni mobili e immobili e aziende. Di questi molto pochi sono stati destinati alle finalità proprie. Ben i due terzi sono beni collegati a misure di prevenzione applicate nel Mezzogiorno e nelle isole, il 32 per cento solo in Sicilia. Utilizzare al meglio i beni immobili confiscati, assicurare la continuità produttiva alle aziende è questione di interesse nazionale, ma che nel Mezzogiorno ha il suo epicentro.
  Quando si riesce a riutilizzare un bene proveniente dal patrimonio mafioso o Pag. 134mantenere in vita l'attività economica si ottiene una doppia vittoria dello Stato. È a questo obiettivo che lavoriamo e a cui stiamo lavorando anche con questo provvedimento.
  La legalità però, signor Ministro, signor Presidente, conviene sempre. Il sottosviluppo meridionale è figlio anche della presenza della mafia, per l'effetto di scoraggiamento e per la dissuasione che la mafia comporta e per la concorrenza sleale che le imprese mafiose fanno alle imprese sane. Per cui la lotta alla mafia è anche lotta per il progresso economico e per l'affermazione delle libertà di intraprendere anche nel Mezzogiorno. In sostanza, stiamo scrivendo oggi un addendum per il Masterplan del Mezzogiorno o addirittura ne stiamo scrivendo il capitolo centrale.
  Prima di tratteggiare in estrema sintesi i contenuti della riforma, una riforma ambiziosa, com’è giusto che sia una riforma che si propone di sconfiggere l'Idra mafiosa, che reagisce sempre ai colpi inferti dallo Stato, che mantiene oggi intatta la sua pericolosità, che si trasforma che si modifica ma che non cambia la sua sostanza, vorrei dire ai colleghi del Movimento 5 Stelle, che ho visto impegnati in Commissione e in aula in un ostruzionismo incomprensibile, lamentando un'inesistente forzatura dei tempi, che è normale polemizzare, e nella dialettica parlamentare e politica ci sta.
  Ma se, come in questo caso, il risultato è importante, sarebbe giusto riconoscerlo, specie se è il frutto di un lavoro incessante di confronto con le opposizioni, che c’è stato ed è stato proficuo. Il quesito che avete più volte riproposto qui, che fretta c’è, è davvero incomprensibile, collega Nuti. Lei che ci dice del 95 per cento di imprese fallite, delle difficoltà che oggi vive l'agenzia, delle difficoltà che oggi vivono le imprese sequestrate, poi, non ritiene utile, necessario intervenire subito, immediatamente ?
  Gli eccessi polemici conducono talvolta a commettere errori anche gravi. Un errore grave è stato quello di parlare troppo e a sproposito di Invitalia. Il collega Ermini, questa mattina, lo ha ricordato.
  La collega Cancelleri in un atto presentato a questo Parlamento definisce quest'Agenzia un valido ed efficace strumento di finanziamento alle imprese e di sviluppo dell'economia, per poi diventare, lo stesso soggetto, negli interventi dei colleghi Sarti e company il male assoluto, un covo di delinquenti. Per noi non è né l'una né l'altra cosa: è uno strumento che va sperimentato in un settore, quello del riavvio delle aziende confiscate e sequestrate, che è strategico per lo sviluppo del Mezzogiorno, che è strategico per il contrasto alle mafie. Grazie al vostro atteggiamento in Commissione e in Aula, è stato evidente che c’è chi dichiara di volere contrastare la criminalità e non fa nulla per tradurre in pratica questo auspicio, che siete voi, e chi lotta contro la mafia, lo fa sul serio e lo fa sostenendo i magistrati, le forze dell'ordine, le associazioni impegnate in questo ambito, predisponendo le norme e approvandole, che siamo noi, la maggioranza, il Governo. Va ricordato che in questo ambito specifico si è verificata una straordinaria sintonia tra i poteri dello Stato (legislativo, esecutivo, giudiziario); una straordinaria sintonia che è un valore aggiunto, che è fondamentale nel contrasto alle mafie. E a questa sintonia si è aggiunta la società italiana, a partire dai corpi intermedi. Il testo di oggi è frutto dell'unificazione di una serie di proposte di legge, prima fra tutte quella promossa da CGIL, Avviso Pubblico, Arci, Libera, ACLI, Lega Coop, SOS Impresa, Centro studi Pio La Torre, che hanno raccolto centinaia di migliaia di firme di adesione di cittadini. E poi, la Commissione antimafia, il disegno di legge di iniziativa governativa, le indicazioni venute dalla commissione Fiandaca e Garofoli, la relazione della Commissione antimafia e il contributo di tanti magistrati che abbiamo audito e il contributo di chi indaga, dei rappresentati delle forze dell'ordine. L'esito è un testo ambizioso, che rende più efficace e tempestiva l'adozione delle misure di prevenzione patrimoniale e consente Pag. 135di inserire gli indiziati del reato di assistenza agli associati e dei reati contro la pubblica amministrazione tra i soggetti destinatari delle misure di prevenzione, che istituisce presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d'appello sezioni o collegi specializzati chiamati a trattare in via esclusiva i procedimenti previsti dal codice antimafia, che favorisce la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro, in particolare con l'istituzione di un fondo e con altre misure dirette a sostenere la prosecuzione delle attività, che garantisce una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, con garanzia di competenze idonee allo svolgimento dell'incarico e di rotazione negli incarichi stessi e con un regime delle incompatibilità che tutti rivendichiamo come utile a prevenire gli abusi di cui la cronaca giudiziaria si è occupata con riferimento al caso che ha visto il coinvolgimento della presidente Saguto e che tutti vogliamo che non si ripeta più in futuro. Riorganizziamo l'Agenzia nazionale per i beni confiscati e la poniamo sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio; estendiamo i casi di confisca allargata di cui all'articolo 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992; introduciamo misure di contrasto al caporalato. Potrei proseguire ma mi fermo qui, il senso è chiaro, il senso di marcia è chiaro. Paolo Borsellino ci ha insegnato che la politica e la mafia sono due poteri che vivono sul controllo dello stesso territorio: o si fanno la guerra o si mettono d'accordo. Noi con questo provvedimento ribadiamo che lo Stato è in guerra con la mafia, una guerra senza quartiere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! È per questo, Presidente, che con orgoglio e speranza esprimo il voto favorevole del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti, che era decaduto perché non era in Aula quando è stato chiamato, però gli diamo la possibilità di intervenire ora. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Annunciando il nostro voto favorevole, chiedo alla Presidenza di poter consegnare il testo integrale della mia dichiarazione di voto.

  PRESIDENTE. È autorizzato, onorevole Simonetti. Colleghi, vi avverto che la votazione n. 101, relativa all'emendamento Bindi 23.9, deve intendersi annullata, in quanto volta a sopprimere la parte del testo già precedentemente soppressa. Quindi, la votazione n. 101 è annullata.
  Colleghi, vorrei anche dire – sia consentito al Presidente – che, siccome ho sentito più volte riecheggiare la parola «ostruzionismo» in quest'Aula – lo dico semplicemente perché è utile e almeno siamo appropriati – che con un provvedimento contingentato nei tempi di intervento e nella possibilità emendativa credo che di tutto si possa parlare e che ci possano essere molte critiche ma non di ostruzionismo, perché è un'affermazione impropria.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Chiedo di parlare,

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  DONATELLA FERRANTI, Presidente della II Commissione. Signor Presidente, intervengo per un ringraziamento, che devo fare, al relatore, ai componenti tutti della Commissione giustizia, al Ministro, al sottosegretario Ferri che ha seguito sempre tutti i lavori, e in particolare al Servizio studi della Camera dei deputati e alla segreteria tutta della Commissione giustizia per l'opera che hanno svolto; e, ovviamente, a tutti i componenti della Commissione antimafia, in primo luogo la presidente Bindi (Applausi).

(Coordinamento formale – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

Pag. 136

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1039-A ed abbinate)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul testo unificato delle proposte di legge n. 1039-1138-1189-2580-2737-2786-2956-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Gigli, Palma, Zardini...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
   «Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, di cui al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, al codice penale e alle norme di attuazione, di coordinamento e transitorie del codice di procedura penale e altre disposizioni. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate» (1039-A):

   Presenti  349   
   Votanti  347   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  174   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no   66    

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) (Vedi votazioni).

  (La deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

Discussione del disegno di legge: S. 2070 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (Approvato dal Senato) (A.C. 3386) (ore 21,05).

  PRESIDENTE. Colleghi al tavolo del Comitato dei nove, pregherei di liberarlo, così facciamo prendere posto ai colleghi che devono occuparsi del punto all'ordine del giorno, che reca la discussione del disegno di legge, già approvato dal Senato, n. 3386: Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica.
  Ricordo che nella seduta del 4 novembre 2015 sono state respinte le questioni pregiudiziali Paglia ed altri n. 1 e Pesco ed altri n. 2.

(Discussione sulle linee generali – A.C. 3386)

  PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sulle linee generali.
  Avverto che il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle ne ha chiesto l'ampliamento senza limitazioni nelle iscrizioni a parlare, ai sensi dell'articolo 83, comma 2, del Regolamento.
  Avverto, altresì, che la VI Commissione (Finanze) si intende autorizzata a riferire oralmente.
  Ha facoltà di intervenire il relatore, onorevole Sanga. Se può prendere posto... Colleghi della Commissione giustizia, potete liberare gentilmente... Onorevole Pagano, devo seguire una procedura ! Onorevole Ferranti, onorevole relatore, potete per favore lasciare libero il tavolo del Comitato dei nove ? Grazie. Onorevole Sanga, la prego di venire al tavolo del Comitato dei nove. Onorevole Sanga ! Prego, ci sono nove posti, ne scelga uno e ci faccia la relazione.

  GIOVANNI SANGA, Relatore. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, pregherei coloro che non sono interessati a questo punto dell'ordine del giorno di uscire rapidamente, e soprattutto in silenzio, grazie. Prego, onorevole Sanga.

  GIOVANNI SANGA, Relatore. Signor Presidente, il decreto-legge in esame si Pag. 137compone di tre articoli, e gli ambiti di intervento sono essenzialmente inerenti alla collaborazione volontaria, alla voluntary disclosure, e alla definizione di un problema annoso, quello dei frontalieri.
  Sulla collaborazione volontaria si è discusso a lungo anche in quest'Aula, a mio avviso senza la serenità necessaria, quella che porta a stare nel merito del provvedimento, sui contenuti specifici.
  Si preferisce ancora in questi giorni richiamare luoghi comuni, aspetti di polemica e di propaganda che prescindono da un'analisi storica di contesto nazionale e internazionale su cui il provvedimento si fonda e in cui appunto si inserisce. Lo si riduce ad una dimensione domestica, tipica del provincialismo italiano, richiamando istituti degli anni trascorsi che questo Governo, questa maggioranza e il Partito Democratico in primis non hanno mai condiviso e ritengono distanti dalla propria cultura politica e dai propri progetti.
  Signor Presidente, si è aperta una fase nuova, dobbiamo prendere atto delle significative trasformazioni che hanno segnato il nostro tempo, siamo passati da uno scenario in cui gli investimenti all'estero potevano essere nascosti agli occhi del fisco, ad uno scenario in cui la trasparenza è diventata la nuova parola d'ordine. Gli accordi con la Svizzera, con il Principato di Monaco, con il Liechtenstein, con altri Paesi, con la conseguente caduta del muro rappresentato dal segreto bancario sono la punta più avanzata ad oggi di questo cambiamento epocale.
  Gli Stati si sono ritrovati allora nella necessità concreta e pratica di permettere il rientro nella legalità di capitali trasferiti irregolarmente, ma è stata l'OCSE nel 2010 a fornire un contributo decisivo con un rapporto puntuale e specifico, tenendo conto di esperienze di alcuni Paesi che già avevano attivato procedure di rientro. La legge sulla voluntary disclosure sta dentro le raccomandazioni OCSE e riprende precedenti del Regno Unito, della Francia, della Germania e degli Stati Uniti e la specificità di questa legge è appunto la trasparenza. Diversamente dalle opacità del passato, si supera ogni forma di anonimato, il contribuente mette le carte sul tavolo e opera a viso scoperto. Il contribuente ricostruisce, in collaborazione con l'Agenzia, la propria posizione reddituale, finanziaria e patrimoniale. Paga le imposte, gli interessi e le sanzioni, queste sì, ridotte. Questo è il contesto della voluntary disclosure.
  Il decreto all'articolo 1 consente l'utilizzo di quota parte delle maggiori entrate della voluntary per evitare che possano scattare le clausole di salvaguardia e, quindi, l'aumento dell'accise sui carburanti. Quindi, il positivo andamento degli incassi della voluntary disclosure consente di sterilizzare aumenti di imposta. L'articolo 2 modifica invece alcune disposizioni della procedura di collaborazione volontaria, in particolare stabilendo che potranno essere attivate fino al 30 novembre 2015 e non più al 30 settembre 2015 e che la stessa istanza possa essere poi integrata con documenti e informazioni entro il 30 dicembre 2015.
  Il Senato ha poi integrato la norma del decreto originario stabilendo che la competenza alla gestione delle istanze per l'accesso alla voluntary disclosure, presentate per la prima volta a decorrere dal 10 novembre 2015 e all'emissione dei relativi atti, è attribuita ad un'articolazione dell'Agenzia delle entrate individuata con un provvedimento del direttore dell'Agenzia. Il decreto all'articolo 2 interviene dando poi una risposta importante ad un problema annoso, che si trascinava da lungo tempo, affronta cioè il caso dei lavoratori cosiddetti «frontalieri» e prevede che, sempre ai soli fini della voluntary, l'ammontare di tutte le prestazioni corrisposte dalla previdenza Svizzera siano assoggettate, ai fini delle imposte dirette, su istanza del contribuente all'aliquota del 5 per cento. Vi è poi un'altra modifica che fa il Senato, a nostro avviso molto importante, dove si precisa che l'esonero previsto dall'articolo 38 si applica non soltanto al titolare del conto corrente all'estero per l'accredito appunto degli stipendi e degli altri emolumenti che derivano dalle attività Pag. 138lavorative svolte, ma anche ai cointestatari o ai beneficiari di procure e deleghe sul conto stesso.

