XVII LEGISLATURA
Resoconto stenografico dell'Assemblea
Seduta n. 810 di mercoledì 7 giugno 2017
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO
La seduta comincia alle 13,30.
PRESIDENTE. La seduta è aperta.
Invito la deputata segretaria a dare lettura del processo verbale della seduta precedente.
ANNA ROSSOMANDO, Segretaria, legge il processo verbale della seduta di ieri.
PRESIDENTE. Se non vi sono osservazioni, il processo verbale si intende approvato.
(È approvato).
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Baretta, Bindi, Buttiglione, Coppola, De Menech, Epifani, Merlo, Meta, Scanu e Sereni sono in missione a decorrere dalla seduta odierna.
I deputati in missione sono complessivamente centouno, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna (Ulteriori comunicazioni all'Assemblea saranno pubblicate nell'allegato A al resoconto della seduta odierna).
Preavviso di votazioni elettroniche (ore 13,34).
PRESIDENTE. Poiché nel corso della seduta potranno aver luogo votazioni mediante procedimento elettronico, decorrono da questo momento i termini di preavviso di cinque e venti minuti previsti dall'articolo 49, comma 5, del Regolamento. Sospendo pertanto la seduta, che riprenderà alle ore 14.
La seduta, sospesa alle 13,35, è ripresa alle 14,05.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA BOLDRINI
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge: Toninelli ed altri; Giachetti; Pisicchio; Lauricella; Locatelli ed altri; Orfini; Speranza; Menorello ed altri; Lupi e Misuraca; Vargiu e Matarrese; Nicoletti ed altri; Parisi e Abrignani; Dellai ed altri; Lauricella; Cuperlo; Toninelli ed altri; Rigoni; Martella; Invernizzi ed altri; Valiante ed altri; Turco ed altri; Marco Meloni; La Russa ed altri; D'Attorre ed altri; Quaranta; Menorello ed altri; Brunetta ed altri; Lupi e Misuraca; Costantino ed altri; Pisicchio; Fragomeli ed altri: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché delega al Governo per la rideterminazione dei collegi elettorali uninominali (A.C. 2352-2690-3223-3385-3986-4068-4088-4092-4128-4142-4166-4177-4182-4183-4240-4262-4265-4272-4273-4281-4284-4287-4309-4318-4323-4326-4327-4330-4331-4333-4363-A).
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge nn. 2352-2690-3223-3385-3986-4068-4088-4092-4128-4142-4166-4177-4182-4183-4240-4262-4265-4272-4273-4281-4284-4287-4309-4318-4323-4326-4327-4330-4331-4333-4363-A: Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché delega al Governo per la rideterminazione dei collegi elettorali uninominali.
Ricordo che nella seduta del 6 giugno si è conclusa la discussione sulle linee generali e il relatore di minoranza è intervenuto in sede di replica.
Ricordo, altresì, che sono state presentate le questioni pregiudiziali di costituzionalità Laforgia ed altri n. 1, Monchiero, Dellai, Distaso ed altri n. 2 e Lupi, Buttiglione ed altri n. 3.
(Esame di questioni pregiudiziali - A.C. 2352-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, all'esame delle questioni pregiudiziali presentate (Vedi l'allegato A).
Avverto che è in distribuzione la versione corretta della questione pregiudiziale di costituzionalità Laforgia ed altri n. 1.
Ricordo che, ai sensi del comma 4, primo periodo, dell'articolo 40, del Regolamento, nel concorso di più questioni pregiudiziali ha luogo un'unica discussione. In tale discussione, ai sensi del comma 3 dello stesso articolo 40 potrà intervenire, oltre ad uno dei proponenti, per illustrare ciascuno degli strumenti presentati per non più di dieci minuti, un deputato per ognuno degli altri gruppi, per non più di cinque minuti. Al termine della discussione si procederà, ai sensi dell'articolo 40, comma 4, terzo periodo, del Regolamento, ad un'unica votazione sulle tre questioni pregiudiziali di costituzionalità.
La deputata Roberta Agostini ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità Laforgia ed altri n. 1(versione corretta), di cui è cofirmataria.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Presidente, poiché iniziamo alle ore 14 e vox populi è che non andiamo facilmente, prima di una interruzione, a votare le pregiudiziali, se possibile, vorrei conoscere come intende orientarsi la Presidenza sui lavori della mattinata e del pomeriggio.
PRESIDENTE. La mattinata non c'è più, nel pomeriggio, adesso, iniziamo con le pregiudiziali e poi, dopo la votazione delle pregiudiziali, ci sarà la fase degli emendamenti e chiederemo al relatore; quindi, come sempre, deputato.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. La domanda era mal posta. Intendo dire, non facciamo nessuna interruzione prima della votazione della pregiudiziale, non è programmata nessuna interruzione prima della votazione sulle pregiudiziali.
PRESIDENTE. No.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Bene, grazie.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Era solo per far notare che non era ancora arrivato il relatore. È arrivato.
PRESIDENTE. È arrivato. È arrivato. Come avevo già anticipato, la deputata Roberta Agostini illustra la questione pregiudiziale di costituzionalità Laforgia ed altri n. 1 (versione corretta), di cui è cofirmataria. Prego, deputata.
ROBERTA AGOSTINI. Grazie, Presidente. La pregiudiziale che abbiamo presentato è su un punto specifico della legge, che però riguarda una questione fondamentale, che attiene al rispetto di due articoli della Costituzione, il 56 …
PRESIDENTE. Scusate, colleghi, però così non si capisce niente, abbiate pazienza! Prego, deputata.
ROBERTA AGOSTINI. …il 56 e il 57 che, ricordo brevemente, prevedono che, sia per la Camera sia per il Senato, il calcolo della ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni e tra le regioni sia effettuato sulla base del numero degli abitanti della Repubblica quale risulta dall'ultimo censimento generale della popolazione. La proposta che esaminiamo, invece, prevede che i collegi elettorali corrispondano a quelli già definiti dal decreto legislativo 20 dicembre del 1993 e che furono stabiliti, a loro volta, sulla base del censimento del 1991, cioè un censimento di ventisei anni fa, dopo il quale si sono tenuti altri due censimenti generali. Tra il 1993 ed oggi, precisamente nel 2003, i Presidenti di Camera e Senato hanno nominato una Commissione, presieduta dall'allora presidente dell'Istat, Biggeri, che ha concluso i suoi lavori nel 2005, con una relazione che già nel 2005, prendendo in considerazione il censimento del 2001, individuava ben 128 collegi della Camera e 61 del Senato che erano fuori soglia. Che vuol dire fuori soglia? Cioè, collegi che si discostavano più del 10 per cento, per eccesso o per difetto, dalla media della popolazione dei collegi della circoscrizione o della regione. Io lo studio ce l'ho qua, è una relazione molto consistente di circa 770 pagine, che non ho avuto modo di leggere approfonditamente in questi pochi giorni che ci sono stati concessi, ma che si può facilmente sfogliare. Questa relazione, già all'epoca, appunto, diceva che, per esempio, il massimo scostamento si registrava nel collegio Giugliano, in Campania, con una maggiorazione del 36 per cento di abitanti e quello minimo riguardava Roma-centro, Lazio 1, che aveva visto una diminuzione del 26 per cento di abitanti. Alla fine, la relazione della Commissione individuava un numero complessivo di ben 233 collegi Camera e 101 del Senato, sui quali era necessario intervenire.
Dunque, se questa era la situazione nel 2001, possiamo facilmente immaginare che, ad oggi, sedici anni dopo, possano essere intervenute variazioni ancora più consistenti. Io faccio l'esempio delle grandi aree metropolitane del Paese, dove è noto, a partire da Roma, che c'è stato uno spopolamento dei centri storici per l'alto costo degli affitti e delle abitazioni a favore, ad esempio, delle città dell'hinterland, della provincia.
Inoltre, ad esempio, per quanto riguarda i collegi del Senato, risulta che, accorpando i vecchi collegi Camera, si provoca uno squilibrio tra i diversi collegi, che possono andare in un range che va da 750 mila elettori fino a 250 mila elettori, una soglia più bassa di 250 mila elettori, ma questa disomogeneità tra collegi, così ampia e così consistente, rischia di incidere negativamente anche sul rispetto dell'articolo 48 della nostra Costituzione, che è quello relativo al principio dell'uguaglianza del voto.
Allora noi pensiamo che vada seguita una procedura corretta, che seguire una procedura corretta sia essenziale per costruire una buona legge elettorale, in modo tale da rivedere i confini dei collegi in una maniera rispettosa sia dei mutamenti demografici che sono intervenuti in questi ventisei anni e sia, anche, degli articoli 56 e 57 della Costituzione. Con alcuni emendamenti abbiamo chiesto una delega al Governo, che si possa avvalere di una Commissione per i collegi, presieduta anche in questo caso dal presidente dell'Istat e composta da esperti nominati dai Presidenti della Camera e del Senato e dal Ministero dell'interno. In quarantacinque giorni il Governo può lavorare per costruire una proposta da mandare alle Camere per i pareri, questa è la procedura corretta, questa è la via naturale di un processo di ridisegno dei collegi, che può anche, appunto, essere costruita in tempi non infiniti. E invece no! La fretta, la corsa con la quale stiamo conducendo i nostri lavori in una materia tanto delicata, tanto da rischiare la violazione degli articoli 56 e 57 della Costituzione, rivela il cuore di un patto politico tra i contraenti l'accordo su questo testo, e il cuore di questo patto politico è la prospettiva delle elezioni a settembre.
Io credo che sia un accordo opportunista, sbagliato, nel quale il merito passa in secondo piano rispetto all'obiettivo delle urne in settembre.
Abbiamo votato in tempi rapidissimi in Commissione, nel fine settimana, quando ci sono stati mesi nei quali avremmo potuto discutere, in maniera distesa, il merito di una legge elettorale. Stiamo votando in Aula in tempi rapidissimi, con un contingentamento, con gli emendamenti segnalati. Apprendiamo che ci sarebbe un termine ultimo, fissato, per l'approvazione di questa legge al Senato e, quindi, neppure il Senato potrebbe discutere ed eventualmente cambiare o migliorare il testo. Questa rincorsa che stiamo prendendo sulla legge elettorale, questa rincorsa che stiamo prendendo verso il voto è nella pura convenienza, forse, di qualche segretario di partito, ma non certo del Paese, che avrebbe diritto, dopo due leggi elettorali emendate dalla Consulta, di avere finalmente una legge elettorale degna di questo nome, una buona legge elettorale, che restituisca il diritto di scelta ai cittadini e agli elettori italiani (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Il deputato Domenico Menorello ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale di costituzionalità Monchiero, Dellai, Distaso ed altri n. 2.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, signora Presidente. Dal 9 febbraio la Commissione affari costituzionali lavora sulla questione della legge elettorale. Poi, solo un fine settimana per, effettivamente, capire e discutere di quella oggetto dei lavori dell'Aula. Ma, se c'è stato un punto fermo nei lavori della Commissione, condiviso da tutte le forze parlamentari, è la necessità di una particolare prudenza sotto il profilo della tenuta costituzionale della nuova disciplina elettorale. Infatti, a detta di tutti, nonché di tutti i costituzionalisti auditi, dopo due censure di costituzionalità da parte della Consulta sulle precedenti leggi elettorali, in nessun caso il Paese può permettersi un ulteriore cedimento sotto questo profilo.
E che questo sia un punto ampiamente condiviso è testimoniato dal tenore letterale del quesito che il MoVimento 5 Stelle ha proposto ai suoi elettori attraverso la piattaforma Rousseau. Chiedevano: siete favorevoli all'approvazione di un sistema elettorale di impianto tedesco che sia rispettoso della Costituzione? Quindi, questo è il nostro punto fermo.
Ora, qual è l'aspetto letterale su cui io mi soffermerò (perché credo che altri colleghi avranno modo di approfondire anche aspetti sostanziali)? Ebbene, Presidente, all'articolo 1 e, similmente, all'articolo 2 di questa proposta di legge si dice che nelle circoscrizioni sono ripartiti 225 collegi della Camera e, per ora, 112 al Senato. Quindi, c'è una ripartizione dei collegi fra le circoscrizioni. Questa locuzione teniamola a mente. È già stato detto dalla collega che mi ha preceduto che le modalità di ripartizione fanno riferimento ad un decreto del 1993, che cita esplicitamente in tutte le sue tabelle la popolazione del censimento 1991. È stato poi già detto, da chi mi ha preceduto, che una Commissione del 2003 si è già pronunciata circa il tasso di vetustà di questo censimento 1991, a cui ora la proposta di legge fa riferimento sia per la Camera sia per il Senato. Che cosa significa questo? Questo significa andare incontro, innanzitutto, ad uno squilibrio della rappresentanza, e lo dico citando testualmente le parole, del 5 giugno 2017, del professor Valerio Onida. D'altronde, signora Presidente, sono quasi 3 milioni gli abitanti di differenza fra il censimento del 1991 e il censimento del 2011 e, quindi, è del tutto evidente che i collegi Camera, così come, finché avremo questa proposta, i collegi Senato, non rappresentano l'attualità degli italiani.
Gli esempi sarebbero moltissimi, alcuni sono già stati citati, io ne voglio citare altri; se prendiamo la suddivisione dei collegi del Senato e li rapportiamo alla media della popolazione, se prendiamo il riferimento della popolazione media per ciascun collegio del Senato così come allegato alla tabella 2, vi sono molti casi di eclatante spostamento dalla media, li cito: Piemonte 7, meno 50 per cento rispetto alla media; Veneto 2, meno 55 per cento rispetto alla media; Friuli Venezia Giulia 2, più 40 per cento rispetto alla media; Emilia Romagna 7, più 49 per cento rispetto alla media; Umbria 2, più 49 per cento rispetto alla media; Lazio 8, meno 55 per cento rispetto alla media; Abruzzo 1, più 45 per cento rispetto alla media; Basilicata 1, più 52 per cento rispetto alla media.
Ebbene, la sostanza è dunque sotto gli occhi di tutti; la lettera che stiamo violando della Costituzione è quella dei commi 4, degli articoli 56 e 57, che obbligano, nel ripartire i seggi tra le circoscrizioni, a far riferimento all'ultimo censimento generale della popolazione. A nulla vale l'opposto argomento che è circolato in questi giorni, secondo cui il decreto che indirà le elezioni conterrà la ripartizione proporzionale in base all'ultimo censimento, perché questa parte di seggi, ovvero i 225 Camera, i collegi uninominali da cui deriverà un seggio parlamentare, vengono ripartiti per legge non in base all'ultimo censimento e questo è un dato inconfutabile.
D'altronde che così sia lo si legge allo stesso articolo 3 della proposta di legge che è qui in discussione. Vedete, colleghi, l'articolo 3, comma 3, nel dare la delega al Governo, chiede al Governo anche di rideterminare i collegi che noi oggi stiamo ripartendo fra le circoscrizioni, anche i 225 collegi uninominali - dice il legislatore prossimo al Governo - dovranno essere ripartiti in ciascuna circoscrizione in numero proporzionale alla rispettiva popolazione, sulla base dei risultati dell'ultimo censimento. Qui all'articolo 3, comma 3, c'è una palese confessione che quello che si decide in via transitoria è contro il dettato letterale della Costituzione della Repubblica.
E, allora, concludo, volendo ricordare a tutta l'Aula che quel principio di prudenza rispetto alla coerenza costituzionale, a parole, da tutti, unanimemente condiviso, deve trovare, qui, un coerente seguito nell'interesse del Paese, che non può permettersi un'ulteriore caduta sul piano della coerenza costituzionale.
Voglio anche ricordare, con molto piacere, un intervento che mi ha particolarmente colpito, mi pare la settimana scorsa; nell'ambito della discussione sulle aree protette, un collega del MoVimento 5 Stelle, a un certo punto, ha detto: noi - riferendosi al suo gruppo parlamentare - siamo qui per tenere vivo un sogno. Mi ha molto colpito questa sincera tonalità; ebbene, io credo che sia un sogno anche saper dire pane al pane e vino al vino, sapere dire “sì”, “sì”, “no”, “no”. Io credo che sia un sogno che non dobbiamo abbandonare anche saper dire, non solo in un quesito referendario, ma anche in quest'Aula un “no” ad una incontrovertibile violazione della Carta costituzionale, segnatamente agli articoli 56, 57 e 48 (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).
PRESIDENTE. Il deputato Antonio Marotta ha facoltà di illustrare la questione pregiudiziale Lupi, Buttiglione ed altri n. 3, di cui è cofirmatario.
ANTONIO MAROTTA. Signora Presidente, voglio chiarire all'inizio del mio intervento, che questa legge elettorale è di iniziativa parlamentare e ha fatto tutti gli step, fino a questo momento, affidati a una legge di iniziativa parlamentare; quindi, il Governo è rimasto fuori dagli interventi che possono riguardare questa legge elettorale. Noi, qui, come forza politica, ma penso tutti i deputati di questa Camera, siamo pronti a dare un contributo per migliorare questa legge elettorale.
La nostra pregiudiziale di costituzionalità, nella quale io credo in maniera totale, guardate, si fonda sulla lettura di un articolo della Costituzione. Io leggerò solo la parte che ci interessa, ma vorrei che tutti i colleghi la ascoltassero, perché nell'articolo 56 della Costituzione è scritto: “La ripartizione dei seggi tra le circoscrizioni, fatto salvo il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione Estero, si effettua dividendo il numero degli abitanti della Repubblica, quale risultato dell'ultimo censimento – lo ripeto, quale risultato dell'ultimo censimento - generale della popolazione, per seicentodiciotto (…)” e così via. È importante questo inciso che sta scritto nella Carta costituzionale: “quale risultato dell'ultimo censimento generale della popolazione”; e allora la prima domanda la vorrei fare ai deputati e ai colleghi del MoVimento 5 Stelle; voi sempre, con la Costituzione in mano, avete detto che per voi quella era il vostro vademecum, quella era il vostro punto di riferimento dentro quest'Aula, fuori da quest'Aula, negli interventi televisivi, sempre, la Costituzione, alta la Costituzione; benissimo, e, allora, oggi, io chiedo a voi, innanzitutto a voi se da quella Costituzione è venuta meno ed è caduta una pagina, quella che contiene l'articolo 56, perché è così evidente che se quella è la Carta costituzionale, se voi vi riferite a quella Costituzione, a quella che voi avete sbandierato ai quattro venti, sempre e comunque, allora dovevate tenere conto, e ancora avete la possibilità di farlo, di quell'articolo 56 che ha un contenuto preciso, preciso, non interpretativo, perché quando la Carta costituzionale dice: “quale risulta dell'ultimo censimento generale della popolazione”, essa fa riferimento all'ultimo censimento generale della popolazione. Allora, io mi chiedo, lo sapete qual è l'ultimo censimento che è stato fatto in Italia? È stato fatto nel 2011, ma lo chiedo a tutti, sapete che precedentemente ne era stato fatto uno nel 2003? Sapete che, invece, in questa legge elettorale è scritto, nell'articolo 2, che il riferimento è al censimento, lo leggo perché è il contenuto della normativa che ci apprestiamo a valutare, dice: Il territorio nazionale è diviso nelle circoscrizioni elettorali indicate nella tabella A allegata al presente testo unico, testo unico che fa riferimento alle circoscrizioni del territorio nazionale, sono costituiti 225 collegi, indicati nella tabella A allegata al presente documento, alla presente normativa. Sapete che dice la tabella A, allegata a questa normativa, l'avete letta? I numeri della seconda colonna corrispondono a quelli dei collegi uninominali previsti dal decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 535, recante determinazione dei collegi uninominali del Senato della Repubblica. E, allora, diteci voi: come fate a conciliare una determinazione di circoscrizione che fa riferimento a una popolazione e a una divisione del territorio dell'anno 1993 con la situazione attuale, nella quale, peraltro, ci sono stati due censimenti? Come fate a richiamare e a fare coincidere questo che è il contenuto della Carta costituzionale con quello che voi dite in questa normativa?
Ma il problema non è solo di stabilire quello che dice la Carta costituzionale. Questo perché? Perché 25 anni sono 25 anni. 25 anni fa, con tutto il rispetto, voi non eravate in Parlamento, e lo dico al MoVimento 5 Stelle. Quindi, voi siete venuti in un censimento che è avvenuto nel 2013 e, quindi, dovete fare riferimento, peraltro, anche alla vostra presenza per fare un esempio al 2011. Perché questo non è stato fatto quando la legge lo prevede? Perché non è stato fatto? Perché non si è data la delega al Governo! La diamo di un anno? Facciamola di tre mesi (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia), ma diamo al Governo e a chi è preposto a questa attività di porre in essere una revisione dei collegi e delle circoscrizioni che diversamente ci porterebbero a violare la Carta costituzionale.
Ma qui siamo in buona compagnia, signor Presidente e colleghi deputati, perché la Carta costituzionale e l'iter di una legge ha un doppio controllo: il primo controllo avviene da parte del Capo dello Stato ed è il primo controllo di costituzionalità, di regolarità e di rispetto della Costituzione; il secondo, poi, è affidato alla Corte costituzionale, ma io penso che non arriveremmo al secondo controllo, perché la violazione è talmente evidente che ci fermeremo al primo controllo.
