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Resoconto dell'Assemblea

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XVII LEGISLATURA

Allegato A

Seduta di Venerdì 22 settembre 2017

ORGANIZZAZIONE DEI TEMPI DI ESAME: PDL N. 2305-A/R E ABB. E PDL N. 1039-B

Pdl n. 2305-A/R e abb. – Disposizioni per lo sviluppo della mobilità in bicicletta e la realizzazione della rete nazionale di percorribilità ciclistica

Seguito dell'esame: 8 ore.

Relatore 20 minuti
Governo 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti
Tempi tecnici 45 minuti
Interventi a titolo personale 1 ora e 12 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 13 minuti
 Partito Democratico 1 ora e 26 minuti
 MoVimento 5 Stelle 37 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della Libertà – Berlusconi Presidente 29 minuti
 Articolo 1 – Movimento Democratico e Progressista 25 minuti
 Alternativa popolare – Centristi
 per l'Europa – NCD
20 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
19 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra Ecologia Libertà – Possibile 19 minuti
 Scelta civica - ALA per la Costituente
 Liberale e Popolare – MAIE
18 minuti
 Democrazia solidale – Centro
 Democratico
17 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza nazionale 17 minuti
 Misto: 26 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 7 minuti
  Direzione Italia 6 minuti
  Minoranze Linguistiche 3 minuti
  UDC-IDEA 3 minuti
  Alternativa Libera – Tutti Insieme
  per l'Italia
3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI) –
  Liberali per l'Italia (PLI) - Indipendenti
2 minuti
  FARE! – PRI - Liberali 2 minuti

Pdl 1039-B – Modifiche al codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione. Delega al Governo per la tutela del lavoro nelle aziende sequestrate e confiscate

Tempo complessivo: 18 ore, di cui:

• discussione generale: 8 ore;

• seguito dell'esame: 10 ore.

Discussione generale Seguito dell'esame
Relatore per la maggioranza 20 minuti 20 minuti
Relatore di minoranza 10 minuti 10 minuti
Governo 20 minuti 20 minuti
Richiami al Regolamento 10 minuti 10 minuti
Tempi tecnici 1 ora
Interventi a titolo personale 1 ora e 18 minuti (con il limite massimo di 15 minuti per ciascun deputato) 1 ora e 30 minuti (con il limite massimo di 10 minuti per il complesso degli interventi di ciascun deputato)
Gruppi 5 ore e 42 minuti 6 ore e 30 minuti
 Partito Democratico 36 minuti 1 ora e 47 minuti
 MoVimento 5 Stelle 33 minuti 46 minuti
 Forza Italia – Il Popolo della
 Libertà – Berlusconi Presidente
31 minuti 36 minuti
 Articolo 1 – Movimento
 Democratico e Progressista
31 minuti 31 minuti
 Alternativa popolare – Centristi
 per l'Europa – NCD
30 minuti 25 minuti
 Lega Nord e Autonomie – Lega dei
 Popoli – Noi con Salvini
30 minuti 24 minuti
 Sinistra Italiana – Sinistra
 Ecologia Libertà – Possibile
30 minuti 23 minuti
 Scelta civica - ALA per la Costi tuente Liberale e Popolare – MAIE 30 minuti 23 minuti
 Democrazia solidale – Centro
 Democratico
30 minuti 22 minuti
 Fratelli d'Italia – Alleanza
 nazionale
30 minuti 21 minuti
 Misto: 31 minuti 32 minuti
  Civici e Innovatori PER l'Italia 9 minuti 10 minuti
  Direzione Italia 7 minuti 7 minuti
  Minoranze Linguistiche 4 minuti 4 minuti
  UDC-IDEA 4 minuti 4 minuti
  Alternativa Libera – Tutti
  Insieme per l'Italia
3 minuti 3 minuti
  Partito Socialista Italiano (PSI)
  Liberali per l'Italia (PLI)
  Indipendenti
2 minuti 2 minuti
  FARE! – PRI - Liberali 2 minuti 2 minuti

COMUNICAZIONI

Missioni valevoli nella seduta del 22 settembre 2017.

  Angelino Alfano, Gioacchino Alfano, Alli, Amendola, Amici, Baretta, Bellanova, Bernardo, Dorina Bianchi, Bindi, Biondelli, Bobba, Bocci, Bonifazi, Michele Bordo, Borletti Dell'Acqua, Boschi, Matteo Bragantini, Brambilla, Bratti, Bressa, Brunetta, Capelli, Casero, Castiglione, Catania, Causin, Censore, Antimo Cesaro, Chaouki, Cicchitto, Cirielli, Coppola, Costantino, D'Alia, Dambruoso, Damiano, De Micheli, Del Basso De Caro, Dellai, Epifani, Faraone, Fauttilli, Fedi, Ferranti, Fioroni, Gregorio Fontana, Fontanelli, Franceschini, Garofani, Gelli, Gentiloni Silveri, Giachetti, Giacomelli, Gozi, La Russa, Laforgia, Locatelli, Lorenzin, Losacco, Lotti, Lupi, Madia, Manciulli, Marazziti, Marcon, Migliore, Nicoletti, Orlando, Palazzotto, Pannarale, Pes, Picchi, Gianluca Pini, Pisicchio, Portas, Rampelli, Ravetto, Realacci, Rigoni, Francesco Saverio Romano, Rosato, Domenico Rossi, Rughetti, Sanga, Sani, Scalfarotto, Tabacci, Tidei, Simone Valente, Valentini, Velo, Vignali, Vignaroli, Zampa.

Trasmissioni dal Senato.

  In data 21 settembre 2017 il Presidente del Senato ha trasmesso alla Presidenza i seguenti progetti di legge:
   S. 2287-bis. – «Disposizioni in materia di spettacolo e deleghe al Governo per il riordino della materia» (approvato dal Senato in un testo risultante dallo stralcio dell'articolo 34 del disegno di legge n. 2287) (4652).