  PRESIDENTE. Prendo atto che il rappresentante del Governo si riserva di intervenire nel prosieguo. È iscritto a parlare l'onorevole Pagano. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO PAGANO. Signor Presidente, chiedo che la Presidenza autorizzi la pubblicazione in calce al resoconto della seduta odierna del testo integrale del mio intervento.

  PRESIDENTE. Onorevole Pagano, lei è autorizzato a consegnare il testo del suo intervento.
  È iscritto a parlare l'onorevole Pelillo. Ne ha facoltà.

  MICHELE PELILLO. Grazie, Presidente. Questo decreto-legge completa la legislazione sulla cosiddetta «voluntary disclosure», sulla collaborazione volontaria finalizzata al rientro di capitali nascosti all'estero e al pagamento delle imposte e delle tasse evase e non pagate.
  La collaborazione volontaria è uno strumento di pacificazione fiscale, senza essere in alcun modo un condono. Questa affermazione può essere meglio compresa se collochiamo temporalmente la collaborazione volontaria e registriamo in quale particolare momento storico viene decisa. La collaborazione volontaria viene pensata e realizzata nel momento in cui, da una parte, sono chiusi 17 accordi bilaterali tra l'Italia e Paesi in black list sullo scambio di informazioni ai fini fiscali, in cui per la prima volta non esistono più nell'Europa geografica paradisi fiscali, nel momento in cui non esiste più il segreto bancario in Svizzera. Sono avvenimenti epocali, che solo pochi anni fa erano impensabili. Dall'altra parte, nel 2014, per la prima volta negli anni Duemila, il Parlamento riesce a varare una legge di delega di riforma fiscale e nei mesi successivi il Governo emana 11 decreti legislativi che innovano non poco la nostra legislazione tributaria.
  In questa riforma c’è una traccia che può facilmente orientare: la ferma volontà del legislatore di ridurre le distanze tra cittadino contribuente e Stato impositore e di creare finalmente le condizioni per un rapporto nuovo e diverso, fondato sul reciproco affidamento, dove l'erario non deve più essere immaginato nei panni del vessatore e dove il contribuente deve cominciare ad apprezzare l'idea di essere più leale nei confronti dell'erario.
  Questo è il contesto in cui va letta la collaborazione volontaria. In questo particolare contesto lo Stato rivolge l'ultimo appello a coloro che hanno nascosto al fisco italiano patrimoni trasferendoli all'estero. Il rientro è oneroso, è molto oneroso. Per tale ragione non è corretto parlare di condono. Il contribuente che aderisce deve pagare tutte le imposte, con tutti gli interessi maturati. Gli viene ridotta la sanzione amministrativa, come accade ormai a regime nel nuovo istituto del ravvedimento operoso, e gli viene esclusa la punibilità penale, come avviene in gran parte del nuovo diritto penale tributario, quando il contribuente imputato prima del dibattimento ha del tutto onorato il suo debito con l'erario.
  Il decreto-legge in esame all'articolo 1 dà copertura alla disattivazione di una clausola di salvaguardia sull'accisa dei carburanti. I primi 628 milioni di tasse recuperate vengono adoperati per non fare pagare più tasse a tutti gli italiani. All'articolo 2 vengono poi introdotte alcune opportune modifiche alla legge n. 186 del 2014. Ricordo le più importanti: viene disposta una proroga al 30 novembre 2015; viene stabilito il termine di decadenza per gli accertamenti al 31 dicembre 2016; viene, infine, stabilito che la gestione delle istanze di collaborazione volontaria, presentate dal 10 novembre 2015, venga attribuita ad un'articolazione dell'Agenzia delle entrate e non necessariamente all'ufficio nella cui circoscrizione vi è il domicilio fiscale dell'istante.
  Queste modifiche completano la legge n. 186 del 2014 ed aiutano la piena riuscita di una grande iniziativa di pacificazione fiscale che, senza indulgenze ma con Pag. 139grande fermezza, sta favorendo il rientro in Italia di tanti miliardi di euro e l'incasso di tanta evasione, che da subito, tra quest'anno e l'anno prossimo, va a compensare il taglio di tasse che il Governo Renzi sta realizzando in favore di tutti gli italiani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Paglia. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI PAGLIA. Grazie, Presidente. Intervengo solo per puntualizzare alcune cose e poi ci sarà modo, credo domani, di approfondirle anche davanti ad un'Aula più attenta.
  Io non concordo ovviamente – lo dico in premessa – con quello che ho sentito fino a questo momento.
  Non concordo perché credo che ci sia stata data una presentazione, una illustrazione della realtà eccessivamente ottimista e che non coincide, dal mio punto di vista, esattamente con quello di cui stiamo parlando. Qui si dipinge un mondo in cui non esiste più la possibilità di occultare capitali, si dipinge un mondo in cui la lotta all'evasione fiscale è ormai vinta. Io invece quello che vedo è un mondo in cui l'elusione fiscale in questo caso, cioè la capacità soprattutto delle grandi, grandissime aziende, delle corporation, di sottrarre al fisco qualsiasi cosa, anche l'imponibile minimo, è sempre più forte, la possibilità di rifugiarsi nei paradisi fiscali proprio per sfuggire alle regole fiscali nazionali non è mai stato tanto sviluppata come in questo momento e questo non coinvolge solo l'Italia. Non a caso l'OCSE comincia oggi a preoccuparsene, perché vede che proprio il fenomeno della fuga dal fisco è talmente forte da mettere a repentaglio la stessa possibilità di mantenere i sistemi di welfare e i bilanci nazionali.
  Ricordo che davanti a questo, cioè davanti al fatto che probabilmente proprio l'elusione fiscale è la nuova frontiera della fuga dalle responsabilità verso le tasse, verso il fisco nazionale, questo Governo è esattamente quello che l'ha depenalizzata e sostanzialmente ha deciso che non fosse più un reato chiamandola abuso del diritto. Questo è quello che ho visto fare al Governo, esattamente come gli ho visto fare la cancellazione di fatto del raddoppio dei termini di accertamento; una cosa molto rilevante che poi va ad incidere direttamente anche sul provvedimento di cui oggi parliamo.
  Parlando del provvedimento in oggetto io partirei dal fondo, perché non se ne parla mai a sufficienza, perché esiste la voluntary disclosure ma esiste anche il fatto che noi qui andiamo a reperire risorse perché dobbiamo rimediare al fatto che il reverse charge, cioè una delle misure che era stata introdotta nella legge di stabilità dello scorso anno proprio con modalità di recupero di evasione fiscale, è stata dichiarata illegittima dall'Unione europea e quindi avrebbe fatto scattare le clausole di salvaguardia, le accise soprattutto sulla benzina, qualora il Governo non fosse intervenuto con questo provvedimento.
  Io voglio partire da lì perché non sono affatto soddisfatto dal modo in cui il Governo ha affrontato il tema del reverse charge. Io credo che non ci sia stata assolutamente la capacità di relazionarsi correttamente con l'Unione europea in merito a questo punto.
  Mi sembra incredibile che, uno Stato che è anche contestato dalla stessa Ue per il fatto che ha un eccesso di evasione fiscale, nel momento in cui determina che c’è una misura in grado di colpire quel fenomeno in cui quantifica in oltre 700 milioni di euro il recupero di evasione – attenzione, perché non è che parliamo di maggior gettito ma di recupero di evasione fiscale di oltre 700 milioni di euro attraverso una misura, la quantifica, la mette in atto – io credo che nel momento in cui l'UE ha aperto una procedura di infrazione per dichiararla illegittima il Governo avrebbe dovuto fare molto di più per opporsi a questa, perché non è possibile che l'Unione europea metta in mora strumenti legittimi che uno Stato individua per combattere quella che, nel nostro caso, è una vera e propria piaga nazionale.Pag. 140
  Se il reverse charge da questo punto di vista serve, ed evidentemente serve perché nessuno ha mai messo in discussione nemmeno da parte del Governo e della maggioranza le cifre di cui parliamo, cioè nessuno ha mai detto non sono 700 milioni quelli che recupereremo ma sono di meno, se questo è vero quella misura andava difesa e io credo – possiamo approfondirlo anche in un altro momento – ma anche nelle motivazioni addotte dall'Unione europea ci siano in realtà i margini per ripristinarla, che non ci fossero semplicemente i margini per dichiararla definitivamente scomparsa. Quindi, anche da questo punto di vista un Governo che si arrende immediatamente al fatto che quella norma sparisca nonostante fosse una norma anti-evasione corretta e funzionale è un Governo che non fa il suo dovere nei confronti della lotta all'evasione fiscale. Vi vantate sempre di essere in grado di avere un rapporto positivo con Bruxelles, in questo caso avete dimostrato, dal mio punto di vista, per l'ennesima volta, di non averlo assolutamente.
  Venendo alla voluntary propriamente detta mi limito ad alcuni accenni perché domani proprio su questi ci sarà possibilità di approfondire notevolmente. Questo provvedimento ha avuto un'evoluzione nel tempo perché non è la prima volta che lo vediamo. Sulla prima formulazione della voluntary disclosure in parte si sarebbe anche potuti concordare con il modo in cui il relatore e poi l'onorevole Pelillo ce l'hanno presentata.
  In altre parole, un'operazione molto in ritardo rispetto agli altri Paesi europei, ma con cui si cercava di andare a recuperare, appunto, l'adesione volontaria da parte del contribuente e pagando tutto fino all'ultimo centesimo dovuto rispetto ad una sanatoria sostanzialmente della propria posizione con il fisco. Io ti perdono dal punto di vista penale, ma tu in cambio mi paghi fino all'ultimo centesimo dal punto di vista del dovuto tributario. Ora, qual è il problema ? Il problema è che questo evidentemente vale solo per chi è ancora all'interno dei termini di accertamento perché per chi è fuori dai termini di accertamento questo non vale. E anche in questo caso la sanzione, diciamo così, che si richiede a chi sia fuori dai termini è sostanzialmente molto irrisoria. I termini dell'accertamento raddoppiavano per chi fosse all'interno della black list. Anche da questo punto vista possiamo dire meritoriamente, ma la maggior parte dei Paesi, a partire dalla Svizzera, in cui questi capitali illecitamente detenuti o comunque sottratti alla vista del fisco erano depositati, hanno firmato gli accordi uscendo dalla black list. Quindi, per chi li aveva lì, il raddoppio dei termini non c’è più. Nel frattempo, il Governo ha tolto anche il raddoppio dei termini ordinario che c'era quando questa misura venne presa. Oggi, di fatto, ancora una volta non c’è più. Quindi, realmente, la voluntary, come voi la definite, cioè quella in cui uno si autodenuncia e poi in rapporto con il fisco ricostruisce fino all'ultimo centimetro la propria posizione, riguarda sempre meno persone. Tutte le altre, appunto, pagando praticamente niente – è il condono, da questo punto di vista, meno oneroso della storia – si mettono a posto dal punto di vista penale e fanno comparire i loro capitali. Non li fanno rientrare, li fanno comparire. Dico bene ? Sì, non dico male, li fanno comparire perché il rientro non è assolutamente un obbligo. E sappiamo tutti che, in particolar modo le banche elvetiche, mentre collaboravano, ma dal loro punto di vista legittimamente, con il fisco italiano e costruivano l'accordo, costruivano anche l'accordo con i propri clienti per cercare di mantenere per quanto possibile quei capitali nei loro forzieri, non certo per farli affluire all'interno delle banche o del sistema bancario o finanziario in generale italiano.
