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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 15 luglio 2016

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 15 luglio 2016.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Amendola, Amici, Baldelli, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Bueno, Businarolo, Cancelleri, Caparini, Capelli, Casero, Castelli, Castiglione, Catania, Antimo Cesaro, Cicchitto, Cirielli, Costa, Culotta, D'Alia, Dambruoso, Damiano, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Epifani, Faraone, Fedriga, Ferranti, Fico, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Formisano, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Merlo, Migliore, Orlando, Paris, Pes, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rosato, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Scopelliti, Scotto, Tabacci, Valeria Valente, Velo, Zanetti.

Annunzio di proposte di legge.

  In data 14 luglio 2016 sono state presentate alla Presidenza le seguenti proposte di legge d'iniziativa dei deputati:

  PATRIZIA MAESTRI ed altri: «Modifica all'articolo 5 del decreto legislativo 2015, n. 22, concernente la durata della nuova prestazione di assicurazione sociale per l'impiego per i lavoratori stagionali» (3977);

  PAGLIA ed altri: «Modifiche al decreto legislativo 17 maggio 1999, n. 153, alla legge 6 giugno 2016, n. 106, e altre disposizioni concernenti la disciplina delle fondazioni di origine bancaria e istituzione di un'Autorità di vigilanza sul Terzo settore» (3978).

  Saranno stampate e distribuite.

Adesione di deputati a proposte di legge.

  La proposta di legge PATRIARCA ed altri: «Disposizioni per il riconoscimento e il sostegno dell'attività di cura e assistenza familiare» (3527) è stata successivamente sottoscritta dal deputato Sberna.

  La proposta di legge PAOLA BOLDRINI ed altri: «Disposizioni per favorire l'applicazione e la diffusione della medicina di genere» (3603) è stata successivamente sottoscritta dalla deputata Gribaudo.

  La proposta di legge BINI ed altri: «Modifica all'articolo 3 della legge 20 febbraio 1958, n. 75, concernente l'introduzione di sanzioni per chi si avvale delle prestazioni sessuali di soggetti che esercitano la prostituzione» (3890) è stata successivamente sottoscritta dai deputati Palmieri e Schirò.

Modifica dell'assegnazione di proposta di legge a Commissioni in sede referente.

  Su richiesta della II Commissione (Giustizia) e della X Commissione (Attività produttive), la seguente proposta di legge – già assegnata alle Commissioni riunite II (Giustizia) e X (Attività produttive) – è assegnata, in sede referente, alla X Commissione (Attività produttive), per consentire di procedere all'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77 del Regolamento, con il disegno di legge n. 3671-ter:
   ABRIGNANI ed altri: «Disciplina delle procedure di amministrazione straordinaria delle grandi imprese e dei complessi di imprese in crisi» (865) Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), V, VI, XI e XIV.

Trasmissioni dalla Corte dei conti.

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 12 luglio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di Venezia, per gli esercizi 2012, 2013, 2014 e 2015. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 419).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

  Il Presidente della Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con lettera in data 12 luglio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 7 della legge 21 marzo 1958, n. 259, la determinazione e la relazione riferite al risultato del controllo eseguito sulla gestione finanziaria dell'Autorità portuale di Cagliari, per gli esercizi 2012, 2013 e 2014. Alla determinazione sono allegati i documenti rimessi dall'ente ai sensi dell'articolo 4, primo comma, della citata legge n. 259 del 1958 (Doc. XV, n. 420).

  Questi documenti sono trasmessi alla V Commissione (Bilancio) e alla IX Commissione (Trasporti).

Trasmissioni dal Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento.

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 30 giugno 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 15 della legge 16 aprile 2015, n. 47, la prima relazione sulle misure cautelari personali, riferita all'anno 2015, predisposta dal Ministero della giustizia (Doc. CCXXXIX, n. 1).

  Questa relazione è trasmessa alla II Commissione (Giustizia).

  Il Ministro per le riforme costituzionali e i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 7 luglio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 5, comma 3, lettera a-bis), della legge 23 agosto 1988, n. 400, la relazione sullo stato di esecuzione delle pronunce della Corte europea dei diritti dell'uomo nei confronti dello Stato italiano, riferita all'anno 2015 (Doc. LXXXIV, n. 4).

  Questa relazione è trasmessa alle Commissioni I (Affari costituzionali), II (Giustizia), III (Affari esteri), VIII (Ambiente) e XII (Affari sociali).

Trasmissione dall'Autorità nazionale anticorruzione.

  Il Presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, con lettera in data 13 luglio 2016, ha trasmesso lo schema della deliberazione, da adottare ai sensi dell'articolo 213, comma 2, del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, recante linee guide in materia di criteri di scelta dei commissari di gara e di iscrizione degli esperti nell'Albo nazionale obbligatorio dei componenti delle commissioni giudicatrici, corredato dalla relativa analisi di impatto della regolamentazione.

  Questo documento è trasmesso alla VIII Commissione (Ambiente).

Trasmissione dal Garante del contribuente per il Veneto.

  Il Garante del contribuente per il Veneto, con lettera in data 12 luglio 2016, ha trasmesso la relazione sullo stato dei rapporti tra fisco e contribuenti nel campo della politica fiscale in Veneto, riferita al primo semestre del 2016, predisposta ai sensi dell'articolo 13, comma 13-bis, della legge 27 luglio 2000, n. 212.

  Questa relazione è trasmessa alla VI Commissione (Finanze).

Comunicazione di nomine ministeriali.

  Il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, con lettera in data 11 luglio 2016, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 19, comma 9, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la comunicazione concernente il conferimento all'ingegner Massimo Sessa, ai sensi del comma 3 del medesimo articolo 19, dell'incarico di Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

  Questa comunicazione è trasmessa alla I Commissione (Affari costituzionali) e alla VIII Commissione (Ambiente).

