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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 552 di giovedì 21 gennaio 2016

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PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ROBERTO GIACHETTI

  La seduta comincia alle 9.

  PRESIDENTE. La seduta è aperta.
  Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

  DAVIDE CAPARINI, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
  (È approvato).

Missioni.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Bindi, Bonafede, Bueno, Carbone, Cirielli, Covello, Crippa, Dambruoso, Damiano, Ferranti, Galati, Guerra, Lauricella, Locatelli, Mazziotti Di Celso, Migliore, Orlando, Rosato, Sanga, Valeria Valente e Velo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
  I deputati in missione sono complessivamente centosette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Seguito della discussione della proposta di legge: Businarolo ed altri: Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato (A.C. 3365-A) e delle abbinate proposte di legge: Businarolo ed altri; Ferranti ed altri (A.C. 1751-3433).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 3365-A, Businarolo ed altri: Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato; e delle abbinate proposte di legge: Businarolo ed altri; Ferranti ed altri nn. 1751 e 3433.
  Ricordo che nella seduta di ieri si è concluso l'esame degli emendamenti e degli ordini del giorno.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3365-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Signor Presidente, abbiamo seguito con attenzione l'iter di questa proposta di legge, che arriva in Aula profondamente modificata e senza dubbio migliorata rispetto a quello che era il testo originale. Questo provvedimento affronta un tema serio, anche se Pag. 2ostico per noi che ci sentiamo profondamente garantisti nell'animo: garantismo e insieme lotta alla corruzione.
  Nell'ultimo ventennio la corruzione ha preso una fisionomia diversa, ha subito un sostanziale spostamento dalla politica all'apparato burocratico in senso lato, raggiungendo livelli allarmanti nella pubblica amministrazione. È stata bonificata la politica ? Non credo. Piuttosto, ha perso potere e peso a favore dei livelli decisionali della pubblica amministrazione grazie a questo spostamento che è iniziato negli anni Novanta. È un problema reale, che non va sottovalutato, quello che affronta questa legge e che è necessario che emerga. Comprendiamo, dunque, lo spirito con cui la relatrice del Partito Democratico ha praticamente riscritto il testo e ne condividiamo le ragioni di fondo. Come Socialisti, però, come garantisti, è difficile accettare che quello che è un dovere civico di ogni cittadino o cittadina – denunciare un reato o un abuso – venga regolato da una legge, così come proprio non possiamo accettare che a questa denuncia si accompagni una sorta di premialità.
  Il provvedimento prevede che vengano previste garanzie a tutela del denunciante, garantendo l'anonimato e impedendo che possa subire qualsiasi ritorsione. Lo capiamo, ma non possiamo, invece, non rilevare che nulla viene scritto o detto a garanzia del denunciato. E se in funzione preventiva si parla di buona fede del denunciante, riteniamo che questo sia un concetto troppo aleatorio. Troppe volte abbiamo visto – e noi Socialisti ne sappiamo qualche cosa – presunti colpevoli sottoposti alla gogna mediatica o a procedimenti giudiziari, dai quali sono stati poi completamente scagionati. Abbiamo già norme per pervenire e segnalare reati e irregolarità...

  PRESIDENTE. Onorevole Locatelli, deve concludere.

  PIA ELDA LOCATELLI. Sì, ho concluso. E quindi crediamo che, insomma, questa legge non vada completamente bene, senza rilevare la sostanza del problema, ed è per queste ragioni che noi Socialisti non possiamo votare a favore di questo provvedimento. Però siamo consapevoli che il tema del contrasto alla corruzione sia da affrontare e quindi ci asterremo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie Presidente, Conservatori e Riformisti votano «no» a questo provvedimento opaco, che non risponde alle esigenze per cui era nato, tant’è che dobbiamo ricordare che era stata la Commissione europea, ancora una volta, a indicare che l'Italia troppe volte, in tema di corruzione, pensa più a fare una forma repressiva, che una forma preventiva. Ancora una volta la Commissione europea ci censura, ancora una volta questo Governo e questo Parlamento tentano in maniera maldestra di comporre un progetto di legge che, sostanzialmente, non centra gli obiettivi per cui era sorto.
  Passiamo un attimo al merito. La disciplina, nonostante la esaminata proposta di legge, presenta più ombre che luci: infatti, l'articolo 1 sostituisce l'articolo 54-bis del testo unico del pubblico impiego; l'articolo 2 riguarda la tutela del dipendente o collaboratore che segnala illeciti nel settore privato, introducendo per la prima volta disposizioni sulla tutela del dipendente pubblico che segnala illeciti. La disposizione richiamata delinea esclusivamente una protezione generale ed astratta.
  Essa per più versi deve essere completata con concrete misure di tutela del dipendente. A nostro avviso, non risulta esaustiva a rispondere al richiamo – come detto – europeo per una serie di motivi e di evidenti criticità: la premialità, la protezione, l'opportunità che la legge specificasse meglio la condotta di abuso oggetto di segnalazione, che si delineasse meglio il rispetto della presunzione di non colpevolezza ex articolo 27.
  Il provvedimento non coglie l'occasione per raccordare la nuova disciplina con Pag. 3quella della responsabilità amministrativa degli enti. Sarebbe opportuno, infatti, prevedere che il sistema di tutela del segnalante adottato dall'ente venga valutato ai fini del giudizio di idoneità del modello organizzativo. Su questa proposta di legge – sempre in parziale contrasto con l'obiettivo, appunto, del legislatore di introdurre un sistema di tutela del denunziante anche nel settore privato – da non dimenticare che era prevista anche la «taglia», cioè il premio a chi facesse queste segnalazioni.
  La disposizione esclude l'applicabilità della nuova disciplina alle segnalazioni che configurano il reato di calunnia o diffamazione. La proposta di legge vieta di rilevare l'identità dell'autore della segnalazione in assenza del consenso dello stesso. Inoltre, si prevede la possibilità di effettuare la segnalazione in forma anonima nei casi in cui essa sia adeguatamente documentata. Vorrei solo attirare l'attenzione del Presidente e dei colleghi per capire e immaginare quanto possa essere devastante l'introduzione di questo meccanismo attraverso le segnalazioni anonime, perché sicuramente porterà ad un rallentamento di quella che è l'attività amministrativa, in quanto è chiaro che si formeranno dei procedimenti basati più sull'odio e sulla carriera, che sulla sostanza.
  Ed ecco perché, per queste considerazioni, noi riteniamo che questo provvedimento non debba essere votato ed è per questo che, convintamente, i Conservatori e Riformisti votano «no» a un provvedimento del genere.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Ne ha facoltà.

  EDMONDO CIRIELLI. Signor Presidente, colleghi, il Governo e il gruppo di Fratelli d'Italia apprezza lo spirito da cui parte questa proposta di legge. Sicuramente l'idea di contrastare la corruzione, l'idea di contrastare una cultura dell'illegalità, l'idea di incentivare lo spirito etico dei nostri concittadini rappresenta un fatto per noi apprezzabile; l'idea stessa che si voglia instillare nella nostra società un senso più alto della legalità non può che essere per noi Fratelli d'Italia un fatto assolutamente apprezzabile. Tuttavia, le strade per l'inferno – si dice – sono lastricate di buone intenzioni. Ricordo che in passato due regimi, il regime nazista e il regime comunista, esaltavano la denuncia, da parte dei cittadini, di coloro che offendevano o il sano sentimento del popolo tedesco o le conquiste del socialismo o del comunismo, e si instillava persino nei giovanissimi l'idea che bisognasse denunciare i propri genitori qualora deviassero dalla strada che questi regimi totalitari indicavano. Probabilmente a loro modo di vedere, come c’è scritto in questa legge, avrebbero detto «in buona fede», perché pensavano di costruire società migliori: abbiamo visto come è andata a finire. D'altro canto, questa proposta – che probabilmente verrà approvata, atteso che il PD e il MoVimento 5 Stelle dimostrano ancora una volta di essere uniti sostanzialmente sulle linee guida della visione della società – contiene una serie di norme che, di fatto, già esistono nel nostro ordinamento.
  Infatti, è logico: sia nel testo unico sul pubblico impiego sia nel diritto del lavoro, i dipendenti che denunciano reati non possono essere mobbizzati, sanzionati, licenziati, e, se ciò avviene, chi lo fa o commette un reato a sua volta o commette illeciti disciplinari, e parliamo nel pubblico e nel lavoro. Quindi, insomma, ci sono tutte le norme – caro sottosegretario Ferri, lei che è un giurista lo sa – per tutelare il civismo positivo e per punire i reati o gli abusi, sia nel settore pubblico sia nel settore privato.
  È brutto che uno Stato getti la spugna, dica «Non siamo in grado di tutelare i dipendenti pubblici e privati con le norme che ci sono; le riscriviamo, le mettiamo tutte quante insieme, incentivando questo atteggiamento di denuncia, allo scopo di ribadire quello che l'ordinamento già dice». È un po’ una resa, che a noi non piace. Siamo pochi, ma siamo combattivi e Pag. 4non ci arrendiamo, noi di Fratelli d'Italia. Non ci piace che lo Stato getti la spugna in questa maniera.
  D'altro canto, è difficile essere contro un provvedimento che, oggettivamente, diciamo, in buona fede, per usare ancora una volta un termine un po’ abusato in questa norma, visto che ci si riferisce alla buona fede di colui che denuncia, quando, invece, noi sappiamo bene che esistono categorie molto precise nel diritto: c’è il dolo, c’è la colpa, che può essere colpa cosciente, colpa grave, colpa lieve.
  Ci sarebbero tutte le categorie per dare, poi, al giudice del merito l'opportunità di decidere se una denuncia è stata fatta, magari, per colpire il superiore che non ti ha dato la posizione organizzativa, che non ti ha dato una gratifica economica, piuttosto che per colpire il superiore o il collega che sono dei disonesti, che sono degli scorretti. Allora, credo che una riflessione ulteriore vada fatta: questa legge è stata in parte corretta, anche un pochino migliorata, devo dire, nella lettura della Camera, ma rimangono molte ombre, perché si confonde, probabilmente, il reato o l'illecito che può avvenire nell'esercizio delle proprie funzioni nel pubblico o nell'esercizio del lavoro specifico.
  Qual è il limite ? Credo che, probabilmente, ci vorrebbe anche una lista più specifica di reati, bisognerebbe essere un po’ più precisi sul piano dei termini tecnici, bisognerebbe prevedere degli strumenti più adeguati per tutelare i denunciati. Noi siamo un Paese garantista, che tutela la libertà e la dignità delle persone. È vero che in questo Paese, in questa nazione, la dignità delle persone viene calpestata spesso per finte esigenze giornalistiche, quando vengono pubblicate intercettazioni che non hanno nulla a che vedere con profili giudiziari, intercettazioni acquisite dallo Stato con i soldi dei cittadini e utilizzate da giornali per svergognare e distruggere la dignità di persone, anche quando non hanno commesso reati.
  Ci sarebbe molto da dire e apro questo squarcio per far capire che questa cosa può essere anche utilizzata al di là del merito finale. Poi, magari, una persona viene assolta, se viene accusata di avere compiuto un reato; viene scagionata, se viene accusata di un illecito amministrativo. Quella persona è coperta, perché non ha agito con colpa grave – specificare la colpa grave sul piano giuridico mi sembra abbastanza complicato –, però quel dirigente, quel collega di lavoro viene delegittimato, distrutto come persona da una gogna mediatica, perché, a quel punto, i giornali, sbandierando la libertà di stampa, sono autorizzati a mettere in piazza una notizia quasi frutto di una delazione anonima, che non ha avuto verifiche adeguate, se non quella della verifica che parte da questa denuncia.
  Quindi, credo, caro sottosegretario, che il Governo possa fare di più; un Governo che, soprattutto nella sua struttura politica, al Ministero della giustizia, ha persone di spessore. Parlo di lei, del Viceministro Costa, dello stesso Ministro Orlando. Noi di Fratelli d'Italia siamo fortemente all'opposizione di questo Governo, che riteniamo fallimentare, ma non nascondiamo un certo favore nei confronti proprio dell'impalcatura politica del Ministero della giustizia.
  Quindi, ci aspettiamo un passo in avanti ulteriore e non mi sembra che alla Camera questo passo sia stato fatto. Quindi, speriamo che, nel frattempo, una gestazione, una meditazione giuridica un po’ più civile e un po’ più liberale possa nei prossimi mesi, nel passaggio al Senato, portare delle modifiche che facciano salva la ratio, che è assolutamente condivisibile, di contrastare la corruzione, di contrastare l'illegalità, di instillare una cultura della civiltà giuridica, della civiltà attiva, positiva e virtuosa nell'ambito della nostra società, e anche quella di tutelare coloro che hanno il coraggio di denunciare gli abusi e di denunciare gli imbrogli, ma, allo stesso tempo, senza scardinare un principio di convivenza sociale e civile, liberale, ripeto. Per questo ho citato il regime nazista e il regime comunista sovietico della Russia.
  Noi abbiamo fatto tanto per conquistare una cultura liberale, i miei diritti; lasciamo perdere i diritti economici, quella Pag. 5è un'altra cosa, non voglio fare disquisizioni sociologiche e economiche, ma sicuramente crediamo che, da questo punto di vista, i principi fondamentali della nostra Carta costituzionale debbano essere difesi. Concludo, dicendo che, dopo tutto quello che diciamo, che ho detto, credo che la giusta posizione sia una posizione di astensione.
  Non condividiamo coloro che praticano un finto garantismo a targhe alterne, a seconda se sostengano Monti o sostengano Letta, e poi, quando, invece, sono all'opposizione, come sta facendo Forza Italia, ritirano fuori la bandiera del garantismo «tanto per». Noi siamo garantisti, siamo liberali nei diritti fondamentali, riteniamo che la prima parte della Costituzione rappresenti un esempio da seguire per tanti altri Paesi.
  E, quindi, riteniamo che, quando si interviene su questi temi, bisogna essere assolutamente ponderati. Perciò noi ci asteniamo, sperando che il Governo, nel passaggio del Senato, possa convincerci, per poi tornare alla Camera e, magari, votare favorevolmente.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Monchiero. Ne ha facoltà.

  GIOVANNI MONCHIERO. Grazie, Presidente. I colleghi che mi hanno preceduto hanno giustamente posto l'accento sul problema di fondo di questa norma: l'illusione che, incentivando la delazione, si possa migliorare l'etica pubblica. Le due cose non sono così strettamente collegate, anzi, semmai sarei tentato di dire che sono collegate in senso inverso e che la delazione sia di per sé una manifestazione di scarsa eticità. E, comunque, sarebbe bene dire, parafrasando Brecht, beata la terra che non ha bisogno di delatori. Forse non è il caso dell'Italia, ma passerei ad un altro argomento.
  Mi permetterei di leggere un testo di legge: «Fuori dei casi di responsabilità a titolo di calunnia o diffamazione, ovvero per lo stesso titolo ai sensi dell'articolo 2043 del codice civile, il pubblico dipendente che denuncia all'autorità giudiziaria, alla Corte dei conti o all'Autorità nazionale anticorruzione, ovvero riferisce al proprio superiore gerarchico condotte illecite di cui sia venuto a conoscenza in ragione del rapporto di lavoro, non può essere sanzionato, licenziato o sottoposto ad una misura discriminatoria, diretta o indiretta, avente effetti sulle condizioni di lavoro per motivi collegati direttamente o indirettamente alla denuncia. Nell'ambito del procedimento disciplinare, l'identità del segnalante non può essere rilevata, senza il suo consenso, sempre che la contestazione dell'addebito disciplinare sia fondata su accertamenti distinti e ulteriori rispetto alla segnalazione».
  Ecco, questa è la legge attualmente in vigore, è una legge che porta il nome del Ministro Severino, è una legge che questo Parlamento ha approvato poco più di tre anni fa. Quindi, mi sembra una legge attuale. Forse, il primo problema che ci pone la legge che stiamo esaminando oggi è quello della sua necessità: sembrerebbe, ad un approccio superficiale, che un ulteriore intervento normativo in questa materia non fosse così indispensabile.
  Esprimo questa opinione perché, a mio parere, questo è uno dei problemi fondamentali dell'attività legislativa. Noi, per generale ammissione, produciamo troppe leggi. Il troppo, ahimè, reca guasti, come recita antica sapienza, e quindi è probabile che, a furia di legiferare, si producano norme che si sovrappongono, norme che contrastano fra di loro, norme di difficile interpretazione, norme che raggiungono effetti indesiderati.
  Quindi, questa legge ci suscitava, nella sua formulazione originaria, gravissime perplessità.
  Devo però onestamente riconoscere che, nel passaggio in Commissione prima e in Aula poi, la legge è stata sensibilmente migliorata. Anche ieri mattina in quest'Aula sono stati approvati degli emendamenti, alcuni dei quali naturalmente proposti con altri anche dal nostro gruppo, che la rendono molto più realistica e molto più sostenibile.Pag. 6
  Non posso, tuttavia, non esprimere rammarico per la mancata approvazione di un emendamento che avevamo proposto in materia di applicabilità di queste norme nell'ambito delle strutture economiche private. È chiaro che nelle aziende molto piccole una norma di questo genere reca, intanto, una serie di obbligazioni che comportano oneri anche non irrilevanti sul piano economico, ma soprattutto implica l'adozione di sovrastrutture che mal si conciliano con le aziende minori; per cui avevamo proposto di limitare questa legge alle aziende maggiori o a quelle che utilizzano capitali di rischio. Questa norma non è stata approvata; noi speriamo naturalmente che il Senato possa modificare ulteriormente questa legge, però su questo punto ci permetteremmo veramente di insistere e di sottoporre ai colleghi senatori nuovamente una norma che, nell'ambito delle aziende private, distingua fra la piccola azienda a conduzione familiare o poco più e la grande azienda che naturalmente ha organizzazioni diverse che sono compatibili con l'approvazione di norme di questo tipo.
  Con tutto questo, tuttavia, io credo che gli sforzi compiuti – lo ripeto – in Commissione e in Aula meritino l'approvazione e il consenso del nostro partito, per cui annunzio, con qualche perplessità e anche con qualche piccolo mal di pancia, il voto favorevole del gruppo di Scelta Civica.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Marotta. Ne ha facoltà.

  ANTONIO MAROTTA. Grazie, Presidente. Pochi minuti per motivare, come gruppo, il voto favorevole a questo provvedimento. Certo, non se ne sentiva l'esigenza: c'era già una normativa che affrontava questo problema, peraltro anche recente, perché non bisogna fare solo riferimento al decreto legislativo n. 165 del 2001 per quanto riguarda la pubblica amministrazione e al decreto legislativo n. 231 del 2001 per quanto riguarda l'impresa privata, ma bisogna anche far riferimento – e già si è detto in quest'Aula – alla cosiddetta legge Severino e alla normativa che ha istituito l'Autorità anticorruzione che già aveva sostanzialmente inquadrato il problema e dato una regolamentazione abbastanza articolata alla materia.
  Si è ritenuto, però, di intervenire su un'attività legislativa che è originata da un provvedimento, da un disegno del Movimento 5 Stelle, rispetto a cui è chiaro che noi come forza politica siamo insorti. Ed era giusto e legittimo che lo facessimo perché, se i punti importanti di quell'originaria proposta di legge erano la protezione di chi denuncia, il mantenimento dell'anonimato e un premio in danaro, mi pare che la ratio dell'articolato non poteva essere assolutamente condivisa. Ciò perché si andava a creare una sorta di nicchia di protezione di questo soggetto che decideva di segnalare alcune cose rispetto alla quale, così come concepito dall'originario disegno, era a protezione della sua attività e del suo prosieguo in quell'azienda. Cioè, non potevamo condividere una ratio per la quale un soggetto, sicuramente spinto da fatti e motivi personali, potesse inquinare, con un comportamento protetto, così come era previsto, tutto il buon andamento dell'attività di quell'azienda. Così com'era, quindi, era assolutamente incondivisibile.
  Successivamente è stata modificata, direi quasi totalmente; abbiamo contribuito in questo primo momento a modificarla, abbiamo contribuito dopo, nel momento in cui arrivati in Aula, intervenendo con alcune sostanziali modifiche, che peraltro già sono state indicate in sede di approvazione degli emendamenti, ma che hanno reso tutto il complesso dell'articolato accettabile e compatibile con un sistema che non poteva essere il sistema autoritario previsto, né poteva trasformare uno Stato democratico, un sistema democratico, in uno Stato di polizia. Ecco perché io devo anche sottolineare l'intervento del collega Vignali in sede di discussione sulle linee generali, che ha fortemente criticato il contenuto di questo provvedimento e sul quale io e il mio gruppo si ritrovano. Il Pag. 7passaggio che oggi ci apprestiamo a fare, di consenso nei limiti di quel cambiamento a cui facevo riferimento, è un'ulteriore riprova che, allorquando c’è collegialità, allorquando nell'ambito di una coalizione si accettano dei provvedimenti – questo mi preme sottolinearlo – che non sono concordati, che non fanno parte di un tessuto comune, non fanno parte di un programma – lo dico per questo e per altri provvedimenti che potranno verificarsi – rispetto al quale la forza politica si è impegnata e si è assunta una responsabilità, di fronte alle dichiarazioni programmatiche del Presidente del Consiglio, è allora giusto che vi sia una dialettica interna, anche nell'ambito della maggioranza; una dialettica forte che può concludersi, come si è conclusa per questo provvedimento, in un voto favorevole, perché sostanzialmente è modificata l'impostazione, la ratio, il contenuto di questo provvedimento, e alla fine, proprio perché non fa parte di un programma ci può essere anche un voto di natura diversa.
  Questa è l'essenza della democrazia, perché anche nell'ambito di una stessa coalizione il rispetto delle idee, il rispetto del contributo che singole forze e singoli parlamentari possono dare nella evoluzione di un provvedimento è importante, e il fatto di dividersi in un sistema democratico alla luce del sole, mantenendo ognuno le proprie posizioni per impegni assunti con il proprio elettorato o per impegni assunti con la propria coscienza, – non è detto e non sta scritto da nessuna parte che bisogna fare dei passi indietro – non per questo ciò significa che la maggioranza non c’è, sarebbe strumentale pensare che una maggioranza venga meno rispetto a una votazione anche diversa su problemi che non hanno contenuto di accordo, di programma.
  Ecco perché, e mi avvio alle conclusioni, (mi rendo conto che su questo provvedimento si è già speso molto) noi oggi, al di là dei mal di pancia e delle nostre valutazioni, ci apprestiamo a dare un voto favorevole a questo provvedimento, così come è concepito, pensando anche che nell'ulteriore prosieguo dell'iter del provvedimento possano esservi dei momenti di confronto e di modifica, inserendolo in un sistema che deve rimanere in un sistema democratico.
  Noi dobbiamo contribuire con questo provvedimento, se alla fine diventerà legge, a fare sì che nella pubblica amministrazione e nella impresa privata, soprattutto, non si creino dei focolai che possano costituire dei momenti di crisi interna della struttura, privata o pubblica che sia, ma si metta in essere un meccanismo nel quale ci sia un'impostazione di fondo.
  Cioè, il contributo di ciascuno all'interesse che quell'azienda, la pubblica amministrazione, vada avanti ottenendo il massimo ed eventualmente intervenendo anche nei confronti di chi, in quell'azienda, invece che fare l'interesse dell'azienda, – e facendo l'interesse dell'azienda si fanno anche gli interessi dei lavoratori di quell'azienda – si metta di traverso o costituisca un ostacolo al prosieguo dell'azienda stessa. È in quest'ottica, in questa luce, che noi preannunciamo il voto favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Signor Presidente, colleghi, il dibattito di ieri credo sia stato molto proficuo, perché ha chiarito i limiti di questa proposta di legge, però qualche cosa è rimasta ancora da illustrare. È rimasto da illustrare il mancato coordinamento di questa legge con il sistema esistente. In Italia, ancora oggi, vale il principio per cui il pubblico dipendente che venga a conoscenza, sul posto di lavoro, nell'esercizio delle sue funzioni, di un reato, ha l'obbligo di riferire all'autorità giudiziaria o a chi ad essa ha questo obbligo di riferire. Questo principio è rimasto in piedi, non è stato scalfito neanche dalla «legge Severino». In questo testo di legge sono introdotte delle norme che sembrano mettere in dubbio la nitidezza di questo principio. Ripeto: se il pubblico impiegato denunzia un fatto nella consapevolezza della sua infondatezza o attribuisce Pag. 8ad una persona alcuni fatti delittuosi consapevole della sua innocenza, commette il reato di calunnia e spetterà al giudice indagare il perché eventualmente ha fatto questa denunzia; ma interessa prevalentemente il fatto che costui ha compiuto, poi il giudice indagherà se l'ha fatto in buona o cattiva fede o via discorrendo. Su questo già l'ordinamento predispone degli strumenti di analisi per il magistrato della cognizione. Quando si inserisce, qui, più volte, il criterio della buona fede e altre tutele a favore del denunziante, capite si travalicano i compiti di una legge di tale natura, che atterrebbero, invece – queste norme –, alla riformulazione del sistema del codice penale. Questo è un problema che rimane irrisolto e che crea più problemi di quanti invece ne vuole risolvere. Poi c’è un altro fatto importante: con molta disinvoltura, ieri, salvo le perplessità dimostrate dal gruppo dell'onorevole Matarrese e altri, si è introdotto in questa proposta di legge il principio dell'obbligatorietà della denunzia nei confronti del privato cittadino. Il nostro ordinamento non prevede che il privato cittadino sia obbligato a denunziare i reati di cui sia venuto a conoscenza. Se assisto ad un furto non ho il dovere di andare dall'Arma dei carabinieri, dalla polizia, dal magistrato e denunziare questo fatto. Non ho questo dovere, tranne che nel caso in cui si tratti di reati contro la personalità dello Stato. Le ragioni per le quali ciò è stabilito sono problemi che non è il caso qui di affrontare. Nel primo caso, cioè nel caso del pubblico impiegato, voglio spiegare che non è delazione, badate bene, ma è lo Stato nella sua articolazione, lo Stato comunità, anzi lo Stato ordinamento, nella figura non dei suoi dipendenti ma nella sua manifestazione umana che si autodifende, cioè il pubblico impiegato difende se stesso quando è obbligato ad esercitare questo diritto-dovere, tant’è vero che si parla di pianta organica, perché il rapporto di pubblico impiego è sostanzialmente un rapporto organico.
  E tale è ancora il concetto, quindi non è delazione: è legittima difesa ed esercizio di un diritto-dovere nel proprio interesse. Il privato, invece, non ha questo diritto-dovere, come ho già detto. Come si può modificare questo sistema del codice penale con questa legge ? Prevedo che, quando ci si renderà conto di quello che abbiamo fatto e si incorrerà in qualche fattispecie concreta, il problema della sua costituzionalità certamente si porrà. Quindi, da questo punto di vista le contraddizioni restano, le perplessità restano tutte, quindi non è che siamo contro questa legge perché si è detto che ci ripugna la delazione. Certo, la nostra cultura è una cultura per la quale i ruffiani, secondo Dante Alighieri, stanno in un particolare girone, cioè lo spione è sempre malvisto nella nostra cultura, anche quando si pente, tant’è vero che i collaboratori di giustizia li chiamiamo pentiti proprio per una sorta di pudore, perché se non li chiamassimo pentiti, se non li aggettivassimo positivamente riemergerebbe la cultura del disprezzo, che è antica. Quindi, qui non si tratta di obiettare che è una legge per la delazione, si tratta di obiettare che l'armamentario che è stato messo in piedi è stato messo su nonostante non abbia dato frutto, da quando è stato introdotto l'articolo 54, nella pratica. Il sistema antico ha sempre funzionato, perché se si va a parlare con un impiegato e si va a proporre qualcosa di equivoco, normalmente gli impiegati dicono «non lo posso fare»; e se lo facessi so che sarebbe un fatto penalmente rilevante. Questa cultura è diffusa nella pubblica amministrazione, non è vero che nella pubblica amministrazione migliaia e migliaia di dipendenti pubblici sono uomini del malaffare. Non è che soltanto perché ci sono delle macchine che attraversano con il rosso si può dire che in Italia tutti attraversano con il rosso, perché in Italia il rispetto della legge è diffuso. Tutte le persone – sono migliaia – che ad un incrocio semaforico si fermano davanti al rosso stanno rispettando la legge e aderendo alla legge. Ovviamente non fanno storia, così come non fanno storia le migliaia e migliaia di dipendenti pubblici che fanno il loro dovere. Poi, ovviamente, si scopre, come in tutte le cose Pag. 9umane, che c’è qualche mela marcia. Il sistema ha funzionato e funziona. Funziona ! Ora, riguardo all'innestare questa normativa che vuole sollecitare alla denunzia, penso che sarebbe stato opportuno sollecitare alla denunzia scritta e non segretata, perché l'eticità sta proprio nel fatto di assumersi le proprie responsabilità. Tutti quanti, come me, ricorderanno l'infanzia nelle scuole elementari, quando la maestra ci diceva «non si fa la spia», quando si interrogava una classe per capire chi avesse compiuto una birichinata e qualcheduno denunziava il compagno. Mentre la maestra stava sollecitando l'assunzione di responsabilità nei confronti dell'autore della monelleria, biasimava l'altro, il compagno di banco, che diceva: è stato lui. La spia non si fa. Quindi, se proprio dobbiamo parlare di sollecitazione a sentimenti: a quale sentimento ? A quello di assumersi la propria responsabilità e non di essere dei pavidi ? Ma quanti sono i pavidi per i quali bisogna mettere su una struttura presso l'Agenzia nazionale anticorruzione, eccetera ? Ma stiamo veramente scherzando ? Quanti sono i pavidi che hanno bisogno di tutela ? Quanti sono ? Questa è la domanda che ci dobbiamo porre. Noi facciamo la legge per quale fenomeno ? Questo è proprio il caso di una casta autoreferente. Qualcuno ha visto che in America c’è questo istituto, lo copio, così lo sottoscrivo, e nel sistema mediatico sono uno di quelli che ha portato a casa una legge. Ma nessuno si chiede se questa legge era opportuna, se questa legge rispondeva a qualche esigenza sociale.
  Quindi le ragioni per le quali ci opponiamo non riguardano una questione di garantismo: è che il sistema che c’è oggi funziona, ha sempre funzionato, continuerà a funzionare, e quelle poche persone che il coraggio non lo hanno... Perché non tutti hanno il coraggio, come diceva il Manzoni, riguardo a Don Abbondio: chi non ha il coraggio non è che se lo può dare, è chiaro; ma questa persona certamente se non ha il coraggio non è che poi alla fine lo prenderà tra le mani perché potrà utilizzare quegli strumenti che qui abbiamo predisposto ! Quindi è una legge proprio fuori luogo, che non serve a nulla (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,45).

  PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta avranno luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.

Si riprende la discussione.

(Ripresa delle dichiarazioni di voto finale – A.C. 3365-A)

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, questo è un provvedimento che ha una sola chiave di lettura: perché se non avesse la chiave di lettura che mi accingo a riferire all'Aula dovremmo dire che siamo di fronte ad una vera e propria barbarie giuridica, che consapevolmente viene realizzata dal Parlamento sul presupposto dell'assoluta inutilità di questo provvedimento. È un provvedimento clamorosamente inutile e clamorosamente sbagliato: quindi ci dev'essere un motivo diverso perché quei voti fra MoVimento 5 Stelle e PD sono così conformi e così uniti. Il motivo è proprio questo: un asse evidente, chiarissimo, vergognoso dal punto di vista ideologico, fra il Partito Democratico e il MoVimento 5 Stelle che, per dirla con Torrente quando definisce la simulazione, fingono. Fingono, perché questo provvedimento dimostra che la concessione che è stata fatta al MoVimento 5 Stelle da parte del PD è foriera di una disinvoltura ideologica che oggi ci porta a Pag. 10dire che non c’è un provvedimento riconoscibile secondo una matrice culturale e ideologica.
  Oggi se dovessi chiedermi, chiudendo gli occhi e leggendolo indipendentemente dalla provenienza, di quale matrice sia un provvedimento (mi riferisco ai provvedimenti del Governo), non sarei in condizioni di dire se è un provvedimento di sinistra, dei 5 Stelle, perché sono provvedimenti che non hanno una matrice ideologica; ed è il dato più disarmante, scoraggiante di questo Parlamento, l'incapacità di ricondurre un provvedimento ad una matrice culturale ! Una genericità nella rincorsa del potere e dell'efficientismo che scandalizza dal punto di vista dalla politica intesa nel senso più nobile del termine: penso, ho una cultura, la testimonio, e i miei provvedimenti sono lo specchio di quello che penso, di quello che voglio. Assolutamente no: questo è un provvedimento piccolo, ma sintomatico, perché la concessione del partito governativo ai 5 Stelle la dice lunga sull'incapacità di coerenza nel modo in cui noi legiferiamo in questo Parlamento.
  Questa è l'esimente tacita che ha consentito di raggiungere risultati folli dal punto di vista giuridico, che gridano vendetta dal punto di vista dei principi costituzionali. Perché se questo è vero, il festival dell'ipocrisia degli emendamenti di ieri ha raggiunto dei livelli di insopportabilità dal punto di vista anche della discussione, in cui principi pacifici, evidenti, chiari dei nostri Padri costituenti venivano contrabbandati con delle minuzie che servivano soltanto a nascondere questa clamorosa verità: un rinnovato asse fra PD e 5 Stelle che imbarazza il Partito Democratico, ma credo imbarazzi di più il MoVimento 5 Stelle, che si trova a dialogare con quel partito che quotidianamente finge di esorcizzare come se fosse un fantasma cattivo, ma con cui in realtà dialoga quando si tratta di raggiungere determinati risultati.
  Questo asse va denunciato, va chiarito, va reso evidente ai nostri elettori e ai cittadini che ci ascoltano da quest'Aula, perché se noi volessimo andare a sofisticare sulla differenza fra segnalazione, denuncia e delazione, caro collega Sannicandro, ci troveremmo in un ginepraio irrisolvibile. La delazione, Devoto-Oli e soci, è l'accusa segreta; e qui siamo di fronte proprio all'accusa segreta, alla delazione, cioè il soggetto ti può denunciare e il suo nome rimane segreto, se non in determinate situazioni, quando ormai è troppo tardi.
  Diceva von Jhering: la sanzione arriva troppo tardi. Questa è una classica ipotesi in cui la sanzione arriva clamorosamente troppo tardi, perché nel nostro sistema... Udite udite, sottosegretario Ferri, che è innanzitutto un testimone di pragmatismo: come dovrebbe essere in politica, devi avere del tuo, e poi devi fare politica; devi sapere del tuo, e poi devi fare politica. Il sottosegretario Ferri sa bene che nel nostro sistema giudiziario la sentenza è un rimedio ormai inutile, perché ciò che conta non è la sentenza: è il procedimento, è la pendenza del procedimento ! Quello che ammazza non è il risultato finale, è la pendenza: dum pendet non rendet, se potessi parafrasare l'antico brocardo latino. Qui siamo di fronte ad una denuncia che è proveniente da un soggetto che è in buona... Ecco, è come se dovessi elevare dei capi di imputazione nei confronti di questo provvedimento ! Una denuncia che provenendo... Altro che segnalazione, diceva il collega Ermini, cercando di fare il meglio che si può: ma neanche il meglio, neanche persone di qualità possono porre rimedio a questo scatafascio, fatemi usare questa espressione giuridica !
  Si tratta di segnalazioni di carattere ordinamentale: ma qui si parla di condotte illecite, che devono essere parametrate secondo dei parametri (scusate il bisticcio) di contrarietà a norme che comunque esigono un pronto intervento ! Si parla di Anac, si parla di autorità giudiziaria ! L'Anac, altro giudice collaterale di tutti gli altri giudici ! Un altro dato che andrebbe registrato con forte preoccupazione: oggi non contano più i TAR, non conta più il giudice penale, l'Anac è capace con un suo provvedimento di regolare oltre i TAR, oltre il Consiglio di Stato, oltre il giudice Pag. 11penale. Su questo dovremmo fare una profonda riflessione in un sistema che è fondato costituzionalmente su organi di giurisdizione precodificati e preindicati !
  Questo disorientamento, che in questo provvedimento trova come in un bonsai tutti i germi per poter comprendere dove stiamo andando e cosa non stiamo facendo per rispettare i cardini del nostro sistema, vede una strutturazione assolutamente inaccettabile. La denuncia segreta in buona fede: come se la buona fede nascesse in quest'Aula e fosse nata con questo provvedimento ! Sottosegretario Ferri, lei che è un magistrato così autorevole (Presidente, mi rivolgo al sottosegretario come esponente del Governo), sa cos’è la buona fede ? Ma si può sostenere che la buona fede è esclusa soltanto quando c’è la colpa grave ? Si può sostenere che una ragionevole prospettazione di elementi di fatto libera il denunciante da ogni sanzione ex ante anche dopo ? Ma di che cosa stiamo parlando ? Noi stiamo innestando nella pubblica amministrazione un meccanismo di delazione vero, di accusa segreta, che non produrrà nessun effetto sul denunciante, ma che invece sul denunciato produrrà un effetto catastrofico: la pendenza di questo procedimento impedirà a questo denunciato qualsivoglia tipo di movimento, che sia di carriera, di progressione; a parte i danni – scusate – personali !
  Questo è già previsto: vi è già un articolo 54 ! Ha ragione il collega Monchiero: anche la maggioranza soffre su questo provvedimento. Dice Monchiero: noi lo voteremo col mal di pancia. Dice Marotta, che ha fatto di tutto per porre rimedio: noi abbiamo delle perplessità. Ma che lo votate a fare ? Mi chiedo se la ragion politica di Governo possa portare il Parlamento ad una sorta di contraddizione sull'articolo 69, per cui il parlamentare non è libero delle sue opinioni, ma è vincolato dalle sue opinioni perché c’è una ragion politica che dev'essere soddisfatta con un inciucio con i 5 Stelle evidente ! Vi prego, rivendicate la capacità di dire a questo provvedimento «no», come faremo noi. Noi abbiamo un vantaggio: siamo coerenti, abbiamo la possibilità di esserlo, senza ex amici che appoggiano il Governo fingendo di essere opposizione o altri gruppi che si scollano da Forza Italia dicendo le stesse cose ma in modo logisticamente diverso; noi manteniamo un'autonomia, e diciamo che in nome del garantismo...
  Illustre Presidente, vogliamo elevare un altro capo d'imputazione assolutamente evidente ? Il pubblico e il privato mi hanno insegnato... Contraddicendo le tesi di Proudhon che voleva che la proprietà fosse un furto e quindi che sostanzialmente il privato fosse un modo sbagliato di vivere lo Stato: si chiama anarchia, questa ! Che pubblico e privato, la Costituzione... Cito Rodotà per citarne uno vicino ad ideologie diverse dalla mia: la Costituzione ha dei contrappesi, per cui pubblico e privato, essendo diversi, si devono aiutare al raggiungimento di obiettivi d'interesse pubblico, l'articolo 41 ce lo insegna.
  Ma quando noi all'articolo 2 abbiamo esteso al privato un regime di delazione assolutamente – e ho finito – identico a quello del pubblico, beh, noi abbiamo raggiunto un risultato pazzesco: contraddiciamo non solo la tematica e i contrappesi costituzionali, ma andiamo incontro ad una vera rivoluzione culturale anticostituzionale. Io mi auguro che il Senato raccolga questi capi di imputazione, li tramuti in una sentenza di cassazione, di annullamento senza rinvio di questo provvedimento.
  Presidente, Forza Italia voterà convintamente contro questo provvedimento in coerenza assoluta con i propri valori.

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Sisto. Onorevole Cassano... Onorevole Cassano... Onorevole Cassano ! Prego, onorevole Sisto.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Ho detto «cassa» e, quindi, l'onorevole Cassano si è sentito chiamato in causa... Grazie Presidente, non si preoccupi, vado avanti negli ultimi secondi che mi rimangono. È evidente che, quindi, voteremo convintamente contro per delle ragioni giuridiche, ma Pag. 12soprattutto culturali. Questo è un provvedimento ignobile, che introduce nel pubblico e nel privato un clima che sarà invivibile. Diceva Fioravanti che la Costituzione deve garantire un benessere minimo. Questo è un malessere massimo che noi stiamo cercando di introdurre nel nostro sistema. Forza Italia voterà contro e, probabilmente, se i colleghi della stessa maggioranza, i cosiddetti moderati, avessero il coraggio delle proprie idee, ma non ce l'hanno perché devono votare, perché sono in maggioranza – non ce l'hanno e lo rivendico e lo dico e lo contesto –, avremmo tutti lo stesso risultato. E, allora, in conclusione, Presidente, whistleblowing, soffiare nel fischietto: io penso che se avessimo soffiato nel fischietto senza questa legge avremmo fatto buona cosa (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Businarolo. Ne ha facoltà.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Grazie, Presidente. Allora, whistleblowing, segnalatore di illeciti: questo termine che da tempo si sente nominare e che purtroppo in quest'Aula ho capito che non è stato compreso. È un cittadino, è un lavoratore, è una persona onesta, che decide liberamente di segnalare qualcosa di cui è venuto a conoscenza, perché lavorando si prendono in mano carte, si ascoltano colleghi che parlano e magari si viene a conoscenza di illeciti, di violazioni di legge; si viene a conoscenza anche di frodi. E, allora, queste persone cosa fanno ? Prendono il coraggio in mano e dicono: «andiamo a denunciare». Però, per adesso, non c’è un vero strumento per queste persone dal punto di vista della tutela perché le ripercussioni che devono subire sono tantissime e, purtroppo, anche determinanti dal punto di vista personale, perché fanno male. Sono persone oneste che cercano di portare l'onestà nei posti di lavoro e portare più onestà in Italia. Però vengono licenziate, vengono demansionate, vengono citate in cause infinite che vanno dal penale al civile e alle cause di lavoro e devono pagarsi da soli queste cause; devono pagare da soli la conseguenza di aver voluto essere persone oneste. Allora, questo misunderstanding del delatore, piuttosto che il segnalatore, cerchiamo di chiarirlo. Sono segnalatori, non delatori, perché portano avanti un interesse pubblico che è quello dell'integrità della pubblica amministrazione nel pubblico e adesso nel privato l'interesse dell'azienda. Ed è diverso dal delatore perché il delatore lo fa per un interesse privato, quello di denunciare magari il collega anche in maniera ingiuriosa. Ci sono tanti Paesi esteri che già usano questo strumento. Non è vero che c’è solo l'America: c’è l'Inghilterra, c’è la Francia, c’è la Germania, c’è la Romania, Paese nel quale recentemente è stato sollevato uno scandalo nelle autostrade proprio in forza dei segnalatori, dei whistleblower. E in America come funziona, visto che è stato citato questo riferimento ? Ecco, in America è da trent'anni che esiste, dal 1986, dal False Claims Act. E in trent'anni questo strumento ha avuto degli effetti destabilizzanti per il sistema corruttivo. E forse è per questo che qualcuno non lo vuole in Italia, perché è quel tassello che manca per la lotta alla corruzione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Non è sufficiente reprimere, ma serve prevenire e in America da trent'anni lo fanno; in America adesso l'85 per cento delle denunce per frode (l'85 per cento !) parte da denunce di segnalatori, di whistleblower. Sono stati recuperati in trent'anni 60 miliardi di dollari. Non so se vi rendete conto di che cifre stiamo parlando. E se volete saperne un'altra, che secondo me è ancora più importante rilevare, l'Italia è, secondo l'indice dell'anno scorso, al 69esimo posto per corruzione percepita. Cosa vuol dire ? Che chi viene in Italia o l'italiano stesso sente che c’è tantissima corruzione in Italia. Di conseguenza, le aziende dall'estero non vengono a investire qua perché non vogliono essere fagocitate da questo sistema corruttivo. Ecco, io ho parlato direttamente con il Pag. 13segretario dell'ambasciata americana e ci sarebbe un ritorno di investimenti in Italia se ci si prendesse la briga di inserire un vero sistema di tutela per i segnalatori di illeciti. Infatti, loro sanno che è veramente efficace per la lotta alla corruzione.
  Allora, cosa abbiamo fatto con questo provvedimento ? L'abbiamo depositato praticamente nel 2013 ed è iniziato quest'anno l'iter nelle Commissioni. Sono venute tante persone a parlarne; tante che hanno già applicato in maniera autonoma, con regolamenti interni, un sistema di segnalazione. Un esempio molto efficace è stato quello dell'Agenzia delle entrate che da circa otto, nove mesi ha applicato un sistema interno di raccolta di segnalazioni. Quando è venuto il dottor Egidi ci ha raccontato che al tempo – e sarà stato ottobre – ottanta, novanta segnalazioni avevano portato a un licenziamento, a diverse disposizioni disciplinari e anche a diverse presentazioni di denunce in procura. Questo solo all'interno dell'Agenzia delle entrate. E noi ne abbiamo visti anche altri perché anche altri enti locali si sono adeguati internamente, in maniera autonoma, a questo sistema, come il comune di Milano, ma anche un comune amministrato dalla Lega e dal centrodestra, Seregno. Ce ne sono veramente tanti, piccoli universi che in maniera autonoma hanno capito quanto può essere utile questo strumento. Il presidente dell'ANAC Cantone sta andando in lungo e in largo a parlarne perché noi ci siamo presi un impegno, con una convenzione ONU, una convenzione OCSE (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Anche nel Parlamento europeo ci siamo impegnati ad inserire nella nostra normativa un sistema di tutela di segnalatori di illeciti. Ma ci stiamo rendendo conto ? È importante farlo e siamo anche già in ritardo; dobbiamo muoverci; dobbiamo farlo al più presto. Infatti, auspico che oggi sia approvata la legge, e che domani al Senato si inizi l'esame perché siamo in ritardo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Allora, questa proposta, così com'era, era più completa secondo me. Io un po’ di critica la devo fare. Infatti, avevo un'idea più ampia, perché avevo incontrato tante persone e ho parlato con tante associazioni in Italia, come Transparency e Riparte il futuro; ma ce ne sono tante anche in giro per l'Europa. Si voleva fare di più. L'attività parlamentare poi è questa. Però il risultato diciamo che mi soddisfa abbastanza. Siamo riusciti ad ottenere una vera tutela dell'identità del segnalante. È importante perché queste persone che segnalano devono potersi fidare di chi riceve la segnalazione, ma anche poterlo fare in maniera tale che questa segnalazione arrivi in porto, che non finisca lì. Lo fa, per esempio, l'Agenzia delle entrate, come dicevo prima, anche attraverso un sistema di segnalazioni secretate, cioè segnalazioni che passano attraverso un sistema informatico. Presidente, faccio fatica a sentirmi.

  PRESIDENTE. Scusi, ha ragione, onorevole Businarolo. Colleghi, per favore possiamo abbassare il tono della voce ? I capannelli lì, al centro, gentilmente. Grazie. Prego, onorevole Businarolo.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Stavo dicendo che all'Agenzia delle entrate usano questo strumento di criptografia informatica cosicché la segnalazione arriva in maniera secretata...

  PRESIDENTE. No, per favore, scusi onorevole Businarolo. Onorevole Vargiu... Onorevole Vargiu ! Il Governo è rappresentato dall'onorevole Ferri; se dovete parlare con il Governo (Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)... No, onorevole Vargiu, forse non mi sono spiegato. Onorevole Vargiu ! Prego, onorevole Businarolo.

  FRANCESCA BUSINAROLO. Stavo dicendo che hanno attivato questo meccanismo di raccolta delle segnalazioni criptate in maniera tale che la denuncia arrivi in maniera univoca e non ci sia l'identificazione della persona. Questo è veramente importante anche in altre fasi, per esempio, di un procedimento disciplinare, Pag. 14per esempio nelle fasi di un processo penale fino alla conclusione delle indagini, nel processo civile, nel processo contabile. È importante che non ci siano in capo a queste persone delle ripercussioni, delle discriminazioni, dobbiamo tutelarle. E con questa proposta di legge andiamo verso questa direzione, perché abbiamo previsto anche l'inversione dell'onere della prova. Cosa vuol dire ? Siccome molto spesso succede che il datore di lavoro, il responsabile pensi bene di punire il segnalante, di demansionarlo o di spostarlo in un ufficio in cui faccia meno danni, come è successo ad Andrea Franzoso, che era all’audit di Ferrovie Nord: ha segnalato uno scandalo grossissimo di spese pazze e adesso non è più all’audit. Queste cose non devono più succedere alle persone oneste, non devono pagare per la propria onestà (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ! Devono essere premiate, devono essere valorizzate ! Dobbiamo fare una rivoluzione culturale, perché non deve più esistere la delazione, ma si deve capire che chi segnala fa del bene, fa del bene alla comunità.

  PRESIDENTE. La invito a concludere.

  FRANCESCA BUSINAROLO. L'ultima cosa, Presidente, è il discorso del premio. Noi volevamo che si desse un premio a chi segnala; più che altro un risarcimento anche, perché queste persone spendono soldi personali in cause infinite, magari perdono il lavoro e, comunque, hanno dei figli. Magari ci riproveremo: al Senato ho visto che è stato approvato un ordine del giorno proprio in questo senso.
  Si poteva fare di più, ma il risultato è buono, è un buon punto di partenza. Abbiamo lavorato alacremente con la presidente della Commissione giustizia e con il presidente della Commissione lavoro e abbiamo trovato una quadra: da qui si deve partire per fare meglio, per migliorarlo ancora, però, soprattutto, per dare efficacia a questo provvedimento, in maniera tale che al Senato si inizi subito e diventi legge. Per questo motivo, Presidente, dichiaro il voto favorevole del Movimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Verini. Ne ha facoltà.

  WALTER VERINI. Grazie, Presidente. Io, innanzitutto, vorrei fare una considerazione che riguarda il tema dei rapporti parlamentari. Questo è un provvedimento significativo che non nasce dalla maggioranza, non nasce dal Governo, ma, come si dice in gergo, è in quota opposizione. Noi ci siamo approcciati, nell'esaminare e nel valutare la proposta, con grande disponibilità, perché così si fa, anche quando i provvedimenti che riguardano temi sensibilissimi come questo non appartengono al programma diciamo di chi governa o di chi ha la maggioranza in Parlamento. E l'abbiamo fatto non solo per correttezza parlamentare, ma perché crediamo che anche dalle forze di opposizione possano venire suggerimenti e proposte che meritano di essere presi in considerazione.
  Sarebbe importante che lo stesso approccio e lo stesso atteggiamento si tenesse anche quando su questi temi di lotta alla corruzione e a favore della legalità le proposte, e non solo le proposte, gli atti concreti, vengano anche da Governo e maggioranza. Così, purtroppo – e lo dico anche con una punta di amarezza, anche se noi siamo andati e andiamo avanti lo stesso –, non avviene sempre, perché quando, per esempio, noi abbiamo approvato provvedimenti che inaspriscono le pene per i reati di corruzione e contro la pubblica amministrazione, quando abbiamo approvato provvedimenti che allungano i tempi di prescrizione per questo tipo di reati, quando abbiamo ripenalizzato il reato di falso in bilancio o introdotto finalmente quello dell'autoriciclaggio, da parte delle forze di opposizione non c’è stata analoga disponibilità, come se tutto quello che viene da Governo e maggioranza sia una cosa da rigettare, dietro cui c’è sicuramente qualche finalità nascosta e indicibile. Non è così.Pag. 15
  E noi, che siamo forza non solo di Governo e di maggioranza, ma forza che guarda agli interessi del Paese e che ha a cuore davvero la legalità e la lotta alla corruzione, ci muoviamo con ben altra disponibilità e ben altro spirito.
  Questo provvedimento, dicevo, è significativo. È un provvedimento che, però, si inquadra, naturalmente, in un complesso di iniziative legislative che hanno già visto la luce, che diventano operative anche in queste ore e in questi giorni, che si pongono un problema: non basta contrastare con la repressione, non basta contrastare con pene più alte, c’è bisogno anche di prevenire il tema e la piaga della corruzione.
  Allora, io mi riferisco semplicemente a due atti di grande rilievo in questa direzione: la riforma della pubblica amministrazione, i cui decreti attuativi sono stati, proprio ieri sera, approvati dal Consiglio dei ministri. Una riforma della pubblica amministrazione che semplificherà, renderà più semplice lo svolgimento delle attività nella macchina pubblica e, rendendola più semplice e più trasparente, si eliminano passaggi, si eliminano discrezionalità, si eliminano opacità e si previene, quindi, anche il fenomeno della corruzione. E penso anche a un altro provvedimento cardine, come quello del nuovo Codice degli appalti, che ridurrà le stazioni appaltanti, che mette definitivamente al bando la pratica dell'offerta al massimo ribasso dietro cui si celano, con le revisioni prezzi, anche pratiche e comportamenti illeciti.
  Insomma, stiamo facendo sul serio e anche questa parte di cambiamento del Paese – affermazione della legalità, trasparenza, semplificazione, lotta alla corruzione – cerchiamo di farla sul serio e non soltanto con la propaganda.
  Questo provvedimento è un provvedimento inedito per la cultura giuridica europea e, soprattutto, italiana; è una pratica, come è noto, che trae origine dalla cultura anglosassone, che è molto diffusa e praticata negli Stati Uniti d'America. Quando abbiamo esaminato questo provvedimento, quando abbiamo fatto le audizioni, abbiamo visto la finalità utile, certamente, di poter far sì che dentro la pubblica amministrazione, dentro un quadro di riforma complessiva ci sia anche la tutela per coloro che hanno la forza, il coraggio di fare segnalazioni di reati e di illeciti di cui vengono a conoscenza, ma abbiamo visto anche delle serie e gravi criticità, che sono state evidenziate anche dalle audizioni.
  Abbiamo fatto audizioni con le forze sindacali, con le rappresentanze imprenditoriali, con l'Autorità nazionale anticorruzione: sono venuti dei suggerimenti che il Partito Democratico ha raccolto e ha trasformato in proposte, anche alternative, rispetto al testo originario. E il fatto che l'approdo di oggi veda un consenso molto ampio io credo che vada ascritto anche alla tenacia con cui il Partito Democratico ha evitato che nel testo ci fossero almeno due questioni del tutto inaccettabili. Una: noi siamo per sostenere, siamo per incentivare la disponibilità, la volontà di segnalare reati di cui nel settore pubblico e anche nel settore privato si viene a conoscenza. Quello che per noi è inaccettabile è incentivare la pratica della delazione anonima, la pratica dell'anonimato, la pratica che non ha niente a che vedere con il coraggio, non ha niente a che vedere con la voglia di dare un contributo per una pubblica amministrazione pulita e trasparente. Ed è per questo...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Verini. Colleghi, però, vale anche per l'onorevole Verini, gentilmente, di abbassare un po’ il tono della voce, per favore. Prego.

  WALTER VERINI. Ed è per questo che abbiamo voluto togliere ogni riferimento alla possibilità di fare denunce anonime. Altra cosa è la tutela della riservatezza, altra cosa è la tutela del segnalante dal punto di vista anche di non far conoscere per evitare possibili conseguenze.
  Abbiamo, poi, tolto un'altra criticità, che è una cosa anche moralmente per noi poco accettabile: l'idea che, magari dietro la segnalazione, ci possa essere una premialità, una monetizzazione.Pag. 16
  È stato lo stesso Raffaele Cantone, nell'audizione presso le Commissioni congiunte Giustizia e Lavoro, a parlare di profilo morale molto discutibile: ma come si fa a dire che se tu fai una segnalazione, io ti incentivo ? Negli Stati Uniti so che questa pratica riguarda anche la segnalazione di evasioni fiscali e, nel caso delle riscossioni da parte dello Stato, al segnalante si dà anche una percentuale, ma francamente io non voglio vivere in un Paese e credo che sia sbagliato vivere in un Paese dove si incentiva la delazione a pagamento. Questo è veramente estraneo non solo alla nostra cultura giuridica, ma anche a un modo corretto di vivere i rapporti all'interno della pubblica amministrazione. E queste due grandi criticità che c'erano all'inizio – anonimato e assoluta monetizzazione o premialità – discutendo le abbiamo tolte e oggi il provvedimento è certamente migliorato e certamente accettabile.
  C'erano anche altre criticità: non si parlava del settore privato, un settore privato molto diversificato, perché un conto è l'organizzazione di una società, di un'azienda di certe dimensioni e un conto è la piccolissima azienda, ma l'equilibrio trovato dà garanzie che anche il settore privato possa essere interessato all'attuazione di questo provvedimento senza conseguenze particolari.
  Abbiamo poi, naturalmente, pensato molto alla tutela sia del segnalante, sia di eventuali calunniati, e la tutela è molto garantita perché è giusto che chi ha il coraggio di segnalare dati veri, e non di farlo sulla base di antipatie personali solo per diffamare e screditare, debba essere tutelato da possibili ritorsioni, da possibili discriminazioni, da possibili mobbizzazioni.
  Ecco allora perché siamo arrivati a questo punto e io credo che la Camera, oggi, possa licenziare un testo – che poi valuterà certamente anche il Senato – che è un contributo, insieme a tutti gli altri che ho voluto dire, per combattere la corruzione, che non è solo una piaga etica e morale, ma è anche una causa di alcune difficoltà della nostra situazione economica.
  Un ultimo concetto, Presidente. Abbiamo superato i limiti della prima stesura, è un provvedimento certamente positivo, ma noi crediamo che non basti approvare i provvedimenti, c’è un tema: diffusione della cultura della legalità. La pubblica amministrazione non è di chi ci lavora, la stragrande maggioranza sono persone che fanno bene il proprio dovere, ma la pubblica amministrazione è dei cittadini. Occorre capovolgere la cultura...

  PRESIDENTE. Concluda, onorevole Verini.

  WALTER VERINI. Noi siamo una Repubblica che deve essere fondata sui diritti dei cittadini e non sui favori, e quindi anche la diffusione di una cultura della legalità, di una cultura del servizio dei cittadini...

  PRESIDENTE. Onorevole Verini, deve concludere.

  WALTER VERINI. ... è quella che ci guida ed è per questo che votiamo a favore (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Cera. Ne ha facoltà.

  ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Voterò contro questo provvedimento in dissenso dal mio gruppo, ritenendo il provvedimento inutile, superfluo e dannoso. Non mi sento di inseguire la frenesia populista e stigmatizzo l'opportunismo della maggioranza, che inciucia su questo provvedimento con il MoVimento 5 Stelle.
  Il provvedimento che sta per essere votato continua ad inseguire la deriva giustizialista che è contro il mio modo di pensare e di agire. Colleghi, si può votare ogni tipo di porcheria, ma per carità, Pag. 17questa cosa proprio no (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, intervengo per esprimere il mio voto in dissenso dal gruppo. Ritengo questo provvedimento non solo inutile, ma assolutamente dannoso. Sostenere addirittura la bontà dell'anonimato della denunzia mi sembra proprio la ciliegina sulla torta che stiamo mettendo al provvedimento. Un provvedimento che determinerà climi insostenibili all'interno degli uffici pubblici: sarà un'arma di ricatto costante nei confronti di onesti e corretti dirigenti.
  Colleghi, l'amministrazione pubblica va difesa, non va minata alle basi della correttezza e del rispetto dei ruoli (Applausi di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare l'onorevole Casellato. Ne ha facoltà.

