Camera dei deputati

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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 535 di giovedì 3 dicembre 2015

Pag. 1

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

  La seduta comincia alle 9,30.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  EDMONDO CIRIELLI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Bonafede, Michele Bordo, Bratti, Bueno, Capelli, D'Alia, Fontanelli, Galati, Guerra, La Russa, Lauricella, Locatelli, Marazziti, Mazziotti Di Celso, Merlo, Piccoli Nardelli, Piepoli, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Scalfarotto e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centocinque, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell’allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
  Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

  La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge costituzionale: S. 1429-B – Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione (Approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato) (A.C. 2613-B).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge costituzionale, già approvato, in prima deliberazione, dal Senato, modificato, in prima deliberazione, dalla Camera e nuovamente modificato, in prima deliberazione, dal Senato, n. 2613-B: Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei Pag. 2parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione.
  Ricordo che nella seduta di ieri sono stati da ultimo respinti gli identici emendamenti Quaranta 37.3 e La Russa 37.101.

(Ripresa esame dell'articolo 37 – A.C. 2613-B)

  PRESIDENTE. Riprendiamo dunque l'esame dell'articolo 37 e delle proposte emendative ad esso riferite (vedi l'allegato A-A.C. 2613-B).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 37.1.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Alan Ferrari. Prego, onorevole, ne ha facoltà.

  ALAN FERRARI. Grazie, Presidente. Con l'emendamento 37.1 del collega Toninelli ed altri discutiamo dell'articolo 37 di questo disegno di legge di riforma costituzionale, ovvero di quello che revisiona l'articolo 135 della nostra Carta costituzionale, l'articolo che regola l'elezione dei giudici della Corte costituzionale. Giusto per lasciare agli atti qual è il percorso che su questo emendamento abbiamo vissuto nelle scorse legislature, mi sembra utile ricordare che oggi, l'attuale testo vigente della Costituzione, prevede che siano quindici i membri, che cinque vengano nominati dal Presidente della Repubblica, cinque vengano nominati dal Parlamento in seduta comune e che cinque vengano nominati dalle supreme magistrature. Il testo che abbiamo ereditato dal Senato è un testo che modifica questo assetto limitatamente alla quota spettante al Parlamento, prevedendo che, dei cinque complessivamente eletti dal Parlamento, con due votazioni distinte, due vengano nominati dai membri del Senato e tre dalla Camera dei deputati. Ricordo anche che alla Camera dei deputati nella scorsa lettura, quella dello scorso inverno, arrivando esattamente questo testo che ci è ritornato dal Senato, scegliemmo di riproporre la versione originale, cioè quella prevista dalla nostra Costituzione, immaginando che fosse più opportuno eleggere i cinque giudici della Corte costituzionale in Parlamento in seduta comune anziché in due procedure distinte, una per il Senato e una per la Camera. Tuttavia, il Senato ha ritenuto di dover riproporre questa formulazione. L'emendamento del collega Toninelli dice questo, recito testualmente: sostituire le parole «tre dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica» con le seguenti: «cinque dal Parlamento in seduta comune a scrutinio segreto e con la maggioranza dei due terzi (...). Le candidature devono essere discusse dall'Assemblea in seduta pubblica, che preceda di non meno di cinque giorni la data dell'elezione. All'elezione partecipano cento cittadini estratti a sorte dall'elenco degli aventi diritto al voto per l'elezione dei membri della Camera dei deputati». Io voglio fare alcune considerazioni. La prima è questa, ed è la risposta ad una domanda: è corretto che il Senato, ovvero la nuova Camera delle regioni elegga dei giudici della Corte ? Io rispondo con tre «sì». Intanto, il primo «sì» è perché alla Corte è comunque affidato un compito di redimere i conflitti di competenza tra i diversi livelli dello Stato, comprese le competenze tra Stato e regioni, ovvero quella competenza che avrà molto a che fare con la nuova Camera delle regioni che sarà il nuovo Senato. Rispondo «sì» perché il Senato mantiene delle funzioni legislative e rispondo «sì» anche perché, se è vero come è vero che la Corte Costituzionale mantiene un ruolo significativo nell'assetto di bilanciamento dei poteri della nostra democrazia, ha assolutamente ragionevolezza che sia il Senato in piena autonomia a scegliere i rappresentanti.
  Detto questo, penso che ci siano anche alcune considerazioni politiche che, come Pag. 3sempre, vadano fatte, perché l'emendamento, che propone – anche con un bizantinismo, direi, ma comunque è una legittima proposta – di inserire una di quelle modalità che richiamano l'idea di democrazia diretta, ci fa riflettere sul significato di quest'Aula e delle funzioni che vengono attribuite ad un Parlamento. Credo che sia il caso di ricordare, anche a fronte delle difficoltà che abbiamo in questi giorni sull'elezione dei giudici della Corte costituzionale, che il valore che si è deciso di dare a questa Camera e alle Camere sta nel fatto che sedere insieme, rappresentare tutti insieme il popolo italiano, ci induca ad assumerci una responsabilità, quella di scegliere in comune, scegliere insieme, soprattutto scegliere insieme come affrontare degli snodi politici molto rilevanti come credo siano quelli che il nostro Paese stia affrontando in questo momento.

  PRESIDENTE. Concluda.

  ALAN FERRARI. Ho finito, Presidente. Ieri, in alcuni interventi, alcuni deputati di opposizione hanno detto che ci sono in campo visioni molto diverse, lasciando intendere che ce n'era una del Governo e una, molto diversa, più corretta, dell'opposizione. Bene, penso che una delle diversità, che c’è sicuramente, tra la maggioranza e il Governo e chi sta all'opposizione in questo Parlamento, stia nel fatto che, dopo molti anni di oblio – dopo molti anni di oblio – noi scegliamo, e scegliamo di dare fine al bicameralismo perfetto e quindi di mantenere il testo così come è arrivato, in modo tale da fare la prima lettura conforme.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 37.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza del MoVimento 5 Stelle, mentre i relatori di minoranza di Sinistra Italiana, Lega Nord e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimettono all'Assemblea.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Stumpo, Scotto, Di Lello, Gadda... (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, a tutto c’è un limite !

  PRESIDENTE. Colleghi, stanno entrando. Fino a che ci sono colleghi che entrano, essendo il primo voto, lo sapete perfettamente, è sempre stato fatto così. Tranquilli. Donati, Piazzoni, Mattiello, Tancredi, Latronico, Matarrese, Narduolo, Oliverio, Palma, Berretta. Colleghi, calma ! È il primo voto. Romano, Sgambato... (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Colleghi !
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  248   
   Votanti  245   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  123   
    Hanno votato
   2    
    Hanno votato
no  243).    

  Sono in missione 92 deputati.

  (La deputata D'Incecco ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario).

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Su cosa ?

  ARTURO SCOTTO. Capisco che bisogna rispettare le consuetudini, ma sono cinque minuti che abbiamo aspettato per votare (Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico); poiché stiamo votando un provvedimento estremamente importante, non è possibile che la Presidenza Pag. 4faccia aspettare per aiutare la maggioranza (Applausi dei deputati dei gruppi Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, MoVimento 5 Stelle e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini)...

  PRESIDENTE. Collega Scotto, io le posso portare precedenti in cui il primo voto è stato aperto altrettanto a lungo su provvedimenti altrettanto importanti ed è stata una consuetudine condivisa da tutti i gruppi ed in tutti i momenti; quindi io penso che noi dobbiamo andare avanti.
  Passiamo all'emendamento Cecconi 37.2 ...

  ELIO VITO. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ELIO VITO. Visto che lei parla di precedenti, io ricordo un altro precedente: la Presidente Bindi chiuse la votazione su una pregiudiziale di un decreto-legge del Governo Berlusconi, io ero Ministro per i rapporti con il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente); vi erano decine di deputati che stavano prendendo la scheda, ministri che stavano entrando; segnalai personalmente alla Presidenza di non chiudere la votazione, ma la Presidente, Vicepresidente di turno come lei adesso, chiuse la votazione con gli effetti che ci furono.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie Presidente, secondo Regolamento, noi diamo alla Camera dei deputati, a tutti i suoi membri, un termine di venti minuti prima di iniziare le votazioni. Questo termine di venti minuti ... la ringrazio Presidente che mi ascolta, attenderò che lei mi ascolti come lei ha atteso tutti i deputati che votassero; posso aspettare cinque minuti prima che lei mi dia tutta l'attenzione che merito...

  PRESIDENTE. Stavo parlando di questo con gli uffici, non stavo parlando di altro. Prego.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Infatti, posso aspettarla, Presidente. Continui pure a parlare con gli uffici.

  PRESIDENTE. Adesso io la ascolto. Prego.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie mille, Presidente, all'interno del Regolamento della Camera ci sono i tempi previsti prima della votazione; questi tempi sono previsti dal Regolamento, non sono a discrezione della Presidenza, che decide quanto tempo dare prima della votazione. Dato che lei non è nuova a questa tipologia di consuetudine, che lei dà e dedica sistematicamente alla maggioranza di cui lei fa parte, dimenticandosi di essere su una poltrona che le dovrebbe garantire una completa autonomia dai gruppi parlamentari di cui lei fa parte (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), noi la invitiamo a rispettare questa Camera dei deputati e questo Regolamento; ciò, fintanto che voi non cercherete di modificarlo ancora, dando il tempo che è solamente scritto all'interno del Regolamento e non prendendosi la libertà di dare del tempo aggiuntivo per non far cadere il numero legale nel momento in cui i membri della sua maggioranza sono ancora al bar a prendere il caffè. Grazie mille (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CATERINA BINI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  CATERINA BINI. Noi troviamo assolutamente vergognoso questo atteggiamento (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...voglio dirlo, sì grazie, Pag. 5grazie ... soprattutto da parte del collega Scotto, che ha trovato il coraggio di attaccarla, quando si stracciano le vesti per difendere la Presidente Boldrini (Commenti dei deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà), quando fa esattamente la stessa cosa; lo stesso il collega Sorial nei confronti del Presidente Di Maio; noi teniamo lo stesso atteggiamento con tutti quando sono alla Presidenza; per noi la Presidenza rappresenta l'istituzione di questa Camera e la difendiamo sempre, a prescindere dal partito dal quale proviene. Questo è il tema e credo che ciò vada difeso con forza, grazie (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  GUIDO GUIDESI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, noi avremmo evitato di intervenire, condividendo poi gli interventi del presidente Scotto, del presidente Vito, del presidente Sorial, perché lei ha aspettato ed è evidente, affinché ci fosse il numero legale per la maggioranza; poi i dati sul tabellone dimostrano ampiamente di quanto per poco si è raggiunto il numero legale. Tuttavia, devo dirle che gli interventi su questo tema del Partito Democratico tutte le volte dimostrano un certo atteggiamento di mala gestione dell'Aula, chiamiamolo così.
  Non ho capito se l'intervento del gruppo del Partito Democratico fosse in difesa sua e come attacco alla Presidente Boldrini, evidenziando una certa disparità fra lei e l'atteggiamento del Presidente. Noi continuiamo a pensare, però, che una sana valutazione di gestione dell'Aula.... Presidente, se è possibile, Presidente !

  PRESIDENTE. La sto sentendo.

  PIERO LONGO. Deve ascoltare, non sentire !

  PRESIDENTE. Onorevole Longo, lei non ha la parola; la parola, in questo momento, l'ha l'onorevole Guidesi. Prego onorevole.

  GUIDO GUIDESI. Continuiamo a pensare che sia molto molto urgente una valutazione da parte della Presidenza della Camera sulla gestione dell'Aula, che sta davvero diventando tutte le volte molto, molto superficiale.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sull'ordine dei lavori l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente. Io ho molta considerazione per il suo ruolo, non fosse altro perché in tempi non vicinissimi mi sono trovato nella sua posizione e so quanto sia difficile contemperare gli interessi del proprio partito con il ruolo di Vicepresidente della Camera. Vede, però, mentre ci sono spiegazioni sul fatto che lei abbia vistosamente ritardato la votazione a scopo di protezione della maggioranza, su questo credo che nessuno abbia qui un minimo di dubbio, non ho capito perché.... non mi importa se non mi ascolta, io aspetto...

  PRESIDENTE. No, no, io la ascolto, prego onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Non ho capito perché lei ha ritardato alle 10,15 circa l'inizio della seduta, che era prevista alle ore 10, perché i venti minuti sono stati dati correttamente. Io credo che questo non appartenga alla prassi, è normale che dopo venti minuti si inizi puntualmente e questa violazione mette molto più in risalto – anche se io capisco, ripeto, e ho considerazione per il suo ruolo – un atteggiamento partigiano (così le piace, non è offensivo «partigiano») che lei ha sicuramente messo in campo. Vede, però, nelle critiche che sono seguite mi ha stupito quella dell'onorevole Bini. Intanto, ha detto «vergognosi», cioè ha detto vergogna a tutti noi. Io, per avere detto vergogna alla Presidente Boldrini, ho avuto Pag. 6due giorni di sospensione. Non li auguro alla Bini, per carità ! Però, evidentemente, c’è vergogna di un certo tipo e vergogna di un altro tipo ! Ma quel che è peggio è che la collega Bini, forse dicendo bene, e quindi non dico che abbia sbagliato, ma senza che nessuno abbia avvertito la comicità o la gravità, secondo come si vuole intendere quello che diceva, ha accusato i colleghi di SEL – cambiano nome spesso anche a loro – di difendere la Presidente. Come dire: cosa parlate voi che difendete l'indifendibile ! Perché questo significa, cosa parlate voi che difendete l'indifendibile, siamo arrivati alla lite su chi difende l'indifendibile meglio degli altri !

  PRESIDENTE. Mi corre l'obbligo di dire che chiunque sia seduto in questo scranno è tenuto a rispettare il Regolamento,

  IGNAZIO LA RUSSA. Sarebbe ?

  PRESIDENTE. È tenuto a rispettare il Regolamento. Naturalmente, siccome siamo persone umane possiamo sbagliare, ma non ritengo che sia questo il caso. Pertanto, all'onorevole La Russa vorrei far presente che noi abbiamo ripreso i lavori dopo i venti minuti di preavviso alle ore 10; c’è stato un intervento, lei non era in Aula, e lo capisco, però c’è stato un intervento in dichiarazione di voto sull'emendamento che abbiamo appena votato, e quindi noi abbiamo aperto la votazione alle 10,08 e 44 secondi, ed è stata aperta fino alle ore 10,11 e 27 secondi, cioè due minuti e quarantatré secondi, esattamente nella media e nella fisiologia del primo voto che noi facciamo ogni volta in questa Aula (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
  Allora, chiedo a tutti di essere corretti nella discussione. Ci può stare una tattica parlamentare piuttosto che un'altra. Il numero legale era stato raggiunto molto prima che io chiudessi la votazione. Ho ritenuto, come sempre facciamo e come sempre faccio personalmente, che chi era in Aula, aveva messo la tessera e alzato la mano, avesse il diritto, che io devo garantire, a qualsiasi gruppo appartenga, di esprimere il proprio voto. E questo io credo di aver fatto (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Scelta Civica per l'Italia).
  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 37.2. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Ambrosio. Ne ha facoltà.

  GIUSEPPE D'AMBROSIO. Grazie Presidente. In questo emendamento il MoVimento 5 Stelle va ancora una volta a cercare di recuperare quella che è stata la sciagurata scelta fatta dal Governo e dalla maggioranza ossia di nominare comunque in qualche modo quelli che sono i nuovi membri della Consulta proprio tramite la Camera e il Senato. Invece, cerchiamo di spostare il tutto all'interno logicamente di quelle che sono le competenze della Camera, cercando di fare lo spostamento e la sostituzione dalla metodologia di Camera e Senato sulla Camera riunita in seduta comune. Perché cerchiamo di fare questo ? Proprio perché, non condividendo il metodo con il quale tutt'oggi viene nominata, perché viene di fatto nominata la classe politica che farà parte del nuovo Senato, logicamente possiamo capire le metodologie con le quali si possa arrivare anche alla nomina da parte del Senato. Del resto, la dimostrazione di quanto sia importante questo emendamento e di quanto si possa in qualche modo cercare di modificare questa logica ce l'abbiamo proprio nelle votazioni che stiamo facendo in maniera totalmente infruttuosa sulla nomina dei nuovi membri della Consulta. Questo perché logicamente i partiti tendono generalmente a prendere queste nomine e a spostarle in maniera semplicemente interessata e politica, quando noi riteniamo, invece, che si debba agire su questo con un metodo che sia più di merito, più di competenza, più di capacità dimostrata magari sul proprio campo di competenza e, quindi, cercare da questo punto di vista di portare all'interno delle istituzioni così importanti dello Pag. 7Stato persone che siano garanti di tutte le parti e non solo di chi in quel momento governa o di chi in quel momento gestisce la Camera piuttosto che il Senato. Infatti, sappiamo che la legge elettorale è una legge elettorale sciagurata che andrà a determinare di fatto un premio di maggioranza abnorme – abbiamo già fatto comunque ricorso contro l'Italicum stesso – e andrà in ogni caso comunque a determinare una nomina di quelli che sono i senatori sempre in capo a coloro che di fatto governano comunque la Camera stessa. Quindi, questo monocolore andrà poi a determinare la nomina e l'elezione dei giudici costituzionali in capo alla Camera e al Senato piuttosto invece che a determinare un riequilibrio, come cerchiamo di fare all'interno di questo emendamento, mettendo in seduta comune la Camera e il Senato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cecconi. Ne ha facoltà.

  ANDREA CECCONI. Grazie Presidente. L'emendamento mi pare abbastanza semplice e anche di facile comprensione, cioè si sta semplicemente dicendo di far eleggere tutti i giudici della Corte costituzionale dal Parlamento in seduta comune come avviene già oggi. Questo perché ? Perché ci sembra assolutamente assurdo che la seconda Camera, che diventa il Senato, che è fatta da consiglieri regionali e da sindaci, abbia anche il compito di eleggere dei rappresentanti dell'alta Corte costituzionale che garantisce ovviamente il rispetto dalla Costituzione e delle norme sulla Costituzione in tutto il territorio italiano.
  Ci sembra francamente poco credibile il fatto che dei sindaci, che non sono dei legislatori e che non sono stati eletti dai cittadini come membri di un Parlamento, ma come amministratori della propria città, e dei consiglieri regionali, che appartengono a un organo che è parzialmente anche legislativo, ma che ha un'elezione comunque di fatto di un organo amministrativo, possano anche scegliere i giudici della Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 37.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimettono all'Aula i relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Marti, Milanato, Albanella, Polverini, Brunetta, Stella Bianchi, Carfagna, Tripiedi, Petraroli, Di Battista. Tripiedi ha votato. L'onorevole Di Battista però non ha votato. Va bene. Catanoso, Pastorelli, Matteo Bragantini. Forza, colleghi. Catanoso ha votato. Pastorelli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  391   
   Votanti  358   
   Astenuti   33   
   Maggioranza  180   
    Hanno votato
  88    
    Hanno votato
no  270).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Scotto 37.4.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, signora Presidente. Anche noi riteniamo che l'elezione dei giudici dal Parlamento in seduta comune resti la soluzione migliore, nel senso che questa situazione è legata a un errore, a nostro modo di Pag. 8vedere, che è stato quello di ridurre il numero dei senatori, ma non quello dei deputati. Quindi, ci troviamo in una situazione in cui avremo 100 senatori e 630 deputati. Ora, questo, se da un lato già inficia il ruolo di controllo che i senatori potranno svolgere sull'attività della Camera, perché 100 senatori part-time difficilmente potranno svolgere quel ruolo di controllo che il vostro testo prevede, dall'altro lato crea problemi anche appunto per l'elezione dei giudici della Corte costituzionale. Infatti, è evidente che il ragionamento vostro è diventato: siccome i senatori sono solo 100, in un ragionamento di Parlamento in seduta comune hanno un peso talmente scarso e irrilevante che bisogna assegnare direttamente al Senato una parte dei giudici eletti. Ora, a me questa soluzione però non trova d'accordo per tre ragioni molto semplici. Prima, perché comunque continuo a nutrire dei dubbi sul fatto che dei giudici costituzionali, che sono garanti della Carta costituzionale, debbano essere di provenienza e di dimensione territoriale. Francamente, non si capisce perché. Seconda ragione: come dicevo prima, qui parliamo di senatori che sono stati eletti, nel caso del Senato, per fare i sindaci e i consiglieri regionali, non per fare i senatori, perché non vi è un'elezione diretta da parte dei cittadini. E siccome qui parliamo di giudici costituzionali, io credo che, invece, spetti al ramo del Parlamento, quantomeno temperato dalla presenza dei senatori, ma sostanzialmente dal ramo del Parlamento direttamente eletto dai cittadini, il fatto di eleggere i giudici costituzionali. Terza ragione: aggiungo un elemento che spesso si sottovaluta. Voi, a differenza degli altri Stati federali o diciamo con un'impronta regionalista forte, avete creato un Senato che ha delle sproporzioni al suo interno tra la rappresentanza delle regioni molto forti, per cui avremo la Lombardia che avrà quattordici senatori e la maggior parte delle altre regioni che ne avranno due. Questo è un ulteriore problema perché basterà l'accordo di poche regioni per eleggere dei giudici costituzionali. E questo è un errore nell'errore. Allora, tutto questo dimostra che, quando si fanno scelte sbagliate all'inizio, poi ci sono frutti avvelenati che seguono e, quindi, da un pasticcio iniziale seguono tanti piccoli pasticci successivi (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Anche se il gruppo MoVimento 5 Stelle voterà favorevolmente all'emendamento a prima firma Scotto, vorrei specificare che abbiamo presentato emendamenti molto simili a questi che riportano al Parlamento in seduta comune l'elezione dei cinque giudici di nomina parlamentare ma, nonostante il voto favorevole, rimane la criticità sul fatto che i cento senatori rispetto ai 630 deputati abbiano un apporto decisionale non blando, ma quasi nullo nel raggiungimento del quorum e, di conseguenza, nell'incidenza sulla scelta dei futuri giudici costituzionali. Perché lo dico ? Per ribadire che la nostra soluzione, che abbiamo trovato a questo peso specifico troppo blando dei soli cento senatori, poteva essere rinvenuta in quei cento cittadini estratti a sorte, che avrebbero quindi aumentato il quorum dei non deputati alla Camera dei deputati e, di conseguenza, avrebbero potuto limitare, annacquandolo e raffreddandolo, l'impatto del premio di maggioranza dato da una legge ipermaggioritaria quale sarà l'Italicum, che permetterebbe alla sola Camera dei deputati con un piccolo gruppetto di senatori che si possono comprare con due pacchetti di sigarette, di eleggere tranquillamente i giudici costituzionali e, a maggior ragione con quorum più bassi, i giudici laici del CSM, se non addirittura il Presidente della Repubblica. Voteremo comunque favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sanna. Ne ha facoltà.

Pag. 9

  FRANCESCO SANNA. Intanto non comprendo, onorevole Toninelli, come i senatori del futuro verranno «acquistati per pochi pacchetti di sigarette» se verranno indicati dagli stessi elettori che avranno eletto lei e me o altri e chi ci sarà nella prossima legislatura. Non è che adesso, cioè, pretendete di cambiare il popolo, perché è il popolo che indicherà sia i consiglieri-senatori sia i rappresentanti della Camera politica che dà l'indirizzo al Governo: qui sta la differenza.
  Circa l'elezione dei giudici costituzionali intanto voglio riproporre al MoVimento 5 stelle un argomento che non è peregrino: state attenti a come hanno votato i vostri colleghi di gruppo al Senato. L'ho già detto per i colleghi della sinistra e di SEL: questa posizione, cioè la ripresa in capo al Senato di un'elezione monocamerale dei giudici costituzionali, era la vostra posizione al Senato. Qui voi avete un'altra posizione. Certo, sarebbe stato molto bello se sui punti nodali della riforma costituzionale si fosse potuto discutere Camera e Senato insieme, nella dimensione bicamerale che avevamo immaginato quando, all'inizio della legislatura, volevamo modificare provvisoriamente l'articolo 138. Ma c'era qualcuno che allora promise barricate e la solita Forza Italia, che tiene la posizione un quarto d'ora sì un quarto d'ora no, fece mancare il voto per l'ultima lettura. Ma prendiamo le cose per come sono: i giudici costituzionali eletti dal Senato non credo che saranno di specie diversa di quelli eletti dalla Camera. Ci sarà l'attenzione dovuta, c’è un quorum di elezione molto alto, i requisiti saranno gli stessi. Ricordiamoci questo: non tutti possono essere eletti giudici costituzionali. Quorum, requisiti, qui si dice le «aggregazioni territoriali» che determineranno l'elezione. Ma badate che l'indicazione di composizione del Senato è anche un'indicazione politica: i consigli regionali, sulla base delle indicazioni dell'elettorato, nomineranno consiglieri-senatori, una nuova specie parlamentare che secondo me sarà una specie molto forte e molto qualificata a differenza di quello che si dice qui. Essi avranno il compito di scegliere giudici costituzionali con uno standing adeguato a cosa ? Io penso adeguato ad avere la competenza giuridica e scientifica per dirimere tutte le questioni che attengono ai profili di costituzionalità delle leggi italiane e in particolare i conflitti di attribuzione tra regioni e Stato. Questo è un compito importante che ha assorbito il 50 per cento delle forze della Corte costituzionale negli ultimi anni.
  Noi vogliamo evitare questo, vogliamo deflazionare con la riforma costituzionale il contenzioso tra lo Stato e le Regioni. Penso che il futuro Senato della Repubblica, composto da rappresentanti delle autonomie regionali e locali, sia in grado di esprimere due alti giudici costituzionali con competenze speciali su questa materia. È un sistema che si tiene, non è eccentrico. Poteva anche essere migliore, ma più complicato, il sistema della seduta comune con una riserva di voto. La scelta fatta dal Senato in terza lettura è stata questa: direi che è una scelta che presenta meno rischi di quelli che sono evidenziati nel dibattito che noi oggi stiamo facendo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Scotto 37.4, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimettono all'Aula i relatori di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e di Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco... Misiani... Luciano Agostini... Stella Bianchi... Fucci... Placido... Valiante veloce ! Se deve ancora mettere la tessera, fa il prossimo voto...
  Dichiaro chiusa la votazione. Ho chiuso la votazione, vi ho visto dopo.Pag. 10
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni). Mi spiace, ma lo schermo mi ha impedito la vista.
   (Presenti  407   
   Votanti  372   
   Astenuti   35   
   Maggioranza  187   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  281).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 37.5.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, penso che mai argomento fosse più attuale. Stanotte abbiamo avuto la trentesima fumata nera nel tentativo inciuciato da parte del Partito Democratico e di Forza Italia di votare dei soldati di partito (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) da mandare all'interno dagli organi statali quali in particolare la Corte Costituzionale. Un tentativo fallito che, tra le altre cose, oltre a rendere mutilata la Corte costituzionale, sembrerebbe un tentativo costato ai cittadini italiani addirittura 15 milioni di euro di soldi buttati nel cesso perché questo Parlamento non si vuole accordare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), perché non volete nomi terzi, nomi alti, nomi indipendenti o, meglio, dipendenti da se stessi e dalle proprie opinioni. Voi volete mandare signori che, quando votano all'interno di quella giuria costituzionale, alzano la cornetta, chiamano il capo di partito che l'ha mandato lì e gli dicono: caro mio, cosa devo fare ? Ti va bene così o ti va bene cosò ? Noi no, Presidente: in questo emendamento mettiamo quello che umilmente abbia chiamato il metodo a cinque stelle e sa che cos’è, Presidente ? Un metodo che si usa ovunque, che si usa negli Stati Uniti, che si usa in Svizzera, che si usa in Canada ma che si usa anche al Parlamento europeo e alla Commissione europea per votare ed eleggere i commissari europei. Infatti sa che cosa accade ? Quando il Consiglio europeo, formato dai Capi di Stato e di Governo, indica al Presidente nominato della Commissione europea i ventotto commissari, questi signori giustamente sopportano la trafila che sopporta un qualsiasi cittadino quando cerca lavoro. Non so se voi avete mai fatto colloqui di lavoro: quando fate un colloquio – io ne ho fatti molti – vi presentate con la vostra faccia, con il vostro curriculum, fate vedere chi siete, cosa sapete, da dove arrivate, che ca... volete fare. Questo accade in Commissione europea: i signori commissari europei sopportano giustamente dei quesiti a risposta scritta e devono giustamente sottostare ad un colloquio, ad audizioni parlamentari per tre ore, sottoposti al giudizio di quelli che i cittadini europei hanno mandato per essere rappresentati.
  Abbiamo qua, ad esempio, il deputato Buttiglione, nominato dal Presidente del Consiglio italiano di allora, che non è stato molto apprezzato in questo colloquio. Al colloquio del Parlamento europeo non è piaciuto e l'hanno mandato a casa. Noi chiediamo che questo accada per i giudici costituzionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi non accettiamo gli sms un istante prima del voto in quell'urna segreta. In quell'urna segreta, negli sms ci sono nomi schifosi, ci sono nomi di parte...

  PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, però...

  DANILO TONINELLI. Presidente, è quello che sta accadendo ! È quello sta accadendo da diciassette mesi a questa parte. E se avete di fronte una forza politica che i nomi li ha fatti diciassette mesi fa e vi ha detto: vi piacciono...

  PRESIDENTE. Il suo giudizio politico va bene. È il linguaggio: la richiamavo solo per il linguaggio.

  DANILO TONINELLI. ... vi piacciono o non vi piacciono ? Per diciassette mesi non ci avete risposto e non ci avete fatto Pag. 11i vostri di nomi. Ce li avete fatti trentasei ore prima del voto: prendere o lasciare. Quella non è più una proposta, quello è un ricatto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! In quest'emendamento noi vogliamo mettere trasparenza e meritocrazia nelle scelte degli organi dei rappresentanti più importanti dei più importanti organi statali. Questo vi stiamo chiedendo, non solo con quest'emendamento da inserire in Costituzione, ma da fare nell'imminente elezione dei tre giudici costituzionali. Fate i nomi pubblicamente ! Abbiate quella minima onestà di farli ! L'opinione pubblica li valuterà. Noi li valuteremo e in due minuti li voteremo, alla faccia dei 15 milioni di euro che avete buttato nel cesso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.

  FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente, io vorrei ricordare a quest'Aula e a me stesso l'articolo 134 della Costituzione, che parla proprio dell'importanza della Corte costituzionale: giudica sulle controversie relative alla legittimità costituzionale delle leggi e degli atti e giudica anche il Presidente della Repubblica.
  Per questo noi vorremmo inserire con l'emendamento Toninelli 37.5 un criterio di trasparenza, di discussione e di dibattito pubblico, affinché i cittadini nella Corte costituzionale abbiano una garanzia e si riconoscano in quella Corte costituzionale. Per questo troviamo assurdo e strano che quest'Aula dica di no e questo Governo, dica di no a quest'emendamento. Dice di no semplicemente perché si vuole proteggere e non vuole assolutamente che dei giudici liberi, scelti dai cittadini, possano giudicare il Governo, un Governo che vuole trasformare la Costituzione a sua immagine e somiglianza ...

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Gallinella.

  FILIPPO GALLINELLA. ... per non avere nessuna discussione rispetto ad altri (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, Presidente. La Lega Nord si asterrà su quest'emendamento. Per chiarire le motivazioni della nostra astensione, diciamo che noi siamo d'accordo sul fatto che coloro che vogliono andare a comporre la Corte costituzionale debbano essere comunque sottoposti a giudizio preventivo, così come avviene anche in altri Stati, non ultimi sicuramente gli Stati Uniti d'America, dove il Presidente – che comunque è eletto dai cittadini – fa i nomi e poi una Commissione del Senato sottopone ad un vero ed autentico torchio coloro che vengono in questo modo proposti dal Presidente per entrare nella loro suprema Corte. Ci asteniamo, però, perché riteniamo che questo giudizio preventivo, questo vaglio delle competenze e delle idee del passato – anche ovviamente professionale – di coloro che vengono candidati, non debba essere riservato solo ed esclusivamente ai candidati o ai membri che devono essere eletti dal Parlamento. Dovrebbe invece riguardare anche e soprattutto, se mi consentite, coloro che vengono nominati dal Presidente della Repubblica e coloro che vengono eletti dalle supreme magistrature. Infatti, prima giustamente il collega Toninelli faceva riferimento alla procedura con la quale vengono nominati i commissari europei. Lì il discorso appunto è questo: vi sono capi di Stato che propongono e Parlamento che vaglia. Stesso discorso dovrebbe valere per l'Italia. Non è che il Presidente della Repubblica – che a differenza di quello degli Stati Uniti d'America non è votato direttamente dai cittadini – può nominare chi vuole, quando vuole e come vuole, senza che il suo giudizio possa essere in qualche modo vagliato da coloro che sono effettivamente Pag. 12i rappresentanti del popolo, vale a dire in primo luogo coloro che faranno parte della Camera dei deputati e i senatori, in secondo luogo.
  Per cui noi condividiamo – ripeto – il fatto che i giudici della Corte costituzionale non debbono essere anzitutto autoreferenti e debbano giustamente essere sottoposti ad un'indagine pubblica circa il loro passato. Infatti vi sono giudici che a mio avviso, se vogliono andare a ricoprire un incarico di garanzia talmente alto come quello della Corte costituzionale, devono vedere anche le loro sentenze sottoposte ad un giudizio politico. Così è esattamente come avviene negli Stati Uniti d'America. Ecco perché noi condividiamo – ripeto – il principio della seduta pubblica, durante la quale i vari candidati possono in qualche modo non soltanto presentare il loro curriculum, ma sottoporsi alle domande e al fuoco di fila da parte dei rappresentanti del popolo. Ci asteniamo perché non riusciamo a capire come mai questo vaglio debba essere considerato necessario soltanto per coloro che vengono proposti dalla Camera dei deputati. Invece, per quanto riguarda quelli nominati – questi sì nell'assoluto segreto e silenzio delle stanze – dal Presidente della Repubblica o delle supreme magistrature, su questi, i legittimi rappresentanti del popolo non possono dire nulla. L'unico motivo per il quale, pertanto, noi ci asteniamo è questo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zolezzi. Ne ha facoltà.

