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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA


Resoconto stenografico dell'Assemblea

Seduta n. 808 di giovedì 1° giugno 2017

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI

La seduta comincia alle 9,30.

PRESIDENTE. La seduta è aperta.

Invito il deputato segretario a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.

GIOVANNI SANGA, Segretario, legge il processo verbale della seduta del 30 maggio 2017.

PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.

  (È approvato).

Missioni.

PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Gioacchino Alfano, Alfreider, Alli, Amendola, Amici, Amoddio, Baldelli, Baretta, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Matteo Bragantini, Bratti, Bressa, Brunetta, Caparini, Capelli, Carbone, Casero, Cicchitto, Coppola, Costa, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Menech, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Di Gioia, Manlio Di Stefano, Faraone, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Franceschini, Garofani, Giachetti, Giacomelli, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gozi, La Russa, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Mazziotti Di Celso, Meta, Migliore, Nicoletti, Orlando, Pes, Piccoli Nardelli, Piepoli, Pisicchio, Portas, Rampelli, Realacci, Rigoni, Rosato, Domenico Rossi, Rossomando, Rughetti, Sani, Scalfarotto, Valeria Valente e Velo sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.

I deputati in missione sono complessivamente centootto, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).

Preavviso di votazioni elettroniche (ore 9,34).

PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 10.

La seduta, sospesa alle 9,35, è ripresa alle 10.

Seguito della discussione del disegno di legge: Conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo (A.C. 4444-A).

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del disegno di legge n. 4444-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo.

Ricordo che, nella seduta di ieri, il rappresentante del Governo ha espresso il parere sugli ordini del giorno presentati.

(Ripresa esame degli ordini del giorno – A.C. 4444-A)

PRESIDENTE. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno presentati (Vedi l'allegato A).

Avverto che l'ordine del giorno n. 9/4444-A/15 Fregolent è stato ritirato dalla presentatrice.

Ha chiesto di intervenire il Vice Ministro Morando per un'integrazione del parere relativo all'ordine del giorno n. 9/4444-A/181 Squeri. Prego, Vice Ministro.

ENRICO MORANDO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Grazie, signora Presidente. Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/181 Squeri, parlando con il presentatore, ho acquisito la sua disponibilità ad accettare una riformulazione della parte finale del testo. Laddove si scrive “aderiscono in almeno una Camera di commercio per ciascuna regione”, il Governo proporrebbe parere favorevole se il presentatore accettasse di scrivere così: “aderisce almeno il 50 per cento delle Camere di commercio”.

Approfitto, signora Presidente, se mi consente, per dire che ieri, nella formulazione dei pareri, ho commesso due errori, nella concitazione del lavoro. Il parere sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/ 7 Carrescia è favorevole e non contrario, così come il parere n. 9/4444-A/110 Pagani è favorevole e non contrario, come avevo detto ieri.

PRESIDENTE. Grazie, Vice Ministro. Riprendiamo l'esame degli ordini del giorno.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/178 Iacono è ritirato. L'ordine del giorno n. 9/4444-A/1 Ascani è accolto.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4444-A/2 Artini ed altri, con il parere contrario del Governo. Prego i colleghi di prendere posto, perché dobbiamo metterlo in votazione. Solita fila ai lati della Presidenza, per prendere il tesserino. Forza colleghi, prendete posto.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/2 Artini ed altri, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/3 Gribaudo, parere favorevole.

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/4444-A/4 Mazziotti Di Celso, parere favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Mazziotti Di Celso. Ne ha facoltà.

ANDREA MAZZIOTTI DI CELSO. Grazie, Presidente. Sarò rapidissimo. Io oggi farò una cosa che non ho mai fatto ed è quella di accettare la riformulazione ma chiedere che l'ordine del giorno venga messo in votazione e spiego rapidissimamente il motivo.

Questo mio ordine del giorno riguarda la vicenda di FlixBus, che è un operatore low cost di autobus. Nel “milleproroghe” al Senato era stata introdotta, più o meno surrettiziamente, una norma per chiudere sostanzialmente l'attività di questa azienda. Alla Camera, visto che il testo era blindato, noi abbiamo presentato un ordine del giorno; il Governo lo ha approvato e, cosa che non succede spesso, in pochissimo tempo all'ordine del giorno è stata data attuazione perché nel “decreto manovrina” è arrivata una norma che ha soppresso le norme anti FlixBus.

Il problema quale è stato? Che in Commissione, con una procedura e una situazione abbastanza surreale nella quale non si è capito chi ha presentato l'emendamento, sono stati presentati una serie di emendamenti, da parte di colleghi del Partito Democratico, che introducevano di nuovo la norma anti Flixbus; poi sono stati accantonati e il Governo ha espresso parere contrario su questi emendamenti. Sono rimasti accantonati fino all'ultimo e all'ultimo secondo un emendamento che diceva tutt'altro è stato riformulato e approvato di gran corsa, appunto all'ultimo minuto e in maniera peraltro sbagliata.

Tralasciando ogni commento su come si è svolta questa vicenda, ricordo che si è arrivati al punto che l'emendamento è stato riformulato e la proponente dell'emendamento, l'onorevole Ventricelli, ha detto alla stampa di non sapere niente della riformulazione, cosa che mi ha lasciato un po' basito. A questo punto prendo atto e ringrazio il Governo per l'accettazione dell'ordine del giorno, seppure con riformulazione, ma credo che sia un dovere di fare chiarezza da parte del Parlamento e del Partito Democratico, il cui segretario ieri ha detto sui social network di essere contro questo emendamento e a favore della tutela di FlixBus e delle nuove aziende come FlixBus. Credo che sia giusto che il Parlamento voti per evitare che il Governo perda tempo magari introducendo nuovamente la norma e adempiendo all'ordine del giorno (ma poi arriva qui, va in Commissione e viene bocciato un'altra volta). Non credo che questo sia un modo normale di lavorare e, quindi, penso sia importante che la Camera si esprima in modo da chiarire che la volontà del Governo e della Camera coincidono su questo tema (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.

DANIELE CAPEZZONE. Presidente, intervengo solo per confermare che ho sottoscritto volentieri l'ordine del giorno presentato dal collega Mazziotti Di Celso, così come con altri colleghi in precedenti passaggi presentammo analoghi ordini del giorno per ragioni in primo luogo di merito e di sostanza, in quanto ogni iniziativa che va contro la concorrenza, contro il mercato e contro la possibilità di scelta di cittadini e consumatori è un'iniziativa sbagliata. In un mercato libero c'è spazio per tutti, per chi già è nel mercato e per nuovi soggetti che arrivano. Deve stare alle forze del mercato e ai consumatori scegliere.

Detto ciò, con grande rispetto e sapendo bene che su questa vicenda ci sono stati errori sia della maggioranza sia delle opposizioni, una parola di chiarezza va chiesta al Partito Democratico. Infatti, sarebbe un po' curioso se lo stesso Partito Democratico con una mano presenta l'emendamento sbagliato, con un'altra mano lo riformula in modo ancora sbagliato, con un'altra mano vota la riformulazione antimercato, con la mano del segretario dice di non essere d'accordo e con la mano del Governo oggi accoglie un giusto ordine del giorno. Ci sono troppe mani, come la dea Kali. Scegliete una mano sola, che è la mano del mercato e della concorrenza.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/4 Mazziotti Di Celso, come riformulato dal Governo e con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 2).

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/5 Arlotti è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/6 Binetti, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/7 Carrescia, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/8 Nesi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/9 Palese, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/10 Montroni è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/11 Labriola, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/12 Vaccaro è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/13 Pastorelli, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/14 Rizzetto è inammissibile.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/15 Fregolent è stato ritirato.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/16 Sani è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/17 Dallai, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/18 Cenni, parere favorevole con riformulazione che viene accettata.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/19 Basso, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/20 Taranto, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/21 Morassut, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/22 Tabacci, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/23 Cristian Iannuzzi, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/24 Plangger è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/25 Prodani, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/26 Schullian, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/27 Fiorio è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/28 Manzi, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/29 Pastorino, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/30 Gregori, parere contrario del Governo.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/30 Gregori, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/31 Placido, parere favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/32 Marcon è inammissibile.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/33 Andrea Maestri è inammissibile.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/34 Fassina, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Fassina. Ne ha facoltà.

STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. L'ordine del giorno ha come oggetto Alitalia, la crisi di Alitalia e l'amministrazione straordinaria nella quale si trova Alitalia. Noi stiamo assistendo, più o meno passivamente, a eventi molto gravi e di portata sistemica sia per quanto riguarda l'impatto sul nostro sistema produttivo sia per quanto riguarda l'impatto sull'occupazione e, in particolare, sull'occupazione a Roma. È ancora possibile evitare la svendita tanto più a pezzi di Alitalia; è ancora possibile evitare le conseguenze negative di questo evento. L'ordine del giorno che presentiamo è la tappa finale di un lungo percorso democratico che ha visto coinvolti gli enti territoriali, a partire dal comune di Fiumicino, per passare all'assemblea capitolina e al consiglio regionale del Lazio. Ciascuno di questi enti territoriali ha approvato il dispositivo che viene riportato nell'ordine del giorno, lo ha approvato all'unanimità. Un dispositivo semplice…

PRESIDENTE. Colleghi, potete abbassare un po' il tono della voce, che è veramente molto forte? Prego, onorevole Fassina.

STEFANO FASSINA. Grazie, Presidente. Un dispositivo semplice, un dispositivo che impegna il Governo, attraverso alcune, una delle partecipate, a mettere in campo una presenza nel capitale di Alitalia affinché il lavoro che stanno compiendo gli amministratori possa avere una qualche capacità negoziale ed evitare, appunto, che chi intende comprare qualche pezzo di Alitalia aspetti la scadenza di ottobre e possa fare un'offerta al massimo ribasso, trovando un interlocutore con l'acqua alla gola. L'ingresso dello Stato, attraverso una delle sue partecipate, nel capitale Alitalia consentirebbe di costruire una strategia che abbia un minimo di capacità negoziale. Inoltre, riprendendo il dispositivo approvato negli ordini del giorno dal consiglio comunale di Fiumicino, dall'assemblea capitolina, dal consiglio regionale del Lazio, si fa una proposta semplice: salvaguardare i posti di lavoro, procedere a un audit esterno e indipendente per valutare le condizioni di Alitalia.

Ecco, su questo ordine del giorno, che ha impegni che hanno attraversato una lunga filiera di partecipazione democratica, non capiamo il parere contrario da parte del Governo. Non lo capiamo tanto più alla luce di un referendum che ha visto coinvolti 10 mila lavoratori che si sono espressi in modo chiaro di fronte all'assenza di un piano industriale; non lo capiamo rispetto alle prospettive del nostro Paese. Quindi, chiudo e chiedo a tutti i colleghi, in particolare ai colleghi del Partito Democratico che erano con me a Fiumicino, all'aeroporto, quando c'è stato il consiglio straordinario indetto dal comune di Fiumicino, e che con me, con l'onorevole Saltamartini, con altri parlamentari, hanno sostenuto le ragioni dell'impegno chiesto al Governo, chiedo a tutti loro un atto di coerenza e di votare a favore di un ordine del giorno che salvaguarda un pezzo importante delle prospettive economiche e occupazionali del nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Grazie, Presidente. Per aggiungermi alle considerazioni fatte dall'onorevole Fassina. È soprattutto riguardo alla più grande delle preoccupazioni che abbiamo, ossia quella del fattore occupazionale, che vede coinvolte più di 30 mila persone, calcolando i dipendenti e l'indotto, che sottoscrivo l'ordine del giorno proposto dall'onorevole Fassina, dichiarando il voto favorevole.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/34 Fassina, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/35 Paglia, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 5).

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/36 Fratoianni è inammissibile, sul n. 9/4444-A/37 Nastri e sul n. 9/4444-A/38 Riccardo Gallo il parere è favorevole; gli ordini del giorno n. 9/4444-A/39 D'Ottavio e n. 9/4444-A/40 Cimbro sono inammissibili; sul n. 9/4444-A/41 Zaccagnini, sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/42 Kronbichler, n. 9/4444-A/43 Nicchi e n. 9/4444-A/44 Fossati il parere è favorevole.

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4444-A/45 Murer.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Murer. Ne ha facoltà.

DELIA MURER. Grazie, signora Presidente. Con questo ordine del giorno noi chiediamo di intervenire sul tema del taglio realizzato al Fondo per le politiche sociali e per le non autosufficienze; un taglio di 262 milioni dei trasferimenti fatti dallo Stato alle regioni che compromette la vita di persone disabili, di anziani non autosufficienti, di quelle persone che sono maggiormente in difficoltà. Nell'esame in Commissione si è ritenuto di vincolare maggiori entrate per 100 milioni per il Fondo per le non autosufficienze e per le politiche sociali. Noi chiediamo al Governo di cambiare il parere sull'ordine del giorno perché più volte il Governo si era impegnato, anche in question time la Ministra Finocchiaro, a riempire completamente il Fondo, e non con ipotetiche entrate che noi non siamo sicuri ci saranno e non sapremo quando ci saranno.

Quindi, il nostro ordine del giorno chiede al Governo di prevedere di riassegnare queste risorse pienamente e che da subito ci sia un reintegro dei due fondi. Per cui, la mia richiesta al Governo è di essere coerente con le posizioni più volte assunte e di non penalizzare le persone che sono più in difficoltà, disabili e anziani non autosufficienti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/45 Murer, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 6).

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/46 Ricciatti è accolto come raccomandazione. Va bene, onorevole Ricciatti? Va bene.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/47 Albini, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. Un momento, scusate, revoco l'indizione della votazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zaratti. Ne ha facoltà.

FILIBERTO ZARATTI. Grazie, signora Presidente. Volevo illustrare questo nostro ordine del giorno, che riguarda una delle questioni, io penso, più problematiche dell'intera manovra, cioè la possibilità di coloro che vogliono realizzare impianti sportivi e stadi di costruire una città intorno allo stadio stesso. Ora, già c'è stata una normativa che riguardava l'agevolazione per la realizzazione di questi impianti sportivi nelle città, che era già largamente vantaggiosa per i privati che intendevano costruire stadi.

Apro una parentesi per dire che già quella normativa era assolutamente discutibile, perché penso che sia compito delle città pianificare il proprio territorio e individuare quali sono le zone nelle quali effettivamente un'infrastruttura di quel genere doveva essere realizzata. Invece la normativa che fu approvata al tempo dava la possibilità addirittura al proponente di scegliere le aree: quindi il proponente sceglie le aree, e poi la comunità deve dotare quelle stesse aree dei servizi necessari a fruire dell'impianto sportivo; ma almeno quella normativa faceva salva la possibilità che in queste zone non venissero realizzati interi quartieri, e quindi edilizia di natura residenziale.

Ora la norma approvata all'interno della manovra, introdotta all'interno della manovra in modo surrettizio, tende a creare ancora più privilegio, perché se io sono un imprenditore che vuole realizzare residenziale mi devo attenere alle norme previste dal piano regolatore; se invece io sono un imprenditore che vuole realizzare uno stadio, in deroga posso costruire un'intera città. Solo in Italia questo avviene! Perché nel resto d'Europa chi vuole realizzare un impianto sportivo sta all'interno dei dimensionamenti dei piani urbanistici, e all'interno del dimensionamento può realizzare quell'impianto. Solo in Italia per realizzare uno stadio è necessario creare una città intorno: non creiamo lo stadio nella città, noi creiamo prima lo stadio e poi ci facciamo la città intorno. Io credo che questo sia assolutamente sbagliato dal punto di vista della pianificazione urbanistica e dei diritti: si continuano a regalare centinaia di milioni ai soliti noti. Per questo noi per attenuare (diciamo così) l'elemento devastante di quell'emendamento, di quell'articolo approvato nella manovrina, abbiamo deciso di presentare questo ordine del giorno: che ovviamente non risolve il problema, ma cerca di attenuare questo elemento devastante e questo enorme regalo ancora una volta ai costruttori, ai soliti noti. Per questo avremmo gradito da parte del Governo un'attenzione maggiore a questo nostro ordine del giorno.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fassina. Ne ha facoltà. Ha un minuto residuo, perché ha già parlato per quattro.

STEFANO FASSINA. Sottoscrivo, comunque sosteniamo l'ordine del giorno del collega Zaratti. Il decreto-legge che oggi votiamo contiene l'ennesima norma ad personam, anzi potremmo dire “ad Pallottam”: un intervento ad hoc per lo stadio di Tor di Valle, dove si infrange una procedura democratica, perché si consente al verbale della conferenza dei servizi, che è un organismo tecnico e decide a maggioranza, di superare il consiglio comunale, e si introduce appunto l'edilizia residenziale fino al 20 per cento, quindi una quantità molto ampia rispetto alla possibilità di costruire. Come ha ricordato il collega Zaratti, si stravolge l'impianto urbanistico, il piano regolatore della città per privilegiare ancora una volta interessi particolari. E mi stupisce che i colleghi del MoVimento 5 Stelle, di solito molto attenti alle norme ad personam, questa volta abbiano lasciato correre un intervento che su Roma avrebbe un effetto molto, molto rilevante.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Albini n. 9/4444-A/47.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 7).

Ordine del giorno Zaratti n. 9/4444-A/48, parere favorevole.

Ordine del giorno Duranti n. 9/4444-A/49, parere favorevole.

Ordine del giorno Leva n. 9/4444-A/50, parere favorevole.

Ordine del giorno Bersani n. 9/4444-A/51, parere favorevole.

Ordine del giorno Melilla n. 9/4444-A/52, parere favorevole.

Ordine del giorno Quaranta n. 9/4444-A/53, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo metto in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Quaranta n. 9/4444-A/53.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 8).

Ordine del giorno Mognato n. 9/4444-A/54, parere favorevole.

Ordine del giorno Folino n. 9/4444-A/55, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo metto in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Folino n. 9/4444-A/55.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 9).

Ordine del giorno Matarrelli n. 9/4444-A/56, parere favorevole.

Ordine del giorno Stumpo n. 9/4444-A/57, parere favorevole.

Ricordo che l'ordine del giorno Ferrara n. 9/4444-A/58 è inammissibile.

Ordine del giorno Franco Bordo n. 9/4444-A/59, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Franco Bordo. Ne ha facoltà.

FRANCO BORDO. Presidente, è almeno curioso l'atteggiamento del Governo e il parere di contrarietà a questo ordine del giorno. All'inizio dell'anno questo Parlamento, con parere favorevole del Governo, ha approvato una mozione sul trasporto pubblico, una mozione presentata dal sottoscritto, in cui si chiedeva appunto di istituire un fondo per la mobilità dei pendolari in modo particolare, proprio per raggiungere quegli stessi obiettivi che il Governo più volte espone anche pubblicamente, quella cura del ferro di cui spesso parla nei convegni e nei talk show televisivi: allora, se si vuol fare una cura del ferro seria, essa necessita anche di investimenti, di risorse. In quella mozione abbiamo chiesto l'istituzione di un fondo nazionale, quella mozione è stata approvata dal Parlamento con il parere favorevole del Governo; oggi diciamo Fondo nazionale, è vero, sostanziando anche una cifra, ma voglio dire, da questo ad un parere nettamente contrario, ad una richiesta di riformulazione, ad una proposta alternativa, io non riesco a capire se questo è un cambio di atteggiamento del Governo in modo sensibile anche rispetto alla mozione approvata o se è una svista.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Franco Bordo n. 9/4444-A/59, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 10).

L'ordine del giorno Capodicasa n. 9/4444-A/60 è accolto come raccomandazione: va bene? Sì, nessuno dice nulla.

Ordine del giorno Zoggia n. 9/4444-A/61, parere favorevole.

Ordine del giorno Scotto n. 9/4444-A/62, parere favorevole.

Ordine del giorno Fontanelli n. 9/4444-A/63, parere favorevole.

Ordine del giorno Sannicandro n. 9/4444-A/64, parere favorevole.

Ordine del giorno Roberta Agostini n. 9/4444-A/65, parere favorevole.

Ordine del giorno Martelli n. 9/4444-A/66, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Scotto. Ne ha facoltà.

ARTURO SCOTTO. Grazie, signora Presidente. Questo ordine del giorno riguarda il cuore dell'operazione politica che è stata fatta. Dico operazione politica perché in una manovra di correzione dei conti pubblici i voucher c'entrano come i cavoli a merenda e quello che è stato messo in campo nelle ore in cui si è consumata la scelta di introdurre il nuovo contratto di prestazione occasionale è il segno di una scelta politica ben precisa. Dopo che il principale sindacato italiano, la Cgil, aveva raccolto oltre 3 milioni di firme per un referendum che abrogava i voucher, e dopo che il Governo, appena due mesi fa, aveva introdotto un decreto che li abrogava integralmente, con un emendamentino a una manovra di correzione dei conti pubblici, li avete reintrodotti dicendo: non è la stessa cosa e cambiando addirittura il nome; si è passati da “PrestO” a contratto di prestazione occasionale, come se il problema fosse un acronimo. E, contemporaneamente, alla domanda di chi diceva: ma, probabilmente, è il caso di intervenire soltanto parzialmente sulla materia, firmando l'emendamento Incerti che andava a regolamentare esclusivamente la materia del lavoro domestico, avete scelto di allargarlo a dismisura, fino a comprendere le imprese al di sotto dei cinque dipendenti e persino la pubblica amministrazione.

Ora, tecnicamente questa scelta si chiama “furto di referendum” e noi pensiamo che sia un errore molto grave che rischia di compromettere non soltanto i rapporti all'interno di questa maggioranza, ma rischia di compromettere in maniera molto forte il rapporto con la principale confederazione del lavoro di questo Paese e diversi milioni di persone. Siete ancora in tempo e in questo ordine del giorno viene chiesta una cosa molto semplice: nel passaggio tra Camera e Senato stralciate la parte che riguarda la reintroduzione dei voucher (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista). Siete ancora in tempo e avete la possibilità, non soltanto di riparare a un errore che rischia di configurarsi come un pesante vulnus costituzionale, ma di dare un messaggio ai cittadini che la loro firma conta, che, quando chiedono di poter esercitare il proprio diritto previsto dall'articolo 75 della Costituzione, non c'è poi qualche parlamentare in una seduta notturna di una Commissione bilancio che cancella la volontà di milioni di persone. Allora ripensateci, approvate questo ordine del giorno e al Senato cancellate questa truffa (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista)!

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/66 Martelli, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 11).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/67 Speranza, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 12).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/68 Zappulla, con il parere contrario del Governo

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 13).

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/69 Bossa il parere è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/70 Giorgio Piccolo, con il parere contrario del Governo

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 14).

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/71 D'Attorre è accolto come raccomandazione? Va bene.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/72 Piras è inammissibile.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/73 Carlo Galli è accolto con una riformulazione? Va bene.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/74 Borghesi il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/75 Saltamartini il parere è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/76 Pagano, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 15).

Sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/77 Venittelli, n. 9/4444-A/78 Tino Iannuzzi, n. 9/4444-A/79 Braga e n. 9/4444-A/80 Zanin il parere è favorevole.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/81 Minardo, con il parere contrario del Governo

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 16).

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/82 Mongiello è inammissibile.

Sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/83 Alfreider e n. 9/4444-A/84 Gebhard il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/85 Abrignani il parere è contrario.

IGNAZIO ABRIGNANI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

IGNAZIO ABRIGNANI. Presidente, grazie. Questo ordine del giorno era stato fatto in un'ottica di coordinamento e di semplificazione con il Ministero dello sviluppo economico. Di fronte al parere contrario, non c'è alcun motivo di metterlo al voto, per cui lo ritiro.

PRESIDENTE. Sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/86 D'Agostino, n. 9/4444-A/87 Cirielli e n. 9/4444-A/88 Rampelli il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/89 Molteni il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Saltamartini. Ne ha facoltà.

BARBARA SALTAMARTINI. Cercherò di essere molto veloce. Questo ordine del giorno è relativo all'emendamento che ha presentato il Governo circa gli insediamenti abusivi di stranieri regolarmente presenti in Italia, ai quali chiede di intervenire attraverso iniziative di carattere strutturale per assicurare idonee condizioni logistiche ed igienico-sanitarie.

