XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 729 di martedì 24 gennaio 2017
Pag. 1PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE
MARINA SERENI
La seduta comincia alle 11.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
FERDINANDO ADORNATO, Segretario, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Angelino Alfano, Alfreider, Artini, Baretta, Bergamini, Dorina Bianchi, Bindi, Catania, Cicchitto, Coppola, Damiano, Epifani, Piepoli, Scanu, Sottanelli e Zampa sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centosei, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Svolgimento di una interpellanza e interrogazioni.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca lo svolgimento di una interpellanza e di interrogazioni.
(Iniziative di competenza a salvaguardia dell'ambiente e della salute dei cittadini in relazione alla presenza di sostanze presumibilmente tossiche sulle coltivazioni nell'area di Nola – n. 3-01006)
PRESIDENTE. Passiamo alla prima interrogazione all'ordine del giorno dei deputati Ferrara ed altri n. 3-01006 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
Il sottosegretario di Stato per l'ambiente e la tutela del territorio e del mare, Silvia Velo, ha facoltà di rispondere.
SILVIA VELO, Sottosegretaria di Stato per l'Ambiente e la tutela del territorio e del mare. Grazie, Presidente. Con riferimento alle questioni relative, appunto, alla deposizione di sostanza fuligginosa, talvolta appiccicosa, nei comuni ricadenti nell'area del nolano, il Ministero si è attivato presso l'ARPA Campania, competente per l'area, che ci ha segnalato di essere intervenuta con controlli, prelievi e tamponi su superfici vegetali e abiotiche nel territorio del comune di San Vitaliano, che aveva lamentato questa problematica nel settembre scorso. Dagli accertamenti effettuati dal laboratorio fitopatologico della regione Campania su foglie di citrus sinensis, nonché dal biomonitoraggio del Dipartimento provinciale dell'ARPA Campania, è emerso che si trattava di un forte attacco dell'aleurodide degli agrumi. Tali parassiti Pag. 2emettono una sostanza appiccicosa e zuccherina, la melata, succhiando la linfa delle piante arboree che favorisce l'insediamento di fumaggine indotta da particolari specie di funghi.
Appare evidente, dunque, che la presenza di patina scura sulla parte superiore del fogliame nelle aree in questione sia da ascrivere a fenomeni fitopatologici piuttosto che a un generico inquinamento atmosferico. L'ARPA Campania ha precisato, infatti, che sulla melata, ossia goccioline prodotte dagli insetti che succhiano la linfa delle piante, si possono poi sviluppare crittogame nere, funghi, che danno origine al fenomeno della fumaggine. La stessa melata, di consistenza appiccicosa, può essere dispersa nell'ambiente da correnti aeree, anche su superfici abiotiche, come ad esempio pavimenti e terrazze.
Ad ogni modo, per quanto riguarda in via generale il controllo sul territorio da parte delle istituzioni preposte, tra le numerose misure adottate nel quadro delle attività promosse dal Patto per la Terra dei fuochi e coordinate presso la cabina di regia interistituzionale con le prefetture, la regione e gli enti locali, si evidenzia in particolare il potenziamento dei controlli delle Forze dell'ordine. Per quanto invece riguarda la problematica dei roghi, l'anno 2016 ha confermato la tendenza in costante diminuzione degli incendi dolosi di rifiuti nelle aree delle province di Napoli e Caserta.
Si deve, inoltre, segnalare l'attività svolta dalla Commissione per l'individuazione e il potenziamento delle azioni e degli interventi di monitoraggio per la tutela dei terreni, delle acque di falda e dei pozzi della regione Campania, istituita nell'ambito del Comitato interministeriale e prevista dal decreto n. 136 del 2013 e presieduta dal Ministero dell'ambiente.
Il compito principale della Commissione è stato quello di determinare gli indirizzi finalizzati alla tutela della salute, alla sicurezza, alla bonifica dei siti, nonché alla rivitalizzazione economica dei territori della cosiddetta Terra dei fuochi. In particolare, la Commissione ha provveduto ad elaborare un «programma Commissione» che mira a coniugare il tema del monitoraggio e della bonifica delle aree agricole con quello delle iniziative di screening e prevenzione dei rischi per la salute dei cittadini, e ancora con quello del permanere di fenomeni di illegalità e inciviltà che attengono allo smaltimento abusivo dei rifiuti. Il documento è stato approvato l'8 agosto scorso dal Comitato interministeriale e, successivamente, il Ministro dell'ambiente ha deliberato la trasmissione alla cabina di regia per la programmazione del Fondo di sviluppo e coesione 2014-2020 al fine del successivo esame da parte del CIPE.
Per quanto riguarda le linee finanziarie strumentali agli interventi indicati nel programma della Commissione, si fa presente che il fabbisogno economico complessivo per le misure previste è pari a 103,425 milioni di euro.
È stato inoltre istituito, nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, un Fondo con dotazione di 150 milioni per ciascuno degli anni 2016-2017, per l'effettuazione di interventi nei territori della Campania.
Si segnala, infine, che in attuazione delle disposizioni urgenti previste nel decreto-legge citato prima, il n. 136, il Ministero dell'ambiente ha già predisposto lo schema di regolamento concernente parametri fondamentali di qualità delle acque destinate ad uso irriguo su colture alimentari e le relative modalità di verifica. Tale schema è stato trasmesso all'Istituto superiore di sanità, all'ISPRA e al Centro ricerche agricoltura per il necessario confronto tecnico-scientifico con tali enti, funzionale all'ulteriore seguito dell'iter di approvazione del provvedimento. Al riguardo il Ministero è costantemente impegnato nell'attività di monitoraggio in ordine al predetto iter.
Alla luce delle informazioni esposte, si rassicura comunque che il Ministero dell'ambiente prosegue nella sua azione costante di monitoraggio e di sollecito nei confronti dei soggetti territorialmente competenti, anche al fine di valutare eventuali Pag. 3coinvolgimenti di altri soggetti istituzionali, senza ridurre in alcun modo lo stato di attenzione su tali tematiche.
PRESIDENTE. Il deputato Ferrara ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
FRANCESCO detto CICCIO FERRARA. Grazie, Presidente. Io ringrazio la sottosegretaria per alcuni elementi che tranquillizzano quell'area. Ovviamente sarebbe stato meglio apprenderlo quanto prima, essendo passati più di due anni dall'interrogazione, per cui parliamo di una cosa che ha vissuto in un certo periodo e in quel periodo si era creato questo allarme, anche perché tutte le cose che qui apprendiamo lì non hanno avuto alcuna visibilità, sul territorio. Non è che gli enti locali o l'ARPAC o altri o la regione hanno provveduto in qualche modo a informare le popolazioni che stavano in ogni caso effettuando dei controlli. Tuttavia, se questi accertamenti, come pare, siano stati fatti, è un elemento ovviamente positivo, perché vuol dire che, almeno da questo versante, da questo fenomeno, non c’è un ulteriore problema dentro un'area complessa – quella dell'area nolana – dal punto di vista della sicurezza ambientale, che in quell'area noi ci troviamo concretamente a vivere quotidianamente.
Mi permetto, in ogni caso, di insistere su alcuni elementi, perché è tutto vero che sia i finanziamenti sia i lavori che si stanno provando a fare nell'area della Terra dei fuochi, è tutto vero, ma è altrettanto vero che sul territorio si vede ancora una distanza tra la reale situazione che vivono le popolazioni dal punto di vista ambientale e della sicurezza e invece la presenza dello Stato, della regione e degli organi preposti per mettere in sicurezza quel territorio.
Vorrei aggiungere che il tema degli incendi dolosi continua ad essere, anche in presenza di un aumento dei controlli delle Forze dell'ordine, un problema, perché non c’è giorno, basta girare quell'area, che peraltro non è tanto neanche così vastissima e quindi si fa anche poca fatica a girarla, sia sul versante dove non ci sono abitazioni – penso alla zona «agricola» – sia nel versante dove invece insistono le abitazioni, si vedono tutti i giorni ancora incendi, che sono dolosi e che provocano ovviamente anche preoccupazione oltre che inquinamento in quell'area. Finisco, ribadendo questo, che se quel fenomeno aveva a che fare con una sorta di parassiti, però le altre tematiche che riguardano quel territorio, credo, hanno poco a che vedere con eventi naturali, ma invece sono tutti eventi dolosi e bisognerebbe fare in modo che una presenza più costante degli apparati dello Stato fosse necessaria per mettere in sicurezza quel territorio e le popolazioni di quel territorio.
(Elementi ed iniziative tese a dare attuazione al Programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie – n. 2-01582)
PRESIDENTE. Passiamo all'interpellanza del deputato Occhiuto n. 2-01582 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
Chiedo al deputato se intenda illustrare la sua interpellanza o se si riservi di intervenire in sede di replica.
ROBERTO OCCHIUTO. Grazie Presidente. Brevemente, perché il tema dell'interpellanza è quello del «bando periferie», che tante polemiche ha generato in molti consigli comunali di molte città italiane, nelle ultime settimane. Ricostruisco brevemente la vicenda: nella legge di stabilità del 2016 è stato istituito il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie, delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia. Per l'attuazione di questo programma è stato previsto un fondo di 500 milioni di euro assegnati attraverso un bando, il cosiddetto bando periferie, che fu pubblicato nel giugno del 2016. A questo bando in verità hanno risposto con grande entusiasmo molti comuni d'Italia, con progetti che sono stati giudicati meritevoli di essere Pag. 4finanziati, tant’è che il Presidente del Consiglio pro tempore, Matteo Renzi, qualche mese fa ebbe modo di dichiarare – lo fece anche all'ANCI – che avrebbero trovato finanziamento tutti i progetti giudicati idonei, inseriti nella graduatoria riferita appunto al bando periferie. L'ammontare complessivo di questi progetti era di 2 miliardi 100 milioni di euro e per questo è stato previsto nell'ultima legge di bilancio qualche settimana fa di vincolare quota parte delle risorse del Fondo per lo sviluppo e la coesione finalizzandola appunto al finanziamento di tutti i progetti inseriti nella graduatoria, quindi oltre i primi 500 milioni di euro già assegnati con lettere della Presidenza del Consiglio, altre risorse per un miliardo e seicento milioni di euro da assegnare successivamente. Il punto è che noi vorremmo capire che significa successivamente, cioè quali siano i passaggi procedurali necessari allo stanziamento delle risorse previste appunto dalla legge di bilancio recentemente approvata, e quali siano realisticamente le tempistiche per l'effettiva disponibilità delle risorse necessarie al completo finanziamento degli ulteriori 96 progetti presenti nella graduatoria del «bando periferie».
Chiediamo al Governo cioè di far chiarezza, di dirci quando saranno davvero rese disponibili queste risorse per i 96 comuni inseriti nelle graduatorie, se c’è necessità, per esempio – come io ritengo – di una delibera CIPE e quando questa delibera CIPE sarà predisposta e se c’è necessità anche di un DPCM e quando il Governo intenda produrre appunto questo DPCM. L'occasione credo sia utile anche per chiarire questa vicenda che è di grande importanza per molte città italiane che hanno aderito a questo programma e che vorrebbero avere certezze in ordine ai tempi di realizzazione degli interventi.
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Con riferimento all'interrogazione in oggetto, concernente il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane e dei comuni capoluogo di provincia si rappresenta, per quanto di competenza, quanto appresso. Al fine di completare, nella misura di 1,6 miliardi di euro, il finanziamento della graduatoria già approvata con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 6 dicembre 2016, dei progetti ammessi al bando relativo al programma straordinario, la legge di bilancio 2017 ha previsto l'utilizzo sia del Fondo per il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale del Paese, alla cui ripartizione si procederà con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, ai sensi dell'articolo 1, comma 140, della legge n. 232 del 2016, sia ai sensi del successivo comma 141, delle disponibilità del Fondo per lo sviluppo e la coesione relativi al periodo di programmazione 2014-2020 da assegnare con delibera del Comitato interministeriale per la programmazione economica.
Alla luce di tali elementi ed in considerazione della rilevanza strategica del finanziamento del suddetto piano, è stata già avviata presso i competenti uffici della Presidenza del Consiglio dei ministri l'istruttoria relativa all'assegnazione delle risorse di cui all'articolo 1, comma 141, della legge di bilancio 2017.
Tale istruttoria è in corso di perfezionamento, ragione per la quale si confida di poter sottoporre tale proposta al CIPE in occasione della prossima seduta.
PRESIDENTE. Il deputato Occhiuto ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interpellanza.
ROBERTO OCCHIUTO. Presidente, una volta tanto, dai banchi dell'opposizione abbiamo la possibilità di dichiararci soddisfatti della risposta del Governo. Lo facciamo perché chiarisce in maniera ineludibile che tutti i progetti inseriti nella graduatoria, tutti i 96 progetti che rimangono da finanziare saranno finanziati. Pag. 5Conferma che è necessaria una delibera CIPE anche il DPCM della Presidenza del Consiglio, però noi ribadiamo che sarebbe assai urgente che questi provvedimenti fossero adottati in tempi assai brevi. Siamo confortati dal fatto che già se ne discuterà nella prossima riunione del CIPE, così come il Governo ci dice oggi. È evidente che svolgeremo il nostro ruolo di parlamentari anche attraverso ulteriori atti di sindacato ispettivo al fine di verificare che gli impegni assunti oggi dal Governo siano effettivamente realizzati nei tempi che oggi il Governo ci ha rappresentato. Per intanto, ribadisco la mia soddisfazione per la risposta del sottosegretario,
(Elementi ed iniziative di competenza in merito alla gestione dell'appalto per la realizzazione di un tratto del collegamento ferroviario Arcisate-Stabio – n. 3-02595)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture ed i trasporti, Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Franco Bordo e D'Attorre n. 3-02595 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Il nuovo collegamento Arcisate-Stabio si estende in territorio italiano nei centri abitati dei comuni di Induno Olona ed Arcisate e, oltre il confine dello Stato in territorio svizzero, si collega con il tratto Stabio Mendrisio, ultimato a giugno del 2014 da parte delle Ferrovie federali svizzere. La messa in esercizio commerciale della linea in territorio svizzero è iniziata in forma limitata tra Como-Chiasso e Mendrisio Stabio, nelle ore di punta con cadenza oraria fra Como e Mendrisio e semioraria tra Mendrisio e Stabio. La porzione dell'intervento Mendrisio-Varese in territorio italiano prevede circa 5 chilometri di raddoppio del tratto di linea esistente tra Induno Olona al bivio per Porto Ceresio, circa 3,3 chilometri della nuova linea a doppio binario Bevera-confine di Stato, la trasformazione in fermata delle stazioni di Induno Olona e Arcisate, nonché la nuova fermata di Gaggiolo.
Come evidenziato dall'onorevole interrogante, la realizzazione delle opere avviata nel 2010 è stata condizionata da problematiche in merito alla gestione delle terre di scavo e dal contenzioso con l'appaltatore, risoltosi con l'accordo del 19 febbraio 2014. In base a tale accordo è stato sottoposto all'approvazione del CIPE un progetto esecutivo di variante che individua i siti di stoccaggio definitivi dello smarino. In data 8 gennaio 2015, rete Ferroviaria Italiana e l'impresa appaltatrice ATI – Salini-Carena, poi Ics Grandi Lavori Spa, oggi SALC Spa, hanno firmato l'atto di risoluzione contrattuale per mutuo consenso. L'avanzamento dell'appalto rescisso si è attestato a circa il 47 per cento del totale lavori. Successivamente con una nuova gara sono stati riaffidati i lavori per ultimare la realizzazione della nuova linea. Il CIPE, nella seduta del 6 agosto 2015, delibera n. 61, pubblicata in Gazzetta Ufficiale n. 2 del 4 gennaio 2016, ha reiterato il vincolo preordinato all'esproprio sulle aree interessate dal progetto definitivo del nuovo collegamento ferroviario Arcisate-Stabio ed approvato ex novo, anche ai fini della dichiarazione di pubblica utilità, il progetto definitivo di detto collegamento ferroviario del costo aggiornato di euro 261 milioni, comprensivo del progetto di sistemazione ambientale e della messa a dimora definitiva delle rocce e terre da scavo.
Per l'intera nuova tratta è prevista l'eliminazione di tutti i passaggi a livello esistenti, mediante la realizzazione di opere stradali sostitutive. I lavori proseguono a pieno ritmo, soprattutto dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della citata delibera n. 61 che ha autorizzato l'utilizzo delle terre in esubero dagli scavi per un rimodellamento morfologico di due ex cave poste in prossimità del cantiere. La ultimazione dei lavori relativi alle opere civili e all'armamento a trazione elettrica è programmata per l'estate del 2017, mentre Pag. 6l'attivazione commerciale della linea è prevista per dicembre dello stesso anno.
Infine, per quanto attiene i pagamenti, Rete Ferroviaria Italiana ha precisato che, nell'ambito dei lavori di realizzazione di tale collegamento ferroviario, una serie di lavorazioni, ed in particolare quelle connesse alla movimentazione delle terre da scavo, erano state affidate in subappalto alla impresa Cogefer Srl. Rete Ferroviaria Italiana riferisce che il rapporto tra stazione appaltante, appaltatore e subappaltatore è stato gestito nel pieno rispetto della vigente normativa in materia di appalti pubblici, come tra l'altro ha avuto modo anche di rappresentare all'ANAC nell'ambito di un procedimento istruttorio su tematiche attinenti il medesimo appalto avviato nell'anno 2015. Peraltro, il contratto di subappalto fa nascere un rapporto obbligatorio che intercorre tra l'appaltatore e il subappaltatore rispetto al quale il committente, non acquistando né diritti né obblighi nei confronti del subappaltatore, è del tutto estraneo.
In ordine ai pagamenti, Rete Ferroviaria Italiana informa di aver assolto agli obblighi previsti dalla vigente normativa. Ognuno di essi è stato subordinato all'acquisizione delle fatture quietanzate di tutti i subappaltatori coinvolti nelle lavorazioni precedentemente eseguite. Nel caso di specie, Rete Ferroviaria Italiana precisa di aver disposto i pagamenti a favore della mandataria per le attività eseguite dal subappaltatore Cogefer Srl solo a valle della quietanza di pagamento di Cogefer stessa di tutte le fatture precedentemente emesse.
PRESIDENTE. Il deputato Franco Bordo ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, sono parzialmente soddisfatto. La soddisfazione è data dalla ricostruzione puntuale che lei ha reso sulla vicenda della realizzazione dell'opera e anche per quanto riguarda il contenzioso che è ancora in essere fra Cogefer e l'ex, perché ormai appunto è stato risolto il contratto, concessionario, che era appunto la Salini e poi ICS.
L'insoddisfazione la dichiaro in merito – e vorrei anche che ci fosse, da parte del suo Ministero e da parte dell'azienda RFI, un'ulteriore approfondimento – alla vicenda, nel momento in cui si è arrivati ad una risoluzione con un accordo consensuale che ha previsto una trattativa. Ebbene, in quella sede non si sono previste tutte le vicende sospese da parte del concessionario – e non è detto che si dovesse trovare magari anche un obbligo o, comunque, un riconoscimento totale delle spese sostenute da Cogefer – ma che magari anche, trattandosi appunto di un accordo di risoluzione, potevano esserci anche in quell'accordo. Io penso che la stazione appaltante avesse l'opportunità e il diritto di chiamare o, comunque, che al tavolo della trattativa vi fossero rappresentati anche i subappaltatori e i subconcessionari, che erano ancora e sono in attesa, appunto, di vedere riconosciute tutte le opere. La vicenda, come sappiamo e come lei può immaginare, troverà una soluzione in tribunale, perché è andata dinanzi a un giudice.
A noi dispiace, appunto, che un'azienda pubblica importante, come RFI, non abbia potuto dare un suo contributo – ripeto: poteva farlo – nel momento in cui chiudeva quel contratto, che è già un'azione, diciamo, un po’ prevista dalla legge, chiaramente, però un po’ anomala. Ma in quella condizione avrebbe potuto – ripeto – trovare una soluzione anche per chi, comunque, ha prestato delle opere, ha prestato lavoro, e ovviamente oltre agli imprenditori anche i lavoratori che, appunto, ovviamente sono andati in difficoltà con la loro azienda.
Io non so se ad oggi può essere recuperato questo terreno. Mi auguro che per eventuali prossime occasioni, da scongiurare ma che, però, possono sempre verificarsi nell'ambito dell'esecuzione di opere pubbliche, vi sia una maggiore attenzione da parte delle società controllate dallo Stato come questa, appunto RFI, su questa materia.
(Chiarimenti sullo stato di attuazione dell'accordo per la valorizzazione delle case cantoniere nel sud Italia – n. 3-02717)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per le infrastrutture e i trasporti, Umberto Del Basso De Caro, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Culotta n. 3-02717 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. In merito a quanto richiesto con l'interrogazione dell'onorevole Culotta la società ANAS ha riferito che, con il protocollo del 16 dicembre 2015, in collaborazione con il Ministero delle infrastrutture e i trasporti, il Ministero dei beni ambientali e culturali e del turismo e l'Agenzia del demanio, ha dato avvio al progetto di valorizzazione e riutilizzo delle case cantoniere per creare nuove opportunità imprenditoriali nell'ambito turistico-ricettivo, con l'obiettivo di innescare un processo virtuoso di sviluppo territoriale ed occupazionale anche attraverso il potenziamento dei servizi per la clientela stradale. Il protocollo ha definito, tra l'altro, le linee guida del progetto di valorizzazione delle case cantoniere, oltre a costituire un tavolo tecnico-operativo formato dai rappresentanti degli enti istituzionali coinvolti che, entro il termine prefissato del 30 giugno 2016, ha espletato le seguenti attività: predisposto un apposito piano di lavoro, definendo il cronoprogramma delle attività da avviare per la strutturazione dei progetti innovativi di recupero; individuato gli immobili da destinare alle rifunzionalizzazioni, attraverso la strutturazione di specifici progetti pilota; definito ed avviato le procedure necessarie per rendere operativi tali progetti pilota; definito, infine, il modello di rete e di servizi diffusi sul territorio. Inoltre, sono stati conclusi protocolli d'intesa tra l'ANAS ed i sindaci dei comuni interessati dal progetto pilota per promuovere le iniziative preliminari al rilascio delle autorizzazioni amministrative e l'impegno all'eventuale cambio di destinazione d'uso per l'espletamento delle nuove attività di gestione delle case cantoniere.
Il 15 luglio 2016 è stato quindi pubblicato in Gazzetta Ufficiale il bando di gara per l'affidamento in concessione a terzi di 28 case cantoniere oggetto del progetto pilota, il cui termine è scaduto il 15 novembre 2016. ANAS sta procedendo ad espletare la verifica della documentazione amministrativa, per la quale è stato necessario attivare il soccorso istruttorio al fine di ricevere l'integrazione della documentazione amministrativa richiesta nel bando. Al termine di questa fase si procederà con l'apertura e l'analisi delle offerte tecniche e, solo successivamente, delle offerte economiche.
Il modello proposto da ANAS prevede che la fase di ristrutturazione dell'immobile ed i relativi costi saranno a carico della stessa ANAS, mentre il soggetto aggiudicatario della concessione, che sarà di durata decennale, avrà il compito di sviluppare le attività business proposte nel progetto vincitore del bando, garantendo i servizi base definiti quali: il pernottamento, il bar e il ristoro, il free wi-fi, le postazioni di ricarica per i veicoli elettrici e l’infopoint. Le nuove attività imprenditoriali saranno lo strumento per far conoscere ed apprezzare gli aspetti naturalistici, storici, culturali ed enogastronomici del territorio in cui si trova la casa cantoniera.
ANAS dispone, su tutto il territorio nazionale, di 1.244 case cantoniere.
Di queste, attualmente, 594 sono utilizzate dalla medesima società per finalità istituzionali; le restanti 650 possono essere destinate a progetti di riqualificazione.
Secondo un primo studio, in considerazione della posizione e delle caratteristiche dell'immobile, 150 case cantoniere possono essere destinate a progetti turistico-culturali. Tra queste ultime, quindi, è stato individuato il primo gruppo di 28 case cantoniere su cui far partire il citato progetto pilota, dando priorità a quegli immobili posizionati in prossimità dei circuiti culturali turistici e della cosiddetta mobilità dolce (cammini, ciclovie), tra i quali l'alta Lombardia, le vie del nord, la Pag. 8Valle d'Ampezzo, la Via Francigena ed il tracciato dell'Appia Antica. Qualora il modello di valorizzazione proposto da ANAS per le 28 case cantoniere dovesse avere successo e riscuotere il consenso degli operatori economici, sarà interesse della stessa società, attraverso la definizione di una seconda fase di progetto, estendere l'iniziativa alle altre realtà territoriali con particolare riguardo alla Sicilia e alla Sardegna, dove ANAS possiede rispettivamente 149 e 189 case cantoniere.
Più in generale, il Ministero dei beni e delle attività culturali interessato al riguardo informa che con la sottoscrizione del citato accordo del 16 dicembre si è voluto da un lato sottolineare il fatto che le case cantoniere distribuite lungo tutto il territorio nazionale costituiscono una memoria storica nazionale, ma anche che esse rappresentano un formidabile brand per promuovere in tutto il mondo quel turismo sostenibile necessario allo sviluppo sociale, economico e culturale dei tanti territori ricchi di arte, di tradizioni enogastronomiche e di bellezze paesaggistiche che l'Italia possiede. L'iniziativa si colloca nell'ambito di quanto disposto dal decreto-legge 31 maggio 2014, n. 83; in particolare, il comma 3 dell'articolo 11 prevede, al fine di favorire la realizzazione di ulteriori percorsi pedonali, ciclabili, equestri, mototuristici, fluviali e ferroviari, che l'Agenzia del demanio avvii iniziative di valorizzazione attraverso le quali affidare in concessione d'uso gratuito non superiore a nove anni, a imprese, cooperative e associazioni, costituite in prevalenza da giovani, immobili pubblici minori quali le case cantoniere, i caselli, le stazioni ferroviarie o marittime, le fortificazioni, i fari, ed altri immobili in disuso.
Inoltre, il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, informa che il recente Piano strategico del turismo ha rimesso il turismo al centro del modello di sviluppo quale fattore in grado di contribuire alla gestione durevole e sostenibile delle risorse culturali e naturali, e di produrre benessere economico e sociale dei territori. Tale Piano è stato elaborato sulla base di un'approfondita analisi dello scenario esistente e a questo scenario viene riconosciuto un ampio potenziale di crescita del prodotto e dell'occupazione nel turismo e nelle filiere produttive ad esso collegate. Contribuendo alla conoscenza e alla valorizzazione del suo patrimonio, il turismo contribuisce anche alla generale capacità di attrazione del nostro Paese non solo di visitatori, ma di imprese, di competenze, di investimenti. Lo sviluppo del turismo è così in grado di produrre benessere economico e sociale anche in territori secondari, di generare coesione sociale, di contribuire alla identità culturale di città e di territori in modo durevole nel tempo. Per il perseguimento di tale visione, il Piano riconosce che le politiche dirette a questi scopi hanno una natura profondamente trasversale ed intersettoriale. L'attrazione turistica infatti è la risultante di fattori molteplici come la disponibilità delle infrastrutture e dei servizi, l'accessibilità dei luoghi e la qualità territoriale in senso ampio, la regolazione delle imprese e della concorrenza, le condizioni di lavoro. Integrare le politiche è una esigenza che comporta la cooperazione permanente ed organizzata delle istituzioni e delle agenzie che ai diversi livelli ne sono titolari. Si tratta quindi di sostenere la qualità ed il dinamismo della intera filiera delle attività e dei servizi che al turismo sono inscindibilmente collegati. Per tale ragione, la costruzione del Piano avviene esclusivamente attraverso il contributo e la condivisione di strategie e di linee di intervento da parte di tutti gli attori a vario titolo coinvolti nella elaborazione e attuazione delle sopracitate politiche e l'accordo richiamato nell'atto parlamentare in discussione ben si colloca in questa logica.
PRESIDENTE. La deputata Culotta ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
MAGDA CULOTTA. Grazie Presidente. Grazie sottosegretario, sicuramente posso ritenermi soddisfatta della risposta che mi è stata fornita. Una risposta che è abbastanza puntuale, minuziosa, che guarda Pag. 9sicuramente a quelle che sono state le domande poste nella stessa interrogazione, che ovviamente fa una panoramica più ampia di quelli che sono gli obiettivi che attraverso questo protocollo, firmato appunto il 16 dicembre, si vogliono raggiungere. È bene che non ci siano state delle battute d'arresto rispetto al cronoprogramma che i vari attori hanno stabilito. Questo ci fa parecchio piacere e ci auguriamo che tutto l'iter legato adesso alla gara possa essere espletato in tempi rapidi, in modo da dare a chi avrà fornito il miglior progetto queste case cantoniere, per far sì che possano diventare luoghi di occupazione, oltre che di interesse storico, culturale nel nostro Paese e che da lì a poco si possa replicare questa esperienza e questa iniziativa in regioni come la Sicilia, la Sardegna e in tutto il resto del Mezzogiorno del nostro Paese che sicuramente, in diverse sue aree, ha una spiccata connotazione di carattere culturale e turistico.
Noi questo ce lo auguriamo anche perché questa iniziativa è stata salutata positivamente anche da diversi giovani che hanno deciso di rimanere sui nostri territori e di fare in quei territori una loro possibilità di vita. Peraltro, quest'iniziativa ben si colloca anche in quella che è la strategia nazionale per le aree interne portata avanti da questo Governo volta a far uscire dal gap che si registra in queste aree più depresse del Paese dove, comunque, al suo interno, sono collocati diversi attrattori culturali. Penso per esempio all'area delle Madonie dove si ha un fortissimo attrattore culturale nella zona di Isnello con il polo astronomico delle Madonie, il più importante in Europa.
Vado a chiudere dicendo che ce lo auguriamo anche perché nei nostri territori sicuramente abbiamo le percentuali di disoccupazione ancora più elevate rispetto al resto del Paese e questa può essere un'iniziativa che ben va ad integrarsi con quelle che il sottosegretario nella sua risposta ha elencato, ma anche con quello che è un disegno di legge che proprio oggi va in discussione in quest'Aula, che è l'utilizzo delle ferrovie in disuso ad uso turistico, che ovviamente accompagna tutto un percorso di crescita culturale del nostro Paese.
(Chiarimenti sulla sussistenza dei presupposti per la rimozione dei vertici dell'Automobile Club d'Italia e la nomina di un commissario straordinario – n. 3-02721)
PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo, Dorina Bianchi, ha facoltà di rispondere all'interrogazione De Lorenzis ed altri n. 3-02721 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
DORINA BIANCHI, Sottosegretaria di Stato per i Beni e le attività culturali e il turismo. Grazie Presidente. Vorrei preliminarmente fornire un quadro preciso circa la natura peculiare che l'ente ACI riveste in rapporto agli ambiti della proprie attività. L'ACI è impegnato in due principali ambiti di intervento che configurano due ruoli distinti, ma interconnessi dell'ente: il ruolo istituzionale e quello di servizio pubblico. Rientra nel primo ambito l'impegno dell'ente volto a generare e a diffondere la cultura della mobilità in sicurezza non solo nel campo strettamente automobilistico, ma anche attraverso la tutela delle persone in movimento e la rappresentazione ai vari livelli istituzionali delle loro esigenze, la realizzazione di studi e ricerche applicate alla mobilità sostenibile, gli interventi di assistenza, formazione e informazione del settore della sicurezza e dell'educazione stradale rivolti alle collettività e alle pubbliche amministrazioni in materia di pianificazione della mobilità e del traffico urbano. Il ruolo istituzionale dell'ente viene declinato in primo luogo attraverso l'attività associativa che l'ACI è impegnata a offrire ai propri soci, fornendo loro l'opportunità di muoversi in sicurezza sia in Italia che all'estero, anche grazie agli accordi e alle collaborazioni da sempre in essere con gli altri club europei.