Io vi faccio solo un esempio, vi faccio solo un esempio per vedere che quello che dico non ce lo siamo inventati ma è l'esatta determinazione di quello che succede. Io vorrei dire a chi ha fatto questa proposta di legge - e spero che si segni questo appunto - che siccome sono stati trasferiti tutti i collegi senatoriali per la Camera dei deputati, nell'Umbria noi abbiamo l'assegnazione di nove seggi (nove seggi!). Benissimo; secondo quella che è l'attuale tabella che dovremmo approvare in Umbria avremmo… No, intendevo dire la Basilicata e sulla Basilicata è ancora più chiaro e evidente, ma vale anche per l'Umbria. Dunque, in Basilicata noi abbiamo cinque collegi e un seggio per la proporzionale; quindi, cinque seggi verrebbero assegnati con il collegio e quindi con l'uninominale e uno col proporzionale. E, allora, come rispettate quei valori che voi avete indicato in questa proposta di legge, cioè che il 37 per cento venivano eletti nei collegi e il 63 per cento nel proporzionale? Se qui se ne eleggono cinque nei collegi, abbiamo che quasi il 90 per cento viene eletto dai collegi e al proporzionale resterebbe un solo posto. A queste domande dovete dare una risposta, perché altrimenti è chiaro che la legge finirà nella ghigliottina del rispetto della Costituzione e sarà annullata. Noi questo vi chiediamo. Non vogliamo fare ostruzionismi, non vogliamo fare polemiche con chicchessia. Noi il 5 per cento lo raggiungiamo, l'abbiamo già raggiunto e non abbiamo preoccupazioni di sorta, ma noi vogliamo una legge elettorale che rispetti la volontà dei cittadini ed è quello che avete sempre detto: che rispetti la volontà di chi va a votare. Se la dobbiamo cambiare in peggio è meglio quello che c'era prima; almeno, avevamo le idee chiare e i cittadini si erano fatti un'idea e sapevano che cosa votare. È quella legge per cui ora voi vi trovate in Parlamento e certo non avete rifiutato di venire in Parlamento. L'avete portata a termine, avete fatto i deputati, l'avete fatto per bene.
Quindi, la vogliamo cambiare? E allora cambiamola, ma cambiamola cercando di raggiungere dei risultati che portano a un momento che è la nostra battaglia di sempre, di governabilità e di rappresentanza della platea degli elettori. È chiaro - e concludo - che siamo di fronte a una patente violazione della Carta costituzionale. È chiaro che se continuiamo in questo percorso molto probabilmente stiamo facendo un lavoro inutile. E, allora, noi vi diciamo: valutate quello che diciamo, valutate la Carta costituzionale - ed ho finito -, valutate l'articolo 56, valutate la Costituzione a cui tutti facciamo riferimento, a cui tutti facciamo riferimento e ben facciamo a farvi riferimento.
È quella Costituzione che si voleva cambiare e non è stata cambiata perché era la migliore e la più bella e a cui eravamo tutti affezionati. E, allora, se veramente ci siamo affezionati e la rispettiamo, questo è il momento di dimostrare che veramente la rispettiamo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Libera-Tutti Insieme per l'Italia).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Daniel Alfreider. Ne ha facoltà.
DANIEL ALFREIDER. Grazie, Presidente. Esprimo il voto contrario dell'SVP e delle minoranze linguistiche in ordine alle questioni pregiudiziali presentate in Aula per quanto riguarda la definizione dei collegi elettorali e la ripartizione dei seggi contenute nel testo della Commissione. A nostro giudizio, le pregiudiziali presentate non hanno un sostanziale fondamento e, soprattutto, non possono precludere l'esame di merito da parte dell'Assemblea e il voto sulla proposta di legge elettorale. Vi sono due ragioni fondamentali e la prima ragione è già stata chiarita dal collega relatore Fiano in sede di discussione in Commissione e nella sua relazione all'Aula: la determinazione dei collegi uninominali avviene sulla base di un principio di garanzia che è obbligatorio nel caso delle leggi elettorali. Ne è fissato il numero: 225 per la Camera e 112 per il Senato, anche nella previsione che il Governo in caso di elezioni anticipate non possa esercitare nei tempi previsti la delega a regime che è contenuta nel testo di legge. Ai fini della rideterminazione dei collegi siamo in presenza, dunque, di una norma di salvaguardia, che non esclude né si contrappone all'esercizio della delega.
La seconda ragione è che non condividiamo le tesi secondo le quali il riferimento ai collegi, così come definiti dal decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 535, possa determinare, in assenza di un suo aggiornamento, uno squilibrio della rappresentanza parlamentare né, a maggior ragione, possa costituire una sostanziale violazione di quanto stabilito agli articoli 56 e 57 della Costituzione.
Non vi sono, dunque, profili di illegittimità. I riferimenti ai rilievi della Commissione per la revisione dei collegi elettorali espressi nel 2005 in ordine alla loro omogeneità e proporzionalità devono certamente essere tenuti in considerazione, ma secondo una chiara scala gerarchica. I rilievi posti ai fini di una revisione dei collegi e della loro entità demografica non possono prevalere sul fatto che la legge elettorale debba essere immediatamente e comunque applicabile. Tali concetti, a nostro giudizio, determinano la piena legittimità della ripartizione dei seggi attribuiti nei collegi uninominali e alle liste circoscrizionali…
PRESIDENTE. Concluda.
DANIEL ALFREIDER. …al di là, come è evidente e fondamentale per noi, del mantenimento della disciplina specifica per i seggi attribuiti alla Valle d'Aosta e al Trentino-Alto Adige.
Per tali ragioni chiediamo all'Aula di respingere le questioni pregiudiziali presentate e di procedere all'esame del testo.
PRESIDENTE. Adesso vorrei rallegrami con il collega Gian Mario Fragomeli per la nascita della figlia, Lidia. Tanti auguri a te, collega, e anche a tua moglie (Applausi).
Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Paolo Sisto. Ne ha facoltà.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Lo schema logico di questo momento dell'Aula parlamentare è assai semplice. Il Paese aveva e ha bisogno, secondo Costituzione, di una legge elettorale e…
PRESIDENTE. Colleghi, vi invito ad abbassare il tono della voce, perché si fa fatica a seguire gli interventi. Potete abbassare il tono della voce o uscire dall'Aula, se non siete interessati a seguire il dibattito? È possibile continuare? Allora, non tolgo la seduta, però invito tutti a seguire il dibattito. È una questione di rispetto. Stiamo trattando una materia molto seria e, quindi, mi sembra che abbiamo il diritto di seguire il dibattito. La prego, deputato Sisto.
FRANCESCO PAOLO SISTO. Grazie, Presidente. Dicevo, il Paese ha la necessità, anche per Costituzione, di avere una legge elettorale, quello che stiamo cercando di fare, e siamo in quest'Aula per questo.
Il Presidente Mattarella ha chiesto che questa legge elettorale fosse condivisa, e noi presentiamo una legge elettorale non condivisa, di più, condivisa da più fonti ideologiche, culturali, politiche. Quindi, abbiamo una legge elettorale condivisa, su cui si può anche non essere d'accordo, e questo è giusto, rientra nelle chance. Il dissenso direi che è addirittura essenziale, ma, da questo ad ipotizzare la incostituzionalità, credo ci passi. Viene segnalato un profilo di patologia costituzionale ai sensi dell'articolo 56, cioè per la, diciamo così, non rispondenza della individuazione dei collegi alla tecnica di individuazione di matrice costituzionale.
Dico subito, Presidente, con molta chiarezza, che siamo di fronte ad un testo normativo che ha in sé una delega nei confronti del Governo comunque ad adeguare, disegnare, rivedere i collegi entro un determinato periodo, e questo già rende questa legge, con questa delega, ben capace di adeguarsi a qualsiasi ipotetico criterio. Tutto da vedere sotto il profilo sostanziale se la modifica di questi criteri comporterà un sostanziale discostamento rispetto ai criteri attuali. Noi abbiamo forti dubbi per quelle che sono state le nostre valutazioni, ma la sostanziale costituzionalità non è in discussione certamente nell'ambito delle questioni pregiudiziali.
Resta, però, un dato, che io segnalo fortemente all'Aula: noi abbiamo già pagato per una legge elettorale incompleta, una legge elettorale solo per un ramo del Parlamento, incapace, quindi, di funzionare, e non mi sembra che si debba ripetere un analogo errore.
Quindi, il richiamo a quei collegi, così come disegnato da questo testo, serve soltanto ed unicamente ad avere una legge elettorale pronta, che immediatamente possa essere, per qualsiasi evenienza, messa al servizio del Paese. Quindi, credo che, come tanti hanno correttamente criticato quella scelta azzardata di un Italicum preordinato all'approvazione di una riforma costituzionale, e quindi la subordinazione di una legge elettorale ad una ipotetica riforma costituzionale, oggi non ci si possa lagnare se in questa legge elettorale vi sono dei collegi che sono pronti per dare al Paese la possibilità del voto, ma che hanno in sé una delega perché il Governo possa, con tempi più adeguati, valutare tutto quello che è possibile fare per garantire un maggiore respiro.
Ma oggi, con questa legge, noi siamo in condizioni di mettere al servizio del Paese e dei cittadini una legge elettorale pronta. Quindi, è salvissimo il profilo costituzionale; il profilo costituzionale è salvo nella misura in cui, nel combinato disposto dell'intera legge, noi siamo in condizioni di garantire la perfetta rispondenza di quei criteri al dettato costituzionale. In altri termini, la valutazione di urgenza non è una valutazione definitiva, e, nel combinato disposto fra la valutazione di urgenza e quella poi definitiva, vi è la capacità di perfetto adeguamento di questa legge all'attuale momento storico. Ecco perché, Presidente, noi voteremo contro la questione di pregiudiziale di costituzionalità, riaffermando la perfetta ortodossia del testo ai principi della nostra Carta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SANNA. Grazie. Credo che tutti noi sappiamo che il nostro sistema costituzionale deve funzionare e non può esserci più a lungo di quello che abbiamo lasciato, soprattutto dopo le sentenze della Corte che hanno sanzionato il precedente sistema elettorale e in una parte quello che abbiamo chiamato Italicum, non possiamo alla fine della legislatura lasciare un buco, perché questo buco non è solo un buco normativo costituzionale, ma è anche un buco di organizzazione della democrazia.
Dico solo questa come argomentazione di base circa la costituzionalità necessaria dello sforzo che stiamo facendo tutti insieme per dare al Paese una legge elettorale, e tralascio l'argomentazione se questa debba essere condivisa a maggioranza più larga di quella che abbiamo fatto la volta scorsa. Deve essere una legge elettorale che fondi una significativa adesione del sistema politico e sociale italiano verso l'istituto della democrazia parlamentare. È per questo motivo che penso che non bisogna fare, come hanno tentato di fare le eccezioni di costituzionalità, delle obiezioni imprecise, delle contestazioni che non sono fondate nemmeno sulla lettura del testo, perché, colleghi, dire che qui c'è un contrasto con l'articolo 53, 56 e 57 della Costituzione significa confondere quello che, da oltre settant'anni, la nostra Costituzione definisce come circoscrizioni elettorali con le sub circoscrizioni, che noi, invece, chiamiamo collegi nella nostra legge.
E guardate che, per quanto riguarda la rispondenza tra il popolo italiano, come esso è distribuito nel territorio italiano, e il numero di parlamentari che eleggeranno Camera e Senato, questo che noi facciamo nella legge, nel testo che ci apprestiamo a votare, è perfettamente adeguato alla Costituzione. Difatti, se voi andate a leggere, non viene modificata la norma fondamentale del decreto del Presidente della Repubblica n. 361 del 1957, che raccoglie tutta la normativa elettorale per quanto riguarda la Camera, e, invece, viene confermato nel testo che avete davanti per quanto riguarda il Senato all'articolo 2, comma 1, della nostra legge. Che cosa dice, che cosa afferma questa disposizione, sia per la Camera che per il Senato? Che solamente all'atto della indizione dei comizi elettorali, cioè quando il Presidente della Repubblica scioglie il Parlamento e convoca le elezioni, con questo atto, un decreto del Presidente della Repubblica, si attribuisce, ad ogni circoscrizione elettorale, più delle regioni alla Camera dei deputati, una per regione coincidente per regione al Senato della Repubblica, il numero di seggi che, in forza della popolazione censita all'ultimo censimento pubblicato, spettano loro.
Quindi, sarà una cosa che noi non scriviamo nella nostra legge, ma scriverà il Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, al momento della indizione delle elezioni. Non confondiamo il numero di collegi uninominali stabilito dalla legge con il numero dei seggi assegnato ad ogni circoscrizione e ad ogni regione, perché sappiamo che il numero dei collegi uninominali è inferiore, per come è scritto nelle tabelle che qui sono evocate in contestazione, rispetto al numero dei seggi. Questo è il tema. Poi c'è una rete di protezione: sono le tabelle che definiscono i seggi e i collegi uninominali a cui essi corrispondono, ma è, soprattutto, la delega contenuta all'articolo 3, che afferma che, anche all'interno delle circoscrizioni, verrà fatta una omogeneizzazione del rapporto tra la popolazione e i collegi uninominali. Questo, però, avviene dopo, dopo che il Presidente della Repubblica avrà assegnato a ciascuna regione, sulla base del censimento pubblicato, il numero di parlamentari alla Camera e al Senato. Per questo motivo, chiedo ai colleghi di votare con tutta serenità contro le eccezioni di costituzionalità presentate dalle opposizioni (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Tancredi Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Grazie, Presidente. Alternativa Libera voterà a favore di tutte e tre le questioni pregiudiziali di costituzionalità; voterà a favore perché i diversi costituzionalisti, i diversi esperti giuristi, hanno effettivamente sollevato questo problema di costituzionalità presente in questa proposta di legge elettorale. Effettivamente andare a perimetrare i collegi elettorali sulla base di un censimento del 1991, e quindi non sull'ultimo censimento, va palesemente contro la Costituzione. Non ci convincono le giustificazioni adottate, in particolar modo dal relatore per la maggioranza, il collega Fiano: secondo noi un problema di costituzionalità è evidente. Sono curioso di vedere come voterà su queste pregiudiziali il MoVimento 5 Stelle, dopo che ha fatto una campagna elettorale sul fatto che questo Parlamento non sia stato in grado di approvare due leggi elettorali (mi riferisco al Porcellum e poi all'Italicum), entrambe dichiarate poi incostituzionali. Chiudo, Presidente, nel ribadirle quindi il voto favorevole a tutte e tre le pregiudiziali.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Bruno Murgia. Ne ha facoltà.
BRUNO MURGIA. Signor Presidente, Fratelli d'Italia voterà sì alle pregiudiziali proposte dai colleghi: noi concordiamo con i temi che sono stati posti, a partire soprattutto dalla questione che riguarda i collegi. Grandi collegi che stabiliscono un super-inciucio e un super-proporzionale: è stato già spiegato molto bene che questi collegi sono stati disegnati rispetto a quelli del 1993, mentre gli ultimi censimenti sono più recenti, quindi stabiliscono che vi è stato un cambio demografico, un cambio della popolazione e della sua distribuzione in Italia.
C'è anche un altro aspetto che è stato posto, quando si dice che, in alcuni casi, si può pensare che il collega che vince nell'uninominale, e però non ha raggiunto con il suo partito il 5 per cento, potrebbe risultare non eletto. C'è però un problema di fondo in questa legge “super-inciucista”, piuttosto brutta e che noi rifiutiamo in pieno, a partire appunto da questo dubbio di costituzionalità sugli articoli 56 e 57. Ci sono degli aspetti politici, perché noi pensiamo che il Paese con questa legge venga consegnato all'ingovernabilità, attraverso la dabbenaggine di un accordo che non ha molta intelligenza, per poi essere costretti a votare subito dopo. Per cui noi pensiamo che sarà poi il Presidente della Repubblica… Lasciamo stare le varie interpretazioni della Costituzione: sarà il Presidente della Repubblica a dirci se queste norme siano incostituzionali, come noi crediamo, oppure no. Per questo voteremo sì.
PRESIDENTE. Sono così esauriti gli interventi sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità.
ACHILLE TOTARO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ACHILLE TOTARO. Presidente, io chiedo a nome del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale il voto segreto sulle pregiudiziali, e chiedo…
PRESIDENTE. È già stato chiesto ed ottenuto.
ACHILLE TOTARO. Chiedo ad altri gruppi di aderire a questa proposta.
PRESIDENTE. No no, già l'abbiamo concesso, guardi. Io già ho ricevuto la richiesta, e già ho concesso il voto segreto.
ACHILLE TOTARO. Ah, bene. Grazie. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Passiamo quindi ai voti.
Avverto che, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, è stata avanzata dai presidenti dei gruppi Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista, Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD e Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale richiesta di scrutinio segreto sulle questioni pregiudiziali in esame. Tale richiesta può essere accolta.
Passiamo quindi ai voti.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sulle questioni pregiudiziali di costituzionalità Laforgia ed altri n. 1 (Versione corretta), Monchiero, Dellai, Distaso ed altri n. 2, Lupi, Buttiglione ed altri n. 3.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 1).
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, le chiederei una sospensione di un'ora per riunire il Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Bene, allora sospendiamo la seduta, che riprenderà alle ore 16, al fine di consentire lo svolgimento del Comitato dei nove.
La seduta è sospesa.
La seduta, sospesa alle 14,55, è ripresa alle 16,20.
Missioni.
PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 46, comma 2, del Regolamento, i deputati Alfreider, Amendola, Amici, Bobba, Bocci, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Brunetta, Cicchitto, Costa, D'Alia, Del Basso De Caro, Dellai, De Micheli, Epifani, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Garofani, Giancarlo Giorgetti, Giorgis, Gozi, La Russa, Laforgia, Losacco, Lupi, Madia, Marcon, Migliore, Molea, Pes, Portas, Ravetto, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Schullian, Sottanelli, Tabacci, Valeria Valente e Vignali sono in missione a decorrere dalla ripresa pomeridiana della seduta.
I deputati in missione sono complessivamente centodue, come risulta dall'elenco depositato presso la Presidenza e che sarà pubblicato nell'allegato A al resoconto della seduta odierna.
Sul grave attentato avvenuto a Teheran (ore 16,22).
PRESIDENTE. (Si leva in piedi e, con lei, l'intera Assemblea e i membri del Governo). Care colleghe e cari colleghi, come sapete, un grave attacco terroristico è stato messo in atto questa mattina a Teheran nella sede del Parlamento e nei pressi del monumento dedicato all'Ayatollah Khomeini. Almeno 12 sono le vittime e 40 i feriti. Numerose persone sono state trattenute in ostaggio per ore. Quanto accaduto a Teheran è l'ennesima dimostrazione non solo del carattere sanguinario e della pericolosità del terrorismo islamista, ma anche del suo agire su scala globale. Colpisce non solo in Europa, come ha fatto con inaudita ferocia a Manchester, ma anche in Paesi di fede e tradizione islamica come l'Iran e recentemente l'Afghanistan.
Questa minaccia globale richiede la massima unità e determinazione della comunità internazionale. Intendo esprimere ai familiari delle vittime, al Presidente del Parlamento, e a tutto il popolo iraniano, la solidarietà, la vicinanza e l'impegno della Camera dei deputati.
Invito, dunque, l'Assemblea a osservare un minuto di silenzio (L'Assemblea osserva un minuto di silenzio).
Sull'ordine dei lavori (ore 16,25).
DANILO TONINELLI. Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. La ringrazio, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori per specificare che dei circa 100 emendamenti a voto segreto, non ce n'è uno, ed uno solo, di cui il MoVimento 5 Stelle abbia fatto richiesta.
Tutti coloro che hanno chiesto di votare a voto segreto è semplicemente perché hanno paura di metterci la faccia, Presidente, e hanno solo lo scopo di affossare la legge.
Il MoVimento 5 Stelle non ha la volontà di affossare la legge (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). Vuole votare di fronte agli italiani questa legge elettorale e le migliorie che riteniamo importanti da apportare alla legge elettorale.
PRESIDENTE. Scusi deputato, non è stata formulata nessuna richiesta ancora (Commenti).
DANILO TONINELLI. Dicono che ce ne siano cento. Se non ci fosse nessuna richiesta…
PRESIDENTE. Non ho nessuna formulazione di richiesta di voto segreto, deputato.
Alla Presidenza non è pervenuta nessuna richiesta di voto segreto. Se arriverà, la Presidenza la concederà o meno sulla base del Regolamento.
DANILO TONINELLI. Allora, le anticipo che, se ce ne fosse qualcuna dopo, non sarà certamente del MoVimento 5 Stelle (Commenti)…
PRESIDENTE. Colleghi, per favore, lasciatelo terminare!
DANILO TONINELLI. È semplicemente perché chi è pronto a farlo ha paura di andare al voto anticipato con una buona legge elettorale.
MAURIZIO LUPI. Chiedo di parlare sull'ordine lavori e per un richiamo al Regolamento, articolo 8.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Allora, signora Presidente, lei sa ed è a conoscenza del fatto che, in questi giorni, noi, numerose volte, il mio gruppo e altri gruppi, le hanno chiesto, proprio in funzione del suo compito che gli attribuisce il Regolamento, di programmare sia i lavori di Commissione che i lavori della nostra Aula, in funzione della possibilità di dare a tutti i colleghi parlamentari, ma anche ai diversi gruppi, non solo la possibilità di presentazione degli emendamenti, ma la possibilità di approfondire nel dettaglio questo testo di legge, che è una delle leggi più importanti che il Parlamento si appresta ad approvare. Sa altrettanto che la nostra richiesta è sempre stata puntuale rispetto alle novità che, di volta in volta, venivano in sede di Commissione. Si sono allegati i collegi che prima non c'erano, determinazioni delle circoscrizioni, e ovviamente le sostituzioni di una legge con un'altra. Lei ci ha risposto puntualmente con la preoccupazione sempre di garantire una conclusione certa dei nostri lavori. Le avevamo detto che la Conferenza dei capigruppo aveva approvato all'unanimità che, entro la fine di giugno, la Camera avrebbe dovuto approvare questa legge. Da parte dei quattro gruppi di maggioranza, c'è sempre stato detto invece l'urgenza di approvarla entro questa settimana.
Vengo al dunque. Veniamo a sapere dalle agenzie che, in questo momento, vi sarebbe una richiesta, da parte di uno dei gruppi di questa nuova maggioranza che ha sostenuto questa legge elettorale, di poter spostare il voto finale da questa settimana alla giornata di lunedì. E sembra altrettanto - questo avviene sempre attraverso la rete, attraverso le comunicazioni stampa - che ci sia una disponibilità da parte degli altri quattro gruppi di maggioranza che, a seconda se sono in maggioranza o in opposizione, piegano il Regolamento a loro piacere. Allora, quello che io le chiedo è che il Parlamento non è una rete, non è che il Parlamento è sottoposto al fatto che alcuni gruppi debbano sottoporre alla rete se approvare o meno questa legge elettorale.