Siccome durante la discussione in Commissione il Governo ci ha tenuto a precisare che, seppur l'emendamento a mio giudizio lascia libera interpretazione ed è molto vago su questo punto, ma il Governo dice che non c'è alcuna volontà di voler rendere legali quelle che sono occupazioni abusive, sia di terreni che di edifici occupati, allora noi, con questo ordine del giorno, chiediamo di rendere chiaro questo punto e quindi di togliere dalla norma, che era stata prevista e formulata dal Governo, il possibile fraintendimento e quindi, se è vero che il Governo non sta legalizzando ciò che è illegale, rivolto ovviamente a cittadini stranieri regolarmente presenti sul nostro territorio, noi chiediamo che siano escluse dalle disposizioni tutti gli insediamenti e accampamenti abusivi e non autorizzati, compresi gli immobili pubblici o privati occupati abusivamente; perché, solo in questo modo, si può riportare la situazione alla legalità e alla sicurezza anche per i cittadini non stranieri ma italiani che vivono in zone limitrofe a quelle dove stanno sorgendo sempre più accampamenti abusivi e illegali, che sappiamo bene - basta leggere le cronache dei nostri quotidiani locali - cosa comportano per la nostra cittadinanza.

A meno che, ovviamente, non venga prima l'interesse degli stranieri che quello degli italiani per questo Governo.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/89 Molteni, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 17).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/4444-A/90 Rondini.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Rondini. Ne ha facoltà.

MARCO RONDINI. Sì grazie Presidente, anche con questo ordine del giorno cerchiamo di andare nella stessa direzione nella quale andava quello precedente e cioè cercare di escludere quello che avete previsto con l'articolo 40-bis e cioè la possibilità che gli insediamenti abusivi vengano in qualche modo resi legali.

Vede, avete coniato un nuovo neologismo per definire gli insediamenti abusivi, diventano insediamenti spontanei, naturalmente un neologismo politicamente corretto.

Vi faccio notare che in psichiatria si dice che “l'uso di parole inventate o di parole già esistenti usate arbitrariamente con valore simbolico sono sintomo di schizofrenia” e questa direi che è la definizione più giusta, più esatta, che meglio descrive il vostro modo di definire i fenomeni.

Anche andando nella direzione dall'accoglimento del nostro ordine del giorno poi alla fine comunque troverete, con questo 40-bis, con questo articolo, una soluzione abitativa che di fatto fino ad ora ha violato qualsiasi norma che regola la convivenza civile.

Tollerate per anni da amministrazioni compiacenti, ora quelle situazioni di marginalità sociale intollerabili le risolvete facendo pagare il conto naturalmente ai cittadini, che hanno dovuto sopportare per anni la presenza di questi insediamenti abusivi e domani si vedranno i Rom, che – voi dite - “si distinguono per il loro portato culturale, sono una ricchezza, una cosa che ci arricchisce”.

Vi faccio notare che dove sono state adottate delle soluzioni come quella che voi suggerite con questo articolo, la cascina Basmetto, in provincia di Milano, alle porte di un quartiere popolare, che è il quartiere Gratosoglio, è stato realizzato un insediamento attrezzato per risolvere il problema abitativo di chi invece viveva e ha vissuto per anni situazioni di abusivismo: ebbene, dopo qualche decina di anni, oggi si scopre che i carabinieri e le Forze dell'ordine, quando devono fare delle indagini sui furti nella zona sud di Milano, spesso si recano presso quel campo attrezzato, perché sono sicuri che lì trovano la refurtiva.

Ecco, queste sono le situazioni che voi andate a legalizzare, ben sapendo, consapevoli del fatto che comunque quelle persone, che hanno vissuto per anni in quelle situazioni, non sono semplicemente in una situazione di marginalità sociale: quella marginalità sociale probabilmente appartiene alla loro cultura.

Ecco, noi non vogliamo assolutamente permettere che queste persone possano approfittarsi ancora una volta delle vostre trovate, facendo pagare fra l'altro il conto ai cittadini onesti.

E poi ancora (e mi avvio alla chiusura): oggi, a causa della vostra scriteriata politica immigratoria, che meglio sarebbe definire invasione assistita, noi abbiamo sul nostro territorio centinaia di migliaia di clandestini, che vanno a ingrossare quelle situazioni di campi abusivi che diventano la riserva alla quale attinge la mafia del caporalato.

Ecco, aiutate anche, con questo provvedimento, a trovare magari una soluzione abitativa a chi è, a chi sono le braccia del fenomeno del caporalato: almeno risolvete, a chi gestisce questo fenomeno, un problema di ordine, per loro: insomma, riuscirebbero più facilmente a gestire il fenomeno del caporalato.

Ecco, un favore da un lato a chi ha vissuto sempre in situazioni di illegalità, come i nomadi o i Rom presenti sul nostro territorio, e dall'altro un favore alla mafia del caporalato: è per questo che noi chiediamo fermamente di fermare questo vostro disegno di certo politicamente corretto, ma che pesa fortemente, come al solito, sul vivere dei cittadini onesti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/ 4444-A/90 Rondini, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 18).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/4444-A/91 Invernizzi, su cui vi è parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Invernizzi. Ne ha facoltà.

CRISTIAN INVERNIZZI. Grazie, signora Presidente. Torniamo, anche con questo ordine del giorno, a sottolineare probabilmente anche il disordine interno che vi è in questo provvedimento riguardo proprio alla situazione, come hanno già giustamente chiarito i miei colleghi che hanno parlato prima, circa gli insediamenti, che voi definite “spontanei” e che altro non sono che insediamenti abusivi, tesi, nella loro intenzione, a dare “ospitalità” (ovviamente tra virgolette) agli stranieri e voi qua dite “regolarmente presenti sul territorio nazionale”, tra cui anche quelli in relazione allo svolgimento di lavoro stagionale. Appare evidente a tutti, sicuramente a noi, che di questo ci occupiamo praticamente a tempo pieno, occupandoci di politica e di quella che dovrebbe essere la legalità all'interno del nostro Stato, come una previsione del genere strida anche con la logica. Quali sarebbero gli insediamenti spontanei, ergo abusivi, di stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale, tra cui anche quelli in relazione allo svolgimento di lavoro stagionale?

Noi, questi insediamenti, li abbiamo visti, li conosciamo; quello che non riusciamo sinceramente a comprendere è come il Governo di per sé ritenga che questi insediamenti spontanei siano composti, nella loro totalità, da stranieri regolarmente presenti nel nostro territorio. Basta fare un giro nelle nostre periferie oppure attorno ai campi di raccolta dei pomodori al Sud, o di altre varietà vegetali, per sapere, per comprendere, come in questi insediamenti spontanei, nella stragrande maggioranza dei casi, non ci si trovano stranieri regolarmente presenti sul territorio nazionale, ma stranieri clandestini. È evidente, si sa, a meno che voi non vogliate fare riferimento solo ed esclusivamente, con questa accezione, ai cosiddetti campi rom abusivi, nel qual caso allora vi impegnate ad assicurare idonee condizioni logistiche, per superare criticità igienico-sanitarie. A questo punto basterebbe dirlo.

Noi, con questo ordine del giorno, chiedevamo semplicemente al Governo un impegno, un impegno chiaro, un impegno formale che, tra l'altro, mi sembrava - visto che faccio parte della I Commissione - essere presente nelle linee programmatiche esposte dal Ministro Minniti proprio quando si è insediato nel suo dicastero. Minniti, anche con dichiarazioni che assolutamente segnavano il passo rispetto a colui che il Ministero dell'interno lo occupava precedentemente, affermò che, in quanto Ministro dell'interno, il suo compito istituzionale era quello di garantire la legalità e la sicurezza ai cittadini.

Noi chiediamo, in questo ordine del giorno, una cosa che ci sembra abbastanza “autoevidente”, che ci sembra chiara, che ci sembra anche semplice, che ci sembra essere pertinente in modo completo a quelli che dovrebbero essere i compiti istituzionali di un'organizzazione che in qualche modo vuole definirsi statale, vale a dire assicurare contestualmente il controllo della regolarità della posizione giuridica degli stranieri occupanti, che devono essere in regola con le norme che disciplinano il soggiorno in Italia o, in caso negativo, qualora così non fosse, provvedere appunto a che tutti gli opportuni provvedimenti conseguenti, tra cui l'immediata espulsione e rimpatrio degli stessi, vengano posti in atto. Ci sembra una cosa chiara.

Voi dite - e già qua non siamo d'accordo, però sappiamo qual è il vostro modo di intendere l'accoglienza in Italia - che ci sono campi di insediamenti spontanei, cioè abusivi, che sono popolati da stranieri regolarmente presenti in Italia. A parte che così, secondo noi, non è, noi vi diciamo, comunque, se per voi così è, che ci sia quanto meno, oltre all'esborso economico finalizzato a mettere in sicurezza condizioni igienico-sanitarie, condizioni logistiche, eccetera, eccetera, che lo Stato si impegni a effettuare dei controlli chiari, profondi, certi, in modo tale che in questi insediamenti spontanei, cioè abusivi, quantomeno non ci sia quel mercimonio che tutti noi conosciamo. Voi sapete che vi sono baracche che in alcuni casi vengono affittate a prezzi anche fuori mercato, insomma c'è tutto un sistema – e mi avvio alla conclusione – nel quale il disordine legale, l'illegalità viene praticata. Quindi chiediamo al Ministro Minniti semplicemente di tradurre in azione quelle che sono state le sue parole…

PRESIDENTE. Concluda onorevole Invernizzi, ha esaurito il tempo.

CRISTIAN INVERNIZZI. Concludo, dicendo che mi sembra che questo facesse parte delle vostre linee programmatiche. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/91 Invernizzi, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 19).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/92 Guidesi, parere favorevole, n. 9/4444-A/93 Attaguile, accolto come raccomandazione. Va bene? Sì. Ordine del giorno n. 9/4444-A/94 Busin, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Busin. Ne ha facoltà.

FILIPPO BUSIN. Grazie, Presidente. Noi, con questo ordine del giorno, diamo un'occasione formidabile a questo Governo per dimostrare il dovuto interesse a una regione, a un popolo, quello veneto, che dà così tanto in termini di contributo fiscale a questo Paese. Si chiedono 300 milioni per un'opera fondamentale per il nostro territorio, per la nostra economia e per l'economia dell'intero Paese, un'opera che darà i suoi frutti per decenni, per i decenni successivi. Il contributo richiesto rappresenta l'1,5 per cento di quello che, non in decenni, ma che ogni anno il Veneto dà alle casse dello Stato come residuo fiscale, che vale circa 20 miliardi. È un'opera che va assolutamente completata nell'interesse dell'economia, nell'interesse dei veneti, nell'interesse anche dei fornitori che aspettano sempre più a lungo i pagamenti e che rischiano di fallire per mancanza di liquidità, nell'interesse degli espropriati che, in uno Stato di diritto, hanno il diritto di essere rimborsati per quello che gli è stato tolto. Un'opera che va completata, come ho detto, nell'interesse dei veneti, ma nell'interesse generale dell'Italia intera.

Mi riallaccio a questo argomento, perché vorrei sottolineare, anche se non è nell'oggetto dell'ordine del giorno, che c'è un altro problema che deve essere risolto e che richiede l'intervento dello Stato direttamente, che è quello delle due Popolari venete, perché si è perso troppo tempo, siamo - siete, voi come Governo - seduti su una polveriera, si è perso fin troppo tempo; agite e fate in fretta, nell'interesse generale. Grazie.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/94 Busin, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 20).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/95 Simonetti, parere favorevole; n. 9/4444-A/96 Castiello, parere favorevole; n. 9/4444-A/97 Pini Gianluca, parere favorevole; n. 9/4444-A/98 Grimoldi, parere favorevole; n. 9/4444-A/99 Caparini, inammissibile; n. 9/4444-A/100 Bossi, parere favorevole; n. 9/4444-A/101 Allasia, parere contrario. Nessuno chiede di intervenire.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/101 Allasia, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 21).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/102 Fedriga, parere favorevole; n. 9/4444-A/103 Giancarlo Giorgetti, parere contrario. Nessuno chiede di intervenire. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/103 Giancarlo Giorgetti, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 22).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/104 Picchi, parere favorevole; n. 9/4444-A/105 Gnecchi, parere favorevole; n. 9/4444-A/106 Fontana Cinzia, parere favorevole; n. 9/4444-A/107 Tancredi, parere favorevole; n. 9/4444-A/108 Sammarco, parere favorevole; n. 9/4444-A/109 Romanini, parere favorevole, n. 9/4444-A/110 Pagani, parere favorevole; n. 9/4444-A/111 Castelli parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/111 Castelli.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 23).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/112 Altieri, parere favorevole; n. 9/4444-A/113 Losacco, parere favorevole; n. 9/4444-A/114 Patrizia Maestri, parere favorevole; n. 9/4444-A/115 Airaudo, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Airaudo. Ne ha facoltà.

GIORGIO AIRAUDO. Grazie, Presidente. Con questo ordine del giorno noi proponiamo alla Camera di aiutare il Governo a redimersi, perché abbiamo un Governo mariuolo che ha fatto un furto di democrazia a quei cittadini che hanno firmato per poter svolgere un referendum, referendum che il Governo stesso ha firmato, acconsentendo a quelle firme e dicendo che cancellava i voucher, così come diceva quel referendum, e poi li ha surrettiziamente inseriti senza neanche cambiargli nome e, quindi, siamo anche di fronte a un ladruncolo alle prime esperienze dal punto di vista del furto di democrazia.

Ebbene, noi proponiamo, con questo ordine del giorno, che il Governo chieda alla Corte di cassazione se la nuova definizione inserita in questa manovra - “manovrina” - sia una definizione che supera ciò che i cittadini italiani hanno firmato, chiedendo il referendum. Pensiamo che ciò sia indispensabile, perché, se non lo supera, siamo di fronte a una reviviscenza del quesito referendario e crediamo che si stia determinando un gravissimo precedente, perché non si può dire ai cittadini italiani che, con le loro firme, loro possono contribuire alla vita democratica di questo Paese attraverso i referendum, fargli raccogliere le firme, avere la conferma che quel referendum è valido, andargli incontro, cancellando quel quesito e poi aggirarlo nel giro di pochi giorni e di poche settimane. C'è un vulnus democratico, secondo me molto grave, rispetto all'istituto del referendum e crediamo che il Governo vada aiutato a redimersi da questo ennesimo pasticcio fatto, che però questa volta è un pasticcio democratico e lo è al di là del merito.

Quindi, crediamo che, con questo ordine del giorno, si dia una possibilità a quei cittadini di non aver buttato via il loro tempo e le loro firme, si dia la certezza alla Corte di Cassazione di svolgere il suo ruolo e ci sia il rispetto dell'istituto del referendum qualunque sia il quesito, perché non si possono ingannare i cittadini che hanno firmato né si può ingannare in questo modo la democrazia.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/115 Airaudo, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 24).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/116 Tentori, parere favorevole; n. 9/4444-A/117 Gandolfi, parere favorevole; n. 9/4444-A/118 Garofalo, parere contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Garofalo. Ne ha facoltà.

VINCENZO GAROFALO. Grazie, Presidente. Ho presentato questo ordine del giorno confidando che il Governo non desse ovviamente un parere contrario, anche perché è conseguente a una norma che è stata introdotta in questo decreto, che è l'articolo 47-bis, comma 1, che è una norma che aiuta a contrastare il dumping nel settore dell'autotrasporto.

Vorrei capire, quindi, i motivi per i quali il Governo non accoglie questo ordine del giorno, che serve soltanto ad allargare il raggio di competenza, sempre però con autorità che si occupano di sicurezza e controlli stradali, per potere proprio fare il lavoro previsto all'articolo 47-bis, comma 1, e consentire, con i proventi di questa attività, di alimentare un settore di controllo che invece è stato in parte eliminato con l'articolo 18 - se non ricordo male - del decreto-legge n. 50.

Quindi, vorrei chiedere al Governo i motivi di questo parere contrario. Ovviamente, mi interessa sentire appunto il Governo .

PRESIDENTE. Non mi pare che il Governo abbia intenzione di tornare su questo ordine del giorno.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/118 Garofalo, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 25).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/119 Mannino, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/4444-A/120 Pili, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/120 Pili.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 26).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/121 Baldassarre.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 27).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/122 Segoni, parere favorevole; ordine del giorno n. 9/4444-A/123 Bechis, parere contrario.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/123 Bechis.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 28).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/124 Turco, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 29).

Sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/125 Murgia, n. 9/4444-A/126 Mucci, n. 9/4444-A/127 Galgano, n. 9/4444-A/128 Menorello e n. 9/4444-A/129 Oliaro il parere è favorevole.

Sull'ordine n. 9/4444-A/130 Albanella il parere è contrario. Onorevole Fontana, non mi risulta ritirato. Se lei me lo dice…è ritirato, va bene. Sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/131 Taricco, n. 9/4444-A/132 Miotto e n. 9/4444-A/133 Barbanti il parere è favorevole. Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/134 Rubinato il parere è favorevole con una riformulazione, che è accolta dall'onorevole Rubinato.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/135 Castricone, con il parere contrario del Governo.

Dichiaro aperta la votazione. Mi dicono che era stato ritirato, quindi revoco l'indizione della votazione. Scusate, ma a me non risultava. Il parere era favorevole, ma mi hanno scritto “parere contrario”, quindi ho letto quello che mi hanno scritto. Scusate, allora il parere era favorevole, in ogni caso non andava sottoposto alla votazione. Errare è umano, e anche degli uffici della Camera, chiaramente.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/136 Oliverio vi è un parere favorevole con riformulazione; va bene. Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/137 Rampi il parere è favorevole, l'ordine del giorno n. 9/4444-A/138 Ventricelli (versione corretta) è ritirato, sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/139 Carra, n. 9/4444-A/140 De Maria e n. 9/4444-A/141 Gianni Farina il parere è favorevole.

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/142 Cominelli è inammissibile. Sugli ordini del giorno n. 9/4444-A/143 Baruffi, n. 9/4444-A/144 Di Salvo, n. 9/4444-A/145 Ghizzoni, n. 9/4444-A/146 Damiano, n. 9/4444-A/147 Mariano, n. 9/4444-A/148 Causi e n. 9/4444-A/149 Vignaroli il parere è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/150 Cancelleri, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

Intanto che i colleghi votano, siamo andati a vedere il resoconto stenografico di ieri, dove il parere del Viceministro Morando sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/135 Castricone era contrario, ma ho preso nota del cambiamento di parere che è stato poco fa esplicitato. Quindi, va detto per correggere anche nel resoconto in maniera esplicita.

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 30).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/151 Crippa, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 31).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/152 Vallascas, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 32).

Passiamo all'ordine del giorno n. 9/4444-A/153 Colletti (Versione corretta), su cui vi è parere favorevole con riformulazione. Va bene? No.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Colletti. Ne ha facoltà.

ANDREA COLLETTI. Presidente, non accetto la riformulazione, perché il Governo aveva chiesto di espungere due punti, secondo me fondamentali in questo ordine del giorno. In pratica, come sappiamo, è stato inserito durante la discussione in Commissione, in questa cosiddetta manovrina, un emendamento che ha concesso giustamente dei fondi per la manutenzione straordinaria delle arterie autostradali A24 e A25, pari a totali 110 milioni di euro, ma la cosa incredibile è che questi fondi dello Stato, in realtà, vanno a coprire dei fondi che avrebbero dovuto essere inseriti dal privato nella normale manutenzione ordinaria, e neanche nella più straordinaria manutenzione. È un tipico caso per cui i profitti, in questo caso Strada dei Parchi Spa, il gruppo Toto, se li fa il privato; profitti di milioni e milioni di euro sulle spalle degli automobilisti.

Abbiamo il pedaggio forse più alto d'Italia, mentre le perdite ce le mette lo Stato, con un emendamento ad hoc. Ora, benissimo, che lo Stato faccia i lavori, li faccia lo Stato e non li dia da fare a Strada dei Parchi, ma, soprattutto, vista l'inazione di Strada dei Parchi nel mettere a norma l'autostrada, chiediamo che venga revocata la concessione, perché è inconcepibile che il privato faccia soldi sulle spalle di tutti i cittadini. Soprattutto, con questo ordine del giorno chiediamo che venga controllata da parte del Ministero competente la pedissequa avvenuta manutenzione ordinaria e straordinaria degli ultimi anni a carico di Strada dei Parchi Spa, e, qualora non fosse stata fatta in questi anni questa manutenzione, che semplicemente questa concessione venga revocata.

Ora, noi dobbiamo mantenere una concessione a vantaggio del privato anche se questo privato non fa quello che deve fare per contratto? Tutto questo è semplicemente inconcepibile e forse può accadere solo, ahimè, in un Paese come l'Italia, dove i rapporti tra imprese private, che hanno magari concessioni pubbliche, e partiti politici sono molto stretti; rapporti amicali, rapporti di convenienza, rapporti di viaggi aerei pagati dall'Italia agli Stati Uniti da parte di Toto e degli amici di Toto, amici politici. Tutto questo, ovviamente, sulle spalle di tutti noi, della fiscalità generale; poi chiediamoci perché le opere pubbliche, magari viadotti, crollano perché la manutenzione non viene controllata, e, a quanto pare, questo Ministero non ha interesse a controllare la manutenzione, e chiediamoci anche perché i livelli di corruzione aumentano ogni giorno di più (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/153 Colletti (Versione corretta), con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 33).

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/154 Daga il parere è favorevole.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/155 De Rosa, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 34).

Ordine del giorno Cariello n. 9/4444-A/156, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo metto in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Cariello n. 9/4444-A/156.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 35).

Ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/4444-A/157, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo metto in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Luigi Gallo n. 9/4444-A/157.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 36).

Ordine del giorno Sorial n. 9/4444-A/158, parere contrario. Se nessuno chiede di intervenire lo metto in votazione.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Sorial n. 9/4444-A/158.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 37).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Pesco n. 9/4444-A/159.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Pesco. Ne ha facoltà.

DANIELE PESCO. Presidente, ci dispiace il fatto che il Governo non abbia apprezzato l'idea di fondo di questo ordine del giorno, che tratta il tema delle sofferenze bancarie e dei crediti deteriorati. Il fatto è questo: questi crediti deteriorati rappresentano per la nostra nazione un vero rischio. Perché? Perché attualmente sono appannaggio di poche società che hanno sede all'estero, esperte nel recupero di tali crediti deteriorati. Noi dobbiamo fare in modo di riuscire a valorizzare soprattutto le garanzie, i beni messi a garanzia di questi crediti deteriorati, riuscire a far tornare in bonis quei debitori che continuano ad utilizzare quei beni che servono loro per mandare avanti la propria azienda, e soprattutto ci serve mantenere in Italia la ricchezza rappresentata da questi crediti deteriorati, e soprattutto dai beni messi a garanzia.

Per riuscire a perseguire questi tre obiettivi dobbiamo per forza riuscire a inventarci degli strumenti nuovi. Con quello che è stato approvato all'articolo 60-sexies di questa manovrina è già stato fatto un passo avanti. Sinceramente si potrebbe far di più, soprattutto nell'ottica anche di riuscire a valorizzare quelle risorse occupazionali del sistema bancario che attualmente rischiano di essere licenziate: il mercato dei crediti deteriorati può essere quindi un'opportunità anche per fare in modo di dare una possibilità occupazionale a queste persone. Mettendo insieme tutte queste esigenze, bisogna riuscire a trovare degli strumenti nuovi - anche fiscali, abbiamo aggiunto noi - per riuscire a fare in modo che i crediti deteriorati vengano gestiti all'interno delle aziende, o quantomeno all'interno di gruppi che fanno riferimento alle stesse banche; oppure, comunque è opportuno dare una possibilità a questi lavoratori del sistema bancario di operare presso società che si occupino di questo.

Noi non siamo riusciti a descrivere tutte queste cose in questo ordine del giorno, e lo capiamo: forse potevamo fare di più. Ci dispiace però che il Governo non riesca a capire che è importante agire in questo senso. Speravamo in una riformulazione che non è arrivata; però ci tengo a sottolineare il fatto che è opportuno fare qualcosa in un tempo veramente breve per riuscire a dare una possibilità di mantenere in Italia la ricchezza rappresentata da questi crediti deteriorati e dalle garanzie di questi crediti, per fare in modo che non siano appannaggio esclusivamente di grandi fondi internazionali (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno Pesco n. 9/4444-A/159, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 38).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno Da Villa n. 9/4444-A/160.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Da Villa. Ne ha facoltà.

MARCO DA VILLA. Presidente, con questo ordine del giorno portiamo all'attenzione del Governo un tema che abbiamo già trattato; proprio con il Viceministro Morando, il sottoscritto ha dialogato (anche proficuamente con lui) nell'ultima legge di bilancio, per risolvere un grave problema delle famiglie che sono orfane di un genitore e che subiscono di fatto un trattamento fiscale penalizzante rispetto alle altre famiglie. Già nella legge di bilancio è stata aggiunta una piccola agevolazione, che però noi riteniamo non sufficiente, e con questo ordine del giorno cerchiamo di portare avanti questa battaglia. In questo senso, chiediamo la riconsiderazione del parere da parte del Viceministro o un'eventuale proposta di riformulazione, se possibile, per risolvere questo pesante problema per tali famiglie (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Tripiedi. Ne ha facoltà.