  D'altra parte, da notizia della settimana scorsa, pare che i giudici svizzeri stiano peraltro rimettendo in discussione anche il fatto che effettivamente le banche abbiano poi tutti questi doveri di trasparenza o tutti questi obblighi di trasparenza, in particolar modo rispetto alla possibilità per i loro clienti, che non abbiano aderito alla voluntary, di utilizzare effettivamente quel denaro. Quindi, forse anche l'accordo Pag. 141con la Svizzera non è stato costruito così bene. Accordo con la Svizzera, peraltro, che è stato costruito solo a decorrere di fatto da oggi e a garanzia della totale impenetrabilità di fatto di tutte le informazioni che riguardano il passato. Quindi, anche qui, noi abbiamo dato una finestra molto larga a tutti quelli che avevano soldi in Svizzera per decidere cosa farne, avendo nel frattempo la garanzia della totale impunità e della mancanza assoluta di trasparenza. E anche questo non è un caso e anche questa è una responsabilità del Governo che è arrivato ultimo e a distanza di anni rispetto ai rapporti con la Svizzera. Quindi, appunto, la platea di quelli potenzialmente interessati si è molto ridotta. E sarebbe interessante anche chiedere al Governo, domani, prima che inizino le dichiarazioni di voto finale o nel dibattito, di dirci esattamente ad oggi quali sono i dati, soprattutto quanti sono quelli che hanno fatto emergere capitali all'interno dei termini di accertamento e quanti sono, invece, quelli che li hanno fatti emergere fuori. Infatti, a me risulta che, almeno fino a qualche settimana fa, la stragrande maggioranza di quelli che si erano autodenunciati erano quelli che, appunto, stavano fuori dai termini, cioè quelli che pagavano poco o niente per fare emergere alla vista i loro capitali. Fra quelli a cui effettivamente la voluntary doveva essere dedicata, poco o niente. Però, forse, la situazione è migliorata perché può essere che ci sia un'adesione più forte nelle ultime settimane.
  Detto tutto questo, con il presente decreto-legge, cosa si fa, in conclusione ? Si va a portare ulteriormente in avanti i termini, si rifiuta anche di fare una cosa molto banale, cioè quella, almeno proposta da noi, di alzare almeno un po’ le sanzioni per quelli arrivati all'ultimo minuto. Infatti, a me sembrava assolutamente normale: tu arrivi all'ultimo minuto, arrivi fuori dai termini che la legge originariamente aveva stabilito, almeno renderti un po’ più oneroso il metterti a posto è una cosa che dovrebbe essere ritenuta normale. Succede sempre, succede anche con una multa. Qui, invece, si è andati avanti esattamente come prima, anzi meglio di prima, perché si è detto che al 31 dicembre 2016 questa operazione – e qui chiudo – finisce per tutti. Su questo bisogna dire una parola chiara e anche avere un chiarimento che mi auguro possa arrivare domani. Noi abbiamo presentato un emendamento che chiede di portare questa scadenza al 2018, anziché al 2016. Allora, c’è, come diceva il relatore, un punto di razionalità gestionale rispetto a questo nel fatto di accorpare e di centralizzare le pratiche, per poi smistarle, cioè di non farle nella sezione proprio tributaria, ma di poterle anche redistribuire. Questo va bene, anche perché sappiamo che pure geograficamente non sono omogeneamente distribuite. Da questo punto di vista c’è un termine razionale. E anche dare un punto di arrivo unitario, va altrettanto bene dal mio punto di vista.
  Il tema, però, è un altro: dodici mesi, se sono, come si diceva ieri, 80 mila le pratiche in arrivo, sono o possono essere pochi, perché noi abbiamo una struttura che non è stata potenziata. Noi non abbiamo potenziato la struttura appositamente o, almeno, in modo sufficiente per venire incontro al lavoro aggiuntivo che la voluntary disclosure comporta. Quindi, vi sarà una struttura fatta per avere l'ordinaria amministrazione che l'Agenzia delle entrate ha nelle sue annate ordinarie: questa struttura sarà sommersa da almeno 80 mila pratiche aggiuntive.
  Allora, credo che, molto più di quanto scrive la legge, una struttura che viene sovraccaricata di lavoro rischi di avere una reazione molto semplice: fare semplicemente controlli formali e molto rapidi, e poi mandare avanti le pratiche, portandole a liquidazione. È una cosa razionale, è una cosa che una struttura, nel momento in cui fa il suo piano di lavoro, rischia di fare. Se così fosse, anche l'ultimo pezzo della voluntary, cioè quello in cui in contraddittorio o, comunque, in rapporto con l'Agenzia delle entrate si va a ricostruire correttamente la posizione del contribuente, rischia di franare.
  Infatti, quella che doveva essere una cosa fatta in rapporto con l'Agenzia delle Pag. 142entrate rischia di diventare una semplice autodichiarazione, in cui ognuno porta le carte che crede, dichiara quello che crede, l'Agenzia delle entrate fa un controllo formale sul fatto che quelle carte non siano false e, determinato quello, liquida, dando l'impressione al contribuente – poi ci si spiegherà se è così o meno – che con quella operazione egli abbia sanato i suoi rapporti con il fisco.
  In questo modo, quella che doveva essere un'operazione non di sanatoria, dal mio punto di vista, diventa a tutti gli effetti un condono prêt-à-porter, cioè diventa un condono che ognuno fa per se stesso: valuta, valuterà con il proprio commercialista quale può essere l'aliquota da pagare perché il fisco possa starsene tranquillo – sarà il 10, il 15 o il 20 per cento – e andremo, più o meno, come andiamo sugli studi di settore, lasciatemelo dire. Se tanto è sufficiente, la pratica va avanti, viene liquidata, perché 80 mila pratiche sono tante, 80 mila pratiche in 12 mesi sono oggettivamente tante per una struttura che è già sovraccarica. L'Agenzia delle entrate, anche per le note vicende che hanno a che fare con la sua organizzazione interna, non è in questo momento al massimo della sua funzionalità.
  Allora, questa è una risposta che il Governo deve dare, almeno garantendo che vi sia la disponibilità e la possibilità di prorogare quei termini, qualora, a metà del prossimo anno, si venga a determinare la difficoltà nell'adempiere correttamente. Questo è un provvedimento su cui, comunque, il nostro giudizio è negativo, perché, dal nostro punto di vista, sempre di condono si tratta; forse light rispetto al passato, ma è difficile dire che una cosa che, comunque, comporta una sanatoria non sia un condono.
  Certo, si dice: si introduce il ravvedimento operoso all'interno del ordinamento, e quindi siamo perennemente in una situazione di condono aperto in questo Paese, cioè uno le tasse le paga più o meno nell'annualità che preferisce. Qualcuno le paga nell'annualità che preferisce perché siamo sempre al punto in cui i lavoratori dipendenti le pagano prima ancora di quando avrebbero dovuto fare. Ci sono i cassintegrati, ricordo sempre, a cui poi torna indietro qualche soldo, ma, intanto, glieli chiediamo anticipatamente.
  I più bassi redditi, in questo Paese, vengono trattati così dal fisco; gli altri, evidentemente, possono rientrare in qualunque momento, qualora si dimentichino di dichiarare o di versare qualcosa. Noi non stiamo da questa parte; io, questa lotta all'evasione fiscale da parte del Governo, non la vedo. Continuate, decreto dopo decreto, norma dopo norma, a spiegarci che questo Governo ha fatto sempre di più contro l'evasione fiscale: io credo, a mia memoria, di non avere mai visto un Governo che ha fatto tanto a favore degli evasori fiscali quanto questo Governo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente, onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, per avviare la discussione e l'esame di questo provvedimento, di questo decreto-legge in discussione sulle linee generali, non vi è bisogno di molte parole, per due motivi: non solo per l'esiguità degli articoli, perché sono tre. Uno è sull'entrata in vigore, e quindi rimangono due articoli.
  È molto semplice: qui si tratta di argomenti e di disposizioni che erano state già approvate dal Parlamento in riferimento alla situazione dell'IVA nel contesto della distribuzione alimentare, dove l'Unione europea è intervenuta e si è creato un problema. L'altra è stata una conseguenza: come coprire finanziariamente la clausola di salvaguardia ?
  La clausola di salvaguardia è stata coperta solo ed esclusivamente con i proventi del rientro dei capitali finanziati dall'estero su cui c’è da pagare una penale X e in riferimento a quanto è stato disposto c’è stata la necessità sia di una proroga, che è stata varata dal Governo, sia di qualche accorgimento in riferimento all'iter procedimentale che Pag. 143doveva essere seguito dai dichiaranti e da chi ha voluto accedere a questo meccanismo che si era innescato. Il resto sono tutte parole in libertà. Alla fine il provvedimento è costituito solo da questi due elementi, da questi due argomenti. Poi si può parlare in lungo e in largo. Se l'avesse fatto il mio schieramento politico un provvedimento del genere chissà cosa sarebbe successo. Avremmo preso «paginoni» per settimane intere che si agevolano gli evasori, i delinquenti, la criminalità organizzata, che questo, che quello; domani chissà quante ne sentiremo in quest'Aula di tutti questi ritornelli. Sta di fatto, però, che la sinistra e il Governo sono molto bravi perché mica questo è il primo condono, la prima sanatoria, che vengono fatti. Assolutamente no ! Ce ne sono stati tantissimi, un'infinita, nei provvedimenti che in questa legislatura sono stati approvati, in cui si parla sia a livello urbanistico, sia a livello autorizzativo, sia a livello fiscale, di «ravvedimento operoso», ci si è inventati questo nome. Non sono nient'altro che condoni e sanatorie per far cassa o per altre situazioni rispetto allo Stato. Io ritengo del tutto fuori luogo il can can che si fa rispetto a questo fatto, visto che si tratta di norme già approvate, una censurata, in parte, dalla Comunità europea, l'altra prorogata. Quindi la discussione l'abbiamo già fatta più volte. Per questo motivo noi riteniamo che questo provvedimento possa essere utile a fare pulizia rispetto a chi ha capitali all'estero, a sanare, una volta per tutte, e a far pagare anche la penale che è stata prevista a chi poi usufruisce di questo tipo di meccanismo. D'altro canto, si tratta forse dell'unica volta in cui si è cercato di non far scattare le clausole di salvaguardia con altre tasse nei confronti dei cittadini. Almeno è stata risparmiata questa ulteriore vessazione nei confronti delle tasche dei cittadini incolpevoli e onesti (perché sarebbe stato a carico della fiscalità generale e a carico di tutti i cittadini italiani). Il mio gruppo ha già votato al Senato a favore, quindi confermiamo, sin da ora, l'approvazione e il voto a favore di questo provvedimento.

  PRESIDENTE. È iscritto a parlare l'onorevole Pesco, che ha la grandissima responsabilità di essere l'ultimo oratore. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Adesso Pesco sparerà a zero !

  DANIELE PESCO. Grazie, Presidente. No, non sparo a zero, di più, nel senso che innanzitutto sono molto annoiato dal fatto che ancora una volta siamo in quest'Aula a parlare di voluntary disclosure. Ne abbiamo parlato l'anno scorso in modo approfondito, quando è stato approvato un disegno di legge, poi modificato con la legge di stabilità, poi rimodificato con un decreto legislativo sulla delega fiscale che non c'entrava nulla (ecco la voluntary, ma non c'entrava nulla), però è stato modificato ancora e adesso ne riparliamo ancora (Commenti del deputato Palese)

  PRESIDENTE. Onorevole Palese !