  ALBERTO ZOLEZZI. Grazie, Presidente. Deve essere una Costituzione o una «cosa loro» o una cosca ? Perché la mancanza di trasparenza porta a questo. Uno Stato parte dalla gestione dei sui rifiuti. In provincia di Mantova la Daneco ha vinto un appalto per gestire la discarica di Mariana Mantovana, nonostante i disastri ambientali creati in passato. Perché ? Perché non c’è stata trasparenza, non si sapeva chi partecipasse a questa gara. Così come per i giudici costituzionali non si sa quali siano i loro curriculum e i cittadini non si possono opporre. Se non vogliamo passare da Cosa Nostra a «cosa loro», votiamo quest'emendamento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Liuzzi. Ne ha facoltà.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie, Presidente. Noi, da quando siamo qua, assistiamo a una spartizione senza fine delle cariche più importanti nelle partecipate o nelle aziende pubbliche di questa nazione, di quest'Italia. Un esempio: parliamo di Ferrovie dello Stato. Anche lì è stato messo un uomo di Renzi, che già nel 2012, a Firenze, aveva aiutato nella privatizzazione l'allora sindaco di Firenze, Matteo Renzi, per l'ATAF, l'azienda tranvieri e di trasporto pubblico locale di Firenze. Ma passiamo alla RAI. Ad esempio, come direttore generale, è stato messo uno degli organizzatori e dei partecipatori più assidui della Leopolda, Campo Dall'Orto, che adesso senza vergogna farà anche parte e andrà alla Leopolda di quest'anno. In veste di direttore generale della RAI o di che cosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
  Quindi, il metodo MoVimento 5 Stelle, lo stiamo proponendo ogni volta, quando si tratta di eleggere ora dei giudici ora altri tipi di cariche. Però viene continuamente sbeffeggiato da questo Parlamento. Vogliamo ogni volta mettere dei personaggi che sono vicini al Presidente del Consiglio o cambiare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

  DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo per annunciare il nostro voto favorevole a quest'emendamento che condividiamo e quindi sinceri complimenti ai colleghi del MoVimento 5 Stelle che lo hanno presentato. Due sono le ragioni per quest'adesione, due asterischi a latere e, Pag. 13invece, poi, se è possibile, un'annotazione amichevole e critica ai colleghi del MoVimento 5 Stelle.
  Perché sì ? Numero uno, perché un criterio di trasparenza e di tracciabilità nella vita delle istituzioni può solo fare bene alle istituzioni e alla ripresa di un rapporto tra cittadini e istituzioni stesse. Viviamo in un tempo di clamorosa sfiducia, scetticismo e lontananza. Tutto ciò che può ricucire è, a mio avviso, a nostro avviso, assolutamente positivo. Seconda ragione di adesione è perché, aldilà della trasparenza in sé, è importante un dibattito sulle ragioni di una candidatura.
  Pensate a quello che accade in termini di dibattito sulle caratteristiche culturali in America di ogni candidato alla Corte Suprema – quelli di approccio più conservatore, quelli di approccio diverso – c’è una discussione giuridica e culturale sul profilo di ciascun candidato. In assenza di questo, invece, la logica della discussione è solo quella della etichettatura politica dell'uno o dell'altro candidato. Quindi, queste le due ragioni per dire sì.
  I due asterischi: quanto sarebbe opportuno se questo metodo fosse attuato in termini generali ? Pensate alla RAI, lo dico a chi sta in maggioranza, quando si fanno le nomine RAI, chiunque le faccia, centrodestra o centrosinistra, se questo avviene in una logica di non trasparenza, la discussione sarà solo sulla targatura politica, magari anche di ottime persone o no, ma tutto ha su di sé l'ombra della negatività. Invece, in questo modo, la discussione sarebbe migliore.
  E ancora, secondo asterisco: noi riterremmo che il processo di trasparenza dovrebbe andare anche oltre. Una volta che la Corte costituzionale si è formata, noi siamo per la dissenting opinion e perché siano trasparenti le ragioni per cui qualcuno ha votato in una direzione diversa rispetto alla maggioranza che dentro la Consulta si forma. Il dibattito giuridico e culturale in un Paese si fa così.
  Dopo aver molto elogiato la vostra proposta, però, colleghi grillini, sia consentito con amicizia un solo appunto, non stilistico ma di sostanza: capisco anche le ragioni del disprezzo, del disgusto, ma perché caricare sempre e solo un senso di negatività verso il resto del mondo ? Non è detto che gli altri facciano tutti schifo, non è detto che tutto il resto sia color cosca. Chi vede solo schifo rinuncia alla cosa più bella del mondo, che è rappresentare la positività delle proprie speranze, la positività di quello che si desidera.

  PRESIDENTE. Deve concludere.

  DANIELE CAPEZZONE. Un grande leader socialista del passato, che si chiamava Nenni, diceva che c’è sempre un puro più puro che ti epura (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Grazie, Presidente. Il gruppo di Sinistra Italiana voterà a favore di questo emendamento. Mi sia consentito, però, Presidente, per suo tramite, fare osservare ai deputati del MoVimento 5 Stelle che, in realtà, questa procedura può essere una garanzia in più, ma già le regole attuali consentirebbero – se ci fosse la volontà politica, se ci fosse un atteggiamento coerente delle forze politiche di eleggere alla Corte costituzionale personalità indipendenti e di tenere almeno la Consulta al riparo da una lottizzazione partitica, dopo che in questa legislatura le forze di maggioranza e di Governo hanno già clamorosamente tradito l'impegno che era stato preso dal Presidente del Consiglio a non consentire più un'occupazione partitica di correnti e sottocorrenti della RAI – di evitare questo per la Corte costituzionale. Ciò, se tutti assumessero davvero l'impegno a concorrere alla ricerca di nomi indipendenti, se si trasformasse l'opaco confronto di questi giorni in una comune ricerca attorno a personalità in grado di garantire l'indipendenza della Corte, soprattutto in un passaggio politico molto rilevante e delicato Pag. 14qual è quello che il Paese e il Parlamento stanno attraversando in relazione al tema delle riforme.
  E voglio anche dire che noi verificheremo nelle prossime ore la coerenza di ciascuno. Lo stallo che si è prodotto è davvero molto grave e le forze di maggioranza hanno la responsabilità di rispondere all'appello dei Presidenti delle Camere per sbloccare lo stallo, dopo una interminabile sequenza di votazioni a vuoto. Ma verificheremo la coerenza anche di alcune forze di opposizione, perché, voglio dirlo con franchezza, spero, mi auguro di sbagliarmi, non vorrei che toni così urlati da parte dei rappresentanti del MoVimento 5 Stelle, espressioni che sembrano fuori anche da un garbo istituzionale, servissero poi, invece, nella realtà a coprire il convergere su accordi che non siano all'altezza davvero di un cambio di passo, di un nuovo metodo e della ricerca di personalità indipendenti.
  Su questo noi terremo alta la guardia e verificheremo la coerenza di tutti, compreso il MoVimento 5 Stelle, tra le parole e gli atti concreti (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Arrivo, Presidente... mi scusi se mi sono allontanato, ma ero certo che lei mi avrebbe dato il tempo di raggiungere il posto, grazie.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, onorevole La Russa.

  IGNAZIO LA RUSSA. Noi voteremo a favore di questo emendamento, però voglio dire agli amici, anzi ai colleghi, del MoVimento 5 Stelle, altrimenti si offendono se dico amici, che non è salvifico, perché se in voi prevalesse, comunque, un tipo di scelta chiamiamola sganciata dai meriti, non sarà certo il deposito dei curricula o il dibattito in Aula a far cambiare questo andazzo. Anche perché non è assolutamente valido un argomento – dico sempre ai colleghi del MoVimento 5 Stelle – che avete fatto e che finisce per indebolire questo emendamento, ottimo nelle intenzioni.
  Non è che un parlamentare non possa avere i requisiti morali, professionali e culturali per fare il giudice della Consulta. L'avere in qualche modo deciso che qua dentro – cos’è che ha detto ? – ci sono persone «schifose» e che fuori, invece, tutto è oro, mi pare una visione un pochino sbagliata. Forse potreste anche guardare, non lo so io, ognuno poi guarda all'interno del proprio gruppo, però io ho visto tanti parlamentari avere una altissima statura morale, professionale e politica, e altri meno, esattamente come avviene nel mondo delle professioni e nel mondo della cosiddetta società civile. Voteremo, comunque, a favore di questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

  DALILA NESCI. Presidente, il nostro metodo è molto chiaro: una candidatura da presentare dieci giorni prima della convocazione delle elezioni alla Consulta e poi questi candidati devono essere ascoltati in un'audizione pubblica, ovviamente almeno tre giorni prima dal momento del voto e dell'elezione della Consulta. Un metodo trasparente che garantisce i cittadini.
  Mi permetto di intervenire su questo dibattito per dire che per noi non è tutto uno schifo, il mondo non è uno schifo, è il vostro mondo che noi disprezziamo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) e per questo motivo siamo in queste Aule parlamentari. Ovviamente qui hanno parlato personaggi che hanno fatto parte della politica in tutti questi anni: potevano proporlo dieci anni prima, forse, questo metodo, e avremmo avuto un'Italia diversa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Crippa. Ne ha facoltà.

Pag. 15

  DAVIDE CRIPPA. Grazie, Presidente. Le parole del collega D'Attorre mi lasciano quanto meno perplesso perché, quando ci viene a dire che tiene alta la guardia sulla coerenza riferita al nostro gruppo, dico che per due anni e mezzo, quasi tre, ha dormito completamente nei riguardi della coerenza del gruppo a cui lei apparteneva prima (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quando mi parla di garbo istituzionale, le ricordo che a livello di garbo istituzionale un tentativo di riverginazione, quello che state cercando di mettere in atto cambiando nomi costantemente – che si chiami SEL, Sinistra italiana o che si chiami lista per Tsipras, le facce sono sempre le stesse e le solite – è tenere bene e salda la poltrona sotto le proprie natiche ! Questa è veramente una situazione vergognosa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). La coerenza non è poltrona, la coerenza non è poltrona (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle !)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sorial. Ne ha facoltà.

  GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. La riflessione che stiamo portando il Partito Democratico a dover fare è in merito all'elezione dalla Corte costituzionale, ma si applica su tutto: e quella del metodo 5 Stelle merita di avere dei nomi puliti fuori dai partiti, da mettere all'interno delle varie cariche.
  Questo metodo si contrappone al metodo del Partito Democratico, che è quello dei «renzomandati», quello degli amici di Renzi messi all'interno delle varie nomine e delle varie poltrone: parliamo di Gabriele Beni, colui il quale ha dato alla Fondazione Open 25 mila euro ed è poi stato nominato dal Governo vicepresidente dell'ISMEA; di Claudio Costamagna, divenuto presidente della Cassa depositi e prestiti, e che è dentro gli atti dell'inchiesta sulla P4; di Ernesto Ruffini, amico tributarista del Premier che è nominato ad Equitalia. Parliamo dell'ingegnere Roberto Reggi, coordinatore della campagna elettorale di Renzi nelle primarie 2012, che poi è stato sistemato con un incarico politico e promosso sottosegretario all'istruzione. Parliamo del presidente della Fondazione Open di Renzi, che è stato messo che nel CdA dell'ENEL. Questi sono i (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)...

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Di Battista. Ne ha facoltà.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Signora Presidente, a La Russa dico che questo emendamento non è salvifico: l'unica cosa salvifica sarebbe mandarvi a casa, e stiamo lavorando per questo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). È un emendamento che serve a far risparmiare soldi ai cittadini ed eleggere delle persone alla Corte costituzionale slegate appunto dai partiti politici !
  Ricordo a tutti, soprattutto alle persone in tribuna, che la Camera dei deputati costa 2,7 milioni di euro al giorno, 112.500 euro l'ora. Ieri l'esito della ventinovesima votazione sui giudici della Corte costituzionale qual è ? Basta vedere la faccia da funerale di Lenin di Rosato per capire com’è andata ieri: è andata in fumo per la ventinovesima volta ! Ventinove votazioni per quattro ore fanno centosedici ore sprecate da voi per la vostra spartizione di potere. Centosedici ore per 112.500 euro fanno 13 milioni e 50 mila euro.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Di Battista.

  ALESSANDRO DI BATTISTA. Con questo metodo non sprechiamo più denaro, e non spartiamo più le poltrone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

Pag. 16

  FABIANA DADONE. Presidente, questo emendamento prevede l'introduzione di un metodo: un deposito preventivo delle candidature da parte di quelli che saranno eletti giudici della Corte costituzionale, o potenzialmente dovrebbero esserlo, e audizioni pubbliche. È un metodo chiaro, semplice, trasparentissimo, che aiuterebbe a bilanciare una riforma che è completamente sbilanciata – l'abbiamo detto tante volte in questi giorni – nei confronti del Governo, che avrà addirittura una corsia preferenziale a legiferare, e nei confronti di un Senato che è svuotato di qualsiasi competenza. Ma più di tutti i cittadini, quelli che dovrebbero avere la sovranità secondo l'articolo 1 della Carta costituzionale, non potranno fare sostanzialmente nulla; e questo lo si capisce benissimo se si legge il combinato disposto con la legge elettorale, che è l'Italicum, nel quale le preferenze sono state introdotte, ma giusto così, a presa in giro.
  Il relatore di minoranza della Lega Nord ha spiegato il motivo per il quale si asterranno, hanno espresso un parere su questo emendamento. Io vorrei invece sapere dal relatore di maggioranza e dal Governo perché dicono di «no» ad un metodo trasparente e semplice. Tutto qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signora Presidente, è interessante quanto ha detto l'onorevole Di Battista sul risparmio di denaro che si avrebbe se questa proposta emendativa fosse accolta. Però mi pare che non si sia reso conto di quanti potrebbero essere i candidati alla Corte costituzionale: saranno, sarebbero probabilmente migliaia, perché è un posto ambito e chi ha titolo per poter accedere, basta che sia un avvocato costituzionalista o un professore di prima fascia; il che significa che in sette giorni si dovrebbero ascoltare per centinaia di ore probabilmente migliaia di persone, con gli esiti di spesa che lo stesso Di Battista ha preannunciato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, per suo tramite vorrei ricordare una cosa molto semplice. Ho sempre ammirato la capacità da parte dell'onorevole Crippa di utilizzare i regolamenti della Camera: vorrei suggerirgli anche di coltivare maggiormente la passione dei resoconti, perché si renderebbe conto che il collega D'Attorre, come tanti altri, nel corso degli ultimi mesi ha avuto un atteggiamento talvolta molto più severo del MoVimento 5 Stelle rispetto alle forzature del Governo.
  E infine non c'era nessuna volontà di attaccare il MoVimento 5 Stelle, di fare le pulci, ma soltanto chiedere una riflessione un po'più attenta. Quando si dice: caro PD, bussate alla nostra porta e noi saremo disponibili a costruire un accordo, è esattamente l'inverso rispetto al metodo che voi avete contrabbandato nel corso degli ultimi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Mauri. Ne ha facoltà.

  MATTEO MAURI. Presidente, penso che il primo comandamento di chi fa politica dovrebbe essere quello di non mentire; e in particolare ogni tanto qui dentro sento qualcuno (mi riferisco ai colleghi di 5 Stelle, in particolare al collega Toninelli che è intervenuto prima) che non solo mente, ma mente sapendo di mentire, perché racconta falsità agli italiani sperando che qualcuno gli dia retta; lo fa utilizzando quest'Aula come se fosse il palcoscenico di un teatro, e dice falsità per provare a portare acqua al proprio mulino.
  Il PD è impegnato in prima fila per chiudere questa vicenda della Corte costituzionale in modo positivo, e per questo ha dato la piena disponibilità a ragionare con tutti. Non è la maggioranza o il partito principale che deve garantire l'elezione dei Pag. 17giudici: la Carta costituzionale ha alzato quella soglia ben oltre la maggioranza proprio per portare tutto il Parlamento a condividere alcune scelte. Noi ci stiamo muovendo in quel modo, e lo stiamo facendo in maniera trasparente, pubblica, di fronte ai cittadini; invece c’è qualcuno che sta provando a bloccare in tutti i modi questa elezione, perché è del tutto evidente che chi entra qui dentro dicendo ai cittadini che vuole aprire le istituzioni come se fossero una scatoletta di sardine non vuole bene al Parlamento, non vuole bene alle istituzioni, le vuole disfare (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Ed è esattamente quello che sta facendo in maniera scientifica il Movimento 5 Stelle da molti anni a questa parte !
  Lo sta facendo anche in questo caso, perché noi non abbiamo avuto nulla da eccepire rispetto al nome che loro hanno proposto pubblicamente; al contrario, il Movimento 5 Stelle ha fatto di tutto per demolire, usando argomenti i più diversi tra di loro... E quando, Presidente, mia figlia mi dice tre motivi diversi perché non vuole andare a scuola, io capisco che è una scusa; ed io capisco che è una scusa strumentale quella dei 5 Stelle, gli argomenti che hanno provato ad usare contro un altissimo profilo che noi abbiamo proposto, come quello del professor Barbera (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Io penso che qualcuno qui di professione stia facendo quello che prova a bloccare le istituzioni, che è esattamente il contrario di quello che si dovrebbe fare stando qui dentro.
  E poi ogni cinque minuti io sento i colleghi parlamentari, onorevoli, perché quello sono, come tutti noi eletti dai cittadini, del MoVimento 5 Stelle parlare di soldi. Capisco che abbiano l'ossessione dei soldi, tanto che anche sugli scontrini vedo che stanno un po’ tornando indietro rispetto al passato; però voglio dire che, se allora dovessimo mettere in fila tutti i secondi, tutti i minuti, tutte le ore, tutti i giorni, tutte le settimane che hanno tenuto bloccato questo Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) non sulla politica, ma sui loro giochetti, allora altro che 15 milioni, e gli scontrini dovrebbero girarli direttamente alle istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) ! Solamente per questa simpatica discussione di oggi, un 30 mila euro secondo me vengono fuori: per cui magari all'uscita mettiamo una cassettina, così ci mettete dentro i vostri soldini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  Trovo grandemente offensivo verso le persone che oggi sono nelle istituzioni, e anche nella Corte costituzionale, provare a dipingerli come gente che va lì a prendere ordini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico – Una voce dai banchi del gruppo MoVimento 5 Stelle: Si rivolga alla Presidenza !). I vostri non li prenderebbero e quelli degli altri sì ? A me sembra che qui ci sono partiti democratici che non rispondono a nessuno, e qualche partito che non è democratico: e infatti proprio per questo non prende i soldi del finanziamento, non perché qualcuno non li vuole ! Per cui smettiamola di raccontare balle ai cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !
  La Corte dimostra ogni giorno la sua indipendenza, anche recentemente assumendo delle scelte che non sono certo andate a favore o del PD o del Governo, tutt'altro ! Ma il PD e il Governo le rispettano, perché noi le istituzioni le rispettiamo, e non vogliamo abolirle (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sibilia. Ne ha facoltà.

  CARLO SIBILIA. Presidente, il Partito Democratico è il partito che ha condonato l'evasione fiscale delle slot machine per miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate parlare.

Pag. 18

  CARLO SIBILIA. Il Partito Democratico è il partito che ha regalato 7 miliardi di euro alle banche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Partito Democratico è il partito che per salvare la banca del padre della Boschi, Ministro del Partito Democratico, ha fatto fallire migliaia di cittadini bruciando le loro azioni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Il Partito Democratico è quello che compra 15 miliardi di euro e più di F-35, una cifra non stimata.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia...

  CARLO SIBILIA. Non penso che lei possa interrompere, dopo le schifezze che ho sentito dire dal mio collega e le accuse che ho ricevuto.

  PRESIDENTE. Onorevole Sibilia, non la sto interrompendo. Non la sto interrompendo (Proteste dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  CARLO SIBILIA. Allora, il Partito Democratico è un partito fondato sulla menzogna e ha la capacità di sviare un dibattito. Lei si è alzato alla ventinovesima – ventinovesima ! – elezione dei giudici, che ha dimostrato il fallimento di questo metodo. Noi stiamo proponendo, all'interno di un emendamento – proposta concreta – un metodo differente, che ha già funzionato. Voi, di che cosa state parlando ? Di che cosa state parlando (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Manlio Di Stefano. Ne ha facoltà.

  MANLIO DI STEFANO. Presidente, è stupendo ascoltare i colleghi del PD parlare di metodo, parlare di profili d'eccellenza quando candidano l'avvocato di Silvio Berlusconi. Capisco che siate in ottimi rapporti da sempre, d'altronde la profonda sintonia tra Renzi e Berlusconi vi ha sempre contraddistinto.
  Capisco anche il vostro sdegno nel vedere una vera opposizione che vi fa notare la vostra inadeguatezza ad ogni decreto che portate.
  Quando fate i conti sui soldi spesi per fare ostruzionismo, quelli sono soldi spesi per difendere i cittadini e non per metterli all'angolo e rubargli i soldi dal portafogli, che è quello che avete fatto voi in questi anni, che non avete mai fatto opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quest'Aula è andata sempre avanti con accordi sottobanco, dove gli ostruzionismi finivano quando magicamente si dava qualcosa indietro, o in termini di soldi o di incarichi o di potere. Con noi questa cosa è finita. La scatoletta di tonno l'abbiamo aperta, si dimostra dal fatto che ogni giorno ve ne arrestano uno (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Quindi, mettetevi un attimino la mano sulla coscienza, se ancora ce l'avete. Non sta sul portafogli, sta qui (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. La questione di metodo: avremmo potuto eleggere tre giudici già un anno fa, più di un anno fa. La nostra disponibilità c'era, ma il Partito Democratico voleva fare accordi con altri partiti e non pensare ai nomi che fossero di alto profilo per la Corte costituzionale. Ovviamente potevano essere di alto profilo, però li mettono vicino ai partiti e questo non ci piace. Noi vogliamo persone indipendenti, perché la Corte costituzionale deve essere indipendente.
  Il fatto che poi ieri non è stato eletto nessun giudice non dipende dal MoVimento 5 Stelle. La maggioranza, con i suoi accordi, ha l'autonomia per eleggersi tutti e tre i giudici, e non ci è riuscita. Quindi, il problema non è il MoVimento 5 Stelle Pag. 19ma sono tutti gli altri partiti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Mucci. Ne ha facoltà.

  MARA MUCCI. Grazie, Presidente. Alle opposizioni che dicono di voler votare questo emendamento, dico che, anche se non passerà, mi auguro applicheranno questo metodo alla prossima riunione per eleggere i giudici della Consulta. A chi, invece, predica trasparenza e audizioni pubbliche, dico di fare attenzione al «metodo Bugani» applicato a Bologna, simbolo di oscurità e scelte calate dall'alto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, signora Presidente. Io condivido con l'onorevole Mauri il rispetto per le istituzioni, che dal nostro punto di vista sono sacre. Sono anche d'accordo sul fatto che, siccome sono richieste maggioranze ampie, non è compito del Partito Democratico eleggere i giudici costituzionali, però penso che sia compito del partito di maggioranza relativa proporre a tutto il Parlamento figure che siano percepite e vissute da tutti come super partes (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà), non il costituzionalista più renziano che abbiamo conosciuto alle audizioni della riforma costituzionale. Questo, onorevole Mauri, me lo consenta (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 37.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana, mentre si rimettono all'Assemblea i relatori di minoranza della Lega Nord e di Fratelli d'Italia.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Cozzolino, Lombardi, Nesi, Vaccaro, Ciprini, Tinagli, Formisano, Pellegrino.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  422   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  212   
    Hanno votato
 106    
    Hanno votato
no  316).    

  (Il deputato Borghesi e la deputata Carrozza hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Toninelli 37.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Con molta calma cerco di illustrare questo emendamento, che riprende al cento per cento quello precedente. Lo faccio magari andando a toccare alcuni punti un attimo più specifici. Perché lo faccio ? Perché alcuni in quest'Aula hanno affermato che in centinaia di candidati aventi i requisiti oggettivi previsti dalla Costituzione possono candidarsi; in realtà l'emendamento dice esattamente una cosa diversa, cioè parla dei giudici nominati dalla Camera e dal Senato. Significa che devono essere i partiti e le forze politiche a nominarli e poi, una volta scelti, i signori nominati, cioè candidati dalle forze politiche, depositano presso la segreteria della Camera e la segreteria del Senato le proprie candidature. Ma volevo sottolineare come questo passaggio molto molto semplice, utilizzato in tanti Stati, alzerebbe il livello qualitativo delle candidature, Pag. 20perché è di tutta evidenza che, quando le forze politiche vogliono portare persone a sé assai vicine, queste candidature sono di basso profilo.
  Dico al collega La Russa che ho parlato di nomi schifosi che si presentano, non assolutamente di parlamentari che lo fanno, quindi probabilmente mi sono spiegato male o non ha capito.
  Il fatto che noi chiediamo che almeno dieci giorni prima e fino a un massimo di tre giorni prima dell'indizione della votazione siano depositate le candidature significa che i media ne possono dibattere, li possono controllare, li possono interrogare, li possono intervistare, si possono conoscere, si crea un'opinione pubblica, quell'opinione pubblica che va di pari passo con l'opinione che si fanno le forze politiche. E in un Paese normale le forze politiche non dovrebbero mandare i propri soldati, membri di scuderia, compagni di viaggio – non so come chiamarli –, amichetti del quartiere, a dovere difendere la Costituzione come garanti della stessa, in questo caso i giudici della Corte, ma dovrebbero puntare all'obiettivo che la politica dovrebbe avere, cioè il miglior risultato per tutti, e tutti sono i cittadini italiani.
  Lì ci sono i giudici delle leggi e i giudici delle leggi possono essere tali solo se la loro opinione dipende dalla propria coscienza e non dalla coscienza di qualcun altro. Questo piccolo meccanismo, Presidente, obbliga i partiti a fare nomi qualitativamente migliori, perché altrimenti ci sarebbe la gogna mediatica e, come conseguenza, la perdita di voti. E se c’è una cosa che, Presidente, dà fastidio ai partiti è perdere voti, perché, perdendo voti, si perdono poltrone e, quindi, i nomi qualitativamente si alzano, si alza la professionalità e si alza l'indipendenza personale di queste figure. Noi stiamo chiedendo questo. Questo stiamo chiedendo.
  Nei colloqui di lavoro nelle aziende, quando ci si presenta, prima ti fai conoscere dal punto di vista del profilo curriculare, poi ti fai conoscere di persona, perché il curriculum di per sé non è abbastanza: ci vuole l'aspirazione, ci vuole l'ambizione, ci vuole l'attaccamento, ci vuole la passione. Questa la si può capire in un'audizione parlamentare, ma siamo anche disposti ad accettare un'audizione del Parlamento più piccolo, cioè nelle Commissioni parlamentari, in modo tale che si guardino in faccia queste persone, gli si pongano delle domande e si ascoltino le risposte. Questo è un metodo che si chiama trasparenza e che come conseguenza ha la qualità, la meritocrazia. Oggi, dire che non lo state facendo – ma non lo facevate neanche ieri – è un dato oggettivo. È un dato oggettivo !
  Siamo in tempo, ci sono ancora tre poltrone per i giudici della Corte. Proviamo allora ad utilizzare questa regola non scritta, perché tanto l'emendamento non lo approverete. Una regola non scritta che magari d'ora in poi verrà utilizzata in tante altre nomine e in tante altre selezioni di membri di organi statali di garanzia (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie signora Presidente. In effetti, noi non voteremo a favore di questo emendamento per due ragioni. Prima di tutto, per le ragioni di ordine generale che ho illustrato ieri, la necessità a questo punto di evitare di modificare un testo il quale se modificato ci obbligherebbe ad un percorso ancora molto più lungo. La seconda ragione riguarda la seconda parte dell'emendamento, perché la seconda parte dell'emendamento ci chiede qualcosa che noi non riteniamo opportuno. Il sorteggio fu una delle cause della crisi e della distruzione della Repubblica di Atene già molti secoli fa, non vorremmo ripetere la medesima storia nella Repubblica Italiana, mentre invece l'idea che i candidati si presentino per rispondere ad una Commissione parlamentare è un'idea che ricalca quanto avviene in altri ordinamenti e che, fuori da questo testo, merita di essere ripresa e di diventare o un costume parlamentare o, Pag. 21magari, oggetto più avanti di una disposizione ad hoc.

  PRESIDENTE. Avverto che la componente Conservatori e Riformisti del gruppo Misto, ha esaurito anche i tempi aggiuntivi concessi dalla Presidenza, come già fatto in precedenti analoghe circostanze, la Presidenza consentirà ai deputati di tale gruppo lo svolgimento di brevi interventi della durata di un minuto da imputare ai tempi previsti dal contingentamento per gli interventi a titolo personale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Solo per dire che la questione che i giudici possano essere sentiti mi pare un'ottima idea, che, stranamente però, è accoppiata con un'idea che non è accettabile, ossia con l'estrazione a sorte di cento cittadini. A parte gli inconvenienti dell'estrazione a sorte se c’è un difetto in questa riforma costituzionale è avere disassato i piani, esecutivo con legislativo e aver fatto un sacco di confusione. Questa è un'ulteriore confusione di piani ! I giudici che competono alla Camera e al Senato, competono alla Camera e al Senato ! Poi si può dire che un giudice compete al popolo attraverso i cento cittadini, altrimenti si fa confusione istituzionale, quindi ci asterremo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 37.6, con il parere contrario di Commissione e Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza per il gruppo Movimento 5 Stelle, mentre si rimettono all'Assemblea gli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Guerini Giuseppe, Sisto, Brignone, Terzoni, Dieni, Grassi, Farina Daniele..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  386   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  72    
    Hanno votato
no  314).    

  (Il deputato Manfredi ha comunicato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Mucci 37.7, con il parere contrario di Commissione e Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza per il gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini, mentre si rimettono all'Assemblea gli altri relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, Greco, Beni, Basso, Di Benedetto, Vecchio, Di Salvo, Fauttilli, Librandi..
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  440   
   Votanti  293   
   Astenuti  147   
   Maggioranza  147   
    Hanno votato
  10    
    Hanno votato
no  283).    

  (La deputata Rotta e il deputato Manfredi hanno dichiarato di non essere riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'articolo 37.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Piccione. Ne ha facoltà.

  TERESA PICCIONE. Vorrei riportare l'attenzione dell'Aula nel merito della discussione. Pag. 22Stiamo votando un articolo che non cambia sostanzialmente nulla nella composizione della Corte costituzionale. Cinque giudici restano designati dal Presidente della Repubblica, cinque dalle magistrature ordinarie e amministrative, cinque proverranno dalle nostre Aule parlamentari.
  Non credo possa essere un pericolo per gli organi di garanzia il fatto che il Senato abbia ritenuto opportuno votare separatamente da questa Camera; probabilmente, come diceva precedentemente l'onorevole Sanna, si è voluto dare forza ad una preoccupazione, che potrebbe essere quella di una parola più forte, più attenta ad un probabile contenzioso per l'abolizione della materia concorrente all'interno delle autonomie locali. Io non vedo neanche questo pericolo, anzi la riforma costituzionale va proprio nella direzione di eliminare questo volume del contenzioso alla Corte e, tuttavia, rispetto la scelta del Senato che continuo a dire non crea alcun vulnus agli organi di garanzia. Resta fermo anche che questa Corte mantiene i suoi compiti, anche di più, perché, restando quelli che da sempre le sono stati assegnati, si aggiunge in capo ai giudici costituzionali anche il sindacato preventivo sulla legge elettorale.
  Ora resta ancora ferma la modalità con cui questi giudici verranno eletti, che non è stata cambiata. Fino al terzo scrutinio sarà ancora necessaria la maggioranza dei due terzi dei componenti di Camera o di Senato, e dopo il terzo, ci sarà quello che stiamo vivendo adesso: la maggioranza dei tre quinti dei componenti. Quindi tutto questo è proprio a garanzia che, oltre alla maggioranza, siano chiamate tutte le forze parlamentari a contribuire.
  Vedo che al Senato, tra l'altro, su quello che possiamo definire lo spacchettamento delle votazioni del Parlamento – due giudici al Senato e due alla Camera – hanno votato favorevolmente sia il Movimento 5 Stelle sia SEL, quindi non mi pare una norma divisiva, se poi in quest'Aula vogliamo usarla strumentalmente, questo sì non si addice ad una discussione sulla Costituzione e non è certamente il luogo per dare adito ad opposizioni strumentali, perché la Carta merita sempre maggiore rispetto (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Quaranta. Ne ha facoltà.