DAVIDE TRIPIEDI. Presidente, io non capisco come mai il Viceministro non voglia accettare questo ordine del giorno; tra l'altro, l'anno scorso nella legge di stabilità abbiamo cercato di trovare una quadra anche con il Governo per sottolineare questo enorme problema. Quindi, Viceministro, è un ordine del giorno: se vuole proporre una riformulazione, si potrebbe fare, siete voi al Governo, quindi basta semplicemente la volontà di aggiustare questo ordine del giorno per far emergere un problema che anche lei sa che è un'urgenza (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

ENRICO MORANDO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

ENRICO MORANDO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Io, gli ordini del giorno, li leggo tutti, dall'inizio alla fine, non soltanto la parte impegnativa. Questo è un caso nel quale la parte impegnativa, come si è dimostrato durante la legge di bilancio, in cui l'emendamento, per cominciare a risolvere questo problema, lo abbiamo fatto presentare noi; poi abbiamo accolto, attraverso una riformulazione proposta da noi, emendamenti presentati dai parlamentari. Però questo ordine del giorno si apre con un elenco delle scelte sbagliate, legittimamente considerate sbagliate da un gruppo di opposizione; ma è evidente che, se l'ordine del giorno comincia come questo, il Governo non può che prenderne atto e dichiararsi contrario, non per quello che dice alla fine, ma per quello che dice all'inizio. Basta leggerlo!

MARCO DA VILLA. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Ne ha facoltà.

MARCO DA VILLA. Mi sarei aspettato coerentemente una riformulazione che stralciasse la parte che spesso viene messa a premessa di molti ordini del giorno che vengono presentati.

PRESIDENTE. Non mi pare che il Governo abbia questa intenzione, quindi lo metto in votazione con il parere… Onorevole Crippa? Scusi, ho capito, chiede il voto per parti separate. Sta bene.

Però, chiedo al Governo, a questo punto, il parere sul dispositivo, Viceministro Morando. Il gruppo Movimento 5 Stelle chiede il voto per parti separate, quindi lei mi deve dare il parere separatamente, su premessa e dispositivo.

ENRICO MORANDO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Se questo ordine del giorno diventa solo la parte impegnativa, togliendo tutta la premessa, in cui c'è un elenco degli errori della politica economica e fiscale del Governo in questi anni… Si può presentare un ordine del giorno così, ma pretendere che il Governo dica di sì ad un ordine del giorno che elenca in premessa i suoi errori mi sembra un po' troppo.

PRESIDENTE. Grazie, Viceministro.

ENRICO MORANDO, Vice Ministro dell'Economia e delle finanze. Una volta detto questo, se si vota per parti separate, solo sulla parte impegnativa il parere è ovviamente favorevole.

PRESIDENTE. Bene. Allora, abbiamo due possibilità: considerare l'intervento del Viceministro una proposta di riformulazione, e quindi il collega Da Villa accetta che si voti solo la parte dispositiva; se no facciamo due votazioni, la premessa e la parte dispositiva. Onorevole Da Villa?

MARCO DA VILLA. Mettiamo ai voti la parte dispositiva.

PRESIDENTE. Perfetto, chiede una votazione per parti separate.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/160 Da Villa, limitatamente al dispositivo, con il parere favorevole.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 39).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/160 Da Villa, limitatamente alla premessa, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 40).

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/161 Busto il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/162 Vacca il parere è favorevole con riformulazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Vacca. Ne ha facoltà.

GIANLUCA VACCA. Grazie, Presidente. Se non ricordo male, il Viceministro nella riformulazione proponeva che nell'impegno le parole: “attraverso procedure di gara di appalto” fossero sostituite con le seguenti: “secondo la normativa vigente”. Sottolineo al Viceministro che l'argomento è simile a quello che ha precedentemente illustrato il collega Colletti, ovvero le autostrade A24 e A25 e l'emendamento che è stato introdotto dal Governo dà la disponibilità di poco più di 100 milioni di euro alla società concessionaria per fare dei lavori di messa insicurezza.

Io aprirei una parentesi su cui bisognerà fare una riflessione, perché nei mesi scorsi c'è stata una discussione, anche in ambito politico, su un progetto che il concessionario sta portando avanti, con l'interlocuzione anche del Governo, per accorciare il tratto autostradale di una ventina di chilometri, con un investimento di 6 miliardi di euro, a detta del concessionario, interamente con copertura da parte del privato concessionario.

Qua bisogna capire una cosa: come fa il concessionario, in questo caso il gruppo Toto, a garantire 6 miliardi di investimento per accorciare l'autostrada di 20 chilometri, e non riesce a trovare 100 o 200 milioni, che servono appunto per la messa in sicurezza dell'autostrada e deve ricorrere a un emendamento del Governo per eseguire i lavori che, invece, gli spetterebbero? Ma avremo altre sedi per discutere di questo argomento.

Detto ciò, evidenzio al Viceministro che la normativa è abbastanza chiara e prevede che l'80 per cento dei lavori debba essere svolto con gare ad evidenza pubblica e solo il 20 per cento può essere svolto direttamente con l'affidamento in house. Sappiamo benissimo che la Toto holding ha una parte importante della prova attività proprio nella costruzioni e nei lavori infrastrutturali.

Noi vorremmo evitare con questo ordine del giorno che si creino situazioni, che poi è quello oltretutto che prevede il codice degli appalti, per le quali la convenienza del privato - come diceva prima il collega Colletti - prevale invece sull'utilità pubblica e sulla convenienza pubblica, per cui si possano avere dei corto circuiti in cui il privato tende ad affidare direttamente i lavori, anche magari con oneri o con un costo maggiore, direttamente alle proprie società per avere anche un profitto, per far lavorare le proprie società rispetto, invece, a mettere a gara il lavoro e quindi dando la possibilità ad altri e ad altre imprese di partecipare alla gara, magari con dei costi inferiori, quindi con dei costi inferiori per gli utenti e per tutta la collettività.

Ricordiamo che i lavori di manutenzione vengono scaricati poi sui pedaggi autostradali. Quindi chiedo al Viceministro per quale motivo non sia possibile lasciare così come è l'ordine del giorno o magari aggiungendo “attraverso procedure di gara di appalto secondo la normativa vigente”, ma comunque lasciando la previsione che siano esplicitamente richiamate le gare di appalto. Se il Viceministro magari mi dà una risposta, bene, altrimenti mi trovo costretto a non accettare la riformulazione.

PRESIDENTE. Non avendo risposte, né richieste di intervento, passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/162 Vacca, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 41).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/163 Ciprini, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 42).

Ricordo che l'ordine del giorno n. 9/4444-A/164 Marzana è inammissibile.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/165 Brugnerotto il parere è favorevole.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/166 Zolezzi il parere è contrario.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Zolezzi. Ne ha facoltà.

ALBERTO ZOLEZZI. Con questo ordine del giorno chiediamo - è vero - tanti aspetti, però mi sembravano tutti quanti di buonsenso, partendo appunto dalla Fondo nazionale per il concorso agli oneri del trasporto pubblico locale. Chiediamo che si provveda a suddividere la destinazione di questo Fondo, che purtroppo ci risulta nettamente ridotto, per alcuni settori in particolare: per migliorare la sicurezza e l'economicità dei servizi offerti, la qualità dell'informazione, per migliorare la sostenibilità ambientale e per il rinnovo delle flotte, per suddividere questi fondi anche per la razionalizzazione dell'offerta dei servizi di trasporto attraverso l'integrazione modale e tariffaria dei servizi stessi.

Chiediamo poi di lavorare per i sistemi intelligenti di trasporto e per le tecnologie a bordo dei veicoli, per agevolare la comunicazione tra veicolo e tra veicolo e infrastruttura. Questo vuole anche dire sicurezza. Chiediamo di destinare una parte dei fondi alla validazione in salita della bigliettazione per contrastare l'evasione tariffaria.

Mi sembra, Viceministro, che siano tutti aspetti di buonsenso, per cui non capisco il parere contrario.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/166 Zolezzi, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 43).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/167 De Lorenzis, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 44).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/168 Carinelli, su cui vi è parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 45).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/169 Dell'Orco, su cui vi è parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 46).

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/170 Paolo Nicolò Romano, su cui vi è parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 47).

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/171 Spessotto il parere è favorevole …(Deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile espongono cartelli recanti la scritta: Basta voucher)…Onorevoli colleghi, riponete quei cartelli per favore! Chiedo agli assistenti parlamentari di togliere i volantini dalle mani dei colleghi (Gli assistenti parlamentari ottemperano all'invito della Presidente)! Bene, ci siamo, grazie. Se possiamo fare raccolta di tutto il materiale così poi evitiamo di ripetere…

L'ordine del giorno n. 9/4444-A/172 L'Abbate è inammissibile.

Sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/173 Bernini Massimiliano il parere è favorevole.

Passiamo alla votazione dell' ordine del giorno n. 9/4444-A/174 Nesci, su cui c'è una proposta di riformulazione che poi porterebbe all'accoglimento come raccomandazione.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Baroni. Ne ha facoltà.

MASSIMO ENRICO BARONI. Grazie, Presidente, ieri il Vice Ministro Morando ha affermato che sarebbe stato accolto come raccomandazione, in quanto un emendamento del Governo o comunque della maggioranza aveva ripristinato lo status quo relativamente ai poteri dell'ANAC sul codice degli appalti. Ebbene, questa cosa non è vera ed è spiegata molto bene nelle premesse del nostro ordine del giorno.

Infatti, nel provvedimento all'esame è stato approvato un emendamento che quanto meno nelle intenzioni ha il precipuo intento di restituire i poteri tolti all'ANAC in occasione dell'approvazione del decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del codice degli appalti. Il potere soppresso dal Governo con il succitato atto consentiva all'ANAC di intervenire con una raccomandazione vincolante e con un potere sanzionatorio, laddove ritenesse sussistente un vizio di legittimità in uno degli atti di gara. Tale depotenziamento dell'ANAC ha creato un rilevante disappunto nell'opinione pubblica e il Governo si è giustificato dicendo che è stato un mero errore, al quale avrebbe riparato proprio in occasione del provvedimento in esame. Alcuni, a riguardo, hanno invece altri fermato che tale soppressione era conseguente al parere del Consiglio di Stato, che ha espresso talune criticità.

In realtà, il Consiglio di Stato ha respinto tali responsabilità, dicendo che non ha mai chiesto di sopprimerlo, quanto piuttosto di modificarlo nella formulazione.

Il Governo ha reintrodotto nel codice degli appalti la disposizione soppressa, però – attenzione! - modificandola in maniera radicale e restituendo all'ANAC un potere estremamente mitigato, deprivandolo di quel potere sanzionatorio e deterrente che invece era previsto nella legge delega del codice degli appalti, la n. 11 del 2016, dove al comma 1, lettera t), ha previsto l'attribuzione all'anticorruzione di più ampie funzioni di promozione dell'efficienza, di sostegno allo sviluppo delle migliori pratiche, di facilitazione allo scambio di informazioni tra stazioni appaltanti e di vigilanza nel settore degli appalti pubblici e dei contratti di concessione, comprendenti anche poteri di controllo, raccomandazione, intervento cautelare di deterrenza e sanzionatorio.

La disposizione reintrodotta dal Governo elimina ogni intervento cautelare, deterrente e sanzionatorio, che la disposizione soppressa invece aveva ed è ragionevole ritenere che spostare sull'ANAC il potere di fare il ricorso avverso agli atti delle innumerevoli stazioni appaltanti significa di fatto rendere impraticabile tale potere per esiguità ovviamente di risorse da parte dell'anticorruzione.

Appare altresì sconcertante che poi all'ANAC si dia la possibilità di stabilire quali siano i bandi di rilevante impatto nei confronti dei quali può - questa volta “può” e non “deve” - esercitare le sue funzioni di controllo (quindi l'abbiamo retrocessa a funzione consultiva).

Parimenti non appare condivisibile che sia l'ANAC medesima a poter stabilire quali siano da intendersi le gravi violazioni del codice, cioè stabilisce in maniera arbitraria quali siano gravi e quali non siano gravi: ritengo che questa sia effettivamente una manipolazione dei poteri dell'ANAC.

Con atto di segnalazione al Governo e al Parlamento n. 1 del gennaio 2017, l'ANAC ha altresì espresso la necessità di risolvere, attraverso la modifica legislativa, il problema delle cosiddette deleghe gestionali dirette, che il riferimento al decreto legislativo n. 39 del 2013 consente la cumulabilità di carichi e incarichi, a voi tanto cara, in contrasto con i principi della legge delega, cosiddetta legge Severino. L'ANAC ha infatti fatto presente, da un'indagine condotta, che il 38,3 per cento dei casi di segnalazione in venti mesi, del 2015 e del 2016, ha riguardato proprio queste benedette deleghe gestionali dirette e ben il 77 per cento è stato archiviato, in quanto non venivano ritenute sussistenti le segnalazioni per assenza di deleghe gestionali dirette.

Che cosa è successo, Presidente? È successo che praticamente sono stati modificati tutti gli statuti, alla velocità della luce, per permettere ai presidenti e ai consiglieri di amministrazioni di essere considerati in assenza di deleghe gestionali dirette, proprio per eludere la legge sull'inconferibilità e incompatibilità di incarichi, per cui questa legislatura e questo Governo si è ritrovato completamente impreparato a fronte di una legge dello Stato, che è stata emanata a maggio del 2015.

PRESIDENTE. Onorevole Rubinato! Lasci i banchi… Scusate ma… Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Nesci. Ne ha facoltà.

DALILA NESCI. Grazie, Presidente, si è sicuramente momentaneamente spostato il Viceministro Morando, però credo che sia lui maggiormente ad essersi occupato di questi temi, non lo so, c'è comunque un rappresentante del Governo a cui vorrei spiegare il motivo per cui non possiamo accettare la raccomandazione, perché il nostro ordine del giorno interviene proprio perché anche l'emendamento del Governo non era stato sufficientemente chiaro a ricevere le integrazioni e le modifiche richieste dall'ANAC, che sono richieste comunque sacrosante e che gli danno un vero potere sanzionatorio e deterrente in materia di codice di appalti e di contratti di concessione.

Quindi, se noi abbiamo, come ha detto benissimo il mio collega Baroni, fatto retrocedere l'ANAC e addirittura gli diamo l'incombenza di fare ricorso contro gli atti delle innumerevoli stazioni appaltanti, significa già che stiamo dicendo che non saranno mai in grado di ricorrere, perché le risorse sono esigue, sia quelle personali sia quelle strumentali ed organizzative. Così, allo stesso modo, anziché fare noi i legislatori e dire quali sono i bandi di rilevante impatto su cui l'ANAC deve agire, diciamo all'ANAC: decidi tu, dove intervenire. Dovrebbe essere il legislatore a dettare dei principi chiari, in modo che l'ANAC, cioè l'Autorità anticorruzione, sia in grado di agire con dei poteri anche sanzionatori - che, però, voi avete tolto - così come anche dovrebbe stabilire le gravi violazioni del codice. È come se il legislatore avesse rinunciato ad esser tale e avesse demandato a questa Autorità di decidere, ma con, ovviamente, un'autorevolezza, comunque, diversa. Ripeto che gli atti di segnalazione dell'ANAC dicevano proprio questo al legislatore: diteci come, e se, possiamo intervenire in maniera sanzionatoria. Invece, noi abbiamo tolto i poteri sanzionatori e diciamo solamente, per via generica, all'ANAC di decidere, dove agire, lo ripeto, senza poteri effettivamente sanzionatori, con in più l'incombenza di fare lei stessa - l'Autorità - il ricorso contro le stazioni appaltanti.

L'altra questione che tocca l'ordine del giorno e che non è stata minimamente toccata, neanche questa, dall'emendamento del Governo che, invece, dice il viceministro Morando essere stato risolutivo, è quella che riguarda le deleghe gestionali dirette, cioè, ancora una volta, abbiamo lasciato un vulnus, una non interpretazione chiara della legge, per cui non sappiamo, effettivamente, anzi si capisce perfettamente, che si consentirà ancora il cumulo di cariche e di incarichi, anche in contrasto ai principi della legge Severino: la legge non specifica che si parla di deleghe gestionali dirette e non genericamente, magari, del presidente, perché sia il presidente sia i componenti degli organi di amministrazione o collegiali, sia il direttore gestionale hanno di fatto dei poteri appunto gestionali all'interno dell'organo, ma se noi non lo specifichiamo, basta modificare uno statuto, uno statuto interno all'organo e si elude la legge. Quindi, l'ANAC ci chiedeva, per favore, di intervenire su questo principio e il Governo non è intervenuto. Quindi, io chiedo, ancora una volta, di prendere l'occasione di questo ordine del giorno, di valutarlo bene, perché siamo intervenuti semplicemente per definire dei vulnus legislativi; quindi, prego, appunto, il rappresentante del Governo di valutarlo, ancora una volta, anche alla luce di queste spiegazioni.

PRESIDENTE. Quindi, non accetta la riformulazione e vuole la votazione, giusto? Va bene.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/174 Nesci, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 48).

Passiamo alla votazione dell'ordine del giorno n. 9/4444-A/175 Lorefice. Onorevole accetta la riformulazione?

MARIALUCIA LOREFICE. Grazie, Presidente. Allora, con questo ordine del giorno, del quale noi non accettiamo naturalmente la riformulazione, non facciamo altro che chiedere al Governo di farsi carico di quelle che sono, in fondo, le richieste che sono state avanzate dalla stessa ANAC, quindi, non stiamo chiedendo niente di più e niente di meno di quello che vi dice l'ANAC tramite gli atti di segnalazione.

Uno di questi atti di segnalazione - che, tra l'altro, è stato oggetto anche di una nostra interpellanza parlamentare, dove però abbiamo avuto una risposta sconcertante, perché ci è stato risposto, in pratica, che le linee guida dell'ANAC bastano per interpretare, poi, la norma, quando sappiamo bene che, prima, vige la legge e, in realtà, l'ANAC non deve interpretare niente, ma deve semplicemente applicare la legge - , appunto, era il n. 1388 del dicembre del 2016, ed è quello che riguarda, in pratica, la trasparenza, perché la delega Madia ha previsto che nella nomina dei dirigenti della pubblica amministrazione venissero rispettate le norme della trasparenza, però, non è previsto che queste norme sulla trasparenza vengano applicate ai dirigenti del sistema sanitario nazionale.

Ora, l'ANAC questa cosa ve l'ha, naturalmente, segnalata, molto gentilmente ha parlato di un refuso, per noi, naturalmente, non si tratta di un refuso; e lo ripeto: oltre che l'ANAC, anche noi abbiamo cercato di farvi presente questa cosa, sia con l'interpellanza urgente che con il decreto correttivo che proprio qualche giorno fa, tra l'altro, abbiamo avuto in Commissione. Solo che con quel decreto si è pensato di prendere in considerazione determinati altri aspetti, quale, per esempio, quello relativo alla rosa dei candidati, ma non la segnalazione dell'ANAC; tra l'altro, quella era anche l'opportunità per poter intervenire, perché sappiamo benissimo che parte della delega Madia è stata definita incostituzionale e, guarda caso, una di queste parti riguardava proprio la parte relativa ai dirigenti del sistema sanitario nazionale.

Perché noi ci teniamo così tanto? Perché sappiamo che i dirigenti del sistema sanitario, naturalmente, gestiscono risorse che sono ingenti; sappiamo benissimo che, nell'ambito della sanità, c'è, purtroppo, un altissimo tasso di corruzione che si aggira intorno ai 13 miliardi di euro e sappiamo benissimo che c'è anche un forte legame tra la politica e la nomina dei dirigenti del Servizio sanitario. Quindi, noi vi chiedevamo, semplicemente, di farvi carico di un atto di segnalazione che vi è stato presentato dall'ANAC; ma l'ANAC fa di più, l'ANAC vi fa presente un'altra cosa: che, purtroppo, con la delega Madia, il potere sanzionatorio della stessa viene depotenziato, allora vi chiede di intervenire anche su questo versante; ma l'ANAC fa, addirittura, un ulteriore atto di segnalazione al Governo e al Parlamento, il n. 958 del settembre del 2016, che è quello che riguarda la tracciabilità finanziaria dei servizi sanitari e sociali che vengono erogati dalle strutture private accreditate. Quindi, noi vi chiediamo, anche in questo caso, di rendere tracciabili i flussi finanziari che vi sono in ambito sanitario; ciò è importante, anche perché sappiamo benissimo che nel mondo degli appalti le infiltrazioni mafiose sono all'ordine del giorno.

I nostri tre impegni vertevano semplicemente su questo: uno sull'applicare le regole della trasparenza alla dirigenza sanitaria, come vi chiede l'ANAC, l'altro di ritornare a dare i poteri che spettano all'ANAC, come vi chiede l'ANAC stessa e il terzo è quello di rendere tracciabili i flussi finanziari ai servizi e al sistema sanitario, sempre, come vi chiede l'ANAC.

Quindi, accettare una riformulazione, secondo noi, è un controsenso: o ci accettate l'ordine del giorno così com'è, oppure lo mettiamo ai voti (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

MASSIMO ENRICO BARONI. Chiedo di parlare.

PRESIDENTE. Onorevole Baroni, ha già parlato due volte sugli ordini del giorno, non può intervenire. Adesso vediamo quanto rimane all'onorevole Nesci.

MASSIMO ENRICO BARONI. Ho parlato una volta.

PRESIDENTE. No, onorevole Baroni, ha parlato due volte, lei, questo lo so di sicuro e ha anche esaurito tutto il suo tempo. L'onorevole Nesci ha parlato solo una volta, invece, ma ha esaurito il suo tempo. Onorevole Nesci, non posso dare la parola nemmeno a lei, perché ha parlato più di cinque minuti, quindi non possono proprio darle la parola.

Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/175 Lorefice, con il parere contrario del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 49).

Ricordo che gli ordini del giorno n. 9/4444-A/176 Terzoni e n. 9/4444-A/177 Villarosa sono inammissibili. L'ordine del giorno n. 9/4444-A/178 Iacono è stato ritirato. Gli ordini del giorno n. 9/4444-A/179 Calabrò e n. 9/4444-A/180 Fabrizio Di Stefano sono inammissibili. Ordine del giorno n. 9/4444-A/181 Squeri, così come riformulato dal Governo, favorevole; ordine del giorno n. 9/4444-A/182 Centemero, favorevole; ordine del giorno n. 9/4444-A/183 Baldelli, favorevole.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Baldelli. Ne ha facoltà.

SIMONE BALDELLI. Grazie, Presidente Sereni. Io chiedo che si ponga in votazione in ogni caso questo testo, perché vorrei che l'Aula fosse consapevole di ciò che viene accolto. Il testo dell'ordine giorno dice che, nel testo del decreto, è stata inserita una norma che permette a province e città metropolitane di godere di una deroga per gli anni 2017 e 2018 a quanto disposto dal codice della strada in termini di destinazione di proventi di multe in genere e di multe rilevate attraverso l'autovelox o strumenti simili. Questa norma fa genericamente riferimento ad un non meglio precisato miglioramento della sicurezza stradale.

Noi in quest'Aula possiamo votare tutto e il contrario di tutto e questo, teoricamente, dovrebbe impegnare il Governo a dei comportamenti. Nel gennaio del 2016 noi abbiamo votato, Presidente, una norma che impegnava il Governo a rendere più stringenti gli obblighi di rendicontazione delle amministrazioni locali e i vincoli di destinazione dei proventi delle multe per quanto riguarda la sicurezza stradale. Dopo oltre un anno dall'approvazione di quella mozione, votata all'unanimità con il parere favorevole del Governo, in questa manovra si introduce una norma che, di fatto, lascia alle città metropolitane e alle province mano libera per far cassa con le multe per gli anni 2017 e 2018.

Io vorrei che si sapesse che il Governo ha dato parere favorevole ad un impegno che recita testualmente quanto segue: “La Camera impegna il Governo a varare al più presto una regolamentazione stringente sulla rendicontazione annuale da parte di questi enti in relazione ai proventi delle suddette multe e ad approntare un meccanismo sanzionatorio adeguato per chi non depositi il rendiconto e per chi non rispetti il criterio del miglioramento della sicurezza stradale”. Molto probabilmente, se i gruppi di maggioranza si attengono al parere del Governo, questo ordine del giorno passerà. Molto probabilmente, abbiamo il sospetto che sarà ancora una volta disatteso da parte del Governo, ma sarà un altro pezzo di carta che potremo sventolare sotto il naso del Ministro Delrio e sotto il naso del Governo per poter dire che, quando si prende un impegno con il Parlamento, questo impegno con il Parlamento rischia di valere zero assoluto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Dell'Orco. Ne ha facoltà.