Rimanendo in questo ambito, l'ente promuove lo sviluppo del turismo automobilistico Pag. 10interno e internazionale, collaborando con le rappresentanze del mondo turistico in Italia e all'estero per favorire nuove forme di promozione turistica sostenibile e l'assistenza ai viaggiatori. In questo contesto è da menzionare la collaborazione con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale nell'ambito delle iniziative «Viaggiare sicuri» e «Dove siamo nel mondo». Il ruolo istituzionale dell'ente viene infine a configurarsi nella veste che l'ACI ricopre di Federazione sportiva automobilistica italiana. Per quel che concerne il ruolo di servizio pubblico ricoperto dall'ente, in coerenza con la sua natura di pubblica amministrazione, l'ACI gestisce in regime di delega una serie di rilevanti servizi pubblici rivolti agli automobilisti, la cui gestione è assicurata ad oggi dallo stesso ente esponenziale e rappresentativo dei loro interessi.
In questo contesto vanno evidenziati: la gestione del Pubblico Registro Automobilistico, la riscossione e il controllo dell'imposta provinciale di trascrizione, la gestione delle tasse automobilistiche regionali per conto di regioni e province autonome sulla base di apposite convenzioni. L'Automobile Club d'Italia, mantenendo la sua natura di ente pubblico a differenza delle altre federazioni sportive, in conformità alla disciplina di cui all'articolo 2, comma 5, del decreto legislativo n. 15 del 2004, è la Federazione sportiva automobilistica italiana riconosciuta dal CONI che, su delega della FIA, rappresenta il potere sportivo automobilistico in Italia.
All'ACI spetta il compito di promuovere e disciplinare l'attività sportiva automobilistica nel rispetto delle norme internazionali, in conformità alla normativa di settore nel quadro della massima partecipazione della componente sportiva alla vita dell'ente. Quale componente del CONI, cui è federato, l'ente cura in particolare la formulazione dei regolamenti e delle normative tecnico-sportive, il controllo delle manifestazioni e il rilascio delle licenze sportive. Il ruolo dell'ACI come federazione sportiva nazionale nel contesto internazionale appare già chiaramente consolidato dalle recenti modifiche statutarie e del regolamento di organizzazione e funzionamento delle attività sportive dell'ACI.
Dette modifiche, peraltro già approvate dall'autorità vigilante, hanno introdotto un nuovo assetto organizzativo e gestionale dell'ente nel suo ruolo di federazione sportiva nazionale la cui attività viene svolta secondo la disciplina prevista dal proprio ordinamento, come previsto dalla normativa succitata. In tale contesto, le modifiche adottate hanno portato alla soppressione della commissione sportiva automobilistica italiana, CSAI, già commissione statutaria ed organo dell'ente preposto alla gestione dell'attività sportiva, e alla sua sostituzione con due nuovi organi, il consiglio sportivo nazionale e la giunta sportiva, la cui composizione recepisce le istanze di partecipazione della componente sportiva alla vita dell'ente. Con riferimento alla vicenda giudiziaria che ha investito l'ingegnere Angelo Sticchi Damiani, presidente in carica dell'ACI, egli è stato condannato a risarcire il danno erariale cagionato all'ACI in conseguenza di una transazione pattuita con una società appaltatrice affidataria, a seguito dell'indizione di un appalto-concorso dei servizi promozionali per i campionati automobilistici italiani del triennio 1998-2000. Il danno è stato quantificato, come correttamente rilevato nell'atto parlamentare, in euro 21.986,30 per quota parte su un totale di euro 153.904,14. Quanto agli effetti della sentenza n. 386 del 2014, pronunciata dalla seconda sezione giurisdizionale centrale d'appello della Corte dei conti, che ha dichiarato inammissibile il ricorso proposto dai signori Angelo Sticchi Damiani, Brunello Olivero, Ludovico Grandi, Franco Lucchesi e Rosario Alessi, per la revocazione della precitata sentenza n. 315 del 24 maggio del 2012, ed estinta l'azione di responsabilità esercitata dalla procura regionale per il Lazio nei confronti del signor Pasquale De Vita, nel frattempo deceduto, la competente Direzione turismo del Ministero è stata informata circa l'avvenuto adempimento delle obbligazioni pecuniarie a titolo di danno Pag. 11erariale da parte dei ricorrenti. Detta sentenza è intervenuta poco dopo la nomina, per un quadriennio, dello stesso Sticchi Damiani a presidente dell'ACI, con decreto del Presidente della Repubblica del 13 marzo 2012, a seguito della delibera adottata dall'assemblea dell'ACI in data 1o dicembre 2011. È da evidenziare che la relativa procedura di nomina consta di successive fasi che vedono il coinvolgimento, oltre che del Ministro vigilante e dello stesso Presidente del Consiglio in veste di organi proponenti, anche del Consiglio dei ministri con due successive delibere collegiali, inframmezzate dai pareri espressi dalle competenti Commissioni parlamentari, a garanzia della ponderazione con cui si assume il provvedimento finale nel caso di specie. In tal senso e a titolo di aggiornamento, comunico che, essendo venuto a scadenza il mandato dell'ingegner Sticchi Damiani ed essendosi svolte le elezioni da parte dell'assemblea dei soci dell'ACI, è in corso la specifica verifica di legittimità della procedura elettiva, cui seguirà l'iter di nomina del nuovo presidente dell'ACI.
PRESIDENTE. Il deputato De Lorenzis ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Ringrazio il sottosegretario per l'ampissima spiegazione che ha fatto riguardo alle funzioni dell'Automobile Club d'Italia, però la nostra interrogazione era molto più puntuale e molto più precisa, e devo dire che questa risposta, tra l'altro, arriva praticamente con due anni di ritardo, visto che è stata depositata il 22 gennaio 2014, e quindi abbiamo dovuto attendere due anni per avere questa risposta. In questa risposta il sottosegretario ammette candidamente che, a fronte di una condanna per danno erariale, quindi della Corte dei conti, nei confronti dell'ingegner Sticchi Damiani e di altre cinque persone, tra cui anche il vicepresidente, come ricordato, defunto, Pasquale De Vita, a fronte di questo danno erariale, ammette che la nomina dell'ingegner Sticchi Damiani è stata, in realtà, voluta dall'intero Consiglio dei ministri.
Quindi, ha, di fatto, confermato che la responsabilità della nomina non è soltanto del Ministro onorevole Franceschini, ma di tutto il Consiglio dei ministri di questo Governo, che poi, in realtà, è uguale a quello precedente. Voglio chiarire in questa sede anche un piccolo aspetto, che però mi sembra rilevante, e cioè che qui nessuno sta facendo battaglie contra personam. Si tratta soltanto, da una parte, di cercare di tutelare quelli che sono gli interessi pubblici, e quindi, a fronte di un danno erariale, a fronte della mancanza di requisiti, anche oggettivi, di eleggibilità, si pone il tema di come queste nomine vengano fatte; e poi, per altro verso, c’è un tema di credibilità delle istituzioni, di opportunità, di evitare, anche quando la sentenza non era definitiva, perché c'era il ricorso in appello, di porre le istituzioni, in qualche modo, alla mercé di speculazioni, quindi anche per opportunità politica evitare di mantenere negli stessi ruoli apicali, nelle stesse funzioni di vertice, persone che potrebbero, come poi è successo in questo caso, incorrere in condanne definitive di danno erariale, che è forse peggiore di un reato di natura penale, perché un reato che comporta un danno erariale comporta, in qualche modo, una responsabilità morale molto più forte.
Infatti, vuole dire, di fatto, che si è operato male rivestendo un ruolo pubblico di tutela degli interessi pubblici. Quindi, da questo punto di vista, forse avremmo auspicato una maggiore ponderazione. La cosa che mi sconvolge nella risposta del sottosegretario, per cui ancora non posso dirmi soddisfatto, ovviamente, è il fatto che, dato che avete impiegato due anni per rispondere, e quindi il mandato dell'ingegner Sticchi Damiani come vertice dell'ACI è praticamente in procinto di terminare, non vale la pena, in qualche modo, intervenire anticipando la sua decadenza dal vertice di presidenza dell'ACI. Questo mi sembra un ragionamento un po’ assurdo: come dire, insomma, che, se una casa sta Pag. 12bruciando, le possiamo ancora dar fuoco, perché tanto, ormai, è quasi bruciata del tutto.
Mi sembra veramente un ragionamento non degno di un Paese civile, non degno di un Governo che dovrebbe dirsi pronto a tutelare non soltanto l'interesse pubblico, ma prima di tutto la legalità.
(Chiarimenti relativi all'adesione dell'Italia alla Banca asiatica d'investimento per le infrastrutture (Aiib) – n. 3-02719)
PRESIDENTE. La sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Gitti n. 3-02719 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Oltre all'interpellanza dell'onorevole Gitti avevamo anche un'interpellanza simile dell'onorevole Sorial: esse pongono quesiti in ordine all'ingresso dell'Italia come membro fondatore dell'Asian Infrastructure Investment Bank (AIIB). L'AIIB ha lo scopo di promuovere gli investimenti pubblici e privati per lo sviluppo infrastrutturale in Asia, con priorità per quelli con maggiore impatto sulla crescita economica della regione e un'attenzione speciale per i Paesi meno sviluppati. La partecipazione dell'Italia all'AIIB risponde all'esigenza di contribuire al finanziamento del fabbisogno di infrastrutture in Asia, stimato in 800 miliardi di dollari l'anno, fino al 2020, che le banche multilaterali di sviluppo esistenti coprono oggi per poco più del 5 per cento. Si tratta di un importante vincolo allo sviluppo di un'area comunque tra le più dinamiche del mondo, la cui riduzione potrà liberare ancora di più il potenziale di crescita dell'Asia, con notevoli riflessi sulla diminuzione della povertà nella regione e significativi benefici per l'economia globale. L'Italia ha sempre riconosciuto l'elevato valore della cooperazione economica e allo sviluppo multilaterale, e si impegnerà a promuovere la collaborazione della nuova banca con tutte le banche multilaterali di sviluppo partecipate dal nostro Paese.
Il processo di adesione dell'Italia all'AIIB si è concluso nel luglio 2016. L'Italia partecipa al capitale della banca con una quota del 2,57 per cento, ed è parte della constituency denominata «euro area», che ricomprende i dieci Paesi dell'area dell'euro che hanno aderito in qualità di soci fondatori. Nel corso del negoziato istitutivo, conclusosi con l'ottava tornata di consultazioni nel mese di novembre 2015, i Paesi membri fondatori hanno concordato ed approvato i documenti che regolamentano il governo del nuovo intermediario multilaterale.
Per quanto riguarda i quesiti posti dall'onorevole interrogante relativi alla necessità di trasparenza sulla governance e sulla operatività della banca, si evidenzia che lo statuto, all'articolo 9, prevede che, nell'utilizzo delle risorse, la banca debba operare secondo i principi di sana gestione bancaria. La normativa di base ricomprende disposizioni relative in tema di salvaguardie ambientali e sociali, trasparenti regole di procurement e norme relative alla regolamentazione del rapporto di impiego, che sono ispirate alle best practice internazionali. Gli standard applicati e le procedure seguite per la valutazione del rispetto dei diritti dei lavoratori e dell'ambiente ricalcano le migliori prassi internazionali, e sono codificati in documenti di policy approvati nel corso del 2016, o in via di prossima approvazione da parte del consiglio dei direttori. Tutti i documenti approvati relativi alla governance e alle sue procedure operative sono pubblicati on line sul sito web della banca. Il consiglio dei direttori, come in tutte le altre banche di sviluppo multilaterali, è l'organo deputato alla valutazione e all'approvazione dei prestiti per il finanziamento di progetti.
L'AIIB è operativa dal 16 gennaio 2016, e ha quindi concluso il suo primo esercizio. Durante il primo anno di operatività la banca ha non solo definito e rafforzato l'assetto organizzativo e gestionale, ma a partire dall'estate ha anche iniziato a Pag. 13finanziare alcuni importanti progetti infrastrutturali nella sua area di operatività istituzionale, l'Asia appunto. L'AIIB si è concentrata prioritariamente su progetti in cofinanziamento con le principali banche multilaterali già attive nell'area: Banca mondiale, Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, Banca asiatica di sviluppo. Gli obiettivi fissati dal primo business plan sono stati raggiunti: le approvazioni del primo anno hanno superato il miliardo di dollari, il personale è cresciuto da 30 a 89 unità, le principali policy operative e la normativa interna sono state definite. Sotto il profilo della struttura operativa sono state definite le aree, i relativi responsabili e le procedure.
AIIB ha anche delimitato i settori economici ove intende concentrarsi nella prima fase dell'operatività: acqua, trasporti, connettività ed energia, con particolare attenzione allo sviluppo delle aree urbane dei principali Paesi asiatici, ove nel medio termine si attende un incremento della popolazione residente. La dotazione finanziaria della banca continua a crescere come previsto, in relazione al progresso nel versamento del capitale sottoscritto da parte dei soci.
L'AIIB ha ricevuto sinora un significativo supporto dalla comunità delle banche multilaterali, sia come assistenza tecnica per favorire lo sviluppo dell'operatività, sia in termini finanziari sotto forma di disponibilità allo sviluppo di operazioni congiunte. Nel corso del 2016 l'AIIB ha firmato un accordo quadro per l'attività di cofinanziamento con la Banca mondiale e specifici memorandum con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, la Banca asiatica di sviluppo e anche la Banca europea per gli investimenti.
Con riferimento alle risorse nazionali che verranno impegnate come quota di partecipazione al capitale, alla destinazione geografica e alla tipologia degli investimenti in programma, e agli standard che verranno imposti per la loro erogazione, si evidenzia che la partecipazione italiana è appunto del 2,57 per cento, e che il capitale deliberato della banca è di 100 miliardi di dollari statunitensi; il 20 per cento del capitale deve essere versato, mentre l'80 per cento è a chiamata. La quota da corrispondere è erogabile in cinque rate; la banca promuove lo sviluppo economico sostenibile dell'Asia attraverso gli investimenti in infrastrutture, prevalentemente, come già sottolineato, nel settore dell'energia e dei trasporti, delle telecomunicazioni, delle infrastrutture rurali, dello sviluppo e della logistica urbana. Le iniziative assumono la forma di prestiti, partecipazione al capitale e garanzie. Sono finanziabili interventi in tutti i Paesi membri, ed eccezionalmente anche in Paesi non membri ove tali interventi siano riconosciuti essere nell'interesse dei primi. Gli standard imposti per l'erogazione riflettono ampiamente le best practice internazionali, e sono nel complesso analoghi a quelli in uso nelle altre banche multilaterali.
Con riferimento a se la partecipazione dell'Italia e degli altri Paesi europei dell'AIIB possa essere considerata, nell'ambito di un progetto più articolato ed in corso di definizione, una politica volta ad un riequilibrio del sistema economico internazionale che tenga conto del peso economico dei Paesi nella distribuzione delle influenze negli organismi finanziari multilaterali, si evidenzia che, con l'acquisizione della partecipazione, l'Italia intende contribuire, assumendo un adeguato livello di potere di voto nella neocostituita Banca asiatica per gli investimenti e le infrastrutture, al rafforzamento della struttura di governo dell'istituzione e all'attiva definizione delle sue strategie e priorità.
L'AIIB opera con l'obiettivo di favorire lo sviluppo economico-finanziario globale della regione asiatica, facilitando l'efficiente allocazione delle risorse e concentrando la sua azione sugli investimenti. L'intervento si colloca nell'ambito delle attività finanziarie internazionali condotte attraverso l'utilizzo di banche multilaterali di sviluppo. L'AIIB lavora in stretto contatto con l'Asian Development Bank, con la Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo e la Banca europea per gli investimenti. A fine settembre sono scaduti i Pag. 14termini per i Paesi che intendevano manifestare interesse ad associarsi: un buon numero di questi, circa trenta, che non avevano aderito al capitale della banca nella fase iniziale, hanno ora ripensato il proprio orientamento. Le condizioni di ingresso per i nuovi soci sono diverse e meno vantaggiose rispetto a quelle per i soci che hanno aderito, come l'Italia, in sede di fondazione dell'AIIB; le richieste presentate dovranno essere approvate dal consiglio dei governatori.
PRESIDENTE. Il deputato Gitti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatto per la risposta alla sua interrogazione.
GREGORIO GITTI. Presidente, prendo atto che con questa risposta, con questa comunicazione il Governo ha iniziato a fare un po’ di luce su questo investimento, che ha una rilevanza strategica e geopolitica molto importante: questa iniziativa ha messo in pressione i tre organismi di Bretton Woods, cioè Banca mondiale, Fondo monetario e l'Asian Development Bank, che è controllata dal Giappone. Sentir dire dal sottosegretario De Micheli che l'Asian Infrastructure Investment Bank sta collaborando con la Banca per lo sviluppo asiatico, vorrebbe dire che Giappone e Cina stanno collaborando su un piano politico: non so se questa affermazione può essere profondamente vera, però è un buon segno.
Faccio due conti però, perché alcune cose non sono state esplicitate e mi piacerebbe che nel dibattito politico emergessero in successione. I conti sono presto fatti: sento dire che ci sono 800 miliardi da investire nel 2020. L'Italia, fra equity e commitment, si è impegnata per il 2,57 per cento, che, secondo un calcolo rapido, sugli 800 miliardi significa poco più di 20 miliardi. Sempre il sottosegretario ha detto che il 20 per cento sono equity, e quindi siamo a 4 miliardi, gli altri sono a chiamata, appunto – come dicono gli anglosassoni – su commitment, quindi siamo a 16 miliardi. Vuol dire che l'Italia, come socio fondatore insieme alla Germania e alla Gran Bretagna e alla Francia, ha un ruolo importante, perché in assoluto ha il 4 per cento del capitale che, se lo depuriamo dai 50 miliardi messi sul tavolo immediatamente dalla Cina, vuol dire che tra i soci non cinesi l'Italia conta per l'8 per cento. Questo vuol dire che l'Italia avrebbe dovuto, e spero abbia, chiesto un posto nel board e abbia chiesto delle maggioranze qualificate per le decisioni sugli investimenti, cosa che oggi non ho sentito dire dal Governo. Maggioranze qualificate servono a indirizzare al meglio gli investimenti, maggioranze qualificate danno un ruolo strategico al nostro Paese e spero che i negoziatori di questo accordo lo abbiano fatto. Non so chi siano stati – mi piacerebbe successivamente saperlo –, in che modo il MEF sia intervenuto, in che modo si sia coordinato con la nostra struttura diplomatica e se ci siano stati altri ruoli tecnici che sono stati assunti.
Mi pare che l'informazione, dunque, sia parzialmente soddisfacente, abbiamo avuto – come dire – testimonianza di un ruolo attivo del nostro Paese in un mercato ampio della infrastrutturazione del continente asiatico. Me ne compiaccio. Spero che anche l'attuazione e soprattutto le persone che saranno inserite nell'ambito di questa struttura siano sempre adeguate all'altezza di salvaguardare non solo l'interesse comune dell'iniziativa bancaria, finanziaria, ma anche del nostro Paese. Grazie.
(Iniziative volte ad escludere il sistema delle camere di commercio dall'applicazione delle disposizioni in materia di tesoreria unica – n. 3-02554)
PRESIDENTE. Passiamo all'interrogazione dei deputati Ricciatti ed altri n. 3-02554 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
La sottosegretaria di Stato per l'economia e le finanze, Paola De Micheli, ha facoltà di rispondere.
PAOLA DE MICHELI, Sottosegretaria di Stato per l'Economia e le finanze. Grazie, Presidente. Con l'interrogazione in riferimento, Pag. 15nell'evidenziare che l'inserimento delle camere di commercio nel sistema di tesoreria unica ha comportato una diminuzione degli interessi attivi sulle giacenze bancarie delle medesime, viene chiesto al nostro Ministero se non si ritenga opportuno adottare, già nell'ambito della manovra di bilancio 2017, ogni utile iniziativa finalizzata all'esclusione del sistema camerale dall'applicazione delle disposizioni in materia di tesoreria unica, consentendo così alle camere di commercio di investire al meglio le proprie disponibilità.
Al riguardo, si precisa, preliminarmente, che le camere di commercio sono enti pubblici dotati di autonomia funzionale, che, sulla base del principio di sussidiarietà di cui all'articolo 118 della Costituzione, svolgono funzioni di interesse generale per il sistema delle imprese. Le camere sono, infatti, inserite nell'Elenco delle amministrazioni pubbliche dell'Istat.
La fonte principale di finanziamento delle camere di commercio è costituita dai diritti camerali, la cui misura è determinata dal Ministero dello sviluppo economico di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, e che costituiscono parte rilevante del totale delle entrate.
A tal proposito, è fondamentale considerare che detti diritti hanno natura di entrata tributaria: sono direttamente introitati delle camere di commercio – e non dall'erario – solo per una ragione di semplificazione operativa. Il legislatore ha voluto così evitare un aggravio della procedura di riscossione. Se i tributi, infatti, fossero ordinariamente versati nelle casse dello Stato, dovrebbero poi essere riversati alle camere stesse. Le camere di commercio, quindi, hanno lo status di pubblici ufficiali, che svolgono funzioni proprie dello Stato, ai quali le imprese del territorio iscritte al relativo registro versano per legge i contributi camerali.
Ciò costituisce ragione di inclusione nel regime di tesoreria unica, oltre alla rilevanza dell'articolo 40 della legge del 30 marzo 1981, la n. 119, che, nell'individuare le caratteristiche degli enti tenuti a depositare la proprio liquidità su conti aperti presso la tesoreria statale, fa riferimento agli «enti pubblici che gestiscono fondi direttamente o indirettamente interessanti la finanza pubblica».
Sotto un profilo più generale, a sostegno della correttezza della permanenza delle camere di commercio nel sistema della tesoreria unica, si ritiene opportuno riportare in sintesi alcune considerazioni contenute nella sentenza della Corte costituzionale n. 311 del 2012.
La Corte afferma, infatti, che la disciplina della tesoreria unica «rientra tra le scelte di politica economica nazionale adottate per far fronte alla contingente emergenza finanziaria; si colloca nell'ambito dei princìpi fondamentali di coordinamento della finanza pubblica e comporta evidenti implicazioni anche in materia di tutela del risparmio e dei mercati».
Proprio per questo motivo, la possibilità per gli enti di «negoziare con istituti di credito tassi di interesse superiori a quello assicurato dallo Stato può ben essere sacrificata dinanzi alla necessità di adottare principi di coordinamento della finanza pubblica per tutti i soggetti del settore pubblico allargato, in circostanze straordinarie che riguardano sia l'ente Stato sia gli altri soggetti dell'ordinamento». Fine della citazione della sentenza della Corte.
E nella stessa ottica di razionalizzazione e contenimento della spesa pubblica, si ritiene si possa leggere la ratio della riforma di settore in atto che, com’è noto, prevede una consistente riduzione del numero delle camere di commercio, prevedendone accorpamenti territoriali, nonché, in coerenza con la politica di sostegno al mondo delle imprese attuata dal Governo per le auspicate ricadute positive sull'economia reale, un dimezzamento dal 2017 dell'importo di diritto camerale, già progressivamente ridotto fin dal 2015; un sacrificio che, come ricordato dalla Corte costituzionale, il Governo sta chiedendo al mondo camerale, così come a tutti gli enti della pubblica amministrazione, prefiggendosi ineludibili obiettivi di riduzione del debito e con essa una concreta e crescente ripresa economica. Grazie.
PRESIDENTE. La deputata Ricciatti ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
LARA RICCIATTI. Grazie, signora Presidente. No, non sono soddisfatta, perché la sottosegretaria mi ha parlato della sentenza n. 311 del 2012, che conoscevamo in materia di tesoreria unica, e solo alla fine di una risposta, che comunque è stata articolata, ha citato questa riforma delle camere di commercio.
Guardi, le auspicate ricadute positive, che lei cita nella sua risposta, forse non sono aggiornate, perché la informo che la regione Toscana, la regione Lombardia, la regione Liguria – non è ancora ufficiale, ma negli ambienti del mondo camerale si vocifera anche la regione Puglia – hanno presentato o presenteranno un ricorso alla Corte costituzionale per illegittimità del decreto legislativo. Le ricadute positive che lei ha citato, chi vive, pratica e fa vivere il mondo camerale, non le vive.
Lei ha parlato dell'ottimismo che c’è lì dentro. Io le garantisco che questa riforma non fa bene al mondo camerale, questa riforma fa male alle dipendenti che lavorano nel mondo del sistema delle camere di commercio. Lei, nella prima parte della sua risposta, mi ha parlato, mi ha palesato fosse necessario il fatto che le camere di commercio sono degli enti pubblici. Le segnalo che i dipendenti e le dipendenti delle aziende speciali e delle unioni regionali, però, hanno un contratto privato. E sono quelle stesse persone che oggi, a causa di questa pessima riforma – lo dicono anche le regioni – rischiano il posto di lavoro. Avete tagliato del 50 per cento il diritto annuale. Questo significa che le camere di commercio non saranno più in grado di fornire con la stessa qualità e con la stessa quantità i servizi che prima, invece, riuscivano ad erogare alle imprese.
Allora, guardi, signora sottosegretaria, non vale, da una parte, chiedere alle imprese di resistere a questa crisi economica e, dall'altra, si tagliano alle imprese quegli strumenti che possono aiutare un'impresa a internazionalizzare, a promuovere un prodotto locale, a promuovere il made in, aiutare l'imprenditoria femminile, avviare una digitalizzazione delle piccole e medie imprese. Quello che voi chiamate taglio alla spesa pubblica, cercando i famosi sprechi, si è tradotto con un taglio del diritto annuale del 50 per cento, si è tradotto in servizi probabilmente peggiori, stipendi, non di segretari o di presidenti, ma di dipendenti che forse non riescono ad essere garantiti e quelle che voi chiamate fusioni – guardi, signora sottosegretaria – rischiano di essere degli accorpamenti che si tradurranno semplicemente in una riduzione drastica di personale.
Quando avrete chiuso le unioni regionali e le aziende speciali, avrete licenziato tante persone, perché, nonostante i vostri proclami che le camere di commercio sono degli enti pubblici, quelle dipendenti e quei dipendenti hanno un contratto privato e, quindi, non hanno alcuna forma di tutela, proprio perché il suo Governo, con lo scorso decreto, non ha voluto inserirle.
(Intendimenti del Governo in merito alla tutela del patrimonio culturale in Medio Oriente con particolare riferimento al possibile invio dei cosiddetti caschi blu della cultura – n. 3-02718)
PRESIDENTE. Il sottosegretario di Stato per gli affari esteri e la cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova, ha facoltà di rispondere all'interrogazione Malisani e Rampi n. 3-02718 (Vedi l'allegato A – Interpellanza e interrogazioni).
BENEDETTO DELLA VEDOVA, Sottosegretario di Stato per gli Affari esteri e la cooperazione internazionale. Grazie Presidente. Desidero innanzitutto ringraziare l'onorevole Malisani per aver posto all'attenzione un tema che purtroppo rimane di grande attualità. È proprio di questi giorni la notizia della demolizione del proscenio dell'antico teatro di Palmira da parte delle milizie di Daesh, che continuano a perpetrare atti di distruzione ciechi e insensati contro il patrimonio storico-archeologico Pag. 17della Siria e dell'Iraq. Proprio in reazione a tale evento, in seno al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, in cui siede quale membro non permanente dal 1o gennaio 2017, l'Italia ha promosso l'adozione di una dichiarazione congiunta di condanna delle distruzioni da parte di Daesh, in cui si conferma altresì la necessità di continuare la cooperazione internazionale a tutela del patrimonio culturale di Palmira. Come ha rilevato anche il Ministro Alfano, si tratta di un'importante iniziativa cui l'Italia annette un particolare rilievo e ha il merito di rafforzare la posizione profilata dal nostro Paese in materia di sensibilizzazione sulla tutela del patrimonio culturale dalla furia distruttrice dell'estremismo violento e di lotta alla distruzione e al traffico di beni culturali anche in chiave di contrasto al finanziamento al terrorismo. Nell'anno in cui sarà membro del Consiglio di sicurezza il Governo intende inoltre proporre l'inserimento di compiti di tutela dei beni culturali nei mandati delle missioni di pace dell'ONU disposte dal Consiglio di sicurezza. Anche nel quadro della presidenza del G7 il Governo intende proporre iniziative per tutelare il patrimonio culturale in pericolo, come ha recentemente dichiarato il Ministro Franceschini. L'Italia sui temi della cultura e del patrimonio ha il dovere di essere guida nel mondo. Il 1o G7 della cultura, che si terrà a Firenze il 30 e 31 marzo, sarà l'occasione per condividere azioni concrete contro un crimine odioso come la devastazione della storia delle testimonianze di antiche civiltà, spesso collegata al traffico illecito di beni culturali che finanzia il terrorismo. La nostra presidenza servirà anche a mobilitare i Paesi del G7 a sostenere le iniziative da noi promosse in ambito UNESCO, che sono sfociate nell'approvazione su iniziativa italiana nel novembre 2015 della strategia per la protezione della cultura e la promozione della diversità culturale. È ora in corso di definizione il piano d'azione per l'attuazione di tale strategia, nel quale è previsto di inserire un meccanismo di intervento d'urgenza basato sulla forza di emergenza italiana, comunemente chiamata «caschi blu della cultura». L'Italia ha infatti formalmente istituito una propria task force, «United for Heritage», composta da esperti civili e carabinieri appartenenti al Comando Tutela patrimonio culturale. Tale forza è stata messa a disposizione dall'UNESCO il 16 febbraio 2016 e sono attualmente in corso di definizione le modalità operative per il suo utilizzo. Infine, più specificatamente con riferimento all'area mediorientale, nel quadro della coalizione globale anti Daesh, l'Italia è impegnata nell'addestramento delle forze di polizia irachene sulla tutela del patrimonio archeologico culturale. L'Italia inoltre copresiede con gli Stati Uniti ed Arabia Saudita, il Counter-Isil Finance Group, gruppo di lavoro dedicato al contrasto del finanziamento all'estremismo violento e del terrorismo. In tale ambito abbiamo promosso l'istituzione di un sottogruppo dedicato al contrasto del traffico illecito di beni archeologici e culturali quale fonte di finanziamento del terrorismo.
In conclusione, l'impegno dell'Italia a tutela dei beni archeologici e culturali nelle aree di crisi è massimo. Con la stessa intensità il Governo continuerà a svolgere un ruolo di leadership in seno alla comunità internazionale, al fine di tutelare una parte importante della storia dell'umanità.
PRESIDENTE. La deputata Malisani ha facoltà di dichiarare se sia soddisfatta per la risposta alla sua interrogazione.