  STEFANO QUARANTA. Grazie, signora Presidente. Io avrei ascoltato più volentieri l'onorevole Piccione dire non cosa ha votato il Senato, ma perché lei ha cambiato idea rispetto alla prima lettura della Camera. Detto questo la questione è molto semplice ? noi passiamo dall'elezione dei giudici della Corte in seduta comune al fatto di dare due eletti al Senato, ma non perché ci sia una ragione politica, che non c’è, perché abbiamo capito perfettamente da tutti gli interventi che non c’è alcuna ragione politica, anzi forse ci sono dei rischi, perché io continuo a pensare che un giudice costituzionale eletto dai territori e, possibilmente, perché è possibile, espressione di poche regioni che fanno cartello tra loro, sia un rischio !
  Ma il vero tema è molto banale e molto semplice: mentre si sono ridotti i senatori a cento, non si è fatto alcun intervento sul numero dei deputati. E questa questione costringe a lasciar perdere l'elezione comune, che è la più sensata, per darne tre alla Camera e due al Senato. Quindi, non facciamo della grande filosofia. Il punto è che si è fatta una scelta sbagliata nel diminuire solo i senatori e non i deputati e adesso, a cascata, si continuano a fare altre scelte sbagliate.
  Questo dimostra, ancora una volta, dopo l'articolo 1, l'articolo 2 e tutti gli altri, che queste riforme che aspettavamo da settant'anni era meglio tenerle nel cassetto, perché stiamo peggiorando la qualità delle nostre istituzioni (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

Pag. 23

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 37.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vico, Stella Bianchi, Boccuzzi, Fava, Nesci, Simoni. Simoni ha votato ora. Ci siamo mi sembra, vero ? Sì, non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  445   
   Votanti  436   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 288    
    Hanno votato
no  148).    

  (La deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole).

(Esame dell'articolo 38 – A.C. 2613-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 38 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-B).
  Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Grazie, Presidente, i pareri sull'articolo 38 sono tutti di invito al ritiro o parere contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo ai relatori di minoranza. Emendamento Cecconi 38.2. Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. La Russa non c’è. Emendamento Toninelli 38.1. Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Conforme al relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cecconi 38.2. Se nessuno chiede di intervenire, lo metto in votazione.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cecconi 38.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Ecologia Libertà, mentre si rimette all'Aula il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini.Pag. 24
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Montroni, Greco, Di Benedetto, D'Ambrosio, Mura. D'Ambrosio ancora non riesce a votare. Gregori, Zan, Furnari, La Russa, Biasotti, Squeri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  450   
   Votanti  395   
   Astenuti   55   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
 104    
    Hanno votato
no  291).    

  (Le deputate Covello e Piccione hanno segnalato che non sono riuscite a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Toninelli 38.1, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle e di Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, mentre il relatore di minoranza della Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Di Gioia, Gitti, Melilla, Stella Bianchi, De Menech, Carbone, Cuperlo.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  446   
   Votanti  389   
   Astenuti   57   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
  99    
    Hanno votato
no  290).    

  (La deputata Borghese ha segnalato che avrebbe voluto astenersi e la deputata Piccione ha segnalato che non è riuscita a esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 38.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carloni, Carrozza, Stella Bianchi, Vico, Greco, Oliverio. Carloni ancora non riesce a votare. Ok. Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  454   
   Votanti  448   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 283    
    Hanno votato
no  165).    

(Esame dell'articolo 39 – A.C. 2613-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 39 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-B).
  Ha chiesto di parlare sul complesso delle proposte emendative il deputato Carlo Galli. Ne ha facoltà.

  CARLO GALLI. Grazie, signora Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, intervengo per il gruppo Sinistra Italiana sul complesso degli emendamenti relativi all'articolo 39 per esercitare una critica dell'intero provvedimento in continuità con le posizioni che a suo tempo ho espresso nel gruppo parlamentare del Partito Democratico.
  Il provvedimento rappresenta un grande pasticcio, zeppo di confusioni richiamate e illustrate da molti colleghi nel corso dei dibattiti precedenti. Illustro per sommi capi.
  Nell'articolo 1 è evidente la mancata chiarezza, sia riguardo alle funzioni proprie del Senato, sia riguardo alle funzioni di raccordo di questo rispetto alle istituzioni Pag. 25nazionali ed europee, sia, ancora, riguardo alle sue funzioni di valutazione delle politiche pubbliche.
  A queste difficoltà e a queste confusioni si aggiunge il pasticcio relativo all'elezione dei senatori nell'articolo 2. Lì si stabilisce un rapporto non chiaro tra una fase elettorale nella quale sono protagonisti i cittadini e una fase elettorale interna alle istituzioni. Il raccordo è dato dal termine «conformità» che, preso sul serio, farebbe dell'elezione regionale un doppione della scelta dei cittadini, mentre, invece, il successivo riferimento alla composizione del consiglio regionale sostanzialmente riporta l'elezione dei senatori in capo ai consigli regionali e alle loro specificità, ad esempio alla loro formazione con leggi elettorali premiali, con il risultato che non sono chiare, né la via di composizione reale del Senato, né la fonte originaria di legittimità dei consiglieri trasformati in senatori. Un passaggio dal bicameralismo paritario al bicameralismo zoppo, insomma.
  Questo garbuglio fa quindi sì che, mentre peraltro permane la Conferenza Stato-regioni, il Senato sarà di incerta composizione. Per di più, la sua composizione sarà instabile, soggetta com’è alla rotazione per le diverse scadenze delle assemblee regionali.
  Infine, il Senato, le cui competenze non sono proprio nulle, darà luogo a contenziosi infiniti nel corso del complicato processo legislativo disegnato da questa riforma; un processo complessivamente connotato, da una parte, da debolezze e contraddizioni e, dall'altra, da un nuovo centralismo.
  Queste confusioni e queste contraddizioni sono però al tempo stesso chiarissime. La riforma si inserisce, infatti, in un disegno complessivo del quale fa parte anche la legge elettorale; un disegno tutt'altro che provvisorio, come, invece, si è cercato di sostenere, quasi fosse cosa normale, ragionevole e priva di controindicazioni impegnare il Parlamento in tentativi di Costituzione, in Costituzioni ipotetiche, in prove di Costituzione, da perfezionare e da modificare poi alla bisogna.
  Ciò non è normale né ragionevole, ma è purtroppo già avvenuto. Infatti, al contrario di quanto si dice, di riforme della Costituzione negli ultimi anni – non negli ultimi settanta né negli ultimi quaranta, ma negli ultimi quattordici anni e dunque limitatamente al ventunesimo secolo – ne sono state fatte fin troppe: nel 2001, nel 2005, nel 2012 e anche ora e tutte con esiti quantomeno discutibili.
  Quello che manca al Paese, insomma, non è il riformismo costituzionale, ma una precisa direzione di esso: una direzione negli ultimi quattordici anni ondivaga e ora purtroppo chiara, nonostante la mancata chiarezza di questa riforma trasandata e al contempo ben mirata. La direzione è il disegno complessivo, caso unico nel panorama delle democrazie parlamentari, di un governismo molto forte, di un cripto premierato volto a ridurre il peso politico dei corpi intermedi e delle istituzioni rappresentative, a neutralizzare il Senato senza però abolirlo, a consegnare sostanzialmente la Camera al vincitore delle elezioni, a fare di questo il dominus dell'intero sistema politico e istituzionale, compresa la deliberazione dello stato di guerra, ad avvicinarlo al controllo delle istituzioni di garanzia.
  Si tratta senza dubbio di un disegno riformatore, ma di una riforma che va nella direzione opposta a quella che sarebbe stata desiderabile. Sarebbe stata desiderabile una riforma che avesse previsto un Senato delle garanzie che rilanciasse e ampliasse la democrazia prevista dalla Carta del 1947, la democrazia della partecipazione e della centralità politica del Parlamento, non la democrazia di investitura, che presto può divenire democrazia plebiscitaria.
  Di questo disegno politico è prova il contenuto della Costituzione riformata, ma è prova anche l'origine politica di questa riforma costituzionale di potentissimo e decisivo impulso governativo, nonostante la variabilità delle alleanze che sono intervenute su questo tema. Il Governo mette in questa riforma una buona parte della propria legittimità, in una vera esondazione dell'Esecutivo, che, nella sua determinazione Pag. 26ad andare avanti a ogni costo, anticipa ciò che avverrà a Costituzione e a legge elettorale modificate.
  Di questo disegno è prova anche l'iter parlamentare della riforma, segnato nelle Aule e nelle Commissioni da innumerevoli strappi e forzature, che non enumero proprio perché tutti le abbiamo vissute, e ne è prova anche il fatto che viene approvata solo dalla maggioranza di Governo, gonfiata oggi dal Porcellum come domani lo sarà dall'Italicum: altro che spirito costituente ! Poco possono ormai, davanti a questi esiti, gli emendamenti presentati in questa sede, emendamenti che pure abbiamo difeso e difendiamo con convinzione nell'ottica della riduzione del danno.
  La lotta democratica contro questa Costituzione dovrà ormai uscire dal Parlamento e svilupparsi nel Paese fino al referendum. È una lotta di cui saranno protagonisti gli italiani, che francamente non meritano una Costituzione così deturpata (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Non ci sono altri iscritti sul complesso degli emendamenti. Invito pertanto il relatore per la maggioranza ad esprimere il parere della Commissione. Prego, onorevole Fiano.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Signor Presidente, la Commissione formula un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario, su tutti gli emendamenti presentati all'articolo 39.

  PRESIDENTE. Onorevole Toninelli, il parere sull'emendamento Cozzolino 39.2 ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Emendamento Gelmini 39.5. Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Identici emendamenti Toninelli 39.3 e Sannicandro 39.103 ? Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

Pag. 27

  PRESIDENTE. Emendamento Dieni 39.6. Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Cozzolino 39.7. Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Dadone 39.8. Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Costantino 39.101. Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Emendamento Kronblicher 39.102. Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

Pag. 28

  PRESIDENTE. Emendamento Gelmini 39.9. Onorevole Toninelli ?

  DANILO TONINELLI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole Quaranta ?

  STEFANO QUARANTA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.

  PRESIDENTE. Onorevole Invernizzi ?

  CRISTIAN INVERNIZZI, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Onorevole La Russa ?

  IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.

  PRESIDENTE. Il Governo ?

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Il Governo esprime parere conforme al parere espresso dal relatore per la maggioranza.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 39.2. Pregherei i colleghi di prendere posto perché la breve pausa ha portato ad uscire.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Questo emendamento può consentire di evidenziare una irregolarità in sede di coordinamento formale nell'ambito del quale è stata illegittimamente inserita la previsione su cui si interviene compiuta al Senato.
  In pratica si restringe la possibilità di impugnare davanti alla Corte costituzionale le leggi elettorali approvate in questa legislatura a scelta tra i dieci giorni successivi all'entrata in vigore della riforma costituzionale e i dieci giorni successivi all'eventuale entrata in vigore della nuova legge per l'elezione del Senato. È vero che così facendo si dà più spazio all'impugnazione, ma è anche vero che è assurdo che si possa scegliere a propria discrezione quando impugnare una stessa legge elettorale tra due diversi termini del tutto scollegati tra loro.
  Con la modifica che si introduce si potranno impugnare le leggi elettorali già approvate in questa legislatura entro dieci giorni dall'entrata in vigore della riforma costituzionale e la sola eventuale legge elettorale del Senato entro dieci giorni dall'entrata in vigore della stessa. Bisognerà fare un ragionamento sul fatto che, con la nuova modifica approvata al Senato, si tratta di impugnare leggi elettorali già in vigore, che ovviamente ha maggiori ricadute rispetto all'impugnazione di leggi in attesa di promulgazione.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 39.2, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gutgeld... Iacono... Giuliani... Fanucci... Famiglietti... Vargiu... Scarano... Donatella Ferranti... Castricone... D'Incà... Alfreider...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  441   
   Votanti  435   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato
 157    
    Hanno votato
no  278).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 39.5, con il parere contrario della Commissione e del Governo e il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 29
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Nardi, Stella Bianchi, Carrozza, Sani, Tripiedi, Mazzoli, Famiglietti, Galperti, Capelli, Ermini, Casellato, Sberna, Matarrelli, Civati, Moretto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  453   
   Votanti  449   
   Astenuti    4   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 164    
    Hanno votato
no  285).    

  Passiamo alla votazione degli identici emendamenti Toninelli 39.3 e Sannicandro 39.103.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Grazie, Presidente. Delle poche modifiche fatte al Senato certamente siamo di fronte a una delle parti più rilevanti. Appena superata quella importantissima sulle modalità di elezione dei giudici costituzionali, qua si parla di legge elettorale. Che succede ? Noi sappiamo che è già stata approvata in doppia deliberazione conforme la possibilità, entro dieci giorni dall'entrata in vigore di questa legge costituzionale, di impugnare, con un vaglio preventivo innanzi alla Corte costituzionale, il cosiddetto Italicum. È una norma ovviamente piena di criticità, ma qualche nota positiva ce l'ha.
  Ebbene, arriva il fallo enorme, arriva il buco, dall'undicesimo giorno dall'entrata in vigore della legge costituzionale al termine della legislatura, per tutte le altre leggi elettorali o le modifiche del cosiddetto Italicum 2.0. E non vogliamo pensare ovviamente al caso in cui il MoVimento 5 Stelle andasse bene alle elezioni amministrative – non lo pensiamo proprio, perché non siamo capaci a pensar male – che dal premio alla lista passate al premio alla coalizione per farci uno sgambetto. Ebbene, qualsiasi modifica alla legge elettorale successiva al decimo giorno dall'entrata in vigore di questa legge, cioè nuove leggi elettorali che questo Parlamento è evidentemente legittimato a fare, anzi che può fare – «legittimato» è un parolone sbagliato – non sono più impugnabili innanzi alla Corte costituzionale.
  Quindi, voi avete detto ai cittadini: signori miei, non c’è più possibilità, ci sarà il vaglio della Corte prima dell'entrata in vigore della legge elettorale. Verrà approvata dal Parlamento e, se una quota di minoranza del Senato o della Camera la impugnerà, andrà alla Corte ? No, non è assolutamente vero, perché questa riforma potrà tranquillamente entrare in vigore – o meglio entrerà in vigore – nella prossima legislatura, ma sarà approvata forse – non lo so – ad aprile 2016. Se, come dice il Presidente del Consiglio, si va al 2018, ci sono due anni, due anni in cui questo Parlamento può fare l'Italicum 2.0, nonché legge anti-MoVimento 5 Stelle, evidentemente perché l'importante è non fare vincere il MoVimento 5 Stelle. E il MoVimento 5 Stelle non può appellarsi al vaglio preventivo di costituzionalità della Corte !
  Ebbene, mi piacerebbe semplicemente avere una risposta, perché quest'eccezione l'abbiamo fatta in Commissione e ce lo avete detto e ce l'ha detto il Governo, che magari potrebbe anche intervenire, perché non si è sentita parola proferita dal Governo se abbiamo ragione o meno. In Commissione ci avete detto che abbiamo ragione e che avreste risolto il problema.
  L'Italicum 2.0, norma contro il MoVimento 5 Stelle, è o non è ricorribile alla Corte ? Attendiamo risposta (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Toninelli 39.3 e Sannicandro 39.103, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza.Pag. 30
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pilozzi, Vico, Marotta, Gitti, Nicchi, Biasotti, Sisto, Di Battista...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  459   
   Votanti  456   
   Astenuti    3   
   Maggioranza  229   
    Hanno votato
 166    
    Hanno votato
no  290).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dieni 39.6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, non posso dire che sono sconcertato, perché dopo due anni e mezzo di Parlamento non può più sconcertare la ripetitività dell'omertà del partito di maggioranza, quando un gruppo di opposizione fa una domanda. Noi abbiamo chiesto una cosa chiara. Abbiamo detto: avete o meno inteso se quello che abbiamo detto è giusto ? Lo ripeto, sottosegretari, sono qua; relatore per la maggioranza, sono alla vostra sinistra, per favore.

  EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Io ci sento bene anche dall'orecchio sinistro.

  DANILO TONINELLI. Sa, magari non arrivano le parole, ma la faccia arriva. Dall'undicesimo giorno dall'entrata in vigore della legge costituzionale alla fine della legislatura, l'Italicum 2.0 è o non è ricorribile per il vaglio preventivo alla Corte costituzionale ? Lo ripeto. Quanti minuti ho ? Lo ripeterò, Presidente, fino alla fine. Dall'undicesimo giorno dall'entrata in vigore della legge costituzionale alla fine della legislatura, l'Italicum 2.0 – scusate, mi sono dimenticato: anti-MoVimento 5 Stelle magari con premio alla coalizione – è o non è ricorribile ? Finché non vedo qualcuno che mi risponde, Presidente, termino così i miei cinque minuti.
  Presidente, dall'undicesimo giorno dall'entrata in vigore della legge costituzionale sembra non sia più possibile appellarsi con il vaglio preventivo alla Corte. Sembrerebbe una cosa molto chiara. Tra l'altro, in Commissione, c’è stato confermato che avevamo ragione e che, quindi, la modifica dall'Italicum non permetterebbe a noi forze di opposizione di andare a bussare, come prevede giustamente la norma costituzionale, alla Consulta e chiedere: è o non è costituzionale ? Vi stiamo chiedendo: abbiamo ragione o abbiamo torto ? In Commissione ce l'avete detto chiaramente.
  Io non vedo risposte, quindi: dall'undicesimo giorno dall'entrata in vigore della legge costituzionale alla fine della legislatura, Presidente, sottosegretari che sono qua presenti, relatore per la maggioranza, l'Italicum 3.0 – diciamo così per cambiare, poi farò 4.0, 5.0, 6.0... – è o non è ricorribile alla Corte costituzionale ?
  Allora, l'Italicum 4.0, Presidente, dall'undicesimo giorno successivo all'approvazione di questa legge costituzionale alla fine della legislatura, è o non è ricorribile alla Corte costituzionale (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ? Io penso che, però, Presidente, lei, anche se non ha ovviamente titolo di fare intervenire il Governo e i relatori, debba intervenire portando un minimo rispetto ad una forza di opposizione che non sta polemizzando, ma sta chiedendo una cosa di merito.
  Stiamo chiedendo: se voi andrete a modificare – dopo cosa non lo diciamo neanche – dopo l'undicesimo giorno dall'entrata in vigore di questa legge, si potrà fare quel benedetto vaglio di costituzionalità alla Corte o meno ? La norma dice di no, ma noi non ci vogliamo arrogare il diritto e la presunzione di dire che è come diciamo noi. Non siamo di questa pasta. Però siccome nella pasta l'inchiostro Pag. 31l'avete messo voi, la norma l'avete scritta voi, chiediamo che ci diano una risposta.
  Io, Presidente, la invito veramente. Se c’è una forza di opposizione che lo ripete venti volte, Presidente, mi sembra buoncostume quantomeno provare a chiedere alle omertose forze di maggioranza se magari vogliano dare una risposta ad una domanda di merito di una forza di opposizione. Io penso che, Presidente, questa minima richiesta lei la possa tranquillamente fare.
  Il silenzio è comunque una risposta: se non avremo risposta, significa che abbiamo ragione, Presidente, e significa che tengono nascosto nel cassetto l'Italicum 2.0 per fregare il MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Lattuca. Ne ha facoltà.

  ENZO LATTUCA. Grazie, Presidente. Non rappresento né i relatori né il Governo, naturalmente, ma non ho problemi a rispondere a quelle considerazioni che venivano svolte in quest'Aula, così come è avvenuto in Commissione, dall'onorevole Toninelli.
  Anche perché – e lo dico come premessa – non c’è alcuna reticenza, da parte del Partito Democratico, nel prevedere che il sindacato preventivo sulla legittimità della legge elettorale sia efficace. Lo dico, Presidente, perché, se oggi, qui, discutiamo, all'articolo 13 e all'articolo 39, del sindacato preventivo di legittimità costituzionale della legge elettorale, è perché il Partito Democratico, con una proposta di legge presentata in tempi non sospetti a prima firma Giorgis, ma che vedeva raccolte tutte le firme dei membri della I Commissione e del Partito Democratico, ha introdotto nel dibattito questo tema che non mi risulta sia stato introdotto da altri e i colleghi della I Commissione, a partire dal collega Toninelli che è molto attento, sanno bene come il Partito Democratico ha portato avanti, in tutto l'iter di questa legge, una battaglia, sia al Senato che alla Camera, per rendere questo sindacato previsto dalla nostra Costituzione ed effettivo anche per la legislatura in corso.
  Venendo al punto specifico, ovvero il comma 11 dell'articolo 39, ci tengo a evidenziare che, effettivamente, c’è un limite formale che è quello che è stato riconosciuto anche nel dibattito in Commissione, ovvero non è previsto un termine specifico per eventuali, e sottolineo eventuali, nuove leggi elettorali che venissero approvate dall'entrata in vigore della riforma costituzionale al termine di questa legislatura. Ma l'assenza di un limite specifico a questo tipo di eventuali leggi non credo che autorizzi un'interpretazione in questa sede, in sede parlamentare, quindi, in sede di interpretazione autentica, ma nemmeno in sede di interpretazione di ammissibilità, che potrebbe dare la Corte costituzionale, che escluda il sindacato per le leggi approvate nel 2017 o, comunque, dopo l'entrata in vigore della riforma costituzionale. Lo dico, onorevole Toninelli, perché il comma 11 esplicita che le leggi promulgate nella medesima legislatura, ovvero in questa, che disciplinano l'elezione dei membri della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica possono essere sottoposte al giudizio di legittimità costituzionale della Corte; «le leggi promulgate nella medesima legislatura» si traduce in: «tutte le leggi promulgate nella medesima legislatura che disciplinano l'elezione di Camera e Senato», quindi, io credo che seppure si può riconoscere la mancanza di un limite, di un termine esplicito per eventuali nuove leggi elettorali che approveremo in questa legislatura, la formulazione principale della disposizione che dice: le leggi promulgate nella medesima legislatura, sia una formulazione che consente, tranquillamente, un'interpretazione che accoglie, anche, eventuali ricorsi presentati su eventuali nuove leggi elettorali. E lo dico da diversi punti di vista, sia da quello testuale della disposizione, sia da un punto di vista logico; non sarebbe, infatti, ragionevole, da parte della Corte costituzionale, non ammettere il giudizio preventivo sulla Pag. 32legge elettorale approvata, come dicevamo, dopo l'entrata in vigore della riforma costituzionale e, invece, ammetterlo per quelle già approvate e per quelle che verranno approvate nella prossima legislatura.
  Questo tema, che è un argomento di carattere logico, insieme al testo dalla disposizione che fa riferimento a tutte le leggi promulgate in questa materia, in questa legislatura, credo che siano sufficienti a farci dire che la mancanza formale di un termine esplicito non compromette l'efficacia e l'effettività di quello che è un istituto che il Partito Democratico ha voluto inserire in questa riforma (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sanna. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sanna; onorevole La Russa, ormai ha la parola l'onorevole Sanna, dopo parlerà lei.
  Prego, onorevole Sanna.

  FRANCESCO SANNA. Grazie, Presidente; io credo che potremmo contribuire alla risoluzione di questo «non» problema anche in sede di presentazione degli ordini del giorno a gennaio, perché mi rendo conto che lasciare una traccia interpretativa dei lavori preparatori sia molto importante per chi vorrà utilizzare questo istituto. Mi lasci dire, Presidente, però, tutto il fastidio dell'introduzione nel nostro dibattito di argomenti che cercano di far passare come valore costituzionale il tema: far vincere o non far vincere il MoVimento 5 Stelle. Ma che c'entra ? Vincerete se avrete i voti degli italiani, come abbiamo vinto noi tante volte, avendoli, e perderete se non li avrete. Non sarà la legge elettorale a farvi vincere né a farvi perdere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, Presidente. L'onorevole Lattuca ha già detto tutto quello che volevo dire, tranne, forse, un eccesso di enfasi sul fatto che questo è un provvedimento voluto dal Partito Democratico, perché anche altre forze della maggioranza, egualmente, l'hanno voluto.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente; io sono convinto che l'interpretazione corretta sia quella che è stata data dal collega del Partito Democratico; l'unica cosa che non capisco è a che cosa sia servito allora, al Senato, introdurre il riferimento alla legge di cui al sesto comma dell'articolo 57, perché, a questo punto, diventa pleonastico. Allora, mi pongo di fronte al problema che si troverà un interprete che potrà e vorrà, magari, dare ragione all'interpretazione che qualsiasi legge che riguardi l'elezione di senatori e deputati possa essere sottoposta al sindacato della Corte costituzionale, ma, d'altro canto, si dovrà chiedere: ma se così è, perché ne hanno indicata una in maniera particolare ? Noi avvocati, quando ci riferiamo alle sentenze, diciamo che le sentenze possono produrre qualunque risultato, figurarsi le interpretazioni dove possono portarci; possono portarci a qualunque soluzione. Allora, l'emendamento che la collega Gelmini ha presentato – che è così chiaro che fa venir meno l'obbligo di un'interpretazione – dice: qualsiasi legge che riguardi le elezioni, perché non votarlo, perché demandare a un interprete una soluzione del problema così semplice e alla portata del nostro dito, basta votare in questa maniera ? Evidentemente, a questo punto – certo, non le ragioni del tutto soggettive che, magari, possono stare nell'animo, ma forse meno nell'intervento dei colleghi dei 5 Stelle – qualche ragione di sospetto su questa indeterminatezza di un articolo della Costituzione, sia pure relativo alla sola prima applicazione, rimane, e rimane in maniera molto forte. Certo, lo ripeto, se ci si affida alle interpretazioni, Pag. 33finisce o può finire molto male; nelle sentenze, lo dicevo prima, si dice: tot capita tot sententiae, che dovrebbe tradursi in: tante teste, tante sentenze, ma noi avvocati lo traduciamo in: tutto capita nelle sentenze, figurarsi nelle interpretazioni !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Melilla. Ne ha facoltà.

  GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Molti parlamentari che siedono in questo gruppo hanno firmato i ricorsi ai tribunali dei rispettivi capoluoghi regionali, perché ritengono che la legge elettorale approvata dal Parlamento sia incostituzionale e vorrei dire che è incostituzionale anche perché attribuisce il premio di maggioranza a una sola lista. Non vorrei che il MoVimento 5 Stelle, invece, su questo, pensasse che il premio di maggioranza è incostituzionale se va a una coalizione, ma è costituzionale se va a una lista. Al di là di quello che questo disegno di legge costituzionale dice circa la possibilità di un sindacato preventivo di legittimità costituzionale, io mi auguro, però, solo limitato alla legislazione elettorale, perché sarebbe una grave anomalia che la Corte Costituzionale potesse sindacare preventivamente su leggi che spettano esclusivamente al Parlamento, ma siccome siamo in presenza di un precedente grave, quello del Porcellum, che in più elezioni ha dato vita, con un premio di maggioranza abnorme a una illegittimità costituzionale, capiamo il senso di questa proposta, appunto, di assegnare un sindacato preventivo di legittimità costituzionale in materia di leggi elettorale all'Alta Corte.
  Ciò non toglie che per noi la legge elettorale approvata dal Parlamento sia incostituzionale soprattutto su questo tema del premio di maggioranza abnorme ad una lista. Mi dispiace che il MoVimento 5 Stelle metta l'accento solo sulla possibilità che il premio di maggioranza sia non ad una lista, ma ad una coalizione. In quel caso diventerebbe incostituzionale ? No, secondo noi, è incostituzionale sia nel primo caso, che nel secondo (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dieni 39.6, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Casellato, Ciracì, Gitti, Fabbri, Censore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  455   
   Votanti  448   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 159    
    Hanno votato
no  289).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Cozzolino 39.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cozzolino. Ne ha facoltà.

  EMANUELE COZZOLINO. Grazie, Presidente. Per suo tramite rispondo al collega Melilla. A noi l'Italicum fa schifo in qualsiasi versione 1.0 o 2.0 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Tolto ciò, questo emendamento ha lo scopo di sottolineare un pasticcio che è stato combinato all'ultimo passaggio al Senato sulla riforma. Di fatto, con le modifiche da ultimo introdotte si prevede che già in questa legislatura si potrà fare la legge bicamerale che dovrebbe regolare l'elezione del nuovo Senato. Il punto, tra le altre cose, è però che nel testo di riforma Pag. 34resta la disciplina elettorale transitoria che di se stessa dice che sarà in ogni caso utilizzata in sede di prima applicazione, secondo l'interpretazione da ritenersi più corretta e che verrà senz'altro disconosciuta dalla maggioranza di Governo; le interpretazioni sono variabili. Con il che si dovrebbe avere la situazione assurda di una legge elettorale per il nuovo Senato approvata già in questa legislatura che, comunque, non potrebbe evitare in sede di prima applicazione l'utilizzo della disciplina transitoria che peraltro non prevede (in quanto approvata precedentemente) le modalità di designazione da parte dei cittadini e dei futuri senatori. Quindi, non viene espletata la modifica di cui abbiamo parlato ieri.
  L'emendamento non risolve, né potrebbe, questo pasticcio, ma anzi lo sottolinea, e si preoccupa, però, di mettere chiarezza nell'interpretazione del primo periodo del comma 1 dell'articolo 39 che, con le nuove modifiche apportate, potrebbe apparire di difficile comprensione.
  In più, ci si preoccupa di eliminare quel riferimento al comma 11, dell'articolo 39, che recita «anche ai fini di cui al presente comma» che non ha nessun senso e che crea solo molta confusione. Così si può sottolineare che quell'inciso è stato introdotto al Senato semplicemente per dare una parvenza di ammissibilità all'emendamento che poi hanno approvato e che riguardava in realtà il comma 6, dell'articolo 39, che non poteva essere più emendato, in quanto già approvato in doppia conforme (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Sulla materia della legge elettorale volevo sottolineare una problematica che è nata in questa legislatura, un paradosso che è nato con il Porcellum. Che cosa è successo ? Questo Parlamento nelle scorse legislature è stato eletto con una legge elettorale incostituzionale. La Corte costituzionale ha detto che questo Parlamento è stato eletto con questa legge incostituzionale. Quindi non poteva essere eletto con questa legge, ma per un principio di continuità istituzionale il Parlamento può andare avanti. Fondamentalmente, possiamo arrivare al paradosso che il Parlamento incostituzionale può farsi una nuova legge incostituzionale e può rieleggersi con questa legge incostituzionale che verrà nuovamente definita incostituzionale dalla Corte.

  PRESIDENTE. Concluda, grazie.

  RICCARDO FRACCARO. Non ne usciamo. La cosa che dobbiamo fare insieme per evitare questo paradosso indegno è modificare questa riforma costituzionale, in modo da chiarire, una volta per tutte, la possibilità di stabilire prima dell'elezione se la legge è incostituzionale o meno.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Cozzolino 39.7, con il parere contrario della Commissione e del Governo e con il parere favorevole dei relatori di minoranza dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini e sul quale il relatore di minoranza del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale si rimette all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Galperti, Fregolent, Duranti, Paglia, Rubinato...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  456   
   Votanti  466   
   Astenuti   10   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  293).    

Pag. 35

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Dadone 39.8.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dadone. Ne ha facoltà.