Noi riteniamo che si debba ovviamente avere il tempo necessario per approfondire, per sviluppare, per fare un dibattito tale che permetta in tempi certi di approvare questa legge. C'è stato più volte risposto, dandoci tempi stretti. L'ultima volta, addirittura, avendo chiesto un slittamento dei tempi per avere una possibilità di emendamenti, ci sono state date solo, non mi ricordo, se otto, nove o dieci ore. Ebbene, io le chiedo un'immediata convocazione della Conferenza dei capigruppo prima di iniziare i lavori per avere una certezza insieme, oggi, non domani o dopodomani, della programmazione dei nostri lavori. Si vuole andare a concludere lunedì, si vuole concludere martedì, si vuole concludere mercoledì, la Conferenza dei capigruppo immediatamente si ritrovi. Se ci sono dei problemi comprensibili di frizioni all'interno della nuova maggioranza sono cose che sono assolutamente comprensibili. Ci sono temi delicatissimi che riguardano ovviamente le preferenze, che riguardano la costituzionalità dei collegi, che riguardano il voto disgiunto, che riguardano ovviamente i temi importanti che hanno un unico scopo per noi: fare una buona legge. Ma, in questo momento, il problema è la programmazione dei nostri lavori.
Se cambia il Calendario, io credo che è la Conferenza dei capigruppo, non le agenzie, non gli accordi tra gruppi parlamentari, che deve riprogrammare con serietà i propri lavori e decidere quando vogliamo concludere il nostro iter. Quindi, le chiedo di non procedere nei lavori, di convocare la Conferenza dei capigruppo e di verificare se viene confermato il calendario, cioè la conclusione a questa settimana con l'approvazione, oppure, legittimamente, se ci sono delle necessità per chiarire, per approfondire, per verificare. Presidente, mi risulta addirittura che ci sia un emendamento che per la quattordicesima volta cambia i collegi: è una cosa inaccettabile (Applausi dei deputati dei gruppi Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD, Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista, Civici e Innovatori, Democrazia Solidale-Centro Democraticoe Misto-Conservatori e Riformisti)!
Stiamo approvando una legge elettorale, è evidente a tutti che quello che si sta facendo è una forzatura. È assolutamente certo che quello che stiamo facendo è contro la Costituzione, ed è talmente certo e vero che, attraverso emendamenti e subemendamenti, in quattro giorni si sono cambiati i collegi elettorali, che riguardano l'elezione dei deputati alla Camera oppure dei senatori al Senato!
Allora, signor Presidente, bisogna ritornare alla normalità. Le chiedo la cortesia, insieme con gli altri gruppi: programmiamo con calma, tranquillità e certezza dei tempi i nostri lavori, diamo tempo di presentare emendamenti, di subemendare e di verificare se sono state messe stupidate o idiozie “tecniche”, e poi andiamo avanti con tranquillità.
FRANCESCO LAFORGIA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LAFORGIA. Signora Presidente, penso che la materia di cui stiamo discutendo sia estremamente delicata, e spiace realizzare quasi alla fine di questa legislatura che questa sarà segnata negativamente, innanzitutto nella materia elettorale. Questa è la legislatura nella quale si è costruita una legge elettorale, come l'Italicum, che molti di noi avevano già capito fosse incostituzionale prima del pronunciamento della Consulta, e su quella legge è stata posta la questione di fiducia. Oggi il Parlamento avrebbe la possibilità di riparare a quei peccati che ha commesso, innanzitutto immaginando uno spazio civile di confronto su questa materia.
Penso che l'onorevole e collega Maurizio Lupi abbia ragione, quando dice che noi abbiamo dimostrato - quelli che sono fuori dal gran tavolo dell'accordone sulla legge elettorale - un senso di responsabilità, segnalando la disponibilità a rispettare gli impegni che ci siamo dati, però, signora Presidente, qui sta accadendo qualcosa di inedito, cioè si sta scoprendo che quel patto, di ora in ora, viene modellato in relazione alle ansie, ai dubbi e alle frustrazioni dei singoli contraenti, e non è possibile che quest'Aula sia ostaggio - ostaggio! - di questa dinamica. Per questo vogliamo rispettare l'impegno di dare una legge elettorale a questo Paese, di farlo in fretta, ma vogliamo avere lo spazio e il tempo adeguato per farlo. Ci è stato chiesto un impegno sul contingentamento e poi ci viene fatta contemporaneamente la richiesta di far slittare il voto finale a lunedì: cioè, ci sono delle contraddizioni che vanno sciolte. Allora, non si può abusare del nostro senso di responsabilità, per questo penso che la richiesta di convocare una Conferenza dei capigruppo, che metta un punto fermo sulla modalità, sulla tempistica, sia una richiesta legittima che ci sentiamo di fare, e che va nella direzione di ridare una dignità a una discussione che deve essere informata da uno spirito che non dico e non pretendo, guardando anche retrospettivamente a questa legislatura, costituente, ma quanto meno che tratti questa materia, che riguarda le regole democratiche di questo Paese, con la giusta e dovuta attenzione (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
IGNAZIO LA RUSSA. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori per aderire alla richiesta della convocazione della Conferenza dei presidenti di gruppo formulata dal presidente Lupi, anche perché tutto è lecito, anche chiedere di interpellare la rete. Fra l'altro, non so su cosa, perché, visto che poi cambia ogni minuto, se c'è un emendamento sostitutivo, facciamo un'altra sosta per un altro interpello alla rete? Diventa difficile. Ma soprattutto, il mio dubbio è che non serve a niente. Se i colleghi dei 5 Stelle insistessero, io non sono mai contrario. Però, metti che la rete decida una cosa, come a Genova, e poi Grillo decida diversamente, avremmo perso tempo per nulla (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
GIULIO MARCON. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIULIO MARCON. Signora Presidente, il nostro gruppo si associa alla richiesta dell'onorevole Lupi della convocazione di una Conferenza dei capigruppo. Abbiamo lavorato a ritmo indiavolato in questi giorni, abbiamo varato con tempi molto compressi e abbiamo aderito alle richieste di rendere più veloce l'iter della discussione e poi dell'approvazione di questa legge. Tra l'altro, stiamo discutendo e voteremo questa legge in giorni di campagna elettorale, quindi, mentre il Senato è chiuso per permettere ai senatori di partecipare alla campagna elettorale, noi siamo qui a votare questa legge. E adesso sappiamo dalle agenzie, da fonti di stampa, che ci sarebbe una richiesta, una sollecitazione a rinviare l'approvazione della legge alla prossima settimana. Noi non siamo evidentemente contrari alle richieste dei gruppi politici, come è successo in passato, per avere tempo, per approfondire, però chiediamo che la decisione venga assunta nelle sedi proprie, e la sede propria è la Conferenza dei capigruppo. Abbiamo convenuto in Conferenza dei capigruppo i tempi, abbiamo convenuto i modi attraverso i quali approvare questa legge, e chiediamo che formalmente si riportino in quella sede le decisioni che vanno assunte. Chiediamo anche in questo caso che tutto non ci faccia con la fretta, e non si faccia con decisioni di carattere extra-parlamentare. Quindi, noi ci affidiamo a lei, di cui conosciamo l'equilibrio e la serenità con cui prende le decisioni rispetto a temi così delicati, e pensiamo che sia appunto il caso di convocare subito la capigruppo per definire il calendario, se ci sono delle richieste che vanno in questo senso. Ripeto, abbiamo lavorato a dei ritmi forsennati in questi giorni, adesso dovremmo fermarci per dare tempo a qualcuno di poter affrontare e decidere su questi temi, però facciamolo con tutta trasparenza, senza forzature, senza accordi sottobanco, senza corsie privilegiate di alcune forze politiche. Lo deve decidere il Parlamento, lo devono decidere tutti i gruppi politici (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).
MASSIMO PARISI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Presidente, intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Io ho un ricordo molto nitido dell'approvazione, in quest'Aula, in prima lettura, dell'Italicum: in quell'occasione, il MoVimento 5 Stelle, mentre noi votavamo la prima versione dell'Italicum, stava effettuando un sondaggio online per decidere quale proposta di legge sottoporre al Parlamento. Nel mentre, quest'Aula - e fece bene - andò avanti e fece il suo dovere. Presidente, io penso che questa richiesta, non so in che modo formulata, e di cui stiamo discutendo, sia semplicemente inaccettabile - inaccettabile! -, per la dignità del Parlamento e per i motivi per i quali siamo qui, pagati dai cittadini. Non c'è sondaggio online che possa tenere: noi dobbiamo fare il nostro dovere, votare gli emendamenti!
Segnalo, peraltro, che sarebbe davvero singolare che ci trovassimo ad affrontare delle votazioni sapendo che la decisione, di uno dei gruppi contraenti questo sedicente patto, è ancora subiudice, perché io potrei aver presentato degli emendamenti sulla base del fatto che so che c'è un certo tipo di accordo, e quindi posso essere indotto anche a votare in maniera difforme o tattica o diversamente congegnata in relazione a questo evento. Quindi, si vada avanti e si votino gli emendamenti. Qualsiasi decisione diversa, a mio avviso, non può che essere presa dalla Conferenza dei capigruppo. Ripeto, secondo me non possiamo che respingere, per la dignità del lavoro di questa Aula e dell'importanza delle cose che stiamo facendo, questa assurda richiesta.
LORENZO DELLAI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
LORENZO DELLAI. Presidente, telegraficamente, sull'ordine dei lavori, noi pensiamo che ogni gruppo parlamentare abbia il diritto di riflettere e di consultare chi crede, nelle maniere e con le forme che meglio crede, però c'è effettivamente un problema, e da questo punto di vista la richiesta del collega Lupi a me pare ineccepibile. Vorrei anche aggiungere, al di là della naturale tensione di questi momenti, che in tempi normali probabilmente sarebbe stata considerata del tutto ovvia e appunto naturale.
Ci eravamo dati dei tempi, il nostro gruppo aveva chiesto tempi ulteriori per poter riflettere e valutare gli emendamenti che via via erano arrivati e stanno ancora arrivando; si era convenuto in un certo modo. Ora apprendiamo anche noi dalle agenzie - se è vero - che vi sarebbero richieste e anche valutazioni positive su un diverso ordine dei nostri lavori. Ora io non vorrei qui richiamare le parole del Presidente Napolitano, ma non c'è dubbio che questo modo di procedere della Camera e immagino anche poi del Senato non si addice ad un passaggio così importante come quello di una legge elettorale.
Questo lo dico al di là del merito, noi abbiamo le nostre opinioni, le abbiamo dette e le confermeremo, ma rispettiamo ovviamente un orientamento apparentemente largamente maggioritario che è di segno diverso.
Tuttavia, io credo che c'è un limite a tutto, ci sono anche questioni che non sono solo formali e rituali, ci sono questioni che riguardano la natura del nostro essere qui in quest'Aula e quindi io penso, ripeto, che la proposta fatta dal collega Lupi sia assolutamente ineccepibile e a questa richiesta, in termini di metodo, noi ci associamo (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).
ADRIANA GALGANO. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie Presidente, noi ci associamo alla richiesta dell'onorevole Lupi di convocazione immediata della capigruppo, anche perché è stata consegnata al Comitato dei nove una nuova formulazione di un emendamento sui collegi del Senato che è la terza in cinque giorni e noi crediamo che il Parlamento, la Camera debba avere il tempo congruo per analizzarla come si conviene a questa istituzione (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).
DANIELE CAPEZZONE. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente, per due considerazioni; la prima: squarciano il velo delle ipocrisie, è evidente che ci sono quattro forze politiche che hanno raggiunto un'intesa che a molti di noi non piace e però hanno un'intesa con una riserva mentale, di vedere che cosa succede nel gioco dei voti, nel gioco dei voti segreti, qualcuno si riunirà in modalità tradizionali, il MoVimento Cinque Stelle si riserva il jolly, diciamo così, della consultazione finale, per potere, con quel paracadute, dire l'ultimo sì o l'ultimo no, il Partito Democratico sta a vedere, gli altri stanno a vedere.
Un Parlamento non lavora così, cioè l'idea che il lavoro inizia con una navigazione incerta, senza carte e senza bussola e poi quattro attori esterni al Palazzo diranno sì, diranno no, diranno un sì veloce, diranno un sì lento, un no veloce o un no lento, con il Parlamento ridotto a mera camera di registrazione di ciò che sarà deciso altrove, a me sembra poco decoroso, signora Presidente.
Aggiungo: il collega Distaso per noi, in Commissione affari costituzionali, aveva formulato una richiesta, a me pare, signora Presidente, mi rivolgo proprio a lei, di elementare buonsenso, di elementare buonsenso.
Si approva una legge elettorale; era necessario avere perlomeno una, due o tre simulazioni del sistema elettorale sulle ultime una, due o tre elezioni precedenti.
Nemmeno questo si è potuto avere, perché la Commissione doveva correre, correre, correre. Nemmeno avere la simulazione di cosa sarebbe accaduto nel 2013, nel 2008, nel 2006, nel 2001 con questo sistema elettorale.
Non si sono trovate dodici ore per far fare al servizio studi questa simulazione che, mi permetta, anche in un laboratorio il più scassato del primo anno di scienze politiche un assistente di passaggio avrebbe richiesto e preteso, e invece però ora siamo appesi a vedere se il voto finale si fa prima, si fa dopo.
Signora Presidente, io mi permetto di dire, per il rispetto che ho per lei, lei presiede il Parlamento della Repubblica e sta a lei, io credo, l'onore e l'onere di far sì che il Parlamento non cominci a discutere così, senza simulazioni, senza sapere che cosa accadrebbe, a che gioco giochiamo, con la riserva mentale delle varie forze politiche.
È bene che tutti mettano le carte e le intenzioni sul tavolo subito, dopodiché si potrà lavorare in modo spedito e positivo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Vi ringrazio. Allora, non ci sono ulteriori interventi.
Io vorrei ricordare a tutti che, riguardo ai tempi e alle modalità di lavoro, c'è stata una capigruppo, io ho concesso un giorno in più di lavori in Commissione rispetto a quelli che avevamo stabilito, ho prorogato i termini per la presentazione degli emendamenti.
Adesso c'è questa agenzia che circola ma, voglio dire, è un'agenzia di stampa.
Io faccio presente che, nel nostro programma e nel calendario, se voi vedete, noi abbiamo chiaramente scritto che i giorni di Aula erano 6, 7 e 8 e poi, se andate nella settimana dopo, vedrete cosa c'è scritto: ossia l'eventuale seguito dell'esame delle proposte di legge in materia elettorale previste nella settimana precedente, ove non concluso.
Quindi qui sta scritto tutto, io non interpreto, quindi non è qualcosa che adesso sta emergendo che andrebbe contro quanto stabilito in capigruppo, perché, in capigruppo, abbiamo stabilito questo e qui sta scritto quello che abbiamo stabilito.
Ergo, io prendo atto della richiesta di fare una capigruppo, non sto dicendo che non la faremo, però dico anche, colleghi e colleghe, avviamo le votazioni e poi dopo, più tardi, faremo la capigruppo e mi sembra giusto venire incontro a questa richiesta, però intanto direi di dare il via alle votazioni e poi, a fine seduta, potremo fare questa capigruppo che mi è stata chiesta da più gruppi.
Quindi, io intendo proseguire.
Si riprende la discussione (ore 16,45).
(Esame degli articoli - A.C. 2352-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame degli articoli del testo unificato delle proposte di legge e degli emendamenti presentati, nel testo della Commissione.
Avverto che, per un mero errore materiale, nel fascicolo non è riportato l'emendamento Ribaudo 3.900, che è in distribuzione.
Avverto che la Presidenza non ritiene ammissibile, ai sensi di quanto stabilito dalla Giunta per il Regolamento nella seduta del 7 marzo 2002, l'emendamento Parisi 1.569 che, nel novellare l'articolo 7 del DPR n. 361 del 1957, prevede l'ineleggibilità dei magistrati ordinari, amministrativi, contabili e militari, anche se collocati in aspettativa.
Tale proposta emendativa, volta di fatto ad introdurre nell'ordinamento un'ipotesi di ineleggibilità assoluta, si pone in evidente e manifesto contrasto con l'articolo 51, primo comma, primo periodo, della Costituzione, in cui si prevede che tutti i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza.
Avverto che, fuori della seduta, gli emendamenti Merlo 1.300, Marguerettaz 1.302, Michele Bordo 1.463, Ferrari 1.545, Marco Di Maio 1.555 e 1.534, Famiglietti 1.549, Malisani 2.478 e 3.465 sono stati ritirati dai presentatori.
Avverto, inoltre, che è in distribuzione la versione corretta degli emendamenti Cristian Iannuzzi 1.220 e Misuraca 1.574.
Avverto, infine, che la Commissione ha presentato gli emendamenti 1.1000, 1.1001, 2.1000 e 2.1001, che sono in distribuzione.
La Commissione bilancio ha espresso il prescritto parere, che è in distribuzione (Vedi l'allegato A).
In particolare, tale parere reca una condizione volta a garantire il rispetto dell'articolo 81 della Costituzione, che sarà posta in votazione ai sensi dell'articolo 86-bis, comma 4, del Regolamento.
Allora, informo l'Assemblea che, in relazione al numero di emendamenti presentati, la Presidenza applicherà l'articolo 85-bis del Regolamento, procedendo in particolare a votazioni per principi o riassuntive, ai sensi dell'articolo 85, comma 8, ultimo periodo, ferma restando l'applicazione dell'ordinario regime delle preclusioni e delle votazioni a scalare.
La Presidenza, ai fini di consentire una più ampia valutazione delle questioni poste, ha ritenuto di ammettere alla discussione ed al voto un numero maggiore di emendamenti, pari al triplo di quelli che sarebbero consentiti.
A tal fine, sono stati invitati a segnalare gli emendamenti da porre comunque in votazione i gruppi Civici e Innovatori, Scelta Civica, Fratelli d'Italia, il gruppo Misto per le componenti politiche dei Conservatori e Riformisti e Alternativa Libera, nonché il deputato Cristian Iannuzzi.
(Esame dell'articolo 1 - A.C. 2352-A ed abbinate)
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 1 e delle proposte emendative ad esso presentate (Vedi l'allegato A).
MAURIZIO LUPI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Sul complesso?
MAURIZIO LUPI. No, signora Presidente. Sul complesso interverrà il collega Cicchitto. Era solo sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MAURIZIO LUPI. Ho preso atto, signora Presidente, della sua decisione, che mi sembra anche, rispetto all'andamento dei lavori, di buonsenso. Le chiedo, però, una cortesia. Visto che lei ha detto che comunque nella giornata di oggi sarà convocata una Conferenza dei capigruppo...
PRESIDENTE. Al termine d'Aula.
MAURIZIO LUPI. …se potesse dirci un orario. Grazie.
PRESIDENTE. Sì, deputato Lupi, io pensavo di farla al termine d'Aula, in modo che, quando finiamo di votare, facciamo la capigruppo, come spesso accade in queste circostanze. Quindi, adesso, l'ora precisa non so dirla.
MAURIZIO LUPI. Il termine d'Aula lei sa che può essere alle 19,30, alle 20, alle 20,30. Credo che, lavorando insieme bene, come dobbiamo fare, possiamo decidere - non voglio sostituirmi ovviamente alla sua responsabilità e alla sua decisione - per esempio alle 19,30 di convocare la Conferenza dei capigruppo.
PRESIDENTE. Va bene. Ho capito, d'accordo. Allora facciamo alle ore 20. Va bene? D'accordo?
Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti il presidente Cicchitto. Ne ha facoltà.
FABRIZIO CICCHITTO. Signora Presidente, il nostro dibattito sul complesso degli emendamenti si svolge in una condizione certamente singolare, perché è evidente, dalla discussione che c'è stata poco fa e anche dalle note di agenzia, che un'entità esterna a questo Parlamento, ma che su questo Parlamento esercita una grande influenza - mi riferisco a Grillo - ha dichiarato che stiamo sostanzialmente di fronte ad una sorta di sospensiva, nel senso che noi siamo legittimati a potere continuare i nostri lavori, ma, quando avremo completato questi nostri lavori, c'è una clausola sospensiva sui lavori di questo Parlamento, perché un'entità esterna dovrà indire una consultazione. Questo è il primo elemento fortemente singolare che caratterizza il nostro dibattito.
Ma metto da parte questo e voglio aggiungere un altro dato. Nella giornata di oggi il presidente Renzi ha detto che non c'è rapporto tra l'approvazione della legge elettorale e la data delle elezioni. E, però, il modo con cui sono andati avanti i nostri lavori contraddice totalmente questo. Infatti, il Pd ha presentato in questo Parlamento un progetto fortemente maggioritario e su di esso si è manifestato il consenso della Lega e il dissenso di altri gruppi e in primo luogo di Forza Italia. Ad un certo punto, però, il presidente Berlusconi ha trovato la chiave per sbloccare la situazione, dando la sua disponibilità al voto il 24 settembre. Solo in quel momento, solo in seguito a questa mossa decisiva del presidente Berlusconi, il gruppo del PD ha ritirato il suo disegno di legge maggioritario e ne ha messo in campo uno di segno opposto, di orientamento assolutamente proporzionale. Quindi, è evidente che c'è una connessione, nelle intenzioni del segretario del PD, tra la data delle elezioni e il tipo di legge elettorale che qui si approva, al punto tale che si muta l'indirizzo di fondo di questo progetto di legge elettorale sulla base della disponibilità di un gruppo, che fino allora l'aveva contestato - mi riferisco al gruppo di Forza Italia -, sulla data delle elezioni al 27 settembre.
Quindi, questo è un altro elemento che grava sui nostri lavori in modo assolutamente singolare. In modo assolutamente singolare per mille ragioni. Per le ragioni che sono state descritte prima dall'onorevole Marotta e da altri, che pongono dei problemi gravissimi per quello che riguarda la costituzionalità, ma anche per una ragione più di fondo. È quella che è stata sottolineata, tra gli altri, dal presidente Napolitano, per il fatto che sostanzialmente noi andremmo a delle elezioni anticipate, anticipatissime, ovvero non faremmo campagna elettorale, ma andremmo di corsa: presentando le liste il 10 agosto, si farebbero dopo le elezioni di lì a un mese.