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative per ripristinare la piena funzionalità della casa circondariale Giuseppe Montalto di Alba, in provincia di Cuneo – 2-01420

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della giustizia, per sapere – premesso che:
   come già segnalato in occasione del question time del febbraio 2016 al Governo, la struttura che ospita la casa circondariale Giuseppe Montalto di Alba, è stata chiusa dal mese di gennaio 2016 per consentire le operazioni di bonifica dell'impianto idrico, delle condotte e dell'impianto di condizionamento dei locali, a seguito dell'accertamento – dalla fine del 2015 – di tre casi di legionella;
   grazie alla risolutezza del sindaco e dell'asl nel tutelare la salute pubblica, nonché alla tempestività di intervento dell'amministrazione penitenziaria nell'organizzare il trasferimento, le 122 persone detenute sono state trasferite in altre strutture;
   in risposta all'interrogazione, il Governo ha rassicurato gli interroganti specificando quanto segue: «è stato demandato alle competenti articolazioni ministeriali lo studio e l'elaborazione di progetti di ristrutturazione e adeguamento e sono già state formulate soluzioni di intervento. In particolare, considerata la priorità delle opere di sanificazione, l'amministrazione penitenziaria ha inserito i relativi interventi nel programma triennale 2016-2018 (...) nella consapevolezza della necessità di garantire nel modo più opportuno l'utilizzazione delle risorse necessarie, l'amministrazione ha avviato valutazioni tecniche di fattibilità per la predisposizione del progetto preliminare e l'individuazione delle modalità più utili a garantire la maggiore celerità nelle successive fasi di progettazione esecutiva, appalto, esecuzione e collaudo dei lavori affinché il carcere di Alba possa essere restituito in condizioni di assoluta sicurezza all'uso penitenziario il più presto possibile»;
   ad oggi, tuttavia, nonostante i grandi impegni profusi e gli sforzi iniziali, gli interpellanti sentono il dovere di tornare nuovamente sulla vicenda albese, in quanto nulla di certo si sa sull'entità degli stanziamenti dei lavori e, soprattutto, circa le modalità ed i tempi di intervento ai fini dell'efficiente e rapido ripristino del sito in oggetto;
   la struttura, infatti, ancora chiusa e disabitata, è destinata ad un inarrestabile deterioramento a causa del degrado e dell'abbandono che sta subendo: tutto ciò non favorisce certo la prospettiva di una imminente riapertura;
   quel che preoccupa maggiormente è che nel corso dei mesi, dopo la sospensione delle attività a favore dei detenuti per conto dei volontari, è venuta meno anche la disponibilità di terzi e privati di investire nei percorsi formativi e professionali utili ai detenuti stessi;
   anche il vigneto, seguito ora da un gruppo di detenuti del carcere di Fossano, rischia di esser compromesso per la carenza di cure ed attenzioni necessarie –:
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza della mancata risoluzione al problema in precedenza evidenziato e come ritenga di procedere, al fine di favorire la ripresa dei percorsi lavorativi, scolastici e di formazione dei detenuti, fondamentali nel loro percorso rieducativo per una migliore riuscita del processo di reinserimento sociale;
   come intenda intervenire per salvaguardare la struttura carceraria e per ripristinarne la funzionalità, in modo da restituirla quanto prima, sicura e risanata alla collettività, nonché evitare le negative ripercussioni sul futuro lavorativo dei soggetti coinvolti;
   quali siano gli interventi posti in essere al fine di far emergere le responsabilità dell'accaduto, vicenda peraltro non nuova per il carcere albese, che ha messo in serio pericolo il fondamentale ed inalienabile diritto alla salute dei detenuti e dei lavoratori.
(2-01420) «Rabino, Monchiero».


Iniziative finalizzate a contrastare le speculazioni sul prezzo del grano e ad accelerare la definizione del piano cerealicolo nazionale – 2-01422

B)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, per sapere – premesso che:
   è in atto e in molte aree del Mezzogiorno si avvia a conclusione la raccolta del grano;
   ad oggi il prezzo del prezioso prodotto è precipitato come segnala la borsa del grano di Foggia anche a 16 euro al quintale;
   solo ad inizio della stagione di raccolta il prezzo, già basso e insostenibile per i produttori, era a 22 euro e 50 centesimi;
   i produttori sono molto preoccupati da questa assurda discesa del prezzo e purtroppo temono che possa non arrestarsi;
   secondo le organizzazioni di categoria con prezzi al di sotto dei 30 euro al quintale i produttori non riescono a sostenere i costi di produzione e dall'inizio dell'anno si è registrato un deprezzamento che ormai viaggia intorno al 40-45 per cento;
   nei porti italiani continuano a giungere navi importatrici di grano che contribuiscono ulteriormente ad abbassare il prezzo, senza voler soffermarsi sui dubbi e sull'opacità in tema di tracciabilità del prodotto che giunge importato;
   diventa indispensabile per la filiera e per la qualità stessa del prodotto in circolazione che venga adottato in tempi brevi il piano cerealicolo nazionale, uno dei punti qualificanti dell'azione del Governo –:
   quali iniziative di contrasto intenda adottare il Governo per frenare le speculazioni in atto sul prezzo del grano che penalizzano un'intera filiera produttiva, nonché per accelerare il varo definitivo del piano nazionale cerealicolo e assicurare una migliore organizzazione del comparto e una maggiore qualità del prodotto nell'interesse dei produttori e dei cittadini.
(2-01422) «Burtone, Ribaudo, Zappulla, Paola Boldrini, Oliverio, Preziosi, Falcone, Pelillo, Montroni, Magorno, Murer, Piccione, Borghi, Carrozza, Mongiello, Ventricelli, Albanella, Aiello, Vico, Anzaldi, Palma, Capone, Amato, Berretta, Cani, Cova, Mariano, Marrocu, Marco Di Stefano, Brandolin, Battaglia, Tentori, Bossa, Capodicasa, Moscatt».


Elementi e iniziative in ordine al funzionamento e al rilancio della società Ferrovie del Sud Est e Servizi Automobilistici – 2-01397