MICHELE DELL'ORCO. Grazie. Anche il MoVimento 5 Stelle voterà a favore di questo ordine del giorno e sta facendo la stessa battaglia, anche se notiamo che Baldelli se ne sta occupando solo ultimamente. Nelle varie modifiche del codice della strada - sia le modifiche puntuali che la legge delega ferma al Senato e alla Camera da ormai un anno -, noi avevamo proprio proposto che, in ordine a questa rendicontazione delle multe stradali, di cui il Ministero dei trasporti non controlla praticamente nulla, venissero previste le sanzioni per quei comuni che, invece, non lo fanno; tra l'altro, vorrei vedere i comuni amministrati, soprattutto, da Forza Italia quanto controllano effettivamente queste cose.

Quindi noi, naturalmente, voteremo a favore di questo ordine del giorno e speriamo che tutti i deputati, compreso Baldelli, facciano questa battaglia con noi sul codice della strada e nei vari provvedimenti.

PRESIDENTE. Passiamo ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/183 Baldelli, con il parere favorevole del Governo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 50).

Ordini del giorno n. 9/4444-A/184 Laffranco, n. 9/4444-A/185 Carfagna, n. 9/4444-A/186 Sandra Savino, n. 9/4444-A/187 Prestigiacomo, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/188 Gelmini: c'è un parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/188 Gelmini.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 51).

Ordine del giorno n. 9/4444-A/189 Alberto Giorgetti, parere favorevole.

Ordine del giorno n. 9/4444-A/190 Giorgia Meloni, parere contrario.

Passiamo, dunque, ai voti.

Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 9/4444-A/190 Giorgia Meloni.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera respinge (Vedi votazione n. 52).

Ordini del giorno n. 9/4444-A/191 Tinagli, n. 9/4444-A/192 Rotta, n. 9/4444-A/193 De Menech parere favorevole.

È così esaurito l'esame degli ordini del giorno presentati.

(Dichiarazioni di voto finale - A.C. 4444-A)

PRESIDENTE. Passiamo alle dichiarazioni di voto finale.

Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pastorelli. Chiederei ai colleghi che si allontanano di farlo in silenzio per consentire ai colleghi di parlare e di ascoltare. Prego, onorevole Pastorelli.

ORESTE PASTORELLI. Grazie, signora Presidente. Signor rappresentante del Governo, onorevoli colleghi, dalle disposizioni contenute nella manovra emerge chiaramente lo sforzo del Governo di promuovere la crescita, tutelare l'occupazione, migliorare gli istituti di equità sociale e, allo stesso tempo, mantenere gli accordi presi con l'Europa.

Il provvedimento, infatti, è indirizzato a soggetti cardine del nostro Paese come le imprese, i lavoratori e le amministrazioni locali e introduce importanti norme finalizzate a condurre l'Italia, con particolare attenzione ad alcune zone, fuori dalla complicata situazione economica. A tal riguardo, credo sia doveroso richiamare alcune misure puntuali, sulla necessità delle quali abbiamo, peraltro, insistito molto in quest'Aula: prima fra tutte, l'istituzione di una zona franca urbana nei territori del centro Italia colpiti dai recenti terremoti. Le imprese attive in quelle zone, che hanno subito a causa degli eventi sismici una consistente riduzione del proprio fatturato, potranno beneficiare della parziale esenzione dalle imposte sui redditi e dall'IRAP, nonché dell'esenzione degli immobili produttivi dalle imposte municipali e dell'esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali a carico dei datori di lavoro.

Questa è una misura, a nostro avviso, fondamentale per far ripartire quei territori che, proprio in questo momento, non devono essere lasciati soli. Con questi strumenti, infatti, si potrà realizzare la vera ricostruzione, poiché solamente in questo modo si potranno aiutare le popolazioni a rialzarsi e a produrre nuovamente valore. Prendiamo, quindi, atto con soddisfazione della scelta operata dal Governo, dal momento che avevamo proposto un disegno di legge di simile contenuto.

Inoltre, rileviamo con piacere come molte siano le misure volte a migliorare la qualità della vita dei cittadini attraverso un adeguato piano di investimenti pubblici e di stanziamenti di risorse a livello locale. In questo senso sono da accogliere favorevolmente tutte quelle norme in tema di miglioramento e sviluppo dell'edilizia sanitaria, nonché di mantenimento del decoro e della funzionalità degli impianti scolastici, di rinnovo dei mezzi di trasporto pubblici locali e regionali, sia su ferro che su gomma, e di sblocco parziale del turnover negli enti locali.

Questo decreto, poi, stanzia 100 milioni di euro per la manutenzione straordinaria delle strade provinciali. Certo, avremmo preferito una cifra superiore, avevamo infatti presentato un emendamento per lo stanziamento di 300 milioni di euro per la messa in sicurezza sulle strade provinciali, ma quanto previsto dalla manovra rappresenta comunque un buon risultato di partenza. Chi conosce questo Paese sa bene, infatti, in che condizioni versano questi tratti stradali, i quali molte volte rappresentano l'unica viabilità possibile dei cittadini. Mettere mano a quelle strade significa restituire dignità e sicurezza a un territorio e creare le basi per la sua crescita. Siamo, dunque, soddisfatti che il Governo abbia finalmente deciso di intervenire su questo specifico problema.

Mi preme, infine, sottolineare come fondamentale sia la disposizione introdotta che regola il lavoro occasionale. Dopo la cancellazione dei voucher, era infatti necessario intervenire con prontezza per scongiurare qualsiasi forma di lavoro nero. Il nuovo strumento potrà garantire a studenti, pensionati e cittadini disoccupati la possibilità di un'occupazione di breve durata senza dover incappare, per forza, in datori di lavoro senza scrupoli dediti ad attività di sfruttamento.

Non credo che ci sia molto da dire sulla necessità e urgenza di questa manovra. Il Governo deve assolutamente sostenere e alimentare i deboli segnali di ripresa economica che il Paese sta dando. Sull'Esecutivo, infatti, grava il dovere di bilanciare gli investimenti strutturali di cui l'Italia ha bisogno con le esigenze di contabilità pubblica e sostenerlo su questo percorso ci sembra quanto mai doveroso.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SIMONE BALDELLI (ore 12,20)

ORESTE PASTORELLI. Comprendiamo perfettamente come questo decreto contenga disposizioni che vanno ad incidere in modo concreto e positivo sulla vita dei cittadini, disposizioni sulle quali abbiamo da sempre richiamato l'attenzione di quest'Aula e del Governo, per le quali ci siamo battuti sui territori.

Per questi motivi esprimo il voto favorevole della componente socialista alla manovra. Grazie (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Partito Socialista Italiano (PSI)-Liberali per l'Italia (PLI).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Alfreider. Ne ha facoltà.

DANIEL ALFREIDER. Grazie, Presidente, sottosegretario, onorevoli colleghi. La manovra correttiva oggi al voto dell'Aula rispetta gli obiettivi di finanza pubblica ed i vincoli di bilancio richiesti in sede europea. Non è una manovra imposta, sono scelte credibili e volute, sono parte del nostro orientamento, secondo cui l'equilibrio e la gradualità nella riduzione del debito pubblico e nella contrazione del deficit devono essere tali per garantire, comunque, al Paese soprattutto indispensabili livelli di crescita e di sostegno agli investimenti.

Fra le priorità che, come autonomie speciali, abbiamo sostenuto vi è stata, in primo luogo, l'esigenza di individuare una nuova soluzione per la retribuzione delle attività occasionali e per i lavori in ambito familiare. Il nuovo strumento aiuta, in particolare, settori strategici come il turismo, l'artigianato e costituisce una risposta attesa dalle famiglie e soprattutto da molti studenti e lavoratori, categorie per le quali l'abolizione obbligata dei voucher è stata particolarmente penalizzante. È un primo passo e siamo convinti che dobbiamo proseguire su questa strada. Anzi, il mondo cambia velocemente e dobbiamo creare sistemi per semplificare e rendere più flessibile soprattutto il mondo del lavoro. Abbiamo presentato un ordine del giorno, al fine di ricomprendere nelle prestazioni di lavoro occasionale anche i progetti di assistenza gestita dagli enti privati senza scopo di lucro, che si svolgono soprattutto nel periodo di chiusura delle scuole. Abbiamo operato, proponendo risposte reali ai problemi effettivi che riteniamo prioritari. Insieme alla clausola di salvaguardia per la nostra autonomia, molte delle nostre proposte sono state accolte, come quelle relative all'esclusione dello split payment per gli enti pubblici che siano gestori di demanio collettivo o beni di uso civico o relative ai compensi per gli incarichi professionali conferiti dai comuni per coloro che siano titolari di cariche elettive.

PRESIDENZA DELLA VICEPRESIDENTE MARINA SERENI (ore 12,25)

DANIEL ALFREIDER. Abbiamo trovato una soluzione per la realizzazione del carcere di Bolzano, assegnando al Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti l'importo complessivo di 25 milioni di euro, in linea con gli accordi finanziari tra lo Stato e la provincia autonoma.

Vorrei ringraziare, in questo contesto, soprattutto il Governo e il Vice Ministro Morando, il relatore Guerra e gli uffici per il lavoro e la collaborazione costruttiva di questi anni e, in particolare, durante i lavori di questo provvedimento. È indispensabile proseguire nella direzione di politiche espansive con la prossima legge di bilancio. Speriamo che possano sostenere misure come il taglio del cuneo fiscale.

In questa prospettiva riteniamo decisiva una forte inversione di tendenza nella dinamica degli investimenti pubblici e di quelli privati, rinnovando e ampliando misure di ammortamento sul piano fiscale che possano premiare l'innovazione tecnologica. Ciò significa poter ridurre effettivamente la percezione di rischio e restituire fiducia al Paese.

Per queste ragioni noi deputati della Südtiroler Volkspartei e delle minoranze linguistiche annunciamo il nostro voto favorevole al provvedimento. Grazie.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Rocco Palese. Ne ha facoltà.

ROCCO PALESE. Grazie, signora Presidente. Noi abbiamo già espresso, durante la discussione generale, oltre che in Commissione ovviamente, e anche nella nostra dichiarazione di voto di fiducia chiesta dal Governo su questo provvedimento, la nostra contrarietà.

Signora Presidente, sarebbe sufficiente dare brevemente un piccolo sguardo, per giustificare e asseverare ancora di più, rispetto agli argomenti che noi abbiamo fornito della contrarietà a questa manovrina, alle considerazioni fatte ieri dal Governatore della Banca d'Italia. Sarebbe veramente interessante se quest'Aula, questo Parlamento dedicasse un milionesimo di tempo di quello che si dedica, o che si continua a dedicare, alla legge elettorale alle dichiarazioni finali e alle considerazioni finali del Governatore della Banca d'Italia, per capire la situazione reale del Paese, piuttosto invece che parlare e discutere continuamente di legge elettorale, perché, sarà pure importante, ma c'è una sproporzione senza precedenti.

Io penso, per le motivazioni già espresse, che ribadiamo in questa sede, che noi siamo in presenza di una manovra correttiva perché Governo e maggioranza hanno sbagliato la legge di stabilità del 2017, hanno sbagliato le previsioni, hanno sbagliato le stime e l'Unione europea ci ha costretti a fare immediatamente una correzione, quantizzata e stimata prima nella misura di 5 miliardi, poi ridotta a 3,5 miliardi, 3,2 alla fine. Io penso che questa manovra correttiva non meriti nessuna attenzione e nessuna positività di giudizio per un motivo molto semplice, perché la stragrande maggioranza della correzione si basa solo ed esclusivamente sul recupero di risorse attraverso la lotta all'evasione e attraverso una nuova modalità che è quella di porre un rimedio - che, come poi spiegheremo, molto probabilmente non andrà neanche in porto - attraverso la chiusura di alcune liti pendenti. Dunque, un'altra formula di condono dopo le rottamazioni e dopo la possibilità che è stata data con gli adempimenti operosi e i ravvedimenti operosi. La sinistra e il Governo, per motivi loro interni e ideologici, non hanno il sacrosanto coraggio di dire che sono dei mini-condoni. Ne sono stati fatti tanti, ma assolutamente non immagino e non penso, pure per come è stata gestita male la situazione delle liti pendenti, che si possano raggiungere gli obiettivi.

In tutto questo noi, invece di pensare alle riforme per bene, denunciamo in questa sede, signora Presidente, che in questi giorni altro che spending review! Il contesto della riforma delle partecipate, la tanto sbandierata riforma delle partecipate, con la “riforma Madia” e quant'altro, ha comportato, giorno dopo giorno, un'inconcludente riforma dal punto di vista della razionalizzazione della spesa e della razionalizzazione delle partecipate. Su questo noi abbiamo uno studio preciso, fatto dal commissario alla revisione della spesa pubblica Cottarelli, che individuava in 1.300 le società partecipate che erano completamente inesistenti e che, oltre ad essere inesistenti, pagavano solo per le poltrone, per i consigli di amministrazione. Inoltre, vi erano tantissime altre società partecipate che erano una vera e propria voragine nei confronti della spesa pubblica. Ora, invece di razionalizzare abbiamo visto che più volte quel decreto legislativo è stato azzoppato e, ahimè, si è tornati ad avere delle norme peggiori di prima.

Ma, come se non bastasse, denunciamo, signora Presidente, che oggi si apprende, presso il MEF, delle grandi partecipate, cioè di quelle società importanti oggetto di una delle riforme di razionalizzazione che furono compiute dai precedenti Governi, in cui si disse che i vertici e la governance andavano unificate: dunque, non più presidenti, consigli di amministrazione e amministratore delegato. Poi, furono stabiliti consigli di amministrazione in un numero massimo di tre consiglieri e furono date anche delle direttive di coordinamento di finanza pubblica agli enti locali e alle regioni perché si adeguassero e, se non vi fosse stato questo adeguamento, vi sarebbe stata la penalizzazione con la decurtazione e i trasferimenti. Tutti si sono uniformati e tutti hanno seguito quella strada.

Oggi, invece, apprendiamo che il Governo sta rivedendo questa decisione. Sta rivedendo questa decisione perché vuole che ci sia una moltiplicazione di poltrone e, quindi, ci si avvia, sulle partecipate di Stato, verso lo sdoppiamento dei vertici delle società partecipate pubbliche in presidente, consiglio di amministrazione e amministratore delegato. È questa la correzione che chiede l'Europa? È questa la spending review che serve al Paese? Sono queste le riforme che servono al Paese?

Questa moltiplicazione di poltrone è una vergogna ed è veramente una situazione totalmente incresciosa che noi siamo costretti a denunciare in ogni forma e in ogni sede. Come se non bastasse, riprendiamo il percorso di questa manovrina che è diventato giorno dopo giorno un omnibus perché c'è di tutto. All'interno di questa manovrina noi abbiamo visto che c'è di tutto: non c'è la manovra correttiva, ma ci sono una serie di situazioni, con 32 emendamenti presentati dal Governo e oltre 20 presentati dal relatore su qualsiasi materia.

È stato un omnibus incredibile, con addirittura norme ad personam per un dirigente del Ministero dei beni culturali. Poi, c'è anche la norma che riguarda la disattivazione di quanto il TAR ha deciso nel contesto della nomina di alcuni direttori di musei e poi abbiamo altre svariate situazioni.

Mi dispiace perché, invece, qualcosa poteva essere fatta in accoglimento delle istanze di tanti cittadini sulla rottamazione delle cartelle di Equitalia, perché tanti cittadini hanno la necessità - professionisti soprattutto - di mettersi a posto con il fisco e desiderano pagare, ma hanno bisogno ancora di un po' più di tempo - magari non cinque, ma dieci rate, o di spostare il saldo dal 2018 alla fine del 2019 - ma abbiamo avuto la contrarietà del Governo. Questa sì che poteva essere una riforma e un emendamento che potevano essere approvati, consentendo a tanti professionisti e a tanti cittadini di sistemare la situazione col fisco e consentendo allo Stato stesso di aumentare le entrate in questa maniera.

Io penso che la situazione sia abbastanza grave e abbiamo avuto poi le norme sul golf, le norme sugli stadi, le norme su Alitalia, in un contesto veramente paradossale e assurdo, perché i componenti di quella Commissione, signora Presidente, il giorno in cui si discuteva proprio la norma proposta dal Governo, la cosiddetta norma per il prestito ponte di 600 milioni di euro - e quelli sono soldi dei cittadini che mai più ritorneranno, altro che prestito! Non rientreranno mai più nelle casse dello Stato perché quelle sono uscite senza ritorno e sono soldi dei cittadini -, proprio quel giorno i componenti della Commissione hanno avuto grandi disagi, perché, guarda caso, l'Alitalia quel giorno ha tirato fuori una serie enorme di scioperi, non consentendo neanche di fare ciò.

Mi soffermo su questo problema, non per il disagio che ha creato a me e ai tanti colleghi, ma per il comportamento, che è assurdo: è come se un titolare di azienda, in presenza del fallimento della sua azienda, andasse ad un distributore di benzina, riempisse due taniche e incendiasse tutto. È una cosa veramente incredibile! Un masochismo così non si è mai visto nella storia della Repubblica in termini di situazioni veramente incresciose.

Poi, questo è diventato il cosiddetto provvedimento dei voucher, che ha provocato una divisione storica e ideologica all'interno della maggioranza, dove hanno paralizzato la Commissione con questa discussione semplicemente assurda, semplicemente antistorica e semplicemente fuori dal tempo e da ogni cognizione. Tre o quattro ore di discussione, con la segretaria generale nazionale della CGIL dietro la porta della Commissione, con tutto il suo staff e quant'altro. Una cosa veramente incredibile solo per aver riproposto un provvedimento che necessitava sicuramente di qualche correzione rispetto al controllo o al monitoraggio, visto che si era fatto un uso scorretto e un abuso di questo strumento. Quello sicuramente è successo, ma questa misura serve - eccome se serve! - per cercare di evitare il lavoro nero e, soprattutto, serve pure per cercare di dare la possibilità di un periodo limitato, o non limitato che sia, ma, comunque, di un periodo di lavoro degno di questo nome alle persone. Invece, qui la discussione è andata avanti sull'ideologia fino all'infinito.

Ci sono poi tanti altri motivi che noi abbiamo evidenziato, signora Presidente, nel manifestare il nostro voto contrario su questa manovra correttiva, che tutto è tranne che correttiva. Siamo estremamente preoccupati anche rispetto a una serie di situazioni e al dibattito che è ancora in atto, mentre il Governo non chiarisce in riferimento agli adempimenti che questo Paese si aspetta dalla nota di aggiornamento e dalla legge di bilancio dell'anno prossimo, perché sembra che per la maggioranza sia estremamente prioritaria la legge elettorale prima di tutto e l'interesse di tornare a occupare le poltrone del Governo, facendo i conti chiaramente senza l'oste, che sono gli elettori, perché, a mio avviso, non ciò accadrà in riferimento a tutto questo. Noi, invece, esprimiamo tutte le nostre contrarietà e le nostre preoccupazioni rispetto a questa manovrina…

PRESIDENTE. Deve concludere. Ha superato il tempo.

ROCCO PALESE. …e al consolidamento economico anche in riferimento alla crescita che, nonostante condizioni favorevolissime internazionali e anche endogene, non si è verificata per politiche economiche sbagliate e, dunque, siamo il fanalino di coda dell'Europa.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Buttiglione. Ne ha facoltà.

ROCCO BUTTIGLIONE. Grazie, signora Presidente. Signora Presidente, onorevoli colleghi, signor rappresentante del Governo, l'UDC vota oggi contro la manovrina del Governo. Ieri non abbiamo partecipato al voto di fiducia per lanciare un grido d'allarme: come si fa ad avere fiducia in un Governo che mostra chiaramente di non avere fiducia in se stesso? Venga il Presidente Gentiloni qui in Aula a dirci che lui crede nel programma che ci ha presentato e intende portarlo a compimento e gli daremo la fiducia, ma non viene. A che linea politica dovremmo dare la nostra fiducia? A quella presentata dal Presidente Gentiloni all'atto del suo insediamento o a quella che vuole precipitare il Paese verso le elezioni anticipate, senza fare la legge di bilancio, perché si rende conto di non poter fare la legge di bilancio “elettorale” che avrebbe desiderato? A che maggioranza avremmo dovuto dare la fiducia ieri? A quella che ha originariamente votato il Governo o alla inedita maggioranza di grandissima coalizione che si è determinata fra Forza Italia, MoVimento 5 Stelle e Partito Democratico sulla legge elettorale?

Oggi la nostra posizione si è ulteriormente indurita, oggi votiamo e votiamo contro. In queste poche ore, la situazione si è, in parte, chiarita: la coalizione di Governo è in pezzi, i suoi protagonisti principali sono all'insulto reciproco e alla pubblica denigrazione, il segretario del Partito Democratico addita il segretario di Alternativa Popolare al pubblico ludibrio in una trasmissione televisiva.

Veniamo al merito del provvedimento: è debole in sé ed è stato faticosamente contrattato con la Commissione europea sulla base di assicurazioni date sulla futura legge di bilancio. Vi facciamo passare adesso questa manovrina, perché ci fate delle promesse su quello che farete successivamente. Adesso abbiamo buone probabilità che questa legge di bilancio non ci sarà e che andremo all'esercizio provvisorio. Andremo all'esercizio provvisorio senza nemmeno poter dare nessuna garanzia, né ai mercati né ai nostri partner europei, sulla futura maggioranza e sul programma del futuro Governo. Se potessimo dire: va bene, abbiamo bisogno dell'esercizio di bilancio, ma dopo faremo questo, questo, questo e questo, i mercati e i partner europei probabilmente la digerirebbero, ma non siamo in grado di farlo.

Ci avviamo a fare una legge elettorale proporzionale che ci obbliga a fare coalizioni per governare, ma tutte le maggiori forze politiche giurano e spergiurano che non faranno accordi con nessuno per preservare la loro preziosa purezza ideologica. Sapete come si vede questo da Berlino e da Bruxelles? Lo si vede come l'anticipazione di una situazione di tipo spagnolo dopo le elezioni, con un lungo periodo di non Governo e di incapacità a costituire un Governo.

Come il Paese possa reggere a una prova così è cosa che nessuno può prevedere. La Spagna ha retto, ma in Spagna, intanto, questa procedura è regolamentata nella Costituzione e poi, oltre questo, aveva avuto davvero l'austerità, quella contro cui in Italia tutti hanno gridato, ma che in Italia, in realtà, non si è fatta e l'austerità li ha rimessi sul sentiero di una crescita economica sostenuta, che è durata anche con il pilota automatico nell'anno che hanno passato senza Governo. Noi non vediamo come si possa responsabilmente votare questo provvedimento, noi voteremo contro (Applausi dei deputati del gruppo Misto-UDC-Idea).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto l'onorevole Taglialatela. Ne ha facoltà.

MARCELLO TAGLIALATELA. Qualcuno vorrebbe farci credere che questo sia un provvedimento che serve allo sviluppo e al rilancio dell'Italia; invece, leggendo semplicemente i numeri, ci si accorge che si tratta di una manovra dovuta all'ennesimo deficit, all'ennesima richiesta che l'Europa ci ha inviato e alla quale rispondiamo nel modo peggiore possibile.

Non si tratta di interventi di tipo strutturale; ci si accontenta di aumentare, come al solito, un po' di balzelli, le tasse sui tabacchi, le questioni legate ai giochi.

Si ipotizzano notevoli risparmi attraverso maggiori recuperi di tasse inevase. Fondamentalmente, su oltre 3 miliardi di manovra per il 2017, 622 sono legati, appunto, a maggiori tasse, 2.500 legati alla lotta all'evasione e alla sanatoria. Ebbene, rispetto a questi numeri, legati, appunto, ad oltre 3 miliardi di maggiori entrate, le spese per le zone terremotate aumentano, ripeto, per l'anno 2017, a poco meno di 300 milioni di euro. Mi pare evidente che siamo su una strada esattamente contraria rispetto a ciò che viene detto all'esterno. Si tratta di una manovra determinata da un buco da coprire, che l'Europa ci chiede di coprire e, tra l'altro, all'interno delle minori spese che hanno determinato il pareggio legato al 2017, così come ci veniva chiesto, vi sono provvedimenti che, addirittura, diminuiscono per il Sud, per 100 milioni di euro, la possibilità di accedere ai crediti d'imposta. Quindi, per il 2017, per l'anno che conta.

Poi si dice che negli anni successivi qualcosa cambierà, ma, nel frattempo, nell'anno corrente il risultato è questo: si determinerà un ulteriore peggioramento per quello che riguarda le aziende meridionali, nel tentativo di essere competitive anche attraverso investimenti che con il credito d'imposta potrebbero dare un minimo di maggiore slancio e vigore alla nostra economia.