  S. 951-1082. – Senatrice DE MONTE; senatori BELLOT ed altri: «Distacco del comune di Sappada dalla regione Veneto e aggregazione alla regione Friuli Venezia Giulia» (approvata, in un testo unificato, dal Senato) (4653).

  Saranno stampati e distribuiti.

Assegnazione di progetti di legge a Commissioni in sede referente.

  A norma del comma 1 dell'articolo 72 del Regolamento, i seguenti progetti di legge sono assegnati, in sede referente, alle sottoindicate Commissioni permanenti:
   VII Commissione (Cultura):
  CARFAGNA: «Modifiche alla legge 23 marzo 1981, n. 91, in materia di promozione della parità tra i sessi nello sport professionistico» (4636) Parere delle Commissioni I, V, XI e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.
   XII Commissione (Affari sociali):
  BERNARDO: «Introduzione dell'articolo 1-bis della legge 14 agosto 1991, n. 281, concernente l'accesso degli animali di affezione nei luoghi pubblici, nei pubblici esercizi e nelle strutture sanitarie» (4578) Parere delle Commissioni I, V, X (ex articolo 73, comma 1-bis, del Regolamento), XIII e della Commissione parlamentare per le questioni regionali.

Trasmissione dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  Il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ha trasmesso decreti ministeriali recanti variazioni di bilancio tra capitoli dello stato di previsione del medesimo Ministero, autorizzate, in data 25 agosto e 6 e 15 settembre 2017, ai sensi dell'articolo 23, comma 1, della legge 27 dicembre 2002, n. 289, dell'articolo 3, comma 159, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, e dell'articolo 33, comma 4-quinquies, della legge 31 dicembre 2009, n. 196.

  Questi decreti sono trasmessi alla III Commissione (Affari esteri) e alla V Commissione (Bilancio).

Annunzio di progetti di atti dell'Unione europea.

  Il Dipartimento per le politiche europee della Presidenza del Consiglio dei ministri, in data 21 settembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 6, commi 1 e 2, della legge 24 dicembre 2012, n. 234, progetti di atti dell'Unione europea, nonché atti preordinati alla formulazione degli stessi.
  Questi atti sono assegnati, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, alle Commissioni competenti per materia, con il parere, se non già assegnati alla stessa in sede primaria, della XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea).
  Con la predetta comunicazione, il Governo ha altresì richiamato l'attenzione sui seguenti documenti, già trasmessi dalla Commissione europea e assegnati alle competenti Commissioni, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento:
   Comunicazione della Commissione al Consiglio e al Parlamento europeo – Adeguamento tecnico del quadro finanziario per il 2018 all'evoluzione dell'RNL (SEC 2010) (articolo 6 del regolamento n. 1311/2013 del Consiglio che stabilisce il quadro finanziario pluriennale (QFP) per il periodo 2014-2020) che aggiorna e sostituisce la comunicazione COM(2017) 220 final (COM(2017) 473 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante modifica del regolamento (UE, Euratom) n. 1141/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 ottobre 2014, relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee (COM(2017) 481 final);
   Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l'iniziativa dei cittadini europei (COM(2017) 482 final);
   Raccomandazione di decisione del Consiglio che autorizza l'avvio di negoziati per una convenzione che istituisce un tribunale multilaterale per la risoluzione delle controversie in materia di investimenti (COM(2017) 493 final);
   Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Accogliere con favore gli investimenti esteri diretti tutelando nel contempo gli interessi fondamentali (COM(2017) 494 final).

Trasmissione dalla regione Piemonte.

  Il Presidente della regione Piemonte, con lettera pervenuta in data 20 settembre 2017, ha trasmesso un voto, approvato dal Consiglio regionale del Piemonte il 1o agosto 2017, volto a manifestare la contrarietà della regione Piemonte alla ratifica del Trattato di libero scambio tra Unione europea e Canada (CETA).

  Questo documento è trasmesso alla III Commissione (Affari esteri).

Richiesta di parere parlamentare su atti del Governo.

  La Ministra per i rapporti con il Parlamento, con lettera in data 22 settembre 2017, ha trasmesso, ai sensi dell'articolo 1 della legge 7 ottobre 2015, n. 167, la richiesta di parere parlamentare sullo schema di decreto legislativo concernente revisione ed integrazione del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171, recante codice della nautica da diporto ed attuazione della direttiva 2003/44/CE (461).

  Questa richiesta è assegnata, ai sensi del comma 4 dell'articolo 143 del Regolamento, alla IX Commissione (Trasporti) nonché, per le conseguenze di carattere finanziario, alla V Commissione (Bilancio), e, ai sensi del comma 2 dell'articolo 126 del Regolamento, alla XIV Commissione (Politiche dell'Unione europea), che dovranno esprimere i prescritti pareri entro il 12 ottobre 2017.

Atti di controllo e di indirizzo.

  Gli atti di controllo e di indirizzo presentati sono pubblicati nell’Allegato B al resoconto della seduta odierna.