  FLORIANA CASELLATO, Relatrice per l'XI Commissione. Grazie, Presidente, solo per un breve ringraziamento innanzitutto ai funzionari che hanno lavorato con professionalità e pazienza, data la delicatezza di questo provvedimento che oggi votiamo. Un grazie anche alla presidente Ferranti e al presidente Damiano, e a tutti i colleghi delle Commissioni Lavoro e Giustizia, e alla relatrice, collega Businarolo. Grazie a tutti.

(Coordinamento formale – A.C. 3365-A)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3365-A)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 3365-A, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fanucci, Mantero... L'onorevole Fanucci non riesce a votare... ci sono altri che non riescono ? Brandolini e Matarrelli... È la prima votazione, colleghi, siamo tolleranti.... Onorevole Petrenga aspettiamo lei e poi chiudiamo la votazione... De Lorenzis.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  «Disposizioni per la tutela degli autori di segnalazioni di reati o irregolarità di cui siano venuti a conoscenza nell'ambito di un rapporto di lavoro pubblico o privato» (3365-A):

   Presenti  370   
   Votanti  352   
   Astenuti   18   
   Maggioranza  177   
    Hanno votato  281    
    Hanno votato no   71    

  La Camera approva (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle – Vedi votazioni).

  (I deputati Busto, De Rosa e Capodicasa hanno segnalato che non sono riusciti a votare e che avrebbero voluto esprimere voto favorevole. Il deputato Ginefra ha segnalato che avrebbe voluto astenersi).

  Dichiaro così assorbite le proposte di legge nn. 1751 e 3433.

Pag. 18

Seguito della discussione delle mozioni Capua, Lenzi, Nizzi, Calabrò, Gigli, Locatelli ed altri n. 1-01055, Rondini ed altri n. 1-01092, Palese ed altri n. 1-01094 e Gregori ed altri n. 1-01096 concernenti iniziative per il contrasto delle infezioni in ambiente ospedaliero e sanitario (ore 10,25).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione delle mozioni Capua, Lenzi, Nizzi, Calabrò, Gigli, Locatelli ed altri n. 1-01055, Rondini ed altri n. 1-01092, Palese ed altri n. 1-01094 e Gregori ed altri n. 1-01096 concernenti iniziative per il contrasto delle infezioni in ambiente ospedaliero e sanitario (Vedi l'allegato A – Mozioni).
  Avverto che dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che ha avuto luogo nella seduta di lunedì 18 gennaio 2016, è stata presentata la mozione Gregori ed altri n. 1-01096, che è già stata iscritta all'ordine del giorno.

(Parere del Governo)

  PRESIDENTE. Invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute. Presidente, le quattro mozioni che sono state presentate su questo tema hanno sostanzialmente un filo conduttore comune...

  PRESIDENTE. Attenda, scusi sottosegretario. Gentilmente, possiamo abbassare un po’ il tono della voce ? Grazie. Prego, sottosegretario.

  VITO DE FILIPPO, Sottosegretario di Stato per la salute.. .. che prova a dare ulteriori indicazioni agli impegni che il Governo accoglie con favore, perché il contrasto delle infezioni in ambito ospedaliero e sanitario si sta rivelando, per i dati che abbiamo a disposizione, uno dei grandi problemi e una delle grandi sfide del sistema sanitario del nostro Paese; e, di fatto, le mozioni chiedono di rafforzare sostanzialmente tutti gli elementi di sorveglianza, al fine di produrre effetti uniformi e sistemici all'interno delle nostre regioni e del sistema sanitario italiano.
  Così come l'aspetto antibiotico-resistente, che viene citato ripetutamente nelle mozioni, ha prodotto iniziative importanti: al di là delle circolari e degli atti che sono stati anche indicati dai parlamentari nelle mozioni, è noto che il Governo sta lavorando ad un piano nazionale, avendo istituito un apposito gruppo di lavoro, che si è insediato già dall'aprile del 2015. Un'ultima velocissima informazione: vorrei ricordare all'onorevole Gregori, che ha fatto una specifica richiesta in tal senso, che le linee guida sulla legionella sono state approvate già dal maggio dell'anno scorso dalla Conferenza Stato-Regioni; le vecchie linee guida sono state aggiornate con un nuovo documento molto più articolato e, noi speriamo, anche più efficace.
  Alla luce di queste brevissime considerazioni, vorrei dare il parere sulle quattro mozioni. Sulla mozione a firma dell'onorevole Capua il parere del Governo è favorevole complessivamente, sia sugli impegni, sia sulle premesse. Sulla mozione a firma dell'onorevole Rondini, il parere del Governo è favorevole con una sola semplice riformulazione: l'ultimo impegno della mozione, secondo la nostra indicazione, dovrebbe essere riformulato con l'introduzione di un incipit «nel rispetto dei profili di competenza». Con questa semplice riformulazione, il parere del Governo alla mozione dell'onorevole Rondini è favorevole.
  Sulla mozione a firma dell'onorevole Palese, il parere del Governo è favorevole, a condizione che il terzo impegno della mozione sia riformulato semplicemente con l’incipit «valuti l'opportunità di coinvolgere». Sulla mozione a firma dell'onorevole Gregori ed altri, il parere del Governo è favorevole, a condizione che il diciottesimo capoverso delle premesse, quello che inizia con «a contribuire alle infezioni contratte in ambito nosocomiale...», venga espunto. Tutto il resto Pag. 19della mozione il Governo lo valuta positivamente e il parere è favorevole con questa riformulazione. Questo è quanto, Presidente.

  PRESIDENTE. Scusi, signor sottosegretario, volevamo capire, nella mozione Palese la richiesta di riformulazione lei ha detto che è al terzo paragrafo; a noi risulta che sia il quarto paragrafo. Volevamo essere sicuri se è il paragrafo che nella mozione Palese inizia con «a coinvolgere». Benissimo è quello; è d'accordo anche l'onorevole Palese.

(Dichiarazioni di voto)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Pia Locatelli. Ne ha facoltà.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Voglio ringraziare l'onorevole Ilaria Capua per aver portato all'attenzione del Parlamento un problema che riguarda molto da vicino tutti noi, cittadini e cittadine, che, fino ad oggi, è stato sottovalutato, passato sotto silenzio. Le infezioni ospedaliere sono molto più diffuse di quanto non si possa pensare e spesso si parla del 25-30 per cento dei casi che conducono alla morte.
  Questo avviene perché i soggetti colpiti sono già debilitati a causa di importanti interventi, perché anziani o, nel caso di malati oncologici, le cui difese immunitarie sono indebolite dalla chemioterapia, ma è dovuto anche all'uso, che spesso si trasforma in abuso, di terapie antibiotiche che, se protratte nel tempo, possono provocare una resistenza al farmaco, rendendolo, di fatto, incapace di sconfiggere le infezioni.
  A questo si aggiunge, molto spesso, la mancanza delle più elementari regole igieniche, dall'obbligo di lavarsi le mani per i visitatori ai casi più eclatanti, denunciati dai giornali, di ospedali dove passeggiano topi e regna la sporcizia.
  È dunque urgente che sia istituito dal Ministero della salute un sistema di sorveglianza nazionale, ma è altrettanto importante che vengano adottate iniziative efficaci che mirino alla riduzione del consumo degli antibiotici anche in ambito ospedaliero e, soprattutto, nella vita di tutti i giorni, limitandone l'uso esclusivamente alle situazioni nelle quali ce ne sia reale necessità, come raccomandato dal Consiglio dell'Unione europea.
  Per questo motivo, il gruppo socialista esprime il voto favorevole sulla mozione Capua ed altri n. 1-01055 che condividiamo pienamente in ogni sua parte, e sulle altre mozioni, se accetteranno le indicazioni del Governo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.

  ROCCO PALESE. Grazie, signor Presidente. L'espressione del parere favorevole sulle mozioni rispetto a tutte le complessive proposte contenute all'interno di esse non fa nient'altro che confermare la forte necessità che ci sia un nuovo impulso all'azione da parte del Governo, cioè del Ministero, rispetto all'attuazione di protocolli e piani tutti indirizzati alla riduzione delle condizioni che innescano e sviluppano un aumento, di fatto, delle infezioni ospedaliere.
  Riteniamo che questo sia un problema abbastanza importante. Speriamo e auspichiamo che il Governo dia questo impulso forte, visto che il Parlamento unanimemente riconosce questo problema, ma, soprattutto, quanto sia complesso rispetto anche a una campagna di educazione che deve essere certamente portata avanti in riferimento a quello che può essere un uso appropriato degli antibiotici. Attenzione, la stragrande maggioranza dei problemi negli anni è in crescita proprio perché c’è un uso inappropriato di antibioticoterapia, e questo non fa nient'altro che aumentare le resistenze di alcuni ceppi di alcuni batteri, in particolare di gram-negativi.
  Chiaramente c’è molto lavoro da fare anche da parte della scienza medica in Pag. 20questo senso, ma ritengo che la via da perseguire sia questa. Se non ci sono misure efficaci, noi abbiamo già dei ceppi resistenti che sviluppano, poi, in particolari pazienti, nei pazienti defedati, nei pazienti operati, nei pazienti con carenza di difese e quant'altro, soprattutto nel contesto dei trapianti, delle complicazioni con ceppi fortemente resistenti, che poi, chiaramente, portano alla morte.
  Per questo motivo, annuncio chiaramente il voto favorevole sulla mozione presentata da me come primo firmatario, ma, soprattutto, anche all'approvazione di tutte le altre mozioni.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.

  GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Il tema portato all'attenzione di quest'Aula dalla mozione Capua ed altri n. 1-01055, che il nostro gruppo ha sottoscritto e che condivide integralmente, è un tema di grandissimo rilievo per quanto riguarda la medicina. È indubbio che l'antibioticoterapia ha mutato per così dire il decorso della storia della sanità in tanti Paesi, e non parlo solo dei Paesi in via di sviluppo.
  Storicamente parlando, possiamo riferirci anche all'Italia, che vide cambiare radicalmente, appunto, il decorso di tante malattie all'interno delle strutture sanitarie proprio a cavallo della liberazione di Roma, quando cominciò ad entrare nell'armamentario terapeutico dei medici la penicillina. Eppure, con il tempo, quello che era un grande intervento a tutela della salute ha rischiato di trasformarsi, per un uso inappropriato e talora addirittura inconsapevole, in un potenziale dramma per il futuro e certamente, da subito, in un elemento di tensione per quanto riguarda la salute e di aggravio per quanto riguarda la spesa sanitaria.
  Noi abbiamo avuto epoche intere nelle quali bastava una febbre a casa, magari un'influenza, magari una banale virosi, per indurre in buona fede tanti medici a somministrare antibiotici per rispondere alle ansie materne.
  Questa pratica ha cominciato a selezionare germi sempre più robusti e resistenti, ma certamente le moderne tecniche di ospedalizzazione, la presa in carico di pazienti ad altissimo rischio dal punto di vista della salute, soprattutto nei reparti di terapia intensiva, soprattutto nelle chirurgie ad elevato rischio, il passaggio da un reparto all'altro hanno finito per potenziare, per così dire, la resistenza di questi germi che, anche dal punto di vista del trattamento, ha provocato una rincorsa senza fine alla ricerca dell'antibiotico sempre più potente, sempre più forte, in grado di debellare l'ultima resistenza che si era determinata.
  È chiaro che tutto ciò ha prodotto un sistema che rischia di uscire fuori controllo. Rischia di uscire fuori controllo perché dietro l'angolo c’è certamente la possibilità che, un giorno o l'altro, qualcuno di questi ceppi resistenti ci sfugga di mano e possa diventare l'inizio di un qualche dramma anche a carattere ampio dal punto di vista epidemiologico, stante il fatto che già oggi alcuni di queste ceppi resistenti si caratterizzano per una percentuale di mortalità estremamente elevata.
  Vi è anche il rischio, dicevo, che comunque la sostenibilità del sistema sanitario sia messa essa stessa in crisi, perché di fatto la produzione di antibiotici sempre più potenti da un lato sta continuando a selezionare germi più resistenti ma, dall'altro, sta portando ad un incremento di spesa dovuto alla ricerca, all'innovazione, alla individuazione di queste nuove molecole.
  Cosa fare ? Io credo sia giunto il tempo per compiere qualcosa che vada al di là di quanto, pur lodevolmente, il Ministero della salute ha già fatto. Il Ministero dalla salute ha certamente attenzionato il problema fin dal 2012 e ha dato delle indicazioni per migliorare il confronto con questi germi all'interno delle strutture ospedaliere. È ritornato sul tema nel 2013, immaginando un sistema di sorveglianza sia passiva che attiva, con particolare riferimento ai soggetti già noti per aver prodotto fenomeni di resistenza e con Pag. 21particolare riferimento anche ai soggetti che transitavano nei reparti a più alto rischio. Eppure tutto questo, evidentemente, non basta ! È necessario, quindi, come sostiene la mozione della quale la onorevole Capua è proponente e della quale ho l'onore di essere cofirmatario, che venga messo in atto un piano nazionale per il monitoraggio e per la sorveglianza delle forme di antibiotico-resistenza che, per altro verso, preveda anche il contenimento, lo scoraggiamento, la limitazione, secondo linee guida condivise e non derogabili, dell'uso degli antibiotici a fini terapeutici.
  Noi ci auguriamo che, anche attraverso lo strumento della mozione, il Ministero voglia effettivamente dar corso a quanto aveva già cominciato a fare, rafforzandolo appunto nel senso indicato. Accogliamo con piacere il parere positivo che il sottosegretario ha espresso su questa mozione, e vogliamo sperare che ciò possa tradursi anche in un grande sforzo educativo diretto a tutti gli attori della classe medica ed infermieristica in particolare, ma anche di quella veterinaria, come ha richiamato l'onorevole Capua. In pratica, tutti coloro che hanno a che fare con la sanità pubblica dovrebbero essere coinvolti in un processo di educazione, che faccia comprendere: come questo problema della antibiotico-resistenza stia ormai diventando una priorità nazionale.
  Allora, attraverso l'educazione, attraverso il contenimento della spesa in antibiotici, dotandoci di linee guida sempre più appropriate e sempre meno derogabili per quanto riguarda il trattamento. Attraverso la sorveglianza, attiva e passiva, noi possiamo forse sperare di ricondurre il fenomeno sotto controllo e di far sì appunto che questa potenziale bomba ad orologeria non abbia a scoppiare, perché se scoppiasse potrebbe tradursi in fenomeni che abbiamo conosciuto in paesi in via di sviluppo e ai quali, peraltro, faremmo fatica a rispondere perché non sappiamo fino a quando la sincronia tra la antibiotico-resistenza nuova che si è determinata e il prodotto capace di comunque colpirla potrà continuare a realizzarsi. Potrebbe venire il giorno in cui esce fuori una nuova forma di antibiotico-resistenza e non c’è pronto il prodotto, per quanto costoso, per trattarla e a quel punto si tratterebbe veramente di un dramma a carattere nazionale.
  Per cui voteremo a favore della mozione che abbiamo sottoscritto, voteremo anche a favore di tutte le altre mozioni nella misura in cui sono state con attenzione recepite dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Borghesi. Ne ha facoltà.

  STEFANO BORGHESI. Grazie, Presidente. Anche da parte del nostro gruppo vi è una notevole attenzione su un problema assolutamente importante e delicato come è quello delle infezioni ospedaliere, anche alla luce poi di recenti tragici fatti accaduti a Brescia, a Bassano del Grappa e a San Bonifacio, in quel di Verona, che ovviamente devono ancora essere accertati dalle autorità competenti, che hanno fatto balzare appunto tristemente alla cronaca questo fenomeno. Quindi, per noi è molto importante che anche qui in Aula si dibatta oggi di un problema che riguarda la salute di tutti noi e che è assolutamente importante e delicato.
  Noi riteniamo che per controllare e ridurre le infezioni ospedaliere sia necessario che le strutture agiscano su più fronti, come l'attuazione di misure di prevenzione e di controllo delle infezioni ospedaliere, attraverso azioni sulle strutture ospedaliere, sui sistemi di ventilazione e sui flussi d'acqua, sull'igiene del personale e dell'ambiente, l'individuazione di personale dedicato alla sorveglianza. Riteniamo che debba essere istituito un protocollo di sorveglianza attiva delle infezioni che si manifestano e un appropriato flusso informativo, che permetta l'identificazione e la quantificazione delle infezioni stesse nei diversi presìdi; la formazione del personale dedicato al trattamento dei pazienti, soprattutto nelle aree Pag. 22critiche e di terapia intensiva e chirurgica, e di quello dedicato alla raccolta e all'analisi dei dati.
  Questo, quindi, deve essere un quadro generale che va migliorato e noi, attraverso l'approvazione della mozione che abbiamo presentato, vorremmo impegnare il Governo affinché si attivi negli ospedali moderni e di terzo livello, affinché siano dotati di servizi di microbiologia permanente che permettano di accorciare i tempi di isolamento e di identificazione dei microrganismi, e quelli dei test di suscettibilità agli antibiotici. Riteniamo altresì, che il Governo si debba adoperare affinché l'appropriatezza terapeutica significhi usare gli antibiotici giusti e necessari, nelle giuste dosi e per il tempo adeguato, limitandone al massimo l'uso empirico, in quanto appunto l'abuso di antibiotici è a volte purtroppo una triste realtà e, quindi, debbano essere appunto controllate le emergenze delle resistenza batteriche.
  Non da ultimo riteniamo importante che il Governo debba promuovere la creazione di staff specialistici multidisciplinari, intensivisti, ematologi, microbiologi, farmacologi che permettano di perfezionare protocolli mirati ai singoli gruppi di pazienti a rischio per contenere la resistenza antimicrobica. Riteniamo, appunto, che se il Governo dovesse andare in questa direzione, e mi pare che poi tutte le mozioni presentate anche dagli altri gruppi siano sulla stessa linea, si possa finalmente ridurre al minimo un problema assolutamente delicato ed importante come quello delle infezioni ospedaliere.
  Annuncio quindi il voto favorevole, ovviamente, alla nostra mozione e anche alle mozioni presentati dagli altri gruppi, e ci auguriamo che il Governo recepisca queste indicazioni e che appunto possa andare in questa direzione affinché questa situazione venga risolta nel più breve tempo possibile (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Capua. Ne ha facoltà.

  ILARIA CAPUA. Presidente, io non ripeterò quanto è stato detto dai colleghi che mi hanno preceduto e mi soffermerò sul fare una sintesi del perché sono così importanti questa mozione e le altre che sono state predisposte in questo ambito. Questa mozione parla di salute, parla di un problema che tutti noi che molti cittadini hanno dovuto toccare quando a un loro parente o conoscente o amico è stata diagnosticata un'infezione, una brutta infezione, una di quelle resistenti. Queste sono delle infezioni che sono provocate da germi per l'abuso che si è fatto di antibiotici nel corso degli anni e che, sia nel settore medico che nel settore veterinario, sono diventate resistenti, non solo a un antibiotico ma anche a più antibiotici. L'Italia detiene purtroppo, a livello europeo, la maglia nera per il fenomeno dell'antibiotico-resistenza, insieme a Cipro e alla Grecia; quindi è assolutamente prioritario per l'Italia che si intervenga in maniera tempestiva con anche dei provvedimenti che abbiano un effetto nel medio e nel lungo termine. Noi non abbiamo armi contro questi super batteri. Se non interveniamo e non interveniamo in maniera organizzata e coesa avremo ancora perdite di vite, costi per il trattamento e costi per i ricoveri. Vorrei dire che, purtroppo, pazienti che vengono sottoposti a dei grandi interventi chirurgici contraggono poi queste infezioni ospedaliere; molto spesso – purtroppo troppo spesso – soccombono a questo tipo di infezione, quindi il nostro servizio sanitario nazionale, che si impegna per essere uno dei servizi sanitari più efficaci, più efficienti e tra i migliori del mondo, poi, alla fine, si trova con degli interventi perfettamente riusciti ma, purtroppo, con una conseguenza grave per il paziente che può esitare nella morte. Le proiezioni per l'antibiotico-resistenza sono gravissime e sono veramente preoccupanti: si dice che nel 2050 i morti per infezioni da germi multiresistenti saranno oltre 10 milioni, cioè più dei morti di cancro, più dei morti di diabete e più dei morti per incidenti stradali. La nostra mozione coinvolge e abbraccia più aspetti della lotta a questo Pag. 23tipo di infezione: chiediamo di potenziare il sistema di raccolta delle informazioni, rendendo obbligatoria la notifica dei ceppi resistenti (abbiamo dei ceppi di Klebsiella pneumoniae multiresistenti che devono essere studiati, devono essere notificati); chiediamo anche di dare attuazione alla circolare n. 4968 del 2013, così come chiesto dal Consiglio europeo e come raccomandato dall'OMS; chiediamo di coinvolgere le regioni in maniera attiva per combattere questo problema in maniera capillare; chiediamo di attivare, a livello nazionale, dei programmi di formazione per gli operatori.
  Mi dispiace dire che in Italia, purtroppo, il consumo di disinfettanti negli ospedali è uno dei più bassi d'Europa. Quindi, come diceva l'onorevole Locatelli, uno dei primi sistemi di lotta all'antibiotico-resistenza è l'igiene, quindi lavarsi le mani, disinfettarsi le mani e fare un uso degli antibiotici più razionale.
  Infatti, chiediamo al Governo, soprattutto, di adottare misure che mirino alla riduzione del consumo degli antibiotici in ambito comunitario e ospedaliero. Gli antibiotici si devono usare soltanto quando sono realmente necessari. Chiediamo anche un sostegno economico al Ministero, per finanziare ed adottare un piano nazionale di prevenzione e controllo contro l'antibiotico-resistenza. Infine – ma questo è uno dei problemi cardine del fenomeno dell'antibiotico-resistenza – chiediamo di implementare la sorveglianza fra sanità umana e animale, che comprenda, quindi, la catalogazione e lo studio dei ceppi che vengono identificati nei casi umani, ma anche lo studio e l'identificazione comparativa dei ceppi che provengono dagli animali, sia gli animali da affezione che gli animali da reddito, attraverso la rete degli istituti zooprofilattici. Con questo concludo, annuncio il voto favorevole di Scelta Civica alle mozioni sulla lotta all'antibiotico-resistenza e ringrazio i colleghi degli altri partiti e delle altre formazioni che hanno voluto presentare una mozione che va nella stessa direzione della mozione presentata da Scelta Civica (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.

  RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, penso che siamo di fronte a un paradosso molto triste nel sistema sanitario nazionale: il nostro sistema nazionale è annoverato tra quelli migliori al mondo, però ci rendiamo conto che – l'abbiamo sentito dalle parole dei colleghi, precedentemente – non è assolutamente preparato a scongiurare e a prevenire le infezioni ospedaliere. I dati ci dicono che siamo di fronte a una delle priorità per la sanità pubblica, che, se è vero che va affrontata senza allarmismi ma coscienti di quello a cui siamo di fronte, impone anche l'istituzione di un sistema di prevenzione, di un sistema di sorveglianza che non è più rinviabile. Per capire che si tratta di un'emergenza, vale la pena ricordare alcuni dati, i dati che sono stati sottolineati recentemente dalla Società scientifica delle malattie infettive e tropicali, la SIMIT, e che sono stati pubblicati anche dai giornali di larga diffusione: in Italia esistono circa tra i 5 mila e i 7 mila decessi annui riconducibili a infezioni nosocomiali, con un costo che è superiore a 100 milioni di euro. Però, ripeto: attenzione a non creare falsi allarmismi. Vi faccio solo un esempio: Il Messaggero del 7 gennaio scorso tende a collegare i dati delle infezioni ospedaliere, che erano venuti fuori dalla stampa due-tre giorni prima, con le morti di parto che sono accadute in quei giorni. Questo rischia di creare ulteriore confusione nei nostri cittadini, soprattutto se i dati vengono annunziati senza un necessario e indispensabile rigore scientifico – di cui abbiamo bisogno – e senza la certezza delle indagini che sul tema sono ancora in corso. Siamo, lo ripeto, tra i primi Paesi al mondo come sistema sanitario, un motivo in più per evitare che nei nostri nosocomi si continuino ancora a considerare intorno alle 400-500 mila infezioni all'anno. Mi Pag. 24riferisco soprattutto a infezioni urinarie, infezioni da ferite chirurgiche, polmoniti, sepsi; un fenomeno che, vale la pena precisare, non è solamente del nostro Paese: sempre la SIMIT ci dice che negli Stati Uniti la degenza media aumenta, per questi motivi, di quattro giorni, causando decessi tra i 20 mila e i 60 mila soggetti e comporta una spesa tra i 2 e i 10 miliardi di dollari. In Europa sono circa 25 mila i pazienti che muoiono per questi motivi, calcolando una spesa di circa un miliardo e mezzo di euro. Ma dai dati che abbiamo sottolineato, passiamo adesso a capire quali sono le cause. Sono state molto ben sottolineate precedentemente, quindi non sto a soffermarmi. Senz'altro è in parte frutto di un progresso tecnologico che non sempre è privo di effetti collaterali, dall'altra parte – credo che questo sia l'elemento cruciale del problema –, l'emergenza di ceppi batterici resistenti agli antibiotici, dato il vasto, largo consumo, troppe volte inappropriato, di questi farmaci a scopo profilattico o a scopo terapeutico. Penso che questo degli antibiotici è forse l'aspetto principale, quello che dobbiamo osservare con maggiore attenzione. Conosciamo ormai il nome dei batteri: la Klebsiella pneumoniae è la più attiva in questo.
  Abbiamo gli strumenti per rendere le strutture sanitarie più sicure: noi chiediamo un impegno forte del Governo a potenziare il sistema di raccolta di informazioni sulle infezioni ospedaliere resistenti, monitorando i dati, arrivando ad un vero e proprio sistema obbligatorio di sorveglianza. Chiediamo al Governo di promuovere la formazione professionale specifica, perché questo diventi un livello di qualità delle strutture, e non un livello negativo delle strutture. Chiediamo al Governo di adottare iniziative efficaci perché si riduca il numero degli antibiotici, per prevenire e controllare gli ulteriori ritardi. Oggi chiediamo con insistenza di adottare le iniziative che erano già previste in una circolare del 2013...

  PRESIDENTE. Guardi, ha concluso il tempo.

  RAFFAELE CALABRÒ. Concludo. Ma sono rimaste lettera morta dal 2013. Penso che non possiamo più consentirlo, signor Presidente: lo dobbiamo ai soggetti più a rischio, lo dobbiamo ai bambini, agli anziani, ai pazienti sottoposti a procedure invasive, lo dobbiamo ai nostri malati. Non aspettiamo che siano altri decessi o altri articoli di giornale a ricordarci che abbiamo un'emergenza sanitaria che dobbiamo combattere (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)) !

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.

  MARISA NICCHI. Presidente, le infezioni nelle strutture ospedaliere – come è stato sottolineato da tutti gli interventi, e anche noi ringraziamo l'iniziativa dell'onorevole Capua a questo proposito – rappresentano un importante problema di salute pubblica. La loro presenza è uno degli indicatori della qualità del servizio pubblico sanitario, uno degli indicatori fondamentali sui quali sono le condizioni di chi è ricoverato nelle strutture pubbliche e di chi lì lavora; e soprattutto, come è stato anche sottolineato, hanno un impatto troppo spesso sottovalutato sui costi sanitari.
  Sappiamo che buona parte delle infezioni correlate all'assistenza sono prevedibili: riguardano il rispetto degli standard di igiene, di pulizia, di disinfezione, di sterilizzazione, di utilizzo – e questo è un tema decisivo – non appropriato degli antibiotici, che ha prodotto il fenomeno di una resistenza all'antibiotico, che rappresenta poi, come è stato spiegato bene, una novità, una sfida, a tratti un'emergenza.
  Vorrei sottolineare anche un altro dato di incidenza su questo tema: le carenze strutturali, che riguardano tanta parte del nostro Paese; non tutto, ma tanta parte del nostro Paese. Quelle carenze che venivano evocate da altri interventi con l'immagine terribile dei topi negli ospedali; oppure quelle carenze che riguardano le infezioni che sono trasmesse attraverso gli impianti dell'acqua, dell'aria. È stato ricordato il Pag. 25tema della legionella, e noi apprezziamo il fatto che si siano adeguate le linee guida in merito a questa infezione.
  Però è chiaro – e ciò segna l'importanza di questa discussione – che ancora non vi è una sufficiente consapevolezza delle implicazioni di questo tema, della necessità di intervenire in modo mirato, in un modo qualificato. Sono già stati ricordati alcuni dati: circa 450-600 mila infezioni emergono nelle strutture ospedaliere; queste producono l'1 per cento di decessi, sono una causa di morte inaccettabile. Sappiamo che se si intervenisse in un modo adeguato potremmo prevenire tra le 130 e le 200 mila infezioni, e quindi significa impedire in un modo significativo la possibilità di decesso. Si tratta quindi di un tema che anche nei numeri, che sono già rilevati dalla letteratura scientifica, ci richiama ad un intervento.
  Vorrei però anche dire che a contribuire alle infezioni di cui oggi parliamo giustamente con grande preoccupazione, a questo fenomeno...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Nicchi, scusi. Colleghi, posso pregare tutti un pochino di abbassare il tono della voce, per favore ?

  MARISA NICCHI. Ma non importa, lasci perdere !