Siamo in presenza, quindi, di una manovra che serve solo da un punto di vista finanziario, non c'è null'altro che questo ed è evidente che Fratelli d'Italia, che ha votato coerentemente “no” alla fiducia, vota coerentemente “no” alla manovra; ha fatto una serie di proposte che, ovviamente, non sono state accolte, ma riteniamo che, almeno nella testa dell'opinione pubblica, dei cittadini, che poi, alla fine, devono giudicare i risultati che una manovra del genere dovrà dare, arrivi chiara la percezione che siamo in presenza di una grande bugia.

La bugia è che questa manovra serve per lo sviluppo e per gli investimenti; questa, invece, è una manovra che serve solamente a coprire buchi di bilancio o a determinare una risposta nei confronti dell'ennesima richiesta dell'Europa. Nulla di nuovo, la solita triste storia, che vede questo Governo imbelle incapace di programmare il futuro della nostra Italia.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tabacci. Ne ha facoltà.

BRUNO TABACCI. Signora Presidente, rappresentante del Governo, ieri Lorenzo Dellai, il nostro capogruppo, dichiarando il sostegno al Governo, ha svolto un intervento molto, molto sofferto. Mi muovo sulla stessa linea: il voto favorevole per lealtà e serietà. Forse sarebbe stata più giusta un'astensione per il merito del provvedimento e, vorrei dire, per il modo come si interpreta la coalizione di Governo. Ciò nonostante, comunque, per quello che hanno dimostrato di saper fare, devo un ringraziamento, in particolare, a Mauro Guerra, il relatore del provvedimento, e al Viceministro Morando, che lo ha seguito da vicino.

Noi abbiamo delle preoccupazioni rilevanti per le ombre che vediamo. La correzione è pari a 0,2 punti per 3,4 miliardi percentuali di PIL. Era la richiesta dell'Europa ed era una richiesta corretta; forse, se si fosse fatta qualche polemica di meno, sarebbe stato molto meglio, e suggerisco anche di non prendere sottogamba il rilievo dell'Europa sul tema dell'IMU prima casa. Ha avuto fretta il Ministro nel rispondere: ma qui ci pensiamo noi. Quando gli errori sono conclamati, bisognerebbe cominciare a ragionare su come correggerli.

L'IMU tolta a tutti è un errore, perché non sono tutte uguali le prime abitazioni.

E, poi, c'è l'impegno del Governo alla piena disattivazione delle clausole di salvaguardia; ma non può essere fatto con un decreto-legge che sposta la data di tale disattivazione al 31 marzo, perché ho letto questo sui giornali. Cioè, l'idea è la furbata: poiché se no scattano il 1° gennaio, noi le spostiamo al 31 marzo. No, bisogna farla prima! Bisogna fare prima delle elezioni un'operazione che metta in sicurezza i conti.

La lotta all'evasione fiscale. Ho già detto altre volte, non mi pare sistematica: è troppo discontinua e con messaggi contraddittori e ammiccamenti condonistici.

La riduzione degli apparecchi dedicati al gioco: ma non c'è un contrasto alla filosofia dell'azzardo, così come scandalosamente pubblicizzata.

Le misure per gli enti locali e territoriali sono positive, così come è stata giusta l'ulteriore parziale attribuzione di risorse alle province, perché all'edilizia scolastica, alle strade, all'ambiente si deve pur pensare. Così come sono corrette le misure per gli eventi calamitosi a partire dal terremoto, i trasporti e la sicurezza ferroviaria.

Ci sono poi un paio di temi politici sui quali converrebbe andare più in profondità. Il lavoro occasionale: i contenuti della nuova disciplina appaiono apprezzabili, ma la gestione politica è stata assolutamente discutibile, totalmente discutibile. Ci si poteva arrivare diversamente attraverso un confronto con le parti sociali: così è parsa solo una scorciatoia istituzionale o il gioco delle tre carte, una furbizia senza respiro. Non è così che si fanno le cose! Se il Governo non interviene azzerando tutto, non può poi riproporlo sotto altre spoglie, in modo parziale, attraverso un emendamento che viene prospettato dal relatore, senza assumersene direttamente la responsabilità: non si fa così!

E poi questa norma sui direttori dei musei. Io ho capito la norma, ma non la polemica con i TAR! Non l'ha fatta il relatore, ma ci sono state polemiche ancora più altisonanti; ed è comunque molto pericolosa. Perché è pericolosa? Perché la questione di fondo risiede in una certa insofferenza ai controlli e non riguarda solo i TAR, ma la tutela giurisdizionale nei confronti dell'esercizio del potere pubblico. Ci sono equilibri che vanno conservati ed è inutile essere fastidiosi rispetto a questi controlli: sono necessari! Semmai bisogna scrivere meglio le leggi o preoccuparsi, quando si fanno degli atti, che questi siano conformi alle leggi vigenti.

È stato detto - e l'ha detto anche il relatore correttamente - che il sentiero stretto è stato consolidato, ma resta assai stretto. Aggiungo io: la riflessione di queste ore non può non essere rivolta all'attenzione esterna e, in particolare, ai mercati finanziari. Chi ieri ha avuto l'occasione di essere presente all'assemblea dalla Banca d'Italia, con Draghi in prima fila, sa che si respirava un clima di grave preoccupazione; rispetto a questo, c'è l'impressione di superficialità e di sottovalutazione.

Queste giornate sono caratterizzate dall'intesa sulla legge elettorale.

PRESIDENTE. Possiamo abbassare la voce, soprattutto se si sta al telefono? Grazie.

BRUNO TABACCI. Beh, ma ascoltiamo insieme la telefonata. Dall'intesa sulla legge elettorale: ben venga, anche se di tedesco c'è solo l'aspirazione alla stabilità, che invece appare un miraggio! La tecnicalità, di cui siamo a conoscenza da ieri sera, appare un po' strumentale alla paura di perdere e quindi prevalentemente difensiva: non si contempla la governabilità, casomai il galleggiamento.

Rispetto al Porcellum, continua il pieno esautoramento dei cittadini nella scelta dei parlamentari.

In Germania hanno il doppio voto; qui c'è il voto unico, quindi vuol dire che il candidato nel collegio uninominale è uno specchietto per le allodole. Non funziona così! È una cosa sbagliata. Non si tratta di temere le larghe intese - perché, quando c'è una larga intesa, è positivo -, ma di guardare con sospetto a puri patti di potere.

Ora, questo patto dovrebbe comunque comprendere il dovere della responsabilità. Perché ammettiamo anche che sia un patto: bene, questo prevede il dovere della responsabilità. Ci può essere un accordo sulla legge elettorale, ma non sulla data del voto, che non è nella disponibilità dei contraenti: c'è una prerogativa del Capo dello Stato, che andrebbe rispettata per evitare di andare anche ad una crisi istituzionale.

Bene ha fatto il Presidente della Repubblica a richiamarci ai nostri doveri e all'interesse generale: questo dovere è in capo a chi vuole anticipare la data delle elezioni e porta con sé l'onere di mettere in sicurezza la finanza pubblica e i nostri conti rispetto al giudizio valutativo dei mercati; e si deve fare prima del voto, non offrire all'Europa l'esercizio provvisorio! Onorevole Brunetta, lei si è dimenticato del settembre 2011. Ogni tanto è venuto qui a raccontarci che c'era stato un golpe; ecco, i mercati giudicano sulla base di valutazioni che non sono nella nostra disponibilità: vogliamo scherzare col fuoco?

Personalmente ho sempre creduto in una coalizione ampia di centrosinistra; ma tutto questo prevedeva una propensione sincera alla coalizione, un programma comune e una leadership condivisa, che Renzi non ha alcuna intenzione di perseguire, visto come ha trattato ieri Alfano, il suo alleato più stretto in questa legislatura. Purtroppo, e mi dispiace molto, se ne dovrà prendere atto. Vedremo chi riuscirà davvero a proporre una larga coalizione di centrosinistra.

Il PD non potrà fare tutte le parti in commedia: l'alleanza con Berlusconi e la rivendicazione che il centrosinistra è in un solo partito. Guardate che non sta in piedi questa cosa! I cittadini hanno dimostrato una grande…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

BRUNO TABACCI. …capacità di analisi critica in occasione del referendum del 4 dicembre: penso che si riproporrà nelle imminenti elezioni politiche (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Librandi. Ne ha facoltà.

GIANFRANCO LIBRANDI. Signora Presidente, signori del Governo, onorevoli colleghi, il decreto-legge “manovrina”, sul quale il Governo ha posto la questione di fiducia, si prefigge da una parte di intervenire sulla correzione dei conti pubblici, come richiestoci dalle autorità europee, e dall'altra di mettere in campo una serie di provvedimenti che possano sostenere la crescita, il lavoro e il benessere sociale. Un traguardo non facile da raggiungere, come sostenuto dal Ministro Padoan: l'Italia si muove, infatti, lungo un sentiero pieno di ostacoli, è stretta fra la necessità, da un lato, di ridurre il deficit per non appesantire ulteriormente l'indebitamento e, dall'altro, di assicurare alla nostra economia una spinta espansiva, che rafforzi la ripresa economica.

Il gruppo di Civici e Innovatori ritiene che con questo provvedimento l'obiettivo sia stato raggiunto. Non tutte le decisioni assunte trovano la nostra incondizionata approvazione: sarebbe difficile, forse anche impossibile, in relazione ad un provvedimento che più che una mini-manovra potremmo quasi definire una legge di stabilità “bis”. Non abbiamo apprezzato, per esempio, come si è dovuto trattare il tema del lavoro occasionale; ma approfondirò più avanti.

Molte le decisioni positive che caratterizzano questo provvedimento: che, nonostante i 3,4 miliardi, lo 0,2 per cento del PIL, non inasprisce la pressione fiscale sui contribuenti; al contrario, si compie un passo importante verso il definitivo disinnesco delle clausole di salvaguardia sull'IVA e la cancellazione dell'incremento delle accise sui carburanti nel 2018.

Sottolineo come stiano a cuore agli italiani i provvedimenti assunti per sostenere la rinascita delle aree terremotate: lo sforzo che viene attuato con questo decreto-legge è rilevante e molteplici sono le iniziative finalizzate a favorire la ripresa di queste aree, a partire da uno stanziamento aggiuntivo di 3 miliardi per il periodo 2017-2019 per la messa in sicurezza e la ricostruzione del Centro Italia.

Ma non solo: è prevista una ulteriore proroga del termine di sospensione dei pagamenti tributari e degli incentivi agli investimenti, compensazioni per il mancato gettito Tari ai comuni, crediti di imposta per l'acquisto di beni strumentali nuovi alle imprese e soprattutto la creazione di zone franche urbane nei comuni colpiti da eventi sismici.

Le imprese che hanno sede all'interno della zona franca, che hanno subito, a causa degli eventi sismici, la riduzione del fatturato almeno pari al 25 per cento, potranno così beneficiare della parziale esenzione dalle imposte sui redditi e dall'IRAP, nonché dall'esenzione degli immobili produttivi dalle imposte municipali e dell'esonero dal versamento dei contributi previdenziali assistenziali a carico dei datori di lavoro: un aiuto concreto per riattivare il tessuto economico di queste zone ed attrarre nuovi investimenti da parte di operatori economici nazionali e internazionali.

Rilevante il pacchetto di misure a favore degli enti territoriali a cui vengono assegnate nel periodo 2016-2020 risorse aggiuntive per oltre 2 miliardi, di cui 1 miliardo già nel 2017: allentamento dei vincoli per l'assunzione di personale; contributi a province e città metropolitane per l'esercizio delle funzioni fondamentali e per la manutenzione della rete viaria e delle strutture scolastiche; risorse alle regioni per investimenti aggiuntivi a favore del sistema di trasporto pubblico urbano. Sono tutti interventi significativi a favore degli enti locali che negli ultimi anni hanno concorso al risanamento delle finanze pubbliche, subendo importanti tagli alle risorse disponibili, oltre stringenti vincoli di finanza pubblica.

Altri provvedimenti da sottolineare sono le azioni finalizzate al recupero di base imponibile e alla riduzione dei fenomeni di evasione ed elusione fiscale, con l'ampliamento del campo di applicazione dello split payment che, introdotto con la legge di stabilità per il 2015, ha permesso ad oggi di recuperare oltre 2,5 miliardi di IVA, a fronte di un'evasione che sfiora nel complesso i 40 miliardi; le misure per la cosiddetta “finanza per la crescita”; gli interventi per le infrastrutture di trasporti; le nuove norme relative al rilascio del DURC; l'innalzamento della soglia per accedere alla mediazione tributaria.

Sottolineo l'approvazione degli emendamenti presentati dai colleghi Mucci e Catalano in tema di cessioni a banche e intermediari finanziari dei crediti fiscali per interventi di ristrutturazione e per la promozione del trasporto a trazione elettrica su gomma.

Mi soffermo su due temi inclusi nel provvedimento in seguito all'approfondito e produttivo lavoro della Commissione bilancio. Il primo è l'introduzione, con un consenso bipartisan, della cosiddetta web tax transitoria, che riguarda i colossi del web che operano nel nostro Paese. Pur non trattandosi di una vera e propria tassa, ritengo che l'aver predisposto la possibilità di accedere alla procedura di cooperazione rinforzata sia un importante risultato e un primo passo per giungere alla definizione di una disciplina fiscale per le stabili organizzazioni delle multinazionali del web. Da sottolineare poi la previsione relativa alla destinazione delle risorse che potranno arrivare dalla web tax al Fondo per la non autosufficienza, alle politiche sociali e al Fondo taglia-tasse.

Il secondo tema è ovviamente quello che riguarda le prestazioni di lavoro occasionali. Il mercato del lavoro italiano, tutto il mercato, non solo quello delle micro-aziende, ha bisogno e chiede con forza alla politica uno strumento flessibile per disciplinare il lavoro occasionale, per consentire a famiglie e imprese di pagare prestazioni saltuarie in modo agile e trasparente, per evitare di spalancare le porte al lavoro nero, per favorire l'occupazione di persone con difficoltà di accesso al mercato del lavoro.

Come ha sostenuto recentemente Papa Francesco, gli uomini e le donne si nutrono con il lavoro, con il lavoro sono unti di dignità. L'obiettivo vero da raggiungere non è il reddito per tutti, che qualcun altro deve pagare - aggiungo io -, ma il lavoro per tutti, perché senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti. Allora, ci spieghino, tutti quelli che alzano le barricate davanti ai voucher e ai contratti a tempo determinato, quelli che non vogliono capire che il problema della disoccupazione sta nella rigidità e nel costo del lavoro, come può un giovane imprenditore avviare una startup se fin dall'inizio gli imponiamo assunzioni vincolanti, se non gli diamo la possibilità di provare, di sbagliare e ritentare, senza catene che lo blocchino. Come può un imprenditore fare fronte a temporanei picchi di attività o risolvere il problema dei lavori stagionali?

Noi imprenditori siamo pronti a fare la nostra parte, l'abbiamo dimostrato, a investire nelle nostre aziende e creare nuovi posti di lavoro, a sostenere il reddito di condivisione e anche a condividere gli utili aziendali, ma chiediamo di avere gli strumenti per competere e adattarci alla realtà mondiale.

La risposta che invece è stata data a questa esigenza è senza coraggio, caricata da eccessivi vincoli e frutto di troppi compromessi politici, una grande delusione, una grave mancanza di lungimiranza, anche se imposta da altri; un passo indietro nella lotta al lavoro nero. Con la consapevolezza di dover accettare una grande occasione mancata, Civici E Innovatori approveranno il disegno di legge n. 50.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Zanetti. Ne ha facoltà.

ENRICO ZANETTI. Grazie Presidente. Il gruppo di Scelta Civica-ALA voterà contro questa manovra, una manovra che poggia per la quasi sua interezza sul lato delle entrate e sulle partite IVA, non attraverso aumenti di tassazione, ma attraverso una moltiplicazione di adempimenti e di vincoli che rendono oltremodo difficoltoso, in alcuni casi di fatto impossibile - ed è per questo che producono entrata -, l'esercizio dei diritti, di compensare i crediti IVA con gli altri tributi e il diritto di detrarre l'IVA sugli acquisti. Nuovi vincoli, nuovi adempimenti, tutti concentrati sostanzialmente sulle piccole partite IVA italiane, proseguendo una linea che purtroppo già era stata avviata nell'ultimo provvedimento del precedente Governo e in quel caso, poiché lo sostenevamo, ce ne assumiamo doverosamente per quota parte la responsabilità. Ove probabilmente distratti a livello politico dall'ormai imminente referendum, si era già iniziato a dare via libera a quella linea che in questa manovra trova una fragorosa conferma, a quella linea proposta tendenzialmente dall'Agenzia delle entrate che con relazioni tecniche, a mio avviso, generose, promette entrate multimiliardarie attraverso la moltiplicazione, addirittura la quadruplicazione, di adempimenti, di comunicazioni trimestrali dei dati, attraverso l'abbassamento dei tetti oltre i quali l'esercizio del diritto di compensazione viene limitato, come già ricordavamo. Ma così facendo, pur non aumentando formalmente la pressione fiscale, si scarica tutta la pressione addosso esclusivamente al comparto delle partite IVA e quindi proprio al comparto più produttivo e dinamico di questo Paese che ne viene schiacciato addirittura più di quanto non lo sarebbe attraverso una redistribuzione, comunque sbagliata, ma almeno trasparente degli aggravi fiscali.

Peraltro, vorrei anche sottolineare, visto che proprio in questi giorni, il 31 maggio, avrebbe dovuto scadere il primo termine per la presentazione di alcune delle numerosissime comunicazioni IVA aggiuntive che abbiamo introdotto negli scorsi mesi, che è abbastanza stupefacente che adempimenti di questo tipo (che all'atto dell'introduzione, anche a livello politico, si diceva essere abnormi, ma a cui si rispondeva “senza di essi non recuperiamo 2,7 miliardi di evasione IVA all'anno”) oggi non vengano posti in essere, perché si è resa necessaria una breve proroga in quanto in questi sei mesi non ci si è nemmeno attrezzati a livello tecnico, da parte dell'amministrazione finanziaria, perché gli stessi potessero essere effettuati con un minimo di ordine e di tempestività da parte degli operatori, intermediari fiscali, commercialisti. Allora delle due l'una: o non era poi così vero che senza questi adempimenti non si recuperavano 2,7 miliardi, e quindi si poteva, come pure si era tentato, cercare di limitare questo vero e proprio diluvio di complicazioni fiscali, oppure è vero che questi adempimenti hanno un valore aggiunto così significativo e allora è inaccettabile che in sei mesi chi ha il compito di svilupparli sul piano tecnico non si sia preoccupato di farlo per tempo e in modo ordinato. Da questo punto di vista, i vertici dell'Agenzia delle entrate devono dare delle risposte, perché delle due l'una e in entrambi i casi le risposte non mettono certo al riparo quei vertici da delle più che fondate critiche, che dovrebbero provenire in coro, piuttosto che con voce isolata da questi banchi.

Diciamo “no” anche perché, insieme a queste misure, è stata introdotta una norma che veniva ricordata anche in altri interventi, perché ha avuto molto rilievo in termini di dibattito, quella per le multinazionali del web, che non ci vede contrari in termini assoluti, ma che non possiamo accettare venga contrabbandata per una norma antielusiva transitoria, laddove essa invece è né più né meno che una voluntary disclosure, peraltro a regime, cioè aperta per sempre, non per una finestra temporale, con l'obiettivo questa volta di produrre un'emersione volontaria non di attività estere di soggetti italiani, ma di attività italiane di multinazionali estere del web.Non ci sconvolge in sé il meccanismo della voluntary disclosure, cioè dell'invito della proposta - bontà loro - a emergere volontariamente e di ottenere, in cambio di questa emersione volontaria, uno sconto del 50 per cento delle sanzioni e addirittura l'azzeramento del penale, non ci sconvolge, è una filosofia che ha un suo senso e noi stessi abbiamo sostenuto provvedimenti che in passato contenevano non condoni appunto, ma voluntary disclosure.

Non è però ammissibile, ripeto, che un provvedimento di questo tipo venga addirittura spacciato per una norma antielusiva transitoria: le norme antielusive - e ce ne sono tante nel nostro ordinamento - quando vengono messe, hanno la natura di spostare l'onere della prova sul contribuente. Ce ne sono tantissime, anche troppe: sui prelevamenti bancari, sulle società di comodo, cioè le piccole immobiliari, quando si tratta dei piccoli ce ne sono in quantità industriali. Si presume un fatto; a quel punto tocca agli altri dimostrare che non è così, altrimenti l'Agenzia senza difficoltà recupera; questo è il senso della norma antielusiva: ti do la possibilità di provare il contrario, ma sta a te provarlo.

Ebbene, per le multinazionali del web, posto che non è possibile - e su questo siamo tutti d'accordo, si è sbagliato anzi in passato - non è possibile cambiare unilateralmente la nozione di stabile organizzazione in Italia, è chiaro che si può al massimo - e francamente si sarebbe dovuto e noi con degli emendamenti l'avevamo proposto - porre una presunzione di stabile organizzazione per quei soggetti che operano in modo continuativo in Italia, con ricavi derivanti dalle attività digitali in misura rilevante, lasciando poi naturalmente agli stessi la possibilità di presentare un'istanza disapplicativa e uscire dalla presunzione, ma se non ti attivi e non la presenti non ti faccio lo sconto addirittura su quanto non hai pagato fino a quel momento, semmai ti applico in automatico, senza tante difficoltà, che altrimenti ci sono nell'accertamento, tutte le imposte che mi devi, tutte le sanzioni, tutte le conseguenze anche sul piano penale.

Questo è il modo con cui noi ci relazioniamo, quando lo riteniamo opportuno, con i contribuenti italiani di questo Paese di piccole e medie dimensioni. Ecco che arrivano le multinazionali del web: niente, una norma antielusiva, che viceversa ha un suo senso naturalmente, con possibilità di prova contraria, ci mancherebbe, non va bene; gli facciamo invece una norma in cui se non fanno nulla bisogna aspettare che vengano scoperti e quando vengono scoperti ci sono tutte le difficoltà accertative che devono essere provate dall'Agenzia Entrate, se bontà loro decidono di emergere volontariamente, ecco che gli facciamo pure lo sconto di metà sanzioni e gli togliamo il penale. Ripeto, può essere una scelta pragmatica, ma non è accettabile contrabbandarla come norma antielusiva, non è accettabile perché è un insulto a tutte le piccole imprese italiane, che convivono con vere norme antielusive in questo Paese.

Riteniamo poi che sia stato veramente poco ortodosso l'intervento sul lavoro occasionale, il cosiddetto ripristino più o meno pieno, più o meno parziale, dei voucher: noi abbiamo votato contro il provvedimento del Governo che li ha aboliti, perché ritenevamo assolutamente sbagliato abolirli. Certamente qualche ritocco alla disciplina poteva starci, migliorativo, alcuni erano già stati posti in essere dal precedente Governo e potevano essercene degli altri, ma che i voucher fosse uno strumento utile e importante nel nostro ordinamento ne eravamo convinti e ne siamo convinti.

È però sorprendente che, di fronte a una scelta politica di questo tipo, che ha determinato degli effetti assolutamente rilevanti, a cominciare dal venir meno dei presupposti di un referendum sul quale erano stati raccolti milioni di firme, l'inversione di tendenza non venga determinata con un atto altrettanto significativo, cioè un atto del Governo monotematico e un dibattito serio in Parlamento, bensì con emendamenti. Da questo punto di vista, è stato sbagliato toglierli ed è stata anche sbagliata, per i modi prima ancora che per il merito dell'emendamento, la reintroduzione: un vero assist a chi di questo ne fatto una battaglia, gliene sono stati fatti addirittura due di assist. Per queste ragioni e altre di minore importanza ma non di minore significatività, il nostro gruppo voterà contro questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Scelta Civica-ALA per la Costituente Liberale e Popolare-MAIE).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marcon. Ne ha facoltà.

GIULIO MARCON. Grazie signora Presidente, signora sottosegretaria, colleghi e colleghe, il gruppo di Sinistra Italiana-Possibile voterà contro questo decreto. Siamo alle solite si potrebbe dire: un decreto palesemente incostituzionale, in cui c'è tutto e il contrario di tutto, materie e misure disparate senza un nesso logico, alcune che non c'entrano niente col titolo di questo decreto, 67 articoli di varie ed eventuali si potrebbe dire, uno zibaldone pasticciato ed estemporaneo. Ci sono materie eterogenee e misure che non sono affatto urgenti. È un altro sfregio, un'altra ferita al Parlamento un altro voto di fiducia, perché il Governo ha paura del Parlamento o perché propone norme che il Parlamento non può approvare in tempi utili, ma questa è colpa del Governo, non è colpa del Parlamento. Una pezza a tanti problemi: a quello delle province che non hanno i soldi per pagare i dipendenti e fare la manutenzione delle strade, ad Alitalia, mandata allo sbando da Matteo Renzi, ma prima ancora da Silvio Berlusconi col suo Governo insieme alla Lega; la tassazione alle multinazionali del web, finalmente introdotta ma in modo provvisorio e transitorio; e poi misure completamente sbagliate come la deroga alla costruzione di impianti sportivi, come per lo stadio della Roma, una norma ad personam si potrebbe dire, una violazione delle regole urbanistiche a favore della speculazione.