  DANIELE PESCO. Ma secondo me, ne sono quasi certo, ne parleremo ancora in futuro perché le norme che sono state inserite, anche al Senato, in questo decreto, verranno per forza modificate. Adesso ci arriviamo piano, piano. Innanzitutto bisogna un attimino rispiegare che cos’è la voluntary disclosure, veramente in due parole. Che cos’è ? È uno strumento con il quale chi ha portato soldi all'estero oppure li ha tenuti in modo nascosto in Italia senza farli vedere al fisco potrà praticamente riutilizzarli, pagandone le tasse e avendone uno sconto sulle sanzioni amministrative. Ma soprattutto cosa guadagna ? Guadagna l'impunibilità. Cosa vuol dire ? Vuol dire che per aver creato questi fondi neri all'estero, o in Italia, logicamente ha commesso dei reati fiscali, dei reati che vanno dalla dichiarazione fraudolenta, all'omessa dichiarazione, alla dichiarazione infedele. Si tratta di reati per i quali sono previsti anche delle pene abbastanza Pag. 144ingenti che vanno da un anno a mezzo ai sei anni. Quindi non sono reati da poco, sono reati importanti.
  Ebbene, siccome questo Stato è in vendita – e vediamo cosa sta succedendo con gli immobili pubblici – abbiamo scoperto quest'anno che anche il diritto è in vendita. Infatti, viene venduto il diritto, ed è una cosa vergognosa il fatto che comunque le persone possano praticamente acquistare l'impunibilità. Questo è quello che succede, è quello che è successo e che continua a succedere con queste modifiche alla voluntary disclosure.
  Insomma, già lo strumento non ci piaceva e con questo decreto-legge viene ulteriormente peggiorato. Perché ? Innanzitutto vengono dilungati i tempi, perché con la previsione precedente si potevano fare rientrare oppure fare emergere questi fondi neri fino al 30 settembre 2015. Questo termine è stato spostato, grazie al decreto-legge al 30 novembre.
  Ma, in più, con le modifiche che sono state fatte grazie a delle proposte emendative, tra l'altro dell'opposizione, al Senato, che cosa è stato deciso ? È stata decisa la competenza territoriale dell'Agenzia delle entrate su queste, chiamiamole, auto-denunce: non sarà più dell'Agenzia presso la quale il contribuente ha il domicilio, ma sarà di un'altra agenzia territoriale. Questa è una cosa che comunque desta qualche sospetto. Perché bisogna per forza cambiare la competenza territoriale nell'esame di queste auto-denunce ? È una cosa che ci ha insospettito moltissimo.
  Al Senato la motivazione è stata quella che alcuni cittadini del Sud si sarebbero trovati in difficoltà a fare emergere questi capitali, perché probabilmente, non essendoci l'anonimato, avrebbero avuto delle incompatibilità ambientali. La cosa ci lascia molto perplessi: perché solo al Sud e al Nord no ? È una cosa veramente un po’ strana.
  Ma, in più, cosa è successo dopo ? Infatti questa cosa è da analizzare veramente in dettaglio. È successo che l'Agenzia delle entrate, ancora prima che il decreto-legge venga convertito in legge in modo completo, ha già emanato, per così dire, una disposizione operativa, proprio in funzione di quella modifica. Quindi, che cosa ha detto l'Agenzia delle entrate ? Ha detto che le denunce presentate dopo il 10 novembre 2015 – appunto la stessa data dell'emendamento – saranno, per così dire, processate dall'agenzia territoriale di Pescara. A questo punto si intuisce che quanto contenuto nell'emendamento era veramente qualcosa di utile all'Agenzia delle entrate. Infatti, se tutte le auto-denunce vengono fatte inviare all'agenzia di Pescara, che sappiamo che è quella, per così dire, maggiormente informatizzata, quella che magari riesce a processarle in modo più veloce, ci accorgiamo del fatto che questo era un emendamento che con il Sud non aveva niente a che fare, ma era un emendamento necessario all'Agenzia delle entrate per potere processare in modo più veloce queste auto-denunce.
  Quindi ci chiediamo: Governo, maggioranza, praticamente chiedete l'aiuto dell'opposizione per fare un emendamento del genere necessario per l'operatività dell'Agenzia delle entrate ? Perché l'avete fatto ? Perché non ci avete messo voi la faccia ? Perché non l'avete fatto ? A me sembra una cosa veramente strana, stranissima. Sembra che veramente non vogliate entrare nel merito delle modifiche necessarie per riuscire a riparare questo pasticciaccio, perché alla fine è un pasticciaccio questa voluntary, perché ogni volta ci dobbiamo tornare su per mettere a posto qualcosa. Vi affidate all'opposizione o alla finta opposizione probabilmente. Infatti, se ne è nata una disposizione operativa dell'Agenzia delle entrate, probabilmente, secondo noi, veramente si tratta di finta opposizione e anche di finte motivazioni. È chiarissimo.
  Ma non è finita qua. Sempre al Senato, anzi pardon, questo qua era già previsto nel decreto-legge, è stato deciso che il termine di decadenza per l'esame di queste auto-denunce è fisso: è stato fissato per tutte le annualità al 31 dicembre 2016. Ma cosa vuol dire ? Vuol dire che si applica per tutti gli anni, che Pag. 145vanno praticamente dal 2010 al 2014, anni per i quali l'Agenzia delle entrate avrebbe a disposizione quattro anni per potere fare tutti gli accertamenti. No ! È stato deciso che l'Agenzia delle entrate non ha più a disposizione questi quattro anni e che – per ciò che riguarda logicamente solo la parte riferita a questi fondi neri – dovrà svolgere tutti gli accertamenti e potrà esaminarli solo fino al 31 dicembre 2016. Anche questa cosa ci insospettisce moltissimo. Perché ? Perché le denunce che sono arrivate sono comunque tante.
  Solo fino adesso abbiamo saputo che ne sono arrivate già ottantamila. Ci aspettiamo che ne arriveranno ancora molte altre. L'Agenzia delle entrate comunque ha una capacità operativa che non è così enorme perché mediamente ogni anno sugli accertamenti, per i quali è necessario lavoro intellettuale oltre che lavoro informatico, ne fa circa 300 mila e capiamo bene che su queste autodenunce, che sono comunque autodenunce importanti, articolate, dove comunque ciò che è stato portato all'estero o nascosto va comunque sommato in qualche modo al reddito del contribuente per riuscire a definire quale è la giusta imposta da applicare, ebbene tutte queste autodenunce verranno analizzate da un'Agenzia delle entrate che già è in affanno, perché possiamo anche ricordare tutti i problemi che hanno già avuto le autodenunce negli ultimi tempi, prima tra tutte la sentenza della Corte costituzionale che ha falcidiato gli ex dirigenti di nomina illegittima. Quindi, praticamente ci insospettisce moltissimo questo atteggiamento della maggioranza che tende a fare delle cose alle quali poi bisognerà riparare.
  Perché bisognerà riparare ? Perché sicuramente un contribuente che farà la domanda e l'autodenuncia probabilmente entro il 31 dicembre 2016 potrà non vedersi esaminata in modo completo la propria pratica e dobbiamo dire che questo rischio c’è: o abbiamo veramente un'Agenzia delle entrate – mi viene da dire – supersonica che riesce ad esaminare queste autodenunce così delicate in modo così rapido oppure il rischio c’è.
  Il rischio è che probabilmente non vengano esaminate tutte in modo completo e integrale, in un modo di cui fidarsi, in modo concreto: temiamo veramente che non ci sia questa possibilità e quindi sicuramente dovremmo prorogare un'altra volta quanto meno il termine di accertamento per l'Agenzia delle entrate e la cosa ci spaventa perché non è possibile perdere tempo su questi provvedimenti che il Governo fa passare come lotta all'evasione ma che non sono per nulla lotta all'evasione: è un incentivo all'evasione.
  Infatti, se il Governo continua con queste misure, che sono praticamente il protrarsi delle stesse politiche degli altri Governi passati, è logico che il contribuente non sarà mai invogliato a pagare le tasse perché comunque un condono ci sarà sempre. In questo caso non è un condono fiscale come definito solitamente perché comunque sono annullate le pene, però comunque fa parte ormai della cultura italiana il fatto che comunque ogni quattro-cinque anni c’è un condono e quindi le tasse non si devono pagare.
  Veramente questo ci sconvolge, ci lascia tristi, veramente tristi. Quindi siamo veramente contrari a questa misura, siamo veramente contrari a questo decreto-legge perché non ci piace, perché comunque è stato peggiorato nel tempo. È stato tolto il raddoppio dei termini. Spieghiamo che cos'era il raddoppio di termini: praticamente l'Agenzia aveva a disposizione per fare gli accertamenti non solo i canonici quattro-cinque anni ma ha sempre avuto storicamente a disposizione altri quattro-cinque anni nel caso in cui si fosse verificato o ci fosse un indizio dell'avvenuto reato, di un reato.
  Questa norma è stata tolta proprio nel caso della voluntary, ma anzi è stata poi tolta in parte anche per tutti gli altri contribuenti (diciamo in parte). Ma proprio sulla voluntary è stata tolta del tutto, quindi praticamente tutte le persone che hanno creato fondi neri non quattro anni fa, ma cinque, sei, sette anni Pag. 146fa queste persone non pagheranno nulla perché è tutto prescritto e l'Agenzia delle entrate non può indagare.
  Questa è veramente una cosa scandalosa: continuiamo a fare cose scandalose, politiche fiscali di un Governo che la lotta all'evasione non la vuole fare e lo si vede anche con la delega fiscale che doveva essere comunque la panacea di tutti i mali: siete andati a modificare proprio quegli articoli che prevedono i reati fiscali e li avete peggiorati. Sono ormai di difficile utilizzo da parte dei giudici. Avete ridotto i termini. Moltissimi casi – lo denunciano tutte le procure – sono stati archiviati perché praticamente non si può più andare ad indagare senza il raddoppio dei termini, ed è una cosa vergognosa, veramente vergognosa ! A me dispiace veramente come cittadino e veramente noi dovremo mettere mano, appena saremo noi al vostro posto, a moltissime cose ma soprattutto la cosa più difficile che dovremo fare è convincere tutti gli italiani che comunque l'impegno fiscale ci vuole da parte di tutti, da parte di tutti e purtroppo oggi non è così. Oggi non è così. Presidente, io non aggiungo altro e ci vediamo domani (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Non vi sono altri iscritti a parlare e pertanto dichiaro chiusa la discussione sulle linee generali.

(Repliche del relatore e del Governo – A.C. 3386)

  PRESIDENTE. Prendo atto che il relatore e il rappresentante del Governo rinunciano alla replica.
  Il seguito del dibattito è rinviato ad altra seduta.

Nomina dei componenti della Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni.

  PRESIDENTE. Comunico che la Presidente della Camera ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sui casi di morte e di gravi malattie che hanno colpito il personale italiano impiegato in missioni militari all'estero, nei poligoni di tiro e nei siti di deposito di munizioni, in relazione all'esposizione a particolari fattori chimici, tossici e radiologici dal possibile effetto patogeno e da somministrazione di vaccini, con particolare attenzione agli effetti dell'utilizzo di proiettili all'uranio impoverito e della dispersione nell'ambiente di nanoparticelle di minerali pesanti prodotte dalle esplosioni di materiale bellico e a eventuali interazioni, istituita con deliberazione della Camera del 30 giugno 2015, i deputati Maria Amato, Paola Boldrini, Roberto Capelli, Maria Chiara Carrozza, Ivan Catalano, Andrea Causin, Edmondo Cirielli, Paolo Cova, Diego Crivellari, Donatella Duranti, Giulia Grillo, Luigi Lacquaniti, Federico Massa, Settimo Nizzi, Mauro Pili, Gianluca Rizzo, Gian Piero Scanu, Roberto Simonetti, Elio Vito e Diego Zardini.
  Comunico inoltre che la Commissione è convocata per giovedì 19 novembre 2015, alle ore 14, presso la sede di Palazzo San Macuto, per procedere alla propria costituzione.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a strumenti del sindacato ispettivo (ore 21,50).

  ALESSANDRO ZAN. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

Pag. 147

  ALESSANDRO ZAN. Grazie Presidente, colleghi, poco meno di un mese fa prendevo la parola in quest'Aula per denunciare un fatto grave accaduto a Padova: il sindaco leghista Massimo Bitonci aveva negato una sala pubblica a un'associazione di librai per la lettura di alcuni libri per bambini.
  Oggi, intervengo di nuovo perché l'autoritarismo di Bitonci ha spinto lo stesso a vietare la sala comunale alla nostra collega Michela Marzano, che doveva presentare il suo libro. Bitonci, senza nemmeno informarsi sui contenuti del libro, ha argomentato il suo diniego affermando che l'iniziativa non risulta in linea con la sua amministrazione. A proposito di questo, volevo anche dire al sindaco Bitonci che si tratta, però, di una sala pubblica ! Non dell'abitazione privata del sindaco e dunque in quanto pubblica a disposizione di tutti i cittadini.
  Stiamo vivendo, dunque, una situazione di emergenza democratica a Padova, città che sta diventando lo zimbello d'Italia per l'imbarazzante inadeguatezza del suo sindaco. Lo ribadiscono oggi gli interventi di alcuni tra i più autorevoli giornalisti e intellettuali italiani, tra cui Ferruccio De Bortoli, Gad Lerner, Alessandro Gassman, che giustamente considerano questa vicenda come un vero e proprio oltraggio alla libertà di espressione. Censurare preventivamente un ordinario di filosofia dell'Università di Parigi come Michela Marzano denota il rifiuto per il pluralismo delle idee che ricorda tempi bui della nostra storia recente. Fortunatamente l'università ha offerto una propria sala per la presentazione del libro della professoressa Marzano, dimostrandosi ancora una volta il tempio della cultura e della libertà; una bella risposta all'oscurantismo e, mi viene da dire, e concludo, all'incultura del sindaco di Padova. Voglio annunciare, inoltre, il ricorso al TAR con la speranza che vengano annullati provvedimenti così odiosi e così illiberali.