INTERPELLANZE URGENTI

Iniziative volte alla stabilizzazione del personale docente, amministrativo, tecnico ed ausiliario della scuola, anche con riferimento alle carenze di organico nella regione Puglia – 2-01925

A)

   I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, per sapere – premesso che:
   nei mesi scorsi, come noto, i dicasteri dell'economia e delle finanze e dell'istruzione, dell'università e della ricerca, hanno annunciato l'intesa con cui si dava il via libera all'assunzione a tempo indeterminato di circa 52.000 docenti, ma successivamente, dopo la ripartizione degli organici, sono pervenute all'attenzione degli interpellanti numerose segnalazioni che evidenziavano molteplici criticità, soprattutto per le scuole del Sud e della Puglia in particolare;
   i posti per docenti nel Mezzogiorno sono da sempre contesi tra docenti precari e docenti di ruolo, e i docenti precari stessi vivono questa insostenibile condizione ormai da troppi anni;
   per quel che risulta, le 52.000 nuove assunzioni, in realtà, non rappresentano una quota complessivamente aggiuntiva di nuove assunzioni perché la parte di gran lunga prevalente di questi posti è destinata sia al semplice turn over – ricambio di personale per pensionamento – che ad «assunzioni a tempo indeterminato» su posti già esistenti in organico di diritto ma finora rimasti liberi e occupati da personale precario. Solo 15.100 sono i posti che si «consolideranno» realmente in nuovi contratti a tempo indeterminato ma è bene ricordare che si tratta di posti di lavoro già preesistenti come posti destinati a personale precario con contratti a tempo determinato;
   in particolare, con riferimento alla annosa questione dei docenti precari, le stabilizzazioni su posti già presenti in organico di diritto dovrebbero riguardare 16.000 posti rimasti, ma in Puglia questi posti risultano pressoché inesistenti in quanto in buona parte sono tutti concentrati al Nord, e dei 15.100 posti da «stabilizzare», 1.231 andranno a detta regione, di cui 476 su posto comune e 755 sul sostegno;
   in questo modo la Puglia viene penalizzata, in quanto nella regione si perdono 299 posti di lavoro nell'organico di fatto – posti con contratto a tempo determinato – cancellati, non si sa bene in base a quale «algoritmo» relativo al calo delle iscrizioni degli studenti. Nella sola scuola primaria sono 150 i posti «bloccati» da ricorsi di docenti che nella mobilità dello scorso anno erano stati ingiustamente «esodati» al Nord per un «errore» dell'algoritmo relativo alle domande di mobilità – errore la cui responsabilità ricade interamente sul Governo;
   per quanto risulta agli interpellanti, ad oggi, inoltre, nonostante il Consiglio di Stato si sia pronunciato favorevolmente nei confronti dei docenti che avevano messo in discussione il famigerato algoritmo sulla mobilità 2016, e avrebbero pertanto il diritto di scegliere come sede quelle disponibili nel primo ambito scolastico prescelto da ciascuno, il Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca non ha ancora assunto alcuna posizione né adottato alcuna determinazione al riguardo, con la conseguenza che l'ufficio scolastico della regione Puglia, nonostante l'imminente inizio dell'anno scolastico, non ha ad oggi, a quanto consta agli interpellanti, assunto alcun provvedimento in tal senso;
   tale situazione appare di eccezionale gravità in particolare per la Puglia, che dovrebbe invece ottenere un'adeguata quota di organico aggiuntiva anche alla luce degli alti tassi di dispersione scolastica, della carenza di tempo pieno e tempo prolungato e del fenomeno delle classi «pollaio» con una media regionale alunni/classe tra le più elevate di Italia –:
   quali iniziative urgenti e non più rinviabili si intendano assumere alla luce di quanto descritto in premessa, con riferimento all'annosa questione dei docenti precari che avevano contestato l'algoritmo sulla mobilità 2016 e, in seguito alla nota pronuncia del Consiglio, hanno il diritto di scegliere come sede una di quelle disponibili nel primo ambito scolastico prescelto da ciascuno, soprattutto nella regione Puglia;
   quali iniziative saranno assunte per affrontare con maggiore determinazione il contrasto alla precarietà in ambito scolastico sin dal prossimo disegno di legge di bilancio, attraverso la stabilizzazione dei posti di lavoro di cui la scuola ha assolutamente bisogno per poter svolgere efficacemente il suo servizio;
   quali iniziative saranno assunte in favore del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ata) per il quale, a quanto risulta, le assunzioni dovrebbero compensare solo i pensionamenti, senza alcuna considerazione per i tanti precari che lavorano sui posti disponibili non solo nell'organico di fatto, ma anche sullo stesso organico di diritto.
(2-01925) «Laforgia, Nicchi, Bossa, Scotto, Cimbro».


Intendimenti circa il rilancio dell'università pubblica e della ricerca – 2-01934

B)