GIANNA MALISANI. Grazie, Presidente e grazie sottosegretario. Mi rendo conto che l'interrogazione che noi avevamo fatto risale al 2015, a quando Palmira era caduta per la prima volta in mano all'ISIS e avevamo chiesto appunto – perché era recente la formazione dei «caschi blu» proprio da parte del Governo italiano – se si poteva in effetti intervenire in qualche modo, soprattutto dopo gli allarmi che aveva lanciato Irina Bokova, la direttrice dell'UNESCO. Mi rendo conto che da quel momento, dal 2015 al marzo del 2016, l'ISIS ha tenuto in mano Palmira per quasi un anno, Pag. 18saccheggiando, distruggendo e ammazzando – voglio ricordare l'archeologo Khaled al-Asaad – in maniera molto violenta, e tra l'altro usando l'antico teatro romano proprio per compiere esecuzioni sommarie. Quindi sembrava diciamo superata – come ha detto lei, sottosegretario – ma questa interrogazione purtroppo diventa di nuovo urgente o comunque all'ordine del giorno perché – come lei ha ricordato – l'ISIS ha ripreso appunto, dopo che nel marzo 2016 era stata liberata, in questi giorni Palmira, distruggendo subito il tetrapilo e il proscenio del teatro romano, quindi veramente danni gravissimi al patrimonio, che posso dire non solo del Medioriente ma di tutto il mondo. Ora – come ha ricordato lei – l'impegno del Governo in questo senso c’è stato, interessanti sono proprio le parole che in questi giorni il Ministro Franceschini ha detto, proprio in occasione della convocazione del G7 della cultura che lei ha ricordato, il 30 e il 31 marzo di quest'anno, quindi un'occasione eccezionale che l'Italia mette a disposizione di tutto il mondo proprio per appunto condividere azioni concrete contro un crimine odioso come la devastazione della storia e delle testimonianze di antiche civiltà, spesso collegata al traffico illecito di beni culturali che finanziano il terrorismo. Io chiedo un impegno anche al Ministero degli esteri proprio in questo senso perché dalle parole si passi ai fatti. Lei ha ricordato il piano d'azione dell'UNESCO, però io credo che il G7, convocato per il 31 marzo, proprio possa essere il momento in cui il Governo italiano possa impegnare, per lo meno a livello europeo, l'azione, come ha ricordato lei, che la task force dei «caschi blu», che tanto ha sostenuto il Ministro Franceschini, diventi in effetti il modo per un intervento d'urgenza anche in casi di guerra come in questo caso. È un'occasione unica. Noi in questo senso avevamo fatto un'interrogazione nel 2015 e la continuiamo a fare adesso, proprio perché credo che appunto, come l'impegno del Governo, possa passare in questo momento dalle parole ai fatti. Auspichiamo quindi che, soprattutto la convocazione del G7 della cultura, sia il momento decisivo perché questa cosa diventi veramente un fatto reale e molto importante, dato che il mondo ci sta a guardare.
PRESIDENTE. È così esaurito lo svolgimento dell'interpellanza e delle interrogazioni all'ordine del giorno.
Sospendiamo a questo punto la seduta che riprenderà alle ore 15. La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 12,20, è ripresa alle 15.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Adornato, Boccia, Ferrara, Fraccaro, Lorenzo Guerini, Mazziotti Di Celso, Pannarale, Sani, Speranza, Tofalo e Villecco Calipari sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centodiciassette, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell’allegato A al resoconto della seduta odierna.
Preavviso di votazioni elettroniche.
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento.
Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 15,30.
La seduta, sospesa alle 15,02, è ripresa alle 15,30.
Pag. 19Seguito della discussione della proposta di legge: Iacono ed altri: Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico (A.C. 1178-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione della proposta di legge n. 1178-A: Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico.
Ricordo che, nella seduta del 23 gennaio 2017, si è conclusa la discussione sulle linee generali e la rappresentante del Governo è intervenuta in sede di replica mentre la relatrice vi ha rinunciato.
(Esame degli articoli – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli della proposta di legge e degli emendamenti presentati.
Avverto che la Commissione ha presentato l'emendamento 8.100, che è in distribuzione.
Avverto, altresì, che, fuori della seduta, gli emendamenti Coppola 2.51 e 3.54 e Taricco 8.50 sono stati ritirati dai presentatori.
Le Commissioni I (Affari costituzionali) e V (Bilancio) hanno espresso i prescritti pareri (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A), che sono in distribuzione.
Informo l'Assemblea che, in relazione al numero degli emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo, in particolare, a votazione per principi o riassuntive ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
A tal fine, il deputato Cristian Iannuzzi è stato invitato a segnalare l'emendamento da porre comunque in votazione.
(Esame dell'articolo 1 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 – prendete posto – e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 segnalati per la votazione.
ROMINA MURA, Relatrice. Presidente, emendamento 1.1 Cristian Iannuzzi invito al ritiro...
PRESIDENTE. Non è segnalato. Le chiamo io gli emendamenti segnalati, così facciamo prima.
Emendamento 1.51 Cristian Iannuzzi.
ROMINA MURA, Relatrice. Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. 1.50 De Lorenzis.
ROMINA MURA, Relatrice. Parere favorevole con riformulazione: all'articolo 1 aggiungere, in fine, le seguenti parole: «e dell'utilizzo dei ferrocicli».
PRESIDENTE. Il Governo ? Immagino che il parere sia conforme.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, il parere del Governo è conforme a quello espresso dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 1.51 Cristian Iannuzzi.
Prendo atto che il presentatore non accede alla richiesta di ritiro.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.51 Cristian Iannuzzi.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
Passiamo all'emendamento 1.50 De Lorenzis: c’è una riformulazione e l'onorevole De Lorenzis l'accetta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.50 De Lorenzis, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 2).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 1, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 3).
(Esame dell'articolo 2 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 2 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
ROMINA MURA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.53 Gandolfi, ove riformulato nel seguente modo: al comma 1, sostituire le parole da: «Su proposta delle regioni» fino a: «dei trasporti,» con le seguenti: «Con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e con il Ministro dell'economia e delle finanze». Questa è la riformulazione. La Commissione invita al ritiro dell'emendamento 2.52 Castricone, perché, laddove l'emendamento 2.53 Gandolfi dovesse essere approvato, sarebbe assorbito. L'emendamento 2.3 Cristian Iannuzzi forse non è segnalato ?
PRESIDENTE. L'emendamento 2.3 Cristian Iannuzzi non è segnalato e l'emendamento 2.51 Coppola è ritirato.
ROMINA MURA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.54 Meta, ove sia riformulato come segue: «In deroga a quanto previsto dal comma 1, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo...
PRESIDENTE. Mi perdoni un istante. Colleghi, allora, vi prego di abbassare il tono della voce, anche intorno al collega D'Uva. Per favore, colleghi ! Allora ! Onorevole Mura, le chiedo la cortesia se può ripetere la riformulazione, in maniera che tutti possano sentire.
ROMINA MURA, Relatrice. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.54 Meta, ove sia accettata la seguente riformulazione: «In deroga a quanto previsto dal comma 1, con decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo». Quindi, c’è l'aggiunta del concerto con il Mibact. La Commissione esprime parere favorevole sull'emendamento 2.50 Burtone, ove riformulato nel modo che segue: «Nell'ambito della individuazione delle tratte di cui al presente articolato, particolare attenzione deve essere prestata a quei manufatti nonché a quegli immobili di valore culturale ed artistico che siano stati, ad esempio, luoghi di ripresa cinematografica». E poi la restante parte dell'articolo viene cassata.
PRESIDENTE. Il Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Parere conforme ai pareri espressi dalla relatrice.
Pag. 21 PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 2.53 Gandolfi, su cui vi è una riformulazione. Viene accettata la riformulazione ? Perfetto.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.53 Gandolfi, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 4).
Con l'approvazione di tale emendamento è assorbito l'emendamento 2.52 Castricone. L'emendamento 2.3 Cristian Iannuzzi non è segnalato, mentre il successivo 2.51 Coppola è ritirato.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 2.54 Meta, così come riformulato. Il presidente Meta mi dà l'assenso alla riformulazione.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà. Però, colleghi intorno all'onorevole De Lorenzis, se per favore lo mettete nelle condizioni di poter parlare all'Assemblea senza disturbo. Prego.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, colleghi, questo è uno degli elementi più controversi di questa proposta di legge. Uso il termine «controverso» perché avevamo concordato in Commissione, all'inizio dell'esame del provvedimento, di non cristallizzare in un elenco, come era previsto dalla legge Iacono, le tratte ferroviarie. Questo per diverse ragioni: la prima è che, avendo un elenco cristallizzato, per aggiungere o modificare questo elenco avremmo dovuto cambiare la legge, e quindi cercavamo un meccanismo più snello, che poi è stato trovato all'unanimità.
La seconda ragione di non avere un elenco è che, dal nostro punto di vista, la valutazione delle singole tratte deve essere fatta da un organismo, da un tavolo tecnico, per esempio, presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto, ovviamente, con quello dell'economia e delle finanze e, altresì, con quello dei beni e delle attività culturali e del turismo. Questa, ovviamente, è una valutazione che comporta, come è stato osservato dalla Commissione bilancio, anche l'eventuale presenza di oneri, e questa è la seconda ragione.
La terza ragione che ci vedrà votare astensione su questo elenco, è che ovviamente da una parte si è cercato con questo emendamento, giustamente, di dare seguito al lavoro di tante associazioni, di tanti comitati che già operano sul territorio, istituendo queste giornate in cui circolano i treni turistici; dall'altra, però, abbiamo tagliato fuori, quindi in qualche modo abbiamo escluso arbitrariamente, abbiamo discriminato tutte le tratte turistiche che pure esistono nel nostro Paese, o che hanno un potenziale turistico, delle regioni che per esempio non sono state audite nella Commissione.
Noi nel merito siamo dunque favorevoli, perché ovviamente questo è un atto con cui si dà politicamente visibilità al lavoro della società civile che ha operato per rendere possibile questo potenziale turistico ancora inespresso in Italia, quindi ad avviare questo percorso. Dall'altra parte, però, non ne condividiamo il metodo, perché se avessimo saputo che questo elenco sarebbe stato riproposto, probabilmente avremmo chiesto, come chiederemo in Senato, l'audizione di tutte le altre regioni, in modo che in fase di prima applicazione della legge avremmo un elenco in cui ciascun territorio ha avuto le stesse possibilità di fornire all'esame della Commissione un insieme di tratte turistiche da porre alla nostra attenzione: senza quindi creare discriminazioni, e senza soprattutto creare un elenco magari eterogeneo, dove la finalità turistica, che è quella con cui nasce quest'elenco, e di cui in qualche modo questa legge si fa carico, prevale su altre tratte che magari hanno un potenziale turistico, ma che al momento sono state sospese semplicemente Pag. 22perché il traffico magari pendolare, quindi un traffico commerciale, non è sufficiente a giustificarne la riapertura.
Sono delle considerazioni che devono ovviamente essere fatte dal legislatore, e riteniamo quindi di condividere l'elenco delle tratte che sono state poste, ma di non condividerne il metodo. Per questa ragione, su questo emendamento noi voteremo astensione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
ROMINA MURA, Relatrice. Chiedo di parlare per una precisazione sulla riformulazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ROMINA MURA, Relatrice. Rispetto alla riformulazione dell'emendamento Meta 2.54, propongo di aggiungere anche al comma 1-quater il riferimento al concerto con il Mibact, perché c’è solo quello con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e con il Ministro dell'economia e delle finanze, per rispettare anche una scelta che abbiamo fatto in tutti gli altri articoli. Quindi, il concerto con tutti e tre i Ministeri.
PRESIDENTE. Questo si aggiunge, quindi, alla riformulazione precedente. Allora, al pari di questa, io devo chiedere all'onorevole Meta se a questo punto la accetta, così come... Prego.
MICHELE POMPEO META. Sì, mi sembra doveroso e chiaro coinvolgere già nella fase del concerto il Ministero dell'economia e delle finanze.
Trenta secondi per tornare sulle osservazioni poste dal collega De Lorenzis...
PRESIDENTE. Allora mi perdoni, onorevole Meta: questa mi pare di capire sia una dichiarazione di voto, no ? Allora, a questo punto, io prima acquisisco il parere anche del Governo, visto che la riformulazione è modificata.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Il parere sulla riformulazione è favorevole.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Meta. Ne ha facoltà.
MICHELE POMPEO META. Sì, velocemente anche in una sede formale con De Lorenzis, perché questo punto è stato oggetto di discussione anche in Commissione, e anche nei colloqui informali. Vorrei rassicurare non solo De Lorenzis, ma anche l'Aula: questo primo elenco non è il frutto di un emendamento di un gruppo o di una persona, è il risultato di un'attività conoscitiva, di coinvolgimento, che abbiamo avuto con le regioni, le associazioni.
E, comunque, parliamo in sede di prima applicazione: quest'elenco è aperto, e naturalmente questo primo elenco non sostituisce affatto il tavolo tra Ministero, Governo e regioni per definire le priorità. Io suggerirei al collega De Lorenzis, invece di preoccuparsi di spese aggiuntive eccetera, di lavorare insieme per cominciare ad individuare davvero le coperture finanziarie, e far partire alcuni di quei gioielli che già funzionano col volontariato e con lo sforzo delle associazioni e delle regioni.
GIUSEPPE DE MITA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIUSEPPE DE MITA. Presidente, vorrei sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
GIANCARLO GIORDANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANCARLO GIORDANO. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. Sta bene.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Presidente, noi abbiamo invece creduto molto nel lavoro fatto a livello di Commissione, quello di arrivare a identificare, individuare una prima tranche; anche piuttosto considerevole, perché qui indichiamo 18 tratte, 18 ferrovie turistiche, per cui che interessano un po’ tutto lo stivale del nostro territorio, un po’ tutto l'arco del territorio nazionale. Non saranno presenti tutte le regioni; però, come ha ricordato il Presidente, è stato fatto un lavoro di ascolto, di condivisione, sono stati presentati una serie di emendamenti che sono arrivati segnalati dai territori, dalle regioni. Il gruppo di Sinistra Italiana ha fatto un lavoro che intendo rivendicare, un lavoro importante, per il riconoscimento di alcune ferrovie: in modo particolare per quella Cosenza-San Giovanni in Fiore, con un emendamento presentato dall'onorevole Costantino; per le ferrovie di Avellino e Benevento, Avellino-Rocchetta Sant'Antonio, con emendamenti dell'onorevole Giancarlo Giordano; e per le ferrovie di Mandas-Arbatax, Isili-Sorgono, Macomer-Bosa, Sassari-Tempio Palau in Sardegna, con emendamenti dall'onorevole Piras. Per cui vediamo che sono parecchie le linee segnalate dal gruppo di Sinistra Italiana che sono state inserite, ma noi siamo stati solo tramite di quelle che erano volontà e richieste dei territori.
Sono molte le regioni comunque coinvolte. Spero di non dimenticarne nessuna: l'Abruzzo, la Calabria, la Campania, il Friuli, la Lombardia, la Sardegna, la Sicilia, il Lazio, le Marche e il Piemonte. Per cui noi riteniamo, affinché questa legge non possa e non debba rimanere una legge soltanto manifesto, di indicazione, ma incominci a mettere dei punti fermi, che questo elenco, che era stato anche stralciato dalla Commissione bilancio, pensiamo anche andando un po’ troppo a gamba tesa rispetto al lavoro fatto dalla IX Commissione (trasporti)... ecco, il recupero con questo emendamento del presidente Meta a noi va bene, lo appoggiamo, lo approviamo, perché sta dentro il solco dal lavoro effettuato, a cui abbiamo dato un nostro contributo.
IVAN CATALANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IVAN CATALANO. Presidente, intervengo per sottoscrivere l'emendamento.
PRESIDENTE. La ringrazio; lo ha sottoscritto anche l'onorevole Costantino.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Meta 2.54, nel testo riformulato, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 5).
Passiamo all'emendamento 2.50 Burtone, su cui c’è una riformulazione che viene accolta.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 2.50 Burtone, nel testo riformulato, con il parere favorevole della Commissione e del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 6).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 2, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 7).
(Esame dell'articolo 3 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 3 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).Pag. 24
Se nessuno chiede di intervenire sul complesso degli emendamenti, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
ROMINA MURA, Relatrice. Sugli emendamenti 3.50, 3.51 e 3.52 De Lorenzis, la Commissione formula un invito al ritiro altrimenti il parere è contrario. Sull'emendamento 3.53 De Lorenzis la Commissione esprime parere favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Parere conforme.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 3.50 De Lorenzis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Stiamo in questo articolo provando a definire una sezione speciale per registrare e quindi per elencare quali sono i rotabili, quindi treni, vagoni e locomotive che possono o potrebbero circolare a fini turistici. Ora, riguardo la richiesta di iscrizione del materiale rotabile, quindi di vagoni e locomotive, in questo albo e in questo registro, la Commissione bilancio ha fatto notare che potrebbe avere degli oneri perché avevamo esonerato dal pagamento di qualunque onere il richiedente cioè quelle associazioni di Ferrovie turistiche o museali che in qualche modo volessero registrare i mezzi che hanno nelle loro disponibilità.
Quindi, a fronte di questa osservazione fatta dalla Commissione bilancio, il Governo e i rappresentanti della maggioranza avrebbero a mio modesto avviso dovuto provare a trovare delle coperture per far fronte a questi oneri, in modo da non caricarli sul richiedente. A onor del vero, in fase di audizione delle istituzioni, come l'Agenzia nazionale sicurezza ferroviaria, la Fondazione Ferrovie dello Stato italiane e il Ministero, l'importo dovuto alla registrazione di questi mezzi è stato valutato come un onere quasi simbolico, quindi in realtà un onere che non comporterebbe l'esclusione di mezzi atti poi a effettuare un servizio turistico, quindi da questo punto di vista, la Commissione tutta ha ricevuto delle rassicurazioni informali. Tuttavia non vorremmo trovarci con una legge che appunto prevede comunque degli oneri a carico dei richiedenti di registrazione di questi mezzi e che quindi poi, nonostante la volontà di dotare il nostro Paese di una legge che consenta a questo settore di avere un impulso, sia nei fatti fermata e bloccata proprio perché quella che al momento c’è stata data come una rassicurazione informale si riveli infondata e quindi che poi a carico dei richiedenti di registrazione di questo albo ci sia un onere tale da impedire la registrazione di questi mezzi.
Faccio notare che al momento la fondazione Ferrovie dello Stato ha 300 mezzi atti a essere usati a fini turistici e ha 300 mezzi registrati di cui 200 atti ad effettuare il servizio. I privati per contro hanno oltre seicento mezzi, quindi il parco veicoli – se vogliamo chiamarlo così – detenuto da associazione di categoria e da privati, che potrebbero quindi voler iscrivere i mezzi a registro ammonta a 600 unità, di cui però praticamente soltanto 60 sono quelle al momento atte al servizio. Quindi io chiedo ovviamente alla maggioranza di fare una riflessione. Magari questa non è la sede opportuna, ma approfittiamo del bicameralismo che ancora c’è in questo Paese per fortuna per eventualmente intervenire anche, nella lettura che si terrà al Senato sul provvedimento, per migliorare il testo in questo senso (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
SANDRO BIASOTTI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
SANDRO BIASOTTI. Mi sembrano condivisibili le osservazioni del collega De Lorenzis e quindi il nostro gruppo di Forza Italia sottoscrive gli emendamenti e li voterà favorevolmente.
Pag. 25PRESIDENTE. Onorevole Biasotti, lei può sottoscriverli a titolo personale, oppure li può sottoscrivere il capogruppo o responsabile d'Aula per il gruppo. Diciamo che li sottoscrive lei come capogruppo in Commissione. Ha un significato – possiamo dire – politico.
FRANCO BORDO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Per sottoscrivere l'emendamento 3.50 De Lorenzis.
PRESIDENTE. L'invito al ritiro non è accolto, ergo il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.50 De Lorenzis, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).
Passiamo all'emendamento 3.51 De Lorenzis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, grazie per avermi dato la parola. In questo emendamento, molto simile al precedente, chiedo al Governo italiano e alla maggioranza di compartecipare alle spese, e agli oneri quindi, dei richiedenti, i privati, che chiedono in qualche modo di iscrivere i propri mezzi a registro.
Questo perché da una parte è vero che il prezzo chiesto per l'iscrizione è simbolico e, quindi, a maggior ragione, lo Stato italiano, se vuole davvero dare un impulso a questo settore, non dovrebbe avere alcuna avversione. Però, per altro verso, se l'onere di pagare qualcosa è uno strumento anche per creare un filtro, per non iscrivere banalmente tutti i mezzi che i privati hanno a questo registro, quando per esempio non sono adatti a svolgere il servizio di ferrovia turistica, mi chiedo perché a maggior ragione lo Stato non possa in qualche modo dare un'indicazione precisa di volontà di perseguire questa strada e compartecipare agli oneri, per quei mezzi che ha un senso iscrivere allo stesso registro.
Fa sorridere, Presidente – me lo consenta – il parere negativo dalla Commissione bilancio, perché dice che quest'emendamento comporta degli oneri di finanza pubblica. È ovvio che ho dovuto trovare una copertura per sopperire in qualche modo agli oneri chiesti ai privati, insomma, per iscrivere questi mezzi nel registro. E, quindi, in qualche modo mi sembrano assolutamente senza alcun senso le osservazioni della Commissione bilancio, perché da una parte è previsto un onere e dall'altra parte, su alcuni emendamenti, la Commissione bilancio mi dice che questa copertura non è sufficiente. Io faccio notare, salvo di non aver sbagliato comma della legge di bilancio, che questo fondo ha una capienza di 2 miliardi e mezzo e tra le finalità di questo fondo c’è anche quella della mobilità sostenibile. Ora io mi chiedo: quale migliore occasione di far vedere che quel fondo è stato creato proprio per la mobilità sostenibile, non solo intesa come incentivo all'acquisto delle auto elettriche, ma anche incentivo di tutte le altre modalità sostenibili di trasporto e che possono dare anche un impulso economico a settori rilevanti nel nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle) ?
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.51 De Lorenzis, con il parere contrario di Commissione e Governo e con il parere contrario della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).
Passiamo all'emendamento 3.52 De Lorenzis, su cui vi è un invito al ritiro o il parere è contrario.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.52 De Lorenzis, con il parere contrario di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).
DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Onorevole De Lorenzis, su che cosa ?
DIEGO DE LORENZIS. Sull'emendamento 3.54, che però è stato ritirato.
PRESIDENTE. Abbia pazienza, dobbiamo votare prima l'emendamento 3.53. C’è il parere favorevole, quindi immagino che...
DIEGO DE LORENZIS. Sì, Presidente, intervenivo sul mio emendamento 3.53, perché il 3.54, essendo ritirato, non mi dà la possibilità di intervenire.
PRESIDENTE. Allora, onorevole De Lorenzis, ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà. Formalmente è su quest'emendamento, poi lei, se non dice parole sconvenienti, certamente non avrà il sindacato di merito della Presidenza.
DIEGO DE LORENZIS. No, assolutamente. Volevo approfittare per intervenire su un emendamento che è stato ritirato e che avrebbe visto il voto favorevole...
PRESIDENTE. Allora, onorevole De Lorenzis, glielo rispiego con altre parole. Lei formalmente può intervenire facendo una dichiarazione di voto su questo. Poi diciamo che, se per caso tratta anche l'argomento su un altro emendamento... ma se lei comincia l'intervento, dicendo che interviene su un emendamento ritirato, io sono costretto a non darle la parola.
Io le do la parola per dichiarazione di voto sull'emendamento 3.53 De Lorenzis. Dica ciò che vuole, non usi parole sconvenienti e per me va bene. Però non mi dica che parla su un emendamento ritirato, perché formalmente non glielo posso far fare. Prego.
DIEGO DE LORENZIS. Chiarissimo, Presidente, la ringrazio.
L'emendamento 3.53, a mia prima firma, inserisce tra l'elenco dei soggetti che in qualche modo hanno un ruolo istituzionalmente riconosciuto da questa legge, oltre alla Fondazione FS (Ferrovie dello Stato) italiane, anche la Federazione italiana delle ferrovie turistiche e museali. Quest'emendamento, in realtà, è un riconoscimento per lo più simbolico, dato a questa federazione – che abbiamo ascoltato in audizione – per gli interessanti dati forniti, a seguito anche di confronti con gli altri Paesi europei. Quindi, ovviamente, noi voteremo favorevolmente a quest'emendamento.
Colgo l'occasione per ricordare che, in un procedimento come quello descritto appunto all'articolo 3 di iscrizione a registro, sarebbe stato forse opportuno pensare nell'ottica di una strategia che questo Governo dice di adottare, privilegiando la strada del digitale e quindi la strada telematica. E questa strada, purtroppo, non è stata colta. Ne approfitto quindi per rimarcare il fatto che è stata persa un'occasione importante.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 3.53 De Lorenzis, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.Pag. 27
(Segue la votazione).
Nel frattempo salutiamo studenti e insegnanti del Liceo scientifico «Avogadro» di Vercelli, che seguono i nostri lavori dalla tribuna (Applausi). Il pregio del nostro nuovo sistema di voto è anche quello di potere fare l'applauso.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 11).
A questo punto, essendo ritirato, come ci preannunciava il collega De Lorenzis, l'emendamento 3.54 Coppola, passiamo al voto dell'articolo 3.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 3, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 12).
(Esame dell'articolo 4 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 4 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Nessuno chiedendo di parlare, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione sull'emendamento 4.50 De Lorenzis.
ROMINA MURA, Relatrice. Sull'emendamento 4.50 De Lorenzis, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti.
Conforme, Presidente.
PRESIDENTE. Perfetto.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 4.50 De Lorenzis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, questo emendamento serve ulteriormente per richiamare l'attenzione sul fatto che, da una parte, il Governo dice di voler dare impulso a un settore che potrebbe avere anche delle ricadute economiche molto importanti per il nostro Paese, come dimostrato, appunto, nel confronto fatto con altre nazioni dell'Unione europea che questa strada hanno già intrapreso, e, per altro verso, però, non c’è alcuna forma di contribuzione e compartecipazione alle spese solo anche per l'avvio e lo start-up di queste iniziative. È vero che alcune iniziative, oggi, nel nostro Paese, sono già state effettuate, ma è anche vero – penso al Trenino Verde in Sardegna – che proprio a seguito, da una parte, dei tagli che il Governo fa al trasporto pubblico regionale e locale e, dall'altra, all'assenza di una pianificazione pluriennale, queste iniziative sono state, addirittura, a volte, ridimensionate e altre, appunto, non possono neanche partire. Questo emendamento chiede semplicemente al Governo di farsi carico di almeno una parte delle tariffe che il gestore ferroviario dell'infrastruttura ferroviaria può chiedere all'impresa ferroviaria o al soggetto che in qualche modo vuole esercire il servizio turistico. Quindi, l'idea è: se da una parte questo meccanismo è necessario perché abbiamo una separazione del gestore dell'infrastruttura della rete ferroviaria, quindi, l'infrastruttura fisica, e di chi offre i servizi, quindi, abbiamo Trenitalia, le ferrovie regionali, le varie società che ci sono a livello locale – tra questi soggetti rientrerebbe anche chi fa esercizio delle tratte turistiche –, dall'altra, questo meccanismo non può impedire, non dovrebbe impedire al Governo di trovare un meccanismo affinché l'onerosità di queste tariffe non diventi un freno allo sviluppo di un settore che può diventare volano della nostra economia.
Pag. 28 PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento De Lorenzis 4.50, con il parere contrario di Commissione, Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 4.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 14).
(Esame dell'articolo 5 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
ROMINA MURA, Relatrice. Sull'emendamento 5.55 Gandolfi il parere è favorevole ove riformulato con l'aggiunta del comma 6: «Le procedure di cui al presente articolo sono esperite esclusivamente per via telematica». Sull'emendamento De Lorenzis 5.52, invito al ritiro o parere contrario; se poi è approvato l'emendamento Gandolfi 5.55, risulterebbe anche assorbito. Così come l'emendamento 5.54 Taricco.
PRESIDENTE. Su cui pure c’è l'invito al ritiro.
ROMINA MURA, Relatrice. Sì c’è un invito al ritiro, però, approvando l'emendamento 5.55 Gandolfi risulterebbe assorbito. Sull'emendamento 5.50 De Lorenzis c’è un invito al ritiro in quanto risulterebbe assorbito laddove venisse approvato l'emendamento 5.55 Gandolfi, così come da mia riformulazione. Sull'emendamento 5.51 De Lorenzis, invito al ritiro o parere contrario. Sull'emendamento 5.53 De Lorenzis, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Dobbiamo dire che tutti questi emendamenti, successivi all'emendamento 5.55 Gandolfi, in caso di approvazione, assai probabile, visto il parere, dell'emendamento 5.55 stesso, sarebbero, quindi, preclusi o assorbiti; principalmente preclusi mi pare di capire.
Il Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Grazie, Presidente. Il parere è conforme a quelli espressi dalla relatrice.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 5.55 Gandolfi.
Se l'onorevole Gandolfi, come immaginiamo, accoglie la riformulazione, con il parere favorevole di Commissione e Governo...
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, la ringrazio nuovamente per avermi dato la parola. Ovviamente, non voglio tediare i colleghi, ma, dato che la maggior parte del lavoro in Commissione è avvenuto in Comitato ristretto, quindi, senza una forma di pubblicità adeguata, intendo prendere un po’ di spazio per spiegare almeno questo articolo. Al di là della riformulazione fatto dall'onorevole Gandolfi, che migliora, ovviamente, la leggibilità del testo e aggiunge la procedura telematica per quanto concerne la richiesta di esercire i servizi turistici e anche tutte le attività accessorie che, appunto, sono previste dall'articolo 5, vorrei provare a spiegare la contrarietà del nostro gruppo a questo emendamento. L'articolo 5 anche nella formulazione originaria, quindi, a prescindere Pag. 29dall'emendamento, prevede una forte limitazione – da quello che ci hanno raccontato anche i soggetti interessati, in primis, appunto, la Federazione italiana delle Ferrovie turistiche e museali nel confronto con gli altri Paesi europei –, perché in qualche modo indica in maniera molto precisa quali sono i soggetti che possono poi svolgere effettivamente il servizio ferroviario turistico. Quindi, c’è un'ampia pluralità di soggetti che può fare tutte le attività di contorno, la programmazione delle attività e tutte le altre attività accessorie, tuttavia, si ribadisce anche con l'emendamento che l'esercizio effettivamente del servizio ferroviario può essere effettuato solo da imprese ferroviarie. Ora ricadono tra le imprese ferroviarie, nel nostro Paese, a parte i gestori nazionali, Trenitalia ed NTV, tutti i gestori che si occupano delle tratte regionali ed è ovvio che queste imprese ferroviarie, salvo forse poche menti illuminate che speriamo esistano nel nostro Paese se questo emendamento dovesse essere approvato, non hanno alcun interesse nel distrarsi dal loro core business, cioè dalla loro attività principale che è quella remunerativa, cioè di fare trasporto pubblico regionale e locale da un punto di vista commerciale. Quello che è accaduto negli altri Paesi – faccio riferimento al Regno Unito, faccio riferimento alla Francia, alla Germania, all'Austria –, e che, appunto, ci è stato detto senza alcun dubbio in Commissione, è che se noi vogliamo davvero cogliere questa opportunità e dare un impulso al nostro Paese da questo punto di vista, quindi, in questo settore, una delle possibilità per abbattere i costi dei servizi ferroviari turistici è chiedere il pieno coinvolgimento, anche nell'espletamento dell'esercizio ferroviario, delle associazioni di categoria che potrebbero essere autorizzate tramite apposito albo. Faccio notare, Presidente, che l'obiezione a questo ragionamento, quindi, quello di includere soggetti che non siano imprese ferroviarie nella gestione attiva e diretta del servizio, è quella di una possibile carenza di sicurezza. Ora, non lo dico io, basta guardare gli articoli in rete fatti da, come dire, autorevoli ingegneri che si occupano del tema, è evidente che il problema della sicurezza non si pone qualora il Ministero riesca a porre dei paletti opportuni. La controprova di quello che sto dicendo e di quello che è stato dichiarato in audizione dalla Federazione italiana ferrovie turistiche e museali è che, da una parte, la maggior parte di queste associazioni è composta da personale assolutamente qualificato e professionale; hanno quindi un passato magari da ex ferrovieri o sono tuttora ferrovieri e, quindi, in qualche modo, dipendenti delle ferrovie e, quindi, hanno dimestichezza con le procedure di sicurezza e con le normative vigenti; dall'altro, dicevo, la controprova è che, in quei Paesi che hanno percorso questa strada e che, quindi, hanno aperto a queste associazioni la possibilità di svolgere il servizio attivamente, dovrebbero avvenire incidenti quasi tutti i giorni, dovrebbero esserci dei problemi di sicurezza che almeno la cronaca avrebbe dovuto evidenziare, invece questo non è accaduto, fortunatamente, e non accade non per un caso, ma perché, appunto, quei servizi turistici ferroviari negli altri Paesi sono svolti, sì, da associazioni che non sono imprese ferroviarie, ma che hanno tutte le qualifiche, tutte le competenze e le capacità per riuscire a svolgere egregiamente e in sicurezza questi servizi ferroviari turistici.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gandolfi. Ne ha facoltà.