  PRESIDENTE. Aveva chiesto di parlare l'onorevole Petraroli che però non vedo in Aula. Quindi, si intende che vi abbia rinunciato.

  ERNESTO PREZIOSI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ERNESTO PREZIOSI. Signor Presidente, la situazione in Burundi dove è in atto uno scontro politico-istituzionale sta diventando sempre più preoccupante. Le Nazioni Unite hanno nominato un inviato speciale, mentre la Francia ha presentato all'ONU una bozza di risoluzione nel tentativo di far uscire il Paese dalla violenza. Si calcola che in questi ultimi mesi siano state uccise ancora 240 persone e oltre 200 mila siano quelle che sono fuggite.
  La settimana scorsa, il presidente del Burundi aveva ordinato alle forze di sicurezza di usare qualsiasi mezzo per mantenere l'ordine, ma sono molte le denunce di cittadini che accusano proprio le forze di sicurezza degli omicidi e di incitamento all'odio, mentre la libera stampa è imbavagliata. La comunità internazionale non è ancora in grado di frenare la spirale di violenza e a trovare vie politiche condivise per uscire dalla crisi. C’è una bozza di risoluzione ONU predisposta, appunto, dalla Francia e tale evoluzione preoccupa non solo per le gravi conseguenze sulla popolazione locale, ma anche per le ripercussioni che possono interessare l'intera area dei Grandi Laghi nei prossimi mesi, quando anche il Ruanda e la Repubblica Democratica del Congo saranno chiamati alle urne per le elezioni.
  Il timore è quello di veder scoppiare una violenza su larga scala, in un Paese che, nel suo recente passato – si pensi alla guerra civile scoppiata nel 1993 e conclusa solo nel 2000 con l'accordo di pace siglato alla presenza di Nelson Mandela – ha contato oltre 300 mila morti.
  Chiediamo, pertanto, che il Governo possa riferire in Commissione esteri aggiornandoci su tale situazione e per sapere quali iniziative siano state assunte o si intendano assumere in sede internazionale per evitare disastri umanitari e Pag. 148per salvaguardare i nostri connazionali e chi opera nel volontariato in quei territori.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Intervengo per sollecitare il Governo a fornire una risposta ad una mia interrogazione che riguarda la problematica dei lavoratori in cassa integrazione in deroga. Il 13 ottobre è stato fatto un accordo tra l'Inps e le regioni e i sindacati, però le regioni non hanno trasmesso all'Inps l'elenco dei lavoratori. Pertanto, vi sono lavoratori in difficoltà che non ricevono le spettanze, addirittura, di alcuni mesi del 2014.
  Noi del Partito Democratico abbiamo fatto una battaglia convinta su queste problematiche. Il Governo ha risposto positivamente, ha messo le risorse. Però, al Governo chiediamo uno sforzo ulteriore, di sollecitare le regioni a fare fino in fondo il proprio dovere per dare una risposta vera a lavoratori in difficoltà.

  PAOLO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO BERNINI. Oggi lo scandalo del macello Italcarni di Ghedi in provincia di Brescia è stato portato a conoscenza di tutti i cittadini italiani, grazie a il Fatto Quotidiano e a Servizio pubblico, che hanno mostrato le terribili immagini riprese dalle telecamere installate dalla magistratura nel macello, sulle violenze e i maltrattamenti gratuiti perpetrati a danno degli animali: mucche trascinate con le catene, trasportate su un muletto e gettate in terra, spinte con la forza con forche pungenti e torturate.
  Il MoVimento 5 Stelle aveva già da tempo presentato un'interrogazione sul caso e stiamo aspettando risposta. Localmente ha richiesto spiegazioni al sindaco, ma purtroppo, supponiamo in virtù delle personali relazioni con il proprietario del macello (essendo il cognato), non c’è stata alcuna replica né intervento e non si è nemmeno costituito parte civile nel processo. Strano.
  Grazie alla procura di Brescia il macello è sotto sequestro. A seguito di analisi, l'istituto zooprofilattico di Torino ha constatato sulle carni contaminazioni batteriche cinquanta volte superiori a quanto consentito dalla legge.
  Per questo, sono stati rinviati a giudizio i due veterinari responsabili e i dipendenti del macello, mentre il proprietario ha preferito richiedere il patteggiamento. Auspichiamo che qualcuno stavolta paghi per le sofferenze inferte a quelle mucche, sfruttate, stuprate e uccise dopo pochi anni di vita a causa delle regole del mercato.
  Ma quanti sono i casi come questi ? Le normative vigenti relative agli animali sono completamente disattese, non esiste la puntuale verifica di queste e le collusioni locali sono enormi. Siamo stanchi di vivere in un Paese che non rispetta gli animali e in questo caso, nemmeno i consumatori. È necessario pretendere un incremento dei controlli e un potenziamento delle forze dell'ordine che, spesso, sono anche lasciate senza economie per poter effettuare controlli e ispezioni.
  Nessuno dovrebbe tollerare che vengano inflitte agli animali delle sofferenze e neppure declinare le proprie responsabilità. Nessuno dovrebbe starsene tranquillo pensando che altrimenti si immischierebbe in affari che non lo riguardano. Quando tanti maltrattamenti vengono inflitti agli animali, quando essi agonizzano ignorati per colpa di uomini senza cuore, siamo tutti colpevoli.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

Pag. 149

  Giovedì 12 novembre 2015, alle 9,30:

  1. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 2070 – Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 30 settembre 2015, n. 153, recante misure urgenti per la finanza pubblica (Approvato dal Senato) (C. 3386).
  – Relatore: Sanga.

  2. – Seguito della discussione del disegno di legge:
   S. 1678 – Deleghe al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (Approvato dal Senato) (C. 3194-A).
  – Relatori: Mariani e Cera.

  3. – Seguito della discussione della proposta di legge:
   CENNI ed altri: Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare (Approvata dalla Camera e modificata dal Senato) (C. 348-B).
  – Relatore: Fiorio.

  4. – Seguito della discussione delle mozioni Bergamini ed altri n. 1-00979, Catania ed altri n. 1-01056, Zaccagnini ed altri n. 1-01057, Falcone ed altri n. 1-01058, Parentela ed altri n. 1-01059, Simonetti ed altri n. 1-01060 e Dorina Bianchi ed altri n. 1-01061 concernenti iniziative, anche in sede europea, per la tutela del settore risicolo italiano, con particolare riferimento all'importazione del riso dalla Cambogia.

  La seduta termina alle 21,55.

TESTO INTEGRALE DELLE DICHIARAZIONI DI VOTO FINALE DEI DEPUTATI STEFANO DAMBRUOSO E ROBERTO SIMONETTI SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 1039-A ED ABBINATE