E non si venga ad invocare la Germania, perché la Germania, se Dio vuole, sta in campagna elettorale da quattro mesi. Ma non si venga a invocare la Germania nemmeno per questo testo di legge elettorale.
Vedete, colleghi del MoVimento 5 Stelle, noi vogliamo venirvi incontro con i nostri emendamenti, perché la legge oggi in discussione non è una legge tedesca. Io la chiamerei la legge “Fianum”, per riconoscimento alle capacità del nostro collega che si è applicato su questo progetto di legge, che con la Germania e il progetto tedesco non c'entra assolutamente niente. E per venire incontro ai risultati del vostro referendum interno - che invece hanno parlato di legge tedesca - ci sta una serie di emendamenti che noi proponiamo.
Primo di tutti il voto disgiunto. Ecco, colleghi, se passa il voto disgiunto, allora, sì, siamo sul terreno della legge tedesca. Senza il voto disgiunto, questo, con la legge tedesca, non ha assolutamente nulla a che fare. Poi, per dare un contributo alla governabilità, noi sosteniamo il premio di maggioranza - e questo va incontro a una vostra richiesta - e coalizioni di lista, che è coerente con una nostra proposta. Questo assicura la governabilità che il progetto di legge “Fianum” non assicura nel modo più assoluto.
In terzo luogo, facendo un'analisi critica e autocritica su precedenti disegni di legge, noi proponiamo il meccanismo delle preferenze. Se dobbiamo fare un salto di qualità, lo si fa da tutti i punti di vista. Il meccanismo delle preferenze serve ad ovviare ad un dato, perché, nel sistema tedesco, i candidati delle liste sono decisi dagli iscritti ai partiti con voto segreto.
E infine …
PRESIDENTE. La invito a concludere, per favore.
FABRIZIO CICCHITTO. Voglio aggiungere anche che nel sistema tedesco il 5 per cento dello sbarramento è meno rigido e molto più democratico di quello che è qui previsto. Infatti, nel sistema tedesco, chi vince nei collegi è comunque eletto, anche se la sua lista non ha il quorum e, se tre della stessa lista vincono nei collegi, scatta il voto alla lista. Quindi, anche la vostra proposta del 5 per cento ha una rigidità che non c'è nel sistema tedesco.
Per concludere e per favorire anche alcune risoluzioni che il MoVimento 5 Stelle ha presentato nel confronto interno, noi proponiamo una serie di questioni, sulle quali ci auguriamo che possa esserci un consenso, che va molto al di là degli schieramenti rigidi che qui si sono manifestati e che non hanno nulla a che fare col voto tedesco, ma che hanno a che fare con l'elaborazione straordinaria, che il collega “Fianum” ha fatto nel corso di questi giorni (Applausi dei deputati del gruppo Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD).
PRESIDENTE. Avverto che l'emendamento Gribaudo 1.303 e gli identici emendamenti Nardi 1.301 e Pilozzi 1.532 sono stati ritirati dai presentatori.
Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti il deputato Vargiu. Ne ha facoltà.
PIERPAOLO VARGIU. Grazie, Presidente. Anche io preferisco intervenire sul complesso degli emendamenti e, nella fattispecie, spiegare lo spirito dell'unico emendamento segnalato di cui sono presentatore. Ovviamente, nel presentare le parole che dirò a proposito della legge, tengo conto del fatto che sto all'interno di un gruppo nel quale le sensibilità, su questa legge elettorale, sono differenti, anche se poi l'esito finale di quello che sarà il voto credo che sia comune. Personalmente, ho fatto parte del movimento referendario di Mario Segni che nel 1994 ha consegnato a questo Paese un sistema elettorale maggioritario che ha consentito di avere quella governabilità, unitamente alla rappresentanza diretta del cittadino, che per 25 anni è stata il filo conduttore della politica di questo Paese. Per cui sono veramente e ferocemente contrario a una legge che, non soltanto smantella un sistema che ha funzionato in questo Paese, ma espropria il cittadino elettore di qualsiasi diritto di scelta rispetto ai propri rappresentanti (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).
Credo che non sia una cosa bella vedere partiti che hanno sostenuto per tantissimo tempo la necessità che ai cittadini venga consegnato il diritto della scelta del proprio rappresentante, oggi, essere d'accordo su uno schifo di legge elettorale che farebbe, probabilmente, accapponare la pelle agli stessi presentatori del Porcellum, legge che è stata considerata uno sconcio in questo Paese, perché ha consentito un Parlamento di nominati, senza rapporto con i cittadini elettori. Ecco, credo che noi stiamo riuscendo a fare di peggio, perché anche se il Paese non riesce a percepire lo sconcio che sta uscendo da quest'Aula, credo che ciò che sta per uscire dall'Aula per diventare legge elettorale del Paese, se reggerà lo schifo d'accordo che sta producendo questa legge, sia peggio del Porcellum. Questa è una legge che consente di avere i due terzi dei parlamentari del Paese che non vengono votati, è una legge che trasferisce meccanicamente il voto che viene dato nei collegi a candidati che non verranno mai eletti sul listino a candidati che verranno eletti, quindi, è una legge truffa che truffa i cittadini elettori che penseranno di votare nei collegi per i loro rappresentanti e si ritroveranno dei candidati non votati eletti all'interno dei listini.
È una legge che non indica il candidato alla Presidenza del Consiglio; il mio unico emendamento segnalato impone che i partiti si presentino alla Presidenza della Repubblica con il Premier indicato; quindi, non solo il programma viene indicato dai cittadini, ma anche il Premier venga indicato dai cittadini. So bene che la nostra Costituzione non permette l'elezione diretta del Primo Ministro, ma è evidente che ai cittadini deve essere restituita la capacità di scelta, è evidente che non possiamo consegnare al Paese una legge farlocca, in cui i cittadini non scelgono niente e in cui il giorno dopo le elezioni quattro capi partito si vedono in una stanza per discutere il futuro del Paese e per consegnare al Paese un Governo che non viene scelto da nessuno. Quello che a me fa specie è che in questo Paese, tranne qualche rara voce, Veltroni, Arturo Parisi, Mario Segni, non si stia levando una voce in difesa del sistema elettorale maggioritario, non si stia levando una voce in difesa dell'elezione diretta del Presidente del Consiglio, non si senta una voce che difenda il diritto del cittadino a eleggere i propri rappresentanti e a scegliere il Governo che governa, il giorno del voto. Il Presidente del Consiglio Renzi ha detto mille volte, in televisione: vogliamo una legge che ci dica la sera del voto chi ha vinto e chi ha perso. Qui non solo non stiamo realizzando una legge che consenta di sapere il giorno del voto chi ha vinto e chi ha perso, ma stiamo consegnando a quattro capibastone l'intero potere di scegliere il Governo del Paese.
È una cosa che va contro qualsiasi razionalità e qualsiasi ragionevolezza e che, in un tempo in cui noi ci lamentiamo della scollamento tra istituzioni, politica e cittadino, sceglie di dire al cittadino che non conta niente, che se ne può tranquillamente stare a casa, che ci sarà qualcuno che deciderà per lui (Applausi dei deputati del gruppo Civici e Innovatori).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare sul complesso degli emendamenti il deputato Melilla. Ne ha facoltà.
GIANNI MELILLA. Signora Presidente, premetto che io, insieme ad altri colleghi del mio gruppo, a suo tempo, ho firmato una proposta di legge in materia elettorale che era una riedizione della legge Mattarella, perché sono inguaribilmente legato ad una visione di coalizione del centrosinistra, perché ritengo che i valori, le idee, i progetti che il centrosinistra è stato in grado di portare avanti, al di là dei limiti e degli errori che pure hanno caratterizzato la nostra azione di governo, hanno una capacità di rappresentare, nel migliore dei modi, i problemi economici e sociali del nostro Paese e le soluzioni per portare avanti il nostro Paese, superando le secche di una crisi così devastante. Questo, però, non mi fa velo sulla considerazione che non esista in questo Parlamento, purtroppo - non qui alla Camera, ma più al Senato - una maggioranza che vada in questa direzione e, quindi, mio malgrado, prendo atto di questa nuova proposta di legge che c'è e vorrei adottare una linea di riduzione del danno, cercando, cioè, di capire quali sono i punti su cui lavorare per rendere meno negativa questa legge che il Parlamento si appresta, a tamburo battente, ad approvare.
Tuttavia, vorrei sollevare, prima, una questione che ritengo non possa essere sottovalutata; non è un caso che a livello europeo si raccomandi di non approvare leggi in materia elettorale un anno prima della scadenza elettorale; perché questo? Perché i partiti che hanno la maggioranza nelle Assemblee elettive potrebbero adottare delle proposte di legge ad usum Delphini, strumentali, come, ad esempio, è successo con la legge Porcellum, nel 2005, da parte del centrodestra; ora, addirittura, non solo si vuole adottare una proposta di legge a distanza di pochi mesi dalla scadenza ordinaria, ma si vogliono accelerare i tempi in maniera così parossistica che noi metteremo eventuali nuovi partiti che vogliano presentarsi alle elezioni in una situazione di assoluto svantaggio, rispetto a questi grandi partiti che, invece, si vogliono dividere la torta con un maggioritario, perché noi stiamo parlando di un proporzionale che, però, utilizza, nei fatti, un 13, 14, 15 per cento, se ci riferiamo alle ultime elezioni tedesche, ma anche italiane, perché in Germania alle ultime elezioni i grandi partiti hanno preso quel 13 per cento di quelle liste che non hanno superato il 5 per cento; per cui il partito della Merkel non ha preso il 40 per cento che aveva ottenuto con i suoi voti nella proporzionale, ma ha preso il 48 per cento, perché ha usufruito di un premio di maggioranza in questo senso. Ora, ci si potrà dire: è questo il modello tedesco, quello di una soglia di sbarramento del 5 per cento, può andare bene.
Ma, allora, del tedesco ci dobbiamo prendere tutto, non solo il 5 per cento, ci dobbiamo prendere anche il voto disgiunto, come è stato detto qui e dobbiamo anche considerare che le liste bloccate, che qui vengono contrabbandate come una coerenza con la legge tedesca, invece non possono essere considerate in questo modo, perché lì ci sono dei partiti strutturati, seri, di massa e popolari, i quali selezionano le classi dirigenti e, quando si arriva ad essere candidati al Parlamento tedesco, si è fatta una trafila di esperienze politiche e amministrative che garantiscono sulla serietà e sulla professionalità delle persone che sono state individuate. Infine, sui collegi si sta operando con sciatteria e pressappochismo, perché sono individuati in modo tale da non garantire né l'omogeneità demografica né la continuità territoriale. Quindi, io mi auguro - e concludo - che il Parlamento sia in grado con serietà di fare il suo lavoro e di non lasciare a quattro extraparlamentari, perché i quattro capi di quei partiti non siedono in Parlamento, la definizione della legge elettorale (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Grazie, Presidente. Presidente, sul concetto di onestà in questo Parlamento c'è stato uno come me che ha dovuto chiedere il Giurì d'onore per la tutela della propria onestà e della propria morale. Però, per quattro anni, mi sono sentito in quest'Aula rimbombare nelle orecchie il concetto di onestà: onesta, onestà, onestà, onestà, onestà. Vorrei affacciarmi dall'altra parte e chiedere come ci si presenta al proprio elettorato, agli italiani, con gente che, per quattro anni, ha sostenuto il concetto di onestà, partendo da un concetto che il 62 per cento di eletti saranno il 62 per cento di fotografie, perché, prima del tempo, gli italiani sapranno chi verrà eletto. E, allora, su questa base, dobbiamo partire, perché tutti qui dentro siamo alla stessa stregua. Dicono dalle parti mie: “Sono tutti cani della stessa lettiera, identici” e gli italiani questo lo devono sapere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Pisicchio. Ne ha facoltà. Dove è il deputato Pisicchio? Non si vede; allora, andiamo avanti.
Ha chiesto di parlare il deputato Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Intervengo anch'io sul complesso degli emendamenti per segnalare che il cuore di quasi tutti gli emendamenti, la maggior parte degli emendamenti, riguardano due cose fondamentali: l'introduzione delle preferenze e il voto disgiunto. Ho letto anch'io adesso le varie agenzie di stampa e addirittura sul sito del MoVimento 5 Stelle, beppegrillo.it, ho letto che c'è una richiesta di un voto online ai propri iscritti da parte del MoVimento che sarà questo week-end.
Però, io vorrei anche leggere un altro post, sempre a firma di Beppe Grillo, post di qualche giorno fa, del 2 giugno - probabilmente non l'ha scritto Beppe Grillo ma, comunque, reca la sua firma -, che dice (leggo testualmente): “Il MoVimento 5 Stelle chiede di andare al voto dal 4 dicembre e sin da allora abbiamo proposto di approvare una legge elettorale costituzionale che permettesse di farlo. Prima era il Legalicum, ora è il modello tedesco, votato a stragrande maggioranza dai nostri iscritti con oltre il 95 per cento delle preferenze”. Quindi, un plebiscito (a parte, comunque, che di questo non si tratta perché questa proposta di legge elettorale non è assolutamente un modello tedesco, ma questo è un altro discorso). “Il tedesco non prevede preferenze ma prevede liste talmente corte da renderle superflue, che sono proprio quelle raccomandate dalla Corte costituzionale (…).
Se gli altri partiti non cambieranno idea sul modello tedesco, i portavoce del MoVimento 5 Stelle in Parlamento voteranno a favore del testo come deciso dai nostri iscritti”. Questa, Presidente, è la prova provata che le votazioni online sul blog di Beppe Grillo sono, se non una truffa, quantomeno una farsa (Applausi dei deputati del gruppo Misto).
PRESIDENTE. Avevo prima chiamato il deputato Pisicchio, che non era in Aula ma ora lo vedo. Prego, deputato Pisicchio. Ne ha facoltà.
PINO PISICCHIO. La ringrazio, Presidente, e le chiedo scusa. In qualche modo per molcire questa mia mancanza, sarò molto breve. Io ho presentato solo un emendamento. È un emendamento che tende ad affermare la necessita di reintrodurre le preferenze nella legge elettorale. È una battaglia che i colleghi, che hanno avuto la compiacenza di ascoltarmi in quest'Aula, sanno che conduco da molto tempo, da sempre, perché ritengo che un sistema democratico non possa che fare riferimento al popolo sovrano per la scelta non solo della lista, cosa assolutamente necessaria, ma anche di chi interpreterà poi in Parlamento la lista stessa, con l'assunzione di una responsabilità personale e diretta nei confronti del corpo elettorale. Questo nella lista bloccata non c'è e devo dire che in questa direzione diversi pronunciamenti - e non parlo soltanto di quelli della Corte costituzionale, ma anche le affermazioni che sul piano politico sono emerse nel corso del tempo da parte di tutti i gruppi e i movimenti politici - hanno condotto ad immaginare che il percorso fosse più giusto svolgerlo nella direzione di una scelta dal basso.
Quindi, io sosterrò questa proposta mia ma anche le altre che sono state avanzate di eguale contenuto, esprimendo ancora una considerazione finale che è la seguente. Presidente, noi siamo probabilmente l'unico Paese nel mondo occidentale, tra le liberal-democrazie, ad avere in 24 anni fatto, con questa, cinque leggi elettorali. Addirittura, nel corso di questa legislatura, abbiamo cominciato la legislatura, approvando una prima legge elettorale che, con quel latinorum infelice e non particolarmente benaugurale, avevamo chiamato “Italicum”, ma per la prima volta nella storia di un ordinamento costituzionale si è visto che una legge approvata è stata rimossa prima ancora - una legge elettorale - di essere sperimentata sul campo. Quindi, forse, se ci domandassimo qual è la ragione dell'instabilità politica del nostro Paese, la troveremmo facilmente nella risposta che dice il cambiamento repentino delle leggi elettorali probabilmente nell'illusione che, cambiando le regole del gioco, si modifichi anche la sorte dei partiti e dei movimenti politici.
Allora, io direi - e concludo, ringraziandolo ancora, Presidente, per avermi concesso la parola - di guardare con molta attenzione a quello che stiamo per compiere, perché non possiamo permetterci il lusso poi, nel prossimo tempo, di dover fare ricorso ad una nuova legge elettorale - e sarebbe la sesta in 25 anni - per cercare di correggere le mancanze di una legge elettorale fatta in fretta.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il deputato Capezzone. Ne ha facoltà.
DANIELE CAPEZZONE. Grazie, signora Presidente. Farò alcune considerazioni di carattere generale. Siamo certamente tutti ombre su un palcoscenico e contiamo poco come ombre ma il palcoscenico, se ancora crediamo alla dignità della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica, del Parlamento repubblicano, il Parlamento è una cosa seria, a maggior ragione nel momento in cui deve scrivere le regole su come i cittadini possono esercitare la loro sovranità. E, allora, sia consentito dire che ancora una volta stiamo commettendo tutti, maggioranza e opposizione, un errore drammatico, un errore di concetto: parliamo di legge elettorale a prescindere dalla forma di Stato e dalla forma di Governo. Ragionevolezza avrebbe voluto e vorrebbe, ragionevolezza vuole, che tu prima stabilisca qual è l'assetto istituzionale preferito; semplifico, se tu vuoi andare a Washington, se tu vuoi andare a Londra, se tu vuoi andare a Parigi. Sulla base del modello istituzionale verso il quale ti sei orientato, naturalmente adattando il vestito al corpo italiano che lo deve portare, poi, solo poi, scegli un sistema elettorale coerente con il presidenzialismo, con il semipresidenzialismo, con il parlamentarismo, con la scelta che hai fatto. Se non fai così, si tratta soltanto, come purtroppo accade anche stavolta, di una toppa che viene appiccicata sopra un'altra toppa, accanto a un'altra toppa, senza neanche la dignità, vorrei dire tessile, del patchwork, ma, in questo caso, un'accozzaglia di interventi. Guardate che in questa legislatura l'errore fu già commesso. Mi rivolgo, in particolare, al Partito Democratico, ma anche alle forze che nella prima fase nazarena si schierarono con il Partito Democratico, poi cambiarono idea; ora, però, in questo Nazareno carsico, quell'accordo sembra, purtroppo, di nuovo venuto alla luce. Già nella prima parte di questa legislatura il Partito Democratico renziano commise quell'errore: una riforma costituzionale che, però, ignorava il tema della forma di Stato e della forma di Governo, e pensava di poterlo affrontare surrettiziamente.
Ora stesso discorso: in articulo mortis di una legislatura, si impapocchia un sistema elettorale, prescindendo dal modello istituzionale. È un errore drammatico, che sarà un altro sigillo di incompetenza e di superficialità su una classe dirigente tutta, e, purtroppo, non occorreranno anni, basteranno mesi. Quando, un minuto dopo il voto, si scoprirà lo stallo al quale questa scelta ci avrà portato, tutto ciò sarà chiaro agli italiani. La realtà è che qui non si sta votando un sistema elettorale: si sta votando la data di un voto, si sta votando una data, si sta votando un calendario. Qualcuno ritiene che sia conveniente una certa data e, in nome di quella data, è pronto a votare qualunque sistema elettorale.
E, allora, vengo alla seconda considerazione. Chi parla - lo dico, in questo caso, a titolo personale - ritiene che si dovrebbe votare non presto, si sarebbe dovuto votare ieri, l'altro ieri, si sarebbe dovuto votare un minuto dopo il 4 dicembre, perché di tutta evidenza questo Parlamento ha esaurito la propria funzione. Starei per dire che questo Parlamento è esaurito, è esausto, e lo testimoniano settimane e settimane di ordini del giorno in cui siamo chiamati a votare risoluzioni e mozioni in cui, vale per la Camera, vale per il Senato, non ci sono grandi leggi, ma ci sono soltanto - diciamo la verità - una specie di risoluzionificio e di mozionificio permanenti.
Però, qual è la condizione per poter votare ieri, subito, prima di subito, come sarebbe stato e come, io credo, a titolo personale, sarebbe necessario? Avere una legge elettorale decidente, non una legge elettorale purché sia. Sarebbe stato, sarebbe, è necessario avere una legge elettorale per la quale voti oggi e la sera del voto hai qualcuno che sia ragionevolmente vincitore e ragionevolmente titolato a formare il Governo. Non è una cosa che ci inventiamo qui, in questo intervento di apertura e di dibattito generale. È una cosa che tanti leader politici - cito uno per tutti - il Presidente Renzi, che, però, da qualche giorno, diciamo così, questa canzone l'ha dimenticata; era, però, uno dei suoi dischi favoriti dell'estate, dell'inverno, dell'autunno e della primavera. Poi, però, all'improvviso questo disco se lo è dimenticato e preferisce una legge elettorale, pensa, che possa portare a un pareggio Nazareno. Stia attento, perché poi, a volte, gli elettori, oltre a votare, comprendono, vedono, ragionano, e, se comprendono già da prima che l'obiettivo di due delle squadre in campo non è vincere, ma è pareggiare, che l'obiettivo di due delle squadre in campo è il pantano, che l'obiettivo di due delle squadre in campo è lo zero a zero protratto nel tempo, poi, magari, accade qualche sorpresa per i contraenti nazareni e qualche sorpresa per loro sgradevole. Lo dico, tutto questo, rispetto a un tema che autorevoli personalità in quest'Aula, anche esperte di economia e parte del neo accordo Nazareno o dell'accordo neo Nazareno, hanno dimenticato, un piccolo dettaglio: che l'Italia ha 2.200 miliardi di debito pubblico, che ogni anno ne deve rinnovare 400, che da qui a febbraio ne deve rinnovare 250, che è sufficiente l'innalzamento di un punto sui tassi affinché ogni anno ci siano 22 miliardi in più da trovare.