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Presidente del Consiglio dei ministri, il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   le politiche di austerità, poste in essere per far fronte alla crisi economica, hanno determinato in questi anni tagli ingenti e controriforme continue che hanno finito per soffocare il settore della cultura, motore di sviluppo di ogni Paese, e il campo dell'università, della ricerca e dell'innovazione;
   l'ultimo report dell'Ocse, «Uno sguardo sull'istruzione 2017», ha evidenziato come il nostro Paese registra appena il 18 per cento di laureati, contro il 37 per cento della media nella zona Ocse. Peggio di noi solo il Messico. Nel 2016 solamente il 64 per cento dei laureati compresi tra i 25 e i 34 anni ha trovato un lavoro;
   le iscrizioni all'università sono calate in questi ultimi anni, e secondo il rapporto Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) sullo stato del sistema universitario del 2016, circa il 42 per cento degli studenti abbandona, il 12 per cento in più della media dell'Unione europea;
   queste criticità, inevitabilmente, si acuiscono fortemente nelle regioni del Mezzogiorno;
   questo modo sistematico di disincentivare la formazione dei giovani unita ad una rivendicazione salariale ha spinto il Movimento per la dignità della docenza universitaria a proclamare uno sciopero nel periodo compreso tra il 28 agosto e il 31 ottobre 2017. La richiesta dei professori universitari non è quindi una mera rivendicazione corporativa, ma anche quella di invertire la rotta devastante sulla formazione. Una richiesta che viene da lontano, e deriva anche da anni di contatti e vertenze con il Ministero dell'istruzione per avere riconosciuti gli scatti stipendiali fermi dal 2011: trattative che non hanno portato ad alcun esito, a fronte del fatto che, a partire dal 2015, alle altre categorie del comparto pubblico è stato accordato il riconoscimento a fini giuridici degli anni di blocco;
   sono 5.444 i professori universitari e i ricercatori di 79 università e enti di ricerca italiani, che durante la sessione autunnale dell'anno accademico 2016-2017 hanno deciso di aderire all'astensione dallo svolgimento degli esami di profitto delle università italiane. Il motivo dello sciopero sta, come suesposto, nella volontà di ottenere che le classi e gli scatti stipendiali dei professori e dei ricercatori, aventi pari stato giuridico, bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal 1o gennaio 2015, anziché, come è attualmente dal 1o gennaio 2016, e che il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1o gennaio 2015. Si ricorda che, attualmente, un ricercatore universitario con venti anni di anzianità guadagna molto meno di un suo collega di altri Paesi europei, che percepisce invece uno stipendio fino a 5 volte superiore;
   a ciò si aggiunga che i fondi per la ricerca, in molte sedi, sono stati pressoché azzerati, a seguito dei tagli al sistema formativo, praticati con la massima intensità nelle sedi universitarie meridionali, che prosegue ininterrottamente da quasi dieci anni;
   nelle condizioni date, e soprattutto nelle sedi meridionali, fare ricerca di buona qualità (che significa appunto avere accesso a ricerche prodotte in altre sedi, soprattutto internazionali) è di fatto quasi impossibile, data l'assenza di fondi e il blocco degli stipendi;
   l'acquisto di libri, l'abbonamento a riviste, la partecipazione a convegni nazionali e internazionali – cioè tutto ciò che concorre a produrre una buona qualità della ricerca scientifica in ogni ambito disciplinare – va quindi a gravare sullo stipendio, con la conseguenza, pressoché ovvia, che si acquistano meno libri, si leggono meno articoli scientifici, si partecipa a un numero minore di convegni e, dunque, si fa peggiore ricerca;
   quanto suesposto finisce inevitabilmente per ripercuotersi negativamente sulla stessa qualità della didattica e quindi sugli stessi studenti e le loro famiglie, che dovrebbero essere consapevoli che, nelle condizioni date, si studia e si studierà sempre peggio –:
   quali iniziative intenda assumere il Governo per dare positiva e rapida soluzione alle legittime e giuste rivendicazioni dei professori universitari e dei ricercatori di 79 università ed enti di ricerca, esposte in premessa;
   se intenda prevedere, fin dal prossimo disegno di legge di bilancio, un deciso incremento delle risorse finalizzate a finanziare il sistema d'istruzione e ricerca e consentire il rilancio dell'università pubblica, gravemente penalizzata da troppi anni di tagli;
   se intenda assumere iniziative per avviare un piano di investimenti a favore degli atenei, quale condizione necessaria per consentire una revisione e un superamento degli attuali limiti nell'accesso ai corsi di laurea da parte degli studenti.
(2-01934)
«Laforgia, Nicchi, Bossa, Scotto, Cimbro, Roberta Agostini, Albini, Bersani, Franco Bordo, Capodicasa, D'Attorre, Duranti, Epifani, Fava, Ferrara, Folino, Fontanelli, Formisano, Fossati, Carlo Galli, Kronbichler, Lacquaniti, Leva, Martelli, Matarrelli, Pierdomenico Martino, Melilla, Mognato, Murer, Giorgio Piccolo, Piras, Quaranta, Ragosta, Ricciatti, Rostan, Sannicandro, Simoni, Speranza, Stumpo, Zaccagnini, Zappulla, Zaratti, Zoggia».

Chiarimenti in ordine alla candidatura Unesco della via Francigena e alla promozione e valorizzazione dei «cammini d'Italia» – 2-01908

C)