  FABIANA DADONE. Grazie Presidente. Anche questo emendamento insiste sul controllo preventivo da parte della Corte costituzionale sulla legge elettorale approvata in questa legislatura entro il termine di dieci giorni, lo ripeto per chi si fosse distratto un attimo. Che cosa prevede l'attuale testo Boschi ? Prevede che si possa fare ricorso preventivo per un controllo alla Corte costituzionale in merito alla legge elettorale approvata nella legislazione vigente, ma entro dieci giorni dalla data di entrata in vigore della presente riforma. Ove fossero trascorsi questi dieci giorni e fosse modificata la legge elettorale in corso, quindi l'Italicum 2.0, come si apprende spesso dei giornali, non sarà possibile, secondo l'interpretazione letterale del testo, ricorrere alla Corte costituzionale.
  Ora, su questo, ho sentito diverse argomentazioni e ringrazio anche il collega Lattuca, per essere intervenuto e aver partecipato a questo dibattito (già lo aveva fatto in Commissione, ma anche qui ha detto la sua opinione, che è stata un «pelino» più argomentata rispetto a quella del collega Sanna) sostenendo che non ci sono reticenze perché l'istituto lo hanno voluto introdurre loro (ma ha anche ammesso che c’è un limite formale).
  Io comprendo il fatto che ci si riferisca a leggi al plurale, quindi con un'interpretazione si dovrà, per forza di cose, dedurre che ci si riferisce alle leggi (non solo l'Italicum, ma anche alle modifiche), e quindi questo termine verrà esteso e ci sarà il ricorso preventivo alla Corte costituzionale anche per un'eventuale modifica di quello che è l'attuale Italicum. Ma che ci sia un limite formale in una Carta costituzionale che dovrebbe avere una previsione il più semplice e chiara possibile mi pare già questo un paradosso.
  Bisognerebbe fermarsi un attimo e tentare di modificarla adesso che siamo ancora in tempo, perché altrimenti si creerà un pasticcio non da poco.
  In merito al fatto che il collega Sanna dica che si potrà rimediare in sede di ordini del giorno, va bene tutto, ma gli ordini del giorno in quest'Aula (lo si è detto in tutte le salse, l'avete detto voi e, lo ricorderò all'infinito, l'ha detto l'ex Viceministro Fassina) hanno la rilevanza che hanno, figuriamoci in questo ambito. Perché fare un ordine del giorno ? Prevediamolo qui e tentiamo di limitare quello che è un pastrocchio.
  Se dobbiamo affidarci all'interpretazione io non saprei al posto dei giudici della Corte, a quel punto, come interpretare la modifica aggiunta al Senato a questo comma. Si fa riferimento a due termini differenti, come si fa poi a poter dire che la Corte costituzionale lo interpreterà sicuramente in quella che è la vostra interpretazione ? Questo non si può dire; si può pensare, si può sperare, incrociare le dita, però scrivere un testo costituzionale così complesso sperando che poi la Corte costituzionale lo interpreti in quello che era l'intento del legislatore in quel momento mi pare follia, tanto vale modificarlo in questo momento.
  Quindi, chiedo al Governo, di nuovo, per la millesima volta, o al relatore per la maggioranza, di esprimere una motivazione sul parere contrario, ma che sia una motivazione diversa dal «siamo in quarta lettura, non si può più tornare indietro e ci sarà un ordine del giorno».
  In merito all'intervento del mio collega Toninelli sulla questione dell'Italicum 2.0 e della «legge anti 5Stelle» mi riferisco al collega Melilla che pensa che siamo contrari soltanto al premio quando è abnorme e riguarda la lista e non quando riguarda la coalizione ma ci mancherebbe altro !
  Non è che siamo contrari noi: è contraria qualsiasi persona che abbia letto la sentenza della Corte, chiunque abbia un minimo di buon senso e di cognizione. Il premio di maggioranza abnorme è una Pag. 36schifezza sia per la coalizione che per la lista, perché distorsivo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Perché non vogliamo approvare questo emendamento ? Per ragioni già dette precedentemente: perché, in tal caso, si rendono necessarie altre due letture della riforma costituzionale, a cui si aggiunge, poi, la legge elettorale che andrà fatta per l'elezione del Senato, e questo rende possibile, probabile, qualcuno direbbe praticamente sicuro, il fatto che non si approvi nessuna riforma nel corso di questa legislatura. Mi pare un argomento molto forte, non ho sentito i colleghi opporre a questo argomento nessuna obiezione.
  Seconda osservazione: si possono fare leggi che non hanno bisogno di interpretazioni ? No, in ogni caso la norma va interpretata; e, nell'interpretazione che ne darà la Corte costituzionale, questa dovrebbe andare a ricercare l'intenzione esatta del legislatore. E, per far questo, dovrà rileggersi gli atti parlamentari e anche gli ordini del giorno eventualmente approvati. Ecco perché un ordine del giorno è sufficiente a chiarire ciò che, per la verità, potrebbe anche risultare sufficientemente chiaro nel testo stesso.
  Terza osservazione: vogliamo fare una norma la quale dica che qualunque legge elettorale va sottoposta a un assenso preventivo della Corte costituzionale ? Infatti, noi stiamo parlando di una norma di eccezione, che si fa in questo caso e che contraddice quella che è la logica normale dell'ordinamento. Vogliamo introdurre questo principio ? Facciamo una legge ad hoc, ma, per favore, non veniamo qui a chiedere una particolare estensione a favore del MoVimento 5 Stelle, che si tradurrebbe, poi, nel dire che tutte le leggi elettorali che non fanno gli interessi del MoVimento 5 Stelle sono incostituzionali. Infatti, se il problema è l'attribuzione del premio di maggioranza alla lista oppure alla coalizione e se l'obiezione della Corte costituzionale è che è incongruo un premio di maggioranza eccessivamente elevato, anche un cieco vede che un premio di maggioranza attribuito a una coalizione che avrà più voti del partito più grosso della coalizione stessa è meno incongruo che non un premio di maggioranza attribuito al partito.
  Quindi, il premio di maggioranza attribuito a una lista ha più probabilità di avere una censura di incostituzionalità che non un premio di maggioranza attribuito ad una coalizione. Questo mi pare di un'evidenza lampante.
  Quindi, togliamo, per favore, l'idea «volete fregare il MoVimento 5 Stelle». Ragioniamo della Costituzione: se, poi, il MoVimento 5 Stelle vuole andare a governare avendo i voti di una piccola minoranza degli italiani, questo è perfettamente comprensibile, ma comprensibile non vuole dire legittimo né accettabile, alla base dei principi democratici che regolano la nostra Costituzione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Fraccaro. Ne ha facoltà.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie, Presidente. Qui non è il problema se il premio di maggioranza è costituzionale o incostituzionale, se il ballottaggio deve essere fatto per coalizione o meno. Qui il problema è: vogliamo rischiare di andare ad elezione con una nuova legge incostituzionale, come noi riteniamo sia l'Italicum ? Bene, per evitarlo dobbiamo avere il vaglio preventivo. Nel testo, che noi oggi possiamo leggere, della proposta di riforma costituzionale che viene dal Governo e dalla maggioranza c’è scritto che il ricorso può avvenire solamente entro undici giorni dall'entrata in vigore.
  Ora, il Partito Democratico, attraverso il collega Lattuca, ci dice: noi intendiamo che questo testo significa un'altra cosa rispetto a quello che è scritto, e quindi faremo un ordine del giorno. Ma tra l'ordine del giorno e il testo di una riforma Pag. 37costituzionale vale di più il testo della riforma costituzionale dell'ordine del giorno, magari a prima firma Lattuca. Quindi, Presidente, concludo: chiediamo di scriverlo nel testo, se non avete nulla da nascondere.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Dadone 39.8, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole dei relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle, di Sinistra Italiana e della Lega e sul quale il relatore di minoranza di Fratelli d'Italia si è rimesso all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Vezzali, Baroni, Ciracì, Ferranti, D'Attorre, Librandi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  446   
   Astenuti   14   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato
 153    
    Hanno votato
no  293).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Costantino 39.101, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana e sul quale i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle, della Lega Nord e di Fratelli d'Italia-AN si sono rimessi all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Duranti, Boccuzzi, Alberti, Basilio, Baldelli, Giuliani...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  460   
   Votanti  335   
   Astenuti  125   
   Maggioranza  168   
    Hanno votato
  43    
    Hanno votato
no  292).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Kronbichler 39.102, con il parere contrario della Commissione e del Governo, il parere favorevole del relatore di minoranza di Sinistra Italiana e sul quale i relatori di minoranza del MoVimento 5 Stelle, della Lega Nord e di Fratelli d'Italia-AN si sono rimessi all'Aula.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti, Stella Bianchi, Vignaroli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  457   
   Votanti  326   
   Astenuti  131   
   Maggioranza  164   
    Hanno votato
  35    
    Hanno votato
no  291).    

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Gelmini 39.9.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Kronbichler. Ne ha facoltà.

  FLORIAN KRONBICHLER. Grazie, Presidente. Siamo all'ultimo emendamento, articolo 39, ultimo comma, il comma 13, una specie di – mi sia permessa la metafora – passeggero cieco nell'ultimo vagone. È il nostro comma, la clausola di salvaguardia per le regioni a statuto speciale.
  Io non condivido modo e atteggiamento con cui la forza politica di maggioranza della mia provincia, il Sud Tirolo, ha affrontato il tema della riforma della Costituzione. Essa dice, in pratica, sintetizzando, «della Costituzione fatene quello Pag. 38che volete, basta che in essa non mi toccate la nostra autonomia». Difatti, parlandone male più di quanto io potrei, i suoi parlamentari, alla fine, la voteranno, voteranno a favore.
  Io non la penso così: non ci può essere buona autonomia all'interno di una Costituzione cattiva. Le regioni a statuto speciale, e le province autonome di Trento e di Bolzano in esse, difatti, per il momento, possono considerarsi risparmiate dal furor centralizzatore di questa riforma, e non solo. Nella seconda lettura al Senato – seconda o terza, diciamo così, non tengo il conteggio – la specialità fu ulteriormente messa al sicuro, ne è uscita rafforzata.
  L'articolo 39, comma 13, all'origine prevedeva che le disposizioni contenute nella legge costituzionale non si sarebbero applicate alle regioni a statuto speciale e alle province autonome di Trento e di Bolzano fino all'adeguamento dei rispettivi statuti. Ora, quel «fino all'adeguamento» è stato cambiato in «fino alla revisione degli statuti». La nuova formulazione – è incontestabile – lascia più spazio di interpretazione e di manovra.
  E non è il solo rafforzamento: l'articolo riformulato... Riformulato in modo bruttino, a dir la verità, in un burocratese non degno di quello che sarà la Magna Charta dello Stato; ma ciò vale per tutto il testo. Questo articolo, dico, permette che le regioni autonome beneficino automaticamente pure dei miglioramenti previsti e prevedibili per le regioni a statuto ordinario. Insomma, la forbice fra autonomie ordinarie e autonomie speciali con la riforma si aprirà ulteriormente.
  Su questo punto le valutazioni all'interno pure del nostro gruppo, di SEL, ora Sinistra Italiana-SEL, divergono. Certuni fra noi si fiderebbero di più del più vincolante «fino all'adeguamento», piuttosto che del più volatile «fino alla revisione»; però io dico che le autonomie speciali si debbano adeguare al peggioramento normativo per le regioni ordinarie e sarebbe un adeguamento al ribasso. «Mal comune» non può essere l'obiettivo di una riforma ! Io dico: la specialità va salvaguardata; e la specialità implica comunque e sempre diversità, se no che specialità sarebbe ?
  Ragiono per logica: il nostro gruppo, noi tutti assieme detestiamo questa riforma costituzionale nella sua interezza. La riteniamo autoritaria, centralista nella sua impostazione e sbrigativa nella stesura. Siamo contrari ! Quindi già per logica, si proibisce la richiesta di un qualsiasi adeguamento, le regioni di autonomia speciale non sono riuscite... Noi siamo riusciti a tirarci fuori, in parte e per il momento, non so se per grazia o per merito; vogliamo essere noi però adesso che ci adeguiamo a qualcosa a cui siamo contrari ? Sarebbe illogico ! Quindi difendo l'eccezione, e sono molto grato ai colleghi del mio gruppo che la rispettano (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gelmini 39.9, con il parere contrario della Commissione e del Governo, favorevole dei relatori del MoVimento 5 Stelle, Lega e Fratelli d'Italia, mentre si rimette all'Aula il relatore Sinistra Italiana.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Ciracì, Malisani, Fraccaro, Causi, Rotta, Terrosi, Rabino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  469   
   Votanti  437   
   Astenuti   32   
   Maggioranza  219   
    Hanno votato
 135    
    Hanno votato
no  302).    

  Passiamo alla votazione dell'articolo 39.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Chiedo di parlare.

Pag. 39

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, intervengo a seguito del dibattito che si è svolto sulla discussione e la votazione di questi emendamenti per dire una parola, spero finale, di chiarimento sulla lettura della norma di cui abbiamo discusso, di questa dell'articolo 39. Per poterci aiutare a comprendere che il problema in realtà secondo noi si risolve dal testo che stiamo approvando, quindi dal testo già agli atti della Camera e del Senato, basta ripercorrere quella che è stata la storia di questa particolare norma; in particolare quindi qual è stata la storia della ricorribilità in via preventiva delle leggi elettorali.
  Ricordiamo che, quando il Senato ha approvato in prima lettura la riforma costituzionale che ci vede lavorare in questi giorni, aveva stabilito che future leggi elettorali fossero appunto ricorribili in via preventiva davanti alla Corte costituzionale: così come stabilito dal nuovo articolo 73, che dice che su ricorso motivato presentato da un quarto dei componenti della Camera o da un terzo dei componenti del Senato della Repubblica, entro dieci giorni dall'approvazione della legge questa può essere oggetto di ricorso alla Corte costituzionale, e questo blocca addirittura la promulgazione della legge stessa.
  Non si parlava evidentemente di leggi elettorali in vigore in questo momento, in questa legislatura; ed è la Camera dei deputati nella successiva lettura che introduce nel comma 11 dell'articolo 39 questo nuovo principio. Dice che cosa ? Che evidentemente se ci sono leggi già in vigore, queste possono essere ricorse alla Corte costituzionale entro dieci giorni dall'entrata in vigore della riforma costituzionale. Quindi la Camera nella propria lettura fa un passo avanti, dice: non soltanto le leggi future, ma anche la legge in vigore dev'essere ricorribile !
  Che cosa fa il Senato quando si vede tornare il testo, che stabilisce una decisione differente da quella che era stata presa ? Il Senato conferma la decisione della Camera. Quindi conferma un principio: il principio che anche eventuali norme già in vigore in questa legislatura devono essere ricorribili. E anzi il Senato fa una cosa ancora maggiore: il Senato allarga lo stesso principio alla legge che individua l'elezione dei nuovi senatori, quindi quella prevista dall'articolo 57, sesto comma.
  Questo evidentemente guida e guiderà gli interpreti in modo molto chiaro, perché, nel corso dell'approvazione della riforma costituzionale, il legislatore ha prima assunto un orientamento in prima lettura al Senato, la Camera ha introdotto invece un principio differente, il Senato ha validato la scelta della Camera e l'ha addirittura allargata. Quindi questo chiaramente è il principio ! In questo senso, quindi, quando l'articolo 39, comma 11 dice «in sede di prima applicazione»: la sede di prima applicazione va intesa come il primo ricorso alle urne, la prima volta che ci sia una competizione elettorale. Proprio per questo l'articolo 41, individuando le norme della riforma costituzionale che entrano in vigore immediatamente, dice: attenzione, la norma del comma 11 dell'articolo 39 entra in vigore subito; e questo vuol dire che qualsiasi legge elettorale sia in vigore dev'essere ricorribile, in base a questo principio, in via preventiva davanti alla Corte costituzionale.
  Si pone però allora il problema della mancanza di un termine, perché il termine che prevede il comma 11 dell'articolo 39 è il termine di dieci giorni dall'entrata in vigore della nuova Carta costituzionale. Dice l'onorevole Toninelli ed altri: se ci fossero eventuali... Ovviamente noi non sappiamo se accadrà ! Se il Parlamento dovesse approvare delle modifiche all'Italicum, quindi alla legge che abbiamo recentemente approvato, qual è il termine da applicare ? C’è un termine da applicare ? Allora è ovvio che, posto che si tratta di un'occasione che noi non sappiamo se si andrà a verificare, perché non sappiamo se l'Italicum avrà delle modifiche: ebbene, se ci fossero, è evidente che in quel caso si applicherebbe il termine generale previsto Pag. 40dall'articolo 73, quindi nei dieci giorni dalla approvazione prima della promulgazione. Quello è il termine che andrebbe evidentemente applicato !
  Spero di aver chiarito, di aver detto una parola definitiva su questo; e che non ci sia ulteriore problema, ulteriore discussione circa il principio, che mi pare ormai evidentemente accertato.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, ringrazio il sottosegretario che finalmente è intervenuto. Però io penso che non sia risolto il problema, perché lei, sottosegretario, ha dato una interpretazione, e quantomeno ci sarebbe piaciuto che almeno nella Carta costituzionale ci fosse la chiarezza. Il suo intervento dimostra l'assenza di chiarezza nel dettato normativo di cui stiamo parlando !
  Lei ha interpretato dal suo punto di vista, che è solo il suo, dicendo che, siccome contro la legge elettorale della Camera si può ricorrere entro dieci giorni dall'entrata in vigore della legge costituzionale di cui stiamo trattando, quella già in vigore, il cosiddetto Italicum, siccome la legge elettorale per l'elezione dei nuovi senatori verrà fatta con legge bicamerale e si potrà ricorrere anche contro quella entro dieci giorni dall'entrata in vigore della stessa, e siccome c’è l'articolo 73, che dice che ci si appella con il sindacato preventivo in generale, significa che anche negli ultimi due anni di legislatura, dopo l'undicesimo giorno dall'entrata in vigore della legge costituzionale, si può. Ma questa è un'interpretazione. Noi avremmo voluto – ed è una cosa assolutamente dovuta, doveva essere una cosa doverosa – l'inserimento di questo principio. Mettetelo dove volete; avete messo in norme transitorie qualcosa che non c'entrava nulla con le norme transitorie semplicemente per evitare di modificare articoli che rompessero la doppia conforme; mettetelo da qualche parte. Comunque, Presidente e Governo, il MoVimento 5 Stelle ha presentato ordini del giorno, mi sembra anche il Partito Democratico. Siccome mi dicono – io non sono così informato, avendo fatto solo una legislatura – che gli ordini del giorno sulle riforme costituzionali hanno una rilevanza diversa dagli inutili ordini del giorno sugli altri provvedimenti, invitiamo il Governo ad esprimere parere favorevole su un ordine del giorno in cui diciamo semplicemente al Governo di impegnarsi, o di fare in modo che nell'interpretazione della norma si intenda che qualsiasi legge elettorale – ripeto: qualsiasi legge elettorale – approvata anche dopo l'approvazione delle riforme costituzionali possa essere appellabile alla Corte. Speriamo che il Governo quanto meno dia un parere favorevole e che la maggioranza lo voti.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 39.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Locatelli, Vaccaro, Ginoble, Civati, Caso, Paglia.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  458   
   Votanti  449   
   Astenuti    9   
   Maggioranza  225   
    Hanno votato
 292    
    Hanno votato
no  157).    

  (I deputati Magorno e Nardi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Si è così concluso l'esame degli articoli e degli emendamenti. Dovremmo passare all'esame degli ordini del giorno, tuttavia il rappresentante del Governo ha chiesto di procedere ad una breve sospensione della seduta della durata di quindici minuti, per valutarne il contenuto.Pag. 41
  Sospendo la seduta, che riprenderà alle ore 13.

  La seduta, sospesa alle 12,45, è ripresa alle 13,10.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 2613-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 2613-B).
  Avverto che l'ordine del giorno Morassut n. 9/2613-B/1 è stato ritirato dal presentatore. Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, secondo quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002, l'ordine del giorno Pili n. 9/2613-B/25, che impegna il Governo ad individuare le modalità per la tutela del principio di autodeterminazione dei popoli, con particolare riferimento alla Sardegna. Come tale, l'ordine del giorno si pone in contrasto con i princìpi supremi dell'ordinamento costituzionale e, in particolare, con quello dell'unità ed indivisibilità della Repubblica, sancito dall'articolo 5 della Costituzione.
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri. Prego, onorevole sottosegretario Scalfarotto.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Presidente, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2613-B/2 il parere è contrario. Sull'ordine del giorno Nicoletti n. 9/2613-B/3 volevo soltanto la conferma che – perché mi dicono che sono state corrette – le prime parole del dispositivo, al terzo rigo, siano: «a valutare le opportune eventuali iniziative». C’è scritto questo adesso ?

  PRESIDENTE. Non lo so, perché io non ho i testi.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Se il testo dice: «a valutare le opportune iniziative», il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Il testo recita: «a valutare, per quanto di sua competenza, entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge di riforma costituzionale, l'orientamento che complessivamente ... e poi «quindi a verificare le opportune iniziative volte a delineare una nuova composizione (...)».

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri.
  Allora va riformulato come segue: «e quindi a valutare le opportune iniziative volte a». Con questa riformulazione il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Quindi, non le parole «a verificare» ma «a valutare», le opportune iniziative.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sì. Sugli ordini del giorno Invernizzi n. 9/2613-B/4, Giancarlo Giorgetti n. 9/2613-B/5, Fedriga n. 9/2613-B/6, Busin n. 9/2613-B/7, Guidesi n. 9/2613-B/8, Molteni n. 9/2613-B/9 e Centemero n. 9/2613-B/10 il parere è contrario.
  L'ordine del giorno Nesci n. 9/2613-B/11 sarebbe accolto come raccomandazione se vengono accettate le seguenti riformulazioni: eliminare il primo capoverso della premessa; il secondo capoverso diventa: «la legge di riforma della Costituzione stabilisce infatti che» e continua; poi, eliminare la terza parte della premessa e, nel dispositivo, eliminare le parole: «anche legislative». Se vengono accolte le riformulazioni, è accoglibile come raccomandazione.
  Sugli ordini del giorno Fraccaro n. 9/2613-B/12, D'Ambrosio n. 9/2613-B/13, Dieni n. 9/2613-B/14, Cozzolino n. 9/2613-B/15, Dadone n. 9/2613-B/16, Toninelli n. 9/2613-B/17, Cecconi n. 9/2613-B/18 e Crippa n. 9/2613-B/19 il parere è contrario. L'ordine del giorno Taricco n. 9/2613-B/20 è accolto come raccomandazione.Pag. 42
  L'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2613-B/21 può essere accolto come raccomandazione con le seguenti riformulazioni: eliminare il secondo alinea delle premesse e, nel dispositivo, eliminare tutte le parole dopo la parola: «elettore»; quindi, dopo la parola: «elettore», quasi alla fine, c’è un punto.
  Sugli ordini del giorno Abrignani n. 9/2613-B/22, Francesco Saverio Romano n. 9/2613-B/23 e Parisi n. 9/2613-B/24 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno Pili n. 9/2613-B/25 è inammissibile.

  IVAN SCALFAROTTO, Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Sull'ordine del giorno Francesco Sanna n. 9/2613-B/26 c’è una proposta di riformulazione, che leggo. Nel dispositivo «impegna il Governo a sostenere il principio dell'ammissibilità dei ricorsi di origine parlamentare di cui alla premessa, fatto salvo il merito degli stessi, su tutte le leggi promulgate nella XVII legislatura repubblicana» e poi prosegue fino alla fine.
  Sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2613-B/27 il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2613-B/2.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Matteo Bragantini. Ne ha facoltà.

  MATTEO BRAGANTINI. Grazie, Presidente. Volevo comunicare che come gruppo Fare ci asterremo su tutti gli ordini del giorno, in quanto riteniamo assurdo presentare degli ordini del giorno sulla riforma costituzionale che impegnino il Governo a fare ulteriori riforme. Noi siamo affinché le riforme, soprattutto quelle costituzionali, debbano essere realizzate su iniziativa parlamentare. Oltretutto avevamo presentato anche una proposta di legge affinché le prossime future riforme costituzionali vengano fatte da un'Assemblea costituente votata direttamente dai cittadini con un sistema proporzionale puro, perché riteniamo che le regole comuni che devono governare lo Stato debbano essere decise dal maggior numero di cittadini, dunque essere condivise e non solo entrare in una politica e in un sistema elettorale e dunque chi è al Governo vuole metterci la bandierina e chi è all'opposizione non vuole permette che ci sia quella bandierina.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, Signora Presidente. La motivazione del collega che mi ha preceduto, l'onorevole Bragantini è così lapalissiana ed evidente, che anche noi abbiamo deciso di astenerci. Non si impegna anche il Governo a presentare ulteriori modifiche alla riforma costituzionale, è un'assurdità.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole La Russa. Ne ha facoltà.

  IGNAZIO LA RUSSA. Sostanzialmente condivido, anche se non è non è così inutile presentarli, evidentemente a futura memoria, ma siccome non vi è alcuna possibilità di dare poi seguito a questi ordini del giorno da parte del Governo, perché non si capisce cosa potrebbe o non potrebbe fare, in quanto sono veramente pleonastici, anche Fratelli d'Italia si asterrà su tutti gli ordini del giorno

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Baldassarre n. 9/2613-B/2, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carra, Dallai, Di Lello, Amoddio, Bragantini Paola, Mognato, Valente, Carrozza, Palma, Vecchio...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 43
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  398   
   Votanti  378   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  190   
    Hanno votato
 123    
    Hanno votato
no  255).    

  (La deputata Nardi ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole e i deputati Falcone e Bonomo hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario).

  Passiamo all'ordine del giorno Nicoletti n. 9/2613-B/3.
  Prendo atto che il presentatore accetta la riformulazione e non insiste per la votazione dell'ordine del giorno accettato dal Governo, purché riformulato.
  Prendo atto altresì che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2613-B/4, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Invernizzi n. 9/2613-B/4, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia, D'Ambrosio, Mognato, Scalfarotto, Mognato, D'Ambrosio, Binetti, Sandra Savino, Turco, Casellato, Distaso, Ciracì, Rizzetto, Battelli, Cesaro Luigi...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  413   
   Votanti  392   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
  68    
    Hanno votato
no  324).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2613-B/5, con il parere contrario del Governo.
  Indìco ora la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Giancarlo Giorgetti n. 9/2613-B/5, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Vezzali, Vico, Gigli, Patriarca, Currò, Massa, Castelli, Brugnerotto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  412   
   Votanti  392   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 126    
    Hanno votato
no  266).    

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Fedriga n. 9/2613-B/6.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fedriga. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO FEDRIGA. Presidente, sorprende che il Governo, dopo le innumerevoli dichiarazioni del Presidente del Consiglio che, improvvisamente, sembrava volersi ergere a paladino dei costi standard e dell'eliminazione della spesa improduttiva e degli sprechi nel nostro Paese dia parere contrario a questo ordine del giorno che, semplicemente, chiede un impegno affinché lo stesso Governo si attivi per l'individuazione di fabbisogni standard e l'applicazione dei costi standard in tutte le pubbliche amministrazioni. Ricordo, oltretutto, che sono stati gli stessi amministratori del Partito Democratico in regione Lombardia che hanno chiesto al Presidente della regione Lombardia, Maroni, di trattare direttamente con il Governo proprio per la garanzia di risorse per l'eliminazione degli sprechi, chiedendo al Presidente di non portare avanti il referendum Pag. 44sull'autonomia previsto dalla regione Lombardia, ma di ottenere gli stessi risultati con la disponibilità del Governo.
  Evidentemente, anche queste posizioni sul territorio o sono strumentali o esiste una rappresentanza del Partito Democratico totalmente scollegata da quello che fa un esecutivo, che si sta dimostrando ogni giorno di più centralista e ogni giorno di più lontano da quelle necessità che ci chiedono i nostri cittadini. Penso che siamo arrivati ad un momento nel quale è diventato insopportabile, non soltanto dal punto di vista morale, ma anche dal punto di vista economico che non vi sia un intervento deciso affinché i soldi dei cittadini vengano utilizzati per garantire servizi efficienti al minor costo possibile, così da poter evitare quegli scandalosi tagli lineari che ancora una volta nella legge di stabilità, che tratteremo nelle prossime settimane, vediamo. In particolar modo penso alla materia della sanità, dove il Governo ha deciso di tagliare non alle Regioni, ma sulla salute dei cittadini, quindi invito vivamente i colleghi a votare favorevolmente su questo ordine del giorno, e ogni tanto magari a dissociarsi dalle politiche dissennate che porta avanti questo esecutivo.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fedriga n. 9/2613-B/6, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Murer, Paris, Fico.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  377   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 112    
    Hanno votato
no  265).    

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Busin n. 9/2613-B/7, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? De Mita, Greco, Paris, Stella Bianchi, Vico, Ricciatti. Stella Bianchi ancora niente, proviamo a sbloccare. Ok. Ci sono altri che non riescono a votare ? Benedetti. Ok.
  Dichiaro chiusa la votazione. Ah, non aveva fatto in tempo ! Scusi, onorevole Benedetti.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  420   
   Votanti  374   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  188   
    Hanno votato
  49    
    Hanno votato
no  325).    

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario e il deputato Massimiliano Bernini ha segnalato di aver espresso voto contrario mentre avrebbe voluto esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Guidesi n. 9/2613-B/8, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Gregori, Binetti, Sgambato, Vacca, Ribaudo, Covello, Della Valle, Simone Valente. Sgambato non riesce. Sblocchiamo l'onorevole Sgambato. Simone Valente, Della Valle, Sgambato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

Pag. 45

   (Presenti  433   
   Votanti  383   
   Astenuti   50   
   Maggioranza  192   
    Hanno votato
  41    
    Hanno votato
no  342).    

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Molteni n. 9/2613-B/9, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Nardi, Albini, Giachetti, Zan, Colaninno, Mognato. Ci siamo ? Censore. Mi pare che siano tutti a posto.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  381   
   Astenuti   49   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
  48    
    Hanno votato
no  333).    

  (Il deputato Censore ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Centemero n. 9/2613-B/10, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Parisi, Stella Bianchi, Vico, Bossa, Cenni, Cominardi, Sani.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  406   
   Astenuti   28   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  272).    

  Sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2613-B/11 c’è una proposta di riformulazione e un accoglimento come raccomandazione, ma prendo atto che la proponente non accetta.
  Passiamo dunque ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Nesci n. 9/2613-B/11, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ci siamo ? No. Toninelli, Petraroli. Ok, non vedo altri.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  411   
   Astenuti   21   
   Maggioranza  206   
    Hanno votato
 137    
    Hanno votato
no  274).    

  Passiamo all'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2613-B/12, sul quale vi è il parere contrario. L'onorevole Fraccaro chiede di parlare. Prego, onorevole Fraccaro.

  RICCARDO FRACCARO. Grazie Presidente. È evidente che viviamo in un momento storico molto delicato. Stiamo vivendo tutti quanti una gravissima crisi della democrazia, non solo in Italia, ma in tutto l'Occidente.
  E io credo che il motivo fondante questa crisi sia la rappresentanza basata sulla delega in bianco. Pensiamoci bene, noi parlamentari, tutti noi, abbiamo un potere enorme. Una volta eletti abbiamo il potere di decidere, per esempio, quanto devono guadagnare i nostri concittadini, che lavori possono fare, a che età possono andare in pensione; possiamo decidere cosa devono studiare o non devono studiare i nostri figli, in che scuole devono Pag. 46andare; possiamo addirittura decidere quanto è l'ammontare del nostro stesso stipendio; e possiamo addirittura decidere le regole in base alle quali i nostri concittadini devo andare ogni cinque anni a scegliere se rivotarci o meno. E in tutti questi cinque anni i cittadini non hanno mai la possibilità di esprimersi, non hanno alcun potere di orientare le nostre decisioni. È come se, Presidente, un imprenditore, per gestire la propria impresa, dasse mandato (Commenti). ..desse mandato a un suo dipendente con un contratto che prevede, ad esempio, la possibilità dello stesso dipendente di decidere il proprio stipendio, di alienare l'azienda, di produrre un altro bene, di svenderla e di farla fallire. E questo stesso proprietario d'impresa non avesse la possibilità per cinque anni di dire nulla. È assolutamente paradossale, incredibile, sciocco, però è quello che succede nella nostra democrazia.
  Allora, Presidente, è evidente che c’è bisogno di un profondo cambiamento di sistema della rappresentanza. In questi anni, questo enorme potere i parlamentari l'hanno usato evidentemente, non per fare gli interessi dei cittadini, ma per fare i propri interessi, perché è stato molto più utile utilizzare questo potere per crearsi legami con imprenditori e a volte anche con la criminalità, per crearsi pacchetti di voti. E questo è stato possibile perché il cittadino non poteva intervenire.
  Ora, per superare questa crisi abbiamo due strade: quella di accentrare il potere in mano a una sola persona e quella di distribuire il potere, di dotare i cittadini di strumenti per intervenire quando il Parlamento non è più in grado di svolgere la sua funzione, quella di rappresentarli.
  Voi, a mio avviso, state scegliendo la prima strada: state delegando tutto il potere a un uomo solo al comando; state dichiarando il fallimento del Parlamento; state dichiarando e state ammettendo il vostro fallimento. Accettate che dalla prossima legislatura un solo uomo, l'uomo solo al comando, decida per tutti. E in cambio pretendete solamente un minimo di autonomia per continuare a fare i vostri interessi.
  Io credo, Presidente, che questa strada sia la strada che porterà a sbattere contro un enorme muro. E credo anche che l'unica cosa che noi possiamo fare come opposizione e come MoVimento 5 Stelle sia evitare che portiate a sbattere contro questo muro anche il popolo italiano (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Fraccaro n. 9/2613-B/12, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Magorno, Paris, Dellai...
  Dichiaro chiusa la votazione. Ah, scusi D'Ambrosio, non ho fatto in tempo.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  425   
   Votanti  361   
   Astenuti   64   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
  82    
    Hanno votato
no  279).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno D'Ambrosio n. 9/2613-B/13, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Greco, Ginoble. D'Ambrosio ha votato.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  421   
   Votanti  377   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  189   
    Hanno votato
 100    
    Hanno votato
no  277).    

Pag. 47

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dieni n. 9/2613-B/14, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Folino, Greco, Rotta, Bolognesi, Magorno, Bossa, Boccuzzi, Berretta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  389   
   Astenuti   45   
   Maggioranza  195   
    Hanno votato
 108    
    Hanno votato
no  281).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cozzolino n. 9/2613-B/15, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Colletti... Scalfarotto... Piccolo... Carloni... Stella Bianchi... Malisani... Ferranti... Pellegrino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  386   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
 107    
    Hanno votato
no  279).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Dadone n. 9/2613-B/16, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giachetti... Bolognesi... Titti Di Salvo... Greco... Bruno Bossio... Greco... Alli...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  434   
   Votanti  407   
   Astenuti   27   
   Maggioranza  204   
    Hanno votato
 125    
    Hanno votato
no  282).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Toninelli n. 9/2613-B/17, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Malisani... Piccione... Matarrelli... Paris...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  436   
   Votanti  392   
   Astenuti   44   
   Maggioranza  197   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  281).    