Qualcosa di positivo c'è: la pezza su Alitalia, la web tax transitoria come ricordavo, che è meglio dire forse un concordato preventivo per cercare di recuperare dei soldi, in attesa di fare la tassa vera e propria, e la cedolare su Airbnb, sugli affitti brevi (speriamo funzioni).

Il bello è che, qualche manovra fa, chi chiedeva di intervenire sull'evasione delle multinazionali del web e delle piattaforme degli affitti brevi veniva definito dal camaleonte Renzi come un irresponsabile, come un Robespierre del fisco, mentre lo stesso Renzi si distingueva, come fosse un novello Tremonti, per dire “meno tasse per tutti”, a difensore di lobby e di corporazioni della cosiddetta e furbesca sharing economy, in base alla quale quello che mio è tuo, per parafrasare il titolo di un libro sulla sharing economy. Il messaggio di questo decreto è quello di un Governo che non sa affrontare i problemi, non li sa affrontare in tempo, non li sa affrontare con la giusta urgenza. Era un decreto pensato per far fronte alle richieste europee di una manovra correttiva, è stato partorito un decreto mostro, una sorta di fritto misto e anche qui si mette una pezza e si rinviano i problemi e si demandano alla prossima manovra, pensando alle prossime elezioni. Si butta la palla in tribuna per non giocare il vero gioco che andrebbe giocato fino in fondo e si sarebbe dovuto giocare nei mesi scorsi, quello di una politica alternativa all'austerità e alle imposizioni di Bruxelles. Addirittura, quei bolscevichi di Bruxelles ci hanno scavalcato a sinistra e ci hanno detto: “Ma non sarebbe il caso di rimettere la tassa sulle case dei più ricchi, dei privilegiati?”. Apriti cielo: sia mai far pagare qualche soldo di tassa sulla prima casa al Billionaire di Briatore o di Fabrizio Corona. Qui non si tratta di colpire i ricchi, si tratta di colpire i privilegi e le ingiustizie, ma ormai Trump fa scuola anche a casa nostra. Dove stanno le politiche per la redistribuzione del reddito, per la riduzione delle diseguaglianze, che l'Istat, al contrario del DEF, ci dice che sono drammaticamente aumentate? Dove sono le politiche per la crescita, dov'è una politica industriale degna di questo nome? E invece di una politica industriale abbiamo le misure estemporanee, i salvataggi parziali e temporanei di disastri drammatici come quello dell'Alitalia. Altro che soluzioni di mercato, che non esiste a nostro giudizio: servirebbe, come abbiamo rivendicato anche con un emendamento, un intervento pubblico nel capitale dell'azienda.

In altri Paesi è stato fatto; qui, per motivi ideologici, non si fa e lasciamo allo sbando un'azienda che è un patrimonio del nostro Paese, con migliaia di lavoratori che rischiano di rimanere per strada.

È tutto rinviato, si interviene sullo 0,2, come richiesto da Bruxelles, si riduce leggermente l'impatto delle clausole di salvaguardia, ma parliamo veramente di bruscolini e si naviga a vista, evitando gli scogli europei con il rinvio e le pezze a colori; abbiamo di fronte una manovra possibile di 20, 25 o 30 miliardi di euro e si fanno le elezioni per evitare che questa abbia un impatto, poi, sul voto.

È una manovra questa che serve a tutto, alla Ryder Cup come a Federconsorzi che, fortunatamente, poi, abbiamo stralciato, che serve a Franceschini per aggirare il TAR e a Pallotta per fare lo stadio. Poi, c'è la vicenda dei voucher, un vero imbroglio, un furto con destrezza della volontà degli italiani, un inganno legislativo. Ricordiamo come sono andate le cose: il decreto-legge n. 25 dello scorso 17 marzo, abrogando i voucher, ha reso vano lo svolgimento del referendum, già previsto per il 28 maggio; una volta scongiurato il voto del referendum, la maggioranza che sostiene il Governo, con il parere positivo di quest'ultimo, ha sostenuto e fatto approvare una norma, con un emendamento, che interviene surrettiziamente sulla materia, reintroducendo con un altro nome l'uso dei voucher. Quello che è certo è che con la scaltra combinazione di abrogazione dei voucher, decreto-legge n. 25 del 2017, e loro reintroduzione, decreto-legge n. 50, quello che stiamo discutendo, si è impedito, nello stesso tempo, lo svolgimento del referendum e la valutazione ex ante della Corte di cassazione della norma in oggetto, introdotta con l'emendamento 54.09. La Corte avrebbe potuto ritenere l'intervento normativo in oggetto non sufficiente ad evitare il voto del 28 maggio, confermando così il referendum sulla normativa novellata.

Ricordiamo che nel 2012, il Governo dell'allora Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi con il cosiddetto decreto-omnibus provò ad evitare il referendum sul nucleare con una norma modificativa di quella che si sarebbe dovuta abrogare; intervenne la Corte di cassazione il 1° giugno del 2012 e decise che il referendum si sarebbe tenuto comunque sulle norme modificate, perché simili a quelle precedenti. Il referendum si svolse il 12 e 13 giugno del 2012 e sappiamo tutti come è andata. Va detto che l'allora Governo Berlusconi si mosse con maggiore linearità istituzionale, con meno furbizia, forse, dell'attuale Governo, che così si è sottratto all'esito di un voto popolare, ma anche alla valutazione ex ante della Corte, sulle norme modificate successivamente.

La Ministra Finocchiaro, qualche giorno fa, ha detto che con la norma contenuta in questo decreto si elimina il lavoro nero; no, si elimina il lavoro decente, si eliminano i diritti; ma come si può definire “contratto di lavoro” un contratto che non prevede malattie, ferie, infortuni, trattamento di fine rapporto? Non è un contratto, ma la continuazione dei voucher con altri mezzi, una truffa e così si trasforma, come abbiamo detto più volte, il mercato del lavoro in un mercato dei lavoratori. Noi stiamo con la CGIL e saremo con la CGIL in piazza, il prossimo 17 giugno, per protestare contro questa manovra.

Con questo decreto si continua a navigare nel buio; dove sono i soldi per gli investimenti pubblici, dove sono gli interventi per il lavoro, dov'è l'aiuto agli enti locali, dove sono delle vere politiche pubbliche per rilanciare la crescita, l'equità sociale, gli aiuti alla povera gente? Mancano ancora risorse, tante, per la non autosufficienza, per la lotta alla povertà, per i servizi sociali. Questo decreto dimostra che le strade seguite in questi anni non funzionano, misure estemporanee che stanno dentro una cornice di politiche pubbliche tutte concentrate sul solito paradigma: il taglio alla spesa, le privatizzazioni, la precarizzazione del mercato del lavoro, gli investimenti privati finanziati con gli sgravi, invece che gli investimenti pubblici. Per questo, voteremo contro questo decreto, l'ennesima dimostrazione del fallimento delle politiche del Governo, il simbolo dell'inefficacia delle misure sin qui varate, della strategia per uscire dalla crisi. Il PIL è ancora al palo, siamo 7 o 8 punti sotto il PIL del 2007, la disoccupazione è ancora sopra l'11 per cento, il Censis ci dice che più di 10 milioni di italiani rinunciano a curarsi per mancanza di soldi e ci sono ancora quattro milioni e seicentomila persone povere che vivono in miseria. Serve un'alternativa, servono delle politiche nuove, serve il capovolgimento delle politiche di questi anni, rimettendo al centro il lavoro, i diritti, un modello di sviluppo diverso capace di ricostruire il futuro dell'Italia.

Per questi motivi, il gruppo di Sinistra Italiana-Possibile voterà “no” a questo decreto.

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Guidesi. Ne ha facoltà.

GUIDO GUIDESI. Grazie, Presidente. Ho sentito citare dall'onorevole Tabacci, dal collega Tabacci, precedentemente, la parola “superficialità” e io credo che sia la parola che sintetizza la politica economica che questo Governo ha portato avanti in questi anni. I risultati sono qui, da vedere oggi, io non so come un deputato della maggioranza possa parlare di una manovra di sviluppo; questo è un testo che deriva da una richiesta da parte dell'Europa di una manovra correttiva; manovra correttiva e richiesta che derivano dal fatto del non raggiungimento degli obiettivi che ci si era prefissati in leggi di stabilità e da una mancanza, sostanzialmente, di soldi. Questa è una manovra correttiva di 3,4 miliardi di euro che va a recuperare dei soldi nelle tasche dei cittadini; lo si fa tagliando i servizi, lo si fa tagliando e bloccando completamente gli investimenti, lo si fa con ulteriori tagli agli enti locali, lo si fa aumentando le accise sui tabacchi e sulla benzina, lo si fa in tanti modi, sino ad arrivare alla cifra di 3 miliardi e 400 milioni richiesta dall'Europa.

E non è la politica economica sulla quale noi ci confrontiamo, ma è la politica di un Governo che, da tre anni a questa parte, non fa altro che prendere la palla in mano, dare un calcio alla palla e lanciarla più avanti e, poi, rincorrerla, è la politica economica di un Governo che rattoppa tutte le volte, ma che non ha degli obiettivi strategici precisi. È sostanzialmente e continuamente influenzato dall'esigenza elettorale, in base al referendum, alle elezioni amministrative, alle elezioni politiche che ha il segretario del Partito Democratico; noi abbiamo sostanzialmente consegnato la gestione del bilancio dello Stato e la politica economica dello Stato ai sondaggi del Partito Democratico. Questo è quello che succede da tre anni a questa parte e finalmente qualche parlamentare di maggioranza se n'è accorto. È un decreto omnibus dove c'è dentro di tutto; sostanzialmente la previsione che avete fatto di andare al voto il prima possibile vi ha costretto, in questo decreto omnibus, a mettere dentro un po' di favori agli uni e agli altri; fortunatamente siamo riusciti a bloccare il condono su Federconsorzi che è stata una roba incredibile, arrivata di sorpresa; avete pubblicizzato la web tax, ma non avete considerato che quella, sostanzialmente, è un concordato con le multinazionali del settore, nonché un condono sulle sanzioni penali, amministrative e fiscali rispetto a quanto non hanno dato precedentemente. E qua c'è di tutto, le mancate semplificazioni, il taglio al trasporto pubblico locale, i tagli ai fondi sociali, il rinvio della compartecipazione da parte delle regioni al gettito fiscale, per cui l'ulteriore rinvio all'attuazione del federalismo fiscale che, per noi, rimane l'unica soluzione per far funzionare e responsabilizzare tutti gli enti locali, il blocco totale degli investimenti con comuni virtuosi che godono dell'avanzo di bilancio, ma che non possono utilizzarlo perché voi lo mettete nel conto positivo dello Stato e, poi, c'è il rapporto con l'Unione europea, ma non eravate stati voi a dirci che rimodellavate i trattati, cercavate una soluzione con l'Unione europea? Sono le vostre parole di tre anni fa e siete ancora qui a parlarci di continue trattative, di possibile flessibilità eccetera, eccetera, di un patto con l'Unione europea che non regge, perché tutti sappiamo che, quei vincoli, questo Paese non riuscirà mai a rispettarli, quei vincoli e quegli obiettivi. E una discussione da questo punto di vista - mi appello ancora una volta alla Presidenza - dovremmo pur farla: il rapporto con l'Unione europea e i vincoli firmati, i Trattati firmati e gli accordi firmati con l'Unione europea di questo Paese. Dovremo, prima o poi, affrontare questa discussione in maniera trasparente per capire anche cosa pensate voi, cosa avete intenzione di fare, perché fin qui non l'abbiamo ancora capito.

Poi c'è la cancellazione totale, quasi, dei servizi sul territorio: un'ennesima bastonata agli enti locali che non solo bastonate economicamente, ma che confondete anche con una pseudo-riforma istituzionale - sto parlando della “riforma Delrio” - che gli unici risultati che ha ottenuto sono stati quelli di cancellare la possibilità democratica di voto ai cittadini e cancellare i servizi sul territorio.

Avete fatto una discussione incredibile sulla storia dei voucher: ma voi veramente pensate, con quello che avete presentato e portato in manovra, con il 10 per cento di quello che serve - che noi abbiamo sostenuto perché, per lo meno, quel 10 per cento c'è -, di aver risolto il problema di alcune aziende che si sono trovate, da un giorno all'altro, con tutto il loro piano cancellato rispetto alla stagione o rispetto alla loro attività? Siete passati da un estremo all'altro, ad un utilizzo inconsiderato ed irresponsabile dei voucher alla cancellazione totale, all'abolizione totale. E oggi ne date la possibilità di utilizzo a pochissimi. Ma ci saranno aziende, aziende vere, piccole e medie imprese, che, ancora una volta, subiranno il vostro vigore elettorale.

Poi è arrivata la norma, che non è stata chiarita - noi abbiamo tentato di chiarirla con i nostri ordini del giorno, che voi avete bocciato, dando adito ancor di più ai nostri dubbi e confermandoli assolutamente -, che riguarda investimenti igienico-sanitari sui campi regolari. Voi qui sì, sul tema della sicurezza, dell'immigrazione, che avete dato una chiara idea precisa a questo Paese: ciò che è irregolare con voi lo si può fare; anzi, ciò che è irregolare diventa un possibile investimento. E lo dimostrate oggi con questo emendamento: qua la gente onesta da voi subisce schiaffi, a chi non rispetta le regole, invece, avevano i soldi (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini). E non cito il business dell'immigrazione clandestina: più di 4 miliardi quest'anno. Benvenuti in Italia!

Poi ci parlate di una manovra di sviluppo: ma dove sono gli incentivi sullo sviluppo? A parte che la parola “sviluppo” coccia con l'espressione “manovra correttiva”: forse, questa è una manovra di sviluppo e non sarebbe una manovra correttiva, mi sembra evidente, chiaritevi da questo punto di vista. E, oggi, lanciate ancora una volta la palla in avanti: non c'è la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia, per cui i cittadini italiani oggi sappiano che dal 1° gennaio 2018 l'IVA aumenterà; e lanciate la palla ancora in avanti, non avendo più un euro, perché avete sostanzialmente svuotato qualsivoglia fondo nel bilancio dello Stato. Avete fatto fuori tutto, non riuscirete neanche più ad andare avanti con la politica dei rattoppi e, prima o poi, pagherete le conseguenze dei vostri errori dal punto di vista politico, ma, soprattutto, vi troverete di fronte alle vostre irresponsabilità e alla superficialità con cui avete gestito in questi anni un Paese totalmente in crisi economica ed incentivato il disagio sociale che c'è nei cittadini (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord e Autonomie-Lega dei Popoli-Noi con Salvini).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Tancredi. Ne ha facoltà.

PAOLO TANCREDI. La ringrazio, signora Presidente. In premessa, voglio dire che le dichiarazioni di voto e il voto sul provvedimento hanno coinciso con un'importante direzione nazionale che era già stata convocata, l'abbiamo anche spostata di qualche ora, ma, purtroppo, adesso si sta tenendo. Questo è il motivo dell'assenza di molti colleghi, ma, comunque, c'è qui la presenza mia e del collega Vignali, che abbiamo seguito il provvedimento in Commissione e che, per senso di responsabilità, rimarremo per il voto finale.

In premessa, è bene parlare un attimo dello scopo e dell'obiettivo principale di questo decreto, di questa manovra: questo decreto nasce per una correzione sui conti pubblici richiesta dall'Unione europea per riportarci agli obiettivi di medio termine, i cosiddetti obiettivi di medio termine, e avevamo uno scostamento di poco meno dello 0,2 per cento. Infatti, la correzione sull'indebitamento netto che si realizza nella manovra è di 3,1 miliardi di euro. È un risultato importante che raggiungiamo senza aumentare la pressione fiscale e senza fare tagli draconiani alle spese importanti.

È noto, la maggior parte della copertura arriva dall'estensione della platea dello split payment, misura molto criticata in passato, ma io riprenderei il dibattito che c'è stato l'anno scorso, quando introducemmo questa misura, sui dubbi che avrebbe portato l'emersione dell'evasione; invece l'emersione dell'evasione c'è stata, è stata importante e questo ampliamento porterà ulteriore emersione. C'è un taglio la lineare alle spese dei Ministeri, c'è la tassazione aggiuntiva sul sistema del gioco.

Queste sono le voci fondamentali da cui si reperiscono le risorse per fare, signora Presidente, la correzione sui conti pubblici di cui ho parlato, importante, ma per realizzare anche altre misure importanti. Voglio ricordarlo: noi, solo per l'annualità 2017, con la manovra, rifinanziamo le spese per il terremoto nel Centro-Italia di 700 milioni di euro. Questa è una delle importanti misure che facciamo e, per effetto anche del lavoro in Commissione e del lavoro parlamentare, sostanzialmente, andiamo ad aumentare complessivamente la dotazione in capo alle province - problema che era stato portato all'attenzione del Parlamento, a tutti i gruppi parlamentari - per ulteriori 380 milioni di euro, o giù di lì.

In questo contesto, naturalmente, riusciamo anche a realizzare la correzione dei conti. Ma perché è importante la correzione dei conti? Anche perché, Presidente, contemporaneamente, per effetto della continuità delle manovre sul recupero dell'evasione fiscale, la loro strutturalità certificata anche dalla Ragioneria dello Stato e l'una tantum invece su alcune spese, abbiamo anche il pregio, con questa manovra, di cominciare il lavoro di neutralizzazione parziale delle clausole di salvaguardia per il 2018 e 2019: anche questo problema posto da tutti.

È chiaro che rimane un grandissimo sforzo da fare. Noi abbiamo ancora da neutralizzare circa 15 miliardi di clausole di salvaguardia per scongiurare l'aumento delle tasse e, in particolare, l'aumento dell'IVA, che sarebbe disastroso in questo momento per il Paese. È uno sforzo che dobbiamo fare, naturalmente, in un negoziato che deve continuare con l'Europa e deve essere costante. Io in questo rivendico uno dei maggiori risultati di questo Governo, purtroppo non riconosciuti, né, da una parte, da chi ci dice che dovremmo essere più rigorosi con l'Europa, né, d'altra parte, da chi ci dice che dovremmo uscire dall'Europa. A volte, queste due proposizioni, Presidente, sono espresse dalla stessa persona e questo è veramente inquietante.

Purtroppo, io credo che, invece, la correzione che oggi facciamo sui conti pubblici, proprio per rispettare gli obiettivi di medio termine e per continuare in una strada di serietà, di rispetto in ordine alle regole europee, ci metta nella condizione di fare un negoziato ancora più forte per avere dei risultati simili, se non migliori, di quelli che abbiamo già ottenuto negli anni passati, che ci hanno consentito di fare misure importanti, come gli sgravi contributivi, come l'abolizione dell'IRAP sul lavoro, come il super ammortamento delle misure per “Industria 4.0”. Sono tutte misure che abbiamo fatto grazie ad una flessibilità che questo Governo ha ottenuto dall'Europa. Ebbene, io credo che dobbiamo continuare su quella strada, perché oggi, grazie anche - ripeto - a questa correzione, abbiamo tutta la legittimità per chiedere ancora una flessibilità anche per il 2018. È fondamentale e, come sappiamo - non approfondisco questo in questo momento -, c'è anche un'apertura da parte di autorevoli autorità europee.

Ma da questo punto di vista, Presidente, è imprescindibile che ci sia un Governo a trattare e a negoziare su questi temi, che ci sia un Governo in grado di presentare una legge di bilancio e di affrontare una sessione di bilancio seria.

Quindi, chiudo questa parte del ragionamento, dicendo che è assolutamente irresponsabile pensare di portare il Paese al voto per anticipare, poi, solo di qualche settimana, all'interno della manovra di bilancio, all'interno della sessione di bilancio, all'interno di un negoziato forte con l'Europa, decisivo per portare a casa quelle misure che riteniamo necessarie per proseguire questo trend, che ancora oggi - ancora oggi! - viene certificato.

Noi abbiamo avuto un aumento dell'occupazione, negli anni in cui abbiamo governato, di 850 mila unità, abbiamo un aumento del PIL, che è maggiore di quello stimato; è un percorso molto lento di miglioramento, ma – ripeto - i dati ci dicono che questa è la strada che dobbiamo seguire. Per questo ritengo e ribadisco che è assolutamente irresponsabile pensare a scenari di caduta del Governo, elettorali, proprio nel periodo della gestione della manovra sia in Italia che in Europa.

Mi soffermo ancora, Presidente, su due aspetti che ritengo importanti - velocissimamente - e che sono stati anche oggetto del lavoro parlamentare. Trascurerò naturalmente molte cose. Il primo è quello, trattato un po' da tutti, della questione dei voucher. Noi abbiamo votato l'ipotesi proposta dal Governo sulla reintroduzione parziale di un contratto per la gestione del lavoro occasionale. Noi pensiamo che quella misura sia assolutamente deludente e insoddisfacente, non va a coprire tutte le esigenze che ci sono; l'abbiamo votata, perché sicuramente, comunque, è un passo in una direzione che per noi è condivisibile, è una misura che va a coprire almeno alcune delle esigenze che abbiamo lasciato scoperte con il decreto di abolizione dei voucher.

I voucher avevano avuto un grande utilizzo. Quando vediamo che una misura ha una grande risposta, per noi è un successo, non è una cosa da togliere. Pur rimanendo una piccolissima percentuale all'interno dell'intero monte ore lavorate nel nostro Paese - quindi era un fenomeno assolutamente marginale -, rispondeva a esigenze importanti. Per sintetizzare, siamo assolutamente contrari all'approccio culturale del limite di personale a tempo indeterminato dentro le aziende. Il lavoro occasionale non è regolato dalla dimensione dell'azienda, il lavoro occasionale è regolato dalla tipologia peculiare di un'offerta e di una domanda di lavoro che sono di fatto occasionali, che dipendono dal soggetto e non dipendono dalle dimensioni dell'azienda. Questo è discriminante, divide il mondo delle aziende, mette un paletto che può essere uno scalino, perché oggi è chiaro che un'azienda avrà problemi ad assumere la sesta persona, naturalmente avrà convenienza a rimanere con cinque dipendenti. Quindi, da questo punto di vista, pur considerando estremamente deludente quel risultato, abbiamo votato, perché pensiamo che sia comunque un piccolo passo avanti.

Per chiudere, Presidente, un minuto lo dedicherò - non ne ha parlato nessuno, eppure sono una parte importante di questo decreto e di questa legge che oggi licenziamo - alla questione del terremoto e del sisma nell'Italia centrale. Nel decreto c'era un'ulteriore misura importante, due misure importanti, che erano quelle del rifinanziamento per 700 milioni sul 2017, un miliardo a regime, ulteriore finanziamento sulle misure del sisma, e poi una novità fondamentale che è quella della zona franca, la zona franca con sgravi fiscali e contributivi per tutte le aziende che vi rientrano. Noi abbiamo apportato due modifiche importanti all'impianto del decreto. La prima è quella di aver aumentato il finanziamento e la copertura per il cosiddetto danno indiretto, l'abbiamo sostanzialmente raddoppiata. Quella è una misura importante, innovativa, forse per la prima volta introdotta in Italia, ma che risponde fortemente a esigenze di aziende, soprattutto in particolari settori, che erano state molto penalizzate.

Chiudo, dicendo che c'è un'altra misura di cui essere orgogliosi, che è quella della possibilità, a budget fermo, di finanziare anche le ricostruzioni complete di edifici; quindi la possibilità di ristrutturare abbattendo e ricostruendo gli edifici completamente. Questo darebbe una qualità al nuovo patrimonio edilizio, una norma importantissima.

Una cosa ancora, l'ultima che dico. Abbiamo fatto un ordine del giorno, c'è la necessità di ampliare i termini della restituzione e sospensione fiscale e portarli da 9 a 18 rate, per metterci almeno nelle stesse condizioni di altri eventi calamitosi del genere già successi in Italia (Applausi dei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Melilla. Ne ha facoltà.

GIANNI MELILLA. Grazie, signora Presidente. Questo decreto doveva limitarsi ad una manovra per 3,4 miliardi di euro chiesta dall'Europa e a nuove provvidenze a favore delle popolazioni terremotate. Invece è stato snaturato, introducendo tantissimi emendamenti, di cui poi parleremo, ma soprattutto è stato macchiato, come ha detto il nostro collega Arturo Scotto in Commissione bilancio, dalla reintroduzione truffaldina dei voucher. Mi meraviglio, peraltro, anche dell'ammissibilità di questa materia, che non aveva niente a che fare con questo decreto.