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per sapere – premesso che:
   la via Francigena, itinerario le cui origini risalgono al Medioevo quando Sigerico stabilì in 80 tappe il percorso seguito da coloro che da Canterbury raggiungevano la capitale della cristianità, ha visto nel 2016 approvata dal Consiglio d'Europa l'estensione del tracciato lungo la via Francigena del Sud fino a Santa Maria di Leuca;
   nel gennaio 2016 è stata emanata dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo la direttiva «2016 – Anno dei Cammini d'Italia» che definisce i «cammini» come «gli itinerari culturali di particolare rilievo europeo e/o nazionale percorribili a piedi o con altre forme di mobilità dolce sostenibile e che rappresentano una modalità di fruizione del patrimonio naturale e, culturale diffuso, nonché una occasione di valorizzazione degli attori naturali, culturali dei territori interessati», essa stabilisce la stesura di linee guida e specifica le attività da realizzare: dalla ricognizione degli itinerari, alla redazione di un «Atlante dei Cammini d'Italia», alla individuazione di comuni che si distinguano per l'attenzione rivolta al turismo lento e sostenibile;
   con delibera del Cipe n.  3 del 1o maggio 2016 sono stati stanziati 1000 milioni di euro, ripartiti nelle annualità dal 2016 al 2022, a valere sul fondo di sviluppo e di coesione 2014-2020, per l'attuazione del cosiddetto «piano stralcio cultura e turismo» ai sensi dell'articolo 1, comma 703, lettera d), della legge n.  190 del 2014;
   tra gli interventi proposti nel piano stralcio taluni afferiscono al «macro-aggregato 2 Sistemi territoriali turistico-culturali (cammini, percorsi, aree vaste)» e le linee guida individuate per raggiungere gli obiettivi del macro aggregato sono riassumibili in quanto riportato di seguito:
    1) rafforzare gli itinerari già riconosciuti dal Consiglio d'Europa (Francigena);
    2) recuperare e valorizzare gli itinerari e i percorsi in corso di valutazione per l'inserimento nella lista del patrimonio mondiale dell'Unesco (via Francigena, via Appia);
    3) rafforzare gli itinerari e i percorsi già attivati nei territori interni (cammino di San Francesco, cammino di Santa Scolastica) intercettando anche il turismo religioso nell'ambito della valorizzazione del patrimonio diffuso nelle aree interne;
   la tabella – Allegato 2, riporta le somme impegnate per la realizzazione delle azioni sopra richiamate, pari a 20 milioni di euro per ciascuna tipologia;
   con atto del Governo n.  372 a gennaio 2017 è stato presentato il piano stralcio di sviluppo del turismo in Italia per il periodo 2017-2022 sul quale, il 15 settembre 2016 la Conferenza Stato-regioni ha espresso parere favorevole;
   nell'obiettivo specifico 3 e nelle linee d'intervento A.3.2. e A.3.3. si rilevano indicazioni per il perseguimento e l'incentivazione di attività compatibili con la valorizzazione dei cammini, a cui è riconducibile pertanto anche la via Francigena ancorché non espressamente citata;
   il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo ha inoltre istituito un tavolo tecnico permanente finalizzato alla definizione di una governance unica per la via Francigena;
   il decreto-legge n.  83 del 2014 prevede, tra l'altro, la possibilità di affidare gratuitamente i beni demaniali non utilizzati e presenti lungo il percorso francigeno, di realizzare azioni pubblicitarie e di promozione sui mercati interno ed estero e di formare operatori turistici, guide, addetti alla informazione turistica;
   la legge di stabilità 2015 ha stanziato 3 milioni di euro destinati al finanziamento dal parte del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti delle azioni previste nel provvedimento cosiddetto «Sblocca Italia», per il miglioramento della mobilità lungo i principali cammini;
   nel 2016 si è costituito un gruppo di lavoro presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, con l'obiettivo di individuare le emergenze culturali significative presenti lungo il tracciato francigeno al fine del loro inserimento nell'ambito del più vasto progetto di candidatura della via Francigena nella lista del patrimonio tutelato dall'Unesco, avviato dallo stesso Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nel 2010;
   a partire dal 1994, anno in cui la via Francigena ha ottenuto da parte del Consiglio d'Europa il riconoscimento di itinerario culturale, molti dei territori attraversati hanno dimostrato un notevole dinamismo progettuale che ne ha permesso la custodia, la salvaguardia, la valorizzazione, la promozione, la conoscenza;
   la valorizzazione della Via Francigena e degli altri cammini individuati dalla citata delibera del Cipe rappresenterebbe un significativo volano per promuovere l'Italia come un vero e proprio «museo diffuso» e una occasione di valorizzazione delle ricchezze paesaggistiche e di riscoperta del vasto patrimonio enogastronomico e artigianale locale –:
   a che punto siano la realizzazione dell'Atlante dei cammini e la stesura delle linee guida previste dalla direttiva sui cammini;
   quale sia lo stato dell'arte rispetto alla predisposizione del dossier necessario alla candidatura Unesco della via Francigena, e alle emergenze culturali diffuse sul suo tracciato;
   quali siano le azioni concordate dal tavolo tecnico sopra richiamato al fine di definire una governance unica della via Francigena e dei cammini in generale e quali siano le novità relative alla via Francigena del sud;
   come siano stati impiegati i 60 milioni di euro di cui in premessa o, in alternativa, quali linee di indirizzo siano state definite per il loro utilizzo;
   se siano state individuate le opere da realizzare lungo il tracciato della via Francigena al fine di raggiungere l'obiettivo della accessibilità per tutti;
   quali azioni di coordinamento siano state intraprese dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo per l'utilizzo delle somme di cui alla legge di stabilità 2015;
   quali aggiornamenti intendano fornire in relazione all'applicazione del decreto-legge n.  83 del 2014, convertito, con modificazioni dalla legge 24 luglio 2014, n.  106, con riferimento a quanto espresso in premessa;
   se si intenda fornire un resoconto dettagliato sull'attività del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo rispetto alla via Francigena e ai cammini.
(2-01908)
«Terrosi, Romanini, Cenni, Cova, Venittelli, Manzi, Capone, Carocci, Rocchi, Incerti, Mazzoli, Prina, Pinna, Rossi, Fiorio, Cuperlo, Gnecchi, Dallai, Verini, Malisani, Mariani, Giacobbe, Casellato, Beni, Miccoli, Patrizia Maestri, Montroni, Luciano Agostini, Scuvera, Amato, Tentori, Baruffi, Stella Bianchi».

Iniziative a tutela della sicurezza dei lavoratori del settore dei trasporti, in relazione ad un recente caso di aggressione da parte di un extracomunitario, nonché volte a semplificare le procedure di espulsione a seguito di reati e atti violenti – 2-01917

D)