Quale Governo, lo dico ai signori del Governo in via di accompagnamento alla porta, quale Governo? Sarebbe una grande rassicurazione ai mercati se si votasse subito con una legge decidente e si sapesse che domani mattina ci sarà il Governo x o il Governo y, ma se, invece, tu sei così irresponsabile da andare al voto con una legge pro pareggio, con le aste dei titoli aperte, con un po' di banche sull'orlo della crisi, sapendo che il sistema elettorale non porterà a un vincitore, ma porterà a uno stallo, porterà a settimane e, forse, mesi di trattative, allora sei un irresponsabile. Allora, questo sistema elettorale non chiamatelo tedesco, chiamatelo il sistema elettorale della trojka, perché sarà il sistema elettorale attraverso il quale consegnerete le chiavi di casa, la casa di tutti, a un intervento esterno che sarà particolarmente doloroso. Quarta osservazione che desideravo fare, e mi ricollego al bell'intervento che ha fatto poco fa il collega Vargiu. Mi permetto di felicitarmi con lui per avere richiamato una stagione maggioritaria; ha voluto, Pierpaolo Vargiu, evocare il grande impegno di Mario Segni. Sia consentito evocare anche il grande impegno di Marco Pannella in quella fase e di una coalizione referendaria che fu vasta, che fu grande, che diede respiro, con le prime raccolte di firme del 1990, del 1991, e poi del 1993, e poi ancora reiterate, alla speranza di avere proprio quello, attraverso il sistema elettorale, due risultati. Numero 1, la scelta diretta dell'eletto attraverso il collegio; numero 2, la scelta di una maggioranza, e quindi, realisticamente, di un Governo. Questo era il grande obiettivo, lo dico anche agli esponenti del Partito Democratico, a tanti esponenti del centrodestra, agli esponenti della Lega, che furono, a loro volta, in diverse fasi, protagonisti di raccolte di firme per i sistemi maggioritari. Quelli erano i due grandi obiettivi: avere un sistema decidente, cioè avere un Governo la sera del voto, e, per altro verso, avere la possibilità di scelta diretta del proprio candidato. Qual è il capolavoro di questo sistema elettorale? Che non ci sarà né questo né quello; non avrai né l'elemento decidente, cioè un Governo e una maggioranza scelti dagli elettori, e non avrai nemmeno la scelta da parte dei cittadini sul singolo rappresentante.
Infatti, lo vedete, il sistema tedesco questo lo garantisce, per un verso attraverso il voto disgiunto, essenziale in questo caso, perché, se nel mio collegio arriva qualcuno che a me non piace, devo avere la possibilità di premiare quel candidato e di punire la coalizione o il partito che a casa mia ha messo un candidato che a me non va bene; e, invece, voi questo lo state bloccando. Quindi, né governabilità, né la scelta essenziale di una maggioranza, né la possibilità per l'elettore di scegliere il suo candidato. Siamo arrivati al punto per cui si travolge il principio del voto personale diretto. L'elettore deve - scusate - subire e ingoiare ciò che gli viene proposto; può, con una o con due croci, prendersi solo il candidato del collegio abbinato necessariamente a quella lista proporzionale.
Siamo arrivati al punto, signora Presidente, se non verrà accolto uno dei nostri emendamenti, che perfino il vincitore del collegio, se il suo partito non fa il 5 per cento, resta comunque fuori dal Parlamento! Cioè, è esattamente l'opposto della constituency anglosassone, è esattamente l'opposto del meccanismo di scelta degli elettori.
E allora, mi avvio a concludere, signora Presidente, con un'ammonizione, se posso. Numero 1: è matematico che, per via incidentale, sarà sollevata una questione dinanzi alla Corte costituzionale, ed è matematico che la Corte costituzionale, sulla base del tema del voto personale diretto, dirà che questa legge viola i principi e i paletti che la stessa Corte pose. Direte voi: ma cosa ci importa? Direte voi contraenti del neo-Nazareno allargato ai grillini, e purtroppo anche agli amici della Lega in questa fase. Direte voi: ma cosa ci importa? Nel frattempo avremo votato. Bel capolavoro! E magari alla prima o alla seconda settimana della nuova legislatura arriverà la pronuncia della Corte, che dirà un'altra volta che il nuovo Parlamento sarà delegittimato! E sarete un'altra volta sotto la spada di Damocle dell'opinione pubblica, giustamente, della stampa, dell'opinione pubblica, che, ancora una volta, descriverà l'incapacità del vecchio Parlamento e la non legittimazione del nuovo Parlamento.
Ma vi dirò di più; e questo è l'altro monito che invito tutti ad ascoltare. Perché vedete, non c'è solo la possibilità che la Corte costituzionale si pronunzi a posteriori per via incidentale: esiste anche la possibilità, non è un obbligo per la Corte, ma la possibilità, questo sì, che una frazione del nostro Parlamento, che una minoranza parlamentare sollevi, lei, non la richiesta per via incidentale attraverso un giudice, ma il conflitto tra poteri: questo può accadere! Naturalmente la Corte non è obbligata ad accoglierlo, ma, se lo farà, può essere che il giudizio avvenga prima; e allora caro Renzi, caro Berlusconi, caro Grillo, cari contraenti, magari vi ritroverete - bel caos ancora! - con il 1° agosto qualcuno che raccoglie le firme sulle spiagge, il 2 agosto la Corte Costituzionale in camera di consiglio e il 10 agosto la Corte costituzionale che dice che la legge non è in regola e bisogna sospendere tutto. Bel capolavoro! E in questo caso mi rivolgo a lei, signora Presidente, che del resto non ha colpa, ma mi permetto con rispetto di dirle di questo sì: noi avremo votato una legge senza neanche avere le simulazioni su cosa sarebbe accaduto con questa legge applicata nel 2013, nel 2008, nel 2006, nel 2001, nelle precedenti tornate.
E allora - e spero di non essere Cassandra, personaggio che non mi ha mai entusiasmato, e vado a concludere, signora Presidente - fatevelo questo scenario! Worst case, si dice nei Paesi che piacciono a me: caso peggiore, per escluderlo, ma fatelo! Legge non decidente, stallo, pareggio post-elettorale, rissa perfino per eleggere il Presidente della Camera e il Presidente del Senato, polemiche tra i partiti, avvio di complicate e inconcludenti negoziazioni spagnole, o spagnolesche, per trovare una maggioranza che, nel frattempo, non si trova. Nel frattempo, una pasticciata Commissione transitoria, a cui direte: curati un po' dei decreti in scadenza, delle cose che accadono, e sarà ridotta ad una specie di suk. Nel frattempo, aste di titoli: ne basta una che vada poco bene, ne basta una su quei 250 miliardi con un investitore straniero che faccia il furbo e dica “io ora disinvesto, voglio vedere che Governo faranno, poi eventualmente reinvestirò”; nel frattempo, una banca veneta con un problema; e che bel capolavoro avremo creato? Che bel capolavoro avremo creato? Allora, proviamo a fare le cose per bene. Chi le parla, in questo caso a titolo individuale, non rappresento i miei colleghi nell'osservazione che sto per fare, ma desidero puntualizzarla. Chi le parla ritiene che, prima viene sciolto questo Parlamento, meglio è: ma con una legge decidente, con una legge che mi consenta di dire che la politica economica sarà la sera del voto in mano a un liberale o in mano ad uno che ha una tesi opposta a quella del liberale, in modo che sia i cittadini sia i mercati possano sapere. Voi non state facendo questo, non state consentendo di avere una legge decidente, non state consentendo di scegliere ai cittadini nemmeno i propri candidati, né per via di collegio né per via uninominale.
E lo dico agli amici grillini: bel capolavoro anche la grande novità, sono saliti di più settantotto quelli delle liste bloccate, dopo il grande cambiamento che è stato ottenuto la scorsa settimana; era da meno settantotto a più settantotto di eletti sostanzialmente bloccati. Poi la potremo raccontare e travestire come vorremo, ma la sostanza e l'aritmetica non sono cancellabili.
E allora, signora Presidente, sia consentito alla voce di ciascuno di noi di mettere a verbale alcune considerazioni, alcuni richiami al buonsenso. Ripeto, c'erano cose che avremmo dovuto fare e non siamo più in tempo di fare: prima la forma di Stato e la forma di Governo, poi i sistemi elettorali. Almeno quello, ahimè, non siamo più in grado di farlo; ma almeno questo sì, se Dio vuole, una legge decidente, primo, che consenta di avere una maggioranza certa la sera del voto; secondo, una legge che consenta, io dico per via di collegio, di scegliere i propri rappresentanti: almeno queste due cose potremmo cercare di ottenerle. Non avremo né questo né quello, avremo uno stallo, avremo una crisi, avremo una troika, temo, e poi andremo uno per uno a ringraziare gli artefici, ahimè, non statisti ma improvvisatori e pasticcioni, pasticcioni del 4 dicembre e forse pasticcioni del 24 settembre; e sarà non a loro però, ma a tutti gli italiani che, ahimè, sarà presentato un conto amarissimo (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti e Civici e Innovatori).
PRESIDENTE. Allora, per me questo era l'ultimo a intervento sul complesso.
Avverto che l'emendamento 1.573 Chaouki è stato ritirato dal presentatore.
Invito il relatore per la maggioranza, Fiano, e gli altri relatori ad esprimere il parere. Io penso che andremo avanti così, relatore Fiano: io chiamo l'emendamento, così poi in sequenza mi date i pareri. È più ordinato, penso, come metodo. Va bene?
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Cercheremo di collaborare.
PRESIDENTE. Va bene, la ringrazio. Allora i relatori però debbono sedersi al banco dei nove, per seguire questo schema. Manca Distaso e manca anche Gigli, quindi inviterei Gigli e Distaso a seguire questo schema e ad accomodarsi al banco dei nove. Quaranta non lo vedo neanche: non c'è, quindi niente pareri? Allora, cominciamo.
Emendamento 1.111 Quaranta.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario, Presidente.
PRESIDENTE. Come dice, contrario? Sì.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrarissimo.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere contrario.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Ci si rimette all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Quaranta non c'è, quindi andiamo avanti.
Ricordo che l'emendamento 1.463 Michele Bordo è stato ritirato, così pure l'emendamento 1.545 Ferrari.
Emendamento 1.126 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Presidente, a questo parere favorevole, ma io avrei voluto fare mio l'emendamento ritirato precedente. Si può?
PRESIDENTE. Però temo che sia stato ritirato prima della seduta, quindi non si può.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Se posso chiedere, quando sono ritirati prima della seduta lo precisi, in modo che uno…
PRESIDENTE. Va bene. Ma l'elenco lei ce l'ha, no? Può anche dedurlo. Adesso gli diamo l'elenco, allora, così lo deduce lei direttamente.
Emendamento 1.126 D'Attorre.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.493 Menorello.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Se lei può chiedere agli uffici di accenderci direttamente i microfoni o di lasciarli accesi, perché altrimenti perdiamo più tempo.
PRESIDENTE. Riusciamo tecnicamente a tenerli tutti accesi i microfoni?
Emendamento 1.493 Menorello?
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.462 Michele Bordo.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.854 La Russa.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.461 Michele Bordo.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamenti identici 1.512 Fraccaro e 1.535 Biancofiore.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.469 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.464 Michele Bordo.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.544 Lattuca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.325 Quaranta.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.520 Cuperlo.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.574 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.475 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.460 Parisi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.494 Monchiero.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.561 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.486 Buttiglione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.526 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.473 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.504 D'Ambrosio.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.562 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.324 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.777 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.505 Distaso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.472 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.503 Dadone.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.529 Turco.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi scusi, Presidente, non so che parere ho dato, ma sugli emendamenti 1.503 Dadone, 1.529 Turco e 1.851 La Russa il mio parere è favorevole.
PRESIDENTE. Va bene, ma sull'emendamento 1.503 Dadone il suo parere non era favorevole, ha detto che si rimette all'Aula.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Difatti.
PRESIDENTE. Quindi lo correggo?
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Esatto. Grazie.
PRESIDENTE. Relatore Distaso, emendamento 1.529 Turco.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.851 La Russa.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.42 Pisichhio.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.495 Monchiero.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.565 Parisi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.570 Parisi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.500 Toninelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, ne chiedo l'accantonamento.
PRESIDENTE. Emendamento 1.115 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.546 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.492 Vargiu.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamenti identici 1.328 Roberta Agostini e 1.541 Fabbri.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.481 Mazziotti Di Celso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.480 Mazziotti Di Celso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.559 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.326 Quaranta.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.327 Quaranta.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.560 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.302 Marguerettaz è ritirato, passiamo all'emendamento 1.316 Kronbichler.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.555 Marco Di Maio è ritirato, quindi passiamo all'emendamento 1.527 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Parere contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.483 Menorello.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.484 Menorello.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Parere favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.557 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.116 Roberta Agostini.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. L'emendamento 1.303 Gribaudo è ritirato.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo l'accantonamento.
PRESIDENTE. È ritirato.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Va bene.
PRESIDENTE. Emendamento 1.548 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.558 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.490 Catalano.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.509 Distaso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.491 Menorello.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Allora, poi ci sono due ritirati: 1.300 Merlo e 1.549 Famiglietti. Quindi, siamo all'emendamento 1.551 Marcon, a pagina 183.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.550 Gasparini.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Allora, l'emendamento 1.573 Chaouki è ritirato. Emendamento 1.318 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Allora, adesso ne abbiamo due identici: 1.465 Misuraca e 1.563 Rabino.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.853 La Russa.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.319 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.466 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Questo è quello senza candidati: favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.307 Roberta Agostini.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.17 Segoni.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.220 Cristian Iannuzzi (Versione corretta).
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole. Questo è quello delle primarie: c'è un emendamento sulle primarie, lo si sappia.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.478 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole (sempre primarie).
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Allora, adesso abbiamo due identici emendamenti: 1.321 Roberta Agostini e 1.479 Galgano.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.498 Locatelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.308 Roberta Agostini.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.497 Locatelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.496 Locatelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.540 Labriola.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.543 Invernizzi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.510 Distaso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.320 Roberta Agostini.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.539 Fabbri.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Parere favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Contrario.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.850 La Russa.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.530 Turco.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Contrario.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, scusi, chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Prego.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Mi segnalano giustamente gli uffici che l'emendamento 1.539 Fabbri, a pagina 194, sul quale io ho espresso qui in Aula un parere favorevole, ho chiesto di accantonarlo nel Comitato dei nove. Quindi, al momento, fino a una nuova riunione del Comitato dei nove, devo confermarlo per coerenza.
PRESIDENTE. Allora diventa accantonato, quindi i pareri non li consideriamo. Va bene?
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Sarà trasformato, ma lo posso fare solo in Comitato dei nove.
PRESIDENTE. Va bene.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. A meno che non siano tutti d'accordo i capigruppo, però non…
PRESIDENTE. Va bene, accantoniamo. Andiamo avanti. Quindi, siamo all'emendamento 1.547 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.528 Turco.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Un momento. Ho confuso l'emendamento 1.547 Marcon. Sono decisamente contrario. Chi ce l'ha sotto gli occhi forse intuisce.
È l'emendamento che dice di scrivere anche il nome dei coniugati dello stesso sesso.
PRESIDENTE. E, quindi, il parere sull'emendamento 1.528 Turco?
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sull'emendamento 1.528 favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Siamo all'emendamento 1.315 Kronbichler.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. A che pagina siamo?
PRESIDENTE. Pagina 197, La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Pagina 198, emendamento 1.513 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole
PRESIDENTE. Emendamento 1.467 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.852 La Russa.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole: pluricandidature.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.468 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.564 Rabino.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Contrario.
PRESIDENTE. Emendamento 1.323 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Pagina 202, emendamento 1.482 Mazziotti Di Celso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.566 Parisi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole. Non si capisce perché è contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.322 Roberta Agostini e 1.538 Fabbri.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sono identici? Contrario, contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Contrario.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.506 D'Incà.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Ritirato in Commissione. È stato detto così dagli uffici al Comitato dei nove.
PRESIDENTE. E, però, io lo ho come riconfermato.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. A noi risulta ritirato.
PRESIDENTE. Non è più ritirato.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Comunque, se non è ritirato, invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Relatore La Russa, non è più ritirato.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. È quello del MoVimento 5 Stelle…
PRESIDENTE. Sì.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. …antibrogli. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Poi abbiamo l'emendamento 1.499 Dieni…
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Accantonato,
PRESIDENTE. Accantonato. Allora siamo all'emendamento 1.501 Cozzolino.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Questo era l'emendamento dell'unità nazionale, Presidente!
PRESIDENTE. Sì, ho visto infatti. Emendamento 1.525 Gigli?
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.522 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.523 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.485 Buttiglione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Qui è difficile. Mi rimetto all'Aula. Non è chiarissimo l'emendamento.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Pagina 210, emendamento 1.489 Buttiglione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.508 Capezzone.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula, anzi, no, favorevole.
PRESIDENTE. Favorevole?
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole, Capezzone, per principio...
PRESIDENTE. Ah, va bene, se è per principio…
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.507 Distaso.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.571 Parisi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Lo stesso, mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Anche io mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.572 Parisi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.521 Gigli e 1.12 Locatelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Identici emendamenti 1.556 Marcon e 1.487 Buttiglione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.112 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.420 Kronbichler.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole
PRESIDENTE. Emendamento 1.533 Biancofiore.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole, Biancofiore.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula
PRESIDENTE. Emendamento 1.114 Kronbichler.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula
PRESIDENTE. Emendamento 1.553 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Gli ultimi non abbiamo fatto in tempo a guardarli tutti, Presidente. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.552 Marcon.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.502 Toninelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
PRESIDENTE. Aspetti un secondo, no, proceda pure, prego. Pensavamo fosse ritirato, invece, no.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario, stiamo parlando dell'emendamento 1.502 Toninelli.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Emendamento 1.471 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.470 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.524 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.567 Rabino.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Che cosa succede, deputato La Russa?
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Parere favorevole all'emendamento 1.567. Alcuni li sto esaminando man mano che lei li legge, non ho fatto in tempo…
PRESIDENTE. Emendamento 1.568 Rabino.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.855 La Russa.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.537 Ferrari.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. È favorevole la Commissione?
Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Contrario.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. L'emendamento seguente, 1.534 Marco Di Maio è ritirato. Emendamento 1.554 Ferrari.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Chiedo di accantonarlo.
PRESIDENTE. Emendamento 1.450 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula… non a Laura.
PRESIDENTE. Non ho dubbi.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Adesso, abbiamo l'emendamento 1.1001 della Commissione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Beh, io l'ho presentato…
PRESIDENTE. Quindi, è favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Sono quelli volanti?
PRESIDENTE. Sì, della Commissione.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Ci dice il contenuto?
PRESIDENTE. Sì, lo legga un secondo.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Io non ho la numerazione, quindi, non so quale sia. Quelli della Commissione se mi dicono qual è.
PRESIDENTE. È l'emendamento 1.1001.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Presidente, lei ha ragione, ma noi abbiamo le copie della Commissione che non sono numerate, quindi, non so dirle quale sia.
PRESIDENTE. Aspetti, vediamo se riusciamo a trovare il testo.
Eccolo: al comma 28, prima della lettera a), premettere la seguente…
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Ovviamente il mio parere è favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Qual è dei due?
Ah, sono quelli tecnici, sì, va bene, parere favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.542 Invernizzi.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Ecco, qui, vorrei proporre al Comitato dei nove di cambiare il parere che ho espresso come contrario; quindi, devo chiedere di accantonarlo.
PRESIDENTE. Accantoniamo. Pagina 225. Sull'1.542 è stato chiesto l'accantonamento.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Qui siamo al Trentino, giusto?
PRESIDENTE. Allora, andiamo a pagina 226. Emendamento 1.536 Gasparini.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Questo è relativo al Trentino?
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. No, era quello prima.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Questo no, invece. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Diciamo favorevole.
PRESIDENTE. Diciamo sempre.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. Emendamento 1.1000 della Commissione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. È l'altro emendamento tecnico. È quello, Presidente, che dice: “Al comma 30, lettera b), sostituire le parole: ‘lettere a), b) e c)' con le seguenti: ‘lettere a) e b)'?
PRESIDENTE. Sì.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Il parere della Commissione ovviamente è favorevole.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. 1.419 Kronbichler.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro, altrimenti il parere è contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.800 Toninelli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Non è stato ritirato?
PRESIDENTE. No, non mi risulta essere stato ritirato.
ANDREA CECCONI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
ANDREA CECCONI. È ritirato, Presidente.
PRESIDENTE. Va bene. Emendamento 1.776 Gigli.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Favorevole.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Favorevole.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Favorevole.
PRESIDENTE. 1.451 D'Attorre.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Anch'io mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.477 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.488 Buttiglione.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. 1.476 Misuraca.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Invito al ritiro o parere contrario.
IGNAZIO LA RUSSA, Relatore di minoranza. Io non so dove sia nato il collega Misuraca, ma il mio parere è contrario.
ANTONIO DISTASO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
GIAN LUIGI GIGLI, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Mi rimetto all'Aula.
PRESIDENTE. Ora ci dovrebbe essere l'emendamento 1.301 Nardi, che è ritirato se ho ben capito.
EMANUELE FIANO, Relatore per la maggioranza. Anche l'emendamento 1.532 Pilozzi è ritirato?
PRESIDENTE. Sì, anche l'emendamento 1.532 Pilozzi. Questi due ultimi emendamenti sono entrambi ritirati.
Abbiamo finito con i pareri, grazie colleghi. So che è stata un po' lunga, ma era necessario.
Il Governo?
GIANPIERO BOCCI, Sottosegretario di Stato per l'Interno. Presidente, il Governo si rimette all'Aula.
PRESIDENTE. Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.111 Quaranta, con invito al ritiro o parere contrario.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Laforgia. Ne ha facoltà.
FRANCESCO LAFORGIA. Grazie, signora Presidente. Qualche minuto fa il collega Gianni Melilla ha utilizzato due parole: sciatteria e pressappochismo; lo ha fatto naturalmente in relazione al passaggio che stiamo vivendo e, cioè, all'idea che ancora una volta su un tema così delicato, che è quello che riguarda le regole della nostra democrazia, cioè la legge elettorale, si stia procedendo con una modalità che, peraltro, non tiene minimamente in considerazione il triste epilogo della vicenda che è alle nostre spalle, quella dell'Italicum, una legge incostituzionale su cui è stata posta una questione di fiducia. Cioè, questa è un'Aula che avrebbe dovuto, a questo stadio della legislatura e nelle condizioni date, avere molta più attenzione e molta più cautela nello svolgere una discussione su questa materia, ma è quello che non registriamo.