C)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   la società Ferrovie del sud-est e servizi automobilistici srl, il cui socio unico è il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è stata commissariata ai sensi dell'articolo 1, comma 867, della legge di stabilità 2016 (legge 28 dicembre 2015, n. 208), a seguito di un grave dissesto finanziario che ammontava a circa 310 milioni di euro. Al tempo stesso, la norma disponeva il finanziamento straordinario di 70 milioni di euro finalizzati all'adozione di un piano di risanamento dell'azienda; secondo quanto disposto dalla citata legge di stabilità, il Ministro interrogato, con decreto 12 gennaio 2016, ha nominato il commissario nella persona di Andrea Viero, già a guida del consiglio di amministrazione fino al 30 dicembre 2015. Con lo stesso atto a Viero sono stati aggiunti due subcommissari: Domenico Mariani e Angelo Mautone, anch'essi presenti nel consiglio di amministrazione fino a fine 2015;
   a distanza di un paio di settimane, nel decreto-legge n.  210 del 2015 «Milleproroghe 2016» convertito, con modificazioni, dalla legge 25 febbraio 2016, n.  21, si dispone la proroga per ulteriori trenta giorni del termine per la presentazione da parte del commissario delle Ferrovie del sud-est del piano industriale di risanamento, facendo così slittare il termine alla fine di aprile del 2016. Nel contempo, al medesimo articolo 7, comma 9-ter, del decreto-legge 30 dicembre 2015, n.  210, si disponeva che, entro lo stesso termine, i creditori non potessero intraprendere alcuna azione nei confronti dell'azienda;
   nel corso dei primi mesi dell'anno, a seguito di verifiche fiscali e di indagini condotte dalla Guardia di finanza, sarebbero emerse una serie di irregolarità e reati riguardanti l'impiego delle risorse dell'azienda attraverso giri di consulenze, inutili e in taluni casi dagli importi eccessivi, spese legali e evasione fiscale, a carico dell'ex manager Luigi Fiorillo e di altri indagati. Secondo fonti di stampa lo stesso Fiorillo, in carica fino a novembre 2015, avrebbe goduto nel corso degli anni della fiducia dei vari Governi succedutisi dal 2001 in poi;
   tra aprile e maggio 2016 il commissario, dottor Viero, per far fronte all'indebitamento della società, avrebbe richiesto al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti almeno altri 100 milioni di euro;
   nelle ultime settimane risulta che Ferrovie dello Stato Italiane spa sarebbe interessata, per il tramite della società Trenitalia, a rilevare le Ferrovie del sud-est. Secondo quanto riportato da La Gazzetta del Mezzogiorno del 21 maggio 2016, infatti, si sarebbe, già tenuto almeno un incontro formale tra i vertici di Ferrovie dello Stato Italiane spa e Trenitalia con il commissario, dottor Viero, al fine di imbastire l'acquisizione che vedrebbe il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti favorevole;
   a giudizio degli interpellanti, in tal modo il Governo avallerebbe un metodo che appare non scevro da criticità e opacità considerando che si sarebbe trattato, alla luce delle disposizioni anche finanziarie contenute nell'ultima legge di stabilità, di un tentativo di salvataggio per mezzo di denaro pubblico di una società che andrebbe poi a finire in un colosso del trasporto ferroviario nonché infrastrutturale, qual è Ferrovie dello Stato Italiane spa, in procinto di essere in parte privatizzato;
   da fonti stampa del Quotidiano di Puglia del 24 maggio 2016 si apprende che, dopo un vertice tenuto in data 23 maggio 2016, le possibilità che Ferrovie dello Stato Italiane possa assorbire le Ferrovie sud-est è l'ipotesi principale, ma vi si sono anche altre due alternative: la creazione di una newco, scaricando i debiti nella «bad company»; oppure il versamento da parte del Ministero di circa 100 milioni di euro nelle casse di Ferrovie sud-est, con successivo risanamento e il passaggio di proprietà alla regione Puglia –:
   in merito alle responsabilità della gestione fallimentare precedente al commissariamento, chi siano i dirigenti del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti responsabili di aver validato, sottoscrivendoli, i bilanci di Ferrovie del sud-est, con riferimento agli stessi bilanci, se siano stati pubblicati e in caso contrario, perché non siano ancora pubblici;
   con riferimento alle disposizioni di cui al comma 867 dell'articolo 1 della legge di stabilità 2016 richiamato in premessa, se il piano industriale di risanamento sia stato predisposto e comunicato e, nel caso, se sia già in fase di attuazione e in quale modo, al momento siano stati impiegate le risorse assegnate dalla legge di stabilità 2016; se il commissario abbia provveduto alla ricognizione contabile ed eventualmente attivato le procedure per la ristrutturazione dei debiti; se il Ministro sia a conoscenza della mancata pubblicazione on line della relazione commissariale e, nel caso, quali siano le ragioni di quella che appare agli interpellanti una elusione delle disposizioni di legge;
   se il Ministro interpellato, in quanto socio unico, sia a conoscenza e possa riferire di quali e quante figure apicali della società già coinvolte nella gestione dell'amministratore Fiorillo, ricoprano anche nella gestione attuale ruoli dirigenziali o comunque nodali con l'eventuale rischio di intralciare ulteriormente il percorso di efficientamento e rilancio di Ferrovie del sud-est e quali siano le ragioni di tali scelte;
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza, alla data del 31 maggio 2016, dell'ammontare delle spese sostenute per il funzionamento della struttura commissariale, comprensivo di eventuali rimborsi e ogni altro tipo di emolumento e, nel caso, a quanto ammonterebbero; se, al pari, sia a conoscenza degli importi che eventualmente spetterebbero ai componenti della struttura commissariale al termine del loro mandato e se, a fronte della gestione del commissario, il Ministro intenda comunque erogare la parte variabile del compenso, stabilito dal decreto di nomina, nei confronti del commissario medesimo e dei due sub-commissari;
   nel caso di acquisizione da parte di Ferrovie dello Stato Italiane, con quali risorse la stessa società intenda ripianare il debito di Ferrovie del sud-est e se, per il medesimo fine, il Ministro possa escludere che verranno impiegate risorse economiche destinate a garanzia del servizio universale;
   se il Governo intenda assumere iniziative tese ad evitare che, nell'eventuale alienazione o trasferimento societario, segmenti di Ferrovie del sud-est vengano acquisiti da società di diritto privato non controllate da enti pubblici e, nel caso di creazione di una nuova società, secondo quali criteri e modalità sarà affidata la proprietà e chi dovrà materialmente pagare il debito di Ferrovie sud-est e come si intenda garantire la corretta gestione, la trasparenza, il controllo pubblico nonché i livelli di servizio ferroviario e il rilancio di investimenti in ambito infrastrutturale, in discontinuità con quanto avvenuto finora;
   se la regione Puglia abbia comunicato un'eventuale disponibilità all'acquisizione della proprietà delle Ferrovie sud-est, a quali condizioni e con quali garanzie finanziarie;
   se sia stata valutata la possibilità, e quali ne siano gli esiti, di annettere esclusivamente la rete infrastrutturale delle Ferrovie sud-est alla società Rete ferroviaria italiana;
   se il Ministro interpellato possa escludere riduzioni del personale ed intenda fornire garanzie relativamente ai livelli occupazionali;
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle motivazioni per cui non risultino pubblicati sul sito web della società Ferrovie sud-est i dati inerenti alla dotazione organica con i relativi uffici e contatti, il personale non a tempo determinato, i tassi di assenza, gli incarichi conferiti e autorizzati ai dipendenti;
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle motivazioni per cui non risultino pubblicati sul sito web della società Ferrovie sud-est i dati inerenti ai premi di produzione, alle consulenze e alle altre spese soggette a obbligo di trasparenza e di pubblicazione;
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza delle motivazioni per cui è stato effettuato un bando di assunzioni in assenza del piano industriale di risanamento;
   se il Ministro interpellato sia a conoscenza del numero delle controversie giudiziarie, e delle risorse impegnate per tale finalità, nei confronti dei lavoratori che si sono risolte con un accordo tra le parti nel periodo in cui il consiglio di amministrazione era presieduto dal dottor Viero e nel successivo periodo commissariale e quante ancora siano in atto;
   quali siano le iniziative utili che il Ministro intenda adottare al fine di garantire la trasparenza, la gestione pubblica e partecipata, nonché la proprietà pubblica delle Ferrovie sud-est.
(2-01397) «De Lorenzis, Liuzzi, Nicola Bianchi, Carinelli, Dell'Orco, Paolo Nicolò Romano, Spessotto, Luigi Gallo, Grande, L'Abbate, Lupo, Mannino, Marzana, Micillo, Nesci, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Terzoni, Tofalo, Toninelli, Vacca, Simone Valente, Vallascas, Vignaroli, Villarosa, Zolezzi».