PAOLO GANDOLFI. Grazie, Presidente. Solo un chiarimento: all'articolo 5 parliamo delle società che possono fare l'esercizio commerciale, cioè che propongono il servizio turistico e che possono essere società di qualsiasi tipo, cioè qui non si dice che devono essere solo società di esercizio ferroviario, perché quello viene chiarito all'articolo 2 e, quindi, diciamo che se l'onorevole De Lorenzis voleva votare contro, forse doveva votare contro l'articolo 2 e non contro l'articolo 5, tutto qui, perché qui parliamo solo di coloro che fanno il servizio ferroviario e turistico, Pag. 30e possono essere associazioni e società di qualsiasi natura (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento Gandolfi 5.55, nel testo riformulato con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Colleghi, nel frattempo ho il piacere di annunciarvi che giovedì scorso, alle 19:30, la nostra collega Mara Mucci ha dato alla luce il piccolo Federico. I migliori auguri dalla Presidenza e dall'Assemblea al papà, alla mamma e al nuovo arrivato (Applausi).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 15).
A questo punto non abbiamo altri emendamenti perché tutti gli altri sono preclusi.
Passiamo alla votazione dell'articolo 5... no, chiedo scusa, essendo sostitutivo non si procede al voto dell'articolo 5.
(Esame dell'articolo 6 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 6 e dell'unica proposta emendativa ad esso presentata (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione.
ROMINA MURA, Relatrice. Sull'emendamento 6.50 De Lorenzis il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Il Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 6.50 De Lorenzis, con il parere favorevole di Commissione e Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 16).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 6, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 17).
(Esame dell'articolo 7 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 7 (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 7.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 18).
(Esame dell'articolo 8 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 8 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Se nessuno chiede di intervenire, invito la relatrice ad esprimere il parere della Commissione. Abbiamo l'emendamento 8.100 della Commissione, che immagino abbia un parere favorevole.
ROMINA MURA, Relatrice. Sì, sull'emendamento 8.100 della Commissione parere favorevole e sull'8.50 Taricco...
PRESIDENTE. È ritirato.
ROMINA MURA, Relatrice. È già ritirato, va bene.
PRESIDENTE. Il Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Conforme.
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento 8.100 della Commissione.
DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, chiedo soltanto qualche attimo per avere il testo.
PRESIDENTE. La Presidenza, comunque, precisa che l'emendamento è in distribuzione dall'inizio alla seduta. Onorevole De Lorenzis, intende intervenire ? No ? Allora lo poniamo direttamente in votazione.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 8.100 della Commissione, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 19).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 8, nel testo emendato.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 20).
(Esame dell'articolo 9 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 9 (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 9.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 21).
Invito la relatrice ad esprimere il parere sugli articoli aggiuntivi riferiti all'articolo 9, tenendo presente che gli articoli aggiuntivi Franco Bordo 9.050 e 9.051 sono stati ritirati dal presentatore, quindi andiamo direttamente all'articolo aggiuntivo 9.052, dell'onorevole De Lorenzis.
ROMINA MURA, Relatrice. Presidente, sull'articolo aggiuntivo 9.052 De Lorenzis, vi è un invito al ritiro o parere contrario; sull'articolo aggiuntivo 9.054 Gandolfi, parere favorevole; sull'articolo aggiuntivo 9.053 De Lorenzis, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Il Governo ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Parere conforme alla relatrice.
DIEGO DE LORENZIS. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, intendo ritirare il mio articolo aggiuntivo Pag. 329.052, perché ovviamente la mia preoccupazione era che in questo testo non mancasse la parte sul ferrociclo, quindi sui cosiddetti vélorail, quelle biciclette che riescono in qualche modo ad andare anche sui binari. So che la stessa preoccupazione è condivisa anche dall'onorevole Gandolfi, che ha presentato un emendamento con un testo molto simile a quello originario, e che questa riformulazione, in qualche modo, aggira o risolve i conflitti e i problemi sollevati dalla Commissione bilancio, che era il motivo per cui era stato stralciato. Quindi, è ovviamente inutile mettere in votazione il mio testo, e ovviamente spero che quello dell'onorevole Gandolfi venga approvato da quest'Aula.
PRESIDENTE. Sta bene. A questo punto passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 9.054 Gandolfi, su cui vi è il parere favorevole di Commissione e Governo. Nessuno chiedendo di parlare, passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo 9.054 Gandolfi.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 22).
Passiamo alla votazione dell'articolo aggiuntivo 9.053 De Lorenzis.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Presidente, nella proposta emendativa ripropongo una soluzione adottata dal Partito Democratico nella proposta di legge «Realacci» sulle green way, sulle ciclovie, sulle vie verdi, e chiedo di istituire un osservatorio per il monitoraggio delle iniziative di ferrovie turistiche. Dal mio punto di vista, questo si rende necessario per diverse ragioni, in primis, appunto, per avere un monitoraggio. Infatti, Presidente, oggi abbiamo la situazione, dovuta anche all'assetto costituzionale, per cui ci saranno alcune tratte regionali con dei gestori di ambito locale, e invece delle richieste di ambito nazionale che verranno autorizzate dal Ministero dei trasporti, perché la rete interessata da queste iniziative sarà la rete nazionale, quindi quella sottoposta alla gestione di RFI. Da questa difformità di gestione potrebbe mancare – dico potrebbe, perché ovviamente non è certo – un quadro unitario che in qualche modo riesca a dare delle indicazioni, non soltanto dal punto di vista normativo e di regolamentazione tecnica, ma anche un monitoraggio sui risultati, quindi capire come questo settore si andrà sviluppando, magari provando anche a fare delle sintesi sulle migliori pratiche, in modo da poterle poi replicare in altre parti d'Italia.
Quindi, anche l'idea di avere dei dati che ci permettano, poi, a distanza di anni, di valutare l'applicazione della legge, capire se, in qualche modo, bisogna aggiustare il tiro e cambiare qualcosa, potrebbe essere uno strumento utile.
So che il Governo e la maggioranza hanno dato parere contrario a questo articolo aggiuntivo, quindi mi auguro che lo spirito di questo osservatorio – che non dovrebbe essere quello di creare l'ennesimo carrozzone, ma, insomma, di monitorare appunto gli effetti della legge – sia ripreso da qualche decreto attuativo, oppure che il tavolo presso il Ministero dei trasporti, dove appunto viene valutata la domanda di servizio turistico ferroviario e che vede anche il coinvolgimento del Ministero dei beni culturali e del turismo e delle regioni, sia la sede presso la quale si monitori come vanno le varie iniziative turistiche, sia regionali sia nazionali, in modo da avere un quadro complessivo degli effetti di questa legge e, quindi, in qualche modo poter poi intervenire successivamente per poterla migliorare e continuare quindi a dare impulso a questo settore.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo aggiuntivo Pag. 339.053 De Lorenzis, con il parere contrario della Commissione, del Governo e della V Commissione (Bilancio).
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).
(Esame dell'articolo 10 – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 10 (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A), al quale non sono state presentate proposte emendative.
Passiamo dunque ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'articolo 10.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 24).
(Esame degli ordini del giorno – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A – A.C. 1178-A).
Nessuno chiedendo di illustrare il proprio ordine del giorno, chiedo al rappresentante del Governo di esprimere i pareri.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Presidente, gli ordini del giorno presentati sono diciassette, e mi pare che tutti siano meritevoli di essere accolti da parte del Governo, con alcune precisazioni.
PRESIDENTE. Colleghi, contenete gli entusiasmi, perché ora arriva la fase delle precisazioni. Non vi sbilanciate con un eccessivo ottimismo.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Sono precisazioni solo di ordine lessicale, per rendere l'impegno un po’ meno stringente. Vale a dire: dove è stata scritta, va bene – dirò anche dove –, dove non c’è scritta, invece, aggiungere l'espressione «a valutare la possibilità di». Penso all'ordine del giorno n. 9/1178-A/1 Taricco, che diventa quindi: «impegna il Governo a valutare la possibilità di realizzare forme di sperimentazione».
PRESIDENTE. Quindi, sull'ordine del giorno n. 9/1178-A/1 Taricco, vi è una riformulazione.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Sì.
PRESIDENTE. Ci segnali su quali ordini del giorno vi è la proposta di riformulazione, perché formalmente poi dobbiamo chiedere se viene accolta.
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Certo. Io le ho anche aggiunte negli originali consegnatomi. Allora, sull'ordine del giorno n. 9/1178-A/1 Taricco, propongo la seguente riformulazione: anziché «impegna il Governo a prevedere forme di sperimentazione», «impegna il Governo a valutare la possibilità di realizzare forme di sperimentazione».
Ordine del giorno n. 9/1178-A/2, bene; ordine del giorno n. 9/1178-A/3 pure. Sull'ordine del giorno n. 9/1178-A/4 Gribaudo si propone la seguente riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di adottare». Sull'ordine del giorno n. 9/1178-A/5 Minardo il parere è favorevole.
PRESIDENTE. Ci dica quelli dove va inserita questa riformulazione, che è: «a valutare la possibilità di».
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Pag. 34Sì. Elenco solo gli ordini del giorno in cui la riformulazione va inserita, per gli altri il parere del Governo è favorevole. Va inserita negli ordini del giorno n. 9/1178-A/7 Burtone e n. 9/1178-A/9 Dallai. Nell'ordine del giorno n. 9/1178-A/10 Tentori è già scritto. Nell'ordine del giorno n. 9/1178-A/11 Prodani bisogna inserire: «a valutare l'opportunità dell'inserimento». Nell'ordine del giorno n. 9/1178-A/12 Cani è già scritto. Nell'ordine del giorno n. 9/1178-A/13 Attaguile occorre inserire: «a valutare la necessità», non «a considerare la necessità».
PRESIDENTE. La necessità o la possibilità ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. «Valutare la possibilità di stanziare adeguate risorse». Lo stesso vale per l'ordine del giorno n. 9/1178-A/14 Allasia (sempre «a valutare»). Si tratta qui di un'individuazione su proposta delle regioni. Anche nell'ordine del giorno n. 9/1178-A/15 Segoni occorre inserire: «a valutare la possibilità di predisporre». Nell'ordine del giorno n. 9/1178-A/16 Liuzzi occorre inserire: «valutare la opportunità di inserire la ferrovia». Riguardo all'ordine del giorno n. 9/1178-A/17 Pili, per la verità, non ne comprendo il testo, è un mio limite. Infatti, si dice: «impegna il Governo a includere questi due percorsi nelle ferrovie turistiche nazionali». Quali ? Non lo leggo nella parte dalla parte narrativa. Se l'onorevole presentatore potesse precisarlo, per parte del Governo credo che non ci sarebbero possibilità. Però, dovrei capire quali sono i percorsi da includere nelle ferrovie turistiche nazionali.
PRESIDENTE. Allora, questo poi, caso mai, se nel frattempo vi parlate, lei può proporlo come riformulazione. Intanto passiamo, a questo punto, ai voti, se sarà necessario farli.
L'onorevole Taricco accetta la riformulazione del suo ordine del giorno n. 9/1178-A/1. L'ordine del giorno n. 9/1178-A/2 Gandolfi va bene. L'ordine del giorno n. 9/1178-A/3 Vargiu è accolto. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1178-A/4 Gribaudo è accettata, così come quella dell'ordine del giorno n. 9/1178-A/5 Minardo. L'ordine del giorno n. 9/1178-A/6 Nesi va bene così. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1178-A/7 Burtone è accettata. L'ordine del giorno n. 9/1178-A/8 Brandolin andava bene così. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1178-A/9 Dallai è accettata. L'ordine del giorno n. 9/1178-A/10 Tentori andava bene. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1178-A/11 Prodani è accettata. L'ordine del giorno n. 9/1178-A/12 Cani è accolto. La riformulazione dell'ordine del giorno n. 9/1178-A/13 Attaguile va bene, così come quelle degli ordini del giorno nn. 9/1178-A/14 Allasia, 9/1178-A/15 Segoni e 9/1178-A/16 Liuzzi.
Allora, a questo punto, onorevole Pili, le do la parola.
MAURO PILI. Grazie, Presidente. Si intendono le due della premessa: quella del Trenino Verde e quella delle Ferrovie minerarie, ricadenti nel Parco Geominerario.
PRESIDENTE. A questo punto, il Governo ci deve precisare qual è il parere, con questa precisazione dell'onorevole Pili. Qual è il parere sull'ordine del giorno n. 9/1178-A/17 Pili ?
UMBERTO DEL BASSO DE CARO, Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e i trasporti. Il parere è favorevole, a condizione che, anche l'ordine del giorno presentato dall'onorevole Pili, includa la riformulazione: «impegna il Governo a valutare la possibilità di includere».
PRESIDENTE. Perfetto. Onorevole Pili, per lei va bene ? Benissimo, perfetto.
È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.
(Dichiarazioni di voto finale – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.Pag. 35
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pastorelli. Ne ha facoltà.
ORESTE PASTORELLI. Grazie, signor Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, la conversione di vecchie linee ferroviarie in ferrovie turistiche rappresenta un'intelligente strumento di promozione non solo del patrimonio storico e artistico, ma degli stessi territori attraversati da queste tratte. Con questo disegno di legge, infatti, si potranno creare nuove occasioni di sviluppo e di crescita per molti piccoli centri sparsi lungo il territorio nazionale, spesso di particolare pregio naturalistico e culturale e, tuttavia, poco conosciuti al grande pubblico.
La gran parte di questa operazione sarà demandata alla sensibilità delle regioni, degli amministratori locali e dei singoli concessionari delle reti interessate. Se nell'ambito delle procedure delineate dalla legge questi soggetti lavoreranno in modo coeso, molti territori potranno vivere una nuova stagione turistica.
Ciò che al momento è importante sottolineare è la direzione che in materia di turismo si sta prendendo: un turismo ecosostenibile, fondato sul riutilizzo e la valorizzazione di strutture già esistenti; operazione che, allo stesso tempo, produce sviluppo e cultura.
Il provvedimento, poi, costituisce un altro importante tassello nella sfida che da tempo noi socialisti portiamo avanti, ovvero quella di maggiore ecosostenibilità dei trasporti. Per tutti questi motivi, esprimo il voto favorevole della componente Socialista al presente progetto di legge.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pastorelli, anche per essere stato nei tempi. Prego i colleghi: visto che non siamo in una fase di votazione, chi non ha interesse ad ascoltare le dichiarazioni di voto può tranquillamente accomodarsi fuori dall'Aula oppure restare in Aula ma in silenzio, per favore.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, Presidente. Esprimo il voto favorevole della componente dei Conservatori e Riformisti su questa proposta di legge, perché ne condividiamo gli obiettivi rispetto alla valorizzazione delle peculiarità del nostro Paese e gli obiettivi di valorizzazione soprattutto dell'identità.
Non c’è dubbio che si è fatto un primo passo. Noi riteniamo che la proposta di legge sia un percorso utile rispetto al sistema socio-economico del nostro Paese, perché il turismo e il miglioramento della nostra offerta turistica sicuramente possono portare dei benefici.
Spero e auspico che ci sia un raccordo con le regioni e con il territorio, così come previsto, e che questo raccordo sia realizzato nel più breve tempo possibile. È auspicabile che il Governo chiaramente si adoperi e s'impegni veramente per poter raggiungere gli obiettivi che la proposta di legge propone. Riteniamo che possa essere veramente una opportunità, visti i risultati che si sono ottenuti in altri Paesi dove è stato sperimentato questo strumento, in particolare in Inghilterra, così come è stato rilevato ieri nella discussione generale. Tali risultati possono dare una possibilità in più al sistema socio-economico del nostro Paese, soprattutto alla parte che riguarda il turismo.
Io ritengo che debba esserci un raccordo forte anche con i concessionari privati, nel contesto di una possibilità di liberalizzazione dell'economia di questo settore, sempre più indirizzata verso la possibilità di agevolare le impresse e le aziende, perché questo potrebbe essere veramente un indirizzo che viene fuori dal Parlamento e viene fuori soprattutto nel contesto di questa proposta di legge. È auspicabile che, adesso che passerà al Senato, questo provvedimento abbia un percorso quanto più possibile celere, perché poi bisogna passare all'attuazione, su cui ritengo che debba esserci poi un monitoraggio e una messa a punto anche con riferimento ai provvedimenti di attuazione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Totaro. Ne ha facoltà.
ACHILLE TOTARO. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentante del Governo, il gruppo di Fratelli d'Italia – Alleanza Nazionale voterà a favore di questa proposta di legge, perché riteniamo possa essere utile per sviluppare un percorso nuovo per quanto riguarda il turismo nella nostra nazione. Molto spesso ci sono aree marginali nel percorso turistico, che invece dovrebbe essere il fulcro di un'attività economica per una nazione come l'Italia, che ha peculiarità dal punto di vista culturale, storico, archeologico, culinario; molto spesso per quanto riguarda il turismo ci sono aree che rimangono totalmente fuori da questa logica e dal percorso che molti potrebbero fare per ragioni di turismo.
Allora, la proposta di legge va in questa direzione e riteniamo sicuramente, tuttavia, che non debba rimanere un manifesto fine a se stesso, perché troppo spesso in questo Parlamento vediamo leggi che contengono buoni presupposti o buone finalità che poi rimangono lettera morta.
Nell'applicazione della proposta di legge potrebbero verificarsi problematicità e altri colleghi lo hanno anticipato durante il dibattito prima di me anche nelle dichiarazioni di voto. Speriamo in un coordinamento da parte degli enti locali, dei comuni e della regione e con lo Stato per metterla in pratica. Può essere veramente un volano importante per quanto riguarda l'economia di molti nostri territori, di aree che, anche dal punto di vista della mobilità, a volte rimangono marginali in un percorso turistico a cui deve guardare il nostro Paese, che è un Paese composto da cento città e da mille villaggi che hanno una storia importante, che va valorizzata, che va fatta conoscere e che può essere importante scoprire dal punto di vista turistico e sicuramente può costituire un volano dal punto di vista economico per quanto riguarda i posti di lavoro, il coinvolgimento di imprenditori, punto di forza lavoro che può essere utilizzato in questi settori. Ne abbiamo parlato molte volte sia alla Camera sia al Senato: parliamo dell'economia del nostro Paese affermando che il turismo dovrebbe essere fondamentale per noi e per il nostro Paese, però a volte, nel corso degli anni, si è seguita poco questa strada.
Quindi, noi votiamo a favore della proposta di legge, ripeto, consapevoli che, tuttavia, se non c’è volontà da parte non solo del Governo, non solo dello Stato nazionale, ma anche degli enti locali e delle regioni per sviluppare un percorso e per mettere in pratica tale proposta, essa rischia di rimanere un manifesto e lettera morta e francamente non servirà a niente. Diamo, dunque, un voto favorevole, nella prospettiva ottimistica che, invece, questo non avverrà (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Abrignani. Ne ha facoltà.
IGNAZIO ABRIGNANI. Gentile Presidente e onorevoli colleghi, la proposta di legge al vaglio di quest'Aula per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante l'impiego di linee in disuso prevede il recupero, in chiave turistica, di linee temporaneamente sospese dall'esercizio commerciale diffuse su tutto il territorio nazionale.
La proposta di legge rappresenta l'ultimo atto di un processo iniziato attraverso il lavoro di numerose associazioni senza scopo di lucro e anche dalla Fondazione Ferrovie dello Stato italiano, che per prime si sono accorte delle immense opportunità che il recupero di queste linee poteva offrire per molti territori delle nostre regioni. Il fenomeno ha visto negli anni un sensibile aumento dell'interesse, che è sfociato con la riattivazione di alcune linee dismesse: penso alla ferrovia Sulmona-Carpinone, che unisce l'Abruzzo con il Molise, o alla linea che unisce Agrigento con la Valle dei Templi in Sicilia.
Pertanto, è emersa durante il lavoro della Commissione trasporti la necessità di Pag. 37inquadrare, sintetizzare ed ampliare un trend che fino ad ora si è manifestato in modo non coordinato, senza una regia centrale.
Vorrei inoltre sottolineare che, attraverso questa proposta di legge, individuare una linea come ferrovia turistica mette al riparo le sue infrastrutture dall'usura e dal saccheggio, impegnando l'ente gestore a mantenerla in condizioni di efficienza. Questo è un passaggio fondamentale, in quanto vi sono numerosi casi di tratte ferroviarie che, una volta chiuse al traffico commerciale, sono state sottoposte a scempi indicibili.
Il pregio maggiore di questo testo è la capacità di tenere insieme passato e futuro: da un lato, infatti, salvaguarda alcuni tracciati in disuso che attraversano luoghi di particolare interesse, tutelandone il patrimonio architettonico, artistico e ambientale; dall'altro, apre nuove prospettive per il turismo anche in aree interne che meritano di essere valorizzate. Inoltre, creare percorsi dedicati con il recupero di locomotive storiche può rivitalizzare certe aree intere del nostro territorio e, in particolare, del nostro Meridione: una miniera d'oro piccola, ma che permette a piccole realtà turistiche, anche a ridosso delle grandi città del sud, di farsi conoscere e rafforzarsi.
Non dobbiamo però trascurare la questione culturale, che è fondamentale per la valorizzazione di nuove forme turistiche: si sta affermando l'idea che il viaggio lento da vivere non è solo uno spostamento per arrivare a destinazione, ma un modo di godersi il tempo libero, la bellezza dei piccoli borghi, il buon cibo a chilometro zero, per incontrare la vitalità delle comunità locali, anche piccole, per apprezzare il silenzio e l'aria pulita, per curare il proprio benessere: insomma, per dare valore al tempo.
Questi percorsi di mobilità dolce attraversano in genere aree interne a bassa densità e costituiscono un volano anche per il turismo, l'accoglienza, l'artigianato, i beni storici e i piccoli borghi italiani, la natura e i parchi. Sono, quindi, anche un'opportunità di crescita intelligente, che in questi giorni, come vediamo, è messa a dura prova dalle condizioni meteo e non solo. Diventano anche un modo concreto per evitare l'abbandono dei territori e contrastare il dissesto idrologico del Paese e, ancora una volta, ripeto, in questi giorni si dimostra quanto ne abbiamo bisogno.
A ridosso delle reti sia stradali che ferroviarie vi sono anche interessanti manufatti che possono essere recuperati e legati all'attività di promozione e accoglienza: è il caso dei caselli ferroviari e stazioncine ormai chiuse, di cui le Ferrovie dello Stato promuovono il riutilizzo, e le case cantoniere, che con un accordo ANAS, MIT e MiBAC saranno destinate ad usi turistici e culturali. Diversi operatori privati si stanno aprendo a questa attività con la fornitura di servizi, con proposte integrate di accoglienza, con la vendita delle eccellenze del territorio, con guide turistiche. Stanno nascendo, dunque, piccole economie locali legate alla mobilità culturale molto interessanti, che vanno incoraggiate e sostenute.
È evidente che serve attenzione ai costi di investimento, manutenzione e servizio, con un regolamento snello di gestione per le ferrovie turistiche ed una reale integrazione con il turismo e le economie locali. Ma la strada intrapresa attraverso questa proposta di legge, secondo noi, è quella giusta, va implementata ma non saremo di certo noi ad ostacolarne il cammino. Per queste ragioni, annuncio il voto favorevole a nome di Scelta Civica-ALA.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Colleghi parlamentari, anche il gruppo Civici e Innovatori annuncia il suo voto favorevole al testo della proposta di legge che oggi è in discussione in Aula.
I motivi per cui il nostro voto sarà favorevole sono quelli che anche altri colleghi hanno già enunciato e che sono emersi nel corso del dibattito. Consideriamo, cioè, che sia positivo il manifesto che oggi viene scritto sulle ferrovie turistiche, Pag. 38nel senso che riteniamo che anche soltanto una presa d'atto del Parlamento che esiste una ricchezza potenziale, che è quella delle ferrovie ad utilizzo storico, turistico e culturale in Italia, significa scrivere qualcosa di coerente con il sentimento e con l'identità del nostro popolo e con il rapporto che nelle regioni si è costruito con le ferrovie a valenza regionale e a valenza turistica.
Devo dire che purtroppo, però, le considerazioni positive tendono ad esaurirsi qui, perché forse qualche cosa manca nel testo che oggi viene licenziato dall'Aula e qualche cosa manca se noi teniamo in considerazione quella che è la valenza delle ferrovie turistiche che già conosciamo. Basterebbe pensare in Italia alla Ferrovia del Bernina, basterebbe pensare a quella del Tirolo fuori dall'Italia, ma immediatamente in Austria, in vicinanza dell'Italia, basterebbe pensare alle ferrovie turistiche della Norvegia, che rappresentano alla fine occasioni di turismo che sono tali da attrarre da tutto il mondo visitatori che vanno appositamente per poter godere degli scenari naturali e dell'assistenza turistica che si è sviluppata intorno a tali scenari.
Allora, è evidente che serviva più coraggio nello scrivere la proposta di legge: intanto perché, ogni qualvolta si parla di invarianza economica, si sta dicendo che si sta facendo un enunciato più che una legge, perché, per poter sostenere il tema delle ferrovie turistiche in Italia era necessario metterci soldi. Quindi, questo Parlamento, che sceglie di non mettere soldi, perché evidentemente le priorità sono altre, sta dicendo che individua il problema e che individua la cornice di riferimento all'interno del quale il problema deve essere inquadrato, però in questo momento è difficile pensare di metterci soldi.
Un'altra considerazione che vorremmo fare e che a noi lascia qualche perplessità è l'esclusione dei privati nella gestione: è vero che i privati sono coinvolti ogni qualvolta si parla di attività collaterale rispetto alla ferrovia turistica, cioè di tutto ciò che attiene ai servizi, in particolare quelli turistici, che intorno alla ferrovia esistono, ma è vero che stiamo dicendo che il gestore della ferrovia deve essere pubblico.
Allora, una volta che lo Stato dice di non avere soldi e una volta che le regioni o la rete ferroviaria nazionale fanno gli imprenditori esclusivamente se esiste un ritorno economico diretto che consenta la gestione, beh, stiamo dicendo purtroppo che il manifesto che oggi la Camera dei deputati sta approvando rischia di restare un manifesto, cosa – e chiudo – che è ancora più grave in regioni come quella a cui io appartengo, la Sardegna.
Sono individuate ben quattro tratte ferroviarie della Sardegna, tra quelle che possono avere rilevanza turistica. Sembrerebbe che questa legge andasse a premiare quindi la rete ferroviaria della Sardegna – guardo la relatrice Mura e sorrido – nel senso che la Sardegna è l'unica regione italiana che ha le ferrovie interamente non elettrificate: abbiamo 608 chilometri di ferrovie a scartamento ridotto e, nell'ambito di questi 608 chilometri, si inseriscono i 438 di ferrovie turistiche, che purtroppo sono oggi, proprio per la carenza di risorse economiche per il Trenino Verde della Sardegna, sostanzialmente in abbandono.
Ebbene, quelli che nella legge vengono definiti «rotabili storici» noi li abbiamo in servizio per garantire la normale mobilità nel tratto a scartamento ridotto che ancora viene utilizzato in Sardegna e la mobilità verrebbe probabilmente indirizzata anche all'interno delle ferrovie turistiche, in una regione che, grande quanto il Piemonte, ha 430 chilometri di ferrovia gestite dalle Ferrovie dello Stato RFI sui 2.000 che ha invece, a parità di territorio, il Piemonte (andrebbe poi sottolineato che in Piemonte sono elettrificate, mentre da noi ancora non esiste traccia di elettrificazione, è l'unica regione italiana).
Pertanto, per noi sardi esiste quasi un sapore di beffa in questo provvedimento, che è vero che correttamente individua, nelle ferrovie a scartamento ridotto della Sardegna, un potenziale di sviluppo turistico straordinario per il nostro territorio, però, nel momento stesso in cui lo fa, Pag. 39sottolinea come il nostro territorio sia privo di quella viabilità su rotaia che è fondamentale come infrastruttura dello sviluppo.
Speriamo che, quando il Governo o quando il Parlamento ritornerà a discutere di temi che riguardano il trasporto, la mobilità e l'infrastrutturazione ferroviaria, per la Sardegna non si parli soltanto di ferrovie turistiche (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Attaguile. Ne ha facoltà.
ANGELO ATTAGUILE. Onorevoli colleghi, abbiamo la fortuna di vivere in un Paese meraviglioso da un punto di vista culturale, paesaggistico e archeologico. Da un punto di vista naturalistico, possiamo vantare un mare straordinario e delle montagne invidiabili. Da un punto di vista culturale, a parte le indiscutibili opere d'arte che le nostre città ospitano, ogni regione ha un patrimonio artistico e culturale inestimabile, che purtroppo spesso sottovalutiamo o addirittura ignoriamo.
Un tempo, gli spostamenti lungo il nostro Paese avvenivano col treno e, sebbene ovviamente interminabili se paragonati ai viaggi contemporanei, avvicinavano i viaggiatori ai territori che stavano attraversando, portando alla luce bellezze naturalistiche e comunità culturali, un rapporto uomo-ambiente in cui gli individui venivano accomunati da luoghi, storia, lingua e tradizione liberamente condivisi.
A partire dagli anni Cinquanta, i mercati, lo sviluppo tecnologico e l'ascesa dell'industria automobilistica hanno portato alle dismissioni, anche nel nostro Paese, di migliaia di chilometri di linee ferroviarie, cui si aggiungono i tratti di linee attive abbandonati in seguito alla realizzazione di varianti di tracciato.
E così sono pian piano scomparse prima le tratte ferroviarie lontane dai grandi mercati, poi grande parte del vastissimo patrimonio immobiliare, fatto di piccole stazioni, caselli, magazzini e sedi ferroviarie, il più delle volte ubicati in aree subalpine e di alto pregio paesaggistico o a ridosso di zone archeologiche o storico-culturali di elevata importanza, ma anche all'interno delle città.
Purtroppo, così questo patrimonio, piuttosto che essere tutelato, è stato invece abbandonato e dimenticato, diventando facile preda di vandali o della natura stessa, che lentamente se n’è riappropriata.
L'idea, quindi, che si sta diffondendo in tutti i Paesi oggi è orientata al recupero dei sedimi delle linee non più funzionali dell'esercizio ferroviario, tracciati che ancora spesso possiedono una continuità fisica che ne garantisce l'ottimale riuso ai fini della mobilità.
L'obiettivo è quello di salvare, nella sua integrità, un patrimonio così prezioso, ripensando le linee ferroviarie dismesse, riqualificandole con un'altra funzione.