Dunque, si sta dando vita a una legge elettorale che qualcuno dice richiamarsi al modello tedesco, ma che di quel modello tedesco non ha innanzitutto i pilastri principali, i tratti principali; penso, ad esempio, alla possibilità e alla facoltà di disgiungere il voto tra la parte dei collegi e il voto di lista.
Tuttavia, con questo emendamento, che noi abbiamo presentato, vogliamo offrire un'opportunità innanzitutto a quest'Aula, che è quella di correggere gli errori che sono stati commessi in questi anni e di rimettere la discussione sui giusti binari, perché questo è l'emendamento che introduce - reintrodurrebbe - la “legge Mattarella”. Questo è un emendamento che ragiona di quella legge elettorale non con la convinzione che la “legge Mattarella” sia la legge più bella del mondo, per mutuare un'espressione che qualcuno ha usato su un'altra legge elettorale, perché leggi più belle del mondo non esistono in natura, ma perché la “legge Mattarella” ha dimostrato storicamente in questo Paese, nelle fasi politiche che sono nostre spalle, di avere una sua ragionevolezza, una sua solidità e un giusto equilibrio nel rapporto tra rappresentanza e governabilità, cioè un tema che riguarda un rapporto più diretto tra la volontà dell'elettore e la riconoscibilità dell'eletto, un sistema di collegi più ragionevole di quello di cui si sta discutendo adesso.
Ecco, noi offriamo questa opportunità a questo Parlamento e lo facciamo non perché pensiamo, come si è detto in questi anni nel dibattito pubblico, che le leggi elettorali possano determinare i sistemi politici. Qualcuno ci ha raccontato, in questi anni, che i sistemi politici si possono piegare attraverso delle forzature di tecniche elettorali e plasmarli a immagine e somiglianza dei leader che propongono quelle leggi elettorali. Questo è stato un grande inganno della discussione di questi anni. Però, pensiamo che le leggi elettorali possano accompagnare dei processi, possano evitare delle storture e pensiamo che la “legge Mattarella” possa andare in una direzione diversa da quella che si sta prendendo, un pastrocchio che, appunto, ha un deficit sul terreno della rappresentanza e della governabilità.
Questo è il nostro punto di vista. Lo diciamo - e concludo - pensando anche a quella discussione che si sta facendo nel dibattito politico e nel dibattito pubblico, per cui ci sarebbe qualcuno che si sta assumendo la responsabilità di archiviare la stagione della chiarezza e di entrare in quella della confusione. Io penso che questo non sia vero. La “legge Mattarella”, che noi proponiamo, prevede le coalizioni e, peraltro, aggiungiamo anche il tema di come nei collegi si possano e si debbano svolgere le elezioni primarie per individuare le candidature.
Ecco, se qualcuno vuole riparare agli errori commessi in questi anni, se qualcuno vuole andare nella direzione di ritrovare il giusto equilibrio tra rappresentanza e governabilità, ha l'occasione di votare questo emendamento e aggiungo - e concludo davvero - che, se qualcuno vuole trovare i responsabili del fatto che ci stiamo avviando verso una stagione che porrà un tema di governabilità e d'incapacità di trovare un filo in Parlamento che possa costruire una maggioranza, ebbene se qualcuno vuole individuare quei responsabili, di certo non deve guardare in questa direzione e per questo offriamo un'occasione che credo quest'Aula debba saper utilizzare (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Giachetti. Ne ha facoltà.
ROBERTO GIACHETTI. La ringrazio, Presidente. Ho ascoltato con molta attenzione l'intervento del collega Melilla e con altra attenzione l'intervento del collega Laforgia. Mi consenta di dirle che nei confronti del collega Melilla non posso che riscontrare ed evidenziare un'assoluta coerenza rispetto a questo argomento, essendo che il collega Melilla, quando c'è stata l'occasione in Aula di votare per un'opzione maggioritaria legata al tema del Mattarellum, coerentemente, esattamente, con quello che sta facendo adesso, si espresse e votò a favore di quella opzione.
Rispetto al collega Laforgia e a molti dei compagni che animano il gruppo di Articolo 1 c'è una piccola contraddizione, che è anche il sintomo e la fotografia plastica dell'ipocrisia con la quale si affronta questo dibattito. Il collega Laforgia sollecita, anima e chiede il voto su un emendamento che consente il ritorno al Mattarellum, nel momento in cui sa perfettamente che aritmeticamente i voti per questa opzione non ci sono.
Il collega Laforgia e una parte consistente di coloro che stanno in quel gruppo, quando qui dentro c'era la possibilità, perché il MoVimento 5 Stelle votava a favore, di un'opzione che richiamava il Mattarellum, era in prima linea, insieme a Bersani e agli altri, a chiedere il voto contrario al Mattarellum. La situazione è semplice: quando si possono fare le cose, perché ci sono i voti, si scappa; quando si sa perfettamente che le cose non sono possibili, si alza la bandiera del Mattarellum. Questa è la fotografia delle posizioni elettorali del Movimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato D'Attorre. Ne ha facoltà. Colleghi, si può avere un po' di attenzione?
ALFREDO D'ATTORRE. Capisco e rispetto l'imbarazzo del collega Giachetti per questo passaggio, però, Presidente, ci consentirà di ristabilire la verità storica. Questo precedente che l'onorevole Giachetti richiama riguarda una mozione parlamentare. Ora, l'idea che le leggi elettorali si facciano con il voto di una mozione parlamentare è un'idea infantile (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico - Commenti dei deputati del gruppo Partito Democratico) e nasconde storicamente l'unica vera ragione per la quale all'epoca la mozione Giachetti fu presentata, cioè mettere un'ipoteca e un elemento di difficoltà sul Governo Letta, che stava provando ad accompagnare quel processo di riforma (Commenti del deputato Giachetti)…
PRESIDENTE. No, deputato Giachetti!
ALFREDO D'ATTORRE. …e aprire la strada al Governo Renzi. Questa è la verità storica di quel passaggio! Qui ognuno manifesti le proprie opinioni, ma si eviti di continuare a strumentalizzare e a distorcere ciò che è avvenuto in quel passaggio e che poi ha trovato conferma nelle scelte successive del gruppo dirigente a cui il collega Giachetti appartiene (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Francesco Sanna. Ne ha facoltà.
FRANCESCO SANNA. Presidente, è chiaro che siamo in una fase in cui si possono usare anche emendamenti di distrazione di massa, ma vorrei ricordare, visto che il collega D'Attorre ci ha riportato all'esigenza di ricostruire verità storiche, che, dopo che la direzione nazionale del Partito Democratico decise unanime di ripartire dal sistema elettorale che chiamiamo Mattarellum, ci portammo nella Commissione affari costituzionali a discutere di un possibile testo e rimanemmo soli, il Partito Democratico e la Lega Nord, su quel testo. E, aggiungo, nella successiva proposizione di un sistema elettorale che aveva una forte proporzione maggioritaria al 50 per cento, rimanemmo soli egualmente, con pochi altri e sempre con la Lega Nord in quel momento.
È da allora che si è passati ad un'altra ipotesi, quella di un accordo più vasto, quello che ha portato al testo base dell'onorevole Fiano che stiamo discutendo. Questa è la verità storica. Non si può ridefinire e ricostruire con emendamenti civetta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Parisi. Ne ha facoltà.
MASSIMO PARISI. Grazie, Presidente. Al netto della ricostruzione storica del collega Sanna, che omette di dire che su quella formula elettorale c'era anche un altro gruppo parlamentare, poiché dite che, se salta questa, si ritorna al Rosatellum, faremo finta di dimenticarcene. Volevo solo chiedere se è possibile votare per parti separate questo emendamento, nel senso di votare separatamente il terzo comma dai primi due.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Monchiero. Ne ha facoltà.
GIOVANNI MONCHIERO. Presidente, volevo dire che su questo tema il nostro gruppo ha opinioni molto diverse, per cui, naturalmente, ci asterremo o, comunque, assumeremo posizioni diverse, e lascio volentieri la parola a chi dei nostri vuole intervenire a titolo personale.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Vorrei ricordare che non solo avevo firmato la richiesta di Giachetti per il ritorno al Mattarellum, ma avevo anche digiunato; quindi, il minimo mi sembra che sia sottoscrivere questo emendamento, e quindi lo sottoscrivo e voto a favore.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Zoggia. Ne ha facoltà.
DAVIDE ZOGGIA. Credo che bisogna guardare in profondità l'emendamento che è stato presentato. È un emendamento che non soltanto chiede di ripristinare una legge importante per il nostro Paese, una modalità per quanto riguarda lo svolgimento delle elezioni, ma tende anche a far recuperare un rapporto degli elettori con gli eletti, in quanto è completo, riguarda non soltanto la modalità di voto, ma anche la scelta dei parlamentari. Inoltre, penso che ci sia un tema politico grandissimo, che riguarda, in particolare, in questo caso, le forze legate al centrosinistra.
Chi oggi boccia questo emendamento si prende la responsabilità storica e politica di uccidere, ammazzare, un'idea che ha condotto l'Italia a risultati molto importanti, e quindi penso che all'interno di questa discussione i parlamentari debbano porre particolare attenzione e non rimettersi al passato o a cose che avevano un unico intento, che è quello di essere strumentale (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Non si può fare, onorevole Parisi, la votazione per parti separate; quindi, non posso accogliere la sua richiesta, perché l'emendamento è sostitutivo dell'articolo 1.
Quindi, l'ultima parte, che riguarda le primarie, andrebbe a sostituire il sistema elettorale; capisce, non è possibile perché l'ultima parte parla solo delle primarie; ma sarebbe sostitutiva dell'intero sistema elettorale, è per questo che non si può.
Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.111 Quaranta, con il parere contrario della Commissione e dei relatori di minoranza La Russa e Distaso, e sul quale i relatori di minoranza Gigli e Turco si rimettono all'Aula.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 2).
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.126 D'Attorre, sul quale vi è invito al ritiro, altrimenti parere contrario, da parte del relatore per la maggioranza, parere favorevole del relatore di minoranza La Russa, si rimette all'Aula il relatore di minoranza Distaso, parere favorevole del relatore di minoranza Gigli e parere favorevole del relatore di minoranza Turco.
Siamo a pagina 28, emendamento 1.126 D'Attorre.
Ho già dato i pareri, se ci sono dubbi li ripeto; se non ci sono dubbi, non ci sono interventi, dichiaro aperta la votazione… No, deputato D'Attorre, prego: è un suo emendamento. Prego, revoco la votazione…
ALFREDO D'ATTORRE. Presidente, questo è il primo degli emendamenti con i quali proviamo invece ad intervenire sul testo qui in discussione: un testo che è stato presentato Urbi et orbi come il sistema tedesco. Con questo emendamento noi proviamo a fare un vero adattamento del sistema tedesco alla realtà italiana, fondato su due elementi, che qui presentiamo assieme; naturalmente possono anche essere considerati separatamente.
Il primo di essi è il voto disgiunto. Noi qui proponiamo che all'elettore sia consentito effettivamente di esprimere la scelta che c'è nel sistema tedesco: da un lato, il voto sul candidato nel collegio, la scelta della persona, del rappresentante del territorio. Un voto libero, non condizionato dalla scelta dell'appartenenza politica, della lista con la quale si determina la rappresentanza politica complessiva del Parlamento: da un lato, l'elettore sceglie il rappresentante del proprio territorio, dall'altro, con un altro voto, con una maggiore possibilità di scelta, sceglie la forza politica nella quale si riconosce e, con quel voto, determina la composizione complessiva del Parlamento.
Questo è un elemento assolutamente caratterizzante del sistema tedesco, ne è costitutivo; e per questo noi riteniamo, avendo scelto la gran parte, la parte più significativa dal punto di vista quantitativo delle forze politiche, di andare in questa direzione, noi abbiamo detto, purché si ragioni di un sistema coerente, non di un'invenzione italica… Abbiamo già dato da questo punto di vista: la pretesa di indicare modelli al mondo che avrebbero dovuto poi altri imitarci l'abbiamo già sperimentata e mi pare che non abbia funzionato. Scegliamo un modello consolidato: si è scelta la strada del modello tedesco, ma si sia coerenti. Quindi, voto disgiunto come elemento essenziale per rafforzare il potere di scelta dell'elettore e per far sì che il cittadino, quando vota, non si trovi di fronte ad un pacco unico preconfezionato: i sei o sette nomi del listino bloccato, il simbolo del partito, il nome del collegio uninominale; con un unico voto, che evidentemente comprime la libertà e la possibilità di scelta.
Secondo elemento che qui aggiungiamo e che poi proporremo anche separatamente è invece la necessità di un adattamento del sistema tedesco rispetto alla situazione italiana: in Germania abbiamo partiti finanziati dallo Stato, abbiamo fondazioni culturali finanziate ancora più significativamente dallo Stato, che assistono il lavoro di elaborazione, di studio, di approfondimento dei partiti politici; abbiamo leggi che normano la vita democratica interna dei partiti in maniera un po' più precisa e vincolante del testo cosiddetto Richetti, di cui abbiamo discusso qualche mese fa qui alla Camera e che adesso non so che fine abbia fatto al Senato.
Noi siamo, in Italia, in una situazione del tutto particolare: partiti personali, partiti padronali, partiti privi di qualsiasi vita democratica interna, partiti che addirittura, come nel caso del MoVimento 5 Stelle, rifiutano l'idea di avere uno statuto. È evidente che quel sistema delle liste bloccate in Germania funziona con procedure che impongono ai partiti una scelta democratica con la quale gli iscritti determinano non soltanto il candidato nel collegio uninominale, ma anche l'identità e l'ordine con i quali i candidati vengono presentati nel listino bloccato: queste condizioni non le abbiamo! E per questo ci è sembrato giusto offrire questa variante: per cui, da un lato, la possibilità del cittadino effettivamente di scegliere il candidato del proprio collegio, di scegliere la persona che deve rappresentare quel territorio; dall'altro, un voto con il quale si determina la rappresentanza politica complessiva e si ha la possibilità di scegliere tra i candidati che i partiti presentano nella parte proporzionale.
È un enorme accrescimento del potere di scelta dei cittadini: perché dire di no? Lo dico alle forze politiche che hanno in particolare battuto su questo elemento, a chi richiama qui di rappresentare i cittadini, i portavoce dei cittadini: diamo la possibilità ai cittadini di scegliere davvero con un sistema tedesco rafforzato e non taroccato (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
MASSIMO ENRICO CORSARO. Chiedo di parlare per richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
MASSIMO ENRICO CORSARO. Presidente, chiedo scusa: non sono riuscito a farmi vedere prima, perché in realtà il richiamo al Regolamento avrei voluto farlo in occasione della votazione dell'emendamento precedente; ma siccome da qui in avanti avremo a che fare con diverse votazioni, volevo approfondire una sua valutazione, per sapere come poterci comportare. Vede, Presidente, in occasione della votazione precedente il collega Parisi aveva chiesto la possibilità di votare con votazioni separate l'emendamento, espungendo dalla prima votazione il contenuto del comma 3 dello stesso.
Ora, come lei sa, Presidente, le norme elettorali sono tra le materie potenzialmente soggette anche alla richiesta di votazione segreta: segnatamente, l'articolo 49 prevede - cito il comma 1-quinquies - che “in relazione al carattere composito dell'oggetto, può essere richiesta la votazione separata della parte da votare a scrutinio segreto”. Ora, giusto per un'interpretazione: se il nostro Regolamento prevede che su argomenti di questa specie si possa chiedere addirittura il voto segreto per parti separate, a maggior ragione dovrebbe essere consentita la votazione per parti separate con votazione palese; e, a maggior ragione, nel caso di specie, rifacendoci alla richiesta presentata poc'anzi dal collega Parisi, è di tutta evidenza che il comma 3 che il collega Parisi chiedeva di espungere con votazione separata, qualora non fosse stato approvato o fosse stata approvata solo la prima parte, non avrebbe inficiato il senso stesso della modifica normativa che era proposta nei precedenti commi dell'emendamento.
Quindi, vorrei capire come mai non sia stato possibile procedere a quella votazione, che avrebbe consentito di analizzare, da un lato, con la lettura dei primi due commi dell'emendamento, una revisione della legge così com'era proposta dai sottoscrittori dell'emendamento; e, in una separata sede, con la votazione del comma 3, una fattispecie che avrebbe potuto esistere o non esistere, ovvero, nel caso, la circostanza che i partiti fossero chiamati a celebrare delle elezioni primarie prima di indicare i propri rappresentanti nelle liste (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Conservatori e Riformisti).
PRESIDENTE. Allora, deputato, guardi, ci deve essere autonomia normativa, no? Ecco, di entrambe le parti. Ma in questo caso non c'era autonomia per la seconda parte. Cioè doveva esserci la possibilità che il testo potesse reggere indipendentemente, invece la seconda parte riguardava le primarie e sarebbe andata quindi interamente a sostituire il sistema elettorale.
Io la spiegazione l'ho già data, è questa: non c'era autonomia delle due parti, altrimenti certo che sarebbe stato possibile; ma la seconda parte riguardava le primarie e sarebbe stata interamente sostitutiva dell'intero sistema elettorale. Capisce? E una norma delle primarie non può fare questo.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Fratoianni. Ne ha facoltà.
NICOLA FRATOIANNI. Signora Presidente, il nostro gruppo parlamentare, Sinistra Italiana-Possibile, ha affrontato la discussione sulla legge elettorale, che oggi entra nel vivo con la fase di votazione, provando ad interpretare questo passaggio con lo spirito di chi si misura con il Paese, con la situazione della democrazia italiana, con i problemi della democrazia italiana; con la crisi di una democrazia nella quale per troppo tempo il rapporto tra la politica, la sua organizzazione e la rappresentanza è stato messo in un angolo.
Per troppo tempo, per molti decenni in questo Paese, in nome del totem della governabilità, si è considerata la rappresentanza, il cuore della buona politica, una pietra di scarto nel dibattito pubblico.
Per questa ragione abbiamo deciso di misurarci con una legge elettorale, con la proposta di una legge elettorale, il modello tedesco, che aveva per una forza come la nostra alcuni elementi particolarmente sfidanti, ce lo possiamo dire. Il primo tra questi è la soglia di sbarramento, quel 5 per cento che in Germania convive con molti strumenti oggi assenti dalla formulazione concreta di questa legge. Ne ricordo uno per tutti: nella legge tedesca alle forze che vincono almeno in tre collegi è consentito di partecipare al riparto proporzionale dei seggi anche qualora non raggiungano la soglia del 5 per cento. Non esiste - noi abbiamo proposto emendamenti in tal senso - nella formulazione italiana un correttivo di questo tipo alla dimensione importante di quella soglia. Tuttavia, abbiamo deciso di accettare la sfida perché volevamo verificare una volta tanto la possibilità che in questo Paese si chiudesse da un lato la stagione drogata e asfittica del maggioritario, e dall'altro che si potesse chiudere la stagione in cui le maggioranze, alquanto variabili tra loro, costruiscono leggi elettorali sulla base della loro convenienza del momento. Lo abbiamo fatto e lo abbiamo fatto sapendo che quella scelta metteva in discussione la stessa possibilità di forze come la nostra di mantenere una rappresentanza politica nel prossimo Parlamento. Questa naturalmente è questione che riguarderà il consenso degli elettori e verificheremo al momento del voto se questa scelta ha avuto la forza di produrre una proposta politica efficace oppure no, ma non è questo il punto.
Il punto è che negare l'introduzione del voto disgiunto, oltre a produrre i molteplici effetti negativi che collega D'Attorre ha puntualmente richiamato, e che hanno a che fare, tanto per dirne una in particolare, con la possibilità dell'elettore o dell'elettrice di esprimere in piena libertà il proprio voto e di ridurre per questa via il carattere interamente bloccato con cui si ricostruisce la rappresentanza, riproduce il peggiore dei vizi di questi anni, perché muove da una sola considerazione. Non c'è nessuna ragione di merito, non c'è nessuna ragione di funzionalità, non c'è nessun argomento che possa spiegare a questo Parlamento e al Paese perché si nega l'introduzione del voto disgiunto. O meglio, un argomento c'è: negare il voto disgiunto non è conveniente per alcune delle grandi forze che oggi sono le contraenti principali di questo patto. Per alcune di quelle forze è poco utile rispetto alla condizione del momento introdurre una norma che darebbe maggiore stabilità e maggiore efficacia, una legge che in quel caso potrebbe essere molto migliorata e che - lo ripeto in quest'Aula e l'ha già detto nella discussione generale ieri il capogruppo Giulio Marcon - vedrebbe anche il nostro voto favorevole. La verità, dunque, è che, ancora una volta, si costruisce, seppure in un passaggio, un pezzo fondamentale dell'articolazione legislativa di questo Paese, non nel nome della sua funzionalità, dell'utilità rispetto alla funzionalità della nostra democrazia, ma nel nome di un interesse particolare. A me questo sembra un problema molto serio. Io invito ancora una volta quest'Aula, tutti i gruppi parlamentari, e in particolare, come ha ricordato il collega D'Attorre, chi ha fatto della libertà di scelta della lotta ai nominati una grande bandiera, ma anche chi come il Partito Democratico e come altre forze hanno posto la necessità di mettere in campo un sistema elettorale che fosse finalmente stabile e funzionale, affinché ci ripensino. Votare “sì” a questo emendamento significa migliorare questa legge, significa ragionare sul merito e non sulle proprie convenienze. Credo che sia arrivata l'ora che questa classe politica dia un segnale di maturità e non di prevalenza agli interessi particolari (Applausi dei deputati del gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Turco. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO. Grazie Presidente. Alternativa Libera ovviamente voterà a favore di questo emendamento del collega D'Attorre anche perché è veramente un ottimo emendamento e anzi lo sottoscrivo. È un emendamento che introduce il voto disgiunto. Io sento ancora parlare oggi, quando si vuole nominare questo sistema elettorale, di sistema tedesco. L'ho già detto varie volte, lo ripeto: questa legge elettorale non ha nulla a che fare con la legge elettorale tedesca, proprio perché non prevede tra le varie cose il voto disgiunto.