Iniziative per sostenere la presenza delle compagnie aeree low cost in Sardegna, nel quadro degli interventi volti a garantire la continuità territoriale – 2-01428

D)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   i voli low cost da e per la Sardegna possono e devono essere salvati senza perdere un solo giorno;
   la Sardegna rischia nel 2016 un danno da un miliardo di euro e migliaia di operatori turistici nel lastrico;
   non ha alcun fondamento, come è stato fatto da più parti, affermare che il contributo co-marketing che dal 1999 viene utilizzato per promuovere e attrarre turisti in Sardegna è stato condannato e vietato dall'Unione europea;
   è in atto, ad avviso degli interpellanti, un persistente tentativo politico e mediatico per «cacciare» Ryanair e le altre compagnie low cost dalla Sardegna e non solo per ripristinare in toto il monopolio di Alitalia;
   il vero obiettivo appare quello di rendere impossibile la vita alle compagnie low cost e tentare in tutti i modi di ripristinare il primato monopolista delle compagnie tradizionali;
   il sistema avviato nel 1999 ad Alghero, quando il primo firmatario del presente atto in qualità di presidente della regione autorizzava il primo contributo co-marketing per i voli low cost di Ryanair, non solo è stato dichiarato legittimo dalla Commissione europea, ma con la sentenza pubblicata a settembre 2015 l'Unione europea ha detto a chiare lettere che quella procedura è valida anche con gli orientamenti comunitari adottati nel 2014;
   per questa ragione serve immediatamente un'azione seria e concreta del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con le regioni, affinché si ripristini il modello intrapreso ad Alghero e lo si esporti anche negli altri aeroporti di Cagliari e Olbia;
   la decisione comunitaria pubblicata sulla Gazzetta europea del 25 settembre 2015, a proposito dei contributi alle compagnie aeree ad Alghero, riporta esplicitamente: «(374) Tanto rilevato, la Commissione conclude che le condizioni di compatibilità stabilite negli orientamenti del 2014 per il settore dell'aviazione sono state rispettate e che quindi le misure sono compatibili con il mercato interno ai sensi dell'articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato»;
   i contributi co-marketing dati alle compagnie aeree, a partire da Ryanair, sono, dunque, compatibili con il mercato interno europeo;
   questa decisione è ancora più rilevante perché non viene assunta con le precedenti norme ma con quelle attuali;
   il problema, dunque, non si pone per quanto riguarda Alghero, considerata la decisione europea di avallare totalmente il valore e la legalità del comportamento seguito sin dall'inizio sia dalla presidenza della regione che erogava i fondi della pubblicità istituzionale, sia quello della società di gestione dello scalo algherese;
   il Ministero, per quanto di competenza, anche coinvolgendo Enac deve porre in essere tutte le azioni per garantire il rispetto di quella decisione e la prosecuzione di quella strategia di marketing territoriale indispensabile a ripristinare immediatamente i voli della compagnia Ryanair e alle altre compagnie proseguendo con il sistema collaudato e avallato dalla Commissione europea;
   in tal senso, il Ministero deve favorire ed intraprendere le necessarie azioni per l'aeroporto di Cagliari-Elmas, in quanto le quote sono detenute dalla camera di commercio;
   è indispensabile che la Commissione europea riconosca l'aeroporto come strumento operativo della stessa regione e quindi concluda l'analogo trattamento applicato ad Alghero dove l'aeroporto è, invece, della regione;
   Ministero e regione devono esperire un primo immediato tentativo per far riconoscere all'aeroporto di Cagliari le medesime condizioni di quello di Alghero;
   per questo motivo il primo firmatario del presente atto, sin dal 2010, attraverso la proposta di legge denominata piano attuativo per il riequilibrio insulare della Sardegna (PARIS) aveva avanzato la proposta della creazione di un'unica società di gestione aeroportuale della Sardegna che preveda, oltre allo scalo di Alghero, anche l'acquisizione innanzitutto del capitale azionario dell'aeroporto di Cagliari;
   tale processo consentirebbe una gestione uniforme e razionale del sistema del marketing regionale e gestionale, garantendo un approccio unitario delle politiche di sviluppo;
   in tal senso, l'orientamento europeo è chiaro, visto che al punto 32 degli orientamenti comunitari sulla gestione dei servizi aeroportuali e aerei si prevedeva: «32. Il quadro giuridico e normativo relativo alla proprietà e alla gestione dei singoli aeroporti varia da un aeroporto all'altro all'interno dell'Unione. In particolare, gli aeroporti regionali locali sono spesso gestiti in stretta cooperazione con le autorità pubbliche. A tale riguardo, la Corte ha stabilito che è plausibile che diversi soggetti svolgano assieme un'attività economica, costituendo in tal modo un'unità economica, in presenza di determinate condizioni»;
   appare ancora più esplicito il richiamo, sempre degli orientamenti comunitari, che a proposito di proprietà aeroportuale indica come irrilevante la natura pubblica o privata dell'aeroporto: «46. L'articolo 345 del trattato stabilisce che il trattato stesso lascia del tutto impregiudicato il regime di proprietà esistente negli Stati membri. Ne deriva che gli Stati membri possono possedere e dirigere imprese, e possono acquistare azioni o altre partecipazioni in imprese pubbliche o private. 47. Di conseguenza, i presenti orientamenti non operano alcuna distinzione fra i vari tipi di beneficiari sotto il profilo del loro assetto giuridico o in base alla loro appartenenza al settore pubblico o a quello privato e tutti i riferimenti a compagnie aeree e aeroporti o alle imprese che ne assicurano la gestione riguardano ogni tipo di soggetto giuridico»;
   la Commissione europea ha legittimato il «modello Alghero» per due ordini di motivi: il contributo co-marketing era di natura pubblica dato ad una società pubblica gestita con principi commerciali ed economici da libero mercato;
   in questo senso la Commissione non ha preso in considerazione le ricadute economiche territoriali, ma ha valutato se la regione avesse sostanzialmente agito come un privato proprietario dell'aeroporto;
   la Commissione, rispondendo allo Stato italiano, ha concluso, applicando il metodo MEO, operatore economia di mercato, fatto di algoritmi economico-finanziari, che la regione Sardegna ha agito nell'ambito della gestione aeroportuale come un operatore privato e che i contributi economici co-marketing hanno consentito all'aeroporto di avere degli utili o comunque di non perdere;
   diventa fondamentale che in questo quadro il Governo, con il coinvolgimento di Enac, promuova e favorisca l'acquisizione da parte della regione del capitale azionario maggioritario degli aeroporti sardi, o del loro insieme, ipotizzando un processo che punti ad un'unica società di gestione che, con il principio MEO sperimentato positivamente ad Alghero, possa non solo mantenere ma rafforzare la presenza delle compagnie low cost in Sardegna;
   dopo aver devastato con politiche nefaste i voli low cost il Governo e la regione Sardegna hanno sbandierato quello che gli interpellanti giudicano un futile e destituito di ogni interesse rapporto convenzionale con la compagnia Alitalia;
   in questo «pseudo accordo» erano previsti settimanali collegamenti da Alghero per Parigi e Barcellona;
   tali collegamenti risultano a tutt'oggi un vero e proprio fallimento;
   i voli pianificati in base ad un accordo sconosciuto tra l'aeroporto Riviera del Corallo e Alitalia continuano a tenere lontani i viaggiatori in entrata e in uscita;