  PRESIDENTE. Importa a me, onorevole Nicchi, a prescindere da quello cha fa lei.

  MARISA NICCHI. Bene, grazie. Comunque io vado avanti lo stesso.
  A questa infezione contribuisce anche la crescente carenza di risorse finanziarie che investiamo nella prevenzione e nel controllo efficace delle infezioni...

  PRESIDENTE. Scusi, onorevole Nicchi. Onorevole Ciprini ! Stiamo cercando di andare avanti, grazie. Prego.

  MARISA NICCHI. Incide, cioè, il fatto che nel corso di questi anni si è definanziato il sistema sanitario pubblico, si è bloccato il turnover, si sono privati gli ospedali di figure adeguatamente formate per questa funzione.
  Voglio anche ricordare che attualmente nei programmi che riguardano i progetti di prevenzione del rischio clinico c’è scarsa integrazione rispetto ai temi del rischio infettivo: almeno il 50 per cento dei progetti a questo riguardo presenti negli ospedali non contemplano questa fondamentale integrazione, rischio clinico e rischio infettivo.
  Ecco, noi ci auguriamo che gli impegni che il Governo si è preso, su sollecitazione e su un'azione importante del Parlamento, diventino azione concreta, diventino scelte di Governo concrete. Gli impegni che noi abbiamo presentato sono molto condivisi dalle altre mozioni: per questo annuncio il voto favorevole del gruppo di Sinistra Italiana a tutte le mozioni, ed accetto anche la proposta di modifica che il Governo ha avanzato sulla mozione Gregori ed altri n. 1-01096 (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nizzi. Ne ha facoltà.

  SETTIMO NIZZI. Presidente, la questione delle infezioni ospedaliere – stabilita anche come indicazione da parte dell'Organizzazione mondiale della sanità come un'infezione che viene riscontrata allorquando i pazienti entrano sani dal punto di vista delle infezioni in ospedale e vengono dimessi con un'infezione, oppure muoiono all'interno dell'ospedale stesso per un'infezione, che sia essa batterica, virale o parassitaria – è un problema molto serio e ben conosciuto da parte dei medici italiani, così come a livello europeo e mondiale.
  Il problema serio è che spesso, nonostante le direttive emesse dal Ministero della salute, così come le direttive emesse dall'Organizzazione mondiale della sanità, ancora oggi molte delle cause principali delle infezioni ospedaliere che danno poi farmacoresistenza sono dovute soprattutto Pag. 26alla pratica ospedaliera. C’è la ricorrenza annuale, ormai da qualche anno, secondo la quale la maggior parte delle infezioni avviene per diretto contatto da parte dei medici o degli assistenti sanitari, e un'infezione viene trasmessa dall'ospite, che generalmente è il medico o il personale paramedico, attraverso le mani; per cui una maggior salvaguardia delle condizioni cliniche del paziente si avrebbe soprattutto evitando che un'infezione passi attraverso le mani, così come abbiamo appena detto.
  Le infezioni soprattutto sono dovute, così come spesso capita, a ceppi di batteri che diventano antibiotico-resistenti. L'uso smodato di farmaci antibiotici di classe elevata, soprattutto di ultimo approccio, per l'infezione di questi germi che sviluppano resistenza (e in Italia siamo al quinto posto in Europa per consumo di antibiotici e soprattutto siamo il secondo Paese dietro la Grecia che utilizza questo genere di farmaci antibiotici che provocano poi la resistenza soprattutto per la Klebsiella pneumoniae) ci porta ad avere un'enorme incidenza. Circa 500-700 mila pazienti vengono infettati in Italia e di questi 5 mila circa muoiono. Non sono pazienti naturalmente sani. Nella maggior parte dei casi sono pazienti defedati, che hanno naturalmente necessità di cure. Spesso sono pazienti immobili, spesso ancora sono pazienti che vengono intubati oppure che sono costretti a letto e, il più delle volte, anche incoscienti, per cui hanno necessità di trattamenti specifici. Ebbene, anche nella prassi e nella pratica ospedaliera il modo di curare o l'approcciarsi al paziente spesso è un approcciarsi, nonostante tutte le raccomandazioni, che naturalmente ha delle falle. Ebbene, con questa mozione condivisa con gli altri colleghi della Commissione noi vogliamo ancora una volta sollecitare il Governo e il Ministero affinché, assieme alle regioni, che ormai hanno competenza primaria, e soprattutto assieme alle ASL, dirigenza medica, amministrativa e responsabili in capo delle ASL, cerchino di obbligare, se così si può dire, il personale medico e paramedico a delle pratiche ospedaliere che naturalmente dovrebbero salvaguardare maggiormente la vita dei pazienti. Non ultima, ma non per ultima la questione legata anche agli impianti. Una delle cause importanti di morte è anche l'infezione da legionella, naturalmente un batterio che si annida negli impianti di condizionamento e, nonostante le varie pratiche, spesso si annida all'interno degli impianti di condizionamento non avendo e spesso non potendo fare le necessarie manutenzioni. Ebbene, forse una maggiore attenzione anche su questo darebbe la possibilità di ridurre enormemente il numero di decessi. Noi come gruppo di Forza Italia voteremo a favore della mozione e di tutte le altre mozioni che sono state presentate (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Grillo. Ne ha facoltà.

  GIULIA GRILLO. Grazie Presidente. L'argomento della mozione Capua è sicuramente interessante e di estrema attualità, sia sul fronte della spesa, che dei risultati. Il documento, forse per esemplificare, prende in esame fondamentalmente l'evoluzione della farmaco-resistenza della sola Klebsiella pneumoniae, mentre aspetti simili e forse ancora più incombenti riguardano l’Acinetobacter baumannii, i miceti e altri ceppi batterici come lo Pseudomonas, i bacteroides e i clostridi. Tutti questi germi sono saprofiti abituali della nostra cute o del nostro colon. I ceppi che, quindi, i pazienti si portano in ospedale sono spesso già selezionati da terapie antibiotiche assunte spontaneamente o prescritte da medici domiciliari o peggio ancora trattati in modo empirico e spesso a basso dosaggio con terapia per via orale nelle RSA o nelle case della salute o negli ospedali di comunità.
  In queste strutture, apparentemente salvifiche sotto l'aspetto economico e sociale, a spesa ridotta, corrisponde un trattamento che porta alla selezione di Pag. 27germi persino peggiori di quelli selezionati proprio nelle rianimazioni. L'impegno economico per evitare che questi germi super selezionati ci portino via qualche paziente sarebbe elevatissimo, proprio in un momento in cui si cerca di ridurre il numero di presidi ospedalieri, il numero dei medici e dei reparti. Persino le rianimazioni dovrebbero potere chiudere a rotazione per pulizie del tutto particolari, ma non avete certo i soldi per rianimazioni doppie nei nostri ospedali. La mozione dal punto di vista tecnico è vaga, fondata su analisi superficiali dal punto di vista statistico, probabilmente perché l'obiettivo è esclusivamente quello di sollecitare l'applicazione di disposizioni già in essere. Se questo obiettivo è confermato, allora la mozione potrebbe essere condivisibile. Naturalmente, tutto ciò deve prevedere una spesa in quanto, senza fondi destinati alla raccolta dati, secondo un preciso programma o destinati all'educazione dei medici di base e alla ricerca di laboratorio per la tipizzazione delle resistenze, non andiamo da nessuna parte.
  In conclusione, il documento nella sua semplicità cerca di chiedere al Governo un impegno su alcuni punti già conosciuti e dibattuti. Non credo, quindi, possa costituire un punto di svolta, ma sottolinea nuovamente un problema già noto. Ormai, invece, in Italia quando leggiamo una mozione simile che proviene da un ambito politico che non sempre ha svolto azioni trasparenti ci viene da pensare: cosa ci sarà dietro ? Forse qualche ditta che produce climatizzatori d'aria a flusso laminare super-filtrata che un'eventuale nuova legge imporrà alle rianimazioni italiane per abbattere la carica batterica ? O la produzione di un software per la denuncia delle infezioni sul territorio nazionale verrà affidata alla solita SOGEI ? Non ci stupiremmo che questa mozione nascesse da questi input. Purtroppo, dopo tutto quello che abbiamo visto e continuiamo a vedere, a pensare male spesso ci si azzecca. Nonostante ciò, per i motivi anzidetti, il mio gruppo parlamentare voterà a favore per i principi espressi alle mozioni Capua, Lenzi, Nizzi Calabrò, Gigli, Locatelli ed altri n. 1-01055 (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Grazie Presidente. Per diminuire i decessi causati da infezioni ospedaliere in realtà non bisogna inventarsi nulla. Do un po’ di numeri che sembrano apparire un po’ vecchi, però tra gli ospedalizzati la percentuale di coloro che subiscono un'infezione ospedaliera varia tra il 5 e il 17 per cento e addirittura il 3 per cento dei ricoverati muore a causa di un'infezione ospedaliera. Però cosa fare per diminuire tali infezioni ? Vi sono delle buone pratiche che gli operatori sanitari, ma anche i capi e i direttori sanitari e generali delle ASL, dovrebbero seguire. Sono, in realtà, buone pratiche molto semplici e basterebbe poco per seguirle. Basterebbe, per esempio, una maggiore pulizia all'interno degli ospedali. Forse non ce ne rendiamo conto. Ad esempio delle condotte dell'aria condizionata, laddove si annidano centinaia di microbi, ma soprattutto di batteri potenzialmente letali per persone che sono debilitate una volta ospedalizzate. Bisognerebbe, ad esempio, evitare le cosiddette camerate che purtroppo sono ancora spesso presenti nei nostri ospedali, ovvero camere nei reparti ove sono ospedalizzate quattro, sei, otto persone insieme. Ebbene, basta che una di queste persone abbia contratto un'infezione ospedaliera da stafilococco aureo meticillino-resistente o da Klebsiella pneumoniae e può infettare anche tutte le altre persone nella medesima stanza e magari anche nel medesimo reparto.
  Un altro modo molto semplice che si potrebbe attuare già da domani è quello di controllare meglio l'accesso dall'esterno verso i reparti. Forse non ci si rende conto di quanti batteri vengono portati, non solo dal personale sanitario, Pag. 28ma anche da parenti o amici degli ospedalizzati, all'interno delle camere degli ospedali. Tutti quei microbi e quei batteri portano quelle infezioni e rischiano di aumentare il rischio di infezione. Bisognerebbe trovare un modo per limitare questi accessi o per verificare meglio la pulizia di questi accessi. Basterebbe poco. I peggiori veicoli, ad esempio, sono addirittura le scarpe, il cappotto o il cellulare che si portano dall'esterno. Si può controllare meglio, ma si deve differenziare e diversificare la maniera in cui avvengono questi accessi indiscriminati presso gli ospedali. E li vediamo in realtà ogni giorno. Ogni giorno coloro che si recano in ospedale vedono, anche durante l'orario di visita, un nugolo di persone e non si sa quali batteri possono portare all'esterno queste persone, anche in reparti molto critici: non serve essere in rianimazione, ma anche in geriatria o in reparti di lungodegenza.
  Negli ultimi mesi, è uscita sui giornali un'inchiesta dell'autorità giudiziaria in merito ai diciannove morti da klebsiella presso l'ospedale di Brindisi. Io ho presentato in quest'Aula, negli ultimi due anni, varie interrogazioni su una moltitudine di decessi avvenuti, ad esempio, presso l'ospedale di Pescara, dove sono morte addirittura in un anno, nel 2013, almeno più di sette persone – almeno quelle di cui sono venuto a conoscenza – a causa di infezioni da klebsiella pneumoniae all'interno del reparto di neurochirurgia, che è uno dei reparti più pericolosi per quanto riguarda le infezioni.
  Ho presentato altre due interrogazioni, ad esempio, per alcuni decessi avvenuti al Policlinico Umberto I, dove la gente continua a morire dal 2013 in poi. Personalmente, sono venuto a conoscenza di almeno sette casi negli ultimi tre anni. Ho chiesto al Ministero di fare delle ispezioni ministeriali presso questi ospedali per capire cosa è successo, per capire come migliorare la struttura, perché è anche un problema di struttura, di vecchiaia, di vetustà delle strutture stesse. Ad oggi, purtroppo, ancora non si è avuta alcuna risposta da parte del Ministero, che ha risposto giustamente per le morti avvenute durante il periodo natalizio, sembra anche per responsabilità sanitarie, per quanto riguarda i casi di parto, ma non ha risposto per questi altri decessi molto più gravi, che coinvolgono decine e decine di persone in Italia. Poi, andiamo a differenziare, a modificare la legge sulla responsabilità sanitaria, quando non ci accorgiamo che la maggior parte di questi casi avviene per esclusiva colpa della vetustà delle strutture ospedaliere.
  Ora, io mi aspetto dal Ministero che voglia anche rendersi conto di quello che succede quotidianamente negli ospedali, di andare ad analizzare attraverso ispezioni cosa si può fare in ogni singolo ospedale, perché ogni singolo ospedale, in realtà, è una realtà diversa, perché soffre di problemi anche diversi. Parliamo dell'Umberto I: soffre notoriamente di problemi dettati dall'anzianità, diciamo, della struttura, dalla mancanza di controllo della stessa struttura. Andiamo a verificare perché succedono e ci accorgeremmo che, in realtà, non è colpa e responsabilità del personale sanitario, ma è colpa, piuttosto, dei capi, dei direttori sanitari, dei direttori generali che non controllano e che non fanno nulla per migliorare le strutture.
  Ora, se davvero si vuole fare qualcosa – e qui mi rivolgo ovviamente al Governo –, si può fare molto, si può fare molto spendendo anche poco in realtà o, per meglio dire, spendendo il giusto: spendendo il giusto quando si vanno a fare appalti per la manutenzione degli ospedali, per la manutenzione della rete ospedaliera, per la manutenzione dell'aria condizionata, per la pulizia degli ospedali; e, forse, dovremmo smetterla di affidare ad appalti al massimo ribasso delle cooperative gestite da non so chi per la pulizia degli ospedali stessi. Ritorniamo a quello che era prima: una pulizia interna attraverso dipendenti pubblici del proprio ospedale, che, forse, in realtà, meglio conoscono la struttura e meglio possono conoscere quali sono i Pag. 29problemi di quella struttura, e non attraverso persone che, magari, un giorno vanno a pulire in un ospedale e un giorno dopo vanno a pulire degli uffici. È questo che non ha senso, è questo un sistema che non ha senso. Dovremmo, forse, ritornare indietro e capire che possiamo fare poco per migliorare davvero la vita delle persone e per tutelare soprattutto i pazienti e non lasciare da soli né i pazienti né i loro familiari, come purtroppo spesso avviene (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Amato. Ne ha facoltà.

  MARIA AMATO. Grazie, Presidente. Le mozioni in esame affrontano la stridente dualità, evidente nel nord del mondo e in Italia, per cui l'eccessivo utilizzo di antibiotici e la diffusione di tecniche di interventistica con utilizzo di cateteri, e in particolare di cateteri vascolari, contribuiscono all'incremento del rischio di infezioni nosocomiali e di malattie infettive da germi resistenti agli antibiotici. I germi diventano resistenti, oltre che per l'uso anomalo ed eccessivo del farmaco, per mutazioni genetiche e per la resistenza indotta da trasmissioni incrociate uomo-animale e interazioni con l'ambiente.
  Argomento da maneggiare con cura però quello dell'eccesso di terapia antibiotica e dell'antibiotico-resistenza per non rischiare l'effetto contrario e, cioè, l'identificazione mediatica dell'antibiotico con il male assoluto: un rischio piuttosto che un beneficio. Il rischio – ricordiamolo – è l'abuso di farmaci, il rischio – sottolineiamolo – è la terapia «fai da te». Chi frequenta gli ospedali sa riconoscere l'espressione preoccupata che si associa a nomi quali Pseudomonas, Klebsiella, legionella, agenti infettivi che già sono rischiosi per persone in buono stato di salute e che diventano potenzialmente letali per pazienti defedati. La sepsi generalizzata, che parte dal sistema respiratorio, dal sistema urinario o da qualsiasi altra porta d'ingresso, è una delle situazioni di emergenza.
  La riorganizzazione del sistema ospedaliero ha, inoltre, selezionato una popolazione omogenea di pazienti a medio ed alto rischio, i meno difesi, quelli sottoposti ad interventi chirurgici o quelli con problemi medici acuti, in cui i cateteri venosi centrali, i cateteri urinari, i sondini, le ferite, la cute stessa rappresentano altrettante porte di ingresso delle infezioni. La sepsi è una delle situazioni di allarme altissimo per la prognosi del paziente, per il rischio e la responsabilità degli operatori e per il rischio della struttura. Il tetano contratto in sala operatoria, seppure è ormai evento avverso raro, rappresenta il paradosso per un luogo di cura.
  Penso, nel quotidiano, alle difficoltà di sanificazione degli ambienti di degenza nel sospetto di una infezione, difficoltà amplificata quando l'ambiente è una rianimazione, è un'unità di stroke o una sezione di emodinamica, ambienti, nel contempo, delicati e complessi, per cui non ci sono tempi di pausa del lavoro, complicate dalla presenza promiscua di presìdi sterili monouso e riutilizzabili.
  Prima di ragionare in termini di costi economici, si deve ragionare in rapporto alle persone: la stima della mortalità ricavata da molteplici, ma non completi, lavori epidemiologici è di 25-30 per cento dei pazienti che contraggono le infezioni, che, tradotto in numeri, corrisponde a 4.500-7 mila morti, di cui circa 1.400-2.100 morti evitabili. Morti che non si accettano in un sistema di cura moderno, in un sistema efficiente; morti che hanno costi altissimi morali per le famiglie che, oltre alla perdita, affrontano, poi, un non facile percorso risarcitorio e per gli operatori, il più delle volte, inconsapevoli corresponsabili e costi economici elevatissimi per il Sistema sanitario nazionale.
  Appropriatezza, risk management, sicurezza, sistemi di sorveglianza, coerenza agli standard europei sono le parole chiave degli impegni richiesti, sono le stesse parole chiave che caratterizzano molti degli atti portati avanti in questa legislatura per quanto riguarda la sanità e, nell'imminenza, il rischio clinico. Temi Pag. 30apparentemente di nicchia, in realtà con effetti dirompenti sia sulle persone che sul rapporto di fiducia tra il paziente ed il sistema che ne deve tutelare la salute, la formazione professionale di tutte le figure operanti in ospedale, gli esercenti le professioni sanitarie, come tutto il personale di supporto.
  Un'attenzione particolare deve riguardare i visitatori e la loro cultura sanitaria, con l'esortazione al consapevole rispetto delle regole, che precludono l'ingresso per visite ai pazienti ricoverati a visitatori a rischio di contagio attivo e passivo e ai bambini, anche in relazione alla documentata riduzione della copertura vaccinale.
  Le nuove e più moderne progettualità in edilizia sanitaria si caratterizzano per percorsi separati per pazienti, visitatori, fornitori, personale tecnico-amministrativo. Sporco, pulito e sterile: sono azioni comuni quelle che contaminano, il contatto manuale, la scarsa attenzione alla sanificazione di strumenti riutilizzabili. I costi per elevare gli standard di qualità e la cultura dell'approccio alle infezioni ospedaliere, in realtà, sono investimenti con risparmio di rischio, di dolore e di danni.
  La realizzazione degli impegni richiesti al Governo, in coerenza con le raccomandazioni del Consiglio europeo, consentirà una conoscenza epidemiologica capillare del fenomeno in termini di morbilità, mortalità, ceppi resistenti e inefficienze strutturali. Un percorso condiviso con le regioni per la piena attuazione di un sistema di sorveglianza sui ceppi resistenti per elevare omogeneamente il livello di difesa e di consapevolezza.
  È necessario un adeguato Piano nazionale di prevenzione e controllo, con la collaborazione di esperti, che incida sul cambiamento della cultura e sull'approccio delle cure. Un'attenzione particolare va rivolta ai processi di umanizzazione ospedaliera, di cui è, sì, riconosciuta l'importanza, ma che non possono prescindere dalle precauzioni del rischio infettivo.
  Va accelerato il percorso dell'attuazione degli standard ospedalieri, collocando tutto ciò che è di pertinenza territoriale fuori dagli ospedali e, in ogni caso, lontano dalle aree di degenza a rischio. Sarebbe auspicabile una riflessione sulla diffusione delle unità operative di malattie infettive e sul potenziamento dei settori di microbiologia e di patologia clinica.
  È una mozione che rappresenta una sollecitazione a fare presto. La Klebsiella pneumoniae è definito batterio killer, ed è urgente sostenere ogni misura finalizzata al rafforzamento dei sistemi di difesa alle infezioni e che contribuisca ad allontanare il rischio di una possibile emergenza sanitaria, nel tempo che ci separa dalla disponibilità di farmaci efficaci, stimata tra i cinque e i dieci anni.
  Questa constatazione ci fa sottolineare ancora una volta l'importanza della ricerca scientifica e farmacologica, al di là e senza dietrologie, ricerca che è speranza di salute, elemento indispensabile in un sistema ospedaliero moderno, efficiente ed efficace. I nostri ospedali sono luoghi di cura, spesso sono luoghi di guarigione, ma non possono e non devono essere trappole.
  Per tutto questo, il Partito Democratico esprime il suo voto favorevole alla mozione Capua, Lenzi, Nizzi, Calabrò, Gigli, Locatelli ed altri n. 1-01055 e alle altre in coerenza con il parere espresso dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.

(Votazioni)

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Come da prassi le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Pag. 31
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Capua, Lenzi, Nizzi, Calabrò, Gigli, Locatelli ed altri n. 1-01055, con il parere favorevole del Governo.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bruno Bossio, Venittelli, Manfredi, Marroni... abbiamo votato tutti ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  431   
   Votanti  430   
   Astenuti    1   
    Maggioranza  216    
    Hanno votato  430.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01092, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalla precedente votazione, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fratoianni, Monchiero, Rotta, Colonnese... per favore acceleriamo, grazie... Galperti sempre non riesce a votare... onorevole Galperti... bene. Altri che non riescono a votare ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  436   
   Votanti  435   
   Astenuti    1   
    Maggioranza  218    
    Hanno votato  435.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-01094, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Fraccaro, Di Lello, Fitzgerald Nissoli, Archi, Furnari, Mannino, Salvatore Piccolo, Tripiedi. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  435   
   Votanti  434   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  218   
    Hanno votato   434.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gregori ed altri n. 1-01096, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, su cui il Governo ha espresso parere favorevole.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Archi, Formisano, Fratoianni, Pannarale... Fratoianni ok... Librandi, Centemero, Invernizzi, Fossati. Abbiamo votato tutti ? Laffranco, Lavagno, Garofalo, Oliaro... onorevole Garofalo tolga la pallina... ok. Altri ?
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  447   
   Votanti  446   
   Astenuti    1   
   Maggioranza  224   
    Hanno votato   446.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

Pag. 32

Seguito della discussione della proposta di legge: S. 859-1357-1378-1484-1553 – D'iniziativa dei senatori: Scilipoti Isgrò; Falanga; Moscardelli ed altri; Stucchi; Ginetti: Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274 (Approvata, in un testo unificato, dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (A.C. 3169-B) (ore 11,35).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato, n. 3169-B, d'iniziativa dei senatori Scilipoti Isgrò; Falanga; Moscardelli ed altri; Stucchi; Ginetti: Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274.
  Ricordo che nella seduta del 19 gennaio 2016 si è conclusa la discussione sulle linee generali, e i relatori e il rappresentante del Governo hanno rinunciato ad intervenire in sede di replica.

(Esame dell'articolo unico – A.C. 3169-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo unico della proposta di legge, nel testo modificato dal Senato, e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-B).
  Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-B), che sono in distribuzione.
  Avverto che non sono pubblicati nel fascicolo, a norma dell'articolo 70, comma 2, del Regolamento, gli emendamenti non riferiti a parti modificate dal Senato.
Se nessuno chiede di intervenire, invito i relatori ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sugli emendamenti riferiti all'articolo unico.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Per entrambi c’è un invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
  Va bene, è una patente: discorso delicato, ma, comunque, è meno grave di condannare per un reato di questa pesantezza, a quegli anni di galera, cittadini che sono sì colpevoli, ma sono colpevoli di omicidio colposo, non della nuova fattispecie di reato. Un testo assolutamente controproducente – io direi, con le nuove modifiche del Senato, addirittura un po’ folle – che questa Camera si appresta ad approvare, con parca, troppo parca, discussione (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Se noi dovessimo legiferare tenendo soltanto conto del bene giuridico protetto e di quello a cui tende la legge, tutte le leggi, fatalmente, sarebbero giuste, sarebbero corrette; basterebbe una sorta di esimente della protezione di quanto sotteso dalle norme per giustificare qualsiasi intervento normativo, da qualsiasi parte provenisse. E chi non è d'accordo sulla necessità di modellare in modo più corretto le norme che consentono a taluni scriteriati di togliere ingiustificatamente la vita a soggetti incolpevoli ?
  Ma questo non è ! Il Parlamento non è chiamato a delle leggi che coprano beni giuridici da tutelare, ma a stabilire come questa tutela vada apprestata, e dico una cosa assolutamente banale: ogni norma, soprattutto di tipo penale, va sintonizzata con un sistema costituzionale e di diritto positivo. Ora, io vi chiedo se, per un reato che avviene per colpa, cioè contro l'intenzione, con riferimento agli equilibri sanzionatori e al criterio della ragionevolezza Pag. 33della pena, si possa dire che una pena da otto a dodici anni è una pena corretta ed equilibrata rispetto all'intero sistema.
  Questa è la prima esigenza che bisogna naturalisticamente rappresentare su questo provvedimento, che vede un braccio, quello sanzionatorio in tema colposo, assolutamente spropositato in quella che non esito a definire la «legge Scilipoti»; un braccio assolutamente lungo e spropositato rispetto a quello che è, invece, l'intero sistema.
  Ma l'emendamento che cerchiamo di proteggere è un emendamento che cerca di evitare una follia: viene proposta, con un giustizialismo degno di un infermo di mente, la soppressione di una norma che consente al soggetto che presti soccorso a chi subisce l'incidente stradale di non essere arrestato. Noi che cosa facciamo ? Eliminiamo questa norma e diciamo che, se tu ti fermi a prestare soccorso, puoi essere tranquillamente arrestato. È una negazione anche dei principi del codice, cioè l'atteggiamento di resipiscenza, l'atteggiamento di negazione del bene giuridico che sia aggredito provoca sempre delle conseguenze favorevoli; noi stiamo dicendo che il soggetto che presta aiuto è uguale a quello che fugge, anzi peggio, perché, fermandosi, può essere arrestato più facilmente.
  È una, come posso dire, incredibile, incredibile scivolata sotto il profilo di un giustizialismo irrazionale e illogico, che noi dobbiamo respingere. Ripristinare quel testo significa semplicemente evitare – e lo dico in termini di utilitarismo processuale – che sia più conveniente scappare che fermarsi, perché oggi, se noi dovessimo decidere con un'algebra agiuridica, dovremmo dire che, in caso di incidente stradale, è meglio scappare che fermarsi per aiutare; e, se questo Parlamento licenzia una norma di questo genere solo perché una modifica comporterebbe il ritorno al Senato, beh, signori miei, vuol dire che siamo veramente messi male. Noi voteremo favorevolmente su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Devo confermare le ragioni dei colleghi Farina e Sisto, e lo devo fare perché noi siamo, prima di tutto, un organo che deve controllare, far approvare, votare leggi di buonsenso, ma anche scritte per il verso giusto. Presidente, sottosegretario e colleghi, questo problema, questo conflitto tra l'arresto obbligatorio in flagranza e l'articolo 189, comma 8, del codice della strada era stato sollevato dall'opposizione, dal MoVimento 5 Stelle, nella lettura precedente qui alla Camera.
  Se si fosse ascoltato in quel momento, invece di fare spallucce e invece di ignorare, come spesso accade, le denunce e le richieste dell'opposizione e del Movimento 5 Stelle, non ci saremmo trovati di fronte ad un conflitto di norme, non ci saremmo trovati di fronte a questa decisione irresponsabile di eliminare appunto questa previsione e di fare in modo di lanciare un messaggio chiaro alla persona che commette questi fatti, cioè che conviene scappare !
  È stato fatto anche un accenno di correzione in Commissione, dove si è detto che il conflitto era risolto, a quel punto io ho alzato il braccio e ho detto che il conflitto in quel modo non era risolto, ho detto: così non lo state risolvendo; guardiamoci insieme e facciamo una proposta che possa andare incontro a questa soluzione di risoluzione del conflitto, che possa andare incontro a esigenze di giustizia. In quella sede, Presidente, non solo si è fatta una correzione che a nulla serviva, ma una correzione che non teneva conto delle nostre denunce.
  Successivamente, al Senato, si sono resi conto che vi era questo conflitto, si sono resi conto che era meglio forse non farlo risolvere sempre ai giudici – sono conflitti che la politica non riesce a risolvere – e si è risolto riaprendo il provvedimento, ma si è risolto nel peggiore dei modi, andando a dire che chi presta soccorso e si mette a disposizione dell'autorità va arrestato Pag. 34comunque come chi scappa. Cosa succede allora ? Succede che, non tanto la persona disperata, ma la persona agiata, faccia due più due, faccia un conto, e si dica tra sé: mi conviene star qui a prestare soccorso, farmi fare i controlli sulla droga, sul livello dell'alcol, e prestarmi all'autorità, oppure scappare e magari farla franca, tanto comunque l'arresto vi è in ogni caso, tanto comunque se io scappo posso anche farla franca e non essere sottoposto a misure di accertamento del livello di alcolemia e dell'eventuale sostanza stupefacente che io ho acquisito ? Cosa succede quindi ? Che il soggetto, facendo un conto, dirà: forse è meglio scappare.
  Questo dimostra come questo Governo e questa maggioranza trattino argomenti così delicati, questo dimostra come, non ascoltando l'opposizione, si fanno pasticci che vanno esattamente nell'idea contraria di quella che vuole perseguire questa legge, compiendo un disastro, regalando ai cittadini un'ennesima legge inefficace da questo punto di vista, soprattutto pericolosa con questo emendamento, quando si poteva veramente fare un lavoro migliore e approvare una legge tutti insieme appunto che fosse veramente efficace (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Grazie Presidente. Soltanto per evitare un po’ di confusione, perché queste nostre discussioni vengono ascoltate anche dai cittadini attraverso la radio e attraverso i canali web. Vorrei che fosse chiaro che l'arresto obbligatorio è previsto esclusivamente per due fattispecie: per la guida sotto l'effetto delle sostanze stupefacenti – compito della magistratura e degli organi inquirenti sarà stabilire evidentemente se è attuale o meno – e per il tasso alcolico elevatissimo.
  Noi abbiamo visto – e lo potrete vedere anche voi dal testo – come, se uno commette un omicidio stradale sotto l'effetto dell'alcol, è evidentemente a conoscenza di essere ubriaco, altrimenti non incorrerebbe in questa sanzione gravissima. Ma c’è un'altra cosa che vorrei segnalare e che nessuno però ha detto ed è giusto dirla: l'arresto obbligatorio non vuol dire finire in prigione per forza.