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno, per sapere – premesso che:
   nel pomeriggio del 29 luglio 2017 un autista di autobus dell'Azienda Tiemme è stato gravemente ferito con un coltello, mentre era in servizio, da un cittadino ivoriano. L'aggressione è avvenuta all'interno del mezzo che transitava nel comune di Monteriggioni (in provincia di Siena) e l'autista, operato d'urgenza, è ora ricoverato in prognosi riservata presso l'ospedale di Siena;
   da quanto emerge da fonti stampa il cittadino ivoriano non avrebbe agito d'impeto ma sarebbe sceso dall'autobus e dopo aver recuperato un coltello sarebbe ritornato sul mezzo per ferire l'autista; il cittadino ivoriano successivamente avrebbe inoltre aggredito i carabinieri con il coltello e con altri oggetti e sarebbe stato catturato dalle forze dell'ordine dopo un tentativo di fuga, e dopo essere stato colpito ad una gamba da un proiettile;
   sempre dai mass media si apprende che il cittadino ivoriano era già considerato un soggetto «difficile» dalle forze dell'ordine e dalle associazioni umanitarie locali: era stato infatti allontanato dalla struttura di accoglienza in cui soggiornava perché protagonista di episodi turbolenti;
   sempre dai giornali risulta infatti che tale giovane, il 19 luglio 2017, fosse stato fermato dalla polizia ferroviaria dopo aver aggredito e colpito con un pugno, su un treno della tratta Siena-Poggibonsi, il controllore dopo la richiesta di esibire il biglietto di viaggio. In quell'occasione la Polfer avrebbe arrestato (e poi rilasciato) il cittadino ivoriano per lesioni e resistenza a incaricato di pubblico servizio. Ulteriori indagini, secondo la stampa, avrebbero inoltre accertato «che il cittadino ivoriano era irregolare in Italia, con vari precedenti e colpito da un decreto del Prefetto di Siena, con il quale gli era stato revocato il programma di accoglienza»;
   dai giornali emerge poi che tale giovane era arrivato in Italia nella primavera del 2014 e che la sua domanda di protezione internazionale era stata respinta nel dicembre dello stesso anno. Risulta inoltre che nell'ultimo periodo si fosse recato all'estero, in Germania, da dove era stato rimpatriato in Italia (il Paese di accoglienza);
   la notizia dell'aggressione ha creato emozione ed allarme in una comunità, quella dei territori senesi, in cui sindaci, autorità locali ed associazioni gestiscono da anni ed al meglio numerosi cittadini stranieri richiedenti asilo, molti dei quali già integrati nella società, e non si registrano episodi violenti o di tensione con la popolazione;
   le istituzioni locali ed i vertici dell'azienda Tiemme hanno fortemente condannato l'accaduto e le associazioni sindacali hanno chiesto, anche ai fini di tutelare il lavoro dei conducenti, un incontro urgente al prefetto –:
   se le informazioni del Governo confermino la ricostruzione riportata in premessa, con particolare riferimento alla precedente aggressione, all'arresto e alla successiva liberazione e alla revoca dell'accoglienza;
   conseguentemente, per quali motivazioni, nonostante tali premesse, il giovane non sia stato oggetto di un rimpatrio forzato ed abbia potuto circolare con facilità nei Paesi dell'Unione europea e continuare a commettere gravissimi reati sul territorio nazionale;
   se il Governo intenda assumere iniziative a tutela della sicurezza dei lavoratori del settore dei trasporti e per semplificare le procedure di espulsione in presenza di reati e comportamenti violenti.
(2-01917)
«Cenni, Paola Bragantini, Dallai, Marantelli, Salvatore Piccolo, Donati, Lodolini, Gadda, D'Incecco, Amato, Carra, Rocchi, Beni, Castricone, Miotto, Stella Bianchi, Berlinghieri, Carocci, Fiorio, Bratti, Mariani, Braga, Lenzi, Bini, Marchetti, Becattini, Zanin, Petrini, Manzi, Parrini, Carrescia, Giorgis, Tentori, Terrosi, Baruffi».

Iniziative volte a ripristinare il tariffario previgente per l'acquisto di dispositivi audio protesici – 2-01937

E)