Oggi, il giurista Gianluigi Pellegrino ha scritto parole condivisibili su la Repubblica e invito tutti a leggere quell'articolo. È stata tecnicamente una provocazione, questa di volere ora e subito una reintroduzione dei voucher. L'insegnamento della Corte costituzionale è da anni consolidato nel senso che in nessun modo può essere vanificato, con qualsivoglia manipolazione, l'obiettivo di un referendum abrogativo. C'è un precedente. Berlusconi ci provò anni fa, col nucleare, e adottò un provvedimento anch'esso truffaldino, ma la Corte di cassazione respinse quella forzatura e il referendum si fece nei tempi stabiliti dalla legge.

Ora la forzatura è molto più grave di quella che fece Berlusconi, perché in questo caso il Governo Gentiloni, facendo tesoro di quella esperienza negativa per Berlusconi, ha deciso di operare in due tempi: primo, abrogare i voucher, facendo così revocare il referendum. Noi, domenica scorsa, avremmo dovuto tenere quel referendum voluto da milioni di cittadini. Secondo tempo, il Governo interviene con una nuova norma, quando la data del referendum è ormai passata.

Il quesito era pacificamente volto all'abrogazione dei voucher. Ne deriva che una sua reintroduzione in salsa corretta non avrebbe consentito la non celebrazione del referendum. Il referendum, quindi, è saltato in quanto - solo in quanto! - si è raggiunto un risultato identico ad una vittoria del sì. Il Parlamento, in questo caso, non può che avere vincoli analoghi a quelli che seguono un'abrogazione referendaria. Come stabilito più volte dalla Corte costituzionale, solo una diversa legislatura può riproporre quello che è stato abrogato a seguito di una iniziativa referendaria.

Il pasticcio che avete creato con questa furbissima manovra in due tempi, che avete fatto, è intervenuto nella delicata cristalleria del rapporto costituzionale tra popolo e legislatore, fonti del diritto, democrazia diretta e potere legislativo. Nessuno negava un intervento sul lavoro occasionale per le famiglie, tant'è che abbiamo presentato anche noi una proposta di legge, bastava però dialogare prima con i proponenti del referendum e con le parti sociali. Non l'avete voluto fare e vi siete assunti la responsabilità di questo strappo democratico (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

Il 17 giugno noi saremo con la CGIL a Roma per il lavoro e la democrazia, la CGIL ha intitolato questa grande manifestazione “Rispetto”, rispetto per milioni di lavoratori che hanno sottoscritto quel referendum, rispetto per una grande organizzazione come la CGIL, che anche negli anni più duri della storia repubblicana ha sempre avuto rispetto dai Governi.

Nella girandola di nomi dei partiti a cui abbiamo assistito in questi anni - Margherita, Asinello, PD, PDS, DS, PCI e via discorrendo - la CGIL è rimasta sempre, da oltre un secolo, con il suo nome. Con la CGIL la sinistra ha sempre avuto una relazione speciale, come il Regno Unito con gli Stati Uniti. La sinistra politica ha sempre avuto una radice sociale e noi non dimentichiamo, cari amici del Partito Democratico, la CGIL di Giuseppe Di Vittorio, di Luciano Lama, di Bruno Trentin (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista). Susanna Camusso è seduta sulla stessa sedia di quei grandi dirigenti sindacali che hanno costruito la Repubblica italiana e l'hanno fatta più giusta e solidale. Voi avete umiliato quella storia e questo non vi potrà essere perdonato.

Cara Presidente, questa manovra di 3,4 miliardi, imposta dall'Unione europea e sulla quale avete resistito per qualche mese in attesa che passasse il referendum del 4 dicembre, è una cosa che poteva essere evitata, è un buco che poteva essere evitato, ma non è frutto di investimenti pubblici, che è l'unico indebitamento per noi virtuoso essendo keynesiani alla radice. No, col Governo Renzi vi è stato un crollo degli investimenti pubblici. Questi miliardi in più del debito pubblico sono il frutto avvelenato delle regalie ingiustificate che il Governo Renzi ha fatto. Siamo l'unico Paese al mondo - e l'Unione europea ce lo ricorda - che si è permesso di togliere la tassa su tutte le case; non quelle dei ceti meno abbienti e dei ceti medi: no, anche su quelle delle persone ricche. Avete dato bonus a tutti, ricchi e poveri. I 500 euro per i diciottenni vanno ai figli dei grandi imprenditori e ai figli dei lavoratori. Per non parlare dei miliardi regalati alle imprese sotto forma di sgravi che non si sono tradotti in occupazione stabile e in crescita economica. In questi anni abbiamo faticato a rispondere in modo efficace al cambiamento. Il Governo Renzi ha fallito le sue politiche economiche e sociali, pur avendo condizioni di favore estreme: tassi di interesse al livello più basso, bassissimo costo dell'energia, ripresa a livello internazionale. Ha perso perché ha cambiato poco, ha innovato poco, si è attardato sulle ricette fallimentari di un tardo blairismo, fuori dalla dura realtà di una crisi che, iniziata dieci anni fa, è stata la più grave della storia d'Italia in tempo di pace.

Ieri a Bankitalia sono state dette parole vere. Raffaele Mattioli, uno dei più grandi e illuminati banchieri della storia italiana, definiva le relazioni della Banca d'Italia “una messa cantata” per il clima di religioso rispetto che stimolavano nel mondo istituzionale, politico e sindacale le relazioni di Carli, Baffi, Ciampi. E così è stato ieri per Visco, a cui va il nostro ringraziamento per quello che ha finora fatto in Banca d'Italia. Lì si respira il metodo Ciampi, che non appartiene più alla vostra cultura istituzionale. Il metodo Ciampi è fatto di senso del dovere, di responsabilità, di dialogo, di concertazione sociale, con la valorizzazione dei corpi intermedi. Il racconto di Visco è spietato: dal 2007 ad oggi il PIL è diminuito del 7 per cento, mentre in Europa è aumentato del 5 per cento; gli investimenti pubblici sono crollati del 30 per cento, la produzione industriale di un quarto; la produttività continua a scendere, soprattutto nella pubblica amministrazione. Serviva uno sforzo eccezionale per rispondere ai grandi cambiamenti commerciali, finanziari e ambientali. Renzi ha governato per tre anni e non l'ha fatto. Questo è il fallimento di cui dovete rendere conto al Paese.

In questa manovra oltre ai 3,4 miliardi avete messo delle scelte veramente ridicole, se la situazione non fosse così seria da evitare di farci ridere.

Ma dare 8 milioni a un teatro privato in un immobile privato, quando il teatro pubblico italiano versa in una situazione di grandissima sofferenza, è veramente penoso; dare 97 milioni alla Ryder Cup è penoso; dare ulteriori incentivi alle categorie dei giornalisti, con i prepensionamenti incentivati da 45 milioni, è una scelta discutibile.

Per questo, cara Presidente, nel merito voteremo contro la conversione in legge di questo decreto per vostra responsabilità e ci auguriamo che al Senato i voucher siano tolti, perché in quel caso ripenseremmo al nostro voto, anche se il vostro comportamento non ci induce a nessun ottimismo (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto la deputata Prestigiacomo. Ne ha facoltà.

STEFANIA PRESTIGIACOMO. Grazie, Presidente. Governo, colleghe e colleghi, nel corso dell'esame del provvedimento il gruppo di Forza Italia ha lavorato in un'ottica sicuramente costruttiva, anche se, come è noto, partiamo da una posizione di base che ci vede oppositori di questo Governo, con particolare riferimento alla sua politica economica.

PRESIDENTE. Colleghi, felicitazioni più silenziose...

STEFANIA PRESTIGIACOMO. La politica dei Governi di centrosinistra si è da sempre mostrata fallimentare rispetto al raggiungimento degli obiettivi di finanza pubblica. Il Governo Renzi, in particolare, si è caratterizzato per un utilizzo delle risorse pubbliche, che ha privilegiato una politica rivolta ad accrescere il consenso, con risultati disastrosi per le casse dello Stato e che peraltro non hanno raggiunto l'obiettivo prefissato, data la sonora sconfitta del referendum costituzionale. Ha lasciato al Paese un'eredità difficile da gestire e questa manovrina è solo l'inizio con cui si è tentato di aggiustare i conti.

Il tentativo del Governo non è stato però dei migliori, visto che ha provato a sistemare le cose mediante un mix di riduzione della spesa pubblica e un aumento della pressione fiscale per poi far entrare nel testo di tutto, tanto che la misura è diventata una delle classiche manovre omnibus che, come è noto, hanno caratterizzato questi ultimi anni, determinando il crollo della qualità della legislazione e confusione per cittadini, operatori e investitori.

Se le misure introdotte sono tante, è però vero che quelle che impatteranno positivamente sulla crescita sono davvero poche. Infatti, la politica fiscale alla base di questa manovra è a tutti gli effetti restrittiva e gli interventi messi in atto possono ottenere risultati assolutamente marginali rispetto alle scelte che dovrebbero invece essere adottate sin da questa fase.

La maggioranza ha sottolineato più volte la presenza di misure di correzione e di sviluppo. In realtà, la parte dello sviluppo è troppo debole e, in linea con quanto fatto dal precedente Governo, assolutamente priva di visione rispetto alla prospettiva di un Paese che paga oggi un prezzo pesante in termini di crescita e di produttività rispetto agli altri Paesi dell'area euro.

Abbiamo cercato con alcuni nostri emendamenti - penso, in particolare, alla proposta di introduzione della flat tax - di offrire la prospettiva di una strada diversa da percorrere, una strada possibile nella direzione di una riduzione della pressione fiscale opposta a quella indicata da questo Governo. Il riferimento è, in particolare, alle nuove disposizioni relative allo split payment, presentato dal Governo come una misura antievasione, ma che di fatto si concretizzerà in una vera e propria tassa sulla liquidità per imprese, professionisti e fornitori di beni e servizi per la pubblica amministrazione.

Ad ogni modo, apprezziamo alcuni interventi contenuti nel testo per i quali ci siamo molto, molto impegnati. Lo dico al collega Tancredi: parliamo del nostro impegno a favore delle aree terremotate. Noi ci siamo molto battuti per tornare sull'argomento e inserire misure. In particolare, valorizziamo quella dell'introduzione della zona franca, che avevamo chiesto a gran voce sin dal primo intervento normativo dello scorso mese di ottobre. L'augurio è quello di utilizzare questo modello anche per alcune aree territoriali che hanno una specificità riconosciuta dall'Unione europea, che noi tutti abbiamo il dovere di valorizzare con strumenti che siano anche innovativi.

Il riferimento è in particolare alle zone del Mezzogiorno e alla necessità di trattare con la Commissione europea un piano di fiscalità di vantaggio che sia realmente efficace, come abbiamo più volte chiesto, per rispondere alla crisi di un territorio ancora fragile, piegato da una forte crisi occupazionale, che colpisce in particolare giovani e donne, determinando crescenti fenomeni di esclusione sociale, nonché pesanti flussi di emigrazione verso altre aree del Paese, che determinano l'impoverimento dell'intero territorio. Un territorio, quello del Sud, a cui, purtroppo, sono stati riservati, da ultimo nel cosiddetto decreto Mezzogiorno, solo interventi minori, settoriali, che non si sono mostrati per nulla risolutivi, a partire dalle misure sul credito d'imposta.

Per citare ancora il decreto Mezzogiorno, vorrei rilevare, anche in questa sede, la denuncia, che noi abbiamo esplicitato attraverso i nostri emendamenti, della beffa perpetrata ai danni dei cittadini più deboli e più bisognosi di tutela, giacché quelle risorse aggiuntive che proprio il “decreto Mezzogiorno” aveva assegnato al Fondo per le non autosufficienze 50 milioni di euro per il 2017, che si sommavano ai 450 già stanziati dalla legge di bilancio, sono stati tagliati a seguito dell'intesa raggiunta lo scorso febbraio in Conferenza Stato-regioni. La medesima intensa ha, altresì, portato al taglio assurdo di ben 211 milioni di euro del Fondo nazionale per le politiche sociali. Tra l'altro, quelle risorse in più destinate al Fondo per le non autosufficienze erano fondamentali, anche se ancora non adeguate, in particolare alla luce delle modifiche apportate dalla legge di bilancio proprio grazie ad un nostro emendamento, che ha compreso la condizione delle persone affette dal morbo di Alzheimer tra i criteri di riparto del Fondo.

Pertanto, abbiamo chiesto, inascoltati, almeno di ristabilire la dotazione prevista a seguito delle modifiche apportate dal decreto Mezzogiorno. Certo, va bene la norma contenuta nel testo che prevede di destinare al Fondo per le politiche sociali le entrate derivanti dalla nuova web tax, ma va ricordato che queste risorse le vedremo a partire dal 2018, e dunque non sanano in alcun modo il taglio perpetrato ai danni di questi fondi per l'anno 2017. Nonostante, quindi, il Governo abbia più volte espresso la volontà di reintegrare le risorse decurtate, con questo provvedimento ha perso un'occasione per provvedere quanto prima al ripristino della dotazione di fondi vitali per le politiche sociali del nostro Paese.

E, dopo un'occasione persa, vorrei, invece, rilevare un'opportunità colta dal Governo all'interno di questo provvedimento. Mi riferisco alla vicenda dei voucher e alla toppa che l'Esecutivo ha provveduto ad inserire nel testo per porre rimedio al pasticcio messo in piedi due mesi fa per liberarsi dall'ossessione di sprofondare sotto il peso di un'altra sconfitta referendaria e per non affrontare una contesa ideologica tutta interna alla sinistra, come abbiamo potuto ascoltare fin qui, e si è riproposta all'interno del dibattito a cui abbiamo assistito, in particolare in Commissione bilancio.

Forza Italia ha denunciato sin dall'inizio le politiche del lavoro portate avanti dal Governo Renzi; politiche che hanno eliminato strumenti di flessibilità e che hanno prodotto un utilizzo distorto dell'unico strumento flessibile rimasto sul mercato, ovvero i voucher, bruciando miliardi di incentivi, che hanno drogato il mercato del lavoro senza produrre reale occupazione.

Ebbene, questo provvedimento introduce una nuova disciplina delle prestazioni di lavoro occasionale attraverso un sistema, come abbiamo rilevato anche in Commissione, più macchinoso rispetto al precedente, sicuramente più complesso per le famiglie - penso, magari, alle persone anziane che dovranno registrarsi sulla piattaforma informatica dell'INPS -, ma è sicuramente un punto di partenza da testare e migliorare anche in una fase successiva.

Noi ci auguriamo che ciò costituisca più in generale un punto di partenza per una riflessione complessiva sulle forme di flessibilità di cui il nostro mercato del lavoro ha assoluto bisogno. Le vicende legate al capitolo voucher hanno reso evidente un modo di fare, un modo di fare politica, che non ci appartiene e che, purtroppo, ha caratterizzato i Governi di sinistra, che, con una politica tesa ad intercettare consenso esterno rispetto alla propria aerea e interno tra diverse correnti del partito, hanno massacrato i conti pubblici, nonostante abbiano potuto godere di ampi spazi di manovra, con effetti per nulla consistenti sui consumi, sugli investimenti e sulla crescita del Paese. Per tutte queste ragioni, anche questa manovrina non può trovare il nostro consenso. Pertanto, annuncio il voto contrario del gruppo di Forza Italia, con la speranza di potere avviare al più presto un nuovo dibattito politico, mettendo sul banco una visione diversa, scelte diverse, ricette di politica economica concreta, in grado di rimettere finalmente in pista il nostro Paese sulla strada della crescita (Applausi dei deputati del gruppo Forza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sorial. Ne ha facoltà.

GIRGIS GIORGIO SORIAL. Grazie, Presidente. Vi chiedo semplicemente di non continuare a ostinarvi a chiamarla manovrina: questa è una manovra economica, frutto, ancora una volta, dei vostri errori, delle vostre incompetenze e della vostra sottomissione totale all'austerità dell'Europa, e del vostro utilizzo, tra l'altro, delle risorse pubbliche in una maniera, così, per fini personali, fini privati. Non è una manovrina, non è una manovruccia, non è una manovretta: è una manovra, e ogni diminutivo o vezzeggiativo utilizzato non può chiarire i danni che voi state facendo con questa manovra all'economia reale del Paese, perché, oltre al danno economico e finanziario, ci sono anche i danni dovuti alle marchette che avete inserito. È una manovra che arriva da una correzione dei conti che voi avete sbagliato, e l'Europa ci ha chiesto praticamente un'agile correzione, ma, in realtà, da agile correzione, frutto degli errori contabili che voi avete fatto per le marchette elettorali per il 4 dicembre, e avete perso il referendum, si è trasformata nell'ennesimo carrozzone di marchette per i politici di turno.

Allora, quello che sto dicendo lo ritroviamo direttamente scritto anche nero su bianco in quelli che sono i dati che voi avete inserito nella relazione illustrativa della manovra stessa. Lo vediamo per quanto riguarda la voluntary disclosure, che è stata un fallimento totale. Avevate previsto di ottenere 1,6 miliardi di euro, ma c'è un utilizzo della voluntary che è completamente basso, molto basso, un'adesione bassissima, che non permetterà nemmeno di arrivare a questi 1,6 miliardi di euro che voi avete utilizzato all'interno dei conti per giustificare le clausole di salvaguardia, la riduzione delle clausole di salvaguardia. In realtà, quello che succede è che questi 1,6 miliardi non entreranno, anzi, utilizzate quella che è l'azione per le liti contro il fisco, ossia 400 milioni di euro, per andare a coprire questi 1,6 miliardi di euro che non entrano, e la conclusione per i cittadini italiani è molto semplice, voglio ribadirla qui di fronte a tutti. La conclusione è che, per colpa degli errori di questo Governo, nel 2018 l'IVA aumenterà, perché voi non avete anestetizzato le clausole di salvaguardia, non avete superato le clausole di salvaguardia; anzi, le avete aumentate, le aumenterete, e i cittadini saranno, ancora una volta, costretti a pagare.

Allora, questo lo dobbiamo dire qui, perché rimanga nero su bianco e siano avvisati i cittadini dei vostri errori. Poi ci ritroviamo nella situazione in cui avete introdotto, per l'ennesima volta, il voucher. Lo avevate introdotto, elogiandolo per un anno e mezzo, dicendo che sarebbe servito per combattere il lavoro nero, e, dalle vostre dichiarazioni, sembrava che avevate già sconfitto il lavoro nero. Poi, per una manovra politica, per evitare l'ennesima bocciatura da parte dei cittadini, ritirate con un decreto i voucher e, a distanza di nemmeno un mese, li reinserite con un emendamento in questa manovra economica, cambiando di nome, ma rimanendo, per la sostanza, la stessa cosa, un voucher da 9 euro che precarizza completamente il lavoro; non combatte il lavoro nero, perché è già stato dimostrato che non combatte il lavoro nero, e, anzi, ci ritroveremo nella stessa situazione, già dimostrata ampiamente, per cui tra due persone, magari con le stesse competenze, uno sarà assunto direttamente con un contratto dall'azienda e, a fianco a lui, verrà inserito un altro lavoratore con le stesse competenze, ma pagato, invece, a voucher. Quindi, avete inserito un ulteriore strumento che precarizza il lavoro, e, anzi, dà opportunità a chi vuole compiere azioni illegali di compiere azioni completamente illegali. Ma ce ne sono tante altre, abbiamo un malloppo di roba, di danni che avete fatto.

La questione di Alitalia: continuate a chiamarlo prestito ponte, finanziamento; no, in realtà è un regalo che va a coprire i buchi e le perdite che ha causato la politica in un'azienda che è diventata ormai un'azienda privata. Fate un, chiamiamolo, finanziamento, ma in realtà sappiamo che è un regalo di 600 milioni di euro. Noi abbiamo chiesto un piano industriale valido, abbiamo inserito degli emendamenti, chiedendo che venissero approvati per definire come restituire e vincolare questi soldi; ma no: in realtà sono 600 milioni di euro buttati lì, per dare la possibilità a questi tre commissari di far finta di fare qualcosa; l'azienda si ritroverà nella stessa situazione, senza nemmeno proteggere i lavoratori che in quell'azienda lavorano. Anzi: in Commissione bilancio vi siete lamentati degli scioperi del personale. Siete allucinanti, indegni (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Allora siamo in questa situazione. Poi c'è il trasporto pubblico locale. Abbiamo chiesto con un emendamento di aumentare i fondi che sono già stati ampiamente dichiarati scarsi, insufficienti per il trasporto pubblico locale. Abbiamo proposto un emendamento per aumentarli di 500 milioni di euro. Voi non solo bocciate quell'emendamento nostro per aumentare i fondi per dei servizi per i cittadini: no, diminuite il Fondo per il trasporto pubblico locale di 135 milioni di euro, mentre in campagna elettorale per voi il trasporto pubblico è una cosa importante, no? Allora chiariamolo ai cittadini, perché fra qualche mese vi metterete a fare una campagna elettorale con dei programmi fantasmagorici, roba da altro mondo; ma qui, nero su bianco, ci sono scritte le porcate che continuamente avete fatto in questi quattro anni. 135 milioni di euro tolti al trasporto pubblico locale, ma 97 milioni di euro messi a garanzia della Ryder Cup!

Allora, chiariamo una volta per tutte questa cosa: il golf è uno sport bellissimo. Io invito i cittadini italiani ad andare, se hanno la possibilità, a giocare a golf; ma tornei privati internazionali fatti su campi privati non possono essere gestiti con dei soldi pubblici messi a garanzia di quel torneo (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Se quel torneo funziona e va bene, e i privati ne guadagneranno, saranno loro a doversi sobbarcare eventuali debiti: non è possibile che sia lo Stato che metta dei soldi a garanzia per un torneo completamente privato.

Poi ci sono naturalmente i milioni di euro dati al Teatro Eliseo, teatro gestito direttamente da Barbareschi: chissà cosa c'è sotto, lo scopriremo nei prossimi giorni. Ma c'è tanto altro: c'è la norma di Franceschini. A distanza di 24 ore dal polverone e dalla bocciatura, da parte del TAR, delle nomine del Ministro Dario Franceschini della direzione di cinque musei, cosa fate? Bypassate la sentenza del TAR con un emendamento in manovra economica; semplicemente perché voi siete fallimentari, siete stati bocciati su tutto! Io mi arrabbio perché la prossima volta che sentirò uno di voi dire in televisione, in un dibattito pubblico, che noi dobbiamo studiare, ricorderò a ciascuno di voi che quelli che devono studiare siete voi! Gli incompetenti siete voi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)! Quelli che si sono fatti bocciare la riforma Madia della pubblica amministrazione siete voi! Quelli che si sono fatti bocciare dai cittadini il referendum costituzionale siete voi! Quelli che dal TAR si sono fatti bocciare le norme che loro stessi hanno scritto per le nomine dei dirigenti dei cinque musei, siete voi! C'è scritto nome e cognome dei vostri ministri! E, al posto di chiedere scusa, attaccate invece il tribunale amministrativo. È patetico, siete patetici!

Nonostante tutto ciò, ci sono i regali che poi fate a voi stessi. Avete deciso che, nonostante tutto, nonostante diciate a parole che volete abolire i vitalizi, aumentate con un emendamento del 20 per cento le pensioni di reversibilità dei coniugi di voi parlamentari. Ma è una roba allucinante! Cioè, la gente fuori ha delle pensioni minime da 495 euro al mese, quando ci arriva, ha delle pensioni di reversibilità irrisorie, con cui non si può neanche fare la spesa una volta in un mese, e voi vi aumentate le pensioni dei vostri coniugi, le pensioni di reversibilità, del 20 per cento con un emendamento! E la presentatrice dell'emendamento, a cui viene chiesto perché l'ha fatto, dice (testuali parole, le ho prese da un giornale): è ingiusto che i congiunti dei parlamentari finiscano per fare la sguattera o il giardiniere. Ora, vedete, la sguattera, come la chiamate voi, o il giardiniere, io penso che hanno infinitamente tanta più dignità di voi che usate proprio i loro soldi, delle loro tasse per garantire i vostri interessi (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

C'è la questione del doppio incarico: pazzesco! C'era una norma che vietava ai consiglieri comunali di avere il doppio incarico, quindi magari facendo da professionisti l'avvocato, avere un incarico dal comune della città metropolitana o dello stesso comune; voi bypassate questa norma regalando le doppie poltrone. Cioè, in un mondo del lavoro completamente precarizzato come quello che vi ho descritto prima, dove ci sono avvocati, ingegneri, architetti in giro che non hanno la sponda politica che voi date ai vostri consiglieri comunali, che quindi non hanno la possibilità di lavorare nella pubblica amministrazione, voi date ai vostri stessi consiglieri comunali del vostro partito la possibilità di continuare a svolgere l'attività professionale anche a livello dei comuni che voi stessi gestite.