  Chiedo ai presentatori se insistano per la votazione dell'ordine del giorno Cecconi n. 9/2613-B/18, con il parere contrario del Governo.

  ANDREA CECCONI. Grazie, Presidente. Trovo veramente poco comprensibile la motivazione per cui il Governo ha dato parere contrario a questo ordine del giorno. Infatti significa che il Governo in questa maniera dice apertamente a tutti che è lanciato, e anche molto intenzionato, a far sì che ci siano alcune regioni che sono più belle delle altre mentre alle Regioni che hanno problemi di liquidità momentanee, o alle quali semplicemente il Governo non è disposto a dare competenze aggiuntive e renderle differenziate rispetto alle altre, il Governo non gliele attribuisce. Noi viviamo in un Paese dove Pag. 48abbiamo già delle Regioni a statuto speciale e già questo in alcuni casi si è dimostrato essere un problema (ripeto: in alcuni casi), mentre in altri invece è un successo. Stiamo dicendo che avremo delle regioni che si differenzieranno ulteriormente rispetto alle ordinarie ma anche rispetto a quelle speciali. Questo ordine del giorno chiede semplicemente al Governo di evitare che si vada in questa direzione e che si eviti soprattutto di dare alle regioni che ne fanno richiesta la gestione autonoma dei servizi sociali sul proprio territorio proprio perché in questo modo stiamo creando una divergenza nei confronti soprattutto delle persone più deboli, che sono quelle che accedono ai servizi sociali statali o regionali, che possono trovarsi in regioni in cui il servizio potrebbe essere ben gestito o in regioni in cui il servizio potrebbe essere male gestito. Ciò soltanto perché il Governo ha deciso di dare ad alcune regioni una differenziazione e ad altre no, invece di prevedere che tutte le regioni devono avere lo stesso livello di assistenza sociale su tutto il territorio, proprio come stiamo chiedendo che avvenga di avere un servizio sanitario identico e uguale su tutto il territorio italiano.
  Trovo che sia auspicabile che, per la valenza che ha poi un ordine del giorno e per la valenza che ha l'ordine del giorno solo per questo Governo e non per i Governi futuri, almeno si eviti in questa legislatura e con questo Governo, se malauguratamente questa riforma costituzionale dovesse andare in porto, di dare la possibilità alle regioni che hanno già dimostrato da anni di non essere in grado né nelle condizioni di gestire attivamente i servizi sociali e i servizi sanitari, di gestirli in maniera autonoma.

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cecconi n. 9/2613-B/18, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Garavini... Caso... Colonnese... Currò... Rizzetto.... Migliore...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  433   
   Votanti  386   
   Astenuti   47   
   Maggioranza  194   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  290).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Crippa n. 9/2613-B/19, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Di Gioia... Garavini... Colaninno... Calabria... Sisto...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  426   
   Votanti  380   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  191   
    Hanno votato
 105    
    Hanno votato
no  275).    

  (Il deputato Cassano ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario).

  Prendo atto che i presentatori non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Taricco n. 9/2613-B/20, accolto dal Governo come raccomandazione.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Occhiuto n. 9/2613-B/21, accolto dal Governo come raccomandazione, purché riformulato.
  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Abrignani n. 9/2613-B/22, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.Pag. 49
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Abrignani n. 9/2613-B/22.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Zan... Gregori... Cassano...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  432   
   Votanti  402   
   Astenuti   30   
   Maggioranza  202   
    Hanno votato
  37    
    Hanno votato
no  365).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Francesco Saverio Romano n. 9/2613-B/23, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Francesco Saverio Romano n. 9/2613-B/23.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Giammanco... Rotta...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  429   
   Votanti  409   
   Astenuti   20   
   Maggioranza  205   
    Hanno votato
 134    
    Hanno votato
no  275).    

  Prendo atto che il presentatore insiste per la votazione dell'ordine del giorno Parisi n. 9/2613-B/24, con il parere contrario del Governo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Parisi n. 9/2613-B/24.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Totaro... Bianchi Stella .... Raciti... Daniele Farina... Colonnese....
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  430   
   Votanti  394   
   Astenuti   36   
   Maggioranza  198   
    Hanno votato
  25    
    Hanno votato
no  369).    

  Chiedo al presentatore se accetti la riformulazione dell'ordine del giorno Francesco Sanna n. 9/2613-B/26, accettato dal Governo, purché riformulato.

  FRANCESCO SANNA. Intervengo solo per dire che ringrazio il Governo: la riformulazione è addirittura estensiva rispetto all'impostazione dell'ordine del giorno e conferma la traccia interpretativa che abbiamo dato nel dibattito parlamentare sia sul versante del Parlamento sia sul versante del Governo.

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Di Battista n. 9/2613-B/27.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

  ARTURO SCOTTO. Grazie Presidente. Io ho letto attentamente quest'ordine del giorno, primo firmatario l'onorevole Di Battista. Voglio leggerlo all'Aula e chiedere ai colleghi del MoVimento 5 Stelle, per suo tramite, se sono io che non capisco e non so leggere – cosa possibile –, perché nell'impegno al Governo è scritto: «ad astenersi dall'adottare iniziative legislative recanti proposte di modifica della disciplina elettorale per l'elezione delle Camere una volta giunti all'approvazione della riforma costituzionale».
  Signora Presidente, quest'ordine del giorno me lo sarei aspettato dal PD, che ovviamente difende la legge elettorale che con il voto di fiducia, con una forzatura Pag. 50insopportabile da parte del Governo, ha approvato e ha imposto. Non me lo sarei aspettato dai colleghi che, insieme a me, a altri colleghi della sinistra e di altri gruppi, hanno firmato presso tutti i tribunali d'Italia i ricorsi sull'Italicum (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico). Allora io inviterei l'onorevole Di Battista a ritirare quest'ordine del giorno e a continuare la battaglia che io penso sia giusto fare, quella di modificare in questa legislatura una legge elettorale che mette nelle mani del partito principale tutto il potere. Altrimenti significa che, se ci va il Partito Democratico o ci va il MoVimento 5 Stelle, non cambia nulla. E allora evitiamo di parlare d'ora in poi di stampelle, perché ho l'impressione che sta per nascere il Governo Renzi-Di Battista (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Toninelli. Ne ha facoltà.

  DANILO TONINELLI. Presidente, io dico, tramite lei, al collega Scotto che ci sono dei ragazzi che vanno alla scuola dell'infanzia e magari alle prime elementari che avrebbero capito più facilmente di lui che questo era un ordine del giorno provocatorio (Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà – Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Noi siamo di fronte ad una situazione per la quale (Commenti)...

  PRESIDENTE. Colleghi, lasciate finire l'onorevole Toninelli !

  DANILO TONINELLI....il Partito Democratico cambierà la legge elettorale, quando e se il MoVimento 5 Stelle vincerà a Roma, a Milano, a Torino o a Napoli (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà). Noi stiamo chiedendo ai signori se hanno il coraggio – perché i suoi leader dicono questo – di non modificare quella legge. E lo devono votare quest'ordine del giorno, a cui noi voteremo contro Presidente ! Lo devono votare loro, se sono coerenti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Commenti dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Io gliel'avevo detto, Presidente, a quegli scienziati della legge elettorale, che hanno concepito l'Italicum, che andava a finire così, che si erano fatti la legge su misura per fare vincere il MoVimento 5 Stelle. M'hanno preso per scemo. E ora vedono se sono scemo io o se sono stati scemi loro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti e di deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Di Battista n. 9/2613-B/27, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione – Applausi ironici di deputati dei gruppi Partito Democratico e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà). Bene colleghi, capisco l'entusiasmo, anche perché è l'ultimo voto. Antimo Cesaro... Colleghi, per favore, c’è un rumore troppo forte.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  422   
   Votanti  404   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  203   
    Hanno votato
   4    
    Hanno votato
no  400).    

Pag. 51

  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
  Ricordo che, come stabilito in sede di Conferenza dei presidenti di gruppo, le dichiarazioni di voto finale e la votazione finale del provvedimento avranno luogo lunedì 11 gennaio 2016.
  Sospendo a questo punto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30 per lo svolgimento degli altri argomenti previsti all'ordine del giorno.

  La seduta, sospesa alle 13,50, è ripresa alle 15,30.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amici, Bindi, Boccia, Michele Bordo, Capelli, D'Alia, Dambruoso, Dellai, Di Gioia, Epifani, Fedriga, Ferranti, Fico, Gregorio Fontana, La Russa, Locatelli, Lo Sacco, Mazziotti Di Celso, Migliore, Nicoletti, Pes, Pisicchio, Portas, Realacci, Rosato, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scotto, Tabacci e Valeria Valente sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
  I deputati in missione sono complessivamente centoquattro, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.

Seguito della discussione delle mozioni Binetti ed altri n. 1-01063, Baroni ed altri n. 1-01073, Miotto ed altri n. 1-01074, Vargiu ed altri n. 1-01075, Nizzi e Occhiuto n. 1-01076 e Nicchi ed altri n. 1-01079 concernenti iniziative per la cura dei tumori rari (ore 15,32).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Binetti ed altri n. 1-01063, Baroni ed altri n. 1-01073, Miotto ed altri n. 1-01074, Vargiu ed altri n. 1-01075, Nizzi e Occhiuto n. 1-01076 e Nicchi ed altri n. 1-01079 concernenti iniziative per la cura dei tumori rari (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 30 novembre 2015, sono state presentate le mozioni Vargiu ed altri 1-01075, Nizzi ed Occhiuto 1-01076 e Nicchi ed altri 1-01079, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.

(Intervento e parere del Governo)

  PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la salute, Vito De Filippo, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Grazie Presidente, onorevoli parlamentari il tema di queste mozioni è uno degli obiettivi prioritari del sistema sanitario del nostro Paese, assunto come tale sin dal 2012 in un accordo nella Conferenza Stato-Regioni che ha prodotto successivamente la costituzione di un gruppo di lavoro, che ha consegnato, nel mese di aprile di quest'anno, un documento articolato, dentro il quale troviamo indicazioni e strategie che sono molto sovrapponibili rispetto a gran parte dei temi, degli spunti e degli impegni che sono stati indicati nelle sei mozioni che noi oggi ci apprestiamo ad approvare.
  Sulla base proprio di questo lavoro che ha questa storia, il Governo formula i seguenti pareri. Sulla mozione Binetti il parere del Governo è favorevole. Sulla mozione a prima firma dell'onorevole Baroni il parere è favorevole sui capoversi due, tre, cinque, sei, sette, del dispositivo a condizione che il capoverso numero sette venga riformulato aggiungendo l’incipit «a valutare di promuovere..». Favorevole sul capoverso numero otto e favorevole al capoverso numero nove con la seguente riformulazione: «valuti l'opportunità di Pag. 52aggiornare». Favorevole sui capoversi numero dieci e numero undici, favorevole sui capoversi numero dodici e numero tredici con una riformulazione dell’incipit: «a valutare la possibilità» e a «valutare l'opportunità». Favorevole sul capoverso numero quattordici, favorevole sul capoverso numero quindici con la solita riformulazione dell’incipit. Parere contrario solo sui capoversi uno e quattro.
  Sulla mozione dell'onorevole Miotto il parere è favorevole sull'intera mozione. Anche sulla mozione a prima firma dell'onorevole Vargiu il parere è favorevole sull'intera mozione.
  Sulla mozione a prima firma dell'onorevole Nizzi il parere è favorevole sui capoversi numero uno, numero due e numero tre, mentre il parere è contrario sul capoverso numero quattro.
  Sulla mozione a firma dell'onorevole Nicchi il parere è favorevole sull'intera mozione.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, sulle premesse ?

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Il parere è favorevole.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

  MARCO RONDINI. Grazie Presidente. Intervengo per annunciare il voto favorevole da parte della Lega Nord a tutte le mozioni presentate e per chiedere di poter consegnare il testo dell'intervento.

  PRESIDENTE. La ringrazio onorevole Rondini, certamente la sintesi sarà apprezzata e la Presidenza l'autorizza alla pubblicazione del testo in calce al resoconto della seduta odierna.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.

  PIERPAOLO VARGIU. Grazie Presidente. Anche io annuncio il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica alla mozione che abbiamo presentato, ma anche alle altre mozioni. Non avendo avuto la capacità del collega Rondini di sintetizzare all'interno di un testo scritto il testo dalla dichiarazione di voto, ruberò qualche minuto all'Aula per fare un piccolo ragionamento.
  Credo che la mozione che oggi arriva in Aula sia importante. In realtà le mozioni arrivano spesso in Aula senza una partecipazione ansiosa da parte dell'Assemblea e vengono intese più che altro come interlocuzioni tra Assemblea e Governo su temi specifici, i quali hanno un'importanza che nella maggior parte dei casi è riservata alla parte del Parlamento che segue la specifica attività che è oggetto della mozione. Ecco, io credo che, nel caso specifico, forse questa mozione, se ci fosse una riflessione complessiva, andrebbe appena appena al di là rispetto alla usuale ritualità. Perché ? Perché è una mozione che riguarda un tema, che per un verso è poco noto, ma per un altro verso rappresenta veramente il tema di sistema per l'intera sostenibilità del nostro welfare sanitario.
  I tumori rari rappresentano quella che apparentemente sembrerebbe una nicchia, esattamente come quella delle malattie rare, ma mentre le malattie rare hanno tutto sommato avuto un percorso di estremo interesse e di estrema attenzione da parte del nostro sistema, sia di quello sanitario sia delle attività delle istituzioni, per quanto riguarda i tumori rari le cose sono andate in modo un po’ diverso, nel senso che sono rimaste una sorta di zona d'ombra per cui, a parte quelli di pertinenza della sfera pediatrica e di pertinenza della sfera onco-ematologica, la maggior parte dei tumori rari sono in attesa della partenza della famosa rete dei tumori rari, che annunciata in Italia quasi vent'anni fa nel 1997, in realtà ad oggi non è stata ancora istituzionalizzata.
  Ciò comporta una serie di problemi per gli utenti, perché i tumori rari, che sono rari così come le malattie rare se presi Pag. 53individualmente uno per uno, sono oltre duecento quelli che alla fine rappresentano l'intera casistica di tumori rari, non lo sono affatto per quanto riguarda la loro consistenza complessiva sul totale. Anzi, oggi rappresentano il 23 per cento delle nuove diagnosi complessive di tumore nel nostro Paese. Sono, quindi, una cosa rara se vengono presi individualmente i singoli tipi di tumore, ma che non è affatto rara se noi teniamo a mente il numero complessivo.
  Cosa significa questo ? Lo spiego in termini che sono comprensibili a chiunque: se qualcuno si ammala di tumore raro in una delle ventuno regioni italiane c’è la necessità che il sistema lo accompagni, e questa necessità è un po’ diversa rispetto a quella delle malattie cosiddette normali o dei tumori cosiddetti normali, perché la diagnosi, che è un po’ più difficile da fare, proprio perché una casistica di numeri su quello specifico tumore in quella regione può non essere particolarmente ampia e quindi può essere più difficile fare la diagnosi, ma una volta che viene fatta la diagnosi, e spesso la diagnosi, lo ribadisco, è una cosa complessa, quindi una cosa che costa grande fatica al paziente e contemporaneamente può costare grande spesa di denari al sistema che si deve occupare di gestire il paziente, ma fatta la diagnosi non sempre c’è immediatamente visibile e percepibile il centro di riferimento che si deve occupare di trattare il problema di quel paziente.
  Ecco, questo è lo straordinario dramma che noi spesso viviamo. Noi corriamo il rischio di avere pazienti orfani, cioè pazienti che non hanno un accompagnamento verso la struttura che deve prima diagnosticare e poi seguire il problema da cui questi pazienti sono affetti, e abbiamo, quindi, sostanzialmente il rischio di mettere sotto tutela un paziente. Allora qual è il ragionamento ? Il ragionamento che vale per i tumori rari, e che vale anche per le malattie rare ovviamente, molto più che per qualsiasi altra cosa, è che il sistema deve capire che non è un sistema regionale, o addirittura aziendale a livello di ASL, quello che deve dare la risposta al problema.
  Ma non può che essere un sistema a rete a mettere insieme le competenze migliori, che in Italia sono presenti sulle singole patologie e che inizia a ragionare sulla sfida della cosiddetta mobilità transfrontaliera. Voi sapete perfettamente – in quest'Aula si dovrebbe sapere perfettamente – che esistono delle direttive europee che sempre più pesantemente indicano che c’è la necessità di garantire la libera circolazione dei pazienti nelle strutture sanitarie di tutta l'Unione europea.
  Ebbene, colleghi, questa è la sfida di sostenibilità del nostro sistema, cioè il nostro sistema deve avere la capacità di garantire quei principi di equità e di universalità che la legge n. 133 del 1999 ha messo al centro dell'attenzione del nostro sistema sanitario, anche in un contesto di ristrettezza di risorse e di riduzione delle risorse disponibili qual è quello dell'attuale economia italiana.
  Noi abbiamo una sanità che è finanziata dalla fiscalità generale. Allora, in una fiscalità generale, che ha ridotto del 15 per cento la sua ricchezza negli ultimi sette, otto anni, è evidente che un sistema di assistenza, che è basato sulla fiscalità generale, rischia di andare in sofferenza se non ha individuato nuovi modelli, nuove sistemi e nuove sfide a cui in qualche maniera collegarsi. Le malattie rare e i tumori rari rappresentano plasticamente la necessità di trovare risposte alle nuove sfide, perché indicano che non esiste una risposta contingentata ai piccoli bacini.
  La risposta non può che essere costituita dalle reti larghe; la risposta non può che essere data dal coinvolgimento di tutte le regioni italiane, quindi di una presenza, da parte dello Stato come regolatore, che sia molto più forte e molto più presente di quello che è attualmente e non può che essere relativa alla interrelazione delle risposte che guardano ad altri sistemi europei, perché ci sono tumori rari che possono trovare risposta per il paziente soltanto se noi abbiamo in mente le famose reti di integrazione europea, che oggi Pag. 54rappresentano una delle principali idee a cui il nostro sistema sanitario deve in qualche misura correlarsi e adeguarsi, se vogliamo che non perda di efficienza e di qualità.
  Siccome io credo che nessuna delle persone che sono dentro quest'Aula, nessuno dei parlamentari possa neanche pensare che la qualità del sistema sanitario italiano sia destinata ad andare in un piano inclinato, il cui completamento sia quello della perdita della qualità, della perdita di appropriatezza e dell'esclusione dei più deboli, perché in sanità, come dovunque, interviene il welfare e chi è ricco trova delle risposte, tirandole fuori dal cilindro come se fossero dei conigli magici; chi è povero o è tutelato da un sistema che funziona bene o rischia di essere al di fuori delle tutele.
  Io credo che questo il Parlamento lo abbia ben chiaro in testa. Credo che il Governo – e ringrazio il sottosegretario De Filippo –, dando le risposte che ha dato alle mozioni che sono state presentate, abbia dimostrato una sensibilità, un'intelligenza e una capacità di conoscere i problemi che sicuramente è nel solco di ciò che abbiamo sempre visto fare al sottosegretario e al Ministro Lorenzin su queste problematiche. Credo che una risposta alle mozioni, come quella che il Governo ha dato, non possa essere un pannicello caldo per accontentare l'Aula, che ha esercitato la sua capacità di scrivere testi di mozioni, ma sia una risposta reale del Governo che ha piena consapevolezza di quello che è il problema e ha la piena consapevolezza che la risposta data oggi sui tumori rari non è, in realtà, una risposta solo sui tumori rari, ma è una risposta sulla capacità del nostro sistema sanitario di reggere le sfide che, se non venissero rette, sarebbero pagate da tutta quanta la nostra popolazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia e del deputato Scanu).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. Intanto la ringrazio, perché non è stato possibile rispondere all'appello che lei aveva formalizzato poco fa per via di una coda dell'ufficio di presidenza della Commissione bilancio.
  Intervengo per ribadire l'assoluta positività dell'iniziativa che è stata assunta con queste mozioni ed è estremamente importante perché le sfide sono enormi, in termini di salute e in termini di efficienza e di efficacia. Non dimentichiamoci che noi siamo adesso alla libera circolazione dei pazienti all'interno del sistema europeo. Ma non solo, perché c’è una grande evoluzione, per fortuna dell'umanità, nel contesto dell'innovazione e delle conquiste della scienza medica, sia dal punto di vista tecnologico sia dal punto di vista professionale. Ritengo che queste sfide possano essere vinte, così come ricordava chi mi ha preceduto, se riusciamo ad attrezzarci tutti insieme, perché anche questo rappresenta un punto fermo di conquista e di attuazione dei livelli essenziali di assistenza, che è di competenza, rispetto alle situazioni relative alla guida e alla verifica, del livello centrale rispetto alle regioni.
  Il Governo, insieme alle regioni, ha già delle linee guida di indirizzo. Si tratta, poi, di attuarle quanto prima, in un contesto in cui l'evoluzione genetica molecolare sta portando a dei risultati incredibili e, quindi, si va verso una medicina e una cura quanto più possibile personalizzata. Si arriverà a questo tipo di situazione, per non parlare, poi, anche della medicina predittiva. In questo caso penso che la situazione da affrontare rispetto al censimento, cioè ad avere la banca dati dei tumori rari, debba essere una necessità ineludibile per il servizio sanitario nazionale.
  Per questo motivo, condivido non solo la mozione a prima firma dell'onorevole Binetti, ma anche tutte le altre mozioni che vanno in questa direzione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Palese, anche per la sintesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

Pag. 55

  MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. Anche noi condividiamo gran parte delle mozioni presentate, perché riteniamo che il tema che noi affrontiamo oggi sia di particolare delicatezza e, quindi, apprezziamo che il Parlamento si misuri con questo tema. La rete dei tumori rari, che connette circa 200 centri oncologici italiani e che noi – questo è un impegno – dobbiamo istituzionalizzare, per far sì che diventi una risorsa permanente per il sistema sanitario nazionale, considera rare le neoplasie con un'incidenza annuale inferiore o uguale a 6 casi ogni 100 mila.
  Quindi, da questo parametro risulta che il numero dei casi di tumore raro sia elevato, cioè anche se sono pochi casi per ogni tumore complessivamente i casi coinvolti sono numerosi e possono giungere – ce lo dicono i dati – a un quinto dei casi totali di neoplasia maligna. Dunque, siamo di fronte ad una sorta di paradosso: sebbene si parli di tumori rari, il problema di questo tipo di patologie è socialmente rilevante proprio in termini quantitativi e, quindi, per usare una metafora usata precedentemente, questa parte di sofferenza, questo diritto alla salute non può rimanere in ombra, ma deve essere affrontato e mirato con interventi precisi.
  Come tutte le altre malattie rare, i tumori rari comportano evidenti problematicità. I centri che dispongono di competenze cliniche sono pochi, non facilmente individuabili, mal distribuiti sul territorio e questo comporta evidenti difficoltà per i malati. Il trattamento dei tumori rari chiede molto spesso degli approcci interdisciplinari e la distribuzione non omogenea sul territorio di questi centri complica molto la fruibilità da parte dei pazienti.
  Tutto questo comporta l'aggravamento del fenomeno della migrazione sanitaria, con costi sociali ed umani molto elevati. Nel nostro Paese sappiamo – e lo abbiamo affrontato varie volte, non ultimo in tema di riforma costituzionale – che i problemi relativi all'accesso alla diagnosi e alla terapia per molti disturbi sono aggravati da una frammentazione dei sistemi sanitari su base regionale, che impongono spesso ai pazienti una disparità di condizioni, di trattamento e soprattutto – ripeto – dei costi per lo spostamento e di mobilità inaccettabili per accedere alle terapie giuste.
  La reale disponibilità delle terapie per i pazienti, per questo tipo di pazienti, passa inoltre attraverso la negoziazione del prezzo e del rimborso a livello dell'AIFA e poi, successivamente, attraverso ventuno procedure regionali diverse, dalle quali dipendono tempi e modalità secondo cui il farmaco viene inserito nelle modalità specifiche delle regioni all'interno dei prontuari terapeutici.
  Ciò comporta quindi, per esempio, che spesso l'accesso al farmaco sia ritardato. Questo è un problema molto grave: da un'indagine di Farmindustria si è evidenziato che c’è un ritardo medio di nove mesi per accedere ai farmaci, con regioni che hanno registrato ritardi anche di oltre un anno e mezzo, cioè un ritardo rispetto a delle patologie con un bisogno di cure impellente.
  Quindi, viene meno l'obiettivo principale del Regolamento CE n. 141 del 2000, quando si afferma la contemporaneità della disponibilità delle cure e la garanzia dei livelli omogenei di tutela della salute.
  A causa del costo elevato dei trattamenti si accentuano gli impatti delle diseguaglianze: molti non sono in grado di poter accedere a queste cure. Infatti, le prestazioni diagnostiche, chirurgiche e i trattamenti sono garantiti solo in parte dal sistema sanitario nazionale. Non tutte le terapie mediche per i tumori rari prevedono farmaci prescrivibili, rimborsabili e vi sono quindi diseguaglianze a seconda dei servizi sanitari regionali.
  Ecco, è importante quindi che questo Parlamento individui in modo unitario – come avverrà con le votazioni delle mozioni – quelle misure che sono volte a garantire a tutte le persone affette da queste patologie la possibilità di accesso alle cure, a partire da una diagnosi precoce, che è il momento decisivo, una diagnosi che troppo spesso viene ritardata Pag. 56proprio per la difficoltà che incontrano tanti medici a riconoscere una patologia cosiddetta rara.
   Riassumo i nostri impegni, proprio per affrontare questo delicato tema che deve uscire da una zona d'ombra: noi vogliamo garanzie per un accesso ai farmaci salvavita nei tumori rari, anche attraverso degli off-label, quei farmaci già oggetto di sperimentazione e già approvati dall'autorità sanitaria, ma registrati, autorizzati solo per alcune delle indicazioni terapeutiche.
  Vogliamo favorire il cosiddetto uso compassionevole per poter consentire ad un paziente affetto da tumore raro di accedere a farmaci innovativi, ancora sottoposti a sperimentazioni e privi dell'autorizzazione all'immissione in commercio. Vogliamo mirare a rendere immediatamente disponibili in tutti i siti istituzionali, quelli regionali e quello del Ministero della salute, l'elenco ufficiale dei centri dedicati a questo trattamento. Vogliamo garantire cioè il pieno accesso alle cure, riducendo quel fenomeno della migrazione, e puntare anche ad un aggiornamento costante del registro dei tumori, in modo dinamico, in modo da evidenziare tutte le informazioni necessarie per aggiornare continuamente gli scambi di conoscenza e di competenza. Vogliamo accelerare tutte le procedure per autorizzare nuovi farmaci qualificati come farmaci orfani ed incentivare – questo sì – pienamente il sostegno alla ricerca scientifica, anche producendo e creando buona occupazione per trovare farmaci innovativi e affrontare questo grande tema.
  Insomma, percorsi terapeutici mirati, appropriati, capaci di intervenire – così è detto – per casi rari, visti nella loro tipicità, vedendo la persona paziente in modo più ravvicinato, sapendo che appunto – come abbiamo detto – l'essere un caso raro non significa nell'insieme non rappresentare una parte importante di sofferenza e quindi una parte fondamentale per garantire il diritto alla salute (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.

  PAOLA BINETTI. Presidente, come ha già affermato il collega Vargiu pochi minuti fa, introducendo la sua relazione, noi riteniamo che il tema dei tumori rari sia davvero un tema molto importante. Lo riteniamo importante sotto il profilo scientifico, importante sotto il profilo della sofferenza e del disagio che provoca nelle famiglie. È importante anche per un altro motivo particolarissimo: che è molto difficile che nella propria vita ognuno di noi non sia personalmente toccato dall'esperienza del tumore e che quindi non abbia vissuto sulla propria carne quello che significa tutto l'insieme delle domande, spesso senza risposte, che poniamo a livello delle istituzioni.
  Non è un tema indifferente, non è un tema, come dire, che appartiene alle esperienze remote, oppure a quelle di una politica di cui tu non fai, nella tua quotidianità, esperienza in carne viva.
  Detto questo, io vorrei semplicemente sintetizzare in dieci parole chiave ciò che riguarda il cuore stesso di questa mozione. La prima parola che voglio mettere in evidenza è l'aspetto collegiale condiviso che ha avuto questa mozione all'interno della nostra Commissione. Questa mozione vede la luce dopo un lavoro che è durato circa un anno. Abbiamo cominciato con le malattie rare, abbiamo fatto un'indagine conoscitiva, abbiamo prodotto un documento, abbiamo condiviso tutti insieme una risoluzione e poi c’è stato il passaggio dalle malattie rare ai tumori rari. Ma questo percorso è stato un percorso che abbiamo vissuto tutti insieme, ben consapevoli che soltanto facendo rete tra di noi avremmo potuto in qualche modo richiamare l'attenzione del decisore politico al più alto livello, come è il Governo.
  La seconda parola chiave che voglio mettere in evidenza è quella che riguarda in questo momento la collaborazione internazionale e che sta per avere la sua vera espressione, la più moderna e la più avanzata a febbraio, nel prossimo febbraio, Pag. 57ossia la decisione di creare questi ERN, cioè questi centri di ricerca e di assistenza avanzati, veri e propri ABA a livello europeo, in cui confluiranno tutte le risorse possibili, sempre di stampo europeo, per produrre però poi subito dopo linee-guida, modelli di assistenza e progetti di ricerca.
  Ed è da questa risposta europea così intensa che noi vogliamo non soltanto ricavare linfa per portare avanti un'attività che è già molto prestigiosa in Italia – pochi giorni fa, il presidente dell'Istituto nazionale dei tumori è stato proclamato referente a livello europeo per tutto questo tipo di problematica – ma noi vogliamo farlo anche per un altro motivo, perché riteniamo che l'eccellenza italiana meriti anche in questo caso di trovare la sua giusta visibilità. Noi siamo abituati a un'eccellenza del made in Italy e a declinare questo made in Italy nel campo della moda, nel campo dell'alimentazione, eccetera, ma l'eccellenza nostra vera e propria è proprio nel campo dell'esperienza di cura e dell'esperienza di ricerca, dedicata in modo particolare a queste realtà.
  Di fatto, la terza parola chiave che voglio utilizzare è proprio quella di rarità. Sembra quasi che, quanto più difficile è la sfida, quanto in un certo senso più il ricercatore si sente interpellato in prima persona e chiamato a mettersi in gioco, tanto più sia capace di una creatività intellettuale che veramente produce risultati di grande interesse. Noi sappiamo anche come il tema della rarità ponga difficoltà non indifferenti a livello, per esempio, della diagnosi, ma anche a livello del trattamento e della cura, e anche chiaramente poi a livello della prognosi.
  Per quanto riguarda concretamente i tumori rari, sappiamo tutti come nel 40 per cento dei casi, la prima diagnosi di tumore raro risulti errata, tanto è l'esperienza della rarità qualcosa con cui è difficile fare i conti a prima vista. Ma, proprio per questo, c’è bisogno del secondo parere ed è nel secondo parere, e quindi nella comunità scientifica, che si costruisce intorno al bisogno di dare risposte adeguate alle esigenze dei malati, che si costruisce anche quella solidarietà scientifica coadiuvata dalla tecnologia, un'altra parola chiave che vorrei utilizzare proprio per introdurre il tema assolutamente indispensabile del registro dei tumori rari.
  È solo una rete, quindi solo la possibilità di accedere a strumenti di una tecnologia sufficientemente semplificata da rendere facile immettere dati ma altrettanto capace di rielaborare questi dati da poter restituire agli scienziati, ai medici ma anche ai pazienti che vi accedono, le risposte giuste per affrontare i loro problemi. Questa nostra mozione non è una cosa del tutto nuova a livello di Ministero, il Ministero della salute ha già seguito due programmi importanti, uno è Rarecare e l'altro è Rarecarenet. Il Ministero ha formato un gruppo di ricerca, un gruppo formato anche da competenze molto diverse che si sono occupate già di questi temi, si sono occupate però soprattutto per porre le domande, per evidenziare le difficoltà, per mettere in luce le criticità, per esempio la difficoltà stessa non solo di arrivare alla diagnosi giusta ma la difficoltà di convenire su una diagnosi e sui criteri che pongono quella diagnosi. La difficoltà poi non irrilevante di non disporre ancora adeguatamente dei farmaci giusti per affrontare queste patologie. Ulteriore difficoltà che è stata messa in evidenza è che a volte per poter trattare i pazienti che sono in un livello di grande complessità c’è bisogno di ricorrere a farmaci che non hanno ancora completato il loro iter di ricerca, farmaci che non sono ancora sul mercato in quanto tali e quindi significa poter avanzare delle richieste che rendono difficile trovare il punto di equilibrio tra la sicurezza del paziente come esperienza di linguaggio scientifico consolidato e la sicurezza del paziente come la speranza con cui il paziente guardi alla propria possibile sicurezza ed è questa la possibilità di accedere a farmaci che ancora non abbiano completato l'iter della fase due, quindi laddove ancora la sperimentazione non è in grado di garantire tutti i suoi passaggi, però è in grado di aprire speranze, è in Pag. 58grado di garantire al malato che non ci sarà tossicità ed è in grado di fargli intuire che forse c’è un rimedio per lui. Ci si è chiesti molte volte – è stato uno dei dibattiti che abbiamo affrontato – fino a che punto e che cosa i tumori rari condividessero con le malattie rare, bè sicuramente la rarità è l'elemento che condividono, ma posto questa sorta di denominatore comune che crea nel malato il senso dell'insicurezza, il senso della solitudine, poi però le strade divergono, quello che per esempio per i malati rari è rappresentato come fattore di eccellenza, dalla prevalenza per i tumori rari è invece rappresentato dall'incidenza, cioè quanti sono i casi nuovi di tumore raro che si presentano. Quello che per esempio per le malattie rare è connotato dalla cronicità, nel caso dei tumori rari invece è connotato da una sorta di sub acuzie, per cui il tempo in qualche modo gioca contro quello che tu fai. Quello che per esempio come cofattore causale per le malattie rare è rappresentato sostanzialmente dalla genetica, in questo caso è quel mix complesso per cui la genetica si confronta con tutti i fattori ambientali, con i fattori anche di quell'inquinamento con cui tante volte abbiamo dovuto fare i conti. È stato già detto ed è stato già brillantemente sintetizzato dai colleghi come le grandi famiglie dei tumori rari comprendono da una parte i tumori dell'età pediatrica – e già questa è una classe molto ampia e molto variegata – poi i tumori dell'area onco-ematologica e poi ci sono circa dieci tumori – anzi, sono dieci tumori per ora – che si chiamano i cosiddetti «tumori solidi», che sono stati riattribuiti quasi in senso anatomico e fisiologico al corpo umano. Sono modalità per affrontare tematiche che vediamo quanti quesiti pongono ancora alla ricerca e quindi di conseguenza quanti quesiti pongono ancora anche a tutto il nostro lavoro, eppure per tutto questo, nonostante quella Commissione tecnica voluta dal Ministero, il lavoro fatto finora lo possiamo ascrivere a quella forma di volontariato scientifico per cui la community scientifica si è autonomamente autoconvocata rispetto a un problema, a volte anche in assenso o in carenza di risorse, ma perché non poteva sottrarsi alla richiesta di aiuto che veniva da piccoli gruppi di malati che avrebbero corso il rischio di sentirsi soli. A questo volontariato scientifico che, insisto, ha raggiunto risultati di eccellenza, noi vorremmo offrire con la mozione un supporto efficace, non solo in termini di risorse – per esempio, per creare la rete – ma anche in termini di sostegno e di supporto per pensare alla loro candidatura a livello europeo.
  Io credo in altri termini, Presidente e Governo, che prestare attenzione a questi malati significa oggi dare una risposta di alto livello culturale, alto livello scientifico ma anche alto livello assistenziale. Oggi è una strana giornata, oggi è la Giornata mondiale della disabilità, in genere noi consideriamo la disabilità come legata a un particolare tipo di problema ma io vi garantisco che il paziente affetto da un tumore raro arriva ad un momento della sua vita in cui si sente come un grande disabile, un profondo disabile, questo a conferma del fatto che votare questa mozione oggi in questa giornata significa anche fare nostre tutte le esigenze che il senso del limite della nostra vita pone ad ognuno di noi e nella misura in cui ricrea tutte le condizioni per una solidarietà che è solidarietà dalla comunità scientifica, solidarietà dal punto di vista dell'assistenza ma anche sempre e soprattutto solidarietà umana (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nizzi. Ne ha facoltà.