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro della salute, per sapere – premesso che:
   con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017 e relativi allegati si è provveduto all'individuazione dei nuovi Lea – livelli essenziali di assistenza – che il servizio nazionale sanitario è tenuto a garantire;
   l'articolo 17 di tale decreto stabilisce che il Servizio sanitario nazionale garantisce, tra le altre prestazioni, alle persone riconosciute invalide o in attesa di riconoscimento dell'invalidità, le prestazioni sanitarie che comportano l'erogazione di protesi, ortesi ed ausili tecnologici nell'ambito di un piano riabilitativo-assistenziale volto alla prevenzione, alla correzione o alla compensazione di menomazioni o disabilità funzionali conseguenti a patologie o lesioni, al potenziamento delle abilità residue, nonché alla promozione dell'autonomia dell'assistito;
   gli elenchi delle prestazioni e delle tipologie di dispositivi, inclusi i dispositivi provvisori, temporanei e di riserva erogabili dal Servizio sanitario nazionale, ai sensi del comma 2 dello stesso articolo, sono elencati nel nomenclatore allegato, sub 5;
   l'elenco 2A del nomenclatore titolato «ausili di serie che richiedono la messa in opera da parte del tecnico abilitato» alla classe 22 (ausili per comunicazione e informazione) indica gli ausili per l'udito (22.6), suddivisi nelle seguenti macro-tipologie: «apparecchi acustici ad occhiale», «apparecchi acustici retroauricolari», con relativi accessori prescrivibili («accessori per applicazione via aerea» e «accessori per applicazione via ossea»), «apparecchi acustici connessi a dispositivi impiantati»;
   le modalità di erogazione delle prestazioni di assistenza protesica, contenute nell'allegato 12, prevedono che «nelle more dell'istituzione del Repertorio dei dispositivi di serie di cui all'articolo 1, comma 292, della legge 23 dicembre 2005 n. 266, per l'erogazione dei dispositivi di serie inclusi negli elenchi 2A e 2B di cui al nomenclatore allegato 5 al presente decreto, e per la determinazione dei relativi prezzi di acquisto le Regioni e le Aziende Sanitarie Locali stipulano contratti con i fornitori aggiudicatari delle procedure pubbliche di acquisto espletate secondo la normativa vigente. I capitolati di gara prevedono che i soggetti aggiudicatari assicurino, quando prescritto dal medico e in ogni caso per la fornitura di apparecchi acustici, l'adattamento o la personalizzazione dei dispositivi da parte dei professionisti sanitari abilitati all'esercizio della specifica professione o arte sanitaria ausiliaria, nonché la manutenzione, la riparazione o la sostituzione di componenti dei dispositivi stessi»;
   è previsto infine, al comma 3, che «la remunerazione del servizio di messa in uso è fissata nell'ambito delle convenzioni, dei contratti o dei capitolati di gara»;
   l'aggiornamento dei livelli essenziali di assistenza, di cui all'articolo 1, comma 7, del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 e successive modificazioni operato, modifica sostanzialmente la classificazione dei dispositivi (protesi, ortesi e ausili tecnici) costruiti su misura e di quelli di serie la cui applicazione richiede l'intervento di un tecnico;
   in precedenza le protesi, ortesi e ausili tecnici erano suddivisi in tre distinti elenchi:
   l'elenco n. 1 conteneva i dispositivi costruiti su misura e quelli di serie (tra cui gli apparecchi acustici) la cui applicazione richiedeva «modifiche eseguite da un tecnico abilitato su prescrizione di un medico specialista ed un successivo collaudo da parte dello stesso»; nello stesso elenco erano contenuti, altresì «i dispositivi di fabbricazione continua o di serie finiti che, per essere consegnati ad un determinato paziente, necessitano di essere specificamente individuati e allestiti a misura da un tecnico abilitato, su prescrizione del medico specialista. I dispositivi contenuti nell'elenco n. 1 sono destinati esclusivamente al paziente cui sono prescritti»;
   l'elenco n. 2 del nomenclatore conteneva i dispositivi (ausili tecnici) di serie, la cui applicazione consegna non richiede l'intervento del tecnico abilitato;
   l'elenco n. 3 conteneva gli apparecchi acquistati direttamente dalle Asl ed assegnati in uso con procedure indicate;
   la scelta operata dal Governo, a parere degli interpellanti, non tiene conto del fatto che gli apparecchi acustici sono dispositivi medici ad altissima personalizzazione destinati al paziente al quale sono prescritti, hanno una struttura tecnologicamente complessa e, pertanto, vengono singolarmente individuati, adattati («predisposti») e «personalizzati» per le specifiche problematiche audiologiche e gli stili di vita dell'assistito motivo per cui fino ad oggi non sono stati vincolati ad acquisto tramite gare pubbliche;
   non si è tenuto in conto poi che questo cambiamento provocherebbe gravi danni al sistema, alle imprese e al trattamento dei soggetti che soffrono di sordità;
   lo stesso sistema di fornitura delineato svilisce il ruolo dell'audioprotesista che è invece fondamentale nel percorso terapeutico di scelta e di collaudo dell'apparecchio acustico, laddove l'acquisizione del dispositivo tramite gare pubbliche renderebbe più complessa la sua fornitura ma, soprattutto, non garantirebbe una terapia adatta alle specifiche, uniche e personali, esigenze dell'assistito;
   l'audioprotesista è operatore sanitario in possesso di diploma universitario abilitante che svolge la propria attività nella fornitura, nell'adattamento e nel controllo dei presidi protesici per la prevenzione e correzione dei deficit uditivi, ai sensi della legge n. 42 del 1999, con autonomia professionale distinta da quella dei medici ai quali invece essa è addirittura preclusa;
   non pare che tale scelta permetta di ottenere risparmi evidenti per il Servizio sanitario nazionale; essi infatti non vengono quantificati, con il rischio di incorrere in sprechi di apparecchi non appropriati, acquisiti a mezzo di gare, con l'ulteriore costo per demolirli perché non utilizzati;
   nemmeno appaiono essere stati analizzati gli effetti che le modifiche apportate produrranno sul settore audio-protesico, costituito maggiormente da piccole e medie aziende; circa 2200 sono i centri acustici accreditati, nei quali operano 3400 tecnici audioprotesisti, in un comparto che occupa più di 10000 persone –:
   se il Ministro interpellato non ritenga opportuno assumere iniziative volte a ripristinare il sistema tariffario previgente al posto delle pubbliche procedure previste dal decreto richiamato in premessa, per l'acquisto di dispositivi audio protesici che, per le loro caratteristiche e per le specifiche necessità funzionali dell'utenza, necessitano di un percorso prescrittivo individualizzato e di un appropriato percorso valutativo, condotto da una équipe multidisciplinare, nonché di un adeguato training all'uso, al fine di garantire la massima personalizzazione e aderenza alle esigenze degli utenti e del percorso individualizzato cui devono fare fronte.
(2-01937) «Laboccetta, Brunetta».

Misure volte a contrastare fenomeni di corruzione presso le agenzie fiscali, anche alla luce di recenti vicende giudiziarie – 2-01939

F)