  STEFANO DAMBRUOSO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, l'aggressione dei beni della criminalità organizzata e la loro apprensione al patrimonio dello Stato nei casi previsti dalla legge rappresenta un fondamentale strumento di lotta alla mafia perché vanifica l'accumulazione illegale di patrimoni.
  Il grande impegno e la professionalità dei magistrati e delle Forze dell'ordine hanno portato successi sempre maggiori in questo campo, tanto che l'entità del patrimonio confiscato sembra avere raggiunto ormai il valore di 80 miliardi di euro e cresce di giorno in giorno.
  La normativa in materia di gestione e destinazione di beni sequestrati o confiscati, con le numerose modifiche intercorse dagli anni ottanta ad oggi, ha inferto un colpo molto duro alla criminalità organizzata, favorendo percorsi di riscatto per i territori umiliati dall'arroganza del potere malavitoso. Occorre però fare un ulteriore passo in avanti e spezzare ogni tipo di legame tra le aziende sottoposte a misure di prevenzione e le organizzazioni mafiose che su di esse hanno esercitato il controllo sia sociale che economico: è quindi necessario adottare strumenti di sostegno finanziario, fiscale e previdenziale per favorire la ripresa di queste realtà imprenditoriale e la riconquista al loro interno del lavoro legale.
  È ormai diffusa la consapevolezza che la capacità di uno Stato di garantire sicurezza, si misura anche sull'efficienza del suo sistema normativo di contrasto alla ricchezza illecita e che l'aggressione dei patrimoni illeciti è uno strumento Pag. 150ineludibile nella lotta al crimine organizzato. Combattere l'illegalità economica significa, quindi, prima di tutto aggredire i patrimoni della criminalità organizzata, restituirli alla collettività e porli alla base della costruzione di nuove relazioni economiche sane e legali, che pongano il lavoro e la dignità delle persone al centro di un nuovo percorso di riscatto civile e sociale.
  Colpire i patrimoni della criminalità organizzata non è però sufficiente se a quest'azione non si accompagna la restituzione degli stessi beni alla collettività e il loro utilizzo per scopi produttivi o mutualistici: la perdita di posti di lavoro e la conseguente instaurazione di un clima di tensione sociale non consentono un contrasto efficace della criminalità organizzata perché insinuano nella collettività l'idea distorta che, se la mafia era in grado di offrire e di garantire posti di lavoro, lo Stato non è parimenti affidabile.
  Una delle difficoltà più evidenti che pone, infatti, la gestione dei beni sequestrati allorquando si tratta di beni aziendali è quella di garantirne la continuità industriale ed economica che, spesso, nel passaggio dal circuito illecito a quello legale, rischiano di fallire o di chiudere per la mancanza di strumenti adeguati a sostegno del difficile percorso di riemersione alla legalità.
  I beni aziendali confiscati e sequestrati soffrono particolarmente le lunghe procedure della fase giudiziaria. Durata, incertezza dei processi e mancanza di una gestione aziendale adeguata portano a un forte indebolimento e più generalmente al fallimento delle aziende che, al momento del sequestro, si trovano spesso già in crisi finanziaria. Il ritorno alla legalità deve, quindi, rappresentare una precondizione per lo sviluppo economico e non un ulteriore impedimento alla prosecuzione dell'attività produttiva, soprattutto visto il periodo di grande crisi economica e occupazionale che il nostro Paese sta fronteggiando.
  In Italia, infatti, l'economia sommersa, la pervasività della criminalità mafiosa, il malaffare e la corruzione hanno un costo pari a circa il 27 per cento del nostro prodotto interno lordo (PIL) (fonte: «Relazione sull'economia non osservata», 2011, dell'Istituto nazionale di statistica): un prezzo che costituisce un ostacolo insostenibile, sempre più spesso scaricato sui lavoratori e sulle lavoratrici, sulle giovani generazioni e sui pensionati. Il quadro è allarmante: in Italia (al 30 settembre 2015) sono 1.550 le aziende confiscate in gestione e 771 quelle destinate e, purtroppo, dai dati statistici emerge che circa il 90 per cento di queste sono destinate al fallimento, con più di 80.000 lavoratori coinvolti. I sequestri e le confische dall'inizio della crisi sono aumentati del 65 per cento: un dato drammatico, che testimonia a pieno la vulnerabilità del nostro tessuto economico.
  Ciò avviene proprio in territori già fortemente condizionati dalla criminalità organizzata: le regioni con il numero più alto di aziende sequestrate e confiscate sono, infatti, la Sicilia (con 553 aziende in gestione e 315 destinate), la Campania (con 298 aziende in gestione e 137 destinate), il Lazio (con 280 aziende in gestione e 95 destinate), La Calabria (con 148 aziende in gestione e 73 destinate) e la Lombardia (con 73 aziende in gestione e 78 destinate).
  Da queste considerazioni nasce l'idea di proporre un piano d'intervento per il riutilizzo sociale delle aziende sequestrate e confiscate alla criminalità mafiosa. Queste ultime, oltre ad essere l'emblema della lotta dello Stato contro la pervasività delle organizzazioni criminali nel nostro tessuto economico, rappresentano un'opportunità concreta di lavoro che non può essere sprecata: come già sottolineato, senza un impegno su questo versante si rischia di vanificare l'ottimo lavoro portato avanti dalle Forze dell'ordine e dalla magistratura sul piano della repressione, che sul lungo periodo potrebbe dimostrarsi inefficace se i beni e le aziende confiscate restano inutilizzati.
  Si assiste così a un paradosso: quelle attività economiche, un tempo simbolo del potere mafioso, dopo il sequestro anziché divenire modelli di legalità economica garantendo Pag. 151sicurezza sociale ai lavoratori e alle lavoratrici in esse impiegati, chiudono i battenti. Allo stato attuale a fallire è più del 90 per cento delle attività produttive oggetto di un provvedimento di sequestro prima e di confisca poi. Le aziende confiscate definitivamente sono più di 2.000 e a queste vanno aggiunte tutte quelle sequestrate ma non confiscate, il cui numero secondo alcuni rilievi sarebbe circa dieci volte maggiore. In sostanza, siamo di fronte a un fenomeno che dal 1982 in poi, dall'introduzione della legge Rognoni-La Torre, ha riguardato decine di migliaia di lavoratori e di lavoratrici in tutto il territorio nazionale, in tutti i settori produttivi e in tutte le aree geografiche del nostro Paese.
  Ogni attività economica, in un contesto di deregolamentazione e di globalizzazione dei mercati, è diventata terreno fertile per riciclare i proventi delle attività illecite, innestando nell'economia legale ingenti quantità di denaro a scapito dell'imprenditoria onesta, della dignità dei lavoratori e delle lavoratrici e, più in generale, del tessuto economico e sociale del nostro Paese. Questa situazione rischia di diventare uno dei simboli della sconfitta dello Stato nei confronti della criminalità, che spesso ha posto alla base del suo consenso la capacità di garantire lavoro – seppur nell'illegalità – in territori ad altissimi livelli di disoccupazione ed esclusione sociale.
  In questo contesto, le lavoratrici e i lavoratori diventano parte lesa, pagando con la disoccupazione e con il probabile licenziamento le colpe del proprio datore di lavoro, che spesso agisce nell'illegalità, all'insaputa dei suoi dipendenti e del contesto territoriale in cui opera. Lo stesso accesso agli ammortizzatori sociali spesso è negato, determinando uno stato di abbandono e di insicurezza sociale che produce effetti devastanti.
  Un migliore utilizzo dei beni confiscati alla criminalità organizzata e dei proventi della vendita degli stessi consentirebbe di non abbassare la guardia nel contrasto dell'illegalità e di perseguire obiettivi pubblici generali, quali intervenire efficacemente sulla riduzione del debito pubblico (senza sforare il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo), pagare i debiti dello Stato verso gli imprenditori e ridurre il cuneo fiscale sul costo del lavoro.
  Nello specifico, il provvedimento (testo unificato di sei proposte di legge di iniziativa parlamentare e di una proposta di iniziativa popolare) prevede una serie di misure volte a porre rimedio alle problematiche connesse alla gestione dell'azienda sottratta al controllo della criminalità organizzata, al fine di garantirne un'amministrazione improntata a criteri di efficienza ed economicità. Va, infatti, rilevato che spesso l'applicazione della misura di prevenzione provoca l'allarme dei clienti, che cercano di dirottare altrove le commesse; dei fornitori, che tendono a reclamare immediatamente il saldo dei crediti vantati verso l'impresa; delle banche, che spesso revocano le linee di credito concesse all'azienda, negandone di nuove.
  Lo scopo del testo è quello dunque di garantire l'efficacia delle misure di prevenzione nell'ambito dell'azione di contrasto alle attività mafiose, tutelando al contempo i lavoratori coinvolti e assicurando una governante dell'azienda tesa alla prosecuzione dell'attività imprenditoriale. Vengono introdotte numerose modifiche al libro I del Codice antimafia (decreto legislativo n. 159 del 2011), dedicato alle misure di prevenzione, e ad altre disposizioni di legge vigenti, finalizzate nel complesso a: rendere più efficace e tempestiva l'adozione delle misure di prevenzione patrimoniale (sequestro e confisca); inserire gli indiziati del reato di assistenza agli associati (articolo 418 c.p.) e dei reati contro la pubblica amministrazione (dal peculato alla concussione, alle varie forme di corruzione) tra i soggetti destinatari delle misure di prevenzione; istituire presso il tribunale del capoluogo del distretto di corte d'appello sezioni o collegi specializzati chiamati a trattare in via esclusiva i procedimenti previsti dal Codice antimafia; favorire la ripresa delle aziende sottoposte a sequestro (in particolare, con l'istituzione di un fondo e con altre misure dirette a sostenere la prosecuzione Pag. 152delle attività e la conseguente salvaguardia dei livelli occupazionali); riorganizzare l'Agenzia nazionale per i beni confiscati, ponendola sotto la vigilanza della Presidenza del Consiglio; estendere i casi di confisca allargata di cui all'articolo 12-sexies del decreto-legge n. 306 del 1992; introdurre misure di contrasto al «caporalato» e da ultimo garantire una maggiore trasparenza nella scelta degli amministratori giudiziari, assicurando competenze idonee allo svolgimento dell'incarico e rotazione negli incarichi.
  Su quest'ultimo punto nel corso dei lavori in Commissione Giustizia mediante un nostro emendamento è stata anche introdotta una procedura ad evidenza pubblica indetta dall'amministratore giudiziario per la scelta dell'imprenditore che supporterà l'azienda sequestrata o confiscata e con una più ampia riformulazione sempre di una nostra proposta si è prevista la riduzione dell'aliquota contributiva e assistenziale per i datori di lavoro che assumono, con contratto a tempo indeterminato, dipendenti delle aziende sottoposte a sequestro o a confisca rimasti senza lavoro.
  Queste misure sono a nostro avviso indispensabili per dare un segnale importante contro le mafie e per rendere lo Stato ancora più vicino a quelle aree troppo a lungo vessate dalle organizzazioni criminali. I beni confiscati ai mafiosi devono diventare un simbolo di tale vicinanza e dell'impegno di quell'Italia che lotta e sconfigge il crimine organizzato. Per questo voteremo convintamente per il provvedimento in esame.

  ROBERTO SIMONETTI. Onorevole Presidente e onorevoli colleghi, le misure di prevenzione patrimoniale previste dal codice antimafia rientrano nell'ambito della categoria delle confische in assenza di condanna penale. La Corte europea dei diritti dell'uomo, pur chiamata numerose volte a pronunciarsi in relazione a casi concreti, non solo italiani, di applicazione di una confisca in assenza di condanna penale, ha sempre statuito in base al principio di proporzionalità. In tutti i casi la pronuncia è stata sempre nel senso di ritenere tale tipo di confisca proporzionata rispetto allo scopo perseguito, cioè di combattere le mafie o altri gravi fenomeni criminali. Peraltro, la Corte di Strasburgo non ha mai ritenuto necessario doversi pronunciare, in astratto e in generale, sulla tenuta di tali sistemi di confisca nel loro complesso, e su quello italiano in particolare, rispetto alla Convenzione europea dei diritti dell'uomo. In sintesi, in Europa è pacifico che la confisca dei beni senza condanna penale non è di per sé lesiva dei diritti fondamentali dell'uomo.
  L'allora Ministro degli Interni Roberto Maroni, inaugurava nel marzo 2010 a Reggio Calabria, l'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Fu questo il primo passo per «modernizzare» i diversi istituti atti a contrastare la lotta alle mafie; poco dopo, il 3 agosto del 2011, fu approvato il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia. La legge delega n. 136 del 2010 (denominata «piano straordinario contro le mafie») aveva previsto una completa ricognizione delle norme antimafia di natura penale, processuale e amministrativa, nonché il relativo coordinamento con la nuova disciplina dell'Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (decreto legge 4 febbraio 2010, n. 4).
  Il Codice che fu approvato conteneva anche nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia e l'attuazione di due deleghe del Piano straordinario contro la criminalità organizzata approvato dal Parlamento. Con convinzione si può affermare che fu la più grande «spallata», che un Ministro degli Interni, del gruppo parlamentare che rappresento, ha dato alle mafie !
  Tuttavia, il 25 febbraio 2014, il Parlamento europeo, chiamato questa volta nell'ambito della procedura legislativa ordinaria di esame e approvazione della proposta Pag. 153della Commissione europea (così come modificata dal Consiglio dell'Unione europea) ha votato una direttiva europea (Direttiva 2014/42/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 3 aprile 2014 relativa al congelamento e alla confisca dei beni strumentali e dei proventi da reato nell'Unione europea) nella quale, sostanzialmente, la confisca è collegata alla condanna penale, anche se pronunciata in contumacia, prevedendo la confisca in caso di sproporzione tra i beni e i redditi, la confisca di beni intestati a prestanome, la gestione dei beni da parte di uffici nazionali specializzati, la destinazione a uso sociale dei beni, ferme restando le procedure previste dai singoli Stati. In sintesi, la recente direttiva sul congelamento e confisca, pur rappresentando un apprezzabile – ma molto modesto – passo in avanti, è ancora lungi dall'essere la sponda ideale per un'aggressione forte a livello europeo al potenziale economico-finanziario delle mafie. I magistrati italiani saranno costretti a continuare a seguire tortuose e incerte vie di cooperazione con gli omologhi degli Stati membri, confidando, volta per volta, sulla sensibilità di una corte straniera che appare non poco variabile da Nazione a Nazione. A avviso mio e del gruppo parlamentare occorre porre al centro delle politiche di libertà, sicurezza e giustizia dell'Unione Europea proprio un'azione di sensibilizzazione sulla dimensione reale del rischio che le mafie, non solo italiane, pongono al cittadino europeo.
  Il provvedimento in esame è diretto a modificare la disciplina prevista al fine di rendere ancora più efficiente la gestione dei beni sequestrati alla criminalità organizzata e per rendere più celere la loro destinazione dopo la confisca;
  Il testo si occupa sia della parte relativa all'applicazione delle misure di prevenzione sia della parte relativa alla gestione e alla destinazione dei beni confiscati. Si tratta di due momenti che si succedono nell'iter di sottrazione dei beni ai mafiosi, ma anche di due momenti tra loro connessi.
  Il giudizio degli operatori di settore, fra l'altro un giudizio molto univoco, ha convinto, in prima persona il sottoscritto e i deputati del gruppo della Lega Nord che le proposte di modificazione che si vogliono apportare sono utili, poiché l'attuale disciplina normativa prevede una procedura di verifica dei crediti che rende difficile la programmazione della prosecuzione delle attività delle imprese sequestrate e, al contempo, non offre tempestiva tutela ai terzi creditori, creando il rischio di indefinite dilazioni nella regolamentazione dei rapporti; mi preme sottolineare, tra le altre, la necessità che creare uffici specializzati presso i Tribunali e le Corti di Appello, come anche presso gli organi investigativi e amministrativi che si occupino della sottrazione dei beni alla criminalità organizzata e del loro riutilizzo a fini sociali; all'affinamento delle professionalità va accompagnato un adeguato potenziamento degli organici, sia utile, anzi necessario il gruppo parlamentare della Lega Nord convintamente esprime il proprio voto favorevole.