  SETTIMO NIZZI. Signor Presidente, il problema delle malattie rare e soprattutto dei tumori rari in Italia è un problema molto serio, così come hanno già detto i colleghi, dato che, rappresentano circa il 23 per cento dei tumori. In Italia diecimila nuovi casi ogni anno, un numero molto molto importante. Così come ha detto la Binetti – scusate se vi cito – però il quadro è abbastanza chiaro, il problema Pag. 59dei tumori rari è soprattutto l'errore diagnostico iniziale, perché si pensa che sia un certo tipo di malattia, invece poi ci si accorge, ripetendo esami, ripetendo accertamenti, spostandoci di città, rivolgendoci a nuovi centri diagnostici, che la diagnosi iniziale era errata. Questa ci fa perder tempo per cui facendoci perder tempo ci fa perdere anche l'occasione di poter salvare spesso una vita. Siamo abituati ad assumere determinate importanti determinazioni in Italia, poi però le lasciamoli lì, è il caso dell'elenco delle malattie rare che dal 2001 non viene aggiornato. Forse un nuovo tipo di approccio nei confronti di questi registri sarebbe sicuramente di ausilio anche alla diagnosi delle stesse, cercare di convogliare indicazioni e soprattutto diagnosi fatte nelle diverse regioni e nelle diverse località scientifiche e centri scientifici specialistici ad alta tecnologia che esistono in Italia forse avrebbe aiutato lasciando magari un registro in progress, laddove dopo attenta valutazione il Ministero poteva continuamente aggiornare lo stesso. Questo non è stato fatto, io spero che, con la sollecitazione di queste mozioni, sia il registro per le malattie rare che quello per i tumori rari possano essere in breve tempo istituiti. Spendere denaro così come sempre capita per la diagnosi di un tumore raro è una cosa che facciamo molto volentieri per salvare una vita; come è stato detto circa la metà dei tumori rari appartengono all'età pediatrica, assieme a quelli ematologici. Ebbene, se fossimo stati posti in grado di avere una rete di conoscenze molto più facilmente consultabile non soltanto da parte della comunità scientifica, dei medici e dei chirurghi, ma degli stessi pazienti, della stessa popolazione, sicuramente avremmo potuto anche in qualche caso abbreviare i termini. Oggi il paziente non è come il paziente di vent'anni fa, non appena c’è un sintomo il paziente va da solo alla ricerca della propria patologia su internet e va alla ricerca dei migliori centri specialistici, sia a casa che fuori regione, così come all'estero e anche in altri in altri continenti, spesso però deve scontrarsi con la situazione economica della famiglia stessa.
  Per cui noi, facilitando l'istituzione del registro e, soprattutto, migliorando la conoscenza e la divulgazione dei dati, sicuramente, porremmo le stesse persone affette da tumori o da malattie rare nelle condizioni di risparmiare denaro, faremmo risparmiare denaro allo Stato e, soprattutto, potremmo dare maggior probabilità di vita e miglior qualità di vita ai pazienti che, sfortunatamente, subiscono questo tipo di malattie.
  Come gruppo di Forza Italia condividiamo tutte le mozioni presentate e accettiamo anche la riformulazione (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Nizzi, anche per la sintesi.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baroni. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente. Se stiamo cercando di intervenire su questo argomento, tutto il Parlamento deve ringraziare l'onorevole Binetti per aver portato questa mozione in Aula; stiamo parlando di circa 250 patologie oncologiche che vengono raggruppate in un cluster, ovvero in un raggruppamento, che riguarda i tumori rari. Questo porta, con un rapido conteggio, a circa il 20 per cento di tutti i tumori che vengono registrati in Italia e, però, ammalarsi di tumore raro significa rientrare in uno spicchietto, in un piccolo spicchietto – con il numero che va da uno a 250 – dei tumori rari. Allora, questo ha tutta una serie di conseguenze e queste conseguenze, normalmente, per il paziente, significano viaggi della speranza, significano grandi ricerche su Internet, attraverso doppie o triple consulenze per la ricerca della conferma o, a volte, anche, della smentita di un'eventuale diagnosi di un tumore raro. Avere a che fare con numeri così esigui di persone che si ammalano della stessa malattia oncologica è sicuramente sconfortante.
  C’è da dire che all'interno di questa discussione, all'interno di questo lavoro di Pag. 60statistici – soprattutto, vi sono volontari, estremamente coinvolti, che da molti anni, poi, lavorano attraverso la rete e l'AIRTUM che è un'associazione, fondamentalmente, di volontariato che si occupa di creare, a livello nazionale, ma, purtroppo, lo fa solo a macchia di leopardo, i registri dei tumori in Italia – si è pensato, visto che questo tipo di proposta di legge in Parlamento al momento è stata incardinata in Commissione affari sociali, eventualmente di poter estendere la volontà della obbligatorietà di creare, curare e mantenere un registro di tumori rari all'interno di un registro dei tumori nazionali.
  Questa è una delle proposte attualmente in essere, di cui si parla in Commissione affari sociali e questo avrebbe tutta una serie di conseguenze. La prima delle quali è occuparsi e valorizzare soprattutto il lavoro che è stato precedentemente fatto, attraverso, ovviamente, il progetto di ricerca RITA, che, comunque, è stato finanziato dal Ministero della salute, e il progetto di ricerca RITA 2. Poter fare questo tipo di operazione, cioè rendere obbligatorio da parte dei pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, ovvero impiegati pubblici, funzionari pubblici, che purtroppo in questo momento magari ad iso-risorse, cioè senza ulteriori stanziamenti da parte dello Stato, dovranno farsi carico di un lavoro enorme, significa, però, andare nella direzione giusta.
  Sappiamo benissimo che l'Istituto nazionale di Milano è capofila in tutto il lavoro che è stato svolto sui tumori rari. Sappiamo bene che, in Europa, si è fatto un lavoro diverso relativamente a come vengono gestiti e inquadrati i tumori rari, perché nel resto dell'Europa i tumori rari rientrano all'interno della presa in carico delle malattie rare.
  In Italia, questa cosa non è stata possibile, perché, comunque, lo Stato italiano, i legislatori italiani non si sono mai occupati di rendere obbligatorio questo tipo di attività di ricerca, soprattutto di ricerca epidemiologica. Infatti, ricordiamo che, nel momento in cui noi dovessimo avere un registro dei tumori rari o un registro dei tumori, il Governo non avrebbe più scuse nel momento in cui dovessero arrivare delle denunce in merito al fatto che nella zona dell'Ilva di Taranto, per esempio, ci si ammala con una frequenza incredibilmente più alta di tumore o che nella zona della Terra dei fuochi è assolutamente ineccepibile il nesso causale relativamente a qualsiasi tipo di tumore. Ovviamente, in quelle zone l'obbligatorietà di un registro dei tumori porterebbe alla luce tutto quanto riguarda il maggiore tasso di incidenza e il maggiore tasso di prevalenza.
  Quindi, fare prevenzione primaria significa prendersi delle responsabilità, allocare, comunque, queste risorse e obbligare, anche, lo Stato, in questo caso, che è seduto qui ai banchi del Governo come decisore finale, a far sì che alcune linee di finanziamento debbano assolutamente essere estese, in particolare, nel pubblico.
  Invece, in queste mozioni, purtroppo, siccome sono partiti prima i privati, sono partiti prima i volontari, allora il pubblico rimane comunque da parte, il pubblico non viene investito in maniera perentoria relativamente a progetti di ricerca di prevenzione primaria, secondaria e terziaria, ma si vuole valorizzare ed estendere quello che già c’è.
  A noi va bene, assolutamente, valorizzare ed estendere tutto il lavoro fatto, ma il sistema sanitario pubblico, come anche evidenziato nella mozione Binetti, deve essere il luogo in cui avviene una netta transizione del lavoro svolto e una presa in carico, affinché i nostri ricercatori, i nostri clinici, i nostri patologi possano continuare questo lavoro, fatto, molto spesso da figli di persone malate di tumore, che, poi, diventano oncologi o che diventano volontari e che, quindi, fondamentalmente, non utilizzano grandi fette di finanziamento pubblico, per quanto riguarda un'attività di prevenzione primaria che è fondamentale.
  Prevenzione primaria significa evitare che le persone si ammalino, quindi, è tutt'altra cosa rispetto alla questione importantissima, altrettanto importantissima, della diagnosi precoce; però, ecco, sono Pag. 61due tipi di politiche sanitarie su cui occorre investire in maniera potente, in maniera uguale.
  Normalmente i portatori di interessi, i grandi investitori nella sanità privata sono molto più interessati alla cosiddetta diagnosi e cura, perché senza il malato, nel privato, non ci può essere profitto. Noi siamo estremamente interessati, invece, a creare tutte quelle politiche di conoscenza, di conoscenza reciproca e di investimento in termini di ricerca e di allocazione delle risorse, lo ripetiamo ancora una volta, affinché gli italiani possano avere una minima possibilità che il contesto ambientale non incida in maniera significativa sul fatto che loro purtroppo si sono ammalati.
  Ecco, questi sono dei punti estremamente importanti, perché le diverse mozioni, comunque, su alcuni aspetti, su alcuni punti, lievemente, si contraddicono, perché vogliamo mettere tutto e vogliamo dare un'idea di unitarietà. Purtroppo la questione è molto complicata, noi chiederemo la votazione su alcuni punti su cui riteniamo che il Governo sia, comunque, in contraddizione.
  Voteremo a favore di tutte le altre mozioni in maniera unitaria, tranne per due punti della mozione Vargiu che riguardano la possibilità di mettere in capo all'Agenas questo tipo di lavoro che è stato espletato. Noi ci asterremo su questo punto, perché siamo per il pubblico, non capiamo come mai proprio l'Agenas e non per esempio l'Istituto superiore di sanità, che sicuramente sarebbe maggiormente indirizzato a questo tipo di lavoro, visto che già lo fa con le malattie rare.
  In secondo luogo, riteniamo di impegnare il Governo anche a promuovere e favorire, anche attraverso apposite iniziative normative, l'istituzione di un registro nazionale tumori che comprenda, obbligatoriamente i dati epidemiologici relativi ai tumori rari in riferimento agli elenchi citati in premessa. Ecco, chiediamo che venga levata la riformulazione al dodicesimo capoverso, perché questa cosa il Governo la sta già facendo. Le schede di lettura della Camera affermano che questo tipo di lavoro il Governo lo sta già facendo, quindi non capiamo come mai possa chiedere una riformulazione su qualcosa che sta già facendo.
  Quindi, fondamentalmente, chiediamo che il Governo possa rivedere il parere sul dodicesimo capoverso per accogliere la nostra richiesta. Ringraziamo, comunque, tutti e, per quanto è possibile, portiamo avanti tutti questi tipi di iniziative (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Burtone, è l'ultimo intervento. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, ogni anno, vengono diagnosticati circa 400 mila nuovi casi di tumori. I tumori, quindi, sono una causa di mortalità molto presente nel nostro Paese, la seconda causa di morte. Al di sotto del 5 per cento vengono definiti i tumori rari. Declinare un tumore come raro significa avere la percezione che è difficile fare la diagnosi e che il percorso terapeutico diventa estremamente impegnativo. Ecco perché il Partito Democratico ha presentato la propria mozione e ha apprezzato che il Parlamento abbia deciso di dare una linea di indirizzo al Governo su questa delicata materia, convinti come siamo che si sono fatti tanti passi in avanti nella ricerca. È stato detto che noi abbiamo utilizzato i programmi RITA1, RITA2, e anche quello delle malattie rare, per andare avanti nella ricerca, per cercare le cause che stanno alla base di questa patologia. Non c’è dubbio che il dato che maggiormente affiora è proprio che siamo davanti a tumori che colpiscono soprattutto i bambini, quindi la sfera pediatrica. C’è una linea di ricerca molto interessante che riguarda la genetica e quindi per noi è importante l'appuntamento del 2016 in Europa, dobbiamo presentarci con forza politica, ma anche con grande determinazione scientifica per giocare le nostre carte, per entrare nella rete europea delle malattie rare e per concorrere, come chiedono le regioni, ad avere alcune strutture, alcuni centri d'eccellenza Pag. 62direttamente collegati nella rete europea per affrontare il tema così delicato dei tumori rari. Certo, dobbiamo avere le carte in regola, e le prime carte in regola dobbiamo averle a livello scientifico. Credo sia necessario andare avanti in un processo di specializzazione, ma anche di formazione. Il tema afferisce alla professionalità dei medici di base, i medici di famiglia, ma anche ai pediatri perché, come dicevo, è una patologia che tocca, purtroppo, maggiormente l'età pediatrica. Così come un grande interesse avrà sicuramente il tema del registro nazionale tumori, per avere dei dati, per fare dei confronti, per fare un'analisi epidemiologica corretta, correlata con i territori, sull'influenza dell'ambiente su queste patologie, sugli stili di vita.
  In conclusione, signor Presidente, io credo ci sia anche l'interesse di interloquire con le associazioni dei malati e con il mondo del volontariato. Intanto perché c’è un problema di assistenza delicatissimo in questo settore. C’è anche il tema della comunicazione, perché io non voglio generalizzare, ma girano notizia improprie, a volte strumentali, speculative. È facile, ma anche estremamente doloroso, speculare sulla vita di coloro i quali si trovano ad affrontare questo dramma. Ecco perché io credo che sia compito anche delle istituzioni dare le informazioni giuste attraverso coloro i quali dialogano con queste famiglie colpite da questa vicenda così triste. Non c’è dubbio che noi abbiamo la necessità di rassicurare anche nell'utilizzo dei farmaci, perché i farmaci tradizionali che si utilizzano in oncologia hanno una capacità di incidere. Certo ci sono i farmaci innovativi, c’è la necessità di andare avanti sulla ricerca, ma noi dobbiamo puntare su un sistema sanitario, quello nostro, che ha innanzitutto il tema della universalità e viene considerato tra i più significativi, tra i più importanti nel mondo. Quindi si può utilizzare questo nostro sistema per arrivare ad approcciare, dal punto di vista terapeutico, al meglio coloro i quali sono colpiti da questa patologia. Per fare questo, il nostro sistema sanitario deve andare verso l'eccellenza, la professionalità, verso la meritocrazia, nel momento in cui si fanno le scelte di coloro i quali debbono guidare alcuni reparti, perché quando si sta male non si cerca il medico che abbia la stessa tessera di partito, si cerca il medico migliore. Ecco perché il nostro intento deve essere quello di consolidare nel nostro sistema universalistico il meglio. Sono queste le considerazioni, Presidente, che noi del Partito Democratico facciamo. Vediamo nelle mozioni degli altri che sono state presentate anche degli elementi che possono essere condivisibili. Ecco perché il nostro orientamento, in generale, è di votare a favore delle mozioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Pur non essendo un punto specificamente dell'attività del Governo, ci sentiamo comunque di accogliere la richiesta di una nuova riformulazione fatta dall'onorevole Baroni, non fosse altro perché il merito esemplare di questo dibattito è veramente molto significativo e molto apprezzabile da parte nostra.

  PRESIDENTE. Intanto chiedo ai colleghi di prendere posto, mentre gli uffici, in base a quest'ultima indicazione del Governo, redigono i pareri così come poi la Presidenza dovrà declamarli all'Aula.

  PIA ELDA LOCATELLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Ero venuta alla Presidenza per potermi iscrivere per dichiarazione di voto e non sono stata chiamata.

  PRESIDENTE. A me non risulta, forse un attimo fa, a dichiarazioni di voto Pag. 63sostanzialmente... lei ha due minuti, svolga la dichiarazione di voto. È irrituale, ma in via eccezionale.

  PIA ELDA LOCATELLI. Però non mi hanno segnalato che la mia iscrizione era irrituale, quindi l'ho data per scontata.

  PRESIDENTE. È irrituale, nel senso che di solito parla il gruppo più grande per ultimo. Se invertiamo questa logica, in ogni dichiarazione di voto si comincia dal PD e si finisce con lei. Comunque, prego, ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. La ringrazio. Chiunque di noi abbia vissuto la drammatica esperienza di una persona cara affetta da una malattia grave e incurabile conosce bene, perché come ha detto la collega Binetti ha provato o prova sulla propria carne, quello che si prova ad avere incertezze nella diagnosi, dubbi sulle terapie, mancanza di informazioni sulle aspettative di vita.
  Sa dei terribili pellegrinaggi da un medico all'altro, da un laboratorio all'altro, dell'invio di esami, vetrini, spesso anche all'estero, per avere risposte, soprattutto per avere speranze. Una situazione ancora più difficile e grave quando si tratta di malattie rare, quelle per cui la ricerca fa poco, anche perché poco remunerativa, magari, per le case farmaceutiche, ma ancora più difficile quando si tratta di tumori rari, sui quali la diagnosi è più complessa e sui quali manca un registro nazionale apposito.
  La rete di tumori rari, i centri oncologici che collaborano da più di vent'anni, indica che la soglia di incidenza sono sei nuovi malati per ogni 100 mila persone. Si può pensare che siano pochi, ma non è così, perché sono pochi i casi per ciascun tipo di tumore, ma le tipologie sono numerose, e quindi numerose le persone coinvolte. Le competenze cliniche sui tumori rari non sono reperibili con facilità dalle persone e dalle loro famiglie in quanto i centri che ne dispongono sono pochi e dispersi geograficamente.
  Inoltre, il trattamento richiede spesso approcci multidisciplinari, e dunque la dispersione geografica delle competenze risulta ancora più frequente.

  PRESIDENTE. Concluda.

  PIA ELDA LOCATELLI. Di fatto, e concludo, noi, come gruppo socialista, come componente socialista, vogliamo ringraziare l'Intergruppo parlamentare sulle malattie rare e, in particolare, Paola Binetti, perché l'Intergruppo ha recentemente prodotto un documento che sottopone alcune linee prioritarie di azione largamente condivise anche dalle società scientifiche e dalle associazioni di volontariato. E ringraziamo colleghi e colleghe che hanno voluto presentare queste mozioni, volte a richiamare il Governo ad un maggiore impegno su queste tematiche. Per questo, ringraziando tutti, la componente socialista voterà a favore di tutte le mozioni.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01063, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Quaranta, Carbone...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  355   
   Maggioranza  178   
    Hanno votato
 354    
    Hanno votato
no    1).    

Pag. 64

  Passiamo alla votazione della mozione Baroni ed altri n. 1-01073.
  Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato l'espunzione del primo e del quarto capoverso del dispositivo, nonché le riformulazioni del settimo, nono e tredicesimo capoverso del dispositivo.
  I presentatori, invece, non hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo relativamente al quindicesimo capoverso del dispositivo, sul quale pertanto il parere deve intendersi contrario. Avverto, altresì, che i presentatori di tale mozione hanno chiesto la votazione per parti separate nel senso di votare il quindicesimo capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della mozione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baroni ed altri n. 1-01073, ad eccezione del quindicesimo capoverso del dispositivo, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Pannarale, Covello, Currò...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   357   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 357).    

  (I deputati Falcone, Terzoni e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Baroni ed altri n. 1-01073, limitatamente al quindicesimo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Monchiero, Pilozzi, Benamati, Molea...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  360   
   Votanti  353   
   Astenuti    7   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 111    
    Hanno votato
no  242).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Miotto ed altri n. 1-01074, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   353   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato
 351    
    Hanno votato
no    2).    

  Passiamo alla votazione della mozione Vargiu ed altri n. 1-01075.
  Avverto che è stata chiesta la votazione per parti separate di tale mozione nel senso di votare dapprima l'intera mozione, ad eccezione del primo capoverso, lettere e) ed f), del dispositivo; quindi, distintamente, le lettere e) ed f) del primo capoverso del dispositivo. Tutto chiaro ?
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01075, ad eccezione delle lettere e) ed f), del primo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 65

  Scuvera, Giammanco, Colonnese, Crippa, Lattuca...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   356   
   Maggioranza  179   
    Hanno votato
 355    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01075, limitatamente alla lettera e) del primo capoverso del dispositivo, per quanto non assorbito dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  359   
   Votanti  280   
   Astenuti    79   
   Maggioranza  141   
    Hanno votato
 280).    

  (Il deputato Crippa ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01075, limitatamente alla lettera f), del dispositivo, per quanto non assorbito dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Ricciatti, Monchiero, Rubinato, Fantinati...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  365   
   Votanti  364   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  183   
    Hanno votato
 282    
    Hanno votato
no   82).    

  Passiamo alla votazione della mozione Nizzi e Occhiuto n. 1-01076.
  Avverto che i presentatori di tale mozione hanno accettato l'espunzione del quarto capoverso del dispositivo.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nizzi e Occhiuto n. 1-01076, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti   360   
   Maggioranza  181   
    Hanno votato
 360).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01079, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casati, D'Ambrosio, Corda... provi a votare, onorevole Corda, tolga la pallina...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti e votanti  362   
   Maggioranza  182   
    Hanno votato
 362).    

Pag. 66

Seguito della discussione delle mozioni Franco Bordo ed altri n. 1-01068, Dorina Bianchi e Garofalo n. 1-01070, De Lorenzis ed altri n. 1-01071, Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-01072, Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01077 e Guidesi ed altri n. 1-01078 concernenti l'annunciato processo di privatizzazione di Ferrovie dello Stato italiane Spa (ore 16,40).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Franco Bordo ed altri n. 1-01068, Dorina Bianchi e Garofalo n. 1-01070, De Lorenzis ed altri n. 1-01071, Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-01072, Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01077 e Guidesi ed altri n. 1-01078, concernenti l'annunciato processo di privatizzazione di Ferrovie dello Stato italiane Spa (Vedi l'allegato A – Mozioni e risoluzione).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 30 novembre 2015, sono state presentate le mozioni Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01077 e Guidesi ed altri n. 1-01078, che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
  Avverto altresì che in data odierna sono state presentate la mozione Biasotti ed altri n. 1-01080 e la risoluzione Pili n. 6-00182. (vedi l'Allegato A – Mozioni e risoluzione). I relativi testi sono in distribuzione.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere i pareri.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Presidente, sulla mozione Franco Bordo ed altri n. 1-01068, sia con riferimento al primo che al secondo capoverso del dispositivo, il parere è favorevole.
  Lo stesso dicasi per la mozione Dorina Bianchi e Garofalo n. 1-01070: parere favorevole sul primo e sul secondo capoverso.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, sottosegretario. Qual è il parere sul primo capoverso della mozione Franco Bordo ed altri n. 1-01068 ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sul primo capoverso, «ad astenersi nell'immediato dal procedere alla messa sul mercato...» e via dicendo, il parere è favorevole. E anche sul secondo capoverso, «a presentare al Parlamento, prima di procedere...» e via di seguito, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. Perfetto.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sulla mozione Dorina Bianchi e Garofalo n. 1-01070, sul primo e secondo capoverso del dispositivo il parere è favorevole.
  Per quanto riguarda la mozione De Lorenzis ed altri n. 1-01071, sul primo e secondo capoverso del dispositivo il parere è contrario.
  Per quanto riguarda la mozione Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-01072, il parere è favorevole sul primo capoverso del dispositivo. Sul secondo capoverso il parere è favorevole alla condizione di sostituire, dopo la parola «sotto», le parole «un pieno, terzo e imparziale controllo pubblico», con le seguenti: «il controllo pubblico», sostituendo appunto «il controllo pubblico» alle parole «un pieno, terzo e imparziale controllo pubblico». Sul terzo capoverso, laddove è scritto «ad elaborare uno schema di privatizzazione...», il parere è favorevole. Sul quarto capoverso, «a valutare, in tale contesto, anche la privatizzazione di una quota azionaria superiore al 40 per cento», il parere è contrario.

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, dobbiamo tornare per un attimo alla precedente mozione De Lorenzis ed altri n. 1-01071, della quale non credo che sia stato dato il parere sul terzo capoverso del dispositivo.

Pag. 67

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Parere contrario.

  PRESIDENTE. Va bene. Grazie.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Per quanto riguarda la mozione Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01077 il parere è favorevole sul primo, secondo e terzo capoverso del dispositivo. Sul quarto capoverso si tratta di espungere la parola «piena». Laddove si dice «a salvaguardare il servizio pubblico e la maggioranza piena dell'azionariato pubblico», diventa «la maggioranza dell'azionariato pubblico». Quindi, si tratta di espungere la parola «piena». Il parere è favorevole sul quinto, sesto e settimo capoverso del dispositivo.
  Per quanto riguarda la mozione Guidesi ed altri n. 1-01078, sul primo capoverso del dispositivo il parere è contrario. Sul secondo, terzo e quarto capoverso, il parere è favorevole.

  PRESIDENTE. I pareri sulle premesse ? I pareri sono stati espressi, mi pare di capire, principalmente sul dispositivo. Sono da intendersi favorevoli su tutte ?

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Sì Presidente.

  PRESIDENTE. Va bene.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Alla condizione che naturalmente siano coerenti con il dispositivo.

  PRESIDENTE. Diciamo che si intendono favorevoli su tutte, perché poi la condizione non può essere interpretata volta per volta.
  Poi ci sono la mozione Biasotti ed altri n. 1-01080 e la risoluzione Pili n. 6-00182, che sono state presentate oggi.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Per quanto riguarda la mozione Biasotti ed altri n. 1-01080 il parere è favorevole sul primo e secondo capoverso. Sul terzo capoverso del dispositivo vi è una riformulazione. Si tratta di aggiungere la parola «anche». Laddove è scritto «a reinvestire i ricavi attesi dall'operazione in favore del trasporto pubblico locale», diventa «in favore anche del trasporto pubblico locale».
  Il parere è contrario sulla risoluzione Pili n. 6-00182.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Guidesi. Ne ha facoltà.

  GUIDO GUIDESI. Presidente, cercherò di essere breve.

  PRESIDENTE. Sono certo che la brevità sarà molto apprezzata.