Ecco, allora, che nascono progetti legati a percorsi ciclabili, sentieri per escursioni, linee ferroviarie turistiche e mobilità dolce e anche l'idea dell'attività del turismo ferroviario storico, recuperando, attraverso un'ingente riqualificazione, locomotive e carrozze d'epoca che viaggiano su linee di particolare pregio turistico e paesaggistico, per la gioia degli appassionati del settore e di chi vuole conoscere luoghi e mezzi dimenticati.
La proposta di legge che oggi ci troviamo a votare, nel testo che è uscito da un lavoro attento e condiviso della Commissione, è proprio volta a favorire la salvaguardia e la valorizzazione delle tratte ferroviarie di particolare pregio culturale, paesaggistico e turistico, compresi i tracciati ferroviari, le stazioni e le relative opere d'arte e pertinenze, fino ad arrivare ai rotabili storici e turistici abilitati a percorrerle.
È ormai opinione consolidata a livello internazionale la valenza ambientale alla base del riuso dei sedimi ferroviari e che questo uso alternativo genera grande potenzialità di offerta al turismo, un turismo nuovo e sostenibile.
Sono molti gli esempi degli altri Paesi che hanno portato avanti da anni progetti di questo genere: penso agli Stati Uniti, ma Pag. 40anche, in Europa, a Paesi come il Belgio, la Francia, la Spagna, dove già alla fine degli anni Ottanta si cominciò a studiare un progetto unitario per poter riutilizzare i sedimi di queste vecchie linee, per realizzare percorsi pedonali e ciclabili protetti, che potessero valorizzare le risorse paesaggistiche delle regioni e al contempo servire da modalità quotidiane alternative al traffico urbano.
Sembra quindi arrivato il momento anche per noi di dotare il nostro Paese di un nuovo sistema di mobilità sostenibile, centrato anche sull'uso del treno interconnesso con altre modalità di trasporto pubblico, concordando sulla necessità di salvaguardare le linee ferroviarie dismesse, prevedendone, quando possibile, la riattivazione all'esercizio ferroviario per utilizzo turistico o, in ultima analisi, per un recupero a fini ciclopedonali.
Interconnettere ferrovie con strade, mobilità alternativa di ogni tipo, significa rimodulare l'offerta di trasporto per la collettività e favorire lo sviluppo territoriale, soprattutto per le aree svantaggiate.
Solo in Sicilia, ad esempio, esiste un terzo del patrimonio italiano di linee dismesse: se queste fossero di nuovo utilizzate e le vecchie stazioni potessero rivivere anche con funzioni turistiche e ricreative, si riuscirebbe a creare una sinergia esplosiva tra arte, archeologia, cultura, artigianato, tradizioni, turismo ed economia locale.
Potenzialmente quindi, questo progetto di legge parla di occupazione, di volontariato, di imprenditoria, insomma di sviluppo per il Paese. Non possiamo, quindi, non essere favorevoli a questo provvedimento.
L'unico dubbio che avevamo – e lo abbiamo espresso presentando degli emendamenti in Commissione – era relativo al ruolo delle regioni, che secondo noi dovrebbero essere determinanti e predominanti nella segnalazione delle linee di interesse storico-paesaggistico presenti sul territorio.
La nostra richiesta è stata accolta e nel testo arrivato, oggi, in Aula si dà la possibilità alle regioni di segnalare al Ministero quali sono i percorsi su cui investire. Deve essere la regione che con senso critico valuta con attenzione ogni linea dismessa del proprio territorio, per coglierne le peculiarità, gli usi ai quali potrebbe essere destinata, il valore storico-paesaggistico, naturalistico, ma anche turistico e, da ultimo, ma non meno importante, i costi che il riuso comporterebbe per la comunità. Penso in questo momento all'Abruzzo e alle linee ferroviarie che interessano proprio quei comuni, oggi, così duramente colpiti dalla natura, così come a tutti quei borghi umbri e marchigiani devastati dal terremoto. Questi piccoli centri, oggi così sofferenti, hanno bisogno di reinventarsi, di riappropriarsi del proprio territorio. Le linee ferroviarie dismesse hanno delle caratteristiche così specifiche e possiedono un vissuto tanto ricco di memoria per attivare e per portare avanti attività umane, viaggi e ricordi che riescono a raccontare l'identità storica del territorio che attraversano. Il nostro Paese ha tanto da raccontare con le sue comunità culturali, le sue tradizioni, la sua arte, la sua storia e la sua natura.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.
VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Il gruppo di Area Popolare voterà a favore di questo provvedimento oggi in Aula. L'impiego delle tratte ferroviarie di particolare pregio culturale, queste tratte non impiegate attualmente, che attraversano luoghi straordinariamente belli, che attraversano paesaggi straordinari, è una delle opportunità che da tempo bisognava cogliere e per questo bisognava già regolamentare questa materia, come del resto già fatto in altri Paesi europei, che hanno una specifica normativa tale da potere trasformare in una positiva realtà delle infrastrutture già esistenti.
Discutiamo, quindi, di una buona legge, che garantisce un sistema di norme appropriato, ragionevole e di facile applicazione. È un provvedimento che intende rilanciare ed implementare il turismo in Pag. 41un comparto importantissimo per la nostra economia.
Questi impianti ferroviari, tra l'altro, attraversano luoghi dove insistono straordinari beni architettonici, paesaggi di rilevanza straordinaria, beni culturali, e le disposizioni previste dal testo oggi in discussione ci consentono così di mettere in campo dei treni bellissimi per viaggiare attraverso la storia e la cultura del nostro Paese. Si tratta di un richiamo, quindi, accattivante e sicuramente apprezzato nel mondo del turismo.
In tale contesto, il provvedimento in discussione si inserisce proprio con l'intento di sostenere e regolamentare un fenomeno recente di sicuro interesse socio-economico per il Paese. Prevede, quindi, che la gestione delle attività commerciali connesse al servizio di trasporto sulle ferrovie turistiche, quindi, compresi anche gli allestimenti di spazi museali e le iniziative di promozione turistico-ricreative, sia a bordo che nelle stazioni, possa essere esercitata da soggetti pubblici e privati, un ulteriore modo per realizzare quell'incontro tra offerta pubblica e privata che può essere di aiuto allo sviluppo della nostra economia. La sinergia pubblico-privato costituisce un elemento già sperimentato in altri settori economici che ha dato buoni risultati e che, ovviamente, è utile promuovere.
Inoltre, si intende salvaguardare il patrimonio ferroviario, i binari, le stazioni, diversi manufatti e gli stessi tracciati, tutto un patrimonio che esiste ancora, che insiste in tante zone italiane che è stato frutto di investimenti importanti nel nostro Paese e che, spesso, è la testimonianza di grandi opere di ingegneria e di realizzazione e che comporta comunque, ancora oggi, costi di mantenimento, proprio perché è un bene dello Stato.
Il turismo, lo sappiamo bene, costituisce un settore trainante della nostra economia e occorre pertanto utilizzare tutte le sinergie indispensabili per avviare un percorso virtuoso, in modo da implementare il tessuto produttivo delle imprese che operano in questo contesto con tutti i mezzi che abbiamo e sottolineo «con tutti i mezzi che abbiamo», insisto sempre su questo, cioè noi valorizziamo un patrimonio già esistente. L'articolo 5, ad esempio, stabilisce alcuni principi fondamentali in materia di gestione del servizio e le modalità di affidamento dello stesso; attività che può essere esercitata esclusivamente da soggetti proprietari delle infrastrutture, da soggetti concessionari, oppure dalle imprese ferroviarie. È inoltre da evidenziare che la procedura per la circolazione sulle tratte ferroviarie non può che avvenire nel rispetto di tutti quegli standard di sicurezza necessari a garantire affidabilità e soprattutto protezione delle persone che operano sulla tratta o che vengono trasportate. Infatti, è attribuito all'Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie il compito di definire i livelli di sicurezza, in relazione alle caratteristiche delle stesse tratte ferroviarie. Di grande rilevanza è l'articolo che stabilisce come le associazioni e le organizzazioni di volontariato con specifica esperienza e competenza nei settori ferroviario, turistico, culturale e ambientale, sulla base di apposite convenzioni con i gestori delle attività commerciali, possano essere coinvolte nella gestione di servizi accessori e complementari alla circolazione dei rotabili. Le convenzioni possono anche prevedere la partecipazione delle citate associazioni e organizzazioni a percorsi formativi organizzati sia dalle imprese che curano iniziative turistiche che dalle imprese ferroviarie.
Questa legge, grazie all'apertura della collaborazione con soggetti privati, può contribuire a sviluppare l'occupazione, soprattutto giovanile e anche una occupazione qualificata, in modo tale da avere un nuovo modo di pensare l'economia turistica nel nostro Paese. Abbiamo, infatti, bisogno di nuove idee oltre a quelle tradizionali che possano coinvolgere i giovani e anche i meno giovani in settori economici importanti per la crescita economico-sociale dell'Italia. Questo provvedimento ha inoltre confermato e sviluppato il fondamentale concetto relativo alla tematica delle ferrovie dismesse che, come dicevo prima, rischiavano di essere trascurate ed inutilizzate, un patrimonio così importante Pag. 42e una testimonianza storica delle imprese italiane. Questo provvedimento mette in campo un quadro normativo che sicuramente ha i requisiti richiesti per essere applicato. Il gruppo di Area Popolare vota dunque a favore, l'ho già detto, di un buon provvedimento, anche con il conforto delle indicazioni pervenute nel corso dell'iter legislativo dalle audizioni effettuate ed in base all'ottimo lavoro svolto da un Comitato ristretto che ha operato su una materia molto delicata, in maniera assolutamente corale, sotto il profilo sia tecnico che per quanto riguarda gli aspetti sociali che la stessa materia interessa. Questo testo perviene, pertanto, ad un risultato ragguardevole e significativo, assicura al nostro Paese un'ulteriore e significativa via di sviluppo e lo pone anche a livello di altre realtà europee dove il fenomeno dell'utilizzo delle ferrovie per iniziative turistiche ha prodotto già effetti positivi, sotto il profilo della crescita del turismo e dell'economia.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.
FRANCO BORDO. Grazie, Presidente. L'obiettivo di questa proposta di legge è quello di individuare un quadro normativo per iniziative che, di fatto, si stanno già sviluppando spontaneamente nel Paese, come ad esempio in Sardegna, la terra dei trenini a vapore. Nell'ambito del gruppo Ferrovie dello Stato è stata costituita, nel marzo del 2013, la Fondazione FS italiane di cui sono soci fondatori Trenitalia, Rfi e l'holding Ferrovie dello Stato. Si tratta di una fondazione senza scopo di lucro che ha la finalità di preservare, valorizzare e consegnare integro il patrimonio storico, tecnico e industriale dei treni storici, dei musei ferroviari, dei fondi archivistici in materia, che svolge la sua attività nell'ambito del territorio nazionale e di altri Paesi dove il gruppo Ferrovie dello Stato è presente. La Fondazione FS si avvale della collaborazione di numerose associazioni che tramite una convenzione inizialmente stipulata con Trenitalia contribuiscono a mantenere il decoro e la pulizia dei rotabili storici e si impegnano a svolgere numerose attività logistiche di supporto, prima, durante e dopo i viaggi dei treni storici. La presente proposta di legge si prefigge vari obiettivi: la salvaguardia di alcuni tracciati ferroviari in disuso o in corso di dismissione e che attraversano luoghi di particolare interesse sotto il profilo culturale naturalistico e storico. Inoltre, la tutela del prezioso patrimonio architettonico e di tutte le opere che compongono tali linee ferroviarie, come le stazioni, magazzini, caselli, ponti, gallerie. Ancora: istituzioni Ferrovie Turistiche da gestire con la collaborazione delle realtà associative, già esistenti e operanti nel territorio della Repubblica e che hanno o hanno avuto contratti di comodato o convenzioni con società del gruppo Ferrovie dello Stato italiane, finalizzate alla salvaguardia e al recupero dell'infrastruttura ferroviaria, nonché all'organizzazione di treni straordinari a carattere turistico.
Si tratta di percorsi costruiti generalmente tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, che, oltre a traversare luoghi ricchi di fascino e di storia, conservano quasi intatti importanti elementi di archeologia industriale e ferroviaria: ponti e gallerie spesso ancora in eccellenti condizioni statiche, stazioni e magazzini dall'inconfondibile stile ferroviario italiano, infrastrutture che, in un modo o nell'altro, hanno fatto la storia del nostro Paese e che è giusto tutelare e valorizzare.
Con l'istituzione e la regolamentazione delle Ferrovie Turistiche sarà possibile creare una stretta collaborazione tra l'amministrazione ferroviaria, l'associazionismo amatoriale e l'economia turistica dei territori coinvolti, tenendo ben presente che spesso sono coinvolti anche territori che versano in gravi difficoltà economiche. Ecco, così possiamo superare diversi problemi relativi a regolamenti, alla custodia degli impianti e alla fruizione degli stessi.
Noi pensiamo e siamo convinti che questo strumento di legge può dare uno sviluppo nel nostro Paese, come è già avvenuto in altri Paesi dell'Europa, a partire dalla Gran Bretagna – che sin dagli Pag. 43anni Cinquanta ha applicato una politica di recupero e utilizzo delle linee dismesse a fini turistici, che dà occupazione a migliaia e migliaia di persone – ma anche in altri Paesi, come la Germania, la Francia, il Belgio, la Spagna stessa.
Oggi l'Italia cerca, con l'approvazione di questo testo di legge, di colmare una lacuna. Noi abbiamo dato un contributo come gruppo di Sinistra Italiana, durante la discussione in Commissione, abbiamo presentato emendamenti rivendicando e anche ottenendo la presenza di linee ferroviarie nell'elenco che viene contenuto all'interno in questa proposta di legge – ricordo che si partiva da sette linee citate nel testo originario e oggi arriviamo a una proposta, cioè a una legge, che approveremo tra poco, con diciotto linee indicate come linee turistiche da valorizzare e mantenere –, ebbene noi abbiamo dato un contributo in questa fase emendativa portando ben sei linee ferroviarie all'interno del nuovo elenco che poi è stato approvato. Ovviamente, poi, abbiamo anche dato un contributo per quanto riguarda gli altri articoli.
Avendo lavorato in un clima di condivisione e avendo costruito insieme questo testo, noi lo condividiamo anche nel voto finale ed esprimiamo il voto favorevole di Sinistra Italiana (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Biasotti. Ne ha facoltà.
SANDRO BIASOTTI. Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi e colleghe, ciò che ci accingiamo a votare è la trasformazione e la riqualificazione di infrastrutture ferroviarie di rilevante interesse naturalistico, paesaggistico e culturale, che non risultano utilizzate e che in alcuni casi versano in stato di totale abbandono.
La valorizzazione di queste ricchezze risulterà essere, certamente, un utile strumento di riscoperta del nostro territorio. Parliamo di un patrimonio ingente, ad oggi inutilizzato e destinato all'abbandono, che possiede potenzialità di notevole valore economico, storico e paesaggistico, nonché di utilità sociale.
L'Italia è un Paese con un territorio unico per la varietà, la qualità e la diversità dei paesaggi. Il nostro patrimonio artistico e culturale è eccezionale, come è evidenziato anche dal numero dei siti riconosciuti dall'Unesco quali patrimonio dell'umanità. Il nostro, inoltre, è un paesaggio che sa conciliare la montagna con il mare, dolci colline dalle linee morbide con i paesaggi aspri e spigolosi, lunghe coste sabbiose con scogliere e calette, alcune raggiungibili solo via mare. Ora, colleghi, questo patrimonio è fatto spesso di piccoli luoghi, di siti apparentemente minori, di gioielli nascosti, che si affiancano alle città d'arte famose, rinomate e conosciute in tutto il mondo. Tutta questa abbondanza di cui andiamo fieri è dispersa sul territorio ed è piccola. Noi di Forza Italia riteniamo che sia un bene che possa essere apprezzata e goduta dai cittadini, e in tal senso vogliamo sostenere quelle iniziative che si muovono in questo modo.
Consegnare queste aree dismesse o in via di dismissione nuovamente ad usi di pubblica utilità significa anche ridare loro dignità economica, riconoscere una potenzialità a luoghi che oggi risultano ignorati. Inoltre, questo tipo di iniziative risponde anche alla domanda di sviluppo di turismo, che si differenzia da quello specifico a cui assistiamo nelle grandi città, ricche di beni archeologici, di monumenti e di musei. Le numerose piccole ferrovie e stazioni ferroviarie minori potranno agire da volano per veicolare questo turismo diverso e più vicino alle realtà locali e ai piccoli centri abitati.
Un provvedimento come questo rappresenta anche un'occasione per valorizzare le molteplici tradizioni che attraversano tutta la penisola e che ne costituiscono in maniera forte l'identità. Forza Italia si è impegnata anche a livello locale in tal senso, presentando proposte di interventi finalizzati alla conservazione e alla valorizzazione delle aree ferroviarie, al recupero e alla sicurezza nelle stazioni, prevedendo Pag. 44il coinvolgimento degli enti locali, anche perché a livello locale si può certamente individuare con maggiore puntualità il tipo di intervento e di valorizzazione da mettere in atto.
Sarebbe stato certamente auspicabile prevedere, per questi enti, strumenti economici per l'utilizzazione delle risorse dismesse o in corso di dismissione, ma io mi auguro che la sensibilità del sottosegretario possa aiutarci in questo senso e questo ci sembra, comunque, un buon inizio. Per questo io dichiaro il voto favorevole del gruppo di Forza Italia (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole De Lorenzis. Ne ha facoltà.
DIEGO DE LORENZIS. Grazie, Presidente. Ma davvero dobbiamo ribadire in quest'Aula il motivo per cui questa legge è importante ? Dobbiamo ribadire in quest'Aula il motivo per cui puntare sul turismo e a maggior ragione sul turismo sostenibile come quello delle Ferrovie Turistiche è fondamentale per il nostro Paese ? Davvero dobbiamo ricordare in quest'Aula, con tanta retorica, le potenzialità anche economiche che l'impulso di questo settore avrebbe per il nostro Paese ? Basta fare un confronto con gli altri Paesi europei che già questa strada hanno percorso: faccio notare che nel solo Regno Unito il settore genera oltre 139 milioni di euro, quindi settanta volte di più di quello che viene, invece, generato nel nostro Paese, a parità di chilometri di ferrovie turistiche.
Ebbene, Presidente, io non voglio essere retorico e non voglio ricordare che questo Paese ha enormi potenzialità, perché in ogni angolo della nostra nazione c’è un patrimonio da valorizzare, che sia di architettura industriale, che sia di archeologia o di qualunque altro aspetto che necessita la nostra attenzione e, quindi, anche ovviamente la tutela ambientale e paesaggistica, come prevede la nostra Costituzione. Davvero non voglio, non voglio soffermarmi su questi aspetti, che, tra l'altro, sono stati ricordati benissimo dai colleghi che mi hanno preceduto.
Io voglio soffermarmi sulla volontà politica di questo Governo e della maggioranza del Partito Democratico di puntare veramente sulla mobilità sostenibile, in particolare quindi sul turismo e sulle iniziative che questo Parlamento approva – o almeno una delle Camere approva – per averle poi definitivamente attuate.
Faccio notare che questo Governo, come il precedente, anzi i precedenti, in perfetta continuità, continua ad effettuare dei tagli al trasporto pubblico regionale e locale. Oggi questa proposta di legge è stata, sì, rivista, migliorata, prevedendo delle semplificazioni normative dal punto di vista tecnico, includendo per fortuna i vélorail, quindi queste biciclette che possono andare sui binari, ma questo settore in realtà oggi rischia di non avere l'impulso necessario. Facevo prima riferimento ai tagli fatti dai Governi al trasporto pubblico regionale e locale: le risorse sono state ridotte non soltanto per il traffico commerciale, quindi tipicamente per il trasporto pubblico dei pendolari o degli studenti, ma abbiamo visto che questo ha avuto degli impatti notevoli su quelle regioni che avevano deciso di investire in questo settore. Penso alla Sardegna e ad altre regioni, come la Calabria, l'Abruzzo, regioni che hanno deciso di valorizzare delle tratte specifiche e poi, per scarsità di risorse, nonostante la domanda crescente, si sono viste costrette a ridimensionare queste iniziative.
Il tema è quindi dare risorse stabili a questo settore. Faccio notare che la legge, da questo punto di vista, va in una direzione esattamente contraria, perché si chiede alle associazioni e ai soggetti che vogliono iscrivere i loro mezzi ferroviari un onere per l'iscrizione all'albo nazionale. Altresì, Presidente, proprio a causa forse di un'eccessiva mancanza di coraggio di quest'Aula e del Partito Democratico in particolare, non sono stati trovati i finanziamenti per abbattere le barriere architettoniche e quindi dare piena accessibilità delle tratte ferroviarie e ovviamente delle Pag. 45altre opere pertinenti alle persone disabili: credo che queste siano cose gravissime. Presidente, un'altra cosa che non va bene di questa legge, auspicando che il Senato la riesca a sanare, è l'impossibilità di affidare direttamente e attivamente il servizio ferroviario, quindi la conduzione dei treni, ad associazioni, purché ovviamente venga superato il paletto della sicurezza, quindi vengano messi dei vincoli molto stringenti sulla credibilità, sulla competenza e sulla professionalità delle persone di queste associazioni che eventualmente potrebbero e dovrebbero avere anche la possibilità di gestire il servizio ferroviario.
Questo tema dell'allargare ed ampliare la possibilità dei soggetti abilitati al servizio ferroviario turistico è un tema centrale per lo sviluppo del settore, lo hanno detto chiaramente nelle audizioni diverse associazioni, che, appunto confrontando quello che avviene nel nostro Paese e quello che avverrà anche con questa legge, ci hanno messo in guardia dicendoci che se non diamo la possibilità al settore di espandersi, ampliando quindi la platea di soggetti che attivamente riesce a organizzare e ad esercitare il servizio, nel nostro Paese questo settore non avrà il risalto che ha in altri Paesi. Infatti, è ovvio che una struttura come quella di un'impresa ferroviaria, che sia Trenitalia o un gestore di un'impresa ferroviaria regionale, non avrà alcun interesse, perché i costi che deve sopportare per queste iniziative saranno ovviamente troppo onerosi, e non è comunque il business di riferimento di questa tipologia di azienda. Quindi, allargare alle associazioni, purché debitamente formate e comunque con dei criteri che non mettano in dubbio la sicurezza, è l'unica strada da perseguire per dare veramente una svolta a questo settore anche nel nostro Paese.
Ovviamente il nostro gruppo esprime ampia soddisfazione, per il fatto che il testo è stato migliorato notevolmente dalla prima stesura del comitato ristretto; miglioramenti ci sono stati rispetto al testo base della proposta di legge a prima firma dell'onorevole Iacono. In questo stravolgimento, in questa metamorfosi che c’è stata, noi abbiamo ovviamente contribuito molto a migliorare il testo. Faccio riferimento, per esempio, alle procedura telematica che è stata inserita nell'articolo 5; faccio riferimento alla possibilità, come dicevo prima, di usare sulle tratte dismesse, che magari hanno dei problemi a far circolare i treni storici o i treni commerciali, quindi per carenze infrastrutturali, i vélorail, quindi queste biciclette che riescono ad andare su binari anche se sono interdetti ad altro tipo di circolazione.
Quindi, la legge è effettivamente di molto migliorata, e potremmo in qualche modo dirci soddisfatti rispetto al non averla, perché appunto stiamo andando a colmare un vuoto normativo che, da una parte, finalmente legittima l'attività che le associazioni hanno fatto finora, e, dall'altra parte, dà la possibilità in futuro di ampliare questo settore. Però le migliorie da apportare alla legge ovviamente non sono finite. Li ho ricordati prima, i profili sui quali intervenire, che sono tanti, diversi, e speriamo che al Senato su questo si possa intervenire. Prima di chiudere e annunciare in quest'Aula il nostro voto ovviamente favorevole al provvedimento, faccio un ultimo passaggio su un aspetto altrettanto controverso della legge, cioè la possibilità di avere all'interno del testo un elenco di tratte ferroviarie. Quest'elenco, benché sia condiviso all'interno della Commissione, è stato però uno spartiacque tra quelle regioni e quei territori che hanno potuto fare inserire queste tratte e altre regioni che, invece, sono state escluse. Il presidente della Commissione, onorevole Meta, ha ricordato che questo elenco è ovviamente aperto, perché comunque c’è uno strumento, che è appunto quel tavolo, che permetterà di inserire, modificare, ampliare l'elenco, però è ovvio che, mentre le altre tratte subiranno un percorso, un procedimento descritto appunto dalla legge, le altre sono state facilitate nell'entrare in questo elenco in maniera discriminatoria rispetto alle altre. Questo elenco ovviamente ha due funzioni: da una parte, riconoscere quelle tratte che già oggi eserciscono il servizio ferroviario turistico, Pag. 46quindi banalmente dare atto alle associazioni, ai volontari, a tutte quelle persone che si sono spese in questo settore, quindi è il giusto riconoscimento del lavoro fatto in questi anni, molte volte anche in silenzio; dall'altra parte, ha una connotazione politica per l'opinione pubblica, perché finalmente dà atto a questo Parlamento di riconoscere l'importanza di questo settore, con un riconoscimento concreto di tratte che possono essere facilmente identificabili dall'opinione pubblica, quindi spingere la stessa opinione pubblica a fare un'opera di moral suasion, cioè chiedere ai propri amministratori locali, in primis alle regioni, l'ampliamento di questo elenco con delle tratte che magari non rientrano in questo insieme citato ma che possono avere le stesse potenzialità di sviluppo di quelle presenti nell'elenco. Quindi, Presidente, chiudo il mio intervento dichiarando che voteremo favorevolmente al provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Iacono. Ne ha facoltà.
MARIA IACONO. Onorevole Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, siamo quindi giunti al termine dell'esame di questo provvedimento di cui ho l'onore di essere prima firmataria, e non posso che esprimere, a nome mio e di tutto il gruppo, una grande soddisfazione per il risultato raggiunto. Grazie all'approfondito lavoro istruttorio svolto dalla Commissione trasporti, si è arrivati ad un testo che consegue finalmente l'obiettivo di dare un quadro di riferimento concreto al settore del turismo ferroviario, la cui importanza e le cui potenzialità si sono dimostrate sempre più rilevanti, soprattutto per quelle zone del Paese – e sono tante – in cui alla bellezza dei luoghi non corrisponde un adeguato sviluppo in termini di offerta turistica. L'utilizzo delle tratte ferroviarie in disuso per finalità di promozione turistica, artistica, culturale di aree del Paese che presentano un particolare pregio naturalistico o archeologico consente, infatti, di valorizzare sia le infrastrutture ferroviarie sia il patrimonio architettonico e artistico proprio di tali linee (stazioni, magazzini, caselli, porti, gallerie), dando, quindi, impulso ad un settore economico che si è mostrato vitalissimo.
Il turismo ferroviario, facendo tesoro delle esperienze fin qui maturate in Italia e all'estero, viene, quindi, individuato come un modo nuovo per riscoprire il piacere del viaggio, della scoperta della lentezza quale valore per apprezzare appieno e godere fino in fondo delle bellezze culturali e paesaggistiche del nostro meraviglioso territorio. Si tratta di un turismo sostenibile, per certi versi antico e pienamente coerente – lasciatemelo dire – con il nuovo piano nazionale del turismo a cui ha lavorato il Ministro Franceschini. Ma, al contempo, è anche una forma innovativa di promozione del territorio, perché rispettoso dell'ambiente della natura nonché capace di parlare e coinvolgere persone con esperienza sociali e culturali diverse.
Il quadro di questo fenomeno nuovo in Italia ha avuto un momento fondante con la creazione, da parte del gruppo FS, della Fondazione FS, operativa dal 2013. Sui treni organizzati dalla Fondazione FS, da nord a sud del Paese, – pensate ! – si è passati da circa 8 mila viaggiatori nel 2013 a circa 70 mila viaggiatori nel 2016. La proposta di legge cerca, quindi, in questo modo di recuperare il terreno perduto dall'Italia rispetto alle numerose esperienze estere, già avanzate, che dimostrano che il turismo ferroviario è un'occasione che il Paese deve cogliere per rilanciare il suo ruolo di leadership a livello mondiale nel settore del turismo. Ricordiamoci che l'Italia continua a essere la prima meta ambita a livello del turismo internazionale.
L'obiettivo della proposta di legge, quindi, è quello di superare quelle difficoltà che, ad oggi, hanno impedito al turismo ferroviario di caratterizzarsi come una proposta capace di produrre valore aggiunto, sia per le imprese che, soprattutto, per i territori, anche con nell'introduzione di procedure snelle per favorire Pag. 47l'ideazione e la realizzazione di iniziative imprenditoriali che vadano nella direzione da noi auspicata. Vale la pena richiamare, quindi, il ruolo cruciale di tante associazioni che, nelle numerose realtà territoriali, hanno già intrapreso iniziative nel settore del turismo ferroviario. Tale ruolo è stato svolto da tante associazioni culturali, ma anche dalle organizzazioni di appassionati e anche da tanti semplici cittadini e da tanti volontari, che hanno animato, promosso e garantito il successo delle iniziative fino a ora messe in atto. L'uso del sedime ferroviario storico e di mezzi rotabili d'epoca ha costituito il momento centrale di eventi di valorizzazione e di riscoperta di quei beni paesaggistici e storici di cui l'Italia, detta impropriamente, «minore» è ricca, ma che sono fuori dai circuiti turistici, anche perché difficilmente raggiungibili o perché poco conosciuti. Ricordiamoci, in quest'Aula, che offrire strumenti di sviluppo turistico alle realtà locali contribuisce – sì – al benessere economico, ma anche alla costruzione di un nuovo senso di comunità, in particolar modo quando valorizza, come dicevo, la passione di tanti soggetti legati al mondo delle ferrovie storiche, senza il cui contributo – diciamolo chiaramente – questa proposta di legge non avrebbe certamente avuto la spinta necessaria per andare avanti.
Vi prego, però, di porre attenzione su come non si tratti assolutamente di un'operazione statica, un'operazione statica da museo o nostalgica per appassionati del settore, ma di un vero e proprio progetto nazionale, che può costituire una fonte vera di sviluppo turistico sostenibile per le nostre aree interne.
Pensate a stazioni recuperate come bed and breakfast oppure come osterie, in cui si consumano prodotti a chilometro zero, magari gestite da start up giovanili. Pensate a circuiti di bici o di trekking o a cammini che partono da queste ferrovie, sulle quali il turista arriva con il treno storico. Pensate all'indotto che si può creare nelle aree depresse, che sono proprio quelle dove si trovano questi tronchi ferroviari. Pensate alle opportunità di lavoro, alla ricchezza potenzialmente creabile in modo pulito, senza danneggiare l'ambiente. Pensate, quindi, all'opera pienamente ecosostenibile di recupero dell'esistente, che consentirebbe – come molti qui hanno ricordato – di togliere dall'abbandono e dal degrado in cui si trovano scali, stazioni e linee ferroviarie chiuse. Pensate anche alla soluzione che un progetto simile potrebbe portare all'eterno problema – su cui non mi dilungo, perché è noto a tutti e tutti su questo sono intervenuti – dei rami secchi delle ferrovie, che finalmente troverebbero nuova vita e nuova linfa, passando da onerose infrastrutture da mantenere a veri e propri creatori di economie positive.