TESTO INTEGRALE DELL'INTERVENTO DEL DEPUTATO ALESSANDRO PAGANO IN SEDE DI DISCUSSIONE SULLE LINEE GENERALI DEL DISEGNO DI LEGGE DI CONVERSIONE N. 3386

  ALESSANDRO PAGANO. Il decreto legge in esame all'articolo 1 consente di eliminare gli effetti finanziari negativi derivanti dalle previsioni della clausola di salvaguardia prevista all'articolo 1, comma 632 della legge 23 dicembre 2014, n. 190,con la quale si prevedeva entro il 30 settembre 2015, l'aumento delle accise sui carburanti ad uso autotrazione.
  La Commissione europea, infatti, non ha autorizzato la misura in tema di IVA per l'estensione del reverse charge alla grande distribuzione (prevista dall'articolo 1, comma 629, della legge n. 190 del 2014 – legge di stabilità per il 2015). Il che ha comportato una perdita di gettito di 728 milioni a decorrere dal 2015.
  La norma in oggetto sterilizza questi effetti mediante l'utilizzo delle maggiori entrate derivanti dall'applicazione della normativa sulla collaborazione volontaria.Pag. 154
  Secondo la relazione tecnica allegata alla Legge di stabilità, le entrate derivanti dalla procedura di emersione volontaria – che non erano state oggetto di stima preventiva per ragioni prudenziali, sono valutabili, sulla base degli elementi in possesso dell'Agenda delle Entrate, nonché delle risultanze delle dichiarazioni dei contribuenti già acquisite – nell'importo complessivo di circa 3.400 milioni di euro, comprensivi di 1.406 milioni di euro già realizzati nel 2015.
  In connessione con il presente decreto l'articolo 50 della Legge di stabilità all'esame del Senato prevede che Le maggiori entrate per l'anno 2016 derivanti dalla proroga prevista dall'articolo 2 del decreto-legge in esame, sono quantificate nell'importo di 2.000 milioni di euro.
  Qualora dal monitoraggio delle entrate emerga un andamento che non consenta la realizzazione integrale dell'importo di 2.000 milioni di euro il Ministro dell'economia, con proprio decreto, da emanare entro il 31 marzo 2016, stabilisce l'aumento, a decorrere dal 1o maggio 2016 delle accise petrolifere, in misura tale da assicurare i suddetti 2.000 milioni.
  In sostanza il decreto legge in esame sterilizza gli effetti del mancato accoglimento UE del reverse change posto a carico della Grande distribuzione organizzata (GDO) e azzera (o pospone al 1o maggio 2016) l'incremento delle accise sui carburanti.
  Per garantirsi queste maggiori entrate l'articolo 2 del decreto legge modifica la procedura di collaborazione volontaria al fine di consentire ai contribuenti di beneficiare di un termine più lungo per la predisposizione dell'istanza per il reperimento della documentazione.
  Sono previste, altresì, alcune semplificazioni nella determinazione dei redditi e dei maggiori imponibili.
  La prima modifica di rilievo è l'irrevocabilità della richiesta di accesso alla procedura di collaborazione volontaria. Resta fermo che la stessa potrà essere integrata una sola volta dai contribuenti, sia in aumento che in diminuzione.
  Il nuovo testo consente di presentare la prima o unica istanza entro il 30 novembre 2015 e di integrarla eventualmente in aumento e presentare le informazioni e la documentazione a corredo della stessa entro il 30 dicembre 2015.
  Entro la stessa data del 30 dicembre, tale facoltà è concessa anche a coloro che hanno già fatto richiesta di accesso alla procedura.
  Al fine di assicurare unitarietà nella trattazione delle istanze e certezza sulla data di conclusione dell'intero procedimento, la disposizione prevede che i vigenti termini di decadenza per l'accertamento e per la notifica dell'atto di contestazione, i quali scadono ordinariamente a decorrere dal 31 dicembre 2015, sono fissati al 31 dicembre 2016 limitatamente agli imponibili, alle imposte, alle ritenute, ai contributi, alle sanzioni e agli interessi relativi alla procedura di collaborazione volontaria e per tutte le annualità e le violazioni oggetto della procedura stessa.
  La legge n. 186 del 2014, nell'introdurre la voluntary disclousure, ha fissato una procedura di riemersione in favore dei soggetti che detengono attività e beni all'estero e che hanno omesso di dichiararli.
  Costoro possono sanare la propria posizione nei confronti dell'erario pagando l'intera misura delle imposte dovute. Per effetto della collaborazione volontaria viene altresì garantita la non punibilità per alcuni reati fiscali e il pagamento in misura ridotta delle sanzioni tributarie.
  La procedura non può essere utilizzata se la richiesta di accesso è presentata dopo che l'autore ha avuto conoscenza dell'inizio di attività di accertamento fiscale di Procedimenti penali per violazioni tributarie, ed opera per le violazioni dichiarative commesse sino al 30 settembre 2014.
  Viene introdotto un nuovo reato fiscale che punisce coloro i quali, nell'ambito della procedura di collaborazione volontaria, esibiscano o trasmettano documentazione e dati non rispondenti al vero.
  La stessa legge prevede che le entrate derivanti dalla voluntary, non scontate ai fini dei saldi di finanza pubblica, devono Pag. 155affluire in un apposito capitolo dell'entrata del bilancio dello Stato, per essere destinate, anche mediante riassegnazione: al pagamento dei debiti commerciali scaduti in conto capitale, anche prevedendo l'esclusione dai vincoli del patto di stabilità interno; all'esclusione dai medesimi vincoli del patto di stabilità interno delle risorse assegnate a titolo di cofinanziamento nazionale dei programmi dell'Unione europea e di quelle derivanti dal riparto del Fondo per lo sviluppo e la coesione; agli investimenti pubblici; al Fondo per la riduzione della pressione fiscale, di cui all'articolo 1, comma 431, della legge n. 147 del 2013.
  La voluntary disclosure può battere l'ultimo scudo fiscale in convenienza se le attività da regolarizzare non hanno prodotto redditi significativi o addirittura non hanno prodotto alcun reddito.
  È il caso, per esempio, degli immobili ricevuti in eredità o in donazione e non dichiarati al fisco italiano ma da cui non è stato mai ottenuto alcun reddito, perché per esempio non sono stati locati.
  Il costo dell'adesione alla procedura di rientro dei capitali potrebbe, infatti, risultare in alcuni casi inferiore rispetto a quello sostenuto dai contribuenti che hanno aderito all'ultima «edizione» dello scudofiscale entro il 30 aprile 2010 che aveva un'aliquota del 7 per cento.
  Nell'ambito della voluntary rientra il recente Accordo fiscale con la Svizzera: il 23 febbraio 2015 i rappresentanti dei Governi italiano e svizzero hanno firmato un Protocollo che modifica la Convenzione per evitare le doppie imposizioni e consente lo scambio di informazioni su richiesta ai fini fiscali, prefigurando la fine del segreto bancario.
  Sul disegno di legge di ratifica la Commissione Finanze della Camera ha espresso parere favorevole nella seduta del 28 ottobre scorso.
  In forza di tale Protocollo la Svizzera, impegnandosi allo scambio di informazioni, viene equiparata ai fini della voluntary disclosure ad un Paese non black list.
  La Svizzera si è inoltre impegnata ad adottare lo scambio automatico di informazioni a partire dal 2018, con riferimento all'annualità 2017.
  Con la stipula della convenzione italo-elvetica, anche i conti nelle banche svizzere saranno soggetti alle agevolazioni della voluntary disclosure.
  Con l'ingresso della Svizzera in white list, il Governo spera di convincere gli evasori «d'oltralpe» alla riemersione dei capitali, pagando integralmente le imposte, ma senza sanzioni penali.
  Con lo scudo fiscale sono rientrati in Italia 104,5 miliardi di euro (il 98% è fatto da rimpatri) effettivi in Italia e 5,6 miliardi sono finiti nelle casse dell'erario. Il bilancio dell'operazione è superiore alle previsioni, che parlavano di circa 80 miliardi.
  Peraltro si segnala che la relazione tecnica del decreto legge n. 201 del 2011, cosiddetto «Salva Italia» stima in 182,5 miliardi le attività riemerse (vedi in fondo l'estratto della citata Relazione).
  Nei mesi in cui i termini dello scudo fiscale sono stati riaperti ad aliquote maggiorate (da gennaio ad aprile 2010), in Italia sono rientrati 9,2 miliardi di euro, meno rispetto ai 15-20 previsti dagli operatori del settore bancario.
  In sostanza la grande differenza tra scudo fiscale e voluntary sta nella effettività del rientro dei capitali in Italia che è stata prodotta dallo scudo, cosa che non si verifica con la voluntary, perché si tassano capitali e beni detenuti all'estero, dove continuano a rimanere.
  Il Governo Monti, con l'articolo 19 del decreto-legge «Salva Italia» n. 201 del 2011, intervenendo sulla disciplina dell'imposta di bollo, ha stabilito che le attività finanziarie oggetto di operazioni di emersione, per effetto della normativa sul cosiddetto «scudo fiscale» fossero soggette ad un'imposta di bollo speciale annuale e ad un'imposta straordinaria una tantum sui prelievi riferiti alle medesime attività nella misura del 10 per mille per l'anno 2012, del 13,5 per mille per l'anno 2013 e del 4 per mille per gli anni successivi.
  Il Dipartimento delle Finanze ha stimato che il gettito derivante dalla suddetta Pag. 156imposta è risultato essere pari a 1.095 milioni nel 2012, 835 milioni di euro nel 2013 e a 138 milioni di euro a tutto luglio del 2014, con l'ipotesi di arrivare a circa 280-300 milioni.
  Si tratta tuttavia di somme nettamente inferiori alle previsioni.
  Si rileva infatti dalle note dell'Ufficio del bilancio del Senato, che ha valutato gli effetti della norma sul testo definitivo della legge.
  Di seguito gli effetti ascritti alle disposizioni, in relazione alle diverse aliquote previste: per il 2012 con un'aliquota dell'1 per cento è previsto un aumento di 1461 milioni di euro del versamento dell'imposta annuale sulle attività scudate, per il 2013 con un'aliquota del 1,35 per cento un aumento di 1987 milioni e per il 2014 un aumento di 559 milioni.
  Segno evidente che parte dei capitali che erano rientrati, sono di nuovo usciti.
  Se c’è quindi un appunto da fare alla legge n. 186 del 2014, è che si tratta di una legge che non fa tornare i capitali in patria, anzi, invita i capitali formatisi da proventi di reati, ad uscire dal nostro Paese.
  L'articolo 3 infatti introduce il reato di autoriciclaggio (articolo 648-ter), che è così configurato «Si applica la pena della reclusione da due a otto anni e della multa da euro 5.000 a euro 25.000 a chiunque avendo commesso o concorso a commettere un delitto non colposo, impiega, sostituisce, trasferisce, in attività economiche, finanziarie, imprenditoriali o speculative, il denaro, i beni o le altre utilità provenienti dalla commissione si tale delitto, in modo da ostacolare concretamente l'identificazione della loro provenienza delittuosa».
  Peraltro: «Fuori dei casi di cui ai commi precedenti, non sono punibili le condotte per cui il denaro, i beni o le altre utilità vengono destinate alla mera utilizzazione o al godimento personale.».
  L'investimento in una attività economica di proventi di reato, che prima poteva essere considerato una sorta di ritorno alla legalità, sia pure con tutte le distorsioni alle regole di parità di condizioni tra attori economici, ora è divenuta una autonoma forma di reato.
  Poiché infatti le attività criminali in questo Paese non si fermeranno, per quante leggi repressive possiamo fare, gli effetti dell'articolo 3 della legge n. 186 del 2014, consistono in una emorragia di risorse a danno di questo Paese, destinate a finanziare attività illegali, ma anche legali in altri Paesi.
  I meccanismi del reverse change e dello split payment: l'articolo 1, commi da 629 a 632, della citata legge n. 190 del 2014 ha apportato alcune novità in materia di IVA, incrementando tra l'altro il numero delle ipotesi di applicazione del meccanismo di inversione contabile (cosiddetto reverse charge): tale sistema è stato esteso tra l'altro al settore della grande distribuzione alimentare (ipermercati, supermercati e discount alimentari).
  L'espressione reverse charge si colloca nella terminologia Iva e indica il meccanismo dell'inversione contabile (dall'inglese reverse charge) che praticamente elimina la detrazione dell'Iva sugli acquisti.
  Se infatti il cliente si è (auto)qualificato, di fronte ai propri fornitori, come imprenditore o professionista, l'Iva non viene applicata, il 22 maggio 2015 la Commissione europea ha trasmesso al Consiglio una Comunicazione (COM(2015)214 final), a norma dell'articolo 395 della direttiva 2006/112/CE, con la quale si oppone alla richiesta italiana di deroga alla disciplina comunitaria dell'IVA per la materia della grande distribuzione.
  Per quanto riguarda invece l'introduzione del cosiddetto split payment la legge di stabilità 2015 ne ha disposto con efficacia immediata (1° gennaio 2015). Anche in relazione a tale innovazione è stato previsto, ai sensi della disciplina europea, il rilascio di una apposita misura di deroga.
  Il meccanismo dello split payment è costituito da speciali modalità di versamento dell'imposta sul valore aggiunto, per le operazioni effettuate nei confronti di enti pubblici che non risultano debitori d'imposta: al fornitore del bene o del Pag. 157servizio viene erogato il solo importo del corrispettivo pagato dalla P.A., al netto dell'IVA indicata in fattura; l'imposta è quindi sottratta alla disponibilità del fornitore e acquisita direttamente dall'Erario.
  Il 12 giugno 2015 la Commissione Europea ha annunciato l'espressione di un parere favorevole sulle misure riguardanti lo split payment.
  Estratto dalla Relazione tecnica del decreto legge n.201 del 2011 nel testo presentato alla Camera C.4829: imposta sulle attività emerse a seguito della normativa dello scudo fiscale.
  La disposizione in esame prevede l'applicazione di un'imposta dell'1,5 per cento sulle attività oggetto di rimpatrio o regolarizzazione a seguito delle disposizioni di cui agli articoli 12 e 15 del decreto-legge n. 350 del 2001 e successive modificazioni e all'articolo 13-bis del decreto-legge n. 78 del 2009 e successive modificazioni (c.d. scudo fiscale). L'imposta è dovuta anche per le attività attualmente dismesse o che sono state prelevate (in tutto o in parte) dal rapporto di deposito, amministrazione o gestione acceso per effetto della procedura di emersione.
  Il versamento avviene per il tramite degli intermediari finanziari che provvederanno a trattenere l'imposta delle attività rimpatriate o regolarizzate, ovvero riceveranno la provvista necessaria dal contribuente. Sono previste due rate di pari importo, di cui la prima da versarsi entro il 16 febbraio 2012 e la seconda entro il febbraio 2013.
  Sulla base dei dati relativi alle operazioni di emersione si stima un ammontare di attività emerse di circa 162,5 miliardi di euro. Applicando l'aliquota prevista dell'1.5 per cento e considerando prudenzialmente una riduzione del gettito potenziale del 20 per cento per tenere conto di soggetti nei confronti la disposizione potrebbe non trovare applicazione, si stima un gettito complessivo di 2.190 milioni di euro. Considerando anche la rateizzazione prevista, si hanno i seguenti effetti finanziari: per il 2012 e per il 2013 un aumento del versamento di imposta su attività scudate pari a 1.095 milioni di euro per ciascun anno, nessuna variazione per il 2014.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. T.U. 1039-A – em. 14.3 359 344 15 173 68 276 97 Resp.
2 Nom. em. 14.4 357 319 38 160 69 250 97 Resp.
3 Nom. em. 14.5 365 328 37 165 71 257 97 Resp.
4 Nom. em. 14.9 368 327 41 164 256 71 96 Appr.
5 Nom. em. 14.13 377 337 40 169 335 2 96 Appr.
6 Nom. em. 14.6 380 363 17 182 80 283 95 Resp.
7 Nom. em. 14.8 381 342 39 172 336 6 95 Appr.
8 Nom. subem. 0.14.12.1 384 366 18 184 81 285 95 Resp.
9 Nom. em. 14.12 390 285 105 143 271 14 94 Appr.
10 Nom. em. 14.7 386 356 30 179 79 277 94 Resp.
11 Nom. em. 14.200 392 312 80 157 308 4 94 Appr.
12 Nom. articolo 14 397 359 38 180 289 70 94 Appr.
13 Nom. articolo agg. 14.01 417 351 66 176 77 274 90 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 15.1 422 407 15 204 73 334 90 Resp.
15 Nom. em. 15.200 423 409 14 205 405 4 90 Appr.
16 Nom. em. 15.2 427 411 16 206 78 333 90 Resp.
17 Nom. em. 15.201 431 402 29 202 319 83 90 Appr.
18 Nom. em. 15.3 434 403 31 202 81 322 90 Resp.
19 Nom. em. 15.38 438 386 52 194 74 312 90 Resp.
20 Nom. em. 15.35 428 402 26 202 361 41 90 Appr.
21 Nom. em. 15.20 438 412 26 207 100 312 90 Resp.
22 Nom. em. 15.17 424 397 27 199 73 324 90 Resp.
23 Nom. em. 15.16 431 402 29 202 76 326 90 Resp.
24 Nom. subem. 0.15.31.1 435 407 28 204 94 313 90 Resp.
25 Nom. em. 15.31 442 376 66 189 290 86 89 Appr.
26 Nom. em. 15.18 433 401 32 201 77 324 89 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. subem. 0.15.34.1 429 400 29 201 70 330 89 Resp.
28 Nom. subem. 0.15.34.2 444 413 31 207 76 337 89 Resp.
29 Nom. subem. 0.15.34.3 426 396 30 199 68 328 89 Resp.
30 Nom. subem. 0.15.34.4 448 418 30 210 77 341 88 Resp.
31 Nom. subem. 0.15.34.5 442 412 30 207 77 335 88 Resp.
32 Nom. subem. 0.15.34.7 449 417 32 209 75 342 88 Resp.
33 Nom. subem. 0.15.34.8 443 411 32 206 74 337 88 Resp.
34 Nom. em. 15.34 451 315 136 158 301 14 87 Appr.
35 Nom. em. 15.21 448 391 57 196 81 310 87 Resp.
36 Nom. em. 15.12 447 418 29 210 76 342 88 Resp.
37 Nom. em. 15.33 449 422 27 212 290 132 87 Appr.
38 Nom. em. 15.13 387 356 31 179 87 269 87 Resp.
39 Nom. subem. 0.15.28.1 406 362 44 182 74 288 86 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. em. 15.28 408 347 61 174 341 6 86 Appr.
41 Nom. em. 15.23 414 387 27 194 104 283 86 Resp.
42 Nom. em. 15.26 412 370 42 186 78 292 86 Resp.
43 Nom. em. 15.24 413 403 10 202 110 293 87 Resp.
44 Nom. em. 15.37 420 286 134 144 283 3 86 Appr.
45 Nom. em. 15.25 425 388 37 195 86 302 86 Resp.
46 Nom. em. 15.14 429 408 21 205 101 307 86 Resp.
47 Nom. em. 15.15, 15.30 423 374 49 188 364 10 86 Appr.
48 Nom. em. 15.27 418 372 46 187 87 285 87 Resp.
49 Nom. em. 15.40 430 395 35 198 84 311 86 Resp.
50 Nom. em. 15.41 408 390 18 196 110 280 86 Resp.
51 Nom. articolo 15 378 309 69 155 231 78 87 Appr.
52 Nom. em. 16.1 387 364 23 183 71 293 86 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 65)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. em. 16.2 383 363 20 182 75 288 85 Resp.
54 Nom. em. 16.3 388 366 22 184 74 292 85 Resp.
55 Nom. subem. 0.16.4.1 391 372 19 187 78 294 85 Resp.
56 Nom. em. 16.4 396 352 44 177 263 89 85 Appr.
57 Nom. em. 16.5 399 358 41 180 89 269 85 Resp.
58 Nom. em. 16.10 393 351 42 176 81 270 85 Resp.
59 Nom. em. 16.6 398 381 17 191 105 276 85 Resp.
60 Nom. em. 16.7 368 359 9 180 79 280 86 Resp.
61 Nom. em. 16.8 368 356 12 179 76 280 85 Resp.
62 Nom. em. 16.9 365 355 10 178 96 259 86 Resp.
63 Nom. articolo 16 372 338 34 170 255 83 86 Appr.
64 Nom. articolo agg. 16.01 368 358 10 180 129 229 85 Resp.
65 Nom. articolo agg. 16.02 371 357 14 179 72 285 85 Resp.
INDICE ELENCO N. 6 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 66 AL N. 78)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
66 Nom. subem. 0.17.1.1 373 366 7 184 70 296 85 Resp.
67 Nom. subem. 0.17.1.2 366 352 14 177 65 287 85 Resp.
68 Nom. em. 17.1 377 281 96 141 266 15 85 Appr.
69 Nom. em. 17.3 377 358 19 180 67 291 86 Resp.
70 Nom. em. 17.6 374 334 40 168 332 2 86 Appr.
71 Nom. articolo 17 372 274 98 138 272 2 86 Appr.
72 Nom. em. 18.1 361 344 17 173 61 283 93 Resp.
73 Nom. em. 18.200 367 290 77 146 286 4 93 Appr.
74 Nom. em. 18.3 370 351 19 176 69 282 93 Resp.
75 Nom. em. 18.4 370 351 19 176 69 282 92 Resp.
76 Nom. em. 18.5 386 369 17 185 90 279 91 Resp.
77 Nom. subem. 0.18.6.1 394 376 18 189 91 285 88 Resp.
78 Nom. em. 18.6 397 313 84 157 23 290 88 Resp.