   al fallimento dei viaggi inaugurali di inizio mese si è aggiunto quello dei voli programmati in questi ultimi giorni;
   il 1o giugno 2016 l'Airbus della compagnia di bandiera, è partito per l'aeroporto «El Prat» di Barcellona con 25 passeggeri a bordo;
   è stato devastante il ritorno da Alghero con appena otto viaggiatori;
   il collegamento con l'aeroporto «Charles De Gaulle» di Parigi ha registrato 16 passeggeri da Alghero;
   il rientro in Sardegna dell'aeromobile è avvenuto senza neanche un passeggero;
   il 5 giugno su 165 posti disponibili da Barcellona, i passeggeri atterrati ad Alghero erano appena sette;
   sono stati otto quelli partiti per la Spagna, con un solo bagaglio da stiva;
   si tratta come è ovvio di un duplice fallimento;
   non solo non si è riusciti a trattenere Ryanair, ma la sua sostituzione è risultata nefasta;
   nella giornata del 6 giugno 2016 su Alghero-Parigi erano previsti sei passeggeri;
   tale situazione sta ulteriormente danneggiando l'aeroporto di Alghero, che è sottoposto ad una gravissima procedura di privatizzazione;
   nella giornata del 6 giugno 2016 è intervenuto un nuovo rinvio della vendita dell'aeroporto di Alghero, a conferma del fatto che ci sarebbero trattative sottobanco per la svendita dell'aeroporto;
   una governance seria e credibile avrebbe annullato il bando, anziché continuare a insistere su proroghe a giudizio degli interpellanti funzionali solo ad un piano ben preciso: deprezzare e svendere lo scalo algherese;
   se fosse, infatti, vero che F2i, la società immobiliare e di infrastrutture, avrebbe intenzione di presentare l'offerta per l'acquisto dell'aeroporto di Alghero, ad avviso degli interpellanti non resterà che trasmettere tutti gli atti alla Corte dei Conti e alla procura della Repubblica;
   si tratterebbe di un'offerta d'acquisto secondo gli interpellanti viziata da una procedura anomala e destituita di ogni logica e soprattutto si compirebbe una vera e propria svendita pianificata a tavolino da alcuni personaggi ben noti;
   in questo ultimo anno l'aeroporto è stato totalmente deprezzato, ridotto ai minimi termini, con una perdita secca di passeggeri stranieri mese di oltre il 60 per cento;
   si tratta di un'operazione messa in campo in ogni singolo dettaglio da un assessore regionale che a giudizio degli interroganti ha di fatto perseguito, con la complicità politica del Governo sin dal primo giorno, il tracollo dell'aeroporto e del suo traffico voli;
   un piano culminato con la dipartita di Ryanair per evitare la quale il Governo e l'assessore non solo non hanno fatto niente, ma ad avviso degli interpellanti hanno messo in atto tutte le azioni per favorirla;
   ad avviso degli interpellanti, tale piano è stato messo a punto per consentire a F2i di formulare un'offerta la più bassa possibile e consentire di «mettere le mani» sull'aeroporto senza alcun tipo di problema;
   tutto questo, ad avviso degli interpellanti, finisce per cancellare per sempre i voli low cost che disturbano non poco Alitalia, sponsorizzata a livello nazionale dal Governo e a livello regionale dalla giunta in carica, e favorire un pacchetto aeroportuale immobiliare con Cagliari che metta in campo operazioni speculative nell'area sud Sardegna;
   un investimento minimo quello per l'acquisto d Alghero funzionale solo al suo sottoutilizzo, ad avviso degli interpellanti per non disturbare altri competitor, a partire dal Qatar per arrivare a Montezemolo;
   non si rivela niente di nuovo se si afferma che l'assessore regionale dei trasporti è direttamente legato politicamente al presidente della fondazione del Banco di Sardegna Antonello Cabras di cui appare diretta espressione;
   non è un caso che lo stesso Cabras recentemente sia entrato a far parte a pieno titolo nel consiglio di amministrazione proprio di F2i, in sostituzione del suo compagno di partito e di corrente Mannoni;
   dunque venditore e acquirente sono di fatto espressione della stessa corrente e per giunta sono da sempre personalmente legati;
   tutto questo non può essere sottaciuto insieme alle azioni messe in campo in questo ultimo anno soprattutto per deprezzare l'aeroporto di Alghero;
   è necessario che la procura faccia chiarezza su quanto sta avvenendo e su quanto avvenuto;
   agli atti della procura di Sassari del resto ci sono le relazioni dello stesso Deiana che, nella duplice veste di consulente della regione e della Sogeaal, suggeriva alla società di gestione di rivolgersi alla procura qualora la regione non avesse pagato i contributi co-marketing;
   ora che lo scenario si sta definendo e che F2i starebbe per presentare un'offerta il disegno emerge ad avviso degli interpellanti con una chiarezza esplicita, anche perché in troppi sanno di questo interesse per l'aeroporto di Alghero; interesse che appare tutto teso alla mortificazione dello scalo a favore di altri interessi;
   del resto svendere un aeroporto senza traffico passeggeri è davvero cosa facile soprattutto se si hanno altri obiettivi;
   a quel punto la regione non potrà più dare nessun contributo co-marketing e si potrà trincerare dietro il divieto europeo, mettendo la parola fine alle compagnie low cost;
   la direttiva comunitaria e la sentenza che salvava Alghero prevedevano, infatti, la legittimità del contributo solo se l'aeroporto fosse stato pubblico. Con la privatizzazione tutto sarebbe destinato a morire per sempre;
   si tratta di un piano che ha lasciato l'aeroporto ad un passo dal fallimento per fare poi l'operazione più spregiudicata per venderlo ai compagni di corrente e di cordata;
   il presidente della regione ha reiteratamente dichiarato che il Governo avrebbe azzerato le addizionali comunali sul trasporto aereo entro il 15 giugno;
   ad oggi nessuna risposta concreta è stata fornita e la stagione Summer è ormai avviata senza alcuna risposta;
   tutto questo è inaccettabile; il Governo, la magistratura penale e quella contabile hanno il dovere di andare sino in fondo –:
   se non ritenga di intervenire, per quanto di competenza, con iniziative immediate per invertire questa vergognosa situazione dei voli low cost in Sardegna e in particolar modo dello scalo di Alghero, abbattendo gli oneri fiscali e le addizionali e favorendo gli accordi co-marketing con le compagnie low cost;
   se non ritenga di dover assumere le iniziative di competenza per il blocco delle procedure di privatizzazione, considerate le prescrizioni comunitarie e l'inadeguatezza del bando di concessione;
   se intenda assumere iniziative per agevolare, promuovere, e rafforzare il «modello Alghero» nelle politiche di sviluppo delle compagnie low cost, considerato l'apporto decisivo dato allo sviluppo turistico del Paese e della Sardegna in particolar modo;
   se non ritenga di confermare in modo netto che la Commissione europea ha avallato il «modello Alghero» e che lo stesso è reiterabile nelle analoghe condizioni in altri contesti;
   se non ritenga di dover assumere le iniziative necessarie al fine di confermare e rafforzare la presenza delle compagnie low cost;
   se non ritenga di dover assumere le iniziative di competenza per cancellare le addizionali comunali sul trasporto aereo quantomeno per i collegamenti da e per le regioni insulari;
   se e come intenda gestire lo stanziamento di 30 milioni di euro contenuti nel decreto-legge recante misure urgenti per interventi sul territorio (n.  185 del 2015) e se lo stesso sia è stato pianificato con ulteriori stanziamenti pluriennali;
   se intenda assumere iniziative per impedire ulteriori discriminazioni per il popolo sardo, bloccando ipotesi avanzate per una continuità territoriale caratterizzata da costi variabili a seconda delle fasce orarie, negando così il diritto fondamentale alla mobilità da e per la Sardegna.
(2-01428) «Pili, Pisicchio».