Ecco, io credo che con lo spirito che ha animato me e i colleghi – ringrazio ancora la relatrice, onorevole Mura, il presidente della Commissione, l'onorevole Michele Meta, il gruppo ristretto e tutti i deputati della Commissione –, improntando il lavoro istruttorio al più ampio ascolto possibile delle indicazioni provenienti da soggetti interessati e da coloro che hanno già messo in campo iniziative di questo genere, merita di essere segnalato anche un altro aspetto del provvedimento – anche in questo caso ricordato da altri –: lo sforzo, cioè, di conciliare lo sviluppo del turismo con l'imprescindibile esigenza di assicurare il massimo livello di sicurezza. È stato subito chiaro alla Commissione il delicato punto di equilibrio da individuare tra l'esigenza di consentire alle vetture storiche di poter circolare sulle reti ferroviarie sospese o dismesse e la necessità di assicurare un elevato standard di sicurezza per la circolazione di questi rotabili sulla rete ferroviaria. Questo bilanciamento sarà, in parte, rimesso alle capacità tecniche dell'Autorità nazionale per la sicurezza delle ferrovie, che sarà chiamata anche a tenere conto della peculiarità di questa specifica modalità di trasporto ferroviario.
Non posso che esprimere, infine, grande soddisfazione per il fatto che l'Aula sia riuscita a reintrodurre le norme che, nella fase consultiva dell'istruttoria in Commissione, a seguito del parere reso Pag. 48dalla Commissione bilancio, erano state espunte. Si tratta di norme che – come detto bene dalla relatrice – rappresentano un punto di caduta essenziale per dare concretezza all'iniziativa che abbiamo assunto e sviluppato. La scelta, quindi, di qualificare, già in sede di prima applicazione, alcune tratte ferroviarie come ferrovie turistiche era presente nella originaria formulazione del progetto di legge presentato dalla sottoscritta. Adesso l'elenco recato dall'articolo votato dall'Assemblea è ancora più ampio, proprio perché frutto di una preziosa attività istruttoria che la Commissione ha svolto mediante un'approfondita attività conoscitiva. Tuttavia, il catalogo delle ferrovie turistiche che abbiamo individuato non ha la pretesa di completezza e di esaustività – lo dico al collega dei 5 Stelle –, ma è volto a fare da apripista, lasciando all'iniziativa delle diverse realtà territoriali la possibilità di assumere le decisioni di propria competenza per integrare e modificare questo elenco.
Consentitemi, infine, una testimonianza vissuta in prima persona nella mia terra, Agrigento. Ho avuto modo di osservare da vicino l'attività di Fondazione FS e di un'associazione di volontari amanti del treno, chiamata Ferrovie Kaos, che hanno letteralmente fatto rinascere una piccola ferrovia, quella che da Agrigento va a Porto Empedocle, attraversando la Valle dei Templi, che un tempo veniva utilizzata per trasportare lo zolfo che proveniva dalle miniere di Casteltermini, Racalmuto, Comitini, Favara verso il porto. Ho visto come, di fronte agli sforzi economici inizialmente sostenuti dalla Fondazione, il risultato sia stato enorme. Tutti i weekend, da primavera all'autunno, le littorine d'epoca partono da Agrigento Centrale per la Valle dei Templi e hanno i posti tutti esauriti. Gli stranieri, soprattutto, non amanti dell'automazione privata su gomma, oggi cercano il treno storico per andare a visitare la Valle dei Templi. Ho visto, quindi, rinascere dal nulla un'infrastruttura data per morta, con poco, con investimenti mirati, oculati.
Infine, l'ultima cosa che voglio dire e che voglio aggiungere e credo importante: questa è l'occasione per la prima regolamentazione dei velorail. Per quanto ancora poco diffusi, la coraggiosa scelta del legislatore è un ulteriore passo avanti per valorizzare pienamente una forma di turismo che si presta anch'essa ad essere integrata in un ventaglio di offerte turistiche non convenzionali, che potranno con il tempo ampliare l'offerta turistica in Italia, potenziando il ruolo del nostro Paese nel mercato mondiale.
Basta, quindi, portare masse indistinte di turisti della giornata a Venezia, Roma, Firenze, città belle e fragili, che forse cominciano ad avere bisogno di tutta la nostra cura e dove forse va aumentata la qualità del turismo. Portiamoli anche nella meravigliosa provincia italiana attraverso la rete di ferrovie storiche che vogliamo creare con questa proposta di legge.
Per questi motivi esprimo il convinto sostegno del mio gruppo all'approvazione del provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.
(Coordinamento formale – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.
(Così rimane stabilito).
(Votazione finale ed approvazione – A.C. 1178-A)
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.
Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. 1178-A:
«Disposizioni per l'istituzione di ferrovie turistiche mediante il reimpiego di linee in Pag. 49disuso o in corso di dismissione situate in aree di particolare pregio naturalistico o archeologico».
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 25).
Seguito della discussione delle mozioni Mantero ed altri n. 1-01463, Rondini ed altri n. 1-01475, D'Incecco ed altri n. 1-01476, Palese ed altri n. 1-01477, Nicchi ed altri n. 1-01478, Vargiu ed altri n. 1-01479, Binetti ed altri n. 1-01480, Gullo ed altri n. 1-01483 e Calabrò e Bosco n. 1-01484 concernenti iniziative in relazione al fenomeno della resistenza agli antibiotici (ore 18).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione delle mozioni Mantero ed altri n. 1-01463, Rondini ed altri n. 1-01475, D'Incecco ed altri n. 1-01476, Palese ed altri n. 1-01477, Nicchi ed altri n. 1-01478, Vargiu ed altri n. 1-01479, Binetti ed altri n. 1-01480, Gullo ed altri n. 1-01483 e Calabrò e Bosco n. 1-01484 concernenti iniziative in relazione al fenomeno della resistenza agli antibiotici (Vedi l'allegato A – Mozioni).
Avverto che, dopo la conclusione della discussione sulle linee generali, che si è svolta nella seduta di lunedì 23 gennaio 2017, sono state presentate le mozioni Gullo ed altri n. 1-01483 e Calabrò e Bosco n. 1-01484 che sono già state iscritte all'ordine del giorno.
Avverto altresì che in data odierna sono state presentate le mozioni Brignone ed altri n. 1-01485, Gigli ed altri n. 1-01486 e Francesco Saverio Romano ed altri n. 1-01487 (Vedi l'allegato A – Mozioni). I relativi testi sono in distribuzione.
Avverto, infine, che la mozione Rondini ed altri n. 1-01475 è stata sottoscritta anche dai deputati Petrenga e Totaro che, con il consenso degli altri firmatari, ne diventano rispettivamente secondo e ultimo firmatario.
(Intervento e parere del Governo)
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il sottosegretario di Stato per la salute, Davide Faraone, che esprimerà altresì il parere sulle mozioni all'ordine del giorno.
DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Grazie, Presidente. Il Governo, alla luce delle molteplici iniziative poste in essere dal Ministro della salute, esprime parere favorevole sulla mozione Mantero ed altri n. 1-01463 purché sia riformulata nel modo seguente: l'impegno 6) sia preceduto da: «valutare l'opportunità, tenuto conto delle diverse specie di animali, di adottare» e l'impegno 9) sia preceduto dalla formula: «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Rondini ed altri n. 1-01475 purché sia riformulata in modo che gli impegni 4) e 5) siano preceduti entrambi dalla formula «a valutare le possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione D'Incecco e altri n. 1-01476 parere favorevole purché sia riformulata in modo che l'impegno 3) sia preceduto dalla formula «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Palese ed altri n. 1-01477 purché sia riformulata in modo che l'impegno 6) sia preceduto dalla formula «a valutare la possibilità di». Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01478 purché sia riformulata in modo che gli impegni 4) e 5) siano preceduti dalla formula «a valutare la possibilità di» e che nell'impegno 7) dopo la parola «assumere» siano inserite le seguenti: «compatibilmente con i vincoli di bilancio»; da ultimo nell'impegno 8) al primo rigo dopo la parola «antibiotici» siano inserite le seguenti: « a valutare l'opportunità, tenuto conto delle diverse specie di animali, di attivarsi».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01479 purché sia riformulata in modo che l'impegno 5) sia preceduto dalla formula: «a valutare la possibilità di». Pag. 50
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01480.
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Gullo ed altri n. 1-01483 purché sia riformulata in modo che nell'impegno 1) dopo la parola «assumere» siano inserite le seguenti: «compatibilmente con i vincoli di bilancio».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Calabrò ed altri n. 1-01484. Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Brignone ed altri n. 1-01485 purché sia riformulata in modo che gli impegni 8) e 9) siano preceduti dalla formula «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Gigli ed altri n. 1-01486 purché sia riformulata in modo che gli impegni 4), 9), 10), 13), 14) e 16) siano precedute dalla formula «a valutare la possibilità di».
Il Governo esprime parere favorevole sulla mozione Romano ed altri n.1-01487.
PRESIDENTE. A questo punto chiedo al Governo una precisazione sulle premesse: si intende che i pareri siano favorevoli ?
DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì.
(Dichiarazioni di voto)
PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto onorevole Pia Elda Locatelli. Ne ha facoltà.
PIA ELDA LOCATELLI. Grazie, signor Presidente. Ringrazio i colleghi e le colleghe che hanno riportato all'attenzione del Parlamento un tema che abbiamo già avuto modo di esaminare nel gennaio 2015 con la mozione presentata dalla collega Ilaria Capua sulle infezioni ospedaliere. Già allora avevamo sollecitato il Ministero della Salute a istituire un sistema di sorveglianza nazionale e ad adottare iniziative efficaci mirate alla riduzione del consumo di antibiotici anche in ambito ospedaliero ma soprattutto nella vita di tutti i giorni limitandone l'uso esclusivo alle situazioni nelle quali ve ne sia reale necessità. Oggi la situazione non è cambiata e i numeri in nostro possesso ci dicono che siamo di fronte ad una vera e proprio emergenza. Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito ad un drammatico aumento di batteri patogeni resistenti a più agenti antibatterici: i batteri multi-resistenti sono attualmente considerati la causa di 25.000 morti ogni anno in Europa e negli Stati Uniti. In Italia dal 7 al 10 per cento dei pazienti incorre annualmente in un'infezione da batteri resistenti alla maggior parte degli antibiotici utilizzati. Si tratta di 280.000 casi l'anno con 7.000 morti. Le cause di questa resistenza agli antibiotici sono imputabili al loro abuso o cattivo uso da parte dei medici, ma anche gli stessi pazienti sempre più inclini alle cure «fai da te», la cosiddetta autoprescrizione. Vorrei poi richiamare l'attenzione sul tema della ricerca.
PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 18,05)
PIA ELDA LOCATELLI. Non si fa ricerca su questo argomento perché sono stati privilegiati ambiti diversi altrettanto importanti, certo, come la ricerca sui farmaci antitumorali, ma non si possono mettere in competizione i settori. Sollecitiamo il Governo ad accelerare le procedure per la redazione del piano nazionale contro l'antibiotico-resistenza e per l'obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario accompagnandolo da una massiccia campagna di informazione e di educazione ed insieme a maggiori investimenti nella ricerca in questo settore.
Voteremo secondo le indicazioni date dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI)).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Brignone. Ne ha facoltà.Pag. 51
Prendo atto che rinuncia.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Palese. Ne ha facoltà.
ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. L'Aula oggi ha l'opportunità di dare un ausilio consistente al Governo, in riferimento a un problema molto serio: da qualche anno, nel nostro Paese non c’è dubbio che si riscontra un uso fortemente inappropriato degli antibiotici.
Questo è un dato inconfutabile e questo aspetto e questo tipo di situazione ha fatto sì che nel nostro Paese – ma purtroppo non solo nel nostro Paese, nel mondo – si riscontrasse, giorno dopo giorno, una resistenza all'antibiotico da parte di alcuni ceppi.
Di particolare allarme sono i casi riscontrati in America e riportati poi dall'Organizzazione Mondiale della Sanità: su diversi pazienti neanche il colistin, cioè l'ultima generazione, un potentissimo antibiotico, è riuscito a sconfiggere uno stafilococco, un batterio fortemente patogeno, che ha portato alla morte dei pazienti.
Quindi io penso che occorre in maniera molto seria e molto efficace, stimolare quanto più è possibile la ricerca, nel contesto di cercare un'evoluzione. Perché che cosa è successo ? È successo che varie categorie e tipologie di antibiotici si sono succedute negli anni, a partire dalla penicillina in poi, e questo ha consentito di riuscire ad avere un'efficacia essenzialmente importante nel contesto stesso delle varie infezioni ed è fin troppo evidente che noi abbiamo due indicazioni, due linee che purtroppo denotano questo utilizzo inappropriato: una è quella di utilizzo domestico e ospedaliero, ad onor del vero, cioè sui pazienti, sugli uomini, l'altra è anche sul problema degli animali, dove spesso e ben volentieri c’è un uso non controllato e un abuso sostanzialmente di questi aspetti.
Si chiede in particolare un impegno al Governo ad adottare ogni utile iniziativa per la riduzione del consumo degli antibiotici sia in ambito ospedaliero sia in ambito domestico e a valutare pure l'opportunità di strumenti normativi per dare piena attuazione al documento strategico dell'Organizzazione Mondiale della Sanità, che ad onor del vero molte regioni, nel nostro Paese, purtroppo, ignorano completamente.
A valutare poi l'opportunità di istituire dei sistemi di monitoraggio, abbastanza carente anche da questo punto di vista, e a valutare l'opportunità di rafforzare l'attuale sistema di farmacovigilanza, perché questo è un problema proprio estremamente importante da questo punto di vista.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 18,07)
ROCCO PALESE. Poi si fanno tante campagne di informazione, signor Presidente e rappresentante del Governo: una campagna di informazione seria, che ad onor del vero andrebbe fatta, perché se ne fanno tante di dubbia utilità o di dubbia efficacia, questa invece sarebbe una campagna veramente istituzionale doverosa da fare (al pari, apro solo una piccola parentesi, di quella sulle vaccinazioni).
Penso che questo possa essere assunto in via d'urgenza da parte del Governo.
E poi, anche ad assumere iniziative per la predisposizione di nuove linee guida o protocolli grigi per i medici riguardanti l'appropriatezza e il corretto utilizzo.
A promuovere poi, per quanto di competenza, la possibilità di avere delle confezioni relativamente all'uso limitato del paziente che ha necessità, perché un altro problema per gli abusi e l'uso smodato e soprattutto inappropriato degli antibiotici, sono queste megaconfezioni che poi, chiaramente, vengono utilizzate in maniera inappropriata per uso soprattutto domestico.
Ripeto che va rafforzata la possibilità anche all'interno degli allevamenti, senza dubbio da questo punto di vista: ad assumere iniziative per implementare gli attuali controlli e monitoraggi delle aziende zootecniche e in particolare a rafforzare l'attività di vigilanza degli allevamenti stessi, onde verificare che ci sia un corretto utilizzo, non diciamo un divieto, ma Pag. 52un corretto utilizzo, perché anche quello fa parte della prevenzione.
Grazie, signor Presidente, noi chiaramente, in base a queste indicazioni, voteremo a favore pure di tutte le altre mozioni degli altri gruppi che sono state presentate, dove si riscontrano gli stessi obiettivi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Chiedo di intervenire per una precisazione.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DAVIDE FARAONE, Sottosegretario di Stato per la Salute. Sì, Presidente, nella mozione n. 1-01486, all'impegno n. 16, c'era già scritto «a valutare la possibilità di», quindi è una frase che non dobbiamo più inserire.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Petrenga. Ne ha facoltà.
GIOVANNA PETRENGA. Grazie Presidente, quello di oggi è un argomento abbastanza sensibile e importante, da non sottovalutare in queste mozioni, perché si parla della salute pubblica ed è un argomento che va affrontato con molta cautela e mettendo in campo tutta una serie di strategie, come delle linee guida da far seguire innanzitutto ai medici, perché vi è un uso un po’ incondizionato dei farmaci e degli antibiotici: possono essere validi per dei virus e non validi per altri, quindi bisogna fare una cernita, un discernimento e porre in essere tutta una serie di valutazioni e soprattutto di informazioni per i cittadini, che non possono in maniera autonoma prendere dei farmaci, della serie diciamo «fai da te», se non prescritti in casi di assoluta necessità dai medici.
Per quanto riguarda questo aspetto, è importante poi – così come accade quasi in tutte le mozioni presentate – prevedere delle possibilità di valutare – e il Governo potrà valutare – di tenere in considerazione, magari anche con l'ausilio dell'AIFA o di quello che viene predisposto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, una serie di sistemi di monitoraggio per verificare lo svolgimento effettivo di questo problema da affrontare.
Assumere quindi iniziative importanti, che vanno mirate a risolvere questo problema da non sottovalutare, come ad esempio, nelle prescrizioni, di dare dei farmaci più mirati e non a largo spettro.
Un altro aspetto importante è quello di tenere presente e provvedere anche a incentivare la riduzione di questi farmaci anche negli allevamenti e soprattutto assumere delle iniziative atte a limitare o ad evitare, se non evitare proprio, l'importazione di alimenti di origine animale nel nostro Paese che sono provenienti da Paesi dove in maniera massiccia si fa uso di questi antibiotici.
Quindi, una serie di iniziative volte a risolvere il problema anche sotto vari punti di vista, come anche quello della conservazione ed evitare magari confezioni grandi, enormi, che possano bastare solo per una circostanza e, perché no, pensare anche a un tipo di confezioni monouso o proprio a ristretto contenuto, per la durata della cura del paziente.
Quindi, io mi auguro che queste proposte, presentate un po’ da tutti i gruppi, vengano accolte e, quindi, si dia seguito a questa iniziativa importante per il Paese, per i cittadini e soprattutto per la salute pubblica.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Binetti. Ne ha facoltà.
PAOLA BINETTI. Il tema della resistenza negli antibiotici è un tema che interessa tutti, non soltanto il singolo paziente, ma un po’ l'intera comunità dei pazienti, perché rende il tema della resistenza negli antibiotici un tema che interessa tutti, non soltanto il singolo paziente, ma un po’ l'intera comunità dei pazienti, perché rende praticamente inutilizzabili gli antibiotici di cui noi disponiamo. È dal 1986 che la ricerca scientifica nel campo degli antibiotici non riesce a produrre Pag. 53nuovi antibiotici, probabilmente, perché, come è stato detto da alcuni colleghi, il filone centrale si è spostato verso altri tipi di patologie. Questo, però, fa sì che una battaglia che pensavamo di aver vinto definitivamente contro le malattie infettive si stia ripresentando attualmente con una tale virulenza da creare un vero e proprio segnale d'allarme, per quello che riguarda l'OMS, che riguarda non solo un Paese, riguarda non solo un singolo ospedale, non solo un tipo di patologia, ma riguarda un po’ l'intero sistema di difesa rispetto alle patologie.
Le cause sono state dette; in gran parte dipendono da un cattivo uso degli antibiotici, compreso l'uso dell'automedicazione. Noi spendiamo molte parole a favore del diritto del paziente all'autodeterminazione, ma certamente, come in tutti i processi di autodeterminazione, ci sono anche dei rischi molto concreti e, in questo caso, l'autodeterminarsi senza avere le competenze necessarie e sufficienti a farlo in modo corretto può creare un problema, non soltanto per il singolo, ma un po’ per l'intera comunità dei pazienti, in modo particolare in quei contesti in cui si concentrano pazienti a più alto livello di fragilità, pazienti che sono stati trapiantati, pazienti che sono affetti anche da altre patologie, penso per esempio ai pazienti affetti da HIV e a molte altre situazioni.
Quindi, da un lato, abbiamo il cattivo uso dei farmaci e, dall'altro, abbiamo anche un eccesso di farmaci utilizzati in zootecnia e, quindi, anche correlativamente a tutte quelle che sono le sostanze che noi in qualche modo mangiamo, ingeriamo e così via, che possono creare, vuoi, resistenza, vuoi, intolleranza. Da questo punto di vista, le iniziative del Ministero in questa direzione sono un servizio, non soltanto alla comunità dei pazienti che presentano quel determinato profilo di patologia a cui quel singolo farmaco, quel singolo antibiotico determina resistenza, ma anche un po’ all'intera comunità e costituiscono un fattore di economia di scala molto forte. Da questo punto di vista, i vaccini e la campagna di vaccinazione sono una risorsa estremamente positiva, ma, accanto a questo, servono investimenti forti, dichiarati e orientati anche a favore della ricerca verso nuovi tipi di antibiotici (Applausi dei deputati del gruppo Misto-UDC).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Credo che non sia porre eccessiva enfasi sul problema l'affermare che l'allungamento della vita media della popolazione è dipeso, in larga misura, nel secolo scorso, dalla nostra capacità di controllare le malattie infettive e questo si è realizzato sostanzialmente per due motivi: il primo, proprio la disponibilità degli antibiotici e, il secondo, quella dei vaccini. Ora, sono due fronti che per cause diverse stanno diventando sguarniti, aumentano le resistenze irrazionali alla vaccinazione e, dall'altro lato, a causa di comportamenti spesso inappropriati e talora addirittura delittuosi, sta incominciando ad emergere questo enorme problema dell'antibiotico resistenza da parte dei microrganismi.
Per la verità è qualcosa di cui gli addetti ai lavori sono già testimoni da diversi anni e che però, oggi, sta assumendo le proporzioni di una minaccia globale, tale da allarmare in maniera significativa le stesse autorità sanitarie. Ed è bene che quest'Aula se ne sia resa in qualche modo partecipe e consapevole, perché si tratta di un problema di natura epocale. Le cause sono certamente molteplici, in parte risiedono nella stessa genetica dei batteri, microrganismi che si riproducono con una tale rapidità da andare incontro a mutazioni spontanee, ma in parte dipendono, certamente, come dicevo prima, da un uso inappropriato ed esagerato degli antibiotici in medicina, da parte dei pazienti stessi e da parte di medici impreparati per il concorrere di situazioni che impediscono una precisa caratterizzazione eziologica ed una precisa misura della capacità di risposta dell'antibiotico per quel singolo ceppo di batteri.Pag. 54
D'altra parte, però, sono dovuti anche a interventi sui quali certamente sarebbe da esercitare ancora maggior controllo, perché talora ai limiti del delittuoso, come dicevo prima, e che riguardano politiche industriali nell'ambito dell'allevamento e, cosa più recente, addirittura nell'ambito dell'agricoltura. Nell'ambito dell'allevamento noi vediamo come l'antibiotico, ormai, venga utilizzato non per curare l'animale ammalato, ma venga utilizzato, soprattutto, negli allevamenti intensivi, in condizioni spesso disagiate per gli animali, per la prevenzione delle malattie a fini chiaramente economici, in questo modo generalizzando l'uso e favorendo a dismisura sia il formarsi di problemi di antibiotico-resistenza sia poi il consumo magari di animali nei quali questo tipo di germi antibiotico-resistenti possano essersi ormai determinati. Accanto a questo, però, ancora più grave è l'utilizzazione degli antibiotici per favorire la crescita degli animali, cioè per arrivare a raggiungere un peso maggiore in un tempo più rapido. Di nuovo, siamo qui davanti ad un'esigenza di mercato che confligge con quella della salute dei cittadini e questo sta accadendo, come dicevo prima, pure in agricoltura, purtroppo, ed è forse la pietra che sta, in questo momento, emergendo più rovinosamente.
Ora, o noi facciamo qualcosa o, come dicevo prima, piombiamo in una era assolutamente non auspicabile. Cito solo un dato: dieci anni fa, meno di dieci anni fa, solo l'1 per cento dei ceppi di un batterio molto patogeno come la Klebsiella era resistente ai comuni antibiotici, oggi, questa percentuale ha superato il 40 per cento, il che vuol dire che, tra poco, noi, questo germe, lo avremo fuori controllo completamente e allora capite bene che se tutto questo dovesse andare avanti noi ci ritroveremo a piombare, nostro malgrado, in un'era pre-antibiotica, come quella, appunto, che ha visto la sua fine col diffondersi della penicillina, per quanto riguarda l'Italia dopo il 1944, e che significherebbe arrivare ad una condizione in cui tante malattie che oggi comunemente curiamo diventerebbero non più curabili. Voglio ricordare che durante la seconda guerra mondiale, appunto, prima dello sviluppo degli antibiotici, hanno ucciso più uomini le infezioni che non le armi. Questo è lo scenario che ci si prefigura, quindi, capiamo bene che è uno scenario che non è esagerato definire di tipo apocalittico e sul quale dobbiamo intervenire con gesti forti di politica sanitaria, certamente, di educazione sanitaria, certamente, per quanto riguarda la popolazione generale e per quanto riguarda gli operatori della salute, ma dobbiamo anche intervenire fortemente sui cicli della produzione agricola e dell'allevamento. Questo è fondamentale perché il fenomeno possa essere contenuto. Che sia possibile contenerlo lo dimostrano i risultati che già oggi alcuni Paesi hanno ottenuto e lo dimostra la disparità stessa di situazioni rispetto alla farmaco-resistenza che esiste tra le diverse regioni italiane.
Da ultimo, signor sottosegretario, credo che non possa non essere messo l'accento sul fatto che l'industria, oggi, non ha un grande interesse a produrre antibiotici, perché si tratta di farmaci che vengono utilizzati per periodi molto limitati, molto mirati e che, quindi, garantiscono una redditività all'impresa che certamente è assai minore di quella che viene assicurata dal trattamento, dalla scoperta di farmaci per il trattamento di patologie croniche o lungamente invalidanti. Allora è necessario che, nel mentre si offrono incentivi sotto il profilo della leva fiscale, sotto il profilo della remunerazione del prezzo per le innovazioni, per la scoperta di nuovi farmaci che va troppo a rilento rispetto allo sviluppo dell'antibiotico-resistenza, dall'altro lato, si investa per ricerche indipendenti, da parte soprattutto dell'AIFA, che così le possa coordinare, affinché anche la ricerca indipendente possa arrivare a contribuire alla definizione, alla individuazione di nuovi principi terapeutici. Infine, mi sia consentito, signor sottosegretario, dire anche che noi dobbiamo mettere in grado tutti i curanti, sia i medici di base che quelli dei presidi ospedalieri, di poter avere presto e bene una diagnosi microbiologica e la possibilità di Pag. 55avere un antibiogramma come Cristo comanda, per poter individuare l'antibiotico di scelta in quel singolo paziente, evitando il ricorso ad antibiotici ad ampio spettro.
Io sono lieto che il Governo abbia dato parere positivo, pur con la solita riserva del «valutare la possibilità di» per tutte le argomentazioni, molte delle quali serie, per tutti gli impegni che erano stati proposti dall'Aula e a nome del gruppo di Democrazia Solidale-Centro Democratico annuncio il voto a favore, ovviamente, non solo della nostra mozione, ma anche di tutte le altre, per quanto riguarda le parti su cui il Governo ha dato parere favorevole (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Faenzi. Ne ha facoltà.
MONICA FAENZI. Grazie, Presidente. Stando ai dati del Centro europeo per la prevenzione e il controllo sanitario, in Europa si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti, che causano oltre 37 mila decessi e sono responsabili di un significativo assorbimento di risorse, sanitarie e non, che ammontano a circa 1,5 miliardi di euro l'anno.
In Italia, la resistenza agli antibiotici si mantiene tra le più elevate in Europa e risulta, nella maggior parte dei casi, al di sopra della media europea. Nel nostro Paese, ogni anno, dal 7 al 10 per cento dei pazienti va incontro un'infezione batterica multiresistente, con migliaia di decessi. Le infezioni correlate all'assistenza colpiscono ogni anno circa 284.100 pazienti, causando circa 4500-7000 decessi.
È indubbio come l'antibioticoresistenza sia un fenomeno che necessita, ormai, di un cambiamento culturale, a cui tutti sono chiamati, medici e pazienti, per riconoscere il valore fondamentale di queste importanti risorse terapeutiche, che hanno sì determinato un impatto importante a partire dal secondo dopoguerra in termini di qualità e durata della vita media. Non si tratta più di minacce, però, lontane e apocalittiche, l'antibioticoresistenza è reale, in costante aumento e mette a repentaglio decenni di scoperte scientifiche e, cosa più ancor più grave, la nostra salute.
A livello internazionale, il consenso della comunità scientifica individua due linee principali su cui muoversi: la prima è un cambiamento culturale, immediato e profondo, nella popolazione e nella comunità medica, che porti a un impiego realmente appropriato degli antibiotici, in modo da ridurne l'abuso e prolungarne il più possibile la vita. La seconda è una strategia, invece, di lungo periodo, che punti alla promozione di incentivi e all'introduzione di terapie innovative in grado di far fronte ai ceppi resistenti.
Un'altra possibile soluzione potrebbe essere quella di incoraggiare i Governi a promuovere incentivi finanziari per lo sviluppo di nuovi test diagnostici, che possono evitare la somministrazione inutile di antibiotici. Se i medici, infatti, potessero confermare istantaneamente se un'infezione è di tipo virale o batterica, molte prescrizioni inappropriate potrebbero essere evitate. Così come lo strumento lo sviluppo di strumenti atti a favorire l'individuazione degli antibiotici più adatti a eradicare un'infezione riuscirebbe sicuramente a limitare la comparsa di ceppi resistenti.
Non trascurabile è anche l'importanza dei vaccini: l'utilizzo dei vaccini, infatti, ridurrebbe la necessità di utilizzare antibiotici e aiuterebbe a combattere l'aumento dell'infezione da batteri resistenti ai farmaci. I vaccini, quindi, possono combattere la resistenza ai farmaci, perché riducono i casi di infezione e la necessità di ricorrere, appunto, a questi farmaci.
Il problema della resistenza antimicrobica non ha un'unica soluzione, pertanto deve essere combattuta su diversi fronti. È necessario uno sforzo congiunto, da parte delle istituzioni a livello internazionale, che richiede non solo politiche volte a favorire lo sviluppo di nuovi farmaci, ma soprattutto una intensa attività di sensibilizzazione rivolta alla popolazione, e anche l'impegno degli operatori sanitari perché Pag. 56si diffonda e consolidi una gestione responsabile delle prescrizioni antibiotiche.
Compito delle istituzioni – e lo abbiamo anche inserito all'interno della nostra mozione – deve essere, quindi, quello di promuovere campagne di comunicazione capillari e dedicate, incoraggiando i pazienti a non assumere questa classe di farmaci per curare l'influenza, le infezioni virali o i raffreddori non di origine batterica, ma di ricorrere agli antibiotici solo quando necessario e dietro prescrizione del medico, seguendo scrupolosamente dosi e tempi della terapia per non inficiarne gli effetti.
Usare bene gli antibiotici è una responsabilità del singolo nei confronti della propria salute, per avere sempre a disposizione farmaci efficaci per la propria patologia, ed è, inoltre, una responsabilità anche collettiva, poiché favorire lo sviluppo di resistenze mette seriamente a rischio la salute della collettività. Se si parte da questo presupposto si può invertire la tendenza e il nostro gruppo parlamentare, anche attraverso la mozione di oggi, è impegnato a portare il suo contributo in modo serio e costruttivo. Voteremo, inoltre, favorevolmente a tutte le mozioni che andranno in questa direzione.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Vargiu. Ne ha facoltà... eppure lo avevo chiamato con un certo entusiasmo, prego... sarebbe stata una delusione cocente se fosse stato assente.