  GUIDO GUIDESI. La ringrazio. Stiamo parlando di una società che ha un fatturato di 8 miliardi e 400 milioni, 70 mila dipendenti, 16.700 chilometri di rete ferroviaria, di cui mille di alta velocità. È un'azienda che gode di notevoli contributi pubblici, facendo servizio pubblico, ma che ha un gap evidente nella gestione, nei mancati investimenti sul rinnovo della gestione e sul miglioramento, per così dire, del servizio. Il fatturato aumenta, ma non migliora il servizio. Stiamo parlando di una società che partecipa con proprie quote, per cui è comproprietaria sia di Trenitalia che di RFI, per cui di tutta la rete infrastrutturale ferroviaria del territorio italiano e nazionale.
  Noi non siamo effettivamente contrari all'operazione di mercato che ci viene proposta. Altresì, però, chiediamo che questa operazione di mercato assuma criteri di assoluta trasparenza, poiché vorremmo fosse innanzitutto tutelato il servizio Pag. 68pubblico, che venisse tutelato sia il servizio che il patrimonio pubblico e di questa cosa non ne siamo assolutamente certi.
  E, soprattutto, quello che chiediamo nell'informativa che vorremmo avere in Parlamento – nelle Commissioni o in Parlamento – rispetto alle operazioni di mercato, è che il gettito goduto da questa operazione possa essere reinvestito nella tutela del servizio pubblico e nella sua miglioria. Per cui un investimento strategico nel trasporto pubblico locale ed in favore del pendolarismo.
  Infatti, se questo investimento non ci sarà, il rischio è che un'operazione di mercato come questa possa portare a non avere più quel servizio pubblico, del quale tutti i territori necessitano e soprattutto necessitano i territori maggiormente isolati. Pertanto, crediamo che sia di assoluto interesse strategico e la nostra mozione va in questo senso, ovvero se privatizziamo un pezzo va bene, ma chiediamo che quel gettito serva per un investimento strategico – di cui vogliamo conoscere però i dettagli – sul trasporto pubblico locale per garantire il servizio pubblico.
  Detto questo, mi sorprende molto il parere contrario sul primo impegno della nostra mozione, che dice semplicemente questo: «impegna il Governo a rendere noti i dettagli del programma di privatizzazione che interessa la rete ferroviaria italiana, chiarendo, in particolare, quali siano i ricavi attesi dall'operazione affinché questi stessi possano essere impiegati a favore del trasporto pubblico locale, garantendo che il servizio venga svolto su tutto il territorio nazionale nel rispetto di più alti criteri di qualità a prezzi sostenibili per i cittadini». Noi stiamo chiedendo al Governo di continuare a fare il servizio pubblico e di cercare di migliorarlo. Il parere contrario rispetto a questo impegno da parte del Governo evidenzia altresì il fatto che il Governo probabilmente – conseguentemente a questa operazione – non è più interessato a fare il servizio pubblico ed è proprio questo il nodo della questione sul quale il Governo non è chiaro in queste operazioni di mercato.
  Concludo dicendo che non si possono esprimere pareri favorevoli su mozioni da noi condivisibili che dicono: «sospendiamo il processo in corso, perché vogliamo più trasparenza e vogliamo più informazioni da parte del Governo» e a queste si dà parere favorevole e, allo stesso modo, si dà parere favorevole a chi dice: «proseguiamo il processo in corso e privatizziamo ancora più del 40 per cento». C’è una discrasia evidente. Mi appello al Governo, ma mi sembra una cosa abbastanza evidente e, francamente, alquanto imbarazzante.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

  ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Noi esprimiamo un po’ di perplessità con riguardo ai pareri che abbiamo ascoltato in quanto, in particolare, è stato espresso parere contrario sull'impegno della nostra mozione che prevede la possibilità per il Governo di valutare una quota di privatizzazione superiore al 40 per cento e questo perché al momento il programma di privatizzazione è ancora in fase di studio.
  Noi riteniamo che sia importante, in primo luogo, che la privatizzazione vada avanti e per questo non condividiamo alcune mozioni. Voteremo contro sulla mozione del MoVimento 5 Stelle che, tra l'altro, ci sorprende, perché nel programma del MoVimento 5 Stelle c'era l'eliminazione del monopolio nel sistema ferroviario e non capiamo come si possa arrivare a una eliminazione del monopolio senza intervenire anche privatizzando, almeno in parte, le Ferrovie dello Stato.
  Quindi, voteremo a favore su tutte le mozioni che portano avanti e sostengono il programma di privatizzazione. Pensiamo che la privatizzazione debba passare per una separazione tra la rete, la gestione della rete e la fornitura dei servizi, perché la gestione della rete e la rete sono un Pag. 69monopolio naturale. Non sorprende che l'amministratore delegato delle Ferrovie abbia detto che la rete deve restare insieme ai servizi, perché è evidente che il suo mestiere è quello di mantenere il valore. Però, per avere una vera concorrenza sul mercato chi mette a disposizione la rete e l'infrastruttura e chi su quella rete opera dovrebbero essere separati.
  Si è detto che con questo tipo di struttura la privatizzazione perderebbe valore. Ebbene, se è così, vuol dire che esiste un problema, perché la rete non dovrebbe generare di per sé utili imputabili al servizio. La realtà è che il valore dovrebbe essere nel servizio e la rete dovrebbe essere messa a disposizione dei diversi operatori.
  Per questo noi pensiamo – e l'abbiamo inserito nella mozione – che a nostro modo di vedere la forma ideale di privatizzazione sia quella in cui viene privatizzato chi svolge il servizio e la rete e la gestione della rete restano in mano pubblica. Questo per noi è un passaggio fondamentale ma ad oggi non è chiaro, perché si è parlato di privatizzazione del 40 per cento della holding. Noi riteniamo che quell'operazione rischi di ripetere storie già vissute, nelle quali poi i mercati di riferimento hanno avuto grandissime difficoltà a svilupparsi, per l'evidente intreccio esistente tra chi detiene la rete e chi eroga i servizi, a maggior ragione considerando che abbiamo letto dell'interesse di Ferrovie per strutture come Atac e come altre società di trasporto pubblico locale che, come è noto, hanno avuto grandi problemi finanziari.
  Allora, il tema del sussidio è già esistito in passato con Ferrovie dello Stato. Credo che sia di quasi 260 miliardi il contributo alla spesa pubblica del sistema delle ferrovie negli ultimi dieci anni (era stato così calcolato). Se questo è il numero, è evidente che un qualsiasi intervento su società che hanno una storia difficile, come quelle del trasporto pubblico locale, debba essere fatto in maniera molto trasparente rispetto all'infrastruttura e al costo di queste società. Queste società, se verranno privatizzate dagli enti locali, dovranno essere privatizzate con delle procedure aperte e non con un intervento statale, che potrebbe sapere di sussidio.
Per questo Scelta Civica voterà sulle mozioni conformemente alle indicazioni espresse dal Governo, ma chiederà la votazione per parti separate del punto sul quale il Governo ha espresso parere contrario (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

  FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Innanzitutto vorrei segnalare a chi ci segue, ai cittadini e ai colleghi parlamentari, che se oggi parliamo di Ferrovie dello Stato, di un importante e, dal nostro punto di vista, rischioso progetto di privatizzazione o di parziale privatizzazione di questa azienda, così importante e strategica, è grazie, se si parla, appunto, di questo in Parlamento, al gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà, che ha presentato una mozione e, a seguito, ne sono arrivate altre. Altrimenti, il Parlamento non avrebbe neanche introdotto questa discussione e questo già di per sé è un fatto rilevante.
  Io voglio dire, con chiarezza, che stiamo discutendo di Ferrovie dello Stato e della sua privatizzazione in un momento, in un arco temporale, ovviamente, che non è limitato a questi giorni, a queste ore, a queste settimane e a questi anni, ma è un periodo lungo in cui stiamo vivendo, o meglio, in cui i nostri cittadini, i nostri pendolari stanno vivendo un grande disagio su quella che, appunto, è la realtà della rete ferroviaria, in modo particolare la realtà delle reti regionali – cosiddette regionali – e delle reti periferiche, ma che portano e trasportano quotidianamente milioni di persone, con grandi disagi – ripeto – per situazioni di treni gelati, in inverno, e treni surriscaldati, in estate, per ritardi, per cancellazioni di corse e inconvenienti di vario tipo.
  Per questo noi, oltre a presentare questa mozione, abbiamo depositato degli Pag. 70emendamenti al disegno di legge di stabilità che chiedono, appunto, un investimento straordinario per un miliardo e mezzo a favore dei treni pendolari, per istituire un fondo specifico per ammodernare e migliorare le linee dei treni pendolari e anche prevedendo la possibilità di introdurre la detrazione, nella propria denuncia dei redditi, a favore dei giovani, degli studenti e dei lavoratori, in questo caso, che usufruiscono dei treni pendolari (prevedere con l'abbonamento la possibilità, come già era stato con il Governo Prodi, di questa detrazione fiscale). Perché ? Perché oggi i nostri pendolari sono un po’ «cornuti e mazziati»: pagano caro e salato e, contemporaneamente, hanno un servizio inefficiente.
  Allora, con la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato noi andiamo verso un miglioramento della nostra rete ferroviaria ? No ! Noi pensiamo proprio di no, perché non vediamo, dietro gli annunci del Governo, questo intento. Assolutamente ! Vediamo, piuttosto, la volontà di fare cassa. Di fare cassa con cosa ? Con un'azienda che è importante, perché le ferrovie rappresentano un bene strategico per il Paese, una risorsa per tutti gli italiani, ma il Governo, appunto, si fa promotore e sostiene la privatizzazione delle Ferrovie dello Stato. Non dimentichiamo, poi, i temi ancora caldi che sono, tra l'altro, ancora da sciogliere, come a partire dal rapporto con Rete ferroviaria italiana e Trenitalia, con i relativi contratti, che sono quelli relativi alla lunga percorrenza, sino a tutta la partita, come dicevo prima, del trasporto locale.
  Soprattutto, il timore è che il gruppo Ferrovie dello Stato verrebbe, in sostanza, svuotato di valore e di contenuti, il tutto per raccogliere pochi miliardi di euro – fra i 5 e i 10 miliardi, come risulta – che sono assolutamente nulla rispetto ai 2 mila miliardi di debito pubblico accumulati dal nostro Paese.
  In buona sostanza, appare inspiegabile il motivo per cui si intenda, in controtendenza a quanto accade in altri Paesi europei, come la Francia e la Germania, privatizzare invece una società solida e in crescita come Ferrovie dello Stato, capace di operare sul mercato italiano, di aprirsi ad una competitività nel trasporto ferroviario e alla logistica anche a livello continentale e a garantirsi nell'immediato quella che sembrerebbe appunto una modesta entrata economica, mettendo a repentaglio profitti, livelli occupazionali, qualità professionali e servizi ai cittadini.
  L'alienazione di quote di Ferrovie dello Stato non sembra considerare i rischi derivanti da una privatizzazione, soprattutto – come dicevo prima – per la necessità di compiere scelte che portino a interventi urgenti di miglioramento e ammodernamento della rete per i pendolari, ma anche per il profilo della salvaguardia del mantenimento dei diritti e delle tutele dei lavoratori e delle lavoratrici operanti nel comparto, che rappresenta il prerequisito per la sicurezza e il buon funzionamento del sistema ferroviario e per i servizi di alta qualità nei confronti delle persone, senza contare che, con l'estensione della concorrenza nel trasporto ferroviario dei passeggeri, il processo di privatizzazione e la sicura pressione finalizzata al taglio dei costi, l'attuale situazione di crisi economica in cui versa il Paese potrebbe ulteriormente aggravarsi, con inevitabili conseguenze sul piano della riduzione del numero di dipendenti.
   Avremmo anche ulteriori subappalti nei servizi, l'aumento dei contratti atipici, l'incremento dell'utilizzo dei lavoratori in somministrazione, l'intensificazione dei carichi e della pressione sul lavoro, l'aumento degli orari di lavoro flessibili, il frazionamento dei turni di lavoro e del ricorso al lavoro straordinario, la diminuzione anche in sostanza di sicurezza per gli utenti e per i lavoratori stessi.
  Le recenti affermazioni del Ministro Delrio infine appaiono non tenere minimamente conto dei rischi di un'ulteriore e affrettata liberalizzazione e frammentazione del servizio ferroviario italiano, soprattutto rispetto alla necessità di garantire ai milioni di utenti, attraverso prezzi sostenibili, la certezza di non vedersi tagliare o ridurre ulteriormente le corse su linee che potrebbero venire considerate Pag. 71non redditizie, ma fondamentali per garantire un trasporto pubblico che, come tale, deve garantire i collegamenti con tutte le aree del Paese, includendo anche le cosiddette zone periferiche.
  Per cui, è chiaro che c’è bisogno di un dibattito, di un dibattito serio e profondo, nelle sedi istituzionali, non soltanto all'interno della sede di Governo, ma appunto all'interno del Parlamento, delle Commissioni competenti, di tutto il Paese, persino nella sede della Conferenza Stato-regioni, perché qui dobbiamo vedere come rilanciare il servizio di trasporto ferroviario nel nostro Paese, renderlo senza dubbio competitivo, possibilmente riducendo ulteriormente i costi, ma sappiamo benissimo che siamo di fronte a un'azienda che sta facendo utili.
  Ecco, signor sottosegretario, in questo quadro noi vediamo ovviamente positivamente quando un gruppo di opposizione fa una mozione e una proposta chiara e trasparente che dice: «Fermiamoci !». Il Governo si fermi e porti in Parlamento, prima di qualsiasi altra ulteriore decisione, una relazione ben dettagliata, perché appunto di questo abbiamo bisogno. Nel nostro impegno si chiede di: «presentare al Parlamento, prima di procedere a qualsiasi iniziativa di alienazione di quote di società direttamente o indirettamente di proprietà dello Stato, una relazione contenente i dati finanziari e industriali degli effetti dell'alienazione sul bilancio dello Stato e i minori dividendi versati al bilancio dello Stato in conseguenza dell'alienazione» e, al punto precedente: «ad astenersi nell'immediato dal procedere alla messa sul mercato di quote pubbliche afferenti al gruppo (...)».
  Noi non riusciamo onestamente a capire come si possa dare un parere favorevole – e siamo contenti che il Governo esprima un parere favorevole su questa mozione – e contemporaneamente dare un parere favorevole a quanto proposto dal gruppo NCD, nel momento in cui si mette nero su bianco l'impegno del Governo a proseguire la procedura di privatizzazione già avviata. Allora, noi chiediamo maggiore chiarezza e vogliamo maggiore chiarezza, perché qui non stiamo discutendo di quisquilie; stiamo discutendo di un asset di un'azienda importante e strategica per lo Stato e importante per i cittadini. La chiarezza è fondamentale; non possiamo giocare con l'ambiguità. L'ambiguità non ci serve in questo momento.
  Noi, ovviamente, auspicando un voto favorevole sulla nostra mozione, continueremo appunto nella nostra iniziativa perché ci sia uno stop rispetto alla procedura di privatizzazione. Continueremo come ? Anche nel sostenere l'emendamento nell'ambito della legge di stabilità che prevede le stesse cose, identiche e uguali alla mozione, per cui la coerenza ovviamente di chi oggi voterà favorevolmente la mozione di Sinistra Italiana dovrà anche essere quella di sostenere l'emendamento nell'ambito della legge di stabilità nel quale si chiedono e si sostengono le stesse cose.
  Per cui, vi chiederemo anche in quella sede di votare a favore dell'emendamento di Sinistra Italiana per fermare la privatizzazione di Ferrovie dello Stato, per discutere in Parlamento e vedere quali soluzioni sono le migliori per i nostri cittadini e per un'azienda così importante (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dorina Bianchi. Ne ha facoltà.

  DORINA BIANCHI. Grazie, Presidente. Nella nostra mozione, la mozione di Area popolare – Nuovo Centrodestra, non so il collega cosa intendesse per trasparenza, ma uno dei punti che noi chiediamo con maggiore forza è appunto che si vada avanti naturalmente sulla privatizzazione di Ferrovie dello Stato, ma che si affrontino i vari punti con la massima chiarezza e trasparenza, anche attraverso un intervento del Ministro competente in sede di Commissioni parlamentari, a fronte anche della possibilità di dare anche a questo Parlamento un quadro chiaro per quanto riguarda la privatizzazione di Ferrovie Pag. 72dello Stato. Questo perché Ferrovie dello Stato è oggi una realtà solida e organizzata che ha delle prospettive importanti. La dirigenza ha avviato negli scorsi anni un'opera di razionalizzazione, di risanamento e di forti investimenti che hanno prodotto senza dubbio dei risultati che comunque sono positivi.
  Ferrovie dello Stato è una grande azienda, la più importante società operante nel trasporto ferroviario italiano, con un fatturato di 8,4 miliardi di euro, 70.000 dipendenti che gestiscono 8.000 treni al giorno, 600.000 passeggeri e 50 milioni di tonnellate di merci ed un totale di 16.700 chilometri di rete ferroviaria. Noi siamo da sempre favorevoli alle privatizzazioni e alla possibilità di aprire a nuovi competitori, un processo che naturalmente favorisce lo sviluppo sociale ed economico del nostro Paese e offre anche delle prospettive al mercato del lavoro.
  Fare cassa, tra virgolette naturalmente, attraverso le privatizzazioni è importante – e non sto qui a ripeterlo per motivi di tempo, ma anche perché sono intervenuta in discussione generale – e serve soprattutto sia per una questione di debito pubblico, ma anche per rendere migliori e più efficienti i servizi a tutto vantaggio naturalmente dei cittadini e della collettività.
  Sotto questo profilo, mi richiamo ai nostri interventi anche normativi su questo tema, a favore, ad esempio, della riduzione e della razionalizzazione delle partecipate.
  La privatizzazione di Ferrovie dello Stato deve comunque procedere – come dicevo prima – tenendo presenti alcuni punti essenziali. Intendo riferirmi alla presenza pubblica nei settori strategici per il futuro del Paese e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti ha già chiarito che questo requisito è un requisito fondamentale, perché proprio la rete costituisce il cuore di ogni politica di mobilità ferroviaria. Pertanto, essa deve rimanere pubblica per assicurare a tutti l'accesso in maniera paritaria e allo stesso tempo garantire gli obblighi del servizio pubblico.
  Altro aspetto da non trascurare è quello relativo alla separazione tra priorità e gestione della rete e dei servizi, ovvero alla divisione tra l'interesse economico che controlla la rete e l'interesse economico che controlla i servizi. Ci sono pertanto dei diversi aspetti della privatizzazione. Da questo punto di vista noi chiediamo al Governo di prendere degli impegni chiari perché vanno affrontati con la massima chiarezza e trasparenza. Quindi voglio ringraziare il sottosegretario per avere dato parere favorevole alla nostra mozione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire il Governo per una precisazione. Ne ha facoltà.

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Signor Presidente, una precisazione. Mi pare inutile, perché mi pareva di aver già chiarito bene il senso...

  PRESIDENTE. Non la debilitamo così, altrimenti poi non la facciamo...

  UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti. Assolutamente, la precisazione è la seguente: sulle parti premesse delle mozioni, laddove ovviamente il parere è stato radicalmente negativo, come nel caso della mozione De Lorenzis ed altri e nel caso della risoluzione Pili, ovviamente è da intendersi anche riferito alle premesse. Solo questa è la precisazione.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biasotti. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Signor Presidente, ci troviamo ancora una volta di fronte ad una superficialità del Governo che, se non parlassimo dell'azienda forse più importante in Italia non per fatturato, ma per impatto sulla vita dei cittadini, sarebbe una cosa comica. Come ho detto parliamo delle Ferrovie dello Stato, la seconda società Pag. 73per investimenti, la quinta per dipendenti ma, ripeto, la prima per la vita dei cittadini, per il trasporto di persone e di cose. Qua di cosa stiamo parlando ? Di tutto e del contrario di tutto e la posizione del Governo è quanto meno confusa, contraddittoria, superficiale. Io conosco il sottosegretario e so della sua precisione e della sua competenza, ma oggi obiettivamente siamo ad approvare mozioni in totale contrasto una con l'altra, come è già stato fatto notare dal collega di SEL, e la dimostrazione è eclatante: un Ministro competente praticamente non ne sa nulla, Delrio non viene a riferire in Commissione che dovrebbe essere l'istituzione competente a trattare questa materia, e nella Conferenza Stato-regioni, ma si rivolge ai giornalisti. Il Ministro Padoan vuole privatizzare tutto, il Ministro Delrio vuole privatizzare una parte, i precedenti presidenti e amministratori delegati delle Ferrovie erano uno contro l'altro, l'unico che sa le cose con certezza è Renzi che, senza saper né leggere né scrivere, ma sapendo far di conto, cosa fa ? Toglie i vertici e mette due dei suoi a gestire le Ferrovie, prima ancora di avere un piano industriale. Allora di cosa parliamo ? Di che privatizzazione parliamo ? Parliamo della privatizzazione di Grandi Stazioni ? Benissimo. Parliamo della privatizzazione del trasporto merci, magari a una società tedesca, inglese ? Benissimo. Ma qui parliamo di privatizzazione di un sistema che ha a che fare con il trasporto pubblico locale che è allo sfascio, che è al disastro e abbiamo già provato a privatizzarlo. Io ricordo al Governo che abbiamo permesso alle regioni di poter fare dei bandi aperti a tutti, ma come mai che solo una, due regioni sono riuscite a privatizzare con aziende pubbliche e tutte le altre lavorano con le Ferrovie dello Stato ? Vuol dire che non è un settore redditizio, le Ferrovie dello Stato hanno un patrimonio di 47 miliardi con una redditività dell'1 per cento, allora cosa privatizziamo ? Lei sa, signor sottosegretario, che le Poste hanno una redditività dell'11 per cento, che l'ENI ha una redditività del 13 per cento ? Quelle sono società quotabili in borsa, appetibili per un azionariato diffuso, non le Ferrovie, che fino a pochi anni fa erano in fallimento. Allora c’è qualcosa che noi non capiamo. Quindi io la ringrazio per aver accettato la mia mozione e accetto anche la piccola modifica, però quello che è importante è che il Governo venga in Commissione, in Aula a spiegarci cosa vuole fare e prima sarebbe opportuno, come lei ha approvato con riferimento ad una mozione, che venga fatto un piano industriale. Cioè noi abbiamo già visto di cosa parliamo: di privatizzazione, abbiamo privatizzato Alitalia con il risultato che in alcune rotte abbiamo creato un monopolio mortale per i cittadini. Da Genova a Roma si paga dai 400 agli 800 euro, prima c'era concorrenza adesso non c’è più. Abbiamo privatizzato Autostrade regalando di fatto miliardi e miliardi a degli imprenditori intelligenti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) ma troppo approfittevoli della debolezza dello Stato e quindi cerchiamo di non fare ulteriori danni. Quindi grazie per aver accettato la nostra mozione, noi voteremo a favore della mozione della Lega, ci asterremo su altre mozioni che hanno anche una logicità e ci auguriamo che il Governo, oltre ad aver occupato i posti che contano, pensi anche ad occupare le persone che contano al servizio pubblico locale (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Signor Presidente, prima di cominciare il mio intervento mi preme fare due premesse. Quest'oggi alle 14:53, tramite il profilo Twitter delle Ferrovie dello Stato, l'amministratore delegato Mazzoncini parlava delle prospettive di FS e spiegava agli italiani che non si parla di privatizzazione, ma di quotazione in borsa: un po’ come trovare un piromane con un cerino in mano dicendo che non sta incendiando qualcosa, ma ha Pag. 74soltanto acceso un cerino appunto. A noi sinceramente non serve che qualcuno venga a farci queste lezioni. La seconda premessa riguarda l'intervento dell'onorevole Mazziotti Di Celso, il quale diceva che nel nostro programma elettorale c'era la svendita di FS. Noi nel nostro programma elettorale abbiamo l'abolizione dei monopoli, tra cui anche quello di Ferrovie dello Stato, perché – l'onorevole Di Celso dovrebbe saperlo – c’è una netta distinzione tra privatizzazione e liberalizzazione, che sono due concetti che evidentemente molti in quest'Aula confondono. Ancora, Presidente, mi interessa in quest'Aula ricordare alcuni concetti. Questi provvedimenti intanto non sono imposti dall'Europa, non c’è nessun regolamento, nessuna direttiva europea comunitaria che in qualche modo ci impone queste scelte. Ancora, queste privatizzazioni non servono a promuovere la competitività, come hanno ricordato paradossalmente gli esponenti del centrodestra con l'intervento dell'onorevole Biasotti: il caso di Alitalia ma anche altre privatizzazioni sono state fallimentari. La Corte dei conti stessa in qualche modo induce una riflessione partecipata e la trasparenza come criteri prima di avviarsi e avventurarsi in questi processi. Altra bugia da smentire in quest'Aula – anzi, una bugia da confermare, perché appunto è una bugia – è che le Ferrovie dello Stato non hanno, come spesso si vuole far credere, le capacità di investimenti e le competenze tecniche, piuttosto sono degli enormi carrozzoni che in qualche modo ricadono, con delle perdite economiche, sui cittadini italiani. Bene, se questo poteva in qualche modo essere vero per altre aziende statali, sicuramente per Ferrovie dello Stato non è così, il che non vuol dire che non ci sono ampi spazi di miglioramento. Noi riteniamo, per esempio, che Ferrovie – ovviamente sotto la guida del Ministero – faccia investimenti miliardari inutili, come quello della Torino-Lione e del Terzo Valico dei Giovi, però a parte questo bisogna dire che la società non è in perdita, anche se ha una redditività molto bassa. Sta sul mercato, riesce a produrre delle eccellenze dal punto di vista ingegneristico, come il Frecciarossa 1000. Ancora, Presidente, nella politica industriale dei nostri Governi degli ultimi quindici-vent'anni non abbiamo avuto una visione seria e lungimirante sui trasporti, anzi, la politica spesso, come anche in questo caso, ha deciso di prendere decisioni a porte chiuse e anche i Governi sono sostenuti da alcuni partiti e questi partiti non hanno mai scritto nel loro programma elettorale che era prevista la quotazione, come piace dire all'amministratore delegato, delle maggiori aziende statali.
  Il piano di privatizzazioni quindi segue in qualche modo quello che è stato fatto già con l'Ente nazionale assistenza al volo e le Poste Italiane; e se da una parte quindi lo Stato italiano, i cittadini rinunciano a una parte degli utili che queste aziende fanno e questo probabilmente può provocare un aumento della pressione fiscale, dall'altra, facendo entrare i privati in queste aziende, in realtà, non si favorisce quello che, appunto, è stato propagandato con degli slogan: la competitività o altre amenità di questo tipo.
  Presidente, noi abbiamo paura, anzi, non abbiamo paura, abbiamo la certezza che questa operazione sia un'operazione di speculazione finanziaria volta, in qualche modo, ad ottenere anche dei risultati effimeri, anzi, inutili, perché si pensa di racimolare 7 o 10 miliardi e metterli nel Fondo di ammortamento del debito pubblico che è di 2.100 miliardi; è un'assurdità rispetto a cui anche il centrodestra in Commissione ha detto: senza un piano di investimento di questi utili non ha senso buttare i soldi dalla finestra nella riduzione del debito pubblico, perché riduzione non se ne avrà.
  Io ricordo anche agli onorevoli colleghi che le privatizzazioni della prima Repubblica, quelle appunto fatte senza trasparenza, senza un controllo partecipato, hanno portato a un'opacità di gestione, a delle operazioni fallimentari, alla corruzione e, anche, a tanto lavoro per la magistratura e non vorremmo che questo scenario si ripetesse.
  Pertanto il processo è sbagliato sia nel metodo sia nel merito; la liquidità finanziaria Pag. 75non risolve i problemi di questo Paese, ma soprattutto non si avrà liquidità finanziaria con questo tipo di operazioni; manca una programmazione nazionale e locale, mancano gli investimenti, specialmente per i pendolari e i trasporti regionali che versano in condizioni disastrose, mancano politiche di sostegno per indirizzare verso la realizzazione di opere utili al territorio, ai cittadini, mancano l'aumento della capacità della rete, la velocità commerciale, l'aumento anche dell'accessibilità territoriale, penso alle regioni del sud ed alle isole in questo Paese.
  Il processo avviato, tra l'altro, non tiene neanche conto dei rischi che, solitamente, vengono generati dall'ingresso di privati nell'azionariato delle aziende statali e questo, appunto, come è stato ricordato, è già accaduto in altri processi di privatizzazione: l'aumento delle tariffe di viaggio, la dismissione di servizi a bassa domanda di trasporto, anche se universali, quelli a servizio dei pendolari, quindi, tutti quei servizi in qualche modo non profittevoli, a fallimento di mercato, il taglio dei costi del lavoro, il taglio delle condizioni generali di sicurezza, di esercizio e della prevenzione ovviamente della salute dei lavoratori.
  Quindi, banalmente, l'operazione è sottesa da una logica che tende, come abbiamo detto spesso in quest'Aula, a privatizzare gli utili a beneficio di pochi e a socializzare le perdite a danno dei cittadini italiani. E dispiace che qualcuno, in quest'Aula, e nello specifico l'onorevole Mazziotti Di Celso, abbia detto che la privatizzazione di Telecom poteva essere fatta in maniera diversa, ma ha portato al risparmio dei cittadini italiani tramite una riduzione delle bollette telefoniche. Presidente, questa è un'amenità; come dicevo all'inizio del mio intervento, la liberalizzazione e, quindi, la partecipazione di più concorrenti in un mercato è un conto, altro è invece che dei privati partecipino a un azionariato finora statale e, quindi, in qualche modo facciano degli investimenti senza addurre alcun vantaggio in questa operazione.
  È stato ricordato anche il caso di Alitalia, sono stati ricordati una serie di esempi che hanno prodotto dei risultati evidentemente diversi da quelli che sono stati propagandati in televisione dai Governi in questi anni. Telecom è uno di questi; oggi noi non abbiamo una società della rete che ci permetta di fare investimenti sul digitale nelle aree a fallimento di mercato, tanto per dirne una, proprio perché la privatizzazione di Telecom è stata scellerata.
  Presidente, vorrei avere l'attenzione del Governo, gentilmente, e la sua, vorrei interloquire con il Governo, se possibile. Vorrei ricordare al Governo e agli onorevoli colleghi presenti in quest'Aula che la società di trasporti DBahn, tedesca, è partecipata statale, è controllata totalmente dallo Stato; idem per Transport for London, idem, si può dire, anche per altre scelte che sono state fatte, per esempio, nel settore delle telecomunicazioni con Telecom, la Deutsche Telekom tedesca ha una quota rilevante di Cassa depositi e prestiti, idem per France Télécom.
  Quindi, in qualche modo le privatizzazioni fatte negli altri Paesi producono evidentemente degli effetti e sono portate avanti con serietà. Le nostre, invece, vengono fatte perché intanto si devono fare, senza che nessuno ci dica il motivo esatto per cui vengono fatte.
  Presidente, mi avvio a conclusione. Non è normale, in questo Paese, che i contrasti sulle privatizzazioni, che, appunto, non si sa bene ancora come verranno fatte, creino un momento in cui addirittura l'intero consiglio di amministrazione di una delle società più importanti di questo Paese si dimette in blocco.
  Ancora, Presidente, noi vorremmo che si investisse nelle infrastrutture dei territori, nello sviluppo delle regioni del sud Italia e delle isole, nel trasporto dei pendolari, nella maggiore efficienza dei servizi di pubblico interesse e vorremmo anche una riorganizzazione in chiave intermodale di tutta la mobilità. Auspicheremmo anche una politica seria che mira all'abbattimento del debito pubblico, perché queste privatizzazioni ovviamente non avranno questo risultato.
  Per le ragioni espresse, quindi, voteremo a favore, ovviamente, sulla mozione Pag. 76del nostro gruppo, su quella a prima firma dell'onorevole Franco Bordo e su quella a prima firma dell'onorevole Cristian Iannuzzi, mentre esprimeremo voto contrario su quelle a prima firma Guidesi, Mazziotti Di Celso e Dorina Bianchi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tullo. Ne ha facoltà.

  MARIO TULLO. Grazie, Presidente. Io credo che questa discussione, che è iniziata e finisce con il mio intervento questo pomeriggio, sia una discussione importante, così come è importante e utile lo strumento delle mozioni con cui il Parlamento e i gruppi parlamentari cercano di orientare quella che sarà poi l'azione del Governo.
  Voglio dirlo chiaramente: noi abbiamo partecipato, con l'intervento del collega Maino Marchi, al dibattito di lunedì pomeriggio, annunciando che era probabile anche una nostra mozione che poi abbiamo deciso di non presentare. Questo non perché non abbiamo le idee chiare, dato che le abbiamo manifestate già lunedì e lo faremo oggi, ma perché crediamo che l'Aula e i gruppi parlamentari legittimamente – voglio dirlo senza polemica – abbiano, diciamo, usato l'acceleratore, abbiano accelerato, nel dibattito che si sta avviando nel Governo e nel Paese, sull'ipotesi di una privatizzazione delle Ferrovie dello Stato.
  Lo voglio dire perché trovo, quindi, giusta la posizione del sottosegretario Del Basso De Caro, il quale non mette in contraddizione la mozione Dorina Bianchi e Garofalo n. 1-01070 e la mozione Franco Bordo ed altri n. 1-01068, perché credo, invece, che ne assuma l'essenza principale, che è anche la posizione espressa dal Partito Democratico lunedì in sede di discussione sulle linee generali e, cioè, quella che, prima di procedere su una materia così delicata, il Governo si deve impegnare a riferire in Parlamento in quelle che sono le Commissioni competenti, quindi la Commissione bilancio e la Commissione trasporti.
  Da questo punto di vista, da una parte c’è un'accelerata che è – torno a ripeterlo – legittima, perché mai ci saremmo sognati di venire in quest'Aula a chiedere un rinvio della discussione, affermando che non siamo pronti. Siamo più che pronti, perché abbiamo già compiuto un atto e lo abbiamo fatto insieme alle altre forze politiche e agli altri gruppi parlamentari ieri pomeriggio, condividendo la proposta del presidente dalla Commissione trasporti, Meta, il quale, in autonomia rispetto alle decisioni che oggi assumerà il Parlamento – e alcune condivise anche dal Governo – ha già deciso di convocare il Ministro Padoan in Commissione, perché venga a riferire compiutamente le volontà del Governo.
  Lo hanno già detto altri colleghi: parliamo di una delle aziende più importanti del Paese, controllata dal Tesoro, un'azienda che ha subito, negli ultimi 15 anni, trasformazioni incredibili da tutti i punti di vista. Se noi ci pensiamo per un attimo, le nostre Ferrovie nel secolo precedente, nel Novecento, in tutto il Novecento, sono state organizzate in Ferrovie dello Stato, hanno assunto il servizio, che era totalmente a carico dello Stato, e negli ultimi 15 anni sono diventate una holding e, quindi, ci sono diverse aziende, organizzate dentro alla holding, e vi è un servizio che, però, non è più centralizzato, perché, per esempio, su una parte del servizio molto importante, come quello dei pendolari, vi è una compartecipazione delle regioni al finanziamento. Come ha già detto prima il collega Biasotti, è la seconda azienda per investimenti e la quinta per dipendenti.
  È una delle aziende più importanti per fatturato ed è centrale la sua missione, quella della mobilità. Si sta sviluppando molto bene, a mio avviso, l'Alta velocità, vi sono invece luci e ombre, molte ombre, nel servizio della rete regionale, quella che riguarda i pendolari.
  Vi sono difficoltà tremende per quanto riguarda gli investimenti nel settore delle merci. Talvolta abbiamo interloquito con i vertici di Ferrovie chiedendo loro che se le merci non vengono più ritenute un servizio Pag. 77fondamentale per FS si consenta ad altri di intervenire e di agire. Quindi, vi è anche la possibilità, in alcuni segmenti di questo servizio straordinariamente importante, di agire maggiormente sul fattore concorrenza.
  Credo che non ci possa essere in questo momento un «no» ideologico o anche un «sì» ideologico. Vorrei ricordare a tutti che quando abbiamo discusso (l'abbiamo fatto per tre mesi in Commissione trasporti alla Camera ed è stato liquidato più velocemente invece al Senato) il quarto pacchetto ferroviario, ci siamo accorti che a volte l'Italia ha corso più di altri Paesi. Quindi vorrei che, anche da questo punto di vista, noi affrontassimo la discussione su un eventuale privatizzazione non dietro a un «no» ideologico o a un «sì» ideologico. Qualcuno dice che non basta il quaranta per cento bisogna andare oltre. Dobbiamo capire che cosa si privatizza. Ritengo che le parole del Ministro Delrio siano per noi una garanzia allorché afferma nettamente che la rete resterà pubblica. Ma siccome la rete è gran parte del patrimonio di Ferrovie dello Stato, allora è importante capire che cosa si privatizza. Anche il Governo in queste ore, non più tardi di questa mattina, con il Ministro Delrio, ha detto appunto che vuole affrontare bene la questione, in un'interlocuzione seria con il Parlamento, con le organizzazioni sindacali, per capire quali eventuali società sono da mettere sul mercato. Credo che dinanzi a un processo di privatizzazione che eventualmente partirà, sia fondamentale fare antecedere un piano industriale per le Ferrovie, ribadire qual è la missione che noi vogliamo che abbiano le Ferrovie e poi vedere come eventualmente continuare per quanto riguarda la privatizzazione. Penso, quindi, sia importante quel confronto che praticamente tutti i gruppi chiedono al Governo (qua rappresentato dal sottosegretario) con le Commissioni competenti, e auspico che la richiesta che il presidente della Commissione trasporti ha avanzato al Ministro Padoan possa essere sviluppata ancora prima della pausa natalizia, perché colpiscono ovviamente anche chi sostiene convintamente il Governo, chi rappresenta il partito di maggioranza del Governo, le attuali dichiarazioni fatte dal nuovo vertice dello Ferrovie dello Stato. Colpiscono, ma contemporaneamente tranquillizzano, perché non c’è da correre. Oggi il Parlamento ha scelto, e io sono rispettoso dei gruppi che l'hanno fatto, di impegnare più decisamente il Governo anche in tempi stretti, ma vi sono tutte le condizioni perché noi possiamo essere coinvolti maggiormente in questo processo che il Governo deciderà di avviare. Quindi, con questa serenità, voteremo le mozioni proposte con i pareri del Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cristian Iannuzzi. Ne ha facoltà.