Sento anche parlare a volte che con questa legge ci sarà un 64 per cento di nominati, riferendosi alla parte del listino bloccato. Non è vero, se non c'è il voto disgiunto, avremo il 100 per cento di nominati, perché se non si dà la possibilità all'elettore di poter votare, mettendo una croce, il candidato che più gli piace e dall'altra parte il listino bloccato, e quindi il simbolo di partito con il listino bloccato; se non c'è questa possibilità, avremo il 100 per cento di nominati. Per cui questa legge va a chiamata “Porcellum 2”, perché non ha nulla di diverso dal vecchio “Porcellum”.
Dopodiché, questo emendamento prevede anche una disciplina sulla democrazia interna dei partiti. Anche qua c'è una netta differenza tra noi, il sistema italiano, e il sistema tedesco, perché nel sistema tedesco c'è questa legge che disciplina la democrazia interna dei partiti, qui in Italia non c'è. Questa è la grande seconda differenza. Quindi, veramente è un ottimo emendamento, e dichiaro il voto favorevole di Alternativa Libera.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Pizzolante. Ne ha facoltà.
SERGIO PIZZOLANTE. Grazie Presidente. Noi voteremo a favore di questo emendamento perché (poi questo tema si ripeterà con altri emendamenti anche nostri) cerca di trovare una soluzione rispetto ad un problema enorme con il quale noi ci siamo confrontati in questi anni, che è il problema dell'allargamento, dell'ampliamento, degli spazi di libertà del cittadino nel momento in cui esprime il voto. Uno dei grandi temi sulla questione drammatica dell'antipolitica e dell'antiparlamentarismo in questo Paese, una delle grandi questioni, uno dei grandi fattori dell'esplosione dell'antiparlamentarismo in questo Paese (ripeto uno, poi ce ne sono altri che sono ideologici, penso a quelli dei Cinquestelle che si ispirano Rousseau e quindi alla democrazia diretta, quindi lì c'è una logica completamente diversa), uno dei grandi temi sull'esplosione dell'antiparlamentarismo, è stata l'impossibilità dei cittadini elettori di scegliersi il parlamentare, di scegliere la composizione del Parlamento. Noi l'abbiamo vissuto sulla nostra pelle, era una delle accuse legittime che in questi anni ci hanno fatto. Tutti noi qui siamo stati nominati e questo è un problema che ha intaccato fortemente la nostra credibilità e anche l'autorevolezza e l'autorità del Parlamento.
Questo emendamento si pone l'obiettivo di risolvere questa questione, di restituire ai cittadini spazi di libertà. Il voto disgiunto è una occasione di libertà del cittadino di poter scegliere, così anche la preferenza. Poi vedremo come voteranno su questi temi i Cinque Stelle che proprio in queste ore pongono la questione del voto disgiunto e delle preferenze, vedremo come voteranno su questo emendamento. Ma è evidente che questo emendamento, come altri simili che discuteremo più avanti, cercano di risolvere questo problema enorme della democrazia nel nostro Paese. La legge che noi stiamo per approvare, che approveremo, forse no, spero di no, nei prossimi giorni, introduce concetti che sono esattamente all'opposto: riduce gli spazi di libertà rispetto anche al Porcellum, impedisce il voto disgiunto, impedisce la scelta diretta del deputato e addirittura, rispetto al tedesco, perché questo è un falso tedesco, introduce nuove rigidità, nuove restrizioni come per esempio il fatto che se un candidato di un partito che non raggiunge il 5 per cento vince il proprio collegio perché scelto dai cittadini non può entrare in Parlamento.
È una delle cose folli di questa legge! Se nel mio collegio prendo la maggioranza dei voti dei cittadini non posso entrare in Parlamento, e al mio posto entra un nominato di un partito, che nessuno conosce, che magari appartiene ad un altro territorio! Questa è un'enorme incongruenza, quindi siamo a favore di questo emendamento, perché – ripeto - rimette al centro la questione della democrazia, del rapporto fra cittadino ed eletto, e impedisce a questa legge di ridurre ulteriormente gli spazi di libertà (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Toninelli. Ne ha facoltà.
DANILO TONINELLI. Presidente, il MoVimento 5 Stelle è a favore dell'introduzione delle preferenze e a favore dell'introduzione del voto disgiunto, però non è a favore di emendamenti fatti apposta per riscrivere un testo e far cadere tutto, perché dietro si nasconde la volontà di non andare a votare presto (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle). E questo emendamento, Presidente, ha dentro un po' di tutto: c'è dentro il voto disgiunto con due schede, che non c'è in Germania; c'è il doppio voto di preferenza, ma soprattutto c'è un ridisegno dei collegi plurinominali. Ma chi state prendendo in giro? Questo emendamento cambia tutto, cambia magari come volete voi. Il MoVimento 5 Stelle vuole inserire le migliorie, non vuole affossare il testo. Quindi, su questo emendamento, semplicemente, Presidente, ci asterremo (Commenti).
PRESIDENTE. Colleghi! Colleghi, lasciatelo parlare!
DANILO TONINELLI. Magari adesso vedremo qualcuno scendere e andare ad affermare che il MoVimento 5 Stelle è contro le preferenze e il voto disgiunto. No, il MoVimento 5 Stelle è a favore, ed è contro chi cerca di affossare la legge perché “se la fa sotto” all'idea di andare a votare (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle - Commenti)!
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Presidente, su questo emendamento noi voteremo a favore, non ci nascondiamo dietro un dito - come ha fatto il collega del MoVimento 5 Stelle - sulla circostanza che non tutto l'emendamento ci piace, altrimenti si finisce con il lasciare il testo così com'è, che forse è quello che i quattro vogliono fare.
La situazione attuale rivaluta il Porcellum; è stato detto che si tratta di un “Porcellum 2”: non è vero. Il Porcellum, se non altro, consentiva, la sera delle elezioni, di sapere chi aveva avuto più voti, e, con tutti quei nominati, che non volevamo, comunque attribuiva ad una maggioranza il compito di provare a fare il Governo, se ci riusciva. Questa legge non consente neanche questo.
Perché votiamo a favore di questo emendamento? Perché contiene la possibilità di far scegliere ai cittadini il proprio candidato nell'uninominale e, con le preferenze, il proprio candidato nella parte plurinominale. È molto semplice, molto chiaro.
Noi voteremo a favore di tutti gli emendamenti - di tutti gli emendamenti! - che aprono spazi di libertà ai cittadini, e che consentirebbero ai cittadini, ove fossero approvati, di scegliere veramente i propri eletti e magari orientare la maggioranza che esce dalla competizione elettorale. In una sola frase, noi chiediamo - ma non so come chiederlo, è un appello che faccio ai quattro partiti più grandi che hanno deciso di mettere la firma sotto questo testo di legge -, come ha dichiarato Giorgia Meloni apertamente: ci volete aiutare a non nominare almeno i nostri deputati? Noi non li vogliamo nominare. Voi li volete nominare? Approvate almeno degli emendamenti che consentano a chi non vuole nominarli di non nominarli.
Vi abbiamo parlato di pluricandidature, vi abbiamo parlato di ridurre il numero dei candidati nella parte plurinominale, tutti sistemi - se non volete le preferenze - che consentono ai partiti fino al 10, 15, 20 per cento, quelli che avrebbero pochi vincitori nei collegi, di poter non nominare i propri candidati, i propri deputati. Noi vogliamo che siano i cittadini a sceglierli. Con questa legge, un partito dell'8 o 9 per cento, a parte i pochi eventuali vincitori nei collegi uninominali, avendo 60, 70 deputati, ne farà scegliere ai cittadini 3, 4, 2, 1 o nessuno, e tutti gli altri saranno nominati. Noi di Fratelli d'Italia non li vogliamo nominare, aiutateci a cambiare questa legge liberticida.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Scotto. Ne ha facoltà.
ARTURO SCOTTO. Signora Presidente, quando si parla di legge elettorale, dovrebbe prevalere sempre il merito e mai l'opportunità politica, lo dico con grande pacatezza al collega Toninelli. Se c'è un emendamento che dice “voto disgiunto e preferenze”, e si annuncia, come avete fatto voi, urbi et orbi, che occorre introdurre il voto disgiunto e le preferenze, quell'emendamento si vota: si chiama coerenza. Evidentemente, oggi questa cosa viene messa sotto il tacco di un accordo di potere che avete stretto con gli altri partiti (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Presidente, in modo telegrafico, rispetto a quanto ha appena affermato anche il collega La Russa, che chiaramente sottoscriviamo: il gruppo Fratelli d'Italia, oltre ad aver cercato di portare in I Commissione emendamenti che parlavano di preferenze e di voto disgiunto, deve tutto sommato andare a pensare che quello che ha appena affermato il collega del MoVimento 5 Stelle di fatto è un vero e proprio tradimento rispetto ai valori iniziali del MoVimento 5 Stelle (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
Sulle preferenze state tradendo quello che l'8 settembre 2007 recitava il primo V-day, ovvero “no ai parlamentari scelti dai segretari di partito”, mentre con questa legge elettorale ci sarà un listino. E siete conniventi con il Partito Democratico, che sta cercando di buttare nel “cesso” una legge elettorale…
PRESIDENTE. Si esprima propriamente, grazie.
WALTER RIZZETTO. …una legge elettorale che al posto di essere completamente condivisa - completamente! - è stata fatta in segrete stanze da Beppe Grillo e Matteo Renzi (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Palazzotto. Ne ha facoltà.
ERASMO PALAZZOTTO. Presidente, voglio dare per buone le parole dell'onorevole Toninelli, e chiedergli se magari successivamente, all'emendamento 1.561, che prevede l'introduzione del doppio voto sulla stessa scheda senza aggiungere altro, il MoVimento 5 Stelle avrà modo di dimostrare la propria coerenza.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.
ANGELO CERA. Presidente, insisto con il concetto che il 62 per cento degli eletti saranno nominati. Il 62 per cento degli eletti verranno nominati nelle segreterie o nelle segrete stanze dei quattro amici, dei quattro dell'Ave Maria, come potremmo chiamarli.
C'è un altro caso che pongo: siccome probabilmente qualcuno sa, dei “quattro dell'Ave Maria”, che, per chi nei collegi uninominali non va oltre il 10, 11 per cento, c'è il rischio che chi viene scelto per rappresentare il listino sarà costretto… perché non troveranno nessuno che si candida, lo dico a chi sta alla mia sinistra, ed è questo che succederà, che nell'uninominale troveremo lo stesso candidato che, bollato, sarà candidato dall'altra parte nel listino.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Piepoli. Ne ha facoltà.
GAETANO PIEPOLI. Grazie, Presidente, a nome del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico vorrei qui dichiarare il nostro consenso a questo emendamento, per una ragione molto semplice: perché questo emendamento tenta di farsi carico della profonda crisi di sistema che stiamo vivendo, tenta di farsi carico di trovare una soluzione alla situazione complessiva di stanchezza dell'esperienza democratica del nostro Paese e noi riteniamo che anche questo dibattito rischia di essere un'occasione persa. Perché? Perché noi ci saremmo attesi, da parte delle forze politiche maggiori, la coscienza che, nell'impossibilità di un automatico adeguamento del nostro sistema politico-istituzionale a quello di altre esperienze democratiche d'occidente, tuttavia dimostrare che noi non siamo in grado di legare una legge elettorale a un progetto di governo per il Paese ci allontana dall'Europa anziché avvicinarci. Noi crediamo che il sistema tedesco, che non abbiamo voluto scegliere come feticcio, così come individuato in questo emendamento, ha un senso, però vorrei dire, nello stesso tempo, che dobbiamo essere un po' indulgenti anche verso l'intervento del collega Toninelli, perché in qualche modo tedesco è anche il senso di quell'intervento, perché mi ha ricordato quello che tanto tempo fa Bertrand Russel diceva di alcuni - come dire? - fan dell'esperienza idealistica tedesca, ovvero dei nipotini di Hegel, a questo proposito: alcuni dicono che il re di Francia ha una bella capigliatura; altri dicono che il re di Francia è calvo; tutti sanno che in Francia non c'è alcun re e alcuna monarchia, ma gli hegeliani, che amano la sintesi, dicono: “Il re di Francia ha la parrucca” (Applausi dei deputati dei gruppi Democrazia Solidale-Centro Democratico, Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista e Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Fico. Ne ha facoltà.
ROBERTO FICO. Grazie, Presidente, sarò molto breve e veloce, perché ogni tanto un po' di discorsi mi sembrano assurdi. Primo: tramite lei dico al collega Rizzetto che sentire parlare di tradimento dei valori per chi è stato eletto in un movimento ed è stabilmente in un partito a pieno stipendio, sinceramente (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle)… Non accettiamo nessuna morale da queste persone e anche da chi è seduto qui, davanti a me, il deputato La Russa, che parla di nominati, di preferenze, colui che ha votato il Porcellum insieme alla Lega e al centrodestra: pure non accettiamo niente da queste persone (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
Detto questo, tra poco arriveranno gli emendamenti del MoVimento sull'introduzione delle preferenze in questa legge elettorale e tutti potremo votarli per inserire le preferenze (Applausi dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Gigli. Ne ha facoltà. Deputato Gigli, è già in piedi, prego.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente, era solo per sgranchirmi le gambe.
Io vorrei tranquillizzare l'onorevole Toninelli, se si preoccupa che - come dire - qualcuno voglia demolire una legge ben costruita da quattro amici al bar, io vorrei tranquillizzarlo: non vuole votare questo emendamento? Benissimo, lo faremo noi per lui. Quando però arriveranno gli emendamenti chirurgici con i quali verranno selettivamente inserite, si tenterà di inserire selettivamente il meccanismo delle preferenze o quello del voto disgiunto, spero che l'onorevole Toninelli vorrà tener fede alla sua parola. Per aiutarlo lo faremo anche a voto segreto, così dopo potrà dare la colpa al PD, non si preoccupi. A quel punto però vogliamo vedere che cosa succede in quest'Aula, perché altrimenti non potranno più andare in giro per la strada a raccontare ai loro elettori che sono a favore ovviamente di un Parlamento di eletti e non di nominati (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Io veramente voglio esprimere un disagio, come lo prova una persona della mia età. Io ricordo che Manzoni, per descrivere la perdita della virtù di suor Geltrude, la monaca di Monza, ad un certo punto disse: “E la sventurata rispose”. E qui chi è Geltrude? Pensatelo voi. Chi è Egidio, colui che sedusse la monaca di Monza?
Ecco i seduttori, stanno quindi nel PD, che hanno fatto vedere il potere e la sventurata rispose (Applausi dei deputati dei gruppi Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista, Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile,Misto-Conservatori e RiformistieCivici e Innovatori).
PRESIDENTE. Proceda, che il suo tempo sta per…
ARCANGELO SANNICANDRO. E una volta che la sventurata rispose, non c'è più pudore: ebbe due figli suor Gertrude, ebbe due figli! La storia lo dice.
PRESIDENTE. Va bene, la conosciamo.
ARCANGELO SANNICANDRO. Ebbe due figli. Ora l'onorevole Toninelli, questa suor Geltrude, deve essere un pochino più cauto e deve imparare dal PD.
Io ieri, nella discussione generale, sto sorridendo, ma ho apprezzato la prudenza dell'onorevole Richetti, il quale disse: “Ma noi non vogliamo andare a votare, stiamo provvedendo a fare una legge perché il Paese ha bisogno della legge, ma…
PRESIDENTE. Concluda.
ARCANGELO SANNICANDRO. …non sia detto che noi vogliamo collegate la legge all'anticipazione dello scioglimento della legislatura.
Quei signori, quegli apprendisti stregoni hanno perso ogni pudore e lo dovranno spiegare ai loro (Applausi dei deputati dei gruppi Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista, Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà-Possibile,Misto-Conservatori e RiformistieCivici e Innovatori)…
PRESIDENTE. Va bene, è finito il suo tempo, onorevole Sannicandro, le devo ricordare che i tempi sono stati già abbondantemente superati.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Dall'Osso. Ne ha facoltà.
MATTEO DALL'OSSO. Grazie, Presidentessa, volevo chiedere, se posso parlare…
PRESIDENTE. Colleghi, potete abbassare il tono della voce? Grazie.
MATTEO DALL'OSSO. …a quanti Rolex corrispondono un vaccino e una preferenza e soprattutto, visto che me l'ha appena ricordato, quanto vale un Rolex l'onestà? Questa è la domanda che mi pongo.
PRESIDENTE. Passiamo ai voti.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.126 D'Attorre, con il parere contrario della Commissione, favorevole del relatore La Russa, si rimette all'Aula il relatore Distaso, favorevole il relatore Gigli, favorevole il relatore Turco.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 3).
Allora avverto che gli emendamenti Michele Bordo 1.462 a pagina 32 del fascicolo e 1.461 a pagina 87 sono stati ritirati dal presentatore.
Passiamo alla votazione dell'emendamento 1.493 Menorello, su cui i pareri sono: invito al ritiro o parere contrario del relatore di maggioranza, poi si rimette all'Aula il relatore La Russa, favorevole il relatore Distaso, favorevole il relatore Gigli e si rimette all'Aula il relatore Turco.
Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato La Russa. Ne ha facoltà.
IGNAZIO LA RUSSA. Grazie, Presidente, semplicemente per annunziare voto di astensione del gruppo di Fratelli d'Italia e approfittare dell'occasione per dire al collega dei 5 Stelle che mi ha fatto l'onore di citarmi come uno tra quelli che hanno votato il Porcellum, che effettivamente è vero, ma se avesse la bontà di andare a controllare i lavori, sono stato uno dei 60, non di più, che votarono a favore dell'emendamento, presentato dal mio gruppo, che introduceva anche allora le preferenze.
Vede, io con le preferenze nel 1992, pensi, la prima volta sono stato eletto, lei è stato eletto solo col Porcellum, e senza Porcellum non sarebbe stato eletto (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale - Commenti dei deputati del gruppo MoVimento 5 Stelle).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Menorello, che è anche il firmatario dell'emendamento. Ne ha facoltà.
DOMENICO MENORELLO. Grazie, signora Presidente, per illustrare brevemente il senso dell'emendamento che, scritto ovviamente così in senso tecnico, non è immediatamente intellegibile.
Il periodo che si chiede di eliminare dall'articolo 1 e, conseguentemente, anche dal corrispondente per il Senato, riguarda esattamente quei 225 collegi uninominali, ripartiti nelle varie circoscrizioni e configurati in base all'antico censimento del 1991. Infatti, come abbiamo già avuto modo di dire nel corso di questa seduta, per la fretta del voto, non si vuole aspettare, come da sempre si è fatto nella storia della Repubblica, che una commissione tecnica incaricata dal Governo descriva, secondo l'esatto dettato dell'articolo 56 della Costituzione, i 225 collegi uninominali secondo l'ultimo censimento, ma si appiccica in via transitoria un richiamo al Mattarellum, il quale a sua volta configurava questi collegi sulla base di una popolazione che era di 3 milioni di abitanti in meno rispetto a quella attuale.
Che questa forzatura sia del tutto evidente anche a chi ha redatto il testo lo si legge all'articolo 3, comma 3, che infatti chiede al Governo - non in fase transitoria, ma in fase definitiva, che è quella che quest'emendamento vuole richiamare come unica fase - di rideterminare questi 225 collegi. Perché bisogna rideterminarli? Perché evidentemente questo periodo che si chiede di abrogare, di togliere, li determina in modo sbagliato, in modo frettoloso e in modo assolutamente non accettabile.
Segnalo, poi, che leggo anche altri emendamenti su questo stesso punto e, fin d'ora, vorrei lasciare a verbale di volere sottoscrivere l'emendamento 1.544 Lattuca, perché anch'esso domanda, pure in forma più succinta, di togliere la tabella allegata all'articolo 1, che configura i collegi secondo il censimento 1991, per andare cioè a votare secondo i collegi che saranno disegnati dal Governo in tempi molto rapidi, secondo le proporzioni all'ultimo censimento e non, invece, a quello preistorico di ventisei anni fa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Marotta. Ne ha facoltà.
ANTONIO MAROTTA. Grazie, signora Presidente. Intervengo su quest'emendamento, ma c'è tanta confusione in questa legge, che è difficile capire se quello che sto per dire si riferisca a quest'emendamento o a qualche altra situazione. Io ritengo che possa riferirsi a quest'emendamento e, quindi, lo tratto in questo momento. Però, la confusione resta.
Partendo sempre dalla Carta costituzionale, che tanto interessa il MoVimento 5 Stelle, abbiamo gli articoli 56 e 57 che regolano diversamente le elezioni per la Camera e per il Senato. Infatti, mentre per la Camera fa riferimento all'ultimo censimento generale della popolazione, nel Senato introduce qualche cosa di diverso. E, quindi, non fa riferimento solo ed esclusivamente al censimento nell'ultimo capoverso, ma prima dice: nessuna regione può avere un numero di senatori inferiori a sette.
Quindi, mi pare che, sul piano dell'impostazione e del teorema costituzionale, siano diverse le due situazioni, l'articolo 56 e l'articolo 57, perché sennò non lo avrebbe ripetuto per il Senato; avrebbe detto “come per la Camera”. Se dice qualcosa di diverso, è chiaro che la ratio di queste due norme costituzionali è diversa.
Allora, che cosa fa oggi il gruppo dei quattro, che vogliono questa legge elettorale? Badate bene, per l'individuazione dei colleghi - e lo dice il comma 2 dell'articolo 1, ecco perché penso che dobbiamo parlarne ora – si fa riferimento a una tabella, la cosiddetta tabella A. Questa tabella A da dove la ricava? La ricava dalla tabella per il Senato. Allora, proprio per coerenza, se le due leggi costituzionali per la Camera e per il Senato sono diverse, come è possibile recepire una tabella che riguarda il Senato e trasferirla nella legge per l'elezione alla Camera?