PIERPAOLO VARGIU. La ringrazio di cuore per la sua simpatia e inizio volentieri il mio intervento, cercando di contenerlo anche nei tempi. Lo inizio con una considerazione che sta sempre nel filone della simpatia che il Presidente evoca: oggi, discutere di questa mozione, di cui noi siamo presentatori, sull'antibioticoresistenza induce a una premessa, e cioè che un anno fa abbiamo fatto la stessa cosa. Quindi, noi siamo convinti che il Governo abbia, con sensibilità, come gli abbiamo sollecitato nel contesto della nostra mozione, preso atto delle mozioni che, in un'occasione simile, un anno fa giusto a oggi, venivano discusse dalla Camera, per tentare di capire se la Camera è semplicemente un luogo dove si discutono in rime sparse argomenti di cui, poi, nel momento immediatamente successivo alla discussione, io direi, si «infilano in un cassetto», per non usare una terminologia più colorita, oppure se ciò che oggi la Camera sta discutendo con tanta enfasi e con tanta passione, perché l'argomento all'ordine del giorno è sicuramente importante, diventa poi una indicazione in qualche modo cogente o quanto meno stimolante per il Governo, che ci invita a modificare i nostri impegni ed invita «a valutare se». Però, il tema è se l'invito a valutare significa che il Governo, dopo la discussione in Parlamento, decide di valutare in maniera difforme rispetto a quanto il Parlamento unanimemente gli suggerisce, allora io direi che, forse, le discussioni di queste mozioni possono essere sospese e il tempo che noi dedichiamo al Parlamento può essere dedicato ad attività che siano più utili per il Paese. Perché ? Perché un anno fa noi abbiamo parlato di antibioticoresistenza. Se da questi banchi, una collega prematuramente dipartita dal Parlamento, e cioè Ilaria Capua, che oggi dirige uno dei più grossi centri di virologia mondiale in Florida – noi purtroppo ci siamo privati dell'apporto che Ilaria Capua poteva dare e dava a questo Parlamento per vicende a tutti note, che non ricordiamo in quest'Aula, ma che forse serve comunque evocare in quest'Aula –, se Ilaria Capua, un anno fa, al posto mio, illustrava la mozione del gruppo che oggi è diventato dei Civici e Innovatori, diceva cose identiche a quelle che adesso son chiamato a dire io, che hanno già detto i colleghi che mi hanno preceduto e che diranno quelli che parleranno dopo di me, e cioè che il tema dell'antibioticoresistenza è un tema all'ordine del giorno e all'attenzione della comunità scientifica mondiale, e non solo di quella scientifica, ma di quella sanitaria. Perché ? Perché, se noi abbiamo debellato sostanzialmente gli agenti microbici nello Pag. 57scorso secolo, oggi noi abbiamo una minaccia incombente, che è quella legata alle resistenze, che, come evoca la mozione presentata dai colleghi del MoVimento 5 Stelle, potrebbe diventare una catastrofe, non solo per la sostenibilità dei welfare sanitari occidentali, ma per il numero di vittime che potrebbe mietere, qualora non ci fosse un atteggiamento prudenziale.
Ecco, io concluderei qui, perché molto di più non c’è da dire, nel senso che le indicazioni che vengono date dal Parlamento al Governo, vanno dal potenziamento dei servizi di microbiologia all'attivazione dei servizi di risk management, all'attivazione di nuove linee di ricerca scientifica, come lo stesso collega Gigli ha appena ricordato, alle attività di prevenzione, di monitoraggio, di valutazione, di semplice raccolta dei dati in maniera seria e ben valutata. L'atteggiamento di prevenzione che all'interno degli ospedali deve esistere nei confronti dei batteri gram-negativi resistenti, che noi già sappiamo come si chiamano di nome e cognome, ma tanto più è elevata la diffusione degli antibiotici inappropriata e tanto più esiste un deficit e una carenza di educazione da parte dei prescrittori, sia comunitari che ospedalieri, tanto più è destinata a diventare un dramma per il Paese.
Il Ministero della salute è già intervenuto negli anni passati – lo abbiamo detto anche un anno fa – ed ha stilato una serie di prescrizioni che sono largamente inosservate ed inadeguate oggi, anche per la difficoltà a sostenere queste prescrizioni con l'attività di formazione e con le adeguate risorse umane e finanziarie che sono necessarie perché le prescrizioni vengano attuate. Allora, se il Parlamento replica, dopo un anno, quello che già ha fatto un anno fa, dicendo cose che sono sostanzialmente identiche a quelle che sono state già dette un anno fa, e se il Governo accetta le indicazioni del Parlamento ma poi, sostanzialmente, non per deficit del Governo ma per scala di priorità, che non è, dal nostro punto di vista, correttamente inquadrata, non riesce materialmente ad avere delle azioni che sono conseguenti rispetto a quello che è scritto nelle mozioni e a quello che la comunità scientifica internazionale dice, insomma, non credo che fra un anno saremo ancora in carica, noi, parlamentari in questo Parlamento, ma quello che è certo è che fare fra un anno mozioni identiche a quelle che stiamo approvando oggi in Aula e che stiamo replicando, non servirà a niente, e la nostra collega Ilaria Capua, dal suo esilio dorato, anzi dalla sua gratificazione in Florida, non potrà che pensare che questo Parlamento e questo Governo rimangono inadeguati rispetto all'esigenza di tutelare la salute e la protezione della popolazione, che sono state già espresse un anno fa.
Quindi, nel ringraziare il Governo che accetta il testo della nostra mozione, e nell'annunciare che voteremo secondo le indicazioni del Governo anche le altre mozioni, chiudiamo con un appello accorato perché la discussione odierna non sia l'ennesimo corridoio delle parole perdute, in cui questo Parlamento spesso si distingue (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà. Nel frattempo, saluto un secondo gruppo, gli studenti e gli insegnanti del Liceo scientifico «Amedeo Avogadro», di Vercelli, che stanno assistendo ai nostri lavori dalla tribuna e che oggi sono presenti in grande numero alla Camera, avendo svolto l'incontro di formazione (Applausi). Prego, onorevole Rondini.
MARCO RONDINI. Presidente, prima di entrare nel merito delle considerazioni che abbiamo sviluppato all'interno dalla nostra mozione, mi sento in dovere di sottoscrivere le parole pronunciate adesso dal collega Vargiu: noi ci auguriamo che gli impegni posti in calce alle diverse mozioni presentate non rimangano lettera morta, che non rimangano un esercizio di buone intenzioni che poi non portano il Governo ad adottare quelle misure urgenti che invece dovrebbero essere adottate; soprattutto lo diciamo, unendoci a quello Pag. 58che già diceva il collega Vargiu, alla luce del fatto che già un anno fa abbiamo discusso dello stesso argomento in quest'Aula.
Entrando invece nel merito dalla nostra mozione, noi riteniamo che il cattivo utilizzo degli antibiotici, sia negli esseri umani che negli animali, porti conseguenze drammatiche. Solo in Europa, infatti, si stima che, ogni anno, le morti per infezioni resistenti agli antibiotici siano 25.000, e diversi tipi di infezioni, dalle polmoniti alla tubercolosi, stanno diventando sempre più difficili da trattare. Le cause del diffondersi del fenomeno sono diverse: prescrizioni eccessive, scarsa aderenza ai trattamenti, utilizzo improprio ed eccessivo negli allevamenti, in particolar modo nei Paesi extra-Unione europea, come Cina e Brasile, scarso controllo delle infezioni nelle strutture sanitarie, mancanza di igiene e mancanza di nuovi antibiotici. Diversi sono anche i modi con cui i batteri resistenti agli antibiotici, una volta sviluppatisi, possono diffondersi: dal contatto uomo-uomo a quell'uomo-animale, al consumo di cibo e acqua che li contengono. I dati provenienti dai sistemi di sorveglianza indicano che la resistenza antimicrobica costituisce un problema sanitario crescente in Europa, sia negli ospedali che in comunità.
Per rispondere a questo problema di sanità pubblica, nel 2001 il Consiglio dell'Unione Europea ha inviato ai vari Paesi una raccomandazione, invitandoli ad adottare iniziative atte ad assicurare un uso prudente di antibiotici (raccomandazione del Consiglio del 15 novembre del 2001). Alcuni anni fa, alcuni Paesi hanno avviato programmi nazionali comprendenti campagne di sensibilizzazione dei cittadini, registrando una diminuzione sia del consumo di antibiotici sia della resistenza. La resistenza varia da Paese a Paese, a causa di numerosi fattori, uno è l'uso, ad esempio, degli antibiotici per patologie di base, qualità dell'assistenza ospedaliera, percentuale di immunizzazione, fattori sociali ed altro. La percentuale delle infezioni resistenti riferibili ad un unico fattore non è sempre accertabile. Gli antibiotici impiegati per trattare e prevenire le infezioni batteriche negli animali nei Paesi in via di sviluppo appartengono, poi, alle stesse classi degli antibiotici usati per l'uomo, pertanto è possibile che gli animali acquisiscano batteriche che sono resistenti agli antibiotici impiegati anche contro le infezioni umane.
Fortunatamente gli antibiotici utilizzati negli allevamenti italiani sono di classi diverse, non vengono utilizzati per agevolare la crescita ma solo per la cura in caso di malattie, e non sono direttamente interferibili con le infezioni umane. Inoltre, le norme, in Italia, impongono, in caso di utilizzo per cure specifiche, un periodo di sospensione tale da impedire che le carni e altri alimenti di origine animale prodotti in Italia e poste in consumo non contengano tracce di antibiotici. Tuttavia, l'enorme interscambio commerciale di carni in import con molti Paesi fuori dall'Unione europea, molti dei quali non garantiscono questa attenzione al consumatore, ha aperto la strada al rischio che alcuni batteri resistenti, associati agli alimenti, possano essere trasmessi dall'animale all'uomo attraverso il cibo. Alla luce di queste brevi considerazioni, che riprendono in parte anche le considerazioni dei colleghi, noi abbiamo formulato alcuni impegni, ma mi voglio soffermare in particolare su uno di questi impegni, uno di quei due sui quali il Governo ha proposto una riformulazione, che comunque, premetto, accettiamo.
L'impegno che si distingue dagli impegni posti in calce alle mozioni dei colleghi è quello che chiede al Governo di prevedere, al fine di incentivare, nella prima iniziativa normativa utile, la riduzione progressiva dell'utilizzo di antibiotici negli allevamenti, un'ulteriore detrazione, in aggiunta a quelle già previste, sull'imposta lorda sul reddito delle società sulla quota di produzione certificata che non utilizza antibiotici, o, in alternativa, un credito d'imposta specifico pari al valore degli investimenti infrastrutturali e strumentali svolti per produzione di alimenti di origine animale senza alcun ricorso all'utilizzo di antibiotici. Crediamo che questo sia un Pag. 59impegno importante. Accettiamo – e mi avvio alla conclusione – la riformulazione proposta dal Governo, ma, torno a dire, nella speranza che non rimangano lettera morta gli impegni accolti oggi in Aula. Annuncio che voteremo a favore anche sulle altre mozioni, sia sulle premesse che sugli impegni, ad esclusione delle mozioni a prima firma Mantero e a prima firma Nicchi, che chiediamo di poter votare per parti separate, votando sia di una che dell'altra, le premesse insieme agli impegni ad esclusione degli impegni numeri sei e otto (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Calabrò. Ne ha facoltà.
RAFFAELE CALABRÒ. Presidente, cercherò di non tornare a tediarvi snocciolando tutti i dati che sono stati già illustrati dai colleghi sul numero dei decessi per la perdita di efficacia degli antibiotici, sul consumo globale degli antibiotici e dei farmaci. Tutto questo ha registrato sicuramente un aumento e non ha, questo aumento, nessuna spiegazione di ordine scientifico. Le uniche statistiche che mi sembra opportuno ricordare in questa sede sono quelle che fotografano un uso improprio di antibiotici nel nostro Paese, in Italia, che, insieme a Israele e Germania, arriva fino al 79 per cento. Sono numeri fuori da ogni media internazionale.
Il dibattito parlamentare sulle mozioni che stiamo discutendo ha già indicato quali sono le cause e quali sono gli effetti conseguenti a quello a cui stiamo assistendo. Io vorrei sottolineare, tra gli effetti, l'aumento della morbilità, la letalità, la durata delle malattie, che aumentano, lo sviluppo di una serie di complicanze che possono intervenire, la possibilità di prorogarsi di epidemie, senza contare, poi, anche tutti gli effetti di natura economico-finanziaria che derivano dalle infezioni da batteri antibiotico-resistenti.
Sull'altra radice del problema si è dibattuto: è quella che risiede nell'uso e nell'abuso degli antimicrobici in ambito agricolo e in ambito industriale. Pensiamo solamente che negli Stati Uniti più del 70 per cento degli antibiotici – lo ripeto, più del 70 per cento degli antibiotici – serve per gli allevamenti industriali e il 50 per cento della carne che viene venduta al banco dei supermercati contiene batteri resistenti. In tale ambito appare ancora più preoccupante la proiezione che prevede, fino al 2030, un incremento del 60 per cento del ricorso agli antibiotici per accelerare la crescita e l'immissione sul mercato delle carni. Sono questi, credo, i focus su cui noi dobbiamo stare particolarmente attenti.
Non vorremmo correre il rischio che all'opinione pubblica, però, arrivi oggi un messaggio di demonizzazione degli antibiotici, che restano, comunque, elementi fondamentali per contrastare diversi tipi di infezione. Basta pensare che le operazioni chirurgiche, semplici o complesse che siano, non potrebbero essere eseguite senza l'ausilio di questi farmaci. Ma quello che colpisce è la consapevolezza, oggi, da parte di tutte le istituzioni internazionali, che siamo in presenza di un'emergenza di salute pubblica. Non c’è istituzione che non se ne sia occupata a più riprese, dall'ONU, all'Organizzazione mondiale della sanità, alla Commissione europea. Eppure, nonostante l'attenzione internazionale, l'antibiotico-resistenza resta ancora oggi una priorità di sanità pubblica che va ancora completamente affrontata.
Sono convinto che il nostro servizio sanitario abbia tutti gli strumenti per poter arginare e ridurre l'uso improprio. Si tratta di un'esigenza che è stata più volte sottolineata anche dall'AIFA e che richiede un cambiamento culturale, immediato, profondo nella popolazione, nella comunità medica, che porti a un impiego reale appropriato degli antibiotici, in modo da ridurne l'abuso e da prolungare il più possibile la vita. Si tratta di una sfida che – mi piace sottolinearlo – io credo, ancora una volta, chiama in causa il ruolo di medico di medicina generale, primo punto di contatto con il cittadino e con il servizio sanitario. Egli è chiamato a Pag. 60un'appropriatezza prescrittiva, più facilmente realizzabile se è accompagnata da campagne di educazione sanitaria. Questo deve avvenire, signor Presidente, omogeneamente su tutto il territorio nazionale. Al di là degli indicatori scientifici, è verosimile che l'utilizzo eccessivo di antibiotici sia legato anche al tasso di istruzione, alla condizione socioeconomica della popolazione.
Ecco perché noi chiediamo oggi al Governo di assumere, avvalendosi anche dell'Agenzia del farmaco, iniziative per garantire su tutto il territorio nazionale una capillare attività di informazione dei cittadini e una formazione del personale sanitario, al fine di migliorare l'appropriatezza prescrittiva, l'efficacia, l'efficienza, la sicurezza delle cure. Area Popolare chiede, altresì, al Governo di adottare, in tempi rapidi finalmente, il piano nazionale per la prevenzione e il controllo della resistenza antimicrobica. Consideriamo che il 24 aprile 2015 il Ministero della salute, anche alla luce dell'esigenza di procedere all'elaborazione del piano, ha istituito, presso la Direzione generale della prevenzione, un gruppo di lavoro sull'antibiotico-resistenza, con il compito di predisporre linee di indirizzo per la prevenzione e il controllo. L'impegno che chiediamo con la mozione che ci accingiamo ad approvare deve essere, inoltre, diretto a coinvolgere e a responsabilizzare le regioni in questa importante sfida di prevenzione e ad adottare una serie di programmi specifici, ne voglio elencare alcuni: garantire report periodici che documentino l'uso degli antibiotici con finalità di controllo dell'antibiotico-resistenza; monitorare il consumo di antibiotici in ambito ospedaliero e territoriale (non possiamo avere idee vaghe, dobbiamo avere idee precise); promuovere la consapevolezza da parte della comunità nell'uso degli antibiotici (fondamentale è l'educazione sanitaria della popolazione); definire un programma di sorveglianza e un programma di controllo delle infezioni correlate all'assistenza.
Appare, in ultimo, prioritario avviare ogni iniziativa diretta a potenziare i controlli nell'ambito degli allevamenti degli animali e forse questa era un'area un po’ più trascurata, ma sulla quale dobbiamo mettere estrema attenzione, magari attraverso la ricetta elettronica, quale strumento indispensabile per garantire la tracciabilità dei medicinali utilizzati.
Signor Presidente, colleghi, il tempo è tiranno in questi casi: abbiamo strumenti, abbiamo armi per vincere una sfida, ma non possiamo più permetterci di sottovalutarla e di rinviarla.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Nicchi. Ne ha facoltà.
MARISA NICCHI. Grazie, Presidente...
PRESIDENTE. Onorevole Nicchi, la prego di una cortesia: se potesse cambiarsi di posto, perché c’è un problema tecnico con il microfono che lei sta usando, che purtroppo mina la possibilità di ascoltarla. Va bene anche quello della postazione dove si è spostata adesso.
MARISA NICCHI. Grazie, Presidente. È da molto tempo che i report nazionali e internazionali indicano come i farmaci antibiotici siano tra i primi in cima alla lista di farmaci che vengono prescritti in modo inappropriato. È un tema che abbiamo affrontato, come è stato anche citato nella mozione presentata dalla ex collega Ilaria Capua. Intendiamoci: gli antibiotici – veniva ricordato – sono farmaci essenziali per tutelare la salute umana e animale, ma il problema, la questione è il loro uso eccessivo e improprio, che sta contribuendo alla comparsa di batteri resistenti al trattamento di questi farmaci. Questo è ancor più pericoloso se pensiamo all'eccessivo uso di questi farmaci per i bambini, non solo per la loro vita in quanto bambini, ma anche nel loro successivo sviluppo di adulti.
Questo fenomeno è diventato un problema di sanità pubblica – è stato qui ricordato ed è la preoccupazione prevalente che attraversa tutte le mozioni – e mette seriamente in pericolo il controllo delle malattie in tutto il mondo, senza mai Pag. 61dimenticare – questa parte dell'Emiciclo non lo dimentica mai – che proprio sulle malattie nel mondo, sulla salute nel mondo ci sono enormi diseguaglianze. È, comunque, diventata una priorità sanitaria a livello mondiale, che ha delle implicazioni cliniche molto pesanti, con complicanze quali epidemie, morbilità eccetera – che sono state qui citate –; ma c’è anche un impatto economico che questo abuso comporta.
Nel novembre 2016 l'OCSE ha reso pubblici i dati relativi al 2014. Sono dati preoccupanti, che dimostrano un'impennata dei consumi negli ultimi dieci anni. In questa tendenza risalta anche il ruolo dell'Italia. Noi siamo i sesti al mondo per i consumi, vi è una delle percentuali più alte. Chiaramente questo eccessivo uso di antibiotici incide anche sulla resistenza agli stessi. È una resistenza anch'essa cresciuta in media del 5 per cento negli ultimi anni. Si tratta di un fenomeno internazionale, che riguarda – si è detto – la globalità. Ma in Italia è in aumento. L'Italia è il terzo Paese per l'uso improprio di antibiotici: peggio di noi ci sono Grecia e Turchia.
Quindi, il tema che affrontiamo emerge da un'analisi scientifica autorevole, che dimostra e indica alle politiche pubbliche la necessità di un uso più consapevole degli antibiotici, evitando eccessi e abusi che favoriscono, appunto, la proliferazione dei super batteri. È una necessità che, innanzitutto, incontra il tema di aprire una vasta campagna di sensibilizzazione pubblica e di un cambio culturale da parte, soprattutto, dei cittadini, oltre a chiamare in causa la responsabilità dei sanitari. I dati indicano che nel 2050 si potrebbe arrivare a 10 milioni di vittime all'anno: più delle morti per tumore. Nello scorso novembre l'OMS, la FAO, l'Organizzazione mondiale della sanità animale hanno organizzato un'iniziativa per sensibilizzare il modo, l'opinione pubblica su questo problema. Ed era un'iniziativa rivolta sia agli operatori sanitari qui più volte richiamati ma anche al settore veterinario e agricolo. Infatti uno dei problemi principali, che viene sottolineato peraltro per capire la profondità e le cause, è la questione della catena alimentare che contribuisce fortemente alla resistenza antimicrobica cioè ci partecipa, ne è una causa per il larghissimo uso degli antibiotici che viene fatto soprattutto negli allevamenti intensivi per prevenire il propagarsi di patologie tra gli animali che sono costretti a vivere in condizioni inaccettabili. È evidente per noi che la qualità della sicurezza alimentare con la maggiore trasparenza, con la necessità di controlli stringenti, con la sorveglianza sugli alimenti, sui mangimi, sugli ambienti di vita degli animali è una delle questioni decisive nella lotta alla resistenza agli antibiotici. È fondamentale proprio a questo proposito sostenere le ricerche che devono essere incrementate e sviluppate per individuare le nuove tecniche che possono portare alla scoperta di marcatori biologici che permettono la rilevazione dell'uso illecito degli antibiotici e di ormoni della crescita negli animali. L'associazione animalista LAV nel suo dossier Rischio sanitario degli allevamenti intensivi ci ricorda drammaticamente che la gran parte dei prodotti di origine animale reperibili nei circuiti della grande distribuzione, dove noi compriamo quotidianamente il nostro cibo, proviene da allevamenti intensivi che sono caratterizzati dalla concentrazione di animali in ambienti confinati e controllati. Questi sono i nodi problematici per affrontare questo tema, questi sono i nodi da cui scaturiscono i nostri impegni che già avevamo individuato nella precedente discussione parlamentare, impegni che riguardano la necessità di istituire entro il 2017, in linea con le raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea del 2016, un piano di azione nazionale contro la resistenza agli antimicrobici come chiede l'OMS, l'Organizzazione mondiale della sanità. Tali impegni puntano ad attivarsi perché anche le regioni possano istituire sistemi di sorveglianza; tali impegni riguardano le iniziative di formazione di campagne informative per sensibilizzare i cittadini, gli allevatori, i professionisti coinvolti per promuovere l'uso corretto e responsabile di farmaci antibiotici; tali Pag. 62impegni riguardano la formazione dei veterinari e dei medici, in particolare di medicina generale, perché si migliori l'appropriatezza prescrittiva; tali impegni guardano allo sviluppo della ricerca scientifica che è un grande settore che potrebbe anche sviluppare buona e ottima occupazione; tali impegni prevedono risorse finanziarie per strutture di ricerca, per concorsi volti allo studio di nuove molecole dell'attività antibatterica per poter individuare strade alternative terapeutiche a questi medicinali. Il punto è considerare la sicurezza alimentare uno dei fattori decisivi nella lotta alla resistenza agli antibiotici. Abbiamo chiesto tali impegni e il Governo li assume sempre con la solita formula un po’ vaga e noi continueremo ad incalzare il Governo perché speriamo – per questo ci muoviamo – che tutto quello che scriviamo negli impegni parlamentari diventi azione di Governo efficace e coerente (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Gullo. Ne ha facoltà.
MARIA TINDARA GULLO. Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, l'emergenza di microrganismi resistenti agli antibiotici sta diventando un fenomeno di rilevanza mondiale, considerato che solo in Europa ogni anno i batteri resistenti sarebbero responsabili di 25.000 morti per infezioni resistenti agli antibiotici e, secondo alcune stime, nel 2050 potrebbero provocare 317.000 morti in America e 390.000 in Europa. Il fenomeno dei batteri resistenti agli antibiotici potrà creare nel lungo termine una serie di problemi gravi per la salute umana poiché molte infezioni resistenti agli antibiotici stanno già adesso diventando difficili da trattare con successo. Il problema non è determinato solo dall'uso di antibiotici direttamente sull'uomo ma anche in ambito veterinario. Infatti quando la resistenza agli antimicrobici si sviluppa in batteri presenti nell'animale ma trasmissibili all'uomo, per contatto o attraverso gli alimenti che dall'animale hanno origine, può compromettere l'efficacia del trattamento di malattie infettive anche nell'uomo. Ad oggi la contemporanea resistenza agli antimicrobici di importanza critica è relativamente poco frequente e ciò significa che nella maggior parte dei casi esistono le possibilità di cura per le infezioni gravi. Infatti quando i batteri diventano clinicamente resistenti a più antimicrobici il trattamento delle infezioni da loro provocate risulta più complesso se non impossibile e comunque oneroso. L'Autorità europea per la sicurezza alimentare, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, l'Agenzia europea per i medicinali, il Comitato scientifico per la sanità e la protezione dei consumatori della Commissione europea e l'Organizzazione mondiale della sanità hanno rilevato come l'uso eccessivo e improprio degli antibiotici tanto nella popolazione umana quanto negli animali acceleri la selezione e la diffusione di batteri e di microrganismi resistenti. Il Consiglio dell'Unione europea ha pubblicato a giugno 2016 un documento in cui esprime preoccupazione per gli oltre 700.000 decessi annui che, secondo l'OCSE, la resistenza agli antibiotici potrebbe causare a livello globale. Il Consiglio ha evidenziato come il successo per la lotta alla resistenza agli antimicrobici si basa sull'impegno e la volontà dei Governi di agire coinvolgendo tutti i settori interessati e sulla volontà degli Stati membri dell'Unione europea di cooperare a livello europeo e a livello internazionale. L'Organizzazione mondiale della sanità ha più volte ribadito la necessità di una rete sinergica che coordini a livello globale il monitoraggio delle antibiotico-resistenze e la condivisione dei dati. Purtroppo solo 129 dei 124 Paesi membri dell'Organizzazione mondiale della sanità hanno fornito dati nazionali sulla crescente minaccia della resistenza antimicrobica. La tendenza più preoccupante è la diffusione della resistenza ai carbapenemi in molti Paesi del mondo, cosa che determina la necessità di sviluppare un sistema di sorveglianza delle resistenze. L'Organizzazione mondiale della sanità indica che in Italia la percentuale di resistenza ai carbapenemi Pag. 63è pari a circa il 25 per cento, inferiore solo a quella della Grecia tra i Paesi dell'Europa occidentale. La resistenza antimicrobica rappresenta oggi una minaccia reale per la salute pubblica. L'Organizzazione mondiale della sanità ha tracciato la prima mappa globale sulla resistenza antimicrobica e ha evidenziato un vasto e rapido sviluppo delle resistenze agli antibiotici e agli altri agenti antimicrobici in ogni regione del mondo. Vi sono alte percentuali di resistenza agli antibiotici in batteri piuttosto comuni responsabili di infezioni del tratto urinario, di polmonite, di infezioni del sangue, eccetera. In Italia la resistenza alla meticillina supera il 38 per cento. Si tratta di un'emergenza non trascurabile anche alla luce del fatto che tali pazienti hanno il 64 per cento di probabilità di morte in più rispetto alle persone che non hanno sviluppato un'infezione resistente ai farmaci. Tali criticità sono aggravate dal fatto che al momento non ci sono nuovi farmaci antimicrobici in fase di sviluppo. Dagli anni Novanta ad oggi non si registrano studi che hanno portato alla scoperta di nuovi medicinali antimicrobici. Nuove tipologie di antibiotici sono oggi assolutamente necessarie ed è compito delle istituzioni promuovere la ricerca in questo senso. È quasi inevitabile che, anche se arriveranno sul mercato i nuovi farmaci, anche questi finiranno per perdere la loro efficacia se non interveniamo in prima battuta sui comportamenti di utilizzo e di prescrizione. È necessario uno sforzo comune da parte di tutti gli Stati membri per contrastare lo sviluppo delle resistenze antimicrobiche, per implementare e coordinare le azioni messe in campo a livello globale, compresa la necessità di una più ampia condivisione dei dati sul monitoraggio della crescente minaccia della resistenza antimicrobica.
È importante che, oltre alla prevenzione e al controllo delle infezioni e alla vaccinazione per ridurre la necessità di antibiotici, si riduca l'uso inappropriato di antibiotici come raccomandato in questi ultimi anni da parte anche dell'Agenzia italiana del farmaco.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha ribadito più volte l'importanza di una corretta formazione per gli operatori sanitari e dell'informazione per la popolazione generale per orientare correttamente le abitudini di utilizzo degli antibiotici.
Per tutto quanto premesso, si chiede al Governo l'impegno a finanziare con maggiori risorse le strutture pubbliche di ricerca mirate al superamento dell'antibiotico-resistenza, a prevedere forme di sostegno per la ricerca in questo settore, a potenziare azioni volte a proteggere il consumatore dai rischi derivanti dall'utilizzo degli antibiotici nella filiera alimentare, a promuovere le buone pratiche per il controllo delle infezioni ospedaliere al fine di migliorare le condizioni igieniche in tutti gli ambiti e a sottolineare, presso il pubblico, l'importanza delle misure di igiene personale per evitare il diffondersi delle infezioni, a promuovere la ricerca nel settore dei test rapidi, che permettono di individuare la natura e l'origine delle infezioni, così da impiegare gli antibiotici solo quando effettivamente necessari e nel modo più mirato possibile, a promuovere iniziative, anche attraverso il contributo dei medici e degli operatori sanitari, volte a responsabilizzare il cittadino sull'uso degli antibiotici e sui danni derivanti da un loro abuso, a promuovere iniziative affinché gli operatori sanitari migliorino la prevenzione ed il controllo delle infezioni, migliorino l'appropriatezza prescrittiva e prescrivano antibiotici solo quando è veramente necessario, ad adoperarsi affinché le istituzioni e l'industria del farmaco adottino misure per promuovere l'innovazione e la ricerca e regolamentino la cooperazione e la condivisione di informazioni tra tutti i soggetti interessati (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Lorefice. Ne ha facoltà.
MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente; con la mozione che andremo a Pag. 64votare a breve abbiamo voluto mettere il Governo di fronte al problema purtroppo sottovalutato dell'antibiotico-resistenza.
I dati sono preoccupanti: solo in Europa si verificano annualmente 4 milioni di infezioni da germi antibiotico-resistenti, che causano oltre 37.000 morti, mentre nel mondo si stimano circa 700.000 morti l'anno e, secondo un autorevole rapporto pubblicato nel 2016, entro il 2050 potrebbero diventare la prima causa di morte al mondo, con più di 10 milioni di morti all'anno, più del numero dei decessi attuali per cancro.
È doveroso fare alcune precisazioni: la resistenza è un normale processo evolutivo; in una colonia di microbi sensibili a un certo farmaco, ne esistono alcuni che sono naturalmente resistenti. Quando l'antibiotico distrugge batteri sensibili, quelli insensibili al farmaco, che fino a quel momento si trovavano in uno stato dormiente, cominciano a moltiplicarsi oppure può succedere che la resistenza si sviluppi in seguito a mutazione del materiale genetico del batterio o allo scambio dei geni che conferiscono la resistenza tra batteri.
Tuttavia, l'antibiotico-resistenza può essere accelerata o aggravata da uno scorretto uso di farmaci antibiotici, come l'abitudine ad assumerli anche per trattare infezioni virali, dove non hanno alcuna utilità, o a prendere i farmaci in modo diverso rispetto alla prescrizione o per un tempo differente rispetto a quello raccomandato.
Quelli più resistenti sono i batteri che circolano negli ospedali: – perché nelle strutture sanitarie, dove la somministrazione di antibiotici è più concentrata, si sviluppa il maggior numero di infezioni generate da antibiotico-resistenza. Qui possono trasmettersi tra pazienti e causare epidemie, per non parlare poi dell'abitudine, in molti ospedali, di prescrivere cicli di antibiotici a scopo preventivo, per esempio dopo gli interventi.
Gli antibiotici sono diffusamente utilizzati anche in medicina veterinaria e un vero e proprio abuso si registra negli allevamenti, in particolare in quelli intensivi, dove l'elevata densità della popolazione animale, unitamente a scarsa igiene o a carenze nelle pratiche di prevenzione e controllo delle infezioni, ha causato negli anni il fenomeno del quale oggi stiamo qui parlando: ceppi resistenti possono essere trasmessi dagli animali agli esseri umani attraverso la contaminazione del cibo.