  VITTORIO FERRARESI. Cosa c'entra !

  DAVID ERMINI. L'arresto, caro Ferraresi, non è una misura cautelare ! Sono due istituti assolutamente distinti. Quante volte, lo sa bene chi esercita la professione da avvocato, avete visto un verbale d'arresto e il pubblico ministero dispone immediatamente la scarcerazione ? Ditemelo, quante volte l'avete visto ? Allora l'arresto obbligatorio è, evidentemente, il primo atto che viene compiuto dalla polizia giudiziaria, ma se non è seguito dalla richiesta di misura cautelare può essere che il pubblico ministero decida di disporre la scarcerazione anche immediatamente.
  Quindi, una condotta di un soggetto che si ferma, che presta soccorso e che dimostra la sua assoluta buona fede, sarà vista dal pubblico ministero in modo tale da non finire in prigione. L'arresto obbligatorio, peraltro, inciderà anche su altri aspetti, perché con l'arresto obbligatorio sappiamo che vi possono essere anche conseguenze su altre tipologie di norme, anche su questioni di tipo amministrativo.
  Io credo che mettere paura alle persone in realtà serva a poco; questa è una norma che viene applicata esclusivamente per i reati gravissimi, per due condotte gravissime, ed è giusto che le persone sappiano che non si possono mettere alla guida di una macchina quando hanno bevuto ed hanno un tasso alcolemico superiore a uno e mezzo, perché non si sta neanche in piedi con un tasso alcolemico superiore a uno e mezzo, o quando sono in preda a sostanze stupefacenti; perché la vita delle persone che poi subiscono la condotta di questi conduttori di automobili o di mezzi in generale, è troppo preziosa perché sia in qualche modo messa in pericolo dalle Pag. 35discussioni che poi alla fine non hanno neanche la certezza della condotta in carcere delle persone. Per cui noi voteremo contro questo emendamento.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente. Credo che, quando tre forze politiche di diversa cultura ed eterogenee tra di loro, pongono una questione, che io credo sia fondata, una maggioranza che vuole, diciamo, una riflessione seria si ponga il problema di qual è il tema posto al centro dell'attenzione. Credo che se da un lato c’è la volontà di approvare il testo, che reca la prima firma del senatore Scilipoti, presto e bene, dall'altro lato vi sia la necessità comunque di evitare che le conseguenze di questo testo siano negative per le persone e per la sicurezza stradale. Se da questo testo si evince che vi è la possibilità che qualche vittima di incidente non venga soccorsa, perché questo testo instilla la paura nei confronti di chi investe una persona di essere arrestata e, quindi, impedisce in qualche modo il soccorso da parte di chi commette l'incidente, credo che una riflessione vada fatta ! Non fare questa riflessione è una questione grave.   SIMONE BALDELLI. Grazie Presidente. Credo che, quando tre forze politiche di diversa cultura ed eterogenee tra di loro, pongono una questione, che io credo sia fondata, una maggioranza che voglia una riflessione seria si debba porre il problema di quale sia il tema posto al centro dell'attenzione. Credo che se da un lato c’è la volontà di approvare il testo, che reca la prima firma del senatore Scilipoti, presto e bene, dall'altro lato vi sia la necessità comunque di evitare che le conseguenze di questo testo siano negative per le persone e per la sicurezza stradale ! Se da questo testo si evince che vi è la possibilità che qualche vittima di incidente non venga soccorsa, perché questo testo instilla la paura nei confronti di chi investe una persona di essere arrestata e, quindi, impedisce in qualche modo il soccorso da parte di chi commette l'incidente, credo che una riflessione vada fatta ! Non fare questa riflessione è un fatto grave.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie Presidente. Intervengo per rispondere alla osservazione del doppio collega Ermini. Quando mettono le manette ad uno e lo restringono in carcere, come si diceva una volta, non è che lì per lì sa se l'arrestano o gli fanno un'altra cosa ! Gli mettono i braccialetti e lo privano della libertà personale. Se la sanzione dell'arresto allora è conseguente anche all'essersi fermato e aver tentato di soccorrere, è evidente che questo è un deterrente a fermarsi e, quindi, invece di essere migliorativo è potenzialmente peggiorativo delle conseguenze del reato, perché uno sarà anche ubriaco fradicio, ma sa che se va via forse la fa salva, se invece si ferma sicuramente l'arrestano, perché è questo quello che pensa il cittadino, non è che distingue fra i vari momenti nei quali c’è il restringimento del soggetto nelle patrie galere.
  Questo per dire che non siamo una nazione di laureati in legge; galera, carcere, casa circondariale, sempre lì si va ! Non è che la gente non lo sa ! Mi sembra veramente una di quelle cose controproducenti, come l'ampiezza delle pene, dove andrà a finire che, identificando i reati meno gravi con quelli più gravi con un'identità di pene, si farà sì che si vada sempre verso il reato più grave. Insomma, si tratta di una sciocchezza (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

  ANDREA COLLETTI. Presidente, in realtà, con questo emendamento si vuole eliminare una norma che fa passare un principio completamente sbagliato, che è questo: è meglio, per chi commette un incidente stradale, scappare dalla scena del crimine e lasciare magari la persona vittima esanime sul terreno, perché comunque rischia di essere arrestato, sia che rimanga a dare il proprio soccorso, sia che non vi rimanga e cerchi di non farsi identificare. Il nostro principio dovrebbe essere quello di tutela delle vittime, e si tutelano le vittime quando si favorisce il soccorso immediato di queste persone. Pensiamo ad un incidente avvenuto, ad esempio, alle due di notte, quando non ci sono sufficienti persone che si accorgono dell'incidente stesso: cosa succederà in quel momento, con questa norma ? È ovvio che succederà, purtroppo, che tutti scapperanno e commetteranno omissione di soccorso, con la certezza, quasi, di rimanere impuniti, invece di soccorrere la vittima, che magari, per colpa di questa norma, morirà, invece di essere semplicemente ferita e soccorsa. Rendiamoci conto di quello che stiamo votando.

Pag. 36

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Signor Presidente, io sono ammirato dalla forza oratoria dei colleghi che mi hanno preceduto; essi sono pieni di speranza, ma la speranza è vana: il Senato ha votato questo testo con la fiducia, quindi è arrivato qui come un testo blindato. La fiducia rende ottusi, nel senso tecnico del termine, perché porta via l'acutezza del pensiero. Non si potrà cambiare nulla, non si potrà fare nulla, quindi complimenti ai colleghi che mi hanno preceduto e meno complimenti ai colleghi della maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Simonetti. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Presidente, il testo Scilipoti, tanto per sottolineare il primo firmatario, noto a questa maggioranza soprattutto la scorsa legislatura, propone un'aggravante rispetto alla colpa di chi commette un omicidio stradale in una situazione di sobrietà. Il problema è che se non passa questo emendamento succede che se uno commette appunto questo omicidio stradale sapendo di aver superato il tasso alcolico, perché dovrebbe fermarsi, se tanto viene arrestato come la fattispecie della sua fuga ? Poi, addirittura, se lo prendono dopo uno o due giorni, chi va a dimostrare che questo soggetto, due giorni prima, aveva un tasso alcolico superiore a quanto definito ? Quindi, questa è una semplice agevolazione a scappare, in modo tale da attenuare l'aggravante che viene prevista dal testo Scilipoti, e in più si rischia, con questa fattispecie, che nessuno più si fermerà a verificare se c’è la possibilità di salvare la persona che ha subito l'incidente, perché altrimenti si subirebbe una pena maggiore, che è quella dell'arresto, rispetto a quella di poter scappare e farsi trovare poi, sempre che si possa trovare dopo un giorno, due giorni o tre giorni. Quindi, mi sembra una demenzialità non votare questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sugli identici emendamenti Ferraresi 1.3, Sisto 1.4 e Daniele Farina 1.5, con il parere contrario delle Commissioni e del Governo e il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Carloni, Ciracì, Di Lello.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti  434   
   Votanti  432   
   Astenuti    2   
   Maggioranza  217   
    Hanno votato  182    
    Hanno votato no   250.

  La Camera respinge (Vedi votazioni).

  (Il deputato Malisani ha segnalato che avrebbe voluto astenersi; la deputata Capua ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario e la deputata Bueno ha segnalato che non è riuscita a votare).

  Passiamo alla votazione dell'emendamento Sisto 1.7.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Presidente, vi è una levata di scudi di logicità di gran parte del Parlamento, esclusa una maggioranza, per puro spirito fideistico. Infatti, non credo che si possa ragionare in termini logici, perché non per l'appartenenza politica, non per l'appartenenza culturale, ma soltanto per la necessità di testimoniare una maggioranza – non me ne vorrà il collega Ermini – si propongono Pag. 37dei concetti culturalmente non veritieri, perché dire che l'arresto non è una misura cautelare è un falso ideologico, dal punto di vista processuale, ed egli lo sa benissimo; e sostenere che il pubblico ministero non convalida l'arresto e non emette la misura cautelare è un'altra superfetazione inaccettabile per chi frequenta i marciapiedi delle aule di giustizia, dal punto di vista del calcare i marciapiedi, non certamente perché non siano qualificati o siano dequalificati. In quest'Aula, pur di testimoniare un'appartenenza alla maggioranza, si dice di tutto e di più, ma questo rimane agli atti della Camera e ognuno si farà carico, poi, anche dei concetti tecnicamente scorretti con cui si è distinto.
  Questo emendamento, Presidente, ha lo scopo di mediare quanto è accaduto qualche minuto fa, cioè limita il comma 8 dell'articolo 189 soltanto al delitto di lesioni personali colpose. Cioè, la clausola, il mancato arresto è possibile non quando il passeggero o il conducente del veicolo antagonista perde la vita ma quando vi sono delle lesioni personali colpose. Qual è il ragionamento ? Se ho un soggetto che è già deceduto, sostanzialmente il fatto di fermarsi non produce l'effetto di soccorso, ma se il soggetto è soltanto ferito e io fermandomi posso evitare che il soggetto perda la vita, che cosa conta di più, che il provvedimento passi oggi così com’è o che delle persone possano non perdere la vita per l'intervento di un automobilista che si ferma – che si ferma ! – e lo soccorre (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, e di deputati dei gruppi Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Misto) ? Qui siamo al paradosso che la vita personale viene scambiata con un'obbligazione di tipo naturale e politico ! Io lo denuncio puntualmente e chiaramente ! Fatevi un esame di coscienza, una volta tanto, prima di avere un'appartenenza cieca, illogica, ingiustificata ! Questo è il Parlamento della Repubblica italiana, non la sede degli inciuci e degli accordi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, e di deputati dei gruppi Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Misto Conservatori e Riformisti) ! Allora, Presidente, il richiamo alla logica è insopprimibile; il richiamo alla coscienza di ciascun parlamentare, indipendentemente dall'appartenenza, è insopprimibile; la necessità di garantire chi si ferma per soccorrere chi è ferito è un diritto proprio umanitario, protetto dalle leggi internazionali, ma noi lo neghiamo, perché se ti fermi per aiutare un ferito puoi essere arrestato. Di fronte a questa ulteriore barbarie giuridica, io protesto e invito l'Aula a votare favorevolmente su questo emendamento (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente, e di deputati dei gruppi Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

Testo sostituito con errata corrige volante   SIMONE BALDELLI. Presidente, faccio appello al Governo per una riflessione su questo, perché, probabilmente, interrompere i nostri lavori per capire se c’è la possibilità di accogliere una norma di buonsenso, credo che sia un fatto certamente positivo rispetto alla possibilità di costruire un muro rispetto a una norma di buonsenso. La leggo: il conducente che si fermi e accorrendo presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall'incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose, non è soggetto all'arresto stabilito per il caso di flagranza di reato. A me sembra una cosa di assoluto buonsenso. Chiedo al sottosegretario Ferri e al Viceministro se non intendano svolgere una riflessione seria su questa proposta, perché dire «no», far finta che non esista questa proposta o votare contro è un atto indecente contro il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).   SIMONE BALDELLI. Presidente, faccio appello al Governo per una riflessione su questo, perché, probabilmente, interrompere i nostri lavori per capire se c’è la possibilità di accogliere una norma di buonsenso, credo che sia un fatto certamente positivo rispetto alla possibilità di costruire un muro contro a una norma di buonsenso. La leggo: il conducente che si fermi e accorrendo presti assistenza a coloro che hanno subito danni alla persona mettendosi immediatamente a disposizione degli organi di polizia giudiziaria, quando dall'incidente derivi il delitto di lesioni personali colpose, non è soggetto all'arresto stabilito per il caso di flagranza di reato. A me sembra una cosa di assoluto buonsenso. Chiedo al sottosegretario Ferri e al Viceministro se non intendano svolgere una riflessione seria su questa proposta, perché dire «no», far finta che non esista questa proposta o votare contro è un atto indecente contro il buonsenso (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

Pag. 38

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Biasotti. Ne ha facoltà.

  SANDRO BIASOTTI. Presidente, oltre alle osservazioni totalmente condivisibili dei colleghi che mi hanno preceduto, vorrei portare all'attenzione dell'Aula un fatto tecnico che, secondo me, potrebbe essere oggetto anche di incostituzionalità. Parlo cioè del fatto dell'aggravante della pena nel caso della fuga del conducente, che si stabilisce non possa essere inferiore a 5 anni. Abbiamo sentito che l'arresto è nei casi in cui uno è totalmente ubriaco o sotto sostanze stupefacenti, in cui la pena minima va da 8 a 12 anni: abbiamo un'aggravante che è del tutto inutile, e quindi anche questo sarebbe un fatto che incide sulla volontà del conducente di scappare.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Attorre. Ne ha facoltà.

  ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, inviterei davvero le forze della maggioranza che stanno sostenendo questo provvedimento ad un attimo di riflessione, perché mi pare che sul piano degli argomenti le motivazioni che sono state esposte in quest'Aula siano assolutamente inoppugnabili, e non mi pare nel merito di aver ascoltato argomenti di segno contrario. Lo dico senza polemiche: è stata una legislatura in cui la disciplina di partito, la logica di appartenenza è valsa anche su materie costituzionali. Facciamo in modo che la logica di appartenenza non prevalga sul buonsenso elementare, facciamo in modo che questo non accada anche su norme tese a garantire la vita umana. Per cui apriamo lo spazio di una riflessione: vediamo come correggere un provvedimento che presenta tratti di irragionevolezza assolutamente evidenti, e almeno in questo caso non facciamo prevalere una pura logica di appartenenza (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà).

  ROBERTO OCCHIUTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, intervengo per chiedere alla Presidenza se è possibile votare su questo emendamento col voto segreto. Nel caso fosse possibile, le formulo la proposta conseguente di Forza Italia.

  PRESIDENTE. Onorevole Occhiuto, sì, è possibile, e quindi se la richiesta è formale votiamo a scrutinio segreto. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Duranti. Ne ha facoltà.

  DONATELLA DURANTI. Signor Presidente, io sollecito, ed insisto, il relatore ed i rappresentanti del Governo a dare una risposta, ad intervenire in Aula. Insomma, è stato già detto, sono state poste questioni di assoluta ragionevolezza, ma altrettanto di assoluta gravità: quindi insisto, e chiedo che il Governo o il relatore intervengano e diano risposte serie, serie questa volta su questo tema.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rosato. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, noi naturalmente rispettiamo la richiesta di voto segreto, ma non è questo il punto. Siamo oggi di fronte ad un percorso lungo, che ha prodotto questo testo di legge introducendo il reato di omicidio stradale: un reato che in numerose occasioni, quando vediamo vittime della strada, vittime di atteggiamenti in cui ci si è messi alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, sotto l'effetto dell'alcol, denunciamo con grande forza, recuperando l'attenzione delle associazioni che di questo si occupano. Abbiamo fatto una legge pensando a questo !
  Oggi si riapre un dibattito su di un emendamento aggiuntivo proposto dai colleghi di Forza Italia, se ricordo bene, in cui si propone di avere un atteggiamento Pag. 39diverso rispetto ad un particolare atteggiamento da parte di un conducente, seppur sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e quanto citavo prima. Tutte le cose aggiuntive a questo provvedimento sono legittime: ce ne sono molte altre di cui potremmo discutere e alcuni punti potrebbero essere anche condivisibili, e penso che una discussione su questo vada fatta con grande attenzione; peraltro le Commissioni questa discussione l'hanno fatta con grande profondità, con numerosi passaggi tra Camera e Senato.
  Il punto oggi è però un altro: questo è l'ultimo emendamento su un provvedimento che oggi possiamo trasformare in legge, dando una risposta ad una lacuna vera del nostro ordinamento, su di un reato rispetto al quale vi è grande sensibilità nell'opinione pubblica, ma non è normato a sufficienza. Possiamo finalmente coprire questa lacuna, su cui molti gruppi parlamentari, direi tutti, si sono più volte espressi dicendo che bisognava trovare delle soluzioni.
  Penso che in questo caso in particolare il meglio veramente può essere nemico di un percorso che abbiamo costruito insieme. Invito quindi a respingere questo emendamento, ad approvare questo testo di legge, a lavorare insieme, come abbiamo fatto su tante altre cose, per verificare se su questa materia si possono fare altri miglioramenti nel futuro, e a lavorare in questa direzione; ma non bloccare per l'ennesima volta, in questo palleggiamento tra Camera e Senato, questo provvedimento, che oggi è maturo per essere approvato. E per questo invito veramente i colleghi a votare contro questo emendamento ed andare all'approvazione finale del testo.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.

  DIEGO DE LORENZIS. Presidente, le motivazioni che ha addotto l'onorevole Rosato sono assolutamente da rigettare al mittente, perché se noi fossimo all'ultimo giorno di questa legislatura, bene, forse solo in quel caso l'onorevole Rosato avrebbe ragione: non avremmo il tempo di approvare una legge migliore. Dato che, invece, il Partito Democratico, al Senato come alla Camera, ha una maggioranza numerica netta per approvare una forma migliore di questa legge, credo che queste motivazioni decadano. Tanto più, Presidente, che al Senato, come è stato ricordato, nell'ultimo passaggio è stata posta la questione di fiducia: se si vuole procedere celermente ad approvare una legge migliore si potrebbe farlo, la maggioranza ha tutti gli strumenti per farlo.
  Ricordo che in quest'Aula stanno assistendo ai nostri lavori le associazioni delle vittime degli incidenti stradali, coloro che forse più di tutti nell'opinione pubblica, tra le persone che ci stanno guardando, che ci stanno ascoltando, hanno voluto questa legge. Ebbene, credo di interpretare, in parte almeno, il loro pensiero, pensando che una parte di quelle vittime oggi potrebbe non aver subito quella sorte se i rei che hanno commesso quegli atti, quegli incidenti, si fossero fermati a prestare soccorso. Ebbene, redigere una proposta di legge che vuole sanare questi aspetti e non prendere, però, in considerazione seriamente le osservazioni – come è stato ricordato – inoppugnabili che tanti miei colleghi hanno esposto in quest'Aula, credo che non risponda ad un atteggiamento serio (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pizzolante. Ne ha facoltà.

  SERGIO PIZZOLANTE. Presidente, nel dibattito di ieri, dopo la relazione del Ministro della giustizia sullo stato della giustizia in Italia, molti di noi hanno detto che uno degli errori più gravi che questo Parlamento compie, che quest'Aula compie, è quello di legiferare sotto l'umore determinato dai titoli e dallo scandalismo di alcuni giornali, sotto l'influenza di un dibattito surriscaldato su temi, anche quando i temi sono molto seri come questo. Questo è uno degli errori che commettiamo !Pag. 40
  Questa legge è dentro questa dinamica negativa. Dopodiché nei vari passaggi fra la Camera e il Senato l'impianto originario è stato modificato, migliorato al Senato, peggiorato alla Camera e poi di nuovo migliorato al Senato. Il testo complessivo io mi sento di votarlo, ma non posso votare – e quindi non la voterò – la determinazione del fatto che se io commetto, sono protagonista di un incidente mortale e mi fermo a soccorrere, oppure non mi fermo a soccorrere, tali comportamenti vengono trattati nello stesso modo. Questa è una cosa inaccettabile !
  Quindi, la proposta che è stata fatta è una proposta assolutamente ragionevole. Non posso essere trattato nello stesso modo, sia con l'arresto immediato, sia se soccorro oppure non soccorro, prendo e me ne vado. Questa è una proposta che è stata fatta e che mi sembra assolutamente ragionevole, assolutamente di buonsenso e assolutamente giusta. Io voterò, quindi, questa proposta di emendamento perché, altrimenti, l'impianto della legge rischia di essere invotabile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Corsaro. Ne ha facoltà.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. Grazie, signor Presidente. Per il suo tramite vorrei dare una risposta al presidente Rosato, di cui ho apprezzato la pacatezza nel suo recente intervento, per significargli che quando ero uno studente liceale mi è capitato di essere diciamo più bravo della media nelle materie scientifiche e in particolare in matematica. Questo mi ha indotto, nella mia carriera scolastica, molto spesso a finire il compito in classe di matematica in anticipo rispetto al tempo che ci era dato. Cionondimeno, ho imparato sulla mia pelle che, piuttosto che andare a consegnare il compito in classe al professore appena esauriti i problemi, fosse utile e necessario dare un'ultima rilettura e questo mi ha evitato, nel corso della mia carriera scolastica, di consegnare per la fretta dei compiti in classe che alla fine avevano degli errori, non di cattiveria, non di incapacità, ma di semplice disattenzione, che sono stati recuperati da una lettura in limine litis. Allora, qui siamo esattamente nella stessa situazione, presidente Rosato e colleghi della maggioranza. Qui non stiamo facendo una discussione sulla colorazione politica di questo provvedimento in un senso o nell'altro e non stiamo discutendo il fatto che, a torto o a ragione che sia, quando alla fine un Parlamento decide di varare un provvedimento, se quel provvedimento ha un effetto benefico, il maggiore azionista del Parlamento, che è la maggioranza, ne consegue e ne conseguirà i maggiori benefici popolari. Quindi, non stiamo cercando di impedirvi questo. Semmai stiamo addirittura cercando di aumentare il beneficio che voi, come azionisti di maggioranza di questo Parlamento, potrete conseguire se, ritardando di qualche settimana la conversione di questa legge, faremo in modo di avere portato a termine una legge buona, perché qui è assolutamente evidente che siamo in totale buona fede, presidente Rosato, e nessuno discute questo. Ma in totale buona fede stiamo approvando una legge che contiene un errore basilare che permetterà di conseguire esattamente il risultato opposto a quello che ci siamo determinati. In altre parole, stiamo dicendo alla gente: non fermatevi per la strada a soccorrere quelli con i quali avete avuto un incidente perché automaticamente finite in galera. Allora, qual è il motivo di intestardirsi sul fatto che, siccome al Senato, dove evidentemente non si sono avveduti di questa circostanza, hanno approvato in fretta e furia, con l'apposizione del voto di fiducia, questo testo, noi oggi lo dobbiamo rassegnare per la firma sulla Gazzetta Ufficiale ? La Gazzetta Ufficiale può aspettare. Il Senato che, peraltro, sta per fare le ultime cose, come ci dice sempre il Presidente del Consiglio, perché poi sparirà dalla circolazione, avrà anche il merito di poter riaprire la situazione e vedere...

Pag. 41

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Corsaro.

  MASSIMO ENRICO CORSARO. ... che effettivamente sotto questo profilo il legislatore è stato in grado di correggersi in limine litis e di portare a termine una legislazione che abbia davvero una coscienza e un obiettivo sociale positivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Sannicandro. Ne ha facoltà.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Io volevo richiamare l'attenzione dell'Aula sul fatto che questa normativa sostanzialmente aumenta in modo spropositato le pene eliminando sostanzialmente dal codice penale il cosiddetto omicidio colposo semplice. Infatti, la norma dice così: «Chiunque cagioni per colpa la morte di una persona», eccetera, eccetera, «è punito con la reclusione da due a sette anni».
  Se andiamo a vedere la casistica che c’è dopo, sostanzialmente non esiste omicidio stradale che possa essere punito con la pena da due a sette anni. Se vi leggete la casistica che sta al punto due, le pene sono tutte quante da cinque a dieci anni e, non solo, poi passano con altrettante aggravanti...

  PRESIDENTE. Concluda.

  ARCANGELO SANNICANDRO. ... a livelli ancora superiori. In conclusione, a questo aggiungiamo quello che avete detto oggi e, cioè, che si possa punire anche colui il quale soccorre la vittima. Siamo arrivati ad uno sbilanciamento dell'architettura istituzionale, del principio di proporzionalità, che non ha senso. Ieri l'abbiamo denunciato al Ministro.

  PRESIDENTE. Deve concludere, onorevole Sannicandro.

  ARCANGELO SANNICANDRO. Concludo. Pensavo di avere qualche minuto in più.

  PRESIDENTE. No, ha parlato il suo collega D'Attorre.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole Zaccagnini. Ne ha facoltà.

  ADRIANO ZACCAGNINI. Grazie Presidente. Qua io non credo, Presidente, che c’è un palleggiamento; questo non è un palleggiamento fra le Camere, ma questa si chiama democrazia. Il bicameralismo funziona, al momento, esattamente così. Serve per correggere e migliorare le proposte. Se la maggioranza sta ammazzando il bicameralismo di fatto e lo sta facendo anche nella riforma, ciò non vuol dire che si possa andare serenamente avanti così oggi. Io credo che definire palleggiamento un rimando al Senato della norma è grave. È grave perché non ci si rende conto di cosa produce questa norma nella realtà e di come potrebbe produrre la morte di persone invece soltanto ferite. Quindi, rendiamoci conto veramente di cosa andiamo a produrre per il fatto di non adoperare adeguatamente il bicameralismo e la democrazia così come oggi sono vigenti.

  PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Onorevole Gandolfi, se le do la parola come relatore, lei ha cinque minuti; se le do la parola come gruppo, lei ha un minuto perché ha parlato il suo collega Rosato, presidente del gruppo. Bene, come relatore. Ne ha facoltà.

  PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Grazie Presidente. Il testo che abbiamo approvato alla Camera prevedeva l'arresto obbligatorio solo per un caso: solo per il caso in cui l'omicidio stradale veniva compiuto in ragione del massimo tasso alcolemico e, quindi, in condizioni che si prevedeva e si pensava essere tali, da un Pag. 42lato da non rendere fattivo e utile il fermarsi, e, dall'altro, da permettere alle autorità di Polizia in primo luogo e successivamente alle autorità giudiziarie di avere il tempo di determinare se quella persona ha le condizioni per poi poter garantire, soprattutto in ragione di ciò che avverrà dopo ed in ragione delle esigenze giuste delle famiglie delle vittime, che colui che abbia commesso questo reato in quelle condizioni possa poi partecipare e presenziare al processo ed essere nelle condizioni di garantire una copertura assicurativa. Quindi, che non sia un soggetto che, non al momento stesso, perché quello non è il problema, ma in una fase successiva, come più volte accaduto in molti casi, possa scomparire o non dare queste garanzie. Questa è la ragione per cui la legge approvata alla Camera aveva quel contenuto, mentre rimaneva facoltativo l'arresto in tutti gli altri casi. Sono le forze di Polizia che lo decidevano. Il Senato non ha cambiato questa condizione; non l'ha cambiata perché il Senato ha semplicemente eliminato un articolo del codice della strada che diceva essere impossibile l'arresto nel caso in cui uno si fermi. Quindi, avrebbe creato un contrasto, come è stato detto più volte da altri colleghi. Evidentemente, la tecnica giuridica alla Camera non aveva la stessa opinione. Il Senato ha ritenuto di eliminare quella cosa e, quindi, non ha detto che si deve arrestare chiunque commetta questo reato; ha semplicemente detto che non è vero quello che dice il codice della strada all'articolo 189, cioè che chi si ferma non può essere arrestato. È cosa diversa. La fattispecie che noi approviamo oggi votando contro questo emendamento e votando definitivamente questo testo è che una persona non verrà arrestata obbligatoriamente se commette il reato di omicidio stradale.
  Verrà arrestata solo nel caso in cui questo reato venga commesso nella fattispecie più grave, cioè quella del tasso alcolemico oltre 1,5 e dell'effetto di sostanze stupefacenti, ovvero in quella condizione tale per cui l'arresto diventa un elemento di garanzia per l'efficacia del seguito dell'azione giudiziaria. Questo è il senso della norma.
  Il Senato non ha modificato la norma, non l'ha stravolta, e non è vero quanto è stato detto finora in quest'Aula, cioè che l'emendamento andrebbe a sanare un obbligo di arresto che vanificherebbe, diciamo così, la possibilità di curare e di dare assistenza alle persone. Questo è comunque possibile e, in ogni caso, non è certamente questo il fenomeno che induce o che può indurre l'effetto della fuga, anche perché avendo introdotto, per la fuga, una pena di cinque anni, indiscutibile, quella cosa che diceva il collega Biasotti, ovvero che con il reato con un minimo di otto anni, previsto per la fattispecie più grave, ovvero quella in cui si incorre nell'arresto immediato, sappiamo, per come è costruita la norma, che la pena di quel reato – otto anni – in realtà è attribuibile da parte del tribunale in ragione anche inferiore, sulla base delle attenuanti che abbiamo dato.
  Quindi, in ogni caso il meccanismo di tutela contro il rischio di fuga il testo lo conteneva e continua a contenerlo ed è un meccanismo che funzionerà (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Mi scuso, ma devo correggere quella che è una spiegazione tecnica totalmente fuori da ogni norma. Quello che ha detto il collega non risolve assolutamente la questione e faccio un esempio: una persona commette omicidio stradale sotto l'effetto di sostanze stupefacenti sopra 1,5 grammi/litro. Cosa succede ? Ha tre ipotesi: scappare e non essere beccato (quindi, pena zero); in secondo luogo, prestare assistenza, prestare aiuto all'autorità giudiziaria e, quindi, beccarsi da otto a dodici anni di pena ed essere arrestato; oppure la terza ipotesi è che scappa, passano alcuni giorni, risponde Pag. 43magari di omissione di soccorso, gli scende il tasso alcolemico, non è più sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e, quindi, la pena non è più da otto a dodici anni, ma va da due a sette anni, cinque, dieci e quindi cala drasticamente.

  PAOLO GANDOLFI, Relatore per la maggioranza per la IX Commissione. Non è vero, lei mente ! Sono cinque anni !

  PRESIDENTE. Relatore, per favore !

  VITTORIO FERRARESI, Relatore di minoranza. Quindi il problema rimane, il problema rimane sull'omicidio stradale, perché si consentirà al soggetto di fare una scelta di convenienza e, se il soggetto sa che l'ordinamento gli consente di farla franca, la scelta sarà, nella maggior parte dei casi, quella di scappare, perché sia che il soggetto rimanga sia che il soggetto scappi subirà, comunque, l'arresto per l'omicidio stradale. Quindi, se volete porre fine a questo scempio potete fare una riformulazione ora. Riuniamoci ora, facciamo una riformulazione di questo emendamento – non avete approvato quello precedente –, risolviamo questa cosa e chiudiamo la norma al Senato tutti insieme, col voto favorevole di tutte le forze politiche (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  COSIMO MARIA FERRI, Sottosegretario di Stato per la giustizia. Grazie, Presidente. Voglio rispondere, perché ho sentito delle inesattezze. Intanto la scelta è stata quella di inasprire la pena e, quindi, di rendere anche il pericolo di fuga come aggravante. Abbiamo portato la pena a cinque anni di reclusione proprio per questo motivo, cioè per avere un effetto deterrente maggiore e, quindi, a chi commette queste tipologie di reato conviene certo non scappare ma fermarsi, perché la pena e l'aggravante prevista sono molto severe e limitano la discrezionalità del giudice, che era uno dei punti.
  L'altro punto che voglio ribadire, che è stato già detto anche dall'onorevole Gandolfi, perché ho ascoltato, è chiarire che nel caso di lesioni l'arresto rimane facoltativo. Quindi, l'obbligatorietà è in quei casi che sono stati detti; mi riferisco al secondo comma e al terzo comma dell'articolo 589-bis del codice penale, così come disciplinato con la nuova normativa, quindi a fatti gravi che sono stati evidenziati e che meritano la valutazione e la previsione di un arresto obbligatorio, in quanto mettersi alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e avendo assunto anche bevande alcoliche, con un tasso come quello previsto, è certamente una condotta che merita una tale sanzione e una tale previsione.
  Inoltre, è stato aggiunto il correttivo anche degli autotrasportatori proprio per evitare una discrasia che si era creata nel passaggio parlamentare e, quindi, abbiamo esteso questa ipotesi dell'arresto obbligatorio in flagranza anche a coloro che esercitano professionalmente l'attività di autotrasporto, anche se versino in stato di ebbrezza meno grave, considerata la particolare responsabilità gravante, appunto, su questo tipo di soggetti, che sono utenti della strada e che, quindi, meritano particolare attenzione. Dunque, questa è stata l'unica estensione, nell'ultimo passaggio, che ha previsto l'arresto obbligatorio in flagranza anche a chi – gli autotrasportatori – si ritrova ad aver assunto bevande alcoliche con un tasso inferiore a quello più grave. Però, anche in questo caso l'arresto rimane facoltativo nel caso di lesioni. Quindi, io volevo fare queste precisazioni.
  Inoltre, dispiace che nel dibattito – e solo da ultimo il presidente Rosato – si sia parlato poco di vittime, perché quando si parla di questi reati dobbiamo pensare anche alle garanzie e alla risposta efficace che va data a chi è vittima, non solo ai familiari delle vittime ma anche alle vittime nei casi di lesioni, perché la vittima è una parte del processo, è una parte che Pag. 44aspetta questa risposta da anni e, quindi, è chiaro che, per rendere efficace la norma, la scelta che è stata fatta in sede parlamentare e che il Governo ha seguito doveva essere solo questa, cioè quella di inasprire le pene. Questo certo non basterà, perché continuerà tutta quella fase dal punto di vista della prevenzione e quella cultura dell'educazione e spero che tutta la casistica che ha citato l'onorevole Ferraresi, dei tre casi che si possono verificare, da domani si riduca, si vada ad annullare e si parli più di prevenzione e di educazione.
  Quindi, lo scopo di questa norma è proprio quello di ridurre quella casistica e non farci soffermare sulla varia tipologia di incidenti che possono capitare ma su come evitarli e su come davvero dare una risposta seria ed efficace, come stiamo dando oggi con questa norma, di fronte a tante vittime che, purtroppo, aumentano sempre più.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ALESSIA MORANI, Relatrice per la maggioranza per la II Commissione. Grazie, Presidente. Intervengo per comunicare all'Aula che l'emendamento che ci stiamo apprestando a votare è un emendamento inutile, poiché nell'emendamento a prima firma Sisto si parla dell'esclusione dell'arresto nel caso del delitto di lesioni personali colpose. Ad un'attenta lettura della norma, che noi abbiamo approvato alla Camera e che è stata confermata dal Senato e che oggi rivoteremo, è già previsto, all'articolo 5, lettera b), che, nel caso di lesioni colpose, l'arresto è facoltativo. Per cui l'emendamento che votiamo, che chiede di sostituire quel comma, è già previsto nella nostra proposta di legge.
  In più, ho sentito parlare diversi colleghi del fatto che con questo provvedimento noi incentiviamo la fuga. Così non è, perché sia per la previsione dell'omicidio stradale sia per le lesioni stradali noi abbiamo previsto un aumento di pena ragguardevole, fino a due terzi; in più, nel caso di omicidio abbiamo fissato il minimo di pena a cinque anni e nel caso di lesioni a tre anni. Per cui abbiamo introdotto proprio delle norme che devono disincentivare la fuga.
  Però, ci tenevo particolarmente a comunicare all'Aula che l'emendamento Sisto 1.7 è un emendamento inutile, poiché già nella proposta di legge è previsto l'arresto facoltativo in caso di lesioni colpose stradali.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Longo. Ne ha facoltà.

  PIERO LONGO. Presidente, una sola circostanza: o non si può arrestare in flagranza o è facoltativo arrestare in flagranza. Non c’è una differenza minimale, non è una sfumatura da nulla: in un caso non si è arrestati, nell'altro caso si è vittime, qualche volta abbastanza attente, di una magistratura, di un pubblico ministero piuttosto che di un altro. Non continuiamo a dire che è la stessa cosa: sono due cose diverse (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, l'onorevole Ermini. Ne ha facoltà.

  DAVID ERMINI. Grazie, Presidente. Io voglio ringraziare il Governo e voglio ringraziare la relatrice per avere specificato che il reato di lesioni colpose stradali non comporta l'arresto obbligatorio. Abbiamo adesso sentito dai banchi di Forza Italia che non vorrebbero nemmeno l'arresto facoltativo, quindi senza neanche verificare le condizioni – l'ha detto adesso il collega Longo – per cui è evidente che noi insistiamo affinché questo emendamento totalmente inutile e pretestuoso venga respinto.

  PRESIDENTE. Ora l'onorevole Simonetti... (Commenti del deputato Sisto) che succede ? Rinunciamo ?Pag. 45
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Bianconi. Ne ha facoltà.

  MAURIZIO BIANCONI. Grazie, Presidente. Vorrei precisare, tramite lei, al collega Ermini che il collega Longo si è limitato a spiegare il significato delle parole in italiano, non ha fatto una scelta: una cosa è essere escluso, una cosa è essere facoltativo, punto. Poi non ha dato valutazioni di merito, se però per il collega Ermini l'italiano è altra cosa, per me non è una novità, per molti di voi sì (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti) !

  PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
  Avverto che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
  Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Sisto 1.7, con il parere contrario delle Commissione, del Governo e con il parere favorevole del relatore di minoranza.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Lotti, Dall'Osso, Spadoni, Caruso, Fedriga, Carfagna, Di Lello, Gasparini, Giulietti, Cassano, Paglia, Brunetta... calma, calma, onorevole Brunetta, un attimo, stia tranquillo, non chiudo la votazione finché non hanno votato tutti. Ci sono altri che non riescono a votare ? Luciano Agostini... altri colleghi che non riescono a votare ? Non vedo mani alzate.
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:

   Presenti e votanti   466   
   Maggioranza  234   
    Voti favorevoli    247    
    Voti contrari    219.

  La Camera approva (Vivi applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà – Vedi votazioni).
  A questo punto vorrei sapere dai relatori come intendiamo procedere (Vivi applausi dei deputati dei gruppi Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente, MoVimento 5 Stelle e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà)... possiamo anche procedere con gli applausi per venti minuti, però io dovrei sapere come intendiamo procedere, se qualcuno me lo dice. Bene, se da parte dei relatori non ci sono comunicazioni, procediamo.
  Avverto che, consistendo la proposta di legge di un solo articolo, non si procederà alla votazione dell'articolo unico, ma, dopo l'esame degli ordini del giorno, si procederà direttamente alla votazione finale, a norma l'articolo 87, comma 5, del Regolamento.

(Esame degli ordini del giorno – A.C. 3169-B)

  PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 3169-B).
  Se nessuno chiede di intervenire per illustrare gli ordini del giorno, invito il rappresentante del Governo ad esprimere il parere. Glieli leggo io, onorevole Nencini.
  Colleghi, per cortesia... mi rendo conto, però noi dobbiamo andare avanti.
  Ordine del giorno Rondini n. 9/3169-B/1 ?

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Grazie, Presidente. Il parere è favorevole con riformulazione...

  PRESIDENTE. Scusi. Colleghi, per favore... Colleghi, vi dispiace se noi proviamo ad andare avanti ? Grazie.
  Prego, legga la riformulazione.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Impegna il Governo ad intervenire, con propria attività legislativa, al fine di riconsiderare la depenalizzazione della guida senza patente alla luce dell'introduzione delle Pag. 46nuove disposizioni normative di cui al presente provvedimento, nel caso in cui la patente sia stata revocata a seguito di condanna irrevocabile per i delitti di omicidio stradale e lesioni stradali gravi e gravissime.

  PRESIDENTE. Sta bene. Ora siamo all'ordine del giorno Cristian Iannuzzi n. 9/3169-B/2.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Burtone n. 9/3169-B/3.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Gregorio Fontana n. 9/3169-B/4.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ordine del giorno Fauttilli n. 9/3169-B/5.

  RICCARDO NENCINI, Viceministro delle infrastrutture e dei trasporti. Parere favorevole.

  RENATO BRUNETTA. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore... colleghi, noi stiamo proseguendo con i lavori, se possibilmente abbassate il tono della voce... prego, onorevole Brunetta.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente...

  PRESIDENTE. Onorevole Brunetta, possiamo aspettare... Colleghi, per favore, abbassiamo il tono della voce. Per favore ! Prego, onorevole Brunetta.

  RENATO BRUNETTA. Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Questo voto non può passare inosservato e non si può fare finta di niente...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore... colleghi, per favore !

  RENATO BRUNETTA. Ha vinto il buonsenso, ha vinto il diritto, ha vinto un'interpretazione corretta del diritto. Però, dal punto di vista politico, dopo l'accorato appello del capogruppo Rosato, si apre un problema politico per il Governo e per la maggioranza (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente – Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico)...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  RENATO BRUNETTA. ... e si apre sul tema della giustizia, si apre sul tema della prevaricazione costante, anche contro il buonsenso, da parte di questo Governo e da parte della maggioranza. Per questa ragione, io chiedo all'Aula e chiedo a lei, signor Presidente, di aprire una riflessione, perché questi momenti importanti e fondamentali per la vita democratica del nostro Paese non possono passare inosservati e non possono passare come routine.
  Ieri al Senato è passata l'approvazione della legge costituzionale contro, o meglio senza i voti della maggioranza, che si è fermata a 158, avendo bisogno dei voti raccattati (Applausi del deputato Sisto) dai vari transfughi per poter far passare la riforma costituzionale ! A questo punto siamo arrivati, signor Presidente, a questo punto siamo arrivati.
  Un'ultima cosa, signor Presidente, e cambio tono e cambio voce, non so se glielo hanno detto, il mio affetto e la mia Pag. 47vicinanza nei suoi confronti (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

  ARTURO SCOTTO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Colleghi, vorrei dire, e lo dico anche all'onorevole Brunetta: ovviamente sono state fatte considerazioni politiche di cui non posso non prendere atto, l'unico problema è che noi siamo nella fase dell'ordine dei lavori. Quindi, onorevole Scotto, facciamo anche questo intervento e poi riprendiamo.
  Prego, onorevole Scotto.

  ARTURO SCOTTO. Grazie, Presidente. Molto rapidamente, io non attribuisco un significato politico a questo voto, nel senso che non c’è alle porte una crisi di Governo, per quanto abbiamo tutti quanti notato che c’è stato un sottosegretario particolarmente influente di questo Governo, il quale si è precipitato qui a votare perché c'era il voto segreto. C’è un punto che vorrei che venisse sottolineato, e cioè che ha vinto il Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà e di deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente) e ha vinto il diritto della ragione rispetto al sonno di un giustizialismo che immaginavo non esistesse nei banchi di quest'area che oggi governa il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  ETTORE ROSATO. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ETTORE ROSATO. Presidente, non sarei intervenuto se non dopo le parole del presidente Brunetta, il quale, evidentemente in crisi di astinenza da mozioni di sfiducia, pensa che sia possibile inventarsene una alla settimana, adesso anche sul voto segreto sull'omicidio stradale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), ma lo capisco. Lo capisco perché ognuno deve dare un ruolo alla sua presenza, e mi dispiace perché in questo Parlamento noi dobbiamo cercare di fare leggi e buone leggi.
  L'omicidio stradale è una legge importante e noi riteniamo che...

  PRESIDENTE. Colleghi, per favore !

  ETTORE ROSATO. ... questo sia. Abbiamo un'opinione diversa, l'abbiamo espressa, l'ho espressa anch'io, rispetto al punto in discussione. In particolare, ho motivato dicendo che noi volevamo che il provvedimento diventasse legge e il sottosegretario Ferri e il collega Ermini sono intervenuti spiegando anche nel merito. Evidentemente, a voto segreto, il Parlamento la pensava in maniera diversa; del resto, ci sono anche gruppi che si sono espressi in maniera difforme da quanto indicato dal Governo, ma non è un problema.
  Approveremo oggi questo provvedimento, lo rimanderemo al Senato, diventerà legge, perché per noi l'omicidio stradale è tale e, riprendendo le parole del collega Scotto, che ho apprezzato, nelle cose non penso che si sia creato un asse filogovernativo futuro tra Forza Italia e SEL solo perché c’è stato un voto su un tema in maniera conforme. Penso che il Parlamento abbia deciso, e noi rispettiamo le decisioni, non drammatizziamo nulla. Semplicemente, rimarchiamo che si sono sommate visioni corrette, opinabili, ma sicuramente di merito rispetto a un punto preciso del provvedimento, e si sono sommate anche alle visioni di chi sull'omicidio stradale – in quest'Aula c’è e siede in quei banchi lì – non vuole nessuna legge, perché pensa che sia meglio così: piangere quando ci sono gli omicidi stradali, ma non fare niente. Noi la pensiamo in maniera diversa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  ROCCO BUTTIGLIONE. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signor Presidente. In una repubblica parlamentare, Pag. 48e l'Italia è tale al giorno d'oggi, il Parlamento è sovrano e può bocciare un provvedimento del Governo, può emendare un provvedimento del Governo; quando il Parlamento, invece, vuole attaccare il Governo e dare un voto politico, fa una mozione di sfiducia. Ho sentito dei toni che mi sembra che abbiano gonfiato in modo improprio ed eccessivo il senso di un normale passaggio parlamentare.
  Su questa cosa particolare, ascoltati i vari oratori, il Parlamento ha deciso in un modo difforme da quello che era contenuto nella proposta: mi pare che appartenga alla normalità della vita parlamentare, non ci vedo uno schiaffo al Governo, non vedo all'orizzonte una crisi di Governo, non credo che la fiducia di questa maggioranza nel Governo sia stata in alcuna misura incrinata.
  Non è possibile, da un lato, dire che il Governo sta imponendo la sua volontà al Parlamento e poi, dall'altro, quando il Parlamento normalmente esercita la sua sovranità...

  PRESIDENTE. Presidente Ferranti, gentilmente. Presidente Ferranti, gentilmente, grazie. Prego, onorevole Buttiglione.

  ROCCO BUTTIGLIONE. ... vedere in questo una débâcle del Governo, una vicenda di straordinaria importanza politica, tanto da farci perdere tempo con alcuni interventi sull'ordine dei lavori che sono sostanzialmente inutili, perché tentano di gonfiare un avvenimento importante, come tutto quello che avviene nel Parlamento, ma certo che non ha rilievo politico.

  ROBERTO SIMONETTI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  ROBERTO SIMONETTI. Grazie, Presidente. Suo tramite, mi rivolgo al presidente Rosato: questa è stata una votazione non su un decreto-legge, ma è stata una votazione su una proposta di legge parlamentare; quindi, qui, oggi, per la prima volta, è stato il Parlamento a decidere su una legge, senza una pressione, se non la sua, derivante dal renzismo strisciante, che è quello di portare a casa lo scalpo il giorno prima, addirittura, di quando si presentano le leggi, solo per avere un titolo su un giornale, a prescindere dalla bontà dei provvedimenti.
  Oggi ha vinto il Parlamento, la parte sana di questo Parlamento, che non sta a seguire i titoli dei giornali, ma sta a seguire effettivamente il risultato della produzione legislativa. Lei, Rosato, prima è intervenuto non nel merito del testo dell'emendamento, perché lei avrebbe dovuto dire «io sono per fare arrestare chi si ferma e condivido nel merito chi vota per fare arrestare chi si ferma a discapito del salvare una vita»; lei, invece, ci ha detto «non votate l'emendamento», e lo ha detto ai suoi, che poi l'hanno tradita, quindi il vero sconfitto di questa partita è lei come capogruppo, non Renzi, lei (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini), che si è fatto fregare da quaranta deputati del suo gruppo che hanno votato contro la sua indicazione politica, non tecnica e di merito.
  Un'indicazione politica che si basava sul fatto che domani dovevate andare sui giornali a dire che avevate approvato l'omicidio stradale.
  Il Senato, se ha sbagliato, era giusto che potesse porre rimedio attraverso una votazione, che in un giorno loro riescono a fare, con i loro Regolamenti. Quindi, questa è una vittoria del Parlamento e una sconfitta del renzismo strisciante che lei ha portato in Aula attraverso il suo intervento ridicolo, che quindi merita un applauso perché, effettivamente, il Parlamento torna a essere sovrano, come prescrive la Costituzione, e non più il Governo. Basta decreti-legge e andiamo avanti con le leggi di iniziativa parlamentare (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

Pag. 49

  VITTORIO FERRARESI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Credo che in questa sede non ci sia stata, ovviamente, una frattura di Governo, una frattura di maggioranza, bisogna essere onesti; semplicemente, i parlamentari hanno capito che la questione era una questione di buonsenso, hanno capito che si stava commettendo un errore, che andava contro una legge nata per combattere le ingiustizie e le violazioni gravi che avvengono sulla strada.
  Presidente, però è grave, molto grave, che siamo arrivati a questo, perché si poteva votare, per esempio, l'emendamento soppressivo precedente, i relatori potevano rinviare la proposta di legge in Commissione, e quindi modificarla in modo che al Senato si chiudesse; in questo modo, l'arroganza della maggioranza di Governo ha fatto sì che, non ascoltando il MoVimento 5 Stelle nella precedente lettura, si andasse avanti e si perdesse ulteriore tempo.
  Questa è la grossa responsabilità di questa maggioranza: avere dilungato i tempi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle); invece di ascoltare in modo intelligente la minoranza che voleva collaborare e dare il proprio contributo per approvare questa legge, voi avete detto «no», non avete ascoltato e siete andati avanti. Per la vostra arroganza, questa legge sarà rimandata ancora una volta, perché è scritta male e noi vogliamo fare una legge scritta bene, Presidente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. A questo punto, passiamo al voto finale. Ha facoltà di intervenire per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli (Commenti del deputato Laffranco). Ho sbagliato, chiedo scusa, ha ragione l'onorevole Laffranco.
  Prendo atto che i presentatori accettano la riformulazione e non insistono per la votazione dell'ordine del giorno Rondini n. 9/3169-B/1, sul quale vi è il parere favorevole del Governo, purché riformulato. Presumo che, a questo punto, nessuno chieda la votazione dei restanti ordini del giorno.
  È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 3169-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.

  ORESTE PASTORELLI. Grazie, signor Presidente. Il testo che ci apprestiamo a votare contiene misure di estrema importanza: conosciamo tutti le cifre riguardanti gli incidenti con morti o feriti che ogni anno si consumano sulle strade del nostro Paese e sappiamo altrettanto bene che l'introduzione di sanzioni penali per coloro che hanno causato tali incidenti non è più rinviabile.
  Il crescente numero di morti e feriti sulle strade rappresenta un vero e proprio allarme sociale, il quale non poteva che essere arginato con le misure presenti in questa proposta di legge. Non solo, l'introduzione del reato di omicidio stradale costituisce una risposta chiara e ferma anche nei confronti dei familiari e dell'Associazione delle vittime della strada, a cui, troppo spesso, è mancato il sostegno dello Stato.
  La previsione di pene detentive avrà certamente una funzione di contrasto e di deterrenza rispetto a condotte imprudenti o sconsiderate. In questa sede, però, mi preme insistere anche su un altro aspetto: poste le norme che puniscono tali condotte, occorre ora mettere in campo misure in grado di prevenirle, e ciò è possibile solo attraverso un cambiamento culturale, un diverso approccio nei confronti delle regole da rispettare al volante. Tale cambiamento, è chiaro, deve iniziare sin dalle scuole primarie e secondarie Pag. 50mediante adeguati programmi di educazione civica e stradale: solo così sarà possibile ridurre effettivamente il numero di morti sulla strada per un'imprudenza o per condotte deliberatamente irresponsabili.
  Questo provvedimento testimonia una doverosa consapevolezza da parte delle Camere rispetto ad un fenomeno tragico e purtroppo di stringente attualità. Per queste ragioni esprimo dunque il convinto voto favorevole della componente socialista al presente disegno di legge.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Chiarelli. Constato che non è in Aula, quindi si intende che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Cirielli. Constato che non è in Aula e si intende, quindi, che vi abbia rinunciato.
  Ha chiesto di parlare per dichiarazione l'onorevole Fauttilli. Ne ha facoltà.

  FEDERICO FAUTTILLI. Grazie Presidente. Colleghi e colleghe, noi, come gruppo di Democrazia Solidale – Centro Democratico, confermiamo il voto favorevole a questo provvedimento già espresso in prima lettura, con tutte le motivazioni, i dubbi e le perplessità che già in quell'intervento avevamo espresso, e che oggi abbiamo riportato in un ordine del giorno a cui il Governo ha dato parere favorevole.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Molteni. Ne ha facoltà.

  NICOLA MOLTENI. Grazie Presidente. Ruberò pochi minuti unicamente per confermare il voto favorevole da parte del gruppo della Lega Nord in conformità a quanto già fatto nelle votazioni precedenti, tanto alla Camera quanto al Senato. Un disegno di legge importante; voglio ricordare che una delle prime proposte di legge sull'introduzione del reato di omicidio stradale, di questa nuova fattispecie di reato, fu presentata anni fa proprio dal gruppo parlamentare della Lega, in modo particolare dal collega Rondini, che ringrazio per aver seguito con attenzione, scrupolo e competenza, questo provvedimento.
  Io credo che introdurre questa fattispecie di reato fosse necessario, in modo particolare per quel doveroso, necessario, dovuto rispetto, nei confronti delle vittime dei reati, nei confronti di quelle famiglie che si sono viste portare via i propri cari e nei confronti di quelle associazioni che, da anni, si battono attraverso la raccolta firme, attraverso le petizioni, attraverso le sollecitazioni alla politica, al Parlamento, al mondo delle istituzioni, per dare una norma chiara, facilmente applicabile e non soggetta ad interpretazioni.
  Questo dibattito, però, poi alla fine viene macchiato, Presidente lo dico con profondo rammarico, per l'ottusità da parte della maggioranza di non volere assecondare le doverose e necessarie richieste di modifica proprio per rendere il testo maggiormente chiaro, più applicabile, con una gradualità – concetto introdotto all'interno di questo disegno di legge – necessaria e doverosa.
  Oggi, il Partito Democratico, Presidente lo dico con grande rammarico, si macchia di una grave responsabilità ! La bontà di una legge vale molto di più di una bandierina politica ! Quindi, rinnovo l'augurio e l'auspicio che in tempi rapidi, su un testo condiviso e giuridicamente accettabile e sostenibile da parte del gruppo della Lega, che ripeto conferma il proprio voto di favore, il Senato tramuti in legge questo importante provvedimento.
  Ripeto, un ringraziamento particolare va al collega Rondini, che oggi non è presente con noi, ma che è stato l'artefice di un lavoro importante affinché anche il gruppo della Lega abbia potuto dare il proprio contributo nella realizzazione e nell'ottenimento di questo risultato, che è soprattutto un risultato per le vittime. L'introduzione di questo reato non compensa e non ristora la perdita di un caro, ma dà dignità maggiore alla giustizia, ad una giustizia vera e soprattutto giusta Pag. 51nell'interesse delle vittime e delle parti più deboli (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vezzali. Ne ha facoltà.