  CRISTIAN IANNUZZI. Grazie Presidente, volevo chiedere se sono autorizzato a consegnare il testo per la pubblicazione in calce al resoconto.

  PRESIDENTE. Credo che sia una scelta molto gradita e la Presidenza la autorizza con gioia.

  CRISTIAN IANNUZZI. Faccio un brevissimo intervento soltanto per dire che noi firmatari della mozione, a mia prima firma, siamo contrari alla privatizzazione delle Ferrovie dello Stato, come ribadito nella mozione. E, comunque, visto che il Governo la vorrà fare lo stesso, impegniamo il Governo a relazionare al Parlamento i dettagli e le conseguenze della privatizzazione dal punto di vista economico, occupazionale e sociale; a garantire la proprietà pubblica della rete ferroviaria; a garantire un potenziamento del servizio nei confronti di disabili, ciclisti, del trasporto intermodale e comunque a garantire, quanto meno, che il processo di privatizzazione non comporti un peggioramento del servizio erogato ai cittadini. Quindi vigileremo affinché vengano rispettati questi impegni.

Pag. 78

  PRESIDENTE. È sempre bene ricordare che le componenti del gruppo Misto è bene che parlino all'inizio e non alla fine.
  Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi le mozioni e la risoluzione saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse delle votazioni precedenti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Franco Bordo ed altri 1-01068, sulla quale il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fabbri, D'Uva, Minnucci, Terzoni, Mannino, Nizzi, Mucci...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  324   
   Votanti  305   
   Astenuti   19   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
 301    
    Hanno votato
no    4).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Dorina Bianchi e Garofalo 1-01070, per quanto non assorbita, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carbone, Sorial...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  312   
   Votanti  306   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
 222    
    Hanno votato
no   84).    

  (Il deputato Cominardi ha segnalato di non essere riuscito ad esprimere voto contrario).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione De Lorenzis ed altri 1-01071, con il parere contrario del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bossa, Carrozza, Palese, Capozzolo, Pesco ...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  323   
   Votanti  300   
   Astenuti   23   
   Maggioranza  151   
    Hanno votato
  84    
    Hanno votato
no  216).    

  Passiamo alla votazione della mozione Mazziotti Di Celso ed altri 1-01072.
  Avverto che i presentatori hanno accettato la riformulazione proposta dal Governo sul secondo capoverso del dispositivo, mentre non hanno accettato l'espunzione del quarto capoverso del dispositivo, su cui dunque il parere del Governo è contrario.
  Avverto, altresì, che i presentatori di tale mozione hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il quarto capoverso del dispositivo distintamente dal resto.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazziotti Di Celso ed altri 1-01072, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, ad eccezione del quarto capoverso del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

Pag. 79

  Palese, Gribaudo, Monchiero...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  318   
   Votanti  312   
   Astenuti    6   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
 217    
    Hanno votato
no   95).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mazziotti Di Celso ed altri n. 1-01072, limitatamente al quarto capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Scuvera, Magorno, Palmieri, Cozzolino...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  317   
   Votanti  311   
   Astenuti  6   
   Maggioranza  156   
    Hanno votato
  13    
    Hanno votato
no  298).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Cristian Iannuzzi ed altri n. 1-01077, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Molea, Monchiero, Tidei...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  315   
   Votanti  306   
   Astenuti  9   
   Maggioranza  154   
    Hanno votato
 303    
    Hanno votato
no    3).    

  Passiamo alla votazione della mozione Guidesi ed altri n. 1-01078.
  Avverto che i presentatori di tale mozione non hanno accettato l'espunzione del primo capoverso del dispositivo e dunque su tale capoverso il parere del Governo è contrario.
  Avverto, altresì, che i presentatori di tale mozione hanno chiesto la votazione per parti separate, nel senso di votare il primo capoverso del dispositivo distintamente dalla restante parte della mozione.
  Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Guidesi ed altri n. 1-01078, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, ad eccezione del primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  316   
   Votanti  309   
   Astenuti  7   
   Maggioranza  155   
    Hanno votato
 294    
    Hanno votato
no   15).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Guidesi ed altri n. 1-01078, limitatamente al primo capoverso del dispositivo, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Coppola...
  Dichiaro chiusa la votazione.Pag. 80
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  313   
   Votanti  305   
   Astenuti  8   
   Maggioranza  153   
    Hanno votato
  91    
    Hanno votato
no  214).    

  (Il deputato Marcon ha segnalato di non essere riuscito a votare a favore; i deputati D'Ottavio e Quartapelle Procopio hanno segnalato di non essere riusciti a votare contro).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Biasotti ed altri n. 1-01080, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Casati, Piazzoni...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera approva (Vedi votazioni).

   (Presenti  315   
   Votanti  241   
   Astenuti  74   
   Maggioranza  121   
    Hanno votato
 240    
    Hanno votato
no    1).    

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla risoluzione Pili ed altri n. 6-00182, su cui il Governo ha espresso parere contrario.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  D'Uva, Montroni, De Lorenzis...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione: la Camera respinge (Vedi votazioni).

   (Presenti  317   
   Votanti  312   
   Astenuti  5   
   Maggioranza  157   
    Hanno votato
  96    
    Hanno votato
no  216).    

Modifica nella composizione dell'Ufficio di presidenza di un gruppo parlamentare e affidamento dei poteri attribuiti dal Regolamento nell'ambito del medesimo gruppo.

  PRESIDENTE. Comunico che, con lettera pervenuta in data odierna, il presidente del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, Federico D'Incà, ha reso noto che, a far data dal 9 dicembre 2015, il deputato Davide Crippa, in sostituzione del deputato Girgis Giorgio Sorial, assumerà l'incarico di vicepresidente vicario del gruppo parlamentare MoVimento 5 Stelle, nonché la funzione di portavoce del gruppo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle), secondo quanto previsto dal relativo statuto, ferma restando la titolarità, in capo al deputato D'Incà, della carica di presidente del gruppo stesso.
  Con la medesima lettera il presidente del gruppo ha altresì comunicato che a far data dal 9 dicembre 2015 il deputato Michele Dell'Orco assumerà l'incarico di vicepresidente, in sostituzione del deputato Davide Crippa.

Sull'ordine dei lavori (ore 17,45).

  ANTONIO BOCCUZZI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ANTONIO BOCCUZZI. Signor Presidente, c’è in Italia un magistrato diventato l'emblema dei diritti da restituire a chi se li è visti portare via. Cominciò dai lavoratori oggetti di discriminazione per le loro idee politiche o per la loro militanza sindacale arrivando a uomini e donne costretti a rischiare la salute e la vita per Pag. 81mantenere un impiego, per crescere i figli, per una vita dignitosa. Pubblica accusa e difensore delle parti più deboli, tanti procedimenti nel corso della sua missione fino ai due grandi procedimenti ancora in discussione nelle aule di giustizia, quello per il rogo alla Thyssen e quello per le migliaia di vittime dell'Eternit. Il procuratore Guariniello ha tentato in questi anni di invertire un sistema che spesso ha dato ragione ai forti e torto ai deboli, sentenze storiche che faranno giurisprudenza calibrando il diritto in strade nuove e spesso inesplorate. A fine anno il dottor Guariniello andrà in pensione insieme a moltissimi altri giudici e pubblici ministeri che con le loro inchieste hanno lasciato il segno. Ha dedicato la sua vita a quel diritto, spesso negato, lavorando e proponendo la creazione di una procura nazionale sugli infortuni sul lavoro e sulle malattie professionali, una solida eredità a cui spero potremo dare seguito traducendo la sua proposta in legge, un grande, grandissimo contributo che permetterà di cogliere quanto di buono è stato fatto nel corso di questi anni da un pool di magistrati, sempre sotto la lente di ingrandimento, spesso attaccati ma mai domi e paghi, alla ricerca continua della stella polare chiamata giustizia (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Signor Presidente, il 6 dicembre prossimo ricorrono i 108 anni dalla tragedia di Monongah in cui, a causa di esplosioni nella miniera negli Stati Uniti, West Virginia, persero la vita 361 persone, di cui 171 italiani. È una tragedia che ci tocca profondamente nel cuore e che fa parte della storia sociale e umana, sia italiana che americana. Dobbiamo avere memoria di questo e conservare i luoghi della memoria affinché siano di insegnamento anche per l'oggi. La storia delle migrazioni italiane nel mondo fa parte del nostro sentire civile e dobbiamo fare in modo che venga conservato e custodito anche dalle giovani generazioni. Allora Monongah e le altre tragedie del lavoro italiano nel mondo devono servire a stimolarci, a costruire una società più giusta e sostenibile, che sappia mettere al centro la dignità della persona capace di esprimersi in luoghi di lavoro sicuri.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 4 dicembre 2015, alle 10:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 17,50.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO MARCO RONDINI SULLE MOZIONI CONCERNENTI INIZIATIVE PER LA CURA DEI TUMORI RARI

  MARCO RONDINI. I tumori rari sono neoplasie che si manifestano in un numero molto ristretto di persone. Possono svilupparsi in diverse parti dell'organismo e avere caratteristiche molto differenti: la scarsa diffusione è l'unico elemento che accomuna tutti i tumori classificati come rari, che rappresentano una famiglia estremamente eterogenea di patologie.
  I tumori rari vengono definiti così in quanto colpiscono un numero molto ristretto di persone. I ricercatori del progetto RARE CARE (Surveillance of rare cancers in Europe) ne hanno individuati oltre 250. I Tumori Rari rappresentano oltre il 20 per cento di tutti i tumori diagnosticati ogni anno in Unione Europea e riguardano in questo territorio più di 4 milioni di persone. La sempre maggiore caratterizzazione genetica dei tumori, anche di quelli più comuni, rischia di rendere il concetto di «rarità» ad alcuni di Pag. 82essi rari. Il fatto che un tumore sia raro non significa che sia incurabile o che le possibilità di guarigione siano più limitate rispetto a quelle di un tumore più comune: alcune neoplasie rare hanno infatti percentuali di guarigione o di controllo della malattia superiori a tumori molto più diffusi. Attualmente, la Rete Tumori Rari, una collaborazione tra centri oncologici italiani per migliorare l'assistenza ai pazienti con tumori rari, utilizza la soglia di incidenza (numero di nuovi casi in un anno) inferiore o uguale a 5 casi su 100 mila, ma altre organizzazioni utilizzano soglie diverse.
  Esistono anche i tumori «eccezionali»: questi ultimi sono rappresentati da varianti istologiche molto rare di un tumore comune oppure da varianti più frequenti che si manifestano però in parti del corpo del tutto inattese.
  Non è semplice stabilire la prevalenza dei tumori rari, ovvero capire quanto sono realmente diffusi, poiché ancora oggi non esiste una definizione univoca sui numeri che caratterizzano questa «rarità»: in altre parole, il problema principale è capire quando un cancro è così poco comune da poter essere chiamato raro. Attualmente, la Rete Tumori Rari, una collaborazione tra centri oncologici italiani per migliorare l'assistenza ai pazienti con tumori rari, utilizza la soglia di incidenza (numero di nuovi casi in un anno) inferiore o uguale a 6 casi su 100.000, ma altre organizzazioni utilizzano soglie diverse e ciò complica non poco il calcolo della diffusione di queste patologie. Inoltre, le tecniche molecolari sempre più avanzate permettono oggi una caratterizzazione genetica estremamente precisa dei tumori e rischiano di rendere «rari», almeno sulla carta, anche alcuni tumori comuni. Un tumore della mammella con determinate caratteristiche molecolari può risultare infatti raro quanto alcuni dei tumori che rientrano ufficialmente nell'elenco «neoplasie rare».
  Indipendentemente dalla soglia utilizzata, però, ciò che conta è che il numero totale delle persone affette da tumore raro è molto elevato dal momento che esistono decine o forse centinaia di tipi diversi di cancro che possono essere definiti rari.
  In Italia, secondo i dati dello studio RITA – dedicato proprio ai tumori rari – ogni anno sono circa 60.000 le nuove diagnosi di tumore raro.
  Non è possibile definire fattori di rischio comuni per tutti i tumori rari sia perché queste patologie sono molto numerose e molto diverse tra loro, sia perché le informazioni e gli studi clinici ed epidemiologici su un tumore raro sono spesso limitati proprio a causa della difficoltà di reperire una quantità sufficiente di dati da visualizzare.
  Ai Tumori rari sono associate una serie di problematiche correlate alla loro caratteristica di malattie rare:
   difficoltà a reperire Centri con le competenze cliniche necessarie, perché sono pochi e geograficamente dispersi;
   difficoltà ad ottenere una diagnosi certa e tempestiva;
   limitata disponibilità di terapie, che si collega alla difficoltà di sviluppo di studi clinici dovuto al numero esiguo di pazienti e a carenza di interesse economico da parte delle industrie farmaceutiche a sviluppare farmaci in questo campo;
   difficoltà a essere assistiti con tutte le competenze necessarie per carenza di strutture specialistiche dedicate con approccio multidisciplinare.

  In Italia i problemi nell'accesso alla diagnosi e alla terapia sono aggravati dalla regionalizzazione del Sistema sanitario nazionale che impone, infatti, ai pazienti affetti da tumori rari ulteriori disparità di trattamento, soprattutto per quanto riguarda l'accesso alle terapie. La tempistica inoltre è un fattore fondamentale per i pazienti oncologici perché determinante nel migliorarne la sopravvivenza.
  La reale disponibilità delle terapie per i pazienti passa attraverso la negoziazione del prezzo e rimborso a livello di Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) e successivamente attraverso 21 procedure regionali, dalle quali dipendono i tempi e le modalità Pag. 83secondo cui il farmaco viene inserito nei prontuari terapeutici; ciò comporta che l'accesso al farmaco è ritardato, (da un'indagine di Farmindustria è evidenziato un ritardo medio di 9 mesi, con regioni che registrano ritardi anche di oltre un anno e mezzo), facendo venir meno l'obiettivo principale del regolamento (CE) n. 141/2000, ossia la contemporaneità della disponibilità delle cure e livelli omogenei di tutela della salute per tutti i cittadini europei.
  Un'importante novità è emersa nel corso dell'anno 2013, che ha modificato sostanzialmente l'indirizzo del Gruppo di Lavoro Tumori Rari: a differenza di quanto enunciato nell'audizione al Senato dell'8 novembre 2012 e nella documentazione sino ad allora prodotta a sostegno delle istanze del gruppo, nel corso del 2013 sono emersi elementi nuovi che hanno indotto il Gruppo a non più perseguire l'inclusione dei Tumori Rari nella lista delle Malattie Rare annessa al DM 279/01, in quanto nella pratica si rivelerebbe – paradossalmente – un ostacolo al perseguimento degli obiettivi primari che restano incentrati sull'accesso facilitato ai farmaci off-label e compassionevoli nei tumori rari. Il Gruppo ha valutato di modificare la sua posizione, non richiedendo più l'inclusione del Tumori Rari nell'elenco approvato delle Malattie Rare, nell'interesse dei portatori di tumori rari.
  Grazie all'opera svolta dal Gruppo di Lavoro Tumori Rari un importante risultato è stato ottenuto: per la prima volta nel nostro paese, la Conferenza Stato-Regioni nella seduta del 22 novembre 2012 (con approvazione del riparto della disponibilità finanziaria il 27 dicembre 2012), ha deliberato l'assegnazione di un importo di 15 milioni di euro, da ripartire tra le Regioni, destinato alla promozione e sviluppo dell'attività dei centri di cura della Rete Nazionale Tumori Rari (RTR). La rete, che esiste dal 1997 come collaborazione permanente tra centri oncologici distribuiti su tutto il territorio nazionale, rappresenta già da tempo per i pazienti con GIST e con tumori rari solidi una risorsa estremamente importante. Il finanziamento pubblico sancisce la funzione della Rete come risorsa stabile del Sistema Sanitario Nazionale, con i seguenti scopi:
   migliorare in Italia la cura dei tumori rari solidi dell'adulto tramite la divisione a distanza di casi clinici, riducendo la migrazione sanitaria;
   definire linee guida per la pratica clinica con criteri condivisi di diagnosi e cura;
   favorire la ricerca sui tumori rari.

  Obiettivi del progetto:
   realizzare l'inserimento della RTR nella routine del SSN, in tutte le Regioni italiane, sotto la guida del Ministero della Salute;
   contribuire all'integrazione delle Reti Oncologiche Regionali (ROR) con la Rete Nazionale Tumori Rari (RTR).

  Nel settembre 2014, la Commissione Affari Sociali della Camera ha approvato all'unanimità una risoluzione sulle Malattie Rare che faceva seguito a un'indagine conoscitiva svolta nei mesi precedenti su queste patologie: tra gli obiettivi principali della risoluzione c’è la richiesta al Governo di facilitare la creazione dei nuovi Centri di riferimento a livello europeo per le malattie rare, ERN, European Reference Networks for rare diseases. In questo quadro vorremmo proporre di creare ERN specificamente dedicate ai tumori rari, che coinvolgano Centri di ricerca di altissimo profilo, ma che offrano anche un adeguato servizio ai pazienti e alle Associazioni da essi costituite. All'appello hanno fatto eco le richieste della Federazione Italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia, che propongono di creare almeno una Rete per ciascuna famiglia di tumori rari, che corrisponde sempre a comunità di medici, pazienti, istituzioni che se ne occupano. Anche le neoplasie dell'infanzia sono catalogate tra i tumori rari. Il cancro è la prima causa di morte nei bambini ed è triste annotare come negli ultimi Pag. 84vent'anni i trattamenti per i tumori solidi che colpiscono i giovanissimi sono rimasti sostanzialmente invariati. Ogni anno in Europa più di trentacinquemila bambini si ammalano di cancro ed oltre un terzo di quelli guariti soffrirà nel corso della vita di problemi cronici o sarà afflitto da un cancro secondario. C’è poi il problema dei farmaci. Le case farmaceutiche, tranne qualche eccezione, sono poco interessate a sviluppare la ricerca nel campo dei tumori infantili. Succede allora che più della metà dei farmaci somministrati in oncologia pediatrica è stata testata solo sugli adulti. I bambini sono curati con vecchi farmaci, molto tossici per loro, approvati trenta o quarant'anni fa. Dei 180 nuovi farmaci oncologici approvati dall'FDA (l'agenzia americana per i medicinali) dal 2000 solo tre sono stati tostati sui bambini. Il bisogno di farmaci specifici diventa dunque un'urgenza prioritaria.
  I tumori rari possono colpire tutti i distretti del corpo e a tutte le età, per questo c’è una «grande eterogeneità nel trattamento dei pazienti. Non bisogna confondere i tumori rari con le malattie rare, per le quali tra l'altro esiste già una disciplinazione, perché queste ultime si sviluppano di solito nell'infanzia e diventano croniche, mentre i tumori richiedono una diagnosi e una terapia rapide. I due tipi di patologia hanno però dei punti in comune: la scarsità di farmaci e di fondi per la ricerca. Basti pensare ai tumori in endocrinologia, quelli che interessano tiroide, ipofisi, ghiandole surrenali: alcuni sono delle rarità nella rarità. Ci sono tumori che per esempio colpiscono una persona ogni milione di abitanti. Fare diagnosi precoce è quindi difficilissimo e i centri di eccellenza sul territorio dedicati alla cura dei tumori endocrinologici rari sono pochi, così come i farmaci, disponibili solo da poco tempo. La corretta diagnosi e l'appropriato percorso terapeutico sono fondamentali per la guarigione. Ecco perché è importantissima anche l'eccellenza nei percorsi di formazione dei medici. Per le neoplasie di bassa incidenza servono percorsi formativi dedicati, delocalizzati rispetto alle sedi universitarie ma ad esse collegate anche grazie all'utilizzo di forme avanzate di training via web. E anche queste devono essere dispensate in centri di eccellenza. La chirurgia è il trattamento cardine per tutti i tumori solidi e la sua qualità è il fattore primario per la guarigione e la qualità deriva dall'esperienza, cioè con la frequenza con cui i chirurghi si confrontano con la patologia, monitorando il numero di complicanze e seguendo il decorso oncologico. È importantissimo perciò che il primo intervento sia eseguito in centri specializzati. Le statistiche parlano chiaro: chi viene operato nei centri di eccellenza ha il venti per cento in più di probabilità di sopravvivere. E allora è necessario più che mai istituire Reti nazionali che diano la possibilità ai malati di accedere ai trattamenti sanitari adeguati.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO DEL DEPUTATO CRISTIAN IANNUZZI SULLE MOZIONI CONCERNENTI L'ANNUNCIATO PROCESSO DI PRIVATIZZAZIONE DI FERROVIE DELLO STATO ITALIANE S.P.A.

  CRISTIAN IANNUZZI. Presidente, colleghi deputati, innanzitutto mi lasci esprimere una posizione di forte contrarietà, da parte mia e dei firmatari della mozione che ho presentato, rispetto al prospettato processo di privatizzazione di FS, cui dovremo probabilmente cambiare nome, e dunque non più Ferrovie dello Stato ma FP, Ferrovie dei Privati.
  E ci chiediamo, Presidente, perché mai una società pubblica, solida e in crescita come Ferrovie dello Stato, con un fatturato di 8,4 miliardi di euro, 70 mila dipendenti che gestiscono oltre 8 mila treni al giorno, 600 milioni di passeggeri e 50 milioni di tonnellate-merci all'anno su una rete di oltre 16.700 chilometri debba essere privatizzata a beneficio di chi ?
  Appare in questo senso inspiegabile che questa decisione di privatizzare FS sia stata presa dal Governo senza previo consulto del Parlamento.Pag. 85
  Il Parlamento deve essere coinvolto e deve poter esercitare la sua funzione di controllo e indirizzo politico, visto che Ferrovie dello Stato – non solo è una società controllata dallo Stato – ma è anche un'impresa partecipata pubblica che – se pur con tutti i limiti comportati dalla crisi finanziaria generale del nostro paese – ha contribuito a sviluppare un progetto di mobilità e di logistica per l'Italia.
  Ferrovie dello Stato è dunque un ente che ha ampia disponibilità di risorse e fa investimenti miliardari in ricerca e sviluppo, che avrebbe potuto sicuramente lavorare maggiormente nel potenziamento delle reti locali e regionali, che versano in condizioni disastrose, cosa che avrebbe consentito a milioni di pendolari di recarsi a lavoro o a scuola in modo più decoroso, degno di un Paese civile, ma l'assioma di «privato buono, pubblico inefficiente» – considerato che il privato interviene solo dove è garantito un interesse privato, non certo per beneficenza – è stato smentito più volte dalle numerose privatizzazioni di aziende ed enti pubblici, che non hanno portato alcun vantaggio ai cittadini del nostro paese.
  L'operazione annunciata dal Ministro Delrio ed avviata dal Governo Renzi, si configura, ahi noi, come l'ennesima svendita del patrimonio pubblico che avviene senza alcuna confronto e partecipazione delle forze politiche rappresentate in Parlamento e senza nessun interazione con la cittadinanza che usufruisce del servizio ferroviario.
  Nessuno ha informato il Parlamento e i cittadini circa le ricadute in termini occupazionali, economici e sociali di questa azione, mentre in altri Paesi europei si sta andando nella direzione opposta, e cioè con lo Stato che amplia la sua presenza nella gestione delle ferrovie e dei mezzi di trasporto.
  Il Governo Renzi dunque preferisce privatizzare tutto e subito, svendendo per pochi spiccioli asset strategici per il paese e non preoccupandosi di quale sarà la politica industriale dell'Italia ed il futuro del trasporto pubblico.
  Eppure vicende come quella della privatizzazione di Telecom avrebbero dovuto far riflettere chi si occupa della cosa pubblica. Un'azienda pubblica produttiva come era la vecchia SIP, poi Telecom Italia, è stata con la privatizzazione tristemente depauperata, senza che vi sia stato alcun beneficio per la collettività, quindi per la qualità dei servizi resi agli utenti, per l'economia del paese, per la libera concorrenza e dunque lo sviluppo.
  Il ricambio ai vertici delle Ferrovie dello Stato accresce ancor di più il clima di incertezza che sta caratterizzando la procedura di privatizzazione.
  La nostra mozione chiede che venga assicurata trasparenza, correttezza e valutazione chiara delle conseguenze della procedura che è stata avviata.
  Chiediamo che il Governo chiarisca come l'annunciato progetto di privatizzazione costituisca un'opportunità di crescita e di sviluppo per l'intero sistema del trasporto ferroviario italiano, con particolare riguardo al rispetto del principio di libera concorrenza, e non una mera operazione economico-finanziaria.
  Pretendiamo che il Governo presenti al Parlamento, prima di proseguire con la procedura di privatizzazione, una relazione che illustri in modo puntuale tutti gli aspetti e le conseguenze industriali, economiche, occupazionali, sociali e relative alla qualità del servizio derivanti dall'annunciato piano di alienazione del gruppo.
  Questo Governo ci deve assicurare che il piano di privatizzazione messo in campo garantisca la proprietà pubblica della rete infrastrutturale a vantaggio di una completa indipendenza e terzietà del gestore della rete rispetto a tutti gli operatori ferroviari ed intermodali operanti sul mercato del trasporto.
  Questo Governo deve salvaguardare il diritto alla mobilità attraverso il servizio pubblico e la maggioranza piena dell'azionariato dello Stato.
  Questo Governo deve garantire che il piano di privatizzazione non determini un ulteriore deterioramento della qualità e dell'efficienza del servizio erogato ed a Pag. 86ridiscutere, rafforzandolo ed inasprendolo, il meccanismo di pagamento di penali a seguito di gravi disservizi.
  Questo Governo deve adoperarsi affinché, anche a seguito del processo di privatizzazione, sia potenziato il servizio nei confronti di disabili, ciclisti e trasporto intermodale.
  Soprattutto chiediamo al Governo, anche alla luce della Conferenza sul clima che si sta svolgendo in questi giorni a Parigi, di investire maggiori risorse e dare priorità al trasporto pubblico locale per migliorare le condizioni di vita di milioni di pendolari: investire sulla rete e sul materiale rotabile significa diminuire traffico privato su gomma, ridurre emissione di C02, tutelare la salute dei cittadini, fornire servizi di qualità agli utenti.
  Quindi vigileremo affinché vengano rispettati gli impegni che il Governo si assume al momento dell'approvazione di questa mozione.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Ddl cost. 2613-B – em. 37.1 248 245 3 123 2 243 92 Resp.
2 Nom. em. 37.2 391 358 33 180 88 270 90 Resp.
3 Nom. em. 37.4 407 372 35 187 91 281 88 Resp.
4 Nom. em. 37.5 441 422 19 212 106 316 79 Resp.
5 Nom. em. 37.6 436 386 50 194 72 314 79 Resp.
6 Nom. em. 37.7 440 293 147 147 10 283 79 Resp.
7 Nom. articolo 37 445 436 9 219 288 148 78 Appr.
8 Nom. em. 38.2 450 395 55 198 104 291 78 Resp.
9 Nom. em. 38.1 446 389 57 195 99 290 78 Resp.
10 Nom. articolo 38 454 448 6 225 283 165 78 Appr.
11 Nom. em. 39.2 441 435 6 218 157 278 76 Resp.
12 Nom. em. 39.5 453 449 4 225 164 285 76 Resp.
13 Nom. em. 39.3, 39.103 459 456 3 229 166 290 76 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). – C = Voto contrario (in votazione palese). – V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). – A = Astensione. – M = Deputato in missione. – T = Presidente di turno. – P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. – X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nom. em. 39.6 455 448 7 225 159 289 76 Resp.
15 Nom. em. 39.7 456 446 10 224 153 293 75 Resp.
16 Nom. em. 39.8 460 446 14 224 153 293 74 Resp.
17 Nom. em. 39.101 460 335 125 168 43 292 74 Resp.
18 Nom. em. 39.102 457 326 131 164 35 291 73 Resp.
19 Nom. em. 39.9 469 437 32 219 135 302 72 Resp.
20 Nom. articolo 39 458 449 9 225 292 157 72 Appr.
21 Nom. odg 9/2613-B/2 398 378 20 190 123 255 72 Resp.
22 Nom. odg 9/2613-B/4 413 392 21 197 68 324 72 Resp.
23 Nom. odg 9/2613-B/5 412 392 20 197 126 266 72 Resp.
24 Nom. odg 9/2613-B/6 422 377 45 189 112 265 72 Resp.
25 Nom. odg 9/2613-B/7 420 374 46 188 49 325 72 Resp.
26 Nom. odg 9/2613-B/8 433 383 50 192 41 342 72 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nom. odg 9/2613-B/9 430 381 49 191 48 333 72 Resp.
28 Nom. odg 9/2613-B/10 434 406 28 204 134 272 72 Resp.
29 Nom. odg 9/2613-B/11 432 411 21 206 137 274 72 Resp.
30 Nom. odg 9/2613-B/12 425 361 64 181 82 279 72 Resp.
31 Nom. odg 9/2613-B/13 421 377 44 189 100 277 72 Resp.
32 Nom. odg 9/2613-B/14 434 389 45 195 108 281 72 Resp.
33 Nom. odg 9/2613-B/15 433 386 47 194 107 279 72 Resp.
34 Nom. odg 9/2613-B/16 434 407 27 204 125 282 72 Resp.
35 Nom. odg 9/2613-B/17 436 392 44 197 111 281 72 Resp.
36 Nom. odg 9/2613-B/18 433 386 47 194 96 290 71 Resp.
37 Nom. odg 9/2613-B/19 426 380 46 191 105 275 71 Resp.
38 Nom. odg 9/2613-B/22 432 402 30 202 37 365 70 Resp.
39 Nom. odg 9/2613-B/23 429 409 20 205 134 275 70 Resp.
INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nom. odg 9/2613-B/24 430 394 36 198 25 369 70 Resp.
41 Nom. odg 9/2613-B/27 422 404 18 203 4 400 70 Resp.
42 Nom. Moz. Binetti e a. 1-1063 355 355 178 354 1 94 Appr.
43 Nom. Moz. Baroni e a. 1-1073 rif. p.I 357 357 179 357 94 Appr.
44 Nom. Moz. Baroni e a. 1-1073 p.II 360 353 7 177 111 242 94 Resp.
45 Nom. Moz. Miotto e a. 1-1074 353 353 177 351 2 94 Appr.
46 Nom. Moz. Vargiu e a. 1-1075 p.I 356 356 179 355 1 94 Appr.
47 Nom. Moz. Vargiu e a. 1-1075 p.II 359 280 79 141 280 94 Appr.
48 Nom. Moz. Vargiu e a. 1-1075 p.III 365 364 1 183 282 82 94 Appr.
49 Nom. Moz. Nizzi e a. 1-1076 rif. 360 360 181 360 93 Appr.
50 Nom. Moz. Nicchi e a. 1-1079 362 362 182 362 93 Appr.
51 Nom. Moz. Bordo F. e a. 1-1068 324 305 19 153 301 4 93 Appr.
52 Nom. Moz. Bianchi D. e a. 1-1070 312 306 6 154 222 84 93 Appr.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 60)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nom. Moz. De Lorenzis e a. 1-1071 323 300 23 151 84 216 93 Resp.
54 Nom. Moz.Mazziotti e a. 1-1072 rif. p.I 318 312 6 157 217 95 93 Appr.
55 Nom. Moz. Mazziotti e a. 1-1072 p.II 317 311 6 156 13 298 93 Resp.
56 Nom. Moz. Iannuzzi C. e a. 1-1077 rif. 315 306 9 154 303 3 93 Appr.
57 Nom. Moz. Guidesi e a. 1-1078 p.I 316 309 7 155 294 15 93 Appr.
58 Nom. Moz. Guidesi e a. 1-1078 p.II 313 305 8 153 91 214 93 Resp.
59 Nom. Moz. Biasotti e a. 1-1080 rif. 315 241 74 121 240 1 93 Appr.
60 Nom. Ris. Pili n. 6-182 317 312 5 157 96 216 93 Resp.