  I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'economia e delle finanze, per sapere – premesso che:
   da fonti di stampa (Corriere del Mezzogiorno del 14 settembre 2017, dal titolo «Agenzia delle Entrate – A giudizio 33 dirigenti») si apprende dell'ennesimo rinvio a giudizio di 33 persone tra cui molti ex dirigenti dell'Agenzia delle entrate, direzione regionale Campania, tra cui anche l'ex direttore regionale Enrico Sangermano, accusati di corruzione ovvero abuso d'ufficio in riferimento alla gestione del contenzioso tributario e delle cartelle esattoriali, utilizzate come strumenti di pressione e minaccia e per elargire favori personali;
   lo stesso ex direttore era già stato sottoposto a procedimento penale per abusi su nomine dirigenziali decise «a tavolino»;
   anche il Sindacato Dirpubblica, sul proprio sito, ha pubblicizzato la notizia, scagliandosi molto duramente nei confronti della leadership dell'Agenzia delle entrate e annunciando di volersi costituire parte civile nel processo;
   la vicenda segue a numerose indagini e processi già pendenti a carico di dirigenti e funzionari dell'Agenzia. È solo di qualche mese prima la notizia relativa alla vicedirettrice dell'Agenzia delle entrate, dottoressa Alemanno (sorella dell'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno), indagata per la illecita sospensione di cartelle esattoriali in favore dell'amica Cynthia Orlandi, ai tempi manager dell'Atac; nonché la notizia altrettanto allarmante del dottor Giovanbattista Sabia, direttore regionale di Equitalia Calabria, che, stando all'accusa degli inquirenti, in cambio di una Jaguar aveva permesso a un concessionario auto di ottenere una rateizzazione più favorevole. Per non parlare della vicenda di Walter Pardini a Genova, già capo dell'Audit centrale a Roma, indagato per il reato di corruzione per atti contrari a quelli d'Ufficio;
   l'elenco prosegue: Angelo Gasparro, ex direttore dell'Agenzia delle entrate di Forlì-Cesena, ora assegnatario di altro incarico, accusato di corruzione per un atto contrario ai doveri d'ufficio, peculato, rivelazione ed utilizzazione di segreti d'ufficio e traffico di influenze illecite; Pietro Micheli, ex dirigente del fisco a capo dell'ufficio controlli dell'Ade, condannato a Urbino a 4 anni e 10 mesi di reclusione; Luigi Glovine, ex comandante della guardia di finanza che ha patteggiato la pena e Vito Maulucci, ex direttore dell'Ade di Arzignano, condannato a risarcire l'erario con una somma di oltre 660.000 euro; Saverio Campanella e Albertino Rosso, ex funzionari dell'agenzia delle entrate, condannati per aver percepito mazzette calcolate in percentuale sulle somme «fatte risparmiare» alle aziende di cui si occupavano nel milanese; Pietro Pasquale Leto, insieme ad altri funzionari dell'Agenzia delle entrate di Agrigento, hanno chiesto il rito abbreviato per l'inchiesta «Duty Free» della guardia di finanza; Elio Borrelli, direttore delle entrate di Pesaro immediatamente sospeso dal servizio non appena raggiunto da ordine di custodia cautelare per le vicende di corruzione relative al Mose di Venezia, che coinvolgono tre funzionari dell'Ade e due ufficiali della guardia di finanza; per concludere, con la prescrizione per sei persone, tra funzionari e dipendenti dell'Agenzia del Territorio di Reggio Emilia, in merito ai deprezzamenti dei valori degli immobili;
   in merito al coinvolgimento dell'Agenzia delle entrate nella tangentopoli veneta, il dottor Angelo Risi, presidente del tribunale del riesame di Venezia, ha evidenziato come dalle indagini condotte «si palesa l'esistenza di un articolato e ben organizzato meccanismo clientelare di tipo trasversale che effettivamente vede l'Agenzia delle Entrate di Venezia e i suoi funzionari apicali coinvolti e compromessi ai massimi livelli»;
   sempre dalle fonti di stampa (Il Sole24Ore nell'articolo «Nella Manovra la riforma delle Agenzie fiscali», del 17 settembre 2017) si apprende che sarebbe intenzione del Governo intervenire in materia di riforma delle agenzie fiscali attribuendo alle stesse ampia autonomia nella definizione della contrattazione aziendale di secondo livello e nella regolamentazione del funzionamento e organizzazione della macchina fiscale –:
   quali misure intenda promuovere per contrastare i numerosi fenomeni di corruzione e abusi che con sempre maggiore frequenza continuano a verificarsi in seno alle agenzie fiscali;
   se l'attribuzione di maggiore autonomia regolamentare alle agenzie fiscali non contrasti con una sana ed efficace politica di lotta alle corruttele interne alle agenzie medesime, soprattutto in riferimento all'attribuzione di nomine e incarichi dirigenziali;
   se abbia acquisito elementi in relazione a quanto sostenuto dal presidente del tribunale del riesame nell'ordinanza di cui in premessa in merito al sistema clientelare descritto e quanto risulti diffuso il fenomeno;
   quanti siano i procedimenti penali pendenti per reati di corruzione, abuso d'ufficio, frodi informatiche su cartelle, che vedono coinvolti funzionari o dirigenti delle agenzie fiscali e quanti di tali soggetti siano ancora regolarmente in servizio;
   quanti provvedimenti disciplinari o di licenziamento siano stati adottati nei confronti di funzionari o dirigenti delle agenzie fiscali per condotte contrarie ai doveri di ufficio poste in essere nell'ambito e in occasione del rapporto d'ufficio;
   a quanto ammontino i danni erariali conseguenti a condotte contrarie ai doveri di ufficio poste in essere da funzionari e dirigenti delle agenzie fiscali nell'ambito e in occasione del rapporto d'ufficio;
   quanti procedimenti per danno erariale siano stati avviati nei confronti di dirigenti e funzionari delle agenzie fiscali, per quale valore e quale sia l'ammontare dei danni effettivamente risarciti;
   se non ritenga di favorire, per quanto di competenza, un rapido iter della proposta di legge presentata dal Movimento 5 Stelle, all'esame del Senato, in materia di whistleblower per arginare i fenomeni di corruzione anche all'interno dell'Agenzia delle entrate.
(2-01939)
«Pesco, Sibilia, Villarosa, Alberti, Fico, Pisano, Ruocco, Colletti, Colonnese, Cominardi, Corda, Cozzolino, Crippa, Da Villa, Dadone, Daga, Dall'Osso, D'Ambrosio, De Lorenzis, De Rosa, Del Grosso, Della Valle, Dell'Orco, Di Battista, Di Benedetto, Luigi Di Maio, Manlio Di Stefano, Dieni, D'Uva, Fantinati, Ferraresi, Fraccaro, Frusone, Gagnarli, Gallinella, Luigi Gallo, Silvia Giordano».