Iniziative di competenza in relazione alla situazione finanziaria della banca Monte dei Paschi di Siena, con particolare riferimento ai cosiddetti crediti deteriorati – 2-01429

E)

   Il sottoscritto chiede di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   secondo i dati di bilancio nel 2015 Banca Monte dei Paschi di Siena deteneva in bilancio 46,8 miliardi di euro di esposizioni non performanti (NPE), dei quali 24,1 miliardi netti;
   secondo la banca d'affari Morgan Stanley l'incidenza dei crediti deteriorati di Banca Monte dei Paschi di Siena ammonterebbe a ben il 35,1 per cento del totale e il deficit patrimoniale potenzialmente da colmare è calcolato tra i 2 e i 6 miliardi a seguito del risultato dei prossimi stress test;
   nei giorni scorsi la Banca centrale europea ha inviato una lettera all'istituto con la quale si chiede di ridurre gli Npl (Non performing loans) lordi dai 46,9 miliardi di fine 2015 a 32,6 miliardi nel 2018 e le sofferenze nette da 24,2 a 14,6 miliardi, oltre alla richiesta di avere un piano entro il prossimo ottobre che definisca quali misure la banca intende adottare per ridurre la percentuale dei Npl sul totale crediti in misura pari al 20 per cento nel 2018;
   il titolo azionario di Banca Monte dei Paschi di Siena ha registrato in borsa un crollo senza precedenti, con un calo di oltre il -80 per cento in un anno e di oltre il -50 per cento in un mese;
   nei giorni scorsi i principali organi di informazione hanno riportato la notizia di un piano di salvataggio ideato dal Governo per cercare di salvare l'istituto attraverso l'intervento diretto del Tesoro o della Cassa depositi e prestiti o, ancora, di un nuovo veicolo finanziario denominato «Giasone» –:
   quali iniziative di competenza intenda intraprendere il Governo per il salvataggio della Banca Monte dei Paschi di Siena;
   quali iniziative di vigilanza il Ministero dell'economia e delle finanze abbia intrapreso negli scorsi anni, in qualità di autorità di vigilanza sulle fondazioni bancarie ex decreto legislativo n.  153 del 1999, nei confronti della Fondazione Monte dei Paschi di Siena e se non siano stati ravvisati comportamenti anomali da parte dei suoi amministratori;
   se non ritenga opportuno, in qualità di socio della banca, chiedere agli amministratori una relazione dettagliata sugli Npl accumulati nel tempo dall'istituto e, in particolare, la lista dei debitori che non hanno ripagato il proprio debito richiedendo, per questi, informazioni circa le motivazioni per le quali il credito è stato concesso;
   se non ritenga opportuno, in qualità di socio della banca, assumere iniziative per sollevare l'azione di responsabilità nei confronti degli amministratori per mala gestio, con richiesta del risarcimento del danno procurato ai portatori di interesse della banca.
(2-01429) «Brunetta, Bergamini».