  MARIA VALENTINA VEZZALI. Presidente, rappresentanti del Governo, colleghi, il provvedimento che ci apprestiamo ad approvare costituisce un segnale politico molto forte e ci consente finalmente di allineare il nostro sistema legislativo agli ordinamenti degli altri Paesi europei. Il testo finale rappresenta una soddisfacente sintesi fra le undici proposte di legge presentati, tra le quali la mia, la n. 959 del 2013, ed è la risposta ad una esigenza rappresentata da tanti altri colleghi già nelle legislature precedenti.
  Esso mira ad introdurre nel codice penale i reati di omicidio stradale e di lesioni personali stradali, apportando le necessarie modifiche di coordinamento con la normativa vigente, il codice penale e il codice della strada, ed è il modo più concreto per onorare un preciso impegno del Governo assunto nei confronti di cittadini e associazioni che rappresentano i familiari delle vittime della strada.
  Quelle che ci apprestiamo ad approvare sono misure complesse nella loro applicazione, ma necessarie e urgenti, le cui finalità sono assolutamente condivisibili e hanno richiesto una lunga mediazione, qualche rinuncia e sintesi fra posizioni diverse. L'evoluzione della società non ci consente di restare ancorati a norme scritte nel 1930, che non sono più adeguate per la nostra realtà, o per punire l'uso improprio e inadeguato di mezzi di trasporto che, negli anni, a causa di comportamenti scorretti hanno causato vere e proprie stragi, di cui spesso sono state vittime i giovani e, a volte, famiglie intere.
  L'incidentalità stradale rappresenta un problema sociale rilevante i numeri devono farci riflettere. Secondo alcune statistiche, in Italia, nei primi sei mesi del 2015, si sono registrati 85.000 incidenti stradali con lesioni a persone, 1.596 decessi e 119.000 feriti, con un aumento delle morti dell'1 per cento rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Questi dati richiedono l'introduzione di strumenti dissuasivi che scoraggino chi ritiene di potersi mettere alla guida dopo aver assunto sostanze alcoliche o stupefacenti su strade urbane e extraurbane. La condotta irresponsabile deve subire sanzioni severe ! Su questo principio non si può e non si deve derogare. Scelta Civica è consapevole che questa legge da sola non basta, occorre proseguire nel percorso avviato negli ultimi anni di informazione e prevenzione. A nostro avviso occorre investire nella formazione di future generazioni per renderle consapevoli e più responsabili, attivando percorsi educativi nelle scuole al fine di dialogare con i ragazzi e insegnare loro come assumere comportamenti civici e rispettosi del prossimo, anche attraverso metodi interattivi; ad esempio, con la partecipazione a progetti speciali con la collaborazione della polizia di Stato, dei vigili urbani e dell'ACI.
  La prevenzione nel nostro Paese è assolutamente necessaria. Questo provvedimento è indispensabile e urgente, perché, da un'indagine dell'Istituto per gli studi sulla pubblica opinione, promosso dalla Fondazione per la sicurezza stradale, è emerso che oltre il 70 per cento degli automobilisti dichiara di infrangere le regole pur essendo consapevole dei rischi e delle conseguenze sociali ed economiche degli incidenti stradali. Esso è un primo passo verso la direzione auspicata e costituisce un elemento di forte deterrenza, visto che sono in aumento il numero delle omissioni di soccorso, i casi di guida senza patente e la falsificazione dei tagliandi assicurativi. È inoltre una risposta che il legislatore è chiamato a dare di fronte alla generica richiesta di giustizia da parte di quei cittadini e dei loro familiari, rimasti offesi o uccisi, a seguito di incidenti stradali provocati da condotte irresponsabili di conducenti in Pag. 52stato di ebbrezza o di alterazione per assunzione di stupefacenti o sostanze psicotrope.
  La recente decisione del Governo di approvare un decreto legislativo che prevede la depenalizzazione della guida senza patente, a fronte di sanzioni pecuniarie civili, associata al risarcimento del danno alla parte offesa, mira a colpire il responsabile dell'illecito senza gravare le procure. Il provvedimento che ci accingiamo a votare non va percepito come una decisione assunta sotto la spinta mediatica, ma come la risposta ad un problema reale, che porta con sé una forte componente psicologica e che risponde all'esigenza della certezza della pena. È esattamente quello che i cittadini chiedono, perché, troppe volte, chi commette questi reati è recidivo, per cui, nel nostro ordinamento, oltre che nuove tipologie di reato, omicidio stradale e lesioni stradali, va introdotto un inasprimento delle sanzioni penali e amministrative pecuniarie.
  Queste modifiche andranno a colmare quel vuoto normativo, al quale ha cercato di sopperire la giurisprudenza, e daranno accoglimento alle motivazioni della sentenza n. 10411 del 2011, introducendo nella normativa vigente una distinzione più severa fra dolo eventuale e colpa cosciente, contribuendo a creare una fattispecie autonoma sotto i profili della psicologia criminale del reo.
  La risposta che si chiede al legislatore su questa materia non è più rinviabile, considerate le sollecitazioni della Commissione europea e dell'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che ha programmato un nuovo decennio di iniziative per la sicurezza stradale, dal 2011 al 2020, allo scopo di provare a ridurre il numero di decessi da incidenti stradali nel mondo. Riteniamo il testo che stiamo per votare oggi coerente con la mia proposta, la n. 959 del 2013, con la quale sottolineavo l'importanza di questo tema, ma, soprattutto, penso che essa risponda pienamente alla necessità sociale di dare una risposta da parte dello Stato a quei comportamenti scorretti che purtroppo sono in aumento. Scelta Civica, pertanto, voterà convintamente per la sua approvazione (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica per l'Italia).

  PRESIDENTE. Colleghi, se non vi sono obiezioni, do la parola all'onorevole Chiarelli, che brevemente motiverà le ragioni del suo voto e poi consegnerà il testo integrale della sua dichiarazione di voto che autorizzo alla pubblicazione in calce al resoconto stenografico Prego, onorevole, ne ha facoltà.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Grazie Presidente. Noi Conservatori e Riformisti ci asterremo, nel voto finale su questo provvedimento, perché riteniamo che, da un lato, vi sia l'esigenza di porre rimedio a quello che è il grido di dolore che proviene dalle associazioni dei familiari delle vittime, dall'altro, però, riteniamo che, ancora una volta, ci si trovi di fronte a un provvedimento confuso, a un provvedimento tampone. Abbiamo dei dati: nel 2013, il 20 per cento degli incidenti stradali, che sono tantissimi, sono avvenuti quando l'investitore è risultato sotto l'effetto di alcol e droga; poi, però, nel 2015, il 20 per cento degli incidenti stradali è avvenuto a causa del diffondersi della cattiva abitudine di scattare perfino selfie mentre si guida, quindi è derivato dall'uso di telefonini, messaggi e così via. Abbiamo cercato in Commissione di introdurre, per una questione di chiarezza e una questione di giustizia, anche questa ipotesi, ma non è stato possibile. Questo provvedimento – abbiamo sentito anche stamattina in Aula – è un provvedimento per cui le varie forze di opposizione hanno cercato veramente – di questo bisogna dargliene atto – di migliorarlo e di renderlo idoneo a quello che è lo scopo. Invece, ci troviamo di fronte a una maggioranza che, ancora una volta, cerca attraverso colpi – una volta la fiducia al Senato, una volta un provvedimento fatto alla Camera a larga maggioranza, possedendola – di non pensare al bene comune, bensì di inseguire quello che è un risultato che era stato annunciato nei mesi passati o negli anni scorsi. Vi sono una serie di Pag. 53incongruenze, come quella sulle lesioni, o addirittura una pena alta, altissima, per chi guida – come è giusto che sia – in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti, però in contraddizione con quello che è il codice penale. Cioè, abbiamo una pena superiore per l'omicidio stradale rispetto all'omicidio volontario commesso dagli stessi soggetti nelle stesse condizioni o ad un omicidio preterintenzionale. Per cui, questo provvedimento andava fatto meglio e sicuramente deve essere migliorato.

  PRESIDENTE. Onorevole Chiarelli, deve concludere.

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Mi accingo a concludere. Per questa serie di motivazioni e per il rispetto dovuto alle migliaia di vittime innocenti, il nostro gruppo, Conservatori e Riformisti, si asterrà dal voto (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

  VINCENZO GAROFALO. Signor Presidente, cari colleghi, oggi siamo qui a discutere di questo provvedimento, che tornerà al Senato anche a seguito del voto di poco fa, ma dobbiamo ricordarci da dove nasce l'esigenza di questo provvedimento. L'esigenza è dovuta al fatto che, ancora oggi, il numero di morti e feriti a causa di incidenti gravi nel nostro Paese è molto elevato, e nasce dal fatto che la maggior parte di questi incidenti è causata da persone che si mettono alla guida in uno stato di grave alterazione psicofisica determinata dall'assunzione di droghe o sostanze alcoliche.
  Sappiamo tutti, coloro i quali hanno vissuto e hanno seguito il provvedimento nelle Commissioni di merito, che anche le audizioni alle quali abbiamo assistito sono state numerose.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO (ore 13,10).

  VINCENZO GAROFALO. Sono state audizioni di familiari di vittime di incidenti stradali, di gente che ha perso i propri cari, di gente che vive con propri cari che non sono più in una condizione di vita normale, di gente che non ha avuto dalla giustizia, rispetto a questi eventi, quella risposta che si attendeva e che ancora attende. Ho sentito una cosa che mi ha anche fatto molto piacere da parte del sottosegretario Ferri, il quale ha detto che dobbiamo metterci dal lato delle vittime; pochi hanno fatto questo tipo di intervento o di sottolineatura. Questo provvedimento nasce proprio mettendosi dal lato delle vittime. Non so – e lo dico con estrema non solo franchezza ma anche debolezza da un punto di vista generale su un tema così complesso – se la legge che verrà fuori, dopo che il provvedimento sarà definitivamente approvato dall'altro ramo del Parlamento, riuscirà a risolvere pienamente le esigenze di giustizia e non solo rispetto alla causa che ci ha portato a discuterne. Non lo so. So solo che questo segnale è atteso da tempo; so solo che è indispensabile intervenire su un tema di questa delicatezza; so anche che ogni volta che ci si gira dall'altro lato perché magari non si conosce da vicino – fortunatamente, direi – quello che avviene quando succedono questi fatti, si rischia di omettere di fare una cosa molto importante, molto seria, molto utile alla nostra società. Questo provvedimento nasce dall'esigenza di intervenire proprio per punire severamente quelle condotte cosiddette sconsiderate che sono alla base appunto, come dicevo prima, di numerosi incidenti stradali. Nonostante la patente a punti, le sanzioni e tutte le modifiche al codice della strada, benché si sia cercato di ridimensionare il fenomeno della guida spregiudicata, insicura che genera questi incidenti e quindi si sia tentato di agire sia sulla prevenzione che sulla sanzione, ad oggi i risultati non sono pienamente raggiunti. Pag. 54Ecco perché, con questo provvedimento, intendiamo e dobbiamo andare avanti. È un provvedimento che è frutto di una collaborazione – è inutile nasconderlo – tra le varie forze politiche. Oggi abbiamo assistito a un momento di divisione, che spero non determini un eccessivo prolungamento rispetto all'esito finale del provvedimento, che è legato ad alcuni aspetti che vengono letti e interpretati in una certa misura da alcuni e in un'altra misura da altri. Andremo avanti, dobbiamo andare avanti, ma dobbiamo farlo nella consapevolezza che il segnale più importante che va dato è che va colmato questo vuoto, come ci viene richiesto da tutte queste numerosissime associazioni. Aggiungo anche un'altra considerazione rispetto a questo: molti colleghi sono stati insieme a me presenti in tanti incontri nei territori e alle conferenze stampa, anche qui alla Camera, con la presenza di tutte queste associazioni e con testimonianze, e in tutte queste occasioni non ho mai sentito dire da un collega presente che no, non deve essere approvata una norma che prevede questo grado di severità e di attenzione. Ricordiamoci di queste occasioni quando affrontiamo questi temi in Aula, perché è quello che si aspettano i nostri interlocutori, i cittadini che assistono e attendono le norme, che assistono alla consequenzialità delle parole, la consequenzialità delle nostre posizioni, a quello che promettiamo quando li incontriamo. Io già sono intervenuto su questo provvedimento nel mese di ottobre.
  Ho precisato in quell'occasione la parte descrittiva del provvedimento e non credo sia oggi necessario allungare ancora l'intervento con queste delucidazioni o con queste illustrazioni, così come il relatore e chi mi ha preceduto sono intervenuti raccontando e descrivendo le modifiche fatte al Senato. Noi dobbiamo ormai dare una risposta a chi è stato vittima di lesioni personali stradali: questo è il messaggio che desidero consegnare per nome e per conto dell'intero gruppo di Area Popolare.
  Trattandosi di reati colposi, potrebbero essere sollevate obiezioni sull'applicazione del concetto di prevenzione che il provvedimento intende rafforzare, ritenendolo nel caso specifico eccessivamente limitato. Questo perché il meccanismo del reato colposo non si caratterizza per una disobbedienza volontaria, ma per una disobbedienza determinata da imprudenza, imperizia e negligenza; ed è proprio su questo punto che la proposta di legge intende intervenire, ed è esattamente sulle condotte di assunzione volontaria di sostanze stupefacenti o psicotrope, nonché sull'assunzione di sostanze alcoliche che è concentrata l'attenzione di questo provvedimento.
  Prima di predisporre queste poche parole, ho voluto riguardare gli aspetti di queste due sostanze, sia quelle psicotrope che quelle alcoliche, per vedere l'alterazione che subisce l'essere umano che le utilizza, che le assume. È chiaro, è molto evidente, che non si può parlare di inconsapevolezza, di casualità, di incidente: effettivamente è una condizione che va scoraggiata con norme che hanno questa severità.
  Noi del gruppo Area Popolare quindi, come abbiamo fatto nei precedenti passaggi in Parlamento, votiamo convintamente a favore di questo provvedimento, augurandoci che venga rapidamente definito l'iter per poter dare finalmente una risposta chiara a chi ce lo chiede con forza (Applausi dei deputati del gruppo Area Popolare (NCD-UDC)).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Daniele Farina. Ne ha facoltà.

  DANIELE FARINA. Presidente, abbiamo già avuto modo di dire nei primi interventi sugli emendamenti che questo provvedimento è tornato dal Senato non solo senza aver sciolto i nodi che già lo strangolavano, ma avendone aggiunto uno: quello di cui abbiamo lungamente discusso e che ne avrebbe peggiorato gli effetti applicativi.
  Questo provvedimento è voluto universalmente per ridurre l'incidentalità nelle nostre strade, in relazione anche ai quei Pag. 55gravi episodi che periodicamente la cronaca – già lo dicevo – ci sottopone e che scuotono l'opinione pubblica, scuotono noi, ci interrogano, e ci portano verso un percorso che vorrebbe norme più efficaci. Ma questo provvedimento non è efficace rispetto agli scopi preventivi che ci proponiamo; e tra l'altro non era quello che ci veniva chiesto, e non era quello che dovevamo fare.
  Ho apprezzato questo ragionamento che la Camera dei deputati ha svolto nella giornata di oggi, interrogandosi sull'efficacia di questa norma e sul servizio che avremmo reso sia alle vittime e sia credo a tutti coloro che hanno a cuore la sicurezza stradale in ogni suo aspetto, che ovviamente non può essere limitato a ciò che questo provvedimento raggruppa. C'erano dei dubbi di sistema: come vedete non li abbiamo più di tanto agitati. Certo, introdurre una quarta fattispecie di omicidio, che sarebbe poi trentaquattresima nell'ordinamento, a ben vedere – è stato detto – poneva in realtà questioni di asimmetria: non le abbiamo particolarmente suscitate, ci interessava l'obiettivo. Ma questo provvedimento conteneva due errori inescusabili: uno lo abbiamo sanato, l'altro permane, perché non è solo in questo testo ma in generale nel codice della strada da moltissimi anni.
  Il primo errore è l'arresto obbligatorio, sia in caso di omissione di soccorso sia in caso di prestazione del medesimo, sia pure in alcuni casi che sono stati definiti estremi ma sono purtroppo molto diffusi e spesso inconsapevoli. Attenzione, quella misura dei grammi di alcol per litro di sangue non sempre è nella percezione dell'autore del reato: e questo espone, credo, ad una riflessione ulteriore in termini di educazione e di prevenzione.
  Tuttavia, trattare questi due comportamenti nello stesso modo, prevedendone l'arresto in flagranza, noi riteniamo avesse un effetto controproducente. Per fortuna, la Camera dei deputati è addivenuta alla stessa conclusione, e oggi il Senato della Repubblica...

  PRESIDENTE. I banchi del Governo, per favore !

  DANIELE FARINA. ... è chiamato, speriamo in via definitiva, ad approvare questo provvedimento; sapendo che altri nodi lì rimangono, ma almeno questo non l'abbiamo lasciato: perché ad ogni omissione di soccorso, ad ogni morto o lesionato grave, persona che ha subito lesioni gravi lasciata ai margini di una strada, ci saremmo chiesti se non fosse una responsabilità anche nostra, di aver visto con chiarezza prima e non aver modificato una norma. Avremmo fatto il conto con le statistiche, e credo anche con la nostra funzione di legislatori, e in ultimo anche con la nostra coscienza. Su questo, se non altro al Senato c’è l'occasione di rimettere mano.
  C’è poi un altro vulnus, quello rimane, che io ho citato due volte, lo ricordo: il nostro codice della strada è congegnato in modo antico. Prevede oggi lo stato di alterazione psicofisica da alcol, da sostanze stupefacenti, cioè da una sostanza e altre 300 o 400 sostanzialmente; non prevede termini corretti di misura per quelle 300-400 sostanze. Siccome non è più il «sotto effetto di sostanze stupefacenti» di antica memoria, ma è una locuzione più scientifica che dev'essere quantificata, e giustamente la Cassazione ci ricorda in più sentenze l'attualità dello stato di alterazione, noi sulle altre sostanze non abbiamo introdotto alcun tipo di misurazione, per cui oggi rileviamo in realtà lo stato di alterazione che può non avere, spesso non ha, l'attualità. E allora se le patenti ritirate in questa seconda condizione sono a carico di cittadini che sono perfettamente in grado di guidare, quando introduciamo una penalità così elevata forse sarebbe il caso di cominciare a ragionare che il codice assumesse la modernità che serve. Non è un problema, credo, marginale: è un problema di prevenzione. Se non si sa cosa si deve prevenire, le sostanze, in particolare la loro molteplicità, credo non si vada molto lontano.Pag. 56
  Questo – fate attenzione – non riguarda solo le sostanze illecite: non sto parlando soltanto delle sostanze illecite. Sto parlando di sostanze lecite, di farmaci molto diffusi, a volte salvavita, che purtroppo però hanno un effetto grave di inabilitazione nel rapporto uomo-macchina. Che cosa facciamo su queste ? È un problema molto grosso ! Nei luoghi di lavoro la medicina del lavoro, laddove si manovrano macchine di cantiere o macchine utensili di particolare pericolosità, è più avanti del legislatore sul codice della strada nel tentativo di trattare questo tema difficilissimo. Quel vulnus rimane. C’è una strana non volontà di discussione: per fortuna anche le tecniche di analisi evolvono, c’è un qualche tentativo di sperimentazione meritorio, a carico soprattutto della Polizia stradale, che forse ci può anche portare verso una direttrice risolutiva sullo stato di attualità, perlomeno nell'attuazione. Avevamo quindi dei nodi che permangono !
  Noi abbiamo oltretutto sollevato altri problemi. Il veicolo scelto, a fini analitici, l'articolo 224 del codice di procedura penale, è quanto di più inadatto all'accertamento di quegli stati di cui dicevo, ma il dato è questo.
  Sul piano politico non penso che un voto segreto del Parlamento secondo coscienza, con buone e validissime ragioni, faccia primavera: purtroppo non lo fa. Spero che possa diventare una consuetudine in quest'Aula, che quando ci sono argomenti ragionevoli, che vanno nella stessa direzione: riduzione dell'incidentalità stradale in questo caso, salvaguardia delle vittime, punizione dei colpevoli, quelli veri però; quando si va in questa direzione spero che questa esperienza possa essere ripetuta. Non trovo sia il caso di strumentalizzare, anche se qualche segno e qualche battuta verrebbe di farla, ma credo valga l'obiettivo generale.
  Noi, Sinistra Italiana, in virtù di quanto dicevo, in prima lettura qua alla Camera abbiamo votato contro. Credo di aver argomentato sufficientemente. Qui esprimiamo un parere di astensione. È un atto di fiducia rispetto alla Camera dei deputati. Contiamo che il Senato della Repubblica, purtroppo non solo nelle parti da noi modificate, possa intervenire in maniera definitiva e non riproporre testardamente ciò che con un voto di fiducia gli è stato, questo si può dire, imposto. Quindi, Presidente, concludo annunciando il voto di astensione di Sinistra Italiana e con quest'ultimo augurio (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sisto. Ne ha facoltà.

  FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie Presidente. Io, in stretta e logica continuità e contiguità culturale e giuridica con l'intervento del collega che mi ha preceduto, il collega Daniele Farina, il cui garantismo è coerente e va costantemente apprezzato (e qui l'indipendenza dalle appartenenze la fa da padrona), dico che quando ci si occupa di norme incriminatrici non ci si può occupare di norme tagliate sulla politica e sulla piazza. In altre parole, è evidente che le norme incriminatrici sono norme che devono avere una portata assolutamente generale; devono essere capaci di incidere su un fenomeno in modo, non solo autonomo con riferimento al testo, ma in modo sistematico. Non si può legiferare in un micro quadrante del processo e del diritto penale con la pretesa che costituisca una monade, un a sé, rispetto all'intero sistema. E qui non è che debba andare molto lontano per ricordare le plurime pronunce della Corte costituzionale in ordine alla ragionevolezza delle norme penali e soprattutto dei profili sanzionatori delle norme penali. Infatti, una cosa è l'applicazione della legge, altra cosa è la legge. In altre parole, se vi sono dei difetti applicativi nell'estrinsecazione dei principi normativi (magistratura, logistica, Polizia giudiziaria), questo non significa che si sia autorizzati, per rimediare ad eventuali défaillance di tipo pratico e organizzativo, a norme che stravolgano completamente il sistema. Sarebbe gravissimo se a seconda delle patologie locali o Pag. 57di quartiere noi dovessimo rileggere il sistema penale per porre rimedio a queste occasionalità, ma sconvolgendone quelli che sono i presupposti. Non dimentico che i principi cardine del processo penale sono quelli di rango costituzionale; sono quelli previsti dagli articoli 24, 25, 27 e 3. Sono articoli che comunque rivendicano una primaria valutazione allorquando ci si accinge a scrivere una norma per cui il cittadino può essere privato della sua libertà. E voi sapete quanto in questo pacchetto normativo la privazione della libertà sia quasi un automatismo rispetto all'individuazione di condotte e di sanzioni.
  E se questo è vero, cioè che la legge penale non risente nella sua creazione dei difetti di applicazione, ma deve essere fortemente sintonizzata ai principi costituzionali (non casualmente si parla di diritto penale e processuale penale costituzionalmente orientato, cioè l'interpretazione primaria è quella che viene dalla Costituzione), questo è un provvedimento che, sulle onde di una esigenza certamente giustificata, ma che deriva essenzialmente dai difetti applicativi di norme esistenti, pretende di stravolgere il nostro sistema. Infatti, se le pene da otto a dodici anni, da sette a dieci anni, se l'individuazione di determinate condotte, possono avere un senso per porre rimedio a dei difetti applicativi, certamente non ce l'hanno allorquando si pretende di farlo in questo modo. E Forza Italia in questo è assolutamente tetragona e noi siamo perfettamente consapevoli che bisogna intervenire su questo fenomeno in modo più deciso; siamo perfettamente consapevoli che le vittime della strada meritano la massima tutela. Ma è sufficiente questa esigenza per stravolgere il sistema penale ? Noi riteniamo assolutamente di no. E oggi ne abbiamo avuto un'attestazione sintomatica. È un pacchetto normativo, questo, che non solo si occupa di un diritto sostanziale stravolto sul piano della ragionevolezza delle pene (Corte costituzionale docet), ma anche sul piano dell'irragionevolezza degli strumenti di privazione della libertà.
  Oggi si pretendeva, con un coup de foudre incredibile del Senato, di fare in modo che il soggetto che si fermasse per soccorrere le vittime – cioè, un dovere – dovesse essere o potesse essere arrestato nonostante questo atteggiamento di chiarissima resipiscenza. Non si dimentichi, Presidente, che siamo di fronte a condotte colpose, cioè evento contro l'intenzione. Lo si può mettere come lo si ritiene, ma sono condotte contro l'intenzione. Allora, se accade qualche cosa contro l'intenzione e io mi fermo per soccorrere i feriti, qualcuno mi deve spiegare perché non fosse logico, giusto e ragionevole intervenire su questo punto. Infatti, questo è un provvedimento con un altro ologramma, un altro difetto di metodo. Ma quando mai si è visto che l'aumento indiscriminato delle pene provoca la diminuzione dei fatti-reato ? Qui l'esperienza ci insegna esattamente il contrario: non serve riempirsi la bocca con anni e anni di reclusione senza una puntuale politica di prevenzione – diceva bene il collega Farina – e di intervento su quelli che sono fatti che vengono prima. Questo se l'evento è contro l'intenzione, come il fatto colposo, altrimenti abbiamo il coraggio di dire che si tratta di un reato con dolo eventuale o comunque rapportabile ad un elemento volitivo e qui scatta un altro quadrante. Ma se noi manteniamo, come manteniamo, la fattispecie colposa, cioè diciamo che l'evento è contro l'intenzione, queste pene sono del tutto irragionevoli, se soprattutto si collocano come se fossero un braccio assolutamente più lungo in un organismo assolutamente armonico.
  Ecco, Forza Italia, benché consapevole della necessità che questo fenomeno sia più puntualmente regolamentato e che si intervenga con maggiore specificità, il che non significa con maggiore gravità e con queste pene indiscriminate su questi dati, rappresenta che la scelta di questo provvedimento è una scelta costituzionalmente irragionevole; è una scelta che ci espone, direi per poi bilanciare quello che è accaduto in tema di delitti colposi, ad una serie di rabberciamenti su altri settori e Pag. 58a degli squilibri. Qualcuno si chiederà poi perché nell'ambito della circolazione stradale vi è una scelta sanzionatoria così grave, che va addirittura oltre le pene di taluni delitti dolosi gravissimi, come rapine. Anche certi tipi di omicidio doloso possono essere puniti con pene in qualche modo molto vicine a quello colposo. Qualcuno si chiederà perché mai altri tipi di défaillance colpose non debbano essere punite con analoga pena. In questa rincorsa sanzionatoria vi è tutta la crisi di un sistema in cui, per rispondere alla pancia, qualche volta non si usa il cervello. Ma il Parlamento è fatto apposta, non per rispondere alla pancia in modo indiscriminato, ma per utilizzare il cervello della Costituzione e i principi stabili che ci devono guidare e che conducono oggi Forza Italia a dire che siamo favorevolissimi alla regolamentazione più puntuale del fenomeno. Ma soltanto la maturità dell'Aula oggi ha consentito di esorcizzare questo accrescimento smisurato delle pene e questa irragionevolezza. Sono d'accordo con il collega Scotto: oggi è stata una vittoria del Parlamento, dell'articolo 67 della Costituzione in cui la libertà di mandato ha fatto sì che ciascuno fosse padrone del suo dito e del suo voto e lo esprimesse in perfetta scienza e coscienza. Un grande momento di democrazia che ci allontana da quei fenomeni di clonazione del consenso, che sono lontani anni luce dai lavori preparatori della Costituzione.
  Allora, il giudizio di Forza Italia è un giudizio negativo per queste ragioni sul provvedimento; per queste ragioni di sclerosi rispetto a quelli che sono i principi costituzionali, di distacco per ragioni ingiustificate da quella che è una puntuale valutazione dei fenomeni normativi e soprattutto per un principio: non è detto che un incremento di pene, una maggiore presenza del diritto penale, un potere maggiore agli organi inquirenti possa garantire maggiore democrazia. Noi pensiamo esattamente il contrario, in linea con i padri costituenti e con la dottrina più accreditata. È l'equilibrio che garantisce la democrazia, non certamente squilibri inaccettabili. Ecco perché solo per queste ragioni voteremo contrariamente a questo provvedimento, pur consapevoli che il bene giuridico vada ampiamente tutelato. Ma una cosa è il fine, altra cosa sono i mezzi (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Ferraresi. Ne ha facoltà.