Quello che dico è talmente vero che ripeto un esempio. È chiaro che può essere fatto per tutte le circoscrizioni, ma io lo ripeto per la Basilicata, dove abbiamo sette senatori. E questa normativa, che stabilisce per la Basilicata sette senatori, la vogliamo trasferire alla Camera. E, quindi, diventano sei i collegi (cinque collegi più uno nel proporzionale). E, allora, dov'è il problema? Che, mentre per il Senato c'è una sovraesposizione rispetto al numero di senatori presenti - e non so come sia venuto fuori questo numero di sette, ma è scritto nella legge costituzionale, posso anche capire a che cosa sia dovuto, ma a noi interessa poco - per quando riguarda invece la Camera, abbiamo che questo sistema del Senato è trasferito alla Camera.
Allora, può essere razionale e ragionevole questo sistema, per cui voi trasferite dal Senato alla Camera l'individuazione dei collegi, mentre le due leggi per l'esistenza della Camera e per l'esistenza del Senato sono diverse? Ecco che c'è chiaramente un problema che vi dovete porre, perché i collegi li dovete individuare diversamente, li dovete individuare così come dice la legge, attraverso il processo di censimento a cui abbiamo fatto riferimento e i censimenti ci sono.
Un ultimo riferimento va fatto anche al contenuto di quest'emendamento, che noi condividiamo pienamente, con riferimento a quella norma che prevede la delega di un anno. Benissimo, noi siamo pienamente d'accordo, un anno è troppo. Questo anno voi lo potete ridurre a tre mesi, a due mesi, a quindici giorni, ma rispettate la Costituzione (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD)! Questo è quello che diciamo noi! Deve essere il Governo a operare il censimento. E il censimento c'è, perché è stato fatto nel 2011! Quindi, come volete voi superare un fatto esistente, un fatto previsto nella Carta costituzionale, un fatto che porta, come nell'esempio che ho fatto della Basilicata, a una determinazione e assegnazione di seggi, che va al di là di qualsiasi logica (Applausi dei deputati del gruppo Misto-Alternativa Popolare-Centristi per l'Europa-NCD)?
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Gigli. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Grazie, Presidente. Credo che ci sia un dato oggettivo, che è sotto gli occhi di tutti, almeno di chi ha partecipato ai lavori della Commissione in questi giorni, lavori conclusi spesso a ritmo battente, utilizzando anche la domenica di Pentecoste e quant'altro, salvo poi scoprire che adesso possiamo e dobbiamo dilazionare alla settimana prossima.
La cosa che è sotto gli occhi di tutti è che noi, nell'arco di una settimana, abbiamo visto passare sotto i nostri occhi tre tabelle diverse, che riguardano l'organizzazione, la suddivisione, dei collegi. Allora io, nella migliore delle ipotesi, posso pensare che ci sia stata una certa approssimazione, che ci sia stata cioè, legata alla fretta e alla voglia di fare presto, una incuria del fare bene. Questo è il massimo che posso dare come attenuante. Sta di fatto, però, che noi siamo ormai alle comiche da questo punto di vista. E, magari, dopodomani vedremo qualche cosa ancora di diverso e dovremo ricominciare a subemendare.
Cercando però di interpretare un pochino anche in senso positivo quello che è accaduto, io voglio mettermi dalla parte di chi si è trovato a fare queste tabelle e dire che, oggettivamente, è qualcosa di difficile; è qualcosa di difficile, perché la popolazione italiana in 26 anni è cambiata, è cambiata dal punto di vista demografico, profondamente, è aumentato l'invecchiamento della popolazione, è calata la natalità, ci sono state aree geografiche dove questo si è visto più sensibilmente, altre dove si è visto di meno, abbiamo avuto processi migratori all'interno, abbiamo avuto spostamenti dalle aree urbane, in alcuni casi, verso le aree della periferia contermine, semplicemente per motivi di costi abitativi o di altro; quindi, è oggettivamente difficile definire i collegi in questa situazione. Allora, il buonsenso, se non altro, perché la fretta è cattiva consigliera, avrebbe voluto che ci fosse una commissione di esperti, presieduta da qualcuno che di demografia se ne intende - e, verosimilmente, questo è l'Istat, per quanto riguarda il nostro Paese - a stabilire - con il tempo necessario, che non è un tempo eterno, se qualcuno si preoccupa di andare presto alle elezioni, non è un tempo necessariamente eterno -, a fare un lavoro pulito che fosse, cioè, la fotografia di quella che è oggi la distribuzione della popolazione nel nostro Paese, cercando di raggruppare le aree in maniera la più omogenea possibile.
Tutto questo non lo si è voluto fare o, meglio, si dice che il Governo lo può fare, ma si mette intanto in moto una norma transitoria che è l'alibi con il quale poter dire: comunque noi, intanto, andiamo a votare, anche se questo lavoro non viene fatto. Allora, io dico: volete andare subito? Benissimo, vi assumerete voi le responsabilità per quanto riguarda, poi, gli aspetti economici e quant'altro di questo Paese, se n'è parlato anche oggi; ma diamo, comunque - il buonsenso questo vuole - a degli esperti, a una commissione indipendente il potere di definire i collegi; diamogli un tempo limitato, diamogli 45 giorni, diamogli 60 giorni, fate a tempo lo stesso a portare il Paese alle elezioni, però, facciamo questa cosa, togliamo la delega al Governo e togliamo questa tabella. L'emendamento Menorello che noi sosterremo, questo vuole fare, ed invito tutti a capirne il senso; l'emendamento Menorello vuole ridare il potere di fare la tabella dei collegi a chi ha la competenza e la capacità per farlo ed ha l'imparzialità per farlo. Grazie, collega, per averlo presentato (Applausi dei deputati del gruppo Democrazia Solidale-Centro Democratico).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, la deputata Galgano. Ne ha facoltà.
ADRIANA GALGANO. Grazie, Presidente. Invito tutti i colleghi a votare a favore dell'emendamento Menorello che risolve un problema molto serio, ovvero l'incostituzionalità nella ripartizione dei collegi. In particolare, invito i 5 Stelle a votarlo, dal momento che nel sondaggio che hanno sottoposto ai loro iscritti c'era scritto: Siete favorevoli all'approvazione di un sistema elettorale di impianto tedesco che sia rispettoso della Costituzione? Ebbene, attraverso lei, Presidente, dico ai colleghi del 5 Stelle che nel riparto dei collegi questo sistema non è rispettoso della Costituzione, e quindi li invito a votarlo.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Sannicandro. Ne ha facoltà.
ARCANGELO SANNICANDRO. Presidente, colleghi, è bene che qualcuno si vada a rileggere il testo della Costituzione, come entrò in vigore il 1° gennaio del 1948. L'impianto costituzionale era un impianto proporzionale e, comunque, teneva al suo centro un pilastro fondamentale e cioè che i deputati erano rappresentanti del popolo. A tal fine si stabilì che o un deputato doveva rappresentare al massimo ottanta persone, ottanta elettori, e i senatori 200, cioè praticamente si discusse se i collegi dovevano essere ampi, oppure, piuttosto, ristretti. Ora, è evidente che se si fa un collegio, una circoscrizione di mille abitanti è una cosa, farla di un milione di abitanti è tutt'altro. Quindi, il rapporto tra i deputati o i senatori e il territorio si affievolisce. Questo è lo spirito della nostra Costituzione, che poi lo si ritrova anche negli articoli 56 e 57, laddove si fa riferimento all'ultimo censimento. Per quale motivo si fa riferimento all'ultimo censimento?
Proprio perché gli ambiti devono tenere conto di questo concetto, che un deputato possa essere un rappresentante, lo ripeto, possa essere un rappresentante; ma un rappresentante dei vivi, cioè dei residenti, non di coloro i quali eventualmente hanno trasmigrato in qualche altra parte d'Italia. Quello che è stato fatto qui è qualcosa per cui chi venisse eletto diventerebbe rappresentante di una popolazione che forse non c'è più; oltre al fatto che ci sono delle situazioni di disomogeneità di cui i colleghi hanno parlato ampiamente e che io non ripeto. Ora, la cosa strana, sapete qual è? Che il MoVimento 5 Stelle - che ha esordito sulla scena politica in nome del popolo, della democrazia diretta, che ha detto che i deputati sono dei portavoce - poi, si dimentica di dire portavoce di chi e affievolisce, poi, nella pratica, dopo aver trovato per la sua strada il seduttore Renzi, il rapporto tra eletto ed elettori. Questa è la stranezza, per lo meno per uno come me, che è stato educato ad un minimo di coerenza e, soprattutto, a un minimo di pudore, quando, nella vita, si affronta anche una svolta. Qui, invece, la svolta non c'è, perché è chiaramente dichiarato da parte degli esponenti; io ho ascoltato il collega Toninelli il quale tranquillamente ha detto: a noi, sostanzialmente, come diceva Salvini, non interessa poi alla fine la legge elettorale, purché si vada al voto. Ma anche qui, la legislatura deve durare cinque anni, dice la Costituzione, per quale motivo? Perché un Governo deve avere di fronte a sé un periodo idoneo per poter governare, invece, il livello della cultura politica è sceso così in basso, ormai, che io stamattina o ieri mattina, ormai, non ricordo più perché sto chiuso, qui, in quest'Aula da cinque giorni, ho ascoltato in televisione un europarlamentare del Pd il quale, ribattendo ad un giornalista, ha detto: e qual è il problema, se noi scegliamo il momento più opportuno per noi per andare alle elezioni? Ma siamo arrivati a questo punto! Giustamente, poi, interviene il Presidente Napolitano bacchettando costoro, i quali antepongono gli interessi delle segreterie dei partiti agli interessi del Paese. Ora, la incostituzionalità di cui si parla è proprio la cultura della “casta” che ormai sta penetrando entro quelle file, ma con una velocità veramente spaventosa, non ci sono limiti, non ci sono più filtri e questo mi preoccupa, lo ripeto, perché se l'esordio è questo, figuriamoci dove si andrà a finire nei prossimi anni (Applausi dei deputati del gruppo Articolo 1-Movimento Democratico e Progressista).
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto, a titolo personale, il deputato Rizzetto. Ne ha facoltà.
WALTER RIZZETTO. Grazie, Presidente. Come già annunciato noi voteremo astensione a questa proposta emendativa, dopodiché, Presidente, per suo tramite vorrei rispondere al deputato Fico che prima mi ha citato, dicendo, Presidente, al deputato Fico che non entra nel merito del provvedimento e, dimostrando anche una pochezza, sotto questo punto di vista, ampia, non riesce ad andare a spiegare a tutta l'Aula e a coloro che vanno ad ascoltare questo dibattito rispetto all'elezione diretta e rispetto al Parlamento che deve essere votato dai cittadini con preferenza diretta; i veri traditori siete voi. Chiudo, Presidente, semplicemente ricordando che il deputato Fico basta che vada a controllare la mia pagina Facebook per capire che io continuo, ad esempio, con una buona pratica che è quella della rendicontazione, molto e meglio rispetto ai deputati del MoVimento attualmente in carica; ricordo che il senatore Giarrusso è da dicembre dello scorso anno che non rendiconta e che il deputato Fico spende una media certificata di 1.866 euro al mese di affitto, caro il mio deputato Fico (Applausi dei deputati del gruppo Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale). Quindi, per cortesia, io penso che a Roma, Presidente, si possa vivere una notte con 60, 70 euro, senza necessariamente andare a dormire, come fa probabilmente il collega Fico, in qualche albergo a cinque stelle.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare per dichiarazione di voto il deputato Cera. Ne ha facoltà.
(Commenti). Colleghi, il deputato Cera ha diritto di intervenire, abbiate pazienza.
ANGELO CERA. Non credo che vi parlerò più dell'onestà, perché, oramai, credo che sia così cosa pubblica che è vergognoso quello che stiamo vedendo e che stanno vedendo gli italiani. Il problema, voglio solamente comunicare a noi scelti e agli scelti che verranno, è che in alcune aree del Sud, dal censimento del 1991 a quello del 2011, ultimo censimento, c'è un calo demografico di oltre il 30-35 per cento, per cui in moltissimi casi avremo dei collegi dove non si troverà nessuno ed altri sul territorio troveranno tantissima gente.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Grazie, Presidente. Intervengo solo per cambiare il parere su questo emendamento: dall'astensione a favorevole.
PRESIDENTE. Lei si era rimesso all'Aula, giusto? Invece il parere è favorevole.
TANCREDI TURCO, Relatore di minoranza. Sì, il mio parere è favorevole.
PRESIDENTE. Va bene.
Avverto che, ai sensi dell'articolo 51, comma 2, del Regolamento, è stata avanzata dai presidenti dei gruppi Alternativa Popolare e Civici e Innovatori richiesta di scrutinio segreto sull'emendamento 1.493 Menorello, e la richiesta può essere accolta.
Avverto, dunque, che la prossima votazione avrà luogo a scrutinio segreto.
Indìco la votazione segreta, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento 1.493 Menorello.
Dichiaro aperta la votazione.
(Segue la votazione).
Dichiaro chiusa la votazione.
La Camera respinge (Vedi votazione n. 4).
Colleghi, come preannunciato, interrompiamo a questo punto l'esame del provvedimento, che riprenderà domani mattina, alle 9,30. Adesso è convocata la Conferenza dei presidenti di gruppo, che si terrà fra dieci minuti nella biblioteca della Presidente.
GIAN LUIGI GIGLI. Chiedo di parlare per un richiamo al Regolamento.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
GIAN LUIGI GIGLI. Presidente, ho appena appreso, nel consegnare i subemendamenti all'emendamento del relatore, che per poter presentare i subemendamenti avremmo dovuto sottrarre qualcosa al gruppo di emendamenti presentati e contingentati. Allora, chiedo questo alla Presidenza, e lo chiedo a tutte le forze politiche: su una proposta di legge come questa, nella quale, in corso d'opera, come ho detto prima, abbiamo visto mutare la tabella tre volte, e ci è stata proposta oggi, adesso, su un argomento di questo genere, dovremmo, per poter subemendare una cosa fondamentale, rinunciare a emendamenti che avevamo già presentato in numero estremamente limitato? Chiedo che lei possa farsi interprete, almeno nella Conferenza dei presidenti di gruppo, di un'interpretazione estensiva di questa materia, che mi sembra veramente indicibile.
PRESIDENTE. D'accordo. Comunque, come sa, deputato Gigli, questa è una prassi molto consolidata.
Interrompiamo ora l'esame del provvedimento che riprenderà domani mattina a partire dalle 9.30.
Sospendo la seduta, che riprenderà al termine della riunione della Conferenza dei Presidenti di gruppo convocata per le 20.
La seduta, sospesa alle 19,55, è ripresa alle 21.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE LUIGI DI MAIO
Sui lavori dell'Assemblea.
PRESIDENTE. Comunico che nell'odierna riunione della Conferenza dei presidenti di gruppo si è stabilito che, come già previsto dal vigente calendario dei lavori, l'esame della proposta di legge n. 2352 e abbinate – Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica proseguirà nelle giornate di giovedì 8 e venerdì 9 giugno fino alla conclusione delle votazioni sugli articoli e sugli emendamenti.
L'esame degli ordini del giorno avrà luogo martedì 13 giugno, a partire dalla ore 9. A partire dalle ore 10,30, si svolgeranno le dichiarazioni di voto finale, con ripresa televisiva diretta degli interventi dei rappresentati dei gruppi e delle componenti politiche del gruppo misto. Seguirà la votazione finale alle ore 12,30.
Annunzio della presentazione di un disegno di legge di conversione e sua assegnazione a Commissione in sede referente (ore 21.06).
La Ministra per i rapporti con il Parlamento ha presentato alla Presidenza il seguente disegno di legge, che è assegnato, ai sensi dell'articolo 96-bis, comma 1, del Regolamento, in sede referente, alla XII Commissione (Affari sociali):
"Conversione in legge del decreto-legge 7 giugno 2017, n. 73, recante disposizioni urgenti in materia di prevenzione vaccinale" (4533) – Parere delle Commissioni I, II (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento, per le disposizioni in materia di sanzioni), V, VII (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XI e XIV e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
Il suddetto disegno di legge, ai fini dell'espressione del parere previsto dal comma 1 del predetto articolo 96-bis, è altresì assegnato al Comitato per la legislazione.
Interventi di fine seduta (ore 21,08).
PRESIDENTE. C'è il collega Melilla, che non vedo in Aula.
DALILA NESCI. Chiedo di parlare.
PRESIDENTE. Ne ha facoltà.
DALILA NESCI. Grazie Presidente. Sollecito la risposta alle mie interrogazioni, riguardanti lo stato della sanità calabrese, che ho depositato in questi anni alle quali non ho ricevuto risposta, perché la sanità della Calabria è malata, è vero, ma il suo piano di rientro dal disavanzo di bilancio sta ancora peggio.
In quest'Aula adesso denuncio una vicenda gravissima che tocca il Governo centrale, il quale ha nominato proprio i commissari in Calabria. Uno di loro, Andrea Urbani, sta pure a capo della programmazione sanitaria nazionale, nel silenzio della Ministra Lorenzin.
La struttura commissariale doveva decretare centinaia di nuove assunzioni nella sanità calabrese, imposte dalla legge, come tutti sappiamo. Da mesi queste assunzioni sono bloccate perché il subcommissario Urbani non ha firmato il relativo decreto, assumendo una posizione che il commissario Scura ha definito priva di ogni fondamento e totalmente pretestuosa. Alla magistratura ho già inviato le osservazioni sull'operato di Urbani che Scura ha trasmesso ai ministeri e ne cito un passaggio scioccante.
Scura ha scritto: quattro geriatri per l'azienda ospedaliera di Reggio Calabria li ha concordati Urbani direttamente con il DG; come pure ha sponsorizzato i chirurghi toracici del Pugliese Ciaccio e i tre primari di Crotone che io non avevo preso in considerazione; in una parola, anche nel merito delle singole specialità, il subcommissario è intervenuto personalmente. Mi chiedo, adesso, Presidente, come la Ministra Lorenzin uscirà da questa situazione scandalosa.
Ordine del giorno della seduta di domani.
PRESIDENTE. Comunico l'ordine del giorno della seduta di domani.
Giovedì 8 giugno 2017, alle 9,30:
Seguito della discussione del testo unificato delle proposte di legge:
TONINELLI ed altri; GIACHETTI; PISICCHIO; LAURICELLA; LOCATELLI ed altri; ORFINI; SPERANZA; MENORELLO ed altri; LUPI e MISURACA; VARGIU e MATARRESE; NICOLETTI ed altri; PARISI e ABRIGNANI; DELLAI ed altri; LAURICELLA; CUPERLO; TONINELLI ed altri; RIGONI; MARTELLA; INVERNIZZI ed altri; VALIANTE ed altri; TURCO ed altri; MARCO MELONI; LA RUSSA ed altri; D'ATTORRE ed altri; QUARANTA; MENORELLO ed altri; BRUNETTA ed altri; LUPI e MISURACA; COSTANTINO ed altri; PISICCHIO; FRAGOMELI ed altri:
Modifiche al testo unico di cui al decreto del Presidente della Repubblica 30 marzo 1957, n. 361, in materia di elezione della Camera dei deputati, e al testo unico di cui al decreto legislativo 20 dicembre 1993, n. 533, in materia di elezione del Senato della Repubblica, nonché delega al Governo per la rideterminazione dei collegi elettorali uninominali. (C. 2352-2690-3223-3385-3986-4068-4088-4092-4128-4142-4166-4177-4182-4183-4240-4262-4265-4272-4273-4281-4284-4287-4309-4318-4323-4326-4327-4330-4331-4333-4363-A)
Relatori: FIANO, per la maggioranza; LA RUSSA, DISTASO, GIGLI, TURCO E QUARANTA, di minoranza .
La seduta termina alle 21,05.
SEGNALAZIONI RELATIVE ALLE VOTAZIONI EFFETTUATE NEL CORSO DELLA SEDUTA
Nel corso della seduta sono pervenute le seguenti segnalazioni in ordine a votazioni qualificate effettuate mediante procedimento elettronico (vedi Elenchi seguenti):
nella votazione n. 1 le deputate Vezzali e Fitzgerald Nissoli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 1 le deputate Greco e Venittelli hanno segnalato che non sono riuscite ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 2 il deputato Molea ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto contrario;
nella votazione n. 2 il deputato Matarrese ha segnalato che non è riuscito ad esprimere voto favorevole;
nella votazione n. 3 la deputata Ferranti ha segnalato che non è riuscita ad esprimere voto contrario;
nelle votazioni nn. 3 e 4 la deputata Argentin ha segnalato che non è riuscita a votare.
VOTAZIONI QUALIFICATE EFFETTUATE MEDIANTE PROCEDIMENTO ELETTRONICO
INDICE ELENCO N. 1 DI 1 (VOTAZIONI DAL N. 1 AL N. 4) | ||||||||||
Votazione | O G G E T T O | Risultato | Esito | |||||||
Num | Tipo | Pres | Vot | Ast | Magg | Fav | Contr | Miss | ||
1 | Segreta | TU Pdl 2352 e ab.-A - q.p.c. 1,2,3 | 493 | 492 | 1 | 247 | 182 | 310 | 54 | Resp. |
2 | Nominale | TU Pdl 2352 e ab.-A - em. 1.111 | 525 | 515 | 10 | 258 | 69 | 446 | 45 | Resp. |
3 | Nominale | em. 1.126 | 528 | 446 | 82 | 224 | 124 | 322 | 42 | Resp. |
4 | Segreta | em. 1.493 | 528 | 527 | 1 | 264 | 210 | 317 | 40 | Resp. |
F = Voto favorevole (in votazione palese). - C = Voto contrario (in votazione palese). - V = Partecipazione al voto (in votazione segreta). - A = Astensione. - M = Deputato in missione. - T = Presidente di turno. - P = Partecipazione a votazione in cui é mancato il numero legale. - X = Non in carica.
Le votazioni annullate sono riportate senza alcun simbolo. Ogni singolo elenco contiene fino a 13 votazioni. Agli elenchi é premesso un indice che riporta il numero, il tipo, l'oggetto, il risultato e l'esito di ogni singola votazione.