Iniziative di competenza per potenziare l'assistenza sanitaria nell'area di Taranto, alla luce dell'alta incidenza tumorale ivi registrata – 2-01394

F)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   da articoli di stampa locale pubblicati nei giorni scorsi si apprende che è stato pubblicato da poco l'aggiornamento del registro tumori di Taranto, per quanto riguarda il periodo 2006-2011;
   la nuova pubblicazione segue il primo report di incidenza dei tumori maligni della provincia di Taranto presentato nel 2014, che comprendeva i casi incidenti nell'intero territorio provinciale per gli anni 2006-2008. Nella presentazione del lavoro si legge: «La sempre più importante necessità di condividere i dati e i risultati degli studi che approfondiscono la situazione dello stato di salute della popolazione residente con la cittadinanza ci spinge a presentare oggi un ampliamento dei risultati dell'incidenza neoplastica comprendente gli anni 2009-2011, dati che nei prossimi mesi saranno pubblicati in modo più approfondito e tecnico»;
   la pubblicazione del primo report del registro tumori di Taranto tramite la valutazione dell'incidenza degli anni 2006-2008, aveva già presentato alcune criticità dello stato di salute nella provincia di Taranto rispetto al pool Sud dei registri tumori, soprattutto per quel che riguarda l'eccesso di rischio per carcinoma della mammella, del collo dell'utero e dell'ovaio nelle donne; nei maschi il rischio di carcinoma del polmone e della vescica, oltre ad essere in eccesso rispetto a quanto rilevato dal pool Sud, risultava in eccesso anche rispetto a quanto rilevato dal pool nazionale; inoltre, soprattutto nei comuni dell'area orientale nello stesso confronto con il pool nazionale si riscontrava un eccesso di carcinoma della tiroide nel sesso femminile;
   nella recente pubblicazione il quadro generale emerso dall'elaborazione dei dati registrati negli anni 2006-2011 conferma il maggior interessamento del sesso maschile per gran parte delle sedi esaminate. Si evidenziano, infatti, tassi standardizzati più elevati in provincia di Taranto rispetto al pool nazionale e al pool sud per mesotelioma, carcinoma epatico, vescicale e polmonare nel sesso maschile, a conferma della probabile responsabilità di esposizioni professionali;
   inoltre, i dati provinciali presentano tassi più elevati rispetto al Pool sud anche per carcinoma di fegato, rene, linfoma non hodgkin, prostata e stomaco nei maschi, mammella nelle donne e colon, melanoma, tiroide, encefalo in entrambi i sessi;
   è stato evidenziato il maggior interessamento del SIN (comuni di Taranto e Statte) rispetto all'intera provincia per quel che riguarda carcinoma dello stomaco, del colon, del fegato, del polmone, melanoma, mesotelioma, tumore del rene, della vescica, della tiroide nei maschi, linfoma non hodgkin, tumore della mammella, della cervice uterina e della prostata attestando la necessità di porre particolare attenzione in termini di assistenza e sorveglianza ai residenti nell'area a rischio ambientale;
   è confermata anche la problematica del carcinoma tiroideo nel sesso femminile che presenta tassi più elevati nei comuni dell'ala orientale della provincia;
   inoltre, nelle parti conclusive del report si legge: «occorre sottolineare che indipendentemente dall'eventuale riduzione dell'esposizione all'inquinamento ambientale, risulterà evidente ancora per molti anni l'eccesso delle patologie oncologiche nell'area a rischio richiedendo un miglioramento della rete assistenziale già in essere attraverso il potenziamento dell'assistenza oncologica grazie ai fondi (progettuali e quindi temporanei) del Centro Salute e Ambiente e della Terra dei Fuochi. Tali misure non possono che essere perseguite nel tempo dovendosi prevedere la stabilizzazione del personale impegnato in queste attività come in quelle di sorveglianza e valutazione epidemiologica e il potenziamento delle strutture di assistenza»;
   l'Istituto Superiore di sanità ha condotto, con il progetto «Sentieri Kids», uno studio specifico e di lungo periodo centrato sui bambini e sui ragazzi e relativo alla mortalità ad alcune malattie nella fascia d'età compresa tra 0 e 19 anni e per il periodo compreso tra il 1995 e il 2009 nei 44 siti già finalizzati da «Sentieri»;
   nei dintorni di questi siti abita circa un milione di bambini e ragazzi ed i ricercatori hanno rilevato che la mortalità per tutte le cause – insomma, la mortalità generale – è superiore del 4 per cento alla media nazionale per i neonati fino a un anno. Un'analisi dettagliata ha dimostrato che le condizioni cambiano, da sito a sito. Nei siti vicino ad ambienti industriali complessi, per esempio, la mortalità e l'ospedalizzazione per le malattie respiratorie acute, oltre ad un eccesso di incidenza di tumori ha un picco. A Taranto la mortalità è più alta del 21 per cento nella fascia di età 0-1 e del 24 per cento nella fascia 0-14 –:
   se e quali iniziative di competenza, alla luce di quanto espresso in premessa, intenda assumere il Governo per garantire maggiori livelli di assistenza per la popolazione interessata dall'alta incidenza tumorale e gestire l'emergenza sanitaria;
   se, a fronte della forte incidenza di tumori nei bambini tarantini per la fascia d'età 0-14 anni, ritenga opportuno assumere, per quanto di competenza e d'intesa con la regione Puglia, iniziative volte all'attivazione di corsi di aggiornamento e informazione per i pediatri e all'ammodernamento e potenziamento dei reparti di pediatria;
   se reputi opportuno, in accordo con la regione Puglia, assumere iniziative per conferire un assetto speciale alla ASL di Taranto, garantendo assistenza e cura presso le strutture locali.
(2-01394) «Labriola, Pisicchio».