INDICE ELENCO N. 7 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 79 AL N. 91)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
79 Nom. em. 18.7 408 387 21 194 73 314 88 Resp.
80 Nom. em. 18.10 406 386 20 194 88 298 88 Resp.
81 Nom. em. 18.201 411 389 22 195 351 38 88 Appr.
82 Nom. em. 18.8 413 391 22 196 81 310 88 Resp.
83 Nom. em. 18.9 415 392 23 197 71 321 88 Resp.
84 Nom. articolo 18 418 378 40 190 293 85 88 Appr.
85 Nom. articolo agg. 18.0100 424 393 31 197 364 29 88 Appr.
86 Nom. articolo 19 421 307 114 154 299 8 88 Appr.
87 Nom. em. 20.1 422 411 11 206 78 333 87 Resp.
88 Nom. articolo 20 424 305 119 153 295 10 87 Appr.
89 Nom. em. 21.1 425 410 15 206 76 334 87 Resp.
90 Nom. subem. 0.21.2.1 420 396 24 199 74 322 87 Resp.
91 Nom. em. 21.2 423 397 26 199 284 113 86 Appr.
INDICE ELENCO N. 8 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 92 AL N. 104)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
92 Nom. articolo 21 418 403 15 202 292 111 86 Appr.
93 Nom. articolo 22 434 349 85 175 306 43 85 Appr.
94 Nom. articolo agg. 22.01 435 413 22 207 369 44 85 Appr.
95 Nom. em. 23.2 420 399 21 200 74 325 85 Resp.
96 Nom. em. 23.3 rif. 430 415 15 208 367 48 85 Appr.
97 Nom. em. 23.4 429 406 23 204 81 325 85 Resp.
98 Nom. em. 23.5 420 399 21 200 76 323 85 Resp.
99 Nom. em. 23.6 435 412 23 207 75 337 85 Resp.
100 Nom. em. 23.7 437 317 120 159 285 32 85 Appr.
101 Nom. Votazione annullata Annu.
102 Nom. subem. 0.23.10.1 431 396 35 199 81 315 85 Resp.
103 Nom. em. 23.10 430 402 28 202 369 33 85 Appr.
104 Nom. em. 23.11 433 379 54 190 80 299 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 9 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 105 AL N. 117)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
105 Nom. em. 23.12 427 398 29 200 96 302 85 Resp.
106 Nom. em. 23.104, 23.202 426 331 95 166 322 9 85 Appr.
107 Nom. em. 23.102 423 302 121 152 298 4 85 Appr.
108 Nom. em. 23.15 427 391 36 196 84 307 85 Resp.
109 Nom. subem. 0.23.21.2 415 390 25 196 74 316 86 Resp.
110 Nom. subem. 0.23.21.1 428 404 24 203 75 329 85 Resp.
111 Nom. em. 23.21 435 405 30 203 291 114 85 Appr.
112 Nom. em. 23.16 412 368 44 185 77 291 84 Resp.
113 Nom. em. 23.201 417 322 95 162 319 3 84 Appr.
114 Nom. em. 23.17 424 400 24 201 75 325 84 Resp.
115 Nom. em. 23.18 418 396 22 199 69 327 84 Resp.
116 Nom. subem. 0.23.19.1 416 394 22 198 69 325 84 Resp.
117 Nom. em. 23.19 423 400 23 201 290 110 84 Appr.
INDICE ELENCO N. 10 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 118 AL N. 130)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
118 Nom. em. 23.203 427 333 94 167 325 8 84 Appr.
119 Nom. em. 23.101 426 337 89 169 301 36 84 Appr.
120 Nom. em. 23.103 417 329 88 165 290 39 84 Appr.
121 Nom. em. 23.20 429 408 21 205 27 381 84 Resp.
122 Nom. articolo 23 432 410 22 206 299 111 84 Appr.
123 Nom. subem. 0.24.1.2 414 391 23 196 74 317 84 Resp.
124 Nom. subem. 0.24.1.1 406 384 22 193 67 317 84 Resp.
125 Nom. subem. 0.24.1.3 405 386 19 194 74 312 84 Resp.
126 Nom. em. 24.1 421 342 79 172 32 310 84 Resp.
127 Nom. em. 24.2 414 330 84 166 32 298 84 Resp.
128 Nom. em. 24.3 417 399 18 200 80 319 84 Resp.
129 Nom. subem. 0.24.4.1 414 395 19 198 77 318 84 Resp.
130 Nom. subem. 0.24.4.2 415 395 20 198 75 320 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 11 DI 14 (VOTAZIONI DAL N. 131 AL N. 143)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
131 Nom. em. 24.4 421 330 91 166 30 300 84 Resp.
132 Nom. subem. 0.24.5.1 419 398 21 200 77 321 84 Resp.
133 Nom. subem. 0.24.5.2 420 399 21 200 73 326 84 Resp.
134 Nom. subem. 0.24.5.3 410 389 21 195 76 313 85 Resp.
135 Nom. subem. 0.24.5.4 412 391 21 196 73 318 85 Resp.
136 Nom. subem. 0.24.5.5 417 396 21 199 75 321 85 Resp.
137 Nom. subem. 0.24.5.6 414 395 19 198 72 323 85 Resp.
138 Nom. subem. 0.24.5.7 412 391 21