È pazzesco, è una roba pazzesca! Il regalo dell'ANAS, c'è il capitolo del regalo che avete fatto non tanto all'ANAS ma ad un imprenditore privato: un imprenditore che si prende un regalo da mezzo miliardo di euro, con la scusa che quei soldi servono per mettere in sicurezza l'autostrada. Ben venga!, Siamo andati a vedere questa autostrada con i colleghi abruzzesi: l'autostrada è messa in una situazione pazzesca, ci sono i pilastri che sono completamente nudi. È da mettere a posto quell'autostrada! Ma quel concessionario prende i soldi dai cittadini per ogni tratta che fanno sull'autostrada, prende 20 euro per una tratta di 200 chilometri; allora, visto che lui gli utili li fa, o compartecipa nella messa in sicurezza della strada, oppure gli togliamo la concessione, quell'autostrada diventa gratuita, tanto i soldi lo Stato ce li mette, e almeno così non diamo sempre la possibilità a privati di fare utile, e quando hanno dei problemi non utilizzare quello stesso utile, ma anzi far arrivare noi con i soldi dello Stato (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

Sono tantissime altre ancora le questioni che avete inserito in questa manovra, ma io concludo perché sono innumerevoli e le “marchette” che voi avete fatto son veramente pazzesche. La questione è che noi non possiamo più avere la voglia, questa passione di ognuno di noi di andare a votare al più presto possibile; per due motivi: perché ogni giorno in più che voi rimanete qua dentro fate dei danni irrimediabili per i cittadini (abbiamo già raccontato anche dall'aumento dell'IVA), e tutte queste cose pesano proprio sui cittadini. Io ve lo dico: ogni singolo parlamentare… Abbiamo una forza…

PRESIDENTE. La invito a concludere.

GIRGIS GIORGIO SORIAL. Non abbiamo ancora finito, andremo in ogni singola piazza per raccontare queste cose e queste porcate che avete fatto nero su bianco. Continueremo a farlo senza nessun problema, senza dubbio. Saranno dei mesi bellissimi, ve lo assicuro…

PRESIDENTE. Grazie.

GIRGIS GIORGIO SORIAL. …perché avremo con noi anche milioni di cittadini italiani che ci daranno modo di sbugiardare ogni vostra promessa (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fanucci. Ne ha facoltà.

EDOARDO FANUCCI. Presidente, oggi siamo a parlare di ciò che ci è stata raccontata come una manovrina; alcuni l'hanno definita addirittura una manovretta, altri una cattiva manovra. Quello a mio avviso che interessa è proprio l'ultimo passaggio: se è o no una buona manovra. Per noi lo è, migliora quanto ci è stato offerto e presentato dal Governo, lo migliora in modo significativo; e di questo vorrei parlare: del merito, di un provvedimento in numeri, fatto da 131 articoli, 2.752 emendamenti presentati da tutte le forze qui rappresentate, di cui 828 segnalati e discussi, solo 828! 204 approvati; e dei 204 approvati, a proposito di utilità di tutte le forze qui in Parlamento, 80, quasi la metà, sono stati proposti dalle opposizioni: le stesse opposizioni che non mi sento di definire minoranze, che qui oggi hanno in buona sostanza criticato al 100 per cento il provvedimento, salvo alcune rare eccezioni.

3,4 miliardi la correzione strutturale: una correzione importante, che ci rende credibili non agli occhi dell'Europa, ma agli occhi dei nostri figli e delle future generazioni, per poi essere più autorevoli nel momento in cui andremo a chiedere la verifica delle normative europee; così anche come quella del fiscal compact, di cui abbiamo parlato proprio poco tempo fa qui in Parlamento, dove abbiamo dato un cambio di marcia alla strategia che questo Parlamento dovrà adottare nei prossimi tempi.

Ma la memoria in politica purtroppo non è un valore, o almeno lo è per pochi. Fino a qualche mese fa si proponeva che in questa manovra venissero inseriti pesanti aumenti dell'IVA; venivano dati per certi, per certi, non in discussione, gli aumenti sulla benzina! Si era parlato di una tassa ad hoc sugli zuccheri: geni della tassazione creativa che sono stati smentiti, prima dal Governo e poi dal Parlamento. Le tasse non aumentano, anzi si va avanti con una lotta senza quartiere all'evasione e all'elusione fiscale e alla spesa improduttiva dello Stato. Fatti, non parole: un provvedimento serio, corroborato dalla vidimazione della Ragioneria dello Stato. Tutto questo con un occhio allo sviluppo, ma anche e soprattutto ai più deboli, alle zone terremotate, agli enti locali e territoriali. Certo, in alcuni casi si poteva fare di più, ne siamo consapevoli.

Dei problemi restano, dobbiamo essere seri quando si fa politica, ma la domanda che ci dobbiamo fare è quella iniziale: abbiamo dato un segno, rispetto a dove eravamo partiti? A nostro avviso sì, anche per quanto riguarda temi delicati come quelli delle province e delle città metropolitane.

Ritorno alla lotta all'evasione: dati del Ministero dell'economia e delle finanze definiscono come 110 miliardi - è una stima prudenziale - i dati dell'evasione e dell'elusione fiscale. Noi in questi anni abbiamo fatto moltissimo in questo campo, ma non ci fermiamo e andiamo avanti, come dimostra ciò che è previsto in questo provvedimento. L'impegno è unire in quel sentiero stretto di cui ha parlato il ministro Padoan e molti altri prima di me, un accompagnamento rispetto a una crescita che è ancora in balia di se stessa da un certo punto di vista e deve essere sostenuta, non certo colpita, e dall'altro tenere in piedi i conti pubblici e lo facciamo con serietà, dando coerenza rispetto a quanto fatto prima dal Governo dei mille giorni di Renzi e oggi dal Governo Gentiloni.

I risultati dell'Istat parlano per noi: la disoccupazione cala, in particolar modo quella giovanile, il PIL torna a crescere e il deficit-PIL è nuovamente sostenibile. Noi con questa manovra avremmo dovuto dire addio a tutto questo? Ritengo di no, noi riteniamo di no, crediamo che si debba valorizzare ciò che è stato fatto in questi anni. Gli incentivi? Assolutamente sì. I bonus? Assolutamente sì e li dobbiamo valorizzare rispetto ad aree, soprattutto quelle terremotate, che sono forse il cuore di questo provvedimento: 327 milioni di euro a favore delle aree colpite dal sisma, con provvedimenti che non guardano soltanto ai soldi, ma soprattutto alle procedure, volti a favorire, a sostenere e a supportare spesso degli amministratori con pochi strumenti, ma con una grande passione, una grande generosità d'animo e di impegno, che li ha portati a superare delle difficoltà insormontabili e che oggi sono considerati dei veri testimonial di un Paese in cui voglio continuare a vivere, voglio far vivere la mia famiglia e la famiglia di quelli che verranno. Guardate, quando parlo di terremoto parlo anche di interventi come la creazione di zone franche urbane, che rientrano in quell'ottica di creare anche delle innovazioni, per far sì che quelle popolazioni non dovranno vivere di assistenzialismo, ma dovranno attrarre investimenti e sostenere chi già investiva e magari potrà crescere e sostenere ancora di più quegli investimenti. Al tempo stesso per il turismo e il commercio: quante volte diciamo che cultura, turismo e commercio sono per questo Paese un volano straordinario inespresso?

Noi ci mettiamo le risorse e mettiamo gli strumenti per sviluppare in quei territori, soprattutto in quei territori, ricette nuove di sviluppo. E ancora: nel corso dell'esame in Commissione abbiamo ottenuto un miglioramento di questi provvedimenti grazie al contributo di quelle minoranze che sono volute intervenire nel merito e abbiamo ottenuto un 75 per cento di bonus fiscali - bonus fiscali: non c'è niente di male a parlare di bonus fiscali - per chi compra case in quelle aree sismiche e gli eco-bonus per gli incapienti, tutto grazie al lavoro di questo Parlamento. Per quanto riguarda altri interventi, ritorno all'intervento sulla lotta all'evasione e all'elusione fiscale, non deve servire soltanto a tenere in piedi i conti pubblici, ma anche a sostegno di chi ha di meno.

Ecco, allora, la battaglia che il relatore Guerra e, in particolare, anche il capogruppo Marchi hanno portato, risorse che arriveranno da questi provvedimenti, in particolare dalla web tax, a favore e a sostegno dei più deboli, del sociale, dei più bisognosi e, anche qui, in perfetta coerenza con quello che è forse il fiore all'occhiello di questo Governo e di quello precedente: la legge sul dopo di noi, la legge sulla non autosufficienza, la legge sull'autismo, perché ai più deboli, che non hanno voce, quella voce la dobbiamo dare noi e così facciamo, anche incrementando di 58 milioni di euro il fondo per il lavoro dei disabili, per il lavoro, non per l'assistenza: per noi il lavoro è al centro di questo provvedimento.

Fisco amico e nuova economia vuol dire dare le gambe a ciò che si professa.

Per quanto riguarda i giochi, abbiamo aumentato la tassazione e abbiamo ridotto il numero delle macchine: il 34 per cento entro il 2018.

Per quanto riguarda lo split payment, abbiamo dato un senso e una continuità a un provvedimento che sta dando risultati sulla lotta all'evasione, esattamente come la web tax, di cui in passato mi sono fatto promotore e oggi trova una concreta applicazione.

La cedolare secca sugli affitti brevi consente agli onesti di avere una riduzione della pressione fiscale e consente anche di ottenere maggior gettito da un nuovo e più corretto pagamento delle imposte anche di soggiorno e quelle ordinarie.

Sul lavoro occasionale molto è stato detto; certo è che dovevamo combattere il nero che si stava già prefigurando nel nostro Paese (di questo forse si è parlato troppo poco) e molto altro e mi sarei aspettato, dagli amici e colleghi del 5 Stelle, almeno una parola sul bail-in, per quanto riguarda i fondi pensioni: noi abbiamo messo la parola fine rispetto a tutte quelle discussioni.

Spesso avete parlato di bail-in, alcune volte a ragione: oggi sui fondi pensione di bail-in non si parlerà più, perché lo abbiamo messo nero su bianco, anche questa è una garanzia importante.

E poi gli enti locali: incentivi alle fusioni dei comuni, anche qui un tassello in più rispetto a quello che abbiamo fatto in questi anni; regole legate al pareggio di bilancio degli enti locali che sì, abbiamo dato il pareggio di bilancio, abbiamo tolto il patto di stabilità e contestualmente dobbiamo dare più opportunità e flessibilità; interventi di sviluppo e crescita su cultura, edilizia scolastica, strade, scuole, per province e enti territoriali.

Concludo con un passaggio che riguarda la scuola: da tempo sosteniamo che la scuola possa essere un volano per la crescita duratura di questo Paese e dell'Europa da qui ai prossimi anni.

Noi in questo intervento siamo stati conseguenti, niente di più: abbiamo investito una cifra molto importante sulla scuola, già in edilizia scolastica e per l'assunzione di più di 100.000 precari con la buona scuola; oggi facciamo un altro passo in quella direzione, un altro passo: 1,3 miliardi per assumere 15.000 persone, precari, fino al 2026, solo per dare un senso a quelle che sono le nostre parole.

In definitiva: coerenza, cuore e coraggio per cambiare in meglio le cose. Questo abbiamo fatto, questo speriamo che si riesca a fare per migliorare le cose rispetto a come le abbiamo trovate (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Sono così esaurite le dichiarazioni di voto finale.

(Coordinamento formale - A.C. 4444-A)

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, la Presidenza si intende autorizzata al coordinamento formale del testo approvato.

  (Così rimane stabilito).

(Votazione finale ed approvazione – A.C. 4444-A)

PRESIDENTE. Passiamo alla votazione finale.

Indìco la votazione nominale finale, mediante procedimento elettronico, sul disegno di legge n. n. 4444-A: Conversione in legge del decreto-legge 24 aprile 2017, n. 50, recante disposizioni urgenti in materia finanziaria, iniziative a favore degli enti territoriali, ulteriori interventi per le zone colpite da eventi sismici e misure per lo sviluppo.

  Dichiaro aperta la votazione.

  (Segue la votazione).

  Dichiaro chiusa la votazione.

  La Camera approva (Vedi votazione n. 53).

Interventi di fine seduta (ore 14,28).

PRESIDENTE. Chiederei ai colleghi di uscire un po' silenziosamente, se ci riescono.

Ha chiesto di parlare il collega Barbanti. Ne ha facoltà.

SEBASTIANO BARBANTI. Grazie, Presidente. Lunedì…

PRESIDENTE. Onorevole Barbanti, cambi la postazione, perché ha il microfono che fa uno strano rumore, così intanto defluiscono anche un po' dei nostri colleghi. Prego, a lei la parola.

SEBASTIANO BARBANTI. Grazie, Presidente. Lunedì, all'età di 79 anni, ci ha lasciato il senatore Petronio, sottosegretario di Stato per due volte, presidente della provincia di Catanzaro e sindaco di Lamezia Terme; orgoglio del Partito Socialista, prima, e del Partito Democratico, poi. Negli ultimi anni, una malattia gli ha lentamente consumato il corpo, ma non è riuscita a togliergli due delle cose più importanti che aveva: il cuore e il cervello. Sino all'ultimo, infatti, ha partecipato, con la solita passione, la solita grinta, alla vita politica…

PRESIDENTE. Colleghi, un po' di silenzio, per favore. Grazie.

SEBASTIANO BARBANTI. …e sino all'ultimo è stato un punto di riferimento politico ed umano per i tanti giovani che lo circondavano. Il senatore, perché così già si capiva di chi si parlava, è riuscito ad unire le qualità politiche a quelle umane: un modo di fare politica ricco di passione, di attenzione verso le esigenze della collettività; una politica fatta non di chiacchiere e spettacolo, ma di idee e progetti e, accanto a ciò, un amore verso le persone che lo circondavano, la voglia e la determinazione di creare un gruppo unito e compatto di amici, prima ancora che di compagni. Oggi con la sua scomparsa siamo tutti un po' più poveri (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Squeri. Ne ha facoltà.

LUCA SQUERI. Grazie, Presidente. Intervengo per segnalare il grave episodio che è successo ieri sera, quando, insieme alla collega Santanché e al collega Romele eravamo presso la stazione Termini per evidenziare, in una diretta televisiva, il degrado di questa parte importante della città, della capitale. Un extracomunitario - immagino un clandestino di origine nordafricana -, evidentemente esagitato perché non voleva essere preso in visione dalle telecamere, si è indirizzato in un punto specifico di dov'eravamo per prelevare dei sanpietrini e per usarli come oggetti da aggressione.

L'aggressione e il tentativo c'è stato. Fortunatamente sono intervenuti, prontamente, gli operatori della troupe televisiva che hanno immobilizzato questa persona; è riuscito, comunque, a lanciare sanpietrini, ma senza arrivare all'obiettivo; poi, ancora fortunatamente, nelle vicinanze c'era la polizia, che è intervenuta prontamente per prelevare questa persona e portarla, immagino, in questura per accertamenti.

Segnalo questo perché è un episodio grave: dà il riscontro di come noi qui siamo ad affrontare problemi importanti per il Paese, ma, a mio avviso, non affrontiamo in maniera appropriata quello che è il fenomeno dell'immigrazione, con tutte le conseguenze gravi che i cittadini devono vivere sulle strade, dove ci sono terre di nessuno.

Segnalo che sarà nostra intenzione, invece, essere promotori in questi luoghi - e le stazioni ferroviarie ne sono un simbolo -, per far sì che si accendano i riflettori e sensibilizzare soprattutto il Governo, perché l'opinione pubblica non ha bisogno di essere sensibilizzata, perché sa benissimo qual è il problema che quotidianamente deve vivere e noi, invece, come Forza Italia, avremo l'obiettivo di accendere i riflettori su queste situazioni, affinché il Governo faccia di più di quello che sta facendo (ApplausiForza Italia-Il Popolo della Libertà-Berlusconi Presidente).

Sui lavori dell'Assemblea (ore 14,34).

PRESIDENTE. Avverto che, secondo le intese intercorse tra tutti i gruppi, la discussione generale sulle proposte di legge in materia elettorale, prevista per lunedì 5 giugno, è differita a martedì 6 giugno, alle ore 12. Il seguito dell'esame avrà luogo a partire da mercoledì 7 giugno, alle ore 11.

Ordine del giorno della prossima seduta.

PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della prossima seduta.

  Martedì 6 giugno 2017, alle 12:

Discussione sulle linee generali della proposta di legge:

TONINELLI ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica. (C. 2352)

e delle abbinate proposte di legge: GIACHETTI; PISICCHIO; LAURICELLA; LOCATELLI ed altri; ORFINI; SPERANZA; MENORELLO ed altri; LUPI e MISURACA; VARGIU e MATARRESE; NICOLETTI ed altri; PARISI e ABRIGNANI; DELLAI ed altri; LAURICELLA; CUPERLO; TONINELLI ed altri; RIGONI; MARTELLA; INVERNIZZI ed altri; VALIANTE ed altri; TURCO ed altri; MARCO MELONI; LA RUSSA ed altri; D'ATTORRE ed altri; QUARANTA; MENORELLO ed altri; BRUNETTA ed altri; LUPI e MISURACA; COSTANTINO ed altri; PISICCHIO; FRAGOMELI ed altri. (C. 2690-3223-3385-3986-4068-4088-4092-4128-4142-4166-4177-4182-4183-4240-4262-4265-4272-4273-4281-4284-4287-4309-4318-4323-4326-4327-4330-4331-4333-4363)

La seduta termina alle 14,35.

SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA

  Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):

  nella votazione n. 1 i deputati Capodicasa, Mongiello e Senaldi hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni da 1 a 10 e nella votazione n. 38 la deputata Bonomo ha segnalato che non è riuscita a votare;

  nella votazione n. 2 il deputato Pesco ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole e il deputato Fauttilli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 3 il deputato Lainati ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 5 la deputata Sgambato ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n. 7 il deputato Miccoli ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 10 la deputata Paola Bragantini ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 11 il deputato Damiano ha segnalato che ha erroneamente votato contro mentre avrebbe voluto astenersi dal voto;

  nelle votazioni dalla n. 11 alla n. 14 e dalla n. 22 alla n. 24 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario.

  nella votazione n. 28 la deputata Lupo .ha segnalato che ha erroneamente votato a favore mentre avrebbe voluto votare contro;

  nella votazione n. 34 i deputati Santerini, Molea e Tartaglione hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 35 alla n. 38 la deputata Tartaglione ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 36 il deputato Micillo ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 37 i deputati Santerini e Molea hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 40 il deputato Mognato ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 44 il deputato Librandi ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nelle votazioni dalla n. 44 alla n. 49 il deputato Falcone ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 50 i deputati Preziosi e Covello hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto favorevole;

  nelle votazioni nn. 50, 51 e 52 i deputati Monchiero e D'Ambruoso hanno segnalato che non sono riusciti ad esprimere voto contrario;

  nella votazione n. 53 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto favorevole;

  nella votazione n. 53 il deputato Impegno ha segnalato che non è riuscito a votare.

VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO

INDICE ELENCO N. 1 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 13)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
1 Nominale Ddl 4444-A - odg n. 2 344 259 85 130 16 243 93 Resp.
2 Nominale odg 9/4444-A/4 rif. 372 370 2 186 369 1 93 Appr.
3 Nominale odg 9/4444-A/30 379 378 1 190 147 231 92 Resp.
4 Nominale odg 9/4444-A/34 396 310 86 156 70 240 90 Resp.
5 Nominale odg 9/4444-A/35 399 366 33 184 103 263 90 Resp.
6 Nominale odg 9/4444-A/45 406 405 1 203 160 245 91 Resp.
7 Nominale odg 9/4444-A/47 417 412 5 207 128 284 90 Resp.
8 Nominale odg 9/4444-A/53 415 409 6 205 165 244 90 Resp.
9 Nominale odg 9/4444-A/55 416 415 1 208 171 244 90 Resp.
10 Nominale odg 9/4444-A/59 410 409 1 205 171 238 90 Resp.
11 Nominale odg 9/4444-A/66 404 400 4 201 116 284 89 Resp.
12 Nominale odg 9/4444-A/67 413 385 28 193 133 252 90 Resp.
13 Nominale odg 9/4444-A/68 417 411 6 206 140 271 89 Resp.

F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.

INDICE ELENCO N. 2 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 14 AL N. 26)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
14 Nominale odg 9/4444-A/70 417 415 2 208 167 248 89 Resp.
15 Nominale odg 9/4444-A/76 410 332 78 167 87 245 89 Resp.
16 Nominale odg 9/4444-A/81 423 363 60 182 122 241 89 Resp.
17 Nominale odg 9/4444-A/89 421 365 56 183 67 298 88 Resp.
18 Nominale odg 9/4444-A/90 409 349 60 175 63 286 87 Resp.
19 Nominale odg 9/4444-A/91 403 342 61 172 61 281 87 Resp.
20 Nominale odg 9/4444-A/94 408 406 2 204 61 345 88 Resp.
21 Nominale odg 9/4444-A/101 412 396 16 199 123 273 88 Resp.
22 Nominale odg 9/4444-A/103 412 393 19 197 123 270 88 Resp.
23 Nominale odg 9/4444-A/111 420 370 50 186 123 247 86 Resp.
24 Nominale odg 9/4444-A/115 401 396 5 199 120 276 86 Resp.
25 Nominale odg 9/4444-A/118 404 404 0 203 180 224 86 Resp.
26 Nominale odg 9/4444-A/120 407 345 62 173 107 238 85 Resp.


INDICE ELENCO N. 3 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 27 AL N. 39)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
27 Nominale odg 9/4444-A/121 400 325 75 163 93 232 87 Resp.
28 Nominale odg 9/4444-A/123 409 387 22 194 64 323 86 Resp.
29 Nominale odg 9/4444-A/124 412 322 90 162 80 242 86 Resp.
30 Nominale odg 9/4444-A/150 411 394 17 198 147 247 85 Resp.
31 Nominale odg 9/4444-A/151 409 389 20 195 147 242 85 Resp.
32 Nominale odg 9/4444-A/152 404 387 17 194 148 239 85 Resp.
33 Nominale odg 9/4444-A/153 404 402 2 202 164 238 86 Resp.
34 Nominale odg 9/4444-A/155 400 389 11 195 152 237 86 Resp.
35 Nominale odg 9/4444-A/156 405 403 2 202 159 244 86 Resp.
36 Nominale odg 9/4444-A/157 395 361 34 181 129 232 86 Resp.
37 Nominale odg 9/4444-A/158 398 379 19 190 145 234 86 Resp.
38 Nominale odg 9/4444-A/159 404 404 0 203 169 235 86 Resp.
39 Nominale odg 9/4444-A/160 p. I 398 396 2 199 364 32 86 Appr.


INDICE ELENCO N. 4 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 40 AL N. 52)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
40 Nominale odg 9/4444-A/160 p. II 403 394 9 198 156 238 86 Resp.
41 Nominale odg 9/4444-A/162 395 394 1 198 161 233 85 Resp.
42 Nominale odg 9/4444-A/163 392 391 1 196 86 305 85 Resp.
43 Nominale odg 9/4444-A/166 390 388 2 195 159 229 85 Resp.
44 Nominale odg 9/4444-A/167 380 369 11 185 148 221 86 Resp.
45 Nominale odg 9/4444-A/168 391 364 27 183 108 256 85 Resp.
46 Nominale odg 9/4444-A/169 394 364 30 183 130 234 85 Resp.
47 Nominale odg 9/4444-A/170 393 383 10 192 126 257 85 Resp.
48 Nominale odg 9/4444-A/174 382 352 30 177 119 233 84 Resp.
49 Nominale odg 9/4444-A/175 363 335 28 168 112 223 84 Resp.
50 Nominale odg 9/4444-A/183 362 359 3 180 356 3 84 Appr.
51 Nominale odg 9/4444-A/188 362 290 72 146 39 251 84 Resp.
52 Nominale odg 9/4444-A/190 368 367 1 184 45 322 84 Resp.


INDICE ELENCO N. 5 DI 5 (VOTAZIONI DAL N. 53 AL N. 53)
Votazione O G G E T T O Risultato Esito
Num Tipo Pres Vot Ast Magg Fav Contr Miss
53 Nominale Ddl 4444-A - voto finale 350 345 5 173 218 127 75 Appr.