Iniziative per assicurare la continuità dell'assistenza medica territoriale, alla luce dei nuovi indirizzi per la medicina convenzionata – 2-01427

G)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro della salute, il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   il nuovo atto di indirizzo per il rinnovo dell'Accordo collettivo nazionale dei medici convenzionati, tra gli altri aspetti, prevede una innovazione organizzativa con articolazione della continuità dell'assistenza medica territoriale sulle sedici ore (cosiddetta H16) e non più H24, lasciando scoperta la fascia oraria notturna (dalle 24 alle 8);
   tale ipotesi riorganizzativa determinerebbe, da una parte un decremento del servizio garantito dalla guardia medica e, dall'altra, un ulteriore carico sul servizio del 118, precedentemente coperto dalla cosiddetta guardia medica;
   tale riorganizzazione confligge apertamente con il disposto del comma 13 dell'articolo 5 del vigente patto per la salute che sancisce, incontrovertibilmente, percorsi differenziati per le due tipologie di assistenza;
   in atto le dotazioni organiche dei medici dipendenti risultano carenti sotto il profilo numerico come dimostra la mancata applicazione dell'articolo 14 della legge n.  161 del 2014 tanto da avere determinato una richiesta di chiarimenti da parte dell'Unione europea di cui la sopradetta legge recepiva, in modo inderogabile a far data dal 25 novembre 2015, la specifica normativa relativa all'organizzazione del lavoro;
   l'atto di indirizzo deve prevedere indicazioni per il rinnovo degli AACCNN (accordi collettivi nazionali) di medicina generale e di pediatria di libera scelta;
   i sopra citati accordi, però, non possono intervenire nell'assetto organizzativo dell'assistenza territoriale con specifico riferimento all'emergenza territoriale, disciplinata da altre norme e assicurata con personale che risponde in larga misura ad altro contratto, quello della dirigenza medica;
   il decreto legislativo n.  502 del 1992, e successive modifiche e integrazioni sino alla cosiddetta «legge Balduzzi» prevede che le convenzioni con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta devono assicurare la continuità assistenziale H24, non già H16;
   tale innovazione non è basata su dati ministeriali oggettivi relativi al servizio della continuità assistenziale a fronte dei dati forniti dallo SMI, organizzazione sindacale più rappresentativa nell'ambito dei medici di guardia medica, che attesta, ad esempio, sul bacino di utenza di Roma un dato certificato pari a 444 mila interventi o dei media che attestano in 10 milioni di interventi per anno il carico della guardia medica;
   l'annuario statistico del servizio sanitario nazionale attualmente disponibile sul sito istituzionale del Ministero della salute contiene ancora i dati relativi all'anno 2012 ed è elaborato sulla base dei dati risultanti dai flussi informativi attivati con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 maggio 1984 (come rinnovati ed ampliati con successivi decreti ministeriali) nonché dalle tabelle della rilevazione del conto annuale del comparto sanità;
   nel citato annuario è riportato che nel 2012 sono stati rilevati in Italia 2.893 punti di guardia medica, con 12.027 medici titolari ovvero 20 medici ogni 100.000 abitanti ed è peraltro evidenziato che a livello territoriale si registra una realtà notevolmente diversificata, sia per quanto riguarda la densità dei punti di guardia medica, sia per quanto concerne il numero dei medici titolari per ogni 100.000 abitanti;
   sempre nel citato annuario, nella tabella relativa ai servizi per le emergenze, per l'anno 2012, ed in riferimento ai servizi delle ambulanze, si evince che le ambulanze di tipo A (per il trasporto di pazienti non gravi) sono 1.197 e il 19,4 per cento è con medico, mentre le ambulanze di tipo B (per il pronto soccorso e l'emergenza) sono 781, le ambulanze pediatriche sono 21, le ambulanze per il trasporto e l'emergenza neonatale sono 55 e le unità mobili di rianimazione sono 261;
   il finanziamento relativo al servizio della guardia medica corrisponde allo 0,5 per cento del fondo sanitario nazionale;
   l'eventuale risparmio ipotizzato da tale riorganizzazione si aggirerebbe sui 2 euro a cittadino senza una quantificazione dei costi derivanti dal ribaltamento di tale spesa sul servizio 118 di gran lunga più oneroso, oltre che – come già detto – improprio, che comporterebbe un incremento complessivo del servizio di continuità assistenziale;
   si apporta una innovazione organizzativa secondo gli interpellanti non solo antieconomica e poco funzionale ma addirittura con uno strumento quale l'atto di indirizzo per il rinnovo della convenzione dei medici di medicina generale emanato da un organismo tecnico che espropria e, nella fattispecie, contraddice l'organo politico competente, laddove è stata la Conferenza Stato-regioni a dettare norme e vincoli, tuttora vigenti, in materia di continuità assistenziale;
   questa insanabile dicotomia comporterebbe numerosi contenziosi avverso il provvedimento ipotizzato non essendone lo strumento tecnico (atto di indirizzo) legittimato;
   sembra agli interpellanti che si intenda attuare una «riforma» territoriale, surrettiziamente e illegittimamente, attraverso un accordo contrattuale, espropriando la Conferenza Stato-regioni e, quindi, il Governo nazionale delle sue prerogative –:
   come si intenda assicurare, per quanto di competenza, un'organizzazione territoriale efficiente del servizio sanitario nazionale, con particolare riferimento alle aree insulari, interne e montane, dove una riduzione dell'attività di guardia medica pregiudicherebbe innanzitutto i diritti alla salute dei cittadini di interi territori;
   se possano essere aggiornati e resi disponibili i dati statistici richiamati in premessa, relativi ai servizi di guardia medica (numero dei punti di guardia medica, numero dei medici titolari, numero delle ambulanze e dei medici e soccorritori del 118), quanto meno in vista dell'elaborazione del prossimo documento di economia e finanza, e se si intendano assumere le iniziative di competenza per rendere effettiva ed efficace una riorganizzazione di tali servizi;
   se, alla luce di tutto quanto sopra rappresentato, il Governo non ritenga di assumere ogni iniziativa di competenza per lasciare inalterata l'attuale organizzazione della continuità assistenziale, adoperandosi anche in seno al competente comitato di settore per rimodulare l'atto di indirizzo in maniera conforme alla legislazione vigente.
(2-01427) «Nesci, Grillo, Lorefice, Silvia Giordano, Colonnese, Di Vita, Mantero, Baroni, Dall'Osso, Grande, L'Abbate, Liuzzi, Lombardi, Lupo, Marzana, Nuti, Parentela, Pesco, Petraroli, Pisano, Rizzo, Paolo Nicolò Romano, Ruocco, Sarti, Scagliusi, Sibilia, Sorial, Spadoni, Spessotto, Tofalo, Toninelli, Tripiedi, Vacca, Simone Valente, Villarosa».