L'Italia è tra i Paesi europei quello che registra i dati più allarmanti, soprattutto al centro e al sud: l'Istituto Superiore di Sanità ci dice che quasi la metà degli italiani che nel 2007 ha assunto un antibiotico, lo ha fatto senza la prescrizione del medico e che è alta la percentuale di chi li usa in caso di influenza e raffreddore.
Proprio in un'intervista della scorsa settimana ad un noto allergologo italiano, questi ha sottolineato che troppi antibiotici vengono dati ai nostri bambini e che sotto i 2 anni assumono il triplo degli antibiotici somministrati ai loro coetanei in Norvegia, anche per malattie comuni e che non si risolvono con la terapia antibatterica.
Recenti studi, inoltre, hanno associato l'uso di antibiotici nella prima infanzia a conseguenze per la salute come l'aumento del rischio di malattie atopiche, di obesità, di malattie infiammatorie croniche intestinali, ma anche di allergie, soprattutto alimentari e respiratorie.
Almeno il 50 per cento delle prescrizioni pediatriche di antibiotici non sarebbero necessarie.
Lo scenario che si prospetta è quello di infezioni che sfuggono alla cura della medicina moderna e rischiano di diventare intrattabili.
Servono interventi urgenti, lo disse già l'Organizzazione Mondiale della Sanità in un rapporto del 2014 e lo sanno benissimo i Paesi ONU, che si sono riuniti il 21 settembre 2016 per adottare strategie volte a combattere l'antibiotico resistenza. Hanno firmato un documento con il quale si impegnano a mettere in atto politiche e iniziative per contrastare questo fenomeno.
Una riduzione drastica dell'uso di antibiotici non è una sfida impossibile: Paesi come l'Olanda sono riusciti a ridurre in Pag. 65pochi anni il consumo di antibiotici attraverso l'adozione di linee guida, puntando sulla formazione del personale sanitario, sulle campagne istituzionali rivolte ai cittadini; è intervenuta nel settore sanitario e anche in quello delle veterinario e dal 2007 al 2016 ha ridotto di quasi il 70 per cento l'uso di antibiotici negli allevamenti.
Oggi quindi è fondamentale che il Governo risponda seriamente a questa emergenza sanitaria e che approvi questa mozione e soprattutto che dia seguito poi agli impegni.
Gli ospedali, come evidenziato, sono i luoghi in cui è più facile contrarre infezioni, ma anche in quelli si fa un uso non propriamente appropriato degli antibiotici.
Chiediamo iniziative efficaci come la promozione di test di sensibilità agli antibiotici, necessari per garantire l'appropriatezza prescrittiva e che gli ospedali vengano dotati di servizi di microbiologia permanente, con i quali poter identificare i livelli di sensibilità e resistenza ai singoli antibiotici e coadiuvare i medici prescrittori nella scelta delle terapie più appropriate.
Sono necessari programmi di formazione professionale specifica e continua per gli operatori sanitari, servono campagne informative per i cittadini, per far conoscere i rischi legati a un uso scorretto degli antibiotici e per educare al corretto uso degli stessi.
Ritorniamo a chiedere ancora una volta la dose unica del farmaco (tra l'altro già approvata nella legge di stabilità 2015, ma mai attuata): l'introduzione di dosi unitarie o pacchetti personalizzati permetterebbe di evitare comportamenti impropri da parte dei cittadini come le cure fai da te.
Con la dose unica del farmaco si potrebbe garantire una maggiore sicurezza nell'assunzione delle medicine, ma avremmo ulteriori vantaggi, come la riduzione della spesa farmaceutica nelle strutture ospedaliere e maggiore emancipazione da Big Pharma, che nel nostro Paese è sempre riuscita ad imporre confezioni da 30 compresse per una cura che ne richiede al massimo 5.
L'uso corretto degli antibiotici deve essere applicato anche nella medicina veterinaria: vanno previsti controlli sulla distribuzione, prescrizione e uso dei medicinali veterinari; va previsto l'obbligo della ricetta elettronica quale strumento di controllo, di tracciabilità e contrasto all'abuso nell'uso dei farmaci antibiotici; chiediamo azioni volte a vietare l'applicazione di sconti di marketing basati su un meccanismo prezzo-volume sull'acquisto di antibiotici ad uso veterinario.
Il problema che stiamo affrontando non può essere in alcun modo separato da quello della produzione alimentare e dall'uso di antibiotici sugli animali da allevamento.
Pertanto, è necessario adottare iniziative per prevenire lo sviluppo e la trasmissione delle malattie all'interno degli allevamenti ed incentivare i sistemi di allevamento estensivo e biologici, che garantiscono maggior rispetto dell'igiene e del benessere degli animali e quindi una minore incidenza delle infezioni.
Le condizioni di vita e di salute degli animali vanno monitorate e vanno verificate di eventuali abusi nell'utilizzo di antimicrobici. Per questo chiediamo di rafforzare l'attività di controllo e monitoraggio delle aziende zootecniche.
Questi, Presidente, i nostri impegni e siamo contenti che questa mozione sia stata anche da stimolo per gli altri colleghi, per gli altri gruppi parlamentari che hanno, appunto, elaborato degli impegni molto simili, per quanto riguarda i contenuti. Per quanto riguarda le altre mozioni noi voteremo a favore di tutte le mozioni che sono state depositate. Per quanto riguarda la mozione Vargiu, sicuramente va fatta una precisazione; noi voteremo a favore, ma, naturalmente, la mozione a cui il collega faceva riferimento riguardava in particolare le infezioni nosocomiali, qui ci troviamo di fronte ad un argomento molto più vasto dove, per la prima volta, si parla anche di allevamenti intensivi che, finora, non erano stati presi in considerazione. Altra precisazione va fatta per le mozioni Binetti, D'Incecco, Romano e Gigli, anche per queste voteremo Pag. 66a favore, ma, lo ripeto, anche in questo caso una precisazione credo sia d'obbligo, perché in queste mozioni, sia negli impegni che nelle premesse, si fa un generico, quanto, secondo noi, strumentale riferimento alle vaccinazioni. Sarebbe stato forse più opportuno ragionare meglio su un impegno del genere e prevedere, semmai, specifiche campagne vaccinali per infezioni da batteri come lo pneumococco. Invece, in questo caso, si è generalizzato e questo andava, sicuramente, fatto notare. Al di là di tutto, lo ripeto, noi voteremo a favore di tutte le mozioni e vado a concludere, ricordando che la lotta all'antibiotico-resistenza è stata definita la più grande sfida della medicina contemporanea e, quindi, va condotta ora, va condotta con convinzione e con la consapevolezza che se non interveniamo immediatamente potremmo trovarci, presto, con l'incubo di infezioni non più curabili. Quindi, prima ne prendiamo atto e meglio sarà per tutti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole D'Incecco. Ne ha facoltà.
VITTORIA D'INCECCO. Signor Presidente, signor sottosegretario, è fuori dubbio che il ricorso a terapie non esenti da effetti collaterali anche severi è aumentato nella pratica clinica con una leggerezza che ha portato a reazioni anche gravi e mortali, come stabiliscono i dati di cronaca e le pubblicazioni scientifiche su eventi annunciati nel bugiardino del farmaco che sono troppo spesso ignorati. In Italia, purtroppo, la statistica ci vede al primo posto in una classifica, quella del ricorso facile all'antibiotico, di cui poco c’è da vantarsi e che è segno che in alta percentuale gli antibiotici potrebbero essere evitati. L'uso spesso precauzionale che induce oggi i medici alla prescrizione di farmaci e di antibiotici, anche quando non ricorrano proprio le indicazioni cliniche, è legato spesso al timore di ripercussioni legali in caso di complicanze della malattia o al fatto che l'attuale sistema assistenziale mutualistico, oggi, fa, purtroppo, del medico anche un burocrate e lo costringe a togliere tempo per formulare una buona diagnosi, soffermarsi su una terapia mirata e, soprattutto, impegnarsi nelle raccomandazioni sulla prevenzione e cura, attraverso, ad esempio, un abbigliamento più caldo e adeguato, l'assunzione di bevande calde e agrumi nelle malattie dovute o aggravate dal raffreddamento corporeo, che favorisce la replicazione virale, vedi l'abuso di anti febbrili anche sopra i quattro anni di età o l'uso di indumenti di cotone o tessuti acrilici inadeguati alle basse temperature invernali. I medici dovrebbero, invece, avere il tempo di fare più prevenzione sullo stile di vita e alimentare, poiché molte virosi epidemiche potrebbero essere mitigate con il buonsenso che portava in passato a riscaldare il corpo dopo una malattia da raffreddamento e ad osservare regimi alimentari ricchi di frutta, verdura e cereali integrali e poveri di proteine animali. Gli italiani abusano di antibiotici anche per automedicazione, ma anche di cortisonici e antinfiammatori, non sapendo che per molte malattie di stagione sono inutili e, a volte, persino dannosi. Sarebbe utile, senza preconcetti, che nel bagaglio di conoscenze terapeutiche ci fossero alternative farmacologiche come i farmaci complementari che integrati e non sostituiti alla farmacologia chimica potrebbero ridurne gli effetti collaterali da accumulo ed aiutare nella prevenzione e cura dei disturbi. In discussione generale, signor Presidente, signor sottosegretario, nella giornata di ieri, ho già parlato ampiamente delle gravi conseguenze dell'abuso e dell'uso improprio di antibiotici in agricoltura, specificando le severe ripercussioni sull'impatto ambientale e sulla salute pubblica.
Non mi voglio ripetere, è importante però sottolineare che gli antibiotici usati negli esseri umani e negli animali spesso appartengono alle stesse classi. Negli ultimi dieci anni è aumentato fino a un massimo di otto volte l'utilizzo negli allevamenti di tre classi di antibiotici ritenuti dall'Organizzazione mondiale della sanità di notevole importanza per la salute umana: le cefalosporine, i macrolidi e i fluorochinoloni. Questi farmaci richiedono più urgentemente Pag. 67la gestione dei rischi del loro uso negli alimenti umani. Gli esperti dicono che gli allevamenti intensivi di migliaia di animali in spazi ristretti e sovraffollati consentono all'infezione di diffondersi più rapidamente e c’è necessità, per prevenzione e cura, di una quantità sempre maggiore di antibiotici. Questo, però, è riconosciuto come fattore importante nel facilitare lo sviluppo e la diffusione di organismi che non rispondono ai farmaci esistenti. Ogni anno nell'Unione europea la resistenza agli antibiotici provoca 25.000 decessi e una spesa sanitaria di un miliardo e mezzo; a detta dell'Organizzazione mondiale della sanità è una delle maggiori minacce per la salute globale. Una delle cause della diffusione dell'antibiotico-resistenza sono gli allevamenti intensivi; siamo il terzo maggiore utilizzatore di antibiotici negli animali da allevamento in Europa, dopo la Spagna e Cipro, e il nostro uso è più alto di quello di altri Paesi di simili dimensioni, il triplo della Francia, il quintuplo del Regno Unito. Nonostante gli allarmi arrivati dall'Agenzia europea per i medicinali, dall'Organizzazione mondiale della sanità e da ultimo anche da un magazine come The Economist, che qualche mese fa accese il dibattito a livello internazionale, ben poco si è fatto del nostro Paese per evitare abusi che portano dritti alla resistenza dei batteri agli antibiotici. Negli ultimi decenni, a causa dell'intensificazione degli allevamenti, gli antibiotici sono diventati uno strumento utilizzato dall'industria della carne per mantenere in vita animali che una volta portati al di sopra delle loro possibilità, con bombardamenti ormonali per la produzione di latte e carni, si ammalano con estrema facilità. In Italia, il 71 per cento degli antibiotici venduti, il 71 per cento, compresi anche quelli a consumo umano, è destinato agli animali; a tal proposito è urgente accelerare le procedure per la predisposizione del Piano nazionale per l'antibiotico-resistenza, signor sottosegretario, che preveda di monitorare i dati in modo trasparente, abolire l'uso sistematico e profilattico degli antibiotici, realizzare un piano obbligatorio di riduzione del consumo di antibiotici negli allevamenti italiani, di fare il monitoraggio trasparente dei dati e la riduzione del consumo di antibiotici, anche attraverso l'obbligatorietà della ricetta elettronica del farmaco veterinario, per fare controlli e monitoraggi sul consumo di antibiotici. Oltre a questo, con questa mozione, il Partito Democratico chiede al Governo di incentivare le campagne di prevenzione relative ai vaccini, di promuovere campagne di informazione sull'uso responsabile degli antibiotici in commercio, di sostenere azioni per un cambiamento culturale della popolazione, sostenendo la formazione degli operatori sanitari e rilanciando la ricerca e lo sviluppo di nuovi antimicrobici, di prevedere incentivi finanziari per mettere a disposizione dei medici test diagnostici che possano in tempi reali evitare la somministrazione inutile di antibiotici e di dotare gli ospedali di servizi di microbiologia permanente. Bisogna agire in fretta, signor sottosegretario, e in modo efficace, contro un'emergenza che potrebbe provocare, fra pochi anni, più morti del cancro e che già causa 7.000 morti ogni anno nel nostro Paese. Con questa raccomandazione il mio gruppo accetta le condizioni del Governo, esprime parere favorevole alla nostra mozione e a quelle che seguono le nostre finalità (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, l'onorevole La Russa, ma non è presente in Aula. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto.
(Votazioni)
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Come da prassi, le mozioni saranno poste in votazione per le parti non assorbite e non precluse dalle votazioni precedenti. Ricordo che il gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ha chiesto la votazione per parti separate della mozione Mantero ed altri n. 1-01463, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza, ad eccezione Pag. 68dei capoversi sesto e ottavo del dispositivo, e a seguire congiuntamente i capoversi sesto e ottavo del dispositivo.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mantero ed altri n. 1-01463, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi sesto e ottavo del dispositivo, sui cui il parere del Governo è favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 26).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Mantero ed altri n. 1-01463, limitatamente ai capoversi sesto, come riformulato su richiesta del Governo, e ottavo del dispositivo, sui cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 27).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Rondini, Petrenga ed altri n. 1-01475, come riformulata su richiesta del Governo, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, sui cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Prego i colleghi di rimanere al proprio posto, così cerchiamo – visto che le votazioni sono, più o meno, più di una dozzina – di cercare di farle in un tempo credibile.
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 28).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione D'Incecco ed altri n. 1-01476, come riformulata su richiesta del Governo, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, sui cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 29).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Palese ed altri n. 1-01477, come riformulata su richiesta del Governo, per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, sui cui il Governo ha espresso parere favorevole.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 30).
Passiamo alla mozione Nicchi ed altri n. 1-01478. Ricordo che il gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini ha chiesto la votazione per parti separate della mozione Nicchi ed altri n. 1-01478, nel senso di votare dapprima la mozione nella sua interezza, ad eccezione dei capoversi sesto e ottavo, e a seguire i capoversi, congiuntamente, sesto e ottavo del dispositivo.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01478, come riformulata su richiesta del Governo, ad eccezione dei capoversi sesto e ottavo del dispositivo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 31).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Nicchi ed altri n. 1-01478, limitatamente ai capoversi sesto e ottavo del dispositivo, quest'ultimo come riformulato su richiesta del Governo, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 32).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Vargiu ed altri n. 1-01479, come riformulata su richiesta del Governo, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 33).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Binetti ed altri n. 1-01480, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 34).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gullo ed altri n. 1-01483, come riformulata su richiesta del Governo, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, con il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 35).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Calabrò e Bosco n. 1-01484, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, sulla quale vi è il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 36).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Brignone ed altri n. 1-01485, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, sulla quale vi è il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 37).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Gigli ed altri n. 1-01486, come riformulata su richiesta del Governo e per quanto non assorbita dalle votazioni precedenti, sulla quale vi è il parere favorevole del Governo.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 38).
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sulla mozione Francesco Saverio Romano ed altri n. 1-01487, per quanto non assorbita dalle precedenti votazioni, sulla quale vi è il parere favorevole del Governo.Pag. 70
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera approva (Vedi votazione n. 39).
Comunico che lo svolgimento degli ulteriori argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato alla seduta di domani.
Modifica nella composizione della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati.
PRESIDENTE. Comunico che il Presidente del Senato ha chiamato a far parte della Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati il senatore Massimo Cervellini, in sostituzione del senatore Massimo Caleo, dimissionario.
Interventi di fine seduta (ore 19,40).
ANNA GIACOBBE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANNA GIACOBBE. Presidente, oggi ricorre il trentottesimo anniversario dell'omicidio di Guido Rossa ad opera delle Brigate Rosse, a Genova. Quell'evento, il contesto in cui maturò e il suo significato sono stati ricostruiti in questi anni e ricordati da molti, voglio solo riproporre qui il ricordo di ciò che un uomo normale ma pieno di consapevolezza e determinazione, animato da convinzioni e valori profondi, ha fatto per difendere la democrazia da un pericolo che il movimento operaio, il sindacato e la parte politica in cui Rossa militava avevano riconosciuto e, insieme a tanti democratici, contrastato.
Operaio, delegato sindacale nella CGIL, militante del Partito Comunista – «berlingueriano», il termine che usavano in tono dispregiativo le Brigate Rosse, per lui e per gli uomini come lui –, dalla sua passione per l'alpinismo nascono alcune delle sue riflessioni più note scritte nella lettera all'amico Ottavio nove anni prima di essere ucciso. Contro l'indifferenza, il qualunquismo e l'ambizione, Guido rivendicava l'assoluta necessità di trovare un valido interesse nell'esistenza, per non dimenticare, per un attimo o per sempre, di essere gli abitanti di un mondo colmo di soprusi e di ingiustizie, per raggiungere una maggiore giustizia sociale che lasci – scriveva – una traccia, un segno, tra gli uomini di tutti i giorni, un'idea della vita, dell'impegno civile e politico.
È stato scritto: «Contrappose alla paura non solo il coraggio né la sola coerenza, contrappose alla paura un'idea della società e del Paese fondata sull'impegno per liberare dai vincoli che il terrorismo imponeva l'intero Paese e la vita quotidiana». Alla paura contrappose dunque una lucida visione politica. Nessuna interpretazione giustificazionista delle reali intenzioni delle BR ha potuto più avere credito, dopo. Oggi, Paola, una delegata sindacale di un'azienda metalmeccanica ligure, guardando una foto di Guido Rossa alpinista, ha scritto: «sospesi tra sicuro ed insicuro, esposti, si sceglie da che parte stare, e basta» (Applausi).
PRESIDENTE. Onorevole Giacobbe, la ringrazio molto del suo ricordo, anche a nome della Presidenza.
MARCO MICCOLI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MARCO MICCOLI. Presidente, intervengo per farmi portavoce della preoccupazione dei lavoratori di Sky Italia. Sky ha annunciato un piano di ottimizzazione e riorganizzazione dei suoi settori per rispondere, a sua detta, alle logiche di mercato e alla concorrenza che starebbero per intraprendere Netflix ed Amazon. Questa ottimizzazione prevede di fatto la cancellazione del sito di Roma, Pag. 71con 300 lavoratori trasferiti a Milano e 120 esuberi. Il piano prevede, inoltre, anche 80 esuberi a Milano e 10 trasferimenti da Cagliari a Milano.
Questo ridimensionamento rischia di mettere in discussione anche l'occupazione di circa 1.000 lavoratori dell'indotto che vertono sulla sede Sky di Roma. Parliamo quindi di 1.500 lavoratori, che a Roma si sommano ai 1.660 di Almaviva, a quelli annunciati da Carrefour, agli esuberi annunciati in questi giorni anche da Alitalia. Insomma, una catastrofe occupazionale che si sta abbattendo sulla capitale, dalla quale sembra che tutte le aziende vogliano fuggire. In questi giorni a Roma si parla d'altro, il sindaco tace – oggi gli è arrivato l'avviso di garanzia – non parla di lavoro, forse pensa che il reddito di cittadinanza, da qui a qualche tempo, verrà distribuito a tutti i romani (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
GIANNI MELILLA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Presidente, in Abruzzo, in queste ore, si sta vivendo una situazione di emergenza drammatica; potremmo parlare di tante cose. Per rendere un po’ l'idea del panico e del terrore che sta attraversando una parte della nostra popolazione, vorrei riportare una petizione che un comitato di genitori, insegnanti e studenti, «Scuole sicure», ha inviato al prefetto e a tutte le autorità locali per capire come ci si deve comportare. Le scuole aquilane e del cratere sismico sono state riaperte e sono state oggetto anche di interventi, dopo il sisma del 6 aprile 2009, ma non esistono documenti ufficiali che rendano evidenti alle famiglie lo stato di vulnerabilità delle scuole in cui mandano i propri bambini, i propri ragazzi.
Questo comitato chiede – ed è questo il motivo per cui intervengo – di aprire un faro anche sulla vita quotidiana, spicciola, delle persone, con le quali noi dobbiamo fare i conti. Gli insegnanti, i dirigenti scolastici, i genitori, possono mandare i loro figli in scuole che non hanno i criteri di sicurezza ? Ma nello stesso tempo, possono rinunciare a un diritto costituzionale, il diritto allo studio, per i loro figli ?
Allora, è necessario che, da parte delle autorità, al massimo livello vengano date risposte e sappiamo tutti che la Presidenza del Consiglio dei ministri e la Protezione civile hanno un'amministrazione di tipo nazionale, centralistico e devono dire ai cittadini come devono comportarsi. Potremmo citare l'esempio irresponsabile, che è stato purtroppo alimentato in queste ore, sul più grande invaso idroelettrico d'Europa, il lago artificiale di Campotosto: il presidente della Commissione grandi rischi ha parlato di un effetto Vajont. Cosa devono fare le popolazioni che abitano a ridosso ? Sono decine e decine di migliaia di persone. Noi, rispetto alla paura, che è un sentimento umano e sociale, che attraversa una regione intera, dobbiamo essere in grado di dare risposte (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà).
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Melilla. A chiarimento di qualsivoglia dubbio o equivoco, è ovvio che le questioni che vengono sollevate, a qualsivoglia titolo, che non siano solleciti di atti di sindacato ispettivo, vengono sollevate e rimangono agli atti dei lavori parlamentari, ma la Presidenza non ha facoltà di dar corso a tali questioni, se non attraverso il sollecito di atti parlamentari, che siano esplicitamente depositati ed indirizzati al Governo e ai titolari dei diversi Dicasteri. Lo dico per chiarezza, perché molte questioni vengono poste all'attenzione della Presidenza, ma si tratta di interventi di fine seduta, rispetto ai quali la Presidenza non può che prendere atto delle dichiarazioni dei colleghi, ma non può, come Presidenza della Camera, fare alcunché rispetto al seguito di tali questioni, pure importanti, delicate, in alcuni casi fondamentali o vitali, che vengono poste. Lo dico a scanso di equivoci, perché è bene che poi i colleghi indirizzino, dal punto di vista politico e parlamentare, questi atti in un percorso. Diversamente, sono parole che restano agli Pag. 72atti, pur tuttavia non hanno, di per sé, un percorso che si avvia. Ha chiesto di parlare l'onorevole Burtone, per esempio, per il sollecito di un atto di sindacato ispettivo. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MARIO SALVINO BURTONE. Presidente, intervengo per sollecitare una risposta del Governo ad un'interrogazione che abbiamo presentato per avere il riconoscimento di calamità naturale in Sicilia. Sappiamo che ci sono aree del Paese che stanno vivendo momenti drammatici, che hanno avuto grandi danni nelle proprie comunità. Ci sono state numerosissime vittime, però anche la Sicilia, in queste due ultime settimane, ha subito avversità atmosferiche. C’è stata una vittima, Giovanni Mazara, a Campofranco, ma ci sono anche danni ingenti nelle città e nelle campagne. Sono state determinate anche difficoltà non soltanto per la produzione, ma anche per le strutture agricole. Ecco perché abbiamo chiesto un intervento del Governo e il riconoscimento della calamità naturale, affinché ci possano essere incentivi e ci possano essere risorse per dare una risposta alle comunità e per dare una risposta anche al mondo agricolo per le difficoltà che sta vivendo a causa della perdita delle produzioni.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Burtone. Ovviamente la Presidenza, in relazione al sollecito dell'atto di sindacato ispettivo, si farà parte diligente per inoltrare al Governo la sua richiesta. Ha chiesto di parlare l'onorevole Gallinella. Ne ha facoltà.
FILIPPO GALLINELLA. Grazie, Presidente. Poche ore fa, in Commissione agricoltura, il Ministero, in risposta a una nostra interrogazione a risposta immediata, riguardante chiarimenti rispetto alle misure di promozione del vino, ci ha dato una risposta relativamente a un incontro, che non ci sarebbe stato, con le regioni. Pochi minuti fa è uscita un'agenzia che ci dice che quest'incontro, invece, c’è stato. Ora, se questa cosa è confermata, sarebbe gravissima, perché il Ministero dell'agricoltura ci ha risposto il falso. Io svolgo questo intervento, sollecitando il Governo a chiarire sicuramente questo punto, perché i deputati non vanno presi in giro, anche se sono dell'opposizione (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Mercoledì 25 gennaio 2017, alle 9,30:
(ore 9,30 e ore 16,30)
1. – Seguito della discussione della proposta di legge:
S. 1375 – D'INIZIATIVA DEI SENATORI: PAGLIARI ed altri: Modifica alla legge 20 dicembre 2012, n. 238, per il sostegno e la valorizzazione del Festival Verdi di Parma e Busseto e del Roma Europa Festival (Approvata dal Senato) (C. 4113).
— Relatrice: Piccoli Nardelli.
2. – Seguito della discussione delle mozioni Airaudo ed altri n. 1-01451, Simonetti ed altri n. 1-01481, Capezzone ed altri n. 1-01482, Ciprini ed altri n. 1-01488, Pizzolante e Bosco n. 1-01489, Civati ed altri n. 1-01490 e Polverini e Occhiuto n. 1-01491 concernenti iniziative in relazione ai quesiti referendari in materia di Jobs Act.
3. – Seguito della discussione congiunta delle Relazioni sull'attività svolta, approvate dalla Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro (Doc. XXIII, nn. 10 e 23).
(ore 15)
4. – Svolgimento di interrogazioni a risposta immediata.
La seduta termina alle 19,50.
Pag. 73SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 i deputati Narduolo, Tartaglione e Covello, hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 1 e 2 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 2, 3 e 4 le deputate Covello e Tartaglione hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 3 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 10 il deputato De Mita ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 12 il deputato Quintarelli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 17 la deputata Gelmini ha segnalato che non è riuscita a votare;
nella votazione n. 25 il deputato Rabino ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 28 il deputato Monchiero ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Nom. | Pdl 1178-A - em. 1.51 | 382 | 382 | 192 | 84 | 298 | 106 | Resp. | |
2 | Nom. | em. 1.50 rif. | 386 | 386 | 194 | 384 | 2 | 106 | Appr. | |
3 | Nom. | articolo 1 | 387 | 387 | 194 | 387 | 106 | Appr. | ||
4 | Nom. | em. 2.53 rif. | 409 | 409 | 205 | 409 | 105 | Appr. | ||
5 | Nom. | em. 2.54 rif. | 423 | 344 | 79 | 173 | 342 | 2 | 102 | Appr. |
6 | Nom. | em. 2.50 rif. | 427 | 427 | 214 | 427 | 102 | Appr. | ||
7 | Nom. | articolo 2 | 431 | 429 | 2 | 215 | 429 | 101 | Appr. | |
8 | Nom. | em. 3.50 | 435 | 435 | 218 | 161 | 274 | 99 | Resp. | |
9 | Nom. | em. 3.51 | 439 | 439 | 220 | 161 | 278 | 98 | Resp. | |
10 | Nom. | em. 3.52 | 437 | 437 | 219 | 160 | 277 | 97 | Resp. | |
11 | Nom. | em. 3.53 | 442 | 442 | 222 | 442 | 97 | Appr. | ||
12 | Nom. | articolo 3 | 434 | 434 | 218 | 433 | 1 | 97 | Appr. | |
13 | Nom. | em. 4.50 | 444 | 430 | 14 | 216 | 144 | 286 | 96 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui è mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi è premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.
INDICE ELENCO N. 2 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
14 | Nom. | articolo 4 | 444 | 444 | 223 | 444 | 96 | Appr. | ||
15 | Nom. | em. 5.55 rif. | 441 | 440 | 1 | 221 | 353 | 87 | 96 | Appr. |
16 | Nom. | em. 6.50 | 442 | 442 | 222 | 442 | 96 | Appr. | ||
17 | Nom. | articolo 6 | 442 | 442 | 222 | 442 | 96 | Appr. | ||
18 | Nom. | articolo 7 | 441 | 441 | 221 | 441 | 96 | Appr. | ||
19 | Nom. | em. 8.100 | 447 | 447 | 224 | 447 | 96 | Appr. | ||
20 | Nom. | articolo 8 | 442 | 442 | 222 | 442 | 96 | Appr. | ||
21 | Nom. | articolo 9 | 446 | 446 | 224 | 446 | 96 | Appr. | ||
22 | Nom. | articolo agg. 9.054 | 451 | 451 | 226 | 451 | 96 | Appr. | ||
23 | Nom. | articolo agg. 9.053 | 443 | 431 | 12 | 216 | 134 | 297 | 96 | Resp. |
24 | Nom. | articolo 10 | 438 | 437 | 1 | 219 | 437 | 96 | Appr. | |
25 | Nom. | Pdl 1178-A - voto finale | 417 | 417 | 209 | 417 | 92 | Appr. | ||
26 | Nom. | Moz. Mantero e a. 1-1463 rif. pI | 405 | 391 | 14 | 196 | 391 | 91 | Appr. |
INDICE ELENCO N. 3 DI 3 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
27 | Nom. | Moz. Mantero e a. 1-1463 rif. pII | 407 | 393 | 14 | 197 | 393 | 91 | Appr. | |
28 | Nom. | Moz. Rondini e a. 1-1475 rif. | 394 | 392 | 2 | 197 | 392 | 91 | Appr. | |
29 | Nom. | Moz. D'Incecco e a. 1-1476 rif. | 406 | 406 | 204 | 406 | 91 | Appr. | ||
30 | Nom. | Moz. Palese e a. 1-1477 rif. | 404 | 404 | 203 | 404 | 91 | Appr. | ||
31 | Nom. | Moz. Nicchi e a. 1-1478 rif. pI | 404 | 404 | 203 | 404 | 91 | Appr. | ||
32 | Nom. | Moz. Nicchi e a. 1-1478 rif. pII | 401 | 382 | 19 | 192 | 369 | 13 | 91 | Appr. |
33 | Nom. | Moz. Vargiu e a. 1-1479 rif. | 410 | 410 | 206 | 410 | 91 | Appr. | ||
34 | Nom. | Moz. Binetti e a. 1-1480 | 403 | 403 | 202 | 403 | 91 | Appr. | ||
35 | Nom. | Moz. Gullo e a. 1-1483 rif. | 404 | 404 | 203 | 404 | 91 | Appr. | ||
36 | Nom. | Moz. Calabrò e a. 1-1484 | 400 | 400 | 201 | 400 | 91 | Appr. | ||
37 | Nom. | Moz. Brignone e a. 1-1485 rif. | 403 | 403 | 202 | 403 | 91 | Appr. | ||
38 | Nom. | Moz. Gigli e a. 1-1486 rif. | 393 | 393 | 197 | 392 | 1 | 91 | Appr. | |
39 | Nom. | Moz. Romano F. e a. 1-1487 | 406 | 406 | 204 | 406 | 91 | Appr. |