  VITTORIO FERRARESI. Grazie, Presidente. Colleghi, questa proposta di legge, a prima firma Scilipoti, tra l'altro, è una proposta di legge che ha un intento, come abbiamo già ricordato varie volte, buono, lodevole, ovvero quello di garantire giustizia a chi giustizia non l'ha in questo senso: alle vittime del reato, ai loro familiari, alle persone che ogni anno vengono pregiudicate da comportamenti scorretti, sia dal punto di vista culturale, sia dal punto di vista penale.
  La proposta di legge che arriva qui in seconda lettura alla Camera delle complessive quattro – e, quindi, ve ne sarà anche una quinta – è composta da otto articoli e comporta come principale innovazione l'istituzione di un nuovo reato, l'omicidio stradale, all'articolo 1, e le lesioni personali stradali gravi o gravissime, all'articolo 2. Si vogliono inasprire le pene, si vuole cercare di fare in modo che la persona che compie questi fatti, appunto, non possa più guidare per un determinato periodo di anni. È un intento giusto, un intento che ci voleva, visto che è prassi consolidata della giurisprudenza applicare sanzioni molto basse a queste persone che molte volte, appunto, non capiscono il disvalore di ciò che hanno fatto e continuano con la loro condotta imperterrita per le strade. Si fa riferimento, appunto, alle distrazioni, si fa riferimento all'assunzione di alcolici, di sostanze stupefacenti, e a chi poi si mette alla guida e si rende conto solo dopo, con grave dispiacere, dei danni che ha causato con la propria condotta imprudente.
  Il MoVimento 5 Stelle, quindi, è favorevole a questo intento, è favorevole a Pag. 59cercare di andare a modificare la legge e fare in modo di garantire giustizia ai familiari delle vittime del reato e alle stesse vittime, garantendo un certo livello di deterrenza, appunto, verso questi comportamenti, anche con altre proposte di legge dei miei colleghi della Commissione trasporti, e di intervenire soprattutto per la prevenzione nei confronti di questo tipo di condotte, anche culturalmente, con ulteriori controlli e risorse, per fare in modo che proprio queste gravi disgrazie non solo siano punite adeguatamente, ma siano anche prevenute dall'ordinamento. Credo che questo sia il ruolo più importante dello Stato.
  Però, questa proposta di legge, nata con questo intento, è scritta assolutamente male. Io reputo le persone che hanno scritto questa proposta di legge, che l'hanno modificata, con gli errori che fra poco elencherò, persone abbastanza indegne di ricoprire il ruolo di legislatore, perché il buonsenso e la capacità, le competenze di chi si mette a lavorare su questo provvedimento, appunto, non appaiono nel testo di legge. Noi non andiamo a votare un titolo di giornale o un titolo della televisione, «l'omicidio stradale»; andiamo a votare il contenuto di una proposta di legge e, quindi, dobbiamo valutare questo contenuto.
  Innanzitutto si poteva intervenire sulle norme esistenti, alzando le pene. Certo, questo si poteva fare e una proposta del MoVimento 5 Stelle va in questa direzione. Ma non è solo questa la gravità. La gravità è, per esempio, che si creano discriminazioni bizzarre e ingiustificate tra vittime. Mi dovete spiegare – lo voglio dire ancora una volta – perché una persona che viene investita ed uccisa sulla strada da una persona che ha fatto un'inversione a U rischia la pena dai cinque ai dieci anni – il limite di cinque anni è stato aumentato grazie a un emendamento del MoVimento 5 Stelle – e la stessa persona che viene investita da una persona che ha leggermente bevuto, guida ad una velocità leggermente più alta di quella del limite, è al telefono, è distratta, subisce una pena dai due ai sette anni. Mi dovete spiegare – e dovete spiegare anche alle vittime e ai rei – il motivo di questa discriminazione, che va contro il principio di uguaglianza espresso dalla nostra Costituzione, il motivo della pena più bassa. Non si capisce ! Il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto, appunto, una parificazione delle pene, che non è avvenuta.
  E giustifico ciò anche in termini di dati. Sapete perché sono convinto che questa modifica è grave ? Perché la maggior parte delle violazioni che avvengono sulla strada, la maggior parte delle lesioni gravi e degli omicidi che si compiono sulla strada, non sono per i casi più eclatanti, in cui il soggetto è ubriaco oltre 1,5 grammi/litro oppure ha assunto sostanze stupefacenti. La maggior parte delle violazioni – lo dicono i dati – avvengono per: distrazione, con il 21,4 per cento dei casi; velocità elevata, con il 17,3 per cento dei casi; distanze di sicurezza non adeguate, con il 13,4 per cento dei casi. Queste si confermano come le prime cause di incidente sulle strade extraurbane, mentre in città è soprattutto la mancata osservanza di precedenze e semafori a causare sinistri, con il 18,6 per cento dei casi, seguita da distrazione (15,4 per cento dei casi) e velocità (9,2 per cento dei casi). Vuol dire che noi dovevamo aumentare le pene in modo omogeneo per tutte le violazioni e non, piuttosto, che alcune hanno pene da cinque a dieci anni, altre hanno otto e dodici e, invece, quelle più numerose hanno due e sette anni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
  Questa è una discriminazione ingiustificata e noi non possiamo accettarla, Presidente. Altra perplessità è sicuramente quella che riguarda appunto il concorso della vittima, cioè quando appunto il reo non abbia la responsabilità al 100 per cento di avere causato la morte. Questa è un'ipotesi, Presidente, unica all'interno del codice penale, cioè per nessun'altra fattispecie si prevede che, se la vittima concorre, a livello penale, a causare l'evento, quindi la sua stessa morte o la sua stessa lesione, la pena, attenzione, non il risarcimento civile ma la pena, viene diminuita fino alla Pag. 60metà. Attenzione, questa cosa non si applicherà solo alle pene aumentate ai sensi della legge che stiamo facendo, ma si applicherà anche alle pene ridotte della precedente legge. È retroattiva, quindi le persone nei processi adesso esistenti potranno impugnare la nuova legge e farsi diminuire la pena fino alla metà quando ci sarà un concorso colposo della vittima. Quindi va nella direzione opposta a quella che si vuole raggiungere con questa legge, farà addirittura dei danni in questo senso. L'ultima criticità è stata approvata al Senato; credevo che al Senato almeno si avesse la decenza di chiuderla lì, invece cosa hanno fatto i senatori ? Hanno addirittura in questo senso fatto una modifica peggiorativa. Avevamo sollevato alla Camera la volontà di fare in modo di risolvere un contrasto normativo, visto che si era previsto l'arresto obbligatorio in flagranza di reato sempre per l'omicidio stradale, sia che la persona si presti a dare soccorso alla vittima, sia che la persona si metta a disposizione appunto dell'autorità giudiziaria, c’è l'arresto, sia che scappi c’è comunque l'arresto in flagranza. Noi avevamo detto, risolviamo questo conflitto, facciamo in modo che, solo se la persona scappi, scatta l'arresto; se si mette a disposizione dell'autorità, se presta soccorso la vittima farà sicuramente una cosa ben più apprezzata appunto di una pena detentiva. Quindi abbiamo detto, risolviamo questo conflitto lasciando la possibilità, se la persona si ferma appunto, di non avere l'arresto. Bene, questa mia osservazione non è stata presa in considerazione alla Camera, è stata sminuita con due spallucce, si è finiti al Senato, il Senato ha risolto questo conflitto, ma come ? In modo peggiorativo, cioè ha eliminato il comma 8 dell'articolo 189 del Codice della strada. In questo modo si lancia un messaggio ovviamente a chi commette questo tipo di fatti. Se scappi, puoi farla franca perché l'arresto potrebbe arrivare come non potrebbe arrivare; potrebbe arrivare in un momento in cui il mio livello alcolemico è più basso di quello che avevo quando ho commesso l'incidente, oppure quando l'effetto della sostanza stupefacente che ho preso in precedenza è svanito e non è più rilevabile in questo senso, mentre se ti fermi, presti soccorso alla vittima, in questo senso ti metti a disposizione dell'autorità giudiziaria, vieni arrestato comunque. Voi capite l'assurdità di questo presupposto che viene mandato come messaggio a chi commette questo tipo di fatti ? Noi dobbiamo evitare le morti, signori, non dobbiamo solo punire chi le commette ma dobbiamo evitare appunto che alla lista delle tante vittime del reato, che sono più di 3 mila, si aggiunga anche un solo numero in più. È per questo che il MoVimento 5 Stelle aveva chiesto appunto l'abolizione e la soppressione di questa modifica dei senatori, quindi di lasciare in essere l'articolo 189, comma 8, per permettere appunto di dare un messaggio chiaro: se rimani, aiuti, presti soccorso, ti metti a disposizione, assolutamente non sarai arrestato; se scappi, sarai arrestato. Anche perché, Presidente, in questo senso noi dobbiamo far vedere appunto che c’è una differenza anche livello ordinamentale. Concludendo, Presidente, questo voto lascia una ferita aperta, di votare una legge perdendo un'occasione storica e il Parlamento ha dimostrato oggi appunto che ci sarà un'ulteriore valutazione da parte del Senato, la maggioranza ha perso un'occasione con la sua arroganza di collaborare con la minoranza e di approvare una legge tutti insieme e fatta bene. Un'occasione storica per andare incontro alle esigenze delle vittime della strada, della giustizia e della sicurezza. Mi dispiace subito smentire anche le farneticazioni dei colleghi che stamattina hanno detto che appunto non ci prendiamo mai la responsabilità di votare qualcosa, anticorruzione, omicidio stradale. Il MoVimento 5 Stelle vota il contenuto dei provvedimenti, Presidente. Se il provvedimento supera la sufficienza, lo vota, qualunque sia la bandiera, qualunque sia il generale. È per questo che la discussione sul voto di quest'oggi è stata sofferta, è un provvedimento che ha lo Pag. 61spirito e spunti positivi, ma tanti punti critici. Con il voto favorevole del MoVimento 5 Stelle noi ci prendiamo la classica assunzione di responsabilità di cui più volte voi vi riempite la bocca a sproposito per attaccarci.

  PRESIDENTE. Deve concludere, Ferraresi.

  VITTORIO FERRARESI. Concludo, Presidente. La ferita aperta oggi aprirà anche un nuovo capitolo: quello per cui, in un successivo Governo del MoVimento 5 Stelle, il MoVimento 5 Stelle ritornerà su questa normativa, la rifarà in modo corretto per garantire finalmente giustizia alle vittime. Questo è l'impegno che ci prendiamo oggi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il collega Vazio. Ne ha facoltà.

  FRANCO VAZIO. Signor Presidente, membri del Governo, onorevoli colleghi, ogni anno si verificano sulle nostre strade più di 175 mila incidenti: incidenti dove perdono la vita oltre 3300 persone e dove si soccorrono oltre 250 mila feriti; un terzo delle vittime muore per colpa di chi decide di mettersi alla guida in stato di ebbrezza, sotto l'effetto di sostanze stupefacenti e a causa di gravi distrazioni; oltre il 40 per cento delle vittime sono ragazzi. Questi sono i numeri di una guerra silenziosa che ogni giorno nel nostro Paese porta dolore e sofferenza nelle case di tante famiglie.
  Il nostro ruolo di legislatori ci impone di non voltare la faccia dall'altra parte. È giunto il momento di dire con determinazione che la irresponsabilità non è tollerabile quando si mette a rischio la vita di persone innocenti. Quello che oggi votiamo, nero su bianco, è che bisogna guidare con coscienza e prudenza. Chi si assume la responsabilità di fare il contrario, non potrà cavarsela con una pacca sulla spalla e tornare a casa con la propria auto.
  L'entità delle pene e il rigore delle norme processuali previste con la legge che oggi vogliamo approvare hanno proprio questo significato. Noi sappiamo che la pena, oltre ad avere in sé una finalità rieducativa, ha preminenti funzioni deterrenti, proporzionate alla gravità della condotta e alle sue conseguenze. La giustizia ha come orizzonte anche il grado di disapprovazione sociale per il reato punito, insomma deve comminare una sanzione giusta e adeguata a chi ha commesso reati gravi che hanno turbato la coscienza collettiva, con l'effetto che la pena possa essere anche deterrente e dissuasiva rispetto a tali condotte.
  La percezione comune è, invece, quella che la pena per tali reati risulta inadeguata, talmente esigua al punto che la giurisprudenza ha tentato di reinterpretare le condotte e ricondurle nel solco del dolo eventuale e quindi dall'omicidio volontario. Tali tentativi, però, come era prevedibile, sono naufragati innanzi alla Corte di cassazione, che ha ricordato a tutti che il dolo eventuale ricorre solo quando il reo abbia accettato il rischio che si realizzi in concreto un evento diverso direttamente non voluto: cosa che, nei reati di cui stiamo parlando, non esiste o è praticamente impossibile da provare.
  Il numero degli incidenti, dei feriti e dei morti, la superficialità, il senso di irresponsabilità con la quale troppi si mettono alla guida dei veicoli e che innegabilmente sono causa della grande parte dei sinistri, richiedeva un segnale forte. Questa norma invia un messaggio chiaro: non è un esempio da imitare, non è alla moda bere e lanciarsi in auto a pazza velocità. Da oggi, chi lo farà, causando incidenti e morti, ne pagherà care le conseguenze.
  Per questi motivi, il reato doveva trovare una sua autonoma configurazione e le pene un deciso aggravamento. Le vite innocenti spezzate dai pirati della strada, che, ubriachi, confondono le strade con un circuito di Formula 1, ci ricordano che a chi muore non viene data la Pag. 62possibilità di una prova d'appello, non è concessa la possibilità di rialzarsi e tornare a casa dei propri cari.
  Con la legge che oggi intendiamo approvare, in caso di omicidio, chi si metterà alla guida ubriaco o sotto l'effetto di droghe, sarà punito da otto a dodici anni di carcere, e se a morire saranno più persone, la pena potrà arrivare sino a diciotto anni. Si sconterà una pena da cinque a dieci anni di carcere in caso di morte provocata a causa di sorpasso in curva, di passaggio con il rosso o guida contromano. Chi ometterà di prestare i soccorsi e si darà alla fuga vedrà la sua pena aumentata da un terzo a due terzi. Se a commettere il reato sarà una persona senza patente o con patente sospesa o revocata, le pene saranno aumentate, saranno raddoppiati i termini di prescrizione del reato e sarà possibile, per il PM, adottare oralmente e coattivamente il prelievo di campioni biologici. Chi uccide, quando è alla guida ubriaco o sotto l'effetto di droghe, non potrà quindi godere della sospensione condizionale della pena e per lui sarà impossibile sperare nella prescrizione del reato.
  Ma, allo stesso tempo, è una legge che sa graduare le pene in ragione della conseguenza dei comportamenti: in caso di omicidio colposo non aggravato e di lesioni, le pene saranno più miti, ma non irrilevanti.
  Questi comportamenti criminali, onorevoli colleghi, devono essere combattuti anche con la prevenzione della legge, e la legge ha certamente un forte contenuto di deterrenza quando disciplina la revoca, il ritiro della patente e termini molto più lunghi per ottenere un nuovo permesso di guida. Nei casi più gravi, chi uccide non potrà, dopo poco tempo, tornare alla guida della propria auto: dovranno passare almeno quindici anni, che diventeranno trenta nel caso di fuga o di omissione di soccorso.
  Votiamo una norma di civiltà, un patto di convivenza tra cittadini a cui si chiede anche in questo ambito di rispettare le regole. Questa legge, al pari di altre che abbiamo recentemente approvato, ci riallinea alle più moderne e severe legislazioni in vigore in altri Paesi, che, da un lato, come noi, hanno ritenuto necessario prevedere un reato specifico di omicidio stradale e, dall'altro, hanno previsto pene elevate, adeguate alla gravità del reato commesso: la Francia sanziona ipotesi gravi di omicidio con una pena base di dieci anni di carcere; il Regno Unito sanziona l'omicidio stradale con pena sino a quattordici anni di carcere; gli Stati Uniti prevedono pene che arrivano a venti e talvolta a trenta anni di carcere. Pertanto, la risposta italiana non costituisce un esempio isolato di rigore e severità.
  Durante i vari passaggi parlamentari della proposta di legge, e anche oggi, abbiamo assistito a discussioni in punta di diritto, abbiamo ascoltato dissertazioni e distinguo che non tengono conto della dimensione e della gravità del fenomeno. Forza Italia, durante il dibattito, ha testualmente citato in quest'Aula il caso della sfortuna di una mamma che, per la fretta di andare a prendere il figlio a scuola, uccide perché passa con il rosso o perché fa un sorpasso azzardato. Questa non è sfortuna, onorevoli colleghi, questa è incoscienza !
  Il MoVimento 5 Stelle ha sostenuto che non era necessario istituire un reato specifico. Il Parlamento decise anni fa un aggravamento del reato di omicidio colposo, quando questo fosse stato commesso in stato di ubriachezza e sotto l'effetto di sostanze stupefacenti. I risultati sono sotto i nostri occhi: assolutamente deludenti. Ci sono giuristi e magistrati in prima linea, come Valter Giovannini, procuratore aggiunto della Procura di Bologna, che da tempo chiedono al Parlamento di creare una nuova fattispecie penale, perché ciò avrebbe aumentato di molto l'impatto mediatico che oggettivamente l'aggravante non aveva avuto. Il MoVimento 5 Stelle ritiene, inoltre, che sia una bizzarra discriminazione, la previsione di una pena più grave per il caso di omicidio per mano di un ubriaco, rispetto al caso di omicidio dovuto al comportamento distratto Pag. 63di un guidatore: forse bisognerebbe rispolverare i manuali di diritto penale, perché diverso è il grado della colpa e diversa è l'entità della pena.
  Il MoVimento 5 Stelle e Forza Italia vorrebbero assumersi la responsabilità di governare il Paese, ma di fronte a scelte come questa spesso decidono di rinviare: favorevoli sì, ma non oggi ! Così come è avvenuto recentemente per la legge anticorruzione, il voto di scambio elettorale politico-mafioso e l'antiterrorismo, dove hanno votato contro o si sono astenuti: favorevoli sì, ma non oggi !
  Il Partito Democratico non si sottrae alla propria responsabilità nei confronti del Paese: l'omicidio stradale sarà legge. Il Parlamento è sovrano, ma non approvare la proposta di legge in via definitiva oggi, dopo mesi di discussione, è stato un errore. Siamo certi che il Senato farà presto a consegnare questa legge al Paese.
  La legge che approviamo oggi rappresenta un segnale fortissimo della politica nei confronti di chi incredibilmente continua a ignorare le più elementari regole di prudenza e rispetto verso il prossimo. Questa legge rende onore alle battaglie delle associazioni e delle famiglie che sulla strada hanno perso i loro cari, le quali non hanno mai chiesto vendetta, ma giustizia e pene esemplari che potessero rappresentare anche un deterrente. Certo, non potremo restituire la vita a quanti sono morti sulla strada, ma votando questa legge forse potremo evitare altre lacrime e altra sofferenza.
  Per tutte queste ragioni, annuncio il voto favorevole e convinto del Partito Democratico (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

  PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

Su un lutto del deputato Roberto Giachetti.

  PRESIDENTE. Colleghi prima di passare al voto, volevo solo comunicarvi che il Presidente Roberto Giachetti è stato colpito da un grave lutto: la perdita del padre.
  La Presidenza della Camera ha fatto pervenire ai familiari le espressioni della più sentita partecipazione al loro dolore, che desidero ora rinnovare anche a nome dell'intera Assemblea.

Si riprende la discussione.

(Coordinamento formale – A.C. 3169-B)

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 3169-B)

  PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
  Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di legge, già approvata, in un testo unificato, dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato, n. 3169-B, di cui si è testé concluso l'esame.
  Dichiaro aperta la votazione.
  (Segue la votazione).

  Bolognesi, Greco, Baroni, Porta, Villarosa, Gribaudo, D'Uva...
  Dichiaro chiusa la votazione.
  Comunico il risultato della votazione:
  S. 859-1357-1378-1484-1553 – «Introduzione del reato di omicidio stradale e del reato di lesioni personali stradali, nonché disposizioni di coordinamento al decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, e al decreto legislativo 28 agosto 2000, n. 274 » (Approvata, in un testo unificato, Pag. 64dal Senato, modificata dalla Camera e nuovamente modificata dal Senato) (3169-B):

   Presenti  413   
   Votanti  367   
   Astenuti   46   
   Maggioranza  184   
    Hanno votato  346    
    Hanno votato no  21.

  La Camera approva (Vedi votazioni).

  (La deputata Rubinato ha segnalato di non essere riuscita ad esprimere voto favorevole).

Sui lavori dell'Assemblea.

  PRESIDENTE. Avverto che, con lettera trasmessa in data 19 gennaio 2016, il presidente della Commissione affari costituzionali, anche a nome del presidente della Commissione bilancio, ha comunicato che l'Ufficio di Presidenza delle Commissioni riunite, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto sull'esigenza di disporre di maggior tempo per la conclusione dell'esame in sede referente del decreto-legge n. 3513 in materia di proroga di termini, il cui esame era previsto in Aula a partire da lunedì 25 gennaio, e ha conseguentemente richiesto che l'avvio della relativa discussione abbia inizio lunedì 1o febbraio. Il provvedimento non sarà quindi iscritto all'ordine del giorno delle sedute della prossima settimana.

Sull'ordine dei lavori e per la risposta a uno strumento del sindacato ispettivo (ore 13,58).

  PRESIDENTE. Ci sono due interventi di fine seduta. Vi chiederei di permetterne lo svolgimento, tenendo bassa la voce, mentre vi allontanate dall'Aula. Prego, collega Locatelli, ha due minuti.

  PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. È giunta in queste ore la notizia della morte di Agostino Marianetti: consigliere comunale a Roma dal 1966 al 1969, sindacalista segretario generale aggiunto della CGIL, è stato deputato socialista alla Camera per tre legislature, a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Agostino Marianetti, che chiamavamo familiarmente Dino, è stato un anticipatore: nel lontano 1988 – pensate, quasi trent'anni fa – propose il reddito di cittadinanza e la riduzione delle preferenze alle elezioni politiche ad una, massimo due, perché allora, nelle circoscrizioni elettorali più grandi, ne erano permesse fino a quattro.
  Proprio ieri, a San Macuto, il segretario del Partito Socialista Italiano, Riccardo Nencini, ha presentato l'ultimo libro di Agostino Marianetti, di Dino. Il titolo è «Io c'ero e c'ero da socialista»; 264 pagine sofferte, in cui ripercorre la storia della sua vita, della fine del Partito Socialista dopo Tangentopoli, della sinistra italiana della Prima Repubblica. Nel libro si parla di lavoro, di fabbriche, di ideali, di coraggio, di sindacato, di PSI. È stato un socialista riformista convinto, non pentito, mai pentito. Molti politici parlano di operai senza avere un'idea di officina; lui, che proveniva da una famiglia operaia, ha lavorato in tuta blu e ne conosceva i problemi. Da tempo Marianetti era fuori dalla politica, era a casa, martoriato dalla malattia e sofferente per il deficit di democrazia che riscontrava nella Seconda Repubblica. Lo ricordiamo in quest'Aula con stima e affetto: lui, che ha raccontato il totale oltraggio, il fango, la tabula rasa, la cancellazione del popolo socialista, proprio lui...

  PRESIDENTE. Dovrebbe concludere.

  PIA ELDA LOCATELLI. ...merita che la sua morte non passi sotto silenzio, che non venga anch'essa cancellata (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) – Liberali per l'Italia (PLI) e di deputati del gruppo Partito Democratico).

Pag. 65

  MASSIMILIANO BERNINI. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  MASSIMILIANO BERNINI. Grazie, Presidente. Intervengo per ricordare in quest'Aula la scomparsa, alla prematura età di 194 anni, del Corpo forestale dello Stato, sancita nel Consiglio dei ministri di ieri notte con l'emanazione dell'apposito decreto che ne prevede, appunto, l'accorpamento nell'Arma dei carabinieri. Quanto sta avallando questo Governo e la maggioranza è gravissimo: si militarizza, sostanzialmente, una forza di polizia ad ordinamento civile, quando, nel resto del mondo, si procede verso la smilitarizzazione delle forze di polizia.
  A tale riguardo, i precedenti, nel corso della nostra storia, sono ben poco illustri; in questa fase delicatissima, inoltre, della riforma della pubblica amministrazione, non sono state minimamente coinvolte le parti sociali, quindi le donne e gli uomini del Corpo forestale dello Stato, ovvero i cittadini. Rischiamo, poi, che vengano disperse moltissime funzioni e competenze per la tutela dell'ambiente e dell'agroalimentare, dando la precedenza all'ordine pubblico propriamente detto.
  Si limiterà l'autonomia investigativa che, fino ad oggi, ha permesso al Corpo forestale dello Stato di prevenire e contrastare in modo egregio numerosissimi reati ai danni del nostro ambiente e del nostro agroalimentare. Esprimiamo, Presidente, in questa sede, la massima solidarietà a tutte le donne e a tutti gli uomini del Corpo forestale dello Stato, così duramente maltrattati da Renzi e dalla Ministra Madia, e ci impegniamo e ci impegneremo, in tutte le sedi, per contrastare questa pessima riforma (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

  PAOLO COPPOLA. Chiedo di parlare.

  PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

  PAOLO COPPOLA. Grazie, Presidente, solo per sollecitare, suo tramite, la risposta all'interrogazione n. 4/09222, presentata il 18 maggio 2015, relativa all'aggiornamento del valore dell'indennità di buonuscita dei lavoratori di Poste Italiane.

Ordine del giorno della seduta di domani.

  PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.

  Venerdì 22 gennaio 2016, alle 9,30:

  Svolgimento di interpellanze urgenti.

  La seduta termina alle 14,05.

TESTO INTEGRALE DELLA DICHIARAZIONE DI VOTO FINALE DEL DEPUTATO GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI SULLA PROPOSTA DI LEGGE N. 3169-B

  GIANFRANCO GIOVANNI CHIARELLI. Signor Presidente, onorevoli colleghe, colleghi ! I Conservatori e Riformisti non voteranno un provvedimento che è davvero azzardato ed improponibile definire riforma !
  Un provvedimento che, ancora una volta, evidenzia la grande confusione che regna nella maggioranza, incapace di produrre norme chiare, nette, efficaci, per i troppi compromessi a cui è sottoposta. Ciò perché si tratta chiaramente di una maggioranza debole che si fonda sulla aggregazione di tante ed eterogenee forze politiche, ciascuna portatrice di sensibilità e soprattutto di interessi diversi.
  Non a caso l'approvazione in terza lettura al Senato è avvenuta ponendo, ancora una volta, la questione di fiducia. Fiducia che, peraltro, qualche gruppo approdato di recente a sostegno del Governo non ha neppure votato.
  Ancora una volta ci troviamo di fronte ad un provvedimento opaco che, da un lato, non risponde alla domanda di giustizia Pag. 66posta dai cittadini, e in particolare dalle associazioni delle vittime della strada, dall'altro prevede pene spropositate che colpiscono anche chi incorre in mero errore.
  La distrazione legata all'uso di smartphone e telefonini ha prodotto, secondo un recente studio Aci/Istat, il 20,1 per cento di tutti gli scontri automobilistici registrati in Italia nel corso dell'ultimo anno. E negli ultimi tempi la situazione si è ulteriormente aggravata a causa del diffondersi della cattiva abitudine di scattare perfino selfie mentre si guida.
  Si stima che per mandare un messaggio (SMS) ci vogliano circa dieci secondi; in questo tempo il conducente perde di vista la strada per un tratto di 300 metri, in cui può succedere di tutto.
  La norma sull'omicidio stradale, da tanto tempo invocata e attesa, così come è giunta alla Camera per la sua quarta lettura è tutt'altro rispetto a quanto veniva richiesto.
  Ad una previsione assolutamente complessa e confusa che riguarda le pene per chi commette omicidio stradale in stato di chiara alterazione psicofisica, che stabilisce automatismi legati ad una serie di parametri, di non facile ed immediata verifica, si associa una incomprensibile penalizzazione di chi, pienamente sobrio, incorre in sempre possibili errori.
  Non c’è alcun equilibrio, nessuna proporzione, ma, soprattutto, non si risponde alle attese delle famiglie delle tante vittime.
  Nella indicazione delle pene, ad esempio, l'articolo 589-bis prevede dai 5 ai 10 anni di reclusione al conducente di un veicolo a motore che, attraversando un'intersezione con il semaforo disposto al rosso ovvero circolando contromano, cagioni per colpa la morte di una persona; o al conducente di un veicolo a motore che, a seguito di manovra di inversione del senso di marcia in prossimità o in corrispondenza di intersezioni, curve o dossi o a seguito di sorpasso di un altro mezzo in corrispondenza di un attraversamento pedonale o di linea continua, cagioni per colpa la morte di una persona.
  In ciascuna di queste fattispecie, che escludono lo stato di alterazione psico-fisica dovuta all'assunzione di alcol o droghe, si presuppone che la violazione sia dovuta a colpa grave, e pertanto equiparata di fatto alla guida in stato alterato.
  È bene comminare la giusta pena quando si è in presenza di fatti che producono la morte o gravi lesioni. Ma, torno a ripetere, manca il necessario equilibrio. Superare una striscia continua per sorpassare un mezzo eccessivamente lento, o imboccare in controsenso una via, perché magari è stata cambiata la segnaletica e non si è avuto modo di accorgersene, se produce incidenti gravi è sicuramente comportamento da sanzionare, ma non con la galera !
  Per contro nulla si intravede di nuovo nel testo in relazione all'utilizzo dei vari mezzi di comunicazione mobile, quali smartphone o tablet.
  Al momento mi risulta che tale comportamento sia sanzionato con la multa di 161 euro e la decurtazione di 5 punti a cui si aggiunge la sospensione della patente da 1 a 3 mesi qualora lo stesso conducente compia una violazione nel corso di un biennio.
  E invece, mentre chi sbaglia ad imboccare un senso unico rischia il carcere, quanti commettano omicidi stradali dovuti all'uso degli apparati mobili potrebbero cavarsela con una multa.
  E, ancora, nel caso di lesioni gravi troppo miti risultano le pene introdotte: il minimo è di soli tre mesi, anche se nei casi delle infrazioni più gravi si può arrivare anche a sette anni. Ma, come fa notare l'Aifvs (Associazione italiana familiari vittime della strada), con un'infrazione lieve (che comporta una pena di un anno al massimo) si potrebbe ridurre in coma vegetativo una persona.
  Per quanto riguarda infine la revoca definitiva della patente, il cosiddetto «ergastolo della patente» invocato dallo stesso premier, il relatore del disegno di legge ci ha spiegato che è meglio accantonare l'ipotesi per evitare un corto circuito visto che sul Codice della strada c’è al lavoro un'altra commissione del Senato. Pag. 67Inoltre, sempre secondo il relatore, in caso di revoca, ci sarebbe comunque la scappatoia di ripetere l'esame di guida.
  Resta il fatto che, ancora una volta, si danno risposte parziali, confuse, sicuramente inefficaci, che andranno a complicare ulteriormente il quadro normativo, senza risolvere alcunché.
  Senza contare che il sistema premiante delle attenuanti, patteggiamenti, sconti di pene e, non ultimo, talune interpretazioni del giudice, come nel caso della Corte di Cassazione che ha annullato la condanna a 21 anni di un uomo che nel 2011 uccise quattro ragazzi francesi dopo aver guidato contromano sull'autostrada A26 in stato di ebbrezza per 30 km, infine vanificherà ogni pur buona intenzione del legislatore.
  In tema di giustizia purtroppo si continua a navigare a vista, con provvedimenti a pioggia, senza una visione complessiva che punti ad una vera riforma dell'intero sistema giudiziario.
  Solo per il rispetto dovuto alle migliaia di vittime innocenti confermo il nostro voto di astensione.

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VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 8)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nom. Pdl 3365-A e abb. - voto finale 370 352 18 177 281 71 96 Appr.
2 Nom. Moz. Capua e a. 1-01055 431 430 1 216 430 90 Appr.
3 Nom. Moz. Rondini e a. 1-01092 rif. 436 435 1 218 435 90 Appr.
4 Nom. Moz. Palese e a. 1-01094 rif. 435 434 1 218 434 90 Appr.
5 Nom. Moz. Gregori e a. 1-01096 rif. 447 446 1 224 446 89 Appr.
6 Nom. Pdl 3169-B - em. 1.3, 1.4, 1.5 434 432 2 217 182 250 88 Resp.
7 Segr em. 1.7 466 466 234 247 219 80 Appr.
8 Nom. Pdl 3169-B - voto finale 413 367 46 184 346 21 78